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Particella α

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Le particelle alfa o raggi alfa sono una forma di radiazione corpuscolare ad alto
potere ionizzante e con un bassa capacità di penetrazione dovuta all'elevata sezione
d'urto. Consistono di due protoni e due neutroni legati insieme dalla forza forte. Si
tratta, quindi, di nuclei 4He. Da un punto di vista chimico possono anche essere
identificati con il simbolo 4He++. Assieme all'isotopo 3He le particelle alfa
appartengono alla famiglia degli elioni. Il decadimento beta è mediato dalla forza
debole, mentre il decadimento alfa è mediato dalla forza forte.

Emissione di una particella alfa


Descrizione
Le particelle alfa sono tipicamente emesse da nuclidi radioattivi degli elementi
pesanti, per esempio dagli isotopi dell'uranio, del plutonio del torio, del radio, ecc., in un processo denominato decadimento alfa. A
volte questo decadimento lascia i nuclei in uno stato eccitato, e conseguentemente l'eccesso di energia può essere rimosso con
l'emissione di raggi gamma.

I raggi alfa, a causa della loro carica elettrica, interagiscono fortemente con la materia e quindi vengono facilmente assorbiti dai
materiali e possono viaggiare solo per pochi centimetri nell'aria. Possono essere assorbiti dagli strati più esterni della pelle umana e
così generalmente non sono pericolosi per la vita a meno che la sorgente non venga inalata o ingerita. In questo caso i danni
sarebbero invece maggiori di quelli causati da qualsiasi altra radiazione ionizzante. Se il dosaggio fosse abbastanza elevato
comparirebbero tutti i sintomi tipici dell'avvelenamento da radiazione.

Nel 1909 Ernest Rutherford con i suoi assistenti Hans Wilhelm Geiger e Ernest Marsden, sfruttò le proprietà delle particelle alfa per
confermare i suoi studi sugli atomi[1]. Egli misurò l'angolo con cui veniva riflesso un fascio di queste particelle da parte di una lamina
d'oro sottile (spessa 0,00004 cm, contenente circa 1400 atomi) e trovò che solamente una piccola percentuale di queste particelle (1
su 20.000) veniva riflessa con un angolo maggiore di 90°. Erano queste le particelle che colpivano i nuclei, mentre le altre
continuavano linearmente il loro spostamento: questo mostra come il raggio di un atomo (distanza nucleo-elettrone) sia circa 10 000
volte superiore del raggio del singolo nucleo (protoni e neutroni).

Questo esperimento cambiò la visione dell'atomo che si aveva all'epoca (il modello atomico di Thomson detto anche modello a
panettone) nel nuovo modello detto, appunto, modello atomico di Rutherfordche, a sua volta, costituì la base per il modello proposto
da Niels Bohr nel 1913 (modello atomico di Bohr)[2].

Note
1. ^ Multimedia Service, Al cuore della materia, su asimmetrie.it. URL consultato il 23 settembre 2017.
2. ^ G.Valitutti, M.Falasca, A.Tifi, A.Gentile, Chimica: concetti e modelli, su ebook.scuola.zanichelli.it. URL consultato il 3
aprile 2018.

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