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Antonio Abate
In questo numero:
- Racconto della Settimana Santa
- Mese di maggio e devozione Mariana
- I Sacramenti dell’iniziazione Cristiana
- Nuovo Consiglio Pastorale
- Voce dei vari gruppi
- Rubrica Storica e Foto di Primavera
2 Parola ai Parroci
Il Rosario è nato dall’amore dei cristiani per Maria, Madre di Cristo e Ma-
dre dei cristiani. Il rosario, un percorso di fede e di spiritualità di un in-
tero popolo. La storia del Rosario si può descrivere come un cammino di
fede e di spiritualità, che vede coinvolto tutto un popolo, il popolo di Dio
appunto, nelle sue molteplici componenti laicali ed ecclesiali, popolari, in
un rapporto stretto tra devozione popolare e cultura biblico - teologica.
L’origine della vita del rosario sembra risalire alle VIII secolo, allorquando
i monaci, spesso analfabeti, come era comune a quei tempi, espressero
il desiderio di poter partecipare alla preghiera della chiesa. Non cono-
scendo il latino, anziché recitare tutto il Salterio, composto da 150 Salmi
e cardine della Liturgia delle Ore, i monaci sostituirono a tale preghiera
la recita per 150 volte del Padre Nostro. All’inizio del XII secolo avven-
ne, in particolare in occidente, una prima trasformazione dovuta al culto
mariano, con l’introduzione della prima parte dell’Ave Maria. Un secolo
più tardi il monaco certosino Enrico Kalkar sostituì definitivamente i 150
Padre Nostro con le Ave Maria, suddividendole in decine e inserendo un
Padre Nostro tra una decina e l’altra.
Nel frattempo il Rosario acquistò sempre più importanza e diffusione,
soprattutto grazie ad un nuovo ordine religioso mendicante, i “Domeni-
cani”, fondato da San Domenico, considerato da alcuni il vero inventore
del Rosario. Successivamente si iniziò a suddividere le 150 Ave e Pater in
gruppi di 50, in ambito certosino, e si inserì un altro elemento che da allo-
ra diventerà fondamentale per la preghiera: il “mistero”. Il mistero, tratto
da temi evangelici o della tradizione della chiesa permetteva e permette di
penetrare i punti essenziali della storia della Salvezza attraverso il dialogo
tra l’anima e Dio. Più tardi, anche per evitare una eccessiva proliferazione,
nel ‘400 tali misteri furono scelti e precisati, forse da Alberto da Castello.
Nel XVI secolo, San Pio V, domenicano, attraverso la bolla “Consueve-
runt romani pontifices” del 1569 definì e precisò la preghiera del Rosario
e, dopo la vittoria di Lepanto contro i Turchi, consacrò il mese di ottobre
al rosario e il 7 ottobre quale Madonna della Vittoria, successivamente
trasformata da Gregorio XIII in Madonna del Rosario. Dopo questo lun-
go cammino multi secolare, le apparizioni mariane sembrano confermare
questa preghiera quale strumento privilegiato di dialogo tra Maria e i Suoi
figli. In particolare sono da ricordare le apparizioni a Lourdes e a Fatima.
In materia di preghiera del rosario si sono espressi ancora altri papi, con encicliche, lettere apostoliche, esortazioni ed inviti a pregare
col rosario. Da ultimo Giovanni Paolo II, con la lettera apostolica “Rosarium Verginis Mariae” del 6 ottobre 2002, riprendeva i temi
di carattere teologico spirituale, e di tradizione mariana, integrandoli con l’inserimento di 5 nuovi misteri della vita di Gesù, chiamati
“Misteri della Luce”. San Giovanni Paolo II ci ricorda che il Rosario è preghiera della famiglia: “Riprendete con fiducia tra le mani la
corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana. La famiglia
che prega unita, resta unita.
Cari Parrocchiani, sono ormai otto mesi che viviamo la vita della parrocchia di Sant’Antonio insieme a Voi.
In questo tempo abbiamo imparato a conoscere i vari aspetti della vita liturgica e sociale, nei momenti di formazione cate-
chistica, feste tradizionali e attività con anziani e giovani. In questi mesi ci siamo impegnati a portare avanti le varie attività,
coadiuvati dalle persone che si prestano come volontari nei vari gruppi. A tutti Voi diciamo il nostro grazie per come siamo
stati accolti. Sappiamo che il lavoro è ancora tanto. Nel prossimo anno visiteremo le case per poterVi così conoscere uno ad uno
personalmente. Per prepararci al meglio Vi chiediamo di sentirvi liberi di venire a dirci le vostre impressioni, sia positive che
negative, volte a costruire una vita parrocchiale sempre più partecipata ed espressione del messaggio evangelico.
Settimana Santa
Il 22 aprile nel salone dell’oratorio si è tenuto il ritiro per i bambini che si preparavano a ricevere i Sacramenti della Prima Comunio-
ne e Cresima. Dopo un iniziale momento giocoso di accoglienza, i bambini, guidati da Padre Sebastiano e i catechisti che li hanno
accompagnati nel percorso catechistico, hanno visto dei filmati che ripercorrevano il cammino fatto; quindi sono stati presentati
loro i contenuti e i significati dei Sacramenti che avrebbero ricevuto a maggio. La Prima Comunione nel ricevimento dell’Eucaristia
costituisce il primo incontro con Gesù, “Amico Speciale” da seguire, che ci accompagna nella vita. La Cresima è il sigillo dello Spirito
Santo che completa la formazione del cristiano, donandogli i sette doni: Sapienza, Intelletto, Fortezza, Scienza, Consiglio, Timor di
Dio, Pietà. A seguire i bambini si sono riuniti in chiesa per un momento comune di preghiera in cui sono state rinnovate le promesse
battesimali. Questo momento di raccoglimento è stato vissuto con emozione. Ora l’augurio è che questi bambini, in accordo con le
proprie famiglie, possano continuare il cammino catechistico intrapreso, per rafforzare la loro crescita spirituale.
Abbiamo Vissuto 5
I Sacramenti 2018
In seguito alle elezioni che si sono svolte in primavera, è ufficialmente entrato in carica il nuovo Consiglio Pastorale parrocchiale.
Il 10 maggio, infatti, si è tenuta la prima riunione di un corso che durerà per i prossimi cinque anni, in cui si sono incontrati, assieme
ai Padri, vecchi e nuovi volti. Un mix di persone che potranno portare la loro esperienza nelle gestioni precedenti e di nuove leve che
potranno apportare idee e progetti per una parrocchia migliore negli anni a venire.
Rispetto a cinque anni fa le sfide della parrocchia sono ben diverse: è stato fatto un ottimo lavoro, sia da un punto di vista finanziario,
che infrastrutturale, e di questo è opportuno ringraziare la gestione precedente. Oggi e nei prossimi anni sarà necessario mantenere
quanto di buono fatto finora, continuando sulla strada del miglioramento e del coinvolgimento della comunità all’interno dei pro-
getti parrocchiali.
Nella prima riunione sono emersi tanti temi, tra cui la gestione della catechesi, dei sacramenti e delle iniziative imminenti che
saranno implementate nei prossimi mesi. La nuova gestione, inoltre, dovrà focalizzarsi sulle tante problematiche che affliggono la
parrocchia, questa volta non da un punto di vista economico o strutturale, ma sociale. La partecipazione alle celebrazioni, la carenza
di animatori e catechisti, un coinvolgimento non totalmente capillare delle famiglie e l’aiuto nei confronti dei più bisognosi.
Saranno cinque anni lunghi e pieni di sfide, ma sin dalla prima riunione è trasparso un certo entusiasmo e la voglia di continuare
a “fare”, sempre nel bene della comunità e nella parrocchia. Il rinnovo dei tanti gruppi intra-parrocchiali è stato il primo segnale di
questa volontà di proseguire sull’ottimo sentiero intrapreso anni fa.
Un grosso in bocca al lupo va a tutti i membri del nuovo Consiglio Pastorale, in particolare ai nuovi e ai più giovani, affinché con il
loro impegno e con le loro idee contribuiscano al funzionamento ottimale, sotto tutti i punti di vista, della parrocchia.
A cura di Beppe
Can. 536 - §1. Se risulta opportuno a giudizio del Vescovo diocesano, dopo aver sentito il consiglio presbiterale, in ogni parroc-
chia venga costituito il consiglio pastorale, che è presieduto dal parroco e nel quale i fedeli, insieme con coloro che partecipano
alla cura pastorale della parrocchia in forza del proprio ufficio, prestano il loro aiuto nel promuovere l’attività pastorale.
§2. Il consiglio pastorale ha solamente voto consultivo ed è retto dalle norme stabilite dal Vescovo diocesano.
Il consiglio pastorale parrocchiale è un ambito della collaborazione tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici sotto la guida del
parroco. È uno strumento tipicamente ecclesiale, la cui natura è qualificata dal diritto-dovere di tutti i battezzati alla partecipa-
zione corresponsabile e dall’ecclesiologia di comunione. Il parroco, responsabile del tutto ma non di tutto, esercita la funzione
di governare sotto l’autorità del vescovo diocesano e con l’apporto di collaboratori. Egli promuove la corresponsabilità battesi-
male di tutti e chiama alla collaborazione ministeriale alcuni. Abbiamo una attuazione della sinodalità. Il parroco lavora con
la sua comunità, con gli altri battezzati suoi fratelli e sorelle, secondo la diversità dei carismi, delle vocazioni e dei ministeri.
Comunità Parrocchiale 7
Gruppo Caritas
A cura di Elena
8 Comunità Parrocchiale
E’ tornata la Corrida!
A cura di Beppe
Tutti noi sappiamo come la storia della nostra parrocchia e quella della
scuola elementare di Sant’Antonio vadano a braccetto, grazie all’im-
plementazione di diverse iniziative e ad una collaborazione che negli
ultimi anni si è intensificata e giova sempre di più alla comunità del
quartiere.
Nel mese di aprile, tuttavia, la scuola è stata protagonista di un’ini-
ziativa molto particolare, letteralmente innovativa, che ha incontrato
l’apprezzamento di grandi e piccini. I giorni 20 e 21, infatti, gli alunni
hanno festeggiato l’arrivo di un albero di...kaki! Proprio così, quel frut-
to tanto amato, quanto poco gradito per il suo aspetto!
Il 20 aprile si è tenuta la cerimonia della piantumazione, con tanto
di lettura di un messaggio da parte del dott. Masayuki Ebinuma, ar-
boricoltore giapponese che dal 1994 distribuisce pianticelle di kaki ai
bambini che si recano in visita a Nagasaki, città stravolta dalla bomba
atomica nel 1945, come simbolo di pace. Città in cui, nonostante la
devastazione, egli è riuscito a far rifiorire una seconda generazione di
alberi di kaki.
Un albero “saltafrontiere”, che è stato poi benedetto dai parroci, per
veicolare un messaggio di pace universale in tutto il mondo, più forte
di tragedie che lo hanno sconvolto, come quella dell’atomica.
L’evento è proseguito con un’esibizione di karate e una merenda e, il
giorno successivo, con laboratori di origami e scrittura giapponese.
Una ventata di sol levante, con un forte messaggio educativo, che non
può far che bene al nostro quartiere, come tutti i contatti con le nuove
culture.
A cura di Beppe
Comunità Parrocchiale 9
Giovedì 24 maggio è avvenuto il pellegrinaggio a Bergamo, guidato da Don Giuseppe Basini. Dopo il ritrovo in Piazza Cittadella per
le 7:00, è iniziato il viaggio verso il Santuario Beata Vergine della Cornabusa accompagnato dalle lodi mattutine. Una volta giunti
a destinazione, alle 10:30 si sono riuniti per la messa e subito dopo si sono dedicati alla visita del Santuario: “Il Santuario si trova a
650 m ed è un luogo di antico culto. Nel XV secolo, in piena lotta fra Guelfi e Ghibellini, una semplice donna nascose in una caverna
un’immagine dell’Addolorata. Una ragazza sordomuta, entrata per curiosità nella grotta, trovò l’effigie della Vergine e lo annunciò
ai suoi famigliari, ottenendo subito la guarigione. In seguito, anche per il moltiplicarsi dei miracoli, venne costruito un Santuario
e accanto un campanile e un edificio per i pellegrini. Fu edificato all’interno della grotta un piccolo oratorio, ampliato all’inizio del
‘700. In fondo alla grotta vi è il tabernacolo protetto da una cancellata di ferro; sotto il tabernacolo, l’altare con l’antico simulacro
della Madonna della Cornabusa”. “Il Santuario più bello del mondo, perché costruito da Dio e non dagli uomini” disse Papa Giovanni
XXIII, pochi giorni prima di salire al soglio pontificio…
Dopo il pranzo alla Locanda Fonti di S. Omobono Terme, i pellegrini si sono diretti al piccolo comune di Sotto il Monte alla casa
Natale di Angelo Roncalli, che vi nacque nel 1881 e divenne Papa il 28 ottobre 1958, con il nome di Giovanni XXIII. Si presenta come
una tipica cascina lombarda, una corte centrale raccoglie gli ambienti un tempo abitati dai trenta membri della famiglia Roncalli. Gli
spazi del piano terra si presentano ai visitatori come piccole finestre aperte sul mondo contadino di fine ‘800 e radunano arnesi da
lavoro. Al piano superiore si visitano due delle stanze in cui la famiglia viveva. Tornando nella corte, attraverso un corridoio arric-
chito da vetrofanie che illustrano alcuni episodi del suo pontificato e degli anni che lo precedettero, si accede agli spazi del PIME, il
Pontificio Istituto Missioni Estere, l’istituto a cui Giovanni XXIII decise di affidare la casa in cui era nato per farne “ponte” teso verso
il mondo. Il ritorno in pullman è stato scandito dalle dolci note dei vespri ripensando ai luoghi suggestivi appena visitati.
A cura di Elena
10 Rubrica Storica
Viene deliberato
1) Per quanto riguarda il punto uno l’opera accetta dal comune lire 80 per affitto dello scorso anno,
ma per l’anno in corrente e per i successivi, il comune invece ha fissato la pigione a lire 120,
l’opera invece ritiene che la pigione delle due scuole con tutti gli accessori sia di lire 300.
Delibera doversi istruire presso il comune per la corresponsione di questa somma, in caso di dissenso, di nominare un perito per
fissare il giusto affitto.
2) Il punto due sulla questione l’opera ha deliberato di promuovere formale giudizio contro il demanio per rivendicare il
podere “Prebonina” detta del signore, illegalmente venduta, a mano che il demanio non paghi all’opera il prezzo di £. 8850 con gli in-
teresse da maggio 1868 in poi. Il podere “Prebonina” è un lascito del 1613 in località Puglia ed è l’ultimo bene rimasto alla veneranda
congregazione del SS. Sacramento eretta nella chiesa di S. Antonio, alla venuta di Napoleone tutti i beni ecclesiastici furono requisiti
dal governo e venduti, però il podere Prebonina non era della chiesa ma della confraternita del SS. Sacramento e quindi la vendita
non era legale. Detta disputa si protrae per diversi anni prima di ottenere giustizia. Il podere “Prebonina” venne poi venduto nel 1983
dal parroco Don Giuseppe Segalini per rifacimento del tetto della sacrestia, riscaldamento della chiesa e arredo del salone.
3) Al punto tre, dietro richiesta del parroco, l’opera ha deliberato di fare acquisto di un altare in marmo offerto in vendita dal
marmorino per il prezzo di £. 500 a condizione però che tutte le spese di messa in opera nella chiesa siano a carico del marmorino e
che il pagamento sia fatto nei seguenti termini: £. 100 nel corrente anno £ 200 nel 1871-£. 200 nel 1872. Detto altare è quello esistente
ai giorni nostri.
4) Al punto quattro il consiglio ha deliberato che le statue di stucco vengano tolte dai due altari piccoli e che questi siano
sistemati in modo decoroso, prima però riferire il modo di esecuzione dell’opera e l’eventuale spesa.
A cura di Gianni
Foto di Primavera 11
CRE GREST 2018
V i v r e m o...
laboratori, uscite e tante cose di-
vertenti. L’ oratorio è aperto dalle
7.30 alle 17.00 con la possibilità di
fermarsi a pranzo. Oratorio rima-
ne chiuso nei giorni delle uscite di
grest.
LA REDAZIONE
P. Giorgio, P. Sebastiano, Elena Bellico, Gianni
Carini, Giuseppe Matrà, Martina Morisi, Martina
Pellagini, Raphaela Morini, Luisa Carrozza.
Stampato presso la tipografia
Tipolito Farnese
Elaborazione grafica Lorenzo Bonacini. Via Morenghi, 8 - Piacenza