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L’ACCIAIO E LA CULTURA DEL RESTAURO

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PESARO E URBINO

INCONTRI DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE SULL’INGEGNERIA DEL RESTAURO

IL LEGNO E L’ACCIAIO NELLA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA


URBINO - Novembre 1998

INGEGNERIA DEL RESTAURO – L’ACCIAIO


Prof. Ing. Vittorio Mosco

1. L’ACCIAIO E LA CULTURA DEL RESTAURO

Attualmente la riqualificazione dello spazio costruito rappresenta uno dei

punti fondamentali nella strategia di rinnovamento delle grandi aree urbane.

Tale opportunità è basata sulla possibilità di recuperare e trasformare il

patrimonio edilizio esistente, ripristinando qualità abitative in sintonia

con gli attuali bisogni dell’uomo e dell’ambiente. Peraltro la necessità di

salvaguardia del patrimonio architettonico storico nella sua interezza comporta

nuovi indirizzi nel progetto di conservazione che possono guidare – in maniera

non più conflittuale – gli interventi di restauro sia architettonico che strutturale,

rispettandone i complessi valori documentali, culturali, simbolici, nell’ambito

dell’attuale quadro normativo.

Il problema del recupero e dell’adeguamento di vecchie strutture porta spesso

con sè quello dell’affiancamento di strutture tradizionali con strutture in

acciaio.

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L’ACCIAIO E LA CULTURA DEL RESTAURO

L’uso dell’acciaio in combinazione con la muratura, in pietra o laterizio, è

molto antico, ma lo stesso nel tempo ha assunto ruoli e significati differenti.

Tipico è il caso di incatenamenti in acciaio di vecchi orizzontamenti, legati

alla muratura verticale con “bolzoni” posti nel piano verticale a contrasto con la

muratura, così come di cerchiature di colonne, che presentino sintomi di

degrado o spanciamento, con strisce e collari di acciaio.

Analogamente è frequente l’uso di catene in acciaio all’imposta di archi in

muratura e nella cerchiatura di cupole murarie in dissesto che ebbe poi a

divenire pratica costruttiva corrente anche per cupole di nuova costruzione, le

quali venivano dotate di cerchiature inserite nel corso della realizzazione della

formazione voltata, nella posizione più idonea per contenere le spinte.

In tale ambito interessanti risultano i trattamenti termici effettuati sulle barre

per ottenere stati di coazione con il successivo raffreddamento, azione simile

alle operazioni di tecnica delle chiodature, estesi anche alle cerchiature delle

cupole e delle colonne dissestate per una completa aderenza alle membrature

da consolidare.

In tali utilizzi comunque l’acciaio viene a svolgere prevalentemente la funzione

di assorbire le trazioni che la muratura non è in grado di contrastare: trattasi

però di impieghi di tipo localizzato e sporadico.

Con la rivoluzione industriale si verificò una evoluzione nell’impiego

dell’acciaio: infatti la necessità di ambienti con ampie luci libere e notevole

flessibilità funzionale e nel contempo la disponibilità di materiali, quali l’acciaio

con caratteristiche meccaniche sempre migliori, portarono l’attenzione dei

progettisti verso questo materiale che da solo era ottimamente in grado di

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L’ACCIAIO E LA CULTURA DEL RESTAURO

soddisfare esigenze di resistenza e leggerezza assumendo qualsiasi tipo di

sollecitazione.

Nel campo del restauro degli edifici in muratura, l’acciaio recita da tempo

un ruolo primario sia nel consolidamento statico delle strutture primarie, sia

nelle soluzioni progettuali relative all’adattamento e ristrutturazione degli spazi

fisici, collocandosi così da protagonista per i suoi pregiati requisiti tecnici.

Nelle varie forme in cui l’acciaio è oggi reperibile – profilati laminati a

caldo, prodotti tubolari, profilati sagomati a freddo, lamiere piane o

grecate, barre, fili, trefoli, con molteplici caratteristiche di resistenza e

durevolezza e nelle varie qualità – da quelle dell’acciaio ad elevatissimo

limite elastico a quelle dell’acciaio ad ossidazione controllata o

inossidabile, questo materiale si propone oggi per soluzioni strutturali

validissime e le rende possibili attraverso le più moderne tecniche

operative, come gli interventi di consolidamento statico mediante

l’utilizzo di barre tese o meno, nella costituzione di cuciture con reticoli

cementati.

Le caratteristiche di versatilità dell’acciaio, per la sua essenzialità di forma-

profilo, per le sue caratteristiche di resistenza e per la sua capacità di offrire

schemi statici di visibile intuizione, ne favoriscono l’impiego negli interventi per

il consolidamento di strutture murarie, per l’adeguamento o il miglioramento

del sistema strutturale murario nei riguardi delle azioni sismiche, realizzando

sistemi di connessione nei piani orizzontale e verticale, come prescrive la

norma.

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L’ACCIAIO E LA CULTURA DEL RESTAURO

Per quanto attiene agli specifici interventi di adattamento o di trasformazione

degli spazi fisici che prevedono, nell’ambito del restauro degli edifici, la

formazione e l’inserimento di nuovi insiemi strutturali, l’acciaio è in grado di

apprestare soluzioni progettuali affidate ad una matrice chiaramente

diversificata, che assicurano alle stesse impostazioni strutturali, proprio per

la loro diversità, il rispetto dei canoni informatori della teoria del restauro.

In tali casi l’intervento in acciaio, confrontandosi e contrapponendosi con la

struttura muraria esistente, appare come una precisa definizione che resta

chiaramente individuata.

E’ a questo punto che la cultura architettonica nel restauro scopre che il suo

massimo impegno è di recuperare la possibilità dell’incontro tra i materiali, le

forme e le tecniche costruttive.

Comunque i nuovi interventi devono essere immediatamente

individuabili con chiarezza formale e devono avere caratteristiche di

reversibilità, con tecnologie e materiali che possono essere rimossi senza

danno alla “fabbrica”.

In tale ottica l’impiego di strutture in acciaio si inquadra perfettamente nel

rispetto dei criteri informatori preconizzati dalla moderna teoria del restauro.

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L’ACCIAIO E IL RECUPERO EDILIZIO

2. L’ACCIAIO E IL RECUPERO EDILIZIO

Nella vastissima gamma di esperienze di impiego dell’acciaio nel recupero e

nel restauro edilizio possiamo individuare, per un primo schema di

classificazione due categorie principali nelle quali si collocano:

a) Gli interventi che si riferiscono all’intero sistema statico-costruttivo,

attraverso operazioni di sostituzione, ovvero di ripristino,

consolidamento, adeguamento.

b) Gli interventi che coinvolgono il significato fruitivo e formale

complessivo dell’organismo architettonico preesistente.

Nell’ambito della prima categoria possiamo distinguere anzitutto le procedure

di sostituzione di elementi strutturali (a-1) da quelle di ripristino,

consolidamento, adeguamento (a-2).

a.1. Nelle prime si collocano gli interventi sulle fondazioni, sulle ossature murarie

portanti, sui solai di tipo piano e a volta, sulle coperture che possono avvenire

a vari livelli di consistenza.

La sostituzione di solai in legno con solai realizzati con travi in acciaio,

lamierino e getto di soletta integrativa è ormai consueta, così come la

sostituzione di capriate in legno con capriate metalliche poste a sostegno delle

coperture degli edifici e conseguente completo rifacimento del solaio di

copertura e del relativo manto.

Più impegnativi sono i casi in cui, nella volontà di mantenere solai preesistenti

piani o a volta, si procede ad una loro “devitalizzazione” strutturale

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L’ACCIAIO E IL RECUPERO EDILIZIO

complessiva, affiancandoli a nuove strutture in acciaio destinate tuttavia a

rimanere occulte ad intervento finito.

a.2. Ma la classe di interventi più sofisticata e complessa dal punto di vista

strutturale è certamente quella relativa alle operazioni di ripristino,

consolidamento, adeguamento, di strutture esistenti.

Per quanto riguarda il ripristino e il consolidamento ci si riferisce

all’esecuzione di un complesso di opere necessarie per restituire al fabbricato

la efficienza costruttiva e statica preesistente alle cause del danneggiamento

o del degrado.

Per quanto riguarda l’adeguamento, l’intervento è rivolto al miglioramento

delle prestazioni strutturali allo scopo di rendere la costruzione idonea a

fronteggiare nuove esigenze funzionali ovvero ambientali.

Strutture ad arco, a volta, come anche impalcati piani di solaio,

originariamente destinati a supportare determinati carichi possono, in seguito

alle modificazioni storiche dell’edificio, trovarsi nella condizione di supportare

carichi inizialmente non previsti, nuove partizioni interne dei vani, ecc. ovvero,

affaticate da azioni esterne improprie, possono riacquistare la capacità

portante originaria attraverso l’uso di incatenamenti, di tirantature, di

cerchiature attraverso le quali si possono riassestare anche deformazioni non

congruenti con il corretto funzionamento della struttura stessa.

Strutture murarie continue sono spesso oggetto di sottrazioni localizzate di

dimensioni variabili: dal caso di semplice architravatura si può arrivare alla

sostituzione di vaste specchiature di muri con una struttura intelaiata in

acciaio.

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L’ACCIAIO E IL RECUPERO EDILIZIO

Ulteriore caso è rappresentato dall’adeguamento sismico di edifici storici

laddove sono ormai consolidate varie tecniche di intervento che prevedono

una forte interazione tra la struttura originaria e le strutture in acciaio aggiunte

per l’ottenimento del requisito sismico.

All’interno della categoria b) possiamo sottoclassificare due casi, a seconda

che agli interventi sull’antico si possa associare una significativa

modificazione dell’organizzazione statico-costruttiva della preesistenza

(b-1) ovvero, al contrario, il rapporto nuovo-antico avvenga per semplice

accostamento senza interazione tra il nuovo impianto architettonico e le

antiche strutture (b-2).

L’inserimento di nuovi piani e volumi all’interno di organismi architettonici di

grande dimensione è il caso più frequente nell’ambito di questa categoria:

infatti nuove destinazioni d’uso postulano, in genere, nuove superfici e volumi,

più frazionati rispetto all’unica superficie e volume disponibili.

Inoltre l’allestimento di strutture funzionali per la mobilità pedonale verticale ed

il trasporto di oggetti (scale, ascensori, montacarichi), così come l’allestimento

di reti e volumi tecnici di impianti può interagire con i caratteri della

preesistenza.

Fanno ancora parte di questa categoria la demolizione integrale delle

strutture orizzontali e verticali interne ad un edificio storico con

conservazione del solo involucro esterno con conseguente ricostruzione di

strutture verticali e solai, ovvero interventi parziali di accorpamento di spazi

originariamente frazionati per costituire entità funzionali destinate ad uso

collettivo (teatro, sala convegni, ecc.) laddove comunque si generano

problemi non semplici di congruenza tra nuovo ed antico.

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture murarie

3. L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE

3.1. IL RESTAURO DELLE STRUTTURE MURARIE

Gli interventi di restauro strutturale sugli organismi murari possono essere

raggruppati secondo diverse tipologie che in sintesi possono essere

classificati nelle seguenti categorie:

a) CONSOLIDAMENTO CONSERVATIVO

Il fabbricato viene consolidato in tutto o in parte delle sue componenti

strutturali (muri, solai, volte, ecc.) senza alcuna modifica della propria

volumetria.

I relativi interventi si articolano, a seconda della loro importanza, in operazioni

di:

a.1 Salvaguardia

a.2 Ripristino

a.3 Adeguamento

b) RISTRUTTURAZIONE

Le operazioni di ristrutturazione, di maggior rilievo rispetto alle precedenti,

possono comportare modifiche sia nella volumetria del fabbricato che nella

sua specifica articolazione interna e si articolano in:

b.1 Svuotamento

In questi casi viene conservata la volumetria esterna del fabbricato in quanto

vincoli ambientali ne richiedono la integrale conservazione delle facciate, ma

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture murarie

la struttura portante viene completamente sostituita con tecnologie e materiali

moderni, determinando una ossatura interna capace di far fronte alle nuove

esigenze statiche.

b.2 Inserimento

La preesistente struttura viene integrata con nuove strutture inserite all’interno

della esistente volumetria in modo da ottenere una più razionale utilizzazione

degli spazi interni.

b.3 Sopraelevazione

Nuove esigenze funzionali impongono la sopraelevazione di un fabbricato

esistente, previo controllo ed eventuale rafforzamento delle esistenti

fondazioni e strutture verticali.

b.4 Alleggerimento

Necessità statiche di riduzione dei carichi in gioco possono suggerire

l’alleggerimento del fabbricato mediante demolizione, anche parziale, di uno o

più piani in sommità, ovvero di strutture interne allo stesso punto.

Le relative tecnologie di intervento variano sia per le differenti tecniche

costruttive che per i diversi elementi costruttivi.

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro dell’architettura in ferro

3.2. IL RESTAURO DELL’ARCHITETTURA IN FERRO

Esaminando alcune caratteristiche peculiari degli edifici a struttura metallica

dell’Ottocento (quasi sempre destinati alla fruizione pubblica come stazioni

ferroviarie, mercati, pensiline, padiglioni per esposizione, ecc.), si riscontrano

caratteristiche comuni come la assenza di involucro murario con estese zone

illuminate a giorno, le altezze ed i volumi spesso smisurati e grandi campate

con esili supporti.

Tale impostazione architettonica, quasi sempre di raffinata eleganza formale,

peraltro comportava non lievi difetti di concezione strutturale e tecnologia

esecutiva come la totale assenza di strutture di controvento e la conseguente

insufficiente rigidezza dei telai, ossatura trasversale degli edifici stessi.

Tali aspetti, uniti spesso al decadimento materico dei vari elementi resistenti

ed alle carenze dei nodi e dei collegamenti, hanno rappresentato nel tempo i

punti deboli di siffatte strutture.

Dal punto di vista costruttivo notiamo l’impiego di elementi prefabbricati in

ghisa come colonne, mensole ed altri elementi secondari, sollecitati

prevalentemente a compressione ed in ferro (travi semplici o composte, barre

per catene, ecc.) sollecitati a flessione e trazione.

L’acciaio, presente soltanto nella seconda metà dell’Ottocento

conseguentemente alla sua industrializzazione, compare soltanto nella

realizzazione di opere di maggior impegno strutturale quali i ponti.

In particolare il degrado fisico di tali tipologie strutturali in ghisa e ferro ha varie

cause fra le quali la difficoltà specifica di una adeguata manutenzione dovuta

alle dimensioni ed alle notevoli altezze, il progressivo abbandono delle stesse

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro dell’architettura in ferro

visti gli alti costi di manutenzione ed il conseguente incremento di processi

corrosivi.

Oltre a queste, i difetti dei materiali, la ridotta resistenza delle membrature in

ghisa agli sforzi di trazione, l’eccessiva rigidezza dei vincoli, la concezione

strutturale talvolta inadeguata, la mancata ed insufficiente valutazione delle

forze orizzontali, nonchè spesso il verificarsi di eventi sismici.

In tale quadro l’intervento di restauro di siffatte strutture, peraltro non frequenti

in Italia come in altri paesi europei, deve risolvere il problema di mediare la

necessità della conservazione con quelle della stabilità e della sicurezza,

conservando il più possibile schemi ingegneristici e materiali originali.

In questa ottica concettuale di restauro conservativo possiamo ascrivere vari

recenti interventi fra i quali citiamo la Galleria Vittorio Emanuele di Milano, il

Mercato Sant’Ambrogio, il Mercato Centrale di San Lorenzo e la Pensilina

della Meridiana di Boboli a Firenze, il Ponte sull’Adda a Paderno e il Ponte

dell’Accademia a Venezia.

E’ importante da ultimo menzionare il caso più semplice, ovvero l’impiego

della carpenteria di acciaio per consolidare strutture di acciaio esistenti

di recente costruzione.

In tal caso diventa molto semplice intervenire con elementi integrativi di

rinforzo, da collegare alla esistente struttura con le medesime tecniche di

collegamento con cui la stessa era stata composta.

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro dell’architettura in ferro

Tale intervento prevede l’assemblaggio all’esistente elemento strutturale

(pilastro, trave, nodo) di piatti o profilati a mezzo di saldature o bullonature che

incrementano il modulo di resistenza del preesistente elemento.

L’incremento di resistenza alle azioni orizzontali può essere semplicemente

ottenuto aumentando la sezione delle membrature di controventamento,

ovvero con l’inserimento di nuove maglie controventate.

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture lignee

3.3. IL RESTAURO DELLE STRUTTURE LIGNEE

La accresciuta sensibilizzazione ai problemi del recupero strutturale e della

tutela del patrimonio architettonico nella sua interezza quale memoria storica

di tecniche costruttive del passato ha portato, negli ultimi tempi, ad un

rinnovato interesse verso lo studio del legno, sia per nuove costruzioni che per

il recupero di quelle esistenti.

Circa le relative tecnologie di recupero e le filosofie di intervento, queste

variano fortemente in relazione alle diverse aree culturali: a titolo di esempio ci

riferiamo al caso del Giappone, nel quale la periodica ricostruzione di

membrature e giunti in costruzioni in legno, assume un ruolo di trasmissione di

conoscenze e tecniche costruttive che alcuni principi di restauro occidentali,

che negano ogni rifacimento, tendono ad annullare nel congelamento

dell’opera quale ci è pervenuta.

In tale ambito dobbiamo evidenziare quegli interventi di rinforzo strutturale

delle strutture lignee da eseguirsi a mezzo di componenti metallici e che

possiamo suddividere in due grandi gruppi ovvero gli interventi puntuali che

interessano sezioni particolari delle membrature (una giunzione o un tratto

della membratura) e gli interventi sull’elemento strutturale, volti ad un

rafforzamento dello stesso con l’aumento della relativa rigidezza e della

resistenza.

Tra i primi troviamo inizialmente una serie di dispositivi in legno, quali zeppe,

cunei, protesi lignee, usati in funzione di solo collegamento tra elementi lignei;

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture lignee

l’introduzione di elementi metallici come chiavarde, bolzoni, reggette, staffe,

lamine metalliche, viti, ramponi, ecc. per il rinforzo dei collegamenti avviene

nel corso dell’Ottocento. Tale sistema rimane in funzione per anni con il

perfezionarsi di dispositivi costruttivi sempre più efficienti e spesso dal

pregevole aspetto estetico.

Ma l’aspetto più interessante e più attuale nei problemi di restauro delle

strutture lignee riguarda i dispositivi metallici usati per interventi estesi - le

travi armate - che consentono di ottenere travi di maggior resistenza e

rigidezza flessionale.

Nell’evoluzione di tali tipologie, le travi armate sono anche utilizzate nelle

strutture di copertura: tipico è il caso della capriata Polonceau, ma per

l’interesse che il dispositivo in generale riveste, ci si riferisce principalmente

alle strutture di sostegno dei solai.

Nella sua struttura essenziale, la trave armata è costituita da un elemento

ligneo di lunghezza pari alla luce da coprire, al di sotto della quale vengono

posizionati, con diversi sistemi di indentature, bullonature e staffature, uno o

due puntoni metallici (colonnette o contraffissi) a contrasto, collegati tra loro

ed alle estremità della trave stessa da appositi tiranti di acciaio.

Dall’evoluzione della forma più antica, sopra descritta, della trave armata, la

cui concezione struttura è di grande fascino e semplicità, traggono origine

tipologie diverse nelle quali la razionalità costruttiva cerca di sfruttare al meglio

i materiali usati.

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture lignee

Dalle prime travi armate (trave in legno, contraffissi in ghisa e tiranti in ferro),

si passa al legno e ferro e quindi recentemente all’impiego di contraffissi e

tiranti in acciaio inox.

Interventi in qualche modo analoghi possono essere eseguiti su capriate in

legno a sostegno di coperture con operazioni di tirantatura, capaci sia di

riportare in pristino la forma geometrica delle stesse che di accrescere le

relative capacità portanti.

Frequente è anche il caso di intervento di restauro su solai in legno presenti

in costruzioni di vecchia data, laddove le travi in legno supportavano listelli di

legno (panconcelle) ovvero materiali diversi (voltine di mattoni, tavelloni in

laterizio, ecc.), con sovrastante caldana costituita da materiale pressochè

sciolto.

Tali travi, inserite agli appoggi in fori praticati sulle murature, versano in

genere in pessime condizioni conservative a causa del degrado dovuto a

vetustà (termiti, muffe, ecc.) ed alla forte umidità spesso presente nelle

murature perimetrali degli edifici.

I possibili interventi di rafforzamento delle travi lignee a mezzo di elementi

metallici sono illustrati in dettaglio nel paragrafo riguardante i solai.

La scelta di uno o dell’altro di tali interventi è condizionata da vari fattori quali il

valore e lo stato dei pavimenti e delle sovrastanti tramezzature, il valore di

decorazioni delle travi e dell'intradosso dei solai, la presenza di

controsoffittatura di particolare valore decorativo, la possibilità di lavorare

dall'alto ovvero dal basso.

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture in c.a.

3.4. IL RESTAURO DELLE STRUTTURE IN C.A.

Malgrado la loro giovane età rispetto alle strutture tradizionali, anche le

strutture in c.a. sono soggette a vari tipi di ammaloramenti dovuti alla

insufficiente protezione costruttiva delle stesse rispetto agli agenti atmosferici

che provocano l’innesco di processi di corrosione delle armature, spesso non

coperte da sufficiente spessore di copriferro, con rigonfiamenti delle stesse e

conseguenti lesioni del corpo del calcestruzzo.

Spesso si è anche verificato il degrado della struttura per inidonea qualità

dell’impasto dovuta alla cattiva qualità del cemento ovvero ad errati dosaggi

cemento-inerti o ad errato rapporto acqua-cemento nell’impasto.

Tali fenomeni, che hanno pregiudicato inequivocamente la qualità delle

strutture, hanno richiesto interventi di restauro strutturale parziale o globale,

cui l’acciaio ha potuto fornire importanti contributi, con l’applicazione di svariati

sistemi tecnologici in carpenteria metallica.

L’uso di profilati laminati a caldo o piegati a freddo con forma di L o C,

collegati tra loro mediante saldatura o bullonatura consente di realizzare un

contorno resistente continuo; per migliorare l’aderenza fra superficie esterna

del conglomerato e lamiera d’acciaio lungo il perimetro della struttura è

consigliabile un’iniezione a pressione di apposito materiale legante (malte

espansive, resine, ecc.).

Tale tecnica viene con successo impiegata sia per incrementare la resistenza

dei pilastri che possono essere rafforzati con l’aggiunta in una o due direzioni

di coppie di profilati a doppio T o a C, collegati tra loro mediante tiranti

attraversanti il corpo del pilastro in c.a., sia con il posizionamento di angolari

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture in c.a.

disposti nei quattro vertici, collegati tra loro da calastrelli saldati in piatto di

lamiera.

Nel caso di pilastri a sezione circolare può effettuarsi una cerchiatura a mezzo

di anelli disposti all’esterno di piatti verticali posti a contatto con la superficie in

c.a. ed opportunamente forzati.

Parimenti l’incremento dell’inerzia della sezione di travi in c.a. può essere

ottenuta con elementi di acciaio (profilati o piatti) collegati al conglomerato a

mezzo di bulloni o tiranti, con l’aggiunta di incollaggi.

Per quanto riguarda la riparazione di nodi trave pilastro, questi possono

essere ottenuti mediante saldature in opera dei profilati metallici di rinforzo dei

due elementi costruttivi, ovvero mediante “placcaggio” con lamiere di acciaio

incollate con resine.

Qualora sia necessario l’adeguamento sismico di una costruzione con

struttura in c.a., risulta necessario operare sull’intiera ossatura creando nuove

pareti di taglio aventi il doppio scopo di elevare la resistenza della struttura

alle forze orizzontali e nel contempo equilibrare la distribuzione delle rigidezze

intorno al centro di taglio in modo da minimizzare le pericolose oscillazioni

torsionali.

Un sistema molto pratico per realizzare una parete a taglio è quello di inserire

nelle maglie di un telaio in c.a. una “cornice” di profilati in acciaio resa solidale

al perimetro ed entro la quale si dispongono diagonali a croce di S. Andrea

ovvero disposte in modo da realizzare triangoli rigidi.

Interventi di più ampio respiro su strutture divenute insufficienti per

danneggiamenti sismici od altro prevedono il totale ingabbiamento delle

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L’ACCIAIO NELLE DIVERSE TECNICHE COSTRUTTIVE
Il restauro delle strutture in c.a.

esistenti strutture in modo che l’acciaio si sostituisca integralmente al c.a.

divenendo il nuovo protagonista statico della costruzione.

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
Le murature

4. LE TECNOLOGIE D’INTERVENTO

4.1. LE MURATURE

Il risanamento delle murature può essere rivolto ad incrementare sia la

capacità portante nei riguardi dei carichi verticali, sia la capacità di contrastare

azioni orizzontali dovute a varie cause come cedimenti di fondazione,

dissimmetrie geometriche o di carico ovvero, principalmente, azioni sismiche.

a) La capacità portante verticale può essere migliorata dai seguenti interventi:

ƒ Cerchiatura di colonne a sezione circolare a mezzo di anelli collocati

all’esterno di elementi verticali disposti a contatto con la muratura

esistente, opportunamente messi in forza.

ƒ Cerchiatura dei “maschi” murari mediante l’inserimento di angolari di

spigolo calastrellati e messi in forza da tiranti trasversali distribuiti lungo

l’intera altezza dell’elemento murario.

ƒ Rinforzo ed integrazione dei maschi murari mediante l’accostamento di

profilati in acciaio (IPE, HE, C) collegati con calastrelli.

ƒ Inserimento di colonne in acciaio in appositi alloggiamenti predisposti nelle

murature a supporto delle nuove strutture orizzontali.

ƒ Ripristino della resistenza del muro in corrispondenza di vani di apertura

mediante travi in acciaio al di sopra del vano o telai chiusi inseriti

nell’apertura e solidarizzati alla muratura mediante chiodature.

b) La capacità di supportare azioni orizzontali può essere conferita nei

seguenti modi:

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
Le murature

ƒ Incatenamento dei muri di facciata mediante l’inserimento (in appositi

vani) di travi di piano esterne, collegate ai muri di spina mediante tiranti.

ƒ Incatenamento degli spigoli murari mediante angolari verticali collegati

tra loro attraverso travi di piano e/o tiranti.

Un ulteriore sistema di consolidamento delle murature si realizza mediante

l’inserimento di un reticolo armato costituito da una distribuzione di barre

metalliche passive.

Tali barre si intersecano tra loro realizzando una sorta di struttura intralicciata,

a maglie quadrangolari “a pantografo”: la collaborazione con la muratura

contenuta nelle maglie impedisce la chiusura dei quadrilateri sicchè la

muratura stessa agisce come una sorta di puntone tra i vertici delle maglie

dando luogo ad un funzionamento a traliccio isostatico costituito da maglie

non più quadrangolari ma triangolari.

L’ancoraggio delle barre passive viene realizzato con resine epossidiche

caricate con quarzo.

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
I solai

4.2. I SOLAI

Le tipologie di solai che usualmente completano le costruzioni in struttura

muraria sono sostanzialmente di tre tipi:

ƒ solai con travi in legno

ƒ solai con travi in acciaio (profilati)

ƒ solai misti in c.a. e laterizio

Per i sopraddetti sistemi costruttivi, qui di seguito vengono illustrate le

principali tecnologie di intervento di restauro mediante l’acciaio.

a) Solai in legno

L’ammaloramento delle travi in legno che supportano i materiali di

completamento generalmente in legno o laterizio può essere risolto con

interventi di rafforzamento condotti in vario modo, ovvero:

a.1 rinforzo delle travi in legno con profilati metallici collegati

all’estradosso delle stesse travi, nel caso che queste meritino di essere

lasciate in vista;

a.2 rinforzo delle travi in legno con appositi profilati in acciaio (IPE, C,

ecc.) integrato dal contenimento delle “panconcelle” con rete intonacata;

a.3 inserimento di un nuovo solaio con profilati in acciaio e lamiera

grecata intasata da getto di conglomerato nello spessore ricavato

dall’eliminazione della caldana sovrastante il solaio in legno, che viene così ad

essere completamente scaricato;

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
I solai

a.4 semplice rinforzo con profilati in acciaio disposti trasversalmente al di

sotto dell’orditura principale lignea ed opportunamente messi in forza

(intervento avente comunque carattere provvisionale).

b) Solai con travi in acciaio

Tale tipo di solai si presentano spesso affetti da eccessiva deformabilità che

può segnalare l’esistenza di uno stato tensionale eccessivo nelle putrelle.

Molte volte ciò è dovuto al degrado delle condizioni di vincolo alle murature

che ha comportato nel tempo lo scadimento da un vincolo di incastro a quello

di semincastro ovvero di semplice appoggio.

In tali condizioni il rafforzamento del solaio può essere realizzato nei seguenti

modi:

b.1 Incremento del modulo di resistenza della sezione della putrella

saldando all’intradosso dell’ala inferiore una idonea sezione di acciaio a forma

di piatto, quadrello, ecc., ovvero all’estradosso un piatto di rinforzo.

b.2 Creazione all’estradosso delle putrelle esistenti di una soletta

collaborante in conglomerato cementizio armato, dopo aver saldato al di sopra

delle relative ali idonei connettori (pioli, tondi sagomati, spezzoni di profilato).

b.3 Inserimento di profilati in acciaio disposti trasversalmente alle travi del

solaio e posti in forza (soluzione provvisionale).

c) Solai in c.a. e laterizio

Generalmente per tale tipo di solai, di più recente costruzione, non si presenta

la necessità di intervento di consolidamento.

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
I solai

In caso contrario è possibile rinforzare i travetti in c.a. del solaio, eseguendone

il “placcaggio” mediante piatti di acciaio di adeguata sezione incollati

all’intradosso del travetto mediante resine epossidiche.

Comunque in tutti i casi esaminati è necessario disporre di opportuni cordoli

nelle murature di bordo, in c.a. ovvero in acciaio, in modo da vincolare

rigidamente le travi di solaio e realizzare la importante funzione di diaframma

orizzontale.

I cordoli in acciaio sono particolarmente indicati poichè evitano le delicate

operazioni di scasso all’interno della muratura per realizzare il getto del

cordolo in conglomerato cementizio armato.

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
Le coperture

4.3. LE COPERTURE

Le coperture dei vecchi edifici sono in genere a tetto a una o due falde,

sostenute da capriate in legno ordite in senso trasversale ovvero da travi in

legno tessute longitudinalmente con timpani trasversali in muratura.

Molto spesso risulta indispensabile la sostituzione di tali strutture in quanto il

loro degrado è sempre più avanzato rispetto alle altre parti dell’edificio

essendo queste a più diretto contatto con gli agenti atmosferici.

Inoltre, in caso di adeguamento sismico, la funzione di “diaframma” delle

strutture di copertura è ancora più importante che non quella delle strutture di

piano.

Qualora non vi siano particolari vincoli conservativi, la soluzione ottimale dal

punto di vista costruttivo si ottiene sostituendo la vecchia orditura lignea

con capriate in acciaio che sostengono una lamiera grecata integrata da

getto di conglomerato cementizio armato con rete metallica elettrosaldata.

Tali nuove capriate, oltre alla funzione di sostenere la copertura, possono

anche svolgere la funzione di irrigidimento di piano se collegate mediante

opportuni vincoli alla testa dei muri, irrigiditi a loro volta da cordoli in c.a.

ovvero in acciaio.

Nel caso di edifici a tetto con mansarda, la struttura in acciaio, che può essere

concepita con uno schema misto di capriate e trave Vierendel, sostiene

contemporaneamente il solaio di copertura e quello di calpestio di sottotetto.

Qualora le capriate lignee si trovino in buono stato di conservazione, possono

disporsi tra capriata e capriata due tiranti metallici incrociati che trasformano la

copertura in una trave reticolare mista (legno-acciaio) di grande rigidezza sul

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
Le coperture

piano orizzontale ed in grado di offrire un vincolo superiore alle pareti

perimetrali.

Tali tiranti, in acciaio inox ovvero in trefolo prestirato zincato, vengono

sottoposti a pre-trazione in modo da essere resi immediatamente attivi.

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
Gli archi e le volte

4.4. GLI ARCHI E LE VOLTE

Nel caso di archi o volte che presentano segni di degrado con avvallamenti e

depressioni causate dal divaricamento dei muri di imposta sotto l’azione delle

spinte orizzontali, il loro restauro è condizionato dalla preventiva possibilità di

consolidare le strutture verticali di imposta destinate a supportare le spinte, nel

qual caso la spinta può essere ancora affidata alle predette strutture.

Qualora ciò non sia possibile, il problema della spinta può essere affrontato in

due differenti modi ovvero:

ƒ la spinta viene eliminata facendola interamente assorbire da apposite

nuove strutture (catene o tiranti) disposte sul piano di imposta;

ƒ la spinta viene eliminata sostituendo la funzione portante dell’arco o

della volta con un nuovo solaio piano inserito all’estradosso nello

spessore del materiale di riempimento sovrastante la muratura portante,

che viene in tal modo completamente scaricata.

Nel primo caso la soluzione più efficiente e più frequentemente adottata in

passato è quella di aggiungere catene o tiranti all’altezza delle reni. Tale

soluzione, indubbiamente efficace, presenta l’inconveniente di pregiudicare

notevolmente il godimento di affreschi o decorazioni, spesso presenti sulle

volte.

Nel secondo caso– obbligatorio negli interventi in zona sismica – il nuovo

solaio può essere realizzato con profilati in acciaio integrati da idonei elementi

di completamento (lamiera grecata e getto), cui l’orditura muraria sottostante

può essere assicurata mediante tiranti verticali.

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LE TECNOLOGIE DI INTERVENTO
Gli archi e le volte

Nel caso di dimensioni rilevanti può essere conveniente sospendere la volta

ad un graticcio di travi in acciaio sovrastante mediante tiranti e sostituire il

materiale di riempimento rimosso con materiale leggero (schiume

poliuretaniche rigide, ecc.).

Altra soluzione frequentemente adottata è quella di realizzare una cappa di

calcestruzzo armata con rete metallica elettrosaldata, gettata sull’estradosso,

utilizzando peraltro pioli metallici (connettori) per collegare tra loro i due

materiali (muratura e cls). Tale tecnica presenta l’inconveniente che

l’incremento di peso determinato dal materiale aggiunto può provocare danni

alle strutture verticali o alle fondazioni ed inoltre il calcestruzzo può provocare

danni di tipo fisico-chimico alla sottostante muratura con passaggio di sali o

impedimento della traspirazione che possono risultare deleteri soprattutto in

presenza di affreschi.

Migliore appare la recente tecnica dell’ arco armato che consiste nell’apporre

all’estradosso o all’intradosso dell’arco o della volta una serie di tiranti metallici

pretesati o di fasce resistenti a trazione in grado di impedire la formazione

delle fessure di estradosso operando sia come elementi attivi che passivi.

Una tale operazione implica evidentemente la rimozione totale o parziale del

materiale di rinfianco e risulta quindi particolarmente vantaggiosa nel caso di

assenza di tale materiale come nel caso di archi o volte di copertura.

Con entrambe le soluzioni tra i tiranti e la superficie di estradosso (o di

intradosso) vengono interposti opportuni elementi distanziatori i quali lavorano

a compressione nel caso di tiranti estradossali e a trazione nel caso di tiranti

intradossali.

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SIGNIFICATIVI INTERVENTI DI RESTAURO

5. SIGNIFICATIVI INTERVENTI DI RESTAURO IN ACCIAIO

5.1 MONUMENTI
ƒ CAPPELLA RUCELLAI IN S. PANCRAZIO - Rinforzo e rialzo della volta
FIRENZE
ƒ TORRE DEL PALAZZO COMUNALE S. Scala metallica di accesso alla sommità 1983
GIMINIANO (SIENA)
ƒ LOGGIE DEI TIRATORI (GUBBIO) Restauro e consolidamento
ƒ ROCCA DI CENTO - FERRARA Sostituzione delle coperture 1985
ƒ EX CARCERE DI SAN PAOLO - FERRARA Consolidamento delle murature e delle volte e realizzazione di
passerelle e scale interne
ƒ PALAZZO MARESCALCHI - BOLOGNA Realizzazione di solai e coperture
ƒ CASTELLO DI CASTELLABATE - SALERNO Consolidamento delle murature e rifacimento dei solai e
coperture
ƒ EX CONVENTO DI S. AGOSTINO, MONTE S. Consolidamento della volta del salone
SAVINO (AREZZO)
ƒ PALAZZO BUFALINI, CITTÀ DI CASTELLO Adeguamento sismico
(PERUGIA)

5.2 EDIFICI PER IL CULTO


ƒ DUOMO DI NAPOLI Strutture di copertura della navata centrale – 1972
Transetto – Abside – Cappella S. Restituita
ƒ CHIESA DEL GESÙ, MONTEPULCIANO – Consolidamento della copertura 1988
(SIENA)
ƒ CHIESA DEI CAPPUCCINI, - CASTIGLION Realizzazione di un nuovo impalcato di solaio 1982
FIORENTINO (AREZZO)
ƒ CHIESA DEL CONVENTO DELLE CLARISSE, Consolidamento e miglioramento sismico 1988
AVERSA (CASERTA)
ƒ CAMPANILE DELLA CHIESA DOGATO - Sottofondazione con pali in acciaio
FERRARA

5.3 MUSEI E CENTRI CULTURALI


ƒ PALAZZO DUCALE - GENOVA Ristrutturazione e inserimento di nuove strutture
ƒ CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI - PADOVA Sostituzione delle strutture in legno della copertura con 1962
capriate in acciaio
ƒ GALLERIA SABAUDA - TORINO Rifacimento delle strutture di sostegno del tetto con travi 1985
reticolari ad arco
ƒ MUSEO DI CASTELVECCHIO - VERONA Impiego architettonico delle strutture in acciaio di
consolidamento (travi, cerniere, ecc.)
ƒ LA MANICA LUNGA DEL CASTELLO DI RIVOLI Restauro generale, Rifacimento copertura e inserimento di 1984
- TORINO comunicazioni verticali
ƒ MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA EX Consolidamento della copertura
OFFICINE GALILEO - FIRENZE
ƒ ANTICO PALAZZO DEI VESCOVI - PISTOIA Consolidamento dell’abside pensile, dei pilastri di facciata e 1980
della pilastrata interna
ƒ MUSEO GEOLOGICO “G. CAPELLINI” - Ristrutturazione e consolidamento 1988
BOLOGNA

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SIGNIFICATIVI INTERVENTI DI RESTAURO

5. SIGNIFICATIVI INTERVENTI DI RESTAURO IN ACCIAIO

5.4 EDIFICI PER LO SPETTACOLO


ƒ TEATRO COMUNALE - FIRENZE Nuova struttura portante del tetto per realizzare una 1983
funzionalità scenica aggiornata
ƒ TEATRO COMUNALE - TODI Ristrutturazione generale e sostituzione di solai e coperture
ƒ TEATRO COMUNALE - BOLOGNA Consolidamento della copertura e del soffitto della grande sala 1981
ƒ TEATRO ARENA DEL SOLE - BOLOGNA Ristrutturazione complessiva
ƒ TEATRO GABRIELLO CHIABRERA - SAVONA Restauro del tetto e della volta acustica
Rafforzamento mediante tirantatura delle capriate lignee

5.5 EDIFICI PER L’ISTRUZIONE


ƒ CONVENTO DI S. ANTONIO - EBOLI Recupero ed adeguamento sismico 1988
(SALERNO)
ƒ EX ISTITUTO DI RIPOSO PER LA VECCHIAIA - Ristrutturazione per l’insediamento della Facoltà di Economia 1982
TORINO e Commercio
ƒ PALAZZO FENZI, FACOLTÀ DI MAGISTERO - Ristrutturazione complessiva
FIRENZE
ƒ PALAZZO CORIGLIANO - NAPOLI Restauro ed adattamento ad ad uso Istituto Universitario
Orientale

5.6 EDIFICI PER IL TERZIARIO


ƒ BANCA NAZIONALE DEL LAVORO - TORINO Ristrutturazione e sostituzione di solai e coperture
ƒ BANCA POPOLARE DELL’EMILIA - PARMA Realizzazione di organismo strutturale interno svincolato dalle 1984
esistenti strutture
ƒ PALAZZO DE GORI-PANNILINI - SIENA Recupero e consolidamento delle coperture
ƒ MERCATO DI S.AMBROGIO - FIRENZE Consolidamento della struttura metallica 1988
ƒ MERCATO CENTRALE DI S. LORENZO - Restauro delle strutture in ferro della copertura
FIRENZE
ƒ SALA PRINCIPALE MERCATO COPERTO - Consolidamento strutturale
RAVENNA
ƒ PALAZZO FRANCESCHI – LUNGARNO Restauro e ristrutturazione per adattamento a Banca con
GALILEI - PISA sostituzione della struttura lignea del tetto e rinforzo dei solai
ƒ PALAZZO REALE - NAPOLI Rafforzamento del terrazzo d’angolo (giardino d’inverno)

5.7 EDIFICI PER LA RESIDENZA


ƒ RIONE CAPODIMONTE – CENTRO STORICO - Restauro e ristrutturazione generale 1980
ANCONA
ƒ EX BIRRERIE DREHER ALLA GIUDECCA - Intervento di trasformazione ad uso residenziale
VENEZIA
ƒ CASA TORRE IN VICOLO RAMAGLIANTI - Ristrutturazione complessiva
FIRENZE
ƒ PALAZZO MAJANI - BOLOGNA Restauro complessivo con copertura del cortile interno 1984

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