Governo
Clinico
del
territorio”:
il
rapporto
Infermiere
domiciliare
(ADI)-‐MMG-‐Medico
specialista.
Giuseppe
Maierà
Infermiere
specialista
in
Wound
Care
Servizio
di
Cure
Domiciliari
Fondazione
Maddalena
Grassi
(MI)
Introduzione.
La
gestione
delle
ulcere
degli
arti
inferiori
rappresenta,
a
causa
dell’importanza
numerica,
complessità
e
costi
del
fenomeno,
una
delle
sfide
principali
per
un
Sistema
Sanitario
avanzato.
L’entità
del
fenomeno
è
importante,
sia
per
il
numero
di
pazienti
coinvolti
che
per
i
tempi
e
le
risorse
necessari
per
il
trattamento
del
problema.
Esse
sono
debilitanti,
dolorose,
provocano
immobilità
o
marcata
riduzione
dell’autonomia
individuale
e
riducono
la
qualità
di
vita
del
paziente.
Nella
pratica
clinica
esse
sono
di
consueto
riscontro,
nonostante
ciò
l’estensione
del
problema
è
relativamente
poco
conosciuto
per
la
mancanza
di
studi
epidemiologici
su
vasta
scala.
Le
ulcere
cutanee
degli
arti
inferiori
vengono
trattate
in
ambiente
ospedaliero
o
in
strutture
territoriali
da
specialisti
di
varia
estrazione,
i
quali
utilizzano
trattamenti
e
terapie
molto
diverse
anche
per
lo
stesso
tipo
di
lesione
e
quadro
clinico
.Mancano
figure
professionali
dedicate.
Sul
territorio
vengono
affidate
alle
cure
di
Infermieri
di
Società
pattanti
accreditate
con
modalità
Voucher
o
ancora
più
spesso
a
quelli
che
operano
privatamente,
con
o
senza
la
supervisione
di
MMG
e
la
saltuaria
consulenza
di
uno
Specialista
in
quanto
mancano
Servizi
e
Centri
dedicati.
Dal
sistema
sanitario
territoriale
emergono
una
serie
di
criticita’
quali:
professionisti
non
specificamente
formati
e
certificati;
molti
i
reparti/strutture
(convenzionate
e/o
pattanti)
coinvolte;
carenza
di
ambulatori
dedicati;
mancanza
di
comunicazione
e
integrazione
tra
le
strutture
del
territorio
(
centri
super-‐specialistici
ma
disgiunti
da
una
vera
organizzazione
di
TEAM
);
carenza
di
L.G.
regionali;
esigenza
di
valutare
i
bisogni
globali
della
persona;
coinvolgimento
e
sostegno
della
famiglia/collettività.
La
multifattorialità
eziopatogenetica
alla
base
delle
lesioni
croniche
le
rende
difficilmente
inquadrabili
nella
sfera
di
competenza
di
un
solo
specialista,
rendendo
necessario
un
approccio
multidisciplinare.
Nella
realtà
attuale
solo
in
rare
occasioni
queste
figure
professionali
lavorano
in
maniera
integrata
e
di
concerto.
L’assenza
di
percorsi
assistenziali
condivisi
per
la
cura
delle
ulcere
cutanee
tende
sempre
piu’
a
ridurre
il
ruolo
del
MMG
a
puro
smistamento
del
paziente
verso
i
servizi
specialistici,
mentre
è
necessario
per
garantire
un’adeguata
risposta
ai
bisogni
dei
portatori
di
LCC
il
recupero
del
MMG
a
un
momento
gestionale
cardine,
del
processo
assistenziale.Il
MMG
rappresenta
nel
SSN
la
prima
e
più
importante
figura
a
cui
l’assisito
con
tale
problematica
può
e
deve
rivolgersi
per
ricevere
informazioni,
prevenzione,
assistenza.
In
tale
ottica
ogni
MMG
deve
essere
in
grado
di
offrire
le
prestazioni
di
sua
competenza
ed
indirizzare
il
paziente
verso
i
percorsi
assistenziali
definiti.
Al
MMG
è
attribuito
il
ruolo
di
valutatore,
estensore,
esecutore
e
coordinatore
del
piano
assistenziale.
E’
proprio
da
queste
carenze
che
nasce
la
necessita’
di
nuovi
modelli
di
integrazione
fra
Territorio
ed
Ospedale
in
modo
che
lo
specialista
concordi
protocolli
di
cura
con
i
Medici
di
Medicina
Generale
i
quali,
a
loro
volta,
coordineranno
l’attivita’
degli
Infermieri
dislocati
sul
Territorio.
Necessità
di
forme
avanzate
di
Governo
Clinico,
che
consolidino
e
definiscano
il
ruolo
del
MMG
e
degli
altri
professionisti
del
sistema
sanitario
territoriale.
Modelli
organizzativi
e
assistenziali
appropriati,
efficaci
ed
efficienti
che
ruotino
attorno
alla
centralità
della
persona
e
dei
bisogni
che
manifesta
e
che
valorizzino
il
ruolo
del
MMG
e
di
altri
operatori
sanitari
per
il
raggiungimento-‐mantenimento
di
elevati
standard
assistenziali.
Le
tappe
fondamentali
nella
messa
a
punto
di
un
efficace
governo
clinico:
-‐
la
sorveglianza
dell’incidenza
delle
lesioni
croniche,
così
come
il
monitoraggio
di
altri
eventi
avversi;
-‐
la
creazione
di
Percorsi
Clinico
Assistenziali
in
grado
di
migliorare
il
rapporto
costo/beneficio
garantendo
la
centralità
del
paziente
(Percorso
LdP
-‐
Percorso
del
piede
diabetico
ecc.),
-‐
individuazione
di
L.G.
regionali
da
attuare
attraverso
una
completa
disamina
delle
principali
LG
pubblicate,
in
modo
da
estrapolare
le
raccomandazioni
in
esse
contenute
e
trasferibilità
delle
stesse
al
contesto
assistenziale;
-‐
creazione
di
Team
multidisciplinari
al
cui
interno
la
figura
del
MMG
possa
svolgere
un
ruolo
di
primaria
importanza;
-‐
istituzione
di
periodici
e
specifici
corsi
obbligatori
di
formazione
ed
aggiornamento
del
personale
medico
e
paramedico;
Istituzione
di
specifici
corsi
di
informazione
dei
familiari
del
paziente
sui
vari
aspetti
della
gestione
domiciliare.
Conclusioni.
In
quest’ottica
si
manifesta
in
tutta
la
sua
importanza
la
necessità
di
un
corretto,
univoco,
comune
e
condiviso
governo
clinico
ospedaliero/territoriale
che,
attraverso
l’individuazione
dei
fattori
di
rischio,
• la
completa
e
corretta
stadiazione
della
lesione,
• l’adeguato
e
sincrono
coinvolgimento
di
varie
figure
prof.
(c.
managers)
• l’idoneo
utilizzo
delle
risorse
terapeutiche,
• la
creazione
di
appositi
percorsi
terapeutici,
• una
completa
e
aggiornata
formazione
del
personale,
• una
chiara
ed
esaustiva
informazione
dei
familiari,
riduca
la
tendenza
alla
cronicità
di
tali
lesioni
e
l’impiego
di
risorse
logistiche,
professionali
e
finanziarie
e
stimoli
la
creazione
di
un
ambiente
che
favorisca
l’eccellenza
professionale.