Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Una nota su saggio di profitto, saggio di plusvalore
macchine nel Capitale
Nel primo libro de Il Capitale Marx introduce due misuratori dell'andamento
microeconomico: il saggio di plusvalore e il saggio di profitto.
Il saggio di plusvalore viene definito da Marx sia in termini di valore sia in termini
di lavoro. Questo è possibile in quanto, come viene mostrato già nel primo capitolo,
il lavoro è la sostanza del valore e il tempo di lavoro è la sua grandezza.
Ovviamente si tratta di un lavoro del tutto “particolare” ovvero di un lavoro “in
generale”, astratto, eguale, sociale, medio… ma pur sempre di lavoro si tratta.
Scrive Marx
“il plusvalore sta al capitale variabile nello stesso rapporto il cui il pluslavoro
sta al lavoro necessario”
Se volessimo rappresentare il tutto in una formula scriveremmo
p pluslavoro
S plus = =
v lavoro necessario
Aggiunge Marx
“I due rapporti esprimono la stessa relazione in forma differente, l'uno nella
forma del lavoro oggettivato, l'altro nella forma del lavoro in movimento.
Quindi, il saggio del plusvalore è l'espressione esatta del grado di sfruttamento
della forzalavoro da parte del capitale, cioè dell'operaio da parte del
capitalista”1
In questo passaggio il termine “sfruttamento” può essere letto in due accezioni.
1 Karl Marx, Il capitale, Einaudi, pag. 262 (ER, p. 251).
Nella prima accezione il termine “sfruttamento” sembra avere un carattere
puramente “tecnico”: il saggio di plusvalore è l’indice del rendimento che l’uso della
merce forzalavoro garantisce al capitalista in termini di valore (aggiunto).
Nella seconda accezione la parola sfruttamento sembra contenere in sé un giudizio,
diciamo, “morale” (anche se il termine è certamente improprio in riferimento
all’approccio di Marx); ma, in sostanza, “sfruttare” non è un semplice “usare”; è più
un “far fruttare” a proprio esclusivo vantaggio. Ed infatti Marx precisa: è il
capitalista che sfrutta l’operaio.
Il saggio di plusvalore è un indicatore significativo ma ce n’è uno che per Marx è
ancora più significativo; si tratta del saggio di profitto nel quale compare tutto il
capitale investito dal capitalista e non solo la sua parte variabile
p
S pro =
c +v
Poniamo di aver avuto un aumento del saggio di plusvalore grazie alla diminuzione
(dv) di v (con p costante) ovvero grazie ad un aumento della produttività del lavoro
realizzata attraverso l’introduzione di nuove macchine (dc). Il saggio di plusvalore è
certamente in aumento
p p
S plus,1 = > = S plus
v−dv v
[]
Il saggio di profitto cresce, anche in presenza di un aumento della composizione
organica di capitale, quando questa cresce meno di quanto non cresca il saggio di
plusvalore
cfr. https://thenextrecession.files.wordpress.com/2016/11/occsv.png
Michael Roberts, Debating the rate of profit, 10.11.2016
https://thenextrecession.wordpress.com/2016/11/10/debatingtherateofprofit/