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METODOLOGIA E TECNICA DELLA RICERCA ARCHEOLOGICA

Prof. Enrico ACQUARO Esercizi / lezione 8

Lezione 8
La pianificazione della ricerca sul campo

1. Partendo dal riconoscimento del sito raffigurato si proceda ad una definizione della tecnica
di scavo archeologico applicata evidenziando il ruolo che tale tecnica ha avuto nell’ambito
delle ricerche sulla metodologia archeologica.

A: Si tratta di uno scavo per ampie trincee il cui risultato finale era più spesso simile a massicci e
disordinati sbancamenti che al frutto di ricerche mirate.

B: Si tratta dello scavo della necropoli arcaica del Foro Romano effettuato da Giacomo Boni, con
l’intento di evidenziare i diversi stadi di deposizione dei singoli strati archeologici.

C: Si tratta dello scavo di Angkor effettuato, tramite il metodo per quadrati elaborato da Mortimer
Wheeler che per la prima volta sente la necessità di sistematizzare e cadenzare secondo uno schema
preciso tutti i singoli interventi effettuati durante uno scavo archeologico.

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La risposta corretta è la C, difatti l'immagine rappresenta lo scavo di Angkor (1964) effettuato


con il metodo per quadrati elaborato da Mortimer Wheeler. Questo metodo per quadrati venne
ideato nel 1916, A. E. Van Giffen in cui si suddivideva l'area da indagare in segmenti che venivano
scavati in modo alternato, ottenendo così profili o sezioni del terreno attraverso la stratificazione del
sito. Successivamente Mortimer Wheeler elaborò il metodo a quadrati, abbandonando negli anni '30
il metodo a striscie(...) per lo scavo dell'area di Maiden Castle. La strategia di scavo di Wheeler per
quadrati prevedeva lo scavo del sito con una serie di fosse quadrate, e lasciando tra loro dei
testimoni. Queste parti risparmiate rendevano visibili i profili stratigrafici delle diverse aree del
sito. Alla fine dello scavo si potevano eliminare i testimoni in modo da dare una visione unitaria
al sito(...).

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2. Si richiede un’ampia riflessione sugli aspetti positivi e negativi dell’indagine per quadrati e
sul ruolo e sul significato della corrente “post-wheeleriana”.

L'indagine per quadrati ha apportato una serie di cambiamenti nello scavo archeologico, basti
pensare ai precedenti metodi arbitrari adottati dai cosidetti ricercatori di tesori. Il primo metodo
utilizzato era un semplicissimo buco dal quale si asportava il terreno per recuperare il più
velocemente possibile gli oggetti e solitamente solo quelli considerati i più preziosi(...), inoltre vi
era una errata interpretazione delle evidenze materiali di tracce archeologiche, secondo
l'interpretazione biblica in cui si credeva che il mondo fosse stato creato nel 4004 a.C.(...). Grazie
alla figura di Thomas Jefferson1 che condusse il primo scavo scientifico nel 1784 in Virginia, si
intraprese un'approccio quasi moderno nelle metodologie di ricerca archeologica, ma purtroppo
queste non apportarono subito contributi alla ricerca, difatti si ritiene che T. Jefferson era di gran
lunga in anticipo con i tempi e le sue intuizioni sulla stratigrafia non furono immediatamente
seguite dai suoi contemporanei. Per vedere dei progressi nell'ambito archeologico, si dovrà
aspettare fino alla seconda metà del1'800 attraverso le riflessioni dei cosidetti pionieri
dell'archeologia 2. Il metodo per quadrati inventato nel 1954 da M.Wheeler e che trovò
applicazione teorica nel testo Archeologia della terra, cambiò l'approccio alla metodologia di
scavo, portando sicuramente segni positivi alla ricerca, anche se in seguito verrà criticata dai
sostenitori dello scavo per ampie aree. In primo luogo il metodo di Wheeler si pone nel
presupposto di rispondere sia alla lettura verticale e sia a quella orizzontale 3, che grazie ai testimoni
risparmiati tra i quadrati si danno indicazioni stratigrafiche sulle attività antropiche e di origine
naturale sul sito, una volta che si sono prese tutte le informazioni necessarie vi è la possibilità di
eliminare i testimoni. Tra i vantaggi vi è sicuramente il valore didattico, difatti è un metodo per
insegnare a scavare a chi si avvicina a questo settore, ma anche per i visitatori del sito
archeologico, grazie a una visione didascalica di facile lettura. Altro elemento positivo è la

1 T. Jefferson divenne il terzo presidente degli Stati Uniti, si approciò al mondo archeologico in modo scientifico,
definì J.Locke ,F.Bacon e I. Newton le tre più grandi personallità della storia.

2 Tra i Pionieri nordamericani del XIX° secolo apportò un notevole contributo il bibliotecario Samuel Haven che
pubblicò nel 1856 quella che viene definità una pietra miliare dell'archeologia statunitense, The Archeology of the
United States. In questo testo si mette in evidenzia la più antica origine degli indiani d'america in base agli studi
istiologici e fisiognomici messi in collegamento con le razze asiatiche. Altra figura da ricordare è il generale
Lane Fox Pitt Rivers, che grazie alla sua esperienza nel campo militare riuscì a trattare con metodologia e precisione
le tecniche di rilevamento. Negli scavi utilizzo piante e sezioni, si interessò a tutti gli oggetti rinvenuti e alla
registrazione meticolosa di tutti i dati, ideò inoltre la strategia di scavo a trincea con sezioni, delimitate da argini e
fossati; anche Sir Matthew Flinders Petrie trattò i dati di scavo con precisa e meticolosa raccolta di dati su tutti gli
oggetti rinvenuti

3 Vi sono essenzialmente due tipologie di scavo, quelle che prediligono la dimensione verticale dando un quadro
generale alle varie attività che si sono svolte in una stessa area, e quelle che prediligono quella orizzontale in cui
attraverso l'indagine di una vasta area si ottiene una visione più completa ed unitaria di un particolare strato e quindi
di un determinato momento.

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registrazione dei dati, nella sezione vengono numerati in modo progressivo partendo dall'alto tutti
gli strati individuati, rendendone possibile la loro localizzazione e correlazione nel sito, inoltre ogni
quadrato può essere letto in modo differente in base alla direzione della luce dei 4 lati del quadrato e
quindi dar più possibilità di interpretazione e di utilizzo dei dati, inoltre altro aspetto da non
sottovalutare è la praticità di questo metodo e del controllo dell'ordine e della pulizia dello scavo
stesso. Gi svantaggi sono nell'impostazione metodologica, per primo la frammentarietà dell'area
indagata che non permette la sua lettura in modo integrale e sotto a tutti i punti di vista(...), vi è
inoltre confusione di rapporti stratigrafici, dovuta a una parcellazione dell'area di indagine, dove il
moltiplicarsi delle sezioni toglie sincronicità al sito, difatti quello che viene rappresanto in pianta
non sempre rispecchia quello che si è rappresentato in sezione. I testimoni possono nascondere le
particolarità della stratificazione, e l’individuazione della conitinuità delle evidenze alterandone la
corretta interpretazione, i testimoni necessitano per essere sostenuti di essere puntellati e questo ne
determina una gran riduzione dell’area indagata. Inoltre non sono da sottovalutare nemmeno i
problemi pratici, ovvero più sezioni vuol dire più punti fragili dove vi è il rischio di ottenere crolli
del materiale destando ancora di più confusione. I critici, grazie a questi punti negativi appena
illustrati, definiscono questo metodo di scavo come una serie di piccoli saggi di scavo. La ricerca
archeologica nel prosieguo del suo sviluppo evidenzia le problematiche dello scavo a quadrati di
M.Wheller evidenziandone i suoi limiti nella rigida impostazione e mettendo in evidenza che
l'intento dell'archeologia non è il solo recupero di un aspetto diacronico, ma è soprattutto la
sincronia. Queste riflessioni porterannno alle affermazioni di Barker negli anni '50 ovvero che il sito
deve essere letto globalmente e deve essere affrontato con metodologie e scelte strategiche
flessibili, attorno gli anni '60 lo scavo per grandi aree sarà teorizzato da Edward Harris 4. Lo scavo
per quadrati di Wheeler oggigiorno non viene più utilizzato, evitando così tutti i rischi che si
potevano incontrare con questa metodologia, si faranno delle eccezioni per situazioni particolari
come per esempio gli scavi urbani, dove le strutture adiacenti all'area di scavo precludono qualsiasi
altra strategia di scavo. Non bisogna dimenticare l'importanza e l'innovazione che questo metodo
porta alla ricerca archeologica soprattutto nella raccolta dei dati che oggi grazie alle innovazioni
tecnologiche è divenuta una operazione più semplice e allo stesso tempo più precisa.

4 Le teorie di Harris prenderanno forma nel testo Principles of archaeological stratigraphy,1989.

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3. In che sito archeologico e con quali novità metodologiche fu applicato per la prima volta il
sistema di scavo teorizzato da Philip Barker?

A: Nella città romana di Wroxeter, si tratta di uno scavo estensivo per grandi aeree.

B: A Gerico e a Gerusalemme, con l’applicazione dello scavo per saggi.

C: In Egitto e Palestina con Sir W. F. Petrie con la registrazione del posizionamento dei materiali
nella fase di documentazione dello scavo.

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La risposta corretta è la A. L'immagine posta in alto è la rappresentazione grafica della pianta
del ito archeologico inglese di Wroxter, l'antica Viroconium Cornoviorum, unico insediamento in
Inghilterra, che non si sia trasformato in città. Secondo alcuni questa particolarità è dovuta a cause
naturali, con molta probabilità si tratta di una innondazione, fenomeno che si manifesta tuttora sul
territorio. In questo sito Barker attorno gli anni '50 avvia la ricerca in un'unica area di scavo con
l'intenzionalità di poterlo leggere in modo globale. Questo sistema viene chiamato metodo di scavo
estensivo(...)

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