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RICORDI ANCESTRALI – LA VOCE TONANTE

O voi che solcate i liberi spazi ed i limpidi cieli dell’immenso creato;

O voi fratelli di un tempo lontano, quando fanciulli sorridevamo al Sole;

O voi che affrettaste il vostro cammino di innumerevoli

albe e tramonti, protesi verso la nuova “aurora del Sole”;

O voi che conquistaste le più alte vette dell’umano cammino,

uscendo dai globi della rinascita;

O voi che controllate lo svolgersi dell’umano destino,

non disdegnando di volta in volta di scendere lasciando la vostra impronta divina,

A voi che mi foste fratelli protendo il mio sguardo sperando in un atto d’amore;

e di questa speranza io vivo.

Adesso ricordo di quando eravamo fanciulli e correvamo insieme verso il Sole,

ma un giorno di quelli più belli io caddi: non resistetti al grande bagliore.

I vostri occhi erano puri, casti, incontaminati e nella gioia di bere la Luce vi scordaste
di me.

Io caddi giù nella materia e più non mi alzai: anch’io di voi mi dimenticai.

Ora che vedo l’astro lucente del Sole i ricordi si fanno più vivi e rimembro quei tempi

lontani quando felici eravamo in Lui.


Voi nel fare il gran balzo, vi accorgeste della mia assenza e mi cercaste,

gridando ai quattro angoli dell’Universo il mio “Nome”;

Ma io non ero più nella Luce, già le tenebre avvolgevano il mio corpo di carne.

Voi gridaste con la Possente Voce di Luce nell’affannosa ricerca,

io con la mia debole voce di tenebre: più non ci incontrammo.

Grande fu il vostro dolore, ma più grande l’amore che spinse

la vostra ricerca ai confini del regno di Dio.

Adesso scorgo nei cieli segni divini che guizzano simili a lampi di luce:

saranno i miei fratelli che hanno spinto la loro ricerca ai confini del regno delle
tenebre?

Allora la gioia riprende il mio cuore nella speranza che l’eco del mio dolore venga,

attraverso le ali del vento, raccolto da mani pietose e deposto sull’altare dell’Amore.

Io sento il vostro richiamo, esso mi giunge da lontane contrade,

ma la voce mia non è più quella di una volta;

la possente tonalità di quei giorni quando gridavamo al Sole,

adesso è un pallido eco di Sole morente.

Io non dispero, sono sicuro che un giorno voi udrete la mia voce tornata potente,

allora scenderete a prendermi per mano per mai più lasciarmi.

- SALVATORE PALADINO -

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