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S.U.I.S.M.

Torino Tecnica e Didattica dell’Atletica Leggera


Prof.ssa Paola Trevisson

GLOSSARIO

ACCELERAZIONE
Incremento della velocità di corsa o comunque della velocità di spostamento dell’atleta o del
sistema “atleta-attrezzo”.

ALLENAMENTO
Processo pedagogico-educativo complesso che si concretizza nell’organizzazione dell’esercizio
fisico, ripetuto in quantità e con intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti,
che stimolino i processi fisiologici di supercompensazione dell’organismo e favoriscano
l’aumento delle capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta al fine di esaltarne e
consolidarne il rendimento di gara (Vittori, 1980).

ALLUNGHI
Tratti di corsa di breve durata (m 60 – 150) condotti ad andatura costante, medio elevata,
eseguiti principalmente con finalità tecniche.

ANDATURE
Insieme di esercitazioni con spostamento, con finalità tecniche e di incremento delle capacità di
forza ed elasticità, dette anche esercizi di impulso.

ANGOLO DI ASSETTO
Angolo formato dall’asse maggiore di un attrezzo “veleggiatore” (disco o giavellotto) con la
traiettoria del baricentro dell’attrezzo stesso. Un corretto angolo di assetto consente di sfruttare
il fenomeno della portanza, prolungando la parabola di volo.

ANGOLO DI PROIEZIONE
Angolo formato con l’orizzontale dalla tangente alla traiettoria di un attrezzo al momento del
rilascio.

ANGOLO DI PARABOLA (O DI TRAIETTORIA)


Angolo formato con l’orizzontale dalla tangente alla parabola di un attrezzo in un suo punto
qualunque.

ANGOLO DI INCIDENZA
Angolo formato dall’angolo di assetto rispetto all’angolo di parabola.

ANGOLO DI SITO
Angolo formato tra il terreno e la retta congiungente il punto di rilascio dell’attrezzo con il punto
di caduta.

APPOGGIO
Contatto di un arto con il terreno.

ARTO LIBERO
Nella corsa, gamba non a contatto con il terreno, il cui rapido avanzamento coadiuva la spinta
dell’arto in appoggio a terra.
Nelle specialità di salto, è l’arto inferiore non impegnato nello stacco.

ARTO DI SPINTA
Nella corsa, gamba a contatto con il terreno. La fase di spinta inizia dopo l’ammortizzazione ed
il sostegno.

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ATP (adenosin trifosfato)


Molecola ad alto contenuto energetico presente nell’organismo la cui scissione in adenosin di
fosfato (ADP) e fosforo inorganico (P) mette a disposizione energia (En) per tutti i processi
vitali, dal metabolismo basale alla contrazione muscolare. In sforzi di entità massimale, l’ADP
può scindersi ulteriormente in AMP, adenosin monofosfato con ulteriore apporto energetico.

ATTERRAGGIO O CHIUSURA
E’ la fase che conclude il salto. Inizia quando una parte del corpo tocca il terreno e termina
quando tutto il corpo si trova in una fase di equilibrio o si arresta.

AZIONE BRACCIA “SINCRONA”


Movimento degli arti superiori che compiono oscillazioni contemporanee in una stessa direzione.

AZIONE BRACCIA “ALTERNATA”


Azione degli arti superiori che compiono movimenti opposti a quelli degli arti inferiori.

AZIONE “TANDEM”
Insieme sincronizzato dell’azione di spinta a terra dell’arto in appoggio e dell’avanzamento
dell’arto libero. Tale azione si verifica sempre: durante la corsa, le azioni di stacco dei salti, la
traslocazione dei lanci.

BALZI
Successivi, alternati o misti (multibalzi): sono esercitazioni con e senza spostamento in cui,
modificando la tecnica del passo di corsa, se ne incrementa l’ampiezza con effetti positivi sulle
capacità di forza ed elasticità muscolare. Per la loro rassomiglianza con l’azione di stacco nei
salti, sono molto utilizzate dagli specialisti di queste discipline, spesso preceduti da passi di
rincorsa. Per evitare l’insorgere dei traumi, l’esecuzione dei balzi richiede un’ottima tecnica
esecutiva, scarpe e superfici adeguate, una corretta scelta di quantità ed intensità di lavoro.

CAPACITA’
Per capacità di un meccanismo energetico si intende la capacità totale di fornire energia.

CARICO NATURALE
L’insieme delle esercitazioni in cui l’atleta deve vincere la sola forza di gravità, spostando il
proprio corpo o parte di esso, senza carichi aggiunti.

CATENA CINETICA
Insieme dei muscoli impegnati nell’esecuzione di un determinato movimento.

CICLO DI KREBS
Processo biochimico che assolve allo scopo di ossidare ad acqua ed anidride carbonica, ossia di
bruciare i prodotti della demolizione delle molecole degli zuccheri/grassi/aminoacidi. Il Ciclo di
Krebs fornisce una forte quantità di energia, in parte come calore ed in parte come energia
chimica.

CENTRO DI MASSA
E’ il punto di applicazione della risultante delle forze-peso di quel corpo: cioè il punto in cui
passa sempre la retta di azione del peso complessivo, qualunque sia l’orientamento del punto
rispetto alla verticale.

CINEMATICA
Rappresenta la geometria di un gesto e si riferisce all’insieme delle posizioni che i diversi
segmenti corporei assumono durante l’esecuzione, indipendentemente dalle cause che l’hanno
determinato.

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CONSUMO DI OSSIGENO
Quantità di ossigeno consumata durante l’unità di tempo: essa cresce con l’incremento
dell’intensità del lavoro in maniera lineare insieme alla frequenza cardiaca, fino al
raggiungimento della soglia anaerobica. Il massimo consumo di ossigeno si raggiunge tuttavia
oltre tale soglia, e corrisponde al massimo stimolo ipossico ottenibile con l’esercizio.

DEBITO DI OSSIGENO
Ossigeno utilizzato al termine di uno sforzo fisico per resintetizzare ATP e PC (debito alattacido)
e per la rimozione dell’acido lattico (debito lattacido).

DENSITA’ (di lavoro)


Rapporto tra durata effettiva delle esercitazioni e tempo totale della seduta di allenamento
(lavoro+pause). A parità di caratteristiche di quantità e di intensità, un allenamento più denso
determina un carico interno complessivo superiore o comunque differente, per la diminuzione
delle pause di recupero tra le esercitazioni.

DINAMICA
Riguarda l’analisi e lo studio delle cause che provocano il movimento e cioè lo sviluppo ed il
cambiamento delle posizioni; si riferisce cioè alle forze che animano la cinematica.

DOPPIO APPOGGIO
Posizione chiave nei lanci assunta dall’atleta al temine della traslocazione con tutti e due i piedi
in appoggio a terra. L’arto anteriore fa da puntello, spingendo verso dietro-alto, mentre l’arto
posteriore, vero “motore” di questa fase del lancio, spinge ruotando verso l’avanti-alto
(macinamento-spinta), innescando le azioni successive della parte superiore del corpo.
Nella marcia, il movimento in cui tutti e due gli arti inferiori sono in appoggio a terra: inizia
l’appoggio anteriore dell’arto avanti e sta per concludersi l’appoggio posteriore dell’arto più
arretrato.

ELASTICITÀ
E’ la proprietà dei corpi, che subiscono una deformazione per effetto di una sollecitazione
esterna, di riprendere (almeno parzialmente) la forma ed il volume iniziali al cessare della
sollecitazione stessa.

ELASTICITÀ MUSCOLARE
Capacità delle fibre muscolari, dopo essere state “stirate”, di rispondere accorciandosi. Nella
fase eccentrica del movimento il muscolo immagazzina energia elastica che poi restituisce, sotto
forma di lavoro meccanico, nella parte concentrica del movimento ottenendo come risultato un
aumento della forza espressa durante la fase concentrica dello stesso.

ENTRATA
Nelle specialità di salto, è l’ultima parte della rincorsa che precede lo stacco.

ENTRATA D’ANCA
Azione caratteristica della fase principale di tutti i lanci: dal doppio appoggio degli arti inferiori
l’azione di macinamento–spinta verso avanti alto dell’arto più arretrato si somma alla spinta
verso dietro–alto dell’arto più avanzato, con il risultato di far salire ed avanzare verso la
direzione di lancio l’anca della gamba posteriore. Tale azione innesca quella della parte
superiore del corpo (tronco e arti superiori), che si conclude con il rilascio dell’attrezzo.

FACILITAZIONE PROPRIOCETTIVA NEUROMUSCOLARE (FPN)


Metodica di incremento della flessibilità, che prevede l’alternanza di circa 10” di allungamento
passivo alla massima escursione raggiungibile, 8” di contrazione isometrica contro resistenza ed
altri 10” di allungamento. I fattori che determinano i miglioramenti sono la inibizione a livello

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nervoso della muscolatura antagonista e lo stiramento tendineo durante la fase di contrazione


isometrica.

FALCATA
L’insieme delle azioni compiute da un atleta tra l’appoggio successivo dello stesso arto a terra
(sx-dx-sx). Una falcata è composta da due passi e tre appoggi.

FARTLEK
Dallo svedese “corsa gioiosa”. Corsa che si svolge in natura al di fuori del campo di atletica, su
terreno vario. Il fartlek spontaneo vede l’atleta evoluto modificare liberamente l’intensità della
corsa in base alle caratteristiche del percorso ed alle proprie sensazioni soggettive; il fartlek
predeterminato è invece organizzato dall’allenatore e si sviluppa in maniera più rigida.

FLESSIBILITÀ
Sinonimo di mobilità articolare (non di elasticità!) più estensibilità muscolare.

FORZA MUSCOLARE
La tensione che un muscolo esercita una volta sollecitato da uno stimolo nervoso adeguato;
definita anche come la capacità di vincere o di opporsi ad una resistenza. A parità di lunghezza
e di numero di fibre del muscolo, le capacità di forza dipendono dal grado di trofismo, dalle
capacità di reclutamento delle unità motorie, dall’entità dell’intervento della componente
elastica.
Nell’esecuzione di un esercizio fisico il rapporto tra forza impiegata, velocità esecutiva e durata
dell’attività consente di distinguere tra forza massima, forza veloce e forza resistente. Viene
anche individuata un’ulteriore classificazione tra forza attiva e reattiva (es. nella partenza dai
blocchi e nella velocità lanciata in una gara sui 100mt), caratterizzate rispettivamente da un
ciclo semplice di contrazione muscolare concentrica e da un doppio ciclo di contrazione
eccentrica-concentrica. Nell’espressione di forza reattiva l’energia di origine elastica accumulata
durante l’ammortizzazione si somma alla contrazione concentrica durante la spinta.

FOSFOCREATINA
Molecola organica altamente energetica, presente a livello muscolare, che permette la resintesi
immediata dell’ATP.

GLICOGENO
Polisaccaride polimero del Glucosio, rappresenta la principale riserva di carboidrati. Il fegato è la
principale sede di deposito del glicogeno che viene qui trasformato in glucosio. Il glicogeno si
deposita anche nei muscoli dove viene utilizzato solo per i processi della contrazione muscolare.
Anche il cuore è ricco di glicogeno, usato solo in caso di emergenza (ipossia).

GLICOGENOLISI
Scissione cellulare del glicogeno, che viene regolata dall’enzima fosforilasi.

GLICOLISI
Scissione delle molecole degli zuccheri in sostanze via via meno complesse, con produzione di
energia utilizzata per la resintesi dell’ATP. Distinguiamo una glicolisi aerobica ed una anaerobica
a seconda del meccanismo catabolico utilizzato.

GLUCONEOGENESI
Quando le riserve di glicogeno (lo zucchero contenuto nei muscoli) non sono sufficienti,
l’energia d’emergenza viene sintetizzata dalle proteine e dalle porzioni di glicerolo delle molecole
adipose.

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GLUCOSIO
Carboidrato monosaccaride (C6H12O6). E’ la forma nella quale i carboidrati vengono utilizzati
dalle cellule. Dalla sua trasformazione metabolica origina gran parte dell’energia. Il glucosio ha
un ruolo fondamentale nella respirazione delle cellule.

GRIFFATA
Azione dell’arto di stacco che, al momento della battuta, porta il piede a contatto del suolo con
un movimento dall’alto verso il basso-dietro, simulando l’atto del “Griffe” (dal francese “Griffer”
= graffio/graffiare)

INTERVAL TRAINING
Metodica di allenamento della resistenza che prevede l’esecuzione di prove ripetute alternate da
pause di recupero incompleto: gli effetti prevalenti sono sul sistema cardio-respiratorio e sulla
capacità lattacida.

IPERTROFIA MUSCOLARE
Aumento della sezione traversa del muscolo (e quindi della grandezza delle masse muscolari)
come adattamento dell’organismo all’allenamento della forza. L’ipertrofia dipende quasi
esclusivamente dall'aumento di spessore delle fibre muscolari esistenti.

LATTACIDOSI
Produzione di acido lattico e di ioni idrogeno nella glicolisi anaerobica: benché l’allenamento
specifico induca un incremento della tolleranza all’acidità, elevate quantità di lattato (27mMol/l)
non consentono il protrarsi dell’attività con le stesse caratteristiche di intensità.

LATTATO
Prodotto di scarto del meccanismo anaerobico lattacido. Nel torrente ematico si presenta per
oltre il 99% dissociato in due ioni: il primo, lo ione lattato caricato negativamente (LA-) ed il
secondo, lo ione idrogeno (H+) caricato positivamente (Mognoni, 1990). Esso costituisce il
meccanismo limitante della glicolisi.

ISCHIO-CRURALI
Muscoli biarticolari del compartimento posteriore della coscia.

MACINAMENTO
Azione di spinta in rotazione dell’arto inferiore più arretrato di un atleta durante la fase finale di
un lancio, che da origine all’entrata d’anca.

MECCANISMI ENERGETICI
Meccanismi di resintesi dell’ATP: anaerobico alattacido, anaerobico lattacido (glicolisi
anaerobica), aerobico (glicolisi aerobica). L’intensità e la durata di gare ed esercitazioni
determina l’intervento in percentuale diversa dei vari meccanismi.

METABOLISMO
Somma totale delle reazioni chimiche anaboliche (di sintesi) e cataboliche (degradazione) che
avvengono in una cellula o in un organismo vivente.

MEZZI DI ALLENAMENTO
In base al grado di correlazione con la disciplina praticata dall’atleta le esercitazioni sono
raggruppate in una delle seguenti categorie:
es. a carattere generale – non contengono alcun elemento del gesto di gara; agiscono
positivamente sul complesso delle capacità motorie.
es. a carattere speciale – contengono alcune parti del gesto di gara, oppure ripetono il gesto
completo ma con variazioni della dinamica esecutiva; l’intervento è mirato sui gruppi muscolari
e sulle abilità specifiche necessarie per la disciplina praticata;

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es. di gara – si identificano con la gara o con l’esecuzione dei gesti di gara ripetuti ad intensità
prossime a quelle reali; rappresentano e favoriscono la sintesi delle abilità tecnico-tattiche e
delle capacità condizionali degli atleti.

MOLE (abbreviazione di Molecola)


Il numero di particelle contenuto in una mole di una sostanza in condizioni normali è pari a
quello di Avogadro (N = 6.02*1023) e pertanto la Mole può essere definita come la quantità di
sostanza che contiene un numero fisso (N) di particelle elementari simili.

OSSIDAZIONE
Far reagire una sostanza o un elemento con l’ossigeno. Combinare con l’ossigeno.

PASSO
Successione di due appoggi (sx-dx) durante l’azione di corsa. La distanza tra i due appoggi
determina l’ampiezza del passo.

PASSO PELVICO
Azione completa e fluida del bacino che asseconda l’oscillazione dell’arto libero (tipica del
marciatore). Quest’azione crea condizioni di pre-stiramento che rendono più efficace e completa
l’azione della corsa.

PAUSE DI RECUPERO
Gli intervalli che separano le serie o le ripetizioni delle varie esercitazioni: si parla di pause
complete quando la loro durata è tale da consentire il pieno recupero delle capacità dell’atleta, e
di pause incomplete quando ciò non accade e l’atleta riparte senza aver pienamente recuperato
lo sforzo sostenuto precedentemente. Nel primo caso le esercitazioni mireranno all’incremento
della potenza dei meccanismi energetici interessati; nel secondo, allo sviluppo della loro
capacità.

PLIOMETRIA
Contrazione pliometrica, caratterizzata da un “doppio ciclo” di contrazione eccentrica e
concentrica. Caratteristica di tutti i movimenti tecnici dell’atletica, la pliometria è fondamento di
(e viene allenata da) saltelli, skip, rimbalzi fra gli ostacoli, salti in basso con rimbalzo per gli arti
inferiori; per gli arti superiori, tramite appropriate esercitazioni di lancio di attrezzi vari.

PORTANZA
Nel lancio del disco e del giavellotto, a causa della particolare forma degli attrezzi, si sviluppa un
fenomeno identico a ciò che avvienine all’ala dell’aereo: la differenza di pressione esistente fra
l’aria che si trova al di sotto e al di sopra fa si che questo si “appoggi” agli strati d’aria
sottostanti, più densi, prolungandone la parabola di volo.

POTENZA
Per potenza si intende la possibilità di un meccanismo energetico di fornire un’importante
percentuale della sua capacità nell’unità di tempo (che per convenzione è il secondo).

PREATLETISMO
Insieme delle esercitazioni, svolte normalmente a carico naturale, con lo scopo di incrementare
le capacità di forza dei vari distretti muscolari impegnati nell’esecuzione della tecnica delle varie
specialità.

PRIMA GAMBA
Nelle gare con ostacoli, l’arto libero che per primo supera la barriera.

PROGRESSIVI
Esercitazioni di corsa condotte a velocità crescente.

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REATTIVITÀ
E’ la qualità che permette di ottenere forti risposte elastiche muscolo/tendinee in tempi brevi.

RECLUTAMENTO
Capacità dell’atleta di far contrarre nell’unità di tempo un elevato numero di unità motorie, con
un corrispondente incremento della forza muscolare espressa.

RIPETUTE
L’insieme di serie e ripetizioni di tratti di corsa con particolari caratteristiche di lunghezza ed
intensità (velocità), tale da indurre stati di fatica progressivamente crescenti e quindi modificare
le capacità di corsa degli atleti.

SCATTI
Tratti di corsa, normalmente di ridotta lunghezza, detti anche sprint, condotti alla massima
velocità.

SECONDA GAMBA
Nelle corse con ostacoli, l’arto di stacco che passa per secondo sopra l’ostacolo.

SERIE E RIPETIZIONI
Organizzazione delle esercitazioni in serie di ripetizioni che consentono di ripartire la quantità
del lavoro proposto. Le pause di recupero fra le serie (macropause) e le ripetizioni (micropause)
sono complete o incomplete, in rapporto allo scopo delle esercitazioni ed all’intensità del lavoro.

SOGLIA AEROBICA
Intensità di lavoro che induce una concentrazione di lattato ematico corrispondente
convenzionalmente a 2 millimoli per litro di sangue. Essa corrisponde circa al 65% del VO2max
e ad una frequenza cardiaca/min di 140±10. Intensità inferiori sono supportate in via principale
dal meccanismo aerobico, intensità pari o superiori vedono l’intervento, in misura via via
crescente, anche dei meccanismi anaerobici, in particolare di quello lattacido, per la resintesi
dell’ATP.

SOGLIA ANAERONBICA
Intensità di lavoro che induce una concentrazione di lattato ematico corrispondente
convenzionalmente a 4 millimoli per litro di sangue. Essa corrisponde circa all’85% del VO2max
e ad una frequenza cardiaca/min di 180±10. A questa intensità di lavoro, e a quelle superiori,
l’intervento del meccanismo anaerobico lattacido è determinante per la prestazione, in quanto la
glicolisi aerobica non è più sufficiente per la resintesi dell’ATP. La soglia anaerobica rappresenta
il limite al di là del quale l’acido lattico inizia ad accumularsi (lo smaltimento del lattato prodotto
non è più completo provocando un incremento dell’acidosi).

SOVRACCARICO
Carico aggiunto al peso del corpo dell’atleta, che questi deve vincere o cui, comunque, deve
opporsi, con lo scopo di incrementare la forza muscolare: cinture, traino, elastici, bilancieri,
manubri, macchine di vario tipo.

SPINTA
Sottofase dell’appoggio dell’arto inferiore, oppure azione dell’arto superiore in un lancio,
caratterizzata dall’apertura degli angoli articolari e da una contrazione concentrica, per
accelerare il corpo dell’atleta o il sistema atleta-attrezzo.

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SPINTA (angolo di)


Angolo formato dalla parte anteriore dell’arto di stacco con il terreno al momento della perdita
di contatto con il terreno. Più l’atleta si dirige verso l’alto, più aperto è l’angolo di spinta.

SPRINT
Scatto su breve distanza, eseguito alla massima velocità.

STACCO
Fase compresa tra il momento dell’appoggio del piede (dell’arto di stacco) a terra ed il momento
in cui lo stesso abbandona il terreno.

STEADY STATE
Stato di equilibrio, spesso riferito all’andamento del consumo di ossigeno: tempo durante il
quale non avvengono variazioni di una funzione fisiologica.

STIFFNESS
Rappresenta il grado di rigidità di un sistema elastico. E’ definibile come una “variazione di forza
su una variazione di lunghezza” ed è quantificabile matematicamente come il rapporto di ∆F/∆L
nel quale ∆L è una funzione lineare della forza ∆F (Cavagna, 1988). L’inverso di questa costante
(∆L/∆F) rappresenta l’estensibilità del sistema.

STRETCHING
Uno dei mezzi di allenamento della flessibilità. Consiste nello stiramento continuo dei gruppi
muscolari interessati, raggiungendo la massima escursione articolare sopportabile in mancanza
di sensazioni soggettive di dolore, per tempi variabili da 30” a 2’. Si evita in questo modo la
contrazione riflessa della muscolatura interessata, presente nelle esercitazioni “attive” come
slanci e molleggi.

SUPERCOMPENSAZIONE
Insieme dei processi biologici successivi ad un allenamento che induca uno stato di fatica:
l’adattamento organico supera il livello iniziale, predisponendo l’atleta a sollecitazioni più
gravose e conseguentemente a rendimenti più elevati.

TENUTA
E’ il mantenimento (per tempi molto brevi) di determinati atteggiamenti che il corpo dell’atleta o
parte di esso assume durante le fasi del salto.

TRASCOLAZIONE
Insieme delle azioni compiute dal lanciatore nelle pedane circolari prima del raggiungimento del
piazzamento finale, atte ad accelerare maggiormente il sistema atleta-attrezzo, per produrre
una più elevata velocità di uscita dell’attrezzo rispetto ad un lancio da fermo.

UNITA’ MOTORIA
Insieme di fibre muscolari innervate da un singolo motoneurone, costituente un’unità
funzionale. Le capacità di reclutamento di un maggiore o minore numero di unità motorie
determinano il livello di forza esprimibile. Esse sono fortemente influenzabili da un allenamento
specifico.

USCITA (angolo di)


Angolo formato dalla traiettoria del baricentro dell’attrezzo o dell’atleta, con il piano parallelo al
terreno passante per il baricentro stesso o al momento dell’inizio della fase di volo,
rispettivamente nei lanci e nei salti.

Glossario 150
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VELOCITA’ DI USCITA
Velocità del baricentro dell’attrezzo o dell’atleta all’inizio della parabola di volo, rispettivamente
nei lanci e nei salti. A parità di altezza e angolo di uscita, la velocità rappresenta il fattore
determinante per l’incremento della parabola di volo.

VO2max
Massimo consumo di ossigeno. Attivazione massiva del meccanismo aerobico (glicolisi
aerobica), che corrisponde ad una frequenza cardiaca approssimativamente del 10% superiore
a quella della soglia anaerobica.

Glossario 151
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Glossario 152

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