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LA GRANDE

ENCICLOPEDIA
DELLA SARDEGNA

Volume 7
Orticoltura - Quasina

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 1


LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 7: Orticoltura-Quasina

Edizione speciale e aggiornata per La Nuova Sardegna


§ 2007 Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A.
dell’edizione originale
La Grande Enciclopedia della Sardegna
a cura di Francesco Floris
§ 2002 Newton & Compton Editori S.r.l.

Supplemento al numero odierno de La Nuova Sardegna


Direttore responsabile: Stefano Del Re
Amministratore delegato: Odoardo Rizzotti
Reg. Trib. di Sassari nº 4 del 19/6/1948

I contenuti della presente edizione speciale sono stati rielaborati, aggiornati, arricchiti e comple-
tati da La Nuova Sardegna. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo
volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elet-
tronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio e televisione,
senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge.

Finito di stampare nel mese di ottobre 2007


presso ILTE S.p.A., Moncalieri (TO)

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 2


LA GRANDE
ENCICLOPEDIA
DELLA SARDEGNA
a cura di
Francesco Floris

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 3


Per l’edizione speciale:

Progetto e consulenza editoriale: Manlio Brigaglia

Opera a cura di Francesco Floris

Coordinamento redazionale: Salvatore Tola

Progetto grafico e impaginazione: Edigeo s.r.l., Milano

Collaboratori: Mario Argiolas, Piero Bartoloni, Marcella Bonello Lai, Aldo Borghesi, Aldo Briga-
glia, Maria Immacolata Brigaglia, Antonio Budruni, Paolo Cabras, Gerolama Carta Mantiglia, Rita
Cecaro, Ercole Contu, Fabrizio Delussu, Roberto Dessanti, Giovanni Dore, Piergiorgio Floris,
Federico Francioni, Piero Frau, Sergio Frau, Franco Fresi, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Gio-
vanni Gelsomino, Michele Guirguis, Antonio Ibba, Marcello Madau, Giovanni Marginesu, Attilio
Mastino, Antonello Mattone, Lucia Mattone, Gianluca Medas, Francesco Melis, Paolo Melis, Giu-
seppe Meloni, Vico Mossa, Fabrizio Mureddu, Anna Maria Nieddu, Francesca Nonis, Francesco
Obinu, Gianni Olla, Pietro Pala, Giampiero Pianu, Tomasino Pinna, Enrico Piras, Giuseppe Piras,
Natalino Piras, Giuseppe Podda, Valentina Porcheddu, Franco Porrà, Paolo Pulina, Marco Ren-
deli, Paola Ruggeri, Sandro Ruju, Antonello Sanna, Barbara Sanna, Mauro Giacomo Sanna, Piero
Sanna, Pietro Sassu, Tiziana Sassu, Simone Sechi, Giuseppe Serri, Francesco Soddu, Piergiorgio
Spanu, Alessandro Teatini, Marco Tedde, Eugenia Tognotti, Francesca Tola, Giovanni Tola, Dolo-
res Tomei, Raimondo Turtas, Esmeralda Ughi, Luisanna Usai, Adriano Vargiu, Massimiliano Vi-
dili, Bepi Vigna, Gianna Zazzara, Raimondo Zucca

Consulenza iconografica: Giancarlo Deidda

Referenze iconografiche:
pagg. 253, 407: Archivio del Banco di Sardegna (Sassari)
pagg. 14, 15, 18, 19, 22, 37, 41, 55, 71, 73, 89, 104, 108, 110, 113, 114, 119, 121, 126, 127, 143, 144, 147, 151,
158, 159, 164, 178, 179, 181, 182, 210, 214, 221, 226, 230, 233, 236, 272, 286, 287, 289, 302, 322, 333, 343, 350,
351, 509, 510, 511, 512, 513, 517, 520, 525, 536, 540, 601, 620, 629, 632, 636: De Agostini Picture Library
(Novara)
pagg. 10, 87, 184: Giancarlo Deidda (Cagliari)
pagg. 250, 297, 298, 326: Tore Ligios
Immagine di copertina: De Agostini Picture Library

Si ringraziano per la collaborazione tutti gli artisti, gli archivi fotografici e gli enti di conserva-
zione che hanno dato permesso di riproduzione. L’Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. è a dispo-
sizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e testuali non individuate.
Si ringraziano le Edizioni Della Torre per la collaborazione.

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 4


Guida alla
consultazione

* Ordine alfabetico
La sequenza alfabetica dei lemmi è stata – Voci dedicate ai santi. Subito dopo l’at-
fissata trascurando i caratteri non alfa- tacco del lemma e, se presente, il nome
betici. Quando il lemma contiene una al secolo, vengono indicate le varianti
virgola – come avviene nei nomi propri sarde del nome che differiscono dall’i-
di persona tra cognome e nome – l’ordi- taliano:
namento considera solo la parte del
lemma che precede la virgola, passando
alla parte successiva solo in caso di omo- Lorenzo da Brindisi, san (Giulio Cesare
Russo; in sardo, Santu Lorenzu, Santu Lo-
grafia:
rentu, Santu Larentu, Santu Laurentu) ...

San Benedetto
Dopo l’esposizione generale della vita
San Carlo
Sanchez
e delle opere del santo sono spesso pre-
Sanchez de Calatayud, Pietro senti i paragrafi In Sardegna, in cui si
Sanchez Martinez, Manuel citano i centri di cui egli è patrono e
dove possono essere descritti i suoi le-
* Struttura delle voci gami col mondo della storia o delle tra-
Il lemma è evidenziato in carattere ne- dizioni sarde, e Festa, nel quale ven-
retto. gono elencate le date e le località che
Per comodità alcuni lemmi di santi ri- hanno particolari ricorrenze dedicate
mandano a quelli dedicati a un altro per- al suo culto:
sonaggio con cui i primi hanno avuto
rapporti e all’interno della cui voce Andrea, santo
sono citati. ...
Nei casi di lemmi complessi è possibile In Sardegna Patrono di Birori, Giave, Gon-
che sia presente una suddivisione in pa- nesa, Modolo, Sant’Andrea Frius, Sedini,
ragrafi. Per le voci di alcune categorie Sennariolo, Tortolı̀, Ula Tirso e Villanova
specifiche la struttura è, generalmente, Truschedu. Dà il nome al mese di novem-
la medesima. bre, Sant’Andria. Patrono dei pescatori e
dei pescivendoli, invocato contro i tuoni e
per guarire gli animali dal mal di ventre. I
– Voci dedicate ai comuni. Vengono for- proverbi: «Po Sant’Andria si toccat sa pibi-
niti alcuni dati essenziali come popola- zia» (Per Sant’Andrea si spilla, si assaggia,
zione, superficie, posizione geografica, il vino nuovo); «Seu cumenti sa perda de
suddivisioni amministrative e storiche Sant’Andria, beni stemmu e mellu stau»
(Sono come la pietra di Sant’Andrea, bene
di appartenenza, seguiti dai paragrafi: stavo e meglio sto): persona che si adatta a
tutto.
TERRITORIO, STORIA, ECONOMIA, DATI Festa Si festeggia il 30 novembre; il 24
STATISTICI, PATRIMONIO ARCHEOLO- maggio a Sant’Andrea Frius. Sagre estive
GICO (solo se rilevante), PATRIMONIO e in altre date durante l’anno.
ARTISTICO E CULTURALE (e AMBIEN-
TALE, solo se rilevante), FESTE E TRADI- – Voci dedicate a botanica e zoologia. Ven-
ZIONI POPOLARI. gono di norma indicati i nomi scienti-

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 5


fici delle specie citate e una classifica- Bonassai. È un formaggio a pasta ...
zione sistematica generale. Nel caso in ...
cui il lemma faccia riferimento a spe- Precarietà dell’insediamento rurale
cie diverse può essere presente un ...
elenco interno per rendere più sem- Villaggi abbandonati
plice la consultazione. I nomi sardi, se GIUDICATO D’ARBOREA Nel giudicato
presenti, sono dati in corsivo e con l’e- d’Arborea sono stati individuati i seguenti
ventuale specificazione del dialetto villaggi abbandonati: 1. Abbagadda, villag-
tra parentesi: gio che sorgeva ... 2. Almos, villaggio che
sorgeva ...
GIUDICATO DI GALLURA Nel giudicato
Cicerchia Genere di piante erbacee perenni di Gallura sono stati individuati i seguenti
della famiglia delle Leguminose, rappre- villaggi abbandonati: 1. Agiana ...
sentato in Sardegna da diverse specie, ca-
...
ratterizzate da fusti lunghi, spesso rampi-
Villaggi i cui abitanti si trasferirono al-
canti: 1. la c. a foglie larghe (Lathyrus lati-
trove ...
folius L.) ... 2. la c. porporina (Lathyrus arti-
culatus L.) ... Nomi sardi: chérigu (logudo- GIUDICATO D’ARBOREA ...
rese); letı́tera (Sardegna centrale); piseddu, GIUDICATO DI GALLURA ...
pisu de coloru (campidanese); pisu de co- ...
loru (Sardegna meridionale).

– Voci dedicate alle famiglie storiche. Nel


– Voci dedicate a elementi del patrimonio caso in cui la famiglia si sia divisa in
storico e tradizionale sardo. Il testo più rami essi vengono solitamente
viene spesso ordinato secondo para- elencati distintamente:
grafi, attinenti alla categoria degli ele-
menti trattati, o in elenchi:
Amat Illustre e antica famiglia ...
Ramo di Pietro. Pietro ereditò la baronia di
Formaggi della Sardegna Sorso ...
... Ramo di Francesco. Francesco continuò la
& IL FORMAGGIO NELLA STORIA linea dei marchesi di Villarios ...
Fin dall’antichità il centro della produ- Ramo di Francesco (San Filippo). Da Fran-
zione ... cesco, figlio cadetto del marchese Gavino
& TIPI DI FORMAGGIO Attualmente i tipi di Villarios, discende ...
di formaggio sardo più diffusi sono: Rami collaterali. Attualmente, oltre al
Biancospino. È un formaggio ... ramo marchionale primogenito ...

VI

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 6


Ortobene

Orticoltura Per le coltivazioni ortive, la gione il più coltivato è il Cynara scoli-


mitezza del clima invernale e l’antici- mus, varietà spinoso sardo, composto
pazione della primavera farebbero da un rizoma fibroso dalle cui gemme
della Sardegna una terra di partico- si sviluppano fusti ramificati. Il fusto
lare vocazione per una produzione di principale termina con un capolino
elevate e peculiari qualità gustative, che sarebbe il fiore non ancora aperto.
quanto ricca di varietà, che l’artificio La coltivazione del carciofo è, tra gli
delle coltivazioni forzate in serra ortaggi, la più remunerativa. Le rese
calda, col quale altri paesi cercano di produttive della regione sono attestate
superare le loro deficienze climatiche, in media intorno ai 100 q per ettaro. Da
non potrà mai assicurare. Tuttavia in alcuni dati rilevati da fonti dei produt-
Sardegna è praticata come attività pro- tori della regione risulta che il guada-
fessionale solo in alcune aree con spe- gno lordo di una stagione senza gelate
cifiche caratteristiche (comprensori va mediamente da 5000 a 7000 euro per
serviti da irrigazione pubblica); nel ettaro. La produzione di ortaggi ali-
territorio regionale è invece praticata menta collateralmente una interes-
soprattutto per hobby. Le coltivazioni sante industria conserviera (oltre a
oggigiorno sono attuate su terra o su quella dei derivati del pomodoro), che
altro tipo di substrato, con metodo con- attualmente si trova in una fase di ri-
strutturazione. Infatti alcune lavora-
venzionale, biologico o integrato. Le
zioni tradizionali stanno registrando
colture orticole in generale, coltivate
sensibili flessioni, mentre rapido svi-
su terra, si possono suddividere in: col-
luppo assumono altri tipi di produzioni
ture protette (con l’uso di serre più o
industriali come gli ortaggi surgelati.
meno riscaldate), colture semiprotette
[MARCO TEDDE]
(con l’uso di sistemi di protezione,
come i tunnel, non meccanizzabili se Ortiz Echagüe, Antonio Pittore (Gua-
non con piccole macchine agevolatrici) dalajara, Spagna, 1883-Buenos Aires
e colture non protette (in pieno campo). 1942). Pittore studioso del folclore, se-
Le colture orticole su substrato com- condo le tendenze del gruppo dei co-
prendono invece differenti materiali e stumbristas spagnoli della fine dell’Ot-
tipologie di coltivazione: esiste la col- tocento, mentre frequentava gli am-
tura in corrente d’acqua (con riciclo bienti artistici romani e le istituzioni
dei reflui o con acqua di refluo ‘‘a per- culturali che la Spagna aveva a Roma,
dere’’) detta ‘‘idroponica’’; esistono giunse in Sardegna e soggiornò ad At-
substrati naturali (torbe chiare, torbe zara tra il 1906 e il 1909, dando vita, in-
scure ecc.), substrati sintetici (polisti- sieme con Eduardo Chicharro Aguera,
rolo espanso, argilla espansa ecc.). In alla cosiddetta ‘‘scuola di Atzara’’: nel
Sardegna, ma anche un po’ dapper- 1908 dipinse la tela Festa della confra-
tutto dato l’alto costo di gestione dell’o. ternita di Atzara i cui influssi stilistici
su substrato, a questo tipo di coltura (e la stessa idea del ‘‘quadro di fol-
vengono destinate principalmente le clore’’) agirono profondamente su Giu-
orticole ad alto valore. Analizzando le seppe Biasi e Filippo Figari.
diverse specie orticole coltivate in Sar- ‘‘Ortobene, L’’’ Periodico della diocesi
degna, un particolare riguardo va ri- di Nuoro. Uscı̀ nel gennaio del 1926.
volto a uno degli ortaggi più importanti Apparve prima come mensile, in se-
dal punto di vista economico per la no- guito come quindicinale. Fu ispirato
stra regione: il carciofo. In tutta la re- da Maurilio Fossati, allora vescovo di

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 7


Orto de Cidro

Nuoro; divenne quindicinale dal 1933 in Sardegna. Scoppiata la prima


per impulso del vescovo Giuseppe Co- guerra tra Mariano IVe Pietro IV, il ter-
goni, che lo dotò anche di una sua tipo- ritorio della curatoria fu sequestrato al
grafia. Da questo momento cessò di es- conte Gherardo, che nel 1353 era stato
sere un bollettino parrocchiale e al- catturato dalle truppe di Mariano IV e
largò il proprio orizzonte culturale e creduto traditore. Il villaggio, che
politico; pur mantenendosi nell’am- aveva subı̀to gravi danni durante la
bito delle tematiche religiose, non fu guerra ed era quasi spopolato, nel
alieno in questi anni dall’assumere po- 1358 fu concesso in feudo a Raimondo
sizioni di critica al regime; ospitò di Montagut che però nel 1362 preferı̀
scritti di cattolici impegnati come Sal- venderlo a Emanuele de Entença, col
vatore Mannironi e altri e assunse un quale aveva aperto un contenzioso a
rilievo nazionale. Nel dopoguerra con- causa dell’esercizio della giurisdizio-
tinuò a essere pubblicato e mantenne ne. Poco dopo il territorio fu investito
la sua linea culturale oramai tradizio- dalle operazioni della seconda guerra
nale; ancora oggi è un punto di riferi- tra Mariano IV e Pietro IV e si spopolò
mento per il dibattito e l’informazione completamente.
dei cattolici della diocesi. Ortolà Famiglia cagliaritana (secc.
Orto de Cidro Antico villaggio del giu- XVII-XVIII). Commercianti agiati, di
dicato di Cagliari, compreso nella cu- origine spagnola, compaiono ben inse-
ratoria di Decimomannu. Dopo la fine riti in seno alla società cittadina fin dal
del giudicato, nella divisione del 1257 secolo XVII. Nel 1631 ottennero il cava-
fu incluso nei territori toccati ai Della lierato ereditario e nel 1644 la nobiltà.
Gherardesca del ramo di Donoratico, Nel corso del secolo la famiglia si tra-
che prima della conquista si dichiara- sferı̀ ad Alghero e si estinse agli inizi
rono vassalli del re d’Aragona spe- del secolo XVIII.
rando di conservare cosı̀ i loro possessi Ortolà, Francesco Religioso (Cagliari
in Sardegna. Ma quando il territorio 1544-ivi 1623). Gesuita di profonda
della curatoria fu sequestrato al conte pietà, visse nel più difficile momento
Gherardo, catturato nel 1353 dalle della polemica tra Sassari e Cagliari
truppe di Mariano IV e creduto tradi- per il primato. Per le sue grandi cono-
tore, il villaggio, che era stato grave- scenze fu consigliere ascoltato del ve-
mente danneggiato durante la guerra, scovo D’Esquivel e concorse al ‘‘ritro-
fu assegnato in feudo a Giovanni Salit vamento’’ dei corpi santi durante gli
nel 1355. In poco tempo il villaggio si scavi a San Lucifero.
spopolò e il Salit lo vendette a Beren-
Orto Murato Antico villaggio del giudi-
gario Carroz, che unı̀ il suo territorio al
cato di Gallura, compreso nella curato-
feudo di Quirra.
ria dell’Unale. Conclusa la prima fase
Orto Jacob Antico villaggio del giudi- della conquista aragonese, nel 1331,
cato di Cagliari, compreso nella cura- poiché i suoi abitanti non avevano ac-
toria di Nora. Con la fine del giudicato, cettato pacificamente i nuovi padroni,
nella divisione del 1257 fu incluso nei fu concesso in feudo a Raimondo Car-
territori toccati ai Della Gherardesca dona, i cui discendenti nel 1337 vi ri-
del ramo di Donoratico, che prima nunciarono. In seguito, scoppiata la
della conquista aragonese si dichiara- guerra tra Mariano IV e Pietro IV, di-
rono vassalli del re d’Aragona spe- venne teatro delle operazioni militari
rando di conservare cosı̀ i loro possessi e si spopolò.

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 8


Ortu

Ortu, Franca Docente universitario (n. Quante lingue per l’Europa? (a cura di
Cagliari 1954). Laureata in Traduzione O.), 2006.
nell’Università di Innsbruk e in Lingue
Ortu, Francesco Teologo (Villamar
e Letterature straniere in quella di Mi-
1814-Cagliari 1886). Dopo la laurea di-
lano, è docente di Linguistica e Tradu-
venne sacerdote e insegnò Teologia
zione tedesca nella facoltà di Lingue morale presso l’Università di Cagliari.
dell’Università di Cagliari. Tra i suoi Chiusa la Facoltà teologica per man-
scritti: Sprachliche Ausdrucksmittel canza di studenti nel 1868, divenne vi-
der Kausalität in vier Hörspielen von cario generale di monsignor Balma.
Marie Luise Kaschnitz, ‘‘Annali della
Facoltà di Economia e Commercio’’, Ortu, Gian Giacomo Storico (n. Mo-
1991; Leopold von Sacher Masoch, Il goro 1944). Dopo la laurea in Lettere,
Raffaello degli Ebrei (traduzione, note ha iniziato la ricerca universitaria
e postfazione), 1994; Leopold von Sa- come allievo di Girolamo Sotgiu, della
cher Masoch, Notte di luna (traduzione, cui rivista, ‘‘Archivio sardo del movi-
note e postfazione), 1995; Wie tönt mento operaio contadino e autonomi-
Momo in Italien ab? Einige Überlegun- stico’’, è stato uno dei più apprezzati
collaboratori. Impegnato nel dibattito
gen zur deutschen Abtönung und ihrer
politico, si è occupato dei movimenti
Wiedergabe im Italienischen, ‘‘Archiv
popolari della seconda metà del Nove-
für das Studium der neueren Sprachen
cento e ha dato vita, insieme con Giu-
und Literaturen’’, 1998; Abtönungspar-
seppe Caboni, al ‘‘Collettivo Lussu’’,
tikeln: una sfida per linguisti e tradut-
che soprattutto negli anni Ottanta-
tori (con Eduardo Blasco Ferrer), in Pa-
Duemila, ha promosso convegni e se-
rallela 6, Atti del VII Incontro italo-au-
minari e ha ereditato le Carte Lussu,
striaco dei linguisti, 1998; Le necrolo-
ora conservate presso la sede cagliari-
gie: Elaborazione linguistica del lutto ai
tana dell’Istituto Sardo per la Storia
confini fra italiano e tedesco, in Paral-
dell’Antifascismo e dell’Autonomia, di
lela 7, Atti del Convegno di Studi Paral- cui è presidente. I suoi interessi di sto-
lela VIII, 2002; Wie höflich lässt sich mit rico si sono appuntati soprattutto sulla
Partikeln zustimmen?, in Gudrun Held storia moderna della Sardegna (dal
(Hrsg.), Partikeln und Höflichkeit, 2003; Cinquecento alla fine del Settecento)
Connettori logonimici in tedesco, in Do- su cui ha pubblicato numerosi saggi,
menico Silvestri (a cura di), I termini che si segnalano per la modernità e la
per le lingue e le attività linguistiche, profondità dell’approccio metodolo-
2007; Polyfunktionalität einiger Präpo- gico. Attualmente è professore ordina-
sitionaladverbien (am Beispiel von da- rio di Storia moderna nella Facoltà di
rum/worum, dabei/wobei), in Perspekti- Scienze politiche dell’Università di
ven Eins, ISDS (Italienische Studien Cagliari. Tra i suoi scritti: Ricerche sui
zur deutschen Sprache), 2005; Ich habe contratti agrari e pastorali nella Sarde-
fertig. Ritualisierte und nicht-rituali- gna moderna, ‘‘Studi sardi’’, XXIV,
sierte sprachliche Formen der deutschen 1978; Storia locale e storia nazionale in
Todesanzeigen, in Italia-Österreich, Sardegna, ‘‘Notizie e documenti dell’I-
Sprache-Literatur-Kultur, 2006; I necro- stituto nazionale per la Storia del Mo-
logi on line: variazione di una tipologia vimento di Liberazione’’, 4, 1979; Note
testuale. Tedesco e italiano a confronto, di ricerca sulla sotzaria nel periodo spa-
‘‘Quaderni del Dipartimento di Lingui- gnolo, ‘‘Archivio sardo del movimento
stica e Stilistica’’, 2007; H. Weinrich, operaio contadino e autonomistico’’,

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 9


Ortu

11-13, 1980; Dinamica storica e dina- mediterranea. Processi storici e istitu-


mica sociale. L’ipotesi della storia orale zionali, 1988; La transumanza nella sto-
in Sardegna, ‘‘Ossidiana’’, 1981; L’eco- ria della Sardegna, ‘‘Quaderni bolota-
nomia pastorale nella Sardegna mo- nesi’’, XIV, 1988; I contratti agrari e pa-
derna. Saggio di antropologia storica storali, in Sardegna. Enciclopedia (a
della soccida, 1981; Emilio Lussu e il cura di M. Brigaglia), III, 1988; Zerak-
Sardismo, in Lotte sociali, antifascismo kus e zerakkas sardi, ‘‘Quaderni sto-
e autonomia in Sardegna, 1982; Tre rici’’, XXIII, 68, 1988; Città chiusa e
tempi della dipendenza contadina, in campagna aperta nella Sardegna mo-
Le opere e i giorni. Contadini e pastori derna e contemporanea, ‘‘Meridiana’’,
nella Sardegna tradizionale (a cura di 5, 1989; Centralismo e autonomia nella
Giulio Angioni e Francesco Manconi), Sardegna di Filippo III, ‘‘Rivista storica
1982; Proprietà privata e proprietà per- italiana’’, CII, 1990; Economia e società
fetta, ‘‘Archivio sardo del movimento rurale in Sardegna, in Storia dell’agri-
operaio contadino e autonomistico’’, coltura italiana in Età contemporanea,
20-22, 1984; La viticoltura sarda tra sto- II, 1990; Famiglia e azienda contadina
ria e tradizione, in Il lavoro dei sardi (a nella Sardegna feudale, in Famiglia e
cura di Francesco Manconi), 1983; I matrimonio nella società sarda tradizio-
contratti mercantili, in I Catalani in nale, 1990; Il parlamento Gandı́a nella
Sardegna (a cura di Jordi Carbonell e Sardegna di Filippo III, 1990; Movi-
Francesco Manconi), 1984; Storiografia menti lenti, tensioni e attese nella Sarde-
e politica in Sardegna, 1984; Lotte conta- gna nel primo Ottocento, in Storia dei
dine e potere locale, ‘‘Archivio sardo del Sardi e della Sardegna (a cura di Mas-
movimento operaio contadino e auto- simo Guidetti), IV, 1990; L’Età giolit-
nomistico’’, 1985; Stato, società e cul- tiana, in Storia della cooperazione in
tura nel nazionalismo sardo del secondo Sardegna, 1991; La società rurale, in La
dopoguerra, ‘‘Italia contemporanea’’, società sarda in Età spagnola (a cura di
161, 1985; Carbonia dalle origini agli F. Manconi), I, 1992; Il corpo umano e il
anni Settanta, in Le miniere e i minatori corpo naturale. Costruzione dello spazio
della Sardegna (a cura di Francesco agrario e pretese sulla terra nella Sarde-
Manconi), 1986; Gli amministratori lo- gna medioevale e moderna, ‘‘Quaderni
cali nel ’900 e Per una storia della classe di Storia’’, XXVII, 1992; La storia locale
politica sarda. Percorsi storiografici, anzitutto un’intenzione, introduzione a
due saggi in Élite politiche nella Sarde- Oltre le mura. Cagliari tra Otto e Nove-
gna contemporanea, 1987; Feudo, vil- cento, 1993; Una Villanova sarda e la
laggio, famiglia e mercato della terra storia della comunità rurale, in Un cen-
nella Sardegna della seconda metà del tro rurale nella Sardegna contempora-
Settecento, ‘‘Quaderni storici’’, 65, nea. Territorio e modernizzazione: il
1987; Famiglia, patrimonio e azienda caso di Teulada, 1993; Emilio Lussu e il
nella Sardegna moderna: i Coni di Ma- Sardismo del secondo dopoguerra, in
sullas, ‘‘Quaderni storici’’, 67, 1988; La Emilio Lussu e il Sardismo, 1994; Il Par-
Sardegna e la storia. Antologia di storia lamento del viceré Carlo de Borja duca
della Sardegna (con Paola De Gioannis, di Gandı́a (1614) (a cura di O.), n. 14
Giuseppe Serri e Luisa Maria Plai- della collana ‘‘Acta Curiarum Regni
sant), 1988; Nazione, corpi e partiti nella Sardiniae’’, 1995; Famiglia e possesso
Sardegna del Seicento, in Le autonomie contadino in contesto feudale: il caso
etniche e speciali in Italia e nell’Europa sardo, ‘‘Studi storici’’, 4, 1995; Villaggio

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 10


Ortu

e poteri signorili in Sardegna. Profilo liano, 2004; Lussu, Armungia e dintorni,


storico della comunità rurale medio- in N. Rudas ed E. Orrù (a cura di), Emi-
evale e moderna, 1996; La Sardegna di lio Lussu. L’uomo dell’altipiano, 2003;
Carlo Cattaneo, introduzione a Geogra- Gian Giacomo Ortu (a cura di), Cagliari
fia e storia della Sardegna (a cura di O.), tra passato e futuro, 2004; Manlio Briga-
1996; Una borgata mineraria in Sarde- glia, Attilio Mastino, Gian Giacomo
gna, ‘‘Italia contemporanea’’, 206, Ortu, Storia della Sardegna, 2005; La
1997; Tra Piemonte e Italia. La Sarde- Sardegna dei giudici, 2005; Vent’anni
gna in Età liberale (1848-1896), in ‘‘Sto- dopo la «Sardegna sabauda», in Pier
ria d’Italia’’, Einaudi, Le regioni dall’U- Paolo Merlin (a cura di), Governare un
nità ad oggi. La Sardegna (a cura di L. regno (Viceré, apparati burocratici e so-
Berlinguer e A. Mattone), 1998; Storia e cietà nella Sardegna del Settecento),
progetto dell’autonomia. Percorsi e pro- 2005.
fili dell’autonomismo sardo del Nove- Ortu, Giovanni Sacerdote, studioso di
cento, 1998; Il luogo, la memoria, l’iden- storia della Sardegna (Dorgali 1918-
tità, 1999; Viticoltura urbana e «forme Ozieri 1994). Entrato in Seminario, fu
del territorio», in Storia della vite e del consacrato sacerdote. È studioso di
vino in Sardegna (a cura di Maria Luisa problemi di storia sarda. Tra i suoi
Di Felice e Antonello Mattone), 1999; scritti: Magistero dell’episcopato sardo.
Le identità storiche. Città e campagna, Aspetti politico-sociali 1793-1922, 1968;
in Le città (a cura di G. Mura e A. Anela. Ambiente uomini fatti, 1970; Me-
Sanna), 1999; Andrea Manca dell’Arca, morie storiche del villaggio abbando-
Agricoltura di Sardegna (a cura di G.G. nato di Borticoro, ‘‘Quaderni bolota-
Ortu), 2000; Tradizione e modernità nesi’’, XV, 1989.
nella Sardegna del secondo dopoguerra, Ortu, Giuseppe Fotografo (n. Olbia,
in La città ricostruita (a cura di A. Casu, sec. XX). Fotografo pubblicitario, rea-
A. Lino, A. Sanna), 2001; Lo stato mo- lizza foto per dépliant, cataloghi e bro-
derno. Profili storici, 2001; Emilio chure, per conto di aziende pubbliche
Lussu. L’utopia del possibile, 2002 (con e private: il suo studio (Photographia,
Giuseppe Caboni); Il paese sul crinale Olbia) è specializzato nella fotografia
(Gruppi di eredità e formazione della di food, architettura, arte di beni ar-
proprietà. Burcei 1654-1864), 2002; La cheologici e storici. Ha frequentato l’I-
modernizzazione agricola e industriale stituto Europeo di Design di Cagliari,
nella Sardegna del ’900, ‘‘Rivista sto- specializzandosi in seguito alla scuola
rica italiana’’, 1, 2003; La quercia e la di Maurizio Rebuzzini, Roberto Sellito
strada. Gli scritti di Carlo Cattaneo sulla e Riccardo Marcialis. Parallelamente
Sardegna, ‘‘Rivista storica italiana’’, 3, all’attività professionale si è dedicato
2003; Storia locale e analitica del territo- all’insegnamento tenendo corsi di edu-
rio, in Claudio Ronzitti, Sérzela (La cazione all’immagine.
scomparsa di un villaggio sardo del Set- Ortu, Giuseppe Maria Avvocato, magi-
tecento), 2003; Umberto Cardia. Tra strato (Villasor 1785-Cagliari 1851).
classe ed ethnos: l’autonomia integrale, Laureatosi nel 1808, cominciò a far
«Cooperazione Mediterranea», 3, 2003; pratica forense e nel 1812 fu sospettato
Carta de Logu e ‘‘cartae libertatis’’: in di aver preso parte alla congiura di Pa-
tema di giurisdizioni nel Trecento, in I. labanda. Scampato alle conseguenze
Birocchi, A. Mattone (a cura di), La del fallimento della congiura, continuò
Carta de Logu nella storia del diritto ita- a professare idee liberali e a occuparsi

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 11


Ortu

della sua professione. Fu anche giu- ventato professore associato di Storia


dice di mandamento in diversi centri contemporanea; attualmente insegna
dell’interno; nel periodo del dibattito Storia del Risorgimento nella Facoltà
sulla ‘‘fusione’’, pur mostrandosi favo- di Lettere e Filosofia dell’Università
revole alle riforme istituzionali, fu con- di Cagliari; studioso di storia moderna,
trario alla rinuncia della Sardegna alla è autore di numerosi studi, alcuni dei
sua autonomia. Una delle sue figlie quali dedicati al problema dell’emi-
sposò Giuseppe Cocco padre del mini- grazione sarda, di cui si è occupato
stro Francesco Cocco Ortu. come sindacalista e militante politico
Ortu, Grazia Archeologa (n. Cagliari, negli anni Settanta. Tra gli altri: Aspetti
sec. XX). Dopo essersi laureata in Let- della questione sarda e della questione
tere si è specializzata in Archeologia e meridionale. Note sull’abolizione degli
si è dedi cata all’in segn ament o. ademprivi dal 1856 al 1870, 1981; Consi-
Esperta conoscitrice dell’archeologia derazioni sull’abolizione degli adem-
del Sarcidano, ha preso parte a nume- privi, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXII,
rose campagne di scavo. Tra i suoi 1981; Il quadro storico economico e so-
scritti: Sarcidano. Nurri e Sarcidano. ciale del comune di Orani dall’Ottocento
Orroli, schede in I reperti. Progetto Ar- a oggi, 1982; L’emigrazione sarda dal-
cheosystem. Una ricognizione archeolo- l’Ottocento a oggi. Contributo ad una
gica in Ogliastra, Barbagia e Sarcidano, storia della questione sarda (con B. Ca-
1990; Le testimonianze archeologiche di doni), 1983; Orani tra Ottocento e Nove-
Esterzili e del suo territorio, in La tavola cento. Evoluzione demografica ed emi-
di Esterzili, 1993; Isili. Località Domera- grazione, 1983; Il sardofascismo nelle
mus. Domus de janas, ‘‘Bollettino di Ar- carte di P. Pili. Contributo per la storia
cheologia’’, 13-15, 1995; I monumenti della questione sarda, ‘‘Archivio storico
nuragici della zona di Esterzili, in L’ere- sardo’’, XXXVI, 1989; Istituzioni e poli-
dità del Sarcidano e della Barbagia di tica nella storia della Sardegna. Istitu-
Seulo, 2000. zioni rappresentative della entità sarda,
Ortu, Italo Insegnante, consigliere re- 1990; Stefano Sampol Gandolfo e i pro-
gionale (n. Bauladu 1926). Sardista su blemi della Sardegna nel primo periodo
posizioni nazionalitarie, è stato tra i cavouriano, introduzione all’edizione
più strenui sostenitori del bilinguismo. dell’antologia de ‘‘L’Eco della Sarde-
Dal 1964 al 1984 è stato consigliere co- gna’’ (a cura di Giuseppe Marci e L.
munale e sindaco del suo paese, dove Ortu), 1991; Vincenzo Sulis. Autobiogra-
ha introdotto l’uso della lingua sarda fia, 1994; La figura di Paolo Pili e il Sar-
in Consiglio comunale e nella topono- dofascismo, in Il Sardofascismo. Poli-
mastica. Nel 1984 è stato eletto consi- tica, cultura, economia, 1994; Tra Re-
gliere regionale e successivamente ri- staurazione e Risorgimento: i giornali
confermato nel 1989; è stato assessore sardi nel periodo della rinascenza, in
prima al Turismo e quindi agli Affari Un giornale della restaurazione: ‘‘L’In-
generali nelle giunte Melis dal 1984 al dicatore sardo’’, 1997; La presenza so-
1987. ciale del convento di Gesù e Maria in Ca-
Ortu, Leopoldo Storico (n. Cagliari gliari. Note su alcuni documenti della
1942). Dopo la laurea si è dedicato al- prima metà del Seicento, in Studi storici
l’insegnamento negli istituti superiori in memoria di Giancarlo Sorgia, 1998; Il
e, trascorsi alcuni anni, ha intrapreso Parlamento del viceré Giovanni Coloma
la carriera universitaria. Nel 1985 è di- conte d’Elda (1573-1574), n. 10 della col-

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 12


Ortueri

lana ‘‘Acta Curiarum Regni Sardi- est con la Barbagia, più montuosa e vi-
niae’’, 2005. cina alle punte maggiori del Gennar-
Ortu, Velio Funzionario, consigliere re- gentu. O. è attraversato dalla statale
gionale (n. Guspini 1947). Dirigente re- 388 che, proveniente da Oristano, con-
gionale della Confcoltivatori, ha mili- tinua poi fino a Sorgono.
tato fin da giovane nei partiti della Si- & STORIA Il suo territorio conserva

nistra: è stato a lungo vicesindaco e sin- numerosi nuraghi e l’attuale abitato


daco del suo paese. Nel 1984 è stato deriva da un insediamento di epoca ro-
eletto consigliere regionale nella lista mana. Nel Medioevo apparteneva al
del PCI nel collegio di Cagliari, rican- giudicato d’Arborea incluso nella cu-
didato nel 1989 non è stato rieletto; nel ratoria del Mandrolisai. Caduto il giu-
1999 è stato eletto nel collegio di Ca- dicato, nel 1410 entrò a far parte del
gliari per il Partito della Rifondazione grande feudo concesso a Giovanni
Comunista, di cui è stato segretario re- Deana e, quando questa famiglia si
gionale. Nel 2004 non è stato ricandi- estinse, fu ereditato dal marchese d’O-
dato. ristano. Dopo che il marchesato fu se-
Ortuabis Località di campagna e nodo questrato a Leonardo Alagon, dal 1479
stradale della Sardegna centrale: la O. venne amministrato direttamente
statale 128, nel tratto tra Meana Sardo da funzionari reali. Nel 1507 i suoi abi-
e Laconi, vi si incontra – in prossimità tanti, unitamente a quelli degli altri
dell’omonima cantoniera dell’ANAS – villaggi del Mandrolisai, ottennero dal
con la 295 proveniente da Aritzo e con re il privilegio di essere amministrati
la provinciale (di costruzione più re- da un official scelto dal re tra le per-
cente) proveniente da Villanovatulo. sone nate nel territorio. Nei secoli suc-
Nella zona, che si trova al confine tra i cessivi il privilegio fu rispettato e O.
rilievi del Gennargentu e le colline del nel secolo XVII divenne un importante
Sarcidano ed è attraversata dalla fer- centro di produzione del vino. Durante
rovia a scartamento ridotto Mandas- le concitate fasi della guerra di succes-
Sorgono, si stende una foresta che sione spagnola, passata la Sardegna
porta lo stesso nome. agli Asburgo, O. fu compreso nel feudo
Ortueri Comune della provincia di concesso ai Valentino. Nei decenni che
Nuoro, compreso nella XII Comunità seguirono i suoi abitanti protestarono
montana, con 1435 abitanti (al 2004), inutilmente e tentarono in più occa-
posto a 585 m sul livello del mare tra il sioni di liberarsi dalla dipendenza feu-
lago Omodeo e il Gennargentu. Re- dale che infrangeva l’antico privilegio
gione storica: Mandrolisai. Archidio- di cui avevano goduto nei secoli prece-
cesi di Oristano. denti. Nel 1821 il territorio fu incluso
& TERRITORIO Il territorio comunale, nella provincia di Oristano, nel 1838 si
di forma grosso modo circolare, si liberò finalmente dalla dipendenza
estende per 38,95 km2 e confina a nord feudale. Vittorio Angius, nell’ambito
con Neoneli, a est con Austis e Sorgono, del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato
a sud con Samugheo e a ovest con Bu- una preziosa testimonianza di questa
sachi, Ula Tirso e Neoneli. Si tratta di epoca, di cui riportiamo qualche signi-
una regione di alte colline e pianori sul ficativo brano: «Popolazione. Compo-
versante occidentale del Gennargentu, nesi di anime 1690 in circa, le quali si
al confine a ovest con il Barigadu, più devon distinguere in maggiori, maschi
direttamente affacciato sul Tirso, e a 400, femmine 455, e minori maschi 400,

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 13


Ortueri

femmine 415, quindi distribuirsi in fa- decuplo, quella delle fave anche al 30.
miglie 412. Il movimento della mede- La meliga, le veccie, i fagiuoli, i piselli
sima può intendersi dalle medie se- rendono spesso il venti e più. I prodotti
guenti: nascite 52, morti 27, matrimoni sono d’una particolare bontà, e però
12: non pochi prolungan la vita sin molto pregiati. Pastorizia. In tempi
verso i novanta, quelli massimamente non molto lontani era questa assai più
che conservano le vesti nazionali adat- estesa, che sia al presente, per la mag-
tate al clima. La gioventù è in numero giore ampiezza de’ pascoli, che gli agri-
considerevole per beneficio della vac- coltori sono andati a poco a poco re-
cinazione, essendo già cessate quelle stringendo. I pascoli sono non pertanto
frequenti mortalissime influenze del ancora assai estesi e più che sufficienti
vajuolo. La malattie più comuni sono al numero de’ branchi del bestiame
le infiammazioni e le febbri, quelle rude, che si annovera nel presente, e i
dalle rapide variazioni atmosferiche, ghiandiferi potrebbero bastare all’in-
queste dal passaggio in luoghi malsani grasso di cinque e più volte il numero
ne’ tempi estivi e autunnali. Non si ha de’ capi porcini che si hanno. Usasi an-
per gli uffici sanitari, che un flebo- cora di introdurre a pascolo nelle vi-
tomo, e questo poco nuoce, perché con- gne e nei verzieri le bestie domite
fidasi meglio nella natura, che nell’o- senza stimar quanto è giusto il guasto
pera sua. Professioni. Sono applicate che vi operano, principalmente sopra
all’agricoltura, compresi i garzoni, per- gli olivi. Nel bestiame manso si nume-
sone 420, alla pastorizia 90, a’ mestieri rano buoi per l’agricoltura 500, vacche
40, al negozio 15, restando assai pochi mannalite 80, cavalli e cavalle 95, ma-
inoperosi e semplici consumatori. jali 300, giumenti 220. Nel bestiame
Agricoltura. Le terre ortueresi, almeno rude sono capi vaccini 800, caprini
nelle più parti, sono stimate più idonee 1800, pecorini 3500, cavallini 100, por-
alla semenza dell’orzo, che a quella del cini 1700». Quando furono abolite le
frumento; epperò la qualità che della province nel 1848, O. entrò a far parte
prima dassi ai solchi è superiore a della divisione amministrativa di Ca-
quella della seconda. L’arte agraria gliari e nel 1859, ricostituite definitiva-
era in altri tempi poco pregiata in O. mente le province, fu incluso nell’omo-
cosı̀ come in tutte le altre contrade pa- nima ricostituita provincia. Quando
storali, credendosi la fatica dell’agri- poi nel 1927 fu ricostituita quella di
coltore meno onorevole dell’ozio del Nuoro, entrò a farne parte.
pastore: poi le ragioni dell’interesse & ECONOMIA Le attività di base della
han prevaluto contro il pregiudizio, e sua economia sono l’agricoltura, in
la seminagione è andata sempre cre- particolare cerealicoltura, orticoltura,
scendo col diveltamento delle terre frutticoltura, e l’allevamento del be-
che prima davano pascolo a pochi capi stiame, in particolare bovino e ovino.
di bestiame. Questo fa sperare che si Negli ultimi anni si sta sviluppando an-
progredirà di più estendendosi mag- che una modesta attività industriale
giormente l’area della coltivazione e nei settori alimentare, edile e metal-
praticandosi metodi migliori. I numeri lurgico. È poco organizzata la rete di
dell’ordinaria seminagione sono sta- distribuzione commerciale. Vi ope-
relli di grano 500, d’orzo 1200, di fave rano anche un albergo con 27 posti
50. La fruttificazione del frumento suol letto e un’azienda agrituristica con 6
essere al settuplo, quella dell’orzo al posti letto. Artigianato. Di antica tradi-

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 14


Orune

zione l’artigianato tessile, per la pro- creato per ospitare diversi esemplari
duzione di tappeti, e quello dei fabbri dell’asinello sardo che, cessato ormai
e degli intagliatori del legno. Servizi. O. l’impiego che ne faceva la gente di
è collegato da autolinee agli altri cen- campagna, è a rischio di estinzione. Il
tri della provincia. Dispone di Pro parco, dell’estensione di 50 ha, è utiliz-
Loco, stazione dei Carabinieri, me- zato anche per passeggiate ed escur-
dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sioni.
sportello bancario. Possiede una Bi- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A O.
blioteca comunale. si fa festa la prima domenica di maggio,
& DATI STATISTICI Al censimento del per Sant’Isidoro; la terza domenica di
2001 la popolazione contava 1464 unità, maggio, per San Nicola da Bari, pa-
di cui maschi 756; femmine 708; fami- trono del paese; e la terza domenica di
glie 599. La tendenza complessiva rive- settembre, per la Madonna Addolorata.
lava una diminuzione della popola- In ciascuna di queste occasioni si
zione, con morti per anno 16 e nati 13; hanno manifestazioni religiose e civili.
cancellati dall’anagrafe 36 e nuovi Da qualche tempo costituisce ri-
iscritti 27. Tra i principali indicatori chiamo anche per gli abitanti dei paesi
economici: imponibile medio IRPEF circostanti l’iniziativa di un gruppo di
13 522 in migliaia di lire; versamenti agricoltori di svolgere i lavori della
ICI 438; aziende agricole 308; imprese mietitura e della trebbiatura secondo
commerciali 66; esercizi pubblici 11; i metodi manuali ormai abbandonati:
esercizi al dettaglio 11; ambulanti 4. nasce dal desiderio di non abbando-
Tra gli indicatori sociali: occupati 439; nare del tutto modelli di vita e di lavoro
disoccupati 112; inoccupati 92; lau- che si sono tramandati per secoli nei
reati 30; diplomati 128; con licenza me- villaggi dell’isola.
dia 503; con licenza elementare 462; Ortulani Antico villaggio del giudicato
analfabeti 78; automezzi circolanti di Cagliari compreso nella curatoria di
438; abbonamenti TV 423. Siurgus. Sorgeva nel territorio di Doni-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO A gala. Caduto il giudicato, nel 1258 entrò
circa 3 km dall’abitato si trova l’impor- a far parte dei territori assegnati ai Ca-
tante sito archeologico di Sa Perda Lit- praia; alla loro estinzione passò in pos-
terada, una necropoli risalente al pe- sesso del Comune di Pisa, che lo fece
riodo romano. Nei secoli passati è stata amministrare direttamente da suoi
sistematicamente saccheggiata dagli funzionari. Scoppiata la guerra per la
abitanti di O., che ne traevano pietre conquista della Sardegna, cadde in
squadrate per costruire le case del vil- mano aragonese ma subito dopo si spo-
laggio. Deve il suo nome a una pietra polò rapidamente a causa della peste.
incisa, recante una dedica agli dei Oruivar Antica corte del giudicato di
Mani. Gallura. Era compresa nella curatoria
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE di Taras, in prossimità di Melataras. Si
E AMBIENTALE A breve distanza dall’a- sviluppò intorno alla chiesa di San
bitato si trova la chiesa di Santa Maria, Lussorio e nella seconda metà del se-
che è di origini molto antiche ma nel colo XII fu donata all’Opera di Santa
corso dei secoli è andata in rovina e Maria di Pisa. Si spopolò entro la
nel 1974 è stata totalmente ricostruita. prima metà del secolo XIII.
A breve distanza dal paese si trova an- Orune Comune della provincia di
che il parco Mui Muscas, che è stato Nuoro, compreso nella IX Comunità

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 15


Orune

montana, con 3021 abitanti (al 2004), dice Mariano IV fece arrestare il suo
posto a 750 m sul livello del mare a infelice fratello Giovanni (=), O. ri-
nord-est di Nuoro. Regione storica: mase in possesso dell’Arborea fino al
Nuoro. Diocesi di Nuoro. termine delle guerre. Nel 1410 fu in-
cluso nel feudo concesso a Nicolò Tur-
rigiti i cui discendenti però nel 1430 lo
vendettero al marchese d’Oristano.
Quando il marchesato nel 1477 fu se-
questrato a Leonardo Alagon, il pic-
colo centro fu incluso nei territori rico-
nosciuti ai Carroz del ramo di Mandas
come eredi di Giovanni d’Arborea.
Questi ultimi si estinsero nel 1479; O.
passò allora ai Maza de Liçana e da
questi, dopo una lunga contesa giudi-
Orune – Veduta del centro abitato. ziaria conclusa nel 1571, ai Portugal.
Estinti questi ultimi passò ai De Silva
che lo inclusero nel feudo di Orani. Il
& TERRITORIO Il territorio comunale,
villaggio rimase in possesso dei De
di forma grosso modo rettangolare, si
Silva fino al riscatto dei feudi avvenuto
estende per 128,58 km 2 e confina a
nel 1838; nel corso del secolo XVIII i
nord con Nule e Bitti, a est con Lula e
Dorgali, a sud con Nuoro e a ovest con rapporti dei suoi abitanti con il feuda-
Benetutti. Si tratta di una regione mon- tario furono spesso burrascosi a causa
tuosa, caratterizzata da profonde val- della esosità dei tributi che dovevano
late e da punte intorno ai 700-800 m, essere pagati. Nel 1821 fu incluso nella
che si trova tra le propaggini setten- provincia di Nuoro e dal 1848, abolite
trionali del Gennargentu e l’altipiano le province, nell’omonima divisione
di Bitti, che si estende più a nord. A amministrativa. Di quel periodo sto-
oriente del paese scorre uno degli af- rico abbiamo la preziosa testimo-
fluenti di sinistra del rio Isalle-Sologo, nianza di Vittorio Angius: «Popola-
che scorre nella vallata che separa O. zione. Componesi di anime 1805, di-
dal monte Ortobene e da Nuoro. Il stinte in maggiori di anni 20, maschi
paese è raggiungibile con una strada 550, femmine 560, e minori, maschi
tortuosa che ha inizio a Nuoro e si col- 345, femmine 340, divise in famiglie
lega alla superstrada Abbasanta-Ol- 440. In numero medio nascono all’anno
bia; o con la statale 389 Nuoro-Bitti- 60, muojono 35, si contraggono 12 ma-
Buddusò. trimoni. L’ordinario tratto della vita è
& STORIA L’attuale paese è di origine al sessantesimo. Le malattie più fre-
medioevale: apparteneva al giudicato quenti sono le infiammazioni di vario
di Gallura ed era compreso nella cura- genere. Il passaggio dal caldo al freddo
toria di Bitti. Subito dopo la conquista è spesso micidiale e i più muojono di
aragonese, poiché la sua popolazione dolor laterale. Professioni. De’ sunno-
era ostile nei confronti degli invasori, tati uomini sono applicati all’arte agra-
nel 1335 il villaggio fu incluso nei terri- ria 200, comprendendo i giovani, alla
tori concessi dal re d’Aragona a Gio- pastorizia 400, alle varie arti necessa-
vanni d’Arborea perché li pacificasse. rie 50, al negozio 15, ecc. Le donne la-
Negli anni successivi, quando il giu- vorano con grande studio sulla lana

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 16


Orune

pezze di panno per il vestiario, che esse menti 400 per la macinazione e anche
poi tingono ne’ colori soliti, bisacce e per trasporto di legne piccole, majali
sacchi, che si vendono e trasportano 250. Bestiame rude: vacche 3500, capre
alle fiere di tutte le parti dell’isola; e 6000, pecore 20 000, porci 2500, cavalle
sono in opera non meno di 300 telai di 100». Quando nel 1859 furono ripristi-
antica forma. Agricoltura. Nell’oru- nate le province, O. entrò a far parte di
nese le più parti del territorio sono quella di Sassari nella quale rimase
atte meglio alla pastorizia, che alla fino al 1927 quando, definitivamente
agricoltura; tuttavolta convien dire ricostituita la provincia di Nuoro,
che la superficie complessiva, che è e tornò a farne parte.
può essere coltivata, è di tanta esten- & ECONOMIA Le attività di base della
sione, che potrebbe benissimo pro- sua economia sono l’allevamento del
durre alla sufficienza di cinque o sei bestiame, in particolare quello ovino e
volte tanto dell’attuale popolazione. bovino, meno sviluppato quello suino,
L’agraria ha già guadagnato qualche e l’agricoltura, in particolare la cerea-
cosa sopra i pascoli liberi, e sperasi licoltura, la frutticoltura, la viticol-
che guadagnerà ogni giorno più se tura. Negli ultimi decenni si sta svilup-
quell’associazione formata dal par- pando anche una modesta attività in-
roco del paese e della quale abbiam dustriale con piccole aziende nel set-
reso ragione nell’articolo Nuoro pro- tore lattiero-caseario, alimentare e
vincia proceda nelle norme stabilite e edile. È poco organizzata la rete di di-
non venga a raffreddarsi lo zelo dell’i- stribuzione commerciale. Vi opera un
stitutore, e a mancare la cooperazione ristorante. Artigianato. Radicata l’u-
de’ soci. La quantità solita seminarsi sanza della tessitura dei tappeti, dalla
fin qui può rappresentarsi ne’ seguenti quale si ottengono prodotti di buona
numeri, starelli di grano 150, orzo 250, qualità. Servizi. O. è collegato me-
fave 10, legumi 20. La fruttificazione diante autolinee agli altri centri della
del grano notasi comunemente al set- provincia. È dotato di stazione dei Ca-
tuplo, quella dell’orzo al decuplo. Man- rabinieri, medico, guardia medica, far-
giasi dagli orunesi, che sono agiati, del macia, scuola dell’obbligo e scuole se-
pane di frumento, dagli altri e da’ servi condarie superiori (Liceo scientifico),
insieme delle case principali pane sportello bancario. Possiede una Bi-
d’orzo, e pare che non sempre la messe blioteca comunale.
dia l’intera provvista, nominatamente & DATI STATISTICI Al censimento del
dell’orzo perché questo serve anche 2001 la popolazione contava 3001 unità,
per alimento a’ cavalli. La coltura delle di cui stranieri 4; maschi 1486; fem-
patate è stato un ottimo soccorso e sup- mine 1515; famiglie 1127. La tendenza
plemento, perché non pochi le man- complessiva rivelava una diminuzione
giano impastate nella farina, e i poveri della popolazione, con morti per anno
arrostite. La coltura del lino forse è 33 e nati 26; cancellati dall’anagrafe 54
pure minore assai del bisogno delle fa- e nuovi iscritti 30. Tra i principali indi-
miglie. Pastorizia. I numeri de’ capi che catori economici: imponibile medio
si educano non pare che sieno ordina- IRPEF 15 554 in migliaia di lire; versa-
riamente superiori agli infrascritti. menti ICI 619; aziende agricole 180; im-
Bestiame manso: buoi per l’agricoltura prese commerciali 94; esercizi pub-
e per vetturamento 100, vacche man- blici 20; esercizi all’ingrosso 2; esercizi
nalite allo stesso uso 60, cavalli 150, giu- al dettaglio 43; tra gli indicatori sociali:

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 17


Orunesu

occupati 909; disoccupati 132; inoccu- tano brevi brani dal romanzo Colombi e
pati 203; laureati 98; diplomati 398; con sparvieri, che Grazia Deledda aveva
licenza media 776; con licenza elemen- ambientato in questi luoghi e tra que-
tare 1204; analfabeti 84; automezzi cir- sta gente: a forte ragione O. fa parte del
colanti 955; abbonamenti TV 636. Parco letterario intitolato alla scrit-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo trice nuorese.
territorio è ricchissimo di siti archeo- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Nu-

logici risalenti al periodo prenuragico merose le celebrazioni religiose e ci-


e nuragico, che in più d’un caso furono vili che si susseguono a O.: il 16 e 17
abitati fino al secolo III a.C. Impor- gennaio si fa festa per Sant’Antonio
tante tra tutti Su Tempiesu, tempio a Abate, ovviamente anche con l’accen-
pozzo che fu scoperto nel 1953 sulla sione di falò; il 3 febbraio processione
strada per Bitti poco distante dalla e canti religiosi in onore di San Biagio;
cantoniera Funtana ’e Coda. L’edificio, il primo lunedı̀ di agosto festa, prece-
singolare perché conserva integra la duta dalla novena, per Su Cossolu (La
facciata, è preceduto da due cortili at- Consolata) nell’omonimo santuario
traverso i quali si accede al vestibolo di campestre, con processione e ricca se-
forma rettangolare con dei sedili alle rie di manifestazioni di religione e di
pareti; da una piccola scala si accede folclore; e l’ultima domenica di agosto,
al vano del pozzo con volta a tholos per- infine, festa in paese per la Madonna
fettamente conservata. Il villaggio nu- del Carmine.
ragico di Noddule è un complesso im- Orunesu, Antonietta Studiosa di sto-
ponente nel quale si conservano un nu- ria (n. Cagliari, sec. XX). Tra i suoi
raghe con torre centrale arcaica e si- scritti: L’inchiesta sanitaria del 1899.
stema di torri e bastioni polilobato ri- Igiene, salute e malattia in venti comuni
salente al Nuragico medio; un pozzo della Sardegna centro-meridionale, ‘‘Ar-
sacro con volta a tholos racchiuso in un chivio sardo del movimento operaio
recinto; e numerosissime capanne. Il contadino e autonomistico’’, 44-46,
centro fu riutilizzato per scopi ammini- 1994.
strativi e militari dai Romani e il tem- Orvei Castello che sorgeva in posizione
pio a pozzo rimase in uso fino al secolo strategica su uno spuntone roccioso a
III a.C. nord-est di Tula, in un punto dal quale
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
si potevano dominare e seguire tutti gli
RALE Santa Maria della Neve è la spostamenti tra le zone interne del
chiesa parrocchiale, costruita nell’Ot- Montacuto e il mare. I suoi resti sor-
tocento su progetto dell’architetto nuo- gono in prossimità della chiesetta di
rese Giacomo Galfré. All’interno, la na- San Leonardo e fanno chiaramente
vata e la volta sono affrescate da Anto- comprendere come il sito sia stato uti-
nio Caboni (=). San Giacomo è una lizzato come posizione strategica fin
chiesa costruita nel secolo XIV in dal periodo prenuragico. L’attuale ca-
forme gotico-aragonesi e successiva- stello, dai cui ruderi è possibile vedere
mente rimaneggiata; nel secolo XVIII la continuità dell’insediamento nel
venne ampliata. Ha l’impianto a una tempo, fu fatto costruire probabil-
navata completata dal presbiterio e da mente dai giudici d’Arborea quando,
alcune cappelle laterali. Su numerosi subito dopo l’estinzione della dinastia
edifici del centro storico sono state di giudicale di Torres, l’intero Montacuto
recente affisse delle targhe che ripor- fu conteso dagli Arborea, dalle truppe

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 18


Orzo

dei Doria e da quelle del Comune di pato dalle truppe arborensi che lo ten-
Pisa. Dopo la battaglia della Meloria il nero fino alla caduta del giudicato nel
castello, in base alla pace del 1288, sa- 1409; nel 1421 fu compreso nel grande
rebbe dovuto passare a Genova, ma feudo concesso a Bernardo Centelles,
presumibilmente continuò a rimanere ma finı̀ per spopolarsi completamente.
in mani arborensi. Il giudice continuò Entro il 1468 i suoi ultimi abitanti si
a tenerlo anche dopo l’arrivo degli Ara- erano trasferiti a Tula.
gonesi, sicché per tutto il secolo XIV fu
Orzatu Tipico pane di orzo. Di origini
teatro delle continue guerre che tor-
antichissime, forse usato fin dal tempo
mentarono la Sardegna. Dopo la batta- dei Romani. L’orzo veniva tostato nel
glia di Sanluri, cessata la sua funzione forno, purgato e infine macinato per
militare, decadde rapidamente. ottenere una farina che veniva setac-
Orveis Antico villaggio del giudicato di ciata avendo cura di separare progres-
Torres, compreso nella curatoria di sivamente la crusca dalla farina. Con
Montacuto. Sorgeva non lontano da questa farina, senza lievito e senza
Tula, in una posizione strategica im- sale, si impastavano dei grossi pani pe-
portante che permetteva di controllare santi (ghimisones), che poi venivano
alcune tra le più frequentate vie di traf- messi a cuocere al forno a fuoco lento.
fico della Gallura. Il suo territorio, abi- Quando la loro crosta si era indurita,
tato continuativamente dal periodo venivano tolti dal forno, spruzzati ab-
nuragico al periodo bizantino, è ricco bondantemente di farina e custoditi
di testimonianze archeologiche. Nel per due giorni nelle grandi córbule. A
Medioevo fece parte del giudicato di questo punto si apriva il grosso pane e
Torres, compreso nella curatoria del vi si impiantava il lievito, traendone
Montacuto, e si sviluppò protetto dal una pasta ancora morbida e saporosa
castello di Orvei, fatto costruire dal che veniva inumidita e ulteriormente
giudice; estinta la dinastia giudicale lavorata e pressata fino a essere tra-
di Torres fu conteso tra Doria, Arborea sformata come fosse un foglio di carta
e i Pisani del giudicato di Gallura; alla d’un certo spessore che veniva cotto in-
fine del secolo XIII fu riconosciuto fine al forno. La confezione era una
come possesso del giudice d’Arborea. procedura lunga e faticosa, usata so-
I Doria, però, non rinunciarono alle prattutto nei territori di montagna
loro pretese e poco prima della conqui- dove mancava il grano; il biscotto di
sta aragonese riuscirono a farlo pas- pane d’orzo cosı̀ ottenuto, col suo carat-
sare nelle loro mani. Scoppiata la ri- teristico gusto acidulo, era il cibo quo-
bellione del 1325, nel 1330 fu investito tidiano per le classi sociali più povere.
dalle truppe di Raimondo Cardona, ma Orzo Pianta erbacea annuale della fa-
la sua popolazione continuò a mo- miglia delle Graminacee (Hordeum
strarsi ostile nei confronti dei nuovi ve- vulgare L.). Molto simile al frumento, è
nuti sicché il suo territorio fu ripetuta- conosciuta fin dall’età della pietra e
mente devastato. Per tentare una paci- coltivata da Egizi, Greci e Romani. La
ficazione, nel 1339 fu concesso in feudo pianta è alta circa 1 m, più o meno ce-
a Giovanni d’Arborea; ma la sorte del- spitosa, con fusti (culmi) rigidi e sottili
l’infelice principe non gli risparmiò i e nodi distanziati. Ha foglie rade, li-
danni della guerra negli anni succes- neari, parallelinervie, ricadenti, di co-
sivi e la sua popolazione cominciò len- lore verde chiaro, ruvide su ambedue
tamente a diminuire. Dal 1366 fu occu- le pagine. Produce spighe allungate

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 19


Orzocco I

composte di spighette di un solo fiore fia moltissimo durante la cottura e que-


ognuna. Il frutto (cariosside) è chiuso sta caratteristica, unita alla notevole
da due protezioni membranacee, le quantità di fibre, lo rende saziante e
glumette; è di solito allungato e stretto, adatto alle diete ipocaloriche. In Sar-
più acuto a una delle estremità, di co- degna la produzione si aggira sui
lore giallo-ocraceo. La glumetta infe- 500 000 q annui ma è in continuo decre-
riore può terminare con una parte sot- mento. È ancora in uso, in molti paesi
tile e allungata, la resta. Le spighe con sardi, fare il pane d’o., riconosciuto tra
le reste si dicono aristate, quelle che i ‘‘prodotti tipici di qualità’’ dal Mini-
ne sono prive si dicono mutiche. I stero delle Politiche agricole e fore-
semi che formano la spiga di o. sono stali. Nomi sardi: órgiu (campidanese);
ordinati secondo file, che possono es- óriu (Sardegna centrale); órzu (logudo-
sere due (nell’o. distico), quattro (in rese). [TIZIANA SASSU]
quello tetrastico) o sei (nel tipo esa-
stico). È una delle piante coltivate che
ha maggiore diffusione per la sua am-
pia adattabilità alle condizioni clima-
tiche e la disponibilità di numerose va-
rietà. Il suo areale di diffusione si
estende dall’Africa del Nord al Cen-
tro-nord Europa, fino alle regioni cen-
trali del continente asiatico e della re-
gione andina. L’o. viene utilizzato nel-
l’alimentazione umana come cereale
da panificazione, nel settore indu-
striale (birra, caffè d’o. ecc.) e nell’ali-
mentazione del bestiame. È un cereale
precoce, resistente ai freddi invernali
e che completa il suo sviluppo prima
dei caldi estivi (alcune varietà hanno Orzo – Spighe.
un ciclo vegetativo di soli tre mesi); è
adatto quindi a climi e tipi di terreno Orzocco I Giudice d’Arborea (sec. XI).
diversi. Coltivato in tutte le regioni bo- Appartenente alla famiglia dei Lacon
reali (Europa, Russia, Canada, USA, Zori, trasferı̀ la capitale del suo piccolo
Africa settentrionale, Medio Oriente regno da Tharros, ormai in inarresta-
ed Estremo Oriente), specialmente bile decadenza, a Oristano. Nel 1073 fu
nelle località montane. Sopporta le destinatario della lettera che Gregorio
temperature elevate, anche fino a 38 VII inviò a tutti i giudici sardi perché si
ºC, purché l’umidità dell’aria non sia adoperassero per promuovere il pas-
eccessiva. Cresce bene nei terreni saggio al cattolicesimo romano del
dove l’umidità è scarsa ed è resistente clero dei loro rispettivi domini.
ai terreni salini. Dal punto di vista nu- Orzocco II Giudice d’Arborea (sec.
trizionale si distingue dagli altri ce- XII). Appartenente alla famiglia dei
reali per il notevole contenuto di fibre Lacon Zori, succedette a suo padre, il
e soprattutto di quelle solubili. In- giudice Torbeno, quando era ancora
sieme all’avena, è il cereale con il più giovane. Probabilmente per questo
basso indice glicemico, inoltre si gon- nella fase iniziale della sua proclama-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 20


Oschiri

zione le funzioni di giudice di fatto fu- Populonia; di fatto però egli continuò
rono svolte per un certo periodo da Co- la sua politica autonoma.
mita de Orrù. Osalla Territorio paludoso che si
Orzocco III Figlio del giudice Gonario stende lungo la costa orientale della
di Lacon Serra (sec. XII). Giovan Fran- Sardegna tra Dorgali e Orosei. La pa-
cesco Fara lo indica come giudice d’Ar- lude ha una grande importanza natura-
borea, ma con ogni probabilità questo listica perché vi nidificano alcune spe-
principe, dopo l’immatura morte di cie di uccelli rari tra cui l’airone cine-
suo fratello maggiore, il giudice Co- rino, il pollo sultano, la volpoca e altri.
stantino I, esercitò soltanto le funzioni Oschiri Comune della provincia di Ol-
di giudice di fatto durante la minore età bia-Tempio, compreso nella VI Comu-
del giovane giudice Comita III suo ni- nità montana, con 3699 abitanti (al
pote, continuando la politica filogeno- 2004), posto a 202 m sul livello del
vese avviata da suo fratello. mare a sud-est del lago Coghinas. Re-
gione storica: Montacuto. Diocesi di
Orzocco Torchitorio I Giudice di Ca-
Ozieri.
gliari (sec. XI). Sovrano di notevole
personalità, figlio di Mariano Salusio
I, si adoperò per avvicinare il clero del
suo territorio alla Chiesa di Roma e
per aprire il regno all’influsso della
cultura occidentale. Nel 1066 patro-
cinò lo stanziamento dei Benedettini
di Montecassino e quando Gregorio
VII divenne papa, sembrò il giudice
sardo in grado di assecondarne il dise-
gno politico. Nel 1073 il pontefice gli
inviò una lettera nella quale lo esor-
tava a far sı̀ che il clero del suo piccolo Oschiri – La chiesa di San Demetrio
stato si avvicinasse alla Chiesa di contornata dalle case del paese.
Roma. Il giudice, pur mostrandosi ligio
all’invito del papa, comprese forse la & TERRITORIO Il territorio comunale,
possibilità che dietro la lettera si ce- di forma grosso modo ovale con un’e-
lasse un disegno in base al quale egli spansione verso nord, si estende per
avrebbe dovuto sottomettersi anche 216,07 km2, comprendenti anche le fra-
politicamente a Roma: perciò operò zioni di Giagone, Pianas, Sa Muri-
con prudenza e mantenne le distanze ghessa e San Leonardo, e confina a
dal pontefice. Favorı̀ invece la pre- nord con Tempio e Berchidda, a est an-
senza dei mercanti pisani a Cagliari e cora con Berchidda, a sud con Bud-
condusse una politica di completa au- dusò e Pattada e a ovest con Ozieri e
tonomia, per cui a un certo punto Gre- Tula. Si tratta di un territorio di
gorio VII lo minacciò, unitamente agli aspetto vario, visto che comprende
altri giudici, di investire della Sarde- una parte di colline del Logudoro,
gna il duca Goffredo di Lorena. Il de- tratti pianeggianti intorno al paese, ol-
ciso atteggiamento del papa lo indusse, tre a quelli vallivi in corrispondenza
nel 1080, a dichiarasi formalmente sot- degli affluenti del Coghinas, nonché
tomesso al papa durante la visita in una buona porzione del lago e una
Sardegna del cardinale Guglielmo di parte delle pendici meridionali del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 21


Oschiri

Limbara. Il paese si trova lungo la sta- matrimoni 22. L’abitato è di bell’a-


tale 199 Ozieri-Olbia e a breve distanza spetto, le case semplici, ma pulite, e le
dalla ‘‘direttissima’’ Sassari-Olbia; al- strade selciate. Professioni. Sono appli-
tre strade secondarie lo collegano a cate all’agricoltura non meno di 450
Tempio a nord, a Pattada a sud; alla persone, alla pastorizia 220 tra pastori
periferia dell’abitato si trova la sta- e garzoni, alle arti meccaniche di ne-
zione lungo la ferrovia Chilivani-Olbia. cessità e di comodo circa 50. Tra’ fer-
& STORIA Il territorio è ricchissimo di rari sono adesso alcuni che fanno pure
testimonianze archeologiche a partire de’ lavori fini, e lo stesso deve dirsi dei
dal periodo prenuragico. In età ro- falegnami; cosı̀ poiché il prelodato
mana per la sua posizione strategica vi Bua mandò nelle città a impararvi mi-
fu costruito un castrum conosciuto gliori metodi alcuni giovani a sue
come Lugudonec che divenne un im- spese. Le donne si occupano della fila-
portante centro per proteggere il terri- tura e tessitura, e lavorano delle co-
torio dalle incursioni degli abitanti perte da letto che han pregio. Anche
delle zone interne. Da questo centro, su quest’oggetto si rivolse l’attenzione
nel Medioevo si sviluppò l’attuale vil- del Bua, ed è tutto suo merito se al pre-
laggio. Il suo abitato non coincideva sente si fa meglio che in addietro. Agri-
con quello dell’antica Lugudonec: pro- coltura. Lavorasi il terreno con buoi
babilmente si sviluppò grazie all’istitu- domiti 500 e più, e solitamente si semi-
zione della diocesi e fece parte del giu- nano starelli di frumento 1000, d’orzo
dicato di Torres, incluso nella curato- 400, di fave 60, di legumi 50. La se-
ria del Montacuto; dopo l’estinzione menza del lino, che si sparge, si com-
della dinastia giudicale il villaggio fu puta non meno di star. 100. La terra è
lungamente conteso tra Arborea, Doria fertilissima in molte regioni, e se le me-
e i Pisani che amministravano il giudi- teore sieno favorevoli fruttifica in
cato di Gallura. Conquistata la Sarde- modo che resta appagato il desio del
gna dagli Aragonesi, nel 1339 entrò a colono e compensata la sua fatica. La
far parte delle concessioni fatte da Pie- media della moltiplicazione nel frutto
tro IV a Giovanni d’Arborea; in seguito è al 10, nell’orzo è al 14, nelle fave all’8,
fu di fatto annesso al giudicato d’Arbo- nei legumi dal 6 al 16. Il lino produce
rea. Dopo la battaglia di Sanluri, ve- circa 10 mila libbre sarde. L’orticoltura
nuto meno nel 1409 il giudicato, O. en- è ampia anzi che no, e la vegetazione
trò a far parte del grande feudo con- dei generi è felice. I popponi, i ci-
cesso nel 1421 a Bernardo Centelles. triuoli, i cocomeri, cardi e cavoli ecc.
Nel corso dei secoli successivi dai Cen- non vengono altrove meglio, come pure
telles passò ai Borgia che si estinsero i pomidoro, che si mantengono vivi
nel 1740. Da questi ultimi passò ai Pi- fuor della propria stagione, e fruttiferi.
mentel e infine ai Tellez Giron cui fu Alla grandezza dei frutti è congiunto
riscattato nel 1838. Vittorio Angius ci un gusto assai piacevole. I pomi di
ha lasciato una vivace testimonianza: terra per le persuasioni del Bua e del
«Popolazione. Si annoverano attual- suo successore si cominciarono a colti-
mente in O. anime 2102, distinte in vare, e per la conosciuta utilità otten-
maggiori maschi 710, e minori maschi gono presentemente cure maggiori. Il
350, femmine 335, distribuite in fami- vigneto è posto in una regione distante
glie o case 455. I numeri del movimento dal paese non meno di un’ora. La vite
sono per media di nascite 65, morti 35, era negli altri tempi poco curata, e seb-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 22


Oschiri

bene la sua cultura sia andata poi sem- la omonima provincia cui da quel mo-
pre crescendo, non pertanto è vero che mento O. fu legato fino alla recente co-
il prodotto non è ancora alla suffi- stituzione della nuova circoscrizione
cienza, perché devesi ogni anno spen- gallurese.
dere per un supplemento e comprare & ECONOMIA Le attività di base della
gran quantità di mosto dai galluresi e sua economia sono l’agricoltura, in
dai sassaresi. Si spera che a pochi anni particolare la cerealicoltura, la frutti-
non si avrà più bisogno dell’altrui ven- coltura, l’olivicoltura; e l’allevamento
demmia, poiché molte vigne novelle del bestiame, in particolare di bovini e
promettono frutto abbondevole. Pasto- ovini, in misura minore di suini. Negli
rizia. Gli oschiresi se si possono ora an- ultimi decenni si sta sviluppando an-
numerare ai popoli agricoli hanno an- che l’attività industriale nel settore lat-
cora merito di essere computati tra’ tiero-caseario (produzione dei rino-
popoli che studiano alla pastorizia, e mati casizzolus), alimentare (paste ali-
si deve dire, che lo fanno con tanta in- mentari, panadas, torrone), della lavo-
telligenza, che non si possono mettere razione del legno, dei materiali per l’e-
secondi ad altri in Sardegna. Il che dilizia e dell’energia elettrica (im-
però non toglie, che quest’arte non sia pianto del Coghinas). Discretamente
molto lontana dal grado, in cui è nell’I- sviluppata la rete di distribuzione
talia settentrionale, e perché i metodi commerciale. Vi operano anche due al-
non sono molto lodevoli, e perché si berghi con 19 posti letto, due aziende
manca delle cognizioni necessarie per agrituristiche con 15 posti letto e una
assicurare la sanità del bestiame, e mi- organizzazione per il turismo equestre.
gliorarne la razza. Il territorio è abbon- Servizi. O. è collegato tramite autoli-
dante di pascoli, e sono molti luoghi, nee e ferrovia agli altri centri della
dove si potrebbero formare de’ prati, provincia. Dispone di Pro Loco, sta-
che produrrebbero copia di fieno. Chi zione dei Carabinieri, medico, guardia
sa in qual tempo si vorrà profittare di medica, farmacia, scuola dell’obbligo e
tante acque che scorrono per questi scuole secondarie superiori (Istituto
salti? Il Bua ha ben meritato anche in professionale), sportello bancario. Di-
rispetto alla pastorizia, ma non del spone di una Biblioteca comunale.
tutto era possibile a lui. E le riforme & DATI STATISTICI Al censimento del
non si possono far tutte in una volta 2001 la popolazione contava 3842 unità,
massime fra’ sardi, che sono molto re- di cui stranieri 6; maschi 1914; fem-
stii a cangiare le antiche pratiche. La mine 1928; famiglie 1320. La tendenza
quantità del bestiame che educasi da- complessiva rivelava una lieve dimi-
gli oschiresi, è rappresentata approssi- nuzione della popolazione, con morti
mativamente ne’ numeri seguenti. Be- per anno 33 e nati 33; cancellati dall’a-
stiame manso: Buoi 500, vacche man- nagrafe 33 e nuovi iscritti 25. Tra i prin-
nalite 100, cavalli 150, majali 200, giu- cipali indicatori economici: imponi-
menti 250. Bestiame rude: Vacche bile medio IRPEF 16 034 in migliaia di
4500, pecore 6000, capre 2500, porci lire; versamenti ICI 1064; aziende agri-
1500, cavalle 250». Nel 1821 O. fu com- cole 392; imprese commerciali 318;
preso nella provincia di Ozieri; abolite esercizi pubblici 29; esercizi all’in-
nel 1848 le province, entrò a far parte grosso 4; esercizi al dettaglio 80; ambu-
della divisione amministrativa di Sas- lanti 14. Tra gli indicatori sociali: occu-
sari fino al 1859, quando fu ricostituita pati 1214; disoccupati 122; inoccupati

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 23


Oschiri

196; laureati 50; diplomati 494; con li- mitero. Fu costruita probabilmente
cenza media 1188; con licenza elemen- dalle stesse maestranze che lavora-
tare 1267; analfabeti 112; automezzi rono alla chiesa di Nostra Signora di
circolanti 1361; abbonamenti TV 1361. Castro e terminata attorno al 1160. Era
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- annessa a un monastero di Benedettini
ritorio conserva quasi quaranta nura- oggi scomparso; presenta forme roma-
ghi, tra cui quelli Abba Salida, Baccas niche con conci di trachite rossastra,
Alvas, Bodde, Chilchinu, Cugadu, ha una navata e l’abside; la copertura
Cultu, Figu Ruiu, Fontana Ona, Giol- è a volta e la facciata è ingentilita da un
zia, Giuanna Orutta, Longu, Lugheria, portale architravato. Suggestiva è an-
Mandra, Mannu, Marinispa, Mastru che la chiesa di San Leonardo situata
Franziscu, Mazzone, Monte Uri, Mu- alle porte del villaggio alle falde del
gone, Pabizone, Pattarega, Pedredu, Limbara in posizione panoramica. Co-
Pittigone, Roccu, Ruju, S’Abba Salida, struita nel secolo XVI con l’impianto a
Sa Conchedda, Sa Roccu, S’Arroccu, una navata, fu successivamente am-
Sas Concas, Sinnadolzos, Spinalva, pliata; attualmente ha due navate
Stazzo Su Nuraghe, Su Casteddu, Su scandite da archi a sesto acuto, la co-
Catalanu, Ulia. Alcuni di questi furono pertura è in legno. La facciata è arric-
poi riutilizzati in epoca romana. chita dal campanile a vela e da una fi-
nestrella; sopra il portale d’ingresso
architravato si trova un’iscrizione par-
zialmente leggibile. Infine la chiesa di
San Pietro, costruita nell’Alto Medio-
evo, che nel corso dei secoli successivi
ha subı̀to numerose modificazioni. Ha
un impianto a un’unica navata rettan-
golare, la copertura è in legno a ca-
priate. La facciata è arricchita da un
rosone e da un portale architravato.
Nei dintorni del paese sono alcuni in-
Oschiri – Facciata della chiesa di signi monumenti. A poca distanza dal-
San Demetrio. l’abitato è la chiesa di Santo Stefano
costruita nel secolo XVI. L’edificio
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE sorse probabilmente sulle rovine di un
E AMBIENTALE Il paese ha conservato precedente impianto tardobizantino;
il suo impianto urbanistico originario: ha un’unica navata e la copertura in le-
nel centro storico lungo le sue strade si gno; è stata restaurata di recente. Ma il
affacciano numerose case del tipo a pa- più importante dei siti che sorgono
lattu, alcune delle quali di una certa nelle campagne di O. è la chiesa di No-
eleganza. La costruzione più impo- stra Signora di Castro che fu la sede
nente è la chiesa parrocchiale dell’Im- della soppressa diocesi omonima; l’e-
macolata edificata nel secolo XIX in dificio in trachite rosa fu costruito nel
forme classiche con un impianto a tre secolo XII in forme romaniche di deri-
navate. La costruzione più interes- vazione lombarda. L’interno ha una
sante è però la chiesa di San Demetrio, sola navata chiusa da abside e coperta
su un’altura che domina l’abitato, at- con capriate in legno. La facciata è in-
tualmente compresa nel recinto del ci- gentilita da un campanile a vela. Sul

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 24


Oschiri

lato sinistro è poggiato un elegante por- colare. La facciata si conclude con un


tico a quattro arcate risalente al secolo grande campanile a vela. Infine la
XVIII. All’interno conserva una statua chiesa di San Giorgio, posta in località
settecentesca della Madonna che nella Balanotti nelle vicinanze dell’abitato;
prima domenica dopo Pasqua viene fu costruita in epoca bizantina e con-
trasferita alla chiesa parrocchiale di cessa nel Medioevo ai Benedettini,
O., dove si celebra un novenario, e poi che vi costruirono un monastero. Nel
riaccompagnato da una moltitudine di corso dei secoli successivi ha subı̀to di-
fedeli la settimana successiva. A poca verse modifiche, è stata abbandonata e
distanza sorge quel che resta del ca- attualmente è completamente rovi-
stello di Castro: la fortezza fu costruita nata. Rimane ancora la facciata in tra-
in periodo bizantino su un’altura a chite rossa, sulla quale si apre un por-
poca distanza dall’abitato di Oschiri vi- tale del secolo XVII.
cino alla chiesa di Nostra Signora di
Castro, nel sito dove in periodo romano
era sorta la statio di Luguido e in buona
posizione strategica per controllare i
traffici commerciali tra Montacuto e
Gallura. Nel Medioevo divenne un
avamposto di confine tra il giudicato
di Torres e quello di Gallura e dopo l’e-
stinzione della famiglia dei giudici di
Torres il suo possesso fu lungamente
conteso tra i Doria, gli Arborea e il giu-
dicato di Gallura. Alla fine del secolo
XIII passò nelle mani del giudice d’Ar-
borea che riuscı̀ a conservarne il pos-
sesso anche dopo la conquista arago-
nese. Per tutto il restante secolo XIV
soffrı̀ per le continue guerre tra Doria
e Aragona prima e per quelle tra Ara-
gona e Arborea in seguito. Dopo la ca-
Oschiri – Chiesa di Nostra Signora di Castro.
duta del giudicato d’Arborea, nel corso
del secolo XV la fortezza, persa la sua
funzione, decadde e rovinò. Attual- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
mente è possibile individuare signifi- festa religiosa di maggiore richiamo,
cativi resti della cinta muraria e di anche perché rievoca i fasti dell’antica
qualche torre; una fotografia aerea ha diocesi soppressa, è quella in onore di
consentito di ricostruire i termini di Nostra Signora di Castro che si svolge
quella che dovette essere un’impo- presso la omonima chiesa nella prima
nente fortificazione. Altra chiesa posta domenica dopo Pasqua e richiama
a qualche chilometro dall’abitato è No- moltissime persone da tutto il Monta-
stra Signora di Otti che sorge vicino cuto. Nell’ultima settimana di agosto,
alla ferrovia per Olbia; fu costruita nel da qualche anno a questa parte, si
secolo XII in forme romaniche. Di pic- svolge la sagra della panada (= Pa-
cole dimensioni, ha l’impianto a una nada), tipico prodotto della gastrono-
navata completata dall’abside semicir- mia locale.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 25


Osidda

Osidda Comune della provincia di dei secoli successivi dai Centelles


Nuoro, compreso nella X Comunità passò ai Borgia, che si estinsero nel
montana, con 280 abitanti (al 2004), po- 1740. Da questi ultimi passò ai Pimen-
sto a 650 m sul livello del mare nei tel e infine ai Tellez Giron cui fu riscat-
pressi dell’alta valle del Tirso. Regione tato nel 1838. Vittorio Angius ci ha la-
storica: Montacuto. Diocesi di Ozieri. sciato queste notizie: «Popolazione. Gli
& TERRITORIO Il territorio comunale, abitanti di O. si computano capi 428,
di forma grosso modo ovale, si estende distinti in maggiori d’anni 20, maschi
per 25,78 km2 e confina a nord con Bud- 145, femmine 137, minori, maschi 86,
dusò, a est con Bitti, a sud con Nule e a femmine 90, in 106 famiglie. I numeri
ovest con Pattada. Si tratta della parte medi del movimento sono di nascite 15,
nord-occidentale dell’altipiano di Bitti morti 6, matrimoni 2. La professione
che qui termina per lasciare spazio più comune è quella dei pastori, nella
alla profonda vallata del Tirso, dalla quale tra principali e garzoni si nume-
quale deriva in parte l’isolamento di rano circa 90 persone. All’agricoltura
cui il paese soffre. Le comunicazioni sono applicati uomini 70 tra grandi e
sono assicurate da una strada seconda- piccoli, a’ vari mestieri non più di 12.
ria che, dopo essersi distaccata dalla Le donne vengono in ajuto ai coloni e
statale 128 bis nel tratto tra Bultei e attendono alla coltura di alcune specie
Pattada, scende appunto ad attraver- ortensi per l’uopo della famiglia, rac-
sare la valle, raggiunge O. e prosegue colgono la frutta, e fanno olio dal lenti-
poi per Bitti. sco. Le altre, e queste stesse, quando
& STORIA Il suo territorio è ricco di vacano siffatte occupazioni filano e
reperti nuragici e prenuragici e un’an- tessono per il bisogno particolare e
tica tradizione lo indica come la sede per averne lucro vendendo i tessuti
della antica città di Ogrille, di origine nelle fiere. Alla scuola primaria non
greca, che sarebbe stata rivale di Olbia. concorrono più di 12 fanciulli. Le case
In realtà l’attuale abitato è di origine occupano piccolo spazio, perché man-
medioevale, apparteneva al giudicato cano di cortili. La pulizia è un po’ ne-
di Torres ed era compreso nella cura- gletta. Agricoltura. La superficie che
toria del Montacuto. Dopo l’estinzione nell’osiddese si coltiva non è maggiore
della dinastia giudicale il abitato fu di starelli 940, de’ quali 100 piantati di
lungamente conteso tra Arborea, Doria vigne e fruttiferi, o coltivate a specie
e i Pisani che amministravano il giudi- ortensi, 840 per l’alternativa della se-
cato di Gallura. Alla fine del secolo minagione. Si seminano ordinaria-
XIII era occupato da truppe del giu- mente starelli di grano 110, d’orzo 235,
dice d’Arborea; conquistata la Sarde- di fave, legumi e lino complessiva-
gna dagli Aragonesi, nel 1339 entrò a mente 55. La fruttificazione del fru-
far parte delle concessioni fatte da Pie- mento è ordinariamente al 12, quella
tro IV a Giovanni d’Arborea nella spe- dell’orzo raramente maggiore. È un
ranza che il principe riuscisse a pacifi- falso pregiudizio che questo territorio
care le irrequiete popolazioni che vi sia più atto all’orzo che al frumento,
risiedevano. In seguito fu di fatto an- come essi dicono per spiegare la minor
nesso al giudicato d’Arborea e dopo la seminagione della prima specie; e il
battaglia di Sanluri, nel 1409, O. entrò a prodotto avrebbe dovuto dissuaderli.
far parte del grande feudo concesso nel Pastorizia. I salti osiddesi sono molto
1421 a Bernardo Centelles. Nel corso feraci di pascolo, e questo non scarseg-

20

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 26


Osidda

gia se non per continua siccità, o per & DATI STATISTICI Al censimento del
l’ingombro delle nevi. Nel bestiame 2001 la popolazione contava 271 unità,
manso si enumerano buoi per l’agricol- di cui stranieri 9; maschi 128; femmine
tura e per il trasporto 80, vacche dome- 143; famiglie 121. La tendenza com-
stiche 10, cavalli 60, giumenti 50, ma- plessiva rivelava una diminuzione
jali 40. Nel bestiame rude si compu- della popolazione, con morti per anno
tano vacche 1600, capre 1500, porci 3 e nati 1; cancellati dall’anagrafe 5 e
1700, pecore 3500, cavalle 60. Il formag- nuovi iscritti 4. Tra principali indica-
gio è di gran bontà, e sono assai vantate tori economici: imponibile medio IR-
le pere, come dicono, di vacca, dalla PEF 13 496 in migliaia di lire; versa-
forma che si dà al cacio compresso in menti ICI 119; aziende agricole 44; im-
una vessica. I formaggi bianchi sala- prese commerciali 9; esercizi al detta-
mojati sono per il commercio estero, e glio 2. Tra gli indicatori sociali: occu-
si vendono in Orosei per il regno di Na- pati 75; disoccupati 11; inoccupati 18;
poli. La cultura delle api è negletta, e laureati 3; diplomati 34; con licenza
appena si potrebbero numerare 350 media 72; con licenza elementare 124;
bugni. Si fa anche il miele amaro». Nel analfabeti 4; automezzi circolanti 95;
1821 O. fu compreso nella provincia di abbonamenti TV 71.
Nuoro; abolite nel 1848 le province, en- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Ricco
trò a far parte della omonima divisione il patrimonio archeologico delle cam-
amministrativa fino al 1859, quando le pagne che circondano l’abitato: con-
province furono ricostituite; da quel serva testimonianze a partire dal pe-
momento O. fu legato alla provincia di riodo prenuragico, la più interessante
Sassari fino al 1927 quando, definitiva- delle quali è il menhir di San Paolo, di
mente ricostituita la provincia di proporzioni gigantesche, situato a
Nuoro, entrò a farne parte. nord della collina di San Paolo a qual-
& ECONOMIA Le attività di base della che chilometro dall’abitato; è detto Sa
sua economia sono l’agricoltura, in perda longa de Santu Paulu e ha un’al-
particolare la cerealicoltura e la viti- tezza di quasi 10 m; poco lontano sor-
coltura; l’allevamento del bestiame in gono alcuni altri menhir di forma co-
particolare bovini e ovini. Negli ultimi nica e giace una grande lastra di pietra
decenni si sta sviluppando anche una che fa pensare a un altare. Riferibili al
modestissima attività industriale periodo nuragico sono numerosi nura-
esclusivamente nell’edilizia. È infine ghi tra i quali quelli di Arainidde,
poco sviluppata la rete di distribuzione Bidde, Cherunele, Curtu, Frazuighe,
commerciale. Vi operano anche un al- Iscobalzu, Merula, Nidu de Su Colvu,
bergo del tipo detto ‘‘diffuso’’ e due Nuratolu, Orrolo, Passialzu, Piradolta,
aziende agrituristiche con 20 posti Santa Maria, Santu Paulu, Sa Rai-
letto a sostegno del nascente turismo. ghina, Selis, Usansi; di questi molto
Artigianato. Rinomato e di antica tra- ben conservato è quello di Usansi che
dizione è l’artigianato dei tappeti che sorge in prossimità dell’abitato. Ma il
vengono tessuti nelle case. Servizi. O. è sito nuragico più interessante è il vil-
collegato da autolinee agli altri centri laggio nuragico di Santu Elisei dove
della provincia. È dotato di stazione nel 1935 fu rinvenuto un ripostiglio
dei Carabinieri, scuola dell’obbligo, con alcuni bronzetti tra i quali un sin-
sportello bancario. Possiede una Bi- golare toro androcefalo (ossia con volto
blioteca comunale. umano) di grande bellezza.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 27


Osilo

& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- Sassari. Regione storica: Osilo. Archi-


RALE Il paesino ha conservato il suo diocesi di Sassari.
impianto originario nel centro storico, & TERRITORIO Il territorio comunale,
lungo le cui strade si affacciano le clas- di forma allungata da nord a sud, si
siche case a più piani senza intonaco. estende per 98,19 km2, comprendenti
La costruzione più interessante è la le frazioni di Santa Vittoria e San Lo-
chiesa dell’Angelo, costruita al centro renzo, e confina a nord con Castelsardo
del paese, di impianto molto antico e e Tergu, a est con Nulvi, a sud con Ploa-
più volte rimaneggiata nel corso dei se- ghe, Codrongianos, Cargeghe e Muros e
coli. A poca distanza è il Palazzo Delogu a ovest con Sassari, Sennori e Sorso. Si
la cui costruzione fu iniziata nel Sette- tratta di una regione di colline calca-
cento e conclusa agli inizi dell’Otto- ree che si stendono tra Sassarese e An-
cento; la sua mole è ingentilita da glona e si spingono sino alla costa. La
un’altana di grande eleganza. parte settentrionale del territorio è at-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il
traversata dal fiume Silis, il maggiore
momento di maggiore richiamo alle di questa parte dell’isola, che va a get-
antiche tradizioni del villaggio è la fe- tarsi nel golfo dell’Asinara. Un corso
sta dell’Angelo, patrono del paese, che d’acqua minore teneva in vita sino a
si svolge il 27 agosto; si tratta di una qualche anno fa numerosi mulini nella
festa antichissima che una radicata vicina valle di San Lorenzo. Il paese è
tradizione vuole riferita a un angelo, attraversato dalla tortuosa statale 127
protettore dei contadini guerrieri che Sassari-Tempio, cui si sta affiancando
abitavano il paese in periodo bizantino un nuovo tracciato destinato a rom-
e concorrevano a formare l’exercitus pere l’isolamento dell’Anglona; dal
Sardiniae. paese ha origine la deviazione che, toc-
cando le due frazioni di Santa Vittoria
e San Lorenzo, si collega a Sennori e
alla strada per Castelsardo. Il paese di-
spone anche di una stazione lungo la
linea ferroviaria a scartamento ridotto
Sassari-Tempio.
& STORIA Il territorio è ricco di testi-
monianze del periodo prenuragico e di
nuraghi ma l’abitato attuale è di ori-
gine medioevale. Si sviluppò a partire
dal secolo XI attorno al castello che i
Malaspina avevano fatto costruire in
vetta al Tufudesu. Era compreso nei
territori di cui i Malaspina, con il ma-
trimonio di Corrado, erano entrati in
possesso alla fine del secolo XII nel
Osilo – Veduta del centro abitato. giudicato di Torres. Faceva parte della
curatoria di Montes. Subito dopo la
Osilo Comune della provincia di Sas- conquista aragonese, quando nel 1325
sari, sede della I Comunità montana, i Malaspina aderirono all’insurrezione
con 3452 abitanti (al 2004), posto a 615 dei Doria, divenne la base dalla quale
m sul livello del mare 15 km a est di insidiarono apertamente i conquista-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 28


Osilo

tori con una continua guerriglia. Nel cole, quelle che curano il bestiame
1330 fu attaccato dalle truppe di Rai- sommeranno a 220, e quelle che fan
mondo Cardona e pur subendo danni qualche mestiere a 200, orefici, ferrari,
continuò a rimanere in loro possesso falegnami, bottai, scarpari, sarti, mu-
fino al 1353, quando fu definitivamente ratori ecc. In altro tempo si fabbrica-
confiscato. Entrato in possesso di O., il vano delle stoviglie con la terra che tro-
re d’Aragona fece stanziare nel ca- vasi in Monterargiu, collina che sorge
stello un grosso contingente di truppe tra O. e S. Vittoria, e in siffatta manifat-
ma, scoppiata la prima guerra tra Ara- tura impiegavansi alcune donne; poi si
gona e Arborea, fu nuovamente attac- è cessato perché era un’arte assai di-
cato e subı̀ gravi danni. Scoppiata poi spregiata, e chi la praticava doveva
in seguito la seconda guerra, O. fu oc- soggiacere a motteggi frequentissimi.
cupato dalle truppe giudicali che ten- Fa meraviglia vedere come tra uomini
nero villaggio e castello fino al 1409. che hanno assai di ragione possano
Chiusasi nel 1420 la parentesi del vi- sussistere certe opinioni sciocche.
sconte di Narbona, il villaggio fu in- Questa è da mettere a paro con quella
cluso nel grande feudo donato dal re a che rammentai sopra le levatrici, l’uf-
Bernardo Centelles. Nel 1438 il figlio ficio delle quali in tanti paesi delle
Francesco Gilaberto lo cedette a suo province settentrionali tienesi a vile;
cognato Angelo Cano in conto della e sopra i becchini, che son riguardati
dote di una sua sorella; nel 1447 il ter- niente meglio che il boja o altra per-
ritorio però tornò in possesso dei Cen- sona vicinissima. Aggiungasi che i di-
telles. Nel corso del secolo XVI ne fe- scendenti delle persone che fecero
cero il capoluogo del distretto del Mon- quell’arte sono per causa delle mede-
tes e vi fecero risiedere un official che sime riputati ignobili, e quasi notati di
dipendeva dal regidor che risiedeva a certa infamia. Alle professioni aggiun-
Sassari. Estinti i Centelles, nei secoli geremo i notai. Sono in O. non meno di
successivi O. passò ai Borgia, agli Zu- 900 telai, tra’ quali almeno 500 in conti-
ñiga, ai Pimentel che portarono anche nua attività per la tessitura del lino e
il titolo di conti di O. e infine ai Tellez della lana. Queste manifatture si ven-
Giron ai quali fu riscattato nel 1838. dono in Sassari e ne’ prossimi diparti-
Vittorio Angius ci ha lasciato una pre- menti. Alcuni di quei tanti telai sono di
ziosa testimonianza che in parte ripor- forme migliori e di uso più vantag-
tiamo: «Popolazione. In questa terra e gioso; ma l’utilità evidente non ha an-
in S. Vittoria che è considerata come cora persuaso le altre donne a lasciare
una frazione d’Osilo si annoverano l’antica macchina; il che è un’altra
anime 5035, distinte in maggiori di stravaganza che non si può intendere.
anni 20 maschi 865, femmine 874, e in Agricoltura. Il territorio osilese è quasi
minori maschi 1645, femmine 1699: i tutto, dov’è coltivabile, lavorato o con
quali capi sono spartiti in famiglie 990, l’aratro o con la zappa, senza che i co-
delle quali 805 abitanti nel borgo di loni siano mai vinti dalle difficoltà che
Osilo, 185 nella villa di s. Vittoria. I nu- spesso presenta il luogo e la natura del
meri del movimento della popolazione suolo, né stancati dalla lunghezza della
sono in media i seguenti, nascite 180, via. Essi vanno fino all’estremità del
morti 135, matrimoni 34. Professioni. territorio per seminare un piccol
Le persone applicate all’agricoltura tratto, il quale credono possa produrre
non sono meno di 700 tra grandi e pic- tanto frutto che compensi le loro fati-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 29


Osilo

che, e oprano or sulla cima ventosa dei dono cavalle 150, capre 350, vacche
monti, or nelle umide valli ed ora nelle 7000, pecore 10 000, porci 3000. I pa-
pendici, fino in quelle dove per la loro stori come per lo passato continuano a
ertezza pare debbasi rampicare. I gio- litigare con i coloni, e se impunemente
ghi impiegati nell’agricoltura sono set- possono danneggiarli nei loro lavori lo
tecento cinquanta, e seminandosi con fanno; altrimenti si guardan bene, per-
ciascuno non meno di starelli dieci di ché il ceto agricolo è più potente per il
grano, sei d’orzo, uno di fave, uno di numero. Lodasi il butirro che manipo-
legumi e un altro di lino si può determi- lano, non cosı̀ il formaggio, perché lo
nare che la complessiva seminagione sgrassano troppo. In O. non si ha alcuna
del grano è di starelli 7500, dell’orzo concia, e però tutti i cuoi e le pelli si
4500, delle fave 750, altrettanto dei le- vendono in Sassari». Nel 1821 O. fu in-
gumi, granone ecc., e la stessa quantità cluso nella provincia di Sassari e
di lino. Bisogna però dire che queste quando nel 1848 le province furono
somme non sono veramente tutta la abolite, entrò a far parte della omo-
quantità seminata, ad aver la quale nima divisione amministrativa fino al
deve esser considerata la seminagione 1859 quando fu ripristinata la provin-
dei narboni (i novali), che si fa qua e là cia.
ne’ salti. La fruttificazione è varia se- & ECONOMIA Le attività di base della
condo la qualità de’ siti, posto che nel sua economia sono l’agricoltura, in
rimanente le circostanze sieno favore- particolare la cerealicoltura, l’orticol-
voli. In certe regioni si ha un prodotto tura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e
abbondantissimo come nelle contrade l’allevamento del bestiame, in partico-
più granifere, in altre più scarso; ma da lare di ovini e bovini, in misura minore
queste e da quelle si raccoglie tanto suini. Negli ultimi decenni si sta svi-
che basta alla sussistenza delle fami- luppando anche l’attività industriale
glie, e una notevolissima somma di so- nel settore dell’alimentazione, della
pravanzo che vendesi in Sassari. Pasto- meccanica, dei materiali per l’edilizia.
rizia. Comecché l’agricoltura siasi È sufficientemente organizzata la rete
tanto estesa, non per questo la pastori- di distribuzione commerciale. Vi ope-
zia si fe’ molto minore di quanto era in rano anche un’azienda agrituristica e
altri tempi, e numerosi branchi pasco- un’organizzazione per il turismo eque-
lano nelle terre aperte, e si impin- stre. Artigianato. Di antica tradizione
guano nelle pasture riservate alle tan- l’artigianato del tappeto, l’attività di ri-
che. Le diverse specie trovano copioso camo e la lavorazione dei gioielli. Ser-
alimento, fuori il caso frequente di vizi. O. è collegato mediante autolinee
qualche siccità, e l’altro raro di grandi e ferrovia complementare agli altri
nevate. Nel bestiame manso si compu- centri della provincia. Dispone di Pro
tano, oltre gli indicati buoi e tori del Loco, stazione dei Carabinieri, me-
servigio agrario e del trasporto, vacche dico, guardia medica, farmacia, scuola
mannalite o manse 80, cavalli e cavalle dell’obbligo, sportello bancario. Pos-
100, majali 200, asini nessuno, come siede una Biblioteca comunale.
porta il proverbio riferito. La ragione & DATI STATISTICI Al censimento del
però del difetto si è che gli osilesi 2001 la popolazione contava 3589 unità,
hanno gran numero di molini idraulici, di cui stranieri 2; maschi 1740; fem-
principalmente nella valle di S. Lo- mine 1849; famiglie 1370. La tendenza
renzo. Nel bestiame rude si compren- complessiva rivelava una diminuzione

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 30


Osilo

della popolazione, con morti per anno culmine sta il castello dei Malaspina,
50 e nati 40; cancellati dall’anagrafe 74 fortezza fatta costruire da quei signori
e nuovi iscritti 24. Tra i principali indi- nel secolo XIII alla quale si accede dal
catori economici: depositi bancari 38 centro storico attraverso contorte stra-
in miliardi di lire; imponibile medio dine e scalinate; di forma rettangolare,
IRPEF 12 902 in migliaia di lire; versa- conserva ancora le rovine del mastio
menti ICI 1584; aziende agricole 398; circolare, una torre quadrata, la cinta
imprese commerciali 156; esercizi muraria e all’interno i resti dei locali
pubblici 22; esercizi all’ingrosso 5; che servivano alla guarnigione. Dopo il
esercizi al dettaglio 64. Tra gli indica- 1353 passò agli Aragonesi che però,
tori sociali: occupati 1184; disoccupati scoppiata la seconda guerra tra Ma-
114; inoccupati 194; laureati 54; diplo- riano IV e Pietro IV, nel 1370 dovettero
mati 387; con licenza media 1035; con cederlo alle truppe giudicali. Dopo la
licenza elementare 1408; analfabeti 96; fine della guerra e la rinuncia del vi-
automezzi circolanti 1559; abbona- sconte di Narbona ai propri diritti,
menti TV 1034. passò definitivamente in mani arago-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- nesi. Nel corso dei secoli successivi
ritorio è ricco di monumenti archeolo- andò in rovina e solo recentemente è
gicamente interessanti, a partire dal stato possibile salvare con un restauro
periodo prenuragico cui sono ricondu- una parte delle sue strutture. Cuore
cibili le domus de janas di Ittiari, com- del centro storico è la chiesa dell’Im-
plesso situato a qualche chilometro macolata, parrocchiale costruita nel
dall’abitato nella località omonima. I secolo XVIII e successivamente re-
sepolcri sono numerosi e sono scavati staurata. Ha un impianto a tre navate
nella roccia, alcuni risalgono al tardo scandite da archi a tutto sesto e com-
Neolitico e vennero utilizzati successi- pletata da alcune cappelle laterali e
vamente nel periodo della cultura di dal presbiterio più alto rispetto al-
Bonnanaro, quando ne furono scavati l’aula; la copertura è a volte a botte. La
degli altri. Hanno la facciata ornata da facciata è stata completamente rifatta
elementi architettonici, all’interno al- nel 1907 in forme romaniche. All’in-
cuni hanno pianta circolare o ellittica, terno conserva un fonte battesimale in
altri rettangolare. Il sepolcro III è pre- legno intagliato e un magnifico coro li-
ceduto da una piazzola semicircolare gneo intagliato da artigiani locali; dal
che ricorda le Tombe di giganti. Le presbiterio si passa alla sacrestia, ric-
campagne conservano anche nume- camente arredata con mobili del se-
rosi nuraghi tra cui quelli di Badu colo XVIII e con quadri dello stesso pe-
Canu, Badu Samude, Baiolu, Baru- riodo. La parrocchia era sede della
nalzu, Calvarida, Cantarucheddu, Cau- Collegiata di cui rimangono interes-
des, Cobeltu, Conca Omine, Nieddosu, santi notizie nel ricco Archivio parroc-
Pala Martine, Pedra Ladas, S’Anzonile, chiale. A poca distanza sorge il Rosa-
Sa Pala de su Cossu, Sa Pattada, Serra rio, chiesa costruita nel Settecento in
de Ghigulas, Tomarittu. forme baroccheggianti. Ha l’impianto
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- a una navata completata dall’abside e
RALE Il villaggio nel centro storico ha da alcune cappelle laterali; la coper-
conservato i caratteri del borgo medio- tura è a volte a botte. La facciata è sor-
evale con strade strette sulle quali si retta da un elegante portico poggiato
affacciano pretenziosi palazzotti. Al su colonne, nello stesso stile del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 31


Osilo

Duomo di Sassari. All’interno con- zione da cui si può spaziare su mezza


serva alcune statue lignee dei secoli Sardegna. Ha un’unica navata comple-
XVII e XVIII e numerosi dipinti dello tata da un’abside; nell’Ottocento il La-
stesso periodo. Alla periferia del paese marmora la utilizzò come punto di rile-
sorge la chiesa di Babbu Eternu, co- vazione trigonometrico; durante la se-
struita nel secolo XVII; è dedicata allo conda guerra mondiale fu utilizzata
Spirito Santo, ha una sola navata scan- come osservatorio militare. La chiesa
dita in tre campate e all’esterno è sor- di San Biagio, costruita nel Medioevo
retta da imponenti contrafforti. Ora- nelle campagne del paese, era proba-
mai in rovina, meriterebbe un re- bilmente la parrocchia del villaggio
stauro. Le campagne sono poi ricche scomparso di Filisquentino (=); nel
di numerose e significative chiese tra corso dei secoli, dopo l’abbandono del
cui quella di Santa Maria de Iscalas. villaggio, andò in rovina; attualmente
L’edificio, attualmente in rovina e av- rimangono alcuni ruderi su un colle
volto da una folta vegetazione che gli isolato.
conferisce un aspetto romantico, sorge & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI
in località Scalaccas. Eretto nel secolo Splendido testimone delle antiche tra-
XII dai monaci di Montecassino in dizioni del passato è il costume. Le
forme romaniche, dipendeva da Santa donne indossavano abbigliamenti dif-
Maria di Tergu e aveva una sola navata ferenti a seconda delle circostanze.
absidata coperta da una volta lignea a Quello feriale era costituito da una ca-
capriate. Nel Seicento subı̀ un radicale micia di cotone con ricami semplici e
restauro e l’antica copertura in legno dalla gonna (sa faldetta) semplice di
fu sostituita con volte a botte. In una panno nero. Le vedove indossavano la
vallata a nord-ovest dell’abitato sorge gonna plissettata e il corpetto di lana
la chiesa di San Giovanni, che nel Me- nera, il capo era adorno di un velo
dioevo era dedicata a Santa Barbara e bianco di tulle che circondava il viso,
secondo una tradizione non documen- sopra il velo indossavano sa capitta
tata sarebbe stata la parrocchia di un nera oppure una seconda gonna plis-
villaggio medioevale poi scomparso. settata nera. Il costume della sposa
Fu rifatta nel secolo XVII e assunse era costituito da una camicia di cotone
l’attuale denominazione; ha un’unica bianco (su entone) col collo chiuso e ric-
navata scandita in tre campate, sor- camente ricamata; e dalla gonna (sa
rette da arcate a sesto acuto. Secondo unnedda) di velluto rosso arricchita da
una leggenda vi sarebbero sepolti i una balza di raso bianco ricamata con
corpi di due santi, che la farebbero motivi a fiori di vario colore e decorata
stare miracolosamente in piedi nono- di pizzi. Sopra la camicia si indossa-
stante l’incuria degli uomini. Sul colle vano la giacca (su gruppittu) in velluto
omonimo a poca distanza dall’abitato rosso, molto attillata, chiusa sul da-
sorge la chiesa di Sant’Antonio, co- vanti e con le maniche arricchite da
struita nel secolo XVII; ha una navata dodici bottoni d’argento pendenti (sa
unica e all’esterno è piacevolmente buttonera); e il busto (s’imbustu) di
movimentata da contrafforti e da una raso bianco ricamato con filo d’oro, ir-
piccola loggia ad archi. Infine la chiesa rigidito da stecche e chiuso sul davanti
di Nostra Signora di Bonaria, costruita con nastri di raso. L’abbigliamento era
nel secolo XVII sul colle omonimo a completato da un velo di tulle bianco
767 m sul livello del mare, in una posi- che copriva il capo e parte del petto,

26

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 32


Osini

su cui veniva indossato un manto di sante meridionale. O. comunica attra-


velluto rosso a forma di semiluna, ar- verso una tortuosa strada secondaria
ricchito da una grande cornice di raso che, toccando anche Ulassai e Jerzu,
bianco a fiori variopinti e bordato di un collega la statale 198, che procede sulle
nastro arricciato (sa capitta). L’abbi- pendici meridionali del Gennargentu,
gliamento tradizionale dell’uomo era con la 125 Orientale sarda che segue la
costituito dalla camicia (su entone) di linea di costa.
tela bianca ricamata chiusa al collo e & STORIA Il territorio conserva parec-
ai polsini da bottoncini rivestiti di filo chie testimonianze di età nuragica ma
bianco; e dai calzoni (sos calzones) l’abitato attuale è di probabile origine
bianchi di tela grezza. Sopra la camicia medioevale. Apparteneva al giudicato
si indossavano il gilet (su cossu) di di Cagliari ed era compreso nella cura-
panno nero a doppio petto con bottoni toria di Ogliastra. Il nucleo più antico
neri disposti a V; e la giacca di orbace era sorto in zona alpestre affacciata
nero (su cappottinu) con cappuccio. So- sulla valle del Pardu tra tacchi calcarei
pra i calzoni si indossavano il gonnel- di grande imponenza. Dopo la caduta
lino (su gonnellinu) di panno nero e le del giudicato, nella divisione del 1257
ghette (sas calzas) dello stesso tessuto. O. fu incluso nei territori annessi al
Completava l’abbigliamento la berritta giudicato di Gallura e dopo l’estin-
di panno di lana nero. Numerose sono zione della dinastia dei Visconti fu am-
le feste che richiamano le antiche tra- ministrato direttamente dal Comune
dizioni del villaggio. Tra queste, a mag- di Pisa. Dopo la conquista aragonese
gio si tiene quella di Santa Vittoria che fu incluso nei territori concessi in
culmina con una spettacolare proces- feudo a Berengario Carroz e nel 1363
sione. Ad agosto si svolgono poi le feste entrò a far parte della contea di Quirra.
della Madonna degli Angeli nella Durante le guerre tra Aragona e Arbo-
prima domenica, di San Lorenzo il 10 e
rea fu occupato dalle truppe giudicali
il giorno dopo quella di Sant’Antonio
che lo tennero fino al 1409. Tornato in
da Padova che culmina nel giorno suc-
possesso dei Bertran Carroz eredi dei
cessivo con la corsa all’anello, uno
Carroz, alla loro estinzione passò ai
spettacolare palio equestre che si
Centelles, ai Borgia, ai Català e infine
svolge nella parte bassa del paese.
agli Osorio, cui fu riscattato nel 1838.
Osini Comune della provincia dell’O- Vittorio Angius ci ha lasciato un’im-
gliastra, compreso nell’XI Comunità portante testimonianza che in parte ri-
montana, con 914 abitanti (al 2004), po- portiamo: «Popolazione. Sono in O.
sto a 645 m sul livello del mare pochi anime 760 distinte in maggiori di anni
chilometri a nord-ovest di Jerzu. Re- 20 maschi 220, femmine 225, minori
gione storica: Ogliastra meridionale. maschi 165, femmine 170, in famiglie
Diocesi di Lanusei. 160. In numero medio nascono 25,
& TERRITORIO Il territorio comunale, muoiono 14, e si celebrano 4 matri-
di forma grosso modo triangolare, si moni. La vita chiudesi ordinariamente
estende per 39,68 km2 e confina a nord tra gli anni 50 e 60; tuttavolta da quelli
e a est con Gairo, a sud con Ulassai e a che si preservano contro le cause mor-
ovest con Ussassai. Si tratta di una bose e da quelli che sono temperati for-
parte impervia dell’Ogliastra, caratte- temente producesi più in là sino agli
rizzata dalla profonda valle del Pardu, ottanta ed oltre con tutta pienezza di
sulla quale il paese si affaccia dal ver- sensi e intero vigore di membra. La ma-

27

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 33


Osini

lattia più comune e soventi mortale è il riparan però dalle ingiurie delle sta-
dolor laterale, per il quale usansi gioni sotto capanne formate di tronchi,
spesso zucche piene di acqua calda, coperte di frondi, o dentro le camere
che si applicano per provocare il su- de’ nuraghi. Le api si coltivano ne’
dore, quindi il salasso. Molti poi sog- predi prossimi all’abitato e in qualche
giacciono a infiammazione addomi- orto, ma il numero de’ bugni è assai ri-
nale, febbri reumatiche e periodiche. stretto. Si fa qui pure il miele amaro,
Per la cura della salute non si ha spesso che a molti giova assai siccome eccel-
che un flebotomo. Le professioni prin- lente tonico». Nel 1821 O. fu incluso
cipali sono l’agricoltura e la pastorizia, nella provincia di Lanusei e quando,
e si numerano nella prima 180 persone, nel 1848, furono abolite le province en-
nella seconda 60; quindi sono pochi trò a far parte della divisione ammini-
per le opere di muratura, ferro e legno, strativa di Cagliari. Nel 1859, quando
vetturali, scarpari ecc. La donne fi- furono ricostituite le province, fu in-
lano, tessono, lavorano gli orti, assi- cluso in quella di Cagliari e ne fece
stono alla vendemmia. Agricoltura. Es- parte fino al 1927 quando fu definitiva-
sendo la regione montuosa i luoghi mente ricostituita quella di Nuoro. Nel
della seminagione non sono in conti- 1953 la stabilità dell’abitato fu messa a
nuità, ma separati a intervalli or più rischio da un’alluvione; il paese at-
or meno grandi. Le terre più granifere tuale è quello che fu ricostruito 1 km e
sono presso al fiume, in Tacu, in Pelau mezzo più a monte.
e in Guirra. I gioghi pel servigio agrario & ECONOMIA Le attività di base della
non sono meno di 60, il che dice 120 tori sua economia sono l’agricoltura, in
e buoi. Le quantità che si seminano particolare la cerealicoltura, la viticol-
sono approssimativamente le se- tura e la frutticoltura, e l’allevamento
guenti; starelli di grano 200, d’orzo del bestiame, in particolare di ovini,
250, di fave 60, di legumi 40, di lino 30, caprini e bovini. La rete di distribu-
di patate 20. La fruttificazione del zione commerciale non assume dimen-
grano è al 10, quella dell’orzo al 12, le sioni significative. Servizi. O. è colle-
fave 10, il lino produce fasci di 12 mani- gato da autolinee agli altri centri della
poli, detti oberas e starelli di seme 2 ½, provincia. È dotato di stazione dei Ca-
le patate il 12. Pastorizia. I salti osinesi rabinieri, medico, scuola dell’obbligo,
abbondano di pascoli ottimi, e il be- sportello bancario. Possiede una Bi-
stiame prospererebbe se non venis- blioteca comunale.
sero tempi, ne’ quali è scarsezza de’ & DATI STATISTICI Al censimento del
medesimi per difetto di pioggie o per 2001 la popolazione contava 989 unità,
le nevi. I capi che si educano sono nel di cui stranieri 9; maschi 488; femmine
bestime manso, buoi 120 quanti già no- 501; famiglie 417. La tendenza com-
tammo, vacche 26, cavalli 80, giumenti plessiva rivelava una notevole diminu-
100, majali 70; bestiame rude, vacche zione della popolazione, con morti per
600, capre 3500, pecore 1800, porci anno 16 e nati 11; cancellati dall’ana-
1400, cavalle 50. Il cacio è di ottima grafe 47 e nuovi iscritti 4. Tra i princi-
qualità e molto grato al gusto, perché pali indicatori economici: imponibile
si domanda e si vende a buoni prezzi ad medio IRPEF 13 766 in migliaia di
altri dipartimenti e nel porto di Tortolı̀. lire; versamenti ICI 120; aziende agri-
I pastori vagano d’una in altra regione cole 282; imprese commerciali 48;
senza avere un distretto particolare; si esercizi pubblici 8; esercizi all’in-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 34


Osorio

grosso 1; esercizi al dettaglio 11; ambu- strella. Sempreverde, ha fusti verdi,


lanti 12. Tra gli indicatori sociali: occu- lunghi e ramificati, che crescono verso
pati 279; disoccupati 60; inoccupati 48; l’alto, coperti di foglioline lineari,
laureati 13; diplomati 86; con licenza verde chiaro; i fiori, a sessi separati,
media 344; con licenza elementare sono gialli, riuniti in piccoli mazzetti
213; analfabeti 46: automezzi circolanti quelli maschili, isolati e con un lungo
293; abbonamenti TV 283. peduncolo quelli femminili, fioriscono
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- in primavera inoltrata; i frutti sono
ritorio conserva numerosi nuraghi tra i drupe rosse, quasi interamente occu-
quali quelli di Martu Marci, Orruttu, pate da un unico seme, che ricoprono
Piddeddu, S’Armidda, S’Assa, Sa- la pianta in autunno. Specie adattabile
muccu, Sanu, Serbissi, Urceni, alcuni a diversi ambienti cresce a tutte le alti-
dei quali abbastanza ben conservati. tudini, e si può trovare nelle garighe
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE costiere come nel sottobosco di leccio
E AMBIENTALE Il villaggio fu intera- e di roverella. In Sardegna veniva
mente ricostruito dopo le frane conse- usata, per la flessibilità dei fusti, per
guenti all’alluvione del 1953, la sua preparare scope ma anche per la sua
parte moderna quindi si è sviluppata proprietà di colorare di giallo la lana.
secondo un disegno razionale senza al- Nomi sardi: binistra masciu (logudo-
cun particolare pregio. A breve di- rese); iscorravóe (Sarule); scova de bigia
stanza dall’attuale abitato si conserva (Sardegna meridionale); scoviói (Sarci-
però quasi intatto l’antico insedia- dano). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
mento con le sue strade strette e le sue Osmunda = Felce
architetture tipiche in pietra che docu-
mentano la storia della comunità. Osorio Famiglia feudale castigliana
L’edificio più interessante del villaggio (secc. XII-XIX). Le sue notizie risal-
antico è la chiesa parrocchiale di San gono al secolo XII con un Gonsalvo si-
Giorgio. Di particolare bellezza è la gnore di Villalobos. Nel corso dei se-
Scala di San Giorgio, gola sovrastata coli i suoi discendenti ebbero le contee
da pareti rocciose che domina l’abi- di Lemos e di Trastamara e il marche-
tato. Il complesso è di grande sugge- sato di Astorga. Fu nel corso del secolo
stione per chi l’attraversa. Secondo XVIII che la famiglia si trovò coinvolta
una leggenda la gola sarebbe stata nella vita sociale ed economica della
aperta in persona da San Giorgio di Sardegna, quando uno dei suoi mem-
Suelli; nei pressi del passo si notano i bri, Filippo marchese di Cervellon, fre-
resti di un edificio denominato su Ca- sco erede del marchesato di Nules in
steddu. Spagna, contestò a Giuseppa Català il
diritto a succedere nel marchesato di
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
Quirra. Egli infatti, come discendente
festa più importante è a O. quella che
del primo marchese di Quirra Cristo-
si svolge il 23 aprile in onore di San
foro Centelles, invocava il rispetto
Giorgio: prevede processione con sfi-
della volontà di costui, che nel 1663
lata di costumi, balli, canti e altre ma-
aveva legato i due feudi tra loro. Il mar-
nifestazioni folcloristiche.
chese Filippo condusse con caparbietà
Osiride Pianta suffruticosa (ha, cioè, la lite sinché nel 1805 ottenne il ricono-
rami basali legnosi e parti terminali er- scimento del suo diritto. I suoi discen-
bacee) della famiglia delle Santalacee denti, nonostante l’opposizione del fi-
(Osyris alba), chiamata anche gine- sco, continuarono a conservare il

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 35


Osorio de Saxas

grande feudo fino al riscatto, avvenuto a Lodé, a Romana, a Sassari, a Cherchi,


nel 1838. a Viddalba: la loro organizzazione di-
pendeva dall’ordine dal Santo Sepol-
Osorio de Saxas, Diego Inquisitore
cro di Pisa. Altri stabilimenti furono
per la Sardegna (Castiglia, prima metà
aperti dai Templari, dall’Ordine ospe-
sec. XVI-Sassari 1596). Divenuto sacer-
daliero di San Lazzaro, dai Guglielmiti
dote, entrò a far parte del Santo Ufficio
e da altri. Più analiticamente la consi-
nell’Inquisizione spagnola. Divenne
stenza dell’organizzazione ospeda-
giudice dei beni confiscati a Granada,
liera nelle diverse città dell’isola si
incarico che lo portò a operare in un
può schematizzare come segue.
ambiente difficilissimo. Dopo qualche
1. CAGLIARI Il primo ospedale di cui si
anno fu nominato inquisitore delle
abbia notizia sorgeva non lontano dal-
isole Canarie e nel 1589 inquisitore
l’attuale chiesa di Sant’Agostino nel
per la Sardegna. Preso possesso del
quartiere della Marina ed era affidato
suo ufficio, entrò in conflitto con le au-
torità amministrative per motivi di giu- a personale proveniente dall’Ospedale
risdizione e nel 1596, coinvolto in uno di San Leonardo di Pisa. Chiamato
scandalo, fu invitato a lasciare l’isola. Ospedale di San Leonardo di Bagnaria
Morı̀ però poco prima della partenza. era destinato ai marinai e a chi si fosse
ammalato durante la navigazione; in
Ospedali in Sardegna Le prime noti- seguito e fino alla prima metà dell’Ot-
zie storicamente certe dell’esistenza in tocento funzionò come Ospedale mili-
Sardegna di ospedali sono connesse al- tare. Notizie frammentarie abbiamo
l’esistenza di xenodochi, ovvero ospizi dell’esistenza di un Ospedale di Santa
per l’assistenza dei pellegrini voluti Lucia in Castello a partire dal secolo
dalle prime comunità cristiane. Questi
XIII. Nel XIV fu cura dell’amministra-
ospizi presto si trasformarono in ospe-
zione civica aprire un ospedale presso
dali quando il principio dell’assistenza
la chiesa di Sant’Antonio fuori le mura,
agli ammalati entrò a far parte del pa-
nell’area che si stende tra le attuali
trimonio culturale comune. Di certo
chiese di Sant’Antonio (in via Manno)
sappiamo che a Cagliari nel secolo VI
e del Sepolcro. Inizialmente fu affidato
esisteva vicino alla cattedrale uno xe-
a personale laico dipendente dal Magi-
nodochio, che continuò a funzionare
strato civico. Fu questo l’Ospedale civile
per molti secoli. Le notizie relative al-
l’età giudicale, sebbene frammentarie, più antico di Cagliari; nel secolo XV fu
ci permettono di sapere che alcuni giu- affidato all’ordine degli Antoniani che
dici, a partire del secolo XI, aprirono ne svilupparono l’attività grazie alla
xenodochi nei loro territori, ma soprat- consistente beneficenza pubblica e
tutto consentirono ai grandi ordini mo- privata di cui erano destinatari. Era di-
nastici cui fecero importanti donazioni viso in tre sezioni (uomini, donne e ma-
perché si insediassero in Sardegna di lati venerei) ed era amministrato da
aprire ospizi. A partire dal secolo XIII clavari che presentavano annualmente
furono aperti xenodochi, lebbrosari, il rendiconto della loro attività all’am-
ospizi e ospedali dall’Ordine gerosoli- ministrazione comunale, che però a
mitano a Cagliari, a Uta, a San Gio- partire dal 1534 ne assunse diretta-
vanni Suergiu, a Guspini, a Oristano, a mente la conduzione esonerando gli
Simaxis, a Nurachi, a Santa Caterina Antoniani. Per tutto il Cinquecento l’O-
di Pittinuri, a Tresnuraghes, a Scano spedale fu affidato a medici laici, ma
di Montiferro, a Sietefuentes, a Orosei, con scarso successo; cosı̀ nel 1630 l’isti-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 36


Ospedali in Sardegna

tuzione fu affidata nuovamente a reli- di Torres fin dal secolo XII, affidati ai
giosi, questa volta all’ordine di San monaci di San Leonardo di Pisa (San
Giovanni di Dio (i Fatebenefratelli), Leonardo di Bosove) sotto la sovrinten-
che ne svilupparono le strutture arri- denza dell’arcivescovo e dell’abate di
vando a fine secolo a una media di 1800 Saccargia. Quando, più tardi, Sassari
ricoveri annui. Ma anche loro furono divenne la capitale del giudicato, ac-
allontanati nel 1765. L’ospedale fu al- canto all’Episcopio fu aperto l’Ospe-
lora affidato alla Congregazione degli dale di Santa Croce o dell’Annunziata,
ospedali presieduta dai vari vescovi, posto sotto l’alta sorveglianza del Co-
che ebbe il compito di regolamentarne mune di Sassari che ne affidava l’am-
il funzionamento. Dal 1806 l’Ospedale ministrazione a consoli appositamente
fu affidato nuovamente ai religiosi del- eletti (nei documenti del tempo veni-
l’ordine di San Giovanni di Dio. Negli vano comunemente indicati come ad-
anni successivi fu avviata la costru- ministratores et protectores hospitalis
zione del nuovo Ospedale civile: realiz- pauperum Sanctae Crucis): «Gli affari
zato su progetto di Gaetano Cima, fu – scrive Enrico Costa – venivano delibe-
inaugurato solennemente nel 1848. rati dal Consiglio Maggiore [della
Nel corso del secolo XIX l’amministra- città], che nominava il personale del
zione e la guida del nuovo Ospedale ci- Pio Istituto, composto di un ammini-
vile passarono dai religiosi a una con- stratore generale, dell’Economo o Pro-
gregazione appositamente costituita e curatore, del Maggiordomo, dei medici
dipendente dall’amministrazione ci- e chirurghi e del capellano». L’ospe-
vica. Il sistema rimase in auge fino al dale, unitamente al lebbrosario, conti-
1979, quando tutti gli ospedali furono nuò a essere amministrato dal Comune
inglobati nelle USL. Nel 1859, inoltre, fino al 1585, quando si decise di affi-
fu stabilita la distinzione tra l’Ospe- darlo ai Fatebenefratelli, che però fu-
dale civile e le Cliniche universitarie, rono costretti a lasciare nel 1601 dai
che a partire dalla seconda metà del consoli del Comune, pare – come scrive
secolo si svilupparono autonoma- Manno – «per non avere soddisfatto
mente. Ancora a Cagliari nel 1820 fu agli obblighi assunti con la città». Nel
aperto in Castello l’Ospedale di San 1639, però, furono richiamati i Fatebe-
Francesco da Sales (Ospedaletto), desti- nefratelli, anche perché negli ultimi
nato a ospitare donne povere; nel 1853 decenni l’Ospedale era andato scanda-
fu trasferito in via Fossario vicino al losamente decadendo (il Costa riferi-
Duomo e continuò a funzionare fino al sce che, siccome l’Ospedale godeva
1903, quando fu trasferito all’Ospedale del diritto d’asilo, «i delinquenti che vi
civile. Infine, a partire dal 1855, fu si rifugiavano erano talmente cresciuti
aperto il manicomio: in un primo mo- di numero che il pubblico, e special-
mento era ospitato in un’ala apposita- mente le donne, rifuggivano dal re-
mente costruita del ‘‘San Giovanni di carsi a visitare gli ammalati»). Cosı̀ il
Dio’’ e successivamente fu trasferito, Comune affidò loro nuovamente la ge-
agli inizi del Novecento, nei locali del stione dell’Ospedale e vi aggiunse an-
colle di Monte Claro, dove fu apposita- che la direzione del lebbrosario. I reli-
mente costruito un nuovo ospedale per giosi, pur tra mille difficoltà e mille ge-
i malati di mente. losie, offrirono un servizio di grande
2. SASSARI Si ha notizia dell’esistenza qualità, soprattutto durante il periodo
di ospizi e lebbrosari nell’antica città della grande peste del 1652 nella quale

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 37


Ospedali in Sardegna

Sassari si ridusse ad avere 5000 abi- teva a disposizione. Passata l’isola ai


tanti, perdendone quasi 20 000. L’ospe- Savoia, nel 1768 la gestione del nosoco-
dale in seguito continuò a svilupparsi e mio fu affidata a una congregazione ap-
vi fu aperta anche una farmacia. Pas- positamente istituita, ma le condizioni
sata l’isola ai Savoia, nel 1768 l’Ospe- strutturali del vecchio edificio ne ren-
dale, pur rimanendo affidato ai reli- devano problematico il funziona-
giosi, prese a essere seguito anche da mento. Con grandi difficoltà nel 1835
una congregazione composta da emi- l’Ospedale fu spostato al convento di
nenti cittadini. Nella seconda metà San Martino, che allora sorgeva fuori
del Settecento l’edificio fu ampliato, le mura. L’edificio fu rinnovato e re-
venne dotato di una sala anatomica e staurato.
fu posto sotto il controllo di medici di 4. ALGHERO Il primo Ospedale civile
valore. Nel 1806 l’amministrazione stabile di cui si ha notizia ad Alghero
tornò ai Fatebenefratelli che la ten- risale al 1610. Disponeva di un medico
nero fino al 1820, quando l’istituto fu e di un chirurgo e aveva la possibilità
definitivamente affidato alla congre- di effettuare quattro ricoveri giorna-
gazione, che avviò la costruzione di un lieri. Era finanziato da un contributo
nuovo ospedale. Il nuovo edificio, rea- del Comune e dal versamento di una
lizzato su progetto dell’architetto Gae- libbra di corallo all’anno da parte di
tano Berio, fu inaugurato nel 1849; il ogni barca corallina operante nel
nuovo ospedale mantenne la vecchia porto. Anche il Comune di Alghero,
denominazione e pur tra mille diffi- però, nel 1640 decise di affidare l’Ospe-
coltà economiche prese a funzionare dale ai Fatebenefratelli, che gli die-
(una lucida sintesi della sua storia si dero nuovo impulso. Nel secolo XVIII
può leggere nel volume di Eugenia To- fu trasferito nel monastero lasciato li-
gnotti, Lo ‘‘spedale’’ SS. Annunziata in bero dalle monache Isabelline, ma le
Sassari. Storia e funzioni di un ospedale sue condizioni generali peggiorarono.
cittadino, pubblicato nel 2005). Nel 1820 fu istituita anche ad Alghero
3. ORISTANO Si hanno notizie dell’esi- una congregazione che ne affidò l’am-
stenza in Oristano di ospedali in età ministrazione a laici, anche se i Fate-
giudicale. Il primo Ospedale civile benefratelli continuarono a operarvi
della città fu quello di Sant’Antonio fino al 1853.
Abate, che sarebbe stato istituito nel 5. BOSA L’Ospedale civile bosano fu
1175 da Barisone I; affidato ai Geroso- costruito con sovvenzioni pubbliche
limitani, fu in seguito arricchito con la- nel 1642. Intitolato allo ‘‘Spirito
sciti di altri giudici. Nel corso del se- Santo’’, era ubicato nell’attuale via
colo XIV venne chiamato Ospedale ge- Santa Croce. Nel 1644 fu ceduto dal Ma-
nerale: nel 1355 il suo priore prese gistrato civico ai Fatebenefratelli, che
parte ai lavori del Parlamento indetto si adoperarono per il suo sviluppo. Nel
da Pietro IV a Cagliari. Nel 1409 figura corso del secolo XVIII, però, i religiosi
ospitato in un convento e, dopo la ca- trascurarono l’Ospedale, le cui condi-
duta del giudicato d’Arborea, affidato zioni peggiorarono decisamente, co-
al Magistrato civico della città. Nel sicché per intervento del vescovo fu
1640 anche l’Ospedale di Oristano fu chiuso nel 1803 e i locali adibiti ad abi-
affidato ai Fatebenefratelli, che lo ge- tazione.
stirono conformemente alle scarse di- 6. NUORO Con la concessione a Nuoro
sponibilità di fondi che il Comune met- del titolo di città, a partire dal 1836, si

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 38


Ospitone

manifestò la necessità di aprire anche proprio fu inaugurato in nuovi locali


qui un ospedale, ma per alcuni de- appositamente costruiti nel 1961 e
cenni le difficoltà economiche fecero dopo il 1975 intitolati al politico tem-
naufragare il progetto. Finalmente nel piese ‘‘Paolo Dettori’’.
1880 l’amministrazione comunale ce- Nel secondo dopoguerra La situazione
dette un territorio in zona Sa ’e Marine descritta fin qui rimase immutata fino
per la costruzione di un Ospedale ci- alla fine della seconda guerra mon-
vile: poco dopo nel 1883 fu costituita la diale. Alla sua conclusione esistevano
‘‘Pia Opera dello Spedale civile di San in Sardegna solo 4038 posti letto fun-
Francesco’’, cui concorrevano l’ammi- zionanti ad Alghero, Arborea, Bonorva,
nistrazione comunale, la Congrega- Cagliari, Carbonia, Iglesias, Ittiri,
zione della Carità e alcune famiglie fa- Nuoro, Oristano, Sassari, Tempio Pau-
coltose della città. L’edificio fu ulti- sania, Thiesi. Avviata la riforma ospe-
mato nel 1903 e cominciò a crescere e daliera, fu calcolato che occorrevano
a svilupparsi rapidamente. Nel corso 6300 posti letto per 1 200 000 abitanti:
del secolo XX fu aperto anche l’Ospe- sulla base di questa esigenza la Re-
dale ‘‘Zonchello’’, sorto come ospedale gione varò un Piano ospedaliero regio-
sanatoriale data la felice posizione al- nale, che prevedeva la creazione di
timetrica della città. nuovi presidi ospedalieri e l’adegua-
7. OZIERI L’istituzione di un Ospedale mento del numero dei posti letto e
civile fu decisa in applicazione della delle attrezzature. Nel 1981, poco
volontà testamentaria della duchessa prima del passaggio dell’assistenza
di Montacuto, feudataria di Ozieri; ospedaliera alle USL, esistevano in
nello stesso periodo, nel 1768, fu anche Sardegna 31 ospedali pubblici con
istituita una congregazione che si fa- 10 078 posti letto e 12 ospedali privati
cesse carico di realizzare l’opera. Tra- con 1647 posti letto.
scuratezza e lungaggini di ogni genere
Ospitone Dux dei Barbaricini, destina-
resero però possibile la sua costru- tario di una lettera di Gregorio Magno
zione solo nel 1867. Disponeva di 40 del maggio 594. Già convertitosi al Cri-
letti e di un medico chirurgo per una stianesimo, viene esortato dal ponte-
media giornaliera di 25 pazienti. fice a provvedere alla conversione del
8. IGLESIAS Si ha notizia dell’esistenza suo popolo, ancora dedito al pagane-
in città di un ospedale intitolato a simo e all’adorazione degli idoli; lo
Santa Barbara fin dal Medioevo, ma stesso Gregorio chiede che vengano so-
nel 1636 questa antica istituzione non stenuti il vescovo Felice e l’abate Ci-
esisteva più. riaco, inviati dalla penisola per prov-
9. TEMPIO PAUSANIA L’Ospedale civile vedere alla cristianizzazione delle
fu istituito per volontà dell’ammini- aree rurali più interne dell’isola. Forse
strazione comunale nel 1874: al suo lo stesso O. concluse una pace con i Bi-
funzionamento furono destinati i locali zantini, che proponevano tra le clau-
dell’ex convento dei Minori osservanti. sole imposte alla popolazione indigena
L’opera, però, nonostante i lasciti di al- proprio la conversione alla religione
cuni privati e un sussidio del Comune cristiana: anche a questo accordo si fa
tardò a iniziare. Solo negli anni Venti riferimento nell’epistolario grego-
prese a funzionare un presidio sanita- riano, in una lettera indirizzata al dux
rio affidato ai due medici condotti Zabarda, il comandante delle truppe
della città. L’Ospedale civile vero e bizantine in Sardegna. Gli altri termini

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 39


Osservatore

del trattato non sono noti, ma la stessa ros a est, e con il più lontano Banari a
presenza di un accordo diplomatico in- sud.
dica il riconoscimento ufficiale da & STORIA Il territorio conserva nume-
parte dei rappresentanti del potere rose testimonianze archeologiche che
imperiale di un’entità politica e mili- dimostrano la continuità della pre-
tare ben definita, una sorta di ‘‘ducato senza dell’uomo dal prenuragico fino
dei Barbaricini’’; a questo riconosci- al periodo romano. L’attuale villaggio
mento si aggiunge quello della mas- è di origine medioevale; apparteneva
sima autorità religiosa della Cristia- al giudicato di Torres ed era incluso
nità, come si evince dalla citata lettera nella curatoria di Coros, possesso dei
di Gregorio al dux Ospitone. [PIERGIOR- Malaspina a partire dalla fine del se-
GIO SPANU] colo XII. Quando nel 1325 essi aderi-
‘‘Osservatore, L’’’ Settimanale di Sas- rono all’insurrezione scatenata dai Do-
sari (usciva il venerdı̀). ‘‘Foglio politico ria, subı̀ gravi danni; nel 1330 fu attac-
economico letterario’’ di orientamento cato dalle truppe di Raimondo Car-
liberale, fu pubblicato dal maggio 1857 dona ma continuò a rimanere in loro
al maggio 1858. Diretto dall’avvocato possesso fino al 1353, quando fu defini-
Antonio Manunta Manca, aveva come tivamente confiscato. Scoppiata la
redattori i suoi stessi soci fondatori: L. prima guerra tra Aragona e Arborea,
Deliperi Misorro, l’avvocato Lai, l’av- fu nuovamente attaccato e subı̀ altri
vocato Salvatore Manca Leoni, l’avvo- gravi danni; nella seconda guerra, O.
cato Sanna e l’avvocato Virdis Pro- fu occupato dalle truppe giudicali che
speri. lo tennero fino al 1409. Chiusasi nel
1420 la parentesi del visconte di Nar-
Ossi Comune della provincia di Sas- bona, il villaggio fu incluso nel grande
sari, compreso nella I Comunità mon- feudo donato dal re a Bernardo Centel-
tana, con 5750 abitanti (al 2004), posto a les. Nel 1438 il figlio Francesco Gila-
335 m sul livello del mare pochi chilo- berto lo cedette a suo cognato Angelo
metri a sud di Sassari. Regione storica: Cano in conto dote di sua sorella;
Coros. Archidiocesi di Sassari. quando nel 1447 il figlio del Cano ce-
& TERRITORIO Il territorio comunale, dette nuovamente il Coros allo zio, O.
di forma allungata da nord a sud, si rimase in suo possesso. Erede del vil-
estende per 30,11 km2 e confina a nord laggio fu Antonia Cano la quale si sposò
con Sassari, a est con Muros, Cargeghe in prime nozze con un Cedrelles nel
e Florinas, a sud ancora con Florinas e 1469 e in seconde nozze con Giovanni
a ovest con Ittiri, Usini e Tissi. Si tratta Fabra che tentò con ogni mezzo di otte-
di una regione di colline calcaree, a ri- nere che O. passasse nelle sue mani.
dosso della costa settentrionale, carat- Antonia ebbe figli sia dal Cedrelles
terizzata dalla profonda vallata del rio che dal Fabra per cui quando vecchis-
Mascari, che divide il paese dal pia- sima morı̀, le due famiglie si disputa-
noro sul quale si stende Sassari. Il rono il possesso del villaggio in una lite
paese è collegato per mezzo di una che durò fino al 1512 e si chiuse a fa-
strada secondaria a Sassari e alla su- vore dei Cedrelles. L’eccessivo costo
perstrada Sassari-Cagliari, che come della lite nel 1545 costrinse i Cedrelles
la ferrovia passa nella valle del Ma- a vendere O. a Bernardo Viramunt che
scari; altre strade assicurano il colle- però morı̀ poco dopo. Nel 1550 il villag-
gamento con i vicini Tissi a ovest e Mu- gio fu acquistato dai Gujò che lo ten-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 40


Ossi

nero nel periodo successivo fino all’e- a eseguire la legge sopra la distribu-
stinzione della famiglia, avvenuta nel zione de’ terreni, la proprietà si di-
1732. A questo punto O. fu ereditato da- stende e si vanno chiudendo le terre.
gli Amat la cui discendenza si estinse Le regioni di Ossi sono di una gran fe-
nel 1752 per cui passò da loro ai Manca condità, e se non manchino le pioggie,
di Mores. A questi fu appunto riscattato vi si spiega una superba vegetazione.
nel 1838. Vittorio Angius ci ha lasciato Le due regioni della seminagione (vi-
una preziosa testimonianza che in dazzoni) sono quelle di Briai capace di
parte riportiamo: «Popolazione. Com- starelli 2670, e quella di Littu, che può
ponesi la medesima di anime 2108, di- riceverne 2467. Fuori dalle medesime
stinte in maggiori di anni 20 maschi si semina nelle tanche e in alcuni salti
715, femmine 708, e minori maschi 478, del territorio di Sassari, nei campi
femmine 487, distribuite in famiglie della Nurra, spesso a gran distanza dai
327. Nell’anno 1837 si notò un totale di termini di O. Le quantità solite semi-
capi 2288, de’ quali maggiori di anni 7 narsi sono le seguenti nel territorio
maschi 919, femmine 867, minori 263, d’O.: starelli di grano 1400, d’orzo 700,
femmine 239. Le donne che si occu- di fave 100, di lino 100, di meliga 20, di
pano della filatura e tessitura sono po- legumi 50; e in territorio esterno star.
che, e però la loro opera è insufficiente di grano 1000, d’orzo 450. Pastorizia. Gli
al bisogno della popolazione. Ma se ossesi come fanno agricoltura in altrui
non lucrano da questi lavori, lucrano territorio, parimente conducono i loro
dalla piccola industria che esercitano, armenti e le greggie ne’ pascoli altrui,
vendendo nel mercato della città pol- perché come la propria regione è
lami e frutta, e altre coserelle. La troppo ristretta per l’agricoltura, cosı̀
scuola primaria vi fu istituita, ma il lo è per la pastura vaga. Molti pastori
frutto della medesima è quasi nullo. d’O. vanno per le regioni della Nurra.
Da una parte i parenti poco si curano Le specie che si educano e i numeri
di mandarvi i figli, o male vegliano, rispettivi sono approssimativamente i
perché essi vi sieno assidui: il maestro, seguenti: Bestiame manso. Buoi per le
che non teme nessuna sorveglianza, opere agrarie e vettureggiamento capi
poco studia al suo dovere, o perché 800, vacche mannalite agli stessi usi 80,
non ricava il suo onorario a tempo, in- cavalli e cavalle da sella e da basto 520,
termette le lezioni. Attende in O. alla porci o majali 400. Si hanno pochi giu-
salute pubblica un medico e un chi- menti, perché la macinazione si suol
rurgo, serviti da due flebotomi, i quali fare in cinque molini idraulici stabiliti
qualche volta tentano operazioni dentro il territorio; Bestiame rude.
d’alta chirurgia con tali istromenti e Vacche 1600, cavalle 300, capre 1900,
tanta destrezza, che ne resterebbero porci 700, pecore 3500. I formaggi che
meravigliati i lettori, se io ne descri- si fanno, non si distinguono per alcuna
vessi qualcuna. Agricoltura. Finché bontà particolare, e la loro quantità
durò il sistema feudale, quasi tutti i ter- non è soventi tanta, che di molto sopra-
reni d’O. erano demaniali, perché non vanzi i bisogni della popolazione, sı̀
era attribuito al comune, che un prato che si possa lucrare dalla vendita del
pubblico molto ristretto, né altro era superfluo». Nel 1821 O. fu incluso nella
nel dominio de’ particolari, che il provincia di Sassari e quando nel 1848
tratto chiuso per le vigne, che già abo- le province furono abolite, entrò a far
liti i feudi e pubblicata e cominciatasi parte della omonima divisione ammi-

35

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 41


Ossi

nistrativa fino al 1859, quando fu ripri- complesso di Noeddale, costituito da


stinata la provincia. tombe ipogeiche alla periferia dell’at-
& ECONOMIA Le attività di base della tuale abitato. Una delle domus consta
sua economia sono l’agricoltura, in di ben 11 vani scavati nella roccia; uno
particolare la cerealicoltura, la viticol- degli ambienti è scolpito in bassori-
tura, l’olivicoltura e l’orticoltura; e l’al- lievo e riproduce la sagoma di un tetto
levamento del bestiame, in particolare di una capanna; un altro ugualmente
di bovini e ovini, in misura minore scolpito ha la forma di un vestibolo se-
suini. Negli ultimi decenni si sta svi- micircolare. Allo stesso periodo vanno
luppando anche una modesta attività attribuite la tomba a poliandro di Ena
industriale nel settore alimentare, ’e Muros e la necropoli di S’Adde Asile.
della plastica, dei mobili, della metal- Numerose sono anche le testimo-
lurgia. Discretamente sviluppata la nianze del periodo nuragico tra cui i
rete di distribuzione commerciale. Vi nuraghi Corte ’e Lottene, Ena ’e Littu,
operano anche due ristoranti. Artigia- Formigosu, Martine, Pascialzos, Pettu
nato. Il paese vanta piccoli laboratori ’e Murtas, Piscialza, Su Chintosera,
per la produzione di oreficeria. Ser- Tres Nuraghes. Il sito più interessante
vizi. O. è collegato da autolinee e dalla riferibile al periodo nuragico è però il
ferrovia agli altri centri della provin- complesso di Sa Mandra ’e Sa Giua, vil-
cia. Dispone di un’attiva Pro Loco, sta- laggio nuragico situato in prossimità
zione dei Carabinieri, medico, farma- dell’attuale abitato. Consta di un
cia, scuola dell’obbligo, sportello ban- gruppo di capanne circolari recente-
cario. mente scavate e studiate. Una in parti-
& DATI STATISTICI Al censimento del colare presenta un vasto ambiente
2001 la popolazione contava 5854 unità, molto curato, con forno, una grande va-
di cui stranieri 14; maschi 2896; fem- sca con canale di scolo e un sedile che
mine 2958; famiglie 1975. La tendenza corre per tutto il suo perimetro. Non è
complessiva rivelava una diminuzione ancora chiaro quale sia stata la sua
della popolazione, con morti per anno funzione, se di luogo di riunione o di
53 e nati 51, cancellati dall’anagrafe impianto per una qualche attività arti-
119 e nuovi iscritti 73. Tra i principali gianale.
indicatori economici: imponibile me- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
dio IRPEF 15 694 in migliaia di lire; RALE Il paese ha conservato nel cen-
versamenti ICI 1841; aziende agricole tro storico il suo assetto tradizionale;
541; imprese commerciali 168; esercizi l’edificio più interessante è la chiesa
pubblici 32; esercizi all’ingrosso 2; di San Bartolomeo, parrocchiale co-
esercizi al dettaglio 104; ambulanti 53. struita nel secolo XVII; ha l’impianto a
Tra gli indicatori sociali: occupati una navata completata da cappelle la-
1523; disoccupati 191; inoccupati 515; terali e dal presbiterio, la copertura è a
laureati 48; diplomati 437; con licenza volte a botte. Al suo interno conserva
media 1798; con licenza elementare due statue lignee dello stesso periodo.
1841; analfabeti 206; automezzi circo- Alla periferia del paese, ai margini di
lanti 2010; abbonamenti TV 1373. un dirupo, sorge la chiesa di Santa Vit-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Parti- toria; fu costruita nel secolo XIII in
colarmente ricco è il patrimonio ar- forme romaniche ma nei secoli succes-
cheologico del territorio di O.; al pe- sivi andò in rovina. Fu ricostruita nel
riodo prenuragico vanno ricondotti il secolo XVI. Ha notevoli dimensioni. In-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 42


Ossidiana

teressanti sono anche le chiesette di


Sant’Antonio, di San Silverio e di Santa
Margherita che sorgono lungo la strada
per Florinas. Quella di Sant’Antonio è
integra, probabilmente era la chiesa di
Briave, villaggio spopolato entro il se-
colo XVI; le altre due sono oramai allo
stato di rudere: furono edificate tra il
secolo XII e il XIII. Tutte e tre hanno
forme romaniche con una sola navata
absidata e all’origine avevano la coper-
Ossidiana – A causa della sua notevole
tura lignea. durezza era usata e commerciata
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Bel- ampiamente dalle popolazioni neolitiche.
lissimo è il costume. L’abbigliamento
tradizionale femminile era costituito
Ossidiana 1 Roccia magmatica effu-
da una camicia di cotone bianco col
siva. È un vetro vulcanico di grande la-
collo chiuso e riccamente ricamata; e
vorabilità e insieme di grande durezza,
dalla gonna di panno rosso o nero ar-
di cui la Sardegna è particolarmente
ricchita da una balza di raso bianco ri-
ricca soprattutto nel massiccio del
camata con motivi floreali e bordata da
monte Arci, che si eleva nei territori
trine dorate. Sopra la camicia si indos-
dei comuni di Pau, Ales, Masullas e
savano il busto (s’imbustu) di broccato
Marrubiu, dove erano concentrati cin-
molto aderente e irrigidito da stecche,
que grandi giacimenti. Questa enorme
chiuso sul davanti e arricchito da una
riserva ha avuto un’importanza capi-
specie di scialletto di seta ricamata (s’i-
tale per l’evoluzione della preistoria
sceppa); la giacca (su corittu) in stoffa sarda quando, intorno al 6500 a.C., si
pregiata in trama di raso e velluto inta- stabilirono definitivamente nell’isola
gliata a fiori in altorilievo e guarnita di le genti che diedero vita alle prime cul-
lustrini che formano motivi floreali. ture del Neolitico antico. Queste popo-
Sopra la gonna il grembiule (su pan- lazioni giunsero nell’isola dal mare
neddu) dello stesso tessuto della servendosi di mezzi di navigazione ru-
giacca. L’abbigliamento era comple- dimentali che consentivano il piccolo
tato da un fazzoletto (su mucadore cabotaggio lungo le coste della Corsica
ispasthu) di seta bianca ricamato a fiori e della penisola italiana attraverso
e di dimensioni notevoli. L’abbiglia- l’arcipelago toscano. Esse si stabili-
mento tradizionale dell’uomo era co- rono in Sardegna per praticarvi la cac-
stituito dalla camicia (sa camisa) di cia e la pesca e una rudimentale forma
tela bianca ricamata, chiusa al collo e di agricoltura; ma soprattutto erano at-
ai polsini con bottoni in filigrana; e dai tirate dalla possibilità di commerciare
calzoni bianchi di tela o di lino. Sopra l’o. e la selce, risorse di cui l’isola ab-
la camicia si indossavano il gilet (su bondava. In uno studio della zona del
cossu) di velluto nero. Sopra i calzoni monte Arci sono stati individuati un-
si indossavano il gonnellino (sas ragas) dici centri di raccolta del materiale,
di orbace nero e le ghette dello stesso più di 89 officine di lavorazione e oltre
tessuto. Completava l’abbigliamento la 250 stazioni che hanno restituito tracce
classica berritta di panno di lana nero, di abitati in tutti i territori intorno al
corta. monte. Famosa è la descrizione che Al-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 43


Ossidiana

berto Lamarmora dava di una escur- teatro dei combattimenti, subı̀ molti
sione alla Trébina del monte Arci nel danni e andò spopolandosi. Prima
suo Itinerario dell’isola di Sardegna della fine del secolo XIV era total-
(1860): «Lungo il sentiero, il viaggia- mente abbandonato.
tore ha qualche volta l’impressione di Ostana Antico villaggio di origine ro-
camminare sui cocci di una vecchia mana, sorto in età imperiale in prossi-
fabbrica di bottiglie nere, tanto sono mità di Ploaghe. Nel Medioevo faceva
numerose le scaglie di un vetro nero parte del giudicato di Torres, com-
vulcanico che è chiamato ossidiana». preso nella curatoria del Figulinas.
La ricchezza degli oggetti che nel terri- Agli inizi del secolo XIII fu incluso nei
torio si trovano ancor oggi anche a ri- territori che pervennero ai Malaspina
cerche superficiali (raschiatoi, lame, per matrimonio. Dopo l’estinzione
bulini e punte di freccia) induce a pen- della dinastia giudicale essi lo inclu-
sare che si trattasse di un insedia- sero nel loro piccolo stato feudale e al
mento molto strutturato, nel quale la momento della conquista aragonese si
lavorazione dell’o. permetteva di porre dichiararono vassalli del re, riuscendo
in atto un ciclo completo dall’estra- cosı̀ a conservarne il possesso anche
zione o dalla raccolta alla lavorazione quando, scoppiata la rivoluzione dei
del materiale e forse anche alla sua Doria del 1325, essi vi aderirono. Con
commercializzazione. È probabile in- la morte dell’ultimo Malaspina, che
fatti che, oltre a lavorare i grossi ciot- aveva lasciato erede del villaggio il re
toli alluvionali del peso di alcuni chili Pietro IV il Cerimonioso, O. passò in
che potevano essere raccolti sul greto mani aragonesi. Nel 1364 fu occupato
dei torrenti, gli abitatori del monte dalle truppe del giudice d’Arborea,
Arci abbiano condotto delle vere e pro- che lo tennero fino alla battaglia di
prie ricerche mineralogiche. Il mate- Sanluri; pochi anni dopo fu abbando-
riale lavorato, semilavorato o anche nato dalla popolazione e in breve
allo stato grezzo era oggetto di un in- scomparve.
tenso commercio che interessò buona
parte del Mediterraneo occidentale at- Ostiano de Ennena Antico villaggio
traverso la Corsica e l’Italia, giungendo del giudicato di Torres, compreso nella
anche a 650 km di distanza dalla Sarde- curatoria dell’Anglona. Fin dal secolo
gna. L’attività estrattiva si protrasse XIII, quando i Doria si imparentarono
per alcuni millenni ed è documenta- con la casa giudicale, il territorio entrò
bile fino alle soglie dell’Età del Ferro. in loro possesso. Dopo l’estinzione
della famiglia giudicale essi lo inclu-
‘‘Ossidiana’’2 Periodico culturale ca- sero nel loro piccolo stato; con la con-
gliaritano. Diretto da Roberto Parac- quista aragonese, quando si ribella-
chini, uscı̀ per alcuni numeri a partire rono ai nuovi venuti, dal 1325 divenne
dal 1985. uno degli elementi del loro sistema mi-
Ossio Antico villaggio del giudicato di litare e subı̀ gravi danni. Già prima
Gallura, situato nella curatoria di Po- della ribellione del 1347 era completa-
sada. Subito dopo la conquista arago- mente spopolato.
nese, nel 1324. Fu incluso nel feudo Ostiano de Monte Antico villaggio del
concesso a Berengario Vilademany, giudicato di Torres, compreso nella cu-
alla cui morte senza eredi passò a Be- ratoria dell’Anglona. Apparteneva ai
rengario Sant Vincent. Con la ribel- Doria, imparentati per via di matri-
lione di Genova del 1347 l’abitato fu moni con la casa giudicale, fin dal se-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 44


Otger

colo XIII. Dopo l’estinzione della fami- XVII, quando nel 1680 questi ultimi si
glia giudicale fu incluso loro piccolo estinsero, tentarono di entrare in pos-
stato; con la conquista aragonese, sesso della baronia di Capoterra in
quando essi si ribellarono, dal 1325 di- contrasto con gli Zonza Vico e altri pre-
venne uno degli elementi del loro si- tendenti. Questa lite li vide soccom-
stema militare e subı̀ gravi danni. benti, ma negli stessi anni quando, nel
Dopo la ribellione del 1347, nel 1348 fu 1701, il vecchio Galcerando barone di
concesso in feudo a Ponzio di Santa Tului morı̀ lasciando il feudo ad Anto-
Pau, che però dovette rinunciarvi nel nio Vincenzo Delunas, impugnarono il
1349 quando tutta l’Anglona fu donata a testamento. Cosı̀ nel 1716, terminata la
Giovanni d’Arborea. In seguito, scop- lite a loro favore, entrarono in possesso
piate le guerre tra Aragona e Arborea, del feudo sulcitano; nei decenni suc-
l’abitato subı̀ gravi danni e si spopolò. cessivi il contrasto col Delunas, lungi
Osto = Hostus dal placarsi, degenerò in un duro con-
Otger Famiglia catalana (secc. XV- fronto armato che provocò l’intervento
XIX). Un suo ramo si trasferı̀ in Sarde- del fisco. Nel 1747 finalmente gli O. la
gna agli inizi del secolo XV con un Pie- spuntarono definitivamente: nel 1799
tro, giunto dalla Sicilia al seguito di ottennero il rinnovo del titolo di ba-
Martino il Giovane. In breve egli riuscı̀ rone, ma si estinsero nel 1819 con un
ad accumulare un ingente patrimonio Vincenzo.
feudale nel Sulcis e nel Sigerro, ma a Otger, Francesco Giuseppe Signore
metà del secolo i suoi discendenti, che di Tului e di Peruccio (Cagliari, prima
risiedevano a Villa di Chiesa (l’attuale metà sec. XVIII-?). Nel 1730 ereditò il
Iglesias), si trovarono in una difficile feudo di Tului e Peruccio da suo padre
situazione economica e furono co- Antonio Vincenzo, ma subito dovette
stretti a vendere buona parte dei feudi, fronteggiare le pretese di Antonio Vin-
riuscendo a conservare solo la signoria cenzo Delunas cui il feudo era stato la-
di Tului e di Peruccio. Alla fine del se- sciato nel 1701. Il confronto tra i due si
colo XV la famiglia si divise in due fece duro e il Delunas, nel 1736, assol-
rami. data una banda di pastori, con azione
Ramo di Matteo. Da Matteo discese il spettacolare invase il territorio del
ramo dei signori di Tului e Peruccio, feudo e ne cacciò i rappresentanti del-
che continuò a risiedere a Iglesias e si l’amministrazione baronale. Questo
estinse agli inizi del secolo XVIII con fatto inusitato provocò l’intervento dei
un Galcerando. dragoni e il sequestro cautelativo del
Ramo di Pietro. Si stabilı̀ a Cagliari feudo. Francesco Giuseppe riuscı̀ a
dove raggiunse una buona posizione rientrarne definitivamente in pos-
sociale. I suoi figli nel 1576 ebbero dai sesso solo nel 1747.
Bellit il piccolo feudo di Margani con Otger, Giuseppe Signore di Margani
Petralonga e altri piccoli centri situati (Cagliari, seconda metà sec. XVII-ivi
nella vallata del Cixerri. I loro discen- 1723). Nel 1680, essendosi estinta la fa-
denti continuarono a prendere parte miglia dei Torrellas cui apparteneva
attiva alla vita politica e amministra- sua moglie, prese possesso in nome
tiva di Cagliari, furono spesso eletti dei figli della baronia di Capoterra, en-
consigliere capo della città e si impa- trando in lite con gli altri pretendenti
rentarono con alcune nobili famiglie alla successione. Nel 1691 fu eletto
tra cui i Torrellas. Alla fine del secolo consigliere capo di Cagliari; nel 1701

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 45


Otger

impugnò il testamento di Galcerando Othoca. Infine la Tabula Peutingeriana


Otger e rivendicò il feudo di Tului e Pe- la ricorda come Uttea. Il toponimo è
ruccio come unico discendente ma- ascritto al fenicio ’tq significante ‘‘la
schio degli Otger, entrando per questo (città) antica’’, in relazione a una nuova
in conflitto con Antonio Vincenzo De- fondazione da taluno identificata in
lunas. Negli anni successivi fu ancora Neapolis o in Tharros. La fondazione di
eletto consigliere capo della città e nel O. è determinabile, in base alle più an-
1716 ebbe finalmente riconosciuti i tiche testimonianze archeologiche in-
propri diritti, entrando in possesso del dividuate sull’altura della basilica di
feudo.
Santa Giusta, nella seconda metà del
Otger, Gregorio Gentiluomo, militare secolo VIII a.C. La città fenicia occu-
di carriera (Cagliari, sec. XVII-?). Abile pava un tozzo promontorio in antico
politico, dedicatosi alla carriera mili- delimitato a nord e a sud da due pro-
tare, nel 1638 fu nominato commissario fonde insenature della laguna di Santa
generale e soprintendente delle forti- Giusta, oggi interrite. La stessa laguna
ficazioni del Regno. Espletò il suo com- rappresentava una sorta di profondo
pito con grande perizia, per cui a par- golfo interno. L’abitato della città feni-
tire dal 1644 i suoi concittadini lo eles-
cia e poi punica, incentrato sull’acro-
sero consigliere capo della città in di-
poli, aveva occupato il settore setten-
versi anni fino al 1669.
trionale del promontorio, dove nel Me-
Otger, Pietro Segretario del Regno di dioevo venne edificata la basilica di
Sicilia (Catalogna, seconda metà sec. Santa Giusta, mentre la necropoli feni-
XIV-Ibiza 1439). Giunse in Sardegna al cia a cremazione e cartaginese a inu-
seguito di Martino il Giovane e dopo la mazione si localizzava nel settore me-
battaglia di Sanluri, nel 1410, ebbe in
ridionale, presso la chiesa di Santa Se-
dono il castello di Acquafredda con
vera. O., al pari degli altri centri urbani
tutti i territori circostanti. Nel 1413 fu
punici della Sardegna, si diede ai Ro-
nominato governatore di Villa di
mani senza combattere, all’atto del-
Chiesa (l’attuale Iglesias) e nel 1415 se-
l’occupazione romana dell’isola nel
gretario del Regno di Sicilia. Nello
stesso anno ottenne in concessione 238-237 a.C. In età imperiale la città si
come feudo Siliqua, Villanova de Si- dovette sviluppare, presumibilmente,
ryssi, Macis, Borro Concha, tutti vil- in rapporto al suo carattere di snodo
laggi spopolati i cui territori unı̀ al ca- di traffici; infatti, secondo l’Itinerario
stello di Acquafredda formando un Antoniniano, a O. facevano capo le due
possesso di considerevoli proporzioni. principali strade della Sardegna: la li-
Alcuni anni dopo ebbe anche i territori toranea occidentale (via a Tibulas Sul-
di Tului, Peruccio e Nulacatu; nel 1421 cis) e la strada centrale, da Turris Lybi-
fu nominato governatore di Ibiza e la- sonis a Carales. Queste due arterie si
sciò la Sardegna. unificavano nell’abitato di O., che ve-
Othoca Città di fondazione fenicia, lo- niva attraversato dalla via, dotata di
calizzata presso l’attuale Santa Giusta, due ponti: l’uno, minore (su ponti-
al centro del golfo di Oristano. Il centro xeddu), localizzato un tempo tra le
è menzionato da Tolomeo con la forma odierne vie Giovanni XXIII e Fermi,
Othaia, nell’Itinerario Antoniniano, l’altro maggiore, originariamente a
nella Cosmographia del Ravennate e cinque arcate, per valicare, a sud di O.,
nella Geographica di Guidone come il rio Palmas. [BARBARA SANNA]

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 46


Ottana

la superstrada Abbasanta-Nuoro. Re-


gione storica: Doris. Diocesi di Nuoro.
& TERRITORIO Il territorio comunale,
di forma grosso modo trapezoidale, si
estende per 45,16 km2 e confina a nord
con Bolotana e Orani, a est ancora con
Orani e con Sarule, a sud con Olzai e a
ovest con Sedilo, Noragugume e Bolo-
tana. Si tratta di un territorio com-
preso tra le ultime propaggini occiden-
tali del Gennargentu e l’altipiano di
Abbasanta, e noto come Piana di O. In
parte coincide con la media valle del
Tirso, che scorre pochi chilometri a
ovest del paese, e riceve qui due af-
Marco Salvio Otone – Diritto di un aureo
fluenti di discrete dimensioni prove-
dell’imperatore Otone (69 d.C.).
nienti dalle alture a oriente, il Liscoi e
il Binzas. O. si trova al centro di un fitto
Otone, Marco Salvio Imperatore ro- reticolo di strade, tracciate o ampliate
mano (Roma 32-Bedriaco 69). Senatore anche in concomitanza con la crea-
romano, primo marito di Poppea Sa- zione della zona industriale. La più im-
bina (58), fu inviato come governatore portante è la superstrada Abbasanta-
nel 58/59 in Lusitania (Portogallo) da Nuoro, che passa a brevissima di-
Nerone, che ne voleva sposare la mo- stanza; altre strade lo collegano col Go-
glie (62). Legato all’imperatore Galba, ceano e la Macomer-Nuoro a nord, con
si accordò tuttavia con i pretoriani e le Noragugume a ovest, con Sarule e la
truppe stanziate a Roma per pren- Barbagia a est.
derne il posto. Non riconosciuto dalle & STORIA O. trae le sue origini da un
truppe fedeli a Vitellio, tentò con ogni castrum romano dislocato lungo le rive
mezzo di conquistarsi il favore popo- del fiume per fronteggiare le popola-
lare e delle province: la sua clementia, zioni dell’interno. Nel Medioevo fa-
ma anche l’incombere della guerra ci- ceva parte del giudicato di Torres nella
vile, lo spinsero a sanare in modo in- curatoria di Dore e vi si sviluppò una
cruento una controversia territoriale diocesi importante. Dopo l’estinzione
in Sardegna (Tabula di Esterzili: 18 della dinastia giudicale fu lungamente
marzo 69). Forse una vittoria della sua conteso tra i Doria e gli Arborea e di
flotta al largo della Gallia Narbonense fatto annessa al giudicato d’Arborea.
convinse il proconsul dei Sardi Elvio Subito dopo la conquista aragonese la
Agrippa a non allearsi con Vitellio, per- sua popolazione mantenne un atteg-
mettendo a O. un incontrastato con- giamento ostile nei confronti degli in-
trollo del Tirreno. Sconfitto al Be- vasori e nel 1335 il villaggio fu incluso
driaco dai generali fedeli al rivale, si nei territori concessi dal re d’Aragona
suicidò a Brescello. [ANTONIO IBBA] a Giovanni d’Arborea perché li pacifi-
Ottana Comune della provincia di casse. Negli anni successivi quando il
Nuoro, compreso nella IX Comunità giudice Mariano IV fece arrestare il
montana, con 2526 abitanti (al 2004), suo infelice fratello Giovanni (=), O. fu
posto a 185 m sul livello del mare lungo occupato dalle truppe arborensi fino al

41

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 47


Ottana

termine delle guerre nel 1409. Nel 1410 ad essi di andarvi o alle madri di man-
fu incluso nei territori concessi in darli, e vi profittano tanto quanto
feudo a Nicolò Turrigiti i cui discen- quelli che non vi andarono mai. Agri-
denti però nel 1430 lo vendettero al coltura. La quantità de’ semi che si
marchese d’Oristano. Quando il mar- spargono sul suolo culto, è distinta-
chesato nel 1477 fu sequestrato a Leo- mente nelle specie come segue: sta-
nardo Alagon, il villaggio fu incluso nei relli di grano 450, d’orzo 300, di fave
territori riconosciuti ai Carroz del 20, di legumi 10. La produzione ordina-
ramo di Mandas, eredi di Giovanni ria del grano è al 12, quella de’ legumi
d’Arborea, che si estinsero nel 1479. Il al 15. Cosı̀ comunemente, mentre par-
villaggio allora passò ai Maza de Liçana ticolarmente, dove i terreni sono mi-
ed ebbe inizio una crisi anche in conse- gliori, e dove lavorasi con più intelli-
guenza dello spostamento della dio- genza, come pure ne’ novali, si ottiene
cesi ad Alghero nel 1503. Estinti i un frutto doppio e quadruplo. La colti-
Maza, dopo una lunga contesa giudizia- vazione del lino è assai ristretta, e più
ria conclusa nel 1571, divenne pro- ancora quella della meliga, sebbene
prietà dei Portugal; estinti anche i Por- abbiansi luoghi opportunissimi alla
tugal passò ai De Silva che lo inclusero medesima. Pastorizia. I pascoli nell’ot-
nel feudo di Orani. O. rimase in pos- tanese sono abbondanti per le vacche e
sesso dei De Silva fino al riscatto dei capre nelle pendici, per le pecore, e le
feudi nel 1838; nel corso del secolo cavalle nelle valli, principalmente in
XVIII i rapporti dei suoi abitanti con il quella del Tirso. Non si potrebbe però
feudatario furono spesso burrascosi a ingrassarvi una gran quantità di porci.
causa della esosità dei tributi che do- I numeri de’ capi sono approssimativa-
vevano essere pagati. Vittorio Angius mente i seguenti: nel bestiame manso,
ci ha lasciato una preziosa testimo- buoi e tori per l’agricoltura e vettureg-
nianza che riportiamo in parte: «Popo- giamento, e vacche mannalite 350, ca-
lazione. Sono in O. anime 786, distinte valli 81, giumenti 100, majali 50. Nel
in maggiori di anni 20, maschi 202, fem- bestiame rude, vacche 500, capre 100,
mine 246, e in minori, maschi 186; fem- pecore 2500, porci 450, cavalle 110. Po-
mine 152, distribuite in 130 famiglie. Il trebbesi facilmente per la estensione
movimento si calcola approssimativa- che ha il territorio quintuplicarvi, e
mente a nascite 25, morti 18, matrimoni più ancora il numero notato. Apicul-
8. Professioni. Gli ottanesi applicati al- tura. Ecco un altro ramo d’industria
l’agricoltura sono 120, cui si debbono che potrebbe essere considerevolis-
aggiungere 40 garzoni, alla pastorizia simo per il favore del clima e che è
70 con 25 ragazzi per servigio. Alle arti quasi nullo». Nel 1821 O. fu incluso
meccaniche necessarie, non è chi at- nella provincia di Nuoro e dal 1848,
tende, e però conviene per i più grosso- abolite le province, nell’omonima divi-
lani lavori sul legno e sul ferro, e per la sione amministrativa fino al 1859.
muratura ricorrere a’ pratici degli altri Nello stesso anno, ricostituite le pro-
luoghi. Le donne poco lavorano sul te- vince entrò a far parte della provincia
lajo, e quindi devesi comprare dagli al- di Sassari fino al 1927 quando, definiti-
tri paesi ciò che manca all’uopo delle vamente ripristinata la provincia di
famiglie in tela e panno. Vi è aperta la Nuoro, tornò a farne parte. Nel se-
scuola primaria per li ragazzi, che vi condo dopoguerra, quando si avviò il
vanno ne’ giorni e nelle ore che piace processo di industrializzazione della

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 48


Ottana

Sardegna nei primi anni Settanta, la iniziative nei settori tessile, mecca-
piana circostante a O. fu prescelta per nico, tipografico ecc. È discretamente
impiantarvi un polo produttivo. Questo sviluppata anche la rete di distribu-
fatto ha rappresentato per O. l’avvio di zione commerciale. Vi operano un al-
una nuova fase della sua storia, inizial- bergo con 62 posti letto e un ristorante.
mente ricca di speranze e prospettive Servizi. O. è collegato da autolinee agli
ma in seguito carica di contrasti e di altri centri della provincia. È dotato di
incertezze non ancora risolte. Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me-
dico, guardia medica, farmacia, scuola
dell’obbligo, sportello bancario. Pos-
siede una Biblioteca comunale.
La storia industriale
Di colpo, alle soglie degli anni Set-
tanta, O. si trovò a essere indicata, an-
che sui giornali del continente, come il
centro di un intervento che richiamava
l’attenzione di tutta l’opinione pub-
blica: a O., in Barbagia, arrivava l’indu-
stria. Taviani, che negli anni prece-
denti era più volte andato in Sardegna
come ministro degli Interni, arrivò in
visita a O. il 2 marzo del 1969 per verifi-
care, insieme al politici sardi e ai sin-
daci dei comuni interessati, la possibi-
lità di riconoscere un nucleo di indu-
strializzazione che potesse trasfor-
mare l’economia della zona e porre un
argine al fenomeno del banditismo che
proprio in quegli anni aveva ripropo-
sto brutalmente l’abbandono, la mise-
ria e l’‘‘inciviltà’’ del centro-Sardegna,
quando il resto dell’isola poteva dirsi
Ottana – Boes e merdùles di Ottana. industrializzato intorno ai poli di svi-
luppo di Cagliari e Porto Torres. Già
& ECONOMIA Le attività di base della Vicari, capo della polizia italiana,
sua economia sono ancora l’agricol- aveva chiesto una fabbrica a Orgosolo,
tura, in particolare la cerealicoltura, il paese di Graziano Mesina. L’indu-
la viticoltura e la frutticoltura, e l’alle- strializzazione a O. non rispondeva
vamento del bestiame, in particolare dunque a esigenze di sviluppo econo-
gli ovini e i bovini. Negli ultimi de- mico, ma a necessità di ordine pub-
cenni si è sviluppata anche l’attività in- blico. Lo esplicita il documento del Co-
dustriale, che si basava in origine su un mitato dei ministri per il Mezzogiorno
certo numero di imprese che opera- che il 29 ottobre 1969 specifica i co-
vano nel polo industriale nel settore muni interessati al nucleo industriale:
della trasformazione dei prodotti del «La Commissione prende atto dei par-
petrolio; in seguito, sopravvenuta la ticolari motivi, soprattutto di carattere
crisi di questa attività, si sono avviate sociale, che hanno indotto al riconosci-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 49


Ottana

mento di un nucleo nella Sardegna con capitale ANIC (ENI) e Monteca-


centrale e concorda al fine di dare tini-Edison, quest’ultima entrata nella
maggiore efficacia all’azione di rottura società con una quota inizialmente mi-
che si intende intraprendere all’in- noritaria perché interessata a contra-
terno della Sardegna». Pochi giorni stare in loco, insieme all’ENI, l’ascesa
prima, il 27 ottobre, il Senato aveva isti- della SIR nella spartizione del monte-
tuito, con la legge n. 755, la Commis- finanziamenti pubblici. Nel marzo
sione parlamentare d’inchiesta sui fe- 1971, sempre a Nuoro, si registra legal-
nomeni di criminalità in Sardegna; per mente la seconda società, la Fibra del
suo conto, la Democrazia Cristiana Tirso spa, che insieme alla Chimica del
nuorese aveva già individuato il medi- Tirso deve dare avvio a un processo
camento capace di sanare la piaga del produttivo che dall’acido tereftalico
banditismo nell’insediamento indu- arrivi alla produzione e commercializ-
striale in piena Barbagia. Dal punto di zazione di polimeri per fibre chimiche
vista tecnico del capitale industriale tessili, fibre acriliche e poliestere.
l’insediamento deve affrontare gravi L’organizzazione produttiva e del la-
problemi di diseconomie di localizza- voro non prevedeva particolari novità
zione, di formazione della forza lavoro, tecnologiche, ma solo l’ottimizzazione
di impatto sociale complessivo, non di un ciclo produttivo già maturo in
mediato dall’esistenza di un tessuto in- una produzione nazionale che però co-
dustriale precedente, sia pure margi- mincia a risentire della concorrenza
nale e arretrato; si tratta inoltre di cor- internazionale dei paesi asiatici, da
reggere, fin dal programma, le distor- poco entrati nel mercato delle fibre
sioni che sono già apparse con l’avvio sintetiche; una ottimizzazione da rag-
dei grandi stabilimenti petrolchimici giungere soprattutto con l’aumento
dei poli di sviluppo nel resto dell’isola, della produzione per addetto, la mobi-
rivelatisi più capaci di inghiottire de- lità operaia all’interno del ciclo, il con-
naro delle casse regionali e centrali trollo del mercato del lavoro e la ridu-
che di avviare un ampio processo di zione della conflittualità operaia.
sviluppo economico. Per non ricadere Tutte esigenze in ipotesi soddisfacibili
negli errori passati si privilegia l’indu- nell’intervento a O. Anche la SIR, che
stria pubblica e si richiede all’ENI di prima della Montedison aveva tentato
intervenire in Sardegna, anche per l’accordo con l’ENI, si fa avanti propo-
contrastare il passo alla sempre più in- nendo due nuovi nuclei di industrializ-
vadente presenza della SIR. Quando zazione: nel Sologo in territorio di Lula
nel marzo del 1970 il Consiglio dei mi- e nel Sarcidano fra Laconi e Nurallao.
nistri approva il Consorzio di indu- Inoltre la SIR progetta per O. una fab-
strializzazione della Media Valle del brica simile nella produzione a quella
Tirso (formato da 11 comuni: Bolotana, ANIC-Montedison. Il 31 luglio del 1971
Birori, Borore, Bortigali, Dualchi, Lei, il CIPE trasforma il Nucleo industriale
Macomer, Noragugume, O., Silanus e di O. in Area di sviluppo industriale; i
Illorai), il CIPE ha già dato parere fa- comuni interessati passano da 11 a 44,
vorevole a un progetto di investimento con investimenti previsti per 600 mi-
ENI per la produzione di fibre acrili- liardi, un’occupazione di 11 000 addetti
che e poliestere, con una ipotesi occu- e un costo per posto di lavoro di 54,5
pativa di 6000 addetti. Nel giugno del milioni di lire. Negli anni successivi e
1970 si costituisce la Chimica del Tirso nei diversi piani di programmazione

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 50


Ottana

dell’assetto territoriale i comuni inte- per 45 giorni il Centro di addestra-


ressati al Consorzio diventeranno 121 e mento e promuovono assemblee in
i posti di lavoro previsti 41 700, da rag- tutti i paesi per spiegare quanto hanno
giungere entro il 1986. capito in quei mesi di lavoro. L’ANIC-
I PRIMI OPERAI «NUOVI» Mentre alcune Montedison vuole applicare per i lavo-
imprese edili, che inizialmente occu- ratori di O. un contratto ad hoc, il «fibre
pano non più di 300 operai, iniziano la chimiche tessili», con paghe inferiori a
costruzione delle infrastrutture della quelle praticate negli stabilimenti del
fabbrica, nell’aprile del 1970 vengono continente che hanno una uguale pro-
bandite le prime richieste di operai e duzione. Hanno luogo le prime manife-
impiegati da addestrare per il lavoro stazioni e intorno agli operai di O. si
nella produzione di fibre. L’età per la sviluppa un’ampia solidarietà nei
partecipazione ai corsi di qualifica- paesi di provenienza. Al 31 dicembre
zione è compresa fra i 19 e i 29 anni, il 1971 risultano occupati in O. 1093 ope-
titolo di studio minimo richiesto la rai delle imprese esterne di costru-
terza media o il diploma di scuola pro- zione e montaggio degli impianti (dei
fessionale. Il primo reclutamento non 1051 sardi, 500 lavorano per la prima
passa attraverso gli uffici di colloca- volta in fabbrica) e 373 operai e 139 im-
mento né avviene per concorso pub- piegati divisi fra i centri di addestra-
blico: le ammissioni sono fatte a di- mento di Macomer e Nuoro e le fabbri-
screzione dell’ENI. Sono assunti 200 che della penisola. Alla fine del 1972,
operai e 50 diplomati tecnici che, for- mentre la fabbrica è in avanzata fase di
niti di una borsa di studio regionale costruzione, gli operai assunti sono ol-
della durata di un anno, frequentano tre 1000: essi hanno già partecipato
quattro mesi di corso teorico a Nuoro; alla lotta per il rinnovo del contratto
quindi sono divisi e trasferiti per l’ad- nazionale. Quando nel 1973 ritornano
destramento pratico in stabilimenti dal continente i primi nuclei operai,
ENI e Montedison del continente, l’azienda si rende conto che il filtro
dove devono assumere l’abitudine alla delle assunzioni è servito a poco: la
disciplina di fabbrica: per molti sarà il contestazione della politica aziendale
primo contatto con l’organizzazione è continua e unitaria e, anzi, ritrova in-
operaia e la presa di coscienza della torno a sé la mobilitazione e la solida-
realtà che sta dietro il progetto indu- rietà delle popolazioni. Pare che il ri-
striale di O. Ancora prima dell’esi- bellismo barbaricino, la mitizzata ba-
stenza materiale della stessa fabbrica lentı̀a, si sia trasformata da fattore di
nasce il primo consiglio di fabbrica e si un anarchico comportamento indivi-
ricerca la solidarietà degli operai del duale in molla politica dell’organizza-
continente. La permanenza, anziché di zione operaia. I leader, che le ricerche
otto mesi, sarà per molti di due anni: i sociologiche avevano individuato
nuclei operai si coordinano per orga- come capaci di mediare e favorire la
nizzare il ritorno a O. e nascono le penetrazione industriale, sono esauto-
prime contestazioni della politica rati dall’iniziativa dei lavoratori. Il ri-
aziendale. A fine agosto del 1971, ritor- dimensionamento dei progetti di inve-
nati dal continente per gli esami di fine stimento e occupazione, che scende
borsa e per le ferie, i primi assunti, in- prima a 4500 occupati e poi a 3200 (e
sieme ai duecento nuovi che ancora non saranno mai più di 2700), favorisce
frequentano i corsi a Nuoro, occupano lo schieramento a fianco degli operai

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 51


Ottana

dell’industria dei ceti medi dei paesi, ritoriale che, in opposizione a quella
commercianti e piccoli imprenditori aziendale, individua nell’agricoltura e
edili, che avevano visto nella immis- nella pastorizia, nello sviluppo e nella
sione dei salari operai nel mercato dei lavorazione di alcune risorse locali
consumi la possibilità di uno sviluppo nuove possibilità di sviluppo econo-
delle proprie attività. I progetti di pro- mico della zona. Nello stesso periodo
grammazione territoriale commissio- la SIR si vede porre dal Comune di
nati a più riprese dall’ENI e dal Centro Lula, dove ha programmato la costru-
di Programmazione regionale alle so- zione di uno stabilimento, precise con-
cietà ISVET e Tecneco trovano ampia dizioni di rispetto ecologico, insieme
opposizione. Si cerca, in quei progetti, con la richiesta dell’assunzione di tutti
di programmare un intervento indu- gli operai che avessero lavorato nella
striale espansivo nel territorio, in cui costruzione degli impianti, richieste
la fabbrica di O. diventa l’asse centrale che la SIR non intende accettare. Il
dell’intera zona, con l’azienda che co- mito dell’industrializzazione forzata
struisce le case per gli operai deciden- ha già subı̀to un rapido tracollo in tutto
done la localizzazione, le vie di mobi- il Nuorese. Per molti mesi l’intera zona
lità, orientandone i consumi e il tempo è attraversata da un movimento gene-
libero: è un progetto di ampia coloniz- rale di contestazione delle scelte poli-
zazione dell’intero territorio in cui il tiche regionali e nazionali senza prece-
modo di produzione industriale tenta denti, anche dopo l’avvio produttivo
di sostituire globalmente l’economia della fabbrica. Più volte la direzione
preesistente. Le scelte dell’azienda e minaccia di abbandonare la fabbrica,
l’appoggio che ad essa veniva dalla attuare la serrata, ritornare armi e ba-
classe politica regionale erano in con- gagli in continente; mentre i livelli di
traddizione con i risultati della Com- assenteismo sono inferiori a quelli na-
missione parlamentare d’inchiesta zionali, si registra un alto indice di con-
che nel 1972 aveva ultimato i suoi la- flittualità, spiegabile con la giovane
vori pubblicando una vasta analisi età media degli occupati ma anche
della società barbaricina, dove si criti- con l’influenza della memoria popo-
cava il comportamento che lo Stato lare dell’opposizione secolare a ogni
aveva tenuto da sempre in Sardegna e progetto autoritario e di dominio della
si individuava nel recupero econo- zona. Quando il 10 febbraio, in pieno
mico, nella trasformazione della pasto- Carnevale, alle sei di sera, la direzione
rizia, nel cambiamento dell’assetto aziendale dà l’ordine di fermata degli
proprietario della terra, nel varo di un impianti in risposta alle forme di lotta
nuovo Piano di Rinascita la possibilità operaia, ritenute insostenibili per l’a-
di fronteggiare le cause del fenomeno zienda, le sale da ballo si svuotano e
criminale. operai e popolazione scendono dai
LE LOTTE OPERAIE Alla fine del 1973 la paesi a O. per rimettere in marcia gli
lotta operaia si fa particolarmente in- impianti. Da questo episodio e da altri
cisiva, arrivando all’espulsione tempo- successivi la lotta operaia entra nell’e-
ranea dalla fabbrica della direzione pica popolare e nelle stesse manifesta-
aziendale in opposizione ai licenzia- zioni del folclore, confermando da una
menti degli operai delle imprese parte l’intelligenza e l’adattabilità
esterne. Il CdF e le organizzazioni sin- delle popolazioni barbaricine al ciclo
dacali sviluppano una piattaforma ter- produttivo industriale e dall’altra ri-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 52


Ottana

presentando l’orgoglio e la forza, an- degli operai di dare indicazioni pre-


che ‘‘nazionale’’, di chi di quel ciclo cise per uscire dalla crisi e program-
produttivo accetta la superiorità tec- mare una ripresa degli investimenti
nica ma non la disciplina coatta. Que- non antagonista al quadro operaio esi-
sta profonda trasformazione politica stente. Ma l’incertezza continua negli
della zona è evidente nelle elezioni anni successivi: le minacce di chiusura
del 1975, in cui la DC subisce in tutto il definitiva vengono tamponate da nuovi
Nuorese un forte calo elettorale a fa- stanziamenti di denaro pubblico. La
vore delle sinistre: 180 operai di O. fabbrica di O. e lo scontro fra ENI e
sono eletti nelle amministrazioni co- Montedison diventano un caso nazio-
munali dei loro paesi. nale. La fabbrica in crisi richiama in
LA CRISI In quegli anni, per la crisi do- sua difesa gli operai che hanno co-
vuta ai forti aumenti del prezzo del pe- struito la loro vita sul salario mensile
trolio e a una ristrutturazione interna- e che della fabbrica non possono più
zionale della divisione del lavoro, mi- fare a meno: cosı̀ l’insediamento indu-
gliaia di emigrati sardi rientrano in striale, prima mai accettato global-
Sardegna ritrovandosi in una situa- mente, diventa ora necessario. Tutta-
zione di crisi ancora più accentuata. via la fabbrica, che pure ha messo in
Ad essere in difficoltà è soprattutto la moto una profonda trasformazione, si
monocultura petrolchimica, su cui la rivela incapace di fornire la soluzione
Regione ha orientato negli anni prece- complessiva del problema barbari-
denti i suoi finanziamenti: anche a O. si cino; è capace di dare salario in cam-
parla di cassa integrazione, diminu- bio di lavoro, di offrire merce in cam-
zione degli organici, ristrutturazione bio di denaro, di imporre un nuovo or-
del ciclo produttivo. Di fronte alla crisi dine del tempo, ma non di mettere in
economica, ma anche a nuove prospet- moto un meccanismo economico
tive politiche, la fabbrica dimostra di espansivo, di penetrare e sviluppare
avere fallito il suo obiettivo principale: l’esistente. L’agricoltura e la pastorizia
il banditismo si ripresenta cruento continuano a essere le attività econo-
sino alle porte della fabbrica col seque- miche prevalenti, ma sempre condotte
stro di un dirigente ANIC. Dal 1976 lo in modo arretrato e poco remunera-
stabilimento ANIC-Montedison di O. è tivo; l’industrializzazione non ha ri-
dichiarato in crisi. La Montedison mi- solto nemmeno il problema occupa-
naccia di ritirarsi dall’iniziativa che tivo: alla fine del 1979 la disoccupa-
non ritiene più adeguata ai suoi pro- zione è oltre il doppio di quella del
getti di ristrutturazione, mentre la 1971. Nell’estate del 1979 il banditismo
SIR, che ha bloccato i suoi lavori e li- torna su tutte le prime pagine arri-
cenziato in altre fabbriche, inizia la co- vando ad avere contemporaneamente
struzione della Siron, a pochi metri anche otto sequestrati in mano ai ban-
dalla Chimica e Fibra del Tirso, per diti. [SIMONE SECHI]
non perdere i finanziamenti pubblici & DATI STATISTICI Al censimento del
già acquisiti. Nel febbraio del 1977 il 2001 la popolazione contava 2567 unità,
CdF e i sindacati provinciali organiz- di cui stranieri 15; maschi 1290; fem-
zano una Conferenza di produzione mine 1277; famiglie 840. La tendenza
per riaffermare la validità tecnologica complessiva rivelava una sostanziale
dell’impianto di O. e richiederne il po- stabilità della popolazione, con morti
tenziamento, dimostrando la capacità per anno 19 e nati 26; cancellati dall’a-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 53


Ottana

nagrafe 35 e nuovi iscritti 32. Tra i prin- più antica chiesa di monaci probabil-
cipali indicatori economici: depositi mente bizantini i cui resti sono stati
bancari 37 in miliardi di lire; imponi- scoperti durante lavori di restauro,
bile medio IRPEF 16 739 in migliaia di nel 1975. L’edificio è in trachite nera e
lire; versamenti ICI 770; aziende agri- violacea, di grande eleganza; fu co-
cole 189; imprese commerciali 134; struito in forme romaniche con una
esercizi pubblici 20; esercizi all’in- pianta a croce commissa, a una sola na-
grosso 2; esercizi al dettaglio 41; ambu- vata absidata e con copertura a ca-
lanti 1. Tra gli indicatori sociali: occu- priate in legno. La facciata è divisa in
pati 696; disoccupati 98; inoccupati due specchi e un frontone scanditi da
259; laureati 20; diplomati 168; con li- arcatelle su lesene. Nel primo spec-
cenza media 922; con licenza elemen- chio si apre il portale architravato e fi-
tare 828; analfabeti 93; automezzi cir- gurano tre specchi bicromi con losan-
colanti 742; abbonamenti TV 626. ghe; nel secondo specchio si aprono
una bifora e due losanghe bicrome;
nel frontone che corona la facciata si
aprono bacini ceramici policromi. Al-
l’interno ospita il famoso polittico di O.
del secolo XIV che raffigura tra l’altro
il giovane Mariano IV. Località di
grande interesse è quella dei Bagni di
Oddini, località situata a 9 km circa
dall’abitato sulla strada per Bolotana;
nel sito sono stati individuati i resti di
un complesso termale romano con va-
sche e fondazioni degli ambienti di ser-
Ottana – Un merdùle. vizio. A poca distanza nel Medioevo
sorgeva il villaggio di Oddini (=) di cui
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- rimangono le tre chiese di San Giorgio,
ritorio è particolarmente ricco di siti Sant’Elia e San Pietro, quest’ultima co-
del periodo nuragico tra i quali i nura- struita in forme romanico-pisane si-
ghi Badde Suergiu, Bangelio, Bidinan- mili a quelle della cattedrale di San
nari, Bigozzi, Birrone, Bisolio, Bitta- Nicola.
leo, Bruscas, Ereulas, Gaddone, Ga- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Ti-

rule, Murru Rugiu, Pedra ’e Frascu, Pi- pica e di grande tradizione è la festa
redu, Porchiles, Prantas Ladas, Preda per Sant’Antonio Abate. Si svolge il 16
’e Soru, Semideu, Sen’Acca, Serra e 17 gennaio con l’accensione di un falò
S’Ozzastru, Singraris, Sirbas, Su Furru nella piazza della chiesa di San Nicola
’e Sa Teula, Su Gatto, Su Muntone, Toc- e di altri falò nei vari quartieri del vil-
cori, Turodulone, Unena. laggio; attorno al falò principale, ri-
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE chiamati dal suono prodotto dallo sfre-
E AMBIENTALE L’abitato, che nel cen- gamento di una chiave su un piatto di
tro storico ha conservato l’impianto ur- bronzo (s’affuente), compaiono le tipi-
banistico tradizionale, è dominato che maschere locali: i boes e i merdùles
dalla chiesa di San Nicola, costruita (uomini e animali) e la filonzana (la fi-
nel secolo XII, in concomitanza con la latrice) che sfilano, danzano e mimano
presenza della sede vescovile, su una scene di lotta dando vita a scene alle-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 54


Ottana

goriche che preludono ai festeggia- gonna plissettata (sa veste) di panno


menti del Carnevale al centro delle nero con una balza di seta o di broccato
quali è nuovamente l’esibizione dei color crema. Sopra la camicia veni-
merdùles e dei boes (= Boe), che richia- vano indossati il busto (su cosso) di ter-
mano usanze il cui significato si perde ziopelo o di broccato, e la giacca (su
nella notte dei tempi. zippone) di seta o di raso nero guarnita
con trina fiorita e aperta davanti e
sulle maniche per consentire la fuoru-
scita della camicia. Sopra la gonna si
portava il grembiule (sa varda) di raso
colorato e guarnito. L’abbigliamento
era completato da tre fazzoletti che si
posavano sul capo: il primo e il se-
condo rispettivamente di tibet e di
seta marrone piegati a triangolo, il
terzo di grandi dimensioni di seta
nera a fiori viola arricchito da frange.
L’abbigliamento tradizionale del-
l’uomo era costituito dalla camicia di
tela bianca ricamata e chiusa da bot-
toncini; e dai calzoni (sos carzones) di
tela robusta larghi e portati dentro le
ghette. Sopra la camicia si indossavano
il gilet a doppio petto chiuso a destra
con ganci (su cosso) di velluto nero, e la
giacca (su cappotto) di panno nero con
bordo di velluto nero. Sopra i calzoni
venivano indossati il gonnellino (sas
carzas) di panno nero tenuto in vita da
una cinta di pelle ricamata (sa chin-
torza), e le ghette di panno nero bor-
dato di velluto (sas mesas carzas).
Ottana, diocesi di Diocesi costituita
agli inizi del secolo XII. Il vescovo di
Ottana aveva giurisdizione sul Mar-
ghine, sul Goceano e sul Dore. Nel
1503 Giulio II unı̀ alla diocesi le anti-
che sedi di Bisarcio e di Castra, ma ne
trasferı̀ la sede ad Alghero determi-
Ottana – Momenti del passaggio di boes e nandone cosı̀ la fine.
merdùles.
VESCOVI DI OTTANA
1. Giovanni, reggeva la diocesi nel
Di grande suggestione è il costume. 1112. 2. Omodeo, monaco di Montecas-
L’abbigliamento tradizionale femmi- sino, resse la diocesi tra il 1123 e il
nile è costituito da una camicia di tela 1127. 3. Ugo, reggeva la diocesi nel
bianca ricamata e guarnita con pizzi, 1139. 4. Zaccaria, resse la diocesi tra il
dalle maniche molto ampie; e dalla 1160 e il 1170. 5. Vescovo anonimo, reg-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 55


Ottava

geva la diocesi nel 1176. 6. Giovanni, La giurisdizione del vescovo di Ottana


reggeva la diocesi nel 1179. 7. Gregorio, si estendeva alle parrocchie dei vil-
reggeva la diocesi nel 1205. 8. Vescovo laggi di Anela*, Aneletto, Benetutti, Bi-
anonimo, reggeva la diocesi nel 1215 rori*, Bolotana*, Bono, Borore*, Borti-
quando prese parte al Laterano IV. 9. coro*, Bortigali*, Bottidda*, Bultei*,
Guantino, reggeva la diocesi nel 1230. Bulterine, Burgos*, Dualchi*, Espor-
10. Vescovo anonimo, reggeva la dio- latu*, Gitil, Illorai*, Lei*, Lurcia, Ma-
cesi nel 1233, ricordato da Gregorio comer*, Mulargia, Noragugume*,
IX. 11. Costantino, reggeva la diocesi Nule, Nuoro, Oddini, Oniferi, Orani,
nel 1237. 12. Vescovo anonimo, ricor- Orgosolo, Orotelli, Ottana, Sarule, Sila-
dato da Federico Visconti, reggeva la nus, Usolvisi.
diocesi nel 1263. 13. Antonio, reggeva *(= Alghero, diocesi di)
la diocesi nel 1307. 14. Gonario, reggeva
Ottava Centro abitato della provincia
la diocesi nel 1331. 15. Silvestro, resse
di Sassari, frazione di Sassari (da cui
la diocesi tra il 1339 e il 1344. 16. Fran-
dista 10 km), con circa 500 abitanti, po-
cesco, era canonico di Sorres quando sto a 83 m sul livello del mare a nord-
fu nominato vescovo, resse la diocesi ovest del comune capoluogo, lungo la
tra il 1344 e il 1355. 17. Pietro, fu trasfe- superstrada ‘‘Carlo Felice’’. Regione
rito da Butrinto, resse la diocesi tra il storica: Fluminargia. Archidiocesi di
1355 e il 1359. 18. Arnaldo, apparteneva Sassari.
all’ordine dei Domenicani, resse la & TERRITORIO Il territorio è costituito
diocesi tra il 1359 e il 1386. 19. Dome- da una serie di basse colline e pianori
nico, reggeva la diocesi nel 1386. 20. che digradano in questo punto dalle
Giovanni, reggeva la diocesi nel 1388. maggiori alture dell’interno verso il li-
21. Nicola, resse la diocesi tra il 1389 e torale del golfo dell’Asinara e di Porto
il 1400, anno in cui fu trasferito a Sor- Torres. Le comunicazioni sono assicu-
res. 22. Gerardo da Bisarcio, apparte- rate dalla strada a quattro corsie che
neva all’ordine dei Carmelitani, resse collega il capoluogo a Porto Torres, e
la diocesi tra il 1390 e il 1402 anno in cui lungo la quale la frazione si è in parte
fu trasferito a Betlemme. 23. Biagio sviluppata.
Spano, era canonico di Torres, resse la & STORIA In origine O. era un villaggio
diocesi tra il 1400 e il 1429. 24. Simone del giudicato di Torres compreso nella
Manca, era abate di San Michele in Sal- curatoria della Fluminargia. Subito
vennor, resse la diocesi tra il 1429 e il dopo l’estinzione della dinastia giudi-
1454. 25. Giovanni Salinis, apparte- cale fu compreso nei territori che di-
neva all’ordine dei Frati minori, resse pendevano dal Comune di Sassari. In
la diocesi tra il 1454 e il 1472, quando fu seguito alla conquista aragonese, per
trasferito a Bosa. 26. Antonio, era ve- quanto il Comune avesse prestato
scovo di Ampurias, resse la diocesi tra omaggio preventivamente all’infante
il 1472 e il 1474. 27. Gerolamo de Sechis, Alfonso, nel 1324 O. fu concesso in
reggeva la diocesi nel 1481. 28. Ludo- feudo a Marabottino Marabotti. Il Co-
vico Camanias, reggeva la diocesi nel mune protestò con forza e nel 1325 il
1483. 29. Domenico de Milia, era cano- controllo del villaggio gli fu restituito
nico di Sassari, resse la diocesi tra il ma nel luglio dello stesso anno, iniziata
1483 e il 1501. 30. Giovanni Perez, era la ribellione di Sassari, O. fu teatro
parroco a Cuenca, resse la diocesi tra il delle operazioni militari e subı̀ molti
1501 e il 1503. danni. Domata la ribellione, nel 1330

50

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 56


Ottaviano

O. fu nuovamente concesso a Dalmazio gna e Corsica venivano cedute a Otta-


de Avinyò i cui discendenti si estinsero viano ma il loro controllo fu reso preca-
nel 1342 lasciando erede Raimondo di rio dalle incursioni della flotta di Sesto
Montpavon. Questi unı̀ il villaggio agli Pompeo, che nel 40 conquistò le due
altri suoi domini ma, scoppiata nel isole, scacciando il governatore Marco
1347 la nuova ribellione dei Doria que- Lurio: pare che la sola Carales si sia
sti, quando assediarono Sassari, deva- vanamente opposta al legato di Pom-
starono nuovamente il villaggio che co- peo, Menodoro; lo stesso Menodoro riu-
minciò a spopolarsi. Scoppiate le scı̀ a sventare il tentativo del liberto
guerre tra Mariano IV e Pietro IV, dopo Eleno di riprendere la provincia: solo
diverse vicissitudini, a partire dal 1366 nel 38 le due isole sarebbero tornate in
il villaggio passò nelle mani del giu- mano a Ottaviano, che in quell’occa-
dice d’Arborea fino alla battaglia di sione avrebbe coniato le monete con
Sanluri. Dopo la breve parentesi del l’effigie del nonno Azio Balbo e del dio
visconte di Narbona, nel 1420 fu com- nazionale dei Sardi, il Sardus Pater.
preso nel territorio su cui Sassari Forse in questa fase, pur non essendosi
prese a esercitare diritti giurisdizio- mai recato in Sardegna, decise di pre-
nali. Nonostante ciò nel 1435 il villag- miare Carales con il rango di municipio
gio, tra le proteste di Sassari, fu con- e di fondare le colonie di Turris Lybiso-
cesso in feudo a Francesco Saba i cui nis e Uselis: queste promozioni non
discendenti nel 1454 lo cedettero defi- sono tuttavia ricordate nelle Res Gestae
nitivamente a Sassari che ne man- di Augusto, che al contrario indicano la
tenne il controllo nei secoli successivi Sardegna fra le province che giurano
fino all’abolizione dei feudi. In questi fedeltà a Ottaviano nell’estate (?) del
ultimi decenni O., che aveva ripreso a 32 a.C., alla vigilia della battaglia di
svilupparsi come insediamento di alle- Azio (2 settembre 31). Nella seduta del
vatori e agricoltori, si è ingrandito ul- 13 gennaio 27 a.C. Augusto decise di ri-
teriormente come appendice della tirare le legioni stanziate in Sardegna
città, grazie soprattutto alla facilità e Corsica e di cedere le isole al Senato,
delle comunicazioni e alla accessibi- che le avrebbe amministrate con un
lità al territorio. proconsole annuale; nel 6 d.C., tutta-
Ottaviano Caio Giulio Ottaviano Augu- via, spinto dai Sardi che praticavano
sto. Imperatore romano (Roma, 63 a.C.- la pirateria nel Tirreno e razziavano le
Nola, 14 d.C.). Figlio del pretore Caio pianure toscane, inviò per tre anni
Ottavio e di Azia (= Azio Balbo, Marco), delle truppe comandate da cavalieri;
per testamento fu adottato da Cesare nel 13/14 d.C. l’isola fu infine governata
(44 a.C.); triumviro con Antonio e Le- da un pro legato di rango equestre. Ri-
pido (27 novembre 43 a.C.), attraverso sale probabilmente a questa fase la se-
complesse vicende rimase l’unico si- parazione amministrativa fra Sarde-
gnore di Roma e fu proclamato Augu- gna e Corsica, lo stanziamento in Sar-
sto dal senato (27 a.C.), dapprima con il degna di reparti ausiliari (sono note le
comando militare (imperium) tempo- coorti dei Corsi, degli Aquitani, dei Lu-
raneo sulle province non ancora paci- sitani) e di una squadra della flotta del
ficate, poi con un imperium proconsu- Miseno, l’istituzione di una praefectura
lare maius et infinitum vitalizio ed civitatum, un prefetto militare che re-
esteso a tutte le province (23 a.C.). Ne- golava i rapporti fra Roma e le tribù
gli accordi di Bologna (43 a.C.) Sarde- della Barbària. [ANTONIO IBBA]

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 57


Otti

Otti Antico villaggio del giudicato di 1990 la rivista ‘‘Fuego’’, e nel 1996 pro-
Torres, compreso nella curatoria di getta e realizza con altri la rivista
Montacuto. Dopo l’estinzione della di- ‘‘Mondo Naif ’’; si susseguono da quel
nastia giudicale fu lungamente con- momento i lavori di sceneggiatura e le
teso tra Arborea, Doria e i Pisani che nuove realizzazioni: nel 1999 nasce la
amministravano il giudicato di Gal- serie ‘‘Loving the Alien’’ e nel 2000
lura. Conquistata la Sardegna dagli ‘‘London Sushi’’. Vince nel 1988 il pre-
Aragonesi, nel 1339 entrò a far parte mio ‘‘Caran d’Ache’’ come migliore il-
delle concessioni fatte da Pietro IV a lustratore all’EXPO Cartoon di Roma.
Giovanni d’Arborea; in seguito fu di Ottonello, Paolo Psichiatra (Cuglieri
fatto annesso al giudicato d’Arborea. 1898-Bologna 1959). Dopo avere preso
Dopo la battaglia di Sanluri, venuto parte alla prima guerra mondiale si
meno nel 1409 il giudicato, O. entrò a laureò giovanissimo in Medicina nel
far parte del grande feudo concesso 1922 a Sassari, dove iniziò la sua car-
nel 1421 a Bernardo Centelles. Nel riera universitaria. Dopo alcuni anni
corso del secolo successivo cominciò a passò all’Università di Pavia e succes-
spopolarsi ed entro la fine del secolo sivamente a quella di Parma. Nel 1951
XVI gli ultimi abitanti lasciarono il vil- infine fu chiamato a insegnare presso
laggio e si trasferirono a Oschiri. Esi- l’Università di Bologna; studioso di
ste ancora la chiesa di Santa Maria di grande valore, ha lasciato numerose
O., parrocchiale dello scomparso vil- pubblicazioni, tra cui Fattori carenziali
laggio, situata a qualche chilometro da nella genesi delle degenerazioni prima-
Oschiri. Fu costruita nella seconda rie del midollo spinale, «argomento – è
metà del secolo XII in forme romani- stato scritto in una sua commemora-
che, utilizzando conci di trachite rossa- zione – che l’autore tenne come motivo
stra; ha un’unica navata e l’abside, la di feconda ricerca ulteriore e che vari
copertura è a volta. La facciata, priva anni dopo sviluppò in pieno sul piano
di ingresso, era ingentilita da un cam- clinico e sperimentale; fin dal 1942 e
paniletto a vela abbattuto da un ful- 1944 rilevò fra i primi studiosi del
mine e ricostruito successivamente. mondo una stretta correlazione fra l’it-
L’ingresso si apre nel fianco meridio- tero nucleare di neonati e certe gravi
nale dell’edificio. sindromi neurologiche». Morı̀ a Bolo-
Otto Gabos (pseud. di Mario Rivelli) Illu- gna, ma volle che la sua salma tornasse
stratore (n. Cagliari, sec. XX). Laureato alla terra natale.
al DAMS di Bologna, si occupa di con- Oulomar Famiglia originaria di Bar-
sulenza d’immagine e progettazione cellona (sec. XIV). Vi appartenne un
per l’agenzia di servizi Teico di Bolo- Guglielmo, consigliere dell’infante Al-
gna, e, in campo televisivo, partecipa ai fonso, che nel 1323 prese parte alla spe-
gruppi di lavoro della sezione Media- dizione di conquista della Sardegna e
set marketing-nuove proposte. Pub- negli anni successivi si stabilı̀ nell’i-
blica le sue illustrazioni sia su riviste – sola acquistandovi reputazione e al-
‘‘Frigidaire’’, ‘‘Acca Parlante’’, ‘‘Icaro’’ cuni feudi. I suoi discendenti, scop-
– che su libri: ha curato la copertina e piata la prima guerra tra Mariano IV e
le immagini di Sotto le bombe di maggio, Pietro IV, non furono in grado di con-
La macchina del cervello e La partita servare i feudi e scomparvero poco
più bella del mondo, tutti per la Conda- prima dello scoppio della seconda
ghes. Nel settore del fumetto, fonda nel guerra tra Aragona e Arborea.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 58


Ovodda

Oulomar, Guglielmo Consigliere reale tratta di una regione di rilievi ancora


(Barcellona, seconda metà sec. XIII- piuttosto alti e aspri (il vicino monte
Cagliari 1330). Personaggio di grandi Concosu supera i 1000 m), divisi gli uni
capacità fu nominato da Giacomo II dagli altri dalle profonde incisioni sca-
consigliere dell’infante Alfonso al mo- vate dai corsi d’acqua, in questo caso
mento della spedizione in Sardegna. gli affluenti di sinistra del Taloro, il
Subito dopo la conquista, nel 1325, rio Aratu a oriente e il Tino a occi-
ebbe il feudo di Gerito, cui però do- dente. Il Taloro, che scorre poco più a
vette rinunciare per le proteste dei cit- nord, forma gli invasi artificiali di Gu-
tadini di Sassari che ritenevano il vil- sana e del Cucchinadorza. O. si trova
laggio dipendente dalla città. Per in- lungo la tortuosa statale 128 Centrale
dennizzarlo gli furono concessi Mara, sarda, nel tratto tra Tonara e Gavoi,
Ciria e Calagonis, tre villaggi nel Cam- dalla quale si distacca qui una bretella
pidano di Cagliari; abile diplomatico, in direzione del Cucchinadorza e di Ol-
nel 1326 ebbe il compito di trattare la zai.
resa definitiva del Comune di Pisa e & STORIA Il suo territorio è ricchis-
condusse in porto la trattativa con
simo di vestigia di età nuragica ma il
grande equilibrio, guadagnandosi la
villaggio ha origini medioevali: appar-
stima anche del giudice d’Arborea, al-
teneva al giudicato di Arborea ed era
lora alleato degli Aragonesi, che volle
compreso nella curatoria della Barba-
manifestargli l’apprezzamento conce-
gia di Ollolai. Dopo la caduta del giudi-
dendogli nel 1327 il feudo di Forru.
cato, i suoi abitanti si mantennero
Oulomar, Pietro Signore di Mara e di ostili nei confronti degli Aragonesi e
Calagonis (Cagliari, prima metà sec. quando nel 1410 il territorio fu con-
XIV-ivi 1355). Ai feudi paterni seppe cesso in feudo a Giovanni Deana, suo-
aggiungere quelli di Soleminis, Sirio, cero del marchese d’Oristano, essi riu-
Sehanno e Mogor de Liurus ricevuti scirono a mantenere in parte la loro
alla morte di Arnaldo Ballester dopo il antica autonomia. All’estinzione dei
1346. Scoppiata la prima guerra tra Ma- Deana O. passò ai Cubello e fu incluso
riano IV e Pietro IV perse il feudo di nel marchesato di Oristano. Caduto il
Forru, ma anche gli altri feudi furono marchesato, nel 1479 il villaggio fu in-
investiti dalle truppe giudicali e subi- cluso nei territori donati dal re a
rono gravi danni. La sua morte imma- Brianda De Mur, vedova di Nicolò Car-
tura nel 1355 accelerò il tramonto delle roz, che a sua volta lo donò a sua figlia
fortune della famiglia. Beatrice andata sposa a Pietro Maza de
Ovodda Comune della provincia di Liçana. Cosı̀ O. fu unito al feudo di
Nuoro, compreso nella XII Comunità Mandas e amministrato dai funzionari
montana, con 1732 abitanti (al 2004), baronali di questo feudo. Estinti i Maza
posto a 710 m sul livello del mare alle dopo una lunga lite passò ai Ladron.
pendici nord-occidentali del Gennar- Durante il loro governo si verificarono
gentu. Regione storica: Barbagia di Ol- alcune faide tra gruppi di famiglie per
lolai. Diocesi di Nuoro. il controllo dei pascoli che compromi-
& TERRITORIO Il territorio comunale, sero la sua tranquillità e ne provoca-
di forma grosso modo ovale, si estende rono la decadenza. In seguito il villag-
per 40,78 km2 e confina a nord con Ol- gio passò agli Hurtado de Mendoza, agli
lolai e Gavoi, a est con Fonni e Desulo, Zuñiga, ai Pimentel e infine ai Tellez
a sud con Tiana e a ovest con Teti. Si Giron ai quali fu riscattato nel 1839.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 59


Ovodda

Vittorio Angius ha lasciato una precisa un miglior sistema. Chi conosce i siti
testimonianza: «Popolazione. Sono in intende pure quanto fieno potrebbero
O. anime 997, distinte in maggiori, ma- questi paesani preparare all’alimento
schi 305, femmine 317, e minori, ma- del bestiame nella stagione invernale,
schi 185, femmine 190, distribuite in fa- quando i pascoli sono ricoperti di ne-
miglie 230. I numeri medi del movi- vazzo, se profittassero di tutti quei
mento sono, nascite 40, morti 24, matri- tratti di terreno che si possono facil-
moni 13. Degli ovoddesi 150 sono appli- mente irrigare. Ma finché non rifor-
cati all’agricoltura, 185 alla pastorizia, misi l’attuale sistema pastorale non si
15 a’ mestieri, e 12 a piccoli negozi. Le profitterà de’ benefici della natura. I
donne lavorano per la tessitura, e nelle capi del bestiame ovoddesi sono notati
buone stagioni coltivano gli orti e rac- nelle solite distinzioni da’ numeri se-
cogliono i frutti. La scuola elementare guenti. Bestiame manso: buoi per il
suole ricevere 15 fanciulli, e in tutto il servigio agrario e per vettureggia-
paese non sono più di 30 le persone che mento 140, vacche mannalite 40, ca-
sappiano leggere e scrivere. Agricol- valli e cavalle 110, majali 85. Bestiame
tura. Ristretta assai quest’arte in altri rude: vacche 650, capre 2500, porci
tempi, finché si riformò l’opinione che 1200, pecore 3600. I formaggi sono sti-
spregiava come servili i lavori agrari, mati per la bontà». Nel 1821 O. fu in-
poscia crebbe e si estese la superficie cluso nella provincia di Nuoro e
coltivata. Il terreno in molte parti è as- quando nel 1848 furono abolite le pro-
sai fertile e compensa liberalmente le vince entrò a far parte dell’omonima
fatiche. La quantità di semi che si divisione amministrativa fino al 1859.
danno a’ terreni solcati, o lavorati con Abolite in quell’anno le divisioni am-
la zappa, è approssimativamente come ministrative e ripristinate le province,
segue: starelli di grano 200. D’orzo 450, fu incluso in quella di Sassari e solo nel
e di legumi 60. I fagiuoli di O. sono sti- 1927 tornò a far parte di quella di
mati. La fruttificazione ordinaria del Nuoro quando fu definitivamente rico-
frumento è al 10, dell’orzo al 12, de’ le- stituita.
gumi al 16. Si coltivano le erbe ortensi, & ECONOMIA Le attività di base della
ma in poche specie. La seminagione sua economia sono l’allevamento del
delle patate si va distendendo, la pro- bestiame, in particolare ovini e bovini,
duzione è notevole, la bontà non infe- e anche suini sebbene in misura mi-
riore alla qualità delle fonnesi. Gli al- nore; e l’agricoltura, in particolare la
beri fruttiferi sono in numero conside- viticoltura, la frutticoltura, l’olivicol-
revole, e le specie più comuni, peri, tura. Negli ultimi decenni si sta svilup-
noci, castagni. Le vigne hanno un’area pando anche l’attività industriale nel
ristretta, producono poco, e il mosto dà settore estrattivo, in quello alimentare
un vino poco gradito al gusto. Una por- e in quello dei laterizi. È poco organiz-
zione si brucia per acquavite. Senza le zata la rete di distribuzione commer-
vigne è chiuso in vera proprietà uno ciale. Vi operano tre aziende agrituri-
spazio complessivo di circa 250 sta- stiche con 23 posti letto a sostegno del
relli, dove o si semina o si tengono gli nascente turismo. Servizi. O. è colle-
animali a pastura. Pastorizia. I salti gato da autolinee agli altri centri della
ovoddesi abbondano di pascoli nelle provincia. Dispone di stazione dei Ca-
stagioni migliori, e potrebbero nutrire rabinieri, medico, guardia medica, far-
maggior quantità di bestiame se fosse macia, scuola dell’obbligo, sportelli

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 60


Ozieri

bancari. Possiede una Biblioteca co- ficio interessante è la chiesa di San


munale. Pietro, situata a qualche chilometro
& DATI STATISTICI Al censimento del dall’abitato nel luogo dove sorgeva il
2001 la popolazione contava 1746 unità, villaggio di Oleri poi scomparso, Fu co-
di cui stranieri 1; maschi 903; femmine struita dopo il 1473 per ricordare l’ac-
843; famiglie 815. La tendenza com- cordo tra gli abitanti di Gavoi e quelli
plessiva rivelava una sostanziale stabi- di O. per l’utilizzazione di un’ampia
lità della popolazione, con morti per estensione di pascoli precedente-
anno 16 e nati 16; cancellati dall’ana- mente contesi. La chiesa è posta al cen-
grafe 35 e nuovi iscritti 32. Tra i princi- tro di questo territorio e la festa in
pali indicatori economici: imponibile onore del santo fu a lungo organizzata
medio IRPEF 15 290; versamenti ICI ad anni alterni dagli abitanti dei due
483; aziende agricole 159; imprese paesi. Nell’Ottocento è passata sotto
commerciali 78; esercizi pubblici 8; l’esclusivo controllo di O.
esercizi all’ingrosso 3; esercizi al detta- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La

glio 30. Tra gli indicatori sociali: occu- festa tradizionale più interessante è
pati 517; disoccupati 90; inoccupati 88; quella del Carnevale: culmina in un
laureati 19; diplomati 163; con licenza giorno inconsueto, il Mercoledı̀ delle
media 561; con licenza elementare 579; Ceneri, e coinvolge tutti gli abitanti
analfabeti 45; automezzi circolanti 654; del villaggio che sfilano per le strade
abbonamenti TV 451. mascherati in abbigliamenti fantasiosi
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
e col viso sporco di fuliggine. La pro-
cessione trascina un grande pupazzo
ritorio conserva numerosi siti nuragici
detto Don Conte, che è ritenuto respon-
tra cui i nuraghi Boninu, Campus, Co-
sabile dei mali del villaggio. Sul far
sti, Finonele, Istedorro, Ladu, Monte
della sera le maschere si fermano nella
Maguri, Nieddio, Oseli, Padru Boe, Sa
piazza principale dove viene celebrato
Corrada. Il sito più interessante è
il processo a Don Conte che, ricono-
quello di Oseli, che comprende nura-
sciuto colpevole, viene impiccato e
ghe e villaggio nuragico a qualche chi-
bruciato.
lometro dall’abitato in un ambiente
ricco di vegetazione. Il villaggio è costi-
tuito da numerose capanne circolari
ma non è stato ancora sufficiente-
mente studiato.
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
RALE L’assetto urbanistico tradizio-
nale è perfettamente conservato; l’edi-
ficio di maggior rilievo è la chiesa di
San Giorgio, parrocchiale costruita
nel secolo XVII in forme tardogotiche.
Ha l’impianto a una navata completata
da alcune cappelle laterali e dal pre- Ozieri – Nuraghe Burghidu.
sbiterio; la copertura è a volte a botte.
All’interno conserva una bella statua Ozieri Comune della provincia di Sas-
lignea del Seicento e altri interessanti sari, sede della VI Comunità montana,
arredi; poco distante sorge il massiccio con 11 298 abitanti (al 2004), posto a 390
campanile edificato nel 1798. Altro edi- m sul livello del mare al centro del Lo-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 61


Ozieri

gudoro. Regione storica: Montacuto. stravano il giudicato di Gallura e alla


Sede della diocesi omonima. fine del secolo XIII fu occupato dalle
& TERRITORIO Il territorio comunale, truppe del giudice d’Arborea. Ebbe
di forma grosso modo trapezoidale con cosı̀ inizio una fase di crescita del vil-
un prolungamento verso nord, si laggio, molti abitanti di Bisarcio e degli
estende per 252,45 km2, comprendenti altri piccoli centri vicini vi si stabili-
anche le frazioni di Chilivani, Fraigas e rono e O. divenne il capoluogo della cu-
San Nicola, e confina a nord con Chia- ratoria. Dopo che la Sardegna fu con-
ramonti, Tula e Oschiri, a est con Pat- quistata dagli Aragonesi, nel 1339 en-
tada, a sud con Nughedu San Nicolò e trò a far parte dei territori concessi da
con Ittireddu, a ovest con Mores, Ar- Pietro IV a Giovanni d’Arborea e fu di
dara e Chiaramonti. Si tratta di una re- fatto annesso allo stesso piccolo regno.
gione in parte collinare, specie intorno Dopo la battaglia di Sanluri, venuto
all’abitato; ma che poi si apre nella va- meno nel 1409 il giudicato, O. entrò a
sta e fertile piana di O., attraversata dal far parte del grande feudo concesso
rio Mannu e dai suoi affluenti, che get- nel 1421 a Bernardo Centelles e di-
tano le loro acque nel lago del Coghi- venne una delle sedi da cui veniva am-
nas; il territorio di pertinenza di O. si ministrato il feudo e stabile residenza
estende poi ancora verso nord, sino a dei vescovi di Bisarcio. Nel corso del
comprendere una buona parte del Cinquecento dai Centelles passò ai
monte Sassu, la cui cresta più alta su- Borgia, mentre lo spostamento della
pera i 600 m. O. comunica attraverso la sede vescovile ad Alghero fece perdere
statale 128 bis, che proviene dalla su- di importanza al paese che tuttavia
perstrada Cagliari-Sassari e si dirige continuò a crescere. Nel Seicento il
verso Pattada; quindi con la 132 e la piccolo centro era dominato da un’oli-
199, che si collegano rispettivamente garchia di grandi proprietari terrieri
con la direttissima Sassari-Olbia, a che fecero valere le loro influenze po-
nord, e con Oschiri a nord-est; a sud litiche per ottenere nel 1621 che fosse
una strada secondaria che passa per costituito un capitolo di canonici
Nughedu San Nicolò conduce in Go- presso il Duomo e che nel 1690 vi fosse
ceano. Nella frazione di Chilivani, a 10 aperta una scuola di grammatica e di
km di distanza, si trova un piccolo nodo retorica. Nel 1700 vi fu aperta anche
ferroviario che connette la linea prove- una scuola di filosofia e teologia e il
niente da Cagliari con quelle dirette ri- centro si avviò a essere uno dei più po-
spettivamente a Sassari-Porto Torres e polosi dell’isola. I Borgia si estinsero
Olbia-Golfo Aranci. nel 1740 e O. passò ai Pimentel che nel
& STORIA Il suo territorio, culla dell’o- 1748 vi fecero aprire un ospedale per i
monima cultura, è stato frequentato poveri. Nella seconda metà del Sette-
dall’uomo fin dalle epoche più lontane cento passò infine ai Tellez Giron e la
della preistoria; conserva inoltre testi- sua funzione di capoluogo del Monta-
monianze dell’età nuragica e del pe- cuto ne fece nel 1767 la sede della
riodo romano che denotano la conti- Giunta diocesana dei monti granatici
nuità dell’insediamento. Nel Medio- (=); nel 1774 infine vi fu aperta una
evo era compreso nel giudicato di Tor- Tappa di insinuazione degli atti pub-
res; dopo l’estinzione della dinastia blici. Nel 1803 prese a risiedervi nuo-
giudicale O. fu lungamente conteso tra vamente il vescovo e nel 1821 divenne
Arborea, Doria e i Pisani che ammini- il capoluogo dell’omonima provincia.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 62


Ozieri

Vittorio Angius ci ha lasciato una pre- nasiali o inferiori e le scuole superiori;


ziosa testimonianza nel 1846: «Popola- e nell’anno scolastico prossimo pas-
zione. Il popolo di O. che nel 1826 com- sato (1844-1845) furono studenti delle
ponevasi di anime 7766 e ne annoverò elementari, nella prima classe 21,
8250 nel 1840, or ne conta 8433: il quale nella seconda 25, nella terza 60. Igno-
totale sarebbe maggiore senza la mor- riamo qual fosse il numero vero di quei
talità che avvenne per l’epidemia va- delle inferiori, di grammatica e retto-
juolosa del 1829, quando si computò di rica, e delle superiori, di filosofia e teo-
anime 7625. Le parziali della somma logia; ma possiamo almeno notare il
attuale sono le seguenti: maggiori di medio, che per le scuole inferiori suol
anni 20, maschi 2920, femmine 2950; essere di 150, per le superiori di 50. La
minori, maschi 1270, femmine 1293. I scuola elementare tienesi da un mae-
medesimi sono ripartiti in famiglie stro, l’insegnamento della latinità si fa
1995. Classi. La cittadinanza ozierese da due, quello della rettorica da uno, e
si spartisce nelle seguenti classi: 1.º parimente da uno la filosofia e da un
nobili, 2.º notabili proprietari, 3.º altro la teologia. Le scuole di filosofia
gente di mestiere, operari, giornalieri. e teologia sono una recentissima istitu-
Nella prima classe sono circa 45 fami- zione. Io non so come siasi patito que-
glie, alcune di antica nobiltà, le più di sto difetto in un luogo dove erano due
dignità novella che hanno o nessuna o conventi, nei quali non mancarono mai
brevissima genealogia, ascritte di re- religiosi illuminati e zelanti, alcuni dei
cente all’ordine equestre per un di- quali anche gratuitamente, e dirò pure
ploma comperato da’ loro padri o avi. in ricognizione della liberalità, con cui
Primeggiano nella classe degli egregii i cittadini provvedono ai loro bisogni,
i Grisoni, i Gaia, i Sussarello, i Chessa, i avrebbe assunto l’incarico di inse-
Manno-Manca, i Tola, ecc. I Mearza si gnare almeno la filosofia razionale,
trasmutarono in Cagliari, e in com- mentre la teologia sarebbe stata letta o
penso da Cagliari passarono qui i Tuf- da un altro religioso, o dal canonico
fani-Mearza conti di Nureci. Nella se- teologale. Seminagione. Si computa
conda classe sono incirca 450 famiglie, che ne’ campi ozieresi si spargono que-
che hanno considerevoli possessioni ste quantità di semenza: starelli di
di terre e bestiame, nelle prime delle grano 4000, d’orzo 2000, di fave 300, di
quali sono fortune superiori a quelle legumi 250, di lino circa 1200, giacché
de’ principali del primo ordine. Nella non v’ha agricoltore che non coltivi
terza classe sono poco meno che 1450 questa specie in una porzione del suo
famiglie, e restano compresi gli agri- terreno; il canape, la meliga e le patate
coltori, gli artigiani, e i giornalieri che sono coltivazioni poco men che ne-
locano la loro opera. Anche in questo glette. La fruttificazione ordinaria del
grado sono de’ proprietari, e in tanto grano, se non si patisca di siccità, come
numero, che le famiglie le quali non accade soventi, è al 10, quella dell’orzo
possedano qualche cosa, un campi- al 12, delle fave al 15, de’ legumi altret-
cello, una vigna, un orto, una casipola, tanta o più. Il lino produce assai, e
sono pochissime e forse si potrebbero quando dopo la macerazione, che si fa
determinare a meno di 150. Istruzione nel Termo a buona distanza dall’abi-
pubblica. Sono in O. le scuole primarie tato, si maciulla, la città tutta è assor-
o elementari, che prima dicevano im- data dal rumore delle infinite mac-
propriamente normali, le scuole gin- chine, peggio che accade ne’ villaggi!!

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 63


Ozieri

Orticoltura. Impegasi in questa note- amministrativa di Sassari fino al 1859,


vole area, e tutto il terreno che è sotto quando fu ricostituita la omonima pro-
la città lungo il rivolo della pubblica vincia cui da quel momento O. fu le-
fonte. Si coltivano molte specie, le gata. La sua fiorente economia agropa-
quali si sviluppano con lusso e produ- storale ebbe un deciso incremento a
cono frutti assai buoni e copiosi. Vigne. partire dalla fine dell’Ottocento e vi fu-
Occupano queste i terreni prossimi rono fondate alcune Società di Mutuo
alla città e in qualche parte si disten- Soccorso che contribuirono non poco a
dono a circa due miglia, alcune, ma for- tutelare la situazione sociale degli abi-
tuitamente, nella conveniente esposi- tanti della città. Nel corso del Nove-
zione, altre in situazioni poco felici, cento l’allevamento del bestiame vi fu
perché gli antichi volendo piantare praticato con criteri moderni sorretto
una vigna non riguardavano per niente dai Consorzi di bonifica e da periodi-
alla natura del luogo, ma faceano col che mostre e fiere di bestiame selezio-
solo proprio arbitrio. Le viti sono qui nato.
coltivate come in Piemonte, alte sul & ECONOMIA Le attività di base della
suolo, però in parallele più prossime, sua economia sono l’agricoltura, in
tanto che vi possa passare il giogo con particolare la cerealicoltura, la viticol-
l’aratro. La vendemmia dà copiosi tura, l’olivicoltura, la frutticoltura; e
frutti, ma non tutti ben maturi. Nella l’allevamento del bestiame, in partico-
precitata nota statistica sopra la pro- lare bovini, ovini e in misura minore
vincia di O. furono notate, come pro- suini. Negli ultimi decenni si sta svi-
dotto di quell’anno, cariche di mosto luppando anche l’attività industriale
4150. Pastorizia. Nell’articolo di Monta- nel settore lattiero-caseario, in quello
cuto abbiamo notata assai grande l’ab- estrattivo e in quello della lavorazione
bondanza de’ pascoli per l’alimento dei prodotti del petrolio. È discreta-
delle varie specie di bestiame; il che mente organizzata anche la rete di di-
vale principalmente per il territorio di stribuzione commerciale. Vi operano
Ozieri e nella regione montuosa e in due alberghi con 73 posti letto e due
quel gran piano, che dicono il Campo, ristoranti. Servizi. O. è collegato da au-
fertile al giorno d’oggi non men che tolinee e dalla ferrovia agli altri centri
fosse quando il Fara nella sua corogra- della provincia. È dotato di Pro Loco,
fia qualificava armentosissimo questo stazione dei Carabinieri, ospedale,
amplissimo vallone. Il numero de’ capi medico, guardia medica, farmacia,
educati in questo tempo, che è intorno scuola dell’obbligo e scuole secondarie
a’ 50 000, si può distinguere nelle se- superiori (Liceo classico e Istituto tec-
guenti parziali. Bestiame manso: buoi nico), sportelli bancari. Possiede una
per l’agricoltura 2000, cavalli 900, giu- Biblioteca comunale, la Biblioteca ve-
menti 500, perché una gran parte del scovile e il Museo archeologico.
grano si macina in molini idraulici; Be- & DATI STATISTICI Al censimento del
stiame rude: vacche 12 000, tori e vitelli 2001 la popolazione contava 11 595
3000, capre 4600, caproni 2000, porci unità, di cui stranieri 63; maschi 5714;
3500, pecore 18 000, montoni 4000». femmine 5881; famiglie 3923. La ten-
Nel 1836 O. fu dichiarata città e nel denza complessiva rivelava una lieve
1838 si liberò finalmente dalla dipen- diminuzione della popolazione, con
denza feudale. Abolite nel 1848 le pro- morti per anno 109 e nati 110; cancel-
vince entrò a far parte della divisione lati dall’anagrafe 162 e nuovi iscritti

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 64


Ozieri

141. Tra i principali indicatori econo- Pramma, Runatolos, Sa Cherina, S’Al-


mici: depositi bancari 115 in miliardi vera, Samunadolzu, San Pantaleo,
di lire; imponibile medio IRPEF Santa Alvea, Sant’Elias, Santu Lus-
17 696 in migliaia di lire; versamenti surzu, Suelzu, Su Nuraghe, Tetti, To-
ICI 4049; aziende agricole 470; imprese lovò, Tramentu, Tuescu.
commerciali 631; esercizi pubblici 82; & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
esercizi all’ingrosso 22; esercizi al det- RALE Il Duomo, dedicato alla Immaco-
taglio 216; ambulanti 35. Tra gli indica- lata Concezione, è di origine cinque-
tori sociali: occupati 3921; disoccupati centesca; dopo che O. ebbe il titolo di
383; inoccupati 571; laureati 423; diplo- città, grazie alla munificenza di una
mati 1767; con licenza media 3586; con nobildonna ozierese è stato ricostruito
licenza elementare 3586; analfabeti completamente nel 1848 su progetto di
186; automezzi circolanti 3278; abbona- Gaetano Cima. Ha forme neoclassiche
menti TV 2817. e ha un’aula a tre navate, il transetto e
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo un profondo presbiterio absidato. Al-
territorio ha un’importanza fondamen- l’interno presenta alcune volte a cro-
tale per il periodo prenuragico, visto ciera, resto della vecchia chiesa go-
che vi si trova la grotta di San Michele: tico-aragonese; vi sono custodite al-
è il sito che ha dato il nome alla cultura cune tele del Marghinotti e vanta una
di O. Fu scoperta nel 1914, al suo in- ricca decorazione pittorica risalente ai
terno si aprivano un grande salone primi decenni del Novecento. La fac-
d’ingresso e una serie di gallerie e di ciata si apre su una scenografica scali-
cunicoli con ricche concrezioni. Col nata di accesso. Sant’Antioco di Bisar-
tempo la grotta è stata parzialmente ro- cio è una delle più interessanti chiese
vinata, il salone d’ingresso è stato di- romaniche della Sardegna: è situata a
strutto durante i lavori per la costru- 14 km da O. oltre il rio Mannu, su una
zione di un campo sportivo e le concre- piccola altura rocciosa. Fu costruita
zioni sono state danneggiate da incauti nel corso del secolo XII, probabil-
frequentatori. Era probabilmente un mente entro il 1153, su una cattedrale
luogo di sepoltura di sacerdoti o di precedente distrutta da un incendio
capi che col tempo si era trasformato nel 1090; era la sede della diocesi di
in luogo di culto; gli scavi hanno resti- Bisarcio. L’edificio, costruito in tra-
tuito una grande quantità di materiali chite, ha tre navate scandite da due
ceramici e di altri manufatti. Nelle file di colonne con capitelli corinzi. La
campagne si contano anche più di cin- navata centrale è coperta con capriate
quanta nuraghi, in particolare quelli di in legno, quelle laterali da volte a cro-
Barvidu, Bisarciu, Busacunnos, Bili- ciera. Sul davanti la facciata, incom-
mone, Burghidu, Columbos, Corona piuta, è completata da un portico a
Saltaina, Crabiles, Crastu Maiore, Cu- sette arcate rette da grossi pilastri. Il
gone, Cuzi, Donna Teresa, Figu, Fra- campanile a canna quadrata è mozzo
ghedu, Jannas, Jetti, Linneoro, Luzza- perché la parte superiore fu fatta crol-
nas, Magnafave, Malosu, Maltinzana, lare da un fulmine. San Nicola di Gu-
Mandra de Sa Giua, Manielle, Mannu, zule era la chiesa parrocchiale dell’an-
Manuelle, Meleu, Monte Cheia, Monte tico villaggio di Guzule, spopolatosi nel
de Brenna, Monzu, Muronalza, Muri- Medioevo, il cui territorio è oggi com-
dolzu, Ortu Sanu, Pedras de Fogu, preso nell’abitato della città. La
Piana de Sa Roda, Pittu, Porcos, chiesa, costruita nel secolo XII dai Vit-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 65


Ozieri

torini in forme romaniche, fu la sede ratteristica contornata da altre costru-


del loro priorato nel giudicato di Tor- zioni del Seicento. L’edificio è stato re-
res; fu poi radicalmente ristrutturata staurato e dal 1985 ospita il Museo ci-
nel corso del secolo XIII. In età tardo- vico archeologico. San Sebastiano è
gotica infine fu ancora una volta rico- una chiesa che fu costruita a poca di-
struita con l’inversione dell’asse litur- stanza dall’abitato nel 1652 per espia-
gico per cui l’abside attuale sostituı̀ zione durante la terribile peste; attual-
l’antica facciata. Il suo impianto è a mente è inserita nel tessuto urbano. Ha
una navata con abside e copertura a l’impianto a una sola navata comple-
volta. Il Museo archeologico è ospitato tata dal presbiterio, la copertura è a
nell’ex convento di San Francesco, edi- volte a botte. Al suo interno conserva
ficio del Seicento; è stato inaugurato un quadro del Seicento raffigurante il
nel 1985. Articolato in più sezioni, rac- santo titolare. La chiesa di Santa Lucia
coglie materiali di cultura prenuragica fu costruita nel Medioevo e successiva-
e nuragica rinvenuti nei siti del terri- mente ristrutturata. Ha l’impianto a
torio circostante. Un certo numero di una navata completato da alcune cap-
sale documenta inoltre l’evoluzione pelle laterali e dal presbiterio. Al suo
degli insediamenti nei periodi medio- interno custodisce un crocifisso del se-
evale e moderno. La fontana Grixoni è colo XIV di probabile provenienza spa-
una fontana monumentale, costruita al gnola. La chiesa di Nostra Signora di
centro dell’abitato nel 1564 per volontà Monserrato sorge sulla sommità di un
di Giovanni Castelvı̀, allora governa- colle dal quale la vista spazia sulla città
tore del Montacuto per conto dei Bor- e i dintorni. Fu costruita nel secolo
gia. Nel 1882 fu completamente ristrut- XVI, è a una sola navata e di modeste
turata nelle forme attuali da Giuseppe proporzioni. La facciata è arricchita
Grixoni, appartenente a una nobile fa- da un campaniletto a vela e da un por-
miglia locale, il cui busto in marmo è tale elegantemente decorato. Al suo in-
collocato sopra la fonte. Quella della terno conserva due altari lignei del
Madonna di Loreto è una chiesa posta Seicento.
all’estrema periferia della città lungo & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di
la statale 199. Fu costruita nel secolo particolare pregio il costume. Le
XVI in forme gotiche. Al suo interno donne indossavano abbigliamenti dif-
custodiva uno splendido retablo del ferenti a seconda delle circostanze.
Maestro di O. che nell’Ottocento fu tra- Quello feriale era costituito da una ca-
sferito in Duomo. Attualmente è stato micia di tela di cotone (sa camisgia) con
sostituito con una copia ottocentesca ricami semplici al collo, e dalla gonna
dello scomparto centrale. San France- (sa unnedda) di lana celeste o grigia a
sco è invece un complesso costituito larghe pieghe. Sopra la camicia si in-
dalla chiesa omonima, costruita nel se- dossava il busto (s’imbustu) di broccato
colo XVII e annessa al convento. Al suo dorato a fiori, ricamato e chiuso sotto il
interno custodisce un magnifico reta- seno con un nastro di raso; sopra la
blo ligneo intagliato e dorato del secolo gonna era il grembiule (su pannellu)
XVIII, di stile tipicamente barocco. Il dello stesso tessuto della gonna. L’abbi-
convento è una costruzione imponente gliamento era completato da un fazzo-
del secolo XVII; possiede un’elegante letto di mussolina marrone (su muca-
e lunga loggia tipica delle costruzioni loru) a fiori rossi o beige. Il costume
ozieresi e si affaccia su una piazza ca- femminile di gala era costituito da una

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 66


Ozieri

blusa molto attillata di seta nera (su co- ed erano cinti da fortificazioni; essi
rittu) chiusa sul davanti con ganci o hanno restituito molte suppellettili di
bottoni; e dalla gonna (sa unnedda) di ogni tipo che suggeriscono l’esistenza
seta nera plissettata. Sopra la gonna di una società complessa, dedita all’a-
era il grembiule (su pannellu) di seta gricoltura ma anche alla caccia e alla
nera. L’abbigliamento era completato pesca. Molto sviluppata fu la fabbrica-
da un fazzoletto di seta bianca (su mu- zione della ceramica, che può essere
caloru) legato sotto il mento, sopra il classificata secondo tre tipi: la cera-
quale veniva portato un fazzoletto di mica liscia senza alcun ornato; la cera-
seta nera damascata di notevoli pro- mica decorata con incisioni e graffiti,
porzioni (su mantu). L’abbigliamento molto importante per le rappresenta-
tradizionale dell’uomo era costituito zioni della figura umana; la ceramica
dalla camicia (su entone) di tela bianca dipinta o, meglio, colorata. Accanto
a collo alto con le punte ripiegate agli oggetti in ceramica di vario tipo,
chiusa da bottoncini di filo; e dai cal- sono ascrivibili a questa cultura molti
zoni (sos calzones) di orbace nero con oggetti in pietra, ornamenti in argento
tasche. Sopra la camicia si indossava fabbricati con tecniche primordiali,
la giacca molto aderente (su corittu) di ornamenti e piccoli oggetti in rame. Ca-
terziopelo verde smeraldo o rosso a ratteristica fondamentale di questa
doppio petto, chiusa da due file di bot- cultura sono le sepolture a domus de
toncini; e un cappottino (gabbanella) janas (=) che fanno pensare a un evo-
con cappuccio e grandi tasche. Com- luto culto dei morti.
pletava l’abbigliamento la classica ber- Principali siti della cultura di Ozieri:
ritta di panno di lana nero corta. Tra le Alghero, Grotta Verde, Grotta Rureu,
feste che si celebrano a O. la maggiore è domus de janas di Porto Ferro, necro-
quella che si svolge a fine settembre, poli a domus de janas di Anghelu Ruju,
per la Madonna del Rimedio: prevede necropoli a domus de janas di Santu
processione, canti, balli e numerose al- Pedru; Anela, necropoli a domus de ja-
tre manifestazioni di cultura popolare nas di Sos Furrighesos; Arzachena, ri-
e di folclore. paro sotto la roccia di Monte Incapid-
datu, stazione di Pilastru; Asuni, sta-
Ozieri, cultura di Nome con cui viene
zione di Asuni; Baunei, grotta di Su Ma-
indicato il Neolitico recente in Sarde-
rinaru; Borutta, grotta di Ulari; Busa-
gna, collocabile tra il 3240 e il 2360 a.C.
Prende il nome dalla Grotta di San Mi- chi, necropoli a domus de janas di Cam-
chele ai Cappuccini di Ozieri, nella pumajore; Cabras, stazione di Cuccuru
quale tra il 1914 e il 1949 furono con- Arrius, stazione di S’Arrieddu, stazioni
dotti gli scavi che portarono all’identi- di Conca Illonis I e II, stazione di San
ficazione dei caratteri di questa cul- Salvatore, grotta di Is Aruttas; Cagliari,
tura (che infatti è conosciuta anche necropoli di Sa Duchessa, via Basili-
come ‘‘cultura di San Michele’’). Fu cata, Monte Claro, stazione di via Is Ma-
una cultura portata da gruppi umani glias, stazione di Marina Piccola,
che si stabilirono in Sardegna per cer- Grotta di San Bartolomeo, Grotta dei
care metalli e che vissero inizialmente Colombi; Capoterra, stazione di Santa
in caverne, ma che successivamente Gilla; Carbonia, stazione di Barbusi,
formarono villaggi dando vita a una so- stazione del Poliambulatorio, Grotta
cietà di tipo urbano. I villaggi erano si- dei Fiori, Grotta ACAI, domus de janas
tuati strategicamente su punti elevati di Monte Crobu; Cuglieri, necropoli a

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 67


Ozieri

domus de janas di Serrùggiu; Decimo- Riola Sardo, stazione di Pauli Fenu,


putzu, stazione di Su Cungiau de stazione di Isca Majore, stazione di Lu-
Marcu; Domusnovas, grotta di Monte dosu; Samassi, stazione di Sa Mandara;
Acqua; Dorgali, stazione di Dolusorre, San Giovanni Suergiu, necropoli a do-
Grotta di San Giovanni Su Anzu, grotta mus de janas di Locci Santus; Santadi,
di Cala Gonone, grotta di Perapada; necropoli a domus de janas di Pani Lo-
Fonni, stazione di San Michele; Giba, riga, grotta di Monte Miana; Santa Giu-
domus de janas di Narboni Is Gannaus, sta, stazione di Santa Giusta; San-
stazione di Is Solinas; Goni, stazione e t’Anna Arresi, stazione di Sant’Anna,
necropoli di Pranu Mutteddu; Gon- stazione di Porto Pino; Sant’Antioco,
nesa, necropoli a domus de janas di Nu- stazione di Grutt’Acqua; Sant’Antonio
raxi Figus; Gonnosfanadiga, stazione Ruinas, necropoli a domus de janas e
di Terra ’e Zeddàri, Iglesias, necropoli stazione di Sant’Antonio; San Vero Mi-
a domus de janas di San Benedetto; Il- lis, stazione di Perda Lada, necropoli a
lorai, necropoli a domus de janas di Mo- domus de janas di Serra Is Araus, sta-
lia; Macomer, riparo sotto roccia di zione di Sal’e Porcus, stazione di Costa
S’Adde; Mara, grotta di Sa Ucca ’e Su Atzori; San Vito, stazione di Nuraij;
Tintirriolu; Masainas, stazione dell’Ac- Sassari, domus de janas di Marinaru,
quedotto; Meana Sardo, domus de janas domus de janas di Ponte Secco, altare,
e stazione di Polu; Mogoro, stazione di stazione e domus de janas di Monte
Perdixedda, stazione di Puisteris, d’Accoddi; Selargius, stazione di Cuc-
tombe di Mannias; Monastir, stazione curu Serra; Senorbı̀, stazione di Tur-
di Cresia Is Cuccurus, stazione di riga; Serramanna, stazione di Cuccuru
Monte Zara, stazione di Monte Ollà- Pontis, stazione di Cuccuru Gibindia,
diri; Monserrato, stazione di Solèmi- stazione di Cuccuru Ambudu; Sestu,
nis; Muros, Grotta dell’Inferno; Narbo- stazioni di San Gimiliano I e II, sta-
lia, stazione di Su Anzu; Nurachi, sta- zione di Cuccuru Biancu; Settimo San
zione di Pauli Fenu, stazione di Gri- Pietro, stazione di San Pietro; Simaxis,
baia; Nuraxinieddu, stazione di Santa stazione di Su Cungiau de Is Funda-
Vittoria; Nurri, stazione di Pizziogu; mentas; Solanas, stazione di Su Pranu;
Olbia, stazione di Santa Mariedda; Sorgono, stazioni di Ruinachessos; Ter-
Oliena, Grotta del Guano o di Gonago- ralba, stazione di San Giovanni, sta-
sula; Orgosolo, stazioni di Orthene e di zione di Santa Chiara, stazione di San
Locoe; Oristano, stazione di Bau ’e Por- Ciriaco; Thiesi, grotta di Sa Corona di
cus; Osilo, domus de janas di Sos Lac- Monte Majore, grotta di Su Idighinzu;
cheddos, stazione di Abealzu; Ozieri, Tonara, anfratto di Pitzu Tonni; Trata-
Grotta del Carmelo, Grotta di San Mi- lias, stazione di Tracasi; Uri, stazione
chele; Palmas Arborea, stazione di Fe- di Monte Domingu; Uta, Stazione
nosu, stazione di San Quirico; Pimen- CRAS; Villamassargia, grotta di Coron-
tel, stazione, necropoli a domus de ja- giu Acca; Villanovaforru, stazione di
nas di S’Acqua Salida, domus de janas Perdu Piras; Villaperuccio, necropoli a
di Corongiu; Ploaghe, stazione di Sa domus de janas di Montessu, stazione
Binza Manna; Porto Torres, necropoli a di S’Arriorgiu; Villaputzu, domus de ja-
domus de janas di Su Crucifissu nas di Torre Murtas; Villasor, stazione
Mannu; Pozzomaggiore, grotta de Su di Crabai.
Guanu, grotta di Bonuighinu; Quartu Ozieri, diocesi di Diocesi che può sto-
Sant’Elena, stazione di viale Colombo; ricamente essere considerata la prose-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 68


Ozieri

cuzione delle antiche diocesi di Bisar- il 1997. 11. Sebastiano Sanguinetti, di


cio e Castra, che furono soppresse nel Lula, licenziato in Teologia a Cuglieri,
1503 da Giulio II e unite a Ottana, che a era parroco di Orgosolo quando fu no-
sua volta fu trasferita ad Alghero. La minato vescovo: resse la diocesi dal
diocesi di Ozieri fu ricostituita da Pio 1997 al 2006. 12. Sergio Pintor, licen-
VII nel 1803 sotto l’antico nome di Bi- ziato in Teologia a Cuglieri, dal 1996 di-
sarcio (=) su un territorio compren- rettore dell’ufficio CEI per la pastorale
dente una parte del Logudoro e il Go- della Sanità; regge la diocesi dal 2006.
ceano. Solo nel 1915 assunse la deno- La sua giurisdizione si estende ai vil-
minazione di Ozieri. laggi di Anela, Alà dei Sardi, Ardara,
VESCOVI DI OZIERI
Bantine, Benetutti, Berchidda, Ber-
1. Giovanni Antioco Azzei, di Oristano,
chiddeddu, Bono, Bottidda, Buddusò,
era vicario generale della sua diocesi
Bultei, Burgos, Chilivani, Esporlatu, Il-
quando nel 1804 fu nominato vescovo;
lorai, Ittireddu, Monti, Nughedu San
resse la diocesi fino al 1819, anno in cui
Nicolò, Nule, Oschiri, Osidda, Ozieri,
fu trasferito a Oristano. 2. Domenico
Padru, Pattada, Su Canale, Tula.
Pes, tempiese, direttore del Collegio
dei Nobili a Cagliari quando nel 1819 Ozieri, premio letterario Premio di
fu nominato vescovo: resse la diocesi poesia. Il premio ‘‘Città di Ozieri’’ fu
fino al 1831. 3. Serafino Carchero, era bandito per la prima volta nel 1956 in
vescovo di Ogliastra quando nel 1834 fu occasione della sagra di Nostra Si-
trasferito a Ozieri: resse la diocesi fino gnora del Rimedio come continua-
al 1847. 4. Serafino Corrias, di Domu- zione ideale delle gare poetiche isti-
snovas Canales, fu nominato vescovo tuite per la prima volta a Ozieri su ini-
ziativa del poeta Antonio Cubeddu nel
nel 1871 dopo quasi trent’anni di sede
1896. Animatore della manifestazione,
vacante: resse la diocesi fino al 1896. 5.
sin dalla sua nascita, è stato il poeta
Filippo Bacciu, di Buddusò, fu nomi-
ozierese Tonino Ledda, vero artefice
nato vescovo nel 1896: resse la diocesi
di una rassegna che è andata cre-
fino al 1914. 6. Carmine Cesarano, di
scendo nel tempo e che ha maturato
Nocera dei Pagani, apparteneva all’or-
una sua autonoma vitalità che le ha
dine dei Redentisti, fu nominato ve-
permesso di sopravvivere alla imma-
scovo nel 1914, resse la diocesi fino al
tura scomparsa del suo fondatore (se-
1919, quando fu trasferito a Conza. 7. gretario del premio è ora l’ozierese An-
Francesco Maria Franco, di San Da- tonio Canalis, poeta in logudorese lui
miano d’Asti, era parroco di Agliano stesso). Col passare degli anni il pre-
(Asti) quando nel 1934 fu nominato ve- mio, nato come corollario di una festa
scovo: resse la diocesi fino al 1933, locale, grazie al contributo di presi-
quando fu trasferito a Crema. 8. Igino denti della giuria quali Francesco Ma-
Maria Serci, di Nuraminis, era peni- sala, Antonio Sanna e Nicola Tanda, ha
tenziere a Cagliari quando nel 1934 fu esteso i suoi confini divenendo una
nominato vescovo: resse la diocesi sino manifestazione di rilievo regionale.
al 1938. 9. Francesco Cogoni, di Quartu Riservato dapprima alla poesia in lo-
Sant’Elena, era canonico di Cagliari: gudorese, è stato progressivamente
resse la diocesi tra il 1939 e il 1975. 10. aperto agli altri dialetti sardi e, dal
Giovanni Pisanu, di Bolotana, era par- 1962, anche all’algherese. Nel suo svol-
roco di Macomer quando rinunciò per gimento il premio si è articolato in di-
anzianità: resse la diocesi tra il 1978 e verse sezioni, che comprendono (o di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 69


Ozieri

volta in volta hanno compreso) il rac- primi anni, la cerimonia finale del pre-
conto in prosa, il teatro, la saggistica, mio (il verdetto della giuria e la procla-
la traduzione: da due decenni esiste mazione dei vincitori) sono entrati a
anche una sezione riservata alla poe- far parte a pieno titolo della storia
sia degli emigranti, organizzata sotto il della letteratura in lingua sarda, se-
patrocinio del ‘‘Messaggero Sardo’’ gnando di anno in anno i progressi
(=). Il premio è diventato cosı̀ il mo- compiuti non solo nella conoscenza di
mento più alto per verificare lo stato poeti e della loro produzione, ma an-
di evoluzione della poesia in lingua che nella consapevolezza di ciò che è
sarda: i dibattiti e le polemiche che vivo e ciò che è morto nella tradizione
hanno accompagnato, soprattutto nei della poesia in Sardegna.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 70


P
Paba, Antonello Economista (n. Sas- ispano-sardo. Nel 1996 è diventata ri-
sari 1942). Subito dopo la laurea ha in- cercatrice di Lingua e letteratura spa-
trapreso la carriera universitaria e nel gnola. Attualmente insegna presso l’U-
1980 è diventato professore associato niversità di Cagliari. Ha al suo attivo
di politica economica; attualmente in- anche il volume Groc i Vermell. L’Al-
segna Programmazione economica guer. Sardenya i Catalunya en l’edat de
presso la Facoltà di Scienze politiche Mig, 1982.
dell’Università di Sassari. Dal settem- Paba, Giancarlo Storico dell’urbani-
bre 1994 al giugno 1999 è stato asses- stica (n. Sassari 1946). Conseguita la
sore regionale tecnico prima all’Agri- laurea, si è dedicato alla carriera uni-
coltura e poi al Turismo nelle giunte versitaria; attualmente insegna presso
Palomba. È stato consulente dell’Uffi- la Facoltà di Architettura dell’Univer-
cio studi del Banco di Sardegna ed è sità di Firenze. Studioso della pianifi-
autore di numerosi lavori tra cui: La cazione urbanistica del territorio, è au-
Sardegna e la teoria della dipendenza, tore di numerosi studi e di progetti. Al-
‘‘Ichnusa’’, I, 1, 1982; L’industria, in La cuni dei suoi lavori riguardano la Sar-
Sardegna. Enciclopedia (a cura di Man- degna. Tra questi: La struttura urbana
lio Brigaglia), II, 1982, e Un problema: di Alghero nei secoli XVI e XVII (con
la zona franca, nella stessa opera, III, Giovanni Oliva), in Alghero, la Catalo-
1988; La situazione economica e sociale gna e il Mediterraneo. Storia di una città
della Sardegna agli inizi degli anni Ses- e di una minoranza catalana in Italia
santa e la scelta dei poli dello sviluppo, (XV-XX sec.) (a cura di Antonello Mat-
in Gli anni della SIR, 1983; Sardegna tone e Piero Sanna), 1994.
(con Maria Luisa Sini), 1984.
Pabassinas Dolce autunnale caratte-
Paba, Antonina Studiosa di letteratura ristico, conosciuto fin dai tempi più an-
spagnola (n. Aritzo 1955). Conseguita la tichi. È ottenuto da un impasto ben
laurea, ha intrapreso la carriera uni- condito e ben farcito, arricchito di
versitaria e si è impegnata in politica. uvetta sultanina, di noci e di mandorle,
Sensibile ai problemi delle zone in- ben amalgamato e raccolto in una ter-
terne e in particolare a quelli della rina. Dopo averlo lasciato riposare in
sua zona, è stata eletta consigliere co- luogo fresco l’impasto viene ridotto in
munale e sindaco del suo paese natale. sfoglia spessa col matterello infarinato
È autrice di numerosi interessanti e quindi diviso in rombetti che ven-
saggi e dell’imponente Canzoniere gono passati in forno per 15 minuti

65

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 71


Paberile

circa. Subito dopo le p. sono immerse dente. A 2 km dal paese, sulla strada
in un infuso di zucchero, sgocciolate, per Sardara, si trova la stazione lungo
nuovamente disposte in una teglia in- la linea ferroviaria Cagliari-Oristano.
farinata e rimesse al fuoco per pochi & STORIA Il territorio è ricco di testi-
minuti. monianze archeologiche che dimo-
Paberile Termine con cui veniva indi- strano la continuità dell’insediamento
cata la parte del vidazzone che di anno umano fin dall’età nuragica. In età ro-
in anno non veniva coltivata ma la- mana vi si sviluppò il centro di Pavilio
sciata a riposo agricolo. Il p. ogni anno che assunse una certa importanza per
veniva individuato a maggio; una volta la sua posizione lungo la strada che da
avvenuta la semina, gli abitanti della Carales portava a Turris Lybisonis. Nei
comunità cui il vidazzone era perti- secoli successivi l’abitato si sviluppò
nente potevano far pascolare il loro be- nei pressi della chiesa campestre di
stiame nei campi non seminati in base San Lussorio, divenne villaggio di con-
a un antichissimo diritto di comunione fine del giudicato d’Arborea e fu in-
gratuita che esercitavano nei confronti cluso nella curatoria di Monreale. Ca-
del paberile. Il pascolo degli animali duto il giudicato d’Arborea, P. passò
era sorvegliato e disciplinato dai majo- sotto il controllo diretto del re che non
res de pardu. cedette alle forti pressioni del conte di
Pabillonis Comune della provincia del Quirra e del marchese d’Oristano che
Medio Campidano, compreso nella avrebbero voluto acquisirlo unita-
XVIII Comunità montana, con 3044 abi- mente al Monreale. Nel 1421 entrò a
tanti (al 2004), posto a 40 m sul livello far parte del grande feudo concesso a
del mare a nord-ovest di San Gavino Raimondo Guglielmo Moncada ai cui
Monreale. Regione storica: Monreale. discendenti fu confiscato nel 1454. Su-
Diocesi di Ales-Terralba. bito dopo P. entrò nel feudo acquistato
& TERRITORIO Il territorio comunale, da Pietro di Besalù che però non fu in
di forma grosso modo trapezoidale, si grado di pagare il prezzo convenuto
estende per 37,56 km2 e confina a nord per l’acquisto. Per conservarne il pos-
con San Nicolò d’Arcidano e Mogoro, a sesso, minacciato dai creditori a causa
est con Sardara e con San Gavino Mon- dei troppi debiti contratti, egli chiese
reale, a sud ancora con San Gavino e l’aiuto finanziario del suocero il conte
con Gonnosfanadiga e a ovest con Gu- di Quirra. Dopo la morte del conte, l’e-
spini. Si tratta della parte centrale redità passò all’unica figlia Violante e
della pianura campidanese, fertile e per lei al marito Dalmazio Carroz. Que-
ricca di acque: nei pressi dell’abitato sti nel 1477 chiese al Besalù la restitu-
scorrono sia il rio Mannu, che si dirige zione delle somme che gli erano state
verso gli stagni di San Giovanni e di prestate e di fronte al rifiuto fece occu-
Marceddı̀, sia alcuni dei suoi affluenti. pare militarmente il territorio. Cosı̀ P.
Il paese si trova a ovest della super- passò nelle mani del Carroz che lo in-
strada Cagliari-Sassari, alla quale è cluse nel grande feudo di Quirra. A par-
collegato da due bretelle, una verso tire da quel momento il villaggio condi-
Mogoro e l’altra verso Sardara; altri vise le vicende del grande feudo;
collegamenti si dirigono a raggera estinti i Bertran Carroz P. passò ai Cen-
verso San Gavino a sud, verso Guspini telles che continuarono a tenerlo fino
a sud-ovest, e con due diversi tracciati all’estinzione. Nel corso del secolo XVI
verso la statale 126 che passa a occi- il villaggio subı̀ ripetutamente gli at-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 72


Pabillonis

tacchi dei corsari barbareschi e nel nelle seguenti medie, nascite 54, morti
1584 fu distrutto e abbandonato. Du- 30, matrimoni 20. Agricoltura. Nell’a-
rante il secolo XVII i Centelles fecero gro pabillonese sono molte regioni di
bonificare le paludi situate nel territo- suolo fecondissimo, nelle quali quando
rio circostante e il villaggio risorse nel le pioggie vengono opportune i semi-
sito attuale. I feudatari provvidero an- nati prosperano maravigliosamente.
che a riorganizzarne l’amministra- La grandezza della superficie che an-
zione limitando fortemente l’autono- nualmente coltivasi, fra vigne, orti,
mia della comunità; nel complesso giardini, e chiusi, si può computare di
però la loro lontananza rese meno gra- starelli 2500, mentre i terreni colti
vose le condizioni dei vassalli che, gra- della vidazzone aperta si posson deter-
zie alla disponibilità dell’argilla, svi- minare di circa 1000 starelli. La quan-
lupparono un fiorente artigianato tità de’ semi che si danno a’ solchi sono
della ceramica che diede notorietà al approssimativamente, starelli di grano
paese. Nella seconda metà del secolo P. 2000, d’orzo 500, di fave 400, di legumi
passò dopo una lunga lite ereditaria ai 100, di lino 120. La fruttificazione di
Català e da questi agli Osorio ai quali fu questi semi in anno di ordinaria ferti-
riscattato dal Regno di Sardegna nel lità è nella comune del 10 per il grano,
1839. Troviamo notizie sul paese, rela- del 15 per l’orzo, del 14 per le fave, del
tive alla seconda metà dell’Ottocento, 16 pei legumi. Di lino raccogliesi il dop-
nella scheda che Vittorio Angius stese pio del seme e quintali 140 di fibra. Le
per il Dizionario del Casalis, dove è vigne comprendono un’area di circa
scritto tra l’altro: «Popolazione. Nel- 400 starelli, dove, non compresi gli
l’anno 1844 erano in P. anime 1309, di- spazi alberati e vacui, potrebbe essere
stinte in maggiori di anni 20, maschi un milione di fondi, e tuttavolta ap-
396, femmine 400, e in minori, maschi pena ce ne saranno 600 000, il frutto
265, femmine 248, distribuite in fami- dei quali devesi calcolare a circa 3500
glie 315. I pabillonesi sono diligenti marigas o brocche, che equivarreb-
nella fatica, hanno della attività, e in bero a quartieri 35 000. Fra le varie
alcuni mostransi industriosi. È per sorta di uve predomina la vernaccia e
questo che in meno di cinquant’anni la il nuragus, le altre sono molto più rare,
popolazione è cresciuta al doppio. La e in molto minor numero il bovali e il
principale loro professione è l’agricol- cannonàu. I pascoli pabillonesi abbon-
tura, alla quale danno opera speciale dano in certi tempi, scarseggiano o
quattrocento circa persone, mentre mancano in altri, e in questo ultimo
quelli che sono particolarmente appli- caso muojono le bestie per il digiuno,
cati alla pastorizia posson sommare a mentre nella penuria dimagriscono e
60, gli altri che praticano i mestieri di producon poco latte, e nella troppa ab-
vasai, muratori, falegnami, ferrari, bondanza sono decimate per malattie,
scarpari, sarti, ecc. non pajono in to- alle quali i pastori non sanno porger
tale più di 50. Le malattie, cui van sog- rimedio. Il totale dei capi che si educa-
getti, sono infiammazioni di vario ge- vano si è computato di seimila e più,
nere, febbri intermittenti e perniciose, numerandosi nell’anno sunnotato: nel
fisconie idrominali, idropisie. Alle bestiame manso buoi 600, cavalli 150,
cure sanitarie non si ha che un chi- majali 200, giumenti 350. Nel bestiame
rurgo, e un flebotomo. Il movimento rude vacche 550, cavalle 150, porci 300.
della popolazione si può determinare Non si hanno capre, perché i salti non

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 73


Pabillonis

producon il pascolo che piace alle me- mine 1567; famiglie 1047. La tendenza
desime. I formaggi sono di pochissimo complessiva rivelava una diminuzione
pregio per la malintesa manipola- della popolazione, con morti per anno
zione. Apicultura. Pochi han cura delle 22 e nati 23; cancellati dall’anagrafe 58
api, e però devesi domandare da altre e nuovi iscritti 38. Tra i principali indi-
parti il miele e la cera, che potrebbesi catori economici: imponibile medio
avere senza spesa». Nel 1821 P. fu in- IRPEF 11 178 in migliaia di lire; versa-
cluso nella provincia di Iglesias; menti ICI 955; aziende agricole 296; im-
quando nel 1848 le province furono prese commerciali 116; esercizi pub-
abolite, entrò a far parte della divi- blici 20; esercizi al dettaglio 60; ambu-
sione amministrativa di Cagliari. Nel lanti 4. Tra gli indicatori sociali: occu-
1859 fu compreso nella ricostituita pati 750; disoccupati 259; inoccupati
omonima provincia; nel corso del se- 258; laureati 24; diplomati 293; con li-
colo la sua economia si sviluppò e la cenza media 1062; con licenza elemen-
popolazione cominciò a crescere. Ne- tare 899; analfabeti 151; automezzi cir-
gli ultimi anni P. ha preso parte attiva colanti 906; abbonamenti TV 685.
ai dibattiti che hanno portato alla co- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nel
stituzione della provincia del Medio territorio di P. si trovano alcuni nura-
Campidano e vi ha aderito. ghi, tra il quali il nuraghe Melas, dalla
& ECONOMIA Le attività di base della struttura polilobata, situato su un’al-
sua economia sono l’agricoltura, in tura a qualche chilometro dall’abitato.
particolare la cerealicoltura, la frutti- La torre centrale è perfettamente con-
coltura e l’orticoltura, e l’allevamento servata, mentre l’antemurale e le torri
del bestiame, soprattutto bovini e laterali hanno subito qualche crollo; la
ovini, in misura minore suini. Negli ul- muratura del nuraghe riveste però un
timi decenni si sta sviluppando anche interesse singolare in quanto i massi
l’attività industriale con alcune pic- da cui è formata sono tenuti insieme
cole imprese nei settori alimentare, da malte cementizie, cosa del tutto in-
chimico e meccanico. È discretamente solita in questo genere di costruzioni.
articolata la rete di distribuzione com- In località Santu Luxuri, nelle prossi-
merciale. Vi opera anche un ristorante. mità del rio Mogoro, si trova un altro
Artigianato. Di particolare rilievo nuraghe polilobato, parzialmente crol-
sono le attività artigianali che si ba- lato, di cui si possono individuare al-
sano in particolare sulla produzione cune delle torri e le cortine di raccordo
delle famose suppellettili in terracotta dell’antemurale. Il complesso attende
(brocche e altre stoviglie) e sulla pro- di essere studiato e scavato, ma sembra
duzione di cestini di ogni tipo. Servizi. sia stato utilizzato ancora nel periodo
P. è collegato da autolinee e dalla ferro- punico come luogo di sepoltura. A poca
via agli altri centri della provincia. È distanza dal nuraghe infatti sorgeva un
dotato di Pro Loco, stazione dei Cara- villaggio, abitato entro un periodo che
binieri, medico, guardia medica, far- va dal secolo IV a.C. al secolo VI d.C.,
macia, scuola dell’obbligo, sportello del quale sono visibili alcuni resti
bancario. Possiede una Biblioteca co- come blocchi squadrati e opere in ma-
munale. teriale laterizio. Questo sito ha reso ce-
& DATI STATISTICI Al censimento del ramiche di varia epoca, monete e altri
2001 la popolazione contava 3130 unità, manufatti. Poco distante dai ruderi
di cui stranieri 100; maschi 1563; fem- sorge la chiesetta di San Lussorio di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 74


Pace del 1388

probabili origini medioevali e comple- setta di San Lussorio in onore del santo
tamente ristrutturata in tempi recenti. titolare. Alla festa religiosa, da qual-
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- che anno, su iniziativa dei pastori del
RALE Per quanto in tempi recenti nu- paese, si svolge la sagra della pecora
merosi interventi edilizi abbiano mo- durante la quale vengono offerti a tutti
dificato il centro storico, il villaggio i presenti carne di pecora e formaggio
conserva in parte il suo assetto tradi- pecorino.
zionale con le case a corte in pietra Pabis, Emilio Medico militare (Ca-
che si affacciano sulle strade da bei gliari 1835-Sesto Fiorentino 1915). Con-
portali in pietra. L’edificio che meglio seguita la laurea, nel 1858 entrò nel
conserva le tradizioni storiche è la corpo della Sanità militare come me-
chiesa di San Giovanni Battista. L’edi- dico aggiunto e percorse una brillante
ficio risale al secolo XIV ma è stato nei carriera. Prese parte alle guerre per
secoli successivi fortemente ristruttu- l’indipendenza italiana e si guadagnò
rato; conserva un monumentale altare diverse decorazioni. In seguito fu di-
ligneo del secolo XVI di grande inte- rettore sanitario a Catanzaro per al-
resse artistico (monumento nazionale cuni anni e, dopo aver diretto la Sanità
dal 1929) e una campana del Seicento. di alcuni corpi d’armata, fu nominato
Altro interessante monumento è Santa generale medico.
Maria della Neve, chiesa parrocchiale
Pace del 1388 (o Pax ultima Sardiniae)
costruita nel secolo XVI e ampliata nel
Trattato firmato nell’aprile del 1388 tra
XVIII; ha un impianto a tre navate e il
il giudicato d’Arborea e il Regno di
presbiterio sopraelevato rispetto al-
Aragona di particolare rilievo nella
l’aula; la copertura è a volte a botte sor-
storia della Sardegna. Chiuse una
rette da sottarchi a tutto sesto. All’e-
lunga trattativa intercorsa tra i due
sterno la facciata è arricchita da un
stati per trovare una soluzione soddi-
portale incorniciato da lesene.
sfacente alla difficile situazione che la
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
lunga guerra tra Aragona e Arborea
memoria delle più antiche tradizioni aveva provocato nel corso dei decenni
della comunità rivive nella festa di precedenti. La trattativa fu condotta
San Giovanni Battista: le celebrazioni da Comita Pancia, vicecancelliere giu-
si svolgono il 24 giugno e il 29 agosto per dicale, e Ximene Perez de Arenòs, go-
ripetere lo scioglimento di un voto che vernatore generale del Regno di Sar-
gli abitanti fecero dopo che, secondo degna, al quale il re aveva rilasciato
un’antica leggenda, il santo li avrebbe una procura speciale. Il testo, che era
salvati da un’incursione di corsari bar- articolato in 15 punti, stabiliva il ri-
bareschi nascondendoli alla loro vista torno alla situazione territoriale del
con arbusti lungo le sponde del rio Pi- 1353. In base ad esso il giudicato d’Ar-
ras. In memoria di questo, la festa pre- borea avrebbe dovuto restituire al Re-
vede che una grande quantità di arbu- gno di Sardegna catalano-aragonese
sti (s’abiu) venga raccolta il 29 agosto tutti i territori che nel corso dei de-
sulle rive del fiume e portata in proces- cenni precedenti aveva acquisito e li-
sione su carri addobbati con magnifici berare dal giuramento di fedeltà tutte
arazzi. Dopo la processione i carri tor- le popolazioni che avevano giurato di
nano sulle rive del fiume dove vengono entrare a far parte dell’Arborea. In
benedetti. Altra importante festa si particolare si trattava di Sassari, la Ro-
svolge a metà settembre presso la chie- mangia, la Fluminargia, il castello di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 75


Paci

Osilo col Figulinas, il castello di Bon- tario dell’onomastica sarda della se-
vehı̀ nel Cabudabbas, il castello di Lon- conda metà del Trecento, ma anche
gonsardo, il castello della Fava con la fornendo una indicazione fondamen-
curatoria di Posada, il castello di Oro- tale (sia pure limitata) degli assetti so-
sei e il castello di Quirra con relativi ciali in quasi tutti i centri dell’isola. Il
distretti, Sanluri e la curatoria di Nu- trattato costituisce anche una testimo-
raminis, Villa di Chiesa con i territori nianza significativa di come Eleonora,
del Sulcis e del Cixerri: si trattava di pur di liberare il marito, fosse stata co-
un’imponente porzione del territorio stretta a rinunciare alle conquiste pre-
isolano che le guerre di Mariano IV ed cedentemente fatte. Le popolazioni ac-
Eleonora d’Arborea avevano ‘‘libe- cettarono malvolentieri le conse-
rato’’ dal dominio catalano-aragonese. guenze del trattato: questo spiega per-
Il trattato riconosceva all’Arborea tutti ché, quando Brancaleone tornò libero
gli altri territori ultragiudicali e a con la sua fuga dal Castello di Cagliari,
Brancaleone Doria ciò che rimaneva entro il 1391 fu possibile a Eleonora ri-
del patrimonio di famiglia (Castelge- baltare i termini degli accordi, riac-
novese, Monteleone Rocca Doria e re- cendere la guerra e riconquistare tutti
lativi territori). Poiché, in base al trat- i territori perduti.
tato, le comunità ne avrebbero dovuto Paci, Raffaele Economista (n. Sassari
discutere preventivamente i termini 1955). Dopo aver conseguito la laurea,
ed esprimere un voto di assenso o di si è dedicato all’insegnamento univer-
rifiuto, nel giro di dieci giorni furono sitario. Nel 1984 è diventato ricerca-
convocate a Oristano, Bosa e Castelge- tore di Economia dei Settori produt-
novese le Corone de logu e nei capoluo- tivi. Attualmente insegna presso la Fa-
ghi delle curatorie di Montacuto, Fun- coltà di Scienze politiche dell’Univer-
dimonte, Monreale, Serravalle, Mar- sità di Cagliari, di cui è anche preside.
ghine, Dore, Montiferru, Goceano, Bar- Ha dedicato molti dei suoi lavori allo
bagia di Ollolai e di Bitti, Anglona, Va- studio dell’economia contemporanea
lenza, Costavalle, Guilcier, Meilogu, della Sardegna: Sviluppo economico e
Campidano di Milis, Parte Montis, Ca- dipendenza 1951-1993, in Crescita eco-
budabbas, Campidano Maggiore, Mar- nomica e sistemi produttivi locali in Sar-
milla, Barigadu, Campidano di Sima- degna, 1997; L’economia della Sardegna
xis, Mandrolisai, Barbagia di Belvı̀ i negli anni Ottanta, in Studi e ricerche in
rappresentanti di tutte le ‘‘ville’’ fa- onore di Girolamo Sotgiu, II, 1993; Gli
centi parte di ciascuna curatoria. In effetti economici dell’integrazione euro-
particolare Oristano era rappresen- pea sulle aree periferiche. Il caso della
tata dai sindaci Nicolò Garau e Pietro Sardegna (con F. Manca e Francesco Pi-
de Sellario e da un centinaio di altri gliaru), ‘‘Rivista economica del Mezzo-
cittadini e mercanti; Bosa da Galeazzo giorno’’, VII, 2, 1993; Il ritardo econo-
Masala, sindaco, e da Sisinnio de La- mico della Sardegna. Ipotesi interpreta-
con, podestà di Bosa. Il documento è tive e strategie di intervento (con Fran-
importante perché oltre a permettere cesco Pigliaru e Marco Vannini), 1995.
di conoscere meglio l’apparato poli- Pacifico, Nazareno Consigliere regio-
tico-amministrativo del giudicato, nale (n. Cagliari 1955). Laureato in Me-
reca una grande quantità di nomi dei dicina, esercita la professione di me-
firmatari, non soltanto contribuendo dico e dal 1998 dirige il reparto Radio-
cosı̀ a una sorta di primo grande inven- logia presso l’ospedale ‘‘Sirai’’ di Car-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 76


Paderi

bonia. Impegnato nel sindacato e nella presso l’Università di Cagliari. Questi


vita politica, è dal 1994 consigliere co- studi gli diedero notorietà a livello
munale a Selargius. Eletto consigliere mondiale. Tornato a Pisa vi proseguı̀
regionale nel 1999, è stato riconfer- la carriera insegnando presso la
mato nel 2004. Fa parte dei gruppo dei Scuola Normale. Nel 1906 fu nominato
Democratici di Sinistra – Sinistra fede- senatore del Regno.
ralista sarda ed è membro della VII Pacomio, san (in sardo, Santu Paco-
Commissione, che si occupa di sanità, miu, Santu Pacomi) Santo (290 ca.-346).
igiene e temi connessi. Monaco. Egiziano, soldato dell’Impero
romano, si convertı̀ (313), fece l’ere-
mita. Nella Tebaide (320) organizzò
nove monasteri maschili e due femmi-
nili, dalla regola cenobitica – la prima
che si conosca – basata su un’ascesi mo-
derata e sul lavoro. Morı̀ lasciando due
opere: Regole e Catechesi monastiche.
Nei pressi di Sassari, resti d’un mona-
stero della sua regola. [ADRIANO VARGIU]
Festa Si festeggia il 14 maggio.
Paderi1 Famiglia di Oristano (secc. XV-
XIX). Le sue notizie risalgono al secolo
XV; i suoi membri erano considerati
nobili e ricoprivano uffici pubblici di
una certa importanza. Nel 1631 otten-
nero il cavalierato ereditario e la no-
biltà con un Baldassarre, capitano del
Campidano di Simaxis. I suoi figli fu-
rono ammessi allo Stamento militare
nel 1643 durante il parlamento Avel-
Antonio Pacinotti – Il celebre fisico insegnò lano. In seguito i loro discendenti pre-
per alcuni anni all’Università di Cagliari. sero parte a tutti gli altri parlamenti,
continuarono a ricoprire uffici pub-
Pacinotti, Antonio Fisico, senatore del blici e tennero la famiglia in una posi-
Regno (Pisa 1841-ivi 1912). Dopo aver zione di rilievo in seno alla società ori-
conseguito la laurea, intraprese la car- stanese. Nella seconda metà del secolo
riera universitaria. Per alcuni anni, a XVIII avviarono un importante esperi-
partire dal 1873, fu professore di Fisica mento di bonifica e nel 1799 ottennero
presso l’Università di Cagliari, dove il titolo di conte di Sant’Anna. La fami-
sviluppò importanti esperimenti nel glia si estinse nel corso del secolo XIX.
campo dell’elettromagnetismo, appro- Paderi2 Famiglia di Villanovafranca
fondendo gli studi per la trasforma- (sec. XVIII-esistente). Nel corso del se-
zione dell’energia meccanica in ener- colo XVIII ottenne per ben due volte il
gia elettrica e viceversa, arrivando riconoscimento dei privilegi di cava-
cosı̀ a progettare e a realizzare la di- lierato ereditario e di nobiltà, nel 1749
namo. Gli strumenti da lui costruiti con Antioco Paderi Simbula e nel 1797
per raggiungere gli obiettivi della sua con l’avvocato Antonio Paderi. Non è
ricerca sono attualmente custoditi possibile sapere quali fossero i legami

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 77


Paderi

genealogici tra i due personaggi; at- schede in L’Antiquarium arborense e i


tualmente la famiglia risiede a Ca- civici musei archeologici della Sarde-
gliari. gna, 1988; Persistenze rituali e cultuali
in Età punica e romana nel sacello del
Paderi, Ambrogio Letterato (Cagliari
vano della fortezza di Su Mulinu-Villa-
1785-ivi 1847). Attratto dalla vita reli-
novafranca (con G. Ugas), in L’Africa ro-
giosa, entrò nell’ordine degli Scolopi e
mana. Atti del VII Convegno di studi,
completati gli studi fu ordinato sacer-
1990; Il Campidano centrale e la Mar-
dote. Dopo pochi anni fu nominato pre-
milla. Introduzione storico-geografica,
fetto del noviziato di Cagliari, in se-
in Guida ai musei regionali e locali della
guito rettore del collegio e provinciale
Sardegna, 1991; Materiali di Età ro-
del suo ordine; insegnò per alcuni anni
mana e bizantina dal territorio di Villa-
presso l’Università di Cagliari, dove fu
mar e Ricerche nell’ambito di Mara. No-
nominato prefetto del Collegio filoso-
tizia preliminare della necropoli punica
fico. Fu autore di importanti lavori, di
di San Pietro (con G. Ugas e A. Siddu), in
orazioni e di panegirici. Si conosce di
Villamar Una comunità, la sua storia,
lui il discorso inaugurale d’un anno
1993; Il Monte Arci, La Marmilla e le
scolastico tenuto agli allievi delle
Giare, Il Campidano centrale, tre
Scuole Pie cagliaritane, pubblicato
schede in Guida alla visita dei musei e
nel 1824, Auspiciis D. Nicolai Navonii,
delle gallerie della Sardegna, 1997.
archiepiscopi calaritani, tironibus scho-
larum piarum christianam eruditio- Paderi Concas, Giuseppe Religioso
nem publice pertractrantibus. (Villaputzu 1826-Lanusei 1906). Ve-
scovo d’Ogliastra dal 1900 al 1906. En-
Paderi, Maria Cristina Archeologa (n.
trato in Seminario, fu ordinato sacer-
Sanluri 1954). Conseguita la laurea in
dote e nel 1850 si laureò in Teologia.
Lettere, si è dedicata ad approfondire
Fu per anni rettore in diversi villaggi
lo studio dell’archeologia. Tra il 1979 e
dell’Ogliastra e quindi canonico della
il 1982 ha diretto il gruppo archeolo-
cattedrale di Tortolı̀; nel 1899 divenne
gico giovanile di Sanluri; entrata in se-
vicario capitolare della sua diocesi e
guito nell’amministrazione regionale,
nel 1900 ne fu nominato vescovo. Nono-
ha continuato a collaborare con la So-
stante l’età si impegnò con grande pas-
printendenza archeologica per le pro-
sione a sviluppare la pastorale. Di lui si
vince di Cagliari e di Oristano in nume-
conoscono l’Elogio funebre di mons.
rose campagne di scavo. È autrice di
Paolo Maria Serci Serra, arcivesc. di Ca-
numerosi lavori scientifici, tra i quali
gliari, Cagliari, 1900 (a lui aveva dedi-
La necropoli di Bidd’e Cresia e le tombe
cato un elogio nel venticinquesimo an-
puniche e Sepolture e corredi di Età ro-
niversario della consacrazione episco-
mana dalla necropoli di Bidd’e Cresia,
pale, 1897), e una Lettera pastorale sul-
entrambi in Ricerche archeologiche nel
l’educazione, stampata a Cagliari nel
territorio di Sanluri, 1982; Vasi in terra
1905.
sigillata, in Il territorio di Gesturi. Cen-
simento archeologico, 1985; Sardara. Il Padre, Santo Non mancano in Sarde-
civico Museo archeologico di Sardara, gna i luoghi dedicati a Santo Padre, cor-
Sardara. Origine del Museo e percorso ruzione di Sant’Antipatre o Sant’Anti-
museale, Sardara. Il territorio dal domi- patro, il cui culto è stato diffuso dai Bi-
nio cartaginese al Medioevo e I materiali zantini, che in suo onore costruirono
dei territori comunali attraversati dalla diverse chiese: una di esse è citata nel
‘‘Carlo Felice’’ (Sardara), quattro condaghe di San Nicolò di Trullas e in

72

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 78


Padria

una lettera dell’ordine camaldolese al confine tra il Meilogu e il Bosano. Il


(1278). [ADRIANO VARGIU] bacino idrico è quello del Temo, che ha
Padre d’Orfani Funzionario delle città intorno al paese alcuni dei suoi af-
regie. Aveva il compito di occuparsi fluenti di sinistra. Il paese comunica
delle persone bisognose e di provve- attraverso la statale 292 Bosa-Alghero,
dere alla cura degli orfani e dei trova- dalla quale si distaccano qui dirama-
telli (esposti). Era praticamente il tu- zioni per Pozzomaggiore e la super-
tore di questi bambini, che affidava a strada Cagliari-Sassari a est, per Mon-
balie per l’allattamento e in seguito a teleone Rocca Doria a nord, per Bosa e
famiglie in grado di crescerli. Una per Montresta a ovest.
volta adulti li metteva sotto la prote- & STORIA L’attuale centro deriva dalla
zione dei gremi (=) perché provvedes- romana Gurulis Vetus che a sua volta
sero a inserirli nel mondo del lavoro. avrebbe le sue origini nella mitica Or-
Teneva un registro delle famiglie che gylle fondata, secondo Pausania, dai
entravano a diversi titoli in rapporto Pelasgi. Nel Medioevo il villaggio entrò
con lui. a far parte del giudicato di Torres; era
incluso nella curatoria del Monteleone
che, a partire dal secolo XII, passò
nelle mani dei Doria grazie a una fortu-
nata serie di matrimoni con princi-
pesse della famiglia giudicale. Dopo
l’estinzione della dinastia giudicale, P.
fu incluso nel piccolo stato che i Doria
formarono nella Sardegna nord-occi-
dentale. Avendo essi prestato omaggio
al re d’Aragona, dopo la conquista en-
trò a far parte del Regnum Sardiniae
Padria – Veduta del centro abitato. ma quando i Doria si ribellarono, a par-
tire dal 1325 il territorio divenne teatro
Padria Comune della provincia di Sas- delle operazioni militari della lunga
sari, compreso nella V Comunità mon- guerra con l’Aragona. Il villaggio fu ri-
tana, con 799 abitanti (al 2004), posto a petutamente danneggiato ma rimase
304 m sul livello del mare pochi chilo- in mano ai suoi signori; dopo la caduta
metri a ovest di Pozzomaggiore. Re- di Alghero, nel 1353, scoppiata la prima
gione storica: Bosa o Monteleone. Dio- guerra tra Mariano IV e Pietro IV, P. fu
cesi di Alghero-Bosa. occupato dalle truppe giudicali ed en-
& TERRITORIO Il territorio comunale, trò a far parte dei territori attribuiti a
di forma grosso modo trapezoidale, si Brancaleone Doria; quando nel 1364
estende per 48,03 km2 e confina a nord scoppiò la seconda guerra tra Mariano
con Villanova Monteleone e Monte- IV e Pietro IV, P. fu nuovamente occu-
leone Rocca Doria, a est con un’isola pato dalle truppe giudicali che lo ten-
amministrativa di Cossoine, con Mara nero fino alla battaglia di Sanluri, ma
e Pozzomaggiore, a sud ancora con Poz- tornò sotto il dominio di Brancaleone
zomaggiore e a ovest con Bosa. Si tratta dopo il suo matrimonio con Eleonora
di un territorio di colline, tradizional- d’Arborea. Caduto il giudicato d’Arbo-
mente utilizzate per l’agricoltura e rea, P. continuò a rimanere in possesso
oggi più fittamente popolate di greggi, dei Doria, con Nicolò, fino al 1436

73

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 79


Padria

quando, dopo l’espugnazione del ca- nevasi di anime 1892, distinte in mag-
stello di Monteleone, passò sotto il con- giori di anni 20, maschi 540, femmine
trollo diretto del re d’Aragona che con- 535, e minori, maschi 395, femmine 412,
cesse il villaggio in feudo a Pietro De distribuite in famiglie 570. Professioni.
Ferraria. Nel corso del secolo XVI i De De’ padriesi, 500 sono applicati all’a-
Ferraria introdussero nuovi pesanti gricoltura, 150 alla pastorizia, 50 a’ me-
tributi feudali e avviarono la modifica stieri di falegname, muratore, ferraro,
del sistema di elezione del majore limi- sarto, scarparo, ecc., 40 al vettureggia-
tando l’autonomia della comunità. mento e al negozio. Persone occupate
Non riuscirono però a evitare che na- nel ministerio ecclesiastico, preti 4,
scesse un contrasto tra gli abitanti di frati 15; nel ministerio sanitario 6, due
Padria e quelli di Pozzomaggiore per medici, un chirurgo, due flebotomi, un
il controllo dei pascoli del Pranu ’e farmacista; negli officii del comune 13,
Murtas. I De Ferraria si estinsero alla luogotenente giudice nell’assenza del
fine del Cinquecento e il villaggio fu giusdicente del mandamento, mag-
ereditato dai Cervellon del ramo di Se- giore di giustizia, censore locale, i con-
dilo. Durante il loro dominio P. fu am- siglieri e segretario del comune, e mae-
ministrato da un fattore baronale e il stro della scuola elementare. I princi-
sistema dei tributi feudali fu ulterior- pali che si occupano soltanto del go-
mente inasprito. Con il passaggio del verno delle loro proprietà saranno
Planu ’e Murtas a Pozzomaggiore, gli circa 50. Famiglie proprietarie di
abitanti di P. furono esclusi dallo sfrut- terre, bestiame o case, 458. Famiglie
tamento di quei pascoli e questo pro- nobili 3 con diciotto individui. Le
vocò ulteriori tensioni tra le due comu- donne, come altrove, lavorano il lino e
nità. Estinti i Cervellon nel 1681, dopo la lana, e i telai che sono quasi sempre
una lunga lite giudiziaria il villaggio in azione non pajono esser meno di 500.
passò ai Manca Guiso. I nuovi feuda- La scuola elementare è frequentata da
tari, che si estinsero nel 1788, riusci- circa 20 fanciulli, che sono il quarto di
rono a porre fine al dissidio con Pozzo- quelli che vi dovrebbero intervenire.
maggiore ma sostanzialmente la con- Dopo più di 24 anni da che è istituita
duzione del feudo non si modificò. questa scuola quanti ne han profittato?
Dopo un’altra lite col fisco che conside- Quanti in tutta la popolazione hanno in
rava il feudo devoluto, P. passò agli questa scuola imparato a leggere e a
Amat che continuarono a possedere il scrivere? In tutto il paese le persone
territorio fino al riscatto nel 1838. In che sappian queste cose tanto facili
quegli anni l’aspirazione degli abitanti sono forse non più di 70, compresi
a liberarsi dalla dipendenza feudale si quelli che han fatto altri studi e sono
faceva sempre più pressante e quando stati alle scuole di Sassari o di Alghero
nel 1795 scoppiarono i moti antifeudali o di Bosa. Agricoltura. Il padriese ha
essi vi presero parte. Nel 1821 P. fu in- terreni ottimi per i cereali, e se fossero
cluso nella provincia di Alghero fino al coltivati con miglior arte si avrebbero
1848, anno in cui le province furono frutti più copiosi e migliori. Ripeto la
abolite. Relative a questo periodo sto- proposta fatta agli ozieresi. Perché i
rico alcune note tratte dalla scheda padriesi benestanti non si quotizzano
che Vittorio Angius scrisse per il Dizio- a mantener in Cagliari nell’ospizio
nario del Casalis: «Popolazione. Nel- Carlo Felice uno o due giovani per es-
l’anno 1844 la popolazione di P. compo- sere eruditi nell’arte agraria? Una te-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 80


Padria

nue pensione sarebbe cagione del mi- del bestiame, ovini e bovini, in misura
glioramento dell’agricoltura. I numeri minore caprini ed equini; di buon li-
della ordinaria seminagione sono i se- vello la produzione del formaggio pe-
guenti: starelli di grano 2500, d’orzo corino. Inesistente l’attività indu-
500, di fave 450, di legumi 170, di lino striale e poco sviluppata la rete di di-
300, di meliga quanto vuolsene per una stribuzione commerciale. Vi opera an-
superficie di ari 6000, o di starelli 150. che un ristorante. Servizi. P. è collegato
Fruttifica soventi il grano all’8, l’orzo al da autolinee agli altri centri della pro-
10, le fave al 12, i legumi al 7, il lino in vincia. È dotato di stazione dei Carabi-
seme a starelli 5/2, in fibra a libbre 50 nieri, medico, farmacia, scuola dell’ob-
per starello. L’orticoltura non è molto bligo, sportello bancario. Possiede una
spiegata, comecché il terreno sia acco- Biblioteca comunale e il Museo ar-
modatissimo alla medesima e produca cheologico.
con lusso. Le vigne occupano una & DATI STATISTICI Al censimento del
estensione di circa 300 starelli, hanno 2001 la sua popolazione contava 861
forse diciotto varietà di uve, abbon- unità, di cui stranieri 2; maschi 431;
dano nella vendemmia, e danno comu- femmine 430; famiglie 364. La ten-
nemente circa quartare 90 000. Pastori- denza complessiva rivelava una dimi-
zia. Quelle regioni del padriese, che nuzione della popolazione, con morti
non pajono molto adattate a’ lavori per anno 14 e nati 2; cancellati dall’a-
agrari, sono ottime per la pastura delle nagrafe 13 e nuovi iscritti 12. Tra i prin-
varie specie, e in molte parti potreb- cipali indicatori economici: imponi-
bero formarsi prati da essere irrigati, bile medio IRPEF 12 507 in migliaia di
massime nella valle gurulitana, in lire; versamenti ICI 642; aziende agri-
quella di Buonvicino, e nell’altra del cole 158; imprese commerciali 54;
T. Speriamo che finalmente si ricono- esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio
scano i favori della natura e se ne 13; ambulanti 1. Tra gli indicatori so-
tragga quel giovamento, che persone ciali: occupati 203; disoccupati 52;
accorte ora deplorano negletto. Il be- inoccupati 44; laureati 15; diplomati
stiame de’ padriesi era nell’anno suin- 80; con licenza media 203; con licenza
dicato come nelle seguenti note: be- elementare 343; analfabeti 36; auto-
stiame manso: buoi per l’agricoltura e mezzi circolanti 304; abbonamenti TV
per il vettureggiamento 260, vacche 325.
mannalite adoperate negli stessi ser- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
vigi pressoché altrettanti capi, cavalli territorio è ricco di monumenti prenu-
e cavalle per sella e carico 182, majali ragici e nuragici e fu abitato continua-
132, giumenti 320. Bestiame rude: vac- tivamente dall’uomo. Tra le vestigia
che 100, vitelli e vitelle 300, capre 700, prenuragiche oltre alle domus de janas
caproni 200, pecore 4500, montoni 500, di Boddenare, Topoi, Pedru ’e Concas,
porci 500, cavalle 300». P. Entrò a far riveste grande interesse la località di
parte della divisione amministrativa Sos Caniles ’e Campusantu situata a
di Sassari fino al 1859, quando la pro- poca distanza dall’abitato. In tempi re-
vincia venne ricostituita. centi vi è stato messo in luce un villag-
& ECONOMIA Le attività di base della gio risalente alla cultura di Abealzu-
sua economia sono l’agricoltura, in Filigosa; lo scavo ha restituito una
particolare la cerealicoltura, la frutti- grande quantità di materiali dello
coltura, la viticoltura, e l’allevamento stesso periodo che oggi formano il nu-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 81


Padru

cleo del Museo archeologico. Del pe- vato le sue caratteristiche tradizionali
riodo nuragico restano numerosi nura- nel centro storico; l’edificio più signifi-
ghi tra cui quelli di Antoni Letze, Ba- cativo è la chiesa di Santa Giulia che fu
sciu, Bidighinzos, Casiddu, Chentu costruita nel 1520 in forme gotico-ara-
Maggiore, Commidda Demuru, Longu, gonesi. Ha una sola navata con presbi-
Mastru Gaspare, Monte Faia, Monte Su terio e cappelle laterali, la volta a cro-
Furru, Monte Ruju, Muros Rujos, Mura ciera nella navata e nelle cappelle la-
Upules, Pelcias, Piliga, Sa Iscala de terali a costolature radiali nel presbi-
Nughes, Sa Sea, Santa Pala, Santu Pe- terio. La facciata è scandita da archetti
dru, Santu Pedru ’e Concas, Sas Cheas, e possiede un bel portale ingentilito da
Sos Padres, Sos Nuragheddos, Su Nar- un rosone soprastante. A fianco della
vonitu, Su Padru, Turriggia, Vinza chiesa sorge un campanile cuspidato.
Longa, Zampis. Di grande interesse, Molto interessante è anche il Museo ar-
per questo periodo, alcuni villaggi nu- cheologico, situato in via Nazionale nei
ragici e la Tomba di giganti di Peddal- bei locali dell’ex Monte granatico. In
zos, risalente al Nuragico medio, di cui due grandi sale sono esposti materiali
rimane il solo corridoio in cui furono preistorici e di età storica provenienti
trovati i resti di scheletri ammassati dagli scavi effettuati nel territorio.
sul fondo e dei vasi del Bronzo medio & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A P. si

con resti di semi carbonizzati. Altro in- fa festa il 16 e 17 gennaio, per Sant’An-
teressante sito è quello di Funtana Co- tonio Abate, quando si accende il ri-
perta, una fonte sacra dove fu rinve- tuale falò; il 22 maggio per la patrona
nuto un trofeo di spade di grande sug- Santa Giulia, con processione e mani-
gestione, transitato poi da una colle- festazioni folcloristiche; e il 2 ottobre,
zione privata al Museo nazionale di ancora per Sant’Antonio, con falò, pro-
Sassari. Di grande rilievo sono i siti cessione, musiche e canti.
del periodo punico-romano tra i quali Padru1 Comune della provincia di Ol-
la località San Giuseppe dove sono stati bia-Tempio, compreso nella IV Comu-
individuati i resti di un’area sacra, de- nità montana, con 2109 abitanti (al
limitata da una potente muraglia, al 2004), posto a 171 m sul livello del
cui interno vi erano l’altare e la favissa, mare 20 km a sud di Olbia. Regione sto-
che ha restituito terrecotte ellenisti- rica: Terranova. Diocesi di Ozieri.
che e monete puniche e romane. Il san- & TERRITORIO Il territorio comunale
tuario, dedicato probabilmente a una si estende per 13 km2 comprendenti
divinità della salute, è stato scavato anche le frazioni di Biası̀, Sotza, Cut-
tra il 1973 e il 1975. A poca distanza da zola, Pedra Bianca, Sa Serra Ludurru
Campusantu sono venuti alla luce i re- e Sos Runcos, e confina a nord con Ol-
sti di una necropoli punico-romana. Il bia, a est con Loiri Porto San Paolo, a
sito più suggestivo però è la città di Gu- sud con un’isola amministrativa di
rulis, citata da Tolomeo, che si sten- Tempio e a ovest ancora con Tempio.
deva in corrispondenza dell’attuale Si tratta di un territorio di colline e mo-
tessuto urbano; l’acropoli è stata indi- deste montagne per lungo tempo spo-
viduata su di un poggio alla periferia e polato, e poi lentamente ripopolato da
vi si osserva una muraglia realizzata allevatori giunti dai paesi dell’interno,
con blocchi squadrati. in particolare Buddusò. Il paese si è
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- sviluppato nella vallata del rio Su
RALE Il tessuto urbanistico ha conser- Lernu, che scorre verso nord per con-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 82


Padru

fluire nel Padrogiano di Olbia. A rimase nelle mani del visconte di Nar-
oriente la valle è separata dal litorale bona e solo nel 1420 tornò in possesso
da una piccola catena che culmina nei del re e nel 1421 fu compreso nel
monti Casteddacciu (971 m) e Nieddu grande feudo concesso a Bernardo
(971) mentre a ovest si elevano Su Centelles. Nei secoli successivi passò
Laccu Canu (592), Sa Pianedda (820) e dai Centelles ai Borgia, ai Pimentel e
Pedralonga (719). Il paese comunica infine ai Tellez Giron ai quali fu riscat-
per mezzo di una strada secondaria tato. La sua importanza continuò a di-
che unisce Olbia con la statale 389, minuire e divenne frazione di Bud-
poco a nord di Alà dei Sardi; da questa dusò. Nel 1821 fu incluso nella provin-
si distacca all’altezza di P. una devia- cia di Ozieri, nel 1848 nella divisione
zione che si dirige verso la costa e rag- amministrativa di Sassari e dal 1859,
giunge la 125 Orientale sarda nei essendo state ricostituite le province,
pressi di San Teodoro. in quella di Sassari. Nel 1995, il 4 giu-
& STORIA Il suo territorio è ricco di gno, P. è divenuto comune autonomo;
testimonianze archeologiche a partire due giorni dopo il giornalista Damiano
dall’età nuragica ma l’attuale villaggio Pinna racconta nel quotidiano ‘‘La
è di origini medioevali. Era compreso Nuova Sardegna’’ l’avvenimento: «Il 4
nel giudicato di Torres e faceva parte giugno rimarrà una data storica per P.
della curatoria del Montacuto; dopo Ricorderà, infatti, il giorno in cui i cit-
l’estinzione della dinastia giudicale di tadini hanno sancito il distacco da
Torres fu conteso tra i Doria, Arborea e Buddusò per poter creare un proprio
i Pisani del giudicato di Gallura; alla comune autonomo. Il referendum po-
fine del secolo XIII i Doria, avendo polare è stato quasi un plebiscito per
prestato omaggio al re d’Aragona, ne dare il via libera all’autonomia. Oltre il
ebbero riconosciuto il possesso. In- 90% dei votanti ha infatti messo la
fatti, conclusa la conquista, P. entrò a croce sul sı̀ e soltanto poco più del 7%
far parte del Regnum Sardiniae ma ha manifestato il proprio diniego. Insi-
poco dopo, scoppiata la ribellione dei gnificanti dal punto di vista numerico
Doria, nel 1325 divenne teatro delle le schede nulle e bianche. Subito dopo
operazioni militari. Nel 1330 fu inve- la chiusura dei seggi si è alimentato un
stito dalle truppe di Raimondo Car- certo ottimismo, diventato poi una
dona ma la popolazione si mostrò ostile vera e propria euforia collettiva
nei confronti dei nuovi venuti e il suo quando sono arrivati i primi risultati
territorio fu devastato. Per tentare una dei seggi delle frazioni e di Buddusò
definitiva pacificazione, nel 1339, il re Comune. Si è continuato poi fino a
lo concesse in feudo a Giovanni d’Ar- tarda notte, con canti, balli e brindisi
borea. Negli anni seguenti, quando lo beneaugurali per il nuovo corso. Alla
sventurato principe cadde prigioniero chiusura dei seggi risultavano aver vo-
del fratello, il villaggio attraversò un tato oltre il 65% degli aventi diritto.
periodo di nuove tribolazioni e la po- Ora, dopo il beneplacito della cittadi-
polazione cominciò a diminuire. Scop- nanza, si aprirà il lungo iter alla Re-
piata la seconda guerra tra Mariano IV gione. Il nuovo comune si estende su
e Pietro IV, dal 1366 P. fu occupato dalle circa 13 000 ha e si trova in una posi-
truppe arborensi che lo tennero fino zione strategica molto importante: fa
alla caduta del giudicato nel 1409. praticamente da filtro fra la costa e le
Dopo la battaglia di Sanluri, il villaggio zone interne del Goceano. La popola-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 83


Padru

zione è di circa 2200 persone, delle & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A P.


quali poco meno della metà risiedono la festa patronale per San Michele Ar-
a P. mentre il resto è diviso nelle 11 fra- cangelo si protrae per tre giorni, cul-
zioni del circondario». Di recente P. è mina la seconda domenica di maggio e
entrato a far parte della provincia di prevede la processione in costume,
Olbia-Tempio. nonché canti e balli del folclore locale
& ECONOMIA Le attività di base della e regionale. Un solo giorno viene dedi-
sua economia sono l’allevamento del cato invece a Sant’Antonio da Padova,
bestiame, in particolare di ovini e bo- il 13 giugno, e l’organizzazione prevede
vini, e l’agricoltura, soprattutto la ce- il pranzo offerto a tutti i partecipanti.
realicoltura e la viticoltura. Molti gli Grande pranzo anche l’ultima dome-
abitanti di Padru che lavorano, stabil- nica di maggio presso la chiesa campe-
mente o stagionalmente, a Olbia e nelle stre di Sant’Elia, tra le frazioni di Sa
vicine località balneari. È discreta- Serra e Ludurru. È la maggiore occa-
mente sviluppata la rete di distribu- sione di incontro per le popolazioni
zione commerciale. Vi operano anche sparse nel vasto territorio e si protrae
alcuni ristoranti e aziende agrituristi- per tre giorni, dei quali uno dedicato a
che, a sostegno del nascente turismo. San Narciso.
Servizi. P. è collegato da autolinee agli
Padru2 Antico villaggio di origine me-
altri centri della provincia. È dotato di
dioevale che faceva parte del giudicato
Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me-
di Torres, compreso nella curatoria
dico, guardia medica, farmacia, scuola
dell’Oppia. Sorgeva in prossimità di
dell’obbligo, sportello bancario. Pos-
Mores. Dopo l’estinzione della famiglia
siede una Biblioteca comunale.
giudicale di Torres, passò nelle mani
& DATI STATISTICI Al censimento del
dei Doria che lo inclusero nello stato
2001 la sua popolazione contava 2123
che avevano formato nella parte nord-
unità, di cui stranieri 16; maschi 1118;
occidentale del disciolto giudicato.
femmine 1005; famiglie 751. La ten-
Avendo essi prestato omaggio al re d’A-
denza complessiva rivelava una dimi-
ragona, subito dopo la conquista P. en-
nuzione della popolazione, con morti
trò a far parte del Regnum Sardiniae;
per anno 26 e nati 19; cancellati dall’a-
quando però i Doria nel 1325 si ribella-
nagrafe 35 e nuovi iscritti 21. Tra i prin-
rono, il villaggio fu coinvolto nelle
cipali indicatori economici: attività
guerre che essi sostennero con l’Ara-
commerciali 35, di cui una farmacia;
gona, subı̀ molti danni e si spopolò en-
strutture ricettive: 1 ristorante, 2 al-
tro la prima metà del secolo XIV.
berghi, 6 aziende agrituristiche. Tra
gli indicatori sociali: occupati 324. Paduano Famiglia sassarese (secc.
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- XVI-XVIII). Le sue notizie risalgono al
RALE San Michele è una chiesa posta secolo XVI, quando i suoi membri pos-
alla periferia del paese; fu costruita sedevano ereditariamente l’ufficio di
nell’Ottocento ed era la parrocchiale saliniere minore di Sassari. Nel 1558
fino a non molti anni fa. L’impianto è a ottennero il cavalierato ereditario con
una sola navata arricchita da un pre- un Gioacchino, i cui discendenti fu-
sbiterio, la copertura è del tipo a ca- rono ammessi allo Stamento militare
panna; poco distante sorge la torre nel 1583 durante il parlamento Mon-
campanaria, tozza e dalla forma qua- cada. I P. presero successivamente
drata. parte a tutti i parlamenti del secolo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 84


Paglietti

XVII, ma si estinsero nel corso del Set- ‘‘Paese del popolo, Il’’ Settimanale di
tecento. Cagliari. Uscı̀ tra l’agosto 1909 e il no-
Padulesa de Gunale Giudicessa di vembre 1910.
Gallura (Civita?, seconda metà sec. XI- Pafnuzio, san = Onofrio, santo
Pisa 1115). Figlia di Comita, sposò il
Paganos Creature demoniache. Nelle
giudice Torchitorio de Zori e ne appog-
più antiche tradizioni popolari sarde i
giò la politica tendente a conquistare
p. erano demoni antropomorfi gigante-
per il piccolo regno una posizione au-
schi e dall’animo malvagio; ad essi ve-
tonoma nei confronti del papa. Quando
nivano genericamente attribuiti la co-
nel 1113 Torchitorio morı̀, P. de G., mi-
struzione delle Tombe di giganti e degli
nacciata da suo cognato Ithocorre, fu
stessi nuraghi.
costretta a fuggire dalla Gallura e a ri-
fugiarsi a Pisa, mentre egli saliva sul Pagello = Zoologia della Sardegna
trono. P. de G. donò il suo patrimonio Pages Famiglia catalana (sec. XV). Ori-
all’Opera del Duomo di Pisa. ginaria del Rossiglione e residente a
‘‘Paese, Il’’1 Quotidiano e, in seguito, Perpignano, da dove gestiva una fitta
settimanale di Cagliari. Tra il luglio rete di commerci che interessavano il
1879 e il gennaio 1880 ebbe la veste di Mediterraneo occidentale, ebbe inte-
quotidiano, in seguito divenne un setti- ressi in Sardegna. Uno dei suoi mem-
manale. Fu diretto dall’avvocato Gio- bri, Giovanni, nella seconda metà del
vanni Ghivizzani; sostenne posizioni secolo XV estese i suoi traffici all’isola
moderate vicine a quelle di Cocco e nel 1481 ottenne in feudo la Barbagia
Ortu. ‘‘Politico-amministrativo’’, come di Belvı̀. Egli però fu costretto ad af-
diceva la testata, pubblicava anche un frontare l’ostilità dei vassalli che rifiu-
supplemento giuridico. tavano il vincolo feudale rivendicando
l’antico privilegio di dipendere diret-
‘‘Paese, Il’’2 Quotidiano di Cagliari.
tamente dalla Corona. Quando il feu-
Fondato da Umberto Cao, uscı̀ dal 1º
datario tentò di far valere i propri di-
gennaio 1905 al 4 agosto 1907. Era di-
ritti, la situazione precipitò e gli abi-
retto da Gustavo Paroletti. Dalle sue
tanti del feudo assunsero un atteggia-
colonne il proprietario-redattore con-
mento di ribellione che portava a con-
dusse la sua battaglia contro il ministro
tinui atti di violenza nei confronti del-
Cocco Ortu e contro ‘‘L’Unione sarda’’
l’amministrazione baronale. In queste
da posizioni radicali. Partecipò all’a-
condizioni, dopo la sua morte, nel 1496
spra polemica contro l’amministra-
suo figlio Francesco decise di rendere
zione Bacaredda, tanto da essere consi-
il feudo al fisco.
derato fra gli istigatori dei drammatici
tumulti popolari cagliaritani del mag- Pagliardi, Paolo Violinista (Cagliari
gio 1906. 1854-Milano, prima metà sec. XX). Pre-
3
‘‘Paese, Il’’ Settimanale di Cagliari. cocissimo, tenne il suo primo concerto
Uscı̀ dal maggio 1909 al dicembre 1910. a Como. Si stabilı̀ quindi in Lombardia,
Di tendenza socialista, condusse un’a- dove si fece apprezzare come composi-
zione fortemente critica delle posi- tore di marce e di ballabili. Suonò per
zioni di Giovanni Giolitti e propose anni come primo violino nell’orchestra
una linea politica unitaria tra sociali- del Teatro alla Scala di Milano.
sti, radicali e repubblicani. Per il con- Paglietti Famiglia cagliaritana (sec.
tenuto dei suoi articoli nella sua breve XVIII-esistente). Originaria di Torino,
vita subı̀ alcuni sequestri. si trasferı̀ a Cagliari nella seconda

79

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 85


Paglietti

metà del secolo XVIII, quando un Gia- rati secondo formulari diversi ad arbi-
como fu chiamato a insegnare Medi- trio dei singoli speziali». Uomo di raffi-
cina presso l’Università di Cagliari. nata cultura, P. fu anche autore di rac-
Nel 1799, suo figlio Carlo, giudice della colte poetiche e di commedie italiane;
Reale Udienza, ottenne il cavalierato i suoi scritti più importanti sono però
ereditario e la nobiltà. Nel corso del- La salute del cittadino, ‘‘Calendario
l’Ottocento i P. continuarono a espri- sardo’’, 1779; Delle principali malattie,
mere distinti personaggi in tutti i in versi martelliani; Istruzione del pro-
campi. Attualmente la famiglia, molto tomedico di Sardegna, 1771; Descrizione
numerosa, continua a risiedere a Ca- delle malattie più frequenti in Sardegna,
gliari. rimasto incompiuto per la morte pre-
matura; Elementi di Medicina teorico-
Paglietti, Antonio Commerciante
pratica, testo (in latino) delle sue le-
(Porto Torres, sec. XX-?). Nato da una
zioni universitarie, andato disperso.
famiglia ben inserita nelle attività eco-
nomiche di Porto Torres, nel 1923 diri- Paglietti, Mario Pittore (Porto Torres
gente fascista di idee radicali, si ado- 1865-Sassari 1953). Giovanissimo fu in-
però per impedire la fusione con i sar- viato a Prato per completare i suoi
disti. Nel secondo dopoguerra fu tra i studi. Tornò a Sassari, dove apprese i
personaggi più importanti della sua rudimenti della pittura dal Galeazzo e
città: fu soprattutto la sua opposizione successivamente andò a Torino, dove
a far fallire, agli inizi degli anni Cin- frequentò l’Accademia Albertina, ma
quanta, il progetto di unificare in una non riuscı̀ a diplomarsi In seguito
sola entità comunale Sassari e la sua tornò in Sardegna aprendo studio a
‘‘madre’’ Porto Torres. Tra i suoi Sassari, dove si stabilı̀. «Ai primi del
scritti: I porti della Sardegna: Porto Tor- secolo – hanno scritto Giuliana Altea e
res, storia dal 1500 in poi, ‘‘Sardegna’’, I, Marco Magnani – P. è, si può dire, l’u-
1956. nico pittore operante a Sassari, ove si
astragga dalla turba dei decoratori, nel
Paglietti, Giacomo Giuseppe Proto-
cui terreno del resto egli è costretto
medico della Sardegna (Canale 1728-
ogni tanto a sconfinare, realizzando
Cagliari?, dopo 1779). Laureato in Me-
qualche insegna di negozio». Abile di-
dicina all’Università di Torino, fu no-
segnatore, padroneggiava il colore
minato professore di Medicina teorico-
come pochi, ma soprattutto era dotato
pratica presso l’Università di Cagliari
di un «temperamento di autentico rea-
nel 1764, l’anno della ‘‘restaurazione’’
lista, che gli permette di trar linfa pit-
boginiana di quell’ateneo. Lo stesso
torica non solo da temi a lui natural-
Bogino favorı̀ la sua promozione, nel
mente congeniali, quali il paesaggio,
1769, a protomedico della Sardegna.
la natura morta e le scene di vita popo-
In quegli anni mise mano a una Phar-
lare cittadina (come il noto Gli strilloni
macopœa Sardoa, edita dalla Stampe-
del 1896), ma anche dal ritratto»: fu
ria Reale cagliaritana nel 1773.
anzi il ritrattista preferito dalla buona
«L’opera – ha scritto Giuseppe Paglietti
società sassarese. Si specializzò anche
nella presentazione della ristampa
in arte sacra, eseguendo molti lavori
anastatica curata dall’editore Carlo
per le chiese della città e nelle parroc-
Delfino nel 1990 – mirava a fornire un
chiali di Tempio, Chiaramonti e Mores.
testo che potesse uniformare la prepa-
razione dei farmaci in Sardegna, giac- Paglietti, Ritarella Studiosa di storia
ché nell’isola questi venivano prepa- dell’arte (n. Cagliari 1941). Dopo es-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 86


Pais

sersi laureata in Lettere si è dedicata stia dei Lacon Serra, dopo la morte di
all’insegnamento nelle scuole secon- Barisone I fu tra i sostenitori di suo fi-
darie superiori. È autrice di alcuni in- glio Pietro I.
teressanti saggi, tra cui: L’arte figura-
Pais, Domenico Esperto dei problemi
tiva dai primi secoli dopo Cristo agli inizi
dell’agricoltura (sec. XX). Fu chiamato
del XIV secolo, in La Provincia di Ca-
come assessore regionale tecnico dal-
gliari, I, 1983.
l’ottobre 1951 al giugno 1953 nella se-
Pais Famiglia di Torralba (sec. XVII- conda giunta Crespellani durante la I
esistente). Le sue notizie risalgono al legislatura.
secolo XVII: in possesso di un notevole
patrimonio, si imparentò con nobili fa- Pais, Ettore1 Storico, senatore del Re-
miglie e nel 1718 ottenne con un Fran- gno (Borgo San Dalmazzo 1856-Roma
cesco Pais Zatrillas l’esenzione dal pa- 1939). Appartenente per parte di padre
gamento dei tributi feudali. Suo figlio, a una delle più nobili famiglie sarde,
un altro Francesco, nel 1747 ottenne il trascorse nell’isola parte della fanciul-
cavalierato ereditario e la nobiltà. I di- lezza. Allievo tra gli altri di Domenico
scendenti, divisi in diversi rami, conti- Comparetti e di Atto Vannucci, si lau-
nuarono a esprimere distinte persona- reò a 22 anni in Lettere discutendo una
lità e nel 1843 ottennero il titolo di ba- tesi sul riso sardonico. Iniziava cosı̀,
rone. con una ricerca filologica di argo-
mento sardo, una serie di fortunatis-
Pais, Alfredo Latinista (Cuneo 1855- simi studi di storia antica, molti dei
Genova 1895). Fratello di Ettore, dopo quali dedicati alla Sardegna, grazie ai
essersi laureato in Lettere classiche si quali P. è ancora oggi considerato uno
dedicò all’insegnamento del latino e dei massimi storici di Roma antica. A
del greco nei licei di diverse città d’Ita- partire dal 1878 resse il Ginnasio e il R.
lia. Per alcuni anni insegnò anche a Museo Antiquario dell’Università di
Sassari, da dove si trasferı̀ a Genova: Sassari; dal 1880 insegnò al Liceo di
in questa città si tolse inspiegabil- Sassari, trasferendosi quindi a Berlino
mente la vita nel 1895 a soli quaran- (1881-83), dove si perfezionò in Storia
t’anni. Fu studioso profondo, autore di antica presso il grande Theodor
saggi e di alcune interessanti monogra- Mommsen, con cui collaborò alla reda-
fie, tra cui: Dialettologia sarda, ‘‘Stella zione di alcuni volumi del Corpus In-
di Sardegna’’, IX, 1885; Osservazioni so- scriptionum Latinarum. Direttore dei
pra un’iscrizione scoperta a Tegea, 1885; Musei, scavi e gallerie del Regno
Iscrizioni di Bupha, 1886; Un passo ora- (1882), diresse dal 1883 al 1885 assieme
ziano relativo al sardo Tigellio, ‘‘Bullet- a Filippo Vivanet il Museo di antichità
tino Archeologico sardo’’, serie II, vol. di Cagliari e iniziò la pubblicazione
I, 11-12; Il teatro di L. Anneo Seneca, della nuova serie del ‘‘Bullettino Ar-
1890. cheologico Sardo’’, che nel titolo si ri-
Pais, Comita Religioso (Sardegna, sec. chiamava alla gloriosa rivista di Gio-
XII-?). Vescovo di Usellus dal 1182 al vanni Spano. Nel novembre del 1885 di-
1195. Fu il primo vescovo indicato in venne titolare di storia nel Liceo di Ca-
alcuni documenti anche come «ve- gliari. L’anno successivo iniziava il suo
scovo di Ales» (la prima volta in cui è insegnamento universitario a Pa-
attestato il toponimo). Fu nominato nel lermo, dove ebbe come allievi nume-
1182 e resse la diocesi per più di dieci rosi promettenti studenti siciliani,
anni. Particolarmente legato alla dina- compreso Luigi Pirandello e anche al-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 87


Pais

lievi sardi (tra i quali Antonio Mocci, vinto sostenitore, nella logica dell’e-
che poi avrebbe insegnato nell’Ateneo spansione coloniale e del nuovo ruolo
sassarese Storia giuridica ed econo- che si prospettava per l’Italia in Eu-
mica della Sardegna). A Pisa fu ordina- ropa. Eppure appare eccessivo il giu-
rio (1890-99) di Antichità greche e ro- dizio di Luciano Perelli, che pone il P.
mane (tra i suoi allievi Ettore Roma- «in testa alla lista» degli «spiriti servili
gnoli e Giovanni Gentile). In questi e deboli o semplicemente ingenui»;
anni pubblicò la sua Storia di Roma, «nei ponderosi, opachi e poco originali
1898-99, dove l’ipercriticisimo ‘‘ale- volumi di storia romana pubblicati dal
manno’’ del P. raggiunse il culmine. P. sotto il fascismo» vi sarebbero delle
Passato a insegnare Storia antica e An- parti in cui «l’ideologia nazionalista e
tichità greche e romane all’Università reazionaria» raggiungerebbe «dei cul-
di Napoli (1899-1914), a partire dal 1901 mini veramente insuperabili». In
diresse il Museo di Napoli e gli scavi di realtà è stato recentemente dimostrato
Pompei, con non pochi problemi anche che il P. si dichiarò, sui problemi della
giudiziari. Nel 1905 preferı̀ abbando- scuola, per l’educazione di massa, con-
nare l’Italia per recarsi a insegnare ne- tro gli eccessi dell’istruzione «pluto-
gli USA, a Madison, nell’University of cratica», a favore delle donne, dei gio-
Wisconsin. Dal 1906 si trasferı̀ in mis- vani bisognosi, contro i collegi per i ric-
sione a Roma, dove tenne corsi di Epi- chi, per la presenza dello Stato nelle
grafia e Storia romana, entrando in po- regioni meridionali, a favore dei «di-
lemica con il De Sanctis. Dal 1910 fu ritti del proletariato operaio». Dell’ec-
nominato socio della Regia Accademia cezionale produzione storica del P. si
dei Lincei; a Napoli nel 1912-13 fu pre- conoscono oltre duecento titoli: i la-
side della Facoltà di Lettere; dal 1914 vori più importanti hanno in genere
riprese a insegnare a Roma, distin- avuto più di una edizione. Il P. s’inte-
guendosi nella propaganda nazionali- ressò alla Sardegna fin dai primi lavori
stica durante la guerra: del 1915 è il suo giovanili: Due questioni relative alla
discorso su La romanità della Dalmazia geografia antica della Sardegna [Sulla
al Congresso nazionale pro Dalmazia. vera posizione dei Montes Insani e il po-
Nel 1918 riuscı̀ a coronare una sua an- polo dei Barbaricini in Sardegna], ‘‘Ri-
tica aspirazione, facendosi nominare vista di filologia e istruzione classica’’,
ordinario di Storia antica a Roma nella 1878; Sardánios ghelos, ‘‘Atti R. Accad.
cattedra del Beloch, nonostante l’av- Lincei’’, V, 1879-80, Roma 1880; le opere
versione di molti colleghi; passò poi di maggior rilievo sono comunque la
nella cattedra di Storia romana (1923), nota Sardegna prima del dominio ro-
che mantenne fino al collocamento a mano. Studio storico e archeologico,
riposo (1931). Nel 1922 P. diventava se- ‘‘Atti R. Accademia Lincei’’, Memorie
natore del Regno, portando con sé un di scienze morali, VII, Roma 1881; inol-
bagaglio di convinzioni liberali, masso- tre il ‘‘Bullettino Archeologico sardo’’,
niche, nazionaliste e anticlericali; fu serie II, vol. I, Cagliari 1884 (pubblicato
dapprima uno tra i più fieri oppositori col proposito di rinnovare la rivista di
di Mussolini, ma a partire dal 1926 la Giovanni Spano); l’accuratissima
valorizzazione della cultura italiana e Prima relazione intorno ai viaggi fatti
in particolare l’azione di strumentaliz- per la compilazione dei «Supplementa
zazione della storia di Roma antica italica» al «Corpus Inscriptionum Lati-
operata dal fascismo lo trovarono con- narum», ‘‘Rendiconti R. Accademia

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 88


Pala

Lincei’’, cl. sc. mor., stor., filol., serie V. battaglia di Mentana (1867) entrò nel-
III, 1894, con molto spazio per le iscri- l’esercito regolare italiano col grado di
zioni della Sardegna; l’articolo Sulla colonnello e in seguito fu promosso ge-
civiltà dei nuraghi e sullo sviluppo socio- nerale. A partire dal 1882 fu eletto de-
logico della Sardegna, ‘‘Rendiconti Ac- putato al Parlamento, sempre riconfer-
cademia Lincei’’, XVIII, 1909, e ‘‘Archi- mato fino al 1919, dapprima nel colle-
vio storico sardo’’, VI, 1910; infine, so- gio di Sassari e successivamente in
prattutto, la Storia della Sardegna e quello di Ozieri. Amico di Carducci e
della Corsica durante il dominio ro- di Cavallotti, in Parlamento si schierò
mano, 1923 (riedita a cura di A. Mastino con la Sinistra. Alle elezioni del 1919,
nella ‘‘Bibliotheca sarda’’ Ilisso, 1999), che si svolgevano non più sulla base di
opera della piena maturità. Significa- collegi uninominali ma con il sistema
tive le due appendici, dedicate a La proporzionale, presentò una lista per-
Brigata Sassari e a Le infiltrazioni delle sonale, che però fu travolta dalle liste
cosı̀ dette ‘‘Carte di Arborea’’ nella storia di coalizione: nelle elezioni per la XIX
della Sardegna. [ATTILIO MASTINO] legislatura, nel 1895, era stato il candi-
Pais Passino, Giuseppe Giurista (n. dato che aveva riportato, in tutta Italia,
Sassari 1859-Roma 1896). Dopo aver la più alta percentuale di preferenze
conseguito la laurea, in un primo mo- rispetto al numero dei votanti. Il suc-
mento si dedicò all’esercizio della pro- cesso, si disse, era stato anche il risul-
fessione di avvocato. Dopo poco tempo, tato dell’attesa da cui si era circondata
lasciata la professione, si dedicò allo la relazione che il presidente Crispi lo
studio del Diritto civile e intraprese la aveva incaricato di redigere sulle con-
carriera universitaria presso l’Univer- dizioni della sicurezza e dell’economia
sità di Sassari, dove insegnò per alcuni della Sardegna. La relazione fu pre-
anni Diritto civile. Stancatosi anche di sentata, però, nel marzo 1896, all’indo-
questo secondo ‘‘mestiere’’, entrò nella mani della battaglia di Adua che aveva
carriera del Ministero del Lavoro e si provocato la caduta del governo. Le
trasferı̀ a Roma, dove morı̀. Della sua successive misure a favore dell’isola,
attività di studioso del diritto resta la previste dalla legge speciale del 1897,
interessante monografia sulla Storia furono in realtà deliberate tenendo in
del possesso, 1885. poco conto le proposte che P.S. aveva
collocato a conclusione della sua rela-
Pais Serra, Francesco Garibaldino, zione. Tra i suoi scritti, tutti collegati
giornalista, deputato al Parlamento
alla sua attività parlamentare: Sulle
(Nulvi 1837-Roma 1924). Di idee repub-
condizioni della pubblica sicurezza in
blicane, sin da giovane si stabilı̀ a Bolo-
Sardegna, 1883 (è il testo di una inter-
gna dove entrò presto nel mondo gior-
pellanza); Sulla crisi agraria in Sarde-
nalistico, fondando il foglio ‘‘Amico del
gna, 1885 (è il testo di un discorso pro-
Popolo’’, «di intonazione estremista e
nunciato alla Camera dei deputati); Di-
antigovernativa», ha scritto Tito Orrù.
scorsi pronunziati alla Camera dei De-
La sua casa divenne un punto di riferi-
putati nelle tornate 2 e 28 maggio e 8 giu-
mento per i repubblicani emiliani e ro-
gno 1885, 1885; Relazione dell’inchiesta
magnoli; per la sua attività politica e
sulle condizioni economiche e della sicu-
pubblicistica fu spesso arrestato e pro-
rezza pubblica in Sardegna, 1896.
cessato dal governo pontificio. Prese
parte alle guerre di indipendenza Pala1 Antica famiglia di Sassari (secc.
come volontario garibaldino; dopo la XIII-XVI). Le sue notizie risalgono al

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 89


Pala

secolo XIII. Apparteneva all’oligar- colo XVIII: ottenne il cavalierato ere-


chia mercantile che subito dopo l’e- ditario e la nobiltà nel 1753 con un Vit-
stinzione della famiglia giudicale si torio Pala Casu. Sposato con una Tedde
adoperò per la costituzione della città di Nulvi, si trasferı̀ a Sassari dove i suoi
in libero Comune. Uno dei suoi mem- figli diedero vita a numerosa discen-
bri, Denetone, nel 1294 fu tra i firmatari denza.
del trattato con Genova in base al quale Pala, Aldobrandino Cittadino sassa-
la città divenne un Comune ‘‘pazio- rese (Sassari, seconda metà sec. XIII-
nato’’ con la repubblica genovese, che ivi, prima metà sec. XIV). Contempora-
inviava a Sassari un suo podestà. In se- neo di Denetone, fu tra i principali pro-
guito continuò a svolgere un ruolo pre- tagonisti della rivolta contro gli Arago-
minente e favorı̀ l’avvicinamento di nesi. Prese parte agli episodi che cul-
Sassari a Giacomo II d’Aragona, sicché minarono, nel luglio del 1325, nell’uc-
nel 1323 contribuı̀ alla dedizione della cisione del governatore aragonese,
città agli Aragonesi. Subito dopo però nella cacciata della guarnigione dalla
prese parte alla sommossa contro gli città e nella restaurazione del libero
invasori; al moto partecipò anche Al- Comune.
dobrandino, un altro membro della fa-
Pala, Denetone Cittadino sassarese
miglia. Illustre cittadino, egli fu tra i
(Sassari, seconda metà sec. XIII-ivi,
principali protagonisti della rivolta.
prima metà sec. XIV). Nel 1294 fu tra i
Prese parte agli episodi che culmina-
firmatari del trattato con Genova in
rono, nel luglio 1325, nell’uccisione del
base al quale la città divenne Comune
governatore aragonese, nella cacciata
‘‘pazionato’’ con Genova, amministrato
della guarnigione dalla città e nella re-
da un podestà genovese. In seguito con-
staurazione del libero Comune. In se- tinuò a svolgere un ruolo preminente
guito la famiglia continuò a mantenere nella vita pubblica sassarese e favorı̀
il suo atteggiamento antiaragonese e l’avvicinamento della città a Giacomo
nel 1329 i suoi membri furono tra i pro- II d’Aragona; nel 1323 fu tra coloro che
motori della seconda ribellione della maggiormente si adoperarono perché
città e dell’alleanza con i Doria. Fallita la città prestasse omaggio al re. Subito
la rivolta, furono banditi e riuscirono a dopo, però, una volta che si fu reso
rientrare in città solo nel 1409 quando conto delle conseguenze politiche del-
Sassari cadde in mano al visconte di l’evento, prese parte alla sommossa
Narbona. Nei decenni successivi i P. as- contro gli invasori.
sunsero nuovamente un ruolo prima-
rio in città. Quando però, nel 1527, Sas-
Pala, Dina Scultrice e pittrice (n. Ter-
ralba 1933). Autodidatta, negli anni
sari fu occupata dalle truppe francesi
Cinquanta ha preso parte a mostre a
comandate da Renzo da Ceri (= Orsini,
Oristano e Cagliari; successivamente
Lorenzo), alcuni dei suoi membri sem-
ha viaggiato in Italia e all’estero, fre-
bra abbiano tenuto un comportamento
quentando gli studi di alcuni dei più
ambiguo nei confronti del nemico. Li-
grandi scultori contemporanei. Dopo
berata la città e ristabilito il clima di
il 1980 si è stabilita a Milano dove ha
pace, furono accusati di tradimento,
frequentato Aligi Sassu, Giacomo
condannati e costretti a lasciare Sas-
Manzù, Giò Pomodoro e altri e ha preso
sari.
attivamente parte alla vita culturale
Pala2 Famiglia di Sedilo (sec. XVIII-esi- della città. Alla fine degli anni Ottanta
stente). Le sue notizie risalgono al se- è rientrata a Terralba, dove ha allestito

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 90


Pala

il suo studio nella vecchia casa pa- nella stessa città. Ha al suo attivo una
terna. interessante monografia su Il matrimo-
nio in Sardegna: legislazione, tradizione
Pala, Francesco1 Editore, scrittore
al tramonto della dominazione spa-
(Terralba, seconda metà sec. XIX-Ge-
gnola, pubblicato nel 1985.
nova 1972). Fece a Sassari i suoi primi
studi e nell’immediato dopoguerra Pala, Giacomo Avvocato, deputato al
partecipò alla vita politica cittadina Parlamento (Luras 1849-Roma 1927).
schierato nell’Azione Cattolica e nel Conseguita la laurea in Legge, iniziò a
Partito Popolare Italiano (ricordata esercitare la professione di avvocato,
poi nell’articolo Sassari: il bianco fiore segnalandosi anche come autore di al-
degli anni Venti). Costretto come l’a- cune pregevoli opere di carattere giu-
mico Remo Branca a lasciare la città, ridico. Quindi si dedicò alla politica,
fondò a Genova la F.&S. Fratelli Pala prendendo parte al dibattito sui mag-
Editori. Qui nel 1938 pubblicò l’antolo- giori problemi dei suoi tempi. Rappre-
gia Vita poesia di Sardegna, redatta in- sentante degli interessi della Gallura,
sieme a Remo Branca nel quadro delle fu eletto deputato per la XX legislatura
celebrazioni dei ‘‘grandi personaggi’’ nel 1897 e riconfermato per le succes-
della Sardegna. L’opera è stata ripub- sive fino al 1919; schierato con la Sini-
blicata nel 2000 in elegante reprint dal- stra, fece parte del gruppo dei cavallot-
l’editore sassarese Carlo Delfino, con tiani e fu attivissimo in Parlamento:
una illuminante prefazione di Antonio perorò con tale passione la causa del
Romagnino. Della rivista che Branca trasferimento dell’attracco del ‘‘po-
fondò nel secondo dopoguerra, ‘‘Fron- stale’’ con Civitavecchia da Golfo
tiera’’, edita a Cagliari dai Fossataro, P. Aranci a Terranova Pausania (l’attuale
fu uno dei più attivi collaboratori; in Olbia) da essere soprannominato ‘‘l’o-
quegli anni era diventato presidente norevole Terranova’’ (il trasferimento
del circolo genovese degli emigrati avvenne, a conclusione di un lungo iter
sardi ‘‘Sarda Tellus’’. Quando morı̀, burocratico sul quale aveva certa-
nel 1972, Branca lo salutò come mente influito il suo impegno, ma in
«un’alta personalità fra gli uomini quell’anno, 1920, egli non era più depu-
esemplari del mondo cattolico ita- tato). Tra i suoi scritti: Commercio del
liano». bestiame in Sardegna, ‘‘Nuova Sarde-
gna’’, 1906; Ferrovie complementari in
Pala, Francesco2 Religioso (Marrubiu
Sardegna. Linea Sassari-Tempio-Palau,
1928-Nicotera 1990). Vescovo di Nico-
‘‘La Nuova Sardegna’’, 1913.
tera nel 1990. Entrato in Seminario, fu
ordinato sacerdote nel 1951; in seguito Pala, Giovanni Giornalista, uomo poli-
si laureò in Giurisprudenza. Dal 1954 tico (Torralba 1896-Genova, seconda
fu nominato viceparroco della catte- metà sec. XX). Deputato al Parla-
drale di Cagliari e poco dopo responsa- mento, membro della Camera dei Fasci
bile dell’Ufficio catechistico della dio- e delle Corporazioni. Di idee naziona-
cesi, che resse con grande impegno. liste, fondò il primo nucleo nazionali-
Nominato parroco di Sant’Elena a sta a Sassari. Allo scoppio della prima
Quartu operò con grande impegno ne- guerra mondiale, partı̀ volontario, gua-
gli anni dello sviluppo della città cam- dagnando numerose decorazioni al
pidanese. Nel 1990 fu nominato ve- V.M. Nel dopoguerra si stabilı̀ a Genova
scovo di Nicotera in Calabria, ma morı̀ dove fondò ‘‘Il giornale di Genova’’.
improvvisamente poco tempo dopo, Aderı̀ al fascismo nascente, divenendo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 91


Pala

segretario generale del sindacato fa- eletto deputato nelle liste della DC
scista della Liguria; nel 1924 fu eletto per la IV legislatura repubblicana; in
deputato per la XXVII legislatura e seguito è stato riconfermato per altre
successivamente riconfermato per le due legislature fino al 1976. In que-
altre legislature fino al 1939, quando st’anno è stato eletto senatore per la
fu chiamato a far parte della Camera VII legislatura e riconfermato fino al
dei Fasci e delle Corporazioni. Tra il 1983. Negli anni 1969-1972 è stato com-
1926 e il 1928 fu sottosegretario alla ponente della commissione parlamen-
Marina mercantile e successivamente tare d’inchiesta sulle condizioni della
presidente della Confederazione na- pubblica sicurezza in Sardegna presie-
zionale dei trasporti marittimi e aerei. duta dal senatore Giuseppe Medici.
Sulla base delle osservazioni della
Pala, Giuseppe Storico (n. Assemini,
commissione ha anche presentato la
sec. XX). Conseguita la laurea, si è de-
legge 509, diventata poi la legge 268,
dicato alla ricerca e all’insegnamento
che rifinanziava il Piano di Rinascita.
universitario. Attualmente insegna
Ha pubblicato un volume di scritti sui
nell’Istituto di Storia moderna presso
problemi della Sardegna e ha redatto
la Facoltà di Lettere dell’Università di
la voce Storia della riforma agraria, in
Cagliari. Tra i suoi scritti: Una nota sul
La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M.
ripopolamento di Sassari al tempo di Al-
Brigaglia), III.
fonso il Benigno, ‘‘Annali della Facoltà
di Lettere e Filosofia dell’Università Pala, Salvatore Matematico (Scano di
di Cagliari’’, XXXVIII, 1976; L’occupa- Montiferro 1578-Cagliari 1632). Compı̀ i
zione austriaca della Sardegna attra- suoi studi in una Università nella peni-
verso alcuni documenti del British Mu- sola e raggiunse subito fama di esperto.
seum, 1978; Società ed economia ad As- Nel 1626 fu chiamato a insegnare
semini tra la seconda metà dell’Otto- presso l’Università di Cagliari; fu au-
cento e il primo Novecento, in Assemini. tore di un trattato per uso didattico il
Storia e società, 1986; Un conflitto tra la cui manoscritto è conservato nella Bi-
famiglia Castelvı̀ e il viceré di Sardegna blioteca Universitaria di Cagliari.
agli inizi del XVII secolo, ‘‘Archivio sto-
Palabanda, congiura di Complotto ri-
rico sardo’’, XXXVI, 1989; Un aspetto
voluzionario di ispirazione liberale or-
della politica economica di Filippo II in
ganizzato a Cagliari nell’ottobre del
Sardegna: l’introduzione delle pecore
1812 da un gruppo di professionisti e
merinos, in Studi storici in memoria di
di popolani con lo scopo di cacciare
Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio storico
dalla città i Piemontesi. Anima della
sardo’’, XXXIX, 1998.
congiura fu il vecchio avvocato Salva-
Pala, Pietro Funzionario, uomo poli- tore Cadeddu, segretario dell’Univer-
tico (n. Tempio Pausania 1927). Depu- sità, personaggio molto noto e stimato
tato al Parlamento, senatore della Re- in città, che in gioventù aveva preso
pubblica. Dopo essersi laureato in Giu- parte attiva al cosiddetto ‘‘triennio ri-
risprudenza, ha militato fin da giovane voluzionario’’. Attorno a lui si muove-
nella Democrazia Cristiana. Ha fatto vano alcuni dei suoi figli, altri profes-
parte del gruppo politico sassarese sionisti e un gruppo di popolani del
detto dei ‘‘Giovani Turchi’’; dal 1956 al quartiere di Stampace. I congiurati si
1963 è stato segretario provinciale del riunivano nella località detta Pala-
suo partito. Funzionario dell’Ufficio banda (di qui il nome della ‘‘congiura’’)
Stampa dell’ETFAS, nel 1963 è stato in una grotta situata nella proprietà

86

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 92


Palau

dello stesso avvocato Cadeddu (attual- & TERRITORIO Il territorio comunale,


mente compresa nell’Orto Botanico). Il di forma grosso modo triangolare, si
progetto prevedeva la sollevazione ge- estende per 44,38 km2 e confina a nord
nerale, la conquista del castello, la cac- e a est col mare Tirreno, a sud con Ar-
ciata dei Piemontesi e la sostituzione zachena e a ovest con un’isola ammini-
del comandante militare della piazza. I strativa di Tempio Pausania e con
congiurati, però, furono scoperti Santa Teresa Gallura. Si tratta di una
prima che il moto scoppiasse; catturati parte del litorale nord-orientale, gra-
in gran parte, furono processati e con- nitico e ricoperto per la maggior parte
dannati duramente, alcuni in contu- di macchia mediterranea. Un tempo
macia perché erano riusciti a fuggire frequentato solo da qualche alleva-
all’estero. L’avvocato Cadeddu, invece, tore, e tutt’al più per la presenza del
nonostante l’età fu condannato a morte porto, è oggi interessato invece al cre-
e giustiziato. Va detto, peraltro, che sul scente sviluppo della attività turistica
senso generale della ‘‘congiura’’ (dai e balneare, sorta con la valorizzazione
suoi obiettivi agli stessi suoi protagoni- delle bellezze del luogo e delle località
sti) esiste ancora più d’una perplessità, circostanti e, naturalmente, col cre-
anche per la scarsezza dei documenti sciuto traffico marittimo sia delle im-
relativi. barcazioni di linea che di quelle da di-
Palas, Is Località abitata in territorio porto. P. si trova nel punto in cui ha ter-
di Sant’Anna Arresi. L’agglomerato si è mine la lunghissima statale 125 Orien-
sviluppato in età non precisabile, e co- tale sarda (proveniente da Cagliari) e
munque non prima del secolo XVII, da ha inizio la 133 per Santa Teresa. Nu-
un furriadroxiu costruito da un gruppo merose le strade secondarie di recente
di pastori su terre che erano state con- costruzione per il collegamento con i
cesse a una famiglia Pala, che finı̀ per villaggi turistici e le spiagge. Qui ha
dare il nome al piccolo centro. termine anche la ferrovia a scarta-
mento ridotto proveniente da Sassari
attraverso Tempio Pausania.
& STORIA Per quanto Victor Bérard
(=) riporti una leggenda in base alla
quale il paese sarebbe legato al luogo
dove Ulisse incontrò i Lestrı̀goni, le
sue origini sono piuttosto recenti. Il
territorio era disabitato fino alla fine
del secolo XVIII, quando cominciò a
essere frequentato da qualche pesca-
tore di origine corsa attirato dalla po-
Palau – Porto. sizione geografica del luogo. L’attuale
abitato si formò nell’Ottocento come
Palau Comune della provincia di Olbia- punto base ideale per il passaggio all’i-
Tempio, compreso nella IV Comunità sola della Maddalena. Il paese si svi-
montana, con 3468 abitanti (al 2004), luppò cosı̀ attorno al porto e alla sta-
posto a 5 m sul livello del mare sul lito- zione ferroviaria della linea comple-
rale che fronteggia l’isola della Madda- mentare, la Sassari-Tempio. Fu dap-
lena. Regione storica: Gemini. Diocesi prima frazione di Tempio Pausania e
di Tempio-Ampurias. dal 1959 comune autonomo, poi in cre-

87

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 93


Palau

scente sviluppo grazie alle correnti tu- imprese commerciali 399; esercizi
ristiche richiamate dalle sue bellezze pubblici 50; esercizi al dettaglio 131;
naturali. ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali:
& ECONOMIA Le attività di base della occupati 1189; disoccupati 103; inoccu-
sua economia sono il porto, le attività pati 99; laureati 104; diplomati 466; con
edilizia e immobiliare e l’industria; in licenza media 1043; con licenza ele-
particolare tra le attività industriali mentare 942; analfabeti 48; automezzi
sono rilevanti la pesca e la piscicol- circolanti 1306; abbonamenti TV 818.
tura, ma anche la lavorazione del le- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il mo-
gno, dei materiali informatici e la fab- numento più importante è la Tomba di
bricazione dei mobili. Hanno un qual- giganti di Li Mizzani: risale al Nura-
che rilievo anche l’agricoltura, soprat- gico medio ed è lunga 13 m, con un cor-
tutto l’orticoltura, la frutticoltura e la ridoio costruito con una tecnica molto
cerealicoltura, e l’allevamento del be- rozza. Gli scavi effettuati hanno resti-
stiame, soprattutto bovini e suini e in tuito materiali ascrivibili alla seconda
misura minore ovini. È discretamente fase della cultura di Bonnanaro. Molto
sviluppata anche la rete di distribu- frequentata negli anni più recenti, in
zione commerciale. Vi operano 11 al- cui si è diffusa l’ipotesi che la tomba
berghi con 4237 posti letto, due aziende sorga su un’area dotata di particolare
agrituristiche, campeggi, 22 ristoranti magnetismo e dunque fonte di energie
e il porto turistico con 290 posti barca. salutari.
Servizi. P. è collegato da autolinee e da & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
ferrovia agli altri centri della provin- E AMBIENTALE Il suo tessuto urbani-
cia, ma la struttura più importante è il stico si è prevalentemente sviluppato
porto, che accanto a un animato portic- nel corso della seconda metà del secolo
ciolo turistico comprende un grande XX, con l’avvio del turismo, ed è carat-
molo per l’attracco dei traghetti, che terizzato da alcuni centri residenziali
serve soprattutto l’intenso sistema di balneari di poco pregio architettonico.
collegamenti con La Maddalena. P. è Unico monumento di rilievo è la chiesa
dotato di Pro Loco, stazione dei Cara- di San Giorgio: posta a poca distanza
binieri, caserma della Guardia di fi- dall’abitato, fu costruita tra il secolo
nanza, medico, guardia medica, farma- XV e il XVI in forme gotico-catalane
cia, scuola dell’obbligo e scuole secon- nelle vicinanze di un nuraghe polilo-
darie superiori (tecnico commerciale bato. L’edificio è in trachite rossa e ha
e per geometri), sportelli bancari. Pos- una sola navata scandita da ampi archi
siede una Biblioteca comunale. ogivali; la facciata è arricchita da un
& DATI STATISTICI Al censimento del rosone ed è decorata da archetti trilo-
2001 la popolazione contava 3411 unità, bati e da due rilievi raffiguranti tre
di cui stranieri 113; maschi 1693; fem- santi. La chiesa custodiva un grande
mine 1708; famiglie 1477. La tendenza polittico del Trecento che qualche
complessiva rivelava un aumento della anno fa è stato fatto restaurare dalla
popolazione, con morti per anno 24 e Soprintendenza e non è stato ancora
nati 33; cancellati dall’anagrafe 119 e ricollocato in sito. Le coste attorno a P.
nuovi iscritti 166. Tra i principali indi- sono costituite da rocce di granito
catori economici: imponibile medio dalle mille forme: la più nota richiama
IRPEF 15 814 in migliaia di lire; versa- la figura di un orso proteso verso il
menti ICI 1408; aziende agricole 290; mare che con la sua mole suggestiona i

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 94


Palazzi

turisti anche perché proprio qui Ulisse & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Ca-
avrebbe incontrato i Lestrı̀goni. Il ratteristica è la festa della Madonna
tratto più noto e frequentato della co- delle Grazie che si svolge nella terza
sta è quello di punta Sardegna che, af- domenica di maggio e si apre con la di-
facciata sul mare, domina un amplis- stribuzione di vino e salsicce a tutti i
simo panorama in un incomparabile partecipanti; per tutta la giornata si
scenario di bellezza maestosa. Altri susseguono altre caratteristiche mani-
punti costieri di grande fascino sono festazioni con canti e balli.
l’isola dei Gabbiani, collegata alla Palauvert, Clemente Funzionario ca-
terra da una strada, e la Baia di Mezzo talano-aragonese (Catalogna, seconda
Schifo, dove durante la seconda guerra metà sec. XIII-Sardegna?, 1340). Scrip-
mondiale fu affondato da bombardieri tor reale, entrato al servizio di Giacomo
USA l’incrociatore Trieste. Lungo la co- II fu tra i principali protagonisti del
sta di punta Sardegna si trova Porto Ra- processo di formazione dell’ammini-
fael, villaggio turistico fondato dopo il strazione reale, responsabile della
1960 dallo spagnolo Rafael Neville, in cancelleria di Barcellona. Dopo la spe-
concorrenza con la Costa Smeralda. È dizione dell’infante Alfonso, nel 1328
un centro molto esclusivo e di grande ebbe in feudo Oris e Baiu nella curato-
eleganza il cui inventore ha finito col ria di Dolia e nel 1334 altri piccoli feudi
diventare un mito. «Da trent’anni – nella stessa zona. Morı̀ senza discen-
dice Ernesto Massimetti in un suo arti- denti.
colo pubblicato dalla ‘‘Nuova Sarde-
gna’’ l’11 aprile 1996 – una risacca in-
ternazionale riconosceva Rafael pro-
tagonista, personaggio di un angolo di
Gallura che usciva dal quotidiano per
tuffarsi nel fascino dell’eccezionale.
Oggi che tutto sembra finito, o almeno
spento nel logorio degli anni e delle
mode, cosa ha rappresentato la piaz-
zetta raccolta, nido e cuore aristocra-
tico di Porto Rafael, nella vita della Co-
sta Smeralda? Le bouganvilles profu-
mavano di quiete, la bandiera spa-
gnola dava un tocco esotico a questo Bernardino Palazzi – Ritratto di Arturo
balzano hidalgo di Malaga, boutiques Toscanini.
e gioielli rifornivano i pochi frequenta-
tori. Forse senza accorgersene, Rafael Palazzi, Bernardino Pittore (Nuoro
aveva saputo creare l’ultimo rifugio 1907-Roma 1986). Nacque a Nuoro,
della ‘‘Cafè society’’ che alla fine degli dove suo padre era funzionario di poli-
anni Sessanta svernava in Gallura. In zia. Visse e studiò a Sassari fra il 1917 e
buona parte inglesi, spesso titolati, tal- il 1921, quindi si trasferı̀ nella peni-
volta avventurieri, i suoi rarefatti abi- sola. Esordı̀ nel 1934, guadagnandosi
tanti chiedevano soprattutto eleganza, presto consensi della critica e largo
silenzio e champagne a questa nicchia gradimento del pubblico per il suo stile
profumata di mirto in faccia all’arcipe- ‘‘mondano’’ e accattivante. Questa ten-
lago». denza andò precisandosi (fino a stan-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 95


Palearo

dardizzarsi) nella seconda parte della legamento terrestre diretto tra Sarde-
vita del pittore. Molto acuta l’osserva- gna e Corsica e probabilmente anche
zione di Giuliana Altea e Marco Ma- di un ‘‘ponte’’ con la Toscana, cioè di
gnani quando affermano che non un avvicinamento delle due isole al
avrebbero parlato di P. ‘‘continentale’’ continente italiano. Il collegamento si
se prima di emigrare «non avesse verificò nel Pleistocene. In questo
avuto il tempo di assimilare l’ancora modo giunsero in Sardegna, in diversi
recentissima tradizione figurativa iso- momenti collocabili tra i 500 000 e
lana, con risultati importanti per la sua 125 000 anni a.C., animali come l’ele-
formazione». E ancora: «Tutto il suo fante nano (Elephas melitensis), la
percorso si snoderà in effetti a partire scimmia, l’antilope e un grosso topo
da una concezione bidimensionale senza coda (Prolagus sardus) e infine,
della rappresentazione, tesa a esaltare
probabilmente tra l’80 000 e il 10 000
la superficie come luogo di uno spen-
a.C., la foca monaca. In questo contesto
sierato incontro di linee e colori che
in Anglona sono state ritrovate le
aspira all’intrinseca bellezza dell’ara-
tracce dell’uomo del Paleolitico infe-
besco».
riore. I ritrovamenti riguardano due
Palearo, Giorgio Ingegnere militare gruppi di località, quelle del rio Altana
(sec. XVI). Fratello di Jacopo, giunse e quelle di Pantallinu, nei pressi della
in Sardegna nel 1573 e vi lavorò fino al stazione ferroviaria di Laerru. Nelle
1578 in un clima di continue incom- due località, in sacche alluvionali, è
prensioni con le autorità. Completò il stata rinvenuta una grande quantità di
progetto elaborato da suo fratello per
manufatti di differente tipo: oggetti at-
la ristrutturazione delle piazzeforti di
tribuibili alle industrie a scheggia de-
Alghero e di Cagliari ed elaborò il pro-
nominate clactoniane (dalla località di
getto della chiesa di Sant’Agostino in
Clacton, nel Sussex, dove questo tipo di
Cagliari.
industria fu individuato per la prima
Palearo, Jacopo (detto El Fratin) Inge- volta), utensili da taglio, da incisione,
gnere militare (sec. XVI). Fratello di punte per armare bastoni, raschiatoi,
Giorgio, fu chiamato in Sardegna bulini, grattatoi e altri oggetti ottenuti
quando era già abbastanza noto come battendo ciottolo su ciottolo e poi ritoc-
architetto militare; giunse a Cagliari
candoli. È ipotizzabile che l’uomo sia
nel 1563 ed elaborò il progetto per la
stato presente in Sardegna anche nel
ristrutturazione delle piazzeforti di
Paleolitico medio, come farebbero
Cagliari e di Alghero.
pensare i recenti ritrovamenti nelle
Paleolitico in Sardegna Il Paleolitico grotte di Ziu Santoru e di Cala Ilune in
viene diviso per consuetudine degli territorio di Dorgali, e certamente nel
studiosi in tre fasi: il Paleolitico infe- Paleolitico superiore, come dimostre-
riore o clactoniano (500-300 000 a.C.); il rebbero gli scavi della Grotta Corbeddu
Paleolitico medio; il Paleolitico supe- a Oliena.
riore. Fino a non molto tempo fa la pre-
senza dell’uomo del Paleolitico in Sar- Paleontologia della Sardegna La Sar-
degna era ritenuta impossibile a causa degna è una terra molto antica. Lo stu-
della posizione geografica dell’isola; dio della sua evoluzione geologica per-
oggi invece è giustificata dall’esi- mette di comprendere meglio lo svi-
stenza, nella stessa fase (ma formatasi luppo della sua fauna e della sua flora
antecedentemente ad essa), di un col- e quello dell’insediamento umano. Si

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 96


Paleontologia della Sardegna

possono individuare quattro suddivi- ETÀ MESOZOICA Detta anche seconda-


sioni cronologiche principali. ria, comprende un periodo di tempo
ETÀ ARCHEOZOICA Distinta come pe- che va dai 225 ai 65 milioni di anni fa
riodo precambrico, è riferita al periodo ed è a sua volta divisa nei seguenti pe-
più antico della vita della terra, risa- riodi:
lente fino a 4 miliardi di anni fa; tracce 1. Triassico. Tra i 225 e i 195 milioni di
di questo periodo sono presenti a capo anni fa. Presente soprattutto nella
Spartivento, situato nel sud dell’isola Nurra e nell’Arburense con rocce ric-
tra Pula e Teulada. che di fossili quali i crinoidi, i bracio-
ETÀ PALEOZOICA Comprende il pe- podi, i lamellibranchi, i gasteropodi e
riodo di tempo tra i 500 milioni e i 280 qualche resto di pesci.
milioni di anni prima di Cristo. L’età è a 2. Giurassico. Tra i 195 e i 136 milioni di
sua volta articolata in diversi periodi: anni fa. Presente lungo la costa orien-
1. Cambrico. Tra i 570 e i 500 milioni di tale tra Tavolara e il golfo di Orosei e
anni fa. Di questo periodo sono le nella Sardegna centrale dove sono i
prime rocce arenarie del Sulcis e del- tacchi e i tonneri. Le rocce sono ricche
l’Iglesiente, ricche di fossili come le ar-
di fossili quali i Terebratula sardoa e i
cheociatine e i trilobiti.
Terebratula lamarmorae; nel territorio
2. Ordoviciano. Tra i 500 milioni e i 435
di Jerzu sono stati rinvenuti denti di
milioni di anni fa. Le sue tracce sono
ittiosauro. Nel Giurassico sardo com-
presenti nel Sulcis, nel Sarrabus, nella
paiono anche fossili di piante quali le
Barbagia, nell’Ogliastra e nel Logu-
felci e le gimnosperme.
doro con rocce ricche di fossili di am-
3. Cretaceo. È l’ultimo periodo dell’Età
biente marino come i teracoralli, i
mesozoica, tra i 136 e i 65 milioni di
briozoi e altri.
anni fa. È presente nella Nurra e nell’i-
3. Silurico. Tra i 435 e i 395 milioni di
sola di Sant’Antioco. Le sue rocce sono
anni fa. Le sue tracce sono presenti nel
ricche di fossili di rudiste e nei terri-
Gerrei e nel Fluminese con gli schisti
neri, particolarmente frequenti nel tori di Dorgali di ammoniti.
ETÀ CENOZOICA Detta anche terziaria.
territorio di Goni, e i calcari ricchi di
fossili di cefalopodi. Comprende un periodo di tempo che
4. Devonico. Tra i 395 e i 345 milioni di va dai 65 milioni a 1 800 000 anni prima
anni fa. Scarsamente rappresentato. di Cristo. Divisa in due sottoperiodi,
5. Carbonifero. Tra i 345 e i 280 milioni Paleogene (dai 65 milioni ai 22,5 mi-
di anni fa. Fase ricca di eruzioni vulca- lioni) e Neogene (dai 22,5 milioni a
niche e di assestamento dei graniti. È 1 800 000 anni), è ulteriormente artico-
una fase nella quale mancano total- lata in:
mente i fossili. 1. Paleogene. Tra i 65 e i 53 milioni di
6. Permico. È l’ultimo periodo del Pa- anni fa.
leozoico, tra i 280 e i 225 milioni di anni 2. Eocene. Tra i 55 e i 42 miloni di anni
fa. Presente in Ogliastra, Barbagia, fa. Questo periodo presenta caratteri-
Iglesiente e Nurra, è caratterizzato stiche differenti nella Sardegna orien-
dall’affioramento di rocce argilloschi- tale, dove nel golfo di Orosei si trovano
stose con resti di vegetali che fareb- fossili di nummuliti, e nella Sardegna
bero pensare all’esistenza di foreste si- occidentale, dove nel Sulcis si trova il
mili alle attuali foreste tropicali ricche carbone. L’Eocene ha restituito molti
di felci (Pecopteris). fossili di palme, per cui si può pensare

91

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 97


Paliacio

che il clima dell’isola fosse piuttosto esistente). Secondo una radicata tradi-
caldo. zione familiare, sarebbe una dirama-
3. Oligocene. Tra i 42 e i 22,5 milioni di zione della famiglia siciliana dei Pa-
anni fa. Caratterizzato in Sardegna da lici, costretta a lasciare la Sicilia nel
una prevalenza di ambiente palustre e secolo XV a causa delle fazioni di
dalla presenza di fossili di gasteropodi. quella aristocrazia. Dapprima i Palici
4. Miocene. Tra i 22,5 e i 6 milioni di si sarebbero rifugiati a Pisa e da qui
anni fa. Caratterizzato dall’esistenza sarebbero passati a Sassari entro la
di un canale marino che attraversava prima metà del secolo XVI. Il primo
le terre emerse che corrispondono alle personaggio conosciuto è un Giovanni
attuali Anglona, Gallura, Nuorese, Francesco, che nel 1543 ottenne il rico-
Mandrolisai, Sarcidano, Trexenta, noscimento della nobiltà e pochi anni
Gerrei, Sarrabus, Sulcis, Iglesiente, dopo fu signore della scrivania della
Arburese. Nelle argille e nelle marne i città. La disponibilità dell’ufficio per-
fossili sono abbondanti: tra i più diffusi mise alla famiglia di consolidare la
sono gli echinodermi (Sardocidaris propria posizione in città, nel 1573
Piae), i lamellibranchi, i coralli. Il fos- essa fu ammessa allo Stamento mili-
sile più interessante di questo periodo tare durante il parlamento Coloma.
è rappresentato dal cranio di un cocco- Alla fine del secolo XVI però le condi-
drillo (Tomistoma calaritanus) rinve- zioni economiche dei P. (nella grafia
nuto a Cagliari nel 1868. Sono stati tro- del tempo, anche Paliacho, più tardi
vati anche fossili di denti di pesci, tra Paliaccio) ebbero un tracollo a causa
cui quelli del Carcharodon megalodon, di una lite ereditaria per la conserva-
uno squalo che poteva raggiungere i 15 zione della signoria della scrivania.
m; tra i mammiferi sono i resti di un Per tutto il secolo XVII la famiglia, pur
cervide e di cetacei che si nutrivano di mantenendo i propri privilegi nobi-
vegetali. Al Miocene risalgono anche i liari e godendo ancora di una grande
tronchi fossili della foresta di Zuri, con considerazione sociale, ebbe una posi-
palme e altre piante di tipo africano. zione di secondo piano. Nel corso del
La ricchezza di fossili di piante di di- secolo XVIII, però, con un Antonio
verso tipo fa pensare che in Sardegna Ignazio, illustre giurista, riprese una
ci fossero tre zone climatiche diffe- posizione di prestigio e potere in seno
renti. alla società cittadina; nel 1756 i suoi
5. Pliocene. È l’ultimo periodo del Ce- membri furono investiti del feudo
nozoico, databile tra i 6 e 1 800 000 anni della Planargia col titolo di marchese.
fa. Se ne trovano tracce nella zona di I discendenti ereditarono alla fine del
Orosei. Restituisce abbondanza di fos- secolo XVIII anche il marchesato di
sili di coralli, lamellibranchi e gastero- San Carlo; nel corso del secolo XIX
podi. continuarono a esprimere personalità
ETÀ QUATERNARIA Detta anche Neo- di rilievo. Attualmente la famiglia, di-
zoico comprende un periodo di tempo visa in alcuni rami, oltre che a Sassari
tra il 1 800 000 e l’11 000 a.C., ed è divisi- risiede a Torino, Milano e Roma. L’at-
bile in due periodi, Pleistocene e Olo- tuale forma del cognome è Palici, con
cene, caratterizzati da una grande ric- l’appellativo di Suni.
chezza di fossili e dalla comparsa del- Paliacio, Antonio Ignazio I Reggente
l’uomo. di toga del Supremo Consiglio di Sar-
Paliacio Famiglia sassarese (sec. XV- degna (Sassari, inizi sec. XVIII-?, 1784).

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 98


Paliacio

Dopo essersi laureato in Legge, per- vita della città. Fu tra i protagonisti
corse una luminosa carriera nella ma- della polemica sul primato con Ca-
gistratura e si guadagnò fama di uomo gliari e nel 1615 fu eletto consigliere
colto e prudente, il che gli permise an- capo di Sassari.
che di accumulare un notevole patri-
Paliacio, Gavino II Marchese della Pla-
monio. Legato alla dinastia dei Savoia,
nargia (Sassari 1727-Cagliari 1795). Pa-
nel 1752 fu chiamato a Torino a rico-
dre di Antonio Ignazio II, ufficiale di
prire l’ufficio di Reggente di Toga del
carriera. Profondamente reazionario,
Supremo Consiglio di Sardegna. Nella
quando ereditò il feudo era lontano
capitale svolse il suo compito per al-
dalla Sardegna, per cui non seppe
cuni anni, occupandosi con passione
porre rimedio al malcontento dei vas-
dei problemi dell’isola e scrivendo al-
salli. Impegnato con autorevolezza e
cune opere sui suoi principali pro-
capacità di decisione nel suo servizio,
blemi politico-economici. Nel 1756 il
nel 1787 fu nominato comandante di
re per ricompensarlo gli concesse il
Nizza e quando, nel 1792, il Piemonte
feudo della Planargia col titolo di mar-
fu assalito dai francesi, tentò di difen-
chese della Planargia e di conte di Sin-
dere la città con le armi. Dovette però
dia. Poiché era impegnato a Torino, P.
abbandonarla e ritirarsi in Piemonte;
affidò l’amministrazione del feudo a
nel 1794 fu nominato governatore di
spregiudicati amministratori che pro-
Cagliari e generale delle Armi, e con
vocarono il malcontento dei vassalli
questo incarico inviato in Sardegna
che culminò, nel 1761, in una ribel-
con Gerolamo Pitzolo, nel difficile mo-
lione. Negli anni seguenti egli non riu-
mento in cui gli Stamenti sembravano
scı̀ a ristablire un buon rapporto con
arbitri della situazione. Data la sua for-
loro. Morı̀ forse a Torino o forse a Sas-
mazione, non comprendendo le radici
sari.
del malcontento popolare, scelse una
Paliacio, Antonio Ignazio II Marchese linea politica contraria agli Stamenti,
della Planargia (Sassari 1768-?, dopo tentando di bloccarne l’azione e di re-
1830). Figlio di Gavino II, uomo di idee staurare l’autorità del governo regio.
reazionarie e di notevole ingegno, si Temendo che l’evolversi della situa-
dedicò alla carriera diplomatica e fu zione potesse condurre all’abolizione
autore di alcuni componimenti d’occa- dei feudi, fu l’ispiratore del tentativo
sione. Seguı̀ e sostenne l’azione poli- di secessione dei feudatari del Capo di
tica del padre, ma subito dopo la sua sopra. Quando il 6 luglio 1795 a Cagliari
morte dovette affrontare l’aperta ribel- scoppiò la sollevazione in cui rimase
lione dei vassalli che avevano aderito ucciso il Pitzolo, egli fu fatto prigio-
ai moti antifeudali. Soffocati i moti, niero e rinchiuso nella torre dell’Ele-
partecipò con estrema decisione alla fante. Ma il 22 luglio le lettere seque-
repressione; in seguito ebbe modo di strategli al momento dell’arresto fu-
segnalarsi nella carriera diplomatica rono lette pubblicamente negli Sta-
e, dopo essere stato ministro plenipo- menti, suscitando grandissima emo-
tenziario in Portogallo, nel 1830 fu no- zione: poche ore dopo la folla assalı̀ la
minato ambasciatore. Torre, vi penetrò, ne trascinò fuori G. I
P. e lo trucidò sulla via antistante.
Paliacio, Gavino I Gentiluomo sassa-
rese (Sassari, seconda metà sec. XVI- Paliacio, Giovanni Antonio Marchese
ivi, prima metà sec. XVII). Laureato in della Planargia, senatore del Regno di
Legge, fu personaggio di spicco nella Sardegna (Cagliari 1793-Torino 1860).

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 99


Paliacio

Figlio di Antonio Ignazio II, ufficiale di Universitari Fascisti) di Cagliari viene


carriera, visse prevalentemente lon- ammesso al campionato nazionale di
tano dalla Sardegna. Oltre al feudo serie B, dove rimane fino allo scoppio
della Planargia ereditò da sua madre della guerra. Paradossalmente l’atti-
Imbenia Borro anche il marchesato di vità cestistica nel periodo bellico ha
San Carlo; trattò con successo il loro una grande crescita, grazie soprattutto
riscatto e nel 1838 fu nominato gover- a Emilio Tricerri, milanese, militare
natore di Torino. In seguito continuò a dell’aviazione di stanza a Cagliari. Ar-
risiedere in Piemonte, e dopo la con- bitro nazionale, è nominato commissa-
cessione dello statuto, nel 1848, fu no- rio regionale della p. e organizza nel
minato senatore del Regno, ma fu poco 1941 il primo campionato sardo. Vince-
assiduo ai lavori del Senato. ranno tra i maschi gli universitari ca-
Paliacio, Giovanni Francesco Genti- gliaritani e tra le donne il GUF sempre
luomo (Sassari, prima metà sec. XVI- di Cagliari. In quella occasione colla-
?). Fu nominato segretario di Sassari e borarono con Tricerri personaggi
nel 1543 ottenne il riconoscimento come il maddalenino Nico Mundula e
della nobiltà. Ereditò anche la signoria il sassarese Silvio Profili, appena di-
della scrivania del segretariato che gli plomati arbitri. Dopo la bufera della
consentı̀ di avere una rendita che con- guerra e un periodo di gravi difficoltà
solidò le condizioni della famiglia. economiche tutte le grandi società gin-
nastiche, più alcune realtà nuove come
Pallacanestro Sport. I primordi della
l’Aquila (nata nel 1944) e l’Esperia
p. (o basketball) si fanno risalire in Sar-
(1952) di Cagliari, e più tardi la Congre-
degna al 1924, quando i fratelli caglia-
gazione Mariana e la sassarese Di-
ritani Ettore e Dario Piu portarono
namo (1960) si sforzano di organizzare
dalla Francia un pallone (‘‘enorme’’,
squadre competitive, il cui vero serba-
come si disse allora) e organizzarono
toio sono le scuole superiori. In parti-
una sfida tra i calciatori del ‘‘Cagliari’’
e i canottieri dell’Ichnusa. Ma è a Sas- colare nel 1959 l’Esperia fa il salto di
sari che avviene il primo‘‘lancio’’ della qualità conquistando l’ammissione
p.: nel 1928 il 45º Fanteria forma due alla serie A, detta allora ‘‘di Eccel-
squadre (cui se ne aggiunge una della lenza’’. Nel frattempo a Sassari la Di-
Milizia) e organizza tornei estempora- namo toglie la leadership e alcuni dei
nei nel cortile della caserma. Nel frat- migliori atleti alla SEF Torres. L’Espe-
tempo nasce una squadra anche a Igle- ria, dopo essere tornata nei ranghi re-
sias. Negli anni Trenta si formano nu- gionali, in seguito a una ristruttura-
merosi altri sodalizi a Cagliari, Sassari, zione dei campionati accede nuova-
Nuoro; tra questi è l’‘‘Avanguardia’’ ca- mente alla serie B e poi col nome di
gliaritana, che partecipa nel 1934 a Brill Cagliari alla serie A1, dando vita
Bari al campionato italiano della GIL ad alcuni anni di grande basket (5º po-
(Gioventù italiana del Littorio). Ne sto nel 1975-76). Intanto nel 1970 anche
fanno parte anche calciatori cono- il CUS Cagliari era approdato alla se-
sciuti come Balata e pugili come Pa- rie A. Sulla scia di questi successi, a cui
sella e Antonio Pirastu. La p. si dà si aggiungeranno più tardi quelli della
un’organizzazione più solida con la for- sassarese Dinamo e di altre società di
mazione dei primi arbitri e con la na- Alghero, Porto Torres, Oristano, Olbia,
scita di squadre femminili sia a Sassari nascono corsi di pallacanestro per
che a Cagliari. Nel 1937 il GUF (Gruppi tutte le età, dal ‘‘minibasket’’ fino al ba-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 100


Pallamano

sket in carrozzina per i disabili, che si praticavano la p. grazie al professor Io-


pratica ormai da molti anni anche ad sto Pianu. La compagine si chiamò
alto livello. Attualmente la Dinamo Handball Sassari, fu iscritta al campio-
Banco di Sardegna milita nella serie nato di serie C nazionale e giocò le par-
A2, e altre quattro squadre maschili tite casalinghe nella centralissima
partecipano ai campionati nazionali piazza d’Italia. L’idea si rivelò geniale
di B1 e B2: Porto Torres, Russo Ca- perché consentı̀ di far conoscere la
gliari, Olbia, La Maddalena. In campo nuova disciplina a un folto pubblico.
femminile le squadre più importanti L’anno successivo nacque anche l’E-
sono sette, con l’Alghero in A1 e le ca- dera Endas, presieduta da Giuseppe
gliaritane Virtus Cagliari e CUS Ca- Losito e allenata da Manlio Por-
gliari nella A2. [GIOVANNI TOLA] queddu. I derby fra queste due compa-
Palladino, Enrico Mercante d’arte (Ca- gini diedero un ulteriore impulso a
gliari, inizi sec. XX-ivi 1974). Apparte- questo sport fino alla fusione delle
nente a una famiglia di commercianti, due squadre in quella che nel 1990-91
nel 1932 aprı̀ in via Manno a Cagliari conquistò la serie A. Contemporanea-
una galleria nella quale esposero i più mente Santoru, assieme a Giovanni
noti artisti sardi della prima metà del Mura e Carmen Usai poneva le basi
Novecento. La galleria divenne cosı̀ un per la formazione di un sodalizio fem-
punto di riferimento della vita cultu- minile: da quel momento la p. si diffuse
rale e artistica della città. Scoppiata la in tutta l’isola, ma fu Sassari a cogliere
seconda guerra mondiale, la galleria fu i frutti migliori con gli scudetti delle
distrutta dai bombardamenti del 1943, squadre femminili che avevano rac-
ma nel dopoguerra P. riuscı̀ ad aprirne colto l’eredità del G.S. Palestra Usai.
un’altra, riprendendo quella che ora- Lo sport nato in piazza d’Italia ha nel-
mai era diventata una tradizione. l’albo d’oro gli scudetti della squadra
femminile che con vari nomi (Florgar-
Pallamano Sport. Di origine tedesca
seppure di consolidata denominazione den, Tangram ecc.) si è aggiudicata la
inglese (handball), si iniziò a praticare Coppa Italia nel 2002, 2003 e 2005 e lo
in Italia alla fine del secondo conflitto scudetto nel 2003 e nel 2005, più un ti-
mondiale. Riconosciuto dal CONI già tolo italiano di beach-handball (palla-
dal 1943, solo dal 1965 iniziò a prati- mano da spiaggia) nel 1999. Da queste
carsi con squadre di sette giocatori e squadre più volte la Nazionale ha at-
un regolamento molto simile a quello tinto elementi per le manifestazioni in-
di oggi. In quel periodo Eugenio Enrile ternazionali. Attualmente a Sassari
e altri appassionati organizzarono un sono in attività una squadra di A1 fem-
corso di avviamento alla pratica di minile (Tangram Edilcinque), una di
questo sport riservato agli studenti A1 maschile (la Sonepar), una di serie
dell’ISEF di Roma. Tra questi vi era C maschile (la Handball Sassari) e al-
anche il giovane Piero Cuccu, che due cune squadre giovanili animate da
lustri più tardi avrebbe giocato un Giovanni Gusinu. A Nuoro è presente
ruolo decisivo nella nascita della p. una squadra di A1 femminile, appro-
sassarese e sarda. Nel 1977, infatti, data recentemente a numerosi suc-
Cuccu assieme a Gigi Santoru ed Er- cessi nazionali e internazionali. Nel
manno Iaci formò una squadra sassa- resto dell’isola viene svolta attività
rese, attingendo da altri sport e dal Li- sporadica soprattutto nelle scuole.
ceo scientifico ‘‘Spano’’, dove molti già [GIOVANNI TOLA]

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 101


Pallares

Pallares, Francesca Archeologa (n. brigantaggio che aveva preso ulterior-


sec. XX). Collabora con la Soprinten- mente piede nel ventennio della
denza archeologica di Sassari. Ha alle- guerra di successione spagnola. Cessò
stito il museo per la nave romana di il suo mandato nel 1723 e nel 1724 fu
Spargi a La Maddalena e ha preso nominato governatore di Torino.
parte ad alcuni scavi. Tra i suoi scritti: Quando nel 1726 ebbe termine il breve
Museo archeologico navale Nino Lam- governo del Doria del Maro, per tentare
boglia. La Maddalena, 1982; Lo scavo di sanare la frattura che si era creata
del laghetto interno della Grotta Verde tra l’amministrazione e i sardi, il re lo
di Alghero campagna 1979, ‘‘Rivista di nominò viceré una seconda volta. Que-
Studi liguri’’, LI, 4, 1986; Relazione pre- sta sua seconda esperienza fu breve:
liminare sulla ricerca effettuata sul lasciò definitivamente la Sardegna nel
porto di Olbia. Campagne di scavo 1977- 1727. Nel 1729 fu insignito del Collare
1981, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 37- dell’Annunziata e nel 1731 nominato
38, 1987; La Maddalena. Il relitto di Gran Ciambellano di Corte.
Spargi (con Rubens D’Oriano), in L’An-
Pallavolo Sport. Nato negli USA (vol-
tiquarium arborense e i civici musei ar-
leyball) e arrivato in Italia al seguito
cheologici della Sardegna, 1988.
dei soldati americani della seconda
Pallavicino di Saint-Rémy, Filippo guerra mondiale, si diffuse celermente
Guglielmo Viceré di Sardegna (To- in Italia. La relativa federazione nac-
rino 1662-ivi 1732). In carica dal 1720 que nel 1946 e fu riconosciuta dal CONI
al 1723 e dal 1726 al 1727. Nato da un anno dopo. Nel 1948, quando in Ita-
un’antica famiglia feudale e avviato lia questo sport si stava diffondendo
alla carriera militare, divenuto uffi- soprattutto nell’Emilia Romagna, l’ex
ciale la percorse brillantemente giun- giocatore-allenatore della Torres del
gendo al grado di luogotente mare- calcio Gnemmi introdusse a Sassari
sciallo nel 1708. Nel 1710 fu nominato questo nuovo sport: fu proprio la Tor-
governatore di Susa, nel 1712 governa- res a giocare (in famiglia) le prime par-
tore di Cuneo e nel 1714 di Alessandria. tite di p., ma fu un circolo culturale cat-
Nel 1719 fu promosso generale di arti- tolico cittadino, la ‘‘Silvio Pellico’’, a
glieria e nel 1720 fu scelto dal re come organizzare nel 1949 il primo torneo
primo viceré sabaudo di Sardegna su- vero e proprio, vinto dalla SEF Torres.
bito dopo il trattato di Londra. Egli In un’epoca di grande sviluppo di altri
giunse nell’isola nel difficile momento sport di squadra come il calcio e la pal-
della transizione e con grande diplo- lacanestro, la p. stentò a diffondersi
mazia seppe gestire il cambio di dina- nell’isola, anche se già da qualche
stia che rompeva equilibri interni con- anno era sorto a Cagliari il G.S. Aquila.
solidati da secoli. In effetti al suo ar- Essendo un sport ‘‘da palestra’’, la p. si
rivo nell’isola si ritrovò in una realtà diffuse soprattutto nelle scuole supe-
di profonda decadenza, la cui società riori perché di facile organizzazione e
era dilaniata, in cui l’ordine pubblico con le caratteristiche fisiologiche di
non esisteva e la diffidenza dei vari un’attività muscolare anaerobica e
ceti sociali nei confronti dei nuovi ve- priva di contatto fisico fra gli atleti. A
nuti era notevole. Con le sue doti di Sassari intanto la ‘‘Silvio Pellico’’ ini-
equilibrio seppe accattivarsi la fiducia ziava a formare le prime squadre
dei sardi, avviò il restauro delle fortifi- dando vita a una tradizione di grande
cazioni, programmò la repressione del livello che dura ancora oggi, grazie a

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 102


Pallottino

Gian Paolo Galleri, prima giocatore e senti le già citate due squadre di A2 ol-
poi allenatore e dirigente della società tre a quattro in B1, sette in B2 tra ma-
e attualmente dirigente nazionale schili e femminili, senza contare i due
della FIPAV. Negli anni Sessanta e Set- interi gironi di serie C esclusivamente
tanta le squadre sarde aumentano ver- sardi, per un totale di 28 squadre. [GIO-
tiginosamente di numero e parteci- VANNI TOLA]
pano ai campionati minori in un mo-
Pallottino, Massimo Archeologo
mento d’oro per questo sport che sta
(Roma 1909-ivi 1994). Conseguita la
ottenendo i primi risultati prestigiosi laurea, intraprese la carriera universi-
in campo internazionale con gli Az- taria. Dal 1940 fu professore di Archeo-
zurri. Nel 1987 l’Olimpia Sant’Antioco logia e storia dell’arte greca e romana
viene ammessa alla serie B maschile; presso la Facoltà di Lettere dell’Uni-
nello stesso anno la Silvio Pellico Lu- versità di Cagliari. Al termine della se-
xury di Sassari accede alla serie B fem- conda guerra mondiale si trasferı̀ a
minile. In particolare in questa società Roma, dove insegnò Etruscologia
si mettono in luce due atleti che gio- presso l’Università ‘‘La Sapienza’’.
cheranno anche in nazionale sono Studioso di grande valore, diresse nu-
Pier Paolo Peru e Rosanna Baiardo. Il merosi scavi occupandosi in partico-
primo, convocato quando la squadra lare della necropoli di Cerveteri e spe-
sassarese gioca in B, conta otto pre- cializzandosi nella storia degli Etru-
senze nella nazionale maggiore nel schi, che considerava una popolazione
suo ruolo di schiacciatore; milita per italica indigena. Nel 1948 fondò la rivi-
qualche anno ad Asti e poi a Cremona sta ‘‘Archeologia classica’’, di cui fu di-
in serie A, prima di tornare a Sassari; rettore fino al 1983. Diresse numerosi
muore prematuramente nel 2001. In altri scavi in Etruria e nel Lazio. Fu no-
questo periodo un altro sardo gioca in minato accademico dei Lincei e chia-
serie A: è l’oristanese Marzio Schintu mato a far parte di numerose altre isti-
che, proveniente dalla Pallavolo Ori- tuzioni culturali in Italia e all’estero.
stano, si trasferisce a Cremona nella Autore di numerosi studi di grande in-
stessa squadra di Peru. La p. sarda ha teresse, dedicò alcune delle sue opere
raggiunto alti livelli solo negli ultimi alla Sardegna, cui rimase sempre
anni, prima con l’Olimpia Sant’Antioco molto legato. Tra i suoi scritti: Rasse-
che nel 1990 conquista la A2 e nel 1994, gna sulle scoperte e sugli scavi avvenuti
sponsorizzata dalla Banca Popolare di in Sardegna negli anni 1941-42, ‘‘Studi
Sassari, addirittura la A1, prima di una sardi’’, VII, 1947; La Sardegna nura-
grave crisi societaria. L’eredità dell’O- gica, 1950 (un «preziosissimo volu-
limpia viene assunta dalla Pallavolo metto che rappresenta – secondo Gio-
Cagliari che attualmente col nome di vanni Lilliu – il migliore contributo ge-
Tiscali disputa il campionato di A1. In nerale e la guida indispensabile alla
campo femminile, invece, negli ultimi conoscenza della preistoria della Sar-
anni si è messa in luce una squadra di degna. L’approfondito discorso sto-
Tortolı̀, l’Airone, che nella stagione rico-culturale si accompagna alla pe-
2003-2004 ha partecipato alla massima netrante ricerca di fatti linguistici e al-
serie. Il movimento pallavolistico l’interpretazione critica della storia
sardo è continuamente in crescita an- letteraria»); El problema de las relacio-
che a livello scolastico e amatoriale. nes entre Cerdeña e Iberia en la antiguë-
Nei campionati nazionali sono pre- dad prerromana, ‘‘Ampurias’’, XIV,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 103


Palma

1952; Sulla storia antica della Sarde- chie lunghe fino a 30 cm; i frutti sono
gna, ‘‘Rivista di Studi liguri’’, XXXIV, drupe lunghe 1-4 cm, di colore giallo-
1973; Introduzione all’archeologia rossiccio e non commestibili. Si utiliz-
sarda, in Arte in Sardegna, 1986. zano le foglie per lavori di intreccio,
per produrre scope e crine per imbot-
Palma1 Antico villaggio di origine me-
dioevale che faceva parte del giudicato titure. È una pianta che predilige gli
di Cagliari, compreso nella curatoria ambienti caldo-aridi ed è distribuita
del Campidano di Cagliari. Sorgeva lungo le coste dell’area mediterranea
nelle campagne tra Pirri e Monserrato. occidentale: in Italia è rara tranne che
Dopo la caduta del giudicato, nella di- lungo il litorale dove forma folte gari-
visione del 1258 fu incluso nei territori ghe; in Sardegna infatti la sua pre-
amministrati direttamente da Pisa; su- senza è consistente, ma concentrata
bito dopo la conquista aragonese entrò solo in alcuni areali: nel golfo di Orosei
a far parte del Regnum Sardiniae. Nel e lungo il litorale occidentale dell’isola
1325 fu incluso nella baronia di San Mi- da Sant’Antioco a Castelsardo, areali
chele donata dal re a Berengario Car- che però sono in continua regressione
roz e a sua moglie, ma il villaggio si spo- a opera degli interventi umani (inse-
polò rapidamente e prima del 1348 era diamenti, colture estensive, utilizzo di
ormai deserto. foglie e germogli). È una pianta tradi-
zionalmente utilizzata nell’artigianato
Palma 2 Nome generico attribuito a
locale per la produzione di cesti,
piante della famiglia delle Palme, un
stuoie, sacchi, cordame: un’ampia do-
grande gruppo di monocotiledoni che
cumentazione del suo uso nell’artigia-
riunisce circa 3400 specie arboree di-
nato dell’intreccio si può vedere al Mu-
stribuite nelle regioni equatoriali, tro-
seo di Castelsardo; i germogli venivano
picali e subtropicali del globo, dove co-
consumati in insalata. I suoi nomi sardi
stituiscono un elemento caratteristico
sono una traduzione dei termini ita-
del paesaggio. Peculiare caratteristica
della famiglia risiede nel fatto che il liani ‘‘p.’’ o ‘‘palmetta’’: palma (logudo-
fusto raggiunge il suo diametro defini- rese); pramma, prammizu (campida-
tivo prima che inizi il suo accresci- nese). 2. La p. da dattero (Phoenix dac-
mento in altezza; le palme, infatti, tylifera L.), originaria dell’Africa
mancano di un accrescimento secon- maghrebina, del Medio Oriente e del-
dario. 1. La p. nana (Chamaerops humi- l’India, è una specie da frutto larga-
lis L.), o p. di San Pietro, è la sola rap- mente diffusa nelle zone calde e aride
presentante della famiglia delle Palme del pianeta; ha un tronco dritto e ru-
che vegeti spontaneamente in Europa; vido, che raggiunge notevoli dimen-
bassa e spesso cespugliosa ha fusto ge- sioni (oltre i 20 m di altezza) e una
neralmente breve ma talora anche più chioma fitta formata da foglie grigio-
sviluppato (in particolari condizioni verde con un rachide (nervatura cen-
può raggiungere i 9 m) e ricoperto dai trale ingrossata) lungo anche 3 m; i
residui fibrosi grigi delle guaine fo- fiori, unisessuali e portati da individui
gliari; le foglie sono robuste, sempre- diversi (dioicismo), sono raggruppati
verdi, lunghe fino a 80 cm, suddivise a in infiorescenze a spiga alla base delle
ventaglio in 10-20 lacinie appuntite e foglie; il frutto è una bacca, il dattero,
lanceolate, picciolo spinoso al margine un alimento zuccherino e molto nu-
(la sua puntura può essere molto dolo- triente, consumato sia fresco che con-
rosa); le infiorescenze sono pannoc- servato. Ciascuna p. produce da 80 a

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 104


Palma di Cesnola

150 kg di datteri all’anno. La p. da dat- americano (California), è diffusa a


tero è una pianta longeva (può raggiun- scopo ornamentale; il tronco può supe-
gere i 150-200 anni) e diventa fruttifera rare i 20 m di altezza, le foglie sono per-
dopo 4-6 anni di età. Si utilizzano tutte sistenti a forma di ventaglio, divise in
le parti: il tronco può essere impiegato segmenti allungati e appuntiti, con
nell’edilizia o come combustibile, le fo- margine e apice irregolari a loro volta
glie come frangivento e tetti per le incisi e divisi in filamenti fibrosi; sotto
case, il frutto per l’alimentazione. È la chioma si forma un manicotto di fo-
una specie fondamentale nell’econo- glie vecchie, secche e persistenti, che
mia dei Paesi aridi. Introdotta da Fe- le fanno attribuire il nome di ‘‘p. dal
nici e Cartaginesi, si è diffusa come gonnellino’’; i fiori sono ermafroditi,
pianta sacra ai cristiani e ha da sempre biancastri o giallastri, riuniti in lunghe
fatto parte del paesaggio sardo, specie infiorescenze (3-4 m) pendenti e poste
di quello della Sardegna meridionale, su lunghi peduncoli; fiorisce nei mesi
dove era molto usata sia nel verde pub- estivi; i frutti sono piccole drupe riu-
blico sia in quello privato. Siro Van- nite a grappolo. Diversi gli esemplari
nelli (Il verde in Sardegna, 1987) se- reperibili in Sardegna, concentrati a
gnala un bell’esemplare nel giardino Cagliari, Macomer, Alghero, Iglesias e
dell’Ospedale San Francesco di Nuoro. soprattutto Oristano. 5. Simile la W. phi-
3. La p. delle Canarie (Phoenix cana- liphera, probabilmente introdotta alla
riensis Chabaud), dal cui nome si de- fine dell’Ottocento a Monteponi, dove
duce l’origine, è diffusa nei nostri am- ancora se ne può ammirare un folto
bienti costieri a scopo ornamentale; ri- gruppo. [TIZIANA SASSU]
spetto alla p. da dattero, con la quale è Palma di Cesnola, Arturo Archeologo
strettamente imparentata, ha minore (n. Firenze 1928). Discendente da
altezza (arriva a un massimo di 10 m) e un’antica famiglia feudale, in pole-
i suoi frutti non sono commestibili; le mica con il Radmilli ha teorizzato l’esi-
foglie sono sempreverdi, pennate, con stenza di un ponte di terre tra la peni-
numerosi segmenti lineari rigidi e co- sola e la Sardegna, ora scomparso, per
riacei; è una specie a sessi separati con spiegare il Paleolitico nell’isola. Su
fiori di colore giallo-ocra riuniti in in- questo tema (e sul Paleolitico sardo in
fiorescenze a spadice; le infiorescenze generale) ha scritto: Riu Altana (con F.
maschili sono lunghe 40-60 cm, quelle Martini), in Guida alle escursioni del
femminili sono lunghe anche fino a 2 Congresso internazionale. I primi uo-
m. Fiorisce ad aprile-maggio. Arrivata mini in ambiente insulare, 1988; Man
in Sardegna alla fine dell’Ottocento, si and Environment in Central Southern
è lentamente ma costantemente dif- and Insular Italy (Paleolithic and Meso-
fusa in tutta l’isola, entrando a far lithic), ‘‘Preistoria alpina’’, 20, 1994;
parte del paesaggio soprattutto dei L’industria paleolitica del riu Altana: il
viali litoranei, come il lungomare del complesso clactoniano arcaico e Il Pa-
Poetto a Cagliari, quello di Alghero e il leolitico inferiore di Pantallinu, en-
Lungotemo a Bosa; anche le palme che trambi in Atti del Congresso internazio-
circondano il monumento a Vittorio nale. I primi uomini in ambiente insu-
Emanuele II in piazza d’Italia a Sassari lare (1988), 1994; L’industria paleolitica
appartengono a questa specie. 4. La p. di riu Altana. Complesso clactoniano ar-
americana (Washingtonia robusta caico Sassari, ‘‘Rivista di Scienze prei-
Wendl.), originaria del continente storiche’’, XLV, 1995.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 105


Palmadula

Palmadula Centro abitato della provin- sione del salto di Pardu Longu in Pla-
cia di Sassari, frazione di Sassari (da nargia. I suoi discendenti continua-
cui dista 35 km), con circa 200 abitanti, rono a interessarsi di speculazioni
posto a 144 m sul livello del mare a commerciali e finanziarie e presero in
ovest del comune capoluogo, a ridosso appalto alcune tonnare, ma nel corso
della costa occidentale dell’Argen- del secolo XVI le condizioni della fami-
tiera. Regione storica: Nurra. Archi- glia decaddero.
diocesi di Sassari.
Palmas2 (o Gippi) Antico villaggio di ori-
& TERRITORIO Il territorio è costituito
gine medioevale che faceva parte del
dalla parte occidentale della Nurra, giudicato di Cagliari, compreso nella
dove piccoli tavolati e valli si alternano curatoria del Gippi. Sorgeva nelle cam-
a modesti rilievi (tra i 100 e i 200 m) che pagne di Villasor in località San Pietro.
si affacciano tuttavia sul mare, dando Dopo che il giudicato cessò di esistere,
luogo a una serie di falesie. Le comuni- nella divisione del 1258 fu incluso nei
cazioni sono assicurate dalla strada se- territori toccati al conte di Capraia. Al-
condaria che da Sassari raggiunge la l’estinzione della famiglia passò al giu-
vicina frazione ex mineraria dell’Ar- dice d’Arborea, ma nel 1295 Mariano II
gentiera; da questa si distaccano qui lo cedette al Comune di Pisa. Prima
una diramazione settentrionale, per della fine del secolo XIII prese a essere
Stintino, e una meridionale per Al- amministrato direttamente da funzio-
ghero. nari pisani e subito dopo la conquista
& STORIA Il piccolo centro si è svilup-
aragonese entrò a far parte del Re-
pato nella prima metà del secolo XX, gnum Sardiniae. Conclusa la guerra
come punto di raccolta di agricoltori e tra Pisa e Aragona, fu concesso in
allevatori e in conseguenza degli impo- feudo al Comune dell’Arno, che conti-
nenti lavori di bonifica intrapresi in nuò a possederlo fino allo scoppio
vari punti della Nurra dopo il 1930. della prima guerra tra Mariano IV e
Palmarocchi, Roberto Storico (sec. Pietro IV. La sua popolazione, però, co-
XX). Professore di Storia moderna, in minciò a diminuire e durante la se-
alcuni dei suoi numerosi scritti si oc- conda guerra tra Pietro IV e Mariano
cupò della Sardegna sabauda: La Sar- IV, divenuto teatro delle operazioni,
degna sabauda, 1923; Sardegna sa- scomparve in pochi anni.
bauda: il regno di Vittorio Amedeo II, Palmas, Alberto Consigliere regionale
‘‘Rassegna storica del Risorgimento’’, (Nuoro 1943-Cagliari 1996). Comunista
XXII, 1935; La seconda conquista spa- militante, si impegnò in politica fin da
gnola della Sardegna nel carteggio del- giovane, ricoprendo importanti incari-
l’ambasciatore toscano a Vienna, ‘‘An- chi in seno al suo partito. Più volte con-
nali della Facoltà di Lettere e di Filo- sigliere provinciale di Cagliari, tra il
sofia dell’Università di Cagliari’’, 1936. 1975 e il 1982 fu presidente di quella
Nel 1955 fu indicato come socio corri- Provincia; nel 1984 fu eletto consi-
spondente della Delegazione di Storia gliere regionale del suo partito per la
patria della Sardegna. IX legislatura, durante la quale fu as-
Palmas1 Famiglia di Bosa (secc. XV- sessore agli Affari generali nella prima
XVI). Le sue notizie risalgono al secolo giunta Melis tra il settembre 1984 e l’a-
XV; nel 1432 ebbe il riconoscimento gosto 1985. Al termine della legisla-
della generosità con un Nicolò abile tura, nel 1989, a causa dell’insorgere
uomo d’affari. Nel 1444 ebbe la conces- della grave malattia che l’avrebbe pre-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 106


Palmas

sto portato alla morte, non fu ricandi- XIII. Tornato in Sardegna prese pos-
dato. sesso della diocesi e continuò a pre-
Palmas, Aldo Avvocato, uomo politico stare preziosi servizi a Leonardo Cu-
(Cagliari 1906-ivi 1965). Cattolico impe- bello. Nel 1417 ebbe confermata la dio-
gnato, si laureò in Giurisprudenza e si cesi da papa Martino V.
dedicò all’esercizio della professione Palmas, Eulalia = Palmas, madre
di avvocato. Nel secondo dopoguerra Paola
si adoperò per la ricostruzione del par- Palmas, Giorgia Attrice (n. Cagliari
tito dei cattolici, fondando – con altri 1982). Ha raggiunto la notorietà nel
della generazione precedente – la De- 2002 quando si è classificata seconda
mocrazia Cristiana a Cagliari; in se- nel concorso di Miss Mondo. Tornata
guito fu eletto presidente della Provin- in Italia, è divenuta in breve attrice te-
cia di Cagliari. Portato a termine il suo levisiva e ha preso parte a diverse tra-
mandato, fu nominato presidente del- smissioni popolari.
l’Ente Autonomo del Flumendosa che
Palmas, madre Paola Religiosa (La-
amministrò per alcuni anni.
coni 1905-Sassari 2002). Nata in una fa-
Palmas, Costantino Parassitologo (n. miglia di moderato benessere, a ven-
Busachi 1948). Allievo di Giancarlo t’anni, seguendo la propria vocazione,
Ferretti, si è dedicato alla ricerca entrò a Cagliari nella comunità delle
scientifica presso l’Istituto di Patolo- suore di San Giuseppe, mutando il
gia sperimentale dell’Università di Ca- nome anagrafico, Eulalia (detta Lalla),
gliari. Studioso di grande sensibilità, è in quello di Maria Paola. Ne uscı̀ nel
attualmente responsabile del Centro 1940 insieme con la madre Placida Per-
di documentazione e di ricerca sulla sico e altre sei suore con le quali fondò
malaria e sulle altre malattie endemi- a Sassari la Congregazione delle Pie
che in Sardegna e direttore del Centro Sorelle Educatrici di San Giuseppe
studi ‘‘Giancarlo Ferretti’’. È autore di Evangelista. La Congregazione, che ot-
alcuni interessanti studi e di una docu- terrà il riconoscimento pontificio nel
mentazione sulla campagna antimala- 1961, vuole formare soprattutto inse-
rica di alto valore didattico e storico. gnanti ed educatrici: la sua opera si
Palmas, Elia Religioso (Oristano, se- estenderà col tempo anche a Roma,
conda metà sec. XIV-ivi 1437). Arcive- dove è stata aperta una casa della Con-
scovo di Oristano dal 1412 (1417) al gregazione, e in Brasile. Il titolo di un
1437. Uomo di notevoli capacità diplo- giornalino fondato da madre Paola,
matiche, fu nominato priore del mona- ‘‘Ite docete’’, è, in sintesi, il programma
stero di Bonarcado e si legò a Leonardo della Congregazione. Alla figura di ma-
Cubello, divenendone uomo di fiducia. dre Paola è dedicato il libro Quando la
Nel 1410 fu tra i principali protagonisti vita si fa dono (2005) di Giulia Usai (suor
della capitolazione di San Martino con Giuliana).
la quale si pose fine al giudicato d’Ar- Palmas, marchesato di Grande feudo
borea e si costituı̀ il marchesato d’Ori- sulcitano comprendente i territori dei
stano. Nello scisma d’Occidente si villaggi distrutti di Berretes, Giba-
mantenne fedele al pontefice romano: sturba, Palmas de Sols, Margani, Peidi,
ma nel 1412, mentre era inviato in Ara- Virtalli, Foscus, Biscili, Blai de Canes,
gona per prestare omaggio a Ferdi- Pontagus, Garamata, tutti compresi
nando I, fu nominato arcivescovo di nell’antica curatoria del Sols che nel
Oristano dall’antipapa Benedetto 1471 furono donati a Giacomo Aragall.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 107


Palmas

Questo feudo passò in seguito dagli & STORIA Il villaggio comincia a es-
Aragall ai Bellit e da questi ai Gualbes. sere conosciuto nel Medioevo, col
Nel 1627 fu eretto in marchesato per nome di Palmas majori, quando faceva
Ludovico Gualbes. Nel corso del secolo parte del giudicato d’Arborea ed era
XVII il vasto territorio fu interessato a compreso nella curatoria del Campi-
un graduale ripopolamento e passò dai dano Maggiore. Dopo la caduta del giu-
Gualbes ai Brondo e infine ai Bou Cre- dicato, nel 1410 entrò a far parte del
spi ai quali fu riscattato. marchesato di Oristano e quando, nel
Palmas, Porto Località. È un’insena- 1477 il grande feudo fu sequestrato a
tura in prossimità della miniera del- Leonardo Alagon, il villaggio fu gover-
l’Argentiera nella Nurra, nella quale è nato direttamente da funzionari reali.
stata costituita una riserva naturale Nei secoli successivi i suoi abitanti cu-
che si stende per più di mille ettari, di stodirono gelosamente questo privile-
suggestiva bellezza per il complesso gio che li rendeva liberi dalle dipen-
delle dune e per la vegetazione costi- denze feudali. Nel corso dei secoli il
tuita da gariga e graminacee. paese subı̀ danni a causa delle fre-
quenti incursioni dei pirati barbare-
Palmas Arborea Comune della provin-
schi e cominciò a spopolarsi e a deca-
cia di Oristano, sede della XVI Comu-
dere. Quando nel 1767 fu formato il
nità montana, con 1335 abitanti (al
feudo d’Arcais, P.A. vi fu compreso e
2004), posto a 4 m sul livello del mare a
inutilmente i suoi abitanti tentarono
sud-est di Oristano. Regione storica:
Campidano di Simaxis. Archidiocesi di liberarsi dalla dipendenza feudale.
di Oristano. Nel 1821 fu incluso nella provincia di
& TERRITORIO Il territorio comunale,
Oristano e nel 1838, finalmente, riuscı̀
a sollevarsi dalla condizione di feudo.
di forma grosso modo rettangolare al-
Quando nel 1848 furono abolite le pro-
lungata da nord-ovest a sud-est, si
vince, P.A. entrò a far parte della divi-
estende per 39,32 km2, comprendenti
anche la frazione di Tiria, e confina a sione amministrativa di Cagliari e vi
nord con Oristano, a est ancora con Ori- rimase fino al 1859, anno in cui furono
stano, con Villaurbana e Villa Verde, a ricostituite le province. Lo studioso
sud con Pau e Ales e a ovest con Santa Vittorio Angius (nel Dizionario del Ca-
Giusta. Si tratta di una porzione della salis) scrive: «Popolazione. Nell’anno
piana campidanese, fertile e ricca di 1826 erano in P. anime 298, nel 1842 se
acque: a nord e a sud del paese scor- ne annoveravano 316 distribuite in
rono i corsi d’acqua che, provenienti maggiori di anni 20, maschi 90, fem-
dai rilievi a oriente, vanno a gettarsi mine 100, e in minori, maschi 64, fem-
nel vicino stagno di Pauli Maiori. Le mine 62, in famiglie 80. L’annuo movi-
comunicazioni sono assicurate da una mento solito della popolazione è di na-
strada secondaria che si distacca dalla scite 10, morti 9, matrimonii 3. La mor-
superstrada Cagliari-Sassari a sud talità è più frequente nella prima che
dello stagno e va a congiungersi con la nelle altre età, e il corso ordinario
statale 388 tra Oristano e Simaxis; da della vita al cinquantesimo anno. Le
questa si diramano deviazioni per malattie dominanti sono infiamma-
Santa Giusta, a occidente, e per Vil- zioni di vario genere, febbri perniciose
laurbana, a oriente. La più vicina sta- e periodiche estive e autunnali. Sono
zione ferroviaria è, lungo la linea Ca- curati da un flebotomo. L’acqua pota-
gliari-Oristano, a Santa Giusta, a 7 km. bile non può parer buona, che in una

102

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 108


Palmas Arborea

sete arrabbiata, ed è una fortuna che i manso. Buoi per l’agricoltura 124, ca-
palmesi abbiano buon vino per disse- valli e cavalle 30, majali 45, giumenti
tarsi. Manca ogni istruzione, e non so se 70. Bestiame rude. Vacche 400, pecore
in tutto il paese sieno quattro persone 80, capre 200, porci 120, cavalle 70.
che sappian leggere e scrivere. Niente di apicultura. Commercio. Ciò
Quando è aperta la scuola elementare che i palmesi han di più lo vendono ai
non vi concorrono più di quattro fan- negozianti di Oristano, dalla quale
ciulli. Sono applicati all’agricoltura città distano solo tre miglia». Nel 1862
circa 85 persone, alla pastorizia 40, a’ Palma cambiò nome assumendo il
mestieri 5. Le donne lavorano in 60 te- nome attuale di P.A.; continuò a far
lai la lana ed il lino. Agricoltura. Il ter- parte della provincia di Cagliari, nel
ritorio di P. non è di quella fertilità che 1927 perse la propria autonomia e fu
notasi in rispetto delle altre regioni ar- aggregato come frazione a Oristano.
boresi, perché spesso è sabbionoso. La Nel 1957 tornò a essere comune auto-
quantità ordinaria della seminagione nomo e nel 1974 entrò a far parte della
può essere computata di starelli di ricostituita provincia di Oristano.
grano 400, d’orzo 200, di fave 80, di lino & ECONOMIA Le attività di base della
60. La fruttificazione non è scarsa se sua economia sono l’agricoltura, in
non si patisca difetto di pioggia, o se particolare la cerealicoltura, la viticol-
qualche nebbia maligna non coglia le tura e la frutticoltura, e l’allevamento
spighe in fiore o in latte. Si ha in buone del bestiame, soprattutto bovini e
condizioni dal seme del grano il 12, da ovini, in misura minore suini ed
quello dell’orzo il 15, e da quel delle equini. L’attività industriale è del tutto
fave altrettanto. Sono ottime situazioni inesistente e la rete di distribuzione
per l’orticultura, ma si pratica da rari. I commerciale è poco sviluppata. Vi
fruttiferi non sono forse più di ceppi opera un’azienda agrituristica con 8
2200 in tutte le solite specie. Le vigne posti letto. Servizi. P.A. è collegato da
sono molto prospere, e il vero bisogno autolinee e da ferrovia agli altri centri
che essi hanno di buon vino in questo della provincia. È dotato di medico,
clima ardente e umido diede loro intel- scuola dell’obbligo, sportello bancario.
ligenza. È il vino generoso che sostiene Possiede una Biblioteca comunale.
ne’ più quella robusta sanità di cui go- & DATI STATISTICI Al censimento del
dono in un luogo, dove uno straniero 2001 la sua popolazione contava 1315
non può nel tempo estivo ed autunnale unità, di cui stranieri 1; maschi 656;
fermarsi senza esporsi a malattia mor- femmine 659; famiglie 398. La ten-
tale. Pastorizia. I salti di P. producono denza complessiva rivelava una dimi-
molto pascolo e potrebbero dare ali- nuzione della popolazione, con morti
mento a un grandissimo numero di per anno 9 e nati 12; cancellati dall’a-
capi di tutte le solite specie, perché nagrafe 33 e nuovi iscritti 23. Tra i prin-
tutte vi trovano quel nutrimento che cipali indicatori economici: imponi-
loro più piace, erbe e frondi: se non bile medio IRPEF 14 461 in migliaia di
che il difetto dell’acqua fa che i pastori lire; versamenti ICI 403; aziende agri-
abbandonino i salti bassi quando l’e- cole 132; imprese commerciali 36;
state ha disseccato i pantani e si ap- esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio
pressino alla montagna. I capi nume- 6; ambulanti 4. Tra gli indicatori so-
rati nell’anno suindicato si rappresen- ciali: occupati 379; disoccupati 70;
tarono sui seguenti numeri: Bestiame inoccupati 53; laureati 5; diplomati 78;

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 109


Palmas de Ponte

con licenza media 390; con licenza ele- tanza ed era molto popoloso; dopo che
mentare 429; analfabeti 47; automezzi il giudicato cessò di esistere, nella di-
circolanti 471; abbonamenti TV 313. visione del 1258 fu incluso nei territori
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo toccati ai Della Gherardesca. Quando
territorio non conserva vestigia prei- poi, alcuni anni dopo, si procedette a
storiche, puniche o romane che docu- una seconda divisione tra i due rami
mentino la continuità dell’insedia- della famiglia, fu incluso nella parte
mento umano. toccata al ramo del conte Ugolino.
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE Prima della fine del secolo XIII i figli
E AMBIENTALE Il suo tessuto urbano, del conte, in conseguenza della guerra
per quanto profondamente modificato che avevano scatenato contro il Co-
negli ultimi anni, conserva ancora mune di Pisa per vendicare la morte
qualche tipica casa campidanese ca- del padre, ne persero il controllo. Da
ratterizzata dalla grande corte e dal quel momento fu amministrato da fun-
porticato (lolla) affacciato sul cortile zionari pisani. Subito dopo lo sbarco
interno, e i muri parzialmente costruiti aragonese venne investito dall’eser-
in mattoni di terra cruda (làdiri). cito invasore e fortemente danneg-
L’unico edificio di qualche rilievo è la giato, quindi concesso in feudo a Gu-
chiesa parrocchiale, dedicata a San- glielmo di Montgry. Nel 1339 i suoi figli
t’Antioco martire. P.A. dispone di un lo cedettero ad Alibrando de Açen che
patrimonio naturalistico nel Pauli lo unı̀ ai suoi possedimenti sulcitani,
Maiori, lo stagno situato nelle vici- formando cosı̀ un feudo di considere-
nanze dell’abitato, suggestivo per la voli proporzioni. La sua popolazione,
flora e per la fauna che vi trova rifugio però, cominciò a diminuire e dopo lo
e protetto dalla convenzione di Ram- scoppio della seconda guerra tra Pie-
sar. tro IV e Mariano IV, essendosi Ali-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
brando ribellato, il feudo fu confiscato
e concesso nel 1365 a Pietro De Milany.
festa maggiore è per il patrono San-
Poco dopo divenne teatro delle opera-
t’Antioco; e si svolge la seconda dome-
zioni e fu occupato dalle truppe giudi-
nica dopo Pasqua con processione e
cali; in pochi anni si spopolò e scom-
sfilata di costumi e carri addobbati
parve.
(traccas), balli, musiche e altre manife-
stazioni folcloristiche.
Palmas de Ponte Antico villaggio di
origine medioevale che faceva parte
del giudicato di Arborea, compreso
nella curatoria del Campidano di Si-
maxis. Era situato nelle vicinanze di
Palmas Arborea. La sua popolazione
cominciò a diminuire nel corso del se-
colo XIVe dopo la peste del 1376 si spo-
polò completamente e scomparve.
Palmas de Sols Antico villaggio che fa-
Palmavera – Villaggio nuragico.
ceva parte del giudicato di Cagliari,
compreso nella curatoria del Sols. Era
situato a poca distanza da San Gio- Palmavera Nuraghe e villaggio. Il nu-
vanni Suergiu. Aveva una certa impor- raghe è situato a poca distanza dal

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 110


Palomba

mare lungo la strada che da Fertilia il luogo né l’anno, forse sotto Diocle-
conduce a Porto Conte sul bordo del ziano. Sepolto a Ghilarza, sulla sua
golfo di Alghero. L’edificio è del tipo tomba i Benedettini (sec. XII) hanno
polilobato, costituito da una torre cen- costruito la chiesa in suo onore, con-
trale e da un corpo aggiunto che la rifa- servando e trasmettendo l’antico culto.
scia con grande effetto scenografico; la L’iconografia: vestito da ufficiale ro-
costruzione è circondata da un villag- mano, corazza, due maschere di leone
gio nuragico con le capanne disposte in per spalline, nella mano destra la
duplice o triplice fila attorno al recinto fiamma, simbolo d’amore del soldato
fortificato. Tra le capanne la più inte- cristiano, o una daga, simbolo della
ressante è quella detta della Sala delle forza del cristiano che difende la pro-
riunioni, che contiene sedili perime- pria fede. Nella mano sinistra, la
trali e una specie di trono. Gli scavi ef- palma del martirio. Oppure: inginoc-
fettuati sistematicamente hanno resti- chiato, pregando, un angelo sospende
tuito una grande quantità di materiali sul suo capo una corona di fiori, sim-
risalenti al nuragico Medio e un betilo bolo di virtù. [ADRIANO VARGIU]
raffigurante un nuraghe: «Il nuraghe – In Sardegna Patrono di Bortigali e
ha scritto Giovanni Lilliu – è qui l’em- Ghilarza.
blema della potenza del sovrano che si Festa Si festeggia il secondo lunedı̀ di
assideva su un trono cilindrico in cal- luglio.
care privo di spalliera, col contorno se- Palmieri, Giovanni Docente universi-
gnato da semplici listelli incrociati. Lo tario (n. Sassari 1932). Laureatosi in
sgabello troncoconico ha significato Medicina veterinaria nel 1958, ha in-
simbolico e di prestigio e spira un’aura trapreso la carriera universitaria. Di-
di sacro». venuto professore di Anatomia degli
Palmerio, san (in sardo, Santu Para- Animali presso l’Università di Sassari,
minu, Santu Palmeriu) Santo martire. nel 1969 è stato nominato direttore del-
Una volta, nel cuore della Sardegna, l’Istituto di Anatomia normale e nel
esisteva il villaggio di Berre: pur- 1987 direttore della Biblioteca centra-
troppo arrivò la peste e i suoi abitanti lizzata della Facoltà di Veterinaria.
cominciarono a morire. Sette famiglie Nel 1991 è stato eletto rettore della
riuscirono a salvarsi, fuggendo e fon- sua Università e successivamente ri-
dando a qualche chilometro dal fla- confermato fino al 1996; per le sue
gello il villaggio di Bortigali. E a Borti- grandi doti di organizzatore, nel 1997 è
gali, da una delle famiglie superstiti, stato nominato presidente della Fon-
nacque Palmerio, pagano, ufficiale dazione Banco di Sardegna. Terminato
dell’esercito romano. Conobbe il Van- il suo mandato nel 2002, nel 2003 è stato
gelo e si convertı̀, battezzato, decise di nominato vicepresidente della Banca
abbandonare la carriera delle armi, di Sassari. Studioso di valore, è autore
scegliendo di vivere in solitudine nelle di numerosi lavori di alto livello scien-
montagne della sua terra, ricercando tifico.
Dio attraverso la contemplazione, la Palomba, Antonella Archivista (n. Ca-
preghiera e la penitenza. Scoperto e gliari 1953). Laureata in Lettere e spe-
arrestato, rifiutò di sacrificare agli cializzata in Storia dell’Arte, è entrata
dei, esortando i presenti alla conver- nella carriera degli Archivi di Stato;
sione. Torturato e condannato alla de- attualmente lavora presso la Soprin-
capitazione. Martire, non si conosce né tendenza archivistica della Sardegna.

105

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 111


Palomba

Nel 1983 ha collaborato alla realizza- Villa Verde (con A. Palomba), Zerfaliu
zione della Cagliari, storia e immagine (con G. Usai).
di una forma urbana. Ha collaborato
Palomba, Emilia Scultrice e ceramista
anche alla formazione del Museo di
(n. Cagliari 1937). Dopo avere studiato
Sant’Eulalia. Tra i suoi scritti: L’Archi-
e fatto le prime esperienze di lavoro a
vio storico del Comune di Cagliari, ‘‘Bol-
Roma, alla fine degli anni Cinquanta è
lettino bibliografico della Sardegna’’,
tornata a Cagliari. Ha aperto uno stu-
1-2, 1984; Fonti documentali relative a
dio laboratorio dove ha dato avvio alla
paesi dell’area magrebina attraverso
produzione delle sue ceramiche, ele-
un’indagine condotta negli archivi sta- gantissime e originali: in collegamento
tali della Sardegna (con M.B. Lai), in con l’attività svolta soprattutto nella
‘‘Medioevo, Saggi e Rassegne’’, 13, seconda metà degli anni Cinquanta e
1988; quattordici schede nell’archivio la prima degli anni Sessanta dell’I-
di altrettanti comuni della provincia di SOLA, l’istituto regionale preposto
Oristano, Abbasanta (con M.B. Lai), Al- alla organizzazione del lavoro arti-
lai, Bauladu (con C. Palomba), Bonar- giano ha eseguito una larga serie di
cado (con V. Gajas), Boroneddu (con C. opere, fra cui, come hanno scritto Giu-
Palomba), Gonnostramatza (con L. Pi- liana Altea e Marco Magnani, «collane
ras), Milis (con L. Piras), Mogorella (con e bracciali in ceramica smaltate ravvi-
C. Palomba), Ollastra, Siapiccia, Sima- vati da lustri argentei, con la mente ri-
xis (con L. Piras), Siris, Tresnuraghes volta allo sfarzo dell’oreficeria popo-
(con M.B. Lai), Villaurbana (con C. lare ma anche al fascino austero dei
Campanella), Villa Verde (con C. Pa- reperti preistorici». Accanto a questi
lomba), tutte in Gli archivi comunali oggetti, le sue figurine femminili – più
della provincia di Oristano, 1999. frequenti nei decenni successivi – am-
Palomba, Carla Archivista (n. Roma biscono alle misure dell’arte piuttosto
1950). Laureata in Lettere, è entrata che alla tecnica d’un pure raffinato ar-
nella carriera degli Archivi di Stato. tigianato. Nel corso degli anni i suoi
Attualmente è funzionario presso la lavori sono stati conosciuti in Italia e
Soprintendenza archivistica della Sar- all’estero e le hanno dato notorietà in-
degna. Nel volume Gli archivi comunali ternazionale.
della provincia di Oristano, 1999, ha Palomba, Federico Magistrato, uomo
compilato 29 schede sull’archivio di al- politico (n. Cagliari 1937). Consigliere
trettanti comuni: Aidomaggiore, Alba- regionale, presidente della Regione,
giara, Ales (con M.B. Lai e M.P. Mameli), deputato al Parlamento. Dopo aver
Bauladu, Bidonı̀, Boroneddu, Busachi conseguito la laurea in Giurispru-
(con G. Usai), Cuglieri (con G. Usai), denza è entrato giovanissimo in magi-
Gonnoscodina, Marrubiu (con M.G. stratura e ha percorso una brillante
Usai), Masullas (con G. Usai), Mogorella carriera nei Tribunali minorili, sino al-
(con A. Palomba), Neoneli (con G. Usai), l’incarico di dirigente dell’Ufficio cen-
Norbello, Ollastra (con A. Palomba), trale della giustizia minorile presso il
Pau (con G. Usai), Paulilatino (con Ministero di Grazia e Giustizia. Negli
M.B. Lai), Riola Sardo, Santa Giusta anni nei quali è stato dapprima giudice
(con G. Usai), Seneghe (con G. Usai), e in un secondo momento presidente
Sennariolo (con G. Usai), Siamaggiore, del tribunale dei minorenni di Cagliari
Siamanna (con G. Usai), Simala, Sima- si è fatto notare per la sua grande sen-
xis, Soddı̀ (con M.B. Lai e G. Usai), Uras, sibilità sociale e per la personalità con

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 112


Palomba

cui ha affrontato i problemi connessi algherese odierno, 1906; Gramatica del


alla giustizia minorile guadagnandosi dialect modern alguerés, negli atti del
una larga notorietà e ottenendo rico- ‘‘Primer Congrès internacional de la
noscimenti tanto negli ambienti del- Llengua catalana’’, Barcellona, otto-
l’Unione Europea quanto nelle orga- bre 1906, 1908; Tradizioni, usi, costumi
nizzazioni dell’ONU di cui è stato con- di Alghero, ‘‘Archivio storico sardo’’,
sulente. Negli stessi anni ha pubbli- VII, 1911; Nuova grammatica catalana,
cato numerosi lavori di carattere ‘‘Archivio storico sardo’’, VIII, 1912 (è
scientifico e articoli sui problemi gio- la recensione della Grammatica di
vanili. Nel 1994 è stato eletto consi- Gaetano Frisoni).
gliere regionale nella lista dei Progres- Palomba, Giuseppe Studioso di eco-
sisti Sardi per l’XI legislatura ed è nomia, deputato al Parlamento (Ca-
stato designato a presiedere la Giunta gliari 1830-ivi 1914). Ancora studente,
regionale. Dal settembre 1994 al giu- nel 1848, fu fervente sostenitore della
gno 1999 ha dato vita a cinque giunte ‘‘fusione perfetta’’. Laureatosi in Giu-
di centro-sinistra. Al termine del suo risprudenza, percorse una brillante
mandato non è stato più ricandidato. carriera nelle Camere di Commercio
Dopo una parentesi di alcuni anni, ha divenendo segretario generale di
fondato il movimento politico cultu- quella di Cagliari. Dal 1860 al 1870
rale Rinnovamento Sardo del quale è fece parte del Consiglio delle Miniere;
leader. Nell’aprile 2006 è stato eletto nel 1880 fu eletto deputato e in seguito
alla Camera dei deputati nella lista riconfermato fino al 1890. In Parla-
dell’Italia dei Valori, con cui è federato mento si schierò con la maggioranza
il suo movimento. governativa, occupandosi dei maggiori
Palomba, Giovanni (o Joan P.) Scrit- problemi dell’isola. Fu autore di alcuni
tore, catalanista (Alghero 1876-ivi interessanti studi. Tra i suoi scritti:
1953). Conseguita l’abilitazione ele- Commercio e industria nella provincia
mentare, insegnò per alcuni anni in di- di Cagliari dal 1868 al 1870, 1871; Comi-
versi centri del Piemonte e della Ligu- zio agrario di Cagliari, 1873; Provvedi-
ria. A fine secolo si stabilı̀ definitiva- menti legislativi intorno alle bonifiche,
mente nella città natale e diede vita ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Elezione
con altri all’Agrupaciò Catalanista de politica in Cagliari, ‘‘Avvenire di Sarde-
Sardenya, che però si sciolse poco gna’’, 1881; Istituzione delle Camere di
dopo il 1902. In seguito proseguı̀ i suoi Commercio all’estero, 1887; Considera-
studi sul catalano parlato ad Alghero e zioni sul progetto di legge per le miniere,
nel 1906 pubblicò una notissima gram- 1888; Sul questionario per le modifica-
matica catalana che fu molto apprez- zioni al codice di Commercio, 1891; Os-
zata e che gli diede notorietà interna- servazioni e voti intorno ai trasporti ma-
rittimi, 1893; Studi economico-sociali,
zionale. Nel 1908 fu invitato a tenere
1895; Studi storico-statistici sull’annes-
un ciclo di lezioni a Barcellona; negli
sione della Sardegna al Piemonte, 1901;
anni seguenti approfondı̀ i suoi studi
Unificazione delle tariffe nelle ferrovie
sulla lingua ed estese i suoi interessi
della Sardegna, 1905; La civiltà della
al settore delle tradizioni popolari
Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1908; Per
della comunità catalana di Sardegna,
l’istoria economica della Sardegna,
dando cosı̀ un notevole contributo alla
‘‘L’Unione sarda’’, 1925.
conoscenza della storia della città. Tra
i suoi scritti: Grammatica del dialetto Palomba, Mario Avvocato dello Stato,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 113


Palomba

sindaco di Cagliari (Cagliari 1897-ivi Trasformazione Fondiaria e Agraria


1969). Laureatosi in Giurisprudenza in Sardegna), di cui guidò i primi im-
entrò nella carriera dell’Avvocatura portanti interventi nella realtà iso-
dello Stato, giungendo al grado di vice- lana. Ha lasciato numerosi lavori di ca-
avvocato generale; quando però fu no- rattere scientifico. Tra i suoi scritti:
minato avvocato generale preferı̀ la- L’economia agraria della Sardegna,
sciare la carriera per non trasferirsi 1947; La riforma in Sardegna. Primi ri-
lontano dalla sua città natale. Cattolico sultati, 1955; Aspetti redistributivi della
impegnato, dopo la caduta del fasci- riforma agraria in Sardegna, ‘‘Prospet-
smo contribuı̀ alla costituzione della tive meridionali’’, 4, 1957; Il giudizio di
Democrazia Cristiana in Sardegna e fu convenienza pubblicistica sulle bonifi-
eletto più volte consigliere comunale e che, 1961; La riforma agraria come em-
assessore della sua città, della quale fu brione di nuova civiltà rurale, 1961;
anche sindaco dal 1956 al 1960. Note sulla pastorizia sarda (con Lo-
Palomba, Salvatore Filosofo del di- renzo Idda), in Relazione della Commis-
ritto, letterato (Cagliari 1855-ivi 1940). sione d’inchiesta parlamentare sui feno-
Conseguita la laurea in Giurispru- meni della criminalità in Sardegna,
denza, prese a esercitare la profes- 1972.
sione di avvocato e si dedicò agli studi
di filosofia del diritto. Altra sua pas-
sione fu la letteratura, coltivata con
metodo e intensità. Fu autore di alcuni
saggi e di raccolte di versi che gli die-
dero notorietà a livello nazionale; si in-
teressò anche alla vita politica e fu
eletto più volte consigliere e assessore
comunale della sua città. Tra i suoi
scritti: Poesia 1876. All’isola natia,
1876; A Pietro Cossa, versi, 1880; Una
pagina di letteratura sarda, ‘‘La piccola Panada – La preparazione di questo piatto
rivista’’, II, 1, 1900; Delinquenza im- tipico varia a seconda della località.
mune..., I, 1904.
Palombella Famiglia cagliaritana Panada Piatto tipico della cucina sarda
(secc. XVIII-XIX). Era di origine alghe- che – come segnala anche il nome – si
rese: le sue notizie risalgono al secolo ispira alla tradizione culinaria spa-
XVIII. Ottenne il cavalierato eredita- gnola. Viene confezionato in diversi
rio e la nobiltà nel 1831 con un Callisto, centri dell’isola in modi diversi. Le ri-
capitano del Corpo della Reale Ma- cette più conosciute sono, al nord del-
rina, la cui dicendenza si estinse nel l’isola, quella di Oschiri e, al sud,
corso del secolo XIX. quella di Assemini. Ad Assemini la p. è
Pampaloni, Enzo Docente di Politica costituita da una sfoglia ottenuta dalla
agraria (Milano 1911-Firenze 1975). farina di grano duro, poggiata su un
Conseguita la laurea, intraprese la car- piatto fondo in modo che prenda la
riera universitaria. Insegnò per molti forma concava, riempita di un tritato
anni Politica agraria presso l’Univer- di anguille arricchito da pomodoro e
sità di Sassari e nel 1951 fu nominato prezzemolo; il tutto viene spruzzato
presidente dell’ETFAS (Ente per la d’olio e coperto da un’altra sfoglia che,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 114


Pancrazio

saldata alla prima, chiude ermetica- Oristano per avviare gli accordi di
mente il ripieno. La p. cosı̀ ottenuta pace con Pietro IV; quando la trattativa
viene cotta al forno per circa mezz’ora. sembrava felicemente conclusa, l’an-
A Oschiri il ripieno della p., oltre che ziano re d’Aragona si ammalò e il trat-
con le anguille, è preparato con carne tato non poté essere firmato.
d’agnello e verdure. In altre località, Panciera, Silvio Storico (n. Chirignago,
come ad esempio a Cuglieri, il ripieno, Venezia, 1933). Dopo la laurea si è de-
costituito da un misto di carne di dicato all’insegnamento universitario.
maiale e di vitella arricchito di pro- Attualmente è professore di Storia ro-
sciutto sardo, carciofi, pomodori e cer- mana presso il Dipartimento di
vello, viene versato su una sfoglia a Scienze storiche e archeologiche del-
forma di timballo. Un’altra variante l’Università ‘‘La Sapienza’’ di Roma.
preparata in altre località è ottenuta Ha dedicato alla Sardegna due saggi:
con un ripieno di sole verdure. M. Allio Celere magistrato della colonia,
Panana Antico villaggio, di probabile in Turris Lybisonis. La necropoli meri-
origine preromana, che faceva parte dionale di S. Gavino, ‘‘Quaderni della
del giudicato di Gallura, compreso Soprintendenza archeologica per le
nella curatoria di Posada. Era situato province di Sassari e Nuoro’’, 1987; Di
in località Sas Murtas nelle campagne un sardo con troppi diplomi, Ursarius
di Posada. Dopo l’estinzione dei Vi- Tornalis e di altri diplomi militari ro-
sconti, a partire dalla fine del secolo mani, in Sardinia antiqua. Studi in
XIII prese a essere amministrato diret- onore di Piero Meloni per il suo 70º com-
tamente dal Comune di Pisa. Subito pleanno, 1992.
dopo la conquista aragonese entrò a Pancrazio, Flavio Duca di Sardegna
far parte del Regnum Sardiniae; nel (sec. VII). Funzionario militare bizan-
1324 fu concesso in feudo a Pietro Lo- tino, apparteneva all’ordine dei pre-
pez de Luna che ebbe un difficile rap- fetti. Nel 646 fu inviato in Sardegna
porto con i suoi vassalli e morı̀ pochi dal prefetto del pretorio d’Africa con
anni dopo senza discendenti. Nel 1335 il titolo di duca e con ampi poteri per
P. fu acquistato da Pietro de So, che lo reprimervi il monotelismo e difendere
unı̀ ad altri villaggi formando un l’ortodossia.
grande feudo. La sua popolazione,
Pancrazio, san (o San Brancaccio; in
però, cominciò a diminuire e dopo lo
sardo, Santu Bancraziu, Santu Fran-
scoppio della seconda guerra tra Pie-
cau, Santu Brancacciu, Santu Bran-
tro IV e Mariano IV il villaggio divenne
cazzu, Santu Pancratu) Santo (m. 304).
teatro delle operazioni: fu occupato
Martire, nacque a Cagliari nel 40. Di-
dalle truppe giudicali e scomparve in
scepolo di San Pietro che, dopo averlo
pochi anni.
istruito, lo battezzò e consacrò dia-
Pancia, Comita Funzionario giudicale cono. Denunciato perché cristiano,
(Oristano, sec. XIV-?). Sacerdote di non venne meno alla propria fede mal-
grande cultura, abile diplomatico e fe- grado le torture. Fu lapidato, ma luogo
dele servitore della dinastia dei Bas e anno sono sconosciuti. Di là dalla se-
Serra, nel tormentato periodo che se- centesca leggenda locale, il San P. del
guı̀ l’imprigionamento di Brancaleone 12 maggio nacque in Frigia, orfano in
Doria ricopriva l’ufficio di vicecancel- tenerissima età, allevato dallo zio Dio-
liere del giudicato. Nel 1386 fu man- niso. Zio e nipote si recarono a Roma,
dato in Catalogna con l’arcivescovo di dove si convertirono e ricevettero il

109

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 115


Pandolfo

battesimo. Dopo la morte dello zio, P. 1947; Origini della città di Olbia, ‘‘Il Cor-
annunciò il Vangelo. Denunciato, non riere dell’Isola’’, 1947; Olbia nel periodo
volle sacrificare agli dei. «L’impera- punico e romano, 1953; L’agro di Olbia
tore in persona – secondo la passio al- nel periodo preistorico, punico e ro-
quanto fantasiosa – vedendolo cosı̀ gio- mano, ‘‘Collana di Studi sardi della Re-
vane, commosso, lo esortò a ritornare gione autonoma della Sardegna’’, 1954;
alla religione pagana, inutilmente». Olbia attraverso i secoli, 1959; La dea di
Decapitato nel 304, all’età di quattor- Olbia, ‘‘Nuove testimonianze archeolo-
dici anni, nella via Aurelia. Octavia, giche della Sardegna centro-setten-
matrona cristiana, lo seppellı̀ e sulla trionale’’, 1976; Il giudicato di Gallura.
sua tomba il pontefice sardo Simmaco Curatorie e centri abitati, 1978; Sant’An-
fece costruire la chiesa in suo onore, tonio di Gallura tra cronaca e storia (con
dal 1660 officiata dai Carmelitani Antonio Pittorru), 1989; Forse un’antica
scalzi. In epoca medioevale oltre cin- strada agrolbiense è da identificare con
quanta chiese vantavano il possesso un’arteria della rete viaria romana, ‘‘Ar-
delle sue reliquie, che secondo la tra- chivio storico sardo di Sassari’’, IX,
dizione erano in grado di smascherare 1991.
imbrogli d’ogni genere.
Pane di ghiande = Geofagia
In Sardegna Patrono di Bortigiadas.
Culto diffuso in Sardegna dai Pisani,
al quale si è sovrapposto per breve
tempo quello locale. [ADRIANO VARGIU]
Festa Si festeggia il 12 maggio; ad
Aglientu anche il 5 agosto, a Suni e Bor-
tigiadas anche l’ultima domenica di
settembre, la seconda domenica di
maggio a Sedini.
Pandolfo Religioso (sec. XIII). Arcive-
scovo di Torres dal 1290 al 1296. Proba-
bilmente siciliano, divenne confessore
Pane frattau – La base di questa antica
del papa e fu nominato vescovo di Patti
specialità gastronomica è il pane carasau.
e di Lipari. Nel 1290 fu nominato arci-
vescovo e inviato in Sardegna per rac-
cogliervi le decime pontificie. Nel 1296 Pane frattau Antico piatto della tradi-
fu trasferito alla diocesi di Ancona. zione gastronomica sarda, diffuso so-
Panedda, Dionigi Archeologo e storico prattutto nella Barbagia. La sua base è
(n. Olbia, sec. XX). Conseguita la laurea il pane carasau, un pane biscottato a
in Lettere, si dedicò all’insegnamento sfoglie sottilissime. Questo viene im-
nelle scuole secondarie. Studioso merso in un recipiente con brodo caldo
della storia di Olbia e più in generale o acqua bollente salata, e quando è
della Gallura, può essere considerato bene inzuppato le sfoglie si dispon-
il maggiore conoscitore del suo territo- gono a strati su un piatto su cui si versa
rio; è autore di importanti lavori di no- una salsa di pomodoro arricchita da un
tevole livello scientifco, fra i quali: Se- soffritto di carne macinata con cipolla,
greti dell’Olbia romana, ‘‘Il Corriere aglio, basilico e prezzemolo, il tutto
dell’Isola’’, 1947; Dov’era il porto del- spruzzato abbondantemente di for-
l’Olbia romana, ‘‘Il Corriere dell’Isola’’, maggio. Una volta completati gli strati,

110

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 116


Pane sardo

sul tutto si pone un uovo in camicia da resa possibile dalla presenza nelle
rompere e da amalgamare al resto. case tradizionali del forno a legna che
Pan’e saba Tipico pane dolce, legato ne consentiva la cottura. La panifica-
nel Campidano alle più antiche tradi- zione avveniva periodicamente a se-
zioni pasquali. Viene ottenuto da un conda delle necessità della famiglia e
impasto di farina di semola di grano delle sue possibilità economiche. In
duro con sapa di mosto. Il tutto deve occasione delle grandi feste (Natale e
essere lavorato a lungo in modo da ot- Capodanno, Pasqua e altre ricorrenze),
tenere un amalgama completo, avendo la panificazione comportava, oltre alla
cura di aggiungervi uova intere, can- confezione del pane d’uso comune,
nella ed essenza di garofano, noci e pi- quella dei pani particolari per la festa
noli sminuzzati. L’impasto cosı̀ otte- e della pasticceria. Il lavoro coinvol-
nuto si lascia riposare per qualche geva la padrona di casa, le figlie e tutte
ora, quindi se ne ricavano delle pa- le donne della famiglia, il più delle
gnottelle che poi vengono coperte, po- volte con l’aiuto di donne del vicinato
ste al riparo dal freddo e tenute per da remunerare in pane. Il lavoro aveva
due giorni a lievitare in un canestro. inizio all’alba e si succedeva in fasi ben
Quando la lievitazione è completa le definite (= Civraxiu) fino ad arrivare
pagnottelle vengono cotte al forno a alla cottura nel forno.
temperatura media. I principali tipi di pane conosciuti
erano (in ordine alfabetico):
1. Candelariu, è il pane finissimo che
veniva usato per la festa di Capodanno.
2. Civraxiu (=), il pane quotidiano
usato da tutti e prodotto ovunque, cotto
nel forno tradizionale a cupola scal-
dato col fuoco di legna; giustamente fa-
moso è quello che si confezionava a
Sanluri (per cui il tipo veniva detto, an-
che in altri paesi, pane di Sanluri).
3. Coccas, focacce fatte per il giorno di
Ferragosto, conosciute soprattutto nel
Pane sardo – Pane preparato per la
Sagra di Sant’Efisio a Cagliari. Nuorese.
4. Coccoi (=), tipo di pane più pregiato
e dall’uso meno esteso. Confezionato
Pane sardo Nei tempi antichi il pane
con la semola (sı̀mbula), cotto nel forno
era confezionato dalle donne e variava
tradizionale.
per qualità e per forma a seconda delle
regioni, dei singoli paesi e delle di- 5. Coccois pintaus, era il pane delle fe-
verse classi sociali (Emmanuel Ladu- ste, confezionato con la semola e cotto
rie, recensendo dopo il Festival di Can- nel forno a cupola tradizionale. Questo
nes il film Padre padrone, evocò questa tipo di pane si distingueva per le mol-
società «dei tre pani», quello bianco tissime forme in cui era confezionato.
per i padroni, quello mescolato con la In particolare le più note sono: i coc-
crusca degli agricoltori, quello d’orzo cois, decorati a foglie di forma molto
per i poveri). Veniva ottenuto mediante varia, che talvolta erano usati anche
la lavorazione della farina di grano se- come pane quotidiano nelle famiglie
condo una procedura standardizzata, ricche; i coccois de pitzus, decorati a

111

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 117


Pane sardo

cresta; i coccois a forma di melagrana mola e uva passa nel forno tradizionale
(arenada), usati esclusivamente per le a cupola.
feste; i coccois a forma di pesce (pisci), 10. Costedda cun gerda, un pane che si
usati esclusivamente per le feste; i coc- confezionava con semola e con ciccioli
cois a forma di uccello (pilloni), usati in occasione dell’uccisione del maiale.
esclusivamente per le feste; i coccois a 11. Coccoi cun s’ou, tipo di pane confe-
forma di tartaruga (tostoinu), usati zionato con semola scelta, di svariatis-
esclusivamente per le feste; i coccois a sime forme, utilizzato esclusivamente
forma di rotolo (imboddiada) usati per le festività pasquali.
esclusivamente per le feste; i coccois a 12. Cozzula, particolare pane di semola
forma di mazzo di fiori (mazz’e froris), confezionato per le nozze: aveva una
usati esclusivamente per le feste; i coc- forma a corona, ed era portato in
cois a forma di rosa (arrosa), usati chiesa e offerto al sacrista.
esclusivamente per le feste; i coccois a 13. Fresa, un pane logudorese a forma
forma di bambina (pippı̀a), confezio- di schiacciata tonda molto sottile, cotto
nato apposta per i bambini di casa; i nel forno tradizionale molto caldo: ve-
coccois a forma di collana (cannacca), niva poi tolto dal forno, diviso in due e
confezionati esclusivamente per i sottoposto a una nuova cottura che lo
bambini; i coccois a forma di chiave biscottava; questa seconda cottura lo
(craixedda), confezionati esclusiva- rendeva simile al pane carasau.
mente per i bambini; i coccois a forma 14. Maritzosu, il pane delle feste e delle
di anatroccolo (anadixedda), confezio- grandi occasioni, confezionato con la
nati esclusivamente per i bambini. semola scelta nel forno tradizionale a
6. Coccu, pane di frumento non fermen- cupola scaldato col fuoco.
tato a forma di focaccia; era confezio- 15. Michettas e paninus, tipi di pane
nato dai pastori al ritorno dalla transu- che non rientrano nella tradizione
manza e usato per gli ospiti e per le fe- della panificazione domestica ma fu-
stività. Veniva cotto sul focolare caldo rono introdotti con lo svilupparsi
ricoprendo la foccaccia con la cenere e delle panetterie che confezionavano
la brace e poi lavato e coperto da un il pane da vendere a terzi; le due
panno. forme sono state mantenute dai mo-
7. Costedda, tipo di pane confezionato derni panifici industriali. Al mo-
come il civraxiu: da mangiarsi molto mento della transizione dalla panifi-
fresco, era confezionato con il fior di cazione domestica generalizzata alla
farina fatto lievitare con su frumentu prima confezione industriale il pane
sardu (il lievito tradizionale), confezio- ‘‘da negozio’’ veniva giudicato come
nato ovunque e cotto nel forno tradizio- un prodotto di qualità inferiore. A
nale. Questo tipo di pane era cono- Tempio questo pane veniva chiamato
sciuto anche come lada o ladixedda. pani scioccu, cioè ‘‘insipido’’, e pani-
8. Costedda cun arrescottu, un pane che sciucchéri erano soprannominati i
si confezionava con semola e ricotta piccoli borghesi che, non essendo
nel forno tradizionale a cupola, in tutti proprietari di terreni a grano, dove-
i periodi dell’anno tranne che in vano comprarlo nelle panetterie.
estate. Questi tipi di pane sono confezionati
9. Costedda cun pabassa, un pane che si con un misto di fior di farina e di se-
confezionava per le feste grandi con se- mola.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 118


Pani

16. Moddizzosu (=), pane delle feste donne, dotato ciascuno delle abilità
confezionato con semola. proprie di questa elementare divi-
17. Pane carasau, il pane tipico delle sione del lavoro. La forma più alta di
zone pastorali più interne, confezio- specializzazione era richiesta per la
nato a sottilissime sfoglie croccanti la decorazione dei pani: non per niente
cui lunga conservazione è consentita in una famosa raccolta di saggi dedi-
da una seconda cottura; viene detto an- cata all’argomento si parla di ‘‘pla-
che carta da musica. stica effimera’’.
Panevini, Jacopo Castellano di Ca-
gliari (Pisa, seconda metà sec. XIII-ivi,
1320 ca.). Apparteneva a una famiglia
popolare; prese parte attiva alla vita
politica del Comune e fu molto stimato
nella sua città, tanto che a partire dal
1289 fu eletto per sedici volte tra gli
Anziani. Nel 1305 fu inviato in Sarde-
gna come capitano di Cagliari; tornato
in patria, nel 1316 fu eletto per l’ultima
volta tra gli Anziani.
Pani Famiglia di Terralba (sec. XVII-
esistente). Le sue notizie risalgono al
Pane sardo – Il pane carasau, tipico dei secolo XVII; i suoi membri ricoprivano
pastori, ‘‘inventato’’ per resistere ai lunghi ereditariamente l’ufficio di capitano
periodi di transumanza, viene infornato della cavalleria miliziana di Terralba.
due volte. Nel 1695 ottennero il cavalierato eredi-
tario e la nobiltà con un Giovanni Pani
18. Pani cun ollu, confezionato con se- Esquirro ammesso poi allo Stamento
mola, olio e grassi nel forno tradizio- militare durante il parlamento Montel-
nale a cupola scaldato col fuoco. lano nel 1698. Nel corso del secolo
19. Pani nieddu, pane confezionato con XVIII la famiglia si divise in due rami,
il civraxeddu nel forno tradizionale. uno residente a Oristano, dove si
20. Pani de orgiu, detto anche orzatu estinse nel corso del secolo XIX, l’altro
(=). si trasferı̀ a Cagliari.
21. Pertusitta, un pane a forma di ciam- Pani, Corrado Attore (Roma 1936-ivi
bella che aveva raffigurato in rilievo 2005). Nato da famiglia di origine ca-
l’ovile e che si mandava ai pastori in gliaritana, esordı̀ alla radio e succes-
occasione del Capodanno. sivamente entrò a far parte della com-
La lavorazione del pane era, nella so- pagnia teatrale di Paolo Stoppa. Do-
cietà tradizionale, un autentico rito tato di grande capacità e in possesso
con un forte contenuto comunitario; di una tecnica di notevole livello, la-
non si entrava nelle case in cui veniva vorò per anni presso il Teatro stabile
‘‘fatto’’ il pane senza un saluto d’ob- di Milano e per la televisione inter-
bligo («Deus vos bardet», ‘‘Dio vi pretando numerosi sceneggiati e tele-
guardi, vi protegga’’). In genere la romanzi, tra cui I miserabili e I Fratelli
preparazione della pasta, la confe- Karamazov. Recentemente aveva la-
zione delle forme e la loro cottura vorato con Luca Ronconi per il Teatro
erano affidate a tre gruppi diversi di stabile di Roma, ma in seguito era

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 119


Pani

stato costretto a ridurre le sue appa- fico, Sardegna inconsueta. Il successo


rizioni in pubblico per motivi di sa- si ripete con le monografie Sardegna,
lute. guida fotografica e Sardegna, un’isola le
sue miniere, e col secondo volume di
Sardegna inconsueta. Eclettico, pub-
blica nel 1994 Cucina in Sardegna, con
le ricette di Itala Testa, e tre volumi sui
Sapori della Sardegna.
Pani, Giovanni Sebastiano Imprendi-
tore (n. Cagliari 1908). Nato da modesta
famiglia, si trasferı̀ a Sassari nella se-
conda metà degli anni Venti. Qui, met-
tendo a frutto la sua capacità impren-
ditoriale, fece diverse esperienze nel
settore dei trasporti. Negli anni Cin-
quanta istituı̀ il primo servizio urbano
di autobus (poi ceduto, nel 1962, al Co-
mune di Sassari) e negli stessi anni co-
struı̀ l’elegante ‘‘Lido Iride’’ nella loca-
lità marina di Platamona, che l’accorta
strategia di un sindaco molto popolare,
Oreste Pieroni (=), fece diventare ‘‘la
spiaggia dei sassaresi’’. In quegli stessi
Corrado Pani – L’attore (a destra) insieme anni, a partire dal 1950, divenne l’edi-
al regista Luchino Visconti.
tore de ‘‘La Gazzetta sarda’’ (=), che an-
dava in edicola come settimo numero
Pani, Efisio Concertista (Cagliari 1792- de ‘‘La Nuova Sardegna’’. Il giornale
Torino 1875). Avviato giovanissimo allo uscı̀ fino al 1966: negli ultimi anni P. ne
studio della musica, divenne un inimi- fu anche il direttore responsabile. Con-
tabile flautista e si esibı̀ in acclamati temporaneamente aveva creato il ser-
concerti. Infine si stabilı̀ a Torino, vizio di autobus ‘‘Gran Turismo Pani’’
dove divenne primo flauto dell’orche- che collegava Porto Torres e Sassari
stra regia; fu autore di composizioni con Cagliari e Nuoro e altri centri col-
per flauto e per orchestra molto ap- locati lungo la superstrada ‘‘Carlo Fe-
prezzate dal pubblico e dalla critica e lice’’. Temperamento combattivo, gli
si dedicò anche alla formazione di gio- capitò di avere rapporti difficili con il
vani flautisti. sindacato dei suoi dipendenti e con la
Regione sarda (che accusava – non
Pani, Gianflorest Fotografo (n. Ca-
sempre a torto – di non rendersi conto
gliari, sec. XX). Fotografo a partire dal
dell’utilità e dell’importanza del servi-
1976, seguendo le orme dei genitori,
zio). Il 31 dicembre 2005 cedette le li-
entrambi fotografi. Un’esperienza di
nee all’ARST (Azienda regionale sarda
lavoro lo porta nel 1982 a Basilea, in
trasporti).
Svizzera, dove si avvicina al mondo
della fotografia still life. Diplomato in Pani, Giuseppe Sacerdote, poeta in
fotografia presso l’Istituto Internazio- lingua sarda (Bari Sardo, fine sec.
nale d’Arte ALPHA a Milano, realizza XVIII-ivi?, 1865). Dopo essere stato or-
nel 1989 il suo primo volume fotogra- dinato sacerdote, trascorse la sua vita

114

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 120


Pani Ermini

dapprima come vicario a Urzulei e suc- Roma. La sua attività di archeologa e i


cessivamente a Sadali. Fu poeta deli- suoi lavori scientifici sono legati in
cato, scrisse in sardo numerose rac- gran parte all’archeologia medioevale
colte di versi: il suo componimento della Sardegna; dal 1975 ha condotto
più noto è una graziosa Ninna Nanna scavi nell’area di Cornus; in seguito ha
di Natale in 42 sestine di senari («Cele- anche diretto scavi nell’area urbana di
sti tesoru / d’eterna allegria, / dormi, Cagliari. È autrice di importanti saggi
vida e coru / reposa, anninnia. / Angelus scientifici, molti dei quali dedicati alla
cantai, / a su fillu ’e Maria») cantato in ventennale attività svolta in Sardegna,
tutta la Sardegna. che ha aperto un’area disciplinare
Pani, Mario Deputato al Parlamento (n. poco indagata sino all’arrivo in Sarde-
Borore 1936). Comunista militante, im- gna della studiosa, quella dell’archeo-
pegnato fin da giovane nelle organizza- logia paleocristiana e altomedioevale:
zioni del partito, laureato in Giurispru- Due decenni di ricerca archeologica
denza. Dopo essere stato eletto segre- post-classica in Sardegna, ‘‘Annali della
tario provinciale, nel 1970 è stato eletto Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Uni-
consigliere comunale di Macomer e versità di Cagliari’’, XII, 1991; Note su
successivamente riconfermato fino al alcuni cubiculi dell’antico cimitero cri-
1980. Nel 1972 è stato eletto deputato stiano di Bonaria in Cagliari, ‘‘Studi
per la VII legislatura repubblicana e sardi’’, XX, 1967; Iscrizioni cristiane
successivamente riconfermato per al- inedite di S. Saturno a Cagliari. Contri-
tre due legislature fino al 1983. Cessato buto allo studio del ‘‘Defensor Ecclesiae’’
il mandato istituzionale, ha continuato nell’antichità cristiana, ‘‘Rivista di Sto-
a impegnarsi nel suo partito: nel 1984 è ria della Chiesa in Italia’’, 23, 1969; Due
stato chiamato a far parte del Comitato patere in argento inedite del Museo ar-
centrale, e in seguito è passato nel Par- cheologico di Cagliari, ‘‘Studi sardi’’,
tito Democratico della Sinistra di cui è XXI, 1971; Cornus. Indagini nell’area
stato segretario regionale per diversi paleocristiana. Relazione preliminare
anni. della campagna del 1978, ‘‘Notizie degli
Pani Bonu Antico villaggio di incerta Scavi di Antichità’’, 1981; Museo ar-
collocazione. Faceva parte del giudi- cheologico nazionale di Cagliari. Cata-
cato di Arborea ed era compreso nella logo dei materiali paleocristiani e alto-
curatoria del Campidano di Simaxis. medioevali (con M. Marinone), 1981;
La sua popolazione cominciò a dimi- Antichità cristiane e altomedioevali in
nuire nel corso del secolo XIV a causa Sardegna attraverso le più recenti sco-
delle guerre tra Aragona e Arborea. perte archeologiche, in La cultura in Ita-
Dopo la peste del 1376 il villaggio si lia tra tardo-antico e altomedioevo, II,
spopolò completamente e scomparve 1981; Problemi e prospettive dell’archeo-
prima della fine del secolo. logia cristiana in Sardegna, in Atti del V
Pani Ermini, Letizia Archeologa (n. Congresso nazionale di Archeologia cri-
Roma 1931). Conseguita la laurea in stiana, 1982; Recenti contributi dell’ar-
Lettere, ha intrapreso la carriera uni- cheologia per la Sardegna paleocri-
versitaria. È stata per alcuni anni pro- stiana e altomedioevale, ‘‘Rendiconti
fessore di Archeologia medioevale della Pontificia Accademia romana di
presso l’Università di Cagliari; attual- Archeologia’’, LIII-LIV, 1984; La Sarde-
mente insegna presso la Facoltà di Let- gna e l’Africa nel periodo vandalico, in
tere della Università ‘‘La Sapienza’’ di L’Africa romana. Atti del II Convegno di

115

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 121


Pani Ermini

studi, 1985; Ricerche nel complesso di Ricerche di archeologia post-classica


San Saturno a Cagliari, ‘‘Rendiconti nella Sardegna centro meridionale,
della Pontificia Accademia romana di ‘‘Quaderni della Soprintendenza ar-
Archeologia’’, LV-LVI, 1985; Recenti cheologica per le province di Cagliari
scoperte in Sardegna, in Atti del VI Con- e Oristano’’, 4, 1988; Un piccolo bronzo
gresso nazionale di Archeologia cri- da Cornus raffigurante S. Paolo, ‘‘Ren-
stiana, 1985; Cultura, materiali e fasi diconti della Pontificia Accademia ar-
storiche del complesso archeologico di cheologica’’, LXI, 1988; L’Età paleocri-
Cornus: primi risultati di una ricerca, stiana e altomedioevale. La produzione
in L’archeologia tardoromana e altome- artigianale e l’epigrafia, in Il Museo ar-
dioevale nell’Oristanese. Atti del I Con- cheologico nazionale di Cagliari, 1989;
vegno di Cuglieri 1984, 1986; Note sulla La cattedrale in Italia. Schede: Cornus
topografia del territorio di S. Gilla dal e Sulci, in Actes du XIe Congrès interna-
periodo tardo-romano al Medioevo: pro- tional d’Archéologie chrétienne, Roma
blemi archeologici e prospettive di ri- 1986, 1989; Complesso episcopale e città
cerca, in Santa Igia capitale giudicale, nella Sardegna tardo-romana e altome-
1986; Cornus. Località Columbaris, dioevale (con Anna Maria Giuntella), in
‘‘Quaderni della Soprintendenza ar- Il suburbio della città in Sardegna. Atti
cheologica per le province di Cagliari del III Convegno di Archeologia tardoro-
e Oristano’’, 4, 1987; Le città sarde nel- mana e altomedioevale 1986, 1989; Il ri-
l’Alto Medioevo: una ricerca in atto. Ma- cordo di San Cromazio in Sardegna,
teriali per una topografia urbana. Sta- ‘‘Antichità altoadriatiche’’, 34, 1989;
tus quaestionis e nuove acquisizioni, in Ancora sull’iscrizione bizantina di Tur-
Atti del V Convegno su Archeologia ris Libisonis, in Quaeritur inventus coli-
tardo-romana e medioevale in Sarde- tur. Miscellanea in onore di padre Um-
gna, 1988; L’antichità cristiana in Sar- berto M. Fasolo, 1989; Oschiri. Campa-
degna attraverso le testimonianze ar- gna di scavo nel sito dell’antica Castro,
cheologiche, in Archeologia paleocri- ‘‘Bollettino di archeologia’’, 1-2, 1990;
stiana e altomedioevale in Sardegna. Se- Porto Torres. Basilica di San Gavino,
minario 1986, 1988; La Sardegna nel ‘‘Bollettino di archeologia’’, 4, 1990; Le
passaggio dall’antichità al Medioevo e sepolture in Sardegna dal IV al VII se-
Le città sarde tra tarda antichità e me- colo: stato delle conoscenze e prospettive
dioevo: uno studio appena iniziato, en- di ricerca, in Le sepolture in Sardegna
trambi in L’Africa romana. Atti del V dal IVal VII secolo. IV Convegno sull’Ar-
Convegno di studi, 1988; La Sardegna cheologia tardoromana e medioevale,
nel periodo vandalico, in Storia dei Cuglieri 1987, 1990; Il Cristianesimo in
Sardi e della Sardegna, I (a cura di Mas- Sardegna attraverso le testimonianze
simo Guidetti), 1988; Chronique des ac- archeologiche, in Sicilia e Italia suburbi-
tivités de l’École française a Castro- caria tra IV e VIII secolo, 1991; Contri-
Oschiri, ‘‘Mélanges de l’École française buto alla conoscenza del suburbio ca-
de Rome’’, 1988; Note sulle recenti inda- gliaritano iuxta basilicam sancti marty-
gini nel complesso episcopale di Cornus, ris Saturnini, in Sardinia antiqua.
in Ampsicora e il territorio di Cornus. Studi in onore di Piero Meloni in occa-
Atti del II Convegno sull’archeologia ro- sione del suo 70º compleanno, 1992;
mana e altomedioevale, Cuglieri 1985, Aspetti di archeologia urbana: ricerche
1988; I corredi e Cagliari località Santa nel suburbio orientale di Cagliari (con
Gilla. Saggio di via Brenta, entrambi in P.G. Spanu), 1992; Il complesso marti-

116

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 122


Pantaleo

riale di San Saturno, in La civitas chri- Gaetano Salveti ha parlato a proposito


stiana. I seminario di studio 1991, 1992; della sua scrittura di «purezza di lin-
Una testimonianza del culto di San Co- guaggio, struttura metrica e linguistica
stantino in Sardegna, in Memoriam di grande interesse»; Giuliano Mana-
Sanctorum Venerantes. Studi in onore corda di «nobiltà e drammaticità del
di mons. Victor Saxer, 1992; Oschiri. Lo- verso».
calità di Castro. Campagna di scavo Panosa y Domingo, Maria Isabel An-
1993, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 19- tichista (n. Montmeló, sec. XX). Lau-
20-21, 1993; La storia dell’Altomedioevo reata a Barcellona e interessata alla
in Sardegna alla luce dell’archeologia, cultura italiana, nel 1986 si è specializ-
in La storia dell’Altomedioevo italiano zata in Etruscologia a Perugia. Per due
alla luce dell’archeologia, 1994; Sulci, anni è stata lettrice di catalano presso
dalla tarda antichità al Medioevo: note l’Università di Sassari: ha al suo attivo
preliminari di una ricerca, in Carbonia e il saggio Testimonianze toponimiche e
il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; epigrafiche delle relazioni tra Iberia e
Le città sarde nell’alto medioevo: una ri- Sardegna, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XV,
cerca in atto, in Materiali per una topo- 1989.
grafia urbana. Status quaestionis e
Pantaleo Centro abitato della provin-
nuove acquisizioni, 1995; Lo spazio ur-
cia di Carbonia-Iglesias, frazione di
bano in Sardegna fra il IVe il VII secolo:
Santadi (da cui dista 8 km), con circa
persistenze e mutazioni, in L’Africa ro-
10 abitanti, posto a 246 m sul livello del
mana. Atti del X Convegno di studi, 1996.
mare a est del comune capoluogo,
Paniliu Termine del Medioevo giudi- lungo la valle del rio Mannu. Regione
cale sardo. Di difficile interpretazione, storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias.
secondo il linguista Max Leopoldo Wa- & TERRITORIO Il territorio è quello im-
gner significherebbe «schiera, lista di pervio e boscoso dei monti dell’Igle-
servi» oppure «la collettività dei servi siente. Le comunicazioni sono assicu-
appartenente ad uno stesso proprieta- rate da una strada secondaria che uni-
rio, circoscritti ad una determinata lo- sce Santadi alla zona industriale di
calità». Deriverebbe da banilius, un Macchiareddu.
editto carolingio da cui proveniva ai & STORIA Il villaggio fu fondato da una
vassalli l’obbligo di assicurare al feu- società mineraria francese nella se-
datario (o al feudo) alcune prestazioni conda metà dell’Ottocento e ospitò im-
gratuite. Chi riusciva a diventare pianti per la distillazione del tannino e
esente era collocato nella categoria la lavorazione del carbone vegetale; in
dei liberos de paniliu, di cui parlano nu- seguito fu avviata anche la produzione
merosi documenti giudicali. di esplosivi. Dopo la seconda guerra
Pannain Serra, Elena Poetessa (Bo- mondiale queste attività cessarono e il
norva 1908-Roma 2005). Pur vivendo a villaggio si spopolò quasi completa-
Roma, dove lavorava come funzionaria mente. Ora è sede della caserma della
al Ministero della Pubblica Istruzione, Forestale e di un ristorante, e se ne sta
ha avuto sempre la Sardegna come avviando lentamente la valorizzazione
maggiore fonte d’ispirazione. Tra le turistico-ambientale.
sue numerose raccolte di versi Se la Pantaleo, san (o San Pantaleone ; in
mia voce (1976), con prefazione di Ma- sardo, Santu Pantaleu) Santo martire
ria Luisa Spaziani; Paraboletta del (Nicomedia, ?-?, 303/305). Pantaleimon
viaggio (1988); Dialoghi con me (1995). in greco significa ‘‘tutto compassione’’,

117

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 123


Pantoli

nacque a Nicomedia, l’odierna Izmit, sa piedade / curas pro caridade / ogni do-
da padre pagano e madre cristiana. lenzia. / Cun sa tua assistenzia / e divina
Medico valentissimo – secondo la pas- virtude / cunsighin sa salude / sos tugli-
sio – , ambizioso, voleva guarire tutti i dos» (Sei di Cristo il ritratto – pietoso
mali, Massimiano lo volle a corte. Con- veramente – caritatevole curi – ogni di-
vertito dal prete Ermolao, dopo essere spiacere. – Con la tua assistenza – e di-
stato battezzato distribuı̀ le sue ric- vina virtù – conseguono la salute – tutti
chezze ai poveri, mettendosi a curare gli afflitti). [ADRIANO VARGIU]
senza chiedere compenso, «Io do il ri- Festa Si festeggia il 27 luglio; la se-
medio, Dio la salute». Quando l’impe- conda domenica dopo Pasqua a Dolia-
ratore lo seppe, non volle crederci: nova, la terza domenica di settembre a
«Hai tradito la mia stima, la mia amici- San Pantaleo, frazione di Olbia.
zia». Torturato, condannato alla deca-
pitazione, martire il 27 luglio del 303- Pantoli, Primo Pittore e incisore (n. Ce-
305. Reliquie a Crema, a Ravello e a sena 1932). Compiuti i suoi studi nella
Vallo della Lucania: nei due centri sa- città natale e a Firenze, nel 1957 si è
lernitani si tratta di sangue del santo trasferito in Sardegna dedicandosi al-
che nel giorno della festa, 27 luglio, si l’insegnamento delle discipline artisti-
liquefà, rimanendo per diversi giorni che presso il Liceo artistico di Cagliari.
in tale stato. AVenezia nel soffitto della Artista impegnato, diviene presto uno
sua chiesa spicca il più grande dipinto dei protagonisti della vita culturale
del mondo, tela di Antonio Fumiani della città: nel 1958 aderisce al gruppo
(1643-1710). È il patrono dei medici e Studio 58, di cui è, insieme a Gaetano
delle balie. Brundu, la personalità più interes-
In Sardegna Patrono di Dolianova, sante; nel 1961 concorre a formare il
gruppo Iniziativa; quindi nel 1967 ade-
Macomer, Martis, San Pantaleo e
risce al ‘‘Centro di Cultura Democra-
Sorso. Culto diffuso dai Bizantini. A
tica’’. Ha esposto in Italia e all’estero
Dolianova la splendida cattedrale a
ottenendo lusinghieri riconoscimenti
lui dedicata, della soppressa diocesi
soprattutto come disegnatore di mani-
di Dolia, che dà ancora titolo vescovile,
festi e illustratore: «Al di là della defor-
è anteriore al 1170: nella cripta, bacino
mazione del segno – hanno scritto Giu-
battesimale del secolo V, unico in tutta liana Altea e Marco Magnani a propo-
l’isola; il retablo con scene della vita sito, in particolare, di una mostra del
del santo è del 1503. Macomer vanta la 1958 – , l’elemento centrale della pit-
parrocchiale (sec. XVI) in suo onore. tura di P. è soprattutto il colore, denso
Giovanni Spano (1870) ricorda «il qua- e come sfatto, sensuale, aggrumato e
dro di San Pantaleo che guarisce un prezioso». Cessata l’attività di insegna-
paralitico in mezzo a una folla di po- mento nel 1990, continua instancabile
polo, nella parrocchia di Martis, di- la sua ricerca di nuove espressioni ar-
pinto da Andrea Lusso nel 1595». Al- tistiche.
berto Lamarmora (1860) ricorda invece Panu, Tomaso Insegnante (n. Tempio
che «nella chiesa di San Pantaleone di Pausania 1937). Insegnante di storia e
Sorso furono ritrovate nel 1840 le pre- filosofia nel Liceo classico della sua
sunte spoglie di Barisone giudice di città, dedicatosi al giornalismo e alle
Logudoro». Alcuni versi dell’inno com- attività culturali, dirige da anni ‘‘Gal-
posto da Melchiorre Murenu (1803- lura e Anglona’’, periodico della dio-
1854): «De Cristos ses ritrattu / veru in cesi. È stato sindaco di Tempio Pausa-

118

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 124


Paoli

nia per circa dieci anni. Ha scritto con governo, fece scrivere una Costitu-
il collega Giovanni Murineddu il saggio zione di tipo democratico e riorganizzò
storico-sociologico Tempio Pausania il sistema economico e amministra-
1945-1990, 1994. tivo. Quando Genova, nel 1768, cedette
Panu Saba, Maria Studiosa di storia l’isola alla Francia, P. animò nuova-
(Sassari, inizi sec. XX-ivi, seconda mente la resistenza ma nel 1769 fu
metà sec. XX). Dopo essersi laureata sconfitto a Pontenovo e dovette abban-
in Lettere si dedicò all’insegnamento donare l’isola: la battaglia di Ponte-
nella sua città. Appartenente a una fa- novo venne assunta, dagli storici corsi
miglia di radicate tradizioni repubbli- ma anche dalla memoria collettiva di
cane, studiosa del Risorgimento in Sar- quel popolo, come l’evento decisivo
degna, ha approfondı̀to le conoscenze della storia corsa, da cui comincia una
sull’attività dei deputati sardi nel Par- nuova fase delle vicende isolane.
lamento subalpino, scrivendone in: I
parlamentari sardi alla Camera subal-
pina, ‘‘La Politica parlamentare’’,
1955; La Sardegna al Parlamento subal-
pino, ‘‘La Politica parlamentare’’, 1955,
due studi poi raccolti in volume.
Paoli, Attilio Pittore e critico d’arte
(Laconi 1910-Macomer 1983). Forma-
tosi all’Accademia di Belle Arti di Ve-
nezia, prese parte a numerose mostre
in Italia e all’estero ottenendo ambiti
riconoscimenti, tra cui il diploma di In-
ternational Award dell’Istituto delle
Arti di Zurigo nel 1964. Collaborò a nu-
merose riviste d’arte; tra il 1968 e il
1976 insegnò discipline pittoriche al
Liceo artistico di Cagliari.
Paoli, Pasquale Patriota corso (Stretto
di Morosaglia, Bastia, 1752-Londra
1796). Protagonista della storia corsa
nel secolo XVIII, fu educato a Napoli,
dove aveva seguito il padre Giacinto, Pasquale Paoli – Il patriota corso in una
xilografia di Luigi Servolini.
un patriota corso perseguitato dal go-
verno genovese dell’isola perché nu-
trito della filosofia dei ‘‘lumi’’ che si Nel 1790 P., nel clima fervido della
andava affermando in Francia e anche Grande Rivoluzione, fu eletto all’As-
perché portavoce delle aspirazioni del semblea costituente: rimpatriò dall’In-
suo popolo a liberarsi dall’oppressione ghilterra e fu mandato in Corsica col
straniera. Tornato in Corsica, P. riuscı̀ grado di comandante militare dell’i-
ad animarvi un vasto moto di libera- sola. Qui nel 1793 fu eletto «generalis-
zione nazionale che, guidato da lui simo» e presidente della «consulta»
(proclamato nel 1755 capo supremo che venne convocata a Corte, la capi-
della Corsica), liberò gran parte dell’i- tale storica dell’isola. Sull’onda di un
sola dal dominio genovese. Andato al diffuso malcontento contro il governo

119

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 125


Paolo

francese, P. offrı̀ la sovranità dell’isola paucus, ‘‘piccolo’’. Studiò a Gerusa-


al re d’Inghilterra Giorgio III: questi lemme, discepolo del rabbino Gama-
accettò ma, scavalcando P., affidò l’i- liele il Vecchio della setta dei Farisei.
sola a un viceré inglese, il generale Gil- Avversò il Cristianesimo, considerato
bert Elliot (che sarebbe stato di lı̀ a una setta scismatica, alla lapidazione
qualche anno chiamato in aiuto dal di Stefano s’improvvisò custode delle
movimento secessionista dei ‘‘baroni’’ vesti dei lanciatori di pietre, la sua te-
della Sardegna settentrionale). P. si stimonianza è contenuta negli Atti degli
recò a Londra per protestare contro Apostoli. Ebbe l’incarico dal sinedrio
questa e altre prevaricazioni, ma vi di perseguitare i cristiani della Siria.
morı̀ nel 1796. La sua vicenda ri- Sulla via di Damasco, la conversione:
chiama, seppure in piccola parte e in «Saul, Saul, perché mi perseguiti?».
un contesto molto differente, la storia Una visione e un colloquio soprannatu-
del ‘‘triennio rivoluzionario’’ sardo e rali cambiarono la sua vita. Battezzato,
dello stesso Giovanni Maria Angioy. I annunciò il Vangelo, missionario in
recenti movimenti autonomisti e na- Asia Minore, Macedonia e Grecia,
zionalitari sardi hanno collocato P. nel fondò comunità e chiese. Al concilio di
pantheon dei miti della piccola patria Gerusalemme (49) sostenne che per i
sarda. pagani convertiti non era obbligatoria
Paolo Religioso (sec. XIV). Vescovo di la circoncisione. Arrestato, in carcere
Galtellı̀ dal 1394 a prima del 1404. Si a Cesarea di Palestina per due anni,
chiamava forse De Roma, oppure era torturato, si appellò al tribunale del-
di Roma. L’Eubel cita un P. vescovo l’imperatore e fu mandato a Roma,
prima della elezione di un Bertrando, prosciolto riprese a predicare il mes-
ma nel marzo 1400 era in corso una saggio evangelico. A Listri i giudei lo
causa di cui era parte un Giovanni ve- lapidarono, lasciandolo per morto sul
scovo di Galtellı̀. terreno. Scrisse quattordici lettere (ma
Paolo I Religioso, vescovo di Suelli gli storici avanzano dubbi sull’autenti-
(sec. XII-inizi sec. XIII). Fu nominato cità della Prima e Seconda lettera a Ti-
vescovo presumibilmente attorno al moteo, della Lettera a Tito e della Let-
1190; uomo di grande cultura, gli è tera agli Ebrei) che allargano la visione
stata attribuita la redazione della Le- della vita, scrutano i problemi della
genda Sanctissimi Georgi Suellensis. terra in vista del cielo, sollevano lo spi-
rito alle vette dell’infinito. Martire, de-
Paolo, san (in sardo, Santu Paulu)
Santo (Tarso, 5/15-Aquas Salvias, capitato il 13 ottobre verso il 64-67 ad
Roma, 64/67). Apostolo e martire. La Aquas Salvias a 5 km da Roma, sepolto
Chiesa il 29 giugno festeggia i Santi sulla strada di Ostia, dove è sorta la ba-
Pietro e Paolo apostoli e martiri: si silica. Patrono dei teologi. Non manca
tratta di una delle solennità più anti- la leggenda che vuole il santo in Sarde-
che dell’anno liturgico, risalente al gna nel 61 (= Bardilio, san). [ADRIANO
258. Paolo, l’apostolo delle genti, l’apo- VARGIU]
stolo missionario, nacque a Tarso, l’o- In Sardegna Patrono di Biancareddu,
dierna Tarsus della Turchia, da un giu- Cardedu, Codrongianos e, insieme a
deo cittadino romano fabbricante di San Pietro, di Orgosolo.
tende. Di nome Saulo in ebraico e Festa Si festeggia il 29 giugno. Sagre
Paolo in latino. Secondo Sant’Agostino estive e in altre date durante l’anno.
si chiamò Paolo per umiltà: Paulus, da CONVERSIONE DI SAN PAOLO Si festeg-

120

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 126


Papavero

gia il 25 gennaio a Codrongianos. Festa ordinò ai Gesuiti di andar via dal suo
che ha radici gallicane, dal secolo VIII stato, essi non solo non obbedirono, ma
fissata al 25 gennaio, data non della raggiunti dai Francescani potenzia-
conversione, ma della traslazione rono l’opera di evangelizzazione. Nel
delle reliquie a Roma. Caduta nel di- 1596 i missionari che avevano trasgre-
menticatoio la traslazione, è rimasta dito l’ordine furono arrestati e croci-
la conversione. fissi a Nagasaki il 5 febbraio 1597: tre
Gesuiti, fra i quali P.M., sei France-
Paolo di Tebe, san (o San Paolo eremita;
scani, diciassette laici giapponesi e
in sardo, Santu Paulu) Santo (Tebe,
tre bambini. Canonizzati da Pio IX
227/230-?, 340/344). Eremita, nacque da
(1862). P.M. «dalla croce pronunciò il
una ricca famiglia. Quando Decio ob-
suo ultimo sermone». [ADRIANO VARGIU]
bligò i cittadini (250) a partecipare alle
Festa Si festeggia il 6 febbraio.
cerimonie religiose pagane, pena la
morte, si ritirò nel deserto. Sant’Anto- Paolo Sorba Editore Casa editrice fon-
nio Abate – dice la leggenda – andò a data nel 1989 a La Maddalena dal li-
trovarlo e P. di T., sentendosi prossimo braio Paolo Sorba, si è specializzata
a morire, gli chiese di seppellirlo con il nella pubblicazione di opere intese al
mantello che Sant’Atanasio, vescovo di recupero della storia, la memoria e la
Alessandria, aveva donato ad Antonio cultura dell’arcipelago della Madda-
(e non a P. di T., come erroneamente lena. Tra i titoli in catalogo si segna-
riporta qualche testo). Antonio tornò e lano i volumi: Isole e insularità futura;
lo trovò morto, cantò inni e salmi, av- Giuseppe Garibaldi. La riscoperta di un
volse il corpo nel mantello di Sant’Ata- Eroe; La Spiaggia Rosa e l’Isola di Bu-
nasio e lo seppellı̀. Morı̀ all’età di cen- delli. La casa editrice dà vita anche alla
totredici-centoquattordici anni. San pubblicazione periodica ‘‘Almanacco
Girolamo, che lo definı̀ ‘‘principe della maddalenino’’. [MARIO ARGIOLAS]
vita monastica’’, ne scrisse la Vita, al-
quanto inattendibile. L’esistenza del
santo è stata sempre messa in dubbio
dagli storici.
In Sardegna Patrono di Tempio Pausa-
nia. Il suo culto è stato diffuso dai Bi-
zantini. A Fonni, nella chiesa della Ma-
donna dei Martiri, figura in una tela
attribuita a Giovan Francesco Barbieri
detto il Guercino (1591-1666). [ADRIANO
VARGIU]
Festa Si festeggia il 15 gennaio; la
prima domenica di settembre a Tem-
pio Pausania. Sagre estive e in altre Papavero – Rosolacci durante la fioritura.
date durante l’anno.
Paolo Miki, san (in sardo, Santu Miki) Papavero Nome di varie specie di
Santo (Tounucumada, Giappone, 1562- piante della famiglia delle Papavera-
Nagasaki 1597). Gesuita martire, figlio cee. 1. Il rosolaccio (Papaver rhoeas L.)
di un ufficiale dell’esercito. Quando il è una piccola piantina fragile, rag-
potente capo militare giapponese Taı̈- giunge 50-60 cm di altezza; lo stelo è
cosama (Toyotomi Hideyoshi) nel 1587 peloso, quasi spinescente, e se reciso

121

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 127


Papi

ne fuoriesce un lattice bianco; le foglie fiori, solitari sugli steli, sono grandi,
sono profondamente incise in diversi con 4 petali gialli e macchia centrale
segmenti spatolati nel margine; i fiori bruno-marrone; cresce sulle sabbie e
grandi, solitari su un lungo stelo, in genere lungo le coste, dove fiorisce
hanno 4 petali rosso acceso, con la per tutta l’estate. Nomi sardi: babaoi
base macchiata di nero, come il grosso corrudu, pabauli grogu. [MARIA IMMACO-
pistillo e i numerosi stami; il frutto è LATA BRIGAGLIA]
una capsula ovale, con un tipico ‘‘cap- Papi, Evelina Soprano (Cagliari 1901-
puccio’’ stellato, contenente moltis- ivi?, seconda metà sec. XX). Studiò
simi semi neri; comunissima e infe- canto e pittura a Milano; come can-
stante, cresce in primavera e fiorisce tante esordı̀ giovanissima alla Scala e
sino all’inizio dell’estate in campi col- in seguito percorse una brillante car-
tivati e prati incolti; le intense fiori- riera cantando nei maggiori teatri
ture colorano le campagne di maggio e d’Europa sotto la guida di grandi mae-
giugno, sia con note monocromatiche, stri come Toscanini. Analoghi successi
che in combinazione con altre piante, ottenne con le sue delicate pitture, che
come quando tra l’oro del grano ma- espose nelle maggiori città italiane.
turo il p. si mischia con il giallo del cri- Papi, Luigi Giurista (n. Cagliari 1920).
santemo campestre e il viola dei gla- Conseguita la laurea si è dedicato all’e-
dioli selvatici. In Sardegna non cresce sercizio della professione di avvocato e
spontaneo. 2.. Il p. domestico, o p. da ha approfondito gli studi di diritto ma-
oppio (Papaver somniferum L. o offici- rittimo divenendo in pochi anni un
nale), è coltivato per le dimensioni del esperto di rilievo. Membro dell’Asso-
fiore e per i semi aromatici. Nella me- ciazione italiana di Diritto marittimo,
dicina popolare il p. è noto per le sue è autore di numerose pubblicazioni di
proprietà sedative e narcotiche: infusi notevole livello scientifico tra cui si se-
di petali essiccati facilitano il sonno, gnala la monografia Note di istituzioni
mentre in associazione con altre es- di diritto della navigazione, 1947.
senze può calmare la tosse o essere un Papiros Casa editrice fondata nel 1989
efficace ansiolitico. I ragazzi in passato a Nuoro da Diego Corraine. È specia-
si divertivano a ‘‘marchiarsi’’ con il lizzata nella pubblicazione di opere in
frutto del p., imprimendo sulla pelle la lingua sarda (anche periodici), sia per
stella della capsula, mentre le giovani adulti che per ragazzi. Annovera le col-
traevano auspici sulla sorte dei loro lane ‘‘S’arvore ’e sa mela’’ di narrativa,
amori aprendo i boccioli verdi e rite- ‘‘Mariposas’’, di poesia, ‘‘Sa primas
nendo di buon augurio scoprire i petali iscopertas’’, con testi didattici per
già rossi. Nomi sardi: atzanda (nuo- bambini, molto curati e riccamente il-
rese); babaòli, pabaule (campidanese); lustrati. [MARIO ARGIOLAS]
paparre, pappàvaru (logudorese); pu- Papoff, Giusi Intellettuale e editrice
busgia (sassarese). 3.. Il p. cornuto (Cagliari 1952-ivi 2003). Dopo aver con-
(Glaucium flavum Crantz) appartiene seguito la laurea in Scienze politiche si
a un diverso genere, ma alla stessa fa- dedicò con passione alla promozione
miglia: è un’erbacea con gli steli glabri di iniziative culturali, collaborando
che emettono un lattice giallo, vele- con l’emittente televisiva cagliaritana
noso; le foglie, ricoperte di radi peli Videolina per la produzione di pro-
biancastri, sono profondamente incise grammi televisivi per bambini. Nel
in segmenti dal margine arricciato; i 1990 contribuı̀ a fondare la casa edi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 128


Paradiso

trice Tam Tam che diresse per anni. Ha ras), ‘‘Bollettino degli interessi sardi’’,
lasciato un libro per ragazzi, Zuzù rac- 1974; Sassari: la città e il comune, 1982.
conta la Sardegna nella storia. I Fenici, i Paracchini, Roberto Giornalista, scrit-
Punici i Romani, consulenza scienti- tore, editore (n. Bortigali 1951). Dopo
fica di M. Frau, 1997. essersi laureato in Filosofia si è dedi-
Pappai biancu Piatto tipico della ga- cato per alcuni anni all’insegnamento,
stronomia sarda. È in realtà un budino passando poi al giornalismo. È giorna-
caratteristico delle zone interne, che lista professionista dal 1984. A partire
costituisce un ottimo dessert. Si pre- dal 1981 ha diretto per alcuni anni la
para facendo stemperare in un tegame rivista culturale ‘‘Ossidiana’’. Nel 1992
di coccio l’amido di un bicchiere di ha fondato e dirige la casa editrice De-
mos, che si è segnalata per la produ-
latte freddo: la mistura cosı̀ ottenuta
zione di opere di elevata qualità; au-
viene unita ad 1 l di latte, il tutto quindi
tore di interessanti monografie, ha so-
rimestato facendovi sciogliere anche
prattutto promosso la divulgazione dei
circa 200 g di zucchero. Il composto
problemi della ricerca scientifica. At-
che si ottiene viene fatto sobbollire a
tualmente fa parte della redazione ca-
fuoco lento avendo cura che si con-
gliaritana de ‘‘La Nuova Sardegna’’.
densi: a questo punto si uniscono al
Tra i suoi scritti: Sardegna, storie di ter-
tutto scorzette di limone, vaniglia e ac-
rorismo (con Giovanna Maria Bellu),
qua di fior d’arancio, continuando a
1983; Davide e Golia. Scienza e ricerca
mescolare delicatamente e continua-
in Sardegna dalle cefalosporine ai laser,
mente in modo che il tutto si amalgami 1989; Demos. Ricerca scientifica in Sar-
bene. Versato in un recipiente di coc- degna, 1991; Il signore delle cefalospo-
cio, viene tenuto al fresco e servito rine, 1992; Poetto nel cuore, 2002; Un sa-
freddo. Oggi il frigorifero toglie dal- murai della scienza, 2004.
l’imbarazzo e ci consente di gustare il
Paradisi, Vasco Sacerdote e intellet-
piatto come lo desideriamo: un tempo
tuale (n. San Benedetto del Tronto
il risultato era ottenuto riponendo per
1934). Ordinato sacerdote nel 1960, è
ore il budino nei locali più freddi delle
giunto in Sardegna poco tempo dopo.
case o nel pozzo da dove veniva tirato
Ha legato il suo nome all’apostolato e
fuori al momento di andare in tavola.
alle iniziative sociali a favore degli abi-
Papurello Ciabattini, Alfredina Do- tanti del quartiere proletario cagliari-
cente di Geografia (n. La Spezia 1931). tano di Sant’Elia, dove per molti anni è
Dopo aver conseguito la laurea si è de- stato parroco. Negli anni Ottanta è
dicata all’insegnamento prima negli stato nominato delegato episcopale
istituti secondari superiori e poi nel- per i problemi sociali; in seguito è stato
l’Università. Nel 1992 è diventata pro- nominato docente di Teologia pasto-
fessore associato di Geografia, inse- rale nell’Istituto di Scienze religiose
gnando a lungo presso la Facoltà di di Cagliari; dal 1992 canonico e vicario
Lettere dell’Università di Sassari. Ha capitolare.
al suo attivo una serie di saggi, tra cui Paradiso, Giuseppe Stanislao Reli-
alcuni dedicati all’isola di Tavolara, gioso (Cagliari, seconda metà sec.
alla quale è particolarmente legata; XVIII-Ales 1823). Vescovo di Ampurias
tra gli altri: Le vicende dell’insedia- e Civita dal 1808 al 1819, vescovo di
mento umano e gli aspetti socio econo- Ales dal 1819 al 1823. Uomo di grande
mici dell’Anglona (con M. Addis Mar- cultura, laureato in Teologia, dap-

123

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 129


Parasuli

prima fu parroco di diversi villaggi della regione. Essi sono stati indivi-
della diocesi, tra cui Gergei. Divenuto duati nelle seguenti aree:
parroco di Sant’Eulalia a Cagliari, in- 1. Sette Fratelli-Monte Genis (=), con
segnò Teologia presso l’Università e una superficie di 58 456 ha compresi
nel 1808 fu nominato vescovo di Ampu- nei territori comunali di 9 comuni
rias e Civita. Resse la diocesi fino al (Burcei, Castiadas, Maracalagonis,
1819, quando fu trasferito in quella di Quartucciu, Quartu Sant’Elena, San
Ales. Vito, Sinnai, Villasalto, Villasimius). I
Sette Fratelli hanno ambienti rocciosi
Parasuli Antico villaggio situato in lo-
e caverne che devono essere conser-
calità non identificata. Faceva parte
vati. Hanno inoltre laghetti interni,
del giudicato di Cagliari, compreso
fiumi, macchia mediterranea, am-
nella curatoria di Dolia. Caduto il giu-
dicato, nella divisione del 1258 fu in- bienti boschivi, cave dismesse, prate-
cluso nei territori assegnati ai conti di rie montane, praterie montane albe-
Capraia. Alla loro estinzione passò rate, praterie e pascoli di pianura e de-
nelle mani del giudice d’Arborea, ma gli altipiani che debbono essere com-
nel 1295 Mariano II lo incluse nei terri- pensati ecologicamente. Vi sono state
tori ceduti al Comune di Pisa. Scop- individuate 115 specie che si riprodu-
piata la guerra per la conquista della cono nel suo territorio e 22 specie mi-
Sardegna, il villaggio passò agli Arago- nacciate, di cui il grillaio e il cervo
nesi e fu incluso nel Regnum Sardiniae. sardo hanno rilevanza mondiale.
Subito dopo, però, cominciò a deca- 2. Giara di Gesturi (=), con una superfi-
dere e in pochi anni si spopolò comple- cie di 12 102 ha compresi nei territori
tamente. comunali di 14 comuni (Albagiara, As-
solo, Barumini, Genoni, Genuri, Ge-
Parati (Páratoi) Popolazione della Sar- sturi, Gonnosnò, Nuragus, Nureci, Se-
degna romana priva di organizzazione nis, Setzu, Sini, Tuili, Usellus). La
urbana e dedita a compiere azioni di Giara di Gesturi ha ambienti rocciosi
razzia nell’isola e di pirateria nelle ac- dell’interno e caverne che devono es-
que del Tirreno. I P. sono menzionati da sere conservati. Ha inoltre zone umide
Strabone congiuntamente agli Aconiti, interne, macchia mediterranea, am-
ai Sossinati e ai Balari. (= Aconiti). bienti boschivi, praterie e pascoli di
[PIERGIORGIO FLORIS]
pianura e degli altipiani che debbono
Parchi naturali della Sardegna Nel essere compensati ecologicamente. Vi
1989, con l’entrata in vigore della L.R. sono state individuate 102 specie che si
n. 31, fu individuato il sistema delle riproducono nel suo territorio e 11 spe-
aree protette della Sardegna. In esse è cie minacciate, fra cui il grillaio ha ri-
prevista l’istituzione di 9 parchi natu- levanza mondiale.
rali, 60 riserve naturali (=), 24 monu- 3. Limbara (=), con una superficie di
menti naturali (=) e 16 aree di rile- 19 833 ha compresi nei territori comu-
vante interesse naturalistico distri- nali di 4 comuni (Berchidda, Calangia-
buiti su una superficie complessiva di nus, Oschiri, Tempio Pausania). Il Lim-
4200 km2, corrispondenti al 17% del bara ha ambienti rocciosi e caverne
territorio della regione. Nel sistema che devono essere conservati. Ha inol-
delineato i parchi naturali hanno una tre laghetti, fiumi, macchia mediterra-
superficie complessiva di 3340 km2 e nea, ambienti boschivi, cave dismesse,
interessano il 14% della superficie praterie montane alberate, praterie e

124

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 130


Parchi naturali della Sardegna

pascoli di pianura che devono essere Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Vil-
compensati ecologicamente. Vi sono laurbana, Villa Verde). Il monte Arci
state individuate 119 specie che si ri- ha ambienti rocciosi dell’interno e ca-
producono nel suo territorio e 21 spe- verne che devono essere conservati.
cie minacciate di cui il grillaio ha rile- Ha inoltre zone umide interne, laghetti
vanza mondiale. interni, fiumi, macchia mediterranea,
4. Sulcis (=), con una superficie di ambienti boschivi, praterie montane,
68 868 ha compresi nei territori comu- praterie montane alberate, praterie e
nali di 15 comuni (Assemini, Capo- pascoli di pianura e degli altipiani che
terra, Domus de Maria, Masainas, Nar- debbono essere compensati ecologica-
cao, Nuxis, Pula, Santadi, Sarroch, Si- mente. Vi sono state individuate 104
liqua, Teulada, Uta, Villamassargia, specie che si riproducono nel suo terri-
Villaperuccio, Villa San Pietro). Il Sul- torio e 12 specie minacciate, fra cui il
cis ha ambienti rocciosi dell’interno e grillaio ha rilevanza mondiale.
caverne che devono essere conservati. 7. Marghine-Goceano (=), con una su-
Ha inoltre laghetti interni, fiumi, mac- perficie di 36 782 ha compresi nei terri-
chia mediterranea, ambienti boschivi, tori comunali di 15 comuni (Anela, Bi-
cave dismesse, praterie montane, pra- rori, Bolotana, Bono, Bonorva, Borti-
terie montane alberate, praterie e pa- gali, Bottidda, Bultei, Burgos, Espor-
scoli di pianura e degli altipiani che latu, Illorai, Lei, Macomer, Pattada, Si-
debbono essere compensati ecologica- lanus). Il Marghine-Goceano ha am-
mente. Vi sono state individuate 120 bienti rocciosi dell’interno e caverne
specie che si riproducono nel suo terri- che devono essere conservati. Ha inol-
torio e 26 specie minacciate, fra cui il tre zone umide interne, laghetti in-
grillaio e il cervo sardo hanno rile- terni, fiumi, macchia mediterranea,
vanza mondiale. ambienti boschivi, praterie montane,
5. Monte Linas-Marganai, con una su- praterie montane alberate, praterie e
perficie di 22 200 ha compresi nei terri- pascoli di pianura e degli altipiani che
tori comunali di 5 comuni (Domusno- debbono essere compensati ecologica-
vas, Fluminimaggiore, Gonnosfana- mente. Vi sono state individuate 114
diga, Iglesias, Villacidro). Il monte Li- specie che si riproducono nel suo terri-
nas-Marganai ha ambienti rocciosi del- torio e 21 specie minacciate fra cui il
l’interno e caverne che devono essere grillaio, il nibbio e la gallina prataiola
conservati. Ha inoltre laghetti interni, hanno rilevanza mondiale.
fiumi, macchia mediterranea, am- 8. Montiferru-Sinis (=), con una super-
bienti boschivi, praterie montane e ficie di 41 664 ha compresi nei territori
praterie montane alberate che deb- comunali di 12 comuni (Bonarcado, Ca-
bono essere compensati ecologica- bras, Cuglieri, Milis, Narbolia, Nura-
mente. Vi sono state individuate 109 chi, Oristano, Riola Sardo, Santu Lus-
specie che si riproducono nel suo terri- surgiu, San Vero Milis, Scano di Monti-
torio e 19 specie minacciate, fra cui il ferro, Seneghe). Il Montiferru Sinis ha
grillaio e il cervo sardo hanno rile- coste rocciose, piccole isole e scogli di-
vanza mondiale. sabitati, ambienti rocciosi dell’interno
6. Monte Arci, con una superficie di e caverne che devono essere conser-
13 160 ha compresi nei territori comu- vati. Ha inoltre coste sabbiose, dune
nali di 11 comuni (Ales, Marrubiu, Ma- costiere, zone umide costiere, zone
sullas, Morgongiori, Palmas Arborea, umide interne, laghetti interni, fiumi,

125

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 131


Parchi nazionali della Sardegna

macchia mediterranea, gariga co- come uno strumento di sviluppo: pur-


stiera, ambienti boschivi, cave di- troppo incomprensioni, differenti va-
smesse, praterie montane, praterie e lutazioni politiche e incapacità proget-
pascoli di pianura e degli altipiani che tuali hanno finora impedito ai parchi
debbono essere compensati ecologica- di entrare veramente in funzione.
mente. Vi sono state individuate 155 Parchi nazionali della Sardegna Tra
specie che si riproducono nel suo terri- il 1994 e il 1999 sono stati istituiti in
torio e 50 specie minacciate fra cui il Sardegna quattro parchi nazionali. Ad
grillaio, la gallina prataiola e il cervo essi è affidato il compito di salvaguar-
sardo hanno rilevanza mondiale. dare da un irrazionale sfruttamento tu-
9. Molentargius (=), con una superficie ristico altrettante località di partico-
di 1622 ha compresi nei territori comu- lare valore naturalistico e paesaggi-
nali di 2 comuni (Cagliari, Quartu San- stico.
t’Elena). È una zona umida con un’oasi
faunistica individuata nelle vicinanze
di Cagliari.
Ciascuna delle aree che dovrebbero
costituire il territorio dei parchi è com-
posta da una pluralità di ecosistemi,
ciascuno dei quali ha una funzione di
conservazione, di compensazione eco-
logica, di produzione. Nel territorio
dei parchi sono inseriti anche i centri
urbani, ciascuno dei quali, singolar-
mente o congiuntamente agli altri, do-
Parchi nazionali della Sardegna – Parco
vrebbe concorrere a individuare la di- dell’Arcipelago di La Maddalena:
versità tra il territorio destinato a l’isola della Maddalena vista dai rilievi
parco e il resto del territorio regionale, dell’isola di Caprera.
e contribuire a determinare i motivi
per cui l’area viene protetta. Inoltre, 1. Parco dell’Arcipelago di La Madda-
in ciascuno dei parchi la legge indivi- lena. Fu il primo a essere istituito con
dua le specie di anfibi, rettili, uccelli e decreto del presidente della Repub-
mammiferi in pericolo di estinzione blica, maggio 1996. Si stende su una su-
che si riproducono nel suo territorio, perficie di 50 km 2 per complessivi
il cui habitat è da proteggere. Una volta 12 000 ha in parte di terra e in parte di
entrati in funzione i parchi naturali mare con uno sviluppo di 180 km di co-
avrebbero il compito di tutelare e valo- ste. Comprende le isole dell’arcipe-
rizzare gli ecosistemi individuati nel lago, gli isolotti del territorio del co-
loro territorio; promuovere pro - mune di La Maddalena e altri isolotti
grammi di studio e di ricerca sulle pe- come il Mortorio e Scogli. Nel 1996 fu
culiarità naturali del territorio; pro- raggiunta un’intesa tra Stato e Regione
muovere tutte le attività economiche sarda per lo sviluppo del parco e per la
capaci di valorizzare l’ambiente pro- valorizzazione delle attività di pesca,
tetto e di creare occupazione per i resi- di navigazione, di cantieristica navale,
denti; promuovere attività ricreative e di turismo e delle altre attività compa-
turistiche sul territorio. La legge tibili con lo status del parco. In futuro il
quindi concepisce la loro costituzione parco verrà compreso come parte ita-

126

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 132


Pardo

liana nel Parco marino internazionale popolazioni locali hanno sempre ri-
delle Bocche di Bonifacio. vendicato un ruolo più importante
2. Parco dell’Asinara. È stato istituito nelle decisioni che vengono prese nei
nel 1997 dopo che il Ministero di Grazia confronti del loro territorio. Questa le-
e Giustizia aveva chiuso gli stabili- gittima aspirazione – all’interno della
menti di pena ospitati nell’isola. Il quale si muovono anche interessi di ca-
parco si stende su una superficie di tegorie, di gruppi e di singoli meno pre-
circa 50 km2 interamente compresi nel occupati dell’utilità generale – ha atti-
territorio del Comune di Porto Torres; vato un serrato confronto con il go-
con la sua istituzione si intende salva- verno e la stessa Regione sarda. Ogni
guardare il patrimonio naturalistico e alternativa progettuale viene messa in
ambientale dell’isola e favorirne la co- discussione, sicché il tempo di un ac-
noscenza. cordo generale e definitivo non pare
3. Parco di Villasimius. È stato istituito prossimo.
nel 1999 come area marina protetta
sulla base di una convenzione tra Mini-
stero dell’Ambiente, Regione sarda e
comune di Villasimius. Comprende l’a-
rea del capo Carbonara e delle isole di
Serpentara e dei Cavoli interamente
inclusa nel territorio del comune di
Villasimius; si prefigge di salvaguar-
dare e di valorizzare il grande patrimo-
nio naturalistico e ambientale che pos-
siede.
4. Parco del Gennargentu. Ha una su-
perficie di 590 km2 compresi nei terri-
tori comunali di 14 comuni (Aritzo, Ar-
zana, Baunei, Desulo, Dorgali, Fonni,
Gairo, Oliena, Orgosolo, Seui, Talana,
Urzulei, Usassai, Villagrande). Un ter- Parchi nazionali della Sardegna – Parco del
ritorio molto vasto, di coste e aree in- Gennargentu: la costa tra Cala Gonone
terne, ha coste rocciose, piccole isole e e Cala Fuili.
scogli disabitati, ambienti rocciosi del-
l’interno e caverne che devono essere Pardelli, Gianfranco Musicista (n. Ca-
conservati. Ha inoltre coste sabbiose, gliari 1942). Dopo avere studiato
laghetti interni, fiumi, macchia medi- presso il Conservatorio di Cagliari si è
terranea, ambienti boschivi, cave di- trasferito a Milano, dove è entrato a far
smesse, praterie montane, che deb- parte dell’orchestra ‘‘I personaggi mu-
bono essere compensati ecologica- sicali’’, imponendosi all’attenzione ge-
mente. Vi sono state individuate 130 nerale come oboista di livello assoluto.
specie che si riproducono nel suo terri- Ha ottenuto riconoscimenti in Italia e
torio e 36 specie minacciate, fra cui il all’estero e ha fatto parte dell’orche-
grillaio, il gabbiano corso, la foca mo- stra sinfonica della RAI.
naca e il cervo sardo hanno una rile- Pardo Famiglia di origine aragonese
vanza mondiale. La storia del Parco è (sec. XV). Un suo ramo si trasferı̀ in Sar-
molto complessa e ricca di tensioni: le degna con un Ferdinando al seguito di

127

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 133


Pardo

Martino il Giovane. Nel 1420 i P. acqui- cisabile del giudicato, compreso nella
starono dai Ferrari il feudo di Sedilo; curatoria di Parte Montis. Dopo la con-
nel 1455 lo rivendettero a Salvatore Cu- quista aragonese, investito dalle ope-
bello che in seguito lo unı̀ al marche- razioni militari durante le guerre tra
sato d’Oristano. Si presume che subito Aragona e Arborea, fu abbandonato
dopo abbiano lasciato la Sardegna. dai suoi abitanti prima della fine del
Pardo, Ferdinando Uomo d’armi (Ca- secolo XIV.
talogna, fine sec. XIV-Oristano, 1440 Pardu3 (o Ardu) Villaggio situato nelle
ca.). Giunse in Sardegna con Martino campagne di Musei; faceva parte del
il Giovane e prese parte alla battaglia gidicato di Cagliari, compreso nella cu-
di Sanluri. Negli anni seguenti si se- ratoria del Sigerro. Fu incluso nei ter-
gnalò nella repressione degli ultimi ritori toccati dopo il 1258 ai Della Ghe-
tentativi di ribellione seguiti alla ca- rardesca. Quando alcuni anni dopo si
duta del giudicato d’Arborea. Nel 1420 procedette a una seconda divisione
acquistò dai Ferrari il feudo di Sedilo. tra i due rami della famiglia, fu com-
Pardu1 Antico villaggio del giudicato di preso nella parte del ramo del conte
Cagliari compreso nella curatoria del Ugolino. Prima della fine del secolo
Sols in località imprecisata. Dopo che XIII i figli del conte, come conseguenza
il giudicato cessò di esistere, nella di- della guerra che avevano scatenato
visione del 1258, fu incluso nei territori contro il Comune di Pisa per vendicare
toccati ai Della Gherardesca. Quando la morte del padre, ne persero il con-
poi, alcuni anni dopo, si procedette a trollo; da quel momento il villaggio
una seconda divisione tra i due rami venne amministrato da funzionari pi-
della famiglia, fu compreso nella parte sani. Subito dopo la conquista arago-
del ramo del conte Ugolino. Prima nese entrò a far parte del Regnum Sar-
della fine del secolo XIII, i figli del diniae e fu concesso in feudo a Pietro
conte, come conseguenza della guerra de Stagno, i cui eredi nel 1330 lo cedet-
che avevano scatenato contro il Co- tero a Raimondo Entença. Quest’ul-
mune di Pisa per vendicare la morte timo morı̀ senza eredi poco dopo.
del padre, ne persero il controllo; da Dopo la peste del 1348 il villaggio co-
quel momento il villaggio venne ammi- minciò a spopolarsi e quando scoppiò
nistrato da funzionari pisani. Subito la seconda guerra tra Mariano IVe Pie-
dopo la conquista aragonese entrò a tro IV fu occupato dalle truppe arbo-
far parte del Regnum Sardiniae e nel rensi. La sua decadenza fu inarresta-
1328 fu riconosciuto come possesso al- bile, tanto che, dopo la battaglia di San-
lodiale a Pietro de Açen, alla cui morte luri fu abbandonato.
fu ereditato dal figlio Alibrando; la sua Pàrdula = Casadina
popolazione, però, cominciò a dimi- Parente, Pietro Religioso (Jaén, Spa-
nuire e dopo lo scoppio della seconda gna, seconda metà sec. XV-Alghero
guerra tra Pietro IV e Mariano IV, es- 1514). Vescovo di Ottana (Alghero) dal
sendosi Alibrando ribellato, il feudo 1503 al 1514 ca., inquisitore per la Sar-
fu confiscato. Poco dopo divenne tea- degna. Sacerdote di grande cultura,
tro delle operazioni, fu occupato dalle entrato nel Santo Uffizio nel 1495 fu no-
truppe giudicali e in pochi anni scom- minato inquisitore nel tribunale di
parve. Barcellona, dove operò fino al 1498.
Pardu2 Antico villaggio del giudicato Nel 1502 fu nominato inquisitore per
d’Arborea, situato in località non pre- la Sardegna e nel 1503 fu nominato ve-

128

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 134


Paringianu

scovo di Ottana. Trasferitosi nella sua sitanica: è meno diffusa e ha un habitat


diocesi, avviò anche qui l’Ufficio del- simile ma fresco e umido. Ha diverse
l’Inquisizione, ma nel 1507 la diocesi proprietà officinali: per l’alto conte-
fu unita a quella di Alghero per cui si nuto in nitrato di potassio, gli infusi
spostò nella città ‘‘catalana’’, dove delle foglie sono diuretici e depurativi,
morı̀ intorno al 1514. e gli impacchi esterni hanno azione de-
congestionante e cicatrizzante. Nomi
Paribeni, Roberto Archeologo (Roma
sardi: erba de bentu (campidanese); er-
1876-ivi 1956). Intrapresa la carriera
biéntu (Sarcidano); ispigulosa (Sarde-
universitaria, divenne professore di
gna centrale); prigurosa (sassarese).
Archeologia e storia antica presso l’U-
[MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
niversità Cattolica di Milano. Compı̀
spedizioni e scavi in Egitto e in Asia Pariglias Esibizione caratteristica
Minore e, tornato in Italia, tra il 1928 e delle manifestazioni equestri della
il 1933 ebbe l’incarico di soprinten- Sardegna. Come dice il termine (deri-
dente alle Antichità di Roma e di diret- vato con ogni plausibilità dallo spa-
tore generale delle Antichità. Nel 1923 gnolo), indica una specialità in cui due
fu nominato accademico dei Lincei e cavalieri (‘‘un paio’’, da cui il nome) si
nel 1929 accademico d’Italia. Dedicò esibiscono correndo in piedi sul dorso
alla Sardegna il saggio Pani di rame di cavalli lanciati al galoppo. Da questa
dell’Egeo rinvenuti in Sardegna, ‘‘Bul- figura di base nascono diverse varia-
lettino di Paletnologia italiana’’, 1907. zioni, che negli ultimi anni sono andate
crescendo col moltiplicarsi delle mani-
Parietaria Pianta erbacea perenne
festazioni folcloristiche a uso dei turi-
della famiglia delle Urticacee (P. dif-
sti. Le espressioni più antiche sono te-
fusa Mert. et Koch) detta anche ve-
stimoniate da Alberto Lamarmora, che
triola, perché i cristalli di ossalato e
le descrisse all’interno delle corse a ca-
carbonato di calcio, di cui sono ricche
vallo del Carnevale cagliaritano (anni
le foglie, la rendevano adatta a disin-
Venti dell’Ottocento). È ovvio, peraltro,
crostare gli oggetti di vetro; piccola
che esse esistessero già da prima. Que-
erba perenne, fusti fragili, pelosi e ap-
sto tipo di esibizione è caratteristico
piccicosi; le foglie sono ovali, con apice
delle zone a più intenso allevamento
appuntito, ruvide nella pagina supe-
equino, in particolare una vasta re-
riore e vellutate in quella inferiore; i
gione il cui centro può essere indicato
fiori sono piccoli, poco appariscenti,
nel lago Omodeo: dalle manifestazioni
in grappoli arrotondati all’ascella fo-
collaterali dell’ardia di Sedilo alla Car-
gliare; i frutti sono minuscoli acheni
rela a innanti di Santu Lussurgiu la
rotondi e lisci. Cresce, quasi infe-
corsa a p. si è poi spostata verso altre
stante, sui muri, ai bordi delle strade,
zone dell’isola. La difficoltà e anche la
in ambienti sia rurali che urbani: per
pericolosità dell’esercizio ne fanno
questo è conosciuta infatti anche con il
una delle prove in cui i cavalieri imma-
nome di muraiola. Nei paesi, i bambini
ginano di certificare la propria balen-
usavano le foglie come ‘‘decorazioni’’,
tı̀a, in cui si uniscono le capacità tecni-
sfruttandone la capacità di rimanere
che del dominio della cavalcatura e la
attaccate ai tessuti. Il suo polline è al-
sfida al rischio che l’esercizio com-
tamente allergenico. Le parti tenere
porta.
possono essere cucinate e usate per
frittate, risotti e ripieni di ravioli. In Paringianu Centro abitato della pro-
Sardegna cresce anche la specie P. lu- vincia di Carbonia-Iglesias, frazione

129

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 135


Paris

di Portoscuso (da cui dista 6 km), con bientali, architettonici e artistici per le
circa 700 abitanti, posto a 16 m sul li- province di Sassari e Nuoro. Studiosa
vello del mare a sud-est del comune ca- della storia dell’arte sarda medioevale
poluogo, nei pressi del litorale prospi- e moderna. Tra i suoi scritti: I dipinti
ciente le isole sulcitane. Regione sto- della chiesa parrocchiale di Codrongia-
rica: Cixerri. Diocesi di Iglesias. nus, ‘‘Archivio storico sardo di Sas-
& TERRITORIO Il territorio è costituito sari’’, IX, 1983; La pittura e la scultura
da una breve pianura che si stende tra dalle origini al Novecento, in La provin-
le ultime propaggini dei rilievi dell’I- cia di Sassari. La civiltà e l’arte, 1983; Gli
glesiente e la linea di costa. Nei pressi altari lignei dell’Anglona, 1984; Para-
della frazione scorre con l’ultimo tratto menti liturgici nella Sardegna setten-
del suo corso il rio Flumentepido, che trionale, in Arte e cultura nella Sarde-
forma anche alcuni piccoli stagni nei gna del ’600 e del ’700 (a cura di Tatiana
quali trova spazio tra l’altro la pe- Kirova), 1984; Il palazzo Giordano Apo-
schiera di Bau Cerbus. Le comunica- stoli di Sassari, ‘‘Archivio storico sardo
zioni sono assicurate da una bretella di Sassari’’, XII, 1985; Espressioni ar-
che si distacca dalla statale 126 colle- chitettoniche e artistiche dal XIII al XVI
gando anche Portoscuso. secolo, in Sassari. Le origini, 1989; Gli
& STORIA Questa regione è stata a arredi lignei, in Il restauro dell’Oratorio
lungo disabitata, e a partire dal secolo del Rosario di Ploaghe, 1989; La scultura
XVI fu spesso teatro di sbarchi di cor- lignea nel territorio del Goceano, ‘‘Sa-
sari barbareschi. Solo dopo che nel cer’’, I, 1994; Le opere d’arte nelle chiese
corso del secolo XVII furono costruite di Bosa, ‘‘Sacer’’, II, 2, 1995; Le chiese di
lungo le coste del Sulcis alcune torri di Bosa, ‘‘Sacer’’, III, 1, 1996; Il Museo na-
difesa e cominciò a svilupparsi la vi- zionale del Compendio garibaldino di
cina Portoscuso la zona prese a essere Caprera, in Guida ai Musei e alle colle-
frequentata dai pastori che col tempo zioni della Sardegna, 1997.
vi si stanziarono costruendovi alcuni
Parisi, Arturo Sociologo, deputato al
furriadroxius. L’attuale villaggio ebbe
Parlamento (n. San Mango Piemonte
origine nell’Ottocento in conseguenza
1940). Nato in Campania, si è trasferito
dello sviluppo di uno di questi insedia-
fin da bambino a Sassari con la fami-
menti.
glia. Qui è cresciuto ed è stato avviato
& ECONOMIA Le attività di base della
agli studi: compiuti quelli liceali al col-
sua economia sono l’agricoltura, in legio militare napoletano ‘‘La Nunzia-
particolare l’orticoltura e la frutticol- tella’’, si è laureato in Giurisprudenza
tura; l’allevamento del bestiame, in
a Sassari discutendo la tesi di Dottrina
particolare bovini e suini. Negli ultimi
dello Stato con Antonio Pigliaru. Assi-
decenni si sta sviluppando anche l’atti-
stente di Statistica nell’Università di
vità industriale legata a quella della vi-
Sassari, ha cominciato a impegnarsi
cina Portoscuso. È discretamente orga-
più intensamente nelle attività orga-
nizzata la rete di distribuzione com-
nizzative dell’Azione Cattolica, in cui
merciale.
è stato segretario e poi vicepresidente
Paris, Wally Studiosa di storia dell’arte nazionale del settore giovanile quando
(n. Pirano 1941). Laureata in Lettere, è presidente era Vittorio Bachelet, che
entrata nella carriera del Ministero considera suo maestro. Trasferitosi a
dei Beni culturali. Attualmente lavora Bologna, che è ora diventata la sua
presso la Soprintendenza ai Beni am- città di residenza, ha percorso la car-

130

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 136


Parlamento del Regno di Sardegna

riera universitaria, insegnando Socio- ponenti della società isolana. La prima


logia delle religioni e quindi, da pro- riunione fu convocata in Cagliari dal re
fessore ordinario, Sociologia dei feno- Pietro IV nel gennaio 1355. A partire
meni politici; attualmente insegna So- dal secolo XV il Parlamento fu convo-
ciologia generale nella Facoltà di cato a scadenze regolari e la sua posi-
Scienze della Formazione dell’Univer- zione nell’ambito delle istituzioni del
sità di Bologna. Negli stessi anni, fra il Regno andò definendosi sempre più
1975 e il 1995, è stato direttore del pre- precisamente, fino a diventare l’istitu-
stigioso Istituto ‘‘Cattaneo’’ di ricerche zione essenziale per discutere le riven-
sociali e fra gli animatori della casa dicazioni locali, similmente a quanto
editrice Il Mulino, della cui omonima accadeva nelle Corts catalane. Nello
rivista è stato a lungo direttore. Molto stesso periodo si definı̀ l’organizza-
legato a Romano Prodi, di cui è consi- zione del Parlamento che veniva con-
gliere, è stato eletto per la coalizione vocato a Cagliari con inviti personali
dell’Ulivo in un collegio di Bologna (al- inviati dal viceré nei luoghi di resi-
cune fonti gli accreditano l’invenzione denza degli aventi diritto. Il giorno del-
del nome del movimento, memoria l’apertura dei lavori gli Stamenti si riu-
della sua mai interrotta frequenta- nivano al suono della campana nel Pa-
zione sassarese; altrettanto sarebbe lazzo del viceré e si avviavano con una
accaduto al momento di dare un nome processione solenne verso la catte-
e un logo al partito dei Democratici, drale dove il gran corteggio assisteva
‘‘l’Asinello’’) durante la legislatura al canto del Veni Creator. Terminata la
1996-2001 e riconfermato nelle elezioni cerimonia religiosa, venivano lette le
del 2001: durante il primo governo lettere reali nelle quali veniva comuni-
Prodi è stato sottosegretario alla presi- cato ai presenti il motivo che aveva in-
denza del Consiglio. Nel febbraio 2000 dotto il re a convocare il Parlamento e
è stato eletto presidente nazionale dei l’ammontare del donativo richiesto.
Democratici, poi conferiti nella Mar- Subito dopo i lavori dell’assemblea
gherita, della cui assemblea federale è avevano inizio. In questa occasione gli
attualmente presidente. Rieletto nel Stamenti venivano detti anche
collegio della Sardegna nel 2006, è mi- ‘‘Bracci’’. I lavori prevedevano riu-
nistro della Difesa nel governo Prodi. nioni dei singoli Stamenti, che avveni-
Parlamento del Regno di Sardegna vano in sedi separate (lo Stamento mi-
Fu istituito negli anni successivi alla litare si riuniva nella chiesa della Spe-
conquista catalano-aragonese secondo ranza attigua alla cattedrale, lo Sta-
il modello di quelli dei regni della pe- mento ecclesiastico nella sacrestia
nisola iberica, e in particolare delle della cattedrale e lo Stamento reale
Corts di Catalogna. Erano un’assem- nel Palazzo civico), e riunioni plenarie
blea periodica rappresentativa dei tre che si svolgevano in cattedrale o nel
ordini sociali del Regno detti Stamenti palazzo viceregio. Le assemblee plena-
(=): i nobili (Stamento militare), il rie erano presiedute dal viceré o da un
clero (Stamento ecclesiastico), i rap- suo delegato, le riunioni di Stamento
presentanti delle città reali (Stamento erano invece presiedute dalla rispet-
reale). La funzione principale del Par- tiva ‘‘prima voce’’ (=). I lavori inizia-
lamento sardo era quella di discutere vano con la nomina di quattro commis-
l’ammontare del donativo (=) da ver- sioni:
sare al re e la sua ripartizione tra i com- 1. Commissione degli abilitatori, compo-

131

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 137


Parlamento del Regno di Sardegna

sta da 6 rappresentanti, di cui 4 vrano sotto la forma di capitoli di corte


espressi dagli Stamenti più il procura- e venivano discusse le modalità di divi-
tore reale e il reggente la Reale Cancel- sione tra le singole classi del Regno del
leria. pagamento del donativo che il re ri-
2. Comitato dei trattatori, composto da chiedeva. In questa fase le discussioni
16 membri (4 scelti dal viceré, tra i facevano sorgere violenti contrasti sia
quali il reggente, il governatore di Ca- all’interno dei singoli Stamenti che nei
gliari e l’avvocato fiscale reale, e 12 rapporti interstamentali e in quelli tra
espressi, 4 per ciascuno, dai tre Sta- gli Stamenti e il viceré medesimo. In
menti). Questo organismo aveva il com- questa delicata fase, che poteva ritar-
pito di amministrare la parte residua dare lo svolgimento dei lavori del Par-
del donativo definito nel precedente lamento o far nascere all’interno degli
Parlamento e di stabilire l’ammontare Stamenti un’opposizione non control-
dei compensi da attribuire ai vari uffi- labile, avevano un ruolo determinante
ciali del Parlamento e ai sindaci che il comitato dei trattatori ma soprattutto
avrebbero dovuto recarsi in Spagna il comitato degli esaminatori dei gra-
per portare gli atti del Parlamento al vami e quello dei provvisori. Quando
re. infatti sorgevano contrasti, quasi sem-
3. Comitato degli esaminatori dei gra- pre di natura politica, in relazione al-
vami, detti anche giudici dei dissenti- l’ammontare del carico del donativo o
ments, composto da 12 membri (6 di no- in relazione alle richieste da fare al re
mina regia e 6 individuati dagli Sta- nei capitoli di corte, la procedura parla-
menti). Aveva un compito eminente- mentare prevedeva che questi fossero
mente politico, dovendo dirimere tutte comunicati dalla ‘‘prima voce’’ dello
le controversie che potevano nascere Stamento interessato al viceré entro
in seno agli Stamenti e nei rapporti in- trenta giorni dal loro insorgere: in at-
terstamentari. tesa che il comitato dirimesse la que-
4. Comitato dei provvisori, composto da stione, i lavori venivano bloccati. A
18 rappresentanti (6 di nomina regia e questo punto, per evitare che ciò avve-
12 espressi dagli Stamenti), che aveva nisse, entrava in funzione il comitato
il compito di giudicare le eccezioni sol- dei trattatori che, avendo a disposi-
levate in seno agli Stamenti o nei rap- zione i fondi residui del vecchio Parla-
porti degli Stamenti tra loro, cercando mento, poteva con una politica di com-
di evitare che il contrasto arrivasse ai pensi contribuire ad attenuare o addi-
giudici dei dissentiments. rittura risolvere i contrasti. Impor-
Nella fase preliminare avveniva la ve- tante era soprattutto la funzione del co-
rifica del possesso da parte degli invi- mitato dei provvisori, che aveva lo spe-
tati dei requisiti di ammissibilità: il cifico compito di giudicare le ecce-
compito era svolto dalla Commissione zioni che insorgevano prima che que-
degli abilitatori che, verificati i titoli, ste assumessero la forma del dissenti-
abilitavano formalmente gli interve- ment e bloccassero i lavori parlamen-
nuti a prendere parte ai lavori parla- tari; il comitato doveva agire politica-
mentari. mente, tentando di risolvere i contrasti
Subito dopo i lavori entravano nella in trenta giorni. Una volta che gli Sta-
loro fase più delicata. Nelle riunioni menti avevano concluso i lavori e che i
dei singoli Stamenti venivano elabo- capitoli di corte e le modalità di riparti-
rate le richieste da presentare al so- zione del donativo erano stati delibe-

132

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 138


Parlamento del Regno di Sardegna

rati, gli atti venivano presentati al vi- che morı̀ nel novembre successivo. A
ceré. A questo punto, se i capitoli di questo punto le funzioni di viceré fu-
corte venivano accettati dal viceré il rono restituite al Perez che finalmente
Parlamento in seduta plenaria era in concluse i lavori il 20 ottobre 1485.
condizione di votare il donativo. Il sin- 4. Parlamento straordinario Dusay-Re-
daco, scelto in seno allo Stamento mili- bolledo, 1495, 1497, 1500, 1504-1505,
tare, recava gli atti del Parlamento al 1508-1511. Convocato a Cagliari da
Supremo Consiglio d’Aragona per la Juan Dusay l’8 marzo 1495; sebbene il
definitiva approvazione dei capitoli di re chiedesse un donativo di 15 000 lire
corte: una volta udito il parere del Su- sarde all’anno per tre anni, il 30 ottobre
premo Consiglio, il re approvava il de- approvò un donativo di sole 6000 lire.
creto del viceré e il sindaco poteva tor- Riprese i suoi lavori l’8 marzo 1497 e fu
nare in Sardegna con i capitoli appro- interrotto il 1º aprile con l’offerta di un
vati e le relative lettere regie. A questo donativo non conforme alla richiesta
punto il viceré convocava il Parla- reale. I lavori ripresero il 20 gennaio
mento in seduta plenaria e comuni- 1500 e si conclusero il 25 con l’approva-
cava ufficialmente il contenuto dei zione di un donativo di 45 000 lire. Il
nuovi capitoli di corte. Dusay riconvocò un’altra volta il Parla-
PARLAMENTI A partire dal primo, svol- mento il 13 novembre 1504; i lavori fu-
tosi nel 1355, all’ultimo, svoltosi nel rono interrotti il 1º marzo 1505. Il
1698, i parlamenti sardi sono i se- nuovo viceré Fernando Giron de Re-
guenti: bolledo li riprese il 10 novembre 1508,
1. Parlamento di Pietro IV, 1355. Convo- furono terminati il 14 aprile 1511.
cato a Cagliari da Pietro IV il 23 gen- 5. Parlamento Vilanova 1518-1523. Con-
naio; furono invitati i feudatari, i rap- vocato a Cagliari dal viceré Angelo de
presentanti dei feudatari e degli eccle- Vilanova nel dicembre 1518, i suoi la-
siastici radunati nei tre Stamenti. Fu vori si conclusero nel maggio 1523.
istituito anche uno speciale Braccio di 6. Parlamento straordinario Vilanova,
sardi. I lavori si protrassero fino al 30 1528. Convocato a Cagliari dal viceré
aprile e si conclusero con la promulga- Angelo de Vilanova il 18 febbraio 1528
zione di quattro costituzioni. e concluso il 12 marzo dello stesso
2. Parlamento di Alfonso V, 1421. Convo- anno.
cato a Cagliari da Alfonso V il 26 gen- 7. Parlamento straordinario Cabrero,
naio; i suoi lavori, presieduti personal- 1530. Convocato a Sassari dal viceré
mente dal re, si conclusero il 6 feb- Martino Cabrero, iniziato nei primi
braio. Nel corso dei lavori il Parla- mesi del 1530 e concluso nel settembre
mento assunse la struttura che poi ri- dello stesso anno.
mase sostanzialmente immutata nei 8. Parlamento Cardona, 1543. Convo-
parlamenti successivi. cato a Cagliari dal viceré Antonio Car-
3. Parlamento Perez Escrivá, 1482-1483, dona agli inizi del 1543 e chiuso nell’ot-
1485-1485. Convocato a Oristano dal vi- tobre dello stesso anno.
ceré Ximén Pérez Escrivá de Romanı́ 9. Parlamento de Heredia, 1554. Convo-
nell’ottobre 1481 per la metà di novem- cato dal viceré Lorenzo Fernandez de
bre, aperto a Cagliari il 31 gennaio 1482 Heredia nel gennaio 1553; i suoi lavori
e interrotto il 14 aprile 1483 per la de- iniziarono il 15 marzo 1554 e si chiu-
stituzione del Perez. Fu ripreso il 4 giu- sero entro la fine dello stesso anno.
gno 1484 dal viceré Guglielmo Peralta 10. Parlamento Madrigal, 1558. Convo-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 139


Parlamento del Regno di Sardegna

cato a Cagliari dal viceré Alvaro Madri- gennaio 1632 dal viceré Prieto e chiuso
gal il 20 febbraio 1558; i suoi lavori ini- nel 1633.
ziarono il 10 dicembre dello stesso 19. Parlamento Avellano, 1642-1643.
anno e si conclusero prima del dicem- Convocato a Cagliari dal viceré Fabri-
bre 1561. zio Doria duca d’Avellano il 10 dicem-
11. Parlamento Coloma, 1573-1574. Con- bre 1641, i lavori cominciarono il 10
vocato a Cagliari dal viceré Juan Co- gennaio 1642 e si conclusero il 16 feb-
loma nel 1573; i suoi lavori iniziarono braio 1643.
il 15 maggio dello stesso anno e si con- 20. Parlamento Lemos, 1654-1656. Con-
clusero nell’ottobre 1574. vocato a Cagliari dal viceré Francesco
12. Parlamento Michele Moncada, 1583. De Castro Andrade conte di Lemos il 10
Convocato nel 1583 a Cagliari dal vi- marzo 1653, i lavori aprirono l’8 aprile
ceré Michele Moncada, apertosi il 28 1654; ripetutamente sospesi a causa
maggio dello stesso anno, si concluse della peste, si chiusero il 27 ottobre
entro la fine dell’anno prima della par- 1656.
tenza del Moncada. 21. Parlamento Camarassa, 1666-1668.
13. Parlamento Gastone Moncada, 1593- Convocato a Cagliari dal viceré Ema-
1594. Convocato a Cagliari dal viceré nuele de los Cobos marchese di Cama-
Gastone Moncada nel gennaio 1593; la rassa nel 1666, i lavori furono più volte
prima riunione si svolse il 12 luglio interrotti a causa del dissidio con gli
dello stesso anno e si concluse il 22 Stamenti e si conclusero nel 1668.
aprile 1594. 22. Parlamento Santisteban, 1677-1678.
14. Parlamento Coloma, 1602-1603. Con- Convocato a Cagliari dal viceré Fran-
vocato a Cagliari nel 1602 dal viceré cesco Benavides conte di Santisteban
Antonio Coloma durante il suo secondo il 27 gennaio 1677, i lavori comincia-
mandato, continuò i suoi lavori fino al rono il 1º aprile dello stesso anno e si
1603. conclusero il 31 agosto 1678.
15. Parlamento Gandı́a, 1614. Convo- 23. Parlamento Monteleone, 1688. Con-
cato a Cagliari dal viceré Carlo Borgia vocato a Cagliari dal viceré Nicola Pi-
duca di Gandı́a nel 1612, i lavori ebbero gnatelli duca di Monteleone nel 1687, i
inizio il 16 gennaio 1614 e si conclusero lavori ebbero inizio nel gennaio 1688 e
il 27 aprile dello stesso anno. si conclusero nello stesso anno.
16. Parlamento Vives, 1623-1624. Convo- 24. Parlamento Montellano, 1698-1699.
cato a Cagliari dal viceré Juan Vives de Convocato a Cagliari dal viceré José
Canyamas il 3 agosto 1623, i lavori co- de Solis conte di Montellano nel 1697, i
minciarono nel dicembre dello stesso lavori cominciarono il 1º febbraio 1698
anno e si conclusero entro il 1624. e si chiusero nel 1699.
17. Parlamento straordinario Pimentel, Fu questo l’ultimo Parlamento sardo
1626. Convocato a Cagliari dal viceré convocato nel rispetto delle proce-
Gerolamo Pimentel marchese di dure. I Savoia, infatti, non convoca-
Bayona nel marzo del 1625, i lavori eb- rono mai il Parlamento, che guarda-
bero inizio il 20 aprile 1626 e si conclu- vano con sospetto e che – simbolo di
sero il 14 maggio successivo. una monarchia ‘‘pattizia’’, cioè dell’ac-
18. Parlamento Bayona-Prieto, 1631- cordo fra sovrano e sudditi – era con-
1633. Aperto nel 1631 dal viceré mar- trario alla loro tradizione di sovrani as-
chese di Bayona, fu interrotto dopo soluti. Quando però, nel dicembre
poco per la sua morte; riaperto il 10 1792, la flotta francese si presentò mi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 140


Parona

nacciosa lungo le coste della Sardegna, dosi attento ai problemi che l’evolu-
di fronte all’inettitudine del viceré, zione della società dell’età giolittiana
per iniziativa dello Stamento militare andava ponendo alla Chiesa. A causa
il Parlamento si ‘‘autoconvocò’’ per di una malattia grave nel 1916 si ritirò
preparare la difesa dell’isola dall’inva- a Genova.
sione. Dopo la vittoria gli Stamenti Parodi, Marco Regista (n. Sanremo
continuarono a rimanere in seduta e 1943). Dopo aver fatto diverse espe-
maturarono entro il 1795 un pro- rienze di lavoro nei teatri d’Italia e
gramma di riforme istituzionali, culmi- d’Europa, si è stabilito in Sardegna
nato nei moti antifeudali del 1795-1796. chiamato nell’isola dalla compagnia
Secondo alcuni storici, un’ultima ‘‘re- ‘‘Teatro di Sardegna’’, con la quale ha
viviscenza’’ degli Stamenti si ebbe nel collaborato per alcuni anni. In seguito
novembre 1847, quando la delegazione è divenuto direttore artistico del
inviata in terraferma a chiedere la ‘‘fu- gruppo, contribuendo a far conoscere
sione perfetta’’ fu composta di sei la sua programmazione a livello nazio-
membri, due per ciascuno dei tre Sta- nale; negli stessi anni ha collaboratore
menti. con la RAI alla realizzazione di alcuni
Parodi, Andrea Musicista, cantante spettacoli televisivi.
(Porto Torres 1955-Cagliari 2006). Com- Parona, Corrado Zoologo (Corteolona
ponente del gruppo musicale ‘‘I Ta- 1848-Genova 1922). Conseguita la lau-
zenda’’ (formatosi a Sassari nel 1987) rea, si dedicò alla carriera universita-
segnalatosi al Festival di Sanremo nel ria. Fu nominato professore di Zoolo-
1991 con la canzone Spunta la luna dal gia presso l’Università di Cagliari,
monte, in coppia con Pierangelo Ber- dove insegnò per anni; successiva-
toli, e nel 1992 con Pitzinnos in sa mente passò a quella di Genova. Fu au-
gher ra, dopo lo scioglimento del tore di importanti lavori scientifici, al-
gruppo ha continuato come solista, cuni dei quali dedicati ad approfon-
riapparendo, negli ultimi tempi con i dire aspetti degli studi che aveva com-
compagni di una volta, in una serie di piuto nell’isola. Tra i suoi scritti:
concerti di grande successo. Apprez- Nuova specie di Smynthurus raccolta
zato da musicisti di ogni parte del in Sardegna, ‘‘Annali del Museo civico
mondo, ha lasciato anche memoria del di Storia naturale’’, Genova, VI, 1882;
modo elegante e quasi aristocratico Materiali per lo studio della fauna dell’i-
con cui ha interpretato il ruolo di can- sola di Sardegna. I protisti di Sardegna,
tante di emozioni popolari e affrontato ‘‘Bollettino scientifico’’, IV, 1882; Co-
con socratica serenità l’ultimo duro rallo in Sardegna, ‘‘Annali dell’Indu-
periodo della sua vita. stria e del Commercio’’, 1883; Essai
Parodi, Emilio Religioso (Genova, se- d’une protistologie de la Sardaigne avec
conda metà sec. XIX-ivi 1917). Arcive- la description de quelques protistes nou-
scovo di Sassari dal 1905 al 1916. Mis- veaux ou peu connus, ‘‘Archive des
sionario vincenziano, fu per anni visi- sciences physiques et naturelles’’,
tatore provinciale e poi arcivescovo ti- 1883; Intorno ad un individuo di Alope-
tolare di Pessimonte. Nel 1902 fu nomi- cias vulpes, pescato nel mare sardo, ‘‘Atti
nato coadiutore con diritto di succes- della Società di Scienze naturali’’ di
sione di monsignor Diego Marongiu Modena, 1883; Diagnosi di alcuni nuovi
Del Rio; nel 1905 divenne arcivescovo protisti, 1883; Vermi parassiti in animali
di Sassari. Governò la diocesi mostran- di Sardegna, ‘‘Bollettino scientifico’’, V,

135

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 141


Parpaglia

1884; Collembola e Thysanura di Sarde- parte attiva anche alle vicende della
gna. Catalogo con note, 1885; Materiali politica locale: cosı̀ tra il 1864 e il 1898
per la fauna della Sardegna. Collembola fu eletto anche più volte consigliere co-
e Thysanura di Sardegna, ‘‘Atti della munale e sindaco di Oristano e consi-
Società italiana di Scienze Naturali’’, gliere provinciale di Cagliari. Ha al suo
XXVIII, 1885; Elmintologia sarda, ‘‘An- attivo due volumi di scritti sulle Ferro-
nali del Museo di Storia naturale’’, Ge- vie della Sardegna, 1875.
nova, 1887; Tonnare e miniere in Sarde- Parragues de Castillejo, Antonio Re-
gna. Per la storia della pesca in Italia, ligioso (Ciudad Rodrigo, Spagna,
‘‘Atti della Società Ligustica di Scienze prima metà sec. XVI-Cagliari 1573). Ar-
naturali’’, XXVI, 1-2, 1915. civescovo di Cagliari dal 1558 al 1572.
Parpaglia Famiglia feudale piemon- Entrato nell’ordine dei Benedettini,
tese (secc. XVIII-XX). Un suo ramo si divenne sacerdote. Si fece fama di
trasferı̀ in Sardegna con un Valentino, uomo di vasta e profonda cultura uma-
capitano del porto di Bosa, nel 1770. nistica e di ferrei princı̀pi. Insegnò per
Successivamente i suoi membri eb- anni Teologia nelle Università del suo
bero riconosciuta la nobiltà sarda e paese. Nominato arcivescovo di Trie-
nel 1824 acquistarono la signoria della ste, ebbe un difficile rapporto con i
Tappa di insinuazione di Bosa, accu- suoi fedeli, per cui dopo pochi anni fu
mulando grandi ricchezze. Nel corso costretto a vivere in esilio a Venezia,
del secolo XIX espressero alcune di- dove fu processato. La vicenda si
stinte personalità, ma si estinsero agli chiuse quando fu assegnato alla dio-
inizi del secolo XX. cesi di Cagliari, dove si trasferı̀ imme-
Parpaglia, Palazzo Edificio di Ori- diatamente; nel 1558 prese parte al
stano, nell’omonima via. Fu fatto co- concilio di Trento, successivamente si
struire nel 1859 dal nobile oristanese adoperò per la fondazione del Semina-
Salvatore Enna, che successivamente rio di Cagliari. Dovette fronteggiare il
lo vendette a Salvatore Parpaglia (=). malcontento della diocesi di Iglesias
In stile neoclassico, ha una facciata ed ebbe un intenso e contraddittorio
scandita da otto lesene bianche e arric- rapporto con Sigismondo Arquer, che
chita da balconi in ghisa. All’interno dovette difendersi di fronte a lui dalle
conserva dei saloni spaziosi ed ele- prime accuse di eresia. Morendo nel
ganti. Attualmente è sede dell’Anti- 1573 lasciò la sua vasta biblioteca al Se-
quarium Arborense. minario. Il suo ricco Epistolario è stato
pubblicato da Palmira Onnis Giacobbe
Parpaglia, Salvatore Avvocato, uomo nel 1958.
politico (Bosa 1831-Oristano 1916). De-
putato al Parlamento, senatore del Re- Parrella, Guglielmo Uomo d’armi
gno. Laureatosi in Giurisprudenza, (Barcellona, inizi sec. XIV-Cagliari?,
esercitò con successo la professione di dopo 1327). Giunse in Sardegna con
avvocato. Negli stessi anni si avvicinò l’infante Alfonso e si segnalò nella con-
alla politica: fu eletto deputato tra il quista di Cagliari. Nel 1327 ottenne
1870 e il 1897 ininterrottamente dall’XI come ricompensa i feudi di Pirri e di
alla XIX legislatura e nel 1898 fu nomi- San Vetrano ma morı̀ senza eredi al-
nato senatore del Regno; attivissimo, cuni anni dopo.
in Parlamento si occupò dei principali Parte Montis Antica curatoria del giu-
problemi dell’isola. Gli impegni parla- dicato d’Arborea. Si stendeva per 184
mentari non lo distolsero dal prendere km2 su un territorio collinare che con-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 142


Partiti politici

finava con la curatoria del Bonorcili e e prima del 1430 fu incluso nei territori
con la Marmilla propriamente detta. Il donati dal re a Eleonora Manrique, an-
suo territorio era densamente popo- data sposa a Berengario Bertran Car-
lato e comprendeva i villaggi di Almos, roz. Cosı̀ la curatoria entrò a far parte
Forru, Gemussi, Gozula, Gonnosco- della contea di Quirra e nei secoli suc-
dina, Gonnostramatza, Margini, Masul- cessivi, pur mantenendo la propria
las, Mogoro, Morgongiori, Pardu, unità culturale e amministrativa, vi ri-
Pompu, Serdis de Monte, Serzela, Si- mase aggregata fino all’abolizione dei
mala, Siris, Tamis, Terralba de Montes. feudi (1838).
Caduto il giudicato, il territorio venne Parte Valenza Antica curatoria del giu-
occupato dalle truppe di Berengario dicato d’Arborea. Si stendeva per 356
Bertran Carroz che aveva contribuito km2 su un territorio in gran parte mon-
validamente alla sconfitta del visconte tuoso situato a nord del Parte Usellus
di Narbona e che aspirava a includere ai confini con la Barbagia. Compren-
P.M. nella contea di Quirra. La curato- deva i villaggi di Isili, Laconi, Nural-
ria, però, era ambita anche dal mar- lao, Nuragus, Genoni, Nureci, Asuni,
chese d’Oristano e dai Carroz d’Arbo- Senis, Assolo, Ruinas, Sant’Antonio,
rea, che la rivendicavano come eredi Mogorella, Fluminadu, Genades, Se-
legittimi dell’estinta dinastia giudi- bollus, Orvinas, Stolo e Coni Valenza;
cale. Nel 1416 sembrò che il marchese era popolato da genti bellicose dedi-
d’Oristano avesse la meglio sui conten- cate in prevalenza alla pastorizia che
denti: infatti, sfruttando il cronico bi- fornivano il nerbo delle armate giudi-
sogno di denaro che il re aveva, offrı̀ cali. Dopo la battaglia di Sanluri il ter-
25 000 fiorini per l’acquisto della cura- ritorio visse momenti di grande ten-
toria insieme con quella della Mar- sione perché la sua popolazione conti-
milla; quando l’affare sembrava con- nuava a tenere un atteggiamento ostile
cluso, il re, che probabilmente non si nei confronti degli Aragonesi, proba-
fidava del marchese, preferı̀ conti- bilmente istigata dal marchese di Ori-
nuare a tenere il P.M. che alcuni anni stano che avrebbe voluto entrarne in
dopo fu donato invece a Eleonora Man- possesso. Nel 1416, approfittando delle
rique andata sposa a Berengario Ber- necessità finanziarie della Corona,
tran Carroz. Cosı̀ l’antica curatoria en- fece un’offerta d’acquisto, ma il con-
trò a far parte del feudo di Quirra e, pur tratto non fu perfezionato e il P.V. ri-
mantenendo la sua unità politico-am- mase nelle mani del re, che a partire
ministrativa, vi rimase aggregata fino dal 1417 ne spezzò l’unità amministra-
all’abolizione dei feudi (1838). tiva e politica e per controllare meglio
Parte Usellus Antica curatoria del giu- le popolazioni vi costituı̀ alcuni feudi
dicato d’Arborea. Si stendeva per 121 di medio-piccole dimensioni. In parti-
colare furono costituiti i feudi di Asuni
km2 su un territorio collinare situato
e Nureci, di Laconi e di Senis, i cui con-
nel cuore del piccolo stato tra il Campi-
torni rimasero immutati nel corso dei
dano di Simaxis e la Marmilla. Era den-
secoli successivi fino all’abolizione dei
samente popolata e comprendeva i vil-
feudi (1838).
laggi di Ales, Banari, Barumela, Curcu-
ris, Escovedu, Funtana, Figu, Gonno- Partiti politici L’azione di p.p. organiz-
snò, Ollastra, Pau, Usellus e Zeppara. zati in Sardegna comincia a manife-
Caduto il giudicato il territorio fu am- starsi dalla fine del secolo XIX. Riser-
ministrato direttamente dalla Corona vandoci di trattare con voce separata il

137

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 143


Partiti politici

sardismo e il Partito Sardo d’Azione, scioglimento dei partiti; ma in Sarde-


dei maggiori partiti si possono in parti- gna era stato preceduto il 31 ottobre
colare individuare i seguenti ele- dalla distruzione della tipografia del
menti: ‘‘Corriere di Sardegna’’, a Cagliari,
PARTITI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA opera di una ‘‘squadra d’azione’’ fasci-
1. Partito Popolare Italiano. Il primo sta.
grande partito che si ispirava ai valori 2. Democrazia Cristiana. La Democra-
del Cattolicesimo comparve nella vita zia Cristiana fu fondata in Sardegna
politica sarda nel 1919, subito dopo la nel 1944 da un gruppo di vecchi diri-
sua fondazione. In una prima fase, du- genti del Partito Popolare e da giovani
rata fino al 1922, il partito si impegnò cattolici per dare una risposta alle esi-
nello sviluppo della sua organizza- genze della ricostruzione e all’autono-
zione e nella ricerca di una colloca- mismo. Si rifaceva allo schema di par-
zione politica che lo distinguesse dai tito dei cattolici elaborato nel 1943 da
liberali e dai socialisti. Il suo apparire Alcide De Gasperi e celebrò il suo
fu accolto con molte riserve da una primo Congresso regionale nell’otto-
parte dello stesso clero che aveva bre del 1944. Il nuovo partito si pose in
stretti legami con la vecchia classe po- una posizione centrista ed elaborò le
litica liberale. In questo periodo emer- posizioni politiche che la sorressero
sero alcune personalità quali Giovanni nella strategia di questi primi anni, e
Zirolia a Sassari e Salvatore Manni- cioè l’interclassismo, l’autonomia re-
roni a Nuoro, che operarono sostenuti gionale, la riforma agraria, una (non
da periodici come ‘‘Libertà’’ e ‘‘L’Avve- del tutto condivisa) scelta istituzionale
nire di Nuoro’’. Con l’elezione di Pio repubblicana. Con questo programma
XI, che ordinò alla gerarchia un gra- moderato il partito trovò adesione lar-
duale disimpegno dall’attività di par- ghissima, sorretto da una fitta rete di
tito, e l’elezione del primo governo associazioni collaterali che fecero pe-
Mussolini, ebbe inizio una nuova fase netrare profondamente il suo pro-
della vita del PPI. L’affacciarsi di Mus- gramma nella società e gli guadagna-
solini determinò una spaccatura all’in- rono il pieno appoggio della gerarchia
terno del partito che si concluse con la ecclesiastica. Il centrismo diede alla
scissione dopo il Congresso di Torino DC sarda notevoli successi elettorali a
dell’aprile 1923 e con la nascita dell’U- partire dal 1948, sia nelle elezioni poli-
nione Nazionale. In Sardegna i vecchi tiche che nelle elezioni regionali e am-
esponenti del cattolicesimo liberale ministrative, determinando l’afferma-
come Guido Aroca, Edmondo Sanjust zione di una classe politica democri-
e Luigi Colomo finirono per aderirvi, stiana a tutti i livelli. All’interno del
ritrovandosi su posizioni filofasciste. partito, però, a metà degli anni Cin-
Rimasero fedeli alla originaria linea quanta, un gruppo di giovani dirigenti
del partito di don Sturzo i giovani sassaresi che si rifacevano alle posi-
come Salvatore Mannironi, Antonio zioni di Fanfani e della Sinistra sociale
Segni, Venturino Castaldi, Agostino Ce- del partito (Dossetti, Lazzati) sentı̀ il
rioni e altri. Ciò che restava del partito bisogno di affermare una linea politica
visse in un clima di crescente violenza rinnovata, più sensibile ai problemi
e nella diffidenza della gerarchia ec- che la ricostruzione e le trasformazioni
clesiastica: la sua storia si concluse il sociali avevano posto. Il movimento
5 novembre del 1926 con il decreto di detto dei ‘‘Giovani Turchi’’ ebbe suc-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 144


Partiti politici

cesso e portò al rovesciamento della ris; più tardi il gruppo di ‘‘Proposta’’


vecchia classe dirigente, facendo con Mario Segni e Domenico Manni-
emergere Francesco Cossiga, Nino roni. È in questo articolatissimo conte-
Giagu De Martini, Paolo Dettori, Pietro sto che maturarono negli anni Ottanta
Soddu. A questo gruppo si legò ben pre- le riflessioni che portarono la DC alla
sto anche un gruppo cagliaritano che ricerca di nuove strategie e la fecero
faceva capo all’aclista Efisio Corrias. passare al confronto politico col PCI
Il successo interno dei ‘‘Giovani Tur- su basi nuove: una fase che si concluse
chi’’ portò a un cambiamento della li- con la perdita dell’egemonia politica
nea politica regionale: l’apertura a si- alla fine degli anni Ottanta. Posta di
nistra, il Piano di Rinascita, l’indu- fronte alla crisi della Prima Repub-
strializzazione e il progetto di un acce- blica, alla stagione referendaria e allo
lerato sviluppo economico furono i scandalo di ‘‘Mani Pulite’’, la DC non
temi politici proposti dalla nuova seppe reggere alla trasformazione in
classe dirigente fino al 1969, quando la Partito Popolare proposta da Martinaz-
parabola aperta dai ‘‘Giovani Turchi’’ zoli.
si concluse con la rottura dell’unità po- 3. Partito Popolare Italiano. Nato nel
litica del partito e dello stesso gruppo 1992 dalla vecchia Democrazia Cri-
sassarese. Negli anni seguenti e fino al stiana, fece la sua prima prova nelle
1978 la vita della DC sarda fu dominata elezioni politiche del 1994. Fautore di
dalla nascita delle correnti, in un clima una linea di centro-sinistra attorno
di incertezza: addirittura nel 1973, alla alle figure di Antonello Soro, Gian Ma-
vigilia del III Congresso regionale, si rio Selis, Salvatore Ladu e Pinuccio
rischiò una clamorosa scissione. Que- Serra, esordı̀ con il 9,2%. Negli anni
sta forte dialettica portò all’emergere successivi le ricorrenti crisi interne e
all’interno del partito di molti gruppi e l’evoluzione della dialettica politica
di una costellazione di aggregazioni fecero perdere ulteriormente forza al
talvolta su base clientelare. In partico- partito. Nelle ultime consultazioni
lare, nel corso degli anni Settanta la esprime intorno al 4% dell’elettorato.
vita del partito appare dominata a Ca- 4. Centro Cristiano Democratico. Nato
gliari dal cosiddetto ‘‘Gruppone’’, al- da una scissione a destra del Partito
leanza di varie posizioni dominata da Popolare, finı̀ per collegarsi col CDU
Felice Contu, Carlo Molé e altri; a Sas- di Rocco Buttiglione e riproporre un
sari dai ‘‘basisti’’ di Nino Giagu De partito cattolico centrista con lo scopo
Martini e Francesco Cossiga si diffe- di far rinascere la DC. In Sardegna
renzia un gruppo moroteo che com- questa aggregazione ha raggiunto il 6-
prende, oltre Paolo Dettori e Pietro 7% dell’elettorato e fa capo a vecchi
Soddu, Beppe Pisanu a Sassari e Pi- leader DC come Felice Contu e Giorgio
nuccio Serra a Cagliari; gli ‘‘andreot- Oppi.
tiani’’ con Eusebio Baghino e Michele PARTITI DI ISPIRAZIONE SOCIALISTA
Di Martino a Cagliari; i dorotei con 1. Partito Socialista Italiano. Ispiratore
Raffaele Garzia a Cagliari e Lucio e iniziatore del PSI in Sardegna fu Giu-
Abis a Oristano; i ‘‘fanfaniani’’ con Gio- seppe Cavallera. Arrivato nell’isola nel
vanni Del Rio e Nino Carrus; il gruppo 1896, da Carloforte cominciò la sua
di ‘‘Forze Nuove’’ con Ariuccio Carta e azione attraverso il movimento sinda-
Gianuario Gianoglio a Nuoro; i ‘‘bodra- cale e la diffusione dell’organizzazione
tiani’’ con Severino Floris e Mario Flo- politica nel Sulcis. All’inizio dell’età

139

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 145


Partiti politici

giolittiana il socialismo sardo sembrò solini al potere l’azione fascista si fece


orientato verso posizioni riformiste in incontrastabile e le basi dell’organiz-
coerenza con le posizioni nazionali e la zazione socialista nell’Iglesiente fu-
stessa strategia del suo gruppo diri- rono irreparabilmente minate; il par-
gente regionale, ma le lotte culminate tito cessò di esistere nel 1926. Risorse
nei fatti di Buggerru (1904) e quelli del subito dopo la caduta del fascismo nel
‘‘Maggio cagliaritano’’ (1906) che inte- 1943 attorno ad Angelo Corsi, a Giu-
ressarono tutta la Sardegna, dimostra- seppe Cavallera e a un gruppo di nuovi
rono la relativa incapacità del partito a dirigenti e si impegnò a diffondere la
collegarsi con le masse popolari. Nel propria organizzazione al di fuori dei
Congresso di Sassari del 1908 questa limiti di classe, tradizionali della sua
situazione portò alla denuncia del fal- azione pre-fascista. Nel 1947 il sociali-
limento della linea riformista da parte smo italiano fu posto di fronte alla scis-
di giovani intellettuali come Attilio sione di Palazzo Barberini, che obbligò
Deffenu, Michele Giua e Lucio Sechi, a scegliere tra il fare fronte comune col
e dopo il 1912 determinò il prevalere Partito Comunista Italiano o decidere
all’interno del partito di una corrente per una posizione autonoma. Nel 1948
rivoluzionaria che si manifestò in una il PSI di Nenni si alleò con il PCI e si
intensissima azione di riorganizza- presentò alle elezioni del 18 aprile nel
zione del partito e nella affermazione Fronte Democratico Popolare. Dopo le
di tematiche politiche classiste. Le ele- elezioni aderı̀ al Fronte anche Emilio
zioni politiche del 1913 segnarono però Lussu, che aveva provocato una scis-
l’elezione del solo Cavallera, leader ri- sione in seno al PSd’Az e fondato il Par-
formista, e la crisi della corrente rivo- tito Sardo d’Azione Socialista. Quella
luzionaria. Sulla scia di questo suc- di Lussu si rivelò una scelta positiva
cesso, nel 1914 i socialisti conquista- nelle prime elezioni regionali, maggio
rono le amministrazioni comunali di 1949. Nel novembre dopo le elezioni il
Iglesias e di molti altri comuni dell’I- PSd’Az si fuse con il PSI. La fusione,
glesiente anche grazie all’emergere di però, non fece cessare la sostanziale
nuovi dirigenti come Angelo Corsi, Al- dipendenza del PSI dalla leadership
cibiade Battelli e altri. Dopo la prima che il PCI esercitava sul Fronte Popo-
guerra mondiale il Partito Socialista lare. I fatti d’Ungheria (1956) porta-
riprese a occuparsi dei problemi dei rono il PSI a decidere di riacquistare
lavoratori, ma in un clima politico or- la propria autonomia nei confronti del
mai diverso. La scissione di Livorno PCI, iniziando cosı̀ il lungo cammino
(1921) e in Sardegna la contemporanea che lo avrebbe portato anche in Sarde-
nascita del PSd’Az, l’affermazione del gna alla costituzione dei governi di
Partito Popolare e l’ascesa in un clima centro-sinistra, a partire dal 1965. Que-
da guerra civile del fascismo posero sta fase fu però caratterizzata da una
anche i socialisti sardi di fronte a pro- nuova scissione che nel 1964 portò alla
blemi nuovi. A partire dal 1920 il con- costituzione del Partito Socialista di
fronto con i fascisti nell’Iglesiente si Unità Proletaria, che in Sardegna
radicalizzò; il partito, che sembrò ebbe il suo massimo rappresentante in
uscito indenne dalla scissione di Li- Lussu. La scissione portò a una riorga-
vorno, continuò ad avere un buon nu- nizzazione del PSI e a un tentativo di
mero di rappresentanti negli organi fusione col PSDI che culminò nella
istituzionali, ma con l’avvento di Mus- presentazione delle liste unitarie del

140

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 146


Partiti politici

PSU (Partito Socialista Unificato) per in difesa della Spagna repubblicana, la


le elezioni regionali del 1969. Nel 1970 Sardegna diede al comunismo italiano
ebbero termine le prime esperienze di due grandi personaggi come Antonio
governo di centro-sinistra. Superata Gramsci e Velio Spano. L’organizza-
una fase di stanca, l’intesa tra PSI e zione del partito riprese nel secondo
DC riprese nel 1973 con i nuovi governi dopoguerra; nel Congresso di Iglesias
di centro-sinistra. Nel corso degli anni del 1944 si misero in evidenza leader
Settanta i gravi problemi della Sarde- emergenti come Giovanni Lay, compa-
gna spinsero i partiti alla ricerca di gno di carcere di Gramsci, e il giovane
nuovi equilibri; in questo contesto fu il Renzo Laconi, chiamato a dirigere la
PSI a volere con forza – in sintonia con federazione di Sassari. Da un punto di
settori della DC – un maggiore coinvol- vista politico il PCI inizialmente ri-
gimento del PCI in un quadro di ‘‘in- fiutò l’autonomismo e sottovalutò il
tesa autonomistica’’. Negli anni suc- problema della specificità della ‘‘que-
cessivi il PSI sardo fu coinvolto nell’e- stione sarda’’ e del suo legame con l’au-
voluzione della dialettica politica che tonomismo. Questo atteggiamento ri-
portò la Sardegna a passare dall’intesa mase prevalente fino al convegno re-
autonomistica a una vera e propria po- gionale dei quadri dell’aprile 1947
litica dell’alternanza. In questa lunga quando Palmiro Togliatti criticò aspra-
parabola il PSI mantenne sempre un mente questa posizione e invitò i comu-
suo ruolo ben definito; con gli anni No- nisti sardi ad aprirsi al problema del-
vanta però fu travolto dallo scandalo di l’autonomia regionale misurandosi
Tangentopoli. con le altre forze autonomiste. Da que-
2. Partito Comunista Italiano. Il partito sto momento la presenza del PCI sulla
nacque come Partito Comunista d’Ita- scena politica sarda andò crescendo
lia con la scissione di Livorno nel 1921 sia organizzativamente che elettoral-
su posizioni massimaliste e rivoluzio- mente, anche se fino agli anni Ottanta
narie. In Sardegna rimase politica- continuò a essere condizionata dalle
mente debole e tuttavia, con l’avvento scelte politiche nazionali. Di fronte
del fascismo, si impegnò a fondo nelle alla grave crisi politica e sociale che
lotte politiche degli anni che segui- caratterizzò la situazione sarda, a par-
rono. Con il primo governo Mussolini, tire dal 1980 si tentò di riaprire un dia-
a partire dal 1923, ma soprattutto dopo logo tra le forze politiche sulla base di
le ‘‘leggi eccezionali’’ del 1926 con- una nuova formula detta dell’‘‘unità
dusse la sua opposizione al regime e autonomistica’’, ma dopo il fallimento
proseguı̀ la sua lotta nella clandesti- di un tentativo guidato dalla DC con
nità fino alla caduta del fascismo. In Pietro Soddu, si arrivò alla formazione
questa fase il PCd’I condusse la mag- della prima Giunta regionale ‘‘laica e
gior parte delle azioni di propaganda di sinistra’’, con la presenza in giunta
contro il fascismo, opera soprattutto del PCI. A partire da quel momento la
della sua base operaia (tanto nelle città dialettica politica regionale sembrò
quanto, negli anni Trenta, nelle zone avviata alla logica della normale alter-
minerarie). Oltre il gran numero di nanza democratica, e tale rimase fino
condannati al confino o al carcere dal alla trasformazione del PCI nel Partito
tribunale speciale e ai molti volontari Democratico della Sinistra.
(provenienti in genere da una prece- 3. Partito Sardo d’Azione Socialista. Il
dente emigrazione) che combatterono partito fu fondato da Emilio Lussu e

141

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 147


Partiti politici

da un gruppo di giovani dirigenti che lo come Alessandro Ghinami e Giorgio


seguı̀ quando nel Congresso sardista Carta, che successivamente raccolsero
del 1948, seguito alle elezioni del 18 l’eredità di Cottoni guidando il partito
aprile, Lussu, accusando i sardisti di nelle esperienze di centro-sinistra e
avere tradito con scelte di conserva- poi, negli anni Ottanta, in quelle auto-
zione l’originaria ispirazione anticapi- nomiste di sinistra. Aperto negli anni
talistica del partito, diede vita al nuovo Novanta il dibattito referendario, il
partito. Durante le elezioni regionali partito cessò di esistere.
del 1949 riportò un notevole successo IL FASCISMO Il fascismo come forza or-
eleggendo tre consiglieri (la sua base ganizzata non esistette, su base regio-
elettorale era soprattutto in provincia nale, sino al 1922. Mosse i suoi primi
di Cagliari). Nel 1949 si fuse col PSI. passi tra il 1919 e il 1920, quando furono
4. Partito Socialista Italiano di Unità costituiti nell’isola i primi ‘‘Fasci di
Proletaria. Fu fondato nel 1964 da un combattimento’’ a Cagliari, Iglesias e
gruppo di deputati e senatori del PSI, in Gallura. Inizialmente essi convis-
fra cui Lussu, che non riteneva accetta- sero pacificamente con i movimenti
bile la posizione che il PSI aveva as- degli ex combattenti, dei quali condivi-
sunto in campo nazionale entrando a devano i programmi impostati sul pa-
far parte di un governo di centro-sini- triottismo, la rivendicazione della ‘‘vit-
stra. Anche in Sardegna molti dirigenti toria tradita’’, l’antiparlamentarismo.
socialisti seguirono Lussu nel nuovo Erano costituiti principalmente da re-
partito, che elesse un consigliere re- duci, tra cui Giovanni Manca di Nissa.
gionale nelle elezioni del 1965 e 3 in Per quanto sembrassero aperti ai pro-
quelle del 1969. Gravitò politicamente blemi sociali, la loro ispirazione rea-
all’opposizione, schierato a fianco del zionaria si manifestò in frequenti scon-
PCI e chiuse la sua esperienza politica tri con le organizzazioni di sinistra
negli anni Settanta. delle città e delle zone operaie, che an-
5. Partito Socialdemocratico Italiano. darono in crescendo tra il 1921 e il
Nacque nel gennaio 1947 dalla scis- 1922. Ancora nel 1922 i fascisti in Sar-
sione di Palazzo Barberini, su posi- degna erano poche decine e male orga-
zioni contrarie alla adesione dei socia- nizzati, ma la loro aggressività sem-
listi al Fronte Democratico Popolare. brava non avere limiti tanto da indurre
In Sardegna la figura di maggior presti- Lussu a creare le ‘‘camicie grigie’’ per
gio del nuovo partito inizialmente fu difendere le sedi sardiste minacciate
quella di Salvatore Cottoni, che fu an- dalle squadre d’azione in ‘‘camicia
che il propagandista dell’ideale social- nera’’. Il primo Congresso regionale fa-
democratico nell’isola. In campo re- scista fu celebrato a Iglesias il 12 otto-
gionale il partito fece il suo esordio bre 1922, dieci giorni prima della ‘‘mar-
nel 1949, eleggendo un consigliere re- cia su Roma’’. Dopo che Mussolini salı̀
gionale. Negli anni successivi definı̀ al potere l’organizzazione fascista si
sempre meglio la propria posizione po- consolidò anche in Sardegna, dove si
litica e nel 1965 condivise l’ipotesi di pose l’obiettivo di far confluire nel
centro-sinistra entrando a far parte PNF gli ex combattenti che militavano
delle giunte di Efisio Corrias. Alla fine nel PSd’Az. La fase delle trattative fu
degli anni Sessanta, quando sembrò avviata alla fine del 1922 da Pietro Lis-
maturare una nuova unione con il PSI, sia, ma il passo decisivo fu compiuto
emersero nuove personalità politiche con l’arrivo in Sardegna, nei primi

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 148


Pascarella

giorni del 1923, del generale Asclepia più drastico centralismo statale ne
Gandolfo, nominato prefetto di Ca- aveva cancellato, e non inconsapevol-
gliari con poteri estesissimi, responsa- mente, la più qualificante, quella auto-
bile di fronte a Mussolini anche della nomistica). Nella sua storia successiva,
provincia di Sassari. Con abilità egli fino al crollo del regime nel luglio 1943,
riuscı̀ in pochi mesi a far confluire nel il fascismo sardo non differı̀ da quello
PNF una parte di dirigenti e militanti nazionale.
sardisti (Paolo Pili, Antonio Putzolu,
Enrico Endrich e altri). Il 14 febbraio
1923 di fronte a una folla di ex combat-
tenti fu solennemente proclamato lo
scioglimento delle organizzazioni fa-
sciste e di quelle sardiste e fu costituito
il nuovo Fascio. A questo primo passo
seguirono mesi di intensissime iscri-
zioni di ex combattenti: il 26 aprile la
‘‘fusione’’ sembrò completa, e fu solen-
nizzata da una visita di Mussolini in
Sardegna nel giugno successivo. In
seno al fascismo però non tutti furono
d’accordo sulla fusione: l’ala antisardi-
sta, interpretata dall’industriale Fer-
ruccio Sorcinelli e dal giornalista
Francesco Caput, si mostrò vivamente Pascale di Cagliari – Un grappolo che verrà
contraria, almeno fino al 1926, alla col- usato per la vinificazione o il consumo diretto.
laborazione con la ‘‘seconda ondata’’.
Nelle elezioni del 1924 il PNF candidò Pascale di Cagliari Vitigno diffuso so-
nella sua lista sarda numerosi ex diri- prattutto nel Sassarese, probabilmene
genti sardisti, in particolare Pili e Put- importato in epoca giudicale dalla To-
zolu. Nel novembre dello stesso anno la scana, dove esiste un vitigno dalle ca-
cosiddetta ‘‘legge del miliardo’’ sem- ratteristiche simili. Produce grappoli
brò venire incontro a molte delle riven- robusti a grandi acini tondi di colore
dicazioni sardiste. Gli anni fino al 1930 nero violaceo. Viene usato per la vini-
videro in realtà un’aspra contesa in- ficazione con uve Cannonau e Cangiu-
terna al partito e agli stessi gruppi eco- lari, da cui si ottiene un vino rosso ab-
nomici isolani (dunque non limitata ai bastanza pregiato. Per le sue caratteri-
soli Pili e Putzolu, pure schierati su po- stiche quest’uva è usata anche per il
sizioni fortemente antagonistiche, so- consumo diretto.
lidaristico-popolari per Pili e filocapi- Pascarella, Cesare Scrittore, poeta
talistiche per Putzolu): in quegli stessi (Roma 1858-ivi 1940). Iniziò la sua atti-
anni sarebbe venuto prendendo forma vità letteraria nel 1881 pubblicando so-
– seppure largamente clandestina, e netti in romanesco sulla ‘‘Cronaca Bi-
forse anche inconsapevole – il cosid- zantina’’. In seguito, a partire dal 1882,
detto ‘‘sardofascismo’’, cioè una strate- viaggiò molto e collaborò con ‘‘Capitan
gia volta a utilizzare l’adesione al fasci- Fracassa’’, stringendo amicizia con Ga-
smo per realizzare in Sardegna le ri- briele D’Annunzio ed Edoardo Scarfo-
vendicazioni sardiste (ma il sempre glio. Fu proprio allora che, inviato in

143

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 149


Pasella

Sardegna dal ‘‘Capitan Fracassa’’, vi si vista Sarda’’, V, 4, 1923. Espressione


recò nel maggio 1882 con i due amici e della simpatia che aveva suscitato in
la girò in lungo e in largo. Dal viaggio Sardegna il tono del reportage di P. è
ricavò una serie di gustose corrispon- la ‘‘traduzione in sardo-anglonese’’
denze apparse nello stesso anno in 7 dei sonetti di Villa Gloria da parte di
numeri del periodico romano.
Gavino Cossiga, stampati da Giuseppe
Dessı̀ nel 1904.
Pasella, Giuseppe Avvocato generale,
deputato al Parlamento (Cagliari 1801-
ivi 1885). Dopo la laurea percorse una
luminosa carriera amministrativa di-
venendo nel 1838 avvocato generale.
Ebbe parte attiva nell’avvio delle pro-
cedure di riscatto dei feudi e tra il 1832
e il 1838 fu il redattore de ‘‘L’Indicatore
sardo’’. Divenuto uno degli animatori
della vita politica e culturale di Ca-
gliari, prima del 1848 si impegnò nel
movimento per la ‘‘fusione’’. Fu nomi-
nato segretario di Stato a Cagliari e
successivamente intendente a Nuoro.
Dovette sostenere aspre polemiche
Cesare Pascarella – Il poeta romano compı̀ con i liberali e nel 1852 si oppose all’in-
un viaggio in Sardegna su cui scrisse alcune tendente di Sassari per cui, dopo i tu-
corrispondenze. multi verificatisi in quella città, do-
vette lasciare la Sardegna. Vi ritornò
A Sassari, dove si trattennero dal 17 al solo nel 1858; fu allora eletto consi-
21 maggio, ai tre ‘‘inviati’’ furono riser- gliere comunale di Cagliari e successi-
vate grandi accoglienze e un banchetto vamente deputato al Parlamento dal
d’onore in cui Pompeo Calvia recitò il 1865 al 1867. In seguito si ritirò a vita
suo Brindisi a Pascarella, in dialetto privata. Di lui, nel Fondo Orrù della
sassarese. Dopo aver in seguito com- Biblioteca Universitaria di Cagliari, ri-
piuto altri viaggi in molti paesi del mangono numerose memorie storico-
mondo, si stabilı̀ a Roma continuando amministrative su alcuni feudi sardi,
a pubblicare raccolte di sonetti che gli frutto degli studi che egli aveva com-
diedero la celebrità. Il reportage sulla piuto nel periodo del loro riscatto: Di-
Sardegna si intitola Relazione del viag- versi atti di investitura di feudi in Sarde-
gio in Sardegna, ‘‘Capitan Fracassa’’, gna, manoscritto del 1821; Sulla baro-
III, 120, 126, 128, 132, 139, 146, 175, e nia di Samatzai, manoscritto del 1825;
Scritti sulla Sardegna, anch’essi nel Diritti feudali di Samatzai, manoscritto
‘‘Capitan Fracassa’’, che nel numero del 1826; Origine del contributo Bru-
del 21 maggio 1882 (mentre continuava nengo nel 1793, manoscritto del 1826;
a pubblicare il lungo reportage) pub- Brano della storia feudale della baronia
blica una serie di articoli intitolati Su di Gesturi, manoscritto del 1826; Notizie
Campidanu, La Spendula, Sale, Sotto la sul villaggio di Gesturi. Diplomi di inve-
lolla, Nella tanca, A le miniere; un suo stitura, manoscritto del 1826; Notizie
scritto, Le miniere, fu pubblicato in‘‘Ri- sulla villa di Serdiana e sulla investitura

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 150


Pasella

e discendenza, manoscritto del 1827; vicende politiche della città; in diverse


Notizie sopra i feudi di San Sperate e di occasioni fu eletto consigliere comu-
Serdiana, manoscritto del 1827; Sul nale e provinciale, tra il il 1873 e il
feudo di Olmedo. Diritti del barone di 1877 fu anche sindaco della città e pre-
Sorso in detto feudo, manoscritto del sidente della Provincia. Nel 1876 fu no-
1828; Feudo di Senis, manoscritto del minato senatore del Regno d’Italia.
1828; Decisioni del supremo magistrato
Pasella, Pietro Avvocato, studioso di
della Reale Udienza sopra diritti e ra-
storia (Cagliari, prima metà sec. XIX-
gioni feudali e fiscali, manoscritto del
Roma 1883). Laureato in Legge, eser-
1831; Lettera al Governo per sapere i citò la professione di avvocato. Tra il
provvedimenti che occorrono per la 1861 e il 1866 fu eletto consigliere pro-
legge sull’affrancamento dei feudi, ma- vinciale di Cagliari. Studioso attento e
noscritto del 1833; Risposta ai quesiti scrupoloso della storia della Sardegna,
fatti dal Governo con nota della R. Se- lasciò alcuni pregevoli lavori. Tra i
greteria di Stato e di Guerra sui terreni suoi scritti: Delle condizioni economi-
della baronia della Crucca, manoscritto che della Sardegna durante il governo
del 1839; Origine, notizie e pregoni sul spagnuolo e la monarchia di Savoia,
marchesato d’Arcais, manoscritto; Con- ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Periodo di sto-
tado del Goceano. Devoluzione, denomi- ria tosco-sarda secc. VII-XI, ‘‘Rivista
nazione della popolazione, diritti feu- sarda’’, I, 3, 1875; Governo della Sarde-
dali, manoscritto; Elenco dei diplomi gna cessato il dominio de’ Cesari bizan-
che concessero i diversi feudi in Sarde- tini, 1883.
gna, manoscritto; Memoria sulle cose
più notevoli tratta dall’indice delle ma- Pasella, Walter Militare (Sassari 1910-
terie feudali esistenti nell’Ufficio fiscale Alfes 1938). Sottotenente carrista, me-
generale patrimoniale, manoscritto; daglia d’oro al V.M. alla memoria nella
Parallelo tra la consegna fatta dai feu- guerra civile spagnola. Iscritto all’Uni-
datari e quella della R. Delegazione sui versità in Scienze economiche e com-
redditi di tutti i feudi di Sardegna, ma- merciali e contemporaneamente im-
noscritto; Sugli ademprivi e sulle cus- piegato, quando scoppia la guerra in
sorgie ad uso pascolo, manoscritto; An- Spagna, dopo aver frequentato un
notazioni sulle amministrazioni civiche corso celere per carristi, parte con i le-
dell’Isola di Sardegna e chiudende, ma- gionari nel 1937. Combatte a Malaga,
noscritto; Osservazioni sul Braccio mili- Toledo, Guadalajara, Santander, Bil-
bao, Teruel, Ebro, Lérida, conqui-
tare, manoscritto; Considerazioni stati-
stando tre medaglie di bronzo e una
stiche sulla popolazione della Sardegna
d’argento al V.M. Cade nella battaglia
e sul suo censimento, manoscritto; Ap-
di Alfes. La motivazione della sua me-
punti e considerazioni sullo stato della
daglia d’oro alla memoria dice: «Uffi-
Sardegna e sui suoi bisogni, mano-
ciale già distintosi per valore ed ar-
scritto.
dire, in un accanito combattimento,
Pasella, Nicolò Magistrato, senatore alla testa del suo plotone carri d’as-
del Regno (Sassari 1816-ivi 1896). Lau- salto, fra l’infuriare degli scoppi delle
reato in Giurisprudenza, entrò in magi- bombe anticarro, affrontava ripetuta-
stratura e percorse una brillante car- mente il nemico deciso a contendergli
riera giungendo al grado di presidente il possesso di una posizione particolar-
di Corte d’appello. Lasciata la carriera mente importante. Ferito in più parti
tornò a Sassari e prese parte attiva alle del corpo non desisteva dalla lotta e ri-

145

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 151


Pasolini

peteva le puntate spingendosi fin sul Carmine a Cagliari (con G. Stefani), in


grosso della colonna nemica avan- Omaggio a una città, 1990; Marmorari
zante. Rimasto immobilizzato il carro lombardi in Sardegna tra Settecento e
per la rottura di un cingolo in seguito Ottocento (con G. Stefani), ‘‘Arte lom-
allo scoppio di una bomba, non domo, barda’’, XCVII-XCIX, 98/99, 1991; La
grondante di sangue, apriva lo spor- diaspora degli arredi, in San Francesco
tello e lottava ancora a colpi di bombe di Stampace 1861-1991, ‘‘Quaderni
a mano finché, colpito a morte, si ab- della Soprintendenza ai Beni artistici,
batteva sul carro stesso chiudendo architettonici, ambientali e storici di
nella gloria la sua giovane esistenza. Cagliari’’, 4, 1991; Il portone senza pa-
(Alesa, 26 dicembre 1938)». lazzo di Cagliari, in Palazzo Zapata a
Cagliari, 1991; dodici voci nel Diziona-
Pasolini, Alessandra Storica dell’arte
rio biografico degli artisti. Storia della
(n. Cagliari 1956). Laureata in Lettere,
pittura in Italia. ‘‘L’Ottocento’’, II, Ca-
nel 1979 entrò a far parte della coope-
boni Antonio, Carneglias Luigi, Marghi-
rativa Beni culturali che collaborò per
notti Giovanni, Ballero Antonio, Branca
anni con la Soprintendenza ai Beni
Remo, Cabras Cesare, Caldanzano
ambientali delle province di Cagliari e
Luigi, Fancello Salvatore, Ledda Mario,
Oristano. Diventata funzionario, ha
Manca Pietro Antonio, Paglietti Mario,
per anni lavorato presso la stessa So-
Satta Giacinto, ‘‘Il Novecento’’, III,
printendenza; da qualche tempo inse-
1992; Gli arredi marmorei (con G. Ste-
gna presso la Facoltà di Lettere dell’U-
fani), in La società sarda in Età spa-
niversità di Cagliari. Tra i suoi scritti:
gnola (a cura di Francesco Manconi),
Il Gotico. Da un’arte di importazione
II, 1993; L’argento tra etichetta ed uso
alla formazione di una cultura locale,
quotidiano, in Argenti. Arredi sacri e
in La provincia di Cagliari. Ambiente
profani nella Sardegna sabauda, 1994;
storia, 1983; I culti francescani e le im-
Oggettistica. Tasselli di memoria e gusto
magini nel sec. XVII-XVIII in Sardegna.
antiquariale, in Orri, reggia segreta di
I tabernacoli lignei nelle chiese cappuc-
Sardegna, 1997; L’architettura religiosa,
cine (con A. Casula, G. Guarino, F. Por-
in Quartucciu, 1997; Argentieri sardi o
cella), in Arte e cultura del ’600 e ’700 in
attivi in Sardegna dal Medioevo all’Otto-
Sardegna (a cura di Tatiana Kirova),
cento: notizie biografiche, ‘‘Biblioteca
1984; Sul censimento dei beni architetto-
francescana sarda’’, 1997; Paramenti
nici. Alcuni esempi (con M.G. Messina),
sacri. Tessuti serici del duomo di Ales
in Iglesias. Un secolo di tutela del patri-
dal ’600 al ’900, 1998.
monio architettonico, 1987; La chiesa di
San Giuliano a Selargius sec. XIII (con Pasolini, Pio Insegnante, consigliere
G. Stefani e E. Strati), 1988; Il materiale regionale (Mandas 1908-Cagliari 1977).
lapideo e gli stemmi (con G. Stefani) e Dopo essersi laureato in Giurispru-
L’ebanisteria, entrambi in Pinacoteca denza approfondı̀ gli studi filosofici e
nazionale Cagliari, I, 1988; V.F.G.A. Vo- si dedicò all’insegnamento nelle
tum feci gratiam accepi, nel catalogo scuole secondarie superiori; fu per
della mostra Traffici, naufragi, mira- molti anni preside nei Licei classici.
coli, 1989; I tessuti (con G. Deidda), in Cattolico impegnato, fu tra i promotori
La Corona d’Aragona: un patrimonio della costituzione della Democrazia
comune in Italia e Spagna (secc. XIV- Cristiana in Sardegna nel secondo do-
XV), 1989; Microstoria di un sito urbano: poguerra; nel 1949 fu eletto consigliere
la chiesa di S. Nicola nella piazza del regionale del suo partito per la I legi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 152


Pasquin

slatura nel collegio di Cagliari, succes- voti religiosi di fratello laico il 2 feb-
sivamente riconfermato per la II legi- braio 1564. Nel convento volle essere
slatura, al termine della quale non si destinato ai lavori più umili: trascor-
ricandidò. reva tutte le ore libere davanti al taber-
Pasqual Famiglia cagliaritana (secc. nacolo, in preghiera, spesso sollevato
XVI-XVII). Originaria dell’Aragona, le da terra. Analfabeta, ebbe da Dio il
sue notizie risalgono al secolo XVI. Nel dono della sapienza, al punto da meri-
1528 fu ammessa allo Stamento mili- tarsi il titolo di ‘‘teologo dell’eucari-
tare durante il parlamento Vilanova stia’’. Famose le sue dispute con i calvi-
con un Baldassarre. I suoi discendenti, nisti. Rimangono alcune sue opere.
che ricoprirono ereditariamente gli uf- Morı̀ il 17 maggio 1592, giorno di Pente-
fici di capitano del castello di San Mi- coste. Canonizzato da Alessandro VIII
chele e di sergente maggiore di Villa- (1690). Dichiarato da Leone XIII (1897)
nova, presero parte a tutti gli altri par- patrono delle opere e dei congressi eu-
lamenti fino a quello Avellano del 1643. caristici. Dal 1969 il suo culto è limitato
La famiglia si estinse nel corso del se- a calendari locali o particolari.
colo XVII. [ADRIANO VARGIU]
In Sardegna Patrono di San Pasquale.
Festa Si festeggia il 17 maggio; l’ultima
domenica di luglio o la prima d’agosto
a San Pasquale, la terza domenica di
settembre a Nulvi.
Pasquin, Antoine Claude (noto con lo
pseud. Valéry) Bibliotecario, scrittore
di viaggi (Parigi 1789-ivi 1847). Uomo
di grande cultura, era conservatore e
amministratore delle Biblioteche reali
per conto di Carlo X. Con l’avvento di
Luigi Filippo fu nominato biblioteca-
rio reale di Versailles. Conosciuto
come autore di numerose opere a ca-
rattere divulgativo, nel 1834, dopo
aver visitato l’Elba e la Corsica, fece
un viaggio in Sardegna percorrendola
in lungo e in largo a cavallo. Del suo
viaggio pubblicò un reportage che gli
diede una certa notorietà. Voyages en
San Pasquale Baylon – Il santo rappresentato Corse, à l’ı̂le d’Elbe, et en Sardaigne, 2
in un reliquiario del secolo XVII. volumi editi a Parigi nel 1837, è l’unica
sua opera tradotta in italiano. La
Pasquale Baylon, san (in sardo, Santu prima traduzione integrale, dovuta a
Pasquali, Santu Pascali) Santo (Torre F. Sala, uscı̀ in 4 volumi già nel 1842-
Hermosa, Spagna, 1540-Villa Real, 43; una traduzione parziale, limitata
Spagna, 1592). Francescano. Nacque ai soli capitoli dedicati alla Sardegna,
in Aragona il 16 maggio 1540, giorno di fu opera di A. Carboni, che la pubblicò
Pentecoste. Fece il pastore fino a ven- in 46 puntate su ‘‘L’Unione sarda’’ nel
t’anni, poi vestı̀ l’abito dei Frati minori, 1925; una, anch’essa della sola parte

147

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 153


Passamar

sarda, apparve sul ‘‘Nuraghe’’, a cura tore di Urgell quando fu nominato arci-
di R. Carta Raspi nel 1931. Una recente vescovo di Sassari (ma il Mattei, che lo
traduzione dei capitoli sardi, col titolo colloca nel 1387, crede che la sua no-
Viaggio in Sardegna, curata da Maria mina non sia avvenuta a causa dello
Grazia Longhi, è uscita nel 1996 nella scisma d’Occidente).
‘‘Bibliotheca sarda’’ della editrice Passavino de Gualandi, Nicolò Vica-
nuorese Ilisso: «Mémoire e diario di rio di Gallura (Pisa, prima metà sec.
viaggio – scrive M.G. Longhi nella pre- XIII-ivi, dopo 1288). Cittadino di Pisa
fazione – , excursus storico e antropolo- appartenente alla potente consorteria
gico, rilevazione accurata di dati stati- dei Gualandi, impegnato nella vita po-
stici sulla natalità, l’educazione e l’e- litica della sua città; dopo che il giudi-
conomia, la percorribilità delle strade cato di Gallura fu tolto a Nino Visconti
o la loro assenza, inventario delle ri- e occupato dalle truppe del Comune,
sorse naturali, artistiche e archeologi- nel 1288 fu nominato vicario di Gallura
che... e ancora?». e inviato in Sardegna.
Passamar Famiglia sassarese (secc. Passero = Zoologia della Sardegna
XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al Passino Famiglia di Bosa (sec. XVI-esi-
secolo XVI, quando alcuni dei suoi stente). Le sue notizie risalgono al se-
membri presero a ricoprire uffici pub- colo XVI; godeva di una discreta condi-
blici di una qualche importanza. Fu zione economica e i suoi membri rico-
però nel 1622, quando un Giacomo Pas- privano uffici in seno all’amministra-
samar divenne arcivescovo di Sassari, zione della città. Pur avendo ottenuto i
che la famiglia raggiunse un più ele- privilegi nobiliari in data non precisa-
vato rango. Nel 1623 infatti l’arcive- bile, nel 1641 ne ottennero la ricon-
scovo ottenne per i suoi fratelli il rico- ferma con un Angelo. I suoi figli furono
noscimento della nobiltà. La famiglia ammessi allo Stamento militare nel
si estinse nel corso del secolo XVII. 1653 durante il parlamento del conte
Passamar, Giacomo Religioso (Sas- di Lemos e i loro discendenti presero
sari, fine sec. XVI-ivi 1643). Vescovo di parte a tutti gli altri parlamenti. Alla
Ampurias dal 1613 al 1622 e arcive- fine del secolo XVII, con un altro An-
scovo di Sassari dal 1622 al 1643. Ordi- gelo e con un Francesco, formarono
nato sacerdote fu parroco a Bonorva due rami della famiglia.
per alcuni anni. Nel 1613 fu nominato Ramo di Angelo Si estinse nel corso del
vescovo di Ampurias, nel 1622 divenne secolo XVIII.
arcivescovo di Sassari. Continuò la po- Ramo di Francesco Francesco era pro-
lemica con Cagliari sul primato e cele- curatore reale di Bosa. I suoi discen-
brò due sinodi diocesani, nel 1625 e nel denti continuarono a occupare un
1641. Sostenne l’impegno di donna ruolo di rilievo per tutto il secolo
Margherita Tavera e aprı̀ a Sassari il XVIII, ricoprendo spesso gli uffici di
monastero delle Isabelline; fondò la vicario reale e di sergente maggiore.
Congregazione di Sant’Apollinare; il 3 Nel corso del secolo XIX si formarono
maggio 1622 riportò a Porto Torres con nuovi rami e prese a risiedere, oltre
una grande cerimonia le ossa dei Mar- che a Bosa, a Oristano; attualmente la
tiri turritani. famiglia risiede a Bosa, Sassari, Ori-
Passaviis, Giovanni de Religioso stano, Cagliari e Tempio Pausania.
(Spagna, sec. XIV-?). Arcivescovo di Passino, Angelo Uomo d’armi (Bosa,
Torres nel 1391. Domenicano, era ret- prima metà sec. sec. XVII-ivi?, seconda

148

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 154


Passino

metà sec. XVII). Entrato nel tercio de «Uscito nell’aprile 1848 – scrive il Co-
Cerdeña vi percorse una brillante car- sta – , fu il più diffuso dell’Isola, perché
riera. Combattè durante la Guerra dei vi alimentò la fiamma dell’amor pa-
Trent’anni in Fiandra, in Italia e in trio». A lui si deve una serie di articoli
Spagna, compiendo numerosi atti di che aiutano a lumeggiare la figura del
valore. Per i suoi meriti nel 1641 ot- ‘‘tribuno’’ mazziniano Antonio Satta,
tenne i privilegi nobiliari e fu incari- protagonista dei moti del 1948 a Sas-
cato di provvedere alla difesa delle sari. Nelle sue Pagine storiche, pubbli-
marine di Bosa dagli attacchi dei cor- cate a Sassari da Dessı̀ nel 1877, riper-
sari barbareschi. corse i principali avvenimenti politici
Passino, Francesco1 Uomo d’armi cittadini del suo secolo. Rivestı̀ diverse
(Bosa, prima metà sec. XVII-Bosa, cariche nella vita civica sassarese, fece
dopo 1680). Ufficiale nell’esercito spa- parte della Società di Mutuo soccorso,
gnolo, combatté per 25 anni in Fiandra fu eletto nel 1848 nel primo Consiglio
e in Lombardia. Tornato in Sardegna, comunale costituito dopo la promulga-
nel 1679 fu nominato sergente mag- zione dello statuto. Tra gli altri suoi
giore di Bosa e nel 1680 vicario reale. scritti: L’agricoltura in Sardegna,
‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878; Relazione
Passino, Francesco2 Studioso di agro- della commissione al comitato perma-
nomia (Cagliari, seconda metà sec. nente per gli interessi agricoli ed econo-
XIX-ivi?, seconda metà sec. XX). Con- mici della Sardegna, 1888; Colonizza-
seguita la laurea entrò nell’Ammini- zione della Sardegna, ‘‘Avvenire di Sar-
strazione statale raggiungendo il grado degna’’, 1891.
di ispettore compartimentale dell’A-
gricoltura. Nel secondo dopoguerra fu Passino, Giacomo Gesuita, missiona-
chiamato a far parte come tecnico rio (Bosa 1699-Cagliari, dopo 1775). En-
della Consulta regionale tra il 1945 e il trato nella Compagnia di Gesù, fu ordi-
1949; in seguito fu nominato consi- nato sacerdote e inviato come missio-
gliere dell’Istituto di Credito Agrario nario in Paraguay. Dopo alcuni anni si
per la Sardegna e fu a lungo presidente trasferı̀ a Buenos Aires, dove divenne
del CRAS (Centro Regionale Agrario procuratore di quella missione. Nel
Sperimentale), istituito con la legge re- 1768 venne nominato superiore gene-
gionale 19 giugno 1956, n. 22. Tra i suoi rale per la provincia del Guaranı́ e
scritti: Per una maggior produzione di operò con grande diplomazia per diri-
grano nell’isola, ‘‘L’Unione sarda’’, mere le controversie insorte tra spa-
1928; L’agricoltura in Sardegna ieri e gnoli e portoghesi per il controllo del
oggi, ‘‘Mediterranea’’, VII, 2, 1932; In- territorio. Quando la Compagnia fu
chiesta sulla piccola proprietà coltiva- espulsa dalla Spagna, tornò in Sarde-
trice formatasi nel dopoguerra (con G. gna e si stabilı̀ a Cagliari dove trascorse
Sirotti), ‘‘Sardegna’’, XXI, 1935. gli ultimi anni della sua vita, conti-
nuando a operare come semplice sa-
Passino, Gavino Giornalista, uomo po-
cerdote.
litico (Sassari, prima metà sec. XIX-ivi,
dopo 1891). Nato da una famiglia di no- Passino, Giuseppe Luigi Avvocato,
bili tradizioni, fu giornalista polemico deputato al Parlamento subalpino
e battagliero. Nel 1848 rilevò dal pro- (Oristano, prima metà sec. XIX-?). Ap-
fessor Francesco Cossu, e lo diresse, il partenente al ramo dei Passino di Ori-
settimanale di tendenza liberale ‘‘La stano, dopo essersi laureato in Legge
Sardegna’’ che si pubblicava a Sassari: esercitò la professione di avvocato. Di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 155


Passino

idee liberali, fu favorevole alla ‘‘fu- la passione dei Santi Gavino, Proto e
sione perfetta’’ e nel 1848 fu eletto de- Gianuario, la passione di Sant’Antioco,
putato per la I legislatura del Parla- la passione di San Lussorio, la pas-
mento subalpino; fu riconfermato an- sione di Sant’Efisio. Secondo Turtas,
che per la II nel 1849, ma poco dopo la «fra i martiri sardi Gavino e Lussorio
sua elezione fu annullata in seguito a sono quelli sui quali abbiamo testimo-
un’inchiesta sull’andamento del voto nianze più antiche, abbondanti e affi-
nel suo collegio. In Parlamento fu con- dabili»; «un altro martire la cui stori-
trario al ‘‘connubio’’ Cavour-Rattazzi. cità pare ugualmente bene attestata è
Nel giugno 1848 aveva firmato, insieme Simplicio», anche se non è «altrettanto
ad altri deputati sardi, un progetto per sicura la sua appartenenza al clero,
la revisione delle liquidazioni ricono- meno ancora il suo status episcopale»;
sciute ai feudatari al momento del ri- pur non essendo menzionati nel Marti-
scatto. rologio attribuito a San Gerolamo, sono
Passino, Palazzo Edificio situato in stati oggetto di un culto molto antico:
piazza Costituzione a Bosa. Conosciuto Saturno, menzionato come Saturnino,
comunemente come palazzo di Don per la prima volta nella Vita beata Ful-
Carlo dal nome di Carlo Passino Cugia gentii pontificis; Antioco, ricordato co-
che lo fece costruire nella seconda stantemente come martire, il cui culto
metà dell’Ottocento, fu costruito utiliz- è attestato senza interruzione; Efisio,
zando la trachite rosa come elemento «sulla cui storicità può gettare una
decorativo; si erge maestoso ma incom- luce del tutto nuova il fatto che la sua
pleto, perché il dolore per la morte del- passio (secoli XII-XIII) contiene un ele-
l’unica figlia, del genero e dei nipotini mento sicuramente molto più antico»,
del costruttore, avvenuta nel terre- cioè «un titolo attribuito al martire,
moto di Messina del 1908, ne fermò l’e- stratilates, che indica una carica bizan-
dificazione. tina corrispondente al latino magi-
ster», chiaramente ricevuto da fonti
Passiones Testi medioevali che rac- più antiche.
contano la vita e il martirio di santi vis-
suti nei primi secoli del Cristianesimo: Pasticceria La Sardegna possiede una
«Racconti leggendari – scrive Rai- grande, nobile tradizione nella confe-
mondo Turtas – in origine formatisi zione di dolci, alcuni dei quali sono
presumibilmente attorno al luogo confezionati ovunque, altri sono tipici
dove il martire era venerato, ma re- di determinate zone o addirittura di
datti – nella forma in cui sono perve- singoli villaggi. Vi si confezionano inol-
nuti – in un periodo ancora più tardo tre dolci particolari per le singole fe-
rispetto a quello in cui furono elabo- ste. I più noti sono: amarettus, dolci di
rate nella penisola le analoghe passio- pasta di mandorla di forma rotonda,
nes o gesta». Numerose sono quelle ri- diffusi soprattutto nel meridione della
ferite ai santi della Sardegna; anche se Sardegna e utilizzati in occasione delle
quasi tutte mischiano elementi fanta- feste; aranciata (=), detta anche ce-
stici a elementi reali, sono comunque drata; ciddinos, di pasta di semola bi-
documenti di grande importanza per lo scottata con miele bollente e pepe ma-
studio della storia dell’isola nella cinato, tipici delle Baronie; cucciu-
tarda antichità e nell’Alto Medioevo. leddhi, dolci galluresi di farina, di varie
Le più note tra quelle riferite ai santi forme, fritti nel miele o nella sapa e ri-
sardi sono la passione di San Saturno, coperti di manteca; kasadinas o pàrdu-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 156


Pastorizia

las, tipici dolci pasquali; gueffus (=), hanno scritto Giuliana Altea e Marco
dolci natalizi diffusi ovunque; mustaz- Magnani – si è sviluppato negli anni
zolus, dolce natalizio tipico dell’Orista- con implacabile coerenza, inglobando
nese, ormai presente in tutte le sta- e completamente metabolizzando
gioni; niuleddhi, dolci galluresi confe- l’una dopo l’altra diverse tappe della
zionati con la pasta sfoglia polverizzata storia della pittura, da Giotto a De Do-
e impastata col miele o con la sapa e minicis, fino ad arrivare a una sintesi
spezie e tagliata in quadretti; pa’ de di antico e di moderno, di organico e di
rop, pasticcio di semola a base di sapa, geometrico, relativo ed assoluto, che
buccia d’arancio, pepe, cannella, noce ne fa un caso singolare nel contesto
moscata e mandorle; pabassinas (=) ti- della giovane pittura italiana. I ri-
pico dolce pasquale di Ognissanti; piri- chiami alla storia dell’arte si intrec-
chittus (=), dolce tipico del Campidano ciano con elementi tratti dal mondo
di Cagliari; seada (=), dolce a base di dei media nella costruzione di un per-
formaggio fresco, miele e sfoglia, dif- sonalissimo sistema simbolico, di una
fuso ovunque: partendo dalle zone a delirante ma lucidissima cosmologia
economia pastorale, è comparso nei soggettiva in cui i personaggi dei Poké-
menu sardi di ogni parte della regione, mon possono avere la stessa forza ma-
particolarmente gradita ai turisti; ti- gnetica di suggestione del Quadrato
rikka, dolce tipico del Meilogu e del Nero di Malevic».
Logudoro, usato in genere per le feste;
turrone, torrone natalizio a base di
mandorle e miele diffuso soprattutto
in Barbagia; zı̀ppulas (=), frittelle car-
nevalizie diffuse ovunque.
Pastore, san = Giusto e Pastore, santi
Pastorelli, Giuseppe Domenico Reli-
gioso (?, fine sec. XV-Cagliari 1547). Ve-
scovo di Alghero dal 1528 al 1534, arci-
vescovo di Cagliari dal 1534 al 1547. Mi-
nore conventuale, uomo di grande cul-
tura, nel 1528 fu nominato vescovo di Pastorizia – Ovini al pascolo nella Nurra.
Alghero. Nel 1534 divenne arcivescovo
di Cagliari. Fu particolarmente sti- Pastorizia La pastorizia è una delle
mato dal papa Paolo III, che nel 1535 forme più antiche di allevamento. È
lo inviò presso Carlo V per sollecitargli praticata in Sardegna con la maggior
la convocazione di un concilio. Nel parte delle specie animali domestiche
1538 fu nominato legato pontificio in da reddito: principalmente ovini, ca-
Sardegna; nel 1547, richiamato a prini, bovini, ma anche suini ed equini.
Roma per essere nominato cardinale, Si contraddistingue per la caratteri-
morı̀ durante il viaggio. stica simbiosi che si instaura tra gli
Pastorello (pseud. di Gianni Manunta) animali e il pastore, che si occupa di
Pittore (n. Sassari 1967). P. in origine loro a tempo pieno, non limitandosi a
era solo soprannome e poi, da quando condurli al pascolo ma fornendo prote-
andò a Firenze a frequentare l’Accade- zione dai predatori (anche con il tradi-
mia, decise di adottarlo anche per fir- zionale ausilio dei cani), cure sanita-
mare i suoi quadri. «Il discorso di P. – rie, assistenza durante il parto. Un al-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 157


Pastorizia

tro aspetto particolarmente interes- dia’’, che può essere ormai considerata
sante di questo tipo di allevamento è la vera pecora sarda e che rappresenta
che la persona che si occupa degli ani- più dell’80% del totale del patrimonio
mali è generalmente la stessa che prov- ovino. La pecora di grossa taglia è oggi
vede alla trasformazione dei prodotti, presente principalmente nelle zone di
dalla tosatura della lana alla produ- pianura attorno a Cagliari, mentre
zione del formaggio. quella di piccola taglia è diffusa nelle
& ALLEVAMENTO OVINO Secondo i dati zone di montagna e negli ambienti più
statistici in Sardegna vengono allevati difficili.
circa tre milioni di ovini, appartenenti & PRODUZIONE La produzione princi-
tutti alla razza sarda: il patrimonio pale della pecora sarda è costituita dal
ovino sardo rappresenta quindi il 32% latte. Nel periodo di mungitura, che
circa del patrimonio ovino nazionale. dura circa sei mesi, una pecora pro-
L’allevamento della pecora è diffuso duce in media da 80 l a 100 l di latte;
in tutta l’isola, ma particolarmente non mancano tuttavia greggi con pro-
nelle province di Sassari e di Nuoro, duzioni medie per capo di 140/150 l. La
dove si allevano rispettivamente il produzione della carne, costituita dal-
40% circa e il 35% circa dei capi, men- l’agnello da latte, che viene macellato
tre il rimanente 25% circa viene alle- a un peso vivo di 8/10 kg, rappresenta
vato in provincia di Cagliari. Il valore circa il 22% del prodotto dell’alleva-
delle produzioni ottenute è pari al 35% mento. La produzione della lana ha
circa del valore totale della produ- un’importanza economica del tutto
zione zootecnica isolana. L’alleva- marginale (circa il 2% del prodotto to-
mento ovino, nel quale trovano im- tale). Il sistema di allevamento più dif-
piego oltre 27 000 addetti, rappresenta fuso è quello brado e semibrado, ba-
quindi un’attività di grande rilievo nel- sato sullo sfruttamento del pascolo na-
l’economia agricola sarda. La pecora turale. In Sardegna sono infatti dispo-
sarda è una razza a prevalente attitu- nibili per il pascolo circa 1 900 000 ha,
dine lattifera, la cui area di alleva- considerando i pascoli veri e propri, gli
mento, un tempo limitata alla Sarde- incolti produttivi, le superfici boschive
gna, si va ora estendendo ad altre re- non sottoposte a vincolo forestale e i
gioni d’Italia (Lazio, Toscana, Umbria seminativi meno fertili non più colti-
ecc.). Si tratta di una razza autoctona, vati. Nel corso dell’anno il ciclo pro-
probabilmente derivata dal grande duttivo della pecora è collegato al ciclo
ceppo siriaco dal quale provengono produttivo dei pascoli, il quale a sua
molte altre razze del bacino del Medi- volta è condizionato dall’andamento
terraneo. Tradizionalmente, con rife- climatico, tipicamente mediterraneo.
rimento al carattere più evidente, ve- Ogni pecora, di regola, partorisce un
nivano distinti all’interno della razza solo agnello, ma non sono infrequenti
sarda tre differenti tipi o sottorazze di le nascite gemellari. La mungitura co-
piccola, media e grossa taglia. Attual- mincia subito dopo la separazione dal-
mente questa distinzione ha perso l’agnello, tra dicembre e gennaio, e
molto del suo valore, in quanto gli dura fino a tutto luglio. Normalmente
scambi di riproduttori sono frequenti si praticano due mungiture giornaliere
e si assiste sempre di più a una evolu- fino al mese di giugno; successiva-
zione che porta all’affermazione in mente se ne effettua una sola. La mun-
tutta l’isola della ‘‘pecora di taglia me- gitura viene eseguita generalmente a

152

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 158


Pastorizia

mano, a un ritmo di 80/90 pecore l’ora fiore sardo, toscanello e simili, for-
per ogni operatore, con differenti tec- maggi dolci (caciotta e simili), formaggi
niche. di tipo greco (feta e simili), canestrato,
& IMPRESA PASTORALE In Sardegna, pepato e altri vari. La maggior parte di
con riferimento al rapporto fra im- questa produzione viene esportata
presa e manodopera, si possono distin- verso mercati del continente ed esteri.
guere sostanzialmente tre categorie di Di particolare rilievo è la tendenza ma-
imprese: 1. impresa pastorale con sala- nifestata in questi ultimi anni a ridurre
riati, in cui l’imprenditore non esercita la produzione di pecorino di tipo ro-
alcuna attività manuale; 2. impresa pa- mano, a vantaggio dei tipi a pasta molle
storale capitalistico-lavoratrice, in cui o semidura. In Sardegna la trasforma-
l’imprenditore svolge anche un lavoro zione del latte ovino in formaggio viene
manuale, valendosi però della collabo- effettuata da tre gruppi di imprese: im-
razione di salariati; 3. impresa lavora- prese familiari, imprese associative e
trice, in cui il lavoro è totalmente svolto imprese industriali. I primi due gruppi
dall’imprenditore e dalla sua famiglia. trasformano circa il 50% del latte, men-
La grande maggioranza delle imprese tre il rimanente viene trasformato
pastorali rientra nelle ultime due cate- dalle imprese industriali. Mentre le
gorie. I rapporti tra proprietà e im- imprese familiari producono preva-
presa sono in genere caratterizzati dal- lentemente formaggio di tipo fiore
l’affittanza, che interessa non meno sardo e meno frequentemente di tipo
del 50% della totale superficie a pa- romano, le cooperative, almeno per
scolo della Sardegna. Essendo i con- ora, producono in prevalenza formag-
tratti di affitto normalmente di breve gio di tipo romano. Queste ultime
durata, annuali o addirittura stagio- hanno in genere dimensioni ridotte,
nali, mancano i presupposti per la con base territoriale limitata per lo
creazione di aziende stabili, dotate di più a uno o raramente più comuni. La
strutture più efficienti. Questa situa- loro attività è pressoché esclusiva-
zione si riflette inoltre negativamente mente rivolta alla trasformazione del
sul piano sociale, con continue ten- prodotto, in quanto le loro dimensioni
sioni e conflitti tra le categorie dei pro- e le carenze che manifestano sul piano
prietari terrieri e degli affittuari im- commerciale non consentono un loro
prenditori. Il rapporto tra numero di proficuo inserimento sul mercato, che
capi allevati e unità lavorative impie- rimane perciò in mano ai commer-
gate nell’allevamento varia da 1 a 80, 1 cianti e agli industriali. Gli industriali,
a 120: come si è già detto, nel settore nel passato, effettuavano la trasforma-
trovano impiego circa 27 000 addetti. zione del latte in piccoli caseifici, ubi-
Essendo il valore del prodotto lordo cati nelle zone di maggior produzione;
dell’allevamento ovino sardo di circa attualmente invece essi tendono ad ac-
23 milioni di euro annui, ne consegue centrare la lavorazione in centri più
che il prodotto lordo per addetto è, allo ampi, capaci di accogliere 40-50 000 l
stato attuale, poco superiore a mille di latte al giorno. Tuttavia anche le di-
euro annui. mensioni delle imprese industriali va-
& INDUSTRIA CASEARIA Oltre l’85% riano notevolmente: accanto a piccole
del latte prodotto viene destinato alla ditte che producono ogni anno 600-700
trasformazione in formaggio. I tipi pro- q di formaggio, ve ne sono altre che ar-
dotti sono diversi: pecorino romano, rivano a produrne 10 000 q e oltre. Da

153

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 159


Pastorizia

diversi anni è in atto nel settore un pro- convenientemente la propria attività,


cesso di concentrazione tecnica ed né sente lo stimolo a adottare schemi
economica delle imprese. produttivi più moderni.
& MERCATO DEL LATTE Il mercato del & NUOVI INDIRIZZI PRODUTTIVI Come si
latte di pecora in Sardegna è caratte- è detto, l’allevamento ovino sardo è ca-
rizzato da una cronica instabilità dei ratterizzato da un basso livello di pro-
prezzi, che subiscono fluttuazioni note- duttività del lavoro, con un prodotto
voli da un anno all’altro, anche nell’or- lordo annuo per ogni unità lavorativa
dine del 30-40%. Le cause di questa si- impiegata generalmente inferiore ai
tuazione sono essenzialmente da ricer- 1000 euro. Questa situazione, che mal
carsi nelle forti variazioni annuali si accorda con le tendenze evolutive in
della produzione del latte, conse- atto in campo agricolo in Italia e nei
guenza del sistema di allevamento paesi del Mercato Comune e con gli
brado, per cui in queste condizioni il obiettivi fissati dai programmi di svi-
succedersi di due annate abbondanti luppo in sede comunitaria, porta a una
può determinare una crisi per eccesso remunerazione insoddisfacente di
di produzione, e nel disordine esi- tutti i fattori produttivi connessi con
stente nel settore della trasformazione l’attività pastorale e rappresenta uno
e della commercializzazione, dove dei motivi principali di preoccupa-
manca qualsiasi coordinamento fra zione per il futuro della p. in Sardegna.
l’attività dei diversi operatori. Le coo- Appare dunque sempre più necessario
perative agiscono infatti in completa procedere a una riorganizzazione del-
indipendenza le une dalle altre ed es- l’azienda pastorale, in modo da otte-
sendo di dimensioni limitate, prive nere un considerevole aumento della
nella maggioranza dei casi di una va- produttività del lavoro, assicurando
lida guida tecnica e con conoscenze va- nel contempo agli addetti migliori con-
ghe e imprecise sul piano commer- dizioni di vita. Le ricerche condotte in
ciale, non possono in alcun modo con- questi ultimi anni dall’Istituto zootec-
dizionare il mercato, sicché rimangono nico e caseario per la Sardegna hanno
in definitiva in balı̀a dei commercianti indicato la strada da seguire per ri-
ed esposte alla iniziativa degli specu- strutturare su basi più moderne ed ef-
latori. Gli industriali, che controllano ficienti l’azienda ovina. Una serie nu-
il 50% della produzione, e che presi merosissima di dati raccolti nel corso
singolarmente presentano buone ca- di una sperimentazione pluriennale
pacità imprenditoriali e conoscenza sull’impiego della macchina mungi-
del mercato, hanno difficoltà ad accor- trice ha messo in evidenza la possibi-
darsi fra loro o con le cooperative per lità di affidare a un solo pastore 400
svolgere una politica comune, se non in capi in produzione, ai quali egli può
casi eccezionali di grave crisi, e in pra- generalmente accudire nell’ambito
tica tendono a trasferire sui conferenti del normale orario di lavoro per quasi
le conseguenze negative di questa si- tutto l’anno, eccezione fatta per il pe-
tuazione, riducendo il prezzo di acqui- riodo dei parti. Una recinzione oppor-
sto del latte. L’instabilità dei prezzi si tuna dei pascoli, affrancando il pastore
riflette in maniera determinante sul- dall’improduttivo lavoro di custodia,
l’azienda pastorale, che si trova a ope- concorrerebbe in maniera considere-
rare in condizioni di grande incer- vole a raggiungere questo risultato. È
tezza, per cui non può programmare dunque prevedibile per il futuro una

154

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 160


Pastorizia

evoluzione nell’allevamento ovino zione della pecora), di mangimi con-


sardo che sarà orientato sempre più centrati a base di cereali può risultare
verso la creazione di unità di gregge di molto vantaggioso. Infine è prevedibile
maggiore ampiezza, nell’ordine di 350- nel futuro, come conseguenza del pro-
400 capi affidati a un solo pastore. Ai cesso di intensificazione produttiva
fini di un migliore impiego dei fattori dell’allevamento ovino, l’abbandono
produttivi, particolarmente del lavoro, da parte della pecora dei pascoli mar-
esse potranno eventualmente inte- ginali, particolarmente nelle zone di
grarsi in unità di allevamento di di- montagna: sempre più frequente-
mensioni più ampie, dell’ordine di mente essa farà la sua comparsa nelle
2000 capi, che potranno avere o no zone della bassa collina e della pia-
base territoriale comune. Si potranno nura anche parzialmente irrigue, dove
cosı̀ raggiungere livelli più elevati di può raggiungere livelli produttivi note-
produttività del lavoro, dell’ordine di voli, come mostrano recenti espe-
3000-3500 euro per unità lavorativa. rienze condotte dall’Istituto zootec-
Allo stato attuale queste nuove solu- nico e caseario di Sassari.
zioni, dopo essere state lungamente & NUOVE PRODUZIONI Sebbene per il
collaudate in sede sperimentale, co- futuro possa considerarsi ancora del
minciano a essere trasferite nella tutto valido l’attuale indirizzo verso
realtà operativa: il nuovo indirizzo è la produzione del latte, appare egual-
stato infatti per gran parte recepito da- mente possibile incrementare in Sar-
gli organi regionali preposti alla pro- degna anche la produzione della
grammazione e accettato come valido carne, utilizzando meglio le poten-
per le zone a prevalente economia pa- ziali risorse del patrimonio ovino a
storale dell’isola. In un contesto come disposizione. La limitata attitudine
quello che si va delineando, il tradizio- della pecora sarda a produrre carne
nale sistema di allevamento del può essere convenientemente cor-
gregge, basato sull’uso delle erbe dei retta ricorrendo all’incrocio con
pascoli naturali come unica fonte di arieti di razza da carne. Prove effet-
alimento, dovrà essere necessaria- tuate negli ultimi tre anni hanno con-
mente rivisto. Spesso, infatti, l’incerto sentito di fissare le linee principali di
andamento delle stagioni non assicura uno schema per l’intensificazione
in maniera continuativa sufficiente della produzione di carne ovina in
alimento agli animali, incidendo nega- Sardegna, che prevede l’impiego
tivamente sulle produzioni. Pur conti- nelle greggi comuni di arieti Ile de
nuando a rappresentare la base dell’a- France e Berrichon du Cher per l’in-
limentazione, il pascolo dovrà quindi crocio industriale con la pecora
essere integrato, soprattutto nel tardo sarda; l’allevamento degli agnelli
autunno e nell’inverno, mediante il ri- d’incrocio dietro le madri, fino a una
corso a foraggere coltivate, particolar- età di 30-35 giorni e a un peso di 10-11
mente erbai autunno-vernini, la cui kg; l a raccol ta succ essiva degl i
funzione è stata chiaramente messa in agnelli in centri comuni d’ingrasso,
evidenza da lungo tempo e che del re- dove essi verrebbero allevati fino a
sto vanno diffondendosi sempre di più raggiungere un peso di 28-30 kg, con
in tutta l’isola. Anche l’impiego, in de- un’alimentazione basata sull’impiego
terminate fasi del ciclo produttivo (in esclusivo di mangimi concentrati. È
particolare nei primi mesi di latta- possibile in tal modo, in circa 100

155

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 161


Pastorizia

giorni, ottenere un agnello di buona turo sarà possibile superare queste


qualità, con carcassa ben conformata difficoltà, consentendo un riforni-
e non eccessivamente grassa, tale da mento del mercato in ogni periodo.
poter essere introdotta con successo Inoltre ci si orienterà sempre più
anche su mercati particolarmente verso il potenziamento del settore
esigenti. Le prospettive di sviluppo cooperativistico, non nel senso finora
in questo settore appaiono tuttavia seguito, ma attuando una politica che
interessanti: è attualmente in atto un porti alla creazione di centri di grosse
programma che prevede la creazione dimensioni, capaci di adottare le tec-
di centri d’ingrasso per agnelli, in al- niche di lavorazione più accurate e
cune province sarde, realizzato dalle diretti con capacità ed efficienza. La
associazioni allevatori, sotto il con- loro attività dovrà essere opportuna-
trollo dell’amministrazione regio- mente coordinata a livello regionale,
nale. Tuttavia questa produzione va al fine di assicurare una più efficace
considerata complementare e acces- presenza delle cooperative nel mer-
soria dell’allevamento, che dovrà cato accanto agli industriali e ai com-
continuare a essere orientato verso mercianti. Approfonditi studi sa-
la produzione del latte. Nel settore è ranno inoltre necessari per program-
in atto da tempo un processo evolu- mare la produzione del formaggio e
tivo che porta a un incremento della stabilire i quantitativi dei differenti
produzione dei formaggi molli e a una tipi che potranno essere conveniente-
contrazione della produzione di pe- mente prodotti. Per concludere si può
corino romano. Il formaggio romano, affermare che l’allevamento della pe-
infatti, trova sempre maggiori diffi- cora da latte continuerà ancora per
coltà di collocamento nei mercati tra- lungo tempo a svolgere un ruolo di
dizionali dell’Italia e particolar- fondamentale importanza nella eco-
mente del Nordamerica, in relazione nomia agricola della Sardegna. Ciò
a un progressivo cambiamento del gu- potrà avvenire a condizione che l’a-
sto dei consumatori, che si va orien- zienda pastorale sappia rinnovarsi
tando verso tipi dal sapore meno mar- all’interno delle sue strutture, se-
cato, e a una sempre più agguerrita condo gli schemi precedentemente
concorrenza dei prodotti similari delineati, e la trasformazione e la
provenienti da altri paesi. La produ- commercializzazione del prodotto
zione dei formaggi molli da tavola è possano essere impostate su basi più
attualmente in pieno sviluppo, soste- razionali. La creazione di aziende
nuta anche da provvidenze program- stabili, in cui vi sia identificazione
mate dall’amministrazione regio- tra proprietà e impresa, le accre-
nale. Un grosso handicap è tuttavia sciute dimensioni del gregge, la re-
rappresentato dal fatto che, essendo cinzione dei pascoli, la meccanizza-
stagionale la produzione del latte zione della mungitura e il potenzia-
ovino, l’approvvigionamento del mer- mento delle produzioni complemen-
cato non può essere assicurato in ma- tari sono gli elementi basilari per il
niera continuativa per tutto il corso conseguimento di questi obiettivi.
dell’anno. Ricerche attualmente in Naturalmente, in futuro, il settore
atto sulla possibilità di conservare della p. non potrà sostenere l’attuale
mediante il freddo questi tipi di for- carico di manodopera: l’aumento
maggio inducono a credere che in fu- della produttività del lavoro ha come

156

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 162


Patetta

conseguenza diretta la riduzione del ruolo avuto fino a quel momento dalla
numero degli addetti, che dovrà pre- castagna. La sua coltivazione è dif-
sumibilmente stabilizzarsi a livelli fusa in tutto il globo ed è l’ortaggio
non superiori alle l0 000 unità. Ovvia- più importante della Terra. In Sarde-
mente tutto ciò porrà a breve termine gna si diffuse nel Settecento, anche se
problemi di non facile soluzione, i frati minori osservanti insediatisi a
quali la riqualificazione professio- Fonni l’avevano introdotta già nel
nale delle unità lavorative in eccesso, 1610, anno in cui si erano stabiliti in
la loro occupazione in altri settori Barbagia. Ma fu opera del governo
produttivi, la ristrutturazione delle piemontese la sua diffusione su larga
aziende, l’apporto di nuovi capitali scala: nel 1805 venne addirittura pub-
ecc. L’attenzione dell’amministra- blicato un opuscolo divulgativo in
zione regionale e di quella statale si è dialetto sull’utilità della p. e, sempre
da tempo rivolta all’esame di questi in quell’anno, si accese il dibattito
problemi e ha portato all’approva- sulla nomenclatura dialettale da
zione di un piano per la p. che pre- adottare; tra gli altri vennero propo-
vede la spesa di 80 miliardi in un pe- sti i nomi di melas de terra e tuvéra, ma
riodo di 10 anni. [MARCO TEDDE] infine si è adottato sia in logudorese
Patata Pianta erbacea perenne della che in campindanese il più comune
famiglia delle Solanacee (Solanum patata, mentre in Gallura si è prefe-
tuberosum L.), a fusto aereo, produce rito il francesizzante pomu di tarra.
fusti sotterranei (tuberi) carnosi e [TIZIANA SASSU]
commestibili, chiamati comune- Patercolo, Caio Sulpicio Ammiraglio
mente patate; le foglie sono compo- romano (sec. III a.C.). Nel corso della
ste, imparipennate, glabre alla pa- prima guerra punica attaccò le posi-
gina superiore, pelose in quella infe- zioni cartaginesi in Sardegna nel 258
riore; i fiori, riuniti a grappoli, hanno a.C.; in un primo momento assalı̀ di-
calice verde formato da 5 sepali uniti verse postazioni lungo la costa meri-
e corona bianca o rosea formata da 5 dionale dell’isola, poi si presentò al
petali, in parte concresciuti a for- largo di Sulci dove era la base della
mare un breve tubo che si apre in un flotta cartaginese; per contrastarlo
largo lobo; il frutto è una bacca car- l’ammiraglio cartaginese Annibale
nosa, prima verde e poi scura, tondeg- fece uscire a sua volta la flotta ma P.
giante, contenente numerosi semi
lo sconfisse clamorosamente.
piccoli, appiattiti. È una specie origi-
naria dell’America centrale e meri- Patetta, Federico Storico del diritto
dionale, dove è diffusa fino all’estre- (Cairo Montenotte 1867-Alessandria
mità meridionale del Cile. Le antiche 1945). Conseguita la laurea si dedicò
popolazioni andine hanno addome- all’insegnamento universitario. Nella
sticato questa pianta oltre 4000 anni sua lunga carriera insegnò presso le
fa, selezionandone un numero Università di Macerata, Siena, Mo-
enorme di varietà adatte, in pratica, dena, Pisa, Torino e Roma. Nel 1928
a tutti i climi. Venne introdotta in Eu- venne nominato accademico dei Lin-
ropa dagli spagnoli nel 1570 e fu rapi- cei, nel 1933 accademico d’Italia. Tra i
damente adottata nell’alimentazione suoi scritti: Notizie di storia sarda tratte
quotidiana dai ceti più poveri della dal registro delle lettere scritte nel 1278
popolazione, andando a occupare il da Gherardo generale dell’Ordine ca-

157

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 163


Pathos

maldolese, ‘‘Archivio storico sardo’’, I, duato; Ettore Pais lo localizzava in


1905. prossimità di Olbia, per assonanza con
Patrongianu, nome di un corso d’acqua
che sbocca nel golfo gallurese. [ANTO-
NELLO SANNA]

Patroni, Giovanni Archeologo (Napoli


1869-Celano 1951). Dopo aver comple-
tato i suoi studi, nel 1896 giunse a Ca-
gliari come rettore del Museo nazio-
nale e direttore degli scavi. Rimase in
città fino al 1900, avviando gli scavi di
Nora; tornato nella penisola, fu nomi-
nato professore di Archeologia all’Uni-
versità di Napoli, e successivamente in
quelle di Pavia, di Milano e infine di
Roma. Nel 1921 fu nominato accade-
mico dei Lincei; autore di numerosi la-
vori, tra cui la monumentale opera La
preistoria in due volumi, scrisse anche
molto sulla Sardegna. Di particolare
interesse è lo studio del 1916 sull’ori-
gine del nuraghe sardo, nel quale ap-
profondı̀ le relazioni della cultura
Federico Patetta – Storico del diritto, sarda con l’Oriente. Sulla base di que-
si interessò anche di alcuni aspetti
sto saggio, nel 1937 ipotizzò l’origine
della storia sarda.
orientale dei nuraghi supponendo che
i Sherdana provenissero dalla Sarde-
Pathos, Bartolomeo Religioso (sec. gna, dove avevano sviluppato una so-
XV). Vescovo di Ploaghe dal 1488 al cietà guerriera su base cantonale. Nel
1495. Era arciprete a Saragozza 1946 fu epurato dall’Accademia dei
quando nel 1488 fu nominato vescovo Lincei. Tra i suoi scritti: Ricerche di an-
di Ploaghe da papa Innocenzo VIII. Go- tichità nella Sardegna, ‘‘Notizie degli
vernò la sua diocesi per sette anni, nel Scavi di Antichità’’, 1901; Scavi eseguiti
periodo in cui l’assetto feudale del ter- nel perimetro della città di Nora, ‘‘Noti-
ritorio assunse i suoi caratteri defini- zie degli Scavi di Antichità’’, XXVI,
tivi. 1901; Scavi nella grotta preistorica di S.
Patrapanie Toponimo menzionato Bartolomeo presso Cagliari, ‘‘Notizie
nella Cosmographia dell’Anonimo Ra- degli Scavi di Antichità’’, XXVI, 1901;
vennate (sec. VII d.C.) e, nella variante Scavi eseguiti nel luglio 1901 a Nora,
Paurie Patine, nell’opera del geografo ‘‘Notizie degli Scavi di Antichità’’,
Guidone (secc. XI-XII). Il centro deve XXVII, 1902; Nora colonia fenicia in
localizzarsi lungo la via che univa Ca- Sardegna, ‘‘Memorie dell’Accademia
rales alla costa orientale della Sarde- dei Lincei’’, I, 1904; Alghero: nuovi
gna, verso nord. Citata dopo Custodia scavi ad Anghelu Ruju, ‘‘Monumenti
Rubriensis (identificabile con Bari dell’Accademia dei Lincei’’, XIX e XX,
Sardo) e Piresse (forse nel territorio di 1910; Origine del nuraghe sardo e rela-
Orosei), il sito di P. non è stato indivi- zioni della Sardegna con l’Oriente,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 164


Pattada

‘‘Atene e Roma’’, XIX, 1916; Il villaggio nord; con Buddusò a est, e con Bultei e
di Seruci e la Sardegna nuragica, ‘‘Ar- il Goceano a sud.
chivio storico sardo’’, XIII, 1921; Un & STORIA Il suo territorio conserva
po’ di luce sul problema genetico dei nu- molti nuraghi e resti di piccoli insedia-
raghes di Sardegna, 1923; La preistoria, menti di età romana ma il paese at-
voll. 2, 1937. tuale sembra di origini altomedioe-
vali; faceva parte del giudicato di Tor-
res incluso nella curatoria del Monta-
cuto. Dopo l’estinzione della famiglia
giudicale, terminata una lunga contesa
tra Doria, Arborea e giudicato di Gal-
lura per il controllo dell’intera curato-
ria, P. alla fine del secolo XIII fu occu-
pata da truppe arborensi. Agli inizi del
secolo XIV, avendo i Doria prestato
Pattada – Resolza di produzione moderna. omaggio al re d’Aragona, P. passò in
loro possesso e dopo la conquista ara-
gonese, essendo il villaggio entrato a
Pattada Comune della provincia di far parte del Regnum Sardiniae, sem-
Sassari, compreso nella VI Comunità brò finire definitivamente sotto il loro
montana, con 3446 abitanti (al 2004), dominio. Quando nel 1325 i Doria si ri-
posto a 778 m sul livello del mare una bellarono, il confronto tra loro e gli Ar-
quindicina di chilometri a est di Ozieri. borea per il controllo della regione ri-
Regione storica: Montacuto. Diocesi di prese e P. fu investita da aspre contese
Ozieri. fino a che nel 1339 entrò a far parte
& TERRITORIO Il territorio comunale, delle concessioni fatte dal re d’Ara-
di forma grosso modo romboidale, si gona a Giovanni d’Arborea. Nei de-
estende per 165,08 km2, comprendenti cenni successivi P., durante il lungo pe-
anche la frazione di Bantine, e confina riodo della detenzione di Giovanni e
a nord con Oschiri, a est con Buddusò e delle guerre tra Arborea e Aragona, ri-
Osidda, a sud con Nule, Benetutti e mase nelle mani delle truppe giudi-
Bultei e a ovest con Nughedu San Ni- cali. Caduta l’Arborea, dopo un breve
colò e Ozieri. Si tratta di una regione di periodo nel quale fu assoggettato al vi-
colline dominata da una serie di rilievi sconte di Narbona, tornò in possesso
maggiori che costituiscono una sorta di del re. Nel 1421 entrò a far parte del
prosecuzione verso nord-est della ca- grande feudo concesso a Bernardo
tena del Goceano. La punta maggiore Centelles; nei decenni successivi i rap-
è il monte Lerno (1094 m), a nord-est porti con i feudatari che conducevano
del paese; ai suoi piedi si stende il l’amministrazione senza troppi scru-
lago artificiale omonimo, formato dal poli si incrinarono e nel 1458 gli abi-
rio Mannu di P. che va poi a confluire, tanti si ribellarono apertamente. Per
a settentrione, nel lago Coghinas. Il ristabilire la situazione fu necessario
paese comunica per mezzo della sta- l’intervento del viceré. Nel corso dei
tale 128 bis, che passa a breve distanza successivi decenni il villaggio fu ammi-
e alla quale è unito da una doppia bre- nistrato da un regidor che aveva la sua
tella; altre strade lo collegano con la sede a Ozieri e quando a metà del Cin-
frazione di Bantine e con Oschiri a quecento i Centelles si estinsero P.

159

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 165


Pattada

passò ai Borgia. Con i nuovi feudatari 20, falegnami 18, fabbriferrai 12, scar-
la condizione della comunità non mi- pari 20, sarti 6, piccoli negozianti 50,
gliorò, anzi il carico dei tributi feudali pescatori 10, ecc. Gli uomini di varie
fu accresciuto e con la modificazione professioni fanno quasi un corpo
del sistema di elezione del majore l’au- d’arte, sebbene non abbiano statuti so-
tonomia della comunità fu limitata ul- ciali. Le donne quando sono spedite
teriormente. Nel villaggio la figura del dalle giornaliere faccende, filano e tes-
regidor, risiedente a Ozieri, assunse sono la lana e il lino. I telai di antica
un’importanza crescente e, data la lon- costruzione, che sono quasi sempre in
tananza del feudatario, finı̀ per diven- moto, non saran meno di 500. I proprie-
tare il vero intermediario tra le più im- tari sono in grandissimo numero, forse
portanti famiglie del luogo e il potere. non meno di 700, tra’ quali non pochi
Il vasto territorio su cui si estendeva il padroni di grandi predi e di numerosi
paese, inoltre, fu teatro di contese tra branchi. Scuola elementare. In una po-
gruppi di pastori per il controllo dei polazione quanta è questa di P., pare
pascoli. Nel corso del secolo XVIII P. dovessero concorrere per lo meno 100
passò ai Pimentel e infine ai Tellez Gi- fanciulli all’insegnamento, perché
ron, ai quali fu riscattato nel 1839. quelli che sono tra i sette e i quattordici
Nella seconda metà del secolo con la anni non possono esser meno di 150;
costituzione del Consiglio comunita- tuttavolta non concorrono più di venti.
tivo e del Monte granatico la comunità Mentre in generale i parenti badano
riacquistò una certa autonomia nei cosı̀ poco all’istruzione de’ loro figli,
confronti dell’amministrazione baro- sono alcuni che per un’idea d’interesse
nale e sempre più forte si fece il desi- o di ambizione li mandano alle scuole
derio di rompere definitivamente la di Ozieri o a quelle di Sassari a impa-
dipendenza dal feudatario, infatti nel rare la grammatica latina e poi stu-
1784 e nel 1795 gli abitanti di P. si rifiu- diare la teologia. Stato sanitario. L’or-
tarono di pagare i tributi feudali. Nel dinario corso della vita è a’ 55 anni, il
1821 P. divenne capoluogo di manda- qual termine si oltrepassa da molti per
mento e fu inclusa nella provincia di progredire ad anni più tardi. Forse si
Ozieri. Alla prima metà dell’Ottocento potrebbero trovare più di cento per-
si riferiscono le note su P. che Vittorio sone nel settantesimo e oltre. Le malat-
Angius scrive per il Dizionario del Ca- tie più comuni sono d’inverno e prima-
salis: «Popolazione. Nell’anno 1843 vera le infiammazioni di vario genere,
erano in P. anime 3362 distinte in mag- nell’estate le gastro-enteriti e il reuma-
giori di anni 20, maschi 1146, femmine tismo, nell’autunno le periodiche. Per
1015, in minori, maschi 540, femmine la poca fiducia che si ha nella scienza
662, e distribuite in famiglie 788. Il mo- del medico molti praticano certi medi-
vimento di questa popolazione rappre- camenti volgari, che soventi fan me-
sentasi ne’ numeri seguenti: nascite glio, che le prescrizioni più composte
110, morti 60, matrimoni 25. Profes- de’ fisici. Agricoltura. In tutte le regioni
sioni. Le principali professioni de’ pat- trovansi terreni ottimi alla cultura,
tadesi sono la pastorizia e l’agricol- principalmente ne’ larghi spazi delle
tura, alla prima essendo applicati valli e nel mite declivio delle emi-
circa 600 persone tra maggiori e mi- nenze. I numeri soliti della semina-
nori, alla seconda poco più di 500. gione sono: starelli di grano 2000,
Quindi si possono numerare muratori d’orzo 2700, di fave e meliga 100, di le-

160

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 166


Pattada

gumi 100, di lino 300. La fruttificazione bestiame, in particolare di ovini, bo-


moltiplica i semi del grano all’8, del- vini e suini, in misura minore di ca-
l’orzo al 12, delle fave al 10. Negli orti prini ed equini e l’agricoltura produt-
si coltiva quanto vuolsi per la suffi- tiva soprattutto nella cerealicoltura, la
cienza; gli articoli più comuni sono i frutticoltura e l’orticoltura. Negli ul-
cardi, le lattughe, i cavoli, i pomidoro timi decenni si sta sviluppando anche
ecc. Le patate vengon qui pure felice- l’attività industriale che si basa sulle
mente, ma da pochi finora se ne cono- attività lattiero-casearie, alimentari,
sce il vantaggio. Vigne. Questa cultura è tessili, sulla lavorazione del legno e
assai estesa. La specie comune delle dei prodotti in plastica. È discreta-
uve è quella che dicono tunisi, che è mente sviluppata la rete di distribu-
bianca e serve per il mosto, le altre zione commerciale. Vi operano anche
sorta sono moscatello, retalladu, un albergo con 72 posti letto, un’a-
nieddu-porchinu, barriadorja che si zienda agrituristica e un’organizza-
mangiano e si conservano appese. Pa- zione di turismo equestre a sostegno
storizia. I salti di P. sono ottimi per que- del turismo. Artigianato. È molto svi-
sta industria, nel pattadese è pastura luppato e di grande tradizione l’arti-
per tutte le specie che si vogliono edu- gianato del coltello (detto appunto, in
care, e sono siti comodissimi alla for-
molte parti dell’isola, pattadese, inteso
mazione di prati irrigui. Il numero de’
come aggettivo di resolza); negli ultimi
capi è approssimativamente nel Be-
anni è stata avviata anche la costru-
stiame manso di buoi 700, vacche man-
zione di pregiati violini. Servizi. P. è
nalite 150, cavalli e cavalle 200, giu-
collegato tramite autolinee agli altri
menti 450, majali 1500; nel Bestiame
centri della provincia. È dotato di Pro
rude, di vacche 7000, capre 3000, porci
Loco, stazione dei Carabinieri, me-
3600, pecore 13 000, cavalle 700. Apicol-
dico, guardia medica, farmacia, scuola
tura. Egli è in varie regioni che i patta-
dell’obbligo, sportelli bancari. Pos-
desi praticano questa cultura, ma al-
siede una Biblioteca comunale.
trove essa non è maggiore, che nel Litu
& DATI STATISTICI Al censimento del
de sa Linna sicca. Il salto del rosmarino
è un luogo molto comodo alla mede- 2001 la sua popolazione contava 3615
sima per l’abbondanza de’ fiori. Com- unità, di cui stranieri 1; maschi 1822;
mercio. I pattadesi vendono gli articoli femmine 1783; famiglie 1301. La ten-
agrari a’ paesi vicini, i pastorali a’ ne- denza complessiva rivelava una dimi-
gozianti di Sassari, di Ozieri, di Terra- nuzione della popolazione, con morti
nova, del Marghine, di Gallura, l’ac- per anno 48 e nati 25; cancellati dall’a-
quavite e i torroni a’ paesi già sopra nagrafe 31 e nuovi iscritti 21. Tra i prin-
notati ed altri». Nel 1848, abolite le cipali indicatori economici: imponi-
province, sempre come capitale di bile medio IRPEF 13 105 in migliaia di
mandamento P. fu incluso nella divi- lire; versamenti ICI 1408; aziende agri-
sione amministrativa di Sassari fino al cole 290; imprese commerciali 205;
1859 quando le province furono ripri- esercizi pubblici 29; esercizi all’in-
stinate. P. allora entrò definitivamente grosso 1; esercizi al dettaglio 74; ambu-
a far parte della ricostituita provincia lanti 8. Tra gli indicatori sociali: occu-
di Sassari. pati 1256; disoccupati 114; inoccupati
& ECONOMIA Le attività di base della 124; laureati 86; diplomati 431; con li-
sua economia sono l’allevamento del cenza media 1051; con licenza elemen-

161

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 167


Pattada

tare 1240; analfabeti 31; automezzi cir- costruita nel secolo XII in forme roma-
colanti 1552; abbonamenti TV 963. niche, fu la parrocchiale di Biduvé (=),
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo villaggio in seguito scomparso. Col
territorio è ricco di testimonianze del- tempo rischiava di andare in rovina
l’età nuragica, in particolare i nuraghi ma recentemente è stata completa-
Badde Sinara, Bisella, Careddu, Doni- mente restaurata. A qualche chilome-
gheddu, Littu Pedrosu, Malzanittu, tro dall’abitato si trova anche la chiesa
Mandranu, Mazzone, Nuradolzu, Paba- di San Michele, vicino a quella di San
rile, Sa Cadrea, Sa Pattada, Sa Pedra ’e Nicolò e alle rovine della chiesa di
s’Abba, Sa Pira, Sa Puzzonina, Sa Santa Caterina (probabilmente face-
Terra, Sauccu, Su Anzu, Su Nele, Turre vano capo tutte a Biduvè): fu costruita
’e Lerno. Il territorio conserva anche nel Medioevo, ha l’impianto a una sola
reperti di età romana, in località Istelà. navata e la copertura in legno; la fac-
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ciata culmina con una piccola croce e i
E AMBIENTALE Nel suo centro storico è muri perimetrali sono sorretti da con-
conservato l’assetto originale con trafforti. La località più suggestiva, tra
strade tortuose e ripide sulle quali si le molte che caratterizzano le campa-
affacciano le antiche case in granito gne del paese, è senza dubbio il monte
del tipo a palattu. L’edificio più carat- Lerno, dove alcuni anni fa è stata costi-
teristico è la chiesa di Santa Sabina, tuita una riserva naturale per il ripo-
parrocchiale che risale al 1558 e fu in polamento dei mufloni e dei cervi
seguito ristrutturata e restaurata più sardi; la riserva si sviluppa in prossi-
volte. L’interno ha un’aula mononavata mità di un grande lago artificiale di
con cappelle laterali; conserva alcune suggestiva bellezza e di grande ri-
statue lignee di pregevole fattura tra chiamo turistico.
cui quella della Trinità. Altro edificio & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di

interessante è San Giovanni, chiesa si- grande effetto sono le manifestazioni


tuata alla periferia del paese, costruita per il Carnevale che culminano con
nel secolo XVII in forme goticheggianti una sfilata e il grande pranzo comuni-
in granito. Nei dintorni del paese, a po- tario. Di notevole importanza è anche
chi chilometri dall’abitato, si trovano il costume. L’abbigliamento tradizio-
anche le rovine del castello di Olo- nale femminile è di due tipi. Quello de-
mene, sul colle omonimo, probabil- nominato su corittu è costituito da una
mente resti di una fortificazione usata camicia (su entone) di tela bianca rica-
ininterrottamente per secoli dalla mata e chiusa con un bottone piccolis-
tarda età romana al periodo giudicale, simo e dalla gonna (sa unnedda) plis-
e quindi testimonianza indiscutibile settata di panno nero arricchita da
della continuità dell’insediamento una balza di broccato viola a fiori e ri-
umano. Vicino ai resti del castello cami che si dice venisse riposta sotto il
sono anche alcune caverne. La chiesa materasso per conservarne la plisset-
di San Francesco di Sullai, costruita tatura; sotto la gonna viene indossata
nel secolo XVIII in forme baroccheg- una sottogonna di mollettone (su ca-
gianti, andò completamente in rovina sciu). Sopra la camicia si indossano il
nell’Ottocento ma è stata ricostruita busto (s’imbustu) di broccato irrigidito
nella prima metà del secolo XX. Lungo da stecche, imbottito in vita per tenere
la statale per Ozieri, a 7 km dall’abi- la gonna, chiuso sul davanti da un na-
tato, si trova la chiesa di San Nicolò: stro, e la giacca (su corittu) di broccato

162

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 168


Pattinaggio a rotelle

blu a fiori e di panno granato bordata altre raccolte di versi, tra cui Trionfali
di velluto o di raso, con bottoni ai pol- e Canzoni d’Africa, che lo conferma-
sini. Su tutto si indossa un ricco fazzo- rono eccellente poeta.
letto (su mucadoru ’e palas) che copre
Patterson, Helen L. Archeologa ameri-
spalle, busto e giacca, la gonna è guar-
cana (n. sec. XX). Nel 1986 prese parte
nita da un grembiule (su valda) di broc-
ai lavori del II Convegno di studi di Se-
cato viola; completa l’abbigliamento
largius, in cui presentò la relazione su
un fazzoletto di tela bianca (su muca-
La ceramica nuragica di Ortu Comidu
doru ’e sutta) posto sui capelli raccolti
(con P.T. Nicholson e P. Phillips), in Un
da un monile di legno. L’altro costume, millennio di relazioni fra la Sardegna e i
denominato su mantu, costituisce l’ab- paesi del Mediterraneo. Atti del II Conve-
bigliamento più ricco ed è formato da gno di studi di Selargius 1986: la Sarde-
una camicia simile a quella dell’altro gna nel Mediterraneo tra il II e il I mil-
costume, dalla gonna plissettata di ti- lennio a.C., 1987.
bet nero con bordo di velluto e un pan-
nello liscio sul davanti (su cameddu). Pattinaggio a rotelle Sport. La prima
Sulla camicia si indossa la giacca (s’i- comparsa di questo sport oggi molto
sciacca) di seta nera guarnita di perline popolare in Sardegna si fa risalire al
e di broccato nero e sulla gonna va il 1937, quando le organizzazioni dopola-
grembiule di seta nera con ricami in voristiche del regime fascista introdu-
rilievo. Questo tipo di abbigliamento è cono i pattini tra le attività ludiche dei
completato da un manto nero da porre lavoratori e degli studenti. In quel pe-
sul capo. L’abbigliamento tradizionale riodo si organizzano anche alcune gare
maschile è costituito da una camicia di su strada, ma il p. stenta a diventare
tela bianca a maniche ampie con pet- una vera e propria disciplina sportiva.
tina plissettata chiusa al collo e dai cal- In ogni caso prima dello scoppio della
zoni di tela bianca (sas ragas biancas). guerra i migliori ‘‘rotellisti’’ isolani
Sulla camicia si indossano la giacca (su sono il sassarese Giuseppe Polo e il ca-
corittu) di velluto rosso guarnito con gliaritano Antonio Careddu. Una cre-
perline e ricami e il gilet (sa zimarra) scita significativa si ha a partire dagli
di panno nero con bordo di velluto gra- anni Cinquanta: le strade asfaltate e i
nato e ricami di perline di vario colore. marciapiedi delle città si riempiono di
Sopra i pantaloni si indossano il gon- praticanti, soprattutto giovanissimi,
nellino (sas raghittas) di panno nero che si divertono e si sfidano fra loro,
ma usano i pattini anche per gli sposta-
bordato di velluto rosso e le ghette (sas
menti quotidiani. In seguito nascono
calzittas) di orbace con bordo di vel-
varie società dedite alla pratica agoni-
luto. L’abbigliamento è completato
stica, soprattutto a Sassari (Palestra
dalla berritta di panno nero.
Usai), a Carbonia (Eurasulcis e Vigi-
Pattarozzi, Gaetano Poeta (Cagliari lanza Cannas) e a Cagliari. Atleti sardi
1914-ivi 1959). Amico di Filippo Tom- cominciano a mettersi in evidenza in
maso Marinetti, fu il rappresentante campo nazionale e internazionale: tra
più autorevole del futurismo in Sarde- i migliori innanzitutto Alessio Gag-
gna negli anni Trenta; fondò e diresse gioli, campione e primatista mondiale,
la rivista ‘‘Ariel’’ e nel 1937 pubblicò Lalla Mura, Luana Pilia, Paolo Pi-
una prima raccolta di versi dal titolo roddu, Mascia Sias; e ancora Giancarlo
Eremitaggio che lo fece apprezzare in Mura, sassarese, Riccardo Siddu di As-
tutta Italia. In seguito scrisse alcune semini e tanti altri. Attualmente il mo-

163

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 169


Pattuglia

vimento rotellistico isolano è ancora rapidamente e scomparve nel giro di


molto forte, anche se ha subı̀to una no- pochi anni.
tevole flessione nel numero dei prati- Pau2 Comune della provincia di Ori-
canti, soprattutto nelle gare stradali. stano, compreso nella XVII Comunità
[GIOVANNI TOLA] montana, con 353 abitanti (al 2004), po-
‘‘Pattuglia’’ Settimanale degli univer- sto a 315 m sul livello del mare alle
sitari fascisti pubblicato a Cagliari dal falde orientali del monte Arci. Regione
giugno 1929 al marzo 1930, diretto da storica: Parte Usellus. Diocesi di Ales.
Italo Stagno. Si pose il problema della
fascistizzazione dell’Università («Ma
come dobbiamo dirlo che i professori
antifascisti occorre cacciarli dall’Uni-
versità?») e dell’introduzione del si-
stema corporativo. Tra i suoi collabo-
ratori Dante Cannas, Anton Giulio Bra-
gaglia, Nicola Valle, Remo Branca,
Raffa Garzia, Delio Cantimori, Luigi
Falchi, Liborio Azzolina, Gianni Ticca,
Lino Businco, Raffaello Delogu. «‘‘Pat-
tuglia’’ – ha scritto Maria Dolores Pic- Pau – Veduta del centro abitato.
ciau – si propone come rivista critica e
battagliera: chiede intransigenza e ri-
& TERRITORIO Il territorio comunale,
gore ideologico, difende la libertà di
di forma grosso modo ovale, si estende
stampa fascista, chiede un maggiore
per 14,08 km2 e confina a nord con Pal-
coinvolgimento degli universitari
mas Arborea e Villa Verde, a est ancora
nelle file del partito».
con Villa Verde, a sud e a ovest con
Patulcensi Antica popolazione della Ales. Si tratta di un’area situata tutta
Sardegna sud-orientale stanziata a sul versante del monte Arci, ricco di
sud dell’attuale Sarrabus Gerrei. È ri- pascoli e boschi, che raggiunge la
cordata nella Tavola di Esterzili; era quota più alta con la punta Trebina
stata attaccata dai Galillensi, una po- Longa, 812 m. A breve distanza dall’a-
polazione di bellicosi pastori i cui ter- bitato scorre il rio Mirri, che fa parte
ritori confinavano con i loro; da qui era del bacino idrico del rio Mogoro. Il
nata una lunga contesa terminata con paese comunica, cosı̀ come il vicino
un accordo. Villa Verde, per mezzo di una bretella
Pau1 Antico villaggio di origine medio- che ha inizio dalla statale 447, nei
evale che faceva parte del giudicato di pressi di Ales, e si conclude nei pressi
Cagliari, compreso nella curatoria di Usellus.
della Trexenta. Era posto tra Guasila e & STORIA Il territorio conserva tracce
Segariu. Caduto il giudicato, nella divi- di una frequentazione umana che ri-
sione del 1258 fece parte dei territori sale al più antico Neolitico, legata alla
assegnati ai Capraia; alla loro estin- lavorazione e al commercio dell’ossi-
zione passò al giudice d’Arborea. Nel diana. L’attuale abitato è di origine me-
1295 Mariano II cedette il villaggio al dioevale; apparteneva al giudicato
Comune di Pisa, che prima della fine d’Arborea ed era incluso nella curato-
del secolo XIII lo fece amministrare ria del Parte Usellus. Caduto il giudi-
da propri funzionari. P. però si spopolò cato, dopo il 1409 il villaggio fu ammi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 170


Pau

nistrato per qualche anno diretta- sappian leggere e scrivere, per l’uopo
mente dal re d’Aragona e prima del particolare de’ propri affari, compreso
1430 entrò a far parte dei territori do- in tal numero il parroco e il maestro.
nati a Eleonora Manrique andata Agricoltura. Il terreno pavese, che ha
sposa a Berengario Bertran Carroz. P. di superficie starelli 10 272 è coltivato
cosı̀ entrò a far parte del grande feudo solamente nell’area di starelli 800, sı̀
di Quirra e, nel corso dei secoli succes- che di dodici parti è produttiva una
sivi, passò dai Bertran Carroz ai Cen- sola, poco meno. Eppure sarebbe fa-
telles, che si estinsero nel 1674. Dopo cile, lasciando due quinti del totale
una lunga lite giudiziaria, nel 1726 il per selva, trar profitto da starelli 6000,
villaggio passò ai Català e infine agli i quali potrebbero dare la necessaria
Osorio ai quali fu riscattato nel 1839. sussistenza ad anime 3000. La fertilità
Nel 1821 fu incluso nella provincia di del terreno è conosciuta, e la produ-
Oristano; abolite le province nel 1848 zione più notevole è nella specie del-
entrò a far parte della divisione ammi- l’orzo, il quale non di rado moltiplica
nistrativa di Cagliari e dal 1859 della al cinquanta. Le quantità solite della
ricostituita omonima provincia. Nella seminagione sono star. di grano 250,
seconda metà dell’Ottocento Vittorio d’orzo 35, di fave 20, di legumi 10, di
Angius (nel Dizionario del Casalis) lino 12. La moltiplicazione degli altri
dice di questo piccolo paese: «Popola- semi è negli anni ordinari, per il grano
zione. Il popolo di P. consta di anime al 10, per le fave al 14, per i legumi all’8.
428, distinte in maggiori di anni 20, ma- I prodotti sono di gran bontà. Il terreno
schi 100, femmine 122, e minori maschi che annualmente coltivasi pei cereali
110, femmine 96, distribuite in famiglie non sopravanza gli starelli 350. Le vi-
90. Le medie del movimento sono na- gne sono prospere, le viti di dodici va-
scite 17, morti 10, matrimoni 4. Sono rietà, il vino di vario pregio, secondo
pochi che vivano sopra i 60, e la malat- l’arte dei manipolatori. L’area che le
tia più comune per la morte è il dolor comprende non supera li starelli 80.
laterale. La mortalità più frequente è L’orticoltura è ristrettissima, operata
nella prima età. Professioni De’ notati da pochi pel solo particolare bisogno.
abitatori 80 sono addetti all’agricol- Gli alberi fruttiferi sono in piccol nu-
tura, 30 alla pastorizia, 20 alle altre mero, in poche specie e varietà, peri,
professioni, tra le quali è quella de’ fi- meli, peschi, susini, ulivi, mandorli.
guli, che fanno tevoli e mattoni e al- Pastorizia. La superficie incolta che
cune opere grossolane adoperando abbiamo indicato è ricca di pascoli in
una certa quantità di creta che trovasi moltissime sue parti e potrebbe nu-
nel territorio. Le donne attendono alla trire una maggiore quantità di be-
tessitura; ma i lavori non sono più che stiame, che quella si è potuta ragione-
si domandi dal bisogno rispettivo delle volmente presumere dal numero, già
famiglie. Ciascuna casa ha il suo telaio. da noi indicato, delle persone appli-
La maggior parte delle famiglie pos- cate alla pastorizia. Questi salti, che
siede qualche cosa, e molte vivono in nelle stagioni nelle quali la terra non è
una certa qual comodità. Alla scuola arida, produce assai per le pecore, pro-
elementare concorrono non più che 16 ducono pure in ogni stagione buon nu-
fanciulli. In tutto il paese, dove già son trimento alle vacche e alle capre, men-
passati per questa scuola circa 100 gio- tre i ghiandiferi porgono copia di frutti
vani non sono tuttavolta più di 8 che per gli armenti porcini; non pertanto il

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 171


Pau

numero dei capi è molto ristretto. Nel indicatori sociali: occupati 105; disoc-
bestiame manso si numerò buoi per l’a- cupati 15; inoccupati 17; laureati 7; di-
gricoltura 80, cavalli 21, giumenti 60, plomati 27; con licenza media 111; con
majali 20. Nel bestiame rude vacche licenza elementare 121; analfabeti 12;
120, capre 400, porci 150, pecore 1000, automezzi circolanti 114; abbonamenti
cavalle 30. Non si ha latte che dalle ca- TV 99.
pre e pecore, perché le vacche non si & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
mungono: il formaggio supera di poco territorio possiede un rilevante patri-
la quantità che vuolsi nel paese. Com- monio archeologico prevalentemente
mercio. In P. forse non entrano dalle del periodo prenuragico; di grande ri-
vendite degli articoli agrari, e pasto- lievo infatti sono le molte stazioni per
rali, e della figulina, fatte a forestieri, l’estrazione e la lavorazione dell’ossi-
più di l.n. 10 000!! compreso il prodotto diana, tra le quali quelle di Perdas
della tanca Pabodi». Nel 1927 P. di- Urias, Sinnixeddus, Su Telluri, Fustio-
venne frazione di Ales e riacquistò la lau; la grande quantità di ossidiana ri-
propria autonomia solo nel 1945. Nel trovata documenta l’importanza di
1974 infine, restaurata la provincia di questo materiale in epoca antica e l’in-
Oristano, tornò a farne parte. tensità delle attività e dei traffici che
& ECONOMIA Le attività di base della ne derivavano. Di rilievo sono anche
sua economia sono l’allevamento del alcuni siti del periodo nuragico; tra i
bestiame, in particolare ovini e bovini, molti nuraghi ricordiamo quello di
in misura minore suini, caprini ed punta Nuraxi. Infine di qualche inte-
equini; nell’agricoltura predominano resse sono i reperti del periodo ro-
la cerealicoltura, la viticoltura, la frut- mano come le tombe di Sa Telluri. In
ticoltura e l’olivicoltura. Non vi sono località Puzzu Sa Campana si crede
attività industriali ed È poco organiz- che abbia avuto sede un importante
zata la rete di distribuzione commer- centro abitato chiamato Pau Manna.
ciale. Vi opera anche un campeggio & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
con 70 posti letto, uno dei pochissimi E AMBIENTALE L’assetto urbano del
lontani dalla fascia costiera, a sostegno piccolo centro ha conservato integre
del nascente turismo. Servizi. P. è col- le caratteristiche tradizionali: lungo
legato da autolinee agli altri centri le strette stradine si affacciano con i
della provincia. Dispone di medico, loro imponenti portali, alcuni dei quali
scuola dell’obbligo, sportello bancario. di grande eleganza, le tipiche case in
& DATI STATISTICI Al censimento del pietra a più piani. L’edificio di mag-
2001 la popolazione contava 364 unità, giore rilievo è la chiesa di San Giorgio,
di cui stranieri 1; maschi 178; femmine parrocchiale costruita nel secolo XIV
186; famiglie 146. La tendenza com- in forme tardoromaniche e successiva-
plessiva rivelava una lieve diminu- mente rimaneggiata a più riprese. At-
zione della popolazione, con morti per tualmente ha l’impianto a una navata
anno 0 e nati 2; cancellati dall’anagrafe sulla quale si affacciano alcune cap-
11 e nuovi iscritti 6. Tra i principali in- pelle laterali e il presbiterio sopraele-
dicatori economici: imponibile medio vato rispetto all’aula. La facciata ha
IRPEF 12 917 in migliaia di lire; versa- forme che richiamano il Rinascimento
menti ICI 133; aziende agricole 157; im- ed è coronata da un timpano; al suo in-
prese commerciali 17; esercizi pub- terno conserva l’altare maggiore in
blici 4; esercizi al dettaglio 6. Tra gli marmo del Settecento, una statua li-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 172


Pau

gnea del secolo XV e altre statue del stato eletto; nel corso della legislatura,
secolo XVII. Nelle campagne del però, nel 1992, dopo le dimissioni di
paese, a qualche chilometro dall’abi- Antonio Catte, gli è subentrato in Con-
tato, è poi la chiesa di Santa Prisca. Di siglio; al termine della legislatura non
origini molto antiche, nel corso dei se- è stato rieletto.
coli è stata ristrutturata ripetuta- Pau, Celina Studiosa di storia della
mente. Ha l’impianto a una navata e la Chiesa (n. sec. XX). Monaca dell’ordine
copertura a capanna. La facciata è delle Clarisse, vive e opera nel con-
completata da un tradizionale portico. vento di Santa Chiara di Oristano. Ha
Dal punto di vista naturalistico la loca- scritto un saggio su Un monastero nella
lità più interessante è la vallata di Fu- storia della città. Santa Chiara di Ori-
stiolau, ricca di boschi e di deliziosi an- stano nei documenti dell’archivio, ‘‘Bi-
goli panoramici che si estendono sino blioteca francescana sarda’’, VIII,
alla vicina punta di Su Ventosu. Negli 1994.
ultimi anni l’amministrazione comu- Pau, Enrico Regista cinematografico
nale si è impegnata nella valorizza- (n. Cagliari 1956). Ha esordito nel 2001
zione turistica del paese e del territo- con il lungometraggio Pesi leggeri, am-
rio, facendo tracciare itinerari, met- bientato nel mondo delle palestre e dei
tendo in luce le cave dell’ossidiana, ring di pugilato. Con Jimmy della Col-
promuovendo convegni e pubblica- lina (2006), tratto da un romanzo di
zioni e dando vita a un Museo dell’ossi- Massimo Carlotto, ha raccontato il
diana nel quale vengono via via rac- dramma di un ragazzo del sottoproleta-
colte anche le sculture che gli artisti riato, tra rapine e droga (‘‘La Collina’’ è
realizzano con questo materiale. il nome di una comunità di recupero
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La guidata dal sacerdote cagliaritano don
festa popolare più caratteristica, le- Cannavera). Presentato al Festival di
gata alle tradizioni più antiche del vil- Locarno, il film ha vinto il premio del
laggio, è quella di Santa Prisca, che si CICA (Circolo internazionale del Ci-
svolge il 1º settembre presso l’omo- nema d’autore e d’essai), collezio-
nima chiesa campestre. Ha un carat- nando subito dopo numerosi altri rico-
tere prevalentemente religioso e si noscimenti.
apre con una processione alla quale Pau, Franco Corrado Pittore (n. Ca-
prendono parte coloro che chiedono gliari 1936). Dopo aver conseguito la
una grazia alla santa; nei due giorni laurea in Ingegneria, ha iniziato a lavo-
successivi si svolge un intenso pro- rare all’ENEL. Ha esordito come pit-
gramma di manifestazioni. Da qualche tore nel 1973 e in seguito ha preso parte
anno inoltre il paese è sede del cam- alle più importanti rassegne di pittura
pionato sardo di mountain bike. naı̈ve di tutto il mondo, ottenendo una-
Pau, Antonio (detto Annico) Agronomo, nimi riconoscimenti dalla critica. Al-
consigliere regionale (n. Nuoro 1943). cune sue opere si trovano al Museo
Di idee repubblicane, interessato da Rousseau in Francia e in altri musei in
sempre alla politica, nel 1980 è stato Italia e all’estero.
eletto consigliere comunale della sua Pau, Giovanni Giurista (Oristano 1912-
città natale e tra il 1981 e il 1983 ne è ivi 1991). Laureato in Giurisprudenza
stato sindaco. Nel 1989 si è candidato nel 1935 e in Scienze politiche nel
alle elezioni per la X legislatura regio- 1941, entrò nella carriera universitaria
nale nel collegio di Nuoro ma non è nel 1946 specializzandosi in Diritto in-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 173


Pau

ternazionale. Professore a Sassari dal condo alcuni documenti, «in sa sacra-


1955 al 1976, preside di quella Facoltà tione della clesia nova» di Bonarcado.
di Giurisprudenza e dal 1968 al 1970
Pau Jossu (o San Lucifero) Antico villag-
rettore, si trasferı̀ a Cagliari nel 1971,
gio di probabile origine romana. Era
dove fu preside dal 1979 al 1985. Fra le
situato in località Cuccuru San Luci-
sue numerose opere su temi di diritto
fero nelle campagne di Vallermosa; fa-
internazionale privato e processuale e
ceva parte del giudicato di Cagliari,
di diritto comunitario, Caratteri del di-
compreso nella curatoria del Gippi.
ritto internazionale privato (1951) e I
Dopo che il giudicato cessò di esistere,
princı̀pi dell’ordinamento internazio-
nella divisione del 1258 fu incluso nei
nale degli Stati civili nella teoria delle
territori assegnati al conte di Capraia.
fonti del diritto internazionale (1954).
All’estinzione della famiglia passò al
Pau, Giuseppe (detto Peppetto) Archeo- giudice d’Arborea, ma nel 1295 Ma-
logo, poeta e intellettuale (Oristano riano II lo cedette alla Repubblica di
1915-ivi 1989). Animatore della vita cul- Pisa. Cosı̀, prima della fine del secolo
turale della sua città, fu tra l’altro l’i- XIII fu amministrato direttamente dal
deatore e il formatore dell’Antiqua- Comune di Pisa. Subito dopo la conqui-
rium Arborense, che diresse dal 1945. sta aragonese fu incluso nel Regnum
Scrisse delicate poesie di elevato va- Sardiniae e nel 1326 entrò a far parte
lore letterario e numerosi saggi di ca- del feudo concesso al Comune, che
rattere storico e artistico; morı̀ tragica- continuò a possederlo fino alla prima
mente a Oristano nel 1989. Tra i suoi guerra tra Mariano IV e Pietro IV. La
scritti: Il Sinis, 1981; La casa dell’an- sua popolazione cominciò a diminuire
tico: l’Antiquarium arborense, ‘‘Sarde- e quando scoppiò la seconda guerra tra
gna fieristica’’, 1982; La Sartiglia, in Sa- Pietro IV e Mariano IV fu teatro delle
gre, riti e feste popolari di Sardegna, operazioni belliche; devastato, scom-
1982; La chiesa del Carmine. Note sto- parve in pochi anni.
rico-artistiche, ‘‘Quaderni oristanesi’’,
Paule, Hans Pittore e incisore (Vienna
1, 1982; Viaggio fotografico dal 1900 a
1879-Capri 1951). Stabilitosi a Capri ai
oggi, 1983; Sa pipia de Maiu: luci su un
primi del Novecento al seguito del suo
mistero, ‘‘L’Unione sarda’’, 1984; La
maestro Karl Wilhelm Diefenbach, nel
Sartiglia di Oristano, 1984; Oristano e il
1915 venne internato in Sardegna
suo volto (con Vico Mossa), 1986; I por-
come suddito di paese nemico. Scelse
tali monumentali dell’Oristanese, 1988;
Tonara, dove fu ospite della famiglia
Retabli e trittici e Oristano, origine e svi-
del sindaco Tore sino al 1924, innamo-
luppo (con Vincenzo Santoni e Rai-
rato del paese e della sua gente. Nel
mondo Zucca) entrambi in L’Antiqua-
1924 la famiglia Tore si trasferı̀ a Ca-
rium arborense e i civici musei della Sar-
gliari e P. ritornò a Capri. Le numerose
degna, 1988.
opere di soggetto sardo (soprattutto in-
Paucapalea Religioso (sec. XII). Ve- cisioni su basi di legno di castagno, che
scovo di Santa Giusta dal 1146 al 1164. continuò a stampare anche a Capri) pa-
Esperto in Diritto canonico e proba- revano andate perdute, fino a quando
bile autore delle aggiunte (paleae) al lo studioso d’arte cagliaritano Giorgio
Decretum di Graziano. Era monaco a Pellegrini ne ritrovò parecchi esem-
Bologna quando fu nominato vescovo plari in una galleria di Capri. Perso-
di Santa Giusta; governò la sua diocesi naggio estroso e bizzarro – ha scritto di
tra il 1146 e il 1164. Era presente, se- lui Alessandra Menesini – «si racconta

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 174


Pauli Arbarei

che morı̀ ridendo, soffocato da una esistere nel 1751, e l’attuale villaggio,
delle sue colossali risate, nel bel mezzo che portava il nome di Pauli Arbara-
della piazzetta di Capri». ghessa. Caduto il giudicato d’Arborea,
Pauli, Rainer Scrittore di viaggi (n. Ger- nel 1421 i due villaggi furono inclusi
mania 1952). Collaboratore scientifico nel grande feudo concesso nel 1421 a
di un’Università tedesca, ha ripetuta- Guglielmo Raimondo Moncada, ai cui
mente soggiornato in Sardegna impa- discendenti fu confiscato nel 1454.
rando a conoscerla e ad amarla e ne ha Nello stesso anno i villaggi furono ac-
scritto in un volume che abbina intelli- quistati da Pietro di Besalù che però
gentemente rigore scientifico e impe- non fu in grado di conservarne il pos-
gno divulgativo, Sardinien. Geschichte sesso a causa dei debiti. Nel 1477 pas-
Kultur Landschaft, 1978. sarono al conte di Quirra e da quel mo-
mento furono inclusi nel grande feudo
Pauli Arbarei Comune della provincia
e ne seguirono le vicende storiche. Nei
del Medio Campidano, incluso nel
secoli successivi passarono dai Ber-
Comprensorio n. 25, con 720 abitanti
(al 2004), posto a 136 m sul livello del tran Carroz ai Centelles che si estin-
mare una dozzina di chilometri a est sero nel 1674. Dopo una lite durata
di Sardara. Regione storica: Marmilla. fino al 1726 passarono ai Català e infine
Diocesi di Ales-Terralba. agli Osorio, cui il territorio fu riscat-
& TERRITORIO Il territorio comunale,
tato nel 1839. In tutti questi secoli la
vita dei due villaggi fu condizionata
di forma grosso modo circolare, si
estende per 15,12 km2 e confina a nord dalla palude. Come abbiamo detto Sit-
con Ussaramanna e Tuili, a est con Las zamus sparı̀ nel 1751, i suoi ultimi abi-
Plassas e Villamar, a sud ancora con tanti si trasferirono nell’attuale paese.
Villamar e Lunamatrona e a ovest con Nel 1821 P.A. fu incluso nella provincia
Lunamatrona e Siddi. Si tratta di una di Oristano; quando nel 1848 furono
regione quasi pianeggiante tra le col- abolite le province entrò a far parte
line basse e arrotondate tipiche della della divisione amministrativa di Ca-
Marmilla. A oriente del paese scorre il gliari e dal 1859 dell’omonima ricosti-
rio Mannu, che si dirige al sud dell’i- tuita provincia. Vittorio Angius, scri-
sola, lungo il Campidano, per formare vendo di P.A. per il Dizionario del Casa-
lo stagno di Cagliari. P.A. comunica per lis, dice sulla situazione economica e
mezzo della strada Villamar-Usellus, lo stato sociale del paese nella seconda
ed è unito a Usellus da una brevissima metà dell’Ottocento: «Popolazione.
bretella che continua poi verso nord, Nell’anno 1845 computavasi il comune
fino a Tuili. di P. di anime 478, nelle quali erano
& STORIA Il suo territorio, adiacente a maggiori di anni 20, maschi 145, fem-
una vasta palude, fu abitato fin dalle mine 140, minori maschi 80, femmine
età più remote e continuativamente 93, distribuite in famiglie 100. I numeri
fino all’Alto Medioevo come dimo- del movimento sono nascite 20, morti
strano le molte testimonianze archeo- 14, matrimoni 5. Nelle malattie si ab-
logiche che conserva. Nel Medioevo fa- bandonano alla natura o ad un flebo-
ceva parte del giudicato d’Arborea ed tomo. I paulesi vivono, come se tutti
era compreso nella curatoria della fossero d’una stessa famiglia, in bella
Marmilla; vi sorgevano due villaggi, unjone e armonia; sono studiosi ne’ la-
Sitzamus, le cui rovine si trovano ad 1 vori, e se fossero ben diretti ed ajutati
km dall’attuale abitato e che cessò di potrebbero meglio prosperare. L’istru-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 175


Pauli Arbarei

zione è nulla, e la stessa scuola prima- comprano da’ pastori di altri diparti-
ria è deserta. In tutto il paese solo quat- menti e parimente i cavalli. Manca
tro persone sanno leggere e scrivere. spesso la carne e si supplisce col pol-
Nelle diverse professioni si possono lame, del quale si ha gran copia. Pesca.
numerare, agricoltori 110, pastori 15, Quando la palude ridonda, prendonsi
mestieranti 12, e tra questi comprendo molte anguille, e quando nel suo ba-
quelli pure che tessono le stuoje con la cino l’acqua si abbassa, si raccoglie an-
sala che traggono dalle sponde della che da forestiere grandissima copia di
palude. Le donne lavorano al telajo, e sanguette. Commercio. L’articolo prin-
tessono le tele e i panni che domandasi cipale è ne’ cereali, che vendono a ne-
dal bisogno della famiglia. Agricoltura. gozianti girovaghi in sul luogo, e che
Le terre del paulese sono a porsi tra le portano in Cagliari con immensa per-
più fertili della fecondissima Mar- dita di tempo, giacché ne’ paesi che
milla, e se fosse decuplo il numero sono sulla grande strada non si sono
delle braccie e maggiore l’intelligenza ancora aperti magazzini, dove racco-
dell’arte, e più accorta l’industria, gliere le derrate de’ prossimi paesi. La
avrebbesi il ventuplo del prodotto che somma che da’ cereali e da altri piccoli
si suol avere in buone condizioni mete- prodotti possono ottenere i paulesi
reologiche. L’ordinaria quantità de’ non sorpassa soventi le lire n. 15 000».
semi nelle specie diverse è la se- Alla fine dell’Ottocento, per iniziativa
guente: di frumento starelli 500, di di due ricchi proprietari, la palude fu
orzo 100, di fave 150, di lino 20, di le- bonificata e quindi il territorio fu ar-
gumi 25. La produzione ordinaria e co- ricchito di alcune centinaia di ettari
mune del grano è a 15, e in qualche sito di terra coltivabile. Nel 1974 il paese
a 30 e a 60, dell’orzo a 20, delle fave a 16. tornò a far parte della ricostituita pro-
L’orticultura è notevole solo nella spe- vincia di Oristano.
cie dei melloni. Il granone non dà al- & ECONOMIA Le attività di base della
cun frutto. Le vigne sono poche, la ven- sua economia sono l’agricoltura, in
demmia scarsa, debole il vino di color particolare la cerealicoltura, l’orticol-
bianco e insufficiente alla quantità tura, la frutticoltura e la viticoltura, e
della consumazione. Le viti sono state l’allevamento del bestiame, soprat-
piantate in sito mal proprio. L’area oc- tutto bovini e suini e in misura minore
cupata dal vigneto non è maggiore di ovini ed equini. Negli ultimi decenni si
starelli 75. Gli alberi fruttiferi sono di sta sviluppando anche l’attività indu-
poche specie e di piccol numero; la striale soprattutto nel settore della me-
somma complessiva di tutti i ceppi tallurgia e dell’edilizia. È sufficiente-
forse non sorpassa i 2000. Pastorizia. Il mente organizzata la rete di distribu-
territorio paulese non è una regione zione commerciale. Servizi. P.A. è col-
pastorale, però nel senso de’ sardi, i legato da autolinee agli altri centri
quali cosı̀ qualificano i salti, dove sia della provincia. Dispone di Pro Loco,
pascolo naturale per vacche e capre. Il medico, farmacia, scuola dell’obbligo,
bestiame manso de’ paulesi si riduce a sportello bancario. Possiede una Bi-
buoi 140, cavalli 30, giumenti 60, majali blioteca comunale.
35. Il bestiame rude è tutto nella specie & DATI STATISTICI Al censimento del
pecorina, e in capi 2300. Da questi si ha 2001 la popolazione contava 738 unità,
la lana per il telajo, e si ha il cacio per il di cui stranieri 1; maschi 387; femmine
bisogno della popolazione. I tori si 351; famiglie 238. La tendenza com-

170

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 176


Paulilatino

plessiva rivelava una lieve diminu- notevole numero di interventi edilizi


zione della popolazione, con morti per che hanno praticamente cancellato
anno 9 e nati 7; cancellati dall’anagrafe l’assetto tradizionale dell’abitato. Tra
18 e nuovi iscritti 10. Tra i principali gli edifici di maggiore interesse è la
indicatori economici: imponibile me- chiesa di San Vincenzo: parrocchiale
dio IRPEF 11 753 in migliaia di lire; edificata nella seconda metà del se-
versamenti ICI 215; aziende agricole colo XVI in forme rinascimentali.
156; imprese commerciali 29; esercizi L’edificio ha una sola navata, cappelle
pubblici 4; esercizi al dettaglio 11; am- laterali, presbiterio e copertura con
bulanti 3. Tra gli indicatori sociali: oc- volte a botte. La facciata, molto sem-
cupati 188; disoccupati 41; inoccupati plice, ha un coronamento curvilineo
75; laureati 5; diplomati 52; con licenza che fa pensare al barocco. Altro edifi-
media 227; con licenza elementare 206; cio di rilievo è la chiesa di Sant’Ago-
analfabeti 43; automezzi circolanti 240; stino, costruita nel secolo XIII in forme
abbonamenti TV 184. romaniche, ristrutturata nel Seicento
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- e infine ampliata nel 1907. Ha un im-
ritorio è ricco di interessanti siti che pianto a tre navate scandite da archi a
dimostrano l’antichità della sua fre- tutto sesto, la copertura è in legno a ca-
quentazione. Di particolare impor- priate. La facciata è arricchita da un
tanza sono i nuraghi tra cui quelli di campanile a vela e da un portale ogi-
Bruncu Mannu, Bruncu Sa Gruxi, Se- vale incorniciato da colonne.
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
neri e Su Passeru. Il nuraghe di
Bruncu Mannu è trilobato, costituito festa più importante si celebra in
da una torre centrale che funge da ma- onore del patrono San Vincenzo, si
stio e da altre due torri collegate da svolge il 22 gennaio con solenni tridui
una potente muraglia costruita in nella parrocchia e culmina con l’ac-
tempi più recenti rispetto al mastio. censione di un grande falò formato
La fortezza, posta in cima a un colle, con legna donata dai postulanti.
era circondata da altre costruzioni Paulilatino Comune della provincia di
oggi poco leggibili; il complesso meri- Oristano, compreso nella XIV Comu-
terebbe comunque uno scavo. Seneri è nità montana, con 2517 abitanti (al
un sito archeologico di grande impor- 2004), posto a 280 m sul livello del
tanza, dato che vi sorge un nuraghe, mare, nei pressi della superstrada Ca-
oramai ridotto a rudere, e poco di- gliari-Sassari. Regione storica: Gilci-
stante il villaggio nuragico di Corti ber. Archidiocesi di Oristano.
Baccas che continuò a prosperare nel- & TERRITORIO Il territorio comunale,
l’Età del Ferro e poi in età romana fino di forma grosso modo circolare, si
al Tardo Impero e all’Alto Medioevo. estende per 103,80 km 2 e confina a
Altro interessante sito infine è la ne- nord con Santu Lussurgiu e Abbasanta,
cropoli di Cungiau de Su Para in cui si a est con Ghilarza, a sud con Fordon-
trovano i resti di un insediamento ro- gianus, Villanova Truschedu, Zerfaliu
mano. Dalle sue tombe è venuta una e Solarussa, a ovest con Bauladu e Bo-
gran quantità di ceramica e di altri og- narcado. Si tratta di una regione colli-
getti, che però sono andati dispersi. nare, che comprende a nord e a est una
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- parte marginale dell’altipiano di Abba-
RALE Il tessuto urbanistico in questi santa, a sud e a ovest i rilievi che scen-
ultimi anni è stato interessato da un dono gradatamente presso il Campi-

171

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 177


Paulilatino

dano di Oristano. I corsi d’acqua che distinte in maggiori di anni 20 maschi


scorrono nei pressi dell’abitato hanno 790, femmine 804, minori maschi 510,
origine nel monte Ferru, a occidente, e femmine 529, distribuite in famiglie
si dirigono verso il Tirso, che scorre a 646. I numeri medi del movimento
oriente. Il paese è collegato da brevis- sono nascite 106, morti 50, matrimoni
sime bretelle alla superstrada ‘‘Carlo 25. L’ordinario corso della vita è a’ 60,
Felice’’; dall’abitato hanno origine oltre il qual termine non pochi proce-
percorsi secondari per Busachi e il Ba- dono agli 80 e alcuni oltre i 90. La mor-
rigadu, a est, per Santu Lussurgiu, per talità qui pure è, come in altre parti,
Bonarcado e per Milis a ovest. P. di- più frequente nella prima età, che
spone di stazione lungo la linea ferro- nelle altre, ma in proporzione meno
viaria Oristano-Chilivani. che in altri paesi, perché molto minore
& STORIA Il territorio comprendeva il numero delle famiglie che vivono in
una palude e conserva importanti te- disagio. Proprietari. Approssimativa-
stimonianze risalenti all’età nuragica mente i cinque sesti de’ capi di fami-
e a quelle successive fino all’età ro- glia han qualche bene e possedono in
mana quando fu costruito il centro di terra o in bestiame. Generalmente le
Paulis Lactea da cui deriva l’attuale vil- fortune sono mediocri e pochissimi
laggio. Nel Medioevo faceva parte del quelli che manchino de’ mezzi di sussi-
giudicato d’Arborea ed era incluso stenza. Scuole. Vi è aperta la sola
nella curatoria del Guilcier. Caduto il scuola elementare, alla quale possono
giudicato, i suoi abitanti mantennero concorrere circa 45 fanciulli, ma con
un atteggiamento ostile nei confronti pochissimo profitto, perché quelli che
degli Aragonesi e si ribellarono hanno fatto il triennio di corso son ra-
quando il re tentò di imporre loro i De rissimi che sappian scrivere con qual-
Ligia come signori feudali. Conclusa che facilità. Per le figlie qui pure è nes-
tragicamente a Zuri la vicenda, il vil- suna istruzione. Agricoltura. Nell’agro
laggio nel 1417 fu incluso nel grande di P. sono molte parti assai fertili, e ido-
feudo concesso a Giovanni Corbera nee a’ vari generi di coltura, a quella
che nel 1426 lo cedette al marchese de’ cereali, delle specie ortensi, delle
d’Oristano. Dopo che il marchesato fu viti, e degli altri fruttiferi. Gli ordinari
confiscato a Leonardo Alagon, l’unità numeri della seminagione sono sta-
culturale e amministrativa dell’antico relli di grano 1800, d’orzo 700, di legumi
Guilcier fu spezzata per sempre; P. en- 60, di lino 200, e in annata ordinaria
trò a far parte dell’incontrada dell’O- può rendere il grano il 10, l’orzo il 12, i
cier Reale e i suoi abitanti chiesero e legumi il 10, il lino 2000 e più quintali
ottennero di essere amministrati diret- di buon lino. La vigna si coltiva come
tamente da funzionari reali. Agli inizi nel Campidano, la vite vegeta prospe-
dell’Ottocento fu bonificata la vicina ramente, la vendemmia è abbondante
palude e il suo territorio ne trasse gio- e la quantità del mosto prossima alle
vamento; nel 1821 fu incluso nella pro- centomila quartare, o litri 500 000, una
vincia di Oristano. Nel Dizionario del parte del quale si consuma nel paese,
Casalis Vittorio Angius dice sullo stato un’altra si brucia per acquavite, il re-
sociale del paese in questo periodo sto- stante vendesi a’ lussurgiesi. Gli altri
rico: «Popolazione. Dalle più recenti fruttiferi non sono in gran numero, per-
note sul numero degli abitanti di P. de- ché tutte le diverse specie e varietà
ducesi il numero totale di anime 2633, forse non sommano a 5000 ceppi. Orti-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 178


Paulilatino

cultura. Nella terra che irrigasi si col- zionare pani speciali, lavorati e ricca-
tivano cavoli, rape, cipolle, carciofi, mente ornati, per le feste e le ricor-
pomidoro, zucche, la meliga ecc. Pasto- renze. Servizi. P. è collegato da autoli-
rizia. I salti paulesi sono in molte parti nee e dalla ferrovia agli altri centri
abbondanti di pascolo per le varie spe- della provincia. Dispone di Pro Loco,
cie, e solo le vacche sogliono emigrare stazione dei Carabinieri, medico, guar-
scendendo ogni anno in sul finire del- dia medica, farmacia, scuola dell’ob-
l’estate a’ pascoli di Tramatza, Mas- bligo, sportello bancario. Possiede
sama, Siamaggiore, e Ceddiani. I capi una Biblioteca comunale.
che si educano sono approssimativa- & DATI STATISTICI Al censimento del
mente come nei seguenti numeri: nel 2001 la popolazione contava 2550 unità,
bestiame manso, buoi per l’agricoltura di cui stranieri 3; maschi 1288; fem-
750, cavalli e cavalle 200, giumenti 650; mine 1262; famiglie 911. La tendenza
nel bestiame rude, vacche 8000, pecore complessiva rivelava una diminuzione
7000, capre 2500, porci 1000, cavalle della popolazione, con morti per anno
600. Commercio. I paulesi vendono 40 e nati 19; cancellati dall’anagrafe 34
principalmente grano e vino, il super- e nuovi iscritti 25. Tra i principali indi-
fluo de’ prodotti agrari, e i frutti pasto- catori economici: imponibile medio
rali, capi vivi, formaggio, pelli ecc. Ven- IRPEF 13 567 in migliaia di lire; versa-
dono altri articoli minori, tele, panno menti ICI 907; aziende agricole 418; im-
forese, e possono avere un prezzo com- prese commerciali 134; esercizi pub-
plessivo di circa l.n. 100 000». Abolite blici 12; esercizi al dettaglio 45. Tra gli
nel 1848 le province, P. fu incluso nella indicatori sociali: occupati 695; disoc-
divisione amministrativa di Cagliari e cupati 75; inoccupati 204; laureati 10;
dal 1859 nell’omonima ricostituita pro- diplomati 151; con licenza media 867;
vincia. Nel 1974 infine, con la ricostitu- con licenza elementare 902; analfabeti
zione della provincia di Oristano, entrò 106; automezzi circolanti 849; abbona-
a farne parte. menti TV 757.
& ECONOMIA Le attività di base della & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di
sua economia sono l’allevamento del particolare importanza è il suo patri-
bestiame, soprattutto ovini e bovini, in monio archeologico che comprende te-
misura minore caprini ed equini, e l’a- stimonianze a partire dal periodo pre-
gricoltura, in particolare la viticoltura, nuragico. A questo appartengono le do-
la frutticoltura e l’olivicoltura. Negli mus de janas di Berenales, Binzales,
ultimi decenni si sta sviluppando an- Sas Chessas, Sas Zanas, Su Riu. Al pe-
che l’attività industriale che si basa riodo nuragico appartengono invece i
sui settori lattiero-caseario, alimen- nuraghi Abbaullare, Arbiddera, Arbori
tare, sui prodotti per l’edilizia e l’abbi- in Cuccuru, Argiola Zuighe, Arrevesos,
gliamento. È discretamente organiz- Atzara, Battizzonis, Bauvenu, Bianco,
zata la rete di distribuzione commer- Bruncu, Bubolica, Busaurra, Campi-
ciale. Vi opera anche un’azienda agri- schedda, Campu ’e Ponte, Carduche,
turistica con 5 posti letto. Artigianato. Chighinzolas, Codas, Cogotti, Colum-
Tradizionale e ben sviluppato è quello bos, Connighe, Coronzu Fenugu, Curri-
tessile con la caratteristica produzione trotta, Crastu ’e Varru, Criccos Cannar-
dei tappeti tessuti a pibiones, vale a zos, Cuau, Fruscus, Funtana Aurras,
dire a fiocchi. Si mantiene in molte Funtanamenta, Galla, Goronna, Idda-
case anche la consuetudine di confe- noa, Idighinzos, Lazones, Liori, Lu-

173

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 179


Paulilatino

gherras, Malizzana, Medadu, Medda- al suo interno fu trovata una gran quan-
ris, Mellaghe, Micchiri, Monte de tità di lanterne risalenti all’età punica
Uturu, Monte Urunnui, Montigu, Mura che hanno fatto supporre che fosse
Cuada, Mura ’e Mandra, Mura ’e Ra- stato usato dai Cartaginesi come tem-
mini, Muraglios, Mura Olia, Mura Pas- pio. Il ritrovamento permise al Tara-
sada, Murascroa, Nussiu, Olieddos, melli (=) di stabilire definitivamente
Onella, Orchere, Orre, Ortei, Oschina, che l’età nuragica era precedente al
Perdosu, Perdulette, Pirinferte, Pititu, periodo punico. E infine le Tombe di
Ponte Ezzu, Pranu de Crabas, Pranu giganti di Mura Cuada e di Goronna.
Edere, Pranu ’e Pera, Pranu Maiales, La prima è lunga complessivamente
Pranu Scrocca, Pranu Ziroccu, Putzu 10 m, ha una camera ogivale e nella
’e Turru, Putzu Lardunis, Putzu parte anteriore è completata da un’e-
Mannu, Putzu Pili, Ruju, S’Abbaia, Sa sedra. Molto più imponente il secondo
Conza, Sa Fraiga, Sa Menga, Sa Pruna, complesso, costituito da due tombe, la
Scovaera, Siringones, Sobaus, Sonnu, maggiore delle quali è veramente note-
Sos Forreddos, Su Guzzu, Surzagas, To- vole: lunga circa 25 m, è provvista di
roleo, Trachimeddu, Tricchi, Trontide, esedra anteriore a semicerchio arric-
Zondoro. Al periodo nuragico appar- chita da cippi di basalto; dall’esedra si
tengono inoltre il pozzo sacro di Santa accede attraverso un portello al corri-
Cristina e le Tombe di giganti di Atzara, doio che conduce alla camera rettan-
Goronna, Minda de Figu, Mura Cuada, golare, absidata, capace di contenere
Mura Filighes, Muriscroa, Nossiu, qualche centinaio di corpi.
Oschina, Perdu Pes. Sono anche rile- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
vanti le tombe romane di Muriscoa e i RALE Il suo tessuto urbano ha conser-
ruderi di Putzu ’e Turru. Tra tutti que- vato l’assetto tradizionale, lungo le
sti siti il più importante è complesso di strade si affacciano le tipiche case a
Santa Cristina. Si tratta di un santuario palattu, alcune delle quali risalgono al-
nuragico sviluppato attorno all’omo- l’Ottocento; tutti questi edifici sono co-
nimo pozzo sacro. La struttura che struiti in basalto. Tra i più interessanti
comprende il pozzo ha una architet- la chiesa di San Teodoro, che fu co-
tura molto elaborata che denota una struita in forme gotico-aragonesi nel
grande maturità costruttiva. Il pozzo è corso del secolo XVI; la facciata è ar-
racchiuso entro un recinto a forma el- ricchita da un caratteristico portale e
littica: vi si accede attraverso una scala da una finestra circolare destinata a
che porta in un ambiente sotterraneo un rosone che però non fu mai inserito.
con volta a tholos costruito con pietre Il Palazzo Atzori, situato in via Nazio-
finemente lavorate. L’edificio era a sua nale, fu costruito nel corso del secolo
volta circondato da altre costruzioni XVIII per una famiglia della nobiltà lo-
tra cui una sala delle riunioni con se- cale; articolato in tre piani, è coronato
dili e preceduta da un grande vesti- da una caratteristica loggetta che lo in-
bolo. L’edificio venne utilizzato anche gentilisce. Dal 1995 vi è stato impian-
in età punica per il culto di Demetra e tato il Museo archeologico ed etnogra-
Core. Il nuraghe Lugherras, che sorge fico nel quale sono raccolti reperti ar-
non lontano dal villaggio, è una impo- cheologici provenienti da scavi effet-
nente costruzione del tipo trilobato, tuati nel territorio circostante e le te-
rinforzata da un antemurale a da quat- stimonianze dell’antica civiltà conta-
tro torri. Fu oggetto di scavi accurati e dina del luogo e delle sue più autenti-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 180


Paulis

che tradizioni. La chiesa di San Seba- un velo bianco di tulle a fiori (su tulle).
stiano fu costruita nel 1500 per ricono- L’abbigliamento tradizionale maschile
scenza verso il santo che aveva salvato è costituito da una camicia di tela
il paese della peste; attualmente si bianca a maniche lisce chiusa al collo
trova all’interno del recinto del cimi- e dai calzoni (sos pantalones) di tela
tero. Su un colle a poca distanza dall’a- bianca o di lino. Sulla camicia si indos-
bitato esisteva un tempo il castello di sano la giacca (su zibbone) di velluto
Giratala, una fortezza fatta costruire nero abbottonato a sinistra e il gilet (sa
dai giudici d’Arborea alla fine del se- este) di velluto nero aperto. Sui panta-
colo XII a difesa della valle del Tirso. loni vanno messi il gonnellino (sa un-
Nella prima metà del secolo XIII, nedda) di panno nero e le ghette (sas
quando il giudicato soffrı̀ per una ghettas) di orbace con bordo di velluto.
lunga crisi dinastica, l’edificio de- L’abbigliamento maschile è comple-
cadde e passò ripetutamente di mano, tato dalla berritta di panno nero.
probabilmente andò in rovina prima Pauli Majore Stagno. È uno specchio di
della fine del secolo; attualmente non acqua dolce di circa 570 ha di superfi-
si è in grado di identificare alcun ru- cie, situato in provincia di Oristano.
dere ad esso riferibile. Comunica con lo stagno di Santa Giu-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 20 sta, da cui affluisce una modesta quan-
gennaio si svolge la festa di San Seba- tità d’acqua salmastra. È stata istituita
stiano, il cui momento culminante è riserva naturale ed è una delle aree
l’accensione di enormi falò nella più importanti del Mediterraneo occi-
piazza antistante la chiesa di San Teo- dentale per l’avifauna che vi stanzia e
doro. La festa di Santa Maria Madda- per la flora.
lena si svolge il 22 luglio e culmina in
Paulis Antico villaggio di origine me-
una solenne processione nella quale il dioevale che faceva parte del giudicato
simulacro della santa è portato per le di Torres, compreso nella curatoria di
vie del villaggio dai fedeli in costume; Coros. Era situato tra Ittiri e Uri nei
la processione si conclude con una pressi dell’abbazia di Santa Maria di
spettacolare corsa rituale a cavallo Paulis. Si trattava di un piccolo centro,
detta, come in alcuni altri villaggi, ar- probabilmente sviluppatosi sotto l’in-
dia. Di pregio anche il costume tradi- fluenza dell’attività dell’abbazia. Nel
zionale di P. Quello femminile è costi- secolo XII entrò a far parte dei territori
tuito da una camicia (sa camisa) di tela passati ai Malaspina per matrimonio.
bianca ricamata nei polsini e nella pet- In seguito questi ultimi, quando si
tina e dalla gonna (sa unnedda) di estinse la dinastia giudicale di Torres,
panno nero arricchita da una balza di lo inclusero nel loro piccolo stato.
raso nero a fiori viola. Sopra la camicia Avendo essi prestato omaggio al re d’A-
si indossano il busto (s’imbustu) di ragona, dopo la conquista il villaggio
broccato giallo a rose rosse con bordo entrò a far parte del Regnum Sardi-
di cotone colorato, chiuso sul davanti niae; quando, però, nel 1325 i Mala-
da un nastro sotto il seno, e la giacca (su spina si schierarono a fianco dei Doria
zibbone tundu) di terziopelo nero che si erano ribellati, il villaggio fu in-
aperta davanti e col collo alto. Alla vestito dalle operazioni militari. Essi
gonna si aggiunge il grembiule (sa pan- riuscirono comunque a conservarne il
nedda) dello stesso tessuto della balza possesso; nel 1342 l’ultimo dei Mala-
della gonna. Completa l’abbigliamento spina, il marchese Giovanni, lo lasciò

175

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 181


Paulis

in eredità al re d’Aragona Pietro IV. I pravvivenze della lingua punica in Sar-


suoi fratelli non accettarono la volontà degna, in L’Africa romana. Atti del VII
del defunto e tentarono di opporsi con Convegno di studi, 1990; Le piante dei
le armi ai rappresentanti del re, che si Romani, dei Punici e dei Sardi, in
erano presentati per prenderne pos- L’Africa romana. Atti dell’VIII Conve-
sesso. Negli anni successivi il villaggio gno di studi, 1991; Launeddas sarde,
fu gravemente danneggiato; nel 1353 fu contatti tra culture antiche del Mediter-
definitivamente sequestrato dal re e si raneo e terminologia musicale latina, in
spopolò rapidamente. Studi in onore di Enzo Evangelisti, 1991;
Paulis, Giulio Glottologo (n. Cagliari I nomi delle launeddas e della viola alla
1947). Dopo la laurea ha intrapreso la luce della tradizione musicale greco-ro-
carriera universitaria. È stato profes- mana, in Sardinia antiqua. Studi in
sore di Glottologia all’Università di Ca- onore di Piero Meloni per il suo 70º com-
gliari, e dopo un periodo passato a Sas- pleanno, 1992; Le ghiande marine e
sari è tornato a Cagliari, dove è stato l’erba del riso sardonico negli autori
preside della Facoltà di Lettere. È stu- greco-romani e nella tradizione dialet-
dioso dei rapporti tra lingua e cultura, tale sarda, ‘‘Quaderni di Semantica’’,
lingua e storia, ed è autore di numerosi XIV, 1993; I nomi delle launeddas. Ori-
lavori di notevole livello scientifico. Il gine e storia, in Sonos. Strumenti della
suo impegno pubblico sui problemi musica popolare sarda, 1994; Il leg. gul-
della difesa e della valorizzazione bare, bulbare e la custodia del bestiame
della lingua sarda, cui contribuisce an- nella Sardegna medioevale, in Studi e
che con testi di creatività letteraria ricerche in onore di Giampaolo Pisu,
scritti in sardo, porta garanzie di equi- 1996; La questione della lingua sarda
librio e di pacato richiamo alle ragioni nella storia degli studi e nel dibattito at-
della scienza e della metodologia in un tuale in Sardegna, ‘‘La Grotta della Vi-
dibattito troppe volte percorso da posi- pera’’, XXIII, 74, 1996; I Romani e le
zioni pregiudiziali e da ipoteche ideo- launeddas, in Launeddas. La storia, i
logiche. Tra i suoi scritti: La coscienza protagonisti, la discografia, 1997.
linguistica dei sardi: un problema scien- Grande studioso di Max Leopold Wa-
tifico e politico, ‘‘La Grotta della Vi- gner, «il linguista che più di tutti ha
pera’’, II, 8, 1977; Grecità e romanità contribuito al progresso degli studi sul
nella Sardegna bizantina e alto-giudi- sardo ed è considerato unanimemente
cale, 1980; È bizantina la chiave di un il Maestro della linguistica sarda», P.
enigma del lessico sardo medioevale, ha curato una nuova traduzione delle
‘‘La Grotta della Vipera’’, 18, 1980; Gli sue due opere maggiori, La vita rustica
studi di linguistica sarda, in La Sarde- della Sardegna riflessa nella lingua,
gna. Enciclopedia (a cura di Manlio Bri- 1921, pubblicata dalla nuorese Ilisso
gaglia), II, 1982; Lingua e cultura nella nella ‘‘Bibliotheca sarda’’, 1996, e ha
Sardegna bizantina. Testimonianze lin- curato l’edizione de La lingua sarda.
guistiche dell’influsso greco, 1983; Osser- Storia, spirito e forma, 1950, ‘‘Biblio-
vazioni toponomastiche sul sostrato pre- theca sarda’’, 1997, e delle fotografie
romano della Sardegna, in Società e cul- scattate dallo stesso Wagner durante i
tura in Sardegna, 1986; Il corvo Tivàni, suoi viaggi nell’isola, Immagini di viag-
il culto pagano della pioggia e la cristia- gio dalla Sardegna, ‘‘Bibliotheca
nizzazione della Sardegna bizantina, sarda’’, 2000. P. aveva già curato nel
‘‘La Grotta della Vipera’’, 45, 1988; So- 1984 l’edizione di un’altra opera del

176

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 182


Pavoni

Wagner, Fonetica sarda, pubblicata nel campagne di Vallermosa. Faceva parte


1941. del giudicato di Cagliari, compreso
nella curatoria del Gippi. Quando il
Pausania Scrittore greco (sec. II). Visse
giudicato cessò di esistere, nella divi-
sotto Adriano, Antonino Pio e Marco
sione del 1258 fu incluso nei territori
Aurelio. Compose una Periegesi della
assegnati al conte di Capraia, e all’e-
Grecia, pervenutaci forse completa
stinzione della famiglia passò al giu-
(anche se non perfettamente rifinita)
dice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo
in dieci libri. P. fu un tipico esponente
cedette alla Repubblica di Pisa, cosı̀
della sua epoca: uomo della rinascita
prima della fine del secolo XIII prese
culturale adrianea, educato sopra i
a essere amministrato direttamente da
classici (Omero, Esiodo e Pindaro),
quel Comune. Subito dopo la conquista
animato da una passione erodotea per
aragonese entrò a far parte del Re-
l’osservazione diretta, poté darsi a lun-
gnum Sardiniae; nel 1326 fu compreso
ghi viaggi per raccogliere un’impo-
nel feudo concesso al Comune, che
nente messe di dati che gli permise di
continuò a possederlo fino allo scoppio
lasciare nella sua opera un insostitui-
della prima guerra tra Mariano IV e
bile patrimonio di notizie. È cosı̀ che
Pietro IV. La sua popolazione cominciò
alla descrizione della topografia delle
a diminuire, e quando scoppiò la se-
principali città della Grecia del suo
conda guerra tra Pietro IV e Mariano
tempo, come Atene e Corinto, a quella
IV divenne teatro delle operazioni bel-
di importanti santuari come Delfi e di
liche: devastato, scomparve in pochi
monumenti e cicli figurativi, P. accom-
anni.
pagna ampi (anche se talora confusi e
carenti) excursus mitografici e storici. Pavesi, Pietro Naturalista (Pavia 1844-
Fra le digressioni mitografiche è pre- ivi 1907). Laureato, insegnò per alcuni
ziosa quella relativa alla Sardegna anni al Liceo di Lugano e in seguito in-
contenuta nel X libro. L’invio a Delfi di traprese la carriera universitaria. In-
una statua dell’eroe eponimo Sardo da segnò presso le Università di Napoli,
parte delle popolazioni che vivono in di Genova e di Pavia. Nella sua ricchis-
Sardegna rappresenta l’occasione per sima produzione scientifica figurano
soffermarsi sull’isola ‘‘grande e felice’’ anche alcuni lavori relativi alla pisci-
di cui i Greci poco sapevano. L’antico coltura e alla legislazione sulla pesca,
nome di Ichnoussa, dovuto alla forma con particolare attenzione all’indu-
simile all’impronta di un piede, sa- stria delle tonnare, cui la Sardegna
rebbe stato dato all’isola dai Greci im- era particolarmente interessata: Rela-
pegnati in navigazioni a scopo com- zione alla Commissione reale per le ton-
merciale. L’isola avrebbe assunto una nare, in Atti della Commissione reale per
nuova denominazione dal suo eponimo le tonnare, 1889.
Sardo, approdato a capo di Libi. Sareb- Pavoncella = Zoologia della Sardegna
bero seguite le missioni di Aristeo; di
Pavoni, Romeo Storico (n. Genova
Norace con gli Iberi; di Iolao con Te-
1945). Allievo di Geo Pistarino, dopo la
spiesi e Ateniesi, e infine dei profughi
laurea ha intrapreso la carriera uni-
Troiani giunti nell’isola per unirsi ai
versitaria. Nel 1980 è diventato profes-
Greci. [GIOVANNI MARGINESU]
sore associato di Storia medioevale; at-
Pau Susu (o Pau de Vinyes) Antico villag- tualmente insegna presso la Facoltà di
gio. Di probabile origine romana, era Lettere dell’Università di Genova nel-
situato alle falde del Monti Idda nelle l’Istituto di Paleografia. Esperto di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 183


Pazzaglia

problemi genealogici, è autore di nu- nato, in La Sardegna. Enciclopedia (a


merosi lavori molti dei quali dedicati cura di Manlio Brigaglia), 1982.
alla genealogia di famiglie liguri prota-
goniste del Medioevo sardo, come i Do-
ria, i Malaspina, gli Obertenghi e gli
Spinola. Tra questi riguardano la Sar-
degna le genealogie (tutte ricostruite
in collaborazione con L.L. Brook) degli
Aleramici di Saluzzo, I Doria, I Doria
giudici d’Arborea, I Malaspina di Mu-
lazzo, I Malaspina di Giovagallo, I Mala-
spina di Villafranca, Gli Obertenghi di
Massa Parodi e Gavi, Gli Obertenghi di
Massa Cagliari, Gli Spinola, tutte in Ge-
nealogie medioevali di Sardegna, 1984. Pecorino romano – Nonostante il nome,
questo formaggio è prodotto anche in
Pazzaglia, Alfredo Avvocato, uomo po- Sardegna.
litico (Cagliari 1927-ivi 2000). Consi-
gliere regionale, deputato al Parla-
Pecorino romano Formaggio a pasta
mento. Combattente della seconda
semicotta, confezionato col latte fresco
guerra mondiale nella X Mas, dopo la
di pecora intero, originario dell’Agro
liberazione di Mussolini a opera dei te-
romano. La forma cilindrica raggiunge
deschi aderı̀ alla Repubblica Sociale
un peso medio di circa 22 kg; ha la cro-
Italiana. Tornato in Sardegna, si lau-
sta di colore giallo paglierino o mar-
reò in Giurisprudenza e prese a eserci-
rone, la pasta dura, compatta e di co-
tare con successo la professione di av-
lore bianco. È un formaggio piccante,
vocato. Contribuı̀ alla nascita del Movi-
dall’aroma deciso e pieno, che viene
mento Sociale Italiano in Sardegna.
utilizzato come formaggio da tavola
Dopo essere stato eletto ripetutamente
ma anche grattugiato come condi-
consigliere comunale di Cagliari, di
mento. Formaggio a denominazione ti-
Sinnai e di Porto Torres, nel 1957 fu
pica, nel 1996 gli è stata ricononoscita
eletto consigliere regionale del suo
la DOP (Denominazione d’Origine Pro-
partito nel collegio di Cagliari per la
tetta), per cui può essere prodotto sol-
III legislatura e successivamente ri-
tanto secondo un disciplinare rigoroso
confermato per altre due. Durante la
esclusivamente nelle regioni del Lazio
V legislatura, nel novembre 1967, si di-
e della Sardegna e nella provincia di
mise per candidarsi al Parlamento, al
Grosseto. I legami di questo tipo di for-
quale fu eletto deputato ininterrotta-
maggio con la Sardegna risalgono alla
mente dalla V alla X legislatura repub-
seconda metà del secolo XIX quando,
blicana. Per anni fu capogruppo del
durante il crollo del sistema bancario
MSI alla Camera.
sardo e la crisi dell’economia isolana,
Pazzona, Costanzo Sociologo (n. Sas- gli industriali caseari romani invasero
sari, sec. XX). Funzionario della Banca letteralmente la Sardegna, dove pote-
d’Italia a Sassari, negli anni Settanta vano acquistare pecorino a minor
ha fatto parte del collettivo di Scienze prezzo. Poiché erano loro che cura-
sociali dell’Università di Sassari; dal vano i rapporti col fiorente mercato
1993 è socio della Società italiana di americano, imposero in Sardegna i
Sociologia. Tra i suoi scritti: L’artigia- propri sistemi di fabbricazione. Solo

178

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 184


Peis Concas

dopo la fine della prima guerra mon- piegato, si accostò alla politica fin da
diale i produttori sardi tentarono di giovane, frequentando anche a Mosca
modificare questa situazione di dipen- scuole di formazione politica. Nel 1965
denza. fu eletto consigliere regionale del Par-
tito Comunista Italiano nel collegio di
Sassari per la V legislatura e riconfer-
mato per la VI, al termine della quale
non fu più candidato.
Peis Famiglia cagliaritana (secc. XVII-
XVIII). Le sue notizie risalgono al se-
colo XVII. I suoi membri si dedicavano
tradizionamente alla carriera mili-
tare; di essi un Michelangelo nel 1643
fu ammesso allo Stamento militare du-
rante il parlamento Avellano e nel 1646
Pecorino sardo – Le forme pesano ottenne il cavalierato ereditario. I suoi
mediamente da 1,5 kg a 5 kg. discendenti continuarono a prendere
parte agli altri parlamenti ed espres-
Pecorino sardo Formaggio a pasta se- sero alcune distinte personalità; si
micotta, confezionato col latte fresco di estinsero nel corso del secolo XVIII.
pecora intero proveniente dalla Sarde- Peis, Francesco = Ignazio da Laconi,
gna. La sua produzione risale ai tempi santo
più antichi della tradizione pastorale
Peis, Is Località abitata in territorio di
isolana: ne parlano Columella, Var-
Sant’Anna Arresi. Anche questo pic-
rone, Plinio e altri autori classici. La
colo centro si è sviluppato in età non
sua forma cilindrica raggiunge un
precisabile, e comunque non prima
peso medio tra 1,5 kg e 5 kg. Ha la crosta
del secolo XVII, da un furriadroxiu co-
di colore bianco paglierino o marrone,
struito in un territorio che probabil-
la pasta morbida e di colore bianco
mente era stato concesso in enfiteusi a
nelle forme più giovani, il sapore dolce
una famiglia Peis, che in seguito gli ha
e aromatico. Nelle forme invecchiate,
dato il nome.
invece, la pasta è dura e talvolta granu-
losa, di sapore gradevole e piccante Peis, Pietro Antonio Uomo d’armi (Ca-
dall’aroma deciso e pieno. Il pecorino gliari, prima metà sec. XVII-?). Entrato
sardo viene utilizzato come formaggio nell’esercito reale, fu mandato a Na-
da tavola, eccellente per tutte le diete, poli durante la rivoluzione del 1648 e
ma anche grattugiato come condi- vi si segnalò. In seguito fu inviato in
mento. È un formaggio a denomina- Catalogna; tornato in Sardegna nel
zione tipica, cui nel 1996 è stata ricono- 1650, durante la peste del 1652 si ado-
noscita la DOP (Denominazione d’Ori- però in soccorso della popolazione di
gine Protetta), per cui può essere pro- Cagliari.
dotto soltanto secondo un disciplinare Peis Concas, Iride Scrittrice (n. sec.
rigoroso esclusivamente nella regione XX). Conoscitrice della realtà minera-
Sardegna. ria della Sardegna, nel 1990 ha contri-
Pedroni, Tonino Funzionario, consi- buito con Letterio Freni alla stesura di
gliere regionale (Tempio Pausania un libro sulla miniera di Montevecchio
1926-?, 1994). Comunista militante, im- (Montevecchio, 1991).

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 185


Peli

Peli, Giuseppe Letterato (Cagliari, sec. Lo sguardo lungo. Arte italiana nella
XVIII-?). Fu l’autore di un poemetto in Collezione Ingrao, 2001; Mussolinia di
terza rima in tre canti, apparso nel Sardegna 1928-1935, ‘‘Parlamento’’,
1794, per celebrare la vittoria riportata XXXI, 235, 2001; Da Mussolina a Carbo-
l’anno precedente dai sardi contro il nia, 2002. Si occupa anche di illustra-
tentativo di sbarco francese, Il genio di zione pubblicitaria – dall’ex libris al
Cagliari ossia la gloriosa difesa fatta dai manifesto – per enti pubblici e commit-
sardi nell’anno 1793 contro l’armata tenti privati. Ha illustrato periodici
francese, 1794. come ‘‘Il Cagliaritano’’ e ‘‘La Nuova Ri-
nascita Sarda’’, libri tra i quali Batta-
Pellegrini, Giorgio Storico dell’arte (n.
glie e Due colori esistono al mondo, per il
Cagliari 1952). Conseguita la laurea, si
Maestrale di Nuoro. Ha inoltre curato
è specializzato in Archeologia e Storia
l’immagine di alcuni eventi culturali
dell’arte. Nel 1977 ha intrapreso la car-
per conto dell’Assessorato dei Beni
riera universitaria. Autore di nume- culturali (‘‘La Mémoire et les images’’,
rosi saggi, si è anche dedicato all’atti- ‘‘Cerdeña Isla de Colores’’). Come illu-
vità giornalistica, collaborando con al- stratore ha lavorato per l’edizione di
cuni periodici specializzati. Dal 2001 è cataloghi di diverse rassegne cinema-
assessore alla cultura del Comune di tografiche organizzate dalla Società
Cagliari. Tra i suoi scritti: Lettera alla Umanitaria/Cineteca sarda di Cagliari.
Sardegna, ‘‘D’ars’’, 70, 1974; Il Liberty a È assessore alla Cultura del Comune di
Cagliari in Itinerario del liberty a Ca- Cagliari.
gliari, 1980; Giuseppe Biasi grafico in
Biasi nella collezione regionale, 1984; Pellegrino, Bruno Storico (n. San Ce-
Arte e artisti negli anni di Weimar in Il sario di Lecce 1946). Dopo la laurea ha
cinema di Weimar, la realtà, l’incubo, intrapreso la carriera universitaria.
1986; Meleagro risorto. Un modello an- Attualmente è professore di Storia mo-
tico nell’iconografia del neoclassicismo, derna nella Facoltà di Lettere dell’U-
‘‘Annali della Facoltà di Lettere e Filo- niversità di Lecce. Ha dedicato alla
sofia dell’Università di Cagliari’’, Sardegna il saggio Inquisizione e lotta
XLIX, 12, 1991; Il braccio della morte. di potere in Sardegna nel secolo XVII,
Migrazioni iconografiche, 1993; Quattro ‘‘Annuario dell’Istituto storico italiano
cartelle. Arte e artisti in corpo otto, Anto- per l’Età moderna e contemporanea’’,
logia di scritti giornalistici, 1993; Blin- XXXVII-XXXVIII, 1986.
dati d’arte, 1995; Mussolina di Sarde- Pellicer, Francesco Religioso (Spa-
gna, in Le città di fondazione in Sarde- gna, seconda metà sec. XV-Roma
gna, 1998; L’eccezione e la regola. Eccle- 1508). Arcivescovo di Sassari dal 1499
tismo, macchinismo e razionalismo al 1508. Dotto teologo, dopo il 1494 fu
nelle architetture di Mussolina di Sarde- nominato vicario generale della dio-
gna, ‘‘Rivista di Studi Sardi’’, XXXI, cesi di Sassari. Nel 1499 fu nominato
1999; L’architetto delle isole: Giovanni arcivescovo, ma per i contrasti con
Battista Ceas, in Atti del II convegno sul- Francesco Manno entrò in possesso
l’identità storica di Arborea, 1999; Una del suo ufficio solo nel 1503. Poco
guerra cubista e origini del camouflage, dopo, però, ebbe dei contrasti riguardo
‘‘Storia e dossier’’, V, 145, 2000; Inge- i suoi poteri giurisdizionali anche col
gneri e architetti. Quattro profili in Re- governatore di Sassari. Per difendersi
surgo. Da Mussolinia ad Arborea: vi- si recò a corte e di lı̀ a Roma, dove però
cende e iconografia della bonifica, 2000; morı̀. Nel 1501 aveva indetto un sinodo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 186


Peonia

diocesano, nel quale erano stati deli- a fungo retta da un pilastro. Costruita
berati provvedimenti contro chi non nel 1578 ai piedi di capo Falcone di
pagava le decimas decimarum per la Stintino, era destinata alla difesa pe-
Crociata e proibito ai sacerdoti di por- sante: aveva tre cannoni e una spin-
tare armi. «L’abuso continuò – com- garda ed era in vista della torre dell’I-
menta Enrico Costa – poiché nel 1531 sola Piana, dalle caratteristiche analo-
si trova rinnovata la proibizione. A ghe.
quanto pare, i ladri erano numerosi e Peña Famiglia sassarese (secc. XV-
non rispettavano né preti né frati». XVI). Le sue notizie risalgono al secolo
Pellicer de Osan y Tobar, Joseph XV; apparteneva all’oligarchia mer-
Storico (Saragozza 1602-Madrid 1679). cantile della città. Nel 1478 un Antonio
Si occupò di genealogia, mostrando di mercante ottenne il riconoscimento
possedere una grande erudizione ma della generosità. La sua discendenza
anche scarso senso critico. Un suo ma- si estinse nel corso del secolo XVI.
noscritto intitolato Memorial de la casa
Penyacuta, Gomez Donzello catalano
de Alagon marqués de Villasor en Sar-
(Catalogna, prima metà sec. XIV-Villa
deña, è conservato presso la Camera
di Chiesa, 1364 ca.). Giunse in Sarde-
di Commercio di Cagliari.
gna nel 1353 con la compagnia di Lopez
Pellis, Giovanni Religioso (sec. XV). de Gurrea al seguito di Pietro IV. Nel
Vescovo di Terralba dal 1475 al 1484. 1355 fu investito del feudo di Goni. Nel
Succeduto a una serie di vescovi ano- 1358 fu nominato castellano di Salva-
nimi, tutti destinatari di lettere dei terra unitamente a Pietro Martinez de
papi Callisto III (1455) e Pio II (uno nel Sarasa e si stabilı̀ a Villa di Chiesa (l’at-
1462 e l’altro nel 1464), nel 1484 fu di- tuale Iglesias), dove morı̀ senza discen-
spensato per illegittimità. denti.
Peonia Pianta erbacea della famiglia
delle Peoniacee (Paeonia mascula (L.)
Miller ssp. russii (Biv.) Cullen et Heyw.).
Perenne, ha rizoma sotterraneo da cui,
a fine inverno, crescono le nuove pian-
tine; le foglie sono composte da lamine
larghe, con margine crenato, di un
verde intenso e lucido, mentre il
gambo e gli steli sono rossastri; i fiori
sono grandi, numerosi all’apice della
pianta, di un intenso colore rosato-por-
porino (la tonalità di colore varia con la
composizione del terreno e l’esposi-
zione al sole), al centro gli stami, lunghi
e numerosi, formano un piumino
giallo; i frutti sono capsule pelose, tri-
lobate, con semi neri e lucidi. Chia-
Torre della Pelosa – La torre ai piedi di capo mata anche rosa di montagna, è la
Falcone. pianta più affascinante della flora
sarda, tanto da essere usata come logo
Pelosa, torre della Edificio di forma della Regione, anche perché è tipica
cilindrica con una caratteristica volta della vegetazione delle zone interne e

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 187


Pepitoni

montane, quelle ancora selvagge e au- cando penetranti elzeviri sulle opere
tentiche: la p. cresce infatti nelle ra- di scrittori francesi a lui contempora-
dure o nel sottobosco rado delle lec- nei.
cete delle Barbagie e dell’Ogliastra,
Peralda, Sergio Avvocato, consigliere
ma oltre gli 800-1000 m si può trovare
regionale (Olbia 1915-ivi 1992). Dopo
in tutta l’isola. A Montarbu di Seui o
aver conseguito la laurea in Giurispru-
nella foresta di Montes a Orgosolo pas-
denza, esercitò con successo la profes-
seggiare in primavera nei silenzi del
sione di avvocato e a partire dal se-
bosco e trovarsi improvvisamente di
condo dopoguerra fu esponente di
fronte a una distesa di peonie in fiore
punta del socialismo sardo e personag-
è un’emozione indimenticabile: le loro
gio di primo piano nella vita politica di
dimensioni e la regolarità con cui le
Olbia. Nel 1961 fu eletto consigliere re-
piante crescono danno l’impressione
gionale del suo partito nel collegio di
di trovarsi di fronte a un ‘‘giardino se-
Sassari per la IV legislatura e successi-
greto’’. Nella medicina popolare se ne
vamente riconfermato nello stesso col-
riconoscono le proprietà antispasmo-
legio fino alla VI legislatura nel 1974.
diche ed emetiche. Nomi sardi: arrosa
Dall’agosto 1965 al giugno 1969 fu as-
de monti; rosa peonia (logudorese); rosa
sessore alle Finanze nelle giunte di
pionia, rosa veronica. [MARIA IMMACOLATA
Efisio Corrias e di Giovanni Del Rio;
BRIGAGLIA]
subito dopo fu assessore all’Industria
fino al novembre 1970 nelle giunte Del
Rio e Abis. Infine dal dicembre 1973 al
giugno 1974 fu un’ultima volta asses-
sore all’Igiene in un’altra delle giunte
Del Rio. Tornato alla vita privata, ebbe
ruoli di spicco nell’organizzazione so-
cietaria del Consorzio della Costa Sme-
ralda.
Peralta, Guglielmo de Viceré di Sar-
degna (Catalogna, prima metà sec. XV-
Cagliari?, 1484). In carica dal 1483 al
1484. Gentiluomo catalano, amico per-
sonale di Giovanni II che, una volta in-
coronato, lo nominò viceré di Sicilia.
Di qui fu inviato in Sardegna quando il
contrasto tra l’allora viceré di Sarde-
Peonia – Un esemplare nel Supramonte di
gna Ximén Pérez Escrivá de Romanı́ e
Oliena.
il procuratore reale Giovanni Fabra si
fece più acuto a causa della succes-
Pepitoni, Giovanni Intellettuale, gior- sione nei feudi appartenuti a Rosa
nalista (Cagliari 1889-ivi 1973). Conse- Gambella, di cui il Pérez si era impa-
guita la laurea, si dedicò all’insegna- dronito dopo la morte della titolare.
mento nelle scuole superiori e al gior- Condusse l’inchiesta con grande rigore
nalismo. Fu critico letterario acuto ed e dopo che il Pérez fu rimosso dal suo
elegante e attento indagatore della sto- incarico, nel 1483 assunse a sua volta le
ria della sua città. Collaborò per de- funzioni di viceré di Sardegna. Con
cenni con ‘‘L’Unione sarda’’, pubbli- azione decisa cercò di ristabilire la fi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 188


Perantoni Satta

ducia generale ma morı̀ poco dopo, Perantoni Satta, Gavino Medico, sto-
probabilmente nella stessa capitale rico, bibliofilo (Sassari 1899-ivi 1963).
del Regno. Intellettuale antifascista, dopo aver
Peralta, Raimondo de (o Raimondo di conseguito la laurea in Medicina si de-
Saluzzo) Uomo d’armi (Sicilia, fine sec. dicò alla professione e fu tra gli anima-
XIII-ivi 1348). Figlio di Filippo di Sa- tori della vita culturale della città.
luzzo portava il nome della famiglia di Uomo dai molteplici interessi, si oc-
sua madre. Prese parte alla spedizione cupò di numismatica (in particolare
in Sardegna dell’infante Alfonso unita- sino al 1960), condusse importanti e
mente a suo padre, e quando nel 1324 originali ricerche storiche, in partico-
questi fu nominato governatore gene- lare (a partire dal 1960) sui moti anti-
rale lo sostenne. Quando, però, nel feudali di fine Settecento e su Gio-
1325 Filippo di Saluzzo morı̀, assunse vanni Maria Angioy. Suo merito indi-
verso la monarchia catalano-arago- menticabile (anche se forse, come cà-
nese un atteggiamento poco chiaro, pita, in qualche misura dimenticato) fu
proprio nel momento in cui la ripresa il riordino, la riorganizzazione e in
del conflitto con Pisa sembrava inevi- parte la catalogazione, fra la seconda
tabile. Per questa ragione nel 1326 metà degli anni Quaranta e la prima
ebbe dei forti contrasti con i Carroz, al degli anni Sessanta, della Biblioteca
punto che il re dovette ingiungergli di comunale, che era rimasta già dagli
lasciare la Sardegna. Continuò a vivere anni Trenta completamente abbando-
a corte impegnato in altri compiti. nata, tanto che su alcuni volumi, anche
Perani, Mauro Storico del diritto (n. preziosi, la polvere di calcare accumu-
Castel Goffredo 1949). Dopo la laurea lata aveva formato una resistentissima
si è dedicato all’insegnamento univer- crosta. Gli furono compagni in questa
sitario. Nel 1996 è diventato ricerca- diuturna impresa, nel ruolo di consi-
tore di Ebraico; attualmente lavora glieri e di protettori politici (P.S. era
presso l’Università di Bologna. Ha de- comunista, l’amministrazione comu-
dicato alla Sardegna l’ampio saggio nale a larga maggioranza democri-
Appunti per la storia degli Ebrei in Sar- stiana), il professor Lorenzo Forteleoni
degna durante la dominazione arago- e lo scrittore Filippo Addis. Quando
nese, ‘‘Italia. Studi e ricerche sulla Sto- morı̀, nel 1963, considerava il suo la-
ria, la Cultura e la Letteratura degli voro non ancora terminato. La sua bi-
Ebrei in Italia’’, V, 1/2, 1985. blioteca personale fu donata dai fami-
Perantoni, Manlio Avvocato, consi- liari alla Biblioteca comunale. Tra i
gliere regionale (n. Sassari 1930). suoi scritti: Contributo allo studio delle
Dopo aver conseguito la laurea in Giu- monete punico-sarde, ‘‘Numismatica’’,
risprudenza, ha preso a esercitare la 1-2, 1940, e 3-4, 1941; Notizie storiche
professione di avvocato e a interes- sulla Biblioteca comunale di Sassari,
sarsi di politica, schierato fin da gio- ‘‘Ichnusa’’, I, 1946; La monetazione in
vane nel Partito Socialdemocratico. Sardegna, ‘‘Il Corriere dell’Isola’’,
Nel 1965 si è presentato alle elezioni 1951; Alcune varietà delle monete co-
regionali per la V legislatura ma non è niate nella zecca di Cagliari da Filippo
stato eletto; nel 1967 è entrato in Consi- II re di Spagna, delle Due Sicilie e di Sar-
glio regionale subentrando all’on. An- degna, ‘‘Italia numismatica’’, 2-3, 1954;
tonio Catte dimissionario. Successiva- Rinvenimenti di monete romane in Sar-
mente non è stato riconfermato. degna, ‘‘Annali dell’Istituto italiano di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 189


Perassi

Numismatica’’, 1954; Rinvenimenti in dell’autonomia speciale che si sarebbe


Sardegna di monete dell’Impero ro- dovuta concedere ad alcune regioni
mano e dell’Impero d’Occidente, I. I ri- italiane, fra cui la Sardegna. In seguito
postigli, ‘‘Annali dell’Istituto italiano di fu nominato giudice costituzionale e,
Numismatica’’, II, 1955; Rinvenimenti nel 1957, accademico dei Lincei. Si
in Sardegna di monete dell’Impero d’O- era interessato, in giovinezza, di Gio-
riente, ‘‘Annali dell’Istituto italiano di vanni Battista Tuveri, cui dedicò un
Numismatica’’, III, 1956; Rinvenimenti saggio raccolto nell’opuscolo Un solita-
in Sardegna di monete medioevali e mo- rio pensatore di Sardegna. G.B. Tuveri,
derne, ‘‘Annali dell’Istituto italiano di edito a Milano nel 1908 a cura del Cir-
Numismatica’’, IV, 1957; Rinvenimenti colo ‘‘Carlo Cattaneo’’. L’anno prece-
in Sardegna delle monete della Repub- dente aveva pubblicato sull’‘‘Unione
blica romana, ‘‘Annali dell’Istituto ita- sarda’’ un articolo sullo stesso argo-
liano di Numismatica’’, V-VIII, 1958- mento, Gioberti in stato d’accusa ad
1961; Il terzo stato in Sardegna, ‘‘Ich- opera di G.B. Tuveri.
nusa’’, 29, 1959; La formazione del
primo partito borghese in Sardegna,
‘‘Ichnusa’’, 29, 1959; Il trionfale ingresso
dell’Angioy a Sassari e Riforme ardite
ma non contro la legge chiedeva Giom-
maria Angioy, sardo di un’epoca nuova,
entrambi in ‘‘La Nuova Sardegna’’,
1959; La chiesa di S. Donato nella città
di Sassari, 1961; Caddero sotto il piccone
degli eversori il castello, le mura, le torri
di Sassari, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1961;
Il Palazzo di città di Sassari, 1962; Il con-
tributo dell’Università di Sassari ai moti
antifeudali sardi, ‘‘La Nuova Sarde-
gna’’, 1962; Il palazzo dell’Università,
‘‘Studi sassaresi’’, 1-2, XXX, 1963; Al-
Perdaliana – Vista della Perdaliana nei pressi
cune varietà delle monete coniate nella di Gairo.
zecca di Cagliari da Filippo II re di Spa-
gna, ‘‘Italia numismatica’’, 1964. Una
serie di saggi manoscritti sulla Sarda
Perdaliana (o Perda Liana, Taccu) Nome
di uno dei tacchi (=) calcarei che ca-
Rivoluzione è, ancora inedita, in pos-
ratterizzano l’area situata tra la Barba-
sesso della famiglia.
gia di Seulo e il Nuorese. Alto 1293 m, si
Perassi, Tomaso Giurista (Intra 1886- staglia in modo netto sul paesaggio cir-
Milano 1960). Intrapresa la carriera costante ed è visibile a grande di-
universitaria, nel 1914 divenne profes- stanza. Secondo una suggestiva leg-
sore di Diritto pubblico e di Diritto in- genda, ai suoi piedi si svolgevano le
ternazionale. Insegnò nelle Università riunioni tribali degli Iliensi: in anni
di Bari, di Napoli e di Roma. Nel 1946 recenti la sua fama è stata rinverdita
fu eletto alla Costituente dove nel 1947 dai movimenti nazionalitari sardi, che
divenne presidente della sottocommis- guardano ad essa come a una sorta di
sione per gli statuti, nel cui seno as- monumento-simbolo del popolo sardo.
sunse posizioni critiche nei confronti Il Lamarmora ce ne ha lasciato una de-

184

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 190


Perdasdefogu

scrizione memorabile, che cosı̀ con- dopo, procedettero a un’ulteriore divi-


clude: «La Perdaliana è il soggiorno fa- sione tra loro, entrò a far parte dei ter-
vorito dei mufloni. Nelle dieci o dodici ritori assegnati al ramo del conte Ugo-
volte che l’ho vista (l’ultima volta ci fui lino. Prima della fine del secolo XIII, i
nel 1853), raramente ci è capitato di figli del conte, in conseguenza della
non trovarvi qualche coppia o addirit- guerra che avevano scatenato contro il
tura mandrie intere di questi animali, Comune di Pisa per vendicare la morte
che pascolavano tranquillamente sul- del padre, ne persero il controllo, cosı̀
l’erto pendı̀o nella parte finale del il villaggio passò a essere ammini-
cono. La predilezione del muflone per strato da funzionari pisani. Subito
questo picco è condivisa da due specie dopo la conquista aragonese entrò a
ben diverse di uccelli, che si incon- far parte del Regnum Sardiniae e fu
trano esclusivamente sulle più alte concesso in feudo a Berengario Perte-
vette del continente. Non sono mai an- gas, alla cui morte era però già presso-
dato sulla Perdaliana senza veder pla- ché deserto. Nel 1339 la vedova lo ven-
nare sopra di me il più grande rapace dette a Francesco Estaper che nel 1442
dell’isola, il Gipeto barbuto, che fa il suo lo vendette a Pietro de Açen.
nido al sicuro, sulla cima di questa roc- Perda Niedda Miniera di piombo,
cia, per niente infastidito dall’idea di zinco e ferro nel salto di Oridda in ter-
doverla condividere con una banda nu- ritorio di Iglesias. Le attività estrattive
merosa e stridula d’una graziosa spe- vi iniziarono nel 1857 a opera di Leone
cie di cornacchia nera, che ha zampe e Goüin. Egli aveva avuto la concessione
piedi di color corallo: è la Pyrrhocoras per il solo piombo, ma dopo alcuni anni
Cornacais, la cornacchia di montagna: vi scoprı̀ anche le piriti: in conse-
ma questo uccello vi abita soltanto du- guenza dell’accresciuta importanza
rante la bella stagione, cioè durante il del sottosuolo, entrò in conflitto con
tempo della covata. Sulla roccia non si l’ingegner Sarzella, proprietario dei
vede traccia di nuraghi, ma il com- terreni, che chiedeva canoni più ele-
pianto intendente Francesco Gessa, vati. Nel corso dei decenni successivi
che fu a lungo amministratore della la miniera passò di mano per diverse
provincia di Lanusei di cui questa re- volte; dopo la seconda guerra mon-
gione fa parte, mi assicurò che tempo diale i lavori cessarono definitiva-
fa un pastore che aveva voluto fare uno mente negli anni Sessanta.
scavo nella roccia aveva trovato, in un
Perdasdefogu Comune della provin-
crepaccio o in nascondiglio, una certa
cia dell’Ogliastra, compreso nell’XI
quantità di monete di rame, che mi
Comunità montana, con 2331 abitanti
fece recapitare e che risultarono es-
(al 2004), posto a 599 m sul livello del
sere delle monete cartaginesi».
mare nella vasta area spopolata tra
Perdalonga (o Petralonga) Antico villag- Tertenia ed Escalaplano. Regione sto-
gio che faceva parte del giudicato di rica: Siurgus. Diocesi di Lanusei.
Cagliari compreso nella curatoria del & TERRITORIO Il territorio comunale,
Sols. Era situato in località Sa Pedra di forma grosso modo quadrata, si
Longa nelle campagne di Teulada. estende per 77,73 km2 e confina a nord
Quando il giudicato cessò di esistere, con Ulassai, a est ancora con Ulassai, a
nella divisione del 1258, fu incluso nei sud con Villaputzu e a ovest con Esca-
territori toccati ai Della Gherardesca e laplano. Si tratta di una regione di col-
quando questi ultimi, alcuni anni line povere di acque e ricoperte di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 191


Perdasdefogu

macchia mediterranea, non molto alte zione del majore fu modificato e perciò
ma spesso erte e tagliate in più di un l’autonomia della comunità fu notevol-
caso da incisioni profonde. I rari corsi mente limitata; in quanto al carico fi-
d’acqua appartengono in parte al ba- scale, furono introdotti nuovi balzelli.
cino idrico del Rio di Quirra, che Dopo una lite durata fino al 1726 P. per-
scorre a oriente, in parte al Flumi- venne ai Català. Nel corso del secolo
neddu, affluente del Flumendosa che XVIII, con la costituzione del Consiglio
forma a ovest del paese un lungo lago comunitativo e del Monte granatico, la
artificiale. Le comunicazioni sono as- comunità cominciò a riacquistare una
sicurate da una strada secondaria che certa autonomia nei confronti dell’am-
ha origine nei pressi di Ulassai e pro- ministrazione baronale. Il villaggio in-
segue poi sino a Escalaplano. fine passò agli Osorio cui fu riscattato
& STORIA Le origini del villaggio pro- nel 1839; nel 1821 fu incluso nella pro-
babilmente si possono far risalire al- vincia di Lanusei e, quando nel 1848
l’Alto Medioevo; un’antica tradizione furono abolite le province entrò a far
popolare riferisce in proposito che i parte della divisione amministrativa
primi abitanti sarebbero stati i profu- di Nuoro. Di questo periodo abbiamo
ghi di un antico villaggio che sorgeva notizie dallo studioso Vittorio Angius
sulle coste e che sarebbe stato distrutto che, nella breve scheda sul paese inse-
da un’incursione di Arabi. Il villaggio rita nel Dizionario del Casalis, scrive:
faceva parte del giudicato di Cagliari «Popolazione. Le case sono circa 136,
incluso nella curatoria di Quirra ed è le famiglie 129, le anime 580. Nascono
documentato a partire dagli inizi del 25, muojono 20, si celebrano matrimo-
1300 quando era amministrato diretta- nii 5. Le malattie più frequenti sono il
mente dal Comune di Pisa. Subito dopo dolor laterale, le infiammazioni al fe-
la conquista aragonese, nel 1327 fu in- gato e febbri cachetiche. Non v’ha altri
cluso nel feudo concesso a Diego Za- per curar la sanità che qualche flebo-
pata ma i suoi abitanti mantennero un tomo: le partorienti non hanno assi-
atteggiamento di profonda ostilità sia stenza. Professioni. Le famiglie agri-
nei confronti del feudatario sia nei cole sono 109, le pastorali 20. Pochi at-
confronti del castellano di Quirra e, tendono agli altri mestieri. Lavorano le
allo scoppio della prima guerra tra Ma- donne in circa 80 telai, e fanno non solo
riano IVe Pietro IV, si ribellarono aper- per provvedere alle famiglie, ma anche
tamente. Finita la guerra, P. entrò a far a lucro; il che può dare una giusta idea
parte del territorio che fu concesso a del loro studio nel lavoro». Quando nel
Berengario Carroz che lo unı̀ agli altri 1859 furono ricostituite le province P.
suoi feudi dando vita nel 1363 alla con- fu incluso in quella di Cagliari. Nel
tea di Quirra. Successivamente, scop- 1927, con la ricostituzione della provin-
piata la seconda guerra tra Mariano IV cia di Nuoro, tornò a farne parte. La
e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono sua tranquilla vita di comunità pasto-
nuovamente e si schierarono con il giu- rale, a partire dagli anni Cinquanta, si
dice d’Arborea. Caduto nel 1409 il giu- misura con la realtà del Poligono Spe-
dicato, P. tornò in possesso dei Bertran rimentale Interforze del salto di
Carroz eredi dei Carroz. Nei secoli suc- Quirra, un impianto militare e di ri-
cessivi passò dai Bertran Carroz ai cerca scientifica che si è integrato
Centelles, che si estinsero nel 1674; in completamente nella vita del villaggio
tutto questo periodo il sistema di ele- e contribuisce al suo benessere. Il poli-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 192


Perdasdefogu

gono è utilizzato per effettuare dei licenza elementare 697; analfabeti 75;
lanci di missili per l’esplorazione della automezzi circolanti 858; abbonamenti
stratosfera. Negli ultimi anni, quando TV 566.
si è sviluppato il dibattito sulle nuove & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
province, P. vi ha preso parte optando ritorio conserva rilevanti testimo-
per il passaggio a quella di nuova costi- nianze del periodo nuragico, tra cui i
tuzione dell’Ogliastra. nuraghi Arras, Florentina, Orcu, Per-
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- dixeddu, Prediargiu, San Pietro, Trun-
conomia sono l’allevamento del be- cone, Trutturis. Esiste anche un’antica
stiame, ovini, caprini e, in misura mi- fonte sacra in regione Peddi de Cani.
nore, bovini e suini, e l’agricoltura, in & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
particolare la cerealicoltura, la viticol- E AMBIENTALE Il tessuto urbanistico
tura e la frutticoltura. Negli ultimi de- conserva ancora il suo assetto tradizio-
cenni si sta sviluppando anche l’atti- nale; lungo le strade, nonostante il pro-
vità industriale che si basa sul com- fondo rinnovamento edilizio degli ul-
parto alimentare, la fabbricazione di timi anni, è possibile trovare ancora le
mobili, la produzione e distribuzione case in pietra a più piani del tipo bar-
dell’energia elettrica. È discretamente baricino. Oltre alla chiesa parroc-
organizzata la rete di distribuzione chiale, intitolata a San Sebastiano, esi-
commerciale; un notevole contributo stono i significativi resti di una più an-
all’economia del paese viene dalla pre- tica chiesa, intitolata anch’essa a San
senza della base aeronautica. Vi ope- Sebastiano: l’edificio ha un impianto a
rano un albergo con 26 posti letto e tre tre navate e modalità costruttive pre-
ristoranti. Servizi. P. è collegato da au- romaniche che fanno pensare a una
tolinee agli altri centri della provincia. sua datazione nel secolo X. Recenti re-
Dispone di Pro Loco, stazione dei Ca- stauri ne hanno impedito l’ulteriore
rabinieri, medico, farmacia, scuola degrado e l’hanno trasformata in un
dell’obbligo e scuole secondarie supe- suggestivo spazio culturale dove nel
riori (Istituto professionale indu- periodo estivo si svolgono alcune delle
striale), sportello bancario. manifestazioni della rassegna ‘‘Fo-
& DATI STATISTICI Al censimento del ghesu canta Foghesu’’, con la quale la
2001 la popolazione contava 2369 unità, Pro Loco intende rilanciare le tradi-
di cui stranieri 2; maschi 1215; fem- zioni del paese. Altro importante mo-
mine 1154; famiglie 615. La tendenza numento è la chiesa di San Pietro, co-
complessiva rivelava una diminuzione struita tra gli inizi del secolo XIX e il
della popolazione, con morti per anno 1950. Ha forme di maniera ispirate al
23 e nati 17; cancellati dall’anagrafe Neoclassico, il suo impianto è a una
106 e nuovi iscritti 51. Tra gli indicatori navata e la copertura è a volte a botte.
economici: imponibile medio IRPEF Al suo interno conserva alcune statue
19 822 in migliaia di lire; versamenti lignee del secolo XVIII e qualche pezzo
ICI 621; aziende agricole 161; imprese di argenteria del Seicento. Alle porte
commerciali 133; esercizi pubblici 17; del paese si apre un vasto Parco comu-
esercizi all’ingrosso 1; esercizi al detta- nale, all’interno del quale si possono
glio 59; ambulanti 1. Tra i principali in- ammirare numerose varietà vegetali e
dicatori sociali: occupati 743; disoccu- incontrare mammiferi e volatili della
pati 126; inoccupati 126; laureati 40; di- fauna isolana.
plomati 336; con licenza media 668; con & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 193


Perda Sterria

momento che meglio riflette il patri- XIX Comunità montana, con 1465 abi-
monio delle tradizioni popolari è costi- tanti (al 2004), posto a 98 m sul livello
tuito dalla festa di San Salvatore e di del mare una quindicina di chilometri
San Giovanni Battista, antica sagra le a est di Carbonia. Regione storica: Sul-
cui origini risalgono al Seicento e che cis. Diocesi di Iglesias.
si svolge a metà settembre, protraen- & TERRITORIO Il territorio comunale,
dosi per quattro giorni. Ha inizio con il di forma grosso modo triangolare, si
trasporto delle statue dei due santi estende per 29,55 km2, comprendenti
dalla parrocchiale a una chiesetta in anche la frazione di Pesus, e confina a
località S’enna ’e Itta con una proces- nord e a est con Narcao, a sud con Vil-
sione solenne aperta dai fedeli che re- laperuccio e a ovest con Tratalias e
cano caratteristici ex voto costituiti da Carbonia. Il paese si stende nella val-
due canne incrociate e rivestite di lata, piuttosto ampia in questo punto,
stoffe colorate (su pannu). Durante i del rio Flumentepido, che poco più a
riti religiosi viene cantato il rosario in sud dà luogo all’invaso artificiale di
sardo al suono delle launeddas (=). Dei Monte Pranu; mentre a oriente e a oc-
quattro giorni uno è dedicato agli cidente si stende una teoria di colline
ospiti (sa dı̀ de sa strangı̀a) e un altro a
che fanno parte del sistema montuoso
manifestazioni in onore dei venditori
dell’Iglesiente. Il paese comunica per
ambulanti (sa dı̀ ’e is barateddus). In
mezzo di una strada secondaria che da
passato molti dei fedeli si recavano
Carbonia si dirige verso est, fino a con-
alla chiesa del santo in ginocchio e
giungersi con la statale 293; dal paese
compivano poi tre giri attorno all’edifi-
hanno poi origine una deviazione a
cio.
nord per il villaggio di Terraseo, a sud
Perda Sterria Antico villaggio di ori- per Tratalias e Villaperuccio.
gine medioevale che faceva parte del & STORIA Il territorio conserva alcuni
giudicato di Cagliari, compreso nella nuraghi e altre evidenti tracce dell’in-
curatoria di Nora. Sorgeva in prossi- sediamento dell’uomo a partire dalla
mità di Pula; quando il giudicato fu de- preistoria. Nel Medioevo il villaggio
bellato, nella divisione del 1258 fu as- apparteneva al giudicato di Cagliari
segnato ai Dell a G herardesca e ed era incluso nella curatoria del Sols.
quando, alcuni anni dopo, la famiglia Probabilmente si sviluppò attorno a un
procedette a una nuova divisione tra i antico monastero del quale rimangono
suoi rami, toccò ai discendenti del tracce. In seguito alla divisione del
conte Gherardo. Dopo la conquista, 1257 fu incluso nei territori toccati ai
avendo essi prestato omaggio al re d’A- Della Gheradesca del ramo del conte
ragona, il villaggio entrò a far parte del Ugolino. Dopo la disastrosa guerra sca-
Regnum Sardiniae, e i suoi proprietari tenata dai figli del conte, alla fine del
riuscirono a conservarne il possesso. secolo XIII, contro Pisa per vendicare
Scoppiata la prima guerra tra Pietro la morte del padre, il villaggio venne
IV e Mariano IV, quando il conte Ghe- amministrato direttamente da funzio-
rardo il giovane fu sospettato di tradi-
nari del Comune. Con la conquista ara-
mento nel 1353, il territorio fu loro con-
gonese, nel 1328 fu riconosciuto come
fiscato; la sua popolazione lo abban-
feudo a Pietro de Açen. Negli anni suc-
donò alcuni anni dopo e scomparve.
cessivi soffrı̀ a causa della peste del
Perdaxius Comune della provincia di 1348 e per le guerra tra Aragona e Ar-
Carbonia-Iglesias, compreso nella borea e andò spopolandosi rapida-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 194


Perdaxius

mente. Rimase occupato dalle truppe che l’attività industriale che si basa
arborensi fino alla battaglia di Sanluri; sulle produzioni agroalimentari e sul-
dopo il 1409 era completamente spopo- l’edilizia. È sufficientemente organiz-
lato e compreso in un vasto territorio zata la rete di distribuzione commer-
che era stato concesso in feudo ai ciale. Servizi. P. è collegato da autoli-
Montbuy che si estinsero nel 1421. Il nee agli altri centri della provincia. Di-
territorio continuò a rimanere spopo- spone di Pro Loco, medico, farmacia,
lato e nel 1471 fu donato a Giacomo scuola dell’obbligo, sportello bancario.
Aragall che lo incluse nel suo vasto Possiede una Biblioteca comunale.
feudo sulcitano. Nel corso dei secoli & DATI STATISTICI Al censimento del
passò dagli Aragall ai Bellit, ai Gual- 2001 la popolazione contava 1513 unità,
bes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai di cui stranieri 2; maschi 762; femmine
quali fu riscattato nel 1839. Si ha noti- 751; famiglie 521. La tendenza com-
zia di due tentativi di ripopolamento, plessiva rivelava una sostanziale stabi-
uno dopo il 1464 e l’altro dopo il 1584 lità della popolazione, con morti per
entrambi falliti, probabilmente perché anno 10 e nati 12; cancellati dall’ana-
il territorio era troppo esposto al peri- grafe 32 e nuovi iscritti 30. Tra gli indi-
colo di incursioni da parte di corsari catori economici: imponibile medio
barbareschi; fu tuttavia frequentato IRPEF 14 020 in migliaia di lire; versa-
da gruppi di pastori che nel corso del menti ICI 287; aziende agricole 237; im-
Seicento vi costruirono alcuni furria- prese commerciali 40; esercizi pub-
droxius. A partire dalla seconda metà blici 7; esercizi al dettaglio 15; ambu-
del secolo XVIII l’insediamento di- lanti 4. Tra i principali indicatori so-
venne stabile e si trasformò in boddeu ciali: occupati 309; disoccupati 66;
che ben presto si sviluppò come fra- inoccupati 187; laureati 3; diplomati
zione di Narcao. Nel 1821 fu incluso 88; con licenza media 519; con licenza
nella provincia di Iglesias; dopo il elementare 404; analfabeti 119; auto-
1848 entrò a far parte della divisione mezzi circolanti 524; abbonamenti TV
amministrativa di Cagliari e, dopo il 392.
1859 della ricostituita omonima pro- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
vincia. Fu incluso come frazione nel territorio è ricco di nuraghi, in partico-
territorio del comune di Narcao, negli lare quelli di Achenza, Camboni, Entu,
anni successivi continuò a svilupparsi Pitzienti, Porcus, Sa Idda, Santus, Ses-
anche grazie all’attività di alcune mi- sini, Simplicio, Su Porcili, Tanca
niere di piombo argentifero che entra- Manna, Tronu. Tra questi il più inte-
rono in attività nel corso dell’Otto- ressante è il nuraghe Camboni, che
cento. Nel 1958 è diventato comune au- sorge in prossimità dell’abitato ed è
tonomo e quando si è avviato il dibat- del tipo polilobato, di dimensioni im-
tito sulle nuove province ha optato per ponenti e nel complesso abbastanza
quella di Carbonia-Iglesias. ben conservato.
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
conomia sono l’agricoltura, in partico- RALE Tra gli edifici di maggiore ri-
lare la cerealicoltura, la frutticoltura e lievo la chiesa di San Giacomo, che ha
la viticoltura, e l’allevamento del be- forme romaniche e risale al secolo
stiame, soprattutto bovini e suini e in XIII; ha un’aula mononavata con tetto
misura minore ovini e pollame. Negli a falde spioventi mentre la facciata è
ultimi decenni si sta sviluppando an- arricchita da un campaniletto a vela.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 195


Perd’e Pibera

Nel corso dei secoli la chiesa andò in vori ebbero inizio nel 1936 e nel 1938 gli
rovina e fu restaurata alcuni decenni impianti iniziarono una modesta pro-
orsono; attualmente è chiusa al culto. duzione. Scoppiata la guerra, i lavori
P. ha anche una chiesa dedicata a San furono interrotti e nel dopoguerra la
Leonardo, che risale al secolo XIII e ‘‘Cogne’’ dismise la concessione e gli
sorge poco lontano dall’abitato. Ha impianti furono definitivamente fer-
una sola navata absidata e con la coper- mati.
tura a capriate. La facciata è in conci di Perd’e Sali (o Petra di Sale) Antico villag-
trachite, arricchita da un grande cam- gio che faceva parte del giudicato di
panile a vela. All’interno conserva una Cagliari, compreso nella curatoria di
statua lignea del secolo XVII e un ar- Nora. Era situato in località omonima
madio dipinto dello stesso periodo. La nelle campagne di Sarroch. Quando il
chiesa di San Leonardo è meta di un giudicato cessò di esistere, nella divi-
pellegrinaggio col simulacro del santo sione del 1258 fu incluso nei territori
e di una festa campestre che da qual- toccati ai Della Gherardesca. Quando
che anno si rinnovano per iniziativa poi si procedette a una successiva divi-
della Pro Loco e dell’associazione cul- sione tra i due rami della famiglia, il
turale Pantagus. villaggio toccò ai discendenti del conte
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Gherardo, che continuarono a conser-
Ricco è il patrimonio di manifestazioni varne il possesso anche dopo la conqui-
che caratterizzano la vita della comu- sta aragonese come feudo della Co-
nità; tra le più interessanti la sagra rona. Scoppiata la prima guerra tra
della pecora che viene organizzata dai Pietro IV e Mariano IV, il villaggio fu
pastori nella seconda quindicina di sequestrato al conte Gherardo di Doro-
giugno e culmina nella degustazione natico, considerato traditore, e nel
di carne di pecora offerta a tutti i par- 1355 incluso nel feudo di Sarroch con-
tecipanti. cesso a Francesco Royg. Scoppiata la
seconda guerra tra Pietro IVe Mariano
Perd’e Pibera Miniera di piombo,
IV, l’abitato divenne teatro delle opera-
zinco e molibdeno, detta anche di Riu
zioni e scomparve entro la fine del se-
Planu is Castangias, in territorio di
colo.
Gonnosfanadiga nel massiccio del
monte Linas. Gli scavi iniziarono nel Pereda, Bartolomeo Gentiluomo sas-
1870 a opera di Leone Goüin che vi ri- sarese (sec. XIV). Fedele al re d’Ara-
cercava il ferro. In seguito le ricerche gona, quando dopo il 1366 le truppe ar-
furono continuate dalla ‘‘Vieille Mon- borensi occuparono Sassari, riuscı̀ a
tagne’’ i cui tecnici accertarono l’esi- fuggire rifugiandosi ad Alghero. Nel
stenza della molibdenite. Dopo anni di 1369 ebbe in feudo Settepalme, Moro-
inattività le ricerche ripresero nel res e Ardu nella Fluminargia, ma non
1918, confermando l’esistenza del mag- riuscı̀ a entrarne in possesso perché i
gior giacimento sardo di molibdeno. villaggi erano in mano agli arborensi;
Nel 1929 il permesso fu revocato alla morı̀ senza eredi qualche anno dopo.
‘‘Vieille Montagne’’ e concesso a Raul Peretti, Giuseppe Fisiologo (Cagliari
Buzzo, che accertò definitivamente la 1904-ivi 1976). Conseguita la laurea in
consistenza del giacimento ma non Medicina nel 1929, si dedicò all’inse-
poté iniziare i lavori perché a sua volta gnamento universitario e alla ricerca.
gli fu revocata la concessione. Rinno- Nel 1937 ottenne la libera docenza e
vata la concessione alla ‘‘Cogne’’, i la- nel 1938 fu nominato professore nell’U-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 196


Perez de Exea

niversità di Cagliari e poco dopo diret- quella di Ottana, spostò la sede della
tore dell’Istituto di Fisiologia umana. diocesi ad Alghero.
Prese parte alla seconda guerra mon- Pérez Castillo, Anna Studiosa di sto-
diale; in seguito concorse alla ripresa ria (n. Spagna, sec. XX). Storica, nel
dell’attività accademica e nel 1952 fu 1991 ha preso parte al XIV Congresso
nominato preside della Facoltà di Me- di storia della Corona d’Aragona svol-
dicina. Nel 1954 fu eletto rettore del- tosi ad Alghero, in cui ha presentato
l’Università e in seguito ininterrotta- una comunicazione, Notes sobre l’avi-
mente riconfermato fino al 1969; in tuallament per la campanya de Sarde-
tutti questi anni si adoperò per lo svi- nya 1372, ora in Atti del XIV Congresso
luppo dell’Ateneo, riorganizzandone di storia della Corona d’Aragona, II,
l’amministrazione e ottenendo l’istitu- 1995.
zione di nuove Facoltà. Negli stessi Perez de Cornel Famiglia aragonese
anni venne anche eletto ripetutamente (sec. XIV). Prese parte alla spedizione
consigliere comunale di Cagliari e fu dell’infante Alfonso con uno Ximén
sindaco della città tra il 1960 e il 1965. che subito dopo la conquista ottenne i
Questa doppia funzione gli consentı̀ di feudi di Serti, Simisi e Serassi nella
avviare la realizzazione della Citta- curatoria di Siurgus e di Armungia
della dei Musei, ponendo le basi di nella curatoria della Galilla. Negli
una più duratura collaborazione tra anni successivi acquistò anche il feudo
Comune e Università. Studioso di di Goni, ma quando lasciò la Sardegna
grande levatura, fu autore di numerosi per tornare in Catalogna i suoi succes-
importanti trattati che gli diedero no- sori non riuscirono a conservare i
torietà in campo nazionale. feudi.
Perez, Francesco Religioso (Tara- Perez de Exea Famiglia della provin-
zona, inizi sec. XVI-Cagliari 1577). Ar- cia di Alicante (secc. XVI-XVIII). Nel
civescovo di Cagliari dal 1574 al 1577. Cinquecento si trasferı̀ da Orihuela a
Canonico di Tarazona, uomo di grande Cagliari con un Andrea, capitano, che
cultura, fu nominato arcivescovo di Ca- fu nominato commissario generale del-
l’artiglieria. Questi si sposò con una Ot-
gliari nel 1574, come successore del
ger, inserendosi cosı̀ nell’aristocrazia
Parragues de Castillejo. Preso pos-
della città. Dal matrimonio nacquero
sesso della diocesi, tentò di attuarvi i
Michele e Giovanni: Michele ereditò
decreti del concilio di Trento pur tra i
l’ufficio di commissario generale del-
mille ostacoli derivanti dall’ignoranza
l’artiglieria e nel 1618 chiese il ricono-
del clero cagliaritano.
scimento della nobiltà della famiglia.
Perez, Giovanni Religioso (Spagna, se- Solo suo figlio Pietro nel 1646 ottenne
conda metà sec. XV-ivi?, prima metà l’agognato riconoscimento e nel 1653,
sec. XVI). Vescovo di Ottana dal 1501 al durante il parlamento Lemos, fu am-
1503. Era parroco di Castillo de Garci- messo allo Stamento militare. I suoi di-
muñoz nella diocesi di Cuenca, in Spa- scendenti continuarono a essere am-
gna, quando nel 1501 fu nominato ve- messi a tutti i parlamenti successivi e
scovo di Ottana da papa Alessandro si estinsero nel corso del secolo XVIII.
VI. Fu l’ultimo vescovo residente a Ot- Perez de Exea, Giovanni Architetto
tana: infatti, ottemperando al decreto militare (Cagliari, seconda metà sec.
dell’8 dicembre 1503 di Giulio II che XVI-ivi, 1639 ca.). Fratello di Michele,
univa le sedi di Castra e Bisarcio a lavorò sotto la sua direzione alle opere

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 197


Perez de Exea

di ristrutturazione delle mura di Ca- legato al futuro re Ferdinando il Catto-


gliari. Nel 1637 si distinse nell’azione lico, grazie a lui nel 1479 fu nominato
che si concluse con la cacciata dei fran- viceré da Giovanni II. Una volta in Sar-
cesi che avevano saccheggiato Ori- degna tentò di attuare le riforme volute
stano. dal sovrano, ma il suo fare altezzoso lo
Perez de Exea, Michele Architetto mi- fece entrare in conflitto con le città
litare (Cagliari 1584-Guizpocoa, Spa- reali, che sentivano i loro antichi privi-
gna, 1638). Fratello di Giovanni, en- legi minacciati dal progetto accentra-
trato nella carriera militare combatté tore del sovrano. Nel 1481 aprı̀ a Ca-
durante la Guerra dei Trent’anni in gliari un Parlamento per tentare di di-
Francia, in Italia e in Fiandra distin- rimere la situazione, ma, nel momento
guendosi. Studioso di architettura mi- in cui il confronto con le città si faceva
litare, fu autore di un’opera di arte mi- più deciso, fu travolto da uno scandalo
litare pubblicata a Madrid, che di- che pose a dura prova il prestigio del-
venne un punto di riferimento di li- l’amministrazione. Egli infatti, poco
vello europeo (Tratado de la defensa de dopo il suo arrivo in Sardegna, si era
las plaças: una copia manoscritta car- interessatamente occupato della vi-
tacea del secolo XVII, di circa 300 cenda ereditaria di Rosa Gambella,
carte, è conservata nella Miscellanea una ricca vedova sassarese, le aveva
Baille presso la Biblioteca comunale salvato il patrimonio e infine era dive-
di Cagliari). Tornato in Sardegna la- nuto il suo secondo marito. Come è
vorò al potenziamento delle mura di noto, la Gambella morı̀ poco dopo in
Cagliari e negli stessi anni fu autore circostanze misteriose e P.E. fu accu-
dei progetti delle chiese cittadine di sato di averla fatta uccidere per impa-
Sant’Agostino e di San Lucifero. Tor- dronirsi dei suoi feudi. Ne nacque uno
nato infine in Spagna, qui morı̀ in com- scandalo di vaste proporzioni: il re fu
battimento nella provincia di Guizpo- costretto a inviare in Sardegna Gu-
coa nel 1638. glielmo de Peralta, suo amico e viceré
di Sicilia, perché conducesse l’inchie-
Perez de Guasyllo Famiglia arago- sta mentre il P.E. veniva rimosso dal-
nese (sec. XIV). Prese parte alla spedi- l’ufficio e richiamato a corte. Dopo al-
zione in Sardegna dell’infante Alfonso terne vicende egli riuscı̀ a riabilitarsi;
con un Michele che, subito dopo la con- rimandato in Sardegna, si trovò nuova-
quista, ebbe come ricompensa l’inve- mente nei guai: accusato di frodi am-
stitura della curtis di Santa Maria de ministrative, nel 1487 fu rimosso defi-
Pisis, vicino a Sassari. Poiché il feudo nitivamente.
si trovava nella Fluminargia, egli do-
vette sostenere una controversia con i Pérez Pérez, Desamparado Studioso
cittadini di Sassari che ritenevano il di storia valenzano (sec. XX). È stato
territorio di loro pertinenza. I suoi di- segretario dell’Archivio del Regno di
scendenti, però, dopo la sua morte av- Valencia; nel 1957 ha preso parte al VI
venuta nel 1331, non riuscirono a con- Congresso di storia della Corona d’Ara-
servare il feudo a causa della ribel- gona, svoltosi a Cagliari, presentando
lione dei Doria. una relazione su La ciudad de Sacer y
la redención de Cerdeña del dominio de
Pérez Escrivá de Romanı́, Ximén Vi-
los Arborea, ora in Atti del VI Congresso
ceré di Sardegna (Valencia, prima
di storia della Corona d’Aragona, 1959.
metà sec. XV-ivi?, fine sec. XV). In ca-
rica dal 1479 al 1487. Particolarmente Perfugas Comune della provincia di

192

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 198


Perfugas

Sassari, sede della II Comunità mon- dentale e vi costruirono il castello


tana, con 2487 abitanti (al 2004), posto Rosso che, andato in rovina, fu comple-
a 92 m sul livello del mare nei pressi tamente demolito nel secolo scorso.
della strada a scorrimento veloce 672 Dopo la conquista aragonese, quando i
Sassari-Tempio. Regione storica: An- Doria si ribellarono, a partire dal 1325
glona. Diocesi di Tempio-Ampurias. il villaggio fu teatro delle operazioni
& TERRITORIO Il territorio comunale, militari della lunga guerra con l’Ara-
di forma grosso modo trapezoidale, si gona e fu danneggiato. Finita la prima
estende per 60,29 km2, comprendenti guerra tra Mariano IV e Pietro IV P.
anche le frazioni di Campudulimu, tornò nelle mani dei Doria e in seguito
Falzittu, Lumbaldu, Modditonalza, Sa fece parte dei territori attribuiti a
Contra, Sa Contredda, Sas Tanchittas, Brancaleone Doria. Caduto il giudicato
e confina a nord con Bulzi, Santa Maria d’Arborea, dopo la breve parentesi del-
Coghinas e Bortigiadas, a est ancora l’occupazione da parte del visconte di
con Bortigiadas e con Tempio, a sud Narbona, il territorio fu incluso nel
con Tula e con Chiaramonti, a ovest grande feudo concesso a Bernardo
per breve tratto con Martis e con Centelles nel 1421. Per le troppe an-
Laerru. Il paese si trova al centro di gherie degli amministratori baronali, i
una bella e fertile pianura di origine suoi abitanti nel 1458 si ribellarono
fluviale, in corrispondenza al corso apertamene; ristabilita la situazione i
medio del Coghinas e a quello del rio Centelles continuarono a possederlo
Altana, suo affluente di sinistra. A nord fino all’estinzione della famiglia. Da
e a sud la pianura è delimitata da col- questi passò quindi ai Borgia fino al
line nelle quali viene praticato preva- 1740, in seguito ai Pimentel e infine ai
lentemente l’allevamento. P. costitui- Tellez Giron cui fu riscattato nel 1839.
sce un piccolo nodo stradale a poca di- Nel 1821 fu incluso nella provincia di
stanza dalla statale 672, cui è unito da Sassari fino al 1848 quando le province
una breve bretella; dispone ancora del e furono abolite. Entrò allora a far
vecchio tracciato della statale, utile parte della divisione amministrativa
per i collegamenti con Laerru e gli altri di Sassari fino al 1859, quando fu rico-
centri dell’Anglona; mentre a nord si stituita la provincia. Sullo stato sociale
distacca la deviazione per Santa Maria del paese nella prima metà dell’Otto-
Coghinas e Valledoria; a sud per al- cento Vittorio Angius (nel Dizionario
cune sue frazioni e per l’ex frazione di del Casalis) scrive: «Popolazione. Se-
Erula (=), ora comune autonomo. condo i calcoli più sicuri ora il comune
& STORIA Il suo territorio fu abitato di P. avrebbe anime 1059, distinte in
dall’uomo già nel Paleolitico, conserva maggiori maschi 335, e femmine 340, e
però tracce di una presenza continua- in minori maschi 184, femmine 200, di-
tiva di insediamenti umani a partire stribuite in famiglie 235. Ma non tutti i
dal periodo nuragico. Nell’Età medio- perfughesi abitano nel paese, e si sup-
evale faceva parte del giudicato di Tor- pone che nel notato numero di famiglie
res ed era incluso nella curatoria del- 143 con anime 649 risiedano nel paese,
l’Anglona che nel corso del secolo XIII le altre 92 con anime 410 vivano nei
venne in possesso dei Doria. Dopo l’e- salti, i primi addetti all’agricoltura ed
stinzione della dinastia giudicale, P. fu a’ mestieri, i secondi alla pastorizia. Il
incluso nel piccolo stato che i Doria movimento della popolazione è indi-
formarono nella Sardegna nord-occi- cato ne’ seguenti numeri di nascite 40,

193

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 199


Perfugas

morti 25, matrimoni 10. Nella prima rebbe immensi frutti se maggiore fosse
età e nell’adolescenza è maggiore che l’arte e spesso non mancassero a’ lavori
negli altri periodi della vita la morta- mal studiati degli uomini le benedi-
lità nelle famiglie del paese, e qui non zioni del cielo. Nelle altre parti sono
sono molti che vivano in là de’ 45 anni. piccoli poggi e larghi piani sabbiosi e
Le malattie più comuni sono nell’e- poco idonei a’ cereali. Le quantità che
state e autunno le febbri perniciose, ordinariamente si seminano, com-
quindi le ostruzioni viscerali, l’idrope. presa la seminagione de’ pastori, è di
Alcuni muojono dalla malignità del starelli di grano 1100, d’orzo 150, di
male, i più dall’imperizia del chirurgo fave 40, di meliga 20, di lino 120. La pro-
o medico che sia. Questo luogo, dove duzione dipende dal suolo e più dalle
non pernottano impunemente i passeg- pioggie opportune o difettose; qualche
gieri è temuto pur da’ medici, che pen- volta il grano dà anche il 40, più spesso
sano al pericolo della vita se cadessero il 10. Sonovi molti luoghi attissimi alla
malati. Tanto è il veleno che vi si aspira cultura delle specie ortensi, e questa
con l’aria! Eppure cosı̀ spaventosa ma- non è negletta né infelice. I melloni
lignità potrebbe essere diminuita sono molto riputati per grandezza e gu-
quasi direi ad un decimo, se il rio mag- sto, i legumi di prospera vegetazione, e
giore si facesse scorrere entro un alveo le erbe e le frutta ortensi migliori che
profondo, dal quale non potesse strari- altrove. I perfughesi poco si curano de-
pare per inondare e formar paludi e gli alberi fruttiferi, e però son pochis-
pantani intorno e se si osservassero sime le specie e pochi i ceppi. Nella
con tutta diligenza le regole igieniche. prossima regione di Coguinas gli oliva-
Professioni. Gli uomini delle famiglie stri vegetano con lusso, ma non perciò
che indicai residenti nel paese sono in questi paesani ne piantano e li inne-
massima parte addetti all’agricoltura, stano perché possano dopo non molti
pochissimi agli altri mestieri. Le anni averne olio. Ad essi basta quello
donne lavorano tele e sajali occupando che esprimono le loro donne dalle bac-
in quest’arte tutto il tempo che loro ri- che del lentisco. Vigne. Il terreno occu-
mane dalle faccende domestiche. Pro- pato dalle viti forse è meno di 100 sta-
prietari e mendici. Come ne’ luoghi di relli, e forse in gran parte male scelto
valle ed agricoli cosı̀ in P. i beni sono per questa specie. Le viti di uva bianca
mal distribuiti, e pochi i proprietari: sono più comuni di quelle di uva nera;
infatti non saranno questi più di 50, la vendemmia non fa soventi più di 200
senza però comprendere nel computo cariche di mosto. Per la pessima mani-
i pastori, e come in quei luoghi sono polazione e per la mala scelta delle uve
molti gli indigenti, parimenti è grande il mosto non produce buon vino e de-
il loro numero in P. Istruzione elemen- vono però questi paesani comprar vino
tare. Quando è aperta la scuola il mae- di Gallura, quel vino cosı̀ grave allo sto-
stro può avere intorno 8 fanciulli; maco e mal sapido. Tanche. Questi po-
quelli che in tutto il paese san leggere, veri paesani non han saputo conoscere
e scrivere saranno cinque. Agricoltura. il beneficio della legge sulle chiu-
In questo territorio sono alcuni campi dende, non hanno inteso il vantaggio
di tanta fertilità, che altri non sieno più che avrebbero ottenuto chiudendo le
nell’Anglona, che è una contrada, la loro proprietà; epperò appena si può
quale non invidia per la produzione indicare quattro, o poco più, piccole
alle più famose del regno, e che da- tanche, le quali una volta si seminano,

194

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 200


Perfugas

un’altra si lasciano perché vi pascoli il & ECONOMIA Le attività di base dell’e-


bestiame manso. Pastorizia. In mas- conomia di P. sono l’agricoltura, in par-
sima parte i salti di P. sono ottimi per il ticolare la cerealicoltura, la viticol-
bestiame producendo buoni pascoli a tura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e
pecore, cavalle, vacche e porci. Questi l’allevamento del bestiame, soprat-
ultimi possono in anno di fertilità aver tutto di bovini e suini, e meno di ovini,
abbastanza di ghiande se pure sieno caprini ed equini. Negli ultimi de-
1500 e più capi. I pastori, come in Gal- cenni, sebbene in misura molto mode-
lura, hanno limitati i loro cantoni, le sta, si sta sviluppando anche l’attività
cussorgie, e vivono ne’ loro stazi, o ca- industriale che si basa sui settori lat-
sali, dove più, dove meno, ampli e co- tiero-caseario, alimentare, dell’abbi-
modi, con le loro famiglie, curando i gliamento, della fabbricazione di mo-
loro branchi, e lavorando qualche pic- bili e di materiali per l’edilizia. È di-
col tratto di terreno impinguato dal scretamente sviluppata la rete di di-
fimo degli animali. Il numero de’ capi stribuzione commerciale. Vi operano
del bestiame è approssimativamente anche 2 alberghi con 18 posti letto,
come qui notasi. Bestiame manso. Buoi un’azienda agrituristica con 12 posti
per l’agricoltura 300, cavalli 155, ma- letto e 2 ristoranti, a sostegno del na-
jali 200, giumenti per la macinazione scente turismo. Servizi. P. è collegato
60. Il numero di quest’ultima specie è mediante autolinee agli altri centri
cosı̀ ristretto perché sempre quando
della provincia. Dispone di Pro Loco,
non manchi l’acqua necessaria la mag-
stazione dei Carabinieri, medico, far-
gior parte del frumento si macina in tre
macia, scuola dell’obbligo e scuole se-
molini idraulici. Bestiame rude. Vac-
condarie superiori (Istituto professio-
che 1000, cavalle 160, capre 3000, pe-
nale per l’agricoltura), sportello ban-
core 8000, porci 1300. I formaggi seb-
cario. Possiede una Biblioteca comu-
bene mal manipolati sono per l’ottima
nale e il Museo archeologico e paleo-
natura dei pascoli di certa qual bontà,
botanico.
e vendonsi con notevole lucro a’ nego-
& DATI STATISTICI Al censimento del
zianti di Castelsardo ed a’ viandanti di
Sassari. Le pelli e i cuoi si danno a’ gal- 2001 la popolazione contava 2550 unità,
luresi ed a’ sassaresi. In alcuni tempi è di cui stranieri 5; maschi 1270; fem-
aperta la beccheria nel paese; in altri mine 1280; famiglie 1301. La tendenza
manca la carne per il brodo degli am- complessiva rivelava un aumento della
malati, e si deve supplire col pollame popolazione, con morti per anno 18 e
che allevasi con diligenza dalle donne nati 23; cancellati dall’anagrafe 38 e
e del quale si ha gran copia. Pesca. Nel nuovi iscritti 39. Tra i principali indi-
rio di Anglona e nel fiume Termo si catori economici: imponibile medio
prende molta copia di anguille, e nel IRPEF 13 174 in migliaia di lire; versa-
secondo si pescano trote e quelle altre menti ICI 1101; aziende agricole 219;
poche specie, che sono nel lago presso imprese commerciali 176; esercizi
la foce. Sono circa dieci le persone, che pubblici 19; esercizi all’ingrosso 1;
in certe stagioni attendono alla pesca. esercizi al dettaglio 41; ambulanti 3.
Commercio. In complesso se tutto sia Tra gli indicatori sociali: occupati 746;
stato favorevole a’ seminati ed a’ bran- disoccupati 124; inoccupati 104; lau-
chi possono i perfughesi lucrare l.n. 55 reati 33; diplomati 295; con licenza me-
mila». dia 728; con licenza elementare 738;

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 201


Perfugas

analfabeti 86; automezzi circolanti ambiente sotterraneo con volta a tholos


1332; abbonamenti TV 720. cui si accede attraverso una scala. Du-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- rante lo scavo furono rinvenuti alcuni
ritorio comprende siti di importanza idoletti di bronzo oggi al Museo
determinante per lo studio del Paleoli- ‘‘Sanna’’ di Sassari. Di rilievo anche la
tico in Sardegna; in particolare il sito fonte sacra Niedda, risalente ugual-
di Rio Altana; ubicato nelle valli dei rii mente al periodo nuragico e scoperta
Altana e Anzos, tra P. e Laerru, è di solo nel 1980. È situata a qualche chilo-
enorme importanza per la conoscenza metro dall’abitato e possiede una sin-
della preistoria della Sardegna. Infatti golare caratteristica costruttiva: le pa-
nel 1979 vi furono rinvenuti chiari do- reti sono formate da blocchi di trachite
cumenti del Paleolitico riferibili a accuratamente squadrati la gran parte
150 000 anni a.C. Furono trovati più di dei quali hanno due bugne sporgenti.
1000 reperti (in prevalenza raschiatoi, & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
bulini e grattatoi di selce) sulla base E AMBIENTALE Il centro storico con-
dei quali si è ipotizzato che in Anglona serva numerosi interessanti edifici.
si fossero stabilite sin da quell’epoca Tra i più significativi è Santa Maria de-
alcune comunità umane, provenienti gli Angeli, chiesa parrocchiale co-
probabilmente dalla Corsica. Altro im- struita in forme gotico-aragonesi nel
portante sito del periodo prenuragico secolo XV. Al suo interno conserva il
è quello di Concas, località situata a est magnifico Retablo di San Giorgio del se-
dell’abitato, dove nel 1979 è stata sco- colo XVI: di proporzioni notevoli, com-
perta la domus de janas detta dell’A- prende 51 dipinti disposti in cinque
riete, interamente scavata nella roccia zone sorrette da un’imponente inte-
e composta da tre ambienti dalla laiatura gotica in legno intagliato e do-
pianta irregolare; in quello di sinistra rato sullo stile di quello di Ardara. Pur
è possibile osservare un bassorilievo essendo un’opera tra le più belle riferi-
con la raffigurazione della protome bili al Cinquecento sardo, il suo autore
dell’ariete, che è unica nel suo genere è ignoto. Santa Maria di Perfugas è
in quanto nelle altre tombe dell’isola un’altra chiesa, situata alla periferia
prevale la protome taurina. Accanto dell’abitato; fu costruita nel secolo
alla tomba sono i resti di un dolmen. XII, in conci di trachite rossa e di cal-
Numerose le testimonianze del pe- care bianco disposti a scacchiera, e fu
riodo nuragico, in particolare i nura- per lungo tempo la parrocchiale del
ghi Alvu, Baddeseada, Bureu, Canu, villaggio. Col tempo cadde in rovina e
Casteddu Petrusu, Cavalzeddu, Crabi- cominciò a crollare. Di rilievo è poi il
les, Erula, Figughia, Frassina, La Museo archeologico e paleobotanico,
Radda, Lepori, Longu, Majre, Meju, che si trova in via Nazario Sauro. I ma-
Paza, Pubattu, Ruju, Sa Pria, Sa- teriali, sistemati nelle grandi sale del
vruezzu, Soggiu, Su Crabione, Tetti- moderno edificio, sono riferiti a una
nosa, Tirocco, Tribidu. Oltre ai nuraghi foresta pietrificata rintracciata nelle
è di particolare rilievo il sito di Predio campagne tra Perfugas e Martis, ai siti
Canopoli, al centro del paese in prossi- paleolitici, ai materiali riferiti al 6000
mità della chiesa parrocchiale. Nel a.C. ritrovati nel territorio. Nei din-
1924 gli scavi misero in luce un tem- torni del paese si trova la chiesa di San
pietto nuragico a pozzo costituito da Giorgio, edificio costruito in forme go-
un atrio sacrificale con altare e da un tiche, probabilmente risalente alla

196

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 202


Pernia

fine del secolo XV; ha una sola navata Roma presso il Pontificio Istituto di Ar-
sulla quale si affacciano cappelle late- cheologia cristiana. Ha studiato con
rali e l’abside quadrata con la volta a molto interesse i rapporti tra Sardegna
crociera. La facciata, in trachite rossa, e Corsica. Tra i suoi scritti: Economia e
fu completata nel secolo XVI ed è arric- religione nella Sardegna vandala: nuovi
chita da un portale molto ampio e da un dati da scavi e studi recenti, in L’Africa
elegante rosone. E infine castel Rosso, romana. Atti del VI Convegno di studi,
fortezza che fu fatta costruire dai Doria 1989.
su un’altura poco distante dall’abitato Peri, Saturnino Vescovo di Iglesias dal
di P. per controllare la confluenza del 1920 al 1929 (Tresnuraghes 1862-Igle-
rio Altana col Coghinas. Estinta la di- sias 1929). Ordinato sacerdote, fu nomi-
nastia giudicale di Torres essi ne fe- nato parroco del Duomo di Cagliari e si
cero uno dei capisaldi del piccolo stato guadagnò la fama di ottimo teologo.
che avevano formato nella parte nord- Nel 1909 fu nominato vescovo di Cro-
occidentale del disciolto giudicato. tone e nel 1920 venne trasferito a Igle-
Nel periodo successivo continuarono sias. Governò la sua diocesi con pru-
a possederlo e dopo la conquista arago- denza nei difficili anni delle lotte ope-
nese ne fecero una delle basi per la raie e dell’avvento del fascismo.
loro resistenza ai nuovi venuti; fu ripe-
Perlina Pianta erbacea della famiglia
tutamente al centro delle operazioni
delle Scrofulariacee, presente in Sar-
militari delle lunghe guerre che tor-
degna con due specie spontanee: 1. la
mentarono l’Anglona fino alla battaglia
p. minore (Bellardia trixago (L.) All.) è
di Sanluri nel 1409. Nel corso del se-
annuale, ha fusto eretto, vischioso, a
colo XV perse la sua funzione militare
sezione quadrangolare; le foglie sono
e decadde; nel corso dei secoli succes-
strette con margini dentati, opposte
sivi crollò. Agli inizi dell’Ottocento era
sullo stelo; i fiori sono piccoli, rosa
ancora visibile una torre dell’antica
chiaro screziati di violetto riuniti in
fortezza, oggi il colle è stato deturpato
spighe allungate che fioriscono in pri-
dalla costruzione di un deposito d’ac-
mavera nei prati e nei margini delle
qua che ha alterato definitivamente il
strade. Nomi sardi: erba de Santu Pe-
sito. Di particolare suggestione sono i
dru, eufragia; 2. la p. maggiore (Paren-
resti dell’antica foresta pietrificata,
tucellia viscosa (L.) Raf., sin. Bartsia vi-
sparsi nella campagna tra il rio Altana
scosa) si distingue dalla precedente
e il lago di Casteldoria. per le foglie più fitte e allungate e per i
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A P. si
fiori gialli con petalo inferiore trilo-
fa festa per Carnevale, con sfilata di bato; cresce sulle zone costiere, prefe-
maschere e di carri, processo e rogo al ribilmente su substrati sabbiosi, e fio-
pupazzo di Giorgio, ballo pubblico e di- risce dalla primavera alla fine dell’e-
stribuzione di cibi e bevande a tutti i state. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
partecipanti; e il 2 agosto, per la Ma-
Pernia, Giorgio Religioso (Sardegna,
donna degli Angeli, con processione,
prima metà sec. XV-Galtellı̀ 1487). Ve-
canti, musiche e varie manifestazioni
scovo di Galtellı̀ dal 1467 al 1487. Indi-
di folclore.
cato in alcuni documenti come
Pergola, Philip Archeologo corso (n. «Pinna». Apparteneva all’ordine dei
Corte, Corsica, 1953). Esperto di ar- Camaldolesi. Priore dell’abbazia di
cheologia medioevale, collabora con Santa Maria di Bonarcado, fu nomi-
‘‘Études Corses’’. Attualmente lavora a nato vescovo di Galtellı̀ nel 1467; nel

197

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 203


Pernice

1472 fu nominato vice-collettore delle del Partito Monarchico in Sardegna.


rendite ecclesiastiche per il Capo di Nel 1949 fu eletto consigliere regionale
Sassari e Logudoro; nel 1482 prese del Partito Nazionale Monarchico per
parte al Parlamento. la I legislatura nel collegio di Cagliari e
Pernice = Zoologia della Sardegna successivamente fu riconfermato nello
stesso collegio fino alla IV legislatura
Pernis Famiglia cagliaritana (secc. (1961-1965).
XIX-XX). Di origine svizzera (il fonda-
tore Josias veniva dal cantone dei Gri- Pernis, Josias Commerciante (Thusis,
gioni), fu una delle più importanti nel Svizzera, 1797-Cagliari 1895). Presto
settore del commercio internazionale trasferito a Trieste dal natio cantone
dei vini. Numerosi suoi membri occu- dei Grigioni per impratichirsi nella
parono posti di primo piano nella so- mercatura, nel 1820, mentre si recava
cietà cagliaritana, partecipando alla a Londra per continuare l’apprendi-
vita di istituzioni economiche come la stato, la sua nave naufragò presso Ca-
Camera di Commercio e dell’ammini- gliari. Stabilitosi in città e radicato
strazione comunale. In primo luogo i nella migliore società cittadina grazie
figli Pietro, Eugenio e Gugliemo; anche al matrimonio con Caterina Ses-
quindi il nipote Romolo, che diede im- selego Pastorino, avviò un fortunato
pulso allo sviluppo dei Magazzini Ge- commercio internazionale del vino,
nerali, una struttura posta a sostegno che – indirizzato verso il mercato fran-
delle esigenze commerciali della città, cese, inglese e scandinavo – gli fornı̀
fu anche eletto ripetutamente consi- anche i capitali per partecipare a nu-
gliere comunale di Cagliari e fu più merose altre attività economiche. Nel
volte assessore. Personalità di rilievo 1862 fu tra i fondatori e gli animatori
anche Enrico, figlio di Romolo: diede della Camera di Commercio cagliari-
un ulteriore impulso alle attività com- tana, di cui fu anche presidente dal
merciali di famiglia e prese attiva- 1881 al 1894, succedendo al suo amico
mente parte alla vita politica, inseren- e consuocero Enrico Serpieri. Ebbe
dosi nel dibattito sulla nascente auto- cinque figli, dei quali i tre maschi Pie-
nomia regionale; fu eletto consigliere tro, Eugenio e Guglielmo continuarono
regionale per alcune legislature e si se- l’attività paterna, occupando anche in-
gnalò anche come presidente dell’Au- carichi di primo piano nella vita pub-
tomobil Club e come fondatore del Ro- blica cittadina; lo stesso Josias fu tra i
tary. Con lui si è estinta la discendenza fondatori del Banco di Cagliari, il
maschile della famiglia. primo istituto di credito nato in Sarde-
gna, e per lungo tempo consigliere
Pernis, Enrico Imprenditore, consi-
della Banca Nazionale, nonché mem-
gliere regionale (Cagliari 1905-Roma
bro influente della Società operaia.
1978). Laureato in Scienze economi-
Morı̀ ormai quasi centenario. Tra i
che, si impegnò nelle attività economi-
suoi scritti: Commercio e industrie nella
che della famiglia, una delle più attive
provincia di Cagliari, ‘‘Avvenire di Sar-
nel mondo dell’economia cagliaritana.
degna’’, 1881-1882; Per il porto di Ca-
In particolare egli promosse lo svi-
gliari, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1885;
luppo di un’agenzia marittima e fu sen-
Trattato di navigazione italo-francese e
sibile alla soluzione dei problemi del-
pesca del corallo, 1885.
l’economia della Sardegna. Nel se-
condo dopoguerra si dedicò alla poli- Pero Nome comune di alcune piante
tica, divenendo il maggiore esponente appartenenti alla famiglia delle Rosa-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 204


Pero

cee. 1. Il p. comune (Pyrus communis moi, piru ruscu) sono inserite nell’e-
L.) è una pianta arborea vigorosa della lenco dei ‘‘prodotti tradizionali di qua-
sottofamiglia delle Prunoidee. La sua lità’’ redatto dal Ministero delle Politi-
origine è discussa in quanto si distin- che agricole e forestali. Nome sardo:
guono specie occidentali, principal- piru. 2. Il p. corvino (Amelanchier ovalis
mente Pyrus communis, e specie orien- Medicus) è una pianta arbustiva cadu-
tali. Secondo alcuni autori il p. comune cifoglia. Alto sino a 4 m, a foglie cadu-
non esiste spontaneo e deriva da mi- che, semplici, alterne, ovali-arroton-
glioramenti genetici esercitati nei con- date, lanose inferiormente da giovani
fronti del p. selvatico. La pianta ha e glabre da adulte; i fiori, raccolti in
forma piramidale nella fase giovanile infiorescenze a racemo, hanno petali
per divenire globosa a maturità, può bianchi e compaiono da aprile a mag-
raggiungere anche i 15-18 m di altezza, gio; i frutti sono pomi globosi, nero-
con un bel tronco dritto e rami patenti. bluastri e di sapore dolciastro; diffuso
Caducifoglia, le foglie sono semplici, spontaneamente sino a 1000 m, soprat-
da ovali a ellittiche, a margine intero o tutto in Italia settentrionale, e di prefe-
dentato, generalmente glabre a matu- renza su terreni calcarei, il p. corvino
rità; i fiori sono riuniti in infiorescenze vegeta in ambienti dove altre piante
a cupola, con vistose antere da rosso a non sono in grado di radicare. Penetra
porpora, si aprono in marzo prima con i getti nelle fessure delle rocce per
delle foglie o contemporaneamente a raggiungere acqua e nutrimento e,
queste; i frutti sono pomi di forma va- come effetto secondario, prepara il ter-
riabile da globosa a piriforme, dolci a reno alle piante che si insedieranno
maturità, si raccolgono da giugno a ot- successivamente. In Sardegna è pre-
tobre. È una specie termofila coltivata sente sul Gennargentu, sul Limbara e
in oltre 1000 varietà. Un tempo la colti- sui calcari centro-orientali. Le foglie e
vazione del p. era diffusa su tutto il ter- i rami venivano usati per tingere le fi-
ritorio sardo al punto da caratterizzare bre tessili, dando delle belle tonalità
molti toponimi (Pira lampadargia, che andavano dal verde dorato al
Monte de sa pira domestica, Terra de sa verde muschio. 3. Il perastro (Pyrus py-
pira, Saltus de sas piras, Valle de sas pi- raster Burgsd.), detto anche p. selva-
ras) e ha rappresentato, per molte ge- tico, è una pianta arbustiva o arborea
nerazioni di pastori, una riserva di della sottofamiglia delle Pomoidee,
frutta fresca lungo i cammini della dotata di rami spinosi all’apice; ha cor-
transumanza. La coltivazione del p. ha teccia bruna, a placche rettangolari
resistito bene anche alle contrazioni con solchi profondi tra esse; le foglie
agricole che si verificano nel periodo sono semplici, picciolate, ovali con
sardo-aragonese ed è esplosa nel pe- base ristretta, a margine dentellato, al-
riodo sabaudo. A tutt’oggi vengono con- terne, verde scuro alla pagina supe-
tate ben 78 cultivar locali, come de- riore, chiare alla pagina inferiore,
scritto nel manuale a cura di Agabbio, sono pelose da giovani, glabre a matu-
molte reperite in un unico o in pochis- rità, hanno consistenza coriacea, sono
simi esemplari. Le qualità Pera bianca caduche; i fiori compaiono da aprile a
di Bonarcado (pira bianca), Pera camu- maggio prima delle foglie, sono erma-
sina di Bonarcado (camusina precocei), froditi e raccolti in infiorescenze a co-
Pera bugiarda (pira brutta e bona), Pera rimbo, i petali sono bianchi; i frutti
del duca (cento doppie), Pera limone (li- sono pomi lungamente peduncolati, di

199

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 205


Perpetua e Felicita

colore verdastro che vira al giallo, stiani. Si sposò a ventidue anni, aveva
bruno e nero a maturità; sono ricchi di ancora il figlio al seno quando subı̀ il
tannino, quindi fortemente astringenti martirio. Felicita era una schiava della
e commestibili solo a maturazione famiglia di Perpetua, vent’anni appena
completa, sono molto graditi dall’avi- compiuti, sposata, in attesa di diven-
fauna e dagli animali sia domestici tare mamma. Le due donne furono ar-
che selvatici. Il perastro è considerato restate a Thuburbo Minus, vicino a
la specie che ha dato vita alle varietà Cartagine, con i catecumeni Satur-
coltivate di p. Cresce piuttosto lenta- nino, Secondolo e Revocato. Condan-
mente e viene utilizzato come portain- nati dal proconsole Firminiano, sotto
nesto delle numerose varietà coltivate. Settimio Severo, a essere dilaniati
È una pianta solitaria, la cui impollina- dalle fiere nell’anfiteatro, ai cinque,
zione è favorita dal vento, si ritrova volontariamente, si unı̀ il catecumeno
pertanto isolato o insieme a pochi altri Saturo, che li aveva iniziati al Cristia-
esemplari negli arbusteti, al limitare nesimo e che non era presente al mo-
del bosco, dal livello del mare fino a mento del loro arresto. In carcere, sfi-
1000 m. Diffuso in particolare in area nito dalla tortura, morı̀ Secondolo e
appenninica, in Sardegna si trova sulle due giorni prima dell’esecuzione Feli-
montagne di Marghine, Goceano e cita diede alla luce un bambino (perciò
Gennargentu allo stato spontaneo è diventata la patrona delle parto-
mentre singole piante, innestate e rin- rienti). Il 7 marzo del 203 le due donne
selvatichite, ancora si possono incon- furono sospese nude dentro una rete
trare lungo gli antichi passaggi di tran- nell’anfiteatro di Cartagine, per essere
sumanza; era infatti uso tra i pastori dilaniate dalle corna d’una ferocis-
trapiantare e innestare piante di pera- sima vacca. Vedendole pallide e de-
stro per costituire piccole riserve di boli, «Felicita fresca di parto, con i
frutta fresca lungo i cammini stagio- seni che stillavano latte», gli spettatori
nali che percorrevano con le greggi. Il inorridirono. Riportate dentro, furono
legno del p. è conosciuto come finto rivestite con tuniche discinte. Nuova-
ebano in seguito al trattamento con mente sospese: prima a cadere sull’a-
sali di ferro che lo fanno diventare rena colpita dall’animale fu Perpetua.
nero; le tradizionali maschere del Car- Cercò di ricomporsi, coprendosi con le
nevale di Mamoiada, mamuthones, vesti a pezzi, pulendosi e riordinando i
sono intagliate da maestri artigiani capelli, «non si addiceva infatti a una
nel legno di p., che la tradizione vuole martire soffrire con i capelli scomposti
pianta sacra a Dioniso e ad Afrodite. La perché non sembrasse in lutto nel mo-
variabilità genetica della specie è no- mento della sua gloria». Vedendo a
tevole, pertanto la sua salvaguardia terra Felicita, l’aiutò a sollevarsi. Due
rappresenta un obiettivo a tutela della
erano le uscite dell’anfiteatro: la sana-
biodiversità. I nomi sardi traducono l’i-
vivaria, della carne viva, da dove usci-
taliano ‘‘perastro’’: pirastru (logudo-
vano i condannati che le fiere non ave-
rese); pirastu (campidanese); pireddu
vano ucciso, e la sandapilaria, delle
(gallurese). [TIZIANA SASSU]
lenzuola, da dove portavano via i morti.
Perpetua e Felicita, sante Sante (m. Perpetua e Felicita furono portate alla
Cartagine 203). Martiri. Vibia Perpetua sanavivaria. Perpetua tutta confusa
nacque a Cartagine da nobile famiglia, domandò al catecumeno Rustico, che
padre pagano, madre e fratelli cri- la confortava e le curava le carni dila-

200

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 206


Perra

niate: «Quando viene il mio turno? S. Elena, in Il Martire di Nora S. Efisio,


Quando verrò esposta a non so quale II, 1964.
vacca?». Rustico le raccontò quel che Perra, Felice Maria Segretario comu-
era successo. Allora, rivolgendosi al ca- nale, giornalista (Cagliari, seconda
tecumeno e al fratello, disse: «State metà sec. XIX-?). Fu un esperto di am-
fermi e costanti nella fede, amatevi ministrazione locale, sicché scrisse
l’un l’altro e non scandalizzatevi dei tanto delle leggi comunali quanto di al-
nostri patimenti». Fu riportata con Fe- cuni comuni dove forse aveva prestato
licita nell’anfiteatro e i gladiatori af- servizio. Tra il 1904 e il 1912 collaborò
fondarono i coltelli nelle loro gole, con ‘‘L’Unione sarda’’. Tra i suoi scritti:
«Perpetua emise un grido quando fu Illustrazioni delle leggi sui monti di soc-
trafitta nelle ossa e allora lei stessa corso e sulle compagnie barracellari
guidò nella sua gola la mano incerta della Sardegna, 1883; Notizie storico-
del gladiatore». Saturnino, Revocato e statistiche del comune di Gergei, 1897;
Saturo avevano già ricevuto il ferro, Notizie storico-statistiche del comune di
dopo che erano stati esposti a un orso, Escolca, 1900; Trattatello sui censi della
a un leopardo e a un cinghiale. Pas- Sardegna, con appendice contenente
sione e martirio di Perpetua e Felicita: è la bolla Piana, 1906.
il diario degli avvenimenti scritto da Perra, Mario Antichista (n. Oristano,
Perpetua e da Saturo, ultimato molto sec. XX). Dopo la laurea in Lettere si è
probabilmente da Tertulliano, che fu dedicato per anni all’insegnamento
presente ai fatti. A Cartagine nel 1907 negli istituti superiori di Oristano. Nel
è stato identificato il luogo del martirio 1992 ha pubblicato una esaustiva rac-
e riportata alla luce un’iscrizione la- colta delle fonti classiche che parlano
tina sui martiri. [ADRIANO VARGIU] della Sardegna, e nel 1997 ha ripreso e
In Sardegna Patrone di Silius. completato il suo lavoro: La Sardegna
Festa Si festeggiano il 7 marzo; a Silius nelle fonti classiche dal VI sec. a.C. al VI
anche il secondo lunedı̀ di giugno. sec. d.C., 1993, e Sardegna. Le antiche
testimonianze letterarie dall’inizio dei
Perra Famiglia cagliaritana (secc.
tempi storici sino al pontificato di Grego-
XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono al
rio Magno, voll. 3, 1997.
secolo XVIII; apparteneva alla borghe-
sia, ma nel 1824 ottenne il riconosci- Perra, Mauro Archeologo (n. Cagliari,
mento del cavalierato ereditario e sec. XX). Allievo di Enrico Atzeni, dopo
della nobiltà con un Pietro, ufficiale la laurea in Lettere si è specializzato in
dell’esercito. La sua discendenza si studi sardi. È conoscitore profondo del
estinse nel corso del secolo XIX. territorio di Samugheo, sul quale ha
scritto in diverse sedi. Tra i suoi scritti:
Perra, Cesare Studioso di storia (n. Il nuraghe Pirreu e le tombe megalitiche
Sinnai 1920). Entrato in Seminario, fu di Taulaxia-Sinnai, ‘‘Studi sardi’’,
ordinato sacerdote e si laureò in Teolo- XXVIII, 1989; Testimonianze nuragiche
gia. Fu per anni parroco di Quartu San- in località S’Omu ’e Fraci-Maracalago-
t’Elena e canonico della cattedrale di nis, ‘‘Quaderni della Soprintendenza
Cagliari; lasciò alcuni interessanti archeologica per le province di Ca-
scritti, tra cui: Note storiche sulla chiesa gliari e Oristano’’, 7, 1991; Il castrum di
parrocchiale di S. Elena, ‘‘Corriere Medusa e il limes romano e bizantino
quartese’’, 1956; La chiesa e la confra- contro le civitates Barbariae, ‘‘Studi
ternita di S. Efisio nella città di Quartu sardi’’, XXIX, 1991; Nuove testimo-

201

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 207


Perra

nianze epigrafiche da Samugheo, in chivi comunali della provincia di Ori-


L’Africa romana. Atti del X Convegno di stano, 1999.
studi, 1994; Le statue menhir in territo- Perronocito, Aldo Patologo (Torino
rio di Samugheo, ‘‘Nuovo Bullettino ar- 1882-Pavia 1929). Dopo aver conseguito
cheologico sardo’’, 4, 1994. la laurea, intraprese la carriera uni-
Perra, Pietro Nolasco Mercedario versitaria. Fu professore di Patologia
(Gergei 1574-Valencia 1606). Formatosi generale presso l’Università di Ca-
nel convento di Bonaria, si trasferı̀ in gliari e successivamente si trasferı̀ a
Spagna dove acquistò grande rino- Pavia. Per i suoi studi ottenne noto-
manza per la specchiata pietà della rietà internazionale e nel 1925 fu chia-
sua vita; morı̀ in odore di santità e mato a far parte dell’Accademia dei
dopo non molto tempo fu proclamato Lincei. Fu autore di numerosi impor-
venerabile. tanti lavori, alcuni dei quali affronta-
rono i problemi sanitari della Sarde-
Perra, Sebastiano Medico (Sinnai, se- gna, in particolare il problema della
conda metà sec. XVIII-Cagliari 1821). malaria, tra cui: Malaria e lotta antima-
Allievo di Pietro Leo si guadagnò larica in Sardegna, ‘‘Annuario della R.
grande reputazione come autore di al- Università di Cagliari 1920-22’’, 1922;
cuni interessanti lavori tra cui: Disser- Opera del Tirso e questione malarica,
tazione intorno alla febbre epidemica ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1925; L’Italia e
che dall’anno 1803 sino presente ha fu- il problema malarico della Sardegna,
nestato Cagliari e sue vicinanze, colle os- ‘‘Mediterranea’’, I, 4, 1927.
servazioni pratiche, scritto nel 1807, e la
Perrot, Georges Archeologo (Ville-
memoria Sullo stato della vaccina in
neuve Saint- Georges 1832-Parigi
Sardegna pubblicato nel 1808. Scrisse
1914). Fu membro dell’Institut de
anche Osservazioni critiche sull’opu-
France e professore alla Sorbona. So-
scolo intitolato «Il popolo istruito sull’af-
stenitore dei legami dell’arte antica
fare importantissimo di sua salute»,
sarda con le civiltà dell’Oriente, nel
1906.
1890 pubblicò numerosi scritti nei
Perria, Sebastiano ( Fra Paolo) Reli- quali sostenne appassionatamente le
gioso (Cuglieri 1650-ivi 1726). Era un sue tesi. Negli stessi anni chiese in di-
contadino, entrato nell’ordine dei Cap- verse occasioni la collaborazione di Fi-
puccini come religioso laico. Fu nei lippo Vivanet. Gli scritti che riguar-
conventi di Ozieri, di Bosa e infine di dano la Sardegna sono raccolti nel vo-
Cuglieri. Di lui si racconta che com- lume A History of Art in Sardinia, Ju-
pisse alcuni miracoli, sicché morı̀ in dea, Syria and Asia Minor, edito a Lon-
odore di santità nel 1726. Fu chiamato dra nel 1890.
‘‘il taumaturgo di Cuglieri’’. Persico = Zoologia della Sardegna
Perrier, Giovanni Tecnico documenta- Pertegas Famiglia catalana (sec. XIV).
rista (n. Cagliari 1959). Lavora presso la Si trasferı̀ in Sardegna con un Ber-
Soprintendenza archivistica della Sar- nardo al seguito dell’infante Alfonso.
degna. Ha collaborato al censimento Egli fu tra i popolatori di Bonaria, ma
degli archivi comunali di Baratili San nel 1326 si trasferı̀ a Cagliari. Suo figlio
Pietro (con A. Cherchi e L. Garavaglia), Berengario, che esercitava la profes-
Nughedu Santa Vittoria (con L. Garava- sione di medico, ebbe la signoria di Nu-
glia), Palmas Arborea (con A. Cherchi), xis nel Sols e quelle di Margani, Per-
Sorradile (con A. Cherchi), ora in Gli ar- dedu e Perdalonga nel Sigerro, ma

202

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 208


Pes

morı̀ nel 1339. I suoi discendenti non Tempio, i cui membri continuarono ad
furono in grado di conservare i feudi. accumulare ricchezze e si estinsero
Pervinca Pianta erbacea della famiglia nel 1804 con il vescovo Michele; sem-
delle Apoc inacee (Vin c a s a r d oa pre a Tempio Antonio sposò una Satta
(Stearn) Pignatti). Perenne e sempre- e diede vita al ramo Pes Satta, estinto
verde, forma cespugli con numerosi con un Gavino nel 1795; Gavino sposò a
rami prostrati e striscianti; le foglie Tempio una Sardo e diede vita al ramo
sono verde intenso, lucide, opposte Pes Sardo, estinto agli inizi dell’Otto-
sullo stelo, ovate con margine liscio e cento; da Bernardino discesero i conti
nervature evidenti; i fiori sono az- Pes, che si stabilirono a Cagliari dove
zurro-viola, con calice a imbuto diviso la famiglia risiede tuttora; Domenico
superiormente in 5 petali appuntiti. È visse ad Alghero e diede vita al ramo
un endemismo sardo che cresce diffu- dei Pes di San Vittorio che ereditarono
samente lungo i muri, nei ruderi e ai dai Todde il marchesato di San Vitto-
bordi delle strade, spesso viene colti- rio: il ramo ancora risiede ad Alghero e
vato negli orti; ha intense fioriture pri- a Tempio.
maverili. Appartiene a un genere di Ramo di Antonio Francesco Antonio
piante conosciute per le proprietà cu- Francesco, attraverso i suoi figli Diego
rative, con efficacia anche antitumo- e Francesco, diede vita ai due rami
rale in malattie del sangue o del si- principali della famiglia: da Diego di-
stema linfatico. È inserita nell’elenco scesero i Pes Riccio, che continuarono
delle piante da sottoporre a vincolo di a risiedere a Tempio amministrando
protezione in base alla proposta di L.R. un immenso patrimonio, ma si estin-
n. 184/2001. Nomi sardi: broinca, bru- sero alla fine del secolo XVIII; da Fran-
ninca (logudorese); froinca; frovinca cesco discese il ramo detto dei Pes di
(campidanese); pruinca. [MARIA IMMACO- Villamarina, che ottenne i titoli di mar-
LATA BRIGAGLIA] chese di Villamarina e di conte del
Pes Famiglia gallurese (sec. XVII-esi- Campo ed espresse numerose emi-
stente). Le sue notizie risalgono al se- nenti personalità. Di questa discen-
colo XVII, quando i primi personaggi, denza esiste ancora il ramo dei Pes del
in possesso di enormi proprietà e di Campo stabilito a Torino.
greggi e mandrie, assunsero una posi- Pes, Antonio Gentiluomo (Tempio,
zione di rilievo in seno alla società di prima metà sec. XVII-ivi, dopo 1670).
Tempio Pausania. Nel 1670 la famiglia Immensamente ricco, quando il viceré
ottenne i privilegi del cavalierato ere- di San Germano si trasferı̀ in Gallura
ditario e della nobiltà con un Antonio per snidare e catturare il marchese di
che fu il capostipite di tutti i Pes. Dei Cea che si era rifugiato sul monte Cuc-
suoi numerosi figli Gavino e Antonio caro e si era unito ai banditi dopo i di-
Francesco, vissuti a cavallo tra il Sei- sordini seguiti all’omicidio del viceré
cento e il Settecento, furono gli inizia- Camarassa (1668), lo aiutò fornendgli
tori dei rami principali della famiglia. denaro e mezzi. Nel 1670 ebbe come ri-
Ramo di Gavino Gavino sposò in prime compensa il riconoscimento del cava-
nozze una Misorro e in seconde nozze lierato ereditario e della nobiltà. Fu l’i-
una Pilo e si trasferı̀ ad Alghero; da en- niziatore delle fortune della famiglia.
trambe ebbe discendenza numerosa, Pes, Antonio Maria (detto Billia) Impie-
in particolare Michele, che diede vita gato, consigliere regionale (n. Banari
al ramo Pes Misorro o Pes Riccio di 1949). Impegnato politicamente fin da

203

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 209


Pes

giovane nel PCI, nel 1984 è stato eletto Ozieri dal 1819 al 1831. Scolopio e
consigliere regionale del suo partito uomo di grande cultura, fu direttore
per la IX legislatura nel collegio di Sas- del Collegio dei Nobili di Cagliari e
sari e successivamente riconfermato prefetto della Facoltà teologica dove,
nello stesso collegio per la X legisla- dopo il trasferimento del suo grande
tura (1989-1994). Dal settembre 1984 al- concittadino Giovanni Maria Dettori a
l’agosto 1985 è stato assessore ai Lavori Torino nel 1815, gli succedette nell’in-
pubblici e dall’agosto 1985 al luglio segnamento di Teologia morale. Nel
1987 assessore alla Sanità nelle giunte 1819 fu nominato vescovo di Bisarcio-
Mels. È stato anche presidente del Con- Ozieri. Nella sua diocesi si adoperò
sorzio industriale di Predda Niedda di per la costituzione del Seminario. Ha
Sassari. lasciato alcuni scritti di carattere teo-
logico e una raccolta di Lettere pasto-
Pes, Bernardino (detto Birraldinu) Sa-
rali di vario argomento, e pubblicate a
cerdote, poeta satirico (Tempio 1739-
Cagliari, scritte tra il 1819 e il 1830.
ivi 1825). Cugino del più celebre Don
Baignu, è forse il più importante poeta Pes, Domenico2 Marchese di San Vit-
satirico sardo del Settecento. Cono- torio (Alghero, prima metà sec. XVIII-
sciuto col soprannome di famiglia di ?, dopo 1795). Uomo profondamente
Denticiu (in Gallura tutti hanno un so- reazionario, nel 1776 ereditò dallo zio
prannome, e lo avevano soprattutto nel Antonio Todde il marchesato di San
passato), arrivò al sacerdozio dopo Vittorio; per i suoi modi entrò in rotta
aver frequentato l’Università di Sas- di collisione con i vassalli che nel 1795
sari e aver sposato una Costanza Ga- gli si ribellarono apertamente pren-
breille, che la tradizione vuole bellis- dendo parte ai moti antifeudali.
sima e che morı̀ prematuramente. Pes, Francesco Presidente del Su-
Pure nel dolore, non abbandonò da premo Consiglio di Sardegna (Tempio,
poeta la sua vena ironica con la quale prima metà sec. XVIII-Torino 1793).
criticava gli eccessi della ricchezza, Dopo aver conseguito la laurea in
l’arroganza dei nobili tempiesi, gli ozi Legge entrò nella carriera amministra-
del cugino Don Baignu con il quale tiva, guadagnandosi fama di persona
scambiò numerose lettere in versi, so- preparata e prudente per cui fu chia-
prattutto quando questi risiedeva a Ca- mato a Torino e nominato consigliere
gliari. Altri suoi bersagli erano la curia del Supremo Consiglio di Sardegna. A
tempiese, troppo propensa a imporre Torino collaborò col Sanna Lecca, che
multe in denaro per reati anche lievi, aiutò a predisporre l’edizione della
il delegato di giustizia (che chiama Di- raccolta dei pregoni pubblicata nel
licatu, ‘‘delicato’’), abituato a far bru- 1772. Poco dopo la morte del suo mae-
ciare in piazza aringhe e sardelle se stro venne nominato reggente di toga e
non erano freschissime e il decano De- in seguito presidente del Supremo
martis, che vietava a chi fosse morto Consiglio di Sardegna. Continuò a ri-
d’improvviso di essere sepolto in terra siedere a Torino, dove morı̀.
consacrata. La sua vecchiaia – come
Pes, Gavino1 Sacerdote, poeta (Tempio
dice la sua biografa Margherita
1724-ivi 1795). Ordinato sacerdote, fu
Achenza – fu triste e senza entusiasmi,
nominato canonico della cattedrale di
neppure poetici.
Cagliari. Dopo alcuni anni ritornò
Pes, Domenico1 Religioso (Tempio nella sua città natale, dove visse senza
1757-Ozieri 1831). Vescovo di Bisarcio- preoccupazioni economiche grazie al

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 210


Pes

suo ingente patrimonio. Dotato di una non solo della poesia ma anche della
naturale predisposizione alla poesia, lingua. Secondo Pasquale Tola, nelle
scrisse in gallurese e lasciò una buona sue poesie «si scorge una tenerezza,
quantità di poesie di gusto arcadico, una delicatezza di sentimento, ed una
ma non solo: conosciuto come Don Bai- spontaneità e morbidezza tale del
gnu (Don Gavino) è considerato il pa- verso, che rapisce nell’ascoltarle».
dre della poesia in gallurese. Prima di Manlio Brigaglia ha scritto che il mo-
morire donò il suo patrimonio agli Sco- dello di vita da lui espresso, «privo di
lopi, che avevano aperto a Tempio, già grandi idealità e di virtù, senza
nel 1665, un importante ginnasio. drammi e senza esaltazioni, un mondo
di sobrietà e di semplicità, di rapporti
umani schietti e precisi», è aderente a
«quel mondo contadino generalmente
gentile ed educato che è il mondo della
civiltà gallurese». Secondo Nicola
Tanda la sua operazione è consistita
nel «gettare un ponte tra la poesia colta
della letteratura greca, latina e ita-
liana e il suo dialetto, che raggiunge
cosı̀ di netto un prestigio letterario
che non possedeva».
Pes, Gavino2 Poeta (Tempio, prima
metà sec. XVIII-ivi 1788). Sacerdote,
era conosciuto col nomignolo di fami-
glia Denticiu (Dentuto) anche per di-
stinguerlo dal più noto Don Baignu
Pes, del quale era parente e col quale
condivideva l’inclinazione alla poesia
in gallurese. Sono rimaste di lui due
composizioni: Micali, divila a Tummeu;
Gavino Pes – Sacerdote, nato in una nobile
famiglia tempiese e conosciuto come Cantu tempu eri isciutu.
‘‘Don Baignu’’, fu un grande poeta elegiaco in Pes, Giovanni1 Religioso (n. Scano di
dialetto gallurese. (Disegno di Franco Farina) Montiferro 1916). Vescovo di Alghero e
Bosa dal 1979 al 1993. Ordinato sacer-
Pur avendo scritto molto, durante la dote nel 1939, dottore in Teologia nella
sua vita pubblicò solamente un’ode, Facoltà di Cuglieri, impegnato per lun-
composta in onore del vescovo di Ales ghi anni in attività pastorali nella dio-
Michele Antonio Aymerich nel 1788. cesi di Oristano, nel 1975 è stato nomi-
La sua migliore produzione fu pubbli- nato vescovo titolare di Risino con fun-
cata postuma a partire dal 1833 fino al zioni di ausiliario dell’arcivescovo di
recente Tutti li canzoni, un’antologia Oristano. Successivamente è stato no-
curata nel 1981 dal tempiese Giulio minato vescovo di Alghero e Bosa: nel
Cossu, poeta in gallurese anch’egli. Se- 1986 la titolatura della diocesi è diven-
condo Cossu P. è per la popolazione gal- tata Alghero-Bosa. Nel 1993 si è di-
lurese quello che padre Luca Cubeddu messo per limiti di età.
è per la gente delle zone interne dell’i- Pes, Giovanni2 (detto Nanni) Fotografo,
sola, vale a dire un ‘‘padre fondatore’’ grafico (n. Quartu Sant’Elena, sec. XX).

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 211


Pes

Figlio d’arte, intraprende la carriera a curare gli affari della diocesi, ma an-
di fotografo seguendo le orme paterne che a gestire l’immenso patrimonio
nella seconda metà degli anni Cin- della famiglia. Anche per questo ap-
quanta. Si interessa inizialmente alla pare, nella sua corrispondenza, parti-
fotografia scientifica e in seguito alle colarmente preoccupato per la circola-
sue applicazioni nella comunicazione zione di «libere opinioni a proposito di
di massa e nell’editoria. Docente di religione» e per le critiche sulla legitti-
Grafica e Fotografia in istituzioni pub- mità delle decime.
bliche e private, dal 1966 svolge attività Pes, Palazzo Edificio che sorge in via
di libero professionista, collaborando Canelles nel quartiere Castello a Ca-
con quotidiani, periodici locali e na- gliari. Costruito nell’Ottocento per i
zionali e con la RAI. Interessato alle conti Viale, fu ereditato dai conti Pes.
nuove tecnologie digitali, attualmente L’edificio a due piani si affaccia sul ba-
si dedica alla grafica e ad alcune appli- stione di Santa Caterina ed è ingenti-
cazioni particolari della fotografia nel lito da una fuga di porte-finestre incor-
settore delle indagini fotodiagnostiche niciate e da un portale di gusto manie-
di opere d’arte. ristico semplice ma estremamente ele-
Pes, Is Località abitata in territorio di gante.
San Giovanni Suergiu. Il piccolo centro Pes, Piero Fotografo (n. Olbia, sec. XX).
si è sviluppato in età non precisabile, e Vive e lavora tra Olbia e Sassari. Predi-
comunque non prima del secolo XVII, lige la fotografia di esterni con luci na-
da un furriadroxiu costruito da un turali. Dedica un interesse particolare
gruppo di pastori su terre che erano alla fotografia paesaggistica ed etno-
state concesse a una famiglia Pes, dalla grafica. Suoi reportage sono stati pub-
quale ha derivato il nome. blicati su ‘‘Ville e Casali’’ e ‘‘Vela e mo-
Pes, Mario Fotografo (Cagliari 1887-ivi tore’’. È autore di cinque libri fotogra-
1963). Appartenente alla famiglia dei fici: Graniti di Sardegna, ricerca in
conti Pes, si appassionò alla fotografia, bianco e nero sulle forme scultoree
sicché nei primi decenni del Nove- delle rocce; Sardegna, il colore delle sta-
cento impiantò a Cagliari uno studio gioni, ricerca sul paesaggio agreste,
fotografico modernamente attrezzato. con testi di Antonio Romagnino; Ma-
Divenne cosı̀ uno dei più apprezzati ar- schere, immagini in bianco e nero sulle
tisti dell’isola, nominato fotografo uffi- maschere del Carnevale barbaricino: i
ciale della Soprintendenza ai monu- boes e merdùles, i mamuthones e i thur-
menti. Celebri rimangono le sue serie pos; La Costa Smeralda e Porto Ro-
di illustrazioni su Cagliari e la Sarde- tondo.
gna. Pes, Pietro1 Archeologo (n. sec. XX).
Pes, Michele Religioso (Tempio, prima Assistente di Giovanni Lilliu negli
metà sec. XVIII-ivi 1804). Vescovo di anni Cinquanta, ha studiato il nuraghe
Ampurias e Civita dal 1785 al 1804. Ap- Mesu ’e Rios di Scano di Montiferru;
partenente al ramo dei Pes Misorro, nell’autunno del 1955 condusse la se-
studiò a Cagliari dove fu ordinato sa- conda campagna di scavi a Cornus. Tra
cerdote e si addottorò in utrosque. i suoi scritti: La tomba di Golgo nell’O-
Dopo alcuni anni fu nominato vicario gliastra misteriosa, ‘‘L’Unione sarda’’,
capitolare di Iglesias e nel 1785 ve- 1957; Testimonianze nuragiche nel sa-
scovo di Ampurias e Civita. Trascorse grato della chiesa di Santa Caterina di
gli anni seguenti nella sua città natale Pittinuri, ‘‘L’Unione sarda’’, 1958; At-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 212


Pesca

traverso la storia del territorio di Cor- colta dei molluschi e la pesca nei nu-
nus, in Ampsicora e il territorio di Cor- merosi stagni costieri sono però sol-
nus. Atti del II Convegno di studi sull’ar- tanto la preistoria della pesca eserci-
cheologia romana e altomedioevale nel- tata come attività economica, volta
l’Oristanese, Cuglieri 1985, 1988. dapprima a soddisfare le esigenze
Pes, Pietro2 Reggente della segreteria della sussistenza quindi ad alimentare
di Stato e di Guerra, deputato al Parla- un sia pur piccolo flusso commerciale.
mento subalpino (Cagliari 1799-ivi
1855). Appartenente al ramo cagliari-
tano della famiglia Pes, portò il titolo
comitale. Entrato nell’amministra-
zione reale, fece una brillante carriera
e nel 1835, durante il viceregno del
Montiglio, fu nominato reggente della
Segreteria di Stato e di Guerra. Prese
parte attiva alle procedure di aboli-
zione dei feudi; nel 1841 fu nominato
censore generale, ufficio che ricoprı̀
fino al 1851. Fu eletto deputato di Tem-
pio nella I legislatura del Parlamento
subalpino (1848) e confermato nella se-
conda; schierato col centro-destra
cercò di far rivedere le liquidazioni
feudali. Tra i suoi scritti: Monti di soc-
corso per l’agricoltura, ‘‘La Meteora’’, I,
5, 1843; Sulle condizioni agrarie antiche
ed odierne della Sardegna, 1848.
Pesatore reale Funzionario dell’am-
ministrazione reale del Regno di Sar-
degna. Si trovava in tutti i porti sardi
abilitati per l’esportazione dei cereali
e delle altre merci. Aveva il compito di Pesca – La pesca negli stagni di Cabras è
pesare le merci alle quali doveva es- praticata, dai pescatori più poveri, con queste
caratteristiche imbarcazioni di erba palustre
sere applicata una tassa reale.
somiglianti a quelle del lago Titicaca.
Pesca «La pesca, come la vita marit-
tima in genere, ha avuto in Sardegna Fenici e Cartaginesi conobbero anche
scarso e tardivo sviluppo»: questa af- questo secondo tipo di attività (la pesca
fermazione del geografo Alberto Mori del corallo è testimoniata in epoca fe-
è il leit-motiv di ogni discorso sulla sto- nicio-punica), i Romani ne intensifica-
ria e l’economia della pesca in Sarde- rono la presenza in Sardegna (i mosaici
gna. come quello di Turris Lybisonis conser-
& STORIA Sin dai più antichi siti abi- vato nel Museo ‘‘Sanna’’ di Sassari mo-
tati del Neolitico sardo (6000-5000 anni strano una precisa conoscenza della
prima di Cristo) valve e resti di mollu- fauna marina). Nel periodo giudicale i
schi sono presenti fra le testimonianze signori sardi fecero numerose conces-
di vita di quelle comunità, a volte an- sioni a opere religiose continentali e
che in zone distanti dalle coste. La rac- ad abbazie o chiese isolane perché po-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 213


Pesca

tessero pescare, soprattutto in stagni e la metà del Novecento (agli inizi del se-
fiumi; uno strumento notarile del 1263 colo si conoscevano nell’isola circa 30
prevede una spedizione di pescatori diverse tonnare).
forse marsigliesi nell’Oristanese causa
corallandi: la presenza di amuleti e or-
namenti di corallo nell’abbigliamento
tradizionale sardo è un’ulteriore prova
della persistenza di questo tipo di
sfruttamento dei fondali marini. Ac-
canto alla pesca del corallo si diffuse
fin dai tempi più antichi la pesca del
tonno: il medico greco Galeno (130-200
d.C.) diceva di preferire, fra i tonni,
quelli pescati nel mare sardo. A un Pie-
tro Porta, vissuto alla fine del Cinque-
cento, è attribuita l’intuizione del
grande potenziale economico rappre-
sentato dal passaggio dei tonni lungo
la costa occidentale sarda in direzione
nord-sud. Nel 1654 Filippo IV di Spa-
gna vendeva al genovese Gerolamo Vi-
valdi le sei principali tonnare dell’i-
sola (di cui quella di Portoscuso è stata
a lungo la più pescosa). Insieme con le
tonnare nell’Età moderna le zone di
pesca più frequentate erano gli stagni
costieri, in particolare quelli di Cabras
e dell’Oristanese, dove la peschiera di
Pesca – La pesca del tonno è ormai quasi
Mar’e Pontis era considerata già nel scomparsa in Sardegna, ma a Carloforte
Seicento la più ricca d’Europa. Nelle resiste un’attività che è stata redditizia nei
acque salmastre di questi stagni si pe- secoli.
scava in particolare il muggine, cono-
sciuto come ‘‘pesce d’Oristano’’ in tutta Nel 1996 si pescarono ancora intorno a
la Sardegna, dove era quasi la pietanza 2000 tonni; in seguito alcune tonnare
d’obbligo dei venerdı̀ (in cui i dettami sono state riaperte, anche per la pre-
della Chiesa cattolica vietavano di senza d’una forte domanda prove-
mangiare carne) e uno dei cibi tradi- niente dal Giappone, grande consuma-
zionali delle grandi feste religiose tore di questa carne. La mattanza, l’e-
presso i santuari campestri. Dal mug- mozionante momento finale della pe-
gine si ricavava anche la bottarga (il sca dei tonni nella ‘‘camera della
nome, di origine araba, indicherebbe morte’’, è sopravvissuta in alcuni luo-
anche la provenienza della tecnica di ghi più come ricordo della tradizione e
confezione), che erano le ovaie dei pe- spettacolo folcloristico che come vera
sci: altrettanto si faceva anche con e propria attività economica. Al mondo
quelle dei tonni, considerate peraltro dei pescatori di tonni è stato dedicato,
meno prelibate. La pesca del tonno ha a Stintino, nel finire del Novecento, un
conosciuto i suoi periodi alti sin verso ‘‘Museo della tonnara: il ricordo della

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 214


Pesca

memoria’’, su iniziativa del professor dal Lazio e dalla Liguria: le colonie


Salvatore Rubino, professore di Micro- ponzesi sono le più longeve, ancora
biologia nell’Università di Sassari, ma presenti, con le ultime generazioni
grande studioso di questa specifica tra- nate in Sardegna, in numerosi centri.
dizione del ‘‘lavoro del mare’’ in Sarde- È stato calcolato che alla fine dell’Otto-
gna (La tonnara Saline. Tradizioni e riti cento essi fossero i tre quinti dei 5000
di una tonnara, 1994). Altro prodotto pescatori della Sardegna. Alcuni bor-
del mare sardo, seppure assoluta- ghi marinari isolani, come Santa Lucia
mente ‘‘di nicchia’’, è il bisso, ricavato di Siniscola, Bosa Marina, San Gio-
dai filamenti della Pinna nobilis, un vanni di Sinis, Portoscuso, Isola Rossa,
imponente mollusco dei bassi fondali debbono la loro origine e il loro primo
di acqua calma, conosciuto col nome sviluppo proprio all’approdo di note-
locale di gnàccara: agli inizi del Nove- voli gruppi di famiglie, spesso origina-
cento un intelligente artigiano carlo- rie di un’unica località continentale.
fortino, Italo Diana, ne avviò la tessi- Secondo gli studi più recenti (un’effi-
tura, dando vita, nel ventennio 1920- cace sintesi di questa attività, delle
1940, a una vera e propria ‘‘scuola del sue tecniche, dei suoi problemi e dei
bisso’’ che arrivò a contare 9 lavora- suoi protagonisti è il volume Pesca e pe-
trici. A Carloforte alcune prestigiose scatori in Sardegna. Mestieri del mare e
artigiane continuarono a confezionare delle acque interne, curato dall’antro-
questa preziosa, originalissima stoffa. pologa Gabriella Mondardini nel
1997), la pesca sarda ‘‘demersale’’,
cioè di mare, può contare su un’area
di 23 700 km2, di cui il 67% di fondali
più bassi dei 100 m: questo fa sı̀ che,
per mancanza di tradizione e di capi-
tali, non si sia sviluppata in Sardegna
la pesca d’altura e il 90% delle 110 im-
barcazioni addette all’attività sia costi-
tuito da battelli e barche di piccolo ton-
nellaggio (il naviglio sardo, che ha a di-
sposizione oltre 1800 km di costa, cioè
Pesca – A Cabras le fitte pareti di canne
quasi un quinto dell’intero perimetro
segnano nella peschiera il percorso obbligato
che i pesci dovranno seguire per essere
costiero italiano, è solo il 5,3% del navi-
catturati. glio nazionale). Gran parte di questo
naviglio è delegato a praticare la pesca
& ECONOMIA Ancora oggi, nonostante di alcune specie (oltre il pesce azzurro)
il notevole aumento della domanda, le- particolarmente richieste della fauna
gato alla stagione turistica, la pesca è ittica mediterranea (dentici, ombrine,
in Sardegna un’attività di scarsa inci- orate, saraghi, triglie) e più ancora
denza nell’economia isolana, fatta ec- delle aragoste, divenute ormai la pie-
cezione per i centri costieri in cui con- tanza regina dei menu marinari. Im-
tinua un’attività che, non si dimenti- portante, a fianco a questa produzione,
chi, molto deve, a partire soprattutto la pesca del corallo – antica come si è
dal Settecento, alle immigrazioni di detto, ma praticata ora, invece che con
vere e proprie colonie di pescatori pro- l’‘‘ingegno’’, strumento altamente di-
venienti in gran parte dalla Campania, struttivo della vegetazione dei fondali,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 215


Pescarmona

con i respiratori che permettono di XXVIII, 1984; tre schede, La Pinaco-


scendere a profondità oltre i 100 m e teca nazionale di Cagliari. Formazione,
di ‘‘scegliere’’ i rami da staccare – e la condizionamenti espositivi e problemi
mitilicoltura: il golfo di Olbia ospita storiografici, Retablo di Santa Vittoria,
estesi vivai dei due tipi principali di Michele Cavaro. Lo sposalizio di Santa
cozze allevate in Sardegna, il Mytilus Caterina, in Cultura quattro-cinquecen-
galloprovincialis (la cozza mediterra- tesca in Sardegna. Retabli restaurati e
nea) e il M. edulis (di origine atlantica). documenti, 1985; 5 voci nell’opera La
Anche alla mitilicoltura sono state ap- pittura in Italia nel Cinquecento: Bono-
plicate nuove tecniche, soprattutto core Ursino, Castagnola Bartolomeo,
nella costruzione degli impianti e nella Gorini Baccio, Lusso Andrea, Pinna
stabulazione. L’acquacultura è stata in- Francesco; due capitoli, La pittura in
coraggiata da apposite leggi regionali, Sardegna nel Quattrocento e La pittura
tra le quali le più importanti, in ordine del Cinquecento in Sardegna, in La pit-
al ripopolamento dei mari intorno al- tura in Italia: il Cinquecento, II, III,
l’isola, sono quelle che fissano periodi 1988; Cavaro Pietro, voce in Dizionario
di ‘‘fermo biologico’’ per il migliore della pittura e dei pittori, I, 1989.
rinnovamento della specie: la recente
Pescatrice = Zoologia della Sardegna
nascita di parchi marini e riserve natu-
rali marine favorirà un più equilibrato Pesce, Gennaro Archeologo (Napoli
sviluppo dell’arte di sfruttare la ri- 1908-ivi 1984). Dopo aver conseguito la
sorsa mare. laurea, nel 1929 entrò nella carriera
nelle Soprintendenze archeologiche.
Per alcuni anni operò in Campania;
nel 1933 fu trasferito in Calabria e nel
1939 a Tripoli, in Libia, dove condusse
interessanti scavi; nello stesso periodo
condusse alcuni scavi anche in Egitto.
Dopo la fine della seconda guerra mon-
diale, nel 1949 si trasferı̀ a Cagliari
dove divenne soprintendente alle Anti-
chità della Sardegna; nella sua nuova
sede le esperienze maturate in Libia e
in Egitto furono determinanti per lo
Pesca – Imbarcazione per la pesca turistica
studio della civiltà fenicio-punica nel-
nel porto di Cagliari.
l’isola e per lo sviluppo degli scavi di
Nora, il cui centro urbano fu portato
Pescarmona, Daniele Storico del- alla luce, grazie a lui, tra il 1952 e il
l’arte (n. Cagliari, sec. XX). Dopo la lau- 1960. In seguito scavò a Tharros e nel
rea è divenuto funzionario presso le 1962 a Carloforte e Bithia. Negli stessi
Soprintendenze ai beni ambientali e anni fu incaricato dell’insegnamento
artistici. Ha lavorato in Sardegna e in di Archeologia fenicio-punica presso
Sicilia. Per alcuni anni è stato respon- l’Università di Cagliari. Ha lasciato nu-
sabile della Pinacoteca Nazionale di merosi lavori scientifici, tra i quali:
Cagliari. Tra i suoi scritti: Nuovi contri- Sculture della Sardegna nuragica (con
buti alla conoscenza dell’attività degli Giovanni Lilliu), 1949; Centauri e selve
ingegneri militari piemontesi in Sarde- in un’opera di scultura romana del Mu-
gna nel sec. XVIII, ‘‘Bollettino d’Arte’’, seo archeologico di Cagliari e Il sarco-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 216


Peschiera

fago turritano delle muse, due schede in chitettura’’, XVII, 1963; I risuonatori
‘‘Studi sardi’’, X-XI, 1950; quattro del teatro romano di Nora, in Gli archeo-
schede su Macopsissa, Macomer (Sardi- logi italiani in onore di Amedeo Maiuri,
nia Nuoro), N. 2292. Riparo sotto roccia 1965; Bithia, 1965; Le statuette puniche
con materiale preistorico, Ozieri (Sardi- di Bithia, ‘‘Serie archeologica del Cen-
nia-Sassari), N. 2313. Scoperte di mate- tro di Studi semitici’’, vol. 7, 1965; Thar-
riale preistorico, Caralis, Cagliari. N. ros, 1966; L’architettura punica in Sar-
2245, Vallermosa (Sardinia Cagliari). N. degna, in Atti del XIII Congresso di sto-
2379, tutte in ‘‘Fasti archeologici’’, IV, ria dell’Architettura, 1966; Case romane
1951; Notiziario: Pozzomaggiore e Ter- a Campo Viale in Cagliari, ‘‘Studi
ralba, ‘‘Rivista di Scienze preistori- sardi’’, XIX, 1966; Chia. Scavi nel terri-
che’’, VI, 3-4, 1951; Statuette preistori- torio, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti-
che scoperte a Macomer in Sardegna, in chità’’, 1968; Nora. Guida agli scavi,
Atti del I Congresso internazionale di 1972; Il libro delle sfingi. Il culto dei mas-
Preistoria e Protostoria mediterranea simi dei dell’Egitto in Sardegna, 1978.
(1950), 1952; Un Ma’abed a Nora, ‘‘Studi Pesce di San Pietro = Zoologia della
sardi’’, XII-XIII, 1955; Due statue sco- Sardegna
perte a Nora, in Studi in onore di Ari- Pesce pavone = Zoologia della Sarde-
stide Calderini e Roberto Paribeni, III, gna
1956; Nora. Guida agli scavi, 1957; Sar-
Peschiera Vivaio di pesci connesso al
cofagi romani in Sardegna, 1957; Il
sistema di pesca detto vallivo, realiz-
primo scavo di Tharros, ‘‘Studi sardi’’,
zato mediante l’impianto di reti o di
XIV-XV, 1958; Bithia e Cagliari, due
sbarramenti fissi installati nelle la-
voci in Enciclopedia dell’Arte antica,
gune o negli stagni dove è possibile
classica e orientale, II, 1959; Mostra
praticare insieme l’allevamento e la
della civiltà punica in Sardegna (con
pesca di alcune specie di pesci. Grazie
Ferruccio Barreca), Catalogo, 1959;
alla natura delle coste della Sardegna,
Tharros (Sardinia Cagliari), S. Giovanni ricche di un gran numero di lagune co-
di Sinis scavi e scoperte e Nora (Sardinia stiere, si hanno notizie della pratica di
Cagliari), settima campagna di scavi, questo sistema di pesca fin dai tempi
due schede in ‘‘Fasti archeologici’’, più antichi. Questa intensa frequenta-
XIII, 1960; Il tempio punico monumen- zione portò alla formazione stabile di
tale a Tharros, ‘‘Memorie dell’Accade- un sistema di peschiere. Notizie certe
mia dei Lincei’’, XLV, 1960; Sardegna dell’impianto di peschiere risalgono
punica, 1961; Un dipinto romano in all’età giudicale, che conosce la con-
una tomba dell’antica Sulcis, ‘‘Bollet- cessione di privilegi di pesca ai grandi
tino d’Arte’’, XLVII, 2-3, 1962; Scavi e ordini religiosi che impiantarono si-
scoperte puniche nella provincia di Ca- stemi di sbarramento sia lungo alcuni
gliari e Due opere d’arte fenicia in Sar- fiumi che in diverse lagune. L’attività
degna, entrambi in ‘‘Oriens antiquus’’, delle peschiere, però, si sviluppò note-
II, 1963; La scoperta dei tophet di S. An- volmente a partire dal secolo XV con il
tioco, in Atti del Convegno di Studi reli- sistema delle concessioni. Gli stagni e
giosi sardi, 1963; Archeologia e preisto- le lagune, infatti, erano zone ricchis-
ria, in Sardegna. Un popolo, una terra (a sime di pesci d’acqua dolce e soprat-
cura di Franco Stevani), 1963; Architet- tutto di pesci d’acqua salata che pene-
tura punica in Sardegna, ‘‘Bollettino travano nella laguna con il ricambio
del Centro studi per la Storia dell’Ar- delle acque. Le lagune facevano parte

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 217


Pesci

del patrimonio reale, cosicché ven- pregone del viceré Galeani del 1822, il
nero concesse, dietro il pagamento di loro sfruttamento fu regolamentato su
una somma adeguata, ad abili pesca- nuove basi. Le maggiori peschiere del
tori o a ricche famiglie perché le sfrut- golfo di Oristano appartenevano ai Vi-
tassero adeguatamente. I concessio- valdi Pasqua, al marchese d’Arcais, ai
nari, una volta ottenuto il privilegio Manca di Villahermosa, che le davano
(che generalmente aveva i caratteri di in affitto a imprenditori oristanesi;
un’enfiteusi), provvedevano a impian- nello stagno di Cagliari erano di pro-
tare la p. e a svilupparvi il sistema di prietà dei Sanjust, delle Clarisse, dei
allevamento e di pesca; generalmente Loddo Pugioni, dei Conti, del mar-
le concessioni erano fatte per singoli chese di Neoneli e di molti altri appal-
tratti di laguna o di stagno, ma talvolta tatori che per il loro uso pretendevano
riguardavano interi stagni o addirit- dai pescatori il pagamento di un quarto
tura interi tratti di costa, specialmente del pescato; vi era perciò una contrap-
in quelle su cui s’affacciavano grandi posizione tra pescatori e appaltatori,
stagni, come nelle coste di Cabras e di che spesso sfociava in atti di violenza.
Oristano, di Tortolı̀, di Colostrai, di Pesci = Zoologia della Sardegna
Santa Gilla, dove le acque tranquille
consentivano l’impianto delle strut-
Pesco Pianta arborea della famiglia
delle Rosacee, sottofamiglia delle Pru-
ture necessarie. Il pescato veniva po-
noidee (Prunus persica Stokes). Si co-
sto in commercio nei mercati di Ca-
noscono le forme vulgaris, laevis e pla-
gliari e Oristano: inoltre una conside-
tycarpa, che producono rispettiva-
revole quantità di pesce veniva conser-
mente le pesche comuni, le pesche net-
vata sotto sale, sottoaceto o affumicata
tarine e le pesche piatte; le due ultime
ed esportata. Il sistema delle conces-
forme sembrerebbero derivare dalla
sioni si sviluppò soprattutto durante il
prima per mutazione genetica. L’al-
secolo XVII, nel momento in cui mag-
bero, senza potatura, assume forma
giore diventava il bisogno di denaro da globosa e può raggiungere i 4-6 m di al-
parte dell’amministrazione reale; in tezza; le foglie sono semplici, lanceo-
quel periodo peschiere e stagni ven- late, lungamente picciolate e com-
nero ceduti a grandi speculatori che paiono dopo la fioritura; i fiori possono
presero a sfruttarli in modo intensivo, essere solitari o riuniti in infiore-
escludendo dalle loro concessioni la scenze con petali di colore che va dal
pesca praticata liberamente dagli altri rosa chiaro al rosa intenso. La fioritura
pescatori. Per questa via quelle che avviene dalla fine di febbraio ad aprile
erano concessioni enfiteutiche si tra- ma solo se le piante hanno trascorso un
sformarono in concessioni di tipo feu- periodo di riposo invernale a basse
dale, come ad esempio avvenne per le temperature; questa esigenza fisiolo-
peschiere di alcuni degli stagni di Ca- gica è nota come ‘‘fabbisogno in
bras, che rimasero in possesso esclu- freddo’’. Il frutto è una drupa di forma
sivo degli eredi dei primi concessio- più o meno globosa, ad eccezione nella
nari fino ai nostri tempi, quando fu ne- forma platycarpa, a giugno è pronto per
cessario l’intervento della Regione au- la raccolta. Si ritiene che il p. sia una
tonoma della Sardegna per liberaliz- specie originaria della Cina; esso è col-
zare lo sfruttamento delle peschiere. tivato nelle zone temperate e subtropi-
Il sistema rimase immutato fino agli cali di tutto il mondo, ed è diffuso negli
inizi dell’Ottocento quando, con un orti di Sardegna in numerose varietà

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 218


Pes di Villamarina

locali. Nomi sardi: péssighe (logudo- dei feudi. Poco tempo dopo fu insignito
rese); péssime (Sardegna centrale); pre- del Collare dell’Annunziata e nel 1848
sca (gallurese); préssiu (campidanese). nominato senatore del Regno.
[TIZIANA SASSU]
Pes di Villamarina, Emanuele II Di-
Pes del Campo, Bartolomeo Ufficiale plomatico di carriera (Cagliari 1834-
di carriera (Torino 1836-ivi?, 1885). Roma?, 1891). Fu incaricato d’affari a
Percorse una brillante carriera e prese Parigi nel 1853; uomo di grande cul-
parte alle guerre del Risorgimento e tura, venne nominato presidente del-
alla campagna per l’Unità, guada- l’Accademia di Santa Cecilia.
gnando alcune decorazioni e raggiun-
gendo il grado di generale d’armata. Pes di Villamarina, Francesco Genti-
luomo (Tempio, seconda metà sec.
Pes di Villamarina, Bernardino Uffi-
XVII-ivi?, 1725). Scoppiata la guerra di
ciale di carriera (Cagliari 1810-Torino
successione spagnola, fece parte della
1891). Prese parte alla prima guerra
delegazione di nobili galluresi che nel
d’indipendenza ottenendo una meda-
1708 si recò a Vienna per convincere
glia d’argento; in seguito prese parte
Carlo d’Asburgo a intervenire in Sar-
anche alla seconda guerra d’indipen-
degna. Al suo ritorno si impegnò per
denza distinguendosi alla battaglia di
organizzare i moti galluresi, esponen-
Palestro. Nel 1860 fu promosso gene-
dosi di persona e subendo per questo
rale di divisione, nel 1862 nominato
gravi danni nelle sue proprietà. Per-
aiutante di campo del principe Um-
tanto, passata l’isola agli Asburgo, nel
berto e in seguito aiutante del re Vitto-
1711 fu ricompensato col titolo di mar-
rio Emanuele II fino al 1867.
chese di Villamarina. Quando però nel
Pes di Villamarina, Emanuele I Uffi- 1717 la Sardegna fu riconquistata alla
ciale di carriera, uomo politico (Ca- Spagna dalla spedizione del cardinale
gliari 1777-Torino 1853). Ministro di Alberoni, dopo aver tentato la resi-
Carlo Alberto, senatore del Regno di stenza in Gallura dovette riparare in
Sardegna. Giovanissimo combatté esilio. Riuscı̀ a tornare in Sardegna
nelle guerre contro i francesi e nel solo quando l’isola passò ai Savoia.
1815 fu nominato commissario di go-
verno presso l’esercito austriaco. Pes di Villamarina, Giacomo Ufficiale
Amico di Carlo Alberto, quando nel di carriera (Tempio 1750-Cagliari
1821, in seguito all’abdicazione di Vit- 1827). Scoppiata la Rivoluzione fran-
torio Emanuele I, il principe fu chia- cese, dopo aver preso parte alla guerra
mato a reggere temporaneamente il re- contro i francesi in Piemonte, nel 1799
gno, a causa dell’assenza di Carlo Fe- seguı̀ i Savoia in Sardegna. Nel 1803 fu
lice, fu nominato ministro. Il ritorno a nominato comandante della piazza di
Torino del nuovo re pose fine alla sua Sassari e nel 1805 generale delle Armi
breve esperienza di governo; anzi, pro- del Regno. Amico di Carlo Felice, fu
prio per la sua partecipazione agli ministro di polizia negli anni della con-
eventi di quei giorni fu privato dell’in- giura di Palabanda, che represse con
carico e costretto a vivere in disparte radicale severità. Quando nel 1815
negli anni successivi. Quando però nel Carlo Felice, allora viceré di Sardegna,
1831 Carlo Alberto fu finalmente inco- lasciò l’isola, fu nominato luogote-
ronato re, P. di V. venne nominato mini- nente dell’Artiglieria e nel 1816 incari-
stro per gli Affari di Sardegna: fu lui a cato di svolgere funzioni interine di vi-
ispirare al re il progetto per il riscatto ceré. Avendo rifiutato, in seguito fu in-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 219


Pes di Villamarina

signito del Collare dell’Annunziata. 1794). Apparteneva al ramo dei Pes


Morı̀ nel suo bel palazzo di Cagliari. Pilo; uomo di profonda erudizione e
Pes di Villamarina, Palazzo Edificio sensibilità, si dedicò con grande pas-
situato in via La Marmora nel cuore sione allo studio della storia della Sar-
del quartiere Castello a Cagliari. Ap- degna, ma non pubblicò nulla. Di lui
parteneva alla famiglia fin dagli inizi rimangono due interessanti mano-
dell’Ottocento, unitamente a un altro scritti di contenuto storico custoditi
palazzo situato in via del Fossario, crol- presso la Biblioteca Universitaria di
lato durante i bombardamenti del Cagliari, intitolati Aggiunta allo stato
1943. Il suo impianto fu modificato da antico e moderno della Sardegna e Ri-
Gaetano Cima entro la prima metà del flessi politici diretti a dimostrare il sito,
secolo XIX; caratteristico il cortile, sul la popolazione della Sardegna.
quale si affaccia un elegante scalone in
marmo. Quando la famiglia non lo uti-
lizzò più, al primo piano trovò sede la
Reale Società Agraria ed Economica e
al secondo piano il ‘‘Casino Filarmo-
nico’’, circolo culturale di cui facevano
parte molti nobili e i più distinti pro-
fessionisti della città.
Pes di Villamarina, Salvatore I Genti-
luomo (Tempio 1733-Cagliari 1822).
Quando nel 1799 i Savoia lasciarono il
Piemonte occupato dai francesi, li se-
guı̀ a Cagliari dove fu chiamato a rico-
prire importanti uffici a corte. Con ge-
nerosità sostenne finanziariamente il
soggiorno della dinastia in Sardegna;
nel 1808 cedette alcune terre per la
fondazione di Santa Teresa Gallura e
fu insignito del titolo di conte del
Campo. Peste e pestilenze – Madonna della Peste.
Pes di Villamarina, Salvatore II Diplo- Dipinto anonimo conservato nella chiesa
matico, senatore del Regno di Sarde- parrocchiale di Sanluri (sec. XVI).
gna (Cagliari 1808-Torino 1877). Nel
1856 fu con Cavour al Congresso di Pa- Peste e pestilenze Il termine ‘‘pesti-
rigi e al suo ritorno fu nominato sena- lenza’’ è tra quelli che ricorre più di
tore del Regno. Nel 1860 fu inviato frequente nella storia della Sardegna,
come ambasciatore a Napoli dove evocato talora come causa di spopola-
svolse un ruolo delicatissimo nella mento di aree e centri abitati. Di qui
fase finale della spedizione dei Mille. l’idea che l’isola fosse, tra le regioni
Dopo la proclamazione del Regno d’I- italiane, una delle più colpite da ven-
talia, nel 1862 fu insignito del Collare tate epidemiche di peste, una minac-
dell’Annunziata e nominato prefetto di cia sempre incombente sulle popola-
Milano. zioni: A peste, fame et bello, a fulgure et
Pes Pes, Bernardino Erudito e storico tempestate libera nos, Domine. In
(Tempio, prima metà sec. XVIII-ivi?, realtà, nel buio scientifico che ha cir-

214

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 220


Peste e pestilenze

condato fino alla fine dell’Ottocento le cutivi senza smettere del suo primitivo
cause delle diverse malattie, ogni epi- furore». L’emergenza epidemica toccò
demia di tifo, di influenza, di febbri in- l’intera isola e le due città maggiori,
testinali veniva indicata col generico Cagliari e Sassari, città quest’ultima
nome di ‘‘pestilenza’’. In un compendio «per pestilenze famosa», come scrisse
sulla sanità pubblica in Sardegna, il Siotto Pintor nella Storia civile dei po-
scritto a fine Ottocento, un medico poli sardi dal 1798 al 1848. In effetti, a
sardo, Giuseppe Pinna, tratteggia per partire dal secolo XIV e per tutta l’Età
rapidi cenni questo quadro: «Oltre moderna la capitale del ‘‘Capo di so-
alle pesti che decimarono in diverse pra’’ – rinserrata tra le mura medio-
epoche le sarde popolazioni, un altro evali – fu caratterizzata da una condi-
elemento distruttore, non meno fiero zione urbana all’insegna della cata-
di quelle, furono le altre numerose ma- strofe epidemica, come dimostrano le
lattie epidemiche che infestarono pe- cinque epidemie di peste che la colpi-
rennemente il suolo sardo. Queste ma- rono tra il secolo XIV e il XVII: 1348,
lattie, per la loro periodica costanza, 1404, 1528, 1580, 1652. Per quanto non
per l’insidioso modo di sviluppo, per il risparmiassero altri centri e altri terri-
numero di vittime che disseminavano, tori dell’isola, Sassari contò sempre un
erano per certo più rovinose di quel numero di vittime maggiore. L’epide-
che fosse la peste. Tra queste malattie mia del 1652, ad esempio, provocò una
il vaiolo aveva il primato». Numerose crisi di mortalità catastrofica: secondo
le ventate epidemiche definite come dati forniti dalla municipalità, i morti
‘‘pestilenze’’ nei documenti d’archivio sarebbero stati ventiduemila, i cinque
relativi agli atti del Magistrato di Sa- sesti della popolazione. Risale proprio
nità. Si può ricordare, tra le altre, la a quell’epidemia il voto degli antichi
‘‘pestilenza’’ che nell’inverno del 1741 gremi, i cui rappresentanti – vestiti
decimò la popolazione del piccolo dei costumi del secolo XVII – portano
paese di Sarule, nel Nuorese. O, an- ancora oggi, in processione, il 14 agosto
cora, quelle del 1752-53 e del 1766 a di ogni anno, festa dell’Assunta, i mo-
Bosa, tanto gravi da spingere le auto- numentali ‘‘candelieri’’ di legno inta-
rità sanitarie a inviare dei medici gliato. Percorrendo l’intera isola da
ispettori in quella città a rischio di epi- nord a sud, la peste toccò paesi e vil-
demie a causa dei «miasmi» del fiume laggi. Seminò la morte a Oristano, ri-
che emanava un «puzzolente e fetidis- dusse «ad un deserto» Iglesias, come
simo odore». La pestilenza più grave e scrive Jorge Aleo. Nel 1655 arrivò a Ca-
che interessò tutta la Sardegna fu gliari, dove la ‘‘Giunta del morbo’’
quella del 1816, che alcuni storici del seppe organizzare un sistema di cor-
tempo indicano come peste. Si trattava doni sanitari, quarantene e lazzaretti
in realtà di un’epidemia di tifo petec- che riuscı̀ a limitare i danni: le vittime
chiale. «La fame – racconta un contem- furono, infatti, sette-ottomila, un bilan-
poraneo, il medico Enrico Cheirasco – cio meno grave di quello di Sassari. In
era stata foriera della peste, la rigi- quella occasione il popolo cagliaritano
dezza delle stagioni in quell’anno ec- elesse Sant’Efisio a santo protettore.
cessiva; l’assoluta mancanza di ogni La gravità della crisi che minacciava
sorta di cibi avea preparato il campo la città era tale da consigliare un sup-
alla malattia che comparve nel gen- plemento di protezione a quella fornita
naio e che durava per sei mesi conse- dai tradizionali santi della peste: San

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 221


Peste suina africana

Sebastiano e San Rocco. Quella del che degli animali infetti, sospetti di in-
1652-55 fu l’ultima epidemia di peste. fezione e di contaminazione. La con-
Ma le pestilenze – di varia gravità, dal servazione del virus è assicurata da nu-
tifo al morbillo – continuarono a flagel- merose fonti di infezione. Ai fini della
lare questa o quella parte dell’isola. trasmissione diretta sono da conside-
L’ultima a meritare in pieno questo rare il suino domestico e il cinghiale,
nome sarebbe stata la cosiddetta ‘‘Spa- mentre alla trasmissione indiretta con-
gnola’’, la terribile epidemia d’in- corrono i residui di mensa non sottopo-
fluenza del 1918-19. [EUGENIATOGNOTTI] sti a adeguato trattamento termico e
Peste suina africana (PSA) Malattia vi- destinati all’alimentazione del maiale.
rale altamente contagiosa e a esito per Di rilevante importanza risultano an-
lo più mortale, caratterizzata da le- che i vettori meccanici quali auto-
sioni emorragiche della cute e di tutti mezzi, attrezzi, vestiario, calzature
gli organi. La PSA è stata segnalata per ecc. Tra i selvatici è recettivo il cin-
la prima volta in Kenya fra il 1910 e il ghiale europeo nel quale, a differenza
1915 in occasione di focolai caratteriz- di quanto si verifica nei selvatici afri-
zati da malattia grave e letale nella cani, la malattia si presenta in forma
quasi totalità dei colpiti. È stata in se- clinicamente apparente e risulta an-
guito studiata da Montgomery e defi- che mortale, anche se questo esito non
nita ‘‘peste suina dell’Africa Orien- è costante e quindi anche il cinghiale
tale’’ per differenziarla dalla ‘‘peste europeo potrebbe essere considerato
suina europea’’ o peste suina classica, come un serbatoio del virus. I princi-
con la quale presenta numerosi carat- pali portatori di virus sono comunque
teri clinici e anatomopatologici in co- i facoceri, presenti in gran numero nel
mune, nonostante la diversa eziologia. territorio africano, che contraggono la
Infatti la PSA è sostenuta da un virus malattia nei primi mesi di vita e nei
facente parte degli Iridoviridae mentre quali il virus persiste con alta fre-
il virus causa della PSC fa parte dei quenza sino e oltre i due anni di vita.
Flaviviridae. L’indagine epidemiolo- Nei suidi selvatici l’infezione decorre
gica ha rilevato subito l’importanza in forma clinicamente inapparente per
dei suidi selvatici quali serbatoi per- cui i colpiti devono essere considerati
manenti del virus. Successivamente la portatori asintomatici. Il comporta-
malattia si è diffusa in numerosi altri mento del suino domestico è ben di-
paesi africani, fino a raggiungere Paesi verso. Dopo l’infezione il virus viene
europei ed extraeuropei (Italia com- eliminato in grandi quantità, specie
presa) intorno agli anni Sessanta. La nei due giorni che precedono il picco
PSA è ritenuta una delle malattie più febbrile. Le feci e le urine costitui-
temibili per il suino domestico a ra- scono gli escreti più pericolosi, specie
gione della alta diffusibilità e degli se contengono sangue. Il tasso di mor-
alti indici di mortalità. Inoltre i sog- talità è molto elevato e i sopravvissuti
getti guariti risultano anche portatori rimangono escretori per lungo periodo
ed eliminatori di virus a tempo inde- anche attraverso le secrezioni genitali,
terminato. Infine, per la carenza di maschili e femminili. Negli alleva-
mezzi di profilassi immunizzante (vac- menti di tipo intensivo la malattia si
cinazioni), l’unico sistema di controllo diffonde molto rapidamente per con-
è rappresentato dall’abbattimento tatto diretto. L’infezione dei cinghiali,
coatto non solo dei capi colpiti ma an- nelle aree nelle quali la malattia è pre-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 222


Peste suina africana

sente nei domestici, costituisce un im- cosa congiuntivale, gengive) e cianosi


portante fattore di rischio, ma l’ado- cutanea (colorazione bluastra per
zione di efficienti norme di profilassi scarsa ossigenazione). L’evoluzione è
nei domestici può determinare la molto rapida e la morte si verifica en-
scomparsa della malattia anche nel tro 24-72 ore dall’esordio. Questa
cinghiale. Come vettori indiretti, gli ar- forma prevale nelle zone indenni, cioè
tropodi (insetti che vivono sulla cute quelle zone in cui la malattia compare
degli animali e si nutrono di sangue) per la prima volta. Nelle forme acuta e
rivestono importanza decisiva soprat- subacuta, che sono le più frequenti, i
tutto fra i selvatici. Lo stato di porta- sintomi sono simili ma l’evoluzione
tore riveste un ruolo molto importante della malattia è più lenta, si protrae
per la sopravvivenza del virus perché dai 4 ai 15 giorni; si osservano barcol-
corrisponde a uno stato di infezione lamento, vomito, congiuntivite, diar-
asintomatica persistente. La trasmis- rea. La cianosi cutanea si manifesta
sione dal portatore agli animali sani con petecchie (macchie simili a ema-
recettivi avviene in seguito alla riatti- tomi) che compaiono soprattutto a li-
vazione del virus e a escrezioni nel- vello di padiglione auricolare, ad-
l’ambiente. Inoltre la resistenza del vi- dome, grugno e interno delle cosce. Il
rus e la sua persistenza nei prodotti ali- tasso di mortalità è molto elevato.
mentari a base di carne non sottoposti Nelle zone a endemia persistente,
a adeguato trattamento termico facili- nelle quali cioè la malattia è sempre
tano la diffusione della malattia, anche presente, troviamo la forma cronica,
a lunghe distanze; è stato cosı̀ che la con sintomi di modesta entità e bassi
pessima abitudine di somministrare livelli di mortalità. La carenza di pro-
residui di mensa ai suini ha contri- dotti immunizzanti, cioè vaccini attivi
buito alla comparsa della PSA in aree contro la malattia, rappresenta il fat-
indenni, compresa l’Italia. L’infezione tore più importante perché la PSA
si instaura per via intradermica, attra- venga considerata la malattia più peri-
verso la puntura degli artropodi, op- colosa dell’allevamento suino. Nelle
pure per via inalatoria o digerente. Il aree indenni la profilassi igienico-sa-
virus raggiunge il circolo sanguigno in nitaria assume un ruolo decisivo e si
48 ore e va a moltiplicarsi negli organi basa sulla rigida applicazione di mi-
che fanno parte del sistema reticolo sure di ordine sanitario consistenti
endoteliale, cioè linfonodi, milza, fe- nel divieto all’importazione di suini
gato, polmoni e reni. Le lesioni a carico vivi e dei relativi prodotti, e nel con-
delle pareti dei vasi sanguigni deter- trollo diagnostico tempestivo di tutti i
minano emorragie che si manifestano casi sospetti. Per quanto riguarda la
come ematomi a livello della pelle e Sardegna, regione in cui la malattia è
sono caratteristici della malattia. L’eli- considerata endemica in determinate
minazione del virus nell’ambiente av- zone, è stato istituito dalla Commis-
viene attraverso l’apparato respirato- sione Europea un nuovo piano di era-
rio, oppure tramite feci e urine. In dicazione che prevede misure di con-
base alla gravità del quadro clinico si trollo del pascolo brado nei suini e
possono distinguere varie forme della della malattia nei suini selvatici, e una
malattia: la forma iperacuta è caratte- nuova delimitazione della cosiddetta
rizzata da febbre alta, anoressia, con- ‘‘area ad alto rischio’’. È previsto an-
gestione delle mucose apparenti (mu- che il blocco dell’esportazione che

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 223


Pesus

però riguarda solo le aree colpite, evi- Sardegna divenne una delle colonne
tando cosı̀ la chiusura totale della Sar- dell’intenso programma teatrale del-
degna alla commercializzazione delle l’emittente sarda. Ha fatto parte di al-
carni da zone non toccate dalla peste. cune compagnie teatrali cagliaritane
Il piano individua inoltre le modalità sino a confluire, sul finire degli anni
di esportazione dei suinetti da latte, fi- Sessanta, in ‘‘Teatro di Sardegna’’, che
nora proibita. Ad oggi i focolai di peste poi ha assunto valenza regionale. Ha
suina in Sardegna sono circa una tren- partecipato anche a diverse produ-
tina e riguardano le province di Sas- zioni della radio nazionale (Qui squa-
sari, Olbia, Nuoro e Oristano. Nel 2005 dra mobile, sceneggiato televisivo di
furono abbattuti 1673 capi, il comune Anton Giulio Majano, e Cuore), a nume-
più colpito quello di Mogoro, con 662 rosi spettacoli teatrali e a diversi film
capi abbattuti. La PSA è ricomparsa a (il più recente è La fontana di Morù,
fine inverno 2007: nel comune di regia di Luca Sulis, 2006).
Oliena sono state bonificate quattro Petit-Radel, Louis Charles François
aziende e abbattuti 300 capi. [FRANCE- Archeologo (Parigi 1756-ivi 1836). Fece
SCATOLA] parte dell’Istituto di Francia. A partire
Pesus Antico villaggio del giudicato di dal 1791 si stabilı̀ a Roma per studiare
Cagliari, compreso nella curatoria del la civiltà dei Pelasgi e conobbe cosı̀ la
Sols. Dopo che il giudicato cessò di esi- civiltà nuragica. Appassionato dei mo-
stere, nella divisione del 1258, fu in- numenti, ne approfondı̀ lo studio: li
cluso nei territori toccati ai Della Ghe- considerava sepolcri costruiti da un
rardesca. Nella successiva divisione popolo che chiamava Pelasgi Tirreni.
cui i due rami della famiglia procedet- Tornato a Parigi, riunı̀ i suoi studi in
tero qualche anno più tardi passò al un corposo volume che pubblicò nel
ramo del conte Ugolino. Prima della 1826 e che gli diede molta notorietà,
fine del secolo XIII i figli del conte, in Notices sur les nuraghes de la Sardaigne
conseguenza della guerra che avevano considérés dans leurs rapports avec les
scatenato contro il Comune di Pisa per résultats des recherches sur les monu-
vendicare la morte del padre, ne per- ments cyclopéens ou pélasgiques.
sero il controllo e il villaggio fu ammi- Petitti di Roreto, Ilarione Funzionario
nistrato da funzionari pisani. Subito piemontese (Torino 1790-ivi 1850). Di-
dopo la conquista aragonese entrò a scendente da una famiglia di origini
far parte del Regnum Sardiniae e nel feudali, uomo di profonda cultura, di
1328 fu riconosciuto come possesso al- idee liberali, amico di Carlo Alberto,
lodiale a Pietro de Açen. Alla sua morte nel 1831 fu nominato consigliere di
fu ereditato da suo figlio Alibrando. La Stato. Studiò lungamente il problema
popolazione di P. però cominciò a dimi- dell’abolizione dei feudi in Sardegna
nuire e dopo lo scoppio della seconda e pubblicò nel 1846 un importante stu-
guerra tra Pietro IV e Mariano IV, es- dio sull’argomento: Della abolizione
sendosi Alibrando ribellato, il villaggio della feudalità nell’isola di Sardegna e
fu confiscato. Poco dopo divenne tea- dei successivi miglioramenti colà fatti
tro delle operazioni, fu occupato dalle dalla real casa di Savoia. Nel 1848 di-
truppe giudicali e in pochi anni scom- venne senatore del Regno di Sardegna.
parve.
Petragnani, Gianni Igienista (Lan-
Petilli, Tino Attore (n. Foza 1937). A par- ciano 1893-Roma 1969). Dopo la laurea
tire dai primi anni di attività di Radio intraprese la carriera universitaria.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 224


Petri

Dal 1927 fu nominato professore di di Gallura, compreso nella curatoria di


Igiene presso l’Università di Catania. Fundimonte. Sorgeva non lontano da
Tra il 1935 e il 1943 fu direttore gene- Olbia in località Mont’e S’Abe. All’e-
rale della Sanità pubblica. Aveva stinzione della dinastia dei Visconti fu
scritto, alla fine degli anni Venti, un ar- amministrato direttamente da funzio-
ticolo sulla Sardegna, Il problema della nari del Comune di Pisa; durante la
lotta antimalarica in Sardegna, ‘‘Medi- guerra della conquista catalano-arago-
terranea’’, III, 3, 1929. nese, nel 1323, divenuto teatro delle
Petraveurra (o Feurredda) Antico villag- operazioni militari fu gravemente dan-
gio di probabile origine punico-ro- neggiato; nel 1324 venne abbandonato
mana che sorgeva nelle campagne di dalla popolazione e scomparve.
Simaxis. Faceva parte del giudicato Petretto Famiglia sassarese (secc.
d’Arborea, compreso nella curatoria XVII-XVIII). Di origine corsa, le sue
del Campidano Maggiore. Nel 1376 notizie risalgono al secolo XVII. Eb-
ebbe un brusco calo della popolazione bero il riconoscimento del cavalierato
a causa della peste e non si riprese più. ereditario nel 1637 e nel 1643 furono
Nei decenni successivi si spopolò com- ammessi allo Stamento militare du-
pletamente e scomparve. rante il parlamento Avellano. Nel 1673
i loro discendenti, con un fortunato
Petrera (o Santa Maria Itria) Antico villag-
matrimonio, ebbero il feudo di Ol-
gio. Era situato in località Pedredu, at-
medo, ma si estinsero agli inizi del se-
tualmente compresa nell’area urbana
colo XVIII.
di Muravera. Faceva parte del giudi-
cato di Cagliari, compreso nella cura- Petretto, Gavino Giurista (Sassari, sec.
toria del Sarrabus. Caduto il giudicato, XVII-?). Ottenuta la laurea in Legge,
nel 1258 entrò a far parte dei territori entrò nella magistratura e percorse
assegnati ai Visconti, che lo unirono al una luminosa carriera giungendo al
giudicato di Gallura; alla loro estin- grado di giudice della Reale Udienza.
zione fu amministrato direttamente Per la sua grande preparazione fu an-
dal Comune di Pisa. Conclusa la guerra che chiamato a insegnare per alcuni
della conquista catalano-aragonese, anni presso l’Università di Sassari, e
entrò a far parte del Regnum Sardi- fu qui consultore del Santo Uffizio. Stu-
niae. Gli abitanti del villaggio non ac- dioso di livello, lasciò anche numerose
cettarono la nuova dominazione e ten- consultazioni e allegazioni forensi.
nero un atteggiamento ostile nei con- Petri Famiglia cagliaritana (sec. XIV-?).
fronti dei nuovi venuti anche dopo il Le sue notizie risalgono al secolo XIV,
termine delle operazioni militari. Per quando nel 1380 ottenne il cavalierato
porre fine alla situazione, nel 1332 il ereditario con un Francesco. La sua di-
villaggio fu concesso a Berengario Car- scendenza presumibilmente si estinse
roz, ma poco dopo cominciò a spopo- nei secoli successivi.
larsi in conseguenza della peste. Scop- Petri, Antonio Religioso (sec. XIV). Ve-
piate le guerre tra Aragona e Arborea, scovo di Galtellı̀ dal 1379 a prima del
a causa delle ricorrenti operazioni di 1386. Apparteneva all’ordine dei Ca-
guerra, entro la fine del secolo XIV gli maldolesi. Fu eletto vescovo nel 1379
abitanti abbandonarono definitiva- dall’antipapa Clemente VII in un pe-
mente il villaggio. riodo di grande confusione politica do-
Petresa Antico villaggio di origine me- vuta allo scisma d’Occidente e alla
dioevale che faceva parte del giudicato guerra tra Arborea e Aragona che dila-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 225


Petrillas

niava la Sardegna. Probabilmente fu ma nel 2003 vi è subentrato dopo le di-


nominato in contrapposizione a un al- missioni di Nino Granara. Nel 2004 è
tro carmelitano, Antonio de Sabatinis, stato rieletto per la XIII legislatura.
eletto dal papa Gregorio XI nel 1376:
Petronilla, santa Santa (sec. I). Mar-
secondo M. Vidili il suo nome sarebbe
tire, nacque a Roma dalla famiglia dei
stato, più correttamente, Antonio di
Flavi, suo padre era Tito Flavio Petro-
Pietro; l’Eubel lo dice eletto dopo la
nio. Si convertı̀, martire sotto Domi-
morte di un Nicola, di cui però non si
ziano. «Figlia di San Pietro», secondo
ha altra documentazione.
il Martirologio Romano, per via del
Petrillas, Bernardo Uomo d’armi cata- nome: ma Petronilla è diminutivo di
lano (sec. XIV). Giunto in Sardegna nel Petronio e non di Pietro. Forse fu con-
1353 al seguito di Pietro IV, nel 1355 vertita e battezzata da San Pietro: fi-
ebbe in feudo la signoria di Samassi. glia spirituale erroneamente conside-
Scoppiata la seconda gerra tra Ma- rata carnale. L’iconografia la ritrae con
riano IV e Pietro IV ne perse il con- le chiavi in mano o mentre viene curata
trollo. da San Pietro. Colpita da paralisi –
Petrini, Maria Teresa Medico, consi- narra una leggenda del secolo IV – il
gliere regionale (n. Roma 1941). Dopo padre rifiutò di curarla perché non
essersi laureata in Medicina a Cagliari guarisse e perdesse la verginità. Amata
ha intrapreso la carriera universitaria. dal nobile romano Flacco, da lei ria-
Attualmente insegna Geriatria nell’U- mato, per non disubbidire al padre si
niversità di Cagliari. Ricca di interessi lasciò morire. San Pietro scrisse l’epi-
culturali, ha scritto anche diverse grafe funebre. Sepolta nelle cata-
opere di narrativa e saggi sulla Sarde- combe di Flavia Domitilla, matrona ro-
gna, ed è stata per alcuni anni presi- mana ritenuta della sua famiglia.
dente dell’Associazione italiana dei Un’altra leggenda: nipote di Vespa-
medici scrittori. Quando si è avvici- siano, Flavia Domitilla fu esiliata da
nata alla politica, nel 1994, schierata Domiziano perché cristiana nell’isola
nel Patto Segni, è stata eletta consi- di Pandataria, l’odierna Ventotene,
gliere regionale per l’XI legislatura. dove morı̀ verso il 100. Da lei hanno
Non è stata rieletta per la XII. preso il nome le catacombe della via
Petrini, Onorio Odontotecnico, consi- Ardeatina, perché scavate in un ter-
gliere regionale (n. Cagliari 1948). Tito- reno di sua proprietà. Nella Passio dei
lare di un avviato laboratorio odonto- Santi Nereo e Achilleo, i due eunuchi
tecnico, si è dedicato fin da giovane ai convertiti da San Pietro e diventati
problemi dei disabili, organizzando di- ciambellani di Flavia Domitilla, viene
verse associazioni con le quali ha lun- ricordata anche Santa Petronilla. Una
gamente lottato per abbattere ogni tipo delle prime cappelle della basilica va-
di barriera che escluda i disabili dal ticana venne dedicata alla santa, per il
resto della società e ha promosso im- suo altare Giovan Francesco Barbieri
portanti manifestazioni sportive a loro detto il Guercino (1591-1666) dipinse
riservate. Nell’ambito di questo impe- una pala di 30 m2, oggi esposta alla ‘‘Pi-
gno si è avvicinato alla politica e nel nacoteca Capitolina’’. Patrona della
1994 è stato eletto consigliere comu- Francia, dal 1969 il suo culto è limitato
nale di Cagliari per Forza Italia. Candi- a calendari locali o particolari. «Mi-
dato alle elezioni regionali del 1999 stica arca prodigiosa / de Perdu apostulu
per la XII legislatura non è stato eletto, ancilla / virgo Santa Petronilla / de Ge-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 226


Pettazzoni

sus fidele isposa» (Mistica arca prodi-


giosa – ancella di Pietro apostolo – ver-
gine santa Petronilla – di Gesù fedele
sposa). [ADRIANO VARGIU]
Festa Si festeggia il 7 maggio; il 31
maggio a Donigala Fenughedu.
Petrucci, Sandro Storico (n. sec. XX).
Allievo di Marco Tangheroni, dopo la
laurea si è dedicato all’insegnamento.
Ha lavorato per alcuni anni presso l’U-
niversità di Cagliari. Tra i suoi scritti:
Aspetti della distribuzione commerciale
in Sardegna: secoli XII-XIV, in Atti del
Convegno nazionale di storia del com-
mercio in Italia, 1984; Aspetti della di-
stribuzione commerciale in Sardegna:
secoli XI-XIV, in Mercanti e consumi. Or-
ganizzazione e qualificazione del com-
mercio in Italia dal XII al XIX secolo,
1986; Tra S. Igia e Castel di Castro di Ca- Raffaele Pettazzoni – Come storico delle
religioni si occupò anche delle antiche civiltà
gliari: insediamenti, politica, società pi-
sarde.
sani nella prima metà del XIII secolo, in
Santa Igia capitale giudicale, 1986; Ras-
segna di studi di storia medioevale della
Pettazzoni, Raffaele Storico delle reli-
Sardegna, ‘‘Bollettino storico pisano’’,
gioni (San Giovanni in Persiceto 1883-
LVI, 1987; Re in Sardegna e in Pisa citta-
Roma 1959). Conseguita la laurea, in-
dini. Ricerche sui domini sardi e pisani,
traprese la carriera universitaria. In-
1988; Storia politica e istituzionale della
teressato ai problemi della religione
Sardegna medioevale, in Storia dei
nuragica, giunse in Sardegna tra il
Sardi e della Sardegna (a cura di Mas-
1909 e il 1910 e lavorò con Antonio Ta-
simo Guidetti), II, 1988; Fonti e studi su
ramelli a Santa Vittoria di Serri. Della
istituzioni giudiziarie, giustizia e crimi-
sua opera principale su questo tema,
nalità nella Sardegna del Basso Medio-
La religione primitiva in Sardegna, pub-
evo, ‘‘Ricerche storiche di Piombino’’,
blicata a Piacenza nel 1912, esiste ora
XIX, 1989; Al centro della Sardegna:
anche un reprint curato dall’editore
Barbagia e barbaricini nella prima
Delfino di Sassari. Dal 1929 divenne
metà del secolo XIV, in Sardegna, Medi-
professore presso l’Università di
terraneo e Atlantico tra Medioevo e Età
Roma. Nel 1933 fu nominato accade-
Moderna. Studi storici in memoria di A.
mico d’Italia e nel 1946 accademico
Boscolo, I, 1993.
dei Lincei. Dal 1950 ha presieduto la
Petta, Paolo Politologo (n. Roma 1945). Società internazionale di Storia delle
Studioso molto noto dei problemi del Religioni e ha diretto la rivista ‘‘Nu-
federalismo, in occasione del conve- men’’. Tra i suoi scritti, riguardano la
gno cagliaritano su Lotte sociali, antifa- Sardegna anche: Antichità protosarde
scismo e autonomia in Sardegna ha pre- di Santa Vittoria, ‘‘Bullettino di Palet-
sentato una relazione su Il federalismo nologia italiana’’, XXXV, 10-12, 1909;
di Emilio Lussu, ora negli Atti, 1982. Ordalia sarde e ordalia africane, ‘‘Rivi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 227


Petti Balbi

sta italiana di Sociologia’’, XV, 1, 1911; I portanti incarichi nella Federnuoto,


primordi della religione in Sardegna, della quale attualmente è presidente
‘‘Archiv für Religions Wissenschaft’’, regionale.
XVI, 1913; Sui nuraghi sardi, ‘‘Archäo- Pettirosso = Zoologia della Sardegna
logischer Anzeiger’’, 1921.
Petza imbinada Piatto invernale
Petti Balbi, Giovanna Storica del Me- sardo. Un tempo si confezionava con
dioevo (n. sec. XX). Allieva del geno- la carne di maiale adeguatamente in-
vese Geo Pistarino, dopo la laurea ha saporita nel vino – come dice il suo
intrapreso la carriera universitaria. stesso nome – e arricchita con aromi
Attualmente è professore presso l’Uni- naturali. La carne tagliata a fette ve-
versità di Genova. Studiosa della storia niva disposta in una terrina di coccio e
catalana, ha scritto sulla Sardegna: Ca- guarnita con erbe aromatiche e gli
stelsardo e i Doria all’inizio del secolo odori tradizionali; il tutto veniva inte-
XIV, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXX, ramente ricoperto con un vino corposo
1976; Per la storia dei rapporti tra Ge- e di nerbo e lasciato marinare in luogo
nova ed Eleonora d’Arborea, ‘‘Medio- fresco per non meno di dieci ore. Otte-
evo. Saggi e Rassegne’’, 9, 1984. nuta la marinatura, le fette di carne,
Pettinau, Antonio Insegnante, consi- senza alcun altro codimento, venivano
gliere regionale (Cagliari 1919-ivi fatte soffriggere nell’olio d’oliva.
2000). Insegnante elementare, catto- Peverina Nome di piante erbacee della
lico, subito dopo la caduta del fascismo famiglia delle Cariofillacee. Il Cera-
si impegnò ancora giovanissimo nel stium supramontanum Arrigoni è una
movimento che portò alla costituzione piccola pianta perenne, totalmente ri-
della Democrazia Cristiana in Sarde- coperta da fitta peluria chiara; le fo-
gna. Per anni dirigente delle ACLI, nel glie sono piccole, opposte e lanceolate;
1961 fu eletto consigliere regionale del i fiori, bianchi, hanno petali incisi al-
suo partito per la IV legislatura nel col- l’apice; il frutto è una capsula; fiorisce
legio di Cagliari. Non rieletto per la V a fine primavera con intense fioriture
legislatura, nel 1967 tornò in Consiglio sulle garighe montane e sui calcari
regionale in seguito alle dimissioni di della Sardegna centrale, dove cresce
Ignazio Serra. Al termine della legisla- endemica. Insieme a un’altra specie di
tura non si ricandidò. p. (C. palustre Moris) anch’essa ende-
Pettinau, Giuseppe Pittore (n. Sar- mica, è inserita nell’elenco delle
dara 1943). Si è formato al Liceo arti- piante da sottoporre a vincolo di prote-
stico di Cagliari e ha esordito nel 1961, zione in base alla proposta di L.R. n.
entrando a far parte del gruppo Inizia- 184/2001. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
tiva. Dal 1964 ha allestito numerose Peyron, Amedeo Antichista, senatore
mostre personali in diverse città d’Ita- del Regno di Sardegna (Torino 1785-ivi
lia e ha ottenuto meritati riconosci- 1870). Uomo di grande preparazione e
menti. di profonda cultura, dal 1815 insegnò
Pettinau, Paolo Dirigente sportivo (n. Letteratura cristiana presso l’Univer-
Cagliari 1939). Nuotatore di livello, è sità di Torino, dove avviò la sistema-
stato campione mondiale militare di zione del Museo egizio. Nel 1834 abilitò
pallanuoto e campione italiano di sal- Giovanni Spano in Sacra Scrittura e
vamento. Lasciata l’attività agonistica Lingue orientali. Autore di importanti
è diventato allenatore federale di studi di grande livello scientifico, fu
nuoto e pallanuoto e ha ricoperto im- chiamato a far parte dell’Accademia

222

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 228


Piano di Rinascita

delle Scienze di Torino. Nel 1848 fu no- di Antichità’’, appendice II, 1986; Sar-
minato senatore, nel 1854 membro del- dinian Obsidian and Neolithic Ex-
l’Institut de France. Quando scoppiò la change in the West Mediterranean, ‘‘Stu-
polemica sulle Carte d’Arborea, fu tra dies in Sardinian Archaeology’’, II,
coloro che ne sostennero l’autenticità. 1986; La ceramica nuragica di Ortu Co-
Amico e corrispondente scientifico del midu (con P.T. Nicholson e H.L. Patter-
Lamarmora, scrisse anche una Appen- son) in Un millennio di relazioni fra la
dice all’illustrazione di una base votiva Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti
in bronzo con iscrizione trilingue, latina, del II Convegno di studi di Selargius
greca e fenicia trovata in Pauli Gerrei in 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra
Sardegna per Giovanni Spano, ‘‘Memo- il II e il I millennio a.C., 1988.
rie della Regia Accademia delle Phorcus = Forco
Scienze di Torino’’, XX, serie II.
Piana, Salvatore Imprenditore, consi-
Pezzi, Antonio Consigliere regionale gliere regionale (n. Sassari 1963). Im-
(Cagliari 1929-ivi 1989). Militante nel prenditore, di formazione cattolica, si
Partito Comunista Italiano, nel 1974 fu è sempre interessato alla politica.
candidato dal suo partito alle elezioni Dopo essere stato consigliere comu-
regionali per la VII legislatura ma non nale di Sassari, nel 1999 è stato eletto
fu eletto, nel 1979 entrò in Consiglio re- consigliere regionale del CCD nel col-
gionale subentrando a Francesco Ma- legio di Sassari per la XII legislatura.
cis. Al termine della legislatura non fu Nel corso della legislatura ha maturato
ricandidato. il suo passaggio all’UDC e in seguito ha
Phileas Edizioni Casa editrice fondata tentato di dar vita a un proprio movi-
ad Aggius nel 2000, si muove dentro, ma mento politico. Non è stato rieletto per
non solo, i confini frastagliati dell’‘‘U- la XIII legislatura.
niverso Sardegna’’. Deve il suo nome a Piano di Rinascita L’articolo 13 dello
Phileas Fogg, il protagonista de Il giro statuto speciale della Regione auto-
del mondo in 80 giorni: il viaggio, la sco- noma della Sardegna prevede la predi-
perta, l’avventura, la curiosità sono, in- sposizione da parte dello Stato, con il
fatti, i temi d’elezione. Oltre al filone concorso della Regione, di un ‘‘piano
delle guide e dei libri di viaggio segue organico per favorire la rinascita eco-
con attenzione quello della gastrono- nomica e sociale dell’isola’’. Subito
mia. [MARIO ARGIOLAS] dopo le prime elezioni regionali del
Philips, Patricia Archeologa ameri- 1949, le crescenti tensioni sociali e l’oc-
cana (n. sec. XX). Lavora nel Diparti- cupazione delle terre fecero capire
mento di Archeologia dell’Università che era giunto il momento per avviare
di Sheffield. Interessata alla preistoria una riflessione sul piano e avviare il
della Sardegna, ha studiato il sito di movimento per rivendicarne l’attua-
Ortu Comidu di Sardara, in seno alla zione. Il 6 maggio 1950 il PCI e le orga-
missione della Taft University (USA), nizzazioni sindacali (in particolare la
guidata dalla professor Miriam S. Bal- CGIL, che in quel momento varava il
muth. Tra i suoi scritti: Sardara. Preli- suo ‘‘Piano del lavoro’’) convocarono a
minary Report of Excavations 1975-78 of Cagliari il primo Congresso del Popolo
the nuraghe Ortu Comidu, ‘‘Notizie de- sardo, che viene considerato il punto
gli Scavi di Antichità’’, serie VIII, di partenza della cosiddetta ‘‘battaglia
XXXIII, 1986; Obsidian tools and waste per il P. di R.’’, sebbene la DC avesse
from Ortu Comidu, ‘‘Notizie degli Scavi rifiutato di parteciparvi. Prosecuzione

223

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 229


Piano di Rinascita

(che sarebbe dovuta essere anche in di 862 miliardi di lire, di cui 546 a ca-
qualche modo polemica) fu, sempre a rico dello Stato e gli altri 316 a carico di
Cagliari, il convegno regionale per la privati. La fine delle Giunte regionali
Rinascita della Sardegna, 8 settembre appoggiate a destra e l’avvio degli
1950, che vide la partecipazione dei esperimenti volti a preparare il cen-
sindaci di tutti i centri dell’isola; sulla tro-sinistra di Efisio Corrias, grazie an-
base delle sue mozioni il Consiglio re- che alla svolta impressa alla politica
gionale approvò (all’unanimità) un odg regionale dai ‘‘Giovani Turchi’’ sassa-
che richiedeva al governo centrale resi, diede un impulso decisivo alla ri-
l’approntamento di un P. di R. in attua- vendicazione del Piano. Il 23 gennaio
zione dell’articolo 13 dello statuto. Il 1959 il Consiglio dei ministri decise di
dibattito sulla necessità del Piano aprı̀ accantonare le risorse necessarie per
una fase di studio e di confronto poli- il finanziamento del P. di R. nel bilan-
tico che durò praticamente 14 anni e fu cio preventivo dello Stato per il 1959-
segnata da momenti di unità ma anche 60. In vista della definizione del pro-
da profonde divergenze politiche. Il 18 getto il Consiglio regionale, con legge
giugno 1951, sulla base di un accordo del marzo 1959, istituı̀ l’Assessorato
tra la Giunta regionale e il governo, fu alla Rinascita che avrebbe dovuto
insediato un Comitato direttivo di stu- avere il compito di dirigere la realizza-
dio che avviò una serie di ricerche per zione del Piano. Il 21 maggio succes-
una più precisa conoscenza della si- sivo fu insediato un Comitato misto
tuazione dell’isola; nel dicembre, sulla Stato-Regione per la predisposizione
base di un’intesa tra il Comitato dei Mi- degli strumenti legislativi di attua-
nistri per il Mezzogiorno e la Regione, zione del Piano, e il 3 luglio il Comitato
questo organismo fu sostituito da una dei Ministri per il Mezzogiorno istituı̀
Commissione economica di studio per una seconda commissione di studio
la Rinascita della Sardegna, che aveva per la predisposizione di un Rapporto
il compito di studiare le risorse dell’i- conclusivo, compito che fu portato a
sola e di prospettare gli interventi più termine in tre mesi. Il varo del Piano
efficaci per metterle a frutto in vista di sembrava imminente: il 18 novembre i
uno sviluppo economico e sociale. La risultati dei lavori della Commissione
commissione fu costituita da studiosi, furono presentati al presidente del
tecnici e politici di alto profilo, ma per Consiglio dei ministri (che era Antonio
mancanza di fondi cominciò a operare Segni) e, dopo l’agitata parentesi del
solo nel 1954 e consegnò i risultati dei governo Tambroni, il nuovo governo
suoi lavori al Comitato dei Ministri per Fanfani (con Segni ministro degli
il Mezzogiorno soltanto nel 1958. Il rap- Esteri) lo approvò il 17 gennaio 1961,
porto elaborato dalla Commissione sulla base anche delle osservazioni e
aveva individuato alcuni ‘‘punti d’at- delle proposte del Consiglio regionale
tacco’’ ritenuti essenziali per la valo- (seduta del 22 ottobre 1960). Il progetto
rizzazione delle risorse dell’isola, ipo- prevedeva a carico dello Stato una
tizzando il coinvolgimento di forze eco- spesa di 400 miliardi di lire in 15 anni.
nomiche e sociali e auspicando un in- Il 28 gennaio il P. di R. iniziò a essere
tervento flessibile da realizzare in due discusso in Senato; mentre si svolgeva
fasi: una prima della durata di dieci la discussione parlamentare, anche il
anni e una seconda della durata di Consiglio regionale avviò una discus-
trent’anni, con un costo complessivo sione di approfondimento del testo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 230


Piantaggine

proponendo alcune modifiche al Se- getto di ‘‘programmazione globale’’. In-


nato, che concluse i suoi lavori appro- tanto nell’isola era stato già avviato un
vando il Piano il 24 novembre 1961 vasto processo di industrializzazione,
(contrari PCI e PSI). Nei mesi succes- il cui parziale fallimento negli anni
sivi la discussione del Piano passò alla Settanta portò all’acuirsi di tutti i rap-
Camera dei deputati e si concluse su- porti sociali. Si affermò che il primo P.
bito dopo. Il testo della legge 588, l’11 di R. aveva esaurito i suoi compiti (e i
giugno 1962 venne pubblicato sulla suoi fondi) e che perciò occorreva un
‘‘Gazzetta Ufficiale’’. Il Piano indicava suo rifinanziamento. La proposta
obiettivi capaci di trasformare la situa- venne presentata in Senato il 26 set-
zione sarda mediante un intervento tembre 1972, in un clima di tensione in
che la legge definiva «organico, ag- cui i sindacati aprivano la ‘‘Vertenza
giuntivo e straordinario» rispetto alle Sardegna’’ denunciando il fallimento
fonti ordinarie di finanziamento previ- dell’industria petrolchimica e propo-
ste per la Sardegna. Per raggiungere nendo il rilancio delle risorse locali.
questi obiettivi individuava le strut- Cosı̀ il 30 maggio 1974 il Parlamento ap-
ture territoriali (zone omogenee) entro provò la legge 268 (già legge 509) che
le quali si sarebbe dovuto operare con prevedeva il rifinanziamento del
strumenti di pianificazione detti Piani Piano con 600 miliardi da spendere in
zonali speciali. I 400 miliardi stanziati 10 anni sulla base di una nuova impo-
avrebbero dovuto essere spesi nel do- stazione della programmazione. La
dicennio 1962-1974, sulla base di pro- chiusura degli stabilimenti petrolchi-
grammi elaborati e attuati dalla Re- mici di Porto Torres, nel febbraio 1975,
gione e approvati dal Comitato dei Mi- accelerò la ricerca delle condizioni
nistri per il Mezzogiorno. Per passare per il rilancio del P. di R.: i nuovi stru-
alla fase operativa, la Regione definı̀ menti di programmazione furono va-
meglio i propri compiti con la legge 11 rati nell’agosto 1975 con la L.R. n. 33, e
luglio 1962, n. 7, nella quale individuò nell’aprile 1976 fu convocata una Con-
gli strumenti attuativi del Piano. Fu- ferenza regionale della Programma-
rono cosı̀ costituiti un Centro di pro- zione col compito di definire i conte-
grammazione e dei Comitati zonali di nuti della nuova strategia in linea con
sviluppo, uno per ogni zona omogenea. la concezione della democrazia parte-
Questi strumenti permisero all’Asses- cipativa di quegli anni.
sorato alla Rinascita di entrare final- Piantaggine Genere di piante erbacee
mente in funzione. La programma- della famiglia delle Plantaginacee. 1.
zione divenne cosı̀ la dimensione tec- La p. lanciola, detta anche lingua di
nico-politica individuata per l’attua- cane (Plantago lanceolata L.), è la più
zione del Piano, e le giunte regionali comune e diffusa; erba perenne dal
che si susseguirono negli anni seguenti grosso rizoma, da cui si diparte una ro-
si mossero entro questa prospettiva. A setta di foglie allungate e appuntite,
metà degli anni Sessanta i non soddi- dal margine liscio, con nervature evi-
sfacenti risultati ottenuti dal Piano denti nella pagina inferiore; su lunghi
portarono a un dibattito approfondito steli crescono i fiori raccolti in una
in Consiglio e tra le forze politiche, ed breve spiga piumosa, bruno-rosati con
emerse la necessità di modificare la antere gialle sporgenti. Cresce nei luo-
strategia della programmazione in ghi incolti. 2. La p. maggiore (Plantago
base alla quale fu ipotizzato un pro- major L.) e la p. media (Plantago media)

225

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 231


Pianu

hanno caratteristiche simili e si distin- gini delle spiagge. Nella medicina po-
guono dalle dimensioni delle foglie, polare tutte le specie di p. sono usate
più larghe e spatolate nella prima e in- come astringenti, depurative e antin-
termedie nella seconda; anche le ner- fiammatorie. Nomi sardi: cincu ’enas
vature inferiori della p. maggiore sono (campidanese); erba stérria (campida-
più marcate. Nomi sardi: alba kapruna nese); nevriada (nuorese); erva ’e mu-
(gallurese); ling’ e cani (campidanese). sca, pei ’e pudda. [MARIA IMMACOLATA BRI-
GAGLIA]
Pianu Antico villaggio di origine me-
dioevale che faceva parte del giudicato
di Torres, compreso nella curatoria di
Montacuto. Sorgeva poco distante da
Ozieri. Subito dopo l’estinzione della
famiglia giudicale di Torres fu conteso
tra gli Arborea e i Doria, che nel 1272
finirono per impossessarsene. Nei de-
cenni successivi il villaggio continuò a
rimanere in loro possesso e quando
essi resero omaggio al re d’Aragona,
dopo la conquista, entrò a far parte del
Regnum Sardiniae. Nel 1325 i Doria si
ribellarono, iniziando una lunga
guerra contro gli invasori; P. allora fu
gravemente danneggiato e cominciò a
decadere. Allo scoppio della seconda
guerra tra Arborea e Aragona fu occu-
pato dalle truppe arborensi che lo ten-
nero fino alla caduta del giudicato nel
1409. Nel 1421 fu compreso nel feudo
Piantaggine – Un esemplare di piantaggine che il re d’Aragona concesse a Ber-
maggiore. nardo Centelles, ma proprio allora co-
minciò a spopolarsi. Nei secoli succes-
3. La p. barbatella (Plantago coronopus sivi seguı̀ le vicende feudali della con-
L.), detta anche coronopo, è annuale, tea d’Oliva e passò dai Centelles ai Bor-
ha foglie in una fitta rosetta basale, gia. Fu abbandonato definitivamente
lunghe, pennate con apice allungato, dopo il 1653 a causa della peste.
che stanno attaccate al terreno e sono Pianu, Giampiero Archeologo (n. Car-
ricoperte di peluria; i fiori sono riuniti bonia 1949). Professore associato di Ar-
in dense spighe verdastre, poco appa- cheologia e Storia dell’Arte greca e ro-
riscenti, uniche su un lungo stelo; i mana e Metodologia e Tecniche della
frutti sono capsule con due semi. Per Ricerca archeologica nella Facoltà di
la posizione delle sue foglie è detta an- Lettere dell’Università di Sassari (dal
che erba stella ed è usata in cucina 2000). Formatosi presso l’Università di
come insalata fresca o bollita, commer- Cagliari alla scuola di Mario Torelli
cializzata sia nella versione selvatica (1973), ha conseguito il diploma di per-
che in quella coltivata. Cresce diffusa- fezionamento in Archeologia e Storia
mente sui bordi delle strade e ai mar- dell’Arte greca e romana a Cagliari

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 232


Picasso

(1979), l’idoneità a ispettore archeo- dei personaggi della società cittadina


logo nelle Soprintendenze archeologi- di quegli anni e ospitò gustose vignette
che (1981). Ha diretto diversi scavi ar- di alcuni dei disegnatori più noti. Il suo
cheologici nell’area della c.d. Villa di modello e la sua testata, in seguito, fu-
Tigellio a Cagliari, in collaborazione rono più volte ripresi in pubblicazioni
con Simonetta Angiolillo e Annamaria che tendevano a ripeterne l’imposta-
Comella (1980, 1982-83), a Policoro nel- zione e lo stile.
l’area del santuario di Demetra, dell’a- Pibiri Serra, Giorgio Mercedario (Ca-
gorà e dell’acropoli di Eraclea Lucana gliari, seconda metà sec. XVII-Madrid,
(1985-1997) e nella fattoria in località prima metà sec. XVIII). Scoppiata la
Trojli (1994), presso il villaggio di guerra di successione spagnola, si
Santu Antine a Torralba (2003-2004), in schierò nel partito favorevole a Filippo
località San Cromazio a Villaspeciosa V, per cui nel 1708 fu costretto a la-
(1980-1982, 1998-2004), scavi tuttora in sciare la Sardegna stabilendosi defini-
corso. La sua produzione scientifica tivamente a Madrid. Fu autore di al-
conta una nutrita serie di articoli e al- cune opere di carattere religioso che
cune importanti monografie tra le gli diedero una discreta notorietà, tra
quali: Materiali del Museo Archeologico cui: Sermon por la Virgen de las Merce-
Nazionale di Tarquinia I. Ceramiche des e Los socorros de la protegedora S.
etrusche a figure rosse, 1980; Materiali Maria de Cervellon. Oracion panegy-
del Museo Archeologico Nazionale di rica, stampate entrambe a Barcellona
Tarquinia III. Ceramiche etrusche so- nel 1710.
vradipinte, 1982; Itinerari etruschi I, Pe-
rugia, 1985; Gli Etruschi. Cinque miti da Picaparders Vocabolo catalano (in
sfatare, 1985; La necropoli meridionale sardo, piccaparderi, piccapedreri) con
di Eraclea I. Le tombe di secolo IV e III cui venivano genericamente indicati i
a.C., 1990; Il Bucchero. Scavi al santua- muratori: letteralmente erano coloro
rio greco di Gravisca, 2000; L’agorà di che costruivano i muri in pietra. Nel
Eraclea Lucana, 2002. [DOLORES TOMEI] corso del secolo XVI i muratori ap-
paiono a Cagliari e nelle altre città re-
Piazza, Ruggero Religioso (Sicilia, gie organizzati in gremi; alcuni di essi
prima metà sec. XIV-?). Vescovo di vengono chiamati ‘‘maestro’’. Dall’ana-
Bosa dal 1360 al 1363. Apparteneva al- lisi dei monumenti pubblici e privati
l’ordine francescano dei Minori ed era risalenti ai secoli XVI e XVII si può af-
teologo di buona reputazione. Era pro- fermare che furono gli incontrastati
vinciale del suo ordine quando nel protagonisti della costruzione delle
1360 Innocenzo IV lo nominò vescovo. chiese gotico-aragonesi e gli esecutori
Prese possesso della diocesi in anni di delle loro decorazioni interne ed
grande tensione politica a causa del- esterne.
l’imminenza della nuova guerra tra
Picasso Famiglia cagliaritana (secc.
Aragona e Arborea; nel 1363 fu trasfe-
XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al
rito a Mazzara del Vallo.
secolo XVI; ottenne il cavalierato ere-
‘‘Pibiri e sali’’ Notissimo settimanale ditario nel 1599 con un Michele valo-
satirico-umoristico (‘‘il miglior condi- roso uomo d’armi. Lo stesso Michele
mento al riposo domenicale’’, era lo nel 1600 ebbe l’uso dello stemma e nel
scherzoso sottotitolo) che uscı̀ a Ca- 1605 il riconoscimento della nobiltà. I
gliari dal 1918 all’ottobre 1920. Con- suoi discendenti si estinsero nel corso
dusse una garbata satira nei confronti del secolo XVII.

227

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 233


Picchio

Picchio = Zoologia della Sardegna combattentismo al Sardismo. Questione


sarda ed identità culturale nelle riviste
Picciau, Maria Dolores Studiosa di
‘‘Sardissima’’ (1920) e ‘‘La Tanca’’
storia dell’arte (n. Varese 1966). Si è
(1924), ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXIX,
laureata in Lettere a Cagliari, con una
2003; Antine Nivola tra identità e inno-
tesi sui problemi dell’identità femmi-
vazione, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXX,
nile tra Cinquecento e Seicento, spe-
2004; Identità e feuilleton. Grazia De-
cializzandosi in seguito in studi sardi.
ledda e la ‘‘Donna Sarda’’, ‘‘Quaderni
Studiosa dei problemi della cultura
bolotanesi’’, XXXI, 2005.
sarda del Novecento, svolge anche atti-
vità giornalistica e di presentatrice ra- Piccioni Famiglia cagliaritana (secc.
diotelevisiva. Tra in suoi scritti: Un XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al
giornalista sardo dell’800: Stefano Sam- secolo XVI. Alcuni dei suoi membri fu-
pol Gandolfo, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, rono eletti consiglieri della città e uno
1995; L’architettura sommersa. Nota di essi, un Tommaso, ottenne il cavalie-
sulla chiesa camaldolese di S. Pietro di rato ereditario nel 1600.
Bidonı̀, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXI, Piccioni, Eusebio Teologo (Cagliari,
1995; Percorsi di identità femminile, sec. XVII-?). Entrato nell’ordine dei
‘‘Quaderni sardi di filosofia, lettera- Domenicani, completò i suoi studi e fu
ture e scienze umane’’, 2, 1995; La ordinato sacerdote. Dopo essere stato
donna allo specchio. Riflessioni metodo- alcuni anni a Pisa, fu inviato in Sarde-
logiche sull’identità femminile agli al- gna come messo apostolico del suo or-
bori della modernità in Forme della mo- dine, e in seguito divenne vicario gene-
dernità. Saggi di metodologia di scienze rale per la Sardegna. Insegnò per anni
sociali, 1995; Le radici perdute. Cultura nell’Università di Cagliari e fu autore
artistica e identità nella rivista ‘‘il Nura- di molti trattati, dei Colloqui spirituali
ghe’’ 1923-1929, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, tra Gesù e il Beato Enrico e di molte
XXII, 1996; La storia sommersa. Saggi opere manoscritte, attualmente custo-
di teoria dell’arte, 1996; Identità neces- dite nella Biblioteca Universitaria di
saria. Arte, storia e istituzioni nella rivi- Cagliari.
sta ‘‘I Shardana’’, ‘‘Quaderni bolota-
Piccioni, Giovanni Antonio Orafo (Ca-
nesi’’, XXIII, 1997; Arte e identità nella gliari, sec. XVII-?). Fu considerato tra i
rivista ‘‘Mediterranea’’ 1925-1935, migliori artigiani del suo tempo; aveva
‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXIV, 1998; bottega a Cagliari nel quartiere di Vil-
Critica d’arte ed identità nella rivista lanova.
‘‘Mediterranea’’, ‘‘Studi tuveriani. An-
nuario sardo di storia, politica e cul- ‘‘Piccola rivista, La’’ Periodico poli-
tura’’, 1 1998; Tra fascismo e sardismo. tico, amministrativo e letterario pub-
Il problema dell’identità rinnovata nelle blicato a Cagliari tra il dicembre 1898
riviste ‘‘Pattuglia’’ e ‘‘Sud Est’’, ‘‘Qua- e il luglio 1900; usciva due volte al mese
derni bolotanesi’’, XXV, 1999; Tra com- diretto da Ranieri Ugo: una nota della
battentismo e fascismo, Cultura artistica Bibliografia sarda del Ciasca la dice
e problemi dell’identità nella ‘‘Rivista «rivista d’arte seria e coraggiosa, defi-
Sarda’’ (1919-1923), ‘‘Quaderni bolota- nita con compiacente amplificazione,
nesi’’, XXVI, 2000; Salvatore Fancello. ‘‘palestra genialmente superba di utili
Tra mito e sogno. La coscienza delle pro- e nobilissime cose’’».
prie radici, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, ‘‘Piccola Sardegna, La’’ Periodico.
XXVII, 2001; Carte d’autore, 2001; Dal Recava come sottotitolo ‘‘Gazzetta

228

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 234


Pierangeli

della Gallura e dell’Anglona’’. Uscı̀ per grafia: Cenni sul codice penale albertino
18 numeri a La Maddalena dal giugno promulgato in Sardegna, stampata a
al novembre 1908 con cadenza settima- Cagliari nel 1948.
nale. Lo stampava Gio Maria Baiardo,
Picinelli, Giuseppe Giurista (Sassari
ormai in procinto di trasferire a Sas-
1850-Cagliari 1937). Dopo la laurea in
sari la sua attività di tipografo.
Giurisprudenza si trasferı̀ a Cagliari,
‘‘Piccolo giornale della Sardegna’’ dove intraprese la carriera universita-
Settimanale pubblicato a Sassari, uscı̀ ria. Fu nominato professore di Diritto
per 31 numeri dal gennaio all’ottobre romano presso quell’Università;
1862, stampato nella tipografia Ciceri. amico di Ottone Bacaredda, schierato
Di orientamento liberale moderato, nel gruppo politico detto ‘‘La Giovane
era in qualche modo la continuazione Sardegna’’, intraprese con lui la lotta
del periodico ‘‘La Costituzione’’, ani- contro la vecchia classe dominante.
mato da Salvatore Manca Leoni, che – Dal 1890 fu più volte eletto consigliere
uscito nel gennaio 1861 – cessò le pub- comunale e assessore del Comune di
blicazioni quasi contemporaneamente Cagliari; tra il 1902 e il 1904 fu sindaco
all’apparizione del ‘‘P.g.d.S.’’, tanto che negli anni in cui Bacaredda era depu-
questo dal secondo numero mise nella tato. Continuò a rimanere vicino all’a-
data ‘‘anno IV’’. mico anche nell’ultima fase della sua
Piccolomini Famiglia algherese (secc. vita politica. Dopo l’avvento del fasci-
XVII-XIX). Discendeva dai Piccolo- smo si ritirò a vita privata. Oltre l’opera
mini di Siena. Questo ramo viene da storica (legata, comunque, al suo impe-
un Diego, figlio naturale di Ottavio gno di amministratore cittadino) Cenni
duca d’Amalfi, appartenente al ramo storici sui privilegi e sulle prerogative
dei Piccolomini d’Aragona, che nella della città e dei consiglieri di Cagliari
seconda metà del secolo XVII si stabilı̀ nel sec. XIV, 1903, lasciò testimonianze
in Sardegna. Nel 1698 egli fu ammesso della sua attività civica in relazioni
allo Stamento militare durante il par- sulla gestione del Patronato scolastico
lamento Montellano; i figli Enrico e Co- cagliaritano negli anni 1898-1901 e
simo, passata la Sardegna ai Savoia, nella proposta di transazione ‘‘offerta
nel 1720 ottennero il titolo di conte sul dal fallito Credito agricolo’’, pubbli-
cognome. I loro discendenti, nel corso cata nel 1892.
del secolo XVIII, si trasferirono a Cu- Pierangeli, Anna Maria Attrice cine-
glieri, dove la famiglia si estinse nel se- matografica (Cagliari 1932-Los Angeles
colo XIX. 1971). Esordı̀ nel dopoguerra in alcuni
Picinelli, Domenico Magistrato, depu- film italiani. Nel 1950 si trasferı̀ in
tato al Parlamento subalpino (Ozieri America a Hollywood dove, col nome
1804-Cagliari 1881). Entrato in magi- di Pier Angeli, interpretò numerosi
stratura dopo aver conseguito la lau- film raggiungendo notorietà interna-
rea in Giurisprudenza, percorse una zionale. Tra i suoi film si ricordano: Do-
brillante carriera raggiungendo il mani è troppo tardi, 1949; Domani è un
grado di consigliere della Corte d’Ap- altro giorno, 1951; Teresa, 1951; Som-
pello. Di idee liberali, nel 1853 fu eletto brero, 1953; Storia di tre amori, 1953; Il
deputato per la V legislatura del Parla- calice d’argento, 1954; La fiamma e la
mento subalpino, ma nel 1854 rinunciò carne, 1954; Lassù qualcuno mi ama,
al mandato parlamentare ritirandosi a 1956; Il principe del circo, 1958; Sodoma
vita privata. Ha al suo attivo una mono- e Gomorra, 1962; I moschettieri del

229

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 235


Piercy

mare, 1962; La battaglia dei giganti, tribuendo alla progettazione della rete
1965; Nelle pieghe della carne, 1970; ferroviaria del Galles; in seguito fu no-
Quell’amore particolare, 1970. minato progettista e direttore della li-
nea ferroviaria Cagliari-Porto Torres.
Giunse in Sardegna nel 1862 e negli
anni successivi, aiutato anche da suo
fratello Robert, lavorò senza tregua
per la realizzazione del progetto. Nel
1878 pubblicò un opuscolo illustrativo
dello stato di avanzamento del pro-
getto ferroviario, Compagnia Reale
delle ferrovie sarde. Costruzione delle li-
nee del 2º periodo (ferrovia Paulilatino-
Macomer), e nel 1886 una sintesi della
continuazione dell’impresa, Cenni ge-
nerali sui progetti delle linee comple-
mentari sarde. Finı̀ per stabilirsi in
Sardegna, dalla quale si allontanò solo
in occasione di due brevi periodi in cui
fu impegnato in India; portò con sé an-
che la famiglia legandosi profonda-
mente all’isola. In territorio di Bolo-
tana acquistò le tenute di Badde Sali-
ghes e di Padrumannu e nelle vici-
Anna Maria Pierangeli – Dopo gli inizi in
Italia, l’attrice cagliaritana continuò la nanze di Domusnovas la foresta di
carriera negli Stati Uniti. Oridda. Nel 1878 pubblicò un opuscolo
illustrativo dello stato di avanzamento
del progetto ferroviario, Compagnia
Piercy Famiglia inglese (secc. XIX-
Reale delle ferrovie sarde. Costruzione
XX). Nel corso del secolo XIX si radicò
in Sardegna con l’ingegner Benjamin, delle linee del 2º periodo (ferrovia Pauli-
protagonista dell’impianto della rete latino-Macomer), e nel 1886 una sintesi
ferroviaria in Sardegna. A partire dal della continuazione dell’impresa,
1879, egli acquisı̀ un vastissimo patri- Cenni generali sui progetti delle linee
monio fondiario nelle campagne di Bo- complementari sarde.
lotana; dopo la sua morte la famiglia Piercy, villa Edificio che si trova in ter-
continuò a frequentare la Sardegna, ritorio di Bolotana. Fu costruita nel
ma la cattiva amministrazione e le liti 1865 da Benjamin Piercy nel suo teni-
familiari la costrinsero a disfarsi pro- mento di Badde Salighes. È una costru-
gressivamente di quelle immense pro- zione a base rettangolare con quattro
prietà, sino ad abbandonare i propri torri cilindriche ai lati. Inserito in un
interessi in Sardegna verso gli anni lussureggiante parco, si ispira ai ca-
Trenta del Novecento. stelli inglesi. Era al centro della
Piercy, Benjamin Ingenere ferroviario grande azienda Padrumannu-Badde
(Trefeglwys, Regno Unito, 1827-Londra Salighes; «estesa per 4 mila ettari –
1888). Completati gli studi di ingegne- scrive Paolo Fadda – , con un preva-
ria, si specializzò nel settore dell’inge- lente indirizzo zootecnico-cerealicolo,
gneria ferroviaria. Si pose in luce con- occupava oltre 200 coloni ed approvvi-

230

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 236


Pietro

gionava di latticini e carni i mercati Cagliari, come settimanale dal giugno


delle città borghesi dell’isola. Era do- 1872 al dicembre 1874 in polemica con
tata di un burrificio e di un caseificio la stampa anticlericale, in particolare
d’impianto moderno, e già praticava si- ‘‘La Bugia’’. Gerente Valerio Pili.
stemi di conduzione ‘‘agronomica’’, al- ‘‘Pietra infernale, La’’2 Periodico. Uscı̀
levando leggendarie mandrie di bovini a Sassari nel 1901, come «giornale vo-
ed equini di grande selezione gene- lubile, diretto e amministrato da Nico-
tica». demo Esposito. Esce quando vuole,
Piergiovanni, Vito Storico del diritto parla quando vuole e tocca tutti con la
(n. Bari 1939). Dopo la laurea ha intra- punta della sua pietra». Durò forse un
preso la carriera universitaria. Stu- solo numero.
dioso tra i più autorevoli della storia
Pietrella, Armando Direttore generale
del diritto italiano, con particolare ri-
delle scuole della Sardegna (n. Roma
guardo al Medioevo, attualmente di-
1944). Entrato al Ministero della Pub-
rige l’Istituto di Storia del Diritto della
blica Istruzione nel 1965 come impie-
Facoltà di Giurisprudenza dell’Uni-
gato, si è laureato in Giurisprudenza
versità di Genova. Ha dedicato all’isola
nel 1969. Negli anni successivi ha per-
il saggio Il diritto genovese e la Sarde-
corso una brillante e rapida carriera
gna, ‘‘Quaderni sardi di Storia’’, 4,
che lo ha portato al grado di dirigente
1983-84.
superiore nel 1996. Studioso dei pro-
Pieroni, Oreste Bancario, sindaco di blemi della scuola, ha avuto una lunga
Sassari (Sassari 1899-ivi 1976). Impie- esperienza come docente nella scuola
gato dell’ICAS (Istituto di Credito Agra- di management della LUISS ed è au-
rio per la Sardegna), nell’immediato tore di interessanti saggi. Nel 2001, di-
dopoguerra ne divenne direttore gene- ventato direttore generale, è stato pre-
rale. Nel 1946 fu eletto sindaco di Sas- posto all’Ufficio regionale della Sarde-
sari, carica che tenne fino al 1954, gui- gna. Nel corso degli anni seguenti ha
dando per alcuni anni giunte di centro: dato un notevole impulso allo sviluppo
suo particolare titolo di merito fu la della scuola nell’isola, della quale ha
‘‘scoperta’’ della spiaggia di Abbacur- imparato a conoscere pregi e difetti.
rente, tra Porto Torres e Sorso, che, Inserito nell’ambiente, ha fatto di Ca-
più conosciuta con il nome di Plata- gliari la sua città di elezione. Tra i suoi
mona, fece diventare la ‘‘spiaggia dei scritti: Guida alle elezioni scolastiche,
sassaresi’’. 1980; La gestione collegiale della scuola,
Pier Tommaso, san (in sardo, Santu 1987; Gli organi collegiali, 1994; Il coor-
Pieru) Santo vescovo (Breil, Spagna, dinatore amministrativo nell’organizza-
1305-Cipro 1366). Carmelitano, pa- zione scolastica in italia, 1993.
triarca di Costantinopoli, da Urbano V Pietro 1 Religioso (Logudoro, prima
incaricato di «guidare una crociata metà sec. XII-?). Arcivescovo di Torres
contro i turchi», ferito ad Alessandria dal 1154 al 1170. Ricordato dal conda-
d’Egitto, tre mesi dopo morı̀ a Cipro, il ghe di San Pietro di Silki come «arkipi-
6 gennaio 1366. Canonizzato da Paolo V scopu Petru Monacu de Torres», era un
(1608). [ADRIANO VARGIU] monaco di vita santa, fu nominato arci-
Festa Si festeggia il 25 gennaio. vescovo durante il regno di Barisone II
‘‘Pietra infernale, La’’1 Periodico. Il ti- di Torres. Governò in un periodo di
tolo continuava: «per la conoscenza e grandi tensioni a causa dell’attacco di
le ulceri fangose della stampa». Uscı̀ a Barisone I d’Arborea e della spregiudi-

231

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 237


Pietro

cata politica del suo signore nei con- como Massaguer, canonico della catte-
fronti dei Genovesi. drale di Cagliari.
Pietro2 Religioso (sec. XIV). Vescovo di Pietro II2 Religioso (?, prima metà sec.
Bosa dal 1349 a prima del 1351. Appar- XIII-Oristano 1289). Arcivescovo di
teneva all’ordine dei Benedettini. Fu Oristano dal 1280 al 1289. Monaco di
per anni priore di San Marziale di Ca- San Prospero di Reggio, fu nominato
hors e per la sua fama di uomo colto fu arcivescovo di Oristano nel 1280.
chiamato alla corte pontificia. A Roma Giunse nella sua sede dopo un lungo
divenne redattore dei rescritti ponti- periodo nel quale la sede era stata va-
fici e nel 1349 Clemente VI lo nominò cante e si adoperò per ridare vigore
vescovo. Il 20 gennaio 1351 non figura alla diocesi.
più come vescovo. Pietro III Religioso (?, fine sec. XIII-
Pietro I 1
Religioso (sec. XII). Arcive- Oristano 1349). Arcivescovo di Oristano
scovo di Cagliari dal 1126 al 1141(?). dal 1346 a prima del 1349. Fu nominato
Particolarmente caro a papa Onorio arcivescovo nel 1346 e governò la dio-
II, nel 1126 ebbe il privilegio del pallio cesi in un clima di tensione seguito alla
e il diritto di acquisire l’eredità dei sa- morte del giudice Pietro III e all’ascesa
cerdoti morti senza testamento. Curò del giudice Mariano IV, fautore di una
con impegno particolare il restauro rottura con gli Aragonesi. Fu incari-
delle chiese della sua diocesi. Nel cato dal papa di verificare l’opportu-
1141 gli sarebbe succeduto Costantino, nità di trasferire la sede dell’archidio-
vescovo di Ales dal 1412 al 1414. cesi di Torres a Sassari.
Pietro, san (in sardo, Santu Perdu,
Pietro I2 Religioso (?, sec. XI-Oristano,
Santu Predu, Santu Petru) Santo (Bet-
prima metà sec. XII). Arcivescovo di
saida, ?-Roma, 64/67). Apostolo e mar-
Oristano dal 1131 al 1146. Legato alla
tire. Nacque a Betsaida in Galilea, fi-
dinastia dei Lacon Serra, probabil-
glio di Giona, pescatore come il fratello
mente fu cancelliere giudicale ai
Andrea, entrambi risiedevano a Cafar-
tempi del giudice Comita III, del quale
nao, villaggio sul lago di Tiberiade.
assecondò la politica di apertura nei
Dall’accenno alla suocera guarita da
confronti di Genova.
Gesù risulta che era sposato, ma la mo-
Pietro II1 Religioso (?, seconda metà glie non compare mai, a meno che non
sec. XIV-Cagliari 1422). Arcivescovo di la s’identifichi con la ‘‘donna sorella’’
Cagliari dal 1414 al 1422. Apparteneva che lo seguiva. Probabilmente disce-
all’ordine francescano dei Minori ed polo di Giovanni Battista. Gesù gli cam-
era dottore in Decretali. Subito dopo biò il nome: il giudaico Simeone o Si-
la caduta del giudicato d’Arborea, nel mone, ‘‘figlio della colomba’’, diventò
1412 fu nominato vescovo di Ales dal- Kêphâ, Cefa, Pietro, nel significato di
l’antipapa Benedetto XIII; si insediò ‘‘roccia’’. La pietra fondamentale della
in un momento di grande incertezza Chiesa. Animo semplice, aperto e
politica, quando il possesso del territo- schietto, generoso. Rinnegò tre volte
rio della sua diocesi era disputato tra Gesù, ma lavò l’onta piangendo amara-
Leonardo Cubello e Berengario Ber- mente. Dopo la risurrezione, Gesù lo
tran Carroz. Nel 1414 l’antipapa lo no- riconfermò nella missione di pastore
minò arcivescovo. Prese possesso con universale. Annunciò il Vangelo e
l’opposizione del capitolo, che gli con- fondò chiese in Siria, Giudea e in tante
trappose per un certo periodo Gia- altre città dell’Asia Minore. Erode

232

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 238


Pietro

Agrippa lo fece arrestare (43). Prese della cattedrale di Ales. Non mancano i
parte al concilio di Gerusalemme (49). sostenitori, sulla scia delle Carte d’Ar-
Fu in Grecia e a Roma, dove lo rinchiu- borea, di una sua venuta nell’isola verso
sero nel carcere Tullianum, Mamer- il 46-53.
tino in epoca medioevale, e dove morı̀
martire nel 64-67, crocifisso a testa in
giù, come i Romani crocifiggevano gli
schiavi, nei giardini di Nerone, sul
colle Vaticano. Sulla sua tomba è sorta
la basilica costantiniana. Il suo marti-
rio a Roma, ‘‘città privilegiata’’, sede
della Chiesa, è stato messo in dubbio
da diversi studiosi. Paolo VI nel giugno
del 1968 annunciò il ritrovamento
delle sue reliquie nel sottosuolo della
basilica vaticana. Gli sono attribuite
due Epistole.
In Sardegna Patrono di Ales, Assemini,
Bassacutena, Buggerru, Carloforte,
Fordongianus, Giba, Ittiri, Loceri, Lo-
culi, Monastir, Neoneli, Nurallao, Nura-
minis, Nuxis, Olia Speciosa, Orgosolo
(insieme a San Paolo), Ortacesus, Per-
dasdefogu, Pirri, Ploaghe, San Basilio,
Scano di Montiferro, Settimo San Pie-
tro, Sisini, Solanas (frazione di Cabras),
Terralba, Torralba, Villa San Pietro e
Zuri. Sono tanti gli edifici che portano
il suo nome. Romanico-vittorina, citata
in una carta del 1090, la chiesa di Ca- San Pietro – Il santo in un particolare della
gliari, il simulacro è di Antonio Castan- pala d’altare del Maestro di Castelsardo
gia, allievo di Giuseppe Antonio Lonis conservata nella chiesa parrocchiale di Tuili.
(sec. XVIII). Romanica (sec. XIII) quella
di Sassari, San Pietro di Silki, famosa Patrono di pescatori, pescivendoli,
per il condaghe che da essa ha preso il portieri, mietitori, orologiai, è invo-
nome. I condaghes, dal bizantino kontá- cato anche per salvare la casa e la fami-
kion, erano i registri dove i monaci tra- glia dai malintenzionati: «Deu serru sa
scrivevano in lingua sarda gli atti ri- porta de sa domu mia, / cun sa spada de
guardanti le donazioni, contratti, pro- Maria, / cun sa spada de Santu Simoni, /
prietà fondiarie, questioni giuridiche. seghidi sa manu su ladroni» (Chiudo la
Romanico-toscana (1170-1190) la chiesa porta della mia casa – con la spada di
di San Pietro di Sorres, a pochi chilome- Maria, – con la spada di San Simone, –
tri da Borutta, cattedrale dell’omonima si tagli la mano il ladrone). I proverbi:
diocesi soppressa e unita a quella di «Dogni annu Santu Perdu ndi bolit unu
Sassari da Giulio II l’8 dicembre 1503. o tresi» (Ogni anno San Pietro ne vuole
Romanico-lombarda (1073) quella di uno o tre), è il tributo di affogati che il
Bosa, San Pietro extramuros. Titolare santo pretenderebbe annualmente;

233

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 239


Pietro Armengol

«Sa mamma de Santu Perdu» (La e cardinali, il 23 dicembre 1294, cinque


mamma di San Pietro), donna curiosa, mesi dall’elezione, rinunciò al papato.
pettegola, sempre in mezzo, come il Per il Petrarca la rinuncia fu «opera
prezzemolo; «Fai cumenti sa mamma d’angelo e non d’uomo». Dopo la rinun-
de Santu Perdu, chi si fiat bendia s’a- cia, per evitare contrasti e difficoltà alla
nima po una folla de allu» (Fare come Chiesa, Bonifacio VIII, suo successore,
la mamma di San Pietro, che si era ven- l’obbligò a risiedere nel castello di Fu-
duta l’anima per una foglia d’aglio), le- mone, dove morı̀ il 19 maggio 1296, se-
garsi a piccole cose. [ADRIANO VARGIU] polto a L’Aquila, nella chiesa di Santa
Festa Si festeggia il 29 giugno; il 18 gen- Maria di Collemaggio. Canonizzato da
naio a Loculi, la prima domenica dopo Clemente VI (1313). Dal 1969 il suo culto
Pasqua ad Assemini, la prima domenica è limitato a calendari locali o partico-
di settembre a Settimo San Pietro. Sa- lari. Il suo corpo nell’aprile del 1988 è
gre estive e in altre date durante l’anno. stato trafugato e ritrovato due giorni
dopo dalla polizia. [ADRIANO VARGIU]
Pietro Armengol, san (o San Pietro Ar-
Festa Si festeggia il 19 maggio; la terza
mengaudio; in sardo, Santu Perdu Armen-
domenica di maggio a Valledoria.
gaudiu) Santo (1238-1304). Martire spa-
gnolo, nacque dai conti di Urgell. Mer- Pietro IV d’Aragona Re d’Aragona e di
cedario, si offrı̀ in ostaggio per riscat- Sardegna (Barcellona 1319-ivi 1387).
tare diciotto bambini cristiani. Pur- Figlio di Alfonso III, regnò per cin-
troppo il riscatto non venne pagato nei quant’anni portando la Corona d’Ara-
termini stabiliti e i musulmani creden- gona al massimo della sua espansione.
dosi beffati lo appesero a un albero, in- Nel 1354 organizzò la spedizione in
fliggendogli terribili torture. Quando Sardegna che si concluse con la con-
arrivò il confratello con il denaro, ve- quista di Alghero e con la celebrazione,
dendolo ricoperto di sangue, lo credette nel 1355, del primo Parlamento del Re-
morto e cominciò a piangerlo. Era in- gnum Sardiniae, in cui concesse all’i-
vece vivo e rivelò di essere stato assi- sola l’autonomia legislativa, ammini-
stito dalla Madonna. Morı̀ nei pressi di strativa e giudiziaria. Trasformò l’as-
Tarragona. Considerato martire per i setto amministrativo del Regno isti-
patimenti subı̀ti. [ADRIANO VARGIU] tuendo, al posto del governatorato ge-
Festa Si festeggia il 27 aprile. nerale, due governatorati, quello del
Pietro Celestino, san (o San Celestino; in Capo di Cagliari e Gallura e quello di
sardo, Santu Celestinu) Santo (Isernia Sassari e Logudoro. Delle sue imprese,
1215-Fumone 1296). Papa nel 1294. Nac- e in particolare della conquista della
que da una famiglia di agricoltori, si Sardegna, era trasmessa, fin dai suoi
chiamava Pietro del Morrone. Benedet- tempi, la Cronica del rey D. Pedro
tino, eremita, sacerdote. Fondatore el.4.de Aragón che veniva attribuita al
della ‘‘Congregazione degli eremiti di re medesimo. Dalla seconda metà del-
San Damiano o Fratelli dello Spirito l’Ottocento il ritrovamento di alcuni
Santo’’, i Celestini. È il papa che Dante importanti documenti ha permesso di
ha relegato nell’Inferno, «Colui che mettere in luce il ruolo avuto, nella sua
fece per viltade il gran rifiuto». Era composizione, di Bernat Dezcoll (1312-
stato eletto dopo un conclave durato ol- 1391), alto funzionario di corte, luogo-
tre due anni, aveva scelto di chiamarsi tenente del maestro razionale di Sar-
Celestino V. Quando si accorse dei gio- degna. Egli fu incaricato di ‘‘conti-
chi di potere organizzati da re, principi nuare’’ la cronaca iniziata da Pietro

234

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 240


Pietro da Verona

IV, e vi si applicò dal 1372 sino all’anno vali a riconoscergli la parte che gli
della sua morte, con l’aiuto di altri uo- spettava. Poco dopo però fu assalito
mini di cultura come Arnaut Torrelles. ancora da Guglielmo di Massa, e cat-
Il re esaminava saltuariamente il testo turato una seconda volta.
durante la sua composizione: «Poco
Pietro II d’Arborea Giudice d’Arborea
più tardi [del settembre 1382] il so-
della famiglia dei Bas Serra (Ori-
vrano avrebbe ripreso in mano l’intera
stano, fine sec. XII-ivi 1241). Era figlio
cronaca, aggiungendo brevi brani che
di Ugo Ponzio e di Preziosa di Massa
la storiografia attuale attribuisce di-
Lacon. Presunto erede di una parte
rettamente a lui o alla sua ispira-
del giudicato d’Arborea, quando nel
zione». Cosı̀ Giuseppe Meloni, che ha
1214 morı̀ suo nonno, il giudice Gu-
curato nel 1980 l’antologia L’Italia me-
glielmo di Cagliari, dovette subire
dioevale nella cronaca di Pietro IV d’A-
per l’intromissione di Ubaldo Vi-
ragona e nel 1999 la pubblicazione
sconti che lo costrinse a sposare sua
delle parti ‘‘sarde’’ della cronaca di
figlia Diana. Nel 1228 fu costretto dal
Ramon Muntaner (trad. di Maddalena
suocero ad accettare un compro -
Corrias) e della cronaca di Pietro IV
messo in base al quale il giudicato
(trad. di Giuseppe Meloni) in La con-
d’Arborea fu diviso in tre parti, una
quista della Sardegna nelle cronache ca-
per lui, una per Guglielmo II di Ca-
talane, nella ‘‘Bibliotheca sarda’’ del-
gliari e la terza per Mariano di Torres.
l’editrice nuorese Ilisso.
Poco dopo, però, Ubaldo Visconti
Pietro I d’Arborea Giudice d’Arborea morı̀ e Pietro II, approfittando delle
(Oristano sec. XII-ivi 1206). Figlio di lotte dinastiche che scuotevano i giu-
Barisone I e della sua prima moglie dicati di Cagliari e di Sassari, seppe
Preziosa di Lacon, quando Barisone estendere la propria influenza su
morı̀, nel 1186, gli succedette sebbene tutto il giudicato d’Arborea.
fortemente contrastato dai Catalani
Pietro III d’Arborea Giudice d’Arbo-
al seguito della giudicessa Agalbursa,
rea (Oristano, sec. XIV-ivi 1347). Fi-
che avrebbero voluto mettere sul
glio di Ugone II, gli succedette nel
trono Ugo Ponzio di Bas, figlio del vi-
1335. Egli continuò la politica di col-
sconte di Bas e della figlia maggiore
laborazione con la Corona d’Aragona
di Barisone. Dopo diverse vicissitu-
non facendo nulla per chiarire l’equi-
dini, pressato dalla necessità di ono-
voco su cui si basavano i rapporti tra il
rare il debito che suo padre aveva
giudicato e la Corona stessa. Con sua
contratto nei confronti di Genova al
moglie Costanza di Saluzzo costruı̀ a
momento della sua incoronazione a
Oristano la chiesa e il convento di
re di Sardegna, intimorito dalla pre-
Santa Chiara.
senza militare catalana schierata a
sostegno di Ugo Ponzio, nel 1192 fu co- Pietro da Verona, san (in sardo, Santu
stretto ad accettare il condominio del Perdu) Santo (Verona, 1205 ca.-Barlas-
suo concorrente. La cosa non piacque sina 1252). Nacque da una famiglia di
a Pisa, che nel 1194 indusse i giudici Catari, domenicano, predicatore, in-
Guglielmo di Massa Cagliari e Costan- quisitore. I Catari lo uccisero in un ag-
tino II di Torres a intervenire nell’Ar- guato nella strada tra Como e Milano.
borea; in questa circostanza Pietro fu Canonizzato da Innocenzo IV (1253).
fatto prigioniero. Egli si rivolse allora Dal 1969 il suo culto è limitato a calen-
a Innocenzo III, che convinse i due ri- dari locali o particolari. Ad Ales, nel

235

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 241


Pietro di Alcántara

Duomo, quadro secentesco del suo dagli spagnoli, è ormai scomparso.


martirio. [ADRIANO VARGIU] [ADRIANO VARGIU]
Festa Si festeggia il 29 aprile. Festa Si festeggia il 19 ottobre.
Pietro di Torres Giudice di Cagliari col
nome dinastico di Pietro Torchitorio
III (sec. XII). Figlio di Gonario di Tor-
res, curatore dell’Anglona, aveva spo-
sato la primogenita del giudice Costan-
tino Salusio III di Cagliari, che negli
ultimi anni di regno lo aveva associato
a sé. Pertanto, quando suo suocero
morı̀ nel 1163, gli succedette come giu-
dice di Cagliari. Ma la sua non fu una
successione facile: infatti la città era
tormentata da due fazioni, una filoge-
novese, su posizioni vicine a Federico
Barbarossa, e l’altra filopisana, su po-
sizioni vicine al papa Alessandro III.
Pietro fu assalito da Barisone I d’Arbo-
rea, legato ai genovesi e costretto a fug-
gire a Sassari. Pochi mesi dopo, però,
nel 1164, appoggiato da suo fratello Ba-
risone II e da contingenti pisani, fece
desistere il giudice d’Arborea dall’oc-
cupazione del territorio e fu ristabilito
sul trono di Cagliari. Subito dopo i due
fratelli invasero l’Arborea, sorretti da
Pisa che tendeva ad affermare cosı̀ la
propria egemonia. Nel 1180 fu ancora
San Pietro da Verona – Il maritrio del santo assalito da Barisone I, che però fu nuo-
in un particolare di un dipinto di Giovan vamente costretto a ritirarsi. Pietro
Battista Moroni. Torchitorio, allora, rovesciando la tra-
(Musei Civici del Castello Sforzesco, Milano)
dizionale alleanza, nel 1184 sotto-
scrisse un trattato con Genova costrin-
gendo Pisa a intervenire con decisione
Pietro di Alcántara, san (Giovanni di Sa-
negli affari del giudicato. Nel 1187 fu
nabria; in sardo, Santu Perdu) Santo (Al-
detronizzato e costretto a fuggire.
cántara 1499-Arenas, Spagna, 1562).
Francescano, sacerdote (1524), predi- Pietro in Cattedra, san (in sardo,
catore, mistico, confessore e sosteni- Santu Petru in catréa a Luogosanto)
tore di Santa Teresa d’Ávila, fondatore Nome con cui ci si riferisce alla catte-
(1555) della ‘‘Comunità dei Frati mi- dra di San Pietro ad Antiochia, prima
nori riformati’’, gli Alcantarini. Morı̀ sede del santo, dove i discepoli furono
ad Arenas vicino ad Ávila. Canonizzato chiamati cristiani. S’intende anche la
da Clemente IX (1669). Patrono delle cattedra pontificale. La festa risale al
guardie notturne. Dal 1969 il suo culto secolo IV. [ADRIANO VARGIU]
è limitato a calendari locali o partico- Pietro in Vincoli, san Basilica romana
lari. In Sardegna il suo culto, diffuso sull’Esquilino, dove si conserva la ca-

236

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 242


Piga

tena, vincula, della prigionia del santo. nizzato da Urbano VIII (1628). Dal 1969
Le catene del carcere di Erode il suo culto è limitato a calendari locali
Agrippa e del Tullianum (il mamertino o particolari. [ADRIANO VARGIU]
dell’Età medioevale) sono state sem- Festa Si festeggia il 13 maggio, il 31
pre, nel corso dei secoli, tenute in gennaio nel Martirologio Romano; fe-
grande venerazione. L’imperatrice steggiato anche il 28 gennaio e il 25 di-
Atenaide, diventata Elia Eudocia nel cembre.
battesimo, moglie di Teodosio II, in vi- Pietro Pascasio, san (Pedro Pascual; in
sita a Gerusalemme ricevette in dono sardo, Santu Perdu Pascasiu) Santo
la catena di ferro del carcere di Erode (Valencia 1225-?, 1300). Vescovo mar-
Agrippa. La diede alla figlia Eudossia, tire, studiò dai Benedettini e si laureò
moglie di Valentiniano I, la quale, a sua in Teologia a Parigi (1249). Mercedario
volta, la regalò al papa, che già posse- (1250), sacerdote, vescovo di Toledo
deva quella del Tullianum: «Mentre il (1266) e di Jaén (1296), catturato dagli
pontefice ed Eudossia – dice la leg- Arabi mentre visitava la propria dio-
genda – esaminavano le due catene, cesi (1297), schiavo del re a Granada.
miracolosamente esse si congiunsero Due volte Bonifacio VIII inviò il de-
diventando una sola». [ADRIANO VARGIU] naro per il riscatto, raccolto dalla curia
Festa Festa grande a Ittiri. di Jaén: il vescovo tutt’e due le volte lo
Pietro Malasanch, san Santo (Lérida, destinò alla liberazione di donne e
Spagna, 1348-Granada 1428). Martire bambini. Disputò con giudei e musul-
mercedario, trafitto dalle frecce mu- mani. Isolato in una cupa prigione,
sulmane mentre predicava il Vangelo. Gesù, narra la leggenda, nell’aspetto
[ADRIANO VARGIU] di un ragazzo gli servı̀ la messa. Sor-
preso da un musulmano mentre distri-
Pietro Nolasco, san (in sardo, Santu buiva il proprio pane ai poveri, «cangiò
Perdu Nolascu) Santo mercedario
il pane in fiori». Decapitato il 6 dicem-
(Mas-Saintes-Puelles, Francia, 1180/
bre del 1300. Canonizzato da Clemente
1198-Barcellona 1258). Nato nella Lin-
X (1670).
guadoca, orfano di padre, a quindici
In Sardegna A Quartucciu, nell’orato-
anni prese parte alla crociata contro
rio di San Biagio, la statua settecente-
gli Albigesi al seguito di Simon de
sca del santo è opera di Giuseppe Anto-
Montfort. Si stabilı̀ a Barcellona, dove
nio Lonis: in abiti vescovili, nella mano
con l’aiuto di Giacomo I d’Aragona, del
sinistra il libro dei suoi scritti contro la
quale fu precettore, fondò (1218) l’‘‘Or-
religione islamica, un angelo, unito
dine cavalleresco e religioso della
alla testa del santo da un ferro, so-
Beata Vergine della Mercede per la re-
spende una corona di fiori, simbolo di
denzione degli schiavi o di Santa Maria
della Misericordia’’, i Mercedari, per il virtù. I goccius de Santu Pedru Pascasiu
riscatto degli schiavi. Una tradizione obispu e martiri sono stati composti dal
senza fondamenti storici vuole che ab- sacerdote Giovanni Cadeddu (1981).
bia fondato l’ordine assieme a San Rai- [ADRIANO VARGIU]
mondo di Peñafort. In ubbidienza al Festa Si festeggia il 6 dicembre a Quar-
quarto voto, che imponeva ai Merce- tucciu.
dari «quando necessario di offrirsi in Piga, Antonello Archeologo (n. sec.
pegno per la liberazione degli schiavi XX). Nel 1990 ha preso parte al pro-
cristiani», per due volte fu ostaggio in getto Archeosystem, occupandosi in
Africa. Morı̀ il 25 dicembre 1258. Cano- particolare del territorio della Barba-

237

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 243


Piga

gia. Tra i suoi scritti: Flora e fauna gia’’. Quello stesso anno fondò a sua
nella Sardegna antica (con M.A. Porcu), volta un concorso di poesia sarda che
in L’Africa romana. Atti del VII Conve- ha tenuto in vita a Nuoro per alcuni
gno di studi, 1990; due schede su Barba- anni. Una prima raccolta dei suoi versi
gia. Atzara e Barbagia. Sorgono, in I re- è in Su dubbiu ’e s’anima, 1983; in se-
perti. Progetto Archeosystem. Ricogni- guito, vincendo il premio ‘‘Michelan-
zione archeologica in Ogliastra, Barba- gelo Pira’’ di Quartu, ha ottenuto la
gia e Sarcidano, 1990. pubblicazione di una seconda silloge,
Piga, Emanuele Giurista (Villacidro, Bentu ’e iscra ruja, che Antonio Roma-
seconda metà sec. XIX-?, sec. XX). gnino ha letto come espressione di una
Dopo la laurea in Giurisprudenza, en- «interiorità che esclusivamente si ri-
trò in magistratura percorrendo una conosce nella solitudine». Si è dedi-
brillante carriera. Fu nominato consi- cato anche alla narrativa in lingua
gliere di Stato. Al suo attivo l’articolo sarda, pubblicando tra le altre cose il
Movimento autonomista e fascismo in romanzo Sas andalas de su tempus
Sardegna, ‘‘Vita italiana’’, XI, 21, 1923. (1992).

Piga, Giorgio Storico della Chiesa Piga, Maria Lucia Sociologa (n. Sassari
(Perfugas 1800-Cagliari 1885). Entrato 1958). Allieva di Alberto Merler, lavora
nell’ordine dei Minori osservanti, di- nell’Istituto di Studi comparati per
venne sacerdote e nel 1824 fu nominato l’Insularità del Dipartimento di Eco-
professore di Teologia dogmatica e di nomia dell’Università di Sassari. È
Storia ecclesiastica presso l’Univer- professore di Sociologia dello Svi-
sità di Cagliari. Le sue grandi doti luppo. Tra i suoi scritti: Approches mi-
umane e la vasta cultura lo fecero cro et macro du développement compo-
emergere in seno al suo ordine e nella site en Sardaigne (con A. Merler), ‘‘Res
carriera accademica. Nel 1848 prese Mediterranea’’, 2, 1996; Regolazione so-
parte alla polemica sulla ‘‘fusione per- ciale, insularità, percorsi di sviluppo
fetta’’, pubblicando in quella occa- (con A. Merler), 1998.
sione il primo volume dell’opera Primi Piga, Pasquale Patologo (Osilo 1831-
passi della Sardegna, cui però non se- Sassari 1886). Conseguita la laurea in
guı̀ il secondo. In seguito si stabilı̀ a Medicina, per dieci anni fu medico
Roma, dove curò gli affari dell’ordine condotto di Pattada e continuò ad ap-
nel difficile momento della soppres- profondire i suoi studi. Nel 1857 ot-
sione degli ordini religiosi e della fine tenne l’aggregazione alla Facoltà di
del potere temporale dei papi. Tra il Medicina dell’Università di Sassari e
1869 e il 1875 divenne procuratore ge- l’incarico di Patologia speciale e di Cli-
nerale del suo ordine; in seguito tornò nica chirurgica. Nonostante l’avver-
in Sardegna, dove morı̀. sione del governo che a lungo cercò di
Piga, Giovanni Poeta e scrittore (n. impedirgli, perché repubblicano, la
Nuoro 1940). Nato da una famiglia di prosecuzione nella carriera, nel 1875
poeti, della quale ha fatto parte tra gli divenne ordinario. Uomo di grande
altri Pietro Piga (=), è giunto alla poe- dottrina e autore di numerosi scritti,
sia moderna dopo aver fatto espe- fu per due volte rettore dell’Università
rienza di quella orale e in rima. Il suo e venne eletto consigliere comunale di
esordio è del 1981, quando vinse due Sassari; morı̀ prematuramente a Sas-
dei più importanti premi per la poesia sari nel 1886. In occasione dell’inaugu-
in lingua sarda, l’‘‘Ozieri’’ e il ‘‘Roman- razione dell’anno accademico 1875-

238

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 244


Pigliaru

1786 pronunciò un forte discorso su Le mente legato, vedendo in esso le radici


Università e il loro avvenire. della propria sardità, sebbene si fosse
Piga, Pietro Poeta (Nuoro 1861-ivi da bambino trasferito a Sassari, dove
1960). Avviato al lavoro di pastore al- fece gli studi ginnasiali e liceali; dai
l’età in cui avrebbe dovuto iniziare a genitori, e soprattutto dalla madre, gli
frequentare le elementari, divenne venne quella ‘‘religione della pedago-
poeta pur restando analfabeta, attin- gia’’, la passione e il culto dell’insegna-
gendo alla scuola del verso sardo che mento come attività massimamante
era molto viva sia nei villaggi che negli etica che è forse il carattere più rimar-
ovili. Di lui è rimasto un poemetto au- chevole della sua attività di intellet-
tobiografico in ottave, S’istoria de unu tuale e che ne fa la figura più autore-
pitzinnu pastore nugoresu (La storia di vole e più interessante della Sardegna
un pastorello nuorese), in seguito rac- del secondo Novecento. Di formazione
colto da Gonario Pinna nella sua Anto- gentiliana, in gioventù aderı̀ al GUF
logia dei poeti dialettali nuoresi (1982), dove fece le sue prime esperienze cul-
nel quale racconta anche di aver assi- turali, collaborando al foglio ‘‘Inter-
stito a un omicidio e dei problemi che vento’’ e scrivendo soprattutto di tea-
gli derivavano dal fatto di aver ricono- tro. Fascista ‘‘di sinistra’’, convinto
sciuto l’assassino. Pinna scrive di come tanti altri giovani della sua gene-
averlo accolto nella sua antologia non razione, che il fascismo potesse tor-
soltanto per «il valore poetico di al- nare alle sue origini ‘‘rivoluzionarie’’,
cune strofe ricche d’un candore lirico nel 1944 prese parte a un complotto che
veramente naı̈f», ma soprattutto per la avesse come scopo di fornire informa-
«purezza linguistica della autentica zioni di carattere militare alla Repub-
parlata nuorese». blica di Salò e di preparare un auspi-
Piga Serra, Paolo Architetto (n. Ca- cato sbarco di forze della RSI in Sarde-
gliari, sec. XX). Dopo la laurea ha in- gna. Presto scoperto, P. non negò negli
trapreso la carriera universitaria. È interrogatori di essere fascista. Con-
professore nell’Istituto di Architettura dannato a 7 anni di carcere dal tribu-
dell’Università di Cagliari. Tra i suoi nale militare di Oristano, passò 17 mesi
scritti: Contributi allo studio delle chiese nelle carceri dell’Asinara, di Alghero e
a due navate in Sardegna. La chiesa di di Sassari. Liberato nel maggio 1946 in
S. Saturno di Ussana, ‘‘Atti della Fa- seguito all’amnistia Togliatti, in pochi
coltà di Ingegneria dell’Università di mesi superò tutti gli esami universitari
Cagliari’’, VIII, 1980; Contributi allo stu- e si laureò in Lettere a Cagliari con una
dio delle chiese altomedioevali a due na- tesi sull’esistenzialismo in Giacomo
vate in Sardegna, in Atti del V Congresso Leopardi. Entrato nell’Università
nazionale di Archeologia cristiana, come assistente volontario, percorse
Roma 1982; L’attività edilizia della Com- una carriera abbastanza rapida, nono-
pagnia di Gesù in Sardegna. Il Collegio stante gli ostacoli politici che gli veni-
di S. Croce nel Castello di Cagliari, in vano opposti per il suo passato. Libero
Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna docente in Filosofia del Diritto, ordi-
(a cura di Tatiana Kirova), 1984. nario di Dottrina dello Stato nei primi
Pigliaru, Antonio Filosofo del diritto anni Sessanta, era intanto diventato un
(Orune 1922-Sassari 1969). Nacque a maı̂tre-à-penser di un’intera genera-
Orune, figlio di due maestri elemen- zione di giovani intellettuali isolani
tari: al paese rimase sempre profonda- con i quali aveva maturato una vera e

239

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 245


Pigliaru

propria ‘‘conversione’’ alla cultura de- 1962, ‘‘Ichnusa’’, 51-52, 1962; Il rapporto
mocratica, percorrendo fino in fondo politica-cultura oggi in Sardegna, ‘‘Ich-
un itinerario doloroso e drammatico. nusa’’, 53-54, 1964; L’eredità di Gramsci
Nel 1949 aveva fondato la rivista ‘‘Ich- e la cultura sarda, in Gramsci e la cul-
nusa’’, uscita – con diverse sospensioni tura contemporanea. Atti del Convegno
– sino al 1964, attenta in particolare ai internazionale di Studi gramsciani, Ca-
temi della cultura sarda negli ‘‘anni gliari 1967, I, 1969; I condizionamenti
della Rinascita’’. Tra le molteplici te- sociologici nello sviluppo delle zone in-
matiche del suo impegno intellettuale, terne, ‘‘La Programmazione in Sarde-
due sono di particolare interesse: la gna’’, VI, 1971; Scritti di scienza politica,
sua interpretazione dei problemi delle 1975; Scritti sul fascismo (a cura di M.
zone interne, che inquadrò e tentò di Addis Saba e Mavanna Puliga), 1983.
spiegare nell’ambito della sua visione Pigliaru, Francesco Economista, as-
etico-politica, e la sua concezione del- sessore regionale (n. Sassari 1954). Fi-
l’autonomia progressiva. Fu autore di glio di Antonio, conseguita la laurea,
numerosi saggi di grande spessore, dopo esperienze di studio in Inghil-
considerati un punto di riferimento terra e negli USA, ha intrapreso la car-
imprescindibile per il dibattito attuale riera universitaria. Allievo di Antonio
sulla cultura sarda. A queste pubblica- Sassu, attualmente è professore ordi-
zioni accompagnò un’intensa attività nario di Economia politica presso la
didattica ‘‘popolare’’, nonostante la Facoltà di Economia dell’Università
malattia contratta in carcere, che lo di Cagliari e membro di prestigiose
portò a morte immatura a Sassari nel istituzioni culturali. Da sempre inte-
marzo 1969. I suoi scritti sono numero- ressato al problema del rapporto tra ri-
sissimi. Inediti continuano ad appa- cerca e politica, nel 1995 con Raffaele
rire anche adesso, a riprova di una con- Paci e Marco Vannini ha contribuito
tinuità d’impegno e di scrittura straor- alla stesura del Piano generale di svi-
dinaria. Fra gli altri: Una postilla al luppo della Regione sarda; dal 1998 al
nuovo sardismo, ‘‘Abc’’, 1955; Il pro- 2001 è stato consigliere di amministra-
blema della cultura in Sardegna, ‘‘Ich- zione del Banco di Sardegna. Dal luglio
nusa’’, IV, 10, 1956; Persona umana e or- 2004 al settembre 2006 è stato assessore
dinamento giuridico, 1954; Il rapporto regionale tecnico alla Programma-
cultura e rinascita, ‘‘Ichnusa’’, IV, 11, zione nella giunta Soru. Tra i suoi
1956; A proposito di autonomia regio- scritti: Gli effetti economici dell’integra-
nale, ‘‘Abc’’, 22, 1958; La vendetta barba- zione europea sulle aree periferiche. Il
ricina come ordinamento giuridico, caso della Sardegna (con Franco Manca
1959 (più volte ripubblicato con altri e R. Paci), ‘‘Rivista economica del Mez-
saggi sotto il titolo Il banditismo in Sar- zogiorno’’, VII, 2, 1993; Il ritardo econo-
degna); Quando si dice banditismo mico della Sardegna. Ipotesi interpreta-
sardo, ‘‘Ichnusa’’, 27, 1959; A proposito tive e strategie di intervento (con R. Paci
del Piano di rinascita, ‘‘Ichnusa’’, 45, e M. Vannini), 1995; Structural change
1961; Sardegna una civiltà di pietra and convergence. An Italian regional
(con Franco Pinna e Giuseppe Dessı̀), perspective (con R. Paci), ‘‘Structural
1961; Alcune precisazioni a proposito di Change and economic Dynamics’’, 8,
un viaggio lungo e tortuoso di cultura 1997; Economic Growth and Change.
laica, cristianesimo eccetera, ‘‘Ich- National and regional Patterns of Con-
nusa’’, 46-47, 1962; Quaderno segreto vergence and Divergence, 1999; Is dua-

240

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 246


Pigurina

lism still a source of convergence in Eu- Pigorini, Luigi Paletnologo, senatore


rope? (con R. Paci), ‘‘Applied Econo- del Regno (Fontanellato 1842-Padova
mics’’, XXXI, 1999. 1925). Dopo la laurea fu direttore del
Pigliaru, Pietro Commercialista, consi- Museo di Parma. Nel 1870 si trasferı̀ a
gliere regionale (n. Mores 1936). Conse- Roma, dove lavorò nella Direzione ge-
guita la laurea in Economia e Commer- nerale dei Musei. Nel 1876 fondò a
cio, si è dedicato alla professione di Roma il Museo preistorico e fu nomi-
commercialista. Militante del PSDI, nato professore di Paletnologia presso
nel 1969 è stato eletto consigliere re- quella Università. Nel 1887 fu creato
gionale per la VI legislatura nel colle- accademico dei Lincei e nel 1912 fu no-
gio di Sassari. Rieletto nello stesso col- minato senatore del Regno. Studioso
legio per la VII legislatura, non l’ha di grande valore, autore di numerosis-
portata a termine per presentarsi alle simi lavori, tra il 1903 e il 1909 dedicò
elezioni alla Camera. Dopo la mancata alcune interessanti note al Neolitico
elezione, ricandidato per il Consiglio sardo e scrisse in particolare un saggio
regionale, è stato ancora eletto consi- sulla metallurgia sarda, aprendo il di-
gliere regionale per l’VIII e la IX legi- scorso sui rapporti della Sardegna con
slatura. Dal dicembre 1973 al giugno le civiltà orientali. Tra i suoi scritti:
1974 è stato assessore ai Lavori pub- Pani antichi di rame da fondere in Sar-
blici nella giunta Del Rio. degna, ‘‘Rendiconto dell’Accademia
dei Lincei’’, XII, 1903; Stazione neoli-
Pigliaru Fancellu, Rina Studiosa di pe-
tica di S. Gemiliano di Sestu e Antichità
dagogia, organizzatrice culturale (n.
primitive di Settimo San Pietro, due
Sassari 1944). Moglie di Antonio Pi-
schede in ‘‘Bullettino di Paletnologia
gliaru, dopo la sua morte ne ha rac-
colto l’eredità, continuandone l’impe- italiana’’, XXIX, 1903; Scoperte palet-
gno educativo tanto nell’insegnamento nologiche in Sardegna e Pani di rame
(Legislazione scolastica nella Facoltà provenienti dall’Egeo scoperti a Serra
di Magistero di Sassari) quanto nell’a- Ilixi in provincia di Cagliari, due
zione culturale (ha fondato con un schede in ‘‘Bullettino di Paletnologia
gruppo di amici sassaresi la casa edi- italiana’’, XXX, 1904; Stazioni neoliti-
trice Iniziative Culturali). Ha scritto che presso Ussana e Monastir, ‘‘Bullet-
con Alberto Merler Il rinoceronte pen- tino di Paletnologia italiana’’, XXXI,
sato. Processi di adesione e di emargina- 1905; Monumenti primitivi della Sarde-
zione scolastica, 1982. gna, ‘‘Bullettino di Paletnologia ita-
liana’’, XXXV, 1-4, 1908; Grotta sepol-
Pignatelli di Monteleone, Nicola Vi- crale eneolitica ed artificiale di Cuguttu,
ceré di Sardegna (Cerchiara di Cala-
‘‘Bullettino di Paletnologia italiana’’,
bria 1648-Napoli 1730). In carica dal
XXXVI, 1909.
1687 al 1689. Dopo aver sposato una
sua nipote, si stabilı̀ a Madrid dove nel Pigurina, Angelo (detto Portoghese) Uf-
1687 fu nominato viceré di Sardegna. ficiale di marina, garibaldino (Cagliari
Preso posesso dell’ufficio fece cele- 1812-Montevideo 1878) Nel 1834 parte-
brare un Parlamento i cui lavori inizia- cipò con Garibaldi alla fallita spedi-
rono a gennaio del 1688 e terminarono zione in Savoia e ai moti di Genova di
rapidamente. Lasciata la Sardegna nel ispirazione mazziniana, conclusisi nel
1689, dopo alcuni anni fu nominato vi- febbraio 1834. Fu costretto quindi ad
ceré di Sicilia. Terminato il mandato si abbandonare gli stati sardi e approdò
stabilı̀ definitivamente a Napoli. nel 1836, come esule politico, in Uru-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 247


Pilares

guay. Nel 1842 rivide a Montevideo Ga- diocesi di Galtellı̀ e nel 1503 di quella
ribaldi, il quale, come comandante di Dolia alla diocesi di Cagliari. Ciò gli
della Escuadrilla Nacional del governo permise di aumentare le rendite dioce-
montevideano, lo propose al grado di sane e di vivere più decorosamente.
capitano destinato al comando di una Nel 1513 si dimise a causa delle condi-
nave della flottiglia da guerra. Nell’a- zioni di salute e si ritirò a vita privata.
prile 1848 seguı̀ Garibaldi in Italia Pili Famiglia di Laconi (sec. XVII-?). Le
come maggiore. Il 15 agosto 1848, al co- sue notizie risalgono al secolo XVII.
mando del 2º Corpo di Bersaglieri pa- Nel 1643 ottenne il cavalierato eredita-
vesi, si distinse nel combattimento con- rio e la nobiltà con un Sebastiano, i cui
tro le truppe austriache nei pressi di discendenti si stabilirono in alcuni
Luino, sul Lago Maggiore, nella loca- centri del Sarcidano.
lità chiamata La Beccaccia. Il 3 giugno
1849 fu ferito gravemente nella difesa Pili, Aldo Scrittore (n. Sestu 1947). Ha
di Roma. Tornò quindi con la famiglia a esordito nel 1993 col romanzo Una
Montevideo, dove servı̀ ancora in armi luce per le tenebre, col quale aveva vinto
la sua seconda patria e dove morı̀, a 63 il primo premio al Festival delle Arti
anni, nel 1878. Le imprese dell’‘‘ardi- promosso a Cagliari dalla Cosarda. In
mentoso marinaio sardo di Cagliari’’ e seguito ha pubblicato un secondo ro-
i suoi rapporti con Garibaldi sono stati manzo, Nessuno è nessuno (1995): rac-
studiati da Salvatore Candido (1915- conta di una famiglia nella quale tre
1998) in due saggi comparsi nel ‘‘Bollet- generazioni convivono tra l’incom-
tino bibliografico e rassegna archivi- prensione e l’indifferenza; tutti i nodi
stica e di studi storici della Sardegna’’, verranno al pettine quando torne-
n. 15, 1992, e 24, 1998: Un legionario di ranno alla luce un omicidio senza pro-
Montevideo a La Maddalena con Gari- cesso e un amore negato.
baldi: il cagliaritano Angelo Pigurina e Pili, Antioco Scultore (Cagliari, prima
Un legionario italiano di Montevideo metà sec. XIX-?). Compı̀ i suoi studi al-
con Garibaldi al comando degli univer- l’Accademia Albertina di Torino dove
sitari pavesi nel 1848: il cagliaritano An- fra il 1822 e il 1829 fu allievo di Gia-
gelo Pigurina. como Spalla grazie alla protezione e al
sostegno economico di don Bartolo-
Pilares Famiglia cagliaritana (sec.
meo Pes di Villamarina. Nell’Accade-
XVI). Di origine spagnola, si stabilı̀ in
mia vinse cinque premi, due di se-
città quando Pietro Pilares fu nomi-
conda e tre di prima classe «uno dei
nato arcivescovo della città e ottenne
quali – scrive Maria Grazia Scano – gli
il riconoscimento della nobiltà per i
meritò la pensione della stessa Acca-
suoi fratelli. I loro discendenti si estin-
demia». Nel 1829 tornò in Sardegna e
sero nel corso del secolo XVI.
si stabilı̀ nella sua città, dove aprı̀ uno
Pilares, Pietro Religioso (Cagliari, sec. studio e fu in concorrenza con gli scul-
XV-ivi 1515). Vescovo di Dolia dal 1476 tori Cecchini e Fiaschi, anche se per la
al 1484, arcivescovo di Cagliari dal 1484 difficoltà dell’approvvigionamento del
al 1513. Domenicano, uomo di grande marmo praticò la scultura in legno e
cultura, nel 1476 fu nominato vescovo gesso. Amico del Marghinotti, riuscı̀ a
di Dolia e nel 1484 arcivescovo di Ca- introdursi bene nell’ambiente e fu au-
gliari. Negli anni del suo episcopato tore di numerose statue tra cui la Ver-
fece restaurare la basilica di San Sa- gine del Rosario del Duomo di Ozieri
turnino e nel 1496 curò l’unione della eseguita nel 1840, il busto (perduto) di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 248


Pili

Francesco Ignazio Mannu (l’autore scanzonati, una panettiera, un mer-


dell’inno Su patriottu sardu a sos feuda- cante di Sanluri e un muratore spac-
tarios), quello di Francesco Angelo cone, Pietro, che trova tutte le occa-
Giua e di altri personaggi eseguiti tra sioni per raccontare le imprese di
il 1841 e il 1845. In seguito scolpı̀ alcuni quando era soldato. Secondo Sergio At-
bassorilievi, alcune statue lignee e zeni Pili voleva «costruire una piccola
molti lavori minori per collezioni pri- pièce goldoniana in dialetto campida-
vate. nese».
Pili, Domenico Senatore, consigliere Pili, Filippo Studioso di storia della
regionale (n. Allai 1941). Socialista mi- Chiesa (n. Cagliari, sec. XX). Entrato
litante, nel 1979 è stato eletto consi- in Seminario, è stato ordinato sacer-
gliere regionale del suo partito per dote; dopo alcuni anni è stato nomi-
l’VIII legislatura nel collegio di Ca- nato canonico e cancelliere della curia
gliari. Successivamente è stato ricon- di Iglesias. Attualmente insegna
fermato ininterrottamente nello stesso presso la Facoltà teologica della Sar-
collegio fino alla X legislatura. Attivis- degna. Ha al suo attivo alcuni scritti di
simo, durante il suo mandato, dal di- storia locale: Svelato il segreto dell’iscri-
cembre 1980 al marzo 1982 è stato as- zione fenicia di Nora?, ‘‘Frontiera’’, 67,
sessore all’Agricoltura nelle due 1970; L’iscrizione neopunica e latino-cri-
giunte Rais; dopo una lunga parentesi stiana di Barega, ‘‘Frontiera’’, 99, 1976;
è tornato in giunta dal settembre 1989 Nuove iscrizioni dal Sulcis-Iglesiente, in
all’ottobre 1991 nella prima giunta Flo- Dottrina sacra. Problemi di teologia e di
ris. storia, 1977; L’iscrizione neopunica Sul-
citana secunda, ‘‘Speleologia sarda’’,
Pili, Emanuele Commediografo (San
VIII, 2, 1979; Sant’Antioco e il suo culto
Vito 1880-Roma, ?). Laureatosi a Ca-
nel ‘‘Process de Miracles’’ del 1593, 1982;
gliari, intraprese la carriera di magi-
Nuova iscrizione funeraria scoperta nei
strato; fu poi a Sassari come docente
pressi di Tertenia (con M.V. Cannas),
universitario. Nel 1922 passò dal Par-
‘‘Speleologia sarda’’, XII, 45, 1983; Il
tito Sardo d’Azione, cui aveva aderito
santuario della Madonna delle Grazie
sin dall’inizio, a quello fascista; dopo la
in Iglesias (con G. Zedda), 1985; La dio-
liberazione fu in Sicilia e poi a Roma
cesi di Iglesias attraverso i secoli. Profilo
dove giunse ai più alti gradi della ma-
storico, in La cultura della memoria. Il
gistratura. Egli stesso ha raccontato
recupero del patrimonio archivistico
come, seguendo procedimenti che ri-
della diocesi di Iglesias, 1987.
cordano quelli della commedia del-
l’arte, diede vita nel 1904, quando era Pili, Mauro Giornalista, uomo politico
ancora studente, alla prima rappre- (n. Carbonia 1966). Consigliere regio-
sentazione della sua opera più nota, nale, presidente della Regione sarda,
Bellu sches’e dottori (‘‘Bella nullità di deputato al Parlamento. Figlio di Do-
dottore’’; 1907), commedia in campida- menico, giornalista professionista dal
nese incentrata sulla figura dell’avvo- 1990, entrato in politica nel 1993 è stato
cato Carrabusu (alla lettera ‘‘scarabeo eletto consigliere comunale di Iglesias
stercorario’’), che gode di qualche in una lista civica da lui formata e nel
bene di fortuna e del titolo di studio, dicembre è diventato sindaco della
ma è sciocco e incapace di farsi largo città. Riconfermato nel 1997, nel corso
nella professione; intorno a lui perso- della legislatura, nel 1999, si è dimesso
naggi tipici come un gruppo di studenti per presentarsi alle elezioni regionali

243

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 249


Pili

per la XII legislatura come candidato d’arte che Francesco Ciusa diresse per
di Forza Italia di cui è diventato leader anni, e pensando di poter realizzare fi-
in Sardegna. Eletto con larga maggio- nalmente il proprio progetto, tra il 1926
ranza nel ballottaggio contro G. Mario e il 1927, fondò la FEDLAC (Federa-
Selis, designato presidente della zione delle Cooperative casearie e
Giunta regionale, per ben due volte delle Latterie sociali). Accanto ad essa
non è riuscito a formarla, per cui è diede vita alla SILOS, che avrebbe do-
stato costretto a cedere il passo alla se- vuto operare nel settore della commer-
conda giunta Floris. Nel novembre cializzazione dei grani a favore dei
2001 è riuscito finalmente a varare la contadini sardi. Il duplice tentativo,
sua giunta, che è rimasta in carica fino però, fallı̀ già a partire dallo stesso
al luglio 2003, ma ha dovuto dimettersi 1927 per l’atteggiamento di alcuni alti
prima della fine della legislatura. Ri- dirigenti del partito che appoggiavano
candidato come presidente nelle ele- invece gli interessi dei capitalisti,
zioni del 2004 è stato battuto da Renato sardi ma anche ‘‘continentali’’. Per
Soru; ha quindi guidato l’opposizione questo motivo assunse un atteggia-
in Consiglio regionale. Nel 2006 è stato mento critico nei confronti del regime,
eletto deputato al Parlamento nelle li- arrivando a un duro scontro con l’altro
ste di Forza Italia, e si è perciò dimesso leader sardista passato al PNF, il suo
da consigliere regionale. Il suo posto è compaesano Antonio Putzolu. Nel
stato preso da Raffaele Farigu del 1929 fu addirittura espulso dal partito
Nuovo PSI. e si ritirò a vita privata, occupandosi
Pili, Paolo Agronomo, deputato al Par- della sua grande azienda agraria. Alla
lamento (Seneghe 1891-Oristano 1985). caduta del fascismo, fu arrestato e
Dopo aver frequentato gli studi agrari quindi inviato al confino. Al ritorno
a Cagliari, prese parte alla prima nella sua casa di Oristano scrisse il li-
guerra mondiale. Alla fine del con- bro Grande cronaca minima storia,
flitto, nel 1921 aderı̀ al Partito Sardo pubblicato a Cagliari nel 1946, in cui
d’azione e si impegnò in una grande rievocava gli episodi principali della
battaglia politica a favore dei pastori, sua vita politica, che erano anche i fatti
proponendo la costituzione dei casei- salienti della storia della Sardegna
fici sociali per portare la produzione nell’ultimo venticinquennio: in parti-
del formaggio a livello industriale e li- colare le responsabilità sue, ma anche
berare i piccoli produttori dal mono- di Emilio Lussu (di cui fu durissimo
polio dei caseari continentali. Pen- critico), nella ‘‘fusione’’ del 1923 e la
sando che il nascente fascismo potesse successiva battaglia per la ‘‘libera-
contribuire alla realizzazione del pro- zione’’ dei piccoli produttori sardi
getto, nel 1923 fu tra i promotori della dalle catene del monopolio caseario e
fusione del PSd’Az col PNF. Nel 1924 fu granario. Gran parte delle motivazioni
eletto deputato nella lista fascista per addotte a giustificazione delle sue
la XXVII legislatura e fu anche nomi- scelte e la rivendicazione della sua mi-
nato segretario provinciale del partito litanza fascista come continuazione
a Cagliari. Nel novembre di quell’anno del programma sardista sono alla base
la cosiddetta ‘‘legge del miliardo’’ per della tesi dell’esistenza, negli anni del
la quale si era battuto parve dare ra- regime, del cosiddetto ‘‘sardofasci-
gione alle sue scelte. Nel 1925 concorse smo’’, da interpretare come l’azione
alla fondazione a Oristano della Scuola (nascostamente) sardista condotta da

244

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 250


Pilia

ex sardisti diventati capi del fascismo Azuni, ‘‘Sardissima’’, I, 1, 1920; Polemi-


in Sardegna e tutta volta a usare stru- che sull’autonomia, ‘‘L’Unione sarda’’,
mentalmente l’autorità e il potere ac- 1921; L’autonomia doganale, ‘‘Il Solco’’,
quisiti nel PNF per favorire lo svi- 1921; L’autonomia delle grandi isole, ‘‘Il
luppo dell’isola. Morı̀ nella sua casa di Solco’’, 1921; Accusa di separatismo, ‘‘Il
Oristano, dove negli ultimi anni conti- Solco’’, 1921; L’autonomia del PPI e
nuava a curare le proprie memorie e a quella del PSd’Az, ‘‘Il Solco’’, 1921;
raccogliere documenti della propria Carlo Buragna. Poeta e filosofo del se-
attività politica. Tra i suoi scritti: Sui colo XVII, ‘‘Regione’’, I, 1, 1922; La cul-
cani sardi di Fonni, ‘‘L’Unione sarda’’, tura sarda nel periodo della rinascenza,
1912; Cenni di storia del cavallo sardo, ‘‘Regione’’, I, 1, 1922; Sorel, il fascismo
‘‘L’Unione sarda’’, 1912; L’autonomia mussoliniano e le autonomie regionali,
doganale, ‘‘Il Solco’’, 1921; Attività eco- ‘‘Il Solco’’, 1922; Dottrina del tirannici-
nomica della Sardegna, ‘‘Il Solco’’, dio in Lucifero da Cagliari, 1923; Dot-
1922; Risposta a Umberto Cao, trina politica di D.A. Azuni, 1923; Gian
‘‘L’Unione sarda’’, 1924. Sulla questione Francesco Fara. Profilo, collana ‘‘Uo-
casearia, ‘‘L’Unione sarda’’, 1926. mini illustri della Sardegna’’ de ‘‘Il Nu-
raghe’’, 1924; Dottrina della sovranità
Pilia, Egidio Saggista politico e lettera-
nella polemica Gioberti-Tuveri, 1924; La
rio (Loceri 1888-Roma 1938). Dopo es-
poesia sociale di Sebastiano Satta,
sersi laureato in Legge a Cagliari nel
‘‘Giornale di Sardegna’’, 1924; Il pro-
1910, nel 1918 si laureò a Roma anche
blema della libertà di stampa in un’o-
in Filosofia. A partire dal 1919 iniziò a
pera inedita di D.A. Azuni, ‘‘Il Giornale
insegnare nei Licei cagliaritani, e si
di Sardegna’’, 59, 61, 65, 1925; La Sarde-
dedicò al giornalismo, collaborando al
gna nella vita e nel destino di Gian Paolo
‘‘Popolo Sardo’’. Sostenitore dell’auto-
Marat, ‘‘Il Nuraghe’’, III, 33, 1925; Il
nomia regionale, nel 1921 ipotizzò l’e-
primo centenario della Storia di Sarde-
ventualità di separare la Sardegna
gna di Giuseppe Manno, ‘‘Il Giornale
dallo Stato italiano «ma nel solo caso –
d’Italia’’, 1925; La letteratura narrativa
scrive il Bonu – che il bolscevismo,
in Sardegna, t. I, Il romanzo e la novella,
trionfando, smembrasse la penisola in
1926; La missione mediterranea della
regioni a tipo sovietico». Antifascista,
Sardegna nella mente di Alberto Lamar-
fu costretto a lasciare l’insegnamento;
mora, ‘‘Il Nuraghe’’, III-IV, 35, 1926;
ritiratosi a Lanusei, s’impegnò nella
Gian Paolo Marat, 1926 (in quest’opera
professione di avvocato. Per quanto
P. «dimostra, sulle scorte di documenti
non facesse più politica attiva, conti-
inoppugnabili, l’origine sarda dello
nuò a difendere le proprie idee auto-
scrittore e medico rivoluzionario,
nomistiche e a pubblicare interessanti
detto l’ami du people»: suo padre, Gio-
saggi sulla cultura sarda. La sua opera
vanni Mara Bonfils sarebbe stato
più importante è L’autonomia sarda.
oriundo di Sassari, nato a Cagliari da
Basi, limiti e forme, edito a Cagliari nel
dove, laico carmelitano, sarebbe ripa-
1920. Nello stesso anno diede vita, con
rato a Ginevra); Due lettere di Gioac-
Filiberto Farci, alla rivista ‘‘Sardis-
chino Murat a Domenico Alberto Azuni,
sima’’, che però non andò oltre il primo
‘‘Il Nuraghe’’, VI, 10-12, 1928; Lucifero
numero. Morı̀ «lasciando inedito un la-
da Cagliari e la filosofia sarda medio-
voro sui mali e sui rimedi della Sarde-
evale, 1929.
gna», Tisi dell’anima sarda. Tra gli altri
suoi scritti: Il pensiero filosofico di D.A. Pilia, Elisabetta Bibliotecaria, asses-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 251


Pilia

sore regionale (n. Sassari 1951). Dopo rienze. Morı̀ ancora negli anni della
essersi laureata in Scienze politiche e sua piena maturità. Nella sua vasta
aver fatto esperienze di studio all’e- produzione saggistica, spiccano le
stero, è entrata nel servizio biblioteca- opere dedicate alle tradizioni popolari
rio dell’Università di Sassari, dove at- sarde, con particolare riferimento al-
tualmente dirige la biblioteca delle Fa- l’artigianato, e i libri didattici per le
coltà giuridiche intitolata ad Antonio scuole, come l’Almanacco bilingue per
Pigliaru. Studiosa dei problemi biblio- le scuole sarde, 1977; Una lingua per so-
teconomici e organizzatrice di ricono- pravvivere, 1978; Poesias de Bachis Su-
sciuta esperienza, ha sviluppato razio- lis, 1979; Sardegna tra due secoli, 1980;
nalmente il sistema delle biblioteche Il culto dell’alimentazione: segno di an-
dell’Ateneo sassarese. Fa parte di pre- tica civiltà, in La Provincia di Cagliari,
stigiosi organismi nazionali che si oc- I, 1983; Giorgio Asproni e il mondo
cupano dei problemi dell’organizza- sardo, in Atti del Convegno nazionale di
zione delle biblioteche a livello nazio- studi su Giorgio Asproni, Nuoro 1979,
nale ed europeo; è stata coordinatore 1983; Sardegna tra due secoli, 1983;
nazionale dal 1998 al 2003 dei circa 50 Esterzili. Un paese e la sua memoria,
centri italiani CDE (Centro di Docu- 1986; Una Sardegna che cambia volto,
mentazione Europea). È autrice di nu- 1986; Tradizioni popolari della provin-
merose pubblicazioni specifiche. Nel cia di Cagliari, 1986; Sardegna, il lavoro
2004 è stata chiamata a far parte della artigiano, 1986; Emanuele Virgilio,
giunta Soru come assessore tecnico grande vescovo di Ogliastra, ‘‘Quaderni
alla Pubblica Istruzione, carica da cui arzanesi’’, 3, 1987; Almanacco popolare
si è dimessa nel novembre 2006. Tra i sardo, 1987; Sapori di Sardegna, 1990;
suoi scritti: I giornali sardi 1900-1945 Influsso della cultura catalana sulle tra-
(con G. Fois), 1976; La stampa in Sarde- dizioni popolari sarde, ‘‘Quaderni bolo-
gna dal 1900 al 1918, 1995; La misura- tanesi’’, XVII, 1991; Sulcis. Natura e
zione dei servizi delle biblioteche delle ambiente, 1991; Patrimonio alimentare
università, ‘‘Bollettino Associazione e tradizioni gastronomiche della Sarde-
Biblioteche Italiane’’, 3, 1997; Manlio gna, ‘‘Risorgimento’’, XLIV, 1992; Per
Brigaglia. Cinquant’anni di scrittura (a un volume sulla tavola di Esterzili e
cura di P.), 1999. sulle controversie tribali della Sardegna
antica, in La Tavola di Esterzili, 1993;
Pilia, Fernando Insegnante, letterato
Cagliari e il suo volto, voll. 3, 1994; Il tre-
(Esterzili 1927-Cagliari 2004). Dopo es-
nino verde della Sardegna. Un secolo di
sersi laureato in Lettere a Cagliari nel
storia tra pionieri, letterati e turisti,
1951, iniziò la carriera di insegnante
1994.
nella scuola media e si dedicò al gior-
nalismo divenendo pubblicista dal Pilia, Luana Sportiva (n. Carbonia, sec.
1966. Studioso di tradizioni popolari e XX). Pattinatrice a rotelle, dopo es-
di storia della Sardegna, scrisse nume- sersi messa in luce nei campionati re-
rose monografie e fu promotore di im- gionali e nazionali giovanili con i co-
portanti iniziative tese a far conoscere lori della società sportiva Eurasulcis,
la cultura sarda fuori dell’isola e a svi- nel 1987 vince la Coppa Italia e si aggiu-
lupparne lo studio. Impegnato in poli- dica la medaglia di bronzo agli europei
tica, ebbe modo di collaborare spesso di Ostenda. Specialista nella velocità,
con il gruppo dirigente sardista, of- ma forte su tutte le distanze, l’anno suc-
frendo il contributo delle sue espe- cessivo in Francia si laurea campio-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 252


Pillai

nessa europea nei 500 m sprint. Dopo gnalano non solo per il rigore della ri-
un cambio di società (passa alla Vigi- cerca documentaria ma anche per l’o-
lanza Cannas), nel 1989 vince i 3000 m riginalità degli argomenti. Tra i suoi
ai mondiali di Karlsrue. Nello stesso scritti: Documenti per la storia del Pa-
anno alle Azzorre è anche campio- lazzo regio di Cagliari, ‘‘Archivio storico
nessa europea nei 300 m crono, nei sardo’’, XXXII, 1981; Gli ebrei in Sarde-
1000 m in linea e nell’americana, men- gna all’epoca di Alfonso IV, in La società
tre in Nuova Zelanda vince ancora i 500 mediterranea del Vespro, 1984; Poesia e
m e i 1500 m sprint. Ma l’anno più im- controllo sociale in una canzone infama-
portante è il 1990, quando vince sette toria del primo Ottocento, ‘‘Archivio
medaglie d’oro ai campionati europei sardo del movimento operaio conta-
ed è ancora una volta campionessa dino e autonomistico’’, 20-22, 1984;
mondiale, in Colombia, sulla sua di- Schiavi orientali a Cagliari nel Quattro-
stanza preferita dei 500 m sprint. An- cento, ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’,
che il 1992 è ricco di soddisfazioni, que- 10, 1985; Le feste campestri in Sardegna
sta volta nelle gare su strada che sono nella prima metà dell’Ottocento nelle
le più spettacolari: è medaglia d’oro ai opinioni dell’autorità politica e reli-
campionati mondiali di Roma e si ag- giosa, ‘‘Bollettino bibliografico della
giudica la coppa del mondo a Genova. Sardegna’’, 4, 1985; Alla fine del ’700
[GIOVANNI TOLA]
due ambasciatori marocchini visitarono
Pilittu, Antonello Ceramista (n. Carbo- Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
nia 1954). Allievo del grande Luigi 1986; La prostituzione a Cagliari dal Me-
Nioi, ha maturato una lunga espe- dioevo alle case chiuse, ‘‘Almanacco di
rienza dell’arte fusoria nel laboratorio Cagliari’’, 1987; Conflitti sociali a Sila-
di Franco d’Aspro. Ha partecipato a ol- nus in due canzoni infamatorie della
tre ottanta rassegne. Vive e lavora a Ca- prima metà dell’Ottocento, ‘‘Quaderni
poterra. bolotanesi’’, XIV, 1988; Per un’indagine
Pillai, Carlo Archivista, storico (n. storica su una comunità locale: l’Archi-
Quartu Sant’Elena 1946). Laureato vio comunale di Maracalagonis, ‘‘Bol-
prima in Giurisprudenza e successiva- lettino bibliografico della Sardegna’’,
mente in Lettere, nel 1975 è entrato V, 10, 1988; Il 21 gennaio 1817 un mer-
nella carriera degli Archivi di Stato, cantile svedese venne incendiato nel
che ha percorso brillantemente; ini- porto di Cagliari come misura di profi-
zialmente ha lavorato a Cagliari, in se- lassi, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1989; A
guito ha diretto gli Archivi di Nuoro e Cagliari la stagione dei caffè comincia
di Oristano e, al culmine della car- nel Settecento, ‘‘Almanacco di Ca-
riera, nel 1998 è stato nominato Soprin- gliari’’, 1990; Documenti riguardanti la
tendente archivistico per la Sardegna. vita di G.M. Angioy conservati nell’Ar-
Si è quindi collocato anticipatamente chivio di Stato di Cagliari, in La Sarde-
a riposo per dedicarsi completamente gna e la Rivoluzione francese (a cura di
ai suoi studi; attualmente è presidente Michele Pinna), 1990; Accumulazione
dell’Istituto di Studi genealogici. Stu- fondiaria e strategie familiari in un’area
dioso e ricercatore di notevole rigore, della Sardegna meridionale, ‘‘Archivio
ha insegnato anche nella Scuola di pa- sardo del movimento operaio conta-
leografia dell’Archivio di Stato di Ca- dino e autonomistico’’, 35-37, 1991; Ca-
gliari ed è autore di numerosi lavori di valli e corse a palio nella Sardegna sa-
notevole qualità scientifica, che si se- bauda, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVII,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 253


Pillito

1991; Fidanzamenti e matrimoni. Ap- gresso economico del Sulcis dal XVIII al
punti sulla condizione femminile tra XX secolo, ‘‘Quaderni bolotanesi’’,
Sette e Ottocento, ‘‘La Grotta della Vi- XXIX, 2003; Riti nuziali e matrimoni
pera’’, XVIII, 56-57, 1991; I caffè caglia- clandestini nella Sardegna Sabauda,
ritani di metà Ottocento, ‘‘Almanacco di ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXX, 2004;
Cagliari’’, 1992; Il culto dei santi, le feste Per una biografia di Francesco Maria
religiose e profane, in La società sarda in Magnon, in La Rivoluzione sulle Bocche
Età spagnola (a cura di Francesco Man- (a cura di Manlio Brigaglia e Luciano
coni), I, 1992; Le coabitazioni nel Campi- Carta), 2004.
dano di Cagliari tra Settecento e Otto- Pillito, Giovanni Archivista (Cagliari
cento, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVIII, 1834-ivi 1898). Figlio di Ignazio, nel
1992; La comunità dei greci a Cagliari 1859 iniziò a lavorare come scrivano
tra la fine del XVIII e la prima metà del presso l’Archivio di Stato di Cagliari
XIX secolo, in Sardegna, Mediterraneo e sotto la direzione di suo padre. In se-
Atlantico tra Medioevo e Età Moderna. guito continuò a lavorare sotto la dire-
Studi storici in memoria di Alberto Bo- zione del Lattari. Contribuı̀ alla ste-
scolo, I, 1993; Moti popolari in Sardegna sura dei regesti di numerosi docu-
negli anni della fusione 1847-1848, menti, e nel 1877 diede inizio all’inse-
‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIX, 1993; gnamento della Paleografia a Cagliari;
Contro i francesi e contro il feudalesimo percorsa tutta la carriera, nel 1890 fu
e ‘‘Su bandu’’ del 1793: l’eco della Rivo- nominato direttore dell’Archivio. Di-
luzione francese a Sinnai, due capitoli fese l’autenticità delle Carte d’Arbo-
in 1793: i Franco-corsi sbarcano in Sar- rea; fu autore di numerosi acuti studi
degna (a cura di Federico Francioni), di storia. Tra i suoi scritti: Memorie
1993; Alcuni aspetti di vita sociale e di tratte dall’Archivio di Stato di Cagliari
religiosità popolare della Sardegna sa- riguardanti i regi rappresentanti che
bauda, ‘‘Bollettino bibliografico della sotto diversi titoli governarono l’isola di
Sardegna’’, 17, 1993; Il tempo dei santi, Sardegna dal 1610 al 1720, 1874; Docu-
1994; Il 28 aprile 1794 a Quartu e nel menti per la storia sarda (con Ignazio
Campidano di Cagliari, in Francia e Ita- Pillito), 1875; Archivio di Stato di Ca-
lia negli anni della Rivoluzione (a cura gliari, ‘‘Rivista sarda’’ vol. II, 1875; Ri-
di Luciano Carta e Gianni Murgia), cordi storici, ‘‘La Stella di Sardegna’’,
1995; Schiavi africani a Cagliari nel VI, vol. X, 1885; Antichi giudicati di Sar-
Quattrocento, in Atti del XIV Congresso degna, ‘‘La Stella di Sardegna’’, VII,
di storia della Corona d’Aragona, II, vol. XI, 1886; Dizionario del linguaggio
1995; La festa di ‘‘sa zerachia’’ nella Sar- archivistico in Sardegna, 1886; L’Archi-
degna sabauda, ‘‘Quaderni bolota- vio patrimoniale e il feudalesimo in Sar-
nesi’’, XXIII, 1997; William Sanderson degna, ‘‘Vita sarda’’, I, 1891; Appunti
Craig, console inglese in Sardegna, sullo stato delle carceri in Sardegna.
‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXIV, 1997; Lo Note d’archivio, ‘‘Vita sarda’’, I, 1891; A
stabilimento agrario della Crucca dalle proposito dell’Asinara, ‘‘Stella di Sarde-
origini ai nostri giorni, ‘‘Quaderni bolo- gna’’, VI, vol. IX, 1895.
tanesi’’, XXVVI, 2000; Riti funebri e inu- Pillito, Ignazio Archivista (Oristano
mazione di cadaveri in Sardegna nei se- 1806-Cagliari 1895). Terminati gli studi,
coli XVIII e XIX, ‘‘Quaderni bolota- nel 1836 entrò come scrivano volonta-
nesi’’, XXVIII, 2002; Storia dei caffè a rio dell’Archivio patrimoniale, nel
Cagliari, 2002; Ripopolamento e pro- 1839 fu nominato scrivano fisso negli

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 254


Pillonca

Archivi regi. Nei decenni successivi paleografica di cinque codici dei secoli
percorse la carriera fino al grado di ar- XIV e XV appartenuti all’archivio di
chivista di quarta classe; dal 1861 di- Stato di Cagliari, 1879.
venne direttore dell’Archivio di Ca- Pillitu, Luigi Pittore e scultore (n. San-
gliari, ma nel 1862 Michele Amari lo tadi 1943). Autodidatta, è divenuto uno
accusò di essere il falsario delle Carte dei più apprezzati naı̈f italiani; la sua
d’Arborea. Egli in effetti le aveva deci- arte è documentata al Museo nazionale
frate e ne difendeva l’autenticità con di arti naı̈ves. Ha esposto in molte città
tanto vigore che negli anni successivi d’Italia e all’estero. Caratteristici della
passò momenti di comprensibili diffi- sua produzione sono i gruppi in legno
coltà. Superato il disagio conseguente dipinto e smaltato.
a queste accuse, nel 1864 si recò a Bar-
Pillolla, Tarcisio Religioso (n. Pimen-
cellona dove fece conoscere Alghero; tel 1930). Vescovo di Iglesias dal 1999.
in seguito avviò i corsi biennali di Pa- Laureato in Teologia è stato ordinato
leografia presso l’Archivio. Nel 1881 fu sacerdote nel 1954 e si è dedicato con
collocato in pensione. Tra i suoi scritti successo al giornalismo, occupandosi
molti sono dedicati alla ‘‘scoperta’’ in particolare dei problemi della
delle Carte: Illustrazione di un foglio Chiesa del mondo cattolico sardo: dal
cartaceo del sec. XV che fa parte delle 1961 è pubblicista e ha diretto per anni
pergamene e d’altre scritture d’Arborea ‘‘Orientamenti’’. Nel 1955 nominato
nel quale si ha la prova diretta della re- professore nel Seminario di Cagliari e
gia ed italiana discendenza di Umberto I nel 1976 vicario generale della diocesi
di Savoia, 1852; Monumento di patria di Cagliari. Nel 1986, creato vescovo ti-
antichità e d’italiana letteratura del sec. tolare di Carienna, è divenuto vescovo
XII, 1855; Storia patria, don Leonardo ausiliario di Cagliari e nel 1999 è stato
Cubello, ‘‘Bullettino Archeologico nominato vescovo di Iglesias. Nel 2006
sardo’’, II, 1856; Scoperta archeologica si è ritirato per raggiunti limiti di età.
nel secolo XIV, 1858; Poesie italiane del Pillonca, Paolo Insegnante, letterato e
sec. XII appartenenti a Lanfranco Di giornalista (n. Osilo 1942). Conseguita
Bolasco genovese contenute in un foglio la laurea in Lettere, dopo aver inse-
cartaceo del sec. XV, 1859; Memorie gnato dal 1965 al 1979 nelle scuole se-
tratte dal Regio Archivio di Cagliari ri- condarie, si è dedicato professional-
guardanti i governatori e i luogotenenti mente al giornalismo dal 1981. È stato
generali dell’isola di Sardegna, 1862; per lunghi anni corrispondente di
Istruzioni date dal re Pietro IV d’Ara- ‘‘L’Unione sarda’’ da Nuoro, dove ha
gona al riformatore dell’isola don Rai- approfondito i problemi delle zone in-
mondo Boyl, 1863; Pergamene d’Arbo- terne con penetranti reportage. Nello
rea, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1864; Rispo- stesso periodo ha fatto le sue prime
sta ad un articolo del prof. Angelo De Gu- esperienze letterarie scrivendo in
bernatis da Firenze, 1864; Lettera al cav. sardo eleganti raccolte di versi e ap-
Pietro Amat di San Filippo circa la dar- profondendo lo studio delle forme tra-
sena di Cagliari, 1865; Documenti per la dizionali della poesia popolare. As-
storia sarda (con Giovanni Pillito), sunto come capo dell’Ufficio Stampa
1875; Lettera a Salvatorangelo De Ca- della presidenza della Regione sarda,
stro sulle carte d’Arborea, ‘‘La Stella di ha diretto i periodici regionali ‘‘La pro-
Sardegna’’, IV, 12, 1878; Il prof. Momm- grammazione in Sardegna’’ e ‘‘Regione
sen e le carte d’Arborea, 1878; Analisi oggi’’. È autore di numerosi saggi, di

249

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 255


Pillonis

una raccolta di proverbi e di altri furriadroxiu costruito da un gruppo di


scritti. Collabora con la RAI e alcune pastori su terre che furono concesse a
altre emittenti televisive alla realizza- una famiglia Pilloni, da cui deriva il
zione di servizi e di un telegiornale in suo nome.
lingua sarda. Tra i suoi scritti: Fasci- Pillonis, Is2 Località abitata in territo-
smo e clero nel divieto delle gare poetiche rio di Sant’Anna Arresi, a pochi chilo-
in Sardegna, ‘‘Archivio sardo del movi- metri dall’abitato principale lungo la
mento operaio contadino e autonomi- strada per Teulada. Presumibilmente
stico’’, 8-10, 1977; Sardegna segreta. anche questa piccola comunità si è svi-
Cronache del villaggio, 1986; Narat su luppata in età non precisabile, e co-
diciu, 1987; Ammajos, 1992; Chent’an- munque non prima del secolo XVII, da
nos, 1996; Terra de Musas (con Bachisio un furriadroxiu costruito in terre che
Bandinu), 2001; Gara pro Santa Maria, erano state concesse a una famiglia
2002; Gara pro Time in Jazz, 2002; Piras Pilloni.
Zuccone, aradu pinna, 2002. Ha curato
l’edizione di numerosi testi di autori in Pillonis de tàccula (o grive al mirto )
sardo, in particolare l’opera del Piatto caratteristico. Si riallaccia alle
grande poeta improvvisatore Re- più antiche tradizioni venatorie della
mundu Piras di Villanova Monteleone, Sardegna; è tipicamente autunnale,
edita in 4 volumi nella collana ‘‘I delle zone collinari, in particolare del
grandi poeti in lingua sarda’’ delle Edi- Sulcis, collegato com’è al passo dei
zioni Della Torre. merli e dei tordi che transitano a mi-
lioni da tutta Europa per svernare in
Sardegna attirati dalle bacche di
mirto, dalle olive, dalla frutta tardiva.
Un tempo questi uccelli venivano addi-
rittura cacciati con le reti e cucinati
appunto preferibilmente a taccula (pa-
rola d’origine punica che significhe-
rebbe ‘‘otto’’); attualmente, in tempi di
caccia limitata, sono diventati una rara
prelibatezza da gustare nelle grandi
occasioni. Gli uccelletti catturati ven-
gono lessati nell’acqua salata insapo-
rita con frutti e foglie di mirto; appena
terminata la cottura, si scolano e si sa-
lano abbondantemente, lasciandoli
raffreddare all’aria. Quindi si pres-
sano con rametti di mirto in modo da
Paolo Pillonca – Nel saggio in lingua sarda insaporirli a freddo; si dispongono poi
Chent’annos ha raccontato le storie dei in mazzi di otto esemplari (sa taccula),
cantadores alla luce della luna. tenuti insieme da un flessibile virgulto
di mirto che trafigge gli uccelletti da
Pillonis, Is1 Località abitata in territo- occhio a occhio.
rio di Perdaxius, lungo la strada per Pillosu, Evandro Storico (Villanova-
Coremò. Presumibilmente si è svilup- franca 1910-Cagliari 1963). Si laureò in
pata in età non precisabile, e comun- Lettere a Cagliari nel 1935 e si dedicò
que non prima del secolo XVII, da un all’insegnamento nelle scuole medie;

250

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 256


Pilo

dopo alcuni anni divenne preside. Ri- tra i membri più autorevoli dell’oligar-
cercatore rigoroso, fu attento indaga- chia sassarese. Da Antonio, podestà di
tore dei problemi della storia della di- Sassari nel 1490, attraverso i suoi figli
fesa costiera della Sardegna negli ar- Nicola e Giovanni discendono tutti i
chivi di Cagliari, Torino e Parigi. Tra i Pilo attuali.
suoi scritti: Le torri litoranee della Sar- Ramo di Nicola. Nicola, mercante e
degna, 1957; Un inedito rapporto cin- consigliere di Sassari, fu il capostipite
quecentesco sulla difesa costiera della di una numerosissima discendenza
Sardegna, ‘‘Nuovo Bollettino biblio- che illustrò in ogni tempo la città di
grafico sardo’’, 21, 22, 23, 24, 1959; Di- Sassari con personaggi di rilievo in
fesa costiera, contrabbando. Austriaci, molti campi e che a sua volta si articolò
Piemontesi, in La Gallura (a cura di An- in diversi rami; da lui discese in linea
tonio Murineddu), 1962. retta il dottor Giovanni Elia giudice
Pillus Pasta tipica della gastronomia dell’Inquisizione e giurato capo della
sarda. Si prepara da un impasto di se- città nel 1598. Furono suoi figli: Gio-
molino fine opportunamente lavorato vanni, Stefano e Filippo, tutti con di-
con uova e ridotto in piccole sfoglie a scendenza. Giovanni, giudice come
forma di dischetti delle dimensioni di suo padre, ebbe discedenza estinta nel
un piattino da frutta (su pillu). Le sfo- 1681; Stefano fu capostipite dei Pilo
glie cosı̀ ottenute vengono disposte in Passamar, che si estinsero nel 1706; Fi-
una teglia su cui si versa un soffritto a lippo si stabilı̀ a Tempio Pausania nel
base di carne tritata, prosciutto, erbe e corso del secolo XVII. I suoi nipoti An-
burro, in modo da formare più strati. Il tonio e Proto formarono a loro volta al-
timballo cosı̀ ottenuto viene fatto poi tri due rami della famiglia: Antonio,
cuocere al forno sino alla doratura. sposata una Grixioni, si stabilı̀ a Ozieri,
dove la sua discendenza si estinse nel
Pilo1 Famiglia sassarese tra le più anti-
1843; Proto continuò la linea di Tempio
che e importanti (sec. XII-esistente).
Pausania; i suoi discendenti tornarono
Secondo una tradizione familiare
a stabilirsi a Sassari dove nel 1977 Giu-
avrebbe comune origine con i Pilo ge-
novesi e siciliani, e quindi discende- seppe (Peppino) uno di loro, ebbe la
rebbe dal grande Wilfredo el Pilos concessione del titolo di conte di San
conte di Barcellona. Di fatto, però, Pietro di Silki.
molti personaggi che portano il co- Ramo di Giovanni. Giovanni, eminente
gnome Pilo, Pili, Piliu, Pilu appaiono cittadino sassarese, impegnato nella
nella vita del giudicato di Torres a par- controversia per l’eredità di Sorso fu
tire sin dal secolo XII, in cui figurano l’antenato di Francesco, protomedico
proprietari di un grande patrimonio della Sardegna da cui nacquero Matteo
immobiliare posto nei terreni che si e Antonio che furono i capostipite ri-
stendevano tra la nascente Sassari e spettivamente del ramo dei marchesi
Osilo. Non è possibile conoscere con Pilo Boyl e dei cavalieri Pilo di Sassari.
sufficiente certezza i legami genealo- Matteo infatti ereditò il feudo di Putifi-
gici tra loro e soprattutto provare se gari da sua moglie; i suoi discendenti
avessero effettivamente origine co- ottennero il titolo marchionale e si le-
mune con i Pilo siciliani e genovesi. garono ai Savoia, andando a risiedere
Le notizie e la genealogia della fami- a Torino dove espressero alcune perso-
glia si fanno meno confuse soltanto a nalità di rilievo e dove tuttora risie-
partire dal secolo XV, quando figurano dono. Antonio invece continuò la linea

251

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 257


Pilo

dei cavalieri Pilo di Sassari, che a loro della città. Nel 1490 fu nominato pode-
volta nel corso del secolo XVII si divi- stà di Sassari.
sero in numerose linee collaterali. In- Pilo, Antonio2 Gentiluomo sassarese,
fatti da lui discese un altro Antonio, giurisperito (Sassari, seconda metà
giurato capo di Sassari nel 1673, padre sec. XVII-ivi 1750). Si laureò in Legge
di Giuseppe, la cui discendenza si ed entrò nell’amministrazione pub-
estinse nel secolo XVIII, e di Andrea, blica. Appassionato di studi storici, la-
dal quale discese in linea diretta un sciò una vasta opera inedita (253 carte)
Luigi che può essere considerato lo sti- di storia della Sardegna che arriva fino
pite di tutti i Pilo di questo ramo. Visse agli Aragonesi, De rebus sardois com-
nella prima metà dell’Ottocento e fu mentarius, attualmente custodita nel
padre di Gavino e di Francesco, en- Fondo Baille dell’Università di Ca-
trambi con discendenza: da Gavino di- gliari. Tra i suoi scritti giuridici: Ale-
scendono i Pilo che attualmente vivono gata por los derechos del comun de Sacer
a Genova e quelli che vivono in Ecua- a las tierras y bosques todos de la Nurra y
dor; da Francesco, che fu intendente di la Fluminargia, manoscritto del secolo
Finanza, discende il ramo di Sassari. XVIII, Biblioteca Universitaria di Ca-
Pilo2 (Minutili) Famiglia di origine napo- gliari, Fondo Baille.
letana (secc. XVI-XIX). Discendente da Pilo, Caterina Gentildonna sassarese
Francesco Minutili, che nel 1520 ot- (Sassari, prima metà sec. XVI-ivi, se-
tenne da Carlo V il riconoscimento conda metà sec. XVI). Figlia di Gio-
della sua nobiltà e della comune ori- vanni, nel 1547 ereditò dal padre il cre-
gine con i Minutili napoletani: egli si dito nei confronti degli eredi della ba-
sposò a Sassari con una Pilo; i loro di- ronia di Sorso e nel 1548, in attesa del
scendenti, agli inizi del secolo XVII, si pagamento della somma dovutale, fu
stabilirono a Castellaragonese (l’at- immessa nel possesso del feudo. Esso,
tuale Castelsardo), dove presero a però, le fu revocato nel 1550; più tardi
chiamarsi Pilo e con questo cognome trovò un accordo con Elena De Sena e
furono ammessi allo Stamento militare Marchesia Marongio Gambella sulle
nel 1643 durante il parlamento Avel- modalità di pagamento della somma.
lano. La famiglia continuò a prendere
Pilo, Francesco Protomedico della
parte anche agli altri parlamenti, ma
Sardegna (Sassari, seconda metà sec.
col tempo le sue condizioni decaddero
XVI-ivi, prima metà sec. XVII). Fra-
a tal punto che nel 1833 un Giacomo,
tello di Quirico, dopo aver conseguito
ormai ridotto in miseria, fu chiamato
la laurea in Medicina si fece notare per
in giudizio per dimostrare la fonda-
la profondità della sua preparazione e
tezza dei privilegi di cui si diceva de-
per la sua abiltà, per cui fu nominato
positario.
protomedico della Sardegna. Fu au-
Pilo, Antonio1 Gentiluomo sassarese tore di importanti opere scientifiche.
(Sassari, prima metà sec. XV-ivi, prima
metà sec. XVI). Probabilmente figlio di
Pilo, Gantino Uomo d’armi (Sassari,
Gantino, condivise i programmi poli- prima metà sec. XV-?). Seguı̀ Alfonso V
nelle sue campagne nel Napoletano,
tici di Giovanni II e fu amico di Angelo
Marongio. Fu tra i protagonisti delle distinguendosi per il suo valore. Nel
lotte fra fazioni sassaresi negli anni in 1443 ottenne il riconoscimento della
cui il viceré Ximén Pérez Escrivá de generosità.
Romanı́ tentò di limitare l’autonomia Pilo, Gianni Statistico, deputato al Par-

252

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 258


Pilo

lamento (n. Macomer 1954). Ha iniziato straordinario della città. Morı̀ pochi
la sua attività come responsabile del anni dopo a Sassari.
palinsesto dell’emittente cagliaritana
Videolina nel 1985. Trasferitosi a
Roma, nel 1987 è diventato responsa-
bile del palinsesto di ‘‘Italia 7’’; nel
1989 è entrato nella Fininvest e per la
sua abilità nel campo statistico è di-
ventato il sondaggista del gruppo. In
questo modo, dopo la nascita del movi-
mento di Forza Italia, ha finito per es-
sere il sondaggista ufficiale del nuovo
soggetto politico ed è personalmente
entrato in politica. Nel 1994 è stato
eletto deputato per la XII legislatura
repubblicana e nel 1996 riconfermato
per la XIII. Non si è ricandidato per la
XIV.
Pilo, Giovanni Gentiluomo sassarese
(Sassari, seconda metà sec. XV-ivi
1547). Figlio di Antonio, uomo di note-
vole personalità, nel 1502 fu ricono-
Giuseppe Maria Pilo – Di nobile famiglia
sciuto nobile. Egli nel 1497 aveva avuto
sassarese, vescovo di Ales, promosse la
in eredità da Antonio Contena i diritti diffusione dei Monti frumentari nella sua
che questi vantava sulla somma pagata diocesi. (Collezione Pilo, Sassari)
da Ximén Pérez per l’acquisto del
feudo di Sorso da parte di Rosa Gam-
Pilo, Giuseppe Maria Religioso (Sas-
bella. Fu cosı̀ che si trovò coinvolto
sari 1717-Villacidro 1786). Vescovo di
nella lite per il possesso di Sorso; per
Ales dal 1761 al 1786. Carmelitano, fu
ottenere il pagamento del suo credito
uomo di grande cultura, sensibile ai
nel 1521 fece causa a Giovanni Antonio
problemi del suo tempo. Pasquale
Milia e successivamente, dopo la
Tola lo dice: «Dottissimo e zelantis-
morte di questo, dal 1529 a Francesco
simo vescovo, ed uno degli scrittori
De Sena e ai Marongio Gambella. Nel
più insigni che la Sardegna abbia avuto
1534 ebbe finalmente il riconosci-
nello scorso secolo [il XVIII]». Nel 1730
mento del suo credito e ottenne, in at-
fuggı̀ dalla casa paterna per seguire la
tesa del relativo pagamento, il seque-
sua vocazione cambiando in Giuseppe
stro del feudo. La lite però continuò, e
Maria il nome di battesimo Quirico.
quando nel 1547 egli morı̀ non era an-
Studiò Teologia e Filosofia nel con-
cora conclusa.
vento di Sassari e per alcuni anni fu
Pilo, Giovanni Elia Giurista (Sassari, padre provinciale del suo ordine. Nel
seconda metà sec. XVI-ivi, dopo 1601). 1761 fu nominato vescovo di Ales: nella
Dopo la laurea fu nominato giudice sua diocesi si adoperò per migliorare
dell’Inquisizione e si fece apprezzare l’agricoltura e le condizioni di vita dei
per la profonda cultura. Nel 1598 fu suoi fedeli favorendo in tutta la diocesi
eletto giurato capo di Sassari e nel l’istituzione dei Monti frumentari, ai
1601 fu inviato a corte come sindaco quali diede un impulso decisivo negli

253

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 259


Pilo

stessi anni in cui il governo piemontese tiarum omnium utriusque jurispruden-


studiava il modo di applicarli istituzio- tiae) che gli diede fama in tutta Italia.
nalmente allo sviluppo dell’agricol- Pilo, Pietro Gentiluomo sassarese (Sas-
tura. In 23 anni di episcopato, «prov-
sari, prima metà sec. XVI-?). Nel 1541
vide all’ornamento della chiesa mag- fu armato cavaliere personalmente da
giore di Ales – scrive il Tola – e vi eresse
Carlo V durante la sua visita ad Al-
una sontuosa cappella marmorea; am- ghero; nel 1542 fu eletto giurato capo
pliò ed abbellı̀ l’episcopio di Villaci-
di Sassari.
dro, fece erigere dalle fondamenta un
tempio in Fluminimaggiore, e nei luo- Pilo, Quirico Uomo d’armi (Sassari, se-
ghi tutti della sua diocesi lasciò monu- conda metà sec. XVI-ivi, inizi sec.
menti perenni della sua liberalità». XVII). Entrato nella carriera militare,
Scrittore elegante ha lasciato: il trat- servı̀ per molti anni nella flotta spa-
tato Le istruzioni pratiche pei confessori gnola segnalandosi in più di un’occa-
scritto nel 1761, una Traduzione in sione per il suo valore. Nel 1599 fu no-
limba sarda logudoresa delle cose più minato ammiraglio delle galere di Ca-
importanti della dottrina cristiana, una talogna; tornato a Sassari divenne un
raccolta di omelie e un curioso ma- eminente protagonista della vita della
nuale Dottrina cristiana sarda in versu, città. Morendo, agli inizi del secolo
stampato a Cagliari nel 1778 e ristam- XVII, lasciò le sue sostanze per la fon-
pato nel 1910 col titolo di Compendio dazione dell’Università.
della Dottrina cristiana in versi sardi, a Pilo, stagno di Specchio d’acqua che si
cura del priore di Bonarcado monsi- estende per 120 ha di superficie intera-
gnor Carmelo Nieddu. Lasciò anche mente in territorio di Sassari, sulla co-
gli atti della Synodus diocesana Ussel- sta del golfo dell’Asinara, pochi chilo-
lensis, habita anno MDCLXXV, diebus metri a ovest di Porto Torres. Comu-
XXIX-XXXI maii, stampati a Cagliari nica col mare, ha una vegetazione di
nel 1776. tipo palustre ricca di endemismi e spe-
Pilo, Maria Giuseppina (detta Mariella) cie rare come la rupia e la salicornia.
Imprenditrice, consigliere regionale La sua distanza dalle grandi strade (at-
(n. Borore 1956). Sorella di Gianni, im- tenuata purtroppo in questi ultimi
prenditrice nel settore dell’informa- anni) lo rende anche habitat ideale
tica, ha seguito la nascita e lo sviluppo per specie di uccelli come il fenicot-
di Forza Italia in Sardegna. Nel 1999 è tero rosa, l’airone rosso, la volpoca, il
stata eletta consigliere regionale di martin pescatore e molti altri.
Forza Italia nel collegio di Cagliari Pilo Boyl, Carlo Ufficiale di carriera e
per la XII legislatura, al termine della architetto (Cagliari 1788-ivi 1859).
quale, nel 2004, non è stata rieletta. Operò a lungo a Cagliari; a lui si deb-
bono i progetti per la sistemazione
Pilo, Nicolò Sacerdote, giurista (Sas-
sari, sec. XVII-?). Attirato dalla vita re- della palazzina dell’Arsenale (attual-
mente Galleria comunale d’arte nei
ligiosa, entrò in Seminario e fu ordi-
nato sacerdote. Conseguı̀ la laurea in giardini pubblici di Cagliari) e l’impo-
nente Palazzo Boyl di Cagliari. Per i
Legge e acquistò fama di giurisperito
di notevole valore, per cui fu chiamato suoi meriti nel 1825 fu creato conte.
alla corte pontificia. Soggiornò per al- Pilo Boyl, Francesco I Barone di Puti-
cuni anni a Roma mettendosi in luce; figari (Sassari 1657-ivi?, 1721). Uomo
fu autore di un trattato (Flores senten- d’armi, si distinse soprattutto nelle

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 260


Pilo Frasso

azioni di repressione del banditismo. chino, prese parte alle guerre di indi-
Scoppiata la guerra di successione pendenza, segnalandosi in diversi epi-
spagnola, si schierò nel partito asbur- sodi per il suo valore e raggiungendo il
gico. Passata la Sardegna sotto l’Au- grado di generale. Nel 1849 fu eletto
stria, nel 1714 gli fu conferito il titolo deputato per la IV legislatura del Par-
di marchese; con l’avvento dei Savoia, lamento subalpino e in seguito ricon-
però, la concessione non fu confer- fermato per la V fino al 1857.
mata. Pilo Boyl, Vittorio I Marchese di Putifi-
Pilo Boyl, Francesco II Marchese di gari, matematico (Sassari 1778-ivi
Putifigari (Sassari 1749-Torino 1823). 1834). Ufficiale di carriera, si distinse
Uomo di notevoli capacità politiche, nelle guerre contro i francesi e nel 1799
percorse una luminosa carriera nel- seguı̀ la corte quando questa si rifugiò
l’amministrazione reale. Fu nominato in Sardegna. Durante la Restaurazione
reggente del Supremo Consiglio di Sar- fu nominato direttore delle scuole di
degna e dovette traferirsi a Torino; in artiglieria e nel 1830 gli fu conferito il
seguito divenne ministro di Stato. Collare dell’Annunziata. Illustre mate-
Pilo Boyl, Gioacchino Ufficiale di car- matico, fu autore di un trattatello sui
riera, uomo politico (Sassari 1815-ivi?, numeri scritto nel 1811 e di alcune al-
1892). Ministro, deputato al Parla- tre opere manoscritte. Di ingegno ver-
mento, senatore del Regno. Percorse satile, progettò anche il Teatro civico
una brillante carriera e prese parte di Sassari, inaugurato nel 1830, e si oc-
alle guerre dell’indipendenza italiana. cupò della conduzione dell’azienda
Dopo la costituzione della Luogote- agricola che la famiglia possedeva a
nenza di Napoli, nel 1860 fu per breve Milis.
tempo ministro della Marina e quando, Pilo Boyl, Vittorio II Ufficiale di car-
nel 1861, fu proclamato il Regno d’Ita- riera (Cagliari 1860-Milis 1921). Si di-
lia fu eletto deputato per l’VIII legisla- stinse durante la guerra italo-turca,
tura. In Parlamento si schierò con la 1911-1912, meritando alcune decora-
Destra; nel 1878 fu nominato senatore zioni; combattente della prima guerra
del Regno. mondiale, nel 1916 fu promosso gene-
Pilo Boyl, Matteo Barone di Putifigari rale. Tornato in Sardegna, si stabilı̀ a
(Sassari 1627-?, dopo 1668). Uomo Milis nella bella villa che la famiglia
d’armi, convinto sostenitore delle idee possedeva nel paese.
dell’Olivares, si segnalò nella lotta con- Pilo Flores, Gavino (detto Peppino) Av-
tro il banditismo, combattendo in Lo- vocato, consigliere regionale (Sassari
gudoro e in Gallura le bande più peri- 1909-ivi 1991). Conseguita la laurea in
colose. Si guadagnò reputazione e fu Giurisprudenza si dedicò all’ammini-
nominato commissario generale della strazione delle sue proprietà. Nel se-
cavalleria del Logudoro. Durante i par- condo dopoguerra, alla ripresa del di-
lamenti Lemos e Camarassa fu tra i più battito democratico, si avvicinò al Par-
autorevoli rappresentanti del partito tito Nazionale Monarchico e nel 1949
Alagon e, dopo l’uccisione del Cama- fu eletto consigliere regionale del suo
rassa, fu mandato a presidiare Al- partito nel collegio di Sassari per la I
ghero. legislatura, al termine della quale non
Pilo Boyl, Pietro Ufficiale di carriera, fu più riconfermato.
deputato al Parlamento subalpino (Ca- Pilo Frasso, Giovanni Sacerdote, ora-
gliari 1804-ivi 1864). Fratello di Gioac- tore (Sassari 1686-Vienna 1740). Du-

255

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 261


Piloni

rante la guerra di successione spa- carica di preside. Nel 1921 aderı̀ al fa-
gnola si schierò nel partito filoasbur- scismo; combattente nella seconda
gico e si trasferı̀ a Barcellona; succes- guerra mondiale, ottenne alcune deco-
sivamente, al termine della guerra, si razioni al V.M. Tra i suoi scritti: Il di-
trasferı̀ a Vienna dove scrisse nume- ritto agrario nello statuto di Castelsardo,
rose opere tra cui Oraciones panegiri- in ‘‘Testi e documenti per la storia del
cas, 1716 e Verbum caro factum, 1724. Diritto agrario in Sardegna’’, 1938; Sar-
degna e Corsica, ‘‘L’Isola’’, 1939; La Sar-
Piloni, Luigi Funzionario, collezionista
degna bizantina, ‘‘Ichnusa’’, I, 1, 1950.
(Cagliari 1907-ivi 1986). Intellettuale di
vasta e raffinata cultura, laureatosi in Piludu, Massimo Pittore (n. Monser-
Giurisprudenza e in Filosofia, divenne rato 1944). Dopo la maturità presso il
funzionario della presidenza del Con- Liceo artistico di Cagliari, ha iniziato
siglio dei ministri. In seguito fu nomi- la carriera di pittore, partecipando a
nato direttore generale dell’ANAS. Du- numerose collettive. «Il colore genera
rante la sua vita raccolse una gran nelle sue opere un’ammirevole felicità
quantità di stampe, gioielli, libri e di- figurale», ha scritto Nicola Valle.
pinti riguardanti la Sardegna. Prima di Pimentel1 Comune della provincia di
morire donò la sua splendida colle- Cagliari, compreso nella XX Comunità
zione all’Università di Cagliari che nel montana, con 1238 abitanti (al 2004),
1984 ne fece un museo. Pubblicò opere- posto a 154 m sul livello del mare una
catalogo dedicate agli oggetti della una trentina di chilometri a nord di Ca-
sua vocazione collezionistica, che si gliari. Regione storica: Trexenta. Ar-
fondava però su solide basi scientifi- chidiocesi di Cagliari.
che, tra cui: Cagliari nelle sue stampe, & TERRITORIO Il territorio comunale,
1959; La Sardegna nelle incisioni del di forma grosso modo trapezoidale, si
XIX secolo, 1961 (nel 1981 reprint dalla estende per 14,98 km2 e confina a nord
sassarese Asfodelo, in una edizione ar- con Guasila, a est con Ortacesus, a sud
ricchita di nuove carte); La Sardegna con Barrali e a ovest con Samatzai. Si
in una serie inedita di fotografie, 1963 tratta di una regione ai confini tra la
(sono le immagini scattate a fine Otto- Trexenta meridionale, collinare e tra-
cento dal francese Delessert); Memorie dizionalmente vocata alla cerealicol-
di terra sarda. Tempere inedite di Philip- tura, e la pianura campidanese. A
pine de la Marmora, 1964; Le carte geo- oriente del paese scorre il rio Mannu,
grafiche della Sardegna, 1974 (è la sua che va a gettarsi nello stagno di Ca-
opera più importante, per l’accura- gliari. Le comunicazioni sono assicu-
tezza della raccolta e l’abbondanza rate da una bretella stradale che, sepa-
delle notizie da cui è accompagnata. randosi dalla ‘‘Carlo Felice’’ nei pressi
Negli anni Novanta è stata ristampata di Nuraminis, si dirige, passando an-
in elegante edizione dalla cagliaritana che per Samatzai, verso la statale 128
Della Torre); L’assalto francese alla Sar- Centrale sarda; da P. se ne distacca una
degna del 1793 nell’iconografia dell’e- deviazione che si dirige a nord, per rag-
poca, 1992. giungere Guasila. La più vicina sta-
Pilo Spada, Francesco Insegnante, zione ferroviaria è a Barrali, lungo la
studioso di diritto (Sassari 1904-ivi linea a scartamento ridotto Cagliari-
1990). Dopo aver conseguito la laurea Mandas.
si dedicò all’insegnamento della Filo- & STORIA Il suo territorio è ricco di
sofia, impegnato nella scuola fino alla testimonianze archeologiche ma il vil-

256

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 262


Pimentel

laggio è di origini piuttosto recenti; cura sanitaria basta un sol flebotomo,


fondato nel corso del secolo XVII, fu che a tutte le malattie applica la pana-
probabilmente voluto dal feudatario cea universale della lancetta. Per
della Trexenta il marchese Blasco di buona sorte che i temperamenti sono
Villasor che aveva sposato una Pimen- forti, e che poco i corpi patiscono dopo
tel. Il villaggio passò dagli Alagon ai De superati i pericoli della prima età, e
Silva ai quali fu riscattato nel 1838; nel che molti si abbandonano al beneficio
1821 fu incluso nella provincia di Ca- della natura. Le malattie più frequenti
gliari. Quando nel 1848 le province fu- sono le infiammazioni di petto, i dolori
rono abolite, passò alla divisione am- di punta, e le febbri intermittenti. La
ministrativa di Cagliari e infine nel principale professione è quella dell’a-
1859 fu incluso nella ricostituita omo- gricoltura, alla quale sono applicati tra
nima provincia. Risalenti alla seconda maggiori e minori non meno di 220 per-
metà dell’Ottocento sono le notizie che sone, quindi quella della pastorizia,
sul paese ci dà lo studioso Vittorio An- nella quale si possono numerare 25 in-
gius: «Esistono in esso alcune fonti, e dividui. Alle arti meccaniche de’ mura-
di esse le più notevoli sono, quella che tori, fabbriferrai, falegnami non istu-
trovasi alla parte boreale del paese, diano più di 10 individui, i quali
che si raccoglie in alcune vasche per quando sono disoccupati da’ lavori di
abbeverarvi il bestiame, per bevanda queste arti vanno a lavorar sul campo.
delle famiglie che non hanno pozzi di Le persone che non facciano alcun’
buona vena e per altri bisogni, quindi opera sono rarissime e forse si contan
quella che è nominata di Solaris, a di- sulle dita. Le donne lavorano nel te-
stanza di mezzo miglio dall’abitato, lajo, e di queste macchine (d’antica
verso greco-tramontana, di acqua forma) quasi tutte le case sono fornite.
molto migliore della prima, donde Molte donne han lucro dalla vendita
però si provvedono tutte le famiglie delle tele. La istruzione primaria è,
agiate. A distanza di un’ora sono varie come generalmente nelle altre parti,
sorgenti di acque ottime. Manca affatto poco curata; i fanciulli, che concor-
il bosco, e ne’ luoghi incolti è raro che rono alla medesima circa 10. Forse
trovisi qualche arbusto. I selvatici sono però non saranno 12 in tutto il paese
lepri, conigli e volpi. Popolazione. Que- che sappian leggere e scrivere. Agricol-
sto paese nominato dal titolo del si- tura. Di quella superficie coltivabile
gnore straniero, che possedeva la Tre- (starelli 3400), duemila e trecento sta-
centa, è di poca antichità, e vuolsi sia relli sono dedicati a’ cereali, con al-
stato stabilito nel 1670. Il numero at- terno esercizio e riposo, il rimanente è
tuale de’ suoi abitanti è di circa 655, nel vigneto, nel prato e nel salto. Le
totale risultante da maggiori di anni 20 quantità solite delle seminagioni sono
maschi 200, femmine 217, minori ma- le seguenti, di frumento star. 700,
schi 125, femmine 112, che si sparti- d’orzo 200, di fave 320, di legumi (cicer-
scono in circa 170 famiglie. P. è diviso chie, piselli, ceci, lenticchie) 60, di lino
da quel rivoletto in due rioni, o vicinati, 120. La fruttificazione è abbondevolis-
come dicesi, uno nominato Nuraxi op- sima se il cielo favorisce alla vegeta-
posto al greco-levante; l’altro Saceni di zione con la opportunità delle pioggie,
incontro al ponente-libeccio. L’ordina- e se nel tempo della fioritura e dell’in-
rio annuo numero delle nascite è 20, granimento non incomba sopra i semi-
delle morti 13, di matrimoni 7. Per la nati nessuna nebbia venefica. Questa

257

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 263


Pimentel

in poche ore dimminuisce a metà, e polazione, con morti per anno 12 e nati
pure a un decimo e a un ventesimo, la 13; cancellati dall’anagrafe 15 e nuovi
raccolta. Le vigne danno buoni vini se iscritti 27. Tra i principali indicatori
le uve sono manipolate con qualche in- economici: imponibile medio IRPEF
telligenza. Tra le viti sono alberi frutti- 13 909 in migliaia di lire; versamenti
feri di molte specie, ma non in gran nu- ICI 338; aziende agricole 214; imprese
mero. Vi sono prosperi e danno ottimi commerciali 51; esercizi pubblici 5;
frutti. L’orticoltura è ristrettissima, esercizi al dettaglio 10; ambulanti 9.
perché non si produce più del bisogno Tra gli indicatori sociali: occupati 277;
di alcune famiglie. La pastorizia non disoccupati 44; inoccupati 104; lau-
cura che pecore, vacche e porci. Il be- reati 9; diplomati 63; con licenza media
stiame domito consiste in buoi di lavoro 398; con licenza elementare 389; anal-
270, cavalli 60, giumenti 200. Il bestiame fabeti 79; automezzi circolanti 395; ab-
rude in vacche 220, pecore 3000, porci bonamenti TV 321.
350. Si fa formaggio del latte pecorino, & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Sul
ma molto meno che voglia la consuma- suo territorio sono individuabili alcuni
zione, e di poco pregio, perché non si sa interessanti siti archeologici, tra i
fare. Commercio. Gli articoli che i pim- quali i nuraghi Nuraxi e Sioco, e le do-
mentellesi danno sono i soli cereali; mus de janas di S’Aqua Salida. Indub-
però quando per la irregolarità delle biamente la più rimarchevole è la ne-
stagioni mancano questi prodotti, essi cropoli di S’Aqua Salida. Situata lungo
non san che fare, e non hanno altro la strada per Guasila, risale al Neoli-
ramo da cui proccurarsi le cose di cui tico tardo ed è costituita da un gruppo
abbisognano. In anno di fecondità pos- di otto tombe con diversi impianti pla-
son lucrare circa 35 mila lire». nimetrici, ricche di elementi architet-
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- tonici e di decorazioni con protomi tau-
conomia di P. sono l’agricoltura, in par- rine e altri motivi e, in qualche caso,
ticolare la cerealicoltura, la frutticol- anche di tracce di pitture. Altro sito im-
tura e l’orticoltura, e l’allevamento del portante è la tomba di Corongiu, una
bestiame, soprattutto bovini e suini, in interessantissima sepoltura con poz-
misura minore ovini ed equini. Negli zetto verticale di accesso. È ricca-
ultimi decenni si sta sviluppando an- mente decorata con motivi a spirali di-
che una modesta attività industriale sposti ai lati di un elemento verticale
che, basandosi sui settori alimentare e che complessivamente richiama la sti-
edile, ha dato vita ad alcune piccole lizzazione di un volto umano.
imprese. È poco organizzata la rete di & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
distribuzione commerciale. Servizi. P. RALE L’assetto urbanistico ha conser-
è collegato da autolinee e dalla ferro- vato la sua struttura tradizionale, ti-
via agli altri centri della provincia. Di- pica del villaggio della Trexenta.
spone di medico, farmacia, scuola del- Lungo le sue strade si aprono grandi
l’obbligo, sportello bancario. Possiede portali in pietra che introducono alle
una Biblioteca comunale. tipiche case, anch’esse in pietra, tal-
& DATI STATISTICI Al censimento del volta ingentilite da un porticato in-
2001 la popolazione contava 1237 unità, torno al cortile antistante (lolla). L’edi-
di cui stranieri 3; maschi 632; femmine ficio più importante è la chiesa di No-
605; famiglie 398. La tendenza com- stra Signora del Carmine, edificio che
plessiva rivelava un aumento della po- risale probabilmente al periodo della

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 264


Pimentel

fondazione del villaggio; ha una pianta dentemente. Di sera la festa si con-


rettangolare con volta a botte, cappelle clude con una fiaccolata per le vie del
laterali e presbiterio sopraelevato e centro storico. A metà settembre, in lo-
cupolato. L’interno conserva numerosi calità Santu Scioni, si svolge invece la
decori marmorei del secolo XVIII. festa di San Lussorio; e, a partire dal
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La 1987 in concomitanza delle celebra-
festa più caratteristica della comunità zioni religiose, si svolge anche la sagra
è quella di San Giovanni Battista, che della pecora, organizzata dal comitato
si svolge il 24 giugno. In questa occa- degli allevatori, che si conclude con
sione vengono accesi lungo le strade l’offerta ai partecipanti della carne di
del paese dei falò propiziatori che in pecora lessa e del formaggio. Altra im-
passato rivestivano molti significati ri- portante testimonianza delle passate
tuali. Ancora oggi avviene che, di tradizioni è il costume. L’abbiglia-
fronte al falò, due innamorati o sempli- mento tradizionale femminile è di due
cemente due amici diano vita al rito tipi. Quello da sposa, di maggior lusso,
del comparatico, durante il quale, te- è costituito da una camicia (sa camisa)
nendosi per mano, saltano il fuoco, di tela di cotone bianca ricamata e con
quindi annodano e sciolgono per tre pizzi, e dalla gonna (sa gunnedda) plis-
volte un fazzoletto. Un’altra festa, che settata di raso marrone scurissimo con
si riallaccia alle più antiche tradizioni fiori in tinta arricchita da una trina
del paese, si svolge in due tempi, il 16 verde oliva. Sopra la camicia si indossa
luglio e a settembre, sempre presso la il busto (su cossu) di broccato blu a di-
chiesa del Carmine e in onore della pa- segni gialli e rose rosse, guarnito in
trona; nel primo caso è detta appunto raso rosa e chiuso sul davanti da un na-
festa del Carmine e nel secondo festa stro di seta; sopra la gonna il grembiule
de Su Carmineddu. Quella del 16 luglio (su deventali) di tibet fine marrone, più
è organizzata da un comitato di ammo- corto della gonna, con ricamo floreale
gliati; in passato era sostenuta dai a filo di seta; completa l’abbigliamento
grandi e medi proprietari terrieri (is uno scialle di tibet nero ricamato a
meris e is merixeddus) che la organizza- fiori con filo di seta. Il costume popo-
vano con sfarzo. Quella del primo lu- lare è invece costituito da una camicia
nedı̀ di settembre viene invece orga- semplice con maniche inamidate e
nizzata dagli scapoli; in passato era di dalla gonna di bordatino rosso e blu,
pertinenza dei servi (is serbidoris) che, guarnita con velluto blu e bordata di
avendo ricevuto il salario a chiusura verde; sulla camicia va il busto di broc-
dell’annata agraria, erano in condi- cato guarnito in trina. Sopra la gonna si
zione di finanziarla. Oggi il senso delle indossa il grembiule di tibet nero con
due feste è cambiato: generalmente la ricamo floreale di seta. Completa il co-
festa di settembre, organizzata dagli stume un fazzoletto di tibet marrone.
scapoli che non hanno preoccupazioni Anche l’abbigliamento tradizionale
di famiglia, è più sfarzosa. Una festa maschile è costituito da due modelli.
per Nostra Signora di Lourdes si svolge Quello dello sposo è composto da: ca-
l’11 febbraio con una grande riunione micia di tela di cotone e pettina rica-
presso l’abitazione di uno degli orga- mata chiusa al collo, calzoni (crazzonis
nizzatori dove la padrona di casa offre a rodas) di tela bianca molto robusta,
a ciascuno dei presenti amaretti e gilet con martingala (su gropettu) di
ciambelle che ha confezionato prece- panno nero guarnito con una trina do-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 265


Pimentel

rata, pantaloni sui quali va il gonnel- sola e visitò alcune fortificazioni, con-
lino (sa roda), quindi le ghette (is ghet- statando le manchevolezze del loro ar-
tas) di panno nero come il gonnellino e mamento. Fu cosı̀ che nel 1631, per tro-
la berritta che completa l’abbiglia- vare le risorse necessarie al loro poten-
mento. Il costume maschile popolare è ziamento, convocò un altro Parla-
costituito da una camicia di tela di co- mento, riuscendo anche questa volta a
tone semplice e dai calzoni (crazzonis a chiuderlo in pochi mesi. Poco dopo
rodas) di tela bianca. Sopra la camicia morı̀, nel 1632.
si indossa il gilet di panno nero bordato
Pimentel, Maria Giuseppa Gentil-
di nastro rosso a doppio petto con due
donna (Sardegna, prima metà sec.
file di bottoni. Sui pantaloni va il gon-
XVIII-?). Figlia di Francesco, nel 1758,
nellino di panno nero con bordo rosso e
conclusa la lunga vertenza iniziata dal
le ghette ugualmente di panno nero
padre con gli Zuñiga, ottenne la contea
con bordo rosso. Anche in questo caso
d’Oliva. Quando il fisco pretese il paga-
l’abbigliamento è completato dalla ber-
mento dell’investitura, la neo-contessa
ritta di panno nero.
vi si oppose, ritenendo di non dover pa-
Pimentel2 Famiglia feudale del León gare perché la contea era di sua pro-
(secc. XVI-XVIII). Di origine porto- prietà allodiale. Ne nacque una causa
ghese, discendeva da un Giovanni Al- che si concluse nel 1767 con un com-
fonso vissuto ai tempi del re Giovanni I promesso: la Pimentel acconsentı̀ a ri-
di Castiglia. Un suo discendente, il conoscere l’investitura e a pagare una
marchese Girolamo, fu viceré di Sarde- forte somma. In cambio, dalla divi-
gna; da un suo fratello derivano i conti sione del grande feudo ottene i titoli di
di Benavente, uno dei quali, Antonio principessa d’Anglona, duchessa di
Francesco, sposò Maria Ignazia Bor- Montacuto, marchesa del Marghine e
gia, erede di numerosi feudi in Sarde- contessa di Osilo. Quando poi nel 1777
gna. Dal loro matrimonio nacque Fran- morı̀ Gioacchino Zuñiga, ereditò an-
cesco, che si oppose alla successione di che il ducato di Mandas, il marchesato
Gioacchino Zuñiga nei feudi già appar- di Terranova e gli altri feudi sardi, di-
tenuti ai Borgia in Sardegna. La con- venendo cosı̀ la più ricca feudataria
tesa giudiziaria si protrasse fino al della Sardegna.
1758, quando Francesco era ormai
Pinacoteca Nazionale di Cagliari Isti-
morto. La lite si concluse con un com-
tuzione museale. Le sue collezioni, che
promesso tra sua figlia Maria Giuseppa
sono le più importanti della Sardegna,
e Gioacchino Zuñiga, in base al quale
si andarono formando a partire dalla
la contea d’Oliva fu assegnata a Maria
seconda metà dell’Ottocento, quando
Giuseppa, il resto allo Zuñiga.
cominciarono a esservi depositati e
Pimentel, Girolamo Viceré di Sarde- conservati i quadri provenienti dai di-
gna (Spagna, fine sec. XVI-Cagliari sciolti enti ecclesiastici. In particolare
1632). In carica dal 1625 al 1632. Mar- si arricchı̀ dei preziosi retabli della
chese di Bayona, era generale della ca- chiesa di San Francesco di Stampace
valleria spagnola a Milano quando nel a Cagliari, distrutta nel 1875, e di nu-
1625 fu nominato viceré di Sardegna. merosi altri pezzi di diversa prove-
Nel 1626 convocò il Parlamento e riuscı̀ nienza. Nel 1889 il conservatore del
a chiuderlo rapidamente e con suc- Museo, Vincenzo Crespi, procedette a
cesso. Nel 1627, temendo un’invasione fare redigere un primo inventario dei
francese, allertò la popolazione dell’i- quadri, che dopo il 1890 furono trasfe-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 266


Pinna

riti nel Palazzo Vivanet in via Roma politico (Piemonte 1849-?). Apparte-
unitamente al Museo archeologico na- nente a una nobile famiglia, ebbe il ti-
zionale. Quando nel 1905 fu inaugurata tolo di conte di Banchette. Eletto più
la sede del Museo archeologico apposi- volte deputato, si interessò dei pro-
tamente costruita in piazza Indipen- blemi della Sardegna attraverso i risul-
denza, l’esposizione fu estesa al conti- tati dell’inchiesta del Pais Serra e
guo palazzo detto delle Seziate, che per scrisse sulla ‘‘Nuova Sardegna’’ un ar-
circa ottant’anni divenne la sede della ticolo sulla storia dei Duchi di Savoia e
Pinacoteca e delle collezioni che via re di Sardegna, vol. CXLIII, 1895.
via le si aggiunsero. Quando, a partire Pinelli, Luigi Medico, studioso di storia
dal 1955, iniziarono i lavori di ristruttu- (Sassari, seconda metà sec. XIX-?).
razione del complesso del vecchio ar- Laureato in Medicina, combattente
senale tendenti alla sua trasforma- della prima guerra mondiale, nel do-
zione in Cittadella dei Musei, si pensò poguerra seguı̀ Camillo Bellieni nell’i-
di trasferirvi anche la Pinacoteca. I lo- dea di trasformare il movimento degli
cali appositamente progettati furono ex combattenti nel Partito Sardo d’A-
terminati negli anni Settanta, ma solo zione. Di formazione anarchica, in se-
nel 1985 fu possibile iniziare il trasferi- guito ipotizzò l’esistenza di un’associa-
mento della Pinacoteca nella nuova zione segreta (il Nuraghe Rosso) all’in-
sede. La sistemazione dell’esposizione terno del Partito Sardo d’Azione. Du-
si è conclusa nel 1992. Le collezioni si rante il fascismo fu sorvegliato per le
snodano su tre livelli in un percorso sue idee sovversive e perseguitato, per
che segue il perimetro delle antiche un errore burocratico che lo faceva
mura spagnole, inglobate nella citta- ebreo, durante la politica razzista.
della, ed è di grande effetto scenogra- Uomo dai vasti interessi culturali, tra
fico. Al piano superiore sono esposti i l’altro fu autore di alcuni interessanti
retabli che documentano la pittura saggi sul Medioevo sardo, tra cui: Breve
sardo-catalana del Quattrocento e del storia delle invasioni degli Arabi in Sar-
Cinquecento; al piano intermedio sono degna (dal VIII al XIX secolo), 1972; Gli
esposte le tele del XVII e del secolo Arabi e la Sardegna, 1972; Un corsaro
XVIII che provengono da collezioni ec- sardo re di Algeri, 1972 (è la storia di
clesiastiche o da donazioni private; al Hassan Aga Pascià, scelto come succes-
piano inferiore sono esposte opere di sore da Khair-ed-Din detto Barba-
provenienza eterogenea riferentisi a rossa); Emblema della Sardegna. Ori-
tempi diversi. La Pinacoteca possiede gine e trasformazioni, 1979.
inoltre una raccolta di materiale etno-
grafico sardo di uso quotidiano pro-
Pinna 1 Famiglia di Macomer (sec.
XVIII-esistente). Famiglia di grandi
dotto tra l’Ottocento e il Novecento co-
proprietari e allevatori, le cui notizie
stituito da manufatti tessili, pezzi di ar-
risalgono al secolo XVIII con un Gio-
redamento domestico, gioielli, armi
vanni Battista. Furono suoi figli Dome-
sarde, vasi e ceramiche di produzione
nico magistrato, Pietro Francesco sa-
ispano-araba del secolo XIV, materiale
cerdote e Salvatore avvocato; pur da
lapideo, stemmi. Queste preziose col-
posizioni diverse, furono tutti coinvolti
lezioni vengono purtroppo esposte a
nei moti angioyani: Domenico e Pietro
rotazione per mancanza di spazi ade-
Francesco erano legati all’Angioy, del
guati.
quale favorirono l’ingresso a Macomer,
Pinchia di Banchette, Emilio Uomo mentre Salvatore, fieramente contra-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 267


Pinna

rio all’Alternos e alla sua linea politica, valls de Sayo. Quando però Branca-
cercò di opporsi con tutte le sue forze. leone Doria, dopo il suo matrimonio
Per questo motivo nel 1829 ottenne il con Eleonora d’Arborea, si schierò a
riconoscimento del cavalierato eredi- fianco del giudice d’Arborea, i Pinna
tario e della nobiltà. Suo figlio Salva- rimasero fedeli al re, per cui tra le due
tore Antonio nel 1845 ottenne il titolo famiglie riemersero le vecchie rivalità.
comitale. I suoi discendenti attual- I tre fratelli persero allora la disponi-
mente risiedono a Bosa. bilità dei loro feudi, che furono occu-
Pinna2 Famiglia di Sindia (secc. XVIII- pati dalle truppe giudicali. La discen-
XIX). Le sue notizie risalgono al secolo denza di Saturnino si estinse nel corso
XVIII; i suoi membri erano in possesso del secolo XVI mentre da Nicola e Pie-
di un notevole patrimonio e ottennero tro discesero i Pinna di Sassari, che nel
il cavalierato ereditario e la nobiltà nel 1558 furono ammessi allo Stamento mi-
1735 con un Salvatore. La sua discen- litare e tra il 1570 e il 1571 ebbero il
denza si estinse nel corso del secolo riconoscimento della generosità.
XIX. Pinna, Alberto Giornalista, editore (n.
Pinna3 Famiglia di Nulvi (secc. XVII- Sassari 1944). Professionista dal 1966,
XX). Le sue notizie risalgono al secolo dopo aver lavorato per anni nella reda-
XVII; ottenne il cavalierato ereditario zione de ‘‘La Nuova Sardegna’’, nel
nel 1694 con un Sebastiano, che nel 1974 uscı̀ dal giornale in polemica con
1698 fu ammesso allo Stamento mili- la proprietà (Rovelli) e passò con un
tare durante il parlamento Montel- nutrito gruppo di colleghi a ‘‘Tuttoquo-
lano. I suoi discendenti continuarono tidiano’’ dove lavorò fino al 1978, anno
a vivere a Nulvi, dove possedevano un in cui il quotidiano cessò le pubblica-
notevole patrimonio fondiario, e a Sas- zioni, dopo un periodo travagliato. In-
sari. Si estinsero nel corso del secolo tanto P. era entrato, con alcuni colleghi,
XX. nella proprietà della casa editrice
EDES, fondata in origine da Virgilio
Pinna4 Famiglia del Logudoro (secc. Lai e alcuni altri intellettuali di sini-
XII-XVI). Di antica nobiltà giudicale, stra. È stato inviato speciale del ‘‘Cor-
le sue notizie risalgono al secolo XII. riere della Sera’’; andato in pensione,
Tradizionalmente avversari dei Doria, ha intensificato il coinvolgimento
che avevano usurpato loro buona parte nella casa editrice, la cui sede è stata
del patrimonio, con l’arrivo degli Ara- spostata a Sassari, dove si è dotata an-
gonesi, dopo la ribellione dei Doria, si che di moderni apparati di stampa.
avvicinarono alla nuova dinastia e i
fratelli Nicolò, Pietro e Saturnino ac- Pinna, Antonio1 Religioso (Sassari, se-
cettarono di combattere a sostegno del- conda metà sec. XIV-Ozieri 1436). Ve-
l’esercito reale durante la seconda scovo di Bisarcio dal 1421 a prima del
guerra tra Mariano IV e Pietro IV. 1436. Sassarese, si chiamava forse An-
Quando Brancaleone Doria fu attac- tonio de Penna. Canonico della catte-
cato dalle truppe del giudice d’Arbo- drale turritana fu nominato vescovo
rea, essi finirono paradossalmente per nel 1421 da Martino V. Governò la dio-
schierarsi a suo fianco ponendo fine cesi nel primo periodo di formazione
all’antica inimicizia. Per ricompen- del grande feudo di Oliva quando an-
sarli Pietro IV concesse a Nicolò e Pie- cora gli abitanti del Montacuto si mo-
tro i salti di Turriela e di Manfriana e a stravano insofferenti al nuovo vincolo.
Saturnino quelli di Valle Alinos e di Ca- Pinna, Antonio2 Studioso di storia mi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 268


Pinna

litare (n. Pozzomaggiore 1959). Mare- l’avvocato Andrea Sasso, vissuto nel se-
sciallo aiutante, fin dalla costituzione, colo XV, difensore del viceré Ximén
nei locali della Caserma ‘‘A. Lamar- Pérez, accusato dell’assassinio di
mora’’ di Sassari, del Museo storico Rosa Gambella, sua moglie dopo la
della Brigata ‘‘Sassari’’, si è dedicato morte di Angelo Marongio. Lo indiche-
alla sua conservazione, al suo riordina- rebbe lo stemma posto al centro della
mento, all’arricchimento dell’archivio fronte dell’altare. Al pittore è attri-
annesso e soprattutto al reperimento buito anche il quadro con la Trasla-
di documenti iconografici (in specie zione dei martiri turritani, fatto dipin-
stranieri) sulla Brigata ‘‘dei sardi’’. Le gere dall’arcivescovo Manca Cedrelles
sue ricerche lo hanno portato a ritro- (=), ma Maria Grazia Scano vi indivi-
vare alcuni scomparsi cimiteri di dua «aspetti, anche iconografici» che
guerra dei ‘‘sassarini’’ sull’altipiano di rimanderebbero piuttosto a Baccio Go-
Asiago. Ha scritto anche alcuni libri rini e, nonostante l’attribuzione dello
sulla Brigata insieme con Gianfranco Spano, «indurrebbero a proporre la
Ghirra: Trattare ke frates, kertare ke ini- paternità» di Gorini.
micos. Il cammino dei sardi nella grande
Pinna, Francesco Pittore (Alghero, se-
guerra, 1997; La brigata Sassari nella
conda metà sec. XVI-?, 1616). Secondo
battaglia dei Tre Monti, 1998.
Maria Grazia Scano, «l’artista di gran
Pinna, Carlo Dirigente socialista (Ca- lunga più interessante e avventuroso
gliari, sec. XX-?). Alla caduta del re- del nostro panorama pittorico fra Cin-
gime riprese l’attività politica e nel que e Seicento, le cui aperture al vasto
1945 fu proposto come consultore re- mondo son dimostrate dall’internazio-
gionale. Tra i suoi articoli: Nel campo nalità dei suoi rapporti commerciali e
sardista crisi da risolvere, ‘‘Sardegna so- artistici». Nel foglio della Madonna col
cialista’’, 1945; Il problema agricolo Bambino, San Giovannino, Angeli e
sardo, ‘‘Sardegna socialista’’, 1945; So- Santi la firma «sardus inventor» indi-
cialismo e autonomia, ‘‘Sardegna cherebbe la sua consuetudine col
Avanti’’, 1946. mondo dell’incisione. Documenti d’ar-
chivio – afferma ancora la Scano –
Pinna, Diego Pittore (Sassari, seconda
«hanno messo in luce l’esistenza di
metà sec. XVI-ivi?, prima metà sec.
una collaborazione artistica societaria
XVII). Sacerdote, fu considerato da Pa-
tra P. e il pittore francese Marçe Ber-
squale Tola come un prete ‘‘spretato’’.
nier», che sosterrebbe anche l’attribu-
Ma nel suo quadro più famoso, che è La
zione a lui della tavola con l’Adorazione
Madonna del Tempietto del Duomo di
dei Magi (Pinacoteca Nazionale di Ca-
Sassari, la firma dice «Didacus Pinna
gliari), attribuita in genere al cosid-
subdiacon sassarensis pinsit, anno
detto Maestro della Sant’Orsola.
1626». Nel quadro (che si trova nella
cappella di Sant’Andrea) la Madonna Pinna, Franco Fotogiornalista (La
è rappresentata assisa in trono fra i Maddalena 1925-Roma 1978). I geni-
Santi Giuseppe e Andrea; secondo il tori, tutti e due sardi, si trasferirono
Tola P. è il personaggio ritratto in basso presto a Roma. Lasciata ancora gio-
e vestito alla spagnola; lo Spano conget- vane la casa del padre, fece diversi me-
turò che fosse il famoso cittadino sas- stieri. La svolta è nel 1952, quando –
sarese Andrea Vico Guidone; secondo entrato nel PCI – conosce alcuni artisti
il Costa sarebbe invece un membro e intellettuali che lo accompagne-
della famiglia Sassu, discendente dal- ranno nella sua ulteriore formazione

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 269


Pinna

culturale (il fotografo Pablo Volta, il la- tato nelle file del Gruppo universitario
tinista Luca Canali, soprattutto l’antro- sassarese, partecipò da volontario alla
pologo Franco Cagnetta). Dedicatosi al seconda guerra mondiale, nel corso
fotogiornalismo, presto collaboratore della quale combatté in Africa setten-
delle più importanti testate di sinistra trionale, fu ferito e mutilato ed ebbe
e in seguito dei magazine ‘‘L’Espresso’’ numerose decorazioni. Nel dopo-
e ‘‘Panorama’’, farà parte, dall’ottobre guerra si dedicò alla professione di av-
dello stesso 1952, dell’équipe di Erne- vocato e si accostò alla politica mili-
sto De Martino nel primo dei suoi tando nel Movimento Sociale Italiano.
viaggi in Lucania, che daranno vita a Nel 1949 fu eletto consigliere regionale
una delle più suggestive esperienze per la I legislatura nel collegio di Sas-
della ricerca antropologica in Italia. sari; fu riconfermato per le successive
Ormai noto per i suoi reportage (fa- tre legislature, ma nel 1963 si dimise
moso quello nelle borgate romane, in- per candidarsi al Parlamento. Fu
terrotto nel 1956 dopo l’invasione del- eletto senatore per la IV legislatura re-
l’Ungheria, realizzato nel quadro di pubblicana, al termine della quale non
una ricerca poi continuata da Giovanni fu riconfermato. Nel 1969 fu nuova-
Berlinguer), si lega stabilmente a Fe- mente eletto consigliere regionale per
derico Fellini, diventandone il foto- la VI legislatura, ma si dimise nel 1972
grafo di scena, da Toby Dammit, 1967, a per ricandidarsi al Senato. Non fu rie-
Casanova, 1976. Già autore di un libro letto.
sulla Sila, 1959, per la LEA (L’Editrice
dell’Automobile), nel 1961 viene in Sar- Pinna, Giuseppe1 Medico, giornalista,
degna per un altro libro fotografico: saggista (Cagliari 1863-ivi 1935). Dopo
sarà Sardegna. Una civiltà di pietra, essersi laureato in Medicina si dedicò
con prefazione di Giuseppe Dessı̀ e di- all’esercizio della libera professione.
dascalie di Antonio Pigliaru (che pe- Tra i suoi scritti, due monografie di sto-
raltro chiamò a collaborarvi una nu- ria sanitaria, Ospedali civili in Sarde-
trita schiera di redattori di ‘‘Ichnusa’’). gna. Appunti d’archivio, 1890, e Sulla
In quelle foto – ha scritto Giuseppe pubblica sanità in Sardegna dalle sue
Pinna – «le motivazioni personali, mal- origini sino al 1850, 1898.
grado l’apparente taglio antropologico Pinna, Giuseppe2 Avvocato, uomo po-
della massiccia opera di rilevamento litico (Sarule 1854-Nuoro 1908). Sin-
(il costume sociale, le usanze, il lavoro, daco di Nuoro, deputato al Parla-
i riti religiosi), esercitano un peso pre- mento. Dopo essersi laureato in Giuri-
ponderante nel reportage. L’intima co- sprudenza si dedicò alla professione di
struzione del mito di una ‘‘sardità’’ ar- avvocato e fu uno dei più apprezzati
caica e fiera, la più rispondente al ca- penalisti del foro nuorese. Di idee ra-
rattere e alle aspirazioni di P., si era dicali, si impegnò in politica vicino al
abbondantemente alimentata degli sti- gruppo de ‘‘La Nuova Sardegna’’, e fu
moli provenienti dall’inchiesta in Bar-
eletto consigliere provinciale e sin-
bagia di Franco Cagnetta».
daco di Nuoro. Nel 1895 fu eletto depu-
Pinna, Gavino Uomo politico (Alghero tato al Parlamento per la XIX legisla-
1917-Sassari 1994). Consigliere regio- tura e successivamente riconfermato
nale, deputato al Parlamento, senatore fino alla XXII; era deputato quando
della Repubblica. Dopo essersi lau- nel 1908 un suo cliente lo uccise nel
reato in Giurisprudenza e avere mili- suo studio di Nuoro in un impeto di fol-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 270


Pinna

lia. Era il padre di Gonario, che politica dedicandosi alla professione e


avrebbe seguito la sua professione. all’impegno culturale, continuando a
scrivere gli importanti saggi che fanno
Pinna, Gonario Avvocato, scrittore, de-
parte della sua bibliografia. Del suo
putato al Parlamento (Nuoro 1898-ivi
impegno politico-culturale del dopo-
1991). Figlio di Giuseppe, avvocato.
guerra sono testimonianza tanto la sua
Combatté nella prima guerra mondiale
attenzione al ruolo che si sarebbe do-
e fu fatto prigioniero. Al suo ritorno dal
vuto attribuire alla scuola (e prima an-
fronte si laureò in Legge a Roma nel
1921 e nel 1923 si specializzò in crimi- cora all’alfabetizzazione) nello svi-
nologia a Berlino. Fu poi a Monaco di luppo della Sardegna quanto la sua
Baviera, ad approfondire studi di filo- partecipazione alla fondazione e alla
sofia teoretica e di filologia romanza, vita della rivista sassarese ‘‘Ichnusa’’
fino al 1924. Tornato in Sardegna a di cui fu sempre il referente nuorese,
Nuoro si dedicò alla professione di av- grazie anche alla sua amicizia con An-
vocato, studiando i problemi sociali tonio Pigliaru e Giuseppe Melis Bassu.
dell’isola e i fattori che condizionano Tra i suoi scritti: Autonomia sarda e fe-
il crimine. Partecipò alla fronda del deralismo, ‘‘L’Iniziativa’’, 1920; Il pro-
prestigioso gruppo di avvocati nuoresi blema istituzionale, ‘‘Riscossa’’, 1944;
che mantennero la loro opposizione al Ancora sul problema istituzionale, ‘‘Ri-
regime fascista, tanto che nell’aprile scossa’’, 1944; Il problema politico del
1931, per essersi rifiutato (insieme ai federalismo, ‘‘Riscossa’’, 1945; La re-
colleghi Pietro Mastino e Luigi Og- gione e il vasto mondo, ‘‘Il Solco’’, 1945;
giano) di associarsi alla commemora- Problemi di giustizia e di profilassi so-
zione di un Savoia nel tribunale di ciale, ‘‘Riscossa’’, 1945; Tutti autonomi-
Nuoro, fu denunciato alla magistra- sti?, ‘‘Il Solco’’, 1945; Il problema del fe-
tura militare, rimosso dal grado di te- deralismo, 1945; Quale autonomia?, ‘‘Il
nente e sospeso dall’attività professio- Solco’’, 1946; Punti fermi sul nostro pro-
nale per sei mesi. Nel 1933 si laureò getto di autonomia, ‘‘Riscossa’’, 1946;
anche in Filosofia a Cagliari. Caduto il Unità nazionale e struttura dello stato,
regime, nel 1943 fondò a Nuoro la se- ‘‘Riscossa’’, 1946; Ceti medi e funzione
zione del Partito Italiano d’Azione, e in del partito, ‘‘Il Solco’’, 1947; Ceti medi,
seguito fu tra gli ‘‘azionisti’’ sardi che ‘‘Il Solco’’, 1947; Azione politica regio-
accettarono la convergenza, sollecitata nale e nazionale, ‘‘Il Solco’’, 1947; La
da Lussu, del PSd’Az nel PId’Az. Suc- classe dirigente in Sardegna, ‘‘La Nuova
cessivamente, anche perché non con- Sardegna’’, 1949; La cultura in Sarde-
divideva la svolta a destra dei sardisti, gna, ‘‘La Nuova Sardegna’’ (diverse
soprattutto prima e dopo le elezioni puntate), 1949; Lotta contro l’ignoranza
del 18 aprile e la scissione del PSd’Az, e dovere della borghesia, ‘‘La Nuova Sar-
aderı̀ al Partito Socialista Italiano, pur degna’’, 1949; La cultura in Sardegna,
mantenendosi fedele al federalismo ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1950; Il pro-
della sua giovinezza (la cui ispirazione blema della cultura, ‘‘Ichnusa’’, IV,
anima il progetto di statuto speciale 1951; Il Mezzogiorno e la borghesia intel-
che scrisse nei primi mesi del 1946). lettuale, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1952;
Nelle liste del PSI fu eletto deputato Due problemi della Sardegna: analfabe-
per la III legislatura repubblicana nel tismo e delinquenza, 1955; L’attuazione
1958 e in seguito riconfermato per la IV dello Statuto regionale in Sardegna,
nel 1963; nel 1968, però, si ritirò dalla ‘‘Cronache meridionali’’, II, 1956; Note

265

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 271


Pinna

sul problema della cultura in Sardegna, sie, 1985; Il tempo umano. Poesie o
‘‘Ichnusa’’, 22, 1958; Il pastore sardo e la quasi, 1987.
giustizia, 1967; Pastori e cultura, Pinna, Margherita Insegnante, stu-
‘‘Mondo nuovo’’, 1967; Banditismo di diosa di geografia (n. Nuoro 1925). Fi-
ieri e di oggi, ‘‘Il Convegno’’, I, 1967; La glia di Gonario, laureata in Lettere, al-
criminalità in Sardegna, 1970. lieva di Angela Terrosu Asole, si è de-
Pinna, Luca Sociologo, scrittore dicata all’insegnamento delle lingue,
(Thiesi 1919-Roma 1982). Giornalista e ma in seguito ha ripreso lo studio della
sociologo, lavorò a lungo nel Servizio storia della cartografia, pubblicando i
Opinioni della RAI vicino ad Angelo due volumi, frutto di una conoscenza
Guglielmi, dopo un breve periodo di diretta del mondo arabo, di Il Mediter-
raneo e la Sardegna nella cartografia
collaborazione nella segreteria parti-
musulmana, editi dall’Istituto Supe-
colare di Amintore Fanfani, quando
riore regionale etnografico, Nuoro,
questi era ministro del Lavoro (1947-
1997. Ha pubblicato anche: Canzoni di
1950). Ha condotto interessanti studi
terra e di mare, 2005; Ballate. Storie di
sui mass media e sui processi di tra-
donne di storie, 2007.
sformazione della famiglia italiana e
realizzato alcuni dei primi documen- Pinna, Mario1 Docente di Organizza-
tari televisivi sulla Sardegna. Vasta zione dei cantieri (n. Sassari 1937).
eco ebbe il suo saggio su La famiglia Conseguita la laurea in Ingegneria, si
esclusiva. Parentela e clientelismo in è dedicato alla carriera universitaria e
Sardegna, edito da Laterza nel 1974, in alla libera professione. Attualmente
cui provava ad applicare al mondo ru- insegna Organizzazione dei cantieri
rale sardo il modello del ‘‘familismo presso l’Università di Cagliari. È au-
amorale’’ di Banfield; nella ricerca su tore di numerose pubblicazioni di ca-
rattere scientifico; tra il 1994 e il 1998 è
Il referendum sul divorzio in Sardegna
stato assessore tecnico ai Lavori pub-
(con C. Gallini), Cagliari 1975, gli orien-
blici del Comune di Cagliari.
tamenti del voto venivano studiati
come segnali del cambiamento della Pinna, Mario2 Direttore didattico, se-
società isolana negli ‘‘anni della Rina- natore della Repubblica (n. Mamoiada
scita’’. 1944). Dopo aver insegnato alle ele-
mentari, si è laureato in Pedagogia ed
Pinna, Lucia Poetessa e intellettuale è divenuto direttore didattico. Impe-
(n. Nuoro 1923). Figlia di Gonario, ha gnato in politica dapprima nel Partito
insegnato per lunghi anni nelle scuole Comunista Italiano, di cui è stato se-
superiori di Nuoro, segnalandosi per gretario provinciale di Nuoro nel
l’attenzione ai problemi della crescita 1984, ha in seguito aderito al PDS.
culturale e umana dei suoi allievi (in- Eletto sindaco del suo paese, è dive-
coraggiò alla poesia Francesco Di nuto presidente della Comunità mon-
Pilla, favorendone il precocissimo tana del Nuorese; presentatosi nel
esordio editoriale). Scrittrice ele- 1983 alle elezioni per il Senato, non è
gante, ha esordito da giovane con al- stato eletto, ma nel 1985 è entrato in
cuni saggi apparsi tra il 1950 e il 1957. Parlamento in sostituzione di Mario
La sua prima raccolta di versi è del Birardi, dimissionario. Nel 1987 è stato
1978; a questa ne sono seguite altre eletto senatore per la X legislatura re-
che le hanno dato notorietà nazionale: pubblicana, al termine della quale è
Poesie, 1978; Le mie stagioni. Altre poe- stato riconfermato per l’XI. Nel 1996 è

266

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 272


Pinna

stato chiamato a far parte, come asses- 1981; Protezione dei laghi e delle zone
sore tecnico all’Industria, della giunta umide in Italia, 1983; Storia del clima,
Palomba, incarico che ha tenuto fino al 1987; I parchi nazionali e i parchi regio-
1999. nali in Italia, 1984.
Pinna, Mario3 Scrittore (Oschiri 1912- Pinna, Martina Archeologa (n. sec.
Ferrara 1997). Compiuti i primi studi XX). Laureata in Lettere, ha parteci-
nell’isola, vinse il concorso per entrare pato allo scavo dell’area di San Croma-
alla Normale di Pisa e si laureò con zio. Tra i suoi scritti: Orli anneriti e pa-
Luigi Russo con una tesi su Giuseppe tine cinerognole, in La villa di Tigellio.
Baretti. Docente di liceo, approfondı̀ la Mostra degli scavi, Catalogo, 1981; Villa-
conoscenza della lingua e la lettera- speciosa, ‘‘Archeologia medioevale’’,
tura spagnola, disciplina per la quale IX, 1982; Lo scavo dell’area archeologica
ottenne la libera docenza e che insegnò di San Cromazio a Villaspeciosa (con G.
a Madrid e a Padova. Curatore di nu- Pianu e G. Stefani), ‘‘Annali della fa-
merose raccolte di poeti spagnoli, fu coltà di Lettere dell’Università di Pe-
collaboratore della rivista ‘‘Botteghe rugia’’, XX, 1982-83; Cagliari. Villa di
oscure’’ di Giorgio Bassani. Tra i suoi Tigellio. Campagna scavi 1980, ‘‘Studi
scritti: La lirica di Quevedo, 1968; Studi sardi’’, XXVI, 1986; La ceramica a pa-
di letteratura spagnola, 1971; Ricordo di reti sottili del Museo di Cagliari, ‘‘Studi
G. Dessı̀ e appunti sulla sua opera, 1983; sardi’’, XXVI, 1986.
nonché la raccolta postuma di poesie Pinna, Massimo Studioso di storia lo-
in sardo S’ortu iscoloridu, 2004. cale (n. Castelsardo 1956). Impiegato di
4
Pinna, Mario Geografo (Oristano 1923- banca, si è interessato anche di poli-
Pisa 2001). Compiuti gli studi superiori tica schierandosi su posizioni centri-
nella città natale, era iscritto alla Fa- ste. Eletto consigliere comunale, è
coltà di Lettere a Cagliari quando fu stato sindaco della sua città natale dal
chiamato alle armi. Al ritorno, nel 1991 al 1992 e in seguito dal 1996. Ha al
1946, conobbe Alberto Mori, che lo in- suo attivo la monografia Castel Geno-
trodusse allo studio della geografia. vese, Castel Aragonese, Castelsardo. Ap-
Laureatosi, divenne suo assistente e punti di storia della città (con Piero
nel 1952 lo seguı̀ a Pisa dove nel 1957 Frassetto e Piero Fattaccio), 1990.
ebbe l’incarico di Geografia politica ed Pinna, Michele1 Paleografo (Cagliari,
economica. Nel 1959 conseguı̀ la libera seconda metà sec. XIX-ivi, dopo 1940).
docenza e nel 1967 vinse il concorso a Lavorò presso l’Archivio di Cagliari
cattedra: insegnò due anni a Parma sotto la direzione del Lattari, quindi
quindi, dal 1970 sino alla pensione, a divenne bibliotecario del Comune.
Pisa. Qui morı̀ dopo una lunga malat- Nel 1905 fu tra i fondatori della Società
tia. La sua attività di studioso si può storica sarda; collaborò per quaran-
dividere in due fasi: nella prima si in- t’anni a ‘‘L’Unione sarda’’, dove pub-
teressò di climatologia e di geografia blicò una importante serie di articoli
regionale (Sardegna e Toscana), nella di carattere storico, il primo è del
seconda, a partire dagi anni Ottanta, si 1899, Un libro antico sulla Sardegna
occupò anche di problemi dell’am- ignorato da tutti i Sardi: La Sardegna
biente e dei beni culturali. Tra i suoi 1773-76 di Fuos, e l’ultimo del 1940. Fu
scritti: 2 volumi di Climatologia, 1977; anche autore di alcuni interessanti
L’atmosfera e il clima, 1978; Recupero e saggi sugli archivi di Cagliari e Iglesias
valorizzazione dei centri storici minori, e di altri studi di carattere storico.

267

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 273


Pinna

Molti articoli, specialmente quelli del dominio austriaco in Sardegna,


quotidiano cagliaritano, sono siglati ‘‘L’Unione sarda’’, 1929; Teorie e provvi-
con due pseudonimi, A.B.C. ed Erio denze antiche contro l’eccessivo numero
Egan. La Bibliografia sarda del Ciasca di studenti, ‘‘L’Unione sarda’’, 1929;
ha 88 lemmi sotto il suo nome fino al Due precursori sardi dell’aviazione: Vit-
1931, F. Floris ne ha catalogato oltre tori o An giu s e A nge lo Passerini ,
120 sino al 1940 (solo una parte di que- ‘‘L’Unione sarda’’, 1929; Le industrie
sti figura nell’elenco qui sotto). Tra i sarde nei secoli scorsi, ‘‘L’Unione
suoi scritti: Tracce dell’Inquisizione in sarda’’, diciassette articoli fra il 12 di-
Sardegna, 1893; Archivio comunale di cembre 1924 e il gennaio 1930; Lo
Iglesias, 1898; Primo atto della Casa sa- s t e m m a d e l l a c i t t à d i C a g l i a r i ,
bauda nel dominio della Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1930; Antica fonde-
1899; Archivio del Duomo di Cagliari, ria sarda, ‘‘L’Unione sarda’’, 1930; Le
1899; Indice dei documenti cagliaritani incariche. Un’antica istituzione giudi-
del R. Archivio di stato dal 1323 al 1720, ziaria della Sardegna, ‘‘L’Unione
1903; L’Ordine mauriziano in Sardegna, sarda’’, 1930; Salubrità e insalubrità
1907; Documenti e notizie storiche in- del clima in Sardegna nelle opere degli
torno al fondamento giuridico delle sov- autori antichi e Salubrità e insalubrità
venzioni del Comune alla cattedrale di del clima in Sardegna, cinque articoli
Cagliari. Relazione al sindaco, 1908; ne ‘‘L’Unione sarda’’, 1930. Il tramonto
Vulcani e terremoti in Sardegna, 1909; di un’industria sarda. La lavorazione
Memoriale intorno alla concessione dei del bisso, ‘‘L’Unione sarda’’, 1930; Rela-
diritti di pesca e caccia spettanti allo zione del dott. Martino Carrillo sulla
stato nello stagno di Santa Gilla, 1910; Sardegna, dodici articoli ne ‘‘L’Unione
Il magistrato civico di Cagliari, 1914; Il sarda’’, 1930; Lo stemma di Cagliari in
d o p og u e r r a e il p r ob l e m a s ar d o, un documento del 1493, ‘‘Mediterra-
‘‘L’Unione sarda’’, 1918; Riscatto di nea’’, IV, 2, 1930; Donne di Barbagia
schiavi e passaggio di ambasciatori ma- nella Divina Commedia, ‘‘L’Unione
rocchini in Sardegna 1786-1792 e Gli an- sarda’’, 1931; Note sul banditismo in
tichi podestà nei comuni della Sarde- Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1931; Mi-
gna, entrambi in ‘‘Archivio storico sure di rigore contro i falsificatori di mo-
sardo’’, XVI, 1926; Cabudanni. Note di nete negli statuti sardi, ‘‘L’Unione
cronologia sarda, ‘‘Mediterranea’’, 4-5, sarda’’, 1931; Le beghe dei consiglieri
1927; Note bibliografiche sull’Archivio di del castello di Cagliari, ‘‘L’Unione
Alghero, ‘‘L’Unione sarda’’, 1928; Dalle sarda’’, 1931; La legge sulle chiudende
memorie di uno sconosciuto. Vita a Ca- in Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1931;
gliari nel ’700, ‘‘L’Unione sarda’’, di- L’ i n c e n d i o d i C a g l i a r i d e l 1 3 8 7 ,
versi articoli tra il 1928 e il 1929; Le or- ‘‘L’Unione sarda’’, 1931; Provvidenze e
dinazioni dei consiglieri del castello di riforme a favore della Sardegna dal 1831
Cagliari del sec. XIV, 1929; L’appannag- al 1849, ‘‘Mediterranea’’, V, 9, 1931; Atti
gio del viceré in Sardegna, ‘‘L’Unione di fondazione dell’Università di Ca-
sarda’’, 1929; Denigratori ed esaltatori gliari, ‘‘Annuario della R. Università di
della Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, Cagliari 1931-32’’, 1931; Ricordi di un
1929; Cenni storici sulle miniere di Sar- prodigio: Pietro Giovanni de Quenza or-
degna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1929; La poli- dinò a Napoli per il villaggio di Tortolı̀
tica economica di Cavour in Sardegna, un simulacro della Vergine del Rosario
‘‘L’Unione sarda’’, 1929; Dodici anni di che in quel porto compı̀ un atto miraco-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 274


Pinna

loso, ‘‘L’Unione sarda’’, 1932; Gli ultimi tito Comunista Italiano. Consigliere
aneliti del feudalesimo, ‘‘L’Unione comunale a Cabras e Oristano, nel
sarda’’, 1932; Chi salvò la Sardegna nel 1961 è stato eletto consigliere regio-
1793?, ‘‘Rassegna storica del Risorgi- nale per la IV legislatura; non riconfer-
me nto’ ’, XX II, I, 19 35 ; Lepanto, mato al termine della legislatura nel
‘‘L’Unione sarda’’, 1940; San Saturnino 1965, è stato poi rieletto nel 1969 per la
patrono della città, ‘‘L’Unione sarda’’, VI legislatura, e si è dimesso nel 1972
1940. per candidarsi al Parlamento. È stato
Pinna, Michele2 Insegnante, storico (n. eletto senatore nel collegio di Oristano
Bono 1952). Dopo essersi laureato in per la VI legislatura repubblicana e
Filosofia a Firenze e aver fatto espe- successivamente riconfermato per al-
rienze di studio in Francia, si è dedi- tre due legislature fino al 1983. Ha par-
cato all’insegnamento nelle scuole se- tecipato intensamente ai lavori parla-
condarie superiori. Sardista da sem- mentari e ha presieduto la commis-
pre, è uno degli animatori del dibattito sione sulle tariffe doganali. Cessato il
attuale sull’identità; dal 1985 dirige mandato parlamentare ha continuato
‘‘Sesuja’’, quadrimestrale di cultura lo- a interessarsi di politica e di problemi
cale. Nel 1988 ha fondato e dirige a Sas- culturali. Ha raccolto in volumi scritti
sari la Fondazione Camillo Bellieni, un e discorsi parlamentari. Tra i suoi
centro di attività editoriale e di inizia- scritti: L’altra Sardegna, 1973; La Sar-
tive culturali. È stato anche consigliere degna e la questione agraria, 1983;
e assessore comunale del suo paese na- Scritti politici, 1983; Scritti politici. Poli-
tale. Tra i suoi scritti: Considerazioni su
tica ed economia, 1985; Regione, riforma
identità e politica in Sardegna, ‘‘Se-
e autonomia, ‘‘Archivio sardo del movi-
suja’’, III, 4-5, 1987; Abbajos, 2003.
mento operaio contadino e autonomi-
Pinna, Pier Giorgio Giornalista, scrit- stico’’, 23-25, 1985; L’autonomia si tinge
tore (n. Sassari 1956). Laureato in Giu- di speranza, 1994.
risprudenza all’Università di Sassari,
giornalista professionista dal 1981, è Pinna, Pietro2 (detto Giampiero) Diri-
redattore capo della ‘‘Nuova Sarde- gente industriale, consigliere regio-
gna’’. Nel 2005 ha pubblicato un volu- nale (n. Carbonia 1950). Fin da giovane
metto, La Sardegna prima della Storia. si impegnò in politica, dapprima nel
Dai dinosauri all’uomo, di grande im- Partito Comunista Italiano e successi-
patto divulgativo. vamente nel PDS. Dopo essere stato
presidente del consiglio di ammini-
Pinna, Pietro1 Dirigente sindacale,
giornalista, uomo politico (Dorgali strazione dell’EMSA (Ente Minerario
1925-Cagliari 2006). Consigliere regio- Sardo), amministratore delegato della
nale, senatore della Repubblica. Diri- Progemisa e consigliere d’amministra-
gente sindacale, ancora giovane ha zione della SFIRS, nel 1999 è stato
preso parte alla seconda guerra mon- eletto consigliere regionale per la XII
diale e alla campagna di Liberazione, legislatura al termine della quale non è
guadagnandosi alcune decorazioni. stato rieletto. È stato uno dei protago-
Nel dopoguerra si è dedicato al giorna- nisti delle lotte nelle ultime miniere
lismo e si è impegnato in politica: dap- (vasta eco ha avuto in Sardegna la sua
prima nel Partito Socialista Italiano, in partecipazione all’occupazione del
seguito nel Partito Socialista di Unità Pozzo Sella, durata diversi mesi) e per
Proletaria e successivamente nel Par- la costituzione del Parco geominera-

269

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 275


Pinna

rio, di cui è attualmente consigliere sulta nazionale per la stessa pastorale,


d’amministrazione. professore invitato dell’Università ur-
Pinna, Pietro Paolo Fotografo (n. baniana a Castelgandolfo, autore di di-
Nuoro, sec. XX). Specializzato in re- verse pubblicazioni catechistiche, nel
portage, ritrattistica e immagini still 2006 è stato nominato vescovo di
life, ha conseguito il diploma in Foto- Ozieri.
grafia a Roma, e poi l’attestato di ‘‘Fo- Pinna, Stefano Insegnante, consi-
tografo di scena’’ presso il Consorzio gliere regionale (n. Abbasanta 1958).
provinciale d’Istruzione Tecnica di Dopo essersi laureato in Filosofia si è
Studi Cinematografici e Fotografici di dedicato all’insegnamento negli isti-
Firenze. Dopo un periodo di collabora- tuti superiori. Cattolico impegnato in
zione con lo studio ‘‘Orizzonte’’ di politica, dal 1985 è stato eletto consi-
Roma, lavora dal 1992 per l’Editrice gliere comunale del suo paese del
Ilisso di Nuoro, per la quale ha curato quale dal 2000 è diventato sindaco. A
le campagne fotografiche di numerosi partire dal 2004 ha aderito al Progetto
volumi d’arte, architettura, pittura e Sardegna ed è stato eletto consigliere
scultura. regionale per la XIII legislatura. At-
Pinna, Raimondo Studioso di storia tualmente presiede il gruppo del suo
del territorio (n. Cagliari, sec. XX). movimento in Consiglio regionale.
Laureato in Architettura, dopo alcuni Pinna Delitala, Giovanni Poeta (Sas-
anni di soggiorno a Milano esercita ora sari, fine sec. XVIII-Napoli 1843). Let-
la sua professione in Sardegna. Stu- terato di raffinata cultura, scrisse deli-
dioso attento e profondo, si è dedicato cati sonetti che nel 1836 furono raccolti
allo studio della storia del territorio, in volume col titolo Lo zecchino. Subito
pubblicando anche un interessante dopo si trasferı̀ a Napoli dove scrisse
Atlante dei feudi in Sardegna, edito a alcuni melodrammi, raccolti in volume
Cagliari nel 1999. nel 1874, e altre poesie; nel 1843, poco
Pinna, Serafino Industriale caseario prima di morire, curò una seconda edi-
(Thiesi 1923-ivi 2007). È a capo di un’a- zione de Lo zecchino, in 2 tomi. In totale
zienda leader nella produzione e com- scrisse 201 sonetti con rime tronche,
mercializzazione del pecorino, sardo e «tutti spontanei, variati e festevoli»,
soprattutto ‘‘romano’’, di cui ha pro- scrive Enrico Costa, dedicati a donna
mosso il successo commerciale negli Angela Delitala, marchesa di Sedilo.
USA. Consigliere d’amministrazione Pinna Ferrà, Giovanni Economista
del Banco di Sardegna dal 1998, fa (Sassari 1838-ivi 1919). Aderente al
parte del Comitato esecutivo. Presi- gruppo radical-repubblicano di Fi-
dente dal 1992 al 1996 del Consorzio di lippo Garavetti, ma su posizioni mode-
tutela del Pecorino romano, è stato in- rate, fu eletto ripetutamente consi-
signito dal presidente della Repub- gliere comunale. Collaborò con Pietro
blica del titolo di Cavaliere del lavoro. Satta Branca. Professore di Economia,
Pinna, Sergio Religioso, vescovo di in corrispondenza con Giuseppe Fer-
Ozieri (n. Oristano 1937). Sacerdote rara, scrisse interessanti saggi sui pro-
nel 1961, parroco di San Paolo in Ori- blemi della Sardegna, entrando spesso
stano, quindi assistente spirituale del- in polemica con altri studiosi. Tra i
l’Università cattolica, dal 1996 diret- suoi scritti: Dell’istruzione tecnica
tore dell’Ufficio CEI per la Pastorale come mezzo di sviluppo industriale nella
della Sanità e segretario della Con- provincia di Sassari, 1876; Sulla presi-

270

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 276


Pinnetta

denza per la sarda popolazione, 1887; degli Alleati, proponendone contem-


Sulla colonizzazione in Sardegna, 1883; poraneamente il progetto allo stesso
Cenno sulle vedute economiche della presidente Roosevelt. Rimandato in
Sardegna, 1888; Relazione sulle presenti Italia fu nominato dal governo militare
condizioni della Sardegna, 1889; Dal ri- alleato Alto Commissario per la Sarde-
popolamento alle condizioni di prospe- gna, ufficio che tenne con grande equi-
rità, 1890; Orientazioni sociologiche librio fino al 1949, promuovendo la na-
della Sardegna (con prefazione di An- scita dell’autonomia regionale e af-
gelo Bertolini), 1898. frontando con pragmatismo e paziente
Pinna Parpaglia Famiglia di Pozzo- impegno i numerosi, difficili problemi
maggiore (sec. XVII-esistente). Origi- dell’isola. Come Alto Commissario en-
naria probabilmente di Macomer col trò a far parte di diritto della Consulta
solo cognome Pinna, le sue notizie ri- nazionale, ma non prese parte ai suoi
salgono al secolo XVII. Ottenne il cava- lavori.
lierato ereditario nel 1700 con un Qui- Pinnas, Is Località abitata in territorio
rico. I suoi discendenti nel corso del di Santadi. L’agglomerato si è svilup-
secolo XIX espressero alcune distinte pato in età non precisabile, e comun-
personalità e si imparentarono con i que non prima del secolo XVII, da un
Parpaglia, assumendone anche il co- furriadroxiu costruito da un gruppo di
gnome all’estinzione di questa fami- pastori su terre che erano state con-
glia con Anna Maria Parpaglia. Nel cesse a una famiglia Pinna, che finı̀
corso del secolo XX ha continuato a per dare il suo nome al piccolo centro.
mantenere una condizione di spicco; Pinnelli, Antonella Studiosa di demo-
attualmente risiede a Sassari, Cagliari grafia (n. Roma 1941). Dopo aver conse-
e Roma. guito la laurea si è dedicata alla car-
Pinna Parpaglia, Paolo Religioso riera universitaria. Attualmente è pro-
(Pozzomaggiore, sec. XIX-Tempio fessore di Demografia nella Facoltà di
1892). Vescovo di Ampurias e Tempio Scienze statistiche dell’Università ‘‘La
dal 1887 al 1892. Sacerdote di grande Sapienza’’ di Roma. Tra i suoi scritti:
cultura, nel 1880 fu nominato vescovo Alcuni aspetti del movimento migrato-
titolare di Europo e ausiliare del ve- rio in Sardegna, ‘‘La Programmazione
scovo di Alghero. Nel 1887 divenne ve- in Sardegna’’, 80-81, 1980; L’emigra-
scovo di Ampurias e Tempio. zione, in La Sardegna. Enciclopedia (a
Pinna Parpaglia, Pietro Militare, Alto cura di M. Brigaglia), I, 1982.
Commissario per la Sardegna (Pozzo- Pinnetta Capanna usata dai pastori
maggiore 1891-Sassari 1966). Conse- sardi come punto di appoggio ma an-
guita la laurea in Giurisprudenza, en- che come luogo per la lavorazione del
trò nell’esercito e prese parte alla formaggio. È costruita con pietre siste-
prima guerra mondiale guadagnan- mate a strati e senza calce, sormontata
dosi alcune decorazioni. Nel 1928 en- da un tetto conico fatto di rami e di fra-
tro nell’Aeronautica e nel 1938 fu pro- sche; la sua struttura la rende imper-
mosso generale; scoppiata la seconda meabile alla pioggia e consente una
guerra mondiale, fu fatto prigioniero traspirazione del fumo di eventuali
in Etiopia e condotto prima in India fuochi accesi al suo interno. Per tec-
poi negli USA. Qui, subito dopo l’armi- nica costruttiva e per struttura corri-
stizio del 1943, si adoperò per la costi- sponde esattamente alle capanne nu-
tuzione di reparti combattenti a fianco ragiche. Cosı̀ la descrizione più fa-

271

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 277


Pino

mosa, quella del geografo francese Il p. d’Aleppo (Pinus halepensis Miller)


Maurice Le Lannou (1941): «Il focolare è una pianta arborea sempreverde che
ne occupa il centro. Alle pareti sono può raggiungere i 10-15 m di altezza,
appesi gli utensili per la mungitura, il con una chioma espansa e irregolare;
fucile e di giorno, arrotolata, la stuoia le foglie, aghiformi e poco pungenti,
che di notte fa da letto al pastore. Può sono disposte a coppie; i fiori sono mo-
sorprendere che, pur vivendo tutto nosessuali raccolti in infiorescenze se-
l’inverno, nelle pianure, praticamente parate; i semi sono raccolti in una
all’aperto, il pastore sardo costruisca struttura legnosa (pigna, strobilo o
invece una capanna in montagna, cono) ovoidea che persiste sui rami
dove resta solo nella bella stagione. La per molti anni anche dopo aver perso i
ragione è che d’estate fa il formaggio. semi. È diffuso in tutte le zone litora-
Questo lavoro esige degli utensili e dà nee del bacino del Mediterraneo e del
dei prodotti che bisogna conservare e Mar Nero, in Sardegna forma piccoli
proteggere. L’inverno, invece, il pa- popolamenti spontanei nell’isola di
store vende il suo latte agli industriali San Pietro e a Porto P.; vegeta bene dal
che fabbricano un altro tipo di formag- livello del mare fino agli 800 m. È molto
gio, destinato all’esportazione, il peco- sensibile alle basse temperature men-
rino romano. La consegna del latte co- tre resiste bene ai forti venti. Nomi
mincia il 15 dicembre e termina alla
sardi: oppinu, pinu. 2. Il p. domestico,
fine di maggio. Cosı̀, libero d’inverno
o p. da pinoli (Pinus pinea L.), è una
da ogni occupazione, il pastore è d’e-
pianta arborea sempreverde che può
state un fabbricante, e la sua capanna
raggiungere i 20 m di altezza con una
è un’officina».
chioma che tende a divenire ombrelli-
forme; le foglie aghiformi sono riunite
in fascetti di due; i fiori sono monoses-
suali raccolti in infiorescenze sepa-
rate; gli strobili sono ovato-conici e ma-
turano in 3 anni. Il suo areale è di diffi-
cile determinazione essendo stato am-
piamente diffuso già da tempi remoti;
si ritiene comunque spontaneo nelle
zone litoranee del Mediterraneo Occi-
dentale, in Sardegna è considerato
spontaneo a Porto P. e conosciuto con
gli stessi nomi sardi del p. d’Aleppo. 3.
Il p. marittimo (Pinus pinaster Aiton) è
un albero sempreverde alto fino a 30 m,
con chioma ovato-piramidale. Foglie
aghiformi riunite in fascetti di due, i
Pino – Pini marittimi nella macchia fiori sono monosessuali raccolti in in-
mediterranea di Caprera.
fiorescenze separate, gli strobili sono
solitari o appaiati e hanno forma
Pino 1 Nome generico attribuito a ovato-conica con squame armate da
piante conifere (i cui semi sono rac- un rilievo pungente. Le pigne si raccol-
colti in particolari strutture chiamate gono al terzo anno e persistono sulla
‘‘coni’’) della famiglia delle Pinacee. 1. pianta. Contrariamente al nome speci-

272

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 278


Pinquilet

fico, si rinviene più vigoroso alle basse 1922; Fascismo e Sardegna, ‘‘L’Unione
altitudini piuttosto che lungo le coste. sarda’’, 1923; Il valore morale della vi-
È resistente al freddo e preferisce ter- sita di S.E. Mussolini alla Sardegna,
reni di natura silicea. In Sardegna è ‘‘L’Unione sarda’’, 1923; Statuti di
spontaneo sui monti della Gallura. [TI- gremi artigiani di Alghero, ‘‘Miscella-
ZIANA SASSU] nea di storia italiana’’, serie III, LI,
1924; Storia della questione sarda, ‘‘Po-
Pino2 Famiglia cagliaritana (secc. XVI-
litica’’, VI, vol. XXI, 1924 e VII, XXII,
XVII). Di origine genovese si trapiantò
1925; La vita economica della Sardegna
in Sardegna nel corso del secolo XVI. I
sabauda (1720-1773), 1926; La politica
P. erano mercanti e per curare i loro
economica del governo sabaudo in Sar-
affari si stabilirono a Cagliari, dove en-
degna 1773-1848, 1928; A proposito della
trarono a far parte dell’Arciconfrater-
R. Società Agraria ed economica di Ca-
nita dei Genovesi (=). Agli inizi del se-
gliari, ‘‘L’Unione sarda’’, 1928; Aspetti
colo XVII avevano raggiunto una posi-
economici dell’annessione della Sarde-
zione di rilievo: nel 1628 un Ambrogio
gna al Piemonte, ‘‘Politica’’, XII,
console di Genova a Cagliari ottenne il
XXVII, 1930; La politica finanziaria del
cavalierato ereditario e la nobiltà. La
conte di Cavour in Sardegna, in Saggi di
sua discendenza si estinse nel corso
storia in onore di G. Prato, 1931; Un pro-
del secolo.
blema di politica annonaria all’inizio
Pino Branca, Alfredo Storico dell’eco- del secolo XIX in Sardegna, ‘‘Mediterra-
nomia (secc. XIX-XX). Laureato in nea’’, VIII, 2, 1933.
Legge nel 1914, si dedicò al giornali-
Pino D’Olbia (pseud. di Giuseppe Fadda)
smo occupandosi di problemi politico
Compositore e cantante (n. Aggius
economici. Dopo il 1922 finı̀ per ade-
1935). Ha esordito lanciato dal compo-
r i r e a l f a s c i s m o ; c o l l a b o r ò c o n
sitore olbiense Astro Mari introdu-
‘‘L’Unione sarda’’ ai tempi delle dire-
cendo nella musica moderna testi in
zioni di Giovanni Cao di San Marco e di
dialetto gallurese. Si è imposto all’at-
Raffaele Contu. Tra i suoi scritti: In-
tenzione nazionale con pezzi quali Wel-
flusso delle teorie mercantilistiche in
come to Costa Smeralda e il notissimo
Sardegna, 1914; Polizze di carico in Sar-
Poker Twist, Curri Curri, e molte altre
degna durante il periodo mercantilista,
canzoni. Tra il 1975 e il 1990 ha rallen-
1914; Note sulle condizioni economiche
tato la propria attività, fino alla pubbli-
della Sardegna durante la guerra, 1920;
cazione dell’album Dedicato all’amore
tre capitoli del suo libro Fatti di ieri e
che ha avuto un notevole successo.
problemi di oggi, edito a Milano da Tre-
ves nel 1921: Vicende storiche della Pinquilet, Giovanni Maria Chirurgo
carta moneta nella Sardegna sabauda, (Sassari, fine sec. XVI-Napoli, prima
Comunismo e cooperativismo agrario in metà sec. XVII). Acquisita fama di
Sardegna nei secoli XVII e XVIII, Poli- buon chirurgo, si trasferı̀ in Spagna
tica annonaria del governo spagnolo in per specializzarsi: fu protocerusico
Sardegna; Un contributo alla storia eco- dell’armata spagnola nell’impresa
nomica della Sardegna, ‘‘Biblioteca della conquista delle isole Lerins. Du-
delle scienze economiche’’, 1921; Dagli rante la Guerra dei Trent’anni fu in-
al filosofo, ‘‘L’Unione sarda’’, 1922; Sta- viato a Napoli dove, durante la rivolu-
tuto del gremio degli ortolani di Cagliari zione di Masaniello (1647), operò presso
(1426-1721), ‘‘Atti della Reale Accade- l’Ospedale Santiago, diventandone ce-
mia delle Scienze di Torino’’, LVII, rusico maggiore anche in virtù della

273

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 279


Pinto

coraggiosa difesa che aveva fatto dei de D.J. Vivas, stampata a Sassari nella
feriti spagnoli contro l’ira della folla tipografia Scano di Castelvı̀.
in tumulto. Morı̀ forse nella stessa Na- Pintor Famiglia della borghesia caglia-
poli subito dopo. ritana (sec. XVI-esistente). Le sue noti-
Pinto Famiglia di Castelsardo (secc. zie risalgono al secolo XVI. I suoi mem-
XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al bri risiedevano nel quartiere di Stam-
secolo XVI: ottenne il cavalierato ere- pace, molti esercitavano professioni li-
ditario nel 1566 con un Francesco, va- berali o erano ecclesiastici come un
loroso uomo d’armi che morı̀ in batta- Marco, insigne matematico; alcuni fu-
glia nelle Fiandre. Suo fratello Ste- rono consiglieri della città a comin-
fano, capitano del porto di Castelsardo, ciare da un Giovanni, eletto nel 1572.
continuò la discendenza, che però si Nel secolo XVIII da Giovanni Stefano,
estinse nel secolo XVII. segretario della Reale Udienza, spo-
sato a una Sirigu, nacquero Bernardo,
Pinto, Gabriella Imprenditore, depu- Efisio Luigi e Giuseppe Maria. I primi
tato al Parlamento (n. Carbonia 1958). due furono tra i protagonisti dei moti
Interessata alla politica, ha curato i cagliaritani del 1794-95; dal terzo, che
problemi dello sviluppo del commer- era cassiere della Tesoreria reale di-
cio. Nel 1993 ha deciso di entrare scendono i Pintor attuali, che nel corso
come assessore tecnico in una giunta del secolo XIX si divisero in due rami:
di sinistra nella sua città natale; nel il primo è quello che ottenne il cavalie-
1994 si è dimessa ed è passata a Forza rato ereditario e la nobiltà nel 1835 (da
Italia, nelle cui liste è stata eletta de- esso derivano Fortunato, Giaime, Luigi
putato per la XII legislatura repubbli- e altri distinti personaggi); il secondo,
cana. Nelle elezioni del 1996 non è detto dei Pintor Melis, ottenne il rico-
stata riconfermata, ma ha proseguito a noscimento dei privilegi nel 1841. La
far politica come assessore tecnico famiglia risiede attualmente a Ca-
nella giunta provinciale di Cagliari. gliari.
Nel 2001 è stata ricandidata alla Ca- Pintor, Carlo Pediatra (n. Cagliari
mera in un collegio della Lombardia e 1938). Conseguita la laurea in Medi-
rieletta per la XIV legislatura. cina si è dedicato alla ricerca e ha in-
Pinto, Giacomo Filosofo e teologo trapreso la carriera universitaria; at-
(Sassari 1575-Madrid 1650). Entrato tualmente è ordinario di Pediatria
nell’ordine dei Gesuiti, divenne sacer- presso l’Università di Cagliari. Autore
dote. In seguito fu nominato rettore del di importanti lavori scientifici, è ap-
collegio maggiore di Sassari che di- prezzato anche a livello internazionale
resse per alcuni anni. Successiva- per i suoi studi di endocrinologia pe-
mente si trasferı̀ in Spagna, dove fu do- diatrica. Nel 1994 ha assunto l’incarico
cente di Teologia presso l’Università di di assessore tecnico ai Servizi sociali
Saragozza e più tardi rettore del colle- nella giunta comunale guidata da Ma-
gio imperiale di Madrid. Fu autore di riano Delogu. Dopo quattro anni, però,
numerosi lavori e di un commentario si è dimesso per motivi di studio.
al XIV capitolo di Isaia. Nel 1625 pro- Pintor, Efisio Ufficiale di carriera (Ca-
nunciò l’Orazione funebre per la morte gliari 1880-Aqui 1940). Combattente
di Don Juan Vivas, viceré di Sardegna, della prima guerra mondiale quale ad-
compresa nell’opera di Francisco Bo- detto al Comando Supremo, nel 1930
net, Relacion de la enfermedad y muerte ebbe il comando della Scuola di guerra

274

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 280


Pintor

e fu promosso generale e nel 1936 gene- versi latini sono in genere d’occasione
rale di corpo d’armata. Scoppiata la se- (per Pio VII, Vittorio Emanuele I, Carlo
conda guerra mondiale comandò l’ar- Felice, la morte di Francesco Carboni)
mata del fronte occidentale e fu presi- e un’elegia, Palladis consultum, 1823,
dente della commissione d’armistizio con traduzione di Giovanni Antonio
con la Francia. Pochi mesi dopo morı̀ Tola.
in un incidente aereo. Pintor, Gavino Inquisitore per la Sar-
Pintor, Fortunato Bibliologo (Cagliari degna (Sindia, seconda metà sec. XVI-
1877-Roma 1960). Studiò alla Normale Sardegna?, 1615 ca.). Entrato nell’or-
di Pisa. Divenuto bibliotecario, dal dine domenicano studiò Teologia nel-
1905 fu direttore della Biblioteca del l’Università di Salamanca e fu ordi-
Senato. Scoppiata la prima guerra nato sacerdote. Nel 1610 venne nomi-
mondiale vi prese parte, guadagnan- nato inquisitore per la Sardegna; dopo
dosi alcune decorazioni; nel dopo- alcuni anni fu accusato di aver com-
guerra riprese a dirigere la Biblioteca messo irregolarità nell’esercizio delle
del Senato fino al 1929, anno in cui sue funzioni, fu inquisito a sua volta e
passò a dirigere l’Istituto dell’Enciclo- sospeso dall’ufficio per sei anni.
pedia Italiana. Studioso di ricono- Pintor, Giaime Scrittore, critico lette-
sciuto prestigio, diede vita a impor- rario, poeta (Roma 1919-Castelnuovo
tanti iniziative culturali come la pub- al Volturno 1943). Studiò a Cagliari
blicazione del carteggio tra Carducci e dove si laureò in Legge. Subito dopo,
Alessandro D’Ancona, le liriche di Ber- però, si occupò soprattutto di critica
nardo Tasso, il teatro latino del Quat- letteraria, studiando a fondo la lettera-
trocento a Firenze. Fu uno degli autori tura tedesca, di cui divenne presto uno
dell’‘‘Annuario Bibliografico della sto- straordinario conoscitore. Consulente
ria d’Italia’’, avviò la pubblicazione del della casa editrice Einaudi, compilò
Dizionario Biografico degli Italiani e fu un’antologia critica del Teatro tedesco,
direttore del ‘‘Giornale storico della edita postuma nel 1946, e curò l’edi-
letteratura italiana’’. zione critica del Saggio sulla rivolu-
Pintor, Francesco Poeta (Cagliari zione di Carlo Pisacane, 1942. Fu autore
1771-ivi 1831). Entrato in Seminario fu anche di saggi politici contenuti nel vo-
ordinato sacerdote. In seguito divenne lume postumo Il sangue d’Europa,
segretario del cardinale Cadello, arci- uscito nel 1950. Scoppiata la seconda
vescovo di Cagliari, e dopo alcuni anni guerra mondiale vi prese parte; nel
fu nominato canonico capitolare. Inse- 1943 partecipò alla difesa di Roma e
gnò eloquenza latina nell’Università di passò nella Resistenza, ma morı̀ poco
Cagliari, della quale divenne segreta- dopo a Castelnuovo al Volturno, sal-
rio; autore di raccolte di carmi in la- tando su una mina mentre tentava di
tino, fu ammesso all’Accademia Labro- attraversare le linee per raggiungere
nica di Livorno e a quella di Sant’A- il Sud liberato. «P. – ha scritto Giorgio
gnese di Roma. Tra i suoi scritti pubbli- Barberi Squarotti – è il simbolo di una
cati sono in italiano soltanto le terzine intera generazione che negli ultimi
La solitudine della Gran Madre di Dio al anni del fascismo ha maturato la sua
sepolcro del Redentore, 1817, mentre re- opposizione alla dittatura, fondando
sta inedito un manoscritto di Versi ori- le ragioni morali e politiche della Re-
ginali e traduzioni conservato nella Bi- sistenza».
blioteca Universitaria di Cagliari. I Pintor, Luigi1 Direttore generale del

275

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 281


Pintor

Ministero delle Colonie (Cagliari 1882- all’arrivo degli Alleati. Nel 1946 entrò
Chamonix 1925). Figlio di Giacomo, nella redazione de ‘‘l’Unità’’, facendosi
primario dell’Ospedale, fratello di For- notare per la sua grande capacità e la
tunato, laureatosi in Giurisprudenza a vasta cultura. Divenne condirettore
Pisa nel 1903, nel 1904 entrò come vo- del giornale fino al 1965; in contrasto
lontario nel Ministero dei Lavori pub- sulle linee politiche della redazione
blici, dove percorse tutte le tappe della fu espulso dal Comitato centrale del
carriera, distinguendosi per i suoi PCI e mandato in Sardegna, dove nel
studi sull’espropriazione per pubblica 1968 fu eletto deputato del Partito Co-
utilità. Nel 1914 passò nei ruoli dell’ap- munista Italiano per la V legislatura
pena costituito Ministero delle Colonie repubblicana. Nel 1970 lasciò il man-
e l’anno successivo si trasferı̀ in Tripo- dato per dissapori col partito, dal
litania come capo dell’Ufficio affari ci- quale fu espulso a causa delle sue posi-
vili di quella amministrazione. Nel zioni giudicate estremiste; nel 1969
1917 partecipò attivamente alla reda- aveva fondato il periodico ‘‘Il Manife-
zione del trattato di Acroma che rego- sto’’, attorno al quale si raccolsero in-
lava i rapporti tra Italia e Senussia (la- tellettuali e giovani dissidenti del PCI.
sciò un Diario di Acroma, inedito). Nel Negli anni seguenti continuò a occu-
1919 fu richiamato a Roma come capo parsi del giornale da lui fondato, che,
di gabinetto dei ministri Colosimo e, trasformato in quotidiano nel 1971,
poi, Rossi. Agli inizi del 1921 ritornò in gradualmente si affermò come una
Cirenaica come segretario generale delle voci più autorevoli della Sinistra
del governatore Giacomo De Martino, italiana. Sanato il contrasto con il suo
alla cui morte fu chiamato a reggere il partito, nel 1987 fu eletto ancora depu-
governatorato. Maturarono in questa tato come appartenente alla Sinistra
fase i suoi acuti contrasti con il Mini- indipendente. Nel 1995 lasciò la dire-
stero, vertenti in particolare sul ruolo zione del ‘‘Manifesto’’. Nel 1990, con
di alcuni personaggi della scena poli- Parole al vento, aveva iniziato a scri-
tica araba promossi consulenti del go- vere saggi e memorie, nelle cui pagine
verno italiano: particolarmente aspro, è vivo il ricordo della infanzia cagliari-
nel 1922, il conflitto personale col mini- tana. Tra gli altri: Servabo. Memoria di
stro Giovanni Amendola. Nel luglio fine secolo, 1991; La signora Kircheges-
rientrò in patria, già molto malato ma sner, 1998; Politicamente scorretto,
soprattutto sfiduciato e deluso. Nomi- 2001; I luoghi del delitto, 2003.
nato direttore generale per le Colonie Pintor, Marco Matematico (Cagliari,
dell’Africa settentrionale, morı̀, per le seconda metà sec. XVII-Lione?, prima
conseguenze di una malattia contratta metà sec. XVIII). Entrato nell’ordine
in Africa, a Chamonix, la sera del 3 set- dei Mercedari divenne sacerdote. In
tembre 1925. seguito fu nominato commentatore del
convento di Bonaria e professore di
Pintor, Luigi2 Giornalista, scrittore,
Matematica nell’Università di Ca-
uomo politico (Roma 1925-Trieste
gliari. Nel 1691 fu chiamato a inse-
2003). Deputato al Parlamento. Fra-
gnare matematica nell’Università di
tello di Giaime, militante comunista
Lione, dove forse morı̀.
fin dal 1943, prese parte alla Resi-
stenza romana nei GAP (Gruppi di Pintor, Mario Giornalista (Cagliari
Azione Patriottica); catturato dai tede- 1897-ivi 1987). Combattente della
schi e condannato a morte, fu liberato prima guerra mondiale, nel dopo-

276

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 282


Pintor

guerra entrò nella redazione de ai tempi di Eleonora, 1936; Santu


‘‘L’Unione sarda’’, nella quale lavorò Bainzu di Torres, 1936; Il monolite di
per oltre un quarantennio curando al- San Guglielmo, 1936; La chiesa della Pu-
cune fortunate rubriche e scrivendo rissima e la sua festa in Cagliari, 1936;
centinaia di articoli sulla storia sarda. L’assedio di Andrea Doria contro Castel
Collaborò anche a numerosi altri pe- Aragonese, 1936; Sulle orme di Pausa-
riodici locali e nazionali e scrisse al- nia e di Olbia, 1937; Zecche e zecchieri
cuni volumi di notevole interesse; nel sardi, 1937; Finanza sarda di cento
1955 contribuı̀ alla fondazione della anni fa, 1937; La cattedrale di Santa Ma-
banda musicale di Cagliari. Per questa ria del regno ad Ardara, 1937; La chiesa
voce sono stati censiti 389 suoi scritti, e il chiostro di San Domenico, 1937; San
che sono in realtà solo una piccola Gavino Monreale, 1937; Una caratteri-
parte di una sterminata bibliografia. stica magistratura della vecchia Sarde-
Se ne cita qui sotto soltanto una parte. gna, 1937; Il cardinale Luigi Amat di
I soli titoli bastano, peraltro, a dire San Filippo e Sorso, 1937; Cagliari e la
della varietà e dell’ampiezza degli in- promulgazione dello Statuto, 1937; Un
teressi dell’autore. Le accoglienze di monumento cagliaritano dell’epoca
Cagliari a Carlo Emanuele IV, 1935; La spagnola: il cenotafio di re Martino,
cacciata degli ebrei, 1935; Leonardo Ala- 1937; Come nacquero le scuole elemen-
gon e la battaglia di Uras, 1935; L’aboli- tari in Sardegna, 1937; Miniere sarde
zione del feudalesimo, 1935; Castelvı̀ e nell’epoca romana, 1937; Federico Bar-
Camarassa, 1935; L’assedio di Villa di barossa e Barisone d’Arborea, 1937; L’or-
Chiesa nel 1323, 1935; La badia e la dinamento giudiziario sardo nei pri-
chiesa di Saccargia, 1935; La basilica di mordi dell’800, 1937; Lo storico ambone
San Gavino, 1935; La grotta delle fate ad di San Michele, 1937; I baluardi di Ca-
Ulassai, 1935; Re Museto, 1935; Fonni gliari nel 1837, 1937; Ludovico Baille,
gemma del Gennargentu, 1935; Il ca- 1937; Il ghetto di Cagliari, 1937; San Lo-
stello di San Michele, 1935; La chiesa di renzo di Osilo, 1937; Una istituzione ca-
San Michele, 1935; Il castello di Mon- ritatevole degli scorsi secoli. Le siziate,
reale, 1935; Il sistema tributario sardo 1937; Lauree e tariffe professionali di
ai tempi di Carlo Felice, 1935; Date e cento anni fa, 1937; Tito Manlio Tor-
dati su S. Efisio, 1936; L’incendio di Ollo- quato e la ribellione di Ampsicora, 1937;
lai, 1936; Sulle orme di Tharros, 1936; La La nave romana di Solci, 1937; La poli-
diplomazia sarda, quella inglese e il trat- tica inglese favorı̀ i barbareschi ed osta-
tato del 1816, 1936; La spedizione della colò lo sviluppo della marina sarda,
marina sarda a Tripoli nel 1825, 1936; 1937; Il santuario dei martiri della
La città dei Malaspina, 1936; Luciano chiesa sarda nella Primaziale, 1937;
Bonaparte, la Sardegna e gli inglesi, Case romane venute in luce in via Tigel-
1936; Cagliari sotto la signoria dei Van- lio, 1937; I moli di Cagliari antica, 1937;
dali, 1936; La storica ed insigne Alghero, Nasce Oristano dallo stagno d’oro, 1937;
1936; Diego Gregorio Cadello, 1936; Caio Augusto e la Sardegna, 1937; L’eroica di-
Gracco l’amico dei sardi, 1936; Il quar- fesa di Villa di Chiesa contro gli Arago-
tiere della Marina, 1936; La torre dell’E- nesi, 1937; Del governo dei regoli di Sar-
lefante, 1936; Re Martino d’Aragona e la degna, 1938; Indagini fra vecchi numeri
bella di Sanluri, 1936; Le diffamazioni dello stato civile, 1938; Lo stupendo ta-
del clima sardo, 1936; I natali di Ori- bernacolo e la venerata Madonna di S.
stano, 1936; L’ordinamento giudiziario Eusebio, 1938; La chiesa di Sant’Anna

277

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 283


Pintor

completata del secondo campanile, Stampace, 1939; Carlo Alberto ripara-


1938; Una questura che trovò il favore tore del passato e preparatore dell’avve-
dei sardi, 1938; I baroni Manca di Thiesi nire, 1939; Templi e istituzioni della Ca-
contro Andrea Doria e i francesi di Renzo gliari antica. La chiesetta rurale di San
Ursino di Ceri, 1938; Come Cagliari di- Pietro e il Gremio dei Pescatori, 1939;
venne aragonese, 1938; Il corpo di San Fortilizio antico e illustre. Il castello di
Lucifero che si conserva nella Chiesa di Sanluri, 1939; Magistrati romani in Sar-
San Giuseppe, 1938; La pia vita dell’u- degna. Catone il Maggiore, 1939; Storia e
mile fra Ignazio, 1938; Pionieri liguri in tradizioni di corpi militari sardi. Dra-
terra di Sardegna, 1938; Quartu S. goni e Cavalleggeri di Sardegna, 1939;
Elena, 1938; Benedetta, signora di Ca- Barcellonetta, l’effimera rivale di Ca-
gliari. Come nacque il Castello, 1938; I gliari. Come nacque una città in quel di
tre nomi e le tre storie di una solitaria Bonaria, 1939; Terranova riprende l’an-
chiesetta, 1938; Brevi cenni storici sugli tico e storico nome di Olbia, 1939; Spese
ebrei in Sardegna, 1938; Cagliari e S. per la flotta di un secolo fa. La Marina
Agostino, 1938; Note sull’istruzione po- sarda, 1939; Come un milione di lire
polare in Sardegna. Dai tempi di Roma andò in fumo, un episodio dell’assedio
all’editto di Carlo Felice, 1938; Il servizio del 1793, 1939; Istituzioni di Cagliari an-
postale sardo, 1938; La chiesa dei Cap- tica. Il magistrato civico, 1939; Leggi di
puccini sul colle di Buoncammino, Costantino Magno a favore della Sarde-
1938; Il codice rurale di Mariano IV, gna, 1939; Dal sistema feudale alla rina-
1938; Come finirono gli ademprivi, scita fascista. La proprietà fondiaria in
1938; Il tempio di Apollo e la chiesa di Sardegna, 1939; Delizie di viaggio nel
San Bardilio, 1938; Un foglio cagliari- 1800. Le regie messaggerie sarde, 1940;
tano assertore degli interessi italiani in Una volta tanto i barbareschi fecero
Tunisia, 1938; Sardegna e Corsica in un bene: come finı̀ il vessillo inglese, 1940;
epistolario inedito conservato nell’Ar- Società e gremi di Cagliari antica. La
chivio di Stato di Cagliari, 1938; Sugge- confraternita della vergine d’Itria,
stivo mito rivelatore della ricchezza mi- 1940; Il libretto di lavoro istituito dal re
neraria del Sulcis, 1938; Come viaggia- di Sardegna, 1940; Scala demografica
vano i nostri nonni, 1938; La Sardegna dell’isola dal XVII secolo ad oggi, 1940;
risponde ai francesi afflitti da ‘‘gour- La battaglia di Uras in cui per la prima
mandise’’, 1939; Trecento lire per diven- volta furono usate le armi da fuoco,
tare avvocato o medico, 1939; Come S. 1940; I miliziani, 1940; Due storici gior-
Efisio protesse Cagliari dalla seconda nali conservati nel Museo del Risorgi-
peste 1793, 1939; L’attacco contro La mento di Cagliari, 1940; Storici episodi
Maddalena, 1939; Episodi di... cordialità della secolare lotta fra Sardi e Francesi,
tra Sardi e Francesi, 1939; I due ponte- 1940; Storici documenti sulla italianità
fici che la Sardegna ha dato alla Chiesa, della Corsica. I continui rapporti con la
1939; La pesca del corallo che fu fatta Sardegna e la fervida azione della Car-
deperire dai francesi, 1939; Chiano re di boneria, 1940; Come gli ugonotti francesi
Cagliari, 1939; Bisarcio, 1939; Santa furono scacciati dai lidi sardi, 1940; Ieri
Maria de Claro, 1939; Come si diventava come oggi, il commercio marittimo
schiavi e come si veniva riscattati, 1939; sardo ostacolato da pirati inglesi, 1940;
Santa Restituta, Santa Cecilia, San- Il nuraghe disfatto: Settimo San Pietro,
t’Eusebio. Una intera famiglia di santi 1940; Guerra sulla laguna di Santa
cagliaritani venerata nella chiesa di Gilla, 1940; Cagliari capitale del regno

278

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 284


Pintor

sardo, 1940; I pescatori cagliaritani, setta e del suo santo, 1942; Il regno di
1940; La chiesetta di Santa Maria di Por- Sardegna e... l’amicizia britannica,
tus Gruttae, 1940; Perché Cicerone in- 1942; Nella festività del Carmelo. L’an-
sultò i sardi. La querela contro Scauro, tico miracoloso simulacro dai magnifici
1940; Gulnara motonave di cent’anni fa, gioielli, 1942; La confraternita della
1941; Sottosuolo di Cagliari. Il labirinto morte, 1942; Le sgargianti uniformi del-
di satanasso, 1941; La visita del viceré l’esercito sardo, 1942; Le gabelle e le do-
conte d’Hayes, 1941; I sardi contro i cor- gane nel regno sardo, 1942; Artiglieria
sari tunisini, 1941; La cassa della Ma- cittadina del 1840: 133 pezzi fronte a
donna di Bonaria, 1941; Iosto e Tito mare, 1942; È arrivato il primo pacche-
Manlio Torquato, un giovane condot- boto, 1943; Gli indumenti pontificali di
tiero sardo pellita e un veterano dell’e- Agostino dottore, 1943 (quel 26 febbraio
sercito romano, 1941; Cenni storici sul- Cagliari fu sottoposta al primo grande
l’istruzione e l’educazione della donna bombardamento distruttivo. Gli arti-
sarda, 1941; Vicende internazionali di coli di P. si interrompono sino al 25 lu-
una nave sarda. La spedizione di Sapri glio 1946); Sulle orme di Plumbaria,
e il caso occorso al Cagliari, 1941; Si- 1946; Sant’Avendrace vescovo di Ca-
stemi e metodi in Cagliari medioevale. gliari, 1946; Il miracoloso crocifisso di
Lo staffile, 1941; Cagliari al tempo degli San Giacomo, 1946; Elmas strano
scudi d’oro. Come vennero accolte le nome, 1946; San Simmaco papa sardo,
prime emissioni di carta moneta, 1941; 1946; Riti e oroscopi della vita che fu,
Cagliari vecchia. Una casa distrutta su 1947; Le grotte di Tuvixeddu, 1947; Ar-
una tomba, 1941; Branca Doria prigio- chivio di Stato, 1947; Cinque persone in
niero nelle torri di Cagliari, 1941; Una un’effigie nella chiesa di S. Tomei in Uta,
cronaca di 777 anni fa. I sovrani di Sar- 1947; Se ci fosse Villamarina..., 1947;
degna incoronati a Pavia dal Cesar Ghi- Poco credito ai biglietti di credito, 1947;
bellino, 1941; Nascita di un Santuario: Re Enzo di Sardegna, 1947; Perché
la chiesa di Saccargia, 1941; Cagliari in Poetto?, 1947; Giovanna di Gallura,
una relazione del 1314, 1941; Ai tempi 1947; I trams a cavallo a Cagliari, 1947;
della Reale Udienza, 1941; In margine La chiesetta di San Lorenzo, 1947; La
alla sagra di Santa Greca, 1941; Ricordi bandiera degli archibugieri sardi, 1947;
di Cagliari pisana. Uguccione della Fag- San Cesello, la chiesetta romita nel
giuola e due storiche lapidi della catte- cuore di Cagliari, 1947; I nostri morti a
drale, 1941; Biglietti di credito al tempo Dogali, 1947; L’oratorio di Santa Mar-
degli scudi d’oro, 1941; La Sardegna e le gherita, 1947; La Sardegna in un poema
mire francesi. L’azione e gli scritti di Gio- di seicento anni fa. Il dittamondo di Fa-
vanni Siotto Pintor, 1941; Leggi crimi- zio degli Uberti, 1948; Un antico progetto
nali di Cagliari ottocentesca, 1941; Sar- di cessione dell’isola alla Santa Sede,
degna e Corsica in una lettera di Pa- 1948; Cagliari nel 1793. Trentamila gra-
squale Paoli, 1941; Ambrogio Machin ar- nate sulla città, 1948; Storiella di un
civescovo di Cagliari, 1941; Un prezioso busillis. Chiesa di San Michele in Ca-
dono di Carlo Felice. Il corpo di San Lu- gliari, 1949; Fangario-Luttocisterna e
cifero insigne reliquia, 1942; Il mercato non Lucocisterna, 1949; Il gremio dei pe-
metallurgico sardo di cinquant’anni fa, scatori, 1949; Sant’Antonio della Costa,
1942; Acquafredda il castello del conte 1949; La cattedrale di Dolia, 1950; Il ve-
Ugolino, 1942; Villasor origini e storia, tusto tempio di Tratalias, 1950; L’impor-
1942; Santu Lianu. Storia di una chie- tante epistolario tra Pio IX e il cardinale

279

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 285


Pintor

Amat, 1950; La casa bianca di Cagliari, la Società degli operai di Cagliari, 1955;
1950; Il castello di Osilo, 1950; Il castello La vetusta chiesa di San Bardilio a Ca-
aragonese di Sassari, 1950; Santa Sa- gliari, 1955; L’aureo ostensorio della cat-
bina di Silanus, 1950; San Nicolò di Sas- tedrale di Cagliari donato da Luigi
sari, 1950; La torre di Portoscuso, 1950; XVIII, 1955; Un famoso editto sardo con-
La torre dello Sperone ad Alghero, 1950; tro l’urbanesimo, 1955; Il culto di Ca-
Tempio, 1950; Teulada, 1950; Aritzo, gliari per il vescovo di Ippona, 1955; Il
1950; La mattanza del tonno, 1950; valore dei sardi alla battaglia di Le-
Esterzili, una tavola famosa e due inno- panto, 1955; Un artistico tempio caglia-
centi, 1950; Napoleone Bonaparte con- ritano: la monumentale chiesa di S. Mi-
tro i galluresi, 1950; Monteponi, 1950; chele, ‘‘Cagliari economica’’, IX, 1955;
Ghilarza, 1950; Desulo, 1950; Ozieri, Dizionario della Sardegna (con Alberto
1950; Nuchis, 1950; La statua di Germa- Boscolo e Giuseppe Loi Puddu), 1955;
nico, 1950; Aggius, 1950; San Gavino di Giorno per giorno ricorrenze di storia
Torres, 1950; Calangianus, 1950; Sor- sarda. A Cagliari 50 anni fa, 1956; La
gono, 1950; Codrongianos, 1950; Laconi, sentinella del Balice, 1956; L’industria
1950; Lanusei, 1950; Orroli, 1950; Milis, mineraria sarda ai tempi di Pisa, 1956;
1950; Buggerru, 1950; Genoni, 1950; Mu- I miliziani, ‘‘Il Convegno’’, 1956; La
rat fu a Tavolara con il suo corpo di spe- Reale Società agraria ed economica di
dizione, 1950; Storia di due preziosi mo- Cagliari, ‘‘Cagliari economica’’, 1957;
saici, 1950; S. Isidoro di Sinnai, 1950; La Carta bollata da cinque centesimi, 1957;
nuova chiesa di Tertenia, 1950; Il tempio Un pregone contro le barbe, 1957;
di Antas, 1950; Sardi che si fecero musul- Quando Cagliari era piazzaforte, ‘‘Ca-
mani, 1951; La palizzata, 1951; Il cardi- gliari economica’’, 1958; Decifrata col
nale Agostino Pipia, 1951; Villa d’Orri, binocolo la targa degli uccelli, 1958;
1951; Stampace, il quartiere dei dieci Sulla tutela dell’ordine pubblico in Sar-
santi, 1951; Come finı̀ la colonia greca degna attraverso i secoli, in Studi storici
di Montresta, 1951; Il boia sardo fu in onore di Francesco Loddo Canepa, II,
prima ‘‘morro de vacues’’ e poi ‘‘bogino’’, 1959; Il vescovo tipografo: Nicolò Canel-
1951; Guida della Sardegna (con Al- les, 1959; L’autore dell’inno sardo: Vitto-
berto Boscolo e Marcello Serra), 1952; rio Angius, 1959; Ricordando Alberto
Guida storica, artistica, economica della Villasanta immolatosi il 4/11/1918,
città di Cagliari (con A. Boscolo), 1952; 1959; Un garibaldino sardo ingiusta-
Arzana, 1952; Giornali sardi di ieri e di mente dimenticato, in La Sardegna nel
oggi, 1952; Una meta gradita: Capo- Risorgimento, 1962; Tre patrioti sardi,
terra, 1952; Gli stamenti, 1952; Antenato Tola, Cugia, Pes di Villamarina, in Sar-
delle compagnie portuali il gremio ca- degna e Risorgimento, ‘‘Il Convegno’’,
gliaritano dei Santelmari, 1952; Il co- XV, 1, 1962; Bosa e il suo castello, 1963;
dice diplomatico delle relazioni sardo li- Tre epoche, tre nomi di una cittadina
guri, 1952; Una rocca misteriosa dall’o- sarda: Castelsardo, ‘‘Sardegna econo-
rigine e dal nome favolosi, 1953; La mica’’, 6, 1963; Il castello di Osilo, ‘‘Sar-
Reale Società agraria ed economica di degna economica’’, 7, 1963; La basilica
Cagliari, ‘‘Cagliari economica’’, 1953; di S. Gavino di Torres, ‘‘Sardegna eco-
Mores vanta il più alto campanile della nomica’’, 8, 1963; Santa Teresa Gallura,
Sardegna, 1953; Santa Vitalia a Villasor, ‘‘Sardegna economica’’, 6, 1964; Torri e
1953; Le tre grandiose torri del Kastrum bastioni di Cagliari, ‘‘Sardegna econo-
Karalis, 1954; Ha compiuto cento anni mica’’, 7-8, 1964; La Maddalena, ‘‘Sar-

280

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 286


Pintore

degna economica’’, 9, 1964; Iglesias, fredo Mameli, 1970; Pasquale Tola, ‘‘Sar-
‘‘Sardegna economica’’, 11-12, 1964; Ol- degna economica’’, 1, 1970; Il valore dei
bia la città dai tre nomi, ‘‘Sardegna eco- sardi in una storica battaglia: Lepanto,
nomica’’, 3, 1965; La storica e insigne Al- ‘‘Sardegna economica’’, 2, 1970; Un pio-
ghero, ‘‘Sardegna economica’’, 4, 1965; niere dell’industria mineraria sarda:
Come in antico veniva tutelato il patri- Leon Goüin, ‘‘Sardegna economica’’, 3,
monio ittico cagliaritano, ‘‘Sardegna 1970; Un insigne canonista mercedario:
economica’’, 5, 1965; Come viaggiavano Ambrogio Machin, ‘‘Sardegna econo-
i nostri nonni, ‘‘Sardegna economica’’, mica’’, 5, 1970; Salvatore Pes di Villama-
7, 1965; Dalle asmatiche vaporiere alle rina, ‘‘Sardegna economica’’, 11-12,
scattanti freccie, ‘‘Sardegna econo- 1970; Un’isoletta in mezzo alla laguna,
mica’’, 8, 1965; Stampace e l’origine del ‘‘Sardegna economica’’, 5, 1971; Breve
suo strano nome, ‘‘Sardegna econo- storia delle bande musicali a Cagliari,
mica’’, 12, 1965; Monetazione del regno ‘‘Sardegna economica’’, 6, 1971; Si
di Sardegna, ‘‘Sardegna economica’’, 6- deve a un famoso architetto l’imponenza
7, 1966; Come finı̀ la colonia greca di dei bastioni di Cagliari, ‘‘Sardegna eco-
Montresta, ‘‘Sardegna economica’’, 8, nomica’’, 10, 1971; Vincenzo Sulis, ‘‘Sar-
1966; Come nacque a Cagliari il pubblico degna economica’’, 11-12, 1971; Le se-
mercato, ‘‘Sardegna economica’’, 10, ziate in piazza Arsenale, 1973; Alle ori-
gini della questione mineraria. Il contri-
1966; Oliena, ‘‘Sardegna economica’’,
buto di Quintino Sella, ‘‘Sardegna eco-
4, 1967; Come fu cacciata da Oristano
nomica’’, 4, 1973; Guerra alle barbe,
l’armata del conte d’Harcourt, ‘‘Sarde-
1975; Un viceré cardinale, 1975; La pa-
gna economica’’, 9, 1967; Stefano
lizzata del porto di Cagliari, 1975; Il ven-
Manca di Villahermosa, ‘‘Sardegna eco-
tre di Cagliari. Breve storia dei mercati
nomica’’, 11-12, 1967; Storia dell’illumi-
cittadini, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
nazione a Cagliari, ‘‘Sardegna econo-
1976; Cagliari sotto assedio, 1978; Cava-
mica’’, 1, 1968; Un eroe sardo poco noto:
lieri e cipria nell’Ottocento, 1978; Il col-
Giorgio Mameli, ‘‘Sardegna econo-
legio dei nobili, 1978.
mica’’, 5, 1968; L’annona cagliaritana
in un vecchio pregone, ‘‘Sardegna eco- Pintor, Pietro Religioso (Cagliari, sec.
nomica’’, 9, 1968; Orafi e argentieri XI-?, sec. XII). Vescovo di Suelli da
sardi, ‘‘Sardegna economica’’, 10, 1968; prima del 1114 al 1130. Fu nominato ve-
Enzo di Svevia re di Sardegna, ‘‘Sarde- scovo di Suelli prima del 1114 e com-
gna economica’’, 12, 1968; Giacomo Pes pare attivo nella diocesi fino al 1130.
di Villamarina viceré inflessibile, ‘‘Sar- Fu un oculato amministratore dei beni
degna economica’’, 1, 1969; La battaglia della diocesi, il cui patrimonio au-
di Uras, ‘‘Sardegna economica’’, 4, mentò in modo notevole; durante il
1969; Giuseppe Garibaldi e i sardi, ‘‘Sar- suo episcopato ebbe inizio e si diffuse
degna economica’’, 6, 1969; Cagliari e il culto di San Giorgio.
Sant’Agostino, ‘‘Sardegna economica’’; Pintore, Anna Studiosa di filosofia del
7, 1969; La spedizione di Carlo Va Tunisi diritto (n. Cagliari, seconda metà sec.
nel golfo di Cagliari, ‘‘Sardegna econo- XX). Dopo essersi laureata in Giuri-
mica’’, 8, 1969; Mario de Candia, ‘‘Sar- sprudenza nel 1983, ha intrapreso la
degna economica’’, 9, 1969; Sinnai carriera universitaria. Diventata ri-
nella storia e nella realtà di oggi, ‘‘Sar- cercatore nel 1995, attualmente è pro-
degna economica’’, 10, 1969; Cagliari e fessore ordinario di Filosofia politica
Genova si contendono le spoglie di Gof- presso l’Università di Cagliari.

281

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 287


Pintore

Pintore, Eligio Pittore (Bonorva 1831- come in Sardigna ruja, 1981 – la scrit-
Genova 1914). Poco sappiamo dei suoi tura narrativa in prosa sarda, a testi-
studi, tanto da ipotizzare che essi siano monianza del suo impegno civile a fa-
iniziati solo dopo il 1853, quando compı̀ vore della difesa e della valorizzazione
il servizio militare in Toscana. Prese della lingua regionale. Tra i suoi
parte alla guerra di Crimea, dove me- scritti: Sardegna. Regione o colonia?,
ritò alcune decorazioni al V.M. da in- 1974; L’eredità del passato, ‘‘L’Unione
glesi e francesi. È famoso il suo ciclo sarda’’ 1975; Sovranità culturale per i
di 78 disegni dal vero degli orrori di sardi, ‘‘Il Solco’’, 1984; Manzela, 1985;
quella guerra, conservato nel Museo Sardegna sconosciuta. Cento itinerari
del Risorgimento di Genova. Subito alla scoperta della grande civiltà sarda,
dopo il rientro dalla Crimea si stabilı̀ a 1986; Su zogu, 1989; Su contu, in Lula
Genova e vi riprese gli studi, presto in- (con G. Angioni, S. Muscas e N. Piras),
terrotti dalla partecipazione alle 2005.
guerre di indipendenza. Ripresi gli Pintor Melis, Antonio Giurista, sin-
studi nell’Accademia Ligustica, so- daco di Cagliari (Cagliari 1807-ivi
pravvisse grazie alla collaborazione 1882). Laureatosi in Legge nel 1830, si
con i periodici illustrati genovesi. La dedicò alla professione di avvocato. A
pergamena miniata eseguita per ac- partire dal 1837 fino alla morte fu inin-
compagnare il dono della bandiera terrottamente consigliere comunale a
alla corazzata Sardegna fu esposta Cagliari e nel 1841 fu anche sindaco
nella Esposizione Artistica Sarda di della città. Stimato professionista, fu
Sassari nel 1896. Morı̀ in quella che autore di numerose pubblicazioni di
era diventata la sua seconda patria carattere giuridico e presidente del-
alla vigilia della prima guerra mon- l’ordine degli avvocati di Cagliari.
diale, lasciando una raffinata serie di
acquerelli dedicati al mondo classico. Pintor Sirigu, Efisio Avvocato, patriota
(Cagliari 1766-ivi 1814). Allievo di Vin-
Pintore, Gianfranco Giornalista, scrit- cenzo Cabras, di cui poi sposò la figlia
tore (n. Irgoli 1939). Di cultura sardista, Teresa, divenne presto uno dei più ap-
ha iniziato la sua attività nel 1961 nella prezzati avvocati cagliaritani. Secondo
redazione de ‘‘l’Unità’’ dove, dal 1965 il Tola le sue allegazioni sono «raris-
al 1969, è stato inviato e redattore del simi monumenti di dottrina e di sa-
servizio esteri. Negli stessi anni è stato pere». Schierato nel partito dei ‘‘pa-
per un breve periodo corrispondente a trioti’’, amico dell’Angioy e di Gioac-
Varsavia; tornato in Italia, si è stabilito chino Mundula, fu uno dei protagonisti
a Milano ed è diventato redattore capo del triennio rivoluzionario (1794-1796):
di ‘‘ABC’’. Partecipe del sardismo radi- la stessa rivolta cagliaritana del 28
cale e terzomondista, nel 1973 è rien- aprile 1794 nacque dal tentativo del vi-
trato in Sardegna prendendo a collabo- ceré di farlo arrestare. Sino ai fatti del
rare con diversi periodici e impegnan- luglio 1795 fu uno dei più autorevoli so-
dosi nel Partito Sardo d’Azione, che stenitori delle proposte più avanzate
però ha abbandonato per schierarsi degli Stamenti, ma nelle tragiche gior-
con il movimento Sardigna Natzione. nate di qual luglio cercò, grazie alla
È autore di romanzi e di saggi di grande stima di cui godeva (e non aveva ancora
interesse ed è stato fra i primi a speri- trent’anni), di mediare fra le posizioni
mentare anche in romanzi di conte- più radicali e il viceré. Da quel mo-
nuto politico fortemente moderno – mento si può datare il suo spostamento

282

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 288


Pintus

sulle posizioni dei moderati che ne compiute espressioni dal punto di vi-
fece il capo riconosciuto degli avver- sta urbano della letteratura in lingua
sari dell’Angioy. Quando l’Alternos sarda.
marciò su Cagliari, era uno dei qua-
Pintus Famiglia di Iglesias (secc. XVII-
drumviri mandati contro di lui a capo
XVIII). Le sue notizie risalgono al se-
di una spedizione militare, e dopo l’e- colo XVII, quando i suoi membri rico-
spatrio dell’Angioy fu uno dei più de- prirono uffici pubblici e si imparenta-
cisi persecutori dei suoi seguaci. Nel rono con nobili famiglie della città; nel
1799 accompagnò i Savoia da Livorno 1642 ottennero il cavalierato eredita-
a Cagliari. Negli anni successivi fu ri- rio e nel 1643 la nobiltà con un Gio-
compensato dal governo con l’ordine vanni Antonio. I figli di quest’ultimo fu-
dei Santi Maurizio e Lazzaro. Non è fa- rono ammessi allo Stamento militare
cile spiegare il suo piuttosto repentino nel 1653 e successivamente i loro di-
cambiamento di posizioni: il Tola lo at- scendenti presero parte a tutti gli altri
tribuisce al carattere che – dice - «i fatti parlamenti. La famiglia si estinse nel
addimostrarono frequentemente va- secolo XVIII.
riabile». Morı̀ non ancora cinqan-
tenne, lasciando la moglie e un figlio,
Pintus, Cesare Avvocato, patriota (Ca-
gliari 1901-Prà Catinat, Torino, 1948).
Giovanni. P.S., conosciuto col nomi-
Antifascista, amico di Emilio Lussu,
gnolo di ‘‘Pintoreddu’’ (per la bassa sta-
nel 1921 fondò il Circolo repubblicano
tura o per la precocità delle sue affer-
di Cagliari e continuò a manifestare le
mazioni), è ricordato anche per le sue
proprie convinzioni anche dopo l’av-
composizioni in cagliaritano, rimaste a
vento del regime. Nel 1925 si laureò in
lungo inedite anche a causa del loro
Giurisprudenza e cominciò a eserci-
contenuto satirico, rivolto in più di un
tare la professione di avvocato conti-
caso verso personaggi del tempo. Tra i
nuando anche nel suo impegno poli-
titoli più noti: Femu cassadori, Pilloni
tico; punto di riferimento del centro
chi sesi, Canzona de su caboniscu. Fran- clandestino cagliaritano di Giustizia e
cesco Alziator, che le ha raccolte in Libertà fu arrestato nell’ottobre 1930 e
un’antologia di Testi campidanesi, os- condannato a dieci anni di carcere dal
serva che le vicende umane vi sono tribunale speciale. Liberato nel 1935,
spesso attribuite ad animali, ma gli in- tornò a Cagliari seriamente malato, a
tenti non sono moraleggianti, come ac- causa anche delle conseguenze di una
cade nella tradizione esopica, bensı̀ sa- operazione malamente eseguita
tirici. Manlio Brigaglia ha definito P.S. quando era in carcere. Continuò a mi-
«il primo poeta satirico isolano» e lo ha litare in Giustizia e Libertà e tentò inu-
poi individuato meglio come «poeta tilmente di riprendere la propria pro-
giocoso, intendendo l’aggettivo come fessione. Caduto il fascismo, nel 1943
rivolto a significare il gusto tutto libero fondò a Cagliari la sezione del Partito
ed aperto con cui il poeta gioca, ap- Italiano d’Azione in cui pareva conti-
punto, con la sua materia e con la sua nuarsi il movimento di Giustizia e Li-
stessa lingua». Le opere sono esaltate bertà. Nel 1944 fu il primo sindaco
inoltre dall’abilità con cui l’autore ma- della città designato dal Comitato di
neggia strumenti essenziali della poe- Concentrazione Antifascista; dal 1946
sia di questo genere come la metafora e fu sindaco eletto dai cittadini. Tra i
il doppio senso, tanto che la sua opera suoi scritti: La nostra via, ‘‘L’Unione
rimane nel suo insieme una delle più sarda’’, 1943; Sentimentalismo e poli-

283

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 289


Pintus

tica, ‘‘L’Unione sarda’’, 1943; Saluto a Cadde nell’assalto sotto un colpo di


Emilio Lussu, ‘‘L’Unione sarda’’, 1944; baionetta austriaca. Alla sua memoria
Il Comune, la Regione, lo Stato, ‘‘Il venne concessa la medaglia d’oro con
Solco’’, 1945; L’ordine nuovo, ‘‘Il Solco’’, questa motivazione: «Costante e ful-
1946; Problema della terra, ‘‘Il Solco’’, gido esempio d’indomito coraggio,
1946. prese parte a tutti i combattimenti dal-
Pintus, Francesco Magistrato, sena- l’inizio della guerra e, benché varie
tore della Repubblica (n. Cagliari volte leggermente ferito, non volle mai
1929). Dopo la laurea ha percorso una abbandonare il suo posto. Sotto il vio-
brillante carriera giungendo al grado lento bombardamento nemico, che ar-
di procuratore generale della Repub- recava alla compagnia gravi perdite,
blica presso la Corte d’Appello di Ca- coadiuvò con fermezza i propri uffi-
gliari. Nel 1983 è stato eletto senatore ciali nel tenere ordinata la truppa. Si
della Repubblica come indipendente offrı̀ poi a far parte della prima ondata
nella lista del Partito Comunista Ita- d’assalto, e, incitando i dipendenti
liano. Terminata la legislatura non è sotto il tiro delle mitragliatrici avver-
stato riconfermato. sarie, benché ferito gravemente ad un
Pintus, Franco Esperino Operaio, braccio, arrivò sull’obiettivo e vi so-
consigliere regionale (n. Orotelli stenne una violenta lotta corpo a corpo.
1950). Operaio, militante del Partito Una seconda volta ferito, continuò a
Comunista Italiano, nel 1979 è stato combattere, finché venne nuovamente
eletto consigliere regionale del suo e mortalmente colpito. (Monte Zebio,
partito nel collegio di Nuoro per l’VIII 10 giugno 1917)».
legislatura. Al termine non è stato ri- Pintus, Mariano Giornalista, deputato
confermato. al Parlamento (Luras 1916-Roma 1983).
Pintus, Gianfranco Pittore (n. Sassari Dopo la laurea in Giurisprudenza di-
1953). Agli inizi degli anni Settanta ha venne giornalista, collaborando e diri-
aderito alle Neoavanguardie. Negli gendo alcuni periodici cattolici, tra
anni successivi la sua pittura si è evo- cui, a partire dal 1948, il ‘‘Quotidiano
luta attraverso l’utilizzazione di artico- Sardo’’. Iscritto alla Democrazia Cri-
late tecniche espressive. stiana, fece parte della redazione di
Pintus, Giuseppe Militare (Assemini ‘‘Il popolo’’ e si trasferı̀ a Livorno dove
1890-monte Zebio, Vicenza, 1917). Ca- diresse ‘‘Il Giornale del popolo’’. Nel
poralmaggiore di fanteria, medaglia 1952 divenne capo dell’Ufficio Stampa
d’oro al V.M. alla memoria nella prima del Ministero del Lavoro; impegnato
guerra mondiale. Trascorse la sua gio- più direttamente in politica, fu eletto
vinezza come guardiano di capre. Sol- deputato della Sardegna ininterrotta-
dato di leva nel 75º Reggimento Fante- mente dal 1953 al 1972. Durante gli
ria, passò poi al 151º della Brigata anni del suo incarico parlamentare fu
‘‘Sassari’’. Promosso caporale e poi ca- sottosegretario alla Marina mercantile
poralmaggiore. Unitamente al ser- dal 1963 al 1964 nel governo Moro e nel
gente maggiore Ferdinando Podda, 1968 nel governo Leone. Nel 1951 firmò
nuorese, nella tragica giornata del 10 con Antonio Segni il progetto di legge
giugno 1917 sul monte Zebio chiese di da cui negli anni successivi nacque la
far parte delle prime ondate d’attacco; grande diga sul Liscia, da cui viene an-
sotto un violento bombardamento che oggi gran parte dell’approvvigio-
dette prova di singolare fermezza. namento idrico della Gallura. Nel 1968

284

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 290


Pintus

rappresentò la Camera al Parlamento dove già vive e lavora il padre. Si de-


europeo. Tra i suoi scritti: La quarta dica presto alla pittura e, con risultati
provincia indispensabile alla Sardegna, anche più originali e apprezzati, alla
‘‘L’Unione sarda’’, 1957; Un’antica tra- ceramica. Vive a Quaregnon, dove ha
dizione il culto di Sant’Agostino, anche aperto una importante galleria
‘‘L’Unione sarda’’, 1958; Come nacque d’arte.
il ‘‘Quotidiano sardo’’, ‘‘Almanacco
Pintus, Renato Studioso di storia po-
della Sardegna’’, 1963; Problemi sardi e
stale (n. Sassari 1925). È stato per molti
classe politica, ‘‘L’Unione sarda’’, 1971.
anni direttore dell’Archivio storico
Pintus, Michele Storico dell’architet- dell’Università di Sassari. Giornalista
tura (n. Iglesias 1941). Dopo la laurea pubblicista dal 1967, è autore di nume-
in Ingegneria ha intrapreso la carriera rosi lavori scientifici; ha fondato e di-
universitaria. Nel 1985 è diventato pro- retto l’‘‘Archivio storico sardo di Sas-
fessore associato di Disegno; attual- sari’’ e attualmente dirige la rivista
mente insegna presso l’Istituto di Ar- culturale ‘‘Sacer’’. Tra i suoi scritti:
chitettura della Facoltà di Ingegneria Per volontà sovrana servizio postale gra-
di Cagliari. Studioso dall’intensa atti- tuito, ‘‘Almanacco della Sardegna’’,
vità, ha approfondito in particolare la 1970; La repressione del banditismo nei
storia dello sviluppo urbanistico di Ca- pregoni dei viceré piemontesi, ‘‘La
gliari. Tra i suoi scritti: La chiesetta di Nuova Sardegna’’, 1973; I primi cento
San Nicola di Trullas, ‘‘Atti della fa- anni di dominazione sabauda in Sarde-
coltà di Ingegneria dell’Università di gna, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1974; I ra-
Cagliari’’, 4, 1976; Note per la lettura pinatori del Settecento, ‘‘Famiglia cri-
del centro storico di Cagliari, 1980; Il ri- stiana’’, 1974; Le costituzioni dell’Ate-
lievo del Palazzo comunale di Cagliari, neo restaurato, ‘‘La Nuova Sardegna’’,
1981; Architettura rupestre in Sarde- 1974; Storia delle comunicazioni e dei
gna, ‘‘Quaderni dell’Istituto di Archi- servizi postali della Sardegna dalle ori-
tettura’’, 4, 1984; tre saggi, Il rilievo gini al 1851, 1975; Sovrani, viceré di Sar-
della chiesetta di San Giuseppe a Ca- degna e governatori di Sassari, 1978; An-
gliari (a cura di Tatiana Kirova), L’arci- cora sulla storia delle comunicazioni e
confraternita della solitudine. Il rilievo dei servizi postali, 1979; Contributo per
della chiesa di San Giovanni a Cagliari la storia dell’antagonismo tra Sassari e
(con Franco Masala), Vicenda storico- Cagliari, ‘‘Archivio storico sardo’’,
costruttiva dell’oratorio del Santo Cristo 1983; Storia e catalogazione degli anti-
in Cagliari (con R. Figus), in Arte e cul- chi uffici postali sardi distinti per nu-
tura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura mero, ‘‘Archivio storico sardo di Sas-
di Tatiana Kirova), 1984; Architetture, sari’’, X, 1984; due saggi, Il feudo e i feu-
in Cagliari. Quartieri storici: Castello,
datari in Sardegna e Il colera del 1855 in
1985; Le architetture, in Cagliari. Quar-
Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo di
tieri storici: la Marina, 1989; Le architet-
Sassari’’, XII, 1986; L’Università di Sas-
ture, in Cagliari. Quartieri storici: Villa-
sari dalla restaurazione del 1765, 1987;
nova, 1991; Architetture, in Cagliari.
Storia dei servizi postali, in La Sarde-
Quartieri storici: Stampace, 1995.
gna. Enciclopedia (a cura di M. Briga-
Pintus, Remo Pittore, scultore e cera- glia), III; Le comunicazioni, 1988; Storia
mista (n. Iglesias 1938). Dopo aver fre- postale dell’isola di Sardegna, 1990; Gli
quentato la Scuola per minatori di Car- antichi rapporti tra l’Ateneo sassarese e
bonia, nel 1958 si trasferisce in Belgio, l’Ospedale civile cittadino, ‘‘Archivio

285

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 291


Pintus

storico sardo di Sassari’’, XVI, 1992; Pa- Lazio. Tra i suoi scritti: Monumenti pri-
gine di storia sarda, 1994; Ancora sulla mitivi della Sardegna, ‘‘Monumenti del-
storia dell’Università di Sassari, ‘‘Sa- l’Antichità dell’Accademia dei Lin-
cer’’, II, 1995; Due omonimi governatori cei’’, XI, 1901; Notizia sul cimitero cri-
del capo di Sassari, ‘‘Sacer’’, III, 1996. stiano di Bonaria presso Cagliari e su
un ipogeo cristiano presso Bonorva,
Pintus, Sebastiano Storico della
‘‘Nuovo Bollettino archeologico cri-
Chiesa (Iglesias 1876-ivi 1909). Entrato
stiano’’, VII, 1-2, 1901; Nuraghe d’I-
in Seminario, fu ordinato sacerdote e
scorca in Ozieri, ‘‘Bollettino di Paletno-
si laureò in Teologia. Uomo di grande
logia italiana’’, 1902; I bronzi figurati
cultura, fu chiamato a insegnare Sacra
della Sardegna, ‘‘Bollettino di Paletno-
Scrittura, Storia ecclesiastica e Teolo-
logia italiana’’, 1904.
gia nel Seminario della sua città. Nel
1901 fu nominato canonico peniten-
ziere della cattedrale; ricercatore at-
tento, lavorò in diversi archivi. Morı̀
giovanissimo nel 1909. Tra i suoi scritti:
Sardinia sacra. Provincia ecclesiastica
di Cagliari, 1904; Vescovi e arcivescovi
di Torres, oggi di Sassari, ‘‘Archivio sto-
rico sardo’’, I, 1905; Due confessori della
fede cristiana deportati in Sardegna nel
secolo III, ‘‘Archivio storico sardo’’, II,
1906; Vescovi di Bosa. Notizie storiche,
‘‘Archivio storico sardo’’, III, 1907; Ve-
scovi di Fausania, Civita, Ampurias,
‘‘Archivio storico sardo’’, IV, 1908; Ve-
scovi di Ottana e Alghero, ‘‘Archivio sto-
rico sardo’’, V, 1909; Vescovi di Pausa-
nia, Civita e Tempio, ‘‘Archivio storico
sardo’’, 1910.
Pinza, Giovanni Paletnologo (Roma
1872-ivi 1940). Dopo aver conseguito la
San Pio V – Canonizzato nel 1712, fu papa
laurea, entrò nella carriera del Mini-
al tempo della vittoria di Lepanto contro
stero per la Pubblica Istruzione. Stu- la flotta ottomana.
dioso della preistoria del Lazio e della
Sardegna, su incarico del Ministero
nel 1899 fu inviato col fotografo Vac- Pio V, san (Antonio Michele Ghislieri; in
chieri in Sardegna col compito di de- sardo, Santu Piu quintu). Santo (Bosco
scriverne e fotografarne i monumenti. Marengo 1504-Roma 1572). Domeni-
Nel 1901 realizzò quella che è forse la cano, sacerdote (1540), vescovo, cardi-
prima fotografia del nuraghe di Santu nale, fu papa dal 1566 al 1572. Pro-
Antine a Torralba. Frutto di questo suo mosse l’applicazione dei decreti tri-
lavoro fu un interessante libro sui mo- dentini, riformò la liturgia, organizzò
numenti dell’isola; negli anni succes- la spedizione contro i Turchi che ri-
sivi pubblicò alcuni altri importanti la- portò la vittoria di Lepanto (1571), sco-
vori sulla preistoria sarda. In seguito municò la regina d’Inghilterra Elisa-
divenne coordinatore dei musei del betta. Morı̀ a Roma nel 1572, sepolto

286

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 292


Piola Caselli

nella chiesa di Santa Maria Maggiore. crocifisso) hanno generato qualche


Canonizzato da Clemente XI (1712). perplessità nei fedeli, cui nel 2006 i re-
In Sardegna A Sassari, chiesa del Ro- sponsabili della parrocchia hanno
sario, statua secentesca. Abbastanza pensato di rispondere coprendo l’o-
diffusi nelle chiese dell’isola i quadri pera con un vasto sipario. [ADRIANO VAR-
in suo onore. [ADRIANO VARGIU] GIU]
Festa Si festeggia il 21 agosto.
Pio X, san (Giuseppe Melchiorre Sarto; in
sardo, Santu Piu decimu) Santo e papa Festa Si festeggia il 30 aprile.
(Riese, oggi Riese Pio X, 1835-Roma
1914). Nacque il 2 giugno 1835. Sacer-
dote (1858), vescovo di Mantova (1884),
cardinale e patriarca di Venezia (1893),
eletto papa il 4 agosto 1903. Guidò la
Chiesa in un periodo travagliato: fron-
teggiò l’anticlericalismo francese
(1905) e portoghese (1911), fu intransi-
gente con la Russia e con gli USA. Lottò
a fondo contro il modernismo, impose
ai preti il ‘‘giuramento antimoderni-
sta’’ (1910). Sostenne e potenziò i semi-
nari, rinnovò la liturgia. Nel suo Cate-
chismo stabilı̀ l’età della prima comu-
nione a sette anni e favorı̀ la comu-
nione quotidiana. Semplice, sempre
sorridente, seppe essere all’altezza
dei tempi difficili. «Giustemo ste fa-
sende», diceva quando affrontava un
problema. Fu sempre dalla parte dei
poveri: «Sono nato povero – si legge
nel suo testamento – , sono vissuto in
San Pio X – Il papa in una foto d’epoca.
povertà, voglio morire povero». Por-
tava gli oggetti di valore ricevuti in
dono, compresa la pietra del primo Pio da Pietrelcina, san (Francesco For-
anello vescovile (sostituita da un fondo gione) Santo (Pietrelcina 1887-San Gio-
di bicchiere), al Monte di Pietà, per tra- vanni Rotondo 1968). Religioso, cap-
sformarli in denaro da distribuire ai puccino (1903), sacerdote (1910), fondò
poveri. Morı̀ il 20 agosto 1914, allo scop- a San Giovanni Rotondo i ‘‘Gruppi di
pio del «gueron», la guerra che aveva preghiera’’ e la ‘‘Casa Sollievo della
tanto temuto. Canonizzato da Pio XII il Sofferenza’’. Ebbe il dono delle stim-
29 maggio 1954. mate, 20 settembre 1918, «che rimasero
In Sardegna A Cagliari, nella chiesa a aperte, fresche e sanguinanti fino alla
lui dedicata, si trova la più grande pala morte». [ADRIANO VARGIU]
d’altare di tutto il mondo. Intitolata Piola Caselli, Fausto Storico (n. Roma
L’Uomo, rappresenta Cristo in croce, è 1940). Dopo la laurea ha intrapreso la
stata dipinta nel 1980 da Foiso Fois. Le carriera universitaria. Attualmente è
sue stesse dimensioni (e in parte anche professore di Storia economica presso
la crudezza espressionista del Cristo la Facoltà di Economia dell’Università

287

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 293


Piolanas

di Cassino. Ha dedicato alla Sardegna tiene semi cotonosi. È una tipica spe-
una monografia su Il bilancio del co- cie ripariale, vive in consociazione con
mune di Cagliari 1837-1848, pubblicata salici, frassini e ontani garantendo il
nel 1984. consolidamento naturale delle sponde
Piolanas Centro abitato della provin- dei corsi d’acqua. Per questa sua carat-
cia di Carbonia-Iglesias, frazione di teristica segna fortemente il territorio,
Carbonia (da cui dista 12 km), con circa specie dove riesce a formare foreste a
20 abitanti, posto a 118 m sul livello del galleria che sottolineano senza solu-
mare a nord-est ovest del comune ca- zione di continuità i percorsi delle ac-
poluogo, nella vallata del rio Flumen- que. 2. Il p. canescente, o gatterino (Po-
tepido. Regione storica: Sulcis. Dio- pulus canescens (Aiton) Sm.), è una
cesi di Iglesias. pianta caducifoglia che raggiunge i 20
& TERRITORIO Il territorio è costituito m di altezza, ha chioma globosa. Le fo-
dalla vallata, piuttosto ampia e fertile, glie sono semplici, picciolate, ovate
che ha ai lati le alture che circondano con margine irregolarmente dentel-
Iglesias a nord, quelle intorno a Carbo- lato, la pagina superiore è verde e gla-
nia a sud. Le comunicazioni sono assi- bra, quella inferiore biancastra e lanu-
curate dalla strada Carbonia-Villamas- ginosa. I fiori sono a sessi separati e
sargia-Assemini, cui P. è unito da una raccolti in infiorescenze, compaiono
breve bretella. prima della fogliazione, da febbraio a
& STORIA Il nucleo abitato si sviluppò maggio. Il frutto, una capsula glabra,
nel corso dell’Ottocento come amplia- compare entro giugno. Il p. canescente
mento di un antico furriadroxiu; negli ha un areale che comprende la Sarde-
ultimi decenni ha avuto un calo di po- gna e una porzione dei Pirenei come
polazione. lembi più occidentali. Le sue caratteri-
stiche ecologiche sono come quelle del
Pioppo Nome generico dato a piante
Populus alba. 3. Il p. nero (Populus ni-
arboree appartenenti alla famiglia
delle Salicacee. Anche i nomi sardi gra L.) è una pianta caducifoglia che
sono generici e fanno riferimento al co- può raggiungere i 30 m di altezza con
lore chiaro della corteccia: ovunque il chioma globoso-espansa o colonnare.
p. è conosciuto come albero bianco o Le foglie sono semplici, alterne, pic-
legno bianco: fustiarbu (logudorese); ciolate, largamente ovato-romboidali,
linnarbu (campidanese). 1. Il p. bianco acuminate all’apice, pelose o glabre.
(Populus alba L.) è una pianta caduci- Fiori a sessi separati, raccolti in infio-
foglia che può raggiungere l’altezza di rescenze che compaiono prima della
30 m con un portamento maestoso, a fogliazione, da marzo ad aprile. Il
chioma molto espansa. Ha foglie sem- frutto compare a maggio, è una capsula
plici, picciolate, ovate quelle giovani, glabra che contiene semi cotonosi.
palmato-lobate quelle mature, con Questa specie è ritenuta originaria
margine irregolarmente dentato, dell’Europa Centrale e del Caucaso,
verde scuro alla pagina superiore, tuttavia da tempi remoti ha allargato il
bianche e tomentose alla pagina infe- proprio areale a tutta Europa e a parte
riore. Fiori a sessi separati, raccolti in dell’Africa mediterranea, aiutata dal-
infiorescenze ad amento, compaiono l’uomo. Largamente impiegata sia
prima della fogliazione, da febbraio a come pianta ornamentale o per le albe-
marzo. Il frutto compare da maggio a rature stradali sia per la produzione
giugno, è una capsula glabra che con- della carta, dei fiammiferi o di tavolati.

288

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 294


Pipia

Il legno di p. nero è utilizzato anche di Cagliari dal 1920 al 1949. Fu ordinato


come substrato per la coltivazione dei sacerdote nel 1892; in seguito diresse
funghi prataioli. L’habitat prediletto per alcuni anni il Seminario di Lodi.
allo stato spontaneo è costituito dalle Era vicario generale della diocesi di
sponde dei corsi d’acqua, dove il p. Ravenna quando nel 1907 fu nominato
nero cresce per lo più isolato. 4. Il p. vescovo di Alghero; dal 1910 gli fu affi-
tremulo (Populus tremula L.) è una data anche l’amministrazione dell’ar-
pianta caducifoglia con portamento chidiocesi di Oristano e nel 1914 ne fu
eretto e fusto che può raggiungere i 20 nominato arcivescovo. Nel 1908 ad Al-
m di altezza con una chioma globosa e ghero e nel 1914 a Oristano dedicò le
lassa. Le foglie sono cuoriformi, lunga- sue lettere pastorali al pericolo del so-
mente peduncolate, con margine den- cialismo, evento segnalato da R. Turtas
tato. I fiori sono monosessuali e sono come una eccezione nel quadro del più
portati da piante diverse, il frutto è generale disinteresse dei vescovi del
una capsula glabra che contiene semi suo tempo per i temi di carattere eco-
cotonosi. La specie ha un areale molto nomico e sociale. Durante la prima
vasto, in Sardegna la sua presenza è li- guerra mondiale aprı̀ una casa del Sol-
mitata lungo i corsi d’acqua dei monti dato «a beneficio delle milizie» di pas-
del Gennargentu, del Goceano e del saggio a Oristano. Nel 1920 fu nominato
Limbara. [TIZIANA SASSU] arcivescovo di Cagliari: resse la dio-
cesi per trent’anni, dandole notevole
impulso, impegnandosi a contribuire
a superarne i problemi nei difficili
anni della seconda guerra mondiale.
Morı̀ nella sua città d’adozione in
odore di santità. Aveva esercitato il
suo ministero pastorale in Sardegna
per 49 anni.
Piperno, Marcello Archeologo (n.
Roma 1945). Dopo la laurea si è dedi-
cato alla carriera universitaria. Nel
1992 è diventato professore associato
di Preistoria e protostoria; attual-
mente insegna presso la Facoltà di Let-
tere dell’Università di Napoli. Ha de-
dicato alla Sardegna una scheda su Il
Paleolitico inferiore. Il primo popola-
mento delle grandi isole Sicilia e Sarde-
gna, in Italia preistorica, 1992.
Pipia, Agostino Cardinale (Seneghe
Pioppo – Un esemplare di pioppo bianco. 1660-Roma 1730). Entrato nell’ordine
dei Domenicani, studiò a Oristano e
completò i suoi studi a Palma di Ma-
Piovella, Ernesto Maria Religioso (Mi- jorca, dove fu ordinato sacerdote.
lano 1867-Cagliari 1949). Vescovo di Al- Dopo avere insegnato per alcuni anni
ghero dal 1907 al 1914, arcivescovo di nella stessa Palma di Majorca, si tra-
Oristano dal 1914 al 1920, arcivescovo sferı̀ a Roma dove resse il prestigioso

289

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 295


Pipiolu

convento della Minerva e divenne teo- Pipitoni, Giovanni Intellettuale (Ca-


logo della Biblioteca Casanatense. Fat- gliari 1897-ivi, 1970 ca.). Uomo di vasta
tosi apprezzare negli ambienti romani cultura e di molteplici curiosità, fece
dove si fece numerose amicizie, tra le parte della intellighenzia cagliaritana
quali quella del cardinale Vincenzo Or- negli anni intensi del secondo dopo-
sini, fu nominato consultore del Santo guerra. Non scrisse mai nulla a proprio
Uffizio e infine segretario della Con- nome, ma frequentò il gruppo di artisti
gregazione dell’Indice. Nel 1721 fu e scrittori che animavano la vita cultu-
eletto ministro generale del suo ordine rale cittadina. Insegnò Francese in una
e, entrato in carica, si dedicò alla sua nota scuola privata.
riorganizzazione. Nel 1724 convinse il Piquer Famiglia trapiantata a Sassari
cardinale Orsini ad accettare la tiara; dalla Spagna (secc. XVI-XVIII). Si tra-
una volta papa, l’amico lo creò cardi- sferı̀ in Sardegna agli inizi del secolo
nale e vescovo di Osimo. Nel 1725 prese XVI; per tutto il secolo i P. esercitarono
parte al concilio Lateranense e co- professioni liberali, furono mercanti o
nobbe il marchese d’Ormea, abilissimo pubblici funzionari; nel 1627 ottennero
diplomatico piemontese impegnato il cavalierato ereditario con un Ga-
presso la corte pontificia a dirimere vino, giurato di Sassari, e nel 1647 la
un complesso contenzioso tra la Curia nobiltà con il dottor Francesco. Furono
pontificia e il nuovo re di Sardegna Vit- in seguito ammessi allo Stamento mili-
torio Amedeo II di Savoia (si racconta tare e presero parte a tutti i parla-
che per ingraziarsi la Curia l’Ormea menti. Si estinsero nel secolo XVIII.
non aveva esitato a presentarsi «quasi
ogni mattina» alla messa del papa assi- Piquer, Francesco Giureconsulto
stendovi «devotissimamente con un (Sassari 1606-ivi 1659). Conseguita la
gran rosario» in mano). La stima reci- laurea in Legge, esercitò con grande
proca che si instaurò tra i due ebbe perizia la professione di avvocato. Au-
come effetto la designazione di P. a cu- tore di numerose allegazioni forensi in
rare alcuni aspetti della delicata con- latino pubblicate tra il 1643 e il 1649 col
troversia in nome del re; cosı̀ negli titolo Patrocinii, fu considerato uno dei
anni successivi egli portò a termine la più importanti scrittori di diritto che la
non facile trattativa tra la Santa Sede e Sardegna abbia avuto nel corso del se-
il re di Sardegna sulla questione delle colo XVII.
regalie e, grazie a un sussidio elargito Piquereddu, Paolo Studioso di tradi-
dallo stesso re, poté trattenersi a Roma zioni popolari (n. Nuoro 1949). Dopo la
e continuare i suoi amati studi teolo- laurea si è dedicato alla ricerca sulla
gici. documentazione etnografica e sulla
museologia antropologica svolgendo
Pipiolu Strumento musicale della più
studi, relazioni, interventi e pren-
antica tradizione sarda. È una canna
dendo parte a convegni. Nel 1980 è di-
con tre o quattro fori aperti sul lato
ventato responsabile scientifico dell’I-
frontale del calamo, chiusa da una
stituto Superiore etnografico della
zeppa di sughero che viene innestata
Sardegna, del quale è stato poi pro-
all’imboccatura dello strumento. È
mosso coordinatore generale. Dirige
molto diffuso nelle feste popolari; in
inoltre il Museo della Vita e delle Tra-
alcune zone viene anche chiamato su-
dizioni popolari sarde di Nuoro ed è
littu.
autore di numerose pubblicazioni, tra
Pipistrello = Zoologia della Sardegna cui: Musei etnografici e storia locale, in

290

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 296


Pira

La memoria lunga, 1985; La festa del Re- scuole medie e superiori a Sassari.
dentore di Nuoro e il Corpus Domini di Quando si laureò in Lettere era già en-
Desulo, 1987; Il carnevale di Barbagia, trato nell’amministrazione regionale
1989; Pizzi e ricami nell’abbigliamento come funzionario del Consiglio. Negli
popolare della Sardegna, 1990; Il museo stessi anni, dedicatosi al dibattito gior-
etnografico di Nuoro, 1990; La candela- nalistico, era diventato collaboratore
ria di Orgosolo, 1991. dei più importanti quotidiani dell’i-
Pira1 Antico villaggio di origine medio- sola. Giovanissimo direttore dell’or-
evale che faceva parte del giudicato di gano sardista ‘‘Il Solco’’, vinse a 21
Cagliari ed era compreso nella curato- anni un prestigioso premio nazionale
ria di Sols. Era situato non lontano da con un articolo sulla Costituzione re-
Giba. Caduto il giudicato, nella divi- pubblicana. Cominciò cosı̀ a farsi no-
sione del 1258 fu incluso nella parte tare negli ambienti culturali per la pas-
toccata ai Della Gherardesca. Alcuni sione e l’originalità con le quali trat-
anni dopo, quando la famiglia proce- tava i problemi relativi alla lingua e
dette a un’ulteriore divisione tra i suoi alla cultura sarda. Profondo conosci-
due rami, toccò ai discendenti del tore delle tesi che Gramsci aveva ela-
conte Gherardo. Dopo la conquista ca- borato sulla cultura sarda, affascinato
talano-aragonese essi giurarono fe- dalle teorie che Antonio Pigliaru an-
deltà alla Corona d’Aragona e cosı̀ P. dava esponendo sulla società barbari-
entrò a far parte del Regnum Sardi- cina cui si sentiva radicalmente legato,
niae. Essi quindi riuscirono a conser- pubblicò numerosi saggi in cui svilup-
varne il possesso, ma nei decenni suc- pava un’analisi originale dei problemi
cessivi il villaggio si spopolò completa- della Sardegna con particolare ri-
mente. guardo alla dialettica Sardegna/
Pira2 Famiglia di Oristano (secc. XV- mondo esemplificata in particolare
XVII). Le sue notizie risalgono al se- nel tema del bilinguismo. Intraprese
colo XV. I suoi membri resero impor- cosı̀ la carriera universitaria, incari-
tanti servizi ai re d’Aragona, e nel cato dell’insegnamento di Antropolo-
1435, uno di loro, un Gavino, ottenne il gia culturale nella Facoltà di Scienze
salto di Monti Petru. I suoi discendenti politiche dell’Università di Cagliari.
nella seconda metà del secolo XVI ere- Sviluppò un’analisi originale dei pro-
ditarono la signoria della scrivania del blemi della lingua, affrontando il tema
vicariato reale di Oristano e nel 1599 del pericolo della ‘‘morte’’ del sardo in
ottennero il cavalierato ereditario con conseguenza del disuso. La sua opera
un Leonardo. Nel 1613 furono ammessi principale fu però un ampio volume,
allo Stamento militare, nel 1629 otten- apparso nel 1978, La rivolta dell’og-
nero il riconoscimento della nobiltà getto, in cui affrontò il problema dell’i-
con il dottor Gaspare, giudice della dentità attraverso il ribaltamento del
Reale Udienza, Egli ebbe un’unica fi- rapporto di dipendenza della cultura
glia femmina che, sposatasi con un At- sarda; ritenne cosı̀ possibile uno svi-
zori, portò in dote la signoria della scri- luppo alternativo dell’organizzazione
vania in quella famiglia. sociale e educativa in cui, estinto lo
Pira, Michelangelo Antropologo, scrit- Stato, la scuola diventava la base di
tore (Bitti 1928-Capitana, Quartu San- un’educazione continua. Collabora-
t’Elena, 1980). Cresciuto a Oschiri in tore tra i più autorevoli di ‘‘Ichnusa’’,
una famiglia di pastori, frequentò le frequentò intensamente Radio Ca-

291

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 297


Pira

gliari. Convinto della importanza della sua casa di Capitana, in territorio di


radio (e più tardi della televisione) Quartu Sant’Elena, nel 1980. Tra i suoi
come mezzi di comunicazione ‘‘popo- scritti: Il mito, ‘‘La Nuova Sardegna’’,
lare’’, realizzò negli anni Sessanta e 1948; Salvemini e il Partito Sardo d’A-
Settanta numerosi programmi, fra i zione, ‘‘Rinascita sarda’’, 4, 1957; Auto-
quali viene ricordato, per l’originalità nomia come impegno culturale, in Atti
dell’impostazione culturale e l’impe- del Convegno sulla cultura in Sardegna,
gno politico, il Controgiornale di Radio ‘‘Ichnusa’’, VI, 23, 1958; Quella che era-
Sardegna, andato in onda fra il 1967 e il vamo soliti chiamare civiltà sarda au-
1969. Una serie di sue conversazioni tentica, ‘‘Il Provinciale’’, 1958; Bilingui-
sui problemi dello sviluppo della Sar- smo e cultura in Sardegna, ‘‘Ichnusa’’,
degna è raccolta in Sardegna tra due 26, 1960; Sardegna tra due lingue, 1968;
lingue, edita nei ‘‘Quaderni di Radio Sequestro di persona e società barbari-
Cagliari’’, nel 1968. Si interessò anche cina, ‘‘I Problemi di Ulisse’’, LXIV,
di teatro radiofonico, scrivendo tre 1969; Il tempo di Paolo Dettori, ‘‘Rina-
drammi poi raccolti in Paska Devaddis scita sarda’’, 1975; Intervento nel dibat-
(sottotitolato Tre radiodrammi per il tito sull’autonomia, ‘‘Rinascita sarda’’,
teatro dei sardi), edito postumo come XIII, 12, 1975; La rivolta dell’oggetto.
altre sue opere. Grande e intelligente Antropologia della Sardegna, 1978;
lettore di Marshall McLuhan, anticipò Lussu sardo, in Emilio Lussu e la cul-
la comunicazione globale nel breve, il- tura popolare della Sardegna. Convegno
luminante saggio Il villaggio elettro- di studio, Nuoro 1980, 1980; Paska De-
nico, pubblicato soltanto nel 1997. Nel- vaddis, tre radiodrammi per il teatro dei
l’ultima parte della sua vita P. si era ci- sardi, 1981; Lingua e civiltà del popolo
mentato anche con la narrativa. Le sue sardo, in La Sardegna. Enciclopedia (a
due opere principali erano destinate cura di M. Brigaglia), II, 1982; Il villag-
peraltro a essere pubblicate postume. gio elettronico, 2000.
In Isalle, romanzo in italiano, raccon- Pira, Stefano Storico (n. Cagliari 1958).
tava la propria infanzia, col traumatico Figlio di Michelangelo, dopo la laurea
passaggio dall’educazione di villaggio in Scienze politiche si è dedicato alla
alla cultura urbana; in Sos sinnos spe- ricerca e ha intrapreso la carriera uni-
rimentava tanto la lingua (una variante versitaria. Attualmente insegna presso
bittese del logudorese centrale) la Facoltà di Scienze politiche dell’U-
quanto i contenuti, dando forma a un niversità di Cagliari. Studioso di storia
racconto visionario in cui il paese ri- sarda, ha approfondito in particolare i
prendeva la sua centralità come luogo problemi della produzione e del com-
di vita e punto di vista, per concludersi mercio del sale. Autore di numerosi in-
con una sorta di giudizio universale nel teressanti lavori, ha al suo attivo anche
ritorno all’ovile, luogo marxianamente un’intensa attività pubblicistica come
immaginato come capace di unificare collaboratore di quotidiani e delle ra-
istruzione e lavoro. Sos sinnos, vinci- dio-tv sarde. Ha anche dato vita, con
tore del premio ‘‘Posada’’, fu pubbli- Anna Maria Delogu, alla casa editrice
cato nel 1983 (con prefazione di Bachi- AM&D, importante presenza nel
sio Bandinu; fu riedito nella ‘‘Biblio- mondo della cultura sarda. Tra i suoi
teca della Nuova Sardegna’’, con tra- scritti: Il direttore dell’azienda delle sa-
duzione di Natalino Piras), Isalle nel line di Cagliari tra il XVIII e il XIX se-
1996. P. morı̀ improvvisamente nella colo, ‘‘Annali della facoltà di Scienze

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 298


Piras

politiche dell’Università di Cagliari’’, centri della loro resistenza, fu grave-


XI, 1985; I pastori e il sale nel XVIII se- mente danneggiato dagli eventi bellici
colo, ‘‘Bollettino bibliografico della e cominciò a decadere. Allo scoppio
Sardegna’’, 4, 1985; Per una storia della della seconda guerra tra Mariano IV e
criminalità in Sardegna Sabauda, ‘‘An- Pietro IV fu occupato dalle truppe ar-
nali della facoltà di Scienze politiche borensi, ma fu completamente abban-
dell’Università di Cagliari’’, XI, 1985; donato prima della fine del secolo XIV.
Azienda delle saline e burocrazia statale Pirarba, Ugo Sindacalista, assessore
a Cagliari tra Settecento e Ottocento, regionale (n. Arzana 1929). Insegnante
‘‘Archivio sardo del movimento ope- nelle scuole secondarie, è stato uno dei
raio contadino e autonomistico’’, 35- fondatori del sindacalismo scolastico
37, 1991; Gemiliano Deidda e il tentativo confederale. Dal 1981 al 1989 è stato se-
di recupero dell’acquedotto romano di gretario generale della CISL sarda, in
Cagliari a metà del secolo XVIII, in Per seguito segretario nazionale della
una storia dell’acqua in Sardegna, 1991; CISL-Scuola e infine ha diretto il Cen-
Medici, malaria e saline nella Sardegna tro studi nazionale della CISL a Fi-
del Settecento, ‘‘Archivio storico renze fino al 1992, quando è stato nomi-
sardo’’, XXXVII, 1992; Storia dell’Alta nato assessore regionale tecnico nella
Marmilla in epoca moderna e contempo- giunta Cabras. Ha ricoperto l’incarico
ranea, 1993; La Gallura nel Settecento: fino al 1993.
una repubblica montanara tra contrab- Pirari Varriani, Pio Antonio Pittore
bando e banditismo, in Studi e ricerche (Nuoro 1853-ivi 1934) Si formò a Sas-
in onore di Girolamo Sotgiu, II, 1993; Le sari, dove frequentò lo studio di Gio-
vie del sale e la Sardegna in epoca mo- vanni Marghinotti ed entrò in rapporto
derna, ‘‘Archivio sardo del movimento con gli ambienti intellettuali della
operaio contadino e autonomistico’’, città, divenendo amico di Enrico Costa
44-46, 1994; La città del sale (con Franco e di altri esponenti della cultura sassa-
Masala, P. Tarantini e M. Del Piano), rese di fine Ottocento. Disegnatore ef-
1994; Sardi, viceré e ministri: dal Bogino ficace ed elegante, collaborò per molti
al 28 aprile del 1794, in Studi e ricerche anni alla ‘‘Scena Illustrata’’ e prese
in onore di Giampaolo Pisu, 1996. parte a numerose mostre in Italia e al-
Pira Domestica Antico villaggio di ori- l’estero.
gine medioevale che faceva parte del Piras1 Famiglia di Ossi (sec. XVIII-esi-
giudicato di Torres ed era compreso stente). Grandi proprietari terrieri, le
nella curatoria di Montacuto. Era si- cui notizie risalgono al secolo XVIII.
tuato a poca distanza da Ozieri. Dopo Ottennero il cavalierato ereditario e
l’estinzione della famiglia giudicale di la nobiltà nel 1711 con un Antonio Giu-
Torres fu conteso tra gli Arborea e i Do- seppe, i cui discendenti a metà del se-
ria, che nel 1272 riuscirono ad acqui- colo XIX formarono due rami della fa-
sirlo. Nei decenni successivi il villag- miglia.
gio continuò a rimanere in loro pos- Ramo di Ambrogio. Continuò a risie-
sesso e, quando essi prestarono omag- dere a Ossi.
gio al re d’Aragona, dopo la conquista Ramo di Ignazio Si trasferı̀ a Sassari,
entrò a far parte del Regnum Sardi- dove ancora risiede.
niae. Nel 1325 essi si ribellarono, ini- Piras 2 Famiglia cagliaritana (secc.
ziando una lunga guerra contro gli in- XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al
vasori: il villaggio, divenuto uno dei secolo XVII. Ottenne il cavalierato ere-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 299


Piras

ditario e la nobiltà rispettivamente nel tosi in Patristica, è stato chiamato a in-


1701 e nel 1711 con due fratelli, Sisin- segnare la disciplina nella Facoltà teo-
nio, avvocato, e Giovanni Marco. Nel logica di Cagliari, dove è anche diret-
corso del secolo XVIII i nipoti di Sisin- tore della biblioteca della Facoltà, Tra
nio, Antonio Giuseppe e Pietro, forma- i suoi saggi, Luciferi Caralitani de non
rono due rami della famiglia. conveniendo cum hereticis (1062) e Pas-
Ramo di Antonio Giuseppe. Continuò a sio sancti Saturnini (2002).
risiedere a Cagliari. Piras, Atanasio Studioso di storia
Ramo di Pietro. Pietro, dopo aver per- della Chiesa (secc. XIX-XX). France-
corso una brillante carriera in magi- scano, fu studioso di storia della
stratura, fu nominato assessore della Chiesa e in particolare delle vicende
Reale Governazione di Sassari e si sta- del suo ordine. Ha al suo attivo l’arti-
bilı̀ in quella città. I suoi discendenti colo Della origine giudaica dei «Rigat-
tennero una posizione di rilievo in tieri» di Cagliari. Osservazioni e raf-
seno alla società sassarese. fronti storici, ‘‘Bullettino bibliografico
Piras, Angelo Fotografo (n. Sassari, sardo’’, II, 1903; Notizia intorno ai servi
sec. XX). Si occupa di fotografia di re- di Dio fra Nicolò da S. Vero Milis e fra
portage e naturalistica. Accreditato Paolo da Cagliari, 1892.
presso l’agenzia Overseas di Milano, Piras, Ciriaco Ceramista (Dorgali 1891-
ha realizzato reportage in Africa orien- ivi 1955). Era un pastorello appena ven-
tale, Indonesia, Venezuela e Cuba. Sue tenne quando fu notato da Francesco
fotografie realizzate in Sardegna sono Ciusa, che ne intuı̀ le doti di intelli-
state pubblicate su riviste come ‘‘Class genza e di creatività e lo portò a Nuoro
Country’’ e ‘‘Il Sole 24 Ore’’. È socio fon- dove ne fece il suo assistente di studio
datore dell’associazione culturale e provvide alla sua formazione. P. lo se-
OGROS Fotografi Associati, con la guı̀ anche nell’esperienza cagliari-
quale ha partecipato dal 1994 al 1999 a tana, ma nel 1921, tornato a Dorgali, vi
quindici mostre collettive sulle feste e impiantò nel rione di Santa Lucia una
i riti religiosi dell’isola. bottega di ceramica che ben presto
Piras, Antonio 1 Giurista (Florinas ebbe rinomanza nazionale per la pro-
1838-?). Conseguita la laurea in Giuri- duzione delle famose testine con le cuf-
sprudenza, intraprese la carriera uni- fiette desulesi. Con lui si compie un
versitaria. Insegnò per molti anni Di- salto di qualità nell’artigianato dorga-
ritto civile presso l’Università di Sas- lese: «Da modellatore di brocche – ha
sari. Tra i suoi scritti: Della libertà prov- scritto Gaetano Solano – il semplice va-
visoria mediante cauzione, 1864; Sul di- saio si trasforma in artista, il cui manu-
ritto dei genitori a rappresentare i figli fatto da semplice oggetto d’uso diventa
soggetti alla patria potestà, 1877; Sulla anche portatore d’estetica. Pira cerca
risoluzione della vendita per mancato un modello, uno stampo su cui si fanno
pagamento del prezzo, 1877; Sul con- tanti esemplari: la bottega artigiana si
tratto di pegno, 1878; Sul progresso nel- trasforma in atelier, con una organizza-
l’ordine legislativo, 1879; Sulla socialità zione del lavoro di tipo industriale».
nella evoluzione del diritto, 1894. Alla sua bottega si formarono molti ce-
Piras, Antonio2 Docente di Patristica ramisti, fra cui Simone Lai e Paolo
(n. Sanluri 1962). Dopo la laurea in Let- Loddo di Orani.
tere ha insegnato presso l’Istituto dei Piras, Costantino Studioso di storia (n.
Padri Scolopi a Sanluri; specializza- Oristano, sec. XX). Entrato nell’ordine

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 300


Piras

dei Francescani, divenne sacerdote ri- degna. Enciclopedia (a cura di M. Briga-


coprendo numerosi incarichi in seno glia), II, 1982; Le monete, in I Catalani in
al suo ordine. Ha operato per molti Sardegna (a cura di Jordi Carbonell e
anni a Oristano, dove ha contribuito Francesco Manconi), 1984; Monete
alla fondazione della prestigiosa rivi- della Sardegna, 1985; Due monete ine-
sta ‘‘Biblioteca francescana Sarda’’ e dite della zecca di Villa di Chiesa, ‘‘Pano-
dove ha diretto la Biblioteca arbo- rama numismatico’’, 2, 1988; Conside-
rense. Attualmente lavora a Cagliari. razioni sulla presunta monetazione ar-
Tra i suoi scritti: Chiesa e monastero di borense, ‘‘Biblioteca francescana
S. Chiara in Oristano, ‘‘Quaderni orista- sarda’’, IV, 1990; Un ripostiglio di mo-
nesi’’, 7-8, 1985; La data di morte dell’ar- nete d’oro bizantine. Nuove ipotesi sulla
civescovo arborense Lorenzo Nieto in monetazione aurea sardo-bizantina,
una fonte inedita del Monastero di Santa ‘‘Quaderni di Numismatica’’, 6, 1992;
Chiara di Oristano, ‘‘Biblioteca france- Delle rarità dei grandi bronzi di Gor-
scana sarda’’, I, 1987; Il testamento di diano III il Pio e di Filippo l’Arabo, ‘‘Pa-
Violante Carroz contessa di Quirra, ‘‘Bi- norama numismatico’’, 1992; Le mo-
blioteca francescana sarda’’, II, 1988; Il nete, in La società sarda in Età spagnola
reale monastero di Santa Chiara Ori- (a cura di F. Manconi), II, 1993; La mo-
stano. Alcune note, ‘‘Quaderni orista- neta da tre cagliaresi e la sua falsifica-
nesi’’, 21-22, 1989; Il testamento di Ale- zione ai tempi di Filippo III di Spagna,
manda Carroç de Centelles marchesa di ‘‘Acta Numismatica’’ 21, 22, 23, 1993; Le
Quir ra, ‘‘Biblioteca francescana monete sardo-puniche, 1993; Il mezzo
sarda’’, IV, 1990. minuto di Alghero, ‘‘La Nuova Sarde-
gna’’, 1994; Le monete della Sardegna
Piras, Enrico Pittore e incisore, stu-
dal IV secolo a.C. al 1842, 1996.
dioso di numismatica (n. Sassari 1931).
Laureato in Lettere, è stato per molti Piras, Fedele Militare (Assemini 1895-
anni professore di materie letterarie ?). Caporale di fanteria, medaglia d’oro
nell’Istituto d’Arte di Sassari. Dotato al V.M. nella prima guerra mondiale.
di eccellenti mezzi tecnici, si è affinato Durante l’azione del 24 giugno 1918
alla scuola di Stanis Dessy, di cui è per la riconquista delle posizioni di
stato collaboratore e al quale ha dedi- capo Sile si lanciava per primo sulla
cato, insieme a Paola Dessy, il volume trincea avversaria. Con i pochi super-
L’opera grafica di Stanis Dessy, edito a stiti, benché fosse ferito, riusciva a
Sassari nel 1984. Continuando la tradi- mantenere la posizione conquistata,
zione dell’Istituto sassarese, ha preso nonostante i furiosi contrassalti degli
parte a numerose mostre, ottenendo avversari. Alla fine della guerra passò
ambiti riconoscimenti. È anche numi- all’Arma dei Carabinieri col grado di
smatico di vasta notorietà, presidente vice-brigadiere. La medaglia d’oro al
dell’Associazione numismatica sarda e V.M. gli fu conferita con questa motiva-
autore di pregevoli pubblicazioni sul- zione: «Fulgido esempio, in ogni circo-
l’argomento, tra cui: Determinazione stanza, di ardimento e di valore, nella
dei tipi monetali coniati in Sardegna rioccupazione di una importante posi-
dal 1288 al 1812, in Atti del secondo Sim- zione, di pieno giorno, per primo, si
posio numismatico di Barcellona, 1980; slanciava attraverso a uno stretto pon-
Manuale delle monete medioevali e mo- ticello, sulla trincea nemica. Caduto il
derne coniate in Sardegna, 1980; Storia proprio ufficiale e tutti i compagni, da
della circolazione monetaria, in La Sar- solo, e con impareggiabile tenacia,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 301


Piras

strenuamente difendeva la posizione in chiese e in edifici pubblici, tra cui il


raggiunta dai ritorni offensivi dell’av- bassorilievo Coena Domini nella
versario, dando tempo a nostre mitra- chiesa di San Francesco ai Cappuccini
gliatrici di occuparla e di affermarvisi. di Sassari.
Ferito dolorosamente a una mano, gri- Piras, Luigia Poetessa (Sassari, inizi
dava il suo saluto in dialetto sardo al
sec. XIX-?). Autrice di odi e di altri
proprio capitano, suo conterraneo, componimenti, dopo il 1840 si stabilı̀ a
giunto sul posto, e continuava imper-
Bastia Umbra, dove continuò a scri-
territo a lanciare bombe con la mano vere divenendo animatrice della vita
sinistra, finché, estenuato dal dolore e
culturale di quella città.
dalla fatica, dovette, suo malgrado, es-
sere allontanato. (Capo Sile, 15-16 giu- Piras, Luisa Archivista (n. Gonnosfana-
gno 1918)». diga 1950). Dopo essersi laureata in
Lettere, è entrata nella carriera degli
Piras, Gabriele Studioso di storia della
Archivi di Stato. Attualmente lavora
Chiesa (sec. XX). Francescano, ha de-
presso la Soprintendenza archivistica
dicato studi e ricerche alle vicende
della Sardegna. Tra i suoi lavori, l’in-
della Chiesa sarda e del suo ordine.
ventario di numerosi archivi comunali
Tra i suoi scritti: I santi venerati in Sar-
della provincia di Oristano (1974-2004),
degna nella storia e nella leggenda,
tutti pubblicati in Gli archivi comunali
1958; Storia del culto mariano in Sarde-
della provincia di Oristano, 1999: Gon-
gna, 1961; Aspetti della Sardegna bizan-
nostramatza (con A. Palomba), Milis
tina, Cagliari 1966.
(con A. Palomba), Pompu (con A. Bor-
Piras, Gigi1 Calciatore (n. Selargius relli), Siapiccia (con A. Palomba), Sini
1955). Centravanti di grande mobilità, (con A. Palomba), Tramatza (con A. Bor-
dopo alcuni anni trascorsi nel Selar- relli).
gius, dal 1973 è passato al Cagliari. Ha
esordito in serie A nel 1974 segnando Piras, Maria = Polano Piras, Maria
un gol alla Fiorentina; ha continuato a Piras, Mario Pittore (n. Villacidro
giocare nel Cagliari per 16 anni, riti- 1948). Emigrato, vive dal 1967 in Belgio,
randosi nel 1989. In seguito è divenuto dove ha studiato presso l’Accademia di
allenatore. Charleroi. Pittore soprattutto di pae-
Piras, Gigi2 Disegnatore e fumettista saggi, ha ottenuto numerosi riconosci-
(n. La Maddalena 1965). Completati i menti.
suoi studi al DAMS di Bologna, si è tra- Piras, Natalino Scrittore (n. Bitti 1951).
sferito a Roma per frequentarvi la Fa- Ha compiuto studi di scuola ufficiale e
coltà di Filosofia. Si è affermato dise- di scuola impropria: Istituto missiona-
gnando strisce e fumetti per ‘‘Il Mani- rio saveriano, Liceo classico, un anno
festo’’ e altri prestigiosi periodici; ha di veterinaria, cantieri edili e di rim-
ottenuto numerosi riconoscimenti. boschimento, fabbriche, sale di risto-
Piras, Giuseppe Pittore e scultore ranti e cucine d’albergo. Vive a Nuoro
(Sassari 1940-ivi?, 1997). Formatosi al- ed è bibliotecario presso la locale bi-
l’Istituto d’Arte di Sassari, è stato al- blioteca ‘‘Satta’’. Laureato in Lettere
lievo di Filippo Figari e di Stanis con una tesi su Leonardo Sciascia, ha
Dessy. Esordı̀ a Sassari e prese parte al suo attivo la collaborazione con i due
in seguito a mostre in Italia e all’estero maggiori quotidiani sardi, ‘‘L’Unione
ottenendo numerosi riconoscimenti. sarda’’ e ‘‘La Nuova Sardegna’’, e con
Alcune delle sue opere sono presenti il mensile per i sardi nel mondo ‘‘Il

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 302


Piras

Messaggero sardo’’. Ha pubblicato Brujas, 2006, è un ragionare su streghe,


saggi di cinema e letteratura sulle rivi- eretici e gente inattuale; il terzo, Se-
ste ‘‘Ichnusa’’, ‘‘Nuova Rinascita pultas, 2006, è un romanzo visionario e
sarda’’, ‘‘La Grotta della Vipera’’, ‘‘Er- neobarocco.
bafoglio’’, ‘‘Arte Mondadori’’, ‘‘Topi di Piras, Paolo Operatore turistico (n. Ca-
Biblioteca’’. gliari 1938). Dopo aver conseguito la
laurea in Economia e Commercio, si è
stabilito a Milano, dedicandosi al set-
tore turistico e promuovendo alcune
iniziative che lo hanno imposto a li-
vello nazionale e internazionale. È
presidente per l’Italia della ‘‘Guild of
European Business Travel Agency’’.
Nel 1998, alla fiera mondiale del turi-
smo di Londra, è stato il primo opera-
tore turistico italiano a ottenere il pre-
stigioso riconoscimento di Best golf
tour operator in the world. È presidente
della GSA, una società che promuove
tornei di golf, attraverso la quale con-
voglia un considerevole flusso turi-
stico in Sardegna.
Natalino Piras – L’amore per la scrittura Piras, Raffaele1 Religioso (Quartucciu
lo conduce a praticarne tutte le forme, 1865-L’Aquila 1912). Vescovo di Atri, ar-
dall’articolo al saggio al romanzo al verso.
civescovo dell’Aquila. Ordinato sacer-
dote a Cagliari nel 1885, laureato in
È autore della traduzione in italiano Teologia a Genova nel 1889, divenne
del romanzo Sos sinnos di Michelan- canonico della cattedrale di Cagliari
gelo Pira. Il suo primo pezzo giornali- nel 1896 e insegnante di Teologia dog-
stico, sul cinema americano degli anni matica. Era vicario generale della dio-
Sessanta, fu per un mitico ciclostilato cesi quando nel 1906 fu nominato ve-
del suo paese natale, ‘‘Su Cuentu’’. Le scovo di Atri; nel 1912 fu nominato ar-
prime edizioni delle poesie sono state civescovo dell’Aquila, ma morı̀ improv-
sui murales, poi riprese da ‘‘Notizie visamente nello stesso anno.
Radicali’’ e su ‘‘Ombre rosse’’. Ha pub- Piras, Raffaele2 Sportivo (n. Quartuc-
blicato libri di critica letteraria come ciu 1942). Saltatore in lungo sfortunato
La parola scomposta, 1991; di poesia protagonista di una breve ma intensa
come Nella terra sospesa, 2002; di ci- carriera. Distintosi giovanissimo in
nema come Ponderabili variazioni di campo regionale con i colori dell’Espe-
passo. Il cavallo e il cinema, 2000; e di ria di Cagliari, nel 1961 a 19 anni viene
narrativa come Il tradimento del mago, convocato nella nazionale juniores
1986; La piana di Chentomines, 1994; La dopo aver ottenuto la misura di 7,19 m.
Mamma del Sole, 1995; Il sogno e il Lo stesso anno si aggiudica il titolo ita-
sonno, 2001. Tra le pubblicazioni più liano assoluto con la misura di 7,37 m
recenti, tre libri: uno, a sei mani, su che rappresenta anche il nuovo record
Lula, paese simbolo di malessere e di sardo. In previsione dei giochi olim-
mistificazione dei media; il secondo, pici di Tokyo partecipa alle gare preo-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 303


Piras

limpiche di Torino (1963) e ottiene la Le sue opere sono state raccolte da


misura di 7,60 m, allora terza presta- Paolo Pillonca in quattro volumi po-
zione italiana di tutti i tempi. Pur- stumi: Misteriu, 1979; Bonas noas, 1981,
troppo prima delle Olimpiadi si infor- Sas modas, 1984; A bolu, 1985, per le
tuna gravemente e si deve ritirare Edizioni Della Torre.
dalle competizioni a 22 anni di età,
Piras, Rosa Studiosa di storia (n. Sar-
dopo essere già stato sette volte in na-
degna, sec. XX). Dopo essersi laureata
zionale. [GIOVANNI TOLA]
in Lettere si è dedicata all’insegna-
mento nelle scuole secondarie supe-
riori. Attualmente è comandata presso
l’Istituto regionale di Ricerca educa-
tiva e si occupa di didattica della sto-
ria. Ha al suo attivo il saggio su Il bacino
carbonifero del Sulcis dall’unità al fasci-
smo, ‘‘Archivio sardo del movimento
operaio contadino e autonomistico’’, 3,
1974.
Piras, Sebastiano Fotografo (n. Sas-
sari 1953). Si occupa di fotografia e gra-
fica dal 1983. Ha realizzato fotografie
Raimondo Piras – Il più grande poeta per mostre, riviste, giornali, manifesti,
improvvisatore di tutti i tempi ha saputo
cataloghi e calendari, pubblicando le
divertire e commuovere i sardi di tutte le
piazze. sue immagini su ‘‘La Nuova Sarde-
gna’’, ‘‘Airone’’, ‘‘Atmosphère’’. Le sue
foto più belle sono state esposte nelle
Piras, Raimondo Poeta improvvisa- mostre ‘‘Un balcone fiorito’’, ‘‘Il colore
tore (Villanova Monteleone 1905- ivi dei costumi della Sardegna’’, e, ad Al-
1978). Nato in una famiglia di alleva- ghero, nella mostra Immagini della Set-
tori, ebbe occasione di crescere alla timana Santa in Sardegna, 1996, e nelle
scuola di poesia estemporanea molto esposizioni itineranti ‘‘Mostra dell’Ar-
viva e vitale nel suo paese. Esordı̀ an- chitettura contemporanea in Sarde-
cora giovane nelle ‘‘gare di palco’’, di- gna’’ e ‘‘Costumes de Sardaigne’’.
stinguendosi ben presto tra i maggiori
e più autorevoli ‘‘colleghi’’ del tempo, Piras, Silvio Agricoltore, consigliere
come Tucconi di Buddusò e Sotgiu di regionale (n. Quartu Sant’Elena 1941).
Bonorva. Una volta giunta la proibi- Agricoltore, cattolico, dopo lunghi
zione delle gare da parte delle autorità anni di militanza in seno al movimento
fasciste si ritirò, per riprendere sol- dei Coltivatori Diretti, nel quale rico-
tanto a guerra finita. Malgrado una ma- prı̀ alcune importanti cariche, nel 1989
lattia che gli danneggiò la voce fu ben si è candidato nella Democrazia Cri-
presto il beniamino del pubblico, chia- stiana alle elezioni regionali per la X
mato in tutta la Sardegna e apprezzato legislatura nel collegio di Cagliari.
per l’estro e la fine ironia che si aggiun- Non eletto, nel 1992 è entrato in Consi-
gevano alle capacità poetiche di base. glio regionale dopo le dimissioni di Pi-
È considerato il maggior poeta improv- nuccio Serra; nel 1994 è stato riconfer-
visatore sardo di tutti i tempi, ma ha mato nello stesso collegio per l’XI legi-
praticato anche la poesia ‘‘a tavolino’’. slatura, al termine della quale non si è

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 304


Pirastu

più candidato. Attualmente dirige il come ha scritto Raimondo Turtas –


Consorzio Agrario di Oristano. chiedendo che il concilio si pronun-
Piras Fanti, Pasquale Poeta (Quartuc- ciasse «sui punti fondamentali della
ciu 1830-ivi 1910). Combattente nelle dottrina cattolica che interessano mag-
guerre di indipendenza e nelle campa- giormente gli uomini del nostro tempo,
gne per l’unità d’Italia, fu per molti vale a dire la dignità umana, la frater-
anni consigliere comunale di Quartuc- nità e i più importanti diritti della per-
ciu. Scrisse delicate poesie in campi- sona umana». Nel 1970 si ritirò a vita
danese che gli dettero fama in tutta la privata a causa dell’età avanzata e
Sardegna. morı̀ nella stessa Iglesias, divenuta or-
mai sua patria d’adozione.
Piras Pilo, Ignazio Intellettuale (Sas-
sari 1867-ivi 1895). Dopo essersi lau- Pirastu, Andrea Avvocato, consigliere
reato in Giurisprudenza, si dedicò al- regionale (n. Cagliari 1958). Nipote di
l’insegnamento negli istituti superiori Ignazio e di Luigi, dopo aver conse-
e al giornalismo collaborando con nu- guito la laurea in Giurisprudenza, pur
merosi periodici; ebbe una breve espe- continuando per anni a collaborare
rienza di insegnamento a Terni ma pur- con la Facoltà di Giurisprudenza si è
troppo morı̀ giovanissimo a Sassari nel dedicato alla professione di avvocato.
1895. Tra i suoi scritti: la serie di dodici Si è inoltre interessato della gestione
articoli Condizioni agricole in Sarde- della clinica e di altre attività di cui è
gna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1892; Conside- comproprietario a Cagliari. Negli
razioni generali sulle condizioni agricole stessi anni si è anche impegnato come
in Sardegna e sulle forme dei contratti dirigente sportivo (presidente del Co-
agrari, 1892. mitato sardo della Federboxe) e come
promotore di attività culturali e si è av-
Pirastru, Giovanni Religioso (Bonorva
vicinato alla politica schierandosi in
1883-Iglesias 1975). Vescovo di Iglesias
Forza Italia; nel 1994 è stato eletto con-
dal 1930 al 1970. Ordinato sacerdote
sigliere regionale nel collegio di Ca-
nel 1905, si laureò in Teologia a Roma
gliari per l’XI legislatura e successiva-
e per lunghi anni insegnò nel Semina-
mente riconfermato nel 1999 per la XII,
rio di Sassari, dove fu maestro e diret-
al termine della quale, nel 2004, non si
tore spirituale di Giovanni Battista
è ricandidato: nel finale della legisla-
Manzella. Dopo essere stato parroco
tura, peraltro, aveva lasciato Forza Ita-
del suo paese natale, nel 1930 fu nomi-
lia per aderire all’UDS di Mario Floris,
nato vescovo di Iglesias. Governò la sua
nella cui giunta era stato assessore al-
diocesi per quarant’anni e fu testi-
l’Industria dal novembre 1999 al no-
mone delle gravi tensioni sociali che
vembre 2001.
seguirono la crisi del bacino carboni-
fero dopo la fine della seconda guerra Pirastu, Antonio Pugile e cestista (n.
mondiale. Fin dal febbraio 1942 aveva Lanusei 1915). Dopo la partecipazione
segnalato che «la peste del bolscevi- a incontri di pugilato nell’ambito delle
smo si sta infiltrando in mezzo a noi»; organizzazioni fasciste, in un periodo
in preparazione del concilio Vaticano di grande affermazione di questo sport
II si batté, come decano dei vescovi in Sardegna, nel 1939 in rappresen-
sardi, perché si tornasse al calendario tanza del GUF (Gioventù universitaria
liturgico unico per tutta l’isola. In fascista) vinse la medaglia d’oro ai
quella stessa occasione «usciva decisa- campionati mondiali universitari di
mente e clamorosamente dal coro» – Vienna. Appassionatosi alla emer-

299

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 305


Pirastu

gente pallacanestro, si dedicò assieme tico (Tortolı̀ 1913-Monaco di Baviera


al fratello Emilio a questo sport, dispu- 1984). Consigliere regionale, deputato
tando un paio di campionati di serie B al Parlamento, senatore della Repub-
sempre con i colori del GUF Cagliari. blica. Fratello di Ignazio, conseguita
Durante la guerra fu protagonista di un la laurea in Filosofia si impegnò nel-
famoso incontro tra la rappresentativa l’insegnamento negli istituti secondari
di Sassari (di cui faceva parte essendo e dopo la caduta del fascismo fu tra i
militare nel nord Sardegna) e quella protagonisti della ripresa del dibattito
dei suoi ex compagni di Cagliari: fu la democratico nel secondo dopoguerra.
prima volta che una rappresentativa Comunista militante, collaborò a
sassarese battè quella cagliaritana in ‘‘L’Unione sarda’’ tra il 1944 e il 1946
una partita di pallacanestro. [GIOVANNI durante la direzione di Jago Siotto.
TOLA] Nello stesso periodo fu eletto consi-
Pirastu, Ignazio (detto Nuccio) Giorna- gliere comunale di Cagliari e fino al
lista, uomo politico (n. Tortolı̀ 1921). 1947 fu anche assessore. Nel 1949 fu
Deputato al Parlamento, senatore eletto consigliere regionale del suo
della Repubblica. Fratello di Luigi, partito per la I legislatura nel collegio
dopo essersi laureato in Lettere si è de- di Cagliari e successivamente riconfer-
dicato all’insegnamento nelle scuole mato nello stesso collegio per la II, III e
secondarie e al giornalismo. Si è anche IV legislatura. Nel febbraio 1963 si di-
impegnato in politica militando nel mise per candidarsi al Parlamento e fu
Partito Comunista Italiano. Nel 1953 è eletto senatore di Oristano per la IV le-
stato eletto contemporaneamente con- gislatura repubblicana, nel corso della
sigliere regionale nel collegio di Nuoro quale fu segretario della presidenza
e deputato per la II legislatura repub- del Senato. Fu riconfermato senatore
blicana, per la quale ha optato. Succes- per la V legislatura repubblicana nel
sivamente riconfermato per la III, IV e collegio di Iglesias. Tra i suoi scritti:
V legislatura fino al 1972, nel 1970 è La Sardegna e i partiti, ‘‘L’Unione
stato vicepresidente della commis- sarda’’, 1944; Solidarietà nazionale,
sione parlamentare sul banditismo, ‘‘L’Unione sarda’’, 1944; Democrazia,
della quale è stato anche relatore. Nel ‘‘L’Unione sarda’’, 1945; La vera Italia,
1972, infine, è stato eletto senatore nel ‘‘L’Unione sarda’’, 1945; Sardegna e Ita-
collegio di Nuoro per la VI legislatura, lia, ‘‘Riscossa’’, 1945; Gli errori dell’an-
al termine della quale si è ritirato dalla tifascismo, ‘‘Rinascita sarda’’, 1945; Il
vita politica. Ha avuto anche impor- comunismo e la Sardegna, ‘‘Riscossa’’,
tanti cariche in organismi direttivi 1945; Per l’unità del popolo sardo, ‘‘Il
dello sport nazionale. Tra i suoi scritti: Lavoratore’’, 1945; Storia di un errore,
È legata al pascolo brado l’esistenza dei ‘‘L’Unione sarda’’, 1945; Né mitra né
fuorilegge, ‘‘L’Unione sarda’’, 1953; Il scomuniche, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; An-
banditismo in Sardegna, 1973; Simon tonio Gramsci, ‘‘L’Unione sarda’’, 1946;
Mossa e la Questione sarda, ‘‘La Nuova Carta costituzionale e Statuto regionale
Sardegna’’, 1973; Banditismo e zone in- sardo, ‘‘Rinascita sarda’’, 1957; La lotta
terne, in Banditismo e rinascita della
del popolo sardo per il Piano di rinascita,
Sardegna. Atti del Convegno organiz-
‘‘Cronache meridionali’’, VII-VIII,
zato dall’Amministrazione provinciale
1959; Rinascita e programmazione re-
di Nuoro, 1980.
gionale, ‘‘Rinascita sarda’’, 1962; Svi-
Pirastu, Luigi Giornalista, uomo poli- luppo economico e classi sociali in Sar-

300

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 306


Pirella

degna dal 1951 al 1971, ‘‘Archivio sardo gna 1926-1943 (prefazione di M. Briga-
del movimento operaio contadino e au- glia), 1997.
tonomistico’’, 3, 1974. Gran parte dei Piredda, Matteo Consigliere regio-
suoi articoli e dei suoi interventi in nale, deputato al Parlamento. Funzio-
Consiglio regionale e in Senato sono nario, uomo politico (n. Paulilatino
stati raccolti in Economia e società in 1933). Laureato in Giurisprudenza,
Sardegna. Scritti e discorsi sulla Sarde- funzionario, impegnato fin da giovane
gna 1943-81, edito dalla EDES nel 1989. nella Democrazia Cristiana, è stato per
La moglie Luciana Chiari (n. Parma alcuni anni sindaco del suo paese na-
1925) gli ha dedicato nel 2000 un libro tale e consigliere e assessore provin-
di ricordi delle comuni battaglie, Un ciale di Cagliari. Nel 1974 è stato eletto
compagno di vita. consigliere regionale del suo partito
Pirastu, Salvatore Medico, studioso di nel collegio di Oristano per la VII legi-
storia (n. Tortolı̀ 1925). Cugino di Igna- slatura. Riconfermato successiva-
zio e di Luigi, dopo essersi laureato in mente per l’VIII, nel corso della quale,
Medicina si è dedicato alla sua profes- dal luglio 1982 è stato assessore all’A-
sione divenendo un esperto di pro- gricoltura; nel maggio 1983 si è di-
grammazione sanitaria tra i più ap- messo per candidarsi alla Camera.
prezzati. Uomo dai molti interessi cul- Eletto deputato per la IX legislatura
turali, impegnato nel Partito Socialista repubblicana, è stato riconfermato an-
Italiano, ha ricoperto importanti inca- che per la X; nel 1996 si è candidato per
richi in seno all’organizzazione della l’elezione al Senato ma non è stato
sanità pubblica. Nel 1950 è stato segre- eletto: nel corso della legislatura,
però, quando nel 2000 Nanni Campus
tario del comitato per la Rinascita e
si è dimesso, è entrato in Senato. Al ter-
del primo Congresso del Popolo sardo,
mine della legislatura, nel 2001, non è
i cui atti ha ripubblicato nel 2005 sotto
stato rieletto.
il titolo Agli albori della Rinascita, edito
dalla Tema di Cagliari (introduzione di Pireddas, Is Località abitata in territo-
Pietro Soddu). Nel 1964 è stato segreta- rio di Villaperuccio. La comunità si è
rio della Camera del Lavoro di Cagliari sviluppata in età non precisabile, e co-
e nel 1970 segretario regionale della munque non prima del secolo XVII, da
CGIL. Studioso di storia del socialismo un furriadroxiu costruito da pastori su
in Sardegna, è autore di numerosi un territorio concesso in enfiteusi a
saggi di grande interesse, tra cui: Ap- una famiglia Piredda che le ha dato il
punti per la storia del primo maggio in nome.
Sardegna, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, Pirella Famiglia nuorese (secc. XVI-
XVII, 1991; La nascita del socialismo a XIX). Le sue notizie risalgono al secolo
Cagliari, in Alle radici del riformismo. XVI con alcuni personaggi che ave-
Un secolo di critica sociale, 1993; Ri- vano una buona condizione economica
cordo di Jago Siotto, ‘‘Quaderni bolota- e godevano di discreta posizione so-
nesi’’, XIX, 1993; L’ing. Angelo Omodeo ciale. Nel corso del secolo la famiglia
tecnico socialista, ‘‘Quaderni bolota- espresse alcuni magistrati e alcuni
nesi’’, XX, 1994; I socialisti e l’Ammini- eminenti prelati; nella prima metà del
strazione comunale di Cagliari a fine Ot- secolo XVII ottenne l’impiego eredita-
tocento, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXI, rio del Magistrato sulla neve, nel 1627
1995; A morte Lussu!; Fuga dal confino, chiese il riconoscimento della nobiltà
1999; I confinati antifascisti in Sarde- con un Pietro Paolo, capitano della fan-

301

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 307


Pirella

teria di Nuoro, ma non riuscı̀ a otte- eletto consigliere regionale del suo
nere il privilegio. Solo nel 1644 il figlio partito nel collegio di Sassari per l’VIII
Carlo lo ottenne: i suoi discendenti fu- legislatura, continuò tuttavia a rima-
rono ammessi allo Stamento militare e nere consigliere comunale di Sassari
presero parte ai lavori dei parlamenti. e a occupare la carica di vicesindaco.
La famiglia si estinse nel secolo XIX. Riconfermato per la IX legislatura, in
Pirella, Melchiorre Giurista, religioso cui fu vicepresidente del Consiglio re-
(Nuoro, seconda metà sec. XVI-Ales gionale, si trovò coinvolto in una vi-
1637). Vescovo di Bosa dal 1631 al 1635, cenda giudiziaria che lo condusse in
vescovo di Ales e Terralba dal 1635 al carcere e ne troncò la carriera politica.
1637. Ordinato sacerdote, visse a Ca-
gliari dove si mise in luce per la sua
cultura giuridica. Nel 1631 divenne ve-
scovo di Bosa; nel 1632 presiedette lo
Stamento ecclesiastico durante il par-
lamento Pimentel. Nel corso dei lavori
del Parlamento contribuı̀ a far dichia-
rare il dogma dell’Immacolata conce-
zione della Madonna. Al termine, nel
1635, fu trasferito ad Ales e Terralba;
nella nuova diocesi, però, il suo magi-
stero si concluse con la morte, avve-
nuta nel 1637. Una delle sue ‘‘allega-
zioni’’ giuridiche, Por la noble doña Ma-
ria Anna Gualbes y Baccallar contra la
magnifica ciudad de Caller, è conser-
vata nella Biblioteca Universitaria di
Sassari.
Piresse Località registrata nella Co- Pirichittus – Un piatto dei tradizionali dolci
smographia dell’Anonimo Ravennate campidanesi.
(sec. VII) e, nella variante Pyresse,
nelle cronache del geografo Guidone Pirichittus Dolci tipici del Campidano,
(secc. XI-XII). Si trovava lungo la diret- in particolare di Quartu Sant’Elena, le-
trice che congiungeva Carales alla co- gati alle più antiche tradizioni pa-
sta orientale dell’isola. Menzionata squali. Sono ottenuti da un impasto di
successivamente a Custodia Rubriensis farina, tuorli d’uovo, olio d’oliva finis-
(Bari Sardo), è plausibile che fosse ubi- simo e scorze di limone, lavorato con
cata nel territorio di Orosei. [ANTO- cura e a lungo in modo da ottenere una
NELLO SANNA] pasta omogenea e morbida. L’impasto
Piretta, Giovanni (detto Nino) Sindaca- cosı̀ ottenuto viene ridotto a grosse sfo-
lista, consigliere regionale (Sedini glie dal contorno irregolare che ven-
1925-Sassari 2001). Artigiano, militante gono tagliate e disposte in teglie rive-
nel Partito Sardo d’Azione, dopo es- stite di carta stagnola. Il tutto viene
sersi impegnato nelle organizzazioni fatto cuocere a fuoco lento per pochi
di categoria fu eletto consigliere comu- minuti: il risultato sono delle piccole
nale di Sassari, di cui più tardi sarebbe sfere di pasta interamente vuote all’in-
stato anche vicesindaco. Nel 1979 fu terno (is piricchittus), che una volta

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 308


Pirisi

tolte dal forno vengono cosparse con mento del leader siciliano Finocchiaro
uno sciroppo denso di zucchero che le Aprile e dello stesso Camillo Bellieni,
protegge, conservandone la morbida ma era stato accusato di «fascismo
fragranza che lascia sul palato il deli- sardo». Tra i suoi scritti: Ai combattenti
cato sapore del limone. di Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1922;
Monito ai sardi, ‘‘L’Unione sarda’’,
Pirina, Matteo (detto Cuccheddu) Poeta
1944; 2 giugno 1946, ‘‘La Voce di Sarde-
(Telti 1843-ivi 1905). Dedito all’agricol-
gna’’, 1947; Il fascismo sardo era preva-
tura e all’allevamento trascorse tutta
lentemente onesto, ‘‘La Voce di Sarde-
la vita nelle campagne del paese. Met-
gna’’, 1947.
tendo a frutto la frequenza della scuola
elementare (cosa rara in quei tempi e Pirisi, Cesare 1 Pittore e incisore
in quei luoghi) fu sempre assiduo nella (Nuoro 1905-Cagliari 1950). Allievo di
lettura di giornali, libri di storia e testi Francesco Ciusa e di Tito Cecchi, si tra-
sacri. Molto forte nei suoi versi gallu- sferı̀ a Cagliari dove esordı̀ nel 1933
resi il sentimento religioso, Franco con alcuni olii. Negli anni seguenti si
Fresi lo definisce «l’unico poeta gallu- accostò all’incisione, in particolare
rese che possa fregiarsi del titolo di alla xilografia, ottenendo riconosci-
poeta cattolico». Secondo Giulio Cossu menti in Italia e all’estero.
e Franco Fresi, che hanno raccolto i Pirisi, Cesare2 Giornalista, deputato al
suoi versi in I poeti popolari di Gallura Parlamento (n. Nuoro 1926). Fin dal
(1988), è «il cantore della riflessione in- 1945 si dedicò all’insegnamento e al-
dividuale connotata da una fede sicura l’attività giornalistica, fondando ‘‘Sar-
nel messaggio evangelico, che cono- degna’’, una rivista di studi regionali-
sceva molto bene». stici su posizioni progressiste. Negli
Pirisi, Bastià Intellettuale, uomo poli- anni seguenti continuò a operare a
tico (Villanova Monteleone 1885-Roma Nuoro, dando vita a diversi periodici
1979). Nel primo dopoguerra aderı̀ al quali ‘‘Il giornale di Nuoro’’, uscito nel
Partito Sardo d’Azione e dopo la ‘‘mar- 1966, e ‘‘La Nuova Città’’, che continua
cia su Roma’’ rimase schierato su posi- a uscire seppure senza una cadenza re-
zioni antifasciste. Si trasferı̀ quindi golare. Avvicinatosi alla politica, fu an-
nella capitale, dove si laureò e iniziò a che eletto consigliere comunale; nel
lavorare; con il consolidarsi del fasci- 1968 si presentò alle elezioni per il Par-
smo, però, si tenne estraneo alla vita lamento per la V legislatura ma non fu
politica. Prima della fine della se- eletto; ma durante la legislatura entrò
conda guerra mondiale costituı̀ un co- alla Camera dei deputati subentrando
mitato clandestino che si proponeva di all’avvocato Sergio Morgana, improvvi-
dare alla Sardegna un governo indi- samente scomparso, e nel 1971 fece
pendente. Uscı̀ dalla clandestinità nel parte della Commissione parlamen-
1944 e nel 1946 fondò la Lega Sarda, di tare di inchiesta sulla criminalità in
cui era organo il periodico ‘‘Voce della Sardegna. Non più rieletto, ha conti-
Sardegna’’. Il movimento si ispirava al nuato a lavorare come giornalista par-
separatismo siciliano ma, sebbene l’a- ticolarmente impegnato sul tema della
spirazione a una Sardegna indipen- crescita civile ed economica della sua
dente fosse abbastanza diffusa anche città, cui ha dedicato anche il libretto
nel PSd’Az, la Lega non ebbe il neces- Atene degli inganni. Nuoro senza miti,
sario riscontro elettorale e sparı̀ dopo 1978.
il 1948. Aveva ricevuto l’incoraggia- Pirisi, Filippo Maria Studioso di chi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 309


Pirisi

mica (n. Cagliari 1945). Dopo aver con- lura. Dolmen. Nuraghi. Castelli. Itine-
seguito la laurea, ha intrapreso la car- rari archeologici nella provincia di Sas-
riera universitaria: attualmente è pro- sari (con Luisanna Usai), 1991; Un’isola
fessore presso la Facoltà di Ingegneria di nome Sardegna (con Manlio Briga-
di Cagliari. Di idee liberali, è stato ri- glia), 1991; Calangianus. Memorie di
petutamente consigliere comunale e un’architettura, 1994; 1000 e più feste
assessore al Comune di Cagliari. (idea e prefazione di Clara Gallini),
Pirisi, Giuseppe (detto Peppino) Archi- 1977.
tetto, consigliere regionale (n. Sarule Pirisi Siotto, Salvatore Avvocato, de-
1952). Dopo essersi laureato in Archi- putato al Parlamento (Nuoro 1826-ivi
tettura, si è dedicato alla libera profes- 1892). Dopo aver conseguito la laurea
sione e si è impegnato in politica schie- in Legge, intraprese con successo la li-
rato nel PDS. Nel 1995 è stato eletto bera professione nel foro di Nuoro. Si
presidente della Provincia di Nuoro e impegnò in politica e nel 1876 fu eletto
nel 1999 consigliere regionale del suo deputato al Parlamento per la XII legi-
partito nel collegio di Nuoro per la XII slatura e riconfermato per le altre due
legislatura; nel 2004 è stato riconfer- fino al 1882. Alla Camera si interessò
mato nello stesso collegio per la XIII del problema delle ferrovie, interve-
legislatura. nendo in più di un’occasione nel dibat-
Pirisi, Salvatore Pittore (Nuoro 1927- tito che si svolse su di esse. Tra i suoi
ivi 1990). Fortemente legato, all’esor- scritti: Progetto di legge per una nuova
dio, «all’eredità locale dei Floris, dei convenzione colla società delle ferrovie
Ciusa Romagna, dei Dessy – come sarde, 1877; Pubblica sicurezza in Sarde-
hanno scritto Giuliana Altea e Marco gna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1878;
Magnani – , ai primi degli anni Cin- Cose elettorali, ‘‘Avvenire di Sardegna’’,
quanta ha mosso verso più libere ricer- 1878; Sulla descrizione del progetto di
che cromatiche». Negli anni Sessanta legge per costruzione di nuove linee di
ha collaborato con altri artisti sardi al completamento della rete ferroviaria
rinnovamento dei modelli e dei tipi de- del Regno, 1879 (è un discorso pronun-
corativi dell’artigianato artistico, ope- ciato alla Camera dei deputati); Un po’
rando all’interno dell’ISOLA (Istituto più di luce sul primo dibattimento dei
Sardo per l’Organizzazione del Lavoro sardi tenutosi a Roma, 1881.
artigiano). Pirodda, Andrea Studioso di tradi-
Pirisinu, Salvatore Fotografo (n. zioni popolari (Aggius 1868-Cagliari
Nuoro 1951). Giornalista pubblicista 1924). Da giovane fu in relazione di
dal 1990, è autore di interessanti saggi: grande amicizia con Grazia Deledda.
con le sue fotografie ha illustrato con Conseguito il diploma magistrale, si
elegante realismo molti degli aspetti dedicò all’insegnamento in diversi
attuali della Sardegna, impegnato in centri dell’isola finendo per stabilirsi
una difesa non ideologizzante della a Buggerru, dove fu testimone dei san-
tradizione isolana nel paesaggio ur- guinosi tumulti del settembre 1904. Os-
bano e nell’ambiente. Tra i suoi scritti: servatore attento dei costumi della
Aritzo, immagini di un centro della Bar- gente, fu indagatore del folclore; s’in-
bagia, 1985; Dalla parte di Fonni. Docu- teressò anche di problemi di organiz-
mento per una speranza, 1988; Guida zazione scolastica. Tra i suoi scritti:
alle feste tradizionali della Sardegna, Scongiuro sardo contro l’incendio, il
1988; Carnevali di Sardegna, 1988; Gal- mal di capo e le trombe marine, ‘‘Rivista

304

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 310


Piroddi

di tradizioni popolari’’, I, 5, 1894; Cre- dall’Unità ad oggi. La Sardegna (a cura


denze di Aggius, ‘‘Rivista di tradizioni di L. Berlinguer e A. Mattone), 1998.
popolari’’, II, 2, 1894; Leggenda di Ag-
Pirodda, Sebastiano Insegnante,
gius, ‘‘La piccola rivista’’, I, 19-20,
scrittore, poeta (Aggius 1883-Cagliari,
1899; Buggerru, 1899; Tempio, 1902; La
dopo 1961). Conseguita l’abilitazione
paga degli operai a Buggerr u,
magistrale si dedicò all’insegnamento
‘‘L’Unione sarda’’, 1904; La Sardegna
nelle elementari. Visse per molti anni
artistica e letteraria, ‘‘Varietas’’, XI,
a Cagliari, dove nel 1923 fondò la rivi-
111, 1913; Bozzetti e sfumature, 1915
sta ‘‘Sardegna scolastica’’, due anni
(riedito nel 1921 con 38 fototipi); Altare dopo trasformata nel mensile ‘‘La Sar-
monumentale in Sardegna, ‘‘Il Nura- degna’’. È autore di alcune raccolte di
ghe’’, II, 19, 1924; Proverbi sardi della versi che gli diedero notorietà in tutta
Gallura, 1925; Lu miciuratu, ‘‘La Sarde- la Sardegna, ma più ancora divenne
gna’’, IV, 9-11, 1926. popolare per il volume Sardegna. Al-
Pirodda, Giovanni Storico della lette- manacco regionale, edito da Monda-
ratura italiana (n. Cagliari 1932). Dopo dori nel 1926, autentico modello dei
la laurea si è dedicato all’insegna- molti ‘‘sussidiari’’ destinati alla scuola
mento universitario; attualmente inse- sarda negli anni (e nei decenni) succes-
gna Letteratura italiana presso l’Uni- sivi. Tra gli altri suoi scritti: In alto!
versità di Cagliari, dove dirige il Dipar- (prefazione di Cesare Pieroni), 1901;
timento di Filologie e Letterature mo- Pallide rose, versi, 1908; Agli eroi d’Ita-
derne. Studioso dell’Ottocento e del lia, inno musicato dal maestro Gio-
Novecento, ha pubblicato numerosi vanni Battista Dessy, 1912; Chiaroscuri,
studi di notevole livello scientifico, tra versi, 1915; Epigrammi, ‘‘Rivista
cui: L’eclissi dell’autore. Tecnica di espe- sarda’’, V, 1923; Anno nuovo, quartine,
rimenti verghiani, 1976; Mazzini e ‘‘Sardegna letteraria’’, 1924; Versi,
Tenca. Per una storia della critica ro- ‘‘Sardegna scolastica’’, 1924; Inno all’i-
mantica, 1978; L’insegnamento della let- sola eroica, ‘‘La Sardegna’’, V, 1927; Un
teratura, 1978; La cultura letteraria tra maestro pittore: Ernesto Graniero, ‘‘Sar-
Otto e Novecento, ‘‘Archivio sardo del degna’’, VI, 1928; Poeti e scrittori di Sar-
movimento operaio contadino e auto- degna: Gavino Dettori, ‘‘Sardegna’’, VI,
nomistico’’, 20-22, 1984; Grazia Deledda 1928.
e la cultura in Sardegna, ‘‘La Grotta Piroddi, Giulio Studioso di storia della
della Vipera’’, XII, 36-37, 1986; La Sar- Sardegna (Bosa 1901-ivi 1975). Laurea-
degna, in Letteratura italiana. Storia e tosi in Lettere aderı̀ al fascismo e inse-
geografia, X, 1989; L’attività narrativa gnò nella scuola media. Interessato in
in Sardegna 1900-1945, ‘‘La Grotta della particolare alla storia di Bosa fu au-
Vipera’’, 46-47, 1989; Sardegna. Lettera- tore di alcuni saggi sulla storia medio-
tura delle regioni d’Italia. Storia e testi, evale e moderna della Sardegna, tra
1992; Letteratura del Seicento, in La So- cui: I moti del 1821 in Sardegna, ‘‘Medi-
cietà sarda in Età spagnola (a cura di terranea’’, I, 10, 1927; Relazioni com-
Francesco Manconi), II, 1993; Antioco merciali fra Sardegna e alcune città ita-
Casula (Montanaru), Boghes de Barba- liane nel Medio Evo, ‘‘Mediterranea’’,
gia, 1997, e Sos cantos de sa solitudine, II, 9, 1928; Monografia economica e so-
Sa Lantia (a cura di G. Pirodda), 1998.; ciale di Bosa, 1952; La colonia dei greci a
L’attività letteraria fra Otto e Novecento, Montresta nel periodo 1750-1830, 1967;
in ‘‘Storia d’Italia’’, Einaudi, Le regioni La Sardegna e i sardi secondo gli scrit-

305

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 311


Piroddis

tori greci e romani, ‘‘Frontiera’’, 1968; alla missione dell’Università di Pa-


Guida di Bosa. Con riferimenti alla Pla- dova a Nora. Ha al suo attivo alcuni
nargia ed al Montiferru, 1976. saggi che riguardano la Sardegna:
Piroddis, Is Località abitata in territo- Nora I. Lo scavo. L’area B, ‘‘Quaderni
rio di Santadi. Il piccolo centro si è svi- della Soprintendenza archeologica
luppato in età non precisabile, e co- per le province di Cagliari e Oristano’’,
munque non prima del secolo XVII, da 9, 1992; Per uno studio delle aree sacre di
un furriadroxiu costruito da pastori su tradizione punica della Sardegna ro-
terre concesse in enfiteusi a una fami- mana, in L’Africa romana. Atti del X
glia Piroddi che gli ha dato il nome. Convegno di studi, 1994; Nora III. Lo
scavo delle aree A e B (con M. Baggio, B.
Piroddu, Gianfranco Lottatore (n. Sas-
Ferrini, C. Porro), ‘‘Quaderni della So-
sari 1956). Iscrittosi giovanissimo al
printendenza archeologica per le pro-
G.S. Donato Masella di Sassari che fa-
vince di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995.
ceva capo al Corpo dei Vigili del Fuoco
(fu il primo in Sardegna a praticare la Pirri Centro abitato della provincia di
lotta libera), mostrò subito le sue doti, Cagliari, frazione di Cagliari (da cui di-
tanto che l’anno successivo, a 16 anni, sta 5 km), con circa 28 000 abitanti, po-
partecipò ai campionati italiani ‘‘esor- sto a 17 m sul livello del mare a nord-est
dienti’’ conquistando il titolo. Nel 1973 ovest del comune capoluogo, verso
in Svezia ottenne il quinto posto ai l’entroterra. Regione storica: Campi-
campionati europei juniores, mentre dano di Cagliari. Archidiocesi di Ca-
nel 1974 conquistò a Palermo il titolo gliari.
nazionale juniores e, nell’ambito della & TERRITORIO Il territorio è costituito
categoria dei kg 52, anche quello asso- da un tratto della pianura campida-
luto a Genova. In seguito, negli anni tra nese ormai pressoché completamente
il 1978 e il 1983, ultimo anno di attività urbanizzato. Le comunicazioni sono
agonistica, si aggiudicò il titolo nazio- assicurate dal reticolo stradale che si
nale assoluto altre cinque volte. Nel snoda alla periferia della città, in par-
suo curriculum tre partecipazioni ai ticolare il tratto iniziale della super-
campionati mondiali, a tre campionati strada per Sassari e la 554, strada di
europei e a tre edizioni dei Giochi del collegamento con le borgate a oriente
Mediterraneo, ottenendo sempre e la strada per Villasimius. P. dispone
buoni piazzamenti. Conclusa la car- di una stazione lungo la ferrovia a scar-
riera agonistica, inizia la duplice atti- tamento ridotto per Mandas; ha a Ca-
vità di istruttore nel corpo dei Vigili gliari la stazione della ferrovia per Ori-
del Fuoco della sede di Sassari e di al- stano e Iglesias, nonché porto e aero-
lenatore. [GIOVANNI TOLA] porto.
Pirosus, Is Località abitata in territo- & STORIA Il villaggio è di origine me-
rio di Santadi. La frazione si è svilup- dioevale. Faceva parte del giudicato di
pata in età non precisabile, e comun- Cagliari ed era compreso nella curato-
que non prima del secolo XVII, da un ria del Campidano di Cagliari. Quando
furriadroxiu costruito da pastori su il giudicato cessò di esistere, nella di-
terre concesse in enfiteusi a una fami- visione del 1258 fu compreso nella
glia Pirosu che le ha dato il nome. parte amministrata direttamente dal
Pirredda, Simonetta Archeologa (n. Comune di Pisa. Dopo la conquista ara-
Sardegna, sec. XX). Laureata in Let- gonese entrò a far parte del Regnum
tere, tra il 1990 e il 1991 ha preso parte Sardiniae e nel 1326 fu concesso in

306

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 312


Pirri

feudo a Guglielmo Sorell. I rapporti del passare degli anni, a causa delle ricor-
feudatario con la comunità, che conti- renti spedizioni di corsari barbare-
nuava vigorosamente a difendere la schi, divenne importante e nel 1506 fu
propria autonomia mediante l’ele- regolamentata. Fu nominato un official
zione annuale del majore, non furono che aveva il compito di organizzare la
buoni; negli stessi anni gli abitanti di difesa; purtroppo però il territorio
P. tentarono di limitare i poteri del feu- continuò a essere attaccato, e come
datario e soprattutto di liberarsi dall’o- quello della vicina Quartu subı̀ incur-
dioso obbligo cui erano tenuti di an- sioni. Le tribolazioni di P. furono anche
dare a cavare il sale nelle saline reali di altro genere: nel 1539 infatti dovette
e fuggirono a Cagliari, fissandovi la re- sopportare un’epidemia di peste. Du-
sidenza. La città, d’altra parte, essendo rante il secolo XVII le condizioni di P.
stato incluso il villaggio entro i confini non migliorarono, nel 1603 soffrı̀ per
del territorio che il re le aveva attri- un’invasione di cavallette, nel 1613 per
buito, cercava di limitare il potere del un terremoto e infine nel 1636 e nel
feudatario. In questo clima di incer- 1652 per nuove epidemie di peste. Co-
tezza, nel 1331 il Sorell vendette il vil- munque nel corso del secolo i suoi abi-
laggio a Raimondo Desvall che ottenne tanti si affrancarono definitivamente
dal re il privilegio di impedire la fuga dalla servitù del sale col pagamento di
dei suoi vassalli. Negli anni seguenti la un tributo annuo in denaro. Con il pas-
popolazione di P. diminuı̀ a causa della saggio della Sardegna agli Asburgo, nel
peste del 1348 e della prima guerra tra 1711 P. perse la propria autonomia e la
Mariano IVe Pietro IV che danneggiò il signoria utile delle sue rendite civili fu
villaggio. I Desvall nel 1355 resero il concessa in feudo a Francesco Pes, uni-
villaggio al fisco che nel 1358 lo cedette tamente a quella di Quartu. La conces-
a Berengario Barquer che ne perdette sione fu confermata dai Savoia e inutil-
il controllo quando scoppiò la seconda mente, negli anni successivi, gli abi-
guerra tra Mariano IV e Pietro IV. P. fu tanti tentarono di liberarsi dalla nuova
occupato dalle truppe giudicali che lo dipendenza; il rapporto con i feudatari
tennero fino alla battaglia di Sanluri. si fece difficile e nel 1760 tentarono di
In tutti questi anni decadde e si spo- resistere all’esazione dei tributi. Nel
polò quasi completamente. Caduto il 1793 la popolazione prese parte attiva
giudicato e tornato in possesso del re, alla preparazione della difesa dallo
nel 1427 fu compreso nel feudo acqui- sbarco francese e a tutti i fatti che ca-
stato da Giovanni De Sena, i cui discen- ratterizzarono il decennio successivo.
denti, non potendo far fronte ai debiti Nel 1821 P. fu incluso nella provincia di
di cui si erano caricati, nel 1437 lo ce- Cagliari e nel 1838 finalmente si liberò
dette a Ludovico Aragall il quale a sua dalla dipendenza feudale. Abolite le
volta lo cedette alla città di Cagliari. La province nel 1848, fu inserito nella di-
città però non fu in grado di tenere il visione amministrativa di Cagliari. Nel
feudo e P. tornò al fisco. Iniziò cosı̀ per 1859 tornò definitivamente a far parte
gli abitanti del villaggio una lunga fase della provincia di Cagliari. Per tutto
di autonomia e di tribolazioni; pur es- l’Ottocento e anche in seguito l’econo-
sendo amministrati direttamente dal mia e la popolazione del centro conti-
fisco, essi continuarono a essere tenuti nuarono a crescere e l’abitato fu colle-
al servizio nelle saline e a fare la guar- gato a quello di Cagliari con un tranvai;
dia nei litorali. Questa funzione, col nel 1927 perse l’autonomia e fu inte-

307

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 313


Pisana

grato come frazione a Cagliari. Negli & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le


anni successivi il processo di integra- tradizioni dell’antica P. rivivono nel
zione con la città non si sviluppò nel corso della festa di Santa Maria Chiara
migliore dei modi e P. andò perdendo i che si svolge nella prima domenica
caratteri della propria identità conta- dopo Pasqua. La festa risale al Medio-
dina; negli ultimi anni in molti am- evo quando sulle pendici del monte
bienti si ipotizza un ritorno all’autono- Claro si insediarono i monaci di Chia-
mia amministrativa. ravalle ed era legata alla memoria del
& ECONOMIA Le attività di base della ritrovamento di una statua della santa
sua economia sono le attività indu- ritenuta miracolosa, oggi custodita
striali e commerciali e l’impegno nel nella parrocchiale. Un tempo le cele-
settore dei servizi; rimane però qual- brazioni si protraevano per una setti-
che traccia delle antiche attività agri- mana e richiamavano fedeli da tutti i
cole, in particolare la viticoltura. Ser- paesi del Campidano e dalla stessa Ca-
vizi. P. è dotato di ospedale, medico, gliari. Attualmente dura solo due
guardia medica, farmacia, scuola del- giorni e ha inizio la sera di Pasqua,
l’obbligo e scuole secondarie supe- quando la statua della santa viene por-
riori, sportelli bancari. tata dalla chiesa di San Pietro all’isti-
tuto di Padre Manzella. Il simulacro ri-
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
torna in parrocchia il giorno della festa
RALE Il tessuto urbano è oramai com-
con una solenne processione cui fanno
pletamente integrato in quello di Ca-
da contorno numerose manifestazioni
gliari, tuttavia nel centro storico è pos-
tra le quali non mancano mai i fuochi
sibile ancora osservare alcuni angoli
d’artificio e i banchetti, durante i quali
in cui sono conservati numerosi edifici
è bandito il consumo della carne al po-
che risalgono alla seconda metà del- sto della quale si offrono carciofi, uova
l’Ottocento, quando P. era un prospero sode e la tradizionale frittata di fave
centro agricolo. L’edificio più interes- fresche.
sante è la chiesa di San Pietro, parroc-
chiale costruita nel 1816 al posto di Pisana, santa = Martiri turritani,
un’altra chiesetta distrutta risalente santi
al secolo XVI. Ha un impianto a croce Pisano Famiglia originaria di Tortolı̀
latina; la navata centrale è completata (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie risal-
da cappelle laterali e dal presbiterio gono al secolo XVII; ottenne il cavalie-
rialzato rispetto all’aula per ospitare rato ereditario nel 1644 con un Carlo, i
la cripta. Al suo interno sono custoditi cui discendenti furono ammessi allo
una tavola raffigurante una Crocifis- Stamento militare nel 1678 durante il
sione dipinta da Antonio Mainas nel se- parlamento Las Navas. Nel corso del
colo XVI e un fonte battesimale del se- secolo XVIII si divise in due rami:
colo XVII. Altro interessante edificio è quello che continuò a risiedere a Tor-
Sant’Elena, chiesa costruita nella tolı̀ si estinse entro la fine del secolo
prima metà del secolo XIV in forme go- XVII, quello che si stabilı̀ a Fonni e in
tico-aragonesi. Fu successivamente re- altri centri dell’interno durò più a
staurata e praticamente ricostruita in lungo, fino al secolo XVIII.
tempi recenti. Ha un impianto a una Pisano, Albino Insegnante, consigliere
sola navata, la copertura è a volte a regionale (n. Serramanna 1923). Catto-
botte. La facciata presenta alcuni ele- lico impegnato in politica fin dal primo
menti gotici. dopoguerra, si è presentato alle ele-

308

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 314


Pisano

zioni regionali per la II legislatura, ma guerra mondiale all’‘‘Orchestra del


non è stato eletto; è tuttavia entrato in Villaggio del soldato’’, imponendosi
Consiglio nel corso della legislatura come direttore e compositore di mu-
dopo le dimissioni di Alfredo Corrias sica leggera. Nel 1944 fece parte del
(giugno 1955). Successivamente è stato nucleo da cui nacque l’orchestra di Ra-
rieletto ininterrottamente dalla III dio Sardegna. Nel 1947 raggiunse a To-
alla VI legislatura (1969-1974). Nella rino l’amico Fred Buscaglione, con cui
sua lunga permanenza in Consiglio è aveva suonato dagli studi cagliaritani.
stato eletto tra i questori del Consiglio Decisivo per il suo successo (intanto
nella IV e V legislatura, e nella VI legi- aveva cambiato il suo strumento, il vio-
slatura è stato assessore all’Agricol- lino, con la chitarra: ma sapeva suo-
tura dall’agosto 1969 al novembre 1970 nare anche il flicorno, il flauto e il pia-
nelle giunte Del Rio e Abis, e assessore noforte) fu l’incontro con Gorni Kra-
alle Finanze e alla Rinascita rispetti- mer, col quale avviò una lunga collabo-
vamente nelle giunte Giagu e Spano razione, a partire dall’arrangiamento
fino all’ottobre 1972. di tutte le musiche della trasmissione
Pisano, Antonino Religioso (Monser- ‘‘Giardino d’inverno’’. A Roma conti-
rato 1907-Cagliari 1927). Entrò nell’or- nuò la sua attività e formata un’orche-
dine dei Mercedari a quindici anni e stra fece numerose tournée in Italia e
nel 1923 fece la professione di fede so- all’estero ottenendo unanimi ricono-
lenne; negli anni successivi si segnalò scimenti; al ritorno fu chiamato a diri-
per l’incessante opera di apostolato e gere l’orchestra della RAI. Compose
la grande carità. Offrı̀ la propria vita al canzoni per i maggiori cantanti italiani
Signore, «in riparazione delle offese e la musica per alcune commedie mu-
che si fanno alla Sua Divina Maestà e sicali, prese parte ad alcuni festival.
in espiazione dei peccati degli uomini, Pisano, Franco Sergio Funzionario,
come pure per la conversione di tutti consigliere regionale (n. Cagliari
gli infedeli eretici e peccatori». Morı̀ di 1951). Dopo essersi laureato in Fisica,
tisi e fu sepolto nel santuario di Bona- ha insegnato per alcuni anni nelle
ria. Fu annoverato fra i servi di Dio e fu scuole secondarie superiori; lasciato
promossa nei suoi confronti una causa l’insegnamento è entrato come funzio-
di beatificazione ancora in corso. nario del Ministero del lavoro. Attirato
Pisano, Efisio Scultore (n. Villacidro dalla politica, nel 1972 è stato eletto
1951). Dopo essersi diplomato a Gu- consigliere comunale di Selegas e nel
spini ha completato i suoi studi presso 1975 sindaco, carica che ha ricoperto
‘‘Il Naviglio’’ di Milano e l’Accademia ininterrottamente fino al 1997, quando
Albertina di Torino. Ha esordito a To- ha deciso di non ricandidarsi. Avvici-
rino e in seguito ha lavorato ed esposto natosi al Patto Segni, nel 1999 ha preso
in numerose città italiane ed europee, parte alle elezioni regionali per la XII
raggiungendo una discreta notorietà. legislatura, ma non è stato eletto; nel
È autore di numerosi monumenti tra maggio del 2001, però, subentrando a
cui quello ai minatori di Gadoni e Michele Cossa è diventato consigliere
quello dei caduti a Ozieri. regionale per il collegio di Cagliari.
Nel 2004 è stato riconfermato per la
Pisano, Franco Musicista (Cagliari
XIII legislatura.
1922-Roma 1979). Diplomatosi al Con-
servatorio di Cagliari, chiamato alle Pisano, Laura Storica del giornalismo
armi diede vita durante la seconda (n. Monza 1948). Conseguita la laurea,

309

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 315


Pisano

ha intrapreso la carriera universitaria. miniere e i minatori della Sardegna (a


Nel 1985 è diventata professore asso- cura di Francesco Manconi), 1986; La
ciato di Storia contemporanea; attual- Sardegna dall’unità al fascismo. La sto-
mente insegna Storia del Giornalismo ria dell’industria nella storia dell’infor-
nel Dipartimento di Studi storici e geo- mazione, in L’Italia industriale nelle sue
grafico -artistici della Facoltà di regioni, 1988; Cultura e istituzioni nel-
Scienze della Formazione dell’Univer- l’ambiente minerario sardo 1861-1947,
sità di Cagliari. Ricercatrice di note- in Studi in onore di Paolo Spriano,
vole rigore, si è prevalentemente dedi- 1988; Il recupero di un archivio di im-
cata all’approfondimento di due set- presa in Sardegna. L’archivio storico del
tori, la storia del giornalismo e la storia compartimento Enel di Cagliari, ‘‘An-
dell’industrializzazione, su cui ha nali della Facoltà di Magistero dell’U-
scritto numerosi e documentati saggi, niversità di Cagliari’’, XIV, 1990; Il la-
tra cui: L’informazione giornalistica in voro delle donne nella società rurale
Sardegna dopo l’unità in rapporto ai sarda: ricerca storica e studi antropolo-
temi economici e sociali delle inchieste gici a confronto, ‘‘Annali dell’Istituto A.
parlamentari, ‘‘Storia contempora- Cervi’’, 12, 1990; La Reale Società agra-
nea’’, III, 1-2, 1972; Miniere e terra in ria ed economica di Cagliari, in Intellet-
Sardegna nel primo decennio unitario, tuali e società in Sardegna tra restaura-
‘‘Archivio sardo del movimento ope- zione e unità d’Italia (a cura di Giro-
raio contadino e autonomistico’’, 3, lamo Sotgiu, Aldo Accardo, Luciano
1973; Una fonte per lo studio delle cam- Carta), I, 1991; Associazionismo e coope-
pagne nella seconda metà dell’Otto- razione tra le due guerre (1918-1940), in
cento: la relazione di Francesco Salaris, Storia della cooperazione in Sardegna,
‘‘Archivio sardo del movimento ope- 1991; Istituzioni della Sardegna sa-
raio contadino e autonomistico’’, 4-5, bauda. La Reale Società agraria ed eco-
1975; Stampa e società in Sardegna dal- nomica di Cagliari, ‘‘Annali della Fa-
l’unità all’Età giolittiana, 1977; Lec- coltà di Magistero dell’Università di
teurs de la presse quotidienne et mono- Cagliari’’, XV, 1991-92; Istruzione pro-
pole de l’information en Sardaigne fessionale ed informazione giornali-
(1967-1977), ‘‘Peuples méditerra- stica, in L’uomo e le miniere in Sardegna
néens’’, 9, 1979; Consultazioni elettorali (a cura di Tatiana Kirova), 1993; Indu-
e giornalismo in Sardegna nel primo do- stria elettrica e Mezzogiorno: il caso
poguerra, ‘‘Studi di Storia moderna e sardo, in Storia dell’industria elettrica
contemporanea’’, 23, 1983; Stampa e so- in Italia. Espansione e oligopolio (1926-
cietà in Sardegna dall’Età giolittiana al 1945), III/2, 1993; L’Archivio storico delle
secondo dopoguerra, 1983; Stampa e so- imprese elettriche in Sardegna, ‘‘Archi-
cietà in Sardegna dalla grande guerra vio sardo del movimento operaio con-
all’istituzione della Regione autonoma, tadino e autonomistico’’, 1993; Orienta-
1986; La diffusione delle conoscenze menti riformatori e politica delle leggi
agrarie in Sardegna: cultura e istitu- speciali. Note per una ricerca su Stato e
zioni dall’unità al fascismo, ‘‘Annali Mezzogiorno dall’unità al fascismo, in
della Facoltà di Magistero dell’Univer- Studi e ricerche in onore di Girolamo
sità di Cagliari’’, nuova serie, X, 1986; Sotgiu, II, 1994; La cultura scientifica e
Due secoli di giornalismo sardo, ‘‘Nuova letteraria europea nei periodici stranieri
Rinascita sarda’’, II, 1987; La stampa delle biblioteche universitarie di Ca-
sulle miniere dall’unità ad oggi, in Le gliari e Sassari (1700-1940), in I periodici

310

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 316


Pisanu

stranieri in Sardegna, 1996; Note in guerra mondiale, nel dopoguerra


margine alla ristampa di un periodico scrisse di politica su diversi periodici
femminista della fine dell’Ottocento: con lo pseudonimo di Polite. Collaborò
‘‘La Donna sarda’’, in Studi e ricerche dal 1919 a ‘‘La Voce dei Combattenti’’ e
in onore di Giampaolo Pisu, 1996. a ‘‘Volontà’’; nel 1920 espresse posi-
Pisano, Pino Musicista (n. Cagliari zioni separatiste. Tra i suoi scritti: I
1934). Da bambino comincia a suonare sardi e la rivoluzione, ‘‘La Voce dei Com-
sulla chitarra del padre. Questi muore battenti’’, 1920; Il PSd’Az nei risultati
sotto le bombe, il 17 febbraio 1943; fi- dei due congressi provinciali, ‘‘La Voce
nita la guerra la madre si trasferisce dei Combattenti’’, 3-4, 1921.
con lui a Torino. Qui, impiegato dei te- Pisano Marras, Giovanni Maria Giu-
lefoni, comincia la carriera di chitarri- rista, deputato al Parlamento subal-
sta che lo porta a lasciare l’impiego e a pino (Sassari, prima metà sec. XIX-?).
far parte di numerose orchestre, fra Dopo la laurea intraprese la carriera
cui quella degli Asternovas, dopo la universitaria e divenne professore di
morte di Fred Buscaglone. Nel 1968 Diritto penale nell’Università di Sas-
rientra in Sardegna dove scrive musica sari. Studioso di buon livello, fu autore
per diverse occasioni e attiva un’in- di alcune apprezzate monografie che
tensa collaborazione con Radio Ca- lo imposero all’attenzione generale;
gliari e con il Centro di impresa tea- nel 1849 fu eletto deputato per la IV le-
trale. Dal 1971 al 1996 è stato responsa- gislatura del Parlamento subalpino,
bile dell’archivio musicale dell’Istitu- ma successivamente non fu più rie-
zione dei Concerti e del Teatro lirico letto.
della sua città. Pisanu, Giovanni Religioso (n. Bolo-
Pisano, Valerio Pittore e incisore (Ca- tana 1921). Vescovo di Ozieri dal 1976
gliari 1910-ivi 1998). Giovanissimo, al 1997. È stato ordinato sacerdote nel
mentre sembrava destinato a fare l’ar- 1944; per molti anni ha retto diverse
tigiano, scoprı̀ la sua vocazione per parrocchie e nel 1978 è stato nominato
l’arte divenendo dapprima allievo di vescovo di Ozieri. Ha governato la dio-
Melkiorre Melis e successivamente di cesi fino 1997, anno in cui si è dimesso
Francesco Ciusa. Completò i suoi studi per limiti di età. Ha al suo attivo anche
al Liceo artistico di Roma e subito l’articolo Dante e la Sardegna, pubbli-
dopo aver conseguito il diploma si de- cato in ‘‘S’Ischiglia’’, 1-2, 1955.
dicò all’insegnamento del disegno Pisanu, Giuseppe (detto Beppe) Dot-
nelle scuole medie. Esordı̀ ancora tore in Agraria, uomo politico (n. Ittiri
molto giovane con una mostra di cera- 1937). Deputato al Parlamento, sena-
miche a Cagliari nel 1933; successiva- tore della Repubblica. Cattolico impe-
mente prese parte a numerose mostre gnato, laureato in Agraria, fin da gio-
collettive in Italia e all’estero, impo- vane si è interessato di politica schie-
nendosi soprattutto come incisore e ot- rato nella Democrazia Cristiana. Ha
tenendo numerosi premi per il valore fatto le sue prime esperienze a Sassari,
delle sue opere. Fece anche diverse dove dal gruppo dei ‘‘Giovani Turchi’’
personali: alcune sue opere si trovano fu individuato presto come una pro-
in musei, oltre che in Italia, in Francia, messa del movimento politico isolano
Spagna e Belgio. per le sue capacità intellettuali e l’en-
Pisano, Vittorino Giornalista (secc. tusiasmo che metteva nella partecipa-
XIX-XX). Combattente nella prima zione alla loro attività: Pietro Soddu lo

311

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 317


Pisanu

chiamò a collaborare a ‘‘Il Democra- reato in Teologia. Nel corso degli anni
tico’’, il periodico del gruppo; Antonio è stato impegnato dal suo ordine in
Pigliaru lo chiamò alle prime celebra- molteplici campi e ha ricoperto impor-
zioni pubbliche del 25 aprile a Sassari; tanti incarichi. Il suo impegno aposto-
nel 1966 Fiorenzo Serra lo ‘‘arruolò’’ lico, però, non gli ha impedito di colti-
come consulente e autore del testo par- vare profondi studi di storia; dal 1975 è
lato del suo film-documentario L’ul- stato professore di Storia della Chiesa
timo pugno di terra. Nel 1972 fu eletto presso la Facoltà teologica di Cagliari:
deputato al Parlamento quando già si ha tenuto l’incarico fino al 1997. Stu-
era operata la rottura interna al dioso di grande applicazione, è autore
gruppo dei ‘‘Giovani Turchi’’. Schie- di numerose pubblicazioni, ma il suo
rato con i morotei sardi di Dettori e nome è soprattutto legato a una monu-
Soddu, nel partito ha ricoperto impor- mentale opera sulla storia de I Frati
tanti incarichi tra i quali quella di se- Minori di Sardegna, di cui sono usciti
gretario di Zaccagnini negli anni in cui 10 volumi e avviata ormai alla conclu-
il leader era alla guida della Democra- sione (dovrebbe comprendere 16 vo-
zia Cristiana. Successivamente venne lumi). Tra i suoi scritti: L’attività poli-
riconfermato alla Camera per altre tica di Innocenzo IV e i Francescani,
quattro legislature fino al 1992. Du- ‘‘Annali dell’Istituto Superiore di
rante quegli anni è stato sottosegreta- Scienze e Lettere Santa Chiara’’, V,
rio al Tesoro nel governo Forlani, nel 1957; Le origini francescane in Sarde-
primo e secondo governo Spadolini e gna, 1959; Origine e valori della pre-
nel quinto governo Fanfani; sottose- senza francescana a Quartu Sant’E-
gretrario alla Difesa nel sesto governo lena, in Vedute di Quartu Sant’Elena,
Fanfani e nel governo Goria. Pur es- 1977; La povertà nella Chiesa nei secoli
sendo uno dei personaggi più in vista XI e XII, ‘‘Dottrina sacra’’, 1977; La pre-
della Democrazia Cristiana sarda, nel senza francescana in Sardegna, in Frati
1992 non è stato ricandidato per l’XI Minori d’Italia, 1981; I frati Minori di
legislatura repubblicana. Egli però ha Sardegna 1850-1900, voll. 2, 1992; I frati
continuato a interessarsi di politica e Minori di Sardegna 1900-1925, voll. 3,
nel 1994 è stato rieletto come indipen- 1995; Due fondazioni religiose a Busa-
dente nel Polo delle Libertà e riconfer- chi, il collegio dei Gesuiti (1577) e il con-
mato anche per la XIII legislatura. Ha vento dei Frati Minori di S. Maria delle
svolto funzioni di capogruppo di Forza Grazie (1588), in Studi storici in memo-
Italia alla Camera dei deputati; confer- ria di Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio sto-
mato ancora per la XIV legislatura, nel rico sardo’’, XXXIX, 1998; Origine della
2001 è divenuto ministro per l’Attua- Provincia di San Saturnino dei Frati Mi-
zione del programma di governo e dal nori di Sardegna e serie dei suoi ministri
luglio del 2002 all’aprile 2006 è stato
provinciali (1639-1891), ‘‘Teologica et
ministro dell’Interno. Nella consulta-
Historica’’, VII, 1998; I Frati Minori di
zione dell’aprile 2006 è stato eletto al
Sardegna dal 1218 al 1639, voll. 2, 2000; I
Senato nella lista di Forza Italia, di cui
francescani in Sardegna e i rapporti con
è uno dei dirigenti più autorevoli.
i giudici di Logudoro e di Arborea, in La
Pisanu, Leonardo Minore osservante, civiltà giudicale in Sardegna nei secoli
storico della Chiesa (n. Sindia 1927). XI-XIII, 2001; I Frati Minori di Sarde-
Entrato nell’ordine dei Minori osser- gna nell’episcopato sardo nei secoli
vanti, è diventato sacerdote e si è lau- XIII-XV in Studi in onore del cardinale

312

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 318


Piscinas

Mario Francesco Pompedda (a cura di cessivamente presero parte anche a


Tonino Cabizzosu), 2002; La religiosità tutti gli altri parlamenti.
popolare in Pregadorias Sindiesas, Pischedda, Roberto Uomo politico
2002; I frati minori di Sardegna. I con- (Bari Sardo 1926-ivi?, 1999). Comunista
venti maschili e femminili dal 1458 al militante, operante in seno alla Confa-
1741, voll. 3, 2002; Gli atti del processo gricoltori, nel 1979 fu eletto consigliere
canonico informativo sulla vita e le virtù regionale del suo partito nel collegio di
del Padre Salvatore Vidal di Maracala- Nuoro per l’VIII legislatura, al termine
gonis (1581-1647), ‘‘Teologica et Histo- della quale nel 1984 non fu rieletto. In
rica’’, XII, 2003; I Frati Minori di Sarde- seguito continuò a occuparsi dell’orga-
gna dopo la divisione in due Province nizzazione degli agricoltori.
dal 1639 al 1866, 3 voll., 2006.
Piscinas Comune della provincia di
Pisanu, Vincenzo Poeta (n. Uras 1945). Carbonia-Iglesias, incluso nel Com-
Vive ad Assemini, dove ha lavorato prensorio n. 23, con 886 abitanti (al
come ferroviere. Impegnato in campo 2004), posto a 66 m sul livello del mare
sindacale e politico, ha iniziato sin da poco a sud del lago di Monte Pranu.
giovane a scrivere poesie in campida- Regione storica: Sulcis. Diocesi di Igle-
nese e ha ottenuto ben presto risultati sias.
di rilievo vincendo vari premi lette- & TERRITORIO Il territorio comunale
rari, tra i quali, nel 1978, l’‘‘Ozieri’’. si estende per 20 km2 e confina a nord
Nella presentazione della sua raccolta con Giba, a est con Santadi, a sud con
di versi, Saboca (1992), Francesco Sonis Teulada e a ovest con Giba. Si tratta di
parla della sua «capacità di rinnovare una regione di basse colline all’interno
la tradizione riuscendo a inserirsi nel della costa, anch’essa bassa e sabbiosa,
moderno spirito dei poeti del Nove- che fronteggia la parte meridionale
cento»; nella prefazione Nicola Tanda dell’arcipelago sulcitano. Il paese si
osserva che ha esordito «riconoscendo stende sulla riva destra del rio omo-
il generale malessere sociale, poi si è nimo, che scorre con direzione sud-
inoltrato sempre più addentro nella nord e va a gettarsi nell’invaso di
coscienza, nel dolore, nell’amore, nella Monte Pranu. Le comunicazioni sono
fantasia dei sogni». assicurate dalla statale costiera 195,
dalla quale in questo punto ha inizio la
Pisanus, Is Località abitata in territo-
293, che si dirige verso nord attraverso
rio di Santadi. La piccola frazione si è
Nuxis e Siliqua.
sviluppata in età non precisabile, e co-
& STORIA Sebbene il suo territorio sia
munque non prima del secolo XVII, da
ricco di testimonianze archeologiche il
un furriadroxiu costruito da un gruppo
paese attuale è di origini medioevali.
di pastori.
Dopo la divisione del 1257 fu incluso
Pischedda Famiglia sassarese (secc. nei territori toccati ai Della Gherade-
XV-XVII). Le sue notizie risalgono al sca del ramo del conte Ugolino. Termi-
secolo XV; nel 1440 ottenne il ricono- nata la guerra scatenata dai figli del
scimento della generosità con un Anto- conte alla fine del secolo XIII contro
nio, i cui discendenti diedero vita a nu- Pisa per vendicare la morte del padre,
merosi rami della famiglia stabiliti in il villaggio fu amministrato diretta-
diversi centri della Sardegna. Nel 1643 mente da funzionari del Comune. Su-
furono ammessi allo Stamento militare bito dopo la conquista aragonese, fu
durante il parlamento Avellano e suc- concesso in feudo a Michele e Rai-

313

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 319


Piscinas

mondo Marquet che però nel 1346 lo prini. Negli ultimi decenni si sta svi-
cedettero in enfiteusi a Francesco luppando anche una modesta attività
Estape. Negli anni successivi soffrı̀ a industriale nel settore meccanico e in
causa della peste del 1348 e per le quello dell’edilizia. È sufficiente-
guerra tra Aragona e Arborea e andò mente organizzata la rete di distribu-
spopolandosi rapidamente. Pur es- zione commerciale. Vi opera anche un
sendo passato dagli Estape agli Jardı̀ albergo, a sostegno del nascente turi-
negli anni successivi fu occupato dalle smo. Servizi. P. è collegato per mezzo
truppe arborensi e si spopolò comple- di autolinee agli altri centri della pro-
tamente. Dopo la battaglia di Sanluri vincia. Dispone di Pro Loco, medico,
tornò in possesso degli Jardı̀ che nel farmacia, scuola dell’obbligo, sportello
1450 lo cedettero a Giacomo Catxa. In bancario. Possiede una Biblioteca co-
seguito il territorio passò ripetuta- munale.
mente di mano finché nel 1487 fu ac- & DATI STATISTICI Al censimento del
quistato da Giacomo Aragall che lo 2001 la popolazione contava 912 unità,
unı̀ al feudo di Gioiosaguardia. Nel di cui stranieri 1; maschi 442; femmine
corso dei secoli passò dagli Aragall, ai 452; famiglie 333. La tendenza com-
Bellit, ai Gualbes, ai Brondo e infine ai plessiva rivelava una lieve diminu-
Bou Crespi ai quali fu riscattato nel zione della popolazione, con morti per
1839. Il territorio rimase spopolato anno 6 e nati 4; cancellati dall’anagrafe
completamente fino al secolo XVII per- 17 e nuovi iscritti 15. Tra i principali
ché era troppo esposto al pericolo di indicatori economici: imponibile me-
incursioni da parte di corsari barbare- dio IRPEF 11 424 in migliaia di lire;
schi; fu tuttavia frequentato da gruppi versamenti ICI 281; aziende agricole
di pastori che a partire dalla seconda 89; imprese commerciali 32; esercizi
metà del secolo XVIII vi costruirono un pubblici 3; esercizi al dettaglio 14; am-
boddeu attorno alla chiesa di Santa Ma- bulanti 2. Tra gli indicatori sociali: oc-
ria (edificio del secolo XVII). Il piccolo cupati 207; disoccupati 76; inoccupati
centro ben presto si sviluppò anche per 116; laureati 5; diplomati 52; con li-
le sue fonti termali di S’Acqua Callenti cenza media 307; con licenza elemen-
che cominciarono a essere apprezzate tare 289; analfabeti 4; automezzi circo-
nell’Ottocento. Nel 1821 fu incluso lanti 395; abbonamenti TV 256.
nella provincia di Iglesias; dopo il & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
1848 entrò a far parte della divisione ritorio conserva importanti testimo-
amministrativa di Cagliari e, dopo il nianze archeologiche a partire dal pe-
1859, della ricostituita omonima pro- riodo prenuragico. Tra queste, in par-
vincia. Fu incluso come frazione nel ticolare, vanno ricordate la roccia di
territorio del comune di Giba e negli Su Tatinu e le domus de janas di Narbo-
anni successivi continuò a svilupparsi; nis is Gennaus.
è diventato comune autonomo nel & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
1987. RALE Il suo abitato conserva l’aspetto
& ECONOMIA Le attività di base della dei tradizionali centri collinari sulci-
sua economia sono l’agricoltura, in tani; lungo le strade si affacciano le ti-
particolare la cerealicoltura, l’orticol- piche case costruite con mattoni di
tura e l’olivicoltura, e l’allevamento terra cruda (làdiri), poggianti su fonda-
del bestiame, soprattutto di bovini e menta in pietra, che nella parte poste-
suini e in misura minore di ovini e ca- riore hanno un grande cortile. La co-

314

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 320


Piseddu

struzione di maggiore interesse è la vallo un uomo con indosso abiti bor-


chiesa della Madonna della Neve, par- ghesi. Diverse le interpretazioni del si-
rocchiale eretta a metà dell’Ottocento; gnificato di questa figura.
ha impianto a una sola navata con qual- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
che elemento neoclassico. Altro edifi- principale festa popolare è quella de-
cio di un qualche interesse è la Villa dicata alla Madonna della Neve, che si
Salazar: progettata da Giorgio Asproni svolge il 5 agosto e si richiama a una
junior nella seconda metà dell’Otto- tradizione secondo la quale lungo la
cento per la nobile famiglia Salazar di spiaggia sarebbe stata trovata una sta-
Iglesias, sorge al centro dell’abitato, tua che alcuni pescatori avrebbero tra-
circondata da un vasto parco. Di forme sportato in paese. Altro importante
falso-gotiche, era la residenza estiva momento è la sagra dell’allevatore,
della famiglia; all’interno conserva al- che si svolge ad agosto, una manifesta-
cuni ambienti finemente decorati. Di zione organizzata dagli allevatori del
recente è stata acquistata dall’ammini- territorio per promuovere i prodotti
strazione comunale. Un articolo per dell’allevamento che culmina in una
l’‘‘Unione sarda’’ di Sandro Mantega generale degustazione.
dà notizie interessanti su questo pa- Piscopiu Antico villaggio di probabile
lazzo signorile, il Villino Bice, ricco di origine punico-romana che faceva
tesori inestimabili per gli abitanti del parte del giudicato di Arborea, com-
paese e meta di turisti attirati dal bel preso nella curatoria del Campidano
giardino, dalle mura merlate, le rin- Maggiore. Sorgeva nelle campagne di
ghiere in ferro battuto, gli stemmi aral- Riola Sardo. Fu gravemente danneg-
dici in vista. Tre-quattro secoli fa gli giato dalla peste del 1376, per cui la po-
ambienti a piano terra venivano utiliz- polazione cominciò a diminuire. Agli
zati come Monte granatico: qui i conta- inizi del secolo XV il villaggio era com-
dini che lavoravano per i Salazar am- pletamente spopolato.
massavano il grano di cui, il 5 agosto, in Piseddu, Antioco Religioso (n. Se-
occasione della festa della Beata Ver- norbı̀ 1936). Vescovo di Lanusei dal
gine della Neve, veniva fissato il 1981. Frequentato il Seminario di Ca-
prezzo. A sera, iniziavano i festeggia- gliari, è stato ordinato sacerdote nel
menti che ancora oggi si rinnovano 1960. Laureato in Teologia, dopo es-
per quattro giorni con la processione sere stato per anni parroco a Cagliari
per le vie del paese, balli, canti e degu- nel 1969 è stato nominato segretario
stazione dei prodotti locali. Protagoni- del cardinale Sebastiano Baggio du-
sta delle manifestazioni caratteristi- rante gli anni in cui questi fu arcive-
che del Carnevale è Ciccittedda, la ma- scovo di Cagliari. Assistente della
schera più antica del Sulcis, della cui FUCI, nel 1981 è stato nominato ve-
esistenza si hanno notizie fin dall’Otto- scovo di Ogliastra. Ha dato impulso
cento, anche se alcune ricerche la fa- allo sviluppo della diocesi e alle sue
rebbero risalire addirittura al periodo iniziative culturali. Ricco di interessi
romano. La singolarità della maschera intellettuali, studioso di storia, è au-
sta nel fatto che a indossarla è una sola tore di numerosi lavori, tra i quali: Se-
persona, ma un abile uso di rami di oli- golay, paese scomparso tra storia e leg-
vastro e di fieno costruisce la sagoma genda, ‘‘Frontiera’’, 8, 1972; La chiesa di
di una donna, abbigliata col costume Sant’Anna a Cagliari, ‘‘Almanacco di
tradizionale del Sulcis, che porta a ca- Cagliari’’, 1975; Dal romanico al neo-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 321


Piseddu

classico: S. Maria di Castello, ‘‘Alma- rativa, di gusto quasi fotografico, a una


nacco di Cagliari’’, 1977; Le chiese di Ca- pittura informale. Ha partecipato a nu-
gliari: San Pietro dei pescatori, ‘‘Alma- merose mostre in Italia e all’estero.
nacco di Cagliari’’, 1978; Il trionfo del Pisello selvatico Pianta erbacea della
barocco: la chiesa di San Michele, ‘‘Al- famiglia delle Leguminose (Pisum sati-
manacco di Cagliari’’, 1979; Il tempio vum L. ssp. elatius (Bieb.) Asch. et Gr.).
sul colle: San Lorenzo di Cagliari, ‘‘Al- Annuale, raggiunge anche i 2 m di al-
manacco di Cagliari’’, 1980; Il baroc- tezza con gli steli, a sezione quadrango-
chetto trionfa a Stampace, ‘‘Almanacco lare, che si arrampicano sulle piante
di Cagliari’’, 1983; San Giorgio di Suelli vicine aggrappandosi con i cirri delle
vescovo di Ogliastra, 1983; La chiesa di foglie ovate; i fiori, isolati su lunghi
Sant’Efisio, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, steli, sono di due colori: il vessillo rosa
1984; La chiesa della Purissima, ‘‘Alma- e la carena viola porpora con sfuma-
nacco di Cagliari’’, 1985; La gratitudine ture vellutate; i frutti sono baccelli al-
di Arzana per mons. Virgilio, ‘‘Quaderni lungati con circa dieci semi. Cresce, in-
arzanesi’’, 2, 1985; La chiesa di S. Ago- festante, ai bordi delle strade e nei ter-
stino, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; Le reni incolti e degradati, fiorisce in
chiese di Cagliari: San Lucifero, ‘‘Alma- tarda primavera. Nomi sardi: bisi-bisi
nacco di Cagliari’’, 1987; Le chiese di Ca- (campidanese); pisellu aresti. [MARIA IM-
gliari: il Santissimo Crocifisso, ‘‘Alma- MACOLATA BRIGAGLIA]
nacco di Cagliari’’, 1989; Senorbı̀. Note Pispisa, Benito Pittore (n. Teulada
per una storia, 1990; Le chiese di Ca- 1934). Ha cominciato a esporre nel
gliari: Santa Rosalia, ‘‘Almanacco di 1970, ottenendo numerosi riconosci-
Cagliari’’, 1990; Le chiese di Cagliari: menti. Risiede a La Maddalena.
Santa Croce, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
Pisquedda, Salvatore Teologo (Ploa-
1991; Le chiese di Cagliari: i santi Gior-
ghe 1551-Sassari 1624). Entrò nell’or-
gio e Caterina, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
dine dei Gesuiti e divenne sacerdote;
1992; Manager con la croce. Mons. Ema-
studioso di notevole livello e profondo
nuele Virgilio, ‘‘Sardegna fieristica’’,
ricercatore, fu ingiustamente accusato
1992; Le chiese cagliaritane: San Barto-
di eresia per alcune affermazioni con-
lomeo, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1993;
tenute in certi suoi scritti; per questo
Le chiese cagliaritane: Sant’Antonio da
fu sottoposto a processo dall’Inquisi-
Padova, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1994; zione, ma in seguito venne prosciolto.
Le chiese cagliaritane: San Benedetto, Dopo alcuni anni fu eletto per ben due
‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1995; Oglia- volte procuratore della provincia
stra 1981-1991 (con T. Loddo e M. Stoc- sarda a Roma. Morı̀ dopo essere tor-
chino), 1995; Le chiese cagliaritane: San nato in Sardegna.
Rocco, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1996;
Pistarino, Geo Storico del Medioevo
Le chiese cagliaritane: San Mauro, ‘‘Al-
(n. Alessandria 1917). Intrapresa la car-
manacco di Cagliari’’, 1997; L’arcive-
riera universitaria è divenuto profes-
scovo Francesco Desquivel e la ricerca
sore di Storia medioevale presso l’Uni-
delle reliquie dei martiri cagliaritani
versità di Genova, dove è stato anche
nel secolo XVII, 1997.
preside della Facoltà di Lettere. All’i-
Piseddu, Francesco Pittore (n. Suelli nizio degli anni Settanta ha presieduto
1946). Allievo di Foiso Fois e Antonio il Comitato tecnico incaricato di ‘‘fon-
Mura, si è formato nel Liceo artistico dare’’ la Facoltà di Magistero a Sassari.
di Cagliari; è passato dalla pittura figu- Studioso di grande prestigio, si è tra

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 322


Pisu

l’altro dedicato ad approfondire i rap- agli studi storici. Nel 1865 difese l’au-
porti tra Genova e la Sardegna nell’Età tenticità delle Carte d’Arborea; nel
medioevale. Tra i suoi scritti: Da Kapu- 1869 si trasferı̀ a Roma e divenne segre-
tanni a Triulas. Note sul calendario tario del padre Piga, allora provvedi-
sardo, ‘‘Atti dell’Accademia delle tore generale dell’Ordine, e dal 1875
Scienze di Torino’’, XCV, 1961; I primi in pratica lo sostituı̀. Si segnalò per la
documenti tra Sardegna e Genova, ‘‘Ar- sua efficienza e per la sua grande pietà.
chivio storico sardo di Sassari’’, 4, Nel 1877 mentre transitava in una via
1978; Genova e la Sardegna nel secolo di Roma fu travolto da una carrozza e
XII, ‘‘Archivio storico sardo di Sas- morı̀ pochi giorni dopo. Tra i suoi
sari’’, 8, 1982; Genova e la Sardegna ai scritti: Pitture sarde nel convento di
tempi di Dante, in Ricordi di Sardegna Fonni, ‘‘Bullettino Archeologico
nella Divina Commedia, 1986. sardo’’, VIII, 1862; Pitture sarde nel con-
Pistis, Is1 Località abitata in territorio vento di Ossi, ‘‘Bullettino Archeologico
di Perdaxius, nelle vicinanze della fra- sardo’’, VIII, 1862; Santuario o basilica
zione di Pesus. Presumibilmente si è della S. Vergine dei martiri in Fonni,
sviluppata in età non precisabile, e co- 1862; Condaghe del sec. XII del Mona-
munque non prima del secolo XVII, da stero abbaziale di S. Pietro di Silki presso
un furriadroxiu sorto in terre concesse Sassari, 1865; Memorie istoriche sul pro-
in enfiteusi alla famiglia Pistis dalla gresso e vicende in Sardegna degli isti-
quale ha finito per prendere il nome. tuti del serafico patriarca S. Francesco
Pistis, Is2 Località abitata in territorio d’Assisi (è un manoscritto conservato
di San Giovanni Suergiu, in prossimità presso l’Archivio generale dell’ordine
della frazione di Palmas. Presumibil- dei Frati minori, dove è depositato an-
mente si è sviluppata in età non preci- che Memorie istoriche della provincia di
sabile, e comunque non prima del se- S. Saturnino martire in Sardegna, men-
colo XVII, da un furriadroxiu costruito tre un terzo manoscritto, Superiori reli-
da pastori in territori concessi in enfi- giosi frati minori in Sardegna, è conser-
teusi a una famiglia Pistis che gli ha vato presso la Biblioteca Maior dei
dato il nome. Frati minori a Roma).
Pistis, Luigia Monaca domenicana (Ca- Pisu, Giampaolo Storico (Carbonia
gliari 1754-ivi 1800). Trascorse la vita 1934-Cagliari 1984). Laureato in Giuri-
nel convento cagliaritano di Santa Ca- sprudenza, all’inizio insegnò storia e
terina, godendo fama di santità per la filosofia nei licei. Dopo alcuni anni in-
profonda pietà e per le costanti prati- traprese la carriera universitaria, de-
che di penitenza e meditazione. Dopo dicandosi, sotto la guida di Paolo
la morte fu subito annoverata dal suo Spriano e Girolamo Sotgiu, allo studio
ordine tra le venerabili. della storia contemporanea. Fu profes-
Pistis, Rafaele (detto Fra Lodovico) Sto- sore di Storia contemporanea presso
rico della Chiesa (Fonni 1809-Roma l’Università di Cagliari. Studioso in un
1877). Entrò nell’ordine dei Frati mi- primo tempo della storia politica sarda
nori e fu ordinato sacerdote. Dopo e dei partiti regionali, si orientò in se-
aver ricoperto alcuni incarichi in seno guito sui problemi sociali del nostro
all’ordine, per le sue qualità divenne tempo e sull’evoluzione dell’economia
padre provinciale di Cagliari dal 1848 contemporanea. Fu tra i redattori del-
al 1858. Dopo la chiusura dei conventi, l’‘‘Archivio sardo del movimento ope-
nel 1862 si ritirò a Fonni dove si dedicò raio contadino e autonomistico’’, ed è

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 323


Pisu

autore di numerosi e importanti saggi, Convegno su ‘‘Le conoscenze agrarie e


tra cui l’ultimo e importante sulla bo- la loro diffusione in Italia dell’Otto-
nifica di Terralba uscı̀ purtroppo po- cento’’, giugno 1988, 1990; Il sistema
stumo poiché la morte lo colse nella bancario sardo e il grande crak dell’87,
piena maturità. Tra gli altri suoi scritti: ‘‘Ichnusa’’, 17, 1989; Francesco Ferrara,
Canales de la Vega Antonio, voce in Di- Giuseppe Todde e la Sardegna attra-
zionario biografico degli Italiani, XVII, verso il giornale ‘‘L’Economista’’ (1855-
1974; Politica e ideologia attraverso i 1856), in Intellettuali e società in Sarde-
giornali del dopoguerra, ‘‘L’Unione gna tra restaurazione e l’unità d’Italia (a
sarda’’, 1974; Cani Nicolò, voce in Dizio- cura di Girolamo Sotgiu, Aldo Accardo,
nario biografico degli Italiani, XVIII, Luciano Carta), I, 1991; Aspetti e mo-
1975; Carcassona Antonio Angelo, voce menti della presenza in Sardegna del-
in Dizionario biografico degli Italiani, l’Associazione nazionale per gli interessi
XIX, 1976; Sulla necessità di una svolta del Mezzogiorno 1919-1931, ‘‘Archivio
storiografica, ‘‘Archivio sardo del movi- sardo del movimento operaio conta-
mento operaio contadino e autonomi- dino e autonomistico’’, 44-46, 1994; So-
stico’’, 6-7, 1976; Storia dei partiti popo- cietà Bonifiche Sarde 1918-1939: la boni-
lari in Sardegna (1890-1926) (con Fran- fica integrale della piana di Terralba,
cesco Manconi e Guido Melis, prefa- 1995.
zione di Luigi Berlinguer), 1977; Eco- Pisu, Ignazio Paolo Funzionario, con-
nomia e cultura nel periodo fascista, sigliere regionale (n. Laconi 1947).
‘‘Archivio sardo del movimento ope- Dopo essersi laureato in Scienze poli-
raio contadino e autonomistico’’, 8-10, tiche è entrato all’ENEL come funzio-
1977; La questione dell’autonomia in nario; attirato dalla politica, si è schie-
Sardegna dai popolari alla Democrazia rato con il Partito Comunista Italiano.
Cristiana, Togliatti e il Mezzogiorno, Uomo dai vasti interessi culturali, pro-
1977; Fineza e fidelidad. G.B. Buragna, motore di comitati a sostegno della lin-
in La rivolta di Messina e il mondo medi- gua sarda e del Parco del Gennargentu,
terraneo nella seconda metà del Sei- è stato ripetutamente consigliere co-
cento, 1979; Il ruolo difficile degli intel- munale del suo paese natale, e sindaco
lettuali, ‘‘L’Unione sarda’’, 1979; Le vi- dal 1995 al 2004. In quest’anno è stato
cende economiche isolane tra il 1900 e il eletto consigliere regionale per Rifon-
1925, ‘‘L’Unione sarda’’, 1981; Lo scritto dazione Comunista nel collegio di Ori-
di Giovanni Siotto Pintor sulla proprietà stano per la XIII legislatura. Ha al suo
attivo una rigorosa ricostruzione della
letteraria, in Giovanni Siotto Pintor e i
storia di un particolare momento della
suoi tempi, 1985; Giuseppe Todde e la
vita politica in Sardegna nei primis-
crisi degli anni 1894-1895 in Sardegna,
simi anni (1944-1947) del secondo do-
‘‘Archivio sardo del movimento ope-
poguerra, Partito Comunista di Sarde-
raio contadino e autonomistico’’, 23-
gna. Storia di un sogno interrotto, 1996.
25, 1985; La crisi del sistema bancario
sardo nella seconda metà dell’Ottocento, Pisu, Ugo Poeta (n. Serrenti 1958). Lau-
in Studi in onore di Paolo Spriano, 1988; reato in Lingue a Bologna, collabora a
Il dibattito fra Marco Minghetti e Giu- diverse riviste in Italia e in Francia. È
seppe Todde sulla scienza economica, in autore di alcune raccolte di versi che
Marco Minghetti statista e pensatore po- gli hanno dato notorietà nazionale.
litico, 1988; Nota sulle conoscenze agra- Pisurzi, Pietro Poeta (Bantine 1724-ivi
rie in Sardegna 1804-1870, in Atti del 1799). Dopo aver frequentato il Semi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 324


Pittalis

nario di Sassari ed essere divenuto sa- nente materiale sardo apparso sulla ri-
cerdote, trascorse il resto della vita vista è ora compreso, insieme ad altri
come modesto collaboratore della par- fondamentali contributi, nella Antolo-
rocchia del suo paese, una frazione di gia delle tradizioni popolari in Sardegna
Pattada di duecento abitanti. Dal (a cura di Mario Atzori e Giulio Paulis),
punto di vista letterario si formò pro- 3 volumi editi dal sassarese Carlo Del-
babilmente alla scuola poetica – molto fino nel 2005.
viva e vitale – di questo paese, ma ri- Pittalis, Gavino Scienziato (Sassari
sentı̀ anche degli influssi della cor- 1757-ivi 1824). Laureatosi in Medicina,
rente arcadica che giungevano in que- si dedicò alla sua professione e all’in-
gli anni in Sardegna. Non pubblicò nes- segnamento universitario imponen-
suna opera in vita e questo ha favorito dosi per le sue capacità professionali
qualche confusione tra lui e Padre e per la profondità degli studi. Divenne
Luca Cubeddu (=). L’attenzione cadde professore di Medicina nell’Università
dapprima su due composizioni di im- di Sassari e fu nominato vice-protome-
pianto raffinato, chiaramente ispirate dico della Sardegna. Autore di nume-
alle nuove correnti letterarie, che lo rose opere, tra le quali un importante
fecero subito annoverare tra i maggiori trattato, Flora turritana, nel quale clas-
autori in logudorese: S’abe, nella quale sificò più di 2000 essenze.
ammonisce moralisticamente un’ape
che ronza intorno a un paiolo di sapa; Pittalis, Paola Studiosa di storia della
S’anzone, dove parla dell’amore per letteratura, critica (n. Sassari 1939).
una giovane rappresentandola come Conseguita la laurea, si è dedicata al-
un’agnella. La raccolta delle sue Can- l’insegnamento nelle scuole superiori;
tones, curata da Salvatore Tola, ha di- dal 1985 è diventata giornalista pubbli-
mostrato tuttavia che egli sapeva espri- cista. Avvicinatasi alla politica, è stata
mere bene anche altri toni e motivi: la consigliere comunale e capogruppo
satira in primo luogo, con Sa cantone de del PDS nel Consiglio comunale di Sas-
su cabaddareddu (La canzone del ca- sari. Attenta studiosa della storia della
valluccio) e S’imbustu (Il busto); i temi letteratura in Sardegna, ha al suo at-
morali, con Sa cantone de sa fide (La tivo numerosi saggi, tra i quali: Quando
canzone della fiducia) ecc. si dice sa limba, ‘‘Ichnusa’’, III, n.s., 7,
1984; Le commedie religiose di frate An-
Pitedo Famiglia cagliaritana (sec. tonio da Esterzili, ‘‘La Nuova Sarde-
XVI). Le sue notizie risalgono al secolo gna’’, 1984; Montagne di Aritzo, ‘‘La
XVI. Ottenne il cavalierato ereditario Nuova Sardegna’’, 1984; Sorgono, ‘‘La
nel 1599 con un Salvatore. Non si Nuova Sardegna’’, 1984; La Sardegna
hanno notizie di una sua discendenza. vista dall’Italia e dall’Europa, in Sarde-
Pitiusa = Euforbia gna. Enciclopedia (a cura di M. Briga-
Pitrè, Giuseppe Demopsicologo folclo- glia), III, 1988, e il volume Storia della
rista (Palermo 1841-ivi 1916). Conside- letteratura in Sardegna, 1998.
rato il fondatore della scienza del fol- Pittalis, Pietro Avvocato, consigliere
clore in Italia, pubblicò, a partire del regionale (n. Charleroi, Belgio, 1958).
1882, insieme con Salvatore Salomone Dopo essersi laureato in Giurispru-
Marino l’‘‘Archivio per lo studio delle denza a Firenze si è dedicato alla pro-
tradizioni popolari’’, in cui fu fatto fessione di avvocato, specializzandosi
largo spazio ai contributi che valoriz- nell’attività stragiudiziale. Attirato
zano la Sardegna. Quasi tutto l’impo- dalla politica, è entrato in Forza Italia

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 325


Pittalis

e nel 1994 è stato eletto consigliere re- roco di Villacidro. Attualmente par-
gionale per l’XI legislatura nel collegio roco di San Nicolò di Guspini. Lau-
di Nuoro; successivamente riconfer- reato in Pedagogia nell’Università di
mato per la XII legislatura nello stesso Sassari con una tesi sul Piano di Rina-
collegio. Durante questa legislatura scita, si è segnalato per il suo impegno
dal novembre 1999 al novembre 2001 è civile, partecipando al dibattito gior-
stato assessore alla Programmazione nalistico sui problemi della società iso-
nella seconda giunta Floris. A causa lana e animando iniziative di solida-
del nuovo assetto territoriale assunto rietà tra cui la comunità ‘‘Alle Sor-
dalle province sembrava non fosse genti’’ di Morgongiori, alle falde del
stato riconfermato per la XIII legisla- monte Arci. Ha al suo attivo anche una
tura (2004-2009), ma, chiarito l’equi- raccolta di versi.
voco, è tornato in Consiglio regionale
Pittau, Antonio Sacerdote, studioso di
come aderente all’UDEUR.
storia (Samassi 1938-Cagliari 1988). En-
Pittalis, Salvatore Studioso di storia trato giovanissimo in Seminario, è
locale (Cheremule 1854-Sassari 1948). stato ordinato sacerdote; per anni è
Entrato nella carriera militare come stato parroco della cattedrale di Ca-
ufficiale raggiunse nel 1915 il grado di gliari, insegnante nella Facoltà di Teo-
colonnello. Subito dopo si ritirò e sta- logia. Studioso serio e preparato, au-
bilı̀ la sua residenza a Sassari, dove ini- tore di interessanti studi di carattere
ziò a raccogliere libri e documenti storico-artistico, tra cui La cattedrale
sulla Sardegna, costituendo un’impo- di Cagliari, 1988, fu assassinato nella
nente biblioteca specifica di circa stessa cattedrale cagliaritana alla vigi-
5000 volumi, considerata seconda, lia del Natale 1988. Al delitto, rimasto
come biblioteca privata specializzata, un mistero non ancora risolto, sono de-
solo a quella di Caocci ad Aritzo. Ricco dicati un libro del fratello Dino, suo
di interessi, contribuı̀ ad animare la successore nella parrocchia della cat-
vita culturale di Sassari; nel 1925, scop- tedrale cagliaritana, e un saggio di
piata la polemica su Giovanni Maria Gian Franco Murtas, La stanza del ve-
Angioy tra il ‘‘laico’’ Antonio Boi e lo scovo, 2002.
storico d’impostazione cattolica Seba-
Pittau, Giuseppe Religioso, arcive-
stiano Pola, sostenne le tesi del Boi.
scovo onorario di Castro (n. Villacidro
Collaborò con Antonio Taramelli alla
1928). Ha studiato nella prestigiosa
redazione della Carta archeologica
Università di Harvard (Massachusetts,
della Sardegna. Morı̀ lasciando gran
USA), dove si è laureato in Scienze po-
parte delle sue carte e dei suoi volumi
litiche. Nel 1945 è entrato nella Com-
alla Biblioteca comunale di Sassari.
pagnia di Gesù e nel 1959 è stato ordi-
Tra i suoi scritti: I candelieri. Note stori-
nato sacerdote. Attraverso gli anni si è
che, 1912; Un documento inedito su
fatto notare per cultura e per equili-
Giommaria Angioy, ‘‘Archivio storico
brio ed è divenuto presidente della
sardo’’, XI, 1916; I gremi e la caratteri-
‘‘Sophia University’’ di Tokyo; nel 1981
stica processione dei Candelieri che si ce-
ha assunto importanti incarichi di go-
lebra in Sassari, in Nulvi ed in Ploaghe
verno in seno al suo ordine, giungendo
la sera del 14 agosto, 1921.
a essere Consigliere generale. Nel 1992
Pittau, Angelo Sacerdote (n. Villacidro è stato nominato rettore della Univer-
1939). Fratello di Giuseppe, ordinato sità Gregoriana di Roma e subito dopo
sacerdote nel 1965, è stato a lungo par- segretario della Congregazione vati-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 326


Pittau

cana per l’Educazione cattolica. Dopo La Sardegna nuragica, 1975; Problemi


essere stato a lungo in corsa per l’inca- di lingua sarda, 1975; Pronuncia e scrit-
rico di generale della Compagnia (il co- tura del sardo logudorese, 1978; Gli
siddetto ‘‘Papa nero’’), nel 1998 è stato Shardani dell’antico Egitto nella Sarde-
nominato arcivescovo onorario della gna nuragica, in Atti della XXII Riu-
diocesi di Castro. nione scientifica dell’Istituto italiano di
Preistoria e Protostoria nella Sardegna
Pittau, Massimo Linguista (n. Nuoro
centro-settentrionale 1978, 1980; La lin-
1921). Laureatosi in Lettere a Torino e
in Filosofia a Cagliari nel 1944, si è per- gua dei Sardi nuragici e degli Etruschi,
fezionato presso l’Università di Fi- 1981; Lessico etrusco-latino comparato
renze. Subito dopo si è dedicato all’in- col nuragico, 1984; una vasta serie di
segnamento nelle scuole superiori per articoli ne ‘‘La Nuova Sardegna’’ sui
alcuni anni. Trasferitosi a Pisa, nel comuni della Sardegna centrale e cen-
1959 ha ottenuto la libera docenza di tro-meridionale: Escolca e Serri, Isili,
Linguistica e ha intrapreso la carriera Genoni e Nuragus, Laconi, Gadoni e Ma-
universitaria. Tornato in Sardegna, dal moiada, Aritzo e Belvı̀, Tonara e Desulo,
1971 professore ordinario di Lingui- Austis, Olzai, Teti, Ovodda, Tiana,
stica sarda, ha insegnato presso la Fa- Fonni, Gavoi, Ollolai, Mamoiada, Orgo-
coltà di Magistero dell’Università di solo, Oliena, Dorgali, Nuoro e Nugoro,
Sassari, dove è stato anche preside tutti nel febbraio-marzo 1984; Ma que-
per alcuni anni. Studioso dai molte- sta disputa sulla lingua degli antichi nu-
plici interessi (è spesso intervenuto ragici ed etruschi, ‘‘La Nuova Sarde-
con i suoi volumi su temi anche scot- gna’’, 1985; Loculi. Una tribù dell’antica
tanti della società civile, come il divor- Roma, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985; La-
zio e l’aborto), ha sempre condotto le nusei: il paese nato sopra un soffice
sue ricerche linguistiche con partico- manto di muschio, ‘‘La Nuova Sarde-
lare attenzione all’archeologia e alla gna’’, 1985; Piccola Bari della Sardegna,
storia della Sardegna. Negli ultimi ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985; Tertenia.
anni si è occupato anche del rapporto Qui approdarono i vascelli dei profughi
tra il sardo nuragico e l’etrusco, cer- di Troia, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985;
cando di individuare i legami fra le Su Gairu, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985;
due lingue, e ha pubblicato numerosi Sadali. Sethius ovvero la guardia del
studi sull’argomento. Negli anni più corpo degli Etruschi, ‘‘La Nuova Sarde-
recenti ha approfondito le tematiche gna’’, 1985; Il nuraghe di Ardosai. Seui,
relative alla valorizzazione della lin- ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985; La giusti-
gua sarda e ha lavorato alla pubblica- zia amministrata sotto la quercia rovere.
zione di importanti dizionari delle par- Orroli, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985;
late regionali: Questioni di linguistica Nurri. Nel ricordo del vulcano ormai
sarda, 1956; Il dialetto di Nuoro, 1956; spento, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1985;
Nuraghi e argomenti linguistici, ‘‘La Lessico etrusco-latino comparato col nu-
Nuova Sardegna’’, 1957; Il linguaggio. I ragico, ‘‘Archivio storico sardo di Sas-
fondamenti filosofici, 1957; Studi sardi sari’’, 1985; Castelsardo. Tibula, ‘‘La
di linguistica e storia, 1958; Filosofia e Grotta della Vipera’’, 38-39, 1987; Jerzu
linguaggio, 1962; Problemi di filosofia e i bizantini in Sardegna, ‘‘Quaderni bo-
del linguaggio, 1967; Lingua e civiltà di lotanesi’’, XIV, 1988; La Sardegna nura-
Sardegna, 1970; Grammatica del sardo gica, nuova edizione, 1990; La Neapolis
nuorese, 1972; Sardegna al bivio, 1973; di Sardegna: emporio punico oppure

321

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 327


Pittaus

greco?, in L’Africa romana. Atti del VII (sec. XX). Allievo di Antonio Marongiu,
Convegno di studi, 1990; La lingua dei si laureò in Giurisprudenza nel 1938 e
nuragici e quella degli etruschi, ‘‘Qua- si dedicò alla ricerca intraprendendo
derni bolotanesi’’, XVI, 1990; I cognomi la carriera universitaria. Mostrava di
della Sardegna, 1990; Testi etruschi tra- avere ottime doti di studioso, ma morı̀
dotti e commentati con vocabolario, prematuramente. Aveva pubblicato il
1990; Grammatica della lingua sarda, saggio Il procedimento giudiziario nei
varietà logudorese, 1991; Nuova iscri- condaghi e nella Carta de Logu, ‘‘Studi
zione etrusca rinvenuta in Sardegna, in sardi’’, IV, 1940.
L’Africa romana. Atti del IX Convegno di
studi, 1992; Poesia e letteratura. Brevia-
rio di poetica, 1993; Latifondisti, coloni,
liberi e schiavi romani in Sardegna e in
Barbagia. Le prove linguistiche, ‘‘Qua-
derni bolotanesi’’, XIX, 1993; L’Odissea
e la Sardegna nuragica, ‘‘Quaderni bo-
lotanesi’’, XX, 1994; Poesia e lettera-
tura. Breviario di poetica, 1994; Origine
e parentela dei Sardi e degli Etruschi.
Saggio storico-linguistico, 1994; Ulisse e
Nausica in Sardegna, 1994; L’origine di
Nuoro, 1996; L’‘‘Odissea’’, la Sardegna
nuragica e Olbia, in Da Olbı̀a a Olbia.
2500 anni di storia di una città mediter-
ranea (a cura di Attilio Mastino e Paola
Ruggeri), 1996; La lingua etr usca,
grammatica e lessico, 1997; Tabula Cor-
tonensis. Lamine di Pirgi ed altri testi
etruschi tradotti e commentati, 2000; La
lingua Sardiana o dei Protosardi, 2001;
Vocabolario della lingua sarda, 2002; Di-
Pittosporo – Originario del Medio Oriente,
zionario della lingua sarda fraseologico è un arbusto largamente impiegato nelle siepi.
ed etimologico, voll. 2, 2003; I nomi dei
paesi, città, regioni, monti e fiumi della
Sardegna. Significato e origine, 2004; Pittosporo Pianta arbustiva della fa-
Lingua e civiltà di Sardegna, 2004; La miglia delle Pittosporacee (Pittospo-
Sardegna nuragica, nuova edizione, rum tobira Aiton), originaria dell’E-
2006. stremo Oriente. Grosso arbusto sem-
Pittaus, Is Località abitata in territorio preverde, può crescere ad albero sino
di Nuxis. La comunità si è sviluppata a 4 m di altezza; le foglie, opposte, sono
in età non precisabile, e comunque non spatolate, con margine liscio, lucide e
prima del secolo XVII, da un furriadro- consistenti; i fiori formano densi maz-
xiu costruito da pastori in un territorio zetti bianchi con il centro giallastro il
concesso in enfiteusi a una famiglia cui intenso profumo, simile a quello
Pittau che le ha dato il nome. dei fiori d’arancio (zagare), in prima-
vera pervade i parchi e i giardini, dove
Pittinuri = Santa Caterina di Pittinuri questa specie è largamente diffusa
Pittiu, Giuseppe Storico del diritto come pianta ornamentale, specie per

322

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 328


Pitzalis

formare bordure; i frutti sono cassule correndola rapidamente fino a giun-


rotonde con semi gelatinosi. [MARIA IM- gere ai livelli più alti. Durante la se-
MACOLATA BRIGAGLIA] conda guerra mondiale aderı̀ a un mo-
Pittulongu Centro abitato della provin- vimento clandestino di cattolici antifa-
cia di Olbia-Tempio, frazione di Olbia scisti e, caduto il regime, si adoperò
(da cui dista 7 km), con circa 100 abi- per la costituzione della Democrazia
tanti, posto a 4 m sul livello del mare a Cristiana a Roma. Nel 1952 fu pro-
est del comune capoluogo, sul litorale mosso ispettore generale della Pub-
a nord dell’imbocco del porto. Regione blica Istruzione e divenne vice-capo di
storica: Terranova. Diocesi di Tempio- gabinetto del ministro Gonella; nel
Ampurias. 1953 fu eletto in Sardegna deputato
& TERRITORIO Il territorio è costituito della DC per la II legislatura repubbli-
da una breve piana costiera, che si cana, e successivamente riconfermato
stende tra la linea di costa e le pendici fino al 1972.
del monte Sa Curi che raggiunge i 416 Pitzalis, Giuseppe Archeologo (n. Isili
m con la punta Sa Turrita. Le comuni- 1949). Dopo la laurea in Lettere è en-
cazioni sono assicurate dalla strada trato nella carriera delle Soprinten-
che unisce Olbia a Golfo Aranci. denze archeologiche. Attualmente è
& STORIA P. è stato uno dei primi siti a funzionario presso la Soprintendenza
svilupparsi come rinomata località archeologica di Sassari e Nuoro. Stu-
balneare dopo il 1950, grazie al suo are- dioso del Paleolitico sardo, ha legato il
nile e alla bellezza dei suoi paesaggi. suo nome alle ricerche specifiche in
Nei decenni successivi è stato interes- Anglona e ha allestito i musei archeo-
sato da un intenso sviluppo edilizio ba- logici di Perfugas e di Viddalba. Tra i
sato sulle seconde case e sui locali di suoi scritti: La ricerca archeologica nel-
servizio alla spiaggia. Molto frequen- l’area dei comuni di Perfugas, Bulzi,
tato e popolato in estate, ha tuttavia an- Martis e Laerru (con Rubens D’Oriano,
che un buon numero di abitanti stabili. Roberto Caprara e Fulvia Lo Schiavo),
Pitzalis, Giovanni Archeologo (n. Sar- in La settimana dei beni culturali.
degna, sec. XX). Laureato in Lettere a Guida alle mostre, 1979; Il Paleolitico in-
Cagliari nel 1974, allievo di Giovanni feriore in Sardegna (con F. Martini), in
Lilliu, ha compiuto ricerche archeolo- Atti della XXII Riunione scientifica del-
giche nel territorio di Nurri. Attual- l’Istituto italiano di Preistoria e Proto-
mente insegna Lettere negli istituti su- storia nella Sardegna centro-settentrio-
periori. Ha al suo attivo i saggi: La nale, Sassari 1978, 1980; Il Paleolitico in
grotta preistorica di Baraci-Nurri, Sardegna (con F. Martini), in Ichnussa.
‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; L’Ogliastra La Sardegna dalle origini all’Età clas-
preistorica tra ipogeismo e megalitismo: sica, 1981; Sa Perdosa-Pantallinu (con
le domus de janas con corridoio dolme- F. Martini), ‘‘Archivio di Topologia ana-
nico d’accesso e i menhirs peritafici, litica’’, 9, 1981; Il Paleolitico nella valle
‘‘Studi sardi’’, XXX, 1996. di rio Altana, in Atti della XXIII Riu-
Pitzalis, Giovanni Battista Funziona- nione scientifica dell’Istituto italiano di
rio, deputato al Parlamento (Torralba Preistoria e Protostoria, Firenze 1980,
1906-Roma 1981). Dopo essersi lau- 1982; Notiziario: Perfugas, ‘‘Rivista di
reato in Giurisprudenza, nel 1934 entrò Scienze archeologiche’’, XXXVII, 1-2,
nella carriera amministrativa del Mi- 1982; Notiziario: Concas Perfugas, ‘‘Ri-
nistero della Pubblica Istruzione per- vista di Scienze preistoriche’’,

323

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 329


Pitzalis

XXXVII, 1-2, 1982; La fonte nuragica di rio Sanges), ‘‘Sardegna archeologica’’,


Niedda-Perfugas (con F. Lo Schiavo), in 1990; Notiziario: Sa Coa de Sa Multa.
Ricerche e scoperte nella Sardegna cen- Laerru (con F. Martini), ‘‘Rivista di
trosettentrionale, ‘‘Rivista di Scienze Scienze preistoriche’’, XLI, 1-2, 1990;
preistoriche’’, XXXVII, 1-2, 1986; L’in- Martis località Serra Preideri. Laerru
dustria litica, in La domus dell’Ariete, località S’Aspru: intervento di scavo di
‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, Età preistorica, ‘‘Bollettino di Archeo-
XXXVII, 1-2, 1982; La Kourotrofos di logia’’, 1-2, 1990; Museo archeologico e
Perfugas, nuovo motivo iconografico tra paleobotanico di Perfugas, in Guida ai
le statuette rinvenute in Sardegna, ‘‘Ri- musei regionali e locali della Sardegna,
vista di Scienze preistoriche’’, 1991; La stele a specchio: artigianato po-
XXXVII, 1-2, 1982; Il deposito quaterna- polare nel Sassarese (con. F. Lo Schiavo,
rio con industria del Paleolitico inferiore S. Moscati e M.L. Uberti), 1992; Sa Coa
di Sa Perdosa-Pantallinu, ‘‘Rivista di de sa Multa e Sa Perdosa-Pantallinu.
Scienze preistoriche’’, XXXVII, 1-2, Due paleosuperfici clactoniane in Sar-
1982; Il Paleolitico dell’Anglona. (Sarde- degna (con C. Bini, F. Martini e A. Ul-
gna Settentrionale) Ricerche 1979-1980, zega), in Paleosuperfici del Pleistocene e
‘‘Quaderni della Soprintendenza ar- del primo Olocene in Italia, 1993; Il Pa-
cheologica per le province di Sassari e leolitico inferiore di Pantallinu, in Atti
Nuoro’’, 12, 1982; Notiziario: Perfugas, del I Convegno internazionale su ‘‘I
loc. Sa Perdosa-Pantallinu, ‘‘Rivista di primi uomini in ambiente insulare’’,
Scienze preistoriche’’, XXXIX, 1-2, Guida alle escursioni, Oliena 1988,
1984; Perfugas paleolitico, in I Sardi. La 1994; Laerru località Sa Coa de sa
Sardegna dal Paleolitico all’Età ro- Multa. Campagna 1991 (con F. Martini),
mana, 1984; Sa Pedrosa-Pantallinu, in ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 13-15,
I primi abitanti d’Europa 1 500 000- 1995; Perfugas. Località Contraguda.
100 000 a.C., Catalogo della mostra, Campagna di scavo di un villaggio prei-
1984; Il tafone di Cala Corsara nell’isola storico, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 19-
di Spargi (con Maria Luisa Ferrarese 21, 1996; Museo archeologico e paleobo-
Ceruti), in Atti della XXVI Riunione tanico di Perfugas e Museo archeologico
scientifica dell’Istituto italiano di Prei- di Viddalba, entrambi in Guida ai musei
storia e Protostoria, 1985, 1987; schede e alle collezioni della Sardegna, 1997;
e articoli su Perfugas (con L. Trebini), L’Anglona tra preistoria e storia. Ven-
Perfugas. Età classica, Perfugas. Piede t’anni di ricerche e di studi, ‘‘Almanacco
fittile decorato, Ceramica a straslucido gallurese’’, 6, 1997.
rosso e anse a rocchetto. Contraguda- Pitzalis, Luigi Latinista (Nurri 1897-
Perfugas, Probabili cave di selce a cielo Roma 1983). Conseguita la laurea in
aperto. Perfugas, Cinta megalitica in lo- Lettere a Torino, si dedicò all’insegna-
calità Funtana di Maleu.-Perfugas, mento nelle scuole superiori e alla ri-
Gruppo di circoli di lastroni ortostatici cerca scientifica. Professore di gram-
in località Crabiles Perfugas, tutti in matica greca e latina presso l’Univer-
L’Antiquarium arborense e i civici musei sità di Roma, nel 1953 fu nominato
archeologici della Sardegna, 1988; La ispettore centrale del Ministero della
cultura di San Michele in Anglona, in Pubblica Istruzione. Di lui rimangono
La cultura di Ozieri. Problematiche e alcuni saggi di notevole valore scienti-
nuove acquisizioni, 1989; Il Paleolitico e fico e numerose composizioni poetiche
l’industria litica del Neolitico (con Ma- in latino con le quali vinse per diverse

324

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 330


Pitzolo

volte il prestigioso ‘‘Certame Capito- cune distinte personalità; nel 1689 fu-
lino’’. rono insigniti dell’ordine di Santiago
Pitzianti Famiglia cagliaritana (se- con un Francesco. Da lui discendono i
conda metà sec. XIX). Espresse alcune P. attuali che, dopo i tristi fatti che por-
personalità nel campo della musica. tarono all’assassinio di Girolamo nel
Iniziatore della tradizione familiare 1795, si trasferirono a Sassari, dove la
fu un Enrico, compositore e direttore famiglia tuttora risiede.
d’Orchestra, vissuto nella seconda Pitzolo, Girolamo Avvocato, inten-
metà dell’Ottocento. Continuatore dente generale della Sardegna (Ca-
delle tradizioni familiari fu Salvatore, gliari 1748-ivi 1795). Dopo aver passato
contrabbassista di fama internazio- alcuni anni di studio a Torino, compro-
nale. messi dal suo carattere impetuoso,
Pitzianti, Salvatore Musicista (Ca- tornò a Cagliari e si laureò in Legge de-
gliari 1897-Frignano 1965). Si diplomò dicandosi alla professione di avvocato.
al Conservatorio di Cagliari, dove inco- Nel 1793 fu tra i maggiori protagonisti
minciò a insegnare contrabbasso. Nel della resistenza di Cagliari ai francesi;
1953 si trasferı̀ al Conservatorio di San guidò la resistenza delle truppe mili-
Pietro a Maiella a Napoli e nel 1964 in ziane, ma non ebbe nessuna ricom-
quello di Santa Cecilia a Roma. Si im- pensa per il valore dimostrato. Poco
pose a livello internazionale come uno dopo fu incluso nella delegazione di
dei migliori contrabbassisti del sei personalità mandate dagli Sta-
mondo: fece parte dell’orchestra del menti a Torino a presentare al re le co-
Teatro Nuovo di Napoli e di quella siddette Cinque domande. Avendo il
della RAI. Fece anche parte di alcune ministro Graneri traccheggiato ed es-
prestigiose orchestre e fondò con Re- sendo il re impegnato nella guerra con
nato Fasano il Collegium Musicum Ita- la Francia, rimase in Piemonte nell’e-
licum suonando nei maggior teatri di stenuante attesa della risposta del re.
tutto il mondo. Fu padre di Vittorio, an- Durante la lunga permanenza a Torino
che lui contrabbassista, che insegnò egli inviò alcune lettere agli Stamenti
per anni presso il Conservatorio di To- nelle quali descriveva lo smarrimento
rino e suonò in alcune grandi orche- della delegazione di fronte al silenzio
stre, rinverdendo la notorietà di Salva- del re; le lettere, lette pubblicamente
tore. nell’assemblea, contribuivano ad ac-
Pitzolo Famiglia cagliaritana (sec. XVI- cendere ancor di più gli animi. A To-
esistente). Le sue notizie risalgono al rino, però, egli entrò in contatto con
secolo XVI: di condizione borghese, gli ambienti di corte e fu nominato dal
nel corso del secolo espresse alcuni re procuratore generale della Sarde-
consiglieri della città e andò assu- gna. Tornò nell’isola il 18 maggio 1794,
mendo una considerevole posizione in salutato come un trionfatore, dopo i
seno alla società cittadina. Nel 1599 i P. fatti del 28 aprile che peraltro criticò
ottennero il cavalierato ereditario con mostrando fedeltà al re. Mettendo in
un Salvatore che nel 1614 fu nominato campo quanto poteva della sua (non
governatore del Goceano; unitamente abituale) moderazione tentò di pacifi-
ai figli nel 1623 fu ammesso allo Sta- care le fazioni, ma forse proprio per
mento militare. I suoi discendenti con- questo fu guardato con crescente so-
tinuarono a prendere parte ai lavori spetto, soprattutto dopo che a giugno
degli altri parlamenti ed espressero al- fu nominato intendente generale del

325

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 331


Pitzolo

Regno nel chiaro intento di normaliz- nel 1214 fu tra i concelebranti del ma-
zare la situazione: il fatto che la no- trimonio tra la giudicessa Benedetta e
mina fosse stata decisa a Torino senza Barisone II. Morı̀ nel secolo XIII, forse
aspettare la terna dei nomi che doveva nello stesso 1226 in cui cessò dalla ca-
essere presentata dagli Stamenti ac- rica di vescovo di Dolia.
cese l’odio contro di lui, ritenendo che Pitzorno, Benvenuto Studioso di sto-
si volesse ‘‘cancellare’’ con un colpo di ria del diritto (Sassari, seconda metà
mano poliziesco gli stessi Stamenti. La sec. XIX-?). Professore di Storia del Di-
sua moderazione finı̀ per collocarlo in ritto nell’Università di Sassari, legato a
una posizione di aperto contrasto nei Enrico Besta ne sentı̀ l’influenza; stu-
confronti degli Stamenti ormai domi- diò le istituzioni del Medioevo sardo
nati dal partito dei Novatori e dai pa- comparandole a quelle italiane. Tra i
trioti dell’entourage di Giovanni Maria suoi scritti: Affigliamento della Chiesa.
Angioy, schierati su posizioni ancora Studio storico-giuridico, 1904; I consoli
fortemente antipiemontesi. Nei primi veneziani di Sardegna e di Majorca,
mesi del 1795 il suo comportamento ‘‘Nuovo Archivio veneto’’, XI, 1906; Le
fece pensare che, unitamente al mar- leggi spagnole nel regno di Sardegna,
chese della Planargia, stesse addirit- 1919.
tura preparando un’azione repressiva
nei confronti dei democratici, in vista
della quale aveva anche preparato una
lista di personaggi da arrestare: cosı̀,
nell’esasperazione del movimento pa-
triottico, il 5 luglio scoppiò una nuova
sommossa popolare, nei tumulti della
quale, fatto prigioniero senza che il vi-
ceré facesse nulla per difenderlo, fu
linciato dalla folla inferocita (ma per
mano, sostiene Giuseppe Manno, di un
‘‘braccio destro’’ dello stesso Angioy).
Una sua Relazione scritta nel campo di
Gluc dalli 3 al 26 febbraio 1793, mano-
scritto conservato nello Zibaldone del
Manno, ricostruisce i movimenti finali
della battaglia contro i Francesci sbar-
Bianca Pitzorno – È partita anche lei dal
cati al Margine Rosso.
mitico liceo ‘‘Azuni’’ di Sassari per approdare
Pitzolo, Guantino (o G. Pizzolo) Reli- alla migliore letteratura per l’infanzia.
gioso (Cagliari, seconda metà sec. XII-
Dolia?, 1226?). Vescovo di Dolia dal Pitzorno, Bianca Scrittrice (n. Sassari
1206 al 1226. Nel 1206, già vescovo di 1942). Dopo la laurea in Lettere si è
Dolia, fu testimone dell’accordo tra il specializzata in Archeologia con Gio-
giudice Guglielmo di Massa e Ugo di vanni Lilliu. All’inizio si è dedicata al-
Bas per la determinazione dei confini l’insegnamento nelle scuole seconda-
tra il giudicato di Cagliari e quello di rie superiori, che però ha presto ab-
Arborea; resse la diocesi nel difficile bandonato. Nel 1968 si è trasferita a Mi-
momento della crisi dinastica dovuta lano dove ha perfezionato ulterior-
all’estinzione dei Massa di Cagliari e mente i suoi studi. Nel 1970, dopo un

326

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 332


Pitzorno

periodo di collaborazione con la televi- bene fosse stato eletto in una situa-
sione svizzera, è entrata alla RAI come zione in cui si cercava la ‘‘concilia-
funzionario, occupandosi dei pro- zione’’ – come si chiamava la lista – «il
grammi culturali e di quelli dei ragazzi Consiglio comunale continuò a cammi-
(la sua trasmissione più popolare è nare a sghembo – scrive Enrico Costa.
stata ‘‘Dirodorlando’’). Nel 1977 ha la- L’energia esercitata dal P., il terzo sin-
sciato la RAI per dedicarsi esclusiva- daco eletto, non riuscı̀ a conciliare
mente alla sua attività di scrittrice, so- nulla. Anzi indispose 28 consiglieri i
prattutto di libri per l’infanzia, nei quali avevano preparato la sua rimo-
quali ha portato un’autentica ventata zione. Ma il P. li prevenne deponendo
di novità, tanto che lo stile – che nulla lo scettro!». Su questa vicenda pub-
concede alla diffusa convinzione che blicò subito dopo una risentita rela-
ai ragazzi occorra parlare con un les- zione, Novanta giorni di sindacato nel
sico semplificato – quanto per i conte- Municipio di Sassari, 1893. Tra i suoi
nuti, sempre vicini a quello che è il scritti: Moderno indirizzo nella scuola
mondo reale dei giovani e giovanissimi anatomica di Sassari. Lettera I e II,
di oggi. Dopo il fortunato exploit con 1870; Rara anomalia dei rami del-
L’incredibile storia di Lavinia, 1985, che l’aorta, 1876; Trattato di anatomia
ha ricevuto molti premi ed è stato tra- umana normale, 1878; Il vecchio si-
dotto in Francia da Gallimard, il suo stema e moderno inizio delle scuole di
libro di maggiore successo è Ascolta il anatomia umana in Italia, 1879; Ro-
mio cuore, 1991, che ha aperto una serie lando e i suoi lavori anatomici sul si-
di nuove avventure dei suoi perso- stema nervoso, 1882; Conferenza popo-
naggi. Il più recente (2005) è La princi- lare sul colera, 1884; Efficacia delle qua-
pessa francese. Nel 1996 le è stata con- rantene: morte apparente e morte reale
ferita la laurea honoris causa in nel colera, 1884; Influenza della donna
Scienze della Formazione dall’Univer- sul progresso sociale, 1895.
sità di Bologna. Nella sua vastissima Pitzorno, Giuseppe Ufficiale di car-
produzione (ha venduto oltre un mi- riera (Cagliari 1891-Roma?, seconda
lione e mezzo di copie) la Sardegna metà sec. XX). Entrato in Accademia,
non sempre è presente, ma ha provato nel 1912 fu nominato sottotenente.
a collocarla come sfondo di un libro fra Combattente nella guerra italo-turca,
storia e romanzo, Vita di Eleonora d’Ar- nella prima guerra mondiale, nella
borea principessa medioevale di Sarde- campagna d’Etiopia e nella seconda
gna, 1984, che – ristampato nel 2003 guerra mondiale, durante la quale fu
nella ‘‘Biblioteca della Nuova Sarde- fatto prigioniero, fu ferito per ben cin-
gna’’ – ha avuto un successo di pubblico que volte ed ebbe numerose decora-
straordinario. zioni; raggiunse i più alti gradi della
gerarchia militare, fino a essere nomi-
Pitzorno, Giacomo Docente universi-
nato capo di Stato Maggiore dell’Eser-
tario, sindaco di Sassari (n. Sassari
cito.
1846). Conseguita la laurea in Medi-
cina, intraprese la carriera universita- Pitzorno, Marco Studioso di anatomia
ria. Insegnò Anatomia umana per molti umana (Mignano, Caserta, 1868-?). Con-
anni presso l’Università di Sassari. seguita la laurea in Medicina intra-
Nell’ottobre 1892 fu eletto sindaco di prese la carriera universitaria. Fu pro-
Sassari in un momento piuttosto agi- fessore di Anatomia umana presso l’U-
tato della vita politica cittadina; seb- niversità di Sassari. Ha lasciato nume-

327

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 333


Pitzus

rosi studi scientifici, tra cui: Intorno ad Chimica clinica e Virologia degli Ospe-
un nuovo Coraco ocephalus, 1893; In- dali riuniti di Cagliari. Autore di molti
torno ad alcune varietà ossee, 1894; studi scientifici è stato nominato presi-
Nuovo processo di conservazione a secco dente di numerosi enti per la lotta con-
del cervello, 1894; Sulle fratture della tro le allergie. Dal 1985 è impegnato so-
base del cranio, 1894; Esame di un delin- prattutto in studi sull’AIDS; sosteni-
quente, 1895; La prima applicazione del tore della necessità di una preven-
Siero antidifterico a Sassari, 1895; Note zione che suscita con un’azione capil-
antropologiche sui sardi, ‘‘Gazzetta de- lare di sensibilizzazione sociale, ha
gli Ospedali’’, XVI, 1895; Museo anato- fondato l’ASPA (Associazione Sarda
mico della R. Università di Sassari, de- Prevenzione AIDS) e, coadiuvato dalla
scritto, 1898; Alcuni antichi professori di moglie Gabriella Piu Pitzalis (=), ha
botanica nell’ateneo sassarese, ‘‘Malpi- dato vita a una grande campagna di
ghia’’, XIII, 1899; Sull’apparato circola- sensibilizzazione e di informazione
torio dell’Hormogaster, 1899. che ha coinvolto le scuole di ogni or-
Pitzus, Franco Clinico e patologo (n. dine e grado. Per questa sua attività ha
Macomer 1927). Dopo la laurea si è de- avuto riconoscimenti a livello mon-
dicato alla carriera universitaria; ha diale.
iniziato nell’Università di Siena, ma Piu, Mario Sacerdote, studioso di storia
nel 1969 è tornato a Cagliari dove ha della Chiesa (Quartucciu 1875-Cagliari
insegnato Patologia speciale medica. 1975). Entrato in Seminario, fu ordi-
È autore di numerosi lavori scientifici, nato sacerdote nel 1898. Si laureò in
che gli hanno dato notorietà interna- Teologia e fu nominato parroco della
zionale. chiesa cagliaritana di Sant’Eulalia;
Pitzus, Is Località abitata in territorio successivamente fu trasferito alla par-
di San Giovanni Suergiu in prossimità rocchia di Sant’Anna. Dopo alcuni
della frazione di Is Urigus. Si è svilup- anni divenne canonico della catte-
pata in età non precisabile, e comun- drale e nel 1955 fu nominato protono-
que non prima del secolo XVII, da un taro apostolico. Ospitò i Salesiani e si
furriadroxiu costruito da pastori su fece promotore di numerose opere di
terre concesse in enfiteusi a una fami- carità. Morı̀ centenario a Cagliari nel
glia Pitzus che finı̀ anche per darle il 1975. Nel 1967 aveva pubblicato la mo-
nome. nografia Nostra Signora d’Itria e le sue
glorie nella storia dell’Arciconfrater-
Piu, Giovanni (detto Ninni) Allergologo,
nita.
virologo e immunologo (n. Cagliari
1933). Con un passato di giovane spor- Piu Pitzalis, Gabriella Pianista (n.
tivo nel calcio e nella pallanuoto, si è Roma 1943). Figlia di Luigi, dopo aver
laureato in Medicina a Cagliari nel conseguito il diploma in pianoforte ha
1962, dedicandosi alla carriera di me- rinunciato a una promettente carriera
dico ospedaliero e alla ricerca nel set- di concertista per dedicarsi alla fami-
tore della microbiologia, in stretto col- glia e all’insegnamento presso il Con-
legamento con gli ambienti della servatorio di Musica di Cagliari.
scuola cagliaritana di microbiologia. Esperta di didattica della musica, nel
Specializzato in Igiene presso l’Uni- corso degli anni ha organizzato presti-
versità di Genova e in Allergologia giosi spettacoli nei quali ha saputo fon-
presso quella di Firenze, nel 1972 è di- dere gli aspetti musicali con quelli sto-
ventato primario del laboratorio di rici e letterari di un tema prescelto,

328

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 334


Plaisant

fornendo quindi un modello di organiz- loro, Giuseppe, fu nominato console


zazione didattica di grande efficacia. del granducato di Toscana nelle isole
Coinvolta dal marito Ninni Piu nell’at- di Sant’Antioco e di San Pietro. Si sta-
tività dell’ASPA, con la sua specifica bilı̀ quindi a Carloforte, dove i suoi di-
abilità ha saputo dare all’associazione scendenti continuarono a ricoprire
una prospettiva culturale e spettaco- l’incarico. Nel 1847 i nipoti Gregorio
lare di grande rilievo. Sebastiano, Giuseppe e Salvatore fu-
Pixedda Famiglia di Oristano (sec. rono riconosciuti nobili di San Mi-
XVII). Le sue notizie risalgono al se- niato. La famiglia ha continuato a risie-
colo XVII; ottenne il cavalierato eredi- dere a Carloforte dove è tuttora fio-
tario e la nobiltà rispettivamente nel rente.
1629 e nel 1630 con un Salvatore. Suo Plaisant, Maria Luisa Studiosa di sto-
figlio Diego fu ammesso allo Stamento ria moderna (n. Cagliari 1937). Dopo
militare nel 1653 durante il parla- aver conseguito la laurea in Lettere ha
mento Lemos, ma la discendenza si intrapreso la carriera universitaria.
estinse nel corso del secolo XVII. Ha insegnato per anni presso la Fa-
Pixi Famiglia di Iglesias (sec. XVII). Le coltà di Lettere dell’Università di Ca-
sue notizie risalgono al secolo XVII, gliari dove ha anche diretto l’Istituto di
quando i suoi membri compaiono in Storia moderna. È autrice di numerosi
seno alla società iglesiente in discreta lavori nei quali ha approfondito in par-
posizione e impegnati in diversi uffici ticolare alcuni aspetti del Settecento
pubblici. Nella seconda metà del se- sardo. Tra i suoi scritti: Martin Carrillo
colo uno di loro, un Giovanni Battista, e le sue relazioni sulle condizioni della
capitano di Iglesias, tentò un esperi- Sardegna, ‘‘Studi sardi’’, XXI, 1968;
mento di colonizzazione nell’isola di Sul servizio di un corriere di Stato per le
San Pietro; nel 1643 furono ammessi comunicazioni tra la Sardegna e la Spa-
allo Stamento militare e presero parte gna, in Medioevo Età Moderna. Studi in
a tutti i parlamenti successivi. Si estin- onore del prof. Alberto Boscolo, 1976;
sero alla fine del secolo. Problemi di vita comunale dal 1700 al
Pizzolo, Guantino = Pitzolo, Guantino 1847, in Iglesias. Storia e società, 1978;
Un’inedita memoria del 1798 sull’ammi-
Placido, san = Mauro, san1
nistrazione della Sardegna, ‘‘Archivio
Plaiano Antico villaggio di origine me- storico sardo’’, XXXI, 1980; L’istitu-
dioevale che faceva parte del giudicato zione delle prefetture in Sardegna nei
di Torres, compreso nella curatoria progetti del 1776 e del 1806, 1981; Timori
della Romangia. Era situato nelle cam- di invasione e progetti di difesa in Sarde-
pagne di Sassari. Dopo l’estinzione gna dal 1806 al 1808, ‘‘Annali della Fa-
della famiglia giudicale, venne ammi- coltà di Lettere e Filosofia dell’Univer-
nistrato dal Comune di Sassari, che lo sità di Cagliari’’, II, 1981; Stato attuale
considerava sua proprietà e ne difen- della ricerca sulla Sardegna sabauda, in
deva il possesso con grande determina- La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Ar-
zione, ma nei decenni successivi il ter- chivio storico sardo’’, XXXIII, 1983;
ritorio si spopolò completamente. Politica e amministrazione sabauda tra
Plaisant Famiglia carlofortina di ori- Settecento e Ottocento. Le prefetture in
gine francese (sec. XVIII-esistente). Sardegna 1776-1814, 1983; Proposte per
Agli inizi del Settecento i Plaisant si il miglioramento dell’economia sarda in
trasferirono a Livorno dove uno di un documento inedito del 1790, ‘‘Annali

329

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 335


Plaisant Corso

della Facoltà di Lettere e di Filosofia della Rinascita, ‘‘Quaderni bolota-


dell’Università di Cagliari’’, IV, 1983; nesi’’, XVI, 1990; Spazio e tempo di un
L’insediamento dei genovesi nella realtà percorso didattico per la scuola dell’ob-
sarda del secolo XVI, in Atti del II Con- bligo (con A. Loi, M. Zaccagnini), 1990;
gresso internazionale di studi storici sui Appunti sulla storiografia del fascismo
rapporti Genova-Mediterraneo-Atlan- in Sardegna, ‘‘Ichnusa’’, X, n.s. 22, 1992;
tico nell’Età Moderna, 1985; Le rifles- 1943: il crollo del regime fascista in Sar-
sioni di Giovanni Siotto Pintor sull’auto- degna (con Simone Sechi), in Mezzo-
rità viceregia al momento della fusione, giorno 1943, 1996; Minatori e miniere.
in Giovanni Siotto Pintor e i suoi tempi, Un itinerario didattico di storia sociale
1985; Lo sviluppo del quartiere dall’inse- (con G. Serri), 1996; Orientamenti e pro-
diamento medioevale al secolo XVIII, in spettive della recente storiografia sul fa-
Cagliari. I quartieri storici: la Marina, scismo in Sardegna, in Il Sardofascismo
1989; L’arruolamento di truppe provin- tra politica cultura e economia, 1997; Il
ciali in Sardegna e la rivolta della Gal- problema dell’autonomia dagli stati
lura 1808-1815, ‘‘Archivio storico preunitari al decentramento di poteri
sardo’’, XXXVI, 1989; Il territorio in nell’Italia repubblicana ‘‘Quaderni del
epoca regnicola sabauda, in La provin- Ministero della P.I.’’, 22/1, 1997, il capi-
cia di Oristano, I, 1990. tolo Sardegna in Dizionario della Resi-
stenza, 2000; La storia locale tra ricerca
Plaisant Corso, Luisa Maria Studiosa
e progetto didattico in Fare Storia, 2000;
di storia contemporanea (n. Cagliari
Le radici dell’autonomismo moderno, in
1950). Dopo aver conseguito la laurea
Storia della Sardegna (a cura di M. Bri-
in Lettere si è dedicata alla ricerca e
gaglia, A. Mastino, G.G. Ortu), 5, 2002;
all’insegnamento nelle scuole secon-
Emilio Lussu e la difesa di Roma, in
darie superiori. Da anni dirige il set-
L’uomo dell’Altipiano (a cura di E.
tore delle attività di formazione e di
Orrù), 2003; Cagliari nel ventennio, in
aggiornamento degli insegnanti presso
Cagliari tra passato e futuro (a cura di
l’Istituto Sardo di Storia della Resi-
G.G. Ortu), 2004.
stenza e dell’Autonomia. Collabora an-
che con il Dipartimento di Studi storici Planargia Antica curatoria situata nel
dell’Università di Cagliari per il coor- giudicato di Torres. Si stendeva per 296
dinamento di seminari di storia con- km2 su un territorio in parte montuoso
temporanea per docenti della scuola e situato lungo le coste orientali della
per dottorandi. Si dedica con successo Sardegna tra il Monteleone e il Monti-
allo studio della didattica della storia ferru. Comprendeva la città di Bosa e i
ed è autrice di pregevoli lavori di buon villaggi di Sindia, Sagama, Tinnura,
livello scientifico, tra cui: Un inedito di Suni, Modolo, Magomadas e Tresnura-
Emilio Lussu: La difesa di Roma, in ghes. Fin dal secolo XI era possesso dei
Lotte sociali, antifascismo e autonomia Malaspina, che vi costruirono il ca-
in Sardegna, 1982; La questione storio- stello di Serravalle alla foce del Temo e
grafica della mancata difesa di Roma in vi ricostruirono la città di Bosa. All’e-
E. Lussu, in La difesa di Roma (a cura di stinzione della famiglia giudicale, i
L.M. Plaisant Corso), 1987; La Sardegna Malaspina ne fecero uno dei nuclei
e la storia. Antologia di storia della Sar- del loro stato feudale; nel 1308, però, i
degna (con Paola De Gioannis, Giu- marchesi Franceschino e Corrado ce-
seppe Serri e Gian Giacomo Ortu), dettero il territorio in pegno al giudice
1988; Ideologie del politico nelle riviste d’Arborea, il quale non lo restituı̀ mai

330

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 336


Plassas d’Abis

più ai legittimi proprietari, che inutil- da sempre nel Partito Sardo d’Azione,
mente tentarono di tornarne in pos- dopo essersi impegnato nell’organizza-
sesso dopo la conquista aragonese. zione degli industriali della provincia
Dopo il 1328 il territorio fu definitiva- di Sassari, si è avvicinato alla politica e
mente riconosciuto come possedi- nel 1984 è stato eletto consigliere re-
mento arborense dal re d’Aragona, in gionale del suo partito per la IX legisla-
quel momento alleato del giudice d’Ar- tura nel collegio di Sassari; riconfer-
borea. Cosı̀ la P. divenne parte inte- mato nello stesso collegio per la X legi-
grante del giudicato d’Arborea e Bosa slatura, al termine non è stato ricandi-
una delle residenze preferite della fa- dato.
miglia giudicale: per questi motivi fu Planu de Castiadas (o Villacastiadas) An-
teatro dell’oscura tragedia dello sfor- tico villaggio di origine medioevale si-
tunato Giovanni d’Arborea. Caduto il tuato in località non identificata nella
giudicato, Bosa e la P. furono ricono- curatoria di Colostrai del giudicato di
sciute come feudo di Benedetta d’Arbo- Cagliari. Quando il giudicato cessò di
rea, figlia di Giovanni, che però morı̀ esistere, nella divisione del 1258 fu in-
nel 1423. Nel 1430 la curatoria fu con- cluso nei territori toccati ai Visconti e
cessa in feudo a Guglielmo Raimondo quindi annesso al giudicato di Gallura.
Moncada, ai cui discendenti il territo- Prima della fine del secolo XIII, estinti
rio fu confiscato nel 1453. In seguito nel i Visconti, fu amministrato diretta-
1463 fu concesso ancora a Giovanni di mente da funzionari del Comune di
Villamarı̀ e alla famiglia, che però si Pisa. Subito dopo la conquista arago-
estinse nel 1563. Negli ultimi anni nese entrò a far parte del Regnum Sar-
della dipendenza dai Villamarı̀, a par- diniae e fu concesso in feudo a Ber-
tire dal 1556 Bosa acquistò lo status di nardo Dalmau, al quale fu affidato in
città reale e la P. fu definitivamente particolare il compito di pacificarne
staccata da essa. Cosı̀ il territorio del- la popolazione. Egli però non ne fu ca-
l’antica curatoria fu abbandonato a se pace: il territorio continuò a essere
stesso e decadde: le sue coste furono percorso da bande di pastori turbo-
spesso attaccate dai corsari barbare- lenti e i rapporti di Bernardo con i
schi e le popolazioni terrorizzate co- suoi vassalli restarono burrascosi.
minciarono ad abbandonare i villaggi Scoppiata la prima guerra tra Mariano
più prossimi al mare. Bosa, dal canto IV e Pietro IV, gli abitanti si ribella-
suo, cominciò ad avanzare pretese nei rono; tornata la pace, nel 1362 i Dal-
confronti del territorio circostante, mau si estinsero e il villaggio passò ai
che veniva utilizzato come pascolo dai Carroz, che lo inclusero nel loro feudo
cittadini più facoltosi della città. Nel di Quirra. La popolazione, però, co-
1629, però, nonostante l’opposizione minciò a diminuire e dopo lo scoppio
di Bosa, la P. fu concessa in feudo ai della seconda guerra tra Pietro IV e
Brondo e in seguito, nel corso dei secoli Mariano IV, P. de C. divenne teatro
successivi, agli Olives e infine ai Palia- delle operazioni, fu occupato dalle
cio, che ottennero anche il titolo di truppe giudicali e in pochi anni si spo-
marchese della Planargia. polò.
Planetta, Efisio Imprenditore, consi- Plassas d’Abis (o Pranu Is Abis) Antico
gliere regionale (n. Sassari 1949). Lau- villaggio di origine preromana. Situato
reato in Scienze politiche, imprendi- in località Serra Is Abis nelle campa-
tore nel settore dell’edilizia. Militante gne di San Vito, faceva parte del giudi-

331

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 337


Platamona

cato di Cagliari compreso nella curato- stanziali. In questa zona la città di Sas-
ria del Sarrabus. Caduto il giudicato, sari ha un comodo sbocco sul mare, ed
nella divisione del 1258 fu assegnato ai è qui che, per iniziativa del sindaco
Visconti che lo annetterono al giudi- Pieroni, si ebbe nell’ultimo dopo-
cato di Gallura. Alla loro estinzione fu guerra il primo riuscito tentativo di
amministrato direttamente da funzio- dare ai sassaresi una loro spiaggia;
nari del Comune di Pisa, ma agli inizi qualche tempo dopo è stata realizzata
del secolo XIV fu abbandonato dalla la litoranea, dalla quale si dipartono,
popolazione. come in un pettine, tutta una serie di
discese a mare, che ricadono nel co-
Platamona Centro abitato della pro-
mune di Sorso; sono stati cosı̀ valoriz-
vincia di Sassari, frazione di Sassari
zati chilometri e chilometri di spiag-
(da cui dista 16 km), con circa 200 abi-
gia, che nel corso dell’estate accolgono
tanti, posto a 7 m sul livello del mare a
migliaia di bagnanti.
nord-ovest del comune capoluogo, al
centro del litorale del golfo dell’Asi- Platano Pianta arborea della famiglia
nara. Regione storica: Fluminargia. delle Platanacee (Platanus orientalis
Archidiocesi di Sassari. L.) con portamento espanso e fusto che
& TERRITORIO Il territorio è costituito raggiunge i 30-40 m, nodoso, con cortec-
dalla fertile piana alluvionale che si cia ruvida che si stacca in piccole plac-
affaccia sul golfo dell’Asinara. La costa che negli alberi vecchi. Ha foglie al-
è alta a ovest dell’insediamento, men- terne, profondamente lobate (5-7 lobi),
tre a est si stende un lunghissimo arco fiori unisessuali riuniti in capolini sfe-
sabbioso, lungo il quale corre una vasta rici su lunghi peduncoli, quelli ma-
pineta. Le comunicazioni sono assicu- schili sui rametti di un anno, quelli
rate da una litoranea Porto Torres-Ca- femminili all’apice dei germogli. La
stelsardo e da alcuni collegamenti che fioritura è primaverile, in aprile-mag-
si dirigono verso l’interno. gio, i frutti sono pallottole sferiche riu-
& STORIA Si ha notizia che tra Medio- nite in gruppi di 3-6 che a maturità li-
evo ed Età moderna vi si trovava un berano semi piumosi. Originaria del-
modesto scalo, probabilmente in pros- l’Europa sud-orientale e dell’Asia oc-
simità della torre costruita dagli spa- cidentale si è diffusa in tutta Europa a
gnoli per la difesa dalle incursioni sa- scopo ornamentale. In Sardegna non è
racene. In seguito la regione rimase a presente allo stato spontaneo. [TIZIANA
lungo completamente spopolata, sol- SASSU]
tanto dopo l’ultimo dopoguerra è dive- Platano, san (in sardo, Santu Par-
nuta meta balneare e turistica, e ha vi- damu, Santu Pardanu, Santu Platanu)
sto sorgere seconde case e servizi. Santo (m. 120 ca.). Martire originario
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE della Mauritania, figlio di Santa Rosa
E AMBIENTALE Nel retroterra si al- e fratello di Sant’Antioco. Nell’antico
lunga uno stagno, alimentato da piccoli ufficio sono ricordate le parole che An-
ruscelli stagionali dal discreto valore tioco rivolse al Signore prima del sup-
naturalistico. Con una superficie di 95 plizio: «Exaudi me propitius, et sicut su-
ha, è anche stazione di numerose spe- scepisti fratrem meu Platanum in pace,
cie di uccelli migratori come lo svasso et dinumerasti eum cun sanctis martyri-
maggiore, l’airone cinerino, il falco di bus tuis per bonam confessionem et testi-
palude e altre specie come il germano, monium nominis tui in regno coelesti,
il fenicottero e il pollo sultano che sono sic nunc suspice spir utum meum»

332

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 338


Plinio il Vecchio

(Esaudiscimi propizio, e come acco- presente nell’isola con una varietà ve-
gliesti mio fratello P. in pace, e lo anno- lenosa; sul grano sardo, molto più pe-
verasti coi santi martiri tuoi per la sante di quello della Gallia; su alcuni
buona confessione e come testimone parassiti dei legumi, velenosi e perico-
nel tuo regno celeste, cosı̀ ora accogli losi per l’uomo; su un temibile paras-
lo spirito mio). Nell’iconografia è rap- sita della quercus coccifera. Si sofferma
presentato con il fratello Antioco. sul patrimonio faunistico: in Sardegna
In Sardegna Culto diffuso dai Bizan- si praticava l’allevamento del be-
tini. A Villaspeciosa, la sua chiesa – stiame; era presente il muflone, (siru-
che in una carta del 1141 figura appar- lugo), noto solo nell’isola, simile al
tenente ai Vittorini – è stata costruita cervo per il pelame, ma molto più pic-
con materiale di spoglio ricavato da colo; si trovava il fenicottero (grom-
edifici circostanti, soprattutto da una phaena), singolare animale simile alla
villa romana. Per la festa grande is ba- gru, per P. il V. tipico dell’isola. Dei pro-
gadı̀us, gli scapoli tutti gli anni rinno- dotti del mare cita la sarda, lungo
vano il voto del pergolato di canne e tonno proveniente dall’Oceano, ma di-
frasche, sulla porta d’ingresso, riparo mentica la sardina; ricorda che anche
dal sole o dalla pioggia. [ADRIANO VAR- balene e orche, mostri marini aggres-
GIU]
sivi, si trovavano nei suoi mari. Men-
Festa Si festeggia l’ultima domenica
ziona la creta sarda, usata per il lavag-
d’agosto a Villaspeciosa.
gio delle sole vesti bianche; primo fra
gli scrittori antichi, dà notizie sullo
sfruttamento delle miniere, citando
l’allume. Inoltre fa riferimento a per-
sone che, similmente ad alcune donne
della Scizia (Bithiae), avevano due pu-
pille in ogni occhio. Molte le citazioni
geografiche: dimensioni e forma dell’i-
sola (detta anche Sandaliotis o Ich-
nussa dalle fonti greche), distanze da
altre zone del Mediterraneo, isole che
la circondano. Il passo più lungo ri-
guarda la formula provinciae, che la
Plinio il Vecchio – Miniatura di una copia
critica fa risalire ai Commentarii Geo-
della Naturalis historia raffigurante la graphici di Agrippa; gli abitanti dell’i-
pigiatura dell’uva (sec. XVI). sola sono elencati in quest’ordine: po-
polazioni non urbanizzate (Ilienses,
Plinio il Vecchio Naturalista e storico Balari, Corsi); popolazioni urbaniz-
(Como 23-Stabia 79). Cavaliere romano, zate, distinte tra quelle che non posse-
comandante della flotta del Miseno, devano uno statuto romano (Sulcitani,
delle sue molte opere ci è pervenuta Neapolitani, Valentini, Vitenses) e
solo la Naturalis historia, un’enciclope- quelle che lo possedevano, Caralitani
dia in 37 libri, ove sono numerosi i (cittadini di un municipio romano) e
passi relativi alla Sardegna, sia pure Norenses (forse anch’essi già cittadini
con informazioni fugaci e casuali. Dà di un municipio); gli abitanti di una co-
infatti notizie sull’apiastro o melissa, lonia (Turris Lybisonis e Uselis, se-

333

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 339


Ploaghe

condo una lettura di L. Polverini). [MAR- danni a causa delle guerre tra l’Ara-
CELLA BONELLO LAI] gona e i Doria di cui i Malaspina erano
alleati. Nel 1353 il centro fu seque-
Ploaghe Comune della provincia di
strato definitivamente agli antichi si-
Sassari, compreso nella I Comunità
gnori, ma non fu più infeudato perché
montana, con 4764 abitanti (al 2004),
sede vescovile. Negli anni seguenti
posto a 425 m sul livello del mare una
ventina di chilometri a sud-est di Sas- però, durante le guerre tra Aragona e
sari. Regione storica: Florinas. Archi- Arborea, divenne nuovamente teatro
diocesi di Sassari. delle operazioni militari, fu occupato
& TERRITORIO Il territorio comunale,
dalle truppe giudicali e cominciò a de-
cadere. Finite le guerre, dopo una
di forma grosso modo trapezoidale, si
breve occupazione da parte del vi-
estende per 96,08 km2 e confina a nord
sconte di Narbona, nel 1420 fu infeu-
con Osilo e Nulvi, a est con Chiara-
dato a Serafino di Montañans. Sebbene
monti, a sud con Ardara e Siligo e a
ovest con Codrongianos. Si tratta di continuasse a essere sede vescovile il
una regione di colline basse e arroton- villaggio era decaduto al punto che il
date, dalla natura in parte calcarea in vescovo preferiva risiedere a Sassari; i
parte vulcanica. I corsi d’acqua, tutti di Montañans si estinsero nel 1500 e il
piccole dimensioni, fanno capo alcuni feudo passò ai Castelvı̀ del ramo di Sas-
al bacino idrico del Coghinas, a sari; pochi anni dopo la diocesi fu sop-
oriente, altri a quello del Mannu di pressa e P. continuò a decadere. Nel
Porto Torres, a occidente. Le comuni- corso dei secoli successivi il villaggio
cazioni sono assicurate dalla ‘‘direttis- passò dai Castelvı̀ ai Cardona che si
sima’’ Sassari-Olbia, che passa vicina estinsero nel 1590. Subito dopo si aprı̀
all’abitato e dalla quale si distacca il una lunga lite per la successione che si
tracciato della nuova strada a scorri- concluse solo nel 1597 con il passaggio
mento veloce per Tempio. P. ha a breve di P. ai Castelvı̀ del ramo di Laconi. Nel
distanza la stazione lungo la linea fer- corso del secolo XVII P. divenne una
roviaria Sassari-Chilivani. piccola capitale, vi fu aperto il tribu-
& STORIA Il suo territorio è ricco di nale baronale e fu residenza del fattore
testimonianze archeologiche risalenti baronale, amministratore dell’intera
all’età nuragica; i Romani vi fondarono baronia; lo svilupparsi dell’ammini-
la città di Plubium che fu distrutta in strazione feudale però provocò la per-
periodo vandalico. Poco dopo però fu dita di qualsiasi autonomia da parte
ricostruita col nome di Ploraca da cui degli abitanti del villaggio. Estinti i Ca-
deriva P. Nel Medioevo apparteneva al stelvı̀, si aprı̀ una nuova lite per la suc-
giudicato di Torres ed era incluso nella cessione, al termine della quale nel
curatoria di Figulinas che dopo il 1200 1733 il feudo passò agli Aymerich che
passò nelle mani dei Malaspina. Il lo continuarono a tenere fino al ri-
paese, che era divenuto sede di dio- scatto dei feudi nel 1838. Il rapporto
cesi, acquistò un’importanza anche tra gli abitanti di P. e i baroni non fu
amministrativa e, con l’estinzione pacifico e nel 1795, scoppiati i moti an-
della famiglia giudicale, i Malaspina tifeudali, i ploaghesi vi presero parte,
la inclusero nel loro piccolo stato feu- ma negli anni seguenti subirono una
dale. Dopo la conquista aragonese con- dura repressione. Nel 1821 divenne ca-
tinuò a rimanere nelle mani dei Mala- poluogo di mandamento e fu incluso
spina ma il suo territorio subı̀ gravi nella provincia di Sassari. Abolite nel

334

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 340


Ploaghe

1848 le province, fu compreso nella di- esse pure ne’ lavori e alcune vanno a
visione amministrativa di Sassari e dal vendere le proprie derrate sino a Sas-
1859 nella ricostituita omonima pro- sari. In ogni casa è il telajo; si fabbrica
vincia. Lo studioso Vittorio Angius tela per il bisogno della famiglia, per lo
(nel Dizionario del Casalis) dice dello stesso uopo e ancora per lucro. Scuola
stato sociale ed economico del paese elementare. Qui pure, come nelle altre
nella prima metà dell’Ottocento: «Po- parti, questa istituzione dopo tanti
polazione. Si numerano in P. anime anni non era bene avviata; ma da che
3240, e devono distinguersi in maggiori fu posto all’amministrazione della par-
di anni 20, maschi 990, femmine 1015; rocchia il rettore Salvatore Cossu, sa-
minori, maschi 610, femmine 625, com- cerdote intelligente e pio, le condi-
presi tutti in famiglie 652. Il decennio zioni delle scuole migliorarono, per-
diede le seguenti medie, nascite 140, ché cominciarono a concorrervi quasi
morti 70, matrimoni 20. I ploaghesi tutti i fanciulli, e i maestri furono più
sono di ottima costituzione e robusti, e solleciti e diligenti nel loro ufficio. In
se vivessero alcuni meno disagiati, e tutto il paese saranno circa 100 per-
principalmente se fossero più attenti a sone che sappian leggere e scrivere;
preservarsi dall’intemperie atmosfe- ma la maggior parte impararono al-
rica, sarebbero, più che sono, nume- trove, che nella scuola elementare.
rosi gli oltre sessagenari. Alcuni vivono Maestre di dottrina cristiana. Questa
già prossimi al secolo con sensi vividi. istituzione fu fatta nel 1767 dal bene-
Le malattie più frequenti nell’estate e merito rettore teologo Francesco De-
nell’autunno sono le febbri intermit- murtas di Sassari, uomo pio e pieno di
tenti, nell’inverno e nella primavera le zelo e sollecito anche del bene tempo-
infiammazioni di petto. I dolori di rale de’ suoi parrocchiani. Agricoltura.
punta sono la causa più comune delle Il ploaghese ha terreni ottimi per i ce-
mortalità. I piccoli della bassa classe reali, le viti e gli alberi fruttiferi, e dove
muojono in gran numero per le priva- pare non molto idoneo al primo ge-
zioni, per la negligenza delle madri, e nere, segnatamente nelle regioni argil-
per l’indigestione delle frutta imma- lose, che sono molto distese, potrebbe
ture. Come negli altri paesi montani i ridursi a maggiore idoneità se fosse
beni sono molto distribuiti in P., e quasi temperato con arte saggia. Ma l’arte è
tutti hanno qualche proprietà. Le mal conosciuta; e non studiandovi so-
serve e i servi fanno economia, quelle pra quelli che hanno intelligenza, i co-
per aver propria la casa, questi per loni ploaghesi non fanno più, che
aver il giogo. Professioni. Approssima- quello che han veduto fare i loro mag-
tivamente le persone applicate alle di- giori. Orticultura. In altro tempo solo
verse professioni sono ne’ seguenti nu- pochissime specie erano coltivate ne’
meri: agricoltori, compresi anche i gar- cortili della case secondo il gusto de’
zoni, 900; pastori, compresi parimenti i proprietari e quanto poteva essere al
servi, 350, mestieranti, cioè esercenti suo uopo; ondeché quelli che non
quelle arti che sono di necessità, fab- aveano il luogo o il comodo di far que-
bri-ferrari, muratori, falegnami, scar- sta coltivazione, se abbisognavano di
pari, sarti ecc. 100; negozianti 20; mer- qualche prodotto ortense dovevano
canti di vari generi 15. I ploaghesi sono comprarlo da Sassari. Or le cose van
laboriosi e mostrano alcuni certo spi- meglio e in molti siti adatti fuori del
rito d’industria. Le donne studiano paese si coltivano molte specie, quante

335

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 341


Ploaghe

sono coltivate negli orti di Sassari, e si nità. Il caseificio è secondo i metodi


hanno copiosi e ottimi prodotti per la tradizionali, epperò i prodotti che do-
consumazione del paese. Vigne. Una vrebbero essere di gran bontà per ca-
grande estensione di terreno è occu- gione della bontà de’ pascoli naturali,
pata dal vigneto; ma molte sono mal si- sono poco riputati. Si può solo far ecce-
tuate, e quasi tutte mal curate e scarse zione per quei formaggi scelti, che di-
di quelle tante varietà che sono nel vi- cono fresas, i quali sono veramente gu-
gneto di Sassari. Le vigne sono quasi stosi. Apicoltura. Questo è un altro
tutte piccole, perché quasi tutti hanno ramo d’industria, che potrebbe frut-
la propria e i principali più d’una. Ora tare assai, e che nondimeno è trascu-
se ne formano alcune grandi. La quan- rato, essendo pochi i bugni, i quali si
tità del vino che raccogliesi è più che soglion avere nei cortili. Commercio. I
sufficiente alla popolazione, cioè alla ploaghesi mandano i loro prodotti in
popolazione maschile, perché le Sassari e Orosei. I prodotti pastorali
donne non bevono, e se alcune ne as- sono distribuiti tra Sassari, Longone,
saggino ciò fanno in tutta segretezza. ed Orosei, per il consumo della città o
Siccome il vino è superiore alla consu- per l’esportazione dal porto di Torre,
mazione, cosı̀ una parte si distilla in di Longone o di Orosei. Si può compu-
acquavite e in alcool e si fanno di rosoli tare che si ricavi da’ cereali dalle 80
e altre bibite piacevolissime ai dilet- alle 100 mille lire nuove; da’ prodotti
tanti de’ liquori, che fortunatamente pastorali 25 mila; da altri minori arti-
sono pochi. In generale i ploaghesi coli da 15 a 20 mila lire».
sono sobri e non mancano gli astemi. & ECONOMIA Le attività di base dell’e-
Alberi fruttiferi. Le specie più comuni conomia di P. sono l’agricoltura, in par-
sono fichi, susini, pomi, mandorli, ticolare la cerealicoltura, la frutticol-
noci, peri e peschi. Il numero delle tura, la viticoltura, l’olivicoltura, e l’al-
piante in rispetto alla popolazione è levamento del bestiame, soprattutto
poco notevole, ma già anche in questa bovini e suini, in misura minore ovini,
parte comincia a operare l’industria. caprini ed equini. Negli ultimi decenni
Pastorizia. Il bestiame manso de’ ploa- si sta sviluppando anche l’attività in-
ghesi consiste approssimativamente in dustriale che è di qualche rilievo nel
buoi da lavoro 1300, vacche mannalite settore alimentare e in quelli della la-
co’ loro vitelli e vitelle 200, majali 800, vorazione del legno e del sughero,
cavalli e cavalle 550, giumenti 800, e della metallurgia. È sufficientemente
forse 1000, i quali servono per maci- organizzata la rete di distribuzione
nare il grano per la provvista delle par- commerciale. Vi operano anche un al-
ticolari famiglie, e per trasportare in bergo con 11 posti letto, un’azienda
paese dalle mandre il prodotto giorna- agrituristica con 5 posti letto e 3 risto-
liero delle greggie e degli armenti. I ranti a sostegno del nascente turismo.
molini idraulici sono pochi, e dopo Artigianato. Si tramanda ancora in al-
gran siccità fan poco lavoro per scar- cune famiglie del paese la tradizione
sezza d’acqua. Il bestiame rude consiste della tessitura domestica di tappeti e
in vacche 1600, capre 1500, cavalle 600, altri manufatti di pregio, utilizzati
porci 1800, pecore 30 000. La veterina- oggi come arredi ornamentali. Servizi.
ria è sconosciuta, e son rari che sap- P. è collegato da autolinee e dalla ferro-
piano in parte come si debban regolare via agli altri centri della provincia. Di-
per conservare gli animali in buona sa- spone di Pro Loco, stazione dei Carabi-

336

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 342


Ploaghe

nieri, medico, guardia medica, farma- E AMBIENTALE In questi ultimi anni P.


cia, scuola dell’obbligo, sportello ban- è stato interessato da una forte espan-
cario. sione edilizia, ma ha comunque con-
& DATI STATISTICI Al censimento del servato nel suo centro storico il tessuto
2001 la popolazione contava 4799 unità, tradizionale. Lungo le sue strade, in-
di cui stranieri 46; maschi 2382; fem- fatti, è possibile trovare ancora le tipi-
mine 2417; famiglie 1822. La tendenza che case in pietra, a più piani, dette a
complessiva rivelava una diminuzione palattu. Il complesso principale è
della popolazione, con morti per anno quello che ha al centro la chiesa par-
47 e nati 32; cancellati dall’anagrafe 87 rocchiale. Questa è un edificio barocco
e nuovi iscritti 66. Tra i principali indi- dedicato a San Pietro, ha una sola na-
catori economici: imponibile medio vata, cappelle laterali e presbiterio ab-
IRPEF 15 818 in migliaia di lire; versa- bellito da un coro ligneo del secolo
menti ICI 1972; aziende agricole 472; XVII. All’interno è custodita una tavola
imprese commerciali 218; esercizi dipinta dedicata alla Sacra Famiglia
pubblici 23; esercizi al dettaglio 84; attribuita al Maestro di Ozieri. Nella
ambulanti 19. Tra gli indicatori sociali: vicina canonica è allestita una pinaco-
occupati 1420; disoccupati 91; inoccu- teca costituita da una cinquantina di
pati 277; laureati 94; diplomati 535; con dipinti donati da Giovanni Spano al
licenza media 1340; con licenza ele- suo paese natale. Tra le altre opere un
mentare 1381; analfabeti 92; automezzi San Domenico del Traini, una Sacra Fa-
circolanti 1738; abbonamenti TV 1258. miglia di Filippo Lippi, San Francesco
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- e San Michele di Michele Cavaro e di-
ritorio conserva numerose testimo- pinti di maestri fiorentini e tedeschi
nianze archeologiche, in particolare del secolo XV. All’esterno, in un sugge-
del periodo prenuragico, tra le quali stivo portico, si trova un cimitero del
le domus de janas di Cantarisone, Gio- secolo XIX le cui lapidi sono state tutte
gante e Monte Pertosu. Del periodo nu- dettate in lingua sarda. Nella piazza
ragico, invece, rimangono i nuraghi della parrocchia si affacciano anche
Ascusa, Attentu, Badde Arulas, Biso- due oratori: quello di Nostra Signora
sca, Chervos Migosos, Conca de Orza- del Rosario e quello di Santa Croce. Il
stru, Crabas, Curzu, Don Mighele, Fi- primo, costruito nel secolo XVII, è
gosu, Funtana de Pedra, Funtana stato recentemente restaurato; al suo
Manna, Imbiligu, Mandras, Padre interno sono custoditi alcuni arredi li-
Monza, Palaesi, Pedru Iscudu, Pen- gnei del Seicento splendidamente in-
tuma, Piredu, Pranu ’e Filighe, Regos, tagliati. Il secondo è stato costruito nel
San Michele, Sos Pianos, Su Laccu. Tra secolo XVI in forme tardogotiche, ha
tutti il più interessante è il nuraghe At- l’impianto a una navata e al suo interno
tentu, che si trova nelle campagne vi- conserva alcune interessanti statue li-
cine al paese. È importante anche per- gnee del secolo XVII. Tra gli altri inte-
ché nel 1874 Giovanni Spano, nativo ressanti edifici del centro abitato è an-
del luogo, lo scavò con molta atten- che la chiesa di San Timoteo, costruita
zione applicando per la prima volta in in forme tardogotiche alla fine del se-
Sardegna moderni criteri stratigrafici. colo XVI e ripetutamente ristrutturata
Di un certo rilievo sono anche i villaggi nel corso dei secoli successivi. Nel
nuragici di Nieddu e di Martine. 1823 fu chiusa al culto e divenne una
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE scuola; agli inizi del Novecento fu per

337

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 343


Ploaghe

qualche tempo sede del veterinario co- pagne di P. sono individuabili anche al-
munale; nel 1930 fu restaurata e ria- cuni siti di rilievo naturalistico, tra
perta al culto. Altra chiesa è quella di questi il monte Santa Giulia (617 m),
Sant’Antonio da Padova del secolo meta di escursioni.
XVII; ha una sola navata completata & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una
da alcune cappelle laterali, costruite delle feste più significative si svolge
in periodi successivi; al suo interno nella prima domenica d’agosto in
conserva alcune pregevoli opere in le- onore della Madonna degli Angeli. I fe-
gno intagliato, tra le quali un altare, un steggiamenti durano tre giorni durante
tabernacolo monumentale e il pulpito, i quali a momenti di religiosità si alter-
tutti risalenti al secolo XVII. Da un cor- nano manifestazioni folcloristiche e la
ridoio che si apre sul lato destro della gara poetica. La festa più importante,
navata si accede al convento dei Cap- tuttavia, è quella del 15 agosto, ed è la
puccini, che fu chiuso nel 1866. Anche processione dei Candelieri, rito che ha
le campagne di P. sono ricche di impor- origini antiche e che richiama quello
tanti edifici, tra questi la chiesa di San- che il giorno prima si svolge a Sassari
t’Antonio di Salvenor, costruita tra il e a Nulvi. A P. i candelieri sono due,
1200 e il 1225 in forme romaniche per i uno legato alla categoria degli agricol-
monaci vallombrosani. Ha una aula tori e l’altro a quella dei pastori, e ven-
mononavata e absidata costruita in gono fatti sfilare per le vie del paese
conci bianchi e rossi a linee alternate. anche il giorno del Corpus Domini.
Subı̀ restauri nel corso del secolo XV e Ploaghe, diocesi di Diocesi suffraga-
successivamente. La chiesa di San Mi- nea di quella di Sassari. Conosciuta a
chele di Salvenor fu eretta da Mariano partire dal secolo XI, fu unita a quella
II di Torres per i Vallombrosani tra il di Sassari nel 1526. La sua giurisdizio-
1110 e il 1130 nei pressi dell’abitato, in ne si stendeva sulle parrocchie dei vil-
forme romaniche. Fu rimaneggiata laggi di Bedos, Briaris, Cargeghe, Co-
nella prima metà del secolo XIII drongianos, Encontra (Contra), Flori-
quando fu costruito il campanile. Ha nas, Ilvossa, Muros, Muscianu, Noraja,
pianta a croce commissa, ha una sola Ostana, Ploaghe, Putifigari, Saccargia,
navata che termina in un transetto a tre Salvennor, Seve, Urgeghe, Vaiolis.
absidi con volte a botte. La facciata, VESCOVI DI PLOAGHE
alta e stretta, è partita da lesene, i fian- 1. Giorgio Maiule, resse la diocesi dal
chi sono scanditi da una cornice di ar- 1063 al 1082. 2. Franco, resse la diocesi
chetti. All’interno custodiva una statua dal 1073 al 1082. 3. Pietro, reggeva la
di San Michele del Quattrocento valen- diocesi nel 1112. 4. Costantino Berrica,
zano. Anche la chiesa di San Seba- resse la diocesi dal 1125 al 1127, anno
stiano Martire è situata a breve di- in cui fu nominato arcivescovo di Tor-
stanza dall’abitato; fu costruita nella res. 5. Gualfredo, reggeva la diocesi nel
prima metà del secolo XVI e restaurata 1127. 6. Pietro de Canneto, reggeva la
totalmente nel 1810. Ha l’impianto a diocesi prima del 1134, anno in cui fu
una sola navata completata da un am- nominato arcivescovo di Torres. 7. Gio-
pio locale adibito a sacrestia; la coper- vanni, resse la diocesi dal 1139 al 1146.
tura è con volta a botte. All’esterno, ad- 8. Costantino de Lella, reggeva la dio-
dossate alla chiesa, si trovano alcune cesi nel 1170. 9. Giusto di Salvennor,
cumbessı̀as utilizzate durante i festeg- resse la diocesi dopo il 1170. 10. Stefano
giamenti in onore al santo. Nelle cam- Scarpa. 11. Gosantino Tonchelli. 12.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 344


Podatario

Anonimo, venne assassinato nel 1203. bone, era canonico di Sorres quando fu
13. Riceto, reggeva la diocesi nel 1215. nominato vescovo nel 1466. 42. Ano-
14. Oberto, reggeva la diocesi nel 1237. nimo, cui scrisse Paolo II nel 1468. 43.
15. Anonimo, cui scrisse Gregorio IX Basilio, resse la diocesi tra il 1476 e il
nel 1240. 16. Anonimo, reggeva la dio- 1488. 44. Bartolomeo Phatos, reggeva la
cesi nel 1244. 17. Anonimo, cui scrisse diocesi nel 1488. 45. Anonimo, cui
Innocenzo IV nel 1247. 18. Anonimo, scrisse Innocenzo VIII nel 1491. 46.
cui scrisse Innocenzo IV nel 1248. 19. Giovanni Cardona, apparteneva all’or-
Anonimo, cui scrisse Innocenzo IV nel dine degli Eremitani di Sant’Agostino,
1253. 20. Anonimo, cui scrisse Alessan- resse la diocesi dal 1495 al 1526.
dro IV nel 1255. 21. Domenico, reggeva Plubium Antica località. L’identifica-
la diocesi nel 1269. 22. Arsotto, resse la zione di Plubium con un centro antico
diocesi tra il 1278 e il 1289. 23. Rainerio, di età romana ubicato presso l’attuale
resse la diocesi tra il 1290 e il 1309. 24. Ploaghe sembra doversi abbandonare.
Comita, reggeva la diocesi nel 1326. 25. Nella seconda metà dell’Ottocento uno
Pietro, era canonico di Torres quando studioso insigne come Ettore Pais so-
nel 1326 fu nominato vescovo, resse la stenne l’identificazione della Ploubiòn
diocesi fino al 1334. 26. Francesco, Pòlis di Tolomeo con Ploaghe, ipotesi
resse la diocesi dal 1342 al 1352. 27. Rai- tuttora seguita da alcuni studiosi, ma
mondo, era arciprete di Torres quando restano forti e legittimi dubbi. La carta
nel 1352 fu nominato vescovo, resse la della Sardegna di Tolomeo riporta
diocesi fino al 1361. 28. Bernardo, era chiaramente Pluvium (o Plubium) op-
arcidiacono di Mazzara quando nel pidum a sud dell’attuale capo Testa
1361 fu nominato vescovo, nel 1368 fu (Errebantium Promontorium) e a est di
nominato arcivescovo di Torres. 29. Iuliola, e cosı̀ viene riportata nei più
Andrea, era vescovo di Castoria recenti e autorevoli studi sulla strada-
quando nel 1368 fu trasferito a Ploa- ria e toponomastica romana. Le Carte
ghe, resse la diocesi fino al 1370. 30. d’Arborea, i celebri falsi costruiti nel
Ugo Terrisonis, apparteneva all’or- 1845, riportavano il singolare racconto
dine dei Domenicani, resse la diocesi di un ploaghese inesistente, Francesco
dal 1370 al 1373, anno in cui fu trasfe- di Castro, sulla storia di Publium, an-
rito a Castellamare di Stabia. 31. Mar- tica Ploaghe, luminosa anticipazione
tino di Narnia, resse la diocesi dal 1373 dell’immaginario archeologico e del-
al 1377. 32. Giovanni, reggeva la diocesi l’invenzione etnico-territoriale.
nel 1386. 33. Serafino, reggeva la dio- Plumbaria Insula = Molibodes Nesos
cesi dopo il 1386. 34. Pietro, reggeva la Podatario Ufficiale dell’amministra-
diocesi nel 1397. 35. Anonimo, reggeva zione feudale. La carica compare nel
la diocesi nel 1390. 36. Santo De Ferra- corso del secolo XVII, quando i feuda-
ria, apparteneva all’ordine dei Dome- tari per amministrare i loro feudi isti-
nicani, resse la diocesi tra il 1430 e il tuirono una vera e propria burocrazia.
1442. 37. Marco, era arciprete di Ploa- Di regola era nobile, doveva essere lau-
ghe quando nel 1443 fu nominato ve- reato in Legge ed esercitava il suo uffi-
scovo. 38. Nicola Basone, era arciprete cio a vita; dipendeva direttamente dal
di Bosa quando nel 1447 fu nominato feudatario e aveva poteri pressoché il-
vescovo. 39. Anonimo, cui scrisse Ni- limitati nel feudo. Era preposto princi-
colò V nel 1454. 40. Anonimo, cui palmente all’amministrazione del
scrisse Pio II nel 1459. 41. Basilio Gam- feudo; in particolare da lui dipende-

339

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 345


Podda

vano tutti gli official operanti nel feudo 1892-monte Zebio, Vicenza, 1917). Ser-
per la riscossione dei tributi e per l’or- gente maggiore di fanteria, medaglia
ganizzazione di tutte le altre attività d’oro al V.M. alla memoria nella prima
patrimoniali. Molto spesso le sue fun- guerra mondiale. Contadino, non an-
zioni erano riunite nelle mani del regi- cora diciassettenne emigrò in Francia.
dor (=). Chiamata la sua classe alle armi, rien-
Podda Famiglia cagliaritana (secc. trò in Italia arruolandosi nel 75º Reggi-
XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono mento Fanteria. Il suo nome divenne
alla seconda metà del secolo XVIII; ap- popolare nel reggimento quando, non
parteneva alla borghesia e godeva di pratico di nuoto, si gettò in mare per
una discreta condizione economica. salvare una giovinetta che aveva ten-
Ottenne il cavalierato ereditario e la tato di suicidarsi. Allo scoppio della
nobiltà nel 1821 con un Diego, la cui guerra, col grado di sergente maggiore,
discendenza si estinse nel corso del se- venne trasferito al 151º della Brigata
colo XIX. ‘‘Sassari’’. Nel combattimento sulle
pendici del monte Zebio chiedeva di
Podda, Diego Magistrato (Cagliari, se-
far parte della prima ondata e cadeva
conda metà sec. XVIII-ivi 1839). Conse-
nell’assalto. La motivazione della me-
guita la laurea in Giurisprudenza en-
daglia d’oro al V.M. dice: «Comandante
trò in magistratura; fu avvocato fiscale
di un plotone zappatori formante parte
in diversi processi contro i seguaci di
della prima ondata d’assalto, si slanciò
Giovanni Maria Angioy, dopo la scon-
alla conquista di una trincea avversa-
fitta e l’espatrio dell’Alternos. Nel 1806
ria, penetrandovi per primo. Ferito
venne nominato giudice della Reale
alla testa, mentre con pochi uomini
Udienza; in seguito si interessò dei
tentava di catturare un gruppo di ne-
problemi della leva e studiò a fondo il
mici, continuò a combattere incitando
problema dell’abolizione dei feudi.
con l’esempio e la parola i suoi uomini
Podda, Felice Magistrato (Bari Sardo, alla lotta. Ferito una seconda volta alla
prima metà sec. XVIII-Cagliari 1816). gamba, dopo essersi fatto medicare,
Dopo essersi laureato in Giurispru- tornò al suo posto d’onore e col vigore
denza, si stabilı̀ a Cagliari dove di- che ancora gli restava cooperò a re-
venne sindaco del quartiere di Villa- spingere gli attacchi avversari, finché,
nova. Fu tra i protagonisti del triennio ferito nuovamente a morte, cadde alla
rivoluzionario: nel 1795 firmò la Rap- testa del suo plotone. Fulgido esempio
presentanza al re sull’uccisione di Gi- delle più alte virtù militari. (Monte Ze-
rolamo Pitzolo e il Ragionamento giu- bio, 10 giugno 1917)».
stificativo sui moti cagliaritani. Nello
stesso anno fu nominato giudice della Podda, Ferruccio Imprenditore (n. Ca-
Reale Udienza. Su posizioni moderate, gliari 1926). Partendo da una modesta
dopo la sconfitta di Giovanni Maria An- latteria e gradualmente impegnando
gioy prese parte alla repressione dei nel lavoro moglie e figli, in alcuni de-
moti e nel 1809 fu inviato in Gallura cenni ha creato una solida impresa in-
per pacificare la popolazione ancora dustriale nel settore lattiero-caseario
in tensione. In seguito fece parte del arrivando a lavorare 100 000 l di latte
collegio che giudicò i cittadini accusati al giorno. I suoi formaggi vengono
di aver preso parte alla congiura di Pa- esportati con successo in tutto il
labanda. mondo.
Podda, Ferdinando Militare (Loceri Podda, Giorgio Illustratore (n. Serra-

340

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 346


Poddighe

manna 1953). Pittore da più di tren- gliatti subı̀ un grave attentato. Anche
t’anni, vive e lavora a Cagliari, occu- nell’isola reazioni molto accese, ‘‘Alma-
pandosi anche di grafica pubblicitaria nacco di Cagliari’’, 2000; Renzo Laconi,
e illustrazione. un’idea di Sardegna, 2001; Ajò a su
Poettu!, 2003.
Podda, Girolamo Religioso (Cagliari,
seconda metà sec. XVIII-ivi 1803). Ap- Poddighe Famiglia di Bosa (secc. XVII-
partenente ai Frati minimi di San XIX). Le sue notizie risalgono alla se-
Francesco, quando ancora non aveva conda metà del secolo XVII. Ottenne il
preso i voti, nel 1801 venne arrestato cavalierato ereditario e la nobiltà nel
perché sospettato di aver organizzato 1710 con un Francesco P. Serra. I suoi
una congiura tesa a provocare a Ca- discendenti si stabilirono a Oristano e
gliari una ribellione simile a quella si estinsero agli inizi del secolo XIX.
del 1794. Durante la prigionia fu co- Poddighe, Giammaria Popolano (Tre-
stretto a firmare una confessione e a snuraghes, prima metà sec. XVII-?).
stilare una lista con i nomi di persone Uomo coraggioso e abile, quando nel
che avevano preso parte alla congiura. 1684 una spedizione di corsari barba-
Morı̀ in carcere per il dolore. reschi sorprese gli abitanti di Magoma-
das facendone prigionieri un gran nu-
Podda, Giuseppe Giornalista e scrit-
mero, egli guidò i suoi compaesani al-
tore (n. Cagliari 1930). Comunista mili-
l’assalto dei predoni. Con grande co-
tante fin da giovanissimo, è diventato
raggio contribuı̀ alla loro sconfitta libe-
giornalista professionista nel 1969.
rando i prigionieri e recuperando il
Dopo aver esordito come critico cine-
bottino. Il Lamamora scrive che ai suoi
matografico in ‘‘Pattuglia’’, diretto da
tempi i discendenti dell’eroico popo-
Enrico Berlinguer e Gillo Pontecorvo,
lano conservavano ancora una ban-
ha fatto parte della redazione de ‘‘l’U-
diera strappata in quell’occasione ai
nità’’ per trentacinque anni; ha diretto
corsari.
‘‘Rinascita Sarda’’ (=) per quasi ven-
t’anni. Ha collaborato con altri perio- Poddighe, Grazia Maria Poetessa,
dici a livello nazionale, specializzan- scrittrice (n. Sassari 1946). Insegnante
dosi soprattutto in storia del cinema e di scuola media superiore e poi diri-
nella narrazione delle tradizioni popo- gente scolastica, ha esordito come poe-
lari della Cagliari di altri tempi (tra cui tessa con le raccolte Ombre del tempo,
un programma di Radio Cagliari con 1975, e Umana ragnatela, 1976, cui ne
Luciana Pirastu, ‘‘Cagliari oh cara!’’). sono seguite varie altre. In seguito è
Tra i suoi scritti: La televisione arrivò passata al racconto, con La miniera
in Sardegna il 31 dicembre 1956, ‘‘Sar- (1995), quindi sono venuti i romanzi, il
degna fieristica’’, 1994; Le filodramma- più recente è La regina dei Shardana,
tiche a Cagliari negli anni Trenta, ‘‘Al- 2005. Tra le opere a carattere saggi-
manacco di Cagliari’’, 1994; Sardegna stico: Grazia Deledda e autori sardi con-
1940-45. La guerra, le bombe e la libertà. temporanei, 1993. Nicola Tanda ha
I drammi e le speranze nel racconto di scritto che come poetessa mostrava
chi c’era (con M. Brigaglia), 1994; Ca- sin dalle prime prove di «saper nutrire
gliari 1921: nasce il Partito Comunista, il procedere analogico di sapienza pro-
‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1996; Cagliari sodica e di echi sonori più che seman-
al cinema, 3 volumi (con un saggio in- tici».
troduttivo di Giuseppe Fiori), 1997, Poddighe, Salvatore Operaio, poeta
1998, 2004; Il 4 luglio 1948 Palmiro To- (Sassari 1871-Iglesias 1938). Autodi-

341

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 347


Poddigue

datta, dopo aver fatto molti mestieri, si posto sotto la dipendenza di Genova, fu
trasferı̀ a Iglesias dove lavorò come mi- genovese. La stessa magistratura,
natore per alcuni anni. Il suo nome è però, fu mantenuta anche sotto l’ammi-
legato a un poemetto in lingua sarda in nistrazione catalana e successiva-
ottava rima, La Mundana Commedia, mente spagnola in luogo del veguer; in
stampato a Iglesias nel 1924, nel quale altri termini, divenne il rappresen-
trattò l’origine della povertà conside- tante del re nella città.
randola come conseguenza di un’ingiu-
Poesia orale La Sardegna ha una lunga
sta diffusione della ricchezza. Pub-
tradizione di poesia orale, per il sem-
blicò i suoi versi tra il 1917 e il 1918 a
plice fatto che buona parte della popo-
Iglesias ottenendo notevole successo
lazione era analfabeta. Inoltre, se-
negli ambienti operai; durante il fasci-
condo una intuizione di Michelangelo
smo nel 1935 il testo fu sequestrato. Si
Pira, sviluppata da Salvatore Tola (La
tolse la vita a Iglesias nel 1938.
poesia dei poveri, 1997), l’impossibilità
Poddigue Famiglia di Scano di Monti- di accedere alla scrittura induceva i
ferro (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie sardi a rimpiazzarla con i versi, che
risalgono al secolo XVIII. Nel 1799 ot- grazie al metro e alla rima facilitavano
tenne il cavalierato ereditario e la no- la memorizzazione e davano quindi
biltà con il notaio Agostino P. Pes, uno stabilità e trasmissibilità al testo.
dei più decisi oppositori dei moti anti- Molta parte della produzione orale è
feudali. andata ovviamente perduta, ma sin
Poddine Rattu, Rossana Studiosa di dalla prima metà dell’Ottocento ha
storia (Cagliari, prima metà sec. XX- avuto inizio un lavoro di recupero e
ivi 1999). Dopo aver conseguito la lau- trascrizione dei testi ‘‘volanti’’, lavoro
rea in Lettere, si dedicò all’insegna- che non ha avuto ancora termine e si
mento nella scuola media e, dopo il accompagna ancora oggi agli studi di
1960, divenne preside. Studiosa di sto- storia locale e alle indagini sulla cul-
ria moderna, si occupò in particolare tura popolare. La grande tradizione
del periodo sabaudo in Sardegna. È orale ha influito a lungo sulla poesia
morta a Cagliari nel 1999. La sua opera scritta, e favorisce ancora oggi la so-
piı̀ importante è Biografia dei viceré sa- pravvivenza della gara poetica nella
baudi del regno di Sardegna (1720-1848), forma della poesia improvvisa, ancora
pubblicata a Cagliari nel 1962 e ristam- molto apprezzata specie in area logu-
pata nel 2005 su iniziativa dell’Associa- dorese. L’uso di scambiare battute in
zione Araldica Genealogica Nobiliare versi esisteva evidentemente da tempo
Regionale, con presentazione di Aldo immemorabile. Giovanni Spano dava
Accardo. nel 1840 il lungo elenco «dei più rino-
Podestà Magistrato sassarese. La ca- mati poeti, improvvisatori ed improv-
rica è registrata, con questo nome, su- visatrici» di cinque paesi, ma aggiun-
bito dopo la costituzione della città in geva che altrettanto si sarebbe potuto
Libero Comune. Fino a che il Comune fare per tutti gli altri villaggi dell’isola
sassarese fu dipendente da Pisa, il po- perché, «sebbene piccoli, pure raro è
destà fu il rappresentante della città quello che non abbia avuto più o meno
toscana in seno all’amministrazione il numero di questi». La gara logudo-
comunale. Era pisano e venne desi- rese ha avuto maggiore successo, e pe-
gnato per la prima volta nel 1272. Dopo riodi di grande splendore, grazie an-
il 1293, quando il Comune di Sassari fu che all’iniziativa di un poeta estempo-

342

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 348


Poetto

raneo che, per ridurne l’occasionalità gnamento (cunsonu) di tre voci, cosı̀
e darle maggiore dignità formale, ne ha che resta stretto il legame tra questa
saputo fare un’esibizione pubblica, forma d’arte e quella del coro ‘‘a te-
componente immancabile di ogni festa nore’’ (composto di quattro voci: boghe
patronale. Si tratta dell’ozierese Anto- o tenore, che in questo caso è l’improv-
nio Cubeddu (1863-1955) che, come visatore, mesa ’oghe, ‘‘mezza voce’’ o
avrebbe ricordato in seguito, fece la falsetto, basciu, ‘‘basso’’ e contra, ‘‘bari-
sua ‘‘invenzione’’ alla fine dell’Otto- tono’’). Questo tipo di ‘‘gara’’ è tipico
cento, per la precisione nel 1896: «Pro dell’area logudorese ma è apprezzato
inizziativa mia rara / amus fattu sa anche in quella campidanese, che
prima bella gara» (Per una mia felice pure conserva alcune sue forme speci-
iniziativa – abbiamo disputato la prima fiche di poesia estemporanea; anche
bella gara). La gara poetica logudorese in Gallura si trovano persone capaci di
si svolge ancora oggi secondo lo partecipare a una gara o dispùtta, o di
schema messo a punto in quell’occa- recitare lu brı̀nghisi (il brindisi) nel
sione: ha inizio con un esordio nel corso di una festa conviviale.
corso del quale i partecipanti, che
sono di solito due o tre, esprimendosi
attraverso ottave di endecasillabi si
presentano, salutano il pubblico e av-
viano il discorso su argomenti offerti
dall’occasione. Al termine il comitato
organizzatore predispone un sorteggio
dal quale escono i temi dei quali de-
vono discutere nella parte centrale e
più significativa della manifestazione,
sempre in ottave e in contrapposizione
l’uno con l’altro. Se sono due, questi Poetto – Veduta della spiaggia.
temi possono essere, per fare qualche
esempio, la bellezza e la virtù, il sudore Poetto Spiaggia di Cagliari. Chiude la
e la lacrima, la mente e il cuore, oppure laguna di Molentargius (=) e si affaccia
l’aratro e la penna, la nuora e la suo- per quasi 13 km sulla parte orientale
cera ecc.; se sono tre, il cielo, la terra e del golfo degli Angeli. La sua caratteri-
il mare, l’arte, la natura e la scienza stica principale era costituita da una
ecc. La discussione si protrae per sabbia bianca e finissima che la ren-
un’ora circa, quindi viene assegnato deva singolare; purtroppo negli ultimi
un secondo tema. La conclusione vede anni, a causa delle mareggiate e per la
i poeti impegnati ancora nelle duinas, speculazione, la sabbia è stata erosa e
distici con i quali concorrono a com- malauguratamente sostituita con una
porre ottave a tema libero, e nelle quar- sabbia più scura che ha alterato le sue
tinas ovvero strofe di quattro endeca- caratteristiche basilari. L’operazione,
sillabi; infine si congedano, facendo ri- detta di ripascimento, ha sollevato infi-
ferimento all’occasione dell’incontro nite polemiche ed è ancora oggi og-
e, se del caso, al santo della festa, con getto di un contenzioso legale. La loca-
un sonetto caudato. L’improvvisazione lità fu valorizzata come spiaggia a par-
si svolge a mezzo tra la recitazione e il tire dagli anni Venti del Novecento,
canto, ed è intercalata dall’accompa- quando i cagliaritani abbandonarono

343

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 349


Poggi

la tradizionale spiaggia di Giorgino. nome richiama la pòglina, la farina


Collegata alla città da una linea di usata per la panificazione di qualità),
tram e da una confortevole strada car- alcuni decenni fa fu la sede della fa-
rozzabile, divenne la meta di indimen- mosa organizzazione paramilitare di
ticabili stagioni. Vi furono costruiti al- Stay-behind conosciuta come ‘‘Gladio’’.
cuni stabilimenti balneari, le cui ter- Concluse le vicende che la posero alla
razze a mare negli anni Trenta anima- ribalta nazionale, è ridiventata la meta
rono la vita mondana della città. So- tranquilla di un turismo locale.
prattutto, però, fuori degli stabilimenti Poiana = Zoologia della Sardegna
furono costruiti coloratissimi capanni
di legno (i ‘‘casotti’’) di proprietà pri- Poisson, Jean Michel Storico medio-
vata, che divennero la base per inter- evalista (n. Parigi 1949). Studioso di
minabili vacanze di alcune famiglie arte militare e di castelli, nel 1983 ha
che fin dagli inizi della stagione estiva guidato una sessione della École fran-
ne facevano la loro residenza fissa. çaise di Roma alla ricerca del castello
Scoppiata la guerra la magnifica spiag- di Castro a Oschiri. Ha dedicato alla
gia rimase deserta per alcuni anni, ma Sardegna alcuni scritti, Habitat et forti-
nel dopoguerra riprese vita e si andò fications en Sardaigne medioévale, in
trasformando. In una delle molte tra- Habitats fortifiés et organisation de l’e-
sformazioni, purtroppo, furono demo- space en Méditerranée mediévale, 1983;
liti i magnifici capanni che tanto colore A Pise: église et état à la conquête de la
davano alla spiaggia. Oggi è ormai in- Sardaigne, ‘‘Cahiers de Civilisation
serita nel tessuto urbano di Cagliari e mediéval’’, XVII, 2, 1984; Menaces exté-
in quello di Quartu Sant’Elena: du- rieurs et mise en defense des zones côtiè-
rante la stagione ospita quotidiana- res de Sardaigne pendant le haut Moyen
mente più di centomila persone. Con i Age, ‘‘Castrum’’, 1987; Cronique des ac-
suoi stabilimenti, i suoi bar, i suoi risto- tivités de l’école française a Castro-
ranti si è ormai affermata come punto Oschiri, ‘‘Mélanges de l’École française
di riferimento della vita cittadina. Il de Rome’’, 1988; Castelli medioevali di
suo magnifico golfo, inoltre, da qual- Sardegna: dati storici e dati archeolo-
che anno è luogo privilegiato per atti- gici, ‘‘Archeologia medioevale’’, XVI,
vità veliche di livello nazionale e inter- 1989; L’érection de châteaux dans la Sar-
nazionale. daigne pisane et ses conséquences sur la
réorganisation du réseau des habitats,
Poggi, Francesco Insegnante, stu- 1990.
dioso di tradizioni popolari (seconda
Pola, Sebastiano Sacerdote, storico
metà sec. XIX). Professore di Lettere a
(Torralba 1881-Sassari 1959). Dopo gli
Nuoro dal 1893, nei suoi anni di sog-
studi liceali al Liceo ‘‘Azuni’’ di Sas-
giorno in Sardegna raccolse copiosa
sari, ordinato sacerdote nel 1906, si
documentazione sulla poesia e sulle
laureò in Teologia nel 1909 e negli
tradizioni popolari dell’isola, cui de-
stessi anni si dedicò all’assistenza dei
dicò due raccolte, Usi nuziali nel centro
nascenti movimenti cattolici concor-
della Sardegna, 1894; Usi natalizi, nu-
rendo con l’avvocato Giovanni Zirolia
ziali e funebri della Sardegna, 1897.
e il vincenziano Giovanni Battista
Poglina Località balneare situata a Manzella a fondare il periodico sassa-
poca distanza da Villanova Monteleone rese ‘‘Libertà’’ (1910). Dal 1913 fu a
nella riviera del Corallo. Coperta da Roma per studiarvi lettere; scoppiata
una sabbia finissima e bianca (il suo la guerra vi prese parte come sottote-

344

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 350


Polano

nente della Brigata ‘‘Sassari’’, fu ferito sabaude, ‘‘Studi sardi’’, X-XI, 1952; due
a Monte Fior e decorato di medaglia di articoli, Preoccupazioni e timori del re
bronzo al V.M. Durante una licenza nel Carlo Emanuele III alla vigilia della
1916 si laureò in Lettere. Nel dopo- guerra di successione polacca e La
guerra tornò a Sassari e riprese l’inse- guerra di successione polacca e i temuti
gnamento nello stesso ‘‘Azuni’’ fino al pericoli per la Sardegna, entrambi in
1924, dedicandosi agli studi storici. ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVI, 1958;
Pubblicò nel 1923 quella che resta la Proposte di riforme civili, economiche e
sua opera più importante, I moti delle militari dirette a Torino dal viceré Bal-
campagne di Sardegna dal 1793 al 1802, biano, in Studi storici in onore di Fran-
dopo la quale entrò in polemica con lo cesco Loddo Canepa, I, 1959 (postumo);
storico ‘‘laico’’ Antonio Boi sull’inter- Progetti di costituzione repubblicana in
pretazione della vicenda di Giovanni Sardegna agli albori del Risorgimento,
Maria Angioy. Nel 1936 scrisse L’isola in La Sardegna nel Risorgimento, 1962
di Sardegna nei rapporti diplomatici (postumo).
Franco-Piemontesi dal 1795 al 1798, nel Polano, Luigi Riccardo Uomo politico
1937 conseguı̀ la libera docenza in Sto- (Sassari 1897-ivi 1984). Deputato al Par-
ria del Risorgimento. Caduto il regime lamento, senatore della Repubblica.
fu epurato; presto riabilitato, si tra- Socialista militante fin dal 1913,
sferı̀ a Genova dove riprese l’insegna- quando si iscrive alla Federazione gio-
mento nelle scuole superiori ed ebbe vanile socialista; dopo aver conseguito
l’incarico di Storia del Risorgimento il diploma di ragioniere nel 1917, si tra-
in quella Università. Morı̀ nell’Ospe- sferisce a Roma dove si segnala come
dale civile di Sassari. Il suo nome è le- giornalista dirigendo ‘‘L’avanguardia’’,
gato a molti studi importanti, apparsi organo della Federazione giovanile so-
in riviste scientifiche e in periodici. cialista italiana, e dove subisce il
Tra i suoi scritti: Gli autodafè della ve- primo arresto dopo una manifesta-
rità, ‘‘Libertà’’, 32, 1911; Moto antifeu- zione di donne contro la guerra. Nel
dale di Santulussurgiu (ottobre 1800), 1918 viene arrestato a Piombino per
‘‘La Regione’’, I, 4-5, 1922; Avanzi del- aver tenuto un comizio agli operai, an-
l’angioinismo contro Sassari, 1927; La cora militarizzati, delle acciaierie. Nel
politica agraria del regime e il problema gennaio 1919 è rappresentante della
sardo, ‘‘L’Isola’’, 1928; Problema agrario Camera del Lavoro di Roma nel Consi-
sardo e colonizzazione inter na, glio generale della CGL, dove sostiene
‘‘L’Isola’’, 30, 1929; Il principe di Cari- l’apertura della Confederazione agli
gnano in Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, V, anarchici. Nel febbraio aderisce uffi-
9, 1931; Giuseppe Garibaldi cittadino cialmente alla corrente massimalista
sassarese, ‘‘Mediterranea’’, VI, 3, 1932; e contribuisce a diffondere l’appello
L’isola di Sardegna nei rapporti Franco- di Lenin per la fondazione dell’Inter-
Piemontesi dal 1795 al 1798, voll. 2, nazionale comunista. Dopo il Con-
1935; Fuorusciti sardi e agenti francesi gresso di Livorno (1921) è eletto nel Co-
per una nuova descente en Sardaigne, mitato centrale della FGCI e del Par-
‘‘Rassegna storica del Risorgimento’’, tito Comunista d’Italia. Nel 1922 è a
1937. Francia, Corsica e Sardegna nel- Trieste come redattore capo del quoti-
l’ultimo periodo della rivoluzione 1799- diano ‘‘Il Lavoratore’’. Arrestato e co-
1803, ‘‘Studi sardi’’, V, 1-2, 1941; I moti stretto a tornare in Sardegna, nel 1924
cagliaritani del 1794 e le preoccupazioni espatria in Francia e subito dopo in

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 351


Polano Piras

URSS. Incaricato di diverse missioni, degna prima della espulsione dei Gesuiti
nel 1936 è in Spagna con la moglie Ma- 1842-1848, in Ottocento romantico e ci-
ria Polano Piras (=), che lavora come vile. Studi in memoria di Ettore Passerin
interprete presso le Brigate interna- d’Entreves, 1993.
zionali. Nel 1941, da una emittente la Poliedro Casa editrice fondata e Nuoro
cui localizzazione non è mai stata rive- nel 1995. Riserva particolare atten-
lata, interrompe le trasmissioni del- zione alla pubblicazione di testi di nar-
l’EIAR (Mario Appelius, il giornalista rativa e di storia dell’arte. Tra le inizia-
fascista che è la sua vittima preferita, tive più importanti una collana di libri
lo chiamerà ‘‘Lo Spettro’’). Nel giugno di foto d’arte e una di narrativa con-
1945 rientra in Italia. Segretario della temporanea. [MARIO ARGIOLAS]
Federazione comunista, viene eletto
deputato per le prime tre legislature Poligono Genere di piante erbacee o
repubblicane e nel 1964 subentra al Se- arbustive della famiglia delle Poligo-
nato a Velio Spano. nacee, caratterizzate da fusti segmen-
tati, con numerosi nodi, tanto che gene-
Polano Piras, Maria Patriota (Oristano ricamente sono chiamate ‘‘erba dai
1897-Sassari 1980). Moglie di Luigi Po- cento nodi’’ (in sardo erva ’e chentu no-
lano, lo seguı̀ nel suo esilio antifasci- dos). 1. Il p. marittimo (Polygonum ma-
sta; durante la guerra civile spagnola ritimum L.) è la specie più diffusa, pic-
fu con lui insieme con i consiglieri mi- cola pianta arbustiva dai fusti legnosi,
litari sovietici inviati a sostegno (e a ramosissimi, con portamento pro-
controllo) dell’esercito repubblicano. strato; le foglie sono piccole, senza pic-
Nelle retrovie del fronte fu impiegata ciolo, addossate allo stelo, verde
come interprete. Rientrò in Italia nel chiaro o grigiastre, nell’apice dei
1945. rami, mentre alla base sono presenti
Polastri, Marcello Speleologo e scrit- ciuffi di setole nodali (ocree), bruno-
tore (n. Cagliari 1978). Fin da ragazzo è rossastre; i fiori sono piccoli, poco evi-
stato attirato dal sistema di cavità sot- denti, bianchi con striature rosate;
terranee di Cagliari che ha studiato ap- molto diffuso, il p. marittimo cresce
profonditamente. Con gli anni ha con- sulle spiagge e sulle dune, contri-
tinuato i suoi studi, divenendo uno dei buendo a consolidarle, e fiorisce dalla
maggiori archeo-speleologi dell’isola. primavera sino a tutta l’estate. 2. Il p.
Attualmente è presidente dell’Associa- scopario (Polygonum scoparium Re-
zione regionale di archeologia esplora- quien ex Loisel.), meno diffuso, vive
tiva ed è autore di alcuni interessanti negli stessi ambienti del precedente;
lavori scientifici, tra cui Viaggio nella ha rami filiformi, flessibili, con foglie
città sotterranea, 1997 e Tuvixeddu vive molto piccole e fiori a spighe che com-
(con R. Copparoni e A. Pili), 1997. paiono tra aprile e luglio. Questa spe-
Polenghi, Simonetta Studiosa di sto- cie è inserita nell’elenco delle piante
ria della scuola (n. Milano 1960). Dedi- da sottoporre a vincolo di protezione in
catasi alla carriera universitaria, nel base alla proposta di L.R. n. 184/2001 ed
1996 è diventata ricercatore di Storia è un endemismo sardo-corso. 3. Centi-
della pedagogia. Attualmente lavora nodia (Polygonum aviculare L.). Nome
presso la Facoltà di Scienze della For- sardo: erba sterria. [MARIA IMMACOLATA
mazione dell’Università Cattolica di BRIGAGLIA]
Milano. È autrice di un saggio, Nota Polisportive Alcune delle più note e
sulla censura nelle università della Sar- antiche società sportive della Sarde-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 352


Polisportive

gna, che a partire dagli inizi del secolo Nuoro nel 1946 da Gonario Carossino,
XX hanno avuto il merito di diffondere ottenne risultati eccellenti nel campo
la pratica degli sport nell’isola, furono del sollevamento pesi a livello nazio-
chiamate ‘‘società p.’’ Esse iniziarono a nale e internazionale con atleti come
operare tra la fine dell’Ottocento e i Sebastiano Mannironi (=), Antonio
primi anni del Novecento, soprattutto Ticca e altri.
come aderenti alla Federazione della Polisportiva Gialeto. Fondata a Serra-
ginnastica. La ginnastica, infatti, con- manna da Francesco Murgia. Inizial-
sente di praticare, oltre gli sport affini,
mente si dedicò alla pratica del solle-
anche altri sport come il calcio, l’atle-
vamento pesi, dell’atletica e della gin-
tica leggera, la lotta e altre discipline,
nastica; alcuni anni dopo cominciò a
per le quali peraltro negli stessi anni si
occuparsi anche del ciclismo e del cal-
erano formate federazioni autonome.
Questa situazione si conservò fino al cio.
primo dopoguerra. Oltre all’Amsicora, Polisportiva Ilvarsenal. Fondata a La
che senza dubbio è quella di maggior Maddalena nel 1903 da Pietro Sabatini.
prestigio, le più note sono: Si dedicò in un primo tempo alla pra-
Polisportiva Arborea. Fondata a Ca- tica dell’atletica e della scherma, e nel
gliari nel 1900 da Angelo Pani, si spe- 1905 cominciò a occuparsi anche di
cializzò nella pratica della ginnastica, calcio.
del sollevamento pesi e della lotta. Il Polisportiva Iolanda. Fondata a Pirri
suo primo successo a livello nazionale nel 1900; dapprima come società gin-
arrivò nel 1922 con il pugile cagliari- nastica, in seguito organizzò la pratica
tano Efisio Lecis, che conquistò il ti- di altri sport.
tolo italiano dilettanti dei pesi piuma. Polisportiva Umberto I. Fondata a Mon-
Nel 1924 un altro atleta dell’Arborea, serrato nel 1900; oltre che la ginnastica
Graziano Corona, conquistò il titolo praticò l’atletica.
italiano di sollevamento pesi con un Polisportiva Savoia. Fondata a Sestu
braccio; nel 1928 arrivò il primo titolo nel 1900.
italiano nella lotta greco-romana con Polisportiva Torres. Fondata a Sassari
Riccardo Picciau, che vinse nella cate- nel 1903.
goria 56 kg. La tradizione dei grandi Polisportiva Josto. Fondata a Sassari
campioni riprese col lottatore e solle- nel 1903; fu la concorrente naturale
vatore di pesi Giovanni Cocco (=), più della Torres; oltre che nella ginnastica
volte campione italiano nel secondo si distinse anche nell’atletica leggera.
dopoguerra, e continuò negli anni suc- Polisportiva Ginnastica Ozieri. Fondata
cessivi con Antonio Loddo e Salvatore nel 1904 con una sorprendente sezione
Cocco, campione italiano di lotta femminile, promosse la pratica di tutti
greco-romana nel 1962. Nello stesso gli sport.
anno iniziò la sua prodigiosa carriera Polisportiva Iolao. Fondata a Iglesias
il ginnasta Sergio Massa, più volte cam- nel 1905.
pione italiano negli assoluti. In tempi Polisportiva Tharros. Fondata a Ori-
più recenti la tradizione è stata conti- stano nel 1905, promosse la pratica di
nuata da Marino Madeddu, che nel tutti gli sport.
1981 conquistò il titolo italiano del sol- Polisportiva In Alto. Fondata a Tempio
levamento pesi, categoria pesi gallo. nel 1905, oltre la ginnastica promosse
Polisportiva Gennargentu. Fondata a la pratica dell’atletica leggera.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 353


Polla

Polisportiva Nuoro sport. Fondata a di Tharros, ‘‘Bullettino Archeologico


Nuoro dopo il 1905. sardo’’, II, 1857; Studio critico della sto-
Polisportiva Mameli. Fondata a Lanu- ria primitiva della Sardegna, 1867.
sei dopo il 1905, prenderà in seguito il Polla, Tomaso Religioso (Cagliari
nome di Aurora. 1615-ivi 1663). Venerabile, francescano
Polisportiva Olbia. Fondata a Terra- conventuale. Si chiamava Luciano To-
nova dopo il 1905. maso, figlio di Giovanni Polla e di Do-
Di breve durata furono le p. fondate menica de Valls. Conventuale nella
negli anni seguenti: l’Atlas di Quartu, chiesa di San Francesco di Stampace
la Sulcis di Sant’Antioco, la Tabarca di a Cagliari (1632), sacerdote (1639 o
Carloforte, la Nettuno di Alghero, 1640), fu in diversi conventi dell’Italia
l’Iliense di Isili, l’Ozieri, la Limbara di meridionale. Maestro di cappella a Na-
Calangianus. poli, bruciò le sue composizioni per
Polla, Antioco Filosofo (Gadoni 1815- una vita di penitenza; soprannominato
Cagliari 1918). Entrato in Seminario fu ‘‘il San Francesco sardo’’, ebbe il dono
ordinato sacerdote. Nel 1840 si laureò dei miracoli, morto in odore di santità
in Teologia e si dedicò all’insegna- fu proclamato venerabile. Dopo la di-
mento della Filosofia. Insegnò per al- struzione della chiesa di San France-
cuni decenni in diverse sedi, termi- sco di Stampace, dov’era stato sepolto,
nando la sua carriera nel 1885: in par- i suoi resti sono stati traslati nella
ticolare dal 1844 al 1860 insegnò Filo- chiesa di Sant’Anna.
sofia a Oristano, dal 1860 al 1862 a Pollini Famiglia cagliaritana (secc.
Nuoro. Dopo una parentesi di insegna- XVIII-XIX). Originaria di Mendrisio,
mento ad Agrigento nel 1863 tornò in le sue notizie risalgono al secolo XVIII.
Sardegna, e dal 1864 al 1867 insegnò al I P. erano mercanti e si resero beneme-
Liceo ‘‘Azuni’’ di Sassari. Nello stesso riti per la generosità con la quale sop-
1867 si trasferı̀ a Cagliari, dove insegnò perirono ai bisogni della comunità du-
presso il Liceo ‘‘Dettori’’ sino al 1885, rante le carestie che colpirono la Sar-
anno della pensione. Dedicò i molti degna a fine secolo. Nel 1797 ottennero
anni che gli restarono da vivere allo il cavalierato ereditario e la nobiltà, e
studio e alla ricerca; curò la sua ricca nel 1801 anche il titolo comitale, ma la
biblioteca che aprı̀ agli studenti biso- famiglia si estinse nel corso del secolo
gnosi; di idee giobertiane, polemizzò a XIX.
lungo con Giovanni Battista Tuveri e
con Vincenzo Bruscu Onnis. Ebbe ri- Pollini, villa Edificata su progetto di un
nomanza nazionale polemizzando con architetto milanese da Giovanni Batti-
i sostenitori dell’evoluzionismo darwi- sta Franco nel 1812 per il conte Gae-
niano; fu autore di pregevoli opere e tano Pollini, che vi ospitò una ricca col-
collaborò a periodici come ‘‘Gerdil’’ e lezione d’arte descritta a suo tempo da
‘‘Campo dei filosofi italiani’’, entrambi Giovanni Spano. Sorgeva alle porte di
di ispirazione giobertiana. Nel 1911 Cagliari al centro di una grande
donò la sua biblioteca all’Archivio di azienda agricola. Divenne la residenza
Stato di Cagliari. Morı̀ ultracentenario della famiglia, ma alla fine del secolo
a Cagliari nel 1918. Tra i suoi scritti: XIX passò agli Zedda Piras che la chia-
Saggio critico delle dottrine teologico-fi- marono ‘‘Villa Doloretta’’; nel corso del
losofiche di G.B. Tuveri, 1852-1853; Ri- secolo XX la collezione d’arte andò di-
flessioni sulla croce aurata negli oggetti spersa e la villa decadde. Ridotta allo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 354


Pompeo Magno

stato di rudere, negli anni Settanta fu Pompedda, Mario Francesco Cardi-


in parte restaurata. nale (Ozieri 1929-Roma 2006). Comple-
Pollino, Domenico Musicista e pittore tati gli studi (ginnasio a Sassari, semi-
nario regionale a Cuglieri), è stato or-
(Cagliari, seconda metà sec. XIII-Pisa
1340). Entrato nell’ordine dei Domeni- dinato sacerdote nel 1951. Laureato in
Giurisprudenza e in Teologia, è entrato
cani, terminati i suoi studi fu ordinato
sacerdote. Poco dopo si trasferı̀ a Pisa, nella carriera della magistratura vati-
cana; dopo essere stato per anni do-
dove si fece notare per le sue qualità di
cantore e di pittore. In particolare ec- cente di Diritto canonico presso l’Uni-
versità Gregoriana divenne presidente
celse nelle miniature e nella decora-
zione delle grandi vetrate. del tribunale della Sacra Rota a Roma,
nel 1999 è stato nominato prefetto del
Pollo sultano = Zoologia della Sarde- Supremo tribunale della Segnatura
gna Apostolica. Nel 1997 era stato nomi-
Polo, Antonio Gesuita, missionario nato arcivescovo titolare di Bisarcio.
(Ozieri 1721-Cagliari 1789). Attirato Nel 2001 fu creato cardinale da Gio-
dalla vita religiosa, entrò nell’ordine vanni Paolo II. Ha lasciato una vasta
dei Gesuiti e, una volta diventato sa- serie di studi di diritto canonico.
cerdote, fu mandato missionario nel Pompejano, Luigi Giornalista (Sas-
Messico. Giunto nella nuova sede, sari, seconda metà sec. XIX-?, sec.
dopo anni di insegnamento fu nomi- XX). Giornalista e insegnante dal 1882
nato superiore e visitatore del di- lavorò a Sassari; nel 1912 entrò nella
stretto di Noyarit. Dopo l’espulsione redazione de ‘‘L’Unione sarda’’. Colla-
dei Gesuiti dal Messico riuscı̀ a tornare borò anche con Attilio Deffenu alla ri-
in Sardegna e si stabilı̀ a Cagliari. vista ‘‘Sardegna’’. Tra i suoi scritti, si
Polo, Pietro Funzionario di banca (n. cita l’articolo Attraverso l’isola dei nu-
Ozieri, prima metà sec. XX). Laureato raghi, ‘‘L’Unione sarda’’, 1906; nel 1880,
in Economia, è stato funzionario del ancora giovanissimo, aveva pubblicato
Servizio studi del Banco di Sardegna. la raccolta di versi Vermi.
Nel 1988 ha collaborato alla redazione Pompeo Magno, Gneo Politico e mili-
di La Sardegna. Enciclopedia (a cura di
tare romano (106 a.C.-48 a.C.). Ricchis-
M. Brigaglia), compilando la voce Il simo e ambizioso, entrò sulla scena po-
Banco di Sardegna, in La storia del cre-
litica con un esercito privato posto al
dito agrario in Sardegna, La Sardegna. ‘‘servizio’’ di Silla (83), che lo inviò con
Enciclopedia, III.
sei legioni in Africa come praetor con-
Pomba, Giuseppe Libraio e editore tro i Mariani (81): riorganizzata la pro-
(Torino 1795-ivi 1876). Da libraio, con vincia e il confinante regno di Numidia
pazienza, estese l’azienda divenendo ottenne il titolo di Magno (80) e celebrò
editore. Pubblicò importanti opere, il trionfo (79). Con un incarico straordi-
tra le quali la Storia Universale di Ce- nario inseguı̀ le bande di Emilio Le-
sare Cantù. Nel 1850 cedette l’azienda pido in Gallia Cisalpina e in Etruria
al cugino e si dedicò agli studi storici. (77), quindi quelle di Sertorio e Pe-
Ha al suo attivo l’opuscolo Alcuni ap- perna in Gallia Narbonense e in Spa-
punti al programma di storia patria, os- gna, infine i resti di quelle di Spartaco
sia sulla necessità d’introdurvi nozioni sempre in Etruria. Rientrato a Roma
di storia di Sardegna, stampato a Torino (71), fu console con Crasso (70) e scar-
nel 1856. dinò la costituzione sillana. Con la lex

349

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 355


Pompeo Proculo

Gabinia ebbe l’incarico straordinario sione premiasse con la cittadinanza ro-


di combattere i pirati (67) e, con poteri mana quei notabili sardi che appoggia-
eccezionali, in soli tre mesi stroncò le rono le operazioni annonarie, come è
loro incursioni, giunte sino alle porte ricordato da Cicerone e come è forse
di Roma: divise il Mediterraneo in 13 confermato dalla presenza di nume-
settori, affidandone ciascuno a un lega- rosi Pompeii a Sulci. Richiamato per la
tus al comando di una squadra navale; terza volta in Sardegna dalla lentezza
P. affidò le coste attorno a Sardegna e con la quale Quinto Cicerone, fratello
Corsica a Lucio Atilio, visitò la provin- dell’oratore, da Olbia gestiva i tra-
cia e rafforzò le sue difese; in 40 giorni sporti frumentari, prima della par-
riaprı̀ ai traffici la rotta verso Ostia. tenza si incontrò a Lucca con Crasso e
Cesare, rinnovando l’alleanza (56). Il
viaggio in Sardegna permise a P. e a Ci-
cerone di chiarire le proprie posizioni
politiche e a Quinto di rientrare a
Roma. L’isola rimase di fatto sotto il
suo controllo, affidata a governatori fe-
deli, sino a quando durante la guerra
civile (49) gli fu sottratta da Valerio
Orca. Sconfitto a Farsalo (9 agosto 48),
fu assassinato presso Alessandria d’E-
gitto per ordine del faraone Tolomeo
XIV. [ANTONIO IBBA]
Pompeo Proculo, T. Cavaliere ro-
mano. Amministratore della Sardegna
negli anni 13-14 con il titolo di pro le-
gato. Il suo nome risulta in un miliario
rinvenuto nei pressi di Fordongianus,
la cui datazione è stabilita sulla base
della XXXVI potestà tribunicia di Au-
gusto. Si tratta della prima attesta-
Gneo Pompeo Magno – Busto in marmo del zione di un governatore equestre della
celebre condottiero e uomo politico romano Sardegna dopo i proconsoli noti per il
(sec. III).
periodo precedente, presenza che di-
mostra il passaggio della provincia
Impegnato in Oriente (66-62), con Ce- sarda dall’amministrazione senatoria
sare e Crasso diede vita al ‘‘primo a quella imperiale. Questo cambia-
triumvirato’’ (60). Appoggiato da Cice- mento fu causato dai torbidi attestati
rone, sovrintese per 5 anni all’organiz- da Dione Cassio e Strabone per gli inizi
zazione dei rifornimenti di Roma e del- del secolo I. La gravità del momento
l’Italia, con poteri di confisca pratica- comportò forse l’invio nell’isola di
mente illimitati (autunno 57); per se- truppe legionarie che andarono ad ag-
guire da vicino le operazioni, si recò giungersi al normale presidio di forze
anche in Sardegna, nonostante una ausiliarie. L’imperatore decise di affi-
tempesta, pronunciando la famosa dare l’amministrazione della provin-
frase: Navigare necesse est, vivere non cia e il comando delle truppe a un ca-
necesse; è probabile che in questa occa- valiere, molto probabilmente un prae-

350

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 356


Pompu

fectus, facente quindi le funzioni (pro scendo a entrare in contatto con il ne-
legato) del legatus senatorio, governa- mico, il console fece arrivare dall’Ita-
tore di una provincia non del tutto pa- lia dei cani segugi addestrati nella cac-
cificata. [FRANCO PORRÀ] cia e adatti a scovare animali e uomini.
In questo modo riuscı̀ a individuare i
Pompia Agrume rarissimo, molto si-
percorsi adoperati dagli uni e dagli al-
mile al pompelmo, che si coltiva esclu-
tri e a impadronirsene. Ricorrendo a
sivamente in Baronia. Il frutto viene
questa strategia il console conseguı̀ un
usato per la confezione di un gustosis-
successo che non gli valse, però, la con-
simo candito.
cessione del trionfo. [PIERGIORGIO FLO-
Pomponio Matone, Marco Uomo poli- RIS]
tico romano appartenente alla gens
plebea dei Pomponii. Eletto console
per l’anno 231 a.C., fu inviato in Sarde-
gna insieme al collega C. Papirio Ma-
sone per fronteggiare l’ennesima ribel-
lione degli abitanti dell’isola, che negli
anni immediatamente seguenti la con-
quista (238) avevano costantemente
impegnato le forze romane sul territo-
rio sardo. Non era la prima volta che un
membro della gens Pomponia veniva
inviato in Sardegna alla testa di un
Pompu – Veduta del centro abitato.
esercito consolare per affrontare i ri-
belli sardi. Nel 233, infatti, il fratello
maggiore di M. Pomponio Matone, l’al- Pompu Comune della provincia di Ori-
lora console M. Pomponio Matone, stano, compreso nella XVII Comunità
aveva compiuto una spedizione nell’i- montana, con 303 abitanti (al 2004), po-
sola sulla quale abbiamo pochi parti- sto a 147 m sul livello del mare alle
colari, anche se sappiamo che si con- falde meridionali del monte Arci, po-
cluse con la celebrazione di un trionfo chi chilometri a est di Uras e di Mo-
de Sardeis il 15 marzo 233. I consoli del goro. Regione storica: Parte Montis.
231, ambedue al comando di un eser- Diocesi di Ales.
cito, si divisero i compiti. C. Papirio & TERRITORIO Il territorio comunale,
Masone si impegnò a combattere i di forma grosso modo trapezoidale, si
Corsi (è ignoto se si trattasse di quelli estende per 5,08 km2 e confina a nord
della Gallura o della Corsica) e, dopo con Morgongiori, a est con Ales e Si-
una campagna irta di difficoltà, vistosi mala, a sud e con Masullas e a ovest
negare il trionfo dal Senato, decise per con Siris. Si tratta una regione di col-
la prima volta nella storia romana di line tipica di questa parte dell’isola,
celebrare un trionfo de Corseis di pro- chiamata tutta genericamente Mar-
pria iniziativa sul monte Albano. M. milla. L’abitato è bagnato da uno dei
Pomponio Matone, invece, operò con tanti rii Mannu, affluente del Mogoro,
difficoltà nella Sardegna centrale, ove che dopo aver formato un bacino artifi-
i Sardi, approfittando della natura del ciale di contenimento, si dirige verso
territorio, ricco di boschi, grotte e an- gli stagni di Marceddı̀. Le comunica-
fratti, gli si contrapposero ricorrendo a zioni sono assicurate dalla fitta rete di
una tattica di guerriglia. Non riu- strade che serve i piccoli centri della

351

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 357


Pompu

regione: da P. si diramano collega- causa spesso gravi danni a’ proprie-


menti diretti per Curcùris, Simala e tari. Il selvaggiume riducesi a qualche
Masullas. cinghiale che venga giù dal monte, alle
& STORIA Il suo territorio è ricco di volpi ed alle lepri. Gli uccelli vi abbon-
monumenti dell’età nuragica e con- dano; ma poco devon temere da’ cac-
serva anche una necropoli romana ciatori. Popolazione. Non somma a più
che documenta come fosse abitato con- di 200 anime distribuite in maggiori
tinuativamente. Nel Medioevo appar- d’anni 20, maschi 65, femmine 60, mi-
teneva al giudicato d’Arborea ed era nori, maschi 35, femmine 40 che for-
incluso nella curatoria di Parte Montis. mano famiglie 47. La professione, in
Dopo la battaglia di Sanluri, caduto il cui si occupano i più è l’agricoltura. I
giudicato, passò in mano al re d’Ara- pastori sono pochi, e soli tre o quattro
gona che prima del 1430 incluse il vil- che esercitino qualche arte mecca-
laggio nei territori donati a Eleonora nica. Agricoltura. La seminagione si
Manrique quando andò sposa a Beren- può calcolare ne’ numeri seguenti, di
gario Bertran Carroz. Cosı̀ P. entrò a far grano starelli 110, d’orzo 40, di fave 25,
parte del grande feudo di Quirra e ne di legumi 4, di lino 6. La produzione
condivise la storia nei secoli succes- non è scarsa se le pioggie della prima-
sivi. Dai Bertran Carroz passò ai Cen- vera sieno frequenti essendo i terreni
telles che si estinsero nel 1674. Succes- piuttosto aridi. L’orticultura è affatto
sivamente, dopo una lunga lite giudi- negletta sebbene non manchino dei
ziaria, passò ai Català e infine agli Oso- tratti ne’ quali potrebbe farsi con pro-
rio, ai quali fu riscattato nel 1838. Nel fitto. Le vigne occupano poc’area, e
1821 fu incluso nella provincia di Ori- sono piantate di uve bianche; le opera-
stano e quando nel 1848 furono abolite zioni della vendemmia essendo fatte
le province entrò a far parte della divi- con poca arte i vini riescono mediocris-
sione amministrativa di Cagliari. Vitto- simi e la copia è appena sufficiente al
rio Angius nella breve relazione che bisogno delle famiglie. Gli alberi frutti-
scrisse per il Dizionario del Casalis ci feri sono non più che un migliaio tra
fa conoscere aspetti della vita econo- peri, fichi, susini, mandorli e ulivi.
mica e sociale del paese relativi a que- Nel resto del territorio sono pochi al-
sto periodo storico. Scrive tra l’altro: beri ghiandiferi. Bestiame manso. I
«L’abitato occupa non maggior superfi- buoi per i lavori agrari e per il tra-
cie di dieci starelli. Le sue vie sono ir- sporto non sono più di 50, i cavalli 66, i
regolari, e perché non selciate vedonsi giumenti 30. Il bestiame rude consiste
fangose in molti siti. Sono in piccol nu- in pochi capi vaccini, in 60 capre, in
mero perché il numero delle case è 300 pecore. Commercio. Dall’esposto
molto ristretto. Sono poche le fonti, potrà il lettore inferire quanto lucro
ma è sufficiente quella da cui bevono i potranno i pompesi ottenere da’ loro
popolani, detta Funtana deis arjolas, la prodotti, se la quantità che possono
quale trovasi a picciol tratto dal paese dare al commercio, anche se le rac-
in un boschetto di pioppi. Il rivo che colte sieno abbondanti, dev’essere di
abbiamo accennato è nominato di Tre- pochissima considerazione; e potrà
bina, perché nasce dalle pendici orien- pure riconoscere che i medesimi sono
tali del Trebina, quando ingrossa per i in condizione poco felice». Dal 1859 P.
torrenti vieta il passaggio all’altra fece parte della ricostituita omonima
parte della valle, e uscendo dal letto provincia di Cagliari, nel 1928 divenne

352

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 358


Pons

frazione di Masullas e riacquistò la Santu Miali, situato ai confini del terri-


propria autonomia nel 1970. Nel 1974 torio di Morgongiori e del quale è stato
infine entrò a far parte della provincia avviato lo scavo. Infine nella località
di Oristano di fresca costituzione. Cuccuru Domus sono stati ritrovati re-
& ECONOMIA Le attività di base della centemente resti di insediamenti di
sua economia sono l’agricoltura, in epoca romana che hanno restituito
particolare la cerealicoltura, la viticol- molto materiale ceramico.
tura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-

l’allevamento del bestiame, soprat- RALE Il tessuto urbanistico del piccolo


tutto bovini e ovini, in misura minore centro ha conservato il suo assetto tra-
suini e pollame. L’attività industriale è dizionale cosı̀ che lungo le strette
inesistente, modesta anche la rete di viuzze che lo caratterizzano è possibile
distribuzione commerciale. Servizi. P. ritrovare ancora numerosi portali in
è collegato mediante autolinee agli al- pietra, alcuni dei quali di grande ele-
tri centri della provincia. Dispone di ganza, che fanno intravedere le vaste
scuola dell’obbligo. case tradizionali delle zone collinari
& DATI STATISTICI Al censimento del della Marmilla. L’edificio più interes-
2001 la popolazione contava 315 unità, sante è la chiesa di Santa Maria; co-
di cui maschi 149; femmine 316; fami- struita nel secolo XVI e successiva-
glie 101. La tendenza complessiva rive- mente modificata a più riprese, cadde
lava un lieve aumento della popola- in rovina agli inizi dell’Ottocento. Si
zione, con morti per anno 1 e nati 4; racconta che le pietre con cui era co-
struita vennero utilizzate dal parroco
cancellati dall’anagrafe 3 e nuovi
per costruire una sua abitazione pri-
iscritti 4. Tra i principali indicatori
vata a Lunamatrona, ma nel 1834 il ve-
economici: imponibile medio IRPEF
scovo lo costrinse a riportarle indietro
12 358 in migliaia di lire; versamenti
e furono necessari dieci carri. La
ICI 54; aziende agricole 73; imprese
chiesa fu restaurata nella seconda
commerciali 12; esercizi al dettaglio 2.
metà dell’Ottocento nelle forme at-
Tra gli indicatori sociali: occupati 66;
tuali; vi si conserva una bella statua li-
disoccupati 26; inoccupati 17; laureati
gnea del secolo XVII.
1; diplomati 8; con licenza media 87;
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A P. si
con licenza elementare 108; analfabeti
fa festa il 19 e 20 gennaio per San Seba-
16; automezzi circolanti 103; abbona-
stiano, con falò, musiche e distribu-
menti TV 64.
zione di vino a tutti i presenti, e l’8 set-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
tembre, per Santa Maria, con proces-
ritorio conserva alcune interessanti te-
sione, canti, balli e altre manifesta-
stimonianze del periodo prenuragico e
zioni di folclore.
nuragico; al periodo prenuragico risal-
gono le domus de janas di Su Stabi de Ponce de León Famiglia feudale spa-
Luxia Arrabiosa e quelle di Su Laccu gnola (secc. XIV-XVIII). Le sue notizie
de Su Meli, scavate nel calcare con raf- risalgono al secolo XIV; nel 1713 ebbe il
finata tecnica. Al periodo nuragico ri- riconoscimento dell’eredità del mar-
salgono il nuraghe Su Sensu, che si chesato di Terralba ma non ne entrò in
trova in cima a una collina, ai confini possesso. Il feudo, infatti, rimase nelle
con Siris; si tratta di un nuraghe mono- mani dei Miranda e alla loro estinzione
torre, abbastanza ben conservato. Al- nel 1750 passò ai De Queralt.
tro interessante nuraghe è quello di Pons, Aloi Vicente Studioso catalano

353

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 359


Ponsiglioni

(n. Spagna, sec. XX). Nel 1991 ha preso dietro l’esenzione dal pagamento di
parte ai lavori del XIV Congresso di qualsiasi tributo. I loro discendenti
storia della Corona d’Aragona, svoltosi conservarono una posizione di presti-
ad Alghero, in cui ha presentato una gio anche dopo la caduta del giudicato;
comunicazione su La formación de un nel corso del secolo XVI ebbero ricono-
patrimonio: de los Aragall y Bellit a los sciuti i loro privilegi e furono chiamati
Gualbes y Brondo, ora in Atti del XIV a ricoprire diversi uffici pubblici. Nel
Congresso di storia della Corona d’Ara- 1626 ebbero ancora una volta il ricono-
gona, II, 1995. scimento della nobiltà e furono am-
Ponsiglioni, Antonio Giurista, garibal- messi allo Stamento militare; nel 1640
dino, senatore del Regno (Cagliari entrarono in possesso del feudo di Ge-
1842-ivi 1907). Dopo aver conseguito la sturi, ma si estinsero nel corso del se-
laurea prese parte alla spedizione dei colo.
Mille e fu ferito alla battaglia del Vol- Ponti, Maria Teresa Studiosa di storia
turno. Subito dopo iniziò una brillante del diritto (n. Sassari, prima metà sec.
carriera universitaria, insegnando XX). Allieva di Ginevra Zanetti, lau-
dapprima presso l’Università di Siena reata in Giurisprudenza, fu profonda
e poi a Genova, dove tra il 1892 e il 1895 conoscitrice della storia dei gremi in
fu anche rettore. Il suo nome è legato a Sardegna. Tra i suoi scritti: Statuto sas-
pregevoli lavori di diritto e di econo- sarese del gremio dei sarti e calzettai,
mia; tra il 1876 e il 1882 fu anche eletto ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico
deputato al Parlamento e partecipò in- sardo’’, II, 8, 1956; Statuto sassarese del
tensamente all’attività parlamentare, sec. XVI relativo al gremio dei pellicciai,
intervenendo su diversi argomenti. La- ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico
sciò anche una raccolta di versi, Sul- sardo’’, II, 10, 1956; Statuto sassarese
l’album d’una pittrice, 1866, «ricordo del sec. XVI relativo al gremio dei calzo-
dell’esposizione tenutasi a Cagliari lai, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico
nel febbraio 1871», 1871. Nel 1901 fu sardo’’, II, 12, 1956; I gremi sassaresi
nominato senatore del Regno. nel secolo XVI, ‘‘Archivio storico
Ponte Secco Sito archeologico di sardo’’, XXVI, 1958; Efisio Tola, ‘‘La
grande importanza in territorio di Sas- Nuova Sardegna’’, 1959; due saggi Ten-
sari, a poca distanza dal complesso di denze separatiste e fermenti antifeudali
Monte d’Accoddi (=). Contiene nume- nel Logudoro 1795 e La crisi rivoluziona-
rose domus de janas che furono utiliz- ria sarda del 1796 nel giudizio di un di-
zate come sepolture dagli abitanti del plomatico francese, entrambi in La Sar-
villaggio. Gli scavi condotti nel sito degna nel Risorgimento, 1962.
hanno restituito numerosi suppellet- Ponti, Sisinnio Gentiluomo (Oristano,
tili risalenti alla cultura di Ozieri (Neo- prima metà sec. XVII-ivi 1671). Nel
litico recente). 1637 si distinse durante le operazioni
Ponti Famiglia di Oristano (secc. XIII- che portarono alla cacciata dei fran-
XVII). Le sue notizie risalgono al se- cesi che avevano assalito Oristano; nel
colo XIII, quando era tra le maggiori 1640 sposò Chiara Zatrillas, erede
famiglie del giudicato d’Arborea. Nel della signoria di Gesturi.
1313 con Barisone e Giovanni ottenne Pontieri, Ernesto Storico (Nocera
da Mariano III il riconoscimento della 1896-Napoli 1981). Studioso di valore,
nobiltà, impegnandosi a provvedere insegnò per anni presso l’Università
alla difesa del gran ponte di Oristano di Napoli. Dedicò alla Sardegna due

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 360


Popolazione della Sardegna

saggi importanti: Problemi sardi al Sassari», conosciuti infatti come


principio del sec. XIX: il riscatto dei ca- ‘‘carte Ponzeveroni’’.
rolini, ‘‘Studi sardi’’, I, 1935; Carlo Fe- Ponziano, san (in sardo, Santu Pon-
lice al governo della Sardegna 1799- zianu, Santu Ponsianu) Santo (m. 235).
1806, ‘‘Archivio storico italiano’’, I e II, Papa martire. Nato probabilmente a
1935. Roma, P. salı̀ al soglio pontificio nel
Pontirano (o Pontinano) Famiglia di pro- 230, alla morte di Urbano. Nel 235
babile origine catalana (estinta nel venne esiliato da Massimino il Trace
1342). Il primo rappresentate della fa- (e non da Severo Alessandro, come tra-
miglia è un Neruccio, di cui si ha noti- mandato dal Catalogo Liberiano) in Sar-
zia nel 1300. Dopo il 1328 egli acquistò degna, in insula Bucina, probabil-
da Pietro di Montessono il feudo che mente una delle isole dell’arcipelago
comprendeva i villaggi di Nurami- della Maddalena; gli fu compagno d’e-
neddu e di Cancellus nella curatoria silio il presbitero Ippolito, forse identi-
del Nuraminis. Morı̀ lasciando erede ficabile con l’antipapa avversario di
il figlio Antonio che però, scoppiata la Callisto. Possiamo immaginare che P. e
prima guerra tra Aragona e Arborea, Ippolito furono accolti da un gruppo di
nel 1353 ne perse il controllo e non fu cristiani, la stesso che dovette provve-
in grado di recuperarlo. dere a dar sepoltura ai due esuli, morti
Pontons, Luigi Viceré di Sardegna poco tempo dopo il loro arrivo nell’i-
(Spagna, fine sec. XIV-ivi, prima metà sola. Papa Fabiano (236-250) curò, tra-
sec. XV). In carica nel 1417-1418. Uomo mite suoi inviati o forse recandosi per-
d’armi, prese parte alla spedizione in sonalmente in Sardegna, il trasferi-
Sardegna di Martino il Giovane e com- mento del corpo di P. a Roma, dove
batté con valore nella battaglia di San- venne sepolto nel cimitero di Callisto
luri, 1409. Dopo il 1415 fu nominato go- sulla Via Appia e successivamente, per
vernatore del Capo di Cagliari ed ebbe volere di Pasquale (817-824) nella
in feudo i villaggi di Senis, Mogorella, chiesa di Santa Prassede all’Esquilino.
[PIERGIORGIO SPANU]
Ruinas, Asuni, Nureci e Assolo. Tra il
1417 e il 1418 svolse le funzioni di vi- In Sardegna Patrono di Carbonia. Una
ceré; in questa veste ebbe dei forti con- tradizione sarda vuole che P., primo
trasti col conte di Quirra. A partire dal papa a essere deportato, sia morto nel-
1421 vendette tutti i suoi feudi, lasciò la l’isola di Molara (dove esistono i resti
Sardegna e ritornò in Spagna, dove di una chiesa a lui dedicata) o di Tavo-
morı̀. lara o di La Maddalena il 30 ottobre del
235, un mese dopo essersi dimesso.
Ponzeveroni, Giuseppe Farmacista,
[ADRIANO VARGIU]
studioso di storia sarda (Sassari, sec.
Festa Si festeggia la seconda dome-
XIX-ivi, sec. XX). Animatore della vita
nica di agosto.
culturale di Sassari agli inizi del Nove-
cento, aderente al gruppo radicale-re- ‘‘Popolano, Il’’ Settimanale politico,
pubblicano che faceva capo a Filippo pubblicato a Sassari dal 1860 al 1872;
Garavetti (era stato nel 1882 assessore fu diretto da Vincenzo Meloni e in se-
comunale alle Finanze), scrisse un sag- guito da Antonio Marogna.
gio sui Moti politici in Sardegna dalla Popolazione della Sardegna Le noti-
metà del secolo XVIII ai primi lustri del zie relative all’ammontare della popo-
XIX secolo, 1908, che è il «sommario di lazione sono frammentarie fino al se-
documenti storici donati al comune di colo XIV, per cui fino a questo periodo

355

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 361


Popolazione della Sardegna

è possibile fare esclusivamente delle secolo, nel 1583, la popolazione era


ipotesi. A partire dal secolo XV la sua cresciuta, contava quasi 40 fuochi per
evoluzione storica, invece, si può stu- un totale di 156 abitanti. Il bilancio de-
diare con maggiore precisione; i dati mografico del secolo XVII, nonostante
sono ricavabili dai censimenti e dalle le epidemie di peste e le carestie, è po-
documentazioni ecclesiastiche dispo- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
nibili. L’analisi di questi dati, riferita riodo spagnolo, la popolazione era cre-
ai centri abitati, conferma l’incidenza sciuta e contava 182 abitanti. Nel 1728,
sul loro sviluppo di alcuni fattori quali: all’inizio del periodo sabaudo, era ul-
1. le guerre e la peste nel secolo XIV; 2. teriormente cresciuta e contava 403
la penuria di popolazione nel secolo abitanti. Nel periodo successivo conti-
XV; 3. le epidemie, le carestie e le in- nuò a crescere con regolarità, cosı̀ nel
cursioni dei corsari nel secolo XVI; 4. 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
le epidemie e le carestie nel secolo perfetta’’, contava 958 abitanti. Nei de-
XVII; 5., il progressivo spopolamento cenni successivi registrò un lieve calo
delle zone interne nel secolo XX. e nel 1861, anno della proclamazione
I primi dati disponibili sono relativi ai del Regno d’Italia, contava 907 abi-
nuclei familiari (detti fuochi, unità che tanti. Nella seconda metà del secolo
molti ritengono costituita da 4 per- XIX la popolazione riprese a crescere;
sone) da cui era costituita la popola- nel 1901 contava 1210 unità. Nel corso
zione di un villaggio. Per una buona dei primi decenni del Novecento ebbe
parte dei villaggi attualmente esistenti un altro aumento; nel 1951 contava
questi dati risalgono al secolo XIV e 1314 abitanti. Nel periodo successivo
sono deducibili da documenti di carat- invece la popolazione ha cominciato a
tere fiscale. La rilevazione dei dati calare a causa dell’emigrazione; nel
sulla popolazione per fuochi continuò 2001 contava 609 abitanti.
a essere l’unica fonte di informazione Assemini. I primi dati disponibili sulla
fino alla metà del secolo XVII. Solo a popolazione sono relativi al 1320; a
partire dal 1678 la rilevazione della po- quella data il villaggio contava 125 fuo-
polazione, oltre che per fuochi, comin- chi e una popolazione complessiva di
ciò a essere fatta per abitanti ed ebbe 450 abitanti. Altri dati significativi
cadenze periodiche. A partire dalla sono quelli riferiti al Parlamento del
metà del XVIII la rilevazione per fuo- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
chi fu definitivamente abbandonata. tata fase delle guerre; a quella data la
POPOLAZIONE DEI CENTRI DELLA SAR- popolazione era scesa a meno di 50 fuo-
DEGNA chi per un totale di 192 abitanti. A di-
PROVINCIA DI CAGLIARI stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
Armungia. I primi dati disponibili zione era cresciuta, praticamente tri-
sulla popolazione sono relativi al 1320; plicata, contava quasi 180 fuochi per
a quella data il villaggio contava 22 fuo- un totale di 784 abitanti. Il bilancio de-
chi e una popolazione complessiva di mografico del secolo XVII, nonostante
88 abitanti. Altri dati significativi sono le epidemie di peste e le carestie, è po-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
primi disponibili dopo la concitata riodo spagnolo, la popolazione era cre-
fase delle guerre; a quella data la po- sciuta sino a 1242 abitanti. Nel 1728, al-
polazione scese a meno di 20 fuochi per l’inizio del periodo sabaudo, la popola-
un totale di 76 abitanti. A distanza di un zione era invece diminuita, con 1071

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 362


Popolazione della Sardegna

abitanti. Nel periodo successivo, però, lia, contava 913 abitanti. Nella seconda
riprese a crescere con regolarità, cosı̀ metà del secolo XIX la popolazione
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione continuò a crescere; nel 1901 contava
perfetta’’, contava 1894 abitanti. Nei 1170 unità. Nel corso dei primi decenni
decenni successivi registrò un ulte- del Novecento ebbe un altro incre-
riore lieve aumento e nel 1861, anno mento considerevole, nel 1951 contava
della proclamazione del Regno d’Ita- 1580 abitanti. Nel periodo successivo,
lia, contava 1922 abitanti. Nella se- però, la popolazione ha cominciato a
conda metà del secolo XIX continuò a calare a causa dell’emigrazione; nel
crescere; nel 1901 contava 2430 unità. 2001 contava 1019 abitanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Barrali. I primi dati disponibili sulla
cento aumentò ancora e praticamente popolazione sono relativi al 1320; a
si triplicò; nel 1951 contava 6902 abi- quella data il villaggio era quasi spopo-
tanti. Nel periodo successivo la popo- lato, contava non più di 3 fuochi e una
lazione ha continuato a crescere inten- popolazione complessiva di circa 10
samente, assorbendo molti abitanti abitanti. Nel corso del secolo si spo-
dalla vicina Cagliari; nel 2001 contava polò completamente e rimase comple-
23 516 abitanti. tamente abbandonato tra il secolo XVe
Ballao. I primi dati disponibili sulla il XVII. Ma nel 1698, nonostante le epi-
popolazione sono relativi al 1320; a demie di peste e le carestie del secolo,
quella data il villaggio contava circa la popolazione contava 163 abitanti.
28 fuochi e una popolazione comples- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
siva di 112 abitanti. Altri dati significa- baudo, era ulteriormente cresciuta e
tivi sono quelli riferiti al Parlamento contava 183 abitanti. Nel periodo suc-
del 1485, i primi disponibili dopo la cessivo continuò a crescere con regola-
concitata fase delle guerre; a quella rità; cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe la
data la popolazione contava 40 fuochi ‘‘fusione perfetta’’, contava 250 abi-
per un totale di 160 abitanti. A distanza tanti. Nei decenni successivi ebbe un
di un secolo, nel 1583, la popolazione ulteriore lieve aumento e nel 1861,
era cresciuta; praticamente raddop- anno della proclamazione del Regno
piata, contava quasi 85 fuochi per un d’Italia, contava 306 abitanti. Nella se-
totale di 344 abitanti. Il bilancio demo- conda metà del secolo XIX la popola-
grafico del secolo XVII, a causa delle zione si mantenne stabile; nel 1901
epidemie di peste e delle carestie, non contava 316 unità. Nel corso dei primi
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del decenni del Novecento ebbe un altro
periodo spagnolo, la popolazione era incremento e praticamente raddop-
diminuita, scendendo a 299 abitanti. piò; nel 1951 contava 677 abitanti. Nel
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- periodo successivo ha continuato a
baudo, la popolazione era però cre- crescere intensamente; nel 2001 con-
sciuta in modo notevole e contava 533 tava 1067 abitanti.
abitanti. Nel periodo successivo la po- Burcei. I primi dati disponibili sulla
polazione riprese a crescere con rego- popolazione risalgono al 1698, alla
larità; cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fu- fine del periodo spagnolo, quando era
sione perfetta’’, contava 873 abitanti. di 145 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
Nei decenni successivi ebbe un ulte- periodo sabaudo, era salita a 208 abi-
riore lieve aumento e nel 1861, anno tanti. Nel periodo successivo sembrò
della proclamazione del Regno d’Ita- stabilizzarsi: nel 1848, l’anno della ‘‘fu-

357

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 363


Popolazione della Sardegna

sione perfetta’’, contava 190 abitanti; Nel corso del Novecento, dopo che nel
nel 1861, anno della proclamazione 1928 furono aggregati alla città Pirri,
del Regno d’Italia, con 186 abitanti la Monserrato, Quartucciu e Selargius,
popolazione non era aumentata. La nel 1931 superò i 100 000 abitanti. In se-
crescita sembrò riprendere nella se- guito continuò a crescere; nel 1937 fu
conda metà del secolo; nel 1901 la po- aggregato anche Elmas e, nonostante i
polazione era arrivata a 210 unità, in bombardamenti del 1943, ebbe un altro
seguito riprese a crescere; nel 1951 toc- rapido aumento, per cui, sebbene nel
cava infatti i 299 abitanti. Nell’ultimo 1947 Selargius avesse riacquistato la
cinquantennio il villaggio ha subı̀to il sua autonomia, nel 1951 contava
fenomeno dello spopolamento, la sua 138 539 abitanti. Nel periodo succes-
popolazione nel 2001 contava 182 abi- sivo la popolazione continuò a cre-
tanti. scere attirando abitanti dall’hinter-
Cagliari. I primi dati disponibili sulla land, ma più in generale da tutta la Sar-
popolazione sono relativi al 1320; a degna: nel 1981 contava 223 000 abi-
quella data la città contava più di 850 tanti. Negli anni successivi, nel 1983
fuochi e una popolazione complessiva Quartucciu e nel 1989 Elmas riacqui-
di 7500 abitanti. Altri dati significativi starono la loro autonomia, e successi-
sono quelli riferiti al Parlamento del vamente, nel 1992, anche Monserrato,
1485, i primi disponibili dopo la conci- per cui la popolazione cominciò a di-
tata fase delle guerre; a quella data la minuire. La tendenza si è accentuata
popolazione, che era diminuita, con- anche a causa dell’alto costo delle abi-
tava appena più di 800 fuochi per un tazioni nel centro urbano; nel 2001 la
totale di 3392 abitanti. A distanza di un popolazione residente in città risul-
secolo, nel 1583, la popolazione era tava di 165 926 abitanti.
cresciuta; praticamente raddoppiata, Capoterra. Fu ripopolato nel secolo
contava quasi 1900 fuochi per un totale XVII; i primi dati disponibili sulla po-
di 7830 abitanti. Il bilancio demogra- polazione risalgono perciò al 1698, alla
fico del secolo XVII, nonostante le epi- fine del periodo spagnolo; la popola-
demie di peste e le carestie, è positivo: zione era allora di 164 abitanti. Nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
spagnolo, la popolazione era cresciuta popolazione era salita a 227 abitanti.
e contava 14 784 abitanti. Nel 1728, al- Nel periodo successivo continuò a cre-
l’inizio del periodo sabaudo, era ulte- scere; nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
riormente cresciuta e contava 16 924 perfetta’’, era più che triplicata e con-
abitanti. Nel periodo successivo, col tava 769 abitanti. La tendenza fu con-
moltiplicarsi delle attività economi- fermata nei decenni successivi e nel
che, la popolazione continuò a cre- 1861, anno della proclamazione del Re-
scere con regolarità, cosı̀ nel 1848, gno d’Italia, toccava i 1070 abitanti. La
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- crescita sembrò riprendere nella se-
tava 29 869 abitanti. Nei decenni suc- conda metà del secolo XIX; nel 1901 la
cessivi conobbe un ulteriore lieve au- popolazione era giunta a 1866 unità.
mento e nel 1861, anno della proclama- Nei primi decenni del Novecento con-
zione del Regno d’Italia, contava 30 905 tinuò a crescere; nel 1951 toccava i
abitanti. Nella seconda metà del se- 4820 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
colo XIX la popolazione crebbe vigoro- nio il paese ha conosciuto una trasfor-
samente; nel 1901 contava 53 747 unità. mazione notevole con lo sviluppo di

358

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 364


Popolazione della Sardegna

molteplici attività, e soprattutto con nuò a crescere; nel 1901 contava 1446
l’insediamento di centri residenziali unità. Nel corso dei primi decenni del
che hanno finito per assorbire molti Novecento ebbe un altro incremento e
degli abitanti che lasciavano Cagliari; praticamente si raddoppiò; nel 1951
nel 2001 contava 20 445 abitanti. contava 3181 abitanti. Nel periodo suc-
Castiadas. Costituito in comune auto- cessivo la popolazione ha continuato a
nomo nel 1986, nei secoli precedenti, a crescere intensamente, assorbendo
partire dal Seicento, era popolato da molti abitanti dalla vicina Cagliari;
gruppi di pastori e contadini che veni- nel 2001 contava 6831 abitanti.
vano censiti con la popolazione di Mu- Decimoputzu. I primi dati disponibili
ravera. I primi dati disponibili sulla sulla popolazione sono relativi al 1320;
popolazione risalgono perciò al 1991, a quella data il villaggio contava 24 fuo-
quando contava 1221 abitanti. Negli chi e una popolazione complessiva di
anni successivi la tendenza alla cre- 95 abitanti. Altri dati significativi sono
scita è stata confermata; nel 2001 con- quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
tava 1309 abitanti. primi disponibili dopo la concitata
Decimomannu. I primi dati disponibili fase delle guerre; a quella data la po-
sulla popolazione sono relativi al 1320; polazione era aumentata e contava
a quella data il villaggio contava più di circa 60 fuochi per un totale di 244 abi-
150 fuochi e una popolazione comples- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
siva di 660 abitanti. Altri dati significa- la popolazione era praticamente rad-
tivi sono quelli riferiti al Parlamento doppiata, contava infatti 125 fuochi
del 1485, i primi disponibili dopo la per un totale di 500 abitanti. Il bilancio
concitata fase delle guerre; a quella demografico del secolo XVII, a causa
data la popolazione era tanto dimi- delle epidemie di peste e delle care-
nuita che contava poco più di 30 fuochi stie, non è positivo: infatti nel 1698,
per un totale di 125 abitanti. Ma a di- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
stanza di un secolo, nel 1583, era prati- lazione era diminuita e contava 456
camente triplicata, contava infatti più abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
di 100 fuochi per un totale di 416 abi- riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
tanti. Il bilancio demografico del se- vamente aumentata e toccava i 489 abi-
colo XVII, nonostante le epidemie di tanti. Nel periodo successivo riprese a
peste e le carestie, è positivo: infatti crescere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
nel 1698, alla fine del periodo spa- anno della ‘‘fusione perfetta’’, contava
gnolo, la popolazione era ancora cre- 930 abitanti. Nei decenni successivi
sciuta e contava 540 abitanti. Nel 1728, ebbe un ulteriore lieve aumento e nel
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- 1861, anno della proclamazione del Re-
lazione era ulteriormente aumentata e gno d’Italia, contava 1135 abitanti.
contava 616 abitanti. Nel periodo suc- Nella seconda metà del secolo XIX la
cessivo continuò a crescere con regola- popolazione continuò a crescere; nel
rità; cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione 1901 contava 1253 unità. Nel corso dei
perfetta’’, contava 1170 abitanti. Nei primi decenni del Novecento fece un
decenni successivi ebbe un ulteriore altro balzo in avanti e praticamente
lieve aumento e nel 1861, anno della raddoppiò; nel 1951 contava 2494 abi-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tanti. Nel periodo successivo la popo-
tava 1344 abitanti. Nella seconda metà lazione ha continuato a crescere inten-
del secolo XIX la popolazione conti- samente, assorbendo molti abitanti

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 365


Popolazione della Sardegna

dalla vicina Cagliari; nel 2001 contava e contava 389 abitanti. Nel 1728, all’ini-
4092 abitanti. zio del periodo sabaudo, era cresciuta
Dolianova. Costituito in comune auto- ancora sino a 472 abitanti. Nel periodo
nomo agli inizi del secolo XX con la fu- successivo la popolazione continuò a
sione dei villaggi di San Pantaleo e di crescere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
Sicci. I primi dati disponibili sulla po- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
polazione risalgono perciò al 1911, tava 761 abitanti. Nei decenni succes-
quando contava 3605 abitanti. Nella se- sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e
conda metà del secolo XX la popola- nel 1861, anno della proclamazione del
zione ebbe una crescita; nel 1951 toc- Regno d’Italia, contava 810 abitanti.
cava i 5660 abitanti. Nell’ultimo cin- Nella seconda metà del secolo XIX la
quantennio il villaggio ha continuato a popolazione ebbe un calo; nel 1901 con-
svilupparsi; la sua popolazione nel tava 760 unità. Nel corso dei primi de-
2001 contava 8021 abitanti. cenni del Novecento ebbe invece un
Domus de Maria. Fondato dopo il 1720, i nuovo aumento e praticamente si rad-
primi dati disponibili sulla popola- doppiò; nel 1951 contava 1591 abitanti.
zione risalgono al 1731, quando con- Nel periodo successivo la popolazione
tava 222 abitanti. Nel periodo succes- ha continuato a crescere; nel 2001 con-
sivo la popolazione crebbe con regola- tava 2099 abitanti.
rità; nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- Elmas. I primi dati disponibili sulla po-
fetta’’, contava 577 abitanti. La ten- polazione sono quelli riferiti al Parla-
denza alla crescita fu confermata e nel mento del 1485, dopo la concitata fase
1861, anno della proclamazione del Re- delle guerre; a quella data la popola-
gno d’Italia, la popolazione toccò i 657 zione contava 15 fuochi per un totale
abitanti. La crescita sembrò ripren- di 60 abitanti. A distanza di un secolo,
dere nella seconda metà del secolo nel 1583, la popolazione era cresciuta;
XIX; nel 1901 la popolazione era giunta praticamente raddoppiata, contava
a 873 unità. Nei primi decenni del No- quasi 35 fuochi per un totale di 144 abi-
vecento continuò a crescere; nel 1951 tanti. Il bilancio demografico del se-
toccava infatti i 1315 abitanti. Nell’ul- colo XVII, nonostante le epidemie di
timo cinquantennio il centro ha conti- peste e le carestie, è positivo: infatti
nuato a svilupparsi, nel 2001 contava nel 1698, alla fine del periodo spa-
1523 abitanti. gnolo, la popolazione era cresciuta e
Donori. I primi dati disponibili sulla contava 246 abitanti. Nel 1728, all’ini-
popolazione sono relativi al 1320; a zio del periodo sabaudo, era ulterior-
quella data il villaggio era semispopo- mente cresciuta e contava 309 abitanti.
lato: contava 6 fuochi e una popola- Nel periodo successivo continuò a cre-
zione complessiva di 25 abitanti. Nel scere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
corso del secolo XV si spopolò comple- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
tamente. Rimase spopolato fino agli tava 588 abitanti. Nei decenni succes-
inizi del secolo XVII; nel 1627 la sua sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e
popolazione era ancora di 44 abitanti nel 1861, anno della proclamazione del
soltanto. Il bilancio demografico del Regno d’Italia, contava 726 abitanti.
secolo XVII, nonostante le epidemie Nella seconda metà del secolo XIX la
di peste e le carestie, è però positivo: popolazione continuò a crescere; nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1901 contava 814 unità. Nel corso dei
spagnolo, la popolazione era cresciuta primi decenni del Novecento ebbe un

360

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 366


Popolazione della Sardegna

altro aumento e quasi si triplicò; nel del 1485, i primi disponibili dopo la
1951 contava 2060 abitanti. Nel periodo concitata fase delle guerre; a quella
successivo, sebbene il villaggio tra il data la popolazione era diminuita:
1937 e il 1989 avesse perso la propria contava meno di 60 fuochi per un totale
autonomia, la popolazione continuò a di 220 abitanti. Ma a distanza di un se-
crescere intensamente, assorbendo colo, nel 1583, aveva preso a crescere:
molti abitanti dalla vicina Cagliari; praticamente era triplicata, contava
nel 2001 contava 8015 abitanti. infatti quasi 145 fuochi per un totale di
Escalaplano. I primi dati significativi 580 abitanti. Il bilancio demografico
sono quelli riferiti al Parlamento del del secolo XVII, a causa delle epide-
1485, i primi disponibili dopo la conci- mie di peste e delle carestie, non è po-
tata fase delle guerre; a quella data la sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
popolazione contava meno di 50 fuochi riodo spagnolo, la popolazione era di-
per un totale di 188 abitanti. A distanza minuita e contava 468 abitanti. Nel
di un secolo, nel 1583, la popolazione 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
era praticamente triplicata, contava era però nuovamente aumentata, con
infatti quasi 160 fuochi per un totale di 537 abitanti. Nel periodo successivo
632 abitanti. Il bilancio demografico non ebbe ulteriori aumenti, cosı̀ nel
del secolo XVII, a causa delle epide- 1848, l’anno della ‘‘fusione perfetta’’,
mie di peste e delle carestie, non è po- contava 544 abitanti. Nei decenni suc-
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- cessivi ebbe un lieve aumento e nel
riodo spagnolo, era diminuita e con- 1861, anno della proclamazione del Re-
tava 525 abitanti. Nel 1728, all’inizio gno d’Italia, contava 615 abitanti. Nella
del periodo sabaudo, era però nuova- seconda metà del secolo XIX la popo-
mente cresciuta e contava 722 abitanti. lazione riprese però a calare; nel 1901
Nel periodo successivo riprese a cre- contava 589 unità. Nel corso dei primi
scere con regolarità; cosı̀ nel 1848, decenni del Novecento invece co-
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- nobbe un nuovo aumento e pratica-
tava 1365 abitanti. Nei decenni succes- mente raddoppiò; nel 1951 contava 929
sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e abitanti. Nel periodo successivo la po-
nel 1861, anno della proclamazione del polazione ha ripreso a diminuire a
Regno d’Italia, contava 1444 abitanti. causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
Nella seconda metà del secolo XIX la tava 705 abitanti.
popolazione continuò a crescere; nel Esterzili. I primi dati disponibili sulla
1901 contava 1822 unità. Nel corso dei popolazione sono relativi al 1320; a
primi decenni del Novecento ebbe un quella data il villaggio contava 43 fuo-
altro aumento molto consistente; nel chi e una popolazione complessiva di
1951 contava 2989 abitanti. Nel periodo 156 abitanti. Altri dati significativi
successivo la popolazione ha comin- sono quelli riferiti al Parlamento del
ciato a diminuire a causa dell’emigra- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
zione; nel 2001 contava 2527 abitanti. tata fase delle guerre; a quella data la
Escolca. I primi dati disponibili sulla popolazione era cresciuta e contava
popolazione sono relativi al 1320; a meno di 50 fuochi per un totale di 196
quella data il villaggio contava circa abitanti. Mancano i dati successivi fino
70 fuochi e una popolazione comples- al 1698, alla fine del periodo spagnolo,
siva di 264 abitanti. Altri dati significa- quando la popolazione contava 328 abi-
tivi sono quelli riferiti al Parlamento tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo

361

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 367


Popolazione della Sardegna

sabaudo, era cresciuta e contava 451 1647 unità. Nel corso dei primi decenni
abitanti. Nel periodo successivo ri- del Novecento ebbe un nuovo incre-
prese ad aumentare con regolarità; mento; nel 1951 contava 2292 abitanti.
cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- Nel periodo successivo la popolazione
fetta’’, contava 681 abitanti. Nei de- ha cominciato a diminuire a causa del-
cenni successivi ebbe un ulteriore au- l’emigrazione; nel 2001 contava 1422
mento e nel 1861, anno della proclama- abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 650 Gesico. I primi dati disponibili sulla po-
abitanti. Nella seconda metà del se- polazione sono relativi al 1320; a quella
colo XIX la popolazione continuò a data il villaggio contava più di 150 fuo-
crescere; nel 1901 contava 1100 unità. chi e una popolazione complessiva di
Nel corso dei primi decenni del Nove- 712 abitanti. Altri dati significativi
cento ebbe un ulteriore aumento; nel sono quelli riferiti al Parlamento del
1951 contava 1445 abitanti. Nel periodo 1485, i primi disponibili dopo la conci-
successivo la popolazione ha però co- tata fase delle guerre; a quella data la
minciato a calare a causa dell’emigra- popolazione era quasi dimezzata, tanto
zione; nel 2001 contava 876 abitanti. che contava meno di 100 fuochi per un
Gergei. I primi dati disponibili sulla po- totale di 368 abitanti. A distanza di un
polazione sono relativi al 1320; a quella secolo, nel 1583, la popolazione era
data il villaggio contava 143 fuochi e cresciuta; praticamente raddoppiata,
una popolazione complessiva di 580 contava quasi 160 fuochi per un totale
abitanti. Altri dati significativi sono di 752 abitanti. Il bilancio demografico
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i del secolo XVII, a causa delle epide-
primi disponibili dopo la concitata mie di peste e delle carestie, non è po-
fase delle guerre; a quella data la po- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
polazione era aumentata e contava riodo spagnolo, la popolazione era di-
circa 150 fuochi per un totale di 648 minuita e contava 590 abitanti. Nel
abitanti. A distanza di un secolo, nel 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
1583, era ancora cresciuta; pratica- era però nuovamente cresciuta e con-
mente raddoppiata, contava quasi 180 tava 754 abitanti. Nel periodo succes-
fuochi per un totale di 1108 abitanti. Il sivo riprese ad aumentare con regola-
bilancio demografico del secolo XVII, rità; cosı̀ nel 1848, l’anno in cui si ebbe
nonostante le epidemie di peste e le la ‘‘fusione perfetta’’, contava 916 abi-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, tanti. Nei decenni successivi registrò
alla fine del periodo spagnolo, la popo- un nuovo lieve calo e nel 1861, anno
lazione era cresciuta sino a 1549 abi- della proclamazione del Regno d’Ita-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo lia, contava 883 abitanti. Nella seconda
sabaudo, era però diminuita e contava metà del secolo XIX la popolazione
1497 abitanti. Nel periodo successivo continuò a diminuire; nel 1901 era
riprese a crescere con regolarità; cosı̀ scesa a 780 unità. Nel corso dei primi
nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- decenni del Novecento ebbe un nuovo
fetta’’, contava 1936 abitanti. Nei de- aumento; nel 1951 contava 1189 abi-
cenni successivi si mantenne stabile e tanti. Ma nel periodo successivo la po-
nel 1861, anno della proclamazione del polazione ha ripreso a diminuire a
Regno d’Italia, contava 1941 abitanti. causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
Nella seconda metà del secolo XIX la tava 989 abitanti.
popolazione diminuı̀; nel 1901 contava Goni. I primi dati disponibili sulla po-

362

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 368


Popolazione della Sardegna

polazione sono relativi al 1320; a quella zio del periodo sabaudo, la popola-
data il villaggio contava 11 fuochi e una zione era ancora aumentata e contava
popolazione complessiva di 45 abi- 530 abitanti. Nel periodo successivo ri-
tanti. In seguito si spopolò del tutto nel prese a crescere con regolarità, cosı̀
corso del secolo XV e rimase abbando- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
nato sino alla fine del secolo XVI. Co- perfetta’’, contava 752 abitanti. Nei de-
minciò a ripopolarsi nel corso del se- cenni successivi registrò un lieve calo
colo XVII e nel 1698, alla fine del pe- e nel 1861, anno della proclamazione
riodo spagnolo, la popolazione contava del Regno d’Italia, contava 620 abi-
227 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- tanti. Nella seconda metà del secolo
riodo sabaudo, era cresciuta; pratica- XIX la popolazione continuò a dimi-
mente triplicata, contava 636 abitanti. nuire; nel 1901 contava 509 unità. Nel
Nel periodo successivo riprese a dimi- corso dei primi decenni del Novecento
nuire; cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe ebbe un aumento e praticamente rad-
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 247 abi- doppiò; nel 1951 contava 1068 abitanti.
tanti. Nei decenni successivi registrò Nel periodo successivo la popolazione
un lieve aumento e nel 1861, anno della si è mantenuta stabile; nel 2001 con-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tava 1073 abitanti.
tava 293 abitanti. Nella seconda metà Guasila. I primi dati disponibili sulla
del secolo XIX la popolazione conti- popolazione sono relativi al 1320; a
nuò a crescere; nel 1901 contava 391 quella data il villaggio contava 75 fuo-
unità. Nel corso dei primi decenni del chi e una popolazione complessiva di
Novecento conobbe un altro aumento; 308 abitanti. Altri dati significativi
nel 1951 contava 584 abitanti. Ma nel sono quelli riferiti al Parlamento del
periodo successivo la popolazione ha 1485, i primi disponibili dopo la conci-
cominciato a diminuire per l’emigra- tata fase delle guerre; a quella data la
zione; nel 2001 contava 558 abitanti. popolazione era diminuita, tanto che
Guamaggiore. I primi dati disponibili contava 50 fuochi per un totale di 200
sulla popolazione sono relativi al 1320; abitanti. A distanza di un secolo, nel
a quella data il villaggio contava 46 fuo- 1583, la popolazione era cresciuta; pra-
chi e una popolazione complessiva di ticamente più che triplicata, contava
184 abitanti. Altri dati significativi quasi 175 fuochi per un totale di 720
sono quelli riferiti al Parlamento del abitanti. Il bilancio demografico del
1485, i primi disponibili dopo la conci- secolo XVII, nonostante le epidemie
tata fase delle guerre; a quella data la di peste e le carestie, è positivo: infatti
popolazione era diminuita, tanto che nel 1698, alla fine del periodo spa-
contava meno di 30 fuochi per un totale gnolo, la popolazione era cresciuta in
di 112 abitanti. A distanza di un secolo, modo notevole e contava 1395 abitanti.
nel 1583, la popolazione era cresciuta; Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
praticamente più che triplicata, con- baudo, era ulteriormente cresciuta e
tava 102 fuochi per un totale di 408 abi- contava 1573 abitanti. Nel periodo suc-
tanti. Il bilancio demografico del se- cessivo riprese a crescere con regola-
colo XVII, nonostante le epidemie di rità, cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
peste e le carestie, è positivo: infatti perfetta’’, contava 1953 abitanti. Nei
nel 1698, alla fine del periodo spa- decenni successivi ebbe un ulteriore
gnolo, la popolazione era cresciuta e lieve aumento e nel 1861, anno della
contava 450 abitanti. Nel 1728, all’ini- proclamazione del Regno d’Italia, con-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 369


Popolazione della Sardegna

tava 2020 abitanti. Nella seconda metà 1485, i primi disponibili dopo la conci-
del secolo XIX la popolazione comin- tata fase delle guerre; a quella data la
ciò a diminuire; nel 1901 contava 1906 popolazione era diminuita, e contava
unità. Nel corso dei primi decenni del 130 fuochi per un totale di 544 abitanti.
Novecento ebbe un altro significativo A distanza di un secolo, nel 1583, aveva
aumento; nel 1951 contava 3173 abi- invece preso a crescere; praticamente
tanti. Nel periodo successivo la popo- era triplicata, e contava quasi 410 fuo-
lazione si è mantenuta stabile; nel 2001 chi per un totale di 1660 abitanti. Il bi-
contava 3030 abitanti. lancio demografico del secolo XVII,
Isili. I primi dati significativi sono nonostante le epidemie di peste e le
quelli riferiti al Parlamento del 1485, carestie, è positivo: infatti nel 1698,
dopo la concitata fase delle guerre; a alla fine del periodo spagnolo, era cre-
quella data la popolazione contava 80 sciuta e contava 2005 abitanti. Nel
fuochi per un totale di 328 abitanti. A 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- era però diminuita, scendendo a 1663
lazione era cresciuta, contava quasi abitanti. Nel periodo successivo ri-
115 fuochi per un totale di 452 abitanti. prese a crescere con regolarità; cosı̀
Il bilancio demografico del secolo nel 1848, l’anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
XVII, nonostante le epidemie di peste sione perfetta’’, contava 1999 abitanti.
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, Nei decenni successivi registrò un ul-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- teriore lieve aumento e nel 1861, anno
lazione era quasi triplicata; con 1317 della proclamazione del Regno d’Ita-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- lia, contava 2074 abitanti. Nella se-
riodo sabaudo, era ulteriormente cre- conda metà del secolo XIX la popola-
sciuta e contava 1698 abitanti. Nel pe- zione si mantenne stabile; nel 1901
riodo successivo continuò a crescere contava 2047 unità. Nel corso dei primi
con regolarità, cosı̀ nel 1848, l’anno decenni del Novecento ebbe un altro
della ‘‘fusione perfetta’’, contava 2276 aumento significativo; nel 1951 con-
abitanti. Nei decenni successivi ebbe tava infatti 3047 abitanti. Ma nel pe-
un ulteriore lieve aumento e nel 1861, riodo successivo la popolazione ha co-
anno della proclamazione del Regno minciato a diminuire a causa dell’emi-
d’Italia, contava 2432 abitanti. Nella grazione; nel 2001 contava 2499 abi-
seconda metà del secolo XIX la popo- tanti.
lazione si mantenne stabile; nel 1901 Maracalagonis. I primi dati disponibili
contava 2400 unità. Ma nel corso dei sulla popolazione sono relativi al 1320;
primi decenni del Novecento conobbe a quella data la popolazione dei due
un ulteriore aumento; nel 1951 contava villaggi contava 175 fuochi e una popo-
3142 abitanti. Nel periodo successivo lazione complessiva di 700 abitanti. Al-
la popolazione, nonostante l’emigra- tri dati significativi sono quelli riferiti
zione, si è mantenuta stabile; nel 2001 al Parlamento del 1485, i primi dispo-
contava 3133 abitanti. nibili dopo la concitata fase delle
Mandas. I primi dati disponibili sulla guerre; a quella data la popolazione
popolazione sono relativi al 1320; a era cosı̀ drammaticamente diminuita
quella data il villaggio contava 180 fuo- che contava meno di 10 fuochi per un
chi e una popolazione complessiva di totale di 39 abitanti. Ma a distanza di
776 abitanti. Altri dati significativi un secolo, nel 1583, la popolazione era
sono quelli riferiti al Parlamento del di nuovo cresciuta; praticamente de-

364

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 370


Popolazione della Sardegna

cuplicata, contava quasi 100 fuochi per contava 665 abitanti. Nel 1728, all’ini-
un totale di 380 abitanti. Il bilancio de- zio del periodo sabaudo, era però dimi-
mografico del secolo XVII, a causa nuita, scendendo a 625 abitanti. Nel
delle epidemie di peste e delle care- periodo successivo riprese a crescere
stie, non è positivo: infatti nel 1698, con regolarità, cosı̀ che nel 1848, l’anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1168
lazione era diminuita e contava 265 abitanti. Nei decenni successivi ebbe
abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
riodo sabaudo, la popolazione era già anno della proclamazione del Regno
vistosamente aumentata, e contava 739 d’Italia, contava 1262 abitanti. Nella
abitanti. Nel periodo successivo ri- seconda metà del secolo XIX la popo-
prese a crescere con regolarità; cosı̀ lazione si mantenne stabile; nel 1901
nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- contava 1251 unità. Nel corso dei primi
fetta’’, contava 955 abitanti. Nei de- decenni del Novecento ebbe un altro
cenni successivi ebbe un ulteriore aumento e praticamente raddoppiò;
lieve aumento e nel 1861, l’anno della nel 1951 contava 2592 abitanti. Nel pe-
proclamazione del Regno d’Italia, con- riodo successivo la popolazione ha
tava 1061 abitanti. Nella seconda metà continuato a crescere intensamente,
del secolo XIX continuò a crescere; nel assorbendo molti abitanti dalla vicina
1901 contava 1508 unità. Nel corso dei Cagliari; nel 2001 contava 4541 abi-
primi decenni del Novecento ebbe un tanti.
altro aumento e praticamente raddop- Monserrato. I primi dati disponibili
piò; nel 1951 contava 3133 abitanti. Nel sulla popolazione sono relativi al 1320;
periodo successivo la popolazione ha a quella data il villaggio contava circa
continuato a crescere intensamente, 102 fuochi e una popolazione comples-
assorbendo molti abitanti dalla vicina siva di 416 abitanti. Altri dati significa-
Cagliari; nel 2001 contava 6602 abi- tivi sono quelli riferiti al Parlamento
tanti. del 1485, i primi disponibili dopo la
Monastir. I primi dati disponibili sulla concitata fase delle guerre; a quella
popolazione sono relativi al 1320; a data la popolazione era diminuita e
quella data il villaggio contava circa contava solo circa 70 fuochi per un to-
40 fuochi e una popolazione comples- tale di 295 abitanti. Ma a distanza di un
siva di 156 abitanti. Altri dati significa- secolo, nel 1583, era cresciuta; pratica-
tivi sono quelli riferiti al Parlamento mente triplicata, contava quasi 170
del 1485, i primi disponibili dopo la fuochi per un totale di 680 abitanti. Il
concitata fase delle guerre; a quella bilancio demografico del secolo XVII,
data la popolazione era drasticamente a causa delle epidemie di peste e delle
diminuita: contava meno 14 fuochi per carestie, non è positivo: infatti nel
un totale di 65 abitanti. A distanza di un 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
secolo, nel 1583, era praticamente più popolazione era diminuita e contava
che quintuplicata; contava infatti 477 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
quasi 180 fuochi per un totale di 332 riodo sabaudo, era però praticamente
abitanti. Il bilancio demografico del raddoppiata e contava 873 abitanti.
secolo XVII, nonostante le epidemie Nel periodo successivo riprese a cre-
di peste e le carestie, è positivo: infatti scere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
nel 1698, alla fine del periodo spa- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
gnolo, la popolazione era cresciuta e fetta’’, contava ben 2484 abitanti. Nei

365

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 371


Popolazione della Sardegna

decenni successivi conobbe un ulte- unità. Nel corso dei primi decenni del
riore aumento e nel 1861, anno della Novecento ebbe un altro aumento; nel
proclamazione del Regno d’Italia, con- 1951 contava 4251 abitanti. Nel periodo
tava 2874 abitanti. Nella seconda metà successivo la popolazione ha conti-
del secolo XIX, grazie allo sviluppo nuato a crescere grazie allo sviluppo
delle attività economiche, la popola- del turismo; nel 2001 contava 4630 abi-
zione continuò a crescere; nel 1901 tanti.
contava 5704 unità. Nel corso del Nove- Nuragus. I primi dati significativi sono
cento, per quanto tra il 1927 e il 1992 quelli riferiti al Parlamento del 1485,
fosse stato aggregato a Cagliari come dopo la concitata fase delle guerre; a
frazione, ebbe un altro aumento e pra- quella data la popolazione contava 11
ticamente si quadruplicò, assorbendo fuochi per un totale di 44 abitanti. A
molti abitanti dalla vicina Cagliari; nel distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
2001 contava 20 758 abitanti. lazione era cresciuta; praticamente
Muravera. I primi dati disponibili sulla decuplicata, contava infatti quasi 135
popolazione sono relativi al 1316; a fuochi per un totale di 544 abitanti. Il
quella data il villaggio contava 11 fuo- bilancio demografico del secolo XVII,
chi e una popolazione complessiva di a causa delle epidemie di peste e delle
45 abitanti. Altri dati significativi sono carestie, non è positivo: infatti nel
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
primi disponibili dopo la concitata popolazione era diminuita e contava
fase delle guerre; a quella data la po- 409 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
polazione era aumentata considere- riodo sabaudo, era però nuovamente
volmente; contava circa 60 fuochi per cresciuta e contava 778 abitanti. Nel
un totale di 264 abitanti. A distanza di periodo successivo riprese a crescere
un secolo, nel 1583, era ulteriormente con regolarità; cosı̀ nel 1848, l’anno
cresciuta: praticamente quadrupli- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1105
cata, contava quasi 270 fuochi per un abitanti. Nei decenni successivi ebbe
totale di 1092 abitanti. Il bilancio de- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
mografico del secolo XVII, a causa anno della proclamazione del Regno
delle epidemie di peste e delle care- d’Italia, contava 1204 abitanti. Nella
stie, non è positivo: infatti nel 1698, seconda metà del secolo XIX la popo-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- lazione ebbe un calo; nel 1901 contava
lazione era diminuita e contava 720 1050 unità. Ma nel corso dei primi de-
abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- cenni del Novecento riprese a cre-
riodo sabaudo, era nuovamente au- scere; nel 1951 contava 1425 abitanti.
mentata e contava 906 abitanti. Nel pe- Nel periodo successivo la popolazione
riodo successivo riprese a crescere con ha cominciato a diminuire a causa del-
regolarità; cosı̀ nel 1848, l’anno della l’emigrazione; nel 2001 contava 1045
‘‘fusione perfetta’’, era nuovamente abitanti.
raddoppiata e contava 1848 abitanti. Nurallao. I primi dati significativi sono
Nei decenni successivi ebbe un ulte- quelli riferiti al Parlamento del 1485,
riore aumento e nel 1861, anno della dopo la concitata fase delle guerre; a
proclamazione del Regno d’Italia, con- quella data la popolazione contava 10
tava 2078 abitanti. Nella seconda metà fuochi per un totale di 40 abitanti. A
del secolo XIX la popolazione conti- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
nuò a crescere; nel 1901 contava 3078 lazione era cresciuta; praticamente

366

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 372


Popolazione della Sardegna

più che decuplicata, contava quasi 120 cenni successivi conobbe un ulteriore
fuochi per un totale di 483 abitanti. Il lieve aumento e nel 1861, l’anno della
bilancio demografico del secolo XVII, proclamazione del Regno d’Italia, con-
nonostante le epidemie di peste e le tava 1745 abitanti. Nella seconda metà
carestie, è positivo: infatti nel 1698, del secolo XIX la popolazione conti-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- nuò a crescere; nel 1901 contava 1943
lazione si era stabilizzata e contava 450 unità. Nel corso dei primi decenni del
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- Novecento registrò un ulteriore au-
riodo sabaudo, era però aumentata e mento: nel 1951 contava 2935 abitanti.
contava 611 abitanti. Nel periodo suc- Nel periodo successivo la popolazione
cessivo riprese a crescere con regola- ha continuato a crescere; nel 2001 con-
rità; cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe la tava 3019 abitanti.
‘‘fusione perfetta’’, contava 925 abi- Nurri. I primi dati disponibili sulla po-
tanti. Nei decenni successivi registrò polazione sono relativi al 1320; a quella
un ulteriore lieve aumento e nel 1861, data il villaggio contava 31 fuochi e una
anno della proclamazione del Regno popolazione complessiva di 124 abi-
d’Italia, contava 1072 abitanti. Nella tanti. Altri dati significativi sono quelli
seconda metà del secolo XIX la popo- riferiti al Parlamento del 1485, i primi
lazione ebbe un calo; nel 1901 contava disponibili dopo la concitata fase delle
931 unità. Nel corso dei primi decenni guerre; a quella data la popolazione,
del Novecento riprese però ad aumen- più che raddoppiata, contava 83 fuochi
tare; nel 1951 contava 1497 abitanti. per un totale di 340 abitanti. A distanza
Nel periodo successivo la popolazione di un secolo, nel 1583, la popolazione
si è mantenuta stabile; nel 2001 con- era cresciuta ulteriormente; pratica-
tava 1426 abitanti. mente quadruplicata, contava quasi
Nuraminis. I primi dati disponibili 330 fuochi per un totale di 1372 abi-
sulla popolazione sono relativi al 1320; tanti. Il bilancio demografico del se-
a quella data il villaggio contava 54 fuo- colo XVII, nonostante le epidemie di
chi e una popolazione complessiva di peste e le carestie, è positivo: infatti
220 abitanti. Ma nel corso del secolo nel 1698, alla fine del periodo spa-
cominciò a spopolarsi: nel 1349, dopo gnolo, la popolazione era cresciuta e
la peste, contava solo 5 fuochi e 20 abi- contava 1905 abitanti. Nel 1728, all’ini-
tanti, e alla fine del Trecento era de- zio del periodo sabaudo, confermò la
serto. Cominciò a ripopolarsi nel se- tendenza all’aumento e contava 1941
colo XVI: nel 1583 la popolazione con- abitanti. Nel periodo successivo conti-
tava più di 190 fuochi per un totale di nuò a crescere con regolarità; cosı̀ nel
732 abitanti. Il bilancio demografico 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
del secolo XVII, nonostante le epide- perfetta’’, contava 2199 abitanti. Nei
mie di peste e le carestie, è positivo: decenni successivi conobbe un lieve
infatti nel 1698, alla fine del periodo calo e nel 1861, anno della proclama-
spagnolo, la popolazione era cresciuta zione del Regno d’Italia, contava 2178
sino a 890 abitanti. Nel 1728, all’inizio abitanti. Nella seconda metà del se-
del periodo sabaudo, contava 913 abi- colo XIX la popolazione continuò a
tanti. Nel periodo successivo riprese a crescere; nel 1901 contava 2300 unità.
crescere con regolarità; cosı̀ nel 1848, Nel corso dei primi decenni del Nove-
l’anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- cento ebbe un altro aumento significa-
fetta’’, contava 1547 abitanti. Nei de- tivo; nel 1951 aveva raggiunto i 3988

367

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 373


Popolazione della Sardegna

abitanti. Nel periodo successivo, in- 128 abitanti. Altri dati significativi
vece, la popolazione ha cominciato a sono quelli riferiti al Parlamento del
calare drasticamente a causa dell’emi- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
grazione; nel 2001 contava 2480 abi- tata fase delle guerre; a quella data la
tanti. popolazione era diminuita: contava
Orroli. I primi dati disponibili sulla po- meno di 22 fuochi per un totale di 88
polazione sono relativi al 1320; a quella abitanti. A distanza di un secolo, nel
data il villaggio contava 45 fuochi e una 1583, era cresciuta; praticamente tri-
popolazione complessiva di 180 abi- plicata, contava quasi 90 fuochi per un
tanti. Altri dati significativi sono quelli totale di 320 abitanti. Il bilancio demo-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi grafico del secolo XVII, a causa delle
disponibili dopo la concitata fase delle epidemie di peste e delle carestie, non
guerre; a quella data la popolazione è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
era leggermente aumentata: contava periodo spagnolo, la popolazione era
circa 60 fuochi per un totale di 220 abi- diminuita e contava 216 abitanti. Nel
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
era quasi quadruplicata, e contava era però nuovamente aumentata e con-
quasi 180 fuochi per un totale di 776 tava 349 abitanti. Nel periodo succes-
abitanti. Il bilancio demografico del sivo continuò a crescere con regola-
secolo XVII, nonostante le epidemie rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
di peste e le carestie, è positivo: infatti ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 518
nel 1698, alla fine del periodo spa- abitanti. Nei decenni successivi regi-
gnolo, la popolazione era cresciuta e strò un lieve calo e nel 1861, anno della
contava 884 abitanti. Nel 1728, all’ini- proclamazione del Regno d’Italia, con-
zio del periodo sabaudo, era cresciuta tava 447 abitanti. Nella seconda metà
ancora e contava 1018 abitanti. Nel pe- del secolo XIX la popolazione riprese a
riodo successivo continuò ad aumen- crescere; nel 1901 contava 524 unità.
tare con regolarità, cosı̀ che nel 1848, Nel corso dei primi decenni del Nove-
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- cento ebbe un altro aumento, nel 1951
tava 1539 abitanti. Nei decenni succes- contava 890 abitanti. Nel periodo suc-
sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e cessivo la popolazione ha continuato a
nel 1861, anno della proclamazione del crescere; nel 2001 contava 985 abitanti.
Regno d’Italia, contava 1758 abitanti. Pimentel. Fondato nel secolo XVII, i
Nella seconda metà del secolo XIX la primi dati disponibili risalgono al
popolazione continuò a crescere; nel 1698, alla fine del periodo spagnolo,
1901 contava 2190 unità. Nel corso dei quando la popolazione contava 275 abi-
primi decenni del Novecento ebbe un tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
ulteriore robusto aumento, nel 1951 sabaudo, era aumentata e contava 386
contava 3243 abitanti. Nel periodo suc- abitanti. Nel periodo successivo ri-
cessivo, invece, la popolazione ha co- prese a crescere con regolarità; cosı̀
minciato a diminuire a causa dell’emi- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
grazione; nel 2001 contava 2805 abi- perfetta’’, contava 675 abitanti. Nei de-
tanti. cenni successivi conobbe un lieve calo
Ortacesus. I primi dati disponibili sulla e nel 1861, anno della proclamazione
popolazione sono relativi al 1320; a del Regno d’Italia, contava 658 abi-
quella data il villaggio contava 32 fuo- tanti. Nella seconda metà del secolo
chi e una popolazione complessiva di XIX la popolazione continuò a dimi-

368

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 374


Popolazione della Sardegna

nuire; nel 1901 contava 552 unità. Nel raddoppiata, contava quasi 73 fuochi
corso dei primi decenni del Novecento per un totale di 292 abitanti. Il bilancio
ebbe un nuovo aumento e pratica- demografico del secolo XVII, nono-
mente raddoppiò; nel 1951 contava stante le epidemie di peste e le care-
1144 abitanti. Nel periodo successivo stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
la popolazione ha continuato a cre- fine del periodo spagnolo, la popola-
scere; nel 2001 contava 1513 abitanti. zione contava 725 abitanti. Nel 1728, al-
Pula. I primi dati disponibili sulla po- l’inizio del periodo sabaudo, era cre-
polazione sono relativi al 1320, a quella sciuta ancora e contava 938 abitanti.
data il villaggio contava 180 fuochi e Nel periodo successivo la popolazione
una popolazione complessiva di 736 continuò a crescere con regolarità,
abitanti; a causa delle guerre andò cosı̀ che nel 1848, anno in cui si ebbe la
spopolandosi e rimase deserto per ‘‘fusione perfetta’’, contava 1923 abi-
tutto il periodo tra il XV e gli inizi del tanti. Nei decenni successivi registrò
secolo XVII. I primi dati disponibili ri- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
salgono al 1728, all’inizio del periodo anno della proclamazione del Regno
sabaudo, quando la popolazione con- d’Italia, contava 2017 abitanti. Nella
tava 819 abitanti. Nel periodo succes- seconda metà del secolo XIX continuò
sivo riprese a crescere con regolarità, a crescere; nel 1901 contava 2331 unità.
cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- Nel corso dei primi decenni del Nove-
sione perfetta’’, contava 1415 abitanti. cento ebbe un altro aumento, e per
Nei decenni successivi conobbe un ul- quanto tra il 1927 e il 1989 fosse stato
teriore lieve aumento e nel 1861, anno aggregato come frazione a Cagliari,
della proclamazione del Regno d’Ita- continuò a crescere intensamente, as-
lia, contava 1451 abitanti. Nella se- sorbendo molti abitanti dalla vicina
conda metà del secolo XIX continuò a Cagliari; nel 2001 contava 10 179 abi-
crescere; nel 1901 contava 1818 unità. tanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Quartu Sant’Elena. I primi dati signifi-
cento ebbe un altro aumento; nel 1951 cativi sono quelli riferiti al Parlamento
contava 2611 abitanti. Nel periodo suc- del 1485, dopo la concitata fase delle
cessivo, grazie allo sviluppo turistico, guerre; a quella data la popolazione
la popolazione ha continuato a cre- contava meno di 50 fuochi per un totale
scere intensamente, tanto che nel 2001 di 192 abitanti. A distanza di un secolo,
era più che raddoppiata, e contava nel 1583, era cresciuta; praticamente
6373 abitanti. quintuplicata, contava più di 250 fuo-
Quartucciu. I primi dati disponibili chi per un totale di 1036 abitanti. Il bi-
sulla popolazione sono relativi al 1320; lancio demografico del secolo XVII,
a quella data il villaggio contava 250 nonostante le epidemie di peste e le
fuochi e una popolazione complessiva carestie, è positivo: infatti nel 1698,
di 1050 abitanti. Altri dati significativi alla fine del periodo spagnolo, la popo-
sono quelli riferiti al Parlamento del lazione era cresciuta e contava 1728
1485, i primi disponibili dopo la conci- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
tata fase delle guerre; a quella data la riodo sabaudo, era ulteriormente au-
popolazione era tanto diminuita che mentata e contava 2604 abitanti. Nel
contava solo 30 fuochi per un totale di periodo successivo continuò a cre-
120 abitanti. A distanza di un secolo, scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
nel 1583, era cresciuta, praticamente l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, era più

369

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 375


Popolazione della Sardegna

che raddoppiata e contava 6322 abi- zione del Regno d’Italia, contava 703
tanti. Nei decenni successivi registrò abitanti. Nella seconda metà del se-
un lieve calo e nel 1861, anno della pro- colo XIX continuò a crescere; nel 1901
clamazione del Regno d’Italia, contava contava 829 unità. Nel corso dei primi
6252 abitanti. Nella seconda metà del decenni del Novecento ebbe un altro
secolo XIX la popolazione continuò a aumento e praticamente raddoppiò,
crescere intensamente; nel 1901 con- nel 1951 contava 1322 abitanti. Nel pe-
tava 8452 unità. Nel corso dei primi de- riodo successivo la popolazione ha
cenni del Novecento ebbe un altro au- avuto un calo a causa dell’emigra-
mento; nel 1921 superò i 10 000 abi- zione; nel 2001 contava 1089 abitanti.
tanti. In seguito continuò a crescere; Samatzai. I primi dati significativi
nel 1951 contava 17 549 abitanti. Nel sono quelli riferiti al Parlamento del
periodo successivo la città registrò un 1485, dopo la concitata fase delle
vero e proprio boom edilizio: la popo- guerre; a quella data la popolazione
lazione continuò a crescere intensa- contava 132 fuochi per un totale di 528
mente, assorbendo anche molti abi- abitanti. A distanza di un secolo, nel
tanti dalla vicina Cagliari; nel 1991 su- 1583, la popolazione era cresciuta, con-
però i 61 000 abitanti e nel 2001 con tava 212 fuochi per un totale di 848 abi-
68 911 abitanti, era la terza città della tanti. Il bilancio demografico del se-
Sardegna. colo XVII, nonostante le epidemie di
Sadali. I primi dati disponibili sulla peste e le carestie, è positivo: infatti
popolazione sono relativi al 1320; a nel 1698, alla fine del periodo spa-
quella data il villaggio contava 44 fuo- gnolo, la popolazione era cresciuta e
chi e una popolazione complessiva di contava 953 abitanti. Nel 1728, all’ini-
176 abitanti. Altri dati significativi zio del periodo sabaudo, era però dimi-
sono quelli riferiti al Parlamento del nuita scendendo a 897 abitanti. Nel pe-
1485, i primi disponibili dopo la conci- riodo successivo riprese a crescere con
tata fase delle guerre; a quella data la regolarità, cosı̀ che nel 1848, l’anno
popolazione era aumentata: contava 80 della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1136
fuochi per un totale di 328 abitanti. A abitanti. Nei decenni successivi ebbe
distanza di un secolo, nel 1583, era in- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
vece diminuita e contava quasi 60 fuo- anno della proclamazione del Regno
chi per un totale di 240 abitanti. Il bi- d’Italia, contava 1276 abitanti. Nella
lancio demografico del secolo XVII, a seconda metà del secolo XIX la popo-
causa delle epidemie di peste e delle lazione diminuı̀; nel 1901 contava 1161
carestie, non è positivo: infatti nel unità. Nel corso dei primi decenni del
1698, alla fine del periodo spagnolo, la Novecento conobbe però un notevole
popolazione era diminuita, scendendo aumento; nel 1951 contava 1705 abi-
a 228 abitanti. Nel 1728, all’inizio del tanti. Nel periodo successivo la popo-
periodo sabaudo, era però nuova- lazione ha continuato a crescere; nel
mente cresciuta e contava 282 abitanti. 2001 contava 1751 abitanti.
Nel periodo successivo continuò a cre- San Basilio. I primi dati disponibili
scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848, sulla popolazione sono relativi al 1320;
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- a quella data il villaggio contava 30 fuo-
tava 639 abitanti. Nei decenni succes- chi e una popolazione complessiva di
sivi conobbe un ulteriore lieve au- 120 abitanti. Altri dati significativi
mento e nel 1861, anno della proclama- sono quelli riferiti al Parlamento del

370

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 376


Popolazione della Sardegna

1485, i primi disponibili dopo la conci- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tata fase delle guerre; a quella data la gnolo, la popolazione era cresciuta e
popolazione era cresciuta e contava contava 390 abitanti. Nel 1728, all’ini-
circa 45 fuochi per un totale di 176 abi- zio del periodo sabaudo, era ulterior-
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, mente aumentata sino a 490 abitanti.
la popolazione era praticamente tripli- Nel periodo successivo riprese a cre-
cata e contava quasi 160 fuochi per un scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
totale di 640 abitanti. Il bilancio demo- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
grafico del secolo XVII, nonostante le tava 911 abitanti. Nei decenni succes-
epidemie di peste e le carestie, è posi- sivi conobbe un ulteriore lieve au-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- mento e nel 1861, anno della proclama-
riodo spagnolo, la popolazione era cre- zione del Regno d’Italia, contava 992
sciuta e contava 840 abitanti. Nel 1728, abitanti. Nella seconda metà del se-
all’inizio del periodo sabaudo, era colo XIX continuò a crescere; nel 1901
però diminuita e contava 816 abitanti. contava 1200 unità. Nel corso dei primi
Nel periodo successivo comunque ri- decenni del Novecento conobbe un al-
prese a crescere con regolarità, cosı̀ tro aumento; nel 1951 contava 1384 abi-
che nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- tanti. Ma nel periodo successivo la po-
fetta’’, contava 1155 abitanti. Nei de- polazione è diminuita a causa dell’e-
cenni successivi conobbe un ulteriore migrazione; nel 2001 contava 998 abi-
lieve aumento e nel 1861, anno della tanti.
proclamazione del Regno d’Italia, con- San Sperate. I primi dati disponibili
tava 1191 abitanti. Nella seconda metà sulla popolazione sono relativi al 1320;
del secolo XIX diminuı̀; nel 1901 con- a quella data il villaggio contava 21 fuo-
tava 1108 unità. Nel corso dei primi de- chi e una popolazione complessiva di
cenni del Novecento riprese invece a 85 abitanti. Altri dati significativi sono
crescere; nel 1951 contava 1293 abi- quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
tanti. Nel periodo successivo la popo- primi disponibili dopo la concitata
lazione ha continuato a crescere; nel fase delle guerre; a quella data la po-
2001 contava 1456 abitanti. polazione era aumentata e contava 50
San Nicolò Gerrei (Pauli Gerrei). I primi fuochi per un totale di 200 abitanti. A
dati disponibili sulla popolazione sono distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
relativi al 1320; a quella data il villag- lazione era ancora cresciuta: contava
gio contava 18 fuochi e una popola- infatti quasi 73 fuochi per un totale di
zione complessiva di 68 abitanti. Altri 296 abitanti. Anche il bilancio demo-
dati significativi sono quelli riferiti al grafico del secolo XVII, nonostante le
Parlamento del 1485, i primi disponi- epidemie di peste e le carestie, è posi-
bili dopo la concitata fase delle guerre; tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
a quella data la popolazione era cre- riodo spagnolo, la popolazione era cre-
sciuta, ma contava ancora meno di 33 sciuta e contava 645 abitanti. Nel 1728,
fuochi per un totale di 132 abitanti. A all’inizio del periodo sabaudo, ebbe un
distanza di un secolo, nel 1583, era pra- ulteriore aumento, sino a 882 abitanti.
ticamente raddoppiata, e contava Nel periodo successivo continuò a cre-
quasi 70 fuochi per un totale di 272 abi- scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
tanti. Il bilancio demografico del se- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
colo XVII, nonostante le epidemie di tava 4558 abitanti. Nei decenni succes-
peste e le carestie, è positivo: infatti sivi conobbe un ulteriore lieve au-

371

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 377


Popolazione della Sardegna

mento e nel 1861, anno della proclama- grafico del secolo XVII, a causa delle
zione del Regno d’Italia, contava 1681 epidemie di peste e delle carestie, non
abitanti. Nella seconda metà del se- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
colo XIX continuò a crescere; nel 1901 periodo spagnolo, la popolazione era
contava 1856 unità. Nel corso dei primi diminuita e contava 716 abitanti. Nel
decenni del Novecento ebbe un altro 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
aumento e praticamente raddoppiò; era però nuovamente aumentata e con-
nel 1951 contava 3676 abitanti. Nel pe- tava 814 abitanti. Nel periodo succes-
riodo successivo ha continuato a cre- sivo continuò a crescere con regola-
scere intensamente, assorbendo anche rità, cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
molti abitanti dalla vicina Cagliari; nel perfetta’’, contava 2605 abitanti. Nei
2001 contava 6837 abitanti. decenni successivi ebbe un ulteriore
Sant’Andrea Frius. I primi dati dispo- lieve aumento e nel 1861, anno della
nibili sulla popolazione sono relativi al proclamazione del Regno d’Italia, con-
1369; a quella data il villaggio era semi- tava 2759 abitanti. Nella seconda metà
spopolato: contava 5 fuochi e una po- del secolo XIX continuò a crescere e
polazione complessiva di 20 abitanti. nel 1901 contava 4258 unità. Nel corso
Anzi, nel corso del secolo si spopolò dei primi decenni del Novecento ebbe
completamente e rimase deserto fino un altro aumento; nel 1951 contava
alla fine del secolo XVII. I nuovi dati 4805 abitanti. Nel periodo successivo
disponibili risalgono perciò al 1728, al- la popolazione ha però cominciato a di-
l’inizio del periodo sabaudo, quando la minuire a causa dell’emigrazione; nel
popolazione contava 380 abitanti. Nel 2001 contava 3952 abitanti.
periodo successivo la popolazione ri- Sarroch. I primi dati disponibili sulla
prese a crescere con regolarità, cosı̀ popolazione sono relativi al 1320; a
nel 1848, l’anno idella ‘‘fusione per- quella data il villaggio contava 64 fuo-
fetta’’, contava 852 abitanti. Nei de- chi e una popolazione complessiva di
cenni successivi ebbe un ulteriore 264 abitanti. In seguito si spopolò com-
lieve aumento e nel 1861, anno della pletamente e rimase spopolato fino a
proclamazione del Regno d’Italia, con- tutto il secolo XVII. Nel 1728, all’inizio
tava 906 abitanti. Nella seconda metà del periodo sabaudo, la popolazione
del secolo XIX si stabilizzò; nel 1901 contava 451 abitanti. Nel periodo suc-
contava 916 unità. Nel corso dei primi cessivo cominciò a crescere con rego-
decenni del Novecento ebbe un altro larità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
aumento; nel 1951 contava 1618 abi- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
tanti. Nel periodo successivo la popo- 1007 abitanti. Nei decenni successivi
lazione ha continuato a crescere; nel registrò un ulteriore aumento e nel
2001 contava 1911 abitanti. 1861, anno della proclamazione del Re-
San Vito. I primi dati significativi sono gno d’Italia, contava 1211 abitanti.
quelli riferiti al Parlamento del 1485, Nella seconda metà del secolo XIX
dopo la concitata fase delle guerre; a continuò a crescere; nel 1901 contava
quella data la popolazione contava 1352 unità. Nel corso dei primi decenni
circa 45 fuochi per un totale di 184 abi- del Novecento ebbe un altro aumento e
tanti. A distanza di un secolo nel 1583 praticamente raddoppiò; nel 1951 con-
era cresciuta, praticamente triplicata, tava 2261 abitanti. Nel periodo succes-
contava infatti circa 190 fuochi per un sivo la popolazione ha continuato a
totale di 756 abitanti. Il bilancio demo- crescere intensamente, grazie agli in-

372

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 378


Popolazione della Sardegna

sediamenti industriali; nel 2001 con- chi e una popolazione complessiva di


tava 5349 abitanti. 204 abitanti. Altri dati significativi
Selargius. I primi dati disponibili sulla sono quelli riferiti al Parlamento del
popolazione sono relativi al 1330; a 1485, i primi disponibili dopo la conci-
quella data il villaggio contava 125 fuo- tata fase delle guerre; a quella data la
chi e una popolazione complessiva di popolazione era quasi dimezzata: con-
1300 abitanti. Altri dati significativi tava 32 fuochi per un totale di 128 abi-
sono quelli riferiti al Parlamento del tanti. Ma a distanza di un secolo, nel
1485, i primi disponibili dopo la conci- 1583, la popolazione era cresciuta, più
tata fase delle guerre; a quella data la che triplicata, e contava quasi 115 fuo-
popolazione era diminuita notevol- chi per un totale di 472 abitanti. Il bi-
mente e contava meno di 40 fuochi per lancio demografico del secolo XVII,
un totale di 152 abitanti. A distanza di nonostante le epidemie di peste e le
un secolo, nel 1583, era cresciuta, quasi carestie, è positivo: infatti nel 1698,
quadruplicata, e contava 154 fuochi alla fine del periodo spagnolo, la popo-
per un totale di 620 abitanti. Il bilancio lazione, seppure di poco, era cresciuta
demografico del secolo XVII, nono- e contava 487 abitanti. Nel 1728, all’ini-
stante le epidemie di peste e le care- zio del periodo sabaudo, era ancora au-
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla mentata e contava 522 abitanti. Nel pe-
fine del periodo spagnolo, la popola- riodo successivo continuò a crescere
zione era cresciuta e contava 1157 abi- con regolarità, cosı̀ che nel 1848, anno
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo della ‘‘fusione perfetta’’, contava 789
sabaudo, era aumentata ancora e con- abitanti. Nei decenni successivi ebbe
tava 1256 abitanti. Nel periodo succes- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
sivo continuò a crescere con regola- anno della proclamazione del Regno
rità, cosı̀ che nel 1848, anno della ‘‘fu- d’Italia, contava 858 abitanti. Nella se-
sione perfetta’’, contava 2834 abitanti. conda metà del secolo XIX continuò a
Nei decenni successivi ebbe un ulte- crescere; nel 1901 contava 906 unità.
riore aumento e nel 1861, anno della Nel corso dei primi decenni del Nove-
proclamazione del Regno d’Italia, con- cento ebbe un altro aumento e pratica-
tava 3121 abitanti. Nella seconda metà mente raddoppiò; nel 1951 contava
del secolo XIX continuò a crescere; nel 1756 abitanti. Nel periodo successivo
1901 contava 3370 unità. Nel corso dei la popolazione ha cominciato a dimi-
primi decenni del Novecento ebbe un nuire a causa dell’emigrazione; nel
altro aumento, e quando nel 1928 fu an- 2001 contava 1535 abitanti.
nesso a Cagliari come frazione, con- Senorbı̀. I primi dati disponibili sulla
tava 3852 abitanti. Nel 1947 riacquistò popolazione sono relativi al 1320; a
l’autonomia; nel 1951 la popolazione quella data il villaggio contava 25 fuo-
praticamente era raddoppiata: con- chi e una popolazione complessiva di
tava 6916 abitanti. Nel periodo succes- 100 abitanti. Altri dati significativi
sivo la popolazione ha continuato a sono quelli riferiti al Parlamento del
crescere intensamente, assorbendo 1485, i primi disponibili dopo la conci-
molti abitanti dalla vicina Cagliari; tata fase delle guerre; a quella data la
nel 2001 contava 27 026 abitanti. popolazione era cresciuta e contava 43
Selegas. I primi dati disponibili sulla fuochi per un totale di 132 abitanti. A
popolazione sono relativi al 1320; a distanza di un secolo, nel 1583, era cre-
quella data il villaggio contava 51 fuo- sciuta ancora, anzi si era praticamente

373

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 379


Popolazione della Sardegna

triplicata, e contava quasi 115 fuochi sciuta e contava 445 abitanti. Nel 1728,
per un totale di 476 abitanti. Il bilancio all’inizio del periodo sabaudo, era an-
demografico del secolo XVII, nono- cora aumentata e contava 1071 abi-
stante le epidemie di peste e le care- tanti. Nel periodo successivo continuò
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla a crescere con regolarità, cosı̀ che nel
fine del periodo spagnolo, la popola- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
zione era cresciuta e contava 670 abi- perfetta’’, contava 663 abitanti. Nei de-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo cenni successivi registrò un ulteriore
sabaudo, era ulteriormente aumentata lieve aumento e nel 1861, anno della
e contava 916 abitanti. Nel periodo suc- proclamazione del Regno d’Italia, con-
cessivo continuò a crescere con regola- tava 876 abitanti. Nella seconda metà
rità, cosı̀ che nel 1848, l’anno della ‘‘fu- del secolo XIX, invece, la popolazione
sione perfetta’’, contava 1173 abitanti. ebbe un calo; nel 1901 contava 848
Nei decenni successivi ebbe un ulte- unità. Nel corso dei primi decenni del
riore lieve aumento e nel 1861, anno Novecento, però, riprese a crescere;
della proclamazione del Regno d’Ita- nel 1951 contava 1560 abitanti. Nel pe-
lia, contava 1288 abitanti. Nella se- riodo successivo la popolazione ha
conda metà del secolo XIX continuò a continuato a crescere; nel 2001 contava
crescere; nel 1901 contava 1622 unità. 2272 abitanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Serri. I primi dati disponibili sulla po-
cento ebbe un altro aumento e pratica- polazione sono relativi al 1320; a quella
mente raddoppiò: quando nel 1927 fu- data il villaggio contava quasi 70 fuochi
rono aggregati Sisini, Arixi e Suelli e una popolazione complessiva di 268
toccò i 3000 abitanti. Nel periodo suc- abitanti. Altri dati significativi sono ri-
cessivo la popolazione continuò a cre- feriti al Parlamento del 1485, i primi
scere; nel 1951 contava 3488 abitanti. disponibili dopo la concitata fase delle
Nell’ultimo cinquantennio la popola- guerre; a quella data la popolazione
zione ha confermato la tendenza; nel era diminuita: contava meno di 56 fuo-
2001 contava 4367 abitanti. chi per un totale di 225 abitanti. A di-
Serdiana. I primi dati disponibili sulla stanza di un secolo, nel 1583, era cre-
popolazione sono relativi al 1320; a sciuta, praticamente raddoppiata, e
quella data il villaggio contava 15 fuo- contava quasi 250 fuochi per un totale
chi e una popolazione complessiva di di 600 abitanti. Il bilancio demografico
60 abitanti. Altri dati significativi sono del secolo XVII, a causa delle epide-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i mie di peste e delle carestie, non è po-
primi disponibili dopo la concitata sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
fase delle guerre; a quella data la po- riodo spagnolo, la popolazione era di-
polazione era aumentata e contava 26 minuita e contava 438 abitanti. Nel
fuochi per un totale di 104 abitanti. A 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- era però nuovamente aumentata e con-
lazione era cresciuta, praticamente tava 477 abitanti. Nel periodo succes-
triplicata, e contava 92 fuochi per un sivo continuò a crescere con qualche
totale di 368 abitanti. Il bilancio demo- difficoltà, cosı̀ nel 1848, anno in cui si
grafico del secolo XVII, nonostante le ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 520
epidemie di peste e le carestie, è posi- abitanti. Nei decenni successivi regi-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- strò un ulteriore lieve aumento e nel
riodo spagnolo, la popolazione era cre- 1861, anno della proclamazione del Re-

374

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 380


Popolazione della Sardegna

gno d’Italia, contava 585 abitanti. Nella molti abitanti dalla vicina Cagliari;
seconda metà del secolo XIX continuò nel 2001 contava 14 326 abitanti.
a crescere; nel 1901 contava 641 abi- Settimo San Pietro. I primi dati dispo-
tanti. Nel corso dei primi decenni del nibili sulla popolazione sono relativi al
Novecento ebbe un altro aumento e 1320; a quella data il villaggio contava
praticamente raddoppiò; nel 1951 con- quasi 300 fuochi e una popolazione
tava 1014 abitanti. Nel periodo succes- complessiva di 1172 abitanti. Altri dati
sivo ha cominciato invece a diminuire significativi sono quelli riferiti al Par-
a causa dell’emigrazione; nel 2001 con- lamento del 1485, i primi disponibili
tava 773 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre; a
Sestu. I primi dati disponibili sulla po- quella data la popolazione era vistosa-
polazione sono relativi al 1320; a quella mente diminuita: aveva meno di 30
data il villaggio contava 225 fuochi e fuochi per un totale di 112 abitanti. A
una popolazione complessiva di 850 distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
abitanti. Altri dati significativi sono lazione era cresciuta, praticamente
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i quadruplicata, e contava quasi 140 fuo-
primi disponibili dopo la concitata chi per un totale di 572 abitanti. Il bi-
fase delle guerre; a quella data la po- lancio demografico del secolo XVII,
polazione era diminuita e contava nonostante le epidemie di peste e le
meno di 16 fuochi per un totale di 64 carestie, è positivo: infatti nel 1698,
abitanti. A distanza di un secolo, nel alla fine del periodo spagnolo, la popo-
1583, la popolazione era cresciuta no- lazione era cresciuta e contava 597 abi-
tevolmente; praticamente si era decu- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
plicata, e contava quasi 165 fuochi per sabaudo, era ulteriormente cresciuta
un totale di 672 abitanti. Il bilancio de- e contava 745 abitanti. Nel periodo suc-
mografico del secolo XVII, nonostante cessivo continuò a crescere con regola-
le epidemie di peste e le carestie, è po- rità, cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- perfetta’’, contava 1400 abitanti. Nei
riodo spagnolo, la popolazione era cre- decenni successivi ebbe un ulteriore
sciuta e contava 1070 abitanti. Nel lieve aumento e nel 1861, anno della
1728, all’inizio del periodo sabaudo, proclamazione del Regno d’Italia, con-
era però diminuita e contava 1071 abi- tava 1570 abitanti. Nella seconda metà
tanti. Nel periodo successivo riprese a del secolo XIX continuò a crescere; nel
crescere con regolarità, cosı̀ nel 1848, 1901 contava 1729 unità. Nel corso dei
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- primi decenni del Novecento ebbe un
tava 1282 abitanti. Nei decenni succes- altro aumento e nel 1951 contava 2740
sivi ebbe un ulteriore aumento e nel abitanti. Nel periodo successivo la po-
1861, anno della proclamazione del Re- polazione ha continuato a crescere in-
gno d’Italia, contava 1588 abitanti. tensamente, assorbendo molti abitanti
Nella seconda metà del secolo XIX dalla vicina Cagliari; nel 2001 contava
continuò a crescere; nel 1901 contava 5906 abitanti.
2284 unità. Nel corso dei primi decenni Seulo. I primi dati disponibili sulla po-
del Novecento ebbe un altro aumento e polazione sono relativi al 1320; a quella
praticamente raddoppiò; nel 1951 con- data il villaggio contava 71 fuochi e una
tava 4560 abitanti. Nel periodo succes- popolazione complessiva di 284 abi-
sivo la popolazione ha continuato a tanti. Altri dati significativi sono quelli
crescere intensamente, assorbendo riferiti al Parlamento del 1485, i primi

375

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 381


Popolazione della Sardegna

disponibili dopo la concitata fase delle nel 1698, alla fine del periodo spa-
guerre; a quella data la popolazione gnolo, la popolazione era ancora cre-
era diminuita, scendendo a 51 fuochi sciuta e contava 1157 abitanti. Nel
per un totale di 204 abitanti. A distanza 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
di un secolo, nel 1583, era cresciuta, popolazione era ulteriormente aumen-
praticamente triplicata, e contava tata e contava 1265 abitanti. Nel pe-
quasi 180 fuochi per un totale di 616 riodo successivo continuò a crescere
abitanti. Il bilancio demografico del con regolarità, cosı̀ nel 1848, l’anno
secolo XVII, a causa delle epidemie di della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1878
peste e delle carestie, non è positivo: abitanti. Nei decenni successivi ebbe
infatti nel 1698, alla fine del periodo un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
spagnolo, la popolazione era diminuita anno della proclamazione del Regno
e contava 371 abitanti. Nel 1728, all’ini- d’Italia, contava 2063 abitanti. Nella
zio del periodo sabaudo, era ancora au- seconda metà del secolo XIX continuò
mentata e contava 404 abitanti. Nel pe- a crescere; nel 1901 contava 2305 unità.
riodo successivo riprese a crescere con Nel corso dei primi decenni del Nove-
regolarità, cosı̀ nel 1848, anno in cui si cento ebbe un altro aumento e nel 1951
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 709 contava 3851 abitanti. Nel periodo suc-
abitanti. Nei decenni successivi regi- cessivo la popolazione ha continuato a
strò un lieve calo e nel 1861, anno della crescere; nel 2001 contava 4234 abi-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tanti.
tava 696 abitanti. Nella seconda metà Silius. I primi dati disponibili sulla po-
del secolo XIX la popolazione riprese a polazione sono relativi al 1320; a quella
crescere; nel 1901 contava 1060 unità. data il villaggio contava 15 fuochi e una
Nel corso dei primi decenni del Nove- popolazione complessiva di 60 abi-
cento ebbe un altro aumento; nel 1951 tanti. Altri dati significativi sono quelli
contava 1715 abitanti. Ma nel periodo riferiti al Parlamento del 1485, i primi
successivo la popolazione è diminuita disponibili dopo la concitata fase delle
a causa dell’emigrazione; nel 2001 con- guerre; a quella data la popolazione
tava 1041 abitanti. era aumentata e contava circa 33 fuo-
Siliqua. I primi dati disponibili sulla chi per un totale di 144 abitanti. A di-
popolazione sono relativi al 1320; a stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
quella data il villaggio contava 204 fuo- zione era cresciuta ancora: contava in-
chi e una popolazione complessiva di fatti quasi 76 fuochi per un totale di 296
816 abitanti. Altri dati significativi abitanti. Il bilancio demografico del
sono quelli riferiti al Parlamento del secolo XVII, nonostante le epidemie
1485, i primi disponibili dopo la conci- di peste e le carestie, è positivo: infatti
tata fase delle guerre; a quella data la nel 1698, alla fine del periodo spa-
popolazione era diminuita: contava gnolo, la popolazione era cresciuta e
meno di 50 fuochi per un totale di 192 contava 361 abitanti. Nel 1728, all’ini-
abitanti. A distanza di un secolo, nel zio del periodo sabaudo, era ancora
1583, la popolazione era invece cre- lievemente aumentata e contava 370
sciuta, praticamente triplicata, e con- abitanti. Nel periodo successivo conti-
tava 158 fuochi per un totale di 632 abi- nuò a crescere con regolarità, cosı̀ che
tanti. Il bilancio demografico del se- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
colo XVII, nonostante le epidemie di perfetta’’, contava 717 abitanti. Nei de-
peste e le carestie, è positivo: infatti cenni successivi registrò un ulteriore

376

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 382


Popolazione della Sardegna

lieve aumento e nel 1861, anno della molti abitanti dalla vicina Cagliari;
proclamazione del Regno d’Italia, con- nel 2001 contava 14 882 abitanti.
tava 838, abitanti. Nella seconda metà Siurgus Donigala. Costituito come co-
del secolo XIX continuò a crescere; nel mune autonomo nel 1927 con la fusione
1901 contava 965 unità. Nel corso dei di Donigala e di Siurgus. I primi dati
primi decenni del Novecento ebbe un disponibili sulla popolazione risal-
altro aumento; nel 1951 contava 1133 gono perciò al 1931; a quella data il
abitanti. Nel periodo successivo la po- nuovo comune contava 2003 abitanti.
polazione ha continuato a crescere; La crescita sembrò continuare e nel
nel 2001 contava 1409 abitanti. 1951 la popolazione era di 2660 abi-
Sinnai. I primi dati disponibili sulla tanti. Nell’ultimo cinquantennio,
popolazione sono relativi al 1320; a però, il villaggio ha subı̀to il fenomeno
quella data il villaggio contava circa dello spopolamento a causa dell’emi-
140 fuochi e una popolazione comples- grazione, nel 2001 contava 2198 abi-
siva di 572 abitanti. Altri dati significa- tanti.
tivi sono quelli riferiti al Parlamento Soleminis. I primi dati disponibili sulla
del 1485, i primi disponibili dopo la popolazione sono relativi al 1320; a
concitata fase delle guerre; a quella quella data il villaggio contava 36 fuo-
chi e una popolazione complessiva di
data la popolazione era diminuita e
144 abitanti. Nel corso del secolo XIV si
contava meno 45 fuochi per un totale
spopolò completamente; riprese a po-
di 180 abitanti. A distanza di un secolo,
polarsi soltanto a partire dal secolo
nel 1583, era cresciuta, praticamente
XVII. Cosı̀ nel 1698, alla fine del pe-
quintuplicata, e contava quasi 250 fuo-
riodo spagnolo, la popolazione contava
chi per un totale di 948 abitanti. Il bi-
soltanto 84 abitanti. Nel 1728, all’inizio
lancio demografico del secolo XVII,
del periodo sabaudo, era aumentata e
nonostante le epidemie di peste e le
contava 254 abitanti. Nel periodo suc-
carestie, è positivo: infatti nel 1698,
cessivo riprese a crescere con regola-
alla fine del periodo spagnolo, la popo-
rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
lazione era ancora cresciuta e contava
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 364
1450 abitanti. Nel 1728, all’inizio del abitanti. Nei decenni successivi regi-
periodo sabaudo, era aumentata e con- strò un ulteriore lieve aumento e nel
tava 1071 abitanti. Nel periodo succes- 1861, anno della proclamazione del Re-
sivo riprese a crescere con regolarità, gno d’Italia, contava 422 abitanti. Nella
cosı̀ che nel 1848, l’anno della ‘‘fusione seconda metà del secolo XIX ebbe un
perfetta’’, contava 2771 abitanti. Nei calo: nel 1901 contava 366 unità. Nel
decenni successivi registrò un ulte- corso dei primi decenni del Nove-
riore lieve aumento e nel 1861, anno cento, invece, ebbe un nuovo aumento
della proclamazione del Regno d’Ita- e praticamente raddoppiò; nel 1951
lia, contava 2824 abitanti. Nella se- contava 765 abitanti. Nel periodo suc-
conda metà del secolo XIX crebbe an- cessivo la popolazione ha continuato a
cora; nel 1901 contava 4008 unità. Nel crescere intensamente; nel 2001 con-
corso dei primi decenni del Novecento tava 1516 abitanti.
ebbe un ulteriore aumento e nel 1951 Suelli. I primi dati disponibili sulla po-
contava 6736 abitanti. Nel periodo suc- polazione sono relativi al 1320; a quella
cessivo la popolazione ha continuato a data il villaggio contava 13 fuochi e una
crescere intensamente, assorbendo popolazione complessiva di 52 abi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 383


Popolazione della Sardegna

tanti. Altri dati significativi sono quelli anno della ‘‘fusione perfetta’’, contava
riferiti al Parlamento del 1485, i primi 2043 abitanti. Nei decenni successivi
disponibili dopo la concitata fase delle registrò un ulteriore aumento e nel
guerre; a quella data la popolazione 1861, anno della proclamazione del Re-
era aumentata e contava 60 fuochi per gno d’Italia, contava 2853 abitanti.
un totale di 240 abitanti. A distanza di Nella seconda metà del secolo XIX
un secolo, nel 1583, era cresciuta, pra- ebbe un calo; nel 1901 contava 2305
ticamente triplicata, e contava quasi unità. Nel corso dei primi decenni del
180 fuochi per un totale di 784 abitanti. Novecento, invece, riprese a crescere
Il bilancio demografico del secolo e praticamente raddoppiò; nel 1951
XVII, nonostante le epidemie di peste contava 5448 abitanti. Ma nel periodo
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, successivo la popolazione ha conti-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- nuato a diminuire a causa dell’emigra-
lazione era cresciuta e contava 1038 zione; nel 2001 contava 4108 abitanti.
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- Ussana. I primi dati disponibili sulla
riodo sabaudo, era ulteriormente cre- popolazione sono relativi al 1320, a
sciuta e contava 1114 abitanti. Ma nel quella data il villaggio contava quasi
periodo successivo riprese a calare, 70 fuochi e una popolazione comples-
cosı̀ che nel 1848, l’anno della ‘‘fusione siva di 260 abitanti. Nel corso del se-
perfetta’’, contava 942 abitanti. Nei de- colo il villaggio si spopolò e riprese a
cenni successivi si stabilizzò: nel 1861, popolarsi soltanto nel secolo XVI. I
anno della proclamazione del Regno dati successivi risalgono perciò al
d’Italia, contava 940 abitanti. Nella se- 1583, quando la popolazione contava
conda metà del secolo XIX la popola- quasi 75 fuochi per un totale di 308 abi-
zione continuò a calare; nel 1901 con- tanti. Il bilancio demografico del se-
tava 657 unità. Nel corso dei primi de- colo XVII, nonostante le epidemie di
cenni del Novecento, invece, riprese a peste e le carestie, è positivo: infatti
crescere e praticamente raddoppiò; nel 1698, alla fine del periodo spa-
nel 1951 contava 1253 abitanti. Nel pe- gnolo, la popolazione era cresciuta e
riodo successivo la popolazione, a contava 481 abitanti. Nel 1728, all’ini-
causa dell’emigrazione, ha ripreso a zio del periodo sabaudo, era cresciuta
diminuire; nel 2001 contava 1176 abi- e contava 729 abitanti. Nel periodo suc-
tanti. cessivo continuò a crescere con regola-
Teulada. I primi dati disponibili sulla rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
popolazione sono relativi al 1320; a ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
quella data il villaggio aveva 53 fuochi 1144 abitanti. Nei decenni successivi
e una popolazione complessiva di 212 ebbe un ulteriore lieve aumento e nel
abitanti. In seguito si spopolò e riprese 1861, anno della proclamazione del Re-
a popolarsi soltanto nel corso dl secolo gno d’Italia, contava 1196 abitanti.
XVI. I primi dati disponibili risalgono Nella seconda metà del secolo XIX
al 1698, alla fine del periodo spagnolo, ebbe un calo; nel 1901 contava 966
quando la popolazione contava 362 abi- unità. Nel corso dei primi decenni del
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo Novecento invece aumentò, anzi prati-
sabaudo, la popolazione era più che camente raddoppiò; nel 1951 contava
raddoppiata e contava 896 abitanti. 2136 abitanti. Nel periodo successivo
Nel periodo successivo continuò a cre- la popolazione ha continuato a cre-
scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848, scere intensamente, assorbendo molti

378

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 384


Popolazione della Sardegna

abitanti dalla vicina Cagliari; nel 2001 zio del periodo sabaudo, era cresciuta
contava 3652 abitanti. e contava 660 abitanti. Nel periodo suc-
Uta. I primi dati disponibili sulla popo- cessivo continuò ad aumentare con re-
lazione sono relativi al 1320; a quella golarità, cosı̀ che nel 1848, anno della
data il villaggio contava più di 60 fuo- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1126 abi-
chi e una popolazione complessiva di tanti. Nei decenni successivi ebbe un
260 abitanti. Altri dati significativi ulteriore lieve aumento e nel 1861,
sono quelli riferiti al Parlamento del anno della proclamazione del Regno
1485, i primi disponibili dopo la conci- d’Italia, contava 1237 abitanti. Nella
tata fase delle guerre; a quella data la seconda metà del secolo XIX la popo-
popolazione era diminuita e contava lazione si mantenne stabile; nel 1901
40 fuochi per un totale di 160 abitanti. contava 1215 unità. Nel corso dei primi
A distanza di un secolo, nel 1583, era decenni del Novecento conobbe in-
cresciuta, praticamente quadrupli- vece un nuovo aumento e quasi rad-
cata, e contava quasi 165 fuochi per un doppiò; nel 1951 contava 2032 abitanti.
totale di 652 abitanti. Il bilancio demo- Nel periodo successivo la popolazione
grafico del secolo XVII, a causa delle ha continuato a mantenersi stabile; nel
epidemie di peste e delle carestie, non 2001 contava 2079 abitanti.
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del Villanovatulo. I primi dati significativi
periodo spagnolo, la popolazione era sono quelli riferiti al Parlamento del
diminuita e contava 574 abitanti. Nel 1485, dopo la concitata fase delle
1728, all’inizio del periodo sabaudo, guerre; a quella data la popolazione
tendeva però nuovamente a crescere e contava meno di 36 fuochi per un totale
contava 583 abitanti. Nel periodo suc- di 144 abitanti. A distanza di un secolo,
cessivo riprese a crescere con regola- nel 1583, la popolazione era cresciuta,
rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si raddoppiata, e contava quasi 72 fuochi
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava per un totale di 288 abitanti. Il bilancio
1309 abitanti. Nei decenni successivi demografico del secolo XVII, nono-
registrò un ulteriore aumento e nel stante le epidemie di peste e le care-
1861, anno della proclamazione del Re- stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
gno d’Italia, contava 1723 abitanti. fine del periodo spagnolo, la popola-
Nella seconda metà del secolo XIX la zione era cresciuta e contava 445 abi-
popolazione ebbe un calo; nel 1901 con- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
tava 1668 unità. Nel corso dei primi de- sabaudo, era però diminuita, scen-
cenni del Novecento, invece, ebbe un dendo a 370 abitanti. Nel periodo suc-
nuovo aumento e praticamente rad- cessivo riprese a crescere con regola-
doppiò; nel 1951 contava 3314 abitanti. rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
Nel periodo successivo la popolazione ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 622
continuò a crescere intensamente, as- abitanti. Nei decenni successivi regi-
sorbendo molti abitanti dalla vicina strò un ulteriore lieve aumento e nel
Cagliari; nel 2001 contava 6785 abi- 1861, anno della proclamazione del Re-
tanti. gno d’Italia, contava 698 abitanti. Nella
Vallermosa. Fondato nel corso del se- seconda metà del secolo XIX continuò
colo XVII, i primi dati sulla sua popola- a crescere; nel 1901 contava 1092 unità.
zione risalgono al 1698, alla fine del pe- Nel corso dei primi decenni del Nove-
riodo spagnolo, quando la popolazione cento ebbe un ulteriore aumento; nel
contava 562 abitanti. Nel 1728, all’ini- 1951 contava 1603 abitanti. Nel periodo

379

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 385


Popolazione della Sardegna

successivo ha però avuto un calo a fase delle guerre; a quella data la po-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- polazione era aumentata, e contava
tava 1212 abitanti. circa 33 fuochi per un totale di 144 abi-
Villaputzu. I primi dati disponibili tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
sulla popolazione sono relativi al 1316; la popolazione era ancora cresciuta,
a quella data il villaggio contava 56 fuo- praticamente raddoppiata, e contava
chi e una popolazione complessiva di 73 fuochi per un totale di 296 abitanti.
224 abitanti. Altri dati significativi Il bilancio demografico del secolo
sono quelli riferiti al Parlamento del XVII, nonostante le epidemie di peste
1485, i primi disponibili dopo la conci- e le carestie, è positivo: infatti nel 1698,
tata fase delle guerre; a quella data la alla fine del periodo spagnolo, la popo-
popolazione era diminuita e contava lazione era cresciuta e contava 773 abi-
quasi 43 fuochi per un totale di 172 abi- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, sabaudo, era ancora aumentata e con-
era cresciuta, contava infatti quasi 176 tava 835 abitanti. Nel periodo succes-
fuochi per un totale di 704 abitanti. Il sivo continuò a crescere con regola-
bilancio demografico del secolo XVII, rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
nonostante le epidemie di peste e le ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
carestie, è positivo: infatti nel 1698, 1467 abitanti. Nei decenni successivi
alla fine del periodo spagnolo, la popo- registrò un ulteriore lieve aumento e
lazione era ancora cresciuta e contava nel 1861, anno della proclamazione
808 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- del Regno d’Italia, contava 1661 abi-
riodo sabaudo, ebbe ancora una cre- tanti. Nella seconda metà del secolo
scita, arrivando a 958 abitanti. Nel pe- XIX la popolazione continuò a cre-
riodo successivo continuò a crescere scere; nel 1901 contava 2153 unità. Nel
con regolarità, cosı̀ che nel 1848, anno corso dei primi decenni del Novecento
della ‘‘fusione perfetta’’, contava 2391 ebbe un ulteriore aumento; nel 1951
abitanti. Nei decenni successivi regi- contava 2572 abitanti. Nel periodo suc-
strò un lieve calo e nel 1861, anno della cessivo la popolazione ha invece cono-
proclamazione del Regno d’Italia, con- sciuto un calo a causa dell’emigra-
tava 2356 abitanti. Nella seconda metà zione; nel 2001 contava 1401 abitanti.
del secolo XIX la popolazione conti- Villa San Pietro (San Pietro Pula). Fon-
nuò a crescere; nel 1901 contava 2763 dato nel corso del secolo XVIII, i primi
unità. Nel corso dei primi decenni del dati disponibili risalgono al 1751,
Novecento ebbe un altro aumento e nel quando la popolazione contava 132 abi-
1951 contava 4048 abitanti. Nel periodo tanti. Nel periodo successivo la popo-
successivo la popolazione ha conti- lazione crebbe con regolarità, cosı̀ che
nuato a crescere in conseguenza dello nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per-
sviluppo del turismo; nel 2001 contava fetta’’, contava 351 abitanti. Nei de-
5014 abitanti. cenni successivi conobbe un ulteriore
Villasalto. I primi dati disponibili sulla lieve aumento e nel 1861, anno della
popolazione sono relativi al 1320; a proclamazione del Regno d’Italia, con-
quella data il villaggio contava 13 fuo- tava 396 abitanti. Nella seconda metà
chi e una popolazione complessiva di del secolo XIX la popolazione ebbe un
52 abitanti. Altri dati significativi sono calo; nel 1901 contava 347 unità. Nel
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i corso dei primi decenni del Novecento
primi disponibili dopo la concitata riprese a crescere e praticamente rad-

380

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 386


Popolazione della Sardegna

doppiò; nel 1951 contava 624 abitanti. sciuta e contava 1738 abitanti. Nel pe-
Anche nel periodo successivo la popo- riodo successivo continuò a crescere
lazione ha continuato a crescere inten- con regolarità, cosı̀ che nel 1848, l’anno
samente; nel 2001 contava 1811 abi- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 2035
tanti. abitanti. Nei decenni successivi ebbe
Villasimius. Fondato all’inizio dell’Ot- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
tocento, i primi dati disponibili sulla anno della proclamazione del Regno
sua popolazione risalgono al 1838, d’Italia, contava 2321 abitanti. Nella
quando contava 592 abitanti. Nel pe- seconda metà del secolo XIX la popo-
riodo successivo la popolazione crebbe lazione continuò a crescere; nel 1901
con regolarità, cosı̀ che nel 1848, anno contava 2632 unità. Nel corso dei primi
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, decenni del Novecento ebbe un altro
contava 824 abitanti. Nei decenni suc- aumento e nel 1951 contava 4774 abi-
cessivi conobbe un ulteriore aumento tanti. Nel periodo successivo la popo-
e nel 1861, anno della proclamazione lazione ha continuato a crescere inten-
del Regno d’Italia, contava 1221 abi- samente, grazie allo sviluppo di nume-
tanti. Nella seconda metà del secolo rose attività imprenditoriali; nel 2001
XIX ebbe un calo; nel 1901 contava contava 7169 abitanti.
1203 unità. Nel corso dei primi decenni Villaspeciosa. I primi dati significativi
del Novecento riprese a crescere e sulla popolazione sono riferiti al Parla-
quasi raddoppiò; nel 1951 contava mento del 1485, dopo la concitata fase
2101 abitanti. Nel periodo successivo delle guerre; a quella data contava 25
la popolazione ha continuato a cre- fuochi per un totale di 100 abitanti. A
scere in conseguenza dello sviluppo distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
delle attività turistiche; nel 2001 con- lazione era cresciuta, praticamente
tava 2880 abitanti. triplicata, e contava quasi 80 fuochi
Villasor. I primi dati disponibili sulla per un totale di 336 abitanti. Il bilancio
popolazione sono relativi al 1320; a demografico del secolo XVII, a causa
quella data il villaggio contava 12 fuo- delle epidemie di peste e delle care-
chi e una popolazione complessiva di stie, non è positivo: infatti nel 1698,
50 abitanti. Altri dati significativi sono alla fine del periodo spagnolo, la popo-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i lazione era calata e contava 270 abi-
primi disponibili dopo la concitata tanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe-
fase delle guerre; a quella data la po- riodo sabaudo, la popolazione aveva ri-
polazione era notevolmente aumen- preso a crescere e contava 294 abitanti.
tata e contava 145 fuochi per un totale Nel periodo successivo continuò a cre-
di 580 abitanti. A distanza di un secolo, scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
nel 1583, era cresciuta, praticamente anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
raddoppiata, e contava quasi 300 fuo- fetta’’, contava 485 abitanti. Nei de-
chi per un totale di 1176 abitanti. Il bi- cenni successivi registrò un ulteriore
lancio demografico del secolo XVII, lieve aumento e nel 1861, anno della
nonostante le epidemie di peste e le proclamazione del Regno d’Italia, con-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, tava 516 abitanti. Nella seconda metà
alla fine del periodo spagnolo, la popo- del secolo XIX la popolazione si stabi-
lazione era cresciuta e contava 1411 lizzò; nel 1901 contava 524 unità. Nel
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- corso dei primi decenni del Novecento
riodo sabaudo, era ulteriormente cre- ebbe un altro aumento e praticamente

381

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 387


Popolazione della Sardegna

raddoppiò; nel 1951 contava 1022 abi- polazione risalgono al 1388; a quella
tanti. Nel periodo successivo la popo- data il villaggio era quasi spopolato,
lazione ha continuato a crescere; nel contava 4 fuochi per un totale di 15 abi-
2001 contava 1865 abitanti. tanti. Altri dati significativi sono quelli
PROVINCIA DI SASSARI relativi al Parlamento del 1485, i primi
Alghero. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione risalgono al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data la città contava più di 120 fuochi XIV e buona parte del secolo XV; a
per un totale di 491 abitanti. Altri dati quella data la popolazione del villaggio
significativi sono quelli relativi al Par- era aumentata e contava quasi 70 fuo-
lamento del 1485, i primi disponibili chi per un totale di 276 abitanti. A di-
dopo la concitata fase delle guerre che stanza di un secolo, a partire dal 1583,
caratterizzarono tutto il XIV e buona la popolazione era cresciuta ancora; di
parte del secolo XV; a quella data la fatto quasi triplicata, contava più di
popolazione era aumentata considere- 215 fuochi per un totale di 872 abitanti.
volmente e contava più di 400 fuochi Il bilancio demografico del secolo
per un totale di 1630 abitanti. A di- XVII, a causa delle epidemie di peste
stanza di un secolo, a partire dal 1583, e delle carestie, non è positivo: infatti
la popolazione era cresciuta ancora; di nel 1698, alla fine del periodo spa-
fatto raddoppiataa, contava più di 750 gnolo, la popolazione era notevol-
fuochi per un totale di 3072 abitanti. Il mente diminuita e aveva 146 abitanti.
bilancio demografico del secolo XVII, Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
nonostante le epidemie di peste e le baudo, la popolazione era ulterior-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, mente diminuita, arrivando a soli 76
alla fine del periodo spagnolo, la popo- abitanti. Nel periodo successivo ri-
lazione era ulteriormente cresciuta e prese a crescere in modo notevole e
aveva 4801 abitanti. Nel 1728, all’inizio nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
del periodo sabaudo, la popolazione perfetta’’, contava 605 abitanti. Nei de-
era lievemente diminuita e contava cenni successivi la popolazione ebbe
4583 abitanti. Nel periodo successivo ancora un piccolo calo e nel 1861, anno
riprese a crescere in maniera notevole della proclamazione del Regno d’Ita-
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- lia, era di 573 abitanti. Nella seconda
sione perfetta’’, contava 8636 abitanti. metà del secolo XIX riprese ad aumen-
Nei decenni successivi la popolazione tare arrivando a contare 964 unità nel
ebbe ancora un piccolo calo e nel 1861, 1901. Nel corso dei primi decenni del
anno della proclamazione del Regno Novecento il villaggio ebbe un note-
d’Italia, era di 8419 abitanti. Nella se- vole sviluppo e nel 1951 contava 1445
conda metà del secolo XIX riprese a ad abitanti. Nell’ultimo cinquantennio a
aumentare arrivando a contare 10 739 causa dell’emigrazione la sua popola-
unità nel 1901. Nel corso dei primi de- zione è diminuita; nel 2001 contava 861
cenni del Novecento la città ebbe un abitanti.
notevole sviluppo e nel 1951 contava Ardara. I primi dati disponibili sulla
21 374 abitanti. Nell’ultimo cinquan- popolazione risalgono al 1388; a quella
tennio a causa del turismo la sua popo- data il villaggio, che in passato era
lazione è pressoché raddoppiata; nel stato residenza giudicale, era quasi
2001 contava 40 564 abitanti. spopolato: contava 8 fuochi per un to-
Anela. I primi dati disponibili sulla po- tale di 32 abitanti. Altri dati significa-

382

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 388


Popolazione della Sardegna

tivi sono quelli relativi al Parlamento tale di 152 abitanti. A distanza di un se-
del 1485, i primi disponibili dopo la colo, a partire dal 1583, la popolazione
concitata fase delle guerre che caratte- era cresciuta ancora; più che raddop-
rizzarono tutto il XIVe buona parte del piata, contava più di 83 fuochi per un
secolo XV; a quella data la popolazione totale di 347 abitanti. Il bilancio demo-
del villaggio era molto modesta, con- grafico del secolo XVII, a causa delle
tava quasi 20 fuochi per un totale di 76 epidemie di peste e delle carestie, non
abitanti. A distanza di un secolo, a par- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
tire dal 1583, la popolazione era cre- periodo spagnolo, la popolazione era
sciuta ancora, e contava più di 43 fuo- calata e contava 233 abitanti. Nel 1728,
chi per un totale di 176 abitanti. Il bi- all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
lancio demografico del secolo XVII, lazione era nuovamente cresciuta e ar-
nonostante le epidemie di peste e le rivava a 539 abitanti. Nel periodo suc-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, cessivo riprese a crescere con conti-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- nuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
lazione non era calata, anche se con- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1255 abi-
tava ancora 180 abitanti. Nel 1728, all’i- tanti. Nei decenni successivi la popola-
nizio del periodo sabaudo, la popola- zione registrò un leggero calo e nel
zione era nuovamente diminuita, 1861, anno della proclamazione del Re-
aveva solo 145 abitanti. Nel periodo gno d’Italia, era di 1189 abitanti. Nella
successivo riprese a crescere con con- seconda metà del secolo XIX riprese
tinuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la gradualmente a crescere e la popola-
‘‘fusione perfetta’’, contava 283 abi- zione arrivò a contare 1401 unità nel
tanti. Nei decenni successivi la popola- 1901. Nel corso dei primi decenni del
zione continuò a crescere e nel 1861, Novecento la popolazione si stabilizzò
anno della proclamazione del Regno e nel 1951 contava 1430 abitanti. Nel-
d’Italia, era di 311 abitanti. Nella se- l’ultimo cinquantennio, a causa dell’e-
conda metà del secolo XIX la tendenza migrazione, la sua popolazione è dimi-
non si modificò e la popolazione arrivò nuita; nel 2001 contava 699 abitanti.
a contare 516 unità nel 1901. Nel corso Benetutti. I primi dati disponibili sulla
dei primi decenni del Novecento il vil- popolazione sono quelli relativi al Par-
laggio ebbe un notevole sviluppo e nel lamento del 1485, dopo la concitata
1951 contava 1063 abitanti. Nell’ultimo fase delle guerre che caratterizzarono
cinquantennio, a causa dell’emigra- tutto il XIV e buona parte del secolo
zione, la sua popolazione è diminuita; XV; a quella data la popolazione del
nel 2001 contava 852 abitanti. villaggio contava più di 80 fuochi per
Banari. I primi dati disponibili sulla un totale di 344 abitanti. A distanza di
popolazione risalgono al 1388; a quella un secolo, a partire dal 1583, la popola-
data il villaggio contava 11 fuochi per zione era cresciuta significativamente;
un totale di 44 abitanti. Altri dati signi- era più che raddoppiata e contava più
ficativi sono quelli relativi al Parla- di 260 fuochi per un totale di 1076 abi-
mento del 1485, i primi disponibili tanti. Il bilancio demografico del se-
dopo la concitata fase delle guerre che colo XVII, a causa delle epidemie di
caratterizzarono tutto il XIV e buona peste e delle carestie, non è positivo:
parte del secolo XV; a quella data la infatti nel 1698, alla fine del periodo
popolazione del villaggio era aumen- spagnolo, la popolazione era calata e
tata, contava quasi 40 fuochi per un to- contava 620 abitanti. Nel 1728, all’ini-

383

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 389


Popolazione della Sardegna

zio del periodo sabaudo, la popola- cenni successivi la popolazione regi-


zione era nuovamente cresciuta e arri- strò un leggero calo e nel 1861, anno
vava a 1010 abitanti. Nel periodo suc- della proclamazione del Regno d’Ita-
cessivo continuò a crescere con conti- lia, era di 655 abitanti. Nella seconda
nuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la metà del secolo XIX riprese gradual-
‘‘fusione perfetta’’, contava 1732 abi- mente a crescere e arrivò a contare
tanti. Nei decenni successivi la popola- 761 unità nel 1901. Nel corso dei primi
zione sembrò stabilizzarsi e nel 1861, decenni del Novecento la popolazione
anno della proclamazione del Regno si stabilizzò e nel 1951 contava 750 abi-
d’Italia, era di 1762 abitanti. Nella se- tanti. Nell’ultimo cinquantennio, a
conda metà del secolo XIX riprese a causa dell’emigrazione, la sua popola-
crescere e arrivò a contare 2501 unità zione è diminuta; nel 2001 contava 502
nel 1901. Nel corso dei primi decenni abitanti.
del Novecento la popolazione ebbe un Bonnanaro. I primi dati disponibili
leggero calo e nel 1951 contava 2373 sulla popolazione risalgono al 1388; a
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio a quella data il villaggio era quasi spopo-
causa dell’emigrazione, la sua popola- lato, contava 8 fuochi per un totale di
zione è diminuita ancora; nel 2001 con- 32 abitanti. Altri dati significativi sono
tava 2239 abitanti. quelli relativi al Parlamento del 1485, i
Bessude. I primi dati disponibili sulla primi disponibili dopo la concitata
popolazione risalgono al 1388; a quella fase delle guerre che caratterizzarono
data il villaggio era quasi spopolato, tutto il XIV e buona parte del secolo
contava 7 fuochi per un totale di circa XV; a quella data la popolazione del
28 abitanti. Altri dati significativi sono villaggio era aumentata, contava più
quelli relativi al Parlamento del 1485, i di 60 fuochi per un totale di 256 abi-
primi disponibili dopo la concitata tanti. A distanza di un secolo, a partire
fase delle guerre che caratterizzarono dal 1583, la popolazione era cresciuta
tutto il XIV e buona parte del secolo ancora, e contava più di 160 fuochi per
XV; a quella data la popolazione del un totale di 630 abitanti. Il bilancio de-
villaggio era aumentata, contava 50 mografico del secolo XVII, a causa
fuochi per un totale di 200 abitanti. A delle epidemie di peste e delle care-
distanza di un secolo, a partire dal stie, non è positivo: infatti nel 1698,
1583, la popolazione era cresciuta an- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
cora, era quasi triplicata e contava più lazione era calata e contava 543 abi-
di 140 fuochi per un totale di 580 abi- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
tanti. Il bilancio demografico del se- sabaudo, la popolazione era ancora ca-
colo XVII, a causa delle epidemie di lata e contava 456 abitanti. Nel periodo
peste e delle carestie, non è positivo: successivo riprese a crescere gradual-
infatti nel 1698, alla fine del periodo mente e nel 1848, anno in cui si ebbe la
spagnolo, la popolazione era calata e ‘‘fusione perfetta’’, contava 1019 abi-
contava 229 abitanti. Nel 1728, all’ini- tanti. Nei decenni successivi la popola-
zio del periodo sabaudo, la popola- zione continuò ad aumentare e nel
zione era nuovamente cresciuta e arri- 1861, anno della proclamazione del Re-
vava a 415 abitanti. Nel periodo succes- gno d’Italia, era di 1110 abitanti. Nella
sivo riprese a crescere gradualmente e seconda metà del secolo XIX continuò
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione gradualmente a crescere e arrivò a
perfetta’’, contava 691 abitanti. Nei de- contare nel 1901 1745 unità. Nel corso

384

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 390


Popolazione della Sardegna

dei primi decenni del Novecento la e nel 1951 contava 4815 abitanti. Nel-
tendenza fu confermata e nel 1951 con- l’ultimo cinquantennio, a causa dell’e-
tava 1866 abitanti. Nell’ultimo cin- migrazione, la sua popolazione dimi-
quantennio, a causa dell’emigrazione, nuı̀, nel 2001 contava 3904 abitanti.
la sua popolazione è diminuita; nel Bonorva. I primi dati disponibili sulla
2001 contava 1149 abitanti. popolazione risalgono al 1388; a quella
Bono. I primi dati disponibili sulla po- data il villaggio era quasi spopolato,
polazione risalgono al 1388; a quella contava 8 fuochi per un totale di 32 abi-
data il villaggio era quasi spopolato, tanti. Altri dati significativi sono quelli
contava 4 fuochi per un totale di 16 abi- relativi al Parlamento del 1485, i primi
tanti. Altri dati significativi sono quelli disponibili dopo la concitata fase delle
relativi al Parlamento del 1485, i primi guerre che caratterizzarono tutto il
disponibili dopo la concitata fase delle XIV e buona parte del secolo XV; a
guerre che caratterizzarono tutto il quella data la popolazione del villaggio
XIV e buona parte del secolo XV; a era aumentata notevolmente, contava
quella data la popolazione del villaggio più di 100 fuochi per un totale di 404
era aumentata notevolmente, contava abitanti. A distanza di un secolo, a par-
più di 100 fuochi per un totale di 420 tire dal 1583, la popolazione era cre-
abitanti. A distanza di un secolo, a par-
sciuta ancora, era di fatto quasi tripli-
tire dal 1583, era cresciuta ancora; più
cata, e contava più di 250 fuochi per un
che triplicata, contava più di 320 fuo-
totale di 1004 abitanti. Il bilancio de-
chi per un totale di 1292 abitanti. Il bi-
mografico del secolo XVII, nonostante
lancio demografico del secolo XVII, a
le epidemie di peste e le carestie, è po-
causa delle epidemie di peste e delle
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
carestie, non è positivo: infatti nel
riodo spagnolo, la popolazione era cre-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la
sciuta e contava 1530 abitanti. Nel
popolazione era calata e contava 974
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
popolazione era aumentata in modo
riodo sabaudo, la popolazione era an-
notevole e contava 2554 abitanti. Nel
cora calata e contava 852 abitanti. Nel
periodo successivo riprese a crescere periodo successivo continuò a cre-
con grande intensità e nel 1848, anno in scere con grande intensità e nel 1848,
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
tava 2912 abitanti. Nei decenni succes- fetta’’, contava 4867 abitanti. Nei de-
sivi la popolazione registrò un leggero cenni successivi la popolazione sem-
calo e nel 1861, anno della proclama- brò stabilizzarsi e nel 1861, anno della
zione del Regno d’Italia, era di 2808 proclamazione del Regno d’Italia, era
abitanti. Nella seconda metà del se- di 4897 abitanti. Nella seconda metà
colo XIX riprese gradualmente a cre- del secolo XIX riprese gradualmente
scere e arrivò a contare 3749 unità nel a crescere; nel 1875 fu aggregato il vil-
1901. Nel corso dei primi decenni del laggio di Rebeccu, cosicché arrivò a
Novecento la tendenza fu confermata; contare 6731 unità nel 1901. Nel corso
tra il 1928 e il 1933 gli fu aggregato il dei primi decenni del Novecento la
villaggio di Bottidda, e la popolazione tendenza fu confermata, e la popola-
per alcuni anni superò i 5000 abitanti. zione nel 1951 superò i 7590 abitanti.
Dopo il 1933, sebbene Bottidda fosse Nell’ultimo cinquantennio, a causa
tornato autonomo, continuò a crescere dell’emigrazione, la sua popolazione è

385

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 391


Popolazione della Sardegna

diminuita; nel 2001 contava 4187 abi- mento del 1485, i primi disponibili
tanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Borutta. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 9 fuochi per un popolazione del villaggio era aumen-
totale di 36 abitanti. Altri dati significa- tata e contava 60 fuochi per un totale
tivi sono quelli relativi al Parlamento di 240 abitanti. A distanza di un secolo,
del 1485, i primi disponibili dopo la a partire dal 1583, la popolazione era di
concitata fase delle guerre che caratte- fatto più che triplicata e contava più di
rizzarono tutto il XIVe buona parte del 390 fuochi per un totale di 780 abitanti.
secolo XV; a quella data la popolazione Il bilancio demografico del secolo
del villaggio contava più di 15 fuochi XVII, a causa delle epidemie di peste
per un totale di 68 abitanti. A distanza e delle carestie, non è positivo: infatti
di un secolo, a partire dal 1583, la po- nel 1698, alla fine del periodo spa-
polazione era cresciuta, era di fatto gnolo, la popolazione era calata e con-
quasi triplicata e contava più di 40 fuo- tava 415 abitanti. Nel 1728, all’inizio
chi per un totale di 168 abitanti. Il bi- del periodo sabaudo, la popolazione
lancio demografico del secolo XVII, era aumentata e contava 648 abitanti.
nonostante le epidemie di peste e le Nel periodo successivo continuò a gra-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, dualmente a crescere e nel 1848, anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
lazione era cresciuta e contava 239 abi- contava 749 abitanti. Nei decenni suc-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo cessivi la popolazione ebbe un piccolo
sabaudo, la popolazione, anche se di calo e nel 1861, anno della proclama-
poco, era aumentata e contava 250 abi- zione del Regno d’Italia, era di 735 abi-
tanti. Nel periodo successivo continuò tanti. Nella seconda metà del secolo
a crescere con grande intensità e nel XIX riprese gradualmente a crescere
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione e nel 1901 arrivò a contare 1024 unità.
perfetta’’, contava 512 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi la popolazione regi- cento (quando tra il 1928 e il 1933 il vil-
strò un piccolo calo e nel 1861, anno laggio fu aggregato a Bono) la popola-
della proclamazione del Regno d’Ita- zione continuò a crescere e nel 1951
lia, era di 492 abitanti. Nella seconda contava 1197 abitanti. Nell’ultimo cin-
metà del secolo XIX riprese gradual- quantennio, a causa dell’emigrazione,
mente a crescere e arrivò a contare la sua popolazione è diminuita, nel
683 unità nel 1901. Nel corso dei primi 2001 contava 818 abitanti.
decenni del Novecento la popolazione Bultei. I primi dati disponibili sulla po-
sembrava stabilizzata e nel 1951 con- polazione risalgono al 1388; a quella
tava 649 abitanti. Nell’ultimo cinquan- data il villaggio era quasi spopolato,
tennio, a causa dell’emigrazione, la contava 4 fuochi per un totale di 16 abi-
sua popolazione è diminuta; nel 2001 tanti. Altri dati significativi sono quelli
contava 323 abitanti. relativi al Parlamento del 1485, i primi
Bottidda. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione risalgono al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio contava 10 fuochi per XIV e buona parte del secolo XV; a
un totale di 40 abitanti. Altri dati signi- quella data la popolazione del villaggio
ficativi sono quelli relativi al Parla- era aumentata e contava 75 fuochi per

386

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 392


Popolazione della Sardegna

un totale di 300 abitanti. A distanza di sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
un secolo, a partire dal 1583, la popola- riodo spagnolo, la popolazione era ca-
zione era cresciuta, di fatto triplicata, e lata e contava 153 abitanti. Nel 1728,
contava più di 240 fuochi per un totale all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
di 968 abitanti. Il bilancio demografico lazione era aumentata e contava 356
del secolo XVII, a causa delle epide- abitanti. Nel periodo successivo conti-
mie di peste e delle carestie, non è po- nuò gradualmente a crescere e nel
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
riodo spagnolo, la popolazione era ca- perfetta’’, contava 494 abitanti. Nei de-
lata e contava 480 abitanti. Nel 1728, cenni successivi la popolazione ebbe
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
lazione era aumentata e contava 610 della proclamazione del Regno d’Ita-
abitanti. Nel periodo successivo conti- lia, era di 582 abitanti. Nella seconda
nuò a gradualmente a crescere e nel metà del secolo XIX continuò gradual-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione mente a crescere e nel 1901 arrivò a
perfetta’’, contava 1086 abitanti. Nei contare 652 unità. Nel corso dei primi
decenni successivi la popolazione regi- decenni del Novecento la popolazione
strò un piccolo calo e nel 1861, anno continuò a crescere e nel 1951 contava
della proclamazione del Regno d’Ita- 850 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
lia, era di 951 abitanti. Nella seconda nio, a causa dell’emigrazione, la sua
metà del secolo XIX riprese gradual- popolazione è diminuita; nel 2001 con-
mente a crescere e nel 1901 arrivò a tava 646 abitanti.
contare 1738 unità. Nel corso dei primi Burgos. I primi dati disponibili sulla
decenni del Novecento la popolazione popolazione risalgono al 1388; a quella
continuò a crescere e nel 1951 contava data contava 10 fuochi per un totale di
2479 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- 40 abitanti. Altri dati significativi sono
nio, a causa dell’emigrazione, la sua quelli relativi al Parlamento del 1485, i
popolazione è diminuta; nel 2001 con- primi disponibili dopo la concitata
tava 1238 abitanti. fase delle guerre che caratterizzarono
Bulzi. I primi dati disponibili sulla po- tutto il XIV e buona parte del secolo
polazione risalgono al 1388; a quella XV; a quella data la popolazione del
data il villaggio era quasi spopolato, villaggio era aumentata e contava più
contava 6 fuochi per un totale di 24 abi- di 20 fuochi per un totale di 85 abitanti.
tanti. Altri dati significativi sono quelli A distanza di un secolo, a partire dal
relativi al Parlamento del 1485, i primi 1583, la popolazione era cresciuta ulte-
disponibili dopo la concitata fase delle riormente e contava 64 fuochi per un
guerre che caratterizzarono tutto il totale di 260 abitanti. Il bilancio demo-
XIV e buona parte del secolo XV; a grafico del secolo XVII, a causa delle
quella data la popolazione del villaggio epidemie di peste e delle carestie, non
era aumentata e contava quasi 20 fuo- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
chi per un totale di 76 abitanti. A di- periodo spagnolo, la popolazione era
stanza di un secolo, a partire dal 1583, vistosamente calata e contava 71 abi-
la popolazione era cresciuta ulterior- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
mente e contava 60 fuochi per un totale sabaudo, la popolazione era aumen-
di 240 abitanti. Il bilancio demografico tata e contava 136 abitanti. Nel periodo
del secolo XVII, a causa delle epide- successivo continuò a gradualmente a
mie di peste e delle carestie, non è po- crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe

387

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 393


Popolazione della Sardegna

la ‘‘fusione perfetta’’, contava 590 abi- mazione del Regno d’Italia, era di 434
tanti. Nei decenni successivi la popola- abitanti. Nella seconda metà del se-
zione registrò un ulteriore aumento e colo XIX continuò a crescere e nel
nel 1861, anno della proclamazione del 1901 arrivò a contare 629 unità. Nel
Regno d’Italia, era di 650 abitanti. corso dei primi decenni del Novecento
Nella seconda metà del secolo XIX continuò a crescere; tra il 1928 e il 1950
continuò a crescere intensamente e ar- gli fu aggregato il villaggio di Muros,
rivò nel 1901 a contare 1330 unità. Nel sicché nel 1951 contava 689 abitanti.
corso dei primi decenni del Novecento Nell’ultimo cinquantennio la sua po-
tra il 1928 e il 1946 gli fu aggregato il polazione si è stabilizzata; nel 2001
villaggio di Esporlatu, sicché nel 1931 contava 637 abitanti.
la popolazione superava i 2500 abi- Castelsardo. I primi dati disponibili
tanti. Dopo il 1946 la popolazione con- sulla popolazione risalgono al 1388; a
tinuò a crescere e nel 1951 contava quella data la città contava quasi 100
2033 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- fuochi per un totale di 392 abitanti. Al-
nio, a causa dell’emigrazione, la sua tri dati significativi sono quelli relativi
popolazione è diminuita; nel 2001 con- al Parlamento del 1485, i primi dispo-
tava 1095 abitanti. nibili dopo la concitata fase delle
Cargeghe. I primi dati disponibili sulla guerre che caratterizzarono tutto il
popolazione risalgono al 1358; a quella XIV e buona parte del secolo XV; a
data contava 20 fuochi per un totale di quella data la popolazione del villaggio
80 abitanti. Altri dati significativi sono era aumentata e contava più di 100 fuo-
quelli relativi al Parlamento del 1485, i chi per un totale di 464 abitanti. A di-
primi disponibili dopo la concitata stanza di un secolo, a partire dal 1583,
fase delle guerre che caratterizzarono la popolazione era cresciuta ulterior-
tutto il XIV e buona parte del secolo mente e contava 300 fuochi per un to-
XV; a quella data la popolazione del tale di 1212 abitanti. Il bilancio demo-
villaggio era aumentata e contava più grafico del secolo XVII, nonostante le
di 40 fuochi per un totale di 196 abi- epidemie di peste e le carestie, è posi-
tanti. A distanza di un secolo, a partire tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
dal 1583, la popolazione era cresciuta riodo spagnolo, la popolazione era au-
ulteriormente e contava 120 fuochi per mentata e contava 1380 abitanti. Nel
un totale di 480 abitanti. Il bilancio de- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
mografico del secolo XVII, a causa popolazione era aumentata ancora e
delle epidemie di peste e delle care- contava 1616 abitanti. Nel periodo suc-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, cessivo continuò gradualmente a cre-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
lazione era vistosamente calata e con- ‘‘fusione perfetta’’, contava 2033 abi-
tava 220 abitanti. Nel 1728, all’inizio tanti. Nei decenni successivi la popola-
del periodo sabaudo, la popolazione zione registrò un leggero calo e nel
era aumentata e contava 321 abitanti. 1861, anno della proclamazione del Re-
Nel periodo successivo continuò gra- gno d’Italia, era di 1946 abitanti. Nella
dualmente a crescere e nel 1848, anno seconda metà del secolo XIX continuò
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, a crescere e nel 1901 arrivò a 2376
contava 456 abitanti. Nei decenni suc- unità. Nel corso dei primi decenni del
cessivi la popolazione registrò un leg- Novecento continuò a crescere e nel
gero calo e nel 1861, anno della procla- 1951 contava 4274 abitanti. Nell’ultimo

388

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 394


Popolazione della Sardegna

cinquantennio la sua popolazione, per bili dopo la concitata fase delle guerre
quanto nel 1961 le frazioni di Muddizza che caratterizzarono tutto il XIV e
e di La Ciaccia fossero aggregate a Val- buona parte del secolo XV; a quella
ledoria e nel 1980 si fosse distaccata da data la popolazione del villaggio era
Tergu, la popolazione continuò a sa- aumentata e contava più di 90 fuochi
lire; nel 2001 contava 5282 abitanti. per un totale di 364 abitanti. A distanza
Cheremule. I primi dati significativi di un secolo, a partire dal 1583, la po-
sono quelli relativi al Parlamento del polazione era cresciuta ulteriormente;
1485, i primi disponibili dopo la conci- più che triplicata, contava più di 350
tata fase delle guerre che caratterizza- fuochi per un totale di 1376 abitanti. Il
rono tutto il XIV e buona parte del se- bilancio demografico del secolo XVII,
colo XV; a quella data la popolazione a causa delle epidemie di peste e delle
del villaggio contava più di 45 fuochi carestie, non è positivo: infatti nel
per un totale di 180 abitanti. A distanza 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
di un secolo, a partire dal 1583, la po- popolazione era calata e contava 856
polazione era cresciuta ulteriormente abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
e contava 130 fuochi per un totale di riodo sabaudo, la popolazione era au-
548 abitanti. Il bilancio demografico mentata e contava 1238 abitanti. Nel
del secolo XVII, a causa delle epide- periodo successivo continuò gradual-
mie di peste e delle carestie, non è po- mente a crescere e nel 1848, anno in
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
riodo spagnolo, la popolazione era ca- tava 1723 abitanti. Nei decenni succes-
lata a 277 abitanti. Nel 1728, all’inizio sivi la popolazione aumentò ancora:
del periodo sabaudo, la popolazione nel 1861, anno della proclamazione
era aumentata e contava 514 abitanti. del Regno d’Italia, era di 1852 abitanti.
Nel periodo successivo continuò gra- Nella seconda metà del secolo XIX
dualmente a crescere e nel 1848, anno continuò a crescere e nel 1901 arrivò a
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, 2346 unità. Nel corso dei primi decenni
contava 713 abitanti. Nei decenni suc- del Novecento crebbe ancora e nel
cessivi la popolazione sembrò stabiliz- 1951 contava 2974 abitanti. Nel 1988
zarsi e nel 1861, anno della proclama- perse una parte del territorio aggre-
zione del Regno d’Italia, era di 723 abi- gata a Erula e la sua popolazione dimi-
tanti. Nella seconda metà del secolo nuı̀ anche a causa dell’emigrazione;
XIX riprese a crescere e nel 1901 ar- nel 2001 contava 1930 abitanti.
rivò a 814 unità. Nel corso dei primi Codrongianos. I primi dati disponibili
decenni del Novecento continuò a cre- sulla popolazione risalgono al 1388; a
scere e nel 1951 contava 849 abitanti. quella data il villaggio contava 56 fuo-
Nell’ultimo cinquantennio la sua po- chi per un totale di 224 abitanti. Altri
polazione ha cominciato a diminuire a dati significativi sono quelli relativi al
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- Parlamento del 1485, i primi disponi-
tava 522 abitanti. bili dopo la concitata fase delle guerre
Chiaramonti. I primi dati disponibili che caratterizzarono tutto il XIV e
sulla popolazione risalgono al 1388; a buona parte del secolo XV; a quella
quella data il villaggio contava 30 fuo- data la popolazione del villaggio era
chi per un totale di 120 abitanti. Altri aumentata e contava più di 80 fuochi
dati significativi sono quelli relativi al per un totale di 336 abitanti. A distanza
Parlamento del 1485, i primi disponi- di un secolo, a partire dal 1583, la po-

389

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 395


Popolazione della Sardegna

polazione era cresciuta ulteriormente; dualmente a crescere e nel 1848, anno


praticamente più che raddoppiata, in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
contava 207 fuochi per un totale di 828 contava 1354 abitanti. Nei decenni suc-
abitanti. Il bilancio demografico del cessivi la popolazione aumentò ancora
secolo XVII, a causa delle epidemie di e nel 1861, anno della proclamazione
peste e delle carestie, non è positivo: del Regno d’Italia, era di 1540 abitanti.
infatti nel 1698, alla fine del periodo Nella seconda metà del secolo XIX la
spagnolo, la popolazione era calata e tendenza fu confermata e nel 1901 ar-
contava 599 abitanti. Nel 1728, all’ini- rivò a 1733 unità. Nel corso dei primi
zio del periodo sabaudo, la popola- decenni del Novecento si mantenne
zione era aumentata e contava 799 abi- stabile e nel 1951 contava 1789 abitanti.
tanti. Nel periodo successivo continuò Nell’ultimo cinquantennio la sua po-
gradualmente a crescere e nel 1848, polazione ha cominciato a diminuire a
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
fetta’’, contava 1088 abitanti. Nei de- tava 1002 abitanti.
cenni successivi la popolazione au- Erula. Costituito come comune auto-
mentò ancora, anche se di poco, e nel nomo nel 1988 con territori staccati da
1861, anno della proclamazione del Re- Perfugas, Chiaramonti e Ozieri, prece-
gno d’Italia, era di 1106 abitanti. Nella dentemente popolati da pastori che ri-
seconda metà del secolo XIX sembrò siedevano negli stazzi ed erano censiti
stabilizzarsi e nel 1901 arrivò a 1140 con la popolazione di Perfugas. I primi
unità. Nel corso dei primi decenni del dati disponibili sulla popolazione sono
Novecento riprese a crescere e nel relativi al 1991, quando contava 787
1951 contava 1390 abitanti. Nell’ultimo abitanti; nel 2001 contava 800 abitanti.
cinquantennio la sua popolazione è di- Esporlatu. I primi dati disponibili sulla
minuita anche a causa dell’emigra- popolazione risalgono al 1388; a quella
zione; nel 2001 contava 1197 abitanti. data il villaggio era semispopolato,
Cossoine. I primi dati significativi sono contava 3 fuochi per un totale di 12 abi-
quelli relativi al Parlamento del 1485, i tanti. Altri dati significativi sono quelli
primi disponibili dopo la concitata relativi al Parlamento del 1485, i primi
fase delle guerre che caratterizzarono disponibili dopo la concitata fase delle
tutto il XIV e buona parte del secolo guerre che caratterizzarono tutto il
XV; a quella data la popolazione del XIV e buona parte del secolo XV; a
villaggio contava più di 45 fuochi per quella data la popolazione del villaggio
un totale di 188 abitanti. A distanza di era aumentata e contava 25 fuochi per
un secolo, a partire dal 1583, la popola- un totale di 100 abitanti. A distanza di
zione era cresciuta ulteriormente e un secolo, a partire dal 1583, la popola-
contava 230 fuochi per un totale di 932 zione era cresciuta ulteriormente; pra-
abitanti. Il bilancio demografico del ticamente più che triplicata, contava
secolo XVII, a causa delle epidemie di quasi 80 fuochi per un totale di 312 abi-
peste e delle carestie, non è positivo: tanti. Il bilancio demografico del se-
infatti nel 1698, alla fine del periodo colo XVII, a causa delle epidemie di
spagnolo, la popolazione era calata a peste e delle carestie, non è positivo:
376 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- infatti nel 1698, alla fine del periodo
riodo sabaudo, la popolazione era di- spagnolo, la popolazione era calata e
minuita ancora e contava 343 abitanti. contava 143 abitanti. Nel 1728, all’ini-
Nel periodo successivo riprese gra- zio del periodo sabaudo, la popola-

390

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 396


Popolazione della Sardegna

zione era aumentata e contava 186 abi- nel 1861, anno della proclamazione
tanti. Nel periodo successivo continuò del Regno d’Italia, era di 1928 abitanti.
gradualmente a crescere e nel 1848, Nella seconda metà del secolo XIX
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- crebbe ancora e nel 1901 arrivò a 2370
fetta’’, contava 279 abitanti. Nei de- unità. Nel corso dei primi decenni del
cenni successivi la popolazione au- Novecento ebbe un lieve calo e nel
mentò ancora e nel 1861, anno della 1951 contava 2200 abitanti. Nell’ultimo
proclamazione del Regno d’Italia, era cinquantennio la sua popolazione è di-
di 326 abitanti. Nella seconda metà del minuita anche a causa dell’emigra-
secolo XIX crebbe ancora e nel 1901 zione; nel 2001 contava 1626 abitanti.
arrivò a 464 unità. Nel corso dei primi Giave. I primi dati disponibili sulla po-
decenni del Novecento (quando tra il polazione risalgono al 1388; a quella
1928 e il 1950 fu aggregato a Burgos), data il villaggio contava 10 fuochi per
continuò a crescere e nel 1951 contava un totale di 40 abitanti. Altri dati signi-
750 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- ficativi sono quelli relativi al Parla-
nio la sua popolazione è diminuita an- mento del 1485, i primi disponibili
che a causa dell’emigrazione; nel 2001 dopo la concitata fase delle guerre che
contava 453 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Florinas. I primi dati disponibili sulla parte del secolo XV; a quella data la
popolazione risalgono al 1358; a quella popolazione del villaggio era aumen-
data il villaggio contava 25 fuochi per tata e contava più di 100 fuochi per un
un totale di 104 abitanti. Altri dati si- totale di 412 abitanti. A distanza di un
gnificativi sono quelli relativi al Parla- secolo, a partire dal 1583, la popola-
mento del 1485, i primi disponibili zione era cresciuta ulteriormente, pra-
dopo la concitata fase delle guerre che ticamente più che raddoppiata, e con-
caratterizzarono tutto il XIV e buona tava quasi 250 fuochi per un totale di
parte del secolo XV; a quella data la 1016 abitanti. Il bilancio demografico
popolazione del villaggio era aumen- del secolo XVII, a causa delle epide-
tata e contava 72 fuochi per un totale mie di peste e delle carestie, non è po-
di 296 abitanti. A distanza di un secolo, sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
a partire dal 1583, la popolazione era riodo spagnolo, la popolazione era ca-
cresciuta ulteriormente, praticamente lata e contava 543 abitanti. Nel 1728,
più che raddoppiata, e contava quasi all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
190 fuochi per un totale di 792 abitanti. lazione era aumentata e contava 723
Il bilancio demografico del secolo abitanti. Nel periodo successivo conti-
XVII, nonostante le epidemie di peste nuò gradualmente a crescere e nel
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
alla fine del periodo spagnolo, la popo- perfetta’’, contava 1580 abitanti. Nei
lazione era cresciuta e contava 1136 decenni posteriori la popolazione au-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- mentò ancora e nel 1861, anno della
riodo sabaudo, la popolazione era au- proclamazione del Regno d’Italia, era
mentata e contava 1440 abitanti. Nel di 1610 abitanti. Nella seconda metà
periodo successivo continuò gradual- del secolo XIX crebbe ancora e nel
mente a crescere e nel 1848, anno in 1901 arrivò a 1879 unità. Nel corso dei
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- primi decenni del Novecento ebbe un
tava 1762 abitanti. Nei decenni succes- lieve calo e nel 1951 contava 1694 abi-
sivi la popolazione aumentò ancora e tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua

391

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 397


Popolazione della Sardegna

popolazione è diminuita anche a causa contava 9 fuochi per un totale di 28 abi-


dell’emigrazione; nel 2001 contava 708 tanti. Altri dati significativi sono quelli
abitanti. relativi al Parlamento del 1485, i primi
Illorai. I primi dati disponibili sulla po- disponibili dopo la concitata fase delle
polazione risalgono al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio era semispopolato e XIV e buona parte del secolo XV; a
contava 9 fuochi per un totale di 27 abi- quella data la popolazione del villaggio
tanti. Altri dati significativi sono quelli era ancora poco numerosa e contava
relativi al Parlamento del 1485, i primi circa 15 fuochi per un totale di 64 abi-
disponibili dopo la concitata fase delle tanti. A distanza di un secolo, a partire
guerre che caratterizzarono tutto il dal 1583, la popolazione era cresciuta,
XIV e buona parte del secolo XV; a praticamente più che raddoppiata, e
quella data la popolazione del villaggio contava quasi 50 fuochi per un totale
era aumentata e contava più di 90 fuo- di 168 abitanti. Il bilancio demografico
chi per un totale di 384 abitanti. A di- del secolo XVII, a causa delle epide-
stanza di un secolo, a partire dal 1583, mie di peste e delle carestie, non è po-
la popolazione era cresciuta ulterior- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
mente, praticamente più che tripli- riodo spagnolo, la popolazione era ca-
cata, e contava quasi 250 fuochi per un lata e contava 104 abitanti. Nel 1728,
totale di 1448 abitanti. Il bilancio de- all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
mografico del secolo XVII, a causa lazione era nuovamente aumentata e
delle epidemie di peste e delle care- contava 192 abitanti. Nel periodo suc-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, cessivo prese gradualmente a crescere
alla fine del periodo spagnolo, la popo- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
lazione era notevolmente calata e con- sione perfetta’’, contava 600 abitanti.
tava 483 abitanti. Nel 1728, all’inizio Nei decenni posteriori la popolazione,
del periodo sabaudo, la popolazione sebbene di poco, aumentò ancora e nel
era stabile e contava 496 abitanti. Nel 1861, anno della proclamazione del Re-
periodo successivo prese gradual- gno d’Italia, era di 700 abitanti. Nella
mente a crescere e nel 1848, anno in seconda metà del secolo XIX crebbe
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- ancora e nel 1901 arrivò a 855 unità.
tava 957 abitanti. Nei decenni succes- Nel corso dei primi decenni del Nove-
sivi la popolazione, sebbene di poco, cento continuò a crescere e nel 1951
aumentò ancora e nel 1861, anno della contava 1075 abitanti. Nell’ultimo cin-
proclamazione del Regno d’Italia, era quantennio la sua popolazione è dimi-
di 1018 abitanti. Nella seconda metà nuita anche a causa dell’emigrazione;
del secolo XIX crebbe ancora e nel nel 2001 contava 587 abitanti.
1901 arrivò a 1370 unità. Nel corso dei Ittiri. I primi dati disponibili sulla po-
primi decenni del Novecento continuò polazione risalgono al 1358; a quella
a crescere e nel 1951 contava 2002 abi- data il villaggio contava circa 30 fuochi
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua per un totale di 116 abitanti. Altri dati
popolazione è diminuita, anche a significativi sono quelli relativi al Par-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- lamento del 1485, i primi disponibili
tava 1101 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Ittireddu. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio era semispopolato e popolazione del villaggio contava circa

392

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 398


Popolazione della Sardegna

75 fuochi per un totale di 308 abitanti. A perfetta’’, contava 646 abitanti. Nei de-
distanza di un secolo, a partire dal cenni successivi la popolazione, seb-
1583, la popolazione era cresciuta, pra- bene di poco, aumentò ancora e nel
ticamente quintuplicata, e contava 1861, anno della proclamazione del Re-
quasi 400 fuochi per un totale di 1628 gno d’Italia, era di 720 abitanti. Nella
abitanti. Il bilancio demografico del seconda metà del secolo XIX crebbe
secolo XVII, nonostante le epidemie ancora e arrivò nel 1901 a 1083 unità.
di peste e le carestie, è positivo: infatti Nel corso dei primi decenni del Nove-
nel 1698, alla fine del periodo spa- cento continuò a crescere e nel 1951
gnolo, la popolazione era cresciuta e contava 1480 abitanti. Nell’ultimo cin-
contava 1752 abitanti. Nel 1728, all’ini- quantennio la sua popolazione ha co-
zio del periodo sabaudo, la popola- minciato a calare a causa dell’emigra-
zione era nuovamente calata e contava zione; nel 2001 contava 1043 abitanti.
1254 abitanti. Nel periodo successivo Mara. I primi dati significativi sono
prese a crescere molto intensamente e quelli relativi al Parlamento del 1485,
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione i primi disponibili dopo la concitata
perfetta’’, contava 4061 abitanti. Nei fase delle guerre che caratterizzarono
decenni successivi la popolazione, seb- tutto il XIV e buona parte del secolo
bene di poco, aumentò ancora e nel XV; a quella data la popolazione del
1861, anno della proclamazione del Re-
villaggio contava circa 25 fuochi per
gno d’Italia, era di 4263 abitanti. Nella
un totale di 100 abitanti. A distanza di
seconda metà del secolo XIX crebbe
un secolo, a partire dal 1583, la popola-
ancora e nel 1901 arrivò a 6985 unità.
zione era cresciuta, più che raddop-
Nel corso dei primi decenni del Nove-
piata, e contava quasi 60 fuochi per un
cento continuò a crescere e nel 1951
totale di 228 abitanti. Il bilancio demo-
contava 8838 abitanti. Nell’ultimo cin-
grafico del secolo XVII, nonostante le
quantennio la sua popolazione ha con-
epidemie di peste e le carestie, è posi-
tinuato a crescere; nel 2001 contava
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
9154 abitanti.
riodo spagnolo, la popolazione era cre-
Laerru. I primi dati disponibili sulla
popolazione risalgono al 1358; a quella sciuta e contava 258 abitanti. Nel 1728,
data il villaggio contava circa 10 fuochi all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
per un totale di 44 abitanti. Mancano lazione era stabile e contava 257 abi-
dati successivi fino al 1583: a quella tanti. Nel periodo successivo prese a
data la popolazione contava quasi 130 crescere molto intensamente e nel
fuochi per un totale di 532 abitanti. Il 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
bilancio demografico del secolo XVII, perfetta’’, contava 655 abitanti. Nei de-
a causa delle epidemie di peste e delle cenni successivi la popolazione, seb-
carestie, non è positivo: infatti nel bene di poco, aumentò ancora e nel
1698, alla fine del periodo spagnolo, la 1861, anno della proclamazione del Re-
popolazione era cresciuta e contava gno d’Italia, era di 666 abitanti. Nella
341 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- seconda metà del secolo XIX crebbe
riodo sabaudo, la popolazione era nuo- ancora e nel 1901 arrivò a contare 980
vamente cresciuta e contava 580 abi- unità. Nel corso dei primi decenni del
tanti. Nel periodo successivo continuò Novecento continuò a crescere e nel
a crescere molto intensamente e nel 1951 contava 1319 abitanti. Nell’ultimo
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione cinquantennio la sua popolazione a

393

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 399


Popolazione della Sardegna

causa dell’emigrazione è diminuita; fase delle guerre che caratterizzarono


nel 2001 contava 826 abitanti. tutto il XIV e buona parte del secolo
Martis. I primi dati disponibili sulla po- XV; a quella data la popolazione del
polazione risalgono al 1388; a quella villaggio era ferma e contava circa 20
data il villaggio era semispopolato, fuochi per un totale di 84 abitanti. A
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
tanti. Altri dati significativi sono quelli lazione era cresciuta, contava quasi 90
relativi al Parlamento del 1485, i primi fuochi per un totale di 354 abitanti. Il
disponibili dopo la concitata fase delle bilancio demografico del secolo XVII,
guerre che caratterizzarono tutto il a causa delle epidemie di peste e delle
XIV e buona parte del secolo XV; a carestie, non è positivo: infatti nel
quella data la popolazione del villaggio 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
contava circa 80 fuochi per un totale di popolazione era calata e contava 130
344 abitanti. A distanza di un secolo, abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
nel 1583, la popolazione era cresciuta, riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
contava quasi 280 fuochi per un totale vamente cresciuta e contava 250 abi-
di 1180 abitanti. Il bilancio demogra- tanti. Nel periodo successivo prese a
fico del secolo XVII, a causa delle epi- crescere con continuità e nel 1848,
demie di peste e delle carestie, non è anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
positivo: infatti nel 1698, alla fine del fetta’’, contava 332 abitanti. Nei de-
periodo spagnolo, la popolazione era cenni successivi la popolazione au-
calata e contava 516 abitanti. Nel 1728, mentò ancora e nel 1861, anno della
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- proclamazione del Regno d’Italia, era
lazione era nuovamente cresciuta e di 390 abitanti. Nella seconda metà del
contava 799 abitanti. Nel periodo suc- secolo XIX riprese a crescere e nel
cessivo prese a crescere con continuità 1901 arrivò a 417 unità. Nel corso dei
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- primi decenni del Novecento cominciò
sione perfetta’’, contava 952 abitanti. a calare e nel 1951 contava 384 abitanti.
Nei decenni successivi la popolazione Nell’ultimo cinquantennio la sua po-
ebbe un lieve calo e nel 1861, anno polazione è calata vistosamente, a
della proclamazione del Regno d’Ita- causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
lia, era di 815 abitanti. Nella seconda tava 134 abitanti.
metà del secolo XIX riprese a crescere Mores. I primi dati disponibili sulla po-
e nel 1901 arrivò a 1051 unità. Nel corso polazione risalgono al 1388; a quella
dei primi decenni del Novecento con- data il villaggio contava più di 13 fuo-
tinuò ad aumentare e nel 1951 contava chi per un totale di 52 abitanti. Man-
1244 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- cano altri dati fino al 1583; a quella
nio la sua popolazione ha cominciato a data la popolazione contava quasi 213
calare a causa dell’emigrazione; nel fuochi per un totale di 852 abitanti. Il
2001 contava 655 abitanti. bilancio demografico del secolo XVII,
Monteleone Rocca Doria. I primi dati di- a causa delle epidemie di peste e delle
sponibili sulla popolazione risalgono carestie, non è positivo: infatti nel
al 1388; a quella data il villaggio con- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
tava più di 20 fuochi per un totale di 84 popolazione era calata e contava 770
abitanti. Altri dati significativi sono abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
quelli relativi al Parlamento del 1485, riodo sabaudo, la popolazione tendeva
i primi disponibili dopo la concitata nuovamente a crescere e contava 789

394

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 400


Popolazione della Sardegna

abitanti. Nel periodo successivo prese a crescere e nel 1901 contava 409 unità.
a crescere con continuità e nel 1848, Nel corso dei primi decenni del Nove-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- cento continuò a crescere e nel 1951
fetta’’, contava 2170 abitanti. Nei de- aveva 527 abitanti. Nell’ultimo cin-
cenni successivi la popolazione au- quantennio la sua popolazione ha con-
mentò ancora e nel 1861, anno della tinuato a crescere; nel 2001 contava
proclamazione del Regno d’Italia, era 765 abitanti.
di 2370 abitanti. Nella seconda metà Nughedu San Nicolò. I primi dati dispo-
del secolo XIX ebbe un lieve calo e nel nibili sulla popolazione risalgono al
1901 arrivò a 2121 unità. Nel corso dei 1388; a quella data il villaggio contava
primi decenni del Novecento continuò 12 fuochi per un totale di 48 abitanti.
costantemente a crescere e nel 1951 Altri dati significativi sono quelli rela-
contava 3340 abitanti. Nell’ultimo cin- tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
quantennio la sua popolazione è calata sponibili dopo la concitata fase delle
vistosamente a causa dell’emigra- guerre che caratterizzarono tutto il
zione; nel 2001 contava 2113 abitanti. XIV e buona parte del secolo XV; a
Muros. I primi dati disponibili sulla po- quella data la popolazione del villaggio
polazione risalgono al 1358; a quella contava circa 60 fuochi per un totale di
data il villaggio contava 20 fuochi per 240 abitanti. A distanza di un secolo,
un totale di 80 abitanti. Altri dati signi- nel 1583, la popolazione era cresciuta
ficativi sono quelli relativi al Parla- in modo notevole, contava quasi 270
mento del 1485, i primi disponibili fuochi per un totale di 1140 abitanti. Il
dopo la concitata fase delle guerre che bilancio demografico del secolo XVII,
caratterizzarono tutto il XIV e buona a causa delle epidemie di peste e delle
parte del secolo XV; a quella data la carestie, non è positivo: infatti nel
popolazione del villaggio era dimi- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
nuita vistosamente, contava 10 fuochi popolazione era calata e contava 770
per un totale di 40 abitanti. A distanza abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
di un secolo, nel 1583, la popolazione riodo sabaudo, la popolazione era leg-
era cresciuta: contava quasi 50 fuochi germente cresciuta e contava 789 abi-
per un totale di 200 abitanti. Il bilancio tanti. Nel periodo successivo prese a
demografico del secolo XVII, a causa crescere con continuità e nel 1848,
delle epidemie di peste e delle care- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, fetta’’, contava 1630 abitanti. Nei de-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- cenni successivi la popolazione ebbe
lazione era calata e contava 112 abi- un lieve calo e nel 1861, anno della pro-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo clamazione del Regno d’Italia, era di
sabaudo, la popolazione era stabile e 1477 abitanti. Nella seconda metà del
contava 110 abitanti. Nel periodo suc- secolo XIX riprese a crescere e nel
cessivo prese a crescere con continuità 1901 arrivò a 2006 unità. Nel corso dei
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- primi decenni del Novecento la ten-
sione perfetta’’, contava 281 abitanti. denza fu confermata e nel 1951 contava
Nei decenni successivi la popolazione 2268 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
registrò un’ulteriore crescita e nel nio la sua popolazione è calata vistosa-
1861, anno della proclamazione del Re- mente a causa dell’emigrazione; nel
gno d’Italia, era di 300 abitanti. Nella 2001 contava 1049 abitanti.
seconda metà del secolo XIX continuò Nule. I primi dati disponibili sulla po-

395

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 401


Popolazione della Sardegna

polazione risalgono al 1388; a quella popolazione del villaggio contava circa


data il villaggio contava 10 fuochi per 120 fuochi per un totale di 484 abitanti.
un totale di 40 abitanti. Altri dati signi- A distanza di un secolo, nel 1583, la po-
ficativi sono quelli relativi al Parla- polazione era cresciuta in modo note-
mento del 1485, i primi disponibili vole, contava quasi 700 fuochi per un
dopo la concitata fase delle guerre che totale di 2860 abitanti. Il bilancio de-
caratterizzarono tutto il XIV e buona mografico del secolo XVII, a causa
parte del secolo XV; a quella data la delle epidemie di peste e delle care-
popolazione del villaggio contava circa stie, non è positivo: infatti nel 1698,
100 fuochi per un totale di 415 abitanti. alla fine del periodo spagnolo, la popo-
A distanza di un secolo, nel 1583, la po- lazione era calata vistosamente e con-
polazione era cresciuta in modo note- tava 2060 abitanti. Nel 1728, all’inizio
vole, contava quasi 400 fuochi per un del periodo sabaudo, la popolazione
totale di 1600 abitanti. Il bilancio de- era nuovamente cresciuta e contava
mografico del secolo XVII, a causa 2604 abitanti. Nel periodo successivo
delle epidemie di peste e delle care- prese a crescere con continuità e nel
stie, non è positivo: infatti nel 1698, 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
alla fine del periodo spagnolo, la popo- perfetta’’, contava 2761 abitanti. Nei
lazione era calata vistosamente e con- decenni successivi la popolazione
tava 521 abitanti. Nel 1728, all’inizio crebbe ancora e nel 1861, anno della
del periodo sabaudo, la popolazione proclamazione del Regno d’Italia, era
era nuovamente cresciuta e contava di 2814 abitanti. Nella seconda metà
684 abitanti. Nel periodo successivo del secolo XIX riprese a crescere e nel
prese a crescere con continuità e nel 1901 arrivò a 3623 unità. Nel corso dei
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione primi decenni del Novecento la ten-
perfetta’’, contava 1335 abitanti. Nei denza fu confermata; nel 1951 contava
decenni successivi la popolazione regi- 4257 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
strò un calo e nel 1861, anno della pro- nio la sua popolazione è calata vistosa-
clamazione del Regno d’Italia, era di mente a causa dell’emigrazione; nel
1168 abitanti. Nella seconda metà del 2001 contava 2992 abitanti.
secolo XIX riprese a crescere e nel Olmedo. I primi dati disponibili sulla
1901 arrivò a 1679 unità. Nel corso dei popolazione sono quelli relativi al Par-
primi decenni del Novecento la ten- lamento del 1485, i primi disponibili
denza fu confermata e nel 1951 contava dopo la concitata fase delle guerre che
1987 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- caratterizzarono tutto il XIV e buona
nio la sua popolazione è calata vistosa- parte del secolo XV; a quella data la
mente a causa dell’emigrazione; nel popolazione del villaggio contava 5
2001 contava 1049 abitanti. fuochi per un totale di 20 abitanti. A
Nulvi. I primi dati disponibili sulla po- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
polazione risalgono al 1388; a quella lazione contava 9 fuochi per un totale
data il villaggio contava 10 fuochi per di 36 abitanti. Il bilancio demografico
un totale di 40 abitanti. Altri dati signi- del secolo XVII, a causa delle epide-
ficativi sono quelli relativi al Parla- mie di peste e delle carestie, è disa-
mento del 1485, i primi disponibili stroso: infatti nel corso del secolo il vil-
dopo la concitata fase delle guerre che laggio si spopolò completamente. Solo
caratterizzarono tutto il XIV e buona agli inizi del Settecento cominciò a ri-
parte del secolo XV; a quella data la popolarsi: nel 1728, all’inizio del pe-

396

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 402


Popolazione della Sardegna

riodo sabaudo contava 66 abitanti. Nel lia, era di 4707 abitanti. Nella seconda
periodo successivo prese a crescere metà del secolo XIX riprese a crescere
con continuità e nel 1848, anno in cui e nel 1901 arrivò a 5520 unità. Nel corso
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava dei primi decenni del Novecento la
346 abitanti. Nei decenni successivi la tendenza fu confermata e nel 1951 con-
popolazione crebbe ancora e nel 1861, tava 5800 abitanti. Nell’ultimo cin-
anno della proclamazione del Regno quantennio la sua popolazione è calata
d’Italia, era di 377 abitanti. Nella se- vistosamente a causa dell’emigra-
conda metà del secolo XIX continuò a zione; nel 2001 contava 3509 abitanti.
crescere e nel 1901 arrivò a 597 unità. Ossi. I primi dati disponibili sulla po-
Nel corso dei primi decenni del Nove- polazione risalgono al 1358; a quella
cento la tendenza fu confermata e la data il villaggio contava 56 fuochi per
popolazione in poco tempo quasi si tri- un totale di 236 abitanti. Altri dati si-
plicò, nel 1951 contava 1547 abitanti. gnificativi sono quelli relativi al Parla-
Nell’ultimo cinquantennio la sua po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione ha continuato a crescere e dopo la concitata fase delle guerre che
nel 2001 contava 2831 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Osilo. I primi dati disponibili sulla po- parte del secolo XV; a quella data la
polazione risalgono al 1358; a quella popolazione del villaggio contava circa
data il villaggio contava 150 fuochi per 40 fuochi per un totale di 156 abitanti. A
un totale di 600 abitanti. Altri dati si- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
gnificativi sono quelli relativi al Parla- lazione era cresciuta in modo notevole,
mento del 1485, i primi disponibili contava più di 200 fuochi per un totale
dopo la concitata fase delle guerre che di 832 abitanti. Il bilancio demografico
caratterizzarono tutto il XIV e buona del secolo XVII, a causa delle epide-
parte del secolo XV; a quella data la mie di peste e delle carestie, non è po-
popolazione del villaggio contava circa sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
215 fuochi per un totale di 860 abitanti. riodo spagnolo, la popolazione era ca-
A distanza di un secolo, nel 1583, la po- lata vistosamente e contava 419 abi-
polazione era cresciuta in modo note- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
vole, contava quasi 830 fuochi per un sabaudo, la popolazione era nuova-
totale di 3356 abitanti. Il bilancio de- mente cresciuta e contava 541 abitanti.
mografico del secolo XVII, a causa Nel periodo successivo prese a cre-
delle epidemie di peste e delle care- scere con continuità e nel 1848, anno
stie, non è positivo: infatti nel 1698, in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
alla fine del periodo spagnolo, la popo- contava 2212 abitanti. Nei decenni suc-
lazione era calata vistosamente e con- cessivi la popolazione registrò un leg-
tava 2663 abitanti. Nel 1728, all’inizio gero calo e nel 1861, anno della procla-
del periodo sabaudo, la popolazione mazione del Regno d’Italia, era di 2130
era nuovamente cresciuta e contava abitanti. Nella seconda metà del se-
4613 abitanti. Nel periodo successivo colo XIX riprese a crescere e nel 1901
prese a crescere con continuità e nel arrivò a 3059 unità. Nel corso dei primi
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione decenni del Novecento la tendenza fu
perfetta’’, contava 4925 abitanti. Nei confermata e nel 1951 contava 5158 abi-
decenni successivi la popolazione regi- tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua
strò un leggero calo e nel 1861, anno popolazione è cresciuta ancora; nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 2001 contava 5847 abitanti.

397

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 403


Popolazione della Sardegna

Ozieri. I primi dati disponibili sulla po- caratterizzarono tutto il XIV e buona
polazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 15 fuochi per popolazione del villaggio era cresciuta
un totale di 68 abitanti. Altri dati signi- e contava circa 120 fuochi per un totale
ficativi sono quelli relativi al Parla- di 504 abitanti. A distanza di un secolo,
mento del 1485, i primi disponibili nel 1583, la popolazione era cresciuta
dopo la concitata fase delle guerre che ancora; di fatto si era più che raddop-
caratterizzarono tutto il XIV e buona piata e contava più di 280 fuochi per un
parte del secolo XV; a quella data la totale di 1136 abitanti. Il bilancio de-
popolazione del villaggio era cresciuta mografico del secolo XVII, a causa
in modo notevole e contava circa 250 delle epidemie di peste e delle care-
fuochi per un totale di 1088 abitanti. A stie, non è positivo: infatti nel 1698,
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
lazione era cresciuta ancora; di fatto si lazione era calata e contava 548 abi-
era più che triplicata, e contava più di tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
920 fuochi, per un totale di 3852 abi- sabaudo, la popolazione era nuova-
tanti. Il bilancio demografico del se- mente cresciuta e contava 1161 abi-
colo XVII, nonostante le epidemie di tanti. Nel periodo successivo prese a
peste e le carestie, è positivo: infatti crescere con continuità e nel 1848,
nel 1698, alla fine del periodo spa- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
gnolo, la popolazione era cresciuta e fetta’’, contava 1664 abitanti. Nei de-
contava 4018 abitanti. Nel 1728, all’ini- cenni posteriori la popolazione regi-
zio del periodo sabaudo, la popola- strò una leggera crescita e nel 1861,
zione era nuovamente cresciuta e con- anno della proclamazione del Regno
tava 4123 abitanti. Nel periodo succes- d’Italia, era di 1682 abitanti. Nella se-
sivo prese a crescere con continuità e conda metà del secolo XIX riprese a
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione crescere e nel 1901 arrivò a 2098 unità.
perfetta’’, contava 7481 abitanti. Nei Nel corso dei primi decenni del Nove-
decenni successivi la popolazione regi- cento la popolazione si stabilizzò e nel
strò un leggero calo e nel 1861, anno 1951 contava 2067 abitanti. Nell’ultimo
della proclamazione del Regno d’Ita- cinquantennio la sua popolazione è ca-
lia, era di 7143 abitanti. Nella seconda lata a causa dell’emigrazione e nel
metà del secolo XIX riprese a crescere 2001 contava 861 abitanti.
e nel 1901 arrivò a 9581 unità. Nel corso Pattada. I primi dati disponibili sulla
dei primi decenni del Novecento la popolazione risalgono al 1388; a quella
tendenza fu confermata e nel 1951 con- data il villaggio contava 11 fuochi per
tava 11 650 abitanti. Nell’ultimo cin- un totale di 44 abitanti. Altri dati signi-
quantennio la sua popolazione non è ficativi sono quelli relativi al Parla-
aumentata, a causa dell’emigrazione; mento del 1485, i primi disponibili
nel 2001 contava 11 595 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Padria. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 30 fuochi per popolazione del villaggio era cresciuta
un totale di 120 abitanti. Altri dati si- e contava circa 125 fuochi per un totale
gnificativi sono quelli relativi al Parla- di 528 abitanti. A distanza di un secolo,
mento del 1485, i primi disponibili nel 1583, la popolazione era cresciuta
dopo la concitata fase delle guerre che ancora; di fatto si era triplicata e con-

398

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 404


Popolazione della Sardegna

tava più di 400 fuochi per un totale di vamente cresciuta e contava 542 abi-
1672 abitanti. Il bilancio demografico tanti. Nel periodo successivo prese a
del secolo XVII, nonostante le epide- crescere con continuità e nel 1848,
mie di peste e le carestie, è positivo: anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
infatti nel 1698, alla fine del periodo fetta’’, contava 1257 abitanti. Nei de-
spagnolo, la popolazione non era ca- cenni successivi la popolazione ebbe
lata e contava 1635 abitanti. Nel 1728, un leggero calo e nel 1861, anno della
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- proclamazione del Regno d’Italia, era
lazione era nuovamente cresciuta e di 1222 abitanti. Nella seconda metà
contava 1815 abitanti. Nel periodo suc- del secolo XIX riprese a crescere e nel
cessivo prese a crescere con continuità 1901 arrivò a 1688 unità. Nel corso dei
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- primi decenni del Novecento la popo-
sione perfetta’’, contava 3219 abitanti. lazione continuò a crescere e nel 1951
Nei decenni posteriori la popolazione contava 3310 abitanti. Nell’ultimo cin-
registrò un leggero calo e nel 1861, quantennio la sua popolazione è calata
anno della proclamazione del Regno a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
d’Italia, era di 3088 abitanti. Nella se- tava 2550 abitanti.
conda metà del secolo XIX riprese a Ploaghe. I primi dati disponibili sulla
crescere e nel 1901 arrivò a 4737 unità. popolazione risalgono al 1358; a quella
Nel corso dei primi decenni del Nove- data il villaggio contava 122 fuochi per
cento la popolazione si stabilizzò e nel un totale di 472 abitanti. Altri dati si-
1951 contava 5450 abitanti. Nell’ultimo gnificativi sono quelli relativi al Parla-
cinquantennio la sua popolazione è ca- mento del 1485, i primi disponibili
lata a causa dell’emigrazione; nel 2001 dopo la concitata fase delle guerre che
contava 3615 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Perfugas. I primi dati disponibili sulla parte del secolo XV; a quella data la
popolazione risalgono al 1388; a quella popolazione del villaggio era cresciuta
data il villaggio era quasi spopolato e e contava circa 180 fuochi per un totale
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- di 720 abitanti. A distanza di un secolo
tanti. Altri dati significativi sono quelli nel 1583 la popolazione era cresciuta
relativi al Parlamento del 1485, i primi ancora, di fatto più che raddoppiata, e
disponibili dopo la concitata fase delle contava più di 440 fuochi per un totale
guerre che caratterizzarono tutto il di 1780 abitanti. Il bilancio demogra-
XIV e buona parte del secolo XV; a fico del secolo XVII, a causa delle epi-
quella data la popolazione del villaggio demie di peste e delle carestie, non è
era cresciuta e contava circa 70 fuochi positivo: infatti nel 1698, alla fine del
per un totale di 284 abitanti. A distanza periodo spagnolo, la popolazione era
di un secolo, nel 1583, la popolazione calata e contava 949 abitanti. Nel 1728,
era cresciuta ancora, contava più di all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
125 fuochi per un totale di 494 abitanti. lazione era nuovamente cresciuta in
Il bilancio demografico del secolo modo notevole e contava 2020 abitanti.
XVII, nonostante le epidemie di peste Nel periodo successivo prese a cre-
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, scere con continuità e nel 1848, anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
lazione non era calata e contava 290 contava 3216 abitanti. Nei decenni po-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- steriori la popolazione registrò un leg-
riodo sabaudo, la popolazione era nuo- gero calo e nel 1861, anno della procla-

399

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 405


Popolazione della Sardegna

mazione del Regno d’Italia, era di 3000 per un totale di 740 abitanti. A distanza
abitanti. Nella seconda metà del se- di un secolo, nel 1583, la popolazione
colo XIX riprese a crescere e nel 1901 era cresciuta ancora, di fatto più che
arrivò a 4004 unità. Nel corso dei primi raddoppiata, e contava più di 400 fuo-
decenni del Novecento la popolazione chi per un totale di 1660 abitanti. Il bi-
continuò a crescere e nel 1951 contava lancio demografico del secolo XVII, a
4976 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- causa delle epidemie di peste e delle
nio la sua popolazione è calata a causa carestie, non è positivo: infatti nel
dell’emigrazione; nel 2001 contava 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
4799 abitanti. popolazione era calata e contava 1040
Porto Torres. Costituito come comune abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
autonomo nel 1820, precedentemente riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
il suo territorio era abitato da gruppi vamente cresciuta in modo notevole e
di pescatori e, nelle campagne della contava 1483 abitanti. Nel periodo suc-
Nurra, da pastori che venivano censiti cessivo prese a crescere con continuità
con la popolazione di Sassari. I primi e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
dati disponibili sulla popolazione sono sione perfetta’’, contava 2689 abitanti.
relativi al 1821, quando contava 600 Nei decenni successivi la popolazione
abitanti. Nel periodo successivo la po- registrò ancora una crescita e nel 1861,
polazione cominciò a crescere con no- anno della proclamazione del Regno
tevole ritmo; nel 1848, anno in cui si d’Italia, era di 2976 abitanti. Nella se-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava conda metà del secolo XIX crebbe ulte-
1766 abitanti. La crescita continuò nei riormente, cosicché nel 1901 arrivò a
decenni successivi e nel 1861, anno 4293 unità. Nel corso dei primi decenni
della proclamazione del Regno d’Ita- del Novecento la popolazione continuò
lia, la popolazione contava 2019 abi- a crescere e nel 1951 contava 4956 abi-
tanti. La crescita nella seconda metà tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua
del secolo XIX continuò con grande in- popolazione è calata a causa dell’emi-
tensità e nel 1901 la popolazione era grazione; nel 2001 contava 3061 abi-
giunta a 4433 unità. Nei primi decenni tanti.
del Novecento, con lo sviluppo del Putifigari. I primi dati disponibili sulla
porto, continuò a crescere e nel 1951 popolazione risalgono al 1627, quando
toccava i 9600 abitanti. Nell’ultimo cin- il villaggio fu fondato. A quella data
quantennio la città è cresciuta ulte- contava circa 40 fuochi per un totale di
riormente; la sua popolazione nel 2001 164 abitanti circa. Alla fine del secolo
contava 21 594 abitanti. XVII, a causa delle epidemie di peste e
Pozzomaggiore. I primi dati disponibili delle carestie, la sua popolazione non
sulla popolazione risalgono al 1388; a era cresciuta e nel 1698, alla fine del
quella data il villaggio contava 12 fuo- periodo spagnolo, era di 142 abitanti.
chi per un totale di 48 abitanti. Altri Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
dati significativi sono quelli relativi al baudo, la popolazione era salita a 306
Parlamento del 1485, i primi disponi- abitanti. Nel periodo successivo
bili dopo la concitata fase delle guerre crebbe ancora: nel 1848, anno in cui si
che caratterizzarono tutto il XIV e ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 386
buona parte del secolo XV; a quella abitanti. Nei decenni successivi conti-
data la popolazione del villaggio era nuò a crescere e nel 1861, anno della
cresciuta e contava circa 170 fuochi proclamazione del Regno d’Italia, con-

400

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 406


Popolazione della Sardegna

tava 490 abitanti. La crescita continuò stori che vivevano negli stazzi di Borti-
nella seconda metà del secolo XIX e giadas e di Perfugas. I primi dati dispo-
nel 1901 la popolazione era giunta a nibili sulla popolazione sono relativi al
640 unità. Nei primi decenni del Nove- 1991, quando contava 1468 abitanti.
cento continuò a crescere e nel 1951 Nel periodo successivo la popolazione
toccava i 700 abitanti. Nell’ultimo cin- si è tenuta costante; nel 2001 contava
quantennio il villaggio si è stabilizzato; 1453 abitanti.
nel 2001 la sua popolazione contava 730 Sassari. I primi dati disponibili sulla
abitanti. popolazione risalgono al 1324; a quella
Romana. I primi dati significativi sono data la città contava più di 1800 fuochi
quelli relativi al Parlamento del 1485, i per un totale di 7400 abitanti ed era il
primi disponibili dopo la concitata centro più popoloso della Sardegna.
fase delle guerre che caratterizzarono Altri dati significativi sono quelli rela-
tutto il XIV e buona parte del secolo tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
XV; a quella data la popolazione del sponibili dopo la concitata fase delle
villaggio contava circa 40 fuochi per guerre che caratterizzarono tutto il
un totale di 156 abitanti. A distanza di XIV e buona parte del secolo XV; a
un secolo, nel 1583, la popolazione era quella data la popolazione di Sassari
cresciuta, di fatto più che raddoppiata,
era cresciuta e contava circa 2500 fuo-
e contava più di 90 fuochi per un totale
chi per un totale di 10 000 abitanti. A
di 384 abitanti. Il bilancio demografico
distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
del secolo XVII, a causa delle epide-
lazione era cresciuta ancora e contava
mie di peste e delle carestie, non è po-
più di 2800 fuochi per un totale di
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
11 100 abitanti. Il bilancio demografico
riodo spagnolo, la popolazione era ca-
del secolo XVII, nonostante le epide-
lata e contava 308 abitanti. Nel 1728,
mie di peste e le carestie, è positivo:
all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
infatti nel 1698, alla fine del periodo
lazione era nuovamente cresciuta e
spagnolo, la popolazione contava
contava 364 abitanti. Nel periodo suc-
11 728 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
cessivo prese a crescere con continuità
periodo sabaudo, la popolazione era
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
sione perfetta’’, contava 611 abitanti. cresciuta e contava 13 723 abitanti.
Nei decenni successivi la popolazione Nel periodo successivo prese a cre-
continuò a crescere e nel 1861, anno scere con continuità e nel 1848, anno
della proclamazione del Regno d’Ita- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
lia, era di 702 abitanti. Nella seconda contava 23 743 abitanti. Nei decenni
metà del secolo XIX crebbe ancora, e successivi la popolazione ebbe ancora
nel 1901 arrivò a 881 unità. Nel corso un’ulteriore crescita e nel 1861, anno
dei primi decenni del Novecento la po- della proclamazione del Regno d’Ita-
polazione continuò a crescere e nel lia, era di 25 086 abitanti. Nella se-
1951 contava 967 abitanti. Nell’ultimo conda metà del secolo XIX nel 1901 ar-
cinquantennio la sua popolazione è ca- rivò a 38 268 unità. Nel corso dei primi
lata a causa dell’emigrazione; nel 2001 decenni del Novecento la popolazione
contava 638 abitanti. continuò a crescere e nel 1951 contava
Santa Maria Coghinas. Costituito come 70 137 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
comune autonomo nel 1980, preceden- tennio la sua popolazione ha conti-
temente il territorio era abitato da pa- nuato ad aumentare; nel 2001, pur

401

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 407


Popolazione della Sardegna

avendo perduto il nuovo comune di un totale di 292 abitanti. A distanza di


Stintino, contava 120 803 abitanti. un secolo, nel 1583, la popolazione era
Sedini. I primi dati disponibili sulla po- cresciuta ancora, contava più di 140
polazione risalgono al 1388; a quella fuochi per un totale di 780 abitanti. Il
data il villaggio era semispopolato e bilancio demografico del secolo XVII,
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- a causa delle epidemie di peste e delle
tanti. Successivamente si spopolò defi- carestie, non è positivo: infatti nel
nitivamente e rimane deserto per tutto 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
il secolo XV; nel secolo XVI, però, ri- popolazione era calata e contava 387
prese a popolarsi e nel 1583 contava abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
più di 160 fuochi per un totale di 764 riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
abitanti. Il bilancio demografico del vamente cresciuta e contava 488 abi-
secolo XVII, a causa delle epidemie di tanti. Nel periodo successivo prese a
peste e delle carestie, non è positivo: crescere con continuità e nel 1848,
infatti nel 1698, alla fine del periodo anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
spagnolo, la popolazione era calata e fetta’’, contava 607 abitanti. Nei de-
contava 302 abitanti. Nel 1728, all’ini- cenni posteriori la popolazione regi-
zio del periodo sabaudo, la popola- strò ancora una crescita e nel 1861,
zione era cresciuta e contava 677 abi- anno della proclamazione del Regno
tanti. Nel periodo successivo prese a d’Italia, era di 643 abitanti. Nella se-
crescere con continuità e nel 1848, conda metà del secolo XIX crebbe ulte-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- riormente e nel 1901 arrivò a 682 unità.
fetta’’, contava 1451 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi la popolazione ebbe cento la popolazione ebbe un calo e nel
ancora una crescita e nel 1861, anno 1951 contava 592 abitanti. Nell’ultimo
della proclamazione del Regno d’Ita- cinquantennio, a causa dell’emigra-
lia, era di 1497 abitanti. Nella seconda zione, la sua popolazione è calata; nel
metà del secolo XIX continuò ad au- 2001 contava 247 abitanti.
mentare e nel 1901 arrivò a 2658 unità. Sennori. I primi dati disponibili sulla
Nel corso dei primi decenni del Nove- popolazione risalgono al 1324; a quella
cento la popolazione continuò a cre- data il villaggio contava 140 fuochi per
scere e nel 1951 contava 4882 abitanti. un totale di 560 abitanti. Altri dati si-
Nell’ultimo cinquantennio, a causa gnificativi sono quelli relativi al Parla-
dell’emigrazione, la sua popolazione mento del 1485, i primi disponibili
ha avuto un calo; nel 2001 contava 1490 dopo la concitata fase delle guerre che
abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Semestene. I primi dati disponibili parte del secolo XV; a quella data la
sulla popolazione risalgono al 1388; a popolazione del villaggio era calata e
quella data il villaggio contava 11 fuo- contava circa 80 fuochi per un totale di
chi per un totale di 44 abitanti. Altri 324 abitanti. A distanza di un secolo,
dati significativi sono quelli relativi al nel 1583, la popolazione era cresciuta
Parlamento del 1485, i primi disponi- in modo notevole; era di fatto quadru-
bili dopo la concitata fase delle guerre plicata e contava più di 300 fuochi per
che caratterizzarono tutto il XIV e un totale di 1248 abitanti. Il bilancio
buona parte del secolo XV; a quella demografico del secolo XVII, a causa
data la popolazione del villaggio era delle epidemie di peste e delle care-
cresciuta e contava circa 70 fuochi per stie, non è positivo: infatti nel 1698,

402

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 408


Popolazione della Sardegna

alla fine del periodo spagnolo, la popo- mento continuò, e nel 1901 arrivò a
lazione era calata e contava 765 abi- 1514 unità. Nel corso dei primi decenni
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo del Novecento la popolazione ebbe un
sabaudo, la popolazione era nuova- ulteriore deciso aumento e nel 1951
mente cresciuta e contava 1129 abi- contava 1856 abitanti. Nell’ultimo cin-
tanti. Nel periodo successivo prese a quantennio la sua popolazione ha
crescere con continuità e nel 1848, avuto un calo a causa dell’emigra-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zione; nel 2001 contava 7346 abitanti.
fetta’’, contava 1909 abitanti. Nei de- Sorso. I primi dati disponibili sulla po-
cenni successivi la popolazione regi- polazione risalgono al 1324; a quella
strò ancora una crescita e nel 1861, data il villaggio contava 212 fuochi per
anno della proclamazione del Regno un totale di 852 abitanti. Altri dati si-
d’Italia, era di 2060 abitanti. Nella se- gnificativi sono quelli relativi al Parla-
conda metà del secolo XIX crebbe ulte- mento del 1485, i primi disponibili
riormente, cosicché nel 1901 arrivò a dopo la concitata fase delle guerre che
3170 unità. Nel corso dei primi decenni caratterizzarono tutto il XIV e buona
del Novecento la popolazione ebbe un parte del secolo XV; a quella data la
ulteriore deciso aumento e nel 1951 popolazione del villaggio era calata e
contava 5210 abitanti. Nell’ultimo cin- contava circa 180 fuochi per un totale
quantennio la sua popolazione ha regi- di 780 abitanti. A distanza di un secolo,
strato un ulteriore aumento; nel 2001 nel 1583, la popolazione era cresciuta
contava 7346 abitanti. in modo notevole, era di fatto quasi
Siligo. I primi dati disponibili sulla po- quadruplicata e contava più di 700 fuo-
polazione risalgono al 1388; a quella chi per un totale di 2992 abitanti. Il bi-
data il villaggio contava 10 fuochi per lancio demografico del secolo XVII, a
un totale di 40 abitanti. Successiva- causa delle epidemie di peste e delle
mente si spopolò e rimase deserto per carestie, non è positivo: infatti nel
tutto il secolo XV; nel secolo XVI ri- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
prese a popolarsi e nel 1583 contava popolazione era calata e contava 1219
più di 150 fuochi per un totale di 632 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
abitanti. Il bilancio demografico del riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
secolo XVII, a causa delle epidemie di vamente cresciuta e contava 1740 abi-
peste e delle carestie, non è positivo: tanti. Nel periodo successivo prese a
infatti nel 1698, alla fine del periodo crescere con continuità e nel 1848,
spagnolo, la popolazione era calata e anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
contava 407 abitanti. Nel 1728, all’ini- fetta’’, contava 4113 abitanti. Nei de-
zio del periodo sabaudo, la popola- cenni successivi la popolazione regi-
zione era nuovamente cresciuta e con- strò un’ulteriore crescita e nel 1861,
tava 433 abitanti. Nel periodo succes- anno della proclamazione del Regno
sivo prese a crescere con continuità e d’Italia, era di 4305 abitanti. Nella se-
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione conda metà del secolo XIX la tendenza
perfetta’’, contava 858 abitanti. Nei de- continuò e nel 1901 arrivò a 6763 unità.
cenni successivi la popolazione regi- Nel corso dei primi decenni del Nove-
strò ancora una crescita e nel 1861, cento la popolazione ebbe un ulteriore
anno della proclamazione del Regno deciso aumento; nel 1951 contava 9200
d’Italia, era di 932 abitanti. Nella se- abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la
conda metà del secolo XIX l’incre- sua popolazione ha avuto un ulteriore

403

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 409


Popolazione della Sardegna

aumento; nel 2001 contava 14 153 abi- continuità e nel 1848, anno in cui si
tanti. ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
Stintino. Costituito come comune auto- 2763 abitanti. Nei decenni successivi
nomo nel 1980, era precedentemente la popolazione registrò ancora una cre-
abitato da gruppi di pescatori che veni- scita e nel 1861, anno della proclama-
vano censiti nella popolazione di Sas- zione del Regno d’Italia, era di 2946
sari. I primi dati disponibili risalgono abitanti. Nella seconda metà del se-
perciò al 1991: a quella data il villaggio colo XIX si sviluppò ulteriormente e
contava 1114 abitanti. In seguito la po- nel 1901 arrivò a 3715 unità. Nel corso
polazione è cresciuta, e nel 2001 con- dei primi decenni del Novecento la po-
tava 1229 abitanti. polazione ebbe un leggero calo e nel
Tergu. Costituito come comune auto- 1951 contava 3455 abitanti. Nell’ultimo
nomo nel 1980, era precedentemente cinquantennio la sua popolazione ha
abitato da gruppi di pastori che veni- avuto un’ulteriore diminuzione a
vano censiti con la popolazione di causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
Osilo e Castelsardo. I primi dati dispo- tava 3259 abitanti.
nibili sulla popolazione risalgono per- Tissi. I primi dati disponibili sulla po-
ciò al 1981: a quella data il villaggio polazione risalgono al 1358; a quella
contava 546 abitanti. In seguito la po- data il villaggio, contava 83 fuochi per
polazione è cresciuta, e nel 2001 con- un totale di 212 abitanti. Altri dati si-
tava 585 abitanti. gnificativi sono quelli relativi al Parla-
Thiesi. I primi dati disponibili sulla po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione risalgono al 1388; a quella dopo la concitata fase delle guerre che
data il villaggio era quasi spopolato, caratterizzarono tutto il secolo XIV e
contava 9 fuochi per un totale di 36 abi- buona parte del secolo XV; a quella
tanti. Altri dati significativi sono quelli data la popolazione del villaggio era
relativi al Parlamento del 1485, i primi notevolmente diminuita e contava
disponibili dopo la concitata fase delle circa 10 fuochi per un totale di 40 abi-
guerre che caratterizzarono tutto il tanti. In seguito si spopolò completa-
XIV e buona parte del secolo XV; a mente, e solo nel secolo XVII cominciò
quella data la popolazione del villaggio a essere nuovamente popolato. Il bi-
era aumentata notevolmente e contava lancio demografico del secolo XVII,
circa 120 fuochi per un totale di 500 nonostante le epidemie di peste e le
abitanti. A distanza di un secolo, nel carestie, è positivo: infatti nel 1698,
1583, la popolazione era cresciuta, di alla fine del periodo spagnolo, la popo-
fatto quasi triplicata, e contava più di lazione contava 200 abitanti. Nel 1728,
350 fuochi per un totale di 1448 abi- all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
tanti. Il bilancio demografico del se- lazione era ulteriormente cresciuta e
colo XVII, nonostante le epidemie di contava 316 abitanti. Nel periodo suc-
peste e le carestie, è positivo: infatti cessivo prese a crescere con continuità
nel 1698, alla fine del periodo spa- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
gnolo, la popolazione era ancora au- sione perfetta’’, contava 1096 abitanti.
mentata e contava 1661 abitanti. Nel Nei decenni successivi la popolazione
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la aumentò ancora e nel 1861, anno della
popolazione era leggermente dimi- proclamazione del Regno d’Italia, era
nuita e contava 1512 abitanti. Nel pe- di 1144 abitanti. Nella seconda metà
riodo successivo prese a crescere con del secolo XIX la popolazione si man-

404

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 410


Popolazione della Sardegna

tenne stabile e nel 1901 contava 1147 causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
unità. Nel corso dei primi decenni del tava 1055 abitanti.
Novecento la popolazione ebbe un no- Tula. I primi dati significativi sono
tevole aumento e nel 1951 contava 1520 quelli relativi al Parlamento del 1485,
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la i primi disponibili dopo la concitata
sua popolazione ha avuto un ulteriore fase delle guerre che caratterizzarono
aumento; nel 2001 contava 1769 abi- tutto il XIV e buona parte del secolo
tanti. XV; a quella data la popolazione del
Torralba. I primi dati disponibili sulla villaggio contava circa 15 fuochi per
popolazione risalgono al 1388; a quella un totale di 60 abitanti. A distanza di
data il villaggio era quasi spopolato, un secolo, nel 1583, la popolazione era
contava 7 fuochi per un totale di 28 abi- cresciuta; era di fatto più che sestupli-
tanti. Altri dati significativi sono quelli cata e contava più di 90 fuochi per un
relativi al Parlamento del 1485, i primi totale di 376 abitanti. Il bilancio demo-
disponibili dopo la concitata fase delle grafico del secolo XVII, a causa delle
guerre che caratterizzarono tutto il epidemie di peste e delle carestie, non
XIV e buona parte del secolo XV; a è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
quella data la popolazione del villaggio periodo spagnolo, la popolazione era
calata e contava 251 abitanti. Nel 1728,
era aumentata notevolmente e contava
all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
circa 106 fuochi per un totale di 424
lazione era cresciuta e contava 333 abi-
abitanti. A distanza di un secolo, nel
tanti. Nel periodo successivo prese a
1583, la popolazione era cresciuta, di
crescere con continuità e nel 1848,
fatto più che raddoppiata, e contava
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
più di 250 fuochi per un totale di 1064
fetta’’, contava 1041 abitanti. Nei de-
abitanti. Il bilancio demografico del
cenni successivi la popolazione regi-
secolo XVII, a causa delle epidemie di
strò un lieve calo e nel 1861, anno della
peste e delle carestie, non è positivo:
proclamazione del Regno d’Italia, era
infatti nel 1698, alla fine del periodo
di 1012 abitanti. Nella seconda metà
spagnolo, la popolazione era calata e
del secolo XIX continuò a crescere e
contava 619 abitanti. Nel 1728, all’ini- nel 1901 arrivò a 1374 unità. Nel corso
zio del periodo sabaudo, la popola- dei primi decenni del Novecento la po-
zione aveva ripreso a crescere e con- polazione ebbe un nuovo aumento e
tava 865 abitanti. Nel periodo succes- nel 1951 contava 2110 abitanti. Nell’ul-
sivo crebbe con continuità e nel 1848, timo cinquantennio la sua popolazione
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- ha avuto un calo a causa dell’emigra-
fetta’’, contava 1199 abitanti. Nei de- zione; nel 2001 contava 1653 abitanti.
cenni successivi la popolazione si man- Uri. I primi dati significativi sono
tenne stabile e nel 1861, anno della pro- quelli relativi al Parlamento del 1485;
clamazione del Regno d’Italia, era di a quella data la popolazione del villag-
1197 abitanti. Nella seconda metà del gio contava circa 10 fuochi per un to-
secolo XIX si stabilizzò, e nel 1901 ar- tale di 40 abitanti. A distanza di un se-
rivò a 1424 unità. Nel corso dei primi colo, nel 1583, la popolazione era cre-
decenni del Novecento ebbe un nuovo sciuta; era di fatto più che quadrupli-
aumento e nel 1951 contava 1610 abi- cata e contava più di 50 fuochi per un
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la totale di 192 abitanti. Il bilancio demo-
sua popolazione ha avuto un calo a grafico del secolo XVII, nonostante le

405

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 411


Popolazione della Sardegna

epidemie di peste e le carestie, è posi- riodo successivo prese a crescere con


tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- continuità e nel 1848, anno in cui si
riodo spagnolo, la popolazione era cre- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
sciuta ulteriormente e contava 571 abi- 1512 abitanti. Nei decenni successivi
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo la popolazione crebbe ancora e nel
sabaudo, la popolazione era nuova- 1861, anno della proclamazione del Re-
mene diminuita e contava 209 abitanti. gno d’Italia, era di 1701 abitanti. Nella
Nel periodo successivo prese a cre- seconda metà del secolo XIX crebbe
scere con continuità e nel 1848, anno decisamente e nel 1901 arrivò a 2390
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, unità. Nel corso dei primi decenni del
contava 1046 abitanti. Nei decenni suc- Novecento la popolazione ebbe un
cessivi la popolazione si mantenne sta- nuovo aumento e nel 1951 contava
bile e nel 1861, anno della proclama- 3000 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
zione del Regno d’Italia, era di 1070 nio la sua popolazione ha continuato
abitanti. Nella seconda metà del se- ad aumentare; nel 2001 contava 3764
colo XIX crebbe con continuità e nel abitanti.
1901 arrivò a 1265 unità. Nel corso dei Valledoria. Fu costituito in comune au-
primi decenni del Novecento la popo- tonomo nel 1961; il suo territorio era
lazione ebbe un nuovo deciso aumento precedentemente popolato da gruppi
e nel 1951 contava 2141 abitanti. Nel- di pastori che risiedevano negli stazzi
l’ultimo cinquantennio la sua popola- ed erano censiti con la popolazione di
zione è cresciuta ulteriormente; nel Castelsardo e di Sedini. I primi dati di-
2001 contava 3106 abitanti. sponibili sulla popolazione sono per-
Usini. I primi dati disponibili sulla po- ciò relativi al 1961; a quella data il vil-
polazione risalgono al 1358; a quella laggio contava 3542 abitanti ed era co-
data il villaggio contava quasi 90 fuochi stituito dalle frazioni di La Muddizza e
per un totale di 336 abitanti. Altri dati la Ciaccia, staccate da Castelsardo, e di
significativi sono quelli relativi al Par- Codaruina, Santa Maria Coghinas, Vil-
lamento del 1485, i primi disponibili lanova e Li Punti. Negli anni successivi
dopo la concitata fase delle guerre che la popolazione continuò a crescere, ar-
caratterizzarono tutto il XIV e buona rivando nel 1981 a più di 4500 abitanti.
parte del secolo XV; a quella data la Nel 1983 Santa Maria Coghinas si
popolazione del villaggio era notevol- staccò e la popolazione registrò un
mente diminuita e contava circa 25 calo. Nel 2001 contava 3770 abitanti.
fuochi per un totale di 104 abitanti. A Viddalba. Fu costituito in comune auto-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- nomo nel 1975; il suo territorio era pre-
lazione era cresciuta; era di fatto quin- cedentemente popolato da gruppi di
tuplicata e contava più di 130 fuochi pastori che risiedevano negli stazzi ed
per un totale di 560 abitanti. Il bilancio erano censiti con la popolazione di Ag-
demografico del secolo XVII, a causa gius e di Bortigiadas. I primi dati di-
delle epidemie di peste e delle care- sponibili sulla popolazione sono per-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, ciò relativi al 1981; a quella data il vil-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- laggio contava 1718 abitanti ed era co-
lazione era calata e contava 403 abi- stituito dalle frazioni di Giagazzu e
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo Giuncana, staccate da Bortigiadas, e
sabaudo, la popolazione era cresciuta di Viddalba, Tungoni e L’Avru, staccate
ancora e contava 586 abitanti. Nel pe- da Aggius. Negli anni successivi la po-

406

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 412


Popolazione della Sardegna

polazione si mantenne stabile; nel 2001 vistosamente e nel 1861, anno della
contava 1733 abitanti. proclamazione del Regno d’Italia, era
di 2837 abitanti. Nella seconda metà
del secolo XIX riprese a crescere e nel
1901 arrivò a contare 4985 unità. Nel
corso dei primi decenni del Novecento
la popolazione ebbe un nuovo aumento
e nel 1951 contava 5505 abitanti. Nel-
l’ultimo cinquantennio, invece, la sua
popolazione è diminuta a causa dell’e-
migrazione; nel 2001 contava 2615 abi-
tanti.
PROVINCIA DI NUORO
Aritzo. I primi dati disponibili sulla po-
polazione risalgono al 1388; a quella
data il villaggio contava 6 fuochi per
un totale di 24 abitanti. Altri dati signi-
ficativi sono quelli relativi al Parla-
mento del 1485, i primi disponibili
dopo la concitata fase delle guerre che
caratterizzarono tutto il XIV e buona
parte del secolo XV; a quella data la
Popolazione della Sardegna – Il popolazione del villaggio era aumen-
miglioramento delle condizioni di vita ha tata in modo notevole e contava circa
portato a un aumento della longevità.
90 fuochi per un totale di 364 abitanti. A
distanza di un secolo, nel 1583, era cre-
Villanova Monteleone. I primi dati si-
sciuta ancora, di fatto più che raddop-
gnificativi sono quelli relativi al Parla-
mento del 1485; a quella data la popo- piata, e contava più di 220 fuochi per
lazione del villaggio contava circa 40 un totale di 888 abitanti. Il bilancio de-
fuochi per un totale di 156 abitanti. A mografico del secolo XVII, nonostante
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- le epidemie di peste e le carestie, è po-
lazione era cresciuta, di fatto più che sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
raddoppiata, e contava più di 90 fuochi riodo spagnolo, la popolazione era cre-
per un totale di 384 abitanti. Il bilancio sciuta e contava 1003 abitanti. Nel
demografico del secolo XVII, nono- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
stante le epidemie di peste e le care- popolazione era cresciuta ancora e
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla contava 1261 abitanti. Nel periodo suc-
fine del periodo spagnolo, la popola- cessivo la popolazione continuò a cre-
zione era cresciuta notevolmente e scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
contava 1269 abitanti. Nel 1728, all’ini- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1818 abi-
zio del periodo sabaudo, la popola- tanti. Nei decenni successivi confermò
zione era ancora cresciuta e contava la tendenza e nel 1861, anno della pro-
1968 abitanti. Nel periodo successivo clamazione del Regno d’Italia, contava
prese a crescere con continuità e nel 1932 abitanti. Nella seconda metà del
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione secolo XIX la popolazione si mantenne
perfetta’’, contava 4212 abitanti. Nei stabile; nel 1901 contava 1931 unità.
decenni posteriori la popolazione calò Nel corso dei primi decenni del Nove-

407

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 413


Popolazione della Sardegna

cento riprese a crescere; nel 1951 con- fase delle guerre che caratterizzarono
tava 2411 abitanti. Nell’ultimo cin- tutto il XIV e buona parte del secolo
quantennio la popolazione è forte- XV; a quella data la popolazione del
mente diminuita; nel 2001 contava villaggio contava circa 20 fuochi per
1522 abitanti. un totale di 84 abitanti. A distanza di
Atzara. I primi dati disponibili sulla un secolo, nel 1583, la popolazione era
popolazione risalgono al 1388; a quella cresciuta ancora, di fatto più che qua-
data il villaggio contava 9 fuochi per un druplicata, e contava più di 140 fuochi
totale di 36 abitanti. Altri dati significa- per un totale di 368 abitanti. Il bilancio
tivi sono quelli relativi al Parlamento demografico del secolo XVII, a causa
del 1485, i primi disponibili dopo la delle epidemie di peste e delle care-
concitata fase delle guerre che caratte- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
rizzarono tutto il XIVe buona parte del alla fine del periodo spagnolo, la popo-
secolo XV; a quella data la popolazione lazione era calata e contava 253 abi-
del villaggio era aumentata e contava tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
circa 50 fuochi per un totale di 200 abi- sabaudo, la popolazione era stabile,
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, con 255 abitanti. Nel periodo succes-
la popolazione era cresciuta ancora, di sivo la popolazione continuò a cre-
fatto più che raddoppiata, e contava scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
più di 140 fuochi per un totale di 568 ‘‘fusione perfetta’’, contava 617 abi-
abitanti. Il bilancio demografico del tanti. Nei decenni successivi confermò
secolo XVII, nonostante le epidemie la tendenza e nel 1861, anno della pro-
di peste e le carestie, è positivo: infatti clamazione del Regno d’Italia, contava
nel 1698, alla fine del periodo spa- 628 abitanti. Nella seconda metà del
gnolo, la popolazione era cresciuta e secolo XIX la popolazione continuò a
contava 894 abitanti. Nel 1728, all’ini- crescere e nel 1901 contava 754 unità.
zio del periodo sabaudo, la popola- Nel corso dei primi decenni del Nove-
zione era lievemente diminuita e con- cento ebbe un ulteriore aumento; nel
tava 837 abitanti. Nel periodo succes- 1951 contava 1228 abitanti. Nell’ultimo
sivo la popolazione riprese a crescere cinquantennio la popolazione ha avuto
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- un calo a causa dell’emigrazione; nel
sione perfetta’’, contava 1411 abitanti. 2001 contava 975 abitanti.
Nei decenni successivi confermò la Belvı̀. I primi dati disponibili sulla po-
tendenza e nel 1861, anno della procla- polazione risalgono al 1388; a quella
mazione del Regno d’Italia, contava data il villaggio contava 6 fuochi per
1509 abitanti. Nella seconda metà del un totale di 24 abitanti. Altri dati signi-
secolo XIX la popolazione ebbe un calo ficativi sono quelli relativi al Parla-
e nel 1901 contava 1455 unità. Nel corso mento del 1485, i primi disponibili
dei primi decenni del Novecento ebbe dopo la concitata fase delle guerre che
invece un aumento; nel 1951 contava caratterizzarono tutto il XIV e buona
1595 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- parte del secolo XV; a quella data la
nio la popolazione ha avuto un calo a popolazione del villaggio era aumen-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- tata e contava circa 22 fuochi per un
tava 1331 abitanti. totale di 88 abitanti. A distanza di un
Austis. I primi dati significativi sono secolo, nel 1583, la popolazione era
quelli relativi al Parlamento del 1485, cresciuta ancora, di fatto più che rad-
i primi disponibili dopo la concitata doppiata, e contava 55 fuochi per un

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 414


Popolazione della Sardegna

totale di 220 abitanti. Il bilancio demo- baudo, la popolazione aveva ripreso a


grafico del secolo XVII, nonostante le crescere e contava 195 abitanti. Nel pe-
epidemie di peste e le carestie, è posi- riodo successivo la popolazione conti-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
riodo spagnolo, la popolazione era cre- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 421
sciuta e contava 292 abitanti. Nel 1728, abitanti. Nei decenni successivi regi-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- strò un leggero calo e nel 1861, anno
lazione era aumentata ancora e con- della proclamazione del Regno d’Ita-
tava 469 abitanti. Nel periodo succes- lia, contava 405 abitanti. Nella seconda
sivo la popolazione continuò a cre- metà del secolo XIX la popolazione
scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la continuò a diminuire; nel 1901 contava
‘‘fusione perfetta’’, contava 822 abi- 386 unità. Nel corso dei primi decenni
tanti. Nei decenni successivi registrò del Novecento invece aumentò di
un leggero calo e nel 1861, anno della nuovo e nel 1951 contava 498 abitanti.
proclamazione del Regno d’Italia, con- Nell’ultimo cinquantennio ha conti-
tava 782 abitanti. Nella seconda metà nuato a crescere; nel 2001 contava 586
del secolo XIX la popolazione riprese a abitanti.
crescere e nel 1901 contava 791 unità. Bitti. I primi dati disponibili sulla po-
Nel corso dei primi decenni del Nove- polazione risalgono al 1388; a quella
cento ebbe un ulteriore aumento; nel data il villaggio contava quasi 20 fuochi
1951 contava 917 abitanti. Nell’ultimo per un totale di 78 abitanti. Altri dati
cinquantennio la popolazione ha su- significativi sono quelli relativi al Par-
bı̀to un calo a causa dell’emigrazione; lamento del 1485, i primi disponibili
nel 2001 contava 788 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Birori. I primi dati disponibili sulla po- caratterizzarono tutto il XIV e buona
polazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 15 fuochi per popolazione del villaggio era aumen-
un totale di 60 abitanti. Altri dati signi- tata sensibilmente e contava circa 150
ficativi sono quelli relativi al Parla- fuochi per un totale di 624 abitanti. A
mento del 1485, i primi disponibili distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
dopo la concitata fase delle guerre che lazione era cresciuta ancora, di fatto
caratterizzarono tutto il XIV e buona più che triplicata, e contava quasi 500
parte del secolo XV; a quella data la fuochi per un totale di 1980 abitanti. Il
popolazione del villaggio era aumen- bilancio demografico del secolo XVII,
tata e contava circa 60 fuochi per un a causa delle epidemie di peste e delle
totale di 240 abitanti. A distanza di un carestie, non è positivo: infatti nel
secolo, nel 1583, la popolazione era 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
cresciuta ancora, di fatto più che rad- popolazione era diminuita e contava
doppiata, e contava 120 fuochi per un 1830 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
totale di 504 abitanti. Il bilancio demo- periodo sabaudo, la popolazione regi-
grafico del secolo XVII, a causa delle strava un ulteriore calo e scendeva a
epidemie di peste e delle carestie, non 1170 abitanti. Nel periodo successivo
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del la popolazione riprese a crescere e nel
periodo spagnolo, la popolazione era 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
diminuita in modo considerevole, perfetta’’, contava 2743 abitanti. Nei
tanto che contava solo 92 abitanti. Ma decenni successivi registrò un ulte-
nel 1728, all’inizio del periodo sa- riore aumento e nel 1861, anno della

409

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 415


Popolazione della Sardegna

proclamazione del Regno d’Italia, con- nel 1951 contava 4494 abitanti. Nell’ul-
tava 2882 abitanti. Nella seconda metà timo cinquantennio la popolazione è
del secolo XIX la popolazione conti- diminuita a causa dell’emigrazione;
nuò ad aumentare; nel 1901 contava nel 2001 contava 3342 abitanti.
4566 unità. Nel corso dei primi decenni Borore. I primi dati disponibili sulla
del Novecento ebbe un nuovo au- popolazione risalgono al 1388; a quella
mento; nel 1951 contava 5829 abitanti. data il villaggio contava quasi 12 fuochi
Nell’ultimo cinquantennio la popola- per un totale di 48 abitanti. Altri dati
zione è fortemente diminuita a causa significativi sono quelli relativi al Par-
dell’emigrazione; nel 2001 contava lamento del 1485, i primi disponibili
3553 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Bolotana. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava quasi 20 fuochi popolazione del villaggio era aumen-
per un totale di 76 abitanti. Altri dati tata e contava 70 fuochi per un totale
significativi sono quelli relativi al Par- di 276 abitanti. A distanza di un secolo,
lamento del 1485, i primi disponibili nel 1583, la popolazione era cresciuta
dopo la concitata fase delle guerre che ancora, di fatto quasi raddoppiata, e
caratterizzarono tutto il XIV e buona contava quasi 120 fuochi per un totale
parte del secolo XV; a quella data la di 516 abitanti. Il bilancio demografico
popolazione del villaggio era aumen- del secolo XVII, a causa delle epide-
tata sensibilmente e contava 124 fuochi mie di peste e delle carestie, non è po-
per un totale di 496 abitanti. A distanza sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
di un secolo, nel 1583, la popolazione riodo spagnolo, la popolazione era di-
era cresciuta ancora, di fatto più che minuita e contava 246 abitanti. Nel
triplicata, e contava quasi 400 fuochi 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
per un totale di 1664 abitanti. Il bilan- popolazione ebbe un sensibile au-
cio demografico del secolo XVII, a mento; contava 486 abitanti. Nel pe-
causa delle epidemie di peste e delle riodo successivo la popolazione comin-
carestie, non è positivo: infatti nel ciò a crescere con rapidità e nel 1848,
1698, alla fine del periodo spagnolo, la anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
popolazione era diminuita e contava fetta’’, contava 1812 abitanti. Nei de-
801 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- cenni successivi registrò un ulteriore
riodo sabaudo, la popolazione regi- aumento e nel 1861, anno della procla-
strava un fortissimo aumento, con mazione del Regno d’Italia, contava
2023 abitanti. Nel periodo successivo 2024 abitanti. Nella seconda metà del
si mantenne stazionaria e nel 1848, secolo XIX la popolazione rimase sta-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zionaria; nel 1901 contava 2005 unità.
fetta’’, contava 2032 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi registrò un ulteriore cento ebbe un nuovo aumento: nel 1951
aumento e nel 1861, anno della procla- contava 2917 abitanti. Nell’ultimo cin-
mazione del Regno d’Italia, contava quantennio la popolazione è diminuita
2782 abitanti. Nella seconda metà del a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
secolo XIX la popolazione continuò ad tava 2408 abitanti.
aumentare; nel 1901 contava 3546 Bortigali. I primi dati disponibili sulla
unità. Nel corso dei primi decenni del popolazione risalgono al 1388; a quella
Novecento ebbe un nuovo aumento; data il villaggio contava quasi 20 fuochi

410

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 416


Popolazione della Sardegna

per un totale di 60 abitanti. Altri dati quella data la popolazione del villaggio
significativi sono quelli relativi al Par- era aumentata notevolmente e contava
lamento del 1485, i primi disponibili 60 fuochi per un totale di 240 abitanti. A
dopo la concitata fase delle guerre che distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
caratterizzarono tutto il XIV e buona lazione era cresciuta ancora e contava
parte del secolo XV; a quella data la quasi 120 fuochi per un totale di 400
popolazione del villaggio era aumen- abitanti. Il bilancio demografico del
tata notevolmente e contava 120 fuochi secolo XVII, nonostante le epidemie
per un totale di 524 abitanti. A distanza di peste e le carestie, è positivo: infatti
di un secolo nel 1583 la popolazione era nel 1698, alla fine del periodo spa-
cresciuta ancora, di fatto raddoppiata, gnolo, la popolazione era aumentata e
e contava quasi 250 fuochi per un totale contava 927 abitanti. Nel 1728, all’ini-
di 1080 abitanti. Il bilancio demogra- zio del periodo sabaudo, la popola-
fico del secolo XVII, a causa delle epi- zione ebbe un aumento ulteriore e con-
demie di peste e delle carestie, non è tava 1277 abitanti. Nel periodo succes-
positivo: infatti nel 1698, alla fine del sivo la popolazione continuò a cre-
periodo spagnolo, la popolazione era scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
diminuita e contava 490 abitanti. Nel ‘‘fusione perfetta’’, contava 1798 abi-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la tanti. Nei decenni successivi registrò
popolazione ebbe un aumento signifi- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
cativo, tanto da contare 1346 abitanti. della proclamazione del Regno d’Ita-
Nel periodo successivo la popolazione lia, contava 1806 abitanti. Nella se-
cominciò a crescere con continuità e conda metà del secolo XIX la tendenza
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione positiva si confermò; nel 1901 contava
perfetta’’, contava 2596 abitanti. Nei 2534 unità. Nel corso dei primi decenni
decenni successivi registrò un ulte- del Novecento ebbe un aumento note-
riore aumento e nel 1861, anno della vole, e di fatto raddoppiò: nel 1951 con-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tava 4077 abitanti. Nell’ultimo cin-
tava 2718 abitanti. Nella seconda metà quantennio la popolazione è diminuita
del secolo XIX la tendenza positiva ri- a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
mase confermata; nel 1901 contava tava 2954 abitanti.
3014 unità. Nel corso dei primi decenni Dorgali. I primi dati disponibili sulla
del Novecento ebbe invece un discreto popolazione risalgono al 1324; a quella
calo: nel 1951 contava 2795 abitanti. data il villaggio contava 70 fuochi per
Nell’ultimo cinquantennio la popola- un totale di 272 abitanti. Altri dati si-
zione è diminuita ancora a causa del- gnificativi sono quelli relativi al Parla-
l’emigrazione; nel 2001 contava 1606 mento del 1485, i primi disponibili
abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Desulo. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio era semispopolato e popolazione del villaggio era aumen-
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- tata e contava quasi 90 fuochi per un
tanti. Altri dati significativi sono quelli totale di 352 abitanti. A distanza di un
relativi al Parlamento del 1485, i primi secolo, nel 1583, la popolazione era
disponibili dopo la concitata fase delle cresciuta ancora, di fatto più che rad-
guerre che caratterizzarono tutto il doppiata, e contava quasi 210 fuochi
XIV e buona parte del secolo XV; a per un totale di 856 abitanti. Il bilancio

411

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 417


Popolazione della Sardegna

demografico del secolo XVII, nono- ebbe un deciso aumento e arrivò a 728
stante le epidemie di peste e le care- abitanti. Nel periodo successivo si
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla mantenne stabile e nel 1848, anno in
fine del periodo spagnolo, la popola- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
zione era aumentata sensibilmente e tava ancora 730 abitanti. Nei decenni
contava 2046 abitanti. Nel 1728, all’ini- successivi registrò un ulteriore piccolo
zio del periodo sabaudo, ebbe un au- calo e nel 1861, anno della proclama-
mento ulteriore e contava 2644 abi- zione del Regno d’Italia, contava 622
tanti. Nel periodo successivo continuò abitanti. Nella seconda metà del se-
a crescere e nel 1848, anno in cui si colo XIX la popolazione riprese a sa-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava lire; nel 1901 contava 730 unità. Nel
3499 abitanti. Nei decenni successivi corso dei primi decenni del Novecento
registrò un ulteriore aumento e nel ebbe ancora un aumento e nel 1951
1861, anno della proclamazione del Re- contava 954 abitanti. Nell’ultimo cin-
gno d’Italia, contava 3684 abitanti. quantennio, invece, la popolazione ha
Nella seconda metà del secolo XIX la avuto un calo a causa dell’emigra-
tendenza positiva rimase confermata; zione; nel 2001 contava 794 abitanti.
nel 1901 contava 5200 unità. Nel corso Fonni. I primi dati disponibili sulla po-
dei primi decenni del Novecento ebbe polazione risalgono al 1388; a quella
ancora un aumento; nel 1951 contava data il villaggio contava 10 fuochi per
6721 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- un totale di 40 abitanti. Altri dati signi-
nio la popolazione ha continuato ad au- ficativi sono quelli relativi al Parla-
mentare in conseguenza dello sviluppo mento del 1485, i primi disponibili
delle attività turistiche; nel 2001 con- dopo la concitata fase delle guerre che
tava 8178 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Dualchi. I primi dati disponibili sulla parte del secolo XV; a quella data la
popolazione risalgono al 1388; a quella popolazione del villaggio era aumen-
data il villaggio contava 8 fuochi per un tata notevolmente, di fatto più che de-
totale di 32 abitanti. Altri dati significa- cuplicata, e contava quasi 150 fuochi
tivi sono quelli relativi al Parlamento per un totale di 600 abitanti. A distanza
del 1485, i primi disponibili dopo la di un secolo, nel 1583, la popolazione
concitata fase delle guerre che caratte- era cresciuta ancora, di fatto più che
rizzarono tutto il XIVe buona parte del sestuplicata, e contava più di 920 fuo-
secolo XV; a quella data la popolazione chi per un totale di 3968 abitanti. Il bi-
del villaggio era aumentata e contava lancio demografico del secolo XVII, a
quasi 40 fuochi per un totale di 156 abi- causa delle epidemie di peste e delle
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, carestie, non è positivo: infatti nel
la popolazione era cresciuta ancora, di 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
fatto quasi triplicata, e contava più di popolazione era calata sensibilmente
100 fuochi per un totale di 408 abitanti. e contava 1277 abitanti. Nel 1728, all’i-
Il bilancio demografico del secolo nizio del periodo sabaudo, la popola-
XVII, a causa delle epidemie di peste zione ebbe un discreto aumento e con-
e delle carestie, non è positivo: infatti tava 1406 abitanti. Nel periodo succes-
nel 1698, alla fine del periodo spa- sivo la popolazione continuò a cre-
gnolo, la popolazione era calata e con- scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
tava 199 abitanti. Nel 1728, all’inizio ‘‘fusione perfetta’’, contava 3228 abi-
del periodo sabaudo, la popolazione tanti. Nei decenni successivi registrò

412

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 418


Popolazione della Sardegna

un ulteriore piccolo aumento e nel popolazione risalgono al 1317; a quella


1861, anno della proclamazione del Re- data il villaggio contava 105 fuochi per
gno d’Italia, contava 3404 abitanti. un totale di 420 abitanti. Altri dati si-
Nella seconda metà del secolo XIX la gnificativi sono quelli relativi al Parla-
popolazione riprese a salire; nel 1901 mento del 1485, i primi disponibili
contava 3790 unità. Nel corso dei primi dopo la concitata fase delle guerre che
decenni del Novecento ebbe ancora un caratterizzarono tutto il XIV e buona
aumento e nel 1951 contava 5195 abi- parte del secolo XV; a quella data la
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- popolazione del villaggio era dimi-
polazione ha avuto un calo a causa del- nuita notevolmente e contava 60 fuochi
l’emigrazione; nel 2001 contava 4501 per un totale di 240 abitanti. A distanza
abitanti. di un secolo, nel 1583, la popolazione
Gadoni. I primi dati significativi sono era invece cresciuta, di fatto più che
quelli relativi al Parlamento del 1485, i raddoppiata, e contava più di 145 fuo-
primi disponibili dopo la concitata chi per un totale di 580 abitanti. Il bi-
fase delle guerre che caratterizzarono lancio demografico del secolo XVII, a
tutto il XIV e buona parte del secolo causa delle epidemie di peste e delle
XV; a quella data la popolazione del carestie, non è positivo: infatti nel
villaggio contava quasi 50 fuochi per 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
un totale di 192 abitanti. A distanza di popolazione era calata e contava 518
un secolo, nel 1583, la popolazione era abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
cresciuta ancora e contava più di 115 riodo sabaudo, la popolazione ebbe un
fuochi per un totale di 468 abitanti. Il discreto aumento e contava 717 abi-
bilancio demografico del secolo XVII, tanti. Nel periodo successivo continuò
nonostante le epidemie di peste e le a crescere e nel 1848, anno in cui si
carestie, è positivo: infatti nel 1698, ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 748
alla fine del periodo spagnolo, la popo- abitanti. Nei decenni successivi ebbe
lazione era rimasta stabile e contava un ulteriore piccolo aumento e nel
479 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- 1861, anno della proclamazione del Re-
riodo sabaudo, la popolazione ebbe un gno d’Italia, contava 798 abitanti. Nella
discreto aumento e contava 558 abi- seconda metà del secolo XIX la popo-
tanti. Nel periodo successivo continuò lazione continuò a salire; nel 1901 con-
a crescere e nel 1848, anno in cui si tava 965 unità. Nel corso dei primi de-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 728 cenni del Novecento ebbe ancora un
abitanti. Nei decenni successivi regi- aumento; nel 1951 contava 1879 abi-
strò un piccolo calo e nel 1861, anno tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
della proclamazione del Regno d’Ita- polazione ha continuato a crescere;
lia, contava 674 abitanti. Nella seconda nel 2001 contava 2394 abitanti.
metà del secolo XIX riprese a salire; Gavoi. I primi dati sulla popolazione
nel 1901 contava 953 unità. Nel corso sono quelli relativi al Parlamento del
dei primi decenni del Novecento ebbe 1485, i primi disponibili dopo la conci-
ancora un aumento; nel 1951 contava tata fase delle guerre che caratterizza-
1415 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- rono tutto il XIV e buona parte del se-
nio la popolazione ha invece avuto un colo XV; a quella data la popolazione
calo a causa dell’emigrazione; nel 2001 del villaggio contava 105 fuochi per un
contava 987 abitanti. totale di 424 abitanti. A distanza di un
Galtellı̀. I primi dati disponibili sulla secolo, nel 1583, la popolazione era

413

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 419


Popolazione della Sardegna

cresciuta notevolmente, di fatto più alla fine del periodo spagnolo, la popo-
che sestuplicata, e contava più di 620 lazione era calata e contava 318 abi-
fuochi per un totale di 2532 abitanti. Il tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
bilancio demografico del secolo XVII, sabaudo, la popolazione registrava in-
a causa delle epidemie di peste e delle vece un piccolo aumento, con 333 abi-
carestie, non è positivo: infatti nel tanti. Nel periodo successivo continuò
1698, alla fine del periodo spagnolo, la a crescere con continuità e nel 1848,
popolazione era sensibilmente calata anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
e contava 794 abitanti. Nel 1728, all’ini- fetta’’, contava 586 abitanti. Nei de-
zio del periodo sabaudo, la popola- cenni successivi ebbe un ulteriore pic-
zione ebbe un aumento e contava 876 colo aumento e nel 1861, anno della
abitanti. Nel periodo successivo la po- proclamazione del Regno d’Italia, con-
polazione continuò a crescere con con- tava 633 abitanti. Nella seconda metà
tinuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la del secolo XIX la popolazione conti-
‘‘fusione perfetta’’, contava 1451 abi- nuò a salire; nel 1901 contava 869 unità.
tanti. Nei decenni successivi registrò Nel corso dei primi decenni del Nove-
un ulteriore piccolo aumento e nel cento ebbe ancora un aumento; nel
1861, anno della proclamazione del Re- 1951 contava 1745 abitanti. Nell’ultimo
gno d’Italia, contava 1602 abitanti. cinquantennio la popolazione è cre-
Nella seconda metà del secolo XIX la sciuta ulteriormente; nel 2001 contava
popolazione continuò a salire e nel 2300 abitanti.
1901 contava 2174 unità. Nel corso dei Lei. I primi dati disponibili sulla popo-
primi decenni del Novecento, ebbe an- lazione sono relativi al 1388; a quella
cora un aumento; nel 1951 contava 3622 data il villaggio aveva 7 fuochi e una
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la popolazione complessiva di 28 abi-
popolazione ha avuto un calo a causa tanti. Altri dati significativi sono quelli
dell’emigrazione; nel 2001 contava riferiti al Parlamento del 1485, i primi
2979 abitanti. disponibili dopo la concitata fase delle
Irgoli. I primi dati disponibili sulla po- guerre che caratterizzarono tutto il
polazione sono relativi al 1324; a quella XIV e buona parte del secolo XV; a
data il villaggio aveva 200 fuochi e una quella data la popolazione del villaggio
popolazione complessiva di 800 abi- contava 27 fuochi per un totale di 116
tanti. Altri dati significativi sono quelli abitanti. A distanza di un secolo, nel
riferiti al Parlamento del 1485, i primi 1583, la popolazione era cresciuta, di
disponibili dopo la concitata fase delle fatto quasi raddoppiata, e contava più
guerre che caratterizzarono tutto il di 50 fuochi per un totale di 204 abi-
XIV e buona parte del secolo XV; a tanti. Il bilancio demografico del se-
quella data la popolazione del villaggio colo XVII, a causa delle epidemie di
contava 50 fuochi per un totale di 200 peste e delle carestie, non è positivo:
abitanti. A distanza di un secolo, nel infatti nel 1698, alla fine del periodo
1583, la popolazione era cresciuta no- spagnolo, la popolazione era calata no-
tevolmente, di fatto più che raddop- tevolmente e contava ormai soltanto 39
piata, e contava più di 121 fuochi per abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe-
un totale di 484 abitanti. Il bilancio de- riodo sabaudo, cominciò ad aumen-
mografico del secolo XVII, a causa tare, con 163 abitanti. Nel periodo suc-
delle epidemie di peste e delle care- cessivo la popolazione crebbe ancora
stie, non è positivo: infatti nel 1698, con continuità e nel 1848, anno in cui

414

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 420


Popolazione della Sardegna

si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava corso dei primi decenni del Novecento
393 abitanti. Nei decenni successivi ebbe ancora un aumento; nel 1951 era
ebbe un ulteriore piccolo aumento e praticamente raddoppiata, contava
nel 1861, anno della proclamazione 523 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
del Regno d’Italia, contava 404 abi- nio la popolazione si è mantenuta sta-
tanti. Nella seconda metà del secolo bile; nel 2001 contava 539 abitanti.
XIX la popolazione continuò a salire; Lodé. I primi dati disponibili sulla po-
nel 1901 contava 497 unità. Nel corso polazione sono relativi al 1324; a quella
dei primi decenni del Novecento ebbe data il villaggio aveva 100 fuochi e una
ancora un aumento; nel 1951 contava popolazione complessiva di 400 abi-
724 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- tanti. Altri dati significativi sono quelli
nio la popolazione è diminuita a causa riferiti al Parlamento del 1485, i primi
dell’emigrazione; nel 2001 contava 667 disponibili dopo la concitata fase delle
abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Loculi. I primi dati disponibili sulla po- XIV e buona parte del secolo XV; a
polazione sono relativi al 1317; a quella quella data la popolazione del villaggio
data il villaggio aveva 34 fuochi e una era diminuita, contava 35 fuochi per un
popolazione complessiva di 144 abi- totale di 152 abitanti. Ma a distanza di
tanti. Altri dati significativi sono quelli un secolo, nel 1583, la popolazione era
riferiti al Parlamento del 1485, i primi notevolmente cresciuta, di fatto più
disponibili dopo la concitata fase delle che triplicata, e contava più di 120 fuo-
guerre che caratterizzarono tutto il chi per un totale di 480 abitanti. Il bi-
XIV e buona parte del secolo XV; a lancio demografico del secolo XVII, a
quella data la popolazione del villaggio causa delle epidemie di peste e delle
contava 23 fuochi per un totale di 92 carestie, non è positivo: infatti nel
abitanti. A distanza di un secolo, nel 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
1583, la popolazione era cresciuta, di popolazione era calata notevolmente e
fatto più che triplicata, e contava più contava 139 abitanti. Nel 1728, all’ini-
di 80 fuochi per un totale di 340 abi- zio del periodo sabaudo, con 138 abi-
tanti. Il bilancio demografico del se- tanti, la situazione non era migliorata.
colo XVII, a causa delle epidemie di Ma nel periodo successivo la popola-
peste e delle carestie, non è positivo: zione prese a crescere con regolarità e
infatti nel 1698, alla fine del periodo nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
spagnolo, la popolazione era calata no- perfetta’’, contava 1010 abitanti. Nei
tevolmente e contava 167 abitanti. Ma decenni successivi registrò un piccolo
nel 1728, all’inizio del periodo sa- calo e nel 1861, anno della proclama-
baudo, la popolazione registrava un zione del Regno d’Italia, contava 937
aumento, con 203 abitanti. Nel periodo abitanti. Nella seconda metà del se-
successivo continuò a crescere e nel colo XIX la popolazione riprese a cre-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione scere; nel 1901 contava 1524 unità. Nel
perfetta’’, contava 221 abitanti. Nei de- corso dei primi decenni del Novecento
cenni successivi registrò un piccolo ebbe ancora un aumento; nel 1951 era
calo e nel 1861, anno della proclama- praticamente raddoppiata, contava
zione del Regno d’Italia, contava 208 3118 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
abitanti. Nella seconda metà del se- nio la popolazione ha avuto un drastico
colo XIX la popolazione riprese a cre- calo a causa dell’emigrazione; nel 2001
scere; nel 1901 contava 291 unità. Nel contava 539 abitanti.

415

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 421


Popolazione della Sardegna

Lodine. I primi dati disponibili sulla un totale di 144 abitanti. A distanza di


popolazione sono relativi al 1388; a un secolo, nel 1583, la popolazione era
quella data il villaggio era quasi spopo- cresciuta ulteriormente e contava più
lato, aveva 4 fuochi e una popolazione di 90 fuochi per un totale di 356 abi-
complessiva di 16 abitanti. Per il pe- tanti. Il bilancio demografico del se-
riodo successivo mancano dati sullo colo XVII, a causa delle epidemie di
sviluppo della popolazione fino al peste e delle carestie, non è positivo:
1583; a quella data la popolazione era infatti nel 1698, alla fine del periodo
cresciuta in modo notevole, perché spagnolo, la popolazione era calata no-
contava più di 100 fuochi per un totale tevolmente e contava 162 abitanti. Nel
di 404 abitanti. Il bilancio demografico 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
del secolo XVII, a causa delle epide- popolazione era nuovamente cresciuta
mie di peste e delle carestie, non è po- e contava 392 abitanti. Nel periodo suc-
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- cessivo la popolazione prese a cre-
riodo spagnolo, la popolazione era ca- scere con regolarità e nel 1848, l’anno
lata notevolmente e contava 109 abi- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 995
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo abitanti. Nei decenni successivi ebbe
sabaudo, la popolazione era ulterior- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
mente calata e contava 88 abitanti. Nel della proclamazione del Regno d’Ita-
periodo successivo, invece, prese a lia, contava 1287 abitanti. Nella se-
crescere con regolarità e nel 1848, conda metà del secolo XIX la popola-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zione continuò a crescere; nel 1901
fetta’’, contava 137 abitanti. Nei de- contava 1802 unità. Nel corso dei primi
cenni successivi registrò un piccolo decenni del Novecento il villaggio con-
calo e nel 1861, anno della proclama- tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava
zione del Regno d’Italia, contava 107 2214 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
abitanti. Nella seconda metà del se- nio invece la popolazione ha avuto un
colo XIX la popolazione riprese a cre- calo a causa dell’emigrazione; nel 2001
scere; nel 1901 contava 164 unità. Nel contava 1708 abitanti.
corso dei primi decenni del Novecento Macomer. I primi dati disponibili sulla
ebbe ancora un aumento; nel 1951 era popolazione sono relativi al 1388; a
praticamente raddoppiata, contava quella data il villaggio aveva quasi 120
318 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- fuochi e una popolazione complessiva
nio la popolazione ha registrato un’ul- di 472 abitanti. Altri dati significativi
teriore crescita; nel 2001 contava 405 sono quelli riferiti al Parlamento del
abitanti. 1485, i primi disponibili dopo la conci-
Lula. I primi dati disponibili sulla po- tata fase delle guerre che caratterizza-
polazione sono relativi al 1317; a quella rono tutto il XIV e buona parte del se-
data il villaggio aveva 7 fuochi e una colo XV; a quella data la popolazione
popolazione complessiva di 28 abi- del villaggio era aumentata, contando
tanti. Altri dati significativi sono quelli 160 fuochi per un totale di 640 abitanti.
riferiti al Parlamento del 1485, i primi A distanza di un secolo, nel 1583, la po-
disponibili dopo la concitata fase delle polazione era cresciuta ulteriormente,
guerre che caratterizzarono tutto il praticamente raddoppiata, e contava
XIV e buona parte del secolo XV; a più di 330 fuochi per un totale di 1364
quella data la popolazione del villaggio abitanti. Il bilancio demografico del
era aumentata, contava 36 fuochi per secolo XVII, a causa delle epidemie di

416

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 422


Popolazione della Sardegna

peste e delle carestie, non è positivo: contava 629 abitanti. Nel 1728, all’ini-
infatti nel 1698, alla fine del periodo zio del periodo sabaudo, la popola-
spagnolo, la popolazione era calata no- zione aveva ripreso a crescere e con-
tevolmente e contava 505 abitanti; la tava 1109 abitanti. Nel periodo succes-
tendenza continuava, e nel 1728, all’i- sivo la crescita assunse un ritmo rego-
nizio del periodo sabaudo, contava an- lare e nel 1848, anno in cui si ebbe la
cora 519 abitanti. Nel periodo succes- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1743 abi-
sivo la popolazione prese a crescere tanti. Nei decenni successivi registrò
con regolarità e nel 1848, anno della un ulteriore aumento e nel 1861, anno
‘‘fusione perfetta’’, era praticamente della proclamazione del Regno d’Ita-
quadruplicata e contava 2036 abitanti. lia, contava 1875 abitanti. Nella se-
Nei decenni successivi ebbe un ulte- conda metà del secolo XIX la popola-
riore aumento e nel 1861, anno della zione continuò a crescere; nel 1901
proclamazione del Regno d’Italia, con- contava 2253 unità. Nel corso dei primi
tava 2269 abitanti. Nella seconda metà decenni del Novecento il villaggio si
del secolo XIX la popolazione conti- sviluppò ulteriormente; nel 1951 con-
nuò a crescere; nel 1901 contava 3484 tava 3099 abitanti. Nell’ultimo cin-
unità. Nel corso dei primi decenni del quantennio la popolazione ha avuto
Novecento il villaggio continuò a svi- un calo a causa dell’emigrazione; nel
lupparsi; nel 1951 la popolazione era 2001 contava 2605 abitanti.
nuovamente raddoppiata, e contava Meana Sardo. I primi dati disponibili
6674 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- sulla popolazione sono relativi al 1388;
nio la popolazione ha continuato a cre- a quella data il villaggio era quasi spo-
scere intensamente; nel 2001 contava polato aveva 6 fuochi e una popola-
11 348 abitanti. zione complessiva di 24 abitanti. Altri
Mamoiada. I primi dati disponibili dati significativi sono quelli riferiti al
sulla popolazione sono relativi al 1388; Parlamento del 1485, i primi disponi-
a quella data il villaggio aveva 10 fuo- bili dopo la concitata fase delle guerre
chi e una popolazione complessiva di che caratterizzarono tutto il XIV e
40 abitanti. Altri dati significativi sono buona parte del secolo XV; a quella
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i data la popolazione del villaggio era
primi disponibili dopo la concitata aumentata notevolmente, contava
fase delle guerre che caratterizzarono quasi 90 fuochi per un totale di 340 abi-
tutto il XIV e buona parte del secolo tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
XV; a quella data la popolazione del la popolazione era cresciuta enorme-
villaggio era aumentata notevolmente, mente e contava 220 fuochi per un to-
contava 160 fuochi per un totale di 648 tale di 900 abitanti. Il bilancio demo-
abitanti. A distanza di un secolo, nel grafico del secolo XVII, nonostante le
1583, la popolazione era cresciuta epidemie di peste e le carestie, è posi-
enormemente, praticamente più che tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
quintuplicata, e contava più di 820 fuo- riodo spagnolo, la popolazione era au-
chi per un totale di 3428 abitanti. Il bi- mentata e contava 979 abitanti. Ma nel
lancio demografico del secolo XVII, a 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
causa delle epidemie di peste e delle era calata; contava 714 abitanti. Nel
carestie, non è positivo: infatti nel periodo successivo la popolazione
1698, alla fine del periodo spagnolo, la prese a crescere con regolarità e nel
popolazione era calata notevolmente e 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione

417

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 423


Popolazione della Sardegna

perfetta’’, era praticamente raddop- crescere; nel 1901 contava 590 unità.
piata e contava 1457 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi registrò un ulteriore cento il villaggio continuò a svilup-
aumento e nel 1861, anno della procla- parsi; nel 1951 contava 692 abitanti.
mazione del Regno d’Italia, contava Nell’ultimo cinquantennio la popola-
1760 abitanti. Nella seconda metà del zione ha avuto un calo a causa dell’emi-
secolo XIX la popolazione continuò a grazione; nel 2001 contava 387 abitanti.
crescere; nel 1901 contava 2119 unità. Nuoro. I primi dati disponibili sulla po-
Nel corso dei primi decenni del Nove- polazione sono relativi al 1388; a quella
cento il villaggio continuò a svilup- data aveva 9 fuochi e una popolazione
parsi; nel 1951 contava 2597 abitanti. complessiva di 36 abitanti. Altri dati si-
Ma nell’ultimo cinquantennio la popo- gnificativi sono quelli riferiti al Parla-
lazione ha avuto un calo a causa dell’e- mento del 1485, i primi disponibili
migrazione; nel 2001 contava 2033 abi- dopo la concitata fase delle guerre che
tanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Noragugume. I primi dati disponibili parte del secolo XV; a quella data la
sulla popolazione sono relativi al 1388; popolazione della città era aumentata
a quella data il villaggio aveva 9 fuochi enormemente: contava quasi 400 fuo-
e una popolazione complessiva di 36 chi per un totale di 1500 abitanti. A di-
abitanti. Altri dati significativi sono stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i zione era cresciuta ancora, pratica-
primi disponibili dopo la concitata mente raddoppiata, e contava 800 fuo-
fase delle guerre che caratterizzarono chi per un totale di 3304 abitanti. Il bi-
tutto il XIV e buona parte del secolo lancio demografico del secolo XVII, a
XV; a quella data la popolazione del causa delle epidemie di peste e delle
villaggio era aumentata contava quasi carestie, non è positivo: infatti nel
42 fuochi per un totale di 172 abitanti. A 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- popolazione era calata e contava 2104
lazione era cresciuta enormemente, abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
praticamente raddoppiata, e contava riodo sabaudo, la popolazione era ca-
80 fuochi per un totale di 344 abitanti. lata ulteriormente e contava 1170 abi-
Il bilancio demografico del secolo tanti. Nel periodo successivo la popo-
XVII, a causa delle epidemie di peste lazione prese a crescere con regolarità
e delle carestie, non è positivo: infatti e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
nel 1698, alla fine del periodo spa- sione perfetta’’, era quasi quadrupli-
gnolo, la popolazione era calata e con- cata e contava 4512 abitanti. Nei de-
tava 168 abitanti. Nel 1728, all’inizio cenni successivi era ancora aumentata
del periodo sabaudo, invece era cre- e nel 1861, anno della proclamazione
sciuta e contava 258 abitanti. Nel pe- del Regno d’Italia, contava 5003 abi-
riodo successivo prese ad aumentare tanti. Nella seconda metà del secolo
con regolarità e nel 1848, anno in cui si XIX la popolazione continuò a cre-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 549 scere; nel 1901 contava 7272 unità. Nel
abitanti. Nei decenni successivi si era corso dei primi decenni del Nove-
stabilizzata e nel 1861, anno della pro- cento, con la costituzione, nel 1927,
clamazione del Regno d’Italia, contava della provincia, la città si sviluppò a
540 abitanti. Nella seconda metà del ritmo accelerato: nel 1951 contava
secolo XIX la popolazione riprese a 16 949 abitanti. Nell’ultimo cinquan-

418

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 424


Popolazione della Sardegna

tennio la popolazione ha continuato a una popolazione complessiva di 36 abi-


crescere; nel 2001 contava 37 863 abi- tanti. Altri dati significativi sono quelli
tanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Oliena. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione sono relativi al 1324; a guerre che caratterizzarono tutto il
quella data il villaggio aveva 115 fuochi XIV e buona parte del secolo XV; a
e una popolazione complessiva di 424 quella data la popolazione era aumen-
abitanti. Altri dati significativi sono tata e contava 62 fuochi per un totale di
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i 248 abitanti. A distanza di un secolo,
primi disponibili dopo la concitata nel 1583, la popolazione era cresciuta
fase delle guerre che caratterizzarono in modo notevole, praticamente qua-
tutto il XIV e buona parte del secolo druplicata, e contava 250 fuochi per
XV; a quella data la popolazione era un totale di 1040 abitanti. Il bilancio
aumentata e contava quasi 152 fuochi demografico del secolo XVII, a causa
per un totale di 616 abitanti. A distanza delle epidemie di peste e delle care-
di un secolo, nel 1583, la popolazione stie, non è positivo: infatti nel 1698,
era cresciuta in modo notevole, prati- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
camente quadruplicata, e contava 630 lazione era notevolmente calata e con-
fuochi per un totale di 2528 abitanti. Il tava 333 abitanti. Nel 1728, all’inizio
bilancio demografico del secolo XVII, del periodo sabaudo, la popolazione
a causa delle epidemie di peste e delle era nuovamente cresciuta e contava
carestie, non è positivo: infatti nel 548 abitanti. Nel periodo successivo la
1698, alla fine del periodo spagnolo, la popolazione crebbe con regolarità e
popolazione era notevolmente calata e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
contava 1256 abitanti. Nel 1728, all’ini- perfetta’’, contava 947 abitanti. Nei de-
zio del periodo sabaudo, la popola- cenni successivi registrò un ulteriore
zione era diminuita ulteriormente e lieve aumento e nel 1861, anno della
contava 826 abitanti. Nel periodo suc- proclamazione del Regno d’Italia, con-
cessivo la popolazione prese a cre- tava 996 abitanti. Nella seconda metà
scere con regolarità e nel 1848, anno in del secolo XIX la popolazione riprese a
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, era crescere; nel 1901 contava 1352 unità.
quadruplicata e contava 3202 abitanti. Nel corso dei primi decenni del Nove-
Nei decenni successivi registrò invece cento continuò a svilupparsi; nel 1951
un lieve calo; nel 1861, anno della pro- contava 2087 abitanti. Nell’ultimo cin-
clamazione del Regno d’Italia, contava quantennio la popolazione è calata a
3038 abitanti. Nella seconda metà del causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
secolo XIX la popolazione riprese a tava 1654 abitanti.
crescere; nel 1901 contava 4164 unità. Olzai. I primi dati disponibili sulla po-
Nel corso dei primi decenni del Nove- polazione sono relativi al 1388; a quella
cento continuò a svilupparsi; nel 1951 data il villaggio aveva 10 fuochi e una
contava 6030 abitanti. Nell’ultimo cin- popolazione complessiva di 40 abi-
quantennio la popolazione ha conti- tanti. Altri dati significativi sono quelli
nuato a crescere; nel 2001 contava riferiti al Parlamento del 1485, i primi
7680 abitanti. disponibili dopo la concitata fase delle
Ollolai. I primi dati disponibili sulla guerre che caratterizzarono tutto il
popolazione sono relativi al 1388; a XIV e buona parte del secolo XV; a
quella data il villaggio aveva 9 fuochi e quella data la popolazione era aumen-

419

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 425


Popolazione della Sardegna

tata e contava 93 fuochi per un totale di peste e delle carestie, non è positivo:
376 abitanti. A distanza di un secolo nel infatti nel 1698, alla fine del periodo
1583 la popolazione era cresciuta in spagnolo, la popolazione era calata e
modo notevole, praticamente quintu- contava 154 abitanti. Nel 1728, all’ini-
plicata, e contava 452 fuochi per un to- zio del periodo sabaudo, la popola-
tale di 1808 abitanti. Il bilancio demo- zione, ulteriormente diminuita, era
grafico del secolo XVII, a causa delle scesa sino a 50 abitanti. Nel periodo
epidemie di peste e delle carestie, non successivo la popolazione prese a cre-
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del scere con regolarità e nel 1848, anno in
periodo spagnolo, la popolazione era cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
notevolmente calata e contava 753 abi- tava 198 abitanti. Nei decenni succes-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo sivi continuò a crescere e nel 1861,
sabaudo, la popolazione era nuova- anno della proclamazione del Regno
mente cresciuta e contava 804 abitanti. d’Italia, contava 219 abitanti. Nella se-
Nel periodo successivo la popolazione conda metà del secolo XIX la popola-
prese a crescere con regolarità e nel zione continuò a crescere; nel 1901 era
1848, l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, più che raddoppiata, sicché contava
contava 1157 abitanti. Nei decenni suc- 487 unità. Nel corso dei primi decenni
cessivi si mantenne stabile e nel 1861, del Novecento il villaggio continuò a
anno della proclamazione del Regno svilupparsi; nel 1951 contava 1170 abi-
d’Italia, contava 1113 abitanti. Nella tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
seconda metà del secolo XIX la popo- polazione è invece calata vertiginosa-
lazione riprese a crescere; nel 1901 mente a causa dell’emigrazione; nel
contava 1396 unità. Nel corso dei primi 2001 contava 479 abitanti.
decenni del Novecento continuò a svi- Onifai. I primi dati disponibili sulla po-
lupparsi; nel 1951 contava 1736 abi- polazione sono relativi al 1317; a quella
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- data il villaggio aveva 54 fuochi e una
polazione è invece calata a causa del- popolazione complessiva di 216 abi-
l’emigrazione; nel 2001 contava 1063 tanti. Altri dati significativi sono quelli
abitanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Onanı̀. I primi dati disponibili sulla po- disponibili dopo la concitata fase delle
polazione sono relativi al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio aveva 11 fuochi e una XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione complessiva di 44 abi- quella data la popolazione era dimi-
tanti. Altri dati significativi sono quelli nuita e contava 31 fuochi per un totale
riferiti al Parlamento del 1485, i primi di 124 abitanti. A distanza di un secolo,
disponibili dopo la concitata fase delle nel 1583, la popolazione era nuova-
guerre che caratterizzarono tutto il mente cresciuta; praticamente rad-
XIV e buona parte del secolo XV; a doppiata, contava 70 fuochi per un to-
quella data la popolazione era aumen- tale di 284 abitanti. Il bilancio demo-
tata e contava 31 fuochi per un totale di grafico del secolo XVII, a causa delle
124 abitanti. A distanza di un secolo, epidemie di peste e delle carestie, non
nel 1583, la popolazione era cresciuta; è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
praticamente era raddoppiata, e con- periodo spagnolo, la popolazione era
tava 73 fuochi per un totale di 292 abi- calata e contava 122 abitanti. Nel 1728,
tanti. Il bilancio demografico del se- all’inizio del periodo sabaudo, era nuo-
colo XVII, a causa delle epidemie di vamente cresciuta e contava 207 abi-

420

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 426


Popolazione della Sardegna

tanti. Nel periodo successivo la popo- unità. Nel corso dei primi decenni del
lazione prese a crescere con regolarità Novecento il villaggio continuò a svi-
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- lupparsi; nel 1951 contava 1103 abi-
sione perfetta’’, contava 411 abitanti. tanti. Nell’ultimo cinquantennio, in-
Nella seconda metà del secolo XIX vece, la popolazione è calata a causa
continuò a crescere; nel 1901 contava dell’emigrazione; nel 2001 contava 972
446 unità. Nel corso dei primi decenni abitanti.
del Novecento il villaggio continuò a Orani. I primi dati disponibili sulla po-
svilupparsi; nel 1951 contava 876 abi- polazione sono relativi al 1388; a quella
tanti. Nell’ultimo cinquantennio; in- data il villaggio aveva 13 fuochi e una
vece, la popolazione è calata a causa popolazione complessiva di 52 abi-
dell’emigrazione; nel 2001 contava 767 tanti. Altri dati significativi sono quelli
abitanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Oniferi. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione sono relativi al 1388; a guerre che caratterizzarono tutto il
quella data il villaggio aveva 10 fuochi XIV e buona parte del secolo XV; a
e una popolazione complessiva di 40 quella data il villaggio era divenuto ca-
abitanti. Altri dati significativi sono poluogo dell’omonimo feudo, cosicché
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i la popolazione era aumentata e con-
primi disponibili dopo la concitata tava 350 fuochi per un totale di 1500
fase delle guerre che caratterizzarono abitanti. A distanza di un secolo, nel
tutto il XIV e buona parte del secolo 1583, la popolazione, cresciuta ulte-
XV; a quella data la popolazione era riormente, contava 600 fuochi per un
aumentata e contava 29 fuochi per un totale di 2484 abitanti. Il bilancio de-
totale di 116 abitanti. A distanza di un mografico del secolo XVII, a causa
secolo, nel 1583, la popolazione era delle epidemie di peste e delle care-
cresciuta; praticamente quintuplicata, stie, non è positivo; infatti nel 1698,
contava 162 fuochi per un totale di 656 alla fine del periodo spagnolo, la popo-
abitanti. Il bilancio demografico del lazione era calata e contava 2130 abi-
secolo XVII, a causa delle epidemie di tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
peste e delle carestie, non è positivo: sabaudo, la popolazione era ulterior-
infatti nel 1698, alla fine del periodo mente diminuita e contava 1719 abi-
spagnolo, la popolazione era notevol- tanti. Nel periodo successivo la popo-
mente calata e contava 121 abitanti. lazione prese a crescere con regolarità
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
baudo, la popolazione era ulterior- sione perfetta’’, contava 2094 abitanti.
mente diminuita e contava 119 abi- Nei decenni successivi la tendenza
tanti. Ma nel periodo successivo la po- continuò e nel 1861, anno della procla-
polazione prese a crescere con regola- mazione del Regno d’Italia, si conta-
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la vano 2350 abitanti. Nella seconda
‘‘fusione perfetta’’, contava 499 abi- metà del secolo XIX la popolazione
tanti. Nei decenni successivi continuò continuò a crescere; nel 1901 contava
ad aumentare e nel 1861, anno della 2811 unità. Nel corso dei primi decenni
proclamazione del Regno d’Italia, con- del Novecento il villaggio continuò a
tava 758 abitanti. Nella seconda metà svilupparsi; nel 1951 contava 3512 abi-
del secolo XIX la popolazione conti- tanti. Nell’ultimo cinquantennio, in-
nuò a crescere; nel 1901 contava 792 vece, la popolazione è calata a causa

421

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 427


Popolazione della Sardegna

dell’emigrazione; nel 2001 contava abitanti. Altri dati significativi sono


3154 abitanti. quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
Orgosolo. I primi dati disponibili sulla primi disponibili dopo la concitata
popolazione sono relativi al 1388; a fase delle guerre che caratterizzarono
quella data il villaggio aveva 10 fuochi tutto il XIV e buona parte del secolo
e una popolazione complessiva di 40 XV; a quella data la popolazione era
abitanti. Altri dati significativi sono enormemente diminuita, contava 50
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i fuochi per un totale di 200 abitanti. A
primi disponibili dopo la concitata distanza di un secolo, nel 1583, era nuo-
fase delle guerre che caratterizzarono vamente cresciuta; di fatto era più che
tutto il XIV e buona parte del secolo raddoppiata, e contava 120 fuochi per
XV; a quella data il villaggio era dive- un totale di 484 abitanti. Il bilancio de-
nuto capoluogo dell’omonimo feudo, la mografico del secolo XVII, nonostante
popolazione era aumentata e contava le epidemie di peste e le carestie, è po-
154 fuochi per un totale di 616 abitanti. sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
A distanza di un secolo, nel 1583, era riodo spagnolo, la popolazione era cre-
cresciuta ulteriormente; di fatto era sciuta e contava 712 abitanti. Nel 1728,
più che quintuplicata, e contava 850 all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
fuochi per un totale di 3400 abitanti. Il lazione era ulteriormente aumentata e
bilancio demografico del secolo XVII, contava 1256 abitanti. Nel periodo suc-
a causa delle epidemie di peste e delle cessivo la popolazione prese a cre-
carestie, non è positivo: infatti nel scere con regolarità e nel 1848, anno in
1698, alla fine del periodo spagnolo, la cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
popolazione era calata vistosamente e tava 1671 abitanti. Nei decenni succes-
praticamente si era dimezzata, scen- sivi registrò un nuovo leggero aumento
dendo a 1528 abitanti. Nel 1728, all’ini- e nel 1861, anno della proclamazione
zio del periodo sabaudo, ulteriormente del Regno d’Italia, contava 1814 abi-
diminuita, contava 722 abitanti. Ma nel tanti. Nella seconda metà del secolo
periodo successivo prese a crescere XIX continuò a crescere; nel 1901 con-
con regolarità e nel 1848, anno in cui si tava 2121 unità. Nel corso dei primi de-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava cenni del Novecento il villaggio conti-
2110 abitanti. Nei decenni successivi nuò a svilupparsi; nel 1951 contava
registrò un leggero calo e nel 1861, 3484 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
anno della proclamazione del Regno nio la popolazione ha continuato a cre-
d’Italia, contava 2009 abitanti. Nella scere grazie allo sviluppo delle attività
seconda metà del secolo XIX la popo- turistiche; nel 2001 contava 5777 abi-
lazione riprese a crescere; nel 1901 tanti.
contava 2725 unità. Nel corso dei primi Orotelli. I primi dati disponibili sulla
decenni del Novecento il villaggio con- popolazione sono relativi al 1388; a
tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava quella data il villaggio era semispopo-
4250 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- lato, aveva 7 fuochi e una popolazione
nio la popolazione ha continuato a cre- complessiva di 28 abitanti. Altri dati si-
scere; nel 2001 contava 4602 abitanti. gnificativi sono quelli riferiti al Parla-
Orosei. I primi dati disponibili sulla po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione sono relativi al 1317; a quella dopo la concitata fase delle guerre che
data il villaggio aveva quasi 380 fuochi caratterizzarono tutto il XIV e buona
e una popolazione complessiva di 1932 parte del secolo XV; a quella data la

422

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 428


Popolazione della Sardegna

popolazione era enormemente cre- bilancio demografico del secolo XVII,


sciuta e contava 234 fuochi per un to- nonostante le epidemie di peste e le
tale di 936 abitanti. A distanza di un se- carestie, è positivo: infatti nel 1698,
colo, nel 1583, la popolazione era ulte- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
riormente cresciuta: contava quasi 400 lazione era cresciuta sino a 901 abi-
fuochi per un totale di 1580 abitanti. Il tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
bilancio demografico del secolo XVII, sabaudo, era ulteriormente cresciuta
a causa delle epidemie di peste e delle e contava 1224 abitanti. Nel periodo
carestie, non è positivo: infatti nel successivo prese a crescere con regola-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
popolazione era notevolmente dimi- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1500 abi-
nuita e contava 568 abitanti. Nel 1728, tanti. Nei decenni successivi registrò
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- un nuovo aumento e nel 1861, anno
lazione era ulteriormente diminuita e della proclamazione del Regno d’Ita-
contava 294 abitanti. Nel periodo suc- lia, contava 1656 abitanti. Nella se-
cessivo la popolazione prese a cre- conda metà del secolo XIX la popola-
scere con regolarità e nel 1848, anno in zione continuò a crescere; nel 1901
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- contava 1911 unità. Nel corso dei primi
tava 1371 abitanti. Nei decenni succes- decenni del Novecento il villaggio con-
sivi registrò un nuovo aumento e nel tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava
1861, anno della proclamazione del Re- 2236 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
gno d’Italia, contava 1444 abitanti. nio, invece, la popolazione ha avuto un
Nella seconda metà del secolo XIX la calo a causa dell’emigrazione; nel 2001
popolazione continuò a crescere; nel contava 1464 abitanti.
1901 contava 2274 unità. Nel corso dei Orune. I primi dati disponibili sulla po-
primi decenni del Novecento il villag- polazione sono relativi al 1388; a quella
gio continuò a svilupparsi; nel 1951 data il villaggio aveva 15 fuochi e una
contava 3122 abitanti. Nell’ultimo cin- popolazione complessiva di 60 abi-
quantennio, invece, la popolazione ha tanti. Altri dati significativi sono quelli
avuto un calo a causa dell’emigra- riferiti al Parlamento del 1485, i primi
zione; nel 2001 contava 2354 abitanti. disponibili dopo la concitata fase delle
Ortueri. I primi dati disponibili sulla guerre che caratterizzarono tutto il
popolazione sono relativi al 1388; a XIV e buona parte del secolo XV; a
quella data il villaggio aveva 10 fuochi quella data la popolazione era cre-
e una popolazione complessiva di 40 sciuta e contava 100 fuochi per un to-
abitanti. Altri dati significativi sono tale di 400 abitanti. Mancano i dati re-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i lativi al periodo successivo fino al
primi disponibili dopo la concitata 1698, alla fine del periodo spagnolo,
fase delle guerre che caratterizzarono quando la popolazione contava 557 abi-
tutto il XIV e buona parte del secolo tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
XV; a quella data la popolazione era sabaudo, era cresciuta e contava 1443
cresciuta e contava 43 fuochi per un to- abitanti. Nel periodo successivo prese
tale di 172 abitanti. A distanza di un se- a crescere con regolarità e nel 1848,
colo, nel 1583, la popolazione era ulte- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
riormente cresciuta; di fatto era più fetta’’, contava 1966 abitanti. Nei de-
che raddoppiata, e contava quasi 125 cenni successivi registrò un lieve calo
fuochi per un totale di 492 abitanti. Il e nel 1861, anno della proclamazione

423

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 429


Popolazione della Sardegna

del Regno d’Italia, contava 1891 abi- tanti. Nell’ultimo cinquantennio, in-
tanti. Nella seconda metà del secolo vece, la popolazione ha subı̀to un ra-
XIX la popolazione crebbe vigorosa- pido calo a causa dell’emigrazione;
mente; nel 1901 contava 3181 unità. nel 2001 contava 271 abitanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Ottana. I primi dati disponibili sulla
cento il villaggio continuò a svilup- popolazione sono relativi al 1388; a
parsi; nel 1951 contava 5259 abitanti. quella data il villaggio era pressoché
Nell’ultimo cinquantennio la popola- spopolato, con 3 fuochi e una popola-
zione ha subı̀to un drastico calo a causa zione complessiva di 12 abitanti. Altri
dell’emigrazione; nel 2001 contava dati significativi sono quelli riferiti al
3001 abitanti. Parlamento del 1485, i primi disponi-
Osidda. I primi dati disponibili sulla bili dopo la concitata fase delle guerre
popolazione sono relativi al 1388; a che caratterizzarono tutto il XIV e
quella data il villaggio aveva 11 fuochi buona parte del secolo XV; a quella
e una popolazione complessiva di 44 data la popolazione era cresciuta di
abitanti. Altri dati significativi sono molto; il villaggio contava 96 fuochi
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i per un totale di 388 abitanti. A distanza
primi disponibili dopo la concitata di un secolo, nel 1583, la popolazione
fase delle guerre che caratterizzarono era ulteriormente cresciuta; di fatto
tutto il XIV e buona parte del secolo era quasi raddoppiata, e contava quasi
XV; a quella data la popolazione con- 170 fuochi per un totale di 692 abitanti.
tava 17 fuochi per un totale di 68 abi- Il bilancio demografico del secolo
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, XVII, a causa delle epidemie di peste
la popolazione era ulteriormente cre- e delle carestie, non è positivo: infatti
sciuta; di fatto era quintuplicata, e con- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tava quasi 90 fuochi per un totale di 372 gnolo, la popolazione era calata e con-
abitanti. Il bilancio demografico del tava 309 abitanti. Nel 1728, all’inizio
secolo XVII, a causa delle epidemie di del periodo sabaudo, aveva invece ri-
peste e delle carestie, non è positivo: preso a crescere e contava 376 abitanti.
infatti nel 1698, alla fine del periodo Nel periodo successivo la popolazione
spagnolo, la popolazione era calata e crebbe con regolarità e nel 1848, anno
contava 188 abitanti. Nel 1728, all’ini- della ‘‘fusione perfetta’’, era più che
zio del periodo sabaudo, la popola- raddoppiata e contava 873 abitanti.
zione era cresciuta e contava 222 abi- Nei decenni successivi ebbe un leg-
tanti. Nel periodo successivo prese a gero ulteriore aumento e nel 1861,
crescere con regolarità e nel 1848, anno della proclamazione del Regno
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- d’Italia, contava 903 abitanti. Nella se-
fetta’’, era raddoppiata e contava 435 conda metà del secolo XIX la popola-
abitanti. Nei decenni successivi regi- zione continuò a crescere; nel 1901
strò un leggero calo e nel 1861, anno contava 1045 unità. Nel corso dei primi
della proclamazione del Regno d’Ita- decenni del Novecento il villaggio con-
lia, contava 421 abitanti. Nella seconda tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava
metà del secolo XIX la popolazione 1566 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
continuò a crescere; nel 1901 contava nio la popolazione è cresciuta ancora
508 unità. Nel corso dei primi decenni in conseguenza dello sviluppo indu-
del Novecento il villaggio continuò a striale del paese; nel 2001 contava
svilupparsi; nel 1951 contava 572 abi- 2567 abitanti.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 430


Popolazione della Sardegna

Ovodda. I primi dati sulla popolazione 48 fuochi per un totale di 196 abitanti. A
risalgono al Parlamento del 1485, i distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
primi disponibili dopo la concitata lazione era invece cresciuta; di fatto
fase delle guerre che caratterizzarono era triplicata, e contava quasi 153 fuo-
tutto il XIV e buona parte del secolo chi per un totale di 612 abitanti. Il bi-
XV; a quella data la popolazione con- lancio demografico del secolo XVII, a
tava 60 fuochi per un totale di 240 abi- causa delle epidemie di peste e delle
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, carestie, non è positivo: infatti nel
la popolazione era ulteriormente cre- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
sciuta; di fatto era più che quadrupli- popolazione era calata e contava 260
cata, e contava più di 255 fuochi per un abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
totale di 1040 abitanti. Il bilancio de- riodo sabaudo, la popolazione era an-
mografico del secolo XVII, a causa cora calata, scendendo a 114 abitanti.
delle epidemie di peste e delle care- Nel periodo successivo, invece, la po-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, polazione prese a crescere con regola-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
lazione era calata e contava 516 abi- ‘‘fusione perfetta’’, era aumentata e or-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo mai contava 1513 abitanti. Nei decenni
sabaudo, la popolazione era ancora successivi registrò un leggero ulteriore
cresciuta e contava 808 abitanti. Nel aumento e nel 1861, anno della procla-
periodo successivo prese a crescere mazione del Regno d’Italia, contava
con regolarità e nel 1848, anno in cui si 1594 abitanti. Nella seconda metà del
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, era più che secolo XIX la popolazione continuò a
raddoppiata e contava 986 abitanti. crescere; nel 1901 contava 2550 unità.
Nei decenni successivi conobbe un ul- Nel corso dei primi decenni del Nove-
teriore aumento e nel 1861, anno della cento il villaggio continuò a svilup-
proclamazione del Regno d’Italia, con- parsi; nel 1951 contava 4842 abitanti.
tava 1074 abitanti. Nella seconda metà Nel periodo successivo la popolazione
del secolo XIX la popolazione conti- ebbe un calo in seguito alla separa-
nuò a crescere; nel 1901 contava 1284 zione di San Teodoro e di Budoni, avve-
unità. Nel corso dei primi decenni del nuta nel 1959; nel 1961, perciò, contava
Novecento il villaggio continuò a svi- 1213 abitanti. Nei decenni successivi
lupparsi; nel 1951 contava 1789 abi- ha ripreso a crescere grazie allo svi-
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- luppo del turismo; nel 2001 aveva 2302
polazione si è mantenuta pressoché abitanti.
stabile; nel 2001 contava 1746 abitanti. Sarule. I primi dati disponibili sulla
Posada. I primi dati disponibili sulla popolazione sono relativi al 1388; a
popolazione sono relativi al 1317; a quella data il villaggio aveva 10 fuochi
quella data il villaggio aveva 180 fuochi e una popolazione complessiva di 40
e una popolazione complessiva di 736 abitanti. Altri dati significativi sono
abitanti. Altri dati significativi sono quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i primi disponibili dopo la concitata
primi disponibili dopo la concitata fase delle guerre che caratterizzarono
fase delle guerre che caratterizzarono tutto il XIV e buona parte del secolo
tutto il XIV e buona parte del secolo XV; a quella data la popolazione era
XV; a quella data la popolazione era aumentata di molto, il villaggio con-
diminuita di molto: il villaggio contava tava 160 fuochi per un totale di 656 abi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 431


Popolazione della Sardegna

tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
la popolazione era cresciuta; di fatto riodo spagnolo, la popolazione era ca-
quasi raddoppiata, contava quasi 250 lata e contava 372 abitanti. Ma nel 1728,
fuochi per un totale di 1100 abitanti. Il all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
bilancio demografico del secolo XVII, lazione aveva cominciato a crescere e
a causa delle epidemie di peste e delle contava 491 abitanti. Nel periodo suc-
carestie, non è positivo: infatti nel cessivo crebbe con regolarità e nel
1698, alla fine del periodo spagnolo, la 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
popolazione era calata e contava 840 perfetta’’, si era moltiplicata e contava
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- ormai 1743 abitanti. Nei decenni suc-
riodo sabaudo, la popolazione era ulte- cessivi registrò un leggero calo e nel
riormente calata e contava 523 abi- 1861, anno della proclamazione del Re-
tanti. Ma nel periodo successivo la po- gno d’Italia, contava 1711 abitanti.
polazione prese a crescere con regola- Nella seconda metà del secolo XIX la
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la popolazione riprese a crescere; nel
‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata 1901 contava 2544 unità. Nel corso dei
e ormai contava 1447 abitanti. Nei de- primi decenni del Novecento il villag-
cenni successivi registrò un leggero gio continuò a svilupparsi; nel 1951
calo e nel 1861, anno della proclama- contava 2847 abitanti. Nel periodo suc-
zione del Regno d’Italia, contava 1408 cessivo, invece, la popolazione ha su-
abitanti. Nella seconda metà del se- bı̀to un calo a causa dell’emigrazione;
colo XIX la popolazione riprese a cre- nel 2001 contava 2414 abitanti.
scere; nel 1901 contava 1866 unità. Nel Sindia. I primi dati disponibili sulla
corso dei primi decenni del Novecento popolazione sono relativi al 1388; a
il villaggio continuò a svilupparsi; nel quella data il villaggio era quasi spopo-
1951 contava 2349 abitanti. Nel periodo lato, aveva 7 fuochi e una popolazione
successivo, invece, la popolazione ha complessiva di 28 abitanti. Altri dati si-
avuto un calo a causa dell’emigra- gnificativi sono quelli riferiti al Parla-
zione; nel 2001 contava 1950 abitanti. mento del 1485, i primi disponibili
Silanus. I primi dati disponibili sulla dopo la concitata fase delle guerre che
popolazione sono relativi al 1388; a caratterizzarono tutto il XIV e buona
quella data il villaggio aveva 16 fuochi parte del secolo XV; a quella data la
e una popolazione complessiva di 64 popolazione era aumentata, il villaggio
abitanti. Altri dati significativi sono contava 55 fuochi per un totale di 220
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i abitanti. A distanza di un secolo, nel
primi disponibili dopo la concitata 1583, la popolazione, cresciuta ulte-
fase delle guerre che caratterizzarono riormente, era più che raddoppiata e
tutto il XIV e buona parte del secolo contava quasi 125 fuochi per un totale
XV; a quella data la popolazione era di 512 abitanti. Il bilancio demografico
aumentata, il villaggio contava 73 fuo- del secolo XVII, nonostante le epide-
chi per un totale di 300 abitanti. A di- mie di peste e le carestie, è positivo:
stanza di un secolo, nel 1583, la popola- infatti nel 1698, alla fine del periodo
zione era cresciuta ulteriormente, e spagnolo, la popolazione era cresciuta
contava quasi 105 fuochi per un totale e contava 632 abitanti. Nel 1728, all’ini-
di 420 abitanti. Il bilancio demografico zio del periodo sabaudo, era invece
del secolo XVII, a causa delle epide- nuovamente calata, scendendo a 463
mie di peste e delle carestie, non è po- abitanti. Nel periodo successivo la po-

426

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 432


Popolazione della Sardegna

polazione prese a crescere con regola- 1861, anno della proclamazione del Re-
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la gno d’Italia, contava 2650 abitanti.
‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata Nella seconda metà del secolo XIX la
e ormai contava 1432 abitanti. Nei de- popolazione continuò a crescere; nel
cenni successivi registrò un leggero 1901 contava 3695 unità. Nel corso dei
aumento e nel 1861, anno della procla- primi decenni del Novecento il villag-
mazione del Regno d’Italia, contava gio continuò a svilupparsi; nel 1951
1500 abitanti. Nella seconda metà del contava 5705 abitanti. Nel periodo suc-
secolo XIX la popolazione continuò a cessivo la popolazione ebbe un ulte-
crescere; nel 1901 contava 2132 unità. riore aumento in conseguenza dello
Nel corso dei primi decenni del Nove- sviluppo delle attività turistiche; nel
cento il villaggio continuò a svilup- 2001 contava 11 019 abitanti.
parsi; nel 1951 contava 2705 abitanti. Sorgono. I primi dati disponibili sulla
Nel periodo successivo, invece, la po- popolazione sono relativi al 1388; a
polazione ha subı̀to un calo a causa del- quella data il villaggio aveva 29 fuochi
l’emigrazione; nel 2001 contava 2053 e una popolazione complessiva di 116
abitanti. abitanti. Altri dati significativi sono
Siniscola. I primi dati disponibili sulla quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
popolazione sono relativi al 1317; a primi disponibili dopo la concitata
quella data il villaggio, aveva 102 fuo- fase delle guerre che caratterizzarono
chi e una popolazione complessiva di tutto il XIV e buona parte del secolo
408 abitanti. Altri dati significativi XV; a quella data la popolazione era
sono quelli riferiti al Parlamento del cresciuta, il villaggio contava quasi 90
1485, i primi disponibili dopo la conci- fuochi per un totale di 340 abitanti. A
tata fase delle guerre che caratterizza- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
rono tutto il XIV e buona parte del se- lazione era cresciuta, quasi triplicata,
colo XV; a quella data la popolazione e contava quasi 250 fuochi per un totale
era notevolmente diminuita, tanto che di 972 abitanti. Il bilancio demografico
il villaggio contava meno di 40 fuochi del secolo XVII, nonostante le epide-
per un totale di 156 abitanti. A distanza mie di peste e le carestie, è positivo:
di un secolo, nel 1583, la popolazione infatti nel 1698, alla fine del periodo
era cresciuta, più che triplicata, e con- spagnolo, la popolazione era cresciuta
tava 121 fuochi per un totale di 484 abi- e contava 1083 abitanti. Nel 1728, all’i-
tanti. Il bilancio demografico del se- nizio del periodo sabaudo, la popola-
colo XVII, nonostante le epidemie di zione era ulteriormente cresciuta e
peste e le carestie, è positivo: infatti contava 1182 abitanti. Nel periodo suc-
nel 1698, alla fine del periodo spa- cessivo continuò a crescere con regola-
gnolo, la popolazione contava 814 abi- rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
tanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- ‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata
riodo sabaudo, appariva di nuovo di- e ormai contava 1518 abitanti. Nei de-
minuita e contava 638 abitanti. Nel pe- cenni successivi la popolazione si sta-
riodo successivo la popolazione prese bilizzò e nel 1861, anno della proclama-
a crescere con regolarità e nel 1848, zione del Regno d’Italia, contava 1518
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- abitanti. Nella seconda metà del se-
fetta’’, si era moltiplicata e ormai con- colo XIX la popolazione riprese ad au-
tava 2500 abitanti. Nei decenni succes- mentare; nel 1901 contava 1725 unità.
sivi registrò un leggero aumento e nel Nel corso dei primi decenni del Nove-

427

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 433


Popolazione della Sardegna

cento il villaggio continuò a svilup- 12 fuochi per un totale di 48 abitanti. A


parsi; nel 1951 contava 2199 abitanti. distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
Nel periodo successivo, invece, la po- lazione era cresciuta; più che quadru-
polazione ha avuto un calo a causa del- plicata, e contava 50 fuochi per un to-
l’emigrazione; nel 2001 contava 2002 tale di 200 abitanti. Il bilancio demo-
abitanti. grafico del secolo XVII, nonostante le
Teti. I primi dati disponibili sulla popo- epidemie di peste e le carestie, è posi-
lazione sono relativi al Parlamento del tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
1485, i primi disponibili dopo la conci- riodo spagnolo, la popolazione contava
tata fase delle guerre che caratterizza- 239 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
rono tutto il XIV e buona parte del se- riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
colo XV; a quella data il villaggio con- riormente cresciuta e contava 265 abi-
tava 25 fuochi per un totale di 100 abi- tanti. Nel periodo successivo la popo-
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, lazione crebbe con regolarità e nel
la popolazione era cresciuta, più che 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
quadruplicata, e contava 113 fuochi perfetta’’, contava 550 abitanti. Nei de-
per un totale di 456 abitanti. Il bilancio cenni successivi la popolazione si sta-
demografico del secolo XVII, a causa bilizzò e nel 1861, anno della proclama-
delle epidemie di peste e delle care- zione del Regno d’Italia, contava an-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, cora 541 abitanti. Nella seconda metà
alla fine del periodo spagnolo, la popo- del secolo XIX la popolazione riprese
lazione era calata e contava 386 abi- ad aumentare; nel 1901 contava 714
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo unità. Nel corso dei primi decenni del
sabaudo, la popolazione era ulterior- Novecento il villaggio continuò a svi-
mente calata e contava 334 abitanti. lupparsi; nel 1951 contava 845 abitanti.
Nel periodo successivo la popolazione Nel periodo successivo, invece, la po-
si mantenne stabile e nel 1848, anno in polazione ha avuto un forte calo a
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
tava 383 abitanti, e mentre nel 1861, tava 587 abitanti.
anno della proclamazione del Regno Tonara. I primi dati disponibili sulla
d’Italia, era nuovamente aumentata e popolazione sono relativi al 1388; a
contava 541 abitanti. Nella seconda quella data il villaggio era quasi spopo-
metà del secolo XIX la popolazione ri- lato e aveva 7 fuochi e una popolazione
prese ad aumentare; nel 1901 contava complessiva di 28 abitanti. Altri dati si-
714 unità. Nel corso dei primi decenni gnificativi sono quelli riferiti al Parla-
del Novecento il villaggio continuò a mento del 1485, i primi disponibili
svilupparsi; nel 1951 contava 912 abi- dopo la concitata fase delle guerre che
tanti. Nel periodo successivo invece la caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione ha avuto un calo a causa parte del secolo XV; a quella data la
dell’emigrazione; nel 2001 contava 841 popolazione era cresciuta, il villaggio
abitanti. contava quasi 75 fuochi per un totale di
Tiana. I primi dati sulla popolazione 308 abitanti. A distanza di un secolo,
sono relativi al Parlamento del 1485, i nel 1583, la popolazione era cresciuta,
primi disponibili dopo la concitata più che raddoppiata, e contava 221 fuo-
fase delle guerre che caratterizzarono chi per un totale di 884 abitanti. Il bi-
tutto il XIV e buona parte del secolo lancio demografico del secolo XVII,
XV; a quella data il villaggio contava nonostante le epidemie di peste e le

428

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 434


Popolazione della Sardegna

carestie, è positivo: infatti nel 1698, riodo successivo prese a crescere con
alla fine del periodo spagnolo, la popo- regolarità e nel 1848, anno in cui si
lazione contava 1468 abitanti. Nel 1728, ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, si era molti-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- plicata e ormai contava 839 abitanti.
lazione era calata e contava 1296 abi- Nei decenni successivi la popolazione
tanti. Nel periodo successivo, invece, conobbe un ulteriore aumento e nel
prese a crescere con regolarità e nel 1861, anno della proclamazione del Re-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione gno d’Italia, contava 861 abitanti. Nella
perfetta’’, si era moltiplicata e ormai seconda metà del secolo XIX la popo-
contava 2493 abitanti. Nei decenni suc- lazione riprese ad aumentare; nel 1901
cessivi la popolazione conobbe un leg- contava 1184 unità. Nel corso dei primi
gero calo e nel 1861, anno della procla- decenni del Novecento il villaggio con-
mazione del Regno d’Italia, contava tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava
2236 abitanti. Nella seconda metà del 2519 abitanti. Nel periodo successivo
secolo XIX la popolazione riprese ad la popolazione ha avuto un ulteriore
aumentare; nel 1901 contava 2668 aumento; nel 2001 contava 2763 abi-
unità. Nel corso dei primi decenni del tanti.
Novecento il villaggio continuò a svi- PROVINCIA DI ORISTANO
lupparsi; nel 1951 contava 3304 abi- Abbasanta. I primi dati a disposizione
tanti. Nel periodo successivo, invece, risalgono al 1388; a quella data il villag-
la popolazione ha subı̀to un notevole gio contava circa 14 fuochi, per un to-
calo a causa dell’emigrazione; nel tale di 60 abitanti circa. Altri dati signi-
2001 contava 2432 abitanti. ficativi sono quelli relativi al Parla-
Torpè. I primi dati disponibili sulla po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione sono relativi al 1324; a quella dopo la concitata fase delle guerre che
data il villaggio aveva 60 fuochi e una caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione complessiva di 240 abi- parte del secolo XV; a quella data la
tanti. Altri dati significativi sono quelli popolazione del villaggio contava circa
riferiti al Parlamento del 1485, i primi 70 fuochi per un totale di 280 abitanti
disponibili dopo la concitata fase delle circa. Dopo un secolo, nel 1583, la po-
guerre che caratterizzarono tutto il polazione era passata a 130 fuochi per
XIV e buona parte del secolo XV; a un totale di 512 abitanti circa. Il bilan-
quella data la popolazione era dimi- cio demografico del secolo XVII, a
nuita notevolmente, il villaggio con- causa delle epidemie di peste e delle
tava quasi 18 fuochi per un totale di 73 carestie, non è positivo: nel 1698, alla
abitanti. A distanza di un secolo, nel fine del periodo spagnolo, la popola-
1583, la popolazione era cresciuta, zione era scesa a 412 abitanti. Nel
quasi triplicata, e contava quasi 60 fuo- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
chi per un totale di 234 abitanti. Il bi- popolazione toccava i 506 abitanti. Nel
lancio demografico del secolo XVII, a 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
causa delle epidemie di peste e delle perfetta’’, la popolazione era salita a
carestie, non è positivo: infatti nel 1055 abitanti; la tendenza ad aumen-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la tare è rilevabile anche nel 1861, anno
popolazione era calata e contava 88 della proclamazione del Regno d’Ita-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- lia, con 1289 abitanti. Nel 1901 la popo-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- lazione toccava le 1427 unità e nel 1951
sciuta e contava 120 abitanti. Nel pe- gli abitanti erano 2200. Nell’ultimo cin-

429

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 435


Popolazione della Sardegna

quantennio il villaggio non ha subı̀to il abitanti; la tendenza a diminuire è ri-


fenomeno dello spopolamento; la sua levabile anche nel 1861, anno della
popolazione ha continuato ad aumen- proclamazione del Regno d’Italia, con
tare; nel 2001 contava 2815 abitanti. 307 abitanti. Nel 1901 la popolazione
Aidomaggiore. I primi dati disponibili era nuovamente aumentata: toccava le
risalgono al 1388; a quella data il villag- 394 unità e in seguito continuò a cre-
gio contava circa 9 fuochi per un totale scere, nel 1951 toccava infatti i 542 abi-
di 36 abitanti circa. Altri dati significa- tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
tivi sono quelli relativi al Parlamento laggio ha subı̀to il fenomeno dello spo-
del 1485, i primi disponibili dopo la polamento; la sua popolazione nel 2001
concitata fase delle guerre che caratte- contava 292 abitanti.
rizzarono tutto il XIVe buona parte del Ales. I primi dati disponibili risalgono
secolo XV; a quella data la popolazione al 1388; a quella data il villaggio era
del villaggio contava circa 90 fuochi quasi spopolato; contava circa 5 fuochi
per un totale di 372 abitanti circa. A per un totale di 20 abitanti circa. Altri
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- dati significativi sono quelli relativi al
lazione era passata a 170 fuochi per un Parlamento del 1485, i primi disponi-
totale di 680 abitanti circa. Il bilancio bili dopo la concitata fase delle guerre
demografico del secolo XVII, nono- che caratterizzarono tutto il XIV e
stante le epidemie di peste e le care- buona parte del secolo XV; a quella
stie, denota un ulteriore aumento. In data la popolazione del villaggio con-
base a ciò nel 1698, alla fine del periodo tava circa 35 fuochi per un totale di
spagnolo, la popolazione era di 802 abi- 148 abitanti circa. A distanza di un se-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo colo, nel 1583, la popolazione era pas-
sabaudo, la popolazione era scesa a sata a 75 fuochi per un totale di 308 abi-
505 abitanti. Nel 1848, anno in cui si tanti circa. Il bilancio demografico del
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la popola- secolo XVII, nonostante le epidemie di
zione era salita a 1059 abitanti; la ten- peste e le carestie, è positivo: infatti
denza ad aumentare è rilevabile anche nel 1698, alla fine del periodo spa-
nel 1861, anno della proclamazione del gnolo, la popolazione era di 653 abi-
Regno d’Italia, con 1077 abitanti. Nel tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
1901 la popolazione era nuovamente sabaudo, la popolazione era aumen-
diminuita a 999 unità e in seguito si tata a 955 abitanti. Nel 1848, anno in
mantenne stabile: nel 1951 toccava in- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po-
fatti i 1002 abitanti. Nell’ultimo cin- polazione era salita a 1188 abitanti; nel
quantennio il villaggio ha subı̀to il fe- 1861, anno della proclamazione del Re-
nomeno dello spopolamento; la sua po- gno d’Italia, aveva 1140 abitanti. Nel
polazione nel 2001 contava 550 abi- 1901 la popolazione era ancora aumen-
tanti. tata e toccava le 1250 unità; in seguito
Albagiara. I primi dati disponibili sulla continuò a crescere in modo notevole:
popolazione sono relativi al 1698; alla nel 1951 toccava infatti i 2699 abitanti.
fine del periodo spagnolo la popola- Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
zione era di 244 abitanti. Nel 1728, all’i- ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
nizio del periodo sabaudo, la popola- mento; la sua popolazione nel 2001
zione era di 356 abitanti. Nel 1848, contava 1664 abitanti.
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- Allai. I primi dati disponibili risalgono
fetta’’, la popolazione era scesa a 327 al 1388; a quella data il villaggio era

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 436


Popolazione della Sardegna

quasi spopolato; contava circa 10 fuo- guerre che caratterizzarono tutto il


chi per un totale di 40 abitanti circa. XIV e buona parte del secolo XV; a
Altri dati significativi sono quelli rela- quella data la popolazione del villaggio
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- contava circa 62 fuochi per un totale di
sponibili dopo la concitata fase delle 256 abitanti circa. A distanza di un se-
guerre che caratterizzarono tutto il colo, nel 1583, la popolazione era pas-
XIV e buona parte del secolo XV; a sata a 185 fuochi per un totale di 716
quella data la popolazione del villaggio abitanti circa. Il bilancio demografico
contava circa 36 fuochi per un totale di del secolo XVII, nonostante le epide-
152 abitanti circa. A distanza di un se- mie di peste e le carestie, è positivo:
colo, nel 1583, la popolazione era pas- infatti nel 1698, alla fine del periodo
sata a 108 fuochi per un totale di 432 spagnolo, la popolazione era di 1061
abitanti circa. Il bilancio demografico abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
del secolo XVII a causa delle epidemie riodo sabaudo, la popolazione era
di peste e delle carestie, non è positivo: scesa a 793 abitanti. Nel 1848, anno in
infatti nel 1698, alla fine del periodo cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po-
spagnolo, la popolazione era di 419 abi- polazione era salita a 974 abitanti; nel
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo 1861, anno della proclamazione del Re-
sabaudo, la popolazione si manteneva gno d’Italia, era cresciuta ancora e toc-
stabile con 427 abitanti. Nel 1848, anno cava i 1020 abitanti. Nel 1901 la popola-
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la zione era ancora aumentata e toccava
popolazione era salita a 580 abitanti; le 1324 unità: in seguito continuò a cre-
nel 1861, anno della proclamazione scere e nel 1951 toccava infatti i 1954
del Regno d’Italia, era cresciuta an- abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
cora e toccava i 680 abitanti. Nel 1901 villaggio ha subı̀to il fenomeno dello
la popolazione era nuovamente calata: spopolamento; la sua popolazione nel
toccava le 645 unità; in seguito riprese 2001 contava 1194 abitanti.
a crescere e nel 1951 toccava infatti i Assolo. I primi dati disponibili risal-
752 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- gono al 1483. A quella data la popola-
nio il villaggio ha subı̀to il fenomeno zione del villaggio contava circa 12 fuo-
dello spopolamento; la sua popola- chi per un totale di 52 abitanti circa. A
zione nel 2001 contava 439 abitanti. distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
Arborea. I primi dati disponibili risal- lazione era passata a 51 fuochi per un
gono al 1931, quando il villaggio con- totale di 212 abitanti circa. Il bilancio
tava già 2161 abitanti; nei decenni suc- demografico del secolo XVII, nono-
cessivi la popolazione crebbe ulterior- stante le epidemie di peste e le care-
mente e nel 1951 toccava i 4167 abi- stie, è positivo; infatti nel 1698, alla
tanti. Negli ultimi decenni si è verifi- fine del periodo spagnolo; la popola-
cato un certo spopolamento; nel 2001 la zione era di 236 abitanti. Nel 1728, all’i-
popolazione era di 3943 abitanti. nizio del periodo sabaudo, la popola-
Ardauli. I primi dati disponibili risal- zione era salita a 340 abitanti. Nel
gono al 1388; a quella data il villaggio 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
era quasi spopolato: contava circa 11 perfetta’’, la popolazione era raddop-
fuochi per un totale di 36 abitanti circa. piata e contava 613 abitanti; nel 1861,
Altri dati significativi sono quelli rela- anno della proclamazione del Regno
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- d’Italia, era cresciuta ancora e toccava
sponibili dopo la concitata fase delle i 674 abitanti. Nel 1901 la popolazione

431

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 437


Popolazione della Sardegna

era nuovamente diminuita e toccava le mentata di poco: contava 25 fuochi per


548 unità; in seguito riprese a crescere un totale di 100 abitanti circa. Il bilan-
e nel 1951 toccava infatti i 718 abitanti. cio demografico del secolo XVII, a
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio causa delle epidemie di peste e delle
ha subı̀to il fenomeno dello spopola- carestie non è positivo: infatti nel 1698,
mento; la sua popolazione nel 2001 alla fine del periodo spagnolo, la popo-
contava 499 abitanti. lazione era di 95 abitanti. Nel 1728, al-
Asuni. I primi dati disponibili risal- l’inizio del periodo sabaudo, la popola-
gono al 1483; a quella data la popola- zione era salita a 119 abitanti. Nel pe-
zione del villaggio contava circa 10 fuo- riodo sabaudo, la popolazione si man-
chi per un totale di 40 abitanti circa. A tenne stabile e nel 1848, anno in cui si
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, era di 115
lazione si era mantenuta stabile: con- abitanti; nel 1861, anno della procla-
tava 11 fuochi per un totale di 45 abi- mazione del Regno d’Italia, era cre-
tanti circa. Il bilancio demografico del sciuta ancora e toccava i 121 abitanti.
secolo XVII, nonostante le epidemie di Nel 1901 la popolazione era ferma a 117
peste e le carestie, è positivo: infatti unità; in seguito riprese a crescere e
nel 1698, alla fine del periodo spa- nel 1951 toccava infatti i 210 abitanti.
gnolo, la popolazione era di 207 abi- Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
sabaudo, la popolazione era salita a mento; la sua popolazione nel 2001
291 abitanti. Nel 1848 anno in cui si contava 107 abitanti.
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la popola- Baratili San Pietro. I primi dati dispo-
zione contava 475 abitanti; nel 1861, nibili risalgono al 1388; a quella data il
anno della proclamazione del Regno villaggio contava circa 8 fuochi per un
d’Italia, era cresciuta ancora e toccava totale di 32 abitanti circa. Altri dati si-
i 604 abitanti. Nel 1901 la popolazione gnificativi sono quelli relativi al Parla-
era nuovamente diminuita e toccava le mento del 1485, i primi disponibili
589 unità; in seguito riprese a crescere dopo la concitata fase delle guerre che
e nel 1951 toccava infatti i 691 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio parte del secolo XV; a quella data la
ha subı̀to il fenomeno dello spopola- popolazione del villaggio contava circa
mento; la sua popolazione nel 2001 10 fuochi per un totale di 40 abitanti
contava 446 abitanti. circa. A distanza di un secolo, nel 1583,
Baradili. I primi dati disponibili risal- la popolazione era passata a 40 fuochi
gono al 1388; a quella data il villaggio per un totale di 100 abitanti circa. Il
era quasi spopolato: contava circa 7 bilancio demografico del secolo XVII,
fuochi per un totale di 28 abitanti circa. nonostante le epidemie di peste e le
Altri dati significativi sono quelli rela- carestie, è positivo: infatti nel 1698,
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
sponibili dopo la concitata fase delle lazione era di 185 abitanti. Nel 1728,
guerre che caratterizzarono tutto il all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
XIV e buona parte del secolo XV; a lazione era salita a 247 abitanti. Nel
quella data la popolazione del villaggio 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
contava circa 22 fuochi per un totale di perfetta’’, la popolazione era cresciuta
88 abitanti circa. A distanza di un se- ancora e ormai toccava i 548 abitanti;
colo, nel 1583, la popolazione era au- nel 1861, anno della proclamazione del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 438


Popolazione della Sardegna

Regno d’Italia, era cresciuta ulterior- contava circa 9 fuochi per un totale di
mente e toccava i 567 abitanti. Nel 36 abitanti circa. Altri dati significativi
1901 la popolazione era ancora cre- sono quelli relativi al Parlamento del
sciuta e toccava le 608 unità; in seguito 1485, i primi disponibili dopo la conci-
continuò a crescere e nel 1951 toccava tata fase delle guerre che caratterizza-
infatti i 1077 abitanti. Nell’ultimo cin- rono tutto il XIV e buona parte del se-
quantennio il villaggio non ha subı̀to il colo XV; a quella data la popolazione
fenomeno dello spopolamento; la sua del villaggio contava circa 33 fuochi
popolazione continuò a crescere e nel per un totale di 140 abitanti circa. A
2001 contava 1303 abitanti. distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
Baressa. I primi dati disponibili risal- lazione, notevolmente cresciuta, era
gono al 1388; a quella data il villaggio passata a 90 fuochi per un totale di 356
contava circa 7 fuochi per un totale di abitanti circa. Il bilancio demografico
28 abitanti circa. Altri dati significativi del secolo XVII, a causa delle epide-
sono quelli relativi al Parlamento del mie di peste e delle carestie, non è po-
1485, i primi disponibili dopo la conci- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
tata fase delle guerre che caratterizza- riodo spagnolo, la popolazione era di
rono tutto il XIV e buona parte del se- 172 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
colo XV; a quella data la popolazione riodo sabaudo, la popolazione era sa-
del villaggio contava circa 35 fuochi lita a 202 abitanti. Nel 1848, anno in
per un totale di 144 abitanti circa. A cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- polazione era cresciuta notevolmente
lazione era passata a 77 fuochi per un e ormai più che triplicata con 688 abi-
totale di 312 abitanti circa. Il bilancio tanti; nel 1861, anno della proclama-
demografico del secolo XVII, a causa zione del Regno d’Italia, con 681 abi-
delle epidemie di peste e delle care- tanti la popolazione si era mantenuta
stie, non è positivo: infatti nel 1698, stabile. La tendenza alla stabilità con-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- tinuò e nel 1901 la popolazione era an-
lazione era di 243 abitanti. Nel 1728, cora ferma a 692 unità; in seguito co-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- minciò a diminuire e nel 1951 toccava
lazione era salita a 346 abitanti. Nel gli 874 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione tennio il villaggio ha subı̀to il feno-
perfetta’’, la popolazione era cresciuta meno dello spopolamento; la sua popo-
ancora e oramai toccava i 601 abitanti; lazione nel 2001 contava 696 abitanti.
nel 1861, anno della proclamazione del Bidonı̀. I primi dati disponibili risal-
Regno d’Italia, era cresciuta ulterior- gono al 1485; a quella data la popola-
mente e toccava i 655 abitanti. La ten- zione del villaggio contava circa 14 fuo-
denza alla crescita continuò e nel 1901 chi per un totale di 56 abitanti circa. A
la popolazione toccava le 741 unità; in distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
seguito continuò a crescere e nel 1951 lazione, notevolmente cresciuta, era
toccava infatti i 1157 abitanti. Nell’ul- passata a 74 fuochi per un totale di 296
timo cinquantennio il villaggio ha su- abitanti circa. Il bilancio demografico
bı̀to il fenomeno dello spopolamento; del secolo XVII, a causa delle epide-
la sua popolazione nel 2001 contava mie di peste e delle carestie, non è po-
869 abitanti. sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
Bauladu. I primi dati disponibili risal- riodo spagnolo, la popolazione era di
gono al 1388; a quella data il villaggio 206 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-

433

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 439


Popolazione della Sardegna

riodo sabaudo, la popolazione era sa- cora ferma a 1337 unità; in seguito ri-
lita a 257 abitanti. Nel 1848, anno in prese a crescere e nel 1951 toccava in-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- fatti i 1833 abitanti. Nell’ultimo cin-
polazione era ancora ferma a 286 abi- quantennio il villaggio ha subı̀to il fe-
tanti; nel 1861, anno della proclama- nomeno dello spopolamento; la sua po-
zione del Regno d’Italia, con 312 abi- polazione nel 2001 contava 1691 abi-
tanti, la popolazione era cresciuta. La tanti.
tendenza alla stabilità continuò e nel Boroneddu. I primi dati disponibili ri-
1901 la popolazione contava 386 unità; salgono al 1388; a quella data il villag-
in seguito cominciò a crescere lieve- gio era quasi spopolato: contava circa 6
mente e nel 1951 toccava infatti i 403 fuochi per un totale di 24 abitanti circa.
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il Altri dati significativi sono quelli rela-
villaggio ha subı̀to il fenomeno dello tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
spopolamento; la sua popolazione nel sponibili dopo la concitata fase delle
2001 contava 165 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Bonarcado. I primi dati disponibili ri- XIV e buona parte del secolo XV; a
salgono al 1388; a quella data il villag- quella data la popolazione del villaggio
gio era quasi spopolato: contava circa 5 era aumentata, contava quasi 25 fuochi
fuochi per un totale di 20 abitanti circa. per un totale di 96 abitanti circa. A di-
Altri dati significativi sono quelli rela- stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- zione, cresciuta, era passata a 45 fuo-
sponibili dopo la concitata fase delle chi per un totale di 172 abitanti circa. Il
guerre che caratterizzarono tutto il bilancio demografico del secolo XVII,
XIV e buona parte del secolo XV; a a causa delle epidemie di peste e delle
quella data la popolazione del villaggio carestie, non è positivo: infatti nel
era aumentata; contava circa 65 fuochi 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
per un totale di 288 abitanti circa. A popolazione era di 145 abitanti. Nel
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
lazione, notevolmente cresciuta, era popolazione era salita a 208 abitanti.
passata a 180 fuochi per un totale di Nel periodo successivo la popolazione
720 abitanti circa. Il bilancio demogra- sembrò stabilizzarsi: nel 1848, anno in
fico del secolo XVII, a causa delle epi- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
demie di peste e delle carestie, non è tava 190 abitanti; nel 1861, anno della
positivo: infatti nel 1698, alla fine del proclamazione del Regno d’Italia, con
periodo spagnolo, la popolazione era 186 abitanti la popolazione non aumen-
di 557 abitanti. Nel 1728, all’inizio del tava. La crescita sembrò riprendere
periodo sabaudo, la popolazione era nella seconda metà del secolo XIX e
salita a 627 abitanti. Nel 1848, anno in nel 1901 la popolazione era arrivata a
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- 210 unità; in seguito riprese a crescere
polazione era cresciuta notevolmente e nel 1951 toccava infatti i 299 abitanti.
e ormai più che raddoppiata con 1316 Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
abitanti; nel 1861, anno della procla- ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
mazione del Regno d’Italia, con 1343 mento; la sua popolazione nel 2001
abitanti la popolazione tendeva ancora contava 182 abitanti.
a crescere. La crescita sembrò esau- Bosa. I primi dati disponibili risalgono
rirsi nella seconda metà del secolo al 1388; a quella data la città contava
XIX e nel 1901 la popolazione era an- circa 120 fuochi per un totale di 480

434

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 440


Popolazione della Sardegna

abitanti. Altri dati significativi sono gio, aumentata, contava più di 100 fuo-
quelli relativi al Parlamento del 1485, chi per un totale di 408 abitanti. A di-
i primi disponibili dopo la concitata stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
fase delle guerre che caratterizzarono zione era ulteriormente cresciuta, pas-
tutto il XIV e buona parte del secolo sando a più di 250 fuochi per un totale
XV; a quella data la popolazione della di 1152 abitanti circa. Il bilancio demo-
città, divenuta discreto centro mercan- grafico del secolo XVII, nonostante le
tile, era aumentata, contava quasi 415 epidemie di peste e le carestie, è posi-
fuochi per un totale di 1660 abitanti. A tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- riodo spagnolo, la popolazione era di
lazione era ulteriormente cresciuta, 1271 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
passando a 950 fuochi per un totale di periodo sabaudo, la popolazione era
3748 abitanti circa. Il bilancio demo- salita a 1524 abitanti. Nel periodo suc-
grafico del secolo XVII, a causa delle cessivo la popolazione sembrò conti-
epidemie di peste e delle carestie, non nuare a crescere. Nel 1848, anno in cui
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
periodo spagnolo, la popolazione era 1859 abitanti; nel 1861, anno della pro-
scesa a 3335 abitanti. Nel 1728, all’ini- clamazione del Regno d’Italia, con
zio del periodo sabaudo, la popola- 2007 abitanti la popolazione era ulte-
zione era nuovamente salita a 3885 abi- riormente aumentata. La crescita sem-
tanti. Nel periodo successivo la popo- brò proseguire nella seconda metà del
lazione continuò a crescere costante- secolo XIX, nel 1901 la popolazione era
mente e nel 1848, anno in cui si ebbe la arrivata a 2440 unità; in seguito la ten-
‘‘fusione perfetta’’, contava 6467 abi- denza non si modificò e nel 1951 toc-
tanti; nel 1861, anno della proclama- cava infatti i 2814 abitanti. Nell’ultimo
zione del Regno d’Italia, con 6403 abi- cinquantennio il villaggio ha subı̀to il
tanti la popolazione non era aumen- fenomeno dello spopolamento a causa
tata. La tendenza alla stabilizzazione dell’emigrazione; la sua popolazione
sembrò continuare nella seconda nel 2001 contava 1691 abitanti.
metà del secolo XIX e nel 1901 la popo- Cabras. I primi dati risalgono al 1388; a
lazione era di 6846 unità; in seguito ri- quella data il villaggio contava circa 15
prese a crescere e nel 1951 toccava in- fuochi per un totale di 58 abitanti. Altri
fatti i 7680 abitanti. Nell’ultimo cin- dati significativi sono quelli relativi al
quantennio la città, pur non subendo il Parlamento del 1485, i primi disponi-
fenomeno dell’emigrazione, ha visto bili dopo la concitata fase delle guerre
crescere la sua popolazione con molta che caratterizzarono tutto il XIV e
lentezza; nel 2001 contava 7992 abi- buona parte del secolo XV; a quella
tanti. data la popolazione del villaggio era
Busachi. I primi dati risalgono al 1388; aumentata, contava più di 80 fuochi
a quella data il villaggio contava circa per un totale di 344 abitanti. A distanza
20 fuochi per un totale di 80 abitanti di un secolo, nel 1583, la popolazione
circa. Altri dati significativi sono quelli era raddoppiata, passando a 170 fuochi
relativi al Parlamento del 1485, i primi per un totale di 752 abitanti circa. Il
disponibili dopo la concitata fase delle bilancio demografico del XVII nono-
guerre che caratterizzarono tutto il stante le epidemie di peste e le care-
XIV e buona parte del secolo XV; a stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
quella data la popolazione del villag- fine del periodo spagnolo, la popola-

435

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 441


Popolazione della Sardegna

zione era nettamente aumentata e toc- lia, con 4260 abitanti la popolazione
cava i 1678 abitanti. Nel 1728, all’inizio non sembrava aumentare. La crescita
del periodo sabaudo, la popolazione riprese nella seconda metà del secolo
era salita a 2184 abitanti. Nel periodo XIX e nel 1901 la popolazione era
successivo la popolazione crebbe an- giunta a 4910 unità; in seguito comin-
cora e nel 1848, anno in cui si ebbe la ciò a diminuire e nel 1951 toccava in-
‘‘fusione perfetta’’, contava 3653 abi- fatti i 4708 abitanti. Nell’ultimo cin-
tanti; nel 1861, anno della proclama- quantennio il villaggio ha subı̀to il fe-
zione del Regno d’Italia, con 4024 abi- nomeno dello spopolamento a causa
tanti era ulteriormente aumentata. La dell’emigrazione; la sua popolazione
crescita però sembrò rallentare nella nel 2001 contava 3139 abitanti.
seconda metà del secolo XIX: nel 1901 Curcuris. I primi dati risalgono al 1388;
la popolazione era di 4165 unità; in se- a quella data il villaggio contava circa
guito il villaggio riprese a svilupparsi e 10 fuochi per un totale di 48 abitanti
nel 1951 toccava infatti i 6221 abitanti. circa. Altri dati significativi sono quelli
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio relativi al Parlamento del 1485, i primi
non ha subı̀to il fenomeno dello spopo- disponibili dopo la concitata fase delle
lamento; la sua popolazione nel 2001 guerre che caratterizzarono tutto il
contava 8938 abitanti. XIV e buona parte del secolo XV; a
Cuglieri. I primi dati risalgono al 1388;
quella data la popolazione del villaggio
a quella data il villaggio contava circa
era aumentata, contava più di 25 fuo-
18 fuochi per un totale di 72 abitanti.
chi per un totale di 100 abitanti. A di-
Altri dati significativi sono quelli rela-
stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
zione era raddoppiata, passata a più di
sponibili dopo la concitata fase delle
50 fuochi per un totale di 216 abitanti
guerre che caratterizzarono tutto il
circa. Il bilancio demografico del se-
XIV e buona parte del secolo XV; a
colo XVII, a causa delle epidemie di
quella data la popolazione del villaggio
peste e delle carestie, non è positivo:
era aumentata, contava più di 180 fuo-
infatti nel 1698, alla fine del periodo
chi per un totale di 780 abitanti. A di-
stanza di un secolo, nel 1583, la popola- spagnolo, la popolazione era ridotta a
zione era raddoppiata, passando a 178 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
quasi 380 fuochi per un totale di 1552 riodo sabaudo, la popolazione era sa-
abitanti circa. Il bilancio demografico lita a 300 abitanti. Nel periodo succes-
del secolo XVII, nonostante le epide- sivo la popolazione sembrò stabiliz-
mie di peste e le carestie, è positivo: zari; infatti nel 1848, anno in cui si
infatti nel 1698, alla fine del periodo ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 366
spagnolo, la popolazione era netta- abitanti; nel 1861, anno della procla-
mente aumentata e toccava i 2474 abi- mazione del Regno d’Italia, era invece
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo scesa a 343 abitanti. La situazione non
sabaudo, la popolazione era però ca- si modificò nella seconda metà del se-
lata a 1822 abitanti. Nel periodo suc- colo XIX e nel 1901 la popolazione era
cessivo la popolazione riprese a cre- giunta a 313 unità. In seguito riprese a
scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la crescere e nel 1951 toccava infatti i 410
‘‘fusione perfetta’’, era raddoppiata e abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
contava 4147 abitanti; nel 1861, anno villaggio ha subı̀to il fenomeno dello
della proclamazione del Regno d’Ita- spopolamento a causa dell’emigra-

436

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 442


Popolazione della Sardegna

zione; la sua popolazione nel 2001 con- cio demografico del secolo XVII, a
tava 317 abitanti. causa delle epidemie di peste e delle
Flussio. I primi dati risalgono al 1485; a carestie, non è positivo: infatti nel
quella data la popolazione del villaggio 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
contava quasi 35 fuochi per un totale di popolazione era ridotta a 296 abitanti.
156 abitanti circa. A distanza di un se- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
colo, nel 1583, la popolazione era cre- baudo, la popolazione era prepotente-
sciuta, passando a 75 fuochi per un to- mente salita a 688 abitanti. Nel periodo
tale di 308 abitanti circa. Il bilancio de- successivo la popolazione continuò a
mografico del secolo XVII, a causa crescere con slancio e nel 1848, anno
delle epidemie di peste e delle care- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
stie, non è positivo: infatti nel 1698, contava 1045 abitanti; nel 1861, anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- della proclamazione del Regno d’Ita-
lazione era scesa a 263 abitanti. Nel lia, con 1100 abitanti la popolazione
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la sembrava essersi stabilizzata. La cre-
popolazione era ulteriormente calata a scita sembrò riprendere nella seconda
237 abitanti. Nel periodo successivo la metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
popolazione riprese a crescere, nel lazione era giunta a 1262 unità; in se-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione guito il fenomeno continuò e nel 1951
perfetta’’, era raddoppiata e contava toccava infatti i 1671 abitanti. Nell’ul-
487 abitanti; nel 1861, anno della pro- timo cinquantennio il villaggio ha su-
clamazione del Regno d’Italia, con 527 bı̀to il fenomeno dello spopolamento a
abitanti era ulteriormente cresciuta. causa dell’emigrazione; la sua popola-
La crescita sembrò continuare nella zione nel 2001 contava 1086 abitanti.
seconda metà del secolo XIX e nel Genoni. I primi dati disponibili risal-
1901 la popolazione era arrivata a 717 gono al 1485; a quella data la popola-
unità; in seguito riprese a crescere e zione del villaggio contava quasi 22
nel 1951 toccava i 742 abitanti. Nell’ul- fuochi per un totale di 88 abitanti circa.
timo cinquantennio il villaggio ha su- A distanza di un secolo, nel 1583, la po-
bı̀to il fenomeno dello spopolamento a polazione era enormemente cresciuta,
causa dell’emigrazione; la sua popola- passando a circa 255 fuochi per un to-
zione nel 2001 contava 182 abitanti. tale di 1040 abitanti. Il bilancio demo-
Fordongianus. I primi dati risalgono al grafico del secolo XVII, a causa delle
1388. A quella data il villaggio contava epidemie di peste e delle carestie, non
circa 12 fuochi per un totale di 52 abi- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
tanti circa. Altri dati significativi sono periodo spagnolo, la popolazione era
quelli relativi al Parlamento del 1485, i ridotta a 711 abitanti. Nel 1728, all’ini-
primi disponibili dopo la concitata zio del periodo sabaudo, la popola-
fase delle guerre che caratterizzarono zione era salita a 798 abitanti. Nel pe-
tutto il XIV e buona parte del secolo riodo successivo la popolazione conti-
XV; a quella data la popolazione del nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
villaggio era aumentata, contava più ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
di 35 fuochi per un totale di 140 abi- 1156 abitanti; nel 1861, anno della pro-
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, clamazione del Regno d’Italia, con
la popolazione era più che raddop- 1376 abitanti la popolazione era ulte-
piata, passando a quasi 100 fuochi per riormente aumentata. La crescita sem-
un totale di 396 abitanti circa. Il bilan- brò fermarsi nella seconda metà del se-

437

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 443


Popolazione della Sardegna

colo XIX: nel 1901 la popolazione era ricostituzione in comune autonomo di


scesa a 1187 unità; in seguito riprese a Abbasanta, che acquisı̀ Norbello e Do-
crescere e nel 1951 toccava infatti i musnovas Canales, la popolazione
1536 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- scese a 4720 abitanti e sino al 1951 ri-
nio il villaggio ha subı̀to il fenomeno mase stabile. Dopo il 1958, con la rico-
dello spopolamento a causa dell’emi- stituzione dei comuni di Boroneddu e
grazione; la sua popolazione nel 2001 Tadasuni, diminuı̀ ancora arrivando a
contava 1002 abitanti. toccare i 4040 abitanti. Negli ultimi de-
Ghilarza. I primi dati risalgono al 1388; cenni il villaggio non ha subı̀to il feno-
a quella data il villaggio contava circa meno dello spopolamento e nono-
10 fuochi per un totale di 40 abitanti. stante la ricostituzione del comune di
Altri dati significativi sono quelli rela- Soddı̀, la sua popolazione nel 2001 con-
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- tava 4653 abitanti.
sponibili dopo la concitata fase delle Gonnoscodina. I primi dati risalgono al
guerre che caratterizzarono tutto il 1388; a quella data il villaggio contava
XIV e buona parte del secolo XV; a circa 15 fuochi per un totale di 56 abi-
quella data la popolazione del villaggio tanti. Altri dati significativi sono quelli
era aumentata, contava quasi 30 fuochi relativi al Parlamento del 1485, i primi
per un totale di 116 abitanti. A distanza disponibili dopo la concitata fase delle
di un secolo, nel 1583, la popolazione guerre che caratterizzarono tutto il
era cresciuta enormemente: era infatti XIV e buona parte del secolo XV; a
passata a più di 320 fuochi per un totale quella data la popolazione del villaggio
di 1308 abitanti circa. Il bilancio demo- era aumentata notevolmente, contava
grafico del secolo XVII, nonostante le più di 50 fuochi per un totale di 208 abi-
epidemie di peste e le carestie, è posi- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- la popolazione era cresciuta ancora,
riodo spagnolo, la popolazione era an- era infatti passata a più di 70 fuochi
cora aumentata e contava 1764 abi- per un totale di 338 abitanti circa. Il
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo bilancio demografico del secolo XVII,
sabaudo, la popolazione era diminuita nonostante le epidemie di peste e le
e contava 1662 abitanti. Nel periodo carestie, è positivo: infatti nel 1698,
successivo la popolazione riprese a alla fine del periodo spagnolo, la popo-
crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe lazione era lievemente aumentata e
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 2094 abi- contava 378 abitanti. Nel 1728, all’ini-
tanti; nel 1861, anno della proclama- zio del periodo sabaudo, la popola-
zione del Regno d’Italia, con 2298 abi- zione sembrava stabilizzata con 370
tanti la popolazione continuava a cre- abitanti. Nel periodo successivo la po-
scere. La crescita sembrò continuare polazione crebbe e nel 1848, anno in
nella seconda metà del secolo XIX: cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
nel 1901 la popolazione era giunta a tava 554 abitanti; nel 1861, anno della
2855 unità. Nella prima metà del se- proclamazione del Regno d’Italia, con
colo XX la popolazione crebbe ulte- 522 abitanti la popolazione sembrava
riormente e nel 1927, con l’annessione stabilizzata. La tendenza si confermò
di Abbasanta, Boroneddu, Domusno- nella seconda metà del secolo XIX e
vas Canales, Norbello, Soddı̀, Tadasuni nel 1901 la popolazione contava 511
e Zuri, passò addirittura a 6700 abi- unità; in seguito, però, per quanto tra
tanti. Quando però, nel 1934, ci fu la il 1927 e il 1946 avesse perso la propria

438

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 444


Popolazione della Sardegna

autonomia, la popolazione riprese a sono quelli relativi al Parlamento del


crescere e nel 1951 toccò i 690 abitanti. 1485, i primi disponibili dopo la conci-
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio tata fase delle guerre che caratterizza-
ha subı̀to il fenomeno dello spopola- rono tutto il XIV e buona parte del se-
mento a causa dell’emigrazione; la sua colo XV; a quella data la popolazione
popolazione nel 2001 contava 578 abi- del villaggio era aumentata, contava
tanti. più di 74 fuochi per un totale di 308 abi-
Gonnosnò. I primi dati risalgono al tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
1388; a quella data il villaggio era quasi la popolazione era cresciuta enorme-
spopolato: contava 7 fuochi per un to- mente, passata a più di 110 fuochi per
tale di 28 abitanti. Mancano i dati rela- un totale di 452 abitanti circa. Il bilan-
tivi al secolo XV; i primi disponibili cio demografico del secolo XVII, nono-
sono quindi quelli relativi al Parla- stante le epidemie di peste e le care-
mento del 1583 e a quella data la popo- stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
lazione contava più di 90 fuochi per un fine del periodo spagnolo, la popola-
totale di 370 abitanti. Il bilancio demo- zione era ancora aumentata e contava
grafico del secolo XVII, a causa delle 678 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
epidemie di peste e delle carestie, non riodo sabaudo, la popolazione era sa-
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del lita ulteriormente a 855 abitanti. Nel
periodo spagnolo, la popolazione era periodo successivo la popolazione
diminuita e contava 291 abitanti. Nel sembrò stabilizzari e nel 1848, anno in
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
popolazione era salita a 368 abitanti. tava 878 abitanti; nel 1861, anno della
Nel periodo successivo la popolazione proclamazione del Regno d’Italia, con
sembrò avere un lieve aumento e nel 964 abitanti la popolazione riprese ad
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione aumentare. La crescita, però, sembrò
perfetta’’, contava 418 abitanti; nel cessata nella seconda metà del secolo
1861, anno della proclamazione del Re- XIX e nel 1901 la popolazione era
gno d’Italia, con 534 abitanti la popola- ferma a 965 unità. In seguito riprese a
zione pareva tendere a una crescita vi- crescere e nel 1927, con l’aggregazione
gorosa. La crescita sembrò continuare di Gonnoscodina e di Simala, arrivò a
nella seconda metà del secolo XIX e 2221 abitanti. Quando, tra il 1946 e il
nel 1901 la popolazione era giunta a 1947, i due villaggi riacquistarono l’au-
600 unità; in seguito però riprese a di- tonomia, la popolazione contava 1222
minuire. Nel 1927 il comune fu aggre- abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
gato a Baressa; riprese l’autonomia nel villaggio ha subı̀to il fenomeno dello
1947, aggregandosi Figu, per cui nel spopolamento a causa dell’emigra-
1951 la popolazione toccò i 1169 abi- zione; la sua popolazione nel 2001 con-
tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil- tava 964 abitanti.
laggio ha subı̀to il fenomeno della re- Laconi. I primi dati disponibili risal-
gressione a causa dell’emigrazione; la gono al 1483; a quella data la popola-
sua popolazione nel 2001 contava 916 zione del villaggio contava quasi 54
abitanti. fuochi per un totale di 232 abitanti
Gonnostramatza. I primi dati risalgono circa. A distanza di un secolo, nel 1583,
al 1388; a quella data il villaggio con- la popolazione era cresciuta, passando
tava circa 33 fuochi per un totale di a circa 230 fuochi per un totale di 900
136 abitanti. Altri dati significativi abitanti circa. Il bilancio demografico

439

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 445


Popolazione della Sardegna

del secolo XVII, nonostante le epide- brò aumentare e nel 1848, anno in cui
mie di peste e le carestie, è positivo: si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
infatti nel 1698, alla fine del periodo 567 abitanti; nel 1861, anno della pro-
spagnolo, la popolazione era ancora clamazione del Regno d’Italia, con 615
aumentata e contava 1442 abitanti. abitanti la popolazione era aumentata
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- ulteriormente. La crescita sembrò con-
baudo, la popolazione era salita a 1558 tinuare nella seconda metà del secolo
abitanti. Nel periodo successivo la po- XIX e nel 1901 la popolazione era
polazione crebbe ulteriormente e nel giunta a 818 unità. In seguito la popola-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione zione continuò a crescere e nel 1951
perfetta’’, contava 2058 abitanti; nel toccava infatti gli 898 abitanti. Nell’ul-
1861, anno della proclamazione del Re- timo cinquantennio il villaggio ha su-
gno d’Italia, con 2156 abitanti la popo- bı̀to il fenomeno dello spopolamento a
lazione era ulteriormente cresciuta. causa dell’emigrazione; la sua popola-
La crescita sembrò fermarsi nella se- zione nel 2001 contava 614 abitanti.
conda metà del secolo XIX e nel 1901 Marrubiu. I primi dati disponibili risal-
la popolazione era stabile a 2164 unità. gono al 1678, quando il villaggio con-
In seguito riprese a crescere e nel 1951 tava 420 abitanti; negli ultimi decenni
giunse a toccare i 2621 abitanti. Nel- del secolo, però, la popolazione dimi-
l’ultimo cinquantennio il villaggio ha nuı̀ e nel 1698, alla fine del periodo spa-
subı̀to il fenomeno dello spopolamento gnolo, era di 401 abitanti. Nel 1728, al-
a causa dell’emigrazione; la sua popo- l’inizio del periodo sabaudo, la popola-
lazione nel 2001 contava 2360 abitanti. zione era salita a 688 abitanti. Nel pe-
Magomadas. I primi dati risalgono al riodo successivo la popolazione conti-
1388; a quella data il villaggio era quasi nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
spopolato: contava circa 10 fuochi per ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 983
un totale di 40 abitanti. Altri dati signi- abitanti; nel 1861, anno della procla-
ficativi sono quelli relativi al Parla- mazione del Regno d’Italia, con 1121
mento del 1485, i primi disponibili abitanti la popolazione continuava a
dopo la concitata fase delle guerre che crescere. La crescita non si interruppe
caratterizzarono tutto il XIV e buona nella seconda metà del secolo XIX e
parte del secolo XV; a quella data la nel 1901 la popolazione era giunta a
popolazione del villaggio era aumen- 1314 unità. Quando poi, nel 1928, fu ag-
tata, contava più di 34 fuochi per un gregato come frazione a Terralba con-
totale di 120 abitanti. A distanza di un tava 1619 abitanti; le mutate condizioni
secolo, nel 1583, la popolazione era climatiche conseguenti alla bonifica
cresciuta enormemente, passata a più consentirono una ulteriore rapida cre-
di 110 fuochi per un totale di 452 abi- scita e quando il comune riacquistò
tanti circa. Il bilancio demografico del l’autonomia, nel 1951 toccava i 3289
secolo XVII, a causa delle epidemie di abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
peste e le carestie, non è positivo: in- villaggio non è stato toccato dal feno-
fatti nel 1698, alla fine del periodo spa- meno dell’emigazione e ha continuato
gnolo, la popolazione era scesa a 278 a crescere; la sua popolazione nel 2001
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- contava 5022 abitanti.
riodo sabaudo, la popolazione era ulte- Masullas. I primi dati risalgono al 1388;
riormente scesa a 268 abitanti. Nel pe- a quella data il villaggio contava circa
riodo successivo la popolazione sem- 12 fuochi per un totale di 48 abitanti

440

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 446


Popolazione della Sardegna

circa. Altri dati significativi sono quelli del 1485, i primi disponibili dopo la
relativi al Parlamento del 1485, i primi concitata fase delle guerre che caratte-
disponibili dopo la concitata fase delle rizzarono tutto il XIVe buona parte del
guerre che caratterizzarono tutto il secolo XV; a quella data la popolazione
XIV e buona parte del secolo XV; a del villaggio era aumentata, contava
quella data la popolazione del villaggio più di 50 fuochi per un totale di 212 abi-
era aumentata, contava più di 80 fuo- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
chi per un totale di 320 abitanti. A di- la popolazione era più che raddop-
stanza di un secolo, nel 1583, la popola- piata, era infatti passata a più di 130
zione era cresciuta enormemente, pas- fuochi per un totale di 536 abitanti
sando a più di 152 fuochi per un totale circa. Il bilancio demografico del se-
di 608 abitanti circa. Il bilancio demo- colo XVII, nonostante le epidemie di
grafico del secolo XVII, nonostante le peste e le carestie, è positivo: infatti
epidemie di peste e le carestie, è posi- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- gnolo, la popolazione era salita a 640
riodo spagnolo, la popolazione era sa- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
lita a 761 abitanti. Nel 1728, all’inizio riodo sabaudo, la popolazione era cre-
del periodo sabaudo, la popolazione sciuta notevolmente e contava 908 abi-
era salita ulteriormente a 907 abitanti. tanti. Nel periodo successivo la popo-
Nel periodo successivo la popolazione lazione continuò a crescere e nel 1848,
sembrò stabilizzari, nel 1848 infatti, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
nell’anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- fetta’’, contava 1631 abitanti; nel 1861,
fetta’’, contava 943 abitanti; nel 1861, anno della proclamazione del Regno
anno della proclamazione del Regno d’Italia, con 1720 abitanti la popola-
d’Italia, era giunta a 1071 abitanti, ri- zione era continuata a salire. La cre-
prendendo nuovamente a crescere. La scita nella seconda metà del secolo
crescita ebbe un brusco arresto nella XIX ebbe un brusco arresto e tra il
seconda metà del secolo XIX e nel 1870 e il 1901 la popolazione scese da
1901 la popolazione era di 926 unità; in 1700 a 1488 unità; in seguito riprese a
seguito riprese a crescere e nel 1927 crescere e nel 1929, quando furono ag-
aveva nuovamente superato le 1000 gregati Bauladu e Tramatza, passò a
unità. Quando poi nel 1928 le furono 2980 abitanti. Tra il 1946 e il 1950 i due
aggregati Pompu e Siris, la sua popola- comuni riacquistarono l’autonomia e
zione passò a 1560 abitanti e nel 1962 nel 1951 la popolazione tornò ai 1533
toccò i 2200 abitanti; tra il 1962 e il 1970 abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
Siris e Pompu riacquistarono l’autono- villaggio non ha subı̀to il fenomeno
mia e la popolazione scese a 1370 abi- dello spopolamento e la sua popola-
tanti. Negli ultimi decenni il villaggio zione ha continuato a crescere; nel
ha subı̀to il fenomeno dello spopola- 2001 contava 1668 abitanti.
mento a causa dell’emigrazione; la sua Modolo. I primi dati disponibili risal-
popolazione nel 2001 contava 1172 abi- gono al 1388; a quella data il villaggio
tanti. era quasi spopolato: contava non più di
Milis. I primi dati risalgono al 1388; a 4 fuochi per un totale di 16 abitanti. Al-
quella data il villaggio era quasi spopo- tri dati significativi sono quelli relativi
lato: contava circa 7 fuochi per un to- al Parlamento del 1485, i primi dispo-
tale di 28 abitanti. Altri dati significa- nibili dopo la concitata fase delle
tivi sono quelli relativi al Parlamento guerre che caratterizzarono tutto il

441

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 447


Popolazione della Sardegna

XIV e buona parte del secolo XV; a crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe
quella data la popolazione del villaggio la ‘‘fusione perfetta’’, contava 359 abi-
era ancora poco numerosa, contava tanti; nel 1861, anno della proclama-
non più di 10 fuochi per un totale di 40 zione del Regno d’Italia, aveva rag-
abitanti. A distanza di un secolo, nel giunto i 462 abitanti. La crescita nella
1583, la popolazione era raddoppiata, seconda metà del secolo XIX continuò
infatti era passata a più di 20 fuochi per con un ritmo meno intenso e nel 1901 la
un totale di 92 abitanti circa. Il bilancio popolazione era giunta a 531 unità. Nel
demografico del secolo XVII, a causa 1928 il villaggio fu aggregato a Ruinas e
delle epidemie di peste e le carestie, solo dopo il 1950 riacquistò l’autono-
non è positivo: infatti nel 1698, alla mia; nel 1951 toccava i 665 abitanti.
fine del periodo spagnolo, la popola- Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
zione era ridotta a 45 abitanti. Nel a causa dell’emigrazione cominciò a
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la spopolarsi; nel 2001 contava 530 abi-
popolazione era salita a 127 abitanti. tanti.
Nel periodo successivo la popolazione Mogoro. I primi dati disponibili risal-
riprese a crescere con continuità e nel gono al 1388; a quella data il villaggio
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione contava circa 10 fuochi per un totale di
perfetta’’, aveva raggiunto i 358 abi- 40 abitanti circa. Altri dati significativi
tanti; nel 1861, anno della proclama- sono quelli relativi al Parlamento del
zione del Regno d’Italia, con 365 abi- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
tanti la popolazione sembrava stabiliz- tata fase delle guerre che caratterizza-
zata. La crescita riprese costante nella rono tutto il XIV e buona parte del se-
seconda metà del secolo XIX e nel 1901 colo XV; a quella data la popolazione
la popolazione era giunta a 456 unità. del villaggio era cresciuta in modo no-
In seguito ebbe un lieve calo e nel 1951 tevole, contava circa 65 fuochi per un
era tornata a 374 abitanti. Nell’ultimo totale di 264 abitanti. A distanza di un
cinquantennio il villaggio ha subı̀to il secolo, nel 1583, la popolazione era
fenomeno dello spopolamento a causa raddoppiata, infatti era passata a più
dell’emigrazione; la sua popolazione di 120 fuochi per un totale di 580 abi-
nel 2001 contava 195 abitanti. tanti circa. Il bilancio demografico del
Mogorella. I primi dati risalgono al secolo XVII, nonostante le epidemie di
1485; a quella data il villaggio era quasi peste e le carestie, è positivo: infatti
spopolato e comprendeva non più di 4 nel 1698, alla fine del periodo spa-
fuochi per un totale di 20 abitanti. A gnolo, la popolazione era cresciuta e
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- contava 1041 abitanti. Nel 1728, all’ini-
lazione era cresciuta in modo notevole, zio del periodo sabaudo, la popola-
era passata a 55 fuochi per un totale di zione era ulteriormente aumentata e
220 abitanti. Il bilancio demografico toccava i 1582 abitanti. Nel periodo
del secolo XVII, a causa delle epide- successivo la popolazione continuò a
mie di peste e le carestie, non è posi- crescere con continuità e nel 1848,
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
riodo spagnolo, la popolazione era ri- fetta’’, contava 2107 abitanti; nel 1861,
dotta a 113 abitanti. Nel 1728, all’inizio anno della proclamazione del Regno
del periodo sabaudo, la popolazione d’Italia, con 2144 abitanti la popola-
era salita a 185 abitanti. Nel periodo zione appariva stabilizzata. La sua cre-
successivo la popolazione continuò a scita riprese nella seconda metà del se-

442

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 448


Popolazione della Sardegna

colo XIX e nel 1901 era giunta a 2763 colo XVII, nonostante le epidemie di
unità; nei decenni successivi continuò peste e le carestie, è positivo: infatti
a crescere e nel 1951 toccava infatti i nel 1698, alla fine del periodo spa-
4791 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- gnolo, la popolazione era cresciuta e
nio il villaggio non ha conosciuto il fe- contava 587 abitanti. Nel 1728, all’ini-
nomeno dell’emigrazione; la sua popo- zio del periodo sabaudo, la popola-
lazione nel 2001 contava 4929 abitanti. zione era ulteriormente salita a 682
Montresta. I primi dati disponibili ri- abitanti. Nel periodo successivo la po-
salgono al 1771; a quella data il villag- polazione continuò gradualmente ad
gio contava una popolazione di 194 abi- aumentare e nel 1848, anno in cui si
tanti. Nel periodo successivo continuò ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 854
a crescere e nel 1821 contava 300 abi- abitanti; nel 1861, anno della procla-
tanti. Nei decenni successivi l’au- mazione del Regno d’Italia, con 953
mento della popolazione assunse note- abitanti la popolazione continuava a
voli proporzioni: nel 1848, anno in cui crescere. La crescita non si interruppe
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava nella seconda metà del secolo XIX e
515 abitanti; nel 1861, anno della pro- nel 1901 la popolazione era giunta a
clamazione del Regno d’Italia, con 643 1148 unità. Nei decenni successivi con-
abitanti la popolazione continuava a tinuò ad aumentare e nel 1951 arrivò a
crescere. L’aumento sembrò conti- toccare i 1500 abitanti. Nell’ultimo cin-
nuare nella seconda metà del secolo quantennio il villaggio cominciò a spo-
XIX e nel 1901 la popolazione era polarsi a causa dell’emigrazione; la
giunta a 912 unità. Nei decenni succes- sua popolazione nel 2001 contava 891
sivi la popolazione continuò ad aumen- abitanti.
tare e nel 1951 raggiunse i 1466 abi- Narbolia. I primi dati risalgono al 1388;
tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil- a quella data il villaggio era quasi spo-
laggio ha subı̀to il fenomeno dello spo- polato, contava circa 6 fuochi per un
polamento a causa di una fortissima totale di 24 abitanti. Altri dati significa-
emigrazione; la sua popolazione nel tivi sono quelli relativi al Parlamento
2001 contava 711 abitanti. del 1485, i primi disponibili dopo la
Morgongiori. I primi dati disponibili ri- concitata fase delle guerre che caratte-
salgono al 1388; a quella data il villag- rizzarono tutto il XIVe buona parte del
gio era quasi spopolato: contava 5 fuo- secolo XV; a quella data la popolazione
chi per un totale di 20 abitanti. Altri del villaggio era cresciuta in modo no-
dati significativi sono quelli relativi al tevole, contava più di 30 fuochi per un
Parlamento del 1485, i primi disponi- totale di 128 abitanti. A distanza di un
bili dopo la concitata fase delle guerre secolo, nel 1583, la popolazione era più
che caratterizzarono tutto il XIV e che raddoppiata, infatti era passata a
buona parte del secolo XV; a quella più di 80 fuochi per un totale di 316 abi-
data la popolazione del villaggio era tanti circa. Il bilancio demografico del
cresciuta in modo notevole, contava secolo XVII, nonostante le epidemie di
non più di 65 fuochi per un totale di peste e le carestie, è positivo: infatti
268 abitanti. A distanza di un secolo, nel 1698, alla fine del periodo spa-
nel 1583, la popolazione era quasi rad- gnolo, la popolazione era cresciuta e
doppiata, infatti era passata a più di contava 599 abitanti. Nel 1728, all’ini-
120 fuochi per un totale di 488 abitanti zio del periodo sabaudo, la popola-
circa. Il bilancio demografico del se- zione era ulteriormente aumentata a

443

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 449


Popolazione della Sardegna

701 abitanti. Nel periodo successivo la dere nella seconda metà del secolo
popolazione continuò a crescere co- XIX e nel 1901 la popolazione era
stantemente e nel 1848, anno in cui si giunta a 966 unità, in seguito continuò
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava a crescere e nel 1951 toccava i 1145 abi-
1133 abitanti; nel 1861, anno della pro- tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
clamazione del Regno d’Italia, con laggio ha cominciato a spopolarsi a
1290 abitanti era ulteriormente au- causa dell’emigrazione; la sua popola-
mentata. La crescita sembrò essersi zione nel 2001 contava 806 abitanti.
bloccata nella seconda metà del secolo Norbello (Nurquiddu). I primi dati risal-
XIX, nel 1901 infatti la popolazione era gono al 1388; a quella data il villaggio
ferma a 1298 unità. Nei decenni suc- era quasi spopolato: contava circa 9
cessivi riprese a crescere e nel 1951 fuochi per un totale di 36 abitanti. Altri
toccava i 1530 abitanti. Nell’ultimo cin- dati significativi sono quelli relativi al
quantennio il villaggio non ha sofferto Parlamento del 1485, i primi disponi-
per il fenomeno dell’emigrazione; la bili dopo la concitata fase delle guerre
sua popolazione nel 2001 contava 1727 che caratterizzarono tutto il XIV e
abitanti. buona parte del secolo XV; a quella
Neoneli. I primi dati risalgono al 1388; a data la popolazione del villaggio era
quella data il villaggio contava circa 10 cresciuta, contava più di 35 fuochi per
fuochi per un totale di 40 abitanti. Altri un totale di 156 abitanti. A distanza di
dati significativi sono quelli relativi al un secolo, nel 1583, la popolazione era
Parlamento del 1485, i primi disponi- quasi raddoppiata: infatti era passata
bili dopo la concitata fase delle guerre a più di 70 fuochi per un totale di 280
che caratterizzarono tutto il XIV e abitanti. Il bilancio demografico del
buona parte del secolo XV; a quella secolo XVII, a causa delle epidemie di
data la popolazione del villaggio era peste e delle carestie, non è positivo:
cresciuta in modo notevole, contava infatti nel 1698, alla fine del periodo
più di 60 fuochi per un totale di 248 abi- spagnolo, la popolazione era diminuita
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, e contava 213 abitanti. Nel 1728, all’ini-
la popolazione era quasi triplicata, in- zio del periodo sabaudo, la popola-
fatti era passata a più di 170 fuochi per zione era salita a 303 abitanti. Nel pe-
un totale di 696 abitanti. Il bilancio de- riodo successivo la popolazione conti-
mografico del secolo XVII, nonostante nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
le epidemie di peste e le carestie, è po- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 625
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- abitanti; nel 1861, anno della procla-
riodo spagnolo, la popolazione era cre- mazione del Regno d’Italia, con 722
sciuta e contava 840 abitanti. Nel 1728, abitanti la popolazione era ancora in
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- crescita. Nella seconda metà del se-
lazione che toccava gli 805 abitanti colo XIX la popolazione sembrava es-
sembrava aver avuto un lieve calo. Nel sersi stabilizzata: infatti nel 1901 era
periodo successivo la popolazione ferma a 758 unità. In seguito riprese a
sembrò essersi stabilizzata e nel 1848, crescere e nel 1951 toccò i 1221 abi-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
fetta’’, contava 833 abitanti; nel 1861, polazione del villaggio si è mantenuta
anno della proclamazione del Regno stabile; nel 2001 contava 1203 abitanti.
d’Italia, con 841 abitanti confermava Nughedu Santa Vittoria. I primi dati di-
la tendenza. La crescita sembrò ripren- sponibili risalgono al 1485; a quella

444

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 450


Popolazione della Sardegna

data la popolazione del villaggio con- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
tava quasi 25 fuochi per un totale di lazione era ferma a 286 abitanti. Nel
104 abitanti. A distanza di un secolo, 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
nel 1583, la popolazione, cresciuta, era popolazione era salita a 447 abitanti.
passata a più di 70 fuochi per un totale Nel periodo successivo la popolazione
di 296 abitanti circa. Il bilancio demo- continuò a crescere con continuità e
grafico del secolo XVII, a causa delle nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
epidemie di peste e delle carestie, non perfetta’’, contava 745 abitanti; nel
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del 1861, anno della proclamazione del Re-
periodo spagnolo, la popolazione era gno d’Italia, con 712 abitanti sembrava
diminuita e contava 195 abitanti. Nel essersi stabilizzata. La crescita sembrò
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la riprendere nella seconda metà del se-
popolazione era salita a 210 abitanti. colo XIX e nel 1901 la popolazione era
Nel periodo successivo la popolazione giunta a 919 unità; anche nei decenni
cominciò a crescere con continuità e successivi riprese a crescere e nel 1951
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione toccò i 1298 abitanti. Nell’ultimo cin-
perfetta’’, contava 454 abitanti; nel quantennio il villaggio non ha sofferto
1861, anno della proclamazione del Re-
a causa dell’emigrazione; la sua popo-
gno d’Italia, con 492 abitanti conti-
lazione nel 2001 contava 1602 abitanti.
nuava ad aumentare. La crescita conti-
Nureci. I primi dati risalgono al 1485; a
nuò nella seconda metà del secolo XIX
quella data la popolazione del villaggio
e nel 1901 la popolazione era giunta a
contava 13 fuochi per un totale di 52
709 unità; nei decenni successivi conti-
abitanti. A distanza di un secolo, nel
nuò a crescere e nel 1951 toccava gli
1583, la popolazione era cresciuta, pas-
896 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
sata a circa 55 fuochi per un totale di
nio il villaggio ha cominciato a spopo-
256 abitanti. Il bilancio demografico
larsi a causa dell’emigrazione; la sua
del secolo XVII, nonostante le epide-
popolazione nel 2001 contava 608 abi-
mie di peste e le carestie, è positivo:
tanti.
infatti nel 1698, alla fine del periodo
Nurachi. I primi dati risalgono al 1388;
a quella data il villaggio era quasi spo- spagnolo, la popolazione era cresciuta
polato: contava circa 8 fuochi per un a 457 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
totale di 32 abitanti. Altri dati significa- periodo sabaudo, la popolazione era
tivi sono quelli relativi al Parlamento diminuita e contava 365 abitanti. Nel
del 1485, i primi disponibili dopo la periodo successivo riprese a crescere;
concitata fase delle guerre che caratte- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
rizzarono tutto il XIVe buona parte del perfetta’’, contava 468 abitanti; nel
secolo XV; a quella data la popolazione 1861, anno della proclamazione del Re-
del villaggio era cresciuta, contava più gno d’Italia, con 520 abitanti la popola-
di 33 fuochi per un totale di 136 abi- zione era ulteriormente aumentata. La
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, crescita sembrò rallentare e fermarsi
la popolazione era quasi raddoppiata: nella seconda metà del secolo XIX:
infatti era passata a più di 73 fuochi per nel 1901 infatti la popolazione era
un totale di 292 abitanti. Il bilancio de- ferma a 539 unità. In seguito riprese a
mografico del secolo XVII, a causa crescere e nel 1951 toccava i 701 abi-
delle epidemie di peste e delle care- tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, laggio è andato spopolandosi a causa

445

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 451


Popolazione della Sardegna

dell’emigrazione; la sua popolazione quella data la popolazione di Oristano


nel 2001 contava 182 abitanti. era cresciuta, contava più di 490 fuochi
Ollastra. I primi dati risalgono al 1388; per un totale di 1890 abitanti. A di-
a quella data il villaggio era quasi spo- stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
polato: contava 7 fuochi per un totale zione era molto aumentata: infatti era
di 28 abitanti. Altri dati significativi passata a 650 fuochi per un totale di
sono quelli relativi al Parlamento del 2636 abitanti. Il bilancio demografico
1485, i primi disponibili dopo la conci- del secolo XVII, nonostante le epide-
tata fase delle guerre che caratterizza- mie di peste e le carestie, è positivo:
rono tutto il XIV e buona parte del se- infatti nel 1698, alla fine del periodo
colo XV; a quella data la popolazione spagnolo, la popolazione era arrivata
del villaggio era cresciuta, contava più a 3042 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
di 30 fuochi per un totale di 128 abi- periodo sabaudo, la popolazione era
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, salita a 4646 abitanti. Nel periodo suc-
la popolazione era più che raddop- cessivo la popolazione continuò a cre-
piata: infatti era passata a 70 fuochi scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
per un totale di 280 abitanti. Il bilancio ‘‘fusione perfetta’’, contava 6000 abi-
demografico del secolo XVII, nono- tanti; nel 1861, anno della proclama-
stante le epidemie di peste e le care- zione del Regno d’Italia, con 6485 abi-
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla tanti la popolazione era ulteriormente
fine del periodo spagnolo, la popola- aumentata. La crescita continuò nella
zione era arrivata a 475 abitanti. Nel seconda metà del secolo XIX e nel 1901
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la popolazione era giunta a 7169 unità.
era invece diminuita a 368 abitanti. In seguito continuò a crescere e dopo il
Nel periodo successivo la popolazione 1927, con l’aggregazione di Donigala
cominciò a crescere lentamente e nel Fenughedu, Massama, Nuraxinieddu,
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Palmas Arborea, Santa Giusta e Silı̀
perfetta’’, contava 468 abitanti; nel raggiunse i 13 504 abitanti. Nel 1951
1861, anno della proclamazione del Re- toccava i 16 972 abitanti; poco dopo
gno d’Italia, con 520 abitanti era ulte- Palmas Arborea e Santa Giusta riac-
riormente aumentata. La crescita con- quistarono l’autonomia. La crescita
tinuò nella seconda metà del secolo della popolazione, legata al movi-
XIX e nel 1901 la popolazione era mento per la costituzione della quarta
giunta a 726 unità; in seguito continuò provincia, continuò nell’ultimo cin-
a crescere e nel 1951 toccava infatti i quantennio; nel 2001 contava 33 007
1171 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- abitanti.
nio il villaggio non si è spopolato; la sua Palmas Arborea. I primi dati risalgono
popolazione nel 2001 contava 1200 abi- al 1388; a quella data il villaggio era
tanti. quasi spopolato: contava 3 fuochi per
Oristano. I primi dati risalgono al 1388; un totale di 12 abitanti. Altri dati signi-
a quella data la città contava circa 190 ficativi sono quelli relativi al Parla-
fuochi per un totale di 700 abitanti. Al- mento del 1485, i primi disponibili
tri dati significativi sono quelli relativi dopo la concitata fase delle guerre che
al Parlamento del 1485, i primi dispo- caratterizzarono tutto il XIV e buona
nibili dopo la concitata fase delle parte del secolo XV; a quella data la
guerre che caratterizzarono tutto il popolazione del villaggio era cre-
XIV e buona parte del secolo XV; a sciuta, contava più di 23 fuochi per un

446

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 452


Popolazione della Sardegna

totale di 116 abitanti. A distanza di un riodo spagnolo, la popolazione era sa-


secolo, nel 1583, la popolazione era lita a 250 abitanti. Nel 1728, all’inizio
molto aumentata: infatti era passata a del periodo sabaudo, la popolazione
più di 60 fuochi per un totale di 256 abi- era ulteriormente cresciuta a 380 abi-
tanti. Il bilancio demografico del se- tanti. Nel periodo successivo la popo-
colo XVII, a causa delle epidemie di lazione sembrò stabilizzari. Infatti nel
peste e le carestie, non è positivo: in- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
fatti nel 1698, alla fine del periodo spa- perfetta’’, era ferma a 387 abitanti; nel
gnolo, la popolazione si era ridotta a 89 1861, anno della proclamazione del Re-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- gno d’Italia, con 441 abitanti la popola-
riodo sabaudo, la popolazione era sa- zione aveva ripreso a crescere. La cre-
lita a 104 abitanti. Nel periodo succes- scita sembrò continuare nella seconda
sivo la popolazione crebbe costante- metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
mente e nel 1848, anno in cui si ebbe la lazione era salita a 517 unità. Quando
‘‘fusione perfetta’’, contava 398 abi- nel 1928 il villaggio venne aggregato ad
tanti; nel 1861, anno della proclama- Ales contava 530 abitanti; nel 1951,
zione del Regno d’Italia, con 429 abi- dopo avere riacquistato l’autonomia
tanti la popolazione era ulteriormente dal 1946, toccava i 753 abitanti. Nell’ul-
aumentata. La crescita sembrò non timo cinquantennio ha subı̀to il feno-
continuare nella seconda metà del se- meno dello spopolamento a causa del-
colo XIX e nel 1901 la popolazione era l’emigrazione; la sua popolazione nel
ferma a 432 unità; nel 1928 il villaggio 2001 contava 364 abitanti.
fu aggregato a Oristano ma in seguito, Paulilatino. I primi dati risalgono al
riacquistatata l’autonomia, riprese a 1388; a quella data il villaggio contava
crescere e nel 1951 toccava i 674 abi- 15 fuochi per un totale di 60 abitanti
tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil- circa. Altri dati significativi sono quelli
laggio ha subı̀to il fenomeno dello spo- relativi al Parlamento del 1485, i primi
polamento; la sua popolazione nel 2001 disponibili dopo la concitata fase delle
contava 182 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Pau. I primi dati risalgono al 1388; a XIV e buona parte del secolo XV; a
quella data il villaggio era quasi spopo- quella data la popolazione del villaggio
lato: contava 5 fuochi per un totale di era cresciuta in modo notevole, infatti
20 abitanti. Altri dati significativi sono contava più di 150 fuochi per un totale
quelli relativi al Parlamento del 1485, i di 656 abitanti. A distanza di un secolo,
primi disponibili dopo la concitata nel 1583, la popolazione era quasi rad-
fase delle guerre che caratterizzarono doppiata, passando a quasi 300 fuochi
tutto il XIV e buona parte del secolo per un totale di 1196 abitanti. Il bilan-
XV; a quella data la popolazione del cio demografico del secolo XVII, nono-
villaggio era cresciuta, contava più di stante le epidemie di peste e le care-
23 fuochi per un totale di 96 abitanti. A stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- fine del periodo spagnolo, la popola-
lazione era ancora aumentata: infatti zione era salita a 1296 abitanti. Nel
era passata a più di 40 fuochi per un 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
totale di 164 abitanti. Il bilancio demo- popolazione era ulteriormente cre-
grafico del secolo XVII, nonostante le sciuta e toccava i 1620 abitanti. Nel pe-
epidemie di peste e le carestie, è posi- riodo successivo continuò a crescere in
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- maniera costante e nel 1848, anno in

447

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 453


Popolazione della Sardegna

cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- lazione riprese a crescere e quando nel
tava 2739 abitanti; nel 1861, anno della 1928 il villaggio fu aggregato a Masullas
proclamazione del Regno d’Italia, con contava 184 abitanti. Quando poi, nel
2909 abitanti la popolazione era ulte- 1970, riacquistò la sua autonomia, la
riormente aumentata. La crescita fu popolazione sfiorava le 300 unità; nel
meno forte nella seconda metà del se- 2001 contava 315 abitanti.
colo XIX; infatti nel 1901 la popola- Riola Sardo. I primi dati risalgono al
zione era giunta a 3030 unità. Nella 1388; a quella data il villaggio era quasi
prima metà del Novecento riprese a spopolato: contava 8 fuochi per un to-
crescere, e nel 1951 toccava i 3300 abi- tale di 32 abitanti. Altri dati significa-
tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil- tivi sono quelli relativi al Parlamento
laggio, a causa dell’emigrazione, co- del 1485, i primi disponibili dopo la
minciò a spopolarsi; la sua popola- concitata fase delle guerre che caratte-
zione nel 2001 contava 2550 abitanti. rizzarono tutto il XIVe buona parte del
Pompu. I primi dati disponibili risal- secolo XV; a quella data la popolazione
gono al 1388; a quella data il villaggio del villaggio era cresciuta significati-
contava 10 fuochi per un totale di 40 vamente, infatti contava più di 50 fuo-
abitanti circa. Altri dati significativi chi per un totale di 204 abitanti. A di-
sono quelli relativi al Parlamento del stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
1485, i primi disponibili dopo la conci- zione era più che raddoppiata, pas-
tata fase delle guerre che caratterizza- sando a quasi 110 fuochi per un totale
rono tutto il XIV e buona parte del se- di 444 abitanti. Il bilancio demografico
colo XV; a quella data la popolazione del secolo XVII, nonostante le epide-
del villaggio era cresciuta, infatti con- mie di peste e le carestie, è positivo:
tava più di 35 fuochi per un totale di 144 infatti nel 1698, alla fine del periodo
abitanti. A distanza di un secolo, nel spagnolo, la popolazione era ancora sa-
1583, la popolazione, anche se di poco, lita a 600 abitanti. Nel 1728, all’inizio
era ancora aumentata, passando a del periodo sabaudo, la popolazione
quasi 50 fuochi per un totale di 192 abi- era lievemente calata a 596 abitanti.
tanti. Il bilancio demografico del se- Nel periodo successivo riprese a cre-
colo XVII, a causa delle epidemie di scere con grande intensità e nel 1848,
peste e delle carestie, non è positivo: anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
infatti nel 1698, alla fine del periodo fetta’’, contava 1058 abitanti; nel 1861,
spagnolo, la popolazione era scesa a anno della proclamazione del Regno
126 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- d’Italia, con 1122 abitanti la popola-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- zione continuava a crescere. La cre-
sciuta passando a 190 abitanti. Nel pe- scita continuò costante nella seconda
riodo successivo la popolazione sem- metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
brò stabilizzari: infatti nel 1848, anno lazione era salita a 1417 unità; nei
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, era primi decenni del Novecento la popo-
ferma a 180 abitanti; nel 1861, anno lazione si mantenne costante, e
della proclamazione del Regno d’Ita- quando nel 1928 furono aggregati Nu-
lia, con 191 abitanti la tendenza era rachi e Baratili San Pietro passò a 3200
confermata. Nella seconda metà del abitanti. Quando nel 1946 i due villaggi
secolo XIX la popolazione cominciò a riacquistarono l’autonomia, la popola-
diminuire e nel 1901 era scesa a 168 zione scese a 1800 unità; nel 2001 con-
unità. Nei decenni successivi la popo- tava 2169 abitanti.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 454


Popolazione della Sardegna

Ruinas. I primi dati risalgono al 1485; a mie di peste e delle carestie, non è po-
quella data la popolazione del villaggio sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
contava 12 fuochi per un totale di 48 riodo spagnolo, la popolazione era
abitanti. A distanza di un secolo, nel scesa a 269 abitanti. Nel 1728, all’inizio
1583, la popolazione era più che qua- del periodo sabaudo, la popolazione
druplicata, passando a più di 50 fuochi era fortemente diminuita; contava in-
per un totale di 208 abitanti. Il bilancio fatti 186 abitanti. Nel periodo succes-
demografico del secolo XVII, a causa sivo riprese gradualmente a crescere e
delle epidemie di peste e delle care- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
stie, non è positivo: infatti nel 1698, perfetta’’, contava 346 abitanti; nel
alla fine del periodo spagnolo, la popo- 1861, anno della proclamazione del Re-
lazione era ferma a 201 abitanti. Nel gno d’Italia, con 437 abitanti era ulte-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la riormente aumentata. Nella seconda
popolazione era lievemente aumen- metà del secolo XIX la crescita ral-
tata e toccava i 240 abitanti. Nel pe- lentò notevolmente e nel 1901 la popo-
riodo successivo riprese a crescere lazione era passata a 462 unità. Nella
con grande intensità e nel 1848, anno prima metà del Novecento la popola-
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, zione si stabilizzò; Sagama tra il 1928 e
contava 712 abitanti; nel 1861, anno il 1946 fu aggregato a Suni, sicché nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 1951 toccava i 476 abitanti. Nell’ultimo
lia, con 888 abitanti la popolazione con- cinquantennio il villaggio ha subı̀to il
tinuava a crescere con rapidità. La cre- fenomeno dello spopolamento a causa
scita continuò costante nella seconda dell’emigrazione; la sua popolazione
metà del secolo XIX e nel 1901 la popo- nel 2001 contava 182 abitanti.
lazione era salita a 1090 unità; nei Samugheo. I primi dati risalgono al
primi decenni del Novecento continuò 1388; a quella data il villaggio contava
a crescere e nel 1951 contava 1474 abi- 15 fuochi per un totale di 56 abitanti.
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- Altri dati significativi sono quelli rela-
polazione è diminuita vistosamente a tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- sponibili dopo la concitata fase delle
tava 856 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Sagama. I primi dati disponibili risal- XIV e buona parte del secolo XV; a
gono al 1388; a quella data il villaggio quella data la popolazione del villaggio
contava 9 fuochi per un totale di 36 abi- era cresciuta in modo notevole, infatti
tanti. Altri dati significativi sono quelli contava più di 100 fuochi per un totale
relativi al Parlamento del 1485, i primi di 404 abitanti. A distanza di un secolo,
disponibili dopo la concitata fase delle nel 1583, la popolazione era quasi tri-
guerre che caratterizzarono tutto il plicata, passando a quasi 280 fuochi
XIV e buona parte del secolo XV; a per un totale di 1160 abitanti. Il bilan-
quella data la popolazione del villaggio cio demografico del secolo XVII, nono-
era cresciuta, infatti contava più di 33 stante le epidemie di peste e le care-
fuochi per un totale di 136 abitanti. A stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- fine del periodo spagnolo, la popola-
lazione era più che raddoppiata, pas- zione era salita a 1289 abitanti. Nel
sando a quasi 80 fuochi per un totale 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
di 304 abitanti. Il bilancio demografico popolazione era però scesa a 1010 abi-
del secolo XVII, a causa delle epide- tanti. Nel periodo successivo riprese

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 455


Popolazione della Sardegna

vigorosa la crescita e nel 1848, anno in sponibili dopo la concitata fase delle
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- guerre che caratterizzarono tutto il
polazione contava 1630 abitanti; nel XIV e buona parte del secolo XV; a
1861, anno della proclamazione del Re- quella data la popolazione del villaggio
gno d’Italia, con 1898 abitanti la ten- era cresciuta, infatti contava più di 75
denza alla crescita era confermata. fuochi per un totale di 304 abitanti. A
Nella seconda metà del secolo XIX la distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
popolazione continuò a crescere con lazione era più che raddoppiata, pas-
continuità e nel 1901 era giunta a 2562 sando a quasi 180 fuochi per un totale
abitanti. Nei decenni successivi conti- di 756 abitanti. Il bilancio demografico
nuò a crescere e nel 1951 toccava i 3946. del secolo XVII, nonostante le epide-
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio mie di peste e le carestie, è positivo:
ha cominciato a spopolarsi a causa del- infatti nel 1698, alla fine del periodo
l’emigrazione; la sua popolazione nel spagnolo, la popolazione era salita a
2001 contava 3565 abitanti. 953 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
San Nicolò d’Arcidano. I primi dati di- riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
sponibili risalgono al 1678; a quella riormente aumentata e toccava i 1220
data la popolazione contava 304 abi- abitanti. Nel periodo successivo la po-
tanti. Il bilancio demografico del se- polazione continuò vigorosamente a
colo XVII, a causa di epidemie di peste crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe
e di carestie, non è positivo: infatti nel la ‘‘fusione perfetta’’, contava 2017 abi-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la tanti; nel 1861, anno della proclama-
popolazione era scesa a 294 abitanti. zione del Regno d’Italia, con 1981 abi-
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- tanti la popolazione sembrava essersi
baudo, la popolazione era salita a 471 stabilizzata. Nella seconda metà del se-
abitanti. Nel periodo successivo la po- colo XIX, però, si manifestò una certa
polazione continuò a crescere con in- tendenza alla diminuzione, cosı̀ nel
tensità e nel 1848, anno in cui si ebbe la 1901 la popolazione era scesa a 1910
‘‘fusione perfetta’’, contava 979 abi- unità. Nel corso della prima metà del
tanti; nel 1861, anno della proclama- Novecento riprese a crescere e nel
zione del Regno d’Italia, con 1132 abi- 1951 toccava i 2309 abitanti. Nell’ul-
tanti la popolazione continuava ad au- timo cinquantennio la tendenza non si
mentare. La crescita sembrò esaurirsi è modificata; nel 2001 la popolazione
nella seconda metà del secolo XIX, in- contava 2470 abitanti.
fatti nel 1901 la popolazione era scesa a Santa Giusta. I primi dati risalgono al
1007 unità. Entro la prima metà del No- 1388; a quella data il villaggio era quasi
vecento la tendenza si rovesciò: la po- spopolato: contava 5 fuochi per un to-
polazione del villaggio, che tra il 1928 e tale di 20 abitanti. Altri dati significa-
il 1947 era stato aggregato a Terralba, tivi sono quelli relativi al Parlamento
riprese a crescere intensamente e nel del 1485, i primi disponibili dopo la
1951 toccava le 2119 unità; nel 2001 la concitata fase delle guerre che caratte-
popolazione toccava i 2930 abitanti. rizzarono tutto il XIVe buona parte del
San Vero Milis. I primi dati risalgono al secolo XV; a quella data la popolazione
1388; a quella data il villaggio contava del villaggio era cresciuta, infatti con-
11 fuochi per un totale di 56 abitanti. tava più di 40 fuochi per un totale di 188
Altri dati significativi sono quelli rela- abitanti. A distanza di un secolo, nel
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- 1583, la popolazione era più che rad-

450

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 456


Popolazione della Sardegna

doppiata, passando a più di 100 fuochi stie, non è positivo: infatti nel 1698,
per un totale di 416 abitanti. Il bilancio alla fine del periodo spagnolo, la popo-
demografico del secolo XVII, nono- lazione era scesa a 1815 abitanti. Nel
stante le epidemie di peste e le care- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla popolazione era salita a 1897 abitanti.
fine del periodo spagnolo, la popola- Nel periodo successivo il ritmo di cre-
zione era salita a 646 abitanti. Nel scita riprese a galoppare e nel 1848,
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
popolazione era ulteriormente cre- fetta’’, la popolazione toccava i 4768
sciuta e toccava gli 836 abitanti. Nel pe- abitanti; nel 1861, anno della procla-
riodo successivo continuò con regola- mazione del Regno d’Italia, con 4601
rità a crescere, e nel 1848, anno in cui si abitanti la popolazione sembrava sta-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava bilizzata. La tendenza sembrò confer-
1066 abitanti; nel 1861, anno della pro- mata nella seconda metà del secolo
clamazione del Regno d’Italia, con XIX. Nel 1901 la popolazione era di
1137 abitanti confermava la tendenza 4978 unità; in seguito cominciò a dimi-
ad aumentare. La crescita sembrò con- nuire e nel 1951 toccava i 4131 abitanti.
tinuare anche nella seconda metà del Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
secolo XIX: nel 1901 la popolazione era si è spopolato drasticamente a causa
arrivata a 1204 unità. Nella prima metà dell’emigrazione; la sua popolazione
del Novecento, tra il 1927 e il 1947 il nel 2001 contava 2704 abitanti.
comune fu aggregato a Oristano; la sua Scano di Montiferro. I primi dati dispo-
popolazione riprese a crescere e nel nibili risalgono al 1388; a quella data il
1951 toccava i 2024 abitanti. Nell’ul- villaggio contava 14 fuochi per un to-
timo cinquantennio il villaggio, dive- tale di 56 abitanti circa. Altri dati signi-
nuto centro economico di rilievo, ha ficativi sono quelli relativi al Parla-
raddoppiato la sua popolazione: nel mento del 1485, i primi disponibili
2001 contava 4378 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Santu Lussurgiu. I primi dati risalgono caratterizzarono tutto il XIV e buona
al 1388; a quella data il villaggio con- parte del secolo XV; a quella data la
tava fuochi per un totale di 104 abi- popolazione del villaggio era cresciuta
tanti. Altri dati significativi sono quelli significativamente, infatti contava più
relativi al Parlamento del 1485, i primi di 90 fuochi per un totale di 356 abi-
disponibili dopo la concitata fase delle tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
guerre che caratterizzarono tutto il il ritmo di accrescimento della popola-
XIV e buona parte del secolo XV; a zione non era venuto meno: la popola-
quella data la popolazione del villaggio zione era passata a più di 160 fuochi
era quasi decuplicata, infatti contava per un totale di 708 abitanti. Il bilancio
più di 250 fuochi per un totale di 1008 demografico del secolo XVII, a causa
abitanti. A distanza di un secolo, nel delle epidemie di peste e delle care-
1583, il ritmo di accrescimento della stie, non è positivo: infatti nel 1698,
popolazione non era cambiato, questa alla fine del dominio spagnolo, la popo-
infatti ancora una volta era raddop- lazione era scesa a 580 abitanti. Nel
piata, passando a più di 500 fuochi per 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
un totale di 2008 abitanti. Il bilancio popolazione era lievemente calata a
demografico del secolo XVII, a causa 460 abitanti. Nel periodo successivo la
delle epidemie di peste e delle care- popolazione crebbe in modo notevole e

451

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 457


Popolazione della Sardegna

nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione scita continuò anche nella seconda
perfetta’’, contava 1604 abitanti; nel metà del secolo XIX; nel 1901 la popo-
1861, anno della proclamazione del Re- lazione era giunta a 2754 unità; in se-
gno d’Italia, con 1885 abitanti la popo- guito continuò ad aumentare e nel 1951
lazione continuava a crescere. La cre- toccava i 3255 abitanti. Nell’ultimo cin-
scita continuò allo stesso ritmo nella quantennio il villaggio, a causa dell’e-
seconda metà del secolo XIX e nel migrazione, ha cominciato a dimi-
1901 la popolazione era giunta a 2686 nuire; nel 2001 era sceso a 2495 abi-
unità. Anche nella prima metà del No- tanti.
vecento, sebbene con minore vigore, la Seneghe. I primi dati risalgono al 1388;
popolazione continuò ad aumentare e a quella data il villaggio era quasi spo-
nel 1951 toccò i 2800 abitanti. Nell’ul- polato: contava 8 fuochi per un totale
timo cinquantennio il villaggio ha su- di 32 abitanti. Altri dati significativi
bı̀to un grave spopolamento a causa sono quelli relativi al Parlamento del
dell’emigrazione; la sua popolazione 1485, i primi disponibili dopo la conci-
nel 2001 contava 1799 abitanti. tata fase delle guerre che caratterizza-
Sedilo. I primi dati risalgono al 1388; a rono tutto il XIV e buona parte del se-
quella data il villaggio contava 11 fuo- colo XV; a quella data la popolazione
chi per un totale di 44 abitanti. Altri del villaggio era cresciuta significati-
dati significativi sono quelli relativi al vamente, infatti contava quasi 150 fuo-
Parlamento del 1485, i primi disponi- chi per un totale di 596 abitanti. A di-
bili dopo la concitata fase delle guerre stanza di un secolo, nel 1583, il ritmo di
che caratterizzarono tutto il XIV e accrescimento della popolazione non
buona parte del secolo XV; a quella era venuto meno: la popolazione era
data la popolazione del villaggio era quasi triplicata passando a quasi 400
cresciuta significativamente, infatti fuochi per un totale di 1488 abitanti. Il
contava più di 125 fuochi per un totale bilancio demografico del secolo XVII,
di 500 abitanti. A distanza di un secolo, nonostante le epidemie di peste e le
nel 1583, il ritmo di accrescimento carestie, è positivo: infatti nel 1698,
della popolazione non era venuto alla fine del periodo spagnolo, la popo-
meno: la popolazione infatti era tripli- lazione, anche se di poco, era cresciuta
cata, passando a quasi 400 fuochi per ancora arrivando a 1542 abitanti. Nel
un totale di 1560 abitanti. Il bilancio 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
demografico del secolo XVII, nono- popolazione era salita ulteriormente e
stante le epidemie di peste e le care- toccava ormai i 1859 abitanti. Nel pe-
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla riodo successivo continuò a crescere e
fine del periodo spagnolo, la popola- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
zione era cresciuta ancor arrivando a perfetta’’, contava 2100 abitanti; nel
1750 abitanti. Nel 1728, all’inizio del 1861, anno della proclamazione del Re-
periodo sabaudo, la popolazione era gno d’Italia, con 2192 abitanti la popo-
salita a 1982 abitanti. Nel periodo suc- lazione era ancora cresciuta. Lo svi-
cessivo continuò a crescere e nel 1848, luppo continuò anche nella seconda
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
fetta’’, contava 2210 abitanti; nel 1861, lazione era giunta a 2287 unità. Nei
anno della proclamazione del Regno primi anni del Novecento si ebbe una
d’Italia, con 2371 abitanti la popola- diminuzione: la popolazione nel 1951
zione era ancora aumentata. La cre- era scesa a 2093 abitanti. Nell’ultimo

452

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 458


Popolazione della Sardegna

cinquantennio la popolazione rimase non era venuto meno: la popolazione


stabile; nel 2001 era scesa a 2007 abi- era raddoppiata, passando a quasi 40
tanti. fuochi per un totale di 160 abitanti. Il
Senis. I primi dati risalgono al 1485; a bilancio demografico del secolo XVII,
quella data la popolazione del villaggio nonostante le epidemie di peste e le
contava 13 fuochi per un totale di 52 carestie, è positivo: infatti nel 1698,
abitanti. A distanza di un secolo, nel alla fine del periodo spagnolo, la popo-
1583, la popolazione era cresciuta, pas- lazione era cresciuta ancora arrivando
sando a 80 fuochi per un totale di 340 a 266 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
abitanti. Il bilancio demografico del periodo sabaudo, la popolazione si era
secolo XVII, nonostante le epidemie stabilizzata, contava 256 abitanti. Nel
di peste e le carestie, è positivo: infatti periodo successivo continuò a cre-
nel 1698, alla fine del periodo spa- scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
gnolo, la popolazione era cresciuta an- ‘‘fusione perfetta’’, contava 381 abi-
cora arrivando a 587 abitanti. Nel 1728, tanti; nel 1861, anno della proclama-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- zione del Regno d’Italia, con 424 abi-
lazione aveva avuto un leggero calo e tanti la popolazione era ancora cre-
contava 558 abitanti. Nel periodo suc- sciuta. La tendenza continuò anche
cessivo cominciò gradualmente ad au- nella seconda metà del secolo XIX e
mentare e nel 1848, anno in cui si ebbe nel 1901 la popolazione era giunta a
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 842 abi- 496 unità; nel corso della prima metà
tanti; nel 1861, anno della proclama- del Novecento, però, la tendenza si in-
zione del Regno d’Italia, con 770 abi- vertı̀ e nel 1951 la popolazione era
tanti la popolazione era nuovamente scesa a 415 abitanti. Nell’ultimo cin-
diminuita. La tendenza negativa conti- quantennio il villaggio, a causa dell’e-
nuò a manifestarsi nella seconda metà migrazione, ha cominciato a spopo-
del secolo XIX e nel 1901 la popola- larsi; nel 2001 la popolazione era scesa
zione era scesa a 744 unità. Nella prima a 185 abitanti.
metà del Novecento la popolazione ri- Siamaggiore. I primi dati risalgono al
prese a crescere e nel 1951 toccava i 1388; a quella data il villaggio era quasi
957 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- spopolato: contava 7 fuochi per un to-
nio il villaggio ha cominciato a spopo- tale di 28 abitanti. Altri dati significa-
larsi a causa dell’emigrazione; nel 2001 tivi sono quelli relativi al Parlamento
contava 611 abitanti. del 1485, i primi disponibili dopo la
Sennariolo. I primi dati risalgono al concitata fase delle guerre che caratte-
1388; a quella data il villaggio com- rizzarono tutto il XIVe buona parte del
prendeva 11 fuochi per un totale di 44 secolo XV; a quella data la popolazione
abitanti. Altri dati significativi sono del villaggio era cresciuta in modo no-
quelli relativi al Parlamento del 1485, tevole, infatti contava più di 45 fuochi
i primi disponibili dopo la concitata per un totale di 196 abitanti. A distanza
fase delle guerre che caratterizzarono di un secolo, nel 1583, il ritmo di accre-
tutto il XIV e buona parte del secolo scimento della popolazione non era ve-
XV; a quella data la popolazione del nuto meno: la popolazione, infatti, si
villaggio era cresciuta, infatti contava era più che raddoppiata, passando a
20 fuochi per un totale di 80 abitanti. A più 110 fuochi per un totale di 440 abi-
distanza di un secolo, nel 1583, il ritmo tanti. Il bilancio demografico del se-
di accrescimento della popolazione colo XVII, nonostante le epidemie di

453

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 459


Popolazione della Sardegna

peste e le carestie, è positivo: infatti sciuta ancora arrivando a 559 abitanti.


nel 1698, alla fine del periodo spa- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
gnolo, la popolazione, sebbene di po- baudo, la popolazione era ulterior-
chissimo, era cresciuta ancora arri- mente aumentata e ormai contava 611
vando a 450 abitanti. Nel 1728, all’ini- abitanti. Nel periodo successivo regi-
zio del periodo sabaudo, la popola- strò un discreto calo e nel 1848, anno
zione era ulteriormente aumentata e in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
ormai contava 516 abitanti. Nel pe- contava 583 abitanti. Fu un fatto mo-
riodo successivo continuò a crescere mentaneo: la crescita riprese e nel
regolarmente e nel 1848, anno in cui si 1861, anno della proclamazione del Re-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 694 gno d’Italia, con 680 abitanti sembrava
abitanti; nel 1861, anno della procla- decisamente in aumento. Nella se-
mazione del Regno d’Italia, con 661 conda metà del secolo XIX, però, si
abitanti sembrava stabilizzata. Nella può rilevare ancora una tendenza alla
seconda metà del secolo XIX si può ri- diminuzione e infatti nel 1901 la popo-
levare una tendenza alla diminuzione lazione era scesa a 506 unità. Nel corso
e infatti nel 1901 la popolazione era della prima metà del Novecento fino al
scesa a 553 unità. Nel corso della prima 1928, anno in cui il villaggio fu aggre-
metà del Novecento, tra il 1927 e il 1950 gato a Villaurbana, la popolazione si
il villaggio fu aggregato a Solarussaù; mantenne sopra le 550 unità. Nel 1950
la tendenza si invertı̀ e nel 1951 la po- il villaggio, staccato da Villaurbana, co-
polazione era nuovamente salita a 739 stituı̀ con Siapiccia il nuovo comune di
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il Siamanna-Siapiccia, con 1341 abitanti.
villaggio ha continuato a crescere; nel Nel 1974 il villaggio riacquistò la pro-
2001 la popolazione era salita a 997 abi- pria autonomia, con una popolazione
tanti. di 830 abitanti; nel 2001 la popolazione
Siamanna. I primi dati risalgono al era passata a 870 abitanti.
1388; a quella data il villaggio era quasi Siapiccia. I primi dati disponibili risal-
spopolato: contava 7 fuochi per un to- gono al 1388; a quella data il villaggio
tale di 28 abitanti. Altri dati significa- era quasi spopolato: contava 7 fuochi
tivi sono quelli relativi al Parlamento per un totale di 28 abitanti. Altri dati
del 1485, i primi disponibili dopo la significativi sono quelli relativi al Par-
concitata fase delle guerre che caratte- lamento del 1485, i primi disponibili
rizzarono tutto il XIVe buona parte del dopo la concitata fase delle guerre che
secolo XV; a quella data la popolazione caratterizzarono tutto il XIV e buona
del villaggio era cresciuta e contava parte del secolo XV; a quella data la
più di 20 fuochi per un totale di 88 abi- popolazione del villaggio era cre-
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, sciuta, infatti contava più di 24 fuochi
il ritmo di accrescimento della popola- per un totale di 136 abitanti. A distanza
zione era decisamente aumentato, la di un secolo, nel 1583, il ritmo di accre-
popolazione, infatti, si era quintupli- scimento della popolazione era conti-
cata, passando a più 105 fuochi per un nuato, la popolazione infatti era pas-
totale di 432 abitanti. Il bilancio demo- sata a quasi 50 fuochi per un totale di
grafico del secolo XVII, nonostante le 192 abitanti. Il bilancio demografico
epidemie di peste e le carestie, è posi- del secolo XVII, a causa delle epide-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- mie di peste e delle carestie, non è po-
riodo spagnolo, la popolazione era cre- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-

454

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 460


Popolazione della Sardegna

riodo spagnolo, la popolazione era ca- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
lata arrivando a 129 abitanti. Nel 1728, popolazione era calata a 209 abitanti.
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
lazione era nuovamente aumentata e baudo, la popolazione era nuovamente
ormai contava 202 abitanti. Nel pe- aumentata e ormai contava 396 abi-
riodo successivo ebbe un discreto e co- tanti. Nel periodo successivo ebbe un
stante aumento e nel 1848, anno in cui discreto e costante aumento e nel 1848,
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
359 abitanti. La crescita continuò e nel fetta’’, contava 606 abitanti. La crescita
1861, anno della proclamazione del Re- ebbe una pausa e nel 1861, anno della
gno d’Italia, con 413 abitanti la popola- proclamazione del Regno d’Italia, con
zione sembrava decisamente in au- 595 abitanti la popolazione sembrava
mento. Nella seconda metà del secolo doversi stabilizzare. Nella seconda
XIX, però, si può rilevare ancora una metà del secolo XIX si può rilevare an-
tendenza alla diminuzione, e infatti cora una tendenza alla diminuzione, e
nel 1901 la popolazione era scesa a 339 infatti nel 1901 la popolazione era
unità. Nel corso della prima metà del scesa a 581 unità. Nel corso della prima
Novecento fino al 1928, anno in cui il metà del Novecento, fino al 1928, anno
villaggio fu aggregato a Villaurbana, la in cui il villaggio fu aggregato a Gonno-
popolazione si mantenne sopra le 350 stramatza, la popolazione continuò a
unità. Nel 1950 il villaggio, staccato da calare mantenendosi attorno alle 530
Villaurbana, unitamente a Siamanna unità. Nel 1950 il villaggio riacquistò
costituı̀ il nuovo comune di Siamanna- la propria autonomia, con una popola-
Siapiccia con 1341 abitanti. Dal 1974 il zione in aumento che toccò i 728 abi-
villaggio riacquistò la propria autono- tanti; negli ultimi decenni, però, il vil-
mia, con una popolazione di 390 abi- laggio si è spopolato a causa dell’emi-
tanti; nel 2001 la popolazione era pas- grazione, e nel 2001 la popolazione era
sata a 401 abitanti. passata a 417 abitanti.
Simala. I primi dati risalgono al 1388; a Simaxis. I primi dati risalgono al 1388;
quella data il villaggio contava 11 fuo- a quella data il villaggio era quasi spo-
chi per un totale di 48 abitanti. Altri polato: contava 7 fuochi per un totale
dati significativi sono quelli relativi al di 28 abitanti. Altri dati significativi
Parlamento del 1485, i primi disponi- sono quelli relativi al Parlamento del
bili dopo la concitata fase delle guerre 1485, i primi disponibili dopo la conci-
che caratterizzarono tutto il XIV e tata fase delle guerre che caratterizza-
buona parte del secolo XV; a quella rono tutto il XIV e buona parte del se-
data la popolazione del villaggio era colo XV; a quella data la popolazione
ancora molto modesta, contava poco del villaggio era ancora molto modesta,
più di 17 fuochi per un totale di 68 abi- contava poco più di 20 fuochi per un
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, totale di 104 abitanti. A distanza di un
il ritmo di accrescimento della popola- secolo, a partire dal 1583, la popola-
zione si era rafforzato, infatti essa era zione era più che raddoppiata, pas-
più che triplicata, passando a più di 50 sando a più di 50 fuochi per un totale
fuochi per un totale di 220 abitanti. Il di 232 abitanti. Il bilancio demografico
bilancio demografico del secolo XVII, del secolo XVII, a causa delle epide-
a causa delle epidemie di peste e delle mie di peste e delle carestie, non è po-
carestie, non è positivo: infatti nel sitivo: infatti nel 1698, alla fine del do-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 461


Popolazione della Sardegna

minio spagnolo, la popolazione era ca- perfetta’’, contava 420 abitanti. La po-
lata a 159 abitanti. Nel 1728, all’inizio polazione continuò a crescere e nel
del periodo sabaudo, la popolazione 1861, anno della proclamazione del Re-
era nuovamente aumentata e ormai gno d’Italia, raggiungeva le 560 unità.
contava 220 abitanti. Nel periodo suc- Nella seconda metà del secolo XIX si
cessivo ebbe un discreto e costante au- può rilevare ancora una tendenza al-
mento e nel 1848, anno in cui si ebbe la l’aumento, e infatti nel 1901 la popola-
‘‘fusione perfetta’’, contava 523 abi- zione era giunta a 660 unità. Nel corso
tanti. La popolazione continuò a cre- della prima metà del Novecento, tra il
scere e nel 1861, anno della proclama- 1928 e il 1946 il villaggio fu aggregato a
zione del Regno d’Italia, raggiungeva Baressa; la popolazione continuò a
le 632 unità. Nella seconda metà del crescere e nel 1950 arrivò a 993 abi-
secolo XIX si può rilevare ancora una tanti. Nell’ultimo cinquantennio la
tendenza all’aumento, e infatti nel sua popolazione ha cominciato a dimi-
1901 la popolazione era giunta a 717 nuire a causa dell’emigrazione; nel
unità. Nel corso della prima metà del 2001 la popolazione era calata a 623
Novecento fino al 1928 il numero degli abitanti.
abitanti continuò a crescere; nello Siris. I primi dati risalgono al 1388; a
stesso anno furono aggregati al co- quella data il villaggio era quasi spopo-
mune Ollastra e San Vero Congius, sic- lato: contava 5 fuochi per un totale di
ché la popolazione salı̀ a 2171 abitanti. 20 abitanti. Altri dati significativi sono
Nel 1950 il villaggio di Ollastra riacqui- quelli relativi al Parlamento del 1485, i
stò la propria autonomia e Simaxis si primi disponibili dopo la concitata
ritrovò con una popolazione di oltre fase delle guerre che caratterizzarono
1700 abitanti; negli ultimi decenni il tutto il XIV e buona parte del secolo
villaggio ha continuato a crescere; nel XV; a quella data la popolazione del
2001 la popolazione era passata a 2002 villaggio era ancora molto modesta,
abitanti. contava poco più di 30 fuochi per un
Sini. I primi dati risalgono al 1388; a totale di 132 abitanti. A distanza di un
quella data il villaggio era quasi spopo- secolo, a partire dal 1583, la popola-
lato: contava non più di 4 fuochi per un zione era passata a più di 40 fuochi per
totale di 15 abitanti. Mancano i dati re- un totale di 168 abitanti. Il bilancio de-
lativi al Parlamento del 1485, per cui la mografico del secolo XVII, nonostante
conoscenze sulla popolazione ripren- le epidemie di peste e le carestie, è po-
dono dal 1583; a quella data la popola- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
zione contava più di 80 fuochi per un riodo spagnolo, la popolazione era pas-
totale di 320 abitanti. Il bilancio demo- sata a 209 abitanti. Nel 1728, all’inizio
grafico del secolo XVII, nonostante le del periodo sabaudo, la popolazione
epidemie di peste e le carestie, è posi- era nuovamente aumentata e ormai
tivo: infatti nel 1698, alla fine del domi- contava 296 abitanti. Negli anni se-
nio spagnolo, la popolazione era pas- guenti, però, la popolazione ebbe un
sata a 345 abitanti. Nel 1728, all’inizio costante calo e nel 1848, anno in cui si
del periodo sabaudo, la popolazione ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
con i suoi 349 abitanti si era stabiliz- solo 207 abitanti. La popolazione ri-
zata. Nel periodo successivo ebbe un mase stabile e nel 1861, anno della pro-
discreto e costante aumento e nel clamazione del Regno d’Italia, rag-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione giungeva le 214 unità. Nella seconda

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 462


Popolazione della Sardegna

metà del secolo XIX si può rilevare an- mune fu aggregato a Ghilarza e la po-
cora una tendenza alla diminuzione; polazione riprese a crescere: nel 1950
infatti nel 1901 la popolazione era ri- contava più di 334 abitanti; negli ultimi
dotta a 185 unità. Nel corso della prima decenni, però, a causa dell’emigra-
metà del Novecento, tra il 1928 e il 1962 zione, la popolazione si è stabilizzata;
il villaggio fu aggregato a Masullas e la nel 2001 era ridotta a 151 abitanti.
popolazione riprese a crescere. Nel Solarussa. I primi dati risalgono al
1950 contava più di 250 abitanti e negli 1388; a quella data il villaggio era quasi
ultimi decenni la popolazione si è sta- spopolato: contava 8 fuochi per un to-
bilizzata e nel 2001 era passata a 257 tale di 32 abitanti. Altri dati significa-
abitanti. tivi sono quelli relativi al Parlamento
Soddı̀. I primi dati risalgono al 1388; a del 1485, i primi disponibili dopo la
quella data il villaggio era quasi spopo- concitata fase delle guerre che caratte-
lato: contava 5 fuochi per un totale di rizzarono tutto il XIVe buona parte del
20 abitanti. Altri dati significativi sono secolo XV; a quella data la popolazione
quelli relativi al Parlamento del 1485, i del villaggio era aumentata in modo
primi disponibili dopo la concitata notevole, contava più di 125 fuochi per
fase delle guerre che caratterizzarono un totale di 520 abitanti. A distanza di
tutto il XIV e buona parte del secolo un secolo, a partire dal 1583, la popola-
XV; a quella data la popolazione del zione era più che raddoppiata: infatti
villaggio era ancora molto modesta, era passata a quasi 300 fuochi per un
contava poco più di 25 fuochi per un totale di 1180 abitanti. Il bilancio de-
totale di 104 abitanti. A distanza di un mografico del secolo XVII, a causa
secolo, a partire dal 1583, la popola- delle epidemie di peste e delle care-
zione era passata a quasi 50 fuochi per stie, non è positivo: infatti nel 1698,
un totale di 192 abitanti. Il bilancio de- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
mografico del secolo XVII, a causa lazione era calata a 1024 abitanti. Nel
delle epidemie di peste e delle care- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
stie, non è positivo: infatti nel 1698, popolazione era nuovamente aumen-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- tata e oramai contava 1142 abitanti.
lazione era calata a 127 abitanti. Nel Nel periodo successivo registrò un co-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la stante aumento e nel 1848, anno in cui
popolazione era nuovamente aumen- si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
tata e oramai contava 249 abitanti. Nel 1845 abitanti. La popolazione continuò
periodo successivo, però, la popola- a crescere nei decenni successivi e nel
zione ebbe un costante calo e nel 1848, 1861, anno della proclamazione del Re-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- gno d’Italia, raggiungeva le 1901 unità.
fetta’’, contava solo 232 abitanti. La po- Nella seconda metà del secolo XIX si
polazione continuò a rimanere stabile può rilevare invece una tendenza alla
e nel 1861, anno della proclamazione diminuzione; infatti nel 1901 la popola-
del Regno d’Italia, raggiungeva le 238 zione era ridotta a 1637 unità. Nel
unità. Nella seconda metà del secolo corso della prima metà del Novecento
XIX si può rilevare ancora una ten- fino al 1928 riprese a crescere, toc-
denza alla diminuzione: infatti nel cando i 1750 abitanti; nel 1928 e fino al
1901 la popolazione era ridotta a 230 1950 furono aggregati al comune Sia-
unità. Nel corso della prima metà del maggiore e Zerfaliu, e la popolazione
Novecento, tra il 1928 e il 1979 il co- passò a più di 3200 abitanti. Nel 1951,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 463


Popolazione della Sardegna

staccatisi Siamanna e Zerfaliu, era tor- negli ultimi decenni la popolazione è


nata a 2274 abitanti; negli ultimi de- diminuita a causa dell’emigrazione, e
cenni la popolazione continuò ad au- nel 2001 contava 513 abitanti.
mentare e nel 2001 contava 2531 abi- Suni. I primi dati risalgono al 1388; a
tanti. quella data il villaggio era quasi spopo-
Sorradile. I primi dati risalgono al lato: contava 9 fuochi per un totale di
1388; a quella data il villaggio contava 36 abitanti. Altri dati significativi sono
15 fuochi per un totale di 56 abitanti. quelli relativi al Parlamento del 1485, i
Altri dati significativi sono quelli rela- primi disponibili dopo la concitata
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- fase delle guerre che caratterizzarono
sponibili dopo la concitata fase delle tutto il XIV e buona parte del secolo
guerre che caratterizzarono tutto il XV; a quella data la popolazione del
XIV e buona parte del secolo XV; a villaggio era aumentata in modo signi-
quella data la popolazione del villaggio ficativo, contava più di 70 fuochi per un
era aumentata, contava quasi 60 fuochi totale di 286 abitanti. A distanza di un
per un totale di 236 abitanti. A distanza secolo, a partire dal 1583, la popola-
di un secolo, a partire dal 1583, la po- zione era più che raddoppiata: infatti
polazione era più che raddoppiata, in- era passata a più di 150 fuochi per un
fatti era passata a più di 150 fuochi per
totale di 640 abitanti. Il bilancio demo-
un totale di 664 abitanti. Il bilancio de-
grafico del secolo XVII, a causa delle
mografico del secolo XVII, a causa
epidemie di peste e delle carestie, non
delle epidemie di peste e delle care-
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
stie, non è positivo: infatti nel 1698,
periodo spagnolo, la popolazione era
alla fine del periodo spagnolo, la popo-
calata a 425 abitanti. Nel 1728, all’ini-
lazione era calata a 611 abitanti. Nel
zio del periodo sabaudo, la popola-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
zione era notevolmente cresciuta e toc-
popolazione era stabilizzata con i suoi
cava i 770 abitanti. Nel periodo succes-
609 abitanti. Nel periodo successivo la
sivo la popolazione ebbe un costante
popolazione registrò un costante au-
aumento e nel 1848, anno in cui si ebbe
mento e nel 1848, anno in cui si ebbe la
‘‘fusione perfetta’’, contava 824 abi- la ‘‘fusione perfetta’’, contava 925 abi-
tanti. Nei decenni successivi rimase tanti. La popolazione nei decenni suc-
stabile e nel 1861, anno della proclama- cessivi continuò a crescere e nel 1861,
zione del Regno d’Italia, raggiungeva anno della proclamazione del Regno
le 838 unità. Nella seconda metà del d’Italia, raggiungeva le 1005 unità.
secolo XIX si può rilevare invece una Nella seconda metà del secolo XIX la
tendenza alla crescita, infatti nel 1901 popolazione continuò a crescere, cosı̀
la popolazione era aumentata a 955 che nel 1901 era aumentata a 1622
unità. Nel corso della prima metà del unità. Nel corso dei primi decenni del
Novecento, fino al 1928, continuò a cre- Novecento fino al 1928 continuò a cre-
scere toccando i 1103 abitanti; dal 1928 scere toccando i 1750 abitanti, dal 1928
e fino al 1950 furono aggregati al co- e fino al 1946 al comune furono aggre-
mune Bidonı̀ e Nughedu Santa Vitto- gati Flussio, Sagama e Tinnura e la po-
ria, e la popolazione passò a più di polazione passò a più di 3500 abitanti.
2200 abitanti. Nel 1951, staccatisi Bi- Nel 1951, staccatisi Flussio, Sagama e
donı̀ e Nughedu Santa Vittoria, la po- Tinnura, la popolazione era tornata a
polazione era tornata a 1119 abitanti; 1824 abitanti; negli ultimi decenni è di-

458

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 464


Popolazione della Sardegna

minuta a causa dell’emigrazione e nel 20 fuochi per un totale di 80 abitanti.


2001 contava 1263 abitanti. Per il periodo successivo mancano
Tadasuni. I primi dati risalgono al dati attendibili fino al 1698 quando,
1388; a quella data il villaggio era quasi alla fine del dominio spagnolo, la popo-
spopolato contava 7 fuochi per un to- lazione del villaggio era di 899 abitanti.
tale di 28 abitanti. Altri dati significa- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
tivi sono quelli relativi al Parlamento baudo, la popolazione era notevol-
del 1485, i primi disponibili dopo la mente cresciuta e toccava i 1346 abi-
concitata fase delle guerre che caratte- tanti. Nel periodo successivo continuò
rizzarono tutto il XIVe buona parte del a crescere con grande intensità e nel
secolo XV; a quella data la popolazione 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
del villaggio era aumentata, contava perfetta’’, era più che raddoppiata e
più di 43 fuochi per un totale di 176 abi- contava 3100 abitanti; nei decenni suc-
tanti. A distanza di un secolo, a partire cessivi il ritmo di crescita continuò
dal 1583, la popolazione era raddop- vorticoso e nel 1861, anno della procla-
piata: infatti era passata a più di 80 fuo- mazione del Regno d’Italia, toccava i
chi per un totale di 320 abitanti. Il bi- 4308 abitanti. Nella seconda metà del
lancio demografico del secolo XVII, a secolo XIX la tendenza si invertı̀ e nel
causa delle epidemie di peste e delle 1901 la popolazione era scesa a 3839
carestie, non è positivo: infatti nel unità; in seguito riprese a crescere e
1698, alla fine del periodo spagnolo, la nel 1928 raggiunse i 5000 abitanti.
popolazione era calata a 232 abitanti. Nello stesso anno furono aggregati al
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- comune Marrubiu e San Nicolò d’Arci-
baudo, la popolazione era nuovamente dano, per cui la popolazione balzò a
cresciuta e toccava i 296 abitanti. Nel più di 9000 abitanti; quando però tra il
periodo successivo la popolazione ri- 1947 e il 1948 i due villaggi riacquista-
mase stabile e nel 1848, anno in cui si rono l’autonomia, la popolazione scese
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava a 8176 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
solo 315 abitanti. Nei decenni succes- tennio il villaggio ha continuato a cre-
sivi continuò a non aumentare: nel scere; la sua popolazione nel 2001 con-
1861, anno della proclamazione del Re- tava 10 590 abitanti.
gno d’Italia, contava ancora le 313 Tinnura. I primi dati risalgono al 1388;
unità. Nella seconda metà del secolo a quella data il villaggio era quasi spo-
XIX la popolazione ebbe una modesta polato contava 4 fuochi per un totale di
crescita, cosı̀ che nel 1901 era passata a 16 abitanti circa. Altri dati significativi
365 unità. Nel corso dei primi decenni sono quelli relativi al Parlamento del
del Novecento, tra il 1928 e il 1946 il 1485, i primi disponibili dopo la conci-
villaggio fu aggregato a Ghilarza; la po- tata fase delle guerre che caratterizza-
polazione prese a crescere toccando i rono tutto il XIV e buona parte del se-
416 abitanti. Negli ultimi decenni il vil- colo XV; a quella data la popolazione
laggio cominciò a spopolarsi a causa del villaggio era ancora di modestis-
dell’emigrazione; nel 2001 contava 208 sima entità, infatti contava non più di
abitanti. 8 fuochi per un totale di 32 abitanti. A
Terralba. I primi dati risalgono al 1485; distanza di un secolo, a partire dal
a quella data il villaggio era quasi spo- 1583, la popolazione era ancora molto
polato a causa delle frequenti incur- ridotta; infatti contava non più di 15
sioni dei corsari barbareschi, contava fuochi per un totale di 68 abitanti. Il

459

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 465


Popolazione della Sardegna

bilancio demografico del secolo XVII, cominciava a crescere e toccava i 417


a causa delle epidemie di peste e delle abitanti. Nel periodo successivo la po-
carestie, non è positivo: infatti nel polazione continuò a crescere intensa-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la mente e nel 1848, anno in cui si ebbe la
popolazione era ferma a 67 abitanti. ‘‘fusione perfetta’’, contava 807 abi-
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- tanti. Nei decenni successivi aumentò
baudo, la popolazione cominciava a ancora e nel 1861, anno della procla-
crescere e toccava i 106 abitanti. Nel mazione del Regno d’Italia, contava le
periodo successivo la popolazione con- 847 unità. Nella seconda metà del se-
tinuò lentamente a crescere e nel 1848, colo XIX la popolazione ebbe un leg-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- gero calo, cosı̀ che nel 1901 era scesa a
fetta’’, contava 160 abitanti. Nei de- 759 unità. Nel corso dei primi decenni
cenni successivi continuò a crescere e del Novecento, fu aggregato a Milis tra
nel 1861, anno della proclamazione del il 1928 e il 1950; la popolazione riprese
Regno d’Italia, contava 190 unità. a crescere toccando nel 1951 i 1010 abi-
Nella seconda metà del secolo XIX la tanti. Negli ultimi decenni la crescita
popolazione ebbe una discreta cre- del villaggio si fermata a causa dell’e-
scita; nel 1901 era passata a 286 unità. migrazione: nel 2001 la popolazione
Nel corso dei primi decenni del Nove- contava 1013 abitanti.
cento, fu aggregato a Suni tra il 1928 e il Tresnuraghes. I primi dati risalgono al
1946; la popolazione continuò a cre- 1388; a quella data il villaggio contava
scere, toccando nel 1951 i 354 abitanti. 10 fuochi per un totale di 40 abitanti.
Negli ultimi decenni il villaggio ha co- Altri dati significativi sono quelli rela-
minciato a spopolarsi a causa dell’emi- tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
grazione; nel 2001 contava 271 abitanti. sponibili dopo la concitata fase delle
Tramatza. I primi dati risalgono al guerre che caratterizzarono tutto il
1388; a quella data il villaggio contava XIV e buona parte del secolo XV; a
14 fuochi per un totale di 56 abitanti. quella data la popolazione del villaggio
Altri dati significativi sono quelli rela- era cresciuta in modo notevole, era in
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- effetti decuplicata e contava più di 110
sponibili dopo la concitata fase delle fuochi per un totale di 444 abitanti. A
guerre che caratterizzarono tutto il distanza di un secolo, a partire dal
XIV e buona parte del secolo XV; a 1583, la popolazione era ancora vorti-
quella data la popolazione del villaggio cosamente aumentata: ormai era più
era cresciuta; infatti contava più di 45 che raddoppiata, contava più di 250
fuochi per un totale di 188 abitanti. A fuochi per un totale di 1008 abitanti. Il
distanza di un secolo, a partire dal bilancio demografico del secolo XVII,
1583, la popolazione era ancora cre- a causa delle epidemie di peste e delle
sciuta, anzi più che raddoppiata: in- carestie, non è positivo: infatti nel
fatti contava più di 100 fuochi per un 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
totale di 468 abitanti. Il bilancio demo- popolazione era scesa a 794 abitanti.
grafico del secolo XVII, a causa delle Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
epidemie di peste e delle carestie, non baudo, la popolazione cominciava a
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del crescere e toccava i 979 abitanti. Nel
periodo spagnolo, la popolazione era periodo successivo continuò a cre-
scesa a 320 abitanti. Nel 1728, all’inizio scere intensamente e nel 1848, anno in
del periodo sabaudo, la popolazione cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-

460

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 466


Popolazione della Sardegna

tava 1563 abitanti. Nei decenni succes- dei primi decenni del Novecento, tra il
sivi sembrò stabilizzarsi e nel 1861, 1928 e il 1946 il villaggio fu aggregato a
anno della proclamazione del Regno Busachi; la popolazione continuò ad
d’Italia, era ferma a 1519 unità. Nella aumentare toccando nel 1951 i 1332
seconda metà del secolo XIX riprese a abitanti. Negli ultimi decenni la sua
crescere, cosı̀ che nel 1901 era passata crescita si è fermata a causa dell’emi-
a 2041 unità. Nel corso dei primi de- grazione; nel 2001 la popolazione con-
cenni del Novecento la popolazione tava 658 abitanti.
aumentò ancora, toccando nel 1951 i Uras. I primi dati disponibili risalgono
2138 abitanti. Negli ultimi decenni la al 1485; a quella data la popolazione
crescita del villaggio si è fermato a del villaggio contava più di 60 fuochi
causa dell’emigrazione: nel 2001 la po- per un totale di 264 abitanti. I dati co-
polazione contava 1359 abitanti. munque sono frammentari, a causa
Ula Tirso. I primi dati risalgono al 1388; delle ricorrenti incursioni di corsari
a quella data il villaggio contava 11 fuo- barbareschi che tormentavano il terri-
chi per un totale di 44 abitanti circa. torio; cominciano a farsi più continui a
Altri dati significativi sono quelli rela- partire dal 1698 quando, alla fine del
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- periodo spagnolo, la popolazione era
sponibili dopo la concitata fase delle di 780 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
guerre che caratterizzarono tutto il periodo sabaudo, la popolazione era
XIV e buona parte del secolo XV; a quasi raddoppiata e contava 1523 abi-
quella data la popolazione del villaggio tanti. Nel periodo successivo continuò
era cresciuta e contava più di 30 fuo- a crescere con continuità per cui nel
chi, per un totale di 144 abitanti. A di- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
stanza di un secolo, a partire dal 1583, perfetta’’, contava 1999 abitanti; nel
la popolazione era ancora aumentata, 1861, anno della proclamazione del Re-
anzi più che raddoppiata, contava gno d’Italia, con 2241 abitanti la popo-
quasi 100 fuochi per un totale di 400 lazione sembrava dover crescere ulte-
abitanti. Il bilancio demografico del riormente. La crescita sembrò invece
secolo XVII, nonostante le epidemie rallentare nella seconda metà del se-
di peste e le carestie, è positivo: infatti colo XIX e nel 1901 la popolazione era
nel 1698, alla fine del periodo spa- scesa a 1903 unità. In seguito, nella
gnolo, la popolazione era passata a 692 prima metà del Novecento, riprese a
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- crescere e nel 1951 toccava i 3280 abi-
riodo sabaudo, la popolazione denun- tanti. Nell’ultimo cinquantennio lo svi-
ciava una lieve diminuzione e toccava i luppo demografico, a causa dell’emi-
644 abitanti. Nel periodo successivo grazione, si è fermato; la popolazione
prese a crescere con grande lentezza e nel 2001 contava 3233 abitanti.
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Usellus. I primi dati risalgono al 1388; a
perfetta’’, contava 708 abitanti. Nei de- quella data il villaggio era quasi spopo-
cenni successivi la tendenza alla cre- lato contava 4 fuochi per un totale di 16
scita fu confermata e nel 1861, anno abitanti circa. Altri dati significativi
della proclamazione del Regno d’Ita- sono quelli relativi al Parlamento del
lia, era passata a 752 unità. Nella se- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
conda metà del secolo XIX la popola- tata fase delle guerre che caratterizza-
zione confermò la tendenza, cosı̀ nel rono tutto il XIV e buona parte del se-
1901 era passata a 888 unità. Nel corso colo XV; a quella data la popolazione

461

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 467


Popolazione della Sardegna

del villaggio era ancora modestissima ulteriormente cresciuta. La crescita


e contava non più di 11 fuochi per un sembrò continuare nella seconda
totale di 44 abitanti. A distanza di un metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
secolo, a partire dal 1583, la popola- lazione era salita a 653 unità. Nella
zione era cresciuta; ormai più che tri- prima metà del Novecento, sebbene
plicata, contava quasi 40 fuochi per un tra il 1928 e il 1950 il villaggio fosse
totale di 160 abitanti. Il bilancio demo- stato aggregato a Mogorella Ruinas,
grafico del secolo XVII, nonostante le continuò a crescere e nel 1951 toccava
epidemie di peste e le carestie, è posi- i 714 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- nio il villaggio ha subı̀to il fenomeno
riodo spagnolo, la popolazione era pas- dello spopolamento; la sua popola-
sata a 180 abitanti. Nel 1728, all’inizio zione nel 2001 contava 465 abitanti.
del periodo sabaudo, la popolazione Villanova Truschedu. I primi dati risal-
era ormai salita a 515 abitanti. Nel pe- gono al 1388; a quella data il villaggio
riodo successivo continuò ad avere era quasi spopolato, contava circa 6
una certa crescita, sebbene con grande fuochi per un totale di 24 abitanti circa.
lentezza, e nel 1848, anno in cui si ebbe Altri dati significativi sono quelli rela-
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 591 abi- tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
tanti. Nei decenni successivi la ten- sponibili dopo la concitata fase delle
denza alla crescita fu confermata e nel guerre che caratterizzarono tutto il
1861, anno della proclamazione del Re- XIV e buona parte del secolo XV; a
gno d’Italia, la popolazione era passata quella data la popolazione del villaggio
a 725 unità. Nella seconda metà del se- era ancora modestissima, contava non
colo XIX la popolazione sembrò stabi- più di 25 fuochi per un totale di 112 abi-
lizzarsi, cosı̀ nel 1901 era passata a 761 tanti. A distanza di un secolo, a partire
unità. Nel corso dei primi decenni del dal 1583, la popolazione era cresciuta;
Novecento la tendenza pare confer- ormai quasi triplicata, contava quasi
mata, tra il 1928 e il 1946 al villaggio 80 fuochi per un totale di 316 abitanti.
furono aggregati Banari Usellus, Esco- Il bilancio demografico del secolo
vedu e Ollastra Usellus, sicché la popo- XVII, a causa delle epidemie di peste
lazione salı̀ a 2200 unità e nel 1951 e delle carestie, non è positivo: infatti
toccò i 1354 abitanti. Negli ultimi de- nel 1698, alla fine del periodo spa-
cenni la sua crescita si è fermata a gnolo, la popolazione era scesa a 251
causa dell’emigrazione; nel 2001 la po- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
polazione contava 949 abitanti. riodo sabaudo, era cresciuta notevol-
Villa Sant’Antonio (Sant’Antonio Rui- mente e toccava i 587 abitanti. Nel pe-
nas). I primi dati disponibili risalgono riodo successivo la popolazione si
al 1728: il villaggio era stato infatti fon- mantenne sostanzialmente ferma e
dato nel 1702; a quella data, all’inizio nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
del periodo sabaudo, la popolazione perfetta’’, contava ancora 565 abitanti.
contava 381 abitanti. Nel periodo suc- Nei decenni successivi la tendenza
cessivo la popolazione continuò mode- alla diminuzione si accentuò e nel
ratamente a crescere e nel 1848, anno 1861, anno della proclamazione del Re-
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, gno d’Italia, era passata a 373 unità.
contava 489 abitanti; nel 1861, anno Nella seconda metà del secolo XIX la
della proclamazione del Regno d’Ita- popolazione cominciò lentamente a
lia, con 547 abitanti la popolazione era crescere e nel 1901 era passata a 406

462

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 468


Popolazione della Sardegna

unità. Nel corso dei primi decenni del Sciamanna e Siapiccia, la popolazione
Novecento la tendenza pare confer- salı̀ a 2500 unità. Dopo il distacco dei
mata; tra il 1928 e il 1946 il villaggio fu due villaggi la popolazione nel 1951 si
aggregato a Fordongianus e in seguito stabilizzò a 2017 abitanti. Negli ultimi
la popolazione salı̀ a 446 unità. Negli decenni la sua crescita si è fermata a
ultimi decenni la sua crescita si è fer- causa dell’emigrazione; nel 2001 la po-
mato a causa dell’emigrazione; nel polazione contava 1856 abitanti.
2001 la popolazione contava 336 abi- Zeddiani. I primi dati disponibili sulla
tanti. popolazione risalgono al 1388; a quella
Villaurbana. I primi dati risalgono al data il villaggio contava circa 8 fuochi
1388; a quella data il villaggio era quasi per un totale di 32 abitanti circa. Nel
spopolato e contava 7 fuochi per un to- 1485 la popolazione del villaggio era
tale di 28 abitanti. Altri dati significa- aumentata, contava quasi 18 fuochi
tivi sono quelli relativi al Parlamento per un totale di 72 abitanti circa. A di-
del 1485, i primi disponibili dopo la stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
concitata fase delle guerre che caratte- zione era cresciuta, passando a 35 fuo-
rizzarono tutto il XIVe buona parte del chi per un totale di 152 abitanti circa. Il
secolo XV; a quella data la popolazione bilancio demografico del Seicento, no-
del villaggio era ancora modestissima nostante la peste e le carestie, fu posi-
e contava non più di 22 fuochi per un tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
totale di 88 abitanti. A distanza di un riodo spagnolo, la popolazione era di
secolo, a partire dal 1583, la popola- 194 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
zione era cresciuta; ormai più più che riodo sabaudo, la popolazione era sa-
raddoppiata, contava quasi 50 fuochi lita notevolmente arrivando a toccare
per un totale di 196 abitanti. Il bilancio i 398 abitanti. Nel periodo successivo
demografico del secolo XVII, nono- la popolazione sembrò continuare a
stante le epidemie di peste e le care- crescere; nel 1848, anno in cui si ebbe
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla la ‘‘fusione perfetta’’, contava 616 abi-
fine del dominio spagnolo, la popola- tanti; nel 1861, anno della proclama-
zione era più che triplicata e toccava i zione del Regno d’Italia, con 645 abi-
687 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- tanti la popolazione continuava ad au-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- mentare. La tendenza continuò anche
sciuta ulteriormente e toccava i 773 nel Novecento, e oggi, sebbene toccata
abitanti. Nel periodo successivo conti- dall’emigrazione, ha quasi 1200 abi-
nuò gradualmente a crescere e nel tanti (1185 al 2001).
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Zerfaliu. I primi dati disponibili sulla
perfetta’’, contava 1111 abitanti. Nei popolazione risalgono al 1388; a quella
decenni successivi la tendenza alla data il villaggio contava circa 15 fuochi
crescita si confermò e nel 1861, anno per un totale di 60 abitanti circa. Nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 1485 la popolazione del villaggio era
lia, era passata a 1148 unità. Nella se- aumentata, contava quasi 30 fuochi
conda metà del secolo XIX la popola- per un totale di 108 abitanti circa. A
zione cominciò lentamente a dimi- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
nuire e nel 1901 contava 999 unità. Nel lazione era ancora cresciuta, era pas-
corso dei primi decenni del Novecento sata a 63 fuochi per un totale di 246 abi-
la tendenza pare confermata; quando tanti circa. Il bilancio demografico del
tra il 1928 e il 1946 le furono aggregati Seicento, però, a causa della peste e

463

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 469


Popolazione della Sardegna

delle carestie, è negativo: infatti nel da pastori censiti con la popolazione di


1698, alla fine del periodo spagnolo, la Fluminimaggiore. I primi dati disponi-
popolazione era di 184 abitanti. Nel bili sulla popolazione risalgono perciò
1728, all’inizio del periodo sabaudo, al 1961; a quella data il villaggio con-
era salita a 286 abitanti. Nel periodo tava 1767 abitanti. In tempi più recenti
successivo la popolazione sembrò sta- il villaggio ha subı̀to il fenomeno dello
bilizzarsi; nel 1848, anno in cui si ebbe spopolamento a causa della crisi delle
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 301 abi- miniere; nel 2001 contava 1222 abi-
tanti; nel 1861, anno della proclama- tanti.
zione del Regno d’Italia, con 417 abi- Calasetta. Fondato nel 1770 con coloni
tanti la popolazione riprese decisa- in gran parte provenienti da Tabarca, i
mente a crescere. La crescita sembrò primi dati disponibili sulla popola-
non doversi interrompere nella se- zione risalgono al 1776; a quella data il
conda metà del secolo XIX, e nel 1901 villaggio contava 317 abitanti. Nel pe-
la popolazione era giunta a 567 unità; riodo successivo la popolazione sem-
in seguito continuò a crescere e nel brò stabilizzari, nel 1821 contava 290
1951 toccava i 1121 abitanti. Nell’ul- abitanti. In seguito prese a crescere
timo cinquantennio il villaggio pur gradualmente e nel 1848, l’anno della
non subendo il fenomeno dello spopo- ‘‘fusione perfetta’’, contava 498 abi-
lamento, non è cresciuto e nel 2001 con- tanti. Nei decenni successivi crebbe
tava 1184 abitanti. ulteriormente e nel 1861, anno della
proclamazione del Regno d’Italia, con-
tava 506 abitanti. La crescita continuò
con un ritmo più veloce nella seconda
metà del secolo XIX; nel 1901 la popo-
lazione era giunta a 1457 unità. Nei
primi decenni del Novecento prese a
crescere con ritmo addirittura vorti-
coso; nel 1951 toccava 2700 abitanti.
Nell’ultimo cinquantennio la popola-
zione è sembrata stabilizzarsi; nel
2001 contava 2788 abitanti.
Carbonia. Città fondata nel 1938 in con-
comitanza con lo sfruttamento delle
miniere di carbone. I primi dati dispo-
nibili sulla popolazione risalgono per-
ciò al 1951; a quella data contava 45 125
abitanti. Subito dopo con la crisi mine-
Popolazione della Sardegna – I movimenti
raria la popolazione ha cominciato ra-
della popolazione sono stati a lungo
condizionati dalla difficoltà degli pidamente a calare; nel 2001 contava
spostamenti. 31 729 abitanti.
Carloforte. Città fondata nel 1738, per-
PROVINCIA DI CARBONIA-IGLESIAS ciò i primi dati disponibili sulla popo-
Buggerru. Fu costituito in comune au- lazione risalgono al 1771; a quella data
tonomo nel 1960; precedentemente il l’abitato contava 1185 abitanti. Nel pe-
territorio era popolato da gruppi di riodo successivo la popolazione conti-
operai che lavoravano nelle miniere e nuò a crescere; nel 1821 contava 2353

464

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 470


Popolazione della Sardegna

abitanti. In seguito continuò ad au- 2195 abitanti. Nella seconda metà del
mentare e nel 1848, anno in cui si ebbe secolo XIX la popolazione continuò a
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 3394 abi- crescere; nel 1901 contava 3153 unità.
tanti. Nei decenni successivi confermò Nel corso dei primi decenni del Nove-
la tendenza e nel 1861, anno della pro- cento ebbe un altro aumento; nel 1951
clamazione del Regno d’Italia, aveva contava 4839 abitanti. Nel periodo suc-
3612 abitanti. La crescita continuò cessivo la popolazione ha avuto un ul-
nella seconda metà del secolo XIX; teriore aumento; nel 2001 registrava
nel 1901 la popolazione era pressoché 6693 abitanti.
raddoppiata, giungendo a 7718 unità. Fluminimaggiore. Fondato nel 1704 su
Nei primi decenni del Novecento co- un territorio precedentemente abitato
minciò invece a diminuire; nel 1951 da gruppi di pastori che non venivano
toccava 7322 abitanti. Nell’ultimo cin- censiti. I primi dati disponibili sulla
quantennio la popolazione ha conti- popolazione risalgono perciò al 1728,
nuato a calare a causa dell’emigra- all’inizio del periodo sabaudo, quando
zione; nel 2001 contava 6546 abitanti. la popolazione contava 462 abitanti.
Domusnovas. I primi dati disponibili Nel periodo successivo continuò a cre-
sulla popolazione sono relativi al 1320; scere; nel 1821 era di fatto triplicata e
a quella data il villaggio era un fiorente contava 1520 abitanti. In seguito
centro minerario che contava 536 fuo- crebbe ancora; nel 1848, anno in cui si
chi, con una popolazione complessiva ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
di 1956 abitanti. Nel corso del secolo, a 1973 abitanti. Nei decenni successivi
causa delle guerre, si spopolò quasi confermò la tendenza e nel 1861, anno
completamente; altri dati significativi della proclamazione del Regno d’Ita-
sono riferiti al Parlamento del 1485, i lia, contava 2263 abitanti. La crescita
primi disponibili dopo la concitata continuò nella seconda metà del secolo
fase delle guerre; a quella data la po- XIX, grazie allo sviluppo delle attività
polazione del villaggio era quasi scom- minerarie; nel 1901 la popolazione era
parsa, sopravvivevano 10 fuochi per un pressoché quintuplicata, giungendo a
totale di 40 abitanti. A distanza di un 10 053 unità. Nei primi decenni del No-
secolo, nel 1583, la popolazione aveva vecento, con la diminuzione delle atti-
cominciato a crescere, e contava 32 vità minerarie, la popolazione prese a
fuochi per un totale di 138 abitanti. Il diminuire; nel 1951 toccava i 5835 abi-
bilancio demografico del secolo XVII, tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
nonostante le epidemie di peste e le polazione continuò a calare; nel 1960
carestie, è positivo: infatti nel 1698, fu staccato Bugerru, per cui nel 1961 la
alla fine del periodo spagnolo, la comu- popolazione era scesa a 4067 abitanti.
nità aveva già 396 abitanti. Nel 1728, In seguito, a causa dell’emigrazione, il
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- numero degli abitanti ha continuato a
lazione era lievemente diminuita e diminuire; nel 2001 ne contava 3188.
contava 333 abitanti. Nel periodo suc- Giba. Il territorio prese a essere popo-
cessivo riprese a crescere con regola- lato dal Seicento da gruppi di pastori e
rità e nel 1848, l’anno della ‘‘fusione agricoltori che col tempo si stabilirono
perfetta’’, contava 1560 abitanti. Nei in furriadroxius; da questi si sviluppa-
decenni successivi ebbe un ulteriore rono alcuni boddeus la cui popolazione
aumento e nel 1861, anno della procla- venne censita fino al 1838 con Iglesias.
mazione del Regno d’Italia, contava I primi dati disponibili sulla popola-

465

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 471


Popolazione della Sardegna

zione risalgono perciò al 1844, quando mentare, anche se tra il 1940 e il 1945 fu
la popolazione contava 1842 abitanti. aggregato ai comuni di Iglesias e di
In seguito continuò a crescere e nel Carbonia; nel 1951 toccava 5571 abi-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
perfetta’’, contava 2429 abitanti. Nei polazione cominciò a calare a causa
decenni successivi confermò la ten- dell’emigrazione; nel 2001 contava
denza e nel 1861, anno della proclama- 5276 abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 2581 Iglesias. I primi dati disponibili sulla
abitanti. La crescita continuò nella se- popolazione sono relativi al 1320; a
conda metà del secolo XIX; nel 1901 la quella data la città (Villa di Chiesa)
popolazione era giunta a 3013 unità. era un fiorente centro minerario che
Nei primi decenni del Novecento con- contava 1750 fuochi e 7000 abitanti. Al-
tinuò a salire; nel 1951 toccava 6125 tri dati significativi sono quelli riferiti
abitanti compresi quelli delle frazioni al Parlamento del 1485, i primi dispo-
di Sant’Anna Arresi, Masainas e Pisci- nibili dopo la concitata fase delle
nas. Durante l’ultimo cinquantennio, guerre che avevano spopolato quasi
nel 1964 fu staccata Sant’Anna Arresi e completamente la città; a quella data
la popolazione cominciò a calare, nel la popolazione contava circa 400 fuo-
1974 fu staccato Masainas e nel 1988 Pi- chi per un totale di 1508 abitanti. A di-
scinas; nel 2001 contava 2227 abitanti. stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
Gonnesa. I primi dati risalgono al 1320; zione era cresciuta, contava più di 1000
a quella data contava 75 fuochi per un fuochi per un totale di 4176 abitanti. Il
totale di 308 abitanti. In seguito, a bilancio demografico del secolo XVII,
causa delle guerre, entro il secolo XIV nonostante le epidemie di peste e le
si spopolò e cosı̀ il territorio rimase de- carestie, è positivo: infatti nel 1698,
serto fino alla fine del Seicento; negli alla fine del dominio spagnolo, la popo-
anni successivi fu abitato da gruppi di lazione era cresciuta e contava 5417
pastori che non venivano censiti. Il vil- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
laggio fu ricostituito nel 1774: i primi riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
dati disponibili sulla popolazione ri- riormente aumentata e contava 6065
salgono perciò al 1778 quando la popo- abitanti. Nel periodo successivo la po-
lazione contava 295 abitanti. Nel pe- polazione riprese a crescere con rego-
riodo successivo la popolazione conti- larità, compresa quella dei centri in
nuò a crescere; nel 1821 era quasi rad- via di sviluppo che sorgevano nei terri-
doppiata, giungendo a 565 abitanti. In tori del Sulcis da lei dipendenti. Cosı̀
seguito crebbe ancora; nel 1848 anno in nel 1824 contava 9401 abitanti con
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- quelli di San Giovanni Suergiu, San-
tava 777 abitanti. Nei decenni succes- tadi, Serbariu, Tratalias e Giba. Nel
sivi confermò la tendenza e nel 1861, 1838 era di 12 428 abitanti, compresi
anno della proclamazione del Regno quelli dei villaggi precedentemente ri-
d’Italia, contava 1015 abitanti. La cre- cordati, ai quali si era aggiunta Nar-
scita continuò nella seconda metà del cao. Negli anni successivi questi centri
secolo XIX in virtù dello sviluppo delle furono staccati da Iglesias e nel 1848,
attività minerarie; nel 1901 la popola- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
zione era più che triplicata, giungendo fetta’’, la popolazione della città con-
a 3752 unità. Nei primi decenni del No- tava 4968 abitanti. Nei decenni succes-
vecento la popolazione continuò ad au- sivi ebbe un nuovo aumento a causa

466

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 472


Popolazione della Sardegna

dello sviluppo delle attività minerarie proclamazione del Regno d’Italia, con-
e nel 1861, anno della proclamazione tava 620 abitanti. Nella seconda metà
del Regno d’Italia, contava 6224 abi- del secolo XIX la popolazione rimase
tanti. Nella seconda metà del secolo stabile; nel 1901 contava 647 unità. Nel
XIX la popolazione continuò a cre- corso dei primi decenni del Novecento
scere in parallelo con lo sviluppo delle la popolazione ebbe un altro aumento;
attività minerarie; in pratica quasi si nel 1951 contava 1188 abitanti. Nel pe-
quadruplicò: nel 1901 contava 21 011 riodo successivo la popolazione è cre-
unità. Nel corso dei primi decenni del sciuta ancora; nel 2001 contava 1522
Novecento la popolazione ebbe un al- abitanti.
tro aumento; nel 1951 contava 26 146 Narcao. Il territorio prese a essere po-
abitanti. Nel periodo successivo, nono- polato dal Seicento da gruppi di pa-
stante la crisi mineraria, la popola- stori e agricoltori che col tempo si sta-
zione ebbe un ulteriore aumento e nel bilirono in furriadroxius; da questi si
1991 superò i 30 000 abitanti. In seguito svilupparono alcuni boddeus, la cui po-
ha cominciato a calare; nel 2001 con- polazione venne censita fino al 1838
tava 29 178 abitanti. con quella di Iglesias. I primi dati di-
Masainas. Fu costituito in comune au- sponibili sulla popolazione risalgono
tonomo nel 1974; precedentemente il perciò al 1844, quando contava 1525
territorio era popolato da gruppi di pa- abitanti. In seguito continuò a crescere
stori che vi si erano stanziati dando e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
vita a dei furriadroxius e che erano cen- sione perfetta’’, contava 1891 abitanti.
siti con la popolazione di Iglesias. I Nei decenni successivi confermò la
primi dati disponibili risalgono perciò tendenza e nel 1861, anno della procla-
al 1981; a quella data il villaggio con- mazione del Regno d’Italia, contava
tava 1583 abitanti. Nell’ultimo periodo 2369 abitanti. La crescita continuò
la popolazione si è mantenuta stabile; nella seconda metà del secolo XIX;
nel 2001 contava 1216 abitanti. nel 1901 la popolazione era giunta a
Musei. I primi dati disponibili sulla po- 3057 unità. Nei primi decenni del No-
polazione sono relativi al 1320; a quella vecento ebbe un leggero calo; nel 1951
data il villaggio era un fiorente centro toccava i 2795 abitanti. Nell’ultimo cin-
metallurgico e contava quasi 40 fuochi quantennio riprese a crescere, seb-
e una popolazione complessiva di 156 bene tra il 1958 e il 1964 fossero state
abitanti. Nel corso del secolo, a causa staccate Perdaxius e Acqua Cadda; nel
delle guerre, si spopolò completa- 2001 contava 3482 abitanti.
mente; riprese a popolarsi solo nel Sei- Nuxis. I primi dati disponibili sulla po-
cento, per cui altri dati significativi polazione sono relativi al 1320; a quella
sono quelli riferiti al 1698, alla fine del data il villaggio contava 40 fuochi e una
periodo spagnolo, quando la popola- popolazione complessiva di 160 abi-
zione contava 307 abitanti. Nel 1728, al- tanti. Nel corso del secolo, a causa
l’inizio del periodo sabaudo, era lieve- delle guerre, si spopolò completa-
mente cresciuta e contava 373 abitanti. mente; riprese a popolarsi solo nel Sei-
Nel periodo successivo continuò a cre- cento con gruppi di pastori che si stan-
scere con regolarità e nel 1848, anno in ziarono in furriadroxius dai quali si svi-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- lupparono alcuni boddeus. La loro po-
tava 621 abitanti. Nei decenni succes- polazione fu censita con quella di Igle-
sivi si stabilizzò e nel 1861, anno della sias. Fu costituito in comune autonomo

467

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 473


Popolazione della Sardegna

nel 1958, per cui i primi dati sulla po- continuativamente, dagli addetti alla
polazione risalgono solo al 1961, vicina tonnara. I primi dati disponibili
quando contava 1797 abitanti. Nel pe- sulla popolazione risalgono al 1771,
riodo successivo la popolazione si è quando contava 170 abitanti; altri dati
mantenuta stabile; nel 2001 contava interessanti risalgono al 1844, quando
1738 abitanti. il villaggio ne contava 303. In seguito
Perdaxius. I primi dati disponibili sulla continuò a crescere e nel 1848, anno in
popolazione sono relativi al 1320; a cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, aveva
quella data il villaggio contava 13 fuo- 438 abitanti. Nei decenni successivi
chi e una popolazione complessiva di confermò la tendenza e nel 1861, anno
52 abitanti. Nel corso del secolo, a della proclamazione del Regno d’Ita-
causa delle guerre, si spopolò comple- lia, contava 551 abitanti. La crescita
tamente; riprese a popolarsi solo nel continuò nella seconda metà del secolo
Seicento con gruppi di pastori che si XIX; nel 1901 la popolazione era giunta
stanziarono in furriadroxius, dai quali a 1157 unità. Nei primi decenni del No-
si svilupparono alcuni boddeus. La loro vecento ebbe un rapido e vigoroso svi-
popolazione fu censita con quella di luppo; nel 1951 era raddoppiata e toc-
Iglesias. Fu costituito in comune auto- cava i 2535 abitanti. Nell’ultimo cin-
nomo nel 1958, per cui i primi dati sulla quantennio continuò a crescere grazie
popolazione risalgono solo al 1961, allo sviluppo delle attività industriali,
quando contava 1677 abitanti. Nel pe- nel 2001 contava 5505 abitanti.
riodo successivo la popolazione ha co- San Giovanni Suergiu (Palmas Suer-
nosciuto un piccolo calo; nel 2001 con- giu). I primi dati disponibili sulla popo-
tava 1513 abitanti. lazione sono relativi al 1320; a quella
Piscinas. I primi dati disponibili sulla data il villaggio contava 180 fuochi e
popolazione sono relativi al 1320; a una popolazione complessiva di 752
quella data il villaggio contava 31 fuo- abitanti. Nel corso del secolo, a causa
chi e una popolazione complessiva di delle guerre, si spopolò completa-
124 abitanti. Nel corso del secolo, a mente; riprese a popolarsi solo nel Sei-
causa delle guerre, si spopolò comple- cento con gruppi di pastori che si stan-
tamente; riprese a popolarsi solo nel ziarono in furriadroxius dai quali si svi-
Seicento con gruppi di pastori che si lupparono alcuni boddeus. La loro po-
stanziarono in furriadroxius dai quali polazione fu censita con quella di Igle-
si svilupparono alcuni boddeus. La sias. Nella seconda metà del secolo
loro popolazione fu censita con quella XVIII cominciò a essere popolato sta-
di Iglesias fino al 1838 e in seguito con bilmente, ma i primi dati disponibili
quella di Giba. Fu costituito in comune risalgono al 1844, quando contava 1382
autonomo nel 1988, per cui i primi dati abitanti. Nel 1848, anno in cui si ebbe la
sulla popolazione risalgono solo al ‘‘fusione perfetta’’, contava 777 abi-
1991, quando contava 992 abitanti. Nel tanti. Nei decenni successivi riprese a
periodo successivo la popolazione ha crescere e nel 1861, anno della procla-
avuto un leggero calo; nel 2001 contava mazione del Regno d’Italia, contava
912 abitanti. 1258 abitanti. La crescita continuò
Portoscuso. Prese a essere popolato nella seconda metà del secolo XIX;
stabilmente soltanto a partire dalla se- nel 1901 la popolazione era giunta a
conda metà del secolo XVIII; prece- 1552 unità. Nei primi decenni del No-
dentemente era stato abitato, ma non vecento la popolazione ebbe un rapido

468

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 474


Popolazione della Sardegna

e vigoroso sviluppo; nel 1951 toccava i Sant’Antioco. Prese a essere popolato


4308 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- stabilmente soltanto a partire dalla se-
nio ha continuato a crescere; nel 2001 conda metà del secolo XVIII; prece-
contava 6279 abitanti. dentemente era stato abitato non con-
Santadi. I primi dati disponibili sulla tinuativamente da gruppi di pastori
popolazione sono relativi al 1320; a che si erano stanziati costruendo nu-
quella data il villaggio contava 128 fuo- merosi furriadroxius. I primi dati di-
chi e una popolazione complessiva di sponibili sulla popolazione risalgono
512 abitanti. Nel corso del secolo, a pertanto al 1771, quando contava 763
causa delle guerre, si spopolò comple- abitanti; nel 1821 la popolazione rag-
tamente; riprese a popolarsi solo nel giunse i 1000 abitanti. In seguito conti-
Seicento con gruppi di pastori che si nuò a crescere, e nel 1848, anno in cui si
stanziarono in furriadroxius dai quali ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
si svilupparono alcuni boddeus. La 2866 abitanti. Nei decenni successivi
loro popolazione fu censita con quella confermò la tendenza e nel 1861, anno
di Iglesias. I primi dati disponibili della proclamazione del Regno d’Ita-
sulla popolazione risalgono al 1844, lia, contava 2817 abitanti. La crescita
quando il villaggio contava 2933 abi- continuò nella seconda metà del secolo
tanti. Nel 1848, anno in cui si ebbe la XIX; nel 1901 la popolazione era arri-
‘‘fusione perfetta’’, contava 1853 abi- vata a 3960 unità. Nei primi decenni
tanti. Nei decenni successivi la popola- del Novecento la popolazione ebbe un
zione aumentò ancora e nel 1861, anno rapido e vigoroso sviluppo; nel 1951
della proclamazione del Regno d’Ita- era più che raddoppiata e toccava i
lia, contava 3168 abitanti. La crescita 9816 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
continuò nella seconda metà del secolo nio ha continuato a crescere grazie allo
XIX; nel 1901 la popolazione era giunta sviluppo delle attività industriali; nel
a 4234 unità. Nei primi decenni del No- 2001 contava 11 827 abitanti.
vecento la popolazione ebbe un ulte- Tratalias. I primi dati disponibili sulla
riore sviluppo; nel 1951 toccava i 5194 popolazione sono relativi al 1320; a
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio ha quella data il villaggio contava 11 fuo-
continuato a diminuire a causa dell’e- chi e una popolazione complessiva di
migrazione; nel 2001 contava 3855 abi- 45 abitanti. Nel corso del secolo, a
tanti. causa delle guerre, si spopolò comple-
Sant’Anna Arresi. Fu costituito come tamente; riprese a popolarsi solo nel
comune autonomo nel 1964; preceden- Seicento con gruppi di pastori che si
temente il territorio era popolato da stanziarono in furriadroxius dai quali
gruppi di pastori che vi si erano stan- si svilupparono alcuni boddeus. La
ziati dando vita a dei furriadroxius dai loro popolazione fu censita con quella
quali nel corso dell’Ottocento si era di Iglesias. I primi dati disponibili
sviluppato un boddeu (=) la cui popola- sulla popolazione risalgono al 1844,
zione era censita con quella di Iglesias quando il villaggio contava 813 abi-
e di Giba. I primi dati disponibili sulla tanti. Nel 1848, anno in cui si ebbe la
popolazione risalgono perciò al 1971; a ‘‘fusione perfetta’’, contava 890 abi-
quella data il villaggio contava 2013 tanti. Nei decenni successivi la popola-
abitanti. Nell’ultimo periodo la popo- zione prese a crescere e nel 1861, anno
lazione ha continuato a crescere; nel della proclamazione del Regno d’Ita-
2001 contava 2600 abitanti. lia, contava 941 abitanti. Nella seconda

469

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 475


Popolazione della Sardegna

metà del secolo XIX la popolazione si il territorio era popolato da gruppi di


mantenne stabile; nel 1901 contava 912 pastori che si erano stanziati dando
unità. Nei primi decenni del Nove- vita a dei furriadroxius dai quali nel
cento, invece, ebbe un ulteriore svi- corso dell’Ottocento si era sviluppato
luppo; nel 1951 toccava i 1520 abitanti. un boddeu (=), la cui popolazione era
Nell’ultimo cinquantennio è diminuita censita nella popolazione di Iglesias. I
a causa dell’emigrazione; nel 2001 con- primi dati disponibili risalgono perciò
tava 1139 abitanti. soltanto al 1981; a quella data il villag-
Villamassargia. I primi dati disponibili gio contava 1063 abitanti. Nell’ultimo
sulla popolazione sono relativi al 1320; periodo la popolazione ha continuato
a quella data il villaggio contava 130 a crescere, nel 2001 contava 1141 abi-
fuochi e una popolazione complessiva tanti.
di 520 abitanti. Nel corso del secolo, a PROVINCIA DEL MEDIO-CAMPIDANO
causa delle guerre, si spopolò quasi Arbus. I primi dati significativi sono
completamente; altri dati significativi quelli relativi al Parlamento del 1485:
sono quelli riferiti al Parlamento del a quella data la popolazione del villag-
1485, i primi disponibili dopo la conci- gio contava più di 40 fuochi per un to-
tata fase delle guerre; a quella data la tale di 165 abitanti. A distanza di un se-
popolazione contava circa 80 fuochi colo, nel 1583, la popolazione era cre-
per un totale di 328 abitanti. A distanza sciuta, di fatto più che raddoppiata, e
di un secolo, nel 1583, era cresciuta, contava 112 fuochi per un totale di 448
contava più di 250 fuochi per un totale abitanti. Il bilancio demografico del
di 1028 abitanti. Il bilancio demogra- secolo XVII, nonostante le epidemie
fico del secolo XVII, nonostante le epi- di peste e le carestie, è positivo: infatti
demie di peste e le carestie, è positivo: nel 1698, alla fine del dominio spa-
infatti nel 1698, alla fine del dominio gnolo, la popolazione era cresciuta no-
spagnolo, la popolazione contava 1758 tevolmente e contava 1282 abitanti.
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
riodo sabaudo, la popolazione era sta- baudo, la popolazione era ancora cre-
bilizzata, contava 1714 abitanti. Nel pe- sciuta e contava 2126 abitanti. Nel pe-
riodo successivo continuò a mante- riodo successivo prese a crescere con
nersi stabile e nel 1848, anno in cui si continuità e nel 1848, anno in cui si
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
1789 abitanti. Nei decenni successivi 2952 abitanti. Nei decenni successivi
ebbe un nuovo aumento e nel 1861, la popolazione registrò un’ulteriore
anno della proclamazione del Regno crescita e nel 1861, anno della procla-
d’Italia, contava 1835 abitanti. Nella mazione del Regno d’Italia, era di 3703
seconda metà del secolo XIX la popo- abitanti. Nella seconda metà del se-
lazione continuò a crescere; nel 1901 colo XIX riprese a crescere e nel 1901
contava 2169 unità. Nel corso dei primi arrivò a 6449 unità. Nel corso dei primi
decenni del Novecento la popolazione decenni del Novecento la popolazione
ebbe un altro incremento; nel 1951 con- ebbe un nuovo aumento e nel 1951 era
tava 2823 abitanti. Nel periodo succes- di 9321 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
sivo è aumentata ancora; nel 2001 con- tennio la sua popolazione è diminuta a
tava 3803 abitanti. causa della crisi mineraria e dell’emi-
Villaperuccio. Fu costituito in comune grazione; nel 2001 contava 7247 abi-
autonomo nel 1979; precedentemente tanti.

470

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 476


Popolazione della Sardegna

Barumini. I primi dati disponibili sulla dopo la concitata fase delle guerre che
popolazione risalgono al 1388; a quella caratterizzarono tutto il XIV e buona
data il villaggio era quasi spopolato, parte del secolo XV; a quella data la
contava circa 5 fuochi per un totale di popolazione del villaggio era cresciuta
20 abitanti. Altri dati significativi sono e contava più di 60 fuochi per un totale
quelli relativi al Parlamento del 1485, i di 268 abitanti. A distanza di un secolo,
primi disponibili dopo la concitata nel 1583, la popolazione era cresciuta
fase delle guerre che caratterizzarono ancora e contava più di 150 fuochi per
tutto il XIV e buona parte del secolo un totale di 648 abitanti. Il bilancio de-
XV; a quella data la popolazione del mografico del secolo XVII, nonostante
villaggio era notevolmente cresciuta e le epidemie di peste e le carestie, è po-
contava 41 fuochi per un totale di circa sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
200 abitanti. A distanza di un secolo, riodo spagnolo, la popolazione era cre-
nel 1583, la popolazione era ancora au- sciuta e contava 816 abitanti. Nel 1728,
mentata e contava più di 180 fuochi per all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
un totale di 752 abitanti. Il bilancio de- lazione era cresciuta e contava 1331
mografico del secolo XVII, nonostante abitanti. Nel periodo successivo ebbe
le epidemie di peste e le carestie, è po- un notevole calo e nel 1848, anno in cui
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
riodo spagnolo, la popolazione non era 920 abitanti. Nei decenni successivi la
calata e contava 761 abitanti. Nel 1728, popolazione si mantenne stabile e nel
all’inizio del periodo sabaudo, era ul- 1861, anno della proclamazione del Re-
teriormente cresciuta e contava 1094 gno d’Italia, era di 927 abitanti. Nella
abitanti. Nel periodo successivo si seconda metà del secolo XIX sostan-
mantenne stabile e nel 1848, anno in zialmente rimase uguale: nel 1901 con-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- tava 975 unità. Nel corso dei primi de-
tava 1122 abitanti. Nei decenni che se- cenni del Novecento ebbe un nuovo au-
guirono la popolazione, sebbene di mento e nel 1951 contava 1206 abitanti.
poco, continuò a crescere e nel 1861, Nell’ultimo cinquantennio la sua po-
anno della proclamazione del Regno polazione ha avuto un calo a causa del-
d’Italia, era di 1196 abitanti. Nella se- l’emigrazione; nel 2001 contava 1018
conda metà del secolo XIX ebbe un abitanti.
calo e nel 1901 contava 1109 unità. Nel Furtei. I primi dati disponibili sulla po-
corso dei primi decenni del Novecento polazione risalgono al 1320; a quella
la popolazione ebbe un nuovo aumento data il villaggio contava più di 150 fuo-
e nel 1951 contava 1665 abitanti. Nel- chi per un totale di 684 abitanti. Altri
l’ultimo cinquantennio la sua popola- dati significativi sono quelli relativi al
zione ha avuto un calo a causa dell’emi- Parlamento del 1485, i primi disponi-
grazione; nel 2001 contava 1432 abi- bili dopo la concitata fase delle guerre
tanti. che caratterizzarono tutto il XIV e
Collinas (Forru). I primi dati disponi- buona parte del secolo XV; a quella
bili sulla popolazione risalgono al data la popolazione del villaggio era
1388; a quella data il villaggio era quasi notevolmente diminuita e contava più
spopolato, contava circa 5 fuochi per di 60 fuochi per un totale di 260 abi-
un totale di 20 abitanti. Altri dati signi- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
ficativi sono quelli relativi al Parla- la popolazione era cresciuta e contava
mento del 1485, i primi disponibili 150 fuochi per un totale di 600 abitanti.

471

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 477


Popolazione della Sardegna

Il bilancio demografico del secolo riodo successivo la popolazione si


XVII, nonostante le epidemie di peste mantenne stabile e nel 1848, anno in
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- tava 348 abitanti e nel 1861, anno della
lazione non era diminuita e contava proclamazione del Regno d’Italia, era
610 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- di 342 abitanti. Nella seconda metà del
riodo sabaudo, la popolazione era cre- secolo XIX rimase stabile, cosicché nel
sciuta e contava 781 abitanti. Nel pe- 1901 contava 383 unità. Nel corso dei
riodo successivo ebbe un notevole au- primi decenni del Novecento la popo-
mento e nel 1848, anno in cui si ebbe la lazione ebbe un aumento e nel 1951
‘‘fusione perfetta’’, contava 917 abi- contava 654 abitanti. Nell’ultimo cin-
tanti. Nei decenni successivi la popola- quantennio la sua popolazione è dimi-
zione aumentò ancora e nel 1861, anno nuita a causa dell’emigrazione; nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 2001 contava 405 abitanti.
lia, era di 1003 abitanti. Nella seconda Gesturi. I primi dati disponibili sulla
metà del secolo XIX rimase stabile: nel popolazione risalgono al 1388; a quella
1901 contava 1080 unità. Nel corso dei data il villaggio contava 9 fuochi per un
primi decenni del Novecento la popo- totale di 36 abitanti. Altri dati significa-
lazione ebbe un nuovo deciso aumento tivi sono quelli relativi al Parlamento
e nel 1951 contava 1728 abitanti. Nel- del 1485, i primi disponibili dopo la
l’ultimo cinquantennio la popolazione concitata fase delle guerre che caratte-
si è mantenuta stabile; nel 2001 con- rizzarono tutto il XIVe buona parte del
tava 1703 abitanti. secolo XV; a quella data la popolazione
Genuri. I primi dati disponibili sulla del villaggio era notevolmente aumen-
popolazione risalgono al 1388; a quella tata, quasi decuplicata, e contava più
data il villaggio era quasi spopolato e di 80 fuochi per un totale di 320 abi-
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
tanti. Altri dati significativi sono quelli la popolazione era cresciuta ancora e
relativi al Parlamento del 1485, i primi contava più di 150 fuochi per un totale
disponibili dopo la concitata fase delle di 676 abitanti. Il bilancio demografico
guerre che caratterizzarono tutto il del secolo XVII, nonostante le epide-
XIV e buona parte del secolo XV; a mie di peste e le carestie, è positivo:
quella data la popolazione del villaggio infatti nel 1698, alla fine del periodo
era notevolmente aumentata, più che spagnolo, la popolazione era aumen-
decuplicata, e contava più di 60 fuochi tata e contava 1077 abitanti. Nel 1728,
per un totale di 244 abitanti. A distanza all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
di un secolo, nel 1583, la popolazione lazione era cresciuta ancora e contava
era cresciuta ancora e contava 101 fuo- 1372 abitanti. Nel periodo successivo
chi per un totale di 404 abitanti. Il bi- la popolazione continuò gradualmente
lancio demografico del secolo XVII, a ad aumentare e nel 1848, anno in cui si
causa delle epidemie di peste e delle ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
carestie, non è positivo: infatti nel 1554 abitanti; nei decenni successivi
1698, alla fine del periodo spagnolo, la la popolazione crebbe ancora e nel
popolazione era diminuita e contava 1861, anno della proclamazione del Re-
299 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- gno d’Italia, era di 1630 abitanti. Nella
riodo sabaudo, la popolazione era cre- seconda metà del secolo XIX diminuı̀:
sciuta e contava 365 abitanti. Nel pe- nel 1901 contava 1434 unità. Nel corso

472

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 478


Popolazione della Sardegna

dei primi decenni del Novecento la po- guerre che caratterizzarono tutto il
polazione ebbe un nuovo aumento e XIV e buona parte del secolo XV; a
nel 1951 contava 1627 abitanti. Nell’ul- quella data la popolazione del villaggio
timo cinquantennio la popolazione è era notevolmente aumentata e contava
diminuita nuovamente a causa dell’e- più di 80 fuochi per un totale di 328 abi-
migrazione; nel 2001 contava 1451 abi- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
tanti. la popolazione era cresciuta ancora e
Gonnosfanadiga. I primi dati significa- contava più di 150 fuochi per un totale
tivi sono quelli relativi al Parlamento di 808 abitanti. Il bilancio demografico
del 1485; a quella data la popolazione del secolo XVII, nonostante le epide-
del villaggio contava circa 40 fuochi mie di peste e le carestie, è positivo:
per un totale di 156 abitanti. A distanza infatti nel 1698, alla fine del periodo
di un secolo nel 1583 la popolazione era spagnolo, la popolazione era più che
cresciuta, di fatto più che triplicata, e raddoppiata e contava 2005 abitanti.
contava 125 fuochi per un totale di 504 Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
abitanti. Il bilancio demografico del baudo, la popolazione era cresciuta an-
secolo XVII, nonostante le epidemie cora e contava 2607 abitanti. Nel pe-
di peste e le carestie, è positivo: infatti riodo successivo la popolazione conti-
nel 1698, alla fine del periodo spa- nuò gradualmente a crescere e nel
gnolo, la popolazione era cresciuta no- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
tevolmente e contava 1247 abitanti. perfetta’’, contava 3890 abitanti. Nei
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- decenni successivi la popolazione
baudo, la popolazione era ancora cre- crebbe ancora in conseguenza dello
sciuta e contava 1644 abitanti. Nel pe- sviluppo delle attività minerarie e nel
riodo successivo prese a crescere con 1861, anno della proclamazione del Re-
continuità e nel 1848, anno in cui si gno d’Italia, era giunta a 4733 abitanti.
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava Nella seconda metà del secolo XIX
3174 abitanti. Nei decenni successivi continuò a crescere e nel 1901 contava
la popolazione ebbe un’ulteriore pic- 6797 unità. Nel corso dei primi decenni
cola crescita e nel 1861, anno della pro- del Novecento la popolazione ebbe un
clamazione del Regno d’Italia, era di ulteriore notevole aumento e nel 1951
3297 abitanti. Nella seconda metà del contava 11 744 abitanti. Nell’ultimo
secolo XIX continuò a crescere e nel cinquantennio la sua popolazione ha
1901 arrivò a 4264 unità. Nel corso dei continuato ad aumentare; nel 2001
primi decenni del Novecento la popo- contava 12 936 abitanti.
lazione ebbe un nuovo aumento e nel Las Plassas. I primi dati disponibili
1951 contava 7259 abitanti. Nell’ultimo sulla popolazione risalgono al 1388; a
cinquantennio la popolazione è dimi- quella data il villaggio era semispopo-
nuita a causa dell’emigrazione; nel lato e contava 6 fuochi per un totale di
2001 contava 7073 abitanti. 25 abitanti. Altri dati significativi sono
Guspini. I primi dati disponibili sulla quelli relativi al Parlamento del 1485, i
popolazione risalgono al 1388; a quella primi disponibili dopo la concitata
data il villaggio era semispopolato e fase delle guerre che caratterizzarono
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- tutto il XIV e buona parte del secolo
tanti. Altri dati significativi sono quelli XV; a quella data la popolazione del
relativi al Parlamento del 1485, i primi villaggio era aumentata, quasi decupli-
disponibili dopo la concitata fase delle cata, e contava più di 60 fuochi per un

473

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 479


Popolazione della Sardegna

totale di 225 abitanti. A distanza di un sivo la popolazione continuò gradual-


secolo, nel 1583, la popolazione era mente a crescere e nel 1848, anno in cui
cresciuta ancora e contava più di 90 si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
fuochi per un totale di 368 abitanti. Il 822 abitanti. Nei decenni successivi
bilancio demografico del secolo XVII, crebbe ulteriormente e nel 1861, anno
a causa delle epidemie di peste e delle della proclamazione del Regno d’Ita-
carestie, non è positivo: infatti nel lia, era giunta a 962 abitanti. Nella se-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la conda metà del secolo XIX continuò a
popolazione era diminuita sino a 334 crescere e nel 1901 contava 1117 unità.
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- Nel corso dei primi decenni del Nove-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- cento la popolazione ebbe un ulteriore
sciuta nuovamente e contava 382 abi- aumento e nel 1951 contava 1948 abi-
tanti. Nel periodo successivo la popo- tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
lazione cominciò gradualmente a di- polazione si è mantenuta sostanzial-
minuire e nel 1848, anno in cui si ebbe mente stabile; nel 2001 contava 1911
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 379 abi- abitanti.
tanti. Nei decenni successivi la popola- Pabillonis. I primi dati disponibili sulla
zione invece crebbe e nel 1861, anno popolazione risalgono al 1388; a quella
della proclamazione del Regno d’Ita- data il villaggio era semispopolato,
lia, era giunta a 490 abitanti. Nella se- contava 8 fuochi per un totale di 32 abi-
conda metà del secolo XIX prese nuo- tanti. Altri dati significativi sono quelli
vamente a diminuire e nel 1901 con- relativi al Parlamento del 1485, i primi
tava 380 unità. Nel corso dei primi de- disponibili dopo la concitata fase delle
cenni del Novecento ebbe un aumento guerre che caratterizzarono tutto il
e nel 1951 contava 568 abitanti. Nell’ul- XIV e buona parte del secolo XV; a
timo cinquantennio la popolazione ha quella data la popolazione del villaggio
avuto una diminuzione a causa dell’e- contava circa 15 fuochi per un totale di
migrazione; nel 2001 contava 12 936 68 abitanti. A distanza di un secolo, nel
abitanti. 1583, la popolazione era cresciuta an-
Lunamatrona. I primi dati disponibili cora e contava più di 60 fuochi per un
sulla popolazione risalgono al 1388; a totale di 236 abitanti. Il bilancio demo-
quella data il villaggio contava 15 fuo- grafico del secolo XVII, a causa delle
chi per un totale di 64 abitanti. Non epidemie di peste e le carestie, non è
sono disponibili altri dati per il pe- positivo: infatti nel 1698, alla fine del
riodo successivo fino al 1583; a quella periodo spagnolo, la popolazione era
data la popolazione era cresciuta, pra- diminuita e contava 502 abitanti. Nel
ticamente decuplicata, e contava più 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
di 180 fuochi per un totale di 696 abi- popolazione aveva ricominciato a cre-
tanti. Il bilancio demografico del se- scere e contava 573 abitanti. Nel pe-
colo XVII, a causa delle epidemie di riodo successivo la popolazione conti-
peste e delle carestie, non è positivo: nuò a crescere gradualmente e nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
spagnolo, la popolazione era diminuita perfetta’’, contava 1180 abitanti. Nei
e contava 670 abitanti. Nel 1728, all’ini- decenni successivi crebbe ulterior-
zio del periodo sabaudo, la popola- mente e nel 1861, anno della proclama-
zione era cresciuta nuovamente e con- zione del Regno d’Italia, era giunta a
tava 796 abitanti. Nel periodo succes- 1362 abitanti. Nella seconda metà del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 480


Popolazione della Sardegna

secolo XIX continuò a crescere e nel dell’emigrazione; nel 2001 contava 738
1901 contava 1405 unità. Nel corso dei abitanti.
primi decenni del Novecento la popo- Samassi. I primi dati disponibili sulla
lazione ebbe un ulteriore aumento e popolazione risalgono al 1320; a quella
nel 1951 contava 2539 abitanti. Nell’ul- data il villaggio contava quasi 90 fuochi
timo cinquantennio la popolazione ha per un totale di 350 abitanti. Altri dati
continuato a crescere; nel 2001 contava significativi sono quelli relativi al Par-
3130 abitanti. lamento del 1485, i primi disponibili
Pauli Arbarei. I primi dati disponibili dopo la concitata fase delle guerre che
sulla popolazione risalgono al 1388; a caratterizzarono tutto il XIV e buona
quella data il villaggio contava 10 fuo- parte del secolo XV; a quella data la
chi per un totale di 40 abitanti. Altri popolazione del villaggio era notevol-
dati significativi sono quelli relativi al mente cresciuta e contava circa 120
Parlamento del 1485, i primi disponi- fuochi per un totale di 564 abitanti. A
bili dopo la concitata fase delle guerre distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
che caratterizzarono tutto il XIV e lazione era cresciuta notevolmente,
buona parte del secolo XV; a quella era di fatto raddoppiata e contava più
data la popolazione del villaggio era di 260 fuochi per un totale di 1148 abi-
notevolmente cresciuta e contava circa tanti. Il bilancio demografico del se-
80 fuochi per un totale di 316 abitanti. A colo XVII, a causa delle epidemie di
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- peste e delle carestie, non è positivo:
lazione si era mantenuta stabile e con- infatti nel 1698, alla fine del periodo
tava più di 60 fuochi per un totale di 320 spagnolo, la popolazione era diminuita
abitanti. Il bilancio demografico del e contava 1071 abitanti. Nel 1728, all’i-
secolo XVII, a causa delle epidemie di nizio del periodo sabaudo, la popola-
peste e delle carestie, non è positivo: zione era cresciuta nuovamente e con-
infatti nel 1698, alla fine del periodo tava 1556 abitanti. Nel periodo che se-
spagnolo, la popolazione era diminuita guı̀ la popolazione continuò a crescere
e contava 293 abitanti. Nel 1728, all’ini- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
zio del periodo sabaudo, la popola- sione perfetta’’, contava 1965 abitanti.
zione era cresciuta nuovamente e con- Nei decenni successivi la popolazione
tava 354 abitanti. Nel periodo succes- crebbe ancora e nel 1861, anno della
sivo la popolazione si mantenne stabile proclamazione del Regno d’Italia, era
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- giunta a 2433 abitanti. Nella seconda
sione perfetta’’, contava 358 abitanti. metà del secolo XIX si mantenne sta-
Nei decenni successivi la popolazione bile e nel 1901 contava 2390 unità. Nel
crebbe e nel 1861, anno della procla- corso dei primi decenni del Novecento
mazione del Regno d’Italia, era giunta ebbe un ulteriore aumento e nel 1951
a 426 abitanti. Nella seconda metà del era praticamente raddoppiata, con
secolo XIX si mantenne stabile e nel 4337 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
1901 contava 416 unità. Nel corso dei nio la popolazione ha continuato a cre-
primi decenni del Novecento la popo- scere; nel 2001 contava 5533 abitanti.
lazione ebbe un ulteriore aumento e San Gavino Monreale. I primi dati di-
nel 1951 era praticamente raddop- sponibili sulla popolazione risalgono
piata, contava 804 abitanti. Nell’ultimo al 1388; a quella data il villaggio con-
cinquantennio la popolazione ha in- tava quasi 15 fuochi per un totale di 58
vece cominciato a diminuire a causa abitanti. Altri dati significativi sono

475

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 481


Popolazione della Sardegna

quelli relativi al Parlamento del 1485, i colo XV; a quella data la popolazione
primi disponibili dopo la concitata del villaggio era notevolmente dimi-
fase delle guerre che caratterizzarono nuita e contava circa 105 fuochi per un
tutto il XIV e buona parte del secolo totale di 420 abitanti. Ma a distanza di
XV; a quella data la popolazione del un secolo nel 1583 la popolazione era
villaggio era notevolmente cresciuta e cresciuta notevolmente; era di fatto
contava circa 120 fuochi per un totale triplicata e contava più di 350 fuochi
di 628 abitanti. A distanza di un secolo, per un totale di 1400 abitanti. Il bilan-
nel 1583, la popolazione era cresciuta cio demografico del secolo XVII, nono-
notevolmente, di fatto raddoppiata, e stante le epidemie di peste e le care-
contava più di 320 fuochi per un totale stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
di 1336 abitanti. Il bilancio demogra- fine del periodo spagnolo, la popola-
fico del secolo XVII, nonostante le epi- zione era cresciuta e contava 2194 abi-
demie di peste e le carestie, è positivo: tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
infatti nel 1698, alla fine del periodo sabaudo, la popolazione era cresciuta
spagnolo, la popolazione era ancora nuovamente e contava 2915 abitanti.
cresciuta e contava 1711 abitanti. Nel Nel periodo successivo la popolazione
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la continuò a crescere e nel 1848, anno in
popolazione era cresciuta nuovamente cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
e contava 2223 abitanti. Nel periodo tava 3640 abitanti. Nei decenni succes-
successivo la popolazione continuò a sivi confermò la tendenza alla crescita
crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe e nel 1861, anno della proclamazione
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 2541 abi- del Regno d’Italia, contava 4004 abi-
tanti. Nei decenni successivi la popola- tanti. Nella seconda metà del secolo
zione si mantenne stabile e nel 1861, XIX ebbe un ulteriore aumento e nel
anno della proclamazione del Regno 1901 contava 4385 unità. Nel corso dei
d’Italia, contava 2511 abitanti. Nella primi decenni del Novecento, la popo-
seconda metà del secolo XIX ebbe un lazione crebbe ancora e nel 1951 era
ulteriore aumento e nel 1901 contava quasi raddoppiata, con 7555 abitanti.
3143 unità. Nel corso dei primi decenni Nell’ultimo cinquantennio la popola-
del Novecento, in virtù dello sviluppo zione ha continuato a crescere; nel
delle attività industriali, la popola- 2001 contava 8592 abitanti.
zione ebbe ancora un aumento e nel Sardara. I primi dati disponibili sulla
1951 era praticamente raddoppiata, popolazione risalgono al 1388; a quella
contava 7410 abitanti. Nell’ultimo cin- data il villaggio contava più di 90 fuo-
quantennio la popolazione ha conti- chi per un totale di 372 abitanti. Altri
nuato a crescere; nel 2001 contava dati significativi sono quelli relativi al
9938 abitanti. Parlamento del 1485, i primi disponi-
Sanluri. I primi dati disponibili sulla bili dopo la concitata fase delle guerre
popolazione risalgono al 1320; a quella che caratterizzarono tutto il XIV e
data il villaggio era molto popoloso e buona parte del secolo XV; a quella
contava più di 400 fuochi per un totale data la popolazione del villaggio era
di 1670 abitanti. Altri dati significativi notevolmente diminuita e contava
sono quelli relativi al Parlamento del circa 120 fuochi per un totale di 492
1485, i primi disponibili dopo la conci- abitanti. A distanza di un secolo, nel
tata fase delle guerre che caratterizza- 1583, la popolazione era cresciuta no-
rono tutto il XIV e buona parte del se- tevolmente; era quasi triplicata e con-

476

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 482


Popolazione della Sardegna

tava più di 320 fuochi per un totale di anno della proclamazione del Regno
1340 abitanti. Il bilancio demografico d’Italia, contava ancora 644 abitanti.
del secolo XVII, nonostante le epide- Nella seconda metà del secolo XIX
mie di peste e le carestie, è positivo: ebbe addirittura un leggero calo: nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1901 contava 638 unità. Nel corso dei
spagnolo, la popolazione era cresciuta primi decenni del Novecento la popo-
e contava 1621 abitanti. Nel 1728, all’i- lazione ebbe invece un aumento note-
nizio del periodo sabaudo, la popola- vole e nel 1951 contava 1308 abitanti.
zione appariva stabile, 1669 abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la popola-
Nel periodo successivo continuò a cre- zione ha continuato a crescere; nel
scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la 2001 contava 1389 abitanti.
‘‘fusione perfetta’’, contava 2269 abi- Serramanna. I primi dati disponibili
tanti. Nei decenni successivi la popola- sulla popolazione risalgono al 1320; a
zione confermò la tendenza alla cre- quella data il villaggio contava più di
scita e nel 1861, anno della proclama- 15 fuochi per un totale di 70 abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 2421 Altri dati significativi sono quelli rela-
abitanti. Nella seconda metà del se- tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
colo XIX ebbe un ulteriore aumento e sponibili dopo la concitata fase delle
nel 1901 contava 2822 unità. Nel corso guerre che caratterizzarono tutto il
dei primi decenni del Novecento, la XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione ebbe un ulteriore au- quella data la popolazione del villaggio
mento e nel 1951 contava 3942 abitanti. era aumentata e contava circa 35 fuo-
Nell’ultimo cinquantennio la popola- chi per un totale di 144 abitanti. A di-
zione ha continuato a crescere; nel stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
2001 contava 4407 abitanti. zione era cresciuta notevolmente, di
Segariu. I primi dati disponibili sulla fatto era quasi quintuplicata e contava
popolazione risalgono al 1320; a quella più di 160 fuochi per un totale di 704
data il villaggio contava quasi 80 fuochi abitanti. Il bilancio demografico del
per un totale di 312 abitanti. Successi- secolo XVII, nonostante le epidemie
vamente la popolazione diminuı̀ e nel di peste e le carestie, è positivo: infatti
secolo XV il villaggio si spopolò com- nel 1698, alla fine del periodo spa-
pletamente. Gli altri dati risalgono al gnolo, la popolazione era cresciuta e
1583, quando il villaggio era stato ripo- contava 1306 abitanti. Nel 1728, all’ini-
polato e contava quasi 80 fuochi per un zio del periodo sabaudo, la popola-
totale di 348 abitanti. Il bilancio demo- zione crebbe ulteriormente e contava
grafico del secolo XVII, a causa delle 1635 abitanti. Nel periodo successivo
epidemie di peste e delle carestie, non la popolazione continuò a crescere e
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
periodo spagnolo, la popolazione era perfetta’’, contava 2600 abitanti. Nei
diminuita e contava 286 abitanti. Nel decenni successivi confermò la ten-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la denza alla crescita e nel 1861, anno
popolazione era aumentata e contava della proclamazione del Regno d’Ita-
494 abitanti. Nel periodo successivo lia, contava 2971 abitanti. Nella se-
continuò a crescere e nel 1848, anno in conda metà del secolo XIX ebbe un ul-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- teriore aumento e nel 1901 contava
tava 644 abitanti. Nei decenni succes- 3680 unità. Nel corso dei primi decenni
sivi si mantenne stabile e nel 1861, del Novecento la popolazione crebbe

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 483


Popolazione della Sardegna

ancora e nel 1951 contava 6556 abitanti. tale di 52 abitanti. A distanza di un se-
Nell’ultimo cinquantennio la popola- colo, nel 1583, la popolazione era cre-
zione ha continuato a crescere; nel sciuta e contava più di 70 fuochi per un
2001 contava 9715 abitanti. totale di 272 abitanti. Il bilancio demo-
Serrenti. I primi dati disponibili sulla grafico del secolo XVII, a causa delle
popolazione risalgono al 1320; a quella epidemie di peste e delle carestie, non
data il villaggio contava più di 120 fuo- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
chi per un totale di 496 abitanti. Altri periodo spagnolo, la popolazione era
dati significativi sono quelli relativi al diminuita e contava 272 abitanti. Nel
Parlamento del 1485, i primi disponi- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
bili dopo la concitata fase delle guerre popolazione crebbe e contava 308 abi-
che caratterizzarono tutto il XIV e tanti. Nel periodo successivo la popo-
buona parte del secolo XV; a quella lazione diminuı̀ nuovamente e nel
data la popolazione del villaggio era di- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
minuita e contava circa 80 fuochi per perfetta’’, era scesa a 241 abitanti. Nei
un totale di 320 abitanti. A distanza di decenni successivi ebbe una leggera
un secolo, nel 1583, la popolazione era crescita e nel 1861, anno della procla-
cresciuta e contava più di 150 fuochi mazione del Regno d’Italia, contava
per un totale di 668 abitanti. Il bilancio 298 abitanti. Nella seconda metà del
demografico del secolo XVII, nono- secolo XIX invece ebbe un nuovo calo
stante le epidemie di peste e le care- e nel 1901 contava 235 unità. Nel corso
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla dei primi decenni del Novecento la po-
fine del periodo spagnolo, la popola- polazione si mantenne stabile; nel 1951
zione era cresciuta e contava 1053 abi- contava abitanti. Nell’ultimo cinquan-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo tennio la popolazione ha avuto invece
sabaudo, la popolazione crebbe ulte- un calo deciso a causa dell’emigra-
riormente e contava 1350 abitanti. Nel zione; nel 2001 contava 166 abitanti.
periodo successivo la popolazione con- Siddi. I primi dati disponibili sulla po-
tinuò a crescere e nel 1848, anno in cui polazione risalgono al 1388; a quella
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava data il villaggio era semispopolato e
1786 abitanti. Nei decenni successivi contava 5 fuochi per un totale di 20 abi-
confermò la tendenza alla crescita e tanti. Altri dati significativi sono dispo-
nel 1861, anno della proclamazione nibili solo nel 1583; a quella data la po-
del Regno d’Italia, contava 2227 abi- polazione era cresciuta e contava
tanti. Nella seconda metà del secolo quasi 40 fuochi per un totale di 226 abi-
XIX ebbe un ulteriore piccolo au- tanti. Il bilancio demografico del se-
mento. Nel 1901 contava 2377 unità; colo XVII, nonostante le epidemie di
nel corso dei primi decenni del Nove- peste e le carestie, è positivo: infatti
cento la popolazione registrò un ulte- nel 1698, alla fine del periodo spa-
riore aumento e nel 1951 contava 4401 gnolo, la popolazione era cresciuta e
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la contava 320 abitanti. Nel 1728, all’ini-
popolazione ha continuato a crescere; zio del periodo sabaudo, la popola-
nel 2001 contava 5218 abitanti. zione crebbe ulteriormente e contava
Setzu. I primi dati significativi sono 401 abitanti. Nel periodo successivo la
quelli relativi al Parlamento del 1485; popolazione continuò a crescere e nel
a quella data la popolazione del villag- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
gio contava circa 13 fuochi per un to- perfetta’’, contava 511 abitanti. Nei de-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 484


Popolazione della Sardegna

cenni successivi confermò la tendenza contava 1713 abitanti. Nell’ultimo cin-


alla crescita e nel 1861, anno della pro- quantennio la popolazione è diminuita
clamazione del Regno d’Italia, contava a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
580 abitanti. Nella seconda metà del tava 1201 abitanti.
secolo XIX ebbe un ulteriore piccolo Turri. I primi dati disponibili sulla po-
aumento; nel 1901 contava 630 unità. polazione risalgono al 1388; a quella
Nel corso dei primi decenni del Nove- data il villaggio contava quasi 18 fuochi
cento la popolazione ebbe un ulteriore per un totale di 72 abitanti. Successiva-
aumento; nel 1951 contava 987 abitanti. mente la popolazione diminuı̀ e nel se-
Nell’ultimo cinquantennio la popola- colo XV il villaggio si spopolò comple-
zione ha avuto invece un calo a causa tamente. Ma nel 1583 il villaggio ap-
dell’emigrazione; nel 2001 contava 824 pare ripopolato e conta più di 70 fuochi
abitanti. per un totale di 292 abitanti. Il bilancio
Tuili. I primi dati disponibili sulla po- demografico del secolo XVII, a causa
polazione risalgono al 1320; a quella delle epidemie di peste e delle care-
data il villaggio contava 12 fuochi per stie, non è positivo: infatti nel 1698,
un totale di 48 abitanti. Altri dati signi- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
ficativi sono quelli relativi al Parla- lazione era diminuita e contava 244
mento del 1485, i primi disponibili abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
dopo la concitata fase delle guerre che riodo sabaudo, la popolazione appare
caratterizzarono tutto il XIV e buona sostanzialmente stabile, con 257 abi-
parte del secolo XV; a quella data la tanti. Nel periodo successivo continuò
popolazione del villaggio contava circa a crescere e nel 1848, anno in cui si
70 fuochi per un totale di 280 abitanti. A ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 434
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- abitanti. Nei decenni successivi la po-
lazione era cresciuta e contava più di polazione si mantenne stabile e nel
160 fuochi per un totale di 588 abitanti. 1861, anno della proclamazione del Re-
Il bilancio demografico del secolo gno d’Italia, contava ancora 445 abi-
XVII, nonostante le epidemie di peste tanti. Nella seconda metà del secolo
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, XIX ebbe un leggero aumento e nel
alla fine del periodo spagnolo, la popo- 1901 contava 487 unità. Nel corso dei
lazione era cresciuta e contava 807 abi- primi decenni del Novecento la popo-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo lazione ebbe una crescita notevole; nel
sabaudo, la popolazione contava 813 1951 contava 729 abitanti. Nell’ultimo
abitanti. Nel periodo successivo la po- cinquantennio la popolazione è dimi-
polazione continuò ad aumentare e nel nuita a causa dell’emigrazione; nel
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione 2001 contava 555 abitanti.
perfetta’’, contava 1185 abitanti. Nei Ussaramanna. I primi dati disponibili
decenni successivi confermò la ten- sulla popolazione risalgono al 1388; a
denza alla crescita e nel 1861, anno quella data il villaggio era semispopo-
della proclamazione del Regno d’Ita- lato e contava 3 fuochi per un totale di
lia, contava 1215 abitanti. Nella se- 10 abitanti. Successivamente la popo-
conda metà del secolo XIX ebbe un ul- lazione diminuı̀ ancora, sicché nel se-
teriore piccolo aumento e nel 1901 con- colo XV il villaggio si spopolò comple-
tava 1299 unità. Nel corso dei primi de- tamente. Ma nel 1583 il villaggio era
cenni del Novecento la popolazione stato ripopolato e contava più di 90 fuo-
ebbe un ulteriore aumento; nel 1951 chi per un totale di 384 abitanti. Il bi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 485


Popolazione della Sardegna

lancio demografico del secolo XVII, a ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava


causa delle epidemie di peste e delle 5041 abitanti. Nei decenni successivi
carestie, non è positivo: infatti nel registrò un leggero calo e nel 1861,
1698, alla fine del periodo spagnolo, la anno della proclamazione del Regno
popolazione era calata e contava 345 d’Italia, contava 4961 abitanti. Nella
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- seconda metà del secolo XIX ebbe un
riodo sabaudo, la popolazione era an- nuovo aumento e nel 1901 contava 5156
cora diminuita, con 325 abitanti. Nel unità. Nel corso dei primi decenni del
periodo successivo conobbe una gra- Novecento la popolazione ebbe un ul-
duale crescita e nel 1848, anno in cui si teriore aumento; nel 1951 era presso-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 578 ché raddoppiata, con 10 012 abitanti.
abitanti. Nei decenni successivi con- Nell’ultimo cinquantennio la popola-
fermò la tendenza e nel 1861, anno zione è ulteriormente cresciuta; nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 2001 contava 14 927 abitanti.
lia, contava 603 abitanti. Nella seconda Villamar. I primi dati disponibili sulla
metà del secolo XIX ebbe un piccolo popolazione risalgono al 1388; a quella
calo; nel 1901 contava 580 unità. Nel data il villaggio contava quasi 70 fuochi
corso dei primi decenni del Novecento per un totale di 268 abitanti. Successi-
la popolazione ebbe un nuovo aumento vamente la popolazione diminuı̀ e nel
e nel 1951 contava 920 abitanti. Nell’ul- secolo XV il villaggio si spopolò com-
timo cinquantennio la popolazione è pletamente. Ma nel 1583 il villaggio
diminuita a causa dell’emigrazione; era stato ripopolato e contava già più
nel 2001 contava 609 abitanti. di 250 fuochi per un totale di 1008 abi-
Villacidro. I primi dati disponibili sulla tanti. Il bilancio demografico del se-
popolazione risalgono al 1320; a quella colo XVII, nonostante le epidemie di
data il villaggio contava 8 fuochi per un peste e le carestie, è positivo: infatti
totale di 30 abitanti. Altri dati significa- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tivi sono quelli relativi al Parlamento gnolo, la popolazione era cresciuta e
del 1485, i primi disponibili dopo la contava 1198 abitanti. Nel 1728, all’ini-
concitata fase delle guerre che caratte- zio del periodo sabaudo, la popola-
rizzarono tutto il XIVe buona parte del zione era cresciuta ancora e contava
secolo XV; a quella data la popolazione 1484 abitanti. Nel periodo successivo
del villaggio contava circa 60 fuochi la popolazione continuò ad aumentare
per un totale di 236 abitanti. A distanza e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
di un secolo, nel 1583, era cresciuta no- sione perfetta’’, contava 1717 abitanti.
tevolmente e contava più di 240 fuochi Nei decenni successivi registrò un al-
per un totale di 1144 abitanti. Il bilan- tro leggero aumento e nel 1861, anno
cio demografico del secolo XVII, nono- della proclamazione del Regno d’Ita-
stante le epidemie di peste e le care- lia, contava 1814 abitanti. Nella se-
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla conda metà del secolo XIX ebbe un
fine del periodo spagnolo, la popola- nuovo aumento; nel 1901 contava 2053
zione era cresciuta e contava 2214 abi- unità. Nel corso dei primi decenni del
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo Novecento la popolazione aumentò an-
sabaudo, la popolazione era cresciuta cora; nel 1951 contava 3301 abitanti.
ancora e contava 3631 abitanti. Nel pe- Nell’ultimo cinquantennio la popola-
riodo successivo la popolazione conti- zione è diminuita a causa dell’emigra-
nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si zione; nel 2001 contava 3020 abitanti.

480

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 486


Popolazione della Sardegna

Villanovaforru. I primi dati disponibili nel 1698, alla fine del periodo spa-
sulla popolazione risalgono al 1388; a gnolo, la popolazione era cresciuta e
quella data il villaggio era semispopo- contava 971 abitanti. Nel 1728, all’ini-
lato, contava 4 fuochi per un totale di zio del periodo sabaudo, la popola-
18 abitanti. Successivamente la popo- zione era cresciuta ancora e contava
lazione diminuı̀ e nel secolo XV il vil- 1070 abitanti. Nel periodo successivo
laggio si spopolò completamente. Ma la popolazione continuò a crescere e
nel 1583 il villaggio era stato ripopolato nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
e contava più di 50 fuochi per un totale perfetta’’, contava 1183 abitanti. Nei
di 200 abitanti. Il bilancio demografico decenni successivi si registrò un nuovo
del secolo XVII, nonostante le epide- leggero aumento e nel 1861, anno della
mie di peste e le carestie, è positivo: proclamazione del Regno d’Italia, con-
infatti nel 1698, alla fine del periodo tava 1248 abitanti. Nella seconda metà
spagnolo, la popolazione era cresciuta del secolo XIX ebbe un lieve calo e nel
e contava 332 abitanti. Nel 1728, all’ini- 1901 contava 1183 unità. Nel corso dei
zio del periodo sabaudo, la popola- primi decenni del Novecento la popo-
zione era aumentata ancora e contava lazione ebbe un ulteriore aumento; nel
357 abitanti. Nel periodo successivo 1951 contava 2055 abitanti. Nell’ultimo
continuò ad aumentare e nel 1848, cinquantennio la popolazione ha avuto
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- un calo a causa dell’emigrazione; nel
fetta’’, contava 509 abitanti. Nei de- 2001 contava 1527 abitanti.
cenni successivi si registrò un leggero PROVINCIA DELL’OGLIASTRA
calo e nel 1861, anno della proclama- Arzana. I primi dati disponibili sulla
zione del Regno d’Italia, contava 498 popolazione sono relativi al 1316; a
abitanti. Nella seconda metà del se- quella data il villaggio aveva 14 fuochi
colo XIX ebbe un nuovo aumento e nel e una popolazione complessiva di 56
1901 contava 607 unità. Nel corso dei abitanti. Altri dati significativi sono
primi decenni del Novecento la popo- quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
lazione ebbe un ulteriore aumento; nel primi disponibili dopo la concitata
1951 contava 905 abitanti. Nell’ultimo fase delle guerre che caratterizzarono
cinquantennio la popolazione è dimi- tutto il XIV e buona parte del secolo
nuita a causa dell’emigrazione; nel XV; a quella data la popolazione era
2001 contava 705 abitanti. cresciuta, il villaggio contava quasi 36
Villanovafranca. I primi dati significa- fuochi per un totale di 144 abitanti. A
tivi sono quelli relativi al Parlamento distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
del 1485, i primi disponibili dopo la lazione si era addirittura quadrupli-
concitata fase delle guerre che caratte- cata, e contava quasi 150 fuochi per un
rizzarono tutto il XIVe buona parte del totale di 592 abitanti. Il bilancio demo-
secolo XV; a quella data la popolazione grafico del secolo XVII, nonostante le
del villaggio contava circa 80 fuochi epidemie di peste e le carestie, è posi-
per un totale di 328 abitanti. A distanza tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
di un secolo, nel 1583, la popolazione riodo spagnolo, la popolazione era an-
era cresciuta notevolmente e contava cora cresciuta e contava 834 abitanti.
più di 130 fuochi per un totale di 532 Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
abitanti. Il bilancio demografico del baudo, la popolazione era notevol-
secolo XVII, nonostante le epidemie mente diminuita, scendeva a 498 abi-
di peste e le carestie, è positivo: infatti tanti. Nel periodo successivo riprese a

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 487


Popolazione della Sardegna

crescere con regolarità e nel 1848, del Regno d’Italia, contava 1500 abi-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- tanti. Nella seconda metà del secolo
fetta’’, si era moltiplicata e ormai con- XIX la popolazione riprese ad aumen-
tava 1526 abitanti. Nei decenni succes- tare; nel 1901 contava 1658 unità. Nel
sivi la popolazione si stabilizzò e nel corso dei primi decenni del Novecento
1861, anno della proclamazione del Re- il villaggio continuò a svilupparsi; nel
gno d’Italia, contava 1528 abitanti. 1951 contava 2742 abitanti. Nel periodo
Nella seconda metà del secolo XIX la successivo la popolazione ha avuto un
popolazione riprese ad aumentare; nel ulteriore aumento; nel 2001 contava
1901 contava 2083 unità. Nel corso dei 3998 abitanti.
primi decenni del Novecento il villag- Baunei. I primi dati disponibili sulla
gio continuò a svilupparsi; nel 1951 popolazione sono relativi al 1316; a
contava 2985 abitanti. Nel periodo suc- quella data il villaggio aveva 16 fuochi
cessivo, invece, la popolazione ha su- e una popolazione complessiva di 64
bı̀to un calo a causa dell’emigrazione; abitanti. Altri dati significativi sono
nel 2001 contava 2768 abitanti. quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
Bari Sardo. I primi dati disponibili primi disponibili dopo la concitata
sulla popolazione sono relativi al 1316; fase delle guerre che caratterizzarono
a quella data il villaggio aveva 22 fuo- tutto il XIV e buona parte del secolo
chi e una popolazione complessiva di XV; a quella data la popolazione era
88 abitanti. Altri dati significativi sono cresciuta notevolmente, il villaggio
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i contava quasi 76 fuochi per un totale
primi disponibili dopo la concitata di 304 abitanti. A distanza di un secolo,
fase delle guerre che caratterizzarono nel 1583, la popolazione si era quadru-
tutto il XIV e buona parte del secolo plicata e contava quasi 312 fuochi per
XV; a quella data la popolazione era un totale di 1248 abitanti. Il bilancio
cresciuta, il villaggio contava quasi 25 demografico del secolo XVII, a causa
fuochi per un totale di 100 abitanti. A delle epidemie di peste e delle care-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
lazione era aumentata notevolmente; alla fine del periodo spagnolo, la popo-
più che quadruplicata, contava quasi lazione era diminuita e contava 1076
104 fuochi per un totale di 416 abitanti. abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
Il bilancio demografico del secolo riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
XVII, nonostante le epidemie di peste riormente diminuita, tanto da scen-
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, dere a 453 abitanti. Nel periodo succes-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- sivo, invece, prese a crescere con rego-
lazione era cresciuta e contava 909 abi- larità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
tanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- ‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata
riodo sabaudo, la popolazione era no- e ormai contava 1483 abitanti. Nei de-
tevolmente diminuita e contava 598 cenni successivi continuò a crescere e
abitanti. Invece nel periodo successivo nel 1861, anno della proclamazione del
prese a crescere con regolarità e nel Regno d’Italia, contava 1783 abitanti.
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Nella seconda metà del secolo XIX la
perfetta’’, si era moltiplicata e ormai popolazione continuò ad aumentare;
contava 1558 abitanti. Nei decenni suc- nel 1901 contava 2657 unità. Nel corso
cessivi la popolazione si stabilizzò e dei primi decenni del Novecento il vil-
nel 1861, anno della proclamazione laggio continuò a svilupparsi; nel 1951

482

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 488


Popolazione della Sardegna

contava 3774 abitanti. Nel periodo suc- 1881 divenne frazione di Ilbono e la sua
cessivo la popolazione ha avuto un ul- popolazione prese a essere censita con
teriore aumento; nel 2001 contava 3959 quella dell’altro villaggio. Riacquistò
abitanti. l’autonomia soltanto nel 1958: perciò i
Cardedu. Costituito in comune auto- primi dati disponibili sulla popola-
nomo nel 1984, il suo territorio era co- zione sono del 1961, quando contava
munque abitato anche precedente- 528 abitanti. Nel periodo successivo la
mente, almeno a partire dal Seicento, popolazione ha avuto un ulteriore pic-
da gruppi di pastori che venivano cen- colo aumento; nel 2001 contava 554 abi-
siti con la popolazione di Gairo. I primi tanti.
dati disponibili sulla popolazione ri- Gairo. I primi dati disponibili sulla po-
salgono perciò al 1991, a quella data il polazione sono quelli relativi al 1316; a
villaggio contava 1000 abitanti. In se- quella data il villaggio aveva 9 fuochi e
guito la popolazione ha continuato a una popolazione complessiva di 36 abi-
crescere; nel 2001 contava 1510 abi- tanti. Altri dati significativi sono quelli
tanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Elini. I primi dati disponibili sulla po- disponibili dopo la concitata fase delle
polazione sono relativi al 1316; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio aveva 12 fuochi e una XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione complessiva di 48 abi- quella data la popolazione era cre-
tanti. Altri dati significativi sono quelli sciuta, il villaggio contava quasi 30 fuo-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi chi per un totale di 120 abitanti. A di-
disponibili dopo la concitata fase delle stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
guerre che caratterizzarono tutto il zione si era quadruplicata e contava
XIV e buona parte del secolo XV; a 124 fuochi per un totale di 496 abitanti.
quella data la popolazione era cre- Il bilancio demografico del secolo
sciuta, il villaggio contava 20 fuochi XVII, a causa delle epidemie di peste
per un totale di 80 abitanti. A distanza e delle carestie, non è positivo: infatti
di un secolo, nel 1583, la popolazione si nel 1698, alla fine del periodo spa-
era quadruplicata e contava quasi 80 gnolo, la popolazione era diminuita e
fuochi per un totale di 320 abitanti. Il contava 243 abitanti. Nel 1728, all’ini-
bilancio demografico del secolo XVII, zio del periodo sabaudo, la popola-
a causa delle epidemie di peste e delle zione era nuovamente aumentata e
carestie, non è positivo: infatti nel contava 306 abitanti. Nel periodo suc-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la cessivo continuò a crescere con regola-
popolazione era diminuita e contava rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
78 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- ‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata
riodo sabaudo, la popolazione era ulte- e ormai contava 1115 abitanti. Nei de-
riormente scesa sino a 55 abitanti. Ma cenni successivi la tendenza continuò
nel periodo successivo la popolazione e nel 1861, anno della proclamazione
prese a crescere con regolarità e nel del Regno d’Italia, si contavano 1247
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione abitanti. Nella seconda metà del se-
perfetta’’, si era moltiplicata e ormai colo XIX la popolazione continuò ad
contava 260 abitanti. Nei decenni suc- aumentare; nel 1901 contava 1926
cessivi continuò ad aumentare e nel unità. Nel corso dei primi decenni del
1861, anno della proclamazione del Re- Novecento il villaggio continuò a svi-
gno d’Italia, contava 329 abitanti. Nel lupparsi; nel 1951 contava, con le fra-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 489


Popolazione della Sardegna

zioni, 2589 abitanti. Dopo il distacco di disponibili dopo la concitata fase delle
Cardedu la popolazione ebbe un calo; guerre che caratterizzarono tutto il
nel 2001 contava 1747 abitanti. XIV e buona parte del secolo XV; a
Girasole. I primi dati disponibili sulla quella data la popolazione era cre-
popolazione sono relativi al 1316; a sciuta, il villaggio contava quasi 52 fuo-
quella data il villaggio aveva 20 fuochi chi per un totale di 228 abitanti. A di-
e una popolazione complessiva di 80 stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
abitanti. Altri dati significativi sono zione si era triplicata e contava 61 fuo-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i chi per un totale di 680 abitanti. Il bi-
primi disponibili dopo la concitata lancio demografico del secolo XVII, a
fase delle guerre che caratterizzarono causa delle epidemie di peste e delle
tutto il XIV e buona parte del secolo carestie, non è positivo: infatti nel
XV; a quella data la popolazione era 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
cresciuta, il villaggio contava quasi 27 popolazione era diminuita e contava
fuochi per un totale di 108 abitanti. A 423 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- riodo sabaudo, era ulteriormente ca-
lazione era più che raddoppiata e con- lata, scendendo a 315 abitanti. Ma nel
tava 61 fuochi per un totale di 244 abi- periodo successivo la popolazione ri-
tanti. Il bilancio demografico del se- prese a crescere con regolarità e nel
colo XVII, a causa delle epidemie di 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
peste e delle carestie, non è positivo: perfetta’’, contava 1196 abitanti. Nei
infatti nel 1698, alla fine del periodo decenni successivi continuò a crescere
spagnolo, la popolazione era diminuita e nel 1861, anno della proclamazione
e contava 184 abitanti. Nel 1728, all’ini- del Regno d’Italia, contava 1484 abi-
zio del periodo sabaudo, la popola- tanti. Nella seconda metà del secolo
zione era ulteriormente calata, sino a XIX la popolazione ebbe un ulteriore
179 abitanti. Nel periodo successivo aumento; nel 1901 contava 2271 unità.
prese a crescere con regolarità e nel Nel corso dei primi decenni del Nove-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione cento la popolazione si mantenne sta-
perfetta’’, contava 290 abitanti. Nei de- bile; nel 1951 contava 2222 abitanti.
cenni successivi continuò a crescere e Nel periodo successivo la popolazione
nel 1861, anno della proclamazione del ha avuto un nuovo aumento; nel 2001
Regno d’Italia, contava 319 abitanti. contava 2339 abitanti.
Ma nella seconda metà del secolo XIX Jerzu. I primi dati disponibili sulla po-
ebbe un calo; nel 1901 contava 207 polazione sono relativi al 1316; a quella
unità. Nel corso dei primi decenni del data il villaggio aveva 27 fuochi e una
Novecento il villaggio riprese a svilup- popolazione complessiva di 108 abi-
parsi; nel 1951 contava 336 abitanti. tanti. Altri dati significativi sono quelli
Nel periodo successivo la popolazione riferiti al Parlamento del 1485, i primi
ha avuto un notevole aumento; nel 2001 disponibili dopo la concitata fase delle
contava 942 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Ilbono. I primi dati disponibili sulla po- XIV e buona parte del secolo XV; a
polazione sono relativi al 1316; a quella quella data il villaggio era rimasto ai
data il villaggio aveva 23 fuochi e una livelli del secolo XIV e contava sempre
popolazione complessiva di 92 abi- 27 fuochi per un totale di 108 abitanti. A
tanti. Altri dati significativi sono quelli distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi lazione si era quadruplicata e contava

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 490


Popolazione della Sardegna

110 fuochi per un totale di 440 abitanti. uffici amministrativi e nel 1848, anno
Il bilancio demografico del secolo in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, si
XVII, a causa delle epidemie di peste era moltiplicata e contava 2005 abi-
e delle carestie, non è positivo: infatti tanti. Nei decenni successivi continuò
nel 1698, alla fine del periodo spa- a crescere e nel 1861, anno della pro-
gnolo, la popolazione era diminuita e clamazione del Regno d’Italia, contava
contava 203 abitanti. Ma nel 1728, all’i- 2370 abitanti. Nella seconda metà del
nizio del periodo sabaudo, era nuova- secolo XIX ebbe un ulteriore aumento;
mente cresciuta e contava 255 abitanti. nel 1901 contava 3295 unità. Nel corso
Nel periodo successivo continuò a cre- dei primi decenni del Novecento con-
scere con regolarità e nel 1848, anno in fermò la tendenza alla crescita; nel
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, si era 1951 contava 4853 abitanti. Anche nel
moltiplicata e contava 1789 abitanti. periodo successivo la popolazione con-
Nei decenni successivi continuò a cre- tinuò a crescere; nel 2001 contava 6110
scere e nel 1861, anno della proclama- abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 2013 Loceri. I primi dati disponibili sulla po-
abitanti. Nella seconda metà del se- polazione sono relativi al 1316; a quella
colo XIX la popolazione ebbe un ulte- data il villaggio aveva 26 fuochi e una
riore aumento; nel 1901 contava 3480 popolazione complessiva di 104 abi-
unità. Nel corso dei primi decenni del tanti. Altri dati significativi sono quelli
Novecento confermò la tendenza alla riferiti al Parlamento del 1485, i primi
crescita; nel 1951 contava 3997 abi- disponibili dopo la concitata fase delle
tanti. Nel periodo successivo la popo- guerre che caratterizzarono tutto il
lazione ha avuto un calo a causa dell’e- XIV e buona parte del secolo XV; a
migrazione; nel 2001 contava 3379 abi- quella data il villaggio contava 18 fuo-
tanti. chi per un totale di 76 abitanti. A di-
Lanusei. I primi dati disponibili sulla stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
popolazione sono relativi al Parla- zione si era più che quadruplicata e
mento del 1485, i primi disponibili contava quasi 80 fuochi per un totale
dopo la concitata fase delle guerre che di 316 abitanti. Il bilancio demografico
caratterizzarono tutto il XIV e buona del secolo XVII, a causa delle epide-
parte del secolo XV; a quella data il vil- mie di peste e delle carestie, non è po-
laggio contava 18 fuochi per un totale sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
di 76 abitanti. A distanza di un secolo, riodo spagnolo, la popolazione era di-
nel 1583, la popolazione si era moltipli- minuita e contava 223 abitanti. Nel
cata, e contava 234 fuochi per un totale 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
di 936 abitanti. Il bilancio demografico era ancora calata sino a 151 abitanti.
del secolo XVII, a causa delle epide- Ma nel periodo successivo la popola-
mie di peste e delle carestie, non è po- zione riprese a crescere con regolarità
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
riodo spagnolo, la popolazione era di- sione perfetta’’, contava 832 abitanti.
minuita e contava 478 abitanti. Ma nel Nei decenni successivi continuò a cre-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la scere e nel 1861, anno della proclama-
popolazione era nuovamente cresciuta zione del Regno d’Italia, contava 935
e contava 520 abitanti. Nel periodo suc- abitanti. Nella seconda metà del se-
cessivo continuò a crescere con regola- colo XIX la popolazione ebbe un ulte-
rità anche grazie alla presenza di molti riore aumento; nel 1901 contava 1220

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 491


Popolazione della Sardegna

unità. Nel corso dei primi decenni del polazione sono relativi al 1316; a quella
Novecento la popolazione confermò la data il villaggio aveva 27 fuochi e una
tendenza alla crescita; nel 1951 con- popolazione complessiva di 108 abi-
tava 1667 abitanti. Ma nel periodo suc- tanti. Altri dati significativi sono quelli
cessivo la popolazione ha subı̀to un no- riferiti al Parlamento del 1485, i primi
tevole calo a causa dell’emigrazione; disponibili dopo la concitata fase delle
nel 2001 contava 1347 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Lotzorai. I primi dati disponibili sulla XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione sono relativi al 1320; a quella data la popolazione del villaggio
quella data il villaggio era quasi spopo- era diminuita, con 15 fuochi per un to-
lato, aveva 5 fuochi e una popolazione tale di 60 abitanti. A distanza di un se-
complessiva di 20 abitanti. Altri dati si- colo, nel 1583, la popolazione si era più
gnificativi sono quelli riferiti al Parla- che quadruplicata, e contava più di 60
mento del 1485, i primi disponibili fuochi per un totale di 252 abitanti. Il
dopo la concitata fase delle guerre che bilancio demografico del secolo XVII,
caratterizzarono tutto il XIV e buona a causa delle epidemie di peste e delle
parte del secolo XV; a quella data il vil- carestie, non è positivo: infatti nel
laggio era cresciuto, contava 21 fuochi 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
per un totale di 84 abitanti. A distanza popolazione era calata e contava 90
di un secolo, nel 1583, la popolazione si abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe-
era più che quadruplicata, e contava 85 riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
fuochi per un totale di 340 abitanti. Il vamente aumentata e contava 125 abi-
bilancio demografico del secolo XVII, tanti. Nel periodo successivo continuò
nonostante le epidemie di peste e le a crescere con regolarità e nel 1848,
carestie, è positivo: infatti nel 1698, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- fetta’’, contava 732 abitanti. Nei de-
lazione era aumentata e contava 372 cenni successivi registrò un lieve calo
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- e nel 1861, anno della proclamazione
riodo sabaudo, la popolazione era an- del Regno d’Italia, contava 612 abi-
cora cresciuta sino a 488 abitanti. Nel tanti. Nella seconda metà del secolo
periodo successivo la popolazione con- XIX la popolazione riprese a crescere;
tinuò a crescere con regolarità e nel nel 1901 contava 1114 unità. Nel corso
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione dei primi decenni del Novecento con-
perfetta’’, contava 680 abitanti. Nei de- fermò la tendenza, e nel 1951 contava
cenni successivi continuò a crescere e 1451 abitanti. Nel periodo successivo
nel 1861, anno della proclamazione del la popolazione ha avuto un calo a causa
Regno d’Italia, contava 702 abitanti. dell’emigrazione; nel 2001 contava 989
Nella seconda metà del secolo XIX la abitanti.
popolazione ebbe un calo; nel 1901 con- Perdasdefogu (Foghesu). I primi dati
tava 628 unità. Nel corso dei primi de- sulla popolazione sono quelli relativi
cenni del Novecento, invece, la popo- al Parlamento del 1485, i primi dispo-
lazione riprese a crescere; nel 1951 nibili dopo la concitata fase delle
contava 1042 abitanti. Nel periodo suc- guerre che caratterizzarono tutto il
cessivo ha avuto un ulteriore notevole XIV e buona parte del secolo XV; a
aumento; nel 2001 contava 2225 abi- quella data la popolazione del villaggio
tanti. contava 30 fuochi per un totale di 120
Osini. I primi dati disponibili sulla po- abitanti. A distanza di un secolo, nel

486

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 492


Popolazione della Sardegna

1583, si era più che quadruplicata, e contava 806 abitanti. Nel 1728, all’ini-
contava più di 122 fuochi per un totale zio del periodo sabaudo, era diminuita
di 488 abitanti. Il bilancio demografico ulteriormente, scendendo a 748 abi-
del secolo XVII, a causa delle epide- tanti. Nel periodo successivo, però,
mie di peste e delle carestie, non è po- prese a crescere con regolarità e nel
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
riodo spagnolo, la popolazione era ca- perfetta’’, contava 1777 abitanti. Nei
lata e contava 324 abitanti. Ma nel 1728, decenni successivi ebbe un lieve ulte-
all’inizio del periodo sabaudo, era nuo- riore aumento e nel 1861, anno della
vamente aumentata e salita a 423 abi- proclamazione del Regno d’Italia, con-
tanti. Nel periodo successivo la popo- tava 1912 abitanti. Nella seconda metà
lazione continuò a crescere con regola- del secolo XIX la popolazione con-
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la fermò la tendenza a crescere; nel 1901
‘‘fusione perfetta’’, contava 575 abi- contava 2593 unità. Nel corso dei primi
tanti. Nei decenni successivi registrò decenni del Novecento continuò a cre-
un ulteriore aumento e nel 1861, anno scere; nel 1951 contava 3112 abitanti.
della proclamazione del Regno d’Ita- Nel periodo successivo la popolazione
lia, contava 620 abitanti. Nella seconda ha avuto un calo a causa dell’emigra-
metà del secolo XIX la popolazione zione; nel 2001 contava 1609 abitanti.
continuò ad aumentare; nel 1901 con- Talana. I primi dati disponibili sulla
tava 936 unità. Nel corso dei primi de- popolazione sono relativi al 1316; a
cenni del Novecento la popolazione quella data il villaggio aveva 24 fuochi
praticamente raddoppiò: nel 1951 con- e una popolazione complessiva di 92
tava 1742 abitanti. Nel periodo succes- abitanti. Altri dati significativi sono
sivo la tendenza all’aumento è stata quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
confermata: nel 2001 contava 2369 abi- primi disponibili dopo la concitata
tanti. fase delle guerre che caratterizzarono
Seui. I primi dati disponibili sulla po- tutto il XIV e buona parte del secolo
polazione sono relativi al 1320; a quella XV; a quella data la popolazione del
data il villaggio aveva 30 fuochi e una villaggio era diminuita, contava 14 fuo-
popolazione complessiva di 120 abi- chi per un totale di 56 abitanti. A di-
tanti. Altri dati significativi sono quelli stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi zione si era quadruplicata, e contava
disponibili dopo la concitata fase delle più di 55 fuochi per un totale di 236 abi-
guerre che caratterizzarono tutto il tanti. Il bilancio demografico del se-
XIV e buona parte del secolo XV; a colo XVII, a causa delle epidemie di
quella data la popolazione del villaggio peste e delle carestie, non è positivo:
era aumentata, contava 51 fuochi per infatti nel 1698, alla fine del periodo
un totale di 204 abitanti. A distanza di spagnolo, la popolazione era calata e
un secolo, nel 1583, la popolazione si contava 151 abitanti. Nel 1728, all’ini-
era più che quadruplicata; contava zio del periodo sabaudo, era diminuita
più di 230 fuochi per un totale di 972 ulteriormente sino a 131 abitanti. Nel
abitanti. Il bilancio demografico del periodo successivo la popolazione ri-
secolo XVII, a causa delle epidemie di prese a crescere con regolarità e nel
peste e delle carestie, non è positivo: 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
infatti nel 1698, alla fine del periodo perfetta’’, contava 387 abitanti. Nei de-
spagnolo, la popolazione era calata e cenni successivi registrò un lieve ulte-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 493


Popolazione della Sardegna

riore calo e nel 1861, anno della procla- cessivo la crescita è stata confermata, e
mazione del Regno d’Italia, contava nel 2001 contava 3705 abitanti.
344 abitanti. Nella seconda metà del Tortolı̀. I primi dati disponibili sulla
secolo XIX la popolazione riprese a popolazione sono relativi al 1316; a
crescere; nel 1901 contava 640 unità. quella data il villaggio aveva più di 8
Nel corso dei primi decenni del Nove- fuochi e una popolazione complessiva
cento continuò l’espansione; nel 1951 di 30 abitanti. Altri dati significativi
contava 1138 abitanti. Nel periodo suc- sono quelli riferiti al Parlamento del
cessivo la popolazione si è mantenuta 1485, i primi disponibili dopo la conci-
stabile: nel 2001 contava 1153 abitanti. tata fase delle guerre che caratterizza-
Tertenia. I primi dati disponibili sulla rono tutto il XIV e buona parte del se-
popolazione sono relativi al 1316; a colo XV; a quella data la popolazione
quella data il villaggio aveva 51 fuochi del villaggio era aumentata, contava
e una popolazione complessiva di 204 quasi 50 fuochi per un totale di 196 abi-
abitanti. Altri dati significativi sono tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i la popolazione si era quadruplicata e
primi disponibili dopo la concitata contava quasi 200 fuochi per un totale
fase delle guerre che caratterizzarono di 800 abitanti. Il bilancio demografico
del secolo XVII, nonostante le epide-
tutto il XIV e buona parte del secolo
mie di peste e le carestie, è positivo:
XV; a quella data la popolazione del
infatti nel 1698, alla fine del periodo
villaggio era diminuita, contava 19 fuo-
spagnolo, la popolazione era aumen-
chi per un totale di 76 abitanti. A di-
tata e contava 1006 abitanti. Nel 1728,
stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
zione si era quadruplicata, e contava
lazione era ulteriormente cresciuta;
quasi 80 fuochi per un totale di 312 abi-
contava 1065 abitanti. Nel periodo suc-
tanti. Il bilancio demografico del se-
cessivo la popolazione continuò a cre-
colo XVII, nonostante le epidemie di
scere con regolarità e nel 1848, anno in
peste e le carestie, è positivo: infatti
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
nel 1698, alla fine del periodo spa-
tava 1725 abitanti. Nei decenni succes-
gnolo, la popolazione era aumentata e sivi registrò un lieve ulteriore aumento
contava 505 abitanti. Nel 1728, all’ini- e nel 1861, anno della proclamazione
zio del periodo sabaudo, la popola- del Regno d’Italia, contava 1848 abi-
zione risultava diminuita, con 374 abi- tanti. Nella seconda metà del secolo
tanti. Nel periodo successivo la popo- XIX la popolazione continuò ad au-
lazione riprese a crescere con regola- mentare; nel 1901 contava 2201 unità.
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la Nel corso dei primi decenni del Nove-
‘‘fusione perfetta’’, contava 1092 abi- cento continuò lo sviluppo demogra-
tanti. Nei decenni successivi registrò fico; nel 1951 contava 3585 abitanti.
un lieve ulteriore aumento e nel 1861, Nel periodo successivo la tendenza
anno della proclamazione del Regno alla crescita è stata confermata grazie
d’Italia, contava 1199 abitanti. Nella alle attività portuali e la popolazione si
seconda metà del secolo XIX la ten- è moltiplicata; nel 2001 contava 9728
denza continuò; nel 1901 contava 1981 abitanti.
unità. Nel corso dei primi decenni del Triei. I primi dati disponibili sulla po-
Novecento crebbe ancora; nel 1951 polazione sono relativi al 1316; a quella
contava 3153 abitanti. Nel periodo suc- data il villaggio aveva 20 fuochi e una

488

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 494


Popolazione della Sardegna

popolazione complessiva di 80 abi- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-


tanti. Altri dati significativi sono quelli lazione era cresciuta; di fatto si era più
riferiti al Parlamento del 1485, i primi che quadruplicata, e contava quasi 131
disponibili dopo la concitata fase delle fuochi per un totale di 524 abitanti. Il
guerre che caratterizzarono tutto il bilancio demografico del secolo XVII,
XIV e buona parte del secolo XV; a a causa delle epidemie di peste e delle
quella data la popolazione del villaggio carestie, non è positivo: infatti nel
era diminuita e contava 8 fuochi per un 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
totale di 32 abitanti. A distanza di un popolazione era diminuita e contava
secolo, nel 1583, la popolazione era 277 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
cresciuta, contava quasi 33 fuochi per riodo sabaudo, era ancora calata e con-
un totale di 136 abitanti. Il bilancio de- tava 174 abitanti. Nel periodo succes-
mografico del secolo XVII, a causa sivo riprese a crescere con regolarità e
delle epidemie di peste e delle care- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
stie, non è positivo: infatti nel 1698, perfetta’’, contava 1383 abitanti. Nei
alla fine del periodo spagnolo, la popo- decenni successivi ebbe un lieve calo:
lazione era diminuita e contava 77 abi- nel 1861, anno della proclamazione del
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo Regno d’Italia, contava 1308 abitanti.
sabaudo, la popolazione era nuova- Nella seconda metà del secolo XIX la
mente cresciuta, sia pure di poco, e popolazione riprese a crescere; nel
nel periodo successivo continuò a cre- 1901 contava 2000 unità. Nel corso dei
scere con regolarità: nel 1848, anno in primi decenni del Novecento la popo-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- lazione continuò a crescere; nel 1951
tava 328 abitanti e nei decenni succes- contava 2320 abitanti. Nel periodo suc-
sivi registrò un lieve ulteriore au- cessivo la popolazione ha avuto un dra-
mento. Nel 1861, anno della proclama- stico calo a causa dell’emigrazione; nel
zione del Regno d’Italia, contava 364 2001 contava 1646 abitanti.
abitanti. Nella seconda metà del se- Urzulei. I primi dati disponibili sulla
colo XIX la popolazione continuò a popolazione sono relativi al 1316; a
crescere; nel 1901 contava 599 unità. quella data il villaggio aveva 14 fuochi
Nel corso dei primi decenni del Nove- e una popolazione complessiva di 56
cento crebbe ancora, nel 1951 contava abitanti. Altri dati significativi sono
1152 abitanti. Nel periodo successivo quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
la tendenza alla crescita è stata confer- primi disponibili dopo la concitata
mata; nel 2001 contava 1185 abitanti. fase delle guerre che caratterizzarono
Ulassai. I primi dati disponibili sulla tutto il XIV e buona parte del secolo
popolazione sono relativi al 1316; a XV; a quella data il villaggio contava
quella data il villaggio aveva 20 fuochi ancora 14 fuochi soltanto. A distanza
e una popolazione complessiva di 80 di un secolo, nel 1583, la popolazione
abitanti. Altri dati significativi sono era cresciuta; di fatto più che quadru-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i plicata, contava 56 fuochi per un totale
primi disponibili dopo la concitata di 224 abitanti. Il bilancio demografico
fase delle guerre che caratterizzarono del secolo XVII, a causa delle epide-
tutto il XIV e buona parte del secolo mie di peste e delle carestie, non è po-
XV; a quella data la popolazione del sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
villaggio era aumentata e contava 41 riodo spagnolo, la popolazione era di-
fuochi per un totale di 126 abitanti. A minuita e contava 208 abitanti, e nel

489

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 495


Popolazione della Sardegna

1728, all’inizio del periodo sabaudo, mazione del Regno d’Italia, contava
era ancora calata, con 186 abitanti. 531 abitanti. Nella seconda metà del
Nel periodo successivo, invece, ri- secolo XIX la popolazione continuò a
prese a crescere con regolarità e nel crescere; nel 1901 raggiunse le 780
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione unità. Nel corso dei primi decenni del
perfetta’’, contava 506 abitanti. Nei de- Novecento la popolazione ebbe un
cenni successivi registrò un ulteriore nuovo aumento; nel 1951 contava 1110
aumento e nel 1861, anno della procla- abitanti. Nel periodo successivo la po-
mazione del Regno d’Italia, contava polazione ha invece avuto un calo a
562 abitanti. Nella seconda metà del causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
secolo XIX la popolazione continuò a tava 792 abitanti.
crescere; nel 1901 contava 593 unità. Villagrande Strisaili. I primi dati dispo-
Nel corso dei primi decenni del Nove- nibili sulla popolazione sono relativi al
cento la popolazione si registrò un’im- 1316; a quella data il villaggio aveva 14
pennata, tanto che nel 1951 il paese fuochi e una popolazione complessiva
contava 1447 abitanti. Nel periodo suc- di 56 abitanti. Altri dati significativi
cessivo la popolazione si è mantenuta sono quelli riferiti al Parlamento del
stabile; nel 2001 contava 1456 abitanti. 1485, i primi disponibili dopo la conci-
Ussassai. I primi dati disponibili sulla tata fase delle guerre che caratterizza-
popolazione sono relativi al 1320; a rono tutto il XIV e buona parte del se-
quella data il villaggio aveva 21 fuochi colo XV; a quella data la popolazione
e una popolazione complessiva di 84 del villaggio era cresciuta, contava 45
abitanti. Altri dati significativi sono fuochi per un totale di 180 abitanti. A
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
primi disponibili dopo la concitata lazione era cresciuta, di fatto più che
fase delle guerre che caratterizzarono raddoppiata, e contava 94 fuochi per
tutto il XIV e buona parte del secolo un totale di 380 abitanti. Il bilancio de-
XV; a quella data la popolazione del mografico del secolo XVII, a causa
villaggio contava ancora 21 fuochi. A delle epidemie di peste e delle care-
distanza di un secolo, nel 1583, era cre- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
sciuta, di fatto più che quadruplicata, e alla fine del periodo spagnolo, la popo-
contava 75 fuochi per un totale di 293 lazione era diminuita e contava 246
abitanti. Il bilancio demografico del abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
secolo XVII, a causa delle epidemie di riodo sabaudo, la popolazione era già
peste e delle carestie, non è positivo: cresciuta e contava 303 abitanti. Nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo periodo successivo continuò a cre-
spagnolo, la popolazione era diminuita scere con regolarità e nel 1848, l’anno
e contava 185 abitanti. Nel 1728, all’ini- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1099
zio del periodo sabaudo, la popola- abitanti. Nei decenni successivi ebbe
zione era nuovamente cresciuta e con- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
tava 248 abitanti. Nel periodo succes- della proclamazione del Regno d’Ita-
sivo la popolazione continuò ad au- lia, contava 1160 abitanti. Nella se-
mentare con regolarità e nel 1848, conda metà del secolo XIX la popola-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zione continuò a crescere; nel 1901
fetta’’, contava 508 abitanti. Nei de- contava 1654 unità. Nel corso dei primi
cenni successivi registrò un ulteriore decenni del Novecento la popolazione
aumento e nel 1861, anno della procla- ebbe un altro aumento; nel 1951 con-

490

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 496


Popolazione della Sardegna

tava 3369 abitanti. Nel periodo succes- Nel 1958 si staccò Trinità d’Agultu, nel
sivo la popolazione ha avuto un ulte- 1969 toccò a Badesi e nel 1975 a Vid-
riore aumento; nel 2001 contava 3758 dalba, per cui la popolazione ebbe un
abitanti. calo. Dopo il distacco dei tre villaggi,
PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO nel 2001 contava 1709 abitanti.
Aggius. I primi dati disponibili risal- Aglientu. Costituito come comune au-
gono al 1324; a quella data il villaggio tonomo nel 1959, i primi dati disponi-
contava 31 fuochi per un totale di 136 bili risalgono al 1961, quando contava
abitanti; mancano dati relativi al se- 1471 abitanti; negli ultimi decenni la
colo XIV. Altri dati significativi sono popolazione è calata a causa dell’emi-
quelli relativi al Parlamento del 1485, grazione e nel 2001 contava 1078 unità.
i primi disponibili dopo la concitata Alà dei Sardi. I primi dati risalgono al
fase delle guerre che caratterizzarono 1388; a quella data il villaggio contava
tutto il XIV e buona parte del secolo quasi 20 fuochi per un totale di 76 abi-
XV; a quella data la popolazione del tanti circa. Altri dati significativi sono
villaggio era notevolmente aumentata quelli relativi al Parlamento del 1485, i
e contava più di 80 fuochi per un totale primi disponibili dopo la concitata
di 340 abitanti. A distanza di un secolo, fase delle guerre che caratterizzarono
a partire dal 1583, la popolazione era tutto il XIV e buona parte del secolo
cresciuta ancora; ormai era più che XV; a quella data la popolazione del
raddoppiata e contava più di 200 fuo- villaggio contava non più di 12 fuochi
chi per un totale di 816 abitanti. Il bi- per un totale di 48 abitanti. A distanza
lancio demografico del secolo XVII, a di un secolo, a partire dal 1583, la po-
causa delle epidemie di peste e delle polazione era cresciuta sensibilmente;
carestie, non è positivo: infatti nel ormai si era quasi decuplicata, contava
1698, alla fine del periodo spagnolo, la 100 fuochi per un totale di 400 abitanti.
popolazione era calata e toccava ap- Il bilancio demografico del secolo
pena i 670 abitanti. Nel 1728, all’inizio XVII, a causa delle epidemie di peste
del periodo sabaudo, la popolazione e delle carestie, non è positivo: infatti
era cresciuta e arrivava ad avere 1144 nel 1698, alla fine del periodo spa-
abitanti. Nel periodo successivo conti- gnolo, la popolazione era calata e toc-
nuò a crescere in maniera notevole e cava appena i 276 abitanti. Nel 1728,
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
perfetta’’, era raddoppiata e contava lazione era ulteriormente calata, arri-
2449 abitanti sparsi nelle cussorgie vando ad avere solo 199 abitanti. Nel
delle campagne. Nei decenni che se- periodo successivo la tendenza fu in-
guirono si ebbe un leggero calo e nel vertita, cominciò a crescere in ma-
1861, anno della proclamazione del Re- niera notevole e nel 1848, anno in cui
gno d’Italia, la popolazione era passata si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
a 2222 unità. Nella seconda metà del 1108 abitanti. Nei decenni successivi
secolo XIX cominciò lentamente ad il numero degli abitanti rimase co-
aumentare, arrivando a contare 3133 stante e nel 1861, anno della proclama-
unità nel 1901, comprese alcune fra- zione del Regno d’Italia, la popola-
zioni. Nel corso dei primi decenni del zione era di 1100 unità. Nella seconda
Novecento continuò a crescere: salı̀ a metà del secolo XIX ricominciò lenta-
più di 5500 unità, comprese le frazioni mente ad aumentare, arrivando a con-
di Trinità d’Agultu, Badesi e Viddalba. tare 1596 unità nel 1901. Nel corso dei

491

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 497


Popolazione della Sardegna

primi decenni del Novecento continuò tanti. A distanza di un secolo, a partire


a crescere e nel 1951 toccava 2443 abi- dal 1583, la popolazione era cresciuta
tanti. Nell’ultimo cinquantennio, però, ancora; ormai più che triplicata, con-
a causa dell’emigrazione ha subı̀to un tava più di 150 fuochi per un totale di
calo; nel 2001 contava 1953 abitanti. 644 abitanti. Il bilancio demografico
Arzachena. I primi dati disponibili ri- del secolo XVII, nonostante le epide-
salgono al 1324; a quella data il villag- mie di peste e le carestie, è positivo:
gio contava circa 42 fuochi per un to- infatti nel 1698, alla fine del periodo
tale di 176 abitanti. In seguito, entro il spagnolo, la popolazione era cresciuta
secolo XIV, il villaggio si spopolò; il ter- e toccava gli 831 abitanti. Nel 1728, al-
ritorio rimase semideserto nei secoli l’inizio del periodo sabaudo, la popola-
successivi e solo a partire dal secolo zione era stabilizzata con i suoi 837 abi-
XVI vi furono costruiti degli stazzi che tanti. Nel periodo successivo riprese a
dipendevano dai territori di Tempio e crescere in maniera notevole e nel
di Nuchis, per cui la loro popolazione 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
fu censita con quella dei due villaggi. perfetta’’, contava 1277 abitanti. Nei
Fu costituito come comune autonomo decenni successivi continuò ad au-
nel 1926, i primi dati risalgono al 1931 mentare e nel 1861, anno della procla-
quando contava 3749 abitanti. In se- mazione del Regno d’Italia, la popola-
guito continuò a crescere e nel 1951 zione era passata a 1331 unità. Nella
toccava infatti i 4259 abitanti. Nell’ul- seconda metà del secolo XIX il paese
timo cinquantennio il villaggio ha regi- confermò questa tendenza arrivando a
strato un notevole ulteriore sviluppo a contare 2100 unità nel 1901. Nel corso
causa del turismo; la popolazione nel dei primi decenni del Novecento con-
2001 contava 10 144 abitanti. tinuò a crescere intensamente e nel
Badesi. Il suo territorio era compreso 1951 toccava i 3428 abitanti. Nell’ul-
in quello di Aggius, e gli abitanti degli timo cinquantennio ha subı̀to un calo
stazzi che vi sorgevano erano censiti a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
tra quelli di Aggius. Fu costituito come tava 3253 abitanti.
comune autonomo nel 1969; i primi Bortigiadas. I primi dati disponibili ri-
dati disponibili sulla popolazione ri- salgono al 1324; a quella data il villag-
salgono al 1971, quando contava 1571 gio contava più di 60 fuochi per un to-
abitanti. Nei decenni successivi la sua tale di 256 abitanti circa. Altri dati si-
popolazione continuò a crescere e nel gnificativi sono quelli relativi al Parla-
2001 contava 1887 abitanti. mento del 1485, i primi disponibili
Berchidda. I primi dati disponibili ri- dopo la concitata fase delle guerre che
salgono al 1388; a quella data il villag- caratterizzarono tutto il XIV e buona
gio era quasi spopolato, contava 8 fuo- parte del secolo XV; a quella data la
chi per un totale di 32 abitanti. Altri popolazione del villaggio era dimi-
dati significativi sono quelli relativi al nuita e contava 50 fuochi per un totale
Parlamento del 1485, i primi disponi- di 204 abitanti. Anche per il secolo XVI
bili dopo la concitata fase delle guerre mancano i dati sulla popolazione;
che caratterizzarono tutto il XIV e quelli successivi si riferiscono invece
buona parte del secolo XV; a quella al 1698, alla fine del periodo spagnolo,
data la popolazione del villaggio era quando la popolazione toccava i 569
notevolmente aumentata e contava abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
quasi 50 fuochi per un totale di 196 abi- riodo sabaudo, la popolazione era cre-

492

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 498


Popolazione della Sardegna

sciuta significativamente e arrivava a aumentò ancora e nel 1861, anno della


943 abitanti. Nel periodo successivo proclamazione del Regno d’Italia, la
continuò ad aumentare in maniera no- popolazione era passata a 2575 abi-
tevole e nel 1848, anno in cui si ebbe la tanti. Nella seconda metà del secolo
‘‘fusione perfetta’’, contava 1621 abi- XIX ebbe un ulteriore deciso aumento,
tanti sparsi nelle cussorgie. Nei de- arrivando a contare 3791 unità nel
cenni successivi si ebbe un leggero 1901. Nel corso dei primi decenni del
calo e nel 1861, anno della proclama- Novecento continuò a crescere e nel
zione del Regno d’Italia, la popola- 1951 toccò i 6258 abitanti. Nell’ultimo
zione era passata a 1531 abitanti, pre- cinquantennio, a causa dell’emigra-
valentemente distribuiti nelle cussor- zione, la popolazione ha avuto un calo;
gie. Nella seconda metà del secolo nel 2001 contava 4209 abitanti.
XIX cominciò lentamente diminuire, Budoni. Istituito come comune auto-
arrivando a contare 1156 unità nel nomo nel 1959, il suo territorio era pre-
1901. Nel corso dei primi decnni del cedentemente popolato almeno dal se-
Novecento riprese però a crescere, colo XVII da pastori che venivano cen-
toccando nel 1951 i 1760 abitanti. Con siti nella popolazione di Posada. I
la costituzione di Viddalba nel 1975 primi dati disponibili risalgono perciò
perse le frazioni di Giagazzu e Giun- al 1961, quando la popolazione contava
cana e nel 2001 contava 919 abitanti. 2241 abitanti. Nei decenni successivi
Buddusò. I primi dati risalgono al 1388; la popolazione ha continuato a cre-
a quella data il villaggio contava 12 fuo- scere; nel 2001 contava 4117 abitanti.
chi per un totale di 48 abitanti. Altri Calangianus. I primi dati risalgono al
dati significativi sono quelli relativi al 1324; a quella data il villaggio era quasi
Parlamento del 1485, i primi disponi- spopolato, contava 6 fuochi per un to-
bili dopo la concitata fase delle guerre tale di 24 abitanti circa; altri dati signi-
che caratterizzarono tutto il XIV e ficativi sono quelli relativi al Parla-
buona parte del secolo XV; a quella mento del 1485, i primi disponibili
data la popolazione del villaggio con- dopo la concitata fase delle guerre che
tava più di 70 fuochi per un totale di caratterizzarono tutto il XIV e buona
288 abitanti. A distanza di un secolo, a parte del secolo XV; a quella data la
partire dal 1583, la popolazione era popolazione del villaggio era aumen-
cresciuta in modo notevole e contava tata e contava 110 fuochi per un totale
più di 340 fuochi per un totale di 1454 di 440 abitanti. A distanza di un secolo,
abitanti. Il bilancio demografico del a partire dal 1583, la popolazione era
secolo XVII, a causa delle epidemie di cresciuta ancora; ormai più che tripli-
peste e delle carestie, non è positivo: cata, contava più di 380 fuochi per un
infatti nel 1698, alla fine del periodo totale di 1536 abitanti. Il bilancio de-
spagnolo, la popolazione era diminuita mografico del secolo XVII, a causa
e toccava i 933 abitanti. Nel 1728, all’i- delle epidemie di peste e delle care-
nizio del periodo sabaudo, la popola- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
zione era cresciuta significativamente alla fine del periodo spagnolo, la popo-
e arrivava a 1297 abitanti. Nel periodo lazione era calata e aveva solo 1081 abi-
successivo continuò a crescere in ma- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
niera notevole e nel 1848, anno in cui si sabaudo, la popolazione era invece
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava cresciuta e arrivava ad avere 1128 abi-
2338 abitanti. Nei decenni successivi tanti. Nel periodo successivo continuò

493

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 499


Popolazione della Sardegna

a crescere in maniera notevole e nel 1861, anno della proclamazione del Re-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione gno d’Italia, con 1721 abitanti era dimi-
perfetta’’, contava 1956 abitanti. Nei nuita. La crescita riprese in modo vigo-
decenni successivi la tendenza alla roso nella seconda metà del secolo XIX
crescita fu confermata e nel 1861, e nel 1901 la popolazione era più che
anno della proclamazione del Regno quadruplicata con 8361 unità.
d’Italia, la popolazione era passata a In seguito continuò a crescere e nel
2194 abitanti. Nella seconda metà del 1951 toccava i 10 070 abitanti. Nell’ul-
secolo XIX continuò ad aumentare, ar- timo cinquantennio la cittadina si è
rivando a contare 3859 unità nel 1901. sviluppata ulteriormente a causa del
Nel corso dei primi decenni del Nove- turismo; la sua popolazione nel 2001
cento lo sviluppo demografico fu co- contava 11 698 abitanti.
stante, toccando nel 1951 i 5778 abi- Loiri Porto San Paolo. Costituito nel
tanti, molti dei quali sparsi negli stazzi 1979 su un territorio, staccato da Tem-
delle cussorgie. Nell’ultimo cinquan- pio Pausania, precedentemente popo-
tennio la popolazione ebbe una prima lato da gruppi di pastori residenti negli
diminuzione nel 1960, quando la fra- stazzi che venivano censiti con la popo-
zione di Muddizza Piana fu aggregata lazione di Tempio. I primi dati disponi-
a Olbia, successivamente quando bili sulla popolazione risalgono perciò
un’altra parte fu aggregata a Telti e in- al 1981, quando contava 1840 abitanti.
fine nel 1979, quando un’altra parte Nell’ultimo trentennio il villaggio ha
concorse alla formazione di Sant’Anto- continuato a svilupparsi; la sua popo-
nio di Gallura; nel 2001 contava 4747 lazione nel 2001 contava 2254 abitanti.
abitanti. Luogosanto. Costituito come comune
Golfo Aranci. Costituito come comune nel 1947, il suo territorio, che era abi-
autonomo nel 1979, il suo territorio tato da pastori che risiedevano negli
precedentemente faceva parte di Ol- stazzi, dipendeva in precedenza da
bia ed era abitato prevalentemente da Tempio Pausania. I primi dati disponi-
pastori che venivano censiti con quelli bili sulla popolazione sono relativi al
di Olbia. I primi dati disponibili sulla 1951, quando toccava i 2742 abitanti.
popolazione risalgono perciò al 1981, Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
quando ammontava a 1690 abitanti. ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
Nell’ultimo trentennio il villaggio ha mento; la sua popolazione nel 2001
continuato a svilupparsi; la sua popo- contava 1834 abitanti.
lazione nel 2001 contava 2103 abitanti. Luras. I primi dati disponibili risal-
La Maddalena. Fondato nel 1764, il suo gono al 1324; a quella data il villaggio
territorio però era abitato già dai se- contava 20 fuochi per un totale di 80
coli precedenti da gruppi di pastori, in abitanti; mancano altri dati relativi al
genere corsi, che però non venivano secolo XIV. Dati significativi sono
censiti. I primi dati disponibili risal- quelli relativi al Parlamento del 1485,
gono al 1776, quando contava 421 abi- i primi disponibili dopo la concitata
tanti; nei decenni successivi la popola- fase delle guerre che caratterizzarono
zione continuò a crescere e nel 1821 tutto il XIV e buona parte del secolo
contava 1600 abitanti. In seguito la cre- XV; a quella data la popolazione del
scita non si arrestò e nel 1848, anno in villaggio era aumentata e contava
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- quasi 50 fuochi per un totale di 196 abi-
polazione contava 2025 abitanti. Nel tanti. A distanza di un secolo, a partire

494

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 500


Popolazione della Sardegna

dal 1583, la popolazione era cresciuta proclamazione del Regno d’Italia, con
ancora; ormai più che raddoppiata, 881 abitanti la popolazione era ulte-
contava più di 120 fuochi per un totale riormente cresciuta. La crescita conti-
di 500 abitanti. Il bilancio demografico nuò nella seconda metà del secolo XIX
del secolo XVII, nonostante le epide- e nel 1901 la popolazione era salita a
mie di peste e le carestie, è positivo: 1606 unità, raddoppiando. Nella prima
infatti nel 1698, alla fine del periodo metà del Novecento continuò a cre-
spagnolo, la popolazione era cresciuta scere e nel 1951 toccava i 2519 abitanti.
e aveva 561 abitanti. Nel 1728, all’inizio Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
del periodo sabaudo, la popolazione ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
era aumentata ancora e arrivava a 986 mento a causa dell’emigrazione; la sua
abitanti. Nel periodo successivo conti- popolazione nel 2001 contava 2252 abi-
nuò a crescere in maniera notevole e tanti.
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Olbia (Terranova sino al 1939). I primi
perfetta’’, contava 1686 abitanti. Nei dati risalgono al 1324; a quella data la
decenni successivi la tendenza alla città contava 122 fuochi per un totale di
crescita fu confermata e nel 1861, 496 abitanti; mancano altri dati relativi
anno della proclamazione del Regno al secolo XIV e al secolo XV. Dati signi-
d’Italia, la popolazione era passata a ficativi sono quelli relativi al 1583:
1812 abitanti. Nella seconda metà del dopo un lungo periodo di devastazioni
secolo XIX continuò ad aumentare ar- dovute a incursioni di corsari nordafri-
rivando a contare 2497 unità nel 1901. cani, la popolazione era diminuita sen-
Nel corso dei primi decenni del Nove- sibilmente, contava circa 40 fuochi per
cento continuò a crescere, toccando i un totale di 163 abitanti. Il bilancio de-
3200 abitanti nel 1951. Nell’ultimo cin- mografico del secolo XVII, nonostante
quantennio la popolazione ha avuto le epidemie di peste e le carestie, è po-
una diminuzione a causa dell’emigra- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
zione; nel 2001 contava 2722 abitanti. riodo spagnolo, la popolazione era cre-
Monti. I primi dati risalgono al 1388; a sciuta e aveva 378 abitanti. Nel 1728,
quella data il villaggio era quasi spopo- all’inizio del periodo sabaudo, era cre-
lato, contava 6 fuochi per un totale di sciuta ancora e arrivava a 745 abitanti.
24 abitanti. Nel periodo successivo si Nel periodo successivo continuò a cre-
spopolò; ulteriori dati si ritrovano a di- scere in maniera notevole e nel 1848,
stanza di un secolo, nel 1583, quando la anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
popolazione contava 45 fuochi per un fetta’’, contava 1837 abitanti. Nei de-
totale di 188 abitanti. Il bilancio demo- cenni successivi la tendenza alla cre-
grafico del secolo XVII, nonostante le scita fu confermata e nel 1861, anno
epidemie di peste e le carestie, è posi- della proclamazione del Regno d’Ita-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- lia, la popolazione era passata a 2486
riodo spagnolo, la popolazione era cre- abitanti. Nella seconda metà del se-
sciuta e aveva 561 abitanti. Nel 1728, colo XIX continuò ad aumentare, arri-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- vando a contare 4528 unità nel 1901.
lazione era diminuita a 208 abitanti. Nel corso dei primi decenni del Nove-
Nel periodo successivo cominciò nuo- cento, con lo sviluppo del porto, conti-
vamente a crescere e nel 1848, anno in nuò ad aumentare, toccando i 15 581
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- abitanti nel 1951. Nell’ultimo cinquan-
tava 690 abitanti; nel 1861, anno della tennio la popolazione ha avuto una cre-

495

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 501


Popolazione della Sardegna

scita ancora maggiore come conse- 2001, quando la popolazione contava


guenza dello sviluppo del turismo; nel 2123 abitanti.
2001 contava 44 291 abitanti. Palau. Costituito come comune auto-
Oschiri. I primi dati disponibili risal- nomo nel 1959, il suo territorio era po-
gono al 1388; a quella data il villaggio polato da gruppi di pastori residenti
era quasi spopolato, contava 7 fuochi negli stazzi e censiti con Tempio; i
per un totale di 28 abitanti. Altri dati primi dati disponibili risalgono al
significativi sono quelli relativi al Par- 1961, quando la popolazione toccava i
lamento del 1485, i primi disponibili 1761 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
dopo la concitata fase delle guerre che nio il villaggio ha continuato a svilup-
caratterizzarono tutto il XIV e buona parsi; la sua popolazione nel 2001 con-
parte del secolo XV; a quella data la tava 3411 abitanti.
popolazione del villaggio era aumen- San Teodoro. Costituito come comune
tata e contava più di 110 fuochi per un autonomo nel 1959; il suo territorio,
totale di 448 abitanti. A distanza di un che dipendeva da Posada, era abitato
secolo, a partire dal 1583, la popola- da gruppi di pastori che risiedevano
zione era cresciuta ancora; ormai più negli stazzi ed erano censiti con gli abi-
che triplicata, contava più di 350 fuo- tanti di Posada. I primi dati disponibili
chi per un totale di 1400 abitanti. Il bi- sulla popolazione sono relativi al 1961,
lancio demografico del secolo XVII, a
quando toccava 1707 abitanti. Nell’ul-
causa delle epidemie di peste e delle
timo cinquantennio il villaggio ha con-
carestie, non è positivo: infatti nel
tinuato a svilupparsi; la sua popola-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la
zione nel 2001 contava 3391 abitanti.
popolazione aveva solo 831 abitanti.
Santa Teresa Gallura. Costituito come
Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
comune autonomo nel 1808, il suo ter-
baudo, la popolazione era cresciuta
ritorio era compreso in quello di Tem-
nuovamente e arrivava ad avere 1227
pio e abitato da gruppi di pastori che
abitanti. Nel periodo seguente conti-
risiedevano negli stazzi e venivano
nuò a svilupparsi in maniera notevole
censiti con gli abitanti di Tempio. I
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
primi dati disponibili sulla popola-
sione perfetta’’, contava 2326 abitanti.
zione sono relativi al 1821, quando con-
Nei decenni successivi la popolazione
ebbe un lieve calo e nel 1861, anno tava 241 abitanti. Nel periodo succes-
della proclamazione del Regno d’Ita- sivo la popolazione sembrò moltipli-
lia, era di 2125 abitanti. Nella seconda carsi e nel 1848, anno in cui si ebbe la
metà del secolo XIX riprese ad aumen- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1251 abi-
tare, arrivando a contare 3007 unità nel tanti. Nel 1861, anno della proclama-
1901. Nel corso dei primi decenni del zione del Regno d’Italia, con 1481 abi-
Novecento continuò a crescere, toc- tanti la popolazione continuava a cre-
cando i 4669 abitanti nel 1951. Nell’ul- scere. La crescita sembrò continuare
timo cinquantennio la popolazione ha nella seconda metà del secolo XIX:
avuto un calo a causa dell’emigra- nel 1901 la popolazione era di 2269
zione; nel 2001 contava 3842 abitanti. unità. Nella prima metà del Novecento
Padru. Il villaggio è stato costituito in continuò a crescere; nel 1951 toccava
comune autonomo non più tardi di infatti i 2751 abitanti. Nell’ultimo cin-
quindici anni fa; i primi dati disponi- quantennio il centro, grazie al turismo,
bili sulla popolazione sono relativi al ha continuato a svilupparsi; la sua po-

496

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 502


Popolo

polazione nel 2001 contava 4160 abi- ancora e arrivava a 5214 abitanti, una
tanti. parte dei quali sparsi nelle cussorgie
Sant’Antonio di Gallura. Costituito che erano comprese nel suo territorio.
come comune autonomo nel 1979, il Nel periodo successivo continuò a cre-
suo territorio faceva parte di quelli di scere in maniera notevole e nel 1848,
Luras e di Calangianus ed era abitato anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
da gruppi di pastori che risiedevano fetta’’, contava 8975 abitanti. Nei de-
negli stazzi ed erano censiti con la po- cenni successivi la popolazione regi-
polazione dei due centri. I primi dati strò un ulteriore aumento e nel 1861,
disponibili risalgono al 1981; a quella anno della proclamazione del Regno
data il villaggio aveva 1570 abitanti; nel d’Italia, era salita a 10 360 abitanti.
2001 contava 1655 abitanti. Nella seconda metà del secolo XIX
Telti. Costituito come comune auto- continuò ad aumentare, arrivando a
nomo nel 1963 con territori staccati da contare 15 027 unità nel 1901. Nel corso
Calangianus e da Monti, era abitato da dei primi decenni del Novecento al-
gruppi di pastori che risiedevano negli cune delle cussorgie cominciarono a
stazzi e che venivano censiti con la po- staccarsi; nel 1920 fu costituito il co-
polazione dei due villaggi. I primi dati mune di Arzachena e nel 1931 la popo-
disponibili sulla popolazione sono re- lazione scese a 14 341 abitanti; nel 1947
lativi al 1971, quando contava 1616 abi- fu staccato il territorio di Luogosanto e
tanti; negli ultimi decenni la popola- nel 1951 la popolazione scese ulterior-
zione ha continuato ad aumentare; nel mente a 11 440 abitanti. Nell’ultimo
2001 contava 2032 abitanti. cinquantennio, nel 1959 si staccarono
Tempio Pausania. I primi dati disponi- Palau e Aglientu, nel 1963 Telti e infine
bili risalgono al 1320; a quella data il nel 1979 Loiri Porto San Paolo; la popo-
villaggio contava 30 fuochi per un to- lazione, comunque, riprese a salire e
tale di 120 abitanti; mancano altri dati nel 2001 contava 13 941 abitanti.
relativi al secolo XIV. Quelli relativi al Trintà d’Agultu e Vignola. Costituito in
Parlamento del 1485 sono i primi di- comune autonomo nel 1958, era abitato
sponibili dopo la concitata fase delle da gruppi di pastori che risiedevano
guerre che caratterizzarono tutto il negli stazzi ed erano censiti con la po-
XIV e buona parte del secolo XV; a polazione di Aggius. I primi dati dispo-
quella data la popolazione del villaggio nibili sulla popolazione sono relativi al
era aumentata considerevolmente e 1961, quando ammontava a 1961 abi-
contava più di 230 fuochi per un totale tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
di 916 abitanti. A distanza di un secolo, laggio si è stabilizzato; la sua popola-
a partire dal 1583, la popolazione era zione nel 2001 contava 2033 abitanti.
cresciuta ancora; ormai era più tripli- ‘‘Popolo, Il’’1 Giornale ‘‘politico, econo-
cata, contava più di 750 fuochi per un mico, scientifico e letterario’’, pubbli-
totale di 3092 abitanti. Il bilancio de- cato a Cagliari dall’aprile 1848 al 25
mografico del secolo XVII, nonostante marzo 1849. Il primo numero uscı̀ il 6
le epidemie di peste e le carestie, è po- aprile, un mese esatto dopo la promul-
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- gazione dello Statuto Albertino che di
riodo spagnolo, la popolazione era ul- fatto, concedendo la libertà di opi-
teriormente cresciuta e aveva 3867 abi- nione e di stampa, incoraggiò l’appari-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo zione anche nell’isola di numerosi
sabaudo, la popolazione era cresciuta giornali (a Sassari usciva negli stessi

497

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 503


Popolo

giorni il settimanale ‘‘La Sardegna’’). sizioni dell’editore dell’‘‘Unione


‘‘Il P.’’ usciva ogni 5 giorni. Diretto da sarda’’ Ferruccio Sorcinelli, forte-
Gavino Fara, di orientamento liberale mente contrario alla fusione tra il
e unitarista, ebbe un ‘‘curioso’’ confra- PNF e il PSd’Az perseguita dal pre-
tello, quando, a partire dall’8 gennaio fetto. Era violentemente polemico con-
1849, uscı̀ un altro ‘‘Popolo sardo’’, di- tro Emilio Lussu, per il quale Sorci-
retto dallo stesso Fara, che venne pub- nelli coniò l’epiteto di ‘‘cavaliere dei
blicato fino al gennaio 1850. Più di ven- Rossomori’’, poi adottato da Giuseppe
ticinque anni dopo, nel 1876, tra luglio Fiori per la biografia del leader sardi-
e novembre, il giornale riapparve sta.
come settimanale con lo stesso diret-
tore (in testata era detto ‘‘giornale poli-
‘‘Popolo sardo’’ Bisettimanale pubbli-
tico giuridico letterario’’). Il 12 gennaio cato a Cagliari dal febbraio 1918 al di-
1885 la tipografia dell’‘‘Avvenire di Sar- cembre 1919. Su posizioni che prean-
degna’’ lanciò un numero di saggio di nunciarono il sardismo, condusse la
un altro ‘‘Popolo’’ (‘‘giornale settima- sua polemica nei confronti del Partito
nale, politico, amministrativo, lettera- Popolare e del Partito Socialista, bat-
rio’’) che però non ebbe seguito. Un al- tendosi «per una rigenerazione della
tro numero di saggio dello stesso titolo vita politica sarda».
con la dicitura, in testata, di ‘‘giornale ‘‘Popolo sardo, Il’’1 Giornale cagliari-
della democrazia cagliaritana’’, ap- tano, uscı̀ dal dicembre 1893 al giugno
parve il 10 luglio 1890. Diretto da Giu- 1897. Il redattore responsabile era
seppe Fara Musio, doveva uscire il gio- Claudio Cixi.
vedı̀ e la domenica: «Ho visto solo i
primi due numeri», annota il Ciasca. ‘‘Popolo sardo, Il’’2 ‘‘Giornale politico
costituzionale’’, uscı̀ come settimanale
‘‘Popolo, Il’’2 Quotidiano pubblicato a a Iglesias dal dicembre del 1914 al 25
Cagliari dall’ottobre al novembre
aprile 1915. Portavoce dei monarchici
1919. Fu l’organo del Partito Popolare
dell’Iglesiente, condusse un’aspra po-
nella provincia di Cagliari, uscı̀ in
lemica nei confronti dei socialisti, riaf-
prossimità delle elezioni politiche del
fermando i valori del liberalismo clas-
1919, entrando nel vivo del dibattito
sico.
pre-elettorale.
‘‘Popolo di Sardegna, Il’’1 Periodico ‘‘Popolo sardo, Il’’3 Settimanale pub-
pubblicato a Sassari dall’agosto 1921 blicato a Sassari dal febbraio all’aprile
all’agosto 1922. Su posizioni repubbli- 1923. ‘‘Periodico politico’’ diretto
cane, assunse rilevanza regionale. So- prima dall’ingegner Rodolfo Prunas e
stenne l’opportunità della proclama- poi dall’avvocato Luigi Oggiano, fa-
zione della repubblica e avviò una bat- ceva capo all’ala combattentistica del
taglia a favore del decentramento am- PSd’Az: seguı̀ con particolare inte-
ministrativo. Direttore Massimo Stara. resse le polemiche sulla fusione tra
sardisti e fascisti schierato su posi-
‘‘Popolo di Sardegna, Il’’2 Quotidiano
zioni intransigenti.
fascista. Diretto da Francesco Caput.
Uscı̀ a Cagliari dal gennaio al 26 aprile ‘‘Popolo sardo, Il’’4 Periodico politico
1924 nel periodo in cui ‘‘L’Unione e culturale, uscito a Cagliari negli anni
sarda’’ era stata sospesa per ordine Settanta, diretto da Giovanni Lilliu.
del generale Asclepia Gandolfo, pre- Era espressione delle posizioni di al-
fetto di Cagliari, in polemica con le po- cuni dirigenti del gruppo nuorese e ca-

498

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 504


Porcella

gliaritano della corrente ‘‘Nuove cro- zionale di studi su Giorgio Asproni,


nache’’ della DC. Nuoro 1979, 1983; I tragici giorni del lu-
‘‘Populu sardu, Su’’ Mensile politico glio 1795 in G. Manno e in M.L. Simon, in
culturale del movimento omonimo, Giuseppe Manno politico storico e lette-
uscito a Nuoro sull’onda dei movi- rato, 1989; Un testimone degli avveni-
menti nazionalitari degli anni Settanta menti cagliaritani: Matteo Luigi Simon,
del Novecento. in 1793-1993. Dalla rivoluzione all’inte-
grazione. Studi ricerche immagini della
Porceddu, Carlo Avvocato, dirigente spedizione francese in Sardegna nel
sportivo (n. Cagliari 1937). In gioventù 1793 (a cura di Carlino Sole), 1993; Mat-
ha praticato con successo il nuoto e la teo Luigi Simon, prefazione alla ri-
pallanuoto, si è laureato in Giurispru- stampa di La Sardegna antica e mo-
denza e si è dedicato alla professione derna, 1995; L’azione dei seguaci di An-
di avvocato. Dirigente della FIGC (Fe- gioy nel 1796-97, in La Sardegna e la Ri-
derazione Italiana Giuoco Calcio), di- voluzione francese, 1996.
venuto viceprocuratore generale della
Federazione è stato protagonista delle Porcell, Giovanni Tommaso Medico
inchieste che hanno smascherato al- (Cagliari 1525-ivi 1590). Studiò la medi-
cuni clamorosi casi di corruzione nel cina in diverse scuole spagnole e si sta-
mondo del calcio. Dal 1994 al 1999 è bilı̀ a Saragozza. Studioso dell’anato-
stato anche assessore e vicesindaco di mia umana di grandi capacità scienti-
Cagliari nella prima giunta guidata da fiche, sostenne l’uso del metodo speri-
Mariano Delogu. mentale nella cura delle malattie, anti-
cipando in questo la moderna patolo-
Porceddu, Virgilio Docente di Storia
gia. Nel 1564 si distinse durante una
(Guasila 1939-Cagliari 2004). Dopo la
terribile pestilenza che colpı̀ la città
laurea si è dedicato all’insegnamento
dove abitava e descrisse la sua espe-
universitario e nel 1980 è divenuto ri-
rienza nel libro Informacion y curacion
cercatore di Storia medioevale. Inse-
de la peste de Çaragoza y preservacion
gnante presso la Facoltà di Scienze po-
contra la peste en general, 1565, che gli
litiche dell’Università di Cagliari. Tra i
diede grande rinomanza. «Remune-
suoi scritti: Il censore Cossu e la demo-
rato generosamente», come dice il
grafia sarda del sec. XVIII e Sul giuri-
Tola, dal re Filippo II, che gli concesse
sdizionalismo di Vittorio Amedeo II in
anche alcune terre. Morı̀ dopo essere
Sardegna, entrambi negli ‘‘Annali della
tornato in Sardegna.
Facoltà di Scienze politiche dell’Uni-
versità di Cagliari’’, I, 1976; Nuovi do- Porcella Famiglia cagliaritana (secc.
cumenti sull’azione delle bande armate XVI-XVII). Di origine genovese, giunse
nel Logudoro durante la repressione an- in Sardegna nel corso del secolo XVI
tiangioiana, ‘‘Annali della Facoltà di per curarvi i propri affari. In pochi
Scienze politiche dell’Università di anni i suoi membri divennero molto
Cagliari’’, III, 1978; Sanluri e la sua po- ricchi e a partire dalla seconda metà
polazione dal periodo giudicale arago- del secolo alcuni di essi furono eletti
nese al periodo postunitario, ‘‘Annali consiglieri di Cagliari. Nel 1555 acqui-
della Facoltà di Scienze politiche del- starono i feudi di Serdiana e di Donori
l’Università di Cagliari’’, VII, 1980-81; e nel 1599 ereditarono quello di San
Le voci di cessione della Sardegna nel Sperate. La famiglia si estinse nella
diario di Asproni e nella letteratura degli prima metà del secolo XVII lasciando
anni 1860-1861, in Atti del Convegno na- eredi dei feudi i Fortesa.

499

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 505


Porcella

Porcella, Felice Avvocato, deputato al Saggi e Rassegne’’, 13, 1988; Ceramiche


Parlamento (Terralba 1851-ivi 1931). rinascimentali di Montelupo Fiorentino
Laureatosi in Legge esercitò la profes- rinvenute in un pozzo di Allai-Oristano
sione di avvocato nel foro di Oristano. (con M.G. Mele), in Atti del XXI Conve-
Socialista riformista, fu eletto sindaco gno internazionale sulla ceramica, Al-
di Terralba dal 1895 al 1911; nel 1913 fu bissola 1988, 1989; Ceramiche di impor-
eletto deputato e si impegnò per i pro- tazione di Età medioevale e postmedioe-
blemi della bonifica degli stagni. Tra i vale rinvenute nella cripta di S. Resti-
suoi scritti: Pagine sparse. Sistema- tuta, in Archeologia paleocristiana e al-
zione idraulica del Rio Mogoro e sa tomedioevale in Sardegna: studi recenti,
Ussa, 1896; Acqua e quattrini, ovvero es- 1988; I prodotti ceramici, in La Corona
sere o non essere dell’acquedotto di Ter- d’Aragona un patrimonio comune per
ralba, 1900; Proposta al Consiglio comu- Italia e Spagna (secc. XIV-XV), 1989; Al-
nale di Terralba per l’impianto di un lai: rinvenimento di ceramiche tardo-ri-
campo agrario municipale, 1908; Dopo nascimentali (con M.G. Mele), ‘‘Qua-
sedici anni di sindacato, 1911; Progetto derni oristanesi’’, 21-22, 1989; Bacini
di riforma delle scuole medie di Ori- ceramici della chiesa di San Lorenzo a
stano, 1923. Cagliari. Rilettura storico-architetto-
Porcella, Gerolamo Gentiluomo (Ca- nica dell’edificio, in Cagliari. Omaggio
gliari, prima metà sec. XVI-?). Era a una città, 1990; La circolazione dei
molto ricco e nel 1552 fu eletto secondo prodotti ceramici in Sardegna tra il XIV
consigliere di Cagliari. Nel 1555 acqui- e il XVI secolo: importazioni e produ-
stò il feudo di Serdiana e di Donori e si zione locale, in Atti del XXII Convegno
impegnò a ripopolarlo. internazionale sulla Ceramica, Albisola
1989, 1991; La ceramica post-medio-
Porcella, Maria Francesca Studiosa evale in Sardegna: indicazioni docu-
di storia dell’arte (n. Cagliari, seconda mentali e primi riscontri materiali (con
metà sec. XX). Dopo aver conseguito la D. Salvi), in Atti del XXIV Convegno in-
laurea in Lettere e compiuta una breve ternazionale sulla Ceramica, Albisola
esperienza di insegnamento, è diven- 1992, 1994; La circolazione dei prodotti
tata funzionario della Soprintendenza ceramici in Sardegna nel XVI secolo, in
ai Beni culturali per Cagliari e Ori- Atti del XXV Convegno internazionale
stano. Profonda conoscitrice delle ce- della Ceramica, Albisola 1993, 1995; Ca-
ramiche, è autrice di importanti studi gliari. Via Cavour. Nuovi elementi per la
sull’argomento. Tra i suoi scritti: I culti
storia del quartiere della Marina (con D.
francescani e le immagini nel sec. XVII-
Mureddu), ‘‘Quaderni della Soprinten-
XVIII in Sardegna. I tabernacoli lignei
denza archeologica per le province di
nelle chiese cappuccine (con A. Casula,
Cagliari e Oristano’’, 12, 1995; Matto-
G. Guarino e A. Pasolini), in Arte e cul-
nelle maiolicate in Sardegna (con M.
tura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura
Dadea), ‘‘Archeologia postmedioe-
di Tatiana Kirova), 1984; Ceramiche di
vale’’, I, 1997.
Età medioevale e rinascimentale: poli
d’importazione tra Italia e Spagna, in Porcella, Nicolò Barone di San Spe-
Domus et carcer Sanctae Restitutae, rate (Cagliari, seconda metà sec. XVI-
1988; La ceramica, in Pinacoteca nazio- ivi, prima metà sec. XVII). Protagoni-
nale di Cagliari, I, 1988; Ceramica sarda sta del dibattito politico seguito al par-
e ceramica in Sardegna dal Medioevo lamento del duca di Gandı́a (1613-
alla prima età moderna, ‘‘Medioevo. 1614), negli anni Venti del Seicento fu

500

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 506


Porcile

tra i più decisi difensori della politica Porcheddu, Dario Partigiano (n. Ca-
del Vives a sostegno del programma bras 1922). Nel 1942, arruolato nella
politico della Union de Armas, arri- Guardia di finanza e inviato al fronte
vando a offrire al governo spagnolo nei Balcani, alla caduta del fascismo
una somma di denaro. non aderı̀ alla Repubblica di Salò sce-
Porcella, Pietro Giornalista sportivo gliendo di aggregarsi a una banda par-
(n. Cagliari 1958). Diplomato presso l’I- tigiana. Catturato dai tedeschi e desti-
SEF di Cagliari si è specializzato in nato a essere passato per le armi,
surf e windsurf, diventando nel giro di scampò miracolosamente alla morte
pochi anni uno dei massimi specialisti perché, dopo la scarica del plotone di
in campo mondiale. Dopo un lungo sog- esecuzione, caduto in mezzo ai corpi
giorno negli USA, nel 1985 è tornato de- dei compagni, venne creduto morto. In
finitivamente in Sardegna, dove prose- seguito continuò a combattere fino al
gue la sua attività giornalistica e pro- 1945. Tornato in Italia nel 1946, si è im-
muove manifestazioni surfistiche di pegnato nell’organizzazione della
alto livello. Unione autonoma dei partigiani sardi,
di cui è presidente. Dalle sue espe-
Porcellana Pianta erbacea della fami- rienze di guerra ha tratto alcuni inte-
glia delle Portulacacee (Portulaca olra- ressanti volumi di memorie, tra cui: Ho
cea L.). Annuale, ha fusti cilindrici, ra- baciato la morte. Diario di un partigiano
mificati e striscianti di colore rossic- (ristampato in una nuova edizione nel
cio; le foglie carnose sono fitte, opposte 2004), e il saggio storico I sardi nella Re-
sullo stelo, di forma arrotondata-spato- sistenza, 1997.
lata; i fiori sono gialli, raccolti in pic-
coli mazzi all’ascella fogliare; il frutto Porciglione = Zoologia della Sardegna
è una capsula membranosa con nume- Porcile Famiglia cagliaritana di ori-
rosissimi piccoli semi. Infestante, cre- gine genovese (sec. XVII-esistente). Le
sce dappertutto con preferenza delle sue notizie risalgono al secolo XVII.
zone coltivate come orti e aiuole. Viene Apparteneva alla borghesia e alcuni
usata in cucina per insalate miste o in suoi membri erano impegnati nell’atti-
salamoia, anche se in Sardegna il suo vità delle tonnare; nel 1764 acquista-
uso non è diffuso quanto in altre re- rono la tonnara di Sant’Antioco e si sta-
gioni del Meridione; nella medicina bilirono nel paese, impegnandosi an-
popolare viene usata per le sue pro- che nella difesa delle isole sulcitane
prietà diuretiche ed emollienti. Nomi dai corsari barbareschi. Nel 1782 Gio-
sardi: erba de porcus, porceddàna, pur- vanni ottenne il cavalierato ereditario
saddana. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA] e la nobiltà; i suoi discendenti, che nel
Porcheddu, Antioco Militare, depu- 1808 ottennero il titolo comitale, si sta-
tato al Parlamento subalpino (sec. bilirono a Cagliari dove ancora la fami-
XIX). Entrato in Accademia, divenne glia risiede. Nel corso del secolo XIX
ufficiale di carriera, prese parte alla espressero alcune distinte persona-
prima guerra di indipendenza, guada- lità.
gnando alcune decorazioni. In seguito Porcile, Carlo Vittorio Ufficiale di car-
raggiunse il grado di colonnello. Nel riera (Carloforte 1759-Cagliari 1815).
1853 fu eletto deputato per la V legisla- Entrò giovanissimo nella Marina sarda
tura nel collegio di Isili, ma nel 1855 si e nel 1786, per il valore dimostrato in
dimise. In seguito fu eletto consigliere uno scontro con una galeotta tunisina,
provinciale di Cagliari dal 1865 al 1866. gli fu affidato il comando di una nave

501

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 507


Porcile

da guerra. In seguito si segnalò in altri continuarono a essere ammessi ai par-


combattimenti contro i corsari a La lamenti, ma si estinsero nel corso del
Maddalena e all’isola di Santo Stefano. secolo XVII.
Percorse la carriera fino al grado di ge- Porcu2 Famiglia di Santu Lussurgiu
nerale, ottenuto per il valore mostrato (sec. XVII-esistente). Era una famiglia
in una battaglia al largo del capo Mal- di grossi proprietari di Santu Lussur-
fatano contro due navi turche nel 1813. giu, le cui notizie risalgono al secolo
Subito dopo fu nominato comandante XVII. Nel corso del secolo XVIII acqui-
del porto di Cagliari. starono una peschiera a Bosa e nel
Porcile, Giovanni Ufficiale di carriera 1777 ebbero il cavalierato ereditario e
(sec. XVIII). Fu capitano guardiacoste la nobiltà; nel 1795 alcuni membri
della Marina sarda. Aveva sposato una della famiglia presero parte ai moti an-
delle figlie di Agostino Tagliafico, fon- tifeudali. Nel corso del XIX si divisero
datore di Carloforte. Nel 1741 trattò in alcuni rami; attualmente risiedono
con il bey di Tunisi il riscatto di 840 a Bologna.
tabarchini che il sovrano teneva
Porcu, Antioco (dettoChicco) Manager,
schiavi e che costituirono il secondo
consigliere regionale (n. Cagliari 1960).
nucleo di popolazione di Carloforte.
Figlio di Antioco Porcu Ruju, dopo es-
Porcile, Vittorio1 Ufficiale di carriera sersi laureato in Ingegneria meccanica
(Carloforte 1756-ivi?, 1815). Figlio di a Pisa ha fatto esperienze di studio e di
Giovanni, nel 1786 fu nominato capi- lavoro a Londra, divenendo un mana-
tano della mezzagalera Santa Barbara. ger di successo. Tornato in Sardegna
Si segnalò combattendo lungo le coste ha promosso e sviluppato alcune inte-
della Sardegna contro i corsari barba- ressanti iniziative imprenditoriali nel
reschi. Dopo l’incursione del 1798 ebbe settore della tecnologia informatica e
il compito di trattare il riscatto degli della comunicazione; avvicinatosi a
abitanti di Carloforte che erano stati Renato Soru nella fase di costituzione
fatti schiavi. di Progetto Sardegna, nel 2004 è stato
Porcile, Vittorio2 Giornalista (Cagliari eletto consigliere regionale per la XIII
1902-ivi 1935). Entrato giovanissimo legislatura nel collegio di Cagliari.
nel giornalismo, dopo aver lavorato Porcu, Carmelo Avvocato, uomo poli-
per alcuni anni a Lucca fu assunto tico (n. Orune 1954). Consigliere regio-
nella redazione de ‘‘L’Unione sarda’’. nale, deputato al Parlamento. Invalido
Fu anche corrispondente de ‘‘Il Gior- civile, laureato in Giurisprudenza, fin
nale d’Italia’’. Morı̀ prematuramente a da giovane si è occupato di politica in
Cagliari nel 1935. Tra i suoi articoli: seno alle organizzazioni per gli inva-
Carloforte ovvero i liguri di Sardegna, lidi di cui è stato segretario provinciale
‘‘L’Unione sarda’’, 1929, e Tra Corsica e a Sassari; culturalmente su posizioni
Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1929. di destra, è stato eletto ripetutamente
Porcu1 Famiglia di Ozieri (secc. XV- consigliere comunale di Sassari. Nel
XVII). Le sue notizie risalgono al se- 1989 è stato eletto consigliere regio-
colo XV; i suoi membri erano conside- nale del Movimento Sociale Italiano
rati pubblicamente nobili; nel 1572 ot- per la X legislatura. Nell’aprile 1994 si
tennero il cavalierato ereditario con è dimesso per candidarsi alla Camera
un Salvatore che nel 1583 fu ammesso ed è stato eletto deputato di Alleanza
allo Stamento militare durante il par- Nazionale per la XII legislatura repub-
lamento Moncada. I suoi discendenti blicana. Nel corso della legislatura è

502

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 508


Porcu

stato nominato sottosegretario al La- e circondato dai nemici, per non ca-
voro nel primo governo Berlusconi. dere vivo nelle loro mani, si toglieva la
Non rieletto per la XIII legislatura, vita con serena fierezza opponendo
nel 2001 è stato rieletto deputato per alle ingiunzioni di resa il suo ultimo
la XIV legislatura. Nella consultazione grido di ‘‘Viva l’Italia’’. (Montello, 15-
dell’aprile 2006 è stato rieletto alla Ca- 16 giugno 1918)».
mera dei deputati nella lista di Al- Porcu, Francesco Maria Magistrato
leanza Nazionale. (Cagliari, prima metà sec. XIX-?). Pole-
Porcu, Eligio Militare (Quartu Sant’E- mizzò a lungo con Giovanni Siotto Pin-
lena 1894-Montello 1918). Capitano di tor contro il quale scrisse, sotto lo pseu-
complemento di fanteria, medaglia donimo ‘‘Il solitario di Gennargentu’’,
d’oro al V.M. alla memoria nella prima un denso volume (262 pagine!) di Osser-
guerra mondiale. Interrompeva gli vazioni critiche sulla cosiddetta ‘‘Storia
studi universitari per indossare il gri- letteraria della Sardegna’’, 1846. Lette-
gio-verde. Promosso sottotenente, fu rato egli stesso, pubblicò da giovane un
destinato al 45º Reggimento Brigata poemetto, Il Lago Maggiore, 1826, e un
‘‘Reggio’’ composto da sardi. Per il suo Sonetto ed iscrizioni italiane e latine in
comportamento a Col di Lana e sul morte del re Carlo Alberto, 1849. Fu au-
Grappa nel 1917 gli venne conferita la tore di alcuni saggi politici dal conte-
medaglia d’argento al V.M. Tornato in nuto conservatore, vivamente contrari
Sardegna per gli esami universitari, alla ‘‘fusione’’, tra cui: Sulle Camere e
non era a casa da 48 ore quando seppe sull’elezione dei deputati per le leggi elet-
torali, 1849; La politica vera d’accordo
che il proprio reggimento doveva rien-
colla sana morale della felicità dei po-
trare in linea. Immediatamente ri-
poli, 1849; La monarchia costituzionale
prendeva il proprio posto di combatti-
sorretta dalle Camere la più confortevole
mento e sul Montello, per due giorni
all’Italia, 1850.
consecutivi, teneva testa a tutti gli at-
tacchi avversari. Caduto per una ferita Porcu, Giovanni1 Insegnante, studioso
a una gamba, i nemici gli furono ad- di letteratura (n. Desulo 1920). Dopo la
dosso intimandogli la resa, ma egli, vi- laurea si è dedicato all’insegnamento.
sta l’impossibilità di sottrarsi alla pri- Critico letterario e delicato poeta, ha
gionia, si puntò la rivoltella alla fronte curato con Fernando Pilia l’edizione
e si uccise. La motivazione della meda- delle opere di ‘‘Montanaru’’, di cui
glia d’oro al V.M. alla memoria dice: aveva sposato la figlia. Tra i suoi scritti:
«Costante impareggiabile esempio di Aidomaggiore terra di rose e di poesia,
salde virtù militari, quale comandante ‘‘Sardegna oltre’’, 5, 1985.
di una compagnia, per due giorni con- Porcu, Giovanni2 Fotografo (n. Castel-
secutivi con fulgida tenacia fronteg- sardo, sec. XX). Vive a Castelsardo, la-
giava il nemico irrompente, contenen- vora alla Soprintendenza archeologica
dolo, infliggendogli perdite ed ani- per Sassari e Nuoro; come fotografo ri-
mando, instancabile ed ardente fede, trae particolari di costume, antichi me-
il proprio reparto ad una resistenza in- stieri, feste e riti popolari, ma anche
crollabile. Avuto l’ordine di attaccare, paesaggi e località turistiche. Il suo ar-
trascinava la propria compagnia con chivio, di oltre 15 000 negativi in bianco
irresistibile slancio fin sulle posizioni e nero, comprende immagini che sono
avversarie, sgominando forze di gran state esposte in mostre collettive e per-
lunga superiori. Ferito ad una gamba sonali. Ha collaborato all’allestimento

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 509


Porcu

della mostra Immagini dal Passato, cu- reata in Lettere, ha al suo attivo anche
rato da Patricia Olivo. La sua ultima una appassionata attività politica, che
monografia, Castelsardo, era collegata l’ha portata a contribuire alla nascita o
all’omonima mostra fotografica. all’attività di movimenti per i diritti ci-
Porcu, Giuseppe Poeta (Quartu San- vili; è stata anche, negli anni Novanta
del Novecento, consigliere comunale
t’Elena 1867-ivi 1960). Autodidatta,
scrisse numerose poesie in lingua di Sassari. Si è quindi dedicata ad ap-
profondire il suo interesse per la storia
sarda campidanese. Fu autore delicato
e pieno di slanci lirici. All’indomani dell’architettura sassarese, di cui è
oggi la più importante conoscitrice.
della prima guerra mondiale aveva
composto e pubblicato la ‘‘canzone Tra i suoi scritti: L’edificio della Fru-
mentaria, in La Frumentaria di Sassari,
sarda’’ La vittoria italiana, 1919.
1993; Santa Maria di Betlem a Sassari.
Porcu, Lidia Studiosa di storia del Ri- La chiesa e la città dal XIII secolo ai no-
sorgimento (n. Cagliari, sec. XX). È au- stri giorni, 1993; Sassari. Storia architet-
trice di una acuta sintesi sul pensiero tonica e urbanistica dalle origini al ’600,
politico in Sardegna durante il cosid- 1996; Sullo stato delle anime nel 1703, in
detto ‘‘decennio di preparazione’’, Idee L’isola dell’Asinara. La storia, l’am-
e azioni durante il decennio di prepara- biente, il parco, 1998.
zione in Sardegna, ‘‘Rassegna storica
Porcu Ruju, Antioco Avvocato, consi-
del Risorgimento’’, XXXIX, 4, 1952, e
gliere regionale (Nuoro 1920-ivi?,
di un saggio sui Rapporti tra la Sarde-
1960). Già durante gli studi sassaresi
gna e Garibaldi, ‘‘Rendiconti dell’Acca-
di Giurisprudenza partecipò al dibat-
demia dei Lincei’’, IV, fasc. II, 1960.
tito politico, fondando sin dal 1944 un
Porcu, Orazio Insegnante, consigliere movimento giovanile d’ispirazione
regionale (n. Macomer 1936). Militante monarchica, blandamente post-fasci-
fin da giovane nel Partito Comunista sta. Continuò a militare nelle forma-
Italiano, in seno alla cui organizza- zioni monarchiche e nel 1957 fu eletto
zione ha ricoperto alcune cariche im- consigliere regionale del Partito Mo-
portanti, dopo essere stato sindaco di narchico Popolare per la III legisla-
Berchidda dal 1984 al 1989, è stato tura nel collegio di Nuoro; morı̀ prema-
eletto consigliere regionale del suo turamente prima del termine della le-
partito per l’XI legislatura nel collegio gislatura.
di Sassari. In seguito non si è ricandi- Porcus, Is Località abitata in territorio
dato; nel 1995 è stato eletto nuova- di Perdaxius in prossimità della fra-
mente sindaco di Berchidda, carica zione di Pesus. Il piccolo centro si è svi-
che ha ricoperto fino al 2000, anno in luppato in età non precisabile, e co-
cui non si è ripresentato alle elezioni. munque non prima del secolo XVII, da
Porcu Deiana, Nicolò (noto con lo un furriadroxiu costruito da un gruppo
pseud. Nicola Daga) Poeta (Nuoro 1833- di pastori su una terra che era stata
?). Scrisse in lingua sarda nuorese. Era concessa in enfiteusi a una famiglia
un contadino autodidatta che si im- Porcu che ha finito poi per darle il
pose all’attenzione generale per le sue nome.
doti naturali. Ha lasciato numerosi Porqueddu, Antonio = Purqueddu,
componimenti di vario genere. Antonio
Porcu Gaias, Marisa Studiosa di sto- Porqueddu, Giuseppe Religioso (Se-
ria dell’arte (n. Cagliari 1947). Lau- norbı̀ 1729-Iglesias 1799). Vescovo di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 510


Porrà

Iglesias dal 1792 al 1799. Dopo essere tronus coloniae’’ in Sardegna, ‘‘Annali
stato ordinato sacerdote, fu nominato della Facoltà di Magistero dell’Univer-
canonico e vicario generale della dio- sità di Cagliari’’, VI, 1982; Una nuova
cesi di Oristano. Nel 1792 divenne ve- associazione nella Sardegna romana. I
scovo di Iglesias; nel 1793 organizzò a ‘‘sodales Baduntinenses’’, ‘‘Annali della
sue spese le difese del Sulcis dal tenta- Facoltà di Magistero dell’Università di
tivo di sbarco francese. Nel 1795 aprı̀ il Cagliari’’, VII, 1983; Un nuovo apporto
Seminario di Iglesias. all’onomastica romana della Sardegna,
‘‘Annali della Facoltà di Magistero del-
Porrà, Franco Docente di Storia ro-
l’Università di Cagliari’’, IX, 1985; Una
mana (n. Cagliari 1941). Allievo di Piero
nuova attestazione della ‘‘gens Horten-
Meloni e Giovanna Sotgiu, dopo la lau-
sia’’ in Sardegna, in Studi e ricerche in
rea in Lettere classiche ha intrapreso
onore di Paolo Spriano, 1988; Una
la carriera universitaria; attualmente
nuova cronologia per la ‘‘cohors Sardo-
è professore straordinario di Storia ro-
rum’’ di stanza in Sardegna, ‘‘Annali
mana presso la Facoltà di Lettere e Fi-
della Facoltà di Magistero dell’Univer-
losofia dell’Università di Cagliari e ti-
sità di Cagliari’’, XIII, 1994.
tolare dell’insegnamento di Storia
della Sardegna punico-romana nella Porrà, Roberto Archivista, studioso di
Scuola di Specializzazione in Studi storia (n. Cagliari 1951). Dopo aver con-
Sardi, della quale dal 1999 è anche di- seguito la laurea è entrato nella car-
rettore. La sua attività scientifica si è riera degli Archivi di Stato. Attual-
rivolta inizialmente verso problemati- mente soprintendente archivistico per
che riguardanti la tarda repubblica e la Sardegna, è autore di interessanti
l’età imperiale, successivamente verso studi di storia della Sardegna; si è oc-
quelle riguardanti l’esercito. Si segna- cupato in particolare degli ordini reli-
lano in particolare studi di carattere giosi dell’isola. Tra i suoi scritti: Gli or-
istituzionale, ricerche su aspetti anti- dini religiosi a Cagliari: i Francescani,
quari connessi con le iscrizioni latine ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985; Gli or-
cagliaritane, sull’immigrazione di Ita- dini religiosi a Cagliari: i Domenicani,
lici in Sardegna, sulla cronologia della ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; Le se-
documentazione epigrafica riguar- polture di San Francesco di Stampace,
dante reparti ausiliari di stanza nell’i- in San Francesco di Stampace. I perché
sola e infine sul tessuto urbanistico di del recupero, 1986; Gli ordini religiosi a
Carales. [ATTILIO MASTINO] Tra i suoi Cagliari: i Mercedari, ‘‘Almanacco di
scritti: Sulla datazione di un richiamo Cagliari’’, 1987; Gli ordini mendicanti
della ‘‘a Caralibus-Olbiae’’ recente- in Sardegna durante l’epoca catalano-
mente rinvenuto in agro di Bonorva, aragonese. Rassegna bibliografica,
‘‘Studi sardi’’, XXIV, 1978; Osservazioni ‘‘Bollettino bibliografico della Sarde-
sul materiale epigrafico citato da R. gna’’, 8, 1987; La questione dell’origine
Hunno Baeza nel ‘‘Caralis Panegyri- del toponimo Buenos Aires, ‘‘Medioevo.
cus’’, ‘‘Annali della Facoltà di Lettere Saggi e Rassegne’’, 13, 1988; L’attività
e Filosofia dell’Università di Cagliari’’, della Soprintendenza archivistica per la
XXXVIII, 1976-1977; Due nuove iscri- Sardegna a favore degli archivi ecclesia-
zioni di ausiliari in Sardegna (con Igna- stici: il caso di Iglesias, in La cultura
zio Didu), ‘‘Atti del Centro Ricerche e della memoria. Il recupero del patrimo-
Documentazione sull’Antichità clas- nio archivistico della Diocesi di Iglesias,
sica’’, X, 1978-79; Una dedica di un ‘‘pa- s.d.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 511


Porrino

Porrino, Ennio Musicista (Cagliari flussi dell’Oriente preellenico sulla ci-


1910-Roma 1959). Allievo di Ottorino viltà primitiva della Sardegna, ‘‘Atene
Respighi, completati gli studi si dedicò e Roma’’, XVIII, 1915; tre schede, Ne-
all’insegnamento di composizione cropoli a domus de janas di Funtana Or-
presso il Conservatorio di Santa Ceci- ruos, Esplorazione dei monumenti me-
lia a Roma e successivamente a Na- galitici e scavi nelle domus de janas di
poli; quindi diresse, fino alla morte, il Monte Ultanu, Cittadella nuragica di
Conservatorio di Cagliari. Fu membro Nurarchei, tutti in ‘‘Notizie degli Scavi
dell’Accademia di Santa Cecilia e del- di Antichità’’, XL, 1915.
l’Accademia L. Cherubini di Firenze. Porru, Bachisio Organizzatore cultu-
Affermatosi a soli 22 anni con l’ouver- rale, uomo politico (n. Olzai 1951). Lau-
ture Tartarin de Tarascon, maturò – reato in Filosofia, si è dedicato all’in-
come ha scritto Edoardo Guglielmi – segnamento nella scuola secondaria.
un «linguaggio legato a suggestioni co- Attualmente è preside di un Istituto
loristiche proprie della cerchia respi- onnicomprensivo di Nuoro. Ricco di
ghiana, senza escludere, negli ultimi interessi culturali, si occupa in parti-
lavori, l’impiego della tecnica dodeca- colare di poesia in lingua sarda; ha
fonica». Autore delle opere Gli Orazi aperto un vasto dibattito sulle cause
(1941) e L’organo di bambù (1942), si è della crisi delle zone interne, dando
spesso ispirato alla tradizione musi- anche vita all’Associazione dei piccoli
cale della Sardegna, cui ha dedicato comuni della Sardegna, che conduce
numerose sue composizioni: al una meritoria battaglia contro lo spo-
dramma lirico I Shardana (1959), e so- polamento e la marginalizzazione dei
prattutto il poema sinfonico Sardegna, centri minori. Ha fatto parte del consi-
sono da aggiungere lavori minori ese- glio di amministrazione dell’Istituto
guiti per il cinema (i documentari del etnografico regionale; impegnato nei
sassarese Fiorenzo Serra) e la radio o Democratici di Sinistra, da alcuni
la televisione (il Viaggio in Sardegna di anni è sindaco di Olzai. Tra i suoi
Giuseppe Dessı̀). Grande successo di scritti: Malessere e crisi delle zone in-
critica ebbero: Canti di stagione (1934) terne, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXIII,
per voce e orchestra e, nel secondo do- 1997; Diario di un sindaco, 1999.
poguerra, l’oratorio Processo a Cristo e
il Concerto dell’Argentarola per chi- Porru, Franco Giornalista (Ozieri 1911-
tarra e orchestra (1953). Fu anche di- Cagliari 1973). Professionista dal 1941,
redattore dell’‘‘Unione sarda’’, ha pra-
rettore d’orchestra. Le sue composi-
ticamente trascorso tutta la sua vita
zioni sono state eseguite in tutto il
professionale nel quotidiano cagliari-
mondo.
tano, di cui è stato vicedirettore negli
Porro, Giangiacomo Archeologo anni Cinquanta-Sessanta mentre era
(secc. XIX-XX). Giunse in Sardegna anche direttore dell’‘‘Informatore del
nel 1914 e lavorò con Antonio Tara- Lunedı̀’’. Corrispondente di diversi
melli sull’altipiano di Abbasanta stu- quotidiani nazionali, è stato soprat-
diando alcune necropoli ipogeiche. tutto un grande ‘‘uomo di macchina’’,
Tra i suoi scritti: Bolli e anfore rodie tro- maestro a intere generazioni di profes-
vati in Sardegna, ‘‘Archivio storico sionisti, certo il più appassionato orga-
sardo’’, X, 1915; La grotta votiva di S. nizzatore della vita del suo giornale
Michele in Ozieri, ‘‘Bollettino di Palet- lungo quasi tutto il trentennio centrale
nologia italiana’’, XLI, 7-12, 1915; In- del Novecento.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 512


Porta

Porru, Leone Sacerdote, archeologo filologia pubblicando nel 1811 un im-


(n. Cagliari 1930). Entrato in Semina- portante studio sulla grammatica
rio, è stato ordinato sacerdote e dopo sarda (Saggio di grammatica del dia-
essersi laureato in Lettere ha inse- letto sardo meridionale). Negli anni se-
gnato per molti anni negli istituti supe- guenti approfondı̀ i suoi studi e pub-
riori cittadini. Esperto archeologo, ha blicò un grande dizionario sardo-ita-
preso parte ad alcune campagne di liano ancor oggi ritenuto fondamen-
scavo ed è stato per anni responsabile tale, sebbene limitato alla varietà cam-
della Commissione dei beni culturali pidanese della lingua regionale (Nou
della diocesi di Cagliari. Tra i suoi Dizionariu universali sardu-italianu,
scritti: Una caserma intitolata a San 1832), che fu subito recensito con
Longino centurione della Cagliari bizan- grande apprezzamento da quello che
tina, ‘‘Quaderni della Soprintendenza era ritenuto allora uno dei massimi lin-
archeologica per le province di Ca- guisti italiani, Francesco Cherubini
gliari e Oristano’’, 6, 1990; Sant’An- (su ‘‘Biblioteca italiana’’, CCXLVIII,
tioco. Le catacombe, la Chiesa Marty- 1836). «Se colpa filologica il P. può aver
rium, i frammenti scultorei (con Renata commesso – scriveva Pasquale Tola – ,
Serra e Roberto Coroneo), 1989. si troverà più nel titolo che altrove; im-
perocché mal si addice l’epigrafe di Di-
Porru, Matteo Insegnante, letterato (n.
zionario sardo-italiano e di Dizionario
Villanovaforru 1934). Dopo la laurea in
universale a un lessico, il quale com-
Lettere si è dedicato all’insegnamento
prende sole voci e non tutte le voci ver-
nella scuola media e per molti anni ha
nacole di un dialetto particolare deri-
fatto il preside. Bilinguista convinto,
vato dalla lingua primigenia e matrice
protagonista di un’appassionata
della Sardegna».
azione per la diffusione della lingua
sarda nelle scuole, ha lungamente ope- Porta Famiglia di mercanti cagliaritani
rato per il raggiungimento di questo (secc. XV-XVII). Le sue notizie risal-
obiettivo. È poeta delicato e autore di gono al secolo XV, quando viveva un
numerosi libri sui problemi della lin- Salvatore. Accumularono una ricca
gua sarda; nel 1987 ha tradotto in sardo fortuna e si posero a capo di una po-
il Pinocchio di Collodi intitolandolo Pi- tente organizzazione commerciale di
nocchiu. Tra i suoi scritti: Poeti sardi, rilevanza mediterranea nel settore del
Antologia per la scuola, 1988; Contus commercio del grano. Nel 1513 acqui-
po is pippiu, 4991; Breve storia della lin- starono il feudo di Teulada e nel corso
gua sarda, 1991 (seconda edizione rive- del secolo ne avviarono il ripopola-
duta, 1996); Sa lingua mia de sa A a sa Z. mento sviluppandovi una tonnara. Nel
‘‘Unu libru po chini bolit e po chini hiat 1602 ottennero il titolo baronale; si
mai bofiu imparai su sardu...’’, 1996; Ca- estinsero entro la prima metà del se-
gliari e i suoi poeti in lingua sarda, colo XVII.
‘‘Campanilismo, umorismo e comicità,
Porta, Pietro I Signore di Teulada (Ca-
arguzia, mestizia e religiosità, ironia e
gliari, seconda metà sec. XV-ivi, prima
passione civile nella poesia cagliari-
metà sec. XVI). Ricco mercante, seppe
tana recente e contemporanea’’, 1999.
sviluppare un rilevante commercio di
Porru, Vincenzo Raimondo Studioso grano che in pochi anni acquistò di-
della lingua sarda (Villanovafranca, se- mensione mediterranea. Nel 1514 ac-
conda metà sec. XVIII-Cagliari 1836). quistò il feudo di Teulada, allora com-
Sacerdote, si dedicò allo studio della pletamente spopolato.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 513


Porta

Porta, Pietro II Barone di Teulada (Ca- tenia (nell’area ogliastrina), posta nel
gliari, prima metà sec. XVI-ivi, dopo tratto meridionale della strada a portu
1602). Figlio di Pietro I, ereditato il Tibulas Caralis che costeggiava il lito-
feudo, ne avviò il ripopolamento inse- rale orientale sardo. La statio (stazione
diandovi una colonia di pastori. Per stradale) di P. era collocata secondo
proteggerlo dalle ricorrenti incursioni l’Itinerario Antoniniano a 24 miglia, os-
dei pirati barbareschi vi costruı̀ anche sia a circa 35 km da Sulci (S. Lussorio di
alcune torri di difesa. Posto un freno Tortolı̀). Si trattava di una località più
alle incursioni, si dedicò a sviluppare interna rispetto ad altre toccate dalla
l’economia del feudo e nel 1554 vi im- strada costiera orientale, raggiungi-
piantò la prima tonnara sarda. Nel bile, partendo dall’attuale Buoncam-
1580 vi introdusse la coltivazione della mino, attraverso il valico di Su Quadas-
cannamele e nel 1602 ottenne il titolo soni, e dopo aver proseguito in dire-
di barone. Morı̀ pochi anni dopo. zione del Ponte Sa Canna. Secondo al-
Portasole, Angelo Religioso (Perugia, cuni studiosi (P. Meloni) P. sarebbe da
seconda metà sec. XIII-Grosseto?, intendersi come etnico, Porticenses
dopo 1330). Vescovo di Sulci dal 1325 al (populi), con riferimento a nuclei di po-
1330. Entrato giovanssimo nell’ordine polazione non urbanizzati, forse inse-
dei Domenicani fu ordinato sacerdote. diati in vici sparsi nel territorio dell’at-
Per la profonda preparazione teolo- tuale comune di Tertenia, che avreb-
gica fu molto conosciuto alla corte pon- bero avuto una sorta di capoluogo nel
tificia per cui nel 1325 il papa lo no- centro di Saralapis. Quest’ultimo sor-
minò vescovo al posto del frate minore geva forse in antico nell’area compresa
Bonifacio, che era stato eletto dal capi- tra l’odierno Arcu de Sarrala ’e Susu e
tolo metropolitano e, sebbene illegit- la torre di San Giovanni di Sarralà, per
timo, consacrato dall’arcivescovo di quanto il centro di Saralapis citato da
Cagliari. Si trattò di un grave affronto Tolomeo sia collocato dal geografo a
all’autonomia del capitolo. Inoltre il una latitudine molto più settentrio-
neo vescovo fu autorizzato a non la- nale. L’origine del toponimo (o dell’et-
sciare la Curia pontificia, dalla quale nico) si riconnetterebbe a Portici, nota
nel 1330 fu trasferito come vescovo a località del golfo di Napoli, attestata
Grosseto, dove forse morı̀ di lı̀ a qual- solo a partire dall’epoca altomedioe-
che tempo. vale ma le cui origini sarebbero risa-
Portello, Pietro de Religioso (Spagna, lenti al periodo successivo alla distru-
seconda metà sec. XIII-Sassari 1342). zione di Ercolano, causata dall’eru-
Arcivescovo di Torres dal 1327 al 1342. zione del Vesuvio (79 d.C.). La Portici
Apparteneva all’ordine dei Domeni- campana trarrebbe la sua denomina-
cani. Si mise in luce come teologo e di- zione dal porticus del foro di Ercolano.
venne confessore di Giacomo II. Nel I Porticenses populi sarebbero stati nu-
1327 fu nominato arcivescovo di Torres clei di coloni campani trapiantati in
subito dopo la fine della prima ribel- Sardegna (M. Pittau). [PAOLA RUGGERI]
lione di Sassari. Governò la diocesi in ‘‘Portico, Il’’ Settimanale diocesano,
anni difficili a causa del continuo stato emanazione dell’arcivescovado di Ca-
di guerra che provocò notevoli danni ai gliari. Diretto da Sergio Nuvoli, è stato
territori della diocesi e ai suoi abitanti. fondato nel 2004. Esce in veste grafica
Porticenses Località della Sardegna moderna e unisce all’attenzione per le
romana identificabile con l’attuale Ter- questioni interne al mondo ecclesia-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 514


Porto Cervo

stico l’apertura verso tutti i temi della stica situata a pochi chilometri da Vi-
vita civile. Molto intensa la collabora- gnola sul mare. Si è sviluppata dopo il
zione dell’arcivescovo Giuseppe Mani, 1970 con l’insediamento di una serie di
che pubblica in ogni numero un edito- ville a poche decine di metri dal mare,
riale e un ‘‘diario’’ degli avvenimenti e che l’eleganza delle architetture e il ri-
delle sue esperienze della settimana. goglio della macchia mediterranea, og-
Portisco Villaggio residenziale, a qual- getto anche di speciali attenzioni da
che chilometro da Olbia, lungo la parte dei proprietari, rendono più ac-
strada che dal golfo di Marinella con- cettabile. Le abitazioni sono ospitate
duce a Porto Cervo; l’insediamento, in un parco, cui si accede attraverso
sorto dopo il 1970, è situato ai confini ingressi custoditi.
con il territorio del Consorzio della Co- Porto Botte Località turistica situata a
sta Smeralda. La sua architettura tenta qualche chilometro da Giba, in riva al-
di riprodurre quella rustica tradizio- l’omonimo stagno ricco di fenicotteri e
nale. di altre specie di uccelli rari. Si è svi-
luppata nel corso del Novecento
quando nello stagno ha ripreso a fun-
zionare la vecchia peschiera; negli ul-
timi decenni, infine, è divenuto un cen-
tro turistico discretamente attrezzato.
Porto Cervo Centro abitato della pro-
vincia di Olbia-Tempio, frazione di Ar-
zachena (da cui dista 18 km), con circa
400 abitanti, posto a 8 m sul livello del
mare a nord-est del comune capoluogo,
affacciato su un’insenatura al centro
della Costa Smeralda. Regione storica:
Portisco – Porto. Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias.
& TERRITORIO Il territorio è costituito

Portixeddu Insediamento turistico sul da una penisola frastagliata della Sar-


mare, a circa 12 km da Fluminimag- degna nord-orientale. P.C. è stato
giore, di cui è frazione. Sorto dopo il creato ex novo in un punto della costa
1970 a ridosso della punta Mumullonis al fondo di un’insenatura, a sud di capo
e di capo Pecora, ha nelle sue vici- Ferro, che ha consentito la realizza-
nanze estese spiagge con dune e in- zione di un ampio porto per le imbarca-
comparabili panorami. zioni da diporto e per regata. Le comu-
nicazioni sono assicurate dalla rete di
Porto Alabe Località turistica. Fra- strade tracciate a ridosso del litorale,
zione di Tresnuraghes, a circa 5 km dal- in particolare una che si dirige verso
l’abitato. Posta in riva al mare, è sorta Olbia e una che collega con Arzachena.
da qualche decennio come località bal- P.C. ospita una ricca serie di negozi ma
neare, sviluppandosi con rapidità at- anche tutti i servizi necessari agli inse-
torno a una breve spiaggia sulla costa diamenti circostanti, che nel periodo
di Bosa. È attrezzata con albergo e cam- estivo ospitano diverse migliaia di vil-
peggio ed è frequentata prevalente- leggianti. È dotato di grandi alberghi di
mente durante la stagione balneare. lusso come l’Hotel Cervo, affacciato sul
Portobello di Gallura Località turi- porto e integrato nella celebre Piaz-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 515


Porto Colombu

zetta rossa intorno alla quale ruota la mondo; progettato dall’architetto R.


vita del piccolo centro con i suoi locali Trent Jones, ha 18 buche e una moder-
notturni, le sue esclusive boutiques, i nissima Club-house dotata di ogni com-
suoi ristoranti. fort moderno.
& STORIA Un tempo frequentata da PORTO CERVO TENNIS CLUB Sorge
qualche allevatore che ne sfruttava i nelle vicinanze della Piazzetta. Ha
magri pascoli, P.C. è stato trasformato, sette campi, due piscine (di cui una co-
a partire dal 1961, in un paradiso inter- perta e riscaldata), sale giochi, sale
nazionale delle vacanze. congressi con attrezzature audiovisive.
Porto Colombu Località situata nel
golfo di Cagliari a poca distanza da Per-
d’e Sali. Negli ultimi anni alcuni inse-
diamenti e il porto turistico hanno va-
lorizzato la sua spiaggia, facendola di-
ventare meta di un discreto traffico
estivo.
Porto Conte Località situata a poca di-
stanza da Alghero. Tra capo Caccia e
punta del Giglio si apre l’insenatura
che Tolomeo chiamava Nymphaeus
Porto Cervo – Veduta parziale del centro Portus, un sito di grande bellezza; deli-
abitato e del porto. mitato dalle fantastiche pareti roc-
ciose, offre una rada sicura e riparata
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- dai venti. Qui il 27 agosto del 1353 si
RALE Nella parte alta si trova la chie- svolse la storica battaglia tra la flotta
setta di Stella Maris, con portone in genovese e le flotte alleate di Aragona
bronzo di Luciano Minguzzi e, all’in- e di Venezia; la battaglia fu molto dura
terno, un quadro attribuito a El Greco. e la flotta genovese ne uscı̀ sconfitta; in
YACHT CLUB COSTA SMERALDA L’edifi- seguito a questo fatto Alghero, allora
cio si affaccia con la sua architettura roccaforte dei Doria, dovette arren-
sul marina di Porto Cervo; sede di un dersi il 29 agosto alla spedizione co-
sodalizio tra i più prestigiosi ed esclu- mandata da Pietro IV in persona. La
sivi del Mediterraneo, organizza com- località era difesa in passato da una
petizioni internazionali di vela quali la grande torre costruita nel 1572 e dotata
‘‘Sardinian Cup’’ e la ‘‘Settimana delle di due grandi cannoni e di una spin-
Bocche’’ o regate motonautiche. Il garda, serviti da una numerosa guarni-
Club è dotato di un porto turistico che gione. In diverse occasioni contribuı̀
può ospitare diverse centinaia di im- alla protezione di Alghero. Attual-
barcazioni da diporto di tutte le dimen- mente la località ospita due grandi al-
sioni, di un cantiere navale e di tutte le berghi e diverse ville.
strutture necessarie ad assicurare Porto Corallo Località posta lungo la
ogni possibile assistenza tecnica e costa orientale a breve distanza da Vil-
ogni tipo di rifornimento. È conside- laputzu. Conosciuta fin dal secolo XVI
rato tra i migliori del Mediterraneo. perché centro di raccolta di navi coral-
IL PEVERO GOLF Situato tra il golfo del line, nel corso del secolo fu protetta
Pevero e Cala di Volpe, è considerato con la costruzione di una torre di avvi-
uno dei campi da golf migliori del stamento contro le frequenti scorrerie

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 516


Porto Frigiano

di corsari barbareschi. Nel corso del Porto Foghe Località costiera lungo il
secolo XVIII divenne anche scalo di ca- litorale occidentale dell’isola, tra Bosa
ricamento dei minerali provenienti da e Oristano, territorio di Tresnuraghes.
alcune miniere del Sarrabus-Gerrei. La si raggiunge seguendo una strada
Nella seconda metà del secolo XX vi si secondaria che dal paese si dirige
è sviluppata una discreta attività di vil- verso sud-ovest e tocca anche il santua-
leggiatura marina, sorretta da un porto rio campestre di San Marco. La località
turistico. prende il nome dal riparo offerto alle
imbarcazioni, in un tratto di costa alta
e impervia, dalla foce del rio Mannu,
che ha origini alle falde del monte
Ferru. A dominio della costa e della
foce si erge l’omonima torre spagnola,
eretta nel Cinquecento nell’ambito
della campagna di difesa dalle incur-
sioni saracene.
Porto Foxi Località costiera in territo-
rio di Sarroch, affacciata sul versante
occidentale del golfo di Cagliari. Ha
Porto Corallo – Spiaggia. ospitato per lungo tempo un piccolo
pontile di attracco; a partire dagli
Porto Ferro Insenatura molto bella si- anni Sessanta, con lo sviluppo nel re-
tuata a poca distanza da Alghero tra troterra di un agglomerato industriale
Torre Negra e Torre Bantine Sale, a del settore petrolchimico, è stata inte-
poca distanza dal lago di Baratz. Vi si ressata a grandi lavori di trasforma-
trova una tomba di età neolitica che è zione che ne hanno fatto un grande ap-
stata oggetto di attenti scavi, nel corso prodo per le navi petroliere.
dei quali è stata recuperata una sta- Porto Frigiano Località di mare nei
tuina della Dea Madre di tipo cicla- pressi di Castelsardo. La conforma-
dico. zione della costa e la presenza della
Porto Flavia Porto minerario. Fu co- foce di un piccolo corso d’acqua, il rio
struito nell’area della miniera di Ma- Toltu, hanno consentito sin dall’anti-
sua per abbattere i costi del trasporto chità di utilizzare questo punto come
del minerale estratto, che doveva es- porto: nei pressi sono stati trovati resti
sere trasferito a Carloforte (=) prima di un insediamento romano. L’attracco
di essere avviato alla ulteriore lavora- ha preso ovviamente importanza a par-
zione. La sua realizzazione fu affidata tire dalla fondazione di Castelsardo
a un tecnico di valore, Cesare Vecelli, (=), ed è legato ad alcuni eventi storici
che all’interno della montagna che di rilievo, come lo sbarco, nel 1408, del
fronteggia l’isolotto detto Pan di Zuc- visconte di Narbona, giunto per assu-
chero fece scavare nove grandi silos ca- mere il controllo del giudicato d’Arbo-
paci di contenere oltre 10 000 t di mine- rea. Nei pressi sorge ancora la torre
rale; i silos alimentavano una tramog- omonima, eretta nel Cinquecento nel-
gia azionata in modo da scaricare il l’ambito della campagna contro le in-
materiale direttamente nelle stive cursioni saracene. Nel corso del Nove-
delle navi che si accostavano alla pa- cento è stato sistemato il porto pesche-
rete strapiombante. reccio; più di recente è stato aggiunto,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 517


Porto Istana

più all’interno lungo il corso de fiume, ziariamente alla richiesta di conse-


un ampio spazio attrezzato per l’ap- gnare il 20% del pescato. In seguito
prodo delle imbarcazioni da diporto. venne in possesso di Benedetto Nater,
Porto Istana Località balneare situata che a sua volta la cedette nel 1632 al
in prossimità di Olbia lungo la strada marchese Blasco Ilarione Alagon. In-
per Siniscola. Si è sviluppata dopo il fine nel 1654 passò ai Vivaldi Pasqua
1970 in prossimità di una magnifica che nel 1655 la cedettero a Stefano
spiaggia che durante l’estate si anima Brunengo. Nei secoli successivi lo
per l’afflusso di migliaia di turisti. sfruttamento dell’impianto fece na-
scere una lunga controversia giudizia-
Porto Massimo Centro turistico resi-
ria tra gli eredi dei Brunengo e i Vi-
denziale situato nella parte settentrio-
valdi Pasqua, che si dissanguarono
nale dell’isola di La Maddalena. Si è
nella interminabile lite e perciò nel
sviluppato dopo il 1970 sfruttando un
1804 la cedettero consensualmente
turismo di élite, attirato dalle splen-
alla Reale Azienda. Questa a sua volta
dide coste che lo circondano e dalla re-
lativa tranquillità di cui gode. la concesse vantaggiosamente a una
cordata di imprenditori cagliaritani
tra cui Onorato Cortese, Giuseppe Ma-
ria Serra, Carlo Quesada e la marchesa
di San Saverio: i nuovi concessionari
provvidero a ripristinare gli edifici
della tonnara e ad acquistare reti e bar-
che. Nel 1817 la tonnara fu restituita
alla Reale Azienda che nel 1820 la af-
fittò a Michele Ciarella; anche questi,
però, andò incontro a un dissesto fi-
nanziario. A quel punto l’impianto ri-
mase inattivo; gli edifici, la chiesa, la
Porto Paglia – Un tempo tonnara, questa
piccola darsena andarono in rovina e
località nel territorio di Gonnesa è oggi
una frequentata meta turistica.
solo nel 1865 la struttura fu acquistata
da Giacomo Carpaneto e Giuseppe
Ghillino, i quali provvidero a farla ri-
Porto Paglia Tonnara e località turi- parare e a rimetterla in produzione.
stica. Il suo primo nucleo nacque in-
Cosı̀ l’attività della tonnara riprese,
torno a una tonnara in territorio di
ma alla fine del secolo fu disturbata a
Gonnesa; è conosciuta ufficialmente
causa dell’inquinamento delle acque
fin dal 1594, quando fu concessa a Ni-
dovuto alle laverie delle miniere di
colò Pintor che aveva l’onere di ver-
Buggerru: su questo fatto si accese
sare al tesoro regio il 10% del pescato.
una lite conclusa nel 1915 a favore dei
La zona veniva considerata la più pe-
Carpaneto. Questi nel 1964 cedettero la
scosa per l’intenso e regolare passag-
tonnara a una cooperativa, che però
gio di tonni, per cui si suppone che già
fallı̀ nel 1978. Rimasta abbandonata
dal secolo XV alcuni tonnarotti spa-
per anni, nel 1992 l’antica tonnara è
gnoli avessero frequentato il sito. Tra
stata acquistata e restaurata da una so-
il 1607 e il 1622 la tonnara passò a Fran-
cietà privata, che ha destinato l’intero
cesco Mallò, che si impegnò a versare il
sito a usi turistici.
16% del pescato; a lui succedette Anto-
nio Pollero, che però non resse finan- Porto Palmas Località turistica abi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 518


Porto Rotondo

tata, situata a 9 m sul livello del mare a anni Settanta del secolo il vescovo di
qualche chilometro da Marina di Ar- Ampurias e Civita monsignor Guiso,
bus. Cominciò a essere frequentata su sollecitazione del ministro Bogino,
nel secolo XVII, quando vi fu impian- vi istituı̀ una parrocchia. La forma del
tata una tonnara appartenuta ai Geno- fiordo e la tradizione di pesca fece na-
vès. Attualmente si avvia a essere un scere la credenza (in parte consolidata
grosso centro balneare che per le sue dal Bérard nei suoi studi sull’Odissea)
bellezze naturali attira un numero cre- che fosse da riconoscere qui il Paese
scente di turisti. La località ospita an- dei Lestrı̀goni, leggenda letteraria che
che un complesso di edifici del secolo è stata utilizzata anche nella stagione
XVII che fu nei secoli successivi la dello sviluppo turistico, quando parte
sede della tonnara. In stato di discreta della zona litoranea fu ribattezzata
conservazione, consentono di rico- ‘‘Costa dei Lestrı̀goni’’. Negli ultimi
struire con sufficiente esattezza le va- anni infatti il borgo è diventato un cen-
rie fasi dell’attività dei tonnarotti e tro di soggiorno estivo con piccoli al-
contemporaneamente si prestano a es- berghi, ristoranti tipici e una rinomata
sere sfruttati come insediamento turi- scuola di sci nautico, di vela e di canot-
stico di qualità. taggio.
Porto Pino Località turistica. È una ri-
serva naturale che si stende per circa
70 ha in territorio del comune di Giba,
in un paesaggio di dune eoliche conso-
lidate dal tempo, che ospitano una ve-
getazione spontanea di Pinus Italiensis
con un sottobosco di sclerofille sem-
preverdi di grande suggestione. Atti-
guo si protende, in territorio dema-
niale, un promontorio circondato da
quattro stagni separati tra loro da lin-
gue di terra sabbiosa, habitat naturale
di uccelli acquatici migratori come il
fenicottero rosa e il cormorano.
Porto Pozzo Località turistica. Sorge
al fondo di una insenatura situata
lungo la costa settentrionale della Sar-
degna a est della punta Falcone, in ter-
ritorio comunale di Santa Teresa Gal-
lura, di cui è frazione. L’insenatura è
lunga circa due miglia e ha caratteri- Porto Rotondo – Veduta dell’abitato e dei
stiche simili a quelle di un fiordo: negli vicini rilievi.
anni passati ospitava una peschiera
molto frequentata. Il borgo nacque Porto Rotondo Località turistica po-
verso la metà del secolo XVIII, quando chi chilometri a nord di Olbia. Creata
le coste galluresi cominciarono a es- dai fratelli Nicolò e Luigi Donà Dalle
sere abitate: il nucleo di case, all’inizio Rose, conti veneziani, che nel 1964 rea-
poco più che uno stazzo ai bordi del lizzarono un primo grande albergo; a
mare, crebbe quando all’inizio degli partire dal 1967 nacquero il borgo e

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 519


Porto San Paolo

l’insieme di ville del piccolo compren- che passa ad alcuni chilometri di di-
sorio, in gran parte progettate dal gio- stanza, e grazie al porto, utilizzato an-
vane architetto Giovanni Gamondi. Il che per i collegamenti di linea con le
centro del borgo è la piazza San Marco, due isole sulcitane.
disegnata da Andrea Cascella. Lo scul- & STORIA Il territorio è ricco di testi-
tore romano Mario Ceroli ha creato la monianze archeologiche, ma il paese
chiesa e il teatro, arricchiti dalle sue attuale è di origini recenti; nel sito, già
note sculture in legno. Nel gruppo dei conosciuto dai pescatori e dai corallari
fondatori il nome della località è ‘‘Por- francesi del secolo XVI e chiamato Por-
torotondo’’, tutto una parola. toscusi (porto nascosto) nelle carte nau-
Porto San Paolo Villaggio in provincia tiche, si sviluppò nel corso del secolo
di Olbia-Tempio situato a qualche chi- XVII un piccolo centro attorno alla ton-
lometro da Porto Istana, attualmente nara di Su Pranu. Il villaggio era pro-
compreso nel territorio del neoco- tetto da una torre costiera per la difesa
mune di Loiri Porto San Paolo. Si è svi- dagli attacchi dei corsari barbareschi
luppato come insediamento turistico- e munito di un arsenale come base
balneare dopo il 1970, e cresce disordi- d’appoggio delle attività della tonnara.
natamente sfruttando le bellezze natu- A volte fu teatro di guerre e frequenti
rali che lo circondano. In particolare la furono le incursioni dei corsari, terri-
località è punto di partenza per i bar- bili quelle del 1660 e del 1753. «Fu in
coni che in pochi minuti consentono il questa spiaggia, – racconta Vittorio An-
collegamento con l’isola di Tavolara, la gius nel Dizionario del Casalis – come
cui massa imponente splendidamente la più vicina a Iglesias, che l’infante
incombe a breve distanza dalla costa. don Alfonso fece sbarcare le macchine
Portoscuso Comune della provincia di per l’oppugnazione di quella città, e in
Carbonia-Iglesias, compreso nella XIX queste acque che la squadra pisana
Comunità montana, con 5392 abitanti prese nella stessa epoca alcune navi
(al 2004), posto a 6 m sul livello del aragonesi, bruciò gli altri bastimenti
mare sulla costa che fronteggia l’isola raccoltivi dal suddetto conquistatore,
di San Pietro. Regione storica: Cixerri. e tutta la munizione ammucchiatavi.
Diocesi di Iglesias. Nel 1660 – continua l’Angius – in mag-
& TERRITORIO Il territorio comunale, gio sei galere moresche essendo ap-
di forma allungata lungo il litorale, si prodate in questo seno invasero la ton-
estende per 39,07 km2, comprendenti nara, bruciarono tutte le barche del
le frazioni di Bruncuteula e Nuraghe servigio della pesca, e le capanne degli
Allori, e confina a nord col mare Medi- scabeccieri e salatori, presero i pesci
terraneo, a est con Gonnesa e Carbo- della mattanza, e del salato che era in
nia, a sud con San Giovanni Suergiu e terra non lasciandovi più che 400 ba-
a ovest col Mediterraneo. Si tratta di rili. La peschiera non fu risparmiata
una stretta striscia affacciata sul perché si tolsero la massima parte
mare, dal suolo piuttosto arido e dalla delle ancore, che ritengono le gomene
linea di costa frastagliata; nella parte dalle quali sono sostenute le reti. For-
meridionale scorrono i tratti finali del tunatamente la gente di servigio poté
piccolo rio Perdaias e del più lungo sottrarsi con la fuga, e pochissimi fu-
Flumentepido, che danno luogo ad al- rono sorpresi e condotti in servitù».
cuni stagni. P. comunica per mezzo di Nonostante i pericoli che venivano dal
una doppia bretella con la statale 126, mare e le ricorrenti epidemie di mala-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 520


Portoscuso

ria, P. continuò a crescere; nel 1680 fu l’allevamento e della lavorazione del


concesso in feudo ad Antonio Genovès pesce, del legno e sulla metallurgia. È
col titolo di barone. Rimase nelle mani sufficientemente organizzata la rete di
dei Genovès fino alla loro estinzione, distribuzione commerciale. Vi ope-
da quel momento fu considerato devo- rano 4 alberghi con 170 posti letto, il
luto e i suoi abitanti non furono più co- porto turistico con 140 posti barca,
stretti ad alcun vincolo; oramai il cen- un’azienda agrituristica e un risto-
tro era abbastanza popoloso e nel 1821 rante a sostegno del nascente turismo.
fu incluso nella provincia di Iglesias. Servizi. P. è collegato da autolinee e
Quando nel 1848 le province furono tramite il porto agli altri centri della
abolite, entrò a far parte della divi- provincia. Dispone di Pro Loco, sta-
sione amministrativa di Cagliari e dal zione dei Carabinieri, medico, guardia
1859 dell’omonima ricostituita provin- medica, farmacia, scuola dell’obbligo e
cia, ma già nel 1853 era diventato co- scuole secondarie superiori (Istituto
mune autonomo. Oltre che alla ton- tecnico industriale), sportello banca-
nara, il suo sviluppo fu sempre più le- rio. Possiede una Biblioteca comunale.
gato al porto, che nel corso del secolo & DATI STATISTICI Al censimento del
XIX divenne il punto di imbarco dei 2001 la popolazione contava 5505 unità,
minerali delle miniere del Sulcis. Fu di cui stranieri 15; maschi 2715; fem-
collegato a Gonnesa da una moderna mine 2790; famiglie 1827. La tendenza
strada e da un tronco ferroviario. Un complessiva rivelava una lieve dimi-
ulteriore impulso P. lo ebbe nel 1914 nuzione della popolazione, con morti
quando la Società Elettrica Sarda vi per anno 46 e nati 35; cancellati dall’a-
costruı̀ la prima centrale elettrica a nagrafe 137 e nuovi iscritti 93. Tra i
carbone che nel 1927 venne ceduta principali indicatori economici: impo-
alla Monteponi. Nel 1938 perse la pro- nibile medio IRPEF 22 158 in migliaia
pria autonomia e fu ridotto a frazione di lire; versamenti ICI 1799; aziende
di Carbonia e negli stessi anni, in rela- agricole 116; imprese commerciali
zione allo sviluppo dell’estrazione del 270; esercizi pubblici 44; esercizi al-
carbone, la sua popolazione passò da l’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 90;
1000 abitanti a quasi 2500. Nel 1946 ri- ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali:
conquistò la propria autonomia e la occupati 1699; disoccupati 266; inoccu-
crisi delle miniere non ne arrestò lo pati 406; laureati 93; diplomati 854; con
sviluppo: continuò a essere sede di nu- licenza media 1907; con licenza ele-
merose attività industriali ma soprat- mentare 1707; analfabeti 114; auto-
tutto andava trasformandosi in impor- mezzi circolanti 2373; abbonamenti
tante centro di turismo balneare. TV 1408.
& ECONOMIA Tra le attività della sua & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-

economia l’agricoltura ha una certa ri- ritorio conserva i resti di alcuni nura-
levanza, in particolare la cerealicol- ghi, tra i quali quelli detti Atzori e Cri-
tura, l’orticoltura, la frutticoltura, l’oli- xionis.
vicoltura; anche l’allevamento del be- & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
stiame ha il suo ruolo, si allevano bo- E AMBIENTALE Il centro storico negli
vini e suini, in misura minore ovini e ultimi anni è stato interessato da nu-
caprini. Negli ultimi decenni si sta svi- merosi interventi edilizi che lo hanno
luppando anche l’attività industriale profondamente rinnovato; con le sue
che si basa sui settori alimentare, del- vie regolari si stende ai piedi della

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 521


Portoscuso

torre che è considerata il simbolo del sono stati quasi incredibili ne’ nostri,
villaggio. Il grande edificio di forma ne’ quali la quantità che prendesi in
troncoconica domina l’abitato da un ri- tutte è cosı̀ poca, che può dirsi non es-
lievo a 30 m sul livello del mare. Fu co- sere la metà di quella che prendeva il
struito nella seconda metà del Cinque- solo P. La scarsezza e l’abbondanza, ma
cento quando per volontà di Filippo II non più quanta in altre epoche, ha certi
venne sviluppato il sistema delle torri periodi, i quali però non sono ancora
per la difesa costiera. Fu restaurata nel bene osservati. Sulle cagioni della
1642 e utilizzata continuativamente scarsezza si sono dette molte cose, ma
fino al 1777, svolgendo spesso funzione non si saprebbe quali fossero vera-
di deterrente nei confronti dei corsari mente le efficienti. Generalmente tie-
barbareschi. Altro edificio architetto- nesi che i pesci vengano in più poco
nicamente interessante è la chiesa di numero nelle reti sarde, perché la folla
Santa Maria d’Itria: fu costruita nella de’ medesimi sia molto diminuita nel
seconda metà del secolo XVII, negli passaggio lungo le coste del Portogallo,
anni in cui il villaggio si stava svilup- della Spagna e della Barberia. Ma la
pando ed è dedicata alla protettrice pesca fatta in quei punti quanta parte
dei tonnarotti. A poca distanza sorge è dei grandi armenti peregrinanti dal-
la tonnara di Su Pranu, edificio risa- l’Oceano al fondo del Mediterraneo
lente alla stessa epoca, che comprende nella estrema primavera e nel princi-
i locali per l’alloggio dei tonnarotti e pio della estate? E in rispetto a’ pesci
per il ricovero delle barche, nonché che costeggiano nel viaggio la costa
l’arsenale per le riparazioni e i capan- africana non vedo come le tonnare ivi
noni per la loro custodia durante i mesi stabilite possano diminuire la cattura
invernali. Di particolare rilievo sono le delle tonnare sarde, già che i pesci che
spiagge e alcune località turistiche di vanno lungo le acque africane non vol-
grande suggestione tra le quali vanno gonsi poi alle tonnare sarde. Quando si
ricordate la Tonnara di Su Pranu a studierà da’ naturalisti intelligenti su
ovest dell’abitato, dove è possibile am- questo punto forse si potrà intendere
mirare i resti della grandiosa omonima la vera causa del numero decrescente
tonnara che un tempo rappresentava de’ pesci in certe epoche».
la principale attività economica del & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
villaggio. La pescosità del mare non è festa che si richiama alle più antiche
stata sempre costante, anche a P., e di tradizioni del paese è quella dedicata a
questo ci parla ancora l’Angius, nella Santa Maria d’Itria che si svolge il 27
prima metà dell’Ottocento: «La ton- maggio presso la chiesa omonima; cul-
nara di P. è stata sempre celebrata mina in una processione a mare con la
come la più fertile, e lo è veramente statua della Madonna che continua poi
per trovarsi, come credo, situata in sul per le strade del centro. Altra impor-
punto dove le greggie de’ tonni appro- tante manifestazione è la sagra del
dano dalle isole Baleri, le quali greggie tonno che si tiene il 13 giugno e ricorda
perché arrivano più presto delle altre le tradizioni della pesca; per l’occa-
che vengono da’ mari della Francia sione è possibile gustare il tonno cuci-
lungo la Corsica occidentale e perché nato secondo le antiche usanze; la ma-
sono più numerose, però la tonnara di nifestazione chiude un ciclo di inizia-
P. ha sempre pescato prima e più delle tive conosciute come ‘‘Artestate’’ che
altre. I prodotti di essa in altri tempi hanno inizio il 6 giugno.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 522


Porto Torres

Porto Taverna Località turistica si- di Sassari, incluso nel Comprensorio n.


tuata lungo la strada che da Olbia con- 1, con 21 660 abitanti (al 2004), posto a 5
duce a Siniscola. Si sviluppò come cen- m sul livello del mare su un promonto-
tro balneare dopo il 1970 attorno a una rio al centro del golfo dell’Asinara. Re-
magnifica spiaggia distesa su un istmo gione storica: Fluminargia. Archidio-
che chiude l’omonima peschiera. cesi di Sassari.
& TERRITORIO Il territorio comunale,
di forma allungata lungo il litorale e
comprendente l’isola dell’Asinara, si
estende per 102,62 km2. L’isola è cir-
condata dal mar Mediterraneo a nord
della punta nord-occidentale della
Sardegna; il territorio intorno alla
città confina a nord col mare, mentre
per tutta la restante parte del perime-
tro è delimitato dal grande territorio
comunale di Sassari. P.T. è stata sin dal-
Porto Teulada – Litorale nei dintorni del l’epoca antica punto di arrivo della
centro turistico. strada proveniente da Cagliari, e an-
cora oggi lo è della superstrada che ne
Porto Teulada Località turistica lungo ha preso il posto; ed è parimenti rag-
la costa sud-occidentale dell’isola, 7 giunta dalla ferrovia proveniente da
km circa a sud-ovest di Teulada. Una Chilivani attraverso Sassari; dalla
profonda insenatura lungo un litorale città si diramano una strada costiera a
molto frastagliato (e nella quale si getta est, verso Castelsardo, e una a ovest,
un modesto corso d’acqua) ha fornito verso Stintino; mentre alcune altre si
sin dall’antichità un approdo naturale, inoltrano nella Nurra, la vasta area a
che è stato migliorato in tempi mo- sud-ovest: tra queste la più importante
derni con la costruzione di uno sbarra- è quella per Alghero, detta ‘‘dei due
mento artificiale. L’approdo, utilizzato mari’’.
dai pescherecci e dalle imbarcazioni & STORIA I Romani fondarono P.T., col
da diporto, è collegato con apposita nome di Turris Lybisonis, probabil-
strada alla provinciale che segue la vi- mente sopra un antico scalo fenicio, e
cina Costa del Sud, alla statale 195 Sul- prima del 27 a.C. fu proclamata colonia
citana e all’abitato di Teulada. Sul romana. All’epoca la città aveva una
porto e le adiacenti peschiere domina certa importanza commerciale ed era
ancora la torre del Budello, costruita collegata da strade a tutti gli altri cen-
dagli Spagnoli agli inizi del secolo tri romani dell’isola e in particolare a
XVII, nell’ambito della campagna di Carales; il porto la poneva in relazione
difesa contro le incursioni saracene. con altre città costiere del Mediterra-
Realizzata in blocchi di granito e an- neo occidentale e del Tirreno. L’abi-
cora oggi in discrete condizioni di con- tato era cinto da mura che col trascor-
servazione, offre dalla terrazza supe- rere dei secoli furono potenziate. Du-
riore ampia vista sul porto e la distesa rante l’Impero la città continuò a man-
marina da un lato, sul retroterra dal- tenere la sua importanza politica e am-
l’altro. ministrativa e divenne sede di una dio-
Porto Torres Comune della provincia cesi cristiana; con le invasioni barbari-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 523


Porto Torres

che la sua importanza diminuı̀ e certa- commerciali dei grandi mercanti sas-
mente la sua funzione politica dovette saresi che vi tenevano anche i loro ma-
mutare; grazie al porto tuttavia con- gazzini. Lungo i secoli XVI e XVII le
servò una posizione di rilievo. Quando autorità governative si disinteressa-
poi, in età non determinabile, si forma- rono del porto che andò decadendo e
rono i giudicati, fu inizialmente la ca- lentamente insabbiandosi. Di fronte
pitale del Logudoro o di Torres; allo allo scarso interesse del governo, che
stato attuale delle conoscenze non è alle riparazioni e al dragaggio dell’im-
possibile indagare con esattezza sul pianto destinava cifre ridicole, fu il
processo che portò poi i giudici a pre- Consiglio comunale di Sassari che con
ferire come loro residenza la più si- grandi sacrifici tentò di tenerlo effi-
cura Ardara e successivamente Sas- ciente e di avviarne la pulitura. Della
sari. Sembra comunque che il porto ab- città, a parte la magnifica basilica, non
bia continuato a essere attivo, che i era rimasto più nulla; fu cosı̀ che in un
mercanti pisani e genovesi vi tenes- mondo di fantasmi, agli inizi del secolo
sero i loro fondachi e che nel corso del XVII, frettolosi archeologi scavarono
secolo XI i giudici vi abbiano fatto co- nel sito della basilica alla ricerca di
struire la basilica di San Gavino. È co- corpi di martiri e santi. All’avvento dei
munque certo che i vescovi continua- Savoia il porto era talmente mal ridotto
rono a risiedervi almeno fino al secolo che le imbarcazioni vi entravano a
XIII. Quando anche i vescovi trasferi- stento e quando vi riuscivano non pote-
rono la loro residenza a Sassari, pur es- vano attraccare a un molo; cosı̀ nel
sendo formalmente P.T. considerata 1756 Carlo Emanuele III dispose che
sede della diocesi, cominciò lenta e l’impianto venisse finalmente riparato
inesorabile la sua decadenza. Dopo la con il concorso degli abitanti del Logu-
conquista aragonese, dell’antica città doro; i lavori erano quasi ultimati nel
rimanevano poche case attorno alla 1765 e venne riparata anche l’antica
basilica e si svolgeva una certa attività torre. Gli interventi però furono ineffi-
commerciale in quello che restava del- caci e l’impianto alla fine del secolo
l’antico porto, che i nuovi venuti cerca- era di nuovo in rovina. Nei primi de-
rono di rianimare. Superata la lunga cenni del secolo XIX fu finalmente
parentesi delle guerre tra gli Arago- compresa la sua importanza commer-
nesi e i Doria e quelle tra gli Aragonesi ciale e l’attività del porto fu rilanciata;
e gli Arborea, l’antica città si ridusse a contemporaneamente l’antico borgo
un borgo pressoché disabitato. Le atti- cominciò a rianimarsi e la sua popola-
vità portuali connesse alle esigenze zione a crescere. Nel 1842 cessò di es-
dei grandi mercanti di Sassari ripre- sere frazione di Sassari e riprese a es-
sero dopo il 1420, protette anche da sere comune autonomo. Della situa-
una poderosa torre. Il loro sviluppo su- zione economica di P.T. relativa a que-
scitò risentimenti e preoccupazioni so- sto periodo ci parla Vittorio Angius
prattutto in Alghero e Bosa, che vede- che ne scrisse sul Dizionario del Casa-
vano nell’antico porto un pericoloso lis: «Popolazione. Prima che si for-
concorrente. Nel corso del secolo XV masse la grande strada che da Cagliari
l’attività portuale fu concepita come giunge sino a P.T., eranvi alcuni pochi
dipendente da Sassari: in altre parole, abitatori nella collina di s. Gavino
cancellata l’antica città, il porto di- presso la chiesa, e nella marina non
venne la base preferita delle attività soggiornavano che pochissimi, i quali,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 524


Porto Torres

o per officio, o per mestiere, come i pe- pioggie quando sono necessarie, è con-
scatori, dovevano restarvi. Ma come siderevole, perché i terreni sono di
formossi la strada suddetta subito ai gran fertilità. Le vigne, e i fruttiferi
lati della medesima si formarono dei sono ancora in piccol numero, ma da
magazini, si fabbricarono delle case, e qui a venti anni si avrà sopra il suffi-
cominciò a formarvisi una popolazione ciente alla consumazione degli abi-
da sassaresi, sorsinchi e da altri di al- tanti ed all’approvvigionamento delle
tre parti. Indi il numero della popola- navi che vengano in questo porto: il che
zione andò crescendo notevolmente, sı̀ sarà con il danno dei produttori di Sas-
che nel 1829 si numeravano già anime sari che mandavano e mandano ancora
865, compresi i pastori della Nurra più una parte delle loro derrate. L’orticol-
prossimi a questo sito. L’attuale popo- tura va crescendo e crescerà assai per
lazione si può computare di anime la opportunità delle terre umide e irri-
1200, distinte in maggiori di anni 20, gabili nelle sponde del Torritano. Pa-
maschi 380, femmine 395, in minori, storizia. Ne’ casali della Nurra inclusa
maschi 215, femmine 210, e distribuite entro questo territorio si educa non
in famiglie 300. Lo stato sanitario va poco bestiame, principalmente vacche
sempre più migliorando, come van di- e pecore. Le altre specie, capre, ca-
minuendo le cause principali delle valle e porci, sono in numero molto mi-
malattie, i miasmi delle alghe e delle nore. Il bestiame manso consistente ne’
acque corrompentesi, e la pessima be- tori per l’agricoltura, ne’ cavalli di
vanda infetta del fiume, della salma- sella e di trasporto, non si può determi-
stra de’ pozzi. Le professioni de’ torresi nare. L’apicoltura è trascurata. Pesca.
sono l’agricoltura, la pastorizia, la pe- La pesca era sino a poco tempo eserci-
sca, la marineria, il negozio; quindi tata da uomini stranieri: ora vi si appli-
quelle poche arti, che sono necessarie cano anche i torresi per ottenere il lu-
in un porto di mare, e quelle che sono cro che aveano quelli che provedeano
necessarie in ogni parte. Si può sti- Sassari e tanti altri paesi. Commercio.
mare che sieno applicati alla agraria La massima parte degli affari di questo
uomini 260, alla pastorizia 80, alla ma- porto si fanno da’ sassaresi, epperciò la
rineria e alla pesca 50, al negozio 30, a’ massima parte delle merci o si traspor-
diversi mestieri 40. Agricoltura. Non tan in questo porto da’ magazzini di
prosperava molto prima della conces- Sassari, o da esso si mandano a Sassari.
sione che fu fatta del territorio; quindi Ma già si comincia a vedere un movi-
ha cominciato a progredire in modo mento d’industria e alcuni de’ torresi
notevole, e non anderà gran tempo che ricevon per sé e vendono ciò che hanno
intorno al novello comune si veda raccolto per il commercio estero». Du-
un’ampia zona di poderi cosı̀ studiosa- rante il secolo XIX le attività commer-
mente coltivati, come sono quei di Sas- ciali di P.T. aumentarono proporzional-
sari. La quantità di seminagione de’ ce- mente al nuovo impianto portuale che
reali cresce d’anno in anno, e si può il governo aveva fatto costruire. La cre-
stimare che nell’attuale territorio tor- scita ha poi continuato costante, con
rese si diano al suolo starelli di grano l’aumentare dei traffici e, specie dal-
1000 e più, d’orzo 500, di fave e legumi l’ultimo dopoguerra, col potenzia-
100, compreso quello che si semina ne’ mento dei trasporti di linea per passeg-
casali della Nurra, inclusi ne’ limiti di geri e merci; un grosso balzo in avanti è
T. La produzione, se non mancano le avvenuto negli anni Sessanta, con la

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 525


Porto Torres

creazione della zona industriale desti- mati 2945; con licenza media 6758; con
nata alle lavorazioni del settore petrol- licenza elementare 6578; analfabeti
chimico. 533; automezzi circolanti 6778; abbona-
& ECONOMIA Le attività di base della menti TV 5458.
sua economia sono le attività portuali, & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo

l’industria, che si sviluppa nei settori territorio conserva importanti testi-


della piscicoltura e della pesca, della monianze archeologiche che docu-
lavorazione del legno, del petrolio, nel mentano la continuità dell’insedia-
settore chimico, della plastica. Vi sono mento dell’uomo nel territorio. Al pe-
tuttavia ancora radicati l’agricoltura, riodo prenuragico appartiene la ne-
in particolare la cerealicoltura, la frut- cropoli di domus de janas di Su Cruci-
ticoltura e la viticoltura, e l’alleva- fissu Mannu riconducibile alla cultura
mento del bestiame, soprattutto bovini di Ozieri; altro importante monumento
e suini. È ben sviluppata la rete di di- è il santuario di Monte d’Accoddi (=)
stribuzione commerciale. Vi operano 7 situato ai confini con il territorio di
alberghi con 345 posti letto, un’azienda Sassari e considerato l’unico monu-
agrituristica, 12 ristoranti e il porto tu- mento del genere nel bacino del Medi-
ristico con 140 posti barca a sostegno terraneo. Per quanto riguarda il pe-
del nascente turismo. Servizi. P.T. è col- riodo nuragico sono di qualche inte-
legata da autolinee e da ferrovia agli resse i nuraghi Biunisi, Ferrali, Mar-
altri centri della provincia, da tra- gone, Nieddu e Sant’Elena. La testimo-
ghetti e da linee di navigazione alle al- nianza archeologica di maggiore inte-
tre località del Mediterraneo. È dotata resse è rappresentata dalle rovine
di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, della città romana di Turris Lybisonis
caserma della Guardia di finanza, me- (=) che per la loro importanza sono
dico, guardia medica, farmacie, scuola state recentemente dichiarate patri-
monio mondiale dall’UNESCO. Sono
dell’obbligo, scuole secondarie supe-
visibili, insieme all’Antiquarium, alla
riori, sportelli bancari. Possiede una
periferia occidentale della città, e ne
Biblioteca comunale, l’Antiquarium
documentano in modo significativo l’e-
Turritano e il parco tecnologico Antia.
voluzione durante il periodo romano
& DATI STATISTICI Al censimento del
dalla fondazione alla decadenza.
2001 la popolazione contava 21 594
unità, di cui stranieri 233; maschi
10 794; femmine 10 800; famiglie 7477.
La tendenza complessiva rivelava una
diminuzione della popolazione, con
morti per anno 132 e nati 182; cancel-
lati dall’anagrafe 687 e nuovi iscritti
343. Tra i principali indicatori econo-
mici: imponibile medio IRPEF 19 223
in migliaia di lire; versamenti ICI 7205;
aziende agricole 74; imprese commer-
ciali 859; esercizi pubblici 163; esercizi
all’ingrosso 12; esercizi al dettaglio Porto Torres – Basilica di San Gavino.
370; ambulanti 45. Tra gli indicatori so-
ciali: occupati 6385; disoccupati 622; & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
inoccupati 1463; laureati 269; diplo- RALE Niente rimane dell’assetto urba-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 526


Porto Torres

nistico della città medioevale; l’attuale una tradizione non documentata


impianto si è sviluppato con un in- quella di San Gavino sorgerebbe sul
sieme di strade regolari a partire dal luogo in cui sarebbero stati ritrovati i
secolo XVIII. In questo tessuto si inte- corpi dei tre martiri; di forme architet-
grano mirabilmente alcuni monu- toniche semplicissime, è in comunica-
menti del passato. Il più suggestivo è zione con una serie di vani scavati
senza dubbio la basilica di San Gavino, nella roccia, risalenti probabilmente
edificio costruito in due momenti del al periodo paleocristiano. In uno di
secolo XI: iniziato dal giudice Gonario questi ambienti durante la festa dei
Comita e proseguito dal giudice Tor- Martiri turritani (=) vengono esposte
chitorio suo figlio, fu completato nel per giorni le loro statue in legno. La
secolo XII, entro il 1119. Di forme ro- chiesa di Santa Maria, detta anche di
maniche, fu impiantato nell’area cimi- Santu Bainzu Iscabiddadu (San Gavino
teriale di Monte Agellu sopra una pre- Decollato), sorge invece sul luogo in
cedente basilica a tre navate risalente cui i tre santi sarebbero stati decapi-
al secolo V che a sua volta aveva inglo- tati. Il litorale di P.T. era difeso da un
bato un piccolo martyrium cruciforme poderoso sistema di torri costiere la
del periodo paleocristiano. La leg- più importante delle quali è la torre
genda dice che il giudice Comita tra- del Porto costruita nel 1572 a guardia
sportò dalla chiesa di San Gavino di del porto. Ancora in ottimo stato di con-
Balai i corpi dei tre martiri Gavino, servazione, è di notevoli proporzioni;
Proto e Gianuario per sciogliere un ha un impianto ottagonale ed è distri-
voto che aveva fatto in seguito alla gua- buita su due piani. Al suo interno sono
rigione dalla lebbra. Quando l’edificio due vani con volta a botte poggiante su
romanico fu impiantato la vecchia ba- una colonna centrale. La torre era po-
silica fu rasa al suolo, fu salvato solo il tentemente armata con artiglierie e
martyrium che fu compreso come guardata da una guarnigione adeguata
cripta nel nuovo edificio. L’interno è a posta al comando di un alcaide. Attual-
tre navate sostenute da 22 colonne e da mente viene utilizzata come sede per
sei pilastri; l’aula centrale termina con mostre e altre attività promozionali.
due absidi. Nel corso del secolo XV, Sempre lungo il litorale, a qualche chi-
dopo che la sede vescovile fu trasferita lometro in località Platamona (=), si
a Sassari, furono aperti due portali trova la torre di Abbacurrente co-
d’accesso: sul fianco meridionale il struita nel Cinquecento da Rocco Ca-
più ampio, costituito da due porte in- pellino. È in uno stato di conservazione
cluse in un grande arco a ghiere in ti- scadente, ha una forma cilindrica e
pico stile gotico-aragonese, nel fianco probabilmente era adibita a funzione
settentrionale venne inserito l’in- di sorveglianza. Infine nelle campagne
gresso minore, con l’aggiunta di corpi di P.T. si trovano le rovine del castello
esterni. Solo con i restauri del 1963 l’e- di Essola, fortezza fatta costruire dai
dificio fu nuovamente isolato e resti- Doria nel corso del secolo XIII; dopo
tuito alla sua primitiva bellezza. Di l’estinzione della dinastia dei giudici
grande interesse inoltre sono le chie- di Torres essi lo inclusero nel loro pic-
sette di San Gavino a Mare e di Santa colo stato; ne conservarono il possesso
Maria di Balai, poste entrambe sulle anche dopo la conquista aragonese ma
rocce a strapiombo sul mare in prossi- nel 1325, quando si ribellarono, gli
mità della spiaggia di Balai. Secondo venne sequestrato. Negli anni succes-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 527


Porto Tramatzu

sivi fu investito dalla guerra tra Doria e per celebrare la ricorrenza della na-
Aragona e in seguito da quella tra Ar- scita dei tre santi: si tengono nella ba-
borea e Aragona; presumibilmente in silica e sono preceduti da una novena
questi scontri venne gravemente dan- all’interno della cripta; per l’occasione
neggiato. le donne vi compaiono velate in omag-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La gio all’antica tradizione che vuole che
testimonianza delle più antiche tradi- San Gavino, prima di essere martiriz-
zioni della città è conservata nella fe- zato, ricevesse da una donna un velo
sta dei Martiri turritani, dedicata ai per asciugarsi dal sangue e dal sudore.
santi martiri Gavino, Proto e Gianuario In passato, quando i fedeli giungevano
(=). Si svolge in tre momenti dell’anno: alla festa a cavallo, mentre le donne
il 25 aprile, dal 3 maggio al giorno della pregavano, i cavalieri giunti in riva al
Pentecoste, e infine il 25 ottobre. I riti mare vi facevano entrare i cavalli, li fa-
del 25 aprile hanno un carattere esclu- cevano inginocchiare e subito dopo,
sivamente religioso e si svolgono nella raggiunta nuovamente la basilica, da-
monumentale basilica; sono organiz- vano vita attorno al monumento a una
gara equestre analoga all’ardia che si
zati dal Gremio degli agricoltori (sos
svolge ancora oggi in alcuni centri del-
massaios). Dal 3 maggio alla domenica
l’interno.
di Pentecoste si svolge la cosiddetta
‘‘festa grande’’ in onore dei tre santi, Porto Tramatzu Località turistica po-
le cui statue vengono trasferite dalla sta a breve distanza da Porto Teulada,
basilica alla chiesetta di San Gavino a proprio di fronte all’Isola Rossa. Negli
mare dove i fedeli si recano quotidia- ultimi anni è divenuto un centro turi-
namente per visitarle e pregare. Il ri- stico discretamente attrezzato, servito
torno avviene la sera della Pentecoste. da alberghi e campeggi, base per le
In passato la festa si concludeva in escursioni all’Isola Rossa e alla vicina
modo spettacolare con l’arrivo in cor- zona militare. Nei territori compresi
teo della municipalità di Sassari, in di- nella zona militare, di singolare bel-
visa di gala e a cavallo; veniva ricevuta lezza è la spiaggia detta di Porto Scudo,
dal canonico della basilica che, stando accessibile solo d’estate, caratteriz-
sulla porta della chiesa, offriva le zata da una sabbia bianchissima e da
chiavi su un vassoio. Il sindaco di Sas- un mare cosı̀ trasparente che talvolta
sari le prendeva per un attimo, per riaf- consente di ammirare i bellissimi pe-
fermare il diritto di primazia della sci rondine.
città di Sassari sulla basilica, e subito Portovesme Centro abitato della pro-
le restituiva al prelato. I fedeli che vincia di Carbonia-Iglesias, frazione di
erano accorsi in gran numero a cavallo Portoscuso (da cui dista 1 km), con
da ogni parte, prima di lasciare la città circa 50 abitanti, posto a 10 m sul livello
entravano con le loro donne in mare del mare a sud-est del comune capo-
fino a che le acque non arrivavano al luogo, lungo la costa affacciata verso
pettorale del cavallo: si attribuiva al- l’isola di San Pietro. Regione storica:
l’immersione un effetto benefico. Oggi Cixerri. Diocesi di Iglesias.
della suggestiva immersione dei ca- & TERRITORIO Il territorio è costituito
valli non rimane più niente, mentre si da una fascia costiera, dal suolo piutto-
svolge regolarmente la cerimonia sto arido e dalla linea di costa frasta-
della consegna delle chiavi. Altri fe- gliata; poco più a sud scorrono i rii Per-
steggiamenti si svolgono il 25 ottobre daias e Flumentepido, che danno

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 528


Portugues

luogo ad alcuni stagni. Le comunica- lumina per la produzione dell’allumi-


zioni sono assicurate da una doppia nio.
bretella collegata con la statale 126,
Portugal Famiglia ispano-portoghese
che passa ad alcuni chilometri di di-
(sec. XVI). Erano un ramo della fami-
stanza, e dal porto, utilizzato anche
glia reale del Portogallo. Discende-
per i servizi di linea con le due isole
vano da un figlio naturale di re Gio-
sulcitane. vanni I, Alfonso, che fu creato duca di
& STORIA Nel suo territorio sorgeva
Braganza nel secolo XV. Nel corso del
nel Medioevo il villaggio di Canyelles secolo XVI una delle sue discendenti,
(=) che dalla fine del secolo XIV ri- Guiomara de Castro, sposò Giovanni
mase deserto. La località riprese a es- Maza de Liçana, di cui rimase vedova
sere frequentata nella seconda metà nel 1545. Nel 1558 ebbe in dono da
del secolo XVIII, in seguito alla fonda- Francesco Sala i diritti che quest’ul-
zione di Carloforte, e divenne un pic- timo aveva ereditato sul patrimonio
colo porto da cui era possibile raggiun- feudale dei Maza Carroz. Guiomara,
gere la vicina isola di San Pietro. Rice- però, poco dopo si sposò nuovamente
vette un nuovo impulso grazie a Carlo con l’ammiraglio delle Indie France-
Baudi di Vesme (=) e nella seconda sco da Gama, per cui passò a suo fra-
metà dell’Ottocento divenne una delle tello Federico i diritti patrimoniali
basi per l’esportazione dei minerali che le erano stati donati. Quest’ultimo
dell’Iglesiente. Nella seconda metà entrò in lite con gli altri eredi dei Maza
del Novecento, col crollo delle attività e tentò di sfruttare tutta la sua in-
minerarie, P. passò dall’attività mari- fluenza per ottenere una parte del
nara a quella industriale. Nel 1965 vi grande patrimonio. Nel 1571 riuscı̀ a
fu costruita una supercentrale termoe- trovare un primo accordo con gli altri
lettrica dell’ENEL che può funzionare contendenti e nel 1577 lo definı̀ con
a olio combustibile e a carbone e che una transazione in base alla quale ot-
avrebbe dovuto utilizzare il carbone tenne il possesso delle curatorie di
delle vicine miniere. La centrale prese Dore, di Bitti, di Taras e della Gallura
a funzionare con l’olio minerale ma il Gemini. Ma la sua discendenza ma-
progetto di utilizzazione del carbone schile si estinse nel 1584 con suo figlio
non è mai decollato. La centrale tutta- Francesco che lasciò erede la sorella
via ha consentito lo sviluppo di altre Anna, moglie di Rodrigo De Silva prin-
attività industriali e in particolare de- cipe di Melito.
gli impianti per la produzione dell’al- Portugues Famiglia di origine spa-
luminio e di altri per la lavorazione gnola (secc. XVI-XVII). Si trasferı̀ a Ca-
dello zinco e del piombo, gestiti dalla gliari nel corso del secolo XVI per im-
società SAMIN. piantare un’attività commerciale. I
& ECONOMIA P. è un importante centro suoi membri erano interessati in parti-
industriale organicamente legato a colare al commercio del sale e accumu-
Portoscuso. Vi sorge la Centrale elet- larono notevoli ricchezze per cui, nel
trica del Sulcis che è collegata alla 1579, pur non essendo nobili, riusci-
rete elettrica sarda e anche alla rete rono a comprare dai Clement il feudo
continentale attraverso la Corsica e la di Posada per la ingente somma di
Toscana mediante un cavo in parte ae- 16 500 fiorini. Il feudo era piuttosto va-
reo e in parte sottomarino. Altro impor- sto e spesso il suo territorio era teatro
tante stabilimento è quello dell’Eural- di rovinose incursioni di corsari barba-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 529


Portugues

reschi, per cui essi dovettero impe- tate, al seguito del marchese in catene,
gnarsi a predisporre adeguati mezzi di attraverso tutta la Sardegna.
difesa delle popolazioni. Preoccupati
Portunono Antico villaggio del giudi-
per le crescenti spese che questa situa-
cato di Gallura, compreso nella curato-
zione comportava, agli inizi del secolo
ria di Posada. Sorgeva in prossimità di
XVII pensarono di disfarsene, ma la so-
La Caletta. L’abitato si sviluppò attorno
praggiunta nobilitazione e l’ammis-
al porto, ma dopo la conquista cata-
sione allo Stamento militare durante
lano-aragonese fu investito dalle ope-
il parlamento del duca di Gandı́a li con-
razioni della guerra tra Genova e Ara-
vinsero a mantenere il possesso del gona e fu distrutto.
feudo. Nel 1642, però, trovando vantag-
giosa l’offerta di Giovanni Stefano Ma- Portus Luguidonis Antico approdo ro-
sons, se ne disfecero per l’equivalente mano nei pressi di Siniscola. Contem-
di 43 000 lire sarde in obbligazioni sulle plato dall’Itinerario Antoniniano (sec.
rendite della crociata bandita da Pio V. III), è stato spesso considerato coinci-
Purtroppo dopo alcuni anni questa dente con il centro urbano di Feronia
rendita non fu più esigibile, sicché, ri- (l’odierna Posada) ricordato da Tolo-
masti senza risorse, tentarono di otte- meo (sec. II). Il nome suggerisce un col-
nere la restituzione del feudo. La lite legamento con la popolazione dei Li-
con i Masons si protrasse per decenni, guidonenses citata dallo stesso Tolo-
finché il Supremo Consiglio d’Aragona meo, sebbene questo popolo si trovasse
stabilı̀ definitivamente che la vendita localizzato nell’area centro-settentrio-
era stata regolare, imponendo il silen- nale dell’isola. Più verosimilmente il
zio ai venditori. Dopo questa sentenza portus andrà inteso come quello di Lu-
le condizioni della famiglia continua- guido, località ricordata dall’Itinerario
rono a decadere e di essa non si parlò lungo la via che da Olbia portava a Ca-
più. gliari e individuabile in prossimità
dell’odierna Oschiri. L’esistenza del-
Portugues, Giacomo Gentiluomo (Ca- l’epitaffio di un soldato della III coorte
gliari 1630-Isola Rossa 1671). Amico del di Aquitani (di stanza proprio a Lu-
marchese di Cea fu coinvolto nella con- guido), rinvenuto nel territorio di Bitti,
giura che portò all’assasinio del mar- ha fatto pensare a un collegamento fra
chese di Camarassa per cui, subito il portus e l’accampamento militare po-
dopo il tragico evento, fu costretto a se- sto all’interno; ma anche la presenza di
guire gli altri congiurati nella fuga da un distaccamento ausiliario della III
Cagliari. Con loro si rifugiò in Gallura e coorte di Aquitani dislocato proprio
da lı̀ espatriò. Quando, nel 1671, se- nel P.L. è un’ipotesi da prendere in con-
guendo il proditorio invito del sassa- siderazione per stabilire il collega-
rese don Giacomo Alivesi, il marchese mento fra Luguido e il P.L. al fine di tro-
di Cea decise di tornare in Sardegna, vare una giustificazione per questo to-
egli lo seguı̀, ma appena sbarcato all’I- ponimo. Per quanto riguarda l’esatta
sola Rossa, sulla costa del golfo dell’A- ubicazione del P.L. esistono ancora al-
sinara, fu ucciso dal traditore unita- cune incertezze. Tuttavia oggi si tende
mente a Francesco Cao e a Gabriele Ay- a escludere la coincidenza topografica
merich mentre il vecchio marchese ve- tra Feronia e il P.L., e a identificare il
niva catturato. Le teste dei tre nobili secondo nella zona di Santa Lucia,
furono issate sulle picche dei soldati, presso la torre spagnola: la ricca docu-
esposte in piazza a Sassari e poi por- mentazione archeologica relativa a

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 530


Posada

quest’area rende evidente la conti- essere del tutto indipendenti e di-


nuità del sito tra l’età repubblicana e stanti, collocando Tibula presso Santa
quella imperiale. Va però osservato Teresa Gallura e il Portus Tibulae
che non esistono evidenze tali da far presso Castelsardo. [PAOLO MELIS]
pensare che questo sito sia stato in età
romana un vero portus. La notizia se-
condo cui la flotta di Mascezel, sor-
presa nel 394 da una tempesta all’al-
tezza dei Montes Insani, sia stata co-
stretta a cercare riparo verso Olbia e
Tortolı̀, induce a credere che antica-
mente il P.L. non fosse comunque carat-
terizzato da un facile accesso. [ANTO-
NELLO SANNA]

Portus Tibulae (o Portus Tibulas) Loca-


lità indicata dall’Itinerario Antoni-
niano quale caput viar um di due
strade: la costiera orientale per Cara-
les, via Olbia, e un’ulteriore strada di-
retta per Olbia (per compendium). Altre
due strade dirette a Carales, la costiera
occidentale, via Turris Lybisonis, e Posada – Veduta del centro abitato.
quella centrale passante per Hafa, ave-
vano invece origine da Tibulas: la Ti- Posada Comune della provincia di
bula oppidum di Tolomeo. Si è a lungo Nuoro, compreso nella X Comunità
discusso sul significato di questo dua- montana, con 2394 abitanti (al 2004),
lismo; accantonata l’ipotesi di un posto a 22 m sul livello del mare pochi
unico centro, indicato alternativa- chilometri a nord di Siniscola. Regione
mente come ‘‘città’’ e come ‘‘porto’’, si storica: Posada. Diocesi di Nuoro.
è ora propensi a ritenere che Tibula e il & TERRITORIO Il territorio comunale,
suo porto fossero effettivamente di- di forma grosso modo rettangolare, si
stinti. Dai dati dell’Itinerario, si po- estende per 33,52 km2, comprendenti
trebbe arguire che il porto, origine le frazioni di San Giovanni, Sas Murtas,
delle strade orientali, dovesse essere Monte Longu, e confina a nord con Bu-
a est della città, da cui invece parti- doni, a est col mare Tirreno, a sud con
vano le strade occidentali. Nell’ipotesi Siniscola e a ovest con Torpè. Si tratta
in cui Tibula corrispondesse a Santa di una fascia costiera che a sud e in-
Teresa Gallura, il Portus Tibulae po- torno al paese è pianeggiante, mentre
trebbe essere identificato con l’attuale a nord i rilievi arrivano sin quasi al
porto di Longonsardo; ubicando, come mare; in mezzo sta il corso terminale
è invece più probabile, Tibula a Castel- del rio Posada, che a monte dà vita a
sardo, il porto avrebbe potuto essere un invaso artificiale, mentre nei pressi
presso la foce del Coghinas (= Ampu- del litorale forma alcuni stagni. In que-
rias) oppure nella piccola insenatura sta parte del litorale si stende una
di Cala Ostı̀na. Di recente R. Rebuffat, lunga spiaggia che, insieme ad altre
ragionando sui dati dell’Itinerario, ha minori più a nord, sta contribuendo
sostenuto che i due centri dovessero allo sviluppo turistico e balneare del

525

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 531


Posada

territorio. Le comunicazioni erano as- istigati dal visconte di Narbona, conti-


sicurate sino a qualche tempo fa sol- nuarono a mantenersi ostili. Nel tenta-
tanto dalla statale 125 Orientale sarda, tivo di normalizzare la situazione nel
alla quale si è venuto affiancando ulti- 1413 il villaggio e il castello furono con-
mamente il più moderno tracciato cessi in feudo a Sancio de Hermo e il
della superstrada Abbasanta-Nuoro- porto fu abilitato all’esportazione.
Siniscola-Olbia. Altre vie di comunica- L’ostilità della popolazione però non
zione minori si dirigono all’interno, cessò almeno fino al 1420. Nel 1431 P. e
una verso il lago di P., un’altra lungo la il suo territorio furono acquistati da
costa, per collegare le borgate mari- Nicolò Carroz che, trattando dura-
nare di Siniscola, La Caletta e Santa mente gli abitanti, peggiorò la situa-
Lucia, e connettersi poi con l’Orien- zione. Estinta la discendenza dei Car-
tale. roz, il villaggio nel 1503 fu lasciato agli
& STORIA Il suo territorio è ricco di ospedali di Saragozza e di Barcellona
testimonianze archeologiche, l’attuale che non se ne curarono. Cosı̀ abbando-
centro deriva dalla antica Feronia co- nato a se stesso nel 1514 dovette subire
struita in età punica, fiorente in età ro- una terribile incursione dei corsari
mana, che decadde a causa delle incur- barbareschi che negli anni successivi
sioni degli Arabi. Sulle sue rovine nel si ripresentarono ripetutamente, de-
Medioevo sorse P., che apparteneva al vastando, terrorizzando e prendendo
giudicato di Gallura ed era inclusa nel- schiavi tra la popolazione. Poiché i
l’omonima curatoria di cui era capo- due ospedali non erano in grado di as-
luogo. I giudici lo fortificarono e vi sicurare alcuna difesa o di riparare il
eressero il castello della Fava; durante castello il villaggio fu venduto a Gero-
la guerra di conquista P. fu attaccato lamo Clement nel 1562. Per quanto il
dal mare dalla flotta aragonese ed nuovo feudatario si impegnasse a di-
espugnato. Subito dopo la conquista fendere P., non riuscı̀ a evitare nuove
aragonese fu concesso in feudo a Be- incursioni, cosı̀ nel 1579 vendette il vil-
rengario Vilademany mentre nel ca- laggio ai Portugues che si impegna-
stello della Fava fu stanziata una guar- rono a migliorarne le difese. I nuovi
nigione di truppe reali al comando di feudatari tentarono anche di svilup-
un castellano. I suoi abitanti però man- parvi la coltura della canna da zuc-
tennero un atteggiamento ostile nei chero ma, stanchi delle continue spese
confronti dei nuovi venuti e, scoppiata che il mantenimento delle opere di di-
la guerra tra Genova e Aragona, mentre fesa comportava, cedettero il villaggio
le truppe genovesi assediavano il ca- ai Masons nel 1646. Con i nuovi feuda-
stello, si ribellarono apertamente. Nel tari P. decadde, la capitale del feudo fu
1335 il villaggio passò a Berengario spostata a Siniscola e il villaggio andò
Sant Vincent che non riuscı̀ però a en- spopolandosi. Estinti i Masons nel
trarne in possesso; negli anni seguenti corso del secolo XVIII, il paese passò
continuò a essere teatro delle guerre ai Nin ai quali fu riscattato nel 1838.
tra i Doria e Aragona e nel 1365 fu occu- Nel 1821 fu incluso nella provincia di
pato dalle truppe arborensi, solo il ca- Nuoro e quando nel 1848 furono abo-
stello della Fava rimase in mano arago- lite le province fece parte dell’omo-
nese fino al 1382. Caduto il giudicato nima divisione amministrativa. Nel
d’Arborea, P. e il suo territorio torna- 1847 P. si trovava ancora inserito entro
rono in mani reali ma i suoi abitanti, il cerchio delle antiche mura del ca-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 532


Posada

stello, come ci informa lo studioso Vit- 20. Sarebbe nella valle un luogo como-
torio Angius che, nella relazione che dissimo per l’orticultura, e non per-
scrisse per il Dizionario del Casalis, tanto l’orticultura è poco e male eserci-
dice a proposito della situazione eco- tata. Pastorizia. Sono applicati alla
nomica e sociale del paese: «Popola- cura del bestiame compresi i grandi e
zione. I posadini che abitano nel paese i piccoli circa 120 persone. La quantità
sono anime 585, distribuite in maggiori approssimativa de’ capi delle diverse
di anni 20, maschi 180, femmine 190, specie rappresentasi ne’ numeri se-
minori maschi 105, femmine 115, e in guenti. Bestiame manso. Buoi per l’a-
famiglie 115. Quelli che abitano nelle gricoltura 80, vacche mannalite 20, ca-
cussorgie, cioè ne’ distretti pastorali valli e cavalle 40, porci 50, asini 70. Be-
dipendenti da Posada, sebbene non stiame rude. Vacche e vitelli 1000, ca-
compresi nel suo territorio, saranno pre 1200, cavalle 100, pecore 3000,
poco meno di altrettanti. Le medie del porci 1000. I prodotti sono scarsi, e di
movimento della popolazione nel poca bontà le lane e i formaggi. Una
paese sono nascite 25, morti 22, matri- delle cause del poco o nullo incre-
moni 7. Sonovi pochi che passino mento della pastorizia in un territorio,
l’anno sessantesimo, i più muojono dove è grande abbondanza di pascoli,
nella puerizia. Le malattie più fre- sono i furti, e la impotenza a reprimere
quenti e mortali sono le perniciose e i ladri e snidare dal monte i banditi.
le infiammazioni di petto. Lo stabili- Quelli per lucro, questi per nutrirsi,
mento della scuola primaria che mal tolgonsi le capre, le vacche, e i deru-
prosperò in altre parti, potea qui tanto bati bisogna che non faccian rumore,
svilupparsi quanto ne’ luoghi più sel- altrimenti sentono aggravarsi il danno.
vatici dell’isola. Quindi è un’ignoranza Pesca. Il mare, che bagna le sponde del
universale, e forse non sono più di do- territorio di P., è pescosissimo; ma qual
dici, che sappian leggere e scrivere per frutto ne ritrae il posadino? Non si ha
averlo imparato altrove. Le professioni né una sola barca sul lido, ed è solo con
primarie sono l’agricoltura e la pasto- l’amo che si tolgono dalle acque del
rizia, pochissimi si esercitano ne’ me- Tirreno alcuni delle molte specie di
stieri. Sono applicati a questa circa 90 pesci che si possono indicare. Negli
persone, ma la praticano con poca arte stagni che sono nella maremma e ab-
e cura. I terreni di Posada adattati alla bondano di lupi, muggini ed anguille,
cultura de’ cereali permetterebbero, pescano cinque o sei uomini su due
che questa fosse tre o quattro volte più schifetti. Per questo diritto soleano pa-
estesa. Quelli della valle del fiume gare al barone circa 120 lire nuove. Si
sono di grandissima fecondità e non in- pesca qualche volta nelle acque del
feriori a’ più riputati, perché impin- fiume, e vi si prendono uccelli di varie
guati sempre dal limo delle inonda- specie. Commercio. I frutti pastorali
zioni. È però un gran danno che l’alveo sono l’articolo principale del commer-
del fiume sia poco profondo, e che la cio, ed essendo pochi e poco buoni, in-
corrente, cangiando direzione, tolga la tende facilmente il lettore, che il lucro
terra vegetale, e lasci scoperte le è assai ristretto, e da questo la scar-
ghiaje. La quantità di semenza conse- sezza del numerario e il disagio, in cui
gnata al suolo è ordinariamente ne’ nu- vive la massima parte della popola-
meri seguenti: starelli di grano 400, zione, non ostante che la natura sia
d’orzo 200, di fave e legumi 50, di lino tanto benigna in quel clima». Quando

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 533


Posada

nel 1859 furono ripristinate le pro- l’uomo; in particolare è riconducibile


vince, P. venne compreso nella provin- al periodo prenuragico la grotta di
cia di Sassari; nel 1927 infine, ricosti- Monte Liscu. Numerose le testimo-
tuita la provincia di Nuoro, vi rientrò nianze del periodo nuragico, tra le
definitivamente. quali i nuraghi Abbaia, Conca Entu,
& ECONOMIA Le attività di base della Marini, Monte Idda, Nuragheddu, Ot-
sua economia sono l’agricoltura, in tiolu, Pilusinu, Pizzinnu, Sa Capriu-
particolare la cerealicoltura, la viticol- ledda, Su Sitaliacciu, nonché la Tomba
tura e la frutticoltura, e l’allevamento di giganti di Predu Pascale. Tra tutti, di
del bestiame, soprattutto ovini e bo- particolare interesse è il nuraghe Piz-
vini. Negli ultimi decenni si sta svilup- zinnu, situato in regione Guasile Orgo-
pando una serie di attività commer- lesu; si tratta di un nuraghe polilobato,
ciali e di servizi legati all’aumento del costruito nel Nuragico medio, costi-
flusso turistico. È discretamente svi- tuito da una torre centrale, che era il
luppata la rete di distribuzione com- nucleo originario, e da un insieme di
merciale. Vi operano anche numerosi torri laterali che furono erette succes-
alberghi, aziende agrituristiche, cam- sivamente, nel corso del Nuragico re-
peggi e ristoranti. Servizi. P. è collegato cente. Nella fase del Nuragico finale
da autolinee agli altri centri della pro- l’edificio divenne luogo di frequenta-
vincia. Dispone di Pro Loco, stazione zione religiosa e in uno dei suoi vani
dei Carabinieri, medico, guardia me- interni ha restituito una notevole
dica, farmacia, scuola dell’obbligo, quantità di oggetti di culto. Di grande
sportello bancario. Possiede una Bi- importanza è anche il complesso di
blioteca comunale. Monte Idda, situato su una cresta roc-
& DATI STATISTICI Al censimento del ciosa al culmine di un colle lungo la
2001 la popolazione contava 2302 unità, strada per Siniscola: è costituito da un
di cui stranieri 44; maschi 1149; fem- nuraghe a torre, rinforzato da un muro
mine 1153; famiglie 891. La tendenza di difesa che segue l’andamento irre-
complessiva rivelava un aumento della golare del terreno ed è circondato da
popolazione, con morti per anno 13 e un villaggio nuragico costituito da ca-
nati 19; cancellati dall’anagrafe 67 e panne circolari. Il sito è stato scavato
nuovi iscritti 74. Tra i principali indi- nel 1980 e sono stati ritrovati resti di
catori economici: imponibile medio focolari e abbondante documenta-
IRPEF 13 680 in migliaia di lire; versa- zione di ceramiche risalenti al 1000
menti ICI 2203; aziende agricole 225; a.C.
imprese commerciali 131; esercizi & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
pubblici 30; esercizi all’ingrosso 1; E AMBIENTALE Il centro storico è stato
esercizi al dettaglio 59; ambulanti 3. interessato negli ultimi anni da nume-
Tra gli indicatori sociali: occupati 539; rosi interventi edilizi che ne hanno
disoccupati 91; inoccupati 116; lau- modificato l’assetto. L’abitato è domi-
reati 6; diplomati 144; con licenza me- nato dal castello della Fava che fu co-
dia 716; con licenza elementare 611; struito probabilmente nel secolo XIII
analfabeti 88; automezzi circolanti dai giudici di Gallura; dopo la conqui-
710; abbonamenti TV 447. sta gli Aragonesi lo fecero governare
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- da un castellano e negli anni della
ritorio è ricco di siti che documentano guerra con i Doria resistette a un asse-
l’antichità dello stanziamento del- dio sul quale è fiorita una leggenda

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 534


Posidonia

dalla quale è derivato il nome. Se- è quella in onore di San Giovanni Bat-
condo quanto si racconta, gli assediati tista che si svolge nell’omonima bor-
fecero mangiare delle fave a un pic- gata costiera, ha un carattere marinaro
cione viaggiatore e poi lo liberarono; (Santu Juanne ’e Mare) e culmina con
l’animale venne abbattuto dagli asse- una spettacolare processione a mare
dianti che, avendo trovato una delle con la statua del Santo. Intenso è anche
fave nella gola del piccione, convinti il susseguirsi di altre manifestazioni
che gli assediati disponessero di tra le quali va ricordato il Carnevale
grandi riserve alimentari, levarono che ha inizio verso la fine di febbraio e
l’assedio. In seguito nel 1382 il castello si protrae fino ai primi giorni di marzo.
cadde nelle mani delle truppe giudi- A P. si svolge annualmente il concorso
cali che lo tennero fino al 1409. Tornato letterario per romanzi e racconti in lin-
in mano aragonese continuò per alcuni gua sarda, fondato dal pittore Mauro
anni ad assolvere le sue funzioni mili- Deledda (=) e intitolato Casteddu de
tari ma nella seconda metà del secolo Sa Fae.
decadde e andò in rovina. Di grande Posada, curatoria di Antica curatoria
interesse è il complesso di San France- del giudicato di Gallura. Si estendeva
sco di Sullai, chiesa e convento che sor- per 502 km2 su un territorio in parte
gono a pochi chilometri dall’abitato. pianeggiante e densamente popolato,
Fu costruito nel secolo XVII sulle ro- situato a sud della curatoria di Orfilli.
vine di un monastero bizantino. La Comprendeva i villaggi di Guerrenole-
chiesa ha l’impianto a una navata e la nero, Gurguray, Lodé, Ossio, Panana,
copertura con volta a botte. Di partico- Posada, Requion, Santa Maria de Lu-
lare bellezza sono il lago e il fiume. gula, Siniscola, Soltenissa, Sulla, Ta-
Poco distante dal villaggio si trova il marispa e Torpè. Dopo la conquista ca-
complesso naturalistico di grande bel- talano-aragonese a partire dal 1324 fu
lezza e interesse costituito dalla foce smembrata in piccoli feudi, che però
del fiume Posada che, dopo aver per- furono spazzati via già nella seconda
corso più di 60 km dalla sorgente, si metà del secolo, quando il territorio fu
getta in mare in una vasta piana co- occupato dalle truppe arborensi. Dopo
stiera che spesso le sue piene allaga- la battaglia di Sanluri il territorio, for-
vano. Nel 1958, per evitarle, fu co- temente danneggiato, tornò in pos-
struita una diga che ha dato luogo a un sesso del re d’Aragona, che nel 1413 lo
lago artificiale attorno al quale si è svi- concesse in feudo a Sancio de Hermo.
luppata un’interessante vegetazione Successivamente l’unità territoriale
palustre e hanno trovato ospitalità al- dell’antica curatoria continuò a essere
cune specie rare di uccelli migratori. rispettata, anche se nel corso dei secoli
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra passò nelle mani di diversi feudatari
le feste popolari di maggior richiamo è fino al riscatto del 1838.
quella di Nostra Signora del Soccorso Posidonia Pianta fanerogama della fa-
che si svolge nella prima domenica miglia delle Potamogetonacee (P. ocea-
dopo Pasqua e dura tre giorni. Si apre nica Del.), endemica del Mediterraneo.
subito dopo i vespri della vigilia e pro- Quella che viene chiamata alga per an-
segue con un intenso programma di fe- tonomasia, è invece una pianta supe-
steggiamenti nei quali si alternano mo- riore che cresce sui fondali marini,
menti religiosi a spettacoli con danze e sino a una profondità di 50 m; ha radici
canti tradizionali. Altra singolare festa e rizomi che si possono sviluppare sia

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 535


Posse Brázdová

in verticale che in orizzontale: la cre- mento della spiaggia anche di 20 m.


scita orizzontale permette la colonizza- Nella aree marine protette è severa-
zione di vaste aree; in senso verticale mente vietato gettare l’ancora in un
raggiunge notevoli altezze, anche se la fondale con p. Nomi sardi: àliga (gallu-
crescita è molto lenta (1 m in 100 anni), rese e logudorese); àlogh’e mari, pall’e
formando le cosiddette ‘‘matte’’, iso- mari. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
lotti di verde che offrono riparo e nu- Posse Brázdová, Amelie Scrittrice
trimento a diverse specie di animali e (Växiø, Svezia, 1884-Stoccolma 1957).
alghe; le foglie crescono dai rizomi riu- Discendente da una famiglia di aristo-
nite in ciuffi di 6-7, sono lineari e pos- cratici e importanti uomini politici del
sono crescere sino ad 1 m di lunghezza: suo Paese, nel 1911 si trasferı̀ a Roma
annualmente le parti terminali, foto- per seguire la sua vocazione di amante
sintetiche, si staccano dalla pianta e, dell’arte e della letteratura. A Roma
trasportate dal mare, vanno a spiag- sposò nel 1915 il pittore boemo Oskar
giarsi, formando banchi lungo i litorali Brázda, che subito dopo, in quanto sud-
sabbiosi; le infiorescenze crescono al dito di nazione nemica (l’Impero au-
centro del ciuffo di foglie e hanno fiori stro-ungarico), fu internato in Sarde-
maschili e femminili separati; i frutti gna. Su consiglio di Grazia Deledda, di
sono molto simili alle olive, tanto che cui erano amici, scelsero Alghero; qui
vengono chiamati olive di mare: si stac- vissero fino al luglio 1916, quando ot-
cano dalla pianta e vanno in superficie, tennero di tornare a Roma. La contessa
dove vengono trasportati dalle cor- Amelie raccontò quell’anno ‘‘sardo’’ in
renti, sino a che, a maturità, si aprono un libro intitolato, nell’edizione sve-
lasciando cadere sul fondo i semi; dese pubblicato nel 1931, L’incompara-
spesso, in primavera, si vede il mare bile prigionia (nell’edizione inglese,
coperto di grandi quantità di frutti or- 1932, Sardinian Sideshow): il primo di
mai aperti, che si ritrovano anche sulle una fortunata carriera che farà di P.B.
spiagge; in riva al mare si depositano una delle più popolari scrittrici sve-
anche le ‘‘egagropile’’, masse roton- desi del Novecento, divenuta famosa
deggianti di filamenti secchi della soprattutto per la sua opposizione al
pianta che, sottoposti ai movimenti nazismo (era tornato in patria nel
delle correnti e della risacca, si appal- 1938) e le battaglie femministe del se-
lottolano formando quelle che comu- condo dopoguerra. Il libro, «pieno di
nemente sono conosciute come patate sapori e di sole, che ritrae nell’aura in-
di mare. Le praterie di p. sono fonda- cantata di un eden miracolosamente
mentali per l’ecosistema del mare e immune dai dolori della guerra», è
sono protette in base alla Direttiva stato giustamente intitolato, nella tra-
Cee 92/43 come ‘‘elemento qualificante duzione italiana di Aldo Brigaglia, In-
dello stato dell’ambiente’’. La loro im- terludio di Sardegna, 1998 (ripubblicato
portanza è dovuta alla capacità di pro- nel 2004 nella ‘‘Biblioteca della Nuova
durre sostanze organiche, di ossige- Sardegna’’).
nare l’acqua (1 m2 produce circa 15 l di Posula Famiglia di Oristano (sec. XV).
ossigeno al giorno), di creare un habi- Le sue notizie rialgono al secolo XV;
tat per molti animali marini e di stabi- nel 1436 ottennero l’investitura di
lizzare e trattenere la sabbia dei fon- Planu ’e Murtas, ma non furono in
dali: in una costa sabbiosa, la distru- grado di impedire che divenisse teatro
zione di 1 m di p. comporta un arretra- di continue lotte tra pastori dei villaggi

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 536


Potito

confinanti. Nel 1455 vendettero il margine dentato, carnose, di colore


feudo ai De Ferraria, che lo unirono al verde-rossastro; l’infiorescenza è una
loro feudo di Bonvehı̀. spiga compatta, con fiori femminili
Posula, Salvatore Uomo d’armi (Ori- verdastri e fiori maschili, alla base,
stano, prima metà sec. XV-?). Combatté con numerosi stami; i frutti sono ro-
valorosamente contro Nicolò Doria du- tondi, rosso-arancio tendenti al mar-
rante l’assedio del castello di Monte- rone a maturità. La sua distribuzione
leone nel 1436. Fu ricompensato con la nel resto dell’Italia è rara, limitata
concessione del salto di Planu ’e Mur- alla Puglia e alla Calabria, con areali
tas, un vastissimo territorio nel quale puntiformi: è stata perciò inserita nel-
tentò di avviare l’allevamento del be- l’elenco di specie di interesse comuni-
stiame. Dovette però sopportare le tario. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
continue scorrerie dei pastori di Pa- Potito, santo (in sardo, Santu Potitu)
dria e di Pozzomaggiore, abituati a uti- Santo martire (m. 160). «È uno dei più
lizzarlo per le loro greggi, sicché di lı̀ a antichi atleti della Chiesa – scrive Pa-
poco decise di disfarsene. squale Tola (1837-1838) – e fu ucciso
Posulo, Diego Serafino Religioso (Ca- mentr’era ancora fanciullo in odio alla
gliari, seconda metà sec. XVII-Tempio fede cristiana sotto l’imperatore Anto-
1718). Vescovo di Ampurias e Civita dal nino Pio». Secondo gli Acta Sanctorum
1702 al 1718. Entrato nell’ordine dei dei bollandisti (metà sec. XVII) «fu fi-
Domenicani divenne sacerdote e si glio di Ila cultore degli idoli e di madre
laureò in Teologia. Insegnò per anni cristiana. Convertitosi, pressato dal
presso l’Università di Cagliari; nel padre a ritornare alla credenza dei
1702 fu nominato vescovo di Ampurias falsi numi, si fuggı̀ di soppiatto a
e Civita e nel 1703, essendo morto l’in- Roma, dove operò molti prodigi nel
quisitore per la Sardegna, fu nominato nome del Signore. Messo ai tormenti
al suo posto. Tenne questo delicato in- affinché rinunciasse alla fede di Gesù
carico per un anno, continuando con- Cristo, li sostenne con meravigliosa co-
temporaneamente a governare la dio- stanza. Fu mandato carico di catene in
cesi. Scoppiata la guerra di succes- Puglia, dopo essergli cavati gli occhi e
sione spagnola, si schierò col partito tagliata la lingua e fu colà decollato nel
favorevole agli Asburgo. giorno 13 di gennaio del 154 o come al-
Poterio spinoso Pianta della famiglia tri vogliono nel 168. Il suo corpo fu na-
delle Rosacee (Sarcopoterium spino- scostamente levato dai cristiani e tra-
sum (L.) Spach), conosciuta anche sportato a Nora in Sardegna, dove ri-
come ‘‘spinaporci’’. È un importante mase custodito fino al 1088, nel qual
endemismo con un areale ristrettis- anno i Pisani lo tolsero ai sardi e lo por-
simo al territorio di Cagliari, in parti- tarono a Pisa. La Chiesa sarda fa com-
colare al Colle di Calamosca-Sella del memorazione del di lui martirio nel
Diavolo, dove cresce abbondante. È un giorno 6 febbraio». Molte le leggende.
piccolo arbusto, ramosissimo e spi- Del secolo IX è il codice membranaceo
noso, con portamento a pulvino, arro- della passio conservato nella Biblio-
tondato cioè come un cuscino, tipico teca Apostolica Vaticana. Nacque a
delle piante di zone aride e battute dai Sardi, l’odierna Sert, città dell’Asia Mi-
venti marini; le foglie, piccole e allun- nore. Da Sardi alla Sardegna il passo è
gate, sono composte da un numero di- breve, e non manca chi lo fa nascere e
spari di fitte foglioline romboidali con morire a Cagliari sotto il preside Gela-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 537


Pottettus

sio. Studi recenti lo vogliono nato a tocentesche degli affreschi eseguite da


Sardica o Serdica nella Dacia, nel ter- Giovanni Gherardo de Rossi. [ADRIANO
ritorio dell’odierna Sofia: da Sardica VARGIU]
alla Sardegna il passo è ancora più Festa Si festeggia il 13 gennaio e il 6
breve. E infatti la città in epoca medio- febbraio.
evale fu confusa con la Sardegna, er- Pottettus, Is Località abitata in territo-
rore riportato anche dal Martirologio rio di Sant’Anna Arresi. Si è sviluppata
Romano. Leggende lo vogliono a in età non precisabile, e comunque non
Roma, dove guarı̀ e convertı̀ la moglie prima del secolo XVII, da un furriadro-
del senatore Agatone e dove liberò dai xiu. Attualmente è quasi disabitata.
demoni Agnese, figlia di Antonino Pio.
Pozzomaggiore Comune della provin-
L’imperatore, attribuendo il miracolo
cia di Sassari, compreso nella V Comu-
agli dei, lo fece arrestare e lo mandò in
nità montana, con 2911 abitanti (al
catene in Puglia, incarcerato e lasciato
2004), posto a 438 m sul livello del
senza cibo. Torturato: gettato fra le
mare pochi chilometri a ovest della su-
fiamme, immerso nella pece bollente, perstrada ‘‘Carlo Felice’’. Regione sto-
messo sotto una doccia di piombo fuso, rica: Bosa o Monteleone. Diocesi di Al-
strappate le unghie, cavati gli occhi, ta- ghero-Bosa.
gliata la lingua, il corpo bucato con una & TERRITORIO Il territorio comunale,
lancia rovente. Non cessò mai di lo-
di forma grosso modo triangolare, si
dare il Signore. Infine fu decapitato,
estende per 79,52 km2 e confina a nord
13-24 gennaio del 154-160-168. Il suo con Mara e Cossoine, a est con Seme-
corpo seppellito dai cristiani venne ri- stene, a sud con Sindia e a ovest con
trovato a Tricarico nella chiesa della Suni e Padria. Si tratta di una regione
SS. Trinità, dove ancora è custodito. di colline, dolci e arrotondate ma piut-
Di là dalle leggende, fu martire nell’A- tosto alte, al confine tra il Logudoro e il
puleia, la regione tra il Gargano e Ta- Bosano. I corsi d’acqua che scorrono a
ranto, il Sannio e la Lucania, il 1º feb- nord e a sud del paese, Mulinu e Al-
braio del 160, sotto Antonino Pio. Il chennero, fanno parte del bacino
culto dall’Italia meridionale è arrivato idrico del Temo. Le comunicazioni
in Sardegna, dove sono state traslate, sono assicurate dalla statale 292d che
non si sa quando, le sue reliquie, por- proviene dalla ‘‘Carlo Felice’’ attra-
tate a Pisa tra il 1080 e il 1088 con quelle verso Cossoine; altre strade si dira-
dei Santi Efisio, Lussorio, Cesello e Ca- mano a raggiera da P. verso Monteleone
merino. Nel Camposanto Monumen- Rocca Doria a nord, Montresta, Bosa e
tale di Pisa attualmente si trovano in Suni a ovest, Macomer a sud, Bonorva a
riproduzione fotografica gli affreschi ovest. Le stazioni ferroviarie più vicine
di Spinello Aretino (1391) intitolati: sono a Giave e a Bonorva, entrambe
Traslazione a Pisa dei corpi dei Santi lungo la linea Oristano-Chilivani.
Efisio e Potito, Martirio di San Potito e & STORIA Il territorio è ricco di monu-
Miracolo di San Potito. Mentre nel Mu- menti archeologici del periodo prenu-
seo dell’Opera del Duomo sono esposte ragico e nuragico, e fu abitato conti-
Le storie dei Ss. Efisio e Potito in una nuativamente dall’uomo. Nel Medio-
delle rare incisioni colorate a mano da evo il villaggio faceva parte del giudi-
Giovanni Paolo Lasinio (1810). Disegni cato di Torres ed era incluso nella cu-
preparatori di Spinello Aretino nel ratoria del Monteleone donata ai Doria
Museo delle Sinopie, con incisioni ot- nel corso del secolo XII. Dopo l’estin-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 538


Pozzomaggiore

zione della dinastia giudicale, P. fu in- vince furono abolite. Entrò allora a far
cluso nel piccolo stato che i Doria for- parte della divisione amministrativa
marono nella Sardegna nord-occiden- di Sassari fino al 1859, e definitiva-
tale. Dopo la conquista aragonese, mente con la ricostituzione della pro-
quando nel 1325 i Doria si ribellarono vincia. Della condizione economico-
il territorio divenne teatro delle opera- sociale del paese nella prima metà del-
zioni militari della lunga guerra con l’Ottocento scrive Vittorio Angius nel
l’Aragona e fu ripetutamente danneg- Dizionario del Casalis: «Popolazione.
giato. Scoppiata la guerra tra Mariano Nel 1844 erano in P. anime 2756, di-
IV e Pietro IV P. fu occupato dalle stinte in maggiori di anni 20, maschi
truppe giudicali e in seguito fece parte 790, femmine 776, minori, maschi 590,
dei territori attribuiti a Brancaleone femmine 610, e distribuite in famiglie
Doria. Caduto il giudicato d’Arborea 560. Le medie che risultarono sono nel
continuò a rimanere in possesso di Ni- decennio di nascite 90, morti 55, matri-
colò Doria fino al 1436 quando, dopo moni 28. L’ordinario corso della vita è a
l’espugnazione del castello di Monte- 60 anni incirca, e ben pochi giungono
leone, passò sotto il controllo diretto agli 80. Le malattie mortali più fre-
del re d’Aragona che immediatamente quenti sono i dolori di punta per le ces-
vendette il villaggio a Pietro Melone. sate precauzioni contro le variazioni
Questi non era riuscito a impedire che termometriche in un clima ventoso,
i suoi nuovi vassalli, alla ricerca di dove i venti portano notevoli repentine
spazi per le loro greggi, utilizzassero i diseguaglianze di temperatura; quindi
territori del Planu ’e Murtas entrando le febbri perniciose causate da’ mia-
cosı̀ in conflitto con gli abitanti di Pa- smi che contaminano l’atmosfera. Per
dria. La situazione non si risolse nem- la cura della sanità sono alcuni chirur-
meno quando nel 1445 i Melone cedet- ghi e flebotomi, e si ha una farmacia. Si
tero P. ai De Ferraria. Nonostante i due salassa spesso e si fanno grandi miscu-
villaggi appartenessero oramai allo gli di medicinali, in luogo de’ quali
stesso feudatario, i rispettivi abitanti usano altri certe medicine popolari, se
continuarono a disputarsi il Planu ’e non utili, certo meno perniciose delle
Murtas con grande determinazione. misture de’ medici e della lancetta de’
Nel 1480 P. tornò in possesso dei Me- salassatori. Le ricreazioni di questi po-
lone che acquistarono anche il Planu polani sono le solite, la danza e il canto:
’e Murtas ma la rivalità con gli abitanti molti però aman meglio le carte, e
di Padria non cessò nemmeno allora; i fanno allora gran consumo di vino. Pro-
Melone si estinsero nella prima metà fessioni. L’agricoltura è esercitata da
del secolo XVI. Dopo una lunga lite giu- circa 750 persone tra maggiori e mi-
diziaria il villaggio passò ai Virde, che nori, la pastorizia da circa 250, i me-
si estinsero nel 1621 e, dopo una nuova stieri da quasi 60, il negozio da 40 indi-
lite, il villaggio nel 1623 fu ereditato vidui. L’agricoltura, la pastorizia e i
dai Tola. Estinta questa famiglia nel mestieri, si praticano con poca cogni-
1701, P. fu ereditato dagli Amat del zione. Scuole. La scuola primaria è fre-
ramo di Villarios che lo tennero fino al quentata da circa 40 ragazzi; le scuole
momento del riscatto nel 1838. Nel di latinità da non più di dodici. I mae-
1821 divenne capoluogo di manda- stri sono due preti stipendiati, il primo
mento e fu incluso nella provincia di con circa 150 franchi, il secondo con
Alghero fino al 1848 quando le pro- poco più, da’ i fondi di un legato pio

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 539


Pozzomaggiore

fatto a tal fine dal vicario Pinna dello ranno un’area di circa 800 starelli, di-
stesso villaggio. Ricovero di orfanelle. visi in 50 predi. Pastorizia. La quantità
Monsignor Quasina lasciò una casa di bestiame che appartiene a P. si può
per ritirarvi le povere orfanelle, per- computare come segue. Bestiame
ché vi fossero allevate; ma dopo più di manso. Buoi per l’agricoltura 400, vac-
cinquant’anni, da che fu fatto questo che mannalite 250, cavalli per sella e
legato, le orfanelle povere non pote- basto 300, giumenti 450. Bestiame rude.
rono godere di questo beneficio. Le Vacche 2200, capre 2000, pecore 8000,
donne di P. hanno fama di essere stu- porci 2500, cavalle 360. Il bestiame
diosissime del lavoro, ed è vero che si manso pascola ne’ maggesi, ne’ chiusi
adoperano con diligenza, perché dopo e ne’ terreni incolti dell’agro; il rude
le faccende domestiche hanno ancora nel salto regio di Pianu de Murtas.
tempo per il telajo, e producono tanto, Sono frequenti le epizoozie, e allora i
che la famiglia ne abbia non solo ciò pastori vedono diminuita in pochi
che le bisogna, ma un sussidio alla sus- giorni la loro fortuna; ma non è molto
sistenza. Quasi in tutte le case è un te- raro che muoja gran numero di capi
lajo, e si lavora la lana e il lino. I tessuti per sola mancanza di pascoli. I for-
di lino sono molto pregievoli, e princi- maggi sono di un pregio mediocre, e in
palmente le coperte di letto a disegno quantità che non pare corrispondente
(fànuvos), e sono parimenti lodati i ri- al numero. L’apicultura è fatta da po-
cami. Agricoltura. I coloni di questo chissimi, e forse i bugni non sopravan-
paese si lamentano non solo della ri- zano il centinajo. Commercio. I pro-
strettezza del loro territorio, ma anche dotti agrari e pastorali superflui al con-
della poca loro fecondità; nel che forse sumo della popolazione si vendono a
non sono giusti, parendo che imputino negozianti stranieri o si portano a Sas-
al suolo il difetto dell’arte e le condi- sari».
zioni del cielo, spesso poco favorevole & ECONOMIA Le attività di base della
alla vegetazione. Le solite quantità sua economia sono l’agricoltura, con la
della seminagione sono rappresentate cerealicoltura, la viticoltura e l’orticol-
da’ numeri seguenti; starelli di fru- tura, e l’allevamento del bestiame, in
mento 1500, d’orzo 700, di fave e legumi particolare di bovini e ovini, e in mi-
120, di granone 50, di lino 150. La pro- sura minore di suini ed equini. Negli
duzione suol dare il 7 per la prima spe- ultimi decenni si sta sviluppando an-
cie, il 10 per la econda, il 7 per le fave, che l’attività industriale che si basa
l’8 per i legumi. L’orticultura è curata sul settore lattiero-caseario e su quello
solo per la sufficienza a’ bisogni delle dei materiali da costruzione. È suffi-
famiglie. Le vigne occupano una note- cientemente organizzata la rete di di-
vole superficie, le viti prosperano stribuzione commerciale. Vi operano
molto bene, la vendemmia è copiosa, e anche un albergo con 18 posti letto e
quelli che sanno ben manipolare il mo- due ristoranti, a sostegno del nascente
sto ottengono de’ vini di pregio. Se ne turismo. Artigianato. È ancora viva
brucia pochissimo per acquavite. Le l’antica tradizione di confezionare tap-
piante fruttifere sparse nelle vigne e peti e coperte mediante l’uso di telai
negli orti sono in totale circa 7000, e domestici. Servizi. P. è collegato da au-
sono distinte in un mediocre numero tolinee e mediante la ferrovia agli altri
di specie e di varietà. I terreni chiusi centri della provincia. È dotato di Pro
per pascolo e per cultura comprende- Loco, medico, guardia medica, farma-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 540


Pozzomaggiore

cia, scuola dell’obbligo e scuola secon- chiale di San Giorgio in forme gotico-
daria superiore (Liceo scientifico), aragonesi; venne fatta erigere tra il
sportello bancario. Possiede una Bi- 1540 e il 1570 dalla famiglia signora
blioteca comunale. del feudo. L’interno è a una navata arti-
& DATI STATISTICI Al censimento del colata in cinque campate con archi a
2001 la popolazione contava 3061 unità, sesto acuto con volte a costoloni. Nelle
di cui stranieri 5; maschi 1486; fem- cappelle laterali le volte sono a botte;
mine 1575; famiglie 1214. La tendenza di particolare bellezza e originalità è la
complessiva rivelava una decisa dimi- volta della cappella sinistra dedicata
nuzione della popolazione, con morti alla vergine Recumandada che ha un
per anno 48 e nati 22; cancellati dall’a- magnifico florilegio di rosette inta-
nagrafe 62 e nuovi iscritti 36. Tra i prin- gliate e colorate con colori diversi, di
cipali indicatori economici: imponi- grande effetto. La facciata è ingentilita
bile medio IRPEF 12 511 in migliaia di da un portale ornato da una singolare
lire; versamenti ICI 1719; aziende agri- fascia decorativa. Altra bella chiesa è
cole 347; imprese commerciali 195; quella di Sant’Antonio Abate, costruita
esercizi pubblici 34; esercizi all’in- nel secolo XVI e annessa al convento
grosso 7; esercizi al dettaglio 70; ambu- degli Agostiniani. Ha un impianto a
lanti 13. Tra gli indicatori sociali: occu- tre navate con alcune cappelle laterali;
pati 870; disoccupati 90; inoccupati la facciata, rifatta nel 1790, è in forme
164; laureati 6; diplomati 191; con li- baroccheggianti e si affaccia su una
cenza media 1031; con licenza elemen- piazza dove a poca distanza sorgono il
tare 1093; analfabeti 140; automezzi campanile a canna quadrata comple-
circolanti 1187; abbonamenti TV 1000. tato da una cuspide e una colonna sor-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nu- montata da una croce di fronte alla
merose sono le testimonianze archeo- quale, secondo una tradizione non ac-
logiche del periodo nuragico; in parti- certata, i condannati a morte si ingi-
colare i nuraghi Ala, Alvu, Assidu, nocchiavano poco prima dell’esecu-
Badu ’e Mela, Basciu, Basones, Cae, zione. Al suo interno la chiesa con-
Cae de Mesu, Calchinarzu, Cannas, serva un altare maggiore in marmo
Enas, Frattu, Giolzi, Margarida, Maz- con nicchie e colonne e alcune statue
zeu, Mesu Nuraghe, Monte Oe, Mura lignee dei secoli XVII e XVIII. Altro
de Lizos, Nuragatta, Pedru Barra, Pei- edificio di rilievo è San Pietro di Mon-
dru, Petra Adde, Pittos, Rosu, Rugiu, ticletu, chiesa posta in cima al colle
Sabinatorzu, Santu Migalli, Siddadu, omonimo che domina l’abitato; fu co-
Su Aladerru, S’Ulia, Taccas, Trescoro- struita nel secolo XIV in forme romani-
nas, Tucconis, Turres. Si annoverano che tarde. All’origine aveva un’unica
inoltre le Tombe di giganti di Pedra navata e la copertura con volte a botte.
Lada e Sas Magalinas. Nel corso dei secoli successivi al suo
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- fianco fu costruita una seconda chiesa
RALE L’assetto urbanistico è stato in- dalle caratteristiche diverse. Fino al-
teressato in questi ultimi anni da nu- l’ultimo restauro la costruzione cosı̀
merosi interventi che ne hanno modi- derivata appariva all’esterno con le
ficato i caratteri; comunque conserva facciate delle due chiese distinte; por-
ancora alcune case in pietra a più tato a termine il restauro e sparita la
piani del tipo detto a palattu. L’edificio duplice facciata, la chiesa appare do-
di maggior interesse è la chiesa parroc- tata di facciata unica partita orizzon-

535

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 541


Pozzo sacro

talmente in due ordini, con un falso compagnato da sette cavalieri ricca-


loggiato in quello superiore. Nelle im- mente abbigliati, si reca in corteo di
mediate vicinanze del centro abitato è fronte alla chiesa di San Giorgio dove
anche la chiesa di San Costantino; la a ciascuno dei cavalieri della scorta
sua costruzione iniziata nel 1918 fu ter- viene consegnato uno stendardo dei
minata in soli quattro anni grazie al santi protettori del paese mentre un al-
concorso finanziario dei reduci dalla tro stendardo viene dato all’obriere
Grande Guerra, degli emigrati in Ame- prescelto per organizzare la festa nel-
rica e di munifici sottoscrittori locali. l’anno successivo. Si forma cosı̀ un cor-
Anche Santa Barbara è situata su una teo di cento cavalieri in costume che si
collina in prossimità dell’abitato; fu muove dalla parrocchiale e percorre le
costruita nel secolo XV in forme go- vie del paese tra gli spari e le urla della
tico-aragonesi. Nei secoli successivi folla e giunge in prossimità della chie-
cominciò a decadere e nel secolo XVIII setta di San Costantino dando vita ne-
fu fatta demolire dal vescovo di Bosa. gli ultimi 100 m a un’ardita e selvaggia
Nel 1977 è stata ricostruita in forme corsa. Quando i cavalieri sono giunti,
semplicissime: una grande stanza con la pandela si inchina alla folla e subito
un altare ad armadio. Infine la chiesa dopo ha inizio attorno alla chiesa la
di Santa Maria delle Grazie, posta a spericolata ardia con i cavalieri che
breve distanza dall’abitato, fu co- corrono nei due sensi tra gli spari e le
struita nel secolo XVI in forme tardo- urla dei presenti. L’ardia viene ripe-
gotiche. Andata successivamente in ro- tuta all’alba del giorno successivo.
vina, è stata recentemente restaurata
con poca cura; al suo esterno conserva
un piccolo portale in forme gotico-ca-
talane.
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
festa di maggiore interesse, nella quale
trova tra l’altro espressione l’antica
tradizione equestre del paese, è quella
di San Costantino. Nel pomeriggio del 6
e del 7 luglio presso l’omonima chie-
setta si svolgono in onore del santo i
festeggiamenti che culminano in due Pozzo sacro – Interno del pozzo di Santa
giostre equestri (ardie). L’evento è or- Cristina, nei pressi di Paulilatino.
ganizzato da un obriere maggiore (obe-
raju) che custodisce nella sua casa lo Pozzo sacro Luogo di culto nuragico.
stendardo del santo; egli non partecipa «La massima parte degli edifici nura-
personalmente alla giostra ma si fa so- gici di culto conosciuti (più di una tren-
stituire dal figlio maggiore o da un pa- tina) – scrive Giovanni Lilliu – ha la
rente (pandela) che prima della gara, forma del tempio a pozzo, del quale l’e-
sulla soglia di casa, viene vestito da im- sempio di Santa Vittoria di Serri con le
peratore a opera di fanciulle: indossa sue eleganti strutture in basalto espli-
una camicia, la casacca rossa, la ban- cita il momento della lunga evoluzione
doliera e il berretto, mentre l’obriere tecnica costruttiva (forse secc. X-XI
gli pone sul capo la corona e gli affida a.C.). L’espansione più raffinata di que-
lo stendardo del santo. Il prescelto, ac- sta fase è data dal pozzo di Santa Cri-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 542


Praefectus

stina di Paulilatino, un esemplare per- alcune modeste colline che culminano


fetto nelle strutture scandite dalla nel monte Santa Giusta, 251 m. Le co-
scala degli ampi gradini aperti verso municazioni sono assicurate dalla
l’esterno e ritmati in precisi giri con- strada che unisce Sassari e Porto Tor-
centrici nell’arco parabolico della ca- res con Stintino, dalla quale si dipar-
mera voltata che lascia in alto un oculo tono in questo punto deviazioni verso
per l’areazione. La preziosità della co- il litorale a est, e per l’Argentiera a
struzione, che si inseriva nel contesto ovest.
di un santuario (case per gli addetti al & STORIA Sorto in origine come luogo
culto, un recinto per la festa, mercato di aggregazione di agricoltori e alleva-
adiacente al tempio, il nuraghe attiguo tori, si è sviluppato come piccolo cen-
a un aggregato di capanne di abita- tro commerciale lungo la strada; nella
zione) era conforme all’importanza seconda metà del Novecento la pre-
del luogo: vi affluivano, infatti, folle di senza degli abitanti è ancora aumen-
devoti, forse anche forestieri, se in tata in conseguenza delle opere di bo-
questo senso sono da intendere sta- nifica che hanno interessato la campa-
tuette di bronzo e gioielli in oro fenici gna circostante. Da sempre frazione di
ritrovati insieme a figurine e altri og- Sassari, nel 1988 è stato accorpato a
getti votivi di produzione nuragica». Stintino che conquistava l’autonomia
«Bronzi e stoviglie – aggiunge – costi- amministrativa.
tuiscono gli elementi votivi più fre-
Pracchi, Roberto Geografo (n. Milano
quenti e copiosi: gli ex voto più belli, e 1911). Dopo la laurea ha intrapreso la
più cari agli dei delle acque, erano le carriera universitaria. Per alcuni anni,
statuine umane e d’animali, rinvenute dal 1958 al 1965, è stato professore di
in copia specie nei templi di Abini a Geografia presso la Facoltà di Lettere
Teti, di Santa Vittoria di Serri, ma dell’Università di Cagliari. In seguito è
pure, sebbene rari, altrove (Santa Ana- rimasto legato alla Sardegna, cui ha
stasia-Sardara, Santu Millani-Nura- dedicato alcune delle sue opere scien-
gus, Santa Cristina, Perfugas, Campo- tifiche, in particolare gli studi sulla va-
santo di Olmedo)». riazione della popolazione, usciti nel
Pozzo San Nicola Centro abitato della 1980. Ma l’opera di maggiore respiro è
provincia di Sassari, frazione di Stin- l’Atlante della Sardegna, grande opera
tino (da cui dista 12 km), con circa 150 soprattutto cartografica, edita in due
abitanti, posto a 35 m sul livello del volumi in collaborazione con Angela
mare a sud del comune capoluogo, in Terrosu Asole, pubblicati tra il 1971 e
corrispondenza con un piccolo nodo il 1980. Tra gli altri suoi scritti: Contri-
stradale delle comunicazioni tra il co- buto allo studio dell’insediamento mi-
mune e il capoluogo di provincia, e al- nore in Sardegna sud-occidentale. Parte
l’interno di una vasta regione agricola I, ‘‘Contributi alla Geografia della Sar-
e pastorale, la Nurra. Regione storica: degna’’, 1960; Ambiente geografico e svi-
Fluminargia. Archidiocesi di Sassari. luppo economico, in Sviluppo econo-
& TERRITORIO Il territorio è costituito, mico e tecnica della pianificazione, 1963.
alla base della penisola che chiude a Praefectus Titolo generalmente spet-
occidente il golfo dell’Asinara (al cul- tante a personaggi dell’ordine eque-
mine della quale si trova Stintino), da stre incaricati di amministrare di-
una parte pianeggiante a nord, al con- stretti ancora scarsamente romaniz-
fine con lo stagno di Pilo, e a sud da zati. In questa categoria si possono col-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 543


Praeses

locare i governatori delle province im- incaricati di amministrare la giustizia


periali come la Sardegna, che non ri- (il praetor urbanus creato nel 366 a.C. e
chiedevano uno stabile presidio di quello peregrinus intorno al 242 a.C.)
truppe legionarie. Per quanto riguarda vennero affiancati dal 227 a.C. due pre-
l’isola, esso è attestato con certezza la tori provinciali, uno per governare la
prima volta per un governatore ano- Sicilia, l’altro per la Sardegna e la Cor-
nimo nell’iscrizione mutila rinvenuta sica. Per quanto riguarda quest’ultima
nei pressi di Fordongianus datata tra provincia il primo pretore noto è M. Va-
il 20 e il 25 e successivamente in due lerio (Levino?). Sin da questo periodo
epigrafi del 46 menzionanti L. Aurelius si registra la consuetudine di proro-
Patroclus. Questo titolo, benché non gare l’incarico al governatore provin-
esplicitamente dichiarato, è molto ciale (= Propraetor) e per la Sardegna
probabilmente da attribuire anche al
i primi esempi noti sono quelli di A.
pro legato degli anni 13-14 T. Pompeius
Cornelio Mamulla (pretore nel 217 e
Proculus. Nel titolo di praefectus si
propretore nel 216) e Q. Mucio Scevola
deve intendere prevalente la natura
(pretore nel 215 e propretore tra il 214 e
militare dell’incarico, come la condi-
il 212). Altri due pretori provinciali fu-
zione della Sardegna nella prima metà
rono istituiti nel 197 per governare le
del secolo I ampiamente giustifica.
due province iberiche della Spagna Ci-
[FRANCO PORRÀ]
teriore e di quella Ulteriore. Infine
Praeses Titolo che nell’ambito ammi- nell’81 a.C. Silla da dittatore regola-
nistrativo è usato inizialmente (sec. II) mentò la materia dei governi provin-
in maniera generica per designare i go- ciali con la Lex Cornelia de provinciis
vernatori provinciali appartenenti sia ordinandis, in base alla quale si stabi-
all’ordine senatorio sia all’ordine liva che i pretori esercitassero la magi-
equestre. Per quanto riguarda la Sar- stratura a Roma e successivamente,
degna romana, la documentazione epi- come propretori, potessero essere go-
grafica esistente ci permette di identi-
vernatori nelle province. [FRANCO
ficare tre momenti distinti nell’evolu-
PORRÀ]
zione del termine: 1. inizialmente p. ri-
corre come elemento non ufficiale per Pramont Antico villaggio del giudicato
lo più accompagnato da aggettivi lau- di Cagliari compreso nella curatoria di
dativi e non è compreso all’interno Nuraminis. Quando il giudicato cessò
della titolatura di governatori equestri di esistere, nella divisione del 1258 fu
(fine del secolo II-inizi del III); 2. in un incluso nei territori toccati ai conti di
secondo momento il termine compare Capraia. All’estinzione della famiglia,
all’interno della titolatura del gover- prima della fine del secolo XIII, venne
natore provinciale equestre come ele- amministrato direttamente da funzio-
mento complementare (poco prima del nari nominati dal Comune di Pisa. Su-
227); 3. nella fase terminale del p. è dal- bito dopo la conquista catalano-arago-
l’età aurelianea l’unico termine ado- nese nel 1326 fu concesso in feudo ad
perato per designare il governatore ap- Arnaldo Caciano che lo unı̀ al suo feudo
partenente all’ordine equestre (270- di Monastir. La sua popolazione comin-
275) o all’ordine senatorio (secondo de- ciò a diminuire e dopo lo scoppio della
cennio del sec. IV). [FRANCO PORRÀ]
prima guerra tra Pietro IVe Mariano IV
Praetor Magistrato romano dotato di divenne teatro delle operazioni. In se-
imperium. Ai pretori residenti a Roma guito fu occupato dalle truppe arbo-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 544


Pratolina

rensi ed entro la fine del secolo XIV si articolo su Il combattimento di Malfi-


spopolò completamente. dano 28 luglio 1811, ‘‘Italia Navale’’,
Pranteddu, Francesco Impiegato, s.d. Nel 1895 ottenne il titolo di conte.
scrittore (n. Aritzo 1932). Ha svolto tra Prati, Pamela (pseud. di Paola Pireddu)
Nuoro e Milano una intensa attività Attrice (n. Ozieri 1958). Di modeste ori-
professionale, soprattutto come diri- gini, con grande sacrificio ha comple-
gente dell’Ufficio speciale per il colle- tato i suoi studi di recitazione e di di-
gamento dei lavoratori dello spetta- zione a Roma. Ha esordito nel cinema
colo e nel settore della formazione pro- nel 1981 con il film La moglie in
fessionale. Fra i suoi numerosi scritti, i bianco... l’amante al pepe, in cui poteva
due volumi di Scuola e vita (1968-1974); valorizzare le sue indubbie doti fisi-
L’attività lavorativa nello spettacolo che, e nel 1983 ha vinto il concorso di
(1983); Posto di lavoro e strumenti infor- Miss Universo ad Atlantic City. In se-
matici (1992). Ha anche raccontato, in guito ha continuato a interpretare film
Libero (2003), l’esperienza partigiana del filone popolare come È arrivato
del fratello Liberato. mio fratello, 1985; Le volpi della notte,
Pranteddu, Liberato Partigiano 1986; Gole ruggenti, 1992. Quindi ha
(Aritzo 1917-ivi 1975). Militare in Jugo- esordito nel mondo del teatro e della
slavia, dopo l’8 settembre combatte in televisione, ottenendo notevole suc-
Piemonte nelle brigate ‘‘Garibaldi’’ e cesso.
‘‘Pisacane’’ sino alla Liberazione, sotto Pratobello Località situata nel Supra-
il nome di ‘‘Libero’’, insieme al conter- monte a qualche chilometro dall’abi-
raneo Michele Manca. Catturato dai te- tato di Orgosolo. Il suo ambiente si svi-
deschi, è costretto a vestirne la divisa, luppa in un contesto di praterie, ricche
Manca è avviato a un lager. La sua espe- di mandrie di bovini e di maiali che
rienza è stata raccontata dal fratello pascolano in assoluta libertà. Il territo-
Francesco nel volume Libero. Un parti- rio fa parte dei terreni comunali sui
giano sardo e il suo tempo, edito nel quali da tempo immemorabile i citta-
2003 dall’Anppia cagliaritana. dini di Orgosolo vantano diritti pasco-
Pranu Mois Antico villaggio di origine lativi; nel 1968 il governo ipotizzò di in-
medioevale che faceva parte del giudi- stallarvi un poligono di tiro e un distac-
cato di Cagliari, compreso nella cura- camento militare permanente: la deci-
toria della Trexenta. Era situato nelle sione condusse, nel giugno del 1969, a
vicinanze di San Basilio. Quando il giu- una sollevazione violenta degli orgo-
dicato fu conquistato da Pisa, nella di- lesi che per difendere i loro pascoli
visione del 1258 fu incluso nella parte non esitarono a occupare il territorio.
toccata ai Capraia; alla loro estinzione Pratolina Nome di alcune piante della
passò ai giudici di Arborea. Nel 1295, famiglia delle Composite. 1. La p. co-
però, Mariano II lo cedette al Comune mune (Bellis perennis L.) è una pianta
di Pisa, e cosı̀ già prima della fine del erbacea alta pochi decimetri, ha foglie
secolo XIII veniva amministrato diret- a rosetta sul terreno (= Geofita), con
tamente da funzionari pisani. Per lamina a forma di spatola e margine
cause non conosciute si spopolò negli crenato nella parte terminale; l’infio-
stessi anni e scomparve. rescenza è un capolino con un disco di
Prasca, Emilio Ufficiale di Marina fiori tubulari gialli e una corona di
(sec. XIX-?). Autore di monografie di fiori bianchi, rosati nel lato inferiore
storia della marina, ha al suo attivo un (quelli che erroneamente vengono con-

539

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 545


Precarietà dell’insediamento rurale

siderati petali); il colore porporino è con l’arancione intenso del centonchio


visibile al crepuscolo, quando i fiori, del monellus; ha foglie piccole, arro-
al calare del buio, si chiudono; i frutti tondate e crassulente, cioè con tessuti
sono piccoli acheni pelosi; cresce dif- ricchi di acqua, per l’adattamento a
fusamente nei campi, sia incolti che substrati aridi e rocciosi; i capolini
coltivati come le vigne, e fiorisce a pri- sono piccoli con fiori esterni bianchi
mavera e in autunno, specie dopo le sfumati di rosso. È inserita nell’elenco
piogge, ammantando di bianco rosato delle piante da sottoporre a vincolo di
le campagne di tutta l’isola. protezione in base alla proposta di L.R.
n. 184/2001. Nomi sardi: magarita (lo-
gudorese); zizioli (nuorese). [MARIA IMMA-
COLATA BRIGAGLIA]
Precarietà dell’insediamento rurale
I centri abitati che nel corso dei secoli
si sono sviluppati nelle campagne
della Sardegna hanno avuto spesso un
carattere precario derivante da fattori
diversi. La precarietà è una costante
nella storia dell’insediamento umano
in Sardegna a partire dal secolo XII
Pratolina – Infiorescenza di pratolina fino a tutto il secolo XVIII. I motivi di
comune.
questo fenomeno sono vari: tra i prin-
cipali vanno ricordati l’evoluzione
È usata nella medicina popolare sia della popolazione, le vicende belliche,
come astringente e depurativo dell’ap- l’esaurimento dei suoli, la peste, le ca-
parato digerente che come antisettico restie, le faide locali. In proposito pos-
del cavo orale. Dalla specie selvatica siamo distinguere le seguenti tipolo-
derivano diversi cultivar di marghe- gie: 1. villaggi che nel corso dei secoli
rite a fiori più grandi e con diverse to- furono abbandonati; 2. villaggi i cui
nalità di colore. Nomi sardi: malgari- abitanti si trasferirono o si unirono a
tédda (gallurese); sicieddha, sitsiedda. quelli di altro villaggio già esistente; 3.
2. La p. spatolata (Bellium bellidioides villaggi i cui abitanti si trasferirono in
L.) è un endemismo sardo-corso che tutto o in parte per fondare un nuovo
cresce sui terreni calcarei, riconosci- villaggio; 4. villaggi che si fusero per
bile per le foglie con lungo picciolo e dare vita a una nuova comunità; 5. vil-
lamina spatolata, riunite in una rosetta laggi che, pur continuando a esistere
basale da cui partono gli steli rossastri fino ai giorni nostri, sono rimasti spo-
dei fiori, capolini dal centro giallo e polati per un periodo della loro storia.
con fiori ligulari completamente bian- Villaggi abbandonati
chi, meno numerosi della Bellis peren- GIUDICATO D’ARBOREA Nel giudicato
nis. 3. La p. delle scogliere (Bellium d’Arborea sono stati individuati i se-
crassifolium Moris) è un endemismo guenti villaggi abbandonati: 1. Abba-
esclusivo della Sardegna sud-occiden- gadda, villaggio che sorgeva in località
tale, con un’intensa concentrazione imprecisata della curatoria del Man-
sull’isola di San Pietro, dove in prima- drolisai; di origine medioevale, fu ab-
vera crea coperture fiorite sulle gari- bandonato nel secolo XV. I dati sulla
ghe ventose, in associazione cromatica sua popolazione non sono conosciuti.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 546


Precarietà dell’insediamento rurale

2. Almos, villaggio che sorgeva in loca- del Campidano Maggiore; di origine


lità imprecisata della curatoria di punico-romana, fu abbandonato nel
Parte Montis; di origini medioevali, fu secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
abbandonato nel secolo XV; nel 1388 non sono conosciuti. 10. Boele, villaggio
aveva una popolazione di circa 20 abi- situato nelle campagne di Tadasuni in
tanti. 3. Architano Parvo (conosciuto località Santa Maria, compreso nella
anche come San Pantaleo), villaggio curatoria del Guilcier; di origine me-
che sorgeva in località San Pantaleo dioevale, fu abbandonato nel secolo
nei pressi di San Nicolò d’Arcidano; XV; i dati sulla sua popolazione non
compreso nella curatoria di Bonorzuli, sono conosciuti. 11. Borzacheri, villag-
fu abbandonato nel secolo XIV; nel gio situato in una località non indivi-
1388 aveva una popolazione di circa 4 duata della curatoria del Guilcier; di
abitanti. 4. Azena (conosciuto anche origini medioevali, fu abbandonato
come Atzeni), villaggio che sorgeva in nel secolo XIV; nel 1388 aveva una po-
località Santa Maria di Atzeni nelle polazione di circa 24 abitanti. 12. Bu-
campagne tra Baressa e Simala; era surtei (conosciuto anche come Busa-
compreso nella curatoria della Mar- cheni), villaggio che sorgeva nelle cam-
milla; di origini punico-romane, fu ab- pagne di Sedilo in località omonima,
bandonato nel secolo XVII; non si co- compreso nella curatoria del Guilcier;
noscono i dati sulla sua popolazione. 5. di origine medioevale, fu abbandonato
Bangios, villaggio di incerta ubica- nel corso del secolo XIV; non si cono-
zione compreso nella curatoria del scono i dati sulla sua popolazione. 13.
Campidano di Simaxis; fu abbando- Calcaria (conosciuto anche come Cra-
nato nel secolo XIV; nel 1388 aveva cargiu), villaggio che sorgeva nelle
una popolazione di circa 28 abitanti. 6. campagne di Milis in località omo-
Barigadu, villaggio che sorgeva in loca- nima, compreso nella curatoria del
lità San Giorgio nelle campagne di Mi- Campidano di Milis; di origine medio-
lis, compreso nella curatoria del Cam- evale, fu abbandonato nel corso del se-
pidano di Milis; sviluppatosi da una colo XIV; non si conoscono i dati sulla
corte nel secolo XII, fu abbandonato sua popolazione. 14. Campeta (cono-
nel secolo XIV, nel 1388 aveva una po- sciuto anche come Campeda), villaggio
polazione di circa 28 abitanti. 7. Baru- che sorgeva nella campagne di Zuri in
mele (conosciuto anche come Baru- località Campeda, compreso nella cu-
mella), villaggio nelle campagne di ratoria di Parte Barigadu; fu abbando-
Ales, compreso nella curatoria di Usel- nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po-
lus; di origini medioevali, fu abbando- polazione non sono conosciuti. 15. Can-
nato nel secolo XIV; nel 1388 aveva una dala, villaggio situato in località non
popolazione di circa 24 abitanti. 8. individuata della curatoria del Parte
Bidda Atzei (conosciuto anche come At- Barigadu; di origine medioevale, fu ab-
zei o Sei), villaggio che sorgeva nelle bandonato nel secolo XIV; i dati sulla
campagne di Arbus, compreso nella cu- sua popolazione non sono conosciuti.
ratoria di Bonorzuli; fu abbandonato 16. Cansella (conosciuto anche come
nel corso del secolo XIV; i dati sulla Candella o Cancella), villaggio che sor-
sua popolazione non sono conosciuti. geva nelle vicinanze di Sardara, com-
9. Boaczi, villaggio situato con ogni pro- preso nella curatoria di Bonorzuli; fu
babilità nelle campagne di Donigala abbandonato nel secolo XIV; nel 1388
Fenughedu, compreso nella curatoria aveva una popolazione di circa 5 abi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 547


Precarietà dell’insediamento rurale

tanti. 17. Cilixia (conosciuto anche di circa 5 abitanti. 24. Fununi (cono-
come Cilicia), villaggio che sorgeva sciuto anche come Santu Chirigu o Fe-
nelle campagne tra Sini e Baradili, noni), villaggio che sorgeva nelle cam-
compreso nella curatoria della Mar- pagne di Riola Sardo nell’omonima lo-
milla; di origine medioevale, fu abban- calità, compreso nella curatoria del
donato nel secolo XV; nel 1388 aveva Campidano Maggiore; di probabile ori-
una popolazione di circa 16 abitanti. gine punico-romana, fu abbandonato
18. Coni, villaggio situato nelle campa- nel corso del secolo XIV; mancano i
gne di Nurallao in località Santu Mil- dati sulla sua popolazione. 25. Genadas
lianu, compreso nella curatoria del (conosciuto anche come Gonare o Ge-
Parte Valenza; di origine nuragica, fu nedas), villaggio che sorgeva nei pressi
abbandonato nel secolo XV; i dati sulla di Nureci nella località omonima, com-
sua popolazione non sono conosciuti. preso nella curatoria del Parte Va-
19. Congiu (conosciuto anche come lenza; di origini punico-romane, fu ab-
Sant’Elena), villaggio che sorgeva bandonato nel secolo XV; non si cono-
nelle vicinanze di San Vero Congius, scono i dati sulla sua popolazione. 26.
compreso nella curatoria del Campi- Genna (conosciuto anche come Gebes),
dano di Simaxis; di origine medio- villaggio che con ogni probabilità sor-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; geva nei pressi di Arbus, compreso
non si conoscono i dati sulla sua popo- nella curatoria del Bonorcili; fu abban-
lazione. 20. Crabilis (conosciuto anche donato nel secolo XIV; non si cono-
come Capriles), villaggio situato nelle scono i dati sulla sua popolazione. 27.
campagne di Ollasta Simaxis in prossi- Genusi (conosciuto anche come Ga-
mità di San Pietro di Crabilis, com- mussi), villaggio che sorgeva nelle cam-
preso nella curatoria del Campidano pagne di Simala nella omonima loca-
di Simaxis, di origine medioevale, fu lità, compreso nella curatoria del
abbandonato nel secolo XIV; nel 1388 Parte Montis; di probabili origini ro-
aveva una popolazione di circa 24 abi- mane, fu abbandonato nel secolo XIV;
tanti. 21. Crapedda (conosciuto anche nel 1388 aveva una popolazione di
come Capriola), villaggio che sorgeva circa 64 abitanti. 28. Ghippe (cono-
nelle campagne di Fonni, compreso sciuto anche come Gippa o Gipphe), vil-
nella curatoria della Barbagia di Ollo- laggio che sorgeva in località Santa Pe-
lai; fu abbandonato nel secolo XVI; i tronilla nelle campagne di Donigala
dati sulla sua popolazione non sono co- Fenughedu, compreso nella curatoria
nosciuti. 22. Funtana, villaggio situato del Campidano Maggiore; di probabile
nelle campagne di Albagiara in loca- origine punico-romana fu abbando-
lità Domu de Funtana, compreso nella nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po-
curatoria di Usellus, di origine ro- polazione non sono conosciuti. 29. Go-
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; zula (conosciuto anche come Gozua),
nel 1388 aveva una popolazione di villaggio situato nella località di Gozua
circa 12 abitanti. 23. Funtana Fenugu nelle campagne di Simala, compreso
(conosciuto anche come Funtana de nella curatoria di Parte Montis; di ori-
Urgo), villaggio che sorgeva nelle cam- gini medioevali, fu abbandonato nel
pagne di San Gavino in località Santa secolo XV; nel 1388 aveva una popola-
Maria, compreso nella curatoria di zione di circa 28 abitanti. 30. Guilcier,
Monreale; fu abbandonato nel secolo villaggio che sorgeva in località impre-
XIV; nel 1388 aveva una popolazione cisata dell’omonima curatoria della

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 548


Precarietà dell’insediamento rurale

quale fu anche capoluogo; di origine di origini medioevali fu abbandonato


medioevale, fu abbandonato nel secolo nel secolo XIV; nel 1388 aveva una po-
XIV; nel 1388 aveva una popolazione di polazione di circa 12 abitanti. 38. Mili
circa 20 abitanti. 31. Gulzi (conosciuto Picinnu (conosciuto anche come San
anche come Gulsue o Grutzu), villaggio Pietro), villaggio che sorgeva accanto
che sorgeva nelle campagne di Arbus, al nuraghe di San Pietro nelle campa-
compreso nella curatoria di Monreale; gne di Seneghe, compreso nella cura-
fu abbandonato nel secolo XIV; nel toria del Campidano di Milis, di ori-
1388 aveva una popolazione di circa 10 gine romana, fu abbandonato nel se-
abitanti. 32. Jacha (conosciuto anche colo XIV; nel 1388 aveva una popola-
come Santu Domini de Jacha), villaggio zione di circa 5 abitanti. 39. Modda-
che sorgeva in località Santu Domini mene (conosciuto anche come Mollami-
nelle campagne di Arbus, compreso nis), villaggio che sorgeva nelle campa-
nella curatoria del Bonorzuli; fu ab- gne di Busachi in località Santa Su-
bandonato nel secolo XIV; nel 1388 sanna, compreso nella curatoria del
aveva una popolazione di circa 5 abi- Barigadu; sorto nel secolo XIV, fu ab-
tanti. 33. Lestinquedu (conosciuto an- bandonato alla fine dello stesso secolo;
che come Lestincus), villaggio situato nel 1388 aveva una popolazione di
nella località omonima nelle campa- circa 32 abitanti. 40. Monreale (cono-
gne di Boroneddu, compreso nella cu- sciuto anche come Mons Regalis), vil-
ratoria del Guilcier; di origini medio- laggio che sorgeva in prossimità dell’o-
evali, fu abbandonato nel secolo XIV; monimo castello, compreso nella cura-
nel 1388 aveva una popolazione di toria di Monreale; fu abbandonato nel
circa 5 abitanti. 34. Lighei (conosciuto secolo XIV; nel 1388 aveva una popola-
anche come Lokeri), villaggio che sor- zione di circa 52 abitanti. 41. Monte-
geva in località Lokeri nelle campagne santo (conosciuto anche come Monte-
di Sedilo, compreso nella curatoria del sancto), villaggio che sorgeva in loca-
Guilcier; di origini medioevali, fu ab- lità Santa Vittoria nei pressi di Nu-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla ghedu Santa Vittoria, compreso nella
sua popolazione non sono conosciuti. curatoria del Barigadu; di probabili
35. Loddu (conosciuto anche come Lod- origini punico-romane, fu abbando-
duo), villaggio che sorgeva nei pressi di nato nel secolo XIII; i dati sulla sua po-
Fordongianus in località Pranu Loddu, polazione non sono conosciuti. 42.
compreso nella curatoria del Bari- Monti (conosciuto anche come Monte-
gadu; fu abbandonato nel secolo XV; santo Josso), villaggio che sorgeva a
nel 1388 aveva una popolazione di poca distanza da Neoneli in località
circa 32 abitanti. 36. Mandra Olisai (co- Monte Santo, compreso nella curatoria
nosciuto anche come Biddusa), villag- del Parte Barigadu; fu abbandonato
gio che sorgeva in località Biddusa nel secolo XIV; nel 1388 aveva una po-
nelle campagne di Desulo, compreso polazione di circa 28 abitanti. 43. Noni,
nella curatoria del Mandrolisai; di ori- villaggio situato in località imprecisata
gine bizantina, fu abbandonato nel se- della curatoria del Guilcier; di origine
colo XV; i dati sulla sua popolazione medioevale, fu abbandonato nel secolo
non sono conosciuti. 37. Margini, villag- XV; i dati sulla sua popolazione non
gio situato in località Mitza Margiani sono conosciuti. 44. Nordai, villaggio
nelle campagne di Morgongiori, com- compreso nella diocesi di Santa Giu-
preso nella curatoria del Parte Montis; sta, faceva parte della curatoria del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 549


Precarietà dell’insediamento rurale

Guilcier; di probabili origini bizantine, in località non precisabile della cura-


fu abbandonato nel secolo XV; i dati toria di Parte Montis; di origini medio-
sulla sua popolazione non sono cono- evali, fu abbandonato nel secolo XV; i
sciuti. 45. Nuracabra, villaggio situato dati sulla sua popolazione non sono co-
nella curatoria del Campidano Mag- nosciuti. 53. Petraveurra (conosciuto
giore; di origine medioevale, fu abban- anche come Feurredda), villaggio che
donato nel secolo XVII; nel 1388 aveva sorgeva nelle campagne di Simaxis,
una popolazione di circa 24 abitanti. compreso nella curatoria del Campi-
46. Oleri (conosciuto anche come San dano Maggiore, di probabile origine
Pietro), situato nelle campagne fra Ga- punico-romana, fu abbandonato nel
voi e Ovodda in località San Pietro di secolo XIV; nel 1388 aveva una popola-
Oliri, compreso nella curatoria della zione di circa 28 abitanti. 54. Piscopiu
Barbagia di Ollolai; fu abbandonato (conosciuto anche come Arcibiscu), vil-
nel secolo XV; i dati sulla sua popola- laggio che sorgeva nelle campagne di
zione non sono conosciuti. 47. Orogono Riola Sardo in località Arcibiscu, com-
(conosciuto anche come Orogogo), si- preso nella curatoria del Campidano
tuato nelle campagne di Ghilarza in lo- Maggiore; di probabile origine pu-
calità omonima, compreso nella cura- nico-romana, fu abbandonato nel se-
toria del Guilcier; di origini medio- colo XV; i dati sulla sua popolazione
evali, fu abbandonato nel secolo XIV; i non sono conosciuti. 55. Ruinas, villag-
dati sulla sua popolazione non sono co- gio situato nelle campagne di Sedilo
nosciuti. 48. Orrui (conosciuto anche presso il nuraghe omonimo, compreso
come Oreade), villaggio che sorgeva in nella curatoria del Guilcier; di origini
territorio di Gavoi, compreso nella cu- medioevali, fu abbandonato nel secolo
ratoria della Barbagia di Ollolai; fu ab- XV; i dati sulla sua popolazione non
bandonato nel secolo XV; i dati sulla sono conosciuti. 56. Segassus (cono-
sua popolazione non sono conosciuti. sciuto anche come Secatos o Trogat-
49. Ossolo (conosciuto anche come Uro- zus), villaggio che sorgeva nelle campa-
solo), villaggio che sorgeva nei pressi di gne di Riola Sardo in località Tanca
Bidonı̀, compreso nella curatoria del Trogatzos, compreso nella curatoria
Parte Barigadu; fu abbandonato nel se- del Campidano di Milis; di origine me-
colo XIV; i dati sulla sua popolazione dioevale, fu abbandonato nel secolo
non sono conosciuti. 50. Palmas de XV; nel 1388 aveva una popolazione di
Ponte (conosciuto anche come Isca de circa 24 abitanti. 57. Sella, villaggio che
su Ponti), villaggio situato nelle campa- sorgeva nelle campagne di Aidomag-
gne di Palmas Arborea, compreso nella giore, compreso nella curatoria del
curatoria del Campidano di Simaxis; Guilcier; di origine medioevale, fu ab-
di origine medioevale, fu abbandonato bandonato nel secolo XIV; nel 1388
nel secolo XIV; nel 1388 aveva una po- aveva una popolazione di circa 20 abi-
polazione di circa 12 abitanti. 51. Pani tanti. 58. Senuschi (conosciuto anche
Bonu (conosciuto anche come Pasu- come Sinuski), villaggio situato in loca-
bonu), villaggio di incerta collocazione lità Pauli Sa Nuschi nelle campagne di
compreso nella curatoria del Campi- Nurachi, compreso nella curatoria del
dano di Simaxis; di origine medio- Campidano Maggiore; di origine pu-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; nico-romana, fu abbandonato nel se-
i dati sulla sua popolazione con sono colo XVII; nel 1388 aveva una popola-
conosciuti. 52. Pardu, villaggio situato zione di circa 28 abitanti. 59. Serdis (co-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 550


Precarietà dell’insediamento rurale

nosciuto anche come Serdias), villaggio come Lorrai), villaggio che sorgeva nei
che sorgeva tra Mogoro e Uras, da al- pressi di Neoneli, compreso nella cu-
cuni attribuito alla curatoria del Bo- ratoria del Barigadu; fu abbandonato
norcili, da altri a quella di Parte Mon- nel secolo XV; nel 1388 aveva una po-
tis; fu abbandonato nel secolo XIV; nel polazione di circa 48 abitanti. 67. Spi-
1388 aveva una popolazione di circa 12 nalba (conosciuto anche come Spina
abitanti. 60. Serru, villaggio che sor- Alba), villaggio che sorgeva nella loca-
geva nelle campagne di Gonnosfana- lità omonima nelle campagne di San
diga, compreso nella curatoria del Bo- Vero Milis, compreso nella curatoria
norcili; di origini romane, fu abbando- del Campidano di Milis; di origine me-
nato nel secolo XVII; non si conoscono dioevale, fu abbandonato nel secolo
i dati sulla sua popolazione. 61. Serzela XIV; non si conoscono i dati sulla sua
(conosciuto anche come Siersela o Zer- popolazione. 68. Spinalba, villaggio
cella), villaggio che sorgeva in località che sorgeva in località Pauli Spinala
San Paolo nelle campagne di Gonno- non lontano da Oristano, compreso
stramatza, compreso nella curatoria nella curatoria del Campidano di Si-
del Parte Montis; di origini medio- maxis; fu abbandonato nel secolo XIV;
evali, fu abbandonato nel secolo XVIII; nel 1388 aveva una popolazione di
nel 1388 aveva una popolazione di circa 24 abitanti. 69. Suei, villaggio che
circa 56 abitanti. 62. Simaxis Jossu (co- sorgeva nelle campagne di Norbello,
nosciuto anche come Cimagiosso), vil- compreso nella curatoria del Guilcier;
laggio che sorgeva in prossimità di Si- di origine medioevale, fu abbandonato
maxis, compreso nella curatoria del nel corso del secolo XIII; i dati sulla
Campidano di Simaxis; di origine me- sua popolazione non si conoscono. 70.
dioevale, fu abbandonato nel secolo Surradili (conosciuto anche come Tsur-
XV; nel 1388 aveva una popolazione di bara), villaggio che sorgeva nelle cam-
circa 28 abitanti. 63. Simaxis San Giu- pagne di Marrubiu in località Santa
liano, villaggio che sorgeva in prossi- Maria, compreso nella curatoria del
mità di Simaxis vicino alla chiesetta Bonorcili; fu abbandonato nel corso
campestre di San Giuliano, compreso del secolo XVII; i dati sulla sua popola-
nella curatoria del Campidano di Si- zione non si conoscono. 71. Tamis, vil-
maxis; di origine medioevale, fu ab- laggio che sorgeva presso la località
bandonato nel secolo XIV; nel 1388 omonima nei pressi di Masullas, com-
aveva una popolazione di circa 36 abi- preso nella curatoria del Bonorcili; di
tanti. 64. Sinipale, villaggio di incerta origini romane, fu abbandonato nel se-
collocazione che era compreso nella colo XIV; nel 1388 aveva una popola-
curatoria del Campidano Maggiore; fu zione di circa 5 abitanti. 72. Taverna,
abbandonato nella prima metà del se- villaggio che sorgeva nelle campagne
colo XIV; non si conoscono i dati sulla di Guspini in località Terra Maistrus,
sua popolazione. 65. Sollı̀ (conosciuto compreso nella curatoria di Monreale;
anche come Soddi), villaggio che sor- di probabile origine romana, fu abban-
geva tra San Vero Milis e Narbolia, donato nel secolo XIV; non si cono-
compreso nella curatoria del Campi- scono i dati della sua popolazione. 73.
dano di Milis; di origini medioevali, fu Terralba de Monte, villaggio di incerta
abbandonato nel secolo XV; nel 1388 ubicazione compreso nella curatoria
aveva una popolazione di circa 16 abi- del Parte Montis; fu abbandonato nel
tanti. 66. Sorrai (conosciuto anche secolo XIV; nel 1388 aveva una popola-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 551


Precarietà dell’insediamento rurale

zione di circa 10 abitanti. 74. Tunis (co- Giusta de Uta Passeri), villaggio che sor-
nosciuto anche come Tune), villaggio geva in località Santa Giusta nelle cam-
che sorgeva nei pressi del nuraghe pagne di Fluminimaggiore, compreso
omonimo nelle campagne di Narbolia, nella curatoria di Monreale; fu abban-
compreso nella curatoria del Campi- donato nel secolo XIV; nel 1388 aveva
dano di Milis; di probabili origini nura- una popolazione di circa 5 abitanti. 81.
giche, fu abbandonato entro il secolo Vesala (conosciuto anche come San Si-
XII; non si conoscono i dati sulla sua meone), villaggio che sorgeva a breve
popolazione. 75. Urasanna (conosciuto distanza da Milis, compreso nella cura-
anche come Urasa), villaggio che sor- toria del Campidano di Milis; derivato
geva nei pressi del nuraghe Urasa da un insediamento di monaci; fu ab-
nelle campagne di Solarussa, com- bandonato agli inizi del secolo XIII;
preso nella curatoria del Campidano non si conoscono i dati sulla sua popo-
di Milis; di origine medioevale, fu ab- lazione. 82. Villalonga (conosciuto an-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla che come San Vito), villaggio che sor-
sua popolazione non sono conosciuti. geva tra Nuraxinieddu e Siamaggiore
76. Urradili (conosciuto anche come in località San Vito, compreso nella cu-
Baratuli o Oiratili), villaggio che sor- ratoria del Campidano Maggiore; di
geva alle pendici del monte Urradili probabile origine punico-romana, fu
nelle campagne di Guspini, compreso abbandonato nel secolo XVII; man-
nella curatoria del Bonoili; di proba- cano i dati sulla sua popolazione. 83.
bile origine romana, fu abbandonato Villa Rubeo (conosciuto anche come
nel secolo XIV; non si conoscono i dati Santa Maria de Villa Rubeo), villaggio
sulla sua popolazione. 77. Urri (cono- non bene identificato compreso nella
sciuto anche come Uras), villaggio che curatoria del Campidano di Milis; fu
sorgeva in località San Michele nelle abbandonato nel corso del secolo XIV;
campagne di Ghilarza, compreso nella non si conoscono i dati sulla sua popo-
curatoria del Guilcier; di origine me- lazione. 84. Zippiriu (conosciuto anche
dioevale, fu abbandonato nel secolo come Iporui), villaggio che sorgeva nei
XV; non si conoscono i dati sulla sua pressi dell’omonimo nuraghe nelle
popolazione. 78. Ursare Piccina (cono- campagne di Solarussa, compreso
sciuto anche come Ussarella o Piccia), nella curatoria del Campidano di Mi-
villaggio che sorgeva in località San lis; di origine medioevale, fu abbando-
Lorenzo nelle campagne tra Ussara- nato nel secolo XIV; nel 1388 aveva una
manna e Siddi, compreso nella curato- popolazione di circa 24 abitanti.
ria della Marmilla; di origine prero- Nei territori extragiudicali che nel
mana, fu abbandonato nel secolo corso dei secoli furono acquisiti dal
XVIII; non si conoscono i dati sulla giudicato d’Arborea sono stati identifi-
sua popolazione. 79. Ustedu (cono- cati i seguenti villaggi abbandonati: 1.
sciuto anche come Uschei o Ustei), vil- Abriu, villaggio situato nelle campagne
laggio che sorgeva accanto al nuraghe di Bonorva in località Sant’Andrea
di Ustei nelle campagne di Ghilarza, Priu, compreso nella curatoria del Co-
compreso nella curatoria del Guilcier; stavall; di origine romana, fu abbando-
di origini medioevali, fu abbandonato nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po-
nel secolo XIV; nel 1388 aveva una po- polazione non sono conosciuti. 2. Ari-
polazione di circa 12 abitanti. 80. Uta scoblas (conosciuto anche come Na-
Passeris (conosciuto anche come Santa starre, Resteblas o Orestelli), villaggio si-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 552


Precarietà dell’insediamento rurale

tuato in località Restalias nelle campa- zione di circa 8 abitanti. 9. Cote, villag-
gne di Berchidda, compreso nella cu- gio situato in località Nuraghe Codes
ratoria del Montacuto; di origine me- nelle campagne di Semestene, com-
dioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria del Costavall; di
XIV; nel 1358 aveva una popolazione origine medioevale, fu abbandonato
di circa 10 abitanti. 3. Bacuri (cono- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
sciuto anche come Bacini), villaggio si- zione non sono conosciuti. 10. Donni-
tuato nelle campagne di Monti in loca- caia, villaggio situato in località Fonte
lità San Paolo l’Eremita, compreso Donigarza nelle campagne di Seme-
nella curatoria del Montacuto; di ori- stene, compreso nella curatoria del Co-
gine medioevale, fu abbandonato nel stavall; di origine medioevale, fu ab-
secolo XIV; i dati sulla sua popolazione bandonato nel secolo XIV; i dati sulla
non sono conosciuti. 4. Balamune (co- sua popolazione non sono conosciuti.
nosciuto anche come Bunne o Guiene), 11. Frabicas, villaggio situato in loca-
villaggio situato nelle campagne di lità Fraigas nelle campagne di Seme-
Pattada in località Sant’Elia, compreso stene. compreso nella curatoria del Co-
nella curatoria del Montacuto; di ori- stavall; di origine medioevale. fu ab-
gine romana, fu abbandonato nel se- bandonato nel secolo XIII; i dati sulla
colo XIV; nel 1358 aveva una popola- sua popolazione non sono conosciuti.
zione di circa 10 abitanti. 5. Bidducara 12. Gitil, villaggio situato nelle campa-
(conosciuto anche come Billucarao Bu- gne di Bortigali in località Nuraghe
dufera), villaggio situato nelle campa- Idili, compreso nella curatoria del
gne di Pattada in località Pedra Per- Marghine; di origine medioevale, fu
tusa; compreso nella curatoria del abbandonato nel secolo XIII; i dati
Montacuto; di origine medioevale, fu sulla sua popolazione non sono cono-
abbandonato nel secolo XVII; nel 1388 sciuti. 13. Goceano, villaggio situato
aveva una popolazione di circa 48 abi- nelle campagne di Burgos ai piedi del-
tanti. 6. Campu de Locu (conosciuto an- l’omonimo castello, compreso nella cu-
che come Campulongu), villaggio si- ratoria del Goceano; di origine medio-
tuato in località Santa Lucia nelle cam- evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
pagne di Bonorva, compreso nella cu- non si conoscono i dati sulla sua popo-
ratoria del Costavall; di origine medio- lazione. 14. Golomei, villaggio del giu-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i dicato di Torres, compreso nella cura-
dati sulla sua popolazione non sono co- toria del Montacuto; fu abbandonato
nosciuti. 7. Castra, villaggio situato nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po-
nelle campagne di Oschiri in località polazione di circa 5 abitanti. 15. Ilvensa
omonima, compreso nella curatoria (conosciuto anche come Ivessa), villag-
del Montacuto; di origine romana, fu gio situato in località Santu Pedru de
abbandonato nel secolo XV; i dati sulla Ivessa nelle campagne tra Ozieri e Nu-
sua popolazione non sono conosciuti. ghedu San Nicolò, compreso nella cu-
8. Coniato (conosciuto anche come ratoria del Montacuto; di origine me-
Cunzadu o Innizagu), villaggio situato dioevale, fu abbandonato nel secolo
in località Santa Maria de Cuniatu XIV; i dati sulla sua popolazione non
nelle campagne di Bonorva, compreso sono conosciuti. 16. Lerrono (cono-
nella curatoria del Costavall; di ori- sciuto anche come Lecon o Lerno), vil-
gine romana, fu abbandonato nel se- laggio situato in località Sa Chidade
colo XV; nel 1358 aveva una popola- nelle campagne di Pattada, compreso

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 553


Precarietà dell’insediamento rurale

nella curatoria del Montacuto; di ori- dabbas; di origine medioevale, fu ab-


gine nuragica, fu abbandonato nel se- bandonato nel secolo XIII; non si cono-
colo XIV; nel 1388 aveva una popola- scono i dati sulla sua popolazione. 24.
zione di circa 44 abitanti. 17. Lurcia (co- Pianu (conosciuto anche come Nostra
nosciuto anche come Lorgia), villaggio Signora de Pianu), villaggio situato
situato nelle campagne di Bono, com- nelle campagne di Ozieri; compreso
preso nella curatoria del Goceano; di nella curatoria del Montacuto; di ori-
probabile origine altomedioevale, fu gine nuragica, fu abbandonato nel se-
abbandonato nel secolo XV; non si co- colo XVII; i dati sulla sua popolazione
noscono i dati sulla sua popolazione. non sono conosciuti. 25. Oinu (cono-
18. Monticleta, villaggio situato in loca- sciuto anche come Oyo) villaggio si-
lità Santu Larentu nelle campagne di tuato nelle campagne di Pozzomag-
Rebeccu, compreso nella curatoria del giore ai confini tra Planargia e Cabu-
Costavall; di origine medioevale, fu ab- dabbas, compreso nella curatoria della
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla Planargia; di origine romana, fu ab-
sua popolazione non sono conosciuti. bandonato nel secolo XIV; nel 1358
19. Morgeterio (conosciuto anche come aveva una popolazione di circa 120 abi-
Mogorgor o Mogultera), villaggio situato tanti. 26. Salamatta (conosciuto anche
in località non identificabile nella cu- come Salamatter o Salamatile), villag-
ratoria di Montiferru; di origine me- gio situato nelle campagne di Suni,
dioevale, fu abbandonato nel secolo compreso nella curatoria di Monti-
XIV; non si conoscono i dati sulla sua ferru; di origine medioevale, fu abban-
popolazione. 20. Nugor, villaggio si- donato nel secolo XIII; nel 1358 aveva
tuato in località Nucoro nelle campa- una popolazione di circa 10 abitanti.
gne di Ozieri, compreso nella curatoria 27. Salamura (conosciuto anche come
del Montacuto; di origine medioevale, Semura), villaggio situato nelle campa-
fu abbandonato nel secolo XIII; i dati gne di Cuglieri in località Salamare,
sulla sua popolazione non sono cono- compreso nella curatoria di Monti-
sciuti. 21. Nulvara (conosciuto anche ferru; di origine medioevale, fu abban-
come Narvara), villaggio situato in lo- donato nel secolo XIII; nel 1358 aveva
calità Sas Piras nelle campagne di una popolazione di circa 8 abitanti. 28.
Monti, compreso nella curatoria del Santa Vittoria (conosciuto anche come
Montacuto; di probabile origine ro- Sancta Victoria), villaggio situato nelle
mana, fu abbandonato nel secolo XIII; campagne di Sennariolo in prossimità
i dati sulla sua popolazione non sono dell’omonimo monastero, compreso
conosciuti. 22. Nuraghe de Triganu (co- nella curatoria di Montiferru; di ori-
nosciuto anche come Triganino o Tu- gine medioevale, fu abbandonato nel
ganu), villaggio situato in località non secolo XV; non si conoscono i dati sulla
definita della curatoria della Planar- sua popolazione. 29. Sauccu (cono-
gia; di origine medioevale, fu abbando- sciuto anche come Sabucco), villaggio
nato nel secolo XV; nel 1388 aveva una situato nelle campagne di Mulargia in
popolazione di circa 24 abitanti. 23. località Santa Maria, compreso nella
Nurapassar (conosciuto anche come curatoria del Marghine; di origine ro-
Puçu Passaris), villaggio situato nelle mana, fu abbandonato nel secolo XIV;
campagne di Cheremule, compreso se- nel 1388 aveva una popolazione di
condo alcuni nella curatoria del Costa- circa 36 abitanti. 30. Silanus (cono-
vall, secondo altri in quella di Cabu- sciuto anche come Salianus), villaggio

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 554


Precarietà dell’insediamento rurale

situato in località non definita, com- preso nella curatoria di Canhain; di


preso nella curatoria di Montiferru; di origine medioevale, fu abbandonato
origine romana, fu abbandonato nel se- nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
colo XIV; non si conoscono i dati sulla polazione di circa 40 abitanti. 2. Agora-
sua popolazione. 31. Therkillo (cono- gui (conosciuto anche come Ariaguono
sciuto anche come Cerchille o Ter- o Agnorani). villaggio situato in località
quidu), villaggio situato in località Ter- non definita nella curatoria di Montan-
chido nelle campagne di Bonorva, gia; di origine medioevale, fu abbando-
compreso nella curatoria del Costa- nato nel secolo XIV; nel 1324 aveva una
vall; di origine medioevale, fu abban- popolazione di circa 56 abitanti. 3. Agu-
donato nel secolo XVII; non si cono- gari (conosciuto anche come Gorague),
scono i dati sulla sua popolazione. 32. villaggio probabilmente situato in lo-
Trullas (conosciuto anche come Trulas calità La Gagara nelle campagne di Vi-
o Truddos), villaggio situato in località gnola; compreso nella curatoria di Ta-
Binza e Curte nelle campagne di Seme- ras; di origine medioevale, fu abbando-
stene, compreso nella curatoria del Co- nato nel secolo XIV; nel 1324 aveva una
stavall; di origine medioevale, fu ab- popolazione di circa 160 abitanti. 4. Al-
bandonato nel secolo XIV; nel 1358 bagnana, villaggio situato in località
aveva una popolazione di circa 12 abi- non definita della curatoria di Unale,
tanti. 33. Urra (conosciuto anche come di origine medioevale, fu abbandonato
Sant’Elia), villaggio situato nelle cam- nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
pagne di Padru in località Sant’Elia, polazione di circa 80 abitanti. 5. Alvar-
compreso nella curatoria del Monta- giu (conosciuto anche come Albarguis o
cuto; di origine altomedioevale, fu ab- Campovaglio), villaggio compreso in lo-
bandonato nel secolo XIV; nel 1358 calità non identificata (Campavagliu
aveva una popolazione di circa 8 abi- presso San Pasquale?) della curatoria
tanti. 34. Ur vei (conosciuto anche di Montangia; di origine medioevale,
come Orveis o San Leonardo), villaggio fu abbandonato nel secolo XIV; nel
situato in località Su Sassu nelle cam- 1324 aveva una popolazione di circa 56
pagne di Tula, compreso nella curato- abitanti. 6. Aristana (conosciuto anche
ria del Montacuto; di origine nuragica, come Arista), villaggio situato in loca-
fu abbandonato nel secolo XVII; nel l i t à Au s t e r a n e l l e c a m p a g n e d i
1358 aveva una popolazione di circa 12 Aglientu, compreso nella curatoria di
abitanti. 35. Verro (conosciuto anche Montangia; di origine medioevale, fu
come Casteddu Ezzu), villaggio situato abbandonato nel secolo XIV; nel 1324
in località Burrachi nelle campagne di aveva una popolazione di circa 72 abi-
Cuglieri, compreso nella curatoria di tanti. 7. Bacor (conosciuto anche come
Montiferru; di origine medioevale, fu Bator), villaggio situato in località sco-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1358 nosciuta nella curatoria della Bala-
aveva una popolazione di circa 15 abi- riana, di origine medioevale, fu abban-
tanti. donato nel secolo XIV; nel 1324 aveva
GIUDICATO DI GALLURA Nel giudicato una popolazione di circa 52 abitanti. 8.
di Gallura sono stati individuati i se- Balarianu, villaggio situato in località
guenti villaggi abbandonati: 1. Agiana sconosciuta nella curatoria omonima
(conosciuto anche come Aliagana o Og- della quale probabilmente era capo-
giano), villaggio situato in località Ca- luogo; di origine medioevale, fu abban-
rana nelle campagne di Luras, com- donato nel secolo XIV; i dati sulla sua

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 555


Precarietà dell’insediamento rurale

popolazione non sono conosciuti. 9. Ba- origine romana, fu abbandonato nel se-
redels (conosciuto anche come Baradi- colo XIV; nel 1324 aveva una popola-
lis), villaggio situato in località scono- zione di circa 76 abitanti. 16. Civilione
sciuta, probabilmente compreso nella (conosciuto anche come Siuloni o Sifi-
curatoria di Taras; di origine nuragica, lionis), villaggio probabilmente situato
fu abbandonato nel secolo XIV; i dati in località Silonis nelle campagne di
sulla sua popolazione non sono cono- Luras, compreso nella curatoria di Ca-
sciuti. 10. Bibissa (conosciuto anche nahim; di origine medioevale, fu ab-
come Binissae), villaggio situato in lo- bandonato nel secolo XIV; nel 1324
calità Bithé nelle campagne di Orosei, aveva una popolazione di circa 104 abi-
compreso nella curatoria di Galtellı̀; di tanti. 17. Corruaro (conosciuto anche
probabile origine nuragica, fu abban- come Corvera), villaggio situato in loca-
donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva lità Corruaru nelle campagne di Arza-
una popolazione di circa 92 abitanti. chena, compreso nella curatoria di
11. Campo di Vigne (conosciuto anche Unali; di origine medioevale, fu abban-
come Binzedda), villaggio situato in lo- donato nel secolo XIV; nel 1324 aveva
calità Riagampos nelle campagne di una popolazione di circa 40 abitanti.
Luras, compreso nella curatoria della 18. Cuchur (conosciuto anche come Cu-
Gallura Gemini; di origine medio- tur), villaggio probabilmente situato ai
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; confini della curatoria di Taras in loca-
nel 1324 aveva una popolazione di lità non individuata; di origine medio-
circa 96 abitanti. 12. Canahim (cono- evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i
sciuto anche come Canaini, Canaili), dati sulla sua popolazione non sono co-
villaggio situato in località Canaili nosciuti. 19. Cugnana (conosciuto an-
nelle campagne di Luras, compreso che come San Cumiani), villaggio si-
nella curatoria omonima della quale tuato in località omonima nelle campa-
fu capoluogo; di origine medioevale, gne di Olbia, compreso nella curatoria
fu abbandonato nel secolo XIV; nel di Fundimonte; di origine medioevale,
1324 aveva una popolazione di circa fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
192 abitanti. 13. Canaran (conosciuto sulla sua popolazione non sono cono-
anche come Canarcui o Carana), villag- sciuti. 20. Duascodere (conosciuto an-
gio situato in località Carana nelle che come Duacore), villaggio situato in
campagne di Luras, compreso nella cu- località Santu Nicola nelle campagne
ratoria di Canahim; di origine prero- di Lula, compreso nella curatoria di
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; Galtellı̀; di origine medioevale, fu ab-
nel 1324 aveva una popolazione di bandonato nel secolo XIV; nel 1317
circa 104 abitanti. 14. Caressus (cono- aveva una popolazione di circa 96 abi-
sciuto anche come Caresi), villaggio si- tanti. 21. Dulicorra (conosciuto anche
tuato in località Caresi nelle campagne come Delisorre), villaggio situato in lo-
di Olbia, compreso nella curatoria di calità Dulisorre nelle campagne di
Fundimonte; di origine romana, fu ab- Orune, compreso nella curatoria di
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 Galtellı̀; di origine nuragica, fu abban-
aveva una popolazione di circa 120 abi- donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva
tanti. 15. Castro (conosciuto anche una popolazione di circa 96 abitanti.
come Crastu o Macciu Mannu), villag- 22. Filluri (conosciuto anche come Fi-
gio situato in località non identificata guli o Hurulis), villaggio probabil-
della curatoria di Unali; di probabile mente situato in località Monte Piz-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 556


Precarietà dell’insediamento rurale

zinnu nelle campagne di Loculi, com- ria di Galtellı̀; di origine preromana, fu


preso nella curatoria di Galtellı̀; di ori- abbandonato nel secolo XIV; nel 1317
gine preromana, fu abbandonato nel aveva una popolazione di circa 88 abi-
secolo XIV; nel 1317 aveva una popola- tanti. 30. Lapaliga, villaggio situato in
zione di circa 16 abitanti. 23. Gadano una località non identificata compresa
(conosciuto anche come Gadu), villag- nella curatoria di Montangia; di ori-
gio situato in località non identificata gine medioevale, fu abbandonato nel
nella curatoria di Galtellı̀; di origine secolo XIV; nel 1324 aveva una popola-
medioevale, fu abbandonato nel secolo zione di circa 20 abitanti. 31. Lappia
XIV; nel 1324 aveva una popolazione di (conosciuto anche come La Pia), villag-
circa 56 abitanti. 24. Godolfe (cono- gio situato in località Labia nelle cam-
sciuto anche come Gultudofe o Guddo- pagne di Bassacutena, compreso nella
sove), villaggio probabilmente situato curatoria di Taras; di origine medio-
in una località compresa nelle campa- evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
gne tra Siniscola, Orosei, Onifai e Ir- nel 1324 aveva una popolazione di
goli, compreso nella curatoria di Gal- circa 160 abitanti. 32. Larathanos (co-
tellı̀; di origine medioevale, fu abban- nosciuto anche come La Rassana o La-
donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva rassanus), villaggio situato in località
una popolazione di circa 40 abitanti. Santa Maria nelle campagne di Olbia,
25. Guardoço (Guardato) (conosciuto compreso nella curatoria di Fundi-
anche come Caldosa o Guardoci), vil- monte; di origine medioevale, fu ab-
laggio situato in località Caldosa nelle bandonato nel secolo XIV; nel 1324
campagne di Bassacutena, compreso aveva una popolazione di circa 16 abi-
nella curatoria di Taras; di origine me- tanti. 33. Latinaco (conosciuto anche
dioevale, fu abbandonato nel secolo come Santa Trinità), villaggio situato
XIV; nel 1324 aveva una popolazione in località La Trinitai nelle campagne
di circa 48 abitanti. 26. Guerrenolenero, di Tempio Pausania, compreso nella
villaggio situato in località non identi- curatoria di Gallura Gemini; di origine
ficata nella curatoria di Posada, fu ab- medioevale, fu abbandonato nel secolo
bandonato nel secolo XIV; nel 1317 XIV; nel 1324 aveva una popolazione di
aveva una popolazione di circa 32 abi- circa 64 abitanti. 34. Lochele (cono-
tanti. 27. Gurguray (conosciuto anche sciuto anche come Locole o Loquille),
come Molara), villaggio situato in loca- villaggio situato in località non identi-
lità non identificata nella curatoria di ficata, compreso nella curatoria di Po-
Posada; di origine preromana, fu ab- sada; di origine medioevale, fu abban-
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva
aveva una popolazione di circa 96 abi- una popolazione di circa 88 abitanti.
tanti. 28. Iloe (conosciuto anche come 35. Longe (Ilonge) (conosciuto anche
Loche), villaggio situato in località non come Longu) villaggio situato in loca-
identificata, compreso nella curatoria lità non identificata, compreso nella
di Galtellı̀; di probabile origine prero- curatoria di Bitti; di origine medio-
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
nel 1317 aveva una popolazione di nel 1317 aveva una popolazione di
circa 100 abitanti. 29. Isarle (conosciuto circa 5 abitanti. 36. Melataras (cono-
anche come Isalle o Gisalle), villaggio sciuto anche come Mala Tarassi o Mela-
situato in località Isalle nelle campa- gra), villaggio situato in località Bonca-
gne di Dorgali, compreso nella curato- minu nelle campagne di Santa Teresa

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 557


Precarietà dell’insediamento rurale

Gallura, compreso nella curatoria di compreso nella curatoria di Bitti; di


Taras, di cui fu per un certo periodo probabile origine preromana, fu ab-
capoluogo; di origine medioevale, fu bandonato nel secolo XIV; i dati sulla
abbandonato nel secolo XIV; nel 1324 sua popolazione non sono conosciuti.
aveva una popolazione di circa 96 abi- 44. Orfillo (conosciuto anche come Or-
tanti. 37. Montanna, villaggio situato in fici o Oviddè), villaggio situato in loca-
località non identificata, compreso lità Offili nelle campagne di San Teo-
nella curatoria di Galtellı̀; di origine doro, compreso nella curatoria di Or-
medioevale, fu abbandonato nel secolo fili di cui fu capoluogo; di probabile
XIV; i dati sulla sua popolazione non origine preromana, fu abbandonato
sono conosciuti. 38. Montecarello (cono- nel secolo XV; nel 1324 aveva una po-
sciuto anche come Monti Caredu), vil- polazione di circa 200 abitanti. 45. Orto
laggio situato in località Lu Coddu di la Murato (conosciuto anche come Oltu
Idda, compreso nella regione di Monti- Muratu), villaggio situato in località
caredu ai confini della curatoria del omonima nelle campagne di Sant’An-
Taras, di cui fu capoluogo; di origine tonio di Gallura, era compreso nella
medioevale, fu abbandonato nel secolo curatoria di Unale; di origine medio-
XIV; nel 1324 aveva una popolazione di evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
circa 240 abitanti. 39. Montevargiu (co- nel 1324 aveva una popolazione di
nosciuto anche come Monticiargo o circa 40 abitanti. 46. Ossio (conosciuto
Monte Agliu), villaggio situato in loca- anche come Ussela), villaggio situato in
lità Santu Bonaventura nelle campa- località San Giovanni di Ossillili nelle
gne di Aglientu, compreso nella cura- campagne di Torpè, compreso nella cu-
toria del Taras; di origine medioevale, ratoria di Posada; di probabile origine
fu abbandonato nel secolo XIV; nel preromana, fu abbandonato nel secolo
1324 aveva una popolazione di circa XIV; nel 1317 aveva una popolazione di
256 abitanti. 40. Muro, villaggio situato circa 64 abitanti. 47. Panana, villaggio
in località Gollei Muru nelle campagne situato in località Sas Murtas nelle
di Galtellı̀, compreso nella curatoria campagne di Posada, compreso nella
omonima; di origine medioevale, fu ab- curatoria di Posada; di probabile ori-
bandonato nel secolo XIV; nel 1317 gine preromana, fu abbandonato nel
aveva una popolazione di circa 64 abi- secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
tanti. 41. Nuraghes (conosciuto anche non sono conosciuti. 48. Petresa (cono-
come Nuragi), villaggio situato in loca- sciuto anche come Potresse), villaggio
lità Lu Nuracu nelle campagne di Luo- situato in località Su Mont’e S’Abe
gosanto, compreso nella curatoria di nelle campagne di Olbia, compreso
Balariana; di probabile origine prero- nella curatoria di Fundimonte; di ori-
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; gine medioevale, fu abbandonato nel
nel 1324 aveva una popolazione di secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
circa 80 abitanti. 42. Nurule (cono- non sono conosciuti. 49. Portunono (co-
sciuto anche come Nuruale), villaggio nosciuto anche come San Giovanni di
situato in località Santu Asile nella cu- Portunono), villaggio situato in località
ratoria di Galtellı̀; di probabile origine San Giovanni poco distante da Posada,
preromana, fu abbandonato nel secolo compreso nella curatoria di Posada; di
XIV; nel 1324 aveva una popolazione di probabile origine romana, fu abbando-
circa 40 abitanti. 43. Nuruli, villaggio nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po-
situato in località non identificata, polazione non sono conosciuti. 50. Put-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 558


Precarietà dell’insediamento rurale

zulu (conosciuto anche come Pussolo), preromana, fu abbandonato nel secolo


villaggio situato in località Sa Provania XIV; nel 1317 aveva una popolazione di
nelle campagne di Olbia, compreso circa 256 abitanti. 58. Surake (cono-
nella curatoria del Fundimonte; di sciuto anche come Suraghe), villaggio
probabile origine romana, fu abbando- situato in località Santa Maria di Lu
nato nel secolo XIV; nel 1324 aveva una Macchiettu nelle campagne di Bassa-
popolazione di circa 48 abitanti. 51. Re- cutena, compreso nella curatoria della
squion, villaggio situato in una località Balariana; di probabile origine prero-
non identificata nella curatoria di Po- mana, fu abbandonato nel secolo XIV;
sada; di origine medioevale, fu abban- nel 1324 aveva una popolazione di
donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva circa 120 abitanti. 59. Talaniana (cono-
una popolazione di circa 84 abitanti. sciuto anche come Telanyana), villag-
52. Santa Maria de Lugula, villaggio si- gio situato in località non identificata,
tuato in località Lugula nelle campa- compreso nella curatoria della Gallura
gne di Lula, compreso nella curatoria Gemini; di probabile origine prero-
di Posada; di origine medioevale, fu mana, fu abbandonato nel secolo XIV;
abbandonato nel secolo XIV; nel 1317 nel 1324 aveva una popolazione di
aveva una popolazione di circa 4 abi- circa 8 abitanti. 60. Tamarispe, villag-
tanti. 53. Santo Stefano, villaggio si- gio situato in località Santu Nigola
tuato in località non identificata nella nelle campagne di Torpè, compreso
curatoria di Balariana; di origine me- nella curatoria di Posada; di probabile
dioevale, fu abbandonato nel secolo origine preromana, fu abbandonato
XIV; nel 1324 aveva una popolazione nel secolo XIV; nel 1317 aveva una po-
di circa 32 abitanti. 54. Santo Stefano polazione di circa 20 abitanti. 61. Telar-
di Posada, villaggio situato in località giu, villaggio situato in località Su Te-
omonima nelle campagne di Posada, largiu nelle campagne di Luogosanto,
compreso nella curatoria omonima; di compreso nella curatoria di Balariana;
origine medioevale, fu abbandonato di origine medioevale, fu abbandonato
nel secolo XIV; non si conoscono i dati nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
della sua popolazione. 55. Soltinissa polazione di circa 20 abitanti. 62. Torpè
(conosciuto anche come Sorcinissa o Ispertu (conosciuto anche come Surpe
Poltrisca), villaggio situato in località Jssac de Galtellı̀), villaggio situato in lo-
San Pietro nelle campagne di Budoni, calità Iscla nelle campagne di Galtellı̀,
compreso nella curatoria di Posada; di compreso nella curatoria di Galtellı̀; di
probabile origine preromana, fu ab- origine medioevale, fu abbandonato
bandonato nel secolo XIV; nel 1317 nel secolo XIV; nel 1317 aveva una po-
aveva una popolazione di circa 84 abi- polazione di circa 84 abitanti. 63.
tanti. 56. Stelaya (conosciuto anche Uranno, villaggio situato in località Su
come Stellaria), villaggio situato in lo- Tranu nelle campagne di Luogosanto,
calità Brunella nelle campagne di compreso nella curatoria di Balariana;
Torpè, compreso nella curatoria di Po- di origine medioevale, fu abbandonato
sada; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva polazione di circa 72 abitanti. 64. Villa-
una popolazione di circa 100 abitanti. dauno (conosciuto anche come Dumo),
57. Sulla, villaggio situato in località villaggio situato in località scono-
non identificata, compreso nella cura- sciuta, compreso nella curatoria di Ta-
toria di Posada; di probabile origine ras; di origine medioevale, fu abbando-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 559


Precarietà dell’insediamento rurale

nato nel secolo XIV; nel 1324 aveva una circa 15 abitanti. 5. Ardu (conosciuto
popolazione di circa 80 abitanti. 65. Vil- anche come Ardo o Ardi), villaggio pro-
lamaggiore (conosciuto anche come babilmente situato in località Santa
Majore), villaggio situato in località Maria nelle campagne di Sassari, com-
non identificabile in regione Rudalza, preso nella curatoria della Fluminar-
compreso nella curatoria di Fundi- gia; di origine romana, fu abbandonato
monte; di origine medioevale, fu ab- nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 polazione di circa 100 abitanti. 6. Ari-
aveva una popolazione di circa 200 abi- scola (conosciuto anche come Heristo-
tanti. 66. Villa Verri (conosciuto anche lae o Aristella), villaggio situato in loca-
come Verri), villaggio situato in località lità San Giovanni nelle campagne di
Campu ’e Pinu nelle campagne di Ol- Sassari, compreso nella curatoria
bia, compreso nella curatoria di Fundi- della Fluminargia; di origine romana,
monte; di origine medioevale, fu ab- fu abbandonato nel secolo XIV; nel
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 1324 aveva una popolazione di circa 84
aveva una popolazione di circa 56 abi- abitanti. 7. Avellanis (conosciuto anche
tanti. come Savillanu), villaggio situato nelle
GIUDICATO DI TORRES Nel giudicato di campagne di Villanova Monteleone,
Torres sono stati individuati i seguenti compreso nella curatoria del Monte-
villaggi abbandonati: 1. Altasar (cono- leone; di origine medioevale, fu abban-
sciuto anche come Alcazar o Gitazaris), donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
villaggio probabilmente situato in lo- una popolazione di circa 10 abitanti. 8.
calità Astasi nelle campagne di Ittiri, Bangios (conosciuto anche come Ban-
compreso nella curatoria del Cabudab- giu), villaggio situato in località Spirito
bas; di origine medioevale, fu abban- Santo nelle campagne di Perfugas,
donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva compreso nella curatoria dell’An-
una popolazione di circa 100 abitanti. glona; di probabile origine romana, fu
2. Ampurias (conosciuto anche come abbandonato nel secolo XIV; nel 1354
Ampulia), villaggio situato in località aveva una popolazione di circa 16 abi-
San Pietro a Mare nelle campagne di tanti. 9. Bangios (conosciuto anche
Valledoria, compreso nella curatoria come Banios o Banzos), villaggio si-
dell’Anglona; di origine romana, fu ab- tuato in località Banzos nelle campa-
bandonato nel secolo XIII; i dati sulla gne di Uri non lontano dal rio Mannu,
sua popolazione non sono conosciuti. compreso nella curatoria del Coros; di
3. Arave (conosciuto anche come Arae origine romana, fu abbandonato nel se-
o Arca), villaggio situato nelle campa- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
gne di Usini, compreso nella curatoria zione di circa 60 abitanti. 10. Bantin’ e
della Fluminargia; di origine medio- Sale (conosciuto anche come Baraxe),
evale, fu abbandonato nel secolo XIII; villaggio situato in località Baratz in
i dati sulla sua popolazione non sono prossimità del lago omonimo, com-
conosciuti. 4. Arcennor (conosciuto an- preso nella curatoria della Nurra; di
che come Arkennor), villaggio situato origine medioevale, fu abbandonato
in località Alchennero nelle campagne nel secolo XIII; i dati sulla sua popola-
di Cossoine, compreso nella curatoria zione non sono conosciuti. 11. Barake
del Cabudabbas; di origine medio- (conosciuto anche come Baracis o Ba-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; razze), villaggio situato nelle vicinanze
nel 1358 aveva una popolazione di del lago di Baratz, compreso nella cu-

554

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 560


Precarietà dell’insediamento rurale

ratoria della Nurra; di origine romana, Santu Miali nelle campagne di Ossi,
fu abbandonato nel secolo XIII; i dati compreso nella curatoria del Figuli-
sulla sua popolazione non sono cono- nas; di origine medioevale, fu abban-
sciuti. 12. Bedos (conosciuto anche donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
come Bodos o Bedas), villaggio situato una popolazione di circa 36 abitanti.
in località Sant’Andrea nelle campa- 19. Bualis (conosciuto anche come
gne di Codrongianos, compreso nella Baiolis), villaggio situato in località
curatoria del Figulinas; di origine me- Bainzolo nelle campagne di Osilo, com-
dioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria di Montes; di ori-
XV; nel 1320 aveva una popolazione di gine medioevale, fu abbandonato nel
circa 15 abitanti. 13. Billikennor (cono- secolo XIV; nel 1324 aveva una popola-
sciuto anche come Villikennor), situato zione di circa 10 abitanti. 20. Campui
in località Biddichennero nelle cam- (conosciuto anche come Campu Gia-
pagne di Ossi, compreso nella curato- vesu), villaggio situato in località
ria del Coros; di origine medioevale fu Campu Giavesu nelle campagne di
abbandonato nel secolo XIV; non si co- Giave, compreso nella curatoria del
noscono i dati sulla sua popolazione. Cabudabbas; di origine medioevale, fu
14. Bionis (conosciuto anche come Vio- abbandonato nel secolo XIV; nel 1358
nis o Bioris), villaggio situato in località aveva una popolazione di circa 15 abi-
omonima nelle campagne di Porto Tor- tanti. 21. Campulongu, villaggio situato
res, compreso nella curatoria della in località non ben definita che alcuni
Nurra; di probabile origine prero- vogliono nelle campagne di Thiesi e al-
mana, fu abbandonato nel secolo XV; tri di Bessude, compreso nella curato-
nel 1320 aveva una popolazione di ria del Coros; di origine medioevale, fu
circa 15 abitanti. 15. Biosevi (cono- abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
sciuto anche come Biosevin o Giudei), aveva una popolazione di circa 15 abi-
villaggio situato in località Santu Chi- tanti. 22. Cannedu (conosciuto anche
ricu nelle campagne di Uri, compreso come Caneto o Canneti), villaggio si-
nella curatoria del Coros; di origine tuato in località omonima, compresa
preromana, fu abbandonato nel secolo nella curatoria del Coros; di probabile
XIII; i dati sulla sua popolazione non origine romana, fu abbandonato nel se-
sono conosciuti. 16. Bolothenis (cono- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
sciuto anche come Bolonianos o Bolon- zione di circa 120 abitanti. 23. Cansello
hes), villaggio situato in località Bolon- (conosciuto anche come Castello), vil-
zanos nelle campagne di Ampurias, laggio situato in località Pozzo San Ni-
compreso nella curatoria dell’An- cola nelle campagne di Porto Torres,
glona; di origine romana, fu abbando- compreso nella curatoria della Nurra;
nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una di origine medioevale, fu abbandonato
popolazione di circa 15 abitanti. 17. nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
Borconani, villaggio situato probabil- polazione di circa 20 abitanti. 24. Ca-
mente nelle campagne di Giave, com- pula (conosciuto anche come Caiola,
preso nella curatoria del Cabudabbas; Calvoi o Castilis), villaggio situato in
di origine medioevale, fu abbandonato prossimità dell’omomimo castello
nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po- nelle campagne di Siligo, compreso
polazione di circa 10 abitanti. 18. Bria- nella curatoria del Meilogu; di origine
ris (conosciuto anche come Brave o medioevale, fu abbandonato nel secolo
Briais), villaggio situato in località XV; nel 1388 aveva una popolazione di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 561


Precarietà dell’insediamento rurale

circa 32 abitanti. 25. Carbia (conosciuto abbandonato nel secolo XIV; i dati
anche come Calvia), villaggio situato in sulla sua popolazione non sono cono-
località Santa Maria di Calvia nelle sciuti. 32. Domus Novas (conosciuto an-
campagne di Alghero, compreso nella che come Domus Novae o Crocifissu
curatoria del Nulauro; di origine pre- Mannu), villaggio situato in località
romana, fu abbandonato nel secolo Crocifissu Mannu nelle campagne tra
XIII; i dati sulla sua popolazione non Porto Torres e Sassari, compreso nella
sono conosciuti. 26. Cleu (conosciuto curatoria della Fluminargia; di ori-
anche come Cau), villaggio situato gine romana, fu abbandonato nel se-
nelle campagne di Sassari, compreso colo XIV; i dati sulla sua popolazione
nella curatoria della Romangia; di ori- non sono conosciuti. 33. Duos Nuraghes
gine medioevale, fu abbandonato nel (conosciuto anche come Donnuragia),
secolo XIV; nel 1324 aveva una popola- villaggio situato in località omonima
zione di circa 10 abitanti. 27. Coramas nelle campagne di Sassari, compreso
(conosciuto anche come Coraso o Co- nella curatoria della Nurra; di origine
ros), villaggio situato in località Santa preromana, fu abbandonato nel secolo
Maria di Coros nelle campagne di It- XIV; nel 1320 aveva una popolazione di
tiri, compreso nella curatoria del Co- circa 8 abitanti. 34. Encontra (cono-
ros della quale fu capoluogo; di proba- sciuto anche come Contra), villaggio si-
bile origine romana, fu abbandonato tuato in località Santa Maria de Fenu
nel secolo XIII; i dati sulla sua popola- nelle campagne di Cargeghe, com-
zione non sono conosciuti. 28. Coriaso preso nella curatoria del Figulinas; di
(conosciuto anche come Curos), villag- origine preromana, fu abbandonato
gio situato in località Santa Maria nelle nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
campagne di Villanova Monteleone, polazione di circa 52 abitanti. 35. En-
compreso nella curatoria del Monte- nene (conosciuto anche come Enene o
leone; di origine preromana, fu abban- Ebba), villaggio situato in località Ebba
donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva Ciara nelle campagne di Sassari, com-
una popolazione di circa 10 abitanti. preso nella curatoria della Romangia;
29. Cortine, villaggio situato in località di origine medioevale, fu abbandonato
Funtana Cortinche nelle campagne di nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
Tissi, compreso nella curatoria del Co- polazione di circa 5 abitanti. 36. Erisi
ros; di origine preromana, fu abbando- (conosciuto anche come Villafranca de
nato nel secolo XIII; i dati sulla sua po- Herize o Santu Bainzu), villaggio si-
polazione non sono conosciuti. 30. tuato in località omonima nelle campa-
Cuga (conosciuto anche come Cunucla gne di Nulvi, compreso nella curatoria
o Cuca o Thuca), villaggio situato in lo- del Montes; di origine romana, fu ab-
calità omonima nelle campagne di It- bandonato nel secolo XIV; nel 1320
tiri, compreso nella curatoria del Co- aveva una popolazione di circa 12 abi-
ros; di origine medioevale, fu abbando- tanti. 37. Erquilli (conosciuto anche
nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po- come Erahilo o Serchillo), villaggio si-
polazione non sono conosciuti. 31. Cur- tuato in località Pozzo di San Nicola
tajanna (conosciuto anche come Cur- nelle campagne di capo Falcone, com-
tayna, Surtayna o Tartaina), villaggio preso nella curatoria della Nurra; di
situato in località Bultaina nelle cam- origine romana, fu abbandonato nel se-
pagne di Ittiri, compreso nella curato- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
ria del Coros; di origine medioevale, fu zione di circa 32 abitanti. 38. Erthas

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 562


Precarietà dell’insediamento rurale

(conosciuto anche come Eçtas o Ercas), popolazione non sono conosciuti. 45.
villaggio situato in località omonima Flumen Sancto, villaggio situato in lo-
nelle campagne di Sassari, compreso calità non definita della curatoria
nella curatoria della Fluminargia; di della Nurra; di origine medioevale, fu
origine medioevale, fu abbandonato abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- aveva una popolazione di circa 15 abi-
polazione di circa 4 abitanti. 39. Esse tanti. 46. Gavazana (conosciuto anche
(conosciuto anche come Ezi Minori), come Baptana o Calizzana), villaggio
villaggio situato in località Pozzo situato in località San Leonardo nelle
d’Esse nelle campagne di Sassari, com- campagne di Perfugas, compreso nella
preso nella curatoria della Nurra; di curatoria dell’Anglona; di origine ro-
origine preromana, fu abbandonato mana, fu abbandonato nel secolo XIV;
nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po- nel 1358 aveva una popolazione di
polazione di circa 80 abitanti. 40. Es- circa 10 abitanti. 47. Gennor (cono-
sola (conosciuto anche come Espela), sciuto anche come Zennor o Zenos), vil-
villaggio situato in località San Sim- laggio situato in località Zennos nelle
plizzu nelle campagne di Sassari, com- campagne di Sennori, compreso nella
preso nella curatoria della Nurra; di curatoria della Romangia; di origine
origine medioevale, fu abbandonato preromana, fu abbandonato nel secolo
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- XIV; nel 1324 aveva una popolazione di
polazione di circa 10 abitanti. 41. Etis circa 148 abitanti. 48. Gerito (cono-
(conosciuto anche come Eci o Eteii), vil- sciuto anche come Gereti o Geridu), vil-
laggio situato in località non indivi- laggio situato in località Sant’Andrea
duata, era compreso nella curatoria di Sennori nelle campagne di Sorso,
del Nulauro; di origine medioevale, fu compreso nella curatoria della Ro-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1320 mangia; di origine romana, fu abban-
aveva una popolazione di circa 10 abi- donato nel secolo XIV; nel 1324 aveva
tanti. 42. Favales (conosciuto anche una popolazione di circa 1304 abitanti.
come Favules o Paoles), villaggio si- 49. Giliti, villaggio situato in località
tuato in località Santu Larentu nelle sconosciuta nella curatoria della
campagne di Padria, compreso nella Nurra; di origine medioevale, fu ab-
curatoria del Cabudabbas; di origine bandonato nel secolo XIV; nel 1320
medioevale, fu abbandonato nel secolo aveva una popolazione di circa 20 abi-
XIV; nel 1320 aveva una popolazione di tanti. 50. Gistorlu (conosciuto anche
circa 15 abitanti. 43. Felisquentino (co- come Gisarcio o Bisarcio), villaggio si-
nosciuto anche come Siliquennor), vil- tuato in località omonima nelle campa-
laggio situato in località Santu Pedru gne di Ozieri, compreso nella curatoria
nelle campagne di Osilo, compreso dell’Anglona; di origine preromana, fu
nella curatoria del Montes; di origine abbandonato nel secolo XVIII; nel 1388
medioevale, fu abbandonato nel secolo aveva una popolazione di circa 16 abi-
XIV; nel 1324 aveva una popolazione di tanti. 51. Gutoi (conosciuto anche come
circa 12 abitanti. 44. Ficus, villaggio si- Gucey), villaggio situato in località
tuato in località La Muddizza nelle Badde Ottula nelle campagne di Osilo,
campagne tra Castelsardo e Casteldo- compreso nella curatoria del Montes;
ria, compreso nella curatoria dell’An- di origine medioevale, fu abbandonato
glona; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
donato nel secolo XIV; i dati sulla sua polazione di circa 8 abitanti. 52. Ibilis

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 563


Precarietà dell’insediamento rurale

(conosciuto anche come Ibbili), villag- sua popolazione non sono conosciuti.
gio situato in località Ibiri nelle cam- 59. Joscia (conosciuto anche come Gio-
pagne di Thiesi, compreso nella cura- scari), villaggio situato in località Serra
toria del Cabudabbas; di origine me- Secca nelle campagne di Sassari, com-
dioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria della Romangia;
XVI; nel 1358 aveva una popolazione di origine medioevale, fu abbandonato
di circa 5 abitanti. 53. Ilvossa (cono- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
sciuto anche come Irbosa o Nerbosa), zione non sono conosciuti. 60. Juncu
villaggio situato in località San Leo- (conosciuto anche come Iunke o Giun-
nardo Badde Ilvosa nelle campagne di chi) villaggio situato in località San
Muros, compreso nella curatoria del Leonardo di Giunchi nelle campagne
Figulinas; di origine medioevale, fu di Florinas, compreso nella curatoria
abbandonato nel secolo XIII; nel 1320 del Coros; di origine medioevale, fu ab-
aveva una popolazione di circa 10 abi- bandonato nel secolo XIV: nel 1358
tanti. 54. Iscalas (conosciuto anche aveva una popolazione di circa 72 abi-
come Iscala), villaggio situato in loca- tanti. 61. Lachesos (conosciuto anche
lità Santa Maria Iscalas nelle campa- come Laquesos o Lachesis), villaggio si-
gne di Osilo, compreso nella curatoria tuato in località Santa Lucia nelle cam-
del Montes; di origine medioevale, fu pagne di Mores, compreso nella cura-
abbandonato nel secolo XV; nel 1320 toria dell’Oppia; di origine medio-
aveva una popolazione di circa 5 abi- evale, fu abbandonato nel secolo XV;
tanti. 55. Issi, villaggio situato in loca- nel 1388 aveva una popolazione di
lità Cuili Issi nelle campagne di Sas- circa 40 abitanti. 62. Ledaur (cono-
sari, compreso nella curatoria della sciuto anche come Lellagor o Lodais),
Nurra; di origine medioevale, fu ab- villaggio situato in località Funtana
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 Loddaoro nelle campagne di Florinas,
aveva una popolazione di circa 8 abi- compreso nella curatoria del Coros; di
tanti. 56. Ittiri Jossu (conosciuto anche origine medioevale, fu abbandonato
come Su Petxinu o Villa Vetere), villag- nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po-
gio situato in località Bidda Betere polazione di circa 48 abitanti. 63. Len-
nelle campagne di Mores, compreso tas (conosciuto anche come Linthas o
nella curatoria dell’Oppia; di origine Lenza), villaggio situato in località Coa
medioevale, fu abbandonato nel secolo Limbas nelle campagne di Uri, com-
XIV; i dati sulla sua popolazione non preso nella curatoria del Coros; di ori-
sono conosciuti. 57. Jenano (conosciuto gine romana, fu abbandonato nel se-
anche come Jennanu o Genano), villag- colo XIV; nel 1320 aveva una popola-
gio situato in località omonima nelle zione di circa 10 abitanti. 64. Lequili
campagne di Porto Torres, compreso (conosciuto anche come Lequilo o
nella curatoria della Nurra; di origine Eguili), villaggio situato in località San-
medioevale, fu abbandonato nel secolo t’Anna nelle campagne di Sassari, com-
XIV; i dati sulla sua popolazione non preso nella curatoria della Fluminar-
sono conosciuti. 58. Jonça (conosciuto gia; di origine medioevale, fu abbando-
anche come Jonssa), villaggio situato in nato nel secolo XIV; nel 1358 aveva una
località San Quirico nelle campagne di popolazione di circa 40 abitanti. 65.
Osilo, compreso nella curatoria del Lessiganu (conosciuto anche come Le-
Montes; di origine medioevale, fu ab- segannor o Lexigano), villaggio situato
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla in località San Lussorio nelle campa-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 564


Precarietà dell’insediamento rurale

gne di Nulvi, compreso nella curatoria Minerva nelle campagne di Monte-


dell’Anglona; di origine medioevale, fu leone, compreso nella curatoria di
abbandonato nel secolo XIV; i dati Monteleone; di origine medioevale, fu
sulla sua popolazione non sono cono- abbandonato nel secolo XIV; nel 1358
sciuti. 66. Liessis (conosciuto anche aveva una popolazione di circa 120 abi-
come Lizos o Pizzos), villaggio situato tanti. 73. Minutadas (conosciuto anche
in località non precisabile compreso come Minussades), villaggio situato in
nella curatoria del Coros; di origine località Monte Santu Miali nelle cam-
medioevale, fu abbandonato nel secolo pagne di Villasnova Monteleone, com-
XIV; nel 1358 aveva una popolazione di preso nella curatoria del Monteleone;
circa 40 abitanti. 67. Logu (conosciuto di origine medioevale, fu abbandonato
anche come Locu o Logo), villaggio si- nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
tuato in località San Giorgio nelle cam- polazione di circa 15 abitanti.
pagne di Sassari, compreso nella cura-
toria della Nurra; di origine medio-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
nel 1320 aveva una popolazione di
circa 15 abitanti. 68. Manuscolca (cono-
sciuto anche come Manu o Magar), vil-
laggio situato in località Santa Marghe-
rita di Mara nelle campagne di Ossi,
compreso nella curatoria del Coros; di
origine medioevale, fu abbandonato
nel secolo XV; nel 1358 aveva una po-
polazione di circa 240 abitanti. 69. Ma-
scar, villaggio situato nelle campagne
di Sassari, compreso nella curatoria
della Romangia; di origine romana, fu
abbandonato nel secolo XIV; i dati
sulla sua popolazione non sono cono-
sciuti. 70. Mello (conosciuto anche
come Mello de Iudi o Melbo), situato in
Precarietà dell’insediamento rurale –
località imprecisata nelle campagne di
L’asprezza del territorio (qui le campagne nei
Bonnanaro, compreso nella curatoria pressi di Giave) ha spesso costituito un
del Cabudabbas; di origine medio- ostacolo allo sviluppo delle pratiche agricole.
evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
nel 1358 aveva una popolazione di 10 74. Modulis (conosciuto anche come
ca. abitanti. 71. Mendulas (conosciuto Modulles o Modeggiu), villaggio situato
anche come Amendulas), villaggio si- in una località non identificata, com-
tuato nelle vicinanze del rio Mannu presa nella curatoria del Cabudabbas;
nelle campagne di Mores, compreso di origine medioevale, fu abbandonato
nella curatoria del Meilogu; di origine nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po-
medioevale, fu abbandonato nel secolo polazione di circa 10 abitanti. 75. Mogor
XV; nel 1358 aveva una popolazione di (conosciuto anche come Mogoris), vil-
circa 10 abitanti. 72. Minerva (cono- laggio situato in località omonima
sciuto anche come Minerba o Annerba), nelle campagne di Bessude, compreso
villaggio situato in località Monte della nella curatoria del Cabudabbas; di ori-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 565


Precarietà dell’insediamento rurale

gine medioevale, fu abbandonato nel 120 abitanti. 82. Nieddu (conosciuto an-
secolo XV; nel 1358 aveva una popola- che come Nigor), villaggio situato in lo-
zione di circa 8 abitanti. 76. Montecurt calità San Basilio nelle campagne di
(conosciuto anche come Muntcort o Bonnanaro, compreso nella curatoria
Montis Cortei), villaggio situato in loca- del Meilogu; di origini bizantine, fu ab-
lità Cuccu Monte nelle campagne di bandonato nel secolo XIV; nel 1358
Villanova Monteleone, compreso nella aveva una popolazione di 15 abitanti
curatoria del Monteleone; di origine circa. 83. Noale (conosciuto anche
medioevale, fu abbandonato nel secolo come Novale o Noele), villaggio situato
XIV; nel 1358 aveva una popolazione di in località San Giovanni nelle campa-
circa 15 abitanti. 77. Monte Furcadu gne di Ossi, compreso nella curatoria
(conosciuto anche come Monte Ful- del Coros; di origine medioevale, fu ab-
cadu), villaggio nelle campagne di Se- bandonato nel secolo XIV; nel 1358
dini, compreso nella curatoria dell’An- aveva una popolazione di circa 120 abi-
glona; di probabile origine romana, fu tanti. 84. Nonnoi (conosciuto anche
abbandonato nel secolo XIV; i dati come Innoviu o Noi Noi), villaggio si-
sulla sua popolazione non sono cono- tuato in località Santa Barbara nelle
sciuti. 78. Mosidano (conosciuto anche campagne di Sassari, compreso nella
come Musittanu o Mucitano), villaggio curatoria della Fluminargia; di ori-
situato in località Santu Sadurinu gine medioevale, fu abbandonato nel
nelle campagne di Padria, compreso secolo XV; i dati sulla sua popolazione
nella curatoria del Monteleone; di ori- non sono conosciuti. 85. Norache (cono-
gine medioevale, fu abbandonato nel sciuto anche come Nurighes), villaggio
secolo XV; nel 1358 aveva una popola- situato in località Cunzadu de Cheja
zione di circa 320 abitanti. 79. Multedu nelle campagne di Bessude, compreso
(conosciuto anche come Murtetu o Mul- nella curatoria del Monteleone; di ori-
teddu), villaggio situato nelle campa- gini preromane, fu abbandonato nel se-
gne di Castelsardo, compreso nella cu- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
ratoria dell’Anglona; di origine medio- zione di circa 10 abitanti. 86. Noraja
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; (conosciuto anche come Novalla o Noa-
nel 1358 aveva una popolazione di grae), villaggio situato in località
circa 15 abitanti. 80. Murusas (cono- Noazza nelle campagne tra Florinas e
sciuto anche come Morozes o Santu Codrongianos, compreso nella curato-
Miali de Murusas), villaggio situato in ria del Figulinas; di origini romane, fu
località Sant’Orsola nelle campagne di abbandonato nel secolo XIV; nel 1358
Sassari, compreso nella curatoria aveva una popolazione di circa 280 abi-
della Fluminargia; di origine altome- tanti. 87. Nula (conosciuto anche come
dioevale, fu abbandonato nel secolo Santu Paulu), villaggio situato in loca-
XIV; nel 1324 aveva una popolazione lità San Paolo nelle campagne di Mo-
di circa 100 abitanti. 81. Muscianu (co- res, compreso nella curatoria dell’Op-
nosciuto anche come Muskianu o Mo- pia; di origini medioevali, fu abbando-
squianu), villaggio situato in località nato nel secolo XV; nel 1358 aveva una
Sant’Eugenia nelle campagne di Co- popolazione di circa 10 abitanti. 88.
drongianos, compreso nella curatoria Nurachetos (conosciuto anche come
del Figulinas; di origine medioevale, Nuracati o Nuragalle), villaggio situato
fu abbandonato nel secolo XIV; nel nelle campagne di Porto Torres, com-
1358 aveva una popolazione di circa preso nella curatoria della Nurra; di

560

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 566


Precarietà dell’insediamento rurale

origine preromana, fu abbandonato curatoria dell’Anglona; di origine me-


nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- dioevale, fu abbandonato nel secolo
polazione di circa 20 abitanti. 89. Nura- XIV; nel 1358 aveva una popolazione
ghe Longu (conosciuto anche come Nu- di circa 10 abitanti. 96. Ostana (cono-
raghi Longo, Nuragis Longi) villaggio si- sciuto anche come Augustana), villag-
tuato in località Funtana Santu Pedru gio situato a breve distanza dall’abba-
nelle campagne di Ittiri, compreso zia di San Michele in Salvenor nelle
nella curatoria del Coros; di probabili campagne di Ploaghe, compreso nella
origini preromane, fu abbandonato nel curatoria di Figulinas; di origine tar-
secolo XIV; nel 1358 aveva una popola- doromana, fu abbandonato nel secolo
zione di circa 68 abitanti. 90. Nurchi XV; i dati sulla sua popolazione non
(conosciuto anche come Nurki Maiore sono conosciuti. 97. Ostiano de Ennena
o Nutrichi), villaggio che sorgeva nelle (conosciuto anche come Hostiani de
campagne della borgata La Corte, com- Heuna o Ostena), villaggio situato in lo-
preso nella curatoria della Nurra; di calità non identificata in prossimità di
origine medioevale, fu abbandonato Castelsardo, compreso nella curatoria
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- dell’Anglona; di origine romana, fu ab-
polazione di circa 15 abitanti. 91. Occoa bandonato nel secolo XIV; nel 1358
(conosciuto anche come Occhae o Or- aveva una popolazione di circa 15 abi-
roa), villaggio situato nelle campagne tanti. 98. Ostiano de Monte, villaggio si-
di Sassari in prossimità di Gitili, un al- tuato alla foce del Coghinas in località
tro villaggio scomparso, compreso Monte di Campu, compreso nella cura-
nella curatoria della Nurra; di origine toria dell’Anglona; di origine romana,
medioevale, fu abbandonato nel secolo fu abbandonato nel secolo XIV; nel
XIV; nel 1320 aveva una popolazione di 1358 aveva una popolazione di circa 15
circa 15 abitanti. 92. Oinu (conosciuto abitanti. 99. Ottava (conosciuto anche
anche come Oyo), villaggio situato in come Ottan o Octavu), villaggio situato
località omonima lungo il rio Mannu tra Sassari e Porto Torres in località
nelle campagne di Pozzomaggiore, omonima, compreso nella curatoria
compreso nella curatoria del Cabudab- della Fluminargia; di origine romana,
bas; di probabili origini romane, fu ab- fu abbandonato nel secolo XV; nel 1324
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla aveva una popolazione di circa 84 abi-
sua popolazione non sono conosciuti. tanti. 100. Padru, villaggio situato in lo-
93. Optenano, villaggio situato in loca- calità di Rischedu de Sole nelle cam-
lità non conosciuta della curatoria del- pagne di Mores, compreso nella cura-
l’Anglona; di origine medioevale, fu toria dell’Oppia; di origine medio-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1358 evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
aveva una popolazione di circa 20 abi- i dati sulla sua popolazione non sono
tanti. 94. Orria Manna, villaggio situato conosciuti. 101. Paulis (conosciuto an-
nelle campagne di Nulvi, compreso che come Padulis o Pauvelles), villaggio
nella curatoria dell’Anglona; di ori- situato nelle campagne tra Uri e Ittiri,
gine altomedioevale, fu abbandonato compreso nella curatoria del Coros; di
nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po- origine medioevale, fu abbandonato
polazione di circa 20 abitanti. 95. Orria nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po-
Piccia (conosciuto anche come Orria polazione di circa 108 abitanti. 102.
Parva), villaggio situato nelle campa- Plaiano, villaggio situato nelle campa-
gne di Chiaramonti, compreso nella gne di Sassari, compreso nella curato-

561

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 567


Precarietà dell’insediamento rurale

ria della Romangia; di origine romana, nero), villaggio situato in prossimità


fu abbandonato nel secolo XIV; nel dell’abbazia di San Michele di Salve-
1324 aveva una popolazione di circa 5 nor nelle campagne di Ploaghe, com-
abitanti. 103. Querqueti (conosciuto an- preso nella curatoria di Figulinas; di
che come Querquedo o Cherchedu), vil- origine altomedioevale, fu abbando-
laggio situato in località San Giacomo nato nel secolo XVIII; nel 1358 aveva
nelle campagne di Ittireddu, compreso una popolazione di circa 88 abitanti.
nella curatoria dell’Oppia; di origine 110. San Marco (conosciuto anche
medioevale, fu abbandonato nel secolo come Sent Marc o Sanci Marci) villaggio
XV; nel 1358 aveva una popolazione di presso l’omonimo nuraghe nelle cam-
circa 20 abitanti. 104. Querqui (cono- pagne di Alghero, compreso nella cura-
sciuto anche come Cerki o Kerki), vil- toria del Nulauro; di origine medio-
laggio situato in località Funtana de evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
Cerchi nelle campagne tra Porto Tor- nel 1320 aveva una popolazione di
res e Sassari, compreso nella curatoria circa 10 abitanti. 111. Sassalu, villaggio
di Fluminargia; di origine medioevale, situato nella curatoria del Montes; fu
fu abbandonato nel secolo XIV; nel abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
1320 aveva una popolazione di circa 5 aveva una popolazione di circa 10 abi-
abitanti. 105. Quiteroni (conosciuto an- tanti. 112. Save, villaggio situato nella
che come Kiterone), villaggio situato in curatoria del Coros; fu abbandonato
località Sant’Eusebio nelle campagne nel secolo XIV; i dati sulla popolazione
di Sassari, compreso nella curatoria non sono conosciuti. 113. Save (cono-
della Fluminargia; di origine medio- sciuto anche come Saver o Suzier), vil-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; laggio sito presso l’attuale Tottubella
nel 1324 aveva una popolazione di nelle campagne di Sassari, compreso
circa 8 abitanti. 106. Ruda, villaggio si- nella curatoria del Montes; di origine
tuato in una località non identificata medioevale, fu abbandonato nel secolo
della curatoria del Meilogu; di origine XIV; nel 1358 aveva una popolazione di
medioevale, fu abbandonato nel secolo circa 124 abitanti. 114. Save (cono-
XIV; i dati sulla sua popolazione non sciuto anche come Sartis o Sae), villag-
sono conosciuti. 107. Saccargia (cono- gio situato nelle campagne di Ossi,
sciuto anche come Sacraria o Sacca- compreso nella curatoria del Coros; di
ria), villaggio situato in prossimità del- origine medioevale, fu abbandonato
l’omonima abbazia nelle campagne di nel secolo XV; non si conoscono i dati
Codrongianos, compreso nella curato- sulla sua popolazione. 115. Settepalme
ria del Figulinas; di origine medio- (conosciuto anche come Septupalmae),
evale, fu abbandonato nel secolo XV; villaggio situato nella località Fontana
nel 1320 aveva una popolazione di di Sette Palme nelle campagne di Sas-
circa 10 abitanti. 108. Salassa (cono- sari, compreso nella curatoria della
sciuto anche come Salasa), villaggio si- Fluminargia; di origine medioevale,
tuato in località Salasgiu nelle campa- fu abbandonato nel secolo XV; nel
gne di Castelsardo, compreso nella cu- 1324 aveva una popolazione di circa
ratoria dell’Anglona; di origine medio- 100 abitanti. 116. Seve (conosciuto an-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; che come Senae o Sorae), villaggio si-
nel 1358 aveva una popolazione di tuato in località Binza de Rennu nelle
circa 10 abitanti. 109. Salvennor (cono- campagne di Banari, compreso nella
sciuto anche come Salvenor o San Ve- curatoria del Figulinas; di origine me-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 568


Precarietà dell’insediamento rurale

dioevale, fu abbandonato nel secolo aveva una popolazione di circa 10 abi-


XIV; nel 1358 aveva una popolazione tanti. 124. Suttamonte (conosciuto an-
di circa 32 abitanti. 117. Silki (cono- che come Sota Montes), villaggio si-
sciuto anche come Silchi), villaggio si- tuato in località Suttamonte nelle cam-
tuato in località omonima ora incluso pagne di Monteleone Rocca Doria,
nel tessuto urbano di Sassari, com- compreso nella curatoria del Monte-
preso nella curatoria della Romangia; leone; di origine medioevale, fu abban-
di origine medioevale, fu abbandonato donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
nel secolo XV; nel 1324 aveva una po- una popolazione di circa 8 abitanti.
polazione di circa 10 abitanti. 118. Si- 125. Tamarikes, villaggio situato nella
manes (conosciuto anche come Sima- località Monte Tamariches nelle cam-
nar), villaggio situato in località omo- pagne di Usini, compreso nella curato-
nima nelle campagne di Pozzomag- ria del Coros; di origine medioevale, fu
giore, compreso nella curatoria del Ca- abbandonato nel secolo XV; non si co-
budabbas; di origine preromana, fu ab- noscono i dati sulla sua popolazione.
bandonato nel secolo XIV; nel 1358 126. Tamarit, villaggio situato in loca-
aveva una popolazione di circa 80 abi- lità non identificata della curatoria
tanti. 119. Sojana, villaggio situato in della Nurra; di origine medioevale, fu
località non identificata compresa abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
nella curatoria della Nurra; di origine aveva una popolazione di circa 10 abi-
medioevale, fu abbandonato nel secolo tanti. 127. Taniga (conosciuto anche
XIV; nel 1358 aveva una popolazione di come Tanecle o Tanigua), villaggio in
circa 40 abitanti. 120. Sordella (cono- località San Giacomo nelle campagne
sciuto anche come Sordelli), villaggio di Sassari, compreso nella curatoria
situato in località non identificata, della Romangia; di origine medio-
compreso nella curatoria dell’An- evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
glona; di origine medioevale, fu abban- nel 1324 aveva una popolazione di
donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva circa 360 abitanti. 128. Taverra (cono-
una popolazione di circa 15 abitanti. sciuto anche come Tabernas), villaggio
121. Sorres (conosciuto anche come situato in località non definita della cu-
Sorra), villaggio in località omonima ratoria della Fluminargia; di proba-
nelle campagne di Borutta, compreso bile origine romana, fu abbandonato
nella curatoria del Meilogu; di origine nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
romana, fu abbandonato nel secolo XV; polazione di circa 84 abitanti. 129. Te-
non si conoscono i dati sulla sua popo- clada (conosciuto anche come Seclada
lazione. 122. Speluncas, villaggio si- o Telata), villaggio situato in località
tuato nella località di Lu Paddru nelle Rocca Rugia nelle campagne di Cos-
campagne di Sedini, compreso nella soine, compreso nella curatoria del Ca-
curatoria dell’Anglona; di origine me- budabbas; di origine medioevale fu ab-
dioevale, fu abbandonato nel secolo bandonato nel secolo XIV; nel 1320
XIV; nel 1388 aveva una popolazione aveva una popolazione di circa 20 abi-
di circa 20 abitanti. 123. Survel (cono- tanti. 130. Todorache (conosciuto anche
sciuto anche come Furnel o Sulvar), come Totorache o Fodoracche), villaggio
villaggio situato nelle campagne di situato in località Santa Maria nelle
Mara, compreso nella curatoria di Ca- campagne di Mores, compreso nella
budabbas; di origine medioevale, fu curatoria dell’Oppia; di origine alto-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1358 medioevale, fu abbandonato nel secolo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 569


Precarietà dell’insediamento rurale

XIV; nel 1388 aveva una popolazione di campagne di Sennori, compreso nella
circa 28 abitanti. 131. Tonsa, villaggio curatoria della Romangia; di origine
situato in località non identificata, medioevale, fu abbandonato nel secolo
compreso nella curatoria di Montes; XIV; nel 1324 aveva una popolazione di
di origine medioevale, fu abbandonato circa 148 abitanti. 139. Ussi (conosciuto
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- anche come Usso), villaggio situato in
polazione di circa 8 abitanti. 132. Tuca, località Pozzo d’Ussi nelle campagne
villaggio situato in località non identi- di Sassari, compreso nella curatoria
ficata, compreso nella curatoria del della Nurra; di origine medioevale, fu
Coros; di origine medioevale, fu ab- abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
bandonato nel secolo XIV; nel 1358 aveva una popolazione di circa 10 abi-
aveva una popolazione di circa 72 abi- tanti. 140. Utalis (conosciuto anche
tanti. 133. Turighe (conosciuto anche come Uttari), villaggio situato in loca-
come Turriqui), villaggio situato nelle lità Uttari nelle campagne di Osilo,
campagne di Ittiri, compreso nella cu- compreso nella curatoria del Montes;
ratoria del Coros; di origine medio- di origine medioevale, fu abbandonato
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
nel 1358 aveva una popolazione di polazione di circa 15 abitanti. 141. Val-
circa 120 abitanti. 134. Tuzano (cono- les (conosciuto anche come Bales o Vil-
sciuto anche come Cuiano), villaggio si- les), villaggio situato in località Can-
tuato nelle campagne di Pozzomag- taru Addes nelle campagne di Re-
giore, compreso nella curatoria del beccu, compreso nella curatoria del
Monteleone; di origine medioevale, fu Meilogu; di origine romana, fu abban-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1320 donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
aveva una popolazione di circa 10 abi- una popolazione di circa 20 abitanti.
tanti. 135. Ultero, villaggio situato in lo- 142. Versus (conosciuto anche come
calità non identificata nella curatoria Vessus o Vessi), villaggio situato nella
della Nurra; di origine medioevale, fu località omonima nelle campagne di
abbandonato nel secolo XIV; nel 1320 Alghero, compreso nella curatoria del
aveva una popolazione di circa 8 abi- Nulauro; di origine medioevale, fu ab-
tanti. 136. Uralossi (conosciuto anche bandonato nel secolo XV; nel 1320
come Oralosso o Ussallosso), villaggio aveva una popolazione di circa 10 abi-
situato in località Orulesse nelle cam- tanti. 143. Vindiguinoris (conosciuto an-
pagne di Sassari, compreso nella cura- che come Billikennor o Villikennor), vil-
toria della Nurra; di origine medio- laggio situato in località Biddichen-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; nero nelle campagne di Ossi, compreso
nel 1320 aveva una popolazione di nella curatoria del Coros; di origine
circa 15 abitanti. 137. Urgeghe (cono- medioevale, fu abbandonato nel secolo
sciuto anche come Urieke o Bigenni), XIV; nel 1358 aveva una popolazione di
villaggio situato in località San Salva- circa 80 abitanti.
tore nelle campagne di Florinas, com- GIUDICATO DI CAGLIARI Nel giudicato
preso nella curatoria del Figulinas; di di Cagliari sono stati individuati i se-
origine medioevale, fu abbandonato guenti villaggi abbandonati: 1. Aliri (co-
nel secolo XVI; nel 1358 aveva una po- nosciuto anche come Oliri o Arili), vil-
polazione di circa 280 abitanti. 138. laggio situato in località Oliri nella
Uruspe (conosciuto anche come Oru- campagne tra Guasila e Serrenti, com-
spe o Drusper), villaggio situato nelle preso nella curatoria della Trexenta;

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 570


Precarietà dell’insediamento rurale

di probabile origine preromana, fu ab- toria di Decimomannu; di origine me-


bandonato nel secolo XV; nel 1320 dioevale fu abbandonato nel secolo
aveva una popolazione di circa 120 abi- XIV; nel 1323 aveva circa 84 abitanti. 9.
tanti. 2. Alluda (conosciuto anche come Arcu (conosciuto anche come Arcedda),
Auda), villaggio situato in località villaggio situato in località Arcedda
Corte Auda nelle campagne di Senorbı̀, nelle campagne di Ortacesus, com-
compreso nella curatoria della Tre- preso nella curatoria della Trexenta;
xenta; di origine medioevale, fu abban- di origine medioevale, fu abbandonato
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva nel secolo XV; nel 1359 aveva una po-
una popolazione di circa 20 abitanti. 3. polazione di circa 28 abitanti. 10. Arcu-
Anquesa (conosciuto anche come lentu (conosciuto anche come Archu-
Aquose), villaggio situato in località lenti), villaggio situato in località omo-
non identificata nelle campagne di Vil- nima nelle campagne di San Vito, com-
lasor, compreso nella curatoria del preso nella curatoria di Colostrai; di
Gippi; di origine medioevale, fu abban- origine medioevale, fu abbandonato
donato nel secolo XV; nel 1359 aveva nel secolo XIV; nel 1316 aveva una po-
una popolazione di circa 44 abitanti. 4. polazione di circa 88 abitanti. 11. Arixi
Antas (conosciuto anche come Antase), Magno (conosciuto anche come Santa
villaggio situato in località omonima Lucia), villaggio situato in località
nelle campagne tra Iglesias e Flumini- Santa Lucia nelle campagne tra Se-
maggiore, compreso nella curatoria norbı̀ e Arixi, compreso nella curatoria
del Sigerro; di origine preromana, fu della Trexenta; di origine medioevale,
abbandonato nel secolo XV; nel 1349 fu abbandonato nel secolo XIII; i dati
aveva una popolazione di circa 160 abi- sulla sua popolazione non sono cono-
tanti. 5. Antesumade, villaggio situato sciuti. 12. Astia (conosciuto anche
in località non precisata, compreso come Stia), villaggio situato in prossi-
nella curatoria del Sigerro; di origine mità del castello di Gioiosaguardia
medioevale, fu abbandonato nel secolo nelle campagne di Villamassargia,
XIV; i dati sulla sua popolazione non compreso nella curatoria del Sigerro;
sono conosciuti. 6. Arcedi (conosciuto di origine medioevale, fu abbandonato
anche come Arceti), villaggio situato in nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
località Piscin’ortu nelle campagne di polazione di circa 292 abitanti. 13.
San Sperate, compreso nella curatoria Bacu (conosciuto anche come Bacchu),
di Decimomannu; di probabile origine villaggio situato in località Su Cuccu-
nuragica, fu abbandonato nel secolo reddu nelle campagne tra Dolianova e
XV; nel 1323 aveva circa 68 abitanti. 7. Serdiana, compreso nella curatoria di
Archiepiscopu (conosciuto anche come Dolia; di origine medioevale, fu abban-
Colostrai o Tolostrai), villaggio situato donato nel secolo XV; nel 1320 aveva
in prossimità dell’omonimo stagno, una popolazione di circa 44 abitanti.
compreso nella curatoria di Colostrai 14. Bangargia (conosciuto anche come
di cui fu capoluogo; di origine medio- Bangiargia), villaggio situato in loca-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; lità omonima nelle campagne di Igle-
nel 1320 aveva una popolazione di sias, compreso nella curatoria del Si-
circa 124 abitanti. 8. Arcu (conosciuto gerro; di origine medioevale, fu abban-
anche come Arco o Arcedda), villaggio donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
situato in località omonima nelle cam- una popolazione di circa 108 abitanti.
pagne di Siliqua, compreso nella cura- 15. Bangiargia, villaggio situato in loca-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 571


Precarietà dell’insediamento rurale

lità non individuata, compreso nella una popolazione di circa 5 abitanti. 22.
curatoria di Dolia; di origine medio- Baratuli (conosciuto anche come Ba-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; lardi), villaggio situato in località
nel 1320 aveva una popolazione di Bruncu Balardi nelle campagne di Do-
circa 28 abitanti. 16. Bangiu de Arili (co- lianova, compreso nella curatoria di
nosciuto anche come Bangiu de Liri o Dolia; di origine medioevale, fu abban-
de Niri), villaggio situato in località No- donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
stra Signora d’Itria nelle campagne di una popolazione di circa 224 abitanti.
Guasila, compreso nella curatoria 23. Barau de Murakessus, villaggio si-
della Trexenta; di probabile origine tuato in località imprecisata, com-
romana, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria del Sols; di ori-
XV; nel 1320 aveva una popolazione di gine medioevale, fu abbandonato nel
circa 168 abitanti. 17. Bangiu Donnico secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
(conosciuto anche come Bagni Donnici non sono conosciuti. 24. Barettas (cono-
o Banzos), villaggio situato in località sciuto anche come Baretas o Varetos),
Funtana Bangius nelle campagne di villaggio situato in prossimità del ca-
Ortacesus, compreso nella curatoria stello di Gioiosaguardia, compreso
della Trexenta; di probabile origine nella curatoria del Sigerro; di origine
romana, fu abbandonato nel secolo medioevale, fu abbandonato nel secolo
XV; nel 1320 aveva una popolazione di XVI; nel 1323 aveva una popolazione di
circa 64 abitanti. 18. Baraci (conosciuto circa 25 abitanti. 25. Baromela (cono-
anche come Barexis), villaggio situato sciuto anche come Barmela), villaggio
in località non precisata nella curato- situato in località non identificata
ria di Siurgus; di origine medioevale, della curatoria di Sols; di origine me-
fu abbandonato nel secolo XVI; i dati dioevale, fu abbandonato nel secolo
sulla sua popolazione non sono cono- XIV; nel 1323 aveva una popolazione
sciuti. 19. Baralla (conosciuto anche di circa 32 abitanti. 26. Bau de Cannas
come Barrali), villaggio situato in loca- (conosciuto anche come Canne), villag-
lità Cuccuru Barrali nelle campagne di gio situato in località Canne nelle cam-
Samassi, compreso nella curatoria di pagne di Narcao, compreso nella cura-
Nuraminis; di origine medioevale, fu toria di Sols; di origine medioevale, fu
abbandonato nel secolo XV; nel 1320 abbandonato nel secolo XV; nel 1323
aveva una popolazione di circa 180 abi- aveva una popolazione di circa 56 abi-
tanti. 20. Baratili (conosciuto anche tanti. 27. Borro (conosciuto anche come
come San Lorenzo o Santa Atroxia), vil- Orri), villaggio situato in località Planu
laggio situato nelle campagne tra Do- Orri nelle campagne di Serramanna,
musnovas e Iglesias, compreso nella compreso nella curatoria di Nurami-
curatoria del Sigerro; di origine me- nis; di origine medioevale, fu abbando-
dioevale, fu abbandonato nel secolo nato nel secolo XV; nel 1320 aveva una
XV; nel 1320 aveva una popolazione di popolazione di circa 48 abitanti. 28.
circa 256 abitanti. 21. Baratuli (cono- Borro (conosciuto anche come Borrus),
sciuto anche come Baratuli Scudargiu, villaggio situato una località posta al
Oladiri o Oladri), villaggio situato in lo- sud del castello di Gioiosaguardia,
calità Monte Oladri nelle campagne di compreso nella curatoria del Sigerro;
Monastir, compreso nella curatoria di di origine medioevale, fu abbandonato
Dolia; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XIV; nel 1323 aveva una po-
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva polazione di circa 84 abitanti. 29. Bui-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 572


Precarietà dell’insediamento rurale

stiri (conosciuto anche come Baustri o come Cracaxia), villaggio situato in lo-
Burotri), villaggio situato in località di calità Cracaxia nelle campagne di Se-
Bausteri nelle campagne di Narcao, gariu, compreso nella curatoria della
compreso nella curatoria di Sols; di Trexenta; di origine medioevale, fu ab-
origine medioevale, fu abbandonato bandonato nel secolo XIII; i dati sulla
nel secolo XIV; nel 1323 aveva una po- sua popolazione non sono conosciuti.
polazione di circa 40 abitanti. 30. 37. Carruti (conosciuto anche come
Campu (conosciuto anche come Villa- Santa Maria o Teruti), villaggio situato
campo), villaggio situato in località nelle campagne di Muravera, com-
Planu ’e Campu nelle campagne di Se- preso nella curatoria del Sarrabus; di
norbı̀, compreso nella curatoria della origine medioevale, fu abbandonato
Trexenta; di origine medioevale, fu ab- nel secolo XV; nel 1316 aveva una po-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla polazione di circa 72 abitanti. 38. Ca-
sua popolazione non sono conosciuti. sas, villaggio situato in località non
31. Canassa (conosciuto anche come identificata compreso nella curatoria
Cannase o Gonosa), villaggio situato in del Sigerro; di origine medioevale, fu
località non identificata compresa abbandonato nel secolo XV; nel 1323
nella curatoria del Gerrei; di origine aveva una popolazione di circa 160 abi-
medioevale, fu abbandonato nel secolo tanti. 39. Castangia (conosciuto anche
XIV; nel 1320 aveva una popolazione di come Castangias), villaggio situato
circa 24 abitanti. 32. Cancellus (cono- nelle campagne di Silius, compreso
sciuto anche come Canceddus), villag- nella curatoria del Gerrei; di origine
gio situato nelle campagne di Nurami- medioevale, fu abbandonato nel secolo
nis, compreso nella curatoria omo- XIV; nel 1320 aveva una popolazione di
nima; di origine medioevale, fu abban- circa 64 abitanti. 40. Corongiu (cono-
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva sciuto anche come Corogno), villaggio
una popolazione di circa 180 abitanti. situato in località Santa Introxia nelle
33. Cannadonica, villaggio situato in lo- campagne tra Sinnai e Quartu, com-
calità Cannadonica nelle campagne di preso nella curatoria del Campidano
Iglesias, compreso nella curatoria del di Cagliari; di origine medioevale, fu
Sigerro; di origine medioevale, fu ab- abbandonato nel secolo XIV; nel 1323
bandonato nel secolo XVI; i dati sulla aveva circa 160 abitanti. 41. Corongiu
sua popolazione non sono conosciuti. (conosciuto anche come Corognu), vil-
34. Canyelles, villaggio situato in una laggio situato nelle campagne di Mona-
località costiera tra Portoscuso e Por- stir, compreso nella curatoria di Dolia;
tovesme, compreso nella curatoria di di origine medioevale, fu abbandonato
Sols; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
donato nel secolo XIV; i dati sulla sua polazione di circa 48 abitanti. 42. Cor-
popolazione non sono conosciuti. 35. tingias, villaggio situato in una località
Carbonara (conosciuto anche come non identificata nella curatoria del
Carbonaja), villaggio situato in località Gerrei; di probabile origine romana,
omonima nelle campagne di Villasi- fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
mius, compreso nella curatoria del sulla sua popolazione non sono cono-
Campidano di Cagliari; di origine pu- sciuti. 43. Cortina (conosciuto anche
nico-romana, fu abbandonato nel se- come Cortinia), villaggio situato in lo-
colo XIV; nel 1323 aveva circa 140 abi- calità Genna Orrea nelle campagne di
tanti. 36. Carrarza (conosciuto anche San Vito, compreso nella curatoria del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 573


Precarietà dell’insediamento rurale

Sarrabus; di origine medioevale, fu ab- nel 1359 aveva una popolazione di


bandonato nel secolo XV; i dati sulla circa 80 abitanti. 51. Donigala Alba (co-
sua popolazione non sono conosciuti. nosciuto anche come Onigalla), villag-
44. Cossi (conosciuto anche come gio situato in località compresa tra le
Cossu), villaggio situato in località campagne di Siurgus Donigala e San-
Monte Cossu nelle campagne di Isili, t’Andrea Frius, compreso nella curato-
compreso nella curatoria di Siurgus; ria della Trexenta; di origine medio-
di origine medioevale, fu abbandonato evale, fu abbandonato nel secolo XV;
nel secolo XVI; i dati sulla sua popola- nel 1320 aveva una popolazione di
zione non sono conosciuti. 45. Cossu circa 20 abitanti. 52. Donisellu (cono-
(conosciuto anche come Corsos), villag- sciuto anche come Donnicello), villag-
gio situato in località Monte Idda nelle gio situato nelle campagne di Villasor,
campagne di Narcao, compreso nella compreso nella curatoria del Gippi; di
curatoria del Sols; di origine medio- origine medioevale, fu abbandonato
evale, fu abbandonato nel secolo XV; i nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
dati sulla sua popolazione non sono co- polazione di circa 20 abitanti. 53. Doni-
nosciuti. 46. Crari (conosciuto anche sellu, villaggio situato in località non
come Santa Maria), villaggio situato in individuata compresa nella curatoria
località Santa Maria nelle campagne di del Sigerro; di origine medioevale, fu
Silius, compreso nella curatoria del abbandonato nel secolo XIV; nel 1323
Gerrei; di origine medioevale, fu ab- aveva una popolazione di circa 24 abi-
bandonato nel secolo XV; i dati sulla tanti. 54. Durgodor (conosciuto anche
sua popolazione non sono conosciuti. come Drodori), villaggio situato in loca-
47. Cuccu Marroccu (conosciuto anche lità Drodori nelle campagne di Ulas-
come Rocho Marrocho), villaggio si- sai, compreso nella curatoria della
tuato nelle campagne di Iglesias, com- Barbagia di Seulo; di origine medio-
preso nella curatoria del Sols; di ori- evale, fu abbandonato nel secolo XV; i
gine medioevale, fu abbandonato nel dati sulla sua popolazione non sono co-
secolo XIV; i dati sulla sua popolazione nosciuti. 55. Fanari Jossu, villaggio si-
non sono conosciuti. 48. Cucho (cono- tuato in località Punta Fanari nelle
sciuto anche come Curchi o Cuccuru), campagne di Vallermosa, compreso
villaggio situato in località Punta Cuc- nella curatoria del Gippi; di origine
curu nelle campagne di Domus de Ma- medioevale, fu abbandonato nel secolo
ria, compreso nella curatoria di Nora; XV; nel 1320 aveva una popolazione di
di origine medioevale, fu abbandonato circa 140 abitanti. 56. Fanari Susu (co-
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- nosciuto anche come Phanari), villag-
polazione di circa 64 abitanti. 49. Culex gio situato in località Casteddu ’e Fa-
(conosciuto anche come Sancta Victo- nari nelle campagne di Vallermosa,
ria de Culex), villaggio situato in loca- compreso nella curatoria del Gippi; di
lità non conosciuta, compresa nella cu- origine preromana, fu abbandonato
ratoria del Sols; di origine medioevale, nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
fu abbandonato nel secolo XIV. 50. Dei polazione di circa 112 abitanti. 57. Flu-
(conosciuto anche come Dey), villaggio mini (Pluminos) (conosciuto anche
situato in località omonima nelle cam- come Flumenale), villaggio situato in
pagne di Guasila, compreso nella cura- località omonima nelle campagne di
toria della Trexenta; di origine nura- Quartu Sant’Elena, compreso nella cu-
gica, fu abbandonato nel secolo XV; ratoria del Campidano di Cagliari; di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 574


Precarietà dell’insediamento rurale

origine medioevale, fu abbandonato i dati sulla sua popolazione non sono


nel secolo XIV; nel 1323 aveva circa 76 conosciuti. 65. Gersalai, villaggio si-
abitanti. 58. Flumini Piccinnu, villag- tuato in località San Cristoforo nelle
gio situato in località compresa nella campagne di Seui, compreso nella cu-
curatoria del Sigerro; di origine me- ratoria della Barbagia di Seulo; di ori-
dioevale, fu abbandonato nel secolo gine medioevale, fu abbandonato nel
XIV; i dati sulla sua popolazione non secolo XIV; nel 1320 aveva una popola-
sono conosciuti. 59. Forcillas (cono- zione di circa 68 abitanti. 66. Gessa, vil-
sciuto anche come Corru de Forcillas o laggio situato in località omonima
Fucilla), villaggio situato in località nelle campagne di Buggerru, com-
omonima nelle campagne di Sestu, preso nella curatoria del Sigerro; di
compreso nella curatoria di Decimo- origine medioevale, fu abbandonato
mannu; di origine medioevale, fu ab- nel secolo XV; i dati sulla sua popola-
bandonato nel secolo XIV; nel 1323 zione non sono conosciuti. 67. Getha de
aveva circa 52 abitanti. 60. Frius (cono- Sipollo (conosciuto anche come Sabod-
sciuto anche come Fraus o Frigo), vil- dus), villaggio situato in località San
laggio situato in località Mitza Fraus Pietro nelle campagne di Serramanna,
nelle campagne tra Guasila e Serrenti, compreso nella curatoria del Gippi; di
compreso nella curatoria della Tre- origine medioevale, fu abbandonato
xenta; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
donato nel secolo XV; nel 1359 aveva zione non sono conosciuti. 68. Giba-
una popolazione di circa 20 abitanti. sturba, villaggio situato in località non
61. Frongia, villaggio situato in una lo- identificata compresa nella curatoria
calità situata a nord del castello di del Sols; di origine medioevale, fu ab-
Gioiosaguardia, compreso nella cura- bandonato nel secolo XIV; nel 1320
toria del Sigerro; di origine medio- aveva una popolazione di circa 28 abi-
evale, fu abbandonato nel secolo XV; tanti. 69. Gindili (conosciuto anche
nel 1320 aveva una popolazione di come Intili o Ghintili), villaggio situato
circa 92 abitanti. 62. Funtana Eguas nelle campagne tra Iglesias e Antas,
(conosciuto anche come Fontana de compreso nella curatoria del Sigerro;
Aqua), villaggio situato in località Fun- di origine medioevale, fu abbandonato
tana Eguas nelle campagne di Iglesias, nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
compreso nella curatoria del Sols; di polazione di circa 596 abitanti. 70.
origine medioevale, fu abbandonato Gippi Jossu (conosciuto anche come
nel secolo XIV. 63. Garabionis (cono- Ghippi Jossu o Zipeddu), villaggio si-
sciuto anche come Carabine o Raboni), tuato in località Zipeddu nelle campa-
villaggio situato in località Genna Ra- gne di Decimoputzu, compreso nella
boni nelle campagne di Capoterra, curatoria del Gippi; di origine medio-
compreso nella curatoria di Nora; di evale, fu abbandonato nel secolo XV;
origine medioevale, fu abbandonato nel 1320 aveva una popolazione di
nel secolo XIV; nel 1323 aveva una po- circa 128 abitanti. 71. Gippi Susu (cono-
polazione di circa 136 abitanti. 64. Gen- sciuto anche come Ghippi Suso o Santu
nesi (conosciuto anche come Genossi), Jacu), villaggio situato in località Santu
villaggio situato in località non indivi- Jacu nelle campagne di Villasor, com-
duata, compreso nella curatoria della preso nella curatoria del Gippi; di ori-
Barbagia di Seulo; di origine medio- gine romana, fu abbandonato nel se-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; colo XV; nel 1320 aveva una popola-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 575


Precarietà dell’insediamento rurale

zione di circa 112 abitanti. 72. Giu (co- laggio situato in una località prossima
nosciuto anche come Giosso o Yossu), alla confluenza del Leni con il Mannu
villaggio situato nelle campagne di Vil- nelle campagne di Serramanna, com-
lamassargia, compreso nella curatoria preso nella curatoria del Gippi; di ori-
del Sigerro; di origine medioevale, fu gine medioevale, fu abbandonato nel
abbandonato nel secolo XIV; i dati secolo XIV; nel 1320 aveva una popola-
sulla sua popolazione non sono cono- zione di circa 92 abitanti. 80. Iglesias de
sciuti. 73. Gonidoy, villaggio situato in Storponi (conosciuto anche come Scar-
località Cort’e Pisanu nelle campagne poni), villaggio situato in località Bia
di San Sperate, compreso nella curato- Scarponis nelle campagne di Villasor,
ria di Decimomannu; di origine medio- compreso nella curatoria del Gippi; di
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i origine medioevale, fu abbandonato
dati sulla sua popolazione non sono co- nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
nosciuti. 74. Gozzolai, villaggio situato polazione di circa 24 abitanti. 81. Ispidi
in località non identificata compresa (conosciuto anche come Nispidi o San
nella curatoria di Siurgus; di origine Michele), villaggio situato in località
medioevale, fu abbandonato nel secolo San Michele nelle campagne di Villa-
XIV; i dati sulla sua popolazione non sor, compreso nella curatoria del
sono conosciuti. 75. Gualalbay, villag- Gippi; di origine romana, fu abbando-
gio situato in località non individuata nato nel secolo XV; nel 1320 aveva una
compresa nella curatoria di Dolia; di popolazione di circa 32 abitanti. 82.
origine medioevale, fu abbandonato Jana de Jossu, villaggio situato nelle la
nel secolo XIV; i dati sulla sua popola- località di Susue nelle campagne di Us-
zione non sono conosciuti. 76. Guidala sana, compreso nella curatoria di Do-
(conosciuto anche come Santu Cri- lia; di origine medioevale, fu abbando-
stolu), villaggio situato nelle campagne nato nel secolo XIII; i dati sulla sua po-
di Villasalto, compreso nella curatoria polazione non sono conosciuti. 83.
del Gerrei; di origine medioevale, fu Janna (conosciuto anche come San
abbandonato nel secolo XIV; i dati Pietro de Janna o Costara), villaggio si-
sulla sua popolazione non sono cono- tuato in località San Lorenzo nelle
sciuti. 77. Guidilasso (conosciuto anche campagne di Ussana, compreso nella
come Todoleso), villaggio situato in lo- curatoria di Dolia; di origine romana,
calità non individuata compresa nella fu abbandonato nel secolo XVI; i dati
curatoria della Barbagia di Seulo; di sulla sua popolazione non sono cono-
origine medioevale, fu abbandonato sciuti. 84. Labevrador (conosciuto an-
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- che come Sant’Antoni de l’Abevrador),
polazione di circa 20 abitanti. 78. Gul- villaggio situato in località compresa
bisa (conosciuto anche come Siaorro), nella curatoria del Sols; di origine me-
villaggio situato tra il castello di Ac- dioevale, fu abbandonato nel secolo
quafredda e quello di Gioiosaguardia XIV; i dati sulla sua popolazione non
nelle campagne a sud di Siliqua, com- sono conosciuti. 85. Laconeddu (cono-
preso nella curatoria del Sigerro; di sciuto anche come Lacuneddu), villag-
origine medioevale, fu abbandonato gio situato nella curatoria di Dolia in
nel secolo XV; nel 1320 aveva una po- località non identificata; di origine me-
polazione di circa 116 abitanti. 79. dioevale, fu abbandonato nel secolo
Gurgo de Sipollo (conosciuto anche XIV; i dati sulla sua popolazione non
come Santa Maria di Monserrato), vil- sono conosciuti. 86. Lanegi (conosciuto

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 576


Precarietà dell’insediamento rurale

anche come La Nessi o Santa Giusta di anche come Mahiri), villaggio situato
Laneche), villaggio situato in località nelle campagne di Assemini, compreso
Santa Giusta nelle campagne di Gua- nella curatoria di Decimomannu; di
sila, compreso nella curatoria della origine medioevale, fu abbandonato
Trexenta; di origine preromana, fu ab- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla zione non sono conosciuti. 94. Mamussi
sua popolazione non sono conosciuti. (conosciuto anche come Mumossa), vil-
87. Latinus (conosciuto anche come laggio situato nelle campagne di Mura-
Lentini), villaggio situato nelle campa- vera, compreso nella curatoria di Colo-
gne di Villasalto, compreso nella cura- strai; di origine medioevale, fu abban-
toria del Gerrei; di origine medio- donato nel secolo XIV; i dati sulla sua
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; popolazione non sono conosciuti. 95.
nel 1320 aveva una popolazione di Marfatta (conosciuto anche come Mal-
circa 32 abitanti. 88. Leni, villaggio si- fatano), villaggio situato in una località
tuato in località omonima nelle campa- costiera presso il capo Malfatano, com-
gne di Villacidro, compreso nella cura- preso nella curatoria del Sols; di ori-
toria del Gippi; di origine medioevale, gine medioevale, fu abbandonato nel
fu abbandonato nel secolo XV; nel 1320 secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
aveva una popolazione di circa 244 abi- non sono conosciuti. 96. Margalu (cono-
tanti. 89. Lentiscu (conosciuto anche sciuto anche come Margoddo), villaggio
come Lustincho), villaggio situato in lo- situato in località Cuccuru ’e Idda
calità Sant’Elena nelle campagne di nelle campagne tra Narcao e Villamas-
Villaputzu, compreso nella curatoria sargia, compreso nella curatoria del
di Quirra; di origine medioevale, fu ab- Sols; di origine medioevale, fu abban-
bandonato nel secolo XIV; nel 1316 donato nel secolo XV; nel 1320 aveva
aveva una popolazione di circa 336 abi- una popolazione di circa 72 abitanti.
tanti. 90. Lessey (conosciuto anche 97. Margani (conosciuto anche come
come Mosey o Lusei), villaggio situato Marganni), villaggio situato nelle cam-
in località Monte Lusei nelle campa- pagne di Villamassargia, compreso
gne di Seui, compreso nella curatoria nella curatoria del Sigerro; di origine
della Barbagia di Seulo; di origine me- medioevale, fu abbandonato nel secolo
dioevale, fu abbandonato nel secolo XV; nel 1323 aveva una popolazione di
XV; nel 1320 aveva una popolazione di circa 48 abitanti. 98. Masone (cono-
circa 60 abitanti. 91. Mad (conosciuto sciuto anche come Mattalo), villaggio
anche come Sant’Iacobi de Mad), villag- situato nelle campagne di Serra-
gio situato in località non individuata, manna, compreso nella curatoria del
compreso nella curatoria del Sols; di Gippi; di origine medioevale, fu abban-
origine medioevale, fu abbandonato donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
nel secolo XIV; i dati sulla sua popola- una popolazione di circa 16 abitanti.
zione non sono conosciuti. 92. Magai 99. Massa (conosciuto anche come Ma-
(conosciuto anche come Maa), villaggio sie), villaggio situato in una località tra
situato in località omonima nelle cam- il castello di Acquafredda e Villamas-
pagne di Villaperuccio, compreso sargia, compreso nella curatoria del
nella curatoria del Sols; di origine me- Sigerro; di origine medioevale, fu ab-
dioevale, fu abbandonato nel secolo bandonato nel secolo XIV; nel 1323
XIV; i dati sulla sua popolazione non aveva una popolazione di circa 128 abi-
sono conosciuti. 93. Mairu (conosciuto tanti. 100. Menori, villaggio situato in

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 577


Precarietà dell’insediamento rurale

località non individuata compreso tuato in località Monte Murrecci nelle


nella curatoria del Colostrai; di origine campagne tra Giba e Santadi, com-
medioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria del Sols; di ori-
XIV; i dati sulla sua popolazione non gine medioevale, fu abbandonato nel
sono conosciuti. 101. Modulu, villaggio secolo XV; nel 1320 aveva una popola-
situato in località omonima nelle cam- zione di 28 abitanti ca. 108. Murta, vil-
pagne di Serdiana, compreso nella cu- laggio situato in località Bidda Sa
ratoria di Dolia; di origine medioevale, Murta nelle campagne di Monastir,
fu abbandonato nel secolo XIV; i dati compreso nella curatoria del Gippi; di
sulla sua popolazione non sono cono- origine preromana, fu abbandonato
sciuti. 102. Mogor (conosciuto anche nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
come Moguru), villaggio situato in loca- polazione di circa 56 abitanti. 109.
lità omonima nelle campagne di Dolia- Murta Urci (conosciuto anche come
nova, compreso nella curatoria di Do- Murtaucci), villaggio situato in località
lia; di origine medioevale, fu abbando- non individuata nella curatoria del
nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una Campidano di Cagliari; di origine me-
popolazione di circa 16 abitanti. 103. dioevale, fu abbandonato nel secolo
Mogor de Liurus (conosciuto anche XIII; i dati della sua popolazione non
come Mogoro), villaggio situato presso sono conosciuti. 110. Nepos (conosciuto
lo stagno di Santa Gilla nelle campagne anche come Nepotis o Nebida), villaggio
di Elmas, compreso nella curatoria di situato in località non identificata
Decimomannu; di origine punico-ro- compresa nella curatoria del Sols; di
mana, fu abbandonato nel secolo XV; origine medioevale, fu abbandonato
nel 1320 aveva circa 108 abitanti. 104. nel secolo XIV; nel 1323 aveva una po-
Monpusi (conosciuto anche come Pu- polazione di circa 40 abitanti. 111. Ni-
busa), villaggio situato in località zas (conosciuto anche come Misa), vil-
Bruncu Pubusa nelle campagne di Ser- laggio situato in località Cann’e Sisa,
renti, compreso nella curatoria di Nu- presso l’attuale Torre delle Stelle di
raminis; di probabile origine prero- Maracalagonis, compreso nella curato-
mana, fu abbandonato nel secolo XV; i ria del Campidano di Cagliari; di ori-
dati sulla sua popolazione non sono co- gine medioevale, fu abbandonato nel
nosciuti. 105. Moracesus (conosciuto secolo XIV; nel 1323 aveva circa 20 abi-
anche come Necacesos o Norapeci), vil- tanti. 112. Nuracadu (conosciuto anche
laggio situato nelle campagne di Nura- come Nuracadi), villaggio situato in lo-
minis, compreso nella curatoria omo- calità Nuracara nelle campagne tra Si-
nima; di origine medioevale, fu abban- biola e Sestu, compreso nella curatoria
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva di Dolia; di origine medioevale, fu ab-
una popolazione di circa 88 abitanti. bandonato nel secolo XVI; nel 1320
106. Morus (conosciuto anche come Mo- aveva una popolazione di circa 136 abi-
res), villaggio situato in località Bidd’e tanti. 113. Nurache, villaggio situato in
Morus nelle campagne di Burcei, com- località non individuata compresa
preso nella curatoria del Campidano nella curatoria di Nuraminis; di ori-
di Cagliari; di origine medioevale, fu gine medioevale, fu abbandonato nel
abbandonato nel secolo XIV; i dati secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
sulla sua popolazione non sono cono- non sono conosciuti. 114. Nuraci, vil-
sciuti. 107. Murdelu (conosciuto anche laggio situato in località non indivi-
come Murdegu o Murreci), villaggio si- duata compresa nella curatoria di De-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 578


Precarietà dell’insediamento rurale

cimomannu; di origine medioevale, fu nus), villaggio situato in località non


abbandonato nel secolo XIV; i dati identificata compresa nella curatoria
sulla sua popolazione non sono cono- di Siurgus; di origine medioevale, fu
sciuti. 115. Nuragi de Frotey (cono- abbandonato nel secolo XIV; i dati
sciuto anche come San Biagio o Nu- sulla sua popolazione non sono cono-
raxi), villaggio situato in località Santu sciuti. 122. Palmas (conosciuto anche
Brai nelle campagne di Furtei, com- come San Pietro), villaggio situato in
preso nella curatoria di Nuraminis; di località San Pietro nelle campagne di
origine preromana, fu abbandonato Villasor, compreso nella curatoria del
nel secolo XVIII; nel 1320 aveva una Gippi; di origine romana, fu abbando-
popolazione di circa 88 abitanti. 116. nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una
Nuraxi (conosciuto anche come Nu- popolazione di circa 64 abitanti. 123.
race), villaggio situato in località Santa Parasuli, villaggio situato in località
Maria Nuraghi nelle campagne di Bal- non identificata compresa nella cura-
lao, compreso nella curatoria del Ger- toria di Dolia; di origine medioevale,
rei; di origine preromana, fu abbando- fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una sulla sua popolazione non sono cono-
popolazione di circa 28 abitanti. 117. sciuti. 124. Pardu (conosciuto anche
Nurgi (conosciuto anche come Nuxi), come Prato), villaggio situato in loca-
villaggio situato nelle campagne tra lità non identificata, compresa nella
Monastir e San Sperate, compreso curatoria del Sols; di origine medio-
nella curatoria di Dolia; di origine me- evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
dioevale, fu abbandonato nel secolo nel 1323 aveva una popolazione di
XVI; nel 1320 aveva una popolazione circa 92 abitanti. 125. Pardu (cono-
di circa 136 abitanti. 118. Nuxedda (co- sciuto anche come Ardu), villaggio si-
nosciuto anche come Nuxelles), villag- tuato nelle campagne di Musei, com-
gio situato in località Piscina Nuxedda preso nella curatoria del Sigerro; di
nelle campagne di Maracalagonis, origine medioevale, fu abbandonato
compreso nella curatoria del Campi- nel secolo XV; non si conoscono i dati
dano di Cagliari; di origine medio- sulla sua popolazione. 126. Pau, villag-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; gio situato in località omonima nelle
i dati sulla sua popolazione non sono campagne tra Guasila e Segariu, com-
conosciuti. 119. Orto de Cidro (cono- preso nella curatoria della Trexenta;
sciuto anche come Piscina de Ortu), vil- di probabile origine romana, fu abban-
laggio situato in località Santa Suia donato nel secolo XIII; i dati sulla sua
nelle campagne di San Sperate, com- popolazione non sono conosciuti. 127.
preso nella curatoria di Decimo - Pau Jossu (conosciuto anche come San
mannu; di origine preromana, fu ab- Lucifero), villaggio situato in località
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 Cuccuru San Lucifero nelle campagne
aveva circa 60 abitanti. 120. Orto Jacob, di Vallermosa, compreso nella curato-
villaggio situato in località Ortu Su Loi ria del Gippi; di probabile origine ro-
nelle campagne di Capoterra, com- mana, fu abbandonato nel secolo XV;
preso nella curatoria di Nora; di ori- nel 1359 aveva una popolazione di
gine medioevale, fu abbandonato nel circa 40 abitanti. 128. Pau Susu (Pau de
secolo XV; nel 1320 aveva una popola- Vinyes), villaggio situato alle falde del
zione di circa 120 abitanti. 121. Ortu- Monti Idda nelle campagne di Valler-
lani (conosciuto anche come Ortula- mosa, compreso nella curatoria del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 579


Precarietà dell’insediamento rurale

Gippi; di probabile origine romana, fu tuato in località Santa Maria nelle cam-
abbandonato nel secolo XV; nel 1359 pagne di Villagreca, compreso nella
aveva una popolazione di circa 52 abi- curatoria di Nuraminis; di origine nu-
tanti. 129. Perdalonga (conosciuto an- ragica, fu abbandonato nel secolo XV;
che come Petralonga), villaggio situato nel 1320 aveva una popolazione di
in località Sa Pedra Longa nelle cam- circa 92 abitanti. 136. Pranu Mois (co-
pagne di Teulada, compreso nella cu- nosciuto anche come Plano Moys), vil-
ratoria del Sols; di origine medioevale, laggio situato in località omonima
fu abbandonato nel secolo XV; nel 1320 nelle campagne di San Basilio, com-
aveva una popolazione di circa 84 abi- preso nella curatoria della Trexenta;
tanti. 130. Perd’e Sal (conosciuto anche di origine medioevale, fu abbandonato
come Petra di Sale), villaggio situato in nel secolo XIII; i dati sulla sua popola-
località omonima nelle campagne di zione non sono conosciuti. 137. Quirra
Sarroch, compreso nella curatoria di (conosciuto anche come Chirra o
Nora; di origine medioevale, fu abban- Kirra), villaggio situato in prossimità
donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva dell’omonimo castello, compreso nella
una popolazione di circa 344 abitanti. curatoria omonima, di cui era capo-
131. Perda Sterria (conosciuto anche luogo; di origine medioevale, fu abban-
come Petra Sterrita), villaggio situato donato nel secolo XV; i dati sulla sua
nelle campagne di Pula, compreso popolazione non sono conosciuti. 138.
nella curatoria di Nora; di origine me- Rezoli (conosciuto anche come Reoli o
dioevale, fu abbandonato nel secolo Gripolli), villaggio situato in località
XIV; i dati sulla sua popolazione non non individuata, compresa nella cura-
sono conosciuti. 132. Petrera (cono- toria di Siurgus; di origine medioevale,
sciuto anche come Santa Maria Itria), fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
villaggio situato in località Pedredu, sulla sua popolazione non sono cono-
attualmente compresa nell’area ur- sciuti. 139. Saliu (conosciuto anche
bana di Muravera, compreso nella cu- come Montesali), villaggio situato nelle
ratoria del Sarrabus; di origine medio- campagne di Pula, compreso nella cu-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i ratoria Nora; di origine medioevale, fu
dati sulla sua popolazione non sono co- abbandonato nel secolo XV; nel 1358
nosciuti. 133. Planu de Castiadas (cono- aveva una popolazione di circa 24 abi-
sciuto anche come Villacastiadas), vil- tanti. 140. San Vetrano (conosciuto an-
laggio situato in località non identifi- che come Suvetrano o Bidrano), villag-
cata, compreso nella curatoria di Colo- gio situato in una località, attualmente
strai; di origine medioevale, fu abban- integrata nell’area urbana di Cagliari,
donato nel secolo XIV; nel 1316 aveva compreso nella curatoria del Campi-
una popolazione di 52 abitanti ca. 134. dano di Cagliari; di origine medio-
Plassas d’Abis (conosciuto anche come evale, fu abbandonato nel secolo XVI;
Pranu is Abis), villaggio situato in loca- nel 1320 aveva circa 288 abitanti. 141.
lità Serra is Abis nelle campagne di Santa Maria de Claro, villaggio situato
San Vito, compreso nella curatoria del in località di Monte Claro su un territo-
Sarrabus; di origine preromana, fu ab- rio ormai incluso in quello urbano di
bandonato nel secolo XIII; i dati sulla Cagliari, compreso nella curatoria del
sua popolazione non sono conosciuti. Campidano di Cagliari; di origine alto-
135. Pramont (conosciuto anche come medioevale, fu abbandonato nel secolo
Postmonte o Santa Maria), villaggio si- XIV; nel 1323 aveva circa 20 abitanti.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 580


Precarietà dell’insediamento rurale

142. Santa Maria de Paradiso, villaggio bandonato nel secolo XV; nel 1320
situato in località Sant’Isidoro nelle aveva una popolazione di circa 144 abi-
campagne di Quartu Sant’Elena, com- tanti. 149. Sipollo Josso (conosciuto an-
preso nella curatoria del Campidano che come Seboddus), villaggio situato
di Cagliari; di origine medioevale, fu in località Santa Giuliana nelle campa-
abbandonato nel secolo XV; nel 1323 gne di Serramanna, compreso nella cu-
aveva circa 276 abitanti. 143. Santa Ma- ratoria del Gippi; di origine medio-
ria Maddalena (conosciuto anche come evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
Maddalena), villaggio situato in loca- i dati sulla sua popolazione non sono
lità Maddalena Spiaggia nelle campa- conosciuti. 150. Sebatzus Jossu (cono-
gne di Capoterra, compreso nella cura- sciuto anche come Sepassi Josso), vil-
toria di Nora; di origine romana, fu ab- laggio situato nelle campagne tra Sili-
bandonato nel secolo XIV; nel 1323 qua e Villamassargia, compreso nella
aveva una popolazione di circa 168 abi- curatoria del Sigerro; di origine me-
tanti. 144. Santu Milanu (conosciuto dioevale, fu abbandonato nel secolo
anche come Prato Gimigliano), villag- XV; nel 1320 aveva una popolazione di
gio situato in località San Gimiliano circa 192 abitanti. 151. Sebatzus Susu
nelle campagne di Guasila, compreso (conosciuto anche come Sabazu), vil-
nella curatoria della Trexenta; di ori- laggio situato nelle campagne tra Sili-
gine punico-romana, fu abbandonato qua e Villamassargia, compreso nella
nel secolo XIV; i dati sulla sua popola- curatoria del Sigerro; di origine me-
zione non sono conosciuti. 145. Santu dioevale, fu abbandonato nel secolo
Venuci (conosciuto anche come San Ge- XV; nel 1320 aveva una popolazione di
nesio o Santu Inesu), villaggio situato circa 192 abitanti. 152. Sebera (cono-
nelle campagne di Uta, compreso nella sciuto anche come Stebera), villaggio
curatoria di Decimomannu; di origine situato in località Santa Nastasia nelle
medioevale, fu abbandonato nel secolo campagne di Guasila, compreso nella
XV; nel 1320 aveva circa 60 abitanti. curatoria della Trexenta; di origine ro-
146. Sarassi (conosciuto anche come mana, fu abbandonato nel secolo XV;
Sarrassi), villaggio situato in località nel 1320 aveva una popolazione di
Sesseri nelle campagne di Gesico, circa 108 abitanti. 153. Segavenu (cono-
compreso nella curatoria della Tre- sciuto anche come Segosus), villaggio
xenta; di origine preromana, fu abban- situato in località Ruinalis Segavenu
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva nelle campagne di Nuraminis, com-
una popolazione di circa 24 abitanti. preso nella curatoria di Nuraminis; di
147. Sassai, villaggio situato in prossi- origine nuragica, fu abbandonato nel
mità del castello di Orguglioso nelle secolo XIV; nel 1320 aveva una popola-
campagne di San Nicolò Gerrei, com- zione di circa 68 abitanti. 154. Segolai
preso nella curatoria del Gerrei; di ori- (conosciuto anche come Santa Ma-
gine medioevale, fu abbandonato nel riedda), villaggio situato in località
secolo XVII; nel 1320 aveva una popo- Santa Mariedda nelle campagne di Se-
lazione di circa 24 abitanti. 148. Scolca norbı̀, compreso nella curatoria della
de Sipollo (conosciuto anche come Us- Trexenta; di origine punico-romana,
sara de Sipollo), villaggio situato in lo- fu abbandonato nel secolo XVII; nel
calità Santu Deus nelle campagne di 1320 aveva una popolazione di circa 56
Serramanna, compreso nella curatoria abitanti. 155. Seguale, villaggio situato
del Gippi; di origine medioevale, fu ab- in località non individuata, compreso

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 581


Precarietà dell’insediamento rurale

nella curatoria del Gerrei; di origine polazione di circa 76 abitanti. 163. Si-
medioevale, fu abbandonato nel secolo gulis, villaggio situato in località non
XIV; i dati sulla sua popolazione non identificata, compreso nella curatoria
sono conosciuti. 156. Sehanno (cono- del Sigerro; di origine medioevale, fu
sciuto anche come Saanno o Sa Aiana), abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
villaggio situato nelle campagne di So- aveva una popolazione di circa 460 abi-
leminis, compreso nella curatoria di tanti. 164. Sigussini (conosciuto anche
Dolia; di origine medioevale, fu abban- come Segussini), villaggio situato nelle
donato nel secolo XVI; nel 1320 aveva campagne di Sinnai, compreso nella
una popolazione di circa 120 abitanti. curatoria del Campidano di Cagliari;
157. Seminis (conosciuto anche come di origine medioevale, fu abbandonato
Siminis), villaggio situato in località nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
Su Strintu de Simisi nelle campagne zione non sono conosciuti. 165. Simbi-
di San Sperate, compreso nella curato- lia (conosciuto anche come Semelia o
ria di Decimomannu; di origine nura- Santa Caterina), villaggio situato in lo-
gica, fu abbandonato nel secolo XIV; calità Santa Caterina nelle campagne
nel 1320 aveva circa 48 abitanti. 158. di Elmas, compreso nella curatoria del
Separassiu (conosciuto anche come Te- Campidano di Cagliari; di origine ro-
faraxi o Ceparaxi), villaggio situato in mana, fu abbandonato nel secolo XV;
località omonima nelle campagne di nel 1320 aveva circa 132 abitanti. 166.
Quartucciu, compreso nella curatoria Simieri, villaggio situato in località
del Campidano di Cagliari; di origine omonima nelle campagne di Senorbı̀,
medioevale, fu abbandonato nel secolo compreso nella curatoria della Tre-
XIV; nel 1320 aveva circa 32 abitanti. xenta; di origine medioevale, fu abban-
159. Siarus (conosciuto anche come donato nel secolo XIV; nel 1359 aveva
Scari), villaggio situato in località non una popolazione di circa 44 abitanti.
identificata, compresa nella curatoria 167. Sinnuri (conosciuto anche come
del Gippi; di origine medioevale, fu ab- Sennoris), villaggio situato in località
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 non identificata, compreso nella cura-
aveva una popolazione di circa 16 abi- toria del Campidano di Cagliari; di ori-
tanti. 160. Siarus (conosciuto anche gine medioevale, fu abbandonato nel
come Searu), villaggio situato in loca- secolo XVI; nel 1320 aveva circa 48 abi-
lità Santu Miali nelle campagne di Vil- tanti. 168. Sioco (conosciuto anche
lacidro, compreso nella curatoria del come Sehoccu), villaggio situato in lo-
Gippi; di origine medioevale, fu abban- calità Domi Sioco nelle campagne tra
donato nel secolo XIV. 161. Sibiola, vil- Guasila e Ortacesus, compreso nella
laggio situato nella località omonima curatoria della Trexenta; di origine
nelle campagne di Serdiana, compreso preromana, fu abbandonato nel secolo
nella curatoria di Dolia; di origine ro- XV; nel 1359 aveva una popolazione di
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; circa 56 abitanti. 169. Siponti (cono-
nel 1320 aveva una popolazione di sciuto anche come Seponti), villaggio
circa 352 abitanti. 162. Sibolessi (cono- situato in località Bonu Picciu nelle
sciuto anche come Sibilessi), villaggio campagne di San Sperate, compreso
situato in località non individuata nella curatoria di Decimomannu; di
compresa nella curatoria del Sigerro; origine romana, fu abbandonato nel se-
di origine medioevale, fu abbandonato colo XV; nel 1323 aveva circa 244 abi-
nel secolo XVI; nel 1320 aveva una po- tanti. 170. Sirai (conosciuto anche

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 582


Precarietà dell’insediamento rurale

come Siray), villaggio situato in loca- tase), villaggio situato in località Fon-
lità omonima nelle campagne di Car- tana Siutas nelle campagne di Nurami-
bonia, compreso nella curatoria del nis, compreso nella curatoria di Nura-
Sols; di origine punico-romana, fu ab- minis; di origine medioevale, fu abban-
bandonato nel secolo XV; nel 1323 donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
aveva una popolazione di circa 80 abi- una popolazione di circa 176 abitanti.
tanti. 171. Sirigargiu (conosciuto anche 178. Sogus, villaggio situato in località
come Serigargiu), villaggio situato in Bi’e Is ogus nelle campagne tra Mona-
località non identificata, compreso stir e Villasor, compreso nella curato-
nella curatoria del Campidano di Ca- ria del Gippi; di origine medioevale, fu
gliari; di origine altomedioevale, fu ab- abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una popolazione di circa 56 abi-
aveva circa 180 abitanti. 172. Sirri (co- tanti. 179. Sorrui, villaggio situato in lo-
nosciuto anche come Seherris), villag- calità omonima nelle campagne di Mu-
gio situato in località rivierasca nelle ravera, compreso nella curatoria del
campagne di Porto Botte, compreso Sarrabus; di origine medioevale, fu ab-
nella curatoria di Sols; di origine pu- bandonato nel secolo XIV; nel 1316
nico-romana, fu abbandonato nel se- aveva una popolazione di circa 136 abi-
colo XV; nel 1320 aveva una popola- tanti. 180. Spaciani (conosciuto anche
zione di circa 164 abitanti. 173. Sisali, come Spatiani), villaggio situato nelle
villaggio situato in località San Vale- campagne di San Nicolò Gerrei, com-
riano nelle campagne di Monserrato, preso nella curatoria del Gerrei; di ori-
compreso nella curatoria del Campi- gine medioevale, fu abbandonato nel
dano di Cagliari; di origine medio- secolo XVI; nel 1320 aveva una popola-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; zione di circa 20 abitanti. 181. Surlongo
nel 1320 aveva circa 20 abitanti. 174. Si- (conosciuto anche come Corrulongu),
serri (conosciuto anche come Cizerra), villaggio situato nelle campagne di
villaggio situato in località Santa Giu- Ballao, compreso nella curatoria del
liana nelle campagne di Ussana, com- Gerrei; di origine medioevale, fu ab-
preso nella curatoria di Dolia; di ori- bandonato nel secolo XIV; nel 1320
gine medioevale, fu abbandonato nel aveva una popolazione di circa 52 abi-
secolo XIV; nel 1320 aveva una popola- tanti. 182. Sussua (conosciuto anche
zione di circa 120 abitanti. 175. Siuro, come Susue), villaggio situato in loca-
villaggio situato in località Sant’An- lità Susua nelle campagne di Sestu,
gela nelle campagne di Silius, com- compreso nella curatoria di Dolia; di
preso nella curatoria del Gerrei; di ori- origine preromana, fu abbandonato
gine medioevale, fu abbandonato nel nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
secolo XIV; nel 1320 aveva una popola- polazione di circa 148 abitanti. 183. Tor-
zione di circa 40 abitanti. 176. Siurru ralba (conosciuto anche come Ter-
(conosciuto anche come Santu Sa- ralba), villaggio situato nelle campa-
durru), villaggio situato in località gne di Pula, compreso nella curatoria
Santu Esu nelle campagne di Sestu, di Nora; di origine medioevale, fu ab-
compreso nella curatoria del Campi- bandonato nel secolo XV; nel 1320
dano di Cagliari; di origine medio- aveva una popolazione di circa 144 abi-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; tanti. 184. Trailis, villaggio situato in lo-
nel 1323 aveva circa 120 abitanti. 177. calità non individuata, compreso nella
Siutas (conosciuto anche come Seuc- curatoria del Sols; di origine medio-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 583


Precarietà dell’insediamento rurale

evale, fu abbandonato nel secolo XIV; fu abbandonato nel secolo XIV; nel
nel 1320 aveva una popolazione di 1316 aveva una popolazione di circa 72
circa 84 abitanti. 185. Tului (conosciuto abitanti. 192. Urratile (conosciuto an-
anche come Tulvi o San Giorgio), villag- che come Urradoli o Turri), villaggio si-
gio situato in località San Pietro di Tu- tuato in località Santu Milanu nelle
lui nelle campagne tra Giba e Trata- campagne di Carbonia, compreso nella
lias, compreso nella curatoria del curatoria del Sols; di origine medio-
Sols; di origine medioevale, fu abban- evale, fu abbandonato nel secolo XV;
donato nel secolo XV; nel 1323 aveva nel 1323 aveva una popolazione di
una popolazione di circa 276 abitanti. circa 40 abitanti. 193. Urso (conosciuto
186. Turbengentilis (conosciuto anche anche come Orsu), villaggio situato in
come Turbini Gentilis o Trobigittei), vil- località Orsu nelle campagne di Musei,
laggio situato nelle campagne di Ussas- compreso nella curatoria del Sigerro;
sai, compreso nella curatoria della di origine medioevale, fu abbandonato
Barbagia di Seulo; di origine medio- nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; polazione di circa 24 abitanti. 194. Uta
nel 1320 aveva una popolazione di Jossu, villaggio situato in località Santu
circa 20 abitanti. 187. Turri (conosciuto Tomasu nelle campagne di Uta, com-
anche come Turriga), villaggio situato preso nella curatoria Decimomannu;
in località Turrita nelle campagne tra di origine punico-romana, fu abbando-
Senorbı̀ e Selegas, compreso nella cu- nato nel secolo XV; nel 1320 aveva circa
ratoria della Trexenta; di origine pre- 52 abitanti. 195. Vestaris (conosciuto an-
romana, fu abbandonato nel secolo XV; che come Levestar o Albastar), villaggio
nel 1320 aveva una popolazione di situato nelle campagne di Pula, com-
circa 12 abitanti. 188. Turri, villaggio preso nella curatoria di Nora; di ori-
situato in località non individuata, gine medioevale, fu abbandonato nel
compreso nella curatoria di Dolia; di secolo XVI; nel 1320 aveva una popola-
origine medioevale, fu abbandonato zione di circa 48 abitanti. 196. Villama
nel secolo XV; i dati sulla sua popola- (conosciuto anche come Villamaris),
zione non sono conosciuti. 189. Turri villaggio situato in località non indivi-
Segazo (conosciuto anche come Turre duata, compreso nella curatoria del
de Casu), villaggio situato in località Sols; di origine medioevale, fu abban-
Santa Lucia nelle campagne di Ser- donato nel secolo XIV; nel 1323 aveva
diana, compreso nella curatoria di Do- una popolazione di circa 60 abitanti.
lia; di origine medioevale, fu abbando- 197. Villamajor de Ponte (conosciuto an-
nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una che come Maior Pontis o Bidda Maiore),
popolazione di circa 56 abitanti. 190. villaggio situato nelle campagne di San
Ulumus, villaggio situato in località Priamo, compreso nella curatoria di
Genna Orrea nelle campagne di San Colostrai; di origine medioevale, fu ab-
Vito, compreso nella curatoria del Sar- bandonato nel secolo XIV; nel 1316
rabus; di origine medioevale, fu abban- aveva una popolazione di circa 112 abi-
donato nel secolo XV; dati sulla popo- tanti. 198. Villanova de Castiades, vil-
lazione non conosciuti. 191. Urlu (cono- laggio situato in località Castiadas
sciuto anche come Uluetu), villaggio si- lungo l’antica strada Sarcapos-Olbia,
tuato in località Uluetu nelle campa- compreso nella curatoria del Colo-
gne di Villaputzu, compreso nella cura- strai; di origine medioevale, fu abban-
toria di Quirra; di origine medioevale, donato nel secolo XIV; nel 1316 aveva

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 584


Precarietà dell’insediamento rurale

una popolazione di circa 72 abitanti. nato nel secolo XV, i suoi abitanti si tra-
199. Villanova de Concas (conosciuto sferirono ad Allai. 2. Bonorcili (cono-
anche come Concas), villaggio situato sciuto anche come Bonozzuli), villaggio
in località a nord del castello di Acqua- che sorgeva in località Santa Maria nei
fredda lungo il fiume Cixerri, com- pressi di Mogoro, compreso nell’omo-
preso nella curatoria del Sigerro; di nima curatoria; nel corso del secolo
origine medioevale, fu abbandonato XVI i suoi abitanti si trasferirono a Mo-
nel secolo XV; nel 1320 aveva una po- goro. 3. Calcargia (conosciuto anche
polazione di circa 124 abitanti. 200. Vil- come Cargi o Cracaxia), villaggio che
lanova San Basilio (conosciuto anche sorgeva in località Santa Maria nelle
come Bidda Noa), villaggio situato in campagne di Mogoro, compreso nella
una località non identificata, com- curatoria di Parte Montis; di probabili
preso nella curatoria del Campidano origini punico-romane, fu abbando-
di Cagliari; di origine medioevale, fu nato nel secolo XV quando i suoi abi-
abbandonato nel secolo XV; nel 1320 tanti si trasferirono a Mogoro. 4. Fenu-
aveva circa 44 abitanti. 201. Villanova ghedu (conosciuto anche come Fenu-
de Sirussi (conosciuto anche come Sa- gheda o Finocleto), villaggio che sor-
ruis o Vila Nova de Sellosa), villaggio si- geva nelle campagne di Donigala Fe-
tuato in località San Giovanni nelle nughedu, compreso nella curatoria
campagne tra Siliqua e Villaspeciosa, del Campidano Maggiore; di probabile
compreso nella curatoria del Sigerro; origine punico-romana, nel secolo
di origine medioevale, fu abbandonato XVII i suoi abitanti si trasferirono a
nel secolo XV; nel 1323 aveva una po- Donigala, che prese il nome di Doni-
polazione di 428 abitanti ca. 202. Ygali gala Fenughedu. 5. Leonissa (cono-
(conosciuto anche come Iguali), villag- sciuto anche come Lunissa), villaggio
gio situato nelle campagne di San Vito, situato nella località Santa Maria de
compreso nella curatoria del Sarra- Susu nelle campagne di Atzara, com-
bus; di origine medioevale, fu abban- preso nella curatoria del Mandrolisai;
donato nel secolo XV; i dati sulla sua di probabili origini romane, fu abban-
popolazione non sono conosciuti. 203. donato nel secolo XIV quando i suoi
Yssu (conosciuto anche come Asso o abitanti si trasferirono ad Atzara. 6.
Biddaizzu), villaggio situato nelle cam- Santa Maria de is Acquas (conosciuto
pagne di Villaspeciosa, compreso nella anche come Abbas), villaggio che sor-
curatoria del Gippi; di origine medio- geva in prossimità dell’omonima
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i chiesa nelle campagne di Sardara,
dati sulla sua popolazione non sono co- compreso nella curatoria del Bonor-
nosciuti. cili; di origine romana, fu abbandonato
Villaggi i cui abitanti si trasferirono nel secolo XIV quando i suoi abitanti si
altrove o si unirono ad altro villaggio trasferirono a Sardara. 7. Sitzamus (co-
già esistente nosciuto anche come Sisalmus), villag-
GIUDICATO DI ARBOREA Nel giudicato gio che sorgeva in località Santa Bar-
di Arborea furono i seguenti: 1. Barba- bara nelle campagne tra Pauli Arbarei
giana (conosciuto anche come Barba- e Siddi, compreso nella curatoria della
riana), villaggio che sorgeva presso Al- Marmilla; di origini medioevali, fu ab-
lai, compreso nella curatoria di Parte bandonato nel secolo XVII quando i
Barigadu; nel 1388 aveva una popola- suoi abitanti si trasferirono a Siddi,
zione di circa 40 abitanti; fu abbando- Pauli Arbarei e Ussaramanna. 8. Spa-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 585


Precarietà dell’insediamento rurale

sulé (conosciuto anche come Espasulé), GIUDICATO DI CAGLIARI Nei territori


villaggio che sorgeva in località Santu del giudicato di Cagliari furono i se-
Giaccu nelle campagne di Sorgono, guenti: 1. Acquafredda (sec. XV), si-
compreso nella curatoria del Mandro- tuato nella curatoria del Sigerro; nel
lisai; di origini medioevali, fu abban- 1320 aveva una popolazione di circa 80
donato nel secolo XVIII quando i suoi abitanti, trasferiti in seguito a Siliqua.
abitanti si trasferirono ad Atzara, Sor- 2. Palma, villaggio situato nelle campa-
gono e a Tonara. gne di Cagliari tra Pirri e Monserrato,
Nei territori extragiudicali furono i se- compreso nella curatoria del Campi-
guenti: 1. Biduvé (conosciuto anche dano di Cagliari; di origine preromana,
come Batiffe), villaggio situato nelle nel secolo XVI la sua popolazione si
campagne di Pattada, compreso nella trasferı̀ a Selargius; nel 1323 aveva
curatoria di Montacuto; nel 1388 aveva circa 712 abitanti. 3. Sebolla (Cepola)
una popolazione di circa 44 abitanti, (conosciuto anche come Sepullo), vil-
trasferitisi in seguito a Pattada. 2. Bor- laggio situato in località omonima
ticoro (conosciuto anche come Bilco- nelle immediate vicinanze di Quartu
chor o Guilciocor), villaggio situato Sant’Elena, compreso nella curatoria
nelle campagne di Esporlatu in loca- del Campidano di Cagliari; di origine
lità Sa Pira Ire, compreso nella curato- romana, nel corso del secolo XIV i suoi
ria del Goceano; di origine altomedioe- abitanti unitamente a quelli di Quarto
vale, fu abbandonato nel secolo XVIII Donnico e Quartu Jossu concorsero a
quando i suoi abitanti si trasferirono a formare Quarto, l’attuale Quartu San-
Illorai, Esporlatu, Burgos e Bottidda. 3. t’Elena.
Idda (conosciuto anche come Bulterine E inoltre gli abitati di: 1. Bosue (sec.
o Bulteyne), villaggio situato nelle cam- XIII), nella curatoria di Fluminargia
pagne di Bultei, compreso nella cura- (giudicato di Torres), trasferiti a Sas-
toria del Goceano; di origine medio- sari. 2. Butule (sec. XVIII), nella cura-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV toria di Montacuto (giudicato di Tor-
quando i suoi abitanti si trasferirono a res), trasferiti a Ozieri. 3. Castra (sec.
Bultei e a Benetutti. 4. Setefontanas XV), nella curatoria di Montacuto (giu-
(conosciuto anche come Septem Fon- dicato di Torres), trasferiti a Oschiri. 4.
tium), villaggio situato nelle campagne Cotroniano Josso (sec. XV), nella cura-
di Santu Lussurgiu in località Settefon- toria di Figulinas (giudicato di Torres),
tane, compreso nella curatoria di Mon- trasferiti a Codrongianos. 5. Dei (sec.
tiferru; di origine medioevale, fu ab- XIV), nella curatoria della Trexenta
bandonato nel secolo XVI quando i (giudicato di Cagliari), trasferiti a Gua-
suoi abitanti si trasferirono a Santu sila. 6. Dure (sec. XV), nella curatoria
Lussurgiu e a Scano di Montiferru. del Bitti (giudicato di Gallura), trasfe-
GIUDICATO DI TORRES Nei territori del riti a Bitti. 7. Ertili (sec. XIV), nella cu-
giudicato di Torres: 1. Querqueto (cono- ratoria dell’Ogliastra (giudicato di Ca-
sciuto anche come Cherchedu o Quer- gliari), trasferiti a Triei. 8. Gemussi
ceto), villaggio situato in località San (sec. XVII), nella curatoria di Parte
Nicola nelle campagne di Siligo, com- Montis (giudicato di Arborea), trasfe-
preso nella curatoria del Meilogu; di riti a Simala. 9. Genades (sec. XV), nella
origine medioevale, cessò di esistere curatoria di Parte Valenza (giudicato
nel secolo XV quando entrò a far parte di Arborea), trasferiti a Nureci. 10. Le-
del villaggio di Siligo. xanis (sec. XIV), nella curatoria del

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 586


Precarietà dell’insediamento rurale

Montacuto (giudicato di Torres), trasfe- res), trasferiti a Bultei. 29. Usulufe (sec.
riti a Tula. 11. Lorzia (sec. XV), nella XIV), nella curatoria del Montacuto
curatoria del Goceano (giudicato di (giudicato di Torres), trasferiti a
Torres), trasferiti a Bono. 12. Lunafras Osidda, Nule, Buddusò, Pattada. 30.
(sec. XVII), nella curatoria del Nulauro Villa d’Abbas (sec. XIV), nella curatoria
(giudicato di Torres), trasferiti ad Al- di Monreale (giudicato di Arborea),
ghero. 13. Manurri (sec. XVIII), nella trasferiti a Sardara.
curatoria dell’Ogliastra (giudicato di Villaggi i cui abitanti si trasferirono
Cagliari), trasferiti a Urzulei. 14. Mogor tutti o in parte per fondare un nuovo
(sec. XVII), nella curatoria del Cabu- villaggio
dabbas (giudicato di Torres), trasferiti 1. Balenotti, nella curatoria di Monta-
a Bessude. 15. Nuramineddu (sec. XIV), cuto, rimase spopolato tra il secolo XIV
nella curatoria del Nuraminis (giudi- e il XV, e i suoi abitanti diedero vita a
cato di Cagliari), trasferiti a Nurami- Giagone e San Leonardo. 2. Bulterine
nis. 16. Oddini (sec. XVI), nella curato- (sec. XIV), nella curatoria del Goceano
ria di Dore (giudicato di Gallura), tra- (giudicato di Torres), diedero vita a
sferiti a Orotelli. 17. Orveis (sec. XV), Bultei. 3. Calagonis (sec. XV), nella cu-
nella curatoria di Montacuto (giudi- ratoria del Campidano di Cagliari (giu-
cato di Torres), trasferiti a Tula. 18. dicato di Cagliari), trasferiti a Mara
Otti (sec. XV), nella curatoria del Mon- diedero vita a Maracalagonis. 4. Oleva
tacuto (giudicato di Torres), trasferiti a (sec. XIV), nella curatoria del Monta-
Oschiri. 19. Pira Domestiga (sec. XIV), cuto (giudicato di Torres), diedero vita
nella curatoria del Montacuto (giudi- a Berchiddeddu. 5. Orrui (sec. XIV),
cato di Torres), trasferiti a Ozieri. 20. nella curatoria della Barbagia di Ollo-
Sanctus Simeon (sec. XIV), nella cura- lai (giudicato di Arborea), diedero vita
toria del Costavall (giudicato di Tor- a Fonni. 6. Sorabile (sec. XIV), nella cu-
res), trasferiti a Bonorva. 21. Sedanu ratoria della Barbagia di Ollolai (giudi-
(sec. XIX), nella curatoria del Campi- cato di Arborea), diedero vita a Fonni.
dano di Cagliari (giudicato di Cagliari), 7. Uras (sec. XIV), nella curatoria del
unitosi a Quartu Sant’Elena. 22. Serru Guilcier (giudicato di Arborea), die-
(sec. XVI), nella curatoria di Monreale dero vita ad Aidomaggiore. 8. Zurradili
(giudicato di Arborea), trasferiti a Gon- (sec. XV), nella curatoria del Bonorzuli
nosfanadiga. 23. Sustana (sec. XVII), (giudicato di Arborea), diedero vita a
nella curatoria del Cabudabbas (giudi- Marrubiu.
cato di Torres), trasferiti a Bessude. 24. Villaggi che si fusero tra loro per dare
Terchiddu (sec. XVII), nella curatoria vita a una nuova comunità
del Costavall (giudicato di Torres), tra- 1. Donigala (sec. XX), villaggio situato
sferiti a Bonorva. 25. Trogodori (sec. nella curatoria di Siurgus, si è unito a
XIV), nella curatoria di Dolia (giudi- Siurgus dando vita a Siurgus Donigala.
cato di Cagliari), trasferiti a Samatzai. 2. Donigalla (sec. XVII), nella curatoria
26. Urru (sec. XV), nella curatoria del dell’Ogliastra (giudicato di Cagliari), si
Guilcier (giudicato di Arborea), trasfe- è unito a Lotzorai. 3. Quarto Donnico
riti a Ghilarza. 27. Ussarella (sec. XVII), (sec. XV), nella curatoria del Campi-
nella curatoria della Marmilla (giudi- dano di Cagliari, si è unito a Quartu
cato di Arborea), trasferiti a Ussara- Jossu e a Sebolla (Cepola), dando vita
manna. 28. Usolvisi (sec. XV), nella cu- a Quartu Sant’Elena. 4. Quartu Jossu
ratoria del Goceano (giudicato di Tor- (sec. XV), nella curatoria del Campi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 587


Precarietà dell’insediamento rurale

dano di Cagliari, si è unito a Quarto toria del Sols, rimase spopolato dal se-
Donnico e a Sebolla (Cepola) dando colo XVal secolo XIX. 13. Flumini (Plu-
vita a Quartu Sant’Elena. 5. San Panta- minos), villaggio situato nella curatoria
leo (Dolia) (sec. XX), nella curatoria di del Campidano di Cagliari, rimase spo-
Dolia, si è unito a Sicci dando vita a polato dal secolo XIVal secolo XIX. 14.
Dolianova. 6. Sebolla (Cepola) (sec. Fluminimaggiore, villaggio situato
XV), nella curatoria del Campidano di nella curatoria del Sigerro, rimase
Cagliari, si è unito a Quartu Jossu e a spopolato dal secolo XIV al secolo
Quarto Donnico dando vita a Quartu XVIII. 15. Geremeas, villaggio situato
Sant’Elena. 7. Sicci (sec. XX), nella cu- nella curatoria del Campidano di Ca-
ratoria di Dolia, si è unito a San Panta- gliari, rimase spopolato dal secolo XIV
leo dando vita a Dolianova. 8. Siurgus al secolo XIX. 16. Giba, villaggio situato
(sec. XX), si è unito a Donigala Siurgus, nella curatoria del Sols, rimase spopo-
dando vita a Siurgus Donigala. lato dal secolo XV al secolo XVIII. 17.
Villaggi che sono rimasti spopolati per Gonnesa, villaggio situato nella curato-
un periodo della loro storia ria del Sols, rimase spopolato dal se-
1. Anela, villaggio situato nella curato- colo XIV al secolo XVIII. 18. Luogo-
ria del Goceano, rimase spopolato dal santo, villaggio situato nella curatoria
secolo XVII al secolo XVIII. 2. Arenas, di Montangia, rimase spopolato dal se-
villaggio situato nella curatoria del colo XIVal secolo XVIII. 19. Mazzacara,
Sols, rimase spopolato dal secolo XVal villaggio situato nella curatoria del
secolo XVIII. 3. Arzachena (Arseguon), Sols, rimase spopolato dal secolo XIV
villaggio situato nella curatoria dell’U- al secolo XIX. 20. Monteleone Rocca Do-
nali, rimase spopolato dal secolo XV al ria, villaggio situato nella curatoria del
secolo XVIII. 4. Barbusi, villaggio si- Monteleone, rimase spopolato dal 1436
tuato nella curatoria del Sols, rimase al secolo XVI. 21. Mulargia, villaggio si-
spopolato dal secolo XIV al secolo XX. tuato nella curatoria del Marghine, ri-
5. Barega, villaggio situato nella cura- mase spopolato dal secolo XIV al se-
toria del Sols, rimase spopolato dal se- colo XVIII. 22. Narcao, villaggio situato
colo XV al secolo XIX. 6. Bessude, vil- nella curatoria del Sols, rimase spopo-
laggio situato nella curatoria del Cabu- lato dal secolo XIV al secolo XVII. 23.
dabbas, rimase spopolato dal 1652 al Nuraxinieddu, villaggio situato nella
1701. 7. Burcei, villaggio situato nella curatoria del Campidano Maggiore, ri-
curatoria del Campidano di Cagliari, mase spopolato dal 1627 al 1660. 24. Nu-
rimase spopolato tra il 1652 e il 1692. 8. xis, villaggio situato nella curatoria del
Capoterra, villaggio situato nella cura- Sols, rimase spopolato tra il secolo XIV
toria di Nora, rimase spopolato dal se- e il secolo XVII. 25. Olmedo, villaggio
colo XIV al 1655. 9. Chia, villaggio si- situato nella curatoria del Nulauro, ri-
tuato nella curatoria di Nora, rimase mase spopolato tra il secolo XVII e il
spopolato dal secolo XIV al secolo secolo XVIII. 26. Ottana, villaggio si-
XIX. 10. Corongiu, villaggio situato tuato nella curatoria di Dore, rimase
nella curatoria del Sigerro, rimase spopolato tra il secolo XVI e il secolo
spopolato dal secolo XIV al secolo XVII. 27. Pabillonis, villaggio situato
XIX. 11. Cossoine, villaggio situato nella curatoria di Monreale, rimase
nella curatoria del Cabudabbas, ri- spopolato dal 1584 al secolo XVII. 28.
mase spopolato nel secolo XVI. 12. Flu- Palmas de Sols, villaggio situato nella
mentepido, villaggio situato nella cura- curatoria del Sols, rimase spopolato

582

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 588


Preistoria della Sardegna

dal secolo XIV al secolo XVI. 29. Parin- taria di Cagliari; Michele Pinna ordinò
gianu, villaggio situato nella curatoria cronologicamente i p., gli editti, i mani-
del Sols, rimase spopolato dal secolo festi e le circolari dal 21 aprile del 1592
XIVal secolo XIX. 30. Perdaxius, villag- a tutto il 1848: si tratta di 1130 atti rac-
gio situato nella curatoria del Sols, ri- colti in otto cartelle, conservati nella
mase spopolato tra il secolo XIVe il se- biblioteca della Camera di Commercio
colo XVIII. 31. Pesus, villaggio situato di Cagliari.
nella curatoria di Sols, rimase spopo- Preistoria della Sardegna Si suole far
lato tra il secolo XIVe il secolo XIX. 32. iniziare la preistoria europea dalla
Piscinas, villaggio situato nella curato- comparsa dell’uomo, a partire dal Qua-
ria del Sols, rimase spopolato tra il se- ternario, e farla terminare nel secolo
colo XIV e il secolo XVIII. 33. Pittinuri, VI a.C. con la fine della prima Età del
villaggio situato nella curatoria del Ferro. Per quanto riguarda la Sarde-
Montiferru, rimase spopolato tra il se- gna la più recente scansione cronolo-
colo XVe il secolo XIX. 34. Pula, villag- gica è quella offerta da Ercole Contu
gio situato nella curatoria di Nora, ri- nei due volumi di La Sardegna preisto-
mase spopolato dal secolo XIV al se- rica e nuragica, editi dal sassarese
colo XVII). 35. Solanas, villaggio si- Carlo Delfino nel 2006. Per ciascun pe-
tuato nella curatoria del Campidano riodo Contu dà due date, quella ‘‘radio-
di Cagliari, rimase spopolato dal se- metrica’’ (sulla base di misurazioni col
colo XVal secolo XIX. carbonio 14, il potassio-argo, l’idrata-
Prechac, François Archeologo (Fran- zione dell’ossidiana) e quella ‘‘cali-
cia, sec. XIX-?). Agli inizi del secolo brata e storica’’. Nel quadro che segue
XX lavorò per alcuni anni presso l’É- viene data l’indicazione radiometrica;
cole Française di Roma. Entrò nel di- quella calibrata è indicata, quando
battito sull’architettura dei nuraghi e pare opportuno, fra parentesi quadre:
studiò i dolmen, scrivendo due saggi: & PALEOLITICO Nella fase del Paleoli-
Notes sur l’architecture des nuraghes de tico inferiore (500 000-120 000 a.C.)
Sardaigne, ‘‘Mélanges d’Archéologie et sono stati individuati in Anglona gli in-
Histoire’’, XXVIII, 1908 e I problemi ar- sediamenti di Laerru e Perfugas, riferi-
cheologici della Sardegna: i nuraghes, bili alla cultura chiamata ‘‘clacto-
‘‘Memnon’’, II, 1908. niana’’ con manufatti di pietra scheg-
Pregoni Atti legislativi. Dal latino prae- giata. Per quanto riguarda il Paleoli-
conium, erano atti legislativi emanati tico medio (100 000-35 000 a.C.) si ipo-
dal viceré sotto la forma della grida o tizza la presenza dell’uomo sulla base
del bando in materia di amministra- degli elementi trovati a Dorgali nelle
zione, di ordine pubblico, di igiene e grotte di Ziu Santoru e di Cala Ilune. Il
di commercio. Per acquistare forza di Paleolitico superiore (35 000-10 000
legge dovevano essere firmati dall’av- a.C.) è ormai documentato dopo gli
vocato fiscale e dal reggente della scavi nella Grotta Corbeddu a Oliena.
Reale Cancelleria. Una volta emanati, & MESOLITICO Manca una traccia di-
i p. venivano diffusi in tutta la Sarde- retta dell’esistenza in Sardegna del
gna. Alla fine del secolo XIX Lodovico Mesolitico, detto anche Epipaleolitico,
Baylle raccolse gli editti e i p. del pe- databile tra il 10 000 e il 6000 a.C. Vi
riodo spagnolo e del dominio sabaudo sono però elementi individuati in Cor-
fino al 1812; la raccolta è custodita nel sica e in Toscana che indirettamente
fondo Baylle della Biblioteca Universi- consentono di ipotizzare la presenza

583

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 589


Presbitero

dell’uomo anche in Sardegna in questo cola e l’ulteriore evoluzione della fase


periodo. del protonuragico.
& NEOLITICO Collocabile tra il 6000 e il 3. Bronzo recente (1200-900 a.C.), che si
2360 [2900] a.C., è ampiamente indivi- manifesta con l’inizio del Nuragico
duabile in Sardegna secondo le se- evoluto, caratterizzato dal sorgere dei
guenti fasi (ad ognuna delle quali è de- primi nuraghi complessi, dalle tombe
dicata una specifica voce nelle pagine megalitiche, dai pozzi sacri, dai primi
di questa Enciclopedia): bronzi votivi e dalla comparsa delle ce-
1. Neolitico antico (6000-4600 [6000- ramiche pregeometriche.
5800] a.C.), che si manifesta nelle cul- 4. Bronzo finale (900-750 a.C.), che si ma-
ture di Su Garroppu, Filiestru, Grotta nifesta con la fase più matura del Nu-
Verde di Alghero, caratterizzato dalla ragico evoluto, caratterizzata dall’ulte-
ceramica impressa e cardiale. riore evoluzione dell’architettura nu-
2. Neolitico medio (4600-3240 [5800- ragica, dalla comparsa nei villaggi nu-
3800] a.C.), che si manifesta nella cul- ragici delle capanne disposte per set-
tura di Bonuighinu. tori, dalla comparsa dei bronzetti e
3. Neolitico recente (3240-2360 [3800- della statuaria.
2900] a.C.), che si manifesta con la cul- & PRIMA ETÀ DEL FERRO Collocabile
tura di Ozieri, detta anche di San Mi- tra il 900 a.C. e la fine del secolo VI a.C.,
chele. è ampiamente individuabile in Sarde-
& ENEOLITICO O CALCOLITICO Collo- gna nella fase del Nuragico finale carat-
cabile tra il 2360 [2900] e il 1600 [1800] terizzata dal periodo geometrico che
a.C., è ampiamente individuabile in coincide con la comparsa della cera-
Sardegna secondo le seguenti fasi: mica geometrica a cerchielli e a spina
1. Eneolitico iniziale (2360-1800 a.C.), di pesce (900-750 a.C.); dal periodo
che si manifesta con la fase finale della orientalizzante (750-580 a.C.), che coin-
cultura di Ozieri e con quella di Fili- cide con la ulteriore evoluzione della
gosa. ceramica e della bronzistica e con la
2. Eneolitico medio (2300-2200 a.C.), che comparsa di forme ispirate a culture
si manifesta con la cultura di Abealzu. orientali. È questa la fase estrema
3. Eneolitico recente (2360-2300 a.C.), della civiltà nuragica preistorica e
che si manifesta con la cultura di della comparsa dei primi insediamenti
Monte Claro. fenici (580-535 a.C.).
4. Eneolitico finale (2200-1600 a.C.), che La civiltà nuragica continuerà a mani-
si manifesta con la cultura del Vaso festarsi anche in epoca storica almeno
campaniforme. fino al secolo Va.C., anche dopo la con-
& ETÀ DEL BRONZO Collocabile tra il quista cartaginese.
1600 e il 900 a.C., è ampiamente indivi- Presbitero, Ernesto Ufficiale di Ma-
duabile in Sardegna secondo le se- rina, senatore del Regno (Cagliari
guenti fasi: 1855-Svizzera 1923). Frequentò l’Acca-
1. Bronzo antico (1600-1300 a.C.), che si demia di Livorno e diventato ufficiale
manifesta con la cultura di Bonnanaro della Marina militare si dedicò ai
e con la fase iniziale della civiltà nura- viaggi di esplorazione e di rilevazione
gica (protonuragico) con la comparsa topografica in Egitto e in Estremo
dei primi nuraghi semplici. Oriente. Nel 1911 fu nominato con-
2. Bronzo medio (1300-1200 a.C.), che si trammiraglio e divenne capo di Stato
manifesta con la cultura di Sa Turri- Maggiore della Marina; prese parte

584

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 590


Primavera umana

alla guerra italo-turca segnalandosi 1953 fu eletto consigliere regionale del


per alcune operazioni nei Dardanelli suo partito nel collegio di Nuoro per la
e nel Mare Egeo; in seguito partecipò II legislatura e successivamente ricon-
alla prima guerra mondiale e nel 1917 fermato per altre due legislature fino
fu nominato senatore del Regno. Parte- alla IV. In seguito continuò a seguire le
cipò attivamente ai lavori del Senato, vicende del partito.
di cui fu anche segretario. Prevosto, Antonino (detto Nellino) Inse-
‘‘Presente della Sardegna’’ Giornale gnante, uomo politico (n. Nuoro 1940).
bisettimanale che uscı̀ a Cagliari dal Deputato al Parlamento, senatore
gennaio al giugno 1882; il direttore- della Repubblica. Laureato in Scienze
proprietario era Giuseppe Pala. Tra politiche, schierato politicamente a si-
gli argomenti, particolare rilievo ebbe nistra, dirigente sindacale e inse-
la costruzione delle ferrovie comple- gnante nelle scuole secondarie supe-
mentari sarde. Sosteneva le Associa- riori. È stato segretario regionale ag-
zione elettorali agricole, sorte per rap- giunto della CGIL dal 1986 al 1992,
presentare gli interessi della categoria anno in cui ha lasciato l’incarico per-
nelle elezioni amministrative e politi- ché eletto deputato per XII legislatura
che in vista dell’applicazione del suf- repubblicana. Nel 1994 è stato eletto
fragio allargato. senatore per la XIII legislatura, ma
Pretti, Franco Marciatore (n. Cagliari nel 1996 non è stato riconfermato.
1903). Si era messo in luce già nel 1922 Prieto, Gaspare Religioso, viceré
vincendo alcune gare regionali come (Burgos, Spagna, 1578-Perpignano
la Quartu-Cagliari-Quartu e il giro di 1637). Vescovo di Alghero dal 1627 al
Cagliari. Nel 1925 divenne campione 1634, viceré ad interim della Sardegna
italiano juniores nei 10 km con i colori nel 1630. Entrato nell’ordine dei Mer-
dell’Amsicora; in seguito si trasferı̀ a cedari, divenne sacerdote e completò i
Roma dove continuò l’attività con la suoi studi laureandosi in Teologia. Per
Milizia, pur mantenendo stretti rap- la sua profonda preparazione fu nomi-
porti con le società della sua città. Nei nato professore di Teologia presso l’U-
primi anni Trenta vinse numerose gare niversità di Valladolid; in seguito inse-
nazionali e internazionali in Italia e in gnò anche a Toledo e infine a Sala-
Inghilterra, che gli diedero il diritto di manca, guadagnandosi fama di uomo
partecipare ai giochi olimpici di Los dotto e prudente, per cui nel 1622 fu
Angeles del 1932, dove però dovette ri- eletto maestro generale del suo ordine.
tirarsi nella 50 km dopo aver ‘‘tirato’’ la Nel 1627, nominato vescovo di Alghero,
gara a Ugo Frigerio, che giunse terzo. ebbe anche le funzioni di presidente
Si rifece due anni dopo stabilendo a del Regno e si trasferı̀ in Sardegna. Es-
Roma il nuovo primato italiano, sem- sendo morto il viceré Pimentel, as-
pre sui 50 km, col tempo di 4h 39’ 36’’, sunse per alcuni mesi anche le fun-
record superato solo nel 1953 dal zioni di viceré interino. Nel 1634, dopo
grande Pino Dordoni, campione olim- essere stato nominato vescovo di Elna,
pico di Helsinki 1952. [GIOVANNI TOLA] lasciò la Sardegna.
Prevosto, Achille Impiegato, consi- ‘‘Primavera umana’’ Settimanale so-
gliere regionale (Nuoro 1908-ivi 2002). cialista di Iglesias, fu pubblicato per
Comunista militante, nel secondo do- dieci mesi fra il marzo 1904 e il gennaio
poguerra fu tra i protagonisti della ri- 1905. Di orientamento riformista, pub-
presa del dibattito democratico. Nel blicò articoli dei principali leader del

585

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 591


Prima voce

socialismo sardo, da Paolo Orano a società, istituzioni a Sassari nel Medio-


Giuseppe Cavallera ad Alcibiade Bat- evo e nell’Età Moderna (a cura di Anto-
telli. Il numero 8 venne sequestrato nello Mattone e Marco Tangheroni),
per «aver provocato e incitato la classe 1986.
proletaria all’odio verso la classe dei Princivalle, Angelo Imprenditore,
proprietari»; anche il numero 29 subı̀ uomo politico (Capraia 1836-Sassari
la stessa sorte. Era diretto da Iago 1892). Si trasferı̀ a Sassari con la sua
Siotto. famiglia nel 1850, quando era ancora
Prima voce Magistrato del Parlamento giovanissimo. Negli anni seguenti svi-
sardo. Era cosı̀ chiamato il presidente luppò le attività commerciali di fami-
delle riunioni stamentarie durante le glia e quando nel 1863 furono istituite
riunioni dei parlamenti sardi. La p.v. le Camere di Commercio fu eletto vice-
dello Stamento militare era il feudata- presidente di quella di Sassari. In se-
rio col titolo più elevato e di più antica guito divenne presidente del tribunale
istituzione; pertanto fino agli inizi del del Commercio, ufficio che ricoprı̀ per
Seicento fu il conte di Quirra; dal 1614 22 anni; fu anche eletto consigliere
avrebbe dovuto essere il duca di Man- provinciale di Sassari nel collegio di
das, ma essendo questo feudatario as- Terranova.
sente dalla Sardegna, esercitarono la Princivalle, Giorgio Pittore (Baricella
funzione il marchese di Villasor o il 1925-Cagliari 1989). Andato precoce-
marchese di Laconi. La p.v. dello Sta- mente in pensione dal suo incarico di
mento ecclesiastico era l’arcivescovo economo del Consiglio regionale della
di Cagliari, la p.v. dello Stamento reale Sardegna, poté dedicarsi alla sua voca-
era invece individuata di volta in volta zione più autentica, la pittura. Senza
dai partecipanti all’assemblea. Per un seguire alcuna scuola, scioglie nella
certo periodo di tempo (sec. XV) la delicatezza d’una pittura che preferi-
prima voce dello Stamento militare sce l’acquerello e le memorie dell’in-
ebbe il privilegio di convocare autono- fanzia (famosi i suoi cavallini) l’umor
mamente i membri dello Stamento. nero della quotidianità: ‘‘un Campigli
Principe, Ilario Urbanista, storico del- stralunato’’ lo ha definito il suo grande
l’architettura (n. Argusto 1940). Dopo la amico Angelo Liberati. Spesso isolato
laurea ha intrapreso la carriera uni- nel suo studio cagliaritano di Castello,
versitaria. Nel 1980 è diventato profes- si esprimeva anche attraverso poesie,
sore associato di Storia dell’Architet- scherzi, satire e brevi racconti, buona
tura e attualmente insegna presso la parte dei quali pubblicati sulla rivista
Facoltà di Lettere dell’Università ‘‘S’Ischiglia’’; la sua personale più im-
della Calabria. Ha dedicato numerosi portante fu organizzata nella Galleria
studi alle città della Sardegna; nel 1984 comunale di Cagliari.
ha sovrainteso al coordinamento edi- Princivalle de Comitibus Religioso (?,
toriale della più recente edizione della prima metà sec. XIII-Cagliari 1295). Ar-
Guida della Sardegna del Touring Club civescovo di Cagliari dal 1290 al 1295.
Italiano. Tra i suoi scritti: Le città nella Era vescovo di Padova quando nel 1290
storia d’Italia: Cagliari, 1981; Le città fu nominato arcivescovo di Cagliari da
nella storia d’Italia: Sassari, Alghero, papa Nicolò IV. Governò la nuova dio-
Castelsardo, Porto Torres, 1983; La cesi con grande energia e cercò di tute-
struttura urbana della città nel Medio- lare gli interessi della Chiesa nei con-
evo, in Gli Statuti sassaresi. Economia, fronti del Comune di Pisa.

586

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 592


Proconsul

Prinetti, Felice Religioso (Voghera tano al secolo I, basandosi sul signifi-


1842-Pisa 1916). Ingegnere, ufficiale cato del suo nome, ‘‘antica’’. [ADRIANO
nelle Guerre d’indipendenza, entrò VARGIU]
tra gli Oblati di Maria. Sacerdote In Sardegna Patrona di San Sperate.
(1876), fu rettore del Seminario di Ca- Festa Si festeggia il 5 maggio a San
gliari, dove fondò l’‘‘ordine delle Figlie Sperate, l’1-2 settembre a Pau.
di San Giuseppe’’. Proavo, Antonio Religioso (Cagliari,
Prisca, santa Santa, vergine e martire. prima metà sec. XV-San Pantaleo
Nacque a San Sperate, dove santa- 1476). Vescovo di Dolia dal 1451 al
mente visse, soffrendo crudeli tor- 1476. Ordinato sacerdote divenne ca-
menti per la fede e subendo il martirio nonico della cattedrale di San Panta-
nel secolo III. Il ritrovamento delle sue leo e nel 1451 fu nominato vescovo da
reliquie è del 3 maggio 1616, esumate e papa Nicolò V. Uomo di grande equili-
trasportate nella parrocchiale di San brio, fu incaricato dal papa di indagare
Sperate e successivamente nella catte- su delicate questioni che riguardavano
drale di Cagliari. Nell’opera Santuario i rapporti tra gli eredi degli arcivescovi
de Caller y verdadera historia de la in- di Cagliari e di Arborea.
vencion de los cuerpos santos hallados ‘‘Proceso contra los Arborea’’ Rac-
en la dicha ciudad y su arzobispado (Cal- colta di copie di lettere, deposizioni e
ler 1624) il cappuccino Serafino interrogatori di persone chiamate a
Esquirro sostiene che non si tratta del- deporre nella fase istruttoria di un pro-
l’omonima santa romana, ma di una cesso voluto da Pietro IV d’Aragona e
santa nata e martirizzata in Sardegna. da Giovanni I contro Mariano IV, Ugone
In lingua spagnola la descrive ai pittori III e sua sorella Eleonora, che però non
«che vorranno dipingerla»: una don- fu mai celebrato. I tre giudici arbo-
zella di ventidue anni, abito serio, in rensi, che nell’ottica del tempo i due
una mano porterà la palma e nell’altra re d’Aragona consideravano loro vas-
la croce, due angeli le porranno in capo salli sulla base dell’investitura che era
una corona di fiori, l’iscrizione dirà stata fatta da re Giacomo II a Ugone II
Sancta Prisca virgo e martyr sarda. Si all’atto dell’inizio della guerra di con-
tratta senza dubbio della martire ro- quista della Sardegna, erano accusati
mana diventata sarda nel Seicento, di ribellione e di lesa maestà per aver
quando la rivalità tra gli arcivescovi di scatenato le guerre successive contro
Cagliari e di Sassari per ottenere il ti- la Corona. In effetti si tratta di una rac-
tolo di primate di Sardegna e di Cor- colta di documenti di nessun valore
sica «portò le due città – per dirla con giuridico anche se di grande valore po-
Francesco Alziator (1963) – a fabbri- litico, e insieme di una fonte preziosa
care i santi a carrettate». Gli Acta S. per la ricostruzione della storia della
Priscae la vogliono martire sotto Clau- Sardegna nel secolo XIV.
dio II il Gotico (268-270), prima donna Proconsul In età repubblicana, con-
in Occidente a subire il martirio per sole il cui comando veniva prorogato
fede, sepolta nella via Ostiense, tra- oltre l’anno di carica. In Sardegna
slata nella chiesa sull’Aventino, co- sono noti diversi esempi di questo
struita in suo onore sui resti di una tipo: Ti. Sempronius Gracchus (console
casa dove fu ospite San Pietro, il quale nel 177 a.C. e proconsole nel 176-175,
– narra la leggenda – la battezzò all’età quindi nuovamente console nel 163 e
di tredici anni. Altri agiografi la ripor- proconsole nel 162), L. Aurelius Orestes

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 593


Procopio

(console nel 126 e proconsole tra il 125 ticolare riferisce le premesse e narra i
e il 122), M. Caecilius Metellus (console fatti che nel 533 videro i Bizantini
nel 115 e proconsole tra il 114 e il 111). prendere possesso dell’isola, caccian-
In età imperiale il titolo di proconsole done i Vandali che la dominavano fin
spetta al governatore di province sena- dalla seconda metà del secolo V; poi-
torie sia che si tratti di un ex console ché questi fatti sono riportati in ma-
sia che si tratti di un ex pretore. Per niera particolareggiata, possiamo sup-
quanto riguarda la Sardegna romana, porre che anche le vicende sarde fu-
sono attestati proconsoli di rango pre- rono vissute dallo storico in prima per-
torio negli anni in cui l’isola fu ammi- sona, cosı̀ come egli è ben informato
nistrata dal Senato, come è dimostrato sugli eventi che videro alla metà del
dalle iscrizioni menzionanti le car- secolo VI l’ostrogoto Totila conquistare
riere dei governatori Q. Caecilius Me- la Sardegna (o almeno parte di essa),
tellus Creticus (età augustea, prima del che tornò in mano ai Bizantini dopo po-
6 d.C.), L. Cossonius Gallus Vecilius Cri- chi anni. Lo stesso P., in un’altra opera
spinus Mansuanius Marcellinus Numi- celebrativa in cui descrive le nume-
sius Sabinus (età di Traiano), L. Rago- rose opere edilizie di Giustiniano (il
nius Urinatius Larcius Quintianus De aedificiis), riferisce delle strutture
(epoca di Marco Aurelio). [FRANCO difensive volute dall’Imperatore per
PORRÀ] proteggere la città di Forum Traiani,
sede del comandante supremo delle
Procopio Storico bizantino (Cesarea, milizie bizantine in Sardegna, il dux.
500 ca.-Costantinopoli, 565 ca.). Visse [PIERGIORGIO SPANU]
fin dalla più giovane età presso la corte
imperiale di Bisanzio; fu particolar- Procopio, san = Efisio, santo
mente vicino all’imperatore Giusti- Procuratore reale Funzionario del-
niano, del quale divenne presto un l’amministrazione reale del Regno di
uomo di fiducia, tanto da essere in- Sardegna. Introdotto da Ferdinando I,
viato, proprio per rendere conto delle risiedeva a Cagliari e aveva il compito
grandi imprese imperiali, al seguito di amministrare le regalie e i beni de-
del grande generale Belisario coman- maniali. Inizialmente dipendeva diret-
dante delle truppe bizantine. Come se- tamente dal re: aveva il compito di rap-
gretario di Belisario, partecipò dun- presentarlo e di dirigere la politica pa-
que alle guerre contro i Persiani in trimoniale del Regno, di organizzare la
Oriente, mentre in Occidente fu ac- riscossione dei tributi e di disciplinare
canto alle milizie bizantine nei con- la spesa, di rilasciare le concessioni
flitti contro Vandali e Ostrogoti. Rac- feudali e di esercitare una giurisdizio-
colti in otto libri, i fatti delle guerre ne in materia patrimoniale. Inizial-
persiane, vandaliche e bizantine eb- mente il suo rapporto col viceré non fu
bero in P. un attento osservatore, che molto pacifico, perché entrambi rap-
non solo riferisce eventi bellici ma for- presentavano direttamente il re, sep-
nisce annotazioni anche su alcuni co- pure in ambiti diversi. In un secondo
stumi delle popolazioni sottomesse e tempo, a partire dal secolo XVI,
su argomenti di carattere generale. Lo quando la natura dei poteri del viceré
storico riporta, con dovizia di partico- fu meglio definita, il p.r. si ritrovò uffi-
lari, gli eventi che portarono alla ricon- cialmente collocato in una posizione
quista bizantina della Sardegna: nei li- subordinata rispetto a quella del vi-
bri sulla Guerra contro i Vandali in par- ceré. Per espletare le sue funzioni si

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 594


Programmazione regionale

serviva di una serie di funzionari mi- 33, del 1975, che venne definita Costi-
nori preposti a compiti specifici, che tuente della nuova Programmazione,
avevano o un carattere generale (sic- con la quale venivano individuati i
ché la loro potestà era estesa a tutta nuovi strumenti per l’attuazione del
l’isola) o un compito territorialmente Piano. Venne costituito un Comitato
limitato: cosı̀ ad esempio da lui dipen- per la Programmazione, composto da
devano tanto l’archivista del Reale Pa- esperti e dai rappresentanti dei partiti
trimonio, che pur avendo una funzione e dei sindacati, che avrebbe dovuto
specifica di natura abbastanza circo- avere il compito di fornire mediazioni
scritta aveva competenza su tutto il ter- tecnico-politiche al processo di forma-
ritorio del Regno, quanto i misuratori e zione e di attuazione del nuovo Piano;
le guardie dei porti, che invece ave- le Zone omogenee vennero abolite e
vano compiti territorialmente circo- vennero sostituite con i Comprensori:
scritti. Il p.r., inoltre, come ministro di ne furono identificati 25, concepiti
cappa e spada, faceva parte del Consi- come istituzioni territoriali, vere e
glio del Reale Patrimonio che era un proprie unità primarie di programma-
organismo col quale il viceré perse- zione, dotate di autonomia contabile e
guiva le sue attribuzioni in materia fi- amministrativa col compito di predi-
nanziaria. sporre ‘‘piani di sviluppo zonali’’ e di
‘‘Programmazione in Sardegna, La’’ esercitare funzioni amministrative de-
Notiziario bimestrale del Centro Re- centrate delegate dalla Regione, at-
gionale di Programmazione, Cagliari. tuando nel territorio di loro compe-
tenza i piani di sviluppo. Poiché nello
Programmazione regionale La pro-
stesso periodo una legge nazionale isti-
grammazione intesa come pianifica-
tuiva le Comunità Montane con compiti
zione del territorio della Sardegna fu
simili, tra il 1976 e il 1978 con le leggi
individuata come lo strumento neces-
regionali n. 26 e n. 52 molti compren-
sario per realizzare gli obiettivi del
Piano di Rinascita. Con legge regionale sori furono sostituiti o affiancati dalla
dell’11 luglio 1962, n. 7, furono definiti Comunità montana. Il territorio della
gli strumenti di attuazione della pro- Sardegna risultò cosi diviso: Compren-
grammazione; fu istituito un Assesso- sorio n. 1: comprendeva i comuni di Al-
rato alla Rinascita, che si serviva di un ghero, Cargeghe, Codrongianos, Flori-
Centro di programmazione e di Comi- nas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria,
tati Zonali di Sviluppo operanti in par- Muros, Olmedo, Osilo, Ossi, Ploaghe,
tizioni territoriali (ne furono costituiti Porto Torres, Putifigari, Romana, Sas-
15) che presero a essere chiamate Zone sari, Sennori, Sorso, Tissi, Uri, Usini,
omogenee. Il mancato raggiungimento Villanova Monteleone; sede del Com-
degli obiettivi individuati nel Piano di prensorio, Sassari. Nell’ambito del ter-
Rinascita portò negli anni Settanta a ritorio comprensoriale fu costituita
una riflessione sul modo con cui era anche la I Comunità montana della
stata gestita la programmazione e sul- quale facevano parte i comuni di Osilo,
l’inefficienza del sistema burocratico Villanova Monteleone e Ploaghe. Com-
cui era stato affidato il compito di at- prensorio n. 2: comprendeva i comuni
tuare le scelte del Piano. La riflessione di Badesi, Bulzi, Castelsardo, Chiara-
culminò nel rifinanziamento del Piano monti, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas,
di Rinascita (legge nazionale 268, 30 Sedini, Tergu, Valledoria, Viddalba;
maggio 1974) e nel varo della L.R. n. sede del Comprensorio, Castelsardo.

589

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 595


Programmazione regionale

Anche all’interno del comprensorio Lula, Onanı̀, Onifai, Orosei, Osidda, Po-
dell’Anglona fu costituita la II Comu- sada, San Teodoro, Siniscola, Torpè;
nità montana con sede a Perfugas. III sede, Siniscola. XI Comunità montana:
Comunità montana: la III Comunità comprendeva i comuni di Arzana, Bari
montana sostituı̀ completamente il Sardo, Baunei, Elini, Gairo, Girasole,
Comprensorio n. 3; comprendeva i co- Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, Lotzo-
muni di Aggius, Aglientu, Bortigiadas, rai, Osini, Perdasdefogu, Seui, Talana,
Calangianus, Luogosanto, Luras, Tem- Tertenia, Tortolı̀, Trei, Ulassai, Urzu-
pio; sede della Comunità montana, lei, Ussassai, Villagrande Strisaili;
Tempio Pausania. IV Comunità mon- sede, Lanusei. XII Comunità montana:
tana: la IV Comunità montana sostituı̀ comprendeva i comuni di Aritzo, At-
completamente il Comprensorio n. 4; zara, Austis, Belvı̀, Desulo, Gadoni,
comprendeva i comuni di Arzachena, Meana Sardo, Ortueri, Ovodda, Sor-
Golfo Aranci, La Maddalena, Loiri San gono, Teti, Tiana, Tonara; sede, Sor-
Paolo, Monti, Olbia, Palau, Sant’Anto- gono. XIII Comunità montana: com-
nio di Gallura, Santa Teresa Gallura e prendeva i comuni di Escolca, Ester-
Telti; sede della Comunità montana, zili, Genoni, Gergei, Isili, Laconi, Nu-
Olbia. Comprensorio n. 5 e V Comunità ragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Sadali,
montana: comprendevano i comuni di Serri, Seulo, Villanovatulo; sede, Isili.
Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, XIV Comunità montana: comprendeva
Borutta, Cheremule, Cossoine, Giave, i comuni di Abbasanta, Bonarcado, Cu-
Mara, Padria, Pozzomaggiore, Seme- glieri, Paulilatino, Santu Lussurgiu,
stene, Siligo, Thiesi, Torralba; il Com- Scano di Montiferro, Seneghe, Senna-
prensorio aveva sede a Thiesi, la Co- riolo, Tresnuraghes; sede, Cuglieri. XV
munità montana a Bonorva. VI Comu- Comunità montana: comprendeva i co-
nità montana: comprendeva i comuni muni di Aidomaggiore, Allai, Ardauli,
di Alà dei Sardi, Ardara, Berchidda, Bidonı̀, Boroneddu, Busachi, Fordon-
Buddusò, Ittireddu, Mores, Nughedu gianus, Ghilarza, Neoneli, Norbello,
San Nicolò, Oschiri, Ozieri, Pattada, Nughedu Santa Vittoria, Samugheo,
Tula; sede, Ozieri. VII Comunità mon- Sedilo, Soddı̀, Sorradile, Tadasuni,
tana: comprendeva i comuni di Anela, Ula Tirso; sede, Busachi. Comprenso-
Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Bur- rio n. 16 e XVI Comunità montana: com-
gos, Esporlatu, Illorai e Nule; sede, prendevano i comuni di Arborea, Bara-
Bono. VIII Comunità montana: com- tili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mar-
prendeva i comuni di Birori, Bolotana, rubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Olla-
Borore, Bortigali, Bosa, Dualchi, Flus- stra Simaxis, Oristano, Palmas Arbo-
sio, Lei, Macomer, Magomadas, Mo- rea, Riola Sardo, Santa Giusta, San Ni-
dolo, Montresta, Noragugume, Sa- colò Arcidano, San Vero Milis, Siamag-
gama, Silanus, Sindia, Suni, Tinnura; giore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis,
sede, Macomer. IX Comunità montana: Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras,
comprendeva i comuni di Dorgali, Villanova Truschedu, Villaurbana,
Fonni, Gavoi, Mamoiada, Nuoro, Zeddiani, Zerfaliu; il Comprensorio e
Oliena, Ollolai, Olzai, Oniferi, Orani, la Comunità montana avevano sede ri-
Orgosolo, Orotelli, Orune, Ottana, Sa- spettivamente a Oristano e ad Arborea.
rule; sede, Nuoro. X Comunità mon- Comprensorio n. 17 e XVII Comunità
tana: comprendeva i comuni di Bitti, montana: comprendevano i comuni di
Budoni, Galtellı̀, Irgoli, Loculi, Lodé, Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Bara-

590

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 596


Pro legato

dili, Baressa, Curcuris, Gonnoscodina, Quartu Sant’Elena, San Sperate, Sar-


Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, roch, Selargius, Serdiana, Sestu, Set-
Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nu- timo San Pietro, Sinnai, Soleminis,
reci, Pau, Pompu, Ruinas, Sant’Anto- Pula, Villa San Pietro, Villasimius; il
nio Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Comprensorio e la Comunità montana
Usellus, Villa Verde; sede, Ales. XVIII hanno sede rispettivamente a Cagliari
Comunità montana: comprendeva i co- e a Capoterra. Comprensorio n. 25: com-
muni di Arbus, Gonnosfanadiga, Gu- prendeva i comuni di Barumini, Colli-
spini, Pabillonis, San Gavino, Sardara, nas, Furtei, Genuri, Gesturi, Las Plas-
Vallermosa, Villacidro; sede, Guspini. sas, Lunamatrona, Pauli Arbarei, Sega-
XIX Comunità montana: comprendeva riu, Setzu, Tuili, Siddi, Turri, Ussara-
i comuni di Buggerru, Carbonia, Do- manna, Villamar, Villanovaforru, Villa-
musnovas, Fluminimaggiore, Gon- novafranca. Sede, Villamar.
nesa, Iglesias, Musei, Narcao, Perda- Nel 2005 il Consiglio regionale, rite-
xius, Portoscuso, Siliqua, Villamassar- nendo che il numero delle Comunità
gia; sede, Iglesias. Comprensorio n. 20: Montane fosse eccessivo e che conse-
comprendeva i comuni di Decimo- guentemente la spesa per il loro fun-
putzu, Nuraminis, Samassi, Samatzai, zionamento fosse troppo alta, ha ema-
Sanluri, Serramanna, Serrenti, Us- nato una legge con la quale in futuro le
sana, Villasor, Villaspeciosa; sede, Ser- Comunità montane saranno ridotte a
ramanna. Comprensorio n. 21 e XX Co- otto.
munità montana: comprendevano i co- ‘‘Progresso, Il’’ Periodico. ‘‘Giornale
muni di Barrali, Gesico, Guamaggiore, per tutti’’, bisettimanale, veniva pub-
Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, blicato il giovedı̀ e la domenica. Di-
Selegas, Senorbı̀, Siurgus Donigala, retto da Salvatore Sechi Dettori, uscı̀ a
Suelli; il Comprensorio e la Comunità Sassari dal 1869 al 1870.
montana avevano sede rispettiva- ‘‘Progresso della Sardegna, Il’’ Titolo
mente a Suelli e a Siurgus Donigala. con cui apparvero nel 1912 due diversi
XXI Comunità montana: comprende i periodici: a Cagliari una rivista quindi-
comuni di Armungia, Ballao, Goni, Mu- cinale di agricoltura, industria e com-
ravera, San Basilio, San Nicolò Gerrei, mercio, uscita dal febbraio al giugno,
Sant’Andrea Frius, San Vito, Silius, direttore l’avvocato Mario Lay; a Sas-
Villaputzu, Villasalto; sede, Villasalto. sari una rivista settimanale, che uscı̀
Comprensorio n. 23 e XXII Comunità per soli 6 numeri presso la tipografia
montana: comprendevano i comuni di del settimanale cattolico ‘‘Libertà’’.
Calasetta, Carloforte, Domus de Maria, Pro legato Titolo attribuito a elementi
Giba, Masainas, Nuxis, Pula, San Gio- incaricati di fare le veci dei legati se-
vanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, San- natorii, normali amministratori civili e
tadi, Sant’Antioco, Teulada, Tratalias, comandanti legionari nelle province
Villaperuccio; il Comprensorio e la Co- imperiali. La documentazione epigra-
munità montana hanno sede rispetti- fica riguardante la Sardegna ha resti-
vamente a Sant’Antioco e a Teulada. tuito un’attestazione di questo titolo in
Comprensorio n. 24 e XXIII Comunità un miliario datato al 13-14 d.C. rinve-
montana: comprendevano i comuni di nuto nelle vicinanze di Fordongianus.
Assemini, Burcei, Cagliari, Capoterra, Il personaggio appellato in questa ma-
Decimomannu, Dolianova, Donori, niera è T. Pompeius Proculus (=), un
Maracalagonis, Monastir, Quartucciu, governatore equestre, molto probabil-

591

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 597


Promotore

mente un praefectus. Il p.l. fu investito nose, e allora l’Onnipotente spegneva


di poteri eccezionali in un momento di l’innocente periodico’’».
crisi illustrato in fonti come Dione Cas-
Propraetor Termine che inizialmente
sio, il quale afferma che nell’isola ope-
indicava un pretore cui era stato pro-
rarono stratiarchi dell’ordine equestre
rogato l’imperium oltre il termine del-
a partire dal 6 d.C., anno in cui si veri-
l’anno di carica. Questa procedura ini-
ficò il passaggio dell’isola dall’ammini-
ziò a essere attestata dalla seconda
strazione senatoria a quella imperiale.
metà del secolo III a.C. e fu abbastanza
Questo mutamento di status comportò frequente negli anni della seconda
un rafforzamento del normale presidio guerra punica. In Sardegna non man-
di truppe ausiliarie con truppe legio- cano esempi di pretori cui fu prorogato
narie. [FRANCO PORRÀ] l’incarico: A. Cornelio Mamulla (pre-
‘‘Promotore, Il’’ Rivista mensile defi- tore nel 217 e propretore nel 216) e Q.
nitasi come ‘‘Giornale letterario’’, fu il Mucio Scevola (pretore nel 215 e pro-
primo periodico a essere pubblicato a pretore tra il 214 e il 212). Dopo la pro-
Sassari. Uscı̀ tra il marzo e il settembre mulgazione della Lex Cornelia de pro-
1840, diretta da Francesco Sulis e in vinciis ordinandis da parte di Silla (81
seguito da Carlo Domenico Mari, al- a.C.) p. divenne il titolo normale del go-
lora ancora giovani, ma destinati tutti vernatore provinciale che aveva prece-
e due a una importante carriera pro- dentemente esercitato la pretura a
fessionale e politica. Di ispirazione li- Roma. Per quanto riguarda la Sarde-
berale, uscı̀ col motto Ad dicendum pa- gna, il primo p. noto è L. Valerio Tria-
rum ad impellendum satis e fu conside- rio, governatore del 77 a.C., che re-
rata da Giovanni Siotto Pintor «l’ot- spinse il tentativo di M. Emilio Lepido
timo di tutti i fogli pubblicati in Sarde- di impadronirsi dell’isola. In questa
gna», essendo scritto «da una eletta occasione il propretore Triario fu pro-
schiera di giovani sassaresi, con tali babilmente aiutato da quei Sardi che,
forme castigate, quali nei fogli pubblici come ci dice Cicerone, furono gratifi-
non si era mai usato». Ebbe tra i suoi cati dal governatore con la concessione
collaboratori Gio. Antonio Tedde, Eu- della cittadinanza romana (= Valerio
genio Bisson, Giuseppe Pisano e Pietro Triario, L.). [FRANCO PORRÀ]
Villaminar. Apparso nel marzo 1840, Prospero Religioso (Reggio Emilia,
uscı̀ per soli 7 numeri sino al settembre prima metà sec. XIII-?, dopo 1263). Ar-
dello stesso anno. «Il periodico tirò in- civescovo di Torres dal 1261 al 1269.
nanzi sotto il viceré Montiglio (=) – Apparteneva all’ordine cistercense ed
scrive Enrico Costa –; ma quando nel era abate di Preully, diocesi di Tours,
maggio arrivò l’altro viceré De Asarta in Francia. Nel 1261 fu nominato arci-
(=), si impose al tipografo Azzati di vescovo di Torres e legato pontificio in
bandire la politica. Gli ultimi fascicoli Sardegna. Una volta nella sua sede, en-
furono stampati all’Azara». Vittorio trò in conflitto con Filippo Visconti, ar-
Angius sostenne che il periodico aveva civescovo di Pisa, che a sua volta pre-
avuto le lodi di molti giornali italiani: tendeva di esercitare la legazia in Sar-
‘‘Adombratosi alcuno per certi articoli degna. Secondo R. Turtas, «nel marzo
di questione morale, si fece intendere al 1263 si trovava presso la corte pontifi-
Villamarina, segretario di Stato, che gli cia a Orvieto, di dove fin dal 7 maggio
scrittori avevano certe tendenze dan- dello stesso anno Urbano IV lo desti-

592

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 598


Protosardi

nava a suo nunzio a Genova e in Lom- prendendo le sequenze cronologiche


bardia». proposte per la preistoria della Sarde-
Prospero, san (in sardo, Santu Pro- gna (=), si può affermare che nulla (o
speru) Santo (m. sec. IV/V). Spagnolo, pochissimo) sappiamo dei primi fre-
vescovo di Tarragona, perseguitato da- quentatori dell’isola durante il Paleo-
gli Arabi si rifugiò a Camogli, oggi in litico, cosı̀ come non siamo in grado di
provincia di Genova, dove morı̀ forse sapere nulla sulle sembianze di quei
martire nel secolo IV-V Culto in Sarde- gruppi di uomini che nel Neolitico an-
gna diffuso dagli spagnoli. Nello stesso tico diedero vita alle culture di Su Gor-
giorno la Chiesa ricorda San Prospero roppu, Filiestru e della Grotta Verde
vescovo di Reggio Emilia, morto verso (6000-4000 a.C.). Più sicuri si fanno i
il 446, culto diffuso in epoca medio- dati antropologici riferibili al Neoli-
evale da diversi ordini religiosi. tico medio (4000-3400 a.C.) con la cul-
[ADRIANO VARGIU] tura di Bonuighinu grazie ai ritrova-
Festa Si festeggia il 25 giugno. menti nella Grotta Rifugio di Oliena;
sembra che questi uomini fossero doli-
Prost, Antonio (detto Tonio) Giornali-
comorfi; la loro statura sembra non su-
sta, sindacalista, regista (n. Cagliari
perasse 1,60 m per gli uomini e 1,50 m
1938). Dopo essersi laureato in Giuri-
per le donne; appartenevano ai gruppi
sprudenza si è dedicato all’insegna-
mento nelle scuole secondarie supe- afro-mediterranei provenienti da occi-
riori. Sensibile da sempre ai problemi dente, che avevano frequentato il Me-
degli insegnanti si è dedicato all’atti- diterraneo occidentale fin dai tempi
vità sindacale nella CGIL, negli anni del Neolitico; erano robusti, il volto
Sessanta ha concorso a fondare la aveva la fronte stretta, orbite di lar-
CGIL-Scuola, di cui è stato dirigente ghezza e altezza medie, naso allungato,
nazionale. Tra il 1976 e il 1990 ha fatto guance sporgenti. Durante il Neolitico
parte del Consiglio nazionale della recente e finale (3400-2800 a.C.),
Pubblica Istruzione e del direttivo del- quando si diffuse la cultura di Ozieri,
l’IRSAE Sardegna. All’attività sinda- a questo gruppo umano mediterraneo
cale ha sempre legato, fin dal periodo occidentale si aggiunse un gruppo di
studentesco, la sua attività in campo provenienza orientale o danubiana
teatrale come regista e come attore, che si amalgamò al precedente. Questi
collaborando con la RAI e con diverse individui erano dolicomorfi; avevano
emittenti private; ha fatto parte per struttura corporea gracile e statura
dieci anni del consiglio di amministra- mediamente più bassa dei precedenti;
zione dell’Ente Lirico cagliaritano. guance sporgenti e fattezze simili a
quelle degli africani melanodermi
Proto, san = Gavino, santo
(cioè di pelle scura). In base a ciò si
Protonuraghe = Nuraghe può affermare che alla fine del Neoli-
Protosardi Il problema dell’origine e tico i due gruppi si fusero dando vita a
delle connotazioni degli antichi abita- una popolazione in cui i due tipi origi-
tori della Sardegna ha sempre affasci- nari compaiono costantemente amal-
nato gli studiosi (in particolare, natu- gamati in quelli che vengono definiti
ralmente, quelli sardi), anche in consi- ‘‘Paleosardi arcaici’’.
derazione della posizione dell’isola al L’ENEOLITICO Nell’Eneolitico (2800-
centro del Mediterraneo occidentale. 1800 a.C.) i gruppi dolicomorfi dalla fi-
DAL PALEOLITICO AL NEOLITICO Ri- sionomia che abbiamo descritto prece-

593

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 599


Proverbio

dentemente continuarono a essere nee antiche a Seulo e Sardara, simili a


prevalenti in percentuale tra l’85% e il quelle identificate in Provenza, Lin-
95%, ma comparvero anche tipi brachi- guadoca e nel sud-est della Spagna; 5.
cefali, concentrati nel Sassarese e nel- presenza della tipologia mediterranea
l’Algherese, riferibili alla cultura del recente (o neomediterranea) di prove-
Vaso campaniforme. Si formò quindi nienza iberica; 6. presenza di una tipo-
nell’isola un ambiente umano ancor logia dinarica di individui brachimorfi
più variato, perché alla componente provenienti dall’Europa centrale; 7.
eurafricana prevalente si aggiunse presenza di una piccola percentuale
una componente eurasiatica. Proba- di forme negridi diffuse in tutto il ba-
bilmente si trattò di una presenza do- cino mediterraneo. Questa comples-
vuta a una migrazione o a un’invasione, sità, che fa pensare alla contempora-
oppure legata al diffondersi dei com- nea presenza di genti diverse nel pe-
merci: comunque sia, la molteplicità riodo delle grandi migrazioni e al loro
dei tipi umani caratterizza quelli che coesistere in aree di riferimento ben
vengono definiti ‘‘Paleosardi recenti’’. individuabili, darebbe ragione alle
Con l’Età del Bronzo (1800-900 a.C.) fonti letterarie classiche che, riferen-
comparve tra il 1800 e il 1600 a.C. la dosi ai sardi più antichi, indicano
cultura di Bonnanaro, caratterizzata come popolatori dell’isola gruppi pro-
dal permanere della coesistenza di venienti dalla Spagna, dalla Grecia e
più gruppi etnici in cui prevale però dall’Africa, guidati ciascuno da mitici
un tipo umano dolicocefalo, dalla sta- personaggi che col tempo avrebbero
tura sensibilmente più alta (1,65 m per imparato a convivere tra loro e con i
l’uomo, 1,54 m per la donna). Nello depositari locali delle culture prece-
stesso periodo venne prendendo forma denti, dando cosı̀ vita alla civiltà nura-
la civiltà nuragica, nella quale si con- gica.
fermarono le caratteristiche antropo- Proverbio, Edoardo Astronomo (n.
logiche del periodo precedente: au- sec. XX). È stato per anni professore di
mento della statura media, presenza Astronomia all’Università di Cagliari e
di gruppi umani di provenienza varia direttore dell’ossevatorio di Poggio dei
coesistenti sul territorio dell’isola, Pini. Condividendo le teorie di Carlo
prevalenza della dolicocefalia. In par- Maxia, ha avviato gli studi di astroar-
ticolare gli antropologhi identificano cheologia in Sardegna, su cui ha
gruppi umani ancor più complessi ri- scritto: Dolmen, tombe dei giganti e se-
spetto a quelli presenti nel periodo polcri a tumulo in Puglia e in Sardegna.
Eneolitico e caratterizzati in sintesi Aspetti astronomici, in Archeologia e
dai seguenti elementi: 1. persistenza astronomia esperienze e prospettive fu-
del tipo mediterraneo orientale (o da- ture, 1995 e Astronomical orientations
nubiano), erede e continuatore dei pa- of Monte d’Accoddi (con G. Romano e A.
leosardi arcaici, diffuso soprattutto Aveni), ‘‘Archeologia e Astronomia’’,
nell’entroterra montagnoso dell’An- supplemento alla ‘‘Rivista di Archeolo-
glona; 2. presenza di gruppi umani gia’’, 1991.
dalle caratteristiche corso-liguri nel- Province della Sardegna A partire dal
l’area gallurese; 3. presenza di indivi- 1807 l’amministrazione del Regno fu
dui di tipo aquitano-mediterraneo nei modificata rispetto al precedente as-
territori di Seulo, Perdasdefogu e Sar- setto tradizionale, che per secoli si era
dara; 4. presenza di forme mediterra- basato su due sole grandi circoscri-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 600


Province della Sardegna

zioni, il Capo di Cagliari e Gallura e il giunti i comuni di Armungia, Ballao e


Capo di Sassari e Logudoro, governate Villasalto, situati nella provincia di
ciascuna da un governador: i due fun- Isili; 6. Pula, che comprendeva i vil-
zionari avevano poteri civili e militari laggi di Pula, Capoterra, San Pietro
e potestà su governatori e comandanti Pula e Sarroch; 7. Quarto, che com-
che risiedevano ad Alghero, Castel- prendeva i villaggi di Quarto e Quar-
sardo, Oristano, Iglesias, Villacidro, tucciu; 8. San Gavino, che compren-
Sorgono, Mandas, Tortolı̀, Tempio, deva unicamente il proprio territorio;
Santa Teresa, Bosa, Ozieri, Bono. In 9. Sanluri, che comprendeva i villaggi
quel 1807 il territorio del Regno fu di- di Sanluri, Furtei, Segariu e Villamar;
viso nelle prefetture di Cagliari, Sas- 10. San Pantaleo, che comprendeva i
sari, Oristano, Bosa, Alghero, Iglesias, villaggi di San Pantaleo, Donori, Ser-
Villacidro, Nuoro, Sorgono, Mandas, diana, Sicci, Soleminis, Ussana; 11. Se-
Tempio, Tortolı̀, Ozieri, Bono, Laconi, largius, che comprendeva i villaggi di
ciascuna amministrata da un prefetto: Selargius, Pauli Pirri, Pirri, Sestu; 12.
un funzionario nuovo rispetto alla tra- Senorbı̀, che comprendeva i villaggi di
dizione, che sottrasse competenze ai Senorbı̀, Arixi, Sant’Andrea Frius, San
funzionari tradizionali ma soprattutto Basilio, Selegas, Seuni, Sisini, Suelli;
ai funzionari baronali, le cui potestà
13. Serramanna, che comprendeva i
furono drasticamente ridimensionate
villaggi di Serramanna e Samassi; 14.
specie nel settore giudiziario. Nel
Sinnai, che comprendeva i villaggi di
1821, nel quadro delle riforme feliciane,
Sinnai, Burcei, Carbonara, Maracala-
il numero delle prefetture fu ridotto e
gonis, Settimo; 15. Teulada, che com-
il territorio del regno diviso in dieci
prendeva i villaggi di Teulada e Domus
Province: Cagliari, Sassari, Nuoro,
de Maria; 16. Villasor, che compren-
Oristano, Iglesias, Isili, Ozieri, Al-
deva i villaggi di Villasor, Decimo-
ghero, Lanusei, Cuglieri, cui nel 1831
putzu, San Sperate, Vallermosa.
si aggiunse quella di Tempio Pausania.
Provincia di Iglesias. Era divisa in 5
Le province a loro volta furono divise
mandamenti: 1. Iglesias, che compren-
in mandamenti, con competenze giudi-
ziarie: questo nuovo assetto diede un deva la città di Iglesias e i villaggi di
ulteriore colpo all’amministrazione Fluminimaggiore e Gonnesa; 2. Carlo-
baronale. A quel punto la Sardegna ap- forte, che comprendeva i villaggi di
pariva cosı̀ organizzata: Carloforte e Portoscuso; 3. Guspini,
Provincia di Cagliari. Era divisa in 16 che comprendeva i villaggi di Guspini,
mandamenti: 1. Decimomannu, che Arbus, Gonnosfanadiga; 4. Villacidro,
che comprendeva solo il suo territorio;
comprendeva i villaggi di Decimo-
5. Villamassargia che comprendeva i
mannu, Assemini, Elmas, Uta, Villa-
villaggi di Villamassargia, Domusno-
speciosa; 2. Cagliari, che comprendeva
vas, Narcao, Musei, Nuxis e Siliqua,
il territorio della città; 3. Guasila, che
che apparteneva alla provincia di Ca-
comprendeva i villaggi di Guasila, Bar- gliari.
rali, Guamaggiore, Ortacesus, Pimen- Provincia di Isili. Era divisa in 9 man-
tel; 4. Nuraminis, che comprendeva i damenti: 1. Isili, che comprendeva i vil-
villaggi di Nuraminis, Monastir, Sa- laggi di Isili, Gergei, Escolca, Serri; 2.
matzai, Serrenti, Villagreca; 5. Pauli Barumini, che comprendeva i villaggi
Gerrei, che comprendeva i villaggi di di Barumini, Gesturi, Las Plassas,
Pauli Gerrei e Silius ai quali erano ag- Tuili, Villanovafranca; 3. Laconi, che

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 601


Province della Sardegna

comprendeva i villaggi di Laconi, Ge- Neoneli, che comprendeva i villaggi di


noni, Nuragus, Nurallao; 4. Lunama- Neoneli, Ardauli, Bidonı̀, Nughedu,
trona, che comprendeva i villaggi di Sorradile; 9. Sedilo, che comprendeva
Lunamatrona, Baradili, Baressa, Ge- i villaggi di Sedilo, Aidomaggiore, Bo-
nuri, Setzu, Siddi, Sini, Turri, Ussara- roneddu, Tadasuni, Zuri, Dualchi, No-
manna, Villanovaforru; 5. Mandas, che ragugume; 10. Simaxis, che compren-
comprendeva i villaggi di Mandas, Do- deva i villaggi di Simaxis, Ollastra, Pal-
nigala, Gesico, Goni, Siurgus; 6. Mo- mas, San Vero Congius, Siamanna, Sia-
goro, che comprendeva i villaggi di Mo- piccia, Silı̀, Villaurbana; 11. Sorgono,
goro, Forru, Gonnoscodina, Gonnostra- che comprendeva i villaggi di Sorgono,
matza, e quelli di Masullas, Pompu, Si- Atzara, Ortueri, Samugheo; 12. Tonara,
mala e Siris, che appartenevano alla che comprendeva i villaggi di Tonara,
provincia di Oristano; 7. Nurri, che Austis, Desulo, Teti, Tiana; 13. Uras,
comprendeva i villaggi di Nurri, Or- che comprendeva i villaggi di Uras, Ar-
roli, Villanovatulo; 8. Senis, che com- cidano, Marrubiu, Terralba.
prendeva i villaggi di Senis, Asuni, Nu- Provincia di Nuoro. Era divisa in 9 man-
reci, Ruinas, Sant’Antonio e i villaggi damenti: 1. Nuoro, che comprendeva la
di Assolo e Mogorella, che appartene- città di Nuoro e i villaggi di Lollove,
vano alla provincia di Oristano; 9. Seui, Oliena, Orgosolo; 2. Bitti, che compren-
che comprendeva i villaggi di Seui, deva i villaggi di Bitti, Gorofai, Lula,
Escalaplano, Esterzili, Sadali, Seulo, Onanı̀, Orune; 3. Bolotana, che com-
Usassai. prendeva i villaggi di Bolotana, Lei,
Provincia di Oristano. Era divisa in 13 Mulargia, Silanus; 4. Bono, che com-
mandamenti: 1. Oristano, che com- prendeva i villaggi di Bono, Anela, Be-
prendeva la città di Oristano e i villaggi netutti, Bottidda, Bultei, Burgos,
di Massama, Nuraxinieddu, Santa Giu- Esporlatu, Illorai; 5. Dorgali, che com-
sta; 2. Ales, che comprendeva i villaggi prendeva i villaggi di Dorgali, Galtellı̀,
di Ales, Bannari, Curcuris, Escovedu, Irgoli, Loculi, Onifai, Orosei; 6. Fonni,
Figus, Gonnosnò, Morgongiori, Olla- che comprendeva i villaggi di Fonni,
stra Usellus, Pau, Usellus, Zeppara; 3. Lodine, Mamojada; 7. Gavoi, che com-
Aritzo, che comprendeva i villaggi di prendeva i villaggi di Gavoi, Ollolai, Ol-
Aritzo, Belvı̀, Meana e il villaggio di Ga- zai, Ovodda; 8. Orani, che compren-
doni, che apparteneva alla provincia deva i villaggi di Orani, Oniferi, Oro-
di Isili; 4. Busachi, che comprendeva i telli, Ottana, Sarule; 9. Siniscola, che
villaggi di Busachi, Allai, Fordongia- comprendeva i villaggi di Siniscola,
nus, Ula Tirso, Villanova Truschedu; Lodé, Posada, Torpè.
5. Cabras, che comprendeva i villaggi Provincia di Cuglieri. Era divisa in 5
di Cabras, Baratili, Donigala, Nurachi, mandamenti: 1. Cuglieri, che compren-
Riola, Siamaggiore, Solanas, Sola- deva i villaggi di Cuglieri, Scano di
russa, Zeddiani, Zerfaliu; 6. Ghilarza, Montiferro, Sennariolo; 2. Bosa, che
che comprendeva i villaggi di Ghilarza, comprendeva la città di Bosa e il villag-
Abbasanta, Domusnovas Canales, Nor- gio di Montresta; 3. Macomer, che com-
ghiddu, Paulilatino, Soddı̀; 7. Milis, che prendeva i villaggi di Macomer, Birori,
comprendeva i villaggi di Milis, Bau- Bortigali; 4. Santu Lussurgiu, che com-
ladu, Narbolia, San Vero Milis, Tra- prendeva i villaggi di Santu Lussurgiu
matza e il villaggio di Seneghe, che ap- e Bonarcado; 5. Tresnuraghes, che com-
parteneva alla provincia di Cagliari; 8. prendeva i villaggi di Tresnuraghes,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 602


Province della Sardegna

Flussio, Magomadas, Modolo, Sagama, leone, Monteleone Rocca Doria, Ro-


Sindia, Seuni, Tinnura. mana.
Provincia di Lanusei. Era divisa in 4 Provincia di Ozieri. Era divisa in 4 man-
mandamenti: 1. Lanusei, che compren- damenti: 1. Ozieri, che comprendeva la
deva i villaggi di Lanusei, Arzana, città di Ozieri e i villaggi di Ittireddu e
Elini, Ilbono, Loceri, Villagrande Stri- Nughedu; 2. Mores, che comprendeva i
saili, Villanova Strisaili; 2. Jerzu, che villaggi di Mores, Ardara e i villaggi di
comprendeva i villaggi di Jerzu, Gairo, Borutta, Bonnanaro, Torralba, che ap-
Osini, Perdasdefogu, Tertenia, Ulas- partenevano alla provincia di Alghero;
sai; 3. Muravera, che comprendeva i 3. Oschiri, che comprendeva i villaggi
villaggi di Muravera, San Vito, Villa- di Oschiri e Tula; 4. Pattada, che com-
putzu; 4. Tortolı̀, che comprendeva i vil- prendeva i villaggi di Pattada, Alà dei
laggi di Tortolı̀, Bari Sardo, Baunei, Gi- Sardi, Bantine, Buddusò.
rasole, Lotzorai, Talana, Triei, Urzulei. Provincia di Tempio Pausania. Era di-
Provincia di Sassari. Era divisa in 9 visa in 4 mandamenti: 1. Tempio Pausa-
mandamenti: 1. Sassari, che compren- nia, che comprendeva il territorio
deva il territorio della città; 2. Castel- della città e i villaggi di Berchidda e
sardo, che comprendeva la città di Ca- Monti, che appartenevano alla provin-
stelsardo e i villaggi di Bulzi, Laerru, cia di Ozieri; 2. Aggius, che compren-
Sedini; 3. Ittiri, che comprendeva i vil- deva i villaggi di Aggius e Bortigiadas;
laggi di Ittiri, Uri e i villaggi di Olmedo 3. Calangianus, che comprendeva i vil-
e Putifigari, che appartenevano alla laggi di Calangianus, Luras, Nuchis; 4.
provincia di Alghero; 4. Nulvi, che com- La Maddalena, che comprendeva la
prendeva i villaggi di Nulvi, Chiara- città di La Maddalena e i villaggi di
monti, Martis, Perfugas; 5. Osilo, che Santa Teresa e le sue cussorge, Terra-
comprendeva solamente il suo territo- nova e le sue cussorge.
rio; 6. Ossi, che comprendeva i villaggi Con la ‘‘fusione perfetta’’ il 12 agosto
di Ossi, Muros, Tissi, Usini; 7. Ploaghe, del 1848 il territorio dell’isola fu diviso
che comprendeva i villaggi di Ploaghe, in tre Divisioni amministrative, gover-
Cargeghe, Codrongianos, Florinas; 8. nate ciascuna da un intendente gene-
Porto Torres, che comprendeva la città rale. Nelle tre divisioni furono com-
di Porto Torres e l’isola dell’Asinara; 9. presi i territori delle antiche province;
Sorso, che comprendeva i villaggi di furono aboliti i prefetti, sostuiti con in-
Sorso e Sennori. tendenti. Le competenze degli inten-
Provincia di Alghero. Era divisa in 5 denti generali e degli intendenti fu-
mandamenti: 1. Alghero, che compren- rono però meglio definite nei confronti
deva la città di Alghero, con Valverde; dei Consigli divisionali, che erano or-
2. Bonorva, che comprendeva i villaggi gani elettivi.
di Bonorva, Cossoine, Giave, Rebeccu, Divisione amministrativa di Cagliari.
Semestene; 3. Pozzomaggiore, che com- Comprendeva il territorio già apparte-
prendeva i villaggi di Pozzomaggiore, nuto alle province di Cagliari, Iglesias,
Mara, Padria; 4. Thiesi, che compren- Isili, Oristano, con le città di Cagliari,
deva i villaggi di Thiesi, Cheremule e i Iglesias e Oristano e i villaggi di Arixi,
villaggi di Banari, Bessude, Siligo, che Armungia, Assemini, Ballao, Barrali,
appartenevano alla provincia di Sas- Burcei, Capoterra, Carbonara, Deci-
sari; 5. Villanova Monteleone, che com- momannu, Decimoputzu, Domus de
prendeva i villaggi di Villanova Monte- Maria, Donori, Elmas, Furtei, Guamag-

597

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 603


Province della Sardegna

giore, Guasila, Maracalagonis, Mona- ragugume, Simaxis, Ollastra, Palmas,


stir, Nuraminis, Ortacesus, Pauli Ger- San Vero Congius, Siamanna, Siapic-
rei, Pauli Pirri, Pimentel, Pirri, Pula, cia, Silı̀, Villaurbana; Sorgono, Atzara,
Quarto, Quartucciu, Samassi, Samat- Ortueri, Samugheo, Tonara, Austis, De-
zai, San Basilio, San Gavino, Sanluri, sulo, Teti, Tiana, Uras, Arcidano, Mar-
San Pantaleo, San Pietro Pula, San rubiu, Terralba.
Sperate, Sant’Andrea Frius, Sarroch, Divisione amministrativa di Nuoro.
Segariu, Selargius, Selegas, Senorbı̀, Comprendeva il territorio delle pro-
Serdiana, Serramanna, Serrenti, Se- vince di Nuoro, Cuglieri e Lanusei: le
stu, Settimo, Seuni, Sicci, Silius, Sin- città di Nuoro e Bosa e i villaggi di Lol-
nai, Sisini, Soleminis, Suelli, Teulada, love, Oliena, Orgosolo; Bitti, Gorofai,
Ussana, Uta, Vallermosa, Villagreca, Lula, Onanı̀, Orune; Bolotana, Lei, Mu-
Villamar, Villasalto, Villasor, Villaspe- largia, Silanus; Bono, Anela, Benetutti,
ciosa; Fluminimaggiore, Gonnesa, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Il-
Carloforte, Portoscuso, Guspini, Ar- lorai; Dorgali, Galtellı̀, Irgoli, Loculi,
bus, Gonnosfanadiga, Villacidro, Villa- Onifai, Orosei; Fonni, Lodine, Mamo-
massargia, Domusnovas, Narcao, Mu- jada; Gavoi, Ollolai, Olzai, Ovodda,
sei, Nuxis e Siliqua; Isili, Gergei, Orani, Oniferi, Orotelli, Ottana, Sa-
Escolca, Serri, Barumini, Gesturi, Las rule; Siniscola, Lodé, Posada, Torpè;
Plassas, Tuili, Villanovafranca, La- Cuglieri, Scano di Montiferro, Senna-
coni, Genoni, Nuragus, Nurallao; Lu- riolo; Montresta; Macomer, Birori, Bor-
namatrona, Baradili, Baressa, Genuri, tigali, Santu Lussurgiu; Bonarcado,
Setzu, Siddi, Sini, Turri, Ussaramanna, Tresnuraghes, Flussio, Magomadas,
Villanovaforru; Mandas, Donigala, Ge- Modolo, Sagama, Sindia, Seuni, Tin-
sico, Goni, Siurgus; Mogoro, Forru, nura; Lanusei, Arzana, Elini, Ilbono,
Gonnoscodina, Gonnostramatza, Ma- Loceri, Villagrande Strisaili, Villanova
sullas, Pompu, Simala e Siris; Nurri, Strisaili; Jerzu, Gairo, Osini, Perdasde-
Orroli, Villanovatulo; Senis, Asuni, Nu- fogu, Tertenia, Ulassai; Muravera, San
reci, Ruinas, Sant’Antonio Assolo; Mo- Vito, Villaputzu, Tortolı̀; Bari Sardo,
gorella; Seui, Escalaplano, Esterzili, Baunei, Girasole, Lotzorai, Talana,
Sadali, Seulo, Usassai, Massama, Nu- Triei, Urzulei.
raxinieddu, Santa Giusta; Ales, Ban- Divisione amministrativa di Sassari.
nari, Curcuris, Escovedu, Figus, Gon- Comprendeva il territorio delle pro-
nosnò, Morgongiori, Ollastra Usellus, vince di Sassari, Alghero, Ozieri e Tem-
Pau, Usellus, Zeppara; Aritzo, Belvı̀, pio Pausania: le città di Sassari, Al-
Meana, Gadoni; Busachi; Allai, For- ghero, Ozieri, Tempio Pausania, Ca-
dongianus, Ula Tirso, Villanova Tru- stelsardo e Porto Torres e i villaggi di
schedu; Cabras, Baratili, Donigala, Bulzi, Laerru, Sedini; Ittiri, Uri, Ol-
Nurachi, Riola, Siamaggiore, Solanas, medo, Putifigari; Nulvi, Chiaramonti,
Solarussa, Zeddiani, Zerfaliu; Ghi- Martis, Perfugas; Osilo, Ossi, Muros,
larza, Abbasanta, Domusnovas Cana- Tissi, Usini; Ploaghe, Cargeghe, Co-
les, Norghiddu, Paulilatino, Soddı̀; Mi- drongianos, Florinas; Sorso, Sennori,
lis, Bauladu, Narbolia, San Vero Milis, Valverde; Bonorva, Cossoine, Giave,
Tramatza e il villaggio di Seneghe; Rebeccu, Semestene; Pozzomaggiore,
Neoneli, Ardauli, Bidonı̀, Nughedu, Mara, Padria; Thiesi, Cheremule, Ba-
Sorradile; Sedilo, Aidomaggiore, Bo- nari, Bessude, Siligo, Villanova Monte-
roneddu, Tadasuni, Zuri; Dualchi, No- leone; Monteleone Rocca Doria, Ro-

598

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 604


Province della Sardegna

mana; Ittireddu, Nughedu, Mores; Ar- lasetta, San Giovanni Suergiu, Siliqua,
dara e i villaggi di Borutta, Bonnanaro, Vallermosa, Villamassargia, Teulada,
Torralba, Oschiri, Tula, Pattada, Alà Domus de Maria, Villacidro, Gonnosfa-
dei Sardi, Bantine, Buddusò, Ber- nadiga, Aritzo, Belvı̀, Gadoni, Meana
chidda, Monti; Aggius, Bortigiadas, Ca- Sardo, Jerzu, Gairo, Osini, Perdas de
langianus, Luras, Nuchis, La Madda- Fogu, Tertenia, Ulassai, Isili, Escolca,
lena, Santa Teresa, Terranova. Gergei, Serri, Laconi, Genoni, Nura-
Il 23 ottobre del 1859 infine le Divisioni gus, Nurallao, Lanusei, Arzana, Elini,
amministrative furono sostituite dalle Ilbono, Loceri, Villagrande Strisaili,
Province, che furono ridotte a due: Ca- Nurri, Orroli, Villanovatulo, Seui,
gliari, che ebbe anche i territori di Cu- Esterzili, Escalaplano, Sadali, Seulo,
glieri e di Lanusei, e Sassari, che ebbe i Ussassai, Sorgono, Atzara, Ortueri, To-
territori di Nuoro. Le due nuove pro- nara, Austis, Desulo, Teti, Tiana, Tor-
vince furono divise in circondari; più tolı̀, Bari Sardo, Baunei, Girasole, Lot-
in particolare: zorai, Talana, Triei, Urzulei, Massama,
Provincia di Cagliari. Comprendeva i Nuraxinieddu, Santa Giusta, Ales,
circondari di Cagliari, Iglesias, Isili, Bannari, Curcuris, Escovedu, Figus,
Oristano, Cuglieri, Lanusei e i villaggi Gonnosnò, Morgongiori, Ollastra Usel-
di Barumini e Gesturi; le città di Ca- lus, Pau, Usellus, Zeppara, Busachi, Al-
gliari, Oristano e Iglesias e i villaggi di lai, Fordongianus, Ula Tirso, Villanova
Assemini, Barrali, Barumini, Collinas, Truschedu, Cabras, Baratili, Donigala,
Decimomannu, Decimoputzu, Doni- Nurachi, Riola, Siamaggiore, Solanas,
gala Siurgus, Elmas, Gesico, Gesturi, Solarussa, Zeddiani, Zerfaliu, Ghi-
Goni, Guasila, Guamaggiore, Las Plas- larza, Abbasanta, Domusnovas Cana-
sas, Lunamatrona, Mandas, Monastir, les, Norghiddu, Paulilatino, Soddı̀, Mi-
Muravera, Nuraminis, Ortacesus, lis, Bauladu, Narbolia, San Vero Milis,
Pauli Arbarei, Pimentel, Samatzai, Tramatza, Seneghe, Neoneli, Ardauli,
San Sperate, San Vito, Serrenti, Siddi, Bidonı̀, Nughedu, Sorradile, Sedilo,
Tuili, Ussana, Ussaramanna, Uta, Vil- Aidomaggiore, Boroneddu, Tadasuni,
lanovafranca, Villanovaforru, Villa- Zuri, Dualchi, Noragugume, Simaxis,
putzu, Villasor, Villaspeciosa, Pula, Ca- Ollastra, Palmas, San Vero Congius,
poterra, San Pietro Pula, Sarroch, Siamanna, Siapiccia, Silı̀, Villaurbana,
Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Villa- Uras, Arcidano, Marrubiu, Terralba.
simius, San Gavino Monreale, Pabillo- Provincia di Sassari. Comprendeva i
nis, Sardara, Sanluri, Furtei, Segariu, circondari di Sassari, Alghero, Ozieri,
Villamar, San Nicolò Gerrei, Armun- Tempio Pausania, Nuoro.
gia, Ballao, Silius, Villasalto, San Pan- A capo di ogni provincia fu posto un
taleo, Donori, Serdiana, Sicci, Solemi- governatore, che una volta proclamato
nis, Selargius, Pauli Pirri, Pirri, Sestu, il Regno d’Italia, con decreto del 9 otto-
Senorbı̀, Arixi, Sant’Andrea Frius, San bre del 1861, riprese il nome di prefetto,
Basilio, Selegas, Sisini, Suelli, Serra- i cui poteri furono definiti nei con-
manna, Samassi, Sinnai, Burcei, Mara- fronti dei Consigli provinciali, che ave-
calagonis, Settimo San Pietro, Carlo- vano preso il posto dei Consigli divisio-
forte, Fluminimaggiore, Guspini, Ar- nali.
bus, Domusnovas, Gonnesa, Musei, Nel 1927 fu ricostituita la provincia di
Portoscuso, Santadi, Narcao, Serbariu, Nuoro, il cui territorio comprendeva i
Tratalias, Villarios, Sant’Antioco, Ca- circondari di Nuoro, Isili, Cuglieri, La-

599

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 605


Province della Sardegna

nusei. Nel 1974 infine fu ricostituita la Sorso, Stintino, Tergu, Thiesi, Tissi,
provincia di Oristano che comprende i Torralba, Tula, Uri, Usini, Valledoria,
circondari di Oristano e Cuglieri. Il re- Viddalba, Villanova Monteleone.
cente dibattito sulle partizioni ammi- Provincia di Nuoro: Aritzo, Atzara, Au-
nistrative della Sardegna ha portato al- stis, Belvı̀, Birori, Bitti, Bolotana, Bo-
l’istituzione di altre quattro province: rore, Bortigali, Desulo, Dorgali, Dual-
Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, chi, Fonni, Gadoni, Galtellı̀, Gavoi, Ir-
Ogliastra, Olbia-Tempio. goli, Lei, Loculi, Lodé, Lodine, Lula,
Attualmente i centri abitati della Sar- Macomer, Mamoiada, Meana Sardo,
degna sono cosı̀ divisi: Noragugume, Nuoro, Oliena, Ollolai,
Provincia di Cagliari: Armungia, Asse- Olzai, Onanı̀, Onifai, Oniferi, Orani, Or-
mini, Ballao, Barrali, Burchi, Cagliari, gosolo, Orosei, Orotelli, Ortueri,
Capoterra, Castiadas, Decimomannu, Orune, Osidda, Ottana, Ovodda, Po-
Decimoputzu, Dolianova, Domus de sada, Sarule, Silanus, Sindia, Sini-
Maria, Donori, Elmas, Escalaplano, scola, Sorgono, Teti, Tiana, Tonara,
Escolca, Esterzili, Gergei, Gesico, Torpè.
Goni, Guamaggiore, Guasila, Isili,
Mandas, Maracalagonis, Monastir,
Monserrato, Muravera, Nuragus, Nu-
rallao, Nuraminis, Nurri, Orroli, Orta-
cesus, Pimentel, Pula, Quartu Sant’E-
lena, Quartucciu, Sadali, Samatzai,
San Basilio, San Nicolò Gerrei, San
Sperate, San Vito, Sant’Andrea Frius,
Sarroch, Selargius, Selegas, Senorbı̀,
Serdiana, Serri, Sestu, Settimo San
Pietro, Seulo, Siliqua, Silius, Sinnai,
Province della Sardegna – Provincia di
Siurgus Donigala, Soleminis, Suelli,
Oristano: il lago Omodeo.
Teulada, Ussana, Uta, Vallermosa,
Villa San Pietro, Villanovatulo, Villa- Provincia di Oristano: Abbasanta, Aido-
putzu, Villasalto, Villasimius, Villasor, maggiore, Albagiara, Ales, Allai, Arbo-
Villaspeciosa. rea, Ardauli, Assolo, Asuni, Baradili,
Provincia di Sassari: Alghero, Anela, Baratili San Pietro, Baressa, Bauladu,
Ardara, Banari, Benetutti, Bessude, Bidonı̀, Bonarcado, Boroneddu, Bosa,
Bonnanaro, Bono, Bonorva, Borutta, Busachi, Cabras, Cuglieri, Curcuris,
Bottidda, Bultei, Bulzi, Burgos, Carge- Flussio, Fordongianus, Genoni, Ghi-
ghe, Castelsardo, Cheremule, Chiara- larza, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gon-
monti, Codrongianos, Cossoine, Erula, nostramatza, Laconi, Magomadas, Mar-
Esporlatu, Florinas, Giave, Illorai, Itti- rubiu, Masullas, Milis, Modolo, Mogo-
reddu, Ittiri, Laerru, Mara, Martis, rella, Montresta, Morgongiori, Narbo-
Monteleone Rocca Doria, Mores, Mu- lia, Neoneli, Norbello, Nughedu Santa
ros, Nughedu San Nicolò, Nule, Nulvi, Vittoria, Nurachi, Nureci, Ollastra, Ori-
Olmedo, Osilo, Ossi, Ozieri, Padria, stano, Palmas Arborea, Pau, Paulila-
Pattada, Perfugas, Ploaghe, Porto Tor- tino, Pompu, Riola Sardo, Ruinas, Sa-
res, Pozzomaggiore, Putifigari, Ro- gama, Samugheo, San Nicolò d’Arci-
mana, Santa Maria Coghinas, Sassari, dano, San Vero Milis, Santa Giusta,
Sedini, Semestene, Sennori, Siligo, Santu Lussurgiu, Scano di Montiferro,

600

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 606


Prunas

Sedilo, Seneghe, Senis, Sennariolo, Sia- ciolate, lanceolate, a margine dentato.


maggiore, Siamanna, Siapiccia, Simala, I fiori, solitari o in gruppi, hanno petali
Simaxis, Sini, Siris, Soddı̀, Solarussa, bianchi e compaiono in febbraio-
Sorradile, Suni, Tadasuni, Terralba, marzo prima delle foglie. I frutti sono
Tinnura, Tramatza, Tresnuraghes, Ula piccole drupe di un bel colore nero-
Tirso, Uras, Usellus, Villa Sant’Antioco, bluastro che maturano in ottobre-no-
Villanova Truschedu, Villaurbana, Villa vembre. È una specie a larga diffu-
Verde, Zeddiani, Zerfaliu. sione in Europa, Asia Minore fino al
Provincia di Olbia-Tempio: Aggius, Caucaso e Africa mediterranea. Costi-
Aglientu, Alà dei Sardi, Arzachena, Ba- tuisce siepi impenetrabili e per tale ra-
desi, Berchidda, Bortigiadas, Bud- gione è impiegata da sempre per chiu-
dusò, Budoni, Calangianus, Golfo dere i campi coltivati impedendo al be-
Aranci, La Maddalena, Loiri Porto San stiame di sconfinare. Nomi sardi: pru-
Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Ol- nigedda, prunisedda (campidanese); la
bia, Oschiri, Padru, Palau, San Teo- parola imprunizare vuol dire chiudere
doro, Santa Teresa Gallura, Sant’Anto- con pruni spinosi. [TIZIANA SASSU]
nio di Gallura, Telti, Tempio Pausania,
Trinità d’Agultu Vignola.
Provincia del Medio Campidano: Arbus,
Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Ge-
sturi, Gonnosfanadiga, Guspini, Las
Plassas, Lunamatrona, Pabillonis, Pauli
Arbarei, Samassi, San Gavino Mon-
reale, Sanluri, Sardara, Segariu, Serra-
manna, Serrenti, Setzu, Siddi, Tuili,
Turri, Ussaramanna, Villacidro, Villa-
mar, Villanovaforru, Villanovafranca.
Provincia di Carbonia-Iglesias: Bug- Prugnolo – I frutti maturano in
gerru, Calasetta, Carbonia, Carloforte, ottobre-novembre.
Domusnovas, Fluminimaggiore, Giba,
Gonnesa, Iglesias, Masainas, Musei, Prunas1 Famiglia di Bosa (secc. XVI-
Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, XVII). Le sue notizie risalgono al se-
Portoscuso, San Giovanni Suergiu, colo XVI. Erano dei ricchi mercanti,
Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’An- imparentati con le maggiori famiglie
tioco, Tratalias, Villamassargia, Villa- della città, nella quale col tempo as-
peruccio. sunsero un ruolo importante; nel 1640
Provincia dell’Ogliastra: Arzana, Bari entrarono in possesso del feudo di Mi-
Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, nutadas per il matrimonio di un Giu-
Girasole, Ilbono, Jerzu, lanusei, Loceri, liano con l’ultima dei Sellent. Si estin-
Lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Seui, Ta- sero nel 1675 con una Giovanna, che
lana, Tertenia, Tortolı̀, Triei, Ulassai, trasmise il feudo per matrimonio ai
Urzulei, Ussassai, Villagrande Strisaili. Villasambuich.
Prugnolo Pianta arbustiva spinosa Prunas2 (o Cadello) Famiglia cagliari-
della famiglia delle Rosacee (Prunus tana (sec. XVII-esistente). La famiglia
spinosa L.), nota anche con il nome di discende da Giovanni Andrea Cadello,
prunello, con corteccia nerastra o che dal suo matrimonio con Maria P.
rosso scuro. Le foglie sono alterne, pic- nella seconda metà del secolo XVII

601

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 607


Prunas

ebbe numerosi figli, alcuni dei quali Prese parte alla prima guerra mon-
continuarono la discendenza dei Ca- diale e successivamente alla campa-
dello, mentre uno, Antonio, assunse il gna d’Africa (1935-1936) e alla seconda
nome di Prunas, continuando cosı̀ la guerra mondiale, guadagnando nume-
famiglia di sua madre che si era rose decorazioni. Uomo di grande cul-
estinta. I suoi discendenti nel 1738 ot- tura, comandò per anni il Collegio mi-
tennero il riconoscimento del cavalie- litare napoletano della Nunziatella.
rato e della nobiltà e alla fine del se- Scrittore molto stimato, lasciò alcuni
colo XVIII, con i fratelli Gaetano, Pie- pregevoli testi teatrali, tra cui: Circe,
tro e Raffaele formarono tre rami della ‘‘visione tragica in tre atti’’, pubblicata
famiglia. La discendenza di Gaetano si ne ‘‘Il Nuraghe’’ di Raimondo Carta
estinse nella prima metà del secolo Raspi nel 1923, I, 6, e Il volto di Satana,
XX; quella di Pietro è tuttora fiorente ‘‘dramma in quattro atti’’, edito dalla
e risiede a Torino; da Raffaele discen- casa editrice di Piero Gobetti, a Torino,
dono numerose linee che hanno nel 1926. Fra gli altri suoi scritti degli
espresso valorosi diplomatici e la linea anni Ve nti, le novelle Mar uska,
detta dei P. Tola, che attualmente ri- ‘‘L’Unione sarda’’, 1923, e L’ultima can-
siede a Torino e porta il titolo di conte zone, ‘‘L’Unione sarda’’, 1923.
di San Salvatore, ottenuto per rinnova- Prunas, Pasquale Diplomatico di car-
mento nel 1929. riera (Cagliari 1909-Londra 1961). Si
Prunas, Angelo Podestà di Cagliari laureò in Giurisprudenza e in Scienze
(Cagliari 1880-ivi 1943). Conseguita la politiche e subito dopo entrò nella car-
laurea in Giurisprudenza si dedicò riera diplomatica. Nominato ministro
alla professione di avvocato e prese plenipotenziario a Londra, vi morı̀ pre-
parte alla prima guerra mondiale otte- maturamente nel 1961.
nendo numerose decorazioni. Nel do- Prunas, Pietro Comandante della ca-
poguerra aderı̀ al fascismo; fu nomi- valleria miliziana (Bonorva, seconda
nato presidente della Federazione de- metà sec. XVIII-ivi?, prima metà sec.
gli Agricoltori e per alcuni anni vice- XIX). Comandante della cavalleria mi-
presidente dell’Istituto di Credito liziana di Bonorva, fu tra i principali
Agrario per la Sardegna. Fu podestà di protagonisti della repressione dei
Cagliari a partire dal 1936. moti angioiani; nel 1798 prese parte
Prunas, Giuliano Mercante (Bosa, alla spedizione contro gli abitanti di
prima metà sec. XVII-?). Uomo abile e Suni e fece prigioniero con le sue
intraprendente, dopo essersi sposato mani Francesco Muroni.
con l’ultima dei Sellent e aver eredi- Prunas, Renato Diplomatico di car-
tato da lei il feudo di Minutadas, nel riera (Cagliari 1892-Il Cairo 1951).
1643 ottenne il cavalierato ereditario Dopo essersi laureato in Giurispru-
e la nobiltà. Con grande abilità nel denza entrò in diplomazia percor-
1650 riuscı̀ ad aggiudicarsi l’appalto rendo una brillante carriera. Fu amba-
per la dogana di Sassari e nel 1653 sciatore in Turchia e subito dopo se-
fece il suo ingresso nello Stamento mi- gretario generale del Ministero degli
litare durante i lavori del parlamento Esteri. Fu poi nominato ambasciatore
del conte di Lemos, schierandosi nel in Egitto dove morı̀, al Cairo, nel 1951.
partito degli Alagon. Prunas, Rodolfo Ingegnere (Sassari
Prunas, Oliviero Militare, scrittore di 1896-ivi, dopo 1944). Valoroso combat-
teatro (Cagliari 1891-Napoli 1962). tente decorato della prima guerra

602

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 608


Prunas Tola

mondiale, fu presidente della Federa- tocento curò la traduzione dell’opera


zione dei combattenti di Sassari, e del barone Heinrich von Maltzan, che,
come tale fece parte della delegazione giunto in Sardegna negli anni Sessanta
che nel 1922 andò a Roma a trattare dell’Ottocento, aveva pubblicato nel
con Mussolini la fusione fra PNF e 1869 un grosso libro di viaggio intito-
PSd’Az; dopo l’arrivo del generale lato Reise auf der Insel Sardinien, nebst
Asclepia Gandolfo fece parte della de- einem Anhang über die phönicischen
legazione paritetica. Maturata la con- Inschriften Sardiniens. L’edizione ita-
sapevolezza dei danni che sarebbero liana, pubblicata nel 1886 dal milanese
venuti al partito dalla fusione, so- Brigola, è intitolata Il barone di Malt-
stenne la posizione sua e degli ‘‘antifu- zan in Sardegna con l’appendice sulle
sionisti’’ con un foglio periodico ‘‘Il po- iscrizioni fenicie dell’isola, 1886.
polo sardo’’ (=), uscito a Sassari per 9
Prunas Tola, Severino Ufficiale di
numeri nel periodo caldo delle tratta-
carriera (Bosa 1857-Torino 1909). Nel
tive fra il febbraio e l’aprile 1923. Dopo
1892 fu decorato di medaglia d’oro al
la fusione tenne aperta la sezione sas-
valor civile per essersi distinto du-
sarese con Camillo Bellieni, Francesco
rante l’inondazione di Verona; in se-
Maria Dore, Luigi Battista Puggioni e
guito insegnò per molti anni Storia mi-
altri. Nel 1923 subı̀ intimidazioni dai
litare all’Accademia militare di Torino
fascisti che volevano chiuderla. Ritira-
e fu autore di alcune opere di notevole
tosi a vita privata, alla caduta del fasci-
interesse scientifico.
smo partecipò al dibattito politico che
accompagnava la rinascita della demo- Prunas Tola, Vittorio Funzionario,
crazia in Sardegna. Pubblicò un arti- araldista e genealogista (Torino 1893-
colo, Il problema della terra in Sarde- ivi 1969). Dopo essersi laureato in Giu-
gna, ‘‘Riscossa’’, 1944. risprudenza, prese parte alla prima
guerra mondiale guadagnandosi al-
Prunas de Quesada, Mario S. Inge-
cune decorazioni. Nel dopoguerra en-
gnere (Parma 1874-Roma 1955). Per-
trò come funzionario nella carriera nel
corse una brillante carriera nell’ammi-
Ministero degli Interni e si dedicò agli
nistrazione delle Ferrovie. Ricco di in-
studi di araldica e genealogia. In poco
teressi culturali, studiò la storia del-
tempo gli fu riconosciuta una notevole
l’arte plastica in Sardegna, cui dedicò
competenza e per la sua autorevolezza
una serie di articoli pubblicati nel
fu chiamato a collaborare con la ‘‘Rivi-
‘‘Giornale d’Italia’’ fra luglio e novem-
sta araldica’’ e con altri periodici spe-
bre 1926 sotto un unico titolo, Delle arti
cializzati in genealogia. Nominato se-
plastiche in Sardegna, ma con i sottoti-
gretario di Umberto II per gli Ordini
toli I. Serenità, II. Incomprensione, III.
cavallereschi, caduta la monarchia fu
Etnografia, IV. Realtà. Tra gli altri suoi
eletto segretario dell’Unione Monar-
scritti: In attesa del nuovo ordinamento
chica Italiana. Tra i suoi scritti: Storia
delle piccole industrie, ‘‘Il Giornale d’Ita-
della famiglia De Tola di Sardegna con
lia’’, 1926; Prima biennale sarda d’arte,
albero genealogico e cenni relativi di suo
‘‘L’Isola’’, 1928. Un suo articolo, Pupazzi
parentado. Notizie e biografie con do-
sardi, ‘‘Frontiera d’Italia’’, 1927, è dedi-
cumenti, 1912; Il nostro vecchio regno
cato alle famose figurine in legno di To-
sardo, 1926; La nobiltà di Sardegna ne-
sino Anfossi ed Eugenio Tavolara (=).
gli Ordini cavallereschi religioso-mili-
Prunas Tola, Giuseppe Intellettuale tari, ‘‘Bollettino storico-bibliografico
(sec. XIX). Nella seconda metà dell’Ot- subalpino’’, XXXIII, 3-4, 1931; I privi-

603

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 609


Prunisinda

legi di Stamento militare nelle famiglie Pubblicità in Sardegna A parte qual-


sarde, 1933; Dizionario storico feudale che illustratore che ai primi del Nove-
della nobiltà sarda dal X sec. al 1848, cento ha lavorato con successo alla car-
1933; Notizie su varie genealogie di fami- tellonistica pubblicitaria (sono del ca-
glie sarde, ‘‘Biblioteca della Società gliaritano Luigi Caldanzano alcune
storica subalpina’’, CXXVI, 1933; delle più famose immagini della Cam-
Un’antica commenda dell’ordine di pari di inizio secolo), la pubblicità mo-
Malta in Sardegna: Priorato di San Leo- derna è nata in Sardegna – come peral-
nardo di Sette Fratelli, ‘‘Rivista dell’Or- tro nel resto d’Italia, Milano compresa
dine di Malta’’, VI, 7, 1942; Stato attuale – negli anni Cinquanta. A metà di quel
degli studi araldici in Sardegna, ‘‘Rivi- decennio alcune aziende sarde (l’Ich-
sta araldica’’, LIII, 1955; La nobiltà nusa, la Casar, la Zedda&Piras e altre)
sardo-piemontese dal Risorgimento a iniziarono a fare pubblicità affidan-
oggi, ‘‘Rivista araldica’’, LIX, 1961. dosi all’unica agenzia allora esistente,
Prunisinda Giudicessa di Torres (sec. la Publigedi di Mario Atzori, con sede a
XII). Di probabile origine catalana, fu Cagliari, che fu la prima vera organiz-
moglie di Costantino II di Torres. zazione di marketing e comunicazione
Quando Guglielmo di Massa, giudice di a operare nell’isola con filosofia pro-
Cagliari, avendo avuto una controversia fessionale e moderne tecniche di
con suo marito, invase a sorpresa il giu- base. Negli anni Settanta, col crescere
dicato di Torres nel 1195, fu fatta prigio- del mercato e la progressiva sensibilità
niera nel castello di Burgos. La leg- ai temi della comunicazione, sono ve-
genda vuole che Guglielmo, nell’impeto nute costituendosi nell’isola diverse
della conquista, la violentasse e la por- agenzie, alcune delle quali sono tut-
tasse prigioniera con sé a Cagliari. t’oggi le più dinamiche e affermate del
panorama sardo. A Cagliari operano
Pseudonuraghe = Nuraghe
l’Idea Studio di Maria Rosaria Puddu,
PTM Editrice Casa editrice fondata a la Tema di Aldo Brigaglia, la J&Co di
Mogoro nel 1989 come estensione di Gianfranco Cherchi, la Estro di Mari-
una preesistente attività tipografica: la stella Casula. A Sassari sono attive la
sigla significa appunto ‘‘Prima Tipogra- Albatros di Bianca Prato e la Associa-
fia Mogorese’’. È impegnata nella pub- zione di Idee di Alberto Paba; ad Al-
blicazione di opere volte al recupero ghero la Staaf di Francesco Delogu; a
della storia e delle tradizioni locali. Sanluri la Blacksheep di Elio Gola; a
Tra le pubblicazioni se ne segnalano al- Oristano la Elon Grafica di Giampaolo
cune sull’antico popolo dei Shardana e Meloni. Ci sono inoltre creativi che non
una sui nuraghi, Le torri del cielo. Pub- operano in agenzie ma come free
blica anche la rivista ‘‘Quaderni orista- lance: Filippo Martinez, Alberto Soi,
nesi’’. [MARIO ARGIOLAS] Stefano Asili, Roberto Boassa, Mirko
Pu, Luigi Pittore (n. Jerzu 1946). Com- Gaviglio, Francesco Sogos, Ivano Coco,
pletati i suoi studi ha esordito nel 1969 Sabina Era e diversi altri. Molti degli
a Firenze. In seguito ha esposto nelle operatori citati sono iscritti alla Tp,
maggiori città italiane con successo; si l’associazione italiana dei pubblicitari
è specializzato nell’affresco e nei mu- professionisti, o all’Aiap, che associa i
rales; molte delle sue opere adornano progettisti grafici. Una schiera di gra-
chiese e edifici pubblici in vari centri fici, fotografi, illustratori, esecutivisti,
della Sardegna. case di produzione di spot, società di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 610


Puddu

servizi web, account e concessionari di tarla in tavola, va aperta e il ripieno va


spazi completa il quadro della comuni- tolto per essere servito come antipasto.
cazione pubblicitaria nell’isola.
Puddu Famiglia della Marmilla (sec.
Pubusa, Andrea Docente di Diritto, XV-esistente). Le sue notizie risalgono
consigliere regionale (n. Nuxis 1945). al secolo XV. Di lontane ascendenze
Conseguita la laurea in Giurisprudenza della Baronia, nei documenti della dio-
ha intrapreso la carriera universitaria e cesi di Galtellı̀ i suoi membri figurano
la professione di avvocato. Attualmente nobili e in possesso di un notevole patri-
è professore di Diritto amministrativo monio fondiario. Nel corso del secolo
presso l’Università di Cagliari. Schie- XVII furono spesso investiti di uffici
rato con la Sinistra, impegnato nell’atti- pubblici e godettero di benefici eccle-
vità politica, nel 1984 è stato eletto con- siastici. Nel secolo XVIII un Simone fu
sigliere regionale del PDS nel collegio delegato della Barbagia di Ollolai; suo
di Cagliari per la IX legislatura, ricon- figlio Antonio Simone si trasferı̀ a Ge-
fermato anche per la X. Nel 1994 non è sturi dove fissò la residenza della fami-
stato più candidato; è stato consigliere glia e nel 1741 ottenne il cavalierato ere-
della Fondazione Banco di Sardegna ditario e la nobiltà. Nei secoli succes-
dal 1998. È autore di numerosi lavori di sivi, divisa in più rami, la famiglia di-
rilievo, molti dei quali dedicati al tema venne una delle più ragguardevoli della
dell’autonomia regionale sarda e ai Marmilla; attualmente risiede a Ca-
problemi della revisione dello statuto gliari e in diversi centri della Marmilla.
speciale. Tra i suoi scritti: Sovranità po-
Puddu, Antonio Scrittore (n. Siddi
polare e autonomie locali nell’ordina-
1933). Ha iniziato a scrivere giovanis-
mento costituzionale italiano, 1983.
simo esordendo come giornalista cor-
Pudda prena Piatto tipico della cucina rispondente di alcuni periodici regio-
sarda. La gallina ripiena ‘‘alla sarda’’ nali. Nel 1962 ha richiamato l’atten-
era in passato un tipico piatto riservato zione della critica con una serie di rac-
alle classi sociali più elevate, che pote- conti per le sue solide capacità narra-
vano permettersi di sacrificare una tive. Nel 1968, con il suo primo ro-
grassa gallina ovaiola senza compro- manzo, Ziu Mundeddu, ha ottenuto il
mettere il bilancio familiare, come in- premio ‘‘Grazia Deledda’’ per l’opera
vece sarebbe avvenuto per i più poveri. prima. Autore schivo e misurato, ha
La base della ricetta è costituita da una per anni diviso l’attività letteraria con
gallina che va sventrata e regolar- la cura della sua azienda agraria. La
mente ripulita; le interiora cosı̀ rica- pubblicazione dei suoi lavori succes-
vate vengono tritate insieme a una sal- sivi è stata sempre coronata da un suc-
siccia morbida spellata, a erbe, pomo- cesso di pubblico e di critica (uno dei
dori secchi, pane e lardo. Il tutto viene suoi primi estimatori è stato Giuseppe
sminuzzato e impastato e introdotto Prisco) e gli ha fatto ottenere altri im-
nella gallina disossata. Quando l’impa- portanti riconoscimenti, tra i quali il
sto è stato messo al suo posto, la gallina premio internazionale Minturno 2001
viene ricucita e fatta bollire a fuoco te- e una segnalazione al premio ‘‘Giu-
nue per alcune ore in una pentola seppe Dessı̀’’. «Io scrivo lentamente –
colma d’acqua insieme a delle erbe. Ot- ha detto in un’intervista – , di mattina,
tenuta la cottura, si fa raffreddare la nella casa di Cagliari, con un sotto-
gallina avendo cura di insaporirla con fondo musicale: classici, soprattutto
rametti di mirto; poco prima di por- Mozart e Beethoven»; «Questa ‘‘len-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 611


Puddu

tezza’’ dello scrivere – ha commentato cune esperienze di specializzazione al-


Manlio Brigaglia (=) – è un tratto es- l’estero. Si è affermato come concerti-
senziale del Puddu narratore: che è sta ancora giovanissimo e ha suonato
uomo semplice e modesto (aggettivi nei maggiori teatri del mondo otte-
difficili da usare, perché ormai li si nendo numerosi riconoscimenti. Dal
legge come limitativi, e invece dicono 1998 dirige a Cagliari la Scuola comu-
di due virtù fondamentali), e tende a nale di musica.
trasferire sobrietà e semplicità nello
Puddu, Maria Gabriella Archeologa (n.
stile del racconto. Anche i suoi perso-
Cagliari, seconda metà sec. XX). Lau-
naggi si rispecchiano in questa pacata
reata in Lettere, nel 1984 ha preso parte
visione del mondo». Le altre sue opere
al censimento archeologico del territo-
principali sono: La colpa di vivere,
rio di Gesturi e ha scritto quattro capi-
1983; La valle dei colombi, 1996 (una sil-
toli, Le pendici orientali e sudorientali
loge di racconti in parte apparsi su ri-
della Giara (con C. Lilliu), Il versante de-
viste); Dopo l’estate, romanzo, 2001.
stro della valle del rio Mannu. A cudda
Puddu, Giorgio Storico (n. Sant’An- parti ’e frumini (con C. Lilliu), Nota pre-
tioco 1946). Dopo la laurea si è dedicato liminare alle campagne di scavo 1980-83
all’insegnamento universitario. Nel nel complesso nuragico Brunku Madu-
1984 è diventato ricercatore di Storia gui, tutti nel volume Territorio di Gesturi.
moderna. Attualmente insegna nell’I- Censimento archeologico, 1985; un’altra
stituto di Storia moderna della Facoltà nota è Recenti sondaggi di scavo a Santa
di Lettere dell’Università di Cagliari. Vittoria di Serri, in Un millennio di rela-
Tra i suoi scritti: Gli apprestamenti di- zioni tra la Sardegna e i paesi del Mediter-
fensivi nell’isola di San Pietro agli inizi raneo. Atti del III Convegno di studi di
del secolo XIX, ‘‘Pubblicazioni dell’Isti- Selargius 1987: ‘‘La Sardegna tra il
tuto di Storia moderna dell’Università Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-
di Cagliari’’, 1987; Su alcuni gesuiti XIII sec. a.C.)’’, 1992.
sardi nelle colonie spagnole alla vigilia
Puddu, Mario Avvocato, consigliere re-
della soppressione dell’ordine, ‘‘Archi-
gionale (n. Oristano 1926). Cattolico im-
vio storico sardo’’, XXXVI, 1989; Breve
pegnato, conseguita la laurea in Giuri-
profilo storico di Bosa, ‘‘Studi sardi’’,
sprudenza si è dedicato alla profes-
XXIX, 1991; L’approvvigionamento di
sione di avvocato e si è avvicinato al
Cagliari durante l’assedio francese del
mondo della politica nella Democrazia
1792-93, ‘‘Bollettino bibliografico della
Cristiana. Dopo essere stato consi-
Sardegna’’, 16, 1992; Annona e pratica
gliere comunale di Oristano e consi-
militare a Cagliari durante l’assedio
gliere provinciale di Cagliari, nel 1965
della flotta francese del 1792-93, ‘‘Bollet-
è stato eletto consigliere regionale del
tino bibliografico della Sardegna’’, 19,
suo partito per la V legislatura nel col-
1995; Aspetti e problemi politici nel Re-
legio di Cagliari. Successivamente è
gno di Sardegna dopo l’assedio francese
stato riconfermato per altre tre legisla-
a Cagliari (1792-93), in Studi storici in
ture fino al 1979. Negli anni del suo
memoria di Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio
mandato ha ricoperto numerosi incari-
storico sardo’’, XXXIX, 1998.
chi: dal marzo all’ottobre 1972 è stato
Puddu, Luigi Chitarrista (n. Cagliari, assessore agli Enti locali nella giunta
seconda metà sec. XX). Allievo del Spano; dal gennaio 1973 al giugno 1974
Giardino, ha compiuto i suoi studi a Ca- assessore all’Agricoltura nelle giunte
gliari e ad Alessandria e ha avuto al- Giagu e Del Rio; dall’agosto 1974 al

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 612


Puggioni

gennaio 1977 assessore alle Finanze temporanea’’ S’Ardia, 1968, ha al suo


nelle giunte Del Rio e Soddu, e infine attivo il romanzo Pueblo, 2000, ambien-
assessore al turismo nella seconda tato nell’età di Filippo II; Il soldato gen-
giunta Soddu tra il gennaio 1977 e il tiluomo, 1982; Eserciti e monarchie na-
giugno 1979. Nello stesso anno è stato zionali nei secoli XV-XVI, 1995.
eletto presidente della Giunta regio- Puddu, Tonino Pugile (n. Cagliari, sec.
nale, ma si è dovuto dimettere dopo po- XX). Inizia nella sua città una brillante
chi giorni per il mancato raggiungi- carriera da dilettante che lo porta nel
mento della maggioranza necessaria. 1965 al titolo mondiale militare nella ca-
Puddu, Piero Insegnante, consigliere tegoria dei pesi leggeri. Passato al pro-
regionale (n. Quartu Sant’Elena 1926). fessionismo, conquista nel 1970 il titolo
Militante socialista fin da giovane, è italiano battendo Enrico Bagatti. Dopo
stato insegnante elementare e direttore appena un anno sfida il campione euro-
didattico e si è sempre interessato alla peo di categoria Miguel Velasquez e
politica. Dopo essere stato consigliere dopo un grande incontro svoltosi a Ca-
comunale e sindaco di Quartu Sant’E- gliari, gli toglie la corona continentale.
lena dal 1952 al 1956, è stato eletto con- Tenta la scalata al titolo mondiale dete-
sigliere regionale del suo partito nel nuto da Rodolfo Gonzales, ma nel 1973 a
collegio di Cagliari per la IV legislatura. Los Angeles perde la sfida. L’anno suc-
Nelle elezioni per la V legislatura non è cessivo perde anche il titolo europeo a
stato rieletto, tuttavia nel corso della le- opera di Ken Buchanan in un incontro
gislatura, nel dicembre 1967, è suben- disputato a Cagliari. [GIOVANNI TOLA]
trato in Consiglio dopo le dimissioni di Puggioni, Aldo Impiegato, consigliere
Anton Francesco Branca. Ripresenta- regionale (n. Orune 1942). Cattolico im-
tosi per la VI legislatura, ancora una pegnato, dopo essersi laureato in Peda-
volta non è stato eletto, ma nel 1973 è gogia nella Università Cattolica si è de-
tornato in Consiglio succedendo allo dicato ai problemi socio-assistenziali
stesso Branca. Riconfermato per la VII, nell’ambito della sanità pubblica. È
tra l’agosto 1974 e il gennaio 1977 è stato stato consigliere comunale del suo
assessore ai Lavori pubblici nelle paese natale dal 1970 al 1975 e di Nuoro
giunte Del Rio e Soddu. Cessata l’atti- dal 1980 al 1986. In seguito ha fondato il
vità istituzionale si è dedicato alla cura movimento Democrazia partecipata e si
delle organizzazioni degli emigrati. è avvicinato al Partito Popolare Ita-
Puddu, Raffaele Storico (n. Cagliari liano; nel 1989 si è presentato alle ele-
1946). Dopo aver conseguito la laurea zioni regionali per l’XI legislatura, ma
in Lettere si è dedicato alla carriera non è stato eletto; nell’aprile del 1994 è
universitaria. Nel 1980 è diventato pro- tuttavia subentrato in Consiglio regio-
fessore associato di Storia moderna; nale per le dimissioni di Antonello Soro.
attualmente insegna Storia moderna Puggioni, Antonio Operaio, consi-
presso la Facoltà di Scienze della For- gliere regionale (Scano di Montiferru
mazione dell’Università di Cagliari. 1927-Carbonia 1998). Militante comu-
Tra i suoi scritti di storia, in gran parte nista fin da giovanissimo, visse inizial-
dedicati alle vicende della Sardegna mente negli ambienti operai di Carbo-
spagnola e della Spagna, nel siglo de nia. Nel 1969 fu eletto consigliere re-
oro, Problemi di storia della Sardegna gionale del suo partito per la VI legisla-
spagnola (con Bruno Anatra e Giu- tura nel collegio di Cagliari e successi-
seppe Serri), 1975. Oltre la ‘‘fiaba con- vamente riconfermato nello stesso col-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 613


Puggioni

legio per la VII legislatura, al termine indagato alcuni aspetti della crimina-
della quale non fu più rieletto. lità in Sardegna e ha approfondito l’a-
nalisi di diversi comportamenti nella
Puggioni, Giovanni Atleta (n. Sassari
società contemporanea. Con lo studio
1966). Specializzato nella velocità, ini-
dello sviluppo della popolazione in Sar-
zia la sua carriera nel 1979 con i colori
del CUS Sassari. Nei campionati ita- degna, in cui ha spesso condotto – anche
liani di pentathlon categoria ‘‘allievi’’ in collaborazione con altri studiosi del-
nel 1983 stabilisce il nuovo record na- l’Università di Cagliari, come in parti-
zionale con 3518 punti. Passato nel 1987 colare Nereide Rudas e Bruno Anatra –
alle Fiamme Gialle, con questi colori ot- larghe operazioni d’inventario delle
tiene la medaglia di bronzo ai Mondiali fonti documentarie, ha recato un contri-
di Atene del 1997 con la staffetta 4x100 buto originale alla conoscenza delle di-
(composta da P., Madonia, Cipolloni e namiche demografiche e sociali della
dall’altro sardo Sandro Floris). Quello Sardegna nei i secoli. Tra i suoi scritti:
stesso anno stabilisce, sempre nella La colonia di Carloforte nelle sue vicende
staffetta veloce, il primato italiano di storiche, ‘‘Genus’’, XXIII, 1967; Il censi-
società (39’’49). Nel decennio dal 1990 mento parziale della popolazione sarda
al 2000 totalizza ben sei titoli italiani as- nel 1814-15 (con T. Ladu), 1967; Saggio
soluti tra 100 m, 200 m e 60 m indoor più bibliografico sulla criminalità in Sarde-
due titoli ai campionati italiani univer- gna, 1971; Caratteristiche, tendenzialità
sitari (200 m e staffetta veloce). I suoi e dinamiche dei fenomeni di criminalità
primati personali sono rispettivamente in Sardegna (con Nereide Rudas), in Atti
10’’36 nei 100 m, 20’’44 nei 200 e 38’’41 della Commissione parlamentare d’in-
nella staffetta della Nazionale; inoltre chiesta sui fenomeni della criminalità in
detiene il primato italiano di una spe- Sardegna I, 1972; Gli stati d’anime nelle
cialità inusuale per le competizioni: diocesi della Sardegna centro-meridio-
15’’17 nei 150 m. Al termine della car- nale, ‘‘Annali della Facoltà di Scienze
riera agonistica, che lo ha visto 21 volte politiche dell’Università di Cagliari’’,
in nazionale, diviene allenatore della 1979; Dinamica demografica e mobilità
FIDAL nel 2003 e svolge la sua nuova matrimoniale tra il Settecento e il primo
attività a Sassari, portando a buone af- quarto dell’Ottocento, ‘‘Annali della fa-
fermazioni atleti emergenti come Emi- coltà di Scienze politiche dell’Univer-
lia Carboni, Pietro Usai e Gavino Det- sità di Cagliari’’, V, 1980; Fonti ecclesia-
tori. [GIOVANNI TOLA] stiche per lo studio della popolazione
Puggioni, Giuseppe Docente di Stati- della Sardegna centro-meridionale (con
stica sociale (n. Cagliari 1934). Allievo di B. Anatra), 1984; Brevi note sulle vicende
Paola Maria Arcari, dopo aver conse- demografiche della Sardegna prima e
guito la laurea in Scienze politiche si è dopo l’Unità d’Italia (con A.M. Gatti),
specializzato presso l’Università di ‘‘Archivio sardo del movimento operaio
Roma in Criminologia e Psicologia fo- contadino e autonomistico’’, 20-22, 1984;
rense e ha intrapreso la carriera univer- Un caso clinico: la Sardegna dinanzi alla
sitaria. Attualmente insegna Statistica sollevazione catalana (con B. Anatra),
sociale presso la Facoltà di Scienze po- ‘‘Annali della Facoltà di Scienze politi-
litiche dell’Università di Cagliari, dove che dell’Università di Cagliari’’, XI,
dirige il Dipartimento di Ricerche eco- 1984; Popolazione, assetti produttivi e so-
nomiche e sociali. Studioso molto cono- cietà nella Trexenta moderna (con B.
sciuto, nel corso delle sue ricerche ha Anatra) ‘‘Annali della facoltà di Scienze

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 614


Puggioni

politiche dell’Università di Cagliari’’, consultore nazionale (Ozieri 1883-Sas-


XII, 1986; I cinque libri della Sardegna sari 1958). Conseguita la laurea in Giuri-
centro-meridionale (con B. Anatra e sprudenza, si dedicò alla professione di
A.M. Gatti), 1988; La peste in Sardegna avvocato. Scoppiata la prima guerra
(1652-1657), in Popolazione, società e am- mondiale, partı̀ volontario e combatté
biente. Temi di demografia storica ita- valorosamente meritando alcune deco-
liana nei secoli XVII-XIX, 1990; Conside- razioni. Fu uno degli organizzatori del
razioni in tema di inurbamento e feno- movimento degli ex combattenti e
meni di criminalità: il caso di Cagliari e quindi fece parte del gruppo fondatore
del suo hinterland, in Uomo e realtà me- del PSd’Az. Dal 1921 diresse il giornale
tropolitana, 1990; Sommario di statisti- ‘‘La voce dei combattenti’’ e nel 1922 ‘‘Il
che storiche sulla Sardegna preunitaria. Solco’’. Fu eletto consigliere provin-
La Trexenta (con B. Anatra), 1993; Le ciale di Sassari dal 1921 al 1923; antifa-
fonti preunitarie per lo studio della popo- scista, subı̀ un’aggressione di squadristi
lazione e della società sarda. Questioni di a Sassari. Ritiratosi a vita privata, du-
metodo e ipotesi di ricerca, ‘‘Quaderni bo- rante il ventennio esercitò la profes-
lotanesi’’, XX, 1994; Un sommario stati- sione di avvocato; fu vigilato speciale,
stico sulla Sardegna nella prima metà ma in realtà si teneva in contatto con
dell’Ottocento sulla base dei dati raccolti altri antifascisti sardi ed era in corri-
da Vittorio Angius, ‘‘Quaderni bolota- spondenza con il centro parigino di Giu-
nesi’’, XXI, 1995; L’evoluzione della po- stizia e Libertà. Alla ripresa democra-
polazione della Gallura dall’Età mo- tica contribuı̀ alla ricostituzione del
derna all’Età contemporanea (con D. An- PSd’Az e fece parte della Consulta na-
gioni e Giuseppe Serri), in Da Olbı̀a a zionale (1945-1946) rivendicando l’auto-
Olbia 2500 anni di storia di una città me- nomia dell’isola. I suoi scritti compar-
diterranea, II (a cura di Giuseppe Me- vero in gran parte nella stampa politica
loni e P. Franca Simbula), 1996; Storia dei due dopoguerra: Partito Sardo d’A-
della popolazione in Sardegna nell’epoca zione, ‘‘La Voce dei Combattenti’’, 1918; I
moderna (con B. Anatra e G. Serri), 1997; sardi e la rivoluzione, ‘‘La Voce dei Com-
tre saggi, Considerazioni su alcune carat- battenti’’, 1920; Assenza di popolo domi-
teristiche socio-demografiche della popo- nio di fazioni, ‘‘Il Solco’’, 1921; Il Partito
lazione di Sanluri nel XVII secolo in base Sardo d’Azione e le autonomie in Sarde-
alle fonti ecclesiastiche (con B. Anatra), gna, ‘‘Il Solco’’, 1921; Un uomo che se ne
Dinamiche demografiche e mobilità ma- va. Il passaggio di Paolo Orano dal sardi-
trimoniale tra il Settecento e il primo smo al fascismo, ‘‘La Voce dei Combat-
quarto dell’Ottocento (con B. Anatra), La tenti’’, 1922; L’accaparramento dei com-
peste in Sardegna (1652-1657), tutti in battenti, ‘‘Volontà’’, 1924; Combattenti e
Storia della popolazione in Sardegna nel- fascisti di fronte (l’articolo, del novem-
l’epoca moderna, 1997; La popolazione
bre 1924, compare in‘‘Sardegna libera’’,
dei comuni sardi dal 1688 al 1991 (con D.
che era il foglio del Comitato delle op-
Angioni e S. Loi), 1997; Storia della popo-
posizioni sassarese, costituito all’indo-
lazione dal 1847 a oggi (con A.M. Gatti), in
mani del delitto Matteotti); Il Convegno
La Sardegna, volume della collana ‘‘Le
di Macomer dei Comitati di concentra-
regioni d’Italia dall’Unità a oggi’’ (a
zione, ‘‘L’Isola’’, 1943 (dopo il 25 luglio, il
cura di L. Berlinguer e Antonello Mat-
quotidiano sassarese era stato – se-
tone), 1998.
condo una definizione del tempo – ‘‘de-
Puggioni, Luigi Battista Avvocato, fascistizzato’’, e la sua direzione affi-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 615


Puggioni

data ad Arnaldo Satta Branca, ultimo di- d’Arborea, sua società di appartenenza,
rettore della ‘‘Nuova’’ prefascista; la organizza un torneo, forte della sua par-
nuova ‘‘Isola’’ uscı̀ sino a dicembre tecipazione ai campionati militari. Lo
1946, l’articolo è di settembre); Escur- stesso anno l’Amsicora costituisce una
sioni in provincia, ‘‘L’Isola’’, 1943; Collo- sezione di p. in cui si mette in luce Luigi
quio con i giovani di ‘‘Riscossa’’, ‘‘Ri- Nieddu. Nel 1922 si svolgono a Cagliari i
scossa’’, 1944; La fine della nostra solitu- primi campionati sardi (tutti i titoli
dine, ‘‘Forza paris’’, 1944; La terra ai con- sono vinti dai pugili locali dell’Arborea)
tadini, ‘‘Riscossa’’, 1945; Sardegna, ‘‘Ri- e qualche mese dopo una riunione a ca-
scossa’’, 1945; Presupposti marxisti in rattere nazionale con la partecipazione
Sardegna, ‘‘Riscossa’’, 1945; Non tradire, di pugili affermati e anche del francese
‘‘Il Solco’’, 1945; Democrazia progressiva La Pierre. A Sassari la pratica della
e comunismo, ‘‘Il Solco’’, 1945; Democra- boxe viene avviata dalla Torres e dalla
zia progressiva e autonomia regionale, Josto intorno al 1923, anno in cui il peso
‘‘Il Solco’’, 1945; Il fondo di solidarietà e mosca cagliaritano Lecis viene convo-
l’economia sarda, ‘‘Il Solco’’, 1945; La via cato in nazionale per un incontro con la
maestra, ‘‘Il Solco’’, 1945; Il pane quoti- Francia. In seguito lo stesso Lecis pas-
diano, ‘‘Il Solco’’, 1945; Salviamo l’eco- serà al professionismo esordendo a Sas-
nomia sarda, ‘‘Il Solco’’, 1945; Roma, ‘‘Il sari con la vittoria ai punti sul romano
Solco’’, 1945; Perché non siamo ancora
Carosi. I primi sassaresi di vaglia sono
convinti, ‘‘Il Solco’’, 1945; In fondo al ba-
Attilio Sechi della Josto e Antonio Lecis
ratro, ‘‘Il Solco’’, 1945. Molti di questi e
della Torres. Nel 1925 un torneo nazio-
altri articoli sono antologizzati in Luigi
nale mette in luce con il futuro olimpio-
B. Puggioni e il PSd’Az 1919-1955 (a cura
nico Vito Melis lo stesso Antonio Lecis
di Luigi Nieddu), 1973.
(che pratica con successo anche l’atle-
Puggioni, Maria Isabella Consigliere tica e il calcio). Intanto fioriscono nu-
regionale (n. Sassari 1937). Figlia di merose società, dette ‘‘accademie’’, che
Luigi Battista, da giovane interessata si dedicano esclusivamente al p. e che
alla politica è stata uno degli esponenti daranno vita a una grande tradizione.
storici del Partito Radicale in Sarde- Lo spettacolo pugilistico comincia ad
gna, che ha contribuito a fondare e svi- attirare molto pubblico, come avviene
luppare, impegnandosi in numerose nel 1928 quando in un cinema di Ca-
iniziative pubbliche. Nel 1979 è stata gliari si sfidano fra loro due fratelli, en-
eletta consigliere regionale radicale trambi dell’Arborea, Giovanni e Donato
nel collegio di Sassari per l’VIII legi- Masella (per la cronaca, vincerà il se-
slatura, al termine della quale non è condo dopo un incontro senza esclu-
stata rieletta. sione di colpi). Negli anni Trenta il p.
Pugilato Sport. Dopo una breve appari- ha un grande sviluppo, favorito anche
zione in Sardegna agli inizi del Nove- dalle società sportive di regime (GIL,
cento presso le società di ginnastica GUF, Dopolavoro ecc.). Nel 1936 a Ca-
con incontri dimostrativi (a Cagliari gliari si svolgono in un ring all’aperto i
con Giorgio Ballerini e Manlio Cottiglia) campionati nazionali della GIL. In que-
il p. si sviluppa dopo la Grande Guerra. sta occasione i sardi vincono due titoli:
Il reduce cagliaritano Efisio Lecis, che il portotorrese Mario Solinas quello dei
al fronte aveva imparato i segreti della mosca e il cagliaritano Mario Murru dei
noble art dagli alleati inglesi e ameri- medi (nel dopoguerra Solinas diventerà
cani, nel 1921 con l’aiuto dell’Eleonora l’eterno rivale di Gavino Matta col quale

610

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 616


Puglisi

disputerà epici incontri per il titolo ita- zie risalgono al secolo XVIII. Nel 1760 i
liano). In questo periodo si mettono in suoi membri ottennero in enfiteusi il
luce, oltre ai già citati, anche il sassa- territorio di Flumini di Quartu per im-
rese Giulio Macioccu, che in seguito di- piantarvi una peschiera e alcuni anni
venterà un grande maestro di p., Ame- dopo acquistarono anche la peschiera
deo Deiana di Olbia, Vito Melis e Anto- di Portovecchio. Nel 1774 ottennero il
nio Pirastu. Alle Olimpiadi di Berlino cavalierato ereditario, ma la famiglia
del 1936 soltanto un arbitraggio discuti- si estinse nel corso del secolo XIX.
bile toglie la vittoria a Gavino Matta. Pugioni, Filippo Maria Pittore (Sas-
Dopo il periodo bellico la passione per sari, seconda metà sec. XVII-ivi, prima
la boxe riprende in un crescendo di qua- metà sec. XVIII). Sacerdote, apparte-
lità e di quantità fino agli anni Settanta- neva all’ordine dei Serviti. Operò a
Ottanta quando inizia, come del resto in Sassari agli inizi del Settecento; di lui
Italia e nel mondo, una notevole fles- rimangono alcuni olii su tela di prege-
sione. Soprattutto negli anni Sessanta vole fattura tecnica.
la Sardegna produce decine di cam-
Pugioni, Maurizio Gesuita, letterato e
pioni soprattutto nelle categorie dei
oratore (Alghero 1731-ivi 1803). Inse-
‘‘piccoli’’, grazie alla capillare diffu-
gnò a lungo Teologia morale presso l’U-
sione di palestre e accademie e all’in-
niversità di Sassari e collaborò col pa-
centivo che viene da grandi campioni
dre Vassallo durante le sue predica-
come Fernando Atzori, campione olim-
zioni, imparando da lui – secondo il
pico a Tokyo nel 1964 e primo sardo a
Tola – la tecnica oratoria per cui di-
conquistare la medaglia d’oro ai Giochi;
venne famoso. Dopo la soppressione
Salvatore Burruni, primo campione
del suo ordine, tornò ad Alghero dove
mondiale tra i professionisti; e poi continuò l’attività di sacerdote e di stu-
Marco Scano, Fortunato Manca, Paolo dioso. «Gli esercizi spirituali e le mis-
Vacca, Andrea Silanos, Franco Sperati sioni da lui date [predicate] annual-
e tanti altri. Comunque anche in anni mente a’ suoi concittadini gli merita-
‘‘magri’’ nascono campioni come Efisio rono il titolo di apostolo della sua pa-
Galici, mondiale nel 1988, e Salvatore tria». Tra i suoi scritti: Memorie storiche
Fanni, europeo nel 1991; negli ultimi della spedizione della gran flotta fran-
anni la crisi sembra essere superata cese contro l’isola di Sardegna, dell’in-
con un gran movimento a carattere gio- vasione della città principale e delle isole
vanile e con una capillare organizza- intermedie, pubblicato a Bologna nel
zione tecnica e medica. Il peso mosca 1793 (anonimo, ma sicuramente attri-
Andrea Sarritzu nel 2005 tenta senza buito a P.), Orazione funebre per Vittorio
successo la conquista del titolo mon- Amedeo III re di Sardegna, 1797. Lasciò
diale contro l’argentino Narvarez, che inediti i testi di molte sue orazioni fu-
conserva la corona dopo un incontro fi- nebri o quaresimali.
nito in parità. Attualmente la punta di
Puglisi, Salvatore Mario Archeologo
diamante del p. sardo è l’olbiese Si-
(sec. XX). Lavorò presso la Soprinten-
mone Maludrottu, confermatosi cam-
denza archeologica di Cagliari tra il
pione europeo dei pesi gallo nell’agosto
1940 e il 1942. Studiò con la Castaldi al-
del 2006 battendo ai punti lo spagnolo
cuni aspetti dell’archeologia della Gal-
Karim Quibir Lopez. [GIOVANNI TOLA]
lura. Tra i suoi scritti: Villaggi sotto roc-
Pugioni Famiglia della borghesia di cia e sepolcri megalitici nella Gallura,
Cagliari (secc. XVIII-XIX). Le sue noti- ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, V-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 617


Pujades

VI, 1942; Scavi nella necropoli punica a tro IV, non fu in grado di conservarli. In
inumazione di S. Avendrace e S. Antioco. seguito ottenne i feudi di Serrenti, Sa-
Scavo di tombe ipogeiche puniche, ‘‘Noti- massi e Baralla, ma non riuscı̀ a en-
zie degli Scavi di Antichità’’, 1942; Co- trarne in possesso a causa delle vi-
struzioni romane con elementi punici cende della guerra tra Aragona e Arbo-
nell’antica Karalis, ‘‘Notizie degli Scavi rea. Poiché quando morı̀ la guerra non
di Antichità’’, 1943; Aspetti dell’accanto- era ancora finita, egli trasmise tutti i
namento culturale nella Gallura preisto- propri diritti a sua figlia Giovannetta.
rica e protostorica (con E. Castaldi), Pujg Famiglia della borghesia di Barcel-
‘‘Studi sardi’’, XIX, 1966. lona (sec. XIV). In conseguenza del ma-
Pujades, Pietro Governatore del Logu- trimonio del dottor Ugo con Francesca
doro (Spagna, prima metà sec. XV-Ca- Burges cominciò a interessarsi della
gliari 1503). Abile uomo politico, nel Sardegna. Infatti Francesca era erede
1467 fu inviato in Sardegna da Gio- dei feudi di Baratuli e di Sibiola, che
vanni II e nominato governatore del nel 1335 andarono al loro figlio Gia-
Logudoro. Quando scoppiò il conflitto como. La famiglia, però, non volle spo-
tra Nicolò Carroz e Leonardo Alagon starsi da Barcellona, sicché egli decise
tentò di evitare il peggio con una me- di disfarsi del feudo cedendolo al fisco.
diazione tra i due ma non vi riuscı̀. Pujg, Bartolomeo Scrivano della mo-
Prese parte alla battaglia di Macomer neta (Catalogna, seconda metà sec.
e subito dopo, nello stesso 1478, fu in- XIII-Alghero 1363). Legato all’infante
vestito dell’incontrada di Austis. Alfonso, dopo la conquista, nel 1328, fu
Pujalt Famiglia catalana (secc. XIV- nominato scrivano della moneta di
XV). Si trasferı̀ a Cagliari nella prima Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias) e
metà del secolo XIV con un Guglielmo, guardiano del porto di Cagliari. Nel
uomo d’armi che aveva preso parte alla 1337 decise di tornarsene a Barcel-
campagna di Raimondo Cardona in lona, ma poco dopo, quando Guglielmo
Gallura nel 1330. Come ricompensa Cervellon fu nominato governatore ge-
ebbe in feudo le curatorie della Gal- nerale, accettò di seguirlo assumendo
lura Gemini e del Taras, ma a causa l’ufficio di scrivano del governo vicere-
della ribellione dei Doria perse poco gio. In Sardegna entrò in conflitto di
dopo il suo feudo. Morı̀ nel 1358, poco competenza con Giacomo Salzet, sic-
dopo l’arrivo in Sardegna di Giovanni, ché alla morte del Cervellon, nel 1348,
Pietro e Antonio, cavalieri apparte- tornò nuovamente a Barcellona. Nel
nenti alla sua famiglia; essi presero 1353 seguı̀ Pietro IV nuovamente in
parte alle vicende successive della Sardegna e nel 1361 fu investito di un
Sardegna, ma il più noto dei tre fu An- piccolo feudo nell’Oppia, di cui però
tonio che riuscı̀ a costituire un vistoso non riuscı̀ a entrare in possesso.
patrimonio feudale passato poi alla Pula Comune della provincia di Ca-
sua unica figlia Giovannetta. gliari, compreso nella XXII Comunità
Pujalt, Antonio Uomo d’armi (Catalo- montana, con 6535 abitanti (al 2004),
gna, prima metà sec. XIV-Cagliari, posto a 15 m sul livello del mare al mar-
1396 ca.). Giunse in Sardegna al seguito gine occidentale del golfo di Cagliari.
di Ponzio di Santa Pau e nel 1362 fu in- Regione storica: Nora. Archidiocesi di
vestito dei feudi di Goni e di Samatzai. Cagliari.
Ma quando, l’anno successivo, scoppiò & TERRITORIO Il territorio comunale,
la seconda guerra tra Mariano IVe Pie- di forma grosso modo di un trapezio

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 618


Pula

molto allungato nel retroterra, si roz che lo unı̀ al suo grande feudo di
estende per 138,78 km 2 e confina a Quirra. Estinti i Bertran Carroz il feudo
nord con Santadi, a est con Villa San passò ai Centelles ma il territorio conti-
Pietro e Sarroch, a sud col mare Medi- nuò a rimanere spopolato per tutto il
terraneo e a ovest con Domus de Maria. secolo XVI; fu teatro di frequenti sbar-
Si tratta di una stretta pianura co- chi di corsari barbareschi fino a che non
stiera, dietro la quale si levano subito i vennero costruite le torri litoranee di
rilievi dell’Iglesiente che culminano avvistamento e di difesa. Nel secolo
nelle punte Sa Cresia, 864 m, Sébera, XVII fu avviata la costruzione del nuovo
979, Maxia, 1017. Ne discendono alcuni villaggio anche grazie agli Scolopi che
corsi d’acqua, tra i quali il Rio di P. che ebbero nel territorio delle grandi
sfiora l’abitato. Il paese comunica per aziende agricole. Per costruire le case
mezzo della statale 195 Sulcitana, in gli abitanti del nuovo insediamento si
questi anni integrata con un percorso servirono spesso di pietre che anda-
nuovo e più moderno, e di alcune se- vano a prendere nelle rovine della vi-
condarie che raggiungono le numerose cina Nora. Intanto, estinti i Centelles,
località di villeggiatura del litorale. dopo una lunga lite giudiziaria il villag-
& STORIA Il territorio è ricco di testi- gio passò ai Català e da questi agli Oso-
monianze archeologiche che dimo- rio ai quali fu riscattato nel 1838. Il
strano la continuità dell’insediamento nuovo paese si era ormai sviluppato e a
umano; l’attuale paese però è di origini partire dalla fine del secolo XVIII molte
medioevali, apparteneva al giudicato di famiglie cagliaritane vi acquistarono
Cagliari incluso nella curatoria di Nora terreni e vi crearono alcune moderne
che nella divisione del 1257 toccò ai aziende agricole; nel 1821 divenne ca-
Della Gherardesca del ramo di Donora- poluogo di mandamento e fu incluso
tico. Subito dopo la conquista arago- nella provincia di Cagliari. Quando nel
nese P. unitamente ad altri villaggi della 1848 le province furono abolite entrò a
curatoria fu incluso nel feudo che il re far parte della divisione amministra-
concesse agli antichi signori e gli abi- tiva di Cagliari e dal 1859 della ricosti-
tanti ne divennero vassalli. Scoppiata tuita omonima provincia. Di questo mo-
la prima guerra tra Mariano IV e Pietro mento ci parla lo studioso Vittorio An-
IV, nel 1353 il conte Gherardo di Dono- gius che ne scrisse per il Dizionario del
ratico, incaricato della difesa dei con- Casalis: «Il popolo di Pula componevasi
fini orientali, fu fatto prigioniero dalle nel 1845 di anime 1455, distinte in mag-
truppe giudicali con tanta facilità da far giori di anni 20 maschi 405, femmine
credere che si fosse consegnato nelle 414, in minori maschi 320, femmine 316,
mani dell’invasore. Fu quindi sospet- distribuite in famiglie 378. I particolari
tato di tradimento e il suo feudo venne del movimento della popolazione si de-
confiscato. Subito dopo P. fu concesso in vono notare co’ numeri seguenti, na-
feudo a Emanuele de Entença che però, scite all’anno 60, morti 30, matrimoni
scoppiata la seconda guerra tra Ara- 16. Sono piuttosto frequenti gli esempi
gona e Arborea, ne perdette il controllo; di longevità, e si ebbero esempli note-
fu occupato quindi dalle truppe arbo- voli di gran precocità della pubertà
rensi e cominciò a spopolarsi. Dopo la delle fanciulle. Le malattie mortali più
battaglia di Sanluri, nel 1415 tutto il ter- frequenti sono le infiammazioni di
ritorio oramai completamente spopo- petto nell’inverno, e le perniciose nel-
lato fu dato a Berengario Bertran Car- l’estate ed autunno. Il servigio sanitario

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 619


Pula

fassi da un chirurgo ed alcuni flebo- di starelli di frumento 1800, d’orzo 400,


tomi, e v’è stabilita una farmacia. La di fave 300, di legumi 150, di lino 100. La
vaccinazione produce i suoi buoni ef- rendita, se le pioggie non manchino, se
fetti, e la mortalità nell’infanzia è già non nuociano le nebbie, suol essere a
notevolmente diminuita. La popola- calcolo medio del 12 per il grano, del 16
zione di P. crescerà a gran numero per per l’orzo, del 18 per le fave, del 12 per i
l’abbondanza delle sussistenze, diven- legumi. L’orticoltura è praticata con
terà cospicua per le ricchezze, e sorgerà molto frutto. La vegetazione delle spe-
presto alla dignità dell’antica Nora. Il cie è stupenda. Vigneto. Sono de’ luoghi
numero de’ possidenti è grande, anzi attissimi alle viti, ed è grande il numero
sono la massima parte che possiedono. delle vigne; tuttavolta perché poche
Ma le grandi proprietà appartengono a’ sono le uve da mosto, però la vendem-
signori della capitale. Quelli che non mia non dà il necessario per la consu-
hanno un bene proprio trovano sempre mazione del paese, e devesi col prezzo
lavoro, onde sono pochissimi gli indi- delle uve vendute a’ cagliaritani compe-
genti che accattino per vivere. Profes- rare da’ campidanesi quanto manca di
sioni. I pulesi che praticano l’agricol- vino per le provviste particolari. Giar-
tura non sono meno di 380, quelli che dini e fruttiferi. Il circondario di Pula è
fanno la pastorizia circa 200, gli appli- di una segnalata amenità per i verdeg-
cati a’ mestieri sommeranno circa a 50. gianti agrumi e per gli altri alberi frutti-
Molti di questi mestieranti, muratori, feri. Le frutta acquistano tutto lo svi-
falegnami, calzolai, fabbri-ferrari, ecc. luppo, e maturano precocemente sotto
sono allo stesso tempo agricoltori, mas- il sole africano. La coltura degli olivi ne’
sime se possedano terreni arativi o vi- tempi addietro negletta or si va disten-
gne, impiegando ne’ loro campi e ne’ dendo, essendosi fatta una notevole
chiusi quelle ore e que’ giorni, ne’ quali piantagione. I gelsi non sono ancor in
vacano dalla loro particolare profes- gran quantità; ma è certo che fra pochi
sione. In tutte le case è almeno un telaio anni il numero crescerà notevolmente e
per la tessitura della lana e del lino. Co- si avranno foglie sufficienti per una
munemente però non si fa più che sia considerevole produzione di seta. Il nu-
voluto dal bisogno della famiglia. La mero approssimativo degli alberi frutti-
scuola primaria non conta più di 25 fan- feri di tutte le specie culte non è minore
ciulli, a’ quali si insegna a leggere e scri- di 140 000 individui, escludendo da que-
vere, il catechismo cristiano, e poi nien- sta somma tutti quelli che sono nelle
t’altro, senza alcun rispetto alle ordina- terre aperte. Tanto incremento dell’a-
zioni del governo. Le persone che nel gricoltura in P. è merito de’ proprietari
paese sappiano leggere e scrivere forse cagliaritani, i quali non solo accrebbero
non sono più di 60. Agricoltura. I terreni la specie, ma introdussero quelle ri-
di P. sono meritamente famosi per la forme, che dimandava l’arte. Pastorizia.
loro fecondità, e può dirsi verissima- Abbondano i pascoli nelle parti del
mente essere il Campidano norese una piano che restano incolte e nelle monta-
delle regioni più felici della Sardegna gne e valli. Il numero de’ capi che si edu-
non solo pe’ cereali e per l’orticultura, cano è cospicuo, perché giugne a più di
ma per la coltura degli alberi fruttiferi e 25 mila nel seguente riparto: Bestiame
di certe specie native de’ climi meridio- manso. Buoi per l’agricoltura e pel car-
nali. L’annua seminagione ordinaria reggio circa 400, vacche mannalite 150,
può ben stimarsi approssimativamente cavalli da sella e da trasporto 140, ma-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 620


Pula

jali 260, giumenti 500. Bestiame rude. mine 3115; famiglie 2320. La tendenza
Vacche 4500, capre 5000, porci 3000, pe- complessiva rivelava una lieve diminu-
core 12, cavalle 400. Apicoltura. Si colti- zione della popolazione, con morti per
vano le api nella montagna e nel piano; anno 38 e nati 52; cancellati dall’ana-
ma in rispetto di quello che questa indu- grafe 205 e nuovi iscritti 171. Tra i prin-
stria potrebbe essere per le condizioni cipali indicatori economici: imponibile
favorevoli de’ luoghi si fa pochissimo. medio IRPEF 16 351 in migliaia di lire;
Commercio. Nessun paese è meglio si- versamenti ICI 5189; aziende agricole
tuato di Pula per il commercio con la 357; imprese commerciali 280; esercizi
capitale, dove mandano per le barche i pubblici 84; esercizi all’ingrosso 3; eser-
loro prodotti agrari e pastorali». Nel se- cizi al dettaglio 185; ambulanti 6. Tra gli
colo XIX P. divenne località privilegiata indicatori sociali: occupati 1685; disoc-
per la villeggiatura di alcune famiglie cupati 440; inoccupati 272; laureati 28;
cagliaritane. Nel secolo XX il paese ha diplomati 423; con licenza media 1964;
avuto un ulteriore sviluppo grazie al tu- con licenza elementare 1848; analfabeti
rismo estivo. 263; automezzi circolanti 2352; abbona-
& ECONOMIA Le attività di base della menti TV 1503.
sua economia sono quelle legate al turi- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
smo che valorizza le belle spiagge circo- ritorio è ricco di testimonianze archeo-
stanti; vi operano 15 alberghi con 3486 logiche; in particolare abbiamo testi-
posti letto, 2 aziende agrituristiche con monianze del periodo nuragico con i
18 posti letto, 2 campeggi con 1200 posti nuraghi Gangiu, Magallu, Nuraxeddu
letto; 16 ristoranti e il porto turistico e Pedru Becciu. Il sito di maggiore im-
con 100 posti barca. Di grande impor- portanza è costituito tuttavia dalle ro-
tanza sono anche l’agricoltura, in parti- vine della città fenicio-punico-romana
colare l’orticoltura e la frutticoltura, e di Nora (=), che in numerose e ricor-
l’allevamento del bestiame, soprattutto renti campagne di scavo va rivelando
bovini e suini e in misura minore ovini e una documentazione di enorme inte-
pollame. Negli ultimi decenni si sta svi- resse scientifico.
luppando anche l’attività industriale & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
che si basa sui settori alimentare, della E AMBIENTALE Il centro storico con-
lavorazione del legno e della produ- serva alcune vecchie case campidanesi
zione di materiali per l’edilizia. È di- costruite in mattoni di terra cruda (là-
scretamente articolata la rete di distri- diri) e ingentilite dalla corte con porti-
buzione commerciale. Servizi. P. è colle- cato (lolla), ma negli ultimi anni, con lo
gato da autolinee agli altri centri della sviluppo del turismo, si è radicalmente
provincia. Dispone di Pro Loco, sta- trasformato l’assetto urbanistico del
zione dei Carabinieri, medico, guardia paese. L’edificio di maggior pregio è la
medica, farmacia, scuola dell’obbligo e chiesa di San Giovanni Battista, nella
scuole secondarie superiori (Istituto quale si svolge la festa in onore del
professionale alberghiero), sportelli santo. Situata al centro del paese, è
bancari. Possiede una Biblioteca comu- stata costruita durante il secolo XIX. Al
nale, il Museo archeologico e l’Aqua- suo interno conserva due sarcofaghi:
rium Laguna di Nora. uno marmoreo del secolo III, che pro-
& DATI STATISTICI Al censimento del viene probabilmente dalla vicina Nora;
2001 la popolazione contava 6373 unità, il secondo, che proviene dalla chiesa di
di cui stranieri 204; maschi 3258; fem- San Francesco di Cagliari, è in marmo

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 621


Pula

riccamente intarsiato e contiene le spo- tratta di un edificio risalente al secolo


glie della duchessa di San Pietro Ago- XI, costruito su un martyrium più an-
stina Deroma, morta nel 1759. Il 24 giu- tico; ha un assetto a una sola navata
gno vi si svolge la festa in onore al santo. con abside e conserva elementi roma-
Di notevole interesse anche la villa nici. Tra i molti richiami turistici delle
Santa Maria: inserita in una grossa te- belle coste del paese, di grande inte-
nuta agricola, fu progettata e costruita resse è il Centro di educazione ambien-
nel 1838 dal Cima in stile neoclassico tale ‘‘Laguna di Nora’’, che fornisce no-
sui ruderi di una chiesa omonima. Ap- tizie sul vicino ecosistema lagunare e
partenne alla famiglia cagliaritana dei procede al recupero delle tartarughe
Randaccio e passò poi in eredità ai Cre- marine e dei cetacei feriti. Si trova nella
mese. Nel corso Vittorio Emanuele si penisola Fradis Minoris vicino alla
trova il Museo archeologico ‘‘Giovanni spiaggia di Agumu; al suo interno, in un
Patroni’’, sistemato in una vecchia casa insieme di vasche disposte secondo un
in stile campidanese: nelle sue sale percorso didattico, ospita le specie itti-
sono esposti i reperti ritrovati in alcuni che più rappresentative e una serie di
degli scavi di Nora, in particolare quelli pannelli esplicativi nonché una sala au-
del tofet, frutto dei primi scavi, e molti diovisivi.
altri materiali anche della Nora ro-
mana. Il Museo Norace raccoglie di-
verse collezioni di minerali. Inserito
nel tessuto urbano è il castello, fortezza
fatta costruire dai giudici di Cagliari
nel secolo XI: i suoi resti si trovano in
cima al grande roccione che domina l’a-
bitato. Fu eretto per difendere la popo-
lazione di Nora in fuga dalle frequenti
incursioni arabe ed ebbe una notevole
importanza strategica anche durante
l’insediamento vittorino di Nora. Dopo Pula – Un momento delle manifestazioni in
la fine del giudicato di Cagliari, nella onore di Sant’Efisio.
divisione del 1258, toccò ai Della Ghe-
rardesca e quando, alcuni anni dopo, la & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il nu-
famiglia fece una nuova divisione toccò cleo delle tradizioni del paese è costi-
ai discendenti del conte Gherardo. Du- tuito dalle manifestazioni in onore di
rante la conquista aragonese fu proba- Sant’Efisio che si svolgono il 15 gennaio
bilmente distrutto nel corso delle e il 2 e 3 maggio nella omonima chiesa.
guerre tra Arborea e Aragona nella se- Le prime hanno un carattere pretta-
conda metà del secolo XIV. Di grande mente religioso e ricordano il martirio
interesse sono infine le torri litoranee del santo; quelle del maggio si collegano
di San Macario, di Sant’Efisio e del Cor- invece alla sagra in onore del santo che
tellazzo; e la chiesa di Sant’Efisio: si- si tiene a Cagliari e si inseriscono nella
tuata nelle vicinanze dell’area archeo- fase finale del viaggio che il simulacro
logica di Nora, è il punto terminale del compie dalla città per sciogliere il voto
viaggio annuale della statua del santo della municipalità. Altra importante fe-
da Cagliari, perché sorge sul luogo in sta è quella in onore di San Giovanni
cui si sarebbe attuato il suo martirio. Si Battista, patrono del paese, che cade il

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 622


Puliga

24 giugno; i festeggiamenti si protrag- e le ghette dello stesso tessuto. L’abbi-


gono per tre giorni alternando momenti gliamento è completato dalla berritta di
religiosi a un intenso programma di ma- panno nero.
nifestazioni folcloristiche. Suggestiva è
Puliga1 Famiglia sassarese (sec. XV-esi-
la festa dell’Assunta, nel pomeriggio
stente). Le sue notizie risalgono al se-
del 15 agosto, che ha il suo momento cul-
colo XV; possedeva un vistoso patrimo-
minante in una processione durante la
nio e un palazzo in città, che in seguito
quale la statua della Madonna viene
venne lasciato alla diocesi. Nel 1444 i
condotta su un cocchio intagliato alla
suoi membri ottennero il cavalierato
chiesa di Sant’Efisio; dopo la benedi-
ereditario con un Raimondo, i cui di-
zione viene trasferita su una barca che
scendenti ricoprirono importanti uf-
apre una processione a mare tra lumi-
fici pubblici ed ebbero la signoria della
narie e fuochi d’artificio. Vi sono poi
Crucca. Furono però coinvolti nelle fa-
manifestazioni folcloristiche e musicali
zioni che tormentarono Sassari nella
che tra giugno e settembre sono di con-
seconda metà del secolo e dopo l’assas-
torno all’intensa stagione turistica. Al-
sinio di Angelo Marongio, del quale fu-
tro interessante documento delle tradi-
rono sospettati, subirono il sequestro
zioni di Pula è il costume. L’abbiglia-
dell’intero patrimonio. Nel 1516 uno
mento tradizionale femminile è costi-
di essi, un Francesco, fu riabilitato e
tuito dalla camicia (sa camisa) di tela di
tornò in possesso di una parte dei beni
cotone bianca con un pizzo inamidato
della famiglia. Nella seconda metà del
molto ampio che incornicia il collo, e
secolo un suo discendente, Bernardo,
dalla gonna (sa vordetta) di bordatino a
fu nominato amministratore della ba-
strisce rosse e blu arricchita talvolta da
ronia di Posada e nel 1573 fu ammesso
una balza di broccato bianco. Sopra la
allo Stamento militare durante il par-
camicia si indossa il busto di lampazzo
lamento Coloma. Nel 1581 si distinse
rosso a fiori d’oro, lungo fino alla vita,
riuscendo a respingere un attacco di
chiuso sotto il seno da tre laccetti e ar-
corsari turchi e nel 1583 ebbe il ricono-
ricchito da un fazzoletto bianco sul
scimento del cavalierato ereditario. I
quale si pongono dei gioielli; infine la
suoi discendenti si stabilirono a Bud-
giacca (su gipponi) di velluto nero bor-
dusò, dove continuarono ad avere una
dato con trina e lustrini dorati. Sulla
posizione di rilievo e presero parte a
gonna va il grembiule (sa vascatroxia)
tutti gli altri parlamenti. Continuarono
di panno nero guarnito con lustrini do-
a risiedere a Buddusò anche nei secoli
rati; completa l’abbigliamento una cuf-
successivi e ancora vi risiedono.
fia di tela rossa su cui si appunta un velo
di pizzo. L’abbigliamento tradizionale Puliga2 Famiglia di Tortolı̀ (secc. XVII-
maschile è costituito dalla camicia di XIX). Le sue notizie risalgono al secolo
tela bianca con pizzo al collo e dai cal- XVII. Nel 1646 ottenne il cavalierato
zoni anch’essi di tela bianca. Sulla ca- ereditario con Tommaso e Giovanni
micia si indossano il gilet di velluto Pietro, due fratelli; nel 1673 i loro di-
nero, chiuso da quattro coppie di bot- scendenti ottennero la nobiltà e nel
toni d’argento uniti da una catena e 1678 furono ammessi allo Stamento mi-
guarnito da trina argentata, e la giacca litare durante il parlamento Las Na-
(sa best’e beddi) di pelle di pecora nera vas. Nel secolo XVIII la famiglia era
col vello all’interno. Sui pantaloni, an- tra le più ricche di Tortolı̀, dove i suoi
cora, vanno il gonnellino di panno nero membri occuparono anche in seguito

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 623


Puliga

una posizione di rilievo. Si estinse nel gio di Nuoro e successivamente ricon-


corso del secolo XIX. fermato per altre quattro legislature
Puliga, Marianna Insegnante, studiosa fino alla V. Dall’agosto 1965 al febbraio
di storia (n. Sassari 1944). Docente ne- 1967 fu assessore all’Agricoltura nelle
gli istituti di istruzione superiori, è au- giunte Corrias e Dettori.
trice di due volumi dedicati alla figura Pulina, Paolo Scrittore (n. Ploaghe
e all’opera di Antonio Pigliaru, una an- 1948). Laureato in Lettere moderne nel-
tologia di suoi Scritti sul fascismo (con l’Università degli Studi di Milano con
Marina Addis Saba), 1983, e una lucida una tesi sulla ricezione di Gramsci in
biografia, Antonio Pigliaru. Cosa vuol Francia. Giornalista pubblicista dal
dire essere uomini, 1996. 1982. Dal 1977 funzionario dell’Assesso-
Puliga, Zaccaria Gentiluomo, podestà rato alla Cultura della Provincia di Pa-
di Sassari (Sassari, seconda metà sec. via. Nei congressi di Genova (2002) e di
XV-ivi, prima metà sec. XVI). Molto sti- Milano (2006) è stato eletto nell’esecu-
mato per il suo equilibrio, nel 1504 fu tivo nazionale della Federazione delle
inviato a corte come ‘‘sindaco straordi- Associazioni Sarde in Italia (FASI),
nario’’ della città (si chiamavano della quale è responsabile Informa-
‘‘straordinari’’ gli inviati della città a zione e Comunicazione. Tra i suoi
Cagliari o in Spagna per missioni parti- scritti: La poesia dialettale in Sardegna
colari). Al suo ritorno fu nominato po- negli anni 1963-1965, 1982; Ploaghe e
destà; nel 1511 fu nuovamente inviato Santa Giuletta: cultura di paese e din-
come sindaco a corte. Aveva fatto testa- torni, 1984; Ploaghe, Sardegna, Gramsci
mento nel 1505 chiedendo di essere se- e altri temi, 1989; Gramsci, PCI-PDS, Sar-
polto in Duomo. degna. Impegno culturale, politico e ci-
Puligheddu, Francesco Funzionario, vile di un sardo della diaspora, 1992; te-
consigliere regionale (n. Oliena 1930). sto della sezione storica di Ploaghe: foto-
Funzionario della Carbosarda, di cul- grafia di un passato presente: storie di
tura sardista, per anni ha lavorato a ieri, immagini di oggi, 1995,); Viaggiatori
Carbonia dove ha concorso a svilup- stranieri e grandi italiani in provincia di
pare la presenza del Partito Sardo d’A- Pavia, 1995; Per una guida letteraria
zione. Nel 1984 è stato eletto consi- della provincia di Pavia, 2005. Relazioni
gliere regionale del suo partito nel col- nei volumi: Dibattito sull’attualità di An-
legio di Cagliari per la IX legislatura e tonio Gramsci, 1998; Il pensiero perma-
successivamente riconfermato per la nente. Gramsci, oltre il suo tempo, 1999; I
X legislatura. Tra il settembre 1984 e il sardi nel mondo: una risorsa per la Sar-
luglio 1985 è stato assessore regionale degna. Atti del secondo Congresso nazio-
all’Ambiente in una delle giunte Melis. nale della Federazione delle Associazioni
Puligheddu, Giuseppe Avvocato, con- Sarde in Italia, 1999; Salvatore Farina.
sigliere regionale (Nuoro 1914-ivi 1991). La figura e il ruolo a 150 anni dalla na-
Dopo aver conseguito la laurea in Giuri- scita, 2001; I sardi nel mondo: cultura,
sprudenza, si dedicò con successo alla identità, partecipazione. Atti del terzo
professione di avvocato. Di cultura sar- Congresso nazionale della Federazione
dista, nel secondo dopoguerra fu diret- delle Associazioni Sarde in Italia, 2003;
tore provinciale del Partito Sardo d’A- Il tesoro del Canonico. Vita, opere e virtù
zione di Nuoro subito dopo la sua rico- di Giovanni Spano, 1803-1878 (con Salva-
stituzione. Nel 1949 fu eletto consigliere tore Tola), 2005. Per il Circolo culturale
regionale per la I legislatura nel colle- sardo ‘‘Logudoro’’ di Pavia ha curato gli

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 624


Pungitopo

atti di numerosi convegni e i volumi sui Pullo Famiglia di Iglesias (secc. XVII-
primi venti anni di attività del Circolo. XIX). Le sue notizie risalgono al secolo
XVII; tradizionalmente dedita alla car-
Pulli, Claudio Ceramista (Lecce 1929-
riera militare, espresse alcune emi-
Quartu Sant’Elena 2004). Arrivò a Sas-
nenti personalità. Durante la guerra
sari ancora bambino, quando suo pa-
di successione spagnola i suoi membri
dre Giovanni, noto restauratore di sta-
si schierarono nel partito filoasburgico
tue sacre, vi aprı̀ la sua bottega. Ha stu-
e uno di essi, l’ammiraglio Giuseppe,
diato all’Istituto d’Arte, dove è stato al-
nel 1712 fu nominato governatore delle
lievo di Stanis Dessy, Eugenio Tavolara
finanze del Regno. I suoi discendenti,
e Filippo Figari. Si specializzò quindi
all’avvento dei Savoia, si legarono alla
in ceramica a Faenza. Trasferitosi a
nuova dinastia. Si estinsero nel corso
Cagliari, vi ha aperto un laboratorio
del secolo XIX.
dove lavora le sue originali ceramiche
d’arte dai colori turchese, rosa e viola, Pullo, Giuseppe Ufficiale di carriera
che le rendono singolari. «È sempre ri- (Iglesias 1669-ivi?, 1733). Entrò giova-
masto ancorato alla tradizione sarda – nissimo nella Marina e si segnalò nei
è stato scritto – , ma la sua era, e ri- combattimenti contro i corsari nord-
mane, una bottega moderna nel tempo africani del Mediterraneo. Nel 1692
e antica nello spirito dell’artigianato. passò al servizio di terraferma. Du-
La sua è stata una lezione di modestia, rante la guerra di successione spa-
di buon senso, di intelligenza». È morto gnola aderı̀ al partito filoasburgico e
a Quartu Sant’Elena nel 2004. prese parte a diverse azioni nel corso
delle quali riportò alcune ferite. Nel
Pulli, Elio Pittore (n. Sassari 1934). Arti-
1709 fu nominato ammiraglio delle ga-
sta di grande talento, ha imparato le tec-
lere di Sardegna.
niche della pittura soprattutto stu-
diando i maestri del passato. Nel 1953 Pungitopo Pianta perenne della fami-
si è trasferito a Roma dove è entrato in glia delle Liliacee (Ruscus aculeatus
contatto con maestri come Guttuso, Pi- L.). Sempreverde, suffruticosa, cioè
randello, Mafai, de Chirico. Ha parteci- con base legnosa e parte terminale er-
pato a mostre e rassegne come il premio bacea, ha un fusto molto ramificato,
‘‘Michetti’’ (1952 e 1953), il premio ‘‘Mar- eretto sino a 1,5 m, di colore verde
zotto’’ di Milano (1954), la Quadriennale scuro. Quelle che sembrerebbero fo-
di Roma (1956) e la Biennale di Nuoro glie ovate e appuntite, coriacee e lu-
(1953 e 1957). È quindi tornato in Sarde- cide, sono in realtà trasformazioni dei
gna, dove ha allestito nella campagna di rami che hanno sviluppato la capacità
Alghero il suo laboratorio in cui eser- di svolgere la fotosintesi clorofilliana
cita anche la difficile arte del restaura- (scient. cladodi): la loro natura di rami
tore, che fa parte della tradizione fami- è testimoniata dalla crescita al centro
liare. «Con agilità camaleontica – ha della lamina prima dei fiori, piccoli e
scritto di lui Beba Marsano – P. si impos- verdastri, poi dei frutti; questi ultimi
sessa dei linguaggi più diversi secondo sono bacche rosse di oltre 1 cm di dia-
le diverse esigenze espressive. Sempre metro che crescono e maturano in au-
uno, però, il tema del suo narrare: il tunno-inverno: per il contrasto di co-
mondo (la bellezza della natura o della lori e la persistenza dei frutti, la pianta
città) e la vita quotidiana nel tempo del è usata negli addobbi natalizi. Pur es-
lavoro (nei campi o nei porti) e in quello sendo molto frequente nel sottobosco
del riposo (la chiesa o l’osteria)». delle zone collinari e montane, il p. è

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 625


Punto di Fuga Editore

protetto e inserito nell’elenco delle caratterizzato da un rapidissimo vi-


specie di interesse comunitario. I ger- brato, interpretava i traghhj logudoresi
mogli primaverili, ancora teneri, si senza grandi elaborazioni, utilizzando
possono mangiare e, sia nell’aspetto ambiti ristretti e prediligendo percorsi
che nel sapore amarognolo, ricordano brevi e intensi».
gli asparagi selvatici. Il suo nome vol- Purqueddu, Antonio (o A. Porqueddu)
gare deriva dall’usanza di mettere Gesuita, studioso di agronomia (Se-
mazzi spinosi di questa pianta vicino norbı̀ 1743-Cagliari 1810). Entrato nel-
alle assi dove stagionava il formaggio l’ordine dei Gesuiti completò i suoi
per allontanare i topi; alle sue pro- studi e fu ordinato sacerdote. Quando
prietà diuretiche deve invece i diversi nel 1773 il suo ordine fu soppresso, di-
nomi sardi: piscialettu, piscia-piscia. venne sacerdote secolare e nel 1775 si
[MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA] trasferı̀ a Torino. Dopo un anno tornò
in Sardegna, dove fu nominato parroco
di Selegas e infine di Senorbı̀. Attento
al dibattito sul rinnovamento dell’agri-
coltura, nel 1779 scrisse in sardo un
poemetto didascalico di tre canti in ot-
tave sulla coltura del gelso, con tradu-
zione italiana a fronte, Il tesoro della
Sardegna nei bachi e gelsi. Poema sardo
e italiano (ristampato in edizione cri-
tica nel 1999, a cura di Giuseppe Marci,
col titolo De su tesoru de sa Sardigna;
l’autore vi figura col cognome Por-
queddu, più comune nella tradizione).
Pusceddu, Cornelio Archeologo (m.
2003). Allievo di Giovanni Lilliu, lau-
reato in Lettere a Cagliari nel 1955.
Pungitopo – Un ramo con le tipiche bacche Studioso del periodo prenuragico nel
rosse. territorio della Marmilla, è stato per
anni ispettore onorario. Tra i suoi
Punto di Fuga Editore Casa editrice scritti: Giacimenti di ossidiana del
fondata nel 1995 a Cagliari; specializ- Monte Arci in Sardegna e sua irradia-
zata nella pubblicazione di opere lette- zione, ‘‘Studi sardi’’, XIV-XV, 1958;
rarie, sulle tradizioni popolari e sul- Nota preliminare sulla stazione prenu-
l’ambiente. Di rilievo la collana ‘‘Cor- ragica e nuragica di Puisteris-Mogoro,
posedici’’, stampata in caratteri grandi ‘‘Studi sardi’’, XVII, 1962; due capitoli,
per consentire la lettura agli ipove- La preistoria e La romanizzazione, en-
denti. [MARIO ARGIOLAS] trambi in Diocesi di Ales Usellus Ter-
Punzirudu, Maria Rosa Cantadora ralba. Aspetti e valori, 1975; Richiami
(Ozieri 1887-ivi, metà sec. XX). Se- preistorici, storici e tradizionali dei paesi
condo Paolo Angeli, «costituı̀ una fi- di Parte Montis, 1991.
gura chiave del canto femminile e fu Pusceddu, Lorenzo (detto Larentu )
la principale artefice della diffusione Poeta, romanziere (n. Orotelli 1947).
delle voci a s’othieresa» nel canto in Re. Vive a Siniscola, dove svolge attività
«Dotata di un timbro vocale stupendo, sindacale. Ha esordito come poeta in

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 626


Putifigari

lingua sarda, e ha iniziato a farsi cono- regionale per la XII legislatura. Nel
scere attraverso i premi letterari. Pas- 2004 non è stato rieletto.
sato poi alla prosa, ha pubblicato il
Putifigari Comune della provincia di
primo romanzo in lingua sarda, S’ar-
Sassari, compreso nella I Comunità
vore de sos tzinesos, 1982, che secondo
montana, con 716 abitanti (al 2004), po-
Nicola Tanda privilegia la «storia so-
sto a 267 m sul livello del mare nel re-
ciale con scelte narrative mediate e in-
troterra di Alghero. Regione storica:
fluenzate dai modelli fortemente ideo-
Alghero. Diocesi di Alghero-Bosa.
logizzati dell’affresco di denuncia so-
& TERRITORIO Il territorio comunale,
ciale». Sono venuti poi i romanzi Ma-
stru Taras, 1991, e Su belu de sa bo- di forma allungata da nord a sud, si
naùra, 2001, e i racconti per ragazzi Pi- estende per 53,12 km2 e confina a nord
pinidas e iscazas, 2004. con Alghero e per un breve tratto con
Olmedo, a est con Uri e Ittiri, a sud con
Pusceddu, Paola Fotografa (n. Tortolı̀, Villanova Monteleone e a ovest con Al-
sec. XX). Vive a Tortolı̀, dove lavora ghero. Si tratta di una regione di col-
come fotografa professionista. Coglie line che si estende dalla linea di costa
con la sua macchina fotografica le im- sino al Sassarese, e ha come punti di
magini di un mondo che tende a scom- riferimento due laghi artificiali: il
parire, fatto di mestieri antichi ma an- Cuga a nord e il Temo a sud. I corsi d’ac-
che di monumenti naturali come gli qua che scorrono vicino a P. apparten-
Scogli Rossi di Arbatax. Le immagini gono in parte al primo bacino idrico, in
che documentano la cerimonia della la- parte al secondo. Il paese comunica at-
vorazione del pane – rigorosamente in traverso una sola strada, quella che di-
bianco e nero – nel lavoro di Maria Lai Il staccandosi dalla 131 bis Alghero-
pane e la parola sono state esposte nella Thiesi si dirige a sud per raggiungere
personale ‘‘Il tempo disteso del pane’’, Villanova Monteleone.
1998, nel centro culturale Man Ray. & STORIA Il villaggio, che sorge in un

Pusceddu, Raimondo (detto Dino) In- territorio ricco di boschi e di pascoli, ha


segnante, consigliere regionale (n. origini recenti. I primi tentativi di popo-
Quartu Sant’Elena 1953). Dopo essersi lamento risalgono alla seconda metà
laureato in Filosofia, si è dedicato al- del secolo XVI quando i Boyl, antichi
l’insegnamento nelle scuole seconda- baroni, pressati dai debiti vendettero P.
rie superiori e si è interessato di for- per fare la dote a una sorella che andava
mazione professionale. Di cultura so- sposa ad Agostino Angelo Sussarello. Fu
cialista, si è fin da giovane interessato proprio quest’ultimo l’acquirente del
di politica e ha militato nel Partito So- salto e vi iniziò il popolamento. Questo
cialdemocratico italiano. Dopo essere primo esperimento non sortı̀ alcun ef-
stato consigliere comunale e assessore fetto, il salto continuò a rimanere spo-
nella sua città è stato candidato alle polato e intanto il feudo passò dai Sus-
elezioni regionali per la X legislatura; sarello ai Pilo di Sassari. Fu proprio un
non è stato eletto, ma nel 1992 è suben- Pilo, che nel 1757 aveva avuto il titolo di
trato al dimissionario Giorgio Carta. Al marchese di P., ad avviare con successo
temine della legislatura non è stato rie- il secondo esperimento di popolamento
letto per l’XI; in seguito alla crisi del che si concluse con l’edificazione del
suo partito si è avvicinato alla Federa- villaggio attuale. Entro la fine del secolo
zione dei Democratici sardi e nel 1999 XVIII la popolazione crebbe rapida-
è stato nuovamente eletto consigliere mente e i Pilo vi costruirono anche un

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 627


Putifigari

piccolo palazzo. Nel 1821 fu incluso le coperte di letto ornate di rilevati fio-
nella provincia di Alghero; quando nel rami. Scuola. Non vi occorrono più di
1848 furono abolite le province entrò a tre fanciulli. In tutto il paese tre soli
far parte della divisione amministra- sono che sappiano leggere e scrivere
tiva di Sassari e nel 1859 della ricosti- cosı̀ cosı̀, il vicario, il notajo, e il flebo-
tuita omonima provincia. Vittorio An- tomo. Da ciò si vede che abbia prodotto
gius, che si occupò di P. per il Dizionario l’insegnamento elementare, dopo 25
del Casalis, ci descrive un paese ricco di anni da che è stabilito. Agricoltura. A
alberi ghiandiferi, di lecci, di querce, di malgrado tutti gli eccitamenti dati dai
selve abitate da cinghiali, daini, cervi, marchesi l’agricoltura ha poco proce-
lepri, volpi e delle più grandi varietà di duto, e gran parte delle terre ottime
uccelli. Un paese dove abbonda il lenti- per la cultura de’ cereali restano in-
sco ma se ne ricava poco olio perché colte. I putifigaresi hanno tre vidazzoni,
manca il mulino. Dello stato sociale del cioè tre regioni nelle quali seminano al-
paese lo studioso dice: «Nel 1845 la po- ternativamente, sı̀ che ciascuna vidaz-
polazione di P. componevasi di anime zone riposa a maggese per due anni, e
380, e distintamente di maggiori d’anni nulla produce, perché non sogliono i co-
20, maschi 100, femmine 125, di minori, loni mutar le semenze. Le quantità de’
maschi 75, femmine 80, distribuite in fa- vari semi sono ordinariamente ne’ nu-
miglie 85. Per vedere il progresso di meri seguenti. Starelli di grano 525,
questa popolazione ne’ tempi nostri no- d’orzo 250, di fave e legumi 50. Si semina
terò due censimenti, uno del 1801, dove di lino star. 25. La produzione media è
gli abitanti di P. sono al numero 258; l’al- del 7 pel grano, del 10 per l’orzo, del 6
tro del 1826, dove sommano a 295. Il mo- pe’ legumi. Degli agricoltori suindicati
vimento della popolazione diede an- 36 fanno i lavori con l’aratro, 26 con la
nualmente i numeri seguenti, nascite zappa, e questi diconsi narbonai. Le vi-
15, morti 10, matrimoni 3. Le malattie gne non sono più di 26, piccole e mal
mortali sogliono essere le perniciose e coltivate, onde si ha poco mosto e vino
più sovente le infiammazioni. Propor- cattivo. Le piante fruttifere sono in pic-
zionalmente sono in questo popolo col numero e in poche specie e varietà.
molti grandevi che conservarono sino a Bramano le frutta nella loro stagione, e
tardi un sufficiente vigore nelle mem- se non le comprano da’ paesi vicini de-
bra e si servono bene de’ sensi e delle vono molti lasciare senza satisfazione il
facoltà intellettuali. Per la cura della sa- loro desiderio. Pastorizia. Le regioni sil-
lute non si ha più che un flebotomo; i vestri di P. abbondano di pascoli, e sono
soli medicamenti sono la lancetta e al- questi de’ migliori del regno per l’ab-
cune erbe campestri. Professioni. Tra bondanza dell’erbe aromatiche e so-
grandi e piccoli quelli che attendono al- stanziose che non mancano né pure
l’agricoltura sono circa 60, quelli che nella stagione invernale, sono tanto
fanno la pastorizia 65. Tra’ medesimi si ampi, che anche nell’imperfetto attuale
trovano alcuni che fanno pure da mura- sistema pastorale vi potrebbero essere
tori, da fabbri-ferrari, da falegnami, al- nutriti non meno di 25 mila capi e si po-
tri, e non pochi, che fanno carbone. trebbe aversene un prodotto copioso e
Quasi tutte le famiglie possiedono qual- di rara bontà. Il frutto che si ha dal be-
che bene. Le donne lavorano al telajo stiame è notevole, calcolandosi per me-
per provvedere all’uopo della famiglia dia che ogni pecora produce latte, lana
e per vendere. Sono di qualche pregio e feto l.n. 5, le capre altrettanto, le vac-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 628


Putifigari

che, le cavalle e i porci il 12 o 15%. Il Vi opera un’azienda agrituristica con 6


bestiame è meno che altrove soggetto posti letto. Servizi. P. è collegato da au-
alle malattie comuni atteso la bontà e tolinee agli altri centri della provincia.
l’indeficienza de’ pascoli, la tempera- Dispone di Pro Loco, stazione dei Ca-
tura del clima, tepido nell’inverno non rabinieri, medico, scuola dell’obbligo,
molto caloroso nella estate per l’in- sportello bancario. Possiede una Bi-
fluenza delle brezze marine, che sono blioteca comunale.
qui ancora ben sentite. Quantità del be- & DATI STATISTICI Al censimento del
stiame. I numeri seguenti rappresen- 2001 la popolazione contava 730 unità,
tano approssimativamente il numero di cui stranieri 5; maschi 371; femmine
de’ capi mansi, buoi pel servigio agrario 359; famiglie 269. La tendenza com-
72, cavalli da sella e basto 50, giumenti plessiva rivelava una sostanziale stabi-
80, vacche mannalite 40. Nel bestiame lità della popolazione, con morti per
rude si possono annoverare, vacche 400, anno 4 e nati 5; cancellati dall’anagrafe
cavalle 100, capre 2000, porci 500, pe- 14 e nuovi iscritti 12. Tra i principali
core 350. Apicoltura. Nessun luogo più indicatori economici: imponibile me-
propizio alla medesima quanto queste dio IRPEF 15 283 in migliaia di lire;
regioni temperate, sparse di timo e d’al- versamenti ICI 291; aziende agricole
tre piante aromatiche e adorno quasi 134; imprese commerciali 22; esercizi
sempre di fiori campestri; non pertanto pubblici 5; esercizi al dettaglio 9. Tra
questa cultura è negletta e sono pochis- gli indicatori sociali: occupati 219; di-
sime le arnie che si trovino. Le api puti- soccupati 38; inoccupati 43; laureati 7;
figaresi producono pure del miele diplomati 67; con licenza media 248;
amaro. Commercio. Uno de’ maggiori in- con licenza elementare 220; analfabeti
convenienti è la mancanza di ponti su’ 14; automezzi circolanti 272; abbona-
fiumi, per cui, o devesi aspettare che le menti TV 197.
acque si abbassino per guadarle, o fare & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di ri-
lunghi giri; l’altro è la difficoltà delle lievo sono le domus de janas di Monte
vie, dove non si può carreggiare, perché Mutone e di Pedru Murru.
i trasporti si devon fare sul dorso de’ ca- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
valli. Gli articoli che mandano al mer- RALE L’assetto urbanistico ha conser-
cato di Alghero, sono cereali, pelli, for- vato il suo impianto tradizionale: lungo
maggi, legna e carbone. Quest’ultimo ar- le strade si aprono le case tipiche in
ticolo è quasi de’ più proficui; ma se non pietra a due piani del tipo a palattu.
si mette ordine i carbonari continue- L’edificio di maggior rilievo è la chiesa
ranno la devastazione delle boscaglie, di Nostra Signora de S’Ena Frisca, par-
in cui faticano da tanto tempo». rocchiale costruita nel secolo XVIII;
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- ha impianto a una sola navata e la co-
conomia di P. sono l’agricoltura, in pre- pertura a volta a botte.
valenza cerealicoltura, viticoltura, & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di
frutticoltura, e l’allevamento del be- singolare originalità è la festa della Na-
stiame, in particolare di bovini e suini, tività che si svolge a dicembre con un
in misura minore ovini e caprini. Mo- presepio vivente di ambientazione
destissima è l’attività industriale, cir- sarda durante il quale i vari personaggi
coscritta ad alcune piccole imprese nel recitano brani in sardo. Altre interes-
settore dell’edilizia. È modesta anche santi manifestazioni sono la festa an-
la rete di distribuzione commerciale. nuale del turismo equestre che si

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 629


Putzolu

svolge a maggio e prevede l’inaugura- Azuni, ‘‘Mediterranea’’, I, 3, 1927; Ca-


zione di un nuovo itinerario (ippovia) e gliari, emporio mediterraneo, ‘‘Mediter-
la mostra etnologica e micologica (dei ranea’’, II, 6, 1928; Aspetti della proprietà
funghi raccolti nei dintorni) alla quale fondiaria in Sardegna, ‘‘Mediterranea’’,
è abbinato un concorso fotografico. V, 2, 1931; Con passo lento ma sicuro verso
la mèta, 1930 (è il testo di un discorso
Putzolu, Antonio Avvocato, uomo poli-
pronunciato alla Camera dei deputati);
tico (Seneghe 1894-Cagliari?, 1969).
Garibaldi e la Sardegna, ‘‘Mediterra-
Consigliere nazionale della Camera dei
nea’’, VI, 10, 1932.
Fasci e delle Corporazioni. Combat-
tente e pluridecorato della prima Putzolu, Emanuel Illustratore (n. Ca-
guerra mondiale, aderı̀ al PSd’Az, di gliari, sec. XX). Grafico diplomato all’I-
cui divenne presto uno dei più attivi di- stituto Europeo di Design di Cagliari,
rigenti nella Sardegna meridionale. lavora inizialmente come incisore e
Dopo la ‘‘marcia su Roma’’ si schierò stampatore presso la stamperia d’arte
con i fusionisti e aderı̀ al fascismo. ‘‘L’Aquilone’’, poi collabora, come illu-
Eletto deputato al Parlamento dal 1924 stratore, per lo stesso IED e per vari
al 1939, ebbe come massimo concor- enti pubblici e privati. Si occupa di
rente nella conquista dell’egemonia al- progetti grafici, impaginazione e rea-
l’interno del partito Paolo Pili, un altro lizzazione di immagini e illustrazioni
prestigioso dirigente proveniente an- per libri, come Ambienti in terra di Sar-
che lui dalle file sardiste, anche lui de- degna, promosso dalla Regione sarda.
putato nel 1924, nato nella stessa Sene- Putzolu, Franco Pittore, caricaturista,
ghe. Con l’esperienza della FEDLAC e vignettista (n. Serramanna 1936). Auto-
della SILOS, Pili scelse la via ‘‘sardista’’ didatta, ha esordito giovanissimo; le
(o, come si dice, ‘‘sardofascista’’) della sue vignette compaiono in molti impor-
cooperazione; P., schierato a sostegno tanti periodici ma è stato conosciuto
delle iniziative del capitalismo privato, soprattutto come collaboratore fisso
vinse la sfida e diventò l’incontrastato de ‘‘L’Unione sarda’’. Le sue vignette
leader del fascismo sardo. Uomo di vi- compaiono stabilmente nel ‘‘Messag-
vace cultura, nel 1927 fondò la rivista gero sardo’’, mensile del Fondo Sociale
‘‘Mediterranea’’ (=), che voleva enfatiz- della Regione sarda, destinato agli
zare il ruolo della Sardegna nell’espan- emigrati dell’isola. Ha esposto in di-
sionismo fascista e collaborò a nume- verse mostre e ha ottenuto numerosi
rose altre riviste. Nel 1936 prese parte riconoscimenti; ha pubblicato diversi
come volontario alla guerra d’Etiopia; volumi di vignette, tra cui Sardus Fi-
dal 1939 al 1943 fece parte della Camera lius, uscito nel 1988 con prefazioni di
dei Fasci e delle Corporazioni e dal 1940 Manlio Brigaglia e Vittorino Fiori.
al 1943 fu sottosegretario alla Giustizia. Putzu, Felice Sacerdote, scrittore (Ca-
Caduto il fascismo, riprese la sua pro- gliari, sec. XIX-?, seconda metà sec.
fessione occupandosi dei problemi dei XX). Canonico cagliaritano, dottissimo
consorzi agrari e dal 1955 diresse il pe- studioso della vita dei santi sardi, ha
riodico ‘‘La giurisprudenza agraria’’. lasciato numerosi scritti, fra cui: Santa
Tra i suoi scritti: Protezionismo e liberi- Restituta, martire cagliaritana, 1922;
smo, ‘‘Il Popolo romano’’, 1922; Sulla or- Santa Vitalia vergine e martire, 1924;
ganizzazione del costituendo Partito Sant’Olimpia vergine e martire, 1926; e
Sardo d’Azione, ‘‘Il Solco’’, 1922; Nel soprattutto la Guida storico-artistica
primo centenario della morte di D.A. del Duomo di Cagliari, 1929.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 630


Putzulu

Putzu, Francesco Clinico chirurgo tero a Giovanni d’Arborea. Allo scop-


(Tiana 1875-Cagliari 1952). Figlio di pio della prima guerra tra Mariano IV
Francesco Felice, studioso di ostetricia, e Pietro IV la sua popolazione comin-
subito dopo la laurea in Medicina, con- ciò a diminuire. Le tribolazioni della
seguita a Cagliari nel 1902, si dedicò al- comunità, però, non erano ancora fi-
l’insegnamento universitario. Direttore nite: allo scoppio della seconda guerra
del reparto chirurgico dell’Ospedale tra Pietro IV e Mariano IV il villaggio
militare di Cagliari durante la prima divenne teatro delle operazioni e
guerra mondiale (arrivò al grado di te- prima della fine del secolo scomparve
nente colonnello). Dopo aver insegnato definitivamente.
nel 1933 presso l’Università di Sassari
come titolare della cattedra di Patolo-
Putzulu, Evandro Paleografo, storico
(Cagliari 1911-ivi 1989). Laureato in Giu-
gia speciale chirurgica, nel 1934 si tra-
risprudenza e specializzato in Paleogra-
sferı̀ a Cagliari; studioso di livello, ha
lasciato numerosi lavori di alto valore fia. Entrato nella carriera archivistica
scientifico. «Elenco specifico atten- dopo la seconda guerra mondiale, si
dono le 60 pubblicazioni – scriveva Rai- adoperò per la restaurazione dell’Ar-
mondo Bonu nel 1961 – del professore chivio storico del Comune di Cagliari,
emerito comm. Putzu, vanto della di cui divenne direttore, e della Biblio-
scienza e gloria del suo alpestre paesino teca di studi sardi. Membro della Depu-
di Barbagia». tazione di Storia patria e dell’Istituto
internazionale di Studi sardi, ha colla-
Putzu, Sebastiano Insegnante e stu- borato con l’Enciclopedia Italiana. Ne-
dioso di storia (n. Oliena 1916). Ha di- gli anni Cinquanta partecipò con Fran-
retto diversi periodici e ha studiato la cesco Loddo Canepa e Alberto Boscolo a
storia dei Gesuiti nel Nuorese. Tra i ricerche negli archivi spagnoli. Tra i
suoi scritti: Altri ritrovamenti nei villaggi suoi scritti: Lo stemma dei quattro mori
nuragici di Oliena, ‘‘L’Unione sarda’’, è di importazione aragonese, ‘‘L’Unione
1955; Stratificazioni paleocristiane in tre sarda’’, 1950; Un appalto pisano della do-
leggende di Oliena, 1963; L’opera cultu- gana di Cagliari in un documento del
rale, religiosa e sociale dei Gesuiti nel 1316, ‘‘Cagliari economica’’, VIII, 11-12,
Nuorese, 1963; I condaghi e i libri dei conti 1954; La ‘‘grandesa de España’’ agli Sta-
di tre chiese d’Oliena, 1975; I Gesuiti nel menti sardi, ‘‘Cagliari economica’’, VIII,
Nuorese nel 1600 e nel 1700, voll. 2, 1988. 9, 1954; Stemmi e sigilli della città di Ca-
Putzulu (o Pussolo) Antico villaggio di gliari dal XIV al XIX secolo, ‘‘Studi
probabile origine romana. Situato in sardi’’, XIII-XIV, 1955; La partecipazione
località Sa Provania nelle campagne dei Padri gesuiti all’insegnamento nel-
di Olbia, faceva parte del giudicato di l’Università di Cagliari, ‘‘Studi sardi’’,
Gallura, compreso nella curatoria del XIII-XIV, 1955; Una sconosciuta inizia-
Fundimonte. Dopo l’estinzione dei Vi- tiva di Filippo II di Spagna, ‘‘Nuovo Bol-
sconti, prima della fine del secolo XIII lettino bibliografico sardo’’, 1 e 4, 1955;
venne amministrato direttamente da La medaglia d’oro della città di Cagliari
Pisa con i suoi funzionari. Subito dopo sotto il dominio spagnolo di Carlo II, ‘‘S’I-
la conquista catalano-aragonese entrò schiglia’’, 1955; Una sconosciuta cro-
a far parte del Regnum Sardiniae e fu naca sarda del ’400, ‘‘Nuovo Bollettino
incluso nel feudo concesso a Berenga- bibliografico sardo’’, 8-11, 1956; Nuove
rio Anglesola. Dagli Anglesola passò ai notizie sull’origine della festa di S. Efisio.
Senesterra, che entro il 1347 lo cedet- Il voto del 1652 e quello del 1656, 1956; Il

625

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 631


Puxeddu

costume del miliziano, ‘‘Cagliari econo- L’ufficio di maestro razionale del regno
mica’’, X, 10, 1956; Cartulari d’Arborea. di Sardegna, in Martinez Ferrando archi-
Raccolta di documenti diplomatici sulle ver. Miscelanea de estudios dedicados a
relazioni tra il giudicato di Arborea e il re su memoria, 1968; Il problema delle ori-
d’Aragona 1328-1430, ‘‘Archivio storico gini del Castellum Castri de Kallari, ‘‘Ar-
sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Il console della chivio storico sardo’’, XXX, 1976; Ca-
nazione sarda nel regno di Napoli, ‘‘Ca- gliari catalana. Strutture e modificazioni
gliari economica’’, IX, 14-17, 1957; Sar- sociali, in Atti del IX Congresso di storia
degna, Italia e commercio mediterraneo della Corona d’Aragona, 1973; A Cagliari
negli archivi di Valenza e di Palma di Ma- l’approvvigionamento delle derrate ali-
jorca, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXV, 1-2, mentari è stato controllato per secoli dal
1957; Pirati e corsari nei mari della Sar- mostazaffo, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
degna durante la prima metà del secolo 1988; A partire dal 1327 per oltre due se-
XV, in Atti del IV Congresso di storia della coli i cagliaritani furono stranieri in pa-
Corona d’Aragona, I, 1959; Carte reali tria, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1989.
aragonesi e spagnole dell’Archivio comu- Puxeddu, Giovanni Angelo Pittore e
nale di Cagliari, ‘‘Archivio storico scultore (San Pantaleo, prima metà
sardo’’, XXVI, 1959; Schiavi sardi a Ma- sec. XVII-?). A metà del secolo XVII
jorca nella seconda metà del secolo XIV, fissò la sua residenza a Cagliari, dove
in Studi storici in onore di Francesco aprı̀ uno studio e fu molto apprezzato.
Loddo Canepa, I, 1959; Storia della Sar- Tra le moltissime sue opere vanno ri-
degna, 1960; Documenti inediti sul con- cordati il Tabernacolo per la chiesa di
flitto tra Eleonora d’Arborea e Giovanni Monserrato (1652-1654) e una serie di
I d’Aragona, ‘‘Archivio storico sardo’’, ancone per le chiese di Nuraminis, di
XXVII, 1961; Castell de Bonayre, la pri- Suelli e per il Duomo di Oristano.
mera comunidad catalana en Cerdeña, Puxeddus, Is Località abitata in terri-
‘‘San Jorge’’, 46, 1962; Tre note sul con- torio di San Giovanni Suergiu. L’agglo-
flitto tra Mariano IV d’Arborea e Pietro IV merato si è sviluppato in età non preci-
d’Aragona, ‘‘Archivio storico sardo’’, sabile, e comunque non prima del se-
XXVIII, 1962; La mancata spedizione in colo XVII, da un furriadroxiu costruito
Sardegna di Giovanni I d’Aragona, in da un gruppo di pastori in un territorio
Atti del VI Congresso internazionale di concesso in enfiteusi a una famiglia Pu-
Studi sardi, 1962; La prima introduzione xeddu che ha finito per dargli il nome.
del municipio di tipo barcellonese in Sar- Py Brondo Famiglia cagliaritana di
degna. Lo Statuto del castello di Bonaria, mercanti (secc. XVII-XVIII). Le sue no-
in Studi storici e giuridici in onore di An- tizie risalgono al secolo XVII. Nel corso
tonio Era, 1963; due capitoli, La Sarde- del secolo i suoi membri raggiunsero
gna nel primo periodo della dominazione una considerevole condizione econo-
aragonese e La Sardegna all’epoca delle mica e alcuni di loro furono eletti con-
lotte tra Aragona e Arborea, in Breve sto- siglieri della città. Nel 1648 ottennero
ria della Sardegna (a cura di Alberto Bo- il cavalierato ereditario con un dottor
scolo), 1965; L’assassinio di Ugone III Francesco che nel 1653 fu ammesso
d’Arborea e la pretesa congiura arago- allo Stamento militare durante il par-
nese, ‘‘Anuario de Estudios medioeva- lamento Lemos. I suoi discendenti pre-
les’’, II, 1965; Il periodo aragonese in Sar- sero parte a tutti gli altri parlamenti,
degna, in La società in Sardegna nei se- ma si estinsero nel corso del secolo
coli (a cura di Alberto Boscolo), 1967; XVIII.

626

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 632


Q
‘‘Quaderni bolotanesi’’ Periodico an- Benedetto Meloni, Alberto Merler, En-
nuale di cultura diretto da Italo Bussa, rico Milesi, Graziano Milia, Pasquale
fondato nel 1974. Inizialmente uscı̀ con Mistretta, Gianfranco Murtas, Luigi
l’intenzione di approfondire i temi Nieddu, Gian Giacomo Ortu, Maria
della storia e della cultura più propria- Picciau, Fernando Pilia, Carlo Pillai,
mente bolotanesi, ma dopo alcuni anni Massimo Pittau, Luisa Maria Plaisant
estese il suo programma editoriale, di- Corso, Giuseppe Puggioni, Robert J.
venendo un annuario che tratta i più Rowland, Sandro Ruju, Renato Sali-
vivi problemi della cultura sarda; arri- nas, Simone Sechi, Pinuccia Franca
vata al volume 31 (2005), la direzione Simbula, Pietro Soddu, Carlino Sole,
della rivista ha dichiarato di voler Giancarlo Sorgia, Girolamo Sotgiu,
porre fine alle sue pubblicazioni, ma Luigi Spanu, Angela Terrosu Asole,
nel 2006 è apparso regolarmente il vo- Corrado Zedda.
lume 32 e nel 2007 il volume 33. Vi ‘‘Quaderni della Soprintendenza ar-
hanno collaborato, tra gli altri: Aldo cheologica per le province di Ca-
Accardo, Francesco Alziator, Giulio gliari e Oristano’’ Pubblicazione pe-
Angioni, Giuseppe Are, Elisabetta Ar- riodica annuale di carattere archeolo-
tizzu, Francesco Artizzu, Benedetto gico fondata da Ferruccio Barreca nel
Barranu, Italo Birocchi, Alberto Bo- 1984. Raccoglie studi e notizie di scavi
scolo, Manlio Brigaglia, Italo Bussa, che si svolgono per iniziativa della So-
Enzo Cadoni, Benedetto Caltagirone, printendenza. Tra gli altri vi hanno col-
Maria Rosa Cardia, Umberto Cardia, laborato e/o vi collaborano: Enrico Ac-
Luciano Carta, Gerolama Carta Manti- quaro, Luciano Alba, Enrico Atzeni,
glia, Francesco Cesare Casula, Gero- Giannetto Bacco, Ubaldo Badas, Fer-
lamo Colavitti, Alberto Contu, Gian- ruccio Barreca, Piero Bartoloni, Paolo
franco Contu, Elettrio Corda, Roberto Bernardini, Loredana Cappai, Ignazia
Coroneo, John Day, Enrica Delitala, Chessa, Donatella Cocco, Dalida Fan-
Lorenza Del Piano, Francesco Floris, tar, Mohammed Fantar, Maria Luisa
Graziano Fois, Alba Foschi Nieddu, Fe- Ferrarese Cerutti, Giovanni Lilliu, Ful-
derico Francioni, Maurice Le Lannou, via Lo Schiavo, Marcello Madau, Lo-
Giovanni Lilliu, Francesco Manconi, renza Ilia Manfredi, Maria Rosaria Ma-
Paolo Maninchedda, Salvatore Man- nunza, Maria Grazia Melis, Lucia
nuzzu, Luciano Marrocu, Attilio Ma- Manca Demurtas, Donatella Mureddu,
stino, Giampaolo Mele, Guido Melis, Giorgio Murru, Robert J. Rowland, Ro-

627

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 633


Quaderni della Soprintendenza

berta Sanna, Donatella Salvi, Vincenzo sciplinari. Viene pubblicata a Sassari


Santoni, Paolo Benito Serra, Giovanna con cadenza semestrale; attualmente
Sotgiu, Giuseppina Tanda, Gianni è diretta da Gemma Maurizi. Vi hanno
Tore, Carlo Tronchetti, David H. tra gli altri collaborato: Francesco At-
Trump, Gianni Ugas, Emerenziana zeni, Luciano Carta, Gianfranco Contu,
Usai, Raimondo Zucca. Antonio Delogu, Lorenzo Del Piano,
‘‘Quaderni della Soprintendenza ar- Enrico De Mas, Antonio Zanfarino.
cheologica per le province di Sas- ‘‘Quaderni sardi di Storia’’ Rivista di
sari e Nuoro’’ Pubblicazione perio- studi storici fondata da un gruppo di
dica annuale di carattere archeolo- storici universitari (Bruno Anatra,
gico. Raccoglie studi e notizie di scavi Giulio Angioni, Giampiero Bozzolato,
che si svolgono per iniziativa della So- Jordi Carbonell, Mario Da Passano,
printendenza. Tra gli altri vi hanno col- Francesco Manconi, Luciano Marrocu,
laborato e/o vi collaborano Luciano Guido Melis, Antonello Mattone, Piero
Alba, Angela Antona Ruju, Susanna Sanna, Enrico Stumpo) e diretta da
Bafico, Lucrezia Campus Dettori, Ro- Manlio Brigaglia, uscı̀ a Cagliari tra il
berto Caprara, Ercole Contu, Rubens 1980 e il 1984; tra gli altri vi hanno col-
D’Oriano, Maria Ausilia Fadda, Alba laborato: Bruno Anatra, Italo Birocchi,
Foschi Nieddu, Fulvia Lo Schiavo, Gia- Antonio Budruni, Itria Calia, Giovanni
cobbe Manca, Giuseppina Manca di Maria Cherchi, Ennio Cortese, Mario
Mores, Alberto Moravetti, Giuseppe Da Passano, John Day, Fabrizio Dolci,
Pitzalis, Mario Sanges, Salvatore Se- Giovanni Lilliu, Luciano Marrocu, At-
bis, Giuseppina Tanda. tilio Mastino, Antonello Mattone, Vito
‘‘Quaderni oristanesi’’ Rivista di cul- Piergiovanni, Pedro Roque Ferrer,
tura pubblicata a Oristano a partire dal Raimondo Turtas.
1995. Ha una cadenza quadrimestrale, Quaglia = Zoologia della Sardegna
diretta all’inizio da Giuseppe Murtas. Quaglioni, Diego Storico del diritto (n.
Vi hanno collaborato tra gli altri: An- Tempio Pausania 1951). Dopo la laurea
gelo Gavino Bonesu, Maria Giovanna ha intrapreso la carriera universitaria.
Campus, Anna Maria Cossu, Luciana Attualmente è professore di Storia del
Delitala, Giorgio Farris, Paolo Ga- Diritto italiano presso la Facoltà di
viano, Aldo Lino, Mario Loi, Maria Giurisprudenza dell’Università di
Manconi De Palmas, Maria Grazia Trento. Tra i più autorevoli studiosi
Mele, Giuseppe Pau, Costantino Piras, della sua disciplina, è autore di impor-
Donatella Salvi, Maria Grazia Scano, tanti lavori di carattere scientifico, al-
Giancarlo Sorgia, Francesco Bruno cuni dei quali affrontano aspetti della
Vacca, Raimondo Zucca. storia del diritto in Sardegna. Tra i suoi
‘‘Quaderni sardi di Filosofia e di scritti: Legislazione statutaria e di go-
Scienze umane’’ Rivista di indirizzo verno della civitas, il caso di Sassari, in
filosofico e pedagogico, fondata nel Gli Statuti sassaresi. Economia, società,
1977 da Marisa Buonajuto e Antonio istituzioni a Sassari nel Medioevo e nel-
Delogu (direttore). Nel 1994 ha cam- l’Età moderna (a cura di Antonello Mat-
biato il titolo in ‘‘Quaderni sardi di Fi- tone e Marco Tangheroni), 1986; Storia
losofia Letteratura e Scienze umane’’ della cultura filosofico-giuridica [in Sar-
e, divenuta organo dell’Istituto di Filo- degna]. I secoli XIV-XVIII, in Sardegna.
sofia dell’Università di Sassari, acco- Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia),
glie anche contributi di altri campi di- III, 1988; Rappresentanza politica e par-

628

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 634


Quartucciu

lamenti nel secolo XVI: il caso del Re- anni dopo vince il torneo precedendo
gnum Sardiniae nell’Età di Filippo II, lo stesso Cagliari (che sarà ammesso
in La représentation dans la tradition d’ufficio alla serie B), la Carbosarda e
occidentale de jus civile, 1995; Il Parla- la squadra sassarese. Deve rinunciare
mento del viceré Gastone di Moncada alla serie C, probabilmente per motivi
marchese di Aytona 1592-1594, vol. 12 finanziari. Dopo anni di anonimato nei
della collana ‘‘Acta Curiarum Regni campionati regionali, tornerà alla ri-
Sardiniae’’, 1997. balta parecchi anni dopo. Nel 1980, col
nome di Sant’Elena Q., ottiene una sto-
rica promozione in serie C2, portando
alla ribalta alcuni giocatori, come Gigi
Piras, che diventerà protagonista nel
Cagliari. Dopo tre campionati in que-
sta categoria, nel 1984 una grave crisi
finanziaria porta la compagine al falli-
mento. La squadra viene ritirata a
metà del campionato: il Sant’Elena Q.
viene cancellato e dovrà ricominciare
dalle categorie inferiori. Attualmente
milita nel girone A del campionato di
Stagno di Quartu – Lo stagno e l’abitato di
Quartu Sant’Elena. promozione regionale, mentre a
Quartu è nata un’altra squadra che si
chiama Q. 2000. [GIOVANNI TOLA]
Quartu, stagno di Specchio d’acqua di
forma allungata che si stende a sud del- Quartucciu Comune della provincia di
l’abitato, dal capo Sant’Elia, a ovest, Cagliari, compreso nella XXIV Comu-
fino a castello Su Forti e alla località nità montana, con 11 297 abitanti (al
Margine Rosso a est. Separato dal 2004), posto a 16 m sul livello del mare
mare da una sottile striscia sabbiosa – tra Monserrato e Quartu Sant’Elena.
la spiaggia del Poetto e il suo prolunga- Regione storica: Campidano di Ca-
mento, molto frequentati in estate – è gliari. Archidiocesi di Cagliari.
alimentato da alcuni corsi d’acqua; & TERRITORIO Il territorio comunale
nella parte occidentale è adibito a sa- si estende per 27,87 km2, comprendenti
lina. Per quanto inserito in una zona anche le frazioni di Su Pezzu Mannu e
cosı̀ intensamente popolata, con la Sant’Isidoro, e si sviluppa in direzione
case di Cagliari e di Quartu che arri- nord-est, sino a comprendere le prime
vano sin sulle sue rive e una strada alture del massiccio dei Sette Fratelli.
molto trafficata che lo costeggia a sud, Si tratta quindi di un territorio in parte
costituisce una importante area natu- pianeggiante, porzione della piana
ralistica frequentata da diverse specie campidanese intorno a Cagliari, forte-
di volatili quali fraticelli, folaghe, ana- mente urbanizzata, in parte di colline
tre e molte altre. di media altezza ricoperte di macchia
Quartu, Unione Sportiva Società spor- mediterranea e in minima parte dal
tiva nata nell’immediato dopoguerra bosco. A ovest del paese scorre il Rio
sotto la presidenza di Antonio Picci. di San Giovanni, che va a gettarsi nello
Nel 1945 viene iscritta nel campionato stagno di Molentargius, mentre a est si
di calcio di I divisione, lo stesso in cui trova lo stagno di Simbirizzi. Q. è inse-
militano il Cagliari e la Torres. Due rito nella fitta rete stradale della re-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 635


Quartucciu

gione intorno a Cagliari: a breve di- maggior profitto che si ha operando


stanza passa la superstrada 554, che con queste è molto notevole, cosı̀ spe-
mette in collegamento la ‘‘Carlo Fe- riamo che il numero de’ telai antichi
lice’’ con la strada per Villasimius. sarà ben presto ridotto a zero. In più di
& STORIA Il suo territorio è ricco di trenta case sono già adoperate nella fi-
monumenti archeologici che testimo- latura le novelle macchine. Le tele la-
niano la continuità dell’insediamento vorate dalle donne quartuccesi godono
dell’uomo a partire dall’età nuragica. di molta riputazione per quelle qualità
Nel Medioevo il villaggio apparteneva, che sono stimate e desiderate in siffatti
col nome di Quarto Tocho, al giudicato tessuti. Alcune filano pure la lana, ma
di Cagliari ed era incluso nella curato- solo per fare de’ sacchi. Alla scuola ele-
ria del Campidano. I suoi abitanti, mentare concorrono, ma non sempre,
come quelli del vicino centro di Quartu 40 fanciulli incirca. Agricoltura. I ter-
Jossu, erano tenuti al lavoro nelle sa- reni destinati alla seminagione non
line e Quarto Tocho, dopo la divisione sono un’area maggiore di starelli 2000,
del 1257, fu amministrato direttamente e i questi devono essere compresi i
da funzionari del Comune di Pisa. Su- cungiàus (chiusi) che sono circa un
bito dopo la conquista aragonese fu quinto di quella somma, e si seminano
amministrato da funzionari reali e nel tutti gli anni senza mai lasciarli a mag-
1328 nel suo territorio furono ricono- gese. La dotazione del monte di soc-
sciute delle proprietà a Pietro de corso è di starelli 100 e di lire n. 960.
Açen; nel 1338 fu concesso in feudo a L’ordinaria quantità di seminagione è
Bernardo Descoll. Nel 1348 subı̀ gravi di starelli di grano 500, d’orzo 125, di
danni a causa della peste e, poco dopo, fave e legumi 400. Di lino se ne semina
scoppiata la prima guerra tra Mariano pochissimo, e devono le tessitrici pro-
IV e Pietro IV, il suo territorio, invaso vedersi da altre parti. La fruttifica-
dalle truppe giudicali, subı̀ gravi zione de’ seminati è poco diversa da
danni. Nel 1355 era quasi totalmente quella che si notava per quelli di
spopolato e ulteriori danni subı̀ du- Quarto. L’orticoltura è esercitata con
rante la seconda guerra tra Aragona e studio e occupa da 30 a 40 starelli di
Arborea, quando fu stabilmente occu- terreno prossimamente all’abitato.
pato dalle truppe giudicali. Terminata Quest’area è divisa in 18 parti. I pro-
la guerra il villaggio fu incluso nel dotti sono di gran bontà. I fruttiferi
feudo concesso nel 1427 a Giovanni De sono di tutte le specie più comuni e sti-
Sena e da questo momento la sua storia mate, e di molte varietà. Il numero de-
fu legata a quella di Quartu. Vittorio gli individui non è minore di 60 mila. I
Angius ci ha lasciato una questa testi- mandorli sono un terzo di questa
monianza: «Popolazione. Nell’anno somma. Le tanche o grandi chiusi,
1846 si numeravano in Q. anime 1887, sono solo quattro, e non è molto note-
distinte in maggiori d’anni 20, maschi vole la loro superficie complessiva.
559, femmine 579, e minori maschi 364, Esse sono nella regione di Flumini. In
femmine 585, distribuite in famiglie queste tanche tienesi a pastura il be-
469 e ripartite in case 410. Sono nel stiame rude, ed è ben di rado che vi si
paese almeno una cinquantina di telai semini. È un gran danno che un territo-
all foggia sarda, ne’ quali si lavora rio attissimo alla seminagione, alle
senza intermissione, e soli 10 mac- viti, a’ fruttiferi, e specialmente agli
chine di nuova forma; ma siccome il olivi non sia coltivato con quello studio

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 636


Quartucciu

di cui sarebbe degno, ed avrebbesi un ciali 526; esercizi pubblici 28; esercizi
larghissimo compenso. Bestiame all’ingrosso 3; esercizi al dettaglio 132;
manso. Hanno i quartucciesi per i la- ambulanti 37. Tra gli indicatori sociali:
vori agrari e per il carreggio buoi 370, occupati 2666; disoccupati 562; inoccu-
cavalli per sella e trasporto 120, giu- pati 778; laureati 173; diplomati 1319;
menti 400. Bestiame rude. I capi vaccini con licenza media 3091; con licenza ele-
non oltrepassano forse i 150, i porcini mentare 2755; analfabeti 111; automezzi
500, i pecorini 2500. Le donne di Q. circolanti 2946; abbonamenti TV 2052.
come quelle di Quarto educano molto & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nu-
pollame, e ne ottengono lucro». Q. fu merose sono le testimonianze archeo-
comune autonomo sino al 1928, quando logiche che il territorio conserva a par-
divenne frazione di Cagliari, per poi tire dal periodo prenuragico, in parti-
riacquistare la sua autonomia nel 1983. colare, per il periodo nuragico, i nura-
& ECONOMIA La base della sua econo- ghi Mela Murgia e Nuraxi Anna, il com-
mia è costituita dall’attività indu- plesso nuragico Nuraxi Piccia e la
striale che si basa sui settori alimen- Tomba di giganti Sa Domu ’e S’Orcu.
tare, della lavorazione del legno, dei Questa ha un’aula rettangolare provvi-
laterizi e dei materiali per l’edilizia, sta di un bancone per le offerte e del-
con alcuni settori che si occupano an- l’abside lunga più di 16 m. Vi si accede
che di ottica, strumenti di precisione, da un portello architravato che si apre
metalmeccanica, plastica e vetro. Ad sulla facciata fornita di esedra ed è da-
essa è connessa e discretamente svi- tabile al Nuragico medio.
luppata la rete di distribuzione com- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
merciale. Sono ancora praticati l’agri- RALE Il centro storico ha in gran parte
coltura, in particolare l’orticoltura, la conservato il suo assetto tradizionale,
viticoltura e la frutticoltura, e l’alleva- lungo le strade è possibile trovare nu-
mento del bestiame, in particolare di merose case campidanesi costruite in
suini, ovini ed equini. Vi opera anche mattoni di terra cruda (làdiri), alle quali
un albergo con 20 posti letto. Servizi. Q. si accede attraverso un portale monu-
è collegato mediante autolinee agli al- mentale che immette nella corte. L’edi-
tri centri della provincia. Dispone di ficio più significativo è la chiesa parroc-
Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me- chiale di San Giorgio, situata nel centro
dico, guardia medica, farmacia, scuola storico, che fu edificata nel secolo XVI.
dell’obbligo, sportelli bancari. Pos- Al suo interno conserva un polittico raf-
siede una Biblioteca comunale. figurante una Crocifissione attribuito a
& DATI STATISTICI Al censimento del Bartolomeo Castagnola (=), alcune sta-
2001 la popolazione contava 10 179 tue lignee del secolo XVII e una attri-
unità, di cui stranieri 33; maschi 4958; buita al Lonis. Altra importante chiesa
femmine 5221; famiglie 3132. La ten- è quella di Sant’Efisio, costruita nel se-
denza complessiva rivelava una sostan- colo XI in forme romaniche e donata
ziale stabilità della popolazione, con agli inizi del secolo XII ai Vittorini di
morti per anno 82 e nati 99; cancellati Marsiglia. Nel corso dei secoli succes-
dall’anagrafe 386 e nuovi iscritti 354. sivi è stata ripetutamente modificata e
Tra i principali indicatori economici: attualmente delle forme originarie ri-
imponibile medio IRPEF 18 075 in mi- mane la facciata sormontata dal campa-
gliaia di lire; versamenti ICI 3581; nile a vela. Ha un impianto a una navata
aziende agricole 121; imprese commer- completata dall’abside semicircolare.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 637


Quartucciu

Interessante è anche la chiesa di San bati. Altra importante testimonianza è


Biagio: costruita nel secolo XVI, ha un costituita dal costume. L’abbigliamento
impianto a tre navate scandite da archi tradizionale di Q. è ricco e suggestivo,
a tutto sesto poggianti su pilastri qua- quello femminile può essere di due tipi
drati; la copertura è a volte a botte. La differenti. L’abbigliamento della sposa
facciata è arricchita da un campanile a è costituito da una camicia di tela
vela. bianca con pizzo ampio e inamidato ap-
plicato al collo in modo da incorniciare
il volto e dalla gonna formata da un
unico telo di 4 m aperta sul davanti per
consentire l’accesso a una tasca (sa gun-
nedda impedrada); il tessuto è velluto
rosso vino ed è arricchito da una balza
di broccato bianco a fiori dorati. Sopra
la camicia si indossa il busto (su cossu)
di stoffa chiuso davanti con lacci e na-
scosto dalla giacca (su gipponi) di vel-
luto nero guarnita con gallone dorato.
Sopra la gonna si indossa il grembiule
(su deventali) di velluto rosso vino con
una cornice di broccato. L’abbiglia-
mento è completato da una cuffia (su
cambusciu) di velluto o raso rosso vino
su cui si indossa un velo bianco; la sposa
indossa infine una serie di magnifici
gioielli: collane, anelli, spille e amuleti
tipici dell’artigianato locale. L’abbiglia-
Quartucciu – Costume tipico. mento femminile di tutti i giorni è costi-
tuito da una camicia di tela bianca con
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Ti- pizzo meno ampio applicato al collo e ai
pica manifestazione che si riallaccia polsini; quando viene indossata solo col
alle tradizioni più antiche è la festa busto le maniche vengono piegate verti-
della Madonna della Difesa (Nostra Sen- calmente e inamidate (a sonettu). La
nora ’e Sa Defensa). Si svolge con parti- gonna è plissettata (sa gunnedda), rea-
colare solennità nella terza domenica lizzata in bordatino rosso e blu con l’evi-
di settembre; risale al 1623 ma ha acqui- denza del blu. Sopra la camicia si in-
stato particolare significato dopo le dossa il busto (su cossu) di broccato
inondazioni del 1886 e del 1889 dalle chiuso davanti con lacci e nascosto
quali il paese si salvò per intercessione dalla giacca (su spenzu) di seta a fiori
della Vergine. La festa culmina in una color rosso vino molto attillata e chiusa
solenne processione che conduce per le sul davanti con ganci. Sopra la gonna si
strade del paese una preziosa statua se- indossa il grembiule (su deventali) di
centesca della Madonna. Purtroppo col raso nero ricamato a fiori. L’abbiglia-
tempo si sono persi gli aspetti tradizio- mento è completato da un fazzoletto (su
nali della festa quali la lotta con i piedi mucadori) di seta giallo chiaro a motivi
(sciampitta), le gare poetiche e le gare floreali e da uno scialle di seta verde e
tra gioghi di buoi riccamente addob- viola. L’abbigliamento tradizionale ma-

632

Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 638


Quartu Sant’Elena

schile è costituito da una camicia di tela In età romana Q.S.E. era un centro
bianca con collo alto ricamato e chiuso sulla strada che da Carales conduceva
da bottoni, e dai calzoni di cotone a Turris e aveva una certa importanza
bianco. Sopra la camicia si indossano il probabilmente per la produzione vini-
gilet (su croppettu) di velluto rosso vino cola. Nel Medioevo sul suo attuale ter-
sul davanti e di panno nero dietro (per ritorio sorgevano alcune piccole ville
le feste è di broccato nero a fiori dorati), tra cui Quartu Jossu, Quartu Donnico,
e la giacca con cappuccio (su sereniccu) Cepola, che facevano parte del giudi-
di panno nero con ornamenti di velluto cato di Cagliari comprese nella curato-
rosso. Sopra i pantaloni si indossano il ria del Campidano. Dopo il crollo del
gonnellino (sa roda) di panno nero e le giudicato, nella divisione del 1257 en-
ghette (is crazzas) di panno nero con bor- trarono a far parte dei territori ammi-
dino di velluto. Completa l’abbiglia- nistrati direttamente dal Comune di
mento la classica berritta di panno Pisa; i loro abitanti erano legati all’at-
nero, molto spesso tenuta ferma sulla tività di estrazione del sale. Dopo la
fronte da un fazzoletto rosso. conquista aragonese Quartu Jossu,
Quartu Sant’Elena Comune della pro- che era il più importante dei villaggi
vincia di Cagliari, compreso nella del territorio quartese, fu concesso in
XXIV Comunità montana, con 69 159 feudo a Guglielmo de Lauro, i suoi abi-
abitanti (al 2004), posto a 6 m sul livello tanti continuarono a essere tenuti a
del mare a est di Cagliari. Regione sto- prestare il servizio nelle saline e ave-
rica: Campidano di Cagliari. Archidio- vano il diritto di guardia dei litorali;
cesi di Cagliari. Quartu Donnico e Cepola, legati mag-
& TERRITORIO Il territorio comunale giormente alle saline, furono ammini-
si estende per 96,28 km2, comprendenti strati direttamente da funzionari reali.
anche le frazioni di Flumini, Margine Nel territorio di Quartu Donnico, però,
Rosso e Sant’Andrea, e confina con Ca- nel 1328 furono riconosciute vaste pro-
gliari, Quartucciu, Maracalagonis e prietà fondiarie a Pietro de Açen. La
per un lungo tratto col mare Mediterra- popolazione di Quartu Donnico e di Ce-
neo del golfo di Cagliari. Si tratta di pola cominciò a diminuire e nel 1331
una porzione di pianura costiera, fer- Quartu Jossu, la cui importanza an-
tile e ricca di acque: a est della città si dava aumentando, fu nuovamente con-
trova lo stagno di Simbirizzi, a ovest cesso in feudo a Giacomo d’Aragona.
quello di Molentargius, a sud quello – La sua popolazione tentò di sfuggire al-
allungato lungo il litorale – di Q.S.E., l’umiliante servitù del cavar sale nelle
parte del quale è adibita a saline. La saline, molti tentarono di trasferirsi a
città è inserita nel fitto e frequentato Cagliari, ma il feudatario li perseguı̀
reticolo di strade che si sviluppa alla inflessibile ottenendo dal re il privile-
periferia di Cagliari; a breve distanza gio di poterli costringere a lavorare
passa la superstrada 554 che ha inizio nelle saline anche se si fossero trasfe-
dalla ‘‘Carlo Felice’’ e, poco a oriente riti a risiedere a Cagliari. Negli stessi
di Q.S.E., va a innestarsi nella costiera anni Pietro de Açen perse il controllo
per Villasimius. dei suoi possedimenti e Quartu Don-
& STORIA Il suo territorio è ricco di nico, oramai quasi completamente
testimonianze archeologiche che di- spopolato, fu concesso in feudo a Ber-
mostrano la continuità dell’insedia- nardo Descoll. Quartu Jossu subı̀ gravi
mento a partire dal periodo nuragico. danni a causa della peste del 1348 e,

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 639


Quartu Sant’Elena

morto Giacomo d’Aragona, nel 1350 fu fu tale che addirittura nel 1586 i quar-
acquistato da Berengario Dusay. Scop- tesi chiesero di poter cingere di mura
piata la prima guerra tra Mariano IV e l’abitato. Ma le tribolazioni di quello
Pietro IV il villaggio fu occupato dalle che stava diventando un grosso villag-
truppe giudicali che vi fissarono il loro gio furono anche di altro genere: nel
accampamento provocando gravi 1539 infatti dovette sopportare un’epi-
danni. Finita la guerra il territorio era demia di peste. Durante il secolo XVII
quasi deserto e solo Quartu Jossu e Ce- le condizioni di Q.S.E. non migliora-
pola riuscirono a mandare i loro rap- rono: nel 1603 soffrı̀ per un’invasione
presentanti al Parlamento del 1355. di cavallette, nel 1636 e nel 1652 per le
Nel 1358 Quartu Jossu e ciò che rima- epidemie di peste. Anche il periodo di
neva di Quartu Donnico furono asse- incursioni da parte dei corsari non
gnati nuovamente a Berengario Bar- venne meno, nel 1615 si registra infatti
quer che però, scoppiata la seconda un’altra incursione e negli anni succes-
guerra tra Mariano IV e Pietro IV, non sivi la comunità visse come assediata.
fu più in grado di controllare il suo Nonostante tutto, la mancanza di vin-
feudo. Occupato dalle truppe giudi- coli feudali consentı̀ la crescita del vil-
cali, il territorio divenne teatro delle laggio e nel corso del secolo i suoi abi-
operazioni e Quartu Donnico sparı̀. Fi- tanti si affrancarono definitivamente
nita la guerra Quartu Jossu, semispo- dalla servitù del sale col pagamento di
polato, tornò in mani aragonesi e nel un tributo annuo in denaro. Essendo
1427 fu incluso in una baronia concessa state costruite nel corso del secolo al-
a Giovanni De Sena il quale, carico di cune torri litoranee, si liberarono an-
debiti, cedette il villaggio a Ludovico che del diritto di guardia pagando un
Aragall nel 1437. Quest’ultimo lo ce- tributo. Dopo il passaggio della Sarde-
dette alla città di Cagliari che però gna agli Asburgo, nel 1711 fu concessa
non fu in grado di conservarne il pos- in feudo a Francesco Pes la signoria
sesso per cui dal 1468 il territorio tornò utile delle rendite civili del territorio
al fisco. Iniziò cosı̀ una lunga fase di di Q.S.E. La concessione fu confermata
disagi e di tribolazioni per gli abitanti dai Savoia e inutilmente, negli anni
di Quartu Jossu, che continuarono a es- successivi, gli abitanti tentarono di li-
sere tenuti al servizio nelle saline e a berarsi dalla nuova dipendenza. Il rap-
fare la guardia nei litorali. Questa fun- porto con i feudatari si fece difficile e
zione, col passare degli anni, a causa nel 1760 tentarono di resistere all’esa-
delle ricorrenti spedizioni di corsari zione dei tributi. Nel 1793 Q.S.E. e il
barbareschi, divenne importante e nel suo litorale furono teatro dei momenti
1506 fu regolamentata. Fu nominato un salienti dello sbarco francese e del suo
official che aveva il compito di organiz- fallimento; la sua popolazione prese
zare la difesa; purtroppo però il terri- parte attiva alla preparazione della di-
torio continuò a essere attaccato, subı̀ fesa e ai combattimenti che portarono
infatti incursioni nel 1520, nel 1533, nel alla cacciata dei francesi. Nel 1821 fu
1579 e nel 1582. Di particolare violenza incluso nella provincia di Cagliari e
fu la incursione del 1582 nella quale i nel 1838 finalmente si liberò dalla di-
barbareschi riuscirono a catturare pendenza feudale. Vittorio Angius ha
moltissimi giovani, anche dei villaggi lasciato una precisa testimonianza:
vicini, che portarono in Africa per es- «Popolazione. Nel 1846 computossi
sere venduti come schiavi; lo spavento questa di anime 6266, distinte in mag-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 640


Quartu Sant’Elena

giori di anni 20, maschi 2040, femmine agraria de’ quartesi. Il vigneto è molto
2103, e in minori maschi 1025, femmine esteso, come ho notato, e il suolo gene-
1100, distribuite in famiglie 1643 e in ralmente ottimo per le viti. Le princi-
case 1342. Tra le malattie più frequenti pali varietà che si coltivano sono le
si notano le infiammazioni, massime dette, Rosa, Appesorgia, Moscatello,
all’addome, e le febbri periodiche e Cannonao, Galoppo, Corniola, Monica,
nervose. Per la cura della salute si Moscatellone, Nasco, Malvagia, Girò,
hanno due medici, tre chirurghi, cin- Bovali, Nuragus. La vendemmia suol
que flebotomi, e due speziali; per le essere ordinariamente copiosissima.
puerpere due levatrici. Professioni. Pastorizia. Restando tante regioni in-
Nel sunnotato numero di famiglie, nel culte avrebbesi il comodo educare
quale comprendesi tutta la popola- gran copia di bestiame delle solite spe-
zione, sono famiglie agricole 1320, pa- cie; non pertanto, come si è potuto in-
storali 30, mestieranti 270. A queste si tendere dal troppo ristretto numero
debbono aggiungere quelle, i cui capi delle famiglie pastorali, è pochissimo
hanno un nobile officio, essendo appli- il bestiame che appartiene a’ quartesi.
cati alla direzione delle coscienze, alla Tutto il bestiame manso consiste in
cura de’ corpi, al foro o al notariato. buoi per l’agricoltura e per il carreggio
Complessivamente i medici, chirurghi 400, in cavalli da sella e per trasporto
ecc. sono 12, i preti 7, i notai pubblici 7, 566, in giumenti 1200. Negli altri anni i
i causidici 5. Lavori donneschi. La fila- buoi pel servigio agrario erano un più
tura e la tessitura è l’occupazione delle gran numero, in questo scemarono per-
donne dopo il panificio e la cura delle ché o furono tolti per i debiti, o furono
cose domestiche. Quasi ogni casa ha il venduti per supplicare a’ bisogni della
suo telajo, epperò se ne possono nume- famiglia, massime mancando fin di se-
rare almeno 1300, de’ quali 115 sono ri- menza e di altri mezzi per lavorare. Nel
formati, cioè simili a quelli che si ado- bestiame rude si numerano capi vac-
perano nel continente. Se fossero in cini 1000, caprini 3000, pecorini 5500,
questo paese persone intelligenti e stu- cavallini 500. Le donne quartesi edu-
diose del pubblico vantaggio, anche in cano con molta diligenza gran copia di
questo parlare si sarebbe progredito pollame, galline, polli d’india, oche,
più che si è fatto: ma persone siffatte ecc., perché hanno gran lucro dalle
sono rare, e il progresso che ho notato è uova, e da’ pollastrini e polli grandi
merito di uno solo. Agricoltura. In ra- che vendono nella capitale». Abolite
gione della popolazione la cultura de’ le province nel 1848, Q.S.E. fu inserito
cereali è molto ristretta, perché ordi- nella divisione amministrativa di Ca-
nariamente non si semina più di sta- gliari. Nel 1859 tornò definitivamente
relli di grano 2000, d’orzo 300, di fave a far parte della provincia di Cagliari;
600, in totale 2900 giornate, il che non nel 1862 Q.S.E. aggiunse ufficialmente
dipende dalla scarsezza de’ terreni la dedicazione a Sant’Elena. Per tutto
atti, ma più tosto dalla troppa esten- l’Ottocento e il Novecento l’economia e
sione del vigneto che domanda molte la popolazione del centro continua-
braccia nel tempo, in cui devonsi pre- rono a crescere e il suo abitato fu colle-
parare le terre e seminarle, e dall’es- gato a quello di Cagliari con un tranvai.
sere gran parte de’ medesimi a note- & ECONOMIA La base della sua econo-
voli distanze dal paese. Viticoltura. mia è oramai costituita dall’attività in-
Ecco il ramo principale della industria dustriale che si basa sui settori alimen-

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Quartu Sant’Elena

tare, lattiero-caseario, elettrico, elet- 311. Tra gli indicatori sociali: occupati
tronico, della lavorazione del legno e 19 350; disoccupati 2959; inoccupati
tessile, della produzione di laterizi e 4029; laureati 2311; diplomati 11 081;
materiali per l’edilizia, e ancora con licenza media 19 759; con licenza
aziende metalmeccaniche, della pla- elementare 14 513; analfabeti 1631; au-
stica, del vetro, oltre alla stampa e alla tomezzi circolanti 27 087; abbonamenti
pesca. Ad essa connessa e discreta- TV 12 943.
mente sviluppata è la rete di distribu-
zione commerciale. Sono ancora prati-
cati l’agricoltura, in particolare l’orti-
coltura, la viticoltura e la frutticoltura,
e l’allevamento del bestiame, in parti-
colare di bovini, suini, ovini ed equini.
Vi operano anche 5 alberghi con 1222
posti letto, un campeggio con 400 posti
letto, 19 ristoranti e il porto turistico con
450 posti barca. Artigianato. Antica e
molto radicata è la tradizione della la-
vorazione dei gioielli in filigrana; si pro-
ducono anche in alcune botteghe i rino-
mati dolci di Q.S.E. Servizi. La città è
collegata mediante autolinee con gli al-
tri centri della provincia. Dispone di
Pro Loco, stazione dei Carabinieri,
ospedale, medico, guardia medica, far-
macia, scuola dell’obbligo e scuole se-
condarie superiori (Liceo classico e
scientifico, Istituti tecnici e professio-
nali), 12 sportelli bancari. Possiede una
Biblioteca comunale, i musei Sa Dom’e Quartu Sant’Elena – Saline.
Farra e il Ciclo della Vita, 2 emittenti TV,
un periodico. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
& DATI STATISTICI Al censimento del
ritorio conserva testimonianze ar-
2001 la sua popolazione contava 68 911 cheologiche a partire dal periodo pre-
unità, di cui stranieri 1539; maschi nuragico, in particolare la cosiddetta
34 111; femmine 34 800; famiglie Stazione di viale Colombo, ascrivibile
23 642. La tendenza complessiva rive- alla cultura di Ozieri. È ricco anche di
lava un costante aumento della popola- testimonianze dell’età nuragica: con-
zione, con morti per anno 381 e nati ser va i nuraghi Angelu Nieddu,
665; cancellati dall’anagrafe 1867 e Biancu, Forti Becciu, Gallitas, Jana,
nuovi iscritti 2112. Tra i principali in- Luas, Ludus, Maripintau, Medau Abru-
dicatori economici: imponibile medio xiau, Meris, Monte Acuzu, Pusceddu,
IRPEF 20 873 in migliaia di lire; versa- Sighientu, Siliqua, Su Lillu, Tuvu
menti ICI 27 290; aziende agricole 1095; Mannu. Numerose sono le testimo-
imprese commerciali 2223; esercizi nianze di età romana, di particolare in-
pubblici 263; esercizi all’ingrosso 28; teresse i resti di una villa rustica in lo-
esercizi al dettaglio 767; ambulanti calità Flumini.

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 642


Quartu Sant’Elena

& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- presa attualmente nell’area del cimi-


RALE Il crescente sviluppo urbanistco tero, sorgeva nell’antico villaggio di Ce-
della città negli ultimi anni ha alterato pola poi scomparso; è stata edificata nel
in modo notevole l’assetto del centro secolo XII in forme romaniche su ru-
storico; è comunque possibile vedere deri del periodo romano; dal 1982 il 9
ancora un certo numero delle tipiche settembre è ripresa la tradizionale festa
case campidanesi costruite in mattoni che era stata interrotta nel 1947. San
di terra cruda (làdiri) e ingentilite dal Pietro in Ponte è un’altra chiesa che fu
porticato (lolla), talvolta affrescato, e edificata nel secolo XI dai Vittorini. A
dalla grande corte sulla quale, spesso, metà del secolo XIII fu ristrutturata
si affacciano i magazzini, le stalle e le nelle attuali forme tardoromaniche; ha
stanze per la servitù. L’edificio più im- una sola navata. Altro edificio interes-
portante del centro storico è la chiesa di sante, situato in pieno centro storico, è
Sant’Elena, la prima parrocchiale, che Sa Dom’e Farra, casa contadina dalle ti-
sorge in una delle piazze del centro cit- piche forme campidanesi col cortile a
tadino. Fu edificata nel secolo XVI in corte sul quale si affaccia la lolla, tra-
forme gotico-aragonesi sulle rovine di sformata in Museo della cultura tradi-
un convento del secolo XIII; dopo un zionale quartese. La Casa museo fu im-
terribile incendio del 1775 venne prati- piantata e sviluppata dal proprietario,
camente riedificata. I lavori ebbero ini- il cavalier Musio, in anni di lavoro e di
zio nel 1788 e procedettero lentamente sacrificio; attualmente è di proprietà
fino al 1818; la nuova chiesa fu però con- della Regione sarda. Vi sono raccolti
sacrata solo nel 1828. L’edificio ha la 8000 pezzi che consentono di ricostruire
pianta a croce latina, suddivisa in tre minutamente la cultura contadina della
navate; la facciata ha elementi di stile Q.S.E. dell’Ottocento. In seguito Musio
neoclassico con un ampio portale, la cu- ha dato vita a un altro museo, detto del
pola è ottagonale. All’interno si trovano Ciclo della Vita, che accoglie un’altra
arredi marmorei dell’antica chiesa, ri- ricca serie di oggetti della civiltà tradi-
salenti ai secoli XVII e XVIII e opera di zionale. Nei dintorni della città pos-
artisti di vaglia come Scipione Aprile e siamo vedere la chiesa della Madonna
Antonio Sagino; nel secolo XIX vi ope- di Buoncammino, che sorge in località
rarono anche il Franco e il Sartorio. La Sa Serrixedda nei dintorni del lago di
chiesa inoltre custodisce un ricco patri- Simbirizzi e faceva parte dell’antico vil-
monio di dipinti e di argenterie. Non laggio di Simbilia, poi scomparso. Fu co-
lontano dalla parrocchiale, lungo la struita nel secolo XV con materiale di
strada che conduce a Cagliari, sorge la riporto di vecchie costruzioni. La
chiesa di Sant’Agata detta anche dei chiesa di Sant’Andrea sorge invece
Cappuccini. Fu costruita nel secolo XI lungo la strada per Villasimius. Fu
in forme romaniche dai monaci Vitto- eretta nel secolo XIII sui ruderi di un
rini, probabilmente sulle rovine di un tempio pagano e nel 1793 fu teatro della
monastero di rito greco. Dell’antico edi- resistenza dei sardi alle truppe francesi
ficio rimangono i due fianchi con la de- sbarcate dalla flotta inviata per la con-
corazione ad archetti pensili. Il resto quista della Sardegna. L’edificio è
dell’edificio è stato radicalmente ri- molto semplice, a una navata con la co-
strutturato nel corso dei secoli. Tra le pertura in legno e custodisce una lapide
chiese di interesse storico c’è anche che ricorda i fatti del 1793. La chiesa di
quella di Santa Maria di Cepola: com- San Forzorio, posta poco lontano dall’a-

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 643


Quartu Sant’Elena

bitato, fu costruita nel secolo XIII in conservano il ricordo della Q.S.E. con-
forme romaniche. Ha l’impianto a una tadina, oramai scomparsa, in partico-
navata completata dall’abside e la co- lare la festa della Candelora e quella
pertura a volta a botte. La facciata è ar- della Madonna del Rosario. A partire
ricchita da un campanile a vela e dal dai primi del Settecento, a cura della
portale architravato. Durante il tenta- Confraternita del Rosario, nella chiesa
tivo di sbarco dei francesi nel 1793 fu parrocchiale si svolgono con partico-
profanata da alcuni soldati che vi pene- lare solennità i festeggiamenti della Pu-
trarono imponendo il berretto frigio rificazione della Vergine. La festa, cu-
alla statua del santo. Le spiagge di rata dalla prioressa della confraternita
Q.S.E. erano guardate da un sistema di cui per l’intero anno spetta il compito di
torri che permettevano l’avvistamento curare la Cappella del Rosario, si svolge
e l’eventuale difesa del litorale da in- il 2 febbraio. La statua della Madonna
cursioni nemiche. Appena fuori dall’a- incoronata viene posta al centro della
bitato, lungo la spiaggia del Poetto, si chiesa dove la prioressa dell’arcicon-
trova la torre cinquecentesca di Carcan- fraternita accompagnata da fanciulle
giolas con impianto a forma troncoco- in costume e da suonatori di launeddas
nica; durante la seconda guerra mon- offre ceri benedetti e due colombe can-
diale fu trasformata in bunker anti- dide alla Madonna. Subito dopo la sta-
sbarco e ne fu compromessa la stabilità. tua, recante un cero acceso in mano, è
Finita la guerra, a causa delle mareg- condotta in processione attorno alla
giate, la torre ha cominciato a inclinarsi chiesa. Quindi la prioressa offre in casa
e oggi si è completamente piegata sulla sua un assaggio di frittura a tutti i con-
spiaggia riducendosi a un rudere. Inol- venuti. Sempre la stessa prioressa della
trandosi in direzione di Villasimius tro- confraternita nella prima domenica di
viamo la torre di Foxi, in buono stato di maggio deve organizzare la festa detta
conservazione. Fu costruita nel 1578 in S’Arroseri. Pare che questa festa ri-
forma troncoconica e destinata all’avvi- salga addirittura al secolo XVI. Alla vi-
stamento e alla difesa. Al suo interno si gilia della ricorrenza le prioresse degli
trova un ambiente con volta a cupola; anni precedenti vanno in casa della
era servita da una piccola guarnigione. prioressa dell’anno portandole mazzi
Nelle sue vicinanze si trovava la torre di di rose. Nel giorno successivo le prio-
Sant’Andrea, edificata nel Cinquecento resse in costume vanno in parrocchia
con caratteristiche simili. Questa torre, reggendo canestri di rose che vengono
che fu teatro di alcune delle operazioni benedette durante la messa e distri-
salienti dello sbarco francese del 1793, è buite ai fedeli presenti. Con le rose ven-
stata purtroppo recentemente distrutta gono distribuiti anche una croce e un
forse per far posto a una lottizzazione. piccolo cero; subito dopo tutti si recano
L’ultima delle torri costiere del territo- a casa della prioressa per un rinfresco.
rio di Q.S.E. sorgeva lungo la strada per La festa della Madonna di Buoncam-
Villasimius in località Mortorio; attual- mino si svolge la prima domenica di lu-
mente ne resta un cumulo di massi che glio presso la chiesetta omonima, è or-
non permettono di ipotizzare a quale ganizzata dal Gremio dei bottai e cul-
funzione fosse destinata. mina in una suggestiva processione nel
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le corso della quale la statua della Ma-
antiche tradizioni popolari rivivono in donna viene portata in processione per
alcune feste di carattere religioso che le campagne. La chiesetta campestre di

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 644


Quartu Sant’Elena

Sant’Andrea è sede di un’altra festa minate le prospettive dell’annata agra-


della tradizione quartese, quella dedi- ria. È da ricordare anche la manifesta-
cata a San Giovanni Battista, che si zione folcloristica conosciuta come
svolge nella prima domenica di luglio. Sciampitta, che tutti gli anni ripropone
Un tempo era organizzata dai pecorai e un festival internazionale di musica e
dai caprai che di anno in anno si alter- danze popolari, al quale fa degna co-
navano, oggi viene organizzata da un co- rona la possibilità di degustare nelle
mitato presieduto da un obriere. La lolle di alcune case tradizionali i pani e
mattina l’obriere va a prendere sette ra- dolci tipici (coccoi, moddizzosu, cande-
gazze in costume (traccheras) che su un laus, pàrdulas) e i liquori di mirto e di
grande carro (tracca de Santu Giuanni), limone. Altro testimone del passato
seguito da altri riccamente addobbati, quartese è il costume. L’abbigliamento
si dirige da Q.S.E. alla chiesa. Le ra- tradizionale di Q.S.E. è ricco e sugge-
gazze portano in dono alla moglie dell’o- stivo, legato come è alle solide tradi-
briere artistiche forme di gateau (dolce zioni di una florida società contadina.
di mandorle e zucchero). Durante il L’abbigliamento femminile ha due mo-
viaggio dai carri si levano i caratteri- delli differenti. Quello della sposa è co-
stici muttetus, canti in rima a risposta stituito da una camicia di tela bianca
in un lieto inseguirsi di armonie. Giunti con pizzo ampio e inamidato applicato
alla chiesa, la festa prosegue tra canti e al collo e ai polsini, e dalla gonna pie-
balli e robuste libagioni. La sera, prima ghettata ai fianchi (sa gunnedda) di vel-
del rientro, viene acceso un falò di luto rosso vivo arricchita da una balza di
fronte alla chiesa e ha luogo il passaggio broccatello guarnito di trina dorata. So-
delle consegne tra il vecchio obriere e pra la camicia si indossano un fazzo-
quello subentrante. La festa grande letto (su mucadori ’e pitturras) che copre
della città è tuttavia per la patrona San- il seno e sul quale si appuntano ricchi
t’Elena: ha il suo culmine il 14 settem- gioielli in filigrana, e il busto (su cossu)
bre ma in effetti dura diversi giorni in di stoffa chiuso davanti con lacci e na-
una cornice di mostre, di rappresenta- scosto dalla giacca (su gipponi) di vel-
zioni e di altri momenti corali che luto nero guarnita con gallone dorato.
hanno come punti di riferimento la par- Sopra la gonna si indossano il grem-
rocchia e Sa Domu ’e Farra. La statua biule (su deventali) di velluto rosso vino
della santa viene sistemata al centro con una cornice di broccatello identica
della chiesa parrocchiale, riccamente alla balza della gonna, e una tasca (sa
adornata, ed è oggetto di culto da parte busciacca) ricamata e allacciata in vita
della popolazione che per l’occasione con una fettuccia. L’abbigliamento è
offre il caratteristico pan’e saba; i fe- completato da una cuffia (sa guffia),
steggiamenti culminano con una so- stretta davanti, con un fiocco di velluto
lenne processione nella quale sfilano nero su cui si indossa un velo bianco; la
moltissimi costumi. La festa dedicata a sposa indossa infine i magnifici gioielli
Sant’Andrea si svolge invece la dome- – collane, anelli, spille, amuleti – tipici
nica più vicina al 30 novembre ed è or- dell’artigianato quartese. L’abbiglia-
ganizzata da un Gremio di notabili pre- mento femminile indossato tutti i giorni
sieduto da un obriere che cambia tutti è costituito da una camicia di tela
gli anni. La festa culmina con un lauto bianca con pizzo meno ampio applicato
pranzo, che si svolge dopo la cerimonia al collo e ai polsini, e dalla gonna plis-
religiosa, durante il quale vengono esa- settata (sa gunnedda) di bordatino rosso

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Enciclopedia della Sardegna – Volume 7 pag. 645


Quasina

e blu. Sopra la camicia si indossano un gonnellino (sa roda) di panno nero e le


fazzoletto (su mucadori ’e pitturras) che ghette (is crazzas) di panno nero con bor-
copre il seno e sul quale si appuntano dino di velluto. Completa l’abbiglia-
gioielli d’argento, e il busto (su cossu) di mento la classica berritta di panno
stoffa chiuso davanti con lacci e nasco- nero, molto lunga e tenuta alla fronte
sto dalla giacca (su gipponi) di velluto o da un fazzoletto rosso.
di terziopelo. Sopra la gonna si indos-
sano il grembiule (su deventali) di seta
Quasina, Giovanni Battista Religioso
di vari colori, e la tasca (busciacca) allac- (Sassari 1721-ivi 1785). Vescovo di Bosa
ciata in vita con una fettuccia sopra o dal 1768 al 1785. Uomo di grande pietà e
sotto il grembiule. L’abbigliamento è insieme di vasta cultura, ordinato sa-
completato da un fazzoletto di seta mar- cerdote collaborò con l’arcivescovo tur-
rone a frange e da uno scialle in tinta, in ritano Carlo Francesco Casanova, che lo
tibet a frange. L’abbigliamento tradizio- nominò parroco di San Sisto. Nel 1768 la
nale maschile è costituito da una cami- sua fama gli procurò la nomina a ve-
cia di tela bianca con collo alto ricamato scovo di Bosa, dove curò non solo il mi-
e chiuso da bottoni d’oro, e dai calzoni glioramento spirituale dei suoi fedeli
di lino bianco. Sopra la camicia si indos- ma anche lo sviluppo di servizi e strut-
sano il gilet (su groppettu) di velluto ture della vita civile. Nel 1780 convocò
rosso sul davanti e di panno nero dietro, un sinodo diocesano, in cui il clero fu
con piccolo collo rotondo abbottonato richiamato a una più rigorosa osser-
con monete collegate da catenelle, e la vanza delle disposizioni di Carlo Ema-
giacca con cappuccio (su sereniccu) di nuele III specie in tema di impunità ed
panno nero con ornamenti di velluto esecuzioni. Morı̀ a Sassari, quando era
rosso. Sopra i pantaloni si indossano il ancora vescovo di Bosa.

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