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LE NOSTRE PROPOSTE
stessi
Favorire tramite misure economiche e capitolati nelle
Compostaggi
Ricicl Inceneriment Discaric
Nazione oe
o o a
digestione
Austria 26% 39% 3% 32%
Germani
49% 32% 0% 19%
a
Paesi
25% 47% 1% 27%
Bassi
Regno
28% 32% 23% 17%
Unito
Rifiuti Zero
Il simbolo internazionale per i materiali riciclabili
(Unicode U+267B)
Lo Zero rifiuti o Rifiuti Zero (in inglese Zero Waste) è una
strategia di gestione dei rifiuti che si propone di riprogettare
la vita ciclica dei rifiuti considerati non come scarti ma
risorse da riutilizzare come materie prime seconde,
contrapponendosi alle pratiche che prevedono
necessariamente processi di incenerimento o discarica, e
tendendo ad annullare o diminuire sensibilmente la quantità
di rifiuti da smaltire. Il processo si basa sul modello di
riutilizzo delle risorse presente in natura.[1]
Tra i suoi maggior teorizzatori vi è il prof. Paul Connett,
professore emerito della St. Lawrence University.[2]
Metodologia
Nell'industria questo processo coinvolge la creazione di
attrezzature differenti da quelle utilizzate nella normale
produzione capaci di rigenerare prodotti già utilizzati. Un
esempio può essere il ciclo di una bottiglia di vetro per il
latte. La risorsa iniziale è la sabbia silicica, la quale viene
trasformata in vetro e successivamente in una bottiglia. La
bottiglia viene riempita di latte e distribuita al consumatore.
Al momento, i normali metodi di gestione dei rifiuti
dispongono che la bottiglia venga gettata in discarica. Ma
con il metodo Rifiuti Zero la bottiglia può essere affittata al
momento dell'acquisto tramite un deposito, e viene riportata
indietro dopo l'utilizzo. La bottiglia viene quindi lavata,
riempita e rivenduta. Gli unici materiali sprecati sono l'acqua
di risciacquo e le risorse di energia e di materiali necessari
alla logistica del trasporto dei vuoti.
Rifiuti Zero può rappresentare un'alternativa economica al
sistema dei rifiuti tradizionale, dove nuove risorse vengono
continuamente utilizzate per rimpiazzare le risorse finite in
discarica. Può anche rappresentare un'importante
alternativa per l'inquinamento visto che la discarica produce
una quantità significativa di inquinamento ambientale.
Schematicamente è possibile riassumere la strategia Rifiuti
Zero in tre punti:
1. eliminare incenerimento dei rifiuti e strutturare un
sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale
differenziabile e ottimizzi la qualità del materiale da
riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di
rifiuti prodotti;
2. incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione
di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la
percentuale di scarti (es. uso di prodotti alla spina);
3. sostenere la progettazione e la produzione di prodotti
totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili (o strategie
di riutilizzo come il cosiddetto vuoto a rendere).
Rifiuti zero in Italia
Il primo comune italiano a aderire alla strategia Rifiuti Zero è
stato Capannori, (LU, in Toscana) il 14 giugno 2007[3][4] su
impulso di Rossano Ercolini, che ha infatti ricevuto nel 2013
il Goldman Prize, il cosiddetto premio nobel per
l'ambiente[5][6].
Al 14 febbraio 2018 sono 232 i comuni italiani aderenti alla
strategia Rifiuti Zero, per un bacino complessivo di
5.904.503 di abitanti.[7]
Area Comune Provincia ab.
Mirabello
Nord (AL) 1368
Monferrato
Monte San
Nord (BO) 10976
Pietro
Sasso
Nord (BO) 14517
Marconi
Anguillara
Centro (Roma) 18256
Sabazia
Borgo a
Centro (LU) 8500
Mozzano
Centro Calcinaia (PI) 11039
Forte dei
Centro (LU) 7760
Marmi
Oriolo
Centro (VT) 4000
Romano
Trevignano
Centro (Roma) 5819
Romano
Castelnuovo
Sud (SA) 2575
Cilento
Gagliano del
Sud (LE) 5485
Capo
Giffoni Sei
Sud (SA) 5272
Casali
Morciano di
Sud (LE) 3460
Leuca
Piano di
Sud (NA) 13136
Sorrento
Somma
Sud (NA) 35238
Vesuviana
Torre del
Sud (NA) 87388
Greco
Buseto
Isole (TP) 3141
Palizzolo
Calatafimi
Isole (TP) 7258
Segesta
Riprende il ritiro del verde nei sobborghi dopo il rogo alla discarica
E' ripreso regolarmente il servizio domiciliare di ritiro dei
rifiuti biodegradabili, il cosiddetto 'verde'. Dopo l'incendio alla
discarica Aral era stato sospeso nei sobborghi. Il porta a
porta è stato ripristinato, fino al 17
novembre
CASTELCERIOLO - Dopo l'incendio
alla discarica Aral del 22 agosto, l’area
ecologica dell’impianto di trattamento
rifiuti ARAL non era stata più utilizzata,
costringendo AMAG Ambiente a
sospendere il servizio di ritiro
domiciliare del “verde” presso i
sobborghi del comune di Alessandria.
Perché per Aral questi sono giorni “caldi” anche sul fronte
amministrativo: si deve procedere al rinnovo del
Consiglio di Amministrazione (l'assemblea potrebbe
essere fissata i primi di ottobre) e alla nomina del nuovo
direttore, individuato dai maggiori creditori all'interno del
piano di Concordato. Intanto i due rappresentanti del
Comune di Alessandria nel CdA (il terzo spetta agli altri
Comuni soci in Aral) ci sono: il primo cittadino ha
firmato nella giornata di lunedì 17 settembre i due decreti. I
nomi sono quelli di Angelo Marengo e Fabio Quirico.
Problemi su problemi che si
concatenano creando disagi anche
ai servizi offerti da Amag Ambiente.
Uno su tutti è quello della raccolta
del verde nei sobborghi che è
ancora sospesa. “Quando
riprenderà? - ha chiesto Mazzoni
(Pd) all'assessore Borasio – Quale è
ancora il nesso con l'incendio
divampato a Castelceriolo ad agosto?”. A dare qualche
risposta è stata una riunione in Aral proprio nella giornata di
lunedì, come è stato riportato da Paolo Borasio. “La zona di
stoccaggio del verde è vicino a dove si sono sviluppati i
focolai degli incendi. Quindi si è deciso di non lasciare il
verde, che è infiammabile, in quella posizione”. E' stato
pertanto smaltito il cumulo che c'era, ma per ora non è
possibile conferire nuovamente lì. La raccolta dovrebbe
comunque riprendere in breve tempo grazie ad una
“richiesta di urgenza”, ovviamente provvisoria, da parte
della Provincia per poter utilizzare come zona di
stoccaggio, gestione e lavorazione del verde “le due
aree 19 e 20”.
19/09/2018
Giulia Boggian - giulia.boggian@alessandrianews.it
Alessandria
C'è davvero la "mafia" dietro i roghi alla discarica?
In Commissione consiliare si è tornati a parlare degli incendi
alla discarica di Castelceriolo, ben 3 nell'arco di un solo
mese, con la minoranza che si concentra sulle parole del
sindaco, che aveva mandato un messaggio deciso "non ci
faremo intimidire e non faremo fallire l'azienda". Aral fa gola
a molti, come l'inchiesta di Brescia
testimonia
ALESSANDRIA - In principio ci
fu l'inchiesta del tribunale di
Brescia, non ancora giunta a
conclusione, sul traffico di rifiuti che
dal sud arrivò sotto traccia alla
discarica di Castelceriolo, senza che
nessuno ancora oggi sia in grado
di spiegare con precisione alla cittadinanza cosa sia
stato conferito in quel periodo in discarica.
Opinioni
Crisi Aral: causata da scelte sbagliate nella gestione dei rifiuti
Le difficoltà e le criticità dell'azienda partecipata dai 32
comuni dell'alessandrino, tra cui Alessandria e Valenza,
erano note da tempo e dipendono, in larga misura, dalle
scelte di indirizzo politico-amministrative prese, o non
adottate, almeno, negli ultimi dieci anni
OPINIONI - Ogni valutazione sulla
situazione della società Aral non può
prescindere, è doveroso premetterlo, dalle decisioni e dagli
elementi di chiarezza che la Magistratura dovrà prendere ed
esplicitare - auspichiamo il prima possibile - sui fatti
denunciati e le eventuali responsabilità che sono oggetto
dell’indagine in corso. Ciò detto è opportuno rilevare che le
difficoltà e le criticità dell’azienda partecipata dai 32 comuni
dell’alessandrino, tra cui Alessandria e Valenza, erano note
da tempo e dipendono, in larga misura, dalle scelte di
indirizzo politico-amministrative prese, o non adottate,
almeno, negli ultimi dieci anni.
Così prima di arrivare ad una nuova “emergenza rifiuti” il vertice in Provincia di ieri ha
cercato di studiare alcune possibili soluzioni. Tra le proposte più favorevoli c'è quella che guarda
a Solero, alla nuova vasca che si sta realizzando. “All'interno di quella creare subito, cioè entro
un mese al massimo, una vasca nella vasca, cioè un piccolo
spazio che possa essere subito utilizzato e riempito con il
sovraccarico dell'impianto di Aral” ha spiegato l'assessore
Paolo Borasio. Visto che per l'intera settima vasca bisognerà
attendere almeno fino a fine anno o poco prima.
In attesa di soluzioni repentine per scongiurare l'emergenza, il primo passo sembra essere
“un atto di forza importante del nuovo CdA di Aral nell'organizzazione e gestione dell'azienda
e della filiera”.Per iniziare a sistemare qualche tassello....
6/10/2018
Giulia Boggian - giulia.boggian@alessandrianews.it
Riprende il ritiro del verde nei sobborghi dopo il rogo alla discarica
E' ripreso regolarmente il servizio domiciliare di ritiro dei rifiuti biodegradabili, il cosiddetto 'verde'.
Dopo l'incendio alla discarica Aral era stato sospeso nei sobborghi. Il porta a porta è stato
ripristinato, fino al 17 novembre
CASTELCERIOLO - Dopo l'incendio alla discarica Aral del 22
agosto, l’area ecologica dell’impianto di trattamento rifiuti ARAL
non era stata più utilizzata, costringendo AMAG Ambiente a
sospendere il servizio di ritiro domiciliare del “verde” presso i
sobborghi del comune di Alessandria.
Aral: il Consiglio approva le modifiche statutarie. “Maggiore controllo pubblico...ma servono risorse (privati) per far
funzionare il servizio”
Il Consiglio comunale ha approvato le modifiche allo statuto Aral che vertevano sul passaggio “in
house” dell'azienda e sulla istituzione di una commissione di controllo analogo. Astensione del
Movimento 5 Stelle che non “trova garanzie e teme che si i passi siano verso una privatizzazione”.
Bocciato l'emendamento presentato da Mazzoni (Pd) sulla presenza di un membro di minoranza nel
comitato di controllo analogo
ALESSANDRIA - Una astensione nella votazione delle
modifiche allo statuto di Aral da parte di Partito
Democratico e Movimento 5 Stelle già motivata in
commissione, dove il provvedimento era stato presentato in
tutti i suoi dettagli dall'assessore Paolo Borasio. Si tratta
del ritorno “in house” di Aral (così da poter poi con l'altra
società partecipata, Amag Ambiente, anch'essa in house
guardare alla fusione) e della istituzione di una commissione di
controllo analogo.”In questo modo il potere al pubblico è
più stringente: intanto c'è un controllo della Corte dei Conti e in
più anche una commissione interna di 5 membri a verifica di
tutte le azioni dell'azienda e della assemblea dei soci”.
Garanzie che non sembrano sufficienti ai pentastellati: “parliamo di un'azienda con 23 milioni di
debiti, che si dovrebbe fondere con Amag Ambiente che non si è ancora espressa però su questa
operazione (il 20 ottobre si dovrebbe avere il giudizio sulla fattibilità) per poi mettere in vendita il
49% delle quote. Insomma una operazione funambolica che detta i primi passi verso una
privatizzazione?!?”. Una visione di tutta la partita “Aral” che va al di là delle modifiche statutarie. E
che deve come sempre fare i conti con la necessità di “investimenti” per la gestione di un servizio,
importante poi come quello della filiera rifiuti. “A parte che questo è il modo in cui il pubblico ha
più controllo – risponde l'assessore Borasio – Ma comunque anche a me piace il pubblico,
ma mi sembra che ad Alessandria fino ad oggi non abbia fatto granché né troppo bene”.
Quello che conta è avere un servizio che funziona: “e sapete quanto costa fare il porta a
porta su tutto il territorio comunale? 10 milioni e mezzo. Chi li trova? Chi li ha? Non di certo il
pubblico. E per rimettere a posto questa società servono soldi, serve una iniezione di
risorse....che oggi il pubblico non è in grado di garantire”. E che forse invece può arrivare dal
privato.
Una strada ancora lunga e tutta in salita quella di Aral che la giunta di Cuttica di Revigliasco dovrà
affrontare, che però vede una “iniezione di fiducia” da parte delle forze di maggioranza nel
lavoro portato avanti dall'assessore Paolo Borasio. “Fiducia” insomma. Che dimostra anche
Emanuele Locci, capogruppo di Alessandria Migliore nel votare favorevolmente le modifiche allo
Statuto, pur non condividendo invece la strada intrapresa in generale su tutto il percorso per
“salvare” Aral. Una linea più dura quella che avrebbe preferito Locci “verso i comuni sedi di
discarica ai quali forse se non si fosse concesso il contributo di solidarietà, si fosse puntato ad
ottenere un innalzamento della discarica e non si fossero considerati come creditori
privilegiati....forse Aral si poteva salvare con le sue gambe”. Per ora resta su delle “stampelle” in
attesa di essere rimessa in piedi.
9/10/2018
Giulia Boggian - giulia.boggian@alessandrianews.it
Aral: ritorno “in house” e controllo analogo le modifiche allo Statuto, in attesa del parere di Amag sulla fusione
E' l'assessore Paolo Borasio ad aver presentato le modiche statutarie per Aral in commissione.
Ritorno “ufficiale” all'attività “in house” che non esercitava più da tempo, operando verso terzi ben
oltre le percentuali concesse per legge. E la creazione di una commissione di 5 membri per il
“controllo analogo”. Modifiche che non convincono del tutto M5S
e Pd....
ALESSANDRIA - Resta “bollente” il clima intorno ad Aral,tanto
che anche le modifiche allo statuto della societàfanno
discutere in commissione Ambiente congiunta con la Bilancio,
dove l'assessore Paolo Borasio le presentate. Un passaggio che
ha due ordini di ragioni: la prima riguarda il riportare “sulla
retta via” l'attività di Aral, “che da anni non opera più 'in
house providing', ma che ha svolto il servizio verso terzi per
percentuale di gran lunga superiori rispetto a quelle
concesse per legge (20% verso terzi e 80% verso comuni soci,
ndr)”. Oggi l'azienda di smaltimento rifiuti è tornata ad una
gestione 'in house' dei rifiuti, ma non “ufficialmente”, ovvero
senza avere un contratto di servizio e quindi un affidamento
formale da Atogra.
Una modifica che guarda già oltre: alla fusione per incorporazione in Amag Ambiente che è
presente nel piano di concordato. E su questo si sta attendendo il giudizio contabile proprio di
Amag Ambiente (che dovrebbe arrivare il 20 ottobre), per ragionare sulla fusione “di due società in
house, che darebbero vita ad un nuovo soggetto (anch'esso in house) sotto Atogra con
un fatturato stimato sui 25 milioni che quindi fa prospettare un introito da terzi (per una
percentuale del 20%) di 5 milioni”. Che non sono bruscolini. Tutto “garantito” da una
commissione di “controllo analogo” che rappresenta l'altra importante modifica allo statuto, oltre
al capitale sociale “interno” che deve restare agli enti soci.
“Sarebbero anche buone modifiche....se non si parlasse di Aral, oggi in concordato e con 23
milioni di debiti. Il timore è che siano i primi passi verso una
privatizzazione....forse sarebbe meglio attendere il parere di
Amag Ambiente prima di procedere a questi cambiamenti” sono
le parole di dubbio del capogruppo del Movimento 5 Stelle
Michelangelo Serra. A cui si affiancano le “presunte
contraddizioni” secondo Enrico Mazzoni del Partito
Democratico rispetto a quanto prospettato in passato
dall'amministrazione per il futuro di Aral con “possibile vendita
del 49% delle quote a privati....”: allora perché mettere che il
capitale deve restare “interno”?
Convinto, Mazzoni chiede allora “come saranno ripartiti i 5 membri di questa commissione di
controllo, tra comune, piccoli comuni....e se l'ente fosse disponibile a far entrare anche un
membro di minoranza”. Ma la ripartizione è ancora tutta da decidere, dallo stesso Atogra che
potrebbe volerne far parte....”comunque da parte mia nessun problema a questa ipotesi” ha risposto
Borasio. Un “impegno” che una volta passate le modifiche statutarie non è comunque “nero
su bianco” sulla carta....da qui in commissione l'astensione dei commissari di minoranza. Ora si
vedrà cosa deciderà il Consiglio comunale, chiamato ad esprimersi.
5/10/2018
Giulia Boggian - giulia.boggian@alessandrianews.it
Aral: discarica di Solero "sorvegliata". Intanto "richiesta d'urgenza" per la ripresa della raccolta del verde
Dopo il raid alla discarica di Solero si è deciso per un monitoraggio continuo del sito 24 ore su 24 da
parte di un istituto di vigilanza privata. In commissione consiliare l'assessore Paolo Borasio ha dato
aggiornamenti anche sulla raccolta del verde che è ancora sospesa. Dalla Provincia richiesta
provvisoria ma di urgenza per utilizzare altre due aree della
discarica di Castelceriolo
ALESSANDRIA - Ormai Aral è davvero “sorvegliato
speciale”: dopo gli incedi dei mesi estivi alla discarica di
Castelceriolo (dove si sospetta l'origine dolosa) e il raid alla
discarica di Solero nella notte di pochi giorni fa si è dovuto
procedere ad un servizio con vigilanza 24 ore su 24 per
monitorare i due siti. La decisione di una sorveglianza privata
continua a Solero è stata determinata dalla messa “sotto
attacco” del sito dove sono stati distrutti e saccheggiati uffici,
capannoni, attrezzature. E anche “dati sensibili” dei computer e
le registrazioni delle 8 telecamere di sorveglianza oltre ai sensori
posti a perimetro della discarica che segnalano gli
ingressi. “Dati sensibili che erano solo su quei server? O
che magari potrebbero non essere andati totalmente distrutti se ce ne fossero delle copie
nella sede centrale di Aral, quella di Castelceriolo”, come ha chiesto il vicepresidente del
consiglio comunale Enrico Mazzoni.
Il dubbio, venuto per primo all'assessore comunale Paolo Borasio che ha dato comunicazione di
quanto accaduto in commissione Ambiente, è che “non si tratti di un furto. Sebbene come forma
di depistaggio siano state saccheggiate le macchinette di alimenti e bevande all'interno degli
uffici, per un totale di 3 euro in monetine”. 30 mila euro di danni, di cui oltre 10 mila per la
Koster, che in quella discarica aveva diversi mezzi. Ora le vere domande sono: chi e perché?
Ma a dare queste risposte ci sono le indagini in corso da parte dei Carabinieri.
Perché per Aral questi sono giorni “caldi” anche sul fronte amministrativo: si deve procedere al
rinnovo del Consiglio di Amministrazione (l'assemblea potrebbe essere fissata i primi di
ottobre) e alla nomina del nuovo direttore, individuato dai maggiori creditori all'interno del piano di
Concordato. Intanto i due rappresentanti del Comune di Alessandria nel CdA (il terzo spetta agli
altri Comuni soci in Aral) ci sono: il primo cittadino ha firmato nella giornata di lunedì 17
settembre i due decreti. I nomi sono quelli di Angelo Marengo e Fabio Quirico.
Aral: discarica di Solero "sorvegliata". Intanto "richiesta d'urgenza" per la ripresa della raccolta del verde
Dopo il raid alla discarica di Solero si è deciso per un monitoraggio continuo del sito 24 ore su 24 da
parte di un istituto di vigilanza privata. In commissione consiliare l'assessore Paolo Borasio ha dato
aggiornamenti anche sulla raccolta del verde che è ancora
sospesa. Dalla Provincia richiesta provvisoria ma di urgenza per
utilizzare altre due aree della discarica di Castelceriolo
ALESSANDRIA - Ormai Aral è davvero “sorvegliato
speciale”: dopo gli incedi dei mesi estivi alla discarica di
Castelceriolo (dove si sospetta l'origine dolosa) e il raid alla
discarica di Solero nella notte di pochi giorni fa si è dovuto
procedere ad un servizio con vigilanza 24 ore su 24 per
monitorare i due siti. La decisione di una sorveglianza privata
continua a Solero è stata determinata dalla messa “sotto
attacco” del sito dove sono stati distrutti e saccheggiati uffici,
capannoni, attrezzature. E anche “dati sensibili” dei computer e
le registrazioni delle 8 telecamere di sorveglianza oltre ai sensori
posti a perimetro della discarica che segnalano gli ingressi. “Dati sensibili che erano solo su quei
server? O che magari potrebbero non essere andati totalmente distrutti se ce ne fossero
delle copie nella sede centrale di Aral, quella di Castelceriolo”, come ha chiesto il
vicepresidente del consiglio comunale Enrico Mazzoni.
Il dubbio, venuto per primo all'assessore comunale Paolo Borasio che ha dato comunicazione di
quanto accaduto in commissione Ambiente, è che “non si tratti di un furto. Sebbene come forma
di depistaggio siano state saccheggiate le macchinette di alimenti e bevande all'interno degli
uffici, per un totale di 3 euro in monetine”. 30 mila euro di danni, di cui oltre 10 mila per la
Koster, che in quella discarica aveva diversi mezzi. Ora le vere domande sono: chi e perché?
Ma a dare queste risposte ci sono le indagini in corso da parte dei Carabinieri.
Perché per Aral questi sono giorni “caldi” anche sul fronte amministrativo: si deve procedere al
rinnovo del Consiglio di Amministrazione (l'assemblea potrebbe essere fissata i primi di
ottobre) e alla nomina del nuovo direttore, individuato dai maggiori creditori all'interno del piano di
Concordato. Intanto i due rappresentanti del Comune di Alessandria nel CdA (il terzo spetta agli
altri Comuni soci in Aral) ci sono: il primo cittadino ha firmato nella giornata di lunedì 17
settembre i due decreti. I nomi sono quelli di Angelo Marengo e Fabio Quirico.
Alessandria
C'è davvero la "mafia" dietro i roghi alla discarica?
In Commissione consiliare si è tornati a parlare degli incendi alla
discarica di Castelceriolo, ben 3 nell'arco di un solo mese, con la
minoranza che si concentra sulle parole del sindaco, che aveva
mandato un messaggio deciso "non ci faremo intimidire e non
faremo fallire l'azienda". Aral fa gola a molti, come l'inchiesta di
Brescia testimonia
ALESSANDRIA - In principio ci fu l'inchiesta del tribunale di
Brescia, non ancora giunta a conclusione, sul traffico di rifiuti
che dal sud arrivò sotto traccia alla discarica di
Castelceriolo, senza che nessuno ancora oggi sia in grado
di spiegare con precisione alla cittadinanza cosa sia stato conferito in quel periodo in
discarica.
Poi, questo agosto, sono arrivati danneggiamenti e tentativi di furto sospetti a ben 3 pale
meccanicheutilizzate all'interno dello stabilimento, rese inutilizzabili,tanto che non si sono potute
impiegare neanche per tentare un salvataggio straordinario dei rifiuti che hanno preso fuoco, a
più riprese, nell'arco di un solo mese.
A indagare su questi furti e incendi sospetti dovrà essere la magistratura, ma per ora gli elementi
che lasciano perplessi sono diversi, come emerso durante la Commissione Consiliare tenutasi
a Palazzo Rosso, alla presenza dei vertici dell'azienda Aral (l'ex prefetto e oggi
presidente Giacchetti e l'ingegner Biolatti), l'assessore all'ambiente Borasio e Maffiotti, direttore
di Arpa.
Al centro dell'inchiesta ci potrebbero essere anche i collegamenti fra il conferimento illegale di rifiuti
su cui indaga il tribunale di Brescia e quanto sta accadendo oggi. Come sottolineato da più parti
durante la Commissione sono evidenti gli interessi intorno all'eventuale fallimento di Aral,
ancor più probabile dopo i danni economici che gli incendi hanno prodotto (per i macchinari
distrutti, ma soprattutto per i costi di smaltimento più che raddoppiati visto che ciò che è bruciato
andrà trattato come rifiuto speciale e i soldi che saranno necessari per bonificare l'area). Se
l'azienda dovesse fallire (per ora si trova in regime di concordato), la possibilità per qualche
privato di acquistarla a buon mercato sarebbe alta, e una discarica può far gola a molti, visto il
business che il traffico di rifiuti porta con sé.
5/09/2018
Marco Madonia - marco.madonia@alessandrianews.it
Comune: "Nessun 'inside job', per Aral l'incendio è un grave danno". E Arpa spiega le procedure di soccorso
L'assessore Borasio si reca in visita all'ospedale dove si trova ricoverato un volontario della
protezione civile, intossicato mentre si prodigava per limitare i danni: "denunceremo chi sui social ha
accusato si sia trattata di una messinscena". I resti dell'incendio dovranno essere bonificati e smaltiti
come rifiuti speciali, con costi più alti
ALESSANDRIA: "Un grazie sentito a questo volontario della
protezione civile che per prestare aiuto ad Araldurante
l'incendio è rimasto intossicato. Oggi sono andato a
trovarlo per portargli i saluti e ringraziarlo a nome
dell'amministrazione comunale. Grazie Giuseppe Aldo
Coscia!"
Venerdì 24 agosto presso la sede dell'Arpa (l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), il
direttore Alberto Maffiotti e l'assessore Borasio hanno tenuto un lungo incontro per ritorare
sulla vicenda dell'incendio, chiarire i dubbi di tanti cittadini sul funzionamento dei
soccorsi,tranquillizzare la cittadinanza in merito alle procedure adottare, spiegare come
avvengono i rilievi alla ricerca di agenti inquinanti, e fare anche chiarezza sui prossimi passaggi
di questa intricata vicenda: "intanto possiamo confermare che è stato aperto un fascicolo in
Procura in merito all'incendio - sottolinea l'assessore Borasio - e faremo tutto il possibile per
trovare i responsabili. Ci sono persone che sui social networks hanno accusato il Comune e
l'Aral di aver provocato l'incendio, così da 'far posto in discarica' o non doversi più preoccupare
per lo smaltimento dei rifiuti. Si tratta di sciocchezze immense, e siamo pronti a denunciare chi ci
ha calunniati così. Per l'azienda l'incendio è stato un grave
danno. I rifiuti lì contenuti e bruciati sono diventati rifiuti
speciali, che andranno stoccati, contestualmente a
un intervento di bonifica da parte di Arpa, al costo di 200
euro a tonnellata, rispetto alle cifre 'standard' che vengono
pagare per lo smaltimento, che nel caso di rifiuti indifferenziati si
aggirano intorno ai 140 euro".
Alberto Maffiotti, direttore di Arpa, spiega come siano andate le cose: "le squadre per allertare la
popolazione sono partire alle 22.30 circa, vale a dire un'ora e 45 minuti dopo l'avvio
dell'incendio. Si tratta di tempi 'tecnici' legati alle procedure che vengono seguite. Dopo l'allarme
i Vigili del Fuoco si sono recati sul posto in 15-20 minuti, e immediatamente dopo arriviamo
noi, non appena veniamo allertati. Il nostro personale si reca sul posto e inizia i rilievi sulla qualità
dell'aria. I tempi per essere operativi, considerando che il nostro personale è in reperibilità, sono di
circa un'ora dalla chiamata, spesso riusciamo ad arrivare anche prima".
"I primi rilievi servono a misurare la concentrazione di sostenze organiche nell'aria, senza
poterne ancora valutare il contenuto. Vengono presi campioni d'aria e poi si fanno analizzare, in
modo da individuare i diversi componenti, che quando si sviluppa un incendio possono essere
molteplici e anche molto pericolosi. In questo caso, essendo bruciati rifiuti indifferenziati, stabilire
cosa si sarebbe sviluppato a priori era impossibile, proprio per la varietà delle reazioni chimiche
in corso" hanno spiegato i tecnici di Arpa.
"Nessun problema invece per i prodotti degli orti, che possono essere consumati
tranquillamente, a patto di lavarli con cura, magari con un po' di bicarbonato". Questo però -
sottolineano da Arpa - le verdure non si impregnano dei gas, al massimo si possono formare piccoli
strati di polveri, e quelle vanno lavate via. Ma sono più pericolose spesso le sostanze chimiche
utilizzare per accendere i fuochi per le grigliate, e che poi si depositano sulla carne".
25/08/2018
Marco Madonia - marco.madonia@alessandrianews.it
Opinioni
Crisi Aral: causata da scelte sbagliate nella gestione dei rifiuti
Le difficoltà e le criticità dell'azienda partecipata dai 32 comuni dell'alessandrino, tra cui Alessandria
e Valenza, erano note da tempo e dipendono, in larga misura, dalle scelte di indirizzo politico-
amministrative prese, o non adottate, almeno, negli ultimi dieci anni
OPINIONI - Ogni valutazione sulla situazione della società Aral
non può prescindere, è doveroso premetterlo, dalle decisioni e
dagli elementi di chiarezza che la Magistratura dovrà prendere ed esplicitare - auspichiamo il prima
possibile - sui fatti denunciati e le eventuali responsabilità che sono oggetto dell’indagine in corso.
Ciò detto è opportuno rilevare che le difficoltà e le criticità dell’azienda partecipata dai 32 comuni
dell’alessandrino, tra cui Alessandria e Valenza, erano note da tempo e dipendono, in larga misura,
dalle scelte di indirizzo politico-amministrative prese, o non adottate, almeno, negli ultimi dieci anni.
E’ già stato evidenziato come, un po’ paradossalmente, i risultati del periodo sottoposto a indagine e
che fa riferimento alla gestione del nuovo CdA - iniziata nell’autunno del 2014 e pienamente
operativa negli anni 2015 e 2016 - siano, per diversi aspetti, significativamente migliori se messi a
confronto con il periodo precedente; in particolare con gli anni 2013 e 2014. Infatti, se il totale dei
rifiuti trattati nei due bienni sostanzialmente si equivale (1), le tonnellate conferite nella discarica di
Solero, che nella prima fase hanno, con scarsa lungimiranza, fortemente ridotto e compromesso le
previsioni della sua durata, nei due anni seguenti vengono più che dimezzate (2). Mentre a bilancio
le entrate, per effetto di un significativo aumento delle tariffe a carico dei conferitori esterni - pubblici
e privati che hanno rappresentato oltre i due terzi del totale - crescono negli ultimi due esercizi di
quasi 13 milioni di euro (3), permettendo di ridurre di circa 8 milioni l’indebitamento della società che,
a fine 2014, risultava superiore ai 20 milioni. Qui l’indagine della Procura dovrà chiarire se è come
questi risultati, ufficialmente presentati e validati come positivi, siano stati inficiati da comportamenti
in contrasto con le normative, i regolamenti e le leggi ambientali e, nel caso, sanzionare i
responsabili.