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Rapporto tra

norme e sanzioni

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Alcune premesse generali:

 Le sanzioni sono misure predisposte dall’OG per


rafforzare l’osservanza delle norme e prevenirne
la violazione

 La presenza di sanzioni è propria non solo del


diritto, ma di tutti gli ordinamenti contenenti
norme che regolano condotte umane (morale,
religione, giochi, ecc.)

 Scopo: massimizzare l’effettività delle norme

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 In una prospettiva sociologico-giuridica, le
sanzioni sono tecniche di controllo della
condotta umana – fine: conservazione del
sistema normativo

 Le sanzioni generalmente intervengono dopo


che si è verificato il comportamento cui sono
collegate

 Le sanzioni sono quindi previste generalmente


come conseguenza di tale comportamento

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 Si possono individuare diverse funzioni (e
quindi vari tipi) di sanzioni:
 negative
 positive
 repressive
 riparative
 promozionali
 punitive
 preventive
 ...

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Tipologie di sanzioni
 1) Sanzioni negative (attribuiscono svantaggi) e
positive (attribuiscono vantaggi)

 Per Kelsen il collegamento norma-sanzione si


esprime nella “struttura ipotetica della norma”
Se X Y
(premessa) (conseguenza)
 Premessa: illecito
 Conseguenza: sanzione negativa

 Secondo Kelsen le sanzioni positive (premio per chi


si comporta in modo conforme alla norma), esistono
solo nella morale e non nell’ambito del diritto
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Bobbio: lo schema ipotetico può essere riempito di
contenuti sia positivi, sia negativi
si individuano così 4 tipi di norme:

se vuoi Y se vuoi Y
devi X non devi X
se non vuoi Y se non vuoi Y
devi X non devi X

 Le sanzioni negative di solito seguono il


comportamento (se uccidi, verrai punito)
 Le sanzioni positive di solito precedono il
comportamento (es.: incentivo economico accordato
prima di effettuare un investimento)

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 Al concetto di sanzione positiva alcuni autori
collegano la cd. “funzione promozionale” del
diritto
 ildiritto svolge un’attività di persuasione e
educazione dei consociati, spingendoli a
considerare le norme giuridiche non come
imposte, ma come corrispondenti ai propri
interessi e quindi opportune
 Rilievo critico (A. Catania): se la funzione
promozionale consiste nel “promuovere” certi
comportamenti, a tal fine rilevano sia le sanzioni
positive sia quelle negative

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Segue:

 2) Sanzioni repressive e restitutive (Émile


Durkheim)
Funzione delle sanzioni repressive:
 umiliare, punire, segregare il trasgressore
 restaurare l’ordine sociale violato sul piano
simbolico
Funzione delle sanzioni restitutive
 ripristinare la situazione esistente prima della
violazione
 restaurare l’ordine sociale violato sul piano
materiale

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Segue:

 3) sanzioni escludenti e includenti


 mirano a escludere il trasgressore
 (pena di morte, esilio, interdizione da esercizio
di un diritto o di una facoltà, segregazione,
ecc.)
 oppure mirano a integrare il singolo
 (premi, incentivi, sanzioni dirette al
reinserimento sociale, ecc.)

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Segue:

 4) Sanzioni individuali e collettive


 a seconda che siano indirizzate a un singolo o
a un gruppo
 dir. Internazionale: embargo, rappresaglia, guerra

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Un tipo particolare di
sanzione (negativa):
la pena e la sua
giustificazione

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 Definizione di “pena”
 “sofferenza inflitta intenzionalmente, per la
trasgressione di norme giuridiche (reato), di
solito all’autore della trasgressione (reo), da
un’autorità a ciò preposta dall’ordinamento
giuridico la cui norma è stata violata”

 “species” del genus sanzione

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 La pena è una sofferenza inflitta coattivamente,
sulla base a norme generali e astratte

 Dal punto di vista del contenuto implica la


privazione di beni primari
 libertà personale (detenzione)
 beni patrimoniali (confisca)
 vita (ordinamenti che ammettono la pena di
morte)

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 Problema della giustificazione della pena
(settore delle cd. “teorie della giustizia”,
riferito specificamente alla giustizia del diritto
penale)

 Si tratta di discorsi di carattere etico e politico


più che scientifico: tentano di individuare le
ragioni che giustificano le norme penali e le
"sofferenze" (o privazioni) che queste
producono
 “teorie
della pena” che rispondono alla
domanda “perché punire”?

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 La domanda “perché punire?” comporta la
necessità di risolvere alcuni problemi:
 determinare le condotte e i comportamenti da
punire e proibire
 individuare i soggetti cui applicare le pene
 stabilire le procedure con cui irrogare le pene
 definire natura e entità delle pene

 Tutto questo implica l’individuazione di un


“principio giustificativo unico” della pena

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 A seconda del principio giustificativo si
distinguono due gruppi di teorie della pena

 Teorie retributive (guardano al passato)

 Teorie preventive (guardano al futuro)

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1) Teorie retributive della pena

 pena = corrispettivo del reato commesso


(al male del reato deve seguire il male della
punizione)
 è necessario e giusto che la pena sia
afflittiva
 Presupposto:
 soggetto dotato di libero arbitrio e quindi in
grado di commettere reati volontariamente
e colpevolmente

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 La “retribuzione” può essere intesa in senso
morale o giuridico  2 sottogruppi di teorie:

 a) Teorie della retribuzione morale = il


reato è una violazione volontaria dell’ordine
etico
  è doveroso punire i comportamenti per
ripristinare l’ordine morale violato
(imperativo di giustizia)

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 b) Teorie della retribuzione giuridica = il
reato è una violazione della volontà della
legge
  la pena serve per riaffermare l’ordine
giuridico violato
 Hegel: il reato è negazione del diritto: la
pena è necessaria per annullare tale
negazione

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 Se si considera la retribuzione come principio
giustificativo, occorre individuare alcuni limiti
negativi al potere di punizione  tutela della
libertà individuale
 la pena dev’essere inflitta solo al trasgressore
per gli atti da esso compiuti
(no responsabilità indiretta o collettiva)
 non si può prescindere dall’elemento soggettivo
del reato: occorre sempre indagare sulla
presenza della colpa e della responsabilità
 (no responsabilità oggettiva)

 Proporzione tra reato e pena

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 Critiche alla teoria retributiva:
è solo una versione illusoria del sentimento della
vendetta
 presuppone che la pena abbia un valore morale
intrinseco
 non risponde in maniera esauriente alla domanda
“perché punire?” (per es. non spiega perché non
sarebbe meglio perdonare)
 presuppone il libero arbitrio del reo – è possibile
condividerla solo se si sostiene la teoria
dell’indeterminismo
 soggetti pienamente liberi di agire, non
condizionati né determinati da ambiente e natura
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2) Teorie preventive della pena

 La pena è giustificata perché previene la


commissione di reati
 la pena previene danni sociali tramite la
punizione di azioni socialmente dannose
 giustificata per il bene della collettività
 Esistono più varianti di queste teorie, a
seconda del tipo di effetto preventivo

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 a) teorie della prevenzione generale

 Prevenzione = minaccia della pena contenuta


nella legge penale

 Funzione della pena è di incutere timore


(intimidazione): i soggetti vengono quindi
“orientati” nei loro comportamenti, spinti a
comportarsi in modo da non commettere reati

 Rilievo critico: teorie incomplete perché non


specificano a sufficienza cosa va punito, quali
comportamenti di quali soggetti
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 b) teorie della applicazione concreta della
pena

 Prevenzione = esempio dato dall’esecuzione


della pena nei confronti del reo
 Pena come «modello»  sarebbero giustificate
pene esemplari, sproporzionate, per conseguire
vantaggi sociali superiori alla sofferenza inflitta
al reo

 Rilievo critico: rischio di ammettere anche effetti


aberranti

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 c) teorie della prevenzione speciale

 Funzione della pena = non prevenire reati in


generale, ma impedire che un medesimo soggetto
commetta ulteriori reati
 La “prevenzione speciale” può essere intesa
come:
 neutralizzazione del reo
 emenda morale, rieducazione o risocializzazione
del reo  art. 27/3 Cost.: «…le pene devono
tendere alla rieducazione del condannato»
 Rilievo critico: teorie che focalizzano l’attenzione
non sul reato, ma sul “soggetto attivo da redimere”

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 Teorie miste: la pena ha funzioni tanto
retributive quanto preventive (teorie
“complesse”)
 Tentano di superare le obiezioni mosse alle
precedenti che non riescono a giustificare in
modo completo la pena e la sua funzione
 Carattere «pluridimensionale» della pena:
  al contempo "punizione" e offerta di
opportunità.

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