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2) Mi racconti tra le esperienze che ha maturato quella che ritiene più significativa…
a. Beh, sicuramente l’esperienza che mi ha formato di più è stata quella
dell’erasmus…è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere tanto, anche
professionalmente. Le spiego il perché…
b. Mi chiamo Gianni Rossi, ho 27 anni, sono nato a Milano, ho due fratelli e una
sorella…
c. Non saprei, ho fatto tanti lavoretti ma niente di particolarmente significativo, anche
se in ciascuno di essi ho imparato qualcosa di nuovo, per esempio…
5) Bene sig. Rossi, siamo arrivati alla conclusione del colloquio per la posizione per
la quale si è candidato. Prima di salutarla, ha qualche domanda da farmi?
a. Sì, una sola. Vorrei capire un po’ meglio quale contratto offrite. Quale sarà il livello
di inquadramento e in linea di massima la retribuzione?
b. In realtà avrei più di una domanda da farle. Sono molto curioso di capire qualcosa
in più sul contenuto della posizione, sulle vostre aspettative nei confronti di chi
ricoprirà il ruolo e sul team nel quale sarò eventualmente inserito.
c. No, è stata chiarissima, non ho domande da farle.
Da 16 a 25 punti – Sai gestire domande difficili e sei bravissimo nel mettere al centro
dell’attenzione i tuoi punti di forza. Sai come rispondere a domande provocatorie e
sai guidare il selezionatore tra le esperienze salienti della tua vita professionale. Hai
ottime chance che il tuo colloquio vada bene.
Da 9 a 15 punti – Hai risposto correttamente, anche se potresti migliorare la tua
performance, valorizzando le tue esperienze e mostrando maggiore interesse verso
l’opportunità. Aggiungi all’impegno anche un pizzico di sagacia e spirito di iniziativa.
Da 0 a 8 punti – Hai bisogno di fare ancora un po’ di pratica ed imparare a dare
risposte pertinenti. Essere sinceri e dire quello che si pensa è importante, ma
ricordati che il colloquio non deve essere mai scambiato per una seduta dallo
psicologo! Sii professionale, dimostra di essere motivato ed interessato, manifesta i
tuoi punti di forza, distinguiti per intraprendenza e curiosità.
Non esiste una ricetta magica per sostenere il colloquio perfetto. Ogni job interview è
diversa da un’altra ed ogni volta entrano in gioco fattori che non possiamo
prevedere: una volta è l’emozione, un’altra volta una domanda inaspettata. Tuttavia
l’esperienza e la pratica ci permettono, se non di avere la certezza, almeno di
aumentare la percentuale che il nostro colloquio abbia un esito positivo.
Che cosa è più importante per questa donna che cerca lavoro?
guadagnare bene
fare carriera
lavorare vicino a casa
Correggi!
part time
full time
Correggi!
si
no
Correggi!
orario continuato
anche per i turni notturni
solo di notte
Correggi!
- Mi parli di lei
Mi parli di lei
Molto spesso un colloquio di lavoro si apre con questa tipica domanda, che
quindi è estremamente importante.
Spesso usata per rompere il ghiaccio, la domanda è così vaga che qualsiasi
risposta può andare bene. O quasi.
Il punto principale da tenere a mente quando rispondi, è che ti viene
chiesto chi sei da un punto di vista professionale, e non personale.
Si descriva in 3 parole
La consegna è semplice:
Tre parole ti hanno chiesto, tre parole avranno: non due, non quattro, ma
tre.
Allora pensa alla lista dei tuoi pregi, e cerca tre lati del tuo carattere su cui
puntare.
Se ti serve qualche spunto, ti aiutiamo noi: ecco una lista di oltre 50 pregi e
difetti per il colloquio di lavoro!
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Come?
Prima del colloquio preparati una scaletta mentale su cui puoi strutturare la
risposta:
Sii breve, e concentrati sui tuoi elementi di spicco, così che anche
l'esaminatore se ne possa ricordare con facilità!
Fai un elenco delle tue migliori qualità, e scegli solo le più rilevanti per il
lavoro che stai cercando. Racconta poi degli esempi concreti in cui hai
messo in mostra i tuoi punti forti.
Ma attento:
Questa potrebbe essere una delle domande più importanti del tuo colloquio
di lavoro, e molto spesso viene presa alla leggera.
Ecco perché ti conviene leggere la guida che spiega nel dettaglio come
rispondere alla domanda sui tuoi punti di forza!
Non sottovalutare questa domanda: come per i punti di forza, anche i punti
di debolezza sono elementi fondamentali in un colloquio di lavoro, ma
troppo spesso non vengono preparati.
Una volta che hai detto quali sono i tuoi difetti, parla di quello che stai
facendo per migliorarti.
Allora leggi la nostra guida completa su come rispondere alla domanda sui
tuoi punti di debolezza!
I reclutatori usano spesso domande astratte per capire cosa c'è al di là degli
aspetti formali del Curriculum Vitae.
E non aver paura di dare risposte sincere: i sogni ambiziosi ma sinceri sono
visti in modo positivo, soprattutto se possono spingerti a raggiungere un
qualche obiettivo lavorativo.
Ogni lavoro procura una certa quantità di stress, e sapere cosa fare per
gestirlo è un ottimo punto a tuo favore.
Se non ti è mai capitata una situazione del genere, rispondi che non ne hai
esperienza, ma che sei pronto a seguire le indicazioni che ti saranno date, a
prescindere dall'età di chi te le fornisce!
...e ricordati che il giornale sportivo di ieri sera non rientra nella categoria
“libri”.
Battute a parte, scegli con cura le passioni personali che metti nel tuo
Curriculum Vitae, e indica solo quelle in cui sei davvero un appassionato,
perché le reazioni possono essere due:
Secondo ciò che sai della cultura aziendale, dovresti capire se la vera
differenza per l'azienda è avere una ricaduta positiva sull'ambiente,
aumentare il fatturato o magari raggiungere la posizione leader nel
mercato.
Pensa a quelli che sono i tuoi valori personali, e metti in risalto gli aspetti
che si sovrappongono - potresti misurare il successo in base al numero di
vendite fatte, o ad un giusto compromesso tra lavoro e vita privata, o al
superamento di tutti gli obiettivi che ti eri posto.
È un altro modo per chiederti quale sarebbe il tuo capo ideale, e per capire
a che sistema di valori sei più improntato.
È un modo meno diretto per chiedere delle tue passioni, o per verificare che
quello che hai detto è vero - che immagine si faranno di te, se dici che hai la
passione del trekking ma poi passi tutti i weekend sdraiato sul divano?
Ami avere nuove sfide ogni momento, o preferisci ricavarti una sicura
routine?
Enfatizza un paio di caratteri del tuo modo di lavorare che siano in linea
con quanto ti aspetti dal nuovo lavoro!
Aspettatela quindi se hai indicato molte qualità, senza aver messo però
elementi concreti a supporto (ricorda la regola d'oro, show don't tell).
E se gestire lo stress non è tra i tuoi punti di forza, mentre lo dici cerca di
sottolineare quello che fai per migliorare questo lato del tuo carattere!
Non usare aggettivi che non c'entrano nulla con quello che hai detto di te,
ma resta sempre coerente.
Non ci sono secondi fini dietro questa domanda: davvero vuole sapere se
preferisci lavorare da solo o in gruppo, e il perché è facile da immaginare.
È una domanda per tastare la tua personalità, e per capire se sia in linea
con la posizione che ti viene offerta.
Usa un po' di tattica: se dovrai passare le tue giornate davanti ad un pc, non
rispondere che riesci a lavorare solo se parli con qualcuno ogni mezz'oretta.
È questa motivazione il punto centrale della risposta, quindi fai una scelta
in linea con un contesto lavorativo.
Se c'è qualcosa che vorresti il tuo capo non sapesse mai, un buon motivo ci
sarà, quindi non rispondere la prima cosa che ti viene in mente, ma prenditi
un momento per pensarci.
Forse è davvero così, ma visto che ti stanno chiedendo cos'è che ti motiva
nella tua giornata, potrebbe non essere una buona risposta!
Una citazione può dire tanto su quello che siamo, sui valori che ci ispirano,
sui modelli che vogliamo seguire.
Non cerca risposte sul credo religioso, ma sul rapporto che uno ha con sé
stesso.
Perché?
Perché Oprah crede che una componente fondamentale per il successo sia
proprio questa capacità di essere in perfetta sintonia con chi si è veramente!
E sì, è stata sentita troppe volte per pensare che sia solo un brutto incubo.
Pensi non abbiano avuto voglia di leggere il CV?
Forse hai ragione, forse hai torto, in ogni caso tu racconta le tue esperienze.
In ogni caso, è un'ottima occasione per aggiungere tutti quei piccoli dettagli
che hai dovuto eliminare quando hai scritto il Curriculum, sfruttala al
meglio delle tue possibilità!
Può succedere che sul momento non ti vengano in mente proprio i momenti
migliori, e che quindi sprechi quest'occasione per fare una buona
impressione.
A mente fredda è molto più facile ricordare quali sono stati i successi più
importanti della tua carriera lavorativa: per tua fortuna ci hai già dovuto
pensare, mentre scrivevi il Curriculum Vitae!
Ripensa quindi a cosa hai scritto sul tuo Curriculum, e rispondi con i
successi che hai evidenziato lì: è un ottimo punto di partenza, che puoi
ampliare a piacere.
Inizia parlando degli aspetti che secondo te possono essere più rilevanti per
la nuova posizione, e poi entra sempre più nei dettagli.
Ti sei concentrato solo sullo studio, o hai portato avanti studio e lavoro?
Come ci sei riuscito, e con quali risultati?
Ma se non hai alcuna qualifica, perché tutto quello che sai l'hai appreso sul
campo?
Allora nella tua risposta passa subito a parlare della tua esperienza diretta,
e valorizzala!
E ricorda che esserti preso del tempo per crescere come persona è un valore
aggiunto, e non una colpa.
Nel caso contrario, vuol dire che hanno visto in te possibilità adeguate,
anche senza esperienza diretta.
Allora questa domanda ha lo scopo di verificare che anche tu sia sulla stessa
lunghezza d'onda: quindi una buona risposta riconosce che sei
effettivamente senza esperienza, ma che in compenso le tue abilità di punta
sono proprio quelle richieste per fare al meglio quel lavoro!
Non sempre si può essere d'accordo con le istruzioni che arrivano dall'alto,
e questo capita a chiunque.
Quando racconti la tua storia quindi, sottolinea tutto quello che hai fatto,
assumiti le tue responsabilità, senza scadere mai in commenti spiacevoli
per i tuoi capi precedenti: non è il caso di darti a pettegolezzi inutili.
Insomma, se hai studiato Storia e cerchi lavoro nel Marketing, aspettati una
domanda del genere.
E poi rispondi con sincerità: può essere che le prospettive di lavoro legate a
quegli studi particolari non facessero per te, oppure che hai studiato quello
che ti piaceva, ma poi hai cercato lavoro in tutt'altro ambito.
Ah, non possono sapere se quello che gli dici è davvero l'ultimo in ordine
cronologico, quindi puoi scegliere quello che vuoi: non sbagliare scelta!
Allora porta il discorso su cosa hai imparato dal tuo errore, e cosa hai fatto
per evitare di ripeterlo!
Succede, e nasconderlo non serve a nulla, quindi sii sincero sui motivi.
Disporre del tuo tempo libero a favore di una qualche causa che ti sta a
cuore è un'ottima cosa:
È un modo per dare concretezza alla frase del tuo curriculum che dice
“Ottime abilità interpersonali”.
Se hai passato dieci anni della tua vita in un ufficio con le stesse persone,
ma dopo un paio di mesi che hai smesso di lavorare lì, non hai più alcun
contatto con loro, magari le tue “abilità interpersonali” non sono così
profonde come credevi...
O forse hai un'app sul cellulare su cui annoti di tutto, dalla lista della spesa
agli appuntamenti cui devi andare?
Anche non usare alcun strumento dice qualcosa su di te: o che hai una
memoria formidabile e una capacità innata di organizzazione, oppure che
non sei così organizzato come credi.
Perché volevi approfondire gli studi, e per sicurezza hai rifatto due volte
ogni esame.
I motivi sono infiniti: a prescindere da quale sia il tuo, cerca di dare una
spiegazione che sia accettabile da un punto di vista lavorativo, e che non
metta in evidenza la curiosa relazione tra le lezioni mancate e le partite
della tua squadra del cuore!
Sempre di più le lingue sono uno dei primi elementi che vengono cercati
dalle aziende.
Se hai dei certificati autorevoli che attestano il tuo livello, loro parlano al
posto tuo.
Altrimenti, cerca di essere oggettivo nel valutare le tue competenze: anche
perché la prossima domanda del tuo colloquio potrebbe essere proprio in
quella lingua!
Dietro questa domanda si nasconde una semplice paura: che non sei
davvero interessato a quel lavoro, ma solo a lavorare, e che appena troverai
di meglio te ne andrai via alla velocità della luce.
La convivenza è stata difficile? Allora lascia perdere gli errori del tuo capo e
sottolinea la tua capacità di venire a patti con idee e progetti su cui non eri
d'accordo!
Ci sono incontri che possono aver dato una svolta unica alla tua vita: capire
chi e perché, è un modo per capire qualcosa di più su di te.
O al contrario se sei disposto ad investire tutto quello che puoi dare nel
lavoro, anche oltre i limiti “tradizionali”.
Se hai fatto un po' di ricerche prima del colloquio, saprai quale delle due
risposte è quella giusta per la cultura dell'azienda.
esperiMa se non sei sicuro, una buona risposta può evidenziare le tue
capacità di organizzazione - che ti permettono di finire tutto nelle ore a
disposizione - ma anche la tua disponibilità a completare gli incarichi oltre
l'orario di lavoro se talvolta dovesse essere necessario - perché sai quanto è
importante portare a termine il lavoro.
Serve per capire meglio quanto vai bene per la situazione lavorativa che ti
aspetta.
Evita di rispondere con un lavoro simile a quello che andrai a fare, non
sarebbe certo la risposta migliore che puoi dare!
Richard Branson è tra quelli che non amano i Curriculum Vitae così tanto
da basarsi solo su quello che c'è scritto - altrimenti il colloquio a cosa serve?
O ancora sei andato a vedere quel museo che erano secoli che volevi
visitare, o a vedere la finale dello sport di cui sei un grande tifoso?
Sono tantissime le cose che un viaggio può dire su di te, su chi sei e su cosa
cerchi!
In base a quello che sai del nuovo lavoro, evita di parlare di elementi che
potrebbero ripresentarsi subito nella nuova posizione.
E non arrivare mai a parlare male di colleghi e capi: anche chi ti sta di
fronte potrebbe essere un tuo collega o il tuo capo di domani!
Magari sì: anche se questa fosse la tua risposta sincera, non puoi darla!
Rassicura chi hai di fronte sulle tue intenzioni serie, sottolineando i motivi
che ti hanno spinto a dare le dimissioni nelle altre occasioni - e che
ovviamente non ci sono in questa nuova situazione.
E allora potresti parlare del prestigio di cui gode nel settore, della sua
crescita, dell'ambiente di lavoro, della mission aziendale, del carisma
riconosciuto dei capi...
Vogliono essere rassicurati sul fatto che non cambierai azienda, o che non
cambierai tipo di lavoro? O magari stanno testando la tua ambizione - o la
mancanza di ambizione?
Tutto, dovresti sapere tutto, anche il gusto di gelato preferito dal CEO!
Non sempre però riesci a studiarti bene un'azienda prima del colloquio di
lavoro, oppure le informazioni non sono così specifiche come vorresti.
Può essere una buona idea mostrarti preparato ma non troppo: così puoi
dimostrare di aver fatto le tue ricerche sull'azienda - ottimo modo per
dimostrare il tuo interesse - senza essere così supponente da sapere tutto.
Come?
Tra le cento domande del colloquio di lavoro, era impossibile non averne
almeno una sui soldi.
Non c'è troppo da esser contenti però, perché nessuno è d'accordo su come
bisognerebbe rispondere a questa domanda.
Alcuni sostengono che devi evitare di dare una risposta: rigira la domanda,
temporeggia, fai finta di svenire, ma non essere il primo a parlare di
numeri.
Altri consigliano invece di non dare una cifra cifra sola, ma di indicare gli
estremi con un minimo e un massimo, così da assicurarti un certo spazio
“di manovra” per negoziare.
Se non c'è accordo, è perché non c'è una risposta migliore a priori, ma devi
scegliere quella che funziona meglio nel tuo caso specifico.
E qualsiasi sia il tuo approccio, su un elemento non puoi sbagliare: non farti
trovare impreparato, fai le tue ricerche, e assicurati di sapere quanto vale la
tua esperienza in un certo ruolo!
Lo sanno bene gli esaminatori, che cercano di capire quali sono i canali di
informazione che hanno funzionato nel tuo caso, per sapere come
comportarsi per le prossime occasioni.
Ovvio che pensi di essere la persona giusta, ma spiegare perché è un po' più
difficile.
In realtà devi pensare a quello che hai già analizzato facendo il Curriculum
Vitae e la lettera di presentazione: i punti di contatto tra te e la posizione
aperta.
Quello che vogliono sapere da te è cosa ti spinge, che cosa ti interessa della
posizione.
Semplicità o meno, ti sta chiedendo se hai fatto i compiti a casa: hai letto
bene l'annuncio, hai cercato di capire i doveri, le mansioni, le responsabilità
del lavoro che ti aspetta?
È disposto a viaggiare?
Nessun secondo fine: ti stanno davvero chiedendo se sei disponibile a
viaggiare.
In alcuni casi, può voler dire fare degli spostamenti in giornata, più o meno
frequenti; altre volte, potrebbe significare fare trasferte di più giorni,
magari anche all'estero.
È disposto a trasferirsi?
O sei tu che stai facendo un colloquio per un posto di lavoro lontano da casa
tua, oppure è l'azienda che pensa, prima o poi, di trasferirti presso altre sedi
- o di cambiare lei stessa sede.
In entrambi i casi, è della tua vita personale che si sta parlando, devi essere
pronto a rispondere avendo ben chiaro cosa significa una risposta
affermativa.
Parla dei piani che hai per la tua carriera, dei tuoi obiettivi a breve termine
prima e di quelli a lungo termine poi, e di quello che pensi di fare per
raggiungerli.
Non dare l'idea di aver già pianificato anche quando lascerai la nuova
azienda!
Ma qui non stiamo parlando del tuo piatto preferito, o dei gusti del tuo
recruiter.
È possibile quindi che ti chiedano cosa faresti, per valutare le tue capacità
manageriali, e per assicurarsi che sia in grado di fare il tuo dovere quando
necessario, e che riesca a farlo in modo tale da non danneggiare l'azienda.
Assicurati di aver provato ogni altra soluzione, e, nel caso fossi obbligato,
puoi dire che seguiresti questi quattro passi:
Non esistono risposte sbagliate, basta che tu riesca a dare buoni motivi per
la tua scelta!
Come spesso accade, il punto importante è il motivo che ti spinge verso una
certa risposta - o verso un certo oggetto in questo caso.
Quindi qualsiasi cosa può andar bene, finché la riesci a motivare in modo
convincente!
C'entra invece con la tua personalità: una domanda del genere serve per
metterti in una situazione astratta, toglierti qualche paletto mentale, e
vedere come ragioni a briglia sciolta.
Una domanda strana, ma serve per vedere quali pensi siano i valori che per
te contano di più, in un contesto lavorativo realistico.
Se stai facendo un colloquio per un'azienda che ha una cultura ben definita,
magari fatti ispirare dai loro valori…
Gli esaminatori cercano di portarti fuori dalla tua comfort zone, per vedere
come ragioni in contesti del tutto imprevisti.
No, se scegli oggetti che possono avere una giustificazione logica - che
ovviamente dai.
a sera prima del colloquio di lavoro guardati “The Wolf of Wall Street” e sei
a posto, saprai come vendere quella penna!
Ma questi pensieri li farai dopo, sul momento cerca di dare una risposta
accettabile, magari puntando sulla simpatia!
La risposta?
Allora, scegli una storia che ti piace e che conosci bene, fai un bel respiro e
inizia a raccontare!
Immagina che arrivi Jeff Bezos e ti dia 40.000 dollari per la tua nuova
azienda: cosa fai?
Una domanda senza finalità pratiche (no, non ti daranno 40.000 dollari per
vedere cosa ne tiri fuori), ma utile per andare al di là delle solite formule
precostituite sui tuoi sogni, e, perché no, vedere quanto spirito
imprenditoriale sai tirare fuori.
...ma è sbagliata!
Infatti, già il quarto giorno riesce a raggiungere la cima!
È chiaro che l'approccio è la parte più importante della risposta, quindi non
ti dare per vinto: fai domande, ragiona a voce alta, e cerca nuovi punti di
vista!
La risposta breve?
La risposta lunga?
Se parti dal Polo Nord, e segui le istruzioni, in pratica compi tre lati di un
triangolo, tornando al punto di partenza, perché (con buona
approssimazione) la Terra è una sfera.
Così con il miglio a Sud arrivi sulla circonferenza, con il miglio a Ovest
percorri l'intera circonferenza, e con il miglio a Nord ritorni al punto di
partenza.
10 centesimi.
No, fermo!
Rifletti
Se fosse così facile, non te l'avrebbero chiesto, quindi è probabile che sia la
risposta sbagliata.
Se stai zitto, chi sarà di fronte a te non capisce se stai andando nella
direzione giusta, oppure se stai brancolando nel buio; in entrambi i casi,
non avrà modo di aiutarti.
Per questa domanda specifica, la risposta la trovi ragionando sul fatto che
un forno, quando viene acceso, si scalda.
Ma come, hai un coltello che si autodistrugge dopo che lo usi tre volte?
Perché hai comprato una cosa del genere?
E poi?
Con l'ultimo colpo di coltello taglia la torta a metà in senso orizzontale: così
i pezzi diventano otto, e il coltello può esplodere felice di aver raggiunto il
suo scopo!
Potrebbe essere una soluzione, se non fosse che quando ti sveglierai non
avrai neanche più un lavoro, probabilmente.
Cosa fai, ne leggi una ogni dieci? Purtroppo la fortuna non è al tuo fianco, e
non è qualcosa su cui fare affidamento.
Quando prendi la seconda, può essere dello stesso colore, o del colore
opposto.
Ma quando prendi la terza, per forza fa il paio con una delle due calze
precedenti: la risposta è 3!
Se tiri fuori una mela, la cassa avrà solo mele. Quindi la cassa etichettata
come “solo arance” deve per forza avere la frutta mista, e l'ultima cassa sarà
solo di arance - e se tiri fuori un'arancia, segui lo stesso ragionamento e
avrai la risposta.
È una delle domande che si è diffusa di più a partire dai colloqui di Google,
è anche stata tra quelle che hanno contribuito alla moda delle domande
“brainteaser” nei colloqui di lavoro - soprattutto nei colloqui per lavori IT.
Infatti è una domanda assurda, che non richiede una risposta giusta: quello
che richiede è un ragionamento, che sia valido e logico.
(Nemmeno chi ti farà questa domanda sa quante palline ci possono stare
nello scuolabus!)
Allora dai loro quello che ti chiedono: ragiona a voce alta, spiega cosa
faresti, usa carta e penna, e cerca di ipotizzare una risposta, senza dire il
primo numero che ti viene in mente!
E ricorda: