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Appendice
Analisi in frequenza dei segnali
1 - Segnali periodici
Nelle Fig.1.3 e 1.4 si osserva che, benchè le ampiezze dei due segnali sinusoidali siano le
stesse, l’aspetto del segnale risultante è molto diverso nei due casi: ciò è dovuto alle diverse
fasi dei due segnali.
Della scomposizione in serie di Fourier esistono diverse forme equivalenti: quella che ha il
più immediato significato fisico è la somma di funzioni sinusoidali.
La forma forse più comoda per le elaborazioni matematiche è la serie esponenziale (somma di
funzioni esponenziali complesse).
Ricordiamo nel seguito lo stretto legame tra una funzione sinusoidale nel tempo e le funzioni
esponenziali nel piano complesso (Re, Im), rappresentate da vettori rotanti.
1) Relazione per mezzo di vettori unilateri: a un segnale sinusoidale di pulsazione ω
corrisponde un vettore rotante con velocità angolare ω (Fig.1.6):
s ( t ) = A cos ωt = Re[ Ae jωt ] ; s(t ) = A cos(ωt + ϕ) = Re[ Ae j ( ωt + ϕ ) ] (1.1)
s (t ) = A cos ωt =
A jωt
2
[ ] A
[ ]
e + e − jωt ; s (t ) = A cos( ωt + ϕ) = e j ( ωt + ϕ ) + e − j ( ωt + ϕ ) (1.2)
2
Spettro bilatero
I coefficienti Sk dello sviluppo in serie di Fourier risultano quindi quantità complesse.
L’insieme di tali coefficienti, rappresentati in funzione delle frequenze discrete kf1 o più
semplicemente in funzione dell’ordine k della generica armonica, è lo spettro a righe del
segnale periodico s(t).
Lo spettro di parte reale Re[Sk] è una funzione pari della frequenza: Re[S-k] = Re[Sk].
Lo spettro di parte immaginaria Im[Sk] è una funzione dispari: Im[S-k] = - Im[Sk].
Dalla conoscenza degli spettri di parte reale ed immaginaria si deducono anche gli spettri di
modulo e fase, |Sk| e ϕk, che presentano le stesse caratteristiche di simmetria.
Tali condizioni di simmetria si possono anche esprimere brevemente, introducendo la forma
coniugata, indicata con l’asterisco (*):
S−k = Sk* (1.6)
La serie esponenziale utilizza anche le frequenze negative. Tali frequenze sono tuttavia prive
di significato fisico. Il loro impiego nella pratica costituisce solamente una rappresentazione
analitica comoda e compatta. Per tale serie si usa spesso il termine di spettro bilatero.
1 1 + τ / 2 − j 2 πkf1t
Sk = ∫
T T
s (t )e − j 2 πkf1t dt = ∫
T −τ / 2
Ae dt
+τ / 2
(1.11)
A ⎡ e − j 2 πkf1t ⎤ A sin πkf1τ sin πkf1τ
= ⎢ − j 2 πkf ⎥ = τ = Qf1
T⎣ 1
⎦ −τ / 2 T πkf1τ πkf1τ
dove l’ampiezza A=1/τ diverge al limite per τ→0, mentre l’area Q dell’impulso matematico
elementare rimane costante e di valore pari ad uno (Fig.1.11).
Lo spettro della sequenza di impulsi matematici di area unitaria e frequenza f1 si ottiene
quindi passando al limite le componenti Sk del segnale rettangolare per τ→0, mantenendo
l’area Q dell’impulso elementare paria uno.
Risultano pertanto componenti armoniche tutte uguali, con valore reale Sk=f1 (Fig.1.11).
Sussiste in definitiva, per una sequenza di impulsi matematici, lo sviluppo in serie:
+∞ +∞
∑ δ(t − iT ) = ∑ f
i = −∞ k = −∞
1 e j 2 πkf1t (1.13)
2 - Segnali aperiodici
I segnali aperiodici sono caratterizzati dall’avere energia finita. Per tale fatto sono detti anche
segnali impulsivi, diversamente dai segnali periodici che si ripetono indefinitamente.
In Fig.2.1 è riportato, come esempio, un segnale s(t) con durata limitata.
S( f ) = ∫
+∞ ⎫
s (t ) e − j 2 πft dt = ℑ[ s (t )]
−∞ ⎪
+∞
⎬ s(t ) ⇔ S ( f ) (2.1)
s (t ) = ∫ S ( f ) e j 2 πft
df = ℑ−1[ S ( f )] ⎪
−∞ ⎭
Poichè la trasformata di Fourier S(f) è una funzione continua nel dominio della frequenza,
esiste un’infinità di componenti armoniche di ampiezza infinitesima |S(f)|df e fase ∠S(f).
L’impulso matematico
L’impulso matematico si ottiene dall’impulso rettangolare, assumendo che l’area sia unitaria
(Q=1), e passando al limite la sua durata (τ→0). Pertanto l’ampiezza (A=1/τ→∞).
In Fig.2.3 si vede come si modificano l’andamento temporale del segnale e il suo spettro, man
mano che si riduce la durata dell’impulso rettangolare. Al limite, lo spettro si riduce a una
costante per tutte le frequenze con valore pari all’area unitaria (Q=1).
Lo spettro dell’impulso matematico ha quindi un’estensione infinitamente ampia:
É vero anche il duale: a una costante di valore unitario nel tempo corrisponde un impulso
matematico nel dominio della frequenza:
ℑ[1, ∀ t ] = δ( f ) (2.5)
Si conferma che un segnale costante nel tempo presenta solo una componente continua in
frequenza.
Dualità tempo-frequenza
Per un segnale nel tempo di tipo reale, lo spettro di modulo |S(f)| è una funzione pari, mentre
lo spettro di fase ∠S(f) è una funzione dispari.
Se, come caso particolare, il segnale nel tempo oltre che reale è anche pari, consegue che lo
spettro S(f) si riduce al solo spettro di modulo |S(f)|, mentre lo spettro di fase ∠S(f) è
identicamente nullo.
In tal caso sussiste l’intercambiabilità fra le variabili t ed f.
Utilizzando la proprietà di dualità si può determinare immediatamente l’andamento temporale
che corrisponde a uno spettro rettangolare in frequenza. Infatti, dato lo spettro rettangolare in
frequenza, rappresentato in Fig.2.4, dove fM rappresenta la larghezza di banda dello spettro, il
segnale corrispondente nel tempo risulta del tipo sin(x)/x.
Proprietà di traslazione
La traslazione di un segnale nel tempo della quantità t0 introduce una variazione lineare di
fase nello spettro del segnale originario. Infatti:
+∞
s (t − t0 ) ⇔ ∫
−∞
s(t − t0 )e − j 2 πft dt = [posto : α = t − t0 ]
(2.6)
+∞
=∫ s (α ) e − j 2 πf ( α +t0 )
dα = S ( f )e − j 2 πft0
−∞
D’altra parte, traslando lo spettro originario della stessa quantità ± f0 sia a destra che a sinistra
dell’origine, il segnale corrispondente (a causa della ripristinata simmetria in frequenza)
risulta reale. Si ottiene infatti:
S ( f − f 0 ) + S ( f + f 0 ) ⇔ s (t )e j 2 πf 0t + s (t )e − j 2 πf 0t = 2s (t ) cos(2πf 0t ) (2.8)
Questa operazione corrisponde e moltiplicare il segnale originario s(t) nel tempo per
un’oscillazione cosinusoidale di frequenza f0.
[ ]
b) ℑ S k e j 2 π kf1t = S k δ( f − kf1 ) (3.1)
⎡ +∞ ⎤ +∞
quindi ℑ[s (t )] = ℑ⎢ ∑ S k e j 2 π kf1t ⎥ = ∑ S k δ( f − kf1 )
⎣ k = −∞ ⎦ k = −∞
Infatti:
a) la trasformata di Fourier di una costante Sk è un impulso matematico,
b) la presenza di un esponenziale si traduce in una traslazione in frequenza.
Si conclude che anche per i segnali periodici esiste la trasformata di Fourier, seppure in senso
limite. Questa conclusione è interessante in quanto consente di utilizzare le trasformate di
Fourier, oltre che per i segnali aperiodici, anche per quelli periodici, consentendo di unificare
il metodo di trattamento dei segnali nel dominio della frequenza, laddove ciò sia conveniente.
A − j 2 πf 0 t A j 2 π f 0 t
s (t ) = A cos( 2 πf 0t ) = e + e (3.2)
2 2
Allora, per quanto detto più sopra, la trasformata di Fourier di una cosinusoide è data da due
impulsi matematici che esistono alle frequenze ± f0, (vedi Fig.3.1):
S ( f ) = ℑ[s (t )] =
A A
δ( f + f 0 ) + δ( f − f 0 ) (3.3)
2 2
Un segnale seno (anziché coseno) presenta anche uno spettro di fase (90°).
Questo segnale, in quanto periodico, può essere sviluppato in serie di Fourier e, per quanto
appena visto, presenta anche la trasformata di Fourier. Risulta quindi:
+∞ +∞
c(t ) = ∑ δ(t − iTc ) =
i = −∞
∑fe
k = −∞
c
j 2 πkf c t
(3.4)
⎡ +∞ ⎤ +∞
C ( f ) = ℑ⎢ ∑ f c e j 2 πkf ct ⎥ = ∑ f c δ( f − kf c )
⎣k = −∞ ⎦ k = −∞
Si conclude che un treno di impulsi nel tempo è rappresentato da un treno di impulsi anche in
frequenza (vedi Fig.3.2). Tale risultato è utile nella trattazione dei segnali campionati.
Il campionamento infatti rappresenta il primo passo per l’elaborazione digitale dei segnali.