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EGITTO

L’Egitto è uno Stato situato in Africa Settentrionale e per una parte in Asia (la penisola del Sinai, per
intenderci), di conseguenza è considerabile un paese transcontinentale.

L’unico fiume che può essere definito tale che scorre in Egitto è il Nilo, che è d’altronde stato ed è di
fondamentale importanza per la fioritura delle civiltà in antichità e oggigiorno per l’irrigazione dei campi
coltivati. Senza di esso l’Egitto sarebbe solo una landa desertica senza forme di vita umane, dato che
rappresenta uno degli stati più caldi ed in esso è presente il Deserto Libico, quasi privo di oasi.

Ovviamente il clima dell’Egitto è di tipo desertico per la maggior parte dello Stato, eccezion fatta per la
zona affacciata sul Mediterraneo, che ha un clima più temperato. Gli inverni sono miti, anche se non
mancano gelate invernali dovute alle escursioni termiche e le estati sono molto calde, con temperature
che raggiungono senza problemi i 43-45°C e, nella zona desertica, anche oltre i 50°. Le precipitazioni sono
molto scarse, tanto che nelle zone all’interno del Sahara non può piovere anche per molti mesi. La
popolazione è quasi del tutto araba, unita poi alla popolazione nomade dei Berberi che vivono nelle oasi. È
ovvio che la densità, a causa del deserto è bassa (87ab./km2).

L’Egitto si autodefinisce una repubblica araba e socialista, ed è effettivamente essa dal 18 giugno del 1953.
La sua Costituzione organizza il potere politico in un sistema semipresidenziale, con la presenza di molti
partiti e di bicameralismo asimmetrico. Inoltre, la Costituzione vieta i partiti su base confessionale.

Il potere esecutivo è compito del Presidente e del Primo Ministro, anche se è molto più concentrato nelle
mani del primo. Quello legislativo dal Parlamento bicamerale mentre quello giudiziario è indipendente a
causa del periodo di presidenza di Mubarak: il diritto è di tipo codicistico, eccetto per lo stato personale e i
matrimoni, dove vige il diritto religioso perlopiù coranico.

A proposito di religioni, in Egitto quasi il 90% della popolazione è di fede musulmana, il 10% cristiani e vi è
una piccolissima minoranza di ebrei, bahà’ì (una religione simile all’ebraismo), agnostici ed atei.

Nonostante lo sviluppo delle attività industriali e turistiche negli ultimi tempi, in Egitto vige un economia
prevalentemente agricola come dall’inizio della civiltà antica egizi

LIBANO

Superficie- 10.452 km²

Il Libano si estende tra Siria e Israele in una regione pari a quella dell'Abruzzo. Diviene protettorato
francese dal 1920 al 1943, quando riesce a ottenere l'indipendenza. La sua storia è caratterizzata da alterni
periodi di instabilità politica e dominio straniero. Nel 1948 il paese inizia a dare asilo ai profughi
provenienti della Palestina in fuga dopo il conflitto arabo-israeliano e la creazione dello Stato di Israele.
Altri importanti esodi palestinesi verso il Libano si hanno nel 1967 durante la guerra dei "sei giorni", vinta
da Israele contro Egitto, Siria e Giordania, e nel 1970 durante il "settembre nero" delle persecuzioni anti-
palestinesi di Re Hussein di Giordania. Nel 1975 si contano nel Libano almeno 300 mila palestinesi e
l'ingente presenza di profughi diviene il detonatore della guerra civile libanese nell'aprile del 1975. Da un
lato le milizie composte dai cristiani maroniti, dall'altro una coalizione musulmana di palestinesi, sunniti e
Drusi. Il volgere dalla guerra a favore dei maroniti spinge la Lega Araba, nell'accordo di Riyad, all'intervento
diretto con una Forza Araba di Dissuasione (FAD) egemonizzata dalla Siria, paese musulmano confinante.
L'intervento siriano non è però disinteressato, nasconde il desiderio di conquista nazionale e di
occupazione per realizzare il progetto della "Grande Siria". Nel 1978 lo stato di occupazione del Libano da
parte della Siria è sanzionato dalla stessa Lega Araba senza però ottenere alcun effetto. Le truppe siriane
rimangono in Libano fino all'aprile del 2005 quando, a seguito delle grandi manifestazioni spontanee di
piazza in risposta all'assassinio del primo ministro libanese Rafiq al-Hariri, abbandonano il Libano e si
ritirano definitivamente verso Damasco. La lunga guerra civile (1975-1990) danneggia duramente le
infrastrutture del Libano senza però intaccare la buona reputazione nel settore dei servizi bancari,
finanziari e assicurativi. Nel 1978 le truppe israeliane entrano nel sud del Libano per controllare una fascia
di sicurezza sul confine e proteggersi dai continui attacchi dell'Olp. Nel 1982 il governo di Tel Aviv si
accorda con il governo cristiano-maronita libanese per la lotta comune contro i palestinesi. Le truppe
israeliane invadono il Libano meridionale fino a Beirut per neutralizzare le basi dell'Olp. La situazione
precipita nel caos in tutto il paese e lo stesso presidente libanese Béchir Gemayel, leader del partito della
falange e neoletto presidente grazie al sostegno israeliano, viene ucciso in un attentato. L'operazione
"Pace in Galilea" miete almeno 18 mila vittime tra i civili libanesi. Nello stesso anno la comunità
internazionale decide per l'invio sul posto di un contingente ONU per permettere l'evacuazione da Beirut.
La resistenza palestinese dell'Olp, capeggiata da Yasser Arafat, lascia Beiurt per la volta di Tunisi. Anche le
truppe israeliane si ritirano al confine, dove manterranno comunque una fascia cuscinetto di 15 km
all'interno del territorio libanese. Ritirate le truppe israeliane dai territori, in quello che viene considerato
come una sorta di Vietnam per Tel Aviv, il definitivo controllo del paese da parte delle truppe siriane
avviene nel 1987, il presidente libanese Karama invita l'esercito siriano a occupare il territorio libanese per
porre fine alla decennale guerra civile. La ricostruzione della capitale Beirut negli anni '90 apre un periodo
di ripresa economica, favorita dal sistema bancario nazionale e da un sistema industriale caratterizzato da
piccole e medie imprese. Durante questo periodo di pace non sono comunque mancati altri brevi
interventi militari dei soldati con la stella di David nel 1993 e nel 1996. Complessivamente però la pace
riesce a tenersi in piedi e le truppe israeliane si ritirano anche dalla fascia di sicurezza libanese nel 2000.
L'equilibrio si rompe il 12 luglio del 2006 col rapimento di due soldati israeliani lungo il confine per opera
dell'organizzazione musulmana sciita Hezbollah. Ancora oggi il conflitto etnico-religioso è una delle
principali cause di tensione sociale del paese, diviso tra musulmani (60%) e cristiano-maroniti (40%). La
componente maronita è stata protagonista nella guerra civile del '75-'82 con l'organizzazione della
"Falange Libanese" vicina a Israele e contrapposta alla componente maronita filo-siriana. Al termine della
guerra civile le truppe musulmane Druse costrinsero la popolazione maronita a continui esodi forzati verso
le alture dello Chouf. Questa breve storia del "paese dei cedri" vuole evidenziare la complessità delle
relazioni culturali-religiose del Libano, spesso utilizzato come scenario di guerra e di confronto militare
dalle potenze confinanti di Siria e Libano.

Popolazione Totale- Il Libano ha una popolazione di 4 milioni di abitanti attualmente, perchè molti
emigrano all'estero, e anche perchè il paese è devastato da una guerra civile interna.

Lingua Ufficiale- La lingua ufficiale del paese è l'arabo, la terza lingua più parlata a livello mondiale per
numero di abitanti nativi.

Capitale- La capitale delIl Libano è Beirut, una delle città più importanti di questo paese, dove appunto sta
il governo, che controlla l'intero paese.La città è il centro più moderno presente all'interno del paese
libanese.

Religione- Gran parte della popolazione coreana è di religione cristiana, anche se il 42% è di religione
musulmana sunnita. In Libano c'è la piena libertà religiosa, e infatti lo stato riconosce le seguenti 18
religioni:maronita , greco-ortodossa, greco-cattolica , armeno apostolica, armeno-cattolica, siriaco-
ortodossa, siriaco-cattolica, protestante, copta, assira, caldea, e la cattolica di rito latino,sunnita, sciita,
ismailita ,alauita , drusa ed ebrei.

GRECIA

Grecia (Hellçnikç Dçmokratía; Repubblica Ellenica), stato situato nell'Europa sudorientale, comprendente
la sezione meridionale della penisola balcanica e numerosi arcipelaghi. Confina a nord-ovest con l'Albania,
a nord con la Macedonia e con la Bulgaria, a nord-est con la Turchia; è bagnata a est dal mar Egeo, a sud
dal mar Mediterraneo e a ovest dal mar Ionio. Ha una superficie di 131.957 km² e la capitale è Atene.

La parte continentale del paese comprende a nord la Tracia e la Macedonia, al centro l'Epiro, la Tessaglia e
la Grecia centrale e a sud il Peloponneso, una penisola unita alla terraferma dall'istmo di Corinto,
attraversato dall'omonimo canale creato nel 1893. La parte insulare comprende numerose isole tra le quali
Eubea, Taso, Corfù, Creta, Rodi, Chio, Lemno, Lesbo, Samo e Samotracia e gli arcipelaghi delle Sporadi,
delle Cicladi e del Dodecaneso.

2. Territorio

Il territorio della Grecia è in prevalenza montuoso e, come scrisse l'antico geografo Strabone, "il mare
preme sulla terra con migliaia di braccia". Nonostante la sua estensione limitata, esso presenta una
morfologia assai varia: si distinguono i rilievi delle regioni centrali, le pianure e gli altipiani della Tessaglia
orientale, della Macedonia e della Tracia, le montuose penisole della Calcidica e del Peloponneso e le
isole, la maggior parte delle quali si trova nel mar Egeo.

PIANURE DELLA GRECIA Nell'area centrale del paese si innalzano i monti del Pindo, che si estendono
parallelamente alla costa ionica e dai quali si diramano catene minori una delle quali, nella sezione
settentrionale del paese, comprende il monte Olimpo (2917 m), la vetta più elevata della Grecia. I versanti
del Pindo digradano a ovest nei più modesti rilievi dell'Epiro e a sud-est nella fertile pianura della Tessaglia.
Rilievi e pianure alluvionali caratterizzano le regioni della Tracia e della Macedonia, mentre l'Attica,
comprendente la piana di Atene e i rilievi del Parnaso, e la penisola calcidica sono in prevalenza montuose.
I rilievi del Pindo continuano nel Peloponneso (monti dell'Acadia e dell'Arcadia) dove sono incisi da strette
vallate che si aprono sul mare.

FIUMI DELLA GRECIA Le coste del paese sono in prevalenza molto frastagliate, soprattutto sul versante
ionico, a esclusione della Tracia dove i rilievi digradano in una pianura costiera bassa e paludosa. Numerosi
sono i golfi, tra i quali quello di Corinto e di Salonicco, mentre il Pireo, nei pressi di Atene, è il principale
porto naturale del paese.

I maggiori fiumi che scorrono interamente in territorio greco e sfociano nel golfo di Salonicco sono il
Vistrizza e il Peneo, che attraversa la pianura della Tessaglia, mentre in Bulgaria nascono il Vardar, lo
Struma e il Nesta, che attraversano la Macedonia e la Tessaglia e sfociano nell'Egeo.
TURCHIA

Superficie: 779.452 km2 (di cui 23.764 nella zona europea).

Popolazione: 56.979.000 ab. (poco più di 6 milioni nella zona europea).

Capitale: Ankara.

Lingua: ufficiale il turco, minoranze parlano il curdo, l'armeno, l'arabo, il greco.

Religione: in maggioranza musulmana.

Unità monetaria: la lira turca.

Confini: confina a nord-est con Georgia e Armenia, a est con l'Iran, a sud con l'Iraq e la Siria, a nord-ovest
con la Grecia e la Bulgaria.

Ordinamento: Repubblica presidenziale.

Il territorio della Turchia europea si estende sul settore orientale della Tracia e si affaccia a sud allo stretto
dei Dardanelli, al Mare di Marmara e al Bosforo, e a nord-est al Mar Nero. Collinare e montuosa. La
Turchia asiatica si estende sull'Anatolia, che si affaccia a nord al Mar Nero e al Mare di Marmara, a ovest al
Mar Egeo, a sud al Mare Mediterraneo. È in gran parte costituita da un vasto altopiano, attraversato da
numerose catene, e delimitato a nord dall'allineamento dei Monti del Ponto, a sud da quelli del Tauro, che
procedendo verso est, si fondono nell'Acrocoro Armeno. I corsi d'acqua principali sono: il Kizilirmak, lo
Yesilirmak e il Sakarya (che tributano al Mar Nero); il Gediz e il Büyük Menderes che scendono al Mar
Egeo; l'Eufrate e il Tigri, diretti al golfo Persico. L'Anatolia è ricca di bacini lacustri per lo più salati: i più
vasti sono il Van, il Tuz, il Beysehir. Il clima è mediterraneo nelle zone costiere, continentale all'interno
dell'Anatolia, alpino nell'Acrocoro Armeno. Le precipitazioni sono assai scarse e per lo più limitate al
periodo invernale. Lungo la costa prevale la macchia mediterranea, all'interno la steppa, spesso desertica.
Le risorse sono costituite dall'agricoltura (cereali, agrumi, papaveri da oppio, rose, cotone, uva, olive,
tabacco, tè, lino, canapa) e dall'allevamento ovino e caprino. Industrie tessili, alimentari, del cemento,
metalliche, meccaniche, chimiche, conciarie e del vetro. Sviluppato l'artigianato (tappeti, cuoio e metalli).
Si esportano tabacco, frutta secca, cotone, cereali, essenza di rose, prodotti artigianali, minerali, attraverso
i porti di I°stanbul e Smirne. Altre città: Adrianopoli, Bursa, Manisa, Antalya, Adana, Alessandretta,
Antiochia, Konya, Erzurum.

I primi popoli di rilevante importanza ad abitare la Turchia furono gli Ittiti (1650-1200 aC), che costruirono
grandi città come la loro antica capitale, Hattuşa (che oggi si chiama Boğazkale e che dicono meriti una
visita), e il cui regno fu di notevoli dimensioni, dato che comprendeva la Siria, la Mesopotamia e tutta
l’Anatolia centrale.

Al declino di questo grande impero succedettero i Greci e gli Assiri, e si creò tutta una serie di staterelli,
alcuni dei quali governati dai Frigi del Re Mida, dai Misi, dai Dori, che costruirono il Mausoleo di
Alicarnasso (la Bodrum di oggi: Bodrum, Bodrum!), una delle sette meraviglie del mondo. C’erano anche i
popoli della Caria, della Ionia, della Licia, della Panfilia.

Nel 570 aC giunge Ciro di Persia, che conquistò praticamente tutto e che venne poi sconfitto da Alessandro
Magno, alla cui morte seguì un discreto caos di popolazioni: i celti, i galati, gli armeni ed altri. Tra questi,
prevalse uno staterello che nel 250 aC, grazie al loro più grande re, il già citato Eumene II, ed all’aiuto dei
romani, divenne il regno di Pergamo.

Alla fine, l’aiuto dei Romani è talmente grande che quest’ultimi finiscono col conquistare tutta l’Anatolia, e
nel 129 aC la capitale viene fissata ad Efeso. Qui, la leggenda narra che San Giovanni scrisse il Vangelo e
che Maria visse gli ultimi anni della propria vita. Efeso è anche una delle sette chiese dell’Asia
dell’Apocalisse di Giovanni, assieme a quella di Pergamo.

Nel 326 dC, Costantino cambia la capitale e la pone a Bisanzio, che chiama Nova Roma, ribattezzata poi
quasi subito in Costantinopoli. Nel 395, sotto Teodosio, con la scissione dall’Impero romano d’Occidente,
inizia il cosiddetto Impero Bizantino, ossia l’Impero romano d’Oriente, che durerà per altri mille anni.

Nel 1071, i Selgiuchidi, i primi “turchi” della storia, invadono l’Anatolia, e nel 1258 arrivano i Mongoli
fondati da Temujin, meglio noto come “Gengis Khan”, (Signore Universale) che prendono possesso delle
terre.

Dallo smembramento dei selgiuchidi esce un personaggio importante, Uthmân, (Osman, 1259-1326), da
cui nasce l’impero Ottomano, che prende di nuovo possesso di parte dell’Anatolia e che, con varie guerre
vinte dal figlio di Uthmân, Orkhan, si espande sempre più, portando con sé l’Islam e dunque l’alfabeto
arabo.

Nel 1453, un altro grande ottomano, Mehmet II (Maometto II), detto il Conquistatore, prende possesso di
Costantinopoli. È la caduta dell’Impero bizantino.

Gli ottomani raggiungono l’apice dell’espansione sotto Solimano il Magnifico (1520-1566), che conquista
territori su territori ed apporta un livello di cultura nel Paese senza pari, oltre a far costruire molte
moschee all’architetto Koca Mimar Sinan Ağa.

Con la sua morte, il grande impero perde di potere, fino a che le varie etnie iniziano a rivendicare la
propria indipendenza. Nel 1832 la Grecia conquista l’indipendenza, e così fanno molti altri paesi come
Romania, Albania, Arabia Saudita, Bulgaria.

In seguito alla forte destabilizzazione mondiale, alle guerre di Crimea, a quella in Armenia ed in Serbia, si
giunge poi alla Prima Guerra Mondiale. La Turchia si schiera con la Germania e così, con la sconfitta, finisce
l’impero ottomano.

Con gli umilianti trattati di pace, passivamente accettati dal sultano, İzmir (Smirne) passa alla Grecia e
questo fa imbestialire i Turchi che consideravano questo paese come un suddito ribelle che andava punito.
Tra il 1920 ed il 1922 scoppia la guerra, e la Grecia sta per vincere, visto che è a pochi passi da Ankara,
quando arriva Mustafa Kemal, un giovane che si mette a capo del neonato movimento nazionalista turco e
che sconfigge il nemico e lo caccia persino da İzmir, diventando un eroe nazionale. Egli abolisce la
monarchia, e grazie a lui viene stipulato un ulteriore trattato di pace nel 1923 a Losanna, che abolisce il
precedente compromesso di Sèvres, dove vengono rinegoziati tutti i territori relativi alla Turchia. Scaccia
inoltre i greci dalla Turchia e richiama tutti i turchi in Grecia (i due paesi si odiano tuttora, e lo noti anche
tra la gente!), e pone la nuova capitale ad Ankara.

Mustafa Kemal abolisce anche la poligamia ed il fez, e crea la prima Costituzione Turca nel 1924, mentre
nel 1930 vengono assegnati nuovi nomi turchi alle città: Costantinopoli diviene così İstanbul.
Nel 1928, cambia l’alfabeto, che passò da arabo a latino, ed inizia un processo di purificazione della lingua
e della grammatica dall’arabo e dal persiano.

Nel 1935, introduce il cognome, che fino a prima era facoltativo. Mustafa si inventa il proprio, “Atatürk”
(padre dei Turchi). Muore tre anni dopo, nel 1938.

Atatürk è considerato una divinità in Turchia: se provi ad insultarlo pubblicamente, vieni arrestato, ed è
spesso un trucco che usano i turchi quando uno straniero viene coinvolto in una rissa con loro!

Nella Seconda Guerra Mondiale, sotto la guida del nuovo presidente Inönü, la Turchia rimane estranea al
conflitto, per evitare i disastri del conflitto precedente.

Poi arrivano i tempi moderni: dopo i massicci investimenti USA tra il 1960 ed il 1970 ed una crescita
sbilanciata dell’economia e della ricchezza sociale, arrivano i colpi di Stato (1970), la guerra con Cipro
(1974) in una continua scaramuccia con la Grecia, il problema dei separatisti curdi che si vogliono separare
sin dai tempi degli ottomani, i conseguenti attacchi del PKK (Partiye Karkerên Kurdistan, Partito dei
Lavoratori del Kurdistan) e del suo leader, Öcalan; ma queste cose le conosciamo tutti.

SIRIA

La Siria si trova in Medio Oriente a sud-est della Turchia ed è bagnata dal Mar Mediterraneo ad ovest. Il
territorio è abbastanza vario, in buona parte pianeggiante nella parte settentrionale ed orientale, si fa
desertico a sud e vi sono alcune catene montuose ai confini con Giordania e soprattutto Libano. Dal Marzo
2011 nel Paese è in corso una guerra civile che ha già provocato almeno 200.000 vittime, oltre ad aver
costretto milioni di persone a rifugiarsi in altri Paesi.

Durante la guerra dei Sei Giorni (1967) Israele ha occupato una porzione di 1.200 Km² delle Alture del
Golan, territorio situato ad est del Lago di Tiberiade; tuttora quest'area della Siria è sotto
l'amministrazione e giurisdizione di Israele.

GEOGRAFIA FISICA

La Siria occupa un territorio piuttosto variegato, ad ovest c'è una breve fascia costiera di quasi 200
chilometri sul Mediterraneo, interrotta da una catena montuosa parallela alla costa di altezza fra i 1.200 ed
i 1.500 metri. Vi sono poi altre zone montuose, l'Antilibano ad ovest, con cime fino a quasi tremila metri, il
Gebel Druso nella Siria meridionale ed altre catene meno pronunciate nel centro e vicino alla Turchia. Il
resto del territorio è più pianeggiante e nel sud-est presenta caratteristiche desertiche.

Nella catena montuosa dell'Antilibano, nella zona delle Alture del Golan contese con Israele si trova la
vetta più alta della Nazione, il Monte Hermon (2.814 m.).

Scorrono nel Paese alcuni fiumi piuttosto importanti, a partire dall'Eufrate 675 Km (tratto siriano, totale
2.760 Km), che nasce in Turchia e continua infine il suo corso in Iraq; nella parte occidentale troviamo poi
l'Oronte (571 Km in totale), che sorge in Libano, ma già dopo poche decine di chilometri entra in Siria,
dove si snoda gran parte del suo corso, prima di sfociare nel Mediterraneo in territorio turco. Altro fiume
vitale per la Siria è il Khabur (486 Km in totale, compresa la breve parte iniziale turca), che contribuisce
inoltre a mantenere buono il livello dell'Eufrate, essendo uno dei suoi maggiori affluenti.
I pochi laghi siriani sono temporanei nei periodi di forti piogge oppure artificiali, come il Lago Assad (525
Km²), nato nel 1974 in seguito alla costruzione di una diga lungo l'Eufrate.

Il clima è mediterraneo per quanto riguarda la parte più occidentale del Paese, mentre assume carattere
continentale procedendo verso l'interno, con un livello delle precipitazioni sempre minore, fino ad avere
ampie zone desertiche verso il confine con Giordania ed Iraq.

GEOGRAFIA UMANA

La Siria è divisa in 14 governatorati ed ha un tasso di urbanizzazione del 58%.

Nel Paese vi sono due città piuttosto popolate, Aleppo (1.800.000 ab., 3.665.000 l'agglomerato urbano) e
la capitale Damasco (1.710.000 ab., 2.605.000 aggl. urbano); seguono Homs (1.705.000 ab.), Hamah
(1.300.000 ab.), Latakia (795.000 ab.), Al-Raqqah (745.000 ab.) ed Al-Hasakah (585.000 ab.).

Gli Arabi-Siriani (90%) costituiscono la maggioranza della popolazione, i Curdi (9%) sono l'altra etnia più
presente. La fede più professata è quella musulmana (90%, di cui 74% sunnita), i cristiani sono invece il
10%

IRAQ

La parte a nord-est del paese è occupata da una serie di catene montuose, appartenenti al sistema degli
Zagros, mentre la zona occidentale è occupata da parte del deserto Siriaco ed è attraversata dal corso
dell'Eufrate (con al centro la Mesopotamia, una grande pianura alluvionale.

Ci sono due importanti fiumi, il Tigri e l'Eufrate, che sono stati la culla delle grandi civiltà antiche e che,
prima di gettarsi nel Golfo Persico, confluiscono (-->si uniscono in un unico fiume).

Il clima è, in generale piuttosto arido.

Al nord gli inverni sono freddi con occasionali nevicate (anche di forte intensità).

La capitale, Baghdad, ha clima prevalentemente caldo e secco.

Composizione sociale

La maggior parte degli iracheni sono di religione musulmana e sono divisi in due gruppi: Sunniti e Sciiti.
Più del 75% della popolazione è composta da arabi, mentre circa il 15/20% sono di etnia curda. La lingua
ufficiale è l'arabo, ma sono parlati anche il curdo, l'armeno e l'assiro.

Il problema principale in Iraq sono i continui conflitti fra fra sunniti e sciiti (i due gruppi religiosi più
numerosi) e fra curdi e altri gruppi etnici (soprattutto cristiani e islamici).

Risorse naturali

Petrolio, gas naturali e fosfati.

Economia

L'Iraq è il secondo paese al mondo per le riserve di petrolio (al primo posto c'è l'Arabia Saudita).
Purtroppo, però, a causa delle guerre e delle sanzioni economiche applicate dall'autorità internazionale, si
stima che circa il 90% delle riserve petrolifere siano tuttora inutilizzate o ancora inesplorate.

Altre industrie abbastanza sviluppate sono quella tessile, chimica, la trasformazione alimentare e la
produzione di fertilizzanti.

Baghdad, Bassora e Mosul sono i principali centri industriali.

Un'altra risorsa importante per l'economia proviene dall'agricoltura: nel paese si coltivano orzo, datteri,
arance, melograni, riso, cotone e frumento. A causa delle scarse precipitazioni, l'agricoltura dipende quasi
interamente dall'irrigazione artificiale (--->canali che portano acqua ai campi).

L'Iraq è sempre stato un paese ricco di risorse, ma dopo i recenti conflitti internazionali la sua economia ha
subito un drastico calo.

Trasporti

Molte delle strade irachene, e la maggior parte delle sue ferrovie, dei porti e degli aeroporti, sono stati
pesantemente danneggiati o totalmente distrutti durante la guerra del Golfo.

Le vie di comunicazione e le ferrovie sono concentrate nella regione del Tigri e dell'Eufrate e convergono
su Baghdad. Le principali strutture portuali si trovano a Bassora, mentre gli aeroporti internazionali sono a
Baghdad e Bassora.

La maggior parte degli iracheni non possiede automobili ed è costretta ad utilizzare i mezzi pubblici. Molti
abitanti delle città viaggiano in bicicletta, e nelle campagne la gente usa ancora asini e cammelli.

Sistema politico

Il paese è stato a lungo sotto la dittatura di Saddam Hussein. Dopo che quest'ultimo è stato giustiziato, nel
2006, si è cercato di instaurare una sorta di democrazia che è, a tutt'oggi, ancora molto debole.

Storia

Inizialmente parte dell'Impero Ottomano, durante la Prima Guerra Mondiale l'Iraq venne occupato dalla
Gran Bretagna. Nel 1920 passò sotto il controllo delle Nazioni Unite fino a raggiungere l'indipendenza nel
1932. Nel 1958 venne proclamata la "repubblica", ma in realtà furono una serie di militari a governare il
paese, in modo molto rigido. L'ultimo di questi è stato Saddam Hussein.

Le dispute territoriali con l'Iran hanno portato a diversi conflitti (il più lungo di questi è durato dal 1980 al
1988). Nell'agosto del 1990 l'Iraq ha invaso il Kuwait e da questa azione di forza è scaturita la Guerra del
Golfo. Dopo la liberazione del Kuwait, la Nato ha preteso da parte dell'Iraq la distruzione di tutte le armi di
sterminio di massa (ordigni nucleari ed armi chimiche), ma il governo iracheno non ha mai acconsentito
alle richieste. Anche per questo motivo le truppe Nato sono entrate nel paese, in missione di pace, per
aiutare la popolazione e per cercare di stabilire una vera e propria democrazia che preveda libere elezioni.

AFGHANISTAN

L'Afghanistan è uno Stato dell'Asia centrale in gran parte montuoso, senza nessuno sbocco sul mare;
purtroppo è noto soprattutto per le sue vicessitudini politiche, dapprima un lungo conflitto con la Russia,
poi una guerriglia interna, in seguito il regime fondamentalista dei talebani ed in questi ultimi anni è finito
al centro delle azioni antiterrorismo degli USA e della NATO; tutto ciò ha portato l'Afghanistan a diventare
uno dei Paesi più poveri del Mondo.

Circa l'80% del territorio afgano è montuoso, nell'estremità nord-orientale la catena del Pamir si collega a
quella dell'Hindukush, che ha vette che superano i settemila metri, procedendo verso ovest e la sezione
orientale dell'altopiano iranico le altitudini diventano minori; nel Paese si trovano anche zone pianeggianti
e collinari, come il Khorasan a sud del fiume Amudarja ed il deserto del Rigestan a sud-ovest.

Le principali vette afghane si trovano nell'Hindukush, il Noshaq (7.492 m.), sul confine col Pakistan, è la
più alta.

Quasi tutti i fiumi dell'Afghanistan non raggiungono il mare perchè si esauriscono in zone aride o
paludose, come l'Helmand (1.300 Km), che nasce poco ad ovest di Kabul e termina il suo corso nel Sistan,
al confine con l'Iran, come altri corsi d'acqua (Farah, Harut); a nord-ovest l'Harirud (1.100 Km compreso il
tratto turkmeno) si esaurisce invece nel deserto del Karakum; segna a lungo il confine con il Tagikistan il
Pyanj (921 Km in totale, incluso tratto tagiko), ramo sorgivo principale dell'Amudarja (2.540 Km in totale,
compresi tratti turkmeno, tagiko e uzbeco), che a sua volta tocca marginalmente il Paese solo lungo i suoi
confini.

I bacini lacustri sono piuttosto scarsi e molti di origine artificiale, il maggiore è il Lago Hamun (4.000 Km²
di superficie media), ubicato nel Sistan a cavallo fra Iran ed Afghanistan, che è in realtà più che altro una
zona paludosa e di lagune che si riempie solo stagionalmente, grazie all'Helmand ed agli altri fiumi citati in
precedenza. Il Lago Zorkul (39 Km², di cui metà circa in Tagikistan), nell'estremità nord-orientale è il più
ampio bacino d'acqua dolce naturale.

Il clima è continentale - arido ed è influenzato dall'altitudine e dall'orografia del Paese, pochissime le


aree che risentono dell'influenza dei monsoni e ricevono una discreta quantità di pioggia; notevoli le
differenze fra temperature invernali ed estive.

L'Afghanistan è suddiviso amministrativamente in 34 province, con gran parte della popolazione che vive
in aree rurali, il tasso di urbanizzazione è infatti solo del 23%

La capitale Kabul (3.650.000 ab.) è l'unica grande città del Paese, gli altri tre centri urbani più popolosi,
Kandahar (525.000 ab.), Herat (475.000 ab.) e Mazar-i-Sharif (415.000 ab.) si attestano infatti attorno o
sotto il mezzo milione di persone.

A livello etnico non c'è una maggiornaza assoluta, i Pashtun (40%) sono il gruppo più consistente, seguiti
dai Tagiki (33%), dagli Hazara (11%) e dagli Uzbeki (9%). La religione professata dalla quasi totalità della
popolazione è quella musulmana (99%), di rito sunnita nel 90% circa dei casi.

PAKISTAN

Il Pakistan si trova nell'Asia centro-meridionale ad ovest dell'India ed a sud è bagnato dal Mar Arabico. Il
territorio è abbastanza variegato, visto che si va dalle altissime vette del Karakoram a nord (col K2 che è la
seconda montagna della Terra) all'ampia pianura dell'Indo, fiume che attraversa da nord a sud tutto il
Paese, fino alle catene montuose orientali, in prossimità dei confini con Afghanistan ed Iran.

Nella superficie totale del Paese non sono inclusi l'Azad Kashmir (13.297 Km²) ed il Gilgit–Baltistan (72.971
Km²), territori autonomi situati nella parte settentrionale del Paese, nella regione del Kashmir, al centro di
rivendicazioni e dispute con l'India.

Il territorio si può dividere in tre aree geografiche, la parte settentrionale montuosa, la pianura centro-
orientale dell'Indo e dei suoi affluenti e la parte centro e sud-orientale del Belucistan, regione costituita da
rilievi montuosi di media entità ed altipiani desertici.

La zona più settentrionale del Pakistan è interessata dalle catene montuose più alte del Mondo, Himalaya
e Karakoram, in quest'ultima si trova la vetta più alta del Paese e seconda di tutto il Pianeta, il K2 (8.611
m.), al confine con la Cina; la cima himalayana del Pakistan più elevata è invece il Nanga Parbat (8.126
m.).L'Indo (2.200 Km il tratto pakistano, totale 3.200 Km) attraversa il Paese da nord a sud e riveste una
grande importanza per l'agricoltura, visto che rende fertile e coltivabile un'ampia zona altrimenti arida, gli
altri corsi d'acqua principali fanno parte del suo bacino idrografico, i maggiori sono il Sutlej (1.500 Km
inclusi tratti indiano e cinese), le cui acque sono però quasi tutte sfruttate prima del suo ingresso in
Pakistan e Chenab (960 Km, incluso tratto indiano). Il Lago Manchar (520 Km²) è il più grande bacino
d'acqua dolce del Pakistan, ma è di origine artificiale e sorge nel sud-est, le sue acque confluiscono
nell'Indo; i laghi naturali sono in gran parte di alta montagna ed hanno dimensioni alquanto ridotte.

La parte più meridionale del Paese è bagnata dal Mare Arabico, per uno sviluppo costiero di 1.046
chilometri; troviamo anche una decina di isole, a partire da Astola (6,5 Km²), la maggiore.

Il clima varia da tropicale arido a temperato, man mano che ci si allontana dal mare e l'altitudine cresce;
pur essendo toccato dai monsoni buona parte del Pakistan riceve scarse quantità di precipitazioni, le
temperature estive a sud raggiungono valori anche superiori ai 40° nei periodi più caldi.

Il Pakistan è una federazione di 4 province, alle quali vanno aggiunti il distretto della capitale e le aree
tribali federali del nord-ovest, oltre a due regioni nell'area contesa del Kashmir (Gilgit–Baltistan e Azad
Kashmir); è un Paese ancora piuttosto rurale, visto che il tasso di urbanizzazione è del 39%.

La popolazione si concentra soprattutto nell'area pianeggiante dell'Indo, Karachi (16.630.000 ab.,


22.825.000 aggl. urbano), porto sul Mare Arabico, è una delle città più popolose dell'intero Pianeta, anche
Lahore (8.845.000 ab., 10.355.000 aggl. urbano) è una metropoli piuttosto attiva e caotica; superano
inoltre il milione di abitanti Faisalabad (2.910.000 ab., 3.675.000 aggl. urbano), la conurbazione
Islamabad-Rawalpindi (2.590.000 ab.), Multan (2.130.000 ab.), Gujranwala (1.615.000 ab., 2.195.000 aggl.
urbano), Hyderabad (1.495.000 ab., 2.990.000 aggl. urbano) e Peshawar (1.345.000 ab., 1.785.000 aggl.
urbano), oltre a Quetta (658.000 ab., 1.140.000 aggl. urbano) considerandone l'intero agglomerato
urbano.

Il Pakistan è abitato da vari gruppi etnici, sei quelli maggiori, Punjabi (44%), Pashtun (15%), Sindhi (14%),
Saraiki (11%), Muhajir (8%) e Baluchi (4%), il Paese accoglie inoltre circa 1.700.000 profughi afghani oltre a
minoranze provenienti in special modo da altre Nazioni di quest'area asiatica; il 96,5% degli abitanti è
musulmano, decisamente minore la percentuale di induisti (1,5%) e cristiani (1,5%).

TURKMENISTAN
Il Turkmenistan si trova a nord-est dell'Iran, sulle sponde orientali del Mar Caspio, ed è una delle
repubbliche nate dopo lo scioglimento dell'Unione Sovietica, nel 1991. Buona parte del territorio
corrisponde alla brulla pianura desertica del Karakum; l'economia del Paese si basa sulla coltivazione del
cotone e sullo sfruttamento delle risorse di idrocarburi (gas naturale ed in maniera minore petrolio) del
sottosuolo.

Il Turkmenistan ha uno dei territori più inospitali dell'Asia Centrale, l'80% è infatti costituito dal deserto
steppico del Karakum, con solamente poche aree adatte al popolamento.

Sono collinari e montuose solo le zone nord-occidentali, quelle lungo gran parte del confine con l'Iran ed
infine le estremità orientali a ridosso di Afghanistan ed Uzbekistan, dove si trova la vetta più alta del Paese,
il Gora Ayribaba (3.139 m.); la catena montuosa più importante, il Kopet Dag, sfiora invece nella parte
turkmena i tremila metri col Monte Rizeh (2.912 m.), qualche decina di chilometri a sud-ovest della
capitale Ashgabat; nella depressione a ridosso del Mar Caspio si raggiungono i -81 metri.

Appartiene al Turkmenistan la porzione sud-orientale del più grande lago del Mondo, il Mar Caspio
(371.000 Km² comprese parti russa, azera, iraniana e kazaka), in cui si trova l'isola di Ogurja Ada (60 Km²),
la maggiore in territorio turkmeno; il secondo lago naturale più esteso è il Sarygamysh (5.000 Km²), la cui
parte settentrionale è però in territorio uzbeko.

L'unico fiume del Paese di un certo rilievo è l'Amudarja (2.540 Km in totale, compresi tratti tagiko,
afghano e uzbeco), ampiamente ed anzi eccessivamente sfruttato per la produzione di cotone; gli altri
corsi d'acqua provenienti da Iran ed Afghanistan diventano completamente secchi una volta che si
inoltrano nel deserto del Karakum.

Il clima è continentale arido, con precipitazioni piuttosto scarse e grande differenza di temperature fra
estate, con massime che superano ampiamente i 40° C, ed inverno quando si può arrivare a -20/-25° C;
inoltre soffiano spesso venti impetuosi e persistenti da sud-est. Il Turkmenistan è suddiviso a livello
amministrativo in 5 province, a cui si aggiunge il distretto della capitale; il tasso di urbanizzazione è del
51%, con quindi una distribuzione equilibrata fra aree rurali ed urbane.La capitale Ashgabat (755.000 ab.)
è il centro politico ed economico del Paese e si trova a poca distanza dal confine iraniano; le altre due città
principali sono Türkmenabat (253.000 ab.) e Dasoguz (210.000 ab.). Gran parte della popolazione è
costituita dai Turkmeni (91%), le minoranze più significative sono quella Uzbeka (3%) e quella Russa (2%),
con quote in calo dopo l'indipendenza. L'89% degli abitanti è musulmano, mentre il 10% è cristiano
ortodosso

Il Turkmenistan è una meta abbastanza snobbata, anche per l'attuale politica restrittiva sui visti turistici,
molto onerosi per soggiorni prolungati.

UZBEKISTAN

L'Uzbekistan si trova in Asia centrale ed è indipendente dal 1991, a seguito dello smembramento
dell'Unione Sovietica. Gran parte del Paese è occupata da un deserto arido e pianeggiante, ma nella zona
orientale si innalzano delle montagne di un certo rilievo; l'economia è incentrata sulla coltivazione del
cotone, oltre che sullo sfruttamento di alcune risorse minerarie, come idrocarburi ed oro.

Nel Mondo sono 45 i Paesi senza alcuno sbocco sul mare, soltanto 2 fra questi confinano unicamente con
altre Nazioni a loro volta senza nessuno sbocco marino, si tratta di Uzbekistan e Liechtenstein; quindi per
arrivare via terra ad una qualunque costa oceanica o marina bisogna per forza di cose attraversare come
minimo due confini.

La zona centrale ed occidentale del Paese è pianeggiante ed è occupata dal deserto del Kyzylkum e
risulta arida o semi-arida con vegetazione di tipo steppico; procedendo verso est si incontrano prima rilievi
modesti, fino ad arrivare alle propaggini periferiche delle catene montuose del Tian Shan e del Pamir, più
imponenti nei vicini Kirghizistan e Tagikistan, comunque con altezze fino ad oltre quattromila metri; la
maggior vetta uzbeca, il Khazret Sultan (4.643 m.), si trova nel sud-est del Paese, sul confine col Tagikistan.

L'Uzbekistan è attraversato da 3 grandi fiumi, il Syrdarja (2.219 Km, compresi tratti kirghizo, tagiko e
kazako) a nord-est, che bagna la fertile valle di Fergana, l'Amudarja (2.540 Km, compresi tratti tagiko,
afghano e turkmeno) a sud-est prima ed ovest poi e quello che una volta era un suo affluente, lo
Zeravshan (877 Km, compreso tratto tagiko), che si disperde nell'area desertica dopo Bukhara, anche per
l'eccessivo sfruttamento delle sue acque.

Appartiene all'Uzbekistan la sezione meridionale del Lago d'Aral, o meglio quello che resta di questo
bacino lacustre, ampio sulla carta 41.000 Km² (inclusa parte kazaka), al centro di un vero e proprio disastro
ecologico, causato dall'eccessivo sfruttamento industriale ed agricolo delle acque degli appena citati
Syrdarja ed Amudarja, che ne ha ridotto notevolmente le dimensioni, spezzandolo oltretutto in due parti
(vedi articolo Il lago d'Aral: storia di un disastro pianificato). Non sono presenti altri laghi naturali piuttosto
estesi, se escludiamo il Sarygamysh (5.000 Km², inclusa parte turkmena), che è però uzbeco solo per circa
1/4.

Il clima è continentale ed arido nella maggior parte del Paese, con venti spesso intensi e precipitazioni
piuttosto scarse escludendo le aree montuose orientali che godono di condizioni climatiche nettamente
migliori e sono di conseguenza le più densamente popolate, notevolissima inoltre la differenza fra
temperature invernali ed estive, visto che si passa da minime che arrivano a -20°/-25° a massime estreme
fino a 50° C ed in media attorno a 35°/40° C.

L'Uzbekistan è diviso a livello amministrativo in 12 province, nella repubblica autonoma dei Caracalpachi
e nel distretto della capitale; il tasso di urbanizzazione è del 51%.

La capitale Tashkent (2.405.000 ab., 2.785.000 aggl. urbano) è la città più popolosa del Paese, gli altri
centri urbani principali sono Samarcanda (509.000 ab., 1.105.000 aggl. urbano), Namangan (476.000 ab.)
ed Andijan (404.000 ab.).

Gli Uzbeki costituiscono l'80% della popolazione, con discrete minoranze di Russi (5%), Tagiki (5%) e
Kazaki (3%); la parte più occidentale della Nazione è abitata in maggioranza dai Caracalpachi (2,5%), etnia
di origine turca. Il 90% degli abitanti è musulmano, il 5% cristiano ortodosso.

TAGIKISTAN

Il Tagikistan è stato creato da Stalin negli anni Venti, quando vennero definiti i confini di quella zona
dell'ex-Unione Sovietica, è diventato indipendente nel 1991 e negli anni sucessivi è stato teatro di una
guerra civile. Il Tagikistan è ubicato nell'Asia centrale ed è in prevalenza montuoso, con le cime del Pamir
che superano i 7.000 metri d'altezza, solo a nord-ovest e sud-ovest si trovano delle zone pianeggianti.
Il Picco del Comunismo, la cima più alta dell'Unione Sovietica, si trovava in Tagikistan; nel 1998 è stato
rinominato in Picco Ismail Samani.

Il territorio è per oltre il 90% montuoso, con vette che si collocano fra i 5.000-7.000 metri d'altezza; le
uniche aree pianeggianti sono a nord-ovest (parte della valle di Fergana) e nell'estremità sud-occidentale
del Paese.

Il Tagikistan è attraversato da varie catene montuose, con le vette più alte che si trovano nel Pamir, di cui
tre sopra i settemila metri, Picco Ismail Samani (7.495 m.), Picco Ibn Sina (7.134 m.) e Picco Korjenevskaya
(7.105 m.).

Vista la montuosità del territorio solcano il Paese molti dei principali fiumi dell'Asia Centrale, il più
importante per il Tagikistan è l'Amudarja (2.540 Km in totale, compresi tratti turkmeno, afghano e uzbeco),
in particolare col suo ramo principale, il Pyanj (921 Km), che segna a lungo il confine con l'Afghanistan;
attraversa la Nazione a nord per un breve tratto anche il Syrdarja (2.219 Km, compresi tratti kirghizo,
uzbeco e kazako), mentre più a sud troviamo lo Zeravshan (877 Km, compreso tratto uzbeco) ed il Vakhsh
(524 Km in Tagikistan, in totale 786 Km col tratto kirghizo).

Nel Paese sono presenti centinaia di ghiacciai per una superficie totale di oltre 8.000 chilometri quadrati,
i maggiori sono il Fedchenko (156 Km²) ed il Garmo (115 Km²); anche i laghi sono piuttosto numerosi, i
principali di origine naturale sono il Karakul (380 Km²) ed il Sarez (86 Km²), il Kairakkum (520 Km²), creato
artificialmente, è invece il bacino lacustre tagiko più ampio.

Il clima è molto variabile da zona a zona, viste le differenze notevoli di altitudine ed orientamento dei
versanti montuosi, risulta quindi alpino nelle aree più elevate, continentale man mano che si scende e
subtropicale nel sud-ovest più arido; le vallate più riparate godono di un clima più favorevole e le
precipitazioni seppur abbastanza modeste sono generalmente più abbondanti rispetto agli altri Paesi
dell'Asia Centrale

Il Tagikistan è diviso amministrativamente in 4 province, di cui una autonoma, il Gorno-Badakhshan, alle


quali va aggiunto il distretto cittadino della capitale; il tasso di urbanizzazione è molto basso, 26%, quasi
3/4 della popolazione vive infatti in aree rurali.

L'unica città di un certo rilievo è la capitale Dusanbe (803.000 ab.), al secondo posto come numero di
abitanti troviamo Khujand (175.000 ab.), molto distanziata; hanno da poco superato i centomila abitanti
anche Qurghonteppa (105.000 ab.) e Kulob (102.000 ab.).

I Tagiki costituiscono la maggioranza della popolazione (84%), percentuale aumentata nettamente dopo
l'indipendenza, l'unico altro gruppo piuttosto numeroso è quello Uzbeko (14%), mentre i Russi sono ora
solo lo 0,5% (quota che ammontava all'8% nel 1989). Il 98% degli abitanti è musulmano, in gran parte di
rito sunnita

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