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Piccola Biblioteca Einaudi

Arte. Architettura. Teatro. Cinema. Musica

Il volume di Károlyi si presenta come una introduzione ideale al mondo


della musica, di cui vengono esaminati in concreto i .materialii e le leg-
gi generali cosi come sono applicate dai grandi compositori, e sottolinea-
ti gli elementi di fondo necessari a capire gli aspetti «tecnicie dell'opera
musicale.
ln questa Grammatica si trovano spiegate, in particolare, le caratteristi-
che del suono e del linguaggio musicale, le forme, gli strumenti. Anche la
terminologia, che spesso mette in imbarazzo il profano, è oggetto di at-
tenzioni particolari in questo volume utilizzabile anche come guida prati- t tti Károlyi
ca per risolvere le difficoltà dell'ascolto musicale.
Sommario:
Nota all'edizione italiana di Giorgio Pestell
a grammatica
Prefazione.— Parte prima: Suoni e simboli. Il suono: materiale d< ll,i n«i
sica. La notazione musicale. Ritmo. Ornamenti. Tempo. Indi<:,u><»>«t>
ella musica
namiche. Toni esemitoni. Scale. Tonalità. Intervalli. —Partes(»~»i<l,i. Ai
monia e contrappunto. Melodia. Armonia. Accordi e loro coll< t!,»»< iiti. .,I l( oria, le forme e gli strumenti musicali
Cadenre. Consonanza e dissonanza. Accordi di nona, undic<.s>n»,, tt«li l
cesima; altri accordi particolari. Modulazione. Basso num<v.it<
tralil>init<>. («>t>one. Fuga. —Parte terza: Forme musicali. M»liv<> l i,i,<
Per><><l». I»uii,i binaria. Forma ternaria. Formemusicali basali> siill,i <l.»i
za. Sinti l<vii,i con variazioni. Rondò. La sonata. Forma sor»; t.>. Il<»i<t»
sori r .' r o.r .riri.Coocerto Ouver<.ure.Formevoce<i <<usic.euir ri. ir
m,i I'. > Il«l>i.iil,>;Strumenti e voci. La voce umana. Strumonll,i «>i<l.>
Sliiuii<«ti,i «>/<l<'t»rzicate. Strumenti a corde percosse. Icr» l><v.u»<vi
t<>i <tii il>il< .' tii»ii< iiti a fiato. Strumenti a fiatoin legno. Slru«i< iili.i t
ui< i,i ' t ii» i i < iiti t i . i , l > ositori. Ottoni. Strumenti a percussioi>i . I ' I i l <
Il»ii>l.> l'.iit<t«>,« l< ttura della partitura. Partitura. Lettura dell il>»lilii
» I> i I l il >liografia. — Indice analitico.
()I( I .>i>lyi, » Il»,i l',iiigi dafamiglia ungherese, ha compiuto i s>i<ii.,l<i<li
i»I <,ii,>l> Iiii».I .il «»I,<>rvatorio Béla Barták di Budapest, poi al Trii>ily (:<>I
I< I « I M»' I <II I »Ill • I eallsUniVerSità di LOndra. Ha altematO l'attiVil I <II
< I II I«> I I I I II' <' >!I I I I I I< 'I I I <I. l«(lla Biblioteca Einaudi
II(. Architettura. Teatro. Cinema. Musica

IS8N 978-8846-15444-8
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Otto Károlyi
La grammatica della musica
La teoria, le forme e gli strumenti musicali

A cura di Giorgio Pestelli

Questo libro è una traduzione di Introductng A


rusic,
, pubblicato dalla Penguin Books Ltd, Harmondsworth, Middlesex
O 1965 Ottd Károlyi
© 1969 e 2000 Giulio Einaudi editore s. p. a., Torino
Traduzione di Giorgio Pestelli

www.einaudi.it
Piccola Biblioteca Einaudi
ISBN 978-88-06-15444-8 Arte. Teatro. Cinema. Musica
Indice

p. g Not a all'ediziorte ital

La grammatica della musica

ry P r e f azione

PARTE PRIMA S u o n i e simboli

rq I l s u ono: materiale della musica


Altezza. — Intensità. — Timbro.— Altezza convenzionale. — Into-
nazione. — Risonanza.— Acustica degli auditorium.

zé L a n otazione musicale
Notazione dell'altezza (Chiave di Sol). — Chiave di Fa.— Chiavi
di Do. — Durata dei suoni. — Punti, legature e corone. — Pause.
g8 Ritmo
Misura a due tempi. — Misura a tre tempi. — Misura a quattro
tempi. — Misure composte e irregolari. — Altri aspetti dell'ele-
mento ritmico.

4é O r n amenti
48 T empo
yo I n d i cazioni dinamiche
Altri segni «d'espressione»,
Toni e semitoni
Bemolli, diesis e bequadri.
yé S c ale
Scale maggiori. — Note enarmoniche.
INDICE
INDICE
p. 64 Tonalità Suite
P I32
Indicazione della tonalità. — Scale minori. — Scale ctomatiche.
Allemanda. — Corrente. — Sarabanda. — Giga. — Minuetto.
-

Scala pentafonica.— Scala per toni interi.


Ciaccona e passacaglia.
7I Intervalli I37 T e m a con variazioni
Inversione degli intervalli.
I 39 R ondo
pARTE sEcoNDA Ar m o n ia e contrappunto I4o L a SOnata

Melodia I42 Forma sonata


Esposizione. — Sviluppo. — Ripresa.
Armonia
x46 Rondò-sonata
83 Accordi e loro collegamenti Esposizione. — Sviluppo. — Ripresa.
Triadi. — Collegamento degli accordi. — Rivolti.
I47 Sinfonia
9o C a denze I48 C o n certo
93 Consonanza e dissonanza x5o O u v erture
Settime dominanti e secondarie. — Note accessorie o di fioritura.
I52 Forme vocali
99 Accordi di nona, undicesima, tredicesima; altri Aria. — Recitativo. — Lied.
accordi particolari
I55 M u s ica a programma
I03 Modulazione
Progressione modulante. PARTE QUARTA St r u m e nti e voci
Io7 B a SSO numeratO I59 L a v oce umana
IIO Contrappunto x62 Strumenti a corda
II2 Canone La famiglia del violino. — Alcune particolarità tecniche del vio-
lino e famiglia. — (La viola). — Il violoncello. — (Il contrab-
II4 Fuga basso).
Soggetto. — Contro-soggetto, — Voci. — Codetta. — Divertimen- x69 Strumenti a corde pizzicate
to. — Struttura.
I72 Strumenti a corde percosse
Il pianoforte.
pARTE TERzA Fo r m e m u s icaLi
I74 Temperamento equabile
I2 I Motivo
x76 Strumenti a fiato
I23 Frase
I77 Strumenti a fiato in legno
I24 Periodo Flauto.
I26 Forma binaria I79 Strumenti ad ancia
Oboe.
I29 Forma ternaria
x8x Strumenti traspositori
I3I Forme rnusicali basate sulla danza Corno inglese. — Clarinetto.
[Fagotto].
INDICE
Nota all'edizione italiana
p. r86 Ottoni
Corno. — Tromba. — I tromboni. — Tuba.
I92 Strumenti a percussione
Timpani. — Gran cassa.— Tamburo militare. — Tamburello. -

Piatti. — Triangolo.

PARTE QUINTA Pa r t i t u r a e lettura


della partitura
203 Partitura
zog L e t t ura della partitura In nessun campo come in quello musicale alcune carat-
Lettura orizzontale e verticale.
teristiche della tradizione pedagogica italiana si sono ma-
nifestate con ripercussioni tanto limitanti e negative. L'e-
Appendici sclusione della musica dai quadri dell'unica cultura legitti-
2I9 r , Fig u razioni ma, quella retorico-umanistica, e dal corso per eccellenza,
zzo r t . S i stema Tonic Sol-Fa (solfeggio) il ginnasio-liceo, ha origini antiche e in buona misura co-
muni a tutti i paesi in cui piu marcata è stata l'influenza
222 Ir r . N omi stranieri degii strumenti musicali
della Controriforma; l'eccezione dell'Austria, costretta
zzy x v . Segni e sitnboli per ragioni geografiche a fronteggiare il vigore musicale
della Germania luterana, è sintomatica e istruttiva. In Ita-
227 B i b liogra fia lia poi, gli anni in cui la cultura musicale domestico-bor-
z3r ?rr d ice analitico ghese veniva sostituita in tutti i paesi da quella di massa o
scolastica su vasta scala, coincisero con la trasformazione
della scuola operata sotto il segno dell'Idealismo; il quale,
come è noto, contribui a radicare una profonda diffidenza
verso la scuola concepita come apprendimento di tecni-
che, verso il conseguimento di determinate abilità, di de-
strezze particolari. Ora, è chiaro che la musica, che piu di
altre discipline costringe a compromettersi con nozioni
tecniche, con strumenti e attrezzi, ha ricevuto raddoppiati
gli inconvenienti di questo spiritualismo pedagogico, fi-
nendo con l'essere di fatto estromessa dalla scuola e confi-
nata nelle scuole specifiche (nei conservatori di musical;
proprio in questa limitazione della musica alle scuole pro-
fessionistiche, e nella conseguente scomparsa del dilet-
tante-esecutore a favore del dilettante-ascoltatore, sta la
prima ragione dell'ignoranza musicale del nostro paese.
La musica bisogna farla: l'infamata «signorina di buona
Io GIORGIO PESTELLI NOTA ALL'EBIZIONE ITALIANA
famiglia» che pianotait la Sinfo
onia de 1 Bab'
r ie r e a quattro certo punto a fare l'opera partecipa anche il pubblico, il
mani, aveva pur sempre qualcosa da insegnare al moderno
pubblico nuovo e occasionale di tutte le sere, che canta la
maniaco dell'alta fedeltà che non l
musica leggendola semplicemente su un foglio distribuito
quale le musiche ascoltate hanno il volto della copertina
all'ingresso del teatro. Quel pubblico non solo conosceva
d ei suoi isc i .
la grammatica della musica, ma anche la sua sintassi e il
Il libro di Otto Káro i che appare in un momento de-
'rolyi,
inodo di esprimersi correntemente.
1 nostra istruzione musical t
icato e decisivo p er la A. un pubblico italiano invece il Károlyi presenta un
gg ' I l ia' una situazione in moviment
'men o, in progresso
sen ' problema piu complesso, essendo per molti lo studio della
ensibile. Sino a cinque anni fa l'Italia, con Afghanistan,
grammatica della musica ancora ostacolato dall'ignoranza
dell'alfabeto musicale; lo stesso aspetto del libro, per metà
e nam, era uno ei sette paesi fra i settantatre aderenti fatto di note e simboli musicali, potrebbe far pensare a un
testo per soli musicisti. In realtà è un libro per tutti perché
vano 1 insegnamento obbligatorio della musica nella scuo- tutti sono in grado di trasformarlo in una base per acqui-
la. Lo scandalo (non del tutto legittimo,. perché altro è a- stare, con l'esercizio personale, la «destrezza» in tutti quei
ver dato al mondo una ran ,
'

ea punti la cui prassi può essere solo spiegata ma non tra-


i usione della musica nella società attrraverso 1 a scuola),
1 smessa al lettore; per fare un esempio, quell'operazione
è stato
s ato la lleva che
h con riviste specializzate semplice ma indispensabile di riconoscere le note sul rigo
avo e rotonde e fiumi d'inchiostro ha pazientemen- musicale o su una tastiera una volta che il testo di Károlyi
te smosso l'indifferenza delle autorità competenti. E dal ne ha indicato la giusta posizione, Proprio il ricorso fittis-
I963 con la riforma della scuola media e ia, 1a m usica si è' fi-
fi-
' '

' simo a segni e simboli (alcuni anche non musicali e pertan-


nalm
namente affacciata nei quadri d 11' bb 'o
e istruzione obblioato- to immediatamente intelligibili) e il frequente riferirsi alla
r ia: nel primo anno un'ora H settimana, come materia
ora aHa struttura del linguaggio comune (domanda, risposta, segni
d'obbli
o i goo (nn o n condizionante il passaggio o a all'
anno suc- di punteggiature, ecc.), riduce molto gli inconvenienti di
cessivo)), nel
nel secondod e terzo anno come rnateria facolta- questo genere di libri, quello cioè di spiegare le cose con
termini essi stessi bisognosi di spiegazione. Chi poi vorrà
Questa Grammatica della musica nasce b'
sce da un ambiente insistere a rimanere puro «ascoltatore» di musica, userà
so o e i m o lti decenni avanti al nostro m a g l'i e '

questa grammatica come un prontuario, trovandovi chia-


d d' ittura antitetico in certi' aspetti
addirit
' ' '

e i cc 1 rificate le caratteristiche principali del suono e del linguag-


o per a tecnica, per la materia rnusicale e i su eri- gio musicale, le forme, gli strumenti e tutte quelle parole
che sembrano inventate per turbargli l'ascolto, come ciac-
esen a in orma e e- cona, basso continuo, settima diminuita, acciaccatura ecc.;
né mancheranno curiosità e osservazioni pratiche che, an-
sce da un paese come l'Inghilterra, di cultura musicale e-
cora, potranno alleviare le pene di quanti per le ragioni
piu impensate si trovano costretti a passare una sera in un
d are il «caso» occorso a Fedele D'Amico ' al L ri T h
teatro o in una sala dove si fa musica.
Non è piu necessario elencare i vantaggi di ogni tipo
di Crozier e Britten Facciamo un'operst, nella quale ad un
portati dall'educazione musicale; studiosi e critici italiani,
corne già i popoli dell'Arabia costretti dalla siccità a dive-
'Cf
Cfr. I casi della musica (La musica e l'alfabeto), Milano sy6z.
nire insuperati irrigatori, hanno dato vita a una diffusa e
r2 NOTA ALL'EDIZIONE ITALIANA
agguerrita letteratura in proposito ' • Oggi si ascolta troppa
musica perché si possa ignorare del tutto come è fatta e chi
lavora nella cosiddetta attualità musicale, vicino a studen-
ti, pubblico di concerti, dilettanti di ogni provenienza, sa
quanto è divenuta insistente e in certi casi addirittura as-
sillante l'esigenza di entrare nel recinto di chi sa la musica. LA GRAM M A T ICA DELLA MUSICA
«Toute chose sacrée et qui veut demeurer sacrée s'en-
veloppe de mystère.'.. La musique nous offre un exemple.
Ouvrons à la légère Mozart, Beethoven ou Wagner, jetons
sur la première page de leur ceuvre un ceil indifférent,
nous sommes pris d'un religieux étonnement à la vue de
ces processions macabres de signes sévères, chastes, incon- A mia madre
nus. Et nous refermons le missel vierge d'aucune pensée e a tutti coloro che mi hanno aiutato
profanatrice»; queste seducenti parole di Mallarmé, fino nello studio della musica
a pochi anni fa tenute in grande conto, a quanto pare, so-
prattutto al Ministero della Pubblica Istruzione, mai come
oggi suonano lontane dalla parte piu viva della realtà mu-
sicale italiana.
GIORGIO PESTELLI
[z969].

' Cfr. fra altro La cultura mttsicale nella scuolaitaliana, numero specia-
ie de «L'approdo musicalex, anno x (zg64), n. x8; «Educazione Musica-
le», rassegna bimestrale (dal xg64); G. coLARxzx,L'insegnamento della mu-
sica in Italia, Roma xg6X; R. ALLoRTo,Il cottsumo musicalein Italia, in
«Nuova Rivista Musicale Italiana» (dai n. z [xg6z] al n. x [zg68]); A. MA-
scAGNx,L'insegnamento della musica in Italia, ivi (dai n. 4 [zg68] al n. z
[zg6g]); M. MILA, Afusica e scuola nel costume italiano, ivi, n. z (xg6Z).
Prefazione

La musica è arte e scienza allo stesso tempo. Perciò, al-


lo stesso tempo, deve essere colta emozionalmente e com-
presa intellettualmente; e anche per la musica, come per
ogni arte o scienza, non esistono scorciatoie che facciano
progredire nella conoscenza. L'amatore che si diletta a-
scoltando la musica senza capirne il linguaggio è come il
turista che passa le vacanze all'estero e si accontenta di
godersi il paesaggio, i gesti degli abitanti, il suono delle
loro voci, senza capire neppure una parola di ciò che essi
dicono. Egli sente, ma non è in grado di comptendere.
Questo libro fornisce gli elementi per una comprensio-
ne di base della musica. Anche se lo leggerete scrupolosa-
mente non farà di voi un musicista né vi insegnerà a scri-
vere musica; come in ogni lingua, anche una scorrevolez-
za puramente grammaticale non si può ottenere che a
prezzo di molti anni di esercizio. Esso si propone di pre-
sentarvi il materiale della musica e le sue leggi generali
cosi come vengono applicate dai grandi compositori. Al
tempo stesso vuole darvi qualcuno degli elementi di fon-
do necessari a capire l'andamento tecnico della musica che
state ascoltando. Giungerete cosi, ci auguriamo, alla stes-
sa situazione del turista che conosce una lingua in modo
tale da consentirgli, quando si trovi nel paese in cui è par-
lata, di decifrare i giornali locali, intendere un po' di ciò
che si svolge intorno a lui, avere qualche idea della topo-
grafia e della struttura sociale della nazione, ed esprimersi
con gli abitanti senza far la 6gura di un muto.
Una cosa vi sarà di grande aiuto: una tastiera. Non im-
porta se si tratta della tastiera di un pianoforte, di un cla-
x6 PREFAZIONE
vicembalo, di un armonium o anche di una fisarmonica.
La musica, arte dei suoni, deve essere ascoltata rendendo-
si conto dei suoni. Cercate di suonare tutti gli esempi pro-
posti dal libro, magari servendovi di un solo dito. Infi-
ne, come disse Schumann, «non lasciatevi spaventare dal-
le parole "teoria", "basso numerato", "contrappunto" Parte prima
ecc.; esse vi verranno incontro a metà strada se voi farete
lo stesso». Suoni e simboli
O. K.

Tutte le cose cominciarono secon-


do un ordine, secondo un ordine a-
vranno termine e allo stesso modo
ricominceranno da capo; secondo il
legislatore dell'ordine e la misteriosa
matematica della città celeste.
THOMAS BROWNE
Il suono: materiale della musica

In principio, è lecito supporre, era il silenzio. Era silen-


zio perché non c'exa moto alcuno e di conseguenza nessu-
na vibrazione poteva mettere l'aria in movimento, feno-
meno questo di importanza fondamentale per la produ-
zione del suono. La creazione del mondo, in qualunque
modo sia avvenuta, deve essere stata accompagnata dal
moto e pertanto dal suono. Forse è questa la ragione per
cui la musica, presso i popoli primitivi, ha tale magica im-
portanza da essere spesso connessa a significati di vita e di
morte. Proprio la sua storia, in ogni varia forma, insegna
che la musica ha serbato il suo significato trascendentale.
Il suono può essere prodotto solo da un tipo di moto:
il moto (o vibrazione) originato da un corpo vibrante (per
esempio, una corda o la pelle di un tamburo) che provochi
onde di compressione-rarefazione giungenti al nostro o-
recchio attraverso l'aria. La velocità a cui il suono percor-
re lo spazio dal corpo vibrante al nostro orecchio è di cir-
ca 335 metri al secondo, velocità che, naturalmente, cam-
bia secondo le condizioni dell'atmosfera. Come l'aria, esi-
stono altri conduttori del suono, quali l'acqua o il legno,
ma questo libro si occupa soltanto di suono musicale e del
suo uso artistico, per cui l'unico conduttore che ci interes-
sa è l'aria.
Se la vibrazione è regolare, il suono che ne risulta è mu-
sicale e costituisce una nota di altezza determinata; se è
irregolare, il risultato è il r umore. Questo fenomeno si
può facilmente illustrare graficamente. Un ago viene sal-
dato ad una estremità di un diapason e sistemato verti-
calmente sopra un vetro annerito in modo da sfiorarlo ap-
20 SUONI E SIMBOLI IL SUONO: MATERIALE DELLA MUSICA 2I

pena. A questo punto il diapason è fatto vibrare e il ve- ni usati normalmente nella pratica musicale risultano piu
tro lentamente spostato in avanti. Il risultato è che men- evidenti dicendo che un coro misto ' produce suoni la cui
tre il diapason vibra, l'ago traccia un susseguirsi regolare frequenza oscilla fra 64 e xyoo e che un grande pianofor-
di curve. te da concerto (con una tastiera piu lunga delle normali
Ogni suono ha tre proprietà caratteristiche. Serviamo- versioni domestiche) oscilla fra 2o c /s e 4it6 c /s.
ci di un esempio tratto dalla vita di ogni giorno. Passeg-
giando per la strada, noi ascoltiamo piu suoni contem-
poraneamente; automobili, motociclette, aeroplani, appa- Intensità
recchi radio, persone che camminano e chiaccherano pro-
ducono simultaneamente suoni che possono essere grada- Abbiamo visto che l'altezza di una nota dipende total-
tamente piu alti e piu bassi, piu forti e piu tenui. Col no- mente dalla frequenza della sua vibrazione. L'intensità di
stro orecchio noi facciamo una automatica distinzione fra una nota dipende dall'ampiezza della vibrazione. Una piu
la voce acuta di un bimbo e quella grave di un uomo, fra il o meno ampia vibrazione produce suoni piu forti o pi u
rombo di un aereo di passaggio e il ronzio del traÉico, e deboli.
riconosciamo se la melodia che ci giunge da una radio è forte

suonata su una tromba o su un violino. Cosl facendo, noi


veniamo incoscientemente selezionando le tre caratteristi-
che di un suono; altezza, intensità, e timbro;
Esempio I. p ian o

Altezza
Timbro
La percezione dell'altezza di un suono consiste nella ca-
pacità di distinguere fra suoni musicali alti e bassi. Un Il timbro (in inglese quality o, in francese, timbre) de-
suono è piu o meno alto secondo la frequenza(numero di finisce la differenza di colore musicale tra una nota suona-
vibrazioni al secondo) del corpo che vibra. Maggiore è la ta su strumenti differenti o cantata da voci diverse. In tal
frequenza, piu alto è il suono; minore è la frequenza, piu modo il «colore» di una nota ci permette di distinguere
basso è il suono. I fisici dimostrano questo fatto col se- fra vari strumenti che suonano la stessa melodia, Nessuno
guente esempio: un pezzo di metallo è fissato in modo troverà difficoltà nel distinguere fra il suono emesso da u-
che una sua estreinità sia a contatto con una ruota denta- na tromba e quello di un violino. Perché? La risposta ci
ta; questa viene poi fatta girare, provocando cosf le vi- conduce ad uno dei piu affascinanti fenomeni dell'acusti-
brazioni del pezzo di metallo. Se la ruota ha, poniamo, ca, gli armonici. La frequenza caratteristica di una nota è
I28 denti, e con un motore regolabile la facciamo girare soltanto quella della fondamentale di una serie di altre
due volte al secondo otteniamo un suono di 2y6 vibrazio- note che sono simultaneamente presenti sulla nota base.
ni, o cicli al secondo (c/s). Se la facciamo girare una volta Queste note sono chiamate armonici (o suoni parziali o i-
al secondo otteniamo un suono di I2 8 vibrazioni, che è pertoni). La ragione pei cui gli armonici non sono distin-
piu basso del precedente, e cosi di seguito. tamente udibili, è che la loro intensità è minore di quella
Il limite minirno percepibile dall'udito umano varia
dalle I6 alle zo vibrazioni al secondo, il limite massi- ' [O at a voci miste», cioè completo di voci maschili e femminili; at a vo-
mo dalle 2o ooo alle 2y ooo, I lirniti della gamma di suo- ci pari» è il coro di sole voci maschili o femminili].
22 SUONI E SIMBOLI IL SUONO: MATERIALE DELLA M U SI CA
23
della nota fondamentale. Ma essi sono importanti perché primo violino. Essi hanno intonato i loro strumenti su u-
determinano il timbro di una nota, e al tempo stesso dàn- na nota che ha (o dovrebbe avere) 44o vibrazioni al se-
no chiarezza e smalto al suono. Ciò che ci permette di fare condo. Questa altezza convenzionale fu accettata dalla
distinzione fra il timbro, ad esempio, di un oboe e di un maggioranza delle nazioni occidentali in una conferenza
corno è la diversa intensità dei vari armonici presenti sulle internaZiOnale tenutaSi nel Ic(3cf '.
note reali' che essi producono.
Intonazione

Una buona intonazione, cioè suonare in tono (regolan-


do scrupolosamente l'altezza delle note), ha naturalmente
capitale importanza per il musicista (e certo, non meno
per i suoi ascoltatori). Ma cosa accade — acusticamente
— quando notiamo con disagio durante un'esecuzione che
questo passo è errato, che quell'altro è suonato troppo in
armonici
(numerati r, 2, s ecc.) alto o troppo in basso? Noi, comunemente, diciamo che
l'esecutore è fuori tono. Ciò che avviene in realtà è que-
sto: due note che hanno la stessa frequenza, per esempio
44o, hanno, come sappiamo, la stessa altezza, e costitui-
scono un unisono'. Ma se una di queste è suonata legger-
oboe
note fondamentali mente fuori tono e ha solo 435 cjs, il risultato è che la
prima nota produrrà onde piu corte della seconda, e que-
Esempio 2 (dr. anche es. 86). ste onde delle due note inevitabilmente si scontreranno u-
na coll'altra, producendo un effetto pulsante il cui nume-
R facile immaginare quale complesso amalgama di onde ro di battiti prodotto al secondo è dato dalla differenza
musicali può essere prodotto da una intera orchestra. fra le due frequenze. Nel nostro caso si tratterebbe di cin-
Prima di lasciare il campo puramente fisico, accennia- que battiti al secondo. R interessante notare che dopo un
mo a pochi altri punti, trattandosi di aspetti che si presen- certo numero di battiti (circa 3o al secondo), l'effetto di
tano frequentemente nell'esperienza dell'ascoltatore. disturbo tende a diminuire.

(flauto, oboe ecc.) e secondo; il primo, detto anche principale, di regola


Altezza convenzionale esegue i passi piu importanti, come i passi solistici, e nella realizzazione de-
gli accordi (cfr. p. SS ed es. 224) suona la nota piu acuta].
' [Per semplicità matematica, nelle frequenze date per le note della ta-
Quando andiamo in una sala da concerto, prima che stiera tiprodotta a p. 29 es. y, si presume che l'altezza di la, sia 4gr vibra-
il concerto inizi, noi notiamo che ad un dato momento i zioni al secondo invece delle convenzionali 44o/s].
' Cfr. p. zr.
musicisti dell'orchestra o del complesso accordano i loro
strumenti su una nota suonata dall'oboe principale' o dal

' [O fondamentali].
t [Nell'organico standard di una orchestra sinfonica, gli strumenti a
fiato sono di solito usati a coppie, per cui si fa una distinzione fra primo
24 SUONI E SIMBOLI
IL SUONO: MATERIALE DELLA MUSICA 25

risponde alla durata che impiega un suono a svanire). L'e-


Risonanza
sperienza ha mostrato che il periodo di riverberazione piu
adatto al discorso o alla musica è compreso all'incirca fra
Molti di noi avranno notato che cantando o fischiando
I e 2 secondi e mezzo. L'acustica di una sala può essere
una nota ad una certa altezza può accadere che un oggetto
modificata con vari accorgimenti, il piu comune dei quali
posto nelle vicinanze, un bicchiere ad esempio, si metta a è applicare o togliere assorbenti di suono, come tappezze-
vibrare per simpatia, Ecco illustrato il principio della ri-
rie, schermi.
sonanza: quando due sorgenti di vibrazioni sono in condi-
zione di vibrare con eguale periodo e una è messa in vibra-
zione, quella non sollecitata direttamente riceverà la vi-
brazione «simpateticamente» dall'altra. Cosi, quando noi
cantiamo, non sono le sole nostre corde vocali che produ-
cono il suono, ma le vibrazioni stabilite per simpatia nella
cavità della parte superiore del nostro corpo. La stessa co-
sa avviene con gli strumenti musicali fabbricati dall'uomo :
nel violino, ad esempio, sono le varie parti della cassa (vi-
branti in concomitanza con le corde sollecitate dall'arco)
le reali produttrici del suono. Questo fenomeno acustico
è molto sfruttato per rinforzare il suono di strumenti a
corde, sia ad arco sia a pizzico. (La viola d'amore, con le
sue corde «simpatiche» piazzate sotto le corde messe in
vibrazione dall'arco, ne è un noto esempio).

Acustica degli auditorium

Esiste un altro fattore che determina in buona misura,


o almeno modifica, il timbro sonoro di strumenti e voci.
R quello che ci fa giudicare un auditorium «buono» o
«cattivo», cioè in possesso o no di una risonanza equili-
brata. Questo fattore veniva calcolato istintivamente dai
compositori ed esecutori del passato, in special modo da
Bach, che, come ci è stato tramandato, usava battere le
mani e contare in quanto tempo il suono veniva assorbi-
to, per ottenere una idea approssimativa dell'acustica del-
l'edificio in cui avrebbe dovuto suonare. Ma solo nell'ul-
tima parte del secolo scorso fu trovata una spiegazione
scientifica per questo fenomeno. Oggi noi sappiamo che
se un auditorium è buono per il suono o no, ciò dipende
dalla durata del suo «periodo di riverberazione» (che cor-
LA NOTAZIONE MUSICALE 27

La notazione musicale semplicemente di una singola linea colorata orizzontale;


piu tardi, fu aggiunta un'altra linea colorata', e Guido
d'Arezzo (c. t)gy-ioyo), nel suo Regulae deignotu cantu,
consigliò l'uso di tre e quattro linee. Quest'ultimo siste-
ma, tetragramma, fu adottato e conservato come rigo tra-
dizionale per la notazione del canto gregoriano', e a tale
scc po è in uso tuttora. (Il rigo è la linea orizzontale, o l'in-
sieme di linee, che si usa per definire l'altezza di una nota).

• •

La musica, come ogni linguaggio, fu a lungo coltivata Esempio 3.


con trasmissione orale da una generazione all'altra (pro-
prio come la musica popolare è tuttora trasmessa), prima
Dal secolo xILI in avanti le importanti innovazioni nel
che un qualunque metodo sistematico di scrittura fosse
campo della melodia, dell'armonia e della ritmica indus-
inventato. Ma in civiltà sviluppate il desiderio di avere te-
stimonianza scritta di leggi (scientifiche e no), disposizio- sero alcuni ingegni, musicisti. e teorici insieme (fra cui
spicca Philippe de Vitry, rzc)o- iy6I, uno dei molti «pa-
ni permanenti e componimenti poetici, inevitabilmente
fece nascere il problema di come scrivere la musica. La dri» della notazione musicale) ad ampliare il campo della
teoria musicale. Il trattato di VitryArs nova spiega i prin-
necessità era di trovare un sistema simbolico mediante il
cipi della nuova arte nella loro opposizione alla vecchia
quale fosse possibile definire sia l'altezza sia il ritmo di u-
na melodia. Le origini della nostra notazione musicale eu- (Ars antiqua). Il sistema di notazione che esso stabili è
ropea si trovano nei simboli abbreviati usati per la recita- sotto alcuni aspetti simile al nostro attuale. Ad ogni mo-
zione orale greca e orientale (la cosiddetta notazione ecfo- do, sebbene il nostro attuale rigo a cinque linee appaia
netica '). Dal v al vII secolo dopo Cristo fu sviluppato da per le prime volte già nel secolo xI, fino al secolo xvII non
vi fu un accordo generale sul suo impiego. Molti compo-
questi segni un sistema che vagamente indicava il profilo
del movimento melodico; i suoi simboli furono conosciu- sitori ritennero necessario usare piu di cinque linee: Fre-
ti come neumi. La notazione musicale di questo periodo scobaldi ' e Sweelinck', ad esempio, usarono righi a otto e
fu una specie di pro-memoria. Essa non definiva esatta- sei linee.
mente l'altezza dei suoni, ma dava soltanto un'idea ap- Dobbiamo ora esaminare i principi generali dell'attua-
prossimativa della melodia con lo scopo di aiutare il can- le notazione musicale.
tore quando la sua memoria aveva bisogno di una spinta
P ' [Nei primi manoscritti i colori delle linee sono due, rosso per la linea
come un nodo al fazzoletto. Poi apparve per la prima vol-
che indicava il fa, giallo per quella indicante il do].
ta, all'incirca nel Ix secolo d. C., il rigo. All'inizio si trattò ' [B il canto liturgico ufficiale della Chiesa cattolica e prende nome da
Gregorio Magno lc. y4o-6o4) che lo fece raggruppare e unificarenell'Attti-
l rl'
' ,n origine si trattava di semplici accenti indicanti un mutamento di fonario fissandone l'uso nel servizio liturgico].
' [Ferrara r>8S - Roma r643].
altezza nella lettura in forma solenne di un testo liturgico, o di segni rela- ' [Amsterdam ry6z-r6zr].
tivi a caratteristiche grammaticali (interrogazioni, esclamazioni ecc.). In se-
guito il sistema si sviluppò in un formulario piu complesso di cui ancor
oggi non si è venuti completamente a capo. Tuttavia ciò che distingue i se-
gni ecfonetici da altri tipi di notazione è che essi non riproducono un ilib-
o un e-
ro corso melodico, ma rappresentano un formulario melodico prestabilito].
28
SUONI E SIMBOLI LA NOTAZIONE MUSICALE 29
ottava ottava ottava
Notazione dell'altezza
L'altezza dei suoni è indicata dalla serie di sette sillabe
Do Re Mi Fa Sol La Si, serie conclusa nuovamente da Do
in modo da produrre un intervallo da Do a Do di otto n65-
te '. Queste otto note sono rappresentate dai tasti bianchi
do re mi fa sol la si do re mi fa sol la si do re mi fa.sol la si do re mi
del pianoforte (cfr. es. y). 8 r 8 I
8 8-I
A questo punto ci imbattiamo in una difficoltà termi- frequenza I28 256 5I2 I024
nologica su cui conviene accordarci prima di proseguire.
N ' u s o corrente la parola «nota» applicata alla musica Esempio 4.
pu signi6care tre cose: I) un suono musicale singol - )
iI ls go O; 2)
b l scritto di un suono musicale; g) piu raramente,
simbolo Con lo stesso principio, noi possiamo ottenere una ot-
un tasto del pianoforte o di un altro strumento. Per non tava partendo da ogni nota; infatti le note Re-Re, Mi-Mi,
generare confusione useremo il termine «tasto» per il ter- ecc., sono nello stesso rapporto di Do-Do. Osservando i
zo signi6cato e cercheremo di rendere chiaro dal contesto tasti bianchi di un pianoforte, è facile riconoscere il basi-
s e per «nota» si intende il primo o il secondo signi6 t . lare principio della divisione dei suoni musicali secondo
Inn questo e nel seguente paragrafo useremo «nota» nella logiche proporzioni. La maggior parte delle tastiere di pia-
prima accezione. noforti sono divise in sette ottave; partendo dalla piu bas-
L'intervallo di otto note da Do a Do è chiamato ottava, sa tali ottave prendono i nomi di c65ntra, grande, piccola,
(Un intervallo è semplicemente la distanza, o la differen- urrff linea, due linee, eccetera. Le abbreviazioni correnti
za in ordine d'altezza, che passa tra due note: per modo (indicanti l'esatta posizione, ad esempio, dei vari Do), so-
c e un intervallo di cinque note è una quinta, di quattro no: Do, dol, doz, dos (do centrale del pianoforte), do4,
note una quarta e cosi via. Si contano entrambe le note di dos, do6
partenza e di arrivo). Il rapporto fra le frequenze dei due
notazione
Do (vedi la discussione acustica a p. 2o) è r : 2. Per ciò se
la frequenza del Do prescelto è 2y6 (come è di fatto il do
centrale del pianoforte), la frequenza del Do immediata-
mente superiore sarà yx2, e quella del Do immediatamen-
te inferiorer28.
Se voi suonate contemporaneamentedue Do a distanza tastiers
di ottava sul pianoforte, voi avrete l'immediata'conferma
che vi è una speciale e peculiare relazione fra loro: essi
cioè producono gli stessi suoni, ma ad altezze differenti e Do dol do, dor do„ do, do, dor

a re azione matematica delle loro frequenze ne spiega la frequenze


rzs 2 6 512 I024 2048 oò
4o9
ragione.
Esempio y.
t rsr
[Nei paesi di lin~.a inglese e tedesca si è conservato l'uso di indicare
l e altezze dei suoni mediante una serie di lettere alfab ti h h
e 'c ec e,perragio- ' [Le abbreviazioni per indicare le stesse posizioni nei paesi di lingua
'che, comincia da C e ron da A; l'ordine è il seguente: C (Do) D
inglese sono: C, C c c' (do centrale) c" c"' c'"'; i tedeschi abbreviano cost:
(Re) E (Mi) F (Fa) G (Sol) A (La) B (Si). L'uso francese è come quello C, C c c, (do centrale) c, c, c4. In Francia si usa il modo italiano con la
italiano con la sola eccezione di Ut per Do].
sostituzione di Ut a Do]
30 SUONI E SIMBOLI
LA NOTAZIONE MUSICALE 3z
Ma tali note hanno semplicemente la funzione di pietre
Dai loro nomi possiamo indovinare che ogni chiave rap-
miliari in un vasto territorio, Come abbiamo visto, il me-
presenta una nota musicale. Il centro del segno della chia-
todo di orientamento piu chiaro (e cosi a lungo elaborato- ve di Sol è attraversato dalla seconda linea del rigo; ciò
si) pex stabilire l'altezza di una nota è l'uso di un gruppo indica che la seconda linea è il posto per il sol 3.
di cinque linee orizzontali (il rigo). Un primo gruppo è u-
sato per le note dal dos (do centrale) in su, un altro grup-
po per le note dal dos in giu, collocato parallelamente sot- Esempio c).
to il primo, a breve distanza da esso.
R semplice calcolare la relazione delle altre note con il
sols.
tlos
e
Esempio 6. r r ~ ot tava
Esempio zo. do, sols do,

Sia le linee, sia gli spazi compresi tra le linee stesse so-
Si noti che il dos si trova sulla prima linea supplementa-
no usati per fissare le posizioni delle note, ma è evidente re e che il sols dista una quinta da esso. Vediamo perciò
che due gruppi di cinque linee e quattro spazi non sono che una volta stabilita una chiave, ogni linea e ogni spazio
sufficienti per tutte le note. Per superare questa difficoltà, determinano una nota (e quindi una altezza) ben definita.
quando è necessario vengono aggiunte alle linee principa-
li alcune brevi linee supplementari.

ecc.
Esempio zz. mi sol si re f a f a l a d o mi

Esempio y. ecc. Chiavedi Fa

Queste linee sono come residui accorciati dei tempi in Il problema di situare le note comprese fra le ottave
cui si usavano righi a piu di cinque linee. basse fu risolto in modo simile, ma per fare una distinzio-
Allo scopo di procedere agevolmente attraverso questa ne dalla chiave di Sol, si fece uso di un'altra chiave, quel-
mappa musicale è necessario avere un punto di riferimen- la di Fa. Il punto di partenza del suo simbolo, oppure i
to mediante il quale sia possibile orientarsi: in t ermini due punti (sopra e sotto la quarta linea), indicano che nel-
musicali, conoscere quali sono le altezze esatte relative ai la chiave di Fa la quarta linea del rigo è il posto del Fa. La
nomi delle note. Questa funzione è sostenuta in musica collocazione delle altre note può essere calcolata in rela-
dalle chiavi. Vi sono tre tipi di chiavi, la chiave di Sol, la zione al Fa, con lo stesso procedimento usato per la chia-
chiave di Fa e la chiave di Do; quelle di Sol e di Fa, nor- ve di Sol.
malmente conosciute come chiave di violino e di basso, g4 -,'-~ =: fa , -
Esempio zz.
sono le piu comunemente usate. I

quinta )

Esempio 8.
- rhisvcdisol
,Ii t iolino)
7 cbiavediFa
(dibasso)
)g cbiavedif)o
Esempio z3. sol, la, si, do, re, mi, fa, sol, la, si, do,
32 SUONI E SIMBOLI LA NOTAZIONE MUSICALE 33
La ricomparsa del dos sulla prima linea supplementare senta nuove difEcoltà. Il centro della chiave di contralto è
procedendo dal basso in alto, mostra come queste ottave sulla terza linea, mentre il centro della chiave di tenore è
si congiungano direttamente una coll'altra senza soluzio- sulla quarta linea del rigo.
ne di continuità.

Esempio r6. chiave di contralta chiave di tenore

Entrambe indicano la posizione del dos. L'esempio rp


Esempio xy. do, sali mostra le due chiavi di Do messe in relazione con le chia-
8-r
vi di Sol e di Fa.
Spesso nella musica per violino, pianoforte o altri stru-
menti, si rende necessario scrivere note molto alte o mol-
to basse. Ciò implica l'uso di molte linee supplementari,
faticose per l'occhio. La soluzione di questa diflicoltà con- chiave dt chtave dt chiave di chiavedi
siste nello scrivere le note all'ottava piu bassa (o piu alta), ESemPiO ry. violino contralto tenore basso
aggiungendo il segno 8va, sopra o sotto le note stesse che
verranno cosi eseguite un'ottava piu alta o piu bassa. La ragione per cui si usano le chiavi di Do è che con es-
se è possibile, spesso, evitare l'uso di troppe linee supple-
ar suonata
scritta 8" l mentari.
chiavedi $~ ~
contralto f~
sntiia

Ct

Esempio zy.
scl'ltta
8",, J ~ suonata Esempio x8.
chiavedi ]~
Scrivendo per pianoforte, cosi come per altri strumenti
o voci ove piu parti procedono assieme, la simultaneità è Durata dei suoni
posta in rilievo da una graffa.
La musica si svolge nel tempo, e i musicisti devono or-
ganizzarla non solo in termini di altezza ma anche di dura-
Chiavi di Do ta. Essi devono scegliere se i suoni che usano saranno piu
corti o piu lunghi, secondo l'intento artistico cui devono
A cominciare da circa la metà del secolo xvIII, l'uso servire.
delle chiavi di Do ando lentamente diminuendo, ma due Noi abbiamo già visto che per rappresentare un suono,
di esse sono ancora frequentemente usate nella musica vo- a parte la sua nomenclatura, noi usiamo un piccolo segno
cale e strumentale: si chiamano chiave di contralto e chia- ovale che chiamiamo nota (cfr. p. 3o). Vi sono due modi
ve di tenore. Quando si è capito il principio delle chiavi di scrivere le note, bianche e nere (senza nessun riferi-
di Sol e di Fa, l'uso di queste due chiavi di Do non pre- mento ai tasti bianchi e neri del pianoforte).
34 SUONI E SIMBOLI
LA NOTAZIONE MUSICALE
35
Qualcuno può trovare in alcune partiture una nota piu
Esempio xg lunga della semibreve; si tratta della breve (lloll), che, co-
nota bianca
me suggerisce il nome, è di durata doppia della semi-
breve.
La funzione delle note è duplice. Indicatrici dell'altezza, Quando piu note con tagli ricorrono assieme, si usa riu-
esse servono ancora come segni di lunghezza, o durata, di nire le loro aste cosi:
un suono. Come? È una semplice questione di progressio-
ne geometrica.
Al giorno d'oggi la nota piu lunga nell'uso comune è la Esempio 2z.
semibreve, che serve come unità di misura di lunghezza.
Essa è divisibile in 2 minime, 4 semiminime, 8 crome, I6 Si rende necessario a questo punto aprire una breve pa-
semicrome, 32 biscrome e 64 semibiscrome. (Una ulterio- rentesi per mostrare come le note devono essere scritte
re suddivisione, in teoria, è possibile, ma l'uso musicale sul rigo. Il principio fondamentale è quello di usare una
scrittura piu chiara possibile per la lettura, e di raggrup-
della frazione x/x28 è cosi eccezionale che si tratta solo di
una curiosità. Un esempio, tuttavia, si può vedere nel se- pare le note in modo che rappresentino sempre una unità
condo movimento della Sonata per pianoforte o p. 8I d i riconoscibile. Per cui l'esempio 22a non è buono poiché
Beethoven). Tutte queste note sono differenziate dall'uso non è chiaro se la nota è sulla terza linea o nello spazio fra
la seconda e terza linea. L'esempio 22b è corretto.
di aste e tagli congiunti alle note nere e bianche. Ecco il
loro aspetto: a) b)

o = semibreve = semicroma Esempio 22.


= minima = biscroma
Convenzionalmente l'asta di una nota si scrive rivolta
= semiminima = semibiscroma verso l'alto quando la nota si trova dalla terza linea in giu,
Z = croma e rivolta verso il basso quando si trova dalla terza linea in
Su.

Esempio 23.

Tuttavia se piu note di breve durata sono raggruppate


insieme, le aste andranno unite una all'altra senza badare
se alcune delle note sono sopra o sotto le linee centrali.

Esempio 24,

/1 /I a K /K /) /% /X K /'I
Nel caso di musica dedicata al canto, ove appaiono e
suoni e parole, la pratica generale è di scrivere una nota
separata per ciascuna nuova sillaba.
Esempio 2o (mosrra come sono divisibili le durate dei suoni).
SUONI E SIMBOLI LA NOTAZIONE MU S ICALE 37

Punti, legature e corone Pause

Il prolungamento della durata di una nota si indica con Parlando possiamo talvolta rendere efficace il nostro
l'uso di uno o piu punti, di una legatura o della corona.
pensiero piu col servirci di un breve silenzio al momento
Un punto posto dopo la testa di una nota significa un au- giusto, che con l'uso di un maggior numero di parole o
mento di durata esattamente corrispondente alla metà del frasi; in ogni caso il tempo ci è indispensabile per pren-
valore della nota stessa. Cioè; dere respiro e riflettere prima di procedere. In musica, ta-
li silenzi sono indicati da un segno chiamato pausa. Il
principio delle pause è semplice: ogni tipo di nota ha la
propria pausa corrispondente di identico valore di durata.

Esempio ay. Breve - sa Croma - J

Nel caso di due punti, il secondo punto aggiunge la me- Semibreve = o Semicroma = P
tà del valore del primo punto. In tal modo una minima se-
guita da due punti, avrà la durata di una minima — piu u-
na semiminima (cioè la metà di una minima) — piu una Minima = J Biscroma P
croma (cioè la metà di una semiminima).
Una legatura (rappresentata da una linea leggermente Semiminima = J ~ Semi bi s croma - P
curvata ~ ) serve ad unire due note di altezza uguale; in
tal modo il suono della pritna nota verrà prolungato se- Esernpio a8.
condo la durata espressa dalla nota unita. R per ragioni di
chiarezza che è spesso pteferibile usare la legatura fra due Si faccia attenzione che la pausa di semibreve pende giu
note anziché i punti. (Cfr. l'esempio 4y c). dalla quarta linea, mentre la pausa di minima poggia sulla
terza linea. Le pause possono essere seguite da un punto
o sovrastate da un punto coronato, allo stesso modo delle
Esempio a6. note, non mai collegate da una legatura.

Il punto coronato (o corona) s i presenta cosi: M e


quando appare significa che la durata della nota sopra cui
si trova deve essere prolungata. Le note con punti corona-
ti vengono di solito prolungate per il doppio della durata
normale, ma possono esserlo per piu o meno tempo se-
condo il gusto dell'esecutore. Il punto coronato spesso ap-
pare alla fine di una composizione.

Esempio a7.
RITMO 39
battuta
Ritmo A
/
A/ A
/

Esempio a9.
r
stanghette d o ppia stanghetta

Misura a due tempi

Se i battiti sono raggruppati a due a due, con un batti-


to forte alternato a un battito debole, abbiamo battute a
due battiti. Ciò è indicato da una cifra scritta dopo la chia-
L'osservazkne della natura ci suggerisce con la massi- ve, fra la quinta e la terza linea del rigo (cfr. es. 3o a).
ma evidenza la presenza del ritmo nell'universo. L'alter- Ora, per indicare quale tipo di nota deve servire come
nanza del giorno e della notte, le onde marine che conti- unità di misura nella battuta, si scrive una seconda cifra
nuamente si succedono, i battiti del nostro cuore, il no- sotto la prima. Nell'esempio 3ob il 4 indica un quarto di
nota', cioè una semiminima.
stro respiro, fanno capire che il ritmo è qualcosa di forte-
a) b)
mente connesso al movimento che si ripresenta regolar-
mente nel tempo. Questo effetto pulsante può essere av-
vertito anche nel nostro discorso quotidiano, ma è soprat- Esempio 3o.
tutto nella composizione poetica, ove parole e sillabe so-
Le due cifre, espresse in forma di frazione, rappresenta-
no piu o meno strettamente raggruppate secondo un ordi-
no la misura del tempo indicando la specie di battuta. L'e-
ne, che noi possiamo piu propriamente renderci conto di
sempio 3I dà le piu comuni fra le misure a due tempi.
questo fatto. Ecco qui il primo verso dell'Orlando furioso:
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori...
due metà di nota,
I tratti indicano il punto in cui la pulsazione ha i suoi ac- cioè due minime
centi principali. due quarti di nota,
In musica, ove il ritmo è probabilmente pervenuto alla cioè due semiminitne
sua piu alta e cosciente sistemazione, questa regolare pul-
sazione, o battito, si presenta in gruppi binari (a z batti- 2 =
due ottavi di nota,
Esempio 3t. 8 cioè due crome
ti) o ternari (a 3 battiti), oppure in combinazioni ottenu-
te dalla loro unione. Il primo battito di ogni gruppo è ac-
centuato '; l'unità metrica compresa fra due battiti succes- L'esempio 3z presenta un caso famoso di misura a due
siviaccentati è chiamata battuta. Per far risaltare questa tempi usata da Beethoven.
unità nello scrivere la musica, si usano linee verticali trac-
ciate attraverso il rigo di fronte a ciascun battito accenta-
to. Il nome di queste linee è stanghette. La fine di un pez-
zo musicale (o di una sezione all'interno di esso) ;-. indica- Esempio 3a. Beethoven, Settima Sinfonia, ii movimento.
ta da unadoppia stanghetta.
' [Un quarto cioè di semibreve, unità di misura del nostro sistema mu-
sicale (cfr. es. ao)].
' Prende spesso il nome di tempo forte.
40 SUONI E SIMBOLI
RITMO 4I

Misura a tre tempi / /

Quando i battiti sono raggruppati a tre, cioè un battito / /


forte seguito da due relativamente piu deboli entro una
Esempio g6.
battuta, abbiamo una misura a tre tempi.
Si trova spesso il segno C al posto del 4 /4, detto anche
i
3
«tempocomune». Tale C, sibadi, non è una abbreviazione
per «comune», ma è un residuo grafico del periodo in cui
la misura a tre tempi era considerata misura «perfetta», a
causa della sua analogia con la Santissima Trinità, e veni-
va simbolizzata mediante un cerchio; per contro la misura
a quattro tempi era considerata «imperfetta», e quindi
simbolizzata mediante un cerchio incompleto.
Esempio gg.
Esempio yy.
Il valzer è, come tutti sanno, in misura di tre tempi, e
attraverso i secoli questa misura è stata spesso usata per
musiche di danza, per il minuetto, ad esempio. Le prime quattro battute del noto corale di Bach, Herz-
Atlegreno
lich tut mich verlangen dànno un ottimo esempio di misu-
ra a quattro tempi. Si osservino l'indicazione della misu-
ra, i punti coronati e il segno indicante la ripetizione del
f sf passo.
Esempio g4. Haydn, Sinfonia n. cty in Do maggiore.

segno di zipetizion<

Misura a quattro tempi Esempio 38 1+3 = o C

La misura a quattro tempi può essere definita come u- L'esempio riportato illustra ancora il seguente princi-
na misura a due tempi raddoppiata. In una misura a quat- pio: se la battuta di apertura di un pezzo è incompleta,
tro tempi vi sono due gruppi di due battiti, con un accen- l'ultima battuta dovrà supplire il valore di durata man-
to secondario sul terzo battito. cante, o viceversa, in modo da completare simmetrica-
mente il tutto. Nel nostro esempio il «levare»' iniziale
completa il valore di durata dell'ultima battuta.
Esempio 3y.

Ecco le misure a quattro tempi, e rispettivi simboli, di ' [Piu propriamente anacrusi o nota protetica (oppure, se si tratta di
piu note, note protetiche): è la nota che precede l'accento forte di una pro-
uso piu frequente. posizione musicale (kolon) alla cui struttura sintattica l'ana/rtai appartie-
ne strettamente, collocandosi solo metricamente nella battuta che precede
la frasemusicalé stessa].
RITMO
42 SUONI E SIMBOLI
L'apertura della Passione secondo san Matteo di Bach è
Misure composte e irregolari una delle piu nobili melodie in misura composta a quattro
tempi che siano mai state scritte.
Le misure descritte sopra vengono tutte dette «sempli- Le misure composte a tre tempi piu comuni sono:
ci». Se il «numeratore» di una frazione indicante una mi-
sura semplice viene moltiplicato per tre, si ottiene una
misura «composta». Per esempio, 2 /4 diventa 6/4. Ciò si-
gnifica che ogni metà di battuta viene divisa in tre parti
uguali. 9
Esempio 43. t6

f orte de b o le Si ha una misura irregolare quando i battiti all'interno


Esempio yc) (notare la chiave di contralto). di una battuta sono cinque o sette. Ciò è ottenibile com-
binando assieme misure a due e a tre tempi, ad esempio
I tipi piu comuni di misure a due tempi composte sono: $ + 2 = 5, oppure 2 + g = 5 ; 4 + 5 = /e, oppure 5 + 4 = /r, op-
eir. es. ict p ure 2+ g+ 2 = y. In ogni caso gli accenti principali in-
terni alla battuta mutano secondo le combinazioni usate.
/ /
Questi modelli appaiono spontaneamente nella musica
popolare dell'Asia e dell'Europa centrale e orientale, ad
/ / esempio in Bulgaria, Ungheria e in Russia; nella musica
6
16 moderna, soprattutto nelle opere di Stravinsky e Bartok,
se ne possono trovare in quantità. Le frazioni aritmetiche
Esempio 4o (notare la chiave di tenore) indicanti'le misure di tipo piu comune sono:
Si veda nell'esempio 41 una nota melodia in misura a / / / / /

due tempi composta. 5 5


fj ta
Vivace

/ / /

Mal-broughsen va-t-en g u e r - r e M i r on - ton ton ton m)ron - tai - ne

Esempio 4r. Melodia popolare del secolo xv.

A seconda degli accenti in cui si vuole suddividerla, la Eselnpio 44.


misura di r2 /8 può essere considerata sia una misura com-
posta a due tempi, sia una misura composta a quattro tem-
pi. L'esempio 42 illustra come. ALtri aspetti dell'elemento ritmico
a)

tg J7J77J J7777J Naturalmente nessun compositore si accontenta di scri-


f orte debol e
ver musica secondo gruppi di note perfettamente regola-
b)
ri, dai battiti inesorabilmente uniformi; come nella poe-
lg fJ7 ~~ JJ7 sia, è di grande importanza giocare sulle variazioni di po-
Esempio 42. t fortedebole a fortedebole
SUONI E SIMBOLI RITMO
sizione degli accenti tonici. L'uso delle misure irregolari Per suonare o cantare questi gruppi è opportuno divi-
appena descritte è uno dei modi per introdurre varietà. derli esattamente in proporzione al battito fondamentale.
Un altro accorgimento, di gran lunga piu comune, è la si n;
cope, che appare nella musica di ogni tipo. Sincope vuol
dire spostamento voluto del normale accento principale,
ciò che si ottiene accentuando il battito debole al posto di J. J. J J J
quello forte; l'e8etto è di tensione, di eccitamento. Nella
musica «d'arte» europea la sincope fa il suo primo ingres-
so all'epoca della «Ars nova» francese, e da allora in poi
ebbe un ruolo costante, sia nella musica «seria» sia in J J
quella «leggera». Oggi l'aspetto dionisiaco della sincope Esempio 46.
è messo in luce da tutti i tipi di musica jazz.
I quattro modi piu comuni per dare origine ad una sin-
cope sono:

= accentuazione dei battiti deboli

= uso di pause al posto di battiti forti

= uso di legature al posto dei battiti forti

(Bartok) introduzione di un cam-


bio improvviso di misura
del tempo e quindi di
battito
Esempio 4y.

L'esempio 4y d mette inoltre in chiaro che quante volte


la battuta cambia, altrettante va segnata esattamente l'in-
dicazione mensurale corrispondente.
All'interno di battiti regolari accade spesso che vi sia-
no aggruppameeti irregolari di note. I n o mi dei gruppi
piu frequentemente usati sono: duina, terzina, quartina,
quintina, sestina e eptina. Essi sono sempre indicati da
un numero scritto sopra o sotto il gruppo di note, ad e-
sempio ~ = qu in t i n a; spesso, per maggior chiarezza,
è aggiunto un archetto:~

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