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DI ECONOMIE
Hicercbe di antropologia econornica in italia
'
''·
a cura di
VALERIA SINISCALCHI
LUIGI
PELLEGRINI
EDITORE
Autori:
DIONIGI ALBERA
CNRS. IOEMEC (MMSH). Aix-en-Provcnce
rRANCO LA l
llnivcrsitii degli Studi di Sassari
('ARI.<> MAX lA
llnivnsit:'• degli Studi di ( 'agliari (assegno di rin·1ral
CRISTINA PAPA
Proprietà letteraria riservata Università degli Studi di Perugia
Stampato in Italia nel mese di aprile 2002 per conto di Pellegrini Editore GINO SATTA
Istituto Universitario Orientale Federico Il, Napoli (professore a contratto)
Via Roma. 80/B - 87HX) Cosenza- TeL (0984) 454237
CARLO MAXIA
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l
HU1MMLNTII1I F<'!IN!IMII·:
a un soccidantc, soli tamente si avvalevano del la manodopera Un'altra importante esigenza era· quella di garantirsi una
di uno o più "servi pastori" (salariati). li servo pasture riceveva produ:t.ione di latle suiTieiente per cui valesse la pena di lavo
come compenso un certo numero di capi di bestiame all ' anno rarlo. U n gregge di modeste dimensioni produceva u na quanti
(da sei a dieci), a prescindere dall 'entità numerica del gregge tà di latte giudicata i nsufficiente per essere l avorata quotidia
del proprietario. namente. Attraverso un particolare principio distributivo quo
Sia nel caso della soccida che in quello del rapporto fra pro tidiano del l atte4, ogni pastore, in u n ' u nica giornata presa a
prietario e servo pastore, le figure che entravano in gioco erano turno, si i mpossessava di una quantità di l atte superiore alla
da un lato quell e dei grossi proprietari e dali' altro quelle dei pic potenziali tà effettiva del proprio gregge.
coli proprietari o meri prestatori d'opera (servi pastori). Nel caso Un' altra esigenza dei pastori, non meno i mportante delle
del contratto a cumpàngius invece si trattava solitamente di pa precedenti, era quella di avere la possibilità di assentarsi dal l a
stori medi o piccoli 3 che univano capitale e forza lavorativa. voro quando sopraggiungevano malattie o esigenze particolari
I l rapporto societario a cumpàngius fissava l a sua scadenza (processi, lutti, ma anche festività). Di norma, la società pastora
ad un anno: il 1 5 settembre di ogni anno il socio che non si era le garantiva i n ogni periodo la sostituzione del cumpàngiu as
trovato bene aveva l a possibilità di uscire dalla società. Alcune sente; il contraccolpo veniva avvertito in misura m inore se Ja
società di cumpàngius, rinnovandosi di anno in anno, sono ri stessa società era composta da più di due soci. Tutto ciò avveni
maste i n piedi per poco tempo, altre lo sono state anche per va, beninteso, in caso di buoni rapporti, altrimenti il pastore che
venti, trent'anni, alcune per tutta la vita l avorativa. Le società aveva bisogno di essere sostituito doveva preoccuparsi di man
pastorali erano costituite da un minimo di due sino a quattro o dare un familiare o un servo pastore a proprie spese.
cinque persone.
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FRAMMENTI DI ECONOMIE
Carlo Maxia: La società pastorale a curnp�mgius in Sardegna: una "cooperaziàne individualista"
Il bestiame di ciascuno conOuiva nel gregge col lettivo come riferimento. L'entità numerica del bestiame non veniva tenuta
risultato d eli ' unione dei soci . L'entità del gregge risultante non i n conto: tutto si basava su l i ' effettiva produzione di latte. Ogni
doveva superare la capacità lavorativa dei soci ; ciò dipendeva pastore, infatti si "ri-appropri ava"6 di una quantità di l atte pari
fortemente dalle condizioni fisico-cl imatiche i n cui si pascola a quel la prodotta dagli ani mali di sua proprietà. Ciò avveniva
va5, almeno quanto la maggiore o minore vicinanza ai terreni attraverso una differente forma di utilizzo del tempo lavorativo
coltivati. Le spese rimanevano di pertinenza del singolo: le spese e una concentrazione dei compiti . Ciascun socio era tenuto a
di pascolo erano divise i n base al numero effettivo delle bestie condurre al pascolo l ' intero gregge ottenuto dal l ' accorpamen
di ciascuno, e le tasse sul bestiame venivano pagate individual to dei vari branchi personali, secondo un turno; ma mungeva
mente in base alla quantità d i animali posseduti . esclusivamente le proprie bestie, misurando la propria produ
Ciascun socio doveva avere la sua attrezzatura per la l avo zione di l atte.
razione e l a stagionatura del formaggio i n una quantità propor Il principio cardine della società a cumpàngius isti tuiva una
zionale alla propria potenzialità produttiva. Ma nell' ovile, di rigida proporzionalità tra la quantità di latte prodotto e la quan
solito, si trovava un' unica marmitta per scaldare il lalle, di pro titù di lavoro. Chi produceva di piì'1 era tenuto a lavorare di più.
prietà di uno dci soci, c veniva utilizzata da tulli. Al tre spese, Questo principio veniva realizzato in base alla mi nuziosa mi
come quel la relativa all' acquisto dei sonagli, ricadevano pro surazione del latte che diventava, in ultima analisi, la misura di
porzionalmente sugli individui, in base alla loro effettiva pro tutto. I turni di lavoro non venivano stabiliti una volta per tutte
prietà ed esigenza. In alcune del le zone più povere l ' uso della ma seguivano quotidianamente la produzione. Questo adatta
caldaia uti l izzata per riscaldare i l l atte (caddàxiu) era concesso mento dei compiti alla effettiva produzione (quantitativamente
ai soci dietro il pagamento in natura di un canone d ' affitto: annotala) garantiva equità nei rapporti e nell ' equil ibrio tra ener
gie spese e energie ottenute.
«Eh, anche in società si mettono i recipienti: per di re
L' attività lavorativa era divisa in due attività principali 7: i l
ogn u no può avere i l proprio caìddu per m u n gere, su
pascolo (sa muda: i l cambio, i l turno) e l a lavorazione del for
caddàxiu, che in passato solo pochi avevano, e tutti contri
maggio (la "giornata di l atte" o "giornata di formaggio"); que
buivano a dare una giornata di formaggio al padrone del
st' u ltima comprendeva tutte le attività collaterali di gestione
caddàxiu» (Enrico Dessì, Armungia).
dell ' ovile 8• Ciascun pastore, secondo il proprio turno, si ap
propriava del l ' intera produzione giornaliera di latte. In una "so-
I compiti operativi erano distribuiti secondo una consuetu (, Dopo il ciclo dei prestiti.
dine che assegnava alla produzione del latte il ruolo di punto di 7 Ognuna di esse durava una giornata intera. Si segue chiaramente una ripar
tizione dei ruoli in base ad un principio spaziale che suddivide l'area di lavoro in
due ambiti differenti: l'ovile, luogo della mungitura e della lavorazione del latte e
il territorio di pascolo, luogo dell'approvvigionamento di cibo per il gregge.
5 I territori più accidentati e maggiormente colpiti dalle intemperie creava
8 La pulizia degli ambienti e dell'attrezzatura per fare il formaggio, il tra
no senz'altro più problemi in questa attività.
sporto di quest'ultimo in paese, ecc.
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Carlo Maxia: L a società pastorale a cumpàngius in Sardeww: una "cooperazione individualista"
FRAMMENTI DI ECONOMIE
cietà" a due (composta sempre da un produttore maggiore e 1.4. La cooperazione individualista nell'organizzazione del
uno minore, i n quanto le quantità di latte, m isurate minuziosa lavoro
mente, erano sempre differenti), il produttore maggiore si im
possessava, anche per più giorni , del totale del latte prodotto «La produzione materiale consiste in un doppio pro
sino a quando quello m inore non eguagliava la produzione gior cesso: quello del lavoro, come rapporto degli uomini con
naliera del socio maggiore. La giornata di pascolo doveva es la natura, e quello del rapporto di questi u ltimi fra di loro»
sere svolta esclusivamente da colui al quale sarebbe spettato il (Godelier 1973: 175).
latte ("giornata di latte") il giorno dopo.
Il lavoro dei pastori, cosl come quello di tutti gli uomini del
le società tradizionali, percorre un doppio binario: quello che
1.3. Spartizione dei prodotti permette l ' incontro fra la natura fisica e l ' uomo e �uel! o che
pone in relazione l ' uomo con l'uomo. In questo doppio circ� Ito _
Una volta lavorato il latte, i l formaggio fresco veniva messo di scambio nessuno degl i elementi risulta meramente·pass1vo:
ad essiccare nella capanna stessa. Le forme di proprietà dei soci né la natura, che subisce un processo di addomesticamento, né
venivano separate ma lo spazio ristretto non permetteva di fatto gli uomi ni che subiscono gli effetti e le l imitazioni dell' ambien
una distinzione netta. Per assicurare la certezza della proprietà te e che, interagendo fra loro, si organizzano socialmente per
del formaggio, per non i ncorrere in equivoci, ma anche per non catturare l ' energia della natura 9 (Angioni, 1 989: 49-50).
subire furti, ogni pastore tendeva a contrassegnare le proprie for Anche l ' uomo, dunque, si modifica nel l ' interazione con la
me con un segno distintivo. Poteva allora trattarsi delle proprie natura, imparando inoltre ad aggiustare il tiro teso all ' approv
iniziali segnate con la matita copiativa, nei casi in cui i l pastore vigionamento di beni per il soddi sfacimento dei propri biso
sapeva scrivere; altrimenti si usava riporre dei bastonci ni nel re gni. Egli però non prescinde dalla realtà sociale in cui è inseri
cipiente i n cui scolava i l formaggio appena fatto, ponendoli i n to, realtà che presenta tutta u n a serie d i norme e d i precetti che
una posizione particolare d i modo che, una volta essiccato, i l permettono il suo ingresso nella sfera produttiva. Il rapporto
formaggio conservasse un segno legato a l proprietario. i nterattivo con gli altri uomini, i n ambito prettamente produtti _
Ricordo che la produzione più importante per i pastori sar vo, può assumere la forma di semplice scambio (veicolato sot
di era quella del l atte, e di conseguenza dei formaggi . Era in to forma di baratto,. di dono o di scambio mercantile), ma può
fatti su questo prodotto che si concentrava i l sistema dei turni anche presentarsi come un' organizzazione sociale del l a pro
proprio della società a cumpàngius. Per gli altri prodotti (car duzione, l a cooperazione, che consente, come vedremo, di
ne, lana) era come se ciascun socio producesse da solo. La ven amplificare e potenziare le capacità produttive indivi duali .
dita delle carni avveniva si ngolarmente. Tutti gli animali pre
sentavano un segno di riconoscimento (su sinnu) che i mpediva
confusion i , anche se poteva nascere qualche problema nel pe 9 Questa concezione dello scambio energetico tra l ' uomo e l a natura e tra
riodo delle nascite, quando era ancora possibile scambiare i gli uomini riprende la visione sostan7.iale dell'economia condivisa dagli antro
pologi marxisti c �
soslantivisti: l'idea del la rcaltii economica come flu so o pro
piccoli. cesso che si può conoscere a partire dal l'inter<l7.ione dell'uomo con 1l suo <�m-
biente di vita.
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HlAMMLNTII Jli'.( '(IN( IMI L
«Il lavoro ( . . . ) mentre da un lato pone l ' uomo in rap ne di mezzi produttivi e dalle partiColari condizioni i n cui i l
porto con la natura in quanto attività di trasformazione delle rapporto viene a crearsi .
risorse in beni atti a essere consumati , dall ' altro lato pone L'organizzazione del l avoro di un gruppo di persone diffe
l ' uomo in rapporto con altri uomi n i i n base alle forme di risce i n modo evidente da quella del l ' individuo i solato. È suf
cooperazione che esso comporta. Ciò avviene sia nel l ' am ficiente che due soggetti uniscano le proprie energie, i propri
bito di ogni s ingola attività produttiva - ad esempio la co mezzi di l avoro, il tempo e lo spazio di l avoro per dar l uogo a
operazione di un gruppo di cacciatori per l ' ucci sione di una particolare realtà produttiva che pretende un' organizzazione
una preda di grossa taglia - sia nella cooperazione che si e una distribuzione dei mezzi del tutto differente da quella in
realizza tra le varie attività produttive nell ' ambito del pro dividuale.
cesso s oci ale di prod u z i one c o m p le ss i v o Co o pe ra z i o n e c
.
L' unione lavorativa di due o più individui dà quindi luogo,
divisione del lavoro sono pertanto due termini corrispon come osserva giustamente Marx, a una forza operativa maggio
denti , che i ndicano entrambi la natura sociale del processo re del l a somma delle medesime forze individuali ( 1 970). Due
di produzione. In altri term i n i , ogni processo sociale di soggetti che svolgono indipendentemente la medesima attività
produzione esprime forme di cooperazione (e di divisi one produttiva nelle stesse condizioni producono meno di quanto riu
del lavoro) che ne costituiscono il fondamento» (Cavalli c scirebbero a fare se unissero le proprie forze (per forze intendo
Tabboni l 98 1 : l O-li). qui s i a l a forza fisica che il tempo e i mezzi di produzione). La
collaborazione permette una dilatazione "virtuale" del tempo e
La cooperazione degli uomini si presenta pertanto in una l a possibilità di una contrazione dello spazio necessari all a pro
duplice veste: da un l ato vi è quella che si stabilisce tra persone duzione. Il tempo necessario a svolgere una precisa serie di ope
che svolgono attività differenti integrate (come i l caso dei pa razioni viene dimezzato se si lavora in due. Lo spazio operativo
stori e dei contadini nel l ' ambito dell e comunità agropastorali necessario si riduce in virtù del l a compartecipazione. Marx of
sarde), dall ' a l tro c'è l a cooperazione che a v v iene tra individui fre una defi n i zi one del termi ne coopera z i o n e :
" "
X4 X 'i
FRAMMENTI DI ECONOMIE
economici e sociali. Mi pare importante sottolineare gli scopi La cooperazione dei pastori sardi presenta degli aspetti
di natura sociale dell a cooperazione, in quanto nell e comunità informali 12, ma opera anche grazie ad una sua struttura nor
prese in esame gli aspetti economici non risultano mai essere mativa codificata 1 3 • La composizione dei mezzi di l avoro utf
isol ati, ma mescol ati e confusi insieme a quelli sociali. Come lizzati in comune e il principio distributivo, sia per l ' assegna
sostiene Godelier, nelle società precapitalistiche il l avoro non zione dei compiti che per l a spartizione dei prodotti, rappre
è mai un' attività puramente economica (Godelier 1 973: 1 77). sentavano l ' ossatura formale dell a cooperazione a cumpàn
L'ambito l avorativo, oltre che come laboratorio dell a produ gius. Gli oneri e i diritti, cioè i compiti operativi e la sparti
zione economica, opera dunque anche come laboratorio del la zione del prodotto, non venivano divisi equamente a metà m a
produzione sociale e di quella ideologica, pienamente inserito e secondo un criterio che rispettava e rispecchiava esclusiva
non distinto da quello in cui, in forma più generale, avviene di mente il prodotto del l avoro individuale (il l atte), ottenuto
fatto la produzione sociale: la comunità. L'ambito lavorativo è attraverso un uso comune dei mezzi di produzione (terra e
dunque certamente il motore energetico dell a comunità; proprio bestiame). L'obiettivo produttivo, più che rappresentare l a pro
perché costituito da soggetti facenti parte dell a comunità, esso duzione complessiva del l a società, coincideva con quel lo dei
produce non in maniera asettica e impersonale. Attraverso il rap singoli soggetti, nel senso che ciascuno curava il proprio in
porto tra soggetti produttivi si realizza pertanto uno stretto scam teresse economico, pur operando attraverso i mezzi posti in
bio dialettico tra la sfera sociale e quell a economica. comune. Perciò mi sembra si possa parlare paradossalmente
Per poter interagire senza intralciarsi e senza dover nego di "cooperazione individualista": u n tipo di cooperazione in
ziare ogni volta i propri compiti o il proprio ruolo, gli individui cui le azioni individuali, distribuite secondo regol e precise,
cooperanti hanno bisogno di regole. Ogni modello di coopera
zione assume una peculiare forma in base a norme che stabili
scoprire norme dove non c i sono. «Nel pensiero sociologico c'è una forte ten
scono la modalità eli composizione dei mezzi comuni eli produ
dent.a a considerare le popolazioni lonlane da noi dal punlo di visi a delle norme
zione, in base al valore economico dci mezzi disposti dai sin che esse adollano per goveruare l a Imo vi la , e a considerare. invt:ct:, la nostra
goli, alla misura in cui viene applicata l ' energia inclivicluale, al vi ta come una forma dinamica cd il frutto di libere scelte. Questa tendenza è cosl
tempo eli lavoro impiegato da ciascu no, al l ' attribuzione eli ruo forte che quando si sottopongono ad osservazione degli spaccati di vita di socie
tà estranee alla nostra, tali campioni di comportamento vengono convertiti in
li specifici e eli eventuali turni operativi, e in base al criterio
norme>> (S c hneide r 19l-!5: 175). È chiaro l'intento di Schneidcr che i n discorsi
adottato per l ' appropriazione individuale dei prodotti. Tali nor come questo sostiene che le società "altre" sono governate dagli stessi principi
me non sono solamente un' estrapolazione teorica degli aspetti economici delle società capital i ste: egli vuole dimostrare che alla base economi
analizzati: gli stessi pastori nelle interviste hanno descritto i ca di qualsiasi società gi ace la scelta i ncondizionata dell'individuo. II dubbio
suscitato dall a sua critica a ll'eccessiva ricerca di norme sociali ed economiche
propri comportamenti sia in termini di "essere'' che di "dover
può anche essere lecito; non condivido però l'idea d i una l ibertà i ncondizionata
essere", cioè descrivendo le norme e i comportamenti specifi che non tenga conto dell'organizzazione sociale e dell'ambiente, vincoli spesso
ci, conformi o devianti 11• forti e imprescindibi l i .
12
Per aspetti i nformati i ntendo soprattutto quei comportamenti che ricado
no nell'aiuto reciproco: scambio di attenzioni, d i favori, d i servizi, prestito di
11
mezzi di l avoro, ecc.
Sono giunto a ciò nonostante i suggestivi dubbi suggeriti da autori come
13
Schneider che avvertono, forse giustamente, d i non esagerare nell a tendenza a M i riferisco alle regole stesse del l a società a cumpàngius.
H7
l
FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: La società pastorale a cumpàngius in Sardegna: una "cooperazione individualista"
viaggiano parall ele verso obiettivi identici, ma non coinci parlare di una semi-indipendenza dei soci . Essi infatti s i occu
denti, sfruttando i nvece in comune i mezzi di cui , seppure in pavano sempre di operazioni differenti : sotto i l profilo orga
misura differente, i soci sono dotati 14• nizzativo operavano una divisione del l avoro tale da potersi
La "società pastorale'' era strutturata in maniera tale da occupare di azioni distinte.
offrire agli i ndividui l a possibilità d i sfruttare le proprie po
tenzialità (nel senso sia di mezzi dell a produzione, sia di for
za lavorativa) grazie all ' uso combinato di forze, strumenti e 1.5. I vantaggi economici della cooperazione
tempo propri e messi a disposizione dai soci. Nel l a stessa
circolazione i nterna dei prodotti non si verificava una redistri La giornata lavorativa come risultato dell a cooperazione
buzione incondizionatamente paritaria, ma vigeva un sistema viene defin ita da Marx con l 'espressione di giornata combina
di appropriazione i ndividu ale differito nel tempo (una sorta di ta. I vantaggi dell a cooperazione e del l a giornata combinata
prestito 15) . Attraverso la m i surazione del l atte ci si appropria sono piuttosto consistenti rispetto al l avoro i ndividuale. Marx
va di una quantità di prodotto che risulta essere direttamente nel Capitale ci offre una sintesi della gamma dei vantaggi of
proporzionale all ' i mpegno i nvestito singolarmente sui mezzi ferti dall a cooperazione:
posti in comune. Si comprende l ' importanza del momento
dell a misurazione e del l ' i mpiego di uno strumento particolar «Che la giornata l avorativa combinata riceva tale for
mente preciso, come quello dell a misurazione a tacchéddas. za produttiva accresciuta, ( . . . ) perché essa eleva la po
Da u n certo punto di vista i l modello cooperativo a cum tenza meccanica dell a forza-lavoro, o perché dilata nello
pàngius offriva una certa libertà operativa, tanto che si può spazio la sfera d ' azione del lavoro, o perché contrae nello
spazio, in rapporto alla scala di produzione, o perché nel
momento critico rende liquido molto l avoro i n poco tem
14 Sebbene in molti casi i pastori ricercassero partner economicamente si po, o perché eccita l ' em u lazione dei singoli intensifican
mili, l'uguaglianza assoluta era praticamente impossibile. Le di fferenze di pro
done gli spiriti vitali, o perché imprime alle operazioni
prietà e di produzione erano caratteri stiche per nulla trascurab i l i per la distribu
zione dei prodotti. dello stesso genere compiute da molte persone il caratte
15 Non dovrei usare tale termine che è stato più volte esplicitamente evitato re della continuità e della multilateralità, o perché com
dai pastori . Condivido il loro punto di vista, soprattutto perché c i troviamo i n u n pie contemporaneamente operazioni difef renti, o perché
ambito prettamente produttivo e n o n d istributivo. I l termine prestito è p i ù vicino economizza i mezzi di produzione mediante l ' uso in co
a quello di vendita o di baratto che non a quell o di produzione e pertanto s i
m u ne di essi, o perché conferisce al lavoro individuale il
inserisce meglio nell'ambito del la d istribuzione. Il s i g . Murtas di Villasalto a f
carattere di lavoro sociale medio,- in ogni caso, l a fo rza
ferma: «Il latte non è che fosse un prestito; non è che si potesse dire: "Mi presti
il l atte?", no. Erano a cwnpàngius per cui dovevano fare questo latte; lo munge produttiva specifica del l a giornata l avorativa combinata è
vano questo latte e lo facevano tutti i nsieme questo formaggio: un giorno l o forza produttiva sociale de/lavoro, ossia forza produttiva
prendeva uno, u n giorno l'altro. A quel l o che gli toccava i l formaggio ri maneva
del lavoro sociale. E deriva dal l a cooperazione stessa»
all ' ovile e si faceva il formaggio e l'altro andava al bestiame. Dopo, un altro
gi orno, ri maneva quello che era andato al bestiame farsi il formaggio e quello
(Marx l 970: 26).
andava al besti ame». In questo modo ricalca l'accento sul l'organizzazione della
società c sulla ripartizione dei doveri e dci diritti. La cooperazione offre la possibi l ità di amplificare le forze
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,
FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: La società pastorale a cumpàngius in Sardegna: una "cooperazione individualista"
operative e di operare un uso razionale 16 del tempo e dei mezzi formaggio, d i attrezzi agricoli i n metallo), l e categorie che
impiegati. Tra i maggiori vantaggi della cooperazione tra pa attingevano ai canali del danaro erano i l avoratori dipendenti
stori c ' era quello di compiere contemporaneamente operazio (spesso minatori ) e gli stessi pastori che vendevano i l l atte a
ni diverse, ma anche i l fatto di utilizzare i n comune i mezzi piccoli caseifici o i l formaggio già l avorato a commercianti
dell a produzione. Marx, descrivendo la giornata combinata, romani o barbaricini. Il giro di danaro all ' interno delle comu
prende spunto dall a cooperazione pianificata ne li' ambito della nità era dunque scarso; i servizi richiesti dai pastori a calzolai,
produzione capitalista i n cui l ' azione degli operai subisce una fabbri, falegnami venivano pagati prevalentemente jn formag
concertazione i mpartita dal datore di l avoro. Il risultato di tali gio o col denaro che a scadenze distanziate giungeva nelle l oro
osservazioni è valido anche nel caso dei pastori da noi presi in tasche dopo la vendita del formaggio. Per i contadini occorre
esame, nonostante s i tratti di l avoratori non dipendenti, i nseriti va aspettare i l periodo del raccolto. Anche per costoro i l paga
in un contesto di economia "tradizionale", capital ista "solo" i n mento in natura non era raro. Formaggio e grano erano i beni
quanto i prodotti venivano assorbiti prevalentemente d a u n che avevano Je caratteristiche adatte (non u l time la notevol e
mercato che stabiliva i prezzi, ma che capitalista non era nei diffusione, l a possibilità d i essere conservati ma anche di esse
rapporti sociali di produzione 17• Anche nel l ' ambito del la sfera re consumali) a ricoprire quasi il ruolo di moneta.
distributiva, oltre che in quel la produttiva, i rapporti, al l ' inter È vero, come sostiene Marx ( 1 970: 1 8), che la cooperazio
no del vil laggio, risentivano al minimo del l 'influsso del mer ne di un nu mero considerevole di operai è a monte del la produ
cato capitalista. Rapporti di tipo familiare e di vicinato consen zione capitalistica, ma è pur vero che l ' azione congiunta di più
tivano una distribuzione dei prodotti in forma di baratto o dono forze l avorative permette i vantaggi della cooperazione in qual
che nulla aveva a che fare con i rapporti mercantil i capitalisti. siasi modo di produzione.
La categoria dei commercianti s i occupava del traffico di quei Il fatto di mettere in comune i mezzi di produzione (la ter
beni che non potevano essere costrui ti o preparati direttamente ra, l ' attrezzatura, e in un certo qual modo anche i l gregge) con
dai soggetti del l a comunità. sentiva ai cumpàngius u n risparmio di energie non indifferen
Le vie d' accesso al danaro erano poche e offrivano l ivel l i te. . Piccol i appezzamenti privati venivano messi i nsieme per
bassi d i disponibilità. Oltre a i commercianti (di recipienti, d i realizzare l ' area del pascolo. Se questi non erano sufficienti
(nell a maggior parte dei casi) si ricorreva all ' affitto, soprattut
to di quelle terre che insistevano nell a comunella 18; i l canone
1 6ll termine "razionale" non è inteso nel senso in cui è comunemente usato veniva ripartito tra i soci in base alla proprietà numerica del
nel campo dell'economia o in quel lo specifico del formalismo, cioè col signifi bestiame di ciascuno.
cato di massimizzazione, bensl col significato inteso da Gozzini di razionalità La forza produttiva si accresceva nel momento dell a
soddisfacente e non ottimizzante; cfr. Gozzi n i (1990).
mungitura, momento i n cui i pastori "si davano una mano", i n
17 Oltre alla cumpangìa, sistema pari lario, l'unica forma di sfruttamento del
lavoro dipendente era realizzata attraverso l'impiego di servi pastori che più che
ricevere un vero e proprio salario, ottenevano un compenso in natura (cibo e 18
La comunella, detta anche "comunione pascoli", era un'istituzione che
vestiario) e una paga anch'essa in natura (pecore o capre). Anche le forme di raccoglieva le terre rese disponibili dai proprietari per i l pascolo comune. I pa
contratto di soccida, provenendo pressoché immutate da epoche lontane, non stori pagavano il pascolo alla comunella che a sua volta distribuiva il danaro ai
possono essere incluse tra le forme di sfruttamento capitalistico del l avoro. singoli proprietari . Vedi Angioni (1989: 71 ) .
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FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: /.11 socict() pustorall' a cumpiìnJ!_ius ;,, Sardt•gmi: una ''coopl·raziolll' indiddualista"
quanto si realizzava u na diminuzione del tempo totale neces Per ritornare ai vantaggi del l a cooperazione, uno dei più
sario allo svolgimento del l ' operazione. La suddivisione delle importanti, a detta dei pastori, era la possibilità di assentarsi
operazioni i n due gruppi (giornata di pascolo e giornata di for dal lavoro a causa di malattie o di eventi straordinari legati all a
maggio) consentiva ai singoli lavoratori di compiere contem vita dell a famiglia (nascite, morti, matrimoni, ecc.): i n ciò s i
poraneamente azioni differenti dello stesso processo produtti vedeva l ' effettiva validità del legame anche affettivo dei soci.
vo: il pascolo dell ' intero gregge comune avveniva contempo Momenti speciali rispetto all a normale prassi quotidiana, come
raneamente all ' attività di caseificazione e, in primavera, a quel la quel lo della tosatura, richiedevano un aumento degli individui
del pascolo della leva 19• cooperanti con il risultato di una concentrazione ecceziomile
Probabil mente l a società più adatta era quella formata da di forze che aveva come scopo termi nare il lavoro in un tempo
tre o quattro pastori in quanto in i nverno il gregge veniva divi stabi lito (una giornata in questo caso).
so i n sottogruppi che avevano esigenze di spazi differenti : le
pecore o capre a cui erano stati sottratti i piccol i , quel le che <<In molti rami di p roduzione si hanno momenti critici,
ancora li allattavano, gli agnelli o i capretti, le pecore o capre cioè periodi di tempo determinanti dalla natura del proces
che non figliavano (bagadìas). so lavorativo stesso, durante i quali debbono essere rag
giunti nel lavoro determi n ati risultati . Se per esempio si ha
«Se erano in tre, se erano tutti in accordo di avere parti da tosare un gregge di pecore o da m ietere e immagazzina
uguali, sia di bestiame che di lalle, facevano a turno: un re il grano d ' un certo numero di Morgen, la quantità e l a
giorno andavano alle capre, un giorno ai capretti (pascolo qualità d e l prodo tt o dipendono d a l com inciare e d a l fi n i re
della leva, ndr.), un g i orno facevano i l formaggio» (Uiu l'opera1.ione a un certo IIHllllento» (Marx 11}70: 24).
seppe Aledda, Vi ll asalto)20•
Jn questo caso, mantenendo costan te i l fa ttore tempo ( u n a
gi ornata), ven i va i nten s ificata l a fo rza l avoro attraverso l ' i n
92 91
Hl A M M ENTI I ll H 'ONOM I I '
11
tutti quel h che hanno un rapporto di parentela di primo grado partecipano e non
Alcuni di loro si speci aliz:z.avano nella lavorazione dei legno ottenendo
possono rifiutare i l loro aiuto>>.
utensi li per i l proprio lavoro o per quello domestico.
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0.1
FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: La società pastorale a cumpàngius in Sardegna: una "cooperazione individualista "
presentava tutte le caratteristiche del la festa. La festa, che ave fi ducia, megl io che si separino ché non serve a n iente»
va come scopo anche quello di ricompensare l ' offerta del l ' aiu (Giuseppe Marci, Seulo).
to, si svolgeva con abbondanza di cibo, con canti e scherzi 24•
Una cumpangìa non durava se i soci si attenevano esclusiva
mente alle regole che organizzavano i turni di lavoro e a quel le
2.1. «Erano associati per aiutarsi»
relative al i ' appropriazione del prodotto. Occorreva essere disposti
all ' aiuto. Da questo si valutava i l buon funzionamento della "so
L' aiuto reciproco era uno degli elementi fondamentali del cietà" e la stessa reputazione dei pastori, creatasi nel l avoro, di
la società pastorale a cumpàngius. I pastori ritenevano l ' aiuto ventava una reputazione del le "persone", socialmente ricono
la caratteristica pri ncipale della società stessa: «erano associati sciuta. I buoni compagni (cumpàngius bonus), espressione usata
per quel lo, per aiutarsi» 25• in tutte le zone in cui è avvenuta la ricerca, si riconoscono pro
prio dalla disponibilità all' aiuto. Gli altri, seppure avessero svol
«Certo che si aiutavano, si devono aiutare l ' uno con
to con diligenza il proprio dovere non avrebbero potuto essere
l ' altro; quando hanno bisogno è necessario che si aiutino a
che definiti cumpàngius malus (cattivi compagni):
vicenda. Perché si dice a cumpàngius? Si chiama a cum
« S e erano persone che si comprendevano a vicenda,
pàngiu per aiutarsi vicendevolmente; sia nel bestiame che
quello che terminava per pri m o "il proprio" aiutava chi fini
in altre cose se sono c umpàngius bonus (buoni compagni ,
va dopo. Se invece arrivavano ad essere disuniti, ognuno
ndr. ) ; certo s e sono cumpàngius malus (cattivi compagni ,
cercava di farsi il "proprio"» (Giuseppe Ferrei i, Armungia).
ndr.) ognuno fa c i ò che deve fare l u i con i l bestiame e poi ,
fatto quello, se ne va e se ne frega, per d i re. Ma se is cum
pàngius sono bonus, di buon accordo, l o aiutano in altre 2.2. Occasioni di aiuto
cose pure; lo ricompenseranno ma lo aiutano anche in al
tre cose» (Enrico Dessì, Armungia). I cumpàngius avevano diverse occasioni d i scambiarsi aiu
to: mungitura, costruzione o riparazione della capanna, realiz
Per la maggior parte degli informatori essere a cumpàn zazione o spostamento dei recinti per i l gregge, nascita dei pic
gius equivaleva ad aiutarsi a vicenda: coli , ecc. Era possibile anche aiutarsi , se necessario, nelle atti
vità di pascolo e nell a l avorazione del formaggio. Questo ge
«Se sono compagni si devono aiutare, perché se no, se nere di aiuto era ovviamente meno frequente i n quanto le oc
uno tira da u n a parte e uno tira dal l ' altra al lora non sono di cupazioni si svolgevano i n spazi differenti , ma non i mpossibi
le: «per fare i l formaggio, per mungere; secondo la zona si po
teva aiutare anche nel pascolo».
24 <<Le donne del l a famiglia del pastore le cui pecore vengono tosate, intan
L'occasione più comune di scambio d' aiuto era senza dub
to, preparano il banchetto, uno dei più ricchi del l ' anno, a base di varie qualità di
carne ( . . . ), carne di pecora o di agnellone arrostita allo spiedo, tratalìas (frattaglie bio la mungitura. L' aiuto nella mungitura era molto i mportan
ugual mente cotte allo spiedo), di formaggio, di dolci . . . » (Angioni 1989: 1 56). te poiché sveltiva le operazioni che andavano svolte pri ma
25 Sal vatore M urtas, Villasalto. del l ' avvio al pascolo:
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FRAMMENTI 01 ECONOMIE Carlo Maxia: La società pa.Horale a cumpàngius in Sardegna: una "cooperazione individualista "
«Appena fi niva le sue poteva aiutare l ' altro finché fi fatto i l dovere del bestiame, veniva ad aiutarmi a scalzare
n ivano di mungere» (Giuseppe Marci, Seulo). la vigna» (Enrico Dessì , Armungia).
«Se io produco pitJ lat te, i m piego più tempo per mun In questi casi il rapporto era molto stretto; la dimensione
gere le mie capre. Così quello ne ha d i meno, però, dal dell ' amicizia andava ben oltre le regole organizzative del l a "so
momento che s i am o abbastanza . . . quello mi aiuta, così cietà" pastorale e qualsiasi attività produttiva veniva affrontata
termi n i amo mezz'ora prima. Qualche giorno uno va e le i nsieme proprio come vengono affrontate insieme da una cop
pascola, anche se non gli spettava; tutti aiuti del genere» pia di coniugi tutte le occasioni dell a vita:
(Giuseppe Ferreli , Armungia).
«Ad esempio se uno si sente male vuole una mano «Se i cumpàngius sono bonus vanno avanti come una
d ' aiuto, al lora lo deve recuperare l ' altro per quel lo che c ' è famiglia; se l a fam i g l i a è unita è meglio di essere disu n i ta
da fare. Allora, sentendosi male, l o deve fare solo u n o i n o no? Cosi sono i cumpàngius: se sono uniti progredisco
vece che tutti e due: questa è una cosa c h e può capitare no in tutte le cose» (Enrico Dessì, Armungia).
tanto all' uno che al l ' altro» (Giuseppe Merc i , Seulo).
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FRAMMENTI DI ECONOM I E
Carlo Maxia: !..Al società pastorale a cumpàngius in SardeRtW: una "cooperazione indil'idualista"
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FRAMMENTI DI ECONOMIE
Cnrlo Maxia: /.a :mcictt) 1'0-"lorolc• a cumpftngiu� ;, Sardc•gtw: una "coOf1t'rn:.imw indil'idrwlista"
to da u n ' affermazione di gratuità (Weber 1 989: 74). Anche i pastori che al l ' offerta di aiuto doveva seguire la restituzione:
pastori i ntervistati hanno insistito sulla non obbl igatorietà del «Non si pretende ma si sa: l ' aiuto si restituisce» 28 •
l' aiuto rispetto alle norme dell a società; però poi ammettono In generale l ' aiuto non doveva essere richiesto dall a perso
che fosse consuetudine dare e restituire aiuti : na che si trovava in caso di bisogno; ma ciò era possibile se i l
socio non era a l corrente della propria situazione d i bisogno. I n
«No, obbligo no. Però lo faceva: se erano "bravi com ogni caso era vietato chiedere aiuto a una persona all a quale
pagni" lo facevano senza . . . Se no incomi nciavano a na non si aveva mai offerto alcuna prestazi one o bene. Era
scere qualche duhhietlino, non per sfiducia ma "tu non m i consigli ahi le fare sempre la pri ma mossa in modo da poter con
hai aiutalo, allora io domani non aiuto L e s e L i serve una tare in futuro su una situazione debitoria del l ' altro: «non si può
mano d' aiuto"» (Giuseppe Marc i , Seu lo). chiedere aiuto a uno al quale non ne hai mai dalo» 29•
Nella sua espressione emico-ideologica l ' aiuto non si do
Angioni, a proposito dell ' aiuto recjproco messo in atto dai veva quantifi t are, per lo meno non con la stessa preci sione
c �ntadini e fra i vicini di casa, spiega i rischi che si correvano adottata per l ' assegnazione del lalte: «L' aiuto non si mi sura tra
nel non rispettare la regola di reciprocità che caratterizzava tali amici , poiché sono sempre amici quell i che lo fanno» 30. Non si
rapporti : stabiliva mai a priori che a un certo aiuto sarebbe seguita una
particolare risposta di aiuto. Quest'ultima sarebbe certamente
«Queste prestazioni erano caratterizzate da una tassa
arrivata ma non si sapeva anticipatamente quando e come:
tiva reciprocità, mancando l a quale si cadeva in discredito,
si diventava legittimo oggetto di cri tica e si poteva essere
«No, questo era fatto solo amichevol mente: lo aiutava
esclusi dal godi mento dei vantaggi consentiti dalla possi
così per termi nare pri ma e quel lo poi, se ne voleva tenere
h i l i t à d i ri cevere a i u to n e i momen t i d i e m erg enza e d i es
conto in q u a lche modo . . . ma sen:t.a pat t i stabi l i t i >> ( G i u
sere invitati a prendere parte a l l ' "ahhondanza " del pross i
seppe Fcrrc l i , Arm u n g i a ) .
mo» (Angi oni 1 976: 40).
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FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: l.il società pastorale a cumpàngius in Sanl('�fW: una "cooperazione imlividuali.'ìta "
l ' amicizia e meno si teneva conto del le prestazioni e dei beni Come è noto, Sah l i ns oppone due tipi d i reciprocità, quell a
offerti in precedenza. Anche Polanyi, riflettendo su questo aspet generalizzata e quella equilibrata. L' aiuto reciproco dei pastori
to, sostiene che non sia obbligatorio restituire un aiuto identico somiglia certamente più al primo tipo di reciprocità. Secondo
o matematicamente commisurato (Polanyi 1 978: 86). i l punto di vista dei pastori, la reciprocità poteva non tenere
Pur nel l a loro dichiarata incommensurabil ità, l ' aiuto resti conto del la quantità e del l a qual ità degli aiuti , proprio come
tuito doveva presentare una certa proporzional ità adeguata a avviene per la reciprocità generalizzatw (l ' aiuto, infatti , veniva
quello ricevuto. C'era i nfatti una varietà notevole di aiuti pos offerto·in base alla necessità di chi lo riceveva e alla disponibi
sibili, anche molto diversi qualitativamente tra loro. Polanyi a l i tà d i tempo e di mezzi d i chi lo offriva). Sah li ns, descrivendo
tale proposito afferma: la reciprocità generalizzata, afferma:
« . . . i movimenti reciproci dci beni richiedono adeguatezza «Il lato materiale della transazione è rimosso da quel
i n termi n i di dono c controdono» (Polanyi 1983: 66). lo soc iale. ( . . . ) la contropartita non è stipulata temporal
mente, quantitativamente o qualitativamente: l ' aspettativa
Nonostante il suo carattere i nformale, dunque, lo scambio di reciprocità è i n defi nita. Fini sce i n genere che valore e
di aiuto si manifestava secondo consuetudini che in qualche momento del contraccambio non sono soltanto condizio
modo prevedevano "una certa" corrispondenza q u a n titativa ol n a t i a l l ' offerta del donatore, ma anche a l l e sue con t i ngenti
tre che qualitativa. Ricordo che una volta i stituito un c i c l o di necessità e i noltre alle possibilità concrete del beneficiario»
prestazion i c c on tropre stazio n i ern diffici l e q u a n tificare even (Sahlins 1 9RO: 1 9R).
t u a l i debiti di aiu to: si era sempre contempora neamente in de
bito e in credito. Godbout a tale proposi to aiTerma: Come vedremo p i ù avanti, nel fa "società" pastorale era
i mpossi bile che si realizzasse un flu sso unidirezionale di aiuti
«Si h a sempre l ' impressione al tempo stesso d i dare e e c ' era bisogno di risposte di dono adeguate e soddisfacenti .
di ricambiare, salvo nel momento de l i ' apertura di un ciclo Questo aspetto rientra meglio nell a reciprocità equilibrata:
o alla sua fine. Quasi sempre, il dono è i n serito in u n a se
quenza di dono» (Godbout 1993: 35 ) . «L' aspetto materiale della transazione è non meno de
cisivo di quello sociale: i nterviene un calcolo più o meno
L' aiuto non veniva restituito i mmediatamente ma si aspet preciso, dovendo i beni dati essere reintegrati i n tempi bre
tava I' occasione buona. Quest' ultima era determinata dalle va v i . Il test pragmatico di reciprocità equi l ibrata diventa q u i n
rie situazioni di bisogno che si venivano a creare durante le fasi di l ' incapacità d i tol lerare flussi unidirezi onal i ; i rapporti
lavorative. Era proprio il bisogno a determinare l ' occasione del le i nterpersonali sono pregiudicati dal la mancata contropar
offerte d' aiuto: «se c'è bisogno possiamo restituire lo stesso tita entro tempi limitati e margini di equivalenza» (Sahlins
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FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: La società pastorale a cumpàngius in Sardegna: una "cooperazione individualista "
Una schematizzazione così rigida, per quanto disciolta i n un « . . . si aiuta a mungere quello che ne ha di pi ù. Se non ave
"continuum", mal s i adatta a spiegare l ' ai uto dei pastori . Ri va pi acere ad aiutare non lo faceva» (Pastore di Arbus).
«La prestazione totale, ed è bene essere chiari, non è allora era un ' altra cosa; essendo tutto nello stesso ovile non
la reciprocità generalizzata di Sah li n s , poiché essa i mpone ne cercavano mai gente per m ungere: si aiutavano tra cum
l ' obbligo di ricambi are, ma i l concetto è s i m i le a quello d i pàngius. Di questo sono sicuro perché io l ' ho dovuto fare
reciprocità generalizzata, poiché i l ricambiare avviene i n con un capraro che aveva uno zeràccu (servo pastore, ndr.)
"amicizi a"» (Schneider 1 985: 1 22). di Vil l anovatulo. Si era ammalato il padrone e l ' avevo aiuta
to io a mungere e a fare il formaggio. Andava un ragazzino
Nello scambio di prestazioni, come abbiamo visto, i pastori da casa sua con u n asino e ritirava il formaggio dopo fatto
sottolineano sempre l ' importanza dell ' amicizia; gli scambi dun ma non gli ho fatto fare spesa» (Vincenzo Lacci, Seulo).
que non erano costitui ti solo da beni o prestazioni materiali, ma
anche da valori sociali veicolati dagli stessi beni e prestazioni. I pastori non potevano accettare di buon grado di offrire u n
Le prestazioni d' aiuto erano molto preziòse: nei casi i n cui aiuto unidirezionale senza contropartita. Soli tamente, infatti,
esse non rischiavano di trasformarsi i n sfruttamento permette l ' aiuto non poteva essere elargito i n caso di notevole disparità
vano di evitare l ' impiego di aiutanti esterni alla società (servi produttiva. Uno dei criteri di selezione dei soci consisteva pro
pastori). Uno degli scopi più i mportanti dell a società a cum prio nella valutazione del patrimonio produttivo: disponibil i tà
pàngius era quello di garantire l ' autosufficienza della mano d i terre, attrezzatura, ma soprattutto quantità del bestiame.
dopera, evitando di ricorrere a manodopera salariata. I soci i n Una disparità notevole nel numero di bestie possedute non
questo cercavano di sostenersi a vicenda, sostituendosi quando solo avrebbe reso i mpossibile un'equilibrata reciprocità del
c' era la necessità o aiutandosi quotidianamente. Questo scam l ' aiuto, ma avrebbe anche reso particolarmente sbilanciata l a
bio di aiuti si stabiliva tra pastori che, come abbiamo detto, distri buzione dei compiti : sarebbero spettate contemporanea
possedevano press ' a poco una quantità simile di mezzi di pro mente ad uno stesso pastore la giornata di latte e quell a di pa
duzione, di modo che si potesse stabil i re un certo equ i l i brio di scolo, anche per più giorni consecutivi.
doni e controdoni. Una situazione di leggera di sparità era tal Società di questo genere non potevano esistere, se non ag
volta tol lerata, anche se si veri ficavano casi di monodirezional ità giungendo manodopera (servo pastore) a fianco del proprieta
di un certo tipo di dono-aiuto (ad esempio la rhungitura): rio maggiore:
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FRAMMENTI DI ECONOM I E Carlo Max.ia: /11 società pastorale a cumpfmgius in Sardl'RWI: mw ''coopnnzione indil'idualista"
«Se eri uno al quale spellavano tre giornate (di pasco latte, ogni tanto. Un giorno te lo posso fare un pi acere, m a
lo c di latte conlcmporancamcntc, ndr.) cri anche costretto fa re i l facc h i n o c o m e stavamo facendo c o n q u e s t o Cong i a ,
ché l u i possedeva trecento c a pre c n o i n e avevamo cento a
a mandare u n ' altra persona per ai utarti. lo non sono re
sponsabile d i fare i l servo anche a te. Se a te spetta i l for testa, che non arrivavamo ad avere i l (suo) tanto i n due; e
maggio per tre giorn i , ti spettano anche le capre (pascolo, noi andavamo, pascolavamo le capre, ma . . . le pascol ava
ndr.) e se fai i l formaggio non puoi andare alle capre e se ti mo e l u i prendeva: così è bell o ! » (Giu seppe Aledda,
«Anche tu , se ti prendi tre giornate di formaggio e ti pàngius che in partenza sapevano che uno aveva u n tanto
toccano le capre e io vado alle capre senza prendere for molto superiore di l avoro del l ' al tro, allora quel lo l ' aiutava
maggio devi essere comprensivo di darmi allora anche i l e potevano stabi l i re un tanto di paga, fosse in capi di be-
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Carlo Maxia: Lft società pastorale n cumpàngiu� in Sardt'f.!.IIO: una "cooperazione individualista"
FRAMMENTI DI ECONOMIE
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I lO
FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxia: La società pastorale a cumpàngius in Sardegna: una "cooperazione individualista "
l ' aiuto reciproco assieme al buon esito dell a produzione. An duttiva. I l fatto di non dover ricorrere a manodopera salariata
che F. Weber rileva questo aspetto nell a sua ricerca sug l i ope concedeva dei preziosi riconoscimenti i n termini di reputazio
rai di un villaggio francese: ne agli individui che offrivano l ' aiuto.
11 rischio per un i ndividuo che tentava di svi ncolarsi dal
«Di tali genti lezze, a chi le compie non i mporta nien l ' obbl igo del l ' aiuto reciproco, costituendosi così una cattiva
t' altro che una buona reputazione (è un buon vicino, si può reputazione, era l ' isolamento:
contare su di lui) c la certezza d i poter contare su dci debi
tori i n qual si as i momento» (Weber 1 989: 75-76). «Beh, i n somma, un poco. . . , allora l a cosa non partiva
più di unione: se vedevano che era pignolo e si tirava i n
Se riprendiamo lo schema del donare-ricevere-ricambiare d i etro, quello se l a prendeva u n po' , allora appena poteva
di Mauss, poss iamo affermare che una buona reputazione s i si separava nell ' estate. Non era più u n ' u nione» (Giuseppe
basa soprattutto s u l primo momento, e cioè sulla disponibili tà Ferrei i, Armungia).
a dare, ad apri re u n a sequenza di dono. C o l u i c h e assu m e que
sta po s i z i o ne si pon e i n u n a con d i z i o n e d i vantaggio e d i s u pe Con la separazione dal l a "società" l ' i ndividuo con u na brutta
ri ori t iì rispetto a l ricevente, se non a l tro per il fatto di poter reputazione n o n faceva a ltro che peggi ora re l a situazione. Non
s fru t t a re l ' a i u t o dd l ' a l t ro in caso di b i so g n o . C o n t c n l pmanca esse n doci ness u 1 1 a rego l a c h c i 1 1 1 poncssc l ' a i u to rec i proco, l ' u n i
menle contri b u i sc e a cre ars i u n a bu o n a rep u ta z i o n e c h e c i rco c o deterren te c o n tro g l i i nd i v i d u i scars a m e n te coope rat i v i e ra
lerà tra i conoscenti e farà di l u i un buon compagno, una perso l ' ostraci smo sociale:
na affìdabi le e pertanto ri spetta b i l e (Weber 1 989: 80).
La considerazione che s i aveva di un socio che evitava di « ... in assenza di u n a punizione adeguata, cioè di perdita
scambiare aiuti non era per nulla buona: che si subi sce per aver i n franto un accordo o un contratto,
gli i ndividui non avranno gli incentivi adatti per rispettarli ,
«Veniva con s iderato u n disgraziato, un povero cretino e dal momento che l a popolazione i n generale n e sarà con
che non capiva. Ma quando aveva bisogno lui, allora dove sapevole, nessuno vorrà entrare i n affari con g l i altri»
va portare pazienza: non lo poteva vedere proprio nessu (Dasgupta 1 989: 64).
no. Nel tempo del richia� o a Seulo c ' era u n capraro che
aveva u n ragazzo di Sadali . Questo ragazzo m ungeva an
che tutto da solo, poveretto. Però c ' erano i cognati del ri 3. Conclusioni
chiamato, e con que l l i lo aiutavamo: non aveva mai man
dato nessuno per mungere. Da quel lato Seulo era una cosa 3.1. Rapporto tra vantaggi economici e vantaggi sociali
abbastanza reciproca» (Vincenzo Lacci , Seulo).
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FRAMMENTI DI ECONOMIE
Carlo Maxia: /,ti soci(/ffÌ fJtiStorah� n cmnpàngius in SanleKna: una "cooperazione individualista "
mediata, ri.cordata da tutti i pastori, era quella di poter ridurre i Chi ha avuto l 'esperienza di lavorare da solo conosce l a
tempi di lavoro, a cominciare da l l a m u n g i t u ra : n ote vole fatica rich i esta:
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Carlo M a x i a : /n .ww;,·rrì f'tlsfmHir· n cnmpi'ìngius in Sordl'gno: tma "conpt"ra:Jmrr• hulividuafistn "
FR A M M ENTI lll liCONOM I E
lava. Se n o n l i spella pasco l a re le capre potevi a i u t a re a La conoscenza del socio. dunque. 11011 si real izzava i rnprovvi
fare i l form aggio» ( G i u seppe A lcdda , V i l l a s a l l o ) . samc n t c al momento del l a cost i t u :� .i one del l a societ à, ma era
frutto di una frequentazione già avvenuta. Solo dalla conoscenza
poteva avere origine la fi ducia.
3.2. Elementi della cooperazione
«La maggior parte di parentela e di amici s i legavano.
Nell ' ambito del l a cooperazione dei pastori fattori di natura Se i o, per esempio, mi ero trovato nel l a situazione di avere
sociale si mescolano con fenomeni economici. Il cooperare non bi sogno di un compagno non potevo cercare te senza co
può prescindere dal i ' appartenenza ad una specifica comunità noscerti : cercavo sempre uno che conoscevo come bravo e
i n cui preesistono già dei legami di natura parentale e di vici via dicendo, che aiutava . . . » (Enrico Dessì, Arm u ngia).
nato. I pastori comi nciavano la loro atti v i tà mollo giovani: im
paravano spesso i l mestiere stando alle dipendenze del proprio <<Certo, c' erano molti fratelli che ri manevano sem p re
genitore, di uno zio, o comunque di una persona conosci uta. Ai a lavorare i nsieme, p oi per is cumpàngius cercavano un
giovani apprendisti pastori , di solito, veniva in origine affidato po' tra le amicizie, p er com p rendersi a l ' uno con l ' al tro»
un capo di bestiame da seguire nelle varie attività di alleva (Giuseppe Ferre l i , Armungia).
mento. In questa dimensione più o meno "giocosa" ven iva a
formarsi u n certo interesse che facil itava l ' apprendimento del Il contratto, come sappiamo, aveva una durata istituzionale
le tecniche specifiche. Allo stesso tempo, sia la vita in campa di u n anno. I due soci, durante questo periodo, verifi cavano
gna che quella in paese, nel proprio vici nato soprattutto, per giorno per giorno l ' aftìdabi l ità del compagno. Nel frattempo l a
metteva di stringere rapporti con al tri ragazzi e l a nascita di l oro conoscenza aumentava, e con essa l a familiarità reciproca.
amicizie. I rapporti più stretti si real izzavano sempre al l ' inter
no del proprio paese. Infatti era pressoché i mpossibile che si « . . . se i membri di un gruppo non hanno sufficiente fami
formasse una società tra pastori di paesi diversi : l i arità reciproca, non s i presteranno aiuto l ' u n l ' altro fi n o a
quando non avranno vi ssuto i nsieme per un certo periodo.
«Non n e portavano (cumpàngius forestieri , ndr.). Cum Con il crescere della fami l i arità, gli i ndividui cominciano
pàngiu di p aese e conosciuto anche. Ecco: quando era u no ad avere la percezione dcl l ' aflìdahi lità altru i . lnollre l ' as p et
buono ne sceglieva un al tro m i g l i ore. Se sceglieva uno cat tativa di un nu mero i ndefi n i to di i ncontri futuri fa sì che
tivo era callivo p ure l ' altro. Due cattivi si p otevano ahhi l ' i nganno d i ve n t i u n ' opzi one assai meno a l l c l l a n lc. Il pri n
nare, due poco . . . , due scansafatiche, ma uno lavoratore e c i pale signi ficato di tutto ciò è che nel comportamento co
uno scansafatiche non combi navano, non ne voleva, - Al operativo le condizioni hanno un peso decisivo» (B ateson
lora vattene ! -» (Ermenegildo Delussu, Gon i ) . 1 989: 36).
L' amicizia era uno dei valori più i mportanti nell a costitu La reputazione sia familiare che i ndividuale era all a base
zione delle società pastorali. Ma i l suo stesso sorgere risentiva dei rapporti amichevol i : spesso erano gli stessi genitori a scon
del peso di fattori preesistenti come l a reputazione familiare. sigliare al proprio figlio la frequentazione di un membro di una
I lo
Carlo Maxia: Ln società pa.'itorale a cumpàngius i11 Sarde�:na: 11110 "cooperazione individualista "
FRAMMENTI DI ECONOMIE
famiglia di brutta fama. La prima selezione delle amicizie av u n poco di buono o ad u n sconosciuto per questioni meramente
veni va i n questo modo. pratiche.
1 giovani pastori , nel periodo del l ' adolescenza, si frequen
«Nel paese, in un paese, amico o cumpàngiu si sa c h i
tavano in campagna, soprattutto l a notte, se i rispettivi ovi li
erano vici n i . In queste circostanze imparavano ad affrontare sono: se è una persona adatta a fare il cumpàngiu lo prende
se no gl i dice: "Vai per conto luo". Non volevano né invi
i nsieme i l buio, il freddo, l a pioggia, l a neve, la sol itudi ne. Po
diosi né !adroni in società» (Ermeneg i l do Delussu, Gon i ) .
tevano anche allearsi nel furto di qualche pecora o capra ai
dann i di greggi vicine. Anche queste erano occasioni per testa
re l ' affidabi l i tà dei piccoli compagni di pascolo: anche i furti Erano perciò persone che si conoscevano, che avevano fre
avevano le l oro regole, soprattutto quelle di non colpirsi a vi quentato la campagna per anni, e di l oro si sapeva pressoché
cenda e di non spifferare. tutto:
«Pri m a i pastori rim anevano sempre i n c a mpagna ; c ' era «S i conoscevano bene l ' u n o con l ' a l tro: non si cono
gente, c ' erano i ragazzi n i : era un d i vett i mento; ci corica scevano i l giorno che si i ncon travano (non era l a pri m a
va n m t u i l i a s s i e me e s i racco n t avano s t orie, har:r.e l lc i i c . c h i vo l l a c h e s i vedeva no. n d r. ) . Era no pastori che s i vedevano
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Carlo Maxia: Li1 .'iocietlÌ pastorale a cumpàngius in Sardegna: una "conperaz.ùme individualista "
FRAMMENTI DI ECONOMIE
erano i nfatti ben note a tutti e non era il caso di discuterne. I soggetti si associavano dunque avendo principalmente
Dunque si trattava di una società che si formava senza dubbio come scopo quello di l avorare insieme e di aiutars i . Ciò era l a
all ' interno del la comunità di vi llaggio, ma che non aveva altre premessa e l a conseguenza, in u n ciclo continuo del "dare-ri
restrizioni per yuanlo riguarda l a composizione: il buon senso, cevere-ricambiare", di rapporti di amicizia (yuando le cose
però, suggeriva che il rapporto venisse stretto tra amici o tra andavano bene, s ' intende).
fratel l i ; la logica i mponeva che i soggetti economici presentas
sero una certa proporzional ità, e dunque avessero una simile «La parentela è un 'estrapolazione da realtà tipiche
posizione economico-sociale 33 • del l ' i deologia e del l a pratica tradizional i , e l a sua antitesi
La convivenza conduceva ad un rapporto stretto, privilegia è i l contratto sancito dal l a legge nel lo Stato e nel l a società
to, tanto è che spesso i pastori durante le interviste, come abbia civile moderni . Rimane una zona di relazioni sociali l i be
mo visto, hanno paragonato tale legame a quello coniugale: re, che nascono da una scelta che si spera reciproca. Il ter
mi ne, pi ì:1 neutro per indicare questa zona è associazione, e
«. . . due cumpàngius sono come marito c moglie. Se il ma la sua espressione pi ù forte è l ' amicizia, l o r d i n e negozia
'
rito i mbrog l i a l a moglie è una casa che non serve a n u ll a» lo d i liberi individui uniti da affetto c da una comune espe
(Lohina Elisio, Burcei ). rienza anziché dalla sanzione legale o dai vincoli del san
gue. l n questa terza zona del la vita sociale la lìducia ha un
Durante l ' assenza del socio si doveva accudire anche ai beni ruolo di pri m o piano, relativamente non mediato dagli ob
del l ' altro, come i n una famiglia: blighi formali del la parentela e del contratto» (Hart 1 989:
230).
«Andare al pascolo e tutto ciò che c' era da fare al
l ' ovile i n quella giornata; perché !. ' altro cumpàngiu non L' osservazione di Hart è interessante in quanto in un ambi
c ' era ché andava in paese; c' era solo lui al bestiame; quel to tradizionale 34 si può circoscrivere una zona neutra, non ca
lo doveva girare e salare i l formaggio, sia il suo che quello ratterizzata né dai rapporti strettamente parentali, né da quell i
de su cumpàngiu, doveva l avare l ' attrezzatura, portare l' ac propriamente formali del contratto. In questa sorta d i zona fran
qua, raccogliere la legna, tutto doveva fare, come in una ca si costruivano i legami a cumpàngius. Ma devo ricordare
famiglia praticamente» (Enrico Dessì, Armungia). che anche i n questo "terzo luogo sociale" non mancavano nor-
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FRAMMENTI DI ECONOMIE Carlo Maxin: /,, sot ·ic·trÌ f'Ostoralt· a <'11111p�ngius ;, Sanh'J,:IIO: ww "coopcra:.imw indil'idualista "
me e consuetudini che restri ngevano la libertà personale c le l rapporti che intercorrevano Ira soci erano fortemente "per
possibilità di scelta: non s iamo di fatto di fronte ad un esempio sonali" e non "istituzionalizzati". La conoscenza e l ' amicizia
di homo sardus axonomicus. Come ho già avuto modo di dire, dei soci impediva comportamenti completamente votati a i nte
restrizioni piuttosto forti giungevano sia dalla sfera sociale che ressi economici. Altri scopi , di natura soci ale, esigevano impe
da quella economica: l ' amicizia si formava nel l ' ambito delle gno e i nvestimento in termini di tempo e energie. In situazioni
frequentazioni solite, delle "conoscenze", e la composizione come questa, in cui l 'efficienza economica deve venire a patti
dei mezzi di lavoro (la terra e il numero del bestiame) e le stes con le esigenze di un rapporto personale stretto, l 'efficienza
se regole del l ' uso dello spazio erano vincol i materiali e sociali economica non può raggiungere il massimo livello. Ma forse
i mprescindibi l i . Una spinta forte all ' unione a cumpàngius era non è questo che cercavano gli stess i cumpàngius.
senz'altro la comune condizione di povertà i n cui versavano i
pastori , i qual i dovevano venire a patti con la scarsità di terre « . . . la fiducia è un rapporto particolare con il rischio de
private, l a fra mmentazione fon d i a r i a , con i l si stema dci i ' a fli llo lcrn1i n;11o della l i hcrl à di a l t r i , che conosciamo personal
alla comunione pascoli (comunella) e con i contadini . mente, di agire contro i nostri i nteressi , essendo relativa
Ritengo, dunque, che la fiducia nell' altro, il fidarsi del l ' al mente assenti i vincoli i m posti dal l ' identità parentale o dal
tro, ) ' "affidarsi" (in certe occasioni) al l ' altro fosse una neces contralto legale. Imposizione e interesse costitui scono una
sità fortemente "suggerita" dalle condi zioni economico-socia base per la società più duratura e di ffusa di quanto non
li, e non i l frutto di una scelta i ncondizionata (nel modo in cui siano amicizia e fiducia» ( H art 1 989: 247).
è stata i ntesa dal i ' antropologia economica formalista). La com
posizione agraria, i suoi metodi di accesso e i mezzi di l avoro, La cattiva reputazione era un deterrente per il comporta
le modali tà di aggregazione lavorativa dei pastori conduceva mento devi ante. Il "ma lu cumpàngiu" poteva essere ritenuto
no ad un livello produttivo accettabile. A tale livello produttivo tale sia per la contravvenzi one all e ufficiali regole giuridiche
non corrispondeva certo il benessere, ma la causa di ciò non è (quelle per intenderei che venivano perseguite dall a legge del
da ricercare al i ' interno del settore produttivo, quanto piuttosto lo Stato ital iano), sia a norme di comportamento codificato le
in quel lo di un mercato che regolava i prezzi dei prodotti . La gate a l l ' onore, non sempre in accordo con le pri me. Le doti
categoria dei pastori era comunque una di quelle categorie "pri che faceva no sì che un pastore fosse ch i a m a lo un "honu cum
vilegiate" alle quali pervenivano seppur modeste quantità di pàngiu" erano senz' allro l ' a nì dabi l i tà, nel bene e nel male, e la
denaro. l pastori a cumpàngius facevano una vita povera (così disponibi l i tà. È possibile che la di ffusione della società a cum
come la gran parte del l a popolazione dei paesi sardi nel la pri pàn,;ius sia dipesa da una part icolare conti ngenza storica, cioè
ma metà del Novecento), ma i ndipendé nte. dal fatto di essersi trovati in un momento i n cui avanzava pre
Certamente l ' efficienza di tale s istema non giungeva al li potentemente u n nuovo modello produttivo, con una nuova
mite dello sfruttamento delle risorse. La massimizzazione è u n concezione dell ' uomo e della comunità, che metteva in crisi i l
principio c h e p i ù facilmente si realizza i n ambiti fortemente precedente e l e certezze che lo avevano sostenuto fi no a quel
capitali sti in cui i soggetti economici i ntrattengono dei rappor momento? Hart sostiene che:
ti più strettamente "economici" e maggiormente spersonalizzati, '
piuttosto slegati da rapporti di forte familiarità e amicizia. «La fiducia è u n dato centrale del l a vita sociale quan-
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FRAMMENTI I l i ECONO M I E ( 'arlo M a x ia : 1-tl .\"ilf·it·ttÌ f'liSII mtlt· a c u mp:Ìnl'.ius in .\'a,-dcgnu: una "coopcra:.iollt' indin'duoli.tta "
le società a cumpàngius sono quasi del tutto scomparse. gna, Cagliari; C uce.
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