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MONDO E TENDENZE

Media, comunicazione
e politica internazionale
Fabio Fatichenti

Media e globalizzazione prattutto a stati maggiori e strateghi militari,


il cui fine è comunque di adoperare le armi,

C omplessi e talora asistematici appaiono


i tentativi di inquadrare teoricamente il
rapporto tra media e politica internazionale,
sia pure per mere ragioni di difesa. E nell’af-
frontare lo studio di uno stato è necessario
considerare anche la presenza di fattori come
benché sotto il profilo metodologico si possano i media – al tempo di Lacoste quotidiani, te-
isolare al riguardo alcuni nuclei tematici pre- levisione, radio, ai nostri giorni il paniere è
minenti: più specificamente, essi attengono al decisamente più ricco e articolato – in ragio-
nesso fra media e globalizzazione, all’impiego ne della loro significativa capacità di influen-
dei media a fini di propaganda, all’avvento del zare le decisioni politiche sui fronti interno e
cosiddetto soft power nelle relazioni interna- internazionale.
zionali, infine al ruolo dei media digitali quali La rivoluzione telematica (insieme, be-
catalizzatori di rivolte popolari. ninteso, allo sviluppo multimodale dei tra-
Dall’avvento di Internet, la produzione di sporti) ha consentito, già dagli anni Ottanta
contenuti e la diffusione di informazioni, al del secolo scorso, la rapida attuazione della
tempo dei media tradizionali soggette a mol- cosiddetta ‘quarta fase della globalizzazione’
teplici mediazioni, sono divenute appannag- – la descrive efficacemente Mario Telò nel-
gio pressoché diretto di chiunque, con riper- la edizione 2013 di questo Atlante –, quella
cussioni di varia natura ancora in attesa di cioè seguita alla svolta storica conseguente
una piena valutazione. Ai nostri fini, andrà alla caduta del muro di Berlino (1989), a cui
sottolineato che i media sono responsabili di hanno fatto seguito una straordinaria acce-
riflessi anche economico-politici tutt’altro lerazione e un allargamento di tutte le rela-
che univoci: oltre alla funzione socialmente zioni alla scala globale. E mentre il fenomeno
integratrice di vastissime platee (la produ- geopoliticamente si concretizza, pur fra luci
zione della cosiddetta ‘cultura di massa’), essi e ombre, in sempre più articolate e diversi-
possono tuttavia generare una tendenza alla ficate forme di regionalizzazione, ciò chiama
frammentazione, avere per conseguenza il de- in causa non solo le economie – con la sem-
clino di credenze e valori che nel tempo hanno pre più spinta liberalizzazione dei mercati, la
cementato le società, nonché l’accrescimento
o la diminuzione della capacità competitiva
L’EVOLUZIONE DEI SOCIAL MEDIA
di alcuni territori rispetto ad altri. Identità,
radicamento e sradicamento, in altre parole, Le tappe principali della comunicazione nella storia dell’umanità
sono termini con i quali negli ultimi anni stu-
diosi di tutto il mondo e di molte discipline A.C. Servizio postale 2000 LunarStorm
(scienziati politici, sociologi, antropologi, ge-
ografi, economisti etc.) si sono più volte con- 2001 Wikipedia, Ryze, Cyworld
frontati soprattutto, e comprensibilmente, 1700 Telegrafo
per gli effetti sul territorio, sull’agire sociale, 2002 Skyblog, Friendster, Fotolog
sull’economia e sulle relazioni internazionali
dell’annullamento delle barriere spazio-tem- 1800 Posta pneumatica, Telefono, Radio 2003 Linkedin, Myspace, Couchsurfing, Second Life
porali già preconizzato da Marshall McLuhan
2004 Flickr, Orkut, Digg, Facebook (Harvard)
e culminato con Internet. 1960 Email, CompuServe, ARPANET
È a Yves Lacoste che dobbiamo la rivalu- 2005 Reddit, Bebo, Yahoo!360, Facebook (Università)
tazione della geopolitica nel secolo da poco
conclusosi: dapprima in Francia, di riflesso in 1970 MUD, BBS, USENET 2006 Facebook, Twitter, MyCurch, Stylehive
molti altri paesi, compresa l’Italia. E in aper-
tura di queste note sembra opportuno richia- 2007 Tumblr, FriendFeed, GlobalGrind, Osmous
mare proprio il titolo del celebre saggio pub- 1980 The WELL, Genie, Listserv, IRC
blicato da Lacoste nel 1976: La géographie, 2008 Ping.fm, Kontain
ça serte, d’abord, à faire la guerre, ovvero «la
1990 Epinions, Blogger, ThirdVoice, Napster, 2009 NetLog, Posterous
geografia serve, soprattutto, a fare la guerra». BlackPlanet, Asian Avenue, LiveJournal,
A distanza di quarant’anni, si potrebbe attua- MoveOn, Six Degrees, The Palace 2010 Google Buzz, Sportpost
lizzare quel paradossale concetto così para-
frasandolo: «i media servono, soprattutto, a
fare la guerra». Egli intendeva sostenere che
le conoscenze geografiche sono funzionali so- Dati: elaborazione dell’autore

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riorganizzazione della produzione da parte singolo analista potrebbe risultare in difetto


delle multinazionali, l’ipertrofia del capitale oltre che parziale. A ciò andranno aggiunte
finanziario incontrollato e così via – ma anche le difficoltà connesse alla recente rivoluzione
la dimensione culturale e politica, soprattutto digitale che ha investito l’universo della co-
grazie alle Ict di ultima generazione (i social municazione – in particolare con l’avvento di
network in particolare), cui si deve non solo la Internet 2.0, i cui effetti sono ancora ogget-
generale riduzione dei costi della comunica- to di studio – e alla numerosità e repentinità
zione, ma pure un esponenziale incremento delle trasformazioni di cui è continuamente
delle interazioni sociali, economiche e politi- oggetto lo scenario della comunicazione. Per
che persino nei contesti statali più autoritari. ora si può premettere che i media, natural-
Qual è dunque, in un mondo ormai domi- mente, non servono a fare la guerra: almeno
nato dalla ‘mediatizzazione’ (oltre che per- non è questa la loro finalità, benché tanto
sonalizzazione) della politica, il ruolo della quelli tradizionali quanto i nuovi possano ta-
comunicazione nell’ambito delle relazioni lora assumere la funzione di armi.
internazionali? Come usano gli stati il potere
dell’informazione e con quali finalità? Inter-
net serve davvero a fare la guerra? A queste Media per la propaganda
domande si tenterà di fornire alcune risposte,
con la consapevolezza – e ciò va necessaria- Anche nel passato i media hanno svolto un
mente premesso – di tutta la complessità del ruolo di assoluto primo piano nella confi-
tentativo di delineare un quadro organico su gurazione della carta geopolitica del mondo
tale tema e sulle questioni ad esso relative, per (Dell’Agnese 2011). E ciò, sia in relazione al
l’analisi delle quali sarebbe prezioso l’apporto processo di formazione degli stati-nazione –
di una pluralità di saperi. Quanto richiamato basti pensare alla funzione della televisione e
dal titolo di questo capitolo, in altre parole, si del cinema nella costituzione, anche in Ita-
configura interdisciplinare e lo sguardo di un lia, del sentimento identitario o quantomeno

Media insoliti per la propaganda: il fumetto e l’animazione


Differente rispetto a quella tradizionale, ben- care vie alternative provando ad entrare nell’e-
ché d’importanza non inferiore, è la propaganda sercito almeno come pelapatate!). Al fine poi di
condotta attraverso media solitamente estranei rappresentare la popolazione americana nella
al fine di orientare le scelte politiche del pubbli- sua totalità, furono coinvolti altri personaggi,
co. È noto che, nonostante il ruolo allora premi- anche femminili: Minnie e Clarabelle Cow (Cla-
nente della carta stampata, durante la Prima e rabella), ad esempio, adoperandosi come infer-
soprattutto la Seconda guerra mondiale le im- miere volontarie, volevano suggerire alle lettrici
magini e il cinema furono largamente impiegati di fare altrettanto. Nell’animazione risalta, tra i
a fini di propaganda sia dai regimi totalitari che numerosi esempi che potrebbero essere richia-
dagli Usa (De Angelis 2007; Dell’Agnese 2011). mati, quello del cortometraggio Der Fuehrer’s
Ma all’epoca, oltre che dal cinema, un ruolo atti- Face (in origine Donald Duck in Nutzi Land, ‘Pa-
vo al riguardo è stato svolto anche dal fumetto e perino nella terra dei nazisti’), prodotto tra i più
dall’animazione. Non tutti in effetti sanno che il validi di questo periodo e insignito di un Oscar
popolare personaggio di Captain America – pro- nel 1943. Emerge da questo breve cartone ani-
tagonista in tempi recenti di alcune pellicole di mato tutto il patriottismo americano miscelato
successo prodotte dalla Marvel – fu creato da alla paura per il conflitto: una banda musicale
Joe Simon e Jack Kirby nel 1941 con funzioni di (che include le caricature di Hirohito e Benito
propaganda, al fine di rappresentare un’Ameri- Mussolini) entra a passo di marcia in un villag-
ca libera e democratica opposta all’Europa im- gio tedesco, inneggiando alle virtù naziste. A
perialista. Fu lo sceneggiatore Simon a dichiara- Paperino, cacciato di casa, è imposto di lavorare
re che Captain America era stato una creazione in fabbrica, dove si dedicherà ad avvitare spo-
politica, una consapevole risposta agli organiz- lette di granate di artiglieria. Costretto a turni
zati oppositori dell’intervento statunitense in straordinari, oltre che a fare continuamente il
guerra. Il primo numero di Captain America Co- saluto nazista, il Nostro soffrirà di terribili al-
mics, uscito nel dicembre 1940, mostrava in co- lucinazioni destinate a cessare quando, risve-
pertina il protagonista nell’atto di colpire Adolf gliandosi dall’incubo, si ritroverà a casa, nel
Hitler con un pugno alla mascella: se ne vendet- proprio letto, negli Stati Uniti. Esempi interes-
te quasi un milione di copie. Persino miti perso- santi di animazione propagandistica si trovano
naggi furono arruolati come efficaci attori per la naturalmente anche al di fuori della produzione
propaganda: in particolare è attraverso la figura disneyana: così, Duffy Duck è protagonista di
di Goofy (in Italia Pippo) che la Disney cercò di The Commando (1943), che lo vede infiltrar-
incitare il cittadino americano ad arruolarsi o, si nelle linee nemiche e diventare il tormento
nel caso ciò non fosse possibile, a collaborare dell’ufficiale di guardia. Infine, andrà ricordato
comunque con l’esercito (in uno sketch apparso anche Popeye (Braccio di Ferro), che in Spinach
in Italia nel 1943 Pippo, furioso per non essere fer Britain (1943) combatte contro un sottoma-
riuscito ad arruolarsi a causa del suo atteggia- rino tedesco incontrato durante un trasporto di
mento ‘poco aggressivo’, si impegnava nel cer- spinaci in Gran Bretagna.

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Cinema e propaganda
di Elena Dell’Agnese
Forme di propaganda, ossia forme di comu- anche da parte di chi studia la geopolitica.
nicazione mirata a convincere chi ascolta a Questo sforzo interpretativo è stato prevalen-
fare qualcosa, nell’interesse di chi parla e non temente innescato dalla Critical Geopolitics,
nel suo, esistono da sempre, o almeno sin dai un approccio di ricerca emerso nel corso degli
tempi in cui gli esseri umani hanno iniziato anni Novanta del Novecento grazie all’opera
ad organizzarsi in termini societari: enfatiz- di autori come Gerard Toal, Simon Dalby, John
zare le proprie virtù, identificare un ‘nemico Agnew, Joanne Sharp, Klaus Dodds e Jason
pubblico’ per rinforzarsi e ottenere il consen- Dittmer. In contrapposizione alla geopolitica
so, emanare notizie false fa parte della storia tradizionale, accusata di essere al servizio del
della comunicazione politica. Solo a partire potere, la Critical Geopolitics ha come obietti-
dall’inizio del XX secolo, tuttavia, la propa- vo primario quello di ‘capire, non promuovere’
ganda è stata teorizzata come tale. le dinamiche geopolitiche internazionali. Ciò
La capacità della comunicazione di massa significa tentare di decostruire il cosiddet-
di orientare le scelte politiche (e geopoliti- to ‘discorso geopolitico’, ovvero il sistema
che) di una nazione non si limita però al fra- di categorie interpretative date per scontate
ming dell’informazione. Un ruolo importante attraverso il quale viene dato un senso ‘ge-
spetta anche alla cultura popolare. Il cinema, opolitico’ al mondo. Secondo Gerard Toal, il
ad esempio, fu utilizzato in questo senso già discorso geopolitico scaturisce da ogni mo-
durante la Prima guerra mondiale, non solo dalità di rappresentazione dello spazio: per
da parte degli Stati Uniti, dove il Committee questo, insieme agli atlanti, ai libri di testo, ai
Creel aveva una propria Division on Films, ma discorsi ufficiali dei politici, che costituiscono
anche da parte di altri attori del conflitto, la ‘geopolitica formale’ e la ‘geopolitica pra-
come il Regno Unito, l’Australia, l’Italia (Ma- tica’, anche le notizie diffuse dai media e le
ciste alpino, 1916) e la Germania. Nel 1928, la immagini di luoghi e di società proposte dal
Zeitschrift für Geopolitik – edita e diretta da cinema e dalla televisione vengono conside-
Karl Haushofer – pubblicava un articolo de- rate una fonte, che viene definita come ‘geo-
dicato al potenziale utilizzo del cinema nel politica popolare’.
mostrare immagini di interesse geopolitico e Spesso l’attenzione di chi si occupa di ge-
nel favorire lo sviluppo di un interesse nazio- opolitica e di relazioni internazionali tende a
nale, soprattutto fra i giovani. Nella Germania privilegiare l’analisi di film e prodotti dai con-
nazista, la produzione cinematografica ven- tenuti esplicitamente politici, come la guer-
ne posta sotto il controllo del ministero della ra o il terrorismo, oppure caratterizzati dalla
Propaganda, e vide la realizzazione di opere di rappresentazione di movimenti migratori e
altissimo livello estetico come Il trionfo della confini internazionali. Va tuttavia rimarcato
volontà, di Leni Riefenstahl, del 1935. Anche che anche le opere di mero intrattenimento,
il fascismo attribuì alla comunicazione visiva apparentemente prive di qualsiasi riferimento
un ruolo importante, focalizzando tuttavia la alla politica, possono essere veicolo di cate-
propria attenzione soprattutto su documen- gorie interpretative di carattere egemonico, o
tari e cinegiornali, cui veniva primariamente antiegemonico, a seconda dei loro contenuti o
affidato il compito di illustrare meriti e com- anche della forma estetica con cui sono rea-
piti del regime. La storia del cinema di propa- lizzate, e possono per questo porsi ‘a suppor-
ganda non si esaurisce con i periodi di guerra to dell’ideologia dominante’, oppure essere
o con le dittature. È noto il coinvolgimento del ‘resistenti’ nei suoi confronti (un esempio di
Pentagono nella produzione di pellicole diret- film resistente, sia per il contenuto sia per la
tamente di propaganda, come Berretti verdi forma, è costituito da Redacted, di Brian de
(1968, di John Wayne), che scatenò critiche Palma, del 2007, girato come un montaggio di
feroci da parte della stampa statunitense, video artigianali e mirato ad esprimere i punti
a causa del contenuto troppo apertamente di vista di individui diversamente coinvolti nel
a favore della guerra in Vietnam, o mirate a conflitto in Iraq).
sostenere il reclutamento delle truppe, come Vi sono poi film che in apparenza apparten-
Top Gun (1986, di Tony Scott). Un messaggio gono al cinema dominante, ma che si dimo-
di supporto alla politica estera statunitense strano capaci di veicolare un messaggio poli-
può essere tuttavia individuato anche in ope- tico antiegemonico con un semplice scambio
re più recenti, come Black Hawk Down (2001, di battute fra i protagonisti e che per questo
di Ridley Scott), The Hurt Locker (2008, di Ka- vengono definiti come film ‘fessura’ (Zohan,
thryn Bigelow), Argo (2012, di Ben Affleck) e del 2008, un film comico dai contenuti piut-
American Sniper (2014, di Clint Eastwood), o tosto volgari, offre ad esempio un secondo
in serie televisive come 24 o Homeland. livello di lettura a chi lo sa cogliere, con inte-
Da alcuni anni, il contenuto ‘politico’ del ressanti riferimenti alla situazione politica del
cinema è oggetto di attenzione e di analisi conflitto fra Israele e Palestina).

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dell’immaginario collettivo della nazione –, paese uno stato di indignazione sufficiente a


sia allo scopo di orientarne le scelte politiche. poter scatenare una guerra che, nel frattem-
Assume dunque una particolare valenza il po, era stata già pianificata nei dettagli. Solo
ruolo dei media a fini di propaganda, inten- nel 1980, quasi un secolo dopo, gli statuni-
dendo tale il loro impiego per influire sulla tensi riconobbero che gli spagnoli non erano
psicologia collettiva e sul comportamento so- responsabili dell’attacco, affermando tuttavia
ciale con pianificate strategie di diffusione di nel contempo – per evitare di autoaccusar-
idee e informazioni. si – che il Maine era affondato a causa di un
Il conflitto ispano-americano del 1898, per banale incidente. Nel 1941 fu poi l’episodio
citare un esempio fra i più noti, vide gli Usa di Pearl Harbor a scatenare nella popola-
muovere guerra alla Spagna per sottrarle zione statunitense l’ondata di indignazione
Cuba, strategica per il controllo sull’intero che permise a Franklin Delano Roosevelt di
Golfo del Messico. Dopo campagne media- entrare con decisione nella Seconda guerra
tiche contro l’isola condotte all’insegna del mondiale: circa tremila marinai furono vitti-
sensazionalismo, il pretesto di guerra derivò me di un attacco del quale gli americani non
dall’affondamento della nave militare Maine, potevano certamente prevedere l’obiettivo,
di cui furono incolpati gli spagnoli nonostan- ma che comunque attendevano. Nel 1964 gli
te essi si dichiarassero estranei al fatto. Le Usa entravano ufficialmente in guerra con il
immagini della nave semiaffondata e quelle Vietnam del Nord: il pretesto derivò dal co-
dei funerali dei marinai furono diffuse dai siddetto ‘incidente del Golfo del Tonchino’,
primi cinegiornali dell’epoca generando nel in cui motovedette viet­namite furono accusa-

Wikileaks, ovvero la fine della diplomazia?


WikiLeaks è un’organizzazione internaziona- mente un anarchico e Wikileaks un tentativo di
le che, attraverso un servizio di archiviazione impedire la costruzione dei rapporti fra stati,
di file protetto da un potente sistema di cifra- in quanto ciò che l’organizzazione attacca è la
tura, riceve in modo anonimo documenti co- segretezza, fattore alla base della diplomazia.
perti da segreto di stato, militare, industriale, L’attività di Wikileaks ha indotto lo stato a ri-
bancario e così via per poi caricarli sul proprio pensare il modo di custodire i propri segreti e
sito web. Mentre lo staff dell’organizzazione è ha mutato il rapporto fra stato e media, poi-
per lo più anonimo, celebre è il suo fondatore, ché un giornalista che edulcora i fatti non ha
l’informatico di origine australiana Julian As- più ragione di esistere in quanto le ‘vere’ in-
sange. L’operato di Wikileaks si colloca nella formazioni potrebbero sempre riemergere at-
sfera dell’attivismo politico. Secondo Assan- traverso un leak. Secondo la sociologa Zeynep
ge, stati privi di corruzione e democrazie più Tufekci, l’impatto rivoluzionario di Wikileaks
forti richiedono istituzioni trasparenti. Cospi- risiede soprattutto nell’aver reso manifesto al
razioni e situazioni di oppressione e corruzio- pubblico il rapporto tra diplomazie, inducendo
ne possono essere dunque contrastate attra- così i governi, in specie quello statunitense, a
verso il leaking, portando cioè alla luce il lato dover ridisegnare i propri modelli di segretez-
segreto delle istituzioni e mettendole davanti za. Altri studiosi ritengono che il problema
alle implicazioni etiche del proprio operato. non sia Wikileaks, bensì il fatto che troppe
Assange usa spesso il termine cospirazione, persone abbiano accesso a dati riservati; altri
che non riferisce solo ai regimi oppressivi, ancora ipotizzano che gli stati reagiranno alle
ma anche ai governi democraticamente eletti azioni di Wikileaks chiudendosi ulteriormen-
come quello americano, spesso capaci di ga- te, così da rendere sempre più ardue le future
rantirsi l’autorità attraverso la menzogna (em- pubblicazioni di leak. Ma è possibile mantene-
blematica al riguardo è la vicenda del video re un segreto nell’era di internet? Wikileaks ha
Collateral Murder, diffuso da Wikileaks nell’a- messo allo scoperto la diplomazia statuniten-
prile 2010, che mostra l’uccisione a Baghdad se soprattutto con il Cablegate, rendendo pub-
nel luglio 2007 di una dozzina di civili, tra cui blici 250.000 fra dispacci, note e telegrammi,
due giornalisti della Reuters, da parte di eli- scambiati tra le ambasciate e il Dipartimento
cotteri statunitensi che avevano scambiato di Stato nel periodo 2007-10, attraverso i quali
per un’arma la videocamera dei giornalisti). si è potuto leggere il mondo con gli occhi della
Per interrompere il meccanismo della cospira- diplomazia americana. Già Woodrow Wilson
zione occorre colpire la capacità di informa- aveva introdotto il concetto di ‘diplomazia
zione interna dell’organizzazione cospiratoria, aperta’, con l’intenzione però di rendere pub-
inducendola a compiere scelte errate. La stra- blici gli accordi finali, non i negoziati: questi,
tegia di Assange non si limita alla produzione per aver successo, necessitano infatti di un
di uno scandalo giornalistico, ma ha come fine certo riserbo. Wikileaks potrà comportare la
la distruzione dei cospiratori e la futura rive- dissoluzione della diplomazia tradizionale?
lazione di segreti. Il metodo fornito da Wiki- Senza dubbio il suo operato obbliga a ripen-
Leaks lascia ipotizzare conseguenze rivolu- sare il rapporto tra esigenze di segretezza e di
zionarie: per alcuni potrebbe portare alla fine trasparenza nelle relazioni interne e interna-
dell’economia e dello stato. Per il sociologo zionali, in un mondo completamente rinnova-
Todd Gitlin, Assange sarebbe fondamental- to dalla rivoluzione digitale.

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te di aver lanciato siluri contro un incrociato- UNA CRESCITA ESPONENZIALE


re americano. Il segretario alla difesa Robert
Numero di siti web al mondo negli anni
McNamara dette alla stampa la notizia della
pronta reazione americana all’attacco vietna-
mita, salvo rivelare, quarant’anni dopo, che 1,2
miliardi
l’attacco delle motovedette era stato un’in-
venzione per creare, appunto, il necessario 1,0
1995 2001 2005
pretesto per entrare in guerra (la vicenda del Amazon Wikipedia YouTube
Vietnam, va sottolineato, costituisce una svol- 0,8
ta nella storia del rapporto tra media e guerre, 1998 2004
Google Facebook
poiché mentre nei primi due anni la maggior 0,6
parte della copertura mediatica risulterà favo- 1994 2003
revole al conflitto, la responsabilità della suc- Yahoo WordPress 2006
cessiva sconfitta statunitense sarà fatta ricade- 0,4 Linkedin Twitter
1999
re proprio sui media, ritenuti colpevoli di aver Paypal
orientato l’opinione pubblica contro la guer- 0,2
ra). E che dire, compiendo un balzo di qualche
decennio, dell’intervento militare anglostatu- 0
nitense in Iraq nel 2003 (seconda guerra del 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015
Golfo), preceduto da una serrata campagna
mediatica mirata a denunciare il possesso di Dati: NetCraft; Internet Live Stats
armi di distruzione di massa da parte del dit-
tatore iracheno Saddam Hussein? Nel 2016, il
Rapporto Chilcot commissionato sulla vicenda METÀ POPOLAZIONE NEL VILLAGGIO GLOBALE
dal parlamento britannico ha riconosciuto che Numero di utenti Internet al mondo
la presenza negli arsenali iracheni di armi di
Miliardi di utenti web (scala sx) Percentuale sulla popolazione mondiale (scala dx)
distruzione di massa era stata presentata «con
5 50%
un grado di certezza assolutamente ingiustifi-
cato», che i servizi segreti non avevano stabili-
to «oltre ogni ragionevole dubbio» che Saddam 4 40%
stesse producendo armi chimiche o biologiche,
infine che le basi legali dell’intervento erano
«assolutamente insoddisfacenti». 3 30%
Se poi in tempi a noi vicini l’avvento di
Internet ha di sicuro rappresentato un pun- 2 20%
to di svolta per la propaganda e nelle relazioni
internazionali, occorre comunque riconoscere
che l’evento all’origine del cosiddetto attuale 1 10%
‘nuovo disordine mondiale’, ovvero l’attacco
terroristico dell’11 settembre 2001 al World
0 0
Trade Center, è stato appannaggio di un me-
1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015
dium tradizionale, la televisione. Le dramma-
tiche immagini dei due aerei di linea statuni- Dati: Internet World Stats
tensi che, a distanza di un quarto d’ora l’uno
dall’altro, si infrangono sulle Torri gemelle,
feriscono l’immaginario collettivo occidentale INTERNET NEL MONDO (2016)
in maniera insanabile e aprono così le porte a
una lunga serie di operazioni militari interna- I numeri di Internet Come un utente medio passa
zionali (war on terror o global war on terrorism, il tempo su Internet
secondo lo slogan politico allora in uso) pia-
nificate dall’amministrazione statunitense di 3,67 miliardi 22%
George W. Bush. utenti Internet nel mondo social media
Di recente, la questione connessa all’uso
dei media per la propaganda ha finito per as- 50%
sumere risvolti parossistici e di inenarrabile della popolazione mondiale 21%
ricerche
crudeltà in seno al conflitto che Daesh (chia-
mato più spesso Isis dai media) ha condotto 46%
contro l’Occidente e larga parte dello stesso si connette tramite smartphone
20%
mondo arabo. Ciò ha originato una guerra del lettura di contenuti
tutto inedita, con un nemico affrontato non 2,35 miliardi
utenti con un profilo social
solo in campo, ma forse soprattutto nel web. 19%
Rivela infatti un elevato grado di scientifici- 4 ore e 25 minuti email
tà la pianificazione per un uso strategico dei tempo medio speso su Internet al
media operata da Daesh e capace di integra- giorno
13%
re radio, tv, video, podcast, tweet e quanto sia multimedia (video, audio, etc.)
funzionale per gli smarthpone. Ciò ha reso 118 minuti 5%
tempo medio speso sui social media shopping online
di fatto Daesh un grande laboratorio in cui si
è sperimentata per la prima volta la comuni-
cazione strategica «attraverso l’uso di new me- Dati: We are Social; Global Web Index; GSMA Intelligence; Internet World Stats

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Il kitchen’s debate
di Emanuela Costantini
Il kitchen’s debate (‘dibattito della cucina’) si continuo e inarrestabile, ragion per cui non si
inserisce nel contesto dei rapporti tra Stati Uni- riteneva che ciò che rappresentava il massimo
ti e Unione Sovietica nella fase successiva alla dello sviluppo in un certo periodo potesse vale-
morte di Stalin. La destalinizzazione intrapresa re anche negli anni seguenti. Per questo motivo
dal segretario del Partito Comunista dell’Unio- non era importante che arredamenti ed elettro-
ne Sovietica (Pcus) Nikita Chruščëv, nel 1956, domestici durassero: le generazioni successive
aprì una fase contraddittoria nelle relazioni tra avrebbero avuto la possibilità di scegliere so-
le due potenze, caratterizzata da minacce e luzioni abitative più moderne. Il dibattito andò
tentativi di dialogo. Il fatto che comunque, an- avanti, con Chruščëv che rivendicava la crescita
che nei momenti di maggiore tensione, si riuscì impetuosa dell’Urss, uno stato giovane e già in
ad evitare lo scontro diretto, sembra giustifi- rapida ascesa, e preannunciava che nel giro di
care l’immagine di un mondo in cui il bipolari- pochi anni il suo paese avrebbe superato gli
smo era ormai consolidato. Uno dei risultati di Usa in termini di benessere. Nixon, però, esaltò
questa evoluzione del contesto internazionale il modello statunitense, che si concentrava sul
fu il trasferimento della contrapposizione tra i perseguimento del benessere del cittadino. Nel
due blocchi su altri piani oltre quello politico, dibattito Chruščëv apparve più rozzo e diretto,
inclusa la comunicazione. L’idea che si doves- ma più brillante di Nixon, anche se la sua battu-
se veicolare la superiorità del proprio modello ta conclusiva si rivelò a doppio taglio. Alla fine,
politico ed economico spinse, ad esempio, le infatti, egli insinuò che il dibattito sarebbe stato
autorità della Repubblica Federale Tedesca a trasmesso negli Usa censurato, senza le parti in
fare di Berlino Ovest la vetrina del benessere cui si esaltavano i successi sovietici. Nixon, su
raggiunto dal sistema capitalista, provocando pressione di Chruščëv, si impegnò a trasmet-
la reazione del segretario del Partito Comuni- terlo per intero, ma, alla fine, chiese che fosse
sta della Repubblica Democratica Tedesca, Ul- fatto altrettanto in Urss. Al di là del successo
bricht, e dello stesso Chruščëv, e aprendo nel mediatico del leader sovietico, non c’è dubbio
1958 la crisi sullo status della città; crisi che si che l’obiettivo degli Usa di veicolare il proprio
sarebbe conclusa definitivamente nel 1961 con modello sociale fosse pienamente riuscito. Non
la costruzione del Muro. soltanto una folla di visitatori si riversò a vede-
Il kitchen’s debate costituisce un episodio re le meraviglie tecnologiche della cucina oc-
emblematico dell’importanza assunta dalla cidentale, ma corse ad accaparrarsi i bicchieri
persuasione mediatica nelle relazioni interna- di plastica in cui veniva servita una nota bibita
zionali. Usa e Urss si erano accordati per orga- gassata affermatasi come sponsor battendo un
nizzare nel 1959 un’esposizione internazionale brand ancora più celebre.
in entrambi gli stati. Quella sovietica fu inau- Il valore del kitchen’s debate va oltre il suo ri-
gurata a New York in giugno ed ebbe un otti- scontro mediatico. Il viaggio a Mosca di Nixon
mo successo. Un mese dopo, alla presenza del fu la premessa per la costruzione di un nuovo
vicepresidente statunitense Richard Nixon, fu rapporto tra le due superpotenze. Il vicepresi-
aperta la fiera internazionale di Mosca. Il padi- dente americano invitò ufficialmente Chruščëv
glione degli Usa fu allestito per rappresentare in a Washington e la visita, che si svolse nel set-
ogni minimo particolare l’interconnessione tra tembre del 1959, fu la prima ufficiale di un capo
democrazia, benessere e consumo e per dimo- di stato sovietico. In quell’occasione, Chruščëv
strare che a beneficiarne erano soprattutto le confermò l’immagine che di lui era emersa du-
famiglie. Persino il personale fu selezionato in rante il dibattito: quella di un uomo brillante e
modo accurato: numerosi tra hostess e steward schietto, seppure non raffinato. I contatti che si
erano afroamericani, così da significare il livel- erano finalmente stabiliti alla fine degli anni Cin-
lo di integrazione razziale e sociale raggiunto. quanta non aprirono una vera fase di distensio-
Una delegazione sovietica visitò la mostra pri- ne. Com’è noto, l’inizio del successivo decennio
ma dell’apertura. A capo della delegazione c’e- fu caratterizzato da nuove occasioni di scontro
ra lo stesso Chruščëv. Il leader sovietico rimase (l’abbattimento di un aereo spia statunitense in
particolarmente colpito dal modello di casa Urss, la costruzione del Muro di Berlino, la cri-
monofamiliare esposto. Essendo composto da si di Cuba). Eppure, il dibattito dimostrò che il
pannelli di legno, esso a suo dire dimostrava confronto si era spostato anche sul piano della
tutta la fragilità dei prodotti statunitensi. Quelli propaganda. Dimostrò soprattutto che gli Usa
sovietici, al contrario, sosteneva Chruščëv, era- avevano compreso la forza attrattiva che eser-
no solidi e fatti per durare. Su questo aspetto citava sull’immaginario della popolazione civile
iniziò quindi uno scambio di battute con Nixon del blocco orientale un modello improntato al
(il kitchen’s debate, appunto). Il segretario del benessere e ai consumi. Quel fattore avrebbe
Pcus rivendicava la superiorità delle conquiste giocato un ruolo molto importante quasi tre de-
sovietiche in ambito scientifico e tecnologico, cenni dopo, quando la cortina di ferro sarebbe
in grado di soddisfare i bisogni di più genera- finalmente caduta anche in nome della volontà
zioni, laddove il vicepresidente statunitense della popolazione sovietica e dei paesi satelliti
obiettava che nel suo paese il progresso era di sposare lo stile di vita capitalista.

118
Media, comunicazione e politica internazionale MONDO E TENDENZE

Quando i media, anziché innescarle, sventano le rivolte: il mancato golpe in Turchia


Mentre la Primavera araba rappresenta un to il decisivo ruolo proprio del web. Mentre i
esempio di come i media, soprattutto digitali, militari tentavano di prendere il controllo dei
abbiano potuto catalizzare e consolidare pro- centri nevralgici del paese, Erdoğan concedeva
cessi di rivolte popolari, si dovrà al riguardo un’intervista alla Cnn turca da un luogo sco-
segnalare un esito opposto nel caso del golpe nosciuto. Nel corso del dialogo la giornalista
in Turchia nell’estate del 2016. Le due vicen- mostrava alla telecamera un iPhone di ultima
de sono in parte collegate, poiché le rivolte generazione dal cui schermo Erdoğan, con-
arabe hanno suscitato profonde ripercussioni nesso via Internet attraverso un software di
in seno al contesto sociopolitico turco: il con- videotelefonia, poteva lanciare un appello alla
flitto iracheno e la guerra civile in Siria hanno popolazione esortandola a scendere in piazza
generato nel paese una massiccia ondata di e a ribellarsi ai golpisti, accusava poi del col-
rifugiati, pur destinati poi a spostarsi verso al- po di stato il predicatore e politologo Fethullah
tre destinazioni europee; a ciò andrà sommata Gülen, esule negli Stati Uniti, ribadiva di essere
la vicina presenza di Daesh, il sedicente Stato ancora lui saldamente al comando e minaccia-
islamico, ripetuti attacchi terroristici culminati va infine severe conseguenze per i golpisti e i
nella strage all’aeroporto internazionale Ata- loro sostenitori. Così nella notte, mentre anche
türk (giugno 2016) e il mai sopito conflitto po- dalle moschee partivano incitamenti per con-
litico-culturale armato con la minoranza curda. trastare i militari, un gran numero di cittadini
In questo scenario si è verificato il tentati- accoglieva favorevolmente l’appello del presi-
vo di colpo di stato militare messo in atto da dente e organizzava movimenti di resistenza
una parte delle forze armate turche il 15 luglio (in piazza Taksim, a Istanbul, alcuni civili, dopo
2016 per rovesciare il presidente Recep Tayyip essersi scontrati con i militari, salivano sui car-
Erdoğan. Nei primi giorni successivi agli avve- ri armati e facevano capire agli occupanti che
nimenti, alcuni analisti hanno parlato di golpe non avrebbero mai sostenuto il rovesciamen-
improvvisato e poco organizzato, mentre altri to del governo). L’immagine di Erdoğan sullo
hanno dubitato della sua genuinità ipotizzan- schermo del cellulare tenuto in mano dalla
do un’operazione mirata a legittimare ulteriori giornalista è divenuta così iconema del fallito
restrizioni alle libertà civili, nonché epurazioni golpe: una vicenda paradossale e contraddit-
in molti settori dell’esercito e della magistratu- toria, se si pensa che una videochiamata at-
ra. Il tentativo di rovesciamento del potere ha traverso Internet ha decretato la vittoria sui
portato alla morte di quasi trecento persone. militari proprio di uno dei leader politici mon-
Dati forniti dal governo riportano inoltre che, diali più ostili al web. Ma d’altra parte, se an-
a conclusione dell’evento, sono stati arrestati che avessero vinto i suoi avversari, la cui prima
quasi tremila presunti golpisti. Sull’insuccesso iniziativa era consistita nel bloccare l’accesso
dell’iniziativa, pur nella delicata fase in cui i mi- ai social network, non sarebbe stato lecito es-
litari hanno bloccato l’accesso ai social network sere ottimisti per la libertà d’informazione in
(ma non del tutto a Internet), andrà rimarca- Turchia.

dia e di old media insieme» (Ballardini 2015, Daesh si è avvalso di tutti i canali disponibi-
p. 131). In più occasioni infatti Daesh ha dato li in rete, mostrando predilezione per i social
prova di saper sfruttare le potenzialità del web network, in particolare Twitter. È su questa
in modo proficuo, ottenendo risultati non tra- piattaforma infatti che i suoi sostenitori sono
scurabili in termini di risonanza mediatica del risultati più attivi, come riferiscono i dati
proprio messaggio. Anche se la strategia co- analizzati da Berger e Morgan in uno studio
municativa adottata ha previsto l’utilizzo di del 2015 intitolato The Isis Twitter Census
tutte le tecnologie a disposizione, Internet può (Carlotti e Franchini 2015). Per riassumere,
essere considerato lo strumento privilegiato sono essenzialmente due i maggiori aspetti da
per la diffusione dell’ideologia del terrore. La considerare sull’uso che Daesh ha fatto dei
frase formulata nel 2005 dal leader di al-Qai- media digitali. In primo luogo va segnalato
da Ayman al-Zawahiri («Io vi dico: siamo in l’aver proposto un’immagine di sé capace di
una battaglia, e più della metà di essa si svol- rovesciare «lo stereotipo del primitivo e del
ge sul campo di battaglia dei media») mira a sottosviluppato che l’Occidente ha proiettato
sottolineare con enfasi come lo sforzo bellico sul Medio Oriente […]. Il combattente isla-
sul fronte mediatico debba avere necessaria- mico ignorante e privo di cultura si è rivelato
mente la priorità (Ballardini 2015). Alla luce così essere un blogger, un hacker, un abile im-
di ciò si comprendono natura e finalità del- paginatore di immagini e di notizie» (Cervelli
la propaganda 2.0, dove grazie alla pervasi- 2015, p. 119). In secondo luogo occorre con-
vità della rete la dimensione social del jihad siderare che tutto il materiale presente in rete
è funzionale alla diffusione ‘virale’ di video – non solo i video di propaganda, ma pure i
dell’orrore la cui circolazione è pressoché testi e i comunicati stampa diffusi attraverso i
impossibile da arrestare (infruttuosa si è in- social network da jihadisti o aspiranti tali – ha
fatti presto rivelata la soluzione di presidia- finito per costituire un vero e proprio archi-
re i flussi informativi attraverso la censura). vio digitale; dal momento che nulla scompare
Per comunicare e svolgere la sua propaganda da Internet, o almeno non del tutto, ci trovia-

119
MONDO E TENDENZE Fabio Fatichenti

IL SOFT POWER NEL MONDO mo di fronte al paradosso per cui Daesh, nella
sua forma concreta, è in via di sconfitta «ma la
Aspetti del soft power sua biblioteca resterà, e servirà da ispirazio-
ne, lezione, modello. Sopravvivrà e tornerà a
perseguitarci» (Salazar 2015, p. 197).
Autorevolezza Politica Attività Cultura, patrimonio,
delle istituzioni estera diplomatica sport, cinema, moda
I media nel tempo del soft power
e della public diplomacy

La rivoluzione delle tecnologie dell’infor-


Capacità di impresa Cooperazione Propensione ad assumere Formazione mazione e delle comunicazioni ha alterato
e di innovazione internazionale e rispettare impegni
anche il concetto stesso di diplomazia, so-
stituendo le tradizionali manifestazioni del
1 USA 7 Giappone
2 Regno Unito 8 Svizzera
13 Danimarca
14 Finlandia
19 Singapore
20 Irlanda
25 Grecia
26 Ungheria
potere e alimentando il cosiddetto soft power,
Soft power ranking 3 Germania 9 Svezia 15 Norvegia 21 Portogallo 27 Russia espressione con la quale Joseph Nye, alla
primi 30 paesi del mondo 4 Canada 10 Paesi Bassi 16 N. Zelanda 22 Corea del S. 28 Cina fine della Guerra fredda, indica la possibilità
5 Francia 11 Italia 17 Austria 23 Polonia 29 Rep. Ceca
6 Australia 12 Spagna 18 Belgio 24 Brasile 30 Argentina
per un attore di ottenere ciò che desidera nel
contesto internazionale mediante l’attrazione
Dati: McClory J. (ed.), The Soft Power 30. A Global Ranking of Soft Power 2016, Portland, London. Elaborazione dell’autore culturale e la capacità di persuasione, anziché
attraverso il potere militare o economico. Tra
le funzioni che spettano al diplomatico, quel-
I SOCIAL MEDIA NEL MONDO la che con la globalizzazione e l’avvento dei
Primi 20 paesi al mondo per numero di utenti social media nuovi mezzi di comunicazione ha conosciuto
sul totale della popolazione (2016) un’evoluzione maggiore è proprio la funzione
comunicativa, ovvero la capacità di informare
% di popolazione con un account social media e di conquistare il supporto dell’audience. A
ciò si è rivelata funzionale la cosiddetta new
Corea del Sud 76% public diplomacy che, proponendosi dialogica,
collaborativa e inclusiva, è a buon diritto rite-
UAE 68% nuta il maggiore paradigma di cambiamento
nella comunicazione politica internazionale
Singapore 64% (Melissen 2005). Tutti i canali tradizionali
di public diplomacy si sono in effetti trasfor-
Argentina 62% mati con l’avvento della comunicazione di-
gitale, che ha reso la comunicazione politica
USA 59% internazionale da unidirezionale a bidirezio-
nale, ossia contrassegnata dal dialogo e dalla
Malaysia 59% partecipazione. La public diplomacy può es-
sere dunque un mezzo per esercitare soft
Regno Unito 59% power.
Il processo di globalizzazione, l’11 settem-
Canada 58% bre 2001 e le nuove tecnologie (in particolare
lo sviluppo dei social media) costituiscono
Australia 58% in questo scenario i tre fondamentali elementi
di cambiamento. L’attacco alle Torri gemel-
Thailandia 56% le ha costituito un evento cruciale per la pu-
blic diplomacy, dopo il declino di tale attività
Turchia 53% a fine Guerra fredda (si pensi alla abolizione
della Usia, United States Information Agen-
Francia 50% cy, operativa dal 1953 al 1999). Prima di di-
venire prezioso strumento di contrasto del
Brasile 49% terrorismo, la public diplomacy aveva assunto
infatti rilievo proprio durante la Guerra fred-
Russia 48% da, divenendo strumento indispensabile alle
due superpotenze per veicolare nell’opinio-
Spagna 48% ne pubblica le rispettive ideologie. Da parte
americana, lo strumento principalmente uti-
Cina 47% lizzato era stato la radio (sono noti i casi di
Voice of America, Radio Liberty e Radio Free
Filippine 47% Europe), alla quale dal 1980 si sommeranno
anche strumenti televisivi come Worldnet Te-
Messico 47% levision and Film Service, quindi Reagan Ra-
dio Network, radio e televisione Martí (per
Italia 47% destabilizzare il regime di Castro a Cuba),
Radio Free Asia (per promuovere democrazia
Giappone 42% e tutela dei diritti umani in Asia) e Radio Free
Iraq (per minare il regime di Saddam Hus-
Dati: Statista
sein). L’obiettivo statunitense è stato sempre

120
Media, comunicazione e politica internazionale MONDO E TENDENZE

Il soft power culturale dell’Italia e i media


di Lorenzo Medici
Nel campo del soft power culturale l’Italia è stata poi ampiamente utilizzata dal fascismo.
una superpotenza perché dispone di strumen- Durante il Ventennio la politica culturale all’e-
ti di grande richiamo: la tradizione culturale stero, oltre a promuovere la lingua e la cultura
del paese, i tesori storico-artistici, la cucina, italiana, servì a diffondere il modello di orga-
la moda, lo sport, il bel canto, il cinema e così nizzazione politico-sociale del regime. Con
via. Analogamente agli altri paesi, l’Italia dif- l’avvento della Repubblica, le risorse culturali
fonde la propria immagine all’estero attraver- ebbero un ruolo fondamentale nelle relazioni
so due canali: quello delle relazioni culturali, internazionali italiane e si realizzò il passaggio
che non coinvolgono direttamente i governi, e da un’azione essenzialmente propagandistica,
quello della diplomazia culturale e della public quale fu quella svolta dal fascismo, a un’altra
diplomacy, promosse dagli stati. L’ambito del- più attenta alle tematiche del dialogo e della
le relazioni culturali è il più importante e il più cooperazione, tipiche della diplomazia cultu-
diffuso, specialmente in seguito al processo rale. Il soft power della cultura vide crescere la
di globalizzazione e all’evoluzione dei mezzi propria importanza. Per la nuova classe diri-
di comunicazione dopo l’avvento del web 2.0. gente divenne fondamentale la valorizzazione
Esso vede prodotti ed espressioni culturali at- della tradizione culturale del paese, sprovvisto
traversare un confine in seguito alle azioni di dopo la sconfitta di efficaci strumenti diploma-
innumerevoli soggetti non statali, che sfuggo- tici di natura politica ed economica. Pur con
no al controllo dei governi e non hanno fina- mezzi e personale in parte già utilizzati nel pe-
lità particolari. Le relazioni culturali incidono riodo fascista, l’Italia democratica adottò una
sull’immagine all’estero di un paese molto più diplomazia culturale fortemente innovativa
della diplomazia culturale, che è promossa quanto a presupposti ideali e finalità, all’ap-
dagli stati e che mira a coadiuvare, attraverso parenza di basso profilo e priva di tematiche
il conseguimento dell’amicizia e della simpa- politiche, ma tesa ad acquisire, nel lungo pe-
tia delle opinioni pubbliche straniere, l’azione riodo, l’amicizia e le simpatie delle élites degli
della diplomazia tradizionale nel consegui- altri paesi. Nell’ambito di un più ampio orienta-
re vantaggi politici, economici, commerciali, mento, volto a privilegiare la diplomazia multi-
come pure finalità di prestigio. La diplomazia laterale, i nuovi governanti promossero anche
culturale privilegia gli scambi bilaterali e mul- la cooperazione culturale internazionale. La
tilaterali, ha una prospettiva a lungo termine e dimensione cooperativa si realizzò soprattutto
mira a incidere sulla mentalità delle leadership nella partecipazione all’Unesco e caratterizzò
politiche, economiche, intellettuali e religiose la diplomazia culturale bilaterale, basata sul
di altri paesi, in quanto queste élites sono ca- dialogo e lo scambio reciproco e privilegiata
paci a loro volta di influire sulla formazione di rispetto all’azione unilaterale della public diplo-
più ampie opinioni pubbliche, presenti e futu- macy, promossa con trasmissioni radiofoniche
re. I suoi strumenti principali sono gli istituti e televisive non particolarmente incisive. Tali
culturali, quelli educativi, soprattutto scuole e presupposti contraddistinsero anche i decen-
lettorati universitari all’estero, e i programmi ni successivi. Nell’ambito del confronto ideo-
di scambio di docenti e studiosi attraverso la logico-culturale tipico della Guerra fredda, se
distribuzione di borse di studio. La diplomazia gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica accettarono
culturale si differenzia dalla public diplomacy, lo scontro propagandistico attraverso l’uso
che privilegia le attività unilaterali e ha una sistematico dei media, l’Italia mirò invece a
prospettiva a breve termine. La diplomazia stemperare la contrapposizione fra i due bloc-
pubblica mira, infatti, a esercitare un’influen- chi, favorendo gli scambi culturali con i paesi
za diretta sulle opinioni pubbliche dei paesi dell’Europa orientale, in modo da diffondere
stranieri, con un’azione indirizzata soprattut- gradualmente la cultura e le idee del blocco oc-
to alle masse e perciò agendo principalmente cidentale fra i cittadini dei regimi oltre cortina.
attraverso i media: la stampa, le trasmissioni Inoltre, negli anni Settanta al termine di diplo-
radiofoniche e televisive, il cinema, Internet mazia culturale si preferì quello di cooperazio-
etc. In particolare l’avvento del web 2.0, legato ne culturale, in modo da porre l’accento sulla
ai social network, ha messo a disposizione dei dimensione dello scambio e della solidarietà.
governi strumenti molto efficaci per raggiun- Negli ultimi anni si è manifestata la volontà di
gere un ampio numero di individui. Per i mezzi una maggiore attenzione alla promozione eco-
e i destinatari che le sono propri, la public di- nomica e commerciale, attraverso una valoriz-
plomacy può virare nell’accezione polemica e zazione del Made in Italy e del ‘sistema paese’.
negativa di propaganda quando, nel tentativo Tale scelta evidenzia la volontà di dar vita a una
di influenzare e manipolare le opinioni pubbli- promozione culturale maggiormente unidire-
che degli altri paesi, si operano grossolane de- zionale e più in linea con le relazioni culturali
formazioni, nonché falsificazioni o censure di internazionali, condotte dalla cosiddetta civil
notizie e dati. society attraverso i nuovi media e di gran lunga
La cultura ha rappresentato per l’Italia una più efficaci e pervasive dell’azione governativa,
risorsa di rilievo già nel periodo liberale ed è alla quale non resta che tentare di coadiuvarle.

121
MONDO E TENDENZE Fabio Fatichenti

POLITICA E INFORMAZIONE SU TWITTER diplomazia 2.0. Tra i new media, che nello
scenario comunicativo globale hanno portato
Primi 10 profili Twitter di uomini politici e media internazionali
all’avvio di una nuova era per le relazioni tra
per numero di followers (milioni) gli stati, emerge Twitter, risultato fondamen-
tale dopo le elezioni presidenziali del 2009 in
Iran. Unico strumento sfuggito alla censura
Barack Obama CNN Breaking News
USA 79,8 USA 43,9 del governo, Twitter ha consentito a Mir-Ho-
sein Musavi e al suo popolo di diffondere la
Narendra Modi The New York Times propria voce, divenendo così il vero protago-
India 24,8 USA 31,7 nista della rivolta iraniana. L’insediamento
di Barack Obama alla Casa Bianca (2009) è
Donald Trump
16,0
BBC Breaking News
27,0
stato accompagnato soprattutto dalla neces-
USA Regno Unito
sità di restituire al pubblico estero un’imma-
Dalai Lama The Economist gine positiva degli Stati Uniti: un obiettivo
13,0 Regno Unito 17,2 perseguito proprio grazie ai nuovi strumenti
di comunicazione, provando a ristrutturare le
Papa Francesco Al-Arabiya relazioni col mondo arabo musulmano pro-
(primo profilo in spagnolo) 12,4 UAE 14,6
fondamente deteriorate dopo le guerre in Af-
Hillary Clinton The Wall Street Journal
ghanistan e in Iraq e a seguito della discussa
USA 11,3 USA 12,3 vicenda del carcere cubano di Guantánamo.

Recep T. Erdoğan Time


Turchia 9,4 USA 12,1
Dalla social netwar alla Primavera araba
Susilo B. Yudhoyono Fox News
Indonesia 9,4 USA 11,8 A conclusione di questa forzatamente sin-
tetica e forse anche disorganica rassegna te-
Abdullah Gül Al-Jazeera matica di casi in cui i media sono chiamati
Turchia 8,2 Qatar 10,4 in causa per un evidente ruolo attivo nella
politica e nelle relazioni internazionali, andrà
Mohammed bin Rashid Associated Press
al-Maktoum - UAE 7,1 USA 9,0 anche accennato a come i nuovi media possa-
no contribuire alla determinazione di una co-
scienza collettiva capace di trasformare tanti
Dati: Twitter (al 25 novembre 2016)
piccoli (e dunque innocui) movimenti locali
in uno più ampio e potenzialmente destabi-
manifesto: informare e influenzare il pubblico lizzante. In altre parole, la rivoluzione infor-
straniero, così da promuovere l’interesse na- matica ha condotto alla nascita di forme di
zionale. organizzazione reticolare in cui piccoli grup-
La pratica di public diplomacy rinasce dopo pi, precedentemente isolati, possono comuni-
l’11 settembre come strumento di contrasto care e condurre azioni congiunte e coordinate
della war on terror: molto meglio di uno stru- (anche, purtroppo, con finalità terroristiche).
mento tecnico di politica estera, essa diviene Si è così assistito alla genesi di una nuova mo-
parte integrante delle relazioni internazio- dalità di conflitto – si parla di social netwar
nali, nonché capace di fornire un contropro- – in cui i protagonisti utilizzano la tecnolo-
gramma, una contronarrazione (per esempio, gia a fini di organizzazione, dottrina e stra-
rispetto a quella delle organizzazioni terrori- tegia. Non si tratta di un fenomeno del tutto
stiche). nuovo, il movimento zapatista messicano ne
La diffusione di termini come Cyber di- rappresenta in effetti un caso paradigmatico:
plomacy, media diplomacy, o public diplomacy nel gennaio 1994, un’insurrezione in Chiapas
2.0, dimostra che le nuove tecnologie della dell’Esercito zapatista di liberazione nazio-
comunicazione (Internet e più recentemente nale (Ezln) e la relativa risposta del governo
i social media, in particolar modo le piattafor- messicano ebbero il potere di chiamare a rac-
me come Twitter e Facebook) stanno non solo colta un gran numero di attivisti della società
ridisegnando le interazioni sociali, ma anche civile e di Ong impegnati sui diritti umani
contribuendo a formare l’opinione pubblica e sui diritti degli indigeni, i quali sarebbero
straniera. Con l’affermarsi dei nuovi media poi confluiti – virtualmente e fisicamente –
gran parte dell’immagine di uno stato è vei- dagli Stati Uniti, dal Canada e altri paesi a
colata attraverso Internet: pagine Facebook Città del Messico e nel Chiapas. Lì, collegati
delle ambasciate, summit in diretta su You- con le Ong messicane, esprimevano solida-
Tube, blog dei diplomatici, profili Twitter rietà con le richieste dell’Ezln e premevano
dei ministri degli Esteri sono solo alcuni de- per il cambiamento pacifico. Così, l’iniziale
gli strumenti capaci di mutare radicalmen- rivolta violenta in una regione isolata mutò
te il modo di promuovere i propri interessi in una non violenta ma non meno efficace so-
strategici all’estero. Ancora una volta sono cial netwar capace di catalizzare l’attenzione
gli Usa a guidare il processo di apertura della degli attivisti di tutto il mondo e di suscitare
diplomazia a Internet. È stato in particolare ripercussioni per il Messico sui fronti interno
il discorso tenuto nel 2010 dall’allora segreta- e internazionale.
rio di stato Hillary Clinton sul tema Internet Non si può poi mancare di richiamare,
Freedom a rendere il web uno strumento pre- per la eccezionale paradigmaticità al riguar-
zioso per i diplomatici, dando così vita alla do, la recente complessa vicenda conosciuta

122
Media, comunicazione e politica internazionale MONDO E TENDENZE

LE RIPERCUSSIONI DELLA PRIMAVERA ARABA

TURCHIA
centralizzazione
del potere

TUNISIA SIRIA
cambio di regime guerra civile
e processo IRAN
MAROCCO 1 repressione
di democratizzazione
riforme autoritaria
modeste 2
ALGERIA
nessuna riforma 3
LIBIA EGITTO KUWAIT
di rilievo guerra cambio repressione
civile di regime autoritaria
e restaurazione
autoritaria 4
2
5
MAURITANIA 1 IRAQ
nessuna riforma 1
2 GIORDANIA
di rilievo 3 KUWAIT
4 QATAR YEMEN
5 OMAN guerra
nessuna riforma civile
di rilievo 1 ARABIA
SAUDITA
2 UAE
non coinvolti
direttamente

come Primavera araba (o anche, al plurale, operazioni di hackeraggio. Così, in Egitto, la


‘Primavere arabe’, a sottolineare gli sviluppi vicenda di Khaled Said, trascinato fuori da
eterogenei dei singoli casi, pur in seno alla un Internet café e ucciso dalla polizia, subi-
medesima cornice conflittuale e culturale). to tradotta in una pagina Facebook dal titolo
Si tratta, come si sa, di quel complesso di ri- ‘Siamo tutti Khaled Said’, otteneva ben pre-
volte innescatesi in Tunisia sin dal principio sto un milione di ‘mi piace’, accompagnata da
del 2011 in seguito al suicidio di Mohamed tweet etichettati con l’hashtag #25jan (gior-
Bouazizi e presto dilagate in numerosi stati no d’inizio dei tumulti in Egitto), mentre su
dell’Africa settentrionale e del Medio Orien- YouTube venivano caricati video dei momenti
te. Se in tali paesi molteplici potevano dirsi in cui le piazze erano gremite di manifestan-
le ragioni del diffuso malcontento popolare ti, nonché dei crimini commessi dalle auto-
– lo spietato e annoso autoritarismo e la cor- rità per reprimere le proteste (per esempio,
ruzione delle élites al potere si erano da tem-
po saldati con gli effetti della recrudescente
IL BLACKOUT EGIZIANO DURANTE LE RIVOLTE
crisi economica –, il filo rosso che accomuna
tutte le rivolte va individuato nel ruolo dei Traffico Internet in Egitto tra il 26 gennaio e il 2 febbraio 2011
canali d’informazione e, in particolare, dei
3.000
social media, capaci di aggiungere al flusso
della comunicazione l’elemento partecipati-
vo. Grazie al web, i blogger hanno reso una 2.500
vasta platea partecipe di un grande dramma
politico, suscitando indignazione e attivismo;
Facebook, Twitter e Sms, ben più di radio e 2.000
tv, hanno costituito il veicolo delle notizie
all’origine del rovesciamento di consolida-
ti regimi al grido di ‘pane e democrazia’; le 1.500
stesse emittenti internazionali come Al-Jaze-
era e Al-Arabiya, che nel decennio preceden-
te già avevano significativamente contribuito 1.000
ad accrescere nel mondo arabo la conoscenza
dei contesti interni e internazionali consen-
tendo all’informazione di penetrare, sia pure 500
con fatica, l’atmosfera refrattaria delle ditta-
ture, si sono giovate ampiamente di quanto
rimbalzato dagli smart­phone, mandando in 0
onda stralci di video girati dai manifestanti o 27 28 29 30 1 2
diffusi in Internet. La protesta scoppiata per gennaio gennaio gennaio gennaio febbraio febbraio
le strade incendiava insomma anche la rete,
Dati: Arbor Networks
malgrado le censure dei governi e mirate

123
MONDO E TENDENZE Fabio Fatichenti

Si può spegnere Internet? Il caso egiziano


Nel corso della Primavera araba (2011), in specifici tweet inviati con l’hashtag #egypt, per
Egitto è accaduto qualcosa di imprevisto: l’allo- permettere a tutti gli utenti egiziani di Twit-
ra presidente Hosni Mubarak è infatti riuscito ter di comportarsi come cittadini-giornalisti e
in pochi minuti a rendere impossibile l’acces- diffondere le notizie su SayNow. Dopo cinque
so a Internet per cinque giorni. Se ne è parlato giorni, Internet ha comunque potuto fare di
come del primo caso di ‘coprifuoco elettronico più dei media tradizionali. La drastica decisio-
totale’, in cui sono stati bloccati non solo i ser- ne del regime aveva infatti colpito non solo i
vizi web ma anche quelli di telefonia mobile. Il rivoltosi, ma anche l’economia: tutto ormai si
breve tempo in cui ciò è accaduto si spiega con appoggia alla rete (l’amministrazione pubblica,
le condizioni delle telecomunicazioni in Egitto il turismo, le compagnie aeree, scuole e uni-
al tempo di Mubarak: il governo controllava versità) e Mubarak è stato costretto a tornare
Telecom Egypt, la società in possesso di buona sui propri passi. Non è facile spegnere la rete
parte dell’infrastruttura in fibra ottica. Privata e isolare dal resto del mondo un intero paese,
dell’afflusso di dati dall’esterno, la rete egizia- anche se si tratta di un paese poco democrati-
na ha iniziato a funzionare dapprima male, poi co: durante la rivoluzione iraniana del 2009, la
per nulla. Sono risultati inaccessibili non solo i rete subì un rallentamento, provocando anche
social network, ma anche tutti i siti locali. Tra i il blocco di molti siti Internet. Qualche anno
quattro maggiori provider, Vodafone per primo prima, nel 2007, Internet era stato spento in
ha ammesso di aver eseguito l’ordine di inter- Birmania. I media internazionali adoperano l’i-
rompere il servizio in quanto la legge egiziana ronica espressione great firewall per indicare la
prevede che ciò possa avvenire se l’esercito ‘muraglia’ virtuale che in Cina filtra di continuo
dichiara lo stato d’emergenza e se lo richiede i contenuti del traffico Internet locale e impe-
il ministero delle Comunicazioni: entrambe le disce l’ingresso a siti stranieri. Neppure Bashar
condizioni si erano verificate, dunque i provider, al-Assad, in Siria, ha perso tempo nel 2011: la
per evitare di finire fuorilegge, hanno eseguito paura del contagio rivoluzionario ha condotto
l’ordine. Nel frattempo gli attivisti si sono impe- le autorità siriane durante gli stessi giorni del
gnati nell’aggirare la censura: in Piazza Tahrir, blackout egiziano a bloccare l’accesso a Face-
nonostante la rete fosse spenta, si è optato per book dai cellulari. In Egitto si è però verifica-
un ‘metodo Twitter’ su carta, facendo girare fo- ta una situazione del tutto differente rispetto
glietti con scritto ciò che bisognava fare. Men- alla manipolazione di Internet cui, in certo qual
tre il web non era accessibile, insomma, la rete modo e per determinati contesti, siamo abi-
sociale era in piena attività. Nel mondo 2.0 a tuati. L’azione del governo egiziano ha sostan-
mobilitarsi sono stati soprattutto gli ingegneri zialmente eliminato il paese dalla mappa del-
di Twitter, Google e SayNow (una piattaforma di le comunicazioni del mondo. E ciò, in caso di
micro-blogging acquistata pochi giorni prima emergenza, di massiccio attacco informatico o
dal motore di ricerca) creando un servizio di di episodi di cyber-guerra, potrebbe potenzial-
‘segreteria telefonica’ per comunicare da e con mente accadere ovunque: anche nei paesi de-
l’Egitto senza bisogno di connessione Internet. mocratici, laddove sia in vigore una normativa
È nata così una nuova funzione, speak-to-twe- che affidi al governo il completo controllo della
et, capace di convertire i messaggi vocali in rete Internet nazionale.

aprendo il fuoco contro civili disarmati). In squarcio di oggettività (‘verità’) nel buio di
breve, si affermerà quale fattore positivo ciò un universo arabo retrivo e tutto sommato
che spesso è invece imputato negativamente ancora semisconosciuto ai più.
a Internet, ovvero la rapida aggregazione di Se sul ruolo giocato da web e social network
un numero elevatissimo di persone capace di quali catalizzatori di rivolte ormai non vi
infondere una forza propulsiva agli eventi: possono essere dubbi, questi sorgono sem-
prima nel web, poi in luoghi fisici prestabiliti mai sulla effettiva capacità di detti media
proprio grazie a un ulteriore processo media- di confermare tali potenzialità in prospetti-
tico. Pervasivi e operanti pure in dispregio va. In altre parole, mentre nelle vicende del
di serrati interventi censori, per accessibili- 2011 l’effetto domino è stato esito anche di
tà, fruibilità e rapidità d’azione i social media un innegabile effetto sorpresa, non si può
debbono ritenersi gli autentici protagonisti escludere che da quell’esperienza possano
dei rivolgimenti politici che hanno mutato, derivare adeguate contromisure: il controllo
sia pure per poco tempo, il volto politico del sul web, parziale o totale, è pur sempre alla
Mediterraneo arabo, soprattutto se si tiene portata dei regimi autoritari; inoltre, se nella
conto che notizie e immagini cui veniva dato fase iniziale, cioè quella che ha portato alla
ampio risalto nei paesi della sponda setten- caduta di alcuni regimi, i social network sono
trionale del Mediterraneo sono state il prete- stati decisivi per mobilitare la popolazione e
sto dell’intervento militare francese (poi di- fornire organizzazione a una protesta spon-
venuto di un’ampia coalizione Nato) contro tanea, in seguito, di fronte alla necessità di
il regime di Mu’ammar Gheddafi. È come se costruire un sistema democratico, questi soli
l’ondata informativa trasmessa dai social me- strumenti hanno rivelato tutti i propri limiti.
dia abbia rappresentato per l’Occidente uno Il principio di regolazione dei rapporti tra i

124
Media, comunicazione e politica internazionale MONDO E TENDENZE

Comunicare la Tunisia: dalla rivoluzione al Nobel per la pace


di Silvia Santarelli
Dal 26 gennaio 2014 la Tunisia ha una co- avanti. Proprio la storia di Ennahda è importan-
stituzione liberaldemocratica che garantisce, te per capire le dinamiche politiche in Tunisia.
tra l’altro, l’uguaglianza fra uomini e donne e Il partito islamico, moderato fin dall’inizio, si va
la libertà di culto. Democrazia giovane e mo- progressivamente secolarizzando. All’ultimo
derna dentro il mondo arabo, nonché modello congresso, svoltosi ad Hammamet nel giugno
per i paesi politicamente instabili del Maghreb, del 2016, l’islam resta religione ufficiale, ma
la Tunisia rappresenta il risultato più tangibi- all’interno del quadro costituzionale. Proprio
le dei cambiamenti promossi dalla Primavera la presenza nel panorama politico di un islami-
araba, il movimento di popolo nato alla fine smo moderato favorisce in Tunisia il processo
del 2010, promosso da chi voleva cambiare il che ha portato la giovane democrazia a dar vita
Medio Oriente e il Nord Africa e che proprio a una costituzione laica e moderna. Dopo l’en-
dalla Tunisia è partito. È il 17 dicembre 2010 trata in vigore della nuova Carta, nell’ottobre
quando il giovane laureato Mohamed Bouazizi, del 2014 si svolgono le elezioni politiche, giu-
venditore ambulante per necessità, si suicida dicate dagli osservatori internazionali rispet-
dandosi fuoco nel piccolo centro di Sidi Bouzid, tose delle regole democratiche parlamentari e
nel cuore della Tunisia, per protestare contro la realmente multipartitiche. Vince il partito Ni-
disoccupazione e i soprusi della polizia. Nasce daa Tounes, laico e liberale. In dicembre viene
così la Rivoluzione dei gelsomini, il fiore sim- eletto a suffragio universale il presidente della
bolo del paese nordafricano. Un episodio chia- Repubblica, Beji Caid Essebsi, politico di lungo
ve, la miccia che accende sommosse popolari corso ed esponente proprio di Nidaa Tounes.
in tutto il mondo arabo, dalla Siria alla Libia, Lo stesso partito, però, a fine 2015 attraver-
dall’Egitto alla Giordania, dallo Yemen all’Al- sa una fase complicata, che culmina con una
geria. Le piazze si riempiono anche in Iraq, in scissione. Risultato: ancora incertezza nel pa-
Bahrain, in Arabia Saudita, in Sudan, in Soma- norama politico. Ma un segnale di distensione
lia, in Marocco e in Kuwait. Tutti paesi oppressi c’è: l’arrivo alla guida del governo ad agosto
da regimi autocratici se non dittatoriali, un’a- 2016 di Youssef Chahed, esponente della ge-
rea geopolitica che soffre anche di grandi spe- nerazione dei quarantenni di Nidaa Tounes.
requazioni economiche. Le conseguenze della Purtroppo, alla maturazione della politica non
recessione globale cominciata nel 2008 sono è corrisposto un miglioramento delle condizio-
arrivate fin lì, i prezzi delle derrate alimentari ni economiche. A causa di una crescita debole
sono aumentati, l’intervento pubblico per cal- e di minori investimenti stranieri, nel 2015 il
mierare il mercato si avverte sempre meno. tasso di disoccupazione è salito al 15,3% (dal
Nascono così le rivolte, animate dal desiderio 12% del 2010). Una debolezza economica che
di libertà, ma anche dal bisogno di lavoro e dal- rischia di alimentare la sfiducia verso la politi-
la richiesta di migliori condizioni economiche. ca. Una parte dei giovani, anche se minoritaria,
Ne sono protagonisti, in Tunisia come negli al- rimane affascinata dall’estremismo. Si calcola
tri paesi arabi, i giovani, il cui peso demografi- che siano più di 6000 i tunisini che combat-
co è sempre più rilevante. In Tunisia un quarto tono in gruppi islamisti tra Siria, Iraq e Libia. E
della popolazione (complessivamente meno anche in territorio tunisino arriva purtroppo il
di 11 milioni) ha tra i 18 e i 29 anni, in Egitto i terrorismo: nel 2015 sono stati tre gli attacchi
ragazzi sotto i trent’anni sono un terzo del to- mortali sferrati dal gruppo Stato islamico (l’at-
tale. E i giovani, anche nel mondo arabo, usa- tentato al museo nazionale del Bardo, la strage
no le nuove tecnologie per comunicare. I social di turisti in un resort di Sousse e l’attentato sui-
network, che sfuggono ai controlli dei regimi, cida a Tunisi del 24 novembre): settantacinque
diventano il luogo per la diffusione e l’ampli- vittime, tra cui molti stranieri. Crollano i flussi
ficazione del malcontento. Eppure, le conse- turistici, una delle maggiori risorse del paese.
guenze di questi grandi movimenti di massa Il governo comunque tiene, la risposta è fer-
non sempre sono positive. Lo sconvolgimento ma: indagini, arresti e manifestazioni di piazza
o la destabilizzazione di molti regimi dell’area contro il terrorismo. E la democrazia resiste,
crea reazioni a catena incontrollabili. L’esito sostenuta economicamente dagli Stati Uniti e
più drammatico si ha senz’altro in Siria: dalle dall’Unione Europea. Giunge anche un prezio-
proteste della Primavera si passa alla guerra so sostegno simbolico: nel 2015 l’Accademia
civile. All’opposto, la Tunisia è il paese dove svedese porta in Tunisia il premio Nobel per la
la stagione di rivolte cominciate nel dicembre pace. Il riconoscimento va al ‘Quartetto per il
del 2010 ha avuto le conseguenze più positive. dialogo nazionale tunisino’ (l’Unione generale
Dopo la deposizione di Zine El-Abidine Ben Ali, tunisina del lavoro, la Confederazione dell’in-
il generale al potere dal 1987, inizia una fase di dustria del commercio e dell’artigianato, la
transizione alla democrazia. Prima tappa fon- Lega tunisina per i diritti dell’uomo e l’Ordine
damentale: le elezioni dell’ottobre del 2011 per nazionale degli avvocati di Tunisia), premiato
l’Assemblea costituente. A uscire vittorioso è per aver favorito un accordo tra i partiti d’op-
Ennahda, il partito di tendenza islamica mode- posizione e sostenuto il processo di scrittura
rata, ma il processo di democratizzazione va della costituzione democratica.

125
MONDO E TENDENZE Fabio Fatichenti

grado di istruzione e, in molti paesi, il genere)


COMUNICAZIONE E POLITICA INTERNAZIONALE
finisce per escludere dalla protesta un’elevata
Il ruolo dei media in alcuni cruciali eventi geopolitici percentuale di persone non affini ai social me-
(seconda metà del secolo XX-inizi del secolo XXI) dia, oppure prive di una connessione Internet.

1939-1945 Seconda guerra mondiale


Media per la propaganda. Nel caso del cinema si vedano per es. i sette film del
Per concludere
ciclo Why we fight (1942-45) prodotti dal Dipartimento della Guerra statuniten-
se e supervisionati dal regista Frank Capra Pur considerando l’estrema difficoltà di de-
lineare una conclusione sui temi e sui casi in
1964-1973 Intervento militare USA in Vietnam
questa sede ripercorsi – tanto sono ampi, di-
Coincide con la piena maturità del medium televisivo. Primo vero conflitto versificati e mutevoli gli scenari coinvolti –
televisivo della storia
qualche riflessione si potrà comunque formu-
lare sul rilievo attribuito dagli stati al controllo
20 luglio 1969 L’uomo sulla Luna
dei media, soprattutto in un’ottica di rapporti
L’allunaggio in diretta tv sancisce, in piena Guerra fredda, la supremazia statu-
nitense nella corsa allo spazio internazionali. Tale atteggiamento, già evi-
dente nell’Unione Sovietica precedente la pe-
1979 Crisi degli ostaggi USA in Iran restrojka, persiste tuttora, nell’era di Inter-
Gli USA tentano trattative con il movimento rivoluzionario iraniano attraverso net, in Cina e altrove: ed appare un controllo
l’unico canale disponibile: i media (media diplomacy) sorretto da finalità interne, nonché rivolto a
offrire al mondo una precisa immagine dello
1989 Crollo del Muro di Berlino; massacro di Piazza Tienanmen stato, ovvero a giocare uno specifico ruolo nel-
Copertura dei fatti ‘in tempo reale’ da parte dei media (l’‘effetto CNN’ come le relazioni internazionali. Se dalla caduta del
fattore di accelerazione delle decisioni politiche) Muro di Berlino a oggi ci si sofferma nel consi-
derare quali concreti risvolti sul piano politico
1990-1991 Prima Guerra del Golfo ed economico-sociale (per esempio con rife-
Unica superpotenza superstite, gli USA creano una totale integrazione tra informa- rimento alle libertà individuali) siano potuti
zione e guerra. Sistematico è l’impiego degli embedded, ovvero i giornalisti al fronte
derivare dai media, dobbiamo constatare che
di fronte ad altri e più tradizionali fattori di
1992-1995 Guerra in Bosnia ed Erzegovina
influenza essi sono risultati pressoché ovun-
L’’effetto CNN’ e la ricerca del sensazionalismo spingono la comunità interna-
zionale (in particolare gli USA) a impegnarsi nella prima ‘guerra umanitaria’ que di scarsa incidenza: hanno perso i ma-
nifestanti massacrati in Piazza Tienanmen,
11 settembre 2001 Attentati al World Trade Center così come pure i protagonisti delle primavere
Gli attacchi sono pianificati per ottenere il massimo riscontro mediatico. arabe; a Hong Kong e in Turchia il pugno di
Un medium tradizionale (la Tv) documenta la fine dell’illusione di un nuovo ferro ha sedato le piazze e rinsaldato i vecchi
ordine mondiale
equilibri; d’altro canto – sebbene in tal caso
con sollievo – possiamo constatare il progres-
ottobre 2001 Guerra in Afghanistan sivo arretramento dei terroristi 2.0 di Daesh,
L’invasione USA dell’Afghanistan, che avvia la war on terror seguita agli attentati ai quali è toccata una sorte analoga a quelli
dell’11 settembre, segna la definitiva affermazione di Al Jazeera, la ‘CNN araba’
del Qatar di al-Qaida o comunque responsabili dell’at-
tentato al World Trade Center. Nel mondo
2003 Seconda Guerra del Golfo cosiddetto globalizzato, insomma, le relazio-
Mappe e foto satellitari, peraltro di scarsa qualità, servono all’amministrazione
ni internazionali sono ancora influenzate so-
USA per avvalorare una tesi infondata: il possesso di armi di distruzione di mas- prattutto da attori tradizionali: gli stati e le
sa da parte del regime di Saddam Hussein. Altre tv satellitari si affiancano alla grandi imprese multinazionali signore dell’e-
CNN e Internet gioca per la prima volta un ruolo importante
conomia. Nel frattempo, si delinea un’altra
complessa questione – qui, per ragioni di
2010 Primavere arabe spazio, impossibile da approfondire –, che
L’avvento dei media 2.0 (social network) è funzionale al dilagare delle rivolte attiene al ruolo dei media nella progressiva
popolari
ma inesorabile affermazione dei modelli cul-
turali occidentali: nel mondo soltanto poche
2014 Proclamazione dello Stato islamico (Is)
multinazionali – per di più tutte precisamen-
Uso strategico dei media digitali per realizzare e diffondere filmati di inumana
ferocia (la propaganda del terrore)
te localizzate nella Silicon Valley – dominano
ormai il campo della comunicazione e dunque
della cultura; già Herbert Schiller nel 1969
Dati: elaborazione dell’autore
definiva gli Usa un «network imperiale emer-
gente»; altri, più semplicemente, sostengo-
partecipanti peculiare dei social network mal no che il sistema dei media internazionali è
si concilia infatti con la necessità di selezione tale per cui i paesi in via di sviluppo vengono
di un’élite capace di definire una strategia ver- assorbiti nell’egemonia culturale del capita-
so obiettivi realisticamente perseguibili. Nel lismo occidentale; e così via. La propagan-
magma indistinto della comunicazione 2.0 non da è dunque funzionale alla diffusione delle
si crea cioè un’identità, né si consolida un sen- ideologie, ma a parte l’intima fragilità delle
so di appartenenza. La democrazia non può stesse, a dominare le decisioni e i rapporti in-
peraltro configurarsi come sola partecipazione ternazionali sono ancora fattori e attori eco-
diretta dei cittadini alla vita politica. Infine, nomico-politici del tutto tradizionali. Anche
il digital divide che ancora contraddistingue, la cosiddetta realpolitik sembra assai più de-
pur con intensità differenti, tutte le società terminante del soft power: di fronte a questio-
(soprattutto in relazione a fattori come l’età, il ni cruciali, il realismo finisce quasi sempre

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Media, comunicazione e politica internazionale MONDO E TENDENZE

INDICE DI LIBERTÀ SU INTERNET (2016)

Libertà su internet:

Paese libero

Paese parzialmente libero

Paese non libero


Dati: Freedom House

Cyberconflitti e cybersicurezza
Nell’ottobre 2016, alla vigilia dell’elezione alla chi per carpire dati e informazioni, ad esempio le
presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump, gli intercettazioni di comunicazioni riservate (l’orga-
Usa accusavano esplicitamente la Russia di aver nizzazione internazionale Wikileaks deriva buona
organizzato una campagna su larga scala per in- parte dei segreti che poi diffonde nel proprio sito
terferire nelle elezioni anche con incursioni nei da tali attività); infine, in casi estremi, gli attacchi
server del Partito democratico e di altri esponenti portati attraverso il web possono mirare alla di-
politici. Insomma, si apriva un conflitto, combat- struzione di apparecchiature di comunicazione
tuto però non da militari tradizionali, bensì da e/o di infrastrutture strategiche funzionali all’e-
abilissimi hacker. Nell’atto di accusa, esplicitato rogazione di servizi essenziali (energetici, idrici,
formalmente dalle autorità statunitensi e diffuso di trasporti ecc.). È probabile che l’intelligence
attraverso i media, si sosteneva che il governo statunitense non paventi un attacco alle proprie
russo era ritenuto responsabile delle incursio- infrastrutture fondamentali – ciò che potrebbe
ni nella posta elettronica di alcune personalità e costituire un autentico atto di guerra –, piuttosto
istituzioni americane, incluse organizzazioni po- la preoccupazione riguarderebbe il furto di se-
litiche, e vi era la certezza che solo esponenti di greti tecnologici e industriali, o possibili azioni di
alto rango delle istituzioni russe potevano aver manipolazione della comunicazione attraverso la
autorizzato tali attività. Mentre la Russia negava, diffusione di falsi documenti accompagnata dalla
da parte statunitense giungevano poi ulteriori di- proliferazione di falsi account sui principali social
chiarazioni nelle quali si sosteneva che la rispo- media. Nel giugno 2013 il tema dello spionaggio
sta alle aggressioni avrebbe contemplato azioni informatico è stato uno dei principali punti di di-
‘anche nella sfera del cyberspazio’. Il caso sopra scussione fra l’allora presidente americano Ba-
ricordato non è che l’ultimo di una serie di episodi rack Obama e il suo omologo cinese Xi Jinping nel
analoghi in cui gli Usa hanno lamentato di essere ranch californiano di Sunnyland. Obama ha affer-
stati bersaglio di aggressioni attraverso il web: il mato che la questione della cybersicurezza è de-
primo, risalente al 1999 e denominato Moonlight stinata a divenire di sempre maggiore importanza
Maze è consistito in una serie di attacchi coordi- nell’ambito delle relazioni internazionali, parago-
nati ai computer del Dipartimento della difesa e di nando il tema ad «acque inesplorate dove manca-
importanti atenei e la responsabilità è stata attri- no ancora regole di navigazione». Al primo punto
buita all’intelligence russa; il secondo episodio ri- nell’agenda del summit era, non casualmente, il
sale al 2003, è noto con il nome in codice di Titan tema dello spionaggio informatico: ne è seguita
Rain e colpevole è stata in questo caso ritenuta la la stesura di una sorta di ‘galateo’, ovvero un in-
Cina. I tipi di attacchi che possono essere condot- sieme di convenzioni da non trasgredire in nome
ti nel corso di una cyberguerra si differenziano in della necessità di mantenere buoni rapporti in-
base alla pericolosità: quelli meno temibili si con- ternazionali. È ancora presto per affermare che la
cretizzano in forme di vandalismo sul web (defa- maniera tradizionale di condurre i conflitti ha ce-
ce) e sono generalmente mirati a mettere fuori duto del tutto il posto a un teatro nuovo e virtua-
uso specifici server o siti senza impossessarsi dei le. La rete e i social network possono però senza
dati ivi contenuti; più gravi sono invece gli attac- dubbio costituire un ulteriore terreno di scontro.

127
MONDO E TENDENZE Fabio Fatichenti

per prevalere sul massimalismo, quand’anche zione in campo medico finiscono per incide-
questo sia supportato da ragioni umanitarie re positivamente sulla qualità della vita delle
(basti considerare la difformità di reazioni dei società, lo stesso si potrà senz’altro verificare
paesi dell’Unione Europea in materia di ac- grazie ai media, soprattutto i nuovi; di questi,
coglienza dei migranti). con riferimento alle relazioni internazionali,
A tutto questo si potrà comunque obietta- nessuno discute la capacità di generare terri-
re che i media sono tecnologie e strumenti in tori alternativi – cioè nuovi spazi organizzati,
continua evoluzione, perciò come, nel lungo sia pure intangibili – potenzialmente in grado
periodo, i ritrovati della ricerca e sperimenta- di moltiplicare le opportunità di confronto.

Per saperne di più


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