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Definizione
È una prestazione lavorativa o professionale che compie un soggetto a favore di chi la richiede. Tale
prestazione dà luogo ad un’esperienza che, come tale, viene valutata soggettivamente.
1. Intangibilità
Caratteristica distintiva dei servizi per cui essi non possono essere toccati o provati allo stesso modo
dei beni materiali.
Problemi di marketing
Mancanza di scorte: impossibile immagazzinare le scorte in previsione di picchi di domanda.
La soluzione può la multilocation
Mancanza di brevetti: alcuna tutela legale tramite brevetti. La soluzione può essere la
creazione di una forte immagine di marca.
Difficoltà comunicative: nel comunicare i benefici senza che i clienti li possano vedere in
anticipo. La soluzione può essere il ricorse a fonti di informazione personale (amici e parenti)
e la “tangibilizzare” il servizio attraverso elementi concreti (arredamento hall di un hotel).
2. Inseparabilità
Si riferisce al fatto che i beni vengono prima prodotti, poi immagazzinati, venduti e infine consumati;
nel caso dei servizi, tutte queste fasi avvengono contemporaneamente.
Problemi di marketing
Coinvolgimento fisico del fornitore del servizio: può influenzare il giudizio complessivo del
cliente. La soluzione è la selezione e una migliore preparazione del personale di contatto.
Partecipazione del cliente al processo di produzione: con il rischio che esso posso
compromettere l’efficienza del servizio stesso (congestionamento dei servizi pubblici). La
soluzione è lo sviluppo di strategie di gestione del cliente, ad es. i sistemi di prenotazione.
Difficoltà della produzione in serie: non è possibile produrre servizi in massa, ma un fornitore
è spesso costretto a produrne una quantità limitata. La soluzione è l’impiego delle strategie
di multi-localizzazione (es. sedi distaccate, replicazione del servizio presso altre sedi.
Tuttavia, pericola di non uniformità della prestazione.
3. Eterogeneità
Si riferisce alla potenziale variabilità della prestazione del servizio, trattandosi di servizi prodotti da
persone.
Problemi di marketing
Il problema consiste nella difficoltà di raggiungere un livello standard e controllarne in seguito la
qualità. Le possibili soluzioni sono: la personalizzazione e la standardizzazione.
Personalizzazione: sviluppo di un servizio su misura a seconda dei bisogni di ciascun cliente.
I rischi sono: il tempo di erogazione più lungo e il cliente potrebbe non essere disposto ad
attendere la completa erogazione; costi maggiori, il cliente può non accettare il prezzo più
alto; prestazione incerta in quanto ogni servizio sarà unico, il cliente può non accettare
questa incertezza.
Standardizzazione: si può ottenere con una formazione intensiva e attraverso l’uso di
macchinari al posto delle persone. Tuttavia, può dimostrare un disinteresse nei confronti
del cliente e delle singole esigente. In realtà le due soluzioni non si escludono a vicenda.
4. Deperibilità
I servizi non posso essere accumulati e immagazzinati. Non è possibile costruire il servizio in un
posto diverso da dove viene erogato. Inoltre, è impossibile effettuare un controllo qualità.
Problemi di marketing
Domanda superiore al massimo disponibile dell’offerta: ciò comporta lunghi tempi di attesa
e alto rischio di insoddisfazione del cliente. La soluzione è l’adozione di sistemi di
prenotazione per diluire il flusso di domanda e per permette all’impresa di conoscere in
anticipo la quantità di domanda. Se il cliente partecipa male all’erogazione della prestazione
creando ritardi, vanifica l’intento di tale strumento.
Domanda superiore al livello ottimale dell’offerta: succede quando le imprese non sono
all’altezza di erogare un servizio per livelli superiori a quelli ottimali di offerta. La soluzione
è lo sviluppo di servizi complementari.
Domanda inferiore al livello ottimale dell’offerta: ciò causa una sottovalutazione delle
risorse e un aumento dei costi operativi (es. momenti di bassa stagione). La soluzione può
essere lo sviluppo di domanda per periodi di scarso consumo e il pricing flessibile.
Quest’ultimo serve a ridurre la fluttuazione della domanda, proponendo ad esempio offerte
speciali, sconti gruppo o sconti per periodi di bassa stagione.
1. Elementi tangibili (aspetto delle strutture fisiche, delle attrezzature e del personale)
2. Affidabilità (capacità di erogare il servizio promesso in modo affidabile e preciso)
3. Capacità di risposta (volontà di aiutare i clienti e di fornire il servizio con prontezza)
4. Capacità di rassicurazione (competenza e cortesia degli impiegati e relativa capacità di
ispirare fiducia e sicurezza)
5. Empatia (assistenza premurosa e personalizzata che viene riservata a clienti ed utenti)
L’alta standardizzazione del metodo, lo rende particolarmente interessante per la chiarezza delle
domande e delle risposte che fornisce sia per la possibilità di modificare con relativa facilità a
seconda del settore sotto esame; a causa della sua rigidità è tuttavia consigliabile utilizzarlo solo
dopo una preventiva analisi delle caratteristiche del servizio.
Servizio pubblico
È quell’attività che mira a soddisfare i bisogni avvertiti da una collettività e, generalmente, garantiti
per legge. I beni pubblici, quindi, hanno come funzione il conseguimento di fini sociali.
Categorie di bisogni soddisfatte dal servizio pubblico: bisogno di mobilità, bisogno di comunicazione,
bisogno di acqua per uso domestico, bisogno energetico, bisogno sanitario e bisogno di smaltimento
dei rifiuti domestici.
La gestione del servizio pubblico può avvenire tramite: la gestione diretta dello Stato, la gestione
indiretta di un ente pubblico (ENI, ENEL, etc.), la concessione ai privati attraverso la
regolamentazione delle linee guida e la partecipazione pubblica.
IL TRASPORTO FERROVIARIO
La situazione in UK
Rappresenta l’esperienza di maggiore successo nella privatizzazione e apertura del mercato
ferroviario alla concorrenza. Nel 1993 il Railways Act sancisce la disintegrazione verticale della
monopolista British Rail: con tale atto a Railtrack viene assegnata la proprietà della rete, alle TOCs
(Train Operating Companies) il servizio di trasporto passeggeri e alle ROSCOs la proprietà del
materiale rotabile da dare in noleggio. Tuttavia, vi è il sospetto che le ROSCOs fruttino il potere di
mercato imponendo canoni di leasing superiori a quelli che si avrebbero in libera concorrenza,
poiché il mercato del materiale rotabile è altamente concentrato e non c’è possibilità di ingresso
per nuovi concorrenti. Esse infatti riesco sempre a riaffittare il proprio materiale rotabile nella gara
successiva, senza avere materia in eccesso sfitto che porterebbe ad una variazione dei canoni di
locazione a ribasso. Il materiale rotabile in tal modo non viene mai rinnovato a causa degli switching
costs (es. quelli dovuti alla formazione del personale su nuovi veicoli o l’adozione di nuovi sistemi di
alimentazione). Tutto ciò comporta alte tariffe sui clienti delle TOCs, ossi agli utenti del servizio.
La situazione in Francia
Il modello francese, opposto a quello britannico, ha portato invece a un’alta velocità efficace (TGV),
ma con costi elevatissimi per lo Stato che è padrone del servizio e proprietario della rete, il quale ha
investito moltissimo nel settore a differenza del Regno Unito. In questo senso l’efficacia perde
valore se rapportata alla mancanza di efficienza nei costi.
La situazione in Italia
Fino al 2001 vi era il monopolio di ferrovie dello stato che gestiva rete e servizi.
Dal 2001 in seguito alle normative Europee avviene in Italia la separazione solo societaria tra
gestione rete (affidata a ferrovie Italiane Spa) e gestione dei servizi di trasporto (affidata a Trenitalia
spa). La proprietà del materiale rotabile è affidata a trenitalia
Entrambe le società appartengono alle Ferrovie dello Stato (FS), che a sua volta appartengono al
ministero del tesoro.
Il modello italiano di trasporto ferroviario appare piuttosto inefficiente, in particolare:
6. condizioni arretrate della rete: solo 500 km di alta velocità, ciò dovuto anche alla orografia
del paese che comporta maggiori costi rispetto Spagna e Francia
7. Condizioni arretrate dei treni: obsoleti e soggetti frequentemente a guasti
8. Contratti di lavoro: come per Alitalia, Trenitalia si è spesso presentato come un contenitore
dove riversare lavoratori
9. Le perdite di FS sono costanti, poiché i ricavi non riescono a coprire mai i costi, ciò è dovuto
anche alle basse tariffe rispetto a quelle Europee
La concorrenza in Italia
Ntv (Italo): Inizia la sua attività nel 2011, ha 2000 dipendenti giovani e formati. Offre servizio
trasporto passeggeri ed Alta velocità nella tratta Roma-Milano. I biglietti sono acquistabili solo
online e i prezzi sono diversi a seconda del momento in cui si acquista (no tariffa unica).
I suoi vantaggi potenziali sono rappresentati dalla flotta moderna, dall’efficienza dovuta alla
gestione privata, dalla cattiva reputazione di Trenitalia e dalla non influenza politica. Come svantaggi
principalmente si riscontra la non ampiezza della flotta e l’inesperienza nel settore.
In merito alle tratte sono effettuate da Salerno in su.
I treni a disposizione sono 25, sono super confortevoli e prendono il nome di Italo (scelto tramite
sondaggio: marketing)
Arenaways: Nasce nel 2006, i suoi treni sono assemblati in Romania, si presenta concorrente nelle
tratte Torino-Milano-Pavia-Asti. All’inizio del 2011 il suo volume di traffico era basso, ciò dovuto alla
scomodità degli orari rilasciati da Rete ferroviaria italiana (una sorta di slot). Nel 2012 l’AGCM ha
multato FS per abuso di posizione dominante per ostacolare arenaways.
Deutsche Bahn: Concorrente dal 2009 nella tratta Monaco-Bolzano-Milano-Verona
è la prima compagnia a lanciare il low cost ferroviario in Italia, anche essa ha riscontrato la presenza
di ostacoli posti da FS, in quanto lamentava la non reciprocità nel mercato Tedesco
Accordi Internazionali
FS e Veolia nel 2011 attraverso una Join ventur danno vita a Thello (50%-50%). L’accordo riguarderà
il trasporto internazionale dei viaggiatori. Le tratte interessate sono: Parigi- Venezia, Parigi-Roma,
Torino-Lione, Parigi-Milano e Marsiglia-Milano. Il materiale rotabile è stato acquistato in leasing.
Nelle prospettive future è previsto l’incremento del numero delle tratte.
Un problema riscontrato da FS e la difficoltà di reciprocità nel mercato francese a causa di differenze
strutturali della rete ed alle omologazioni dei mezzi
Alta velocità: i primi a svilupparla in Europa furono i francesi negli anni ’70, il costo dell’investimento
è elevatissimo e varia a seconda del luogo (orografia del territorio).
Il numero dei migli coperti dall’alta velocità nel mondo sta aumentando in dismisura.
Modello tradizionale: Il modello prevede che siano le compagnie statali a essere responsabile della
costruzione, mantenimento e operatività del settore.
Le tariffe solitamente sono inefficienti per ricoprire i costi, motivo per il quale l’impresa statale
riceve sussidi dal proprio governo.
Le inefficienze della gestione statale hanno portato in seguito al coinvolgimento dei privati
Definizione delle classi di costo i cui valori sono da imputare ai vari centri di costo
(personale, carburante, materiali di consumo, oneri assicurativi etc.);
Individuazione dei centri di costo i cui prodotti sono le “corse” e il volume di produzione
(km percorsi o n. corse). Essi sono tre: centri produttivi che erogano il servizio, centri ausiliari
che forniscono servizi ai centri produttivi (manutenzioni, mezzi, magazzino etc.) e centri
funzionali che riguardano le funzioni non produttive (amministrazione, commerciale,
direzione generale etc.);
Attribuzione dei costi ai centri di costo: tali costi possono essere specifici o comuni a due o
più centri di costo; in tal caso, occorre individuare una base di ripartizione a seconda del
grado di consumo esercitato da ogni centro.
I limiti della ripartizione dei costi per centri di costo è il fatto che questi ultimi non coincidono con
le attività organizzative e non riflettono i processi aziendali da cui hanno origine le prestazioni
erogate al cliente. Pertanto, tale metodo non permette di conoscere la causa dei costi, ovvero quali
attività li ha generati.
Inoltre, vi è arbitrarietà nell’individuazione delle basi di ripartizione per l’allocazione dei costi
comuni fra più centri di costo poiché, essendo esse collegate ai volumi, ciò porto a sovrastimare i
costi dei processi ad alto volume e sottostimare quelli dei processi a bassi volumi. Infine, vi è una
scarsa focalizzazione sugli aspetti competitivi perché ci si concentra sulla redditività di breve periodi
(ad es. per conseguire il profitto si tagliano i costi di formazione del personale).
Conclusioni
Esiste una stretta interdipendenza tra tecnologia del materiale rotabile e infrastruttura, ciò implica
la necessità di investite sia nell’uno che nell’altro. Pare, infatti, che il 40-50% delle spese di
manutenzione dei treni sia da attribuire alla cattiva condizione dei binari.
Inoltre, la creazione di una o più ROSCOs italiane in concorrenza tra loro e con proprietà distinta da
Trenitalia garantirebbe maggior efficienza nell’attribuzione del materiale rotabile. Invece, la
gestione della rete dovrebbe essere lasciata allo Stato per ragioni di sicurezza, visti gli elevati
investimenti in manutenzione evitando quanto accaduto alla Railtrack privatizzata in UK.
Ne sono esempio il Channel Tunnel che collega Francia e UK, LGV Perpignan-Figueras che collega
Francia e Spagna.
TRASPORTO AEREO
La Domanda:
Si articola in due categorie:
10. Viaggiatori occasionali e turisti (60%)
11. Viaggiatori per affari (40%), tuttavia rappresentano oltre il 60% dei ricavi del settore
Si distinguono clienti Time sensitive e price sensitive, i primi sono fidelizzati con le compagnie ex
incubment e sono legate ad esse da switching cost, i secondi sono clienti che orientano la loro scelta
in funzione del prezzo.
L’offerta:
Si distinguono le compagnie di bandiere (Ex-incumbement) e i vettori low cost
In merito alle compagnie di bandiera esse era di proprietà statale, godevano di “rendite di
posizione” ed avevano una funzione istituzionale, pertanto erano soggette al rischio di inefficienza
poiché costrette a ricoprire tratte non redditizie, costretti ad adottare velivoli di fabbricazione
nazionale ed inoltre influenzate dalla politica e costrette in periodi di crisi ad assumere personale.
Il managament di tali compagnia era scarsamente motivato e incentivato all’efficienza.
La liberalizzazione
Ai fini della liberalizzazione sono state necessarie 3 direttive comunitarie, l’ultima nel 1997. Con le
direttive UE gli stati non possono più intervenire nel ripianare le perdite, possono solo intervenire
nel caso le compagnie adottino tariffe troppo elevate o troppo basse.
Tuttavia nonostante ciò una vera e propria liberalizzazione del settore aereo non è avvenuta perché:
4 Non sono state aperte alla concorrenza le tratte intercontinentali, tipicamente servite in
regime di code-sharing dalle compagnie di bandiera (è difatti un oligopolio). Ciò da vita al
cosiddetto sussidio incrociato (basse tariffe sui voli nazionali e alte tariffe monopolistiche sui
voli intercontinentali) tutto ciò altera la leale concorrenza
5 Non è ancora stata aperta la concorrenza in merito alla gestione degli slot. Le compagnie di
bandiera tutt’oggi detengono i diritti degli slot relativi ai miglior aeroporti ed alle migliori
fasce orarie
La liberalizzazione ha avuto come effetto un fenomeno di concentrazione delle compagnie,
concentrazione che si è manifestata attraverso delle alleanze, in particolare sono 3 le principali
alleanze: Sky team (in cui è presente Alitalia), Oneworld e Star. Insieme rappresentano il 60 % del
mercato.
In particolare i vettori low cost sopportano costi inferiori di circa il 50% dei vettori tradizionali, i costi
del personale dei vettori low cost è di circa 6 volte inferiore a quello dei vettori tradizionali, la
produttività dei lavoratori dei vettori low cost è circa 9 volte più elevata.
Un indicatore di comparazione di costi è il CASK, minore è il suo valore, maggiore è la capacità del
vettore ad offrire un servizio ad un costo minore. La compagnia leader di costo risulta essere Ryanair
con un CASK pari a 3,39 cent, quando la media low cost è vicina ai 5 cent e la media dei vettori
tradizionali è circa 10 cent.
Alitalia
Alitalia fino al 1980 si trovava in una posizione di quasi monopolio: vi era solamente la presenza di
meridiana come vettore concorrente per le tratte turistiche verso la sardegna, nel 1995 nasce
Airone in concorrenza nella tratta Roma-Linate, presentandosi con una politica commerciale
aggressiva e con prezzi inferiori del 20%.
Alitalia è stata impresa caratterizzata negli anni da grandi perdite. Tra il 2008 e il 2013 ha perso oltre
900 milioni di Euro ed accumulato in totale debiti per 1200 milioni di euro (privatizzazione yo yo)
Dopo il fallimento di due tentativi di privatizzazione nel 2014 il 49% delle azioni è stato acquisito da
ETHIAD Airways.
Con il termine utilities si tende ad identificare un impresa che svolge l’attività di produzione,
trasporto, distribuzione e vendita di un servizio o prodotto di rilevante interesse per la comunità,
tra i seguenti servizi troviamo energia elettrica, gas, acqua e raccolta/smaltimento rifiuti.
La catena del valore di un’impresa che opera nel settore delle utilities può essere distinta nelle
diverse fasi di attività della filiera, attività che in seguito alla liberalizzazione sono state aperte alla
concorrenza.
La risposta strategica delle imprese in seguito alla liberalizzazione deve basarsi sulle risorse distintive
che esse dispongono.
Una risorsa si definisce distintiva quando:
12. è rara/scarsa in natura
13. è di valore, cioè soddisfa una domanda specifica
14. è difficilmente imitabile
15. non è sostituibile
Tra le strategie utilizzate dalle imprese per potenziare le proprie risorse distintive, possiamo
individuarne due principali:
2) Utilizzo di modelli di e-business: il settore delle utilities appaiono estremamente adeguati per lo
sviluppo dei modelli e-business. I vantaggi che si ottengono sono i seguenti: semplificazione dei
processi, taglio dei costi e generazione di nuovi ricavi.
Esistono due tipologie di e-business:
6 Modelli creati ad hoc: tra cui borse digitali (luogo di incontro tra acquirenti e venditori)
aggregatori (piattaforma in grado di aggregare tutte le offerte) , aste digitali (aste a ribasso
dove il compratore fissa il prezzo e i venditori rilanciano a ribasso) , comunità d’acquisto
(piattaforma che riunisce tutti i compratori per far si che abbiano maggior potere
contrattuale) e siti comparativi (piattaforma che riunisce le offerte e le compara tra di loro)
Mercati di bilanciamento
Sono mercati in cui il gestore della rete, o il responsabile del bilanciamento effettua una
compravendita con gli operatori per assicurare l’equilibrio del sistema.
Si costituisce di un mercato del giorno prima del gas, mercato infragiornaliero e mercato al termine.
In Italia il responsabile del bilanciamento è la SNAM rete Gas
La liberalizzazione in Europa
La prima direttiva del 1998 ha stabilito la creazione di un mercato interno del gas ed ha imposto
l’unbundling della filiera.
La seconda direttiva del 2003 ha abrogato la prima a fronte delle difficoltà ancora esistenti
nell’impedire il funzionamento del mercato, ha previsto misure per garantire la riduzione di
posizioni dominanti, ancora troppo evidenti nelle fasi a monte: importazione e stoccaggio.
Nonostante ciò tutt’oggi gli effetti reali della liberalizzazione si riscontrano nella fase di distribuzione
e vendita, per quanto riguarda trasporto e stoccaggio esse sono ancora gestite dagli
ex-incubment (come il caso di ENI)
Uno dei motivi per il quale è difficile creare la concorrenza nelle fasi di trasporto è rappresentato
dalla limitata capacità in eccesso delle condotte per garantire l’accesso a imprese terze, inoltre
buona parte della capacità di trasporto del gas è già impegnata con contratti di lungo periodo Take
or pay, stipulate dalle imprese ex-incubment.
La liberalizzazione in Italia
Prima della liberalizzazione tutta la filiera produttiva era dominata da ENI e da sue società collegate,
solo nella vendita locale una parte dei comuni era sotto il controllo di aziende municipalizzate,
private o miste.
La riforma del settore avviene nel 2000 con il decreto Letta, che recepisce le direttive europee per
la creazione di un mercato intermo del gas. La riforma prevedeva i seguenti punti principali:
8 Unbundling societario (in particolare nella fase di distribuzione e vendita)
9 Norme a tutela e per lo sviluppo della concorrenza
10 condizioni di reciprocità tra i paesi membri
11 Fissa un tetto sulla quota del mercato: Nessuna impresa può vantare di una quota
d’immissione di gas superiore al 75%, tale tetto si riduce del 2% fino al 61% del 2010 (ciò
chiaramente colpisce ENI)
Dal 2003 il mercato Italiano è completamento libero, ed ogni utente è libero di approvvigionarsi
presso chi meglio creda.
Tuttavia malgrado i diversi sforzi, il mercato del gas sembra lontano dalla vera concorrenza, ciò
anche a causa degli elevati costi fissi in entrata, dagli elevati costi di operatività del mercato e dalle
caratteristiche intrinseche della commodity gas.
Lo Shale gas
Con questo termine si indica il gas naturale (prevalentemente metano) intrappolate nelle roccie che
si trovano ad oltre 1000 metri di profondità, per l’estrazione si avvale di un processo di fracking al
fine di fratturale. Si tratta di una tecnica controversa della quale non si conoscono gli impatti
ambientali, motivo per il quale è vietata in alcuni paesi come Francia
Nonostante ciò l’utilizzo dello shale gas sta rivoluzionando il mercato del gas in seguito al grande
utilizzo di USA, Cina e Canada. Ciò chiaramente comporta una rivoluzione in termini geopolitici,
poiché lo shale gas insedia il ruolo della Russia come fornitore energetico dominante della UE.
Tap: progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che dalla frontiera greco-turca
attraverserà Grecia e Albania per approdare in Italia, nella provincia di Lecce permettendo
l'afflusso di gas naturale proveniente dall'area del Mar Caspio (Azerbaigian) in Italia e in Europa.
Il tap è stato preferito al Nabucco, un progetto che coinvolgeva Ungheria, Romania, Turchia e
Bulgaria, la principale motivazione che si individua nella scelta di congelare il Nabucco a favore del
tap è di carattere geopolitico, difatti nel Tap convogliavano tutte le principali imprese energetiche
mondiali, ed inoltre il Tap favorisce in termini geopolitici la Russia
Transmed: Gasdotto che collega Algeria e Italia, passando dalla Tunisia
Greenstream: collega Libia e Italia (Gela)
IGI (interconnetore Grecia e Italia, in costruzione)
Nord Stream: Gasdotto che collega direttamente Russia e Europa
Conclusioni:
- Nei prossimi 20 anni si prevede un aumento del 55% della domanda globale (trainata da
Cina e India)
- Aumento in particolare nei settori della produzione di energia elettrica
- L’uso dello shale gas avrà un ruolo fondamentale
- Il gas supporterà la dismissione degli impianti nucleari e le politiche di riduzione dei gas
serra (processo di de carbonizzazione)
ENERGIA ELETTRICA
La liberalizzazione in Italia
In Italia col decreto Bersani nel 1999 vengono recepite le direttive Europee per la costituzione di un
mercato unico dell’elettricità e vengono fissati i seguenti principi:
15 Dal 2007 tutti i clienti sono idonei: liberi di scegliere il proprio fornitore
16 Le fasi di generazione e vendita sono business di concorrenza
17 Le fasi di trasmissione e dispacciamento sono in regime esclusiva dello stato e vengono
affidate al GSE
18 La fase di distribuzione è in regime di concessione trentennale a ENEL
19 Unbundling della filiera e dismissione di capacità produttiva da parte di ENEL con
conseguente ingresso nel mercato di diverse imprese straniere
La riforma getta le basi per la costituzione di una borsa elettrica secondo il modello britannico, il
funzionamento della borsa va però garantito eliminando imprese in posizione dominante come
viene in UK, il decreto invece consente ad ENEL di produrre fino al 50% dell’energia totale prodotta
e importata attribuendole così una posizione di monopolio nelle ore di punta.
Tali favoritismi nei confronti di ENEL derivano dal fatto comunque nonostante la successiva
privatizzazione in seguito alla riforma, il ministero del tesoro rimane il principali azionista e pertanto
si è badato molto ai ritorni per gli azionisti.
La riforma del settore ha evidenziato la mancanza di conoscenza da parte del governo delle
problematiche principali attinenti al settore, difatti una buona riforma avrebbe previsto maggiori
strumenti per fare accordi con gli altri paesi votati all’interconnessione, e maggiori incentivi per la
realizzazione di nuovi impianti e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili
Modello UK: Nel 1989 l’electricity act disintegra il monopolio pubblico e si procede con la
privatizzazione. Con effetto della liberalizzazione e della separazione vengono create tre società per
l’attività di generazione e una per la trasmissione. Per garantire l’equilibrio tra domanda è offerta
viene creato il POOL, un mercato all’ingrosso che decide la fissazione dei prezzi e l’ordine di
dispacciamento.
La distribuzione viene affidata alle società regionali, la vendita pian piano viene anch’essa separata
dalla distribuzione
Il risultato:
- Le difficoltà nel liberare la fase di generazione hanno consentito l’esercizio del potere di
mercato da parte degli operatori più grandi, in particolare 2 operatori su tre producevano
l’80% dell’energia consumata
I vantaggi dell’interconnessione
- Maggiore affidabilità dei sistemi elettrici e riduzione del rischio black out
- Risparmio economico grazie alla minor necessità di costruire nuove centrali elettriche
- Maggiore scelta dei consumatori
- Capacità delle reti elettriche di gestire meglio livelli crescenti di energie rinnovabili
La filiera produttiva
1) captazione/adduzione/potabilizzazione: si tratta dell’insieme delle attività messe in atto per
prelevare la risorsa dal sottosuolo o superficie e trasportarla verso i luoghi di utilizzo
2) Distribuzione e vendita: è l’attività di trasporto agli utenti attraverso la rete di distribuzione:
manufatti e tubazioni nei centri delle città
3) Fognaria: l’attività di recupero delle acque piovane e dagli scarichi, è una fase caratterizzata da
un elevata tecnologia sia in fase di progettazione che di manutenzione degli impianti
4) Depurazione e smaltimento: è l’insieme delle attività di collettamento delle acque dalle reti
fognarie per il trattamento e la loro successiva restituzione ai corsi d’acqua
Il modello Italia
Fino agli anni ’90, la gestione del servizio era affidata a i comuni che la davano in concessione ad
aziende pubbliche, il limite di tale sistema era nella dimensione limitata del servizio che non rendeva
possibile il raggiungimento dell’efficienza, inoltre gli investimenti del settore erano di sola
provenienza pubblica, ed erano pochi poiché le basse tariffe non riuscivano a consentire la
copertura dei costi di gestione.
A partire dalla metà degli anni ’90 si prevedono forme di affidamento del servizio ai privati, sotto
una regolamentazione dello stato con relative sanzioni qualora non avvenisse il rispetto delle regole.
Con la legge Galli (1994) vengono introdotti alcuni principi:
20 full recovery cost: il costo del servizio va interamente caricato nella bolletta e non è più la
fiscalità generale a farsene carico
21 Viene introdotto per la prima volta il concetto di “ciclo integrato dell’acqua” da parte di un
solo gestore, al fine di porre fine alla frammentazione gestionale.
24. Il territorio viene suddiviso in 92 ato (ambiti territoriali ottimali), in ognuno dei quali il
servizio idrico è integrato ed affidato ad un unico gestore. L’attività degli Ato è vigilata
dall’Autorità d’ambito, investita dalla regione.
25. Si promuove un processo di modernizzazione del settore tramite l’affidamento del servizio
ai privati con procedure di evidenza pubblica (gestione alle s.p.a)
Nel 2000 il TUEL ha previsto tre modalità di affidamento di gestione del servizio idrico:
26. A S.p.a private scelte con gara
27. A S.p.a miste pubblico-private
28. A S.p.a pubbliche tramite affidamento diretto
Riflessione: è chiaro che un s.p.a sia pubblica che privata punti al profitto e non all’utilità generale
La legge 133/2008 in linea con i criteri UE introduce alcune novità, in particolare prevede che la gara
tra privati sia la modalità ordinaria di affidamento del servizio idrico, e che solamente in via
derogatoria possa avvenire l’affidamento senza gara purché società totalmente pubbliche (in
house).
Nel 2009 il decreto ronchi ribadisce da un lato che la proprietà dell’acqua è pubblica, dall’altro
stabilisce la privatizzazione del servizio idrico. Le Spa devono essere di maggioranza dei privati,
mentre, le esistenti società in house devono cedere almeno il 40% ai privati. (confronto Germania:
senza una legge sono arrivati ad una situazione simile, nonostante non ci fosse una legge a regolare
i comuni, in questo modo però i comuni detengono la maggioranza delle società che gestiscono il
servizio)
Il modello francese
La gestione del servizio idrico in francia avviene attraverso un modello PPP. Esistono varie tipologie
contrattuali che attribuiscono diversi gradi di responsabilità al privato.
L’intervento del privato infatti può riguardare il finanziamento e la creazione degli impianti, o in altri
casi può riguardare la gestione e la manutenzione del servizio.
Lo svantaggio principale di tale modello è la non previsione di un controllo da parte del governo
sull’attività del privato, tutto infatti viene regolato attraverso una mera negoziazione del contratto
Il modello britannico
Rappresenta una eccezione in Europa, poiché è l’unico caso in cui la gestione del servizio idrico è
completamente privata, la regolamentazione è affidata ad un istituto OFWAT che ha il potere di
attribuire licenze ai privati della durata di 25 anni.
I vantaggi del modello sono i seguenti: aumento della trasparenza, rigida regolamentazione sul
controllo sui prezzi, rischio inquinamento e mantenimento di elevati standard qualitativi.
Gli svantaggi sono: elevato costo della regolamentazione a carico degli utenti, il modello non sembra
incentivare la concorrenza
Riflessione sul ciclo integrato dell’acqua e l’unbundling
A seguito delle linee comunitarie che prevedevano la separazione verticale e la concorrenza nelle
varie fasi della filiera produttiva, sono stati numerosi i problemi riscontrati, in quanto l’acqua non è
prodotto commerciale come gli altri bensì un patrimonio da difendere. In particolare si è riscontrato
come la concorrenza nelle varie fasi della filiera non abbia portato dei benefici sui prezzi, anzi
comporta un aumento dei costi per le imprese, costi che incrementano i prezzi finali per l’utente.
Attraverso la frammentazione tra gestione della rete e gestione del servizio si ha anche una
frammentazione della responsabilità delle imprese.
Conclusioni
Il servizio idrico è un servizio pubblico che ha importanti impatti sociali, sanitari ed ambientali, e per
tale motivo l’innovazione in tale settore andrebbe perseguita con iniziative pubbliche, in quanto gli
investimenti se affidati ai privati, quest’ultimi finirebbero per riversare i costi sulle tariffe degli
utenti.
LA SANITA’
Sistema multi-ospedalieri
Si tratta di una strategia di cooperazione che mira a snellire la struttura dei costi ed il livello d’offerta
di posti letto. Tale strategia è particolarmente idonea per le aree metropolitane dove esistono a
poca distanza diversi ospedali e cliniche private, ed il suo obiettivo è il miglioramento del rapporto
efficacia del servizio e costi di erogazione attraverso l’ottenimento di economie di scala , di
apprendimento e di densità.
Tali economie sono il risultato della:
29. centralizzazione degli acquisti che produce un aumento del potere contrattuale
30. eliminazione e condivisione di unità operative e risorse umane, evitando duplicazioni di
costo
31. Creazione di una piattaforma integrata in grado di fornire al sistema tutti i servizi di supporto
di cui necessita
I sistemi multi-ospedalieri possono dare vita a cosiddetti “poli di eccelenza”, frutto di una strategia
di differenziazione che tende a far concentrare determinate aree specialistiche del servizio sanitario.
Alcuni difetti del sistema multi-ospedaliero:
- Oltre una determinata soglia la crescita dimensionale costituisce un problema (congestione)
- Nel breve periodo gli investimenti realizzati per la creazione del sistema portano ad un
incremento dei costi per il paziente, tuttavia nel lungo periodo è riscontabile il vantaggio
tratto dai pazienti in termini di efficienza e miglioramento della qualità del servizio.
Ai fini della valutazione del servizio è necessario che vengano stabiliti degli obiettivi realistici e
raggiungibili, affiancati da indicatori facilmente monitorabili.
I principali soggetti valutatori sono:
22 Utenti: di norma valutano aspetti relativi all’accessibilità e la disponibilità del personale
sanitario
23 Amministratori: valutano l’aspetto tecnico, e quindi si concentrano principalmente sui costi
del servizio sanitario
In merito agli utenti si individuano 5 criteri in base al quale viene valutata la qualità del servizio:
Credibilità: Capacità di erogare i servizi programmati in maniera accurata
Rispondenza: prontezza nel servire i pazienti ed erogazione con tempestività
Sicurezza: professionalità e conoscenza del personale
Cortesia: capacità del personale di mostrare cura verso il paziente
Infrastrutture: comfort ricevuti all’interno della struttura ricettiva
Legge transfrontaliera
Direttiva 21/2011 UE: tutti i pazienti possono accedere alle cure in qualsiasi stato UE. Gli obiettivi
della direttiva sono: promozione della cooperazione tra gli stati membri ed il miglioramento
qualitativo del servizio degli stati membri.
La direttiva prevede che ogni paziente può avere accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera, il
paese che ha offerto le cure, riceverà un rimborso dal paese originario del paziente
La direttiva non si applica per assistenza di lunga durata, trapianti organo o programmi pubblici di
vaccinazione.
I pazienti possono ottenere l’assistenza sanitaria senza alcuna autorizzazione per tutti i casi che non
prevedono un ricovero ospedaliero, diversamente è necessaria l’autorizzazione del paese di origine.
I costi sostenuti dalla persona assicurata in Italia che si è avvalsa dell’assistenza sanitaria
transfrontaliera sono rimborsati qualora la prestazione rientrasse nei LEA. Il rimborso è a carico della
regione e dovrà essere corrisposto dall’ASL entro 60 giorni dalla ricezione della richesta.
La legge transfrontaliera incentiva l’efficienza del sistema sanitario nazionale, sia in termini di
“attrazione” di pazienti esteri, sia per mantenere in Italia i propri pazienti
Usa e Obamacare
La riforma di Obama ha come obiettivi fondamentali:
- incrementare la qualità e l’affidabilità delle coperture assicurative
- Abbassare la percentuale di popolazione non assicurata
- ridurre i costi della sanità sia per le persone che per il governo
Entro il 2019 prevede di coprire la salute del 95% della popolazione, evitando così i frequenti casi di
collasso finanziario delle famiglie americane in seguito alla necessità di cure mediche.
I principali cambiamenti della riforma sono stati:
20 Le compagnie assicurative non possono più rifiutarsi di contrarre polizza in caso di
preesistenza di patologie, o di stabilire un premio in base all’età del soggetto (tipico per gli
anziani)
21 Introduzione di benefici fiscali che rendono meno gravosa la spesa per la copertura
assicurativa
22 Obbligatorietà di acquisto di un’assicurazione per gli aventi diritto
23 Obbligo di contribuzione alla spesa assicurativa da parte dei datori di lavoro con più 50
persone
Al momento l’Obamacare sta avendo ottimi risultati, in quanto la percentuale di persone non
assicurate è decisamente più bassa, la critica principale però fatta dagli oppositori e di non aver
previsto un piano specifico, nel caso le compagnie assicurative dovessero crollare a causa dei nuovi
oneri a loro imposti
SERVIZO DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
La normativa Europea
Nel caso di questa utility, la normativa europea non ha puntato sulla liberalizzazione. Ha invece
stabilito un ordine di priorità che i paesi devono perseguire.
32. Impegno dei paesi per un uso razionale delle risorse al fine di ottenere sostenibilità e quindi
limitazione dei rifiuti
33. Impegno dei paesi ad effettuare la raccolta differenziata
34. Investimenti nell’attività di riciclaggio
35. Impegno dei paesi nel recupero di materiali ed energia: Valorizzare i rifiuti
36. Obiettivo per il 2020 di recuperare il 50% dei rifiuti domestici
37. Conferimento in discarica solo dei rifiuti pretrattati attraverso la raccolta differenziata (In
Italia ciò non è stato rinviato per anni attraverso proroghe delle legge finanziarie)
Alcune realtà:
Gruppo HERA: è una multi-utility municipalizzata che è attiva su tutta la filiera e opera anche nel
settore del gas e dell’acqua nelle provincie dell’ Emilia Romagna. A Bologna è scoppiato uno
scandalo poiché nel luogo dove è stabilizzata HERA è stato riscontrato un elevato inquinamento.
Altre controversie sono state rilevate sulla scelta dei manager che non avviene di certo per
competenze
Comune di Ponte Alpi: è un caso virtuoso in cui il comune attraverso la raccolta porta a porta ha
totalizzato una raccolta differenziata che supera il 90%. Tutti gli abitanti hanno riscontrato i benefici
oltre nella sostenibilità anche nella bolletta
Roma: Grande ritardo nella raccolta differenziata, solo il 17% contro un 70% di Berlino. Inoltre Roma
a Malagrotta detiene la discarica più di Europa. In merito a Malagrotta sono numerosi i casi di
scandali di corruzione e favoreggiamento che hanno coinvolto l’amministrazione locale e Manlio
Cerroni, proprietario della discarica che si definisce un benefattore della città capitolina. La discarica
è stata chiusa nel 2014. Discarica inoltre che ha rilasciato sostanze tossiche
Il sistri
Costituisce uno strumento volto a garantire un maggior controllo della movimentazione dei rifiuti
speciali lungo la filiera. In particolare interviene nella fase di smaltimento con l’utilizzo di sistemi
elettronici in grado di dare visibilità al flusso di entrata e di uscita degli autoveicoli nelle discariche.
I benefici principali saranno i seguenti:
24 Vantaggi in termini di sostenibilità
25 Eliminazione di forme di concorrenza sleale tra imprese
Il sistri è partito nel 2013 per i produttori di rifiuti pericolosi con più di 10 dipendenti e per enti e
imprese che gestiscono rifiuti pericolosi. Per tutte le altre imprese la partenza è stata fissata nel
2014.