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Historia: Zeitschrift für Alte Geschichte
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CLEOPATRA E GLI ESPERIMENTI SU CAVIE UMANE*
Plutarco (Ant. 71, 6-8) riferisce che Cleopatra, tomata in Egitto dopo la
battaglia di Azio, comincio a prepararsi all'eventualitA del suicidio: ella.
raccoglieva ogni genere di veleni mortali e, per sperimentare quale fosse il meno
doloroso, li faceva somministrare ai prigionieri condannati a morte. Poich6 vide
che quelli di effetto rapido provocavano una morte pronta ma dolorosa e che quelli
piiu indolori non erano rapidi, provo i veleni degli animali, osservando personal-
mente mentre le varie qualita venivano inoculate a diverse persone. Faceva questi
esperimenti ogni giorno: fra tutti trovo quasi solo il morso dell'aspide, che portava
senza spasimi ne gemiti ad un torpore sonnolento e ad un letargo, accompagnati da
un leggero sudore al viso e da un affievolimento della capacita percettive, che
s'illanguidivano dolcemente e resistevano ai tentativi di risvegliarle e di richia-
marle in vita, come nel caso di chi dorme profondamente". Un racconto analogo,
anche se assai piiu breve, e riferito da Cassio Dione (51, 11, 2), il quale comunque
trascura il particolare che le vittime fossero dei condannati a morte.
Non mi sembrano convincenti ne l'ipotesil che la fonte della narrazione di
Plutarco sia Olimpo, medico di Cleopatra e autore di una relazione sulla sua morte
che Plutarco cita piiu avanti, il che implicherebbe naturalmente un forte grado di
attendibilita della notizia, ne la pertinenza a questa vicenda di alcune testimonian-
ze che sono generalmente citate a conforto della sua credibilita.
Per quel che riguarda il primo punto, occorre infatti notare che Plutarco cita
Olimpo solo una volta, affermando che Cleopatra si sarebbe rivolta a lui per
chiedergli consiglio e aiuto per suicidarsi2; ci6 mi sembra in contraddizione con la
notizia sugli esperimenti compiuti dalla regina e sulla scelta conseguentemente
gia attuata dell'aspide, che avrebbero reso inutili i consigli di Olimpo. D'altra
parte Olimpo, come medico di Cleopatra e complice del suo suicidio, doveva
offrire un racconto sostanzialmente favorevole alla regina; la narrazione di Plu-
tarco degli esperimenti su cavie umane mette invece in evidenza la crudeltA di
Cleopatra nei confronti delle sue vittime, ricollegandosi con ogni evidenza a una
tradizione ostile.
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318 GABRIELE MARASCO
3 Col. V-VI (C. Rabirius. Bellum Actiacum e Papyro Herculanensi 817, ed. 1. Garuti, Bologna
1958, P. 81-2 = H. W. Benario, The 'Carmen de bello Actiaco' and Early Imperial Epic, in:
ANRW, II 30.3, hrsg. W. Haase, Berlin-New York 1983, p. 1660).
4 Col. V 1 (noxia turba).
5 Col. VI 1: [Hic iJacet [adsumptusfJerro.
6 Cfr. ad es. G. Zecchini, 1I Carmen de bello Actiaco. Storiografia e lotta politica in eta
augustea, Historia Einzelschr. Heft 51, Stuttgart 1987, pp. 26 sgg.
7 Sull'influenza della tradizione legata alla propaganda di Ottaviano, sia pur mista a notizie di
diverso indirizzo, per il racconto delle ultime vicende di Cleopatra cfr. in partic., per
Plutarco, Plutarch. Life of Antony, ed. C. B. R. Pelling, Cambridge 1988, pp. 293 sgg.; per
Cassio Dione, Freyburger-Roddaz, op. cit. (n. 1), pp. XVI-XXLH.
8 Solin. 27, 31, p. 122 Mommsen: ... hipnale quod somno necat, teste etiam Cleopatra emitur
ad mortem.
9 Plin. Nat. hist. 21, 9, 12.
10 Cfr. Plut. Ant. 29.
11 Su cui cfr. ad es. B. Manuwald, Cassius Dio und Augustus, Wiesbaden 1979, pp. 229 e n.
390; 230 e n. 393.
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Cleopatra e gli esperimenti su cavie umane 319
della maniera meno dolorosa di morire. Ella apprese, da quanti avevano subito
ferite, che la morte per spada comportava sofferenze e anche quella ottenuta
bevendo veleno era dolorosa, perche provocava forti convulsioni; la morte per il
morso dell'aspide era invece dolce e tranquillal2. Niente nel racconto di Eliano
conforta, come si vede, l'attuazione di esperimenti su cavie umane13; si tratta
invece, in questo caso, di una discussione simposiaca, del tutto consona al clima
lugubre instauratosi alla corte di Alessandria dopo Azio14, nel corso della quale
Cleopatra s' informa dei vari metodi possibili per morire, ottenendo risposte basate
sull'esperienza, nel caso della morte per spada da parte di chi aveva subito ferite,
nel caso del veleno da bere e del morso dell'aspide, con ogni evidenza, da parte di
medici e scienziati che avevano competenza in proposito. Mi sembra del tutto
possibile che una simile discussione realmente avvenuta abbia fornito il pretesto
per ulteriori sviluppi, culminati appunto nell'accusa di esperimenti su condannati.
Infine, una variante della tradizione attestata dal Cannen de bello Actiaco, da
Plutarco e da Cassio Dione e offerta da Galeno e da Zenobio. Galeno'5 afferma
che Cleopatra avrebbe sperimentato il morso dell'aspide sulle due ancelle che le
erano rimaste fedeli, Naera e Carmione, prima di farsi mordere ella stessa dal
serpente; egli riferisce anche un'altra versione, che attribuisce a coloro che
intendevano esaltare l'abilita delle donne nell'ingannare e la rapiditA dell'aspide
nell'uccidere, secondo cui Cleopatra si sarebbe morsa un braccio e vi avrebbe
versato il veleno dell'aspide da una coppa. Zenobio, da parte sua riferisce una
versione in parte analoga, secondo cui Cleopatra avrebbe sperimentato il veleno
del serpente su Naera e Carmione mediante spilloni, per poi suicidarsi con lo
stesso metodo'6. L'affinita di questa versione con quella di Galeno e dimostrata
dal nome di una delle ancelle, Naera, che Plutarco (Ant. 85, 7) chiama invece Ira;
ma Zenobio contamina questa notizia con quella dell'uso dello spillone, che 6
pure attestata in altre fonti'7. La versione circa la prova del veleno dell'aspide
sulle due ancelle in Zenobio e Galeno, che comunque e da respingere'8, potrebbe
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320 GABRIELE MARASCO
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Cleopatra e gli esperimenti su cavie umane 321
della dea27. L'aspide costitui dunque per Cleopatra una scelta obbligata, determi-
nata da motivi di ordine dinastico e politico, sicche a nulla sarebbe valso effettuare
esperimenti.
Anche dal punto di vista pratico, la necessita di questi esperimenti appare del
resto poco credibile: Alessandria era infatti sede di una delle piiu illustri scuole
mediche, ricca dell'esperienza di studi e ricerche che datavano da secoli e con la
disponibilita della piiu fomita biblioteca del tempo: tutto il sapere accumulato nel
campo dei veleni era dunque disponibile senza che fosse necessario provarli su
cavie umane28. Tale conclusione mi sembra decisamente confermata da Galeno29,
il quale attesta che ad Alessandria i condannati venivano spesso giustiziati medi-
ante i morsi dell'aspide, poiche si riteneva che tale metodo d'esecuzione fosse
meno doloroso e piiu rapido; dunque, 1'esperienza in tale campo era completa e
aveva trovato un'applicazione pratica ormai di routine.
Proprio questa testimonianza ha indotto il Tam a concludere che le notizie
sugli esperimenti condotti da Cleopatra costituiscano una leggenda, creata appun-
to sulla base del metodo di esecuzione attestato da Galeno e mirante ad accusare la
regina di vilta30. Ma tale conclusione mi sembra in contraddizione con la stessa
testimonianza di Galeno, che menziona l'esecuzione mediante l'aspide proprio
come esempio di umanita, mentre nelle fonti che abbiamo esaminate la vicenda
assume un valore estremamente negativo per Cleopatra, servendo a sottolinearne
la crudeltA. A mio avviso, dunque, l'origine della notizia dev'essere ricercata
piuttosto nell'aspra propaganda contemporanea che fu rivolta contro la regina
d'Egitto, in relazione alle necessitA della guerra e con lo scopo di eccitare contro di
lei l'opinione pubblica romana.
In tale prospettiva, mi sembra essenziale, in primo luogo, ricordare le reazioni
provocate nell'opinione pubblica da alcuni aspetti della scienza medica e della
sperimentazione portata avanti soprattutto ad Alessandria in eta tolemaica. Celso,
contemporaneo di Augusto, riferisce un'aspra polemica contro la pratica della
vivisezione attuata dai medici della scuola dogmatica su condannati a morte31.
Egli afferma, in particolare, che i medici Erasistrato ed Erofilo, filoriti nella prima
27 Cfr. ad es. V. Tran Tam Tinh, Essai sur le culte d'Isis a Pompei, Paris 1964, pp. 75-6 e 130;
Alla ricerca di Iside. Analisi, studi e restauri dell'Iseo pompeiano del Museo di Napoli,
Roma 1992, p. 55 e Tav. X; p. 59.
28 Cfr. Pelling, op. cit. (n. 7), p. 296.
29 Galen. XIV 237 Kuhn (De ther. ad Pison. VIII, p. 128-29 Coturri). Sulla sua versione della
morte di Cleopatra cfr. Sbordone, art. cit. (n. 13), pp. 11 sgg.
30 Tarn, C. A. H., X, 1934, p. 110, n. 3; cfr. Grant, op. cit. (n. 23) p. 258. Si veda inoltre
Sbordone, art. cit. (n. 13), pp. 5 sgg., secondo cui 1'invenzione avrebbe mirato a spiegare con
motivi scientifici la scelta dell'aspide da parte di Cleopatra. Diversamente, G. Lumbroso
(,,Aegyptus" 3, 1922, p. 46) traeva dall'accostamento di questa testimonianza a quella di
Plutarco una conferma dell'autenticitA di entrambe.
31 Cels. Med. I prooem. 23-26 e 40-44. Cfr. in partic. J. Scarborough, Celsus on Human
Vivisection at Ptolemaic Alexandria, ,,Clio Medica", 11, 1976, pp. 25-38; Ph. Murdry, La
Preface du 'De medicina' de Celse, Lausanne 1982, pp. 106-9 e 133-38.
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322 GABRIELE MARASCO
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Cleopatra e gli esperimenti su cavie umane 323
41 Cfr. ad es. Fraser, op. cit. (n. 37), 1, p. 348; Lloyd, op. cit. (n. 38), p. 348.
42 Tertull. De anim. 10, 4: Herophilus ille medicus aut lanius, qui sexcentos exsecuit, ut
naturam scrutaretur, qui hominem odiit, ut nosset, nescio an omnia interna eius liquido
explorarit, ipsa morte mutante quae vixerant, et morte non simplici, sed ipsa inter artificia
exsectionis errante. Cfr. Quinti Septimi Florentis Tertulliani De anima, ed. with Introd. and
Comm. by J. W. Waszink, Amsterdam 1947, p. 185 sg. Si veda anche Aug. De civ. Dei 22,
24; De anim. et ei. orig. 4, 2, 3.
43 Circa questo ideale e la sua profonda influenza sullo sviluppo della medicina nel mondo
romano cfr. in partic. Ph. Murdry, Medicus amicus. Un trait romain dans la medecine
antique, ,,Gesnerus" 37, 1980, pp. 17-20; G. Pisi, 1I medico amico in Seneca, Roma 1983,
passim; J. Andre, ttre medecin a Rome, Paris 1987, pp. 91-3; P. Manuli, in: Storia di Roma,
4, Caratteri e morfologie, Torino 1989, pp. 420-22.
44 Cfr. Murdry, La Preface (n. 31), p. 108 sg. Diversamente, tuttavia, Edelstein, Ancient
Medicine (n. 38), p. 141.
45 Cfr. Sieveking, s. v. H'erophilos, nr. 4, ,,R. E." VIII 1, 1912, coil. 1104 sgg.; F. Kudlien,
Herophilos und der Beginn der medizinischen Skepsis, ,,Gesnerus" 21, 1964, pp. 1 sgg. (=
Antike Medizin [n. 38], pp. 280 sgg.); Fraser, op. cit. (n. 38), 1, pp. 348 sgg. Per i dubbi circa
il fatto che la vivisezione umana sia stata realmente praticata da Erasistrato, che visse invece
alla corte dei Seleucidi, cfr. Fraser, op. cit., II, p. 507, n. 76; Lloyd, op. cit. (n. 38), p. 348.
46 Cels. Med. I praef. 23; cfr. Murdry, La Pr4face (n. 31), p. 106.
47 Cels. Med. I praef. 4; ps.-Galen. XIX 357 Kuhn. Galeno (I1 289; XUII 609 Kuhn) contesta
invece l'utilita di questo metodo, osservando in particolare che il medico coscienzioso e
troppo occupato a curare e richiudere al piiu presto le ferite per trarre dalla loro osservazione
un vero utile scientifico.
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Cleopatra e gli esperimenti su cavie umane 325
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