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LA PREVENZIONE PRIMARIA LA PROFILASSI DELLE MALATTIE
INFETTIVE -ALCUNI ESEMPI-
LE STREPTOCOCCIE
COMPONENTI CELLULARI
CAPSULA
S. Pyogenes può entrare nelle cellule epiteliali, con un processo mediato dalla proteina
M e dalla proteina F. Questo ingresso nella cellula si pensa sia importante per il
mantenimento delle infezioni persistenti (ad es. faringite streptococcica ricorrente)
come pure per l'invasione nei tessuti profondi.
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LE STREPTOCOCCIE
Struttura polisaccaridica denominata CARBOIDRATO C:
E’ responsabile della specificità di gruppo, a seconda della sua composizione permette
di distinguere gli S. in 20 gruppi sierologici denominati da A-V (Lancefield) non tutti
patogeni per l’uomo. Patogeni: gruppo A come lo S. pyogenes: faringite, tonsillite,
scarlattina, polmonite, febbre reumatica, infezioni della cute), gruppo B (meningiti,
endocarditi) C, D, G.
LE STREPTOCOCCIE
Un’altra classificazione degli S. si basa sulla loro capacità di dare emolisi quando
coltivati in terreni agar-sangue in:
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LE STREPTOCOCCIE
LA PATOGENICITA’ degli streptococchi: fattori di virulenza prodotti da alcuni
streptococchi:
FATTORI BATTERICI ESOENZIMI
Capsula (si oppone alla fagocitosi) Ialuronidasi, amilasi ed esterasi: fattori di
diffusione nei tessuti (invasività)
proteina M (si oppone alla fagocitosi)
streptochinasi (inducono la produzione di Ac)
proteina F (adesione)
lisano i coaguli di sangue solubilizzando la
Fibrille (adesione) fibrina facilitando la diffusione del batterio nei
tessuti (invasività)
DNAsi (inducono la produzione di Ac)
depolimerizzano il DNA rilasciato dalle cellule
nel materiale purulento
ESOTOSSINE
streptolisina O (Ossigeno labile), immunogena (induce la produzione di Ac specifici _TAOS), lisa
linfociti, piastrine e gl. rossi
streptolisina S (Ossigeno stabile) non immunogena, lisa linfociti, piastrine e gl. rossi
tossina eritrogenica (taluni ceppi) responsabile dell’esantema scarlattinoso, ha attività pirogena.
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LE STREPTOCOCCIE
FATTORI di VIRULENZA
LA SCARLATTINA
PROFILASSI
•Denuncia obbligatoria anche nei casi sospetti
•Isolamento domiciliare fino a 3 giorni dall’inizio della terapia antibiotica (poi il
m.o. non è più eliminato all’esterno). L’isolamento ospedaliero, un tempo suggerito,
non è più applicato perché esponeva a infezioni crociate con complicanze anche
gravi.
•Disinfezione: sensibili ai disinfettanti a base di tensioattivi e clorexidina.
• Accertamento diagnostico: il materiale di partenza è il secreto tonsillare o faringeo
prelevato con un tampone. Si esegue un esame diretto spesso accoppiato ad indagini
sierologiche su siero per la determinazione del titolo anticorpale (TAOS).
L’esame microscopico offre già molte indicazioni
di una sospetta streptococcia per la concomitanza
di tre caratteristiche :
G+, cocchi disposti in catenella, immobilità,
ma come già detto non dà indicazioni circa la specie.
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LA SCARLATTINA
L’esame colturale è una tappa fondamentale per l’identificazione. Il materiale si
semina su piastra AGAR-SANGUE ed è volto ad evidenziare il tipo di emolisi oltre
che la sensibilità alla bacitracina. Seguono le prove biochimiche. Per
l’identificazione definitiva ci si basa su test immunologici diretti volti ad identificare
il polisaccaride C e quindi il gruppo: reazione di AGGLUTINAZIONE con sieri
immuni gruppo specifici con test al lattice di polistirolo.
PROVA DI
SENSIBILITA’ ALLA
BACITRACINA
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LA SCARLATTINA
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LA SCARLATTINA
Reazioni
emolitiche,
biochimiche e
colturali degli
streptococchi più
comuni
Ostacoli: