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IL FUTURISMO: 

Il Futurismo è il movimento italiano che in termini internazionali è 


considerato il più profetico del ventesimo secolo: l’apologia della 
macchina, della velocità, la modernità spinta dalla tecnologia che 
sostanzialmente aiutava anche l’Italia nel passaggio dalla civiltà 
contadina ad una industriale. 
 
Il Futurismo di 100 anni fa era una folgore, un’iconoclasta espressione di 
vitalità, uno sberleffo all’ordine costituito, alla morale corrente, e come 
tutto quello che è nell’arte è sanamente anarchico ed incoerente con sé 
stesso al punto da essere considerato un movimento politico; di affine 
al fascismo, in effetti, ci fu un piglio menefreghista e a tratti arrogante. I 
futuristi iniziano il secolo scardinando definitivamente il rapporto di 
soggezione dell’artista al committente..religioso o laico che sia; 
esprimono anche i germogli di quel narcisismo autoreferenziale che 
porterà alla fine del loro secolo l’arte a momenti di imbarazzante 
balbettismo. 
 
Filippo Tommaso Marinetti​ lanciò il ​Manifesto ​del Futurismo a Parigi il 
22 febbraio: era insieme un appello e una sfida, un messaggio di poesia 
ed una lettera di ribellione. Il Manifesto proclamava: ​3​- “Noi vogliamo 
esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il 
salto mortale, lo schiaffo ed il pugno”. ​4​- “Noi affermiamo che la 
magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la 
bellezza della velocità”. ​5​- “Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il 
volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa 
pure, sul circuito della sua orbita”. ​6​- “Bisogna che il poeta si prodighi, 
con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore 
degli elementi primordiali”. 
 
Marinetti si prodigò lanciando nuovi manifesti incendiari, si batté in 
duello, raccolse intorno a sé molti poeti: ​Umberto Boccioni​, ​Carlo Carrà​, 
Gino Severini​, ​Paolo Buzzi​, ​Antonio Sant'Elia​ ed un compositore 
Francesco Balilla Pratella ​che da poco era sorto agli onori della 
Domenica del Corriere per aver vinto un concorso con un'opera lirica 
passatista.​ 7​- “Non v’è più bellezza, se non nella lotta, nessuna opera 
che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro”. 
 
 
Il Manifesto del Futurismo fu pubblicato nel 1909 su “Le Figaro” a Parigi: 
è un manifesto ancora intriso di elementi simbolici, da una visionarietà 
decadente ma contiene e mette in luce tutte le indicazioni che 
serviranno a Marinetti ed ai suoi compagni di strada per sviluppare 
una grande idea di “Avanguardia” e per sviluppare il rinnovamento 
delle arti in Italia. Marinetti dunque non è un artista, non è uno scultore 
ma è un grande letterato ed un grande visionario, è un uomo che ha 
capito che bisogna accelerare i processi di cambiamento in un paese 
come l’Italia. ​11​- “Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal 
piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche 
delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore 
notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune 
elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine 
appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti 
giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di 
coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, e le locomotive 
dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli 
d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui 
elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come 
una folla entusiasta. È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo 
nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale 
fondiamo oggi il Futurismo, perché vogliamo liberare questo paese 
dalla sua fetida cancrena di professori, di archeologi, di ciceroni e di 
antiquari. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. 
Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di 
cimiteri.” 
 
Marinetti è quello che interviene su ogni campo: manifesta sulla radio, 
sulla donna, sulla moda, sulla scultura, sul cibo (la cucina futurista). Il 
futurismo è un movimento di pronto intervento; c’è uno stile 
interventista che anticipa anche, purtroppo, politicamente uno stile che 
durerà per un ventennio. Ma, sostanzialmente, il futurismo arriva molto 
prima della dittatura fascista, improntato da una cultura poggiante 
molto sulla volontà di potenza nietzschiana.  
 
Essendo la materia energia o elettricità condensata, dicevano i 
futuristi, i corpi non sono più opachi e perciò attraverso la forma e il 
colore esploravano lo spessore dei corpi penetrandoli nella loro 
interiorità e sfogliandoli come un libro; ed, infine, la figura non è più 
una realtà chiusa in sé e statica, ma è come un punto di incontro tra 
forze ed energie inteso ad esprimere la velocità attraverso la 
simultaneità. 
Il futurismo è definito come qualcosa simile all’extraparlamentarismo. 
I temi che sono presenti nel futurismo, non si trovano nelle altre 
avanguardie: la ​velocità​ è uno di questi temi centrali, è intesa come 
progresso e rapidità. “​La città che sale​”, celeberrima opera di ​Boccioni​, 
la città in cambiamento, la città urbana che si trasforma, la capacità di 
trasferire sulla tela quest’idea di forza, di energia, di simultaneità delle 
molte possibilità di lettura dei corpi in movimento. 
 
8​- “Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli! Perchè dovremmo 
guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte 
dell’Impossibile? Il tempo e lo spazio morirono ieri; noi viviamo già 
nell’assoluto, poichè abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.” 
10​- “Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni 
specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni 
viltà opportunistica e utilitaria.” 
 
Il tema della velocità ha una sua potenzialità espressiva di racconto e 
anche una sua potenzialità mitica di evocazione di quest’idea di 
progresso e di modernità che sappiamo raggiunge i massimi livelli nelle 
opere di Boccioni. 
Oltre alla pittura e alla scultura, il futurismo aveva sconvolto anche le 
altre arti; nel discorso aveva soppresso legami logici e sintattici per 
riprodurre con più viva aderenza i ritmi concitati e vertiginosi della 
realtà moderna. Luigi Russolo aveva creato un’orchestra di nuovi 
strumenti: l’ululatore, il rombatore, il sibilatore, il crepitatore, il 
gorgogliatore per cogliere l’armonia della città animata dal canto delle 
macchine. 
 
Luigi Russolo​ è pittore e musicista, ha studiato il violino al 
Conservatorio di Milano del 1906; egli ha un’idea di utilizzare i rumori 
nella musica e sostiene di dover utilizzare i suoni e i rumori che 
circondano la vita moderna; ha inventato e realizzato nuovi strumenti 
musicali: gli intona-rumori che sono delle semplici scatole sonore con 
dei meccanismi particolari interni come seghe, ruote.  
Egli teorizza l’impiego del suono/rumore nel testo musicale creando 
delle vere e proprie partiture per l’organizzazione dei suoni; nel 1913 c’è 
la prima dimostrazione di questi strumenti ed è composta da Russolo, 
una composizione sul giornale “​Lacerba​” intitolata “​Risveglio di una 
città​”, la città di Milano; gli strumenti di Russolo anticipano la musica 
elettrica. 
 
 
Boccioni operava a Milano ed aveva in mente la drammaticità del 
nuovo rispetto ad una situazione di conflittualità, cioè il nuovo che 
doveva combattere con il vecchio con quello che i cubisti chiamarono 
Passatismo per affermarsi. 
Il 19 ottobre 1882 nasce a Reggio Calabria ​Umberto Boccioni​, teorico e 
principale esponente del Futurismo; la sua arte subisce una 
trasformazione dopo l’incontro a Milano con Filippo Tommaso 
Marinetti, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini e il 
gruppo che firma il manifesto del Futurismo. L’obiettivo dell’artista 
moderno doveva essere, secondo Boccioni, quello di liberarsi dai 
modelli e dalle tradizioni figurative del passato per volgersi 
risolutamente al mondo contemporaneo. Quando l’Italia entra in guerra 
Boccioni si arruola come volontario insieme ad un gruppo di artisti. Il 17 
agosto del 1916 muore durante un’esercitazione cadendo dal cavallo 
che si era imbizzarrito alla vista di un auto-carro. 
 
Giacomo Balla​ aveva una sensibilità lirica, una proiezione secondo cui il 
futuro era la creatività assoluta, libera; egli introduce l’ “​astrattismo​” 
con le sue compenetrazioni iridescenti, era stato in Germania dove 
c’era questa geometria che lui chiamava ​schegge luminose​. Come 
Boccioni, grande pittore della scomposizione vorticosa, egli guardava 
molto ​Previati​ e si spostò verso la scultura. Aveva una vocazione verso il 
volume. Come Boccioni scompone e dissolve nella luce la pittura e la 
sistema geometricamente, tanto Boccioni ha un’energia che gli fa 
teorizzare il pittore al centro del proprio quadro. 
 
Carlo Carrà​ considerava il tema della velocità, del movimento e della 
luce. La​ luce​, di fatto è quello strumento della pittura che si raggiunge 
attraverso l’utilizzo del colore, è quello strumento straordinario che 
permette alle forme e alle magma di colore, alle masse che sono parte 
della composizione del quadro, di diventare dinamiche, di mettersi in 
movimento di diventare quella vertiginosa e straordinaria avventura 
delle forme che vanno ad abitare tutti i luoghi che normalmente sono 
dei soggetti dei quadri. 
 
Gino Severini​ ha un gusto più francese, lui si è trasferì a Parigi, ha 
frequentato la campagna francese, era molto influenzato dal 
post-impressionismo francese ed è quello che mantiene importanti 
contatti tra Italia-Francia; ma già tra il 1916 ed il 1917 abbandonerà il 
movimento futurista e si indirizzerà verso il classicismo. 
Infondo il Futurismo dice che la vita moderna richiede un’arte moderna, 
scomposta che esca dalla cornice ed invada la vita; è un movimento a 
360 gradi che vuole trasformare la vita dell’uomo moderno italiano e 
non solo; molte donne parteciparono a questo movimento misogino, ciò 
perché le donne volevano opporsi agli stereotipi del tempo: la prima 
artista da ricordare è ​Valentine da Saint Point​ che scrisse intorno al 
1912 “il Manifesto della Donna Futurista” e “il Manifesto della Lussuria”: 
manifesti in cui si ritrovano concetti innovativi e rivoluzionari per il 
tempo. Per quanto riguarda i dipinti, queste artiste nei quadri 
utilizzavano il “​Paroliberismo​” in cui le parole venivano utilizzate per 
rappresentare il quadro; non erano quadri semplici e non si trattava di 
semplici astrazioni, erano costruzioni di quadri composti di parole 
messe nel modo più innovativo ed enigmatico possibile. 
 
Barbara​ (​Olga Biglieri Scurto​) a 18 anni, di nascosto dai genitori (di 
carattere rivoluzionario perché andava contro la famiglia borghese) 
prese il brevetto da pilota e da quel momento incominciò a dipingere le 
sue sensazioni in volo; questi quadri sono adornati da colori molto 
vivaci ma ci rappresentano una realtà deformata, quella vista da Olga 
​ ittura​” è un passaggio generazionale, è 
durante il volo. “L’​aereo​-p
l’apologia della velocità dal basso verso l’altro, da destra verso 
sinistra..è un’idea anche di festa, un’idea di superamento delle 
dimensioni tradizionali. 
 
Gerardo Dottori ​si afferma agli inizi degli anni ‘20; diventa un 
protagonista originale che tende a rappresentare il paesaggio umbro 
visto dall’alto. In qualche modo anticipa “l’aereo-pittura”. Ci sono state 
due linee di interpretazioni: ​1​- in cui guardava dall’aereo in giù, verso la 
terra e quindi come si sconvolgeva il panorama tradizionale. ​2​- in cui 
guardava in su, verso l’infinito. E’ un tipo di filone di “aereo-pittura” dal 
carattere illustrativo, descrittivo della realtà e poi ce n’è un altro che si 
proietta verso l’ignoto cosmico. 
 
La poesia, l’onomatopea, lo sconvolgimento della pagina e del 
manifesto; i futuristi intervengono anche nella produzione delle arti 
minori, in un paese abituato per tradizione idealistica al primato delle 
arti maggiori (architettura, scultura, pittura). 
Depero​ con le sue insegne, i suoi quadri, i suoi manifesti, sconvolge la 
tradizione ed introduce il linguaggio futurista nelle pubblicità. Il 
futurismo è profetico anche per quanto riguarda la comunicazione.  
 
Marinetti viene prima di ​Dalì​, di ​Warhol​, della “​Pop Art​” ed eppure egli 
comprende che la parola è affascinante come uno scritto. Le adunate 
poetiche di Marinetti comportano l’obbligo dello scandalo che per 
Boccioni è uno schiaffo al pubblico per massaggiare il muscolo 
atrofizzato, un pubblico di massa abituato a cercare nel museo la 
propria tradizione. L’arte è lo sgambetto al buon gusto e questo vale 
anche per la musica, il teatro sintetico futuristi e nella comunicazione 
prevale questo aspetto, la capacità dell’arte di radunare e tenere 
insieme fino alla scazzottatura. 
 
Da quel momento in poi il Futurismo può essere considerato l’unica 
“Avanguardia storica” che fa questo slancio nei confronti della vita. 
L’arte si è oramai aperta ad una dimensione del quotidiano e vediamo 
come i futuristi non si dedicheranno più alla pittura o alla scultura per 
dedicarsi ad altro, al ​design​. I futuristi intervengo in ogni aspetto 
perché ritengono che giacché l’arte deve bucare l’immaginario 
collettivo, sradicare l’uomo comune dal suo immobilismo tradizionale e 
quindi anche intervenire in ogni aspetto, scovare ogni tecnica o 
materiale o linguaggio e capovolgerne l’uso e l’intenzione; alla fine il 
Futurismo tende a realizzare una sintesi di tutte le arti e a svilupparne 
una che sia totale e le rappresenti tutte. 
 
Per “​Avanguardia​” intendiamo qualcosa o qualcuno che vede degli altri 
un futuro possibile nell’arte ed utilizza mezzi nuovi per esprimere 
questo possibile futuro, questo percorso da fare; i futuristi hanno 
sempre teorizzato il “​rapporto arte-vita​” cioè, l’arte non è un’attività 
alternativa alla vita ma è una cosa inerente alla vita, che si realizza 
nella vita.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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