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ENCICLOPEDIA
DELLA SARDEGNA
Volume 7
Orticoltura - Quasina
Volume 7: Orticoltura-Quasina
I contenuti della presente edizione speciale sono stati rielaborati, aggiornati, arricchiti e comple-
tati da La Nuova Sardegna. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo
volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elet-
tronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio e televisione,
senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge.
Collaboratori: Mario Argiolas, Piero Bartoloni, Marcella Bonello Lai, Aldo Borghesi, Aldo Briga-
glia, Maria Immacolata Brigaglia, Antonio Budruni, Paolo Cabras, Gerolama Carta Mantiglia, Rita
Cecaro, Ercole Contu, Fabrizio Delussu, Roberto Dessanti, Giovanni Dore, Piergiorgio Floris,
Federico Francioni, Piero Frau, Sergio Frau, Franco Fresi, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Gio-
vanni Gelsomino, Michele Guirguis, Antonio Ibba, Marcello Madau, Giovanni Marginesu, Attilio
Mastino, Antonello Mattone, Lucia Mattone, Gianluca Medas, Francesco Melis, Paolo Melis, Giu-
seppe Meloni, Vico Mossa, Fabrizio Mureddu, Anna Maria Nieddu, Francesca Nonis, Francesco
Obinu, Gianni Olla, Pietro Pala, Giampiero Pianu, Tomasino Pinna, Enrico Piras, Giuseppe Piras,
Natalino Piras, Giuseppe Podda, Valentina Porcheddu, Franco Porrà, Paolo Pulina, Marco Ren-
deli, Paola Ruggeri, Sandro Ruju, Antonello Sanna, Barbara Sanna, Mauro Giacomo Sanna, Piero
Sanna, Pietro Sassu, Tiziana Sassu, Simone Sechi, Giuseppe Serri, Francesco Soddu, Piergiorgio
Spanu, Alessandro Teatini, Marco Tedde, Eugenia Tognotti, Francesca Tola, Giovanni Tola, Dolo-
res Tomei, Raimondo Turtas, Esmeralda Ughi, Luisanna Usai, Adriano Vargiu, Massimiliano Vi-
dili, Bepi Vigna, Gianna Zazzara, Raimondo Zucca
Referenze iconografiche:
pagg. 253, 407: Archivio del Banco di Sardegna (Sassari)
pagg. 14, 15, 18, 19, 22, 37, 41, 55, 71, 73, 89, 104, 108, 110, 113, 114, 119, 121, 126, 127, 143, 144, 147, 151,
158, 159, 164, 178, 179, 181, 182, 210, 214, 221, 226, 230, 233, 236, 272, 286, 287, 289, 302, 322, 333, 343, 350,
351, 509, 510, 511, 512, 513, 517, 520, 525, 536, 540, 601, 620, 629, 632, 636: De Agostini Picture Library
(Novara)
pagg. 10, 87, 184: Giancarlo Deidda (Cagliari)
pagg. 250, 297, 298, 326: Tore Ligios
Immagine di copertina: De Agostini Picture Library
Si ringraziano per la collaborazione tutti gli artisti, gli archivi fotografici e gli enti di conserva-
zione che hanno dato permesso di riproduzione. L’Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. è a dispo-
sizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e testuali non individuate.
Si ringraziano le Edizioni Della Torre per la collaborazione.
* Ordine alfabetico
La sequenza alfabetica dei lemmi è stata – Voci dedicate ai santi. Subito dopo l’at-
fissata trascurando i caratteri non alfa- tacco del lemma e, se presente, il nome
betici. Quando il lemma contiene una al secolo, vengono indicate le varianti
virgola – come avviene nei nomi propri sarde del nome che differiscono dall’i-
di persona tra cognome e nome – l’ordi- taliano:
namento considera solo la parte del
lemma che precede la virgola, passando
alla parte successiva solo in caso di omo- Lorenzo da Brindisi, san (Giulio Cesare
Russo; in sardo, Santu Lorenzu, Santu Lo-
grafia:
rentu, Santu Larentu, Santu Laurentu) ...
San Benedetto
Dopo l’esposizione generale della vita
San Carlo
Sanchez
e delle opere del santo sono spesso pre-
Sanchez de Calatayud, Pietro senti i paragrafi In Sardegna, in cui si
Sanchez Martinez, Manuel citano i centri di cui egli è patrono e
dove possono essere descritti i suoi le-
* Struttura delle voci gami col mondo della storia o delle tra-
Il lemma è evidenziato in carattere ne- dizioni sarde, e Festa, nel quale ven-
retto. gono elencate le date e le località che
Per comodità alcuni lemmi di santi ri- hanno particolari ricorrenze dedicate
mandano a quelli dedicati a un altro per- al suo culto:
sonaggio con cui i primi hanno avuto
rapporti e all’interno della cui voce Andrea, santo
sono citati. ...
Nei casi di lemmi complessi è possibile In Sardegna Patrono di Birori, Giave, Gon-
che sia presente una suddivisione in pa- nesa, Modolo, Sant’Andrea Frius, Sedini,
ragrafi. Per le voci di alcune categorie Sennariolo, Tortolı̀, Ula Tirso e Villanova
specifiche la struttura è, generalmente, Truschedu. Dà il nome al mese di novem-
la medesima. bre, Sant’Andria. Patrono dei pescatori e
dei pescivendoli, invocato contro i tuoni e
per guarire gli animali dal mal di ventre. I
– Voci dedicate ai comuni. Vengono for- proverbi: «Po Sant’Andria si toccat sa pibi-
niti alcuni dati essenziali come popola- zia» (Per Sant’Andrea si spilla, si assaggia,
zione, superficie, posizione geografica, il vino nuovo); «Seu cumenti sa perda de
suddivisioni amministrative e storiche Sant’Andria, beni stemmu e mellu stau»
(Sono come la pietra di Sant’Andrea, bene
di appartenenza, seguiti dai paragrafi: stavo e meglio sto): persona che si adatta a
tutto.
TERRITORIO, STORIA, ECONOMIA, DATI Festa Si festeggia il 30 novembre; il 24
STATISTICI, PATRIMONIO ARCHEOLO- maggio a Sant’Andrea Frius. Sagre estive
GICO (solo se rilevante), PATRIMONIO e in altre date durante l’anno.
ARTISTICO E CULTURALE (e AMBIEN-
TALE, solo se rilevante), FESTE E TRADI- – Voci dedicate a botanica e zoologia. Ven-
ZIONI POPOLARI. gono di norma indicati i nomi scienti-
VI
Ortu, Franca Docente universitario (n. Quante lingue per l’Europa? (a cura di
Cagliari 1954). Laureata in Traduzione O.), 2006.
nell’Università di Innsbruk e in Lingue
Ortu, Francesco Teologo (Villamar
e Letterature straniere in quella di Mi-
1814-Cagliari 1886). Dopo la laurea di-
lano, è docente di Linguistica e Tradu-
venne sacerdote e insegnò Teologia
zione tedesca nella facoltà di Lingue morale presso l’Università di Cagliari.
dell’Università di Cagliari. Tra i suoi Chiusa la Facoltà teologica per man-
scritti: Sprachliche Ausdrucksmittel canza di studenti nel 1868, divenne vi-
der Kausalität in vier Hörspielen von cario generale di monsignor Balma.
Marie Luise Kaschnitz, ‘‘Annali della
Facoltà di Economia e Commercio’’, Ortu, Gian Giacomo Storico (n. Mo-
1991; Leopold von Sacher Masoch, Il goro 1944). Dopo la laurea in Lettere,
Raffaello degli Ebrei (traduzione, note ha iniziato la ricerca universitaria
e postfazione), 1994; Leopold von Sa- come allievo di Girolamo Sotgiu, della
cher Masoch, Notte di luna (traduzione, cui rivista, ‘‘Archivio sardo del movi-
note e postfazione), 1995; Wie tönt mento operaio contadino e autonomi-
Momo in Italien ab? Einige Überlegun- stico’’, è stato uno dei più apprezzati
collaboratori. Impegnato nel dibattito
gen zur deutschen Abtönung und ihrer
politico, si è occupato dei movimenti
Wiedergabe im Italienischen, ‘‘Archiv
popolari della seconda metà del Nove-
für das Studium der neueren Sprachen
cento e ha dato vita, insieme con Giu-
und Literaturen’’, 1998; Abtönungspar-
seppe Caboni, al ‘‘Collettivo Lussu’’,
tikeln: una sfida per linguisti e tradut-
che soprattutto negli anni Ottanta-
tori (con Eduardo Blasco Ferrer), in Pa-
Duemila, ha promosso convegni e se-
rallela 6, Atti del VII Incontro italo-au-
minari e ha ereditato le Carte Lussu,
striaco dei linguisti, 1998; Le necrolo-
ora conservate presso la sede cagliari-
gie: Elaborazione linguistica del lutto ai
tana dell’Istituto Sardo per la Storia
confini fra italiano e tedesco, in Paral-
dell’Antifascismo e dell’Autonomia, di
lela 7, Atti del Convegno di Studi Paral- cui è presidente. I suoi interessi di sto-
lela VIII, 2002; Wie höflich lässt sich mit rico si sono appuntati soprattutto sulla
Partikeln zustimmen?, in Gudrun Held storia moderna della Sardegna (dal
(Hrsg.), Partikeln und Höflichkeit, 2003; Cinquecento alla fine del Settecento)
Connettori logonimici in tedesco, in Do- su cui ha pubblicato numerosi saggi,
menico Silvestri (a cura di), I termini che si segnalano per la modernità e la
per le lingue e le attività linguistiche, profondità dell’approccio metodolo-
2007; Polyfunktionalität einiger Präpo- gico. Attualmente è professore ordina-
sitionaladverbien (am Beispiel von da- rio di Storia moderna nella Facoltà di
rum/worum, dabei/wobei), in Perspekti- Scienze politiche dell’Università di
ven Eins, ISDS (Italienische Studien Cagliari. Tra i suoi scritti: Ricerche sui
zur deutschen Sprache), 2005; Ich habe contratti agrari e pastorali nella Sarde-
fertig. Ritualisierte und nicht-rituali- gna moderna, ‘‘Studi sardi’’, XXIV,
sierte sprachliche Formen der deutschen 1978; Storia locale e storia nazionale in
Todesanzeigen, in Italia-Österreich, Sardegna, ‘‘Notizie e documenti dell’I-
Sprache-Literatur-Kultur, 2006; I necro- stituto nazionale per la Storia del Mo-
logi on line: variazione di una tipologia vimento di Liberazione’’, 4, 1979; Note
testuale. Tedesco e italiano a confronto, di ricerca sulla sotzaria nel periodo spa-
‘‘Quaderni del Dipartimento di Lingui- gnolo, ‘‘Archivio sardo del movimento
stica e Stilistica’’, 2007; H. Weinrich, operaio contadino e autonomistico’’,
lana ‘‘Acta Curiarum Regni Sardi- est con la Barbagia, più montuosa e vi-
niae’’, 2005. cina alle punte maggiori del Gennar-
Ortu, Velio Funzionario, consigliere re- gentu. O. è attraversato dalla statale
gionale (n. Guspini 1947). Dirigente re- 388 che, proveniente da Oristano, con-
gionale della Confcoltivatori, ha mili- tinua poi fino a Sorgono.
tato fin da giovane nei partiti della Si- & STORIA Il suo territorio conserva
femmine 415, quindi distribuirsi in fa- decuplo, quella delle fave anche al 30.
miglie 412. Il movimento della mede- La meliga, le veccie, i fagiuoli, i piselli
sima può intendersi dalle medie se- rendono spesso il venti e più. I prodotti
guenti: nascite 52, morti 27, matrimoni sono d’una particolare bontà, e però
12: non pochi prolungan la vita sin molto pregiati. Pastorizia. In tempi
verso i novanta, quelli massimamente non molto lontani era questa assai più
che conservano le vesti nazionali adat- estesa, che sia al presente, per la mag-
tate al clima. La gioventù è in numero giore ampiezza de’ pascoli, che gli agri-
considerevole per beneficio della vac- coltori sono andati a poco a poco re-
cinazione, essendo già cessate quelle stringendo. I pascoli sono non pertanto
frequenti mortalissime influenze del ancora assai estesi e più che sufficienti
vajuolo. La malattie più comuni sono al numero de’ branchi del bestiame
le infiammazioni e le febbri, quelle rude, che si annovera nel presente, e i
dalle rapide variazioni atmosferiche, ghiandiferi potrebbero bastare all’in-
queste dal passaggio in luoghi malsani grasso di cinque e più volte il numero
ne’ tempi estivi e autunnali. Non si ha de’ capi porcini che si hanno. Usasi an-
per gli uffici sanitari, che un flebo- cora di introdurre a pascolo nelle vi-
tomo, e questo poco nuoce, perché con- gne e nei verzieri le bestie domite
fidasi meglio nella natura, che nell’o- senza stimar quanto è giusto il guasto
pera sua. Professioni. Sono applicate che vi operano, principalmente sopra
all’agricoltura, compresi i garzoni, per- gli olivi. Nel bestiame manso si nume-
sone 420, alla pastorizia 90, a’ mestieri rano buoi per l’agricoltura 500, vacche
40, al negozio 15, restando assai pochi mannalite 80, cavalli e cavalle 95, ma-
inoperosi e semplici consumatori. jali 300, giumenti 220. Nel bestiame
Agricoltura. Le terre ortueresi, almeno rude sono capi vaccini 800, caprini
nelle più parti, sono stimate più idonee 1800, pecorini 3500, cavallini 100, por-
alla semenza dell’orzo, che a quella del cini 1700». Quando furono abolite le
frumento; epperò la qualità che della province nel 1848, O. entrò a far parte
prima dassi ai solchi è superiore a della divisione amministrativa di Ca-
quella della seconda. L’arte agraria gliari e nel 1859, ricostituite definitiva-
era in altri tempi poco pregiata in O. mente le province, fu incluso nell’omo-
cosı̀ come in tutte le altre contrade pa- nima ricostituita provincia. Quando
storali, credendosi la fatica dell’agri- poi nel 1927 fu ricostituita quella di
coltore meno onorevole dell’ozio del Nuoro, entrò a farne parte.
pastore: poi le ragioni dell’interesse & ECONOMIA Le attività di base della
han prevaluto contro il pregiudizio, e sua economia sono l’agricoltura, in
la seminagione è andata sempre cre- particolare cerealicoltura, orticoltura,
scendo col diveltamento delle terre frutticoltura, e l’allevamento del be-
che prima davano pascolo a pochi capi stiame, in particolare bovino e ovino.
di bestiame. Questo fa sperare che si Negli ultimi anni si sta sviluppando an-
progredirà di più estendendosi mag- che una modesta attività industriale
giormente l’area della coltivazione e nei settori alimentare, edile e metal-
praticandosi metodi migliori. I numeri lurgico. È poco organizzata la rete di
dell’ordinaria seminagione sono sta- distribuzione commerciale. Vi ope-
relli di grano 500, d’orzo 1200, di fave rano anche un albergo con 27 posti
50. La fruttificazione del frumento suol letto e un’azienda agrituristica con 6
essere al settuplo, quella dell’orzo al posti letto. Artigianato. Di antica tradi-
zione l’artigianato tessile, per la pro- creato per ospitare diversi esemplari
duzione di tappeti, e quello dei fabbri dell’asinello sardo che, cessato ormai
e degli intagliatori del legno. Servizi. O. l’impiego che ne faceva la gente di
è collegato da autolinee agli altri cen- campagna, è a rischio di estinzione. Il
tri della provincia. Dispone di Pro parco, dell’estensione di 50 ha, è utiliz-
Loco, stazione dei Carabinieri, me- zato anche per passeggiate ed escur-
dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sioni.
sportello bancario. Possiede una Bi- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A O.
blioteca comunale. si fa festa la prima domenica di maggio,
& DATI STATISTICI Al censimento del per Sant’Isidoro; la terza domenica di
2001 la popolazione contava 1464 unità, maggio, per San Nicola da Bari, pa-
di cui maschi 756; femmine 708; fami- trono del paese; e la terza domenica di
glie 599. La tendenza complessiva rive- settembre, per la Madonna Addolorata.
lava una diminuzione della popola- In ciascuna di queste occasioni si
zione, con morti per anno 16 e nati 13; hanno manifestazioni religiose e civili.
cancellati dall’anagrafe 36 e nuovi Da qualche tempo costituisce ri-
iscritti 27. Tra i principali indicatori chiamo anche per gli abitanti dei paesi
economici: imponibile medio IRPEF circostanti l’iniziativa di un gruppo di
13 522 in migliaia di lire; versamenti agricoltori di svolgere i lavori della
ICI 438; aziende agricole 308; imprese mietitura e della trebbiatura secondo
commerciali 66; esercizi pubblici 11; i metodi manuali ormai abbandonati:
esercizi al dettaglio 11; ambulanti 4. nasce dal desiderio di non abbando-
Tra gli indicatori sociali: occupati 439; nare del tutto modelli di vita e di lavoro
disoccupati 112; inoccupati 92; lau- che si sono tramandati per secoli nei
reati 30; diplomati 128; con licenza me- villaggi dell’isola.
dia 503; con licenza elementare 462; Ortulani Antico villaggio del giudicato
analfabeti 78; automezzi circolanti di Cagliari compreso nella curatoria di
438; abbonamenti TV 423. Siurgus. Sorgeva nel territorio di Doni-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO A gala. Caduto il giudicato, nel 1258 entrò
circa 3 km dall’abitato si trova l’impor- a far parte dei territori assegnati ai Ca-
tante sito archeologico di Sa Perda Lit- praia; alla loro estinzione passò in pos-
terada, una necropoli risalente al pe- sesso del Comune di Pisa, che lo fece
riodo romano. Nei secoli passati è stata amministrare direttamente da suoi
sistematicamente saccheggiata dagli funzionari. Scoppiata la guerra per la
abitanti di O., che ne traevano pietre conquista della Sardegna, cadde in
squadrate per costruire le case del vil- mano aragonese ma subito dopo si spo-
laggio. Deve il suo nome a una pietra polò rapidamente a causa della peste.
incisa, recante una dedica agli dei Oruivar Antica corte del giudicato di
Mani. Gallura. Era compresa nella curatoria
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE di Taras, in prossimità di Melataras. Si
E AMBIENTALE A breve distanza dall’a- sviluppò intorno alla chiesa di San
bitato si trova la chiesa di Santa Maria, Lussorio e nella seconda metà del se-
che è di origini molto antiche ma nel colo XII fu donata all’Opera di Santa
corso dei secoli è andata in rovina e Maria di Pisa. Si spopolò entro la
nel 1974 è stata totalmente ricostruita. prima metà del secolo XIII.
A breve distanza dal paese si trova an- Orune Comune della provincia di
che il parco Mui Muscas, che è stato Nuoro, compreso nella IX Comunità
montana, con 3021 abitanti (al 2004), dice Mariano IV fece arrestare il suo
posto a 750 m sul livello del mare a infelice fratello Giovanni (=), O. ri-
nord-est di Nuoro. Regione storica: mase in possesso dell’Arborea fino al
Nuoro. Diocesi di Nuoro. termine delle guerre. Nel 1410 fu in-
cluso nel feudo concesso a Nicolò Tur-
rigiti i cui discendenti però nel 1430 lo
vendettero al marchese d’Oristano.
Quando il marchesato nel 1477 fu se-
questrato a Leonardo Alagon, il pic-
colo centro fu incluso nei territori rico-
nosciuti ai Carroz del ramo di Mandas
come eredi di Giovanni d’Arborea.
Questi ultimi si estinsero nel 1479; O.
passò allora ai Maza de Liçana e da
questi, dopo una lunga contesa giudi-
Orune – Veduta del centro abitato. ziaria conclusa nel 1571, ai Portugal.
Estinti questi ultimi passò ai De Silva
che lo inclusero nel feudo di Orani. Il
& TERRITORIO Il territorio comunale,
villaggio rimase in possesso dei De
di forma grosso modo rettangolare, si
Silva fino al riscatto dei feudi avvenuto
estende per 128,58 km 2 e confina a
nel 1838; nel corso del secolo XVIII i
nord con Nule e Bitti, a est con Lula e
Dorgali, a sud con Nuoro e a ovest con rapporti dei suoi abitanti con il feuda-
Benetutti. Si tratta di una regione mon- tario furono spesso burrascosi a causa
tuosa, caratterizzata da profonde val- della esosità dei tributi che dovevano
late e da punte intorno ai 700-800 m, essere pagati. Nel 1821 fu incluso nella
che si trova tra le propaggini setten- provincia di Nuoro e dal 1848, abolite
trionali del Gennargentu e l’altipiano le province, nell’omonima divisione
di Bitti, che si estende più a nord. A amministrativa. Di quel periodo sto-
oriente del paese scorre uno degli af- rico abbiamo la preziosa testimo-
fluenti di sinistra del rio Isalle-Sologo, nianza di Vittorio Angius: «Popola-
che scorre nella vallata che separa O. zione. Componesi di anime 1805, di-
dal monte Ortobene e da Nuoro. Il stinte in maggiori di anni 20, maschi
paese è raggiungibile con una strada 550, femmine 560, e minori, maschi
tortuosa che ha inizio a Nuoro e si col- 345, femmine 340, divise in famiglie
lega alla superstrada Abbasanta-Ol- 440. In numero medio nascono all’anno
bia; o con la statale 389 Nuoro-Bitti- 60, muojono 35, si contraggono 12 ma-
Buddusò. trimoni. L’ordinario tratto della vita è
& STORIA L’attuale paese è di origine al sessantesimo. Le malattie più fre-
medioevale: apparteneva al giudicato quenti sono le infiammazioni di vario
di Gallura ed era compreso nella cura- genere. Il passaggio dal caldo al freddo
toria di Bitti. Subito dopo la conquista è spesso micidiale e i più muojono di
aragonese, poiché la sua popolazione dolor laterale. Professioni. De’ sunno-
era ostile nei confronti degli invasori, tati uomini sono applicati all’arte agra-
nel 1335 il villaggio fu incluso nei terri- ria 200, comprendendo i giovani, alla
tori concessi dal re d’Aragona a Gio- pastorizia 400, alle varie arti necessa-
vanni d’Arborea perché li pacificasse. rie 50, al negozio 15, ecc. Le donne la-
Negli anni successivi, quando il giu- vorano con grande studio sulla lana
10
pezze di panno per il vestiario, che esse menti 400 per la macinazione e anche
poi tingono ne’ colori soliti, bisacce e per trasporto di legne piccole, majali
sacchi, che si vendono e trasportano 250. Bestiame rude: vacche 3500, capre
alle fiere di tutte le parti dell’isola; e 6000, pecore 20 000, porci 2500, cavalle
sono in opera non meno di 300 telai di 100». Quando nel 1859 furono ripristi-
antica forma. Agricoltura. Nell’oru- nate le province, O. entrò a far parte di
nese le più parti del territorio sono quella di Sassari nella quale rimase
atte meglio alla pastorizia, che alla fino al 1927 quando, definitivamente
agricoltura; tuttavolta convien dire ricostituita la provincia di Nuoro,
che la superficie complessiva, che è e tornò a farne parte.
può essere coltivata, è di tanta esten- & ECONOMIA Le attività di base della
sione, che potrebbe benissimo pro- sua economia sono l’allevamento del
durre alla sufficienza di cinque o sei bestiame, in particolare quello ovino e
volte tanto dell’attuale popolazione. bovino, meno sviluppato quello suino,
L’agraria ha già guadagnato qualche e l’agricoltura, in particolare la cerea-
cosa sopra i pascoli liberi, e sperasi licoltura, la frutticoltura, la viticol-
che guadagnerà ogni giorno più se tura. Negli ultimi decenni si sta svilup-
quell’associazione formata dal par- pando anche una modesta attività in-
roco del paese e della quale abbiam dustriale con piccole aziende nel set-
reso ragione nell’articolo Nuoro pro- tore lattiero-caseario, alimentare e
vincia proceda nelle norme stabilite e edile. È poco organizzata la rete di di-
non venga a raffreddarsi lo zelo dell’i- stribuzione commerciale. Vi opera un
stitutore, e a mancare la cooperazione ristorante. Artigianato. Radicata l’u-
de’ soci. La quantità solita seminarsi sanza della tessitura dei tappeti, dalla
fin qui può rappresentarsi ne’ seguenti quale si ottengono prodotti di buona
numeri, starelli di grano 150, orzo 250, qualità. Servizi. O. è collegato me-
fave 10, legumi 20. La fruttificazione diante autolinee agli altri centri della
del grano notasi comunemente al set- provincia. È dotato di stazione dei Ca-
tuplo, quella dell’orzo al decuplo. Man- rabinieri, medico, guardia medica, far-
giasi dagli orunesi, che sono agiati, del macia, scuola dell’obbligo e scuole se-
pane di frumento, dagli altri e da’ servi condarie superiori (Liceo scientifico),
insieme delle case principali pane sportello bancario. Possiede una Bi-
d’orzo, e pare che non sempre la messe blioteca comunale.
dia l’intera provvista, nominatamente & DATI STATISTICI Al censimento del
dell’orzo perché questo serve anche 2001 la popolazione contava 3001 unità,
per alimento a’ cavalli. La coltura delle di cui stranieri 4; maschi 1486; fem-
patate è stato un ottimo soccorso e sup- mine 1515; famiglie 1127. La tendenza
plemento, perché non pochi le man- complessiva rivelava una diminuzione
giano impastate nella farina, e i poveri della popolazione, con morti per anno
arrostite. La coltura del lino forse è 33 e nati 26; cancellati dall’anagrafe 54
pure minore assai del bisogno delle fa- e nuovi iscritti 30. Tra i principali indi-
miglie. Pastorizia. I numeri de’ capi che catori economici: imponibile medio
si educano non pare che sieno ordina- IRPEF 15 554 in migliaia di lire; versa-
riamente superiori agli infrascritti. menti ICI 619; aziende agricole 180; im-
Bestiame manso: buoi per l’agricoltura prese commerciali 94; esercizi pub-
e per vetturamento 100, vacche man- blici 20; esercizi all’ingrosso 2; esercizi
nalite allo stesso uso 60, cavalli 150, giu- al dettaglio 43; tra gli indicatori sociali:
11
occupati 909; disoccupati 132; inoccu- tano brevi brani dal romanzo Colombi e
pati 203; laureati 98; diplomati 398; con sparvieri, che Grazia Deledda aveva
licenza media 776; con licenza elemen- ambientato in questi luoghi e tra que-
tare 1204; analfabeti 84; automezzi cir- sta gente: a forte ragione O. fa parte del
colanti 955; abbonamenti TV 636. Parco letterario intitolato alla scrit-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo trice nuorese.
territorio è ricchissimo di siti archeo- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Nu-
12
dei Doria e da quelle del Comune di pato dalle truppe arborensi che lo ten-
Pisa. Dopo la battaglia della Meloria il nero fino alla caduta del giudicato nel
castello, in base alla pace del 1288, sa- 1409; nel 1421 fu compreso nel grande
rebbe dovuto passare a Genova, ma feudo concesso a Bernardo Centelles,
presumibilmente continuò a rimanere ma finı̀ per spopolarsi completamente.
in mani arborensi. Il giudice continuò Entro il 1468 i suoi ultimi abitanti si
a tenerlo anche dopo l’arrivo degli Ara- erano trasferiti a Tula.
gonesi, sicché per tutto il secolo XIV fu
Orzatu Tipico pane di orzo. Di origini
teatro delle continue guerre che tor-
antichissime, forse usato fin dal tempo
mentarono la Sardegna. Dopo la batta- dei Romani. L’orzo veniva tostato nel
glia di Sanluri, cessata la sua funzione forno, purgato e infine macinato per
militare, decadde rapidamente. ottenere una farina che veniva setac-
Orveis Antico villaggio del giudicato di ciata avendo cura di separare progres-
Torres, compreso nella curatoria di sivamente la crusca dalla farina. Con
Montacuto. Sorgeva non lontano da questa farina, senza lievito e senza
Tula, in una posizione strategica im- sale, si impastavano dei grossi pani pe-
portante che permetteva di controllare santi (ghimisones), che poi venivano
alcune tra le più frequentate vie di traf- messi a cuocere al forno a fuoco lento.
fico della Gallura. Il suo territorio, abi- Quando la loro crosta si era indurita,
tato continuativamente dal periodo venivano tolti dal forno, spruzzati ab-
nuragico al periodo bizantino, è ricco bondantemente di farina e custoditi
di testimonianze archeologiche. Nel per due giorni nelle grandi córbule. A
Medioevo fece parte del giudicato di questo punto si apriva il grosso pane e
Torres, compreso nella curatoria del vi si impiantava il lievito, traendone
Montacuto, e si sviluppò protetto dal una pasta ancora morbida e saporosa
castello di Orvei, fatto costruire dal che veniva inumidita e ulteriormente
giudice; estinta la dinastia giudicale lavorata e pressata fino a essere tra-
di Torres fu conteso tra Doria, Arborea sformata come fosse un foglio di carta
e i Pisani del giudicato di Gallura; alla d’un certo spessore che veniva cotto in-
fine del secolo XIII fu riconosciuto fine al forno. La confezione era una
come possesso del giudice d’Arborea. procedura lunga e faticosa, usata so-
I Doria, però, non rinunciarono alle prattutto nei territori di montagna
loro pretese e poco prima della conqui- dove mancava il grano; il biscotto di
sta aragonese riuscirono a farlo pas- pane d’orzo cosı̀ ottenuto, col suo carat-
sare nelle loro mani. Scoppiata la ri- teristico gusto acidulo, era il cibo quo-
bellione del 1325, nel 1330 fu investito tidiano per le classi sociali più povere.
dalle truppe di Raimondo Cardona, ma Orzo Pianta erbacea annuale della fa-
la sua popolazione continuò a mo- miglia delle Graminacee (Hordeum
strarsi ostile nei confronti dei nuovi ve- vulgare L.). Molto simile al frumento, è
nuti sicché il suo territorio fu ripetuta- conosciuta fin dall’età della pietra e
mente devastato. Per tentare una paci- coltivata da Egizi, Greci e Romani. La
ficazione, nel 1339 fu concesso in feudo pianta è alta circa 1 m, più o meno ce-
a Giovanni d’Arborea; ma la sorte del- spitosa, con fusti (culmi) rigidi e sottili
l’infelice principe non gli risparmiò i e nodi distanziati. Ha foglie rade, li-
danni della guerra negli anni succes- neari, parallelinervie, ricadenti, di co-
sivi e la sua popolazione cominciò len- lore verde chiaro, ruvide su ambedue
tamente a diminuire. Dal 1366 fu occu- le pagine. Produce spighe allungate
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zione le funzioni di giudice di fatto fu- Populonia; di fatto però egli continuò
rono svolte per un certo periodo da Co- la sua politica autonoma.
mita de Orrù. Osalla Territorio paludoso che si
Orzocco III Figlio del giudice Gonario stende lungo la costa orientale della
di Lacon Serra (sec. XII). Giovan Fran- Sardegna tra Dorgali e Orosei. La pa-
cesco Fara lo indica come giudice d’Ar- lude ha una grande importanza natura-
borea, ma con ogni probabilità questo listica perché vi nidificano alcune spe-
principe, dopo l’immatura morte di cie di uccelli rari tra cui l’airone cine-
suo fratello maggiore, il giudice Co- rino, il pollo sultano, la volpoca e altri.
stantino I, esercitò soltanto le funzioni Oschiri Comune della provincia di Ol-
di giudice di fatto durante la minore età bia-Tempio, compreso nella VI Comu-
del giovane giudice Comita III suo ni- nità montana, con 3699 abitanti (al
pote, continuando la politica filogeno- 2004), posto a 202 m sul livello del
vese avviata da suo fratello. mare a sud-est del lago Coghinas. Re-
gione storica: Montacuto. Diocesi di
Orzocco Torchitorio I Giudice di Ca-
Ozieri.
gliari (sec. XI). Sovrano di notevole
personalità, figlio di Mariano Salusio
I, si adoperò per avvicinare il clero del
suo territorio alla Chiesa di Roma e
per aprire il regno all’influsso della
cultura occidentale. Nel 1066 patro-
cinò lo stanziamento dei Benedettini
di Montecassino e quando Gregorio
VII divenne papa, sembrò il giudice
sardo in grado di assecondarne il dise-
gno politico. Nel 1073 il pontefice gli
inviò una lettera nella quale lo esor-
tava a far sı̀ che il clero del suo piccolo Oschiri – La chiesa di San Demetrio
stato si avvicinasse alla Chiesa di contornata dalle case del paese.
Roma. Il giudice, pur mostrandosi ligio
all’invito del papa, comprese forse la & TERRITORIO Il territorio comunale,
possibilità che dietro la lettera si ce- di forma grosso modo ovale con un’e-
lasse un disegno in base al quale egli spansione verso nord, si estende per
avrebbe dovuto sottomettersi anche 216,07 km2, comprendenti anche le fra-
politicamente a Roma: perciò operò zioni di Giagone, Pianas, Sa Muri-
con prudenza e mantenne le distanze ghessa e San Leonardo, e confina a
dal pontefice. Favorı̀ invece la pre- nord con Tempio e Berchidda, a est an-
senza dei mercanti pisani a Cagliari e cora con Berchidda, a sud con Bud-
condusse una politica di completa au- dusò e Pattada e a ovest con Ozieri e
tonomia, per cui a un certo punto Gre- Tula. Si tratta di un territorio di
gorio VII lo minacciò, unitamente agli aspetto vario, visto che comprende
altri giudici, di investire della Sarde- una parte di colline del Logudoro,
gna il duca Goffredo di Lorena. Il de- tratti pianeggianti intorno al paese, ol-
ciso atteggiamento del papa lo indusse, tre a quelli vallivi in corrispondenza
nel 1080, a dichiarasi formalmente sot- degli affluenti del Coghinas, nonché
tomesso al papa durante la visita in una buona porzione del lago e una
Sardegna del cardinale Guglielmo di parte delle pendici meridionali del
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bene la sua cultura sia andata poi sem- la omonima provincia cui da quel mo-
pre crescendo, non pertanto è vero che mento O. fu legato fino alla recente co-
il prodotto non è ancora alla suffi- stituzione della nuova circoscrizione
cienza, perché devesi ogni anno spen- gallurese.
dere per un supplemento e comprare & ECONOMIA Le attività di base della
gran quantità di mosto dai galluresi e sua economia sono l’agricoltura, in
dai sassaresi. Si spera che a pochi anni particolare la cerealicoltura, la frutti-
non si avrà più bisogno dell’altrui ven- coltura, l’olivicoltura; e l’allevamento
demmia, poiché molte vigne novelle del bestiame, in particolare di bovini e
promettono frutto abbondevole. Pasto- ovini, in misura minore di suini. Negli
rizia. Gli oschiresi se si possono ora an- ultimi decenni si sta sviluppando an-
numerare ai popoli agricoli hanno an- che l’attività industriale nel settore lat-
cora merito di essere computati tra’ tiero-caseario (produzione dei rino-
popoli che studiano alla pastorizia, e mati casizzolus), alimentare (paste ali-
si deve dire, che lo fanno con tanta in- mentari, panadas, torrone), della lavo-
telligenza, che non si possono mettere razione del legno, dei materiali per l’e-
secondi ad altri in Sardegna. Il che dilizia e dell’energia elettrica (im-
però non toglie, che quest’arte non sia pianto del Coghinas). Discretamente
molto lontana dal grado, in cui è nell’I- sviluppata la rete di distribuzione
talia settentrionale, e perché i metodi commerciale. Vi operano anche due al-
non sono molto lodevoli, e perché si berghi con 19 posti letto, due aziende
manca delle cognizioni necessarie per agrituristiche con 15 posti letto e una
assicurare la sanità del bestiame, e mi- organizzazione per il turismo equestre.
gliorarne la razza. Il territorio è abbon- Servizi. O. è collegato tramite autoli-
dante di pascoli, e sono molti luoghi, nee e ferrovia agli altri centri della
dove si potrebbero formare de’ prati, provincia. Dispone di Pro Loco, sta-
che produrrebbero copia di fieno. Chi zione dei Carabinieri, medico, guardia
sa in qual tempo si vorrà profittare di medica, farmacia, scuola dell’obbligo e
tante acque che scorrono per questi scuole secondarie superiori (Istituto
salti? Il Bua ha ben meritato anche in professionale), sportello bancario. Di-
rispetto alla pastorizia, ma non del spone di una Biblioteca comunale.
tutto era possibile a lui. E le riforme & DATI STATISTICI Al censimento del
non si possono far tutte in una volta 2001 la popolazione contava 3842 unità,
massime fra’ sardi, che sono molto re- di cui stranieri 6; maschi 1914; fem-
stii a cangiare le antiche pratiche. La mine 1928; famiglie 1320. La tendenza
quantità del bestiame che educasi da- complessiva rivelava una lieve dimi-
gli oschiresi, è rappresentata approssi- nuzione della popolazione, con morti
mativamente ne’ numeri seguenti. Be- per anno 33 e nati 33; cancellati dall’a-
stiame manso: Buoi 500, vacche man- nagrafe 33 e nuovi iscritti 25. Tra i prin-
nalite 100, cavalli 150, majali 200, giu- cipali indicatori economici: imponi-
menti 250. Bestiame rude: Vacche bile medio IRPEF 16 034 in migliaia di
4500, pecore 6000, capre 2500, porci lire; versamenti ICI 1064; aziende agri-
1500, cavalle 250». Nel 1821 O. fu com- cole 392; imprese commerciali 318;
preso nella provincia di Ozieri; abolite esercizi pubblici 29; esercizi all’in-
nel 1848 le province, entrò a far parte grosso 4; esercizi al dettaglio 80; ambu-
della divisione amministrativa di Sas- lanti 14. Tra gli indicatori sociali: occu-
sari fino al 1859, quando fu ricostituita pati 1214; disoccupati 122; inoccupati
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196; laureati 50; diplomati 494; con li- mitero. Fu costruita probabilmente
cenza media 1188; con licenza elemen- dalle stesse maestranze che lavora-
tare 1267; analfabeti 112; automezzi rono alla chiesa di Nostra Signora di
circolanti 1361; abbonamenti TV 1361. Castro e terminata attorno al 1160. Era
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- annessa a un monastero di Benedettini
ritorio conserva quasi quaranta nura- oggi scomparso; presenta forme roma-
ghi, tra cui quelli Abba Salida, Baccas niche con conci di trachite rossastra,
Alvas, Bodde, Chilchinu, Cugadu, ha una navata e l’abside; la copertura
Cultu, Figu Ruiu, Fontana Ona, Giol- è a volta e la facciata è ingentilita da un
zia, Giuanna Orutta, Longu, Lugheria, portale architravato. Suggestiva è an-
Mandra, Mannu, Marinispa, Mastru che la chiesa di San Leonardo situata
Franziscu, Mazzone, Monte Uri, Mu- alle porte del villaggio alle falde del
gone, Pabizone, Pattarega, Pedredu, Limbara in posizione panoramica. Co-
Pittigone, Roccu, Ruju, S’Abba Salida, struita nel secolo XVI con l’impianto a
Sa Conchedda, Sa Roccu, S’Arroccu, una navata, fu successivamente am-
Sas Concas, Sinnadolzos, Spinalva, pliata; attualmente ha due navate
Stazzo Su Nuraghe, Su Casteddu, Su scandite da archi a sesto acuto, la co-
Catalanu, Ulia. Alcuni di questi furono pertura è in legno. La facciata è arric-
poi riutilizzati in epoca romana. chita dal campanile a vela e da una fi-
nestrella; sopra il portale d’ingresso
architravato si trova un’iscrizione par-
zialmente leggibile. Infine la chiesa di
San Pietro, costruita nell’Alto Medio-
evo, che nel corso dei secoli successivi
ha subı̀to numerose modificazioni. Ha
un impianto a un’unica navata rettan-
golare, la copertura è in legno a ca-
priate. La facciata è arricchita da un
rosone e da un portale architravato.
Nei dintorni del paese sono alcuni in-
Oschiri – Facciata della chiesa di signi monumenti. A poca distanza dal-
San Demetrio. l’abitato è la chiesa di Santo Stefano
costruita nel secolo XVI. L’edificio
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE sorse probabilmente sulle rovine di un
E AMBIENTALE Il paese ha conservato precedente impianto tardobizantino;
il suo impianto urbanistico originario: ha un’unica navata e la copertura in le-
nel centro storico lungo le sue strade si gno; è stata restaurata di recente. Ma il
affacciano numerose case del tipo a pa- più importante dei siti che sorgono
lattu, alcune delle quali di una certa nelle campagne di O. è la chiesa di No-
eleganza. La costruzione più impo- stra Signora di Castro che fu la sede
nente è la chiesa parrocchiale dell’Im- della soppressa diocesi omonima; l’e-
macolata edificata nel secolo XIX in dificio in trachite rosa fu costruito nel
forme classiche con un impianto a tre secolo XII in forme romaniche di deri-
navate. La costruzione più interes- vazione lombarda. L’interno ha una
sante è però la chiesa di San Demetrio, sola navata chiusa da abside e coperta
su un’altura che domina l’abitato, at- con capriate in legno. La facciata è in-
tualmente compresa nel recinto del ci- gentilita da un campanile a vela. Sul
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gia se non per continua siccità, o per & DATI STATISTICI Al censimento del
l’ingombro delle nevi. Nel bestiame 2001 la popolazione contava 271 unità,
manso si enumerano buoi per l’agricol- di cui stranieri 9; maschi 128; femmine
tura e per il trasporto 80, vacche dome- 143; famiglie 121. La tendenza com-
stiche 10, cavalli 60, giumenti 50, ma- plessiva rivelava una diminuzione
jali 40. Nel bestiame rude si compu- della popolazione, con morti per anno
tano vacche 1600, capre 1500, porci 3 e nati 1; cancellati dall’anagrafe 5 e
1700, pecore 3500, cavalle 60. Il formag- nuovi iscritti 4. Tra principali indica-
gio è di gran bontà, e sono assai vantate tori economici: imponibile medio IR-
le pere, come dicono, di vacca, dalla PEF 13 496 in migliaia di lire; versa-
forma che si dà al cacio compresso in menti ICI 119; aziende agricole 44; im-
una vessica. I formaggi bianchi sala- prese commerciali 9; esercizi al detta-
mojati sono per il commercio estero, e glio 2. Tra gli indicatori sociali: occu-
si vendono in Orosei per il regno di Na- pati 75; disoccupati 11; inoccupati 18;
poli. La cultura delle api è negletta, e laureati 3; diplomati 34; con licenza
appena si potrebbero numerare 350 media 72; con licenza elementare 124;
bugni. Si fa anche il miele amaro». Nel analfabeti 4; automezzi circolanti 95;
1821 O. fu compreso nella provincia di abbonamenti TV 71.
Nuoro; abolite nel 1848 le province, en- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Ricco
trò a far parte della omonima divisione il patrimonio archeologico delle cam-
amministrativa fino al 1859, quando le pagne che circondano l’abitato: con-
province furono ricostituite; da quel serva testimonianze a partire dal pe-
momento O. fu legato alla provincia di riodo prenuragico, la più interessante
Sassari fino al 1927 quando, definitiva- delle quali è il menhir di San Paolo, di
mente ricostituita la provincia di proporzioni gigantesche, situato a
Nuoro, entrò a farne parte. nord della collina di San Paolo a qual-
& ECONOMIA Le attività di base della che chilometro dall’abitato; è detto Sa
sua economia sono l’agricoltura, in perda longa de Santu Paulu e ha un’al-
particolare la cerealicoltura e la viti- tezza di quasi 10 m; poco lontano sor-
coltura; l’allevamento del bestiame in gono alcuni altri menhir di forma co-
particolare bovini e ovini. Negli ultimi nica e giace una grande lastra di pietra
decenni si sta sviluppando anche una che fa pensare a un altare. Riferibili al
modestissima attività industriale periodo nuragico sono numerosi nura-
esclusivamente nell’edilizia. È infine ghi tra i quali quelli di Arainidde,
poco sviluppata la rete di distribuzione Bidde, Cherunele, Curtu, Frazuighe,
commerciale. Vi operano anche un al- Iscobalzu, Merula, Nidu de Su Colvu,
bergo del tipo detto ‘‘diffuso’’ e due Nuratolu, Orrolo, Passialzu, Piradolta,
aziende agrituristiche con 20 posti Santa Maria, Santu Paulu, Sa Rai-
letto a sostegno del nascente turismo. ghina, Selis, Usansi; di questi molto
Artigianato. Rinomato e di antica tra- ben conservato è quello di Usansi che
dizione è l’artigianato dei tappeti che sorge in prossimità dell’abitato. Ma il
vengono tessuti nelle case. Servizi. O. è sito nuragico più interessante è il vil-
collegato da autolinee agli altri centri laggio nuragico di Santu Elisei dove
della provincia. È dotato di stazione nel 1935 fu rinvenuto un ripostiglio
dei Carabinieri, scuola dell’obbligo, con alcuni bronzetti tra i quali un sin-
sportello bancario. Possiede una Bi- golare toro androcefalo (ossia con volto
blioteca comunale. umano) di grande bellezza.
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tori con una continua guerriglia. Nel cole, quelle che curano il bestiame
1330 fu attaccato dalle truppe di Rai- sommeranno a 220, e quelle che fan
mondo Cardona e pur subendo danni qualche mestiere a 200, orefici, ferrari,
continuò a rimanere in loro possesso falegnami, bottai, scarpari, sarti, mu-
fino al 1353, quando fu definitivamente ratori ecc. In altro tempo si fabbrica-
confiscato. Entrato in possesso di O., il vano delle stoviglie con la terra che tro-
re d’Aragona fece stanziare nel ca- vasi in Monterargiu, collina che sorge
stello un grosso contingente di truppe tra O. e S. Vittoria, e in siffatta manifat-
ma, scoppiata la prima guerra tra Ara- tura impiegavansi alcune donne; poi si
gona e Arborea, fu nuovamente attac- è cessato perché era un’arte assai di-
cato e subı̀ gravi danni. Scoppiata poi spregiata, e chi la praticava doveva
in seguito la seconda guerra, O. fu oc- soggiacere a motteggi frequentissimi.
cupato dalle truppe giudicali che ten- Fa meraviglia vedere come tra uomini
nero villaggio e castello fino al 1409. che hanno assai di ragione possano
Chiusasi nel 1420 la parentesi del vi- sussistere certe opinioni sciocche.
sconte di Narbona, il villaggio fu in- Questa è da mettere a paro con quella
cluso nel grande feudo donato dal re a che rammentai sopra le levatrici, l’uf-
Bernardo Centelles. Nel 1438 il figlio ficio delle quali in tanti paesi delle
Francesco Gilaberto lo cedette a suo province settentrionali tienesi a vile;
cognato Angelo Cano in conto della e sopra i becchini, che son riguardati
dote di una sua sorella; nel 1447 il ter- niente meglio che il boja o altra per-
ritorio però tornò in possesso dei Cen- sona vicinissima. Aggiungasi che i di-
telles. Nel corso del secolo XVI ne fe- scendenti delle persone che fecero
cero il capoluogo del distretto del Mon- quell’arte sono per causa delle mede-
tes e vi fecero risiedere un official che sime riputati ignobili, e quasi notati di
dipendeva dal regidor che risiedeva a certa infamia. Alle professioni aggiun-
Sassari. Estinti i Centelles, nei secoli geremo i notai. Sono in O. non meno di
successivi O. passò ai Borgia, agli Zu- 900 telai, tra’ quali almeno 500 in conti-
ñiga, ai Pimentel che portarono anche nua attività per la tessitura del lino e
il titolo di conti di O. e infine ai Tellez della lana. Queste manifatture si ven-
Giron ai quali fu riscattato nel 1838. dono in Sassari e ne’ prossimi diparti-
Vittorio Angius ci ha lasciato una pre- menti. Alcuni di quei tanti telai sono di
ziosa testimonianza che in parte ripor- forme migliori e di uso più vantag-
tiamo: «Popolazione. In questa terra e gioso; ma l’utilità evidente non ha an-
in S. Vittoria che è considerata come cora persuaso le altre donne a lasciare
una frazione d’Osilo si annoverano l’antica macchina; il che è un’altra
anime 5035, distinte in maggiori di stravaganza che non si può intendere.
anni 20 maschi 865, femmine 874, e in Agricoltura. Il territorio osilese è quasi
minori maschi 1645, femmine 1699: i tutto, dov’è coltivabile, lavorato o con
quali capi sono spartiti in famiglie 990, l’aratro o con la zappa, senza che i co-
delle quali 805 abitanti nel borgo di loni siano mai vinti dalle difficoltà che
Osilo, 185 nella villa di s. Vittoria. I nu- spesso presenta il luogo e la natura del
meri del movimento della popolazione suolo, né stancati dalla lunghezza della
sono in media i seguenti, nascite 180, via. Essi vanno fino all’estremità del
morti 135, matrimoni 34. Professioni. territorio per seminare un piccol
Le persone applicate all’agricoltura tratto, il quale credono possa produrre
non sono meno di 700 tra grandi e pic- tanto frutto che compensi le loro fati-
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che, e oprano or sulla cima ventosa dei dono cavalle 150, capre 350, vacche
monti, or nelle umide valli ed ora nelle 7000, pecore 10 000, porci 3000. I pa-
pendici, fino in quelle dove per la loro stori come per lo passato continuano a
ertezza pare debbasi rampicare. I gio- litigare con i coloni, e se impunemente
ghi impiegati nell’agricoltura sono set- possono danneggiarli nei loro lavori lo
tecento cinquanta, e seminandosi con fanno; altrimenti si guardan bene, per-
ciascuno non meno di starelli dieci di ché il ceto agricolo è più potente per il
grano, sei d’orzo, uno di fave, uno di numero. Lodasi il butirro che manipo-
legumi e un altro di lino si può determi- lano, non cosı̀ il formaggio, perché lo
nare che la complessiva seminagione sgrassano troppo. In O. non si ha alcuna
del grano è di starelli 7500, dell’orzo concia, e però tutti i cuoi e le pelli si
4500, delle fave 750, altrettanto dei le- vendono in Sassari». Nel 1821 O. fu in-
gumi, granone ecc., e la stessa quantità cluso nella provincia di Sassari e
di lino. Bisogna però dire che queste quando nel 1848 le province furono
somme non sono veramente tutta la abolite, entrò a far parte della omo-
quantità seminata, ad aver la quale nima divisione amministrativa fino al
deve esser considerata la seminagione 1859 quando fu ripristinata la provin-
dei narboni (i novali), che si fa qua e là cia.
ne’ salti. La fruttificazione è varia se- & ECONOMIA Le attività di base della
condo la qualità de’ siti, posto che nel sua economia sono l’agricoltura, in
rimanente le circostanze sieno favore- particolare la cerealicoltura, l’orticol-
voli. In certe regioni si ha un prodotto tura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e
abbondantissimo come nelle contrade l’allevamento del bestiame, in partico-
più granifere, in altre più scarso; ma da lare di ovini e bovini, in misura minore
queste e da quelle si raccoglie tanto suini. Negli ultimi decenni si sta svi-
che basta alla sussistenza delle fami- luppando anche l’attività industriale
glie, e una notevolissima somma di so- nel settore dell’alimentazione, della
pravanzo che vendesi in Sassari. Pasto- meccanica, dei materiali per l’edilizia.
rizia. Comecché l’agricoltura siasi È sufficientemente organizzata la rete
tanto estesa, non per questo la pastori- di distribuzione commerciale. Vi ope-
zia si fe’ molto minore di quanto era in rano anche un’azienda agrituristica e
altri tempi, e numerosi branchi pasco- un’organizzazione per il turismo eque-
lano nelle terre aperte, e si impin- stre. Artigianato. Di antica tradizione
guano nelle pasture riservate alle tan- l’artigianato del tappeto, l’attività di ri-
che. Le diverse specie trovano copioso camo e la lavorazione dei gioielli. Ser-
alimento, fuori il caso frequente di vizi. O. è collegato mediante autolinee
qualche siccità, e l’altro raro di grandi e ferrovia complementare agli altri
nevate. Nel bestiame manso si compu- centri della provincia. Dispone di Pro
tano, oltre gli indicati buoi e tori del Loco, stazione dei Carabinieri, me-
servigio agrario e del trasporto, vacche dico, guardia medica, farmacia, scuola
mannalite o manse 80, cavalli e cavalle dell’obbligo, sportello bancario. Pos-
100, majali 200, asini nessuno, come siede una Biblioteca comunale.
porta il proverbio riferito. La ragione & DATI STATISTICI Al censimento del
però del difetto si è che gli osilesi 2001 la popolazione contava 3589 unità,
hanno gran numero di molini idraulici, di cui stranieri 2; maschi 1740; fem-
principalmente nella valle di S. Lo- mine 1849; famiglie 1370. La tendenza
renzo. Nel bestiame rude si compren- complessiva rivelava una diminuzione
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della popolazione, con morti per anno culmine sta il castello dei Malaspina,
50 e nati 40; cancellati dall’anagrafe 74 fortezza fatta costruire da quei signori
e nuovi iscritti 24. Tra i principali indi- nel secolo XIII alla quale si accede dal
catori economici: depositi bancari 38 centro storico attraverso contorte stra-
in miliardi di lire; imponibile medio dine e scalinate; di forma rettangolare,
IRPEF 12 902 in migliaia di lire; versa- conserva ancora le rovine del mastio
menti ICI 1584; aziende agricole 398; circolare, una torre quadrata, la cinta
imprese commerciali 156; esercizi muraria e all’interno i resti dei locali
pubblici 22; esercizi all’ingrosso 5; che servivano alla guarnigione. Dopo il
esercizi al dettaglio 64. Tra gli indica- 1353 passò agli Aragonesi che però,
tori sociali: occupati 1184; disoccupati scoppiata la seconda guerra tra Ma-
114; inoccupati 194; laureati 54; diplo- riano IV e Pietro IV, nel 1370 dovettero
mati 387; con licenza media 1035; con cederlo alle truppe giudicali. Dopo la
licenza elementare 1408; analfabeti 96; fine della guerra e la rinuncia del vi-
automezzi circolanti 1559; abbona- sconte di Narbona ai propri diritti,
menti TV 1034. passò definitivamente in mani arago-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- nesi. Nel corso dei secoli successivi
ritorio è ricco di monumenti archeolo- andò in rovina e solo recentemente è
gicamente interessanti, a partire dal stato possibile salvare con un restauro
periodo prenuragico cui sono ricondu- una parte delle sue strutture. Cuore
cibili le domus de janas di Ittiari, com- del centro storico è la chiesa dell’Im-
plesso situato a qualche chilometro macolata, parrocchiale costruita nel
dall’abitato nella località omonima. I secolo XVIII e successivamente re-
sepolcri sono numerosi e sono scavati staurata. Ha un impianto a tre navate
nella roccia, alcuni risalgono al tardo scandite da archi a tutto sesto e com-
Neolitico e vennero utilizzati successi- pletata da alcune cappelle laterali e
vamente nel periodo della cultura di dal presbiterio più alto rispetto al-
Bonnanaro, quando ne furono scavati l’aula; la copertura è a volte a botte. La
degli altri. Hanno la facciata ornata da facciata è stata completamente rifatta
elementi architettonici, all’interno al- nel 1907 in forme romaniche. All’in-
cuni hanno pianta circolare o ellittica, terno conserva un fonte battesimale in
altri rettangolare. Il sepolcro III è pre- legno intagliato e un magnifico coro li-
ceduto da una piazzola semicircolare gneo intagliato da artigiani locali; dal
che ricorda le Tombe di giganti. Le presbiterio si passa alla sacrestia, ric-
campagne conservano anche nume- camente arredata con mobili del se-
rosi nuraghi tra cui quelli di Badu colo XVIII e con quadri dello stesso pe-
Canu, Badu Samude, Baiolu, Baru- riodo. La parrocchia era sede della
nalzu, Calvarida, Cantarucheddu, Cau- Collegiata di cui rimangono interes-
des, Cobeltu, Conca Omine, Nieddosu, santi notizie nel ricco Archivio parroc-
Pala Martine, Pedra Ladas, S’Anzonile, chiale. A poca distanza sorge il Rosa-
Sa Pala de su Cossu, Sa Pattada, Serra rio, chiesa costruita nel Settecento in
de Ghigulas, Tomarittu. forme baroccheggianti. Ha l’impianto
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- a una navata completata dall’abside e
RALE Il villaggio nel centro storico ha da alcune cappelle laterali; la coper-
conservato i caratteri del borgo medio- tura è a volte a botte. La facciata è sor-
evale con strade strette sulle quali si retta da un elegante portico poggiato
affacciano pretenziosi palazzotti. Al su colonne, nello stesso stile del
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lattia più comune e soventi mortale è il riparan però dalle ingiurie delle sta-
dolor laterale, per il quale usansi gioni sotto capanne formate di tronchi,
spesso zucche piene di acqua calda, coperte di frondi, o dentro le camere
che si applicano per provocare il su- de’ nuraghi. Le api si coltivano ne’
dore, quindi il salasso. Molti poi sog- predi prossimi all’abitato e in qualche
giacciono a infiammazione addomi- orto, ma il numero de’ bugni è assai ri-
nale, febbri reumatiche e periodiche. stretto. Si fa qui pure il miele amaro,
Per la cura della salute non si ha spesso che a molti giova assai siccome eccel-
che un flebotomo. Le professioni prin- lente tonico». Nel 1821 O. fu incluso
cipali sono l’agricoltura e la pastorizia, nella provincia di Lanusei e quando,
e si numerano nella prima 180 persone, nel 1848, furono abolite le province en-
nella seconda 60; quindi sono pochi trò a far parte della divisione ammini-
per le opere di muratura, ferro e legno, strativa di Cagliari. Nel 1859, quando
vetturali, scarpari ecc. La donne fi- furono ricostituite le province, fu in-
lano, tessono, lavorano gli orti, assi- cluso in quella di Cagliari e ne fece
stono alla vendemmia. Agricoltura. Es- parte fino al 1927 quando fu definitiva-
sendo la regione montuosa i luoghi mente ricostituita quella di Nuoro. Nel
della seminagione non sono in conti- 1953 la stabilità dell’abitato fu messa a
nuità, ma separati a intervalli or più rischio da un’alluvione; il paese at-
or meno grandi. Le terre più granifere tuale è quello che fu ricostruito 1 km e
sono presso al fiume, in Tacu, in Pelau mezzo più a monte.
e in Guirra. I gioghi pel servigio agrario & ECONOMIA Le attività di base della
non sono meno di 60, il che dice 120 tori sua economia sono l’agricoltura, in
e buoi. Le quantità che si seminano particolare la cerealicoltura, la viticol-
sono approssimativamente le se- tura e la frutticoltura, e l’allevamento
guenti; starelli di grano 200, d’orzo del bestiame, in particolare di ovini,
250, di fave 60, di legumi 40, di lino 30, caprini e bovini. La rete di distribu-
di patate 20. La fruttificazione del zione commerciale non assume dimen-
grano è al 10, quella dell’orzo al 12, le sioni significative. Servizi. O. è colle-
fave 10, il lino produce fasci di 12 mani- gato da autolinee agli altri centri della
poli, detti oberas e starelli di seme 2 ½, provincia. È dotato di stazione dei Ca-
le patate il 12. Pastorizia. I salti osinesi rabinieri, medico, scuola dell’obbligo,
abbondano di pascoli ottimi, e il be- sportello bancario. Possiede una Bi-
stiame prospererebbe se non venis- blioteca comunale.
sero tempi, ne’ quali è scarsezza de’ & DATI STATISTICI Al censimento del
medesimi per difetto di pioggie o per 2001 la popolazione contava 989 unità,
le nevi. I capi che si educano sono nel di cui stranieri 9; maschi 488; femmine
bestime manso, buoi 120 quanti già no- 501; famiglie 417. La tendenza com-
tammo, vacche 26, cavalli 80, giumenti plessiva rivelava una notevole diminu-
100, majali 70; bestiame rude, vacche zione della popolazione, con morti per
600, capre 3500, pecore 1800, porci anno 16 e nati 11; cancellati dall’ana-
1400, cavalle 50. Il cacio è di ottima grafe 47 e nuovi iscritti 4. Tra i princi-
qualità e molto grato al gusto, perché pali indicatori economici: imponibile
si domanda e si vende a buoni prezzi ad medio IRPEF 13 766 in migliaia di
altri dipartimenti e nel porto di Tortolı̀. lire; versamenti ICI 120; aziende agri-
I pastori vagano d’una in altra regione cole 282; imprese commerciali 48;
senza avere un distretto particolare; si esercizi pubblici 8; esercizi all’in-
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tuzione fu affidata nuovamente a reli- di Torres fin dal secolo XII, affidati ai
giosi, questa volta all’ordine di San monaci di San Leonardo di Pisa (San
Giovanni di Dio (i Fatebenefratelli), Leonardo di Bosove) sotto la sovrinten-
che ne svilupparono le strutture arri- denza dell’arcivescovo e dell’abate di
vando a fine secolo a una media di 1800 Saccargia. Quando, più tardi, Sassari
ricoveri annui. Ma anche loro furono divenne la capitale del giudicato, ac-
allontanati nel 1765. L’ospedale fu al- canto all’Episcopio fu aperto l’Ospe-
lora affidato alla Congregazione degli dale di Santa Croce o dell’Annunziata,
ospedali presieduta dai vari vescovi, posto sotto l’alta sorveglianza del Co-
che ebbe il compito di regolamentarne mune di Sassari che ne affidava l’am-
il funzionamento. Dal 1806 l’Ospedale ministrazione a consoli appositamente
fu affidato nuovamente ai religiosi del- eletti (nei documenti del tempo veni-
l’ordine di San Giovanni di Dio. Negli vano comunemente indicati come ad-
anni successivi fu avviata la costru- ministratores et protectores hospitalis
zione del nuovo Ospedale civile: realiz- pauperum Sanctae Crucis): «Gli affari
zato su progetto di Gaetano Cima, fu – scrive Enrico Costa – venivano delibe-
inaugurato solennemente nel 1848. rati dal Consiglio Maggiore [della
Nel corso del secolo XIX l’amministra- città], che nominava il personale del
zione e la guida del nuovo Ospedale ci- Pio Istituto, composto di un ammini-
vile passarono dai religiosi a una con- stratore generale, dell’Economo o Pro-
gregazione appositamente costituita e curatore, del Maggiordomo, dei medici
dipendente dall’amministrazione ci- e chirurghi e del capellano». L’ospe-
vica. Il sistema rimase in auge fino al dale, unitamente al lebbrosario, conti-
1979, quando tutti gli ospedali furono nuò a essere amministrato dal Comune
inglobati nelle USL. Nel 1859, inoltre, fino al 1585, quando si decise di affi-
fu stabilita la distinzione tra l’Ospe- darlo ai Fatebenefratelli, che però fu-
dale civile e le Cliniche universitarie, rono costretti a lasciare nel 1601 dai
che a partire dalla seconda metà del consoli del Comune, pare – come scrive
secolo si svilupparono autonoma- Manno – «per non avere soddisfatto
mente. Ancora a Cagliari nel 1820 fu agli obblighi assunti con la città». Nel
aperto in Castello l’Ospedale di San 1639, però, furono richiamati i Fatebe-
Francesco da Sales (Ospedaletto), desti- nefratelli, anche perché negli ultimi
nato a ospitare donne povere; nel 1853 decenni l’Ospedale era andato scanda-
fu trasferito in via Fossario vicino al losamente decadendo (il Costa riferi-
Duomo e continuò a funzionare fino al sce che, siccome l’Ospedale godeva
1903, quando fu trasferito all’Ospedale del diritto d’asilo, «i delinquenti che vi
civile. Infine, a partire dal 1855, fu si rifugiavano erano talmente cresciuti
aperto il manicomio: in un primo mo- di numero che il pubblico, e special-
mento era ospitato in un’ala apposita- mente le donne, rifuggivano dal re-
mente costruita del ‘‘San Giovanni di carsi a visitare gli ammalati»). Cosı̀ il
Dio’’ e successivamente fu trasferito, Comune affidò loro nuovamente la ge-
agli inizi del Novecento, nei locali del stione dell’Ospedale e vi aggiunse an-
colle di Monte Claro, dove fu apposita- che la direzione del lebbrosario. I reli-
mente costruito un nuovo ospedale per giosi, pur tra mille difficoltà e mille ge-
i malati di mente. losie, offrirono un servizio di grande
2. SASSARI Si ha notizia dell’esistenza qualità, soprattutto durante il periodo
di ospizi e lebbrosari nell’antica città della grande peste del 1652 nella quale
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del trattato non sono noti, ma la stessa ros a est, e con il più lontano Banari a
presenza di un accordo diplomatico in- sud.
dica il riconoscimento ufficiale da & STORIA Il territorio conserva nume-
parte dei rappresentanti del potere rose testimonianze archeologiche che
imperiale di un’entità politica e mili- dimostrano la continuità della pre-
tare ben definita, una sorta di ‘‘ducato senza dell’uomo dal prenuragico fino
dei Barbaricini’’; a questo riconosci- al periodo romano. L’attuale villaggio
mento si aggiunge quello della mas- è di origine medioevale; apparteneva
sima autorità religiosa della Cristia- al giudicato di Torres ed era incluso
nità, come si evince dalla citata lettera nella curatoria di Coros, possesso dei
di Gregorio al dux Ospitone. [PIERGIOR- Malaspina a partire dalla fine del se-
GIO SPANU] colo XII. Quando nel 1325 essi aderi-
‘‘Osservatore, L’’’ Settimanale di Sas- rono all’insurrezione scatenata dai Do-
sari (usciva il venerdı̀). ‘‘Foglio politico ria, subı̀ gravi danni; nel 1330 fu attac-
economico letterario’’ di orientamento cato dalle truppe di Raimondo Car-
liberale, fu pubblicato dal maggio 1857 dona ma continuò a rimanere in loro
al maggio 1858. Diretto dall’avvocato possesso fino al 1353, quando fu defini-
Antonio Manunta Manca, aveva come tivamente confiscato. Scoppiata la
redattori i suoi stessi soci fondatori: L. prima guerra tra Aragona e Arborea,
Deliperi Misorro, l’avvocato Lai, l’av- fu nuovamente attaccato e subı̀ altri
vocato Salvatore Manca Leoni, l’avvo- gravi danni; nella seconda guerra, O.
cato Sanna e l’avvocato Virdis Pro- fu occupato dalle truppe giudicali che
speri. lo tennero fino al 1409. Chiusasi nel
1420 la parentesi del visconte di Nar-
Ossi Comune della provincia di Sas- bona, il villaggio fu incluso nel grande
sari, compreso nella I Comunità mon- feudo donato dal re a Bernardo Centel-
tana, con 5750 abitanti (al 2004), posto a les. Nel 1438 il figlio Francesco Gila-
335 m sul livello del mare pochi chilo- berto lo cedette a suo cognato Angelo
metri a sud di Sassari. Regione storica: Cano in conto dote di sua sorella;
Coros. Archidiocesi di Sassari. quando nel 1447 il figlio del Cano ce-
& TERRITORIO Il territorio comunale, dette nuovamente il Coros allo zio, O.
di forma allungata da nord a sud, si rimase in suo possesso. Erede del vil-
estende per 30,11 km2 e confina a nord laggio fu Antonia Cano la quale si sposò
con Sassari, a est con Muros, Cargeghe in prime nozze con un Cedrelles nel
e Florinas, a sud ancora con Florinas e 1469 e in seconde nozze con Giovanni
a ovest con Ittiri, Usini e Tissi. Si tratta Fabra che tentò con ogni mezzo di otte-
di una regione di colline calcaree, a ri- nere che O. passasse nelle sue mani.
dosso della costa settentrionale, carat- Antonia ebbe figli sia dal Cedrelles
terizzata dalla profonda vallata del rio che dal Fabra per cui quando vecchis-
Mascari, che divide il paese dal pia- sima morı̀, le due famiglie si disputa-
noro sul quale si stende Sassari. Il rono il possesso del villaggio in una lite
paese è collegato per mezzo di una che durò fino al 1512 e si chiuse a fa-
strada secondaria a Sassari e alla su- vore dei Cedrelles. L’eccessivo costo
perstrada Sassari-Cagliari, che come della lite nel 1545 costrinse i Cedrelles
la ferrovia passa nella valle del Ma- a vendere O. a Bernardo Viramunt che
scari; altre strade assicurano il colle- però morı̀ poco dopo. Nel 1550 il villag-
gamento con i vicini Tissi a ovest e Mu- gio fu acquistato dai Gujò che lo ten-
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nero nel periodo successivo fino all’e- a eseguire la legge sopra la distribu-
stinzione della famiglia, avvenuta nel zione de’ terreni, la proprietà si di-
1732. A questo punto O. fu ereditato da- stende e si vanno chiudendo le terre.
gli Amat la cui discendenza si estinse Le regioni di Ossi sono di una gran fe-
nel 1752 per cui passò da loro ai Manca condità, e se non manchino le pioggie,
di Mores. A questi fu appunto riscattato vi si spiega una superba vegetazione.
nel 1838. Vittorio Angius ci ha lasciato Le due regioni della seminagione (vi-
una preziosa testimonianza che in dazzoni) sono quelle di Briai capace di
parte riportiamo: «Popolazione. Com- starelli 2670, e quella di Littu, che può
ponesi la medesima di anime 2108, di- riceverne 2467. Fuori dalle medesime
stinte in maggiori di anni 20 maschi si semina nelle tanche e in alcuni salti
715, femmine 708, e minori maschi 478, del territorio di Sassari, nei campi
femmine 487, distribuite in famiglie della Nurra, spesso a gran distanza dai
327. Nell’anno 1837 si notò un totale di termini di O. Le quantità solite semi-
capi 2288, de’ quali maggiori di anni 7 narsi sono le seguenti nel territorio
maschi 919, femmine 867, minori 263, d’O.: starelli di grano 1400, d’orzo 700,
femmine 239. Le donne che si occu- di fave 100, di lino 100, di meliga 20, di
pano della filatura e tessitura sono po- legumi 50; e in territorio esterno star.
che, e però la loro opera è insufficiente di grano 1000, d’orzo 450. Pastorizia. Gli
al bisogno della popolazione. Ma se ossesi come fanno agricoltura in altrui
non lucrano da questi lavori, lucrano territorio, parimente conducono i loro
dalla piccola industria che esercitano, armenti e le greggie ne’ pascoli altrui,
vendendo nel mercato della città pol- perché come la propria regione è
lami e frutta, e altre coserelle. La troppo ristretta per l’agricoltura, cosı̀
scuola primaria vi fu istituita, ma il lo è per la pastura vaga. Molti pastori
frutto della medesima è quasi nullo. d’O. vanno per le regioni della Nurra.
Da una parte i parenti poco si curano Le specie che si educano e i numeri
di mandarvi i figli, o male vegliano, rispettivi sono approssimativamente i
perché essi vi sieno assidui: il maestro, seguenti: Bestiame manso. Buoi per le
che non teme nessuna sorveglianza, opere agrarie e vettureggiamento capi
poco studia al suo dovere, o perché 800, vacche mannalite agli stessi usi 80,
non ricava il suo onorario a tempo, in- cavalli e cavalle da sella e da basto 520,
termette le lezioni. Attende in O. alla porci o majali 400. Si hanno pochi giu-
salute pubblica un medico e un chi- menti, perché la macinazione si suol
rurgo, serviti da due flebotomi, i quali fare in cinque molini idraulici stabiliti
qualche volta tentano operazioni dentro il territorio; Bestiame rude.
d’alta chirurgia con tali istromenti e Vacche 1600, cavalle 300, capre 1900,
tanta destrezza, che ne resterebbero porci 700, pecore 3500. I formaggi che
meravigliati i lettori, se io ne descri- si fanno, non si distinguono per alcuna
vessi qualcuna. Agricoltura. Finché bontà particolare, e la loro quantità
durò il sistema feudale, quasi tutti i ter- non è soventi tanta, che di molto sopra-
reni d’O. erano demaniali, perché non vanzi i bisogni della popolazione, sı̀
era attribuito al comune, che un prato che si possa lucrare dalla vendita del
pubblico molto ristretto, né altro era superfluo». Nel 1821 O. fu incluso nella
nel dominio de’ particolari, che il provincia di Sassari e quando nel 1848
tratto chiuso per le vigne, che già abo- le province furono abolite, entrò a far
liti i feudi e pubblicata e cominciatasi parte della omonima divisione ammi-
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berto Lamarmora dava di una escur- teatro dei combattimenti, subı̀ molti
sione alla Trébina del monte Arci nel danni e andò spopolandosi. Prima
suo Itinerario dell’isola di Sardegna della fine del secolo XIV era total-
(1860): «Lungo il sentiero, il viaggia- mente abbandonato.
tore ha qualche volta l’impressione di Ostana Antico villaggio di origine ro-
camminare sui cocci di una vecchia mana, sorto in età imperiale in prossi-
fabbrica di bottiglie nere, tanto sono mità di Ploaghe. Nel Medioevo faceva
numerose le scaglie di un vetro nero parte del giudicato di Torres, com-
vulcanico che è chiamato ossidiana». preso nella curatoria del Figulinas.
La ricchezza degli oggetti che nel terri- Agli inizi del secolo XIII fu incluso nei
torio si trovano ancor oggi anche a ri- territori che pervennero ai Malaspina
cerche superficiali (raschiatoi, lame, per matrimonio. Dopo l’estinzione
bulini e punte di freccia) induce a pen- della dinastia giudicale essi lo inclu-
sare che si trattasse di un insedia- sero nel loro piccolo stato feudale e al
mento molto strutturato, nel quale la momento della conquista aragonese si
lavorazione dell’o. permetteva di porre dichiararono vassalli del re, riuscendo
in atto un ciclo completo dall’estra- cosı̀ a conservarne il possesso anche
zione o dalla raccolta alla lavorazione quando, scoppiata la rivoluzione dei
del materiale e forse anche alla sua Doria del 1325, essi vi aderirono. Con
commercializzazione. È probabile in- la morte dell’ultimo Malaspina, che
fatti che, oltre a lavorare i grossi ciot- aveva lasciato erede del villaggio il re
toli alluvionali del peso di alcuni chili Pietro IV il Cerimonioso, O. passò in
che potevano essere raccolti sul greto mani aragonesi. Nel 1364 fu occupato
dei torrenti, gli abitatori del monte dalle truppe del giudice d’Arborea,
Arci abbiano condotto delle vere e pro- che lo tennero fino alla battaglia di
prie ricerche mineralogiche. Il mate- Sanluri; pochi anni dopo fu abbando-
riale lavorato, semilavorato o anche nato dalla popolazione e in breve
allo stato grezzo era oggetto di un in- scomparve.
tenso commercio che interessò buona
parte del Mediterraneo occidentale at- Ostiano de Ennena Antico villaggio
traverso la Corsica e l’Italia, giungendo del giudicato di Torres, compreso nella
anche a 650 km di distanza dalla Sarde- curatoria dell’Anglona. Fin dal secolo
gna. L’attività estrattiva si protrasse XIII, quando i Doria si imparentarono
per alcuni millenni ed è documenta- con la casa giudicale, il territorio entrò
bile fino alle soglie dell’Età del Ferro. in loro possesso. Dopo l’estinzione
della famiglia giudicale essi lo inclu-
‘‘Ossidiana’’2 Periodico culturale ca- sero nel loro piccolo stato; con la con-
gliaritano. Diretto da Roberto Parac- quista aragonese, quando si ribella-
chini, uscı̀ per alcuni numeri a partire rono ai nuovi venuti, dal 1325 divenne
dal 1985. uno degli elementi del loro sistema mi-
Ossio Antico villaggio del giudicato di litare e subı̀ gravi danni. Già prima
Gallura, situato nella curatoria di Po- della ribellione del 1347 era completa-
sada. Subito dopo la conquista arago- mente spopolato.
nese, nel 1324. Fu incluso nel feudo Ostiano de Monte Antico villaggio del
concesso a Berengario Vilademany, giudicato di Torres, compreso nella cu-
alla cui morte senza eredi passò a Be- ratoria dell’Anglona. Apparteneva ai
rengario Sant Vincent. Con la ribel- Doria, imparentati per via di matri-
lione di Genova del 1347 l’abitato fu moni con la casa giudicale, fin dal se-
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colo XIII. Dopo l’estinzione della fami- XVII, quando nel 1680 questi ultimi si
glia giudicale fu incluso loro piccolo estinsero, tentarono di entrare in pos-
stato; con la conquista aragonese, sesso della baronia di Capoterra in
quando essi si ribellarono, dal 1325 di- contrasto con gli Zonza Vico e altri pre-
venne uno degli elementi del loro si- tendenti. Questa lite li vide soccom-
stema militare e subı̀ gravi danni. benti, ma negli stessi anni quando, nel
Dopo la ribellione del 1347, nel 1348 fu 1701, il vecchio Galcerando barone di
concesso in feudo a Ponzio di Santa Tului morı̀ lasciando il feudo ad Anto-
Pau, che però dovette rinunciarvi nel nio Vincenzo Delunas, impugnarono il
1349 quando tutta l’Anglona fu donata a testamento. Cosı̀ nel 1716, terminata la
Giovanni d’Arborea. In seguito, scop- lite a loro favore, entrarono in possesso
piate le guerre tra Aragona e Arborea, del feudo sulcitano; nei decenni suc-
l’abitato subı̀ gravi danni e si spopolò. cessivi il contrasto col Delunas, lungi
Osto = Hostus dal placarsi, degenerò in un duro con-
Otger Famiglia catalana (secc. XV- fronto armato che provocò l’intervento
XIX). Un suo ramo si trasferı̀ in Sarde- del fisco. Nel 1747 finalmente gli O. la
gna agli inizi del secolo XV con un Pie- spuntarono definitivamente: nel 1799
tro, giunto dalla Sicilia al seguito di ottennero il rinnovo del titolo di ba-
Martino il Giovane. In breve egli riuscı̀ rone, ma si estinsero nel 1819 con un
ad accumulare un ingente patrimonio Vincenzo.
feudale nel Sulcis e nel Sigerro, ma a Otger, Francesco Giuseppe Signore
metà del secolo i suoi discendenti, che di Tului e di Peruccio (Cagliari, prima
risiedevano a Villa di Chiesa (l’attuale metà sec. XVIII-?). Nel 1730 ereditò il
Iglesias), si trovarono in una difficile feudo di Tului e Peruccio da suo padre
situazione economica e furono co- Antonio Vincenzo, ma subito dovette
stretti a vendere buona parte dei feudi, fronteggiare le pretese di Antonio Vin-
riuscendo a conservare solo la signoria cenzo Delunas cui il feudo era stato la-
di Tului e di Peruccio. Alla fine del se- sciato nel 1701. Il confronto tra i due si
colo XV la famiglia si divise in due fece duro e il Delunas, nel 1736, assol-
rami. data una banda di pastori, con azione
Ramo di Matteo. Da Matteo discese il spettacolare invase il territorio del
ramo dei signori di Tului e Peruccio, feudo e ne cacciò i rappresentanti del-
che continuò a risiedere a Iglesias e si l’amministrazione baronale. Questo
estinse agli inizi del secolo XVIII con fatto inusitato provocò l’intervento dei
un Galcerando. dragoni e il sequestro cautelativo del
Ramo di Pietro. Si stabilı̀ a Cagliari feudo. Francesco Giuseppe riuscı̀ a
dove raggiunse una buona posizione rientrarne definitivamente in pos-
sociale. I suoi figli nel 1576 ebbero dai sesso solo nel 1747.
Bellit il piccolo feudo di Margani con Otger, Giuseppe Signore di Margani
Petralonga e altri piccoli centri situati (Cagliari, seconda metà sec. XVII-ivi
nella vallata del Cixerri. I loro discen- 1723). Nel 1680, essendosi estinta la fa-
denti continuarono a prendere parte miglia dei Torrellas cui apparteneva
attiva alla vita politica e amministra- sua moglie, prese possesso in nome
tiva di Cagliari, furono spesso eletti dei figli della baronia di Capoterra, en-
consigliere capo della città e si impa- trando in lite con gli altri pretendenti
rentarono con alcune nobili famiglie alla successione. Nel 1691 fu eletto
tra cui i Torrellas. Alla fine del secolo consigliere capo di Cagliari; nel 1701
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termine delle guerre nel 1409. Nel 1410 ad essi di andarvi o alle madri di man-
fu incluso nei territori concessi in darli, e vi profittano tanto quanto
feudo a Nicolò Turrigiti i cui discen- quelli che non vi andarono mai. Agri-
denti però nel 1430 lo vendettero al coltura. La quantità de’ semi che si
marchese d’Oristano. Quando il mar- spargono sul suolo culto, è distinta-
chesato nel 1477 fu sequestrato a Leo- mente nelle specie come segue: sta-
nardo Alagon, il villaggio fu incluso nei relli di grano 450, d’orzo 300, di fave
territori riconosciuti ai Carroz del 20, di legumi 10. La produzione ordina-
ramo di Mandas, eredi di Giovanni ria del grano è al 12, quella de’ legumi
d’Arborea, che si estinsero nel 1479. Il al 15. Cosı̀ comunemente, mentre par-
villaggio allora passò ai Maza de Liçana ticolarmente, dove i terreni sono mi-
ed ebbe inizio una crisi anche in conse- gliori, e dove lavorasi con più intelli-
guenza dello spostamento della dio- genza, come pure ne’ novali, si ottiene
cesi ad Alghero nel 1503. Estinti i un frutto doppio e quadruplo. La colti-
Maza, dopo una lunga contesa giudizia- vazione del lino è assai ristretta, e più
ria conclusa nel 1571, divenne pro- ancora quella della meliga, sebbene
prietà dei Portugal; estinti anche i Por- abbiansi luoghi opportunissimi alla
tugal passò ai De Silva che lo inclusero medesima. Pastorizia. I pascoli nell’ot-
nel feudo di Orani. O. rimase in pos- tanese sono abbondanti per le vacche e
sesso dei De Silva fino al riscatto dei capre nelle pendici, per le pecore, e le
feudi nel 1838; nel corso del secolo cavalle nelle valli, principalmente in
XVIII i rapporti dei suoi abitanti con il quella del Tirso. Non si potrebbe però
feudatario furono spesso burrascosi a ingrassarvi una gran quantità di porci.
causa della esosità dei tributi che do- I numeri de’ capi sono approssimativa-
vevano essere pagati. Vittorio Angius mente i seguenti: nel bestiame manso,
ci ha lasciato una preziosa testimo- buoi e tori per l’agricoltura e vettureg-
nianza che riportiamo in parte: «Popo- giamento, e vacche mannalite 350, ca-
lazione. Sono in O. anime 786, distinte valli 81, giumenti 100, majali 50. Nel
in maggiori di anni 20, maschi 202, fem- bestiame rude, vacche 500, capre 100,
mine 246, e in minori, maschi 186; fem- pecore 2500, porci 450, cavalle 110. Po-
mine 152, distribuite in 130 famiglie. Il trebbesi facilmente per la estensione
movimento si calcola approssimativa- che ha il territorio quintuplicarvi, e
mente a nascite 25, morti 18, matrimoni più ancora il numero notato. Apicul-
8. Professioni. Gli ottanesi applicati al- tura. Ecco un altro ramo d’industria
l’agricoltura sono 120, cui si debbono che potrebbe essere considerevolis-
aggiungere 40 garzoni, alla pastorizia simo per il favore del clima e che è
70 con 25 ragazzi per servigio. Alle arti quasi nullo». Nel 1821 O. fu incluso
meccaniche necessarie, non è chi at- nella provincia di Nuoro e dal 1848,
tende, e però conviene per i più grosso- abolite le province, nell’omonima divi-
lani lavori sul legno e sul ferro, e per la sione amministrativa fino al 1859.
muratura ricorrere a’ pratici degli altri Nello stesso anno, ricostituite le pro-
luoghi. Le donne poco lavorano sul te- vince entrò a far parte della provincia
lajo, e quindi devesi comprare dagli al- di Sassari fino al 1927 quando, definiti-
tri paesi ciò che manca all’uopo delle vamente ripristinata la provincia di
famiglie in tela e panno. Vi è aperta la Nuoro, tornò a farne parte. Nel se-
scuola primaria per li ragazzi, che vi condo dopoguerra, quando si avviò il
vanno ne’ giorni e nelle ore che piace processo di industrializzazione della
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Sardegna nei primi anni Settanta, la iniziative nei settori tessile, mecca-
piana circostante a O. fu prescelta per nico, tipografico ecc. È discretamente
impiantarvi un polo produttivo. Questo sviluppata anche la rete di distribu-
fatto ha rappresentato per O. l’avvio di zione commerciale. Vi operano un al-
una nuova fase della sua storia, inizial- bergo con 62 posti letto e un ristorante.
mente ricca di speranze e prospettive Servizi. O. è collegato da autolinee agli
ma in seguito carica di contrasti e di altri centri della provincia. È dotato di
incertezze non ancora risolte. Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me-
dico, guardia medica, farmacia, scuola
dell’obbligo, sportello bancario. Pos-
siede una Biblioteca comunale.
La storia industriale
Di colpo, alle soglie degli anni Set-
tanta, O. si trovò a essere indicata, an-
che sui giornali del continente, come il
centro di un intervento che richiamava
l’attenzione di tutta l’opinione pub-
blica: a O., in Barbagia, arrivava l’indu-
stria. Taviani, che negli anni prece-
denti era più volte andato in Sardegna
come ministro degli Interni, arrivò in
visita a O. il 2 marzo del 1969 per verifi-
care, insieme al politici sardi e ai sin-
daci dei comuni interessati, la possibi-
lità di riconoscere un nucleo di indu-
strializzazione che potesse trasfor-
mare l’economia della zona e porre un
argine al fenomeno del banditismo che
proprio in quegli anni aveva ripropo-
sto brutalmente l’abbandono, la mise-
ria e l’‘‘inciviltà’’ del centro-Sardegna,
quando il resto dell’isola poteva dirsi
Ottana – Boes e merdùles di Ottana. industrializzato intorno ai poli di svi-
luppo di Cagliari e Porto Torres. Già
& ECONOMIA Le attività di base della Vicari, capo della polizia italiana,
sua economia sono ancora l’agricol- aveva chiesto una fabbrica a Orgosolo,
tura, in particolare la cerealicoltura, il paese di Graziano Mesina. L’indu-
la viticoltura e la frutticoltura, e l’alle- strializzazione a O. non rispondeva
vamento del bestiame, in particolare dunque a esigenze di sviluppo econo-
gli ovini e i bovini. Negli ultimi de- mico, ma a necessità di ordine pub-
cenni si è sviluppata anche l’attività in- blico. Lo esplicita il documento del Co-
dustriale, che si basava in origine su un mitato dei ministri per il Mezzogiorno
certo numero di imprese che opera- che il 29 ottobre 1969 specifica i co-
vano nel polo industriale nel settore muni interessati al nucleo industriale:
della trasformazione dei prodotti del «La Commissione prende atto dei par-
petrolio; in seguito, sopravvenuta la ticolari motivi, soprattutto di carattere
crisi di questa attività, si sono avviate sociale, che hanno indotto al riconosci-
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dell’industria dei ceti medi dei paesi, ritoriale che, in opposizione a quella
commercianti e piccoli imprenditori aziendale, individua nell’agricoltura e
edili, che avevano visto nella immis- nella pastorizia, nello sviluppo e nella
sione dei salari operai nel mercato dei lavorazione di alcune risorse locali
consumi la possibilità di uno sviluppo nuove possibilità di sviluppo econo-
delle proprie attività. I progetti di pro- mico della zona. Nello stesso periodo
grammazione territoriale commissio- la SIR si vede porre dal Comune di
nati a più riprese dall’ENI e dal Centro Lula, dove ha programmato la costru-
di Programmazione regionale alle so- zione di uno stabilimento, precise con-
cietà ISVET e Tecneco trovano ampia dizioni di rispetto ecologico, insieme
opposizione. Si cerca, in quei progetti, con la richiesta dell’assunzione di tutti
di programmare un intervento indu- gli operai che avessero lavorato nella
striale espansivo nel territorio, in cui costruzione degli impianti, richieste
la fabbrica di O. diventa l’asse centrale che la SIR non intende accettare. Il
dell’intera zona, con l’azienda che co- mito dell’industrializzazione forzata
struisce le case per gli operai deciden- ha già subı̀to un rapido tracollo in tutto
done la localizzazione, le vie di mobi- il Nuorese. Per molti mesi l’intera zona
lità, orientandone i consumi e il tempo è attraversata da un movimento gene-
libero: è un progetto di ampia coloniz- rale di contestazione delle scelte poli-
zazione dell’intero territorio in cui il tiche regionali e nazionali senza prece-
modo di produzione industriale tenta denti, anche dopo l’avvio produttivo
di sostituire globalmente l’economia della fabbrica. Più volte la direzione
preesistente. Le scelte dell’azienda e minaccia di abbandonare la fabbrica,
l’appoggio che ad essa veniva dalla attuare la serrata, ritornare armi e ba-
classe politica regionale erano in con- gagli in continente; mentre i livelli di
traddizione con i risultati della Com- assenteismo sono inferiori a quelli na-
missione parlamentare d’inchiesta zionali, si registra un alto indice di con-
che nel 1972 aveva ultimato i suoi la- flittualità, spiegabile con la giovane
vori pubblicando una vasta analisi età media degli occupati ma anche
della società barbaricina, dove si criti- con l’influenza della memoria popo-
cava il comportamento che lo Stato lare dell’opposizione secolare a ogni
aveva tenuto da sempre in Sardegna e progetto autoritario e di dominio della
si individuava nel recupero econo- zona. Quando il 10 febbraio, in pieno
mico, nella trasformazione della pasto- Carnevale, alle sei di sera, la direzione
rizia, nel cambiamento dell’assetto aziendale dà l’ordine di fermata degli
proprietario della terra, nel varo di un impianti in risposta alle forme di lotta
nuovo Piano di Rinascita la possibilità operaia, ritenute insostenibili per l’a-
di fronteggiare le cause del fenomeno zienda, le sale da ballo si svuotano e
criminale. operai e popolazione scendono dai
LE LOTTE OPERAIE Alla fine del 1973 la paesi a O. per rimettere in marcia gli
lotta operaia si fa particolarmente in- impianti. Da questo episodio e da altri
cisiva, arrivando all’espulsione tempo- successivi la lotta operaia entra nell’e-
ranea dalla fabbrica della direzione pica popolare e nelle stesse manifesta-
aziendale in opposizione ai licenzia- zioni del folclore, confermando da una
menti degli operai delle imprese parte l’intelligenza e l’adattabilità
esterne. Il CdF e le organizzazioni sin- delle popolazioni barbaricine al ciclo
dacali sviluppano una piattaforma ter- produttivo industriale e dall’altra ri-
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nagrafe 35 e nuovi iscritti 32. Tra i prin- più antica chiesa di monaci probabil-
cipali indicatori economici: depositi mente bizantini i cui resti sono stati
bancari 37 in miliardi di lire; imponi- scoperti durante lavori di restauro,
bile medio IRPEF 16 739 in migliaia di nel 1975. L’edificio è in trachite nera e
lire; versamenti ICI 770; aziende agri- violacea, di grande eleganza; fu co-
cole 189; imprese commerciali 134; struito in forme romaniche con una
esercizi pubblici 20; esercizi all’in- pianta a croce commissa, a una sola na-
grosso 2; esercizi al dettaglio 41; ambu- vata absidata e con copertura a ca-
lanti 1. Tra gli indicatori sociali: occu- priate in legno. La facciata è divisa in
pati 696; disoccupati 98; inoccupati due specchi e un frontone scanditi da
259; laureati 20; diplomati 168; con li- arcatelle su lesene. Nel primo spec-
cenza media 922; con licenza elemen- chio si apre il portale architravato e fi-
tare 828; analfabeti 93; automezzi cir- gurano tre specchi bicromi con losan-
colanti 742; abbonamenti TV 626. ghe; nel secondo specchio si aprono
una bifora e due losanghe bicrome;
nel frontone che corona la facciata si
aprono bacini ceramici policromi. Al-
l’interno ospita il famoso polittico di O.
del secolo XIV che raffigura tra l’altro
il giovane Mariano IV. Località di
grande interesse è quella dei Bagni di
Oddini, località situata a 9 km circa
dall’abitato sulla strada per Bolotana;
nel sito sono stati individuati i resti di
un complesso termale romano con va-
sche e fondazioni degli ambienti di ser-
Ottana – Un merdùle. vizio. A poca distanza nel Medioevo
sorgeva il villaggio di Oddini (=) di cui
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter- rimangono le tre chiese di San Giorgio,
ritorio è particolarmente ricco di siti Sant’Elia e San Pietro, quest’ultima co-
del periodo nuragico tra i quali i nura- struita in forme romanico-pisane si-
ghi Badde Suergiu, Bangelio, Bidinan- mili a quelle della cattedrale di San
nari, Bigozzi, Birrone, Bisolio, Bitta- Nicola.
leo, Bruscas, Ereulas, Gaddone, Ga- & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Ti-
rule, Murru Rugiu, Pedra ’e Frascu, Pi- pica e di grande tradizione è la festa
redu, Porchiles, Prantas Ladas, Preda per Sant’Antonio Abate. Si svolge il 16
’e Soru, Semideu, Sen’Acca, Serra e 17 gennaio con l’accensione di un falò
S’Ozzastru, Singraris, Sirbas, Su Furru nella piazza della chiesa di San Nicola
’e Sa Teula, Su Gatto, Su Muntone, Toc- e di altri falò nei vari quartieri del vil-
cori, Turodulone, Unena. laggio; attorno al falò principale, ri-
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE chiamati dal suono prodotto dallo sfre-
E AMBIENTALE L’abitato, che nel cen- gamento di una chiave su un piatto di
tro storico ha conservato l’impianto ur- bronzo (s’affuente), compaiono le tipi-
banistico tradizionale, è dominato che maschere locali: i boes e i merdùles
dalla chiesa di San Nicola, costruita (uomini e animali) e la filonzana (la fi-
nel secolo XII, in concomitanza con la latrice) che sfilano, danzano e mimano
presenza della sede vescovile, su una scene di lotta dando vita a scene alle-
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Otti Antico villaggio del giudicato di 1990 la rivista ‘‘Fuego’’, e nel 1996 pro-
Torres, compreso nella curatoria di getta e realizza con altri la rivista
Montacuto. Dopo l’estinzione della di- ‘‘Mondo Naif ’’; si susseguono da quel
nastia giudicale fu lungamente con- momento i lavori di sceneggiatura e le
teso tra Arborea, Doria e i Pisani che nuove realizzazioni: nel 1999 nasce la
amministravano il giudicato di Gal- serie ‘‘Loving the Alien’’ e nel 2000
lura. Conquistata la Sardegna dagli ‘‘London Sushi’’. Vince nel 1988 il pre-
Aragonesi, nel 1339 entrò a far parte mio ‘‘Caran d’Ache’’ come migliore il-
delle concessioni fatte da Pietro IV a lustratore all’EXPO Cartoon di Roma.
Giovanni d’Arborea; in seguito fu di Ottonello, Paolo Psichiatra (Cuglieri
fatto annesso al giudicato d’Arborea. 1898-Bologna 1959). Dopo avere preso
Dopo la battaglia di Sanluri, venuto parte alla prima guerra mondiale si
meno nel 1409 il giudicato, O. entrò a laureò giovanissimo in Medicina nel
far parte del grande feudo concesso 1922 a Sassari, dove iniziò la sua car-
nel 1421 a Bernardo Centelles. Nel riera universitaria. Dopo alcuni anni
corso del secolo successivo cominciò a passò all’Università di Pavia e succes-
spopolarsi ed entro la fine del secolo sivamente a quella di Parma. Nel 1951
XVI gli ultimi abitanti lasciarono il vil- infine fu chiamato a insegnare presso
laggio e si trasferirono a Oschiri. Esi- l’Università di Bologna; studioso di
ste ancora la chiesa di Santa Maria di grande valore, ha lasciato numerose
O., parrocchiale dello scomparso vil- pubblicazioni, tra cui Fattori carenziali
laggio, situata a qualche chilometro da nella genesi delle degenerazioni prima-
Oschiri. Fu costruita nella seconda rie del midollo spinale, «argomento – è
metà del secolo XII in forme romani- stato scritto in una sua commemora-
che, utilizzando conci di trachite rossa- zione – che l’autore tenne come motivo
stra; ha un’unica navata e l’abside, la di feconda ricerca ulteriore e che vari
copertura è a volta. La facciata, priva anni dopo sviluppò in pieno sul piano
di ingresso, era ingentilita da un cam- clinico e sperimentale; fin dal 1942 e
paniletto a vela abbattuto da un ful- 1944 rilevò fra i primi studiosi del
mine e ricostruito successivamente. mondo una stretta correlazione fra l’it-
L’ingresso si apre nel fianco meridio- tero nucleare di neonati e certe gravi
nale dell’edificio. sindromi neurologiche». Morı̀ a Bolo-
Otto Gabos (pseud. di Mario Rivelli) Illu- gna, ma volle che la sua salma tornasse
stratore (n. Cagliari, sec. XX). Laureato alla terra natale.
al DAMS di Bologna, si occupa di con- Oulomar Famiglia originaria di Bar-
sulenza d’immagine e progettazione cellona (sec. XIV). Vi appartenne un
per l’agenzia di servizi Teico di Bolo- Guglielmo, consigliere dell’infante Al-
gna, e, in campo televisivo, partecipa ai fonso, che nel 1323 prese parte alla spe-
gruppi di lavoro della sezione Media- dizione di conquista della Sardegna e
set marketing-nuove proposte. Pub- negli anni successivi si stabilı̀ nell’i-
blica le sue illustrazioni sia su riviste – sola acquistandovi reputazione e al-
‘‘Frigidaire’’, ‘‘Acca Parlante’’, ‘‘Icaro’’ cuni feudi. I suoi discendenti, scop-
– che su libri: ha curato la copertina e piata la prima guerra tra Mariano IV e
le immagini di Sotto le bombe di maggio, Pietro IV, non furono in grado di con-
La macchina del cervello e La partita servare i feudi e scomparvero poco
più bella del mondo, tutti per la Conda- prima dello scoppio della seconda
ghes. Nel settore del fumetto, fonda nel guerra tra Aragona e Arborea.
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Vittorio Angius ha lasciato una precisa un miglior sistema. Chi conosce i siti
testimonianza: «Popolazione. Sono in intende pure quanto fieno potrebbero
O. anime 997, distinte in maggiori, ma- questi paesani preparare all’alimento
schi 305, femmine 317, e minori, ma- del bestiame nella stagione invernale,
schi 185, femmine 190, distribuite in fa- quando i pascoli sono ricoperti di ne-
miglie 230. I numeri medi del movi- vazzo, se profittassero di tutti quei
mento sono, nascite 40, morti 24, matri- tratti di terreno che si possono facil-
moni 13. Degli ovoddesi 150 sono appli- mente irrigare. Ma finché non rifor-
cati all’agricoltura, 185 alla pastorizia, misi l’attuale sistema pastorale non si
15 a’ mestieri, e 12 a piccoli negozi. Le profitterà de’ benefici della natura. I
donne lavorano per la tessitura, e nelle capi del bestiame ovoddesi sono notati
buone stagioni coltivano gli orti e rac- nelle solite distinzioni da’ numeri se-
cogliono i frutti. La scuola elementare guenti. Bestiame manso: buoi per il
suole ricevere 15 fanciulli, e in tutto il servigio agrario e per vettureggia-
paese non sono più di 30 le persone che mento 140, vacche mannalite 40, ca-
sappiano leggere e scrivere. Agricol- valli e cavalle 110, majali 85. Bestiame
tura. Ristretta assai quest’arte in altri rude: vacche 650, capre 2500, porci
tempi, finché si riformò l’opinione che 1200, pecore 3600. I formaggi sono sti-
spregiava come servili i lavori agrari, mati per la bontà». Nel 1821 O. fu in-
poscia crebbe e si estese la superficie cluso nella provincia di Nuoro e
coltivata. Il terreno in molte parti è as- quando nel 1848 furono abolite le pro-
sai fertile e compensa liberalmente le vince entrò a far parte dell’omonima
fatiche. La quantità di semi che si divisione amministrativa fino al 1859.
danno a’ terreni solcati, o lavorati con Abolite in quell’anno le divisioni am-
la zappa, è approssimativamente come ministrative e ripristinate le province,
segue: starelli di grano 200. D’orzo 450, fu incluso in quella di Sassari e solo nel
e di legumi 60. I fagiuoli di O. sono sti- 1927 tornò a far parte di quella di
mati. La fruttificazione ordinaria del Nuoro quando fu definitivamente rico-
frumento è al 10, dell’orzo al 12, de’ le- stituita.
gumi al 16. Si coltivano le erbe ortensi, & ECONOMIA Le attività di base della
ma in poche specie. La seminagione sua economia sono l’allevamento del
delle patate si va distendendo, la pro- bestiame, in particolare ovini e bovini,
duzione è notevole, la bontà non infe- e anche suini sebbene in misura mi-
riore alla qualità delle fonnesi. Gli al- nore; e l’agricoltura, in particolare la
beri fruttiferi sono in numero conside- viticoltura, la frutticoltura, l’olivicol-
revole, e le specie più comuni, peri, tura. Negli ultimi decenni si sta svilup-
noci, castagni. Le vigne hanno un’area pando anche l’attività industriale nel
ristretta, producono poco, e il mosto dà settore estrattivo, in quello alimentare
un vino poco gradito al gusto. Una por- e in quello dei laterizi. È poco organiz-
zione si brucia per acquavite. Senza le zata la rete di distribuzione commer-
vigne è chiuso in vera proprietà uno ciale. Vi operano tre aziende agrituri-
spazio complessivo di circa 250 sta- stiche con 23 posti letto a sostegno del
relli, dove o si semina o si tengono gli nascente turismo. Servizi. O. è colle-
animali a pastura. Pastorizia. I salti gato da autolinee agli altri centri della
ovoddesi abbondano di pascoli nelle provincia. Dispone di stazione dei Ca-
stagioni migliori, e potrebbero nutrire rabinieri, medico, guardia medica, far-
maggior quantità di bestiame se fosse macia, scuola dell’obbligo, sportelli
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glio 30. Tra gli indicatori sociali: occu- festa tradizionale più interessante è
pati 517; disoccupati 90; inoccupati 88; quella del Carnevale: culmina in un
laureati 19; diplomati 163; con licenza giorno inconsueto, il Mercoledı̀ delle
media 561; con licenza elementare 579; Ceneri, e coinvolge tutti gli abitanti
analfabeti 45; automezzi circolanti 654; del villaggio che sfilano per le strade
abbonamenti TV 451. mascherati in abbigliamenti fantasiosi
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
e col viso sporco di fuliggine. La pro-
cessione trascina un grande pupazzo
ritorio conserva numerosi siti nuragici
detto Don Conte, che è ritenuto respon-
tra cui i nuraghi Boninu, Campus, Co-
sabile dei mali del villaggio. Sul far
sti, Finonele, Istedorro, Ladu, Monte
della sera le maschere si fermano nella
Maguri, Nieddio, Oseli, Padru Boe, Sa
piazza principale dove viene celebrato
Corrada. Il sito più interessante è
il processo a Don Conte che, ricono-
quello di Oseli, che comprende nura-
sciuto colpevole, viene impiccato e
ghe e villaggio nuragico a qualche chi-
bruciato.
lometro dall’abitato in un ambiente
ricco di vegetazione. Il villaggio è costi-
tuito da numerose capanne circolari
ma non è stato ancora sufficiente-
mente studiato.
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
RALE L’assetto urbanistico tradizio-
nale è perfettamente conservato; l’edi-
ficio di maggior rilievo è la chiesa di
San Giorgio, parrocchiale costruita
nel secolo XVII in forme tardogotiche.
Ha l’impianto a una navata completata
da alcune cappelle laterali e dal pre- Ozieri – Nuraghe Burghidu.
sbiterio; la copertura è a volte a botte.
All’interno conserva una bella statua Ozieri Comune della provincia di Sas-
lignea del Seicento e altri interessanti sari, sede della VI Comunità montana,
arredi; poco distante sorge il massiccio con 11 298 abitanti (al 2004), posto a 390
campanile edificato nel 1798. Altro edi- m sul livello del mare al centro del Lo-
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blusa molto attillata di seta nera (su co- ed erano cinti da fortificazioni; essi
rittu) chiusa sul davanti con ganci o hanno restituito molte suppellettili di
bottoni; e dalla gonna (sa unnedda) di ogni tipo che suggeriscono l’esistenza
seta nera plissettata. Sopra la gonna di una società complessa, dedita all’a-
era il grembiule (su pannellu) di seta gricoltura ma anche alla caccia e alla
nera. L’abbigliamento era completato pesca. Molto sviluppata fu la fabbrica-
da un fazzoletto di seta bianca (su mu- zione della ceramica, che può essere
caloru) legato sotto il mento, sopra il classificata secondo tre tipi: la cera-
quale veniva portato un fazzoletto di mica liscia senza alcun ornato; la cera-
seta nera damascata di notevoli pro- mica decorata con incisioni e graffiti,
porzioni (su mantu). L’abbigliamento molto importante per le rappresenta-
tradizionale dell’uomo era costituito zioni della figura umana; la ceramica
dalla camicia (su entone) di tela bianca dipinta o, meglio, colorata. Accanto
a collo alto con le punte ripiegate agli oggetti in ceramica di vario tipo,
chiusa da bottoncini di filo; e dai cal- sono ascrivibili a questa cultura molti
zoni (sos calzones) di orbace nero con oggetti in pietra, ornamenti in argento
tasche. Sopra la camicia si indossava fabbricati con tecniche primordiali,
la giacca molto aderente (su corittu) di ornamenti e piccoli oggetti in rame. Ca-
terziopelo verde smeraldo o rosso a ratteristica fondamentale di questa
doppio petto, chiusa da due file di bot- cultura sono le sepolture a domus de
toncini; e un cappottino (gabbanella) janas (=) che fanno pensare a un evo-
con cappuccio e grandi tasche. Com- luto culto dei morti.
pletava l’abbigliamento la classica ber- Principali siti della cultura di Ozieri:
ritta di panno di lana nero corta. Tra le Alghero, Grotta Verde, Grotta Rureu,
feste che si celebrano a O. la maggiore è domus de janas di Porto Ferro, necro-
quella che si svolge a fine settembre, poli a domus de janas di Anghelu Ruju,
per la Madonna del Rimedio: prevede necropoli a domus de janas di Santu
processione, canti, balli e numerose al- Pedru; Anela, necropoli a domus de ja-
tre manifestazioni di cultura popolare nas di Sos Furrighesos; Arzachena, ri-
e di folclore. paro sotto la roccia di Monte Incapid-
datu, stazione di Pilastru; Asuni, sta-
Ozieri, cultura di Nome con cui viene
zione di Asuni; Baunei, grotta di Su Ma-
indicato il Neolitico recente in Sarde-
rinaru; Borutta, grotta di Ulari; Busa-
gna, collocabile tra il 3240 e il 2360 a.C.
Prende il nome dalla Grotta di San Mi- chi, necropoli a domus de janas di Cam-
chele ai Cappuccini di Ozieri, nella pumajore; Cabras, stazione di Cuccuru
quale tra il 1914 e il 1949 furono con- Arrius, stazione di S’Arrieddu, stazioni
dotti gli scavi che portarono all’identi- di Conca Illonis I e II, stazione di San
ficazione dei caratteri di questa cul- Salvatore, grotta di Is Aruttas; Cagliari,
tura (che infatti è conosciuta anche necropoli di Sa Duchessa, via Basili-
come ‘‘cultura di San Michele’’). Fu cata, Monte Claro, stazione di via Is Ma-
una cultura portata da gruppi umani glias, stazione di Marina Piccola,
che si stabilirono in Sardegna per cer- Grotta di San Bartolomeo, Grotta dei
care metalli e che vissero inizialmente Colombi; Capoterra, stazione di Santa
in caverne, ma che successivamente Gilla; Carbonia, stazione di Barbusi,
formarono villaggi dando vita a una so- stazione del Poliambulatorio, Grotta
cietà di tipo urbano. I villaggi erano si- dei Fiori, Grotta ACAI, domus de janas
tuati strategicamente su punti elevati di Monte Crobu; Cuglieri, necropoli a
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volta in volta hanno compreso) il rac- primi anni, la cerimonia finale del pre-
conto in prosa, il teatro, la saggistica, mio (il verdetto della giuria e la procla-
la traduzione: da due decenni esiste mazione dei vincitori) sono entrati a
anche una sezione riservata alla poe- far parte a pieno titolo della storia
sia degli emigranti, organizzata sotto il della letteratura in lingua sarda, se-
patrocinio del ‘‘Messaggero Sardo’’ gnando di anno in anno i progressi
(=). Il premio è diventato cosı̀ il mo- compiuti non solo nella conoscenza di
mento più alto per verificare lo stato poeti e della loro produzione, ma an-
di evoluzione della poesia in lingua che nella consapevolezza di ciò che è
sarda: i dibattiti e le polemiche che vivo e ciò che è morto nella tradizione
hanno accompagnato, soprattutto nei della poesia in Sardegna.
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circa. Subito dopo le p. sono immerse dente. A 2 km dal paese, sulla strada
in un infuso di zucchero, sgocciolate, per Sardara, si trova la stazione lungo
nuovamente disposte in una teglia in- la linea ferroviaria Cagliari-Oristano.
farinata e rimesse al fuoco per pochi & STORIA Il territorio è ricco di testi-
minuti. monianze archeologiche che dimo-
Paberile Termine con cui veniva indi- strano la continuità dell’insediamento
cata la parte del vidazzone che di anno umano fin dall’età nuragica. In età ro-
in anno non veniva coltivata ma la- mana vi si sviluppò il centro di Pavilio
sciata a riposo agricolo. Il p. ogni anno che assunse una certa importanza per
veniva individuato a maggio; una volta la sua posizione lungo la strada che da
avvenuta la semina, gli abitanti della Carales portava a Turris Lybisonis. Nei
comunità cui il vidazzone era perti- secoli successivi l’abitato si sviluppò
nente potevano far pascolare il loro be- nei pressi della chiesa campestre di
stiame nei campi non seminati in base San Lussorio, divenne villaggio di con-
a un antichissimo diritto di comunione fine del giudicato d’Arborea e fu in-
gratuita che esercitavano nei confronti cluso nella curatoria di Monreale. Ca-
del paberile. Il pascolo degli animali duto il giudicato d’Arborea, P. passò
era sorvegliato e disciplinato dai majo- sotto il controllo diretto del re che non
res de pardu. cedette alle forti pressioni del conte di
Pabillonis Comune della provincia del Quirra e del marchese d’Oristano che
Medio Campidano, compreso nella avrebbero voluto acquisirlo unita-
XVIII Comunità montana, con 3044 abi- mente al Monreale. Nel 1421 entrò a
tanti (al 2004), posto a 40 m sul livello far parte del grande feudo concesso a
del mare a nord-ovest di San Gavino Raimondo Guglielmo Moncada ai cui
Monreale. Regione storica: Monreale. discendenti fu confiscato nel 1454. Su-
Diocesi di Ales-Terralba. bito dopo P. entrò nel feudo acquistato
& TERRITORIO Il territorio comunale, da Pietro di Besalù che però non fu in
di forma grosso modo trapezoidale, si grado di pagare il prezzo convenuto
estende per 37,56 km2 e confina a nord per l’acquisto. Per conservarne il pos-
con San Nicolò d’Arcidano e Mogoro, a sesso, minacciato dai creditori a causa
est con Sardara e con San Gavino Mon- dei troppi debiti contratti, egli chiese
reale, a sud ancora con San Gavino e l’aiuto finanziario del suocero il conte
con Gonnosfanadiga e a ovest con Gu- di Quirra. Dopo la morte del conte, l’e-
spini. Si tratta della parte centrale redità passò all’unica figlia Violante e
della pianura campidanese, fertile e per lei al marito Dalmazio Carroz. Que-
ricca di acque: nei pressi dell’abitato sti nel 1477 chiese al Besalù la restitu-
scorrono sia il rio Mannu, che si dirige zione delle somme che gli erano state
verso gli stagni di San Giovanni e di prestate e di fronte al rifiuto fece occu-
Marceddı̀, sia alcuni dei suoi affluenti. pare militarmente il territorio. Cosı̀ P.
Il paese si trova a ovest della super- passò nelle mani del Carroz che lo in-
strada Cagliari-Sassari, alla quale è cluse nel grande feudo di Quirra. A par-
collegato da due bretelle, una verso tire da quel momento il villaggio condi-
Mogoro e l’altra verso Sardara; altri vise le vicende del grande feudo;
collegamenti si dirigono a raggera estinti i Bertran Carroz P. passò ai Cen-
verso San Gavino a sud, verso Guspini telles che continuarono a tenerlo fino
a sud-ovest, e con due diversi tracciati all’estinzione. Nel corso del secolo XVI
verso la statale 126 che passa a occi- il villaggio subı̀ ripetutamente gli at-
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tacchi dei corsari barbareschi e nel nelle seguenti medie, nascite 54, morti
1584 fu distrutto e abbandonato. Du- 30, matrimoni 20. Agricoltura. Nell’a-
rante il secolo XVII i Centelles fecero gro pabillonese sono molte regioni di
bonificare le paludi situate nel territo- suolo fecondissimo, nelle quali quando
rio circostante e il villaggio risorse nel le pioggie vengono opportune i semi-
sito attuale. I feudatari provvidero an- nati prosperano maravigliosamente.
che a riorganizzarne l’amministra- La grandezza della superficie che an-
zione limitando fortemente l’autono- nualmente coltivasi, fra vigne, orti,
mia della comunità; nel complesso giardini, e chiusi, si può computare di
però la loro lontananza rese meno gra- starelli 2500, mentre i terreni colti
vose le condizioni dei vassalli che, gra- della vidazzone aperta si posson deter-
zie alla disponibilità dell’argilla, svi- minare di circa 1000 starelli. La quan-
lupparono un fiorente artigianato tità de’ semi che si danno a’ solchi sono
della ceramica che diede notorietà al approssimativamente, starelli di grano
paese. Nella seconda metà del secolo P. 2000, d’orzo 500, di fave 400, di legumi
passò dopo una lunga lite ereditaria ai 100, di lino 120. La fruttificazione di
Català e da questi agli Osorio ai quali fu questi semi in anno di ordinaria ferti-
riscattato dal Regno di Sardegna nel lità è nella comune del 10 per il grano,
1839. Troviamo notizie sul paese, rela- del 15 per l’orzo, del 14 per le fave, del
tive alla seconda metà dell’Ottocento, 16 pei legumi. Di lino raccogliesi il dop-
nella scheda che Vittorio Angius stese pio del seme e quintali 140 di fibra. Le
per il Dizionario del Casalis, dove è vigne comprendono un’area di circa
scritto tra l’altro: «Popolazione. Nel- 400 starelli, dove, non compresi gli
l’anno 1844 erano in P. anime 1309, di- spazi alberati e vacui, potrebbe essere
stinte in maggiori di anni 20, maschi un milione di fondi, e tuttavolta ap-
396, femmine 400, e in minori, maschi pena ce ne saranno 600 000, il frutto
265, femmine 248, distribuite in fami- dei quali devesi calcolare a circa 3500
glie 315. I pabillonesi sono diligenti marigas o brocche, che equivarreb-
nella fatica, hanno della attività, e in bero a quartieri 35 000. Fra le varie
alcuni mostransi industriosi. È per sorta di uve predomina la vernaccia e
questo che in meno di cinquant’anni la il nuragus, le altre sono molto più rare,
popolazione è cresciuta al doppio. La e in molto minor numero il bovali e il
principale loro professione è l’agricol- cannonàu. I pascoli pabillonesi abbon-
tura, alla quale danno opera speciale dano in certi tempi, scarseggiano o
quattrocento circa persone, mentre mancano in altri, e in questo ultimo
quelli che sono particolarmente appli- caso muojono le bestie per il digiuno,
cati alla pastorizia posson sommare a mentre nella penuria dimagriscono e
60, gli altri che praticano i mestieri di producon poco latte, e nella troppa ab-
vasai, muratori, falegnami, ferrari, bondanza sono decimate per malattie,
scarpari, sarti, ecc. non pajono in to- alle quali i pastori non sanno porger
tale più di 50. Le malattie, cui van sog- rimedio. Il totale dei capi che si educa-
getti, sono infiammazioni di vario ge- vano si è computato di seimila e più,
nere, febbri intermittenti e perniciose, numerandosi nell’anno sunnotato: nel
fisconie idrominali, idropisie. Alle bestiame manso buoi 600, cavalli 150,
cure sanitarie non si ha che un chi- majali 200, giumenti 350. Nel bestiame
rurgo, e un flebotomo. Il movimento rude vacche 550, cavalle 150, porci 300.
della popolazione si può determinare Non si hanno capre, perché i salti non
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producon il pascolo che piace alle me- mine 1567; famiglie 1047. La tendenza
desime. I formaggi sono di pochissimo complessiva rivelava una diminuzione
pregio per la malintesa manipola- della popolazione, con morti per anno
zione. Apicultura. Pochi han cura delle 22 e nati 23; cancellati dall’anagrafe 58
api, e però devesi domandare da altre e nuovi iscritti 38. Tra i principali indi-
parti il miele e la cera, che potrebbesi catori economici: imponibile medio
avere senza spesa». Nel 1821 P. fu in- IRPEF 11 178 in migliaia di lire; versa-
cluso nella provincia di Iglesias; menti ICI 955; aziende agricole 296; im-
quando nel 1848 le province furono prese commerciali 116; esercizi pub-
abolite, entrò a far parte della divi- blici 20; esercizi al dettaglio 60; ambu-
sione amministrativa di Cagliari. Nel lanti 4. Tra gli indicatori sociali: occu-
1859 fu compreso nella ricostituita pati 750; disoccupati 259; inoccupati
omonima provincia; nel corso del se- 258; laureati 24; diplomati 293; con li-
colo la sua economia si sviluppò e la cenza media 1062; con licenza elemen-
popolazione cominciò a crescere. Ne- tare 899; analfabeti 151; automezzi cir-
gli ultimi anni P. ha preso parte attiva colanti 906; abbonamenti TV 685.
ai dibattiti che hanno portato alla co- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nel
stituzione della provincia del Medio territorio di P. si trovano alcuni nura-
Campidano e vi ha aderito. ghi, tra il quali il nuraghe Melas, dalla
& ECONOMIA Le attività di base della struttura polilobata, situato su un’al-
sua economia sono l’agricoltura, in tura a qualche chilometro dall’abitato.
particolare la cerealicoltura, la frutti- La torre centrale è perfettamente con-
coltura e l’orticoltura, e l’allevamento servata, mentre l’antemurale e le torri
del bestiame, soprattutto bovini e laterali hanno subito qualche crollo; la
ovini, in misura minore suini. Negli ul- muratura del nuraghe riveste però un
timi decenni si sta sviluppando anche interesse singolare in quanto i massi
l’attività industriale con alcune pic- da cui è formata sono tenuti insieme
cole imprese nei settori alimentare, da malte cementizie, cosa del tutto in-
chimico e meccanico. È discretamente solita in questo genere di costruzioni.
articolata la rete di distribuzione com- In località Santu Luxuri, nelle prossi-
merciale. Vi opera anche un ristorante. mità del rio Mogoro, si trova un altro
Artigianato. Di particolare rilievo nuraghe polilobato, parzialmente crol-
sono le attività artigianali che si ba- lato, di cui si possono individuare al-
sano in particolare sulla produzione cune delle torri e le cortine di raccordo
delle famose suppellettili in terracotta dell’antemurale. Il complesso attende
(brocche e altre stoviglie) e sulla pro- di essere studiato e scavato, ma sembra
duzione di cestini di ogni tipo. Servizi. sia stato utilizzato ancora nel periodo
P. è collegato da autolinee e dalla ferro- punico come luogo di sepoltura. A poca
via agli altri centri della provincia. È distanza dal nuraghe infatti sorgeva un
dotato di Pro Loco, stazione dei Cara- villaggio, abitato entro un periodo che
binieri, medico, guardia medica, far- va dal secolo IV a.C. al secolo VI d.C.,
macia, scuola dell’obbligo, sportello del quale sono visibili alcuni resti
bancario. Possiede una Biblioteca co- come blocchi squadrati e opere in ma-
munale. teriale laterizio. Questo sito ha reso ce-
& DATI STATISTICI Al censimento del ramiche di varia epoca, monete e altri
2001 la popolazione contava 3130 unità, manufatti. Poco distante dai ruderi
di cui stranieri 100; maschi 1563; fem- sorge la chiesetta di San Lussorio di
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probabili origini medioevali e comple- setta di San Lussorio in onore del santo
tamente ristrutturata in tempi recenti. titolare. Alla festa religiosa, da qual-
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- che anno, su iniziativa dei pastori del
RALE Per quanto in tempi recenti nu- paese, si svolge la sagra della pecora
merosi interventi edilizi abbiano mo- durante la quale vengono offerti a tutti
dificato il centro storico, il villaggio i presenti carne di pecora e formaggio
conserva in parte il suo assetto tradi- pecorino.
zionale con le case a corte in pietra Pabis, Emilio Medico militare (Ca-
che si affacciano sulle strade da bei gliari 1835-Sesto Fiorentino 1915). Con-
portali in pietra. L’edificio che meglio seguita la laurea, nel 1858 entrò nel
conserva le tradizioni storiche è la corpo della Sanità militare come me-
chiesa di San Giovanni Battista. L’edi- dico aggiunto e percorse una brillante
ficio risale al secolo XIV ma è stato nei carriera. Prese parte alle guerre per
secoli successivi fortemente ristruttu- l’indipendenza italiana e si guadagnò
rato; conserva un monumentale altare diverse decorazioni. In seguito fu di-
ligneo del secolo XVI di grande inte- rettore sanitario a Catanzaro per al-
resse artistico (monumento nazionale cuni anni e, dopo aver diretto la Sanità
dal 1929) e una campana del Seicento. di alcuni corpi d’armata, fu nominato
Altro interessante monumento è Santa generale medico.
Maria della Neve, chiesa parrocchiale
Pace del 1388 (o Pax ultima Sardiniae)
costruita nel secolo XVI e ampliata nel
Trattato firmato nell’aprile del 1388 tra
XVIII; ha un impianto a tre navate e il
il giudicato d’Arborea e il Regno di
presbiterio sopraelevato rispetto al-
Aragona di particolare rilievo nella
l’aula; la copertura è a volte a botte sor-
storia della Sardegna. Chiuse una
rette da sottarchi a tutto sesto. All’e-
lunga trattativa intercorsa tra i due
sterno la facciata è arricchita da un
stati per trovare una soluzione soddi-
portale incorniciato da lesene.
sfacente alla difficile situazione che la
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
lunga guerra tra Aragona e Arborea
memoria delle più antiche tradizioni aveva provocato nel corso dei decenni
della comunità rivive nella festa di precedenti. La trattativa fu condotta
San Giovanni Battista: le celebrazioni da Comita Pancia, vicecancelliere giu-
si svolgono il 24 giugno e il 29 agosto per dicale, e Ximene Perez de Arenòs, go-
ripetere lo scioglimento di un voto che vernatore generale del Regno di Sar-
gli abitanti fecero dopo che, secondo degna, al quale il re aveva rilasciato
un’antica leggenda, il santo li avrebbe una procura speciale. Il testo, che era
salvati da un’incursione di corsari bar- articolato in 15 punti, stabiliva il ri-
bareschi nascondendoli alla loro vista torno alla situazione territoriale del
con arbusti lungo le sponde del rio Pi- 1353. In base ad esso il giudicato d’Ar-
ras. In memoria di questo, la festa pre- borea avrebbe dovuto restituire al Re-
vede che una grande quantità di arbu- gno di Sardegna catalano-aragonese
sti (s’abiu) venga raccolta il 29 agosto tutti i territori che nel corso dei de-
sulle rive del fiume e portata in proces- cenni precedenti aveva acquisito e li-
sione su carri addobbati con magnifici berare dal giuramento di fedeltà tutte
arazzi. Dopo la processione i carri tor- le popolazioni che avevano giurato di
nano sulle rive del fiume dove vengono entrare a far parte dell’Arborea. In
benedetti. Altra importante festa si particolare si trattava di Sassari, la Ro-
svolge a metà settembre presso la chie- mangia, la Fluminargia, il castello di
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Osilo col Figulinas, il castello di Bon- tario dell’onomastica sarda della se-
vehı̀ nel Cabudabbas, il castello di Lon- conda metà del Trecento, ma anche
gonsardo, il castello della Fava con la fornendo una indicazione fondamen-
curatoria di Posada, il castello di Oro- tale (sia pure limitata) degli assetti so-
sei e il castello di Quirra con relativi ciali in quasi tutti i centri dell’isola. Il
distretti, Sanluri e la curatoria di Nu- trattato costituisce anche una testimo-
raminis, Villa di Chiesa con i territori nianza significativa di come Eleonora,
del Sulcis e del Cixerri: si trattava di pur di liberare il marito, fosse stata co-
un’imponente porzione del territorio stretta a rinunciare alle conquiste pre-
isolano che le guerre di Mariano IV ed cedentemente fatte. Le popolazioni ac-
Eleonora d’Arborea avevano ‘‘libe- cettarono malvolentieri le conse-
rato’’ dal dominio catalano-aragonese. guenze del trattato: questo spiega per-
Il trattato riconosceva all’Arborea tutti ché, quando Brancaleone tornò libero
gli altri territori ultragiudicali e a con la sua fuga dal Castello di Cagliari,
Brancaleone Doria ciò che rimaneva entro il 1391 fu possibile a Eleonora ri-
del patrimonio di famiglia (Castelge- baltare i termini degli accordi, riac-
novese, Monteleone Rocca Doria e re- cendere la guerra e riconquistare tutti
lativi territori). Poiché, in base al trat- i territori perduti.
tato, le comunità ne avrebbero dovuto Paci, Raffaele Economista (n. Sassari
discutere preventivamente i termini 1955). Dopo aver conseguito la laurea,
ed esprimere un voto di assenso o di si è dedicato all’insegnamento univer-
rifiuto, nel giro di dieci giorni furono sitario. Nel 1984 è diventato ricerca-
convocate a Oristano, Bosa e Castelge- tore di Economia dei Settori produt-
novese le Corone de logu e nei capoluo- tivi. Attualmente insegna presso la Fa-
ghi delle curatorie di Montacuto, Fun- coltà di Scienze politiche dell’Univer-
dimonte, Monreale, Serravalle, Mar- sità di Cagliari, di cui è anche preside.
ghine, Dore, Montiferru, Goceano, Bar- Ha dedicato molti dei suoi lavori allo
bagia di Ollolai e di Bitti, Anglona, Va- studio dell’economia contemporanea
lenza, Costavalle, Guilcier, Meilogu, della Sardegna: Sviluppo economico e
Campidano di Milis, Parte Montis, Ca- dipendenza 1951-1993, in Crescita eco-
budabbas, Campidano Maggiore, Mar- nomica e sistemi produttivi locali in Sar-
milla, Barigadu, Campidano di Sima- degna, 1997; L’economia della Sardegna
xis, Mandrolisai, Barbagia di Belvı̀ i negli anni Ottanta, in Studi e ricerche in
rappresentanti di tutte le ‘‘ville’’ fa- onore di Girolamo Sotgiu, II, 1993; Gli
centi parte di ciascuna curatoria. In effetti economici dell’integrazione euro-
particolare Oristano era rappresen- pea sulle aree periferiche. Il caso della
tata dai sindaci Nicolò Garau e Pietro Sardegna (con F. Manca e Francesco Pi-
de Sellario e da un centinaio di altri gliaru), ‘‘Rivista economica del Mezzo-
cittadini e mercanti; Bosa da Galeazzo giorno’’, VII, 2, 1993; Il ritardo econo-
Masala, sindaco, e da Sisinnio de La- mico della Sardegna. Ipotesi interpreta-
con, podestà di Bosa. Il documento è tive e strategie di intervento (con Fran-
importante perché oltre a permettere cesco Pigliaru e Marco Vannini), 1995.
di conoscere meglio l’apparato poli- Pacifico, Nazareno Consigliere regio-
tico-amministrativo del giudicato, nale (n. Cagliari 1955). Laureato in Me-
reca una grande quantità di nomi dei dicina, esercita la professione di me-
firmatari, non soltanto contribuendo dico e dal 1998 dirige il reparto Radio-
cosı̀ a una sorta di primo grande inven- logia presso l’ospedale ‘‘Sirai’’ di Car-
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quando, dopo l’espugnazione del ca- nevasi di anime 1892, distinte in mag-
stello di Monteleone, passò sotto il con- giori di anni 20, maschi 540, femmine
trollo diretto del re d’Aragona che con- 535, e minori, maschi 395, femmine 412,
cesse il villaggio in feudo a Pietro De distribuite in famiglie 570. Professioni.
Ferraria. Nel corso del secolo XVI i De De’ padriesi, 500 sono applicati all’a-
Ferraria introdussero nuovi pesanti gricoltura, 150 alla pastorizia, 50 a’ me-
tributi feudali e avviarono la modifica stieri di falegname, muratore, ferraro,
del sistema di elezione del majore limi- sarto, scarparo, ecc., 40 al vettureggia-
tando l’autonomia della comunità. mento e al negozio. Persone occupate
Non riuscirono però a evitare che na- nel ministerio ecclesiastico, preti 4,
scesse un contrasto tra gli abitanti di frati 15; nel ministerio sanitario 6, due
Padria e quelli di Pozzomaggiore per medici, un chirurgo, due flebotomi, un
il controllo dei pascoli del Pranu ’e farmacista; negli officii del comune 13,
Murtas. I De Ferraria si estinsero alla luogotenente giudice nell’assenza del
fine del Cinquecento e il villaggio fu giusdicente del mandamento, mag-
ereditato dai Cervellon del ramo di Se- giore di giustizia, censore locale, i con-
dilo. Durante il loro dominio P. fu am- siglieri e segretario del comune, e mae-
ministrato da un fattore baronale e il stro della scuola elementare. I princi-
sistema dei tributi feudali fu ulterior- pali che si occupano soltanto del go-
mente inasprito. Con il passaggio del verno delle loro proprietà saranno
Planu ’e Murtas a Pozzomaggiore, gli circa 50. Famiglie proprietarie di
abitanti di P. furono esclusi dallo sfrut- terre, bestiame o case, 458. Famiglie
tamento di quei pascoli e questo pro- nobili 3 con diciotto individui. Le
vocò ulteriori tensioni tra le due comu- donne, come altrove, lavorano il lino e
nità. Estinti i Cervellon nel 1681, dopo la lana, e i telai che sono quasi sempre
una lunga lite giudiziaria il villaggio in azione non pajono esser meno di 500.
passò ai Manca Guiso. I nuovi feuda- La scuola elementare è frequentata da
tari, che si estinsero nel 1788, riusci- circa 20 fanciulli, che sono il quarto di
rono a porre fine al dissidio con Pozzo- quelli che vi dovrebbero intervenire.
maggiore ma sostanzialmente la con- Dopo più di 24 anni da che è istituita
duzione del feudo non si modificò. questa scuola quanti ne han profittato?
Dopo un’altra lite col fisco che conside- Quanti in tutta la popolazione hanno in
rava il feudo devoluto, P. passò agli questa scuola imparato a leggere e a
Amat che continuarono a possedere il scrivere? In tutto il paese le persone
territorio fino al riscatto nel 1838. In che sappian queste cose tanto facili
quegli anni l’aspirazione degli abitanti sono forse non più di 70, compresi
a liberarsi dalla dipendenza feudale si quelli che han fatto altri studi e sono
faceva sempre più pressante e quando stati alle scuole di Sassari o di Alghero
nel 1795 scoppiarono i moti antifeudali o di Bosa. Agricoltura. Il padriese ha
essi vi presero parte. Nel 1821 P. fu in- terreni ottimi per i cereali, e se fossero
cluso nella provincia di Alghero fino al coltivati con miglior arte si avrebbero
1848, anno in cui le province furono frutti più copiosi e migliori. Ripeto la
abolite. Relative a questo periodo sto- proposta fatta agli ozieresi. Perché i
rico alcune note tratte dalla scheda padriesi benestanti non si quotizzano
che Vittorio Angius scrisse per il Dizio- a mantener in Cagliari nell’ospizio
nario del Casalis: «Popolazione. Nel- Carlo Felice uno o due giovani per es-
l’anno 1844 la popolazione di P. compo- sere eruditi nell’arte agraria? Una te-
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nue pensione sarebbe cagione del mi- del bestiame, ovini e bovini, in misura
glioramento dell’agricoltura. I numeri minore caprini ed equini; di buon li-
della ordinaria seminagione sono i se- vello la produzione del formaggio pe-
guenti: starelli di grano 2500, d’orzo corino. Inesistente l’attività indu-
500, di fave 450, di legumi 170, di lino striale e poco sviluppata la rete di di-
300, di meliga quanto vuolsene per una stribuzione commerciale. Vi opera an-
superficie di ari 6000, o di starelli 150. che un ristorante. Servizi. P. è collegato
Fruttifica soventi il grano all’8, l’orzo al da autolinee agli altri centri della pro-
10, le fave al 12, i legumi al 7, il lino in vincia. È dotato di stazione dei Carabi-
seme a starelli 5/2, in fibra a libbre 50 nieri, medico, farmacia, scuola dell’ob-
per starello. L’orticoltura non è molto bligo, sportello bancario. Possiede una
spiegata, comecché il terreno sia acco- Biblioteca comunale e il Museo ar-
modatissimo alla medesima e produca cheologico.
con lusso. Le vigne occupano una & DATI STATISTICI Al censimento del
estensione di circa 300 starelli, hanno 2001 la sua popolazione contava 861
forse diciotto varietà di uve, abbon- unità, di cui stranieri 2; maschi 431;
dano nella vendemmia, e danno comu- femmine 430; famiglie 364. La ten-
nemente circa quartare 90 000. Pastori- denza complessiva rivelava una dimi-
zia. Quelle regioni del padriese, che nuzione della popolazione, con morti
non pajono molto adattate a’ lavori per anno 14 e nati 2; cancellati dall’a-
agrari, sono ottime per la pastura delle nagrafe 13 e nuovi iscritti 12. Tra i prin-
varie specie, e in molte parti potreb- cipali indicatori economici: imponi-
bero formarsi prati da essere irrigati, bile medio IRPEF 12 507 in migliaia di
massime nella valle gurulitana, in lire; versamenti ICI 642; aziende agri-
quella di Buonvicino, e nell’altra del cole 158; imprese commerciali 54;
T. Speriamo che finalmente si ricono- esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio
scano i favori della natura e se ne 13; ambulanti 1. Tra gli indicatori so-
tragga quel giovamento, che persone ciali: occupati 203; disoccupati 52;
accorte ora deplorano negletto. Il be- inoccupati 44; laureati 15; diplomati
stiame de’ padriesi era nell’anno suin- 80; con licenza media 203; con licenza
dicato come nelle seguenti note: be- elementare 343; analfabeti 36; auto-
stiame manso: buoi per l’agricoltura e mezzi circolanti 304; abbonamenti TV
per il vettureggiamento 260, vacche 325.
mannalite adoperate negli stessi ser- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
vigi pressoché altrettanti capi, cavalli territorio è ricco di monumenti prenu-
e cavalle per sella e carico 182, majali ragici e nuragici e fu abitato continua-
132, giumenti 320. Bestiame rude: vac- tivamente dall’uomo. Tra le vestigia
che 100, vitelli e vitelle 300, capre 700, prenuragiche oltre alle domus de janas
caproni 200, pecore 4500, montoni 500, di Boddenare, Topoi, Pedru ’e Concas,
porci 500, cavalle 300». P. Entrò a far riveste grande interesse la località di
parte della divisione amministrativa Sos Caniles ’e Campusantu situata a
di Sassari fino al 1859, quando la pro- poca distanza dall’abitato. In tempi re-
vincia venne ricostituita. centi vi è stato messo in luce un villag-
& ECONOMIA Le attività di base della gio risalente alla cultura di Abealzu-
sua economia sono l’agricoltura, in Filigosa; lo scavo ha restituito una
particolare la cerealicoltura, la frutti- grande quantità di materiali dello
coltura, la viticoltura, e l’allevamento stesso periodo che oggi formano il nu-
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cleo del Museo archeologico. Del pe- vato le sue caratteristiche tradizionali
riodo nuragico restano numerosi nura- nel centro storico; l’edificio più signifi-
ghi tra cui quelli di Antoni Letze, Ba- cativo è la chiesa di Santa Giulia che fu
sciu, Bidighinzos, Casiddu, Chentu costruita nel 1520 in forme gotico-ara-
Maggiore, Commidda Demuru, Longu, gonesi. Ha una sola navata con presbi-
Mastru Gaspare, Monte Faia, Monte Su terio e cappelle laterali, la volta a cro-
Furru, Monte Ruju, Muros Rujos, Mura ciera nella navata e nelle cappelle la-
Upules, Pelcias, Piliga, Sa Iscala de terali a costolature radiali nel presbi-
Nughes, Sa Sea, Santa Pala, Santu Pe- terio. La facciata è scandita da archetti
dru, Santu Pedru ’e Concas, Sas Cheas, e possiede un bel portale ingentilito da
Sos Padres, Sos Nuragheddos, Su Nar- un rosone soprastante. A fianco della
vonitu, Su Padru, Turriggia, Vinza chiesa sorge un campanile cuspidato.
Longa, Zampis. Di grande interesse, Molto interessante è anche il Museo ar-
per questo periodo, alcuni villaggi nu- cheologico, situato in via Nazionale nei
ragici e la Tomba di giganti di Peddal- bei locali dell’ex Monte granatico. In
zos, risalente al Nuragico medio, di cui due grandi sale sono esposti materiali
rimane il solo corridoio in cui furono preistorici e di età storica provenienti
trovati i resti di scheletri ammassati dagli scavi effettuati nel territorio.
sul fondo e dei vasi del Bronzo medio & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A P. si
con resti di semi carbonizzati. Altro in- fa festa il 16 e 17 gennaio, per Sant’An-
teressante sito è quello di Funtana Co- tonio Abate, quando si accende il ri-
perta, una fonte sacra dove fu rinve- tuale falò; il 22 maggio per la patrona
nuto un trofeo di spade di grande sug- Santa Giulia, con processione e mani-
gestione, transitato poi da una colle- festazioni folcloristiche; e il 2 ottobre,
zione privata al Museo nazionale di ancora per Sant’Antonio, con falò, pro-
Sassari. Di grande rilievo sono i siti cessione, musiche e canti.
del periodo punico-romano tra i quali Padru1 Comune della provincia di Ol-
la località San Giuseppe dove sono stati bia-Tempio, compreso nella IV Comu-
individuati i resti di un’area sacra, de- nità montana, con 2109 abitanti (al
limitata da una potente muraglia, al 2004), posto a 171 m sul livello del
cui interno vi erano l’altare e la favissa, mare 20 km a sud di Olbia. Regione sto-
che ha restituito terrecotte ellenisti- rica: Terranova. Diocesi di Ozieri.
che e monete puniche e romane. Il san- & TERRITORIO Il territorio comunale
tuario, dedicato probabilmente a una si estende per 13 km2 comprendenti
divinità della salute, è stato scavato anche le frazioni di Biası̀, Sotza, Cut-
tra il 1973 e il 1975. A poca distanza da zola, Pedra Bianca, Sa Serra Ludurru
Campusantu sono venuti alla luce i re- e Sos Runcos, e confina a nord con Ol-
sti di una necropoli punico-romana. Il bia, a est con Loiri Porto San Paolo, a
sito più suggestivo però è la città di Gu- sud con un’isola amministrativa di
rulis, citata da Tolomeo, che si sten- Tempio e a ovest ancora con Tempio.
deva in corrispondenza dell’attuale Si tratta di un territorio di colline e mo-
tessuto urbano; l’acropoli è stata indi- deste montagne per lungo tempo spo-
viduata su di un poggio alla periferia e polato, e poi lentamente ripopolato da
vi si osserva una muraglia realizzata allevatori giunti dai paesi dell’interno,
con blocchi squadrati. in particolare Buddusò. Il paese si è
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- sviluppato nella vallata del rio Su
RALE Il tessuto urbanistico ha conser- Lernu, che scorre verso nord per con-
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fluire nel Padrogiano di Olbia. A rimase nelle mani del visconte di Nar-
oriente la valle è separata dal litorale bona e solo nel 1420 tornò in possesso
da una piccola catena che culmina nei del re e nel 1421 fu compreso nel
monti Casteddacciu (971 m) e Nieddu grande feudo concesso a Bernardo
(971) mentre a ovest si elevano Su Centelles. Nei secoli successivi passò
Laccu Canu (592), Sa Pianedda (820) e dai Centelles ai Borgia, ai Pimentel e
Pedralonga (719). Il paese comunica infine ai Tellez Giron ai quali fu riscat-
per mezzo di una strada secondaria tato. La sua importanza continuò a di-
che unisce Olbia con la statale 389, minuire e divenne frazione di Bud-
poco a nord di Alà dei Sardi; da questa dusò. Nel 1821 fu incluso nella provin-
si distacca all’altezza di P. una devia- cia di Ozieri, nel 1848 nella divisione
zione che si dirige verso la costa e rag- amministrativa di Sassari e dal 1859,
giunge la 125 Orientale sarda nei essendo state ricostituite le province,
pressi di San Teodoro. in quella di Sassari. Nel 1995, il 4 giu-
& STORIA Il suo territorio è ricco di gno, P. è divenuto comune autonomo;
testimonianze archeologiche a partire due giorni dopo il giornalista Damiano
dall’età nuragica ma l’attuale villaggio Pinna racconta nel quotidiano ‘‘La
è di origini medioevali. Era compreso Nuova Sardegna’’ l’avvenimento: «Il 4
nel giudicato di Torres e faceva parte giugno rimarrà una data storica per P.
della curatoria del Montacuto; dopo Ricorderà, infatti, il giorno in cui i cit-
l’estinzione della dinastia giudicale di tadini hanno sancito il distacco da
Torres fu conteso tra i Doria, Arborea e Buddusò per poter creare un proprio
i Pisani del giudicato di Gallura; alla comune autonomo. Il referendum po-
fine del secolo XIII i Doria, avendo polare è stato quasi un plebiscito per
prestato omaggio al re d’Aragona, ne dare il via libera all’autonomia. Oltre il
ebbero riconosciuto il possesso. In- 90% dei votanti ha infatti messo la
fatti, conclusa la conquista, P. entrò a croce sul sı̀ e soltanto poco più del 7%
far parte del Regnum Sardiniae ma ha manifestato il proprio diniego. Insi-
poco dopo, scoppiata la ribellione dei gnificanti dal punto di vista numerico
Doria, nel 1325 divenne teatro delle le schede nulle e bianche. Subito dopo
operazioni militari. Nel 1330 fu inve- la chiusura dei seggi si è alimentato un
stito dalle truppe di Raimondo Car- certo ottimismo, diventato poi una
dona ma la popolazione si mostrò ostile vera e propria euforia collettiva
nei confronti dei nuovi venuti e il suo quando sono arrivati i primi risultati
territorio fu devastato. Per tentare una dei seggi delle frazioni e di Buddusò
definitiva pacificazione, nel 1339, il re Comune. Si è continuato poi fino a
lo concesse in feudo a Giovanni d’Ar- tarda notte, con canti, balli e brindisi
borea. Negli anni seguenti, quando lo beneaugurali per il nuovo corso. Alla
sventurato principe cadde prigioniero chiusura dei seggi risultavano aver vo-
del fratello, il villaggio attraversò un tato oltre il 65% degli aventi diritto.
periodo di nuove tribolazioni e la po- Ora, dopo il beneplacito della cittadi-
polazione cominciò a diminuire. Scop- nanza, si aprirà il lungo iter alla Re-
piata la seconda guerra tra Mariano IV gione. Il nuovo comune si estende su
e Pietro IV, dal 1366 P. fu occupato dalle circa 13 000 ha e si trova in una posi-
truppe arborensi che lo tennero fino zione strategica molto importante: fa
alla caduta del giudicato nel 1409. praticamente da filtro fra la costa e le
Dopo la battaglia di Sanluri, il villaggio zone interne del Goceano. La popola-
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XVII, ma si estinsero nel corso del Set- ‘‘Paese del popolo, Il’’ Settimanale di
tecento. Cagliari. Uscı̀ tra l’agosto 1909 e il no-
Padulesa de Gunale Giudicessa di vembre 1910.
Gallura (Civita?, seconda metà sec. XI- Pafnuzio, san = Onofrio, santo
Pisa 1115). Figlia di Comita, sposò il
Paganos Creature demoniache. Nelle
giudice Torchitorio de Zori e ne appog-
più antiche tradizioni popolari sarde i
giò la politica tendente a conquistare
p. erano demoni antropomorfi gigante-
per il piccolo regno una posizione au-
schi e dall’animo malvagio; ad essi ve-
tonoma nei confronti del papa. Quando
nivano genericamente attribuiti la co-
nel 1113 Torchitorio morı̀, P. de G., mi-
struzione delle Tombe di giganti e degli
nacciata da suo cognato Ithocorre, fu
stessi nuraghi.
costretta a fuggire dalla Gallura e a ri-
fugiarsi a Pisa, mentre egli saliva sul Pagello = Zoologia della Sardegna
trono. P. de G. donò il suo patrimonio Pages Famiglia catalana (sec. XV). Ori-
all’Opera del Duomo di Pisa. ginaria del Rossiglione e residente a
‘‘Paese, Il’’1 Quotidiano e, in seguito, Perpignano, da dove gestiva una fitta
settimanale di Cagliari. Tra il luglio rete di commerci che interessavano il
1879 e il gennaio 1880 ebbe la veste di Mediterraneo occidentale, ebbe inte-
quotidiano, in seguito divenne un setti- ressi in Sardegna. Uno dei suoi mem-
manale. Fu diretto dall’avvocato Gio- bri, Giovanni, nella seconda metà del
vanni Ghivizzani; sostenne posizioni secolo XV estese i suoi traffici all’isola
moderate vicine a quelle di Cocco e nel 1481 ottenne in feudo la Barbagia
Ortu. ‘‘Politico-amministrativo’’, come di Belvı̀. Egli però fu costretto ad af-
diceva la testata, pubblicava anche un frontare l’ostilità dei vassalli che rifiu-
supplemento giuridico. tavano il vincolo feudale rivendicando
l’antico privilegio di dipendere diret-
‘‘Paese, Il’’2 Quotidiano di Cagliari.
tamente dalla Corona. Quando il feu-
Fondato da Umberto Cao, uscı̀ dal 1º
datario tentò di far valere i propri di-
gennaio 1905 al 4 agosto 1907. Era di-
ritti, la situazione precipitò e gli abi-
retto da Gustavo Paroletti. Dalle sue
tanti del feudo assunsero un atteggia-
colonne il proprietario-redattore con-
mento di ribellione che portava a con-
dusse la sua battaglia contro il ministro
tinui atti di violenza nei confronti del-
Cocco Ortu e contro ‘‘L’Unione sarda’’
l’amministrazione baronale. In queste
da posizioni radicali. Partecipò all’a-
condizioni, dopo la sua morte, nel 1496
spra polemica contro l’amministra-
suo figlio Francesco decise di rendere
zione Bacaredda, tanto da essere consi-
il feudo al fisco.
derato fra gli istigatori dei drammatici
tumulti popolari cagliaritani del mag- Pagliardi, Paolo Violinista (Cagliari
gio 1906. 1854-Milano, prima metà sec. XX). Pre-
3
‘‘Paese, Il’’ Settimanale di Cagliari. cocissimo, tenne il suo primo concerto
Uscı̀ dal maggio 1909 al dicembre 1910. a Como. Si stabilı̀ quindi in Lombardia,
Di tendenza socialista, condusse un’a- dove si fece apprezzare come composi-
zione fortemente critica delle posi- tore di marce e di ballabili. Suonò per
zioni di Giovanni Giolitti e propose anni come primo violino nell’orchestra
una linea politica unitaria tra sociali- del Teatro alla Scala di Milano.
sti, radicali e repubblicani. Per il con- Paglietti Famiglia cagliaritana (sec.
tenuto dei suoi articoli nella sua breve XVIII-esistente). Originaria di Torino,
vita subı̀ alcuni sequestri. si trasferı̀ a Cagliari nella seconda
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metà del secolo XVIII, quando un Gia- rati secondo formulari diversi ad arbi-
como fu chiamato a insegnare Medi- trio dei singoli speziali». Uomo di raffi-
cina presso l’Università di Cagliari. nata cultura, P. fu anche autore di rac-
Nel 1799, suo figlio Carlo, giudice della colte poetiche e di commedie italiane;
Reale Udienza, ottenne il cavalierato i suoi scritti più importanti sono però
ereditario e la nobiltà. Nel corso del- La salute del cittadino, ‘‘Calendario
l’Ottocento i P. continuarono a espri- sardo’’, 1779; Delle principali malattie,
mere distinti personaggi in tutti i in versi martelliani; Istruzione del pro-
campi. Attualmente la famiglia, molto tomedico di Sardegna, 1771; Descrizione
numerosa, continua a risiedere a Ca- delle malattie più frequenti in Sardegna,
gliari. rimasto incompiuto per la morte pre-
matura; Elementi di Medicina teorico-
Paglietti, Antonio Commerciante
pratica, testo (in latino) delle sue le-
(Porto Torres, sec. XX-?). Nato da una
zioni universitarie, andato disperso.
famiglia ben inserita nelle attività eco-
nomiche di Porto Torres, nel 1923 diri- Paglietti, Mario Pittore (Porto Torres
gente fascista di idee radicali, si ado- 1865-Sassari 1953). Giovanissimo fu in-
però per impedire la fusione con i sar- viato a Prato per completare i suoi
disti. Nel secondo dopoguerra fu tra i studi. Tornò a Sassari, dove apprese i
personaggi più importanti della sua rudimenti della pittura dal Galeazzo e
città: fu soprattutto la sua opposizione successivamente andò a Torino, dove
a far fallire, agli inizi degli anni Cin- frequentò l’Accademia Albertina, ma
quanta, il progetto di unificare in una non riuscı̀ a diplomarsi In seguito
sola entità comunale Sassari e la sua tornò in Sardegna aprendo studio a
‘‘madre’’ Porto Torres. Tra i suoi Sassari, dove si stabilı̀. «Ai primi del
scritti: I porti della Sardegna: Porto Tor- secolo – hanno scritto Giuliana Altea e
res, storia dal 1500 in poi, ‘‘Sardegna’’, I, Marco Magnani – P. è, si può dire, l’u-
1956. nico pittore operante a Sassari, ove si
astragga dalla turba dei decoratori, nel
Paglietti, Giacomo Giuseppe Proto-
cui terreno del resto egli è costretto
medico della Sardegna (Canale 1728-
ogni tanto a sconfinare, realizzando
Cagliari?, dopo 1779). Laureato in Me-
qualche insegna di negozio». Abile di-
dicina all’Università di Torino, fu no-
segnatore, padroneggiava il colore
minato professore di Medicina teorico-
come pochi, ma soprattutto era dotato
pratica presso l’Università di Cagliari
di un «temperamento di autentico rea-
nel 1764, l’anno della ‘‘restaurazione’’
lista, che gli permette di trar linfa pit-
boginiana di quell’ateneo. Lo stesso
torica non solo da temi a lui natural-
Bogino favorı̀ la sua promozione, nel
mente congeniali, quali il paesaggio,
1769, a protomedico della Sardegna.
la natura morta e le scene di vita popo-
In quegli anni mise mano a una Phar-
lare cittadina (come il noto Gli strilloni
macopœa Sardoa, edita dalla Stampe-
del 1896), ma anche dal ritratto»: fu
ria Reale cagliaritana nel 1773.
anzi il ritrattista preferito dalla buona
«L’opera – ha scritto Giuseppe Paglietti
società sassarese. Si specializzò anche
nella presentazione della ristampa
in arte sacra, eseguendo molti lavori
anastatica curata dall’editore Carlo
per le chiese della città e nelle parroc-
Delfino nel 1990 – mirava a fornire un
chiali di Tempio, Chiaramonti e Mores.
testo che potesse uniformare la prepa-
razione dei farmaci in Sardegna, giac- Paglietti, Ritarella Studiosa di storia
ché nell’isola questi venivano prepa- dell’arte (n. Cagliari 1941). Dopo es-
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sersi laureata in Lettere si è dedicata stia dei Lacon Serra, dopo la morte di
all’insegnamento nelle scuole secon- Barisone I fu tra i sostenitori di suo fi-
darie superiori. È autrice di alcuni in- glio Pietro I.
teressanti saggi, tra cui: L’arte figura-
Pais, Domenico Esperto dei problemi
tiva dai primi secoli dopo Cristo agli inizi
dell’agricoltura (sec. XX). Fu chiamato
del XIV secolo, in La Provincia di Ca-
come assessore regionale tecnico dal-
gliari, I, 1983.
l’ottobre 1951 al giugno 1953 nella se-
Pais Famiglia di Torralba (sec. XVII- conda giunta Crespellani durante la I
esistente). Le sue notizie risalgono al legislatura.
secolo XVII: in possesso di un notevole
patrimonio, si imparentò con nobili fa- Pais, Ettore1 Storico, senatore del Re-
miglie e nel 1718 ottenne con un Fran- gno (Borgo San Dalmazzo 1856-Roma
cesco Pais Zatrillas l’esenzione dal pa- 1939). Appartenente per parte di padre
gamento dei tributi feudali. Suo figlio, a una delle più nobili famiglie sarde,
un altro Francesco, nel 1747 ottenne il trascorse nell’isola parte della fanciul-
cavalierato ereditario e la nobiltà. I di- lezza. Allievo tra gli altri di Domenico
scendenti, divisi in diversi rami, conti- Comparetti e di Atto Vannucci, si lau-
nuarono a esprimere distinte persona- reò a 22 anni in Lettere discutendo una
lità e nel 1843 ottennero il titolo di ba- tesi sul riso sardonico. Iniziava cosı̀,
rone. con una ricerca filologica di argo-
mento sardo, una serie di fortunatis-
Pais, Alfredo Latinista (Cuneo 1855- simi studi di storia antica, molti dei
Genova 1895). Fratello di Ettore, dopo quali dedicati alla Sardegna, grazie ai
essersi laureato in Lettere classiche si quali P. è ancora oggi considerato uno
dedicò all’insegnamento del latino e dei massimi storici di Roma antica. A
del greco nei licei di diverse città d’Ita- partire dal 1878 resse il Ginnasio e il R.
lia. Per alcuni anni insegnò anche a Museo Antiquario dell’Università di
Sassari, da dove si trasferı̀ a Genova: Sassari; dal 1880 insegnò al Liceo di
in questa città si tolse inspiegabil- Sassari, trasferendosi quindi a Berlino
mente la vita nel 1895 a soli quaran- (1881-83), dove si perfezionò in Storia
t’anni. Fu studioso profondo, autore di antica presso il grande Theodor
saggi e di alcune interessanti monogra- Mommsen, con cui collaborò alla reda-
fie, tra cui: Dialettologia sarda, ‘‘Stella zione di alcuni volumi del Corpus In-
di Sardegna’’, IX, 1885; Osservazioni so- scriptionum Latinarum. Direttore dei
pra un’iscrizione scoperta a Tegea, 1885; Musei, scavi e gallerie del Regno
Iscrizioni di Bupha, 1886; Un passo ora- (1882), diresse dal 1883 al 1885 assieme
ziano relativo al sardo Tigellio, ‘‘Bullet- a Filippo Vivanet il Museo di antichità
tino Archeologico sardo’’, serie II, vol. di Cagliari e iniziò la pubblicazione
I, 11-12; Il teatro di L. Anneo Seneca, della nuova serie del ‘‘Bullettino Ar-
1890. cheologico Sardo’’, che nel titolo si ri-
Pais, Comita Religioso (Sardegna, sec. chiamava alla gloriosa rivista di Gio-
XII-?). Vescovo di Usellus dal 1182 al vanni Spano. Nel novembre del 1885 di-
1195. Fu il primo vescovo indicato in venne titolare di storia nel Liceo di Ca-
alcuni documenti anche come «ve- gliari. L’anno successivo iniziava il suo
scovo di Ales» (la prima volta in cui è insegnamento universitario a Pa-
attestato il toponimo). Fu nominato nel lermo, dove ebbe come allievi nume-
1182 e resse la diocesi per più di dieci rosi promettenti studenti siciliani,
anni. Particolarmente legato alla dina- compreso Luigi Pirandello e anche al-
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lievi sardi (tra i quali Antonio Mocci, vinto sostenitore, nella logica dell’e-
che poi avrebbe insegnato nell’Ateneo spansione coloniale e del nuovo ruolo
sassarese Storia giuridica ed econo- che si prospettava per l’Italia in Eu-
mica della Sardegna). A Pisa fu ordina- ropa. Eppure appare eccessivo il giu-
rio (1890-99) di Antichità greche e ro- dizio di Luciano Perelli, che pone il P.
mane (tra i suoi allievi Ettore Roma- «in testa alla lista» degli «spiriti servili
gnoli e Giovanni Gentile). In questi e deboli o semplicemente ingenui»;
anni pubblicò la sua Storia di Roma, «nei ponderosi, opachi e poco originali
1898-99, dove l’ipercriticisimo ‘‘ale- volumi di storia romana pubblicati dal
manno’’ del P. raggiunse il culmine. P. sotto il fascismo» vi sarebbero delle
Passato a insegnare Storia antica e An- parti in cui «l’ideologia nazionalista e
tichità greche e romane all’Università reazionaria» raggiungerebbe «dei cul-
di Napoli (1899-1914), a partire dal 1901 mini veramente insuperabili». In
diresse il Museo di Napoli e gli scavi di realtà è stato recentemente dimostrato
Pompei, con non pochi problemi anche che il P. si dichiarò, sui problemi della
giudiziari. Nel 1905 preferı̀ abbando- scuola, per l’educazione di massa, con-
nare l’Italia per recarsi a insegnare ne- tro gli eccessi dell’istruzione «pluto-
gli USA, a Madison, nell’University of cratica», a favore delle donne, dei gio-
Wisconsin. Dal 1906 si trasferı̀ in mis- vani bisognosi, contro i collegi per i ric-
sione a Roma, dove tenne corsi di Epi- chi, per la presenza dello Stato nelle
grafia e Storia romana, entrando in po- regioni meridionali, a favore dei «di-
lemica con il De Sanctis. Dal 1910 fu ritti del proletariato operaio». Dell’ec-
nominato socio della Regia Accademia cezionale produzione storica del P. si
dei Lincei; a Napoli nel 1912-13 fu pre- conoscono oltre duecento titoli: i la-
side della Facoltà di Lettere; dal 1914 vori più importanti hanno in genere
riprese a insegnare a Roma, distin- avuto più di una edizione. Il P. s’inte-
guendosi nella propaganda nazionali- ressò alla Sardegna fin dai primi lavori
stica durante la guerra: del 1915 è il suo giovanili: Due questioni relative alla
discorso su La romanità della Dalmazia geografia antica della Sardegna [Sulla
al Congresso nazionale pro Dalmazia. vera posizione dei Montes Insani e il po-
Nel 1918 riuscı̀ a coronare una sua an- polo dei Barbaricini in Sardegna], ‘‘Ri-
tica aspirazione, facendosi nominare vista di filologia e istruzione classica’’,
ordinario di Storia antica a Roma nella 1878; Sardánios ghelos, ‘‘Atti R. Accad.
cattedra del Beloch, nonostante l’av- Lincei’’, V, 1879-80, Roma 1880; le opere
versione di molti colleghi; passò poi di maggior rilievo sono comunque la
nella cattedra di Storia romana (1923), nota Sardegna prima del dominio ro-
che mantenne fino al collocamento a mano. Studio storico e archeologico,
riposo (1931). Nel 1922 P. diventava se- ‘‘Atti R. Accademia Lincei’’, Memorie
natore del Regno, portando con sé un di scienze morali, VII, Roma 1881; inol-
bagaglio di convinzioni liberali, masso- tre il ‘‘Bullettino Archeologico sardo’’,
niche, nazionaliste e anticlericali; fu serie II, vol. I, Cagliari 1884 (pubblicato
dapprima uno tra i più fieri oppositori col proposito di rinnovare la rivista di
di Mussolini, ma a partire dal 1926 la Giovanni Spano); l’accuratissima
valorizzazione della cultura italiana e Prima relazione intorno ai viaggi fatti
in particolare l’azione di strumentaliz- per la compilazione dei «Supplementa
zazione della storia di Roma antica italica» al «Corpus Inscriptionum Lati-
operata dal fascismo lo trovarono con- narum», ‘‘Rendiconti R. Accademia
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Lincei’’, cl. sc. mor., stor., filol., serie V. battaglia di Mentana (1867) entrò nel-
III, 1894, con molto spazio per le iscri- l’esercito regolare italiano col grado di
zioni della Sardegna; l’articolo Sulla colonnello e in seguito fu promosso ge-
civiltà dei nuraghi e sullo sviluppo socio- nerale. A partire dal 1882 fu eletto de-
logico della Sardegna, ‘‘Rendiconti Ac- putato al Parlamento, sempre riconfer-
cademia Lincei’’, XVIII, 1909, e ‘‘Archi- mato fino al 1919, dapprima nel colle-
vio storico sardo’’, VI, 1910; infine, so- gio di Sassari e successivamente in
prattutto, la Storia della Sardegna e quello di Ozieri. Amico di Carducci e
della Corsica durante il dominio ro- di Cavallotti, in Parlamento si schierò
mano, 1923 (riedita a cura di A. Mastino con la Sinistra. Alle elezioni del 1919,
nella ‘‘Bibliotheca sarda’’ Ilisso, 1999), che si svolgevano non più sulla base di
opera della piena maturità. Significa- collegi uninominali ma con il sistema
tive le due appendici, dedicate a La proporzionale, presentò una lista per-
Brigata Sassari e a Le infiltrazioni delle sonale, che però fu travolta dalle liste
cosı̀ dette ‘‘Carte di Arborea’’ nella storia di coalizione: nelle elezioni per la XIX
della Sardegna. [ATTILIO MASTINO] legislatura, nel 1895, era stato il candi-
Pais Passino, Giuseppe Giurista (n. dato che aveva riportato, in tutta Italia,
Sassari 1859-Roma 1896). Dopo aver la più alta percentuale di preferenze
conseguito la laurea, in un primo mo- rispetto al numero dei votanti. Il suc-
mento si dedicò all’esercizio della pro- cesso, si disse, era stato anche il risul-
fessione di avvocato. Dopo poco tempo, tato dell’attesa da cui si era circondata
lasciata la professione, si dedicò allo la relazione che il presidente Crispi lo
studio del Diritto civile e intraprese la aveva incaricato di redigere sulle con-
carriera universitaria presso l’Univer- dizioni della sicurezza e dell’economia
sità di Sassari, dove insegnò per alcuni della Sardegna. La relazione fu pre-
anni Diritto civile. Stancatosi anche di sentata, però, nel marzo 1896, all’indo-
questo secondo ‘‘mestiere’’, entrò nella mani della battaglia di Adua che aveva
carriera del Ministero del Lavoro e si provocato la caduta del governo. Le
trasferı̀ a Roma, dove morı̀. Della sua successive misure a favore dell’isola,
attività di studioso del diritto resta la previste dalla legge speciale del 1897,
interessante monografia sulla Storia furono in realtà deliberate tenendo in
del possesso, 1885. poco conto le proposte che P.S. aveva
collocato a conclusione della sua rela-
Pais Serra, Francesco Garibaldino, zione. Tra i suoi scritti, tutti collegati
giornalista, deputato al Parlamento
alla sua attività parlamentare: Sulle
(Nulvi 1837-Roma 1924). Di idee repub-
condizioni della pubblica sicurezza in
blicane, sin da giovane si stabilı̀ a Bolo-
Sardegna, 1883 (è il testo di una inter-
gna dove entrò presto nel mondo gior-
pellanza); Sulla crisi agraria in Sarde-
nalistico, fondando il foglio ‘‘Amico del
gna, 1885 (è il testo di un discorso pro-
Popolo’’, «di intonazione estremista e
nunciato alla Camera dei deputati); Di-
antigovernativa», ha scritto Tito Orrù.
scorsi pronunziati alla Camera dei De-
La sua casa divenne un punto di riferi-
putati nelle tornate 2 e 28 maggio e 8 giu-
mento per i repubblicani emiliani e ro-
gno 1885, 1885; Relazione dell’inchiesta
magnoli; per la sua attività politica e
sulle condizioni economiche e della sicu-
pubblicistica fu spesso arrestato e pro-
rezza pubblica in Sardegna, 1896.
cessato dal governo pontificio. Prese
parte alle guerre di indipendenza Pala1 Antica famiglia di Sassari (secc.
come volontario garibaldino; dopo la XIII-XVI). Le sue notizie risalgono al
83
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il suo studio nella vecchia casa pa- nella stessa città. Ha al suo attivo una
terna. interessante monografia su Il matrimo-
nio in Sardegna: legislazione, tradizione
Pala, Francesco1 Editore, scrittore
al tramonto della dominazione spa-
(Terralba, seconda metà sec. XIX-Ge-
gnola, pubblicato nel 1985.
nova 1972). Fece a Sassari i suoi primi
studi e nell’immediato dopoguerra Pala, Giacomo Avvocato, deputato al
partecipò alla vita politica cittadina Parlamento (Luras 1849-Roma 1927).
schierato nell’Azione Cattolica e nel Conseguita la laurea in Legge, iniziò a
Partito Popolare Italiano (ricordata esercitare la professione di avvocato,
poi nell’articolo Sassari: il bianco fiore segnalandosi anche come autore di al-
degli anni Venti). Costretto come l’a- cune pregevoli opere di carattere giu-
mico Remo Branca a lasciare la città, ridico. Quindi si dedicò alla politica,
fondò a Genova la F.&S. Fratelli Pala prendendo parte al dibattito sui mag-
Editori. Qui nel 1938 pubblicò l’antolo- giori problemi dei suoi tempi. Rappre-
gia Vita poesia di Sardegna, redatta in- sentante degli interessi della Gallura,
sieme a Remo Branca nel quadro delle fu eletto deputato per la XX legislatura
celebrazioni dei ‘‘grandi personaggi’’ nel 1897 e riconfermato per le succes-
della Sardegna. L’opera è stata ripub- sive fino al 1919; schierato con la Sini-
blicata nel 2000 in elegante reprint dal- stra, fece parte del gruppo dei cavallot-
l’editore sassarese Carlo Delfino, con tiani e fu attivissimo in Parlamento:
una illuminante prefazione di Antonio perorò con tale passione la causa del
Romagnino. Della rivista che Branca trasferimento dell’attracco del ‘‘po-
fondò nel secondo dopoguerra, ‘‘Fron- stale’’ con Civitavecchia da Golfo
tiera’’, edita a Cagliari dai Fossataro, P. Aranci a Terranova Pausania (l’attuale
fu uno dei più attivi collaboratori; in Olbia) da essere soprannominato ‘‘l’o-
quegli anni era diventato presidente norevole Terranova’’ (il trasferimento
del circolo genovese degli emigrati avvenne, a conclusione di un lungo iter
sardi ‘‘Sarda Tellus’’. Quando morı̀, burocratico sul quale aveva certa-
nel 1972, Branca lo salutò come mente influito il suo impegno, ma in
«un’alta personalità fra gli uomini quell’anno, 1920, egli non era più depu-
esemplari del mondo cattolico ita- tato). Tra i suoi scritti: Commercio del
liano». bestiame in Sardegna, ‘‘Nuova Sarde-
gna’’, 1906; Ferrovie complementari in
Pala, Francesco2 Religioso (Marrubiu
Sardegna. Linea Sassari-Tempio-Palau,
1928-Nicotera 1990). Vescovo di Nico-
‘‘La Nuova Sardegna’’, 1913.
tera nel 1990. Entrato in Seminario, fu
ordinato sacerdote nel 1951; in seguito Pala, Giovanni Giornalista, uomo poli-
si laureò in Giurisprudenza. Dal 1954 tico (Torralba 1896-Genova, seconda
fu nominato viceparroco della catte- metà sec. XX). Deputato al Parla-
drale di Cagliari e poco dopo responsa- mento, membro della Camera dei Fasci
bile dell’Ufficio catechistico della dio- e delle Corporazioni. Di idee naziona-
cesi, che resse con grande impegno. liste, fondò il primo nucleo nazionali-
Nominato parroco di Sant’Elena a sta a Sassari. Allo scoppio della prima
Quartu operò con grande impegno ne- guerra mondiale, partı̀ volontario, gua-
gli anni dello sviluppo della città cam- dagnando numerose decorazioni al
pidanese. Nel 1990 fu nominato ve- V.M. Nel dopoguerra si stabilı̀ a Genova
scovo di Nicotera in Calabria, ma morı̀ dove fondò ‘‘Il giornale di Genova’’.
improvvisamente poco tempo dopo, Aderı̀ al fascismo nascente, divenendo
85
segretario generale del sindacato fa- eletto deputato nelle liste della DC
scista della Liguria; nel 1924 fu eletto per la IV legislatura repubblicana; in
deputato per la XXVII legislatura e seguito è stato riconfermato per altre
successivamente riconfermato per le due legislature fino al 1976. In que-
altre legislature fino al 1939, quando st’anno è stato eletto senatore per la
fu chiamato a far parte della Camera VII legislatura e riconfermato fino al
dei Fasci e delle Corporazioni. Tra il 1983. Negli anni 1969-1972 è stato com-
1926 e il 1928 fu sottosegretario alla ponente della commissione parlamen-
Marina mercantile e successivamente tare d’inchiesta sulle condizioni della
presidente della Confederazione na- pubblica sicurezza in Sardegna presie-
zionale dei trasporti marittimi e aerei. duta dal senatore Giuseppe Medici.
Sulla base delle osservazioni della
Pala, Giuseppe Storico (n. Assemini,
commissione ha anche presentato la
sec. XX). Conseguita la laurea, si è de-
legge 509, diventata poi la legge 268,
dicato alla ricerca e all’insegnamento
che rifinanziava il Piano di Rinascita.
universitario. Attualmente insegna
Ha pubblicato un volume di scritti sui
nell’Istituto di Storia moderna presso
problemi della Sardegna e ha redatto
la Facoltà di Lettere dell’Università di
la voce Storia della riforma agraria, in
Cagliari. Tra i suoi scritti: Una nota sul
La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M.
ripopolamento di Sassari al tempo di Al-
Brigaglia), III.
fonso il Benigno, ‘‘Annali della Facoltà
di Lettere e Filosofia dell’Università Pala, Salvatore Matematico (Scano di
di Cagliari’’, XXXVIII, 1976; L’occupa- Montiferro 1578-Cagliari 1632). Compı̀ i
zione austriaca della Sardegna attra- suoi studi in una Università nella peni-
verso alcuni documenti del British Mu- sola e raggiunse subito fama di esperto.
seum, 1978; Società ed economia ad As- Nel 1626 fu chiamato a insegnare
semini tra la seconda metà dell’Otto- presso l’Università di Cagliari; fu au-
cento e il primo Novecento, in Assemini. tore di un trattato per uso didattico il
Storia e società, 1986; Un conflitto tra la cui manoscritto è conservato nella Bi-
famiglia Castelvı̀ e il viceré di Sardegna blioteca Universitaria di Cagliari.
agli inizi del XVII secolo, ‘‘Archivio sto-
Palabanda, congiura di Complotto ri-
rico sardo’’, XXXVI, 1989; Un aspetto
voluzionario di ispirazione liberale or-
della politica economica di Filippo II in
ganizzato a Cagliari nell’ottobre del
Sardegna: l’introduzione delle pecore
1812 da un gruppo di professionisti e
merinos, in Studi storici in memoria di
di popolani con lo scopo di cacciare
Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio storico
dalla città i Piemontesi. Anima della
sardo’’, XXXIX, 1998.
congiura fu il vecchio avvocato Salva-
Pala, Pietro Funzionario, uomo poli- tore Cadeddu, segretario dell’Univer-
tico (n. Tempio Pausania 1927). Depu- sità, personaggio molto noto e stimato
tato al Parlamento, senatore della Re- in città, che in gioventù aveva preso
pubblica. Dopo essersi laureato in Giu- parte attiva al cosiddetto ‘‘triennio ri-
risprudenza, ha militato fin da giovane voluzionario’’. Attorno a lui si muove-
nella Democrazia Cristiana. Ha fatto vano alcuni dei suoi figli, altri profes-
parte del gruppo politico sassarese sionisti e un gruppo di popolani del
detto dei ‘‘Giovani Turchi’’; dal 1956 al quartiere di Stampace. I congiurati si
1963 è stato segretario provinciale del riunivano nella località detta Pala-
suo partito. Funzionario dell’Ufficio banda (di qui il nome della ‘‘congiura’’)
Stampa dell’ETFAS, nel 1963 è stato in una grotta situata nella proprietà
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scente sviluppo grazie alle correnti tu- imprese commerciali 399; esercizi
ristiche richiamate dalle sue bellezze pubblici 50; esercizi al dettaglio 131;
naturali. ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali:
& ECONOMIA Le attività di base della occupati 1189; disoccupati 103; inoccu-
sua economia sono il porto, le attività pati 99; laureati 104; diplomati 466; con
edilizia e immobiliare e l’industria; in licenza media 1043; con licenza ele-
particolare tra le attività industriali mentare 942; analfabeti 48; automezzi
sono rilevanti la pesca e la piscicol- circolanti 1306; abbonamenti TV 818.
tura, ma anche la lavorazione del le- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il mo-
gno, dei materiali informatici e la fab- numento più importante è la Tomba di
bricazione dei mobili. Hanno un qual- giganti di Li Mizzani: risale al Nura-
che rilievo anche l’agricoltura, soprat- gico medio ed è lunga 13 m, con un cor-
tutto l’orticoltura, la frutticoltura e la ridoio costruito con una tecnica molto
cerealicoltura, e l’allevamento del be- rozza. Gli scavi effettuati hanno resti-
stiame, soprattutto bovini e suini e in tuito materiali ascrivibili alla seconda
misura minore ovini. È discretamente fase della cultura di Bonnanaro. Molto
sviluppata anche la rete di distribu- frequentata negli anni più recenti, in
zione commerciale. Vi operano 11 al- cui si è diffusa l’ipotesi che la tomba
berghi con 4237 posti letto, due aziende sorga su un’area dotata di particolare
agrituristiche, campeggi, 22 ristoranti magnetismo e dunque fonte di energie
e il porto turistico con 290 posti barca. salutari.
Servizi. P. è collegato da autolinee e da & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
ferrovia agli altri centri della provin- E AMBIENTALE Il suo tessuto urbani-
cia, ma la struttura più importante è il stico si è prevalentemente sviluppato
porto, che accanto a un animato portic- nel corso della seconda metà del secolo
ciolo turistico comprende un grande XX, con l’avvio del turismo, ed è carat-
molo per l’attracco dei traghetti, che terizzato da alcuni centri residenziali
serve soprattutto l’intenso sistema di balneari di poco pregio architettonico.
collegamenti con La Maddalena. P. è Unico monumento di rilievo è la chiesa
dotato di Pro Loco, stazione dei Cara- di San Giorgio: posta a poca distanza
binieri, caserma della Guardia di fi- dall’abitato, fu costruita tra il secolo
nanza, medico, guardia medica, farma- XV e il XVI in forme gotico-catalane
cia, scuola dell’obbligo e scuole secon- nelle vicinanze di un nuraghe polilo-
darie superiori (tecnico commerciale bato. L’edificio è in trachite rossa e ha
e per geometri), sportelli bancari. Pos- una sola navata scandita da ampi archi
siede una Biblioteca comunale. ogivali; la facciata è arricchita da un
& DATI STATISTICI Al censimento del rosone ed è decorata da archetti trilo-
2001 la popolazione contava 3411 unità, bati e da due rilievi raffiguranti tre
di cui stranieri 113; maschi 1693; fem- santi. La chiesa custodiva un grande
mine 1708; famiglie 1477. La tendenza polittico del Trecento che qualche
complessiva rivelava un aumento della anno fa è stato fatto restaurare dalla
popolazione, con morti per anno 24 e Soprintendenza e non è stato ancora
nati 33; cancellati dall’anagrafe 119 e ricollocato in sito. Le coste attorno a P.
nuovi iscritti 166. Tra i principali indi- sono costituite da rocce di granito
catori economici: imponibile medio dalle mille forme: la più nota richiama
IRPEF 15 814 in migliaia di lire; versa- la figura di un orso proteso verso il
menti ICI 1408; aziende agricole 290; mare che con la sua mole suggestiona i
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turisti anche perché proprio qui Ulisse & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Ca-
avrebbe incontrato i Lestrı̀goni. Il ratteristica è la festa della Madonna
tratto più noto e frequentato della co- delle Grazie che si svolge nella terza
sta è quello di punta Sardegna che, af- domenica di maggio e si apre con la di-
facciata sul mare, domina un amplis- stribuzione di vino e salsicce a tutti i
simo panorama in un incomparabile partecipanti; per tutta la giornata si
scenario di bellezza maestosa. Altri susseguono altre caratteristiche mani-
punti costieri di grande fascino sono festazioni con canti e balli.
l’isola dei Gabbiani, collegata alla Palauvert, Clemente Funzionario ca-
terra da una strada, e la Baia di Mezzo talano-aragonese (Catalogna, seconda
Schifo, dove durante la seconda guerra metà sec. XIII-Sardegna?, 1340). Scrip-
mondiale fu affondato da bombardieri tor reale, entrato al servizio di Giacomo
USA l’incrociatore Trieste. Lungo la co- II fu tra i principali protagonisti del
sta di punta Sardegna si trova Porto Ra- processo di formazione dell’ammini-
fael, villaggio turistico fondato dopo il strazione reale, responsabile della
1960 dallo spagnolo Rafael Neville, in cancelleria di Barcellona. Dopo la spe-
concorrenza con la Costa Smeralda. È dizione dell’infante Alfonso, nel 1328
un centro molto esclusivo e di grande ebbe in feudo Oris e Baiu nella curato-
eleganza il cui inventore ha finito col ria di Dolia e nel 1334 altri piccoli feudi
diventare un mito. «Da trent’anni – nella stessa zona. Morı̀ senza discen-
dice Ernesto Massimetti in un suo arti- denti.
colo pubblicato dalla ‘‘Nuova Sarde-
gna’’ l’11 aprile 1996 – una risacca in-
ternazionale riconosceva Rafael pro-
tagonista, personaggio di un angolo di
Gallura che usciva dal quotidiano per
tuffarsi nel fascino dell’eccezionale.
Oggi che tutto sembra finito, o almeno
spento nel logorio degli anni e delle
mode, cosa ha rappresentato la piaz-
zetta raccolta, nido e cuore aristocra-
tico di Porto Rafael, nella vita della Co-
sta Smeralda? Le bouganvilles profu-
mavano di quiete, la bandiera spa-
gnola dava un tocco esotico a questo Bernardino Palazzi – Ritratto di Arturo
balzano hidalgo di Malaga, boutiques Toscanini.
e gioielli rifornivano i pochi frequenta-
tori. Forse senza accorgersene, Rafael Palazzi, Bernardino Pittore (Nuoro
aveva saputo creare l’ultimo rifugio 1907-Roma 1986). Nacque a Nuoro,
della ‘‘Cafè society’’ che alla fine degli dove suo padre era funzionario di poli-
anni Sessanta svernava in Gallura. In zia. Visse e studiò a Sassari fra il 1917 e
buona parte inglesi, spesso titolati, tal- il 1921, quindi si trasferı̀ nella peni-
volta avventurieri, i suoi rarefatti abi- sola. Esordı̀ nel 1934, guadagnandosi
tanti chiedevano soprattutto eleganza, presto consensi della critica e largo
silenzio e champagne a questa nicchia gradimento del pubblico per il suo stile
profumata di mirto in faccia all’arcipe- ‘‘mondano’’ e accattivante. Questa ten-
lago». denza andò precisandosi (fino a stan-
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dardizzarsi) nella seconda parte della legamento terrestre diretto tra Sarde-
vita del pittore. Molto acuta l’osserva- gna e Corsica e probabilmente anche
zione di Giuliana Altea e Marco Ma- di un ‘‘ponte’’ con la Toscana, cioè di
gnani quando affermano che non un avvicinamento delle due isole al
avrebbero parlato di P. ‘‘continentale’’ continente italiano. Il collegamento si
se prima di emigrare «non avesse verificò nel Pleistocene. In questo
avuto il tempo di assimilare l’ancora modo giunsero in Sardegna, in diversi
recentissima tradizione figurativa iso- momenti collocabili tra i 500 000 e
lana, con risultati importanti per la sua 125 000 anni a.C., animali come l’ele-
formazione». E ancora: «Tutto il suo fante nano (Elephas melitensis), la
percorso si snoderà in effetti a partire scimmia, l’antilope e un grosso topo
da una concezione bidimensionale senza coda (Prolagus sardus) e infine,
della rappresentazione, tesa a esaltare
probabilmente tra l’80 000 e il 10 000
la superficie come luogo di uno spen-
a.C., la foca monaca. In questo contesto
sierato incontro di linee e colori che
in Anglona sono state ritrovate le
aspira all’intrinseca bellezza dell’ara-
tracce dell’uomo del Paleolitico infe-
besco».
riore. I ritrovamenti riguardano due
Palearo, Giorgio Ingegnere militare gruppi di località, quelle del rio Altana
(sec. XVI). Fratello di Jacopo, giunse e quelle di Pantallinu, nei pressi della
in Sardegna nel 1573 e vi lavorò fino al stazione ferroviaria di Laerru. Nelle
1578 in un clima di continue incom- due località, in sacche alluvionali, è
prensioni con le autorità. Completò il stata rinvenuta una grande quantità di
progetto elaborato da suo fratello per
manufatti di differente tipo: oggetti at-
la ristrutturazione delle piazzeforti di
tribuibili alle industrie a scheggia de-
Alghero e di Cagliari ed elaborò il pro-
nominate clactoniane (dalla località di
getto della chiesa di Sant’Agostino in
Clacton, nel Sussex, dove questo tipo di
Cagliari.
industria fu individuato per la prima
Palearo, Jacopo (detto El Fratin) Inge- volta), utensili da taglio, da incisione,
gnere militare (sec. XVI). Fratello di punte per armare bastoni, raschiatoi,
Giorgio, fu chiamato in Sardegna bulini, grattatoi e altri oggetti ottenuti
quando era già abbastanza noto come battendo ciottolo su ciottolo e poi ritoc-
architetto militare; giunse a Cagliari
candoli. È ipotizzabile che l’uomo sia
nel 1563 ed elaborò il progetto per la
stato presente in Sardegna anche nel
ristrutturazione delle piazzeforti di
Paleolitico medio, come farebbero
Cagliari e di Alghero.
pensare i recenti ritrovamenti nelle
Paleolitico in Sardegna Il Paleolitico grotte di Ziu Santoru e di Cala Ilune in
viene diviso per consuetudine degli territorio di Dorgali, e certamente nel
studiosi in tre fasi: il Paleolitico infe- Paleolitico superiore, come dimostre-
riore o clactoniano (500-300 000 a.C.); il rebbero gli scavi della Grotta Corbeddu
Paleolitico medio; il Paleolitico supe- a Oliena.
riore. Fino a non molto tempo fa la pre-
senza dell’uomo del Paleolitico in Sar- Paleontologia della Sardegna La Sar-
degna era ritenuta impossibile a causa degna è una terra molto antica. Lo stu-
della posizione geografica dell’isola; dio della sua evoluzione geologica per-
oggi invece è giustificata dall’esi- mette di comprendere meglio lo svi-
stenza, nella stessa fase (ma formatasi luppo della sua fauna e della sua flora
antecedentemente ad essa), di un col- e quello dell’insediamento umano. Si
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che il clima dell’isola fosse piuttosto esistente). Secondo una radicata tradi-
caldo. zione familiare, sarebbe una dirama-
3. Oligocene. Tra i 42 e i 22,5 milioni di zione della famiglia siciliana dei Pa-
anni fa. Caratterizzato in Sardegna da lici, costretta a lasciare la Sicilia nel
una prevalenza di ambiente palustre e secolo XV a causa delle fazioni di
dalla presenza di fossili di gasteropodi. quella aristocrazia. Dapprima i Palici
4. Miocene. Tra i 22,5 e i 6 milioni di si sarebbero rifugiati a Pisa e da qui
anni fa. Caratterizzato dall’esistenza sarebbero passati a Sassari entro la
di un canale marino che attraversava prima metà del secolo XVI. Il primo
le terre emerse che corrispondono alle personaggio conosciuto è un Giovanni
attuali Anglona, Gallura, Nuorese, Francesco, che nel 1543 ottenne il rico-
Mandrolisai, Sarcidano, Trexenta, noscimento della nobiltà e pochi anni
Gerrei, Sarrabus, Sulcis, Iglesiente, dopo fu signore della scrivania della
Arburese. Nelle argille e nelle marne i città. La disponibilità dell’ufficio per-
fossili sono abbondanti: tra i più diffusi mise alla famiglia di consolidare la
sono gli echinodermi (Sardocidaris propria posizione in città, nel 1573
Piae), i lamellibranchi, i coralli. Il fos- essa fu ammessa allo Stamento mili-
sile più interessante di questo periodo tare durante il parlamento Coloma.
è rappresentato dal cranio di un cocco- Alla fine del secolo XVI però le condi-
drillo (Tomistoma calaritanus) rinve- zioni economiche dei P. (nella grafia
nuto a Cagliari nel 1868. Sono stati tro- del tempo, anche Paliacho, più tardi
vati anche fossili di denti di pesci, tra Paliaccio) ebbero un tracollo a causa
cui quelli del Carcharodon megalodon, di una lite ereditaria per la conserva-
uno squalo che poteva raggiungere i 15 zione della signoria della scrivania.
m; tra i mammiferi sono i resti di un Per tutto il secolo XVII la famiglia, pur
cervide e di cetacei che si nutrivano di mantenendo i propri privilegi nobi-
vegetali. Al Miocene risalgono anche i liari e godendo ancora di una grande
tronchi fossili della foresta di Zuri, con considerazione sociale, ebbe una posi-
palme e altre piante di tipo africano. zione di secondo piano. Nel corso del
La ricchezza di fossili di piante di di- secolo XVIII, però, con un Antonio
verso tipo fa pensare che in Sardegna Ignazio, illustre giurista, riprese una
ci fossero tre zone climatiche diffe- posizione di prestigio e potere in seno
renti. alla società cittadina; nel 1756 i suoi
5. Pliocene. È l’ultimo periodo del Ce- membri furono investiti del feudo
nozoico, databile tra i 6 e 1 800 000 anni della Planargia col titolo di marchese.
fa. Se ne trovano tracce nella zona di I discendenti ereditarono alla fine del
Orosei. Restituisce abbondanza di fos- secolo XVIII anche il marchesato di
sili di coralli, lamellibranchi e gastero- San Carlo; nel corso del secolo XIX
podi. continuarono a esprimere personalità
ETÀ QUATERNARIA Detta anche Neo- di rilievo. Attualmente la famiglia, di-
zoico comprende un periodo di tempo visa in alcuni rami, oltre che a Sassari
tra il 1 800 000 e l’11 000 a.C., ed è divisi- risiede a Torino, Milano e Roma. L’at-
bile in due periodi, Pleistocene e Olo- tuale forma del cognome è Palici, con
cene, caratterizzati da una grande ric- l’appellativo di Suni.
chezza di fossili e dalla comparsa del- Paliacio, Antonio Ignazio I Reggente
l’uomo. di toga del Supremo Consiglio di Sar-
Paliacio Famiglia sassarese (sec. XV- degna (Sassari, inizi sec. XVIII-?, 1784).
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Dopo essersi laureato in Legge, per- vita della città. Fu tra i protagonisti
corse una luminosa carriera nella ma- della polemica sul primato con Ca-
gistratura e si guadagnò fama di uomo gliari e nel 1615 fu eletto consigliere
colto e prudente, il che gli permise an- capo di Sassari.
che di accumulare un notevole patri-
Paliacio, Gavino II Marchese della Pla-
monio. Legato alla dinastia dei Savoia,
nargia (Sassari 1727-Cagliari 1795). Pa-
nel 1752 fu chiamato a Torino a rico-
dre di Antonio Ignazio II, ufficiale di
prire l’ufficio di Reggente di Toga del
carriera. Profondamente reazionario,
Supremo Consiglio di Sardegna. Nella
quando ereditò il feudo era lontano
capitale svolse il suo compito per al-
dalla Sardegna, per cui non seppe
cuni anni, occupandosi con passione
porre rimedio al malcontento dei vas-
dei problemi dell’isola e scrivendo al-
salli. Impegnato con autorevolezza e
cune opere sui suoi principali pro-
capacità di decisione nel suo servizio,
blemi politico-economici. Nel 1756 il
nel 1787 fu nominato comandante di
re per ricompensarlo gli concesse il
Nizza e quando, nel 1792, il Piemonte
feudo della Planargia col titolo di mar-
fu assalito dai francesi, tentò di difen-
chese della Planargia e di conte di Sin-
dere la città con le armi. Dovette però
dia. Poiché era impegnato a Torino, P.
abbandonarla e ritirarsi in Piemonte;
affidò l’amministrazione del feudo a
nel 1794 fu nominato governatore di
spregiudicati amministratori che pro-
Cagliari e generale delle Armi, e con
vocarono il malcontento dei vassalli
questo incarico inviato in Sardegna
che culminò, nel 1761, in una ribel-
con Gerolamo Pitzolo, nel difficile mo-
lione. Negli anni seguenti egli non riu-
mento in cui gli Stamenti sembravano
scı̀ a ristablire un buon rapporto con
arbitri della situazione. Data la sua for-
loro. Morı̀ forse a Torino o forse a Sas-
mazione, non comprendendo le radici
sari.
del malcontento popolare, scelse una
Paliacio, Antonio Ignazio II Marchese linea politica contraria agli Stamenti,
della Planargia (Sassari 1768-?, dopo tentando di bloccarne l’azione e di re-
1830). Figlio di Gavino II, uomo di idee staurare l’autorità del governo regio.
reazionarie e di notevole ingegno, si Temendo che l’evolversi della situa-
dedicò alla carriera diplomatica e fu zione potesse condurre all’abolizione
autore di alcuni componimenti d’occa- dei feudi, fu l’ispiratore del tentativo
sione. Seguı̀ e sostenne l’azione poli- di secessione dei feudatari del Capo di
tica del padre, ma subito dopo la sua sopra. Quando il 6 luglio 1795 a Cagliari
morte dovette affrontare l’aperta ribel- scoppiò la sollevazione in cui rimase
lione dei vassalli che avevano aderito ucciso il Pitzolo, egli fu fatto prigio-
ai moti antifeudali. Soffocati i moti, niero e rinchiuso nella torre dell’Ele-
partecipò con estrema decisione alla fante. Ma il 22 luglio le lettere seque-
repressione; in seguito ebbe modo di strategli al momento dell’arresto fu-
segnalarsi nella carriera diplomatica rono lette pubblicamente negli Sta-
e, dopo essere stato ministro plenipo- menti, suscitando grandissima emo-
tenziario in Portogallo, nel 1830 fu no- zione: poche ore dopo la folla assalı̀ la
minato ambasciatore. Torre, vi penetrò, ne trascinò fuori G. I
P. e lo trucidò sulla via antistante.
Paliacio, Gavino I Gentiluomo sassa-
rese (Sassari, seconda metà sec. XVI- Paliacio, Giovanni Antonio Marchese
ivi, prima metà sec. XVII). Laureato in della Planargia, senatore del Regno di
Legge, fu personaggio di spicco nella Sardegna (Cagliari 1793-Torino 1860).
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Gian Paolo Galleri, prima giocatore e senti le già citate due squadre di A2 ol-
poi allenatore e dirigente della società tre a quattro in B1, sette in B2 tra ma-
e attualmente dirigente nazionale schili e femminili, senza contare i due
della FIPAV. Negli anni Sessanta e Set- interi gironi di serie C esclusivamente
tanta le squadre sarde aumentano ver- sardi, per un totale di 28 squadre. [GIO-
tiginosamente di numero e parteci- VANNI TOLA]
pano ai campionati minori in un mo-
Pallottino, Massimo Archeologo
mento d’oro per questo sport che sta
(Roma 1909-ivi 1994). Conseguita la
ottenendo i primi risultati prestigiosi laurea, intraprese la carriera universi-
in campo internazionale con gli Az- taria. Dal 1940 fu professore di Archeo-
zurri. Nel 1987 l’Olimpia Sant’Antioco logia e storia dell’arte greca e romana
viene ammessa alla serie B maschile; presso la Facoltà di Lettere dell’Uni-
nello stesso anno la Silvio Pellico Lu- versità di Cagliari. Al termine della se-
xury di Sassari accede alla serie B fem- conda guerra mondiale si trasferı̀ a
minile. In particolare in questa società Roma, dove insegnò Etruscologia
si mettono in luce due atleti che gio- presso l’Università ‘‘La Sapienza’’.
cheranno anche in nazionale sono Studioso di grande valore, diresse nu-
Pier Paolo Peru e Rosanna Baiardo. Il merosi scavi occupandosi in partico-
primo, convocato quando la squadra lare della necropoli di Cerveteri e spe-
sassarese gioca in B, conta otto pre- cializzandosi nella storia degli Etru-
senze nella nazionale maggiore nel schi, che considerava una popolazione
suo ruolo di schiacciatore; milita per italica indigena. Nel 1948 fondò la rivi-
qualche anno ad Asti e poi a Cremona sta ‘‘Archeologia classica’’, di cui fu di-
in serie A, prima di tornare a Sassari; rettore fino al 1983. Diresse numerosi
muore prematuramente nel 2001. In altri scavi in Etruria e nel Lazio. Fu no-
questo periodo un altro sardo gioca in minato accademico dei Lincei e chia-
serie A: è l’oristanese Marzio Schintu mato a far parte di numerose altre isti-
che, proveniente dalla Pallavolo Ori- tuzioni culturali in Italia e all’estero.
stano, si trasferisce a Cremona nella Autore di numerosi studi di grande in-
stessa squadra di Peru. La p. sarda ha teresse, dedicò alcune delle sue opere
raggiunto alti livelli solo negli ultimi alla Sardegna, cui rimase sempre
anni, prima con l’Olimpia Sant’Antioco molto legato. Tra i suoi scritti: Rasse-
che nel 1990 conquista la A2 e nel 1994, gna sulle scoperte e sugli scavi avvenuti
sponsorizzata dalla Banca Popolare di in Sardegna negli anni 1941-42, ‘‘Studi
Sassari, addirittura la A1, prima di una sardi’’, VII, 1947; La Sardegna nura-
grave crisi societaria. L’eredità dell’O- gica, 1950 (un «preziosissimo volu-
limpia viene assunta dalla Pallavolo metto che rappresenta – secondo Gio-
Cagliari che attualmente col nome di vanni Lilliu – il migliore contributo ge-
Tiscali disputa il campionato di A1. In nerale e la guida indispensabile alla
campo femminile, invece, negli ultimi conoscenza della preistoria della Sar-
anni si è messa in luce una squadra di degna. L’approfondito discorso sto-
Tortolı̀, l’Airone, che nella stagione rico-culturale si accompagna alla pe-
2003-2004 ha partecipato alla massima netrante ricerca di fatti linguistici e al-
serie. Il movimento pallavolistico l’interpretazione critica della storia
sardo è continuamente in crescita an- letteraria»); El problema de las relacio-
che a livello scolastico e amatoriale. nes entre Cerdeña e Iberia en la antiguë-
Nei campionati nazionali sono pre- dad prerromana, ‘‘Ampurias’’, XIV,
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1952; Sulla storia antica della Sarde- chie lunghe fino a 30 cm; i frutti sono
gna, ‘‘Rivista di Studi liguri’’, XXXIV, drupe lunghe 1-4 cm, di colore giallo-
1973; Introduzione all’archeologia rossiccio e non commestibili. Si utiliz-
sarda, in Arte in Sardegna, 1986. zano le foglie per lavori di intreccio,
per produrre scope e crine per imbot-
Palma1 Antico villaggio di origine me-
dioevale che faceva parte del giudicato titure. È una pianta che predilige gli
di Cagliari, compreso nella curatoria ambienti caldo-aridi ed è distribuita
del Campidano di Cagliari. Sorgeva lungo le coste dell’area mediterranea
nelle campagne tra Pirri e Monserrato. occidentale: in Italia è rara tranne che
Dopo la caduta del giudicato, nella di- lungo il litorale dove forma folte gari-
visione del 1258 fu incluso nei territori ghe; in Sardegna infatti la sua pre-
amministrati direttamente da Pisa; su- senza è consistente, ma concentrata
bito dopo la conquista aragonese entrò solo in alcuni areali: nel golfo di Orosei
a far parte del Regnum Sardiniae. Nel e lungo il litorale occidentale dell’isola
1325 fu incluso nella baronia di San Mi- da Sant’Antioco a Castelsardo, areali
chele donata dal re a Berengario Car- che però sono in continua regressione
roz e a sua moglie, ma il villaggio si spo- a opera degli interventi umani (inse-
polò rapidamente e prima del 1348 era diamenti, colture estensive, utilizzo di
ormai deserto. foglie e germogli). È una pianta tradi-
zionalmente utilizzata nell’artigianato
Palma 2 Nome generico attribuito a
locale per la produzione di cesti,
piante della famiglia delle Palme, un
stuoie, sacchi, cordame: un’ampia do-
grande gruppo di monocotiledoni che
cumentazione del suo uso nell’artigia-
riunisce circa 3400 specie arboree di-
nato dell’intreccio si può vedere al Mu-
stribuite nelle regioni equatoriali, tro-
seo di Castelsardo; i germogli venivano
picali e subtropicali del globo, dove co-
consumati in insalata. I suoi nomi sardi
stituiscono un elemento caratteristico
sono una traduzione dei termini ita-
del paesaggio. Peculiare caratteristica
della famiglia risiede nel fatto che il liani ‘‘p.’’ o ‘‘palmetta’’: palma (logudo-
fusto raggiunge il suo diametro defini- rese); pramma, prammizu (campida-
tivo prima che inizi il suo accresci- nese). 2. La p. da dattero (Phoenix dac-
mento in altezza; le palme, infatti, tylifera L.), originaria dell’Africa
mancano di un accrescimento secon- maghrebina, del Medio Oriente e del-
dario. 1. La p. nana (Chamaerops humi- l’India, è una specie da frutto larga-
lis L.), o p. di San Pietro, è la sola rap- mente diffusa nelle zone calde e aride
presentante della famiglia delle Palme del pianeta; ha un tronco dritto e ru-
che vegeti spontaneamente in Europa; vido, che raggiunge notevoli dimen-
bassa e spesso cespugliosa ha fusto ge- sioni (oltre i 20 m di altezza) e una
neralmente breve ma talora anche più chioma fitta formata da foglie grigio-
sviluppato (in particolari condizioni verde con un rachide (nervatura cen-
può raggiungere i 9 m) e ricoperto dai trale ingrossata) lungo anche 3 m; i
residui fibrosi grigi delle guaine fo- fiori, unisessuali e portati da individui
gliari; le foglie sono robuste, sempre- diversi (dioicismo), sono raggruppati
verdi, lunghe fino a 80 cm, suddivise a in infiorescenze a spiga alla base delle
ventaglio in 10-20 lacinie appuntite e foglie; il frutto è una bacca, il dattero,
lanceolate, picciolo spinoso al margine un alimento zuccherino e molto nu-
(la sua puntura può essere molto dolo- triente, consumato sia fresco che con-
rosa); le infiorescenze sono pannoc- servato. Ciascuna p. produce da 80 a
98
99
Palmadula Centro abitato della provin- sione del salto di Pardu Longu in Pla-
cia di Sassari, frazione di Sassari (da nargia. I suoi discendenti continua-
cui dista 35 km), con circa 200 abitanti, rono a interessarsi di speculazioni
posto a 144 m sul livello del mare a commerciali e finanziarie e presero in
ovest del comune capoluogo, a ridosso appalto alcune tonnare, ma nel corso
della costa occidentale dell’Argen- del secolo XVI le condizioni della fami-
tiera. Regione storica: Nurra. Archi- glia decaddero.
diocesi di Sassari.
Palmas2 (o Gippi) Antico villaggio di ori-
& TERRITORIO Il territorio è costituito
gine medioevale che faceva parte del
dalla parte occidentale della Nurra, giudicato di Cagliari, compreso nella
dove piccoli tavolati e valli si alternano curatoria del Gippi. Sorgeva nelle cam-
a modesti rilievi (tra i 100 e i 200 m) che pagne di Villasor in località San Pietro.
si affacciano tuttavia sul mare, dando Dopo che il giudicato cessò di esistere,
luogo a una serie di falesie. Le comuni- nella divisione del 1258 fu incluso nei
cazioni sono assicurate dalla strada se- territori toccati al conte di Capraia. Al-
condaria che da Sassari raggiunge la l’estinzione della famiglia passò al giu-
vicina frazione ex mineraria dell’Ar- dice d’Arborea, ma nel 1295 Mariano II
gentiera; da questa si distaccano qui lo cedette al Comune di Pisa. Prima
una diramazione settentrionale, per della fine del secolo XIII prese a essere
Stintino, e una meridionale per Al- amministrato direttamente da funzio-
ghero. nari pisani e subito dopo la conquista
& STORIA Il piccolo centro si è svilup-
aragonese entrò a far parte del Re-
pato nella prima metà del secolo XX, gnum Sardiniae. Conclusa la guerra
come punto di raccolta di agricoltori e tra Pisa e Aragona, fu concesso in
allevatori e in conseguenza degli impo- feudo al Comune dell’Arno, che conti-
nenti lavori di bonifica intrapresi in nuò a possederlo fino allo scoppio
vari punti della Nurra dopo il 1930. della prima guerra tra Mariano IV e
Palmarocchi, Roberto Storico (sec. Pietro IV. La sua popolazione, però, co-
XX). Professore di Storia moderna, in minciò a diminuire e durante la se-
alcuni dei suoi numerosi scritti si oc- conda guerra tra Pietro IV e Mariano
cupò della Sardegna sabauda: La Sar- IV, divenuto teatro delle operazioni,
degna sabauda, 1923; Sardegna sa- scomparve in pochi anni.
bauda: il regno di Vittorio Amedeo II, Palmas, Alberto Consigliere regionale
‘‘Rassegna storica del Risorgimento’’, (Nuoro 1943-Cagliari 1996). Comunista
XXII, 1935; La seconda conquista spa- militante, si impegnò in politica fin da
gnola della Sardegna nel carteggio del- giovane, ricoprendo importanti incari-
l’ambasciatore toscano a Vienna, ‘‘An- chi in seno al suo partito. Più volte con-
nali della Facoltà di Lettere e di Filo- sigliere provinciale di Cagliari, tra il
sofia dell’Università di Cagliari’’, 1936. 1975 e il 1982 fu presidente di quella
Nel 1955 fu indicato come socio corri- Provincia; nel 1984 fu eletto consi-
spondente della Delegazione di Storia gliere regionale del suo partito per la
patria della Sardegna. IX legislatura, durante la quale fu as-
Palmas1 Famiglia di Bosa (secc. XV- sessore agli Affari generali nella prima
XVI). Le sue notizie risalgono al secolo giunta Melis tra il settembre 1984 e l’a-
XV; nel 1432 ebbe il riconoscimento gosto 1985. Al termine della legisla-
della generosità con un Nicolò abile tura, nel 1989, a causa dell’insorgere
uomo d’affari. Nel 1444 ebbe la conces- della grave malattia che l’avrebbe pre-
100
sto portato alla morte, non fu ricandi- XIII. Tornato in Sardegna prese pos-
dato. sesso della diocesi e continuò a pre-
Palmas, Aldo Avvocato, uomo politico stare preziosi servizi a Leonardo Cu-
(Cagliari 1906-ivi 1965). Cattolico impe- bello. Nel 1417 ebbe confermata la dio-
gnato, si laureò in Giurisprudenza e si cesi da papa Martino V.
dedicò all’esercizio della professione Palmas, Eulalia = Palmas, madre
di avvocato. Nel secondo dopoguerra Paola
si adoperò per la ricostruzione del par- Palmas, Giorgia Attrice (n. Cagliari
tito dei cattolici, fondando – con altri 1982). Ha raggiunto la notorietà nel
della generazione precedente – la De- 2002 quando si è classificata seconda
mocrazia Cristiana a Cagliari; in se- nel concorso di Miss Mondo. Tornata
guito fu eletto presidente della Provin- in Italia, è divenuta in breve attrice te-
cia di Cagliari. Portato a termine il suo levisiva e ha preso parte a diverse tra-
mandato, fu nominato presidente del- smissioni popolari.
l’Ente Autonomo del Flumendosa che
Palmas, madre Paola Religiosa (La-
amministrò per alcuni anni.
coni 1905-Sassari 2002). Nata in una fa-
Palmas, Costantino Parassitologo (n. miglia di moderato benessere, a ven-
Busachi 1948). Allievo di Giancarlo t’anni, seguendo la propria vocazione,
Ferretti, si è dedicato alla ricerca entrò a Cagliari nella comunità delle
scientifica presso l’Istituto di Patolo- suore di San Giuseppe, mutando il
gia sperimentale dell’Università di Ca- nome anagrafico, Eulalia (detta Lalla),
gliari. Studioso di grande sensibilità, è in quello di Maria Paola. Ne uscı̀ nel
attualmente responsabile del Centro 1940 insieme con la madre Placida Per-
di documentazione e di ricerca sulla sico e altre sei suore con le quali fondò
malaria e sulle altre malattie endemi- a Sassari la Congregazione delle Pie
che in Sardegna e direttore del Centro Sorelle Educatrici di San Giuseppe
studi ‘‘Giancarlo Ferretti’’. È autore di Evangelista. La Congregazione, che ot-
alcuni interessanti studi e di una docu- terrà il riconoscimento pontificio nel
mentazione sulla campagna antimala- 1961, vuole formare soprattutto inse-
rica di alto valore didattico e storico. gnanti ed educatrici: la sua opera si
Palmas, Elia Religioso (Oristano, se- estenderà col tempo anche a Roma,
conda metà sec. XIV-ivi 1437). Arcive- dove è stata aperta una casa della Con-
scovo di Oristano dal 1412 (1417) al gregazione, e in Brasile. Il titolo di un
1437. Uomo di notevoli capacità diplo- giornalino fondato da madre Paola,
matiche, fu nominato priore del mona- ‘‘Ite docete’’, è, in sintesi, il programma
stero di Bonarcado e si legò a Leonardo della Congregazione. Alla figura di ma-
Cubello, divenendone uomo di fiducia. dre Paola è dedicato il libro Quando la
Nel 1410 fu tra i principali protagonisti vita si fa dono (2005) di Giulia Usai (suor
della capitolazione di San Martino con Giuliana).
la quale si pose fine al giudicato d’Ar- Palmas, marchesato di Grande feudo
borea e si costituı̀ il marchesato d’Ori- sulcitano comprendente i territori dei
stano. Nello scisma d’Occidente si villaggi distrutti di Berretes, Giba-
mantenne fedele al pontefice romano: sturba, Palmas de Sols, Margani, Peidi,
ma nel 1412, mentre era inviato in Ara- Virtalli, Foscus, Biscili, Blai de Canes,
gona per prestare omaggio a Ferdi- Pontagus, Garamata, tutti compresi
nando I, fu nominato arcivescovo di nell’antica curatoria del Sols che nel
Oristano dall’antipapa Benedetto 1471 furono donati a Giacomo Aragall.
101
Questo feudo passò in seguito dagli & STORIA Il villaggio comincia a es-
Aragall ai Bellit e da questi ai Gualbes. sere conosciuto nel Medioevo, col
Nel 1627 fu eretto in marchesato per nome di Palmas majori, quando faceva
Ludovico Gualbes. Nel corso del secolo parte del giudicato d’Arborea ed era
XVII il vasto territorio fu interessato a compreso nella curatoria del Campi-
un graduale ripopolamento e passò dai dano Maggiore. Dopo la caduta del giu-
Gualbes ai Brondo e infine ai Bou Cre- dicato, nel 1410 entrò a far parte del
spi ai quali fu riscattato. marchesato di Oristano e quando, nel
Palmas, Porto Località. È un’insena- 1477 il grande feudo fu sequestrato a
tura in prossimità della miniera del- Leonardo Alagon, il villaggio fu gover-
l’Argentiera nella Nurra, nella quale è nato direttamente da funzionari reali.
stata costituita una riserva naturale Nei secoli successivi i suoi abitanti cu-
che si stende per più di mille ettari, di stodirono gelosamente questo privile-
suggestiva bellezza per il complesso gio che li rendeva liberi dalle dipen-
delle dune e per la vegetazione costi- denze feudali. Nel corso dei secoli il
tuita da gariga e graminacee. paese subı̀ danni a causa delle fre-
quenti incursioni dei pirati barbare-
Palmas Arborea Comune della provin-
schi e cominciò a spopolarsi e a deca-
cia di Oristano, sede della XVI Comu-
dere. Quando nel 1767 fu formato il
nità montana, con 1335 abitanti (al
feudo d’Arcais, P.A. vi fu compreso e
2004), posto a 4 m sul livello del mare a
inutilmente i suoi abitanti tentarono
sud-est di Oristano. Regione storica:
Campidano di Simaxis. Archidiocesi di liberarsi dalla dipendenza feudale.
di Oristano. Nel 1821 fu incluso nella provincia di
& TERRITORIO Il territorio comunale,
Oristano e nel 1838, finalmente, riuscı̀
a sollevarsi dalla condizione di feudo.
di forma grosso modo rettangolare al-
Quando nel 1848 furono abolite le pro-
lungata da nord-ovest a sud-est, si
vince, P.A. entrò a far parte della divi-
estende per 39,32 km2, comprendenti
anche la frazione di Tiria, e confina a sione amministrativa di Cagliari e vi
nord con Oristano, a est ancora con Ori- rimase fino al 1859, anno in cui furono
stano, con Villaurbana e Villa Verde, a ricostituite le province. Lo studioso
sud con Pau e Ales e a ovest con Santa Vittorio Angius (nel Dizionario del Ca-
Giusta. Si tratta di una porzione della salis) scrive: «Popolazione. Nell’anno
piana campidanese, fertile e ricca di 1826 erano in P. anime 298, nel 1842 se
acque: a nord e a sud del paese scor- ne annoveravano 316 distribuite in
rono i corsi d’acqua che, provenienti maggiori di anni 20, maschi 90, fem-
dai rilievi a oriente, vanno a gettarsi mine 100, e in minori, maschi 64, fem-
nel vicino stagno di Pauli Maiori. Le mine 62, in famiglie 80. L’annuo movi-
comunicazioni sono assicurate da una mento solito della popolazione è di na-
strada secondaria che si distacca dalla scite 10, morti 9, matrimonii 3. La mor-
superstrada Cagliari-Sassari a sud talità è più frequente nella prima che
dello stagno e va a congiungersi con la nelle altre età, e il corso ordinario
statale 388 tra Oristano e Simaxis; da della vita al cinquantesimo anno. Le
questa si diramano deviazioni per malattie dominanti sono infiamma-
Santa Giusta, a occidente, e per Vil- zioni di vario genere, febbri perniciose
laurbana, a oriente. La più vicina sta- e periodiche estive e autunnali. Sono
zione ferroviaria è, lungo la linea Ca- curati da un flebotomo. L’acqua pota-
gliari-Oristano, a Santa Giusta, a 7 km. bile non può parer buona, che in una
102
sete arrabbiata, ed è una fortuna che i manso. Buoi per l’agricoltura 124, ca-
palmesi abbiano buon vino per disse- valli e cavalle 30, majali 45, giumenti
tarsi. Manca ogni istruzione, e non so se 70. Bestiame rude. Vacche 400, pecore
in tutto il paese sieno quattro persone 80, capre 200, porci 120, cavalle 70.
che sappian leggere e scrivere. Niente di apicultura. Commercio. Ciò
Quando è aperta la scuola elementare che i palmesi han di più lo vendono ai
non vi concorrono più di quattro fan- negozianti di Oristano, dalla quale
ciulli. Sono applicati all’agricoltura città distano solo tre miglia». Nel 1862
circa 85 persone, alla pastorizia 40, a’ Palma cambiò nome assumendo il
mestieri 5. Le donne lavorano in 60 te- nome attuale di P.A.; continuò a far
lai la lana ed il lino. Agricoltura. Il ter- parte della provincia di Cagliari, nel
ritorio di P. non è di quella fertilità che 1927 perse la propria autonomia e fu
notasi in rispetto delle altre regioni ar- aggregato come frazione a Oristano.
boresi, perché spesso è sabbionoso. La Nel 1957 tornò a essere comune auto-
quantità ordinaria della seminagione nomo e nel 1974 entrò a far parte della
può essere computata di starelli di ricostituita provincia di Oristano.
grano 400, d’orzo 200, di fave 80, di lino & ECONOMIA Le attività di base della
60. La fruttificazione non è scarsa se sua economia sono l’agricoltura, in
non si patisca difetto di pioggia, o se particolare la cerealicoltura, la viticol-
qualche nebbia maligna non coglia le tura e la frutticoltura, e l’allevamento
spighe in fiore o in latte. Si ha in buone del bestiame, soprattutto bovini e
condizioni dal seme del grano il 12, da ovini, in misura minore suini ed
quello dell’orzo il 15, e da quel delle equini. L’attività industriale è del tutto
fave altrettanto. Sono ottime situazioni inesistente e la rete di distribuzione
per l’orticultura, ma si pratica da rari. I commerciale è poco sviluppata. Vi
fruttiferi non sono forse più di ceppi opera un’azienda agrituristica con 8
2200 in tutte le solite specie. Le vigne posti letto. Servizi. P.A. è collegato da
sono molto prospere, e il vero bisogno autolinee e da ferrovia agli altri centri
che essi hanno di buon vino in questo della provincia. È dotato di medico,
clima ardente e umido diede loro intel- scuola dell’obbligo, sportello bancario.
ligenza. È il vino generoso che sostiene Possiede una Biblioteca comunale.
ne’ più quella robusta sanità di cui go- & DATI STATISTICI Al censimento del
dono in un luogo, dove uno straniero 2001 la sua popolazione contava 1315
non può nel tempo estivo ed autunnale unità, di cui stranieri 1; maschi 656;
fermarsi senza esporsi a malattia mor- femmine 659; famiglie 398. La ten-
tale. Pastorizia. I salti di P. producono denza complessiva rivelava una dimi-
molto pascolo e potrebbero dare ali- nuzione della popolazione, con morti
mento a un grandissimo numero di per anno 9 e nati 12; cancellati dall’a-
capi di tutte le solite specie, perché nagrafe 33 e nuovi iscritti 23. Tra i prin-
tutte vi trovano quel nutrimento che cipali indicatori economici: imponi-
loro più piace, erbe e frondi: se non bile medio IRPEF 14 461 in migliaia di
che il difetto dell’acqua fa che i pastori lire; versamenti ICI 403; aziende agri-
abbandonino i salti bassi quando l’e- cole 132; imprese commerciali 36;
state ha disseccato i pantani e si ap- esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio
pressino alla montagna. I capi nume- 6; ambulanti 4. Tra gli indicatori so-
rati nell’anno suindicato si rappresen- ciali: occupati 379; disoccupati 70;
tarono sui seguenti numeri: Bestiame inoccupati 53; laureati 5; diplomati 78;
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con licenza media 390; con licenza ele- tanza ed era molto popoloso; dopo che
mentare 429; analfabeti 47; automezzi il giudicato cessò di esistere, nella di-
circolanti 471; abbonamenti TV 313. visione del 1258 fu incluso nei territori
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo toccati ai Della Gherardesca. Quando
territorio non conserva vestigia prei- poi, alcuni anni dopo, si procedette a
storiche, puniche o romane che docu- una seconda divisione tra i due rami
mentino la continuità dell’insedia- della famiglia, fu incluso nella parte
mento umano. toccata al ramo del conte Ugolino.
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE Prima della fine del secolo XIII i figli
E AMBIENTALE Il suo tessuto urbano, del conte, in conseguenza della guerra
per quanto profondamente modificato che avevano scatenato contro il Co-
negli ultimi anni, conserva ancora mune di Pisa per vendicare la morte
qualche tipica casa campidanese ca- del padre, ne persero il controllo. Da
ratterizzata dalla grande corte e dal quel momento fu amministrato da fun-
porticato (lolla) affacciato sul cortile zionari pisani. Subito dopo lo sbarco
interno, e i muri parzialmente costruiti aragonese venne investito dall’eser-
in mattoni di terra cruda (làdiri). cito invasore e fortemente danneg-
L’unico edificio di qualche rilievo è la giato, quindi concesso in feudo a Gu-
chiesa parrocchiale, dedicata a San- glielmo di Montgry. Nel 1339 i suoi figli
t’Antioco martire. P.A. dispone di un lo cedettero ad Alibrando de Açen che
patrimonio naturalistico nel Pauli lo unı̀ ai suoi possedimenti sulcitani,
Maiori, lo stagno situato nelle vici- formando cosı̀ un feudo di considere-
nanze dell’abitato, suggestivo per la voli proporzioni. La sua popolazione,
flora e per la fauna che vi trova rifugio però, cominciò a diminuire e dopo lo
e protetto dalla convenzione di Ram- scoppio della seconda guerra tra Pie-
sar. tro IV e Mariano IV, essendosi Ali-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
brando ribellato, il feudo fu confiscato
e concesso nel 1365 a Pietro De Milany.
festa maggiore è per il patrono San-
Poco dopo divenne teatro delle opera-
t’Antioco; e si svolge la seconda dome-
zioni e fu occupato dalle truppe giudi-
nica dopo Pasqua con processione e
cali; in pochi anni si spopolò e scom-
sfilata di costumi e carri addobbati
parve.
(traccas), balli, musiche e altre manife-
stazioni folcloristiche.
Palmas de Ponte Antico villaggio di
origine medioevale che faceva parte
del giudicato di Arborea, compreso
nella curatoria del Campidano di Si-
maxis. Era situato nelle vicinanze di
Palmas Arborea. La sua popolazione
cominciò a diminuire nel corso del se-
colo XIVe dopo la peste del 1376 si spo-
polò completamente e scomparve.
Palmas de Sols Antico villaggio che fa-
Palmavera – Villaggio nuragico.
ceva parte del giudicato di Cagliari,
compreso nella curatoria del Sols. Era
situato a poca distanza da San Gio- Palmavera Nuraghe e villaggio. Il nu-
vanni Suergiu. Aveva una certa impor- raghe è situato a poca distanza dal
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mare lungo la strada che da Fertilia il luogo né l’anno, forse sotto Diocle-
conduce a Porto Conte sul bordo del ziano. Sepolto a Ghilarza, sulla sua
golfo di Alghero. L’edificio è del tipo tomba i Benedettini (sec. XII) hanno
polilobato, costituito da una torre cen- costruito la chiesa in suo onore, con-
trale e da un corpo aggiunto che la rifa- servando e trasmettendo l’antico culto.
scia con grande effetto scenografico; la L’iconografia: vestito da ufficiale ro-
costruzione è circondata da un villag- mano, corazza, due maschere di leone
gio nuragico con le capanne disposte in per spalline, nella mano destra la
duplice o triplice fila attorno al recinto fiamma, simbolo d’amore del soldato
fortificato. Tra le capanne la più inte- cristiano, o una daga, simbolo della
ressante è quella detta della Sala delle forza del cristiano che difende la pro-
riunioni, che contiene sedili perime- pria fede. Nella mano sinistra, la
trali e una specie di trono. Gli scavi ef- palma del martirio. Oppure: inginoc-
fettuati sistematicamente hanno resti- chiato, pregando, un angelo sospende
tuito una grande quantità di materiali sul suo capo una corona di fiori, sim-
risalenti al nuragico Medio e un betilo bolo di virtù. [ADRIANO VARGIU]
raffigurante un nuraghe: «Il nuraghe – In Sardegna Patrono di Bortigali e
ha scritto Giovanni Lilliu – è qui l’em- Ghilarza.
blema della potenza del sovrano che si Festa Si festeggia il secondo lunedı̀ di
assideva su un trono cilindrico in cal- luglio.
care privo di spalliera, col contorno se- Palmieri, Giovanni Docente universi-
gnato da semplici listelli incrociati. Lo tario (n. Sassari 1932). Laureatosi in
sgabello troncoconico ha significato Medicina veterinaria nel 1958, ha in-
simbolico e di prestigio e spira un’aura trapreso la carriera universitaria. Di-
di sacro». venuto professore di Anatomia degli
Palmerio, san (in sardo, Santu Para- Animali presso l’Università di Sassari,
minu, Santu Palmeriu) Santo martire. nel 1969 è stato nominato direttore del-
Una volta, nel cuore della Sardegna, l’Istituto di Anatomia normale e nel
esisteva il villaggio di Berre: pur- 1987 direttore della Biblioteca centra-
troppo arrivò la peste e i suoi abitanti lizzata della Facoltà di Veterinaria.
cominciarono a morire. Sette famiglie Nel 1991 è stato eletto rettore della
riuscirono a salvarsi, fuggendo e fon- sua Università e successivamente ri-
dando a qualche chilometro dal fla- confermato fino al 1996; per le sue
gello il villaggio di Bortigali. E a Borti- grandi doti di organizzatore, nel 1997 è
gali, da una delle famiglie superstiti, stato nominato presidente della Fon-
nacque Palmerio, pagano, ufficiale dazione Banco di Sardegna. Terminato
dell’esercito romano. Conobbe il Van- il suo mandato nel 2002, nel 2003 è stato
gelo e si convertı̀, battezzato, decise di nominato vicepresidente della Banca
abbandonare la carriera delle armi, di Sassari. Studioso di valore, è autore
scegliendo di vivere in solitudine nelle di numerosi lavori di alto livello scien-
montagne della sua terra, ricercando tifico.
Dio attraverso la contemplazione, la Palomba, Antonella Archivista (n. Ca-
preghiera e la penitenza. Scoperto e gliari 1953). Laureata in Lettere e spe-
arrestato, rifiutò di sacrificare agli cializzata in Storia dell’Arte, è entrata
dei, esortando i presenti alla conver- nella carriera degli Archivi di Stato;
sione. Torturato e condannato alla de- attualmente lavora presso la Soprin-
capitazione. Martire, non si conosce né tendenza archivistica della Sardegna.
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Nel 1983 ha collaborato alla realizza- Villa Verde (con A. Palomba), Zerfaliu
zione della Cagliari, storia e immagine (con G. Usai).
di una forma urbana. Ha collaborato
Palomba, Emilia Scultrice e ceramista
anche alla formazione del Museo di
(n. Cagliari 1937). Dopo avere studiato
Sant’Eulalia. Tra i suoi scritti: L’Archi-
e fatto le prime esperienze di lavoro a
vio storico del Comune di Cagliari, ‘‘Bol-
Roma, alla fine degli anni Cinquanta è
lettino bibliografico della Sardegna’’,
tornata a Cagliari. Ha aperto uno stu-
1-2, 1984; Fonti documentali relative a
dio laboratorio dove ha dato avvio alla
paesi dell’area magrebina attraverso
produzione delle sue ceramiche, ele-
un’indagine condotta negli archivi sta- gantissime e originali: in collegamento
tali della Sardegna (con M.B. Lai), in con l’attività svolta soprattutto nella
‘‘Medioevo, Saggi e Rassegne’’, 13, seconda metà degli anni Cinquanta e
1988; quattordici schede nell’archivio la prima degli anni Sessanta dell’I-
di altrettanti comuni della provincia di SOLA, l’istituto regionale preposto
Oristano, Abbasanta (con M.B. Lai), Al- alla organizzazione del lavoro arti-
lai, Bauladu (con C. Palomba), Bonar- giano ha eseguito una larga serie di
cado (con V. Gajas), Boroneddu (con C. opere, fra cui, come hanno scritto Giu-
Palomba), Gonnostramatza (con L. Pi- liana Altea e Marco Magnani, «collane
ras), Milis (con L. Piras), Mogorella (con e bracciali in ceramica smaltate ravvi-
C. Palomba), Ollastra, Siapiccia, Sima- vati da lustri argentei, con la mente ri-
xis (con L. Piras), Siris, Tresnuraghes volta allo sfarzo dell’oreficeria popo-
(con M.B. Lai), Villaurbana (con C. lare ma anche al fascino austero dei
Campanella), Villa Verde (con C. Pa- reperti preistorici». Accanto a questi
lomba), tutte in Gli archivi comunali oggetti, le sue figurine femminili – più
della provincia di Oristano, 1999. frequenti nei decenni successivi – am-
Palomba, Carla Archivista (n. Roma biscono alle misure dell’arte piuttosto
1950). Laureata in Lettere, è entrata che alla tecnica d’un pure raffinato ar-
nella carriera degli Archivi di Stato. tigianato. Nel corso degli anni i suoi
Attualmente è funzionario presso la lavori sono stati conosciuti in Italia e
Soprintendenza archivistica della Sar- all’estero e le hanno dato notorietà in-
degna. Nel volume Gli archivi comunali ternazionale.
della provincia di Oristano, 1999, ha Palomba, Federico Magistrato, uomo
compilato 29 schede sull’archivio di al- politico (n. Cagliari 1937). Consigliere
trettanti comuni: Aidomaggiore, Alba- regionale, presidente della Regione,
giara, Ales (con M.B. Lai e M.P. Mameli), deputato al Parlamento. Dopo aver
Bauladu, Bidonı̀, Boroneddu, Busachi conseguito la laurea in Giurispru-
(con G. Usai), Cuglieri (con G. Usai), denza è entrato giovanissimo in magi-
Gonnoscodina, Marrubiu (con M.G. stratura e ha percorso una brillante
Usai), Masullas (con G. Usai), Mogorella carriera nei Tribunali minorili, sino al-
(con A. Palomba), Neoneli (con G. Usai), l’incarico di dirigente dell’Ufficio cen-
Norbello, Ollastra (con A. Palomba), trale della giustizia minorile presso il
Pau (con G. Usai), Paulilatino (con Ministero di Grazia e Giustizia. Negli
M.B. Lai), Riola Sardo, Santa Giusta anni nei quali è stato dapprima giudice
(con G. Usai), Seneghe (con G. Usai), e in un secondo momento presidente
Sennariolo (con G. Usai), Siamaggiore, del tribunale dei minorenni di Cagliari
Siamanna (con G. Usai), Simala, Sima- si è fatto notare per la sua grande sen-
xis, Soddı̀ (con M.B. Lai e G. Usai), Uras, sibilità sociale e per la personalità con
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saldata alla prima, chiude ermetica- Oristano per avviare gli accordi di
mente il ripieno. La p. cosı̀ ottenuta pace con Pietro IV; quando la trattativa
viene cotta al forno per circa mezz’ora. sembrava felicemente conclusa, l’an-
A Oschiri il ripieno della p., oltre che ziano re d’Aragona si ammalò e il trat-
con le anguille, è preparato con carne tato non poté essere firmato.
d’agnello e verdure. In altre località, Panciera, Silvio Storico (n. Chirignago,
come ad esempio a Cuglieri, il ripieno, Venezia, 1933). Dopo la laurea si è de-
costituito da un misto di carne di dicato all’insegnamento universitario.
maiale e di vitella arricchito di pro- Attualmente è professore di Storia ro-
sciutto sardo, carciofi, pomodori e cer- mana presso il Dipartimento di
vello, viene versato su una sfoglia a Scienze storiche e archeologiche del-
forma di timballo. Un’altra variante l’Università ‘‘La Sapienza’’ di Roma.
preparata in altre località è ottenuta Ha dedicato alla Sardegna due saggi:
con un ripieno di sole verdure. M. Allio Celere magistrato della colonia,
Panana Antico villaggio, di probabile in Turris Lybisonis. La necropoli meri-
origine preromana, che faceva parte dionale di S. Gavino, ‘‘Quaderni della
del giudicato di Gallura, compreso Soprintendenza archeologica per le
nella curatoria di Posada. Era situato province di Sassari e Nuoro’’, 1987; Di
in località Sas Murtas nelle campagne un sardo con troppi diplomi, Ursarius
di Posada. Dopo l’estinzione dei Vi- Tornalis e di altri diplomi militari ro-
sconti, a partire dalla fine del secolo mani, in Sardinia antiqua. Studi in
XIII prese a essere amministrato diret- onore di Piero Meloni per il suo 70º com-
tamente dal Comune di Pisa. Subito pleanno, 1992.
dopo la conquista aragonese entrò a Pancrazio, Flavio Duca di Sardegna
far parte del Regnum Sardiniae; nel (sec. VII). Funzionario militare bizan-
1324 fu concesso in feudo a Pietro Lo- tino, apparteneva all’ordine dei pre-
pez de Luna che ebbe un difficile rap- fetti. Nel 646 fu inviato in Sardegna
porto con i suoi vassalli e morı̀ pochi dal prefetto del pretorio d’Africa con
anni dopo senza discendenti. Nel 1335 il titolo di duca e con ampi poteri per
P. fu acquistato da Pietro de So, che lo reprimervi il monotelismo e difendere
unı̀ ad altri villaggi formando un l’ortodossia.
grande feudo. La sua popolazione,
Pancrazio, san (o San Brancaccio; in
però, cominciò a diminuire e dopo lo
sardo, Santu Bancraziu, Santu Fran-
scoppio della seconda guerra tra Pie-
cau, Santu Brancacciu, Santu Bran-
tro IV e Mariano IV il villaggio divenne
cazzu, Santu Pancratu) Santo (m. 304).
teatro delle operazioni: fu occupato
Martire, nacque a Cagliari nel 40. Di-
dalle truppe giudicali e scomparve in
scepolo di San Pietro che, dopo averlo
pochi anni.
istruito, lo battezzò e consacrò dia-
Pancia, Comita Funzionario giudicale cono. Denunciato perché cristiano,
(Oristano, sec. XIV-?). Sacerdote di non venne meno alla propria fede mal-
grande cultura, abile diplomatico e fe- grado le torture. Fu lapidato, ma luogo
dele servitore della dinastia dei Bas e anno sono sconosciuti. Di là dalla se-
Serra, nel tormentato periodo che se- centesca leggenda locale, il San P. del
guı̀ l’imprigionamento di Brancaleone 12 maggio nacque in Frigia, orfano in
Doria ricopriva l’ufficio di vicecancel- tenerissima età, allevato dallo zio Dio-
liere del giudicato. Nel 1386 fu man- niso. Zio e nipote si recarono a Roma,
dato in Catalogna con l’arcivescovo di dove si convertirono e ricevettero il
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battesimo. Dopo la morte dello zio, P. 1947; Origini della città di Olbia, ‘‘Il Cor-
annunciò il Vangelo. Denunciato, non riere dell’Isola’’, 1947; Olbia nel periodo
volle sacrificare agli dei. «L’impera- punico e romano, 1953; L’agro di Olbia
tore in persona – secondo la passio al- nel periodo preistorico, punico e ro-
quanto fantasiosa – vedendolo cosı̀ gio- mano, ‘‘Collana di Studi sardi della Re-
vane, commosso, lo esortò a ritornare gione autonoma della Sardegna’’, 1954;
alla religione pagana, inutilmente». Olbia attraverso i secoli, 1959; La dea di
Decapitato nel 304, all’età di quattor- Olbia, ‘‘Nuove testimonianze archeolo-
dici anni, nella via Aurelia. Octavia, giche della Sardegna centro-setten-
matrona cristiana, lo seppellı̀ e sulla trionale’’, 1976; Il giudicato di Gallura.
sua tomba il pontefice sardo Simmaco Curatorie e centri abitati, 1978; Sant’An-
fece costruire la chiesa in suo onore, tonio di Gallura tra cronaca e storia (con
dal 1660 officiata dai Carmelitani Antonio Pittorru), 1989; Forse un’antica
scalzi. In epoca medioevale oltre cin- strada agrolbiense è da identificare con
quanta chiese vantavano il possesso un’arteria della rete viaria romana, ‘‘Ar-
delle sue reliquie, che secondo la tra- chivio storico sardo di Sassari’’, IX,
dizione erano in grado di smascherare 1991.
imbrogli d’ogni genere.
Pane di ghiande = Geofagia
In Sardegna Patrono di Bortigiadas.
Culto diffuso in Sardegna dai Pisani,
al quale si è sovrapposto per breve
tempo quello locale. [ADRIANO VARGIU]
Festa Si festeggia il 12 maggio; ad
Aglientu anche il 5 agosto, a Suni e Bor-
tigiadas anche l’ultima domenica di
settembre, la seconda domenica di
maggio a Sedini.
Pandolfo Religioso (sec. XIII). Arcive-
scovo di Torres dal 1290 al 1296. Proba-
bilmente siciliano, divenne confessore
Pane frattau – La base di questa antica
del papa e fu nominato vescovo di Patti
specialità gastronomica è il pane carasau.
e di Lipari. Nel 1290 fu nominato arci-
vescovo e inviato in Sardegna per rac-
cogliervi le decime pontificie. Nel 1296 Pane frattau Antico piatto della tradi-
fu trasferito alla diocesi di Ancona. zione gastronomica sarda, diffuso so-
Panedda, Dionigi Archeologo e storico prattutto nella Barbagia. La sua base è
(n. Olbia, sec. XX). Conseguita la laurea il pane carasau, un pane biscottato a
in Lettere, si dedicò all’insegnamento sfoglie sottilissime. Questo viene im-
nelle scuole secondarie. Studioso merso in un recipiente con brodo caldo
della storia di Olbia e più in generale o acqua bollente salata, e quando è
della Gallura, può essere considerato bene inzuppato le sfoglie si dispon-
il maggiore conoscitore del suo territo- gono a strati su un piatto su cui si versa
rio; è autore di importanti lavori di no- una salsa di pomodoro arricchita da un
tevole livello scientifco, fra i quali: Se- soffritto di carne macinata con cipolla,
greti dell’Olbia romana, ‘‘Il Corriere aglio, basilico e prezzemolo, il tutto
dell’Isola’’, 1947; Dov’era il porto del- spruzzato abbondantemente di for-
l’Olbia romana, ‘‘Il Corriere dell’Isola’’, maggio. Una volta completati gli strati,
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sul tutto si pone un uovo in camicia da resa possibile dalla presenza nelle
rompere e da amalgamare al resto. case tradizionali del forno a legna che
Pan’e saba Tipico pane dolce, legato ne consentiva la cottura. La panifica-
nel Campidano alle più antiche tradi- zione avveniva periodicamente a se-
zioni pasquali. Viene ottenuto da un conda delle necessità della famiglia e
impasto di farina di semola di grano delle sue possibilità economiche. In
duro con sapa di mosto. Il tutto deve occasione delle grandi feste (Natale e
essere lavorato a lungo in modo da ot- Capodanno, Pasqua e altre ricorrenze),
tenere un amalgama completo, avendo la panificazione comportava, oltre alla
cura di aggiungervi uova intere, can- confezione del pane d’uso comune,
nella ed essenza di garofano, noci e pi- quella dei pani particolari per la festa
noli sminuzzati. L’impasto cosı̀ otte- e della pasticceria. Il lavoro coinvol-
nuto si lascia riposare per qualche geva la padrona di casa, le figlie e tutte
ora, quindi se ne ricavano delle pa- le donne della famiglia, il più delle
gnottelle che poi vengono coperte, po- volte con l’aiuto di donne del vicinato
ste al riparo dal freddo e tenute per da remunerare in pane. Il lavoro aveva
due giorni a lievitare in un canestro. inizio all’alba e si succedeva in fasi ben
Quando la lievitazione è completa le definite (= Civraxiu) fino ad arrivare
pagnottelle vengono cotte al forno a alla cottura nel forno.
temperatura media. I principali tipi di pane conosciuti
erano (in ordine alfabetico):
1. Candelariu, è il pane finissimo che
veniva usato per la festa di Capodanno.
2. Civraxiu (=), il pane quotidiano
usato da tutti e prodotto ovunque, cotto
nel forno tradizionale a cupola scal-
dato col fuoco di legna; giustamente fa-
moso è quello che si confezionava a
Sanluri (per cui il tipo veniva detto, an-
che in altri paesi, pane di Sanluri).
3. Coccas, focacce fatte per il giorno di
Ferragosto, conosciute soprattutto nel
Pane sardo – Pane preparato per la
Sagra di Sant’Efisio a Cagliari. Nuorese.
4. Coccoi (=), tipo di pane più pregiato
e dall’uso meno esteso. Confezionato
Pane sardo Nei tempi antichi il pane
con la semola (sı̀mbula), cotto nel forno
era confezionato dalle donne e variava
tradizionale.
per qualità e per forma a seconda delle
regioni, dei singoli paesi e delle di- 5. Coccois pintaus, era il pane delle fe-
verse classi sociali (Emmanuel Ladu- ste, confezionato con la semola e cotto
rie, recensendo dopo il Festival di Can- nel forno a cupola tradizionale. Questo
nes il film Padre padrone, evocò questa tipo di pane si distingueva per le mol-
società «dei tre pani», quello bianco tissime forme in cui era confezionato.
per i padroni, quello mescolato con la In particolare le più note sono: i coc-
crusca degli agricoltori, quello d’orzo cois, decorati a foglie di forma molto
per i poveri). Veniva ottenuto mediante varia, che talvolta erano usati anche
la lavorazione della farina di grano se- come pane quotidiano nelle famiglie
condo una procedura standardizzata, ricche; i coccois de pitzus, decorati a
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cresta; i coccois a forma di melagrana mola e uva passa nel forno tradizionale
(arenada), usati esclusivamente per le a cupola.
feste; i coccois a forma di pesce (pisci), 10. Costedda cun gerda, un pane che si
usati esclusivamente per le feste; i coc- confezionava con semola e con ciccioli
cois a forma di uccello (pilloni), usati in occasione dell’uccisione del maiale.
esclusivamente per le feste; i coccois a 11. Coccoi cun s’ou, tipo di pane confe-
forma di tartaruga (tostoinu), usati zionato con semola scelta, di svariatis-
esclusivamente per le feste; i coccois a sime forme, utilizzato esclusivamente
forma di rotolo (imboddiada) usati per le festività pasquali.
esclusivamente per le feste; i coccois a 12. Cozzula, particolare pane di semola
forma di mazzo di fiori (mazz’e froris), confezionato per le nozze: aveva una
usati esclusivamente per le feste; i coc- forma a corona, ed era portato in
cois a forma di rosa (arrosa), usati chiesa e offerto al sacrista.
esclusivamente per le feste; i coccois a 13. Fresa, un pane logudorese a forma
forma di bambina (pippı̀a), confezio- di schiacciata tonda molto sottile, cotto
nato apposta per i bambini di casa; i nel forno tradizionale molto caldo: ve-
coccois a forma di collana (cannacca), niva poi tolto dal forno, diviso in due e
confezionati esclusivamente per i sottoposto a una nuova cottura che lo
bambini; i coccois a forma di chiave biscottava; questa seconda cottura lo
(craixedda), confezionati esclusiva- rendeva simile al pane carasau.
mente per i bambini; i coccois a forma 14. Maritzosu, il pane delle feste e delle
di anatroccolo (anadixedda), confezio- grandi occasioni, confezionato con la
nati esclusivamente per i bambini. semola scelta nel forno tradizionale a
6. Coccu, pane di frumento non fermen- cupola scaldato col fuoco.
tato a forma di focaccia; era confezio- 15. Michettas e paninus, tipi di pane
nato dai pastori al ritorno dalla transu- che non rientrano nella tradizione
manza e usato per gli ospiti e per le fe- della panificazione domestica ma fu-
stività. Veniva cotto sul focolare caldo rono introdotti con lo svilupparsi
ricoprendo la foccaccia con la cenere e delle panetterie che confezionavano
la brace e poi lavato e coperto da un il pane da vendere a terzi; le due
panno. forme sono state mantenute dai mo-
7. Costedda, tipo di pane confezionato derni panifici industriali. Al mo-
come il civraxiu: da mangiarsi molto mento della transizione dalla panifi-
fresco, era confezionato con il fior di cazione domestica generalizzata alla
farina fatto lievitare con su frumentu prima confezione industriale il pane
sardu (il lievito tradizionale), confezio- ‘‘da negozio’’ veniva giudicato come
nato ovunque e cotto nel forno tradizio- un prodotto di qualità inferiore. A
nale. Questo tipo di pane era cono- Tempio questo pane veniva chiamato
sciuto anche come lada o ladixedda. pani scioccu, cioè ‘‘insipido’’, e pani-
8. Costedda cun arrescottu, un pane che sciucchéri erano soprannominati i
si confezionava con semola e ricotta piccoli borghesi che, non essendo
nel forno tradizionale a cupola, in tutti proprietari di terreni a grano, dove-
i periodi dell’anno tranne che in vano comprarlo nelle panetterie.
estate. Questi tipi di pane sono confezionati
9. Costedda cun pabassa, un pane che si con un misto di fior di farina e di se-
confezionava per le feste grandi con se- mola.
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16. Moddizzosu (=), pane delle feste donne, dotato ciascuno delle abilità
confezionato con semola. proprie di questa elementare divi-
17. Pane carasau, il pane tipico delle sione del lavoro. La forma più alta di
zone pastorali più interne, confezio- specializzazione era richiesta per la
nato a sottilissime sfoglie croccanti la decorazione dei pani: non per niente
cui lunga conservazione è consentita in una famosa raccolta di saggi dedi-
da una seconda cottura; viene detto an- cata all’argomento si parla di ‘‘pla-
che carta da musica. stica effimera’’.
Panevini, Jacopo Castellano di Ca-
gliari (Pisa, seconda metà sec. XIII-ivi,
1320 ca.). Apparteneva a una famiglia
popolare; prese parte attiva alla vita
politica del Comune e fu molto stimato
nella sua città, tanto che a partire dal
1289 fu eletto per sedici volte tra gli
Anziani. Nel 1305 fu inviato in Sarde-
gna come capitano di Cagliari; tornato
in patria, nel 1316 fu eletto per l’ultima
volta tra gli Anziani.
Pani Famiglia di Terralba (sec. XVII-
esistente). Le sue notizie risalgono al
Pane sardo – Il pane carasau, tipico dei secolo XVII; i suoi membri ricoprivano
pastori, ‘‘inventato’’ per resistere ai lunghi ereditariamente l’ufficio di capitano
periodi di transumanza, viene infornato della cavalleria miliziana di Terralba.
due volte. Nel 1695 ottennero il cavalierato eredi-
tario e la nobiltà con un Giovanni Pani
18. Pani cun ollu, confezionato con se- Esquirro ammesso poi allo Stamento
mola, olio e grassi nel forno tradizio- militare durante il parlamento Montel-
nale a cupola scaldato col fuoco. lano nel 1698. Nel corso del secolo
19. Pani nieddu, pane confezionato con XVIII la famiglia si divise in due rami,
il civraxeddu nel forno tradizionale. uno residente a Oristano, dove si
20. Pani de orgiu, detto anche orzatu estinse nel corso del secolo XIX, l’altro
(=). si trasferı̀ a Cagliari.
21. Pertusitta, un pane a forma di ciam- Pani, Corrado Attore (Roma 1936-ivi
bella che aveva raffigurato in rilievo 2005). Nato da famiglia di origine ca-
l’ovile e che si mandava ai pastori in gliaritana, esordı̀ alla radio e succes-
occasione del Capodanno. sivamente entrò a far parte della com-
La lavorazione del pane era, nella so- pagnia teatrale di Paolo Stoppa. Do-
cietà tradizionale, un autentico rito tato di grande capacità e in possesso
con un forte contenuto comunitario; di una tecnica di notevole livello, la-
non si entrava nelle case in cui veniva vorò per anni presso il Teatro stabile
‘‘fatto’’ il pane senza un saluto d’ob- di Milano e per la televisione inter-
bligo («Deus vos bardet», ‘‘Dio vi pretando numerosi sceneggiati e tele-
guardi, vi protegga’’). In genere la romanzi, tra cui I miserabili e I Fratelli
preparazione della pasta, la confe- Karamazov. Recentemente aveva la-
zione delle forme e la loro cottura vorato con Luca Ronconi per il Teatro
erano affidate a tre gruppi diversi di stabile di Roma, ma in seguito era
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nacque a Nicomedia, l’odierna Izmit, sa piedade / curas pro caridade / ogni do-
da padre pagano e madre cristiana. lenzia. / Cun sa tua assistenzia / e divina
Medico valentissimo – secondo la pas- virtude / cunsighin sa salude / sos tugli-
sio – , ambizioso, voleva guarire tutti i dos» (Sei di Cristo il ritratto – pietoso
mali, Massimiano lo volle a corte. Con- veramente – caritatevole curi – ogni di-
vertito dal prete Ermolao, dopo essere spiacere. – Con la tua assistenza – e di-
stato battezzato distribuı̀ le sue ric- vina virtù – conseguono la salute – tutti
chezze ai poveri, mettendosi a curare gli afflitti). [ADRIANO VARGIU]
senza chiedere compenso, «Io do il ri- Festa Si festeggia il 27 luglio; la se-
medio, Dio la salute». Quando l’impe- conda domenica dopo Pasqua a Dolia-
ratore lo seppe, non volle crederci: nova, la terza domenica di settembre a
«Hai tradito la mia stima, la mia amici- San Pantaleo, frazione di Olbia.
zia». Torturato, condannato alla deca-
pitazione, martire il 27 luglio del 303- Pantoli, Primo Pittore e incisore (n. Ce-
305. Reliquie a Crema, a Ravello e a sena 1932). Compiuti i suoi studi nella
Vallo della Lucania: nei due centri sa- città natale e a Firenze, nel 1957 si è
lernitani si tratta di sangue del santo trasferito in Sardegna dedicandosi al-
che nel giorno della festa, 27 luglio, si l’insegnamento delle discipline artisti-
liquefà, rimanendo per diversi giorni che presso il Liceo artistico di Cagliari.
in tale stato. AVenezia nel soffitto della Artista impegnato, diviene presto uno
sua chiesa spicca il più grande dipinto dei protagonisti della vita culturale
del mondo, tela di Antonio Fumiani della città: nel 1958 aderisce al gruppo
(1643-1710). È il patrono dei medici e Studio 58, di cui è, insieme a Gaetano
delle balie. Brundu, la personalità più interes-
In Sardegna Patrono di Dolianova, sante; nel 1961 concorre a formare il
gruppo Iniziativa; quindi nel 1967 ade-
Macomer, Martis, San Pantaleo e
risce al ‘‘Centro di Cultura Democra-
Sorso. Culto diffuso dai Bizantini. A
tica’’. Ha esposto in Italia e all’estero
Dolianova la splendida cattedrale a
ottenendo lusinghieri riconoscimenti
lui dedicata, della soppressa diocesi
soprattutto come disegnatore di mani-
di Dolia, che dà ancora titolo vescovile,
festi e illustratore: «Al di là della defor-
è anteriore al 1170: nella cripta, bacino
mazione del segno – hanno scritto Giu-
battesimale del secolo V, unico in tutta liana Altea e Marco Magnani a propo-
l’isola; il retablo con scene della vita sito, in particolare, di una mostra del
del santo è del 1503. Macomer vanta la 1958 – , l’elemento centrale della pit-
parrocchiale (sec. XVI) in suo onore. tura di P. è soprattutto il colore, denso
Giovanni Spano (1870) ricorda «il qua- e come sfatto, sensuale, aggrumato e
dro di San Pantaleo che guarisce un prezioso». Cessata l’attività di insegna-
paralitico in mezzo a una folla di po- mento nel 1990, continua instancabile
polo, nella parrocchia di Martis, di- la sua ricerca di nuove espressioni ar-
pinto da Andrea Lusso nel 1595». Al- tistiche.
berto Lamarmora (1860) ricorda invece Panu, Tomaso Insegnante (n. Tempio
che «nella chiesa di San Pantaleone di Pausania 1937). Insegnante di storia e
Sorso furono ritrovate nel 1840 le pre- filosofia nel Liceo classico della sua
sunte spoglie di Barisone giudice di città, dedicatosi al giornalismo e alle
Logudoro». Alcuni versi dell’inno com- attività culturali, dirige da anni ‘‘Gal-
posto da Melchiorre Murenu (1803- lura e Anglona’’, periodico della dio-
1854): «De Cristos ses ritrattu / veru in cesi. È stato sindaco di Tempio Pausa-
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nia per circa dieci anni. Ha scritto con governo, fece scrivere una Costitu-
il collega Giovanni Murineddu il saggio zione di tipo democratico e riorganizzò
storico-sociologico Tempio Pausania il sistema economico e amministra-
1945-1990, 1994. tivo. Quando Genova, nel 1768, cedette
Panu Saba, Maria Studiosa di storia l’isola alla Francia, P. animò nuova-
(Sassari, inizi sec. XX-ivi, seconda mente la resistenza ma nel 1769 fu
metà sec. XX). Dopo essersi laureata sconfitto a Pontenovo e dovette abban-
in Lettere si dedicò all’insegnamento donare l’isola: la battaglia di Ponte-
nella sua città. Appartenente a una fa- novo venne assunta, dagli storici corsi
miglia di radicate tradizioni repubbli- ma anche dalla memoria collettiva di
cane, studiosa del Risorgimento in Sar- quel popolo, come l’evento decisivo
degna, ha approfondı̀to le conoscenze della storia corsa, da cui comincia una
sull’attività dei deputati sardi nel Par- nuova fase delle vicende isolane.
lamento subalpino, scrivendone in: I
parlamentari sardi alla Camera subal-
pina, ‘‘La Politica parlamentare’’,
1955; La Sardegna al Parlamento subal-
pino, ‘‘La Politica parlamentare’’, 1955,
due studi poi raccolti in volume.
Paoli, Attilio Pittore e critico d’arte
(Laconi 1910-Macomer 1983). Forma-
tosi all’Accademia di Belle Arti di Ve-
nezia, prese parte a numerose mostre
in Italia e all’estero ottenendo ambiti
riconoscimenti, tra cui il diploma di In-
ternational Award dell’Istituto delle
Arti di Zurigo nel 1964. Collaborò a nu-
merose riviste d’arte; tra il 1968 e il
1976 insegnò discipline pittoriche al
Liceo artistico di Cagliari.
Paoli, Pasquale Patriota corso (Stretto
di Morosaglia, Bastia, 1752-Londra
1796). Protagonista della storia corsa
nel secolo XVIII, fu educato a Napoli,
dove aveva seguito il padre Giacinto, Pasquale Paoli – Il patriota corso in una
xilografia di Luigi Servolini.
un patriota corso perseguitato dal go-
verno genovese dell’isola perché nu-
trito della filosofia dei ‘‘lumi’’ che si Nel 1790 P., nel clima fervido della
andava affermando in Francia e anche Grande Rivoluzione, fu eletto all’As-
perché portavoce delle aspirazioni del semblea costituente: rimpatriò dall’In-
suo popolo a liberarsi dall’oppressione ghilterra e fu mandato in Corsica col
straniera. Tornato in Corsica, P. riuscı̀ grado di comandante militare dell’i-
ad animarvi un vasto moto di libera- sola. Qui nel 1793 fu eletto «generalis-
zione nazionale che, guidato da lui simo» e presidente della «consulta»
(proclamato nel 1755 capo supremo che venne convocata a Corte, la capi-
della Corsica), liberò gran parte dell’i- tale storica dell’isola. Sull’onda di un
sola dal dominio genovese. Andato al diffuso malcontento contro il governo
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gia il 25 gennaio a Codrongianos. Festa ordinò ai Gesuiti di andar via dal suo
che ha radici gallicane, dal secolo VIII stato, essi non solo non obbedirono, ma
fissata al 25 gennaio, data non della raggiunti dai Francescani potenzia-
conversione, ma della traslazione rono l’opera di evangelizzazione. Nel
delle reliquie a Roma. Caduta nel di- 1596 i missionari che avevano trasgre-
menticatoio la traslazione, è rimasta dito l’ordine furono arrestati e croci-
la conversione. fissi a Nagasaki il 5 febbraio 1597: tre
Gesuiti, fra i quali P.M., sei France-
Paolo di Tebe, san (o San Paolo eremita;
scani, diciassette laici giapponesi e
in sardo, Santu Paulu) Santo (Tebe,
tre bambini. Canonizzati da Pio IX
227/230-?, 340/344). Eremita, nacque da
(1862). P.M. «dalla croce pronunciò il
una ricca famiglia. Quando Decio ob-
suo ultimo sermone». [ADRIANO VARGIU]
bligò i cittadini (250) a partecipare alle
Festa Si festeggia il 6 febbraio.
cerimonie religiose pagane, pena la
morte, si ritirò nel deserto. Sant’Anto- Paolo Sorba Editore Casa editrice fon-
nio Abate – dice la leggenda – andò a data nel 1989 a La Maddalena dal li-
trovarlo e P. di T., sentendosi prossimo braio Paolo Sorba, si è specializzata
a morire, gli chiese di seppellirlo con il nella pubblicazione di opere intese al
mantello che Sant’Atanasio, vescovo di recupero della storia, la memoria e la
Alessandria, aveva donato ad Antonio cultura dell’arcipelago della Madda-
(e non a P. di T., come erroneamente lena. Tra i titoli in catalogo si segna-
riporta qualche testo). Antonio tornò e lano i volumi: Isole e insularità futura;
lo trovò morto, cantò inni e salmi, av- Giuseppe Garibaldi. La riscoperta di un
volse il corpo nel mantello di Sant’Ata- Eroe; La Spiaggia Rosa e l’Isola di Bu-
nasio e lo seppellı̀. Morı̀ all’età di cen- delli. La casa editrice dà vita anche alla
totredici-centoquattordici anni. San pubblicazione periodica ‘‘Almanacco
Girolamo, che lo definı̀ ‘‘principe della maddalenino’’. [MARIO ARGIOLAS]
vita monastica’’, ne scrisse la Vita, al-
quanto inattendibile. L’esistenza del
santo è stata sempre messa in dubbio
dagli storici.
In Sardegna Patrono di Tempio Pausa-
nia. Il suo culto è stato diffuso dai Bi-
zantini. A Fonni, nella chiesa della Ma-
donna dei Martiri, figura in una tela
attribuita a Giovan Francesco Barbieri
detto il Guercino (1591-1666). [ADRIANO
VARGIU]
Festa Si festeggia il 15 gennaio; la
prima domenica di settembre a Tem-
pio Pausania. Sagre estive e in altre Papavero – Rosolacci durante la fioritura.
date durante l’anno.
Paolo Miki, san (in sardo, Santu Miki) Papavero Nome di varie specie di
Santo (Tounucumada, Giappone, 1562- piante della famiglia delle Papavera-
Nagasaki 1597). Gesuita martire, figlio cee. 1. Il rosolaccio (Papaver rhoeas L.)
di un ufficiale dell’esercito. Quando il è una piccola piantina fragile, rag-
potente capo militare giapponese Taı̈- giunge 50-60 cm di altezza; lo stelo è
cosama (Toyotomi Hideyoshi) nel 1587 peloso, quasi spinescente, e se reciso
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ne fuoriesce un lattice bianco; le foglie fiori, solitari sugli steli, sono grandi,
sono profondamente incise in diversi con 4 petali gialli e macchia centrale
segmenti spatolati nel margine; i fiori bruno-marrone; cresce sulle sabbie e
grandi, solitari su un lungo stelo, in genere lungo le coste, dove fiorisce
hanno 4 petali rosso acceso, con la per tutta l’estate. Nomi sardi: babaoi
base macchiata di nero, come il grosso corrudu, pabauli grogu. [MARIA IMMACO-
pistillo e i numerosi stami; il frutto è LATA BRIGAGLIA]
una capsula ovale, con un tipico ‘‘cap- Papi, Evelina Soprano (Cagliari 1901-
puccio’’ stellato, contenente moltis- ivi?, seconda metà sec. XX). Studiò
simi semi neri; comunissima e infe- canto e pittura a Milano; come can-
stante, cresce in primavera e fiorisce tante esordı̀ giovanissima alla Scala e
sino all’inizio dell’estate in campi col- in seguito percorse una brillante car-
tivati e prati incolti; le intense fiori- riera cantando nei maggiori teatri
ture colorano le campagne di maggio e d’Europa sotto la guida di grandi mae-
giugno, sia con note monocromatiche, stri come Toscanini. Analoghi successi
che in combinazione con altre piante, ottenne con le sue delicate pitture, che
come quando tra l’oro del grano ma- espose nelle maggiori città italiane.
turo il p. si mischia con il giallo del cri- Papi, Luigi Giurista (n. Cagliari 1920).
santemo campestre e il viola dei gla- Conseguita la laurea si è dedicato all’e-
dioli selvatici. In Sardegna non cresce sercizio della professione di avvocato e
spontaneo. 2.. Il p. domestico, o p. da ha approfondito gli studi di diritto ma-
oppio (Papaver somniferum L. o offici- rittimo divenendo in pochi anni un
nale), è coltivato per le dimensioni del esperto di rilievo. Membro dell’Asso-
fiore e per i semi aromatici. Nella me- ciazione italiana di Diritto marittimo,
dicina popolare il p. è noto per le sue è autore di numerose pubblicazioni di
proprietà sedative e narcotiche: infusi notevole livello scientifico tra cui si se-
di petali essiccati facilitano il sonno, gnala la monografia Note di istituzioni
mentre in associazione con altre es- di diritto della navigazione, 1947.
senze può calmare la tosse o essere un Papiros Casa editrice fondata nel 1989
efficace ansiolitico. I ragazzi in passato a Nuoro da Diego Corraine. È specia-
si divertivano a ‘‘marchiarsi’’ con il lizzata nella pubblicazione di opere in
frutto del p., imprimendo sulla pelle la lingua sarda (anche periodici), sia per
stella della capsula, mentre le giovani adulti che per ragazzi. Annovera le col-
traevano auspici sulla sorte dei loro lane ‘‘S’arvore ’e sa mela’’ di narrativa,
amori aprendo i boccioli verdi e rite- ‘‘Mariposas’’, di poesia, ‘‘Sa primas
nendo di buon augurio scoprire i petali iscopertas’’, con testi didattici per
già rossi. Nomi sardi: atzanda (nuo- bambini, molto curati e riccamente il-
rese); babaòli, pabaule (campidanese); lustrati. [MARIO ARGIOLAS]
paparre, pappàvaru (logudorese); pu- Papoff, Giusi Intellettuale e editrice
busgia (sassarese). 3.. Il p. cornuto (Cagliari 1952-ivi 2003). Dopo aver con-
(Glaucium flavum Crantz) appartiene seguito la laurea in Scienze politiche si
a un diverso genere, ma alla stessa fa- dedicò con passione alla promozione
miglia: è un’erbacea con gli steli glabri di iniziative culturali, collaborando
che emettono un lattice giallo, vele- con l’emittente televisiva cagliaritana
noso; le foglie, ricoperte di radi peli Videolina per la produzione di pro-
biancastri, sono profondamente incise grammi televisivi per bambini. Nel
in segmenti dal margine arricciato; i 1990 contribuı̀ a fondare la casa edi-
122
trice Tam Tam che diresse per anni. Ha ras), ‘‘Bollettino degli interessi sardi’’,
lasciato un libro per ragazzi, Zuzù rac- 1974; Sassari: la città e il comune, 1982.
conta la Sardegna nella storia. I Fenici, i Paracchini, Roberto Giornalista, scrit-
Punici i Romani, consulenza scienti- tore, editore (n. Bortigali 1951). Dopo
fica di M. Frau, 1997. essersi laureato in Filosofia si è dedi-
Pappai biancu Piatto tipico della ga- cato per alcuni anni all’insegnamento,
stronomia sarda. È in realtà un budino passando poi al giornalismo. È giorna-
caratteristico delle zone interne, che lista professionista dal 1984. A partire
costituisce un ottimo dessert. Si pre- dal 1981 ha diretto per alcuni anni la
para facendo stemperare in un tegame rivista culturale ‘‘Ossidiana’’. Nel 1992
di coccio l’amido di un bicchiere di ha fondato e dirige la casa editrice De-
mos, che si è segnalata per la produ-
latte freddo: la mistura cosı̀ ottenuta
zione di opere di elevata qualità; au-
viene unita ad 1 l di latte, il tutto quindi
tore di interessanti monografie, ha so-
rimestato facendovi sciogliere anche
prattutto promosso la divulgazione dei
circa 200 g di zucchero. Il composto
problemi della ricerca scientifica. At-
che si ottiene viene fatto sobbollire a
tualmente fa parte della redazione ca-
fuoco lento avendo cura che si con-
gliaritana de ‘‘La Nuova Sardegna’’.
densi: a questo punto si uniscono al
Tra i suoi scritti: Sardegna, storie di ter-
tutto scorzette di limone, vaniglia e ac-
rorismo (con Giovanna Maria Bellu),
qua di fior d’arancio, continuando a
1983; Davide e Golia. Scienza e ricerca
mescolare delicatamente e continua-
in Sardegna dalle cefalosporine ai laser,
mente in modo che il tutto si amalgami 1989; Demos. Ricerca scientifica in Sar-
bene. Versato in un recipiente di coc- degna, 1991; Il signore delle cefalospo-
cio, viene tenuto al fresco e servito rine, 1992; Poetto nel cuore, 2002; Un sa-
freddo. Oggi il frigorifero toglie dal- murai della scienza, 2004.
l’imbarazzo e ci consente di gustare il
Paradisi, Vasco Sacerdote e intellet-
piatto come lo desideriamo: un tempo
tuale (n. San Benedetto del Tronto
il risultato era ottenuto riponendo per
1934). Ordinato sacerdote nel 1960, è
ore il budino nei locali più freddi delle
giunto in Sardegna poco tempo dopo.
case o nel pozzo da dove veniva tirato
Ha legato il suo nome all’apostolato e
fuori al momento di andare in tavola.
alle iniziative sociali a favore degli abi-
Papurello Ciabattini, Alfredina Do- tanti del quartiere proletario cagliari-
cente di Geografia (n. La Spezia 1931). tano di Sant’Elia, dove per molti anni è
Dopo aver conseguito la laurea si è de- stato parroco. Negli anni Ottanta è
dicata all’insegnamento prima negli stato nominato delegato episcopale
istituti secondari superiori e poi nel- per i problemi sociali; in seguito è stato
l’Università. Nel 1992 è diventata pro- nominato docente di Teologia pasto-
fessore associato di Geografia, inse- rale nell’Istituto di Scienze religiose
gnando a lungo presso la Facoltà di di Cagliari; dal 1992 canonico e vicario
Lettere dell’Università di Sassari. Ha capitolare.
al suo attivo una serie di saggi, tra cui Paradiso, Giuseppe Stanislao Reli-
alcuni dedicati all’isola di Tavolara, gioso (Cagliari, seconda metà sec.
alla quale è particolarmente legata; XVIII-Ales 1823). Vescovo di Ampurias
tra gli altri: Le vicende dell’insedia- e Civita dal 1808 al 1819, vescovo di
mento umano e gli aspetti socio econo- Ales dal 1819 al 1823. Uomo di grande
mici dell’Anglona (con M. Addis Mar- cultura, laureato in Teologia, dap-
123
prima fu parroco di diversi villaggi della regione. Essi sono stati indivi-
della diocesi, tra cui Gergei. Divenuto duati nelle seguenti aree:
parroco di Sant’Eulalia a Cagliari, in- 1. Sette Fratelli-Monte Genis (=), con
segnò Teologia presso l’Università e una superficie di 58 456 ha compresi
nel 1808 fu nominato vescovo di Ampu- nei territori comunali di 9 comuni
rias e Civita. Resse la diocesi fino al (Burcei, Castiadas, Maracalagonis,
1819, quando fu trasferito in quella di Quartucciu, Quartu Sant’Elena, San
Ales. Vito, Sinnai, Villasalto, Villasimius). I
Sette Fratelli hanno ambienti rocciosi
Parasuli Antico villaggio situato in lo-
e caverne che devono essere conser-
calità non identificata. Faceva parte
vati. Hanno inoltre laghetti interni,
del giudicato di Cagliari, compreso
fiumi, macchia mediterranea, am-
nella curatoria di Dolia. Caduto il giu-
dicato, nella divisione del 1258 fu in- bienti boschivi, cave dismesse, prate-
cluso nei territori assegnati ai conti di rie montane, praterie montane albe-
Capraia. Alla loro estinzione passò rate, praterie e pascoli di pianura e de-
nelle mani del giudice d’Arborea, ma gli altipiani che debbono essere com-
nel 1295 Mariano II lo incluse nei terri- pensati ecologicamente. Vi sono state
tori ceduti al Comune di Pisa. Scop- individuate 115 specie che si riprodu-
piata la guerra per la conquista della cono nel suo territorio e 22 specie mi-
Sardegna, il villaggio passò agli Arago- nacciate, di cui il grillaio e il cervo
nesi e fu incluso nel Regnum Sardiniae. sardo hanno rilevanza mondiale.
Subito dopo, però, cominciò a deca- 2. Giara di Gesturi (=), con una superfi-
dere e in pochi anni si spopolò comple- cie di 12 102 ha compresi nei territori
tamente. comunali di 14 comuni (Albagiara, As-
solo, Barumini, Genoni, Genuri, Ge-
Parati (Páratoi) Popolazione della Sar- sturi, Gonnosnò, Nuragus, Nureci, Se-
degna romana priva di organizzazione nis, Setzu, Sini, Tuili, Usellus). La
urbana e dedita a compiere azioni di Giara di Gesturi ha ambienti rocciosi
razzia nell’isola e di pirateria nelle ac- dell’interno e caverne che devono es-
que del Tirreno. I P. sono menzionati da sere conservati. Ha inoltre zone umide
Strabone congiuntamente agli Aconiti, interne, macchia mediterranea, am-
ai Sossinati e ai Balari. (= Aconiti). bienti boschivi, praterie e pascoli di
[PIERGIORGIO FLORIS]
pianura e degli altipiani che debbono
Parchi naturali della Sardegna Nel essere compensati ecologicamente. Vi
1989, con l’entrata in vigore della L.R. sono state individuate 102 specie che si
n. 31, fu individuato il sistema delle riproducono nel suo territorio e 11 spe-
aree protette della Sardegna. In esse è cie minacciate, fra cui il grillaio ha ri-
prevista l’istituzione di 9 parchi natu- levanza mondiale.
rali, 60 riserve naturali (=), 24 monu- 3. Limbara (=), con una superficie di
menti naturali (=) e 16 aree di rile- 19 833 ha compresi nei territori comu-
vante interesse naturalistico distri- nali di 4 comuni (Berchidda, Calangia-
buiti su una superficie complessiva di nus, Oschiri, Tempio Pausania). Il Lim-
4200 km2, corrispondenti al 17% del bara ha ambienti rocciosi e caverne
territorio della regione. Nel sistema che devono essere conservati. Ha inol-
delineato i parchi naturali hanno una tre laghetti, fiumi, macchia mediterra-
superficie complessiva di 3340 km2 e nea, ambienti boschivi, cave dismesse,
interessano il 14% della superficie praterie montane alberate, praterie e
124
pascoli di pianura che devono essere Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Vil-
compensati ecologicamente. Vi sono laurbana, Villa Verde). Il monte Arci
state individuate 119 specie che si ri- ha ambienti rocciosi dell’interno e ca-
producono nel suo territorio e 21 spe- verne che devono essere conservati.
cie minacciate di cui il grillaio ha rile- Ha inoltre zone umide interne, laghetti
vanza mondiale. interni, fiumi, macchia mediterranea,
4. Sulcis (=), con una superficie di ambienti boschivi, praterie montane,
68 868 ha compresi nei territori comu- praterie montane alberate, praterie e
nali di 15 comuni (Assemini, Capo- pascoli di pianura e degli altipiani che
terra, Domus de Maria, Masainas, Nar- debbono essere compensati ecologica-
cao, Nuxis, Pula, Santadi, Sarroch, Si- mente. Vi sono state individuate 104
liqua, Teulada, Uta, Villamassargia, specie che si riproducono nel suo terri-
Villaperuccio, Villa San Pietro). Il Sul- torio e 12 specie minacciate, fra cui il
cis ha ambienti rocciosi dell’interno e grillaio ha rilevanza mondiale.
caverne che devono essere conservati. 7. Marghine-Goceano (=), con una su-
Ha inoltre laghetti interni, fiumi, mac- perficie di 36 782 ha compresi nei terri-
chia mediterranea, ambienti boschivi, tori comunali di 15 comuni (Anela, Bi-
cave dismesse, praterie montane, pra- rori, Bolotana, Bono, Bonorva, Borti-
terie montane alberate, praterie e pa- gali, Bottidda, Bultei, Burgos, Espor-
scoli di pianura e degli altipiani che latu, Illorai, Lei, Macomer, Pattada, Si-
debbono essere compensati ecologica- lanus). Il Marghine-Goceano ha am-
mente. Vi sono state individuate 120 bienti rocciosi dell’interno e caverne
specie che si riproducono nel suo terri- che devono essere conservati. Ha inol-
torio e 26 specie minacciate, fra cui il tre zone umide interne, laghetti in-
grillaio e il cervo sardo hanno rile- terni, fiumi, macchia mediterranea,
vanza mondiale. ambienti boschivi, praterie montane,
5. Monte Linas-Marganai, con una su- praterie montane alberate, praterie e
perficie di 22 200 ha compresi nei terri- pascoli di pianura e degli altipiani che
tori comunali di 5 comuni (Domusno- debbono essere compensati ecologica-
vas, Fluminimaggiore, Gonnosfana- mente. Vi sono state individuate 114
diga, Iglesias, Villacidro). Il monte Li- specie che si riproducono nel suo terri-
nas-Marganai ha ambienti rocciosi del- torio e 21 specie minacciate fra cui il
l’interno e caverne che devono essere grillaio, il nibbio e la gallina prataiola
conservati. Ha inoltre laghetti interni, hanno rilevanza mondiale.
fiumi, macchia mediterranea, am- 8. Montiferru-Sinis (=), con una super-
bienti boschivi, praterie montane e ficie di 41 664 ha compresi nei territori
praterie montane alberate che deb- comunali di 12 comuni (Bonarcado, Ca-
bono essere compensati ecologica- bras, Cuglieri, Milis, Narbolia, Nura-
mente. Vi sono state individuate 109 chi, Oristano, Riola Sardo, Santu Lus-
specie che si riproducono nel suo terri- surgiu, San Vero Milis, Scano di Monti-
torio e 19 specie minacciate, fra cui il ferro, Seneghe). Il Montiferru Sinis ha
grillaio e il cervo sardo hanno rile- coste rocciose, piccole isole e scogli di-
vanza mondiale. sabitati, ambienti rocciosi dell’interno
6. Monte Arci, con una superficie di e caverne che devono essere conser-
13 160 ha compresi nei territori comu- vati. Ha inoltre coste sabbiose, dune
nali di 11 comuni (Ales, Marrubiu, Ma- costiere, zone umide costiere, zone
sullas, Morgongiori, Palmas Arborea, umide interne, laghetti interni, fiumi,
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126
liana nel Parco marino internazionale popolazioni locali hanno sempre ri-
delle Bocche di Bonifacio. vendicato un ruolo più importante
2. Parco dell’Asinara. È stato istituito nelle decisioni che vengono prese nei
nel 1997 dopo che il Ministero di Grazia confronti del loro territorio. Questa le-
e Giustizia aveva chiuso gli stabili- gittima aspirazione – all’interno della
menti di pena ospitati nell’isola. Il quale si muovono anche interessi di ca-
parco si stende su una superficie di tegorie, di gruppi e di singoli meno pre-
circa 50 km2 interamente compresi nel occupati dell’utilità generale – ha atti-
territorio del Comune di Porto Torres; vato un serrato confronto con il go-
con la sua istituzione si intende salva- verno e la stessa Regione sarda. Ogni
guardare il patrimonio naturalistico e alternativa progettuale viene messa in
ambientale dell’isola e favorirne la co- discussione, sicché il tempo di un ac-
noscenza. cordo generale e definitivo non pare
3. Parco di Villasimius. È stato istituito prossimo.
nel 1999 come area marina protetta
sulla base di una convenzione tra Mini-
stero dell’Ambiente, Regione sarda e
comune di Villasimius. Comprende l’a-
rea del capo Carbonara e delle isole di
Serpentara e dei Cavoli interamente
inclusa nel territorio del comune di
Villasimius; si prefigge di salvaguar-
dare e di valorizzare il grande patrimo-
nio naturalistico e ambientale che pos-
siede.
4. Parco del Gennargentu. Ha una su-
perficie di 590 km2 compresi nei terri-
tori comunali di 14 comuni (Aritzo, Ar-
zana, Baunei, Desulo, Dorgali, Fonni,
Gairo, Oliena, Orgosolo, Seui, Talana,
Urzulei, Usassai, Villagrande). Un ter- Parchi nazionali della Sardegna – Parco del
ritorio molto vasto, di coste e aree in- Gennargentu: la costa tra Cala Gonone
terne, ha coste rocciose, piccole isole e e Cala Fuili.
scogli disabitati, ambienti rocciosi del-
l’interno e caverne che devono essere Pardelli, Gianfranco Musicista (n. Ca-
conservati. Ha inoltre coste sabbiose, gliari 1942). Dopo avere studiato
laghetti interni, fiumi, macchia medi- presso il Conservatorio di Cagliari si è
terranea, ambienti boschivi, cave di- trasferito a Milano, dove è entrato a far
smesse, praterie montane, che deb- parte dell’orchestra ‘‘I personaggi mu-
bono essere compensati ecologica- sicali’’, imponendosi all’attenzione ge-
mente. Vi sono state individuate 130 nerale come oboista di livello assoluto.
specie che si riproducono nel suo terri- Ha ottenuto riconoscimenti in Italia e
torio e 36 specie minacciate, fra cui il all’estero e ha fatto parte dell’orche-
grillaio, il gabbiano corso, la foca mo- stra sinfonica della RAI.
naca e il cervo sardo hanno una rile- Pardo Famiglia di origine aragonese
vanza mondiale. La storia del Parco è (sec. XV). Un suo ramo si trasferı̀ in Sar-
molto complessa e ricca di tensioni: le degna con un Ferdinando al seguito di
127
Martino il Giovane. Nel 1420 i P. acqui- cisabile del giudicato, compreso nella
starono dai Ferrari il feudo di Sedilo; curatoria di Parte Montis. Dopo la con-
nel 1455 lo rivendettero a Salvatore Cu- quista aragonese, investito dalle ope-
bello che in seguito lo unı̀ al marche- razioni militari durante le guerre tra
sato d’Oristano. Si presume che subito Aragona e Arborea, fu abbandonato
dopo abbiano lasciato la Sardegna. dai suoi abitanti prima della fine del
Pardo, Ferdinando Uomo d’armi (Ca- secolo XIV.
talogna, fine sec. XIV-Oristano, 1440 Pardu3 (o Ardu) Villaggio situato nelle
ca.). Giunse in Sardegna con Martino campagne di Musei; faceva parte del
il Giovane e prese parte alla battaglia gidicato di Cagliari, compreso nella cu-
di Sanluri. Negli anni seguenti si se- ratoria del Sigerro. Fu incluso nei ter-
gnalò nella repressione degli ultimi ritori toccati dopo il 1258 ai Della Ghe-
tentativi di ribellione seguiti alla ca- rardesca. Quando alcuni anni dopo si
duta del giudicato d’Arborea. Nel 1420 procedette a una seconda divisione
acquistò dai Ferrari il feudo di Sedilo. tra i due rami della famiglia, fu com-
Pardu1 Antico villaggio del giudicato di preso nella parte del ramo del conte
Cagliari compreso nella curatoria del Ugolino. Prima della fine del secolo
Sols in località imprecisata. Dopo che XIII i figli del conte, come conseguenza
il giudicato cessò di esistere, nella di- della guerra che avevano scatenato
visione del 1258, fu incluso nei territori contro il Comune di Pisa per vendicare
toccati ai Della Gherardesca. Quando la morte del padre, ne persero il con-
poi, alcuni anni dopo, si procedette a trollo; da quel momento il villaggio
una seconda divisione tra i due rami venne amministrato da funzionari pi-
della famiglia, fu compreso nella parte sani. Subito dopo la conquista arago-
del ramo del conte Ugolino. Prima nese entrò a far parte del Regnum Sar-
della fine del secolo XIII, i figli del diniae e fu concesso in feudo a Pietro
conte, come conseguenza della guerra de Stagno, i cui eredi nel 1330 lo cedet-
che avevano scatenato contro il Co- tero a Raimondo Entença. Quest’ul-
mune di Pisa per vendicare la morte timo morı̀ senza eredi poco dopo.
del padre, ne persero il controllo; da Dopo la peste del 1348 il villaggio co-
quel momento il villaggio venne ammi- minciò a spopolarsi e quando scoppiò
nistrato da funzionari pisani. Subito la seconda guerra tra Mariano IVe Pie-
dopo la conquista aragonese entrò a tro IV fu occupato dalle truppe arbo-
far parte del Regnum Sardiniae e nel rensi. La sua decadenza fu inarresta-
1328 fu riconosciuto come possesso al- bile, tanto che, dopo la battaglia di San-
lodiale a Pietro de Açen, alla cui morte luri fu abbandonato.
fu ereditato dal figlio Alibrando; la sua Pàrdula = Casadina
popolazione, però, cominciò a dimi- Parente, Pietro Religioso (Jaén, Spa-
nuire e dopo lo scoppio della seconda gna, seconda metà sec. XV-Alghero
guerra tra Pietro IV e Mariano IV, es- 1514). Vescovo di Ottana (Alghero) dal
sendosi Alibrando ribellato, il feudo 1503 al 1514 ca., inquisitore per la Sar-
fu confiscato. Poco dopo divenne tea- degna. Sacerdote di grande cultura,
tro delle operazioni, fu occupato dalle entrato nel Santo Uffizio nel 1495 fu no-
truppe giudicali e in pochi anni scom- minato inquisitore nel tribunale di
parve. Barcellona, dove operò fino al 1498.
Pardu2 Antico villaggio del giudicato Nel 1502 fu nominato inquisitore per
d’Arborea, situato in località non pre- la Sardegna e nel 1503 fu nominato ve-
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di Portoscuso (da cui dista 6 km), con bientali, architettonici e artistici per le
circa 700 abitanti, posto a 16 m sul li- province di Sassari e Nuoro. Studiosa
vello del mare a sud-est del comune ca- della storia dell’arte sarda medioevale
poluogo, nei pressi del litorale prospi- e moderna. Tra i suoi scritti: I dipinti
ciente le isole sulcitane. Regione sto- della chiesa parrocchiale di Codrongia-
rica: Cixerri. Diocesi di Iglesias. nus, ‘‘Archivio storico sardo di Sas-
& TERRITORIO Il territorio è costituito sari’’, IX, 1983; La pittura e la scultura
da una breve pianura che si stende tra dalle origini al Novecento, in La provin-
le ultime propaggini dei rilievi dell’I- cia di Sassari. La civiltà e l’arte, 1983; Gli
glesiente e la linea di costa. Nei pressi altari lignei dell’Anglona, 1984; Para-
della frazione scorre con l’ultimo tratto menti liturgici nella Sardegna setten-
del suo corso il rio Flumentepido, che trionale, in Arte e cultura nella Sarde-
forma anche alcuni piccoli stagni nei gna del ’600 e del ’700 (a cura di Tatiana
quali trova spazio tra l’altro la pe- Kirova), 1984; Il palazzo Giordano Apo-
schiera di Bau Cerbus. Le comunica- stoli di Sassari, ‘‘Archivio storico sardo
zioni sono assicurate da una bretella di Sassari’’, XII, 1985; Espressioni ar-
che si distacca dalla statale 126 colle- chitettoniche e artistiche dal XIII al XVI
gando anche Portoscuso. secolo, in Sassari. Le origini, 1989; Gli
& STORIA Questa regione è stata a arredi lignei, in Il restauro dell’Oratorio
lungo disabitata, e a partire dal secolo del Rosario di Ploaghe, 1989; La scultura
XVI fu spesso teatro di sbarchi di cor- lignea nel territorio del Goceano, ‘‘Sa-
sari barbareschi. Solo dopo che nel cer’’, I, 1994; Le opere d’arte nelle chiese
corso del secolo XVII furono costruite di Bosa, ‘‘Sacer’’, II, 2, 1995; Le chiese di
lungo le coste del Sulcis alcune torri di Bosa, ‘‘Sacer’’, III, 1, 1996; Il Museo na-
difesa e cominciò a svilupparsi la vi- zionale del Compendio garibaldino di
cina Portoscuso la zona prese a essere Caprera, in Guida ai Musei e alle colle-
frequentata dai pastori che col tempo zioni della Sardegna, 1997.
vi si stanziarono costruendovi alcuni
Parisi, Arturo Sociologo, deputato al
furriadroxius. L’attuale villaggio ebbe
Parlamento (n. San Mango Piemonte
origine nell’Ottocento in conseguenza
1940). Nato in Campania, si è trasferito
dello sviluppo di uno di questi insedia-
fin da bambino a Sassari con la fami-
menti.
glia. Qui è cresciuto ed è stato avviato
& ECONOMIA Le attività di base della
agli studi: compiuti quelli liceali al col-
sua economia sono l’agricoltura, in legio militare napoletano ‘‘La Nunzia-
particolare l’orticoltura e la frutticol- tella’’, si è laureato in Giurisprudenza
tura; l’allevamento del bestiame, in
a Sassari discutendo la tesi di Dottrina
particolare bovini e suini. Negli ultimi
dello Stato con Antonio Pigliaru. Assi-
decenni si sta sviluppando anche l’atti-
stente di Statistica nell’Università di
vità industriale legata a quella della vi-
Sassari, ha cominciato a impegnarsi
cina Portoscuso. È discretamente orga-
più intensamente nelle attività orga-
nizzata la rete di distribuzione com-
nizzative dell’Azione Cattolica, in cui
merciale.
è stato segretario e poi vicepresidente
Paris, Wally Studiosa di storia dell’arte nazionale del settore giovanile quando
(n. Pirano 1941). Laureata in Lettere, è presidente era Vittorio Bachelet, che
entrata nella carriera del Ministero considera suo maestro. Trasferitosi a
dei Beni culturali. Attualmente lavora Bologna, che è ora diventata la sua
presso la Soprintendenza ai Beni am- città di residenza, ha percorso la car-
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rati, gli atti venivano presentati al vi- che morı̀ nel novembre successivo. A
ceré. A questo punto, se i capitoli di questo punto le funzioni di viceré fu-
corte venivano accettati dal viceré il rono restituite al Perez che finalmente
Parlamento in seduta plenaria era in concluse i lavori il 20 ottobre 1485.
condizione di votare il donativo. Il sin- 4. Parlamento straordinario Dusay-Re-
daco, scelto in seno allo Stamento mili- bolledo, 1495, 1497, 1500, 1504-1505,
tare, recava gli atti del Parlamento al 1508-1511. Convocato a Cagliari da
Supremo Consiglio d’Aragona per la Juan Dusay l’8 marzo 1495; sebbene il
definitiva approvazione dei capitoli di re chiedesse un donativo di 15 000 lire
corte: una volta udito il parere del Su- sarde all’anno per tre anni, il 30 ottobre
premo Consiglio, il re approvava il de- approvò un donativo di sole 6000 lire.
creto del viceré e il sindaco poteva tor- Riprese i suoi lavori l’8 marzo 1497 e fu
nare in Sardegna con i capitoli appro- interrotto il 1º aprile con l’offerta di un
vati e le relative lettere regie. A questo donativo non conforme alla richiesta
punto il viceré convocava il Parla- reale. I lavori ripresero il 20 gennaio
mento in seduta plenaria e comuni- 1500 e si conclusero il 25 con l’approva-
cava ufficialmente il contenuto dei zione di un donativo di 45 000 lire. Il
nuovi capitoli di corte. Dusay riconvocò un’altra volta il Parla-
PARLAMENTI A partire dal primo, svol- mento il 13 novembre 1504; i lavori fu-
tosi nel 1355, all’ultimo, svoltosi nel rono interrotti il 1º marzo 1505. Il
1698, i parlamenti sardi sono i se- nuovo viceré Fernando Giron de Re-
guenti: bolledo li riprese il 10 novembre 1508,
1. Parlamento di Pietro IV, 1355. Convo- furono terminati il 14 aprile 1511.
cato a Cagliari da Pietro IV il 23 gen- 5. Parlamento Vilanova 1518-1523. Con-
naio; furono invitati i feudatari, i rap- vocato a Cagliari dal viceré Angelo de
presentanti dei feudatari e degli eccle- Vilanova nel dicembre 1518, i suoi la-
siastici radunati nei tre Stamenti. Fu vori si conclusero nel maggio 1523.
istituito anche uno speciale Braccio di 6. Parlamento straordinario Vilanova,
sardi. I lavori si protrassero fino al 30 1528. Convocato a Cagliari dal viceré
aprile e si conclusero con la promulga- Angelo de Vilanova il 18 febbraio 1528
zione di quattro costituzioni. e concluso il 12 marzo dello stesso
2. Parlamento di Alfonso V, 1421. Convo- anno.
cato a Cagliari da Alfonso V il 26 gen- 7. Parlamento straordinario Cabrero,
naio; i suoi lavori, presieduti personal- 1530. Convocato a Sassari dal viceré
mente dal re, si conclusero il 6 feb- Martino Cabrero, iniziato nei primi
braio. Nel corso dei lavori il Parla- mesi del 1530 e concluso nel settembre
mento assunse la struttura che poi ri- dello stesso anno.
mase sostanzialmente immutata nei 8. Parlamento Cardona, 1543. Convo-
parlamenti successivi. cato a Cagliari dal viceré Antonio Car-
3. Parlamento Perez Escrivá, 1482-1483, dona agli inizi del 1543 e chiuso nell’ot-
1485-1485. Convocato a Oristano dal vi- tobre dello stesso anno.
ceré Ximén Pérez Escrivá de Romanı́ 9. Parlamento de Heredia, 1554. Convo-
nell’ottobre 1481 per la metà di novem- cato dal viceré Lorenzo Fernandez de
bre, aperto a Cagliari il 31 gennaio 1482 Heredia nel gennaio 1553; i suoi lavori
e interrotto il 14 aprile 1483 per la de- iniziarono il 15 marzo 1554 e si chiu-
stituzione del Perez. Fu ripreso il 4 giu- sero entro la fine dello stesso anno.
gno 1484 dal viceré Guglielmo Peralta 10. Parlamento Madrigal, 1558. Convo-
133
cato a Cagliari dal viceré Alvaro Madri- gennaio 1632 dal viceré Prieto e chiuso
gal il 20 febbraio 1558; i suoi lavori ini- nel 1633.
ziarono il 10 dicembre dello stesso 19. Parlamento Avellano, 1642-1643.
anno e si conclusero prima del dicem- Convocato a Cagliari dal viceré Fabri-
bre 1561. zio Doria duca d’Avellano il 10 dicem-
11. Parlamento Coloma, 1573-1574. Con- bre 1641, i lavori cominciarono il 10
vocato a Cagliari dal viceré Juan Co- gennaio 1642 e si conclusero il 16 feb-
loma nel 1573; i suoi lavori iniziarono braio 1643.
il 15 maggio dello stesso anno e si con- 20. Parlamento Lemos, 1654-1656. Con-
clusero nell’ottobre 1574. vocato a Cagliari dal viceré Francesco
12. Parlamento Michele Moncada, 1583. De Castro Andrade conte di Lemos il 10
Convocato nel 1583 a Cagliari dal vi- marzo 1653, i lavori aprirono l’8 aprile
ceré Michele Moncada, apertosi il 28 1654; ripetutamente sospesi a causa
maggio dello stesso anno, si concluse della peste, si chiusero il 27 ottobre
entro la fine dell’anno prima della par- 1656.
tenza del Moncada. 21. Parlamento Camarassa, 1666-1668.
13. Parlamento Gastone Moncada, 1593- Convocato a Cagliari dal viceré Ema-
1594. Convocato a Cagliari dal viceré nuele de los Cobos marchese di Cama-
Gastone Moncada nel gennaio 1593; la rassa nel 1666, i lavori furono più volte
prima riunione si svolse il 12 luglio interrotti a causa del dissidio con gli
dello stesso anno e si concluse il 22 Stamenti e si conclusero nel 1668.
aprile 1594. 22. Parlamento Santisteban, 1677-1678.
14. Parlamento Coloma, 1602-1603. Con- Convocato a Cagliari dal viceré Fran-
vocato a Cagliari nel 1602 dal viceré cesco Benavides conte di Santisteban
Antonio Coloma durante il suo secondo il 27 gennaio 1677, i lavori comincia-
mandato, continuò i suoi lavori fino al rono il 1º aprile dello stesso anno e si
1603. conclusero il 31 agosto 1678.
15. Parlamento Gandı́a, 1614. Convo- 23. Parlamento Monteleone, 1688. Con-
cato a Cagliari dal viceré Carlo Borgia vocato a Cagliari dal viceré Nicola Pi-
duca di Gandı́a nel 1612, i lavori ebbero gnatelli duca di Monteleone nel 1687, i
inizio il 16 gennaio 1614 e si conclusero lavori ebbero inizio nel gennaio 1688 e
il 27 aprile dello stesso anno. si conclusero nello stesso anno.
16. Parlamento Vives, 1623-1624. Convo- 24. Parlamento Montellano, 1698-1699.
cato a Cagliari dal viceré Juan Vives de Convocato a Cagliari dal viceré José
Canyamas il 3 agosto 1623, i lavori co- de Solis conte di Montellano nel 1697, i
minciarono nel dicembre dello stesso lavori cominciarono il 1º febbraio 1698
anno e si conclusero entro il 1624. e si chiusero nel 1699.
17. Parlamento straordinario Pimentel, Fu questo l’ultimo Parlamento sardo
1626. Convocato a Cagliari dal viceré convocato nel rispetto delle proce-
Gerolamo Pimentel marchese di dure. I Savoia, infatti, non convoca-
Bayona nel marzo del 1625, i lavori eb- rono mai il Parlamento, che guarda-
bero inizio il 20 aprile 1626 e si conclu- vano con sospetto e che – simbolo di
sero il 14 maggio successivo. una monarchia ‘‘pattizia’’, cioè dell’ac-
18. Parlamento Bayona-Prieto, 1631- cordo fra sovrano e sudditi – era con-
1633. Aperto nel 1631 dal viceré mar- trario alla loro tradizione di sovrani as-
chese di Bayona, fu interrotto dopo soluti. Quando però, nel dicembre
poco per la sua morte; riaperto il 10 1792, la flotta francese si presentò mi-
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nacciosa lungo le coste della Sardegna, dosi attento ai problemi che l’evolu-
di fronte all’inettitudine del viceré, zione della società dell’età giolittiana
per iniziativa dello Stamento militare andava ponendo alla Chiesa. A causa
il Parlamento si ‘‘autoconvocò’’ per di una malattia grave nel 1916 si ritirò
preparare la difesa dell’isola dall’inva- a Genova.
sione. Dopo la vittoria gli Stamenti Parodi, Marco Regista (n. Sanremo
continuarono a rimanere in seduta e 1943). Dopo aver fatto diverse espe-
maturarono entro il 1795 un pro- rienze di lavoro nei teatri d’Italia e
gramma di riforme istituzionali, culmi- d’Europa, si è stabilito in Sardegna
nato nei moti antifeudali del 1795-1796. chiamato nell’isola dalla compagnia
Secondo alcuni storici, un’ultima ‘‘re- ‘‘Teatro di Sardegna’’, con la quale ha
viviscenza’’ degli Stamenti si ebbe nel collaborato per alcuni anni. In seguito
novembre 1847, quando la delegazione è divenuto direttore artistico del
inviata in terraferma a chiedere la ‘‘fu- gruppo, contribuendo a far conoscere
sione perfetta’’ fu composta di sei la sua programmazione a livello nazio-
membri, due per ciascuno dei tre Sta- nale; negli stessi anni ha collaboratore
menti. con la RAI alla realizzazione di alcuni
Parodi, Andrea Musicista, cantante spettacoli televisivi.
(Porto Torres 1955-Cagliari 2006). Com- Parona, Corrado Zoologo (Corteolona
ponente del gruppo musicale ‘‘I Ta- 1848-Genova 1922). Conseguita la lau-
zenda’’ (formatosi a Sassari nel 1987) rea, si dedicò alla carriera universita-
segnalatosi al Festival di Sanremo nel ria. Fu nominato professore di Zoolo-
1991 con la canzone Spunta la luna dal gia presso l’Università di Cagliari,
monte, in coppia con Pierangelo Ber- dove insegnò per anni; successiva-
toli, e nel 1992 con Pitzinnos in sa mente passò a quella di Genova. Fu au-
gher ra, dopo lo scioglimento del tore di importanti lavori scientifici, al-
gruppo ha continuato come solista, cuni dei quali dedicati ad approfon-
riapparendo, negli ultimi tempi con i dire aspetti degli studi che aveva com-
compagni di una volta, in una serie di piuto nell’isola. Tra i suoi scritti:
concerti di grande successo. Apprez- Nuova specie di Smynthurus raccolta
zato da musicisti di ogni parte del in Sardegna, ‘‘Annali del Museo civico
mondo, ha lasciato anche memoria del di Storia naturale’’, Genova, VI, 1882;
modo elegante e quasi aristocratico Materiali per lo studio della fauna dell’i-
con cui ha interpretato il ruolo di can- sola di Sardegna. I protisti di Sardegna,
tante di emozioni popolari e affrontato ‘‘Bollettino scientifico’’, IV, 1882; Co-
con socratica serenità l’ultimo duro rallo in Sardegna, ‘‘Annali dell’Indu-
periodo della sua vita. stria e del Commercio’’, 1883; Essai
Parodi, Emilio Religioso (Genova, se- d’une protistologie de la Sardaigne avec
conda metà sec. XIX-ivi 1917). Arcive- la description de quelques protistes nou-
scovo di Sassari dal 1905 al 1916. Mis- veaux ou peu connus, ‘‘Archive des
sionario vincenziano, fu per anni visi- sciences physiques et naturelles’’,
tatore provinciale e poi arcivescovo ti- 1883; Intorno ad un individuo di Alope-
tolare di Pessimonte. Nel 1902 fu nomi- cias vulpes, pescato nel mare sardo, ‘‘Atti
nato coadiutore con diritto di succes- della Società di Scienze naturali’’ di
sione di monsignor Diego Marongiu Modena, 1883; Diagnosi di alcuni nuovi
Del Rio; nel 1905 divenne arcivescovo protisti, 1883; Vermi parassiti in animali
di Sassari. Governò la diocesi mostran- di Sardegna, ‘‘Bollettino scientifico’’, V,
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1884; Collembola e Thysanura di Sarde- parte attiva anche alle vicende della
gna. Catalogo con note, 1885; Materiali politica locale: cosı̀ tra il 1864 e il 1898
per la fauna della Sardegna. Collembola fu eletto anche più volte consigliere co-
e Thysanura di Sardegna, ‘‘Atti della munale e sindaco di Oristano e consi-
Società italiana di Scienze Naturali’’, gliere provinciale di Cagliari. Ha al suo
XXVIII, 1885; Elmintologia sarda, ‘‘An- attivo due volumi di scritti sulle Ferro-
nali del Museo di Storia naturale’’, Ge- vie della Sardegna, 1875.
nova, 1887; Tonnare e miniere in Sarde- Parragues de Castillejo, Antonio Re-
gna. Per la storia della pesca in Italia, ligioso (Ciudad Rodrigo, Spagna,
‘‘Atti della Società Ligustica di Scienze prima metà sec. XVI-Cagliari 1573). Ar-
naturali’’, XXVI, 1-2, 1915. civescovo di Cagliari dal 1558 al 1572.
Parpaglia Famiglia feudale piemon- Entrato nell’ordine dei Benedettini,
tese (secc. XVIII-XX). Un suo ramo si divenne sacerdote. Si fece fama di
trasferı̀ in Sardegna con un Valentino, uomo di vasta e profonda cultura uma-
capitano del porto di Bosa, nel 1770. nistica e di ferrei princı̀pi. Insegnò per
Successivamente i suoi membri eb- anni Teologia nelle Università del suo
bero riconosciuta la nobiltà sarda e paese. Nominato arcivescovo di Trie-
nel 1824 acquistarono la signoria della ste, ebbe un difficile rapporto con i
Tappa di insinuazione di Bosa, accu- suoi fedeli, per cui dopo pochi anni fu
mulando grandi ricchezze. Nel corso costretto a vivere in esilio a Venezia,
del secolo XIX espressero alcune di- dove fu processato. La vicenda si
stinte personalità, ma si estinsero agli chiuse quando fu assegnato alla dio-
inizi del secolo XX. cesi di Cagliari, dove si trasferı̀ imme-
Parpaglia, Palazzo Edificio di Ori- diatamente; nel 1558 prese parte al
stano, nell’omonima via. Fu fatto co- concilio di Trento, successivamente si
struire nel 1859 dal nobile oristanese adoperò per la fondazione del Semina-
Salvatore Enna, che successivamente rio di Cagliari. Dovette fronteggiare il
lo vendette a Salvatore Parpaglia (=). malcontento della diocesi di Iglesias
In stile neoclassico, ha una facciata ed ebbe un intenso e contraddittorio
scandita da otto lesene bianche e arric- rapporto con Sigismondo Arquer, che
chita da balconi in ghisa. All’interno dovette difendersi di fronte a lui dalle
conserva dei saloni spaziosi ed ele- prime accuse di eresia. Morendo nel
ganti. Attualmente è sede dell’Anti- 1573 lasciò la sua vasta biblioteca al Se-
quarium Arborense. minario. Il suo ricco Epistolario è stato
pubblicato da Palmira Onnis Giacobbe
Parpaglia, Salvatore Avvocato, uomo nel 1958.
politico (Bosa 1831-Oristano 1916). De-
putato al Parlamento, senatore del Re- Parrella, Guglielmo Uomo d’armi
gno. Laureatosi in Giurisprudenza, (Barcellona, inizi sec. XIV-Cagliari?,
esercitò con successo la professione di dopo 1327). Giunse in Sardegna con
avvocato. Negli stessi anni si avvicinò l’infante Alfonso e si segnalò nella con-
alla politica: fu eletto deputato tra il quista di Cagliari. Nel 1327 ottenne
1870 e il 1897 ininterrottamente dall’XI come ricompensa i feudi di Pirri e di
alla XIX legislatura e nel 1898 fu nomi- San Vetrano ma morı̀ senza eredi al-
nato senatore del Regno; attivissimo, cuni anni dopo.
in Parlamento si occupò dei principali Parte Montis Antica curatoria del giu-
problemi dell’isola. Gli impegni parla- dicato d’Arborea. Si stendeva per 184
mentari non lo distolsero dal prendere km2 su un territorio collinare che con-
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finava con la curatoria del Bonorcili e e prima del 1430 fu incluso nei territori
con la Marmilla propriamente detta. Il donati dal re a Eleonora Manrique, an-
suo territorio era densamente popo- data sposa a Berengario Bertran Car-
lato e comprendeva i villaggi di Almos, roz. Cosı̀ la curatoria entrò a far parte
Forru, Gemussi, Gozula, Gonnosco- della contea di Quirra e nei secoli suc-
dina, Gonnostramatza, Margini, Masul- cessivi, pur mantenendo la propria
las, Mogoro, Morgongiori, Pardu, unità culturale e amministrativa, vi ri-
Pompu, Serdis de Monte, Serzela, Si- mase aggregata fino all’abolizione dei
mala, Siris, Tamis, Terralba de Montes. feudi (1838).
Caduto il giudicato, il territorio venne Parte Valenza Antica curatoria del giu-
occupato dalle truppe di Berengario dicato d’Arborea. Si stendeva per 356
Bertran Carroz che aveva contribuito km2 su un territorio in gran parte mon-
validamente alla sconfitta del visconte tuoso situato a nord del Parte Usellus
di Narbona e che aspirava a includere ai confini con la Barbagia. Compren-
P.M. nella contea di Quirra. La curato- deva i villaggi di Isili, Laconi, Nural-
ria, però, era ambita anche dal mar- lao, Nuragus, Genoni, Nureci, Asuni,
chese d’Oristano e dai Carroz d’Arbo- Senis, Assolo, Ruinas, Sant’Antonio,
rea, che la rivendicavano come eredi Mogorella, Fluminadu, Genades, Se-
legittimi dell’estinta dinastia giudi- bollus, Orvinas, Stolo e Coni Valenza;
cale. Nel 1416 sembrò che il marchese era popolato da genti bellicose dedi-
d’Oristano avesse la meglio sui conten- cate in prevalenza alla pastorizia che
denti: infatti, sfruttando il cronico bi- fornivano il nerbo delle armate giudi-
sogno di denaro che il re aveva, offrı̀ cali. Dopo la battaglia di Sanluri il ter-
25 000 fiorini per l’acquisto della cura- ritorio visse momenti di grande ten-
toria insieme con quella della Mar- sione perché la sua popolazione conti-
milla; quando l’affare sembrava con- nuava a tenere un atteggiamento ostile
cluso, il re, che probabilmente non si nei confronti degli Aragonesi, proba-
fidava del marchese, preferı̀ conti- bilmente istigata dal marchese di Ori-
nuare a tenere il P.M. che alcuni anni stano che avrebbe voluto entrarne in
dopo fu donato invece a Eleonora Man- possesso. Nel 1416, approfittando delle
rique andata sposa a Berengario Ber- necessità finanziarie della Corona,
tran Carroz. Cosı̀ l’antica curatoria en- fece un’offerta d’acquisto, ma il con-
trò a far parte del feudo di Quirra e, pur tratto non fu perfezionato e il P.V. ri-
mantenendo la sua unità politico-am- mase nelle mani del re, che a partire
ministrativa, vi rimase aggregata fino dal 1417 ne spezzò l’unità amministra-
all’abolizione dei feudi (1838). tiva e politica e per controllare meglio
Parte Usellus Antica curatoria del giu- le popolazioni vi costituı̀ alcuni feudi
dicato d’Arborea. Si stendeva per 121 di medio-piccole dimensioni. In parti-
colare furono costituiti i feudi di Asuni
km2 su un territorio collinare situato
e Nureci, di Laconi e di Senis, i cui con-
nel cuore del piccolo stato tra il Campi-
torni rimasero immutati nel corso dei
dano di Simaxis e la Marmilla. Era den-
secoli successivi fino all’abolizione dei
samente popolata e comprendeva i vil-
feudi (1838).
laggi di Ales, Banari, Barumela, Curcu-
ris, Escovedu, Funtana, Figu, Gonno- Partiti politici L’azione di p.p. organiz-
snò, Ollastra, Pau, Usellus e Zeppara. zati in Sardegna comincia a manife-
Caduto il giudicato il territorio fu am- starsi dalla fine del secolo XIX. Riser-
ministrato direttamente dalla Corona vandoci di trattare con voce separata il
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giorni del 1923, del generale Asclepia più drastico centralismo statale ne
Gandolfo, nominato prefetto di Ca- aveva cancellato, e non inconsapevol-
gliari con poteri estesissimi, responsa- mente, la più qualificante, quella auto-
bile di fronte a Mussolini anche della nomistica). Nella sua storia successiva,
provincia di Sassari. Con abilità egli fino al crollo del regime nel luglio 1943,
riuscı̀ in pochi mesi a far confluire nel il fascismo sardo non differı̀ da quello
PNF una parte di dirigenti e militanti nazionale.
sardisti (Paolo Pili, Antonio Putzolu,
Enrico Endrich e altri). Il 14 febbraio
1923 di fronte a una folla di ex combat-
tenti fu solennemente proclamato lo
scioglimento delle organizzazioni fa-
sciste e di quelle sardiste e fu costituito
il nuovo Fascio. A questo primo passo
seguirono mesi di intensissime iscri-
zioni di ex combattenti: il 26 aprile la
‘‘fusione’’ sembrò completa, e fu solen-
nizzata da una visita di Mussolini in
Sardegna nel giugno successivo. In
seno al fascismo però non tutti furono
d’accordo sulla fusione: l’ala antisardi-
sta, interpretata dall’industriale Fer-
ruccio Sorcinelli e dal giornalista
Francesco Caput, si mostrò vivamente Pascale di Cagliari – Un grappolo che verrà
contraria, almeno fino al 1926, alla col- usato per la vinificazione o il consumo diretto.
laborazione con la ‘‘seconda ondata’’.
Nelle elezioni del 1924 il PNF candidò Pascale di Cagliari Vitigno diffuso so-
nella sua lista sarda numerosi ex diri- prattutto nel Sassarese, probabilmene
genti sardisti, in particolare Pili e Put- importato in epoca giudicale dalla To-
zolu. Nel novembre dello stesso anno la scana, dove esiste un vitigno dalle ca-
cosiddetta ‘‘legge del miliardo’’ sem- ratteristiche simili. Produce grappoli
brò venire incontro a molte delle riven- robusti a grandi acini tondi di colore
dicazioni sardiste. Gli anni fino al 1930 nero violaceo. Viene usato per la vini-
videro in realtà un’aspra contesa in- ficazione con uve Cannonau e Cangiu-
terna al partito e agli stessi gruppi eco- lari, da cui si ottiene un vino rosso ab-
nomici isolani (dunque non limitata ai bastanza pregiato. Per le sue caratteri-
soli Pili e Putzolu, pure schierati su po- stiche quest’uva è usata anche per il
sizioni fortemente antagonistiche, so- consumo diretto.
lidaristico-popolari per Pili e filocapi- Pascarella, Cesare Scrittore, poeta
talistiche per Putzolu): in quegli stessi (Roma 1858-ivi 1940). Iniziò la sua atti-
anni sarebbe venuto prendendo forma vità letteraria nel 1881 pubblicando so-
– seppure largamente clandestina, e netti in romanesco sulla ‘‘Cronaca Bi-
forse anche inconsapevole – il cosid- zantina’’. In seguito, a partire dal 1882,
detto ‘‘sardofascismo’’, cioè una strate- viaggiò molto e collaborò con ‘‘Capitan
gia volta a utilizzare l’adesione al fasci- Fracassa’’, stringendo amicizia con Ga-
smo per realizzare in Sardegna le ri- briele D’Annunzio ed Edoardo Scarfo-
vendicazioni sardiste (ma il sempre glio. Fu proprio allora che, inviato in
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slatura nel collegio di Cagliari, succes- voti religiosi di fratello laico il 2 feb-
sivamente riconfermato per la II legi- braio 1564. Nel convento volle essere
slatura, al termine della quale non si destinato ai lavori più umili: trascor-
ricandidò. reva tutte le ore libere davanti al taber-
Pasqual Famiglia cagliaritana (secc. nacolo, in preghiera, spesso sollevato
XVI-XVII). Originaria dell’Aragona, le da terra. Analfabeta, ebbe da Dio il
sue notizie risalgono al secolo XVI. Nel dono della sapienza, al punto da meri-
1528 fu ammessa allo Stamento mili- tarsi il titolo di ‘‘teologo dell’eucari-
tare durante il parlamento Vilanova stia’’. Famose le sue dispute con i calvi-
con un Baldassarre. I suoi discendenti, nisti. Rimangono alcune sue opere.
che ricoprirono ereditariamente gli uf- Morı̀ il 17 maggio 1592, giorno di Pente-
fici di capitano del castello di San Mi- coste. Canonizzato da Alessandro VIII
chele e di sergente maggiore di Villa- (1690). Dichiarato da Leone XIII (1897)
nova, presero parte a tutti gli altri par- patrono delle opere e dei congressi eu-
lamenti fino a quello Avellano del 1643. caristici. Dal 1969 il suo culto è limitato
La famiglia si estinse nel corso del se- a calendari locali o particolari.
colo XVII. [ADRIANO VARGIU]
In Sardegna Patrono di San Pasquale.
Festa Si festeggia il 17 maggio; l’ultima
domenica di luglio o la prima d’agosto
a San Pasquale, la terza domenica di
settembre a Nulvi.
Pasquin, Antoine Claude (noto con lo
pseud. Valéry) Bibliotecario, scrittore
di viaggi (Parigi 1789-ivi 1847). Uomo
di grande cultura, era conservatore e
amministratore delle Biblioteche reali
per conto di Carlo X. Con l’avvento di
Luigi Filippo fu nominato biblioteca-
rio reale di Versailles. Conosciuto
come autore di numerose opere a ca-
rattere divulgativo, nel 1834, dopo
aver visitato l’Elba e la Corsica, fece
un viaggio in Sardegna percorrendola
in lungo e in largo a cavallo. Del suo
viaggio pubblicò un reportage che gli
diede una certa notorietà. Voyages en
San Pasquale Baylon – Il santo rappresentato Corse, à l’ı̂le d’Elbe, et en Sardaigne, 2
in un reliquiario del secolo XVII. volumi editi a Parigi nel 1837, è l’unica
sua opera tradotta in italiano. La
Pasquale Baylon, san (in sardo, Santu prima traduzione integrale, dovuta a
Pasquali, Santu Pascali) Santo (Torre F. Sala, uscı̀ in 4 volumi già nel 1842-
Hermosa, Spagna, 1540-Villa Real, 43; una traduzione parziale, limitata
Spagna, 1592). Francescano. Nacque ai soli capitoli dedicati alla Sardegna,
in Aragona il 16 maggio 1540, giorno di fu opera di A. Carboni, che la pubblicò
Pentecoste. Fece il pastore fino a ven- in 46 puntate su ‘‘L’Unione sarda’’ nel
t’anni, poi vestı̀ l’abito dei Frati minori, 1925; una, anch’essa della sola parte
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sarda, apparve sul ‘‘Nuraghe’’, a cura tore di Urgell quando fu nominato arci-
di R. Carta Raspi nel 1931. Una recente vescovo di Sassari (ma il Mattei, che lo
traduzione dei capitoli sardi, col titolo colloca nel 1387, crede che la sua no-
Viaggio in Sardegna, curata da Maria mina non sia avvenuta a causa dello
Grazia Longhi, è uscita nel 1996 nella scisma d’Occidente).
‘‘Bibliotheca sarda’’ della editrice Passavino de Gualandi, Nicolò Vica-
nuorese Ilisso: «Mémoire e diario di rio di Gallura (Pisa, prima metà sec.
viaggio – scrive M.G. Longhi nella pre- XIII-ivi, dopo 1288). Cittadino di Pisa
fazione – , excursus storico e antropolo- appartenente alla potente consorteria
gico, rilevazione accurata di dati stati- dei Gualandi, impegnato nella vita po-
stici sulla natalità, l’educazione e l’e- litica della sua città; dopo che il giudi-
conomia, la percorribilità delle strade cato di Gallura fu tolto a Nino Visconti
o la loro assenza, inventario delle ri- e occupato dalle truppe del Comune,
sorse naturali, artistiche e archeologi- nel 1288 fu nominato vicario di Gallura
che... e ancora?». e inviato in Sardegna.
Passamar Famiglia sassarese (secc. Passero = Zoologia della Sardegna
XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al Passino Famiglia di Bosa (sec. XVI-esi-
secolo XVI, quando alcuni dei suoi stente). Le sue notizie risalgono al se-
membri presero a ricoprire uffici pub- colo XVI; godeva di una discreta condi-
blici di una qualche importanza. Fu zione economica e i suoi membri rico-
però nel 1622, quando un Giacomo Pas- privano uffici in seno all’amministra-
samar divenne arcivescovo di Sassari, zione della città. Pur avendo ottenuto i
che la famiglia raggiunse un più ele- privilegi nobiliari in data non precisa-
vato rango. Nel 1623 infatti l’arcive- bile, nel 1641 ne ottennero la ricon-
scovo ottenne per i suoi fratelli il rico- ferma con un Angelo. I suoi figli furono
noscimento della nobiltà. La famiglia ammessi allo Stamento militare nel
si estinse nel corso del secolo XVII. 1653 durante il parlamento del conte
Passamar, Giacomo Religioso (Sas- di Lemos e i loro discendenti presero
sari, fine sec. XVI-ivi 1643). Vescovo di parte a tutti gli altri parlamenti. Alla
Ampurias dal 1613 al 1622 e arcive- fine del secolo XVII, con un altro An-
scovo di Sassari dal 1622 al 1643. Ordi- gelo e con un Francesco, formarono
nato sacerdote fu parroco a Bonorva due rami della famiglia.
per alcuni anni. Nel 1613 fu nominato Ramo di Angelo Si estinse nel corso del
vescovo di Ampurias, nel 1622 divenne secolo XVIII.
arcivescovo di Sassari. Continuò la po- Ramo di Francesco Francesco era pro-
lemica con Cagliari sul primato e cele- curatore reale di Bosa. I suoi discen-
brò due sinodi diocesani, nel 1625 e nel denti continuarono a occupare un
1641. Sostenne l’impegno di donna ruolo di rilievo per tutto il secolo
Margherita Tavera e aprı̀ a Sassari il XVIII, ricoprendo spesso gli uffici di
monastero delle Isabelline; fondò la vicario reale e di sergente maggiore.
Congregazione di Sant’Apollinare; il 3 Nel corso del secolo XIX si formarono
maggio 1622 riportò a Porto Torres con nuovi rami e prese a risiedere, oltre
una grande cerimonia le ossa dei Mar- che a Bosa, a Oristano; attualmente la
tiri turritani. famiglia risiede a Bosa, Sassari, Ori-
Passaviis, Giovanni de Religioso stano, Cagliari e Tempio Pausania.
(Spagna, sec. XIV-?). Arcivescovo di Passino, Angelo Uomo d’armi (Bosa,
Torres nel 1391. Domenicano, era ret- prima metà sec. sec. XVII-ivi?, seconda
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metà sec. XVII). Entrato nel tercio de «Uscito nell’aprile 1848 – scrive il Co-
Cerdeña vi percorse una brillante car- sta – , fu il più diffuso dell’Isola, perché
riera. Combattè durante la Guerra dei vi alimentò la fiamma dell’amor pa-
Trent’anni in Fiandra, in Italia e in trio». A lui si deve una serie di articoli
Spagna, compiendo numerosi atti di che aiutano a lumeggiare la figura del
valore. Per i suoi meriti nel 1641 ot- ‘‘tribuno’’ mazziniano Antonio Satta,
tenne i privilegi nobiliari e fu incari- protagonista dei moti del 1948 a Sas-
cato di provvedere alla difesa delle sari. Nelle sue Pagine storiche, pubbli-
marine di Bosa dagli attacchi dei cor- cate a Sassari da Dessı̀ nel 1877, riper-
sari barbareschi. corse i principali avvenimenti politici
Passino, Francesco1 Uomo d’armi cittadini del suo secolo. Rivestı̀ diverse
(Bosa, prima metà sec. XVII-Bosa, cariche nella vita civica sassarese, fece
dopo 1680). Ufficiale nell’esercito spa- parte della Società di Mutuo soccorso,
gnolo, combatté per 25 anni in Fiandra fu eletto nel 1848 nel primo Consiglio
e in Lombardia. Tornato in Sardegna, comunale costituito dopo la promulga-
nel 1679 fu nominato sergente mag- zione dello statuto. Tra gli altri suoi
giore di Bosa e nel 1680 vicario reale. scritti: L’agricoltura in Sardegna,
‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878; Relazione
Passino, Francesco2 Studioso di agro- della commissione al comitato perma-
nomia (Cagliari, seconda metà sec. nente per gli interessi agricoli ed econo-
XIX-ivi?, seconda metà sec. XX). Con- mici della Sardegna, 1888; Colonizza-
seguita la laurea entrò nell’Ammini- zione della Sardegna, ‘‘Avvenire di Sar-
strazione statale raggiungendo il grado degna’’, 1891.
di ispettore compartimentale dell’A-
gricoltura. Nel secondo dopoguerra fu Passino, Giacomo Gesuita, missiona-
chiamato a far parte come tecnico rio (Bosa 1699-Cagliari, dopo 1775). En-
della Consulta regionale tra il 1945 e il trato nella Compagnia di Gesù, fu ordi-
1949; in seguito fu nominato consi- nato sacerdote e inviato come missio-
gliere dell’Istituto di Credito Agrario nario in Paraguay. Dopo alcuni anni si
per la Sardegna e fu a lungo presidente trasferı̀ a Buenos Aires, dove divenne
del CRAS (Centro Regionale Agrario procuratore di quella missione. Nel
Sperimentale), istituito con la legge re- 1768 venne nominato superiore gene-
gionale 19 giugno 1956, n. 22. Tra i suoi rale per la provincia del Guaranı́ e
scritti: Per una maggior produzione di operò con grande diplomazia per diri-
grano nell’isola, ‘‘L’Unione sarda’’, mere le controversie insorte tra spa-
1928; L’agricoltura in Sardegna ieri e gnoli e portoghesi per il controllo del
oggi, ‘‘Mediterranea’’, VII, 2, 1932; In- territorio. Quando la Compagnia fu
chiesta sulla piccola proprietà coltiva- espulsa dalla Spagna, tornò in Sarde-
trice formatasi nel dopoguerra (con G. gna e si stabilı̀ a Cagliari dove trascorse
Sirotti), ‘‘Sardegna’’, XXI, 1935. gli ultimi anni della sua vita, conti-
nuando a operare come semplice sa-
Passino, Gavino Giornalista, uomo po-
cerdote.
litico (Sassari, prima metà sec. XIX-ivi,
dopo 1891). Nato da una famiglia di no- Passino, Giuseppe Luigi Avvocato,
bili tradizioni, fu giornalista polemico deputato al Parlamento subalpino
e battagliero. Nel 1848 rilevò dal pro- (Oristano, prima metà sec. XIX-?). Ap-
fessor Francesco Cossu, e lo diresse, il partenente al ramo dei Passino di Ori-
settimanale di tendenza liberale ‘‘La stano, dopo essersi laureato in Legge
Sardegna’’ che si pubblicava a Sassari: esercitò la professione di avvocato. Di
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idee liberali, fu favorevole alla ‘‘fu- la passione dei Santi Gavino, Proto e
sione perfetta’’ e nel 1848 fu eletto de- Gianuario, la passione di Sant’Antioco,
putato per la I legislatura del Parla- la passione di San Lussorio, la pas-
mento subalpino; fu riconfermato an- sione di Sant’Efisio. Secondo Turtas,
che per la II nel 1849, ma poco dopo la «fra i martiri sardi Gavino e Lussorio
sua elezione fu annullata in seguito a sono quelli sui quali abbiamo testimo-
un’inchiesta sull’andamento del voto nianze più antiche, abbondanti e affi-
nel suo collegio. In Parlamento fu con- dabili»; «un altro martire la cui stori-
trario al ‘‘connubio’’ Cavour-Rattazzi. cità pare ugualmente bene attestata è
Nel giugno 1848 aveva firmato, insieme Simplicio», anche se non è «altrettanto
ad altri deputati sardi, un progetto per sicura la sua appartenenza al clero,
la revisione delle liquidazioni ricono- meno ancora il suo status episcopale»;
sciute ai feudatari al momento del ri- pur non essendo menzionati nel Marti-
scatto. rologio attribuito a San Gerolamo, sono
Passino, Palazzo Edificio situato in stati oggetto di un culto molto antico:
piazza Costituzione a Bosa. Conosciuto Saturno, menzionato come Saturnino,
comunemente come palazzo di Don per la prima volta nella Vita beata Ful-
Carlo dal nome di Carlo Passino Cugia gentii pontificis; Antioco, ricordato co-
che lo fece costruire nella seconda stantemente come martire, il cui culto
metà dell’Ottocento, fu costruito utiliz- è attestato senza interruzione; Efisio,
zando la trachite rosa come elemento «sulla cui storicità può gettare una
decorativo; si erge maestoso ma incom- luce del tutto nuova il fatto che la sua
pleto, perché il dolore per la morte del- passio (secoli XII-XIII) contiene un ele-
l’unica figlia, del genero e dei nipotini mento sicuramente molto più antico»,
del costruttore, avvenuta nel terre- cioè «un titolo attribuito al martire,
moto di Messina del 1908, ne fermò l’e- stratilates, che indica una carica bizan-
dificazione. tina corrispondente al latino magi-
ster», chiaramente ricevuto da fonti
Passiones Testi medioevali che rac- più antiche.
contano la vita e il martirio di santi vis-
suti nei primi secoli del Cristianesimo: Pasticceria La Sardegna possiede una
«Racconti leggendari – scrive Rai- grande, nobile tradizione nella confe-
mondo Turtas – in origine formatisi zione di dolci, alcuni dei quali sono
presumibilmente attorno al luogo confezionati ovunque, altri sono tipici
dove il martire era venerato, ma re- di determinate zone o addirittura di
datti – nella forma in cui sono perve- singoli villaggi. Vi si confezionano inol-
nuti – in un periodo ancora più tardo tre dolci particolari per le singole fe-
rispetto a quello in cui furono elabo- ste. I più noti sono: amarettus, dolci di
rate nella penisola le analoghe passio- pasta di mandorla di forma rotonda,
nes o gesta». Numerose sono quelle ri- diffusi soprattutto nel meridione della
ferite ai santi della Sardegna; anche se Sardegna e utilizzati in occasione delle
quasi tutte mischiano elementi fanta- feste; aranciata (=), detta anche ce-
stici a elementi reali, sono comunque drata; ciddinos, di pasta di semola bi-
documenti di grande importanza per lo scottata con miele bollente e pepe ma-
studio della storia dell’isola nella cinato, tipici delle Baronie; cucciu-
tarda antichità e nell’Alto Medioevo. leddhi, dolci galluresi di farina, di varie
Le più note tra quelle riferite ai santi forme, fritti nel miele o nella sapa e ri-
sardi sono la passione di San Saturno, coperti di manteca; kasadinas o pàrdu-
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las, tipici dolci pasquali; gueffus (=), hanno scritto Giuliana Altea e Marco
dolci natalizi diffusi ovunque; mustaz- Magnani – si è sviluppato negli anni
zolus, dolce natalizio tipico dell’Orista- con implacabile coerenza, inglobando
nese, ormai presente in tutte le sta- e completamente metabolizzando
gioni; niuleddhi, dolci galluresi confe- l’una dopo l’altra diverse tappe della
zionati con la pasta sfoglia polverizzata storia della pittura, da Giotto a De Do-
e impastata col miele o con la sapa e minicis, fino ad arrivare a una sintesi
spezie e tagliata in quadretti; pa’ de di antico e di moderno, di organico e di
rop, pasticcio di semola a base di sapa, geometrico, relativo ed assoluto, che
buccia d’arancio, pepe, cannella, noce ne fa un caso singolare nel contesto
moscata e mandorle; pabassinas (=) ti- della giovane pittura italiana. I ri-
pico dolce pasquale di Ognissanti; piri- chiami alla storia dell’arte si intrec-
chittus (=), dolce tipico del Campidano ciano con elementi tratti dal mondo
di Cagliari; seada (=), dolce a base di dei media nella costruzione di un per-
formaggio fresco, miele e sfoglia, dif- sonalissimo sistema simbolico, di una
fuso ovunque: partendo dalle zone a delirante ma lucidissima cosmologia
economia pastorale, è comparso nei soggettiva in cui i personaggi dei Poké-
menu sardi di ogni parte della regione, mon possono avere la stessa forza ma-
particolarmente gradita ai turisti; ti- gnetica di suggestione del Quadrato
rikka, dolce tipico del Meilogu e del Nero di Malevic».
Logudoro, usato in genere per le feste;
turrone, torrone natalizio a base di
mandorle e miele diffuso soprattutto
in Barbagia; zı̀ppulas (=), frittelle car-
nevalizie diffuse ovunque.
Pastore, san = Giusto e Pastore, santi
Pastorelli, Giuseppe Domenico Reli-
gioso (?, fine sec. XV-Cagliari 1547). Ve-
scovo di Alghero dal 1528 al 1534, arci-
vescovo di Cagliari dal 1534 al 1547. Mi-
nore conventuale, uomo di grande cul-
tura, nel 1528 fu nominato vescovo di Pastorizia – Ovini al pascolo nella Nurra.
Alghero. Nel 1534 divenne arcivescovo
di Cagliari. Fu particolarmente sti- Pastorizia La pastorizia è una delle
mato dal papa Paolo III, che nel 1535 forme più antiche di allevamento. È
lo inviò presso Carlo V per sollecitargli praticata in Sardegna con la maggior
la convocazione di un concilio. Nel parte delle specie animali domestiche
1538 fu nominato legato pontificio in da reddito: principalmente ovini, ca-
Sardegna; nel 1547, richiamato a prini, bovini, ma anche suini ed equini.
Roma per essere nominato cardinale, Si contraddistingue per la caratteri-
morı̀ durante il viaggio. stica simbiosi che si instaura tra gli
Pastorello (pseud. di Gianni Manunta) animali e il pastore, che si occupa di
Pittore (n. Sassari 1967). P. in origine loro a tempo pieno, non limitandosi a
era solo soprannome e poi, da quando condurli al pascolo ma fornendo prote-
andò a Firenze a frequentare l’Accade- zione dai predatori (anche con il tradi-
mia, decise di adottarlo anche per fir- zionale ausilio dei cani), cure sanita-
mare i suoi quadri. «Il discorso di P. – rie, assistenza durante il parto. Un al-
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tro aspetto particolarmente interes- dia’’, che può essere ormai considerata
sante di questo tipo di allevamento è la vera pecora sarda e che rappresenta
che la persona che si occupa degli ani- più dell’80% del totale del patrimonio
mali è generalmente la stessa che prov- ovino. La pecora di grossa taglia è oggi
vede alla trasformazione dei prodotti, presente principalmente nelle zone di
dalla tosatura della lana alla produ- pianura attorno a Cagliari, mentre
zione del formaggio. quella di piccola taglia è diffusa nelle
& ALLEVAMENTO OVINO Secondo i dati zone di montagna e negli ambienti più
statistici in Sardegna vengono allevati difficili.
circa tre milioni di ovini, appartenenti & PRODUZIONE La produzione princi-
tutti alla razza sarda: il patrimonio pale della pecora sarda è costituita dal
ovino sardo rappresenta quindi il 32% latte. Nel periodo di mungitura, che
circa del patrimonio ovino nazionale. dura circa sei mesi, una pecora pro-
L’allevamento della pecora è diffuso duce in media da 80 l a 100 l di latte;
in tutta l’isola, ma particolarmente non mancano tuttavia greggi con pro-
nelle province di Sassari e di Nuoro, duzioni medie per capo di 140/150 l. La
dove si allevano rispettivamente il produzione della carne, costituita dal-
40% circa e il 35% circa dei capi, men- l’agnello da latte, che viene macellato
tre il rimanente 25% circa viene alle- a un peso vivo di 8/10 kg, rappresenta
vato in provincia di Cagliari. Il valore circa il 22% del prodotto dell’alleva-
delle produzioni ottenute è pari al 35% mento. La produzione della lana ha
circa del valore totale della produ- un’importanza economica del tutto
zione zootecnica isolana. L’alleva- marginale (circa il 2% del prodotto to-
mento ovino, nel quale trovano im- tale). Il sistema di allevamento più dif-
piego oltre 27 000 addetti, rappresenta fuso è quello brado e semibrado, ba-
quindi un’attività di grande rilievo nel- sato sullo sfruttamento del pascolo na-
l’economia agricola sarda. La pecora turale. In Sardegna sono infatti dispo-
sarda è una razza a prevalente attitu- nibili per il pascolo circa 1 900 000 ha,
dine lattifera, la cui area di alleva- considerando i pascoli veri e propri, gli
mento, un tempo limitata alla Sarde- incolti produttivi, le superfici boschive
gna, si va ora estendendo ad altre re- non sottoposte a vincolo forestale e i
gioni d’Italia (Lazio, Toscana, Umbria seminativi meno fertili non più colti-
ecc.). Si tratta di una razza autoctona, vati. Nel corso dell’anno il ciclo pro-
probabilmente derivata dal grande duttivo della pecora è collegato al ciclo
ceppo siriaco dal quale provengono produttivo dei pascoli, il quale a sua
molte altre razze del bacino del Medi- volta è condizionato dall’andamento
terraneo. Tradizionalmente, con rife- climatico, tipicamente mediterraneo.
rimento al carattere più evidente, ve- Ogni pecora, di regola, partorisce un
nivano distinti all’interno della razza solo agnello, ma non sono infrequenti
sarda tre differenti tipi o sottorazze di le nascite gemellari. La mungitura co-
piccola, media e grossa taglia. Attual- mincia subito dopo la separazione dal-
mente questa distinzione ha perso l’agnello, tra dicembre e gennaio, e
molto del suo valore, in quanto gli dura fino a tutto luglio. Normalmente
scambi di riproduttori sono frequenti si praticano due mungiture giornaliere
e si assiste sempre di più a una evolu- fino al mese di giugno; successiva-
zione che porta all’affermazione in mente se ne effettua una sola. La mun-
tutta l’isola della ‘‘pecora di taglia me- gitura viene eseguita generalmente a
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mano, a un ritmo di 80/90 pecore l’ora fiore sardo, toscanello e simili, for-
per ogni operatore, con differenti tec- maggi dolci (caciotta e simili), formaggi
niche. di tipo greco (feta e simili), canestrato,
& IMPRESA PASTORALE In Sardegna, pepato e altri vari. La maggior parte di
con riferimento al rapporto fra im- questa produzione viene esportata
presa e manodopera, si possono distin- verso mercati del continente ed esteri.
guere sostanzialmente tre categorie di Di particolare rilievo è la tendenza ma-
imprese: 1. impresa pastorale con sala- nifestata in questi ultimi anni a ridurre
riati, in cui l’imprenditore non esercita la produzione di pecorino di tipo ro-
alcuna attività manuale; 2. impresa pa- mano, a vantaggio dei tipi a pasta molle
storale capitalistico-lavoratrice, in cui o semidura. In Sardegna la trasforma-
l’imprenditore svolge anche un lavoro zione del latte ovino in formaggio viene
manuale, valendosi però della collabo- effettuata da tre gruppi di imprese: im-
razione di salariati; 3. impresa lavora- prese familiari, imprese associative e
trice, in cui il lavoro è totalmente svolto imprese industriali. I primi due gruppi
dall’imprenditore e dalla sua famiglia. trasformano circa il 50% del latte, men-
La grande maggioranza delle imprese tre il rimanente viene trasformato
pastorali rientra nelle ultime due cate- dalle imprese industriali. Mentre le
gorie. I rapporti tra proprietà e im- imprese familiari producono preva-
presa sono in genere caratterizzati dal- lentemente formaggio di tipo fiore
l’affittanza, che interessa non meno sardo e meno frequentemente di tipo
del 50% della totale superficie a pa- romano, le cooperative, almeno per
scolo della Sardegna. Essendo i con- ora, producono in prevalenza formag-
tratti di affitto normalmente di breve gio di tipo romano. Queste ultime
durata, annuali o addirittura stagio- hanno in genere dimensioni ridotte,
nali, mancano i presupposti per la con base territoriale limitata per lo
creazione di aziende stabili, dotate di più a uno o raramente più comuni. La
strutture più efficienti. Questa situa- loro attività è pressoché esclusiva-
zione si riflette inoltre negativamente mente rivolta alla trasformazione del
sul piano sociale, con continue ten- prodotto, in quanto le loro dimensioni
sioni e conflitti tra le categorie dei pro- e le carenze che manifestano sul piano
prietari terrieri e degli affittuari im- commerciale non consentono un loro
prenditori. Il rapporto tra numero di proficuo inserimento sul mercato, che
capi allevati e unità lavorative impie- rimane perciò in mano ai commer-
gate nell’allevamento varia da 1 a 80, 1 cianti e agli industriali. Gli industriali,
a 120: come si è già detto, nel settore nel passato, effettuavano la trasforma-
trovano impiego circa 27 000 addetti. zione del latte in piccoli caseifici, ubi-
Essendo il valore del prodotto lordo cati nelle zone di maggior produzione;
dell’allevamento ovino sardo di circa attualmente invece essi tendono ad ac-
23 milioni di euro annui, ne consegue centrare la lavorazione in centri più
che il prodotto lordo per addetto è, allo ampi, capaci di accogliere 40-50 000 l
stato attuale, poco superiore a mille di latte al giorno. Tuttavia anche le di-
euro annui. mensioni delle imprese industriali va-
& INDUSTRIA CASEARIA Oltre l’85% riano notevolmente: accanto a piccole
del latte prodotto viene destinato alla ditte che producono ogni anno 600-700
trasformazione in formaggio. I tipi pro- q di formaggio, ve ne sono altre che ar-
dotti sono diversi: pecorino romano, rivano a produrne 10 000 q e oltre. Da
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conseguenza diretta la riduzione del ruolo avuto fino a quel momento dalla
numero degli addetti, che dovrà pre- castagna. La sua coltivazione è dif-
sumibilmente stabilizzarsi a livelli fusa in tutto il globo ed è l’ortaggio
non superiori alle l0 000 unità. Ovvia- più importante della Terra. In Sarde-
mente tutto ciò porrà a breve termine gna si diffuse nel Settecento, anche se
problemi di non facile soluzione, i frati minori osservanti insediatisi a
quali la riqualificazione professio- Fonni l’avevano introdotta già nel
nale delle unità lavorative in eccesso, 1610, anno in cui si erano stabiliti in
la loro occupazione in altri settori Barbagia. Ma fu opera del governo
produttivi, la ristrutturazione delle piemontese la sua diffusione su larga
aziende, l’apporto di nuovi capitali scala: nel 1805 venne addirittura pub-
ecc. L’attenzione dell’amministra- blicato un opuscolo divulgativo in
zione regionale e di quella statale si è dialetto sull’utilità della p. e, sempre
da tempo rivolta all’esame di questi in quell’anno, si accese il dibattito
problemi e ha portato all’approva- sulla nomenclatura dialettale da
zione di un piano per la p. che pre- adottare; tra gli altri vennero propo-
vede la spesa di 80 miliardi in un pe- sti i nomi di melas de terra e tuvéra, ma
riodo di 10 anni. [MARCO TEDDE] infine si è adottato sia in logudorese
Patata Pianta erbacea perenne della che in campindanese il più comune
famiglia delle Solanacee (Solanum patata, mentre in Gallura si è prefe-
tuberosum L.), a fusto aereo, produce rito il francesizzante pomu di tarra.
fusti sotterranei (tuberi) carnosi e [TIZIANA SASSU]
commestibili, chiamati comune- Patercolo, Caio Sulpicio Ammiraglio
mente patate; le foglie sono compo- romano (sec. III a.C.). Nel corso della
ste, imparipennate, glabre alla pa- prima guerra punica attaccò le posi-
gina superiore, pelose in quella infe- zioni cartaginesi in Sardegna nel 258
riore; i fiori, riuniti a grappoli, hanno a.C.; in un primo momento assalı̀ di-
calice verde formato da 5 sepali uniti verse postazioni lungo la costa meri-
e corona bianca o rosea formata da 5 dionale dell’isola, poi si presentò al
petali, in parte concresciuti a for- largo di Sulci dove era la base della
mare un breve tubo che si apre in un flotta cartaginese; per contrastarlo
largo lobo; il frutto è una bacca car- l’ammiraglio cartaginese Annibale
nosa, prima verde e poi scura, tondeg- fece uscire a sua volta la flotta ma P.
giante, contenente numerosi semi
lo sconfisse clamorosamente.
piccoli, appiattiti. È una specie origi-
naria dell’America centrale e meri- Patetta, Federico Storico del diritto
dionale, dove è diffusa fino all’estre- (Cairo Montenotte 1867-Alessandria
mità meridionale del Cile. Le antiche 1945). Conseguita la laurea si dedicò
popolazioni andine hanno addome- all’insegnamento universitario. Nella
sticato questa pianta oltre 4000 anni sua lunga carriera insegnò presso le
fa, selezionandone un numero Università di Macerata, Siena, Mo-
enorme di varietà adatte, in pratica, dena, Pisa, Torino e Roma. Nel 1928
a tutti i climi. Venne introdotta in Eu- venne nominato accademico dei Lin-
ropa dagli spagnoli nel 1570 e fu rapi- cei, nel 1933 accademico d’Italia. Tra i
damente adottata nell’alimentazione suoi scritti: Notizie di storia sarda tratte
quotidiana dai ceti più poveri della dal registro delle lettere scritte nel 1278
popolazione, andando a occupare il da Gherardo generale dell’Ordine ca-
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‘‘Atene e Roma’’, XIX, 1916; Il villaggio nord; con Buddusò a est, e con Bultei e
di Seruci e la Sardegna nuragica, ‘‘Ar- il Goceano a sud.
chivio storico sardo’’, XIII, 1921; Un & STORIA Il suo territorio conserva
po’ di luce sul problema genetico dei nu- molti nuraghi e resti di piccoli insedia-
raghes di Sardegna, 1923; La preistoria, menti di età romana ma il paese at-
voll. 2, 1937. tuale sembra di origini altomedioe-
vali; faceva parte del giudicato di Tor-
res incluso nella curatoria del Monta-
cuto. Dopo l’estinzione della famiglia
giudicale, terminata una lunga contesa
tra Doria, Arborea e giudicato di Gal-
lura per il controllo dell’intera curato-
ria, P. alla fine del secolo XIII fu occu-
pata da truppe arborensi. Agli inizi del
secolo XIV, avendo i Doria prestato
Pattada – Resolza di produzione moderna. omaggio al re d’Aragona, P. passò in
loro possesso e dopo la conquista ara-
gonese, essendo il villaggio entrato a
Pattada Comune della provincia di far parte del Regnum Sardiniae, sem-
Sassari, compreso nella VI Comunità brò finire definitivamente sotto il loro
montana, con 3446 abitanti (al 2004), dominio. Quando nel 1325 i Doria si ri-
posto a 778 m sul livello del mare una bellarono, il confronto tra loro e gli Ar-
quindicina di chilometri a est di Ozieri. borea per il controllo della regione ri-
Regione storica: Montacuto. Diocesi di prese e P. fu investita da aspre contese
Ozieri. fino a che nel 1339 entrò a far parte
& TERRITORIO Il territorio comunale, delle concessioni fatte dal re d’Ara-
di forma grosso modo romboidale, si gona a Giovanni d’Arborea. Nei de-
estende per 165,08 km2, comprendenti cenni successivi P., durante il lungo pe-
anche la frazione di Bantine, e confina riodo della detenzione di Giovanni e
a nord con Oschiri, a est con Buddusò e delle guerre tra Arborea e Aragona, ri-
Osidda, a sud con Nule, Benetutti e mase nelle mani delle truppe giudi-
Bultei e a ovest con Nughedu San Ni- cali. Caduta l’Arborea, dopo un breve
colò e Ozieri. Si tratta di una regione di periodo nel quale fu assoggettato al vi-
colline dominata da una serie di rilievi sconte di Narbona, tornò in possesso
maggiori che costituiscono una sorta di del re. Nel 1421 entrò a far parte del
prosecuzione verso nord-est della ca- grande feudo concesso a Bernardo
tena del Goceano. La punta maggiore Centelles; nei decenni successivi i rap-
è il monte Lerno (1094 m), a nord-est porti con i feudatari che conducevano
del paese; ai suoi piedi si stende il l’amministrazione senza troppi scru-
lago artificiale omonimo, formato dal poli si incrinarono e nel 1458 gli abi-
rio Mannu di P. che va poi a confluire, tanti si ribellarono apertamente. Per
a settentrione, nel lago Coghinas. Il ristabilire la situazione fu necessario
paese comunica per mezzo della sta- l’intervento del viceré. Nel corso dei
tale 128 bis, che passa a breve distanza successivi decenni il villaggio fu ammi-
e alla quale è unito da una doppia bre- nistrato da un regidor che aveva la sua
tella; altre strade lo collegano con la sede a Ozieri e quando a metà del Cin-
frazione di Bantine e con Oschiri a quecento i Centelles si estinsero P.
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passò ai Borgia. Con i nuovi feudatari 20, falegnami 18, fabbriferrai 12, scar-
la condizione della comunità non mi- pari 20, sarti 6, piccoli negozianti 50,
gliorò, anzi il carico dei tributi feudali pescatori 10, ecc. Gli uomini di varie
fu accresciuto e con la modificazione professioni fanno quasi un corpo
del sistema di elezione del majore l’au- d’arte, sebbene non abbiano statuti so-
tonomia della comunità fu limitata ul- ciali. Le donne quando sono spedite
teriormente. Nel villaggio la figura del dalle giornaliere faccende, filano e tes-
regidor, risiedente a Ozieri, assunse sono la lana e il lino. I telai di antica
un’importanza crescente e, data la lon- costruzione, che sono quasi sempre in
tananza del feudatario, finı̀ per diven- moto, non saran meno di 500. I proprie-
tare il vero intermediario tra le più im- tari sono in grandissimo numero, forse
portanti famiglie del luogo e il potere. non meno di 700, tra’ quali non pochi
Il vasto territorio su cui si estendeva il padroni di grandi predi e di numerosi
paese, inoltre, fu teatro di contese tra branchi. Scuola elementare. In una po-
gruppi di pastori per il controllo dei polazione quanta è questa di P., pare
pascoli. Nel corso del secolo XVIII P. dovessero concorrere per lo meno 100
passò ai Pimentel e infine ai Tellez Gi- fanciulli all’insegnamento, perché
ron, ai quali fu riscattato nel 1839. quelli che sono tra i sette e i quattordici
Nella seconda metà del secolo con la anni non possono esser meno di 150;
costituzione del Consiglio comunita- tuttavolta non concorrono più di venti.
tivo e del Monte granatico la comunità Mentre in generale i parenti badano
riacquistò una certa autonomia nei cosı̀ poco all’istruzione de’ loro figli,
confronti dell’amministrazione baro- sono alcuni che per un’idea d’interesse
nale e sempre più forte si fece il desi- o di ambizione li mandano alle scuole
derio di rompere definitivamente la di Ozieri o a quelle di Sassari a impa-
dipendenza dal feudatario, infatti nel rare la grammatica latina e poi stu-
1784 e nel 1795 gli abitanti di P. si rifiu- diare la teologia. Stato sanitario. L’or-
tarono di pagare i tributi feudali. Nel dinario corso della vita è a’ 55 anni, il
1821 P. divenne capoluogo di manda- qual termine si oltrepassa da molti per
mento e fu inclusa nella provincia di progredire ad anni più tardi. Forse si
Ozieri. Alla prima metà dell’Ottocento potrebbero trovare più di cento per-
si riferiscono le note su P. che Vittorio sone nel settantesimo e oltre. Le malat-
Angius scrive per il Dizionario del Ca- tie più comuni sono d’inverno e prima-
salis: «Popolazione. Nell’anno 1843 vera le infiammazioni di vario genere,
erano in P. anime 3362 distinte in mag- nell’estate le gastro-enteriti e il reuma-
giori di anni 20, maschi 1146, femmine tismo, nell’autunno le periodiche. Per
1015, in minori, maschi 540, femmine la poca fiducia che si ha nella scienza
662, e distribuite in famiglie 788. Il mo- del medico molti praticano certi medi-
vimento di questa popolazione rappre- camenti volgari, che soventi fan me-
sentasi ne’ numeri seguenti: nascite glio, che le prescrizioni più composte
110, morti 60, matrimoni 25. Profes- de’ fisici. Agricoltura. In tutte le regioni
sioni. Le principali professioni de’ pat- trovansi terreni ottimi alla cultura,
tadesi sono la pastorizia e l’agricol- principalmente ne’ larghi spazi delle
tura, alla prima essendo applicati valli e nel mite declivio delle emi-
circa 600 persone tra maggiori e mi- nenze. I numeri soliti della semina-
nori, alla seconda poco più di 500. gione sono: starelli di grano 2000,
Quindi si possono numerare muratori d’orzo 2700, di fave e meliga 100, di le-
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tare 1240; analfabeti 31; automezzi cir- costruita nel secolo XII in forme roma-
colanti 1552; abbonamenti TV 963. niche, fu la parrocchiale di Biduvé (=),
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo villaggio in seguito scomparso. Col
territorio è ricco di testimonianze del- tempo rischiava di andare in rovina
l’età nuragica, in particolare i nuraghi ma recentemente è stata completa-
Badde Sinara, Bisella, Careddu, Doni- mente restaurata. A qualche chilome-
gheddu, Littu Pedrosu, Malzanittu, tro dall’abitato si trova anche la chiesa
Mandranu, Mazzone, Nuradolzu, Paba- di San Michele, vicino a quella di San
rile, Sa Cadrea, Sa Pattada, Sa Pedra ’e Nicolò e alle rovine della chiesa di
s’Abba, Sa Pira, Sa Puzzonina, Sa Santa Caterina (probabilmente face-
Terra, Sauccu, Su Anzu, Su Nele, Turre vano capo tutte a Biduvè): fu costruita
’e Lerno. Il territorio conserva anche nel Medioevo, ha l’impianto a una sola
reperti di età romana, in località Istelà. navata e la copertura in legno; la fac-
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ciata culmina con una piccola croce e i
E AMBIENTALE Nel suo centro storico è muri perimetrali sono sorretti da con-
conservato l’assetto originale con trafforti. La località più suggestiva, tra
strade tortuose e ripide sulle quali si le molte che caratterizzano le campa-
affacciano le antiche case in granito gne del paese, è senza dubbio il monte
del tipo a palattu. L’edificio più carat- Lerno, dove alcuni anni fa è stata costi-
teristico è la chiesa di Santa Sabina, tuita una riserva naturale per il ripo-
parrocchiale che risale al 1558 e fu in polamento dei mufloni e dei cervi
seguito ristrutturata e restaurata più sardi; la riserva si sviluppa in prossi-
volte. L’interno ha un’aula mononavata mità di un grande lago artificiale di
con cappelle laterali; conserva alcune suggestiva bellezza e di grande ri-
statue lignee di pregevole fattura tra chiamo turistico.
cui quella della Trinità. Altro edificio & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di
162
blu a fiori e di panno granato bordata altre raccolte di versi, tra cui Trionfali
di velluto o di raso, con bottoni ai pol- e Canzoni d’Africa, che lo conferma-
sini. Su tutto si indossa un ricco fazzo- rono eccellente poeta.
letto (su mucadoru ’e palas) che copre
Patterson, Helen L. Archeologa ameri-
spalle, busto e giacca, la gonna è guar-
cana (n. sec. XX). Nel 1986 prese parte
nita da un grembiule (su valda) di broc-
ai lavori del II Convegno di studi di Se-
cato viola; completa l’abbigliamento
largius, in cui presentò la relazione su
un fazzoletto di tela bianca (su muca-
La ceramica nuragica di Ortu Comidu
doru ’e sutta) posto sui capelli raccolti
(con P.T. Nicholson e P. Phillips), in Un
da un monile di legno. L’altro costume, millennio di relazioni fra la Sardegna e i
denominato su mantu, costituisce l’ab- paesi del Mediterraneo. Atti del II Conve-
bigliamento più ricco ed è formato da gno di studi di Selargius 1986: la Sarde-
una camicia simile a quella dell’altro gna nel Mediterraneo tra il II e il I mil-
costume, dalla gonna plissettata di ti- lennio a.C., 1987.
bet nero con bordo di velluto e un pan-
nello liscio sul davanti (su cameddu). Pattinaggio a rotelle Sport. La prima
Sulla camicia si indossa la giacca (s’i- comparsa di questo sport oggi molto
sciacca) di seta nera guarnita di perline popolare in Sardegna si fa risalire al
e di broccato nero e sulla gonna va il 1937, quando le organizzazioni dopola-
grembiule di seta nera con ricami in voristiche del regime fascista introdu-
rilievo. Questo tipo di abbigliamento è cono i pattini tra le attività ludiche dei
completato da un manto nero da porre lavoratori e degli studenti. In quel pe-
sul capo. L’abbigliamento tradizionale riodo si organizzano anche alcune gare
maschile è costituito da una camicia di su strada, ma il p. stenta a diventare
tela bianca a maniche ampie con pet- una vera e propria disciplina sportiva.
tina plissettata chiusa al collo e dai cal- In ogni caso prima dello scoppio della
zoni di tela bianca (sas ragas biancas). guerra i migliori ‘‘rotellisti’’ isolani
Sulla camicia si indossano la giacca (su sono il sassarese Giuseppe Polo e il ca-
corittu) di velluto rosso guarnito con gliaritano Antonio Careddu. Una cre-
perline e ricami e il gilet (sa zimarra) scita significativa si ha a partire dagli
di panno nero con bordo di velluto gra- anni Cinquanta: le strade asfaltate e i
nato e ricami di perline di vario colore. marciapiedi delle città si riempiono di
Sopra i pantaloni si indossano il gon- praticanti, soprattutto giovanissimi,
nellino (sas raghittas) di panno nero che si divertono e si sfidano fra loro,
ma usano i pattini anche per gli sposta-
bordato di velluto rosso e le ghette (sas
menti quotidiani. In seguito nascono
calzittas) di orbace con bordo di vel-
varie società dedite alla pratica agoni-
luto. L’abbigliamento è completato
stica, soprattutto a Sassari (Palestra
dalla berritta di panno nero.
Usai), a Carbonia (Eurasulcis e Vigi-
Pattarozzi, Gaetano Poeta (Cagliari lanza Cannas) e a Cagliari. Atleti sardi
1914-ivi 1959). Amico di Filippo Tom- cominciano a mettersi in evidenza in
maso Marinetti, fu il rappresentante campo nazionale e internazionale: tra
più autorevole del futurismo in Sarde- i migliori innanzitutto Alessio Gag-
gna negli anni Trenta; fondò e diresse gioli, campione e primatista mondiale,
la rivista ‘‘Ariel’’ e nel 1937 pubblicò Lalla Mura, Luana Pilia, Paolo Pi-
una prima raccolta di versi dal titolo roddu, Mascia Sias; e ancora Giancarlo
Eremitaggio che lo fece apprezzare in Mura, sassarese, Riccardo Siddu di As-
tutta Italia. In seguito scrisse alcune semini e tanti altri. Attualmente il mo-
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nistrato per qualche anno diretta- sappian leggere e scrivere, per l’uopo
mente dal re d’Aragona e prima del particolare de’ propri affari, compreso
1430 entrò a far parte dei territori do- in tal numero il parroco e il maestro.
nati a Eleonora Manrique andata Agricoltura. Il terreno pavese, che ha
sposa a Berengario Bertran Carroz. P. di superficie starelli 10 272 è coltivato
cosı̀ entrò a far parte del grande feudo solamente nell’area di starelli 800, sı̀
di Quirra e, nel corso dei secoli succes- che di dodici parti è produttiva una
sivi, passò dai Bertran Carroz ai Cen- sola, poco meno. Eppure sarebbe fa-
telles, che si estinsero nel 1674. Dopo cile, lasciando due quinti del totale
una lunga lite giudiziaria, nel 1726 il per selva, trar profitto da starelli 6000,
villaggio passò ai Català e infine agli i quali potrebbero dare la necessaria
Osorio ai quali fu riscattato nel 1839. sussistenza ad anime 3000. La fertilità
Nel 1821 fu incluso nella provincia di del terreno è conosciuta, e la produ-
Oristano; abolite le province nel 1848 zione più notevole è nella specie del-
entrò a far parte della divisione ammi- l’orzo, il quale non di rado moltiplica
nistrativa di Cagliari e dal 1859 della al cinquanta. Le quantità solite della
ricostituita omonima provincia. Nella seminagione sono star. di grano 250,
seconda metà dell’Ottocento Vittorio d’orzo 35, di fave 20, di legumi 10, di
Angius (nel Dizionario del Casalis) lino 12. La moltiplicazione degli altri
dice di questo piccolo paese: «Popola- semi è negli anni ordinari, per il grano
zione. Il popolo di P. consta di anime al 10, per le fave al 14, per i legumi all’8.
428, distinte in maggiori di anni 20, ma- I prodotti sono di gran bontà. Il terreno
schi 100, femmine 122, e minori maschi che annualmente coltivasi pei cereali
110, femmine 96, distribuite in famiglie non sopravanza gli starelli 350. Le vi-
90. Le medie del movimento sono na- gne sono prospere, le viti di dodici va-
scite 17, morti 10, matrimoni 4. Sono rietà, il vino di vario pregio, secondo
pochi che vivano sopra i 60, e la malat- l’arte dei manipolatori. L’area che le
tia più comune per la morte è il dolor comprende non supera li starelli 80.
laterale. La mortalità più frequente è L’orticoltura è ristrettissima, operata
nella prima età. Professioni De’ notati da pochi pel solo particolare bisogno.
abitatori 80 sono addetti all’agricol- Gli alberi fruttiferi sono in piccol nu-
tura, 30 alla pastorizia, 20 alle altre mero, in poche specie e varietà, peri,
professioni, tra le quali è quella de’ fi- meli, peschi, susini, ulivi, mandorli.
guli, che fanno tevoli e mattoni e al- Pastorizia. La superficie incolta che
cune opere grossolane adoperando abbiamo indicato è ricca di pascoli in
una certa quantità di creta che trovasi moltissime sue parti e potrebbe nu-
nel territorio. Le donne attendono alla trire una maggiore quantità di be-
tessitura; ma i lavori non sono più che stiame, che quella si è potuta ragione-
si domandi dal bisogno rispettivo delle volmente presumere dal numero, già
famiglie. Ciascuna casa ha il suo telaio. da noi indicato, delle persone appli-
La maggior parte delle famiglie pos- cate alla pastorizia. Questi salti, che
siede qualche cosa, e molte vivono in nelle stagioni nelle quali la terra non è
una certa qual comodità. Alla scuola arida, produce assai per le pecore, pro-
elementare concorrono non più che 16 ducono pure in ogni stagione buon nu-
fanciulli. In tutto il paese, dove già son trimento alle vacche e alle capre, men-
passati per questa scuola circa 100 gio- tre i ghiandiferi porgono copia di frutti
vani non sono tuttavolta più di 8 che per gli armenti porcini; non pertanto il
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numero dei capi è molto ristretto. Nel indicatori sociali: occupati 105; disoc-
bestiame manso si numerò buoi per l’a- cupati 15; inoccupati 17; laureati 7; di-
gricoltura 80, cavalli 21, giumenti 60, plomati 27; con licenza media 111; con
majali 20. Nel bestiame rude vacche licenza elementare 121; analfabeti 12;
120, capre 400, porci 150, pecore 1000, automezzi circolanti 114; abbonamenti
cavalle 30. Non si ha latte che dalle ca- TV 99.
pre e pecore, perché le vacche non si & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
mungono: il formaggio supera di poco territorio possiede un rilevante patri-
la quantità che vuolsi nel paese. Com- monio archeologico prevalentemente
mercio. In P. forse non entrano dalle del periodo prenuragico; di grande ri-
vendite degli articoli agrari, e pasto- lievo infatti sono le molte stazioni per
rali, e della figulina, fatte a forestieri, l’estrazione e la lavorazione dell’ossi-
più di l.n. 10 000!! compreso il prodotto diana, tra le quali quelle di Perdas
della tanca Pabodi». Nel 1927 P. di- Urias, Sinnixeddus, Su Telluri, Fustio-
venne frazione di Ales e riacquistò la lau; la grande quantità di ossidiana ri-
propria autonomia solo nel 1945. Nel trovata documenta l’importanza di
1974 infine, restaurata la provincia di questo materiale in epoca antica e l’in-
Oristano, tornò a farne parte. tensità delle attività e dei traffici che
& ECONOMIA Le attività di base della ne derivavano. Di rilievo sono anche
sua economia sono l’allevamento del alcuni siti del periodo nuragico; tra i
bestiame, in particolare ovini e bovini, molti nuraghi ricordiamo quello di
in misura minore suini, caprini ed punta Nuraxi. Infine di qualche inte-
equini; nell’agricoltura predominano resse sono i reperti del periodo ro-
la cerealicoltura, la viticoltura, la frut- mano come le tombe di Sa Telluri. In
ticoltura e l’olivicoltura. Non vi sono località Puzzu Sa Campana si crede
attività industriali ed È poco organiz- che abbia avuto sede un importante
zata la rete di distribuzione commer- centro abitato chiamato Pau Manna.
ciale. Vi opera anche un campeggio & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
con 70 posti letto, uno dei pochissimi E AMBIENTALE L’assetto urbano del
lontani dalla fascia costiera, a sostegno piccolo centro ha conservato integre
del nascente turismo. Servizi. P. è col- le caratteristiche tradizionali: lungo
legato da autolinee agli altri centri le strette stradine si affacciano con i
della provincia. Dispone di medico, loro imponenti portali, alcuni dei quali
scuola dell’obbligo, sportello bancario. di grande eleganza, le tipiche case in
& DATI STATISTICI Al censimento del pietra a più piani. L’edificio di mag-
2001 la popolazione contava 364 unità, giore rilievo è la chiesa di San Giorgio,
di cui stranieri 1; maschi 178; femmine parrocchiale costruita nel secolo XIV
186; famiglie 146. La tendenza com- in forme tardoromaniche e successiva-
plessiva rivelava una lieve diminu- mente rimaneggiata a più riprese. At-
zione della popolazione, con morti per tualmente ha l’impianto a una navata
anno 0 e nati 2; cancellati dall’anagrafe sulla quale si affacciano alcune cap-
11 e nuovi iscritti 6. Tra i principali in- pelle laterali e il presbiterio sopraele-
dicatori economici: imponibile medio vato rispetto all’aula. La facciata ha
IRPEF 12 917 in migliaia di lire; versa- forme che richiamano il Rinascimento
menti ICI 133; aziende agricole 157; im- ed è coronata da un timpano; al suo in-
prese commerciali 17; esercizi pub- terno conserva l’altare maggiore in
blici 4; esercizi al dettaglio 6. Tra gli marmo del Settecento, una statua li-
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gnea del secolo XV e altre statue del stato eletto; nel corso della legislatura,
secolo XVII. Nelle campagne del però, nel 1992, dopo le dimissioni di
paese, a qualche chilometro dall’abi- Antonio Catte, gli è subentrato in Con-
tato, è poi la chiesa di Santa Prisca. Di siglio; al termine della legislatura non
origini molto antiche, nel corso dei se- è stato rieletto.
coli è stata ristrutturata ripetuta- Pau, Celina Studiosa di storia della
mente. Ha l’impianto a una navata e la Chiesa (n. sec. XX). Monaca dell’ordine
copertura a capanna. La facciata è delle Clarisse, vive e opera nel con-
completata da un tradizionale portico. vento di Santa Chiara di Oristano. Ha
Dal punto di vista naturalistico la loca- scritto un saggio su Un monastero nella
lità più interessante è la vallata di Fu- storia della città. Santa Chiara di Ori-
stiolau, ricca di boschi e di deliziosi an- stano nei documenti dell’archivio, ‘‘Bi-
goli panoramici che si estendono sino blioteca francescana sarda’’, VIII,
alla vicina punta di Su Ventosu. Negli 1994.
ultimi anni l’amministrazione comu- Pau, Enrico Regista cinematografico
nale si è impegnata nella valorizza- (n. Cagliari 1956). Ha esordito nel 2001
zione turistica del paese e del territo- con il lungometraggio Pesi leggeri, am-
rio, facendo tracciare itinerari, met- bientato nel mondo delle palestre e dei
tendo in luce le cave dell’ossidiana, ring di pugilato. Con Jimmy della Col-
promuovendo convegni e pubblica- lina (2006), tratto da un romanzo di
zioni e dando vita a un Museo dell’ossi- Massimo Carlotto, ha raccontato il
diana nel quale vengono via via rac- dramma di un ragazzo del sottoproleta-
colte anche le sculture che gli artisti riato, tra rapine e droga (‘‘La Collina’’ è
realizzano con questo materiale. il nome di una comunità di recupero
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La guidata dal sacerdote cagliaritano don
festa popolare più caratteristica, le- Cannavera). Presentato al Festival di
gata alle tradizioni più antiche del vil- Locarno, il film ha vinto il premio del
laggio, è quella di Santa Prisca, che si CICA (Circolo internazionale del Ci-
svolge il 1º settembre presso l’omo- nema d’autore e d’essai), collezio-
nima chiesa campestre. Ha un carat- nando subito dopo numerosi altri rico-
tere prevalentemente religioso e si noscimenti.
apre con una processione alla quale Pau, Franco Corrado Pittore (n. Ca-
prendono parte coloro che chiedono gliari 1936). Dopo aver conseguito la
una grazia alla santa; nei due giorni laurea in Ingegneria, ha iniziato a lavo-
successivi si svolge un intenso pro- rare all’ENEL. Ha esordito come pit-
gramma di manifestazioni. Da qualche tore nel 1973 e in seguito ha preso parte
anno inoltre il paese è sede del cam- alle più importanti rassegne di pittura
pionato sardo di mountain bike. naı̈ve di tutto il mondo, ottenendo una-
Pau, Antonio (detto Annico) Agronomo, nimi riconoscimenti dalla critica. Al-
consigliere regionale (n. Nuoro 1943). cune sue opere si trovano al Museo
Di idee repubblicane, interessato da Rousseau in Francia e in altri musei in
sempre alla politica, nel 1980 è stato Italia e all’estero.
eletto consigliere comunale della sua Pau, Giovanni Giurista (Oristano 1912-
città natale e tra il 1981 e il 1983 ne è ivi 1991). Laureato in Giurisprudenza
stato sindaco. Nel 1989 si è candidato nel 1935 e in Scienze politiche nel
alle elezioni per la X legislatura regio- 1941, entrò nella carriera universitaria
nale nel collegio di Nuoro ma non è nel 1946 specializzandosi in Diritto in-
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che morı̀ ridendo, soffocato da una esistere nel 1751, e l’attuale villaggio,
delle sue colossali risate, nel bel mezzo che portava il nome di Pauli Arbara-
della piazzetta di Capri». ghessa. Caduto il giudicato d’Arborea,
Pauli, Rainer Scrittore di viaggi (n. Ger- nel 1421 i due villaggi furono inclusi
mania 1952). Collaboratore scientifico nel grande feudo concesso nel 1421 a
di un’Università tedesca, ha ripetuta- Guglielmo Raimondo Moncada, ai cui
mente soggiornato in Sardegna impa- discendenti fu confiscato nel 1454.
rando a conoscerla e ad amarla e ne ha Nello stesso anno i villaggi furono ac-
scritto in un volume che abbina intelli- quistati da Pietro di Besalù che però
gentemente rigore scientifico e impe- non fu in grado di conservarne il pos-
gno divulgativo, Sardinien. Geschichte sesso a causa dei debiti. Nel 1477 pas-
Kultur Landschaft, 1978. sarono al conte di Quirra e da quel mo-
mento furono inclusi nel grande feudo
Pauli Arbarei Comune della provincia
e ne seguirono le vicende storiche. Nei
del Medio Campidano, incluso nel
secoli successivi passarono dai Ber-
Comprensorio n. 25, con 720 abitanti
(al 2004), posto a 136 m sul livello del tran Carroz ai Centelles che si estin-
mare una dozzina di chilometri a est sero nel 1674. Dopo una lite durata
di Sardara. Regione storica: Marmilla. fino al 1726 passarono ai Català e infine
Diocesi di Ales-Terralba. agli Osorio, cui il territorio fu riscat-
& TERRITORIO Il territorio comunale,
tato nel 1839. In tutti questi secoli la
vita dei due villaggi fu condizionata
di forma grosso modo circolare, si
estende per 15,12 km2 e confina a nord dalla palude. Come abbiamo detto Sit-
con Ussaramanna e Tuili, a est con Las zamus sparı̀ nel 1751, i suoi ultimi abi-
Plassas e Villamar, a sud ancora con tanti si trasferirono nell’attuale paese.
Villamar e Lunamatrona e a ovest con Nel 1821 P.A. fu incluso nella provincia
Lunamatrona e Siddi. Si tratta di una di Oristano; quando nel 1848 furono
regione quasi pianeggiante tra le col- abolite le province entrò a far parte
line basse e arrotondate tipiche della della divisione amministrativa di Ca-
Marmilla. A oriente del paese scorre il gliari e dal 1859 dell’omonima ricosti-
rio Mannu, che si dirige al sud dell’i- tuita provincia. Vittorio Angius, scri-
sola, lungo il Campidano, per formare vendo di P.A. per il Dizionario del Casa-
lo stagno di Cagliari. P.A. comunica per lis, dice sulla situazione economica e
mezzo della strada Villamar-Usellus, lo stato sociale del paese nella seconda
ed è unito a Usellus da una brevissima metà dell’Ottocento: «Popolazione.
bretella che continua poi verso nord, Nell’anno 1845 computavasi il comune
fino a Tuili. di P. di anime 478, nelle quali erano
& STORIA Il suo territorio, adiacente a maggiori di anni 20, maschi 145, fem-
una vasta palude, fu abitato fin dalle mine 140, minori maschi 80, femmine
età più remote e continuativamente 93, distribuite in famiglie 100. I numeri
fino all’Alto Medioevo come dimo- del movimento sono nascite 20, morti
strano le molte testimonianze archeo- 14, matrimoni 5. Nelle malattie si ab-
logiche che conserva. Nel Medioevo fa- bandonano alla natura o ad un flebo-
ceva parte del giudicato d’Arborea ed tomo. I paulesi vivono, come se tutti
era compreso nella curatoria della fossero d’una stessa famiglia, in bella
Marmilla; vi sorgevano due villaggi, unjone e armonia; sono studiosi ne’ la-
Sitzamus, le cui rovine si trovano ad 1 vori, e se fossero ben diretti ed ajutati
km dall’attuale abitato e che cessò di potrebbero meglio prosperare. L’istru-
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zione è nulla, e la stessa scuola prima- comprano da’ pastori di altri diparti-
ria è deserta. In tutto il paese solo quat- menti e parimente i cavalli. Manca
tro persone sanno leggere e scrivere. spesso la carne e si supplisce col pol-
Nelle diverse professioni si possono lame, del quale si ha gran copia. Pesca.
numerare, agricoltori 110, pastori 15, Quando la palude ridonda, prendonsi
mestieranti 12, e tra questi comprendo molte anguille, e quando nel suo ba-
quelli pure che tessono le stuoje con la cino l’acqua si abbassa, si raccoglie an-
sala che traggono dalle sponde della che da forestiere grandissima copia di
palude. Le donne lavorano al telajo, e sanguette. Commercio. L’articolo prin-
tessono le tele e i panni che domandasi cipale è ne’ cereali, che vendono a ne-
dal bisogno della famiglia. Agricoltura. gozianti girovaghi in sul luogo, e che
Le terre del paulese sono a porsi tra le portano in Cagliari con immensa per-
più fertili della fecondissima Mar- dita di tempo, giacché ne’ paesi che
milla, e se fosse decuplo il numero sono sulla grande strada non si sono
delle braccie e maggiore l’intelligenza ancora aperti magazzini, dove racco-
dell’arte, e più accorta l’industria, gliere le derrate de’ prossimi paesi. La
avrebbesi il ventuplo del prodotto che somma che da’ cereali e da altri piccoli
si suol avere in buone condizioni mete- prodotti possono ottenere i paulesi
reologiche. L’ordinaria quantità de’ non sorpassa soventi le lire n. 15 000».
semi nelle specie diverse è la se- Alla fine dell’Ottocento, per iniziativa
guente: di frumento starelli 500, di di due ricchi proprietari, la palude fu
orzo 100, di fave 150, di lino 20, di le- bonificata e quindi il territorio fu ar-
gumi 25. La produzione ordinaria e co- ricchito di alcune centinaia di ettari
mune del grano è a 15, e in qualche sito di terra coltivabile. Nel 1974 il paese
a 30 e a 60, dell’orzo a 20, delle fave a 16. tornò a far parte della ricostituita pro-
L’orticultura è notevole solo nella spe- vincia di Oristano.
cie dei melloni. Il granone non dà al- & ECONOMIA Le attività di base della
cun frutto. Le vigne sono poche, la ven- sua economia sono l’agricoltura, in
demmia scarsa, debole il vino di color particolare la cerealicoltura, l’orticol-
bianco e insufficiente alla quantità tura, la frutticoltura e la viticoltura, e
della consumazione. Le viti sono state l’allevamento del bestiame, soprat-
piantate in sito mal proprio. L’area oc- tutto bovini e suini e in misura minore
cupata dal vigneto non è maggiore di ovini ed equini. Negli ultimi decenni si
starelli 75. Gli alberi fruttiferi sono di sta sviluppando anche l’attività indu-
poche specie e di piccol numero; la striale soprattutto nel settore della me-
somma complessiva di tutti i ceppi tallurgia e dell’edilizia. È sufficiente-
forse non sorpassa i 2000. Pastorizia. Il mente organizzata la rete di distribu-
territorio paulese non è una regione zione commerciale. Servizi. P.A. è col-
pastorale, però nel senso de’ sardi, i legato da autolinee agli altri centri
quali cosı̀ qualificano i salti, dove sia della provincia. Dispone di Pro Loco,
pascolo naturale per vacche e capre. Il medico, farmacia, scuola dell’obbligo,
bestiame manso de’ paulesi si riduce a sportello bancario. Possiede una Bi-
buoi 140, cavalli 30, giumenti 60, majali blioteca comunale.
35. Il bestiame rude è tutto nella specie & DATI STATISTICI Al censimento del
pecorina, e in capi 2300. Da questi si ha 2001 la popolazione contava 738 unità,
la lana per il telajo, e si ha il cacio per il di cui stranieri 1; maschi 387; femmine
bisogno della popolazione. I tori si 351; famiglie 238. La tendenza com-
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cultura. Nella terra che irrigasi si col- zionare pani speciali, lavorati e ricca-
tivano cavoli, rape, cipolle, carciofi, mente ornati, per le feste e le ricor-
pomidoro, zucche, la meliga ecc. Pasto- renze. Servizi. P. è collegato da autoli-
rizia. I salti paulesi sono in molte parti nee e dalla ferrovia agli altri centri
abbondanti di pascolo per le varie spe- della provincia. Dispone di Pro Loco,
cie, e solo le vacche sogliono emigrare stazione dei Carabinieri, medico, guar-
scendendo ogni anno in sul finire del- dia medica, farmacia, scuola dell’ob-
l’estate a’ pascoli di Tramatza, Mas- bligo, sportello bancario. Possiede
sama, Siamaggiore, e Ceddiani. I capi una Biblioteca comunale.
che si educano sono approssimativa- & DATI STATISTICI Al censimento del
mente come nei seguenti numeri: nel 2001 la popolazione contava 2550 unità,
bestiame manso, buoi per l’agricoltura di cui stranieri 3; maschi 1288; fem-
750, cavalli e cavalle 200, giumenti 650; mine 1262; famiglie 911. La tendenza
nel bestiame rude, vacche 8000, pecore complessiva rivelava una diminuzione
7000, capre 2500, porci 1000, cavalle della popolazione, con morti per anno
600. Commercio. I paulesi vendono 40 e nati 19; cancellati dall’anagrafe 34
principalmente grano e vino, il super- e nuovi iscritti 25. Tra i principali indi-
fluo de’ prodotti agrari, e i frutti pasto- catori economici: imponibile medio
rali, capi vivi, formaggio, pelli ecc. Ven- IRPEF 13 567 in migliaia di lire; versa-
dono altri articoli minori, tele, panno menti ICI 907; aziende agricole 418; im-
forese, e possono avere un prezzo com- prese commerciali 134; esercizi pub-
plessivo di circa l.n. 100 000». Abolite blici 12; esercizi al dettaglio 45. Tra gli
nel 1848 le province, P. fu incluso nella indicatori sociali: occupati 695; disoc-
divisione amministrativa di Cagliari e cupati 75; inoccupati 204; laureati 10;
dal 1859 nell’omonima ricostituita pro- diplomati 151; con licenza media 867;
vincia. Nel 1974 infine, con la ricostitu- con licenza elementare 902; analfabeti
zione della provincia di Oristano, entrò 106; automezzi circolanti 849; abbona-
a farne parte. menti TV 757.
& ECONOMIA Le attività di base della & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di
sua economia sono l’allevamento del particolare importanza è il suo patri-
bestiame, soprattutto ovini e bovini, in monio archeologico che comprende te-
misura minore caprini ed equini, e l’a- stimonianze a partire dal periodo pre-
gricoltura, in particolare la viticoltura, nuragico. A questo appartengono le do-
la frutticoltura e l’olivicoltura. Negli mus de janas di Berenales, Binzales,
ultimi decenni si sta sviluppando an- Sas Chessas, Sas Zanas, Su Riu. Al pe-
che l’attività industriale che si basa riodo nuragico appartengono invece i
sui settori lattiero-caseario, alimen- nuraghi Abbaullare, Arbiddera, Arbori
tare, sui prodotti per l’edilizia e l’abbi- in Cuccuru, Argiola Zuighe, Arrevesos,
gliamento. È discretamente organiz- Atzara, Battizzonis, Bauvenu, Bianco,
zata la rete di distribuzione commer- Bruncu, Bubolica, Busaurra, Campi-
ciale. Vi opera anche un’azienda agri- schedda, Campu ’e Ponte, Carduche,
turistica con 5 posti letto. Artigianato. Chighinzolas, Codas, Cogotti, Colum-
Tradizionale e ben sviluppato è quello bos, Connighe, Coronzu Fenugu, Curri-
tessile con la caratteristica produzione trotta, Crastu ’e Varru, Criccos Cannar-
dei tappeti tessuti a pibiones, vale a zos, Cuau, Fruscus, Funtana Aurras,
dire a fiocchi. Si mantiene in molte Funtanamenta, Galla, Goronna, Idda-
case anche la consuetudine di confe- noa, Idighinzos, Lazones, Liori, Lu-
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gherras, Malizzana, Medadu, Medda- al suo interno fu trovata una gran quan-
ris, Mellaghe, Micchiri, Monte de tità di lanterne risalenti all’età punica
Uturu, Monte Urunnui, Montigu, Mura che hanno fatto supporre che fosse
Cuada, Mura ’e Mandra, Mura ’e Ra- stato usato dai Cartaginesi come tem-
mini, Muraglios, Mura Olia, Mura Pas- pio. Il ritrovamento permise al Tara-
sada, Murascroa, Nussiu, Olieddos, melli (=) di stabilire definitivamente
Onella, Orchere, Orre, Ortei, Oschina, che l’età nuragica era precedente al
Perdosu, Perdulette, Pirinferte, Pititu, periodo punico. E infine le Tombe di
Ponte Ezzu, Pranu de Crabas, Pranu giganti di Mura Cuada e di Goronna.
Edere, Pranu ’e Pera, Pranu Maiales, La prima è lunga complessivamente
Pranu Scrocca, Pranu Ziroccu, Putzu 10 m, ha una camera ogivale e nella
’e Turru, Putzu Lardunis, Putzu parte anteriore è completata da un’e-
Mannu, Putzu Pili, Ruju, S’Abbaia, Sa sedra. Molto più imponente il secondo
Conza, Sa Fraiga, Sa Menga, Sa Pruna, complesso, costituito da due tombe, la
Scovaera, Siringones, Sobaus, Sonnu, maggiore delle quali è veramente note-
Sos Forreddos, Su Guzzu, Surzagas, To- vole: lunga circa 25 m, è provvista di
roleo, Trachimeddu, Tricchi, Trontide, esedra anteriore a semicerchio arric-
Zondoro. Al periodo nuragico appar- chita da cippi di basalto; dall’esedra si
tengono inoltre il pozzo sacro di Santa accede attraverso un portello al corri-
Cristina e le Tombe di giganti di Atzara, doio che conduce alla camera rettan-
Goronna, Minda de Figu, Mura Cuada, golare, absidata, capace di contenere
Mura Filighes, Muriscroa, Nossiu, qualche centinaio di corpi.
Oschina, Perdu Pes. Sono anche rile- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
vanti le tombe romane di Muriscoa e i RALE Il suo tessuto urbano ha conser-
ruderi di Putzu ’e Turru. Tra tutti que- vato l’assetto tradizionale, lungo le
sti siti il più importante è complesso di strade si affacciano le tipiche case a
Santa Cristina. Si tratta di un santuario palattu, alcune delle quali risalgono al-
nuragico sviluppato attorno all’omo- l’Ottocento; tutti questi edifici sono co-
nimo pozzo sacro. La struttura che struiti in basalto. Tra i più interessanti
comprende il pozzo ha una architet- la chiesa di San Teodoro, che fu co-
tura molto elaborata che denota una struita in forme gotico-aragonesi nel
grande maturità costruttiva. Il pozzo è corso del secolo XVI; la facciata è ar-
racchiuso entro un recinto a forma el- ricchita da un caratteristico portale e
littica: vi si accede attraverso una scala da una finestra circolare destinata a
che porta in un ambiente sotterraneo un rosone che però non fu mai inserito.
con volta a tholos costruito con pietre Il Palazzo Atzori, situato in via Nazio-
finemente lavorate. L’edificio era a sua nale, fu costruito nel corso del secolo
volta circondato da altre costruzioni XVIII per una famiglia della nobiltà lo-
tra cui una sala delle riunioni con se- cale; articolato in tre piani, è coronato
dili e preceduta da un grande vesti- da una caratteristica loggetta che lo in-
bolo. L’edificio venne utilizzato anche gentilisce. Dal 1995 vi è stato impian-
in età punica per il culto di Demetra e tato il Museo archeologico ed etnogra-
Core. Il nuraghe Lugherras, che sorge fico nel quale sono raccolti reperti ar-
non lontano dal villaggio, è una impo- cheologici provenienti da scavi effet-
nente costruzione del tipo trilobato, tuati nel territorio circostante e le te-
rinforzata da un antemurale a da quat- stimonianze dell’antica civiltà conta-
tro torri. Fu oggetto di scavi accurati e dina del luogo e delle sue più autenti-
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che tradizioni. La chiesa di San Seba- un velo bianco di tulle a fiori (su tulle).
stiano fu costruita nel 1500 per ricono- L’abbigliamento tradizionale maschile
scenza verso il santo che aveva salvato è costituito da una camicia di tela
il paese della peste; attualmente si bianca a maniche lisce chiusa al collo
trova all’interno del recinto del cimi- e dai calzoni (sos pantalones) di tela
tero. Su un colle a poca distanza dall’a- bianca o di lino. Sulla camicia si indos-
bitato esisteva un tempo il castello di sano la giacca (su zibbone) di velluto
Giratala, una fortezza fatta costruire nero abbottonato a sinistra e il gilet (sa
dai giudici d’Arborea alla fine del se- este) di velluto nero aperto. Sui panta-
colo XII a difesa della valle del Tirso. loni vanno messi il gonnellino (sa un-
Nella prima metà del secolo XIII, nedda) di panno nero e le ghette (sas
quando il giudicato soffrı̀ per una ghettas) di orbace con bordo di velluto.
lunga crisi dinastica, l’edificio de- L’abbigliamento maschile è comple-
cadde e passò ripetutamente di mano, tato dalla berritta di panno nero.
probabilmente andò in rovina prima Pauli Majore Stagno. È uno specchio di
della fine del secolo; attualmente non acqua dolce di circa 570 ha di superfi-
si è in grado di identificare alcun ru- cie, situato in provincia di Oristano.
dere ad esso riferibile. Comunica con lo stagno di Santa Giu-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 20 sta, da cui affluisce una modesta quan-
gennaio si svolge la festa di San Seba- tità d’acqua salmastra. È stata istituita
stiano, il cui momento culminante è riserva naturale ed è una delle aree
l’accensione di enormi falò nella più importanti del Mediterraneo occi-
piazza antistante la chiesa di San Teo- dentale per l’avifauna che vi stanzia e
doro. La festa di Santa Maria Madda- per la flora.
lena si svolge il 22 luglio e culmina in
Paulis Antico villaggio di origine me-
una solenne processione nella quale il dioevale che faceva parte del giudicato
simulacro della santa è portato per le di Torres, compreso nella curatoria di
vie del villaggio dai fedeli in costume; Coros. Era situato tra Ittiri e Uri nei
la processione si conclude con una pressi dell’abbazia di Santa Maria di
spettacolare corsa rituale a cavallo Paulis. Si trattava di un piccolo centro,
detta, come in alcuni altri villaggi, ar- probabilmente sviluppatosi sotto l’in-
dia. Di pregio anche il costume tradi- fluenza dell’attività dell’abbazia. Nel
zionale di P. Quello femminile è costi- secolo XII entrò a far parte dei territori
tuito da una camicia (sa camisa) di tela passati ai Malaspina per matrimonio.
bianca ricamata nei polsini e nella pet- In seguito questi ultimi, quando si
tina e dalla gonna (sa unnedda) di estinse la dinastia giudicale di Torres,
panno nero arricchita da una balza di lo inclusero nel loro piccolo stato.
raso nero a fiori viola. Sopra la camicia Avendo essi prestato omaggio al re d’A-
si indossano il busto (s’imbustu) di ragona, dopo la conquista il villaggio
broccato giallo a rose rosse con bordo entrò a far parte del Regnum Sardi-
di cotone colorato, chiuso sul davanti niae; quando, però, nel 1325 i Mala-
da un nastro sotto il seno, e la giacca (su spina si schierarono a fianco dei Doria
zibbone tundu) di terziopelo nero che si erano ribellati, il villaggio fu in-
aperta davanti e col collo alto. Alla vestito dalle operazioni militari. Essi
gonna si aggiunge il grembiule (sa pan- riuscirono comunque a conservarne il
nedda) dello stesso tessuto della balza possesso; nel 1342 l’ultimo dei Mala-
della gonna. Completa l’abbigliamento spina, il marchese Giovanni, lo lasciò
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dopo la fine della prima guerra mon- piegato, si accostò alla politica fin da
diale i produttori sardi tentarono di giovane, frequentando anche a Mosca
modificare questa situazione di dipen- scuole di formazione politica. Nel 1965
denza. fu eletto consigliere regionale del Par-
tito Comunista Italiano nel collegio di
Sassari per la V legislatura e riconfer-
mato per la VI, al termine della quale
non fu più candidato.
Peis Famiglia cagliaritana (secc. XVII-
XVIII). Le sue notizie risalgono al se-
colo XVII. I suoi membri si dedicavano
tradizionamente alla carriera mili-
tare; di essi un Michelangelo nel 1643
fu ammesso allo Stamento militare du-
rante il parlamento Avellano e nel 1646
Pecorino sardo – Le forme pesano ottenne il cavalierato ereditario. I suoi
mediamente da 1,5 kg a 5 kg. discendenti continuarono a prendere
parte agli altri parlamenti ed espres-
Pecorino sardo Formaggio a pasta se- sero alcune distinte personalità; si
micotta, confezionato col latte fresco di estinsero nel corso del secolo XVIII.
pecora intero proveniente dalla Sarde- Peis, Francesco = Ignazio da Laconi,
gna. La sua produzione risale ai tempi santo
più antichi della tradizione pastorale
Peis, Is Località abitata in territorio di
isolana: ne parlano Columella, Var-
Sant’Anna Arresi. Anche questo pic-
rone, Plinio e altri autori classici. La
colo centro si è sviluppato in età non
sua forma cilindrica raggiunge un
precisabile, e comunque non prima
peso medio tra 1,5 kg e 5 kg. Ha la crosta
del secolo XVII, da un furriadroxiu co-
di colore bianco paglierino o marrone,
struito in un territorio che probabil-
la pasta morbida e di colore bianco
mente era stato concesso in enfiteusi a
nelle forme più giovani, il sapore dolce
una famiglia Peis, che in seguito gli ha
e aromatico. Nelle forme invecchiate,
dato il nome.
invece, la pasta è dura e talvolta granu-
losa, di sapore gradevole e piccante Peis, Pietro Antonio Uomo d’armi (Ca-
dall’aroma deciso e pieno. Il pecorino gliari, prima metà sec. XVII-?). Entrato
sardo viene utilizzato come formaggio nell’esercito reale, fu mandato a Na-
da tavola, eccellente per tutte le diete, poli durante la rivoluzione del 1648 e
ma anche grattugiato come condi- vi si segnalò. In seguito fu inviato in
mento. È un formaggio a denomina- Catalogna; tornato in Sardegna nel
zione tipica, cui nel 1996 è stata ricono- 1650, durante la peste del 1652 si ado-
noscita la DOP (Denominazione d’Ori- però in soccorso della popolazione di
gine Protetta), per cui può essere pro- Cagliari.
dotto soltanto secondo un disciplinare Peis Concas, Iride Scrittrice (n. sec.
rigoroso esclusivamente nella regione XX). Conoscitrice della realtà minera-
Sardegna. ria della Sardegna, nel 1990 ha contri-
Pedroni, Tonino Funzionario, consi- buito con Letterio Freni alla stesura di
gliere regionale (Tempio Pausania un libro sulla miniera di Montevecchio
1926-?, 1994). Comunista militante, im- (Montevecchio, 1991).
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Peli, Giuseppe Letterato (Cagliari, sec. Lo sguardo lungo. Arte italiana nella
XVIII-?). Fu l’autore di un poemetto in Collezione Ingrao, 2001; Mussolinia di
terza rima in tre canti, apparso nel Sardegna 1928-1935, ‘‘Parlamento’’,
1794, per celebrare la vittoria riportata XXXI, 235, 2001; Da Mussolina a Carbo-
l’anno precedente dai sardi contro il nia, 2002. Si occupa anche di illustra-
tentativo di sbarco francese, Il genio di zione pubblicitaria – dall’ex libris al
Cagliari ossia la gloriosa difesa fatta dai manifesto – per enti pubblici e commit-
sardi nell’anno 1793 contro l’armata tenti privati. Ha illustrato periodici
francese, 1794. come ‘‘Il Cagliaritano’’ e ‘‘La Nuova Ri-
nascita Sarda’’, libri tra i quali Batta-
Pellegrini, Giorgio Storico dell’arte (n.
glie e Due colori esistono al mondo, per il
Cagliari 1952). Conseguita la laurea, si
Maestrale di Nuoro. Ha inoltre curato
è specializzato in Archeologia e Storia
l’immagine di alcuni eventi culturali
dell’arte. Nel 1977 ha intrapreso la car-
per conto dell’Assessorato dei Beni
riera universitaria. Autore di nume- culturali (‘‘La Mémoire et les images’’,
rosi saggi, si è anche dedicato all’atti- ‘‘Cerdeña Isla de Colores’’). Come illu-
vità giornalistica, collaborando con al- stratore ha lavorato per l’edizione di
cuni periodici specializzati. Dal 2001 è cataloghi di diverse rassegne cinema-
assessore alla cultura del Comune di tografiche organizzate dalla Società
Cagliari. Tra i suoi scritti: Lettera alla Umanitaria/Cineteca sarda di Cagliari.
Sardegna, ‘‘D’ars’’, 70, 1974; Il Liberty a È assessore alla Cultura del Comune di
Cagliari in Itinerario del liberty a Ca- Cagliari.
gliari, 1980; Giuseppe Biasi grafico in
Biasi nella collezione regionale, 1984; Pellegrino, Bruno Storico (n. San Ce-
Arte e artisti negli anni di Weimar in Il sario di Lecce 1946). Dopo la laurea ha
cinema di Weimar, la realtà, l’incubo, intrapreso la carriera universitaria.
1986; Meleagro risorto. Un modello an- Attualmente è professore di Storia mo-
tico nell’iconografia del neoclassicismo, derna nella Facoltà di Lettere dell’U-
‘‘Annali della Facoltà di Lettere e Filo- niversità di Lecce. Ha dedicato alla
sofia dell’Università di Cagliari’’, Sardegna il saggio Inquisizione e lotta
XLIX, 12, 1991; Il braccio della morte. di potere in Sardegna nel secolo XVII,
Migrazioni iconografiche, 1993; Quattro ‘‘Annuario dell’Istituto storico italiano
cartelle. Arte e artisti in corpo otto, Anto- per l’Età moderna e contemporanea’’,
logia di scritti giornalistici, 1993; Blin- XXXVII-XXXVIII, 1986.
dati d’arte, 1995; Mussolina di Sarde- Pellicer, Francesco Religioso (Spa-
gna, in Le città di fondazione in Sarde- gna, seconda metà sec. XV-Roma
gna, 1998; L’eccezione e la regola. Eccle- 1508). Arcivescovo di Sassari dal 1499
tismo, macchinismo e razionalismo al 1508. Dotto teologo, dopo il 1494 fu
nelle architetture di Mussolina di Sarde- nominato vicario generale della dio-
gna, ‘‘Rivista di Studi Sardi’’, XXXI, cesi di Sassari. Nel 1499 fu nominato
1999; L’architetto delle isole: Giovanni arcivescovo, ma per i contrasti con
Battista Ceas, in Atti del II convegno sul- Francesco Manno entrò in possesso
l’identità storica di Arborea, 1999; Una del suo ufficio solo nel 1503. Poco
guerra cubista e origini del camouflage, dopo, però, ebbe dei contrasti riguardo
‘‘Storia e dossier’’, V, 145, 2000; Inge- i suoi poteri giurisdizionali anche col
gneri e architetti. Quattro profili in Re- governatore di Sassari. Per difendersi
surgo. Da Mussolinia ad Arborea: vi- si recò a corte e di lı̀ a Roma, dove però
cende e iconografia della bonifica, 2000; morı̀. Nel 1501 aveva indetto un sinodo
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diocesano, nel quale erano stati deli- a fungo retta da un pilastro. Costruita
berati provvedimenti contro chi non nel 1578 ai piedi di capo Falcone di
pagava le decimas decimarum per la Stintino, era destinata alla difesa pe-
Crociata e proibito ai sacerdoti di por- sante: aveva tre cannoni e una spin-
tare armi. «L’abuso continuò – com- garda ed era in vista della torre dell’I-
menta Enrico Costa – poiché nel 1531 sola Piana, dalle caratteristiche analo-
si trova rinnovata la proibizione. A ghe.
quanto pare, i ladri erano numerosi e Peña Famiglia sassarese (secc. XV-
non rispettavano né preti né frati». XVI). Le sue notizie risalgono al secolo
Pellicer de Osan y Tobar, Joseph XV; apparteneva all’oligarchia mer-
Storico (Saragozza 1602-Madrid 1679). cantile della città. Nel 1478 un Antonio
Si occupò di genealogia, mostrando di mercante ottenne il riconoscimento
possedere una grande erudizione ma della generosità. La sua discendenza
anche scarso senso critico. Un suo ma- si estinse nel corso del secolo XVI.
noscritto intitolato Memorial de la casa
Penyacuta, Gomez Donzello catalano
de Alagon marqués de Villasor en Sar-
(Catalogna, prima metà sec. XIV-Villa
deña, è conservato presso la Camera
di Chiesa, 1364 ca.). Giunse in Sarde-
di Commercio di Cagliari.
gna nel 1353 con la compagnia di Lopez
Pellis, Giovanni Religioso (sec. XV). de Gurrea al seguito di Pietro IV. Nel
Vescovo di Terralba dal 1475 al 1484. 1355 fu investito del feudo di Goni. Nel
Succeduto a una serie di vescovi ano- 1358 fu nominato castellano di Salva-
nimi, tutti destinatari di lettere dei terra unitamente a Pietro Martinez de
papi Callisto III (1455) e Pio II (uno nel Sarasa e si stabilı̀ a Villa di Chiesa (l’at-
1462 e l’altro nel 1464), nel 1484 fu di- tuale Iglesias), dove morı̀ senza discen-
spensato per illegittimità. denti.
Peonia Pianta erbacea della famiglia
delle Peoniacee (Paeonia mascula (L.)
Miller ssp. russii (Biv.) Cullen et Heyw.).
Perenne, ha rizoma sotterraneo da cui,
a fine inverno, crescono le nuove pian-
tine; le foglie sono composte da lamine
larghe, con margine crenato, di un
verde intenso e lucido, mentre il
gambo e gli steli sono rossastri; i fiori
sono grandi, numerosi all’apice della
pianta, di un intenso colore rosato-por-
porino (la tonalità di colore varia con la
composizione del terreno e l’esposi-
zione al sole), al centro gli stami, lunghi
e numerosi, formano un piumino
giallo; i frutti sono capsule pelose, tri-
lobate, con semi neri e lucidi. Chia-
Torre della Pelosa – La torre ai piedi di capo mata anche rosa di montagna, è la
Falcone. pianta più affascinante della flora
sarda, tanto da essere usata come logo
Pelosa, torre della Edificio di forma della Regione, anche perché è tipica
cilindrica con una caratteristica volta della vegetazione delle zone interne e
181
montane, quelle ancora selvagge e au- cando penetranti elzeviri sulle opere
tentiche: la p. cresce infatti nelle ra- di scrittori francesi a lui contempora-
dure o nel sottobosco rado delle lec- nei.
cete delle Barbagie e dell’Ogliastra,
Peralda, Sergio Avvocato, consigliere
ma oltre gli 800-1000 m si può trovare
regionale (Olbia 1915-ivi 1992). Dopo
in tutta l’isola. A Montarbu di Seui o
aver conseguito la laurea in Giurispru-
nella foresta di Montes a Orgosolo pas-
denza, esercitò con successo la profes-
seggiare in primavera nei silenzi del
sione di avvocato e a partire dal se-
bosco e trovarsi improvvisamente di
condo dopoguerra fu esponente di
fronte a una distesa di peonie in fiore
punta del socialismo sardo e personag-
è un’emozione indimenticabile: le loro
gio di primo piano nella vita politica di
dimensioni e la regolarità con cui le
Olbia. Nel 1961 fu eletto consigliere re-
piante crescono danno l’impressione
gionale del suo partito nel collegio di
di trovarsi di fronte a un ‘‘giardino se-
Sassari per la IV legislatura e successi-
greto’’. Nella medicina popolare se ne
vamente riconfermato nello stesso col-
riconoscono le proprietà antispasmo-
legio fino alla VI legislatura nel 1974.
diche ed emetiche. Nomi sardi: arrosa
Dall’agosto 1965 al giugno 1969 fu as-
de monti; rosa peonia (logudorese); rosa
sessore alle Finanze nelle giunte di
pionia, rosa veronica. [MARIA IMMACOLATA
Efisio Corrias e di Giovanni Del Rio;
BRIGAGLIA]
subito dopo fu assessore all’Industria
fino al novembre 1970 nelle giunte Del
Rio e Abis. Infine dal dicembre 1973 al
giugno 1974 fu un’ultima volta asses-
sore all’Igiene in un’altra delle giunte
Del Rio. Tornato alla vita privata, ebbe
ruoli di spicco nell’organizzazione so-
cietaria del Consorzio della Costa Sme-
ralda.
Peralta, Guglielmo de Viceré di Sar-
degna (Catalogna, prima metà sec. XV-
Cagliari?, 1484). In carica dal 1483 al
1484. Gentiluomo catalano, amico per-
sonale di Giovanni II che, una volta in-
coronato, lo nominò viceré di Sicilia.
Di qui fu inviato in Sardegna quando il
contrasto tra l’allora viceré di Sarde-
Peonia – Un esemplare nel Supramonte di
gna Ximén Pérez Escrivá de Romanı́ e
Oliena.
il procuratore reale Giovanni Fabra si
fece più acuto a causa della succes-
Pepitoni, Giovanni Intellettuale, gior- sione nei feudi appartenuti a Rosa
nalista (Cagliari 1889-ivi 1973). Conse- Gambella, di cui il Pérez si era impa-
guita la laurea, si dedicò all’insegna- dronito dopo la morte della titolare.
mento nelle scuole superiori e al gior- Condusse l’inchiesta con grande rigore
nalismo. Fu critico letterario acuto ed e dopo che il Pérez fu rimosso dal suo
elegante e attento indagatore della sto- incarico, nel 1483 assunse a sua volta le
ria della sua città. Collaborò per de- funzioni di viceré di Sardegna. Con
cenni con ‘‘L’Unione sarda’’, pubbli- azione decisa cercò di ristabilire la fi-
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ducia generale ma morı̀ poco dopo, Perantoni Satta, Gavino Medico, sto-
probabilmente nella stessa capitale rico, bibliofilo (Sassari 1899-ivi 1963).
del Regno. Intellettuale antifascista, dopo aver
Peralta, Raimondo de (o Raimondo di conseguito la laurea in Medicina si de-
Saluzzo) Uomo d’armi (Sicilia, fine sec. dicò alla professione e fu tra gli anima-
XIII-ivi 1348). Figlio di Filippo di Sa- tori della vita culturale della città.
luzzo portava il nome della famiglia di Uomo dai molteplici interessi, si oc-
sua madre. Prese parte alla spedizione cupò di numismatica (in particolare
in Sardegna dell’infante Alfonso unita- sino al 1960), condusse importanti e
mente a suo padre, e quando nel 1324 originali ricerche storiche, in partico-
questi fu nominato governatore gene- lare (a partire dal 1960) sui moti anti-
rale lo sostenne. Quando, però, nel feudali di fine Settecento e su Gio-
1325 Filippo di Saluzzo morı̀, assunse vanni Maria Angioy. Suo merito indi-
verso la monarchia catalano-arago- menticabile (anche se forse, come cà-
nese un atteggiamento poco chiaro, pita, in qualche misura dimenticato) fu
proprio nel momento in cui la ripresa il riordino, la riorganizzazione e in
del conflitto con Pisa sembrava inevi- parte la catalogazione, fra la seconda
tabile. Per questa ragione nel 1326 metà degli anni Quaranta e la prima
ebbe dei forti contrasti con i Carroz, al degli anni Sessanta, della Biblioteca
punto che il re dovette ingiungergli di comunale, che era rimasta già dagli
lasciare la Sardegna. Continuò a vivere anni Trenta completamente abbando-
a corte impegnato in altri compiti. nata, tanto che su alcuni volumi, anche
Perani, Mauro Storico del diritto (n. preziosi, la polvere di calcare accumu-
Castel Goffredo 1949). Dopo la laurea lata aveva formato una resistentissima
si è dedicato all’insegnamento univer- crosta. Gli furono compagni in questa
sitario. Nel 1996 è diventato ricerca- diuturna impresa, nel ruolo di consi-
tore di Ebraico; attualmente lavora glieri e di protettori politici (P.S. era
presso l’Università di Bologna. Ha de- comunista, l’amministrazione comu-
dicato alla Sardegna l’ampio saggio nale a larga maggioranza democri-
Appunti per la storia degli Ebrei in Sar- stiana), il professor Lorenzo Forteleoni
degna durante la dominazione arago- e lo scrittore Filippo Addis. Quando
nese, ‘‘Italia. Studi e ricerche sulla Sto- morı̀, nel 1963, considerava il suo la-
ria, la Cultura e la Letteratura degli voro non ancora terminato. La sua bi-
Ebrei in Italia’’, V, 1/2, 1985. blioteca personale fu donata dai fami-
Perantoni, Manlio Avvocato, consi- liari alla Biblioteca comunale. Tra i
gliere regionale (n. Sassari 1930). suoi scritti: Contributo allo studio delle
Dopo aver conseguito la laurea in Giu- monete punico-sarde, ‘‘Numismatica’’,
risprudenza, ha preso a esercitare la 1-2, 1940, e 3-4, 1941; Notizie storiche
professione di avvocato e a interes- sulla Biblioteca comunale di Sassari,
sarsi di politica, schierato fin da gio- ‘‘Ichnusa’’, I, 1946; La monetazione in
vane nel Partito Socialdemocratico. Sardegna, ‘‘Il Corriere dell’Isola’’,
Nel 1965 si è presentato alle elezioni 1951; Alcune varietà delle monete co-
regionali per la V legislatura ma non è niate nella zecca di Cagliari da Filippo
stato eletto; nel 1967 è entrato in Consi- II re di Spagna, delle Due Sicilie e di Sar-
glio regionale subentrando all’on. An- degna, ‘‘Italia numismatica’’, 2-3, 1954;
tonio Catte dimissionario. Successiva- Rinvenimenti di monete romane in Sar-
mente non è stato riconfermato. degna, ‘‘Annali dell’Istituto italiano di
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macchia mediterranea, non molto alte zione del majore fu modificato e perciò
ma spesso erte e tagliate in più di un l’autonomia della comunità fu notevol-
caso da incisioni profonde. I rari corsi mente limitata; in quanto al carico fi-
d’acqua appartengono in parte al ba- scale, furono introdotti nuovi balzelli.
cino idrico del Rio di Quirra, che Dopo una lite durata fino al 1726 P. per-
scorre a oriente, in parte al Flumi- venne ai Català. Nel corso del secolo
neddu, affluente del Flumendosa che XVIII, con la costituzione del Consiglio
forma a ovest del paese un lungo lago comunitativo e del Monte granatico, la
artificiale. Le comunicazioni sono as- comunità cominciò a riacquistare una
sicurate da una strada secondaria che certa autonomia nei confronti dell’am-
ha origine nei pressi di Ulassai e pro- ministrazione baronale. Il villaggio in-
segue poi sino a Escalaplano. fine passò agli Osorio cui fu riscattato
& STORIA Le origini del villaggio pro- nel 1839; nel 1821 fu incluso nella pro-
babilmente si possono far risalire al- vincia di Lanusei e, quando nel 1848
l’Alto Medioevo; un’antica tradizione furono abolite le province entrò a far
popolare riferisce in proposito che i parte della divisione amministrativa
primi abitanti sarebbero stati i profu- di Nuoro. Di questo periodo abbiamo
ghi di un antico villaggio che sorgeva notizie dallo studioso Vittorio Angius
sulle coste e che sarebbe stato distrutto che, nella breve scheda sul paese inse-
da un’incursione di Arabi. Il villaggio rita nel Dizionario del Casalis, scrive:
faceva parte del giudicato di Cagliari «Popolazione. Le case sono circa 136,
incluso nella curatoria di Quirra ed è le famiglie 129, le anime 580. Nascono
documentato a partire dagli inizi del 25, muojono 20, si celebrano matrimo-
1300 quando era amministrato diretta- nii 5. Le malattie più frequenti sono il
mente dal Comune di Pisa. Subito dopo dolor laterale, le infiammazioni al fe-
la conquista aragonese, nel 1327 fu in- gato e febbri cachetiche. Non v’ha altri
cluso nel feudo concesso a Diego Za- per curar la sanità che qualche flebo-
pata ma i suoi abitanti mantennero un tomo: le partorienti non hanno assi-
atteggiamento di profonda ostilità sia stenza. Professioni. Le famiglie agri-
nei confronti del feudatario sia nei cole sono 109, le pastorali 20. Pochi at-
confronti del castellano di Quirra e, tendono agli altri mestieri. Lavorano le
allo scoppio della prima guerra tra Ma- donne in circa 80 telai, e fanno non solo
riano IVe Pietro IV, si ribellarono aper- per provvedere alle famiglie, ma anche
tamente. Finita la guerra, P. entrò a far a lucro; il che può dare una giusta idea
parte del territorio che fu concesso a del loro studio nel lavoro». Quando nel
Berengario Carroz che lo unı̀ agli altri 1859 furono ricostituite le province P.
suoi feudi dando vita nel 1363 alla con- fu incluso in quella di Cagliari. Nel
tea di Quirra. Successivamente, scop- 1927, con la ricostituzione della provin-
piata la seconda guerra tra Mariano IV cia di Nuoro, tornò a farne parte. La
e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono sua tranquilla vita di comunità pasto-
nuovamente e si schierarono con il giu- rale, a partire dagli anni Cinquanta, si
dice d’Arborea. Caduto nel 1409 il giu- misura con la realtà del Poligono Spe-
dicato, P. tornò in possesso dei Bertran rimentale Interforze del salto di
Carroz eredi dei Carroz. Nei secoli suc- Quirra, un impianto militare e di ri-
cessivi passò dai Bertran Carroz ai cerca scientifica che si è integrato
Centelles, che si estinsero nel 1674; in completamente nella vita del villaggio
tutto questo periodo il sistema di ele- e contribuisce al suo benessere. Il poli-
186
gono è utilizzato per effettuare dei licenza elementare 697; analfabeti 75;
lanci di missili per l’esplorazione della automezzi circolanti 858; abbonamenti
stratosfera. Negli ultimi anni, quando TV 566.
si è sviluppato il dibattito sulle nuove & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
province, P. vi ha preso parte optando ritorio conserva rilevanti testimo-
per il passaggio a quella di nuova costi- nianze del periodo nuragico, tra cui i
tuzione dell’Ogliastra. nuraghi Arras, Florentina, Orcu, Per-
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- dixeddu, Prediargiu, San Pietro, Trun-
conomia sono l’allevamento del be- cone, Trutturis. Esiste anche un’antica
stiame, ovini, caprini e, in misura mi- fonte sacra in regione Peddi de Cani.
nore, bovini e suini, e l’agricoltura, in & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
particolare la cerealicoltura, la viticol- E AMBIENTALE Il tessuto urbanistico
tura e la frutticoltura. Negli ultimi de- conserva ancora il suo assetto tradizio-
cenni si sta sviluppando anche l’atti- nale; lungo le strade, nonostante il pro-
vità industriale che si basa sul com- fondo rinnovamento edilizio degli ul-
parto alimentare, la fabbricazione di timi anni, è possibile trovare ancora le
mobili, la produzione e distribuzione case in pietra a più piani del tipo bar-
dell’energia elettrica. È discretamente baricino. Oltre alla chiesa parroc-
organizzata la rete di distribuzione chiale, intitolata a San Sebastiano, esi-
commerciale; un notevole contributo stono i significativi resti di una più an-
all’economia del paese viene dalla pre- tica chiesa, intitolata anch’essa a San
senza della base aeronautica. Vi ope- Sebastiano: l’edificio ha un impianto a
rano un albergo con 26 posti letto e tre tre navate e modalità costruttive pre-
ristoranti. Servizi. P. è collegato da au- romaniche che fanno pensare a una
tolinee agli altri centri della provincia. sua datazione nel secolo X. Recenti re-
Dispone di Pro Loco, stazione dei Ca- stauri ne hanno impedito l’ulteriore
rabinieri, medico, farmacia, scuola degrado e l’hanno trasformata in un
dell’obbligo e scuole secondarie supe- suggestivo spazio culturale dove nel
riori (Istituto professionale indu- periodo estivo si svolgono alcune delle
striale), sportello bancario. manifestazioni della rassegna ‘‘Fo-
& DATI STATISTICI Al censimento del ghesu canta Foghesu’’, con la quale la
2001 la popolazione contava 2369 unità, Pro Loco intende rilanciare le tradi-
di cui stranieri 2; maschi 1215; fem- zioni del paese. Altro importante mo-
mine 1154; famiglie 615. La tendenza numento è la chiesa di San Pietro, co-
complessiva rivelava una diminuzione struita tra gli inizi del secolo XIX e il
della popolazione, con morti per anno 1950. Ha forme di maniera ispirate al
23 e nati 17; cancellati dall’anagrafe Neoclassico, il suo impianto è a una
106 e nuovi iscritti 51. Tra gli indicatori navata e la copertura è a volte a botte.
economici: imponibile medio IRPEF Al suo interno conserva alcune statue
19 822 in migliaia di lire; versamenti lignee del secolo XVIII e qualche pezzo
ICI 621; aziende agricole 161; imprese di argenteria del Seicento. Alle porte
commerciali 133; esercizi pubblici 17; del paese si apre un vasto Parco comu-
esercizi all’ingrosso 1; esercizi al detta- nale, all’interno del quale si possono
glio 59; ambulanti 1. Tra i principali in- ammirare numerose varietà vegetali e
dicatori sociali: occupati 743; disoccu- incontrare mammiferi e volatili della
pati 126; inoccupati 126; laureati 40; di- fauna isolana.
plomati 336; con licenza media 668; con & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il
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momento che meglio riflette il patri- XIX Comunità montana, con 1465 abi-
monio delle tradizioni popolari è costi- tanti (al 2004), posto a 98 m sul livello
tuito dalla festa di San Salvatore e di del mare una quindicina di chilometri
San Giovanni Battista, antica sagra le a est di Carbonia. Regione storica: Sul-
cui origini risalgono al Seicento e che cis. Diocesi di Iglesias.
si svolge a metà settembre, protraen- & TERRITORIO Il territorio comunale,
dosi per quattro giorni. Ha inizio con il di forma grosso modo triangolare, si
trasporto delle statue dei due santi estende per 29,55 km2, comprendenti
dalla parrocchiale a una chiesetta in anche la frazione di Pesus, e confina a
località S’enna ’e Itta con una proces- nord e a est con Narcao, a sud con Vil-
sione solenne aperta dai fedeli che re- laperuccio e a ovest con Tratalias e
cano caratteristici ex voto costituiti da Carbonia. Il paese si stende nella val-
due canne incrociate e rivestite di lata, piuttosto ampia in questo punto,
stoffe colorate (su pannu). Durante i del rio Flumentepido, che poco più a
riti religiosi viene cantato il rosario in sud dà luogo all’invaso artificiale di
sardo al suono delle launeddas (=). Dei Monte Pranu; mentre a oriente e a oc-
quattro giorni uno è dedicato agli cidente si stende una teoria di colline
ospiti (sa dı̀ de sa strangı̀a) e un altro a
che fanno parte del sistema montuoso
manifestazioni in onore dei venditori
dell’Iglesiente. Il paese comunica per
ambulanti (sa dı̀ ’e is barateddus). In
mezzo di una strada secondaria che da
passato molti dei fedeli si recavano
Carbonia si dirige verso est, fino a con-
alla chiesa del santo in ginocchio e
giungersi con la statale 293; dal paese
compivano poi tre giri attorno all’edifi-
hanno poi origine una deviazione a
cio.
nord per il villaggio di Terraseo, a sud
Perda Sterria Antico villaggio di ori- per Tratalias e Villaperuccio.
gine medioevale che faceva parte del & STORIA Il territorio conserva alcuni
giudicato di Cagliari, compreso nella nuraghi e altre evidenti tracce dell’in-
curatoria di Nora. Sorgeva in prossi- sediamento dell’uomo a partire dalla
mità di Pula; quando il giudicato fu de- preistoria. Nel Medioevo il villaggio
bellato, nella divisione del 1258 fu as- apparteneva al giudicato di Cagliari
segnato ai Dell a G herardesca e ed era incluso nella curatoria del Sols.
quando, alcuni anni dopo, la famiglia Probabilmente si sviluppò attorno a un
procedette a una nuova divisione tra i antico monastero del quale rimangono
suoi rami, toccò ai discendenti del tracce. In seguito alla divisione del
conte Gherardo. Dopo la conquista, 1257 fu incluso nei territori toccati ai
avendo essi prestato omaggio al re d’A- Della Gheradesca del ramo del conte
ragona, il villaggio entrò a far parte del Ugolino. Dopo la disastrosa guerra sca-
Regnum Sardiniae, e i suoi proprietari tenata dai figli del conte, alla fine del
riuscirono a conservarne il possesso. secolo XIII, contro Pisa per vendicare
Scoppiata la prima guerra tra Pietro la morte del padre, il villaggio venne
IV e Mariano IV, quando il conte Ghe- amministrato direttamente da funzio-
rardo il giovane fu sospettato di tradi-
nari del Comune. Con la conquista ara-
mento nel 1353, il territorio fu loro con-
gonese, nel 1328 fu riconosciuto come
fiscato; la sua popolazione lo abban-
feudo a Pietro de Açen. Negli anni suc-
donò alcuni anni dopo e scomparve.
cessivi soffrı̀ a causa della peste del
Perdaxius Comune della provincia di 1348 e per le guerra tra Aragona e Ar-
Carbonia-Iglesias, compreso nella borea e andò spopolandosi rapida-
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mente. Rimase occupato dalle truppe che l’attività industriale che si basa
arborensi fino alla battaglia di Sanluri; sulle produzioni agroalimentari e sul-
dopo il 1409 era completamente spopo- l’edilizia. È sufficientemente organiz-
lato e compreso in un vasto territorio zata la rete di distribuzione commer-
che era stato concesso in feudo ai ciale. Servizi. P. è collegato da autoli-
Montbuy che si estinsero nel 1421. Il nee agli altri centri della provincia. Di-
territorio continuò a rimanere spopo- spone di Pro Loco, medico, farmacia,
lato e nel 1471 fu donato a Giacomo scuola dell’obbligo, sportello bancario.
Aragall che lo incluse nel suo vasto Possiede una Biblioteca comunale.
feudo sulcitano. Nel corso dei secoli & DATI STATISTICI Al censimento del
passò dagli Aragall ai Bellit, ai Gual- 2001 la popolazione contava 1513 unità,
bes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai di cui stranieri 2; maschi 762; femmine
quali fu riscattato nel 1839. Si ha noti- 751; famiglie 521. La tendenza com-
zia di due tentativi di ripopolamento, plessiva rivelava una sostanziale stabi-
uno dopo il 1464 e l’altro dopo il 1584 lità della popolazione, con morti per
entrambi falliti, probabilmente perché anno 10 e nati 12; cancellati dall’ana-
il territorio era troppo esposto al peri- grafe 32 e nuovi iscritti 30. Tra gli indi-
colo di incursioni da parte di corsari catori economici: imponibile medio
barbareschi; fu tuttavia frequentato IRPEF 14 020 in migliaia di lire; versa-
da gruppi di pastori che nel corso del menti ICI 287; aziende agricole 237; im-
Seicento vi costruirono alcuni furria- prese commerciali 40; esercizi pub-
droxius. A partire dalla seconda metà blici 7; esercizi al dettaglio 15; ambu-
del secolo XVIII l’insediamento di- lanti 4. Tra i principali indicatori so-
venne stabile e si trasformò in boddeu ciali: occupati 309; disoccupati 66;
che ben presto si sviluppò come fra- inoccupati 187; laureati 3; diplomati
zione di Narcao. Nel 1821 fu incluso 88; con licenza media 519; con licenza
nella provincia di Iglesias; dopo il elementare 404; analfabeti 119; auto-
1848 entrò a far parte della divisione mezzi circolanti 524; abbonamenti TV
amministrativa di Cagliari e, dopo il 392.
1859 della ricostituita omonima pro- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
vincia. Fu incluso come frazione nel territorio è ricco di nuraghi, in partico-
territorio del comune di Narcao, negli lare quelli di Achenza, Camboni, Entu,
anni successivi continuò a svilupparsi Pitzienti, Porcus, Sa Idda, Santus, Ses-
anche grazie all’attività di alcune mi- sini, Simplicio, Su Porcili, Tanca
niere di piombo argentifero che entra- Manna, Tronu. Tra questi il più inte-
rono in attività nel corso dell’Otto- ressante è il nuraghe Camboni, che
cento. Nel 1958 è diventato comune au- sorge in prossimità dell’abitato ed è
tonomo e quando si è avviato il dibat- del tipo polilobato, di dimensioni im-
tito sulle nuove province ha optato per ponenti e nel complesso abbastanza
quella di Carbonia-Iglesias. ben conservato.
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
conomia sono l’agricoltura, in partico- RALE Tra gli edifici di maggiore ri-
lare la cerealicoltura, la frutticoltura e lievo la chiesa di San Giacomo, che ha
la viticoltura, e l’allevamento del be- forme romaniche e risale al secolo
stiame, soprattutto bovini e suini e in XIII; ha un’aula mononavata con tetto
misura minore ovini e pollame. Negli a falde spioventi mentre la facciata è
ultimi decenni si sta sviluppando an- arricchita da un campaniletto a vela.
189
Nel corso dei secoli la chiesa andò in vori ebbero inizio nel 1936 e nel 1938 gli
rovina e fu restaurata alcuni decenni impianti iniziarono una modesta pro-
orsono; attualmente è chiusa al culto. duzione. Scoppiata la guerra, i lavori
P. ha anche una chiesa dedicata a San furono interrotti e nel dopoguerra la
Leonardo, che risale al secolo XIII e ‘‘Cogne’’ dismise la concessione e gli
sorge poco lontano dall’abitato. Ha impianti furono definitivamente fer-
una sola navata absidata e con la coper- mati.
tura a capriate. La facciata è in conci di Perd’e Sali (o Petra di Sale) Antico villag-
trachite, arricchita da un grande cam- gio che faceva parte del giudicato di
panile a vela. All’interno conserva una Cagliari, compreso nella curatoria di
statua lignea del secolo XVII e un ar- Nora. Era situato in località omonima
madio dipinto dello stesso periodo. La nelle campagne di Sarroch. Quando il
chiesa di San Leonardo è meta di un giudicato cessò di esistere, nella divi-
pellegrinaggio col simulacro del santo sione del 1258 fu incluso nei territori
e di una festa campestre che da qual- toccati ai Della Gherardesca. Quando
che anno si rinnovano per iniziativa poi si procedette a una successiva divi-
della Pro Loco e dell’associazione cul- sione tra i due rami della famiglia, il
turale Pantagus. villaggio toccò ai discendenti del conte
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Gherardo, che continuarono a conser-
Ricco è il patrimonio di manifestazioni varne il possesso anche dopo la conqui-
che caratterizzano la vita della comu- sta aragonese come feudo della Co-
nità; tra le più interessanti la sagra rona. Scoppiata la prima guerra tra
della pecora che viene organizzata dai Pietro IV e Mariano IV, il villaggio fu
pastori nella seconda quindicina di sequestrato al conte Gherardo di Doro-
giugno e culmina nella degustazione natico, considerato traditore, e nel
di carne di pecora offerta a tutti i par- 1355 incluso nel feudo di Sarroch con-
tecipanti. cesso a Francesco Royg. Scoppiata la
seconda guerra tra Pietro IVe Mariano
Perd’e Pibera Miniera di piombo,
IV, l’abitato divenne teatro delle opera-
zinco e molibdeno, detta anche di Riu
zioni e scomparve entro la fine del se-
Planu is Castangias, in territorio di
colo.
Gonnosfanadiga nel massiccio del
monte Linas. Gli scavi iniziarono nel Pereda, Bartolomeo Gentiluomo sas-
1870 a opera di Leone Goüin che vi ri- sarese (sec. XIV). Fedele al re d’Ara-
cercava il ferro. In seguito le ricerche gona, quando dopo il 1366 le truppe ar-
furono continuate dalla ‘‘Vieille Mon- borensi occuparono Sassari, riuscı̀ a
tagne’’ i cui tecnici accertarono l’esi- fuggire rifugiandosi ad Alghero. Nel
stenza della molibdenite. Dopo anni di 1369 ebbe in feudo Settepalme, Moro-
inattività le ricerche ripresero nel res e Ardu nella Fluminargia, ma non
1918, confermando l’esistenza del mag- riuscı̀ a entrarne in possesso perché i
gior giacimento sardo di molibdeno. villaggi erano in mano agli arborensi;
Nel 1929 il permesso fu revocato alla morı̀ senza eredi qualche anno dopo.
‘‘Vieille Montagne’’ e concesso a Raul Peretti, Giuseppe Fisiologo (Cagliari
Buzzo, che accertò definitivamente la 1904-ivi 1976). Conseguita la laurea in
consistenza del giacimento ma non Medicina nel 1929, si dedicò all’inse-
poté iniziare i lavori perché a sua volta gnamento universitario e alla ricerca.
gli fu revocata la concessione. Rinno- Nel 1937 ottenne la libera docenza e
vata la concessione alla ‘‘Cogne’’, i la- nel 1938 fu nominato professore nell’U-
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niversità di Cagliari e poco dopo diret- quella di Ottana, spostò la sede della
tore dell’Istituto di Fisiologia umana. diocesi ad Alghero.
Prese parte alla seconda guerra mon- Pérez Castillo, Anna Studiosa di sto-
diale; in seguito concorse alla ripresa ria (n. Spagna, sec. XX). Storica, nel
dell’attività accademica e nel 1952 fu 1991 ha preso parte al XIV Congresso
nominato preside della Facoltà di Me- di storia della Corona d’Aragona svol-
dicina. Nel 1954 fu eletto rettore del- tosi ad Alghero, in cui ha presentato
l’Università e in seguito ininterrotta- una comunicazione, Notes sobre l’avi-
mente riconfermato fino al 1969; in tuallament per la campanya de Sarde-
tutti questi anni si adoperò per lo svi- nya 1372, ora in Atti del XIV Congresso
luppo dell’Ateneo, riorganizzandone di storia della Corona d’Aragona, II,
l’amministrazione e ottenendo l’istitu- 1995.
zione di nuove Facoltà. Negli stessi Perez de Cornel Famiglia aragonese
anni venne anche eletto ripetutamente (sec. XIV). Prese parte alla spedizione
consigliere comunale di Cagliari e fu dell’infante Alfonso con uno Ximén
sindaco della città tra il 1960 e il 1965. che subito dopo la conquista ottenne i
Questa doppia funzione gli consentı̀ di feudi di Serti, Simisi e Serassi nella
avviare la realizzazione della Citta- curatoria di Siurgus e di Armungia
della dei Musei, ponendo le basi di nella curatoria della Galilla. Negli
una più duratura collaborazione tra anni successivi acquistò anche il feudo
Comune e Università. Studioso di di Goni, ma quando lasciò la Sardegna
grande levatura, fu autore di numerosi per tornare in Catalogna i suoi succes-
importanti trattati che gli diedero no- sori non riuscirono a conservare i
torietà in campo nazionale. feudi.
Perez, Francesco Religioso (Tara- Perez de Exea Famiglia della provin-
zona, inizi sec. XVI-Cagliari 1577). Ar- cia di Alicante (secc. XVI-XVIII). Nel
civescovo di Cagliari dal 1574 al 1577. Cinquecento si trasferı̀ da Orihuela a
Canonico di Tarazona, uomo di grande Cagliari con un Andrea, capitano, che
cultura, fu nominato arcivescovo di Ca- fu nominato commissario generale del-
l’artiglieria. Questi si sposò con una Ot-
gliari nel 1574, come successore del
ger, inserendosi cosı̀ nell’aristocrazia
Parragues de Castillejo. Preso pos-
della città. Dal matrimonio nacquero
sesso della diocesi, tentò di attuarvi i
Michele e Giovanni: Michele ereditò
decreti del concilio di Trento pur tra i
l’ufficio di commissario generale del-
mille ostacoli derivanti dall’ignoranza
l’artiglieria e nel 1618 chiese il ricono-
del clero cagliaritano.
scimento della nobiltà della famiglia.
Perez, Giovanni Religioso (Spagna, se- Solo suo figlio Pietro nel 1646 ottenne
conda metà sec. XV-ivi?, prima metà l’agognato riconoscimento e nel 1653,
sec. XVI). Vescovo di Ottana dal 1501 al durante il parlamento Lemos, fu am-
1503. Era parroco di Castillo de Garci- messo allo Stamento militare. I suoi di-
muñoz nella diocesi di Cuenca, in Spa- scendenti continuarono a essere am-
gna, quando nel 1501 fu nominato ve- messi a tutti i parlamenti successivi e
scovo di Ottana da papa Alessandro si estinsero nel corso del secolo XVIII.
VI. Fu l’ultimo vescovo residente a Ot- Perez de Exea, Giovanni Architetto
tana: infatti, ottemperando al decreto militare (Cagliari, seconda metà sec.
dell’8 dicembre 1503 di Giulio II che XVI-ivi, 1639 ca.). Fratello di Michele,
univa le sedi di Castra e Bisarcio a lavorò sotto la sua direzione alle opere
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morti 25, matrimoni 10. Nella prima rebbe immensi frutti se maggiore fosse
età e nell’adolescenza è maggiore che l’arte e spesso non mancassero a’ lavori
negli altri periodi della vita la morta- mal studiati degli uomini le benedi-
lità nelle famiglie del paese, e qui non zioni del cielo. Nelle altre parti sono
sono molti che vivano in là de’ 45 anni. piccoli poggi e larghi piani sabbiosi e
Le malattie più comuni sono nell’e- poco idonei a’ cereali. Le quantità che
state e autunno le febbri perniciose, ordinariamente si seminano, com-
quindi le ostruzioni viscerali, l’idrope. presa la seminagione de’ pastori, è di
Alcuni muojono dalla malignità del starelli di grano 1100, d’orzo 150, di
male, i più dall’imperizia del chirurgo fave 40, di meliga 20, di lino 120. La pro-
o medico che sia. Questo luogo, dove duzione dipende dal suolo e più dalle
non pernottano impunemente i passeg- pioggie opportune o difettose; qualche
gieri è temuto pur da’ medici, che pen- volta il grano dà anche il 40, più spesso
sano al pericolo della vita se cadessero il 10. Sonovi molti luoghi attissimi alla
malati. Tanto è il veleno che vi si aspira cultura delle specie ortensi, e questa
con l’aria! Eppure cosı̀ spaventosa ma- non è negletta né infelice. I melloni
lignità potrebbe essere diminuita sono molto riputati per grandezza e gu-
quasi direi ad un decimo, se il rio mag- sto, i legumi di prospera vegetazione, e
giore si facesse scorrere entro un alveo le erbe e le frutta ortensi migliori che
profondo, dal quale non potesse strari- altrove. I perfughesi poco si curano de-
pare per inondare e formar paludi e gli alberi fruttiferi, e però son pochis-
pantani intorno e se si osservassero sime le specie e pochi i ceppi. Nella
con tutta diligenza le regole igieniche. prossima regione di Coguinas gli oliva-
Professioni. Gli uomini delle famiglie stri vegetano con lusso, ma non perciò
che indicai residenti nel paese sono in questi paesani ne piantano e li inne-
massima parte addetti all’agricoltura, stano perché possano dopo non molti
pochissimi agli altri mestieri. Le anni averne olio. Ad essi basta quello
donne lavorano tele e sajali occupando che esprimono le loro donne dalle bac-
in quest’arte tutto il tempo che loro ri- che del lentisco. Vigne. Il terreno occu-
mane dalle faccende domestiche. Pro- pato dalle viti forse è meno di 100 sta-
prietari e mendici. Come ne’ luoghi di relli, e forse in gran parte male scelto
valle ed agricoli cosı̀ in P. i beni sono per questa specie. Le viti di uva bianca
mal distribuiti, e pochi i proprietari: sono più comuni di quelle di uva nera;
infatti non saranno questi più di 50, la vendemmia non fa soventi più di 200
senza però comprendere nel computo cariche di mosto. Per la pessima mani-
i pastori, e come in quei luoghi sono polazione e per la mala scelta delle uve
molti gli indigenti, parimenti è grande il mosto non produce buon vino e de-
il loro numero in P. Istruzione elemen- vono però questi paesani comprar vino
tare. Quando è aperta la scuola il mae- di Gallura, quel vino cosı̀ grave allo sto-
stro può avere intorno 8 fanciulli; maco e mal sapido. Tanche. Questi po-
quelli che in tutto il paese san leggere, veri paesani non han saputo conoscere
e scrivere saranno cinque. Agricoltura. il beneficio della legge sulle chiu-
In questo territorio sono alcuni campi dende, non hanno inteso il vantaggio
di tanta fertilità, che altri non sieno più che avrebbero ottenuto chiudendo le
nell’Anglona, che è una contrada, la loro proprietà; epperò appena si può
quale non invidia per la produzione indicare quattro, o poco più, piccole
alle più famose del regno, e che da- tanche, le quali una volta si seminano,
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fine del secolo XV; ha una sola navata Roma presso il Pontificio Istituto di Ar-
sulla quale si affacciano cappelle late- cheologia cristiana. Ha studiato con
rali e l’abside quadrata con la volta a molto interesse i rapporti tra Sardegna
crociera. La facciata, in trachite rossa, e Corsica. Tra i suoi scritti: Economia e
fu completata nel secolo XVI ed è arric- religione nella Sardegna vandala: nuovi
chita da un portale molto ampio e da un dati da scavi e studi recenti, in L’Africa
elegante rosone. E infine castel Rosso, romana. Atti del VI Convegno di studi,
fortezza che fu fatta costruire dai Doria 1989.
su un’altura poco distante dall’abitato Peri, Saturnino Vescovo di Iglesias dal
di P. per controllare la confluenza del 1920 al 1929 (Tresnuraghes 1862-Igle-
rio Altana col Coghinas. Estinta la di- sias 1929). Ordinato sacerdote, fu nomi-
nastia giudicale di Torres essi ne fe- nato parroco del Duomo di Cagliari e si
cero uno dei capisaldi del piccolo stato guadagnò la fama di ottimo teologo.
che avevano formato nella parte nord- Nel 1909 fu nominato vescovo di Cro-
occidentale del disciolto giudicato. tone e nel 1920 venne trasferito a Igle-
Nel periodo successivo continuarono sias. Governò la sua diocesi con pru-
a possederlo e dopo la conquista arago- denza nei difficili anni delle lotte ope-
nese ne fecero una delle basi per la raie e dell’avvento del fascismo.
loro resistenza ai nuovi venuti; fu ripe-
Perlina Pianta erbacea della famiglia
tutamente al centro delle operazioni
delle Scrofulariacee, presente in Sar-
militari delle lunghe guerre che tor-
degna con due specie spontanee: 1. la
mentarono l’Anglona fino alla battaglia
p. minore (Bellardia trixago (L.) All.) è
di Sanluri nel 1409. Nel corso del se-
annuale, ha fusto eretto, vischioso, a
colo XV perse la sua funzione militare
sezione quadrangolare; le foglie sono
e decadde; nel corso dei secoli succes-
strette con margini dentati, opposte
sivi crollò. Agli inizi dell’Ottocento era
sullo stelo; i fiori sono piccoli, rosa
ancora visibile una torre dell’antica
chiaro screziati di violetto riuniti in
fortezza, oggi il colle è stato deturpato
spighe allungate che fioriscono in pri-
dalla costruzione di un deposito d’ac-
mavera nei prati e nei margini delle
qua che ha alterato definitivamente il
strade. Nomi sardi: erba de Santu Pe-
sito. Di particolare suggestione sono i
dru, eufragia; 2. la p. maggiore (Paren-
resti dell’antica foresta pietrificata,
tucellia viscosa (L.) Raf., sin. Bartsia vi-
sparsi nella campagna tra il rio Altana
scosa) si distingue dalla precedente
e il lago di Casteldoria. per le foglie più fitte e allungate e per i
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A P. si
fiori gialli con petalo inferiore trilo-
fa festa per Carnevale, con sfilata di bato; cresce sulle zone costiere, prefe-
maschere e di carri, processo e rogo al ribilmente su substrati sabbiosi, e fio-
pupazzo di Giorgio, ballo pubblico e di- risce dalla primavera alla fine dell’e-
stribuzione di cibi e bevande a tutti i state. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]
partecipanti; e il 2 agosto, per la Ma-
Pernia, Giorgio Religioso (Sardegna,
donna degli Angeli, con processione,
prima metà sec. XV-Galtellı̀ 1487). Ve-
canti, musiche e varie manifestazioni
scovo di Galtellı̀ dal 1467 al 1487. Indi-
di folclore.
cato in alcuni documenti come
Pergola, Philip Archeologo corso (n. «Pinna». Apparteneva all’ordine dei
Corte, Corsica, 1953). Esperto di ar- Camaldolesi. Priore dell’abbazia di
cheologia medioevale, collabora con Santa Maria di Bonarcado, fu nomi-
‘‘Études Corses’’. Attualmente lavora a nato vescovo di Galtellı̀ nel 1467; nel
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cee. 1. Il p. comune (Pyrus communis moi, piru ruscu) sono inserite nell’e-
L.) è una pianta arborea vigorosa della lenco dei ‘‘prodotti tradizionali di qua-
sottofamiglia delle Prunoidee. La sua lità’’ redatto dal Ministero delle Politi-
origine è discussa in quanto si distin- che agricole e forestali. Nome sardo:
guono specie occidentali, principal- piru. 2. Il p. corvino (Amelanchier ovalis
mente Pyrus communis, e specie orien- Medicus) è una pianta arbustiva cadu-
tali. Secondo alcuni autori il p. comune cifoglia. Alto sino a 4 m, a foglie cadu-
non esiste spontaneo e deriva da mi- che, semplici, alterne, ovali-arroton-
glioramenti genetici esercitati nei con- date, lanose inferiormente da giovani
fronti del p. selvatico. La pianta ha e glabre da adulte; i fiori, raccolti in
forma piramidale nella fase giovanile infiorescenze a racemo, hanno petali
per divenire globosa a maturità, può bianchi e compaiono da aprile a mag-
raggiungere anche i 15-18 m di altezza, gio; i frutti sono pomi globosi, nero-
con un bel tronco dritto e rami patenti. bluastri e di sapore dolciastro; diffuso
Caducifoglia, le foglie sono semplici, spontaneamente sino a 1000 m, soprat-
da ovali a ellittiche, a margine intero o tutto in Italia settentrionale, e di prefe-
dentato, generalmente glabre a matu- renza su terreni calcarei, il p. corvino
rità; i fiori sono riuniti in infiorescenze vegeta in ambienti dove altre piante
a cupola, con vistose antere da rosso a non sono in grado di radicare. Penetra
porpora, si aprono in marzo prima con i getti nelle fessure delle rocce per
delle foglie o contemporaneamente a raggiungere acqua e nutrimento e,
queste; i frutti sono pomi di forma va- come effetto secondario, prepara il ter-
riabile da globosa a piriforme, dolci a reno alle piante che si insedieranno
maturità, si raccolgono da giugno a ot- successivamente. In Sardegna è pre-
tobre. È una specie termofila coltivata sente sul Gennargentu, sul Limbara e
in oltre 1000 varietà. Un tempo la colti- sui calcari centro-orientali. Le foglie e
vazione del p. era diffusa su tutto il ter- i rami venivano usati per tingere le fi-
ritorio sardo al punto da caratterizzare bre tessili, dando delle belle tonalità
molti toponimi (Pira lampadargia, che andavano dal verde dorato al
Monte de sa pira domestica, Terra de sa verde muschio. 3. Il perastro (Pyrus py-
pira, Saltus de sas piras, Valle de sas pi- raster Burgsd.), detto anche p. selva-
ras) e ha rappresentato, per molte ge- tico, è una pianta arbustiva o arborea
nerazioni di pastori, una riserva di della sottofamiglia delle Pomoidee,
frutta fresca lungo i cammini della dotata di rami spinosi all’apice; ha cor-
transumanza. La coltivazione del p. ha teccia bruna, a placche rettangolari
resistito bene anche alle contrazioni con solchi profondi tra esse; le foglie
agricole che si verificano nel periodo sono semplici, picciolate, ovali con
sardo-aragonese ed è esplosa nel pe- base ristretta, a margine dentellato, al-
riodo sabaudo. A tutt’oggi vengono con- terne, verde scuro alla pagina supe-
tate ben 78 cultivar locali, come de- riore, chiare alla pagina inferiore,
scritto nel manuale a cura di Agabbio, sono pelose da giovani, glabre a matu-
molte reperite in un unico o in pochis- rità, hanno consistenza coriacea, sono
simi esemplari. Le qualità Pera bianca caduche; i fiori compaiono da aprile a
di Bonarcado (pira bianca), Pera camu- maggio prima delle foglie, sono erma-
sina di Bonarcado (camusina precocei), froditi e raccolti in infiorescenze a co-
Pera bugiarda (pira brutta e bona), Pera rimbo, i petali sono bianchi; i frutti
del duca (cento doppie), Pera limone (li- sono pomi lungamente peduncolati, di
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colore verdastro che vira al giallo, stiani. Si sposò a ventidue anni, aveva
bruno e nero a maturità; sono ricchi di ancora il figlio al seno quando subı̀ il
tannino, quindi fortemente astringenti martirio. Felicita era una schiava della
e commestibili solo a maturazione famiglia di Perpetua, vent’anni appena
completa, sono molto graditi dall’avi- compiuti, sposata, in attesa di diven-
fauna e dagli animali sia domestici tare mamma. Le due donne furono ar-
che selvatici. Il perastro è considerato restate a Thuburbo Minus, vicino a
la specie che ha dato vita alle varietà Cartagine, con i catecumeni Satur-
coltivate di p. Cresce piuttosto lenta- nino, Secondolo e Revocato. Condan-
mente e viene utilizzato come portain- nati dal proconsole Firminiano, sotto
nesto delle numerose varietà coltivate. Settimio Severo, a essere dilaniati
È una pianta solitaria, la cui impollina- dalle fiere nell’anfiteatro, ai cinque,
zione è favorita dal vento, si ritrova volontariamente, si unı̀ il catecumeno
pertanto isolato o insieme a pochi altri Saturo, che li aveva iniziati al Cristia-
esemplari negli arbusteti, al limitare nesimo e che non era presente al mo-
del bosco, dal livello del mare fino a mento del loro arresto. In carcere, sfi-
1000 m. Diffuso in particolare in area nito dalla tortura, morı̀ Secondolo e
appenninica, in Sardegna si trova sulle due giorni prima dell’esecuzione Feli-
montagne di Marghine, Goceano e cita diede alla luce un bambino (perciò
Gennargentu allo stato spontaneo è diventata la patrona delle parto-
mentre singole piante, innestate e rin- rienti). Il 7 marzo del 203 le due donne
selvatichite, ancora si possono incon- furono sospese nude dentro una rete
trare lungo gli antichi passaggi di tran- nell’anfiteatro di Cartagine, per essere
sumanza; era infatti uso tra i pastori dilaniate dalle corna d’una ferocis-
trapiantare e innestare piante di pera- sima vacca. Vedendole pallide e de-
stro per costituire piccole riserve di boli, «Felicita fresca di parto, con i
frutta fresca lungo i cammini stagio- seni che stillavano latte», gli spettatori
nali che percorrevano con le greggi. Il inorridirono. Riportate dentro, furono
legno del p. è conosciuto come finto rivestite con tuniche discinte. Nuova-
ebano in seguito al trattamento con mente sospese: prima a cadere sull’a-
sali di ferro che lo fanno diventare rena colpita dall’animale fu Perpetua.
nero; le tradizionali maschere del Car- Cercò di ricomporsi, coprendosi con le
nevale di Mamoiada, mamuthones, vesti a pezzi, pulendosi e riordinando i
sono intagliate da maestri artigiani capelli, «non si addiceva infatti a una
nel legno di p., che la tradizione vuole martire soffrire con i capelli scomposti
pianta sacra a Dioniso e ad Afrodite. La perché non sembrasse in lutto nel mo-
variabilità genetica della specie è no- mento della sua gloria». Vedendo a
tevole, pertanto la sua salvaguardia terra Felicita, l’aiutò a sollevarsi. Due
rappresenta un obiettivo a tutela della
erano le uscite dell’anfiteatro: la sana-
biodiversità. I nomi sardi traducono l’i-
vivaria, della carne viva, da dove usci-
taliano ‘‘perastro’’: pirastru (logudo-
vano i condannati che le fiere non ave-
rese); pirastu (campidanese); pireddu
vano ucciso, e la sandapilaria, delle
(gallurese). [TIZIANA SASSU]
lenzuola, da dove portavano via i morti.
Perpetua e Felicita, sante Sante (m. Perpetua e Felicita furono portate alla
Cartagine 203). Martiri. Vibia Perpetua sanavivaria. Perpetua tutta confusa
nacque a Cartagine da nobile famiglia, domandò al catecumeno Rustico, che
padre pagano, madre e fratelli cri- la confortava e le curava le carni dila-
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morı̀ nel 1339. I suoi discendenti non Tempio, i cui membri continuarono ad
furono in grado di conservare i feudi. accumulare ricchezze e si estinsero
Pervinca Pianta erbacea della famiglia nel 1804 con il vescovo Michele; sem-
delle Apoc inacee (Vin c a s a r d oa pre a Tempio Antonio sposò una Satta
(Stearn) Pignatti). Perenne e sempre- e diede vita al ramo Pes Satta, estinto
verde, forma cespugli con numerosi con un Gavino nel 1795; Gavino sposò a
rami prostrati e striscianti; le foglie Tempio una Sardo e diede vita al ramo
sono verde intenso, lucide, opposte Pes Sardo, estinto agli inizi dell’Otto-
sullo stelo, ovate con margine liscio e cento; da Bernardino discesero i conti
nervature evidenti; i fiori sono az- Pes, che si stabilirono a Cagliari dove
zurro-viola, con calice a imbuto diviso la famiglia risiede tuttora; Domenico
superiormente in 5 petali appuntiti. È visse ad Alghero e diede vita al ramo
un endemismo sardo che cresce diffu- dei Pes di San Vittorio che ereditarono
samente lungo i muri, nei ruderi e ai dai Todde il marchesato di San Vitto-
bordi delle strade, spesso viene colti- rio: il ramo ancora risiede ad Alghero e
vato negli orti; ha intense fioriture pri- a Tempio.
maverili. Appartiene a un genere di Ramo di Antonio Francesco Antonio
piante conosciute per le proprietà cu- Francesco, attraverso i suoi figli Diego
rative, con efficacia anche antitumo- e Francesco, diede vita ai due rami
rale in malattie del sangue o del si- principali della famiglia: da Diego di-
stema linfatico. È inserita nell’elenco scesero i Pes Riccio, che continuarono
delle piante da sottoporre a vincolo di a risiedere a Tempio amministrando
protezione in base alla proposta di L.R. un immenso patrimonio, ma si estin-
n. 184/2001. Nomi sardi: broinca, bru- sero alla fine del secolo XVIII; da Fran-
ninca (logudorese); froinca; frovinca cesco discese il ramo detto dei Pes di
(campidanese); pruinca. [MARIA IMMACO- Villamarina, che ottenne i titoli di mar-
LATA BRIGAGLIA] chese di Villamarina e di conte del
Pes Famiglia gallurese (sec. XVII-esi- Campo ed espresse numerose emi-
stente). Le sue notizie risalgono al se- nenti personalità. Di questa discen-
colo XVII, quando i primi personaggi, denza esiste ancora il ramo dei Pes del
in possesso di enormi proprietà e di Campo stabilito a Torino.
greggi e mandrie, assunsero una posi- Pes, Antonio Gentiluomo (Tempio,
zione di rilievo in seno alla società di prima metà sec. XVII-ivi, dopo 1670).
Tempio Pausania. Nel 1670 la famiglia Immensamente ricco, quando il viceré
ottenne i privilegi del cavalierato ere- di San Germano si trasferı̀ in Gallura
ditario e della nobiltà con un Antonio per snidare e catturare il marchese di
che fu il capostipite di tutti i Pes. Dei Cea che si era rifugiato sul monte Cuc-
suoi numerosi figli Gavino e Antonio caro e si era unito ai banditi dopo i di-
Francesco, vissuti a cavallo tra il Sei- sordini seguiti all’omicidio del viceré
cento e il Settecento, furono gli inizia- Camarassa (1668), lo aiutò fornendgli
tori dei rami principali della famiglia. denaro e mezzi. Nel 1670 ebbe come ri-
Ramo di Gavino Gavino sposò in prime compensa il riconoscimento del cava-
nozze una Misorro e in seconde nozze lierato ereditario e della nobiltà. Fu l’i-
una Pilo e si trasferı̀ ad Alghero; da en- niziatore delle fortune della famiglia.
trambe ebbe discendenza numerosa, Pes, Antonio Maria (detto Billia) Impie-
in particolare Michele, che diede vita gato, consigliere regionale (n. Banari
al ramo Pes Misorro o Pes Riccio di 1949). Impegnato politicamente fin da
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giovane nel PCI, nel 1984 è stato eletto Ozieri dal 1819 al 1831. Scolopio e
consigliere regionale del suo partito uomo di grande cultura, fu direttore
per la IX legislatura nel collegio di Sas- del Collegio dei Nobili di Cagliari e
sari e successivamente riconfermato prefetto della Facoltà teologica dove,
nello stesso collegio per la X legisla- dopo il trasferimento del suo grande
tura (1989-1994). Dal settembre 1984 al- concittadino Giovanni Maria Dettori a
l’agosto 1985 è stato assessore ai Lavori Torino nel 1815, gli succedette nell’in-
pubblici e dall’agosto 1985 al luglio segnamento di Teologia morale. Nel
1987 assessore alla Sanità nelle giunte 1819 fu nominato vescovo di Bisarcio-
Mels. È stato anche presidente del Con- Ozieri. Nella sua diocesi si adoperò
sorzio industriale di Predda Niedda di per la costituzione del Seminario. Ha
Sassari. lasciato alcuni scritti di carattere teo-
logico e una raccolta di Lettere pasto-
Pes, Bernardino (detto Birraldinu) Sa-
rali di vario argomento, e pubblicate a
cerdote, poeta satirico (Tempio 1739-
Cagliari, scritte tra il 1819 e il 1830.
ivi 1825). Cugino del più celebre Don
Baignu, è forse il più importante poeta Pes, Domenico2 Marchese di San Vit-
satirico sardo del Settecento. Cono- torio (Alghero, prima metà sec. XVIII-
sciuto col soprannome di famiglia di ?, dopo 1795). Uomo profondamente
Denticiu (in Gallura tutti hanno un so- reazionario, nel 1776 ereditò dallo zio
prannome, e lo avevano soprattutto nel Antonio Todde il marchesato di San
passato), arrivò al sacerdozio dopo Vittorio; per i suoi modi entrò in rotta
aver frequentato l’Università di Sas- di collisione con i vassalli che nel 1795
sari e aver sposato una Costanza Ga- gli si ribellarono apertamente pren-
breille, che la tradizione vuole bellis- dendo parte ai moti antifeudali.
sima e che morı̀ prematuramente. Pes, Francesco Presidente del Su-
Pure nel dolore, non abbandonò da premo Consiglio di Sardegna (Tempio,
poeta la sua vena ironica con la quale prima metà sec. XVIII-Torino 1793).
criticava gli eccessi della ricchezza, Dopo aver conseguito la laurea in
l’arroganza dei nobili tempiesi, gli ozi Legge entrò nella carriera amministra-
del cugino Don Baignu con il quale tiva, guadagnandosi fama di persona
scambiò numerose lettere in versi, so- preparata e prudente per cui fu chia-
prattutto quando questi risiedeva a Ca- mato a Torino e nominato consigliere
gliari. Altri suoi bersagli erano la curia del Supremo Consiglio di Sardegna. A
tempiese, troppo propensa a imporre Torino collaborò col Sanna Lecca, che
multe in denaro per reati anche lievi, aiutò a predisporre l’edizione della
il delegato di giustizia (che chiama Di- raccolta dei pregoni pubblicata nel
licatu, ‘‘delicato’’), abituato a far bru- 1772. Poco dopo la morte del suo mae-
ciare in piazza aringhe e sardelle se stro venne nominato reggente di toga e
non erano freschissime e il decano De- in seguito presidente del Supremo
martis, che vietava a chi fosse morto Consiglio di Sardegna. Continuò a ri-
d’improvviso di essere sepolto in terra siedere a Torino, dove morı̀.
consacrata. La sua vecchiaia – come
Pes, Gavino1 Sacerdote, poeta (Tempio
dice la sua biografa Margherita
1724-ivi 1795). Ordinato sacerdote, fu
Achenza – fu triste e senza entusiasmi,
nominato canonico della cattedrale di
neppure poetici.
Cagliari. Dopo alcuni anni ritornò
Pes, Domenico1 Religioso (Tempio nella sua città natale, dove visse senza
1757-Ozieri 1831). Vescovo di Bisarcio- preoccupazioni economiche grazie al
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suo ingente patrimonio. Dotato di una non solo della poesia ma anche della
naturale predisposizione alla poesia, lingua. Secondo Pasquale Tola, nelle
scrisse in gallurese e lasciò una buona sue poesie «si scorge una tenerezza,
quantità di poesie di gusto arcadico, una delicatezza di sentimento, ed una
ma non solo: conosciuto come Don Bai- spontaneità e morbidezza tale del
gnu (Don Gavino) è considerato il pa- verso, che rapisce nell’ascoltarle».
dre della poesia in gallurese. Prima di Manlio Brigaglia ha scritto che il mo-
morire donò il suo patrimonio agli Sco- dello di vita da lui espresso, «privo di
lopi, che avevano aperto a Tempio, già grandi idealità e di virtù, senza
nel 1665, un importante ginnasio. drammi e senza esaltazioni, un mondo
di sobrietà e di semplicità, di rapporti
umani schietti e precisi», è aderente a
«quel mondo contadino generalmente
gentile ed educato che è il mondo della
civiltà gallurese». Secondo Nicola
Tanda la sua operazione è consistita
nel «gettare un ponte tra la poesia colta
della letteratura greca, latina e ita-
liana e il suo dialetto, che raggiunge
cosı̀ di netto un prestigio letterario
che non possedeva».
Pes, Gavino2 Poeta (Tempio, prima
metà sec. XVIII-ivi 1788). Sacerdote,
era conosciuto col nomignolo di fami-
glia Denticiu (Dentuto) anche per di-
stinguerlo dal più noto Don Baignu
Pes, del quale era parente e col quale
condivideva l’inclinazione alla poesia
in gallurese. Sono rimaste di lui due
composizioni: Micali, divila a Tummeu;
Gavino Pes – Sacerdote, nato in una nobile
famiglia tempiese e conosciuto come Cantu tempu eri isciutu.
‘‘Don Baignu’’, fu un grande poeta elegiaco in Pes, Giovanni1 Religioso (n. Scano di
dialetto gallurese. (Disegno di Franco Farina) Montiferro 1916). Vescovo di Alghero e
Bosa dal 1979 al 1993. Ordinato sacer-
Pur avendo scritto molto, durante la dote nel 1939, dottore in Teologia nella
sua vita pubblicò solamente un’ode, Facoltà di Cuglieri, impegnato per lun-
composta in onore del vescovo di Ales ghi anni in attività pastorali nella dio-
Michele Antonio Aymerich nel 1788. cesi di Oristano, nel 1975 è stato nomi-
La sua migliore produzione fu pubbli- nato vescovo titolare di Risino con fun-
cata postuma a partire dal 1833 fino al zioni di ausiliario dell’arcivescovo di
recente Tutti li canzoni, un’antologia Oristano. Successivamente è stato no-
curata nel 1981 dal tempiese Giulio minato vescovo di Alghero e Bosa: nel
Cossu, poeta in gallurese anch’egli. Se- 1986 la titolatura della diocesi è diven-
condo Cossu P. è per la popolazione gal- tata Alghero-Bosa. Nel 1993 si è di-
lurese quello che padre Luca Cubeddu messo per limiti di età.
è per la gente delle zone interne dell’i- Pes, Giovanni2 (detto Nanni) Fotografo,
sola, vale a dire un ‘‘padre fondatore’’ grafico (n. Quartu Sant’Elena, sec. XX).
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Figlio d’arte, intraprende la carriera a curare gli affari della diocesi, ma an-
di fotografo seguendo le orme paterne che a gestire l’immenso patrimonio
nella seconda metà degli anni Cin- della famiglia. Anche per questo ap-
quanta. Si interessa inizialmente alla pare, nella sua corrispondenza, parti-
fotografia scientifica e in seguito alle colarmente preoccupato per la circola-
sue applicazioni nella comunicazione zione di «libere opinioni a proposito di
di massa e nell’editoria. Docente di religione» e per le critiche sulla legitti-
Grafica e Fotografia in istituzioni pub- mità delle decime.
bliche e private, dal 1966 svolge attività Pes, Palazzo Edificio che sorge in via
di libero professionista, collaborando Canelles nel quartiere Castello a Ca-
con quotidiani, periodici locali e na- gliari. Costruito nell’Ottocento per i
zionali e con la RAI. Interessato alle conti Viale, fu ereditato dai conti Pes.
nuove tecnologie digitali, attualmente L’edificio a due piani si affaccia sul ba-
si dedica alla grafica e ad alcune appli- stione di Santa Caterina ed è ingenti-
cazioni particolari della fotografia nel lito da una fuga di porte-finestre incor-
settore delle indagini fotodiagnostiche niciate e da un portale di gusto manie-
di opere d’arte. ristico semplice ma estremamente ele-
Pes, Is Località abitata in territorio di gante.
San Giovanni Suergiu. Il piccolo centro Pes, Piero Fotografo (n. Olbia, sec. XX).
si è sviluppato in età non precisabile, e Vive e lavora tra Olbia e Sassari. Predi-
comunque non prima del secolo XVII, lige la fotografia di esterni con luci na-
da un furriadroxiu costruito da un turali. Dedica un interesse particolare
gruppo di pastori su terre che erano alla fotografia paesaggistica ed etno-
state concesse a una famiglia Pes, dalla grafica. Suoi reportage sono stati pub-
quale ha derivato il nome. blicati su ‘‘Ville e Casali’’ e ‘‘Vela e mo-
Pes, Mario Fotografo (Cagliari 1887-ivi tore’’. È autore di cinque libri fotogra-
1963). Appartenente alla famiglia dei fici: Graniti di Sardegna, ricerca in
conti Pes, si appassionò alla fotografia, bianco e nero sulle forme scultoree
sicché nei primi decenni del Nove- delle rocce; Sardegna, il colore delle sta-
cento impiantò a Cagliari uno studio gioni, ricerca sul paesaggio agreste,
fotografico modernamente attrezzato. con testi di Antonio Romagnino; Ma-
Divenne cosı̀ uno dei più apprezzati ar- schere, immagini in bianco e nero sulle
tisti dell’isola, nominato fotografo uffi- maschere del Carnevale barbaricino: i
ciale della Soprintendenza ai monu- boes e merdùles, i mamuthones e i thur-
menti. Celebri rimangono le sue serie pos; La Costa Smeralda e Porto Ro-
di illustrazioni su Cagliari e la Sarde- tondo.
gna. Pes, Pietro1 Archeologo (n. sec. XX).
Pes, Michele Religioso (Tempio, prima Assistente di Giovanni Lilliu negli
metà sec. XVIII-ivi 1804). Vescovo di anni Cinquanta, ha studiato il nuraghe
Ampurias e Civita dal 1785 al 1804. Ap- Mesu ’e Rios di Scano di Montiferru;
partenente al ramo dei Pes Misorro, nell’autunno del 1955 condusse la se-
studiò a Cagliari dove fu ordinato sa- conda campagna di scavi a Cornus. Tra
cerdote e si addottorò in utrosque. i suoi scritti: La tomba di Golgo nell’O-
Dopo alcuni anni fu nominato vicario gliastra misteriosa, ‘‘L’Unione sarda’’,
capitolare di Iglesias e nel 1785 ve- 1957; Testimonianze nuragiche nel sa-
scovo di Ampurias e Civita. Trascorse grato della chiesa di Santa Caterina di
gli anni seguenti nella sua città natale Pittinuri, ‘‘L’Unione sarda’’, 1958; At-
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traverso la storia del territorio di Cor- colta dei molluschi e la pesca nei nu-
nus, in Ampsicora e il territorio di Cor- merosi stagni costieri sono però sol-
nus. Atti del II Convegno di studi sull’ar- tanto la preistoria della pesca eserci-
cheologia romana e altomedioevale nel- tata come attività economica, volta
l’Oristanese, Cuglieri 1985, 1988. dapprima a soddisfare le esigenze
Pes, Pietro2 Reggente della segreteria della sussistenza quindi ad alimentare
di Stato e di Guerra, deputato al Parla- un sia pur piccolo flusso commerciale.
mento subalpino (Cagliari 1799-ivi
1855). Appartenente al ramo cagliari-
tano della famiglia Pes, portò il titolo
comitale. Entrato nell’amministra-
zione reale, fece una brillante carriera
e nel 1835, durante il viceregno del
Montiglio, fu nominato reggente della
Segreteria di Stato e di Guerra. Prese
parte attiva alle procedure di aboli-
zione dei feudi; nel 1841 fu nominato
censore generale, ufficio che ricoprı̀
fino al 1851. Fu eletto deputato di Tem-
pio nella I legislatura del Parlamento
subalpino (1848) e confermato nella se-
conda; schierato col centro-destra
cercò di far rivedere le liquidazioni
feudali. Tra i suoi scritti: Monti di soc-
corso per l’agricoltura, ‘‘La Meteora’’, I,
5, 1843; Sulle condizioni agrarie antiche
ed odierne della Sardegna, 1848.
Pesatore reale Funzionario dell’am-
ministrazione reale del Regno di Sar-
degna. Si trovava in tutti i porti sardi
abilitati per l’esportazione dei cereali
e delle altre merci. Aveva il compito di Pesca – La pesca negli stagni di Cabras è
pesare le merci alle quali doveva es- praticata, dai pescatori più poveri, con queste
caratteristiche imbarcazioni di erba palustre
sere applicata una tassa reale.
somiglianti a quelle del lago Titicaca.
Pesca «La pesca, come la vita marit-
tima in genere, ha avuto in Sardegna Fenici e Cartaginesi conobbero anche
scarso e tardivo sviluppo»: questa af- questo secondo tipo di attività (la pesca
fermazione del geografo Alberto Mori del corallo è testimoniata in epoca fe-
è il leit-motiv di ogni discorso sulla sto- nicio-punica), i Romani ne intensifica-
ria e l’economia della pesca in Sarde- rono la presenza in Sardegna (i mosaici
gna. come quello di Turris Lybisonis conser-
& STORIA Sin dai più antichi siti abi- vato nel Museo ‘‘Sanna’’ di Sassari mo-
tati del Neolitico sardo (6000-5000 anni strano una precisa conoscenza della
prima di Cristo) valve e resti di mollu- fauna marina). Nel periodo giudicale i
schi sono presenti fra le testimonianze signori sardi fecero numerose conces-
di vita di quelle comunità, a volte an- sioni a opere religiose continentali e
che in zone distanti dalle coste. La rac- ad abbazie o chiese isolane perché po-
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tessero pescare, soprattutto in stagni e la metà del Novecento (agli inizi del se-
fiumi; uno strumento notarile del 1263 colo si conoscevano nell’isola circa 30
prevede una spedizione di pescatori diverse tonnare).
forse marsigliesi nell’Oristanese causa
corallandi: la presenza di amuleti e or-
namenti di corallo nell’abbigliamento
tradizionale sardo è un’ulteriore prova
della persistenza di questo tipo di
sfruttamento dei fondali marini. Ac-
canto alla pesca del corallo si diffuse
fin dai tempi più antichi la pesca del
tonno: il medico greco Galeno (130-200
d.C.) diceva di preferire, fra i tonni,
quelli pescati nel mare sardo. A un Pie-
tro Porta, vissuto alla fine del Cinque-
cento, è attribuita l’intuizione del
grande potenziale economico rappre-
sentato dal passaggio dei tonni lungo
la costa occidentale sarda in direzione
nord-sud. Nel 1654 Filippo IV di Spa-
gna vendeva al genovese Gerolamo Vi-
valdi le sei principali tonnare dell’i-
sola (di cui quella di Portoscuso è stata
a lungo la più pescosa). Insieme con le
tonnare nell’Età moderna le zone di
pesca più frequentate erano gli stagni
costieri, in particolare quelli di Cabras
e dell’Oristanese, dove la peschiera di
Pesca – La pesca del tonno è ormai quasi
Mar’e Pontis era considerata già nel scomparsa in Sardegna, ma a Carloforte
Seicento la più ricca d’Europa. Nelle resiste un’attività che è stata redditizia nei
acque salmastre di questi stagni si pe- secoli.
scava in particolare il muggine, cono-
sciuto come ‘‘pesce d’Oristano’’ in tutta Nel 1996 si pescarono ancora intorno a
la Sardegna, dove era quasi la pietanza 2000 tonni; in seguito alcune tonnare
d’obbligo dei venerdı̀ (in cui i dettami sono state riaperte, anche per la pre-
della Chiesa cattolica vietavano di senza d’una forte domanda prove-
mangiare carne) e uno dei cibi tradi- niente dal Giappone, grande consuma-
zionali delle grandi feste religiose tore di questa carne. La mattanza, l’e-
presso i santuari campestri. Dal mug- mozionante momento finale della pe-
gine si ricavava anche la bottarga (il sca dei tonni nella ‘‘camera della
nome, di origine araba, indicherebbe morte’’, è sopravvissuta in alcuni luo-
anche la provenienza della tecnica di ghi più come ricordo della tradizione e
confezione), che erano le ovaie dei pe- spettacolo folcloristico che come vera
sci: altrettanto si faceva anche con e propria attività economica. Al mondo
quelle dei tonni, considerate peraltro dei pescatori di tonni è stato dedicato,
meno prelibate. La pesca del tonno ha a Stintino, nel finire del Novecento, un
conosciuto i suoi periodi alti sin verso ‘‘Museo della tonnara: il ricordo della
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fago turritano delle muse, due schede in chitettura’’, XVII, 1963; I risuonatori
‘‘Studi sardi’’, X-XI, 1950; quattro del teatro romano di Nora, in Gli archeo-
schede su Macopsissa, Macomer (Sardi- logi italiani in onore di Amedeo Maiuri,
nia Nuoro), N. 2292. Riparo sotto roccia 1965; Bithia, 1965; Le statuette puniche
con materiale preistorico, Ozieri (Sardi- di Bithia, ‘‘Serie archeologica del Cen-
nia-Sassari), N. 2313. Scoperte di mate- tro di Studi semitici’’, vol. 7, 1965; Thar-
riale preistorico, Caralis, Cagliari. N. ros, 1966; L’architettura punica in Sar-
2245, Vallermosa (Sardinia Cagliari). N. degna, in Atti del XIII Congresso di sto-
2379, tutte in ‘‘Fasti archeologici’’, IV, ria dell’Architettura, 1966; Case romane
1951; Notiziario: Pozzomaggiore e Ter- a Campo Viale in Cagliari, ‘‘Studi
ralba, ‘‘Rivista di Scienze preistori- sardi’’, XIX, 1966; Chia. Scavi nel terri-
che’’, VI, 3-4, 1951; Statuette preistori- torio, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti-
che scoperte a Macomer in Sardegna, in chità’’, 1968; Nora. Guida agli scavi,
Atti del I Congresso internazionale di 1972; Il libro delle sfingi. Il culto dei mas-
Preistoria e Protostoria mediterranea simi dei dell’Egitto in Sardegna, 1978.
(1950), 1952; Un Ma’abed a Nora, ‘‘Studi Pesce di San Pietro = Zoologia della
sardi’’, XII-XIII, 1955; Due statue sco- Sardegna
perte a Nora, in Studi in onore di Ari- Pesce pavone = Zoologia della Sarde-
stide Calderini e Roberto Paribeni, III, gna
1956; Nora. Guida agli scavi, 1957; Sar-
Peschiera Vivaio di pesci connesso al
cofagi romani in Sardegna, 1957; Il
sistema di pesca detto vallivo, realiz-
primo scavo di Tharros, ‘‘Studi sardi’’,
zato mediante l’impianto di reti o di
XIV-XV, 1958; Bithia e Cagliari, due
sbarramenti fissi installati nelle la-
voci in Enciclopedia dell’Arte antica,
gune o negli stagni dove è possibile
classica e orientale, II, 1959; Mostra
praticare insieme l’allevamento e la
della civiltà punica in Sardegna (con
pesca di alcune specie di pesci. Grazie
Ferruccio Barreca), Catalogo, 1959;
alla natura delle coste della Sardegna,
Tharros (Sardinia Cagliari), S. Giovanni ricche di un gran numero di lagune co-
di Sinis scavi e scoperte e Nora (Sardinia stiere, si hanno notizie della pratica di
Cagliari), settima campagna di scavi, questo sistema di pesca fin dai tempi
due schede in ‘‘Fasti archeologici’’, più antichi. Questa intensa frequenta-
XIII, 1960; Il tempio punico monumen- zione portò alla formazione stabile di
tale a Tharros, ‘‘Memorie dell’Accade- un sistema di peschiere. Notizie certe
mia dei Lincei’’, XLV, 1960; Sardegna dell’impianto di peschiere risalgono
punica, 1961; Un dipinto romano in all’età giudicale, che conosce la con-
una tomba dell’antica Sulcis, ‘‘Bollet- cessione di privilegi di pesca ai grandi
tino d’Arte’’, XLVII, 2-3, 1962; Scavi e ordini religiosi che impiantarono si-
scoperte puniche nella provincia di Ca- stemi di sbarramento sia lungo alcuni
gliari e Due opere d’arte fenicia in Sar- fiumi che in diverse lagune. L’attività
degna, entrambi in ‘‘Oriens antiquus’’, delle peschiere, però, si sviluppò note-
II, 1963; La scoperta dei tophet di S. An- volmente a partire dal secolo XV con il
tioco, in Atti del Convegno di Studi reli- sistema delle concessioni. Gli stagni e
giosi sardi, 1963; Archeologia e preisto- le lagune, infatti, erano zone ricchis-
ria, in Sardegna. Un popolo, una terra (a sime di pesci d’acqua dolce e soprat-
cura di Franco Stevani), 1963; Architet- tutto di pesci d’acqua salata che pene-
tura punica in Sardegna, ‘‘Bollettino travano nella laguna con il ricambio
del Centro studi per la Storia dell’Ar- delle acque. Le lagune facevano parte
211
del patrimonio reale, cosicché ven- pregone del viceré Galeani del 1822, il
nero concesse, dietro il pagamento di loro sfruttamento fu regolamentato su
una somma adeguata, ad abili pesca- nuove basi. Le maggiori peschiere del
tori o a ricche famiglie perché le sfrut- golfo di Oristano appartenevano ai Vi-
tassero adeguatamente. I concessio- valdi Pasqua, al marchese d’Arcais, ai
nari, una volta ottenuto il privilegio Manca di Villahermosa, che le davano
(che generalmente aveva i caratteri di in affitto a imprenditori oristanesi;
un’enfiteusi), provvedevano a impian- nello stagno di Cagliari erano di pro-
tare la p. e a svilupparvi il sistema di prietà dei Sanjust, delle Clarisse, dei
allevamento e di pesca; generalmente Loddo Pugioni, dei Conti, del mar-
le concessioni erano fatte per singoli chese di Neoneli e di molti altri appal-
tratti di laguna o di stagno, ma talvolta tatori che per il loro uso pretendevano
riguardavano interi stagni o addirit- dai pescatori il pagamento di un quarto
tura interi tratti di costa, specialmente del pescato; vi era perciò una contrap-
in quelle su cui s’affacciavano grandi posizione tra pescatori e appaltatori,
stagni, come nelle coste di Cabras e di che spesso sfociava in atti di violenza.
Oristano, di Tortolı̀, di Colostrai, di Pesci = Zoologia della Sardegna
Santa Gilla, dove le acque tranquille
consentivano l’impianto delle strut-
Pesco Pianta arborea della famiglia
delle Rosacee, sottofamiglia delle Pru-
ture necessarie. Il pescato veniva po-
noidee (Prunus persica Stokes). Si co-
sto in commercio nei mercati di Ca-
noscono le forme vulgaris, laevis e pla-
gliari e Oristano: inoltre una conside-
tycarpa, che producono rispettiva-
revole quantità di pesce veniva conser-
mente le pesche comuni, le pesche net-
vata sotto sale, sottoaceto o affumicata
tarine e le pesche piatte; le due ultime
ed esportata. Il sistema delle conces-
forme sembrerebbero derivare dalla
sioni si sviluppò soprattutto durante il
prima per mutazione genetica. L’al-
secolo XVII, nel momento in cui mag-
bero, senza potatura, assume forma
giore diventava il bisogno di denaro da globosa e può raggiungere i 4-6 m di al-
parte dell’amministrazione reale; in tezza; le foglie sono semplici, lanceo-
quel periodo peschiere e stagni ven- late, lungamente picciolate e com-
nero ceduti a grandi speculatori che paiono dopo la fioritura; i fiori possono
presero a sfruttarli in modo intensivo, essere solitari o riuniti in infiore-
escludendo dalle loro concessioni la scenze con petali di colore che va dal
pesca praticata liberamente dagli altri rosa chiaro al rosa intenso. La fioritura
pescatori. Per questa via quelle che avviene dalla fine di febbraio ad aprile
erano concessioni enfiteutiche si tra- ma solo se le piante hanno trascorso un
sformarono in concessioni di tipo feu- periodo di riposo invernale a basse
dale, come ad esempio avvenne per le temperature; questa esigenza fisiolo-
peschiere di alcuni degli stagni di Ca- gica è nota come ‘‘fabbisogno in
bras, che rimasero in possesso esclu- freddo’’. Il frutto è una drupa di forma
sivo degli eredi dei primi concessio- più o meno globosa, ad eccezione nella
nari fino ai nostri tempi, quando fu ne- forma platycarpa, a giugno è pronto per
cessario l’intervento della Regione au- la raccolta. Si ritiene che il p. sia una
tonoma della Sardegna per liberaliz- specie originaria della Cina; esso è col-
zare lo sfruttamento delle peschiere. tivato nelle zone temperate e subtropi-
Il sistema rimase immutato fino agli cali di tutto il mondo, ed è diffuso negli
inizi dell’Ottocento quando, con un orti di Sardegna in numerose varietà
212
locali. Nomi sardi: péssighe (logudo- dei feudi. Poco tempo dopo fu insignito
rese); péssime (Sardegna centrale); pre- del Collare dell’Annunziata e nel 1848
sca (gallurese); préssiu (campidanese). nominato senatore del Regno.
[TIZIANA SASSU]
Pes di Villamarina, Emanuele II Di-
Pes del Campo, Bartolomeo Ufficiale plomatico di carriera (Cagliari 1834-
di carriera (Torino 1836-ivi?, 1885). Roma?, 1891). Fu incaricato d’affari a
Percorse una brillante carriera e prese Parigi nel 1853; uomo di grande cul-
parte alle guerre del Risorgimento e tura, venne nominato presidente del-
alla campagna per l’Unità, guada- l’Accademia di Santa Cecilia.
gnando alcune decorazioni e raggiun-
gendo il grado di generale d’armata. Pes di Villamarina, Francesco Genti-
luomo (Tempio, seconda metà sec.
Pes di Villamarina, Bernardino Uffi-
XVII-ivi?, 1725). Scoppiata la guerra di
ciale di carriera (Cagliari 1810-Torino
successione spagnola, fece parte della
1891). Prese parte alla prima guerra
delegazione di nobili galluresi che nel
d’indipendenza ottenendo una meda-
1708 si recò a Vienna per convincere
glia d’argento; in seguito prese parte
Carlo d’Asburgo a intervenire in Sar-
anche alla seconda guerra d’indipen-
degna. Al suo ritorno si impegnò per
denza distinguendosi alla battaglia di
organizzare i moti galluresi, esponen-
Palestro. Nel 1860 fu promosso gene-
dosi di persona e subendo per questo
rale di divisione, nel 1862 nominato
gravi danni nelle sue proprietà. Per-
aiutante di campo del principe Um-
tanto, passata l’isola agli Asburgo, nel
berto e in seguito aiutante del re Vitto-
1711 fu ricompensato col titolo di mar-
rio Emanuele II fino al 1867.
chese di Villamarina. Quando però nel
Pes di Villamarina, Emanuele I Uffi- 1717 la Sardegna fu riconquistata alla
ciale di carriera, uomo politico (Ca- Spagna dalla spedizione del cardinale
gliari 1777-Torino 1853). Ministro di Alberoni, dopo aver tentato la resi-
Carlo Alberto, senatore del Regno di stenza in Gallura dovette riparare in
Sardegna. Giovanissimo combatté esilio. Riuscı̀ a tornare in Sardegna
nelle guerre contro i francesi e nel solo quando l’isola passò ai Savoia.
1815 fu nominato commissario di go-
verno presso l’esercito austriaco. Pes di Villamarina, Giacomo Ufficiale
Amico di Carlo Alberto, quando nel di carriera (Tempio 1750-Cagliari
1821, in seguito all’abdicazione di Vit- 1827). Scoppiata la Rivoluzione fran-
torio Emanuele I, il principe fu chia- cese, dopo aver preso parte alla guerra
mato a reggere temporaneamente il re- contro i francesi in Piemonte, nel 1799
gno, a causa dell’assenza di Carlo Fe- seguı̀ i Savoia in Sardegna. Nel 1803 fu
lice, fu nominato ministro. Il ritorno a nominato comandante della piazza di
Torino del nuovo re pose fine alla sua Sassari e nel 1805 generale delle Armi
breve esperienza di governo; anzi, pro- del Regno. Amico di Carlo Felice, fu
prio per la sua partecipazione agli ministro di polizia negli anni della con-
eventi di quei giorni fu privato dell’in- giura di Palabanda, che represse con
carico e costretto a vivere in disparte radicale severità. Quando nel 1815
negli anni successivi. Quando però nel Carlo Felice, allora viceré di Sardegna,
1831 Carlo Alberto fu finalmente inco- lasciò l’isola, fu nominato luogote-
ronato re, P. di V. venne nominato mini- nente dell’Artiglieria e nel 1816 incari-
stro per gli Affari di Sardegna: fu lui a cato di svolgere funzioni interine di vi-
ispirare al re il progetto per il riscatto ceré. Avendo rifiutato, in seguito fu in-
213
214
condato fino alla fine dell’Ottocento le cutivi senza smettere del suo primitivo
cause delle diverse malattie, ogni epi- furore». L’emergenza epidemica toccò
demia di tifo, di influenza, di febbri in- l’intera isola e le due città maggiori,
testinali veniva indicata col generico Cagliari e Sassari, città quest’ultima
nome di ‘‘pestilenza’’. In un compendio «per pestilenze famosa», come scrisse
sulla sanità pubblica in Sardegna, il Siotto Pintor nella Storia civile dei po-
scritto a fine Ottocento, un medico poli sardi dal 1798 al 1848. In effetti, a
sardo, Giuseppe Pinna, tratteggia per partire dal secolo XIV e per tutta l’Età
rapidi cenni questo quadro: «Oltre moderna la capitale del ‘‘Capo di so-
alle pesti che decimarono in diverse pra’’ – rinserrata tra le mura medio-
epoche le sarde popolazioni, un altro evali – fu caratterizzata da una condi-
elemento distruttore, non meno fiero zione urbana all’insegna della cata-
di quelle, furono le altre numerose ma- strofe epidemica, come dimostrano le
lattie epidemiche che infestarono pe- cinque epidemie di peste che la colpi-
rennemente il suolo sardo. Queste ma- rono tra il secolo XIV e il XVII: 1348,
lattie, per la loro periodica costanza, 1404, 1528, 1580, 1652. Per quanto non
per l’insidioso modo di sviluppo, per il risparmiassero altri centri e altri terri-
numero di vittime che disseminavano, tori dell’isola, Sassari contò sempre un
erano per certo più rovinose di quel numero di vittime maggiore. L’epide-
che fosse la peste. Tra queste malattie mia del 1652, ad esempio, provocò una
il vaiolo aveva il primato». Numerose crisi di mortalità catastrofica: secondo
le ventate epidemiche definite come dati forniti dalla municipalità, i morti
‘‘pestilenze’’ nei documenti d’archivio sarebbero stati ventiduemila, i cinque
relativi agli atti del Magistrato di Sa- sesti della popolazione. Risale proprio
nità. Si può ricordare, tra le altre, la a quell’epidemia il voto degli antichi
‘‘pestilenza’’ che nell’inverno del 1741 gremi, i cui rappresentanti – vestiti
decimò la popolazione del piccolo dei costumi del secolo XVII – portano
paese di Sarule, nel Nuorese. O, an- ancora oggi, in processione, il 14 agosto
cora, quelle del 1752-53 e del 1766 a di ogni anno, festa dell’Assunta, i mo-
Bosa, tanto gravi da spingere le auto- numentali ‘‘candelieri’’ di legno inta-
rità sanitarie a inviare dei medici gliato. Percorrendo l’intera isola da
ispettori in quella città a rischio di epi- nord a sud, la peste toccò paesi e vil-
demie a causa dei «miasmi» del fiume laggi. Seminò la morte a Oristano, ri-
che emanava un «puzzolente e fetidis- dusse «ad un deserto» Iglesias, come
simo odore». La pestilenza più grave e scrive Jorge Aleo. Nel 1655 arrivò a Ca-
che interessò tutta la Sardegna fu gliari, dove la ‘‘Giunta del morbo’’
quella del 1816, che alcuni storici del seppe organizzare un sistema di cor-
tempo indicano come peste. Si trattava doni sanitari, quarantene e lazzaretti
in realtà di un’epidemia di tifo petec- che riuscı̀ a limitare i danni: le vittime
chiale. «La fame – racconta un contem- furono, infatti, sette-ottomila, un bilan-
poraneo, il medico Enrico Cheirasco – cio meno grave di quello di Sassari. In
era stata foriera della peste, la rigi- quella occasione il popolo cagliaritano
dezza delle stagioni in quell’anno ec- elesse Sant’Efisio a santo protettore.
cessiva; l’assoluta mancanza di ogni La gravità della crisi che minacciava
sorta di cibi avea preparato il campo la città era tale da consigliare un sup-
alla malattia che comparve nel gen- plemento di protezione a quella fornita
naio e che durava per sei mesi conse- dai tradizionali santi della peste: San
215
Sebastiano e San Rocco. Quella del che degli animali infetti, sospetti di in-
1652-55 fu l’ultima epidemia di peste. fezione e di contaminazione. La con-
Ma le pestilenze – di varia gravità, dal servazione del virus è assicurata da nu-
tifo al morbillo – continuarono a flagel- merose fonti di infezione. Ai fini della
lare questa o quella parte dell’isola. trasmissione diretta sono da conside-
L’ultima a meritare in pieno questo rare il suino domestico e il cinghiale,
nome sarebbe stata la cosiddetta ‘‘Spa- mentre alla trasmissione indiretta con-
gnola’’, la terribile epidemia d’in- corrono i residui di mensa non sottopo-
fluenza del 1918-19. [EUGENIATOGNOTTI] sti a adeguato trattamento termico e
Peste suina africana (PSA) Malattia vi- destinati all’alimentazione del maiale.
rale altamente contagiosa e a esito per Di rilevante importanza risultano an-
lo più mortale, caratterizzata da le- che i vettori meccanici quali auto-
sioni emorragiche della cute e di tutti mezzi, attrezzi, vestiario, calzature
gli organi. La PSA è stata segnalata per ecc. Tra i selvatici è recettivo il cin-
la prima volta in Kenya fra il 1910 e il ghiale europeo nel quale, a differenza
1915 in occasione di focolai caratteriz- di quanto si verifica nei selvatici afri-
zati da malattia grave e letale nella cani, la malattia si presenta in forma
quasi totalità dei colpiti. È stata in se- clinicamente apparente e risulta an-
guito studiata da Montgomery e defi- che mortale, anche se questo esito non
nita ‘‘peste suina dell’Africa Orien- è costante e quindi anche il cinghiale
tale’’ per differenziarla dalla ‘‘peste europeo potrebbe essere considerato
suina europea’’ o peste suina classica, come un serbatoio del virus. I princi-
con la quale presenta numerosi carat- pali portatori di virus sono comunque
teri clinici e anatomopatologici in co- i facoceri, presenti in gran numero nel
mune, nonostante la diversa eziologia. territorio africano, che contraggono la
Infatti la PSA è sostenuta da un virus malattia nei primi mesi di vita e nei
facente parte degli Iridoviridae mentre quali il virus persiste con alta fre-
il virus causa della PSC fa parte dei quenza sino e oltre i due anni di vita.
Flaviviridae. L’indagine epidemiolo- Nei suidi selvatici l’infezione decorre
gica ha rilevato subito l’importanza in forma clinicamente inapparente per
dei suidi selvatici quali serbatoi per- cui i colpiti devono essere considerati
manenti del virus. Successivamente la portatori asintomatici. Il comporta-
malattia si è diffusa in numerosi altri mento del suino domestico è ben di-
paesi africani, fino a raggiungere Paesi verso. Dopo l’infezione il virus viene
europei ed extraeuropei (Italia com- eliminato in grandi quantità, specie
presa) intorno agli anni Sessanta. La nei due giorni che precedono il picco
PSA è ritenuta una delle malattie più febbrile. Le feci e le urine costitui-
temibili per il suino domestico a ra- scono gli escreti più pericolosi, specie
gione della alta diffusibilità e degli se contengono sangue. Il tasso di mor-
alti indici di mortalità. Inoltre i sog- talità è molto elevato e i sopravvissuti
getti guariti risultano anche portatori rimangono escretori per lungo periodo
ed eliminatori di virus a tempo inde- anche attraverso le secrezioni genitali,
terminato. Infine, per la carenza di maschili e femminili. Negli alleva-
mezzi di profilassi immunizzante (vac- menti di tipo intensivo la malattia si
cinazioni), l’unico sistema di controllo diffonde molto rapidamente per con-
è rappresentato dall’abbattimento tatto diretto. L’infezione dei cinghiali,
coatto non solo dei capi colpiti ma an- nelle aree nelle quali la malattia è pre-
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però riguarda solo le aree colpite, evi- Sardegna divenne una delle colonne
tando cosı̀ la chiusura totale della Sar- dell’intenso programma teatrale del-
degna alla commercializzazione delle l’emittente sarda. Ha fatto parte di al-
carni da zone non toccate dalla peste. cune compagnie teatrali cagliaritane
Il piano individua inoltre le modalità sino a confluire, sul finire degli anni
di esportazione dei suinetti da latte, fi- Sessanta, in ‘‘Teatro di Sardegna’’, che
nora proibita. Ad oggi i focolai di peste poi ha assunto valenza regionale. Ha
suina in Sardegna sono circa una tren- partecipato anche a diverse produ-
tina e riguardano le province di Sas- zioni della radio nazionale (Qui squa-
sari, Olbia, Nuoro e Oristano. Nel 2005 dra mobile, sceneggiato televisivo di
furono abbattuti 1673 capi, il comune Anton Giulio Majano, e Cuore), a nume-
più colpito quello di Mogoro, con 662 rosi spettacoli teatrali e a diversi film
capi abbattuti. La PSA è ricomparsa a (il più recente è La fontana di Morù,
fine inverno 2007: nel comune di regia di Luca Sulis, 2006).
Oliena sono state bonificate quattro Petit-Radel, Louis Charles François
aziende e abbattuti 300 capi. [FRANCE- Archeologo (Parigi 1756-ivi 1836). Fece
SCATOLA] parte dell’Istituto di Francia. A partire
Pesus Antico villaggio del giudicato di dal 1791 si stabilı̀ a Roma per studiare
Cagliari, compreso nella curatoria del la civiltà dei Pelasgi e conobbe cosı̀ la
Sols. Dopo che il giudicato cessò di esi- civiltà nuragica. Appassionato dei mo-
stere, nella divisione del 1258, fu in- numenti, ne approfondı̀ lo studio: li
cluso nei territori toccati ai Della Ghe- considerava sepolcri costruiti da un
rardesca. Nella successiva divisione popolo che chiamava Pelasgi Tirreni.
cui i due rami della famiglia procedet- Tornato a Parigi, riunı̀ i suoi studi in
tero qualche anno più tardi passò al un corposo volume che pubblicò nel
ramo del conte Ugolino. Prima della 1826 e che gli diede molta notorietà,
fine del secolo XIII i figli del conte, in Notices sur les nuraghes de la Sardaigne
conseguenza della guerra che avevano considérés dans leurs rapports avec les
scatenato contro il Comune di Pisa per résultats des recherches sur les monu-
vendicare la morte del padre, ne per- ments cyclopéens ou pélasgiques.
sero il controllo e il villaggio fu ammi- Petitti di Roreto, Ilarione Funzionario
nistrato da funzionari pisani. Subito piemontese (Torino 1790-ivi 1850). Di-
dopo la conquista aragonese entrò a scendente da una famiglia di origini
far parte del Regnum Sardiniae e nel feudali, uomo di profonda cultura, di
1328 fu riconosciuto come possesso al- idee liberali, amico di Carlo Alberto,
lodiale a Pietro de Açen. Alla sua morte nel 1831 fu nominato consigliere di
fu ereditato da suo figlio Alibrando. La Stato. Studiò lungamente il problema
popolazione di P. però cominciò a dimi- dell’abolizione dei feudi in Sardegna
nuire e dopo lo scoppio della seconda e pubblicò nel 1846 un importante stu-
guerra tra Pietro IV e Mariano IV, es- dio sull’argomento: Della abolizione
sendosi Alibrando ribellato, il villaggio della feudalità nell’isola di Sardegna e
fu confiscato. Poco dopo divenne tea- dei successivi miglioramenti colà fatti
tro delle operazioni, fu occupato dalle dalla real casa di Savoia. Nel 1848 di-
truppe giudicali e in pochi anni scom- venne senatore del Regno di Sardegna.
parve.
Petragnani, Gianni Igienista (Lan-
Petilli, Tino Attore (n. Foza 1937). A par- ciano 1893-Roma 1969). Dopo la laurea
tire dai primi anni di attività di Radio intraprese la carriera universitaria.
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delle Scienze di Torino. Nel 1848 fu no- di Antichità’’, appendice II, 1986; Sar-
minato senatore, nel 1854 membro del- dinian Obsidian and Neolithic Ex-
l’Institut de France. Quando scoppiò la change in the West Mediterranean, ‘‘Stu-
polemica sulle Carte d’Arborea, fu tra dies in Sardinian Archaeology’’, II,
coloro che ne sostennero l’autenticità. 1986; La ceramica nuragica di Ortu Co-
Amico e corrispondente scientifico del midu (con P.T. Nicholson e H.L. Patter-
Lamarmora, scrisse anche una Appen- son) in Un millennio di relazioni fra la
dice all’illustrazione di una base votiva Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti
in bronzo con iscrizione trilingue, latina, del II Convegno di studi di Selargius
greca e fenicia trovata in Pauli Gerrei in 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra
Sardegna per Giovanni Spano, ‘‘Memo- il II e il I millennio a.C., 1988.
rie della Regia Accademia delle Phorcus = Forco
Scienze di Torino’’, XX, serie II.
Piana, Salvatore Imprenditore, consi-
Pezzi, Antonio Consigliere regionale gliere regionale (n. Sassari 1963). Im-
(Cagliari 1929-ivi 1989). Militante nel prenditore, di formazione cattolica, si
Partito Comunista Italiano, nel 1974 fu è sempre interessato alla politica.
candidato dal suo partito alle elezioni Dopo essere stato consigliere comu-
regionali per la VII legislatura ma non nale di Sassari, nel 1999 è stato eletto
fu eletto, nel 1979 entrò in Consiglio re- consigliere regionale del CCD nel col-
gionale subentrando a Francesco Ma- legio di Sassari per la XII legislatura.
cis. Al termine della legislatura non fu Nel corso della legislatura ha maturato
ricandidato. il suo passaggio all’UDC e in seguito ha
Phileas Edizioni Casa editrice fondata tentato di dar vita a un proprio movi-
ad Aggius nel 2000, si muove dentro, ma mento politico. Non è stato rieletto per
non solo, i confini frastagliati dell’‘‘U- la XIII legislatura.
niverso Sardegna’’. Deve il suo nome a Piano di Rinascita L’articolo 13 dello
Phileas Fogg, il protagonista de Il giro statuto speciale della Regione auto-
del mondo in 80 giorni: il viaggio, la sco- noma della Sardegna prevede la predi-
perta, l’avventura, la curiosità sono, in- sposizione da parte dello Stato, con il
fatti, i temi d’elezione. Oltre al filone concorso della Regione, di un ‘‘piano
delle guide e dei libri di viaggio segue organico per favorire la rinascita eco-
con attenzione quello della gastrono- nomica e sociale dell’isola’’. Subito
mia. [MARIO ARGIOLAS] dopo le prime elezioni regionali del
Philips, Patricia Archeologa ameri- 1949, le crescenti tensioni sociali e l’oc-
cana (n. sec. XX). Lavora nel Diparti- cupazione delle terre fecero capire
mento di Archeologia dell’Università che era giunto il momento per avviare
di Sheffield. Interessata alla preistoria una riflessione sul piano e avviare il
della Sardegna, ha studiato il sito di movimento per rivendicarne l’attua-
Ortu Comidu di Sardara, in seno alla zione. Il 6 maggio 1950 il PCI e le orga-
missione della Taft University (USA), nizzazioni sindacali (in particolare la
guidata dalla professor Miriam S. Bal- CGIL, che in quel momento varava il
muth. Tra i suoi scritti: Sardara. Preli- suo ‘‘Piano del lavoro’’) convocarono a
minary Report of Excavations 1975-78 of Cagliari il primo Congresso del Popolo
the nuraghe Ortu Comidu, ‘‘Notizie de- sardo, che viene considerato il punto
gli Scavi di Antichità’’, serie VIII, di partenza della cosiddetta ‘‘battaglia
XXXIII, 1986; Obsidian tools and waste per il P. di R.’’, sebbene la DC avesse
from Ortu Comidu, ‘‘Notizie degli Scavi rifiutato di parteciparvi. Prosecuzione
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(che sarebbe dovuta essere anche in di 862 miliardi di lire, di cui 546 a ca-
qualche modo polemica) fu, sempre a rico dello Stato e gli altri 316 a carico di
Cagliari, il convegno regionale per la privati. La fine delle Giunte regionali
Rinascita della Sardegna, 8 settembre appoggiate a destra e l’avvio degli
1950, che vide la partecipazione dei esperimenti volti a preparare il cen-
sindaci di tutti i centri dell’isola; sulla tro-sinistra di Efisio Corrias, grazie an-
base delle sue mozioni il Consiglio re- che alla svolta impressa alla politica
gionale approvò (all’unanimità) un odg regionale dai ‘‘Giovani Turchi’’ sassa-
che richiedeva al governo centrale resi, diede un impulso decisivo alla ri-
l’approntamento di un P. di R. in attua- vendicazione del Piano. Il 23 gennaio
zione dell’articolo 13 dello statuto. Il 1959 il Consiglio dei ministri decise di
dibattito sulla necessità del Piano aprı̀ accantonare le risorse necessarie per
una fase di studio e di confronto poli- il finanziamento del P. di R. nel bilan-
tico che durò praticamente 14 anni e fu cio preventivo dello Stato per il 1959-
segnata da momenti di unità ma anche 60. In vista della definizione del pro-
da profonde divergenze politiche. Il 18 getto il Consiglio regionale, con legge
giugno 1951, sulla base di un accordo del marzo 1959, istituı̀ l’Assessorato
tra la Giunta regionale e il governo, fu alla Rinascita che avrebbe dovuto
insediato un Comitato direttivo di stu- avere il compito di dirigere la realizza-
dio che avviò una serie di ricerche per zione del Piano. Il 21 maggio succes-
una più precisa conoscenza della si- sivo fu insediato un Comitato misto
tuazione dell’isola; nel dicembre, sulla Stato-Regione per la predisposizione
base di un’intesa tra il Comitato dei Mi- degli strumenti legislativi di attua-
nistri per il Mezzogiorno e la Regione, zione del Piano, e il 3 luglio il Comitato
questo organismo fu sostituito da una dei Ministri per il Mezzogiorno istituı̀
Commissione economica di studio per una seconda commissione di studio
la Rinascita della Sardegna, che aveva per la predisposizione di un Rapporto
il compito di studiare le risorse dell’i- conclusivo, compito che fu portato a
sola e di prospettare gli interventi più termine in tre mesi. Il varo del Piano
efficaci per metterle a frutto in vista di sembrava imminente: il 18 novembre i
uno sviluppo economico e sociale. La risultati dei lavori della Commissione
commissione fu costituita da studiosi, furono presentati al presidente del
tecnici e politici di alto profilo, ma per Consiglio dei ministri (che era Antonio
mancanza di fondi cominciò a operare Segni) e, dopo l’agitata parentesi del
solo nel 1954 e consegnò i risultati dei governo Tambroni, il nuovo governo
suoi lavori al Comitato dei Ministri per Fanfani (con Segni ministro degli
il Mezzogiorno soltanto nel 1958. Il rap- Esteri) lo approvò il 17 gennaio 1961,
porto elaborato dalla Commissione sulla base anche delle osservazioni e
aveva individuato alcuni ‘‘punti d’at- delle proposte del Consiglio regionale
tacco’’ ritenuti essenziali per la valo- (seduta del 22 ottobre 1960). Il progetto
rizzazione delle risorse dell’isola, ipo- prevedeva a carico dello Stato una
tizzando il coinvolgimento di forze eco- spesa di 400 miliardi di lire in 15 anni.
nomiche e sociali e auspicando un in- Il 28 gennaio il P. di R. iniziò a essere
tervento flessibile da realizzare in due discusso in Senato; mentre si svolgeva
fasi: una prima della durata di dieci la discussione parlamentare, anche il
anni e una seconda della durata di Consiglio regionale avviò una discus-
trent’anni, con un costo complessivo sione di approfondimento del testo
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225
hanno caratteristiche simili e si distin- gini delle spiagge. Nella medicina po-
guono dalle dimensioni delle foglie, polare tutte le specie di p. sono usate
più larghe e spatolate nella prima e in- come astringenti, depurative e antin-
termedie nella seconda; anche le ner- fiammatorie. Nomi sardi: cincu ’enas
vature inferiori della p. maggiore sono (campidanese); erba stérria (campida-
più marcate. Nomi sardi: alba kapruna nese); nevriada (nuorese); erva ’e mu-
(gallurese); ling’ e cani (campidanese). sca, pei ’e pudda. [MARIA IMMACOLATA BRI-
GAGLIA]
Pianu Antico villaggio di origine me-
dioevale che faceva parte del giudicato
di Torres, compreso nella curatoria di
Montacuto. Sorgeva poco distante da
Ozieri. Subito dopo l’estinzione della
famiglia giudicale di Torres fu conteso
tra gli Arborea e i Doria, che nel 1272
finirono per impossessarsene. Nei de-
cenni successivi il villaggio continuò a
rimanere in loro possesso e quando
essi resero omaggio al re d’Aragona,
dopo la conquista, entrò a far parte del
Regnum Sardiniae. Nel 1325 i Doria si
ribellarono, iniziando una lunga
guerra contro gli invasori; P. allora fu
gravemente danneggiato e cominciò a
decadere. Allo scoppio della seconda
guerra tra Arborea e Aragona fu occu-
pato dalle truppe arborensi che lo ten-
nero fino alla caduta del giudicato nel
1409. Nel 1421 fu compreso nel feudo
Piantaggine – Un esemplare di piantaggine che il re d’Aragona concesse a Ber-
maggiore. nardo Centelles, ma proprio allora co-
minciò a spopolarsi. Nei secoli succes-
3. La p. barbatella (Plantago coronopus sivi seguı̀ le vicende feudali della con-
L.), detta anche coronopo, è annuale, tea d’Oliva e passò dai Centelles ai Bor-
ha foglie in una fitta rosetta basale, gia. Fu abbandonato definitivamente
lunghe, pennate con apice allungato, dopo il 1653 a causa della peste.
che stanno attaccate al terreno e sono Pianu, Giampiero Archeologo (n. Car-
ricoperte di peluria; i fiori sono riuniti bonia 1949). Professore associato di Ar-
in dense spighe verdastre, poco appa- cheologia e Storia dell’Arte greca e ro-
riscenti, uniche su un lungo stelo; i mana e Metodologia e Tecniche della
frutti sono capsule con due semi. Per Ricerca archeologica nella Facoltà di
la posizione delle sue foglie è detta an- Lettere dell’Università di Sassari (dal
che erba stella ed è usata in cucina 2000). Formatosi presso l’Università di
come insalata fresca o bollita, commer- Cagliari alla scuola di Mario Torelli
cializzata sia nella versione selvatica (1973), ha conseguito il diploma di per-
che in quella coltivata. Cresce diffusa- fezionamento in Archeologia e Storia
mente sui bordi delle strade e ai mar- dell’Arte greca e romana a Cagliari
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227
228
della Gallura e dell’Anglona’’. Uscı̀ per grafia: Cenni sul codice penale albertino
18 numeri a La Maddalena dal giugno promulgato in Sardegna, stampata a
al novembre 1908 con cadenza settima- Cagliari nel 1948.
nale. Lo stampava Gio Maria Baiardo,
Picinelli, Giuseppe Giurista (Sassari
ormai in procinto di trasferire a Sas-
1850-Cagliari 1937). Dopo la laurea in
sari la sua attività di tipografo.
Giurisprudenza si trasferı̀ a Cagliari,
‘‘Piccolo giornale della Sardegna’’ dove intraprese la carriera universita-
Settimanale pubblicato a Sassari, uscı̀ ria. Fu nominato professore di Diritto
per 31 numeri dal gennaio all’ottobre romano presso quell’Università;
1862, stampato nella tipografia Ciceri. amico di Ottone Bacaredda, schierato
Di orientamento liberale moderato, nel gruppo politico detto ‘‘La Giovane
era in qualche modo la continuazione Sardegna’’, intraprese con lui la lotta
del periodico ‘‘La Costituzione’’, ani- contro la vecchia classe dominante.
mato da Salvatore Manca Leoni, che – Dal 1890 fu più volte eletto consigliere
uscito nel gennaio 1861 – cessò le pub- comunale e assessore del Comune di
blicazioni quasi contemporaneamente Cagliari; tra il 1902 e il 1904 fu sindaco
all’apparizione del ‘‘P.g.d.S.’’, tanto che negli anni in cui Bacaredda era depu-
questo dal secondo numero mise nella tato. Continuò a rimanere vicino all’a-
data ‘‘anno IV’’. mico anche nell’ultima fase della sua
Piccolomini Famiglia algherese (secc. vita politica. Dopo l’avvento del fasci-
XVII-XIX). Discendeva dai Piccolo- smo si ritirò a vita privata. Oltre l’opera
mini di Siena. Questo ramo viene da storica (legata, comunque, al suo impe-
un Diego, figlio naturale di Ottavio gno di amministratore cittadino) Cenni
duca d’Amalfi, appartenente al ramo storici sui privilegi e sulle prerogative
dei Piccolomini d’Aragona, che nella della città e dei consiglieri di Cagliari
seconda metà del secolo XVII si stabilı̀ nel sec. XIV, 1903, lasciò testimonianze
in Sardegna. Nel 1698 egli fu ammesso della sua attività civica in relazioni
allo Stamento militare durante il par- sulla gestione del Patronato scolastico
lamento Montellano; i figli Enrico e Co- cagliaritano negli anni 1898-1901 e
simo, passata la Sardegna ai Savoia, nella proposta di transazione ‘‘offerta
nel 1720 ottennero il titolo di conte sul dal fallito Credito agricolo’’, pubbli-
cognome. I loro discendenti, nel corso cata nel 1892.
del secolo XVIII, si trasferirono a Cu- Pierangeli, Anna Maria Attrice cine-
glieri, dove la famiglia si estinse nel se- matografica (Cagliari 1932-Los Angeles
colo XIX. 1971). Esordı̀ nel dopoguerra in alcuni
Picinelli, Domenico Magistrato, depu- film italiani. Nel 1950 si trasferı̀ in
tato al Parlamento subalpino (Ozieri America a Hollywood dove, col nome
1804-Cagliari 1881). Entrato in magi- di Pier Angeli, interpretò numerosi
stratura dopo aver conseguito la lau- film raggiungendo notorietà interna-
rea in Giurisprudenza, percorse una zionale. Tra i suoi film si ricordano: Do-
brillante carriera raggiungendo il mani è troppo tardi, 1949; Domani è un
grado di consigliere della Corte d’Ap- altro giorno, 1951; Teresa, 1951; Som-
pello. Di idee liberali, nel 1853 fu eletto brero, 1953; Storia di tre amori, 1953; Il
deputato per la V legislatura del Parla- calice d’argento, 1954; La fiamma e la
mento subalpino, ma nel 1854 rinunciò carne, 1954; Lassù qualcuno mi ama,
al mandato parlamentare ritirandosi a 1956; Il principe del circo, 1958; Sodoma
vita privata. Ha al suo attivo una mono- e Gomorra, 1962; I moschettieri del
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mare, 1962; La battaglia dei giganti, tribuendo alla progettazione della rete
1965; Nelle pieghe della carne, 1970; ferroviaria del Galles; in seguito fu no-
Quell’amore particolare, 1970. minato progettista e direttore della li-
nea ferroviaria Cagliari-Porto Torres.
Giunse in Sardegna nel 1862 e negli
anni successivi, aiutato anche da suo
fratello Robert, lavorò senza tregua
per la realizzazione del progetto. Nel
1878 pubblicò un opuscolo illustrativo
dello stato di avanzamento del pro-
getto ferroviario, Compagnia Reale
delle ferrovie sarde. Costruzione delle li-
nee del 2º periodo (ferrovia Paulilatino-
Macomer), e nel 1886 una sintesi della
continuazione dell’impresa, Cenni ge-
nerali sui progetti delle linee comple-
mentari sarde. Finı̀ per stabilirsi in
Sardegna, dalla quale si allontanò solo
in occasione di due brevi periodi in cui
fu impegnato in India; portò con sé an-
che la famiglia legandosi profonda-
mente all’isola. In territorio di Bolo-
tana acquistò le tenute di Badde Sali-
ghes e di Padrumannu e nelle vici-
Anna Maria Pierangeli – Dopo gli inizi in
Italia, l’attrice cagliaritana continuò la nanze di Domusnovas la foresta di
carriera negli Stati Uniti. Oridda. Nel 1878 pubblicò un opuscolo
illustrativo dello stato di avanzamento
del progetto ferroviario, Compagnia
Piercy Famiglia inglese (secc. XIX-
Reale delle ferrovie sarde. Costruzione
XX). Nel corso del secolo XIX si radicò
in Sardegna con l’ingegner Benjamin, delle linee del 2º periodo (ferrovia Pauli-
protagonista dell’impianto della rete latino-Macomer), e nel 1886 una sintesi
ferroviaria in Sardegna. A partire dal della continuazione dell’impresa,
1879, egli acquisı̀ un vastissimo patri- Cenni generali sui progetti delle linee
monio fondiario nelle campagne di Bo- complementari sarde.
lotana; dopo la sua morte la famiglia Piercy, villa Edificio che si trova in ter-
continuò a frequentare la Sardegna, ritorio di Bolotana. Fu costruita nel
ma la cattiva amministrazione e le liti 1865 da Benjamin Piercy nel suo teni-
familiari la costrinsero a disfarsi pro- mento di Badde Salighes. È una costru-
gressivamente di quelle immense pro- zione a base rettangolare con quattro
prietà, sino ad abbandonare i propri torri cilindriche ai lati. Inserito in un
interessi in Sardegna verso gli anni lussureggiante parco, si ispira ai ca-
Trenta del Novecento. stelli inglesi. Era al centro della
Piercy, Benjamin Ingenere ferroviario grande azienda Padrumannu-Badde
(Trefeglwys, Regno Unito, 1827-Londra Salighes; «estesa per 4 mila ettari –
1888). Completati gli studi di ingegne- scrive Paolo Fadda – , con un preva-
ria, si specializzò nel settore dell’inge- lente indirizzo zootecnico-cerealicolo,
gneria ferroviaria. Si pose in luce con- occupava oltre 200 coloni ed approvvi-
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cata politica del suo signore nei con- como Massaguer, canonico della catte-
fronti dei Genovesi. drale di Cagliari.
Pietro2 Religioso (sec. XIV). Vescovo di Pietro II2 Religioso (?, prima metà sec.
Bosa dal 1349 a prima del 1351. Appar- XIII-Oristano 1289). Arcivescovo di
teneva all’ordine dei Benedettini. Fu Oristano dal 1280 al 1289. Monaco di
per anni priore di San Marziale di Ca- San Prospero di Reggio, fu nominato
hors e per la sua fama di uomo colto fu arcivescovo di Oristano nel 1280.
chiamato alla corte pontificia. A Roma Giunse nella sua sede dopo un lungo
divenne redattore dei rescritti ponti- periodo nel quale la sede era stata va-
fici e nel 1349 Clemente VI lo nominò cante e si adoperò per ridare vigore
vescovo. Il 20 gennaio 1351 non figura alla diocesi.
più come vescovo. Pietro III Religioso (?, fine sec. XIII-
Pietro I 1
Religioso (sec. XII). Arcive- Oristano 1349). Arcivescovo di Oristano
scovo di Cagliari dal 1126 al 1141(?). dal 1346 a prima del 1349. Fu nominato
Particolarmente caro a papa Onorio arcivescovo nel 1346 e governò la dio-
II, nel 1126 ebbe il privilegio del pallio cesi in un clima di tensione seguito alla
e il diritto di acquisire l’eredità dei sa- morte del giudice Pietro III e all’ascesa
cerdoti morti senza testamento. Curò del giudice Mariano IV, fautore di una
con impegno particolare il restauro rottura con gli Aragonesi. Fu incari-
delle chiese della sua diocesi. Nel cato dal papa di verificare l’opportu-
1141 gli sarebbe succeduto Costantino, nità di trasferire la sede dell’archidio-
vescovo di Ales dal 1412 al 1414. cesi di Torres a Sassari.
Pietro, san (in sardo, Santu Perdu,
Pietro I2 Religioso (?, sec. XI-Oristano,
Santu Predu, Santu Petru) Santo (Bet-
prima metà sec. XII). Arcivescovo di
saida, ?-Roma, 64/67). Apostolo e mar-
Oristano dal 1131 al 1146. Legato alla
tire. Nacque a Betsaida in Galilea, fi-
dinastia dei Lacon Serra, probabil-
glio di Giona, pescatore come il fratello
mente fu cancelliere giudicale ai
Andrea, entrambi risiedevano a Cafar-
tempi del giudice Comita III, del quale
nao, villaggio sul lago di Tiberiade.
assecondò la politica di apertura nei
Dall’accenno alla suocera guarita da
confronti di Genova.
Gesù risulta che era sposato, ma la mo-
Pietro II1 Religioso (?, seconda metà glie non compare mai, a meno che non
sec. XIV-Cagliari 1422). Arcivescovo di la s’identifichi con la ‘‘donna sorella’’
Cagliari dal 1414 al 1422. Apparteneva che lo seguiva. Probabilmente disce-
all’ordine francescano dei Minori ed polo di Giovanni Battista. Gesù gli cam-
era dottore in Decretali. Subito dopo biò il nome: il giudaico Simeone o Si-
la caduta del giudicato d’Arborea, nel mone, ‘‘figlio della colomba’’, diventò
1412 fu nominato vescovo di Ales dal- Kêphâ, Cefa, Pietro, nel significato di
l’antipapa Benedetto XIII; si insediò ‘‘roccia’’. La pietra fondamentale della
in un momento di grande incertezza Chiesa. Animo semplice, aperto e
politica, quando il possesso del territo- schietto, generoso. Rinnegò tre volte
rio della sua diocesi era disputato tra Gesù, ma lavò l’onta piangendo amara-
Leonardo Cubello e Berengario Ber- mente. Dopo la risurrezione, Gesù lo
tran Carroz. Nel 1414 l’antipapa lo no- riconfermò nella missione di pastore
minò arcivescovo. Prese possesso con universale. Annunciò il Vangelo e
l’opposizione del capitolo, che gli con- fondò chiese in Siria, Giudea e in tante
trappose per un certo periodo Gia- altre città dell’Asia Minore. Erode
232
Agrippa lo fece arrestare (43). Prese della cattedrale di Ales. Non mancano i
parte al concilio di Gerusalemme (49). sostenitori, sulla scia delle Carte d’Ar-
Fu in Grecia e a Roma, dove lo rinchiu- borea, di una sua venuta nell’isola verso
sero nel carcere Tullianum, Mamer- il 46-53.
tino in epoca medioevale, e dove morı̀
martire nel 64-67, crocifisso a testa in
giù, come i Romani crocifiggevano gli
schiavi, nei giardini di Nerone, sul
colle Vaticano. Sulla sua tomba è sorta
la basilica costantiniana. Il suo marti-
rio a Roma, ‘‘città privilegiata’’, sede
della Chiesa, è stato messo in dubbio
da diversi studiosi. Paolo VI nel giugno
del 1968 annunciò il ritrovamento
delle sue reliquie nel sottosuolo della
basilica vaticana. Gli sono attribuite
due Epistole.
In Sardegna Patrono di Ales, Assemini,
Bassacutena, Buggerru, Carloforte,
Fordongianus, Giba, Ittiri, Loceri, Lo-
culi, Monastir, Neoneli, Nurallao, Nura-
minis, Nuxis, Olia Speciosa, Orgosolo
(insieme a San Paolo), Ortacesus, Per-
dasdefogu, Pirri, Ploaghe, San Basilio,
Scano di Montiferro, Settimo San Pie-
tro, Sisini, Solanas (frazione di Cabras),
Terralba, Torralba, Villa San Pietro e
Zuri. Sono tanti gli edifici che portano
il suo nome. Romanico-vittorina, citata
in una carta del 1090, la chiesa di Ca- San Pietro – Il santo in un particolare della
gliari, il simulacro è di Antonio Castan- pala d’altare del Maestro di Castelsardo
gia, allievo di Giuseppe Antonio Lonis conservata nella chiesa parrocchiale di Tuili.
(sec. XVIII). Romanica (sec. XIII) quella
di Sassari, San Pietro di Silki, famosa Patrono di pescatori, pescivendoli,
per il condaghe che da essa ha preso il portieri, mietitori, orologiai, è invo-
nome. I condaghes, dal bizantino kontá- cato anche per salvare la casa e la fami-
kion, erano i registri dove i monaci tra- glia dai malintenzionati: «Deu serru sa
scrivevano in lingua sarda gli atti ri- porta de sa domu mia, / cun sa spada de
guardanti le donazioni, contratti, pro- Maria, / cun sa spada de Santu Simoni, /
prietà fondiarie, questioni giuridiche. seghidi sa manu su ladroni» (Chiudo la
Romanico-toscana (1170-1190) la chiesa porta della mia casa – con la spada di
di San Pietro di Sorres, a pochi chilome- Maria, – con la spada di San Simone, –
tri da Borutta, cattedrale dell’omonima si tagli la mano il ladrone). I proverbi:
diocesi soppressa e unita a quella di «Dogni annu Santu Perdu ndi bolit unu
Sassari da Giulio II l’8 dicembre 1503. o tresi» (Ogni anno San Pietro ne vuole
Romanico-lombarda (1073) quella di uno o tre), è il tributo di affogati che il
Bosa, San Pietro extramuros. Titolare santo pretenderebbe annualmente;
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IV, e vi si applicò dal 1372 sino all’anno vali a riconoscergli la parte che gli
della sua morte, con l’aiuto di altri uo- spettava. Poco dopo però fu assalito
mini di cultura come Arnaut Torrelles. ancora da Guglielmo di Massa, e cat-
Il re esaminava saltuariamente il testo turato una seconda volta.
durante la sua composizione: «Poco
Pietro II d’Arborea Giudice d’Arborea
più tardi [del settembre 1382] il so-
della famiglia dei Bas Serra (Ori-
vrano avrebbe ripreso in mano l’intera
stano, fine sec. XII-ivi 1241). Era figlio
cronaca, aggiungendo brevi brani che
di Ugo Ponzio e di Preziosa di Massa
la storiografia attuale attribuisce di-
Lacon. Presunto erede di una parte
rettamente a lui o alla sua ispira-
del giudicato d’Arborea, quando nel
zione». Cosı̀ Giuseppe Meloni, che ha
1214 morı̀ suo nonno, il giudice Gu-
curato nel 1980 l’antologia L’Italia me-
glielmo di Cagliari, dovette subire
dioevale nella cronaca di Pietro IV d’A-
per l’intromissione di Ubaldo Vi-
ragona e nel 1999 la pubblicazione
sconti che lo costrinse a sposare sua
delle parti ‘‘sarde’’ della cronaca di
figlia Diana. Nel 1228 fu costretto dal
Ramon Muntaner (trad. di Maddalena
suocero ad accettare un compro -
Corrias) e della cronaca di Pietro IV
messo in base al quale il giudicato
(trad. di Giuseppe Meloni) in La con-
d’Arborea fu diviso in tre parti, una
quista della Sardegna nelle cronache ca-
per lui, una per Guglielmo II di Ca-
talane, nella ‘‘Bibliotheca sarda’’ del-
gliari e la terza per Mariano di Torres.
l’editrice nuorese Ilisso.
Poco dopo, però, Ubaldo Visconti
Pietro I d’Arborea Giudice d’Arborea morı̀ e Pietro II, approfittando delle
(Oristano sec. XII-ivi 1206). Figlio di lotte dinastiche che scuotevano i giu-
Barisone I e della sua prima moglie dicati di Cagliari e di Sassari, seppe
Preziosa di Lacon, quando Barisone estendere la propria influenza su
morı̀, nel 1186, gli succedette sebbene tutto il giudicato d’Arborea.
fortemente contrastato dai Catalani
Pietro III d’Arborea Giudice d’Arbo-
al seguito della giudicessa Agalbursa,
rea (Oristano, sec. XIV-ivi 1347). Fi-
che avrebbero voluto mettere sul
glio di Ugone II, gli succedette nel
trono Ugo Ponzio di Bas, figlio del vi-
1335. Egli continuò la politica di col-
sconte di Bas e della figlia maggiore
laborazione con la Corona d’Aragona
di Barisone. Dopo diverse vicissitu-
non facendo nulla per chiarire l’equi-
dini, pressato dalla necessità di ono-
voco su cui si basavano i rapporti tra il
rare il debito che suo padre aveva
giudicato e la Corona stessa. Con sua
contratto nei confronti di Genova al
moglie Costanza di Saluzzo costruı̀ a
momento della sua incoronazione a
Oristano la chiesa e il convento di
re di Sardegna, intimorito dalla pre-
Santa Chiara.
senza militare catalana schierata a
sostegno di Ugo Ponzio, nel 1192 fu co- Pietro da Verona, san (in sardo, Santu
stretto ad accettare il condominio del Perdu) Santo (Verona, 1205 ca.-Barlas-
suo concorrente. La cosa non piacque sina 1252). Nacque da una famiglia di
a Pisa, che nel 1194 indusse i giudici Catari, domenicano, predicatore, in-
Guglielmo di Massa Cagliari e Costan- quisitore. I Catari lo uccisero in un ag-
tino II di Torres a intervenire nell’Ar- guato nella strada tra Como e Milano.
borea; in questa circostanza Pietro fu Canonizzato da Innocenzo IV (1253).
fatto prigioniero. Egli si rivolse allora Dal 1969 il suo culto è limitato a calen-
a Innocenzo III, che convinse i due ri- dari locali o particolari. Ad Ales, nel
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tena, vincula, della prigionia del santo. nizzato da Urbano VIII (1628). Dal 1969
Le catene del carcere di Erode il suo culto è limitato a calendari locali
Agrippa e del Tullianum (il mamertino o particolari. [ADRIANO VARGIU]
dell’Età medioevale) sono state sem- Festa Si festeggia il 13 maggio, il 31
pre, nel corso dei secoli, tenute in gennaio nel Martirologio Romano; fe-
grande venerazione. L’imperatrice steggiato anche il 28 gennaio e il 25 di-
Atenaide, diventata Elia Eudocia nel cembre.
battesimo, moglie di Teodosio II, in vi- Pietro Pascasio, san (Pedro Pascual; in
sita a Gerusalemme ricevette in dono sardo, Santu Perdu Pascasiu) Santo
la catena di ferro del carcere di Erode (Valencia 1225-?, 1300). Vescovo mar-
Agrippa. La diede alla figlia Eudossia, tire, studiò dai Benedettini e si laureò
moglie di Valentiniano I, la quale, a sua in Teologia a Parigi (1249). Mercedario
volta, la regalò al papa, che già posse- (1250), sacerdote, vescovo di Toledo
deva quella del Tullianum: «Mentre il (1266) e di Jaén (1296), catturato dagli
pontefice ed Eudossia – dice la leg- Arabi mentre visitava la propria dio-
genda – esaminavano le due catene, cesi (1297), schiavo del re a Granada.
miracolosamente esse si congiunsero Due volte Bonifacio VIII inviò il de-
diventando una sola». [ADRIANO VARGIU] naro per il riscatto, raccolto dalla curia
Festa Festa grande a Ittiri. di Jaén: il vescovo tutt’e due le volte lo
Pietro Malasanch, san Santo (Lérida, destinò alla liberazione di donne e
Spagna, 1348-Granada 1428). Martire bambini. Disputò con giudei e musul-
mercedario, trafitto dalle frecce mu- mani. Isolato in una cupa prigione,
sulmane mentre predicava il Vangelo. Gesù, narra la leggenda, nell’aspetto
[ADRIANO VARGIU] di un ragazzo gli servı̀ la messa. Sor-
preso da un musulmano mentre distri-
Pietro Nolasco, san (in sardo, Santu buiva il proprio pane ai poveri, «cangiò
Perdu Nolascu) Santo mercedario
il pane in fiori». Decapitato il 6 dicem-
(Mas-Saintes-Puelles, Francia, 1180/
bre del 1300. Canonizzato da Clemente
1198-Barcellona 1258). Nato nella Lin-
X (1670).
guadoca, orfano di padre, a quindici
In Sardegna A Quartucciu, nell’orato-
anni prese parte alla crociata contro
rio di San Biagio, la statua settecente-
gli Albigesi al seguito di Simon de
sca del santo è opera di Giuseppe Anto-
Montfort. Si stabilı̀ a Barcellona, dove
nio Lonis: in abiti vescovili, nella mano
con l’aiuto di Giacomo I d’Aragona, del
sinistra il libro dei suoi scritti contro la
quale fu precettore, fondò (1218) l’‘‘Or-
religione islamica, un angelo, unito
dine cavalleresco e religioso della
alla testa del santo da un ferro, so-
Beata Vergine della Mercede per la re-
spende una corona di fiori, simbolo di
denzione degli schiavi o di Santa Maria
della Misericordia’’, i Mercedari, per il virtù. I goccius de Santu Pedru Pascasiu
riscatto degli schiavi. Una tradizione obispu e martiri sono stati composti dal
senza fondamenti storici vuole che ab- sacerdote Giovanni Cadeddu (1981).
bia fondato l’ordine assieme a San Rai- [ADRIANO VARGIU]
mondo di Peñafort. In ubbidienza al Festa Si festeggia il 6 dicembre a Quar-
quarto voto, che imponeva ai Merce- tucciu.
dari «quando necessario di offrirsi in Piga, Antonello Archeologo (n. sec.
pegno per la liberazione degli schiavi XX). Nel 1990 ha preso parte al pro-
cristiani», per due volte fu ostaggio in getto Archeosystem, occupandosi in
Africa. Morı̀ il 25 dicembre 1258. Cano- particolare del territorio della Barba-
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gia. Tra i suoi scritti: Flora e fauna gia’’. Quello stesso anno fondò a sua
nella Sardegna antica (con M.A. Porcu), volta un concorso di poesia sarda che
in L’Africa romana. Atti del VII Conve- ha tenuto in vita a Nuoro per alcuni
gno di studi, 1990; due schede su Barba- anni. Una prima raccolta dei suoi versi
gia. Atzara e Barbagia. Sorgono, in I re- è in Su dubbiu ’e s’anima, 1983; in se-
perti. Progetto Archeosystem. Ricogni- guito, vincendo il premio ‘‘Michelan-
zione archeologica in Ogliastra, Barba- gelo Pira’’ di Quartu, ha ottenuto la
gia e Sarcidano, 1990. pubblicazione di una seconda silloge,
Piga, Emanuele Giurista (Villacidro, Bentu ’e iscra ruja, che Antonio Roma-
seconda metà sec. XIX-?, sec. XX). gnino ha letto come espressione di una
Dopo la laurea in Giurisprudenza, en- «interiorità che esclusivamente si ri-
trò in magistratura percorrendo una conosce nella solitudine». Si è dedi-
brillante carriera. Fu nominato consi- cato anche alla narrativa in lingua
gliere di Stato. Al suo attivo l’articolo sarda, pubblicando tra le altre cose il
Movimento autonomista e fascismo in romanzo Sas andalas de su tempus
Sardegna, ‘‘Vita italiana’’, XI, 21, 1923. (1992).
Piga, Giorgio Storico della Chiesa Piga, Maria Lucia Sociologa (n. Sassari
(Perfugas 1800-Cagliari 1885). Entrato 1958). Allieva di Alberto Merler, lavora
nell’ordine dei Minori osservanti, di- nell’Istituto di Studi comparati per
venne sacerdote e nel 1824 fu nominato l’Insularità del Dipartimento di Eco-
professore di Teologia dogmatica e di nomia dell’Università di Sassari. È
Storia ecclesiastica presso l’Univer- professore di Sociologia dello Svi-
sità di Cagliari. Le sue grandi doti luppo. Tra i suoi scritti: Approches mi-
umane e la vasta cultura lo fecero cro et macro du développement compo-
emergere in seno al suo ordine e nella site en Sardaigne (con A. Merler), ‘‘Res
carriera accademica. Nel 1848 prese Mediterranea’’, 2, 1996; Regolazione so-
parte alla polemica sulla ‘‘fusione per- ciale, insularità, percorsi di sviluppo
fetta’’, pubblicando in quella occa- (con A. Merler), 1998.
sione il primo volume dell’opera Primi Piga, Pasquale Patologo (Osilo 1831-
passi della Sardegna, cui però non se- Sassari 1886). Conseguita la laurea in
guı̀ il secondo. In seguito si stabilı̀ a Medicina, per dieci anni fu medico
Roma, dove curò gli affari dell’ordine condotto di Pattada e continuò ad ap-
nel difficile momento della soppres- profondire i suoi studi. Nel 1857 ot-
sione degli ordini religiosi e della fine tenne l’aggregazione alla Facoltà di
del potere temporale dei papi. Tra il Medicina dell’Università di Sassari e
1869 e il 1875 divenne procuratore ge- l’incarico di Patologia speciale e di Cli-
nerale del suo ordine; in seguito tornò nica chirurgica. Nonostante l’avver-
in Sardegna, dove morı̀. sione del governo che a lungo cercò di
Piga, Giovanni Poeta e scrittore (n. impedirgli, perché repubblicano, la
Nuoro 1940). Nato da una famiglia di prosecuzione nella carriera, nel 1875
poeti, della quale ha fatto parte tra gli divenne ordinario. Uomo di grande
altri Pietro Piga (=), è giunto alla poe- dottrina e autore di numerosi scritti,
sia moderna dopo aver fatto espe- fu per due volte rettore dell’Università
rienza di quella orale e in rima. Il suo e venne eletto consigliere comunale di
esordio è del 1981, quando vinse due Sassari; morı̀ prematuramente a Sas-
dei più importanti premi per la poesia sari nel 1886. In occasione dell’inaugu-
in lingua sarda, l’‘‘Ozieri’’ e il ‘‘Roman- razione dell’anno accademico 1875-
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propria ‘‘conversione’’ alla cultura de- 1962, ‘‘Ichnusa’’, 51-52, 1962; Il rapporto
mocratica, percorrendo fino in fondo politica-cultura oggi in Sardegna, ‘‘Ich-
un itinerario doloroso e drammatico. nusa’’, 53-54, 1964; L’eredità di Gramsci
Nel 1949 aveva fondato la rivista ‘‘Ich- e la cultura sarda, in Gramsci e la cul-
nusa’’, uscita – con diverse sospensioni tura contemporanea. Atti del Convegno
– sino al 1964, attenta in particolare ai internazionale di Studi gramsciani, Ca-
temi della cultura sarda negli ‘‘anni gliari 1967, I, 1969; I condizionamenti
della Rinascita’’. Tra le molteplici te- sociologici nello sviluppo delle zone in-
matiche del suo impegno intellettuale, terne, ‘‘La Programmazione in Sarde-
due sono di particolare interesse: la gna’’, VI, 1971; Scritti di scienza politica,
sua interpretazione dei problemi delle 1975; Scritti sul fascismo (a cura di M.
zone interne, che inquadrò e tentò di Addis Saba e Mavanna Puliga), 1983.
spiegare nell’ambito della sua visione Pigliaru, Francesco Economista, as-
etico-politica, e la sua concezione del- sessore regionale (n. Sassari 1954). Fi-
l’autonomia progressiva. Fu autore di glio di Antonio, conseguita la laurea,
numerosi saggi di grande spessore, dopo esperienze di studio in Inghil-
considerati un punto di riferimento terra e negli USA, ha intrapreso la car-
imprescindibile per il dibattito attuale riera universitaria. Allievo di Antonio
sulla cultura sarda. A queste pubblica- Sassu, attualmente è professore ordi-
zioni accompagnò un’intensa attività nario di Economia politica presso la
didattica ‘‘popolare’’, nonostante la Facoltà di Economia dell’Università
malattia contratta in carcere, che lo di Cagliari e membro di prestigiose
portò a morte immatura a Sassari nel istituzioni culturali. Da sempre inte-
marzo 1969. I suoi scritti sono numero- ressato al problema del rapporto tra ri-
sissimi. Inediti continuano ad appa- cerca e politica, nel 1995 con Raffaele
rire anche adesso, a riprova di una con- Paci e Marco Vannini ha contribuito
tinuità d’impegno e di scrittura straor- alla stesura del Piano generale di svi-
dinaria. Fra gli altri: Una postilla al luppo della Regione sarda; dal 1998 al
nuovo sardismo, ‘‘Abc’’, 1955; Il pro- 2001 è stato consigliere di amministra-
blema della cultura in Sardegna, ‘‘Ich- zione del Banco di Sardegna. Dal luglio
nusa’’, IV, 10, 1956; Persona umana e or- 2004 al settembre 2006 è stato assessore
dinamento giuridico, 1954; Il rapporto regionale tecnico alla Programma-
cultura e rinascita, ‘‘Ichnusa’’, IV, 11, zione nella giunta Soru. Tra i suoi
1956; A proposito di autonomia regio- scritti: Gli effetti economici dell’integra-
nale, ‘‘Abc’’, 22, 1958; La vendetta barba- zione europea sulle aree periferiche. Il
ricina come ordinamento giuridico, caso della Sardegna (con Franco Manca
1959 (più volte ripubblicato con altri e R. Paci), ‘‘Rivista economica del Mez-
saggi sotto il titolo Il banditismo in Sar- zogiorno’’, VII, 2, 1993; Il ritardo econo-
degna); Quando si dice banditismo mico della Sardegna. Ipotesi interpreta-
sardo, ‘‘Ichnusa’’, 27, 1959; A proposito tive e strategie di intervento (con R. Paci
del Piano di rinascita, ‘‘Ichnusa’’, 45, e M. Vannini), 1995; Structural change
1961; Sardegna una civiltà di pietra and convergence. An Italian regional
(con Franco Pinna e Giuseppe Dessı̀), perspective (con R. Paci), ‘‘Structural
1961; Alcune precisazioni a proposito di Change and economic Dynamics’’, 8,
un viaggio lungo e tortuoso di cultura 1997; Economic Growth and Change.
laica, cristianesimo eccetera, ‘‘Ich- National and regional Patterns of Con-
nusa’’, 46-47, 1962; Quaderno segreto vergence and Divergence, 1999; Is dua-
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guay. Nel 1842 rivide a Montevideo Ga- diocesi di Galtellı̀ e nel 1503 di quella
ribaldi, il quale, come comandante di Dolia alla diocesi di Cagliari. Ciò gli
della Escuadrilla Nacional del governo permise di aumentare le rendite dioce-
montevideano, lo propose al grado di sane e di vivere più decorosamente.
capitano destinato al comando di una Nel 1513 si dimise a causa delle condi-
nave della flottiglia da guerra. Nell’a- zioni di salute e si ritirò a vita privata.
prile 1848 seguı̀ Garibaldi in Italia Pili Famiglia di Laconi (sec. XVII-?). Le
come maggiore. Il 15 agosto 1848, al co- sue notizie risalgono al secolo XVII.
mando del 2º Corpo di Bersaglieri pa- Nel 1643 ottenne il cavalierato eredita-
vesi, si distinse nel combattimento con- rio e la nobiltà con un Sebastiano, i cui
tro le truppe austriache nei pressi di discendenti si stabilirono in alcuni
Luino, sul Lago Maggiore, nella loca- centri del Sarcidano.
lità chiamata La Beccaccia. Il 3 giugno
1849 fu ferito gravemente nella difesa Pili, Aldo Scrittore (n. Sestu 1947). Ha
di Roma. Tornò quindi con la famiglia a esordito nel 1993 col romanzo Una
Montevideo, dove servı̀ ancora in armi luce per le tenebre, col quale aveva vinto
la sua seconda patria e dove morı̀, a 63 il primo premio al Festival delle Arti
anni, nel 1878. Le imprese dell’‘‘ardi- promosso a Cagliari dalla Cosarda. In
mentoso marinaio sardo di Cagliari’’ e seguito ha pubblicato un secondo ro-
i suoi rapporti con Garibaldi sono stati manzo, Nessuno è nessuno (1995): rac-
studiati da Salvatore Candido (1915- conta di una famiglia nella quale tre
1998) in due saggi comparsi nel ‘‘Bollet- generazioni convivono tra l’incom-
tino bibliografico e rassegna archivi- prensione e l’indifferenza; tutti i nodi
stica e di studi storici della Sardegna’’, verranno al pettine quando torne-
n. 15, 1992, e 24, 1998: Un legionario di ranno alla luce un omicidio senza pro-
Montevideo a La Maddalena con Gari- cesso e un amore negato.
baldi: il cagliaritano Angelo Pigurina e Pili, Antioco Scultore (Cagliari, prima
Un legionario italiano di Montevideo metà sec. XIX-?). Compı̀ i suoi studi al-
con Garibaldi al comando degli univer- l’Accademia Albertina di Torino dove
sitari pavesi nel 1848: il cagliaritano An- fra il 1822 e il 1829 fu allievo di Gia-
gelo Pigurina. como Spalla grazie alla protezione e al
sostegno economico di don Bartolo-
Pilares Famiglia cagliaritana (sec.
meo Pes di Villamarina. Nell’Accade-
XVI). Di origine spagnola, si stabilı̀ in
mia vinse cinque premi, due di se-
città quando Pietro Pilares fu nomi-
conda e tre di prima classe «uno dei
nato arcivescovo della città e ottenne
quali – scrive Maria Grazia Scano – gli
il riconoscimento della nobiltà per i
meritò la pensione della stessa Acca-
suoi fratelli. I loro discendenti si estin-
demia». Nel 1829 tornò in Sardegna e
sero nel corso del secolo XVI.
si stabilı̀ nella sua città, dove aprı̀ uno
Pilares, Pietro Religioso (Cagliari, sec. studio e fu in concorrenza con gli scul-
XV-ivi 1515). Vescovo di Dolia dal 1476 tori Cecchini e Fiaschi, anche se per la
al 1484, arcivescovo di Cagliari dal 1484 difficoltà dell’approvvigionamento del
al 1513. Domenicano, uomo di grande marmo praticò la scultura in legno e
cultura, nel 1476 fu nominato vescovo gesso. Amico del Marghinotti, riuscı̀ a
di Dolia e nel 1484 arcivescovo di Ca- introdursi bene nell’ambiente e fu au-
gliari. Negli anni del suo episcopato tore di numerose statue tra cui la Ver-
fece restaurare la basilica di San Sa- gine del Rosario del Duomo di Ozieri
turnino e nel 1496 curò l’unione della eseguita nel 1840, il busto (perduto) di
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per la XII legislatura come candidato d’arte che Francesco Ciusa diresse per
di Forza Italia di cui è diventato leader anni, e pensando di poter realizzare fi-
in Sardegna. Eletto con larga maggio- nalmente il proprio progetto, tra il 1926
ranza nel ballottaggio contro G. Mario e il 1927, fondò la FEDLAC (Federa-
Selis, designato presidente della zione delle Cooperative casearie e
Giunta regionale, per ben due volte delle Latterie sociali). Accanto ad essa
non è riuscito a formarla, per cui è diede vita alla SILOS, che avrebbe do-
stato costretto a cedere il passo alla se- vuto operare nel settore della commer-
conda giunta Floris. Nel novembre cializzazione dei grani a favore dei
2001 è riuscito finalmente a varare la contadini sardi. Il duplice tentativo,
sua giunta, che è rimasta in carica fino però, fallı̀ già a partire dallo stesso
al luglio 2003, ma ha dovuto dimettersi 1927 per l’atteggiamento di alcuni alti
prima della fine della legislatura. Ri- dirigenti del partito che appoggiavano
candidato come presidente nelle ele- invece gli interessi dei capitalisti,
zioni del 2004 è stato battuto da Renato sardi ma anche ‘‘continentali’’. Per
Soru; ha quindi guidato l’opposizione questo motivo assunse un atteggia-
in Consiglio regionale. Nel 2006 è stato mento critico nei confronti del regime,
eletto deputato al Parlamento nelle li- arrivando a un duro scontro con l’altro
ste di Forza Italia, e si è perciò dimesso leader sardista passato al PNF, il suo
da consigliere regionale. Il suo posto è compaesano Antonio Putzolu. Nel
stato preso da Raffaele Farigu del 1929 fu addirittura espulso dal partito
Nuovo PSI. e si ritirò a vita privata, occupandosi
Pili, Paolo Agronomo, deputato al Par- della sua grande azienda agraria. Alla
lamento (Seneghe 1891-Oristano 1985). caduta del fascismo, fu arrestato e
Dopo aver frequentato gli studi agrari quindi inviato al confino. Al ritorno
a Cagliari, prese parte alla prima nella sua casa di Oristano scrisse il li-
guerra mondiale. Alla fine del con- bro Grande cronaca minima storia,
flitto, nel 1921 aderı̀ al Partito Sardo pubblicato a Cagliari nel 1946, in cui
d’azione e si impegnò in una grande rievocava gli episodi principali della
battaglia politica a favore dei pastori, sua vita politica, che erano anche i fatti
proponendo la costituzione dei casei- salienti della storia della Sardegna
fici sociali per portare la produzione nell’ultimo venticinquennio: in parti-
del formaggio a livello industriale e li- colare le responsabilità sue, ma anche
berare i piccoli produttori dal mono- di Emilio Lussu (di cui fu durissimo
polio dei caseari continentali. Pen- critico), nella ‘‘fusione’’ del 1923 e la
sando che il nascente fascismo potesse successiva battaglia per la ‘‘libera-
contribuire alla realizzazione del pro- zione’’ dei piccoli produttori sardi
getto, nel 1923 fu tra i promotori della dalle catene del monopolio caseario e
fusione del PSd’Az col PNF. Nel 1924 fu granario. Gran parte delle motivazioni
eletto deputato nella lista fascista per addotte a giustificazione delle sue
la XXVII legislatura e fu anche nomi- scelte e la rivendicazione della sua mi-
nato segretario provinciale del partito litanza fascista come continuazione
a Cagliari. Nel novembre di quell’anno del programma sardista sono alla base
la cosiddetta ‘‘legge del miliardo’’ per della tesi dell’esistenza, negli anni del
la quale si era battuto parve dare ra- regime, del cosiddetto ‘‘sardofasci-
gione alle sue scelte. Nel 1925 concorse smo’’, da interpretare come l’azione
alla fondazione a Oristano della Scuola (nascostamente) sardista condotta da
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sore regionale (n. Sassari 1951). Dopo rienze. Morı̀ ancora negli anni della
essersi laureata in Scienze politiche e sua piena maturità. Nella sua vasta
aver fatto esperienze di studio all’e- produzione saggistica, spiccano le
stero, è entrata nel servizio biblioteca- opere dedicate alle tradizioni popolari
rio dell’Università di Sassari, dove at- sarde, con particolare riferimento al-
tualmente dirige la biblioteca delle Fa- l’artigianato, e i libri didattici per le
coltà giuridiche intitolata ad Antonio scuole, come l’Almanacco bilingue per
Pigliaru. Studiosa dei problemi biblio- le scuole sarde, 1977; Una lingua per so-
teconomici e organizzatrice di ricono- pravvivere, 1978; Poesias de Bachis Su-
sciuta esperienza, ha sviluppato razio- lis, 1979; Sardegna tra due secoli, 1980;
nalmente il sistema delle biblioteche Il culto dell’alimentazione: segno di an-
dell’Ateneo sassarese. Fa parte di pre- tica civiltà, in La Provincia di Cagliari,
stigiosi organismi nazionali che si oc- I, 1983; Giorgio Asproni e il mondo
cupano dei problemi dell’organizza- sardo, in Atti del Convegno nazionale di
zione delle biblioteche a livello nazio- studi su Giorgio Asproni, Nuoro 1979,
nale ed europeo; è stata coordinatore 1983; Sardegna tra due secoli, 1983;
nazionale dal 1998 al 2003 dei circa 50 Esterzili. Un paese e la sua memoria,
centri italiani CDE (Centro di Docu- 1986; Una Sardegna che cambia volto,
mentazione Europea). È autrice di nu- 1986; Tradizioni popolari della provin-
merose pubblicazioni specifiche. Nel cia di Cagliari, 1986; Sardegna, il lavoro
2004 è stata chiamata a far parte della artigiano, 1986; Emanuele Virgilio,
giunta Soru come assessore tecnico grande vescovo di Ogliastra, ‘‘Quaderni
alla Pubblica Istruzione, carica da cui arzanesi’’, 3, 1987; Almanacco popolare
si è dimessa nel novembre 2006. Tra i sardo, 1987; Sapori di Sardegna, 1990;
suoi scritti: I giornali sardi 1900-1945 Influsso della cultura catalana sulle tra-
(con G. Fois), 1976; La stampa in Sarde- dizioni popolari sarde, ‘‘Quaderni bolo-
gna dal 1900 al 1918, 1995; La misura- tanesi’’, XVII, 1991; Sulcis. Natura e
zione dei servizi delle biblioteche delle ambiente, 1991; Patrimonio alimentare
università, ‘‘Bollettino Associazione e tradizioni gastronomiche della Sarde-
Biblioteche Italiane’’, 3, 1997; Manlio gna, ‘‘Risorgimento’’, XLIV, 1992; Per
Brigaglia. Cinquant’anni di scrittura (a un volume sulla tavola di Esterzili e
cura di P.), 1999. sulle controversie tribali della Sardegna
antica, in La Tavola di Esterzili, 1993;
Pilia, Fernando Insegnante, letterato
Cagliari e il suo volto, voll. 3, 1994; Il tre-
(Esterzili 1927-Cagliari 2004). Dopo es-
nino verde della Sardegna. Un secolo di
sersi laureato in Lettere a Cagliari nel
storia tra pionieri, letterati e turisti,
1951, iniziò la carriera di insegnante
1994.
nella scuola media e si dedicò al gior-
nalismo divenendo pubblicista dal Pilia, Luana Sportiva (n. Carbonia, sec.
1966. Studioso di tradizioni popolari e XX). Pattinatrice a rotelle, dopo es-
di storia della Sardegna, scrisse nume- sersi messa in luce nei campionati re-
rose monografie e fu promotore di im- gionali e nazionali giovanili con i co-
portanti iniziative tese a far conoscere lori della società sportiva Eurasulcis,
la cultura sarda fuori dell’isola e a svi- nel 1987 vince la Coppa Italia e si aggiu-
lupparne lo studio. Impegnato in poli- dica la medaglia di bronzo agli europei
tica, ebbe modo di collaborare spesso di Ostenda. Specialista nella velocità,
con il gruppo dirigente sardista, of- ma forte su tutte le distanze, l’anno suc-
frendo il contributo delle sue espe- cessivo in Francia si laurea campio-
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nessa europea nei 500 m sprint. Dopo gnalano non solo per il rigore della ri-
un cambio di società (passa alla Vigi- cerca documentaria ma anche per l’o-
lanza Cannas), nel 1989 vince i 3000 m riginalità degli argomenti. Tra i suoi
ai mondiali di Karlsrue. Nello stesso scritti: Documenti per la storia del Pa-
anno alle Azzorre è anche campio- lazzo regio di Cagliari, ‘‘Archivio storico
nessa europea nei 300 m crono, nei sardo’’, XXXII, 1981; Gli ebrei in Sarde-
1000 m in linea e nell’americana, men- gna all’epoca di Alfonso IV, in La società
tre in Nuova Zelanda vince ancora i 500 mediterranea del Vespro, 1984; Poesia e
m e i 1500 m sprint. Ma l’anno più im- controllo sociale in una canzone infama-
portante è il 1990, quando vince sette toria del primo Ottocento, ‘‘Archivio
medaglie d’oro ai campionati europei sardo del movimento operaio conta-
ed è ancora una volta campionessa dino e autonomistico’’, 20-22, 1984;
mondiale, in Colombia, sulla sua di- Schiavi orientali a Cagliari nel Quattro-
stanza preferita dei 500 m sprint. An- cento, ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’,
che il 1992 è ricco di soddisfazioni, que- 10, 1985; Le feste campestri in Sardegna
sta volta nelle gare su strada che sono nella prima metà dell’Ottocento nelle
le più spettacolari: è medaglia d’oro ai opinioni dell’autorità politica e reli-
campionati mondiali di Roma e si ag- giosa, ‘‘Bollettino bibliografico della
giudica la coppa del mondo a Genova. Sardegna’’, 4, 1985; Alla fine del ’700
[GIOVANNI TOLA]
due ambasciatori marocchini visitarono
Pilittu, Antonello Ceramista (n. Carbo- Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
nia 1954). Allievo del grande Luigi 1986; La prostituzione a Cagliari dal Me-
Nioi, ha maturato una lunga espe- dioevo alle case chiuse, ‘‘Almanacco di
rienza dell’arte fusoria nel laboratorio Cagliari’’, 1987; Conflitti sociali a Sila-
di Franco d’Aspro. Ha partecipato a ol- nus in due canzoni infamatorie della
tre ottanta rassegne. Vive e lavora a Ca- prima metà dell’Ottocento, ‘‘Quaderni
poterra. bolotanesi’’, XIV, 1988; Per un’indagine
Pillai, Carlo Archivista, storico (n. storica su una comunità locale: l’Archi-
Quartu Sant’Elena 1946). Laureato vio comunale di Maracalagonis, ‘‘Bol-
prima in Giurisprudenza e successiva- lettino bibliografico della Sardegna’’,
mente in Lettere, nel 1975 è entrato V, 10, 1988; Il 21 gennaio 1817 un mer-
nella carriera degli Archivi di Stato, cantile svedese venne incendiato nel
che ha percorso brillantemente; ini- porto di Cagliari come misura di profi-
zialmente ha lavorato a Cagliari, in se- lassi, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1989; A
guito ha diretto gli Archivi di Nuoro e Cagliari la stagione dei caffè comincia
di Oristano e, al culmine della car- nel Settecento, ‘‘Almanacco di Ca-
riera, nel 1998 è stato nominato Soprin- gliari’’, 1990; Documenti riguardanti la
tendente archivistico per la Sardegna. vita di G.M. Angioy conservati nell’Ar-
Si è quindi collocato anticipatamente chivio di Stato di Cagliari, in La Sarde-
a riposo per dedicarsi completamente gna e la Rivoluzione francese (a cura di
ai suoi studi; attualmente è presidente Michele Pinna), 1990; Accumulazione
dell’Istituto di Studi genealogici. Stu- fondiaria e strategie familiari in un’area
dioso e ricercatore di notevole rigore, della Sardegna meridionale, ‘‘Archivio
ha insegnato anche nella Scuola di pa- sardo del movimento operaio conta-
leografia dell’Archivio di Stato di Ca- dino e autonomistico’’, 35-37, 1991; Ca-
gliari ed è autore di numerosi lavori di valli e corse a palio nella Sardegna sa-
notevole qualità scientifica, che si se- bauda, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVII,
247
1991; Fidanzamenti e matrimoni. Ap- gresso economico del Sulcis dal XVIII al
punti sulla condizione femminile tra XX secolo, ‘‘Quaderni bolotanesi’’,
Sette e Ottocento, ‘‘La Grotta della Vi- XXIX, 2003; Riti nuziali e matrimoni
pera’’, XVIII, 56-57, 1991; I caffè caglia- clandestini nella Sardegna Sabauda,
ritani di metà Ottocento, ‘‘Almanacco di ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXX, 2004;
Cagliari’’, 1992; Il culto dei santi, le feste Per una biografia di Francesco Maria
religiose e profane, in La società sarda in Magnon, in La Rivoluzione sulle Bocche
Età spagnola (a cura di Francesco Man- (a cura di Manlio Brigaglia e Luciano
coni), I, 1992; Le coabitazioni nel Campi- Carta), 2004.
dano di Cagliari tra Settecento e Otto- Pillito, Giovanni Archivista (Cagliari
cento, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVIII, 1834-ivi 1898). Figlio di Ignazio, nel
1992; La comunità dei greci a Cagliari 1859 iniziò a lavorare come scrivano
tra la fine del XVIII e la prima metà del presso l’Archivio di Stato di Cagliari
XIX secolo, in Sardegna, Mediterraneo e sotto la direzione di suo padre. In se-
Atlantico tra Medioevo e Età Moderna. guito continuò a lavorare sotto la dire-
Studi storici in memoria di Alberto Bo- zione del Lattari. Contribuı̀ alla ste-
scolo, I, 1993; Moti popolari in Sardegna sura dei regesti di numerosi docu-
negli anni della fusione 1847-1848, menti, e nel 1877 diede inizio all’inse-
‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIX, 1993; gnamento della Paleografia a Cagliari;
Contro i francesi e contro il feudalesimo percorsa tutta la carriera, nel 1890 fu
e ‘‘Su bandu’’ del 1793: l’eco della Rivo- nominato direttore dell’Archivio. Di-
luzione francese a Sinnai, due capitoli fese l’autenticità delle Carte d’Arbo-
in 1793: i Franco-corsi sbarcano in Sar- rea; fu autore di numerosi acuti studi
degna (a cura di Federico Francioni), di storia. Tra i suoi scritti: Memorie
1993; Alcuni aspetti di vita sociale e di tratte dall’Archivio di Stato di Cagliari
religiosità popolare della Sardegna sa- riguardanti i regi rappresentanti che
bauda, ‘‘Bollettino bibliografico della sotto diversi titoli governarono l’isola di
Sardegna’’, 17, 1993; Il tempo dei santi, Sardegna dal 1610 al 1720, 1874; Docu-
1994; Il 28 aprile 1794 a Quartu e nel menti per la storia sarda (con Ignazio
Campidano di Cagliari, in Francia e Ita- Pillito), 1875; Archivio di Stato di Ca-
lia negli anni della Rivoluzione (a cura gliari, ‘‘Rivista sarda’’ vol. II, 1875; Ri-
di Luciano Carta e Gianni Murgia), cordi storici, ‘‘La Stella di Sardegna’’,
1995; Schiavi africani a Cagliari nel VI, vol. X, 1885; Antichi giudicati di Sar-
Quattrocento, in Atti del XIV Congresso degna, ‘‘La Stella di Sardegna’’, VII,
di storia della Corona d’Aragona, II, vol. XI, 1886; Dizionario del linguaggio
1995; La festa di ‘‘sa zerachia’’ nella Sar- archivistico in Sardegna, 1886; L’Archi-
degna sabauda, ‘‘Quaderni bolota- vio patrimoniale e il feudalesimo in Sar-
nesi’’, XXIII, 1997; William Sanderson degna, ‘‘Vita sarda’’, I, 1891; Appunti
Craig, console inglese in Sardegna, sullo stato delle carceri in Sardegna.
‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXIV, 1997; Lo Note d’archivio, ‘‘Vita sarda’’, I, 1891; A
stabilimento agrario della Crucca dalle proposito dell’Asinara, ‘‘Stella di Sarde-
origini ai nostri giorni, ‘‘Quaderni bolo- gna’’, VI, vol. IX, 1895.
tanesi’’, XXVVI, 2000; Riti funebri e inu- Pillito, Ignazio Archivista (Oristano
mazione di cadaveri in Sardegna nei se- 1806-Cagliari 1895). Terminati gli studi,
coli XVIII e XIX, ‘‘Quaderni bolota- nel 1836 entrò come scrivano volonta-
nesi’’, XXVIII, 2002; Storia dei caffè a rio dell’Archivio patrimoniale, nel
Cagliari, 2002; Ripopolamento e pro- 1839 fu nominato scrivano fisso negli
248
Archivi regi. Nei decenni successivi paleografica di cinque codici dei secoli
percorse la carriera fino al grado di ar- XIV e XV appartenuti all’archivio di
chivista di quarta classe; dal 1861 di- Stato di Cagliari, 1879.
venne direttore dell’Archivio di Ca- Pillitu, Luigi Pittore e scultore (n. San-
gliari, ma nel 1862 Michele Amari lo tadi 1943). Autodidatta, è divenuto uno
accusò di essere il falsario delle Carte dei più apprezzati naı̈f italiani; la sua
d’Arborea. Egli in effetti le aveva deci- arte è documentata al Museo nazionale
frate e ne difendeva l’autenticità con di arti naı̈ves. Ha esposto in molte città
tanto vigore che negli anni successivi d’Italia e all’estero. Caratteristici della
passò momenti di comprensibili diffi- sua produzione sono i gruppi in legno
coltà. Superato il disagio conseguente dipinto e smaltato.
a queste accuse, nel 1864 si recò a Bar-
Pillolla, Tarcisio Religioso (n. Pimen-
cellona dove fece conoscere Alghero; tel 1930). Vescovo di Iglesias dal 1999.
in seguito avviò i corsi biennali di Pa- Laureato in Teologia è stato ordinato
leografia presso l’Archivio. Nel 1881 fu sacerdote nel 1954 e si è dedicato con
collocato in pensione. Tra i suoi scritti successo al giornalismo, occupandosi
molti sono dedicati alla ‘‘scoperta’’ in particolare dei problemi della
delle Carte: Illustrazione di un foglio Chiesa del mondo cattolico sardo: dal
cartaceo del sec. XV che fa parte delle 1961 è pubblicista e ha diretto per anni
pergamene e d’altre scritture d’Arborea ‘‘Orientamenti’’. Nel 1955 nominato
nel quale si ha la prova diretta della re- professore nel Seminario di Cagliari e
gia ed italiana discendenza di Umberto I nel 1976 vicario generale della diocesi
di Savoia, 1852; Monumento di patria di Cagliari. Nel 1986, creato vescovo ti-
antichità e d’italiana letteratura del sec. tolare di Carienna, è divenuto vescovo
XII, 1855; Storia patria, don Leonardo ausiliario di Cagliari e nel 1999 è stato
Cubello, ‘‘Bullettino Archeologico nominato vescovo di Iglesias. Nel 2006
sardo’’, II, 1856; Scoperta archeologica si è ritirato per raggiunti limiti di età.
nel secolo XIV, 1858; Poesie italiane del Pillonca, Paolo Insegnante, letterato e
sec. XII appartenenti a Lanfranco Di giornalista (n. Osilo 1942). Conseguita
Bolasco genovese contenute in un foglio la laurea in Lettere, dopo aver inse-
cartaceo del sec. XV, 1859; Memorie gnato dal 1965 al 1979 nelle scuole se-
tratte dal Regio Archivio di Cagliari ri- condarie, si è dedicato professional-
guardanti i governatori e i luogotenenti mente al giornalismo dal 1981. È stato
generali dell’isola di Sardegna, 1862; per lunghi anni corrispondente di
Istruzioni date dal re Pietro IV d’Ara- ‘‘L’Unione sarda’’ da Nuoro, dove ha
gona al riformatore dell’isola don Rai- approfondito i problemi delle zone in-
mondo Boyl, 1863; Pergamene d’Arbo- terne con penetranti reportage. Nello
rea, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1864; Rispo- stesso periodo ha fatto le sue prime
sta ad un articolo del prof. Angelo De Gu- esperienze letterarie scrivendo in
bernatis da Firenze, 1864; Lettera al cav. sardo eleganti raccolte di versi e ap-
Pietro Amat di San Filippo circa la dar- profondendo lo studio delle forme tra-
sena di Cagliari, 1865; Documenti per la dizionali della poesia popolare. As-
storia sarda (con Giovanni Pillito), sunto come capo dell’Ufficio Stampa
1875; Lettera a Salvatorangelo De Ca- della presidenza della Regione sarda,
stro sulle carte d’Arborea, ‘‘La Stella di ha diretto i periodici regionali ‘‘La pro-
Sardegna’’, IV, 12, 1878; Il prof. Momm- grammazione in Sardegna’’ e ‘‘Regione
sen e le carte d’Arborea, 1878; Analisi oggi’’. È autore di numerosi saggi, di
249
250
dopo alcuni anni divenne preside. Ri- tra i membri più autorevoli dell’oligar-
cercatore rigoroso, fu attento indaga- chia sassarese. Da Antonio, podestà di
tore dei problemi della storia della di- Sassari nel 1490, attraverso i suoi figli
fesa costiera della Sardegna negli ar- Nicola e Giovanni discendono tutti i
chivi di Cagliari, Torino e Parigi. Tra i Pilo attuali.
suoi scritti: Le torri litoranee della Sar- Ramo di Nicola. Nicola, mercante e
degna, 1957; Un inedito rapporto cin- consigliere di Sassari, fu il capostipite
quecentesco sulla difesa costiera della di una numerosissima discendenza
Sardegna, ‘‘Nuovo Bollettino biblio- che illustrò in ogni tempo la città di
grafico sardo’’, 21, 22, 23, 24, 1959; Di- Sassari con personaggi di rilievo in
fesa costiera, contrabbando. Austriaci, molti campi e che a sua volta si articolò
Piemontesi, in La Gallura (a cura di An- in diversi rami; da lui discese in linea
tonio Murineddu), 1962. retta il dottor Giovanni Elia giudice
Pillus Pasta tipica della gastronomia dell’Inquisizione e giurato capo della
sarda. Si prepara da un impasto di se- città nel 1598. Furono suoi figli: Gio-
molino fine opportunamente lavorato vanni, Stefano e Filippo, tutti con di-
con uova e ridotto in piccole sfoglie a scendenza. Giovanni, giudice come
forma di dischetti delle dimensioni di suo padre, ebbe discedenza estinta nel
un piattino da frutta (su pillu). Le sfo- 1681; Stefano fu capostipite dei Pilo
glie cosı̀ ottenute vengono disposte in Passamar, che si estinsero nel 1706; Fi-
una teglia su cui si versa un soffritto a lippo si stabilı̀ a Tempio Pausania nel
base di carne tritata, prosciutto, erbe e corso del secolo XVII. I suoi nipoti An-
burro, in modo da formare più strati. Il tonio e Proto formarono a loro volta al-
timballo cosı̀ ottenuto viene fatto poi tri due rami della famiglia: Antonio,
cuocere al forno sino alla doratura. sposata una Grixioni, si stabilı̀ a Ozieri,
dove la sua discendenza si estinse nel
Pilo1 Famiglia sassarese tra le più anti-
1843; Proto continuò la linea di Tempio
che e importanti (sec. XII-esistente).
Pausania; i suoi discendenti tornarono
Secondo una tradizione familiare
a stabilirsi a Sassari dove nel 1977 Giu-
avrebbe comune origine con i Pilo ge-
novesi e siciliani, e quindi discende- seppe (Peppino) uno di loro, ebbe la
rebbe dal grande Wilfredo el Pilos concessione del titolo di conte di San
conte di Barcellona. Di fatto, però, Pietro di Silki.
molti personaggi che portano il co- Ramo di Giovanni. Giovanni, eminente
gnome Pilo, Pili, Piliu, Pilu appaiono cittadino sassarese, impegnato nella
nella vita del giudicato di Torres a par- controversia per l’eredità di Sorso fu
tire sin dal secolo XII, in cui figurano l’antenato di Francesco, protomedico
proprietari di un grande patrimonio della Sardegna da cui nacquero Matteo
immobiliare posto nei terreni che si e Antonio che furono i capostipite ri-
stendevano tra la nascente Sassari e spettivamente del ramo dei marchesi
Osilo. Non è possibile conoscere con Pilo Boyl e dei cavalieri Pilo di Sassari.
sufficiente certezza i legami genealo- Matteo infatti ereditò il feudo di Putifi-
gici tra loro e soprattutto provare se gari da sua moglie; i suoi discendenti
avessero effettivamente origine co- ottennero il titolo marchionale e si le-
mune con i Pilo siciliani e genovesi. garono ai Savoia, andando a risiedere
Le notizie e la genealogia della fami- a Torino dove espressero alcune perso-
glia si fanno meno confuse soltanto a nalità di rilievo e dove tuttora risie-
partire dal secolo XV, quando figurano dono. Antonio invece continuò la linea
251
dei cavalieri Pilo di Sassari, che a loro della città. Nel 1490 fu nominato pode-
volta nel corso del secolo XVII si divi- stà di Sassari.
sero in numerose linee collaterali. In- Pilo, Antonio2 Gentiluomo sassarese,
fatti da lui discese un altro Antonio, giurisperito (Sassari, seconda metà
giurato capo di Sassari nel 1673, padre sec. XVII-ivi 1750). Si laureò in Legge
di Giuseppe, la cui discendenza si ed entrò nell’amministrazione pub-
estinse nel secolo XVIII, e di Andrea, blica. Appassionato di studi storici, la-
dal quale discese in linea diretta un sciò una vasta opera inedita (253 carte)
Luigi che può essere considerato lo sti- di storia della Sardegna che arriva fino
pite di tutti i Pilo di questo ramo. Visse agli Aragonesi, De rebus sardois com-
nella prima metà dell’Ottocento e fu mentarius, attualmente custodita nel
padre di Gavino e di Francesco, en- Fondo Baille dell’Università di Ca-
trambi con discendenza: da Gavino di- gliari. Tra i suoi scritti giuridici: Ale-
scendono i Pilo che attualmente vivono gata por los derechos del comun de Sacer
a Genova e quelli che vivono in Ecua- a las tierras y bosques todos de la Nurra y
dor; da Francesco, che fu intendente di la Fluminargia, manoscritto del secolo
Finanza, discende il ramo di Sassari. XVIII, Biblioteca Universitaria di Ca-
Pilo2 (Minutili) Famiglia di origine napo- gliari, Fondo Baille.
letana (secc. XVI-XIX). Discendente da Pilo, Caterina Gentildonna sassarese
Francesco Minutili, che nel 1520 ot- (Sassari, prima metà sec. XVI-ivi, se-
tenne da Carlo V il riconoscimento conda metà sec. XVI). Figlia di Gio-
della sua nobiltà e della comune ori- vanni, nel 1547 ereditò dal padre il cre-
gine con i Minutili napoletani: egli si dito nei confronti degli eredi della ba-
sposò a Sassari con una Pilo; i loro di- ronia di Sorso e nel 1548, in attesa del
scendenti, agli inizi del secolo XVII, si pagamento della somma dovutale, fu
stabilirono a Castellaragonese (l’at- immessa nel possesso del feudo. Esso,
tuale Castelsardo), dove presero a però, le fu revocato nel 1550; più tardi
chiamarsi Pilo e con questo cognome trovò un accordo con Elena De Sena e
furono ammessi allo Stamento militare Marchesia Marongio Gambella sulle
nel 1643 durante il parlamento Avel- modalità di pagamento della somma.
lano. La famiglia continuò a prendere
Pilo, Francesco Protomedico della
parte anche agli altri parlamenti, ma
Sardegna (Sassari, seconda metà sec.
col tempo le sue condizioni decaddero
XVI-ivi, prima metà sec. XVII). Fra-
a tal punto che nel 1833 un Giacomo,
tello di Quirico, dopo aver conseguito
ormai ridotto in miseria, fu chiamato
la laurea in Medicina si fece notare per
in giudizio per dimostrare la fonda-
la profondità della sua preparazione e
tezza dei privilegi di cui si diceva de-
per la sua abiltà, per cui fu nominato
positario.
protomedico della Sardegna. Fu au-
Pilo, Antonio1 Gentiluomo sassarese tore di importanti opere scientifiche.
(Sassari, prima metà sec. XV-ivi, prima
metà sec. XVI). Probabilmente figlio di
Pilo, Gantino Uomo d’armi (Sassari,
Gantino, condivise i programmi poli- prima metà sec. XV-?). Seguı̀ Alfonso V
nelle sue campagne nel Napoletano,
tici di Giovanni II e fu amico di Angelo
Marongio. Fu tra i protagonisti delle distinguendosi per il suo valore. Nel
lotte fra fazioni sassaresi negli anni in 1443 ottenne il riconoscimento della
cui il viceré Ximén Pérez Escrivá de generosità.
Romanı́ tentò di limitare l’autonomia Pilo, Gianni Statistico, deputato al Par-
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lamento (n. Macomer 1954). Ha iniziato straordinario della città. Morı̀ pochi
la sua attività come responsabile del anni dopo a Sassari.
palinsesto dell’emittente cagliaritana
Videolina nel 1985. Trasferitosi a
Roma, nel 1987 è diventato responsa-
bile del palinsesto di ‘‘Italia 7’’; nel
1989 è entrato nella Fininvest e per la
sua abilità nel campo statistico è di-
ventato il sondaggista del gruppo. In
questo modo, dopo la nascita del movi-
mento di Forza Italia, ha finito per es-
sere il sondaggista ufficiale del nuovo
soggetto politico ed è personalmente
entrato in politica. Nel 1994 è stato
eletto deputato per la XII legislatura
repubblicana e nel 1996 riconfermato
per la XIII. Non si è ricandidato per la
XIV.
Pilo, Giovanni Gentiluomo sassarese
(Sassari, seconda metà sec. XV-ivi
1547). Figlio di Antonio, uomo di note-
vole personalità, nel 1502 fu ricono-
Giuseppe Maria Pilo – Di nobile famiglia
sciuto nobile. Egli nel 1497 aveva avuto
sassarese, vescovo di Ales, promosse la
in eredità da Antonio Contena i diritti diffusione dei Monti frumentari nella sua
che questi vantava sulla somma pagata diocesi. (Collezione Pilo, Sassari)
da Ximén Pérez per l’acquisto del
feudo di Sorso da parte di Rosa Gam-
Pilo, Giuseppe Maria Religioso (Sas-
bella. Fu cosı̀ che si trovò coinvolto
sari 1717-Villacidro 1786). Vescovo di
nella lite per il possesso di Sorso; per
Ales dal 1761 al 1786. Carmelitano, fu
ottenere il pagamento del suo credito
uomo di grande cultura, sensibile ai
nel 1521 fece causa a Giovanni Antonio
problemi del suo tempo. Pasquale
Milia e successivamente, dopo la
Tola lo dice: «Dottissimo e zelantis-
morte di questo, dal 1529 a Francesco
simo vescovo, ed uno degli scrittori
De Sena e ai Marongio Gambella. Nel
più insigni che la Sardegna abbia avuto
1534 ebbe finalmente il riconosci-
nello scorso secolo [il XVIII]». Nel 1730
mento del suo credito e ottenne, in at-
fuggı̀ dalla casa paterna per seguire la
tesa del relativo pagamento, il seque-
sua vocazione cambiando in Giuseppe
stro del feudo. La lite però continuò, e
Maria il nome di battesimo Quirico.
quando nel 1547 egli morı̀ non era an-
Studiò Teologia e Filosofia nel con-
cora conclusa.
vento di Sassari e per alcuni anni fu
Pilo, Giovanni Elia Giurista (Sassari, padre provinciale del suo ordine. Nel
seconda metà sec. XVI-ivi, dopo 1601). 1761 fu nominato vescovo di Ales: nella
Dopo la laurea fu nominato giudice sua diocesi si adoperò per migliorare
dell’Inquisizione e si fece apprezzare l’agricoltura e le condizioni di vita dei
per la profonda cultura. Nel 1598 fu suoi fedeli favorendo in tutta la diocesi
eletto giurato capo di Sassari e nel l’istituzione dei Monti frumentari, ai
1601 fu inviato a corte come sindaco quali diede un impulso decisivo negli
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azioni di repressione del banditismo. chino, prese parte alle guerre di indi-
Scoppiata la guerra di successione pendenza, segnalandosi in diversi epi-
spagnola, si schierò nel partito asbur- sodi per il suo valore e raggiungendo il
gico. Passata la Sardegna sotto l’Au- grado di generale. Nel 1849 fu eletto
stria, nel 1714 gli fu conferito il titolo deputato per la IV legislatura del Par-
di marchese; con l’avvento dei Savoia, lamento subalpino e in seguito ricon-
però, la concessione non fu confer- fermato per la V fino al 1857.
mata. Pilo Boyl, Vittorio I Marchese di Putifi-
Pilo Boyl, Francesco II Marchese di gari, matematico (Sassari 1778-ivi
Putifigari (Sassari 1749-Torino 1823). 1834). Ufficiale di carriera, si distinse
Uomo di notevoli capacità politiche, nelle guerre contro i francesi e nel 1799
percorse una luminosa carriera nel- seguı̀ la corte quando questa si rifugiò
l’amministrazione reale. Fu nominato in Sardegna. Durante la Restaurazione
reggente del Supremo Consiglio di Sar- fu nominato direttore delle scuole di
degna e dovette traferirsi a Torino; in artiglieria e nel 1830 gli fu conferito il
seguito divenne ministro di Stato. Collare dell’Annunziata. Illustre mate-
Pilo Boyl, Gioacchino Ufficiale di car- matico, fu autore di un trattatello sui
riera, uomo politico (Sassari 1815-ivi?, numeri scritto nel 1811 e di alcune al-
1892). Ministro, deputato al Parla- tre opere manoscritte. Di ingegno ver-
mento, senatore del Regno. Percorse satile, progettò anche il Teatro civico
una brillante carriera e prese parte di Sassari, inaugurato nel 1830, e si oc-
alle guerre dell’indipendenza italiana. cupò della conduzione dell’azienda
Dopo la costituzione della Luogote- agricola che la famiglia possedeva a
nenza di Napoli, nel 1860 fu per breve Milis.
tempo ministro della Marina e quando, Pilo Boyl, Vittorio II Ufficiale di car-
nel 1861, fu proclamato il Regno d’Ita- riera (Cagliari 1860-Milis 1921). Si di-
lia fu eletto deputato per l’VIII legisla- stinse durante la guerra italo-turca,
tura. In Parlamento si schierò con la 1911-1912, meritando alcune decora-
Destra; nel 1878 fu nominato senatore zioni; combattente della prima guerra
del Regno. mondiale, nel 1916 fu promosso gene-
Pilo Boyl, Matteo Barone di Putifigari rale. Tornato in Sardegna, si stabilı̀ a
(Sassari 1627-?, dopo 1668). Uomo Milis nella bella villa che la famiglia
d’armi, convinto sostenitore delle idee possedeva nel paese.
dell’Olivares, si segnalò nella lotta con- Pilo Flores, Gavino (detto Peppino) Av-
tro il banditismo, combattendo in Lo- vocato, consigliere regionale (Sassari
gudoro e in Gallura le bande più peri- 1909-ivi 1991). Conseguita la laurea in
colose. Si guadagnò reputazione e fu Giurisprudenza si dedicò all’ammini-
nominato commissario generale della strazione delle sue proprietà. Nel se-
cavalleria del Logudoro. Durante i par- condo dopoguerra, alla ripresa del di-
lamenti Lemos e Camarassa fu tra i più battito democratico, si avvicinò al Par-
autorevoli rappresentanti del partito tito Nazionale Monarchico e nel 1949
Alagon e, dopo l’uccisione del Cama- fu eletto consigliere regionale del suo
rassa, fu mandato a presidiare Al- partito nel collegio di Sassari per la I
ghero. legislatura, al termine della quale non
Pilo Boyl, Pietro Ufficiale di carriera, fu più riconfermato.
deputato al Parlamento subalpino (Ca- Pilo Frasso, Giovanni Sacerdote, ora-
gliari 1804-ivi 1864). Fratello di Gioac- tore (Sassari 1686-Vienna 1740). Du-
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rante la guerra di successione spa- carica di preside. Nel 1921 aderı̀ al fa-
gnola si schierò nel partito filoasbur- scismo; combattente nella seconda
gico e si trasferı̀ a Barcellona; succes- guerra mondiale, ottenne alcune deco-
sivamente, al termine della guerra, si razioni al V.M. Tra i suoi scritti: Il di-
trasferı̀ a Vienna dove scrisse nume- ritto agrario nello statuto di Castelsardo,
rose opere tra cui Oraciones panegiri- in ‘‘Testi e documenti per la storia del
cas, 1716 e Verbum caro factum, 1724. Diritto agrario in Sardegna’’, 1938; Sar-
degna e Corsica, ‘‘L’Isola’’, 1939; La Sar-
Piloni, Luigi Funzionario, collezionista
degna bizantina, ‘‘Ichnusa’’, I, 1, 1950.
(Cagliari 1907-ivi 1986). Intellettuale di
vasta e raffinata cultura, laureatosi in Piludu, Massimo Pittore (n. Monser-
Giurisprudenza e in Filosofia, divenne rato 1944). Dopo la maturità presso il
funzionario della presidenza del Con- Liceo artistico di Cagliari, ha iniziato
siglio dei ministri. In seguito fu nomi- la carriera di pittore, partecipando a
nato direttore generale dell’ANAS. Du- numerose collettive. «Il colore genera
rante la sua vita raccolse una gran nelle sue opere un’ammirevole felicità
quantità di stampe, gioielli, libri e di- figurale», ha scritto Nicola Valle.
pinti riguardanti la Sardegna. Prima di Pimentel1 Comune della provincia di
morire donò la sua splendida colle- Cagliari, compreso nella XX Comunità
zione all’Università di Cagliari che nel montana, con 1238 abitanti (al 2004),
1984 ne fece un museo. Pubblicò opere- posto a 154 m sul livello del mare una
catalogo dedicate agli oggetti della una trentina di chilometri a nord di Ca-
sua vocazione collezionistica, che si gliari. Regione storica: Trexenta. Ar-
fondava però su solide basi scientifi- chidiocesi di Cagliari.
che, tra cui: Cagliari nelle sue stampe, & TERRITORIO Il territorio comunale,
1959; La Sardegna nelle incisioni del di forma grosso modo trapezoidale, si
XIX secolo, 1961 (nel 1981 reprint dalla estende per 14,98 km2 e confina a nord
sassarese Asfodelo, in una edizione ar- con Guasila, a est con Ortacesus, a sud
ricchita di nuove carte); La Sardegna con Barrali e a ovest con Samatzai. Si
in una serie inedita di fotografie, 1963 tratta di una regione ai confini tra la
(sono le immagini scattate a fine Otto- Trexenta meridionale, collinare e tra-
cento dal francese Delessert); Memorie dizionalmente vocata alla cerealicol-
di terra sarda. Tempere inedite di Philip- tura, e la pianura campidanese. A
pine de la Marmora, 1964; Le carte geo- oriente del paese scorre il rio Mannu,
grafiche della Sardegna, 1974 (è la sua che va a gettarsi nello stagno di Ca-
opera più importante, per l’accura- gliari. Le comunicazioni sono assicu-
tezza della raccolta e l’abbondanza rate da una bretella stradale che, sepa-
delle notizie da cui è accompagnata. randosi dalla ‘‘Carlo Felice’’ nei pressi
Negli anni Novanta è stata ristampata di Nuraminis, si dirige, passando an-
in elegante edizione dalla cagliaritana che per Samatzai, verso la statale 128
Della Torre); L’assalto francese alla Sar- Centrale sarda; da P. se ne distacca una
degna del 1793 nell’iconografia dell’e- deviazione che si dirige a nord, per rag-
poca, 1992. giungere Guasila. La più vicina sta-
Pilo Spada, Francesco Insegnante, zione ferroviaria è a Barrali, lungo la
studioso di diritto (Sassari 1904-ivi linea a scartamento ridotto Cagliari-
1990). Dopo aver conseguito la laurea Mandas.
si dedicò all’insegnamento della Filo- & STORIA Il suo territorio è ricco di
sofia, impegnato nella scuola fino alla testimonianze archeologiche ma il vil-
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in poche ore dimminuisce a metà, e polazione, con morti per anno 12 e nati
pure a un decimo e a un ventesimo, la 13; cancellati dall’anagrafe 15 e nuovi
raccolta. Le vigne danno buoni vini se iscritti 27. Tra i principali indicatori
le uve sono manipolate con qualche in- economici: imponibile medio IRPEF
telligenza. Tra le viti sono alberi frutti- 13 909 in migliaia di lire; versamenti
feri di molte specie, ma non in gran nu- ICI 338; aziende agricole 214; imprese
mero. Vi sono prosperi e danno ottimi commerciali 51; esercizi pubblici 5;
frutti. L’orticoltura è ristrettissima, esercizi al dettaglio 10; ambulanti 9.
perché non si produce più del bisogno Tra gli indicatori sociali: occupati 277;
di alcune famiglie. La pastorizia non disoccupati 44; inoccupati 104; lau-
cura che pecore, vacche e porci. Il be- reati 9; diplomati 63; con licenza media
stiame domito consiste in buoi di lavoro 398; con licenza elementare 389; anal-
270, cavalli 60, giumenti 200. Il bestiame fabeti 79; automezzi circolanti 395; ab-
rude in vacche 220, pecore 3000, porci bonamenti TV 321.
350. Si fa formaggio del latte pecorino, & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Sul
ma molto meno che voglia la consuma- suo territorio sono individuabili alcuni
zione, e di poco pregio, perché non si sa interessanti siti archeologici, tra i
fare. Commercio. Gli articoli che i pim- quali i nuraghi Nuraxi e Sioco, e le do-
mentellesi danno sono i soli cereali; mus de janas di S’Aqua Salida. Indub-
però quando per la irregolarità delle biamente la più rimarchevole è la ne-
stagioni mancano questi prodotti, essi cropoli di S’Aqua Salida. Situata lungo
non san che fare, e non hanno altro la strada per Guasila, risale al Neoli-
ramo da cui proccurarsi le cose di cui tico tardo ed è costituita da un gruppo
abbisognano. In anno di fecondità pos- di otto tombe con diversi impianti pla-
son lucrare circa 35 mila lire». nimetrici, ricche di elementi architet-
& ECONOMIA Le attività di base dell’e- tonici e di decorazioni con protomi tau-
conomia di P. sono l’agricoltura, in par- rine e altri motivi e, in qualche caso,
ticolare la cerealicoltura, la frutticol- anche di tracce di pitture. Altro sito im-
tura e l’orticoltura, e l’allevamento del portante è la tomba di Corongiu, una
bestiame, soprattutto bovini e suini, in interessantissima sepoltura con poz-
misura minore ovini ed equini. Negli zetto verticale di accesso. È ricca-
ultimi decenni si sta sviluppando an- mente decorata con motivi a spirali di-
che una modesta attività industriale sposti ai lati di un elemento verticale
che, basandosi sui settori alimentare e che complessivamente richiama la sti-
edile, ha dato vita ad alcune piccole lizzazione di un volto umano.
imprese. È poco organizzata la rete di & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
distribuzione commerciale. Servizi. P. RALE L’assetto urbanistico ha conser-
è collegato da autolinee e dalla ferro- vato la sua struttura tradizionale, ti-
via agli altri centri della provincia. Di- pica del villaggio della Trexenta.
spone di medico, farmacia, scuola del- Lungo le sue strade si aprono grandi
l’obbligo, sportello bancario. Possiede portali in pietra che introducono alle
una Biblioteca comunale. tipiche case, anch’esse in pietra, tal-
& DATI STATISTICI Al censimento del volta ingentilite da un porticato in-
2001 la popolazione contava 1237 unità, torno al cortile antistante (lolla). L’edi-
di cui stranieri 3; maschi 632; femmine ficio più importante è la chiesa di No-
605; famiglie 398. La tendenza com- stra Signora del Carmine, edificio che
plessiva rivelava un aumento della po- risale probabilmente al periodo della
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rata, pantaloni sui quali va il gonnel- sola e visitò alcune fortificazioni, con-
lino (sa roda), quindi le ghette (is ghet- statando le manchevolezze del loro ar-
tas) di panno nero come il gonnellino e mamento. Fu cosı̀ che nel 1631, per tro-
la berritta che completa l’abbiglia- vare le risorse necessarie al loro poten-
mento. Il costume maschile popolare è ziamento, convocò un altro Parla-
costituito da una camicia di tela di co- mento, riuscendo anche questa volta a
tone semplice e dai calzoni (crazzonis a chiuderlo in pochi mesi. Poco dopo
rodas) di tela bianca. Sopra la camicia morı̀, nel 1632.
si indossa il gilet di panno nero bordato
Pimentel, Maria Giuseppa Gentil-
di nastro rosso a doppio petto con due
donna (Sardegna, prima metà sec.
file di bottoni. Sui pantaloni va il gon-
XVIII-?). Figlia di Francesco, nel 1758,
nellino di panno nero con bordo rosso e
conclusa la lunga vertenza iniziata dal
le ghette ugualmente di panno nero
padre con gli Zuñiga, ottenne la contea
con bordo rosso. Anche in questo caso
d’Oliva. Quando il fisco pretese il paga-
l’abbigliamento è completato dalla ber-
mento dell’investitura, la neo-contessa
ritta di panno nero.
vi si oppose, ritenendo di non dover pa-
Pimentel2 Famiglia feudale del León gare perché la contea era di sua pro-
(secc. XVI-XVIII). Di origine porto- prietà allodiale. Ne nacque una causa
ghese, discendeva da un Giovanni Al- che si concluse nel 1767 con un com-
fonso vissuto ai tempi del re Giovanni I promesso: la Pimentel acconsentı̀ a ri-
di Castiglia. Un suo discendente, il conoscere l’investitura e a pagare una
marchese Girolamo, fu viceré di Sarde- forte somma. In cambio, dalla divi-
gna; da un suo fratello derivano i conti sione del grande feudo ottene i titoli di
di Benavente, uno dei quali, Antonio principessa d’Anglona, duchessa di
Francesco, sposò Maria Ignazia Bor- Montacuto, marchesa del Marghine e
gia, erede di numerosi feudi in Sarde- contessa di Osilo. Quando poi nel 1777
gna. Dal loro matrimonio nacque Fran- morı̀ Gioacchino Zuñiga, ereditò an-
cesco, che si oppose alla successione di che il ducato di Mandas, il marchesato
Gioacchino Zuñiga nei feudi già appar- di Terranova e gli altri feudi sardi, di-
tenuti ai Borgia in Sardegna. La con- venendo cosı̀ la più ricca feudataria
tesa giudiziaria si protrasse fino al della Sardegna.
1758, quando Francesco era ormai
Pinacoteca Nazionale di Cagliari Isti-
morto. La lite si concluse con un com-
tuzione museale. Le sue collezioni, che
promesso tra sua figlia Maria Giuseppa
sono le più importanti della Sardegna,
e Gioacchino Zuñiga, in base al quale
si andarono formando a partire dalla
la contea d’Oliva fu assegnata a Maria
seconda metà dell’Ottocento, quando
Giuseppa, il resto allo Zuñiga.
cominciarono a esservi depositati e
Pimentel, Girolamo Viceré di Sarde- conservati i quadri provenienti dai di-
gna (Spagna, fine sec. XVI-Cagliari sciolti enti ecclesiastici. In particolare
1632). In carica dal 1625 al 1632. Mar- si arricchı̀ dei preziosi retabli della
chese di Bayona, era generale della ca- chiesa di San Francesco di Stampace
valleria spagnola a Milano quando nel a Cagliari, distrutta nel 1875, e di nu-
1625 fu nominato viceré di Sardegna. merosi altri pezzi di diversa prove-
Nel 1626 convocò il Parlamento e riuscı̀ nienza. Nel 1889 il conservatore del
a chiuderlo rapidamente e con suc- Museo, Vincenzo Crespi, procedette a
cesso. Nel 1627, temendo un’invasione fare redigere un primo inventario dei
francese, allertò la popolazione dell’i- quadri, che dopo il 1890 furono trasfe-
260
riti nel Palazzo Vivanet in via Roma politico (Piemonte 1849-?). Apparte-
unitamente al Museo archeologico na- nente a una nobile famiglia, ebbe il ti-
zionale. Quando nel 1905 fu inaugurata tolo di conte di Banchette. Eletto più
la sede del Museo archeologico apposi- volte deputato, si interessò dei pro-
tamente costruita in piazza Indipen- blemi della Sardegna attraverso i risul-
denza, l’esposizione fu estesa al conti- tati dell’inchiesta del Pais Serra e
guo palazzo detto delle Seziate, che per scrisse sulla ‘‘Nuova Sardegna’’ un ar-
circa ottant’anni divenne la sede della ticolo sulla storia dei Duchi di Savoia e
Pinacoteca e delle collezioni che via re di Sardegna, vol. CXLIII, 1895.
via le si aggiunsero. Quando, a partire Pinelli, Luigi Medico, studioso di storia
dal 1955, iniziarono i lavori di ristruttu- (Sassari, seconda metà sec. XIX-?).
razione del complesso del vecchio ar- Laureato in Medicina, combattente
senale tendenti alla sua trasforma- della prima guerra mondiale, nel do-
zione in Cittadella dei Musei, si pensò poguerra seguı̀ Camillo Bellieni nell’i-
di trasferirvi anche la Pinacoteca. I lo- dea di trasformare il movimento degli
cali appositamente progettati furono ex combattenti nel Partito Sardo d’A-
terminati negli anni Settanta, ma solo zione. Di formazione anarchica, in se-
nel 1985 fu possibile iniziare il trasferi- guito ipotizzò l’esistenza di un’associa-
mento della Pinacoteca nella nuova zione segreta (il Nuraghe Rosso) all’in-
sede. La sistemazione dell’esposizione terno del Partito Sardo d’Azione. Du-
si è conclusa nel 1992. Le collezioni si rante il fascismo fu sorvegliato per le
snodano su tre livelli in un percorso sue idee sovversive e perseguitato, per
che segue il perimetro delle antiche un errore burocratico che lo faceva
mura spagnole, inglobate nella citta- ebreo, durante la politica razzista.
della, ed è di grande effetto scenogra- Uomo dai vasti interessi culturali, tra
fico. Al piano superiore sono esposti i l’altro fu autore di alcuni interessanti
retabli che documentano la pittura saggi sul Medioevo sardo, tra cui: Breve
sardo-catalana del Quattrocento e del storia delle invasioni degli Arabi in Sar-
Cinquecento; al piano intermedio sono degna (dal VIII al XIX secolo), 1972; Gli
esposte le tele del XVII e del secolo Arabi e la Sardegna, 1972; Un corsaro
XVIII che provengono da collezioni ec- sardo re di Algeri, 1972 (è la storia di
clesiastiche o da donazioni private; al Hassan Aga Pascià, scelto come succes-
piano inferiore sono esposte opere di sore da Khair-ed-Din detto Barba-
provenienza eterogenea riferentisi a rossa); Emblema della Sardegna. Ori-
tempi diversi. La Pinacoteca possiede gine e trasformazioni, 1979.
inoltre una raccolta di materiale etno-
grafico sardo di uso quotidiano pro-
Pinna 1 Famiglia di Macomer (sec.
XVIII-esistente). Famiglia di grandi
dotto tra l’Ottocento e il Novecento co-
proprietari e allevatori, le cui notizie
stituito da manufatti tessili, pezzi di ar-
risalgono al secolo XVIII con un Gio-
redamento domestico, gioielli, armi
vanni Battista. Furono suoi figli Dome-
sarde, vasi e ceramiche di produzione
nico magistrato, Pietro Francesco sa-
ispano-araba del secolo XIV, materiale
cerdote e Salvatore avvocato; pur da
lapideo, stemmi. Queste preziose col-
posizioni diverse, furono tutti coinvolti
lezioni vengono purtroppo esposte a
nei moti angioyani: Domenico e Pietro
rotazione per mancanza di spazi ade-
Francesco erano legati all’Angioy, del
guati.
quale favorirono l’ingresso a Macomer,
Pinchia di Banchette, Emilio Uomo mentre Salvatore, fieramente contra-
261
rio all’Alternos e alla sua linea politica, valls de Sayo. Quando però Branca-
cercò di opporsi con tutte le sue forze. leone Doria, dopo il suo matrimonio
Per questo motivo nel 1829 ottenne il con Eleonora d’Arborea, si schierò a
riconoscimento del cavalierato eredi- fianco del giudice d’Arborea, i Pinna
tario e della nobiltà. Suo figlio Salva- rimasero fedeli al re, per cui tra le due
tore Antonio nel 1845 ottenne il titolo famiglie riemersero le vecchie rivalità.
comitale. I suoi discendenti attual- I tre fratelli persero allora la disponi-
mente risiedono a Bosa. bilità dei loro feudi, che furono occu-
Pinna2 Famiglia di Sindia (secc. XVIII- pati dalle truppe giudicali. La discen-
XIX). Le sue notizie risalgono al secolo denza di Saturnino si estinse nel corso
XVIII; i suoi membri erano in possesso del secolo XVI mentre da Nicola e Pie-
di un notevole patrimonio e ottennero tro discesero i Pinna di Sassari, che nel
il cavalierato ereditario e la nobiltà nel 1558 furono ammessi allo Stamento mi-
1735 con un Salvatore. La sua discen- litare e tra il 1570 e il 1571 ebbero il
denza si estinse nel corso del secolo riconoscimento della generosità.
XIX. Pinna, Alberto Giornalista, editore (n.
Pinna3 Famiglia di Nulvi (secc. XVII- Sassari 1944). Professionista dal 1966,
XX). Le sue notizie risalgono al secolo dopo aver lavorato per anni nella reda-
XVII; ottenne il cavalierato ereditario zione de ‘‘La Nuova Sardegna’’, nel
nel 1694 con un Sebastiano, che nel 1974 uscı̀ dal giornale in polemica con
1698 fu ammesso allo Stamento mili- la proprietà (Rovelli) e passò con un
tare durante il parlamento Montel- nutrito gruppo di colleghi a ‘‘Tuttoquo-
lano. I suoi discendenti continuarono tidiano’’ dove lavorò fino al 1978, anno
a vivere a Nulvi, dove possedevano un in cui il quotidiano cessò le pubblica-
notevole patrimonio fondiario, e a Sas- zioni, dopo un periodo travagliato. In-
sari. Si estinsero nel corso del secolo tanto P. era entrato, con alcuni colleghi,
XX. nella proprietà della casa editrice
EDES, fondata in origine da Virgilio
Pinna4 Famiglia del Logudoro (secc. Lai e alcuni altri intellettuali di sini-
XII-XVI). Di antica nobiltà giudicale, stra. È stato inviato speciale del ‘‘Cor-
le sue notizie risalgono al secolo XII. riere della Sera’’; andato in pensione,
Tradizionalmente avversari dei Doria, ha intensificato il coinvolgimento
che avevano usurpato loro buona parte nella casa editrice, la cui sede è stata
del patrimonio, con l’arrivo degli Ara- spostata a Sassari, dove si è dotata an-
gonesi, dopo la ribellione dei Doria, si che di moderni apparati di stampa.
avvicinarono alla nuova dinastia e i
fratelli Nicolò, Pietro e Saturnino ac- Pinna, Antonio1 Religioso (Sassari, se-
cettarono di combattere a sostegno del- conda metà sec. XIV-Ozieri 1436). Ve-
l’esercito reale durante la seconda scovo di Bisarcio dal 1421 a prima del
guerra tra Mariano IV e Pietro IV. 1436. Sassarese, si chiamava forse An-
Quando Brancaleone Doria fu attac- tonio de Penna. Canonico della catte-
cato dalle truppe del giudice d’Arbo- drale turritana fu nominato vescovo
rea, essi finirono paradossalmente per nel 1421 da Martino V. Governò la dio-
schierarsi a suo fianco ponendo fine cesi nel primo periodo di formazione
all’antica inimicizia. Per ricompen- del grande feudo di Oliva quando an-
sarli Pietro IV concesse a Nicolò e Pie- cora gli abitanti del Montacuto si mo-
tro i salti di Turriela e di Manfriana e a stravano insofferenti al nuovo vincolo.
Saturnino quelli di Valle Alinos e di Ca- Pinna, Antonio2 Studioso di storia mi-
262
litare (n. Pozzomaggiore 1959). Mare- l’avvocato Andrea Sasso, vissuto nel se-
sciallo aiutante, fin dalla costituzione, colo XV, difensore del viceré Ximén
nei locali della Caserma ‘‘A. Lamar- Pérez, accusato dell’assassinio di
mora’’ di Sassari, del Museo storico Rosa Gambella, sua moglie dopo la
della Brigata ‘‘Sassari’’, si è dedicato morte di Angelo Marongio. Lo indiche-
alla sua conservazione, al suo riordina- rebbe lo stemma posto al centro della
mento, all’arricchimento dell’archivio fronte dell’altare. Al pittore è attri-
annesso e soprattutto al reperimento buito anche il quadro con la Trasla-
di documenti iconografici (in specie zione dei martiri turritani, fatto dipin-
stranieri) sulla Brigata ‘‘dei sardi’’. Le gere dall’arcivescovo Manca Cedrelles
sue ricerche lo hanno portato a ritro- (=), ma Maria Grazia Scano vi indivi-
vare alcuni scomparsi cimiteri di dua «aspetti, anche iconografici» che
guerra dei ‘‘sassarini’’ sull’altipiano di rimanderebbero piuttosto a Baccio Go-
Asiago. Ha scritto anche alcuni libri rini e, nonostante l’attribuzione dello
sulla Brigata insieme con Gianfranco Spano, «indurrebbero a proporre la
Ghirra: Trattare ke frates, kertare ke ini- paternità» di Gorini.
micos. Il cammino dei sardi nella grande
Pinna, Francesco Pittore (Alghero, se-
guerra, 1997; La brigata Sassari nella
conda metà sec. XVI-?, 1616). Secondo
battaglia dei Tre Monti, 1998.
Maria Grazia Scano, «l’artista di gran
Pinna, Carlo Dirigente socialista (Ca- lunga più interessante e avventuroso
gliari, sec. XX-?). Alla caduta del re- del nostro panorama pittorico fra Cin-
gime riprese l’attività politica e nel que e Seicento, le cui aperture al vasto
1945 fu proposto come consultore re- mondo son dimostrate dall’internazio-
gionale. Tra i suoi articoli: Nel campo nalità dei suoi rapporti commerciali e
sardista crisi da risolvere, ‘‘Sardegna so- artistici». Nel foglio della Madonna col
cialista’’, 1945; Il problema agricolo Bambino, San Giovannino, Angeli e
sardo, ‘‘Sardegna socialista’’, 1945; So- Santi la firma «sardus inventor» indi-
cialismo e autonomia, ‘‘Sardegna cherebbe la sua consuetudine col
Avanti’’, 1946. mondo dell’incisione. Documenti d’ar-
chivio – afferma ancora la Scano –
Pinna, Diego Pittore (Sassari, seconda
«hanno messo in luce l’esistenza di
metà sec. XVI-ivi?, prima metà sec.
una collaborazione artistica societaria
XVII). Sacerdote, fu considerato da Pa-
tra P. e il pittore francese Marçe Ber-
squale Tola come un prete ‘‘spretato’’.
nier», che sosterrebbe anche l’attribu-
Ma nel suo quadro più famoso, che è La
zione a lui della tavola con l’Adorazione
Madonna del Tempietto del Duomo di
dei Magi (Pinacoteca Nazionale di Ca-
Sassari, la firma dice «Didacus Pinna
gliari), attribuita in genere al cosid-
subdiacon sassarensis pinsit, anno
detto Maestro della Sant’Orsola.
1626». Nel quadro (che si trova nella
cappella di Sant’Andrea) la Madonna Pinna, Franco Fotogiornalista (La
è rappresentata assisa in trono fra i Maddalena 1925-Roma 1978). I geni-
Santi Giuseppe e Andrea; secondo il tori, tutti e due sardi, si trasferirono
Tola P. è il personaggio ritratto in basso presto a Roma. Lasciata ancora gio-
e vestito alla spagnola; lo Spano conget- vane la casa del padre, fece diversi me-
turò che fosse il famoso cittadino sas- stieri. La svolta è nel 1952, quando –
sarese Andrea Vico Guidone; secondo entrato nel PCI – conosce alcuni artisti
il Costa sarebbe invece un membro e intellettuali che lo accompagne-
della famiglia Sassu, discendente dal- ranno nella sua ulteriore formazione
263
culturale (il fotografo Pablo Volta, il la- tato nelle file del Gruppo universitario
tinista Luca Canali, soprattutto l’antro- sassarese, partecipò da volontario alla
pologo Franco Cagnetta). Dedicatosi al seconda guerra mondiale, nel corso
fotogiornalismo, presto collaboratore della quale combatté in Africa setten-
delle più importanti testate di sinistra trionale, fu ferito e mutilato ed ebbe
e in seguito dei magazine ‘‘L’Espresso’’ numerose decorazioni. Nel dopo-
e ‘‘Panorama’’, farà parte, dall’ottobre guerra si dedicò alla professione di av-
dello stesso 1952, dell’équipe di Erne- vocato e si accostò alla politica mili-
sto De Martino nel primo dei suoi tando nel Movimento Sociale Italiano.
viaggi in Lucania, che daranno vita a Nel 1949 fu eletto consigliere regionale
una delle più suggestive esperienze per la I legislatura nel collegio di Sas-
della ricerca antropologica in Italia. sari; fu riconfermato per le successive
Ormai noto per i suoi reportage (fa- tre legislature, ma nel 1963 si dimise
moso quello nelle borgate romane, in- per candidarsi al Parlamento. Fu
terrotto nel 1956 dopo l’invasione del- eletto senatore per la IV legislatura re-
l’Ungheria, realizzato nel quadro di pubblicana, al termine della quale non
una ricerca poi continuata da Giovanni fu riconfermato. Nel 1969 fu nuova-
Berlinguer), si lega stabilmente a Fe- mente eletto consigliere regionale per
derico Fellini, diventandone il foto- la VI legislatura, ma si dimise nel 1972
grafo di scena, da Toby Dammit, 1967, a per ricandidarsi al Senato. Non fu rie-
Casanova, 1976. Già autore di un libro letto.
sulla Sila, 1959, per la LEA (L’Editrice
dell’Automobile), nel 1961 viene in Sar- Pinna, Giuseppe1 Medico, giornalista,
degna per un altro libro fotografico: saggista (Cagliari 1863-ivi 1935). Dopo
sarà Sardegna. Una civiltà di pietra, essersi laureato in Medicina si dedicò
con prefazione di Giuseppe Dessı̀ e di- all’esercizio della libera professione.
dascalie di Antonio Pigliaru (che pe- Tra i suoi scritti, due monografie di sto-
raltro chiamò a collaborarvi una nu- ria sanitaria, Ospedali civili in Sarde-
trita schiera di redattori di ‘‘Ichnusa’’). gna. Appunti d’archivio, 1890, e Sulla
In quelle foto – ha scritto Giuseppe pubblica sanità in Sardegna dalle sue
Pinna – «le motivazioni personali, mal- origini sino al 1850, 1898.
grado l’apparente taglio antropologico Pinna, Giuseppe2 Avvocato, uomo po-
della massiccia opera di rilevamento litico (Sarule 1854-Nuoro 1908). Sin-
(il costume sociale, le usanze, il lavoro, daco di Nuoro, deputato al Parla-
i riti religiosi), esercitano un peso pre- mento. Dopo essersi laureato in Giuri-
ponderante nel reportage. L’intima co- sprudenza si dedicò alla professione di
struzione del mito di una ‘‘sardità’’ ar- avvocato e fu uno dei più apprezzati
caica e fiera, la più rispondente al ca- penalisti del foro nuorese. Di idee ra-
rattere e alle aspirazioni di P., si era dicali, si impegnò in politica vicino al
abbondantemente alimentata degli sti- gruppo de ‘‘La Nuova Sardegna’’, e fu
moli provenienti dall’inchiesta in Bar-
eletto consigliere provinciale e sin-
bagia di Franco Cagnetta».
daco di Nuoro. Nel 1895 fu eletto depu-
Pinna, Gavino Uomo politico (Alghero tato al Parlamento per la XIX legisla-
1917-Sassari 1994). Consigliere regio- tura e successivamente riconfermato
nale, deputato al Parlamento, senatore fino alla XXII; era deputato quando
della Repubblica. Dopo essersi lau- nel 1908 un suo cliente lo uccise nel
reato in Giurisprudenza e avere mili- suo studio di Nuoro in un impeto di fol-
264
265
sul problema della cultura in Sardegna, sie, 1985; Il tempo umano. Poesie o
‘‘Ichnusa’’, 22, 1958; Il pastore sardo e la quasi, 1987.
giustizia, 1967; Pastori e cultura, Pinna, Margherita Insegnante, stu-
‘‘Mondo nuovo’’, 1967; Banditismo di diosa di geografia (n. Nuoro 1925). Fi-
ieri e di oggi, ‘‘Il Convegno’’, I, 1967; La glia di Gonario, laureata in Lettere, al-
criminalità in Sardegna, 1970. lieva di Angela Terrosu Asole, si è de-
Pinna, Luca Sociologo, scrittore dicata all’insegnamento delle lingue,
(Thiesi 1919-Roma 1982). Giornalista e ma in seguito ha ripreso lo studio della
sociologo, lavorò a lungo nel Servizio storia della cartografia, pubblicando i
Opinioni della RAI vicino ad Angelo due volumi, frutto di una conoscenza
Guglielmi, dopo un breve periodo di diretta del mondo arabo, di Il Mediter-
raneo e la Sardegna nella cartografia
collaborazione nella segreteria parti-
musulmana, editi dall’Istituto Supe-
colare di Amintore Fanfani, quando
riore regionale etnografico, Nuoro,
questi era ministro del Lavoro (1947-
1997. Ha pubblicato anche: Canzoni di
1950). Ha condotto interessanti studi
terra e di mare, 2005; Ballate. Storie di
sui mass media e sui processi di tra-
donne di storie, 2007.
sformazione della famiglia italiana e
realizzato alcuni dei primi documen- Pinna, Mario1 Docente di Organizza-
tari televisivi sulla Sardegna. Vasta zione dei cantieri (n. Sassari 1937).
eco ebbe il suo saggio su La famiglia Conseguita la laurea in Ingegneria, si
esclusiva. Parentela e clientelismo in è dedicato alla carriera universitaria e
Sardegna, edito da Laterza nel 1974, in alla libera professione. Attualmente
cui provava ad applicare al mondo ru- insegna Organizzazione dei cantieri
rale sardo il modello del ‘‘familismo presso l’Università di Cagliari. È au-
amorale’’ di Banfield; nella ricerca su tore di numerose pubblicazioni di ca-
rattere scientifico; tra il 1994 e il 1998 è
Il referendum sul divorzio in Sardegna
stato assessore tecnico ai Lavori pub-
(con C. Gallini), Cagliari 1975, gli orien-
blici del Comune di Cagliari.
tamenti del voto venivano studiati
come segnali del cambiamento della Pinna, Mario2 Direttore didattico, se-
società isolana negli ‘‘anni della Rina- natore della Repubblica (n. Mamoiada
scita’’. 1944). Dopo aver insegnato alle ele-
mentari, si è laureato in Pedagogia ed
Pinna, Lucia Poetessa e intellettuale è divenuto direttore didattico. Impe-
(n. Nuoro 1923). Figlia di Gonario, ha gnato in politica dapprima nel Partito
insegnato per lunghi anni nelle scuole Comunista Italiano, di cui è stato se-
superiori di Nuoro, segnalandosi per gretario provinciale di Nuoro nel
l’attenzione ai problemi della crescita 1984, ha in seguito aderito al PDS.
culturale e umana dei suoi allievi (in- Eletto sindaco del suo paese, è dive-
coraggiò alla poesia Francesco Di nuto presidente della Comunità mon-
Pilla, favorendone il precocissimo tana del Nuorese; presentatosi nel
esordio editoriale). Scrittrice ele- 1983 alle elezioni per il Senato, non è
gante, ha esordito da giovane con al- stato eletto, ma nel 1985 è entrato in
cuni saggi apparsi tra il 1950 e il 1957. Parlamento in sostituzione di Mario
La sua prima raccolta di versi è del Birardi, dimissionario. Nel 1987 è stato
1978; a questa ne sono seguite altre eletto senatore per la X legislatura re-
che le hanno dato notorietà nazionale: pubblicana, al termine della quale è
Poesie, 1978; Le mie stagioni. Altre poe- stato riconfermato per l’XI. Nel 1996 è
266
stato chiamato a far parte, come asses- 1981; Protezione dei laghi e delle zone
sore tecnico all’Industria, della giunta umide in Italia, 1983; Storia del clima,
Palomba, incarico che ha tenuto fino al 1987; I parchi nazionali e i parchi regio-
1999. nali in Italia, 1984.
Pinna, Mario3 Scrittore (Oschiri 1912- Pinna, Martina Archeologa (n. sec.
Ferrara 1997). Compiuti i primi studi XX). Laureata in Lettere, ha parteci-
nell’isola, vinse il concorso per entrare pato allo scavo dell’area di San Croma-
alla Normale di Pisa e si laureò con zio. Tra i suoi scritti: Orli anneriti e pa-
Luigi Russo con una tesi su Giuseppe tine cinerognole, in La villa di Tigellio.
Baretti. Docente di liceo, approfondı̀ la Mostra degli scavi, Catalogo, 1981; Villa-
conoscenza della lingua e la lettera- speciosa, ‘‘Archeologia medioevale’’,
tura spagnola, disciplina per la quale IX, 1982; Lo scavo dell’area archeologica
ottenne la libera docenza e che insegnò di San Cromazio a Villaspeciosa (con G.
a Madrid e a Padova. Curatore di nu- Pianu e G. Stefani), ‘‘Annali della fa-
merose raccolte di poeti spagnoli, fu coltà di Lettere dell’Università di Pe-
collaboratore della rivista ‘‘Botteghe rugia’’, XX, 1982-83; Cagliari. Villa di
oscure’’ di Giorgio Bassani. Tra i suoi Tigellio. Campagna scavi 1980, ‘‘Studi
scritti: La lirica di Quevedo, 1968; Studi sardi’’, XXVI, 1986; La ceramica a pa-
di letteratura spagnola, 1971; Ricordo di reti sottili del Museo di Cagliari, ‘‘Studi
G. Dessı̀ e appunti sulla sua opera, 1983; sardi’’, XXVI, 1986.
nonché la raccolta postuma di poesie Pinna, Massimo Studioso di storia lo-
in sardo S’ortu iscoloridu, 2004. cale (n. Castelsardo 1956). Impiegato di
4
Pinna, Mario Geografo (Oristano 1923- banca, si è interessato anche di poli-
Pisa 2001). Compiuti gli studi superiori tica schierandosi su posizioni centri-
nella città natale, era iscritto alla Fa- ste. Eletto consigliere comunale, è
coltà di Lettere a Cagliari quando fu stato sindaco della sua città natale dal
chiamato alle armi. Al ritorno, nel 1991 al 1992 e in seguito dal 1996. Ha al
1946, conobbe Alberto Mori, che lo in- suo attivo la monografia Castel Geno-
trodusse allo studio della geografia. vese, Castel Aragonese, Castelsardo. Ap-
Laureatosi, divenne suo assistente e punti di storia della città (con Piero
nel 1952 lo seguı̀ a Pisa dove nel 1957 Frassetto e Piero Fattaccio), 1990.
ebbe l’incarico di Geografia politica ed Pinna, Michele1 Paleografo (Cagliari,
economica. Nel 1959 conseguı̀ la libera seconda metà sec. XIX-ivi, dopo 1940).
docenza e nel 1967 vinse il concorso a Lavorò presso l’Archivio di Cagliari
cattedra: insegnò due anni a Parma sotto la direzione del Lattari, quindi
quindi, dal 1970 sino alla pensione, a divenne bibliotecario del Comune.
Pisa. Qui morı̀ dopo una lunga malat- Nel 1905 fu tra i fondatori della Società
tia. La sua attività di studioso si può storica sarda; collaborò per quaran-
dividere in due fasi: nella prima si in- t’anni a ‘‘L’Unione sarda’’, dove pub-
teressò di climatologia e di geografia blicò una importante serie di articoli
regionale (Sardegna e Toscana), nella di carattere storico, il primo è del
seconda, a partire dagi anni Ottanta, si 1899, Un libro antico sulla Sardegna
occupò anche di problemi dell’am- ignorato da tutti i Sardi: La Sardegna
biente e dei beni culturali. Tra i suoi 1773-76 di Fuos, e l’ultimo del 1940. Fu
scritti: 2 volumi di Climatologia, 1977; anche autore di alcuni interessanti
L’atmosfera e il clima, 1978; Recupero e saggi sugli archivi di Cagliari e Iglesias
valorizzazione dei centri storici minori, e di altri studi di carattere storico.
267
268
loso, ‘‘L’Unione sarda’’, 1932; Gli ultimi tito Comunista Italiano. Consigliere
aneliti del feudalesimo, ‘‘L’Unione comunale a Cabras e Oristano, nel
sarda’’, 1932; Chi salvò la Sardegna nel 1961 è stato eletto consigliere regio-
1793?, ‘‘Rassegna storica del Risorgi- nale per la IV legislatura; non riconfer-
me nto’ ’, XX II, I, 19 35 ; Lepanto, mato al termine della legislatura nel
‘‘L’Unione sarda’’, 1940; San Saturnino 1965, è stato poi rieletto nel 1969 per la
patrono della città, ‘‘L’Unione sarda’’, VI legislatura, e si è dimesso nel 1972
1940. per candidarsi al Parlamento. È stato
Pinna, Michele2 Insegnante, storico (n. eletto senatore nel collegio di Oristano
Bono 1952). Dopo essersi laureato in per la VI legislatura repubblicana e
Filosofia a Firenze e aver fatto espe- successivamente riconfermato per al-
rienze di studio in Francia, si è dedi- tre due legislature fino al 1983. Ha par-
cato all’insegnamento nelle scuole se- tecipato intensamente ai lavori parla-
condarie superiori. Sardista da sem- mentari e ha presieduto la commis-
pre, è uno degli animatori del dibattito sione sulle tariffe doganali. Cessato il
attuale sull’identità; dal 1985 dirige mandato parlamentare ha continuato
‘‘Sesuja’’, quadrimestrale di cultura lo- a interessarsi di politica e di problemi
cale. Nel 1988 ha fondato e dirige a Sas- culturali. Ha raccolto in volumi scritti
sari la Fondazione Camillo Bellieni, un e discorsi parlamentari. Tra i suoi
centro di attività editoriale e di inizia- scritti: L’altra Sardegna, 1973; La Sar-
tive culturali. È stato anche consigliere degna e la questione agraria, 1983;
e assessore comunale del suo paese na- Scritti politici, 1983; Scritti politici. Poli-
tale. Tra i suoi scritti: Considerazioni su
tica ed economia, 1985; Regione, riforma
identità e politica in Sardegna, ‘‘Se-
e autonomia, ‘‘Archivio sardo del movi-
suja’’, III, 4-5, 1987; Abbajos, 2003.
mento operaio contadino e autonomi-
Pinna, Pier Giorgio Giornalista, scrit- stico’’, 23-25, 1985; L’autonomia si tinge
tore (n. Sassari 1956). Laureato in Giu- di speranza, 1994.
risprudenza all’Università di Sassari,
giornalista professionista dal 1981, è Pinna, Pietro2 (detto Giampiero) Diri-
redattore capo della ‘‘Nuova Sarde- gente industriale, consigliere regio-
gna’’. Nel 2005 ha pubblicato un volu- nale (n. Carbonia 1950). Fin da giovane
metto, La Sardegna prima della Storia. si impegnò in politica, dapprima nel
Dai dinosauri all’uomo, di grande im- Partito Comunista Italiano e successi-
patto divulgativo. vamente nel PDS. Dopo essere stato
presidente del consiglio di ammini-
Pinna, Pietro1 Dirigente sindacale,
giornalista, uomo politico (Dorgali strazione dell’EMSA (Ente Minerario
1925-Cagliari 2006). Consigliere regio- Sardo), amministratore delegato della
nale, senatore della Repubblica. Diri- Progemisa e consigliere d’amministra-
gente sindacale, ancora giovane ha zione della SFIRS, nel 1999 è stato
preso parte alla seconda guerra mon- eletto consigliere regionale per la XII
diale e alla campagna di Liberazione, legislatura al termine della quale non è
guadagnandosi alcune decorazioni. stato rieletto. È stato uno dei protago-
Nel dopoguerra si è dedicato al giorna- nisti delle lotte nelle ultime miniere
lismo e si è impegnato in politica: dap- (vasta eco ha avuto in Sardegna la sua
prima nel Partito Socialista Italiano, in partecipazione all’occupazione del
seguito nel Partito Socialista di Unità Pozzo Sella, durata diversi mesi) e per
Proletaria e successivamente nel Par- la costituzione del Parco geominera-
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fico, si rinviene più vigoroso alle basse 1922; Fascismo e Sardegna, ‘‘L’Unione
altitudini piuttosto che lungo le coste. sarda’’, 1923; Il valore morale della vi-
È resistente al freddo e preferisce ter- sita di S.E. Mussolini alla Sardegna,
reni di natura silicea. In Sardegna è ‘‘L’Unione sarda’’, 1923; Statuti di
spontaneo sui monti della Gallura. [TI- gremi artigiani di Alghero, ‘‘Miscella-
ZIANA SASSU] nea di storia italiana’’, serie III, LI,
1924; Storia della questione sarda, ‘‘Po-
Pino2 Famiglia cagliaritana (secc. XVI-
litica’’, VI, vol. XXI, 1924 e VII, XXII,
XVII). Di origine genovese si trapiantò
1925; La vita economica della Sardegna
in Sardegna nel corso del secolo XVI. I
sabauda (1720-1773), 1926; La politica
P. erano mercanti e per curare i loro
economica del governo sabaudo in Sar-
affari si stabilirono a Cagliari, dove en-
degna 1773-1848, 1928; A proposito della
trarono a far parte dell’Arciconfrater-
R. Società Agraria ed economica di Ca-
nita dei Genovesi (=). Agli inizi del se-
gliari, ‘‘L’Unione sarda’’, 1928; Aspetti
colo XVII avevano raggiunto una posi-
economici dell’annessione della Sarde-
zione di rilievo: nel 1628 un Ambrogio
gna al Piemonte, ‘‘Politica’’, XII,
console di Genova a Cagliari ottenne il
XXVII, 1930; La politica finanziaria del
cavalierato ereditario e la nobiltà. La
conte di Cavour in Sardegna, in Saggi di
sua discendenza si estinse nel corso
storia in onore di G. Prato, 1931; Un pro-
del secolo.
blema di politica annonaria all’inizio
Pino Branca, Alfredo Storico dell’eco- del secolo XIX in Sardegna, ‘‘Mediterra-
nomia (secc. XIX-XX). Laureato in nea’’, VIII, 2, 1933.
Legge nel 1914, si dedicò al giornali-
Pino D’Olbia (pseud. di Giuseppe Fadda)
smo occupandosi di problemi politico
Compositore e cantante (n. Aggius
economici. Dopo il 1922 finı̀ per ade-
1935). Ha esordito lanciato dal compo-
r i r e a l f a s c i s m o ; c o l l a b o r ò c o n
sitore olbiense Astro Mari introdu-
‘‘L’Unione sarda’’ ai tempi delle dire-
cendo nella musica moderna testi in
zioni di Giovanni Cao di San Marco e di
dialetto gallurese. Si è imposto all’at-
Raffaele Contu. Tra i suoi scritti: In-
tenzione nazionale con pezzi quali Wel-
flusso delle teorie mercantilistiche in
come to Costa Smeralda e il notissimo
Sardegna, 1914; Polizze di carico in Sar-
Poker Twist, Curri Curri, e molte altre
degna durante il periodo mercantilista,
canzoni. Tra il 1975 e il 1990 ha rallen-
1914; Note sulle condizioni economiche
tato la propria attività, fino alla pubbli-
della Sardegna durante la guerra, 1920;
cazione dell’album Dedicato all’amore
tre capitoli del suo libro Fatti di ieri e
che ha avuto un notevole successo.
problemi di oggi, edito a Milano da Tre-
ves nel 1921: Vicende storiche della Pinquilet, Giovanni Maria Chirurgo
carta moneta nella Sardegna sabauda, (Sassari, fine sec. XVI-Napoli, prima
Comunismo e cooperativismo agrario in metà sec. XVII). Acquisita fama di
Sardegna nei secoli XVII e XVIII, Poli- buon chirurgo, si trasferı̀ in Spagna
tica annonaria del governo spagnolo in per specializzarsi: fu protocerusico
Sardegna; Un contributo alla storia eco- dell’armata spagnola nell’impresa
nomica della Sardegna, ‘‘Biblioteca della conquista delle isole Lerins. Du-
delle scienze economiche’’, 1921; Dagli rante la Guerra dei Trent’anni fu in-
al filosofo, ‘‘L’Unione sarda’’, 1922; Sta- viato a Napoli dove, durante la rivolu-
tuto del gremio degli ortolani di Cagliari zione di Masaniello (1647), operò presso
(1426-1721), ‘‘Atti della Reale Accade- l’Ospedale Santiago, diventandone ce-
mia delle Scienze di Torino’’, LVII, rusico maggiore anche in virtù della
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coraggiosa difesa che aveva fatto dei de D.J. Vivas, stampata a Sassari nella
feriti spagnoli contro l’ira della folla tipografia Scano di Castelvı̀.
in tumulto. Morı̀ forse nella stessa Na- Pintor Famiglia della borghesia caglia-
poli subito dopo. ritana (sec. XVI-esistente). Le sue noti-
Pinto Famiglia di Castelsardo (secc. zie risalgono al secolo XVI. I suoi mem-
XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al bri risiedevano nel quartiere di Stam-
secolo XVI: ottenne il cavalierato ere- pace, molti esercitavano professioni li-
ditario nel 1566 con un Francesco, va- berali o erano ecclesiastici come un
loroso uomo d’armi che morı̀ in batta- Marco, insigne matematico; alcuni fu-
glia nelle Fiandre. Suo fratello Ste- rono consiglieri della città a comin-
fano, capitano del porto di Castelsardo, ciare da un Giovanni, eletto nel 1572.
continuò la discendenza, che però si Nel secolo XVIII da Giovanni Stefano,
estinse nel secolo XVII. segretario della Reale Udienza, spo-
sato a una Sirigu, nacquero Bernardo,
Pinto, Gabriella Imprenditore, depu- Efisio Luigi e Giuseppe Maria. I primi
tato al Parlamento (n. Carbonia 1958). due furono tra i protagonisti dei moti
Interessata alla politica, ha curato i cagliaritani del 1794-95; dal terzo, che
problemi dello sviluppo del commer- era cassiere della Tesoreria reale di-
cio. Nel 1993 ha deciso di entrare scendono i Pintor attuali, che nel corso
come assessore tecnico in una giunta del secolo XIX si divisero in due rami:
di sinistra nella sua città natale; nel il primo è quello che ottenne il cavalie-
1994 si è dimessa ed è passata a Forza rato ereditario e la nobiltà nel 1835 (da
Italia, nelle cui liste è stata eletta de- esso derivano Fortunato, Giaime, Luigi
putato per la XII legislatura repubbli- e altri distinti personaggi); il secondo,
cana. Nelle elezioni del 1996 non è detto dei Pintor Melis, ottenne il rico-
stata riconfermata, ma ha proseguito a noscimento dei privilegi nel 1841. La
far politica come assessore tecnico famiglia risiede attualmente a Ca-
nella giunta provinciale di Cagliari. gliari.
Nel 2001 è stata ricandidata alla Ca- Pintor, Carlo Pediatra (n. Cagliari
mera in un collegio della Lombardia e 1938). Conseguita la laurea in Medi-
rieletta per la XIV legislatura. cina si è dedicato alla ricerca e ha in-
Pinto, Giacomo Filosofo e teologo trapreso la carriera universitaria; at-
(Sassari 1575-Madrid 1650). Entrato tualmente è ordinario di Pediatria
nell’ordine dei Gesuiti, divenne sacer- presso l’Università di Cagliari. Autore
dote. In seguito fu nominato rettore del di importanti lavori scientifici, è ap-
collegio maggiore di Sassari che di- prezzato anche a livello internazionale
resse per alcuni anni. Successiva- per i suoi studi di endocrinologia pe-
mente si trasferı̀ in Spagna, dove fu do- diatrica. Nel 1994 ha assunto l’incarico
cente di Teologia presso l’Università di di assessore tecnico ai Servizi sociali
Saragozza e più tardi rettore del colle- nella giunta comunale guidata da Ma-
gio imperiale di Madrid. Fu autore di riano Delogu. Dopo quattro anni, però,
numerosi lavori e di un commentario si è dimesso per motivi di studio.
al XIV capitolo di Isaia. Nel 1625 pro- Pintor, Efisio Ufficiale di carriera (Ca-
nunciò l’Orazione funebre per la morte gliari 1880-Aqui 1940). Combattente
di Don Juan Vivas, viceré di Sardegna, della prima guerra mondiale quale ad-
compresa nell’opera di Francisco Bo- detto al Comando Supremo, nel 1930
net, Relacion de la enfermedad y muerte ebbe il comando della Scuola di guerra
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e fu promosso generale e nel 1936 gene- versi latini sono in genere d’occasione
rale di corpo d’armata. Scoppiata la se- (per Pio VII, Vittorio Emanuele I, Carlo
conda guerra mondiale comandò l’ar- Felice, la morte di Francesco Carboni)
mata del fronte occidentale e fu presi- e un’elegia, Palladis consultum, 1823,
dente della commissione d’armistizio con traduzione di Giovanni Antonio
con la Francia. Pochi mesi dopo morı̀ Tola.
in un incidente aereo. Pintor, Gavino Inquisitore per la Sar-
Pintor, Fortunato Bibliologo (Cagliari degna (Sindia, seconda metà sec. XVI-
1877-Roma 1960). Studiò alla Normale Sardegna?, 1615 ca.). Entrato nell’or-
di Pisa. Divenuto bibliotecario, dal dine domenicano studiò Teologia nel-
1905 fu direttore della Biblioteca del l’Università di Salamanca e fu ordi-
Senato. Scoppiata la prima guerra nato sacerdote. Nel 1610 venne nomi-
mondiale vi prese parte, guadagnan- nato inquisitore per la Sardegna; dopo
dosi alcune decorazioni; nel dopo- alcuni anni fu accusato di aver com-
guerra riprese a dirigere la Biblioteca messo irregolarità nell’esercizio delle
del Senato fino al 1929, anno in cui sue funzioni, fu inquisito a sua volta e
passò a dirigere l’Istituto dell’Enciclo- sospeso dall’ufficio per sei anni.
pedia Italiana. Studioso di ricono- Pintor, Giaime Scrittore, critico lette-
sciuto prestigio, diede vita a impor- rario, poeta (Roma 1919-Castelnuovo
tanti iniziative culturali come la pub- al Volturno 1943). Studiò a Cagliari
blicazione del carteggio tra Carducci e dove si laureò in Legge. Subito dopo,
Alessandro D’Ancona, le liriche di Ber- però, si occupò soprattutto di critica
nardo Tasso, il teatro latino del Quat- letteraria, studiando a fondo la lettera-
trocento a Firenze. Fu uno degli autori tura tedesca, di cui divenne presto uno
dell’‘‘Annuario Bibliografico della sto- straordinario conoscitore. Consulente
ria d’Italia’’, avviò la pubblicazione del della casa editrice Einaudi, compilò
Dizionario Biografico degli Italiani e fu un’antologia critica del Teatro tedesco,
direttore del ‘‘Giornale storico della edita postuma nel 1946, e curò l’edi-
letteratura italiana’’. zione critica del Saggio sulla rivolu-
Pintor, Francesco Poeta (Cagliari zione di Carlo Pisacane, 1942. Fu autore
1771-ivi 1831). Entrato in Seminario fu anche di saggi politici contenuti nel vo-
ordinato sacerdote. In seguito divenne lume postumo Il sangue d’Europa,
segretario del cardinale Cadello, arci- uscito nel 1950. Scoppiata la seconda
vescovo di Cagliari, e dopo alcuni anni guerra mondiale vi prese parte; nel
fu nominato canonico capitolare. Inse- 1943 partecipò alla difesa di Roma e
gnò eloquenza latina nell’Università di passò nella Resistenza, ma morı̀ poco
Cagliari, della quale divenne segreta- dopo a Castelnuovo al Volturno, sal-
rio; autore di raccolte di carmi in la- tando su una mina mentre tentava di
tino, fu ammesso all’Accademia Labro- attraversare le linee per raggiungere
nica di Livorno e a quella di Sant’A- il Sud liberato. «P. – ha scritto Giorgio
gnese di Roma. Tra i suoi scritti pubbli- Barberi Squarotti – è il simbolo di una
cati sono in italiano soltanto le terzine intera generazione che negli ultimi
La solitudine della Gran Madre di Dio al anni del fascismo ha maturato la sua
sepolcro del Redentore, 1817, mentre re- opposizione alla dittatura, fondando
sta inedito un manoscritto di Versi ori- le ragioni morali e politiche della Re-
ginali e traduzioni conservato nella Bi- sistenza».
blioteca Universitaria di Cagliari. I Pintor, Luigi1 Direttore generale del
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Ministero delle Colonie (Cagliari 1882- all’arrivo degli Alleati. Nel 1946 entrò
Chamonix 1925). Figlio di Giacomo, nella redazione de ‘‘l’Unità’’, facendosi
primario dell’Ospedale, fratello di For- notare per la sua grande capacità e la
tunato, laureatosi in Giurisprudenza a vasta cultura. Divenne condirettore
Pisa nel 1903, nel 1904 entrò come vo- del giornale fino al 1965; in contrasto
lontario nel Ministero dei Lavori pub- sulle linee politiche della redazione
blici, dove percorse tutte le tappe della fu espulso dal Comitato centrale del
carriera, distinguendosi per i suoi PCI e mandato in Sardegna, dove nel
studi sull’espropriazione per pubblica 1968 fu eletto deputato del Partito Co-
utilità. Nel 1914 passò nei ruoli dell’ap- munista Italiano per la V legislatura
pena costituito Ministero delle Colonie repubblicana. Nel 1970 lasciò il man-
e l’anno successivo si trasferı̀ in Tripo- dato per dissapori col partito, dal
litania come capo dell’Ufficio affari ci- quale fu espulso a causa delle sue posi-
vili di quella amministrazione. Nel zioni giudicate estremiste; nel 1969
1917 partecipò attivamente alla reda- aveva fondato il periodico ‘‘Il Manife-
zione del trattato di Acroma che rego- sto’’, attorno al quale si raccolsero in-
lava i rapporti tra Italia e Senussia (la- tellettuali e giovani dissidenti del PCI.
sciò un Diario di Acroma, inedito). Nel Negli anni seguenti continuò a occu-
1919 fu richiamato a Roma come capo parsi del giornale da lui fondato, che,
di gabinetto dei ministri Colosimo e, trasformato in quotidiano nel 1971,
poi, Rossi. Agli inizi del 1921 ritornò in gradualmente si affermò come una
Cirenaica come segretario generale delle voci più autorevoli della Sinistra
del governatore Giacomo De Martino, italiana. Sanato il contrasto con il suo
alla cui morte fu chiamato a reggere il partito, nel 1987 fu eletto ancora depu-
governatorato. Maturarono in questa tato come appartenente alla Sinistra
fase i suoi acuti contrasti con il Mini- indipendente. Nel 1995 lasciò la dire-
stero, vertenti in particolare sul ruolo zione del ‘‘Manifesto’’. Nel 1990, con
di alcuni personaggi della scena poli- Parole al vento, aveva iniziato a scri-
tica araba promossi consulenti del go- vere saggi e memorie, nelle cui pagine
verno italiano: particolarmente aspro, è vivo il ricordo della infanzia cagliari-
nel 1922, il conflitto personale col mini- tana. Tra gli altri: Servabo. Memoria di
stro Giovanni Amendola. Nel luglio fine secolo, 1991; La signora Kircheges-
rientrò in patria, già molto malato ma sner, 1998; Politicamente scorretto,
soprattutto sfiduciato e deluso. Nomi- 2001; I luoghi del delitto, 2003.
nato direttore generale per le Colonie Pintor, Marco Matematico (Cagliari,
dell’Africa settentrionale, morı̀, per le seconda metà sec. XVII-Lione?, prima
conseguenze di una malattia contratta metà sec. XVIII). Entrato nell’ordine
in Africa, a Chamonix, la sera del 3 set- dei Mercedari divenne sacerdote. In
tembre 1925. seguito fu nominato commentatore del
convento di Bonaria e professore di
Pintor, Luigi2 Giornalista, scrittore,
Matematica nell’Università di Ca-
uomo politico (Roma 1925-Trieste
gliari. Nel 1691 fu chiamato a inse-
2003). Deputato al Parlamento. Fra-
gnare matematica nell’Università di
tello di Giaime, militante comunista
Lione, dove forse morı̀.
fin dal 1943, prese parte alla Resi-
stenza romana nei GAP (Gruppi di Pintor, Mario Giornalista (Cagliari
Azione Patriottica); catturato dai tede- 1897-ivi 1987). Combattente della
schi e condannato a morte, fu liberato prima guerra mondiale, nel dopo-
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sardo, 1940; I pescatori cagliaritani, setta e del suo santo, 1942; Il regno di
1940; La chiesetta di Santa Maria di Por- Sardegna e... l’amicizia britannica,
tus Gruttae, 1940; Perché Cicerone in- 1942; Nella festività del Carmelo. L’an-
sultò i sardi. La querela contro Scauro, tico miracoloso simulacro dai magnifici
1940; Gulnara motonave di cent’anni fa, gioielli, 1942; La confraternita della
1941; Sottosuolo di Cagliari. Il labirinto morte, 1942; Le sgargianti uniformi del-
di satanasso, 1941; La visita del viceré l’esercito sardo, 1942; Le gabelle e le do-
conte d’Hayes, 1941; I sardi contro i cor- gane nel regno sardo, 1942; Artiglieria
sari tunisini, 1941; La cassa della Ma- cittadina del 1840: 133 pezzi fronte a
donna di Bonaria, 1941; Iosto e Tito mare, 1942; È arrivato il primo pacche-
Manlio Torquato, un giovane condot- boto, 1943; Gli indumenti pontificali di
tiero sardo pellita e un veterano dell’e- Agostino dottore, 1943 (quel 26 febbraio
sercito romano, 1941; Cenni storici sul- Cagliari fu sottoposta al primo grande
l’istruzione e l’educazione della donna bombardamento distruttivo. Gli arti-
sarda, 1941; Vicende internazionali di coli di P. si interrompono sino al 25 lu-
una nave sarda. La spedizione di Sapri glio 1946); Sulle orme di Plumbaria,
e il caso occorso al Cagliari, 1941; Si- 1946; Sant’Avendrace vescovo di Ca-
stemi e metodi in Cagliari medioevale. gliari, 1946; Il miracoloso crocifisso di
Lo staffile, 1941; Cagliari al tempo degli San Giacomo, 1946; Elmas strano
scudi d’oro. Come vennero accolte le nome, 1946; San Simmaco papa sardo,
prime emissioni di carta moneta, 1941; 1946; Riti e oroscopi della vita che fu,
Cagliari vecchia. Una casa distrutta su 1947; Le grotte di Tuvixeddu, 1947; Ar-
una tomba, 1941; Branca Doria prigio- chivio di Stato, 1947; Cinque persone in
niero nelle torri di Cagliari, 1941; Una un’effigie nella chiesa di S. Tomei in Uta,
cronaca di 777 anni fa. I sovrani di Sar- 1947; Se ci fosse Villamarina..., 1947;
degna incoronati a Pavia dal Cesar Ghi- Poco credito ai biglietti di credito, 1947;
bellino, 1941; Nascita di un Santuario: Re Enzo di Sardegna, 1947; Perché
la chiesa di Saccargia, 1941; Cagliari in Poetto?, 1947; Giovanna di Gallura,
una relazione del 1314, 1941; Ai tempi 1947; I trams a cavallo a Cagliari, 1947;
della Reale Udienza, 1941; In margine La chiesetta di San Lorenzo, 1947; La
alla sagra di Santa Greca, 1941; Ricordi bandiera degli archibugieri sardi, 1947;
di Cagliari pisana. Uguccione della Fag- San Cesello, la chiesetta romita nel
giuola e due storiche lapidi della catte- cuore di Cagliari, 1947; I nostri morti a
drale, 1941; Biglietti di credito al tempo Dogali, 1947; L’oratorio di Santa Mar-
degli scudi d’oro, 1941; La Sardegna e le gherita, 1947; La Sardegna in un poema
mire francesi. L’azione e gli scritti di Gio- di seicento anni fa. Il dittamondo di Fa-
vanni Siotto Pintor, 1941; Leggi crimi- zio degli Uberti, 1948; Un antico progetto
nali di Cagliari ottocentesca, 1941; Sar- di cessione dell’isola alla Santa Sede,
degna e Corsica in una lettera di Pa- 1948; Cagliari nel 1793. Trentamila gra-
squale Paoli, 1941; Ambrogio Machin ar- nate sulla città, 1948; Storiella di un
civescovo di Cagliari, 1941; Un prezioso busillis. Chiesa di San Michele in Ca-
dono di Carlo Felice. Il corpo di San Lu- gliari, 1949; Fangario-Luttocisterna e
cifero insigne reliquia, 1942; Il mercato non Lucocisterna, 1949; Il gremio dei pe-
metallurgico sardo di cinquant’anni fa, scatori, 1949; Sant’Antonio della Costa,
1942; Acquafredda il castello del conte 1949; La cattedrale di Dolia, 1950; Il ve-
Ugolino, 1942; Villasor origini e storia, tusto tempio di Tratalias, 1950; L’impor-
1942; Santu Lianu. Storia di una chie- tante epistolario tra Pio IX e il cardinale
279
Amat, 1950; La casa bianca di Cagliari, la Società degli operai di Cagliari, 1955;
1950; Il castello di Osilo, 1950; Il castello La vetusta chiesa di San Bardilio a Ca-
aragonese di Sassari, 1950; Santa Sa- gliari, 1955; L’aureo ostensorio della cat-
bina di Silanus, 1950; San Nicolò di Sas- tedrale di Cagliari donato da Luigi
sari, 1950; La torre di Portoscuso, 1950; XVIII, 1955; Un famoso editto sardo con-
La torre dello Sperone ad Alghero, 1950; tro l’urbanesimo, 1955; Il culto di Ca-
Tempio, 1950; Teulada, 1950; Aritzo, gliari per il vescovo di Ippona, 1955; Il
1950; La mattanza del tonno, 1950; valore dei sardi alla battaglia di Le-
Esterzili, una tavola famosa e due inno- panto, 1955; Un artistico tempio caglia-
centi, 1950; Napoleone Bonaparte con- ritano: la monumentale chiesa di S. Mi-
tro i galluresi, 1950; Monteponi, 1950; chele, ‘‘Cagliari economica’’, IX, 1955;
Ghilarza, 1950; Desulo, 1950; Ozieri, Dizionario della Sardegna (con Alberto
1950; Nuchis, 1950; La statua di Germa- Boscolo e Giuseppe Loi Puddu), 1955;
nico, 1950; Aggius, 1950; San Gavino di Giorno per giorno ricorrenze di storia
Torres, 1950; Calangianus, 1950; Sor- sarda. A Cagliari 50 anni fa, 1956; La
gono, 1950; Codrongianos, 1950; Laconi, sentinella del Balice, 1956; L’industria
1950; Lanusei, 1950; Orroli, 1950; Milis, mineraria sarda ai tempi di Pisa, 1956;
1950; Buggerru, 1950; Genoni, 1950; Mu- I miliziani, ‘‘Il Convegno’’, 1956; La
rat fu a Tavolara con il suo corpo di spe- Reale Società agraria ed economica di
dizione, 1950; Storia di due preziosi mo- Cagliari, ‘‘Cagliari economica’’, 1957;
saici, 1950; S. Isidoro di Sinnai, 1950; La Carta bollata da cinque centesimi, 1957;
nuova chiesa di Tertenia, 1950; Il tempio Un pregone contro le barbe, 1957;
di Antas, 1950; Sardi che si fecero musul- Quando Cagliari era piazzaforte, ‘‘Ca-
mani, 1951; La palizzata, 1951; Il cardi- gliari economica’’, 1958; Decifrata col
nale Agostino Pipia, 1951; Villa d’Orri, binocolo la targa degli uccelli, 1958;
1951; Stampace, il quartiere dei dieci Sulla tutela dell’ordine pubblico in Sar-
santi, 1951; Come finı̀ la colonia greca degna attraverso i secoli, in Studi storici
di Montresta, 1951; Il boia sardo fu in onore di Francesco Loddo Canepa, II,
prima ‘‘morro de vacues’’ e poi ‘‘bogino’’, 1959; Il vescovo tipografo: Nicolò Canel-
1951; Guida della Sardegna (con Al- les, 1959; L’autore dell’inno sardo: Vitto-
berto Boscolo e Marcello Serra), 1952; rio Angius, 1959; Ricordando Alberto
Guida storica, artistica, economica della Villasanta immolatosi il 4/11/1918,
città di Cagliari (con A. Boscolo), 1952; 1959; Un garibaldino sardo ingiusta-
Arzana, 1952; Giornali sardi di ieri e di mente dimenticato, in La Sardegna nel
oggi, 1952; Una meta gradita: Capo- Risorgimento, 1962; Tre patrioti sardi,
terra, 1952; Gli stamenti, 1952; Antenato Tola, Cugia, Pes di Villamarina, in Sar-
delle compagnie portuali il gremio ca- degna e Risorgimento, ‘‘Il Convegno’’,
gliaritano dei Santelmari, 1952; Il co- XV, 1, 1962; Bosa e il suo castello, 1963;
dice diplomatico delle relazioni sardo li- Tre epoche, tre nomi di una cittadina
guri, 1952; Una rocca misteriosa dall’o- sarda: Castelsardo, ‘‘Sardegna econo-
rigine e dal nome favolosi, 1953; La mica’’, 6, 1963; Il castello di Osilo, ‘‘Sar-
Reale Società agraria ed economica di degna economica’’, 7, 1963; La basilica
Cagliari, ‘‘Cagliari economica’’, 1953; di S. Gavino di Torres, ‘‘Sardegna eco-
Mores vanta il più alto campanile della nomica’’, 8, 1963; Santa Teresa Gallura,
Sardegna, 1953; Santa Vitalia a Villasor, ‘‘Sardegna economica’’, 6, 1964; Torri e
1953; Le tre grandiose torri del Kastrum bastioni di Cagliari, ‘‘Sardegna econo-
Karalis, 1954; Ha compiuto cento anni mica’’, 7-8, 1964; La Maddalena, ‘‘Sar-
280
degna economica’’, 9, 1964; Iglesias, fredo Mameli, 1970; Pasquale Tola, ‘‘Sar-
‘‘Sardegna economica’’, 11-12, 1964; Ol- degna economica’’, 1, 1970; Il valore dei
bia la città dai tre nomi, ‘‘Sardegna eco- sardi in una storica battaglia: Lepanto,
nomica’’, 3, 1965; La storica e insigne Al- ‘‘Sardegna economica’’, 2, 1970; Un pio-
ghero, ‘‘Sardegna economica’’, 4, 1965; niere dell’industria mineraria sarda:
Come in antico veniva tutelato il patri- Leon Goüin, ‘‘Sardegna economica’’, 3,
monio ittico cagliaritano, ‘‘Sardegna 1970; Un insigne canonista mercedario:
economica’’, 5, 1965; Come viaggiavano Ambrogio Machin, ‘‘Sardegna econo-
i nostri nonni, ‘‘Sardegna economica’’, mica’’, 5, 1970; Salvatore Pes di Villama-
7, 1965; Dalle asmatiche vaporiere alle rina, ‘‘Sardegna economica’’, 11-12,
scattanti freccie, ‘‘Sardegna econo- 1970; Un’isoletta in mezzo alla laguna,
mica’’, 8, 1965; Stampace e l’origine del ‘‘Sardegna economica’’, 5, 1971; Breve
suo strano nome, ‘‘Sardegna econo- storia delle bande musicali a Cagliari,
mica’’, 12, 1965; Monetazione del regno ‘‘Sardegna economica’’, 6, 1971; Si
di Sardegna, ‘‘Sardegna economica’’, 6- deve a un famoso architetto l’imponenza
7, 1966; Come finı̀ la colonia greca di dei bastioni di Cagliari, ‘‘Sardegna eco-
Montresta, ‘‘Sardegna economica’’, 8, nomica’’, 10, 1971; Vincenzo Sulis, ‘‘Sar-
1966; Come nacque a Cagliari il pubblico degna economica’’, 11-12, 1971; Le se-
mercato, ‘‘Sardegna economica’’, 10, ziate in piazza Arsenale, 1973; Alle ori-
gini della questione mineraria. Il contri-
1966; Oliena, ‘‘Sardegna economica’’,
buto di Quintino Sella, ‘‘Sardegna eco-
4, 1967; Come fu cacciata da Oristano
nomica’’, 4, 1973; Guerra alle barbe,
l’armata del conte d’Harcourt, ‘‘Sarde-
1975; Un viceré cardinale, 1975; La pa-
gna economica’’, 9, 1967; Stefano
lizzata del porto di Cagliari, 1975; Il ven-
Manca di Villahermosa, ‘‘Sardegna eco-
tre di Cagliari. Breve storia dei mercati
nomica’’, 11-12, 1967; Storia dell’illumi-
cittadini, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
nazione a Cagliari, ‘‘Sardegna econo-
1976; Cagliari sotto assedio, 1978; Cava-
mica’’, 1, 1968; Un eroe sardo poco noto:
lieri e cipria nell’Ottocento, 1978; Il col-
Giorgio Mameli, ‘‘Sardegna econo-
legio dei nobili, 1978.
mica’’, 5, 1968; L’annona cagliaritana
in un vecchio pregone, ‘‘Sardegna eco- Pintor, Pietro Religioso (Cagliari, sec.
nomica’’, 9, 1968; Orafi e argentieri XI-?, sec. XII). Vescovo di Suelli da
sardi, ‘‘Sardegna economica’’, 10, 1968; prima del 1114 al 1130. Fu nominato ve-
Enzo di Svevia re di Sardegna, ‘‘Sarde- scovo di Suelli prima del 1114 e com-
gna economica’’, 12, 1968; Giacomo Pes pare attivo nella diocesi fino al 1130.
di Villamarina viceré inflessibile, ‘‘Sar- Fu un oculato amministratore dei beni
degna economica’’, 1, 1969; La battaglia della diocesi, il cui patrimonio au-
di Uras, ‘‘Sardegna economica’’, 4, mentò in modo notevole; durante il
1969; Giuseppe Garibaldi e i sardi, ‘‘Sar- suo episcopato ebbe inizio e si diffuse
degna economica’’, 6, 1969; Cagliari e il culto di San Giorgio.
Sant’Agostino, ‘‘Sardegna economica’’; Pintore, Anna Studiosa di filosofia del
7, 1969; La spedizione di Carlo Va Tunisi diritto (n. Cagliari, seconda metà sec.
nel golfo di Cagliari, ‘‘Sardegna econo- XX). Dopo essersi laureata in Giuri-
mica’’, 8, 1969; Mario de Candia, ‘‘Sar- sprudenza nel 1983, ha intrapreso la
degna economica’’, 9, 1969; Sinnai carriera universitaria. Diventata ri-
nella storia e nella realtà di oggi, ‘‘Sar- cercatore nel 1995, attualmente è pro-
degna economica’’, 10, 1969; Cagliari e fessore ordinario di Filosofia politica
Genova si contendono le spoglie di Gof- presso l’Università di Cagliari.
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Pintore, Eligio Pittore (Bonorva 1831- come in Sardigna ruja, 1981 – la scrit-
Genova 1914). Poco sappiamo dei suoi tura narrativa in prosa sarda, a testi-
studi, tanto da ipotizzare che essi siano monianza del suo impegno civile a fa-
iniziati solo dopo il 1853, quando compı̀ vore della difesa e della valorizzazione
il servizio militare in Toscana. Prese della lingua regionale. Tra i suoi
parte alla guerra di Crimea, dove me- scritti: Sardegna. Regione o colonia?,
ritò alcune decorazioni al V.M. da in- 1974; L’eredità del passato, ‘‘L’Unione
glesi e francesi. È famoso il suo ciclo sarda’’ 1975; Sovranità culturale per i
di 78 disegni dal vero degli orrori di sardi, ‘‘Il Solco’’, 1984; Manzela, 1985;
quella guerra, conservato nel Museo Sardegna sconosciuta. Cento itinerari
del Risorgimento di Genova. Subito alla scoperta della grande civiltà sarda,
dopo il rientro dalla Crimea si stabilı̀ a 1986; Su zogu, 1989; Su contu, in Lula
Genova e vi riprese gli studi, presto in- (con G. Angioni, S. Muscas e N. Piras),
terrotti dalla partecipazione alle 2005.
guerre di indipendenza. Ripresi gli Pintor Melis, Antonio Giurista, sin-
studi nell’Accademia Ligustica, so- daco di Cagliari (Cagliari 1807-ivi
pravvisse grazie alla collaborazione 1882). Laureatosi in Legge nel 1830, si
con i periodici illustrati genovesi. La dedicò alla professione di avvocato. A
pergamena miniata eseguita per ac- partire dal 1837 fino alla morte fu inin-
compagnare il dono della bandiera terrottamente consigliere comunale a
alla corazzata Sardegna fu esposta Cagliari e nel 1841 fu anche sindaco
nella Esposizione Artistica Sarda di della città. Stimato professionista, fu
Sassari nel 1896. Morı̀ in quella che autore di numerose pubblicazioni di
era diventata la sua seconda patria carattere giuridico e presidente del-
alla vigilia della prima guerra mon- l’ordine degli avvocati di Cagliari.
diale, lasciando una raffinata serie di
acquerelli dedicati al mondo classico. Pintor Sirigu, Efisio Avvocato, patriota
(Cagliari 1766-ivi 1814). Allievo di Vin-
Pintore, Gianfranco Giornalista, scrit- cenzo Cabras, di cui poi sposò la figlia
tore (n. Irgoli 1939). Di cultura sardista, Teresa, divenne presto uno dei più ap-
ha iniziato la sua attività nel 1961 nella prezzati avvocati cagliaritani. Secondo
redazione de ‘‘l’Unità’’ dove, dal 1965 il Tola le sue allegazioni sono «raris-
al 1969, è stato inviato e redattore del simi monumenti di dottrina e di sa-
servizio esteri. Negli stessi anni è stato pere». Schierato nel partito dei ‘‘pa-
per un breve periodo corrispondente a trioti’’, amico dell’Angioy e di Gioac-
Varsavia; tornato in Italia, si è stabilito chino Mundula, fu uno dei protagonisti
a Milano ed è diventato redattore capo del triennio rivoluzionario (1794-1796):
di ‘‘ABC’’. Partecipe del sardismo radi- la stessa rivolta cagliaritana del 28
cale e terzomondista, nel 1973 è rien- aprile 1794 nacque dal tentativo del vi-
trato in Sardegna prendendo a collabo- ceré di farlo arrestare. Sino ai fatti del
rare con diversi periodici e impegnan- luglio 1795 fu uno dei più autorevoli so-
dosi nel Partito Sardo d’Azione, che stenitori delle proposte più avanzate
però ha abbandonato per schierarsi degli Stamenti, ma nelle tragiche gior-
con il movimento Sardigna Natzione. nate di qual luglio cercò, grazie alla
È autore di romanzi e di saggi di grande stima di cui godeva (e non aveva ancora
interesse ed è stato fra i primi a speri- trent’anni), di mediare fra le posizioni
mentare anche in romanzi di conte- più radicali e il viceré. Da quel mo-
nuto politico fortemente moderno – mento si può datare il suo spostamento
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sulle posizioni dei moderati che ne compiute espressioni dal punto di vi-
fece il capo riconosciuto degli avver- sta urbano della letteratura in lingua
sari dell’Angioy. Quando l’Alternos sarda.
marciò su Cagliari, era uno dei qua-
Pintus Famiglia di Iglesias (secc. XVII-
drumviri mandati contro di lui a capo
XVIII). Le sue notizie risalgono al se-
di una spedizione militare, e dopo l’e- colo XVII, quando i suoi membri rico-
spatrio dell’Angioy fu uno dei più de- prirono uffici pubblici e si imparenta-
cisi persecutori dei suoi seguaci. Nel rono con nobili famiglie della città; nel
1799 accompagnò i Savoia da Livorno 1642 ottennero il cavalierato eredita-
a Cagliari. Negli anni successivi fu ri- rio e nel 1643 la nobiltà con un Gio-
compensato dal governo con l’ordine vanni Antonio. I figli di quest’ultimo fu-
dei Santi Maurizio e Lazzaro. Non è fa- rono ammessi allo Stamento militare
cile spiegare il suo piuttosto repentino nel 1653 e successivamente i loro di-
cambiamento di posizioni: il Tola lo at- scendenti presero parte a tutti gli altri
tribuisce al carattere che – dice - «i fatti parlamenti. La famiglia si estinse nel
addimostrarono frequentemente va- secolo XVIII.
riabile». Morı̀ non ancora cinqan-
tenne, lasciando la moglie e un figlio,
Pintus, Cesare Avvocato, patriota (Ca-
gliari 1901-Prà Catinat, Torino, 1948).
Giovanni. P.S., conosciuto col nomi-
Antifascista, amico di Emilio Lussu,
gnolo di ‘‘Pintoreddu’’ (per la bassa sta-
nel 1921 fondò il Circolo repubblicano
tura o per la precocità delle sue affer-
di Cagliari e continuò a manifestare le
mazioni), è ricordato anche per le sue
proprie convinzioni anche dopo l’av-
composizioni in cagliaritano, rimaste a
vento del regime. Nel 1925 si laureò in
lungo inedite anche a causa del loro
Giurisprudenza e cominciò a eserci-
contenuto satirico, rivolto in più di un
tare la professione di avvocato conti-
caso verso personaggi del tempo. Tra i
nuando anche nel suo impegno poli-
titoli più noti: Femu cassadori, Pilloni
tico; punto di riferimento del centro
chi sesi, Canzona de su caboniscu. Fran- clandestino cagliaritano di Giustizia e
cesco Alziator, che le ha raccolte in Libertà fu arrestato nell’ottobre 1930 e
un’antologia di Testi campidanesi, os- condannato a dieci anni di carcere dal
serva che le vicende umane vi sono tribunale speciale. Liberato nel 1935,
spesso attribuite ad animali, ma gli in- tornò a Cagliari seriamente malato, a
tenti non sono moraleggianti, come ac- causa anche delle conseguenze di una
cade nella tradizione esopica, bensı̀ sa- operazione malamente eseguita
tirici. Manlio Brigaglia ha definito P.S. quando era in carcere. Continuò a mi-
«il primo poeta satirico isolano» e lo ha litare in Giustizia e Libertà e tentò inu-
poi individuato meglio come «poeta tilmente di riprendere la propria pro-
giocoso, intendendo l’aggettivo come fessione. Caduto il fascismo, nel 1943
rivolto a significare il gusto tutto libero fondò a Cagliari la sezione del Partito
ed aperto con cui il poeta gioca, ap- Italiano d’Azione in cui pareva conti-
punto, con la sua materia e con la sua nuarsi il movimento di Giustizia e Li-
stessa lingua». Le opere sono esaltate bertà. Nel 1944 fu il primo sindaco
inoltre dall’abilità con cui l’autore ma- della città designato dal Comitato di
neggia strumenti essenziali della poe- Concentrazione Antifascista; dal 1946
sia di questo genere come la metafora e fu sindaco eletto dai cittadini. Tra i
il doppio senso, tanto che la sua opera suoi scritti: La nostra via, ‘‘L’Unione
rimane nel suo insieme una delle più sarda’’, 1943; Sentimentalismo e poli-
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storico sardo di Sassari’’, XVI, 1992; Pa- Lazio. Tra i suoi scritti: Monumenti pri-
gine di storia sarda, 1994; Ancora sulla mitivi della Sardegna, ‘‘Monumenti del-
storia dell’Università di Sassari, ‘‘Sa- l’Antichità dell’Accademia dei Lin-
cer’’, II, 1995; Due omonimi governatori cei’’, XI, 1901; Notizia sul cimitero cri-
del capo di Sassari, ‘‘Sacer’’, III, 1996. stiano di Bonaria presso Cagliari e su
un ipogeo cristiano presso Bonorva,
Pintus, Sebastiano Storico della
‘‘Nuovo Bollettino archeologico cri-
Chiesa (Iglesias 1876-ivi 1909). Entrato
stiano’’, VII, 1-2, 1901; Nuraghe d’I-
in Seminario, fu ordinato sacerdote e
scorca in Ozieri, ‘‘Bollettino di Paletno-
si laureò in Teologia. Uomo di grande
logia italiana’’, 1902; I bronzi figurati
cultura, fu chiamato a insegnare Sacra
della Sardegna, ‘‘Bollettino di Paletno-
Scrittura, Storia ecclesiastica e Teolo-
logia italiana’’, 1904.
gia nel Seminario della sua città. Nel
1901 fu nominato canonico peniten-
ziere della cattedrale; ricercatore at-
tento, lavorò in diversi archivi. Morı̀
giovanissimo nel 1909. Tra i suoi scritti:
Sardinia sacra. Provincia ecclesiastica
di Cagliari, 1904; Vescovi e arcivescovi
di Torres, oggi di Sassari, ‘‘Archivio sto-
rico sardo’’, I, 1905; Due confessori della
fede cristiana deportati in Sardegna nel
secolo III, ‘‘Archivio storico sardo’’, II,
1906; Vescovi di Bosa. Notizie storiche,
‘‘Archivio storico sardo’’, III, 1907; Ve-
scovi di Fausania, Civita, Ampurias,
‘‘Archivio storico sardo’’, IV, 1908; Ve-
scovi di Ottana e Alghero, ‘‘Archivio sto-
rico sardo’’, V, 1909; Vescovi di Pausa-
nia, Civita e Tempio, ‘‘Archivio storico
sardo’’, 1910.
Pinza, Giovanni Paletnologo (Roma
1872-ivi 1940). Dopo aver conseguito la
San Pio V – Canonizzato nel 1712, fu papa
laurea, entrò nella carriera del Mini-
al tempo della vittoria di Lepanto contro
stero per la Pubblica Istruzione. Stu- la flotta ottomana.
dioso della preistoria del Lazio e della
Sardegna, su incarico del Ministero
nel 1899 fu inviato col fotografo Vac- Pio V, san (Antonio Michele Ghislieri; in
chieri in Sardegna col compito di de- sardo, Santu Piu quintu). Santo (Bosco
scriverne e fotografarne i monumenti. Marengo 1504-Roma 1572). Domeni-
Nel 1901 realizzò quella che è forse la cano, sacerdote (1540), vescovo, cardi-
prima fotografia del nuraghe di Santu nale, fu papa dal 1566 al 1572. Pro-
Antine a Torralba. Frutto di questo suo mosse l’applicazione dei decreti tri-
lavoro fu un interessante libro sui mo- dentini, riformò la liturgia, organizzò
numenti dell’isola; negli anni succes- la spedizione contro i Turchi che ri-
sivi pubblicò alcuni altri importanti la- portò la vittoria di Lepanto (1571), sco-
vori sulla preistoria sarda. In seguito municò la regina d’Inghilterra Elisa-
divenne coordinatore dei musei del betta. Morı̀ a Roma nel 1572, sepolto
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di Cassino. Ha dedicato alla Sardegna tiene semi cotonosi. È una tipica spe-
una monografia su Il bilancio del co- cie ripariale, vive in consociazione con
mune di Cagliari 1837-1848, pubblicata salici, frassini e ontani garantendo il
nel 1984. consolidamento naturale delle sponde
Piolanas Centro abitato della provin- dei corsi d’acqua. Per questa sua carat-
cia di Carbonia-Iglesias, frazione di teristica segna fortemente il territorio,
Carbonia (da cui dista 12 km), con circa specie dove riesce a formare foreste a
20 abitanti, posto a 118 m sul livello del galleria che sottolineano senza solu-
mare a nord-est ovest del comune ca- zione di continuità i percorsi delle ac-
poluogo, nella vallata del rio Flumen- que. 2. Il p. canescente, o gatterino (Po-
tepido. Regione storica: Sulcis. Dio- pulus canescens (Aiton) Sm.), è una
cesi di Iglesias. pianta caducifoglia che raggiunge i 20
& TERRITORIO Il territorio è costituito m di altezza, ha chioma globosa. Le fo-
dalla vallata, piuttosto ampia e fertile, glie sono semplici, picciolate, ovate
che ha ai lati le alture che circondano con margine irregolarmente dentel-
Iglesias a nord, quelle intorno a Carbo- lato, la pagina superiore è verde e gla-
nia a sud. Le comunicazioni sono assi- bra, quella inferiore biancastra e lanu-
curate dalla strada Carbonia-Villamas- ginosa. I fiori sono a sessi separati e
sargia-Assemini, cui P. è unito da una raccolti in infiorescenze, compaiono
breve bretella. prima della fogliazione, da febbraio a
& STORIA Il nucleo abitato si sviluppò maggio. Il frutto, una capsula glabra,
nel corso dell’Ottocento come amplia- compare entro giugno. Il p. canescente
mento di un antico furriadroxiu; negli ha un areale che comprende la Sarde-
ultimi decenni ha avuto un calo di po- gna e una porzione dei Pirenei come
polazione. lembi più occidentali. Le sue caratteri-
stiche ecologiche sono come quelle del
Pioppo Nome generico dato a piante
Populus alba. 3. Il p. nero (Populus ni-
arboree appartenenti alla famiglia
delle Salicacee. Anche i nomi sardi gra L.) è una pianta caducifoglia che
sono generici e fanno riferimento al co- può raggiungere i 30 m di altezza con
lore chiaro della corteccia: ovunque il chioma globoso-espansa o colonnare.
p. è conosciuto come albero bianco o Le foglie sono semplici, alterne, pic-
legno bianco: fustiarbu (logudorese); ciolate, largamente ovato-romboidali,
linnarbu (campidanese). 1. Il p. bianco acuminate all’apice, pelose o glabre.
(Populus alba L.) è una pianta caduci- Fiori a sessi separati, raccolti in infio-
foglia che può raggiungere l’altezza di rescenze che compaiono prima della
30 m con un portamento maestoso, a fogliazione, da marzo ad aprile. Il
chioma molto espansa. Ha foglie sem- frutto compare a maggio, è una capsula
plici, picciolate, ovate quelle giovani, glabra che contiene semi cotonosi.
palmato-lobate quelle mature, con Questa specie è ritenuta originaria
margine irregolarmente dentato, dell’Europa Centrale e del Caucaso,
verde scuro alla pagina superiore, tuttavia da tempi remoti ha allargato il
bianche e tomentose alla pagina infe- proprio areale a tutta Europa e a parte
riore. Fiori a sessi separati, raccolti in dell’Africa mediterranea, aiutata dal-
infiorescenze ad amento, compaiono l’uomo. Largamente impiegata sia
prima della fogliazione, da febbraio a come pianta ornamentale o per le albe-
marzo. Il frutto compare da maggio a rature stradali sia per la produzione
giugno, è una capsula glabra che con- della carta, dei fiammiferi o di tavolati.
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La memoria lunga, 1985; La festa del Re- scuole medie e superiori a Sassari.
dentore di Nuoro e il Corpus Domini di Quando si laureò in Lettere era già en-
Desulo, 1987; Il carnevale di Barbagia, trato nell’amministrazione regionale
1989; Pizzi e ricami nell’abbigliamento come funzionario del Consiglio. Negli
popolare della Sardegna, 1990; Il museo stessi anni, dedicatosi al dibattito gior-
etnografico di Nuoro, 1990; La candela- nalistico, era diventato collaboratore
ria di Orgosolo, 1991. dei più importanti quotidiani dell’i-
Pira1 Antico villaggio di origine medio- sola. Giovanissimo direttore dell’or-
evale che faceva parte del giudicato di gano sardista ‘‘Il Solco’’, vinse a 21
Cagliari ed era compreso nella curato- anni un prestigioso premio nazionale
ria di Sols. Era situato non lontano da con un articolo sulla Costituzione re-
Giba. Caduto il giudicato, nella divi- pubblicana. Cominciò cosı̀ a farsi no-
sione del 1258 fu incluso nella parte tare negli ambienti culturali per la pas-
toccata ai Della Gherardesca. Alcuni sione e l’originalità con le quali trat-
anni dopo, quando la famiglia proce- tava i problemi relativi alla lingua e
dette a un’ulteriore divisione tra i suoi alla cultura sarda. Profondo conosci-
due rami, toccò ai discendenti del tore delle tesi che Gramsci aveva ela-
conte Gherardo. Dopo la conquista ca- borato sulla cultura sarda, affascinato
talano-aragonese essi giurarono fe- dalle teorie che Antonio Pigliaru an-
deltà alla Corona d’Aragona e cosı̀ P. dava esponendo sulla società barbari-
entrò a far parte del Regnum Sardi- cina cui si sentiva radicalmente legato,
niae. Essi quindi riuscirono a conser- pubblicò numerosi saggi in cui svilup-
varne il possesso, ma nei decenni suc- pava un’analisi originale dei problemi
cessivi il villaggio si spopolò completa- della Sardegna con particolare ri-
mente. guardo alla dialettica Sardegna/
Pira2 Famiglia di Oristano (secc. XV- mondo esemplificata in particolare
XVII). Le sue notizie risalgono al se- nel tema del bilinguismo. Intraprese
colo XV. I suoi membri resero impor- cosı̀ la carriera universitaria, incari-
tanti servizi ai re d’Aragona, e nel cato dell’insegnamento di Antropolo-
1435, uno di loro, un Gavino, ottenne il gia culturale nella Facoltà di Scienze
salto di Monti Petru. I suoi discendenti politiche dell’Università di Cagliari.
nella seconda metà del secolo XVI ere- Sviluppò un’analisi originale dei pro-
ditarono la signoria della scrivania del blemi della lingua, affrontando il tema
vicariato reale di Oristano e nel 1599 del pericolo della ‘‘morte’’ del sardo in
ottennero il cavalierato ereditario con conseguenza del disuso. La sua opera
un Leonardo. Nel 1613 furono ammessi principale fu però un ampio volume,
allo Stamento militare, nel 1629 otten- apparso nel 1978, La rivolta dell’og-
nero il riconoscimento della nobiltà getto, in cui affrontò il problema dell’i-
con il dottor Gaspare, giudice della dentità attraverso il ribaltamento del
Reale Udienza, Egli ebbe un’unica fi- rapporto di dipendenza della cultura
glia femmina che, sposatasi con un At- sarda; ritenne cosı̀ possibile uno svi-
zori, portò in dote la signoria della scri- luppo alternativo dell’organizzazione
vania in quella famiglia. sociale e educativa in cui, estinto lo
Pira, Michelangelo Antropologo, scrit- Stato, la scuola diventava la base di
tore (Bitti 1928-Capitana, Quartu San- un’educazione continua. Collabora-
t’Elena, 1980). Cresciuto a Oschiri in tore tra i più autorevoli di ‘‘Ichnusa’’,
una famiglia di pastori, frequentò le frequentò intensamente Radio Ca-
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degna dal 1951 al 1971, ‘‘Archivio sardo gna 1926-1943 (prefazione di M. Briga-
del movimento operaio contadino e au- glia), 1997.
tonomistico’’, 3, 1974. Gran parte dei Piredda, Matteo Consigliere regio-
suoi articoli e dei suoi interventi in nale, deputato al Parlamento. Funzio-
Consiglio regionale e in Senato sono nario, uomo politico (n. Paulilatino
stati raccolti in Economia e società in 1933). Laureato in Giurisprudenza,
Sardegna. Scritti e discorsi sulla Sarde- funzionario, impegnato fin da giovane
gna 1943-81, edito dalla EDES nel 1989. nella Democrazia Cristiana, è stato per
La moglie Luciana Chiari (n. Parma alcuni anni sindaco del suo paese na-
1925) gli ha dedicato nel 2000 un libro tale e consigliere e assessore provin-
di ricordi delle comuni battaglie, Un ciale di Cagliari. Nel 1974 è stato eletto
compagno di vita. consigliere regionale del suo partito
Pirastu, Salvatore Medico, studioso di nel collegio di Oristano per la VII legi-
storia (n. Tortolı̀ 1925). Cugino di Igna- slatura. Riconfermato successiva-
zio e di Luigi, dopo essersi laureato in mente per l’VIII, nel corso della quale,
Medicina si è dedicato alla sua profes- dal luglio 1982 è stato assessore all’A-
sione divenendo un esperto di pro- gricoltura; nel maggio 1983 si è di-
grammazione sanitaria tra i più ap- messo per candidarsi alla Camera.
prezzati. Uomo dai molti interessi cul- Eletto deputato per la IX legislatura
turali, impegnato nel Partito Socialista repubblicana, è stato riconfermato an-
Italiano, ha ricoperto importanti inca- che per la X; nel 1996 si è candidato per
richi in seno all’organizzazione della l’elezione al Senato ma non è stato
sanità pubblica. Nel 1950 è stato segre- eletto: nel corso della legislatura,
però, quando nel 2000 Nanni Campus
tario del comitato per la Rinascita e
si è dimesso, è entrato in Senato. Al ter-
del primo Congresso del Popolo sardo,
mine della legislatura, nel 2001, non è
i cui atti ha ripubblicato nel 2005 sotto
stato rieletto.
il titolo Agli albori della Rinascita, edito
dalla Tema di Cagliari (introduzione di Pireddas, Is Località abitata in territo-
Pietro Soddu). Nel 1964 è stato segreta- rio di Villaperuccio. La comunità si è
rio della Camera del Lavoro di Cagliari sviluppata in età non precisabile, e co-
e nel 1970 segretario regionale della munque non prima del secolo XVII, da
CGIL. Studioso di storia del socialismo un furriadroxiu costruito da pastori su
in Sardegna, è autore di numerosi un territorio concesso in enfiteusi a
saggi di grande interesse, tra cui: Ap- una famiglia Piredda che le ha dato il
punti per la storia del primo maggio in nome.
Sardegna, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, Pirella Famiglia nuorese (secc. XVI-
XVII, 1991; La nascita del socialismo a XIX). Le sue notizie risalgono al secolo
Cagliari, in Alle radici del riformismo. XVI con alcuni personaggi che ave-
Un secolo di critica sociale, 1993; Ri- vano una buona condizione economica
cordo di Jago Siotto, ‘‘Quaderni bolota- e godevano di discreta posizione so-
nesi’’, XIX, 1993; L’ing. Angelo Omodeo ciale. Nel corso del secolo la famiglia
tecnico socialista, ‘‘Quaderni bolota- espresse alcuni magistrati e alcuni
nesi’’, XX, 1994; I socialisti e l’Ammini- eminenti prelati; nella prima metà del
strazione comunale di Cagliari a fine Ot- secolo XVII ottenne l’impiego eredita-
tocento, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXI, rio del Magistrato sulla neve, nel 1627
1995; A morte Lussu!; Fuga dal confino, chiese il riconoscimento della nobiltà
1999; I confinati antifascisti in Sarde- con un Pietro Paolo, capitano della fan-
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teria di Nuoro, ma non riuscı̀ a otte- eletto consigliere regionale del suo
nere il privilegio. Solo nel 1644 il figlio partito nel collegio di Sassari per l’VIII
Carlo lo ottenne: i suoi discendenti fu- legislatura, continuò tuttavia a rima-
rono ammessi allo Stamento militare e nere consigliere comunale di Sassari
presero parte ai lavori dei parlamenti. e a occupare la carica di vicesindaco.
La famiglia si estinse nel secolo XIX. Riconfermato per la IX legislatura, in
Pirella, Melchiorre Giurista, religioso cui fu vicepresidente del Consiglio re-
(Nuoro, seconda metà sec. XVI-Ales gionale, si trovò coinvolto in una vi-
1637). Vescovo di Bosa dal 1631 al 1635, cenda giudiziaria che lo condusse in
vescovo di Ales e Terralba dal 1635 al carcere e ne troncò la carriera politica.
1637. Ordinato sacerdote, visse a Ca-
gliari dove si mise in luce per la sua
cultura giuridica. Nel 1631 divenne ve-
scovo di Bosa; nel 1632 presiedette lo
Stamento ecclesiastico durante il par-
lamento Pimentel. Nel corso dei lavori
del Parlamento contribuı̀ a far dichia-
rare il dogma dell’Immacolata conce-
zione della Madonna. Al termine, nel
1635, fu trasferito ad Ales e Terralba;
nella nuova diocesi, però, il suo magi-
stero si concluse con la morte, avve-
nuta nel 1637. Una delle sue ‘‘allega-
zioni’’ giuridiche, Por la noble doña Ma-
ria Anna Gualbes y Baccallar contra la
magnifica ciudad de Caller, è conser-
vata nella Biblioteca Universitaria di
Sassari.
Piresse Località registrata nella Co- Pirichittus – Un piatto dei tradizionali dolci
smographia dell’Anonimo Ravennate campidanesi.
(sec. VII) e, nella variante Pyresse,
nelle cronache del geografo Guidone Pirichittus Dolci tipici del Campidano,
(secc. XI-XII). Si trovava lungo la diret- in particolare di Quartu Sant’Elena, le-
trice che congiungeva Carales alla co- gati alle più antiche tradizioni pa-
sta orientale dell’isola. Menzionata squali. Sono ottenuti da un impasto di
successivamente a Custodia Rubriensis farina, tuorli d’uovo, olio d’oliva finis-
(Bari Sardo), è plausibile che fosse ubi- simo e scorze di limone, lavorato con
cata nel territorio di Orosei. [ANTO- cura e a lungo in modo da ottenere una
NELLO SANNA] pasta omogenea e morbida. L’impasto
Piretta, Giovanni (detto Nino) Sindaca- cosı̀ ottenuto viene ridotto a grosse sfo-
lista, consigliere regionale (Sedini glie dal contorno irregolare che ven-
1925-Sassari 2001). Artigiano, militante gono tagliate e disposte in teglie rive-
nel Partito Sardo d’Azione, dopo es- stite di carta stagnola. Il tutto viene
sersi impegnato nelle organizzazioni fatto cuocere a fuoco lento per pochi
di categoria fu eletto consigliere comu- minuti: il risultato sono delle piccole
nale di Sassari, di cui più tardi sarebbe sfere di pasta interamente vuote all’in-
stato anche vicesindaco. Nel 1979 fu terno (is piricchittus), che una volta
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tolte dal forno vengono cosparse con mento del leader siciliano Finocchiaro
uno sciroppo denso di zucchero che le Aprile e dello stesso Camillo Bellieni,
protegge, conservandone la morbida ma era stato accusato di «fascismo
fragranza che lascia sul palato il deli- sardo». Tra i suoi scritti: Ai combattenti
cato sapore del limone. di Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1922;
Monito ai sardi, ‘‘L’Unione sarda’’,
Pirina, Matteo (detto Cuccheddu) Poeta
1944; 2 giugno 1946, ‘‘La Voce di Sarde-
(Telti 1843-ivi 1905). Dedito all’agricol-
gna’’, 1947; Il fascismo sardo era preva-
tura e all’allevamento trascorse tutta
lentemente onesto, ‘‘La Voce di Sarde-
la vita nelle campagne del paese. Met-
gna’’, 1947.
tendo a frutto la frequenza della scuola
elementare (cosa rara in quei tempi e Pirisi, Cesare 1 Pittore e incisore
in quei luoghi) fu sempre assiduo nella (Nuoro 1905-Cagliari 1950). Allievo di
lettura di giornali, libri di storia e testi Francesco Ciusa e di Tito Cecchi, si tra-
sacri. Molto forte nei suoi versi gallu- sferı̀ a Cagliari dove esordı̀ nel 1933
resi il sentimento religioso, Franco con alcuni olii. Negli anni seguenti si
Fresi lo definisce «l’unico poeta gallu- accostò all’incisione, in particolare
rese che possa fregiarsi del titolo di alla xilografia, ottenendo riconosci-
poeta cattolico». Secondo Giulio Cossu menti in Italia e all’estero.
e Franco Fresi, che hanno raccolto i Pirisi, Cesare2 Giornalista, deputato al
suoi versi in I poeti popolari di Gallura Parlamento (n. Nuoro 1926). Fin dal
(1988), è «il cantore della riflessione in- 1945 si dedicò all’insegnamento e al-
dividuale connotata da una fede sicura l’attività giornalistica, fondando ‘‘Sar-
nel messaggio evangelico, che cono- degna’’, una rivista di studi regionali-
sceva molto bene». stici su posizioni progressiste. Negli
Pirisi, Bastià Intellettuale, uomo poli- anni seguenti continuò a operare a
tico (Villanova Monteleone 1885-Roma Nuoro, dando vita a diversi periodici
1979). Nel primo dopoguerra aderı̀ al quali ‘‘Il giornale di Nuoro’’, uscito nel
Partito Sardo d’Azione e dopo la ‘‘mar- 1966, e ‘‘La Nuova Città’’, che continua
cia su Roma’’ rimase schierato su posi- a uscire seppure senza una cadenza re-
zioni antifasciste. Si trasferı̀ quindi golare. Avvicinatosi alla politica, fu an-
nella capitale, dove si laureò e iniziò a che eletto consigliere comunale; nel
lavorare; con il consolidarsi del fasci- 1968 si presentò alle elezioni per il Par-
smo, però, si tenne estraneo alla vita lamento per la V legislatura ma non fu
politica. Prima della fine della se- eletto; ma durante la legislatura entrò
conda guerra mondiale costituı̀ un co- alla Camera dei deputati subentrando
mitato clandestino che si proponeva di all’avvocato Sergio Morgana, improvvi-
dare alla Sardegna un governo indi- samente scomparso, e nel 1971 fece
pendente. Uscı̀ dalla clandestinità nel parte della Commissione parlamen-
1944 e nel 1946 fondò la Lega Sarda, di tare di inchiesta sulla criminalità in
cui era organo il periodico ‘‘Voce della Sardegna. Non più rieletto, ha conti-
Sardegna’’. Il movimento si ispirava al nuato a lavorare come giornalista par-
separatismo siciliano ma, sebbene l’a- ticolarmente impegnato sul tema della
spirazione a una Sardegna indipen- crescita civile ed economica della sua
dente fosse abbastanza diffusa anche città, cui ha dedicato anche il libretto
nel PSd’Az, la Lega non ebbe il neces- Atene degli inganni. Nuoro senza miti,
sario riscontro elettorale e sparı̀ dopo 1978.
il 1948. Aveva ricevuto l’incoraggia- Pirisi, Filippo Maria Studioso di chi-
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mica (n. Cagliari 1945). Dopo aver con- lura. Dolmen. Nuraghi. Castelli. Itine-
seguito la laurea, ha intrapreso la car- rari archeologici nella provincia di Sas-
riera universitaria: attualmente è pro- sari (con Luisanna Usai), 1991; Un’isola
fessore presso la Facoltà di Ingegneria di nome Sardegna (con Manlio Briga-
di Cagliari. Di idee liberali, è stato ri- glia), 1991; Calangianus. Memorie di
petutamente consigliere comunale e un’architettura, 1994; 1000 e più feste
assessore al Comune di Cagliari. (idea e prefazione di Clara Gallini),
Pirisi, Giuseppe (detto Peppino) Archi- 1977.
tetto, consigliere regionale (n. Sarule Pirisi Siotto, Salvatore Avvocato, de-
1952). Dopo essersi laureato in Archi- putato al Parlamento (Nuoro 1826-ivi
tettura, si è dedicato alla libera profes- 1892). Dopo aver conseguito la laurea
sione e si è impegnato in politica schie- in Legge, intraprese con successo la li-
rato nel PDS. Nel 1995 è stato eletto bera professione nel foro di Nuoro. Si
presidente della Provincia di Nuoro e impegnò in politica e nel 1876 fu eletto
nel 1999 consigliere regionale del suo deputato al Parlamento per la XII legi-
partito nel collegio di Nuoro per la XII slatura e riconfermato per le altre due
legislatura; nel 2004 è stato riconfer- fino al 1882. Alla Camera si interessò
mato nello stesso collegio per la XIII del problema delle ferrovie, interve-
legislatura. nendo in più di un’occasione nel dibat-
Pirisi, Salvatore Pittore (Nuoro 1927- tito che si svolse su di esse. Tra i suoi
ivi 1990). Fortemente legato, all’esor- scritti: Progetto di legge per una nuova
dio, «all’eredità locale dei Floris, dei convenzione colla società delle ferrovie
Ciusa Romagna, dei Dessy – come sarde, 1877; Pubblica sicurezza in Sarde-
hanno scritto Giuliana Altea e Marco gna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1878;
Magnani – , ai primi degli anni Cin- Cose elettorali, ‘‘Avvenire di Sardegna’’,
quanta ha mosso verso più libere ricer- 1878; Sulla descrizione del progetto di
che cromatiche». Negli anni Sessanta legge per costruzione di nuove linee di
ha collaborato con altri artisti sardi al completamento della rete ferroviaria
rinnovamento dei modelli e dei tipi de- del Regno, 1879 (è un discorso pronun-
corativi dell’artigianato artistico, ope- ciato alla Camera dei deputati); Un po’
rando all’interno dell’ISOLA (Istituto più di luce sul primo dibattimento dei
Sardo per l’Organizzazione del Lavoro sardi tenutosi a Roma, 1881.
artigiano). Pirodda, Andrea Studioso di tradi-
Pirisinu, Salvatore Fotografo (n. zioni popolari (Aggius 1868-Cagliari
Nuoro 1951). Giornalista pubblicista 1924). Da giovane fu in relazione di
dal 1990, è autore di interessanti saggi: grande amicizia con Grazia Deledda.
con le sue fotografie ha illustrato con Conseguito il diploma magistrale, si
elegante realismo molti degli aspetti dedicò all’insegnamento in diversi
attuali della Sardegna, impegnato in centri dell’isola finendo per stabilirsi
una difesa non ideologizzante della a Buggerru, dove fu testimone dei san-
tradizione isolana nel paesaggio ur- guinosi tumulti del settembre 1904. Os-
bano e nell’ambiente. Tra i suoi scritti: servatore attento dei costumi della
Aritzo, immagini di un centro della Bar- gente, fu indagatore del folclore; s’in-
bagia, 1985; Dalla parte di Fonni. Docu- teressò anche di problemi di organiz-
mento per una speranza, 1988; Guida zazione scolastica. Tra i suoi scritti:
alle feste tradizionali della Sardegna, Scongiuro sardo contro l’incendio, il
1988; Carnevali di Sardegna, 1988; Gal- mal di capo e le trombe marine, ‘‘Rivista
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feudo a Guglielmo Sorell. I rapporti del passare degli anni, a causa delle ricor-
feudatario con la comunità, che conti- renti spedizioni di corsari barbare-
nuava vigorosamente a difendere la schi, divenne importante e nel 1506 fu
propria autonomia mediante l’ele- regolamentata. Fu nominato un official
zione annuale del majore, non furono che aveva il compito di organizzare la
buoni; negli stessi anni gli abitanti di difesa; purtroppo però il territorio
P. tentarono di limitare i poteri del feu- continuò a essere attaccato, e come
datario e soprattutto di liberarsi dall’o- quello della vicina Quartu subı̀ incur-
dioso obbligo cui erano tenuti di an- sioni. Le tribolazioni di P. furono anche
dare a cavare il sale nelle saline reali di altro genere: nel 1539 infatti dovette
e fuggirono a Cagliari, fissandovi la re- sopportare un’epidemia di peste. Du-
sidenza. La città, d’altra parte, essendo rante il secolo XVII le condizioni di P.
stato incluso il villaggio entro i confini non migliorarono, nel 1603 soffrı̀ per
del territorio che il re le aveva attri- un’invasione di cavallette, nel 1613 per
buito, cercava di limitare il potere del un terremoto e infine nel 1636 e nel
feudatario. In questo clima di incer- 1652 per nuove epidemie di peste. Co-
tezza, nel 1331 il Sorell vendette il vil- munque nel corso del secolo i suoi abi-
laggio a Raimondo Desvall che ottenne tanti si affrancarono definitivamente
dal re il privilegio di impedire la fuga dalla servitù del sale col pagamento di
dei suoi vassalli. Negli anni seguenti la un tributo annuo in denaro. Con il pas-
popolazione di P. diminuı̀ a causa della saggio della Sardegna agli Asburgo, nel
peste del 1348 e della prima guerra tra 1711 P. perse la propria autonomia e la
Mariano IVe Pietro IV che danneggiò il signoria utile delle sue rendite civili fu
villaggio. I Desvall nel 1355 resero il concessa in feudo a Francesco Pes, uni-
villaggio al fisco che nel 1358 lo cedette tamente a quella di Quartu. La conces-
a Berengario Barquer che ne perdette sione fu confermata dai Savoia e inutil-
il controllo quando scoppiò la seconda mente, negli anni successivi, gli abi-
guerra tra Mariano IV e Pietro IV. P. fu tanti tentarono di liberarsi dalla nuova
occupato dalle truppe giudicali che lo dipendenza; il rapporto con i feudatari
tennero fino alla battaglia di Sanluri. si fece difficile e nel 1760 tentarono di
In tutti questi anni decadde e si spo- resistere all’esazione dei tributi. Nel
polò quasi completamente. Caduto il 1793 la popolazione prese parte attiva
giudicato e tornato in possesso del re, alla preparazione della difesa dallo
nel 1427 fu compreso nel feudo acqui- sbarco francese e a tutti i fatti che ca-
stato da Giovanni De Sena, i cui discen- ratterizzarono il decennio successivo.
denti, non potendo far fronte ai debiti Nel 1821 P. fu incluso nella provincia di
di cui si erano caricati, nel 1437 lo ce- Cagliari e nel 1838 finalmente si liberò
dette a Ludovico Aragall il quale a sua dalla dipendenza feudale. Abolite le
volta lo cedette alla città di Cagliari. La province nel 1848, fu inserito nella di-
città però non fu in grado di tenere il visione amministrativa di Cagliari. Nel
feudo e P. tornò al fisco. Iniziò cosı̀ per 1859 tornò definitivamente a far parte
gli abitanti del villaggio una lunga fase della provincia di Cagliari. Per tutto
di autonomia e di tribolazioni; pur es- l’Ottocento e anche in seguito l’econo-
sendo amministrati direttamente dal mia e la popolazione del centro conti-
fisco, essi continuarono a essere tenuti nuarono a crescere e l’abitato fu colle-
al servizio nelle saline e a fare la guar- gato a quello di Cagliari con un tranvai;
dia nei litorali. Questa funzione, col nel 1927 perse l’autonomia e fu inte-
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chiamò a collaborare a ‘‘Il Democra- reato in Teologia. Nel corso degli anni
tico’’, il periodico del gruppo; Antonio è stato impegnato dal suo ordine in
Pigliaru lo chiamò alle prime celebra- molteplici campi e ha ricoperto impor-
zioni pubbliche del 25 aprile a Sassari; tanti incarichi. Il suo impegno aposto-
nel 1966 Fiorenzo Serra lo ‘‘arruolò’’ lico, però, non gli ha impedito di colti-
come consulente e autore del testo par- vare profondi studi di storia; dal 1975 è
lato del suo film-documentario L’ul- stato professore di Storia della Chiesa
timo pugno di terra. Nel 1972 fu eletto presso la Facoltà teologica di Cagliari:
deputato al Parlamento quando già si ha tenuto l’incarico fino al 1997. Stu-
era operata la rottura interna al dioso di grande applicazione, è autore
gruppo dei ‘‘Giovani Turchi’’. Schie- di numerose pubblicazioni, ma il suo
rato con i morotei sardi di Dettori e nome è soprattutto legato a una monu-
Soddu, nel partito ha ricoperto impor- mentale opera sulla storia de I Frati
tanti incarichi tra i quali quella di se- Minori di Sardegna, di cui sono usciti
gretario di Zaccagnini negli anni in cui 10 volumi e avviata ormai alla conclu-
il leader era alla guida della Democra- sione (dovrebbe comprendere 16 vo-
zia Cristiana. Successivamente venne lumi). Tra i suoi scritti: L’attività poli-
riconfermato alla Camera per altre tica di Innocenzo IV e i Francescani,
quattro legislature fino al 1992. Du- ‘‘Annali dell’Istituto Superiore di
rante quegli anni è stato sottosegreta- Scienze e Lettere Santa Chiara’’, V,
rio al Tesoro nel governo Forlani, nel 1957; Le origini francescane in Sarde-
primo e secondo governo Spadolini e gna, 1959; Origine e valori della pre-
nel quinto governo Fanfani; sottose- senza francescana a Quartu Sant’E-
gretrario alla Difesa nel sesto governo lena, in Vedute di Quartu Sant’Elena,
Fanfani e nel governo Goria. Pur es- 1977; La povertà nella Chiesa nei secoli
sendo uno dei personaggi più in vista XI e XII, ‘‘Dottrina sacra’’, 1977; La pre-
della Democrazia Cristiana sarda, nel senza francescana in Sardegna, in Frati
1992 non è stato ricandidato per l’XI Minori d’Italia, 1981; I frati Minori di
legislatura repubblicana. Egli però ha Sardegna 1850-1900, voll. 2, 1992; I frati
continuato a interessarsi di politica e Minori di Sardegna 1900-1925, voll. 3,
nel 1994 è stato rieletto come indipen- 1995; Due fondazioni religiose a Busa-
dente nel Polo delle Libertà e riconfer- chi, il collegio dei Gesuiti (1577) e il con-
mato anche per la XIII legislatura. Ha vento dei Frati Minori di S. Maria delle
svolto funzioni di capogruppo di Forza Grazie (1588), in Studi storici in memo-
Italia alla Camera dei deputati; confer- ria di Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio sto-
mato ancora per la XIV legislatura, nel rico sardo’’, XXXIX, 1998; Origine della
2001 è divenuto ministro per l’Attua- Provincia di San Saturnino dei Frati Mi-
zione del programma di governo e dal nori di Sardegna e serie dei suoi ministri
luglio del 2002 all’aprile 2006 è stato
provinciali (1639-1891), ‘‘Teologica et
ministro dell’Interno. Nella consulta-
Historica’’, VII, 1998; I Frati Minori di
zione dell’aprile 2006 è stato eletto al
Sardegna dal 1218 al 1639, voll. 2, 2000; I
Senato nella lista di Forza Italia, di cui
francescani in Sardegna e i rapporti con
è uno dei dirigenti più autorevoli.
i giudici di Logudoro e di Arborea, in La
Pisanu, Leonardo Minore osservante, civiltà giudicale in Sardegna nei secoli
storico della Chiesa (n. Sindia 1927). XI-XIII, 2001; I Frati Minori di Sarde-
Entrato nell’ordine dei Minori osser- gna nell’episcopato sardo nei secoli
vanti, è diventato sacerdote e si è lau- XIII-XV in Studi in onore del cardinale
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mondo Marquet che però nel 1346 lo prini. Negli ultimi decenni si sta svi-
cedettero in enfiteusi a Francesco luppando anche una modesta attività
Estape. Negli anni successivi soffrı̀ a industriale nel settore meccanico e in
causa della peste del 1348 e per le quello dell’edilizia. È sufficiente-
guerra tra Aragona e Arborea e andò mente organizzata la rete di distribu-
spopolandosi rapidamente. Pur es- zione commerciale. Vi opera anche un
sendo passato dagli Estape agli Jardı̀ albergo, a sostegno del nascente turi-
negli anni successivi fu occupato dalle smo. Servizi. P. è collegato per mezzo
truppe arborensi e si spopolò comple- di autolinee agli altri centri della pro-
tamente. Dopo la battaglia di Sanluri vincia. Dispone di Pro Loco, medico,
tornò in possesso degli Jardı̀ che nel farmacia, scuola dell’obbligo, sportello
1450 lo cedettero a Giacomo Catxa. In bancario. Possiede una Biblioteca co-
seguito il territorio passò ripetuta- munale.
mente di mano finché nel 1487 fu ac- & DATI STATISTICI Al censimento del
quistato da Giacomo Aragall che lo 2001 la popolazione contava 912 unità,
unı̀ al feudo di Gioiosaguardia. Nel di cui stranieri 1; maschi 442; femmine
corso dei secoli passò dagli Aragall, ai 452; famiglie 333. La tendenza com-
Bellit, ai Gualbes, ai Brondo e infine ai plessiva rivelava una lieve diminu-
Bou Crespi ai quali fu riscattato nel zione della popolazione, con morti per
1839. Il territorio rimase spopolato anno 6 e nati 4; cancellati dall’anagrafe
completamente fino al secolo XVII per- 17 e nuovi iscritti 15. Tra i principali
ché era troppo esposto al pericolo di indicatori economici: imponibile me-
incursioni da parte di corsari barbare- dio IRPEF 11 424 in migliaia di lire;
schi; fu tuttavia frequentato da gruppi versamenti ICI 281; aziende agricole
di pastori che a partire dalla seconda 89; imprese commerciali 32; esercizi
metà del secolo XVIII vi costruirono un pubblici 3; esercizi al dettaglio 14; am-
boddeu attorno alla chiesa di Santa Ma- bulanti 2. Tra gli indicatori sociali: oc-
ria (edificio del secolo XVII). Il piccolo cupati 207; disoccupati 76; inoccupati
centro ben presto si sviluppò anche per 116; laureati 5; diplomati 52; con li-
le sue fonti termali di S’Acqua Callenti cenza media 307; con licenza elemen-
che cominciarono a essere apprezzate tare 289; analfabeti 4; automezzi circo-
nell’Ottocento. Nel 1821 fu incluso lanti 395; abbonamenti TV 256.
nella provincia di Iglesias; dopo il & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
1848 entrò a far parte della divisione ritorio conserva importanti testimo-
amministrativa di Cagliari e, dopo il nianze archeologiche a partire dal pe-
1859, della ricostituita omonima pro- riodo prenuragico. Tra queste, in par-
vincia. Fu incluso come frazione nel ticolare, vanno ricordate la roccia di
territorio del comune di Giba e negli Su Tatinu e le domus de janas di Narbo-
anni successivi continuò a svilupparsi; nis is Gennaus.
è diventato comune autonomo nel & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
1987. RALE Il suo abitato conserva l’aspetto
& ECONOMIA Le attività di base della dei tradizionali centri collinari sulci-
sua economia sono l’agricoltura, in tani; lungo le strade si affacciano le ti-
particolare la cerealicoltura, l’orticol- piche case costruite con mattoni di
tura e l’olivicoltura, e l’allevamento terra cruda (làdiri), poggianti su fonda-
del bestiame, soprattutto di bovini e menta in pietra, che nella parte poste-
suini e in misura minore di ovini e ca- riore hanno un grande cortile. La co-
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l’altro dedicato ad approfondire i rap- agli studi storici. Nel 1865 difese l’au-
porti tra Genova e la Sardegna nell’Età tenticità delle Carte d’Arborea; nel
medioevale. Tra i suoi scritti: Da Kapu- 1869 si trasferı̀ a Roma e divenne segre-
tanni a Triulas. Note sul calendario tario del padre Piga, allora provvedi-
sardo, ‘‘Atti dell’Accademia delle tore generale dell’Ordine, e dal 1875
Scienze di Torino’’, XCV, 1961; I primi in pratica lo sostituı̀. Si segnalò per la
documenti tra Sardegna e Genova, ‘‘Ar- sua efficienza e per la sua grande pietà.
chivio storico sardo di Sassari’’, 4, Nel 1877 mentre transitava in una via
1978; Genova e la Sardegna nel secolo di Roma fu travolto da una carrozza e
XII, ‘‘Archivio storico sardo di Sas- morı̀ pochi giorni dopo. Tra i suoi
sari’’, 8, 1982; Genova e la Sardegna ai scritti: Pitture sarde nel convento di
tempi di Dante, in Ricordi di Sardegna Fonni, ‘‘Bullettino Archeologico
nella Divina Commedia, 1986. sardo’’, VIII, 1862; Pitture sarde nel con-
Pistis, Is1 Località abitata in territorio vento di Ossi, ‘‘Bullettino Archeologico
di Perdaxius, nelle vicinanze della fra- sardo’’, VIII, 1862; Santuario o basilica
zione di Pesus. Presumibilmente si è della S. Vergine dei martiri in Fonni,
sviluppata in età non precisabile, e co- 1862; Condaghe del sec. XII del Mona-
munque non prima del secolo XVII, da stero abbaziale di S. Pietro di Silki presso
un furriadroxiu sorto in terre concesse Sassari, 1865; Memorie istoriche sul pro-
in enfiteusi alla famiglia Pistis dalla gresso e vicende in Sardegna degli isti-
quale ha finito per prendere il nome. tuti del serafico patriarca S. Francesco
Pistis, Is2 Località abitata in territorio d’Assisi (è un manoscritto conservato
di San Giovanni Suergiu, in prossimità presso l’Archivio generale dell’ordine
della frazione di Palmas. Presumibil- dei Frati minori, dove è depositato an-
mente si è sviluppata in età non preci- che Memorie istoriche della provincia di
sabile, e comunque non prima del se- S. Saturnino martire in Sardegna, men-
colo XVII, da un furriadroxiu costruito tre un terzo manoscritto, Superiori reli-
da pastori in territori concessi in enfi- giosi frati minori in Sardegna, è conser-
teusi a una famiglia Pistis che gli ha vato presso la Biblioteca Maior dei
dato il nome. Frati minori a Roma).
Pistis, Luigia Monaca domenicana (Ca- Pisu, Giampaolo Storico (Carbonia
gliari 1754-ivi 1800). Trascorse la vita 1934-Cagliari 1984). Laureato in Giuri-
nel convento cagliaritano di Santa Ca- sprudenza, all’inizio insegnò storia e
terina, godendo fama di santità per la filosofia nei licei. Dopo alcuni anni in-
profonda pietà e per le costanti prati- traprese la carriera universitaria, de-
che di penitenza e meditazione. Dopo dicandosi, sotto la guida di Paolo
la morte fu subito annoverata dal suo Spriano e Girolamo Sotgiu, allo studio
ordine tra le venerabili. della storia contemporanea. Fu profes-
Pistis, Rafaele (detto Fra Lodovico) Sto- sore di Storia contemporanea presso
rico della Chiesa (Fonni 1809-Roma l’Università di Cagliari. Studioso in un
1877). Entrò nell’ordine dei Frati mi- primo tempo della storia politica sarda
nori e fu ordinato sacerdote. Dopo e dei partiti regionali, si orientò in se-
aver ricoperto alcuni incarichi in seno guito sui problemi sociali del nostro
all’ordine, per le sue qualità divenne tempo e sull’evoluzione dell’economia
padre provinciale di Cagliari dal 1848 contemporanea. Fu tra i redattori del-
al 1858. Dopo la chiusura dei conventi, l’‘‘Archivio sardo del movimento ope-
nel 1862 si ritirò a Fonni dove si dedicò raio contadino e autonomistico’’, ed è
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nario di Sassari ed essere divenuto sa- nente materiale sardo apparso sulla ri-
cerdote, trascorse il resto della vita vista è ora compreso, insieme ad altri
come modesto collaboratore della par- fondamentali contributi, nella Antolo-
rocchia del suo paese, una frazione di gia delle tradizioni popolari in Sardegna
Pattada di duecento abitanti. Dal (a cura di Mario Atzori e Giulio Paulis),
punto di vista letterario si formò pro- 3 volumi editi dal sassarese Carlo Del-
babilmente alla scuola poetica – molto fino nel 2005.
viva e vitale – di questo paese, ma ri- Pittalis, Gavino Scienziato (Sassari
sentı̀ anche degli influssi della cor- 1757-ivi 1824). Laureatosi in Medicina,
rente arcadica che giungevano in que- si dedicò alla sua professione e all’in-
gli anni in Sardegna. Non pubblicò nes- segnamento universitario imponen-
suna opera in vita e questo ha favorito dosi per le sue capacità professionali
qualche confusione tra lui e Padre e per la profondità degli studi. Divenne
Luca Cubeddu (=). L’attenzione cadde professore di Medicina nell’Università
dapprima su due composizioni di im- di Sassari e fu nominato vice-protome-
pianto raffinato, chiaramente ispirate dico della Sardegna. Autore di nume-
alle nuove correnti letterarie, che lo rose opere, tra le quali un importante
fecero subito annoverare tra i maggiori trattato, Flora turritana, nel quale clas-
autori in logudorese: S’abe, nella quale sificò più di 2000 essenze.
ammonisce moralisticamente un’ape
che ronza intorno a un paiolo di sapa; Pittalis, Paola Studiosa di storia della
S’anzone, dove parla dell’amore per letteratura, critica (n. Sassari 1939).
una giovane rappresentandola come Conseguita la laurea, si è dedicata al-
un’agnella. La raccolta delle sue Can- l’insegnamento nelle scuole superiori;
tones, curata da Salvatore Tola, ha di- dal 1985 è diventata giornalista pubbli-
mostrato tuttavia che egli sapeva espri- cista. Avvicinatasi alla politica, è stata
mere bene anche altri toni e motivi: la consigliere comunale e capogruppo
satira in primo luogo, con Sa cantone de del PDS nel Consiglio comunale di Sas-
su cabaddareddu (La canzone del ca- sari. Attenta studiosa della storia della
valluccio) e S’imbustu (Il busto); i temi letteratura in Sardegna, ha al suo at-
morali, con Sa cantone de sa fide (La tivo numerosi saggi, tra i quali: Quando
canzone della fiducia) ecc. si dice sa limba, ‘‘Ichnusa’’, III, n.s., 7,
1984; Le commedie religiose di frate An-
Pitedo Famiglia cagliaritana (sec. tonio da Esterzili, ‘‘La Nuova Sarde-
XVI). Le sue notizie risalgono al secolo gna’’, 1984; Montagne di Aritzo, ‘‘La
XVI. Ottenne il cavalierato ereditario Nuova Sardegna’’, 1984; Sorgono, ‘‘La
nel 1599 con un Salvatore. Non si Nuova Sardegna’’, 1984; La Sardegna
hanno notizie di una sua discendenza. vista dall’Italia e dall’Europa, in Sarde-
Pitiusa = Euforbia gna. Enciclopedia (a cura di M. Briga-
Pitrè, Giuseppe Demopsicologo folclo- glia), III, 1988, e il volume Storia della
rista (Palermo 1841-ivi 1916). Conside- letteratura in Sardegna, 1998.
rato il fondatore della scienza del fol- Pittalis, Pietro Avvocato, consigliere
clore in Italia, pubblicò, a partire del regionale (n. Charleroi, Belgio, 1958).
1882, insieme con Salvatore Salomone Dopo essersi laureato in Giurispru-
Marino l’‘‘Archivio per lo studio delle denza a Firenze si è dedicato alla pro-
tradizioni popolari’’, in cui fu fatto fessione di avvocato, specializzandosi
largo spazio ai contributi che valoriz- nell’attività stragiudiziale. Attirato
zano la Sardegna. Quasi tutto l’impo- dalla politica, è entrato in Forza Italia
319
e nel 1994 è stato eletto consigliere re- roco di Villacidro. Attualmente par-
gionale per l’XI legislatura nel collegio roco di San Nicolò di Guspini. Lau-
di Nuoro; successivamente riconfer- reato in Pedagogia nell’Università di
mato per la XII legislatura nello stesso Sassari con una tesi sul Piano di Rina-
collegio. Durante questa legislatura scita, si è segnalato per il suo impegno
dal novembre 1999 al novembre 2001 è civile, partecipando al dibattito gior-
stato assessore alla Programmazione nalistico sui problemi della società iso-
nella seconda giunta Floris. A causa lana e animando iniziative di solida-
del nuovo assetto territoriale assunto rietà tra cui la comunità ‘‘Alle Sor-
dalle province sembrava non fosse genti’’ di Morgongiori, alle falde del
stato riconfermato per la XIII legisla- monte Arci. Ha al suo attivo anche una
tura (2004-2009), ma, chiarito l’equi- raccolta di versi.
voco, è tornato in Consiglio regionale
Pittau, Antonio Sacerdote, studioso di
come aderente all’UDEUR.
storia (Samassi 1938-Cagliari 1988). En-
Pittalis, Salvatore Studioso di storia trato giovanissimo in Seminario, è
locale (Cheremule 1854-Sassari 1948). stato ordinato sacerdote; per anni è
Entrato nella carriera militare come stato parroco della cattedrale di Ca-
ufficiale raggiunse nel 1915 il grado di gliari, insegnante nella Facoltà di Teo-
colonnello. Subito dopo si ritirò e sta- logia. Studioso serio e preparato, au-
bilı̀ la sua residenza a Sassari, dove ini- tore di interessanti studi di carattere
ziò a raccogliere libri e documenti storico-artistico, tra cui La cattedrale
sulla Sardegna, costituendo un’impo- di Cagliari, 1988, fu assassinato nella
nente biblioteca specifica di circa stessa cattedrale cagliaritana alla vigi-
5000 volumi, considerata seconda, lia del Natale 1988. Al delitto, rimasto
come biblioteca privata specializzata, un mistero non ancora risolto, sono de-
solo a quella di Caocci ad Aritzo. Ricco dicati un libro del fratello Dino, suo
di interessi, contribuı̀ ad animare la successore nella parrocchia della cat-
vita culturale di Sassari; nel 1925, scop- tedrale cagliaritana, e un saggio di
piata la polemica su Giovanni Maria Gian Franco Murtas, La stanza del ve-
Angioy tra il ‘‘laico’’ Antonio Boi e lo scovo, 2002.
storico d’impostazione cattolica Seba-
Pittau, Giuseppe Religioso, arcive-
stiano Pola, sostenne le tesi del Boi.
scovo onorario di Castro (n. Villacidro
Collaborò con Antonio Taramelli alla
1928). Ha studiato nella prestigiosa
redazione della Carta archeologica
Università di Harvard (Massachusetts,
della Sardegna. Morı̀ lasciando gran
USA), dove si è laureato in Scienze po-
parte delle sue carte e dei suoi volumi
litiche. Nel 1945 è entrato nella Com-
alla Biblioteca comunale di Sassari.
pagnia di Gesù e nel 1959 è stato ordi-
Tra i suoi scritti: I candelieri. Note stori-
nato sacerdote. Attraverso gli anni si è
che, 1912; Un documento inedito su
fatto notare per cultura e per equili-
Giommaria Angioy, ‘‘Archivio storico
brio ed è divenuto presidente della
sardo’’, XI, 1916; I gremi e la caratteri-
‘‘Sophia University’’ di Tokyo; nel 1981
stica processione dei Candelieri che si ce-
ha assunto importanti incarichi di go-
lebra in Sassari, in Nulvi ed in Ploaghe
verno in seno al suo ordine, giungendo
la sera del 14 agosto, 1921.
a essere Consigliere generale. Nel 1992
Pittau, Angelo Sacerdote (n. Villacidro è stato nominato rettore della Univer-
1939). Fratello di Giuseppe, ordinato sità Gregoriana di Roma e subito dopo
sacerdote nel 1965, è stato a lungo par- segretario della Congregazione vati-
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greco?, in L’Africa romana. Atti del VII (sec. XX). Allievo di Antonio Marongiu,
Convegno di studi, 1990; La lingua dei si laureò in Giurisprudenza nel 1938 e
nuragici e quella degli etruschi, ‘‘Qua- si dedicò alla ricerca intraprendendo
derni bolotanesi’’, XVI, 1990; I cognomi la carriera universitaria. Mostrava di
della Sardegna, 1990; Testi etruschi tra- avere ottime doti di studioso, ma morı̀
dotti e commentati con vocabolario, prematuramente. Aveva pubblicato il
1990; Grammatica della lingua sarda, saggio Il procedimento giudiziario nei
varietà logudorese, 1991; Nuova iscri- condaghi e nella Carta de Logu, ‘‘Studi
zione etrusca rinvenuta in Sardegna, in sardi’’, IV, 1940.
L’Africa romana. Atti del IX Convegno di
studi, 1992; Poesia e letteratura. Brevia-
rio di poetica, 1993; Latifondisti, coloni,
liberi e schiavi romani in Sardegna e in
Barbagia. Le prove linguistiche, ‘‘Qua-
derni bolotanesi’’, XIX, 1993; L’Odissea
e la Sardegna nuragica, ‘‘Quaderni bo-
lotanesi’’, XX, 1994; Poesia e lettera-
tura. Breviario di poetica, 1994; Origine
e parentela dei Sardi e degli Etruschi.
Saggio storico-linguistico, 1994; Ulisse e
Nausica in Sardegna, 1994; L’origine di
Nuoro, 1996; L’‘‘Odissea’’, la Sardegna
nuragica e Olbia, in Da Olbı̀a a Olbia.
2500 anni di storia di una città mediter-
ranea (a cura di Attilio Mastino e Paola
Ruggeri), 1996; La lingua etr usca,
grammatica e lessico, 1997; Tabula Cor-
tonensis. Lamine di Pirgi ed altri testi
etruschi tradotti e commentati, 2000; La
lingua Sardiana o dei Protosardi, 2001;
Vocabolario della lingua sarda, 2002; Di-
Pittosporo – Originario del Medio Oriente,
zionario della lingua sarda fraseologico è un arbusto largamente impiegato nelle siepi.
ed etimologico, voll. 2, 2003; I nomi dei
paesi, città, regioni, monti e fiumi della
Sardegna. Significato e origine, 2004; Pittosporo Pianta arbustiva della fa-
Lingua e civiltà di Sardegna, 2004; La miglia delle Pittosporacee (Pittospo-
Sardegna nuragica, nuova edizione, rum tobira Aiton), originaria dell’E-
2006. stremo Oriente. Grosso arbusto sem-
Pittaus, Is Località abitata in territorio preverde, può crescere ad albero sino
di Nuxis. La comunità si è sviluppata a 4 m di altezza; le foglie, opposte, sono
in età non precisabile, e comunque non spatolate, con margine liscio, lucide e
prima del secolo XVII, da un furriadro- consistenti; i fiori formano densi maz-
xiu costruito da pastori in un territorio zetti bianchi con il centro giallastro il
concesso in enfiteusi a una famiglia cui intenso profumo, simile a quello
Pittau che le ha dato il nome. dei fiori d’arancio (zagare), in prima-
vera pervade i parchi e i giardini, dove
Pittinuri = Santa Caterina di Pittinuri questa specie è largamente diffusa
Pittiu, Giuseppe Storico del diritto come pianta ornamentale, specie per
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volte il prestigioso ‘‘Certame Capito- cune distinte personalità; nel 1689 fu-
lino’’. rono insigniti dell’ordine di Santiago
Pitzianti Famiglia cagliaritana (se- con un Francesco. Da lui discendono i
conda metà sec. XIX). Espresse alcune P. attuali che, dopo i tristi fatti che por-
personalità nel campo della musica. tarono all’assassinio di Girolamo nel
Iniziatore della tradizione familiare 1795, si trasferirono a Sassari, dove la
fu un Enrico, compositore e direttore famiglia tuttora risiede.
d’Orchestra, vissuto nella seconda Pitzolo, Girolamo Avvocato, inten-
metà dell’Ottocento. Continuatore dente generale della Sardegna (Ca-
delle tradizioni familiari fu Salvatore, gliari 1748-ivi 1795). Dopo aver passato
contrabbassista di fama internazio- alcuni anni di studio a Torino, compro-
nale. messi dal suo carattere impetuoso,
Pitzianti, Salvatore Musicista (Ca- tornò a Cagliari e si laureò in Legge de-
gliari 1897-Frignano 1965). Si diplomò dicandosi alla professione di avvocato.
al Conservatorio di Cagliari, dove inco- Nel 1793 fu tra i maggiori protagonisti
minciò a insegnare contrabbasso. Nel della resistenza di Cagliari ai francesi;
1953 si trasferı̀ al Conservatorio di San guidò la resistenza delle truppe mili-
Pietro a Maiella a Napoli e nel 1964 in ziane, ma non ebbe nessuna ricom-
quello di Santa Cecilia a Roma. Si im- pensa per il valore dimostrato. Poco
pose a livello internazionale come uno dopo fu incluso nella delegazione di
dei migliori contrabbassisti del sei personalità mandate dagli Sta-
mondo: fece parte dell’orchestra del menti a Torino a presentare al re le co-
Teatro Nuovo di Napoli e di quella siddette Cinque domande. Avendo il
della RAI. Fece anche parte di alcune ministro Graneri traccheggiato ed es-
prestigiose orchestre e fondò con Re- sendo il re impegnato nella guerra con
nato Fasano il Collegium Musicum Ita- la Francia, rimase in Piemonte nell’e-
licum suonando nei maggior teatri di stenuante attesa della risposta del re.
tutto il mondo. Fu padre di Vittorio, an- Durante la lunga permanenza a Torino
che lui contrabbassista, che insegnò egli inviò alcune lettere agli Stamenti
per anni presso il Conservatorio di To- nelle quali descriveva lo smarrimento
rino e suonò in alcune grandi orche- della delegazione di fronte al silenzio
stre, rinverdendo la notorietà di Salva- del re; le lettere, lette pubblicamente
tore. nell’assemblea, contribuivano ad ac-
Pitzolo Famiglia cagliaritana (sec. XVI- cendere ancor di più gli animi. A To-
esistente). Le sue notizie risalgono al rino, però, egli entrò in contatto con
secolo XVI: di condizione borghese, gli ambienti di corte e fu nominato dal
nel corso del secolo espresse alcuni re procuratore generale della Sarde-
consiglieri della città e andò assu- gna. Tornò nell’isola il 18 maggio 1794,
mendo una considerevole posizione in salutato come un trionfatore, dopo i
seno alla società cittadina. Nel 1599 i P. fatti del 28 aprile che peraltro criticò
ottennero il cavalierato ereditario con mostrando fedeltà al re. Mettendo in
un Salvatore che nel 1614 fu nominato campo quanto poteva della sua (non
governatore del Goceano; unitamente abituale) moderazione tentò di pacifi-
ai figli nel 1623 fu ammesso allo Sta- care le fazioni, ma forse proprio per
mento militare. I suoi discendenti con- questo fu guardato con crescente so-
tinuarono a prendere parte ai lavori spetto, soprattutto dopo che a giugno
degli altri parlamenti ed espressero al- fu nominato intendente generale del
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Regno nel chiaro intento di normaliz- nel 1214 fu tra i concelebranti del ma-
zare la situazione: il fatto che la no- trimonio tra la giudicessa Benedetta e
mina fosse stata decisa a Torino senza Barisone II. Morı̀ nel secolo XIII, forse
aspettare la terna dei nomi che doveva nello stesso 1226 in cui cessò dalla ca-
essere presentata dagli Stamenti ac- rica di vescovo di Dolia.
cese l’odio contro di lui, ritenendo che Pitzorno, Benvenuto Studioso di sto-
si volesse ‘‘cancellare’’ con un colpo di ria del diritto (Sassari, seconda metà
mano poliziesco gli stessi Stamenti. La sec. XIX-?). Professore di Storia del Di-
sua moderazione finı̀ per collocarlo in ritto nell’Università di Sassari, legato a
una posizione di aperto contrasto nei Enrico Besta ne sentı̀ l’influenza; stu-
confronti degli Stamenti ormai domi- diò le istituzioni del Medioevo sardo
nati dal partito dei Novatori e dai pa- comparandole a quelle italiane. Tra i
trioti dell’entourage di Giovanni Maria suoi scritti: Affigliamento della Chiesa.
Angioy, schierati su posizioni ancora Studio storico-giuridico, 1904; I consoli
fortemente antipiemontesi. Nei primi veneziani di Sardegna e di Majorca,
mesi del 1795 il suo comportamento ‘‘Nuovo Archivio veneto’’, XI, 1906; Le
fece pensare che, unitamente al mar- leggi spagnole nel regno di Sardegna,
chese della Planargia, stesse addirit- 1919.
tura preparando un’azione repressiva
nei confronti dei democratici, in vista
della quale aveva anche preparato una
lista di personaggi da arrestare: cosı̀,
nell’esasperazione del movimento pa-
triottico, il 5 luglio scoppiò una nuova
sommossa popolare, nei tumulti della
quale, fatto prigioniero senza che il vi-
ceré facesse nulla per difenderlo, fu
linciato dalla folla inferocita (ma per
mano, sostiene Giuseppe Manno, di un
‘‘braccio destro’’ dello stesso Angioy).
Una sua Relazione scritta nel campo di
Gluc dalli 3 al 26 febbraio 1793, mano-
scritto conservato nello Zibaldone del
Manno, ricostruisce i movimenti finali
della battaglia contro i Francesci sbar-
Bianca Pitzorno – È partita anche lei dal
cati al Margine Rosso.
mitico liceo ‘‘Azuni’’ di Sassari per approdare
Pitzolo, Guantino (o G. Pizzolo) Reli- alla migliore letteratura per l’infanzia.
gioso (Cagliari, seconda metà sec. XII-
Dolia?, 1226?). Vescovo di Dolia dal Pitzorno, Bianca Scrittrice (n. Sassari
1206 al 1226. Nel 1206, già vescovo di 1942). Dopo la laurea in Lettere si è
Dolia, fu testimone dell’accordo tra il specializzata in Archeologia con Gio-
giudice Guglielmo di Massa e Ugo di vanni Lilliu. All’inizio si è dedicata al-
Bas per la determinazione dei confini l’insegnamento nelle scuole seconda-
tra il giudicato di Cagliari e quello di rie superiori, che però ha presto ab-
Arborea; resse la diocesi nel difficile bandonato. Nel 1968 si è trasferita a Mi-
momento della crisi dinastica dovuta lano dove ha perfezionato ulterior-
all’estinzione dei Massa di Cagliari e mente i suoi studi. Nel 1970, dopo un
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periodo di collaborazione con la televi- bene fosse stato eletto in una situa-
sione svizzera, è entrata alla RAI come zione in cui si cercava la ‘‘concilia-
funzionario, occupandosi dei pro- zione’’ – come si chiamava la lista – «il
grammi culturali e di quelli dei ragazzi Consiglio comunale continuò a cammi-
(la sua trasmissione più popolare è nare a sghembo – scrive Enrico Costa.
stata ‘‘Dirodorlando’’). Nel 1977 ha la- L’energia esercitata dal P., il terzo sin-
sciato la RAI per dedicarsi esclusiva- daco eletto, non riuscı̀ a conciliare
mente alla sua attività di scrittrice, so- nulla. Anzi indispose 28 consiglieri i
prattutto di libri per l’infanzia, nei quali avevano preparato la sua rimo-
quali ha portato un’autentica ventata zione. Ma il P. li prevenne deponendo
di novità, tanto che lo stile – che nulla lo scettro!». Su questa vicenda pub-
concede alla diffusa convinzione che blicò subito dopo una risentita rela-
ai ragazzi occorra parlare con un les- zione, Novanta giorni di sindacato nel
sico semplificato – quanto per i conte- Municipio di Sassari, 1893. Tra i suoi
nuti, sempre vicini a quello che è il scritti: Moderno indirizzo nella scuola
mondo reale dei giovani e giovanissimi anatomica di Sassari. Lettera I e II,
di oggi. Dopo il fortunato exploit con 1870; Rara anomalia dei rami del-
L’incredibile storia di Lavinia, 1985, che l’aorta, 1876; Trattato di anatomia
ha ricevuto molti premi ed è stato tra- umana normale, 1878; Il vecchio si-
dotto in Francia da Gallimard, il suo stema e moderno inizio delle scuole di
libro di maggiore successo è Ascolta il anatomia umana in Italia, 1879; Ro-
mio cuore, 1991, che ha aperto una serie lando e i suoi lavori anatomici sul si-
di nuove avventure dei suoi perso- stema nervoso, 1882; Conferenza popo-
naggi. Il più recente (2005) è La princi- lare sul colera, 1884; Efficacia delle qua-
pessa francese. Nel 1996 le è stata con- rantene: morte apparente e morte reale
ferita la laurea honoris causa in nel colera, 1884; Influenza della donna
Scienze della Formazione dall’Univer- sul progresso sociale, 1895.
sità di Bologna. Nella sua vastissima Pitzorno, Giuseppe Ufficiale di car-
produzione (ha venduto oltre un mi- riera (Cagliari 1891-Roma?, seconda
lione e mezzo di copie) la Sardegna metà sec. XX). Entrato in Accademia,
non sempre è presente, ma ha provato nel 1912 fu nominato sottotenente.
a collocarla come sfondo di un libro fra Combattente nella guerra italo-turca,
storia e romanzo, Vita di Eleonora d’Ar- nella prima guerra mondiale, nella
borea principessa medioevale di Sarde- campagna d’Etiopia e nella seconda
gna, 1984, che – ristampato nel 2003 guerra mondiale, durante la quale fu
nella ‘‘Biblioteca della Nuova Sarde- fatto prigioniero, fu ferito per ben cin-
gna’’ – ha avuto un successo di pubblico que volte ed ebbe numerose decora-
straordinario. zioni; raggiunse i più alti gradi della
gerarchia militare, fino a essere nomi-
Pitzorno, Giacomo Docente universi-
nato capo di Stato Maggiore dell’Eser-
tario, sindaco di Sassari (n. Sassari
cito.
1846). Conseguita la laurea in Medi-
cina, intraprese la carriera universita- Pitzorno, Marco Studioso di anatomia
ria. Insegnò Anatomia umana per molti umana (Mignano, Caserta, 1868-?). Con-
anni presso l’Università di Sassari. seguita la laurea in Medicina intra-
Nell’ottobre 1892 fu eletto sindaco di prese la carriera universitaria. Fu pro-
Sassari in un momento piuttosto agi- fessore di Anatomia umana presso l’U-
tato della vita politica cittadina; seb- niversità di Sassari. Ha lasciato nume-
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rosi studi scientifici, tra cui: Intorno ad Chimica clinica e Virologia degli Ospe-
un nuovo Coraco ocephalus, 1893; In- dali riuniti di Cagliari. Autore di molti
torno ad alcune varietà ossee, 1894; studi scientifici è stato nominato presi-
Nuovo processo di conservazione a secco dente di numerosi enti per la lotta con-
del cervello, 1894; Sulle fratture della tro le allergie. Dal 1985 è impegnato so-
base del cranio, 1894; Esame di un delin- prattutto in studi sull’AIDS; sosteni-
quente, 1895; La prima applicazione del tore della necessità di una preven-
Siero antidifterico a Sassari, 1895; Note zione che suscita con un’azione capil-
antropologiche sui sardi, ‘‘Gazzetta de- lare di sensibilizzazione sociale, ha
gli Ospedali’’, XVI, 1895; Museo anato- fondato l’ASPA (Associazione Sarda
mico della R. Università di Sassari, de- Prevenzione AIDS) e, coadiuvato dalla
scritto, 1898; Alcuni antichi professori di moglie Gabriella Piu Pitzalis (=), ha
botanica nell’ateneo sassarese, ‘‘Malpi- dato vita a una grande campagna di
ghia’’, XIII, 1899; Sull’apparato circola- sensibilizzazione e di informazione
torio dell’Hormogaster, 1899. che ha coinvolto le scuole di ogni or-
Pitzus, Franco Clinico e patologo (n. dine e grado. Per questa sua attività ha
Macomer 1927). Dopo la laurea si è de- avuto riconoscimenti a livello mon-
dicato alla carriera universitaria; ha diale.
iniziato nell’Università di Siena, ma Piu, Mario Sacerdote, studioso di storia
nel 1969 è tornato a Cagliari dove ha della Chiesa (Quartucciu 1875-Cagliari
insegnato Patologia speciale medica. 1975). Entrato in Seminario, fu ordi-
È autore di numerosi lavori scientifici, nato sacerdote nel 1898. Si laureò in
che gli hanno dato notorietà interna- Teologia e fu nominato parroco della
zionale. chiesa cagliaritana di Sant’Eulalia;
Pitzus, Is Località abitata in territorio successivamente fu trasferito alla par-
di San Giovanni Suergiu in prossimità rocchia di Sant’Anna. Dopo alcuni
della frazione di Is Urigus. Si è svilup- anni divenne canonico della catte-
pata in età non precisabile, e comun- drale e nel 1955 fu nominato protono-
que non prima del secolo XVII, da un taro apostolico. Ospitò i Salesiani e si
furriadroxiu costruito da pastori su fece promotore di numerose opere di
terre concesse in enfiteusi a una fami- carità. Morı̀ centenario a Cagliari nel
glia Pitzus che finı̀ anche per darle il 1975. Nel 1967 aveva pubblicato la mo-
nome. nografia Nostra Signora d’Itria e le sue
glorie nella storia dell’Arciconfrater-
Piu, Giovanni (detto Ninni) Allergologo,
nita.
virologo e immunologo (n. Cagliari
1933). Con un passato di giovane spor- Piu Pitzalis, Gabriella Pianista (n.
tivo nel calcio e nella pallanuoto, si è Roma 1943). Figlia di Luigi, dopo aver
laureato in Medicina a Cagliari nel conseguito il diploma in pianoforte ha
1962, dedicandosi alla carriera di me- rinunciato a una promettente carriera
dico ospedaliero e alla ricerca nel set- di concertista per dedicarsi alla fami-
tore della microbiologia, in stretto col- glia e all’insegnamento presso il Con-
legamento con gli ambienti della servatorio di Musica di Cagliari.
scuola cagliaritana di microbiologia. Esperta di didattica della musica, nel
Specializzato in Igiene presso l’Uni- corso degli anni ha organizzato presti-
versità di Genova e in Allergologia giosi spettacoli nei quali ha saputo fon-
presso quella di Firenze, nel 1972 è di- dere gli aspetti musicali con quelli sto-
ventato primario del laboratorio di rici e letterari di un tema prescelto,
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più ai legittimi proprietari, che inutil- da sempre nel Partito Sardo d’Azione,
mente tentarono di tornarne in pos- dopo essersi impegnato nell’organizza-
sesso dopo la conquista aragonese. zione degli industriali della provincia
Dopo il 1328 il territorio fu definitiva- di Sassari, si è avvicinato alla politica e
mente riconosciuto come possedi- nel 1984 è stato eletto consigliere re-
mento arborense dal re d’Aragona, in gionale del suo partito per la IX legisla-
quel momento alleato del giudice d’Ar- tura nel collegio di Sassari; riconfer-
borea. Cosı̀ la P. divenne parte inte- mato nello stesso collegio per la X legi-
grante del giudicato d’Arborea e Bosa slatura, al termine non è stato ricandi-
una delle residenze preferite della fa- dato.
miglia giudicale: per questi motivi fu Planu de Castiadas (o Villacastiadas) An-
teatro dell’oscura tragedia dello sfor- tico villaggio di origine medioevale si-
tunato Giovanni d’Arborea. Caduto il tuato in località non identificata nella
giudicato, Bosa e la P. furono ricono- curatoria di Colostrai del giudicato di
sciute come feudo di Benedetta d’Arbo- Cagliari. Quando il giudicato cessò di
rea, figlia di Giovanni, che però morı̀ esistere, nella divisione del 1258 fu in-
nel 1423. Nel 1430 la curatoria fu con- cluso nei territori toccati ai Visconti e
cessa in feudo a Guglielmo Raimondo quindi annesso al giudicato di Gallura.
Moncada, ai cui discendenti il territo- Prima della fine del secolo XIII, estinti
rio fu confiscato nel 1453. In seguito nel i Visconti, fu amministrato diretta-
1463 fu concesso ancora a Giovanni di mente da funzionari del Comune di
Villamarı̀ e alla famiglia, che però si Pisa. Subito dopo la conquista arago-
estinse nel 1563. Negli ultimi anni nese entrò a far parte del Regnum Sar-
della dipendenza dai Villamarı̀, a par- diniae e fu concesso in feudo a Ber-
tire dal 1556 Bosa acquistò lo status di nardo Dalmau, al quale fu affidato in
città reale e la P. fu definitivamente particolare il compito di pacificarne
staccata da essa. Cosı̀ il territorio del- la popolazione. Egli però non ne fu ca-
l’antica curatoria fu abbandonato a se pace: il territorio continuò a essere
stesso e decadde: le sue coste furono percorso da bande di pastori turbo-
spesso attaccate dai corsari barbare- lenti e i rapporti di Bernardo con i
schi e le popolazioni terrorizzate co- suoi vassalli restarono burrascosi.
minciarono ad abbandonare i villaggi Scoppiata la prima guerra tra Mariano
più prossimi al mare. Bosa, dal canto IV e Pietro IV, gli abitanti si ribella-
suo, cominciò ad avanzare pretese nei rono; tornata la pace, nel 1362 i Dal-
confronti del territorio circostante, mau si estinsero e il villaggio passò ai
che veniva utilizzato come pascolo dai Carroz, che lo inclusero nel loro feudo
cittadini più facoltosi della città. Nel di Quirra. La popolazione, però, co-
1629, però, nonostante l’opposizione minciò a diminuire e dopo lo scoppio
di Bosa, la P. fu concessa in feudo ai della seconda guerra tra Pietro IV e
Brondo e in seguito, nel corso dei secoli Mariano IV, P. de C. divenne teatro
successivi, agli Olives e infine ai Palia- delle operazioni, fu occupato dalle
cio, che ottennero anche il titolo di truppe giudicali e in pochi anni si spo-
marchese della Planargia. polò.
Planetta, Efisio Imprenditore, consi- Plassas d’Abis (o Pranu Is Abis) Antico
gliere regionale (n. Sassari 1949). Lau- villaggio di origine preromana. Situato
reato in Scienze politiche, imprendi- in località Serra Is Abis nelle campa-
tore nel settore dell’edilizia. Militante gne di San Vito, faceva parte del giudi-
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cato di Cagliari compreso nella curato- stanziali. In questa zona la città di Sas-
ria del Sarrabus. Caduto il giudicato, sari ha un comodo sbocco sul mare, ed
nella divisione del 1258 fu assegnato ai è qui che, per iniziativa del sindaco
Visconti che lo annetterono al giudi- Pieroni, si ebbe nell’ultimo dopo-
cato di Gallura. Alla loro estinzione fu guerra il primo riuscito tentativo di
amministrato direttamente da funzio- dare ai sassaresi una loro spiaggia;
nari del Comune di Pisa, ma agli inizi qualche tempo dopo è stata realizzata
del secolo XIV fu abbandonato dalla la litoranea, dalla quale si dipartono,
popolazione. come in un pettine, tutta una serie di
discese a mare, che ricadono nel co-
Platamona Centro abitato della pro-
mune di Sorso; sono stati cosı̀ valoriz-
vincia di Sassari, frazione di Sassari
zati chilometri e chilometri di spiag-
(da cui dista 16 km), con circa 200 abi-
gia, che nel corso dell’estate accolgono
tanti, posto a 7 m sul livello del mare a
migliaia di bagnanti.
nord-ovest del comune capoluogo, al
centro del litorale del golfo dell’Asi- Platano Pianta arborea della famiglia
nara. Regione storica: Fluminargia. delle Platanacee (Platanus orientalis
Archidiocesi di Sassari. L.) con portamento espanso e fusto che
& TERRITORIO Il territorio è costituito raggiunge i 30-40 m, nodoso, con cortec-
dalla fertile piana alluvionale che si cia ruvida che si stacca in piccole plac-
affaccia sul golfo dell’Asinara. La costa che negli alberi vecchi. Ha foglie al-
è alta a ovest dell’insediamento, men- terne, profondamente lobate (5-7 lobi),
tre a est si stende un lunghissimo arco fiori unisessuali riuniti in capolini sfe-
sabbioso, lungo il quale corre una vasta rici su lunghi peduncoli, quelli ma-
pineta. Le comunicazioni sono assicu- schili sui rametti di un anno, quelli
rate da una litoranea Porto Torres-Ca- femminili all’apice dei germogli. La
stelsardo e da alcuni collegamenti che fioritura è primaverile, in aprile-mag-
si dirigono verso l’interno. gio, i frutti sono pallottole sferiche riu-
& STORIA Si ha notizia che tra Medio- nite in gruppi di 3-6 che a maturità li-
evo ed Età moderna vi si trovava un berano semi piumosi. Originaria del-
modesto scalo, probabilmente in pros- l’Europa sud-orientale e dell’Asia oc-
simità della torre costruita dagli spa- cidentale si è diffusa in tutta Europa a
gnoli per la difesa dalle incursioni sa- scopo ornamentale. In Sardegna non è
racene. In seguito la regione rimase a presente allo stato spontaneo. [TIZIANA
lungo completamente spopolata, sol- SASSU]
tanto dopo l’ultimo dopoguerra è dive- Platano, san (in sardo, Santu Par-
nuta meta balneare e turistica, e ha vi- damu, Santu Pardanu, Santu Platanu)
sto sorgere seconde case e servizi. Santo (m. 120 ca.). Martire originario
& PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE della Mauritania, figlio di Santa Rosa
E AMBIENTALE Nel retroterra si al- e fratello di Sant’Antioco. Nell’antico
lunga uno stagno, alimentato da piccoli ufficio sono ricordate le parole che An-
ruscelli stagionali dal discreto valore tioco rivolse al Signore prima del sup-
naturalistico. Con una superficie di 95 plizio: «Exaudi me propitius, et sicut su-
ha, è anche stazione di numerose spe- scepisti fratrem meu Platanum in pace,
cie di uccelli migratori come lo svasso et dinumerasti eum cun sanctis martyri-
maggiore, l’airone cinerino, il falco di bus tuis per bonam confessionem et testi-
palude e altre specie come il germano, monium nominis tui in regno coelesti,
il fenicottero e il pollo sultano che sono sic nunc suspice spir utum meum»
332
(Esaudiscimi propizio, e come acco- presente nell’isola con una varietà ve-
gliesti mio fratello P. in pace, e lo anno- lenosa; sul grano sardo, molto più pe-
verasti coi santi martiri tuoi per la sante di quello della Gallia; su alcuni
buona confessione e come testimone parassiti dei legumi, velenosi e perico-
nel tuo regno celeste, cosı̀ ora accogli losi per l’uomo; su un temibile paras-
lo spirito mio). Nell’iconografia è rap- sita della quercus coccifera. Si sofferma
presentato con il fratello Antioco. sul patrimonio faunistico: in Sardegna
In Sardegna Culto diffuso dai Bizan- si praticava l’allevamento del be-
tini. A Villaspeciosa, la sua chiesa – stiame; era presente il muflone, (siru-
che in una carta del 1141 figura appar- lugo), noto solo nell’isola, simile al
tenente ai Vittorini – è stata costruita cervo per il pelame, ma molto più pic-
con materiale di spoglio ricavato da colo; si trovava il fenicottero (grom-
edifici circostanti, soprattutto da una phaena), singolare animale simile alla
villa romana. Per la festa grande is ba- gru, per P. il V. tipico dell’isola. Dei pro-
gadı̀us, gli scapoli tutti gli anni rinno- dotti del mare cita la sarda, lungo
vano il voto del pergolato di canne e tonno proveniente dall’Oceano, ma di-
frasche, sulla porta d’ingresso, riparo mentica la sardina; ricorda che anche
dal sole o dalla pioggia. [ADRIANO VAR- balene e orche, mostri marini aggres-
GIU]
sivi, si trovavano nei suoi mari. Men-
Festa Si festeggia l’ultima domenica
ziona la creta sarda, usata per il lavag-
d’agosto a Villaspeciosa.
gio delle sole vesti bianche; primo fra
gli scrittori antichi, dà notizie sullo
sfruttamento delle miniere, citando
l’allume. Inoltre fa riferimento a per-
sone che, similmente ad alcune donne
della Scizia (Bithiae), avevano due pu-
pille in ogni occhio. Molte le citazioni
geografiche: dimensioni e forma dell’i-
sola (detta anche Sandaliotis o Ich-
nussa dalle fonti greche), distanze da
altre zone del Mediterraneo, isole che
la circondano. Il passo più lungo ri-
guarda la formula provinciae, che la
Plinio il Vecchio – Miniatura di una copia
critica fa risalire ai Commentarii Geo-
della Naturalis historia raffigurante la graphici di Agrippa; gli abitanti dell’i-
pigiatura dell’uva (sec. XVI). sola sono elencati in quest’ordine: po-
polazioni non urbanizzate (Ilienses,
Plinio il Vecchio Naturalista e storico Balari, Corsi); popolazioni urbaniz-
(Como 23-Stabia 79). Cavaliere romano, zate, distinte tra quelle che non posse-
comandante della flotta del Miseno, devano uno statuto romano (Sulcitani,
delle sue molte opere ci è pervenuta Neapolitani, Valentini, Vitenses) e
solo la Naturalis historia, un’enciclope- quelle che lo possedevano, Caralitani
dia in 37 libri, ove sono numerosi i (cittadini di un municipio romano) e
passi relativi alla Sardegna, sia pure Norenses (forse anch’essi già cittadini
con informazioni fugaci e casuali. Dà di un municipio); gli abitanti di una co-
infatti notizie sull’apiastro o melissa, lonia (Turris Lybisonis e Uselis, se-
333
condo una lettura di L. Polverini). [MAR- danni a causa delle guerre tra l’Ara-
CELLA BONELLO LAI] gona e i Doria di cui i Malaspina erano
alleati. Nel 1353 il centro fu seque-
Ploaghe Comune della provincia di
strato definitivamente agli antichi si-
Sassari, compreso nella I Comunità
gnori, ma non fu più infeudato perché
montana, con 4764 abitanti (al 2004),
sede vescovile. Negli anni seguenti
posto a 425 m sul livello del mare una
ventina di chilometri a sud-est di Sas- però, durante le guerre tra Aragona e
sari. Regione storica: Florinas. Archi- Arborea, divenne nuovamente teatro
diocesi di Sassari. delle operazioni militari, fu occupato
& TERRITORIO Il territorio comunale,
dalle truppe giudicali e cominciò a de-
cadere. Finite le guerre, dopo una
di forma grosso modo trapezoidale, si
breve occupazione da parte del vi-
estende per 96,08 km2 e confina a nord
sconte di Narbona, nel 1420 fu infeu-
con Osilo e Nulvi, a est con Chiara-
dato a Serafino di Montañans. Sebbene
monti, a sud con Ardara e Siligo e a
ovest con Codrongianos. Si tratta di continuasse a essere sede vescovile il
una regione di colline basse e arroton- villaggio era decaduto al punto che il
date, dalla natura in parte calcarea in vescovo preferiva risiedere a Sassari; i
parte vulcanica. I corsi d’acqua, tutti di Montañans si estinsero nel 1500 e il
piccole dimensioni, fanno capo alcuni feudo passò ai Castelvı̀ del ramo di Sas-
al bacino idrico del Coghinas, a sari; pochi anni dopo la diocesi fu sop-
oriente, altri a quello del Mannu di pressa e P. continuò a decadere. Nel
Porto Torres, a occidente. Le comuni- corso dei secoli successivi il villaggio
cazioni sono assicurate dalla ‘‘direttis- passò dai Castelvı̀ ai Cardona che si
sima’’ Sassari-Olbia, che passa vicina estinsero nel 1590. Subito dopo si aprı̀
all’abitato e dalla quale si distacca il una lunga lite per la successione che si
tracciato della nuova strada a scorri- concluse solo nel 1597 con il passaggio
mento veloce per Tempio. P. ha a breve di P. ai Castelvı̀ del ramo di Laconi. Nel
distanza la stazione lungo la linea fer- corso del secolo XVII P. divenne una
roviaria Sassari-Chilivani. piccola capitale, vi fu aperto il tribu-
& STORIA Il suo territorio è ricco di nale baronale e fu residenza del fattore
testimonianze archeologiche risalenti baronale, amministratore dell’intera
all’età nuragica; i Romani vi fondarono baronia; lo svilupparsi dell’ammini-
la città di Plubium che fu distrutta in strazione feudale però provocò la per-
periodo vandalico. Poco dopo però fu dita di qualsiasi autonomia da parte
ricostruita col nome di Ploraca da cui degli abitanti del villaggio. Estinti i Ca-
deriva P. Nel Medioevo apparteneva al stelvı̀, si aprı̀ una nuova lite per la suc-
giudicato di Torres ed era incluso nella cessione, al termine della quale nel
curatoria di Figulinas che dopo il 1200 1733 il feudo passò agli Aymerich che
passò nelle mani dei Malaspina. Il lo continuarono a tenere fino al ri-
paese, che era divenuto sede di dio- scatto dei feudi nel 1838. Il rapporto
cesi, acquistò un’importanza anche tra gli abitanti di P. e i baroni non fu
amministrativa e, con l’estinzione pacifico e nel 1795, scoppiati i moti an-
della famiglia giudicale, i Malaspina tifeudali, i ploaghesi vi presero parte,
la inclusero nel loro piccolo stato feu- ma negli anni seguenti subirono una
dale. Dopo la conquista aragonese con- dura repressione. Nel 1821 divenne ca-
tinuò a rimanere nelle mani dei Mala- poluogo di mandamento e fu incluso
spina ma il suo territorio subı̀ gravi nella provincia di Sassari. Abolite nel
334
1848 le province, fu compreso nella di- esse pure ne’ lavori e alcune vanno a
visione amministrativa di Sassari e dal vendere le proprie derrate sino a Sas-
1859 nella ricostituita omonima pro- sari. In ogni casa è il telajo; si fabbrica
vincia. Lo studioso Vittorio Angius tela per il bisogno della famiglia, per lo
(nel Dizionario del Casalis) dice dello stesso uopo e ancora per lucro. Scuola
stato sociale ed economico del paese elementare. Qui pure, come nelle altre
nella prima metà dell’Ottocento: «Po- parti, questa istituzione dopo tanti
polazione. Si numerano in P. anime anni non era bene avviata; ma da che
3240, e devono distinguersi in maggiori fu posto all’amministrazione della par-
di anni 20, maschi 990, femmine 1015; rocchia il rettore Salvatore Cossu, sa-
minori, maschi 610, femmine 625, com- cerdote intelligente e pio, le condi-
presi tutti in famiglie 652. Il decennio zioni delle scuole migliorarono, per-
diede le seguenti medie, nascite 140, ché cominciarono a concorrervi quasi
morti 70, matrimoni 20. I ploaghesi tutti i fanciulli, e i maestri furono più
sono di ottima costituzione e robusti, e solleciti e diligenti nel loro ufficio. In
se vivessero alcuni meno disagiati, e tutto il paese saranno circa 100 per-
principalmente se fossero più attenti a sone che sappian leggere e scrivere;
preservarsi dall’intemperie atmosfe- ma la maggior parte impararono al-
rica, sarebbero, più che sono, nume- trove, che nella scuola elementare.
rosi gli oltre sessagenari. Alcuni vivono Maestre di dottrina cristiana. Questa
già prossimi al secolo con sensi vividi. istituzione fu fatta nel 1767 dal bene-
Le malattie più frequenti nell’estate e merito rettore teologo Francesco De-
nell’autunno sono le febbri intermit- murtas di Sassari, uomo pio e pieno di
tenti, nell’inverno e nella primavera le zelo e sollecito anche del bene tempo-
infiammazioni di petto. I dolori di rale de’ suoi parrocchiani. Agricoltura.
punta sono la causa più comune delle Il ploaghese ha terreni ottimi per i ce-
mortalità. I piccoli della bassa classe reali, le viti e gli alberi fruttiferi, e dove
muojono in gran numero per le priva- pare non molto idoneo al primo ge-
zioni, per la negligenza delle madri, e nere, segnatamente nelle regioni argil-
per l’indigestione delle frutta imma- lose, che sono molto distese, potrebbe
ture. Come negli altri paesi montani i ridursi a maggiore idoneità se fosse
beni sono molto distribuiti in P., e quasi temperato con arte saggia. Ma l’arte è
tutti hanno qualche proprietà. Le mal conosciuta; e non studiandovi so-
serve e i servi fanno economia, quelle pra quelli che hanno intelligenza, i co-
per aver propria la casa, questi per loni ploaghesi non fanno più, che
aver il giogo. Professioni. Approssima- quello che han veduto fare i loro mag-
tivamente le persone applicate alle di- giori. Orticultura. In altro tempo solo
verse professioni sono ne’ seguenti nu- pochissime specie erano coltivate ne’
meri: agricoltori, compresi anche i gar- cortili della case secondo il gusto de’
zoni, 900; pastori, compresi parimenti i proprietari e quanto poteva essere al
servi, 350, mestieranti, cioè esercenti suo uopo; ondeché quelli che non
quelle arti che sono di necessità, fab- aveano il luogo o il comodo di far que-
bri-ferrari, muratori, falegnami, scar- sta coltivazione, se abbisognavano di
pari, sarti ecc. 100; negozianti 20; mer- qualche prodotto ortense dovevano
canti di vari generi 15. I ploaghesi sono comprarlo da Sassari. Or le cose van
laboriosi e mostrano alcuni certo spi- meglio e in molti siti adatti fuori del
rito d’industria. Le donne studiano paese si coltivano molte specie, quante
335
336
337
qualche tempo sede del veterinario co- pagne di P. sono individuabili anche al-
munale; nel 1930 fu restaurata e ria- cuni siti di rilievo naturalistico, tra
perta al culto. Altra chiesa è quella di questi il monte Santa Giulia (617 m),
Sant’Antonio da Padova del secolo meta di escursioni.
XVII; ha una sola navata completata & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una
da alcune cappelle laterali, costruite delle feste più significative si svolge
in periodi successivi; al suo interno nella prima domenica d’agosto in
conserva alcune pregevoli opere in le- onore della Madonna degli Angeli. I fe-
gno intagliato, tra le quali un altare, un steggiamenti durano tre giorni durante
tabernacolo monumentale e il pulpito, i quali a momenti di religiosità si alter-
tutti risalenti al secolo XVII. Da un cor- nano manifestazioni folcloristiche e la
ridoio che si apre sul lato destro della gara poetica. La festa più importante,
navata si accede al convento dei Cap- tuttavia, è quella del 15 agosto, ed è la
puccini, che fu chiuso nel 1866. Anche processione dei Candelieri, rito che ha
le campagne di P. sono ricche di impor- origini antiche e che richiama quello
tanti edifici, tra questi la chiesa di San- che il giorno prima si svolge a Sassari
t’Antonio di Salvenor, costruita tra il e a Nulvi. A P. i candelieri sono due,
1200 e il 1225 in forme romaniche per i uno legato alla categoria degli agricol-
monaci vallombrosani. Ha una aula tori e l’altro a quella dei pastori, e ven-
mononavata e absidata costruita in gono fatti sfilare per le vie del paese
conci bianchi e rossi a linee alternate. anche il giorno del Corpus Domini.
Subı̀ restauri nel corso del secolo XV e Ploaghe, diocesi di Diocesi suffraga-
successivamente. La chiesa di San Mi- nea di quella di Sassari. Conosciuta a
chele di Salvenor fu eretta da Mariano partire dal secolo XI, fu unita a quella
II di Torres per i Vallombrosani tra il di Sassari nel 1526. La sua giurisdizio-
1110 e il 1130 nei pressi dell’abitato, in ne si stendeva sulle parrocchie dei vil-
forme romaniche. Fu rimaneggiata laggi di Bedos, Briaris, Cargeghe, Co-
nella prima metà del secolo XIII drongianos, Encontra (Contra), Flori-
quando fu costruito il campanile. Ha nas, Ilvossa, Muros, Muscianu, Noraja,
pianta a croce commissa, ha una sola Ostana, Ploaghe, Putifigari, Saccargia,
navata che termina in un transetto a tre Salvennor, Seve, Urgeghe, Vaiolis.
absidi con volte a botte. La facciata, VESCOVI DI PLOAGHE
alta e stretta, è partita da lesene, i fian- 1. Giorgio Maiule, resse la diocesi dal
chi sono scanditi da una cornice di ar- 1063 al 1082. 2. Franco, resse la diocesi
chetti. All’interno custodiva una statua dal 1073 al 1082. 3. Pietro, reggeva la
di San Michele del Quattrocento valen- diocesi nel 1112. 4. Costantino Berrica,
zano. Anche la chiesa di San Seba- resse la diocesi dal 1125 al 1127, anno
stiano Martire è situata a breve di- in cui fu nominato arcivescovo di Tor-
stanza dall’abitato; fu costruita nella res. 5. Gualfredo, reggeva la diocesi nel
prima metà del secolo XVI e restaurata 1127. 6. Pietro de Canneto, reggeva la
totalmente nel 1810. Ha l’impianto a diocesi prima del 1134, anno in cui fu
una sola navata completata da un am- nominato arcivescovo di Torres. 7. Gio-
pio locale adibito a sacrestia; la coper- vanni, resse la diocesi dal 1139 al 1146.
tura è con volta a botte. All’esterno, ad- 8. Costantino de Lella, reggeva la dio-
dossate alla chiesa, si trovano alcune cesi nel 1170. 9. Giusto di Salvennor,
cumbessı̀as utilizzate durante i festeg- resse la diocesi dopo il 1170. 10. Stefano
giamenti in onore al santo. Nelle cam- Scarpa. 11. Gosantino Tonchelli. 12.
338
Anonimo, venne assassinato nel 1203. bone, era canonico di Sorres quando fu
13. Riceto, reggeva la diocesi nel 1215. nominato vescovo nel 1466. 42. Ano-
14. Oberto, reggeva la diocesi nel 1237. nimo, cui scrisse Paolo II nel 1468. 43.
15. Anonimo, cui scrisse Gregorio IX Basilio, resse la diocesi tra il 1476 e il
nel 1240. 16. Anonimo, reggeva la dio- 1488. 44. Bartolomeo Phatos, reggeva la
cesi nel 1244. 17. Anonimo, cui scrisse diocesi nel 1488. 45. Anonimo, cui
Innocenzo IV nel 1247. 18. Anonimo, scrisse Innocenzo VIII nel 1491. 46.
cui scrisse Innocenzo IV nel 1248. 19. Giovanni Cardona, apparteneva all’or-
Anonimo, cui scrisse Innocenzo IV nel dine degli Eremitani di Sant’Agostino,
1253. 20. Anonimo, cui scrisse Alessan- resse la diocesi dal 1495 al 1526.
dro IV nel 1255. 21. Domenico, reggeva Plubium Antica località. L’identifica-
la diocesi nel 1269. 22. Arsotto, resse la zione di Plubium con un centro antico
diocesi tra il 1278 e il 1289. 23. Rainerio, di età romana ubicato presso l’attuale
resse la diocesi tra il 1290 e il 1309. 24. Ploaghe sembra doversi abbandonare.
Comita, reggeva la diocesi nel 1326. 25. Nella seconda metà dell’Ottocento uno
Pietro, era canonico di Torres quando studioso insigne come Ettore Pais so-
nel 1326 fu nominato vescovo, resse la stenne l’identificazione della Ploubiòn
diocesi fino al 1334. 26. Francesco, Pòlis di Tolomeo con Ploaghe, ipotesi
resse la diocesi dal 1342 al 1352. 27. Rai- tuttora seguita da alcuni studiosi, ma
mondo, era arciprete di Torres quando restano forti e legittimi dubbi. La carta
nel 1352 fu nominato vescovo, resse la della Sardegna di Tolomeo riporta
diocesi fino al 1361. 28. Bernardo, era chiaramente Pluvium (o Plubium) op-
arcidiacono di Mazzara quando nel pidum a sud dell’attuale capo Testa
1361 fu nominato vescovo, nel 1368 fu (Errebantium Promontorium) e a est di
nominato arcivescovo di Torres. 29. Iuliola, e cosı̀ viene riportata nei più
Andrea, era vescovo di Castoria recenti e autorevoli studi sulla strada-
quando nel 1368 fu trasferito a Ploa- ria e toponomastica romana. Le Carte
ghe, resse la diocesi fino al 1370. 30. d’Arborea, i celebri falsi costruiti nel
Ugo Terrisonis, apparteneva all’or- 1845, riportavano il singolare racconto
dine dei Domenicani, resse la diocesi di un ploaghese inesistente, Francesco
dal 1370 al 1373, anno in cui fu trasfe- di Castro, sulla storia di Publium, an-
rito a Castellamare di Stabia. 31. Mar- tica Ploaghe, luminosa anticipazione
tino di Narnia, resse la diocesi dal 1373 dell’immaginario archeologico e del-
al 1377. 32. Giovanni, reggeva la diocesi l’invenzione etnico-territoriale.
nel 1386. 33. Serafino, reggeva la dio- Plumbaria Insula = Molibodes Nesos
cesi dopo il 1386. 34. Pietro, reggeva la Podatario Ufficiale dell’amministra-
diocesi nel 1397. 35. Anonimo, reggeva zione feudale. La carica compare nel
la diocesi nel 1390. 36. Santo De Ferra- corso del secolo XVII, quando i feuda-
ria, apparteneva all’ordine dei Dome- tari per amministrare i loro feudi isti-
nicani, resse la diocesi tra il 1430 e il tuirono una vera e propria burocrazia.
1442. 37. Marco, era arciprete di Ploa- Di regola era nobile, doveva essere lau-
ghe quando nel 1443 fu nominato ve- reato in Legge ed esercitava il suo uffi-
scovo. 38. Nicola Basone, era arciprete cio a vita; dipendeva direttamente dal
di Bosa quando nel 1447 fu nominato feudatario e aveva poteri pressoché il-
vescovo. 39. Anonimo, cui scrisse Ni- limitati nel feudo. Era preposto princi-
colò V nel 1454. 40. Anonimo, cui palmente all’amministrazione del
scrisse Pio II nel 1459. 41. Basilio Gam- feudo; in particolare da lui dipende-
339
vano tutti gli official operanti nel feudo 1892-monte Zebio, Vicenza, 1917). Ser-
per la riscossione dei tributi e per l’or- gente maggiore di fanteria, medaglia
ganizzazione di tutte le altre attività d’oro al V.M. alla memoria nella prima
patrimoniali. Molto spesso le sue fun- guerra mondiale. Contadino, non an-
zioni erano riunite nelle mani del regi- cora diciassettenne emigrò in Francia.
dor (=). Chiamata la sua classe alle armi, rien-
Podda Famiglia cagliaritana (secc. trò in Italia arruolandosi nel 75º Reggi-
XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono mento Fanteria. Il suo nome divenne
alla seconda metà del secolo XVIII; ap- popolare nel reggimento quando, non
parteneva alla borghesia e godeva di pratico di nuoto, si gettò in mare per
una discreta condizione economica. salvare una giovinetta che aveva ten-
Ottenne il cavalierato ereditario e la tato di suicidarsi. Allo scoppio della
nobiltà nel 1821 con un Diego, la cui guerra, col grado di sergente maggiore,
discendenza si estinse nel corso del se- venne trasferito al 151º della Brigata
colo XIX. ‘‘Sassari’’. Nel combattimento sulle
pendici del monte Zebio chiedeva di
Podda, Diego Magistrato (Cagliari, se-
far parte della prima ondata e cadeva
conda metà sec. XVIII-ivi 1839). Conse-
nell’assalto. La motivazione della me-
guita la laurea in Giurisprudenza en-
daglia d’oro al V.M. dice: «Comandante
trò in magistratura; fu avvocato fiscale
di un plotone zappatori formante parte
in diversi processi contro i seguaci di
della prima ondata d’assalto, si slanciò
Giovanni Maria Angioy, dopo la scon-
alla conquista di una trincea avversa-
fitta e l’espatrio dell’Alternos. Nel 1806
ria, penetrandovi per primo. Ferito
venne nominato giudice della Reale
alla testa, mentre con pochi uomini
Udienza; in seguito si interessò dei
tentava di catturare un gruppo di ne-
problemi della leva e studiò a fondo il
mici, continuò a combattere incitando
problema dell’abolizione dei feudi.
con l’esempio e la parola i suoi uomini
Podda, Felice Magistrato (Bari Sardo, alla lotta. Ferito una seconda volta alla
prima metà sec. XVIII-Cagliari 1816). gamba, dopo essersi fatto medicare,
Dopo essersi laureato in Giurispru- tornò al suo posto d’onore e col vigore
denza, si stabilı̀ a Cagliari dove di- che ancora gli restava cooperò a re-
venne sindaco del quartiere di Villa- spingere gli attacchi avversari, finché,
nova. Fu tra i protagonisti del triennio ferito nuovamente a morte, cadde alla
rivoluzionario: nel 1795 firmò la Rap- testa del suo plotone. Fulgido esempio
presentanza al re sull’uccisione di Gi- delle più alte virtù militari. (Monte Ze-
rolamo Pitzolo e il Ragionamento giu- bio, 10 giugno 1917)».
stificativo sui moti cagliaritani. Nello
stesso anno fu nominato giudice della Podda, Ferruccio Imprenditore (n. Ca-
Reale Udienza. Su posizioni moderate, gliari 1926). Partendo da una modesta
dopo la sconfitta di Giovanni Maria An- latteria e gradualmente impegnando
gioy prese parte alla repressione dei nel lavoro moglie e figli, in alcuni de-
moti e nel 1809 fu inviato in Gallura cenni ha creato una solida impresa in-
per pacificare la popolazione ancora dustriale nel settore lattiero-caseario
in tensione. In seguito fece parte del arrivando a lavorare 100 000 l di latte
collegio che giudicò i cittadini accusati al giorno. I suoi formaggi vengono
di aver preso parte alla congiura di Pa- esportati con successo in tutto il
labanda. mondo.
Podda, Ferdinando Militare (Loceri Podda, Giorgio Illustratore (n. Serra-
340
manna 1953). Pittore da più di tren- gliatti subı̀ un grave attentato. Anche
t’anni, vive e lavora a Cagliari, occu- nell’isola reazioni molto accese, ‘‘Alma-
pandosi anche di grafica pubblicitaria nacco di Cagliari’’, 2000; Renzo Laconi,
e illustrazione. un’idea di Sardegna, 2001; Ajò a su
Poettu!, 2003.
Podda, Girolamo Religioso (Cagliari,
seconda metà sec. XVIII-ivi 1803). Ap- Poddighe Famiglia di Bosa (secc. XVII-
partenente ai Frati minimi di San XIX). Le sue notizie risalgono alla se-
Francesco, quando ancora non aveva conda metà del secolo XVII. Ottenne il
preso i voti, nel 1801 venne arrestato cavalierato ereditario e la nobiltà nel
perché sospettato di aver organizzato 1710 con un Francesco P. Serra. I suoi
una congiura tesa a provocare a Ca- discendenti si stabilirono a Oristano e
gliari una ribellione simile a quella si estinsero agli inizi del secolo XIX.
del 1794. Durante la prigionia fu co- Poddighe, Giammaria Popolano (Tre-
stretto a firmare una confessione e a snuraghes, prima metà sec. XVII-?).
stilare una lista con i nomi di persone Uomo coraggioso e abile, quando nel
che avevano preso parte alla congiura. 1684 una spedizione di corsari barba-
Morı̀ in carcere per il dolore. reschi sorprese gli abitanti di Magoma-
das facendone prigionieri un gran nu-
Podda, Giuseppe Giornalista e scrit-
mero, egli guidò i suoi compaesani al-
tore (n. Cagliari 1930). Comunista mili-
l’assalto dei predoni. Con grande co-
tante fin da giovanissimo, è diventato
raggio contribuı̀ alla loro sconfitta libe-
giornalista professionista nel 1969.
rando i prigionieri e recuperando il
Dopo aver esordito come critico cine-
bottino. Il Lamamora scrive che ai suoi
matografico in ‘‘Pattuglia’’, diretto da
tempi i discendenti dell’eroico popo-
Enrico Berlinguer e Gillo Pontecorvo,
lano conservavano ancora una ban-
ha fatto parte della redazione de ‘‘l’U-
diera strappata in quell’occasione ai
nità’’ per trentacinque anni; ha diretto
corsari.
‘‘Rinascita Sarda’’ (=) per quasi ven-
t’anni. Ha collaborato con altri perio- Poddighe, Grazia Maria Poetessa,
dici a livello nazionale, specializzan- scrittrice (n. Sassari 1946). Insegnante
dosi soprattutto in storia del cinema e di scuola media superiore e poi diri-
nella narrazione delle tradizioni popo- gente scolastica, ha esordito come poe-
lari della Cagliari di altri tempi (tra cui tessa con le raccolte Ombre del tempo,
un programma di Radio Cagliari con 1975, e Umana ragnatela, 1976, cui ne
Luciana Pirastu, ‘‘Cagliari oh cara!’’). sono seguite varie altre. In seguito è
Tra i suoi scritti: La televisione arrivò passata al racconto, con La miniera
in Sardegna il 31 dicembre 1956, ‘‘Sar- (1995), quindi sono venuti i romanzi, il
degna fieristica’’, 1994; Le filodramma- più recente è La regina dei Shardana,
tiche a Cagliari negli anni Trenta, ‘‘Al- 2005. Tra le opere a carattere saggi-
manacco di Cagliari’’, 1994; Sardegna stico: Grazia Deledda e autori sardi con-
1940-45. La guerra, le bombe e la libertà. temporanei, 1993. Nicola Tanda ha
I drammi e le speranze nel racconto di scritto che come poetessa mostrava
chi c’era (con M. Brigaglia), 1994; Ca- sin dalle prime prove di «saper nutrire
gliari 1921: nasce il Partito Comunista, il procedere analogico di sapienza pro-
‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1996; Cagliari sodica e di echi sonori più che seman-
al cinema, 3 volumi (con un saggio in- tici».
troduttivo di Giuseppe Fiori), 1997, Poddighe, Salvatore Operaio, poeta
1998, 2004; Il 4 luglio 1948 Palmiro To- (Sassari 1871-Iglesias 1938). Autodi-
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datta, dopo aver fatto molti mestieri, si posto sotto la dipendenza di Genova, fu
trasferı̀ a Iglesias dove lavorò come mi- genovese. La stessa magistratura,
natore per alcuni anni. Il suo nome è però, fu mantenuta anche sotto l’ammi-
legato a un poemetto in lingua sarda in nistrazione catalana e successiva-
ottava rima, La Mundana Commedia, mente spagnola in luogo del veguer; in
stampato a Iglesias nel 1924, nel quale altri termini, divenne il rappresen-
trattò l’origine della povertà conside- tante del re nella città.
randola come conseguenza di un’ingiu-
Poesia orale La Sardegna ha una lunga
sta diffusione della ricchezza. Pub-
tradizione di poesia orale, per il sem-
blicò i suoi versi tra il 1917 e il 1918 a
plice fatto che buona parte della popo-
Iglesias ottenendo notevole successo
lazione era analfabeta. Inoltre, se-
negli ambienti operai; durante il fasci-
condo una intuizione di Michelangelo
smo nel 1935 il testo fu sequestrato. Si
Pira, sviluppata da Salvatore Tola (La
tolse la vita a Iglesias nel 1938.
poesia dei poveri, 1997), l’impossibilità
Poddigue Famiglia di Scano di Monti- di accedere alla scrittura induceva i
ferro (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie sardi a rimpiazzarla con i versi, che
risalgono al secolo XVIII. Nel 1799 ot- grazie al metro e alla rima facilitavano
tenne il cavalierato ereditario e la no- la memorizzazione e davano quindi
biltà con il notaio Agostino P. Pes, uno stabilità e trasmissibilità al testo.
dei più decisi oppositori dei moti anti- Molta parte della produzione orale è
feudali. andata ovviamente perduta, ma sin
Poddine Rattu, Rossana Studiosa di dalla prima metà dell’Ottocento ha
storia (Cagliari, prima metà sec. XX- avuto inizio un lavoro di recupero e
ivi 1999). Dopo aver conseguito la lau- trascrizione dei testi ‘‘volanti’’, lavoro
rea in Lettere, si dedicò all’insegna- che non ha avuto ancora termine e si
mento nella scuola media e, dopo il accompagna ancora oggi agli studi di
1960, divenne preside. Studiosa di sto- storia locale e alle indagini sulla cul-
ria moderna, si occupò in particolare tura popolare. La grande tradizione
del periodo sabaudo in Sardegna. È orale ha influito a lungo sulla poesia
morta a Cagliari nel 1999. La sua opera scritta, e favorisce ancora oggi la so-
piı̀ importante è Biografia dei viceré sa- pravvivenza della gara poetica nella
baudi del regno di Sardegna (1720-1848), forma della poesia improvvisa, ancora
pubblicata a Cagliari nel 1962 e ristam- molto apprezzata specie in area logu-
pata nel 2005 su iniziativa dell’Associa- dorese. L’uso di scambiare battute in
zione Araldica Genealogica Nobiliare versi esisteva evidentemente da tempo
Regionale, con presentazione di Aldo immemorabile. Giovanni Spano dava
Accardo. nel 1840 il lungo elenco «dei più rino-
Podestà Magistrato sassarese. La ca- mati poeti, improvvisatori ed improv-
rica è registrata, con questo nome, su- visatrici» di cinque paesi, ma aggiun-
bito dopo la costituzione della città in geva che altrettanto si sarebbe potuto
Libero Comune. Fino a che il Comune fare per tutti gli altri villaggi dell’isola
sassarese fu dipendente da Pisa, il po- perché, «sebbene piccoli, pure raro è
destà fu il rappresentante della città quello che non abbia avuto più o meno
toscana in seno all’amministrazione il numero di questi». La gara logudo-
comunale. Era pisano e venne desi- rese ha avuto maggiore successo, e pe-
gnato per la prima volta nel 1272. Dopo riodi di grande splendore, grazie an-
il 1293, quando il Comune di Sassari fu che all’iniziativa di un poeta estempo-
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raneo che, per ridurne l’occasionalità gnamento (cunsonu) di tre voci, cosı̀
e darle maggiore dignità formale, ne ha che resta stretto il legame tra questa
saputo fare un’esibizione pubblica, forma d’arte e quella del coro ‘‘a te-
componente immancabile di ogni festa nore’’ (composto di quattro voci: boghe
patronale. Si tratta dell’ozierese Anto- o tenore, che in questo caso è l’improv-
nio Cubeddu (1863-1955) che, come visatore, mesa ’oghe, ‘‘mezza voce’’ o
avrebbe ricordato in seguito, fece la falsetto, basciu, ‘‘basso’’ e contra, ‘‘bari-
sua ‘‘invenzione’’ alla fine dell’Otto- tono’’). Questo tipo di ‘‘gara’’ è tipico
cento, per la precisione nel 1896: «Pro dell’area logudorese ma è apprezzato
inizziativa mia rara / amus fattu sa anche in quella campidanese, che
prima bella gara» (Per una mia felice pure conserva alcune sue forme speci-
iniziativa – abbiamo disputato la prima fiche di poesia estemporanea; anche
bella gara). La gara poetica logudorese in Gallura si trovano persone capaci di
si svolge ancora oggi secondo lo partecipare a una gara o dispùtta, o di
schema messo a punto in quell’occa- recitare lu brı̀nghisi (il brindisi) nel
sione: ha inizio con un esordio nel corso di una festa conviviale.
corso del quale i partecipanti, che
sono di solito due o tre, esprimendosi
attraverso ottave di endecasillabi si
presentano, salutano il pubblico e av-
viano il discorso su argomenti offerti
dall’occasione. Al termine il comitato
organizzatore predispone un sorteggio
dal quale escono i temi dei quali de-
vono discutere nella parte centrale e
più significativa della manifestazione,
sempre in ottave e in contrapposizione
l’uno con l’altro. Se sono due, questi Poetto – Veduta della spiaggia.
temi possono essere, per fare qualche
esempio, la bellezza e la virtù, il sudore Poetto Spiaggia di Cagliari. Chiude la
e la lacrima, la mente e il cuore, oppure laguna di Molentargius (=) e si affaccia
l’aratro e la penna, la nuora e la suo- per quasi 13 km sulla parte orientale
cera ecc.; se sono tre, il cielo, la terra e del golfo degli Angeli. La sua caratteri-
il mare, l’arte, la natura e la scienza stica principale era costituita da una
ecc. La discussione si protrae per sabbia bianca e finissima che la ren-
un’ora circa, quindi viene assegnato deva singolare; purtroppo negli ultimi
un secondo tema. La conclusione vede anni, a causa delle mareggiate e per la
i poeti impegnati ancora nelle duinas, speculazione, la sabbia è stata erosa e
distici con i quali concorrono a com- malauguratamente sostituita con una
porre ottave a tema libero, e nelle quar- sabbia più scura che ha alterato le sue
tinas ovvero strofe di quattro endeca- caratteristiche basilari. L’operazione,
sillabi; infine si congedano, facendo ri- detta di ripascimento, ha sollevato infi-
ferimento all’occasione dell’incontro nite polemiche ed è ancora oggi og-
e, se del caso, al santo della festa, con getto di un contenzioso legale. La loca-
un sonetto caudato. L’improvvisazione lità fu valorizzata come spiaggia a par-
si svolge a mezzo tra la recitazione e il tire dagli anni Venti del Novecento,
canto, ed è intercalata dall’accompa- quando i cagliaritani abbandonarono
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nente della Brigata ‘‘Sassari’’, fu ferito sabaude, ‘‘Studi sardi’’, X-XI, 1952; due
a Monte Fior e decorato di medaglia di articoli, Preoccupazioni e timori del re
bronzo al V.M. Durante una licenza nel Carlo Emanuele III alla vigilia della
1916 si laureò in Lettere. Nel dopo- guerra di successione polacca e La
guerra tornò a Sassari e riprese l’inse- guerra di successione polacca e i temuti
gnamento nello stesso ‘‘Azuni’’ fino al pericoli per la Sardegna, entrambi in
1924, dedicandosi agli studi storici. ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVI, 1958;
Pubblicò nel 1923 quella che resta la Proposte di riforme civili, economiche e
sua opera più importante, I moti delle militari dirette a Torino dal viceré Bal-
campagne di Sardegna dal 1793 al 1802, biano, in Studi storici in onore di Fran-
dopo la quale entrò in polemica con lo cesco Loddo Canepa, I, 1959 (postumo);
storico ‘‘laico’’ Antonio Boi sull’inter- Progetti di costituzione repubblicana in
pretazione della vicenda di Giovanni Sardegna agli albori del Risorgimento,
Maria Angioy. Nel 1936 scrisse L’isola in La Sardegna nel Risorgimento, 1962
di Sardegna nei rapporti diplomatici (postumo).
Franco-Piemontesi dal 1795 al 1798, nel Polano, Luigi Riccardo Uomo politico
1937 conseguı̀ la libera docenza in Sto- (Sassari 1897-ivi 1984). Deputato al Par-
ria del Risorgimento. Caduto il regime lamento, senatore della Repubblica.
fu epurato; presto riabilitato, si tra- Socialista militante fin dal 1913,
sferı̀ a Genova dove riprese l’insegna- quando si iscrive alla Federazione gio-
mento nelle scuole superiori ed ebbe vanile socialista; dopo aver conseguito
l’incarico di Storia del Risorgimento il diploma di ragioniere nel 1917, si tra-
in quella Università. Morı̀ nell’Ospe- sferisce a Roma dove si segnala come
dale civile di Sassari. Il suo nome è le- giornalista dirigendo ‘‘L’avanguardia’’,
gato a molti studi importanti, apparsi organo della Federazione giovanile so-
in riviste scientifiche e in periodici. cialista italiana, e dove subisce il
Tra i suoi scritti: Gli autodafè della ve- primo arresto dopo una manifesta-
rità, ‘‘Libertà’’, 32, 1911; Moto antifeu- zione di donne contro la guerra. Nel
dale di Santulussurgiu (ottobre 1800), 1918 viene arrestato a Piombino per
‘‘La Regione’’, I, 4-5, 1922; Avanzi del- aver tenuto un comizio agli operai, an-
l’angioinismo contro Sassari, 1927; La cora militarizzati, delle acciaierie. Nel
politica agraria del regime e il problema gennaio 1919 è rappresentante della
sardo, ‘‘L’Isola’’, 1928; Problema agrario Camera del Lavoro di Roma nel Consi-
sardo e colonizzazione inter na, glio generale della CGL, dove sostiene
‘‘L’Isola’’, 30, 1929; Il principe di Cari- l’apertura della Confederazione agli
gnano in Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, V, anarchici. Nel febbraio aderisce uffi-
9, 1931; Giuseppe Garibaldi cittadino cialmente alla corrente massimalista
sassarese, ‘‘Mediterranea’’, VI, 3, 1932; e contribuisce a diffondere l’appello
L’isola di Sardegna nei rapporti Franco- di Lenin per la fondazione dell’Inter-
Piemontesi dal 1795 al 1798, voll. 2, nazionale comunista. Dopo il Con-
1935; Fuorusciti sardi e agenti francesi gresso di Livorno (1921) è eletto nel Co-
per una nuova descente en Sardaigne, mitato centrale della FGCI e del Par-
‘‘Rassegna storica del Risorgimento’’, tito Comunista d’Italia. Nel 1922 è a
1937. Francia, Corsica e Sardegna nel- Trieste come redattore capo del quoti-
l’ultimo periodo della rivoluzione 1799- diano ‘‘Il Lavoratore’’. Arrestato e co-
1803, ‘‘Studi sardi’’, V, 1-2, 1941; I moti stretto a tornare in Sardegna, nel 1924
cagliaritani del 1794 e le preoccupazioni espatria in Francia e subito dopo in
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URSS. Incaricato di diverse missioni, degna prima della espulsione dei Gesuiti
nel 1936 è in Spagna con la moglie Ma- 1842-1848, in Ottocento romantico e ci-
ria Polano Piras (=), che lavora come vile. Studi in memoria di Ettore Passerin
interprete presso le Brigate interna- d’Entreves, 1993.
zionali. Nel 1941, da una emittente la Poliedro Casa editrice fondata e Nuoro
cui localizzazione non è mai stata rive- nel 1995. Riserva particolare atten-
lata, interrompe le trasmissioni del- zione alla pubblicazione di testi di nar-
l’EIAR (Mario Appelius, il giornalista rativa e di storia dell’arte. Tra le inizia-
fascista che è la sua vittima preferita, tive più importanti una collana di libri
lo chiamerà ‘‘Lo Spettro’’). Nel giugno di foto d’arte e una di narrativa con-
1945 rientra in Italia. Segretario della temporanea. [MARIO ARGIOLAS]
Federazione comunista, viene eletto
deputato per le prime tre legislature Poligono Genere di piante erbacee o
repubblicane e nel 1964 subentra al Se- arbustive della famiglia delle Poligo-
nato a Velio Spano. nacee, caratterizzate da fusti segmen-
tati, con numerosi nodi, tanto che gene-
Polano Piras, Maria Patriota (Oristano ricamente sono chiamate ‘‘erba dai
1897-Sassari 1980). Moglie di Luigi Po- cento nodi’’ (in sardo erva ’e chentu no-
lano, lo seguı̀ nel suo esilio antifasci- dos). 1. Il p. marittimo (Polygonum ma-
sta; durante la guerra civile spagnola ritimum L.) è la specie più diffusa, pic-
fu con lui insieme con i consiglieri mi- cola pianta arbustiva dai fusti legnosi,
litari sovietici inviati a sostegno (e a ramosissimi, con portamento pro-
controllo) dell’esercito repubblicano. strato; le foglie sono piccole, senza pic-
Nelle retrovie del fronte fu impiegata ciolo, addossate allo stelo, verde
come interprete. Rientrò in Italia nel chiaro o grigiastre, nell’apice dei
1945. rami, mentre alla base sono presenti
Polastri, Marcello Speleologo e scrit- ciuffi di setole nodali (ocree), bruno-
tore (n. Cagliari 1978). Fin da ragazzo è rossastre; i fiori sono piccoli, poco evi-
stato attirato dal sistema di cavità sot- denti, bianchi con striature rosate;
terranee di Cagliari che ha studiato ap- molto diffuso, il p. marittimo cresce
profonditamente. Con gli anni ha con- sulle spiagge e sulle dune, contri-
tinuato i suoi studi, divenendo uno dei buendo a consolidarle, e fiorisce dalla
maggiori archeo-speleologi dell’isola. primavera sino a tutta l’estate. 2. Il p.
Attualmente è presidente dell’Associa- scopario (Polygonum scoparium Re-
zione regionale di archeologia esplora- quien ex Loisel.), meno diffuso, vive
tiva ed è autore di alcuni interessanti negli stessi ambienti del precedente;
lavori scientifici, tra cui Viaggio nella ha rami filiformi, flessibili, con foglie
città sotterranea, 1997 e Tuvixeddu vive molto piccole e fiori a spighe che com-
(con R. Copparoni e A. Pili), 1997. paiono tra aprile e luglio. Questa spe-
Polenghi, Simonetta Studiosa di sto- cie è inserita nell’elenco delle piante
ria della scuola (n. Milano 1960). Dedi- da sottoporre a vincolo di protezione in
catasi alla carriera universitaria, nel base alla proposta di L.R. n. 184/2001 ed
1996 è diventata ricercatore di Storia è un endemismo sardo-corso. 3. Centi-
della pedagogia. Attualmente lavora nodia (Polygonum aviculare L.). Nome
presso la Facoltà di Scienze della For- sardo: erba sterria. [MARIA IMMACOLATA
mazione dell’Università Cattolica di BRIGAGLIA]
Milano. È autrice di un saggio, Nota Polisportive Alcune delle più note e
sulla censura nelle università della Sar- antiche società sportive della Sarde-
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gna, che a partire dagli inizi del secolo Nuoro nel 1946 da Gonario Carossino,
XX hanno avuto il merito di diffondere ottenne risultati eccellenti nel campo
la pratica degli sport nell’isola, furono del sollevamento pesi a livello nazio-
chiamate ‘‘società p.’’ Esse iniziarono a nale e internazionale con atleti come
operare tra la fine dell’Ottocento e i Sebastiano Mannironi (=), Antonio
primi anni del Novecento, soprattutto Ticca e altri.
come aderenti alla Federazione della Polisportiva Gialeto. Fondata a Serra-
ginnastica. La ginnastica, infatti, con- manna da Francesco Murgia. Inizial-
sente di praticare, oltre gli sport affini,
mente si dedicò alla pratica del solle-
anche altri sport come il calcio, l’atle-
vamento pesi, dell’atletica e della gin-
tica leggera, la lotta e altre discipline,
nastica; alcuni anni dopo cominciò a
per le quali peraltro negli stessi anni si
occuparsi anche del ciclismo e del cal-
erano formate federazioni autonome.
Questa situazione si conservò fino al cio.
primo dopoguerra. Oltre all’Amsicora, Polisportiva Ilvarsenal. Fondata a La
che senza dubbio è quella di maggior Maddalena nel 1903 da Pietro Sabatini.
prestigio, le più note sono: Si dedicò in un primo tempo alla pra-
Polisportiva Arborea. Fondata a Ca- tica dell’atletica e della scherma, e nel
gliari nel 1900 da Angelo Pani, si spe- 1905 cominciò a occuparsi anche di
cializzò nella pratica della ginnastica, calcio.
del sollevamento pesi e della lotta. Il Polisportiva Iolanda. Fondata a Pirri
suo primo successo a livello nazionale nel 1900; dapprima come società gin-
arrivò nel 1922 con il pugile cagliari- nastica, in seguito organizzò la pratica
tano Efisio Lecis, che conquistò il ti- di altri sport.
tolo italiano dilettanti dei pesi piuma. Polisportiva Umberto I. Fondata a Mon-
Nel 1924 un altro atleta dell’Arborea, serrato nel 1900; oltre che la ginnastica
Graziano Corona, conquistò il titolo praticò l’atletica.
italiano di sollevamento pesi con un Polisportiva Savoia. Fondata a Sestu
braccio; nel 1928 arrivò il primo titolo nel 1900.
italiano nella lotta greco-romana con Polisportiva Torres. Fondata a Sassari
Riccardo Picciau, che vinse nella cate- nel 1903.
goria 56 kg. La tradizione dei grandi Polisportiva Josto. Fondata a Sassari
campioni riprese col lottatore e solle- nel 1903; fu la concorrente naturale
vatore di pesi Giovanni Cocco (=), più della Torres; oltre che nella ginnastica
volte campione italiano nel secondo si distinse anche nell’atletica leggera.
dopoguerra, e continuò negli anni suc- Polisportiva Ginnastica Ozieri. Fondata
cessivi con Antonio Loddo e Salvatore nel 1904 con una sorprendente sezione
Cocco, campione italiano di lotta femminile, promosse la pratica di tutti
greco-romana nel 1962. Nello stesso gli sport.
anno iniziò la sua prodigiosa carriera Polisportiva Iolao. Fondata a Iglesias
il ginnasta Sergio Massa, più volte cam- nel 1905.
pione italiano negli assoluti. In tempi Polisportiva Tharros. Fondata a Ori-
più recenti la tradizione è stata conti- stano nel 1905, promosse la pratica di
nuata da Marino Madeddu, che nel tutti gli sport.
1981 conquistò il titolo italiano del sol- Polisportiva In Alto. Fondata a Tempio
levamento pesi, categoria pesi gallo. nel 1905, oltre la ginnastica promosse
Polisportiva Gennargentu. Fondata a la pratica dell’atletica leggera.
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fectus, facente quindi le funzioni (pro scendo a entrare in contatto con il ne-
legato) del legatus senatorio, governa- mico, il console fece arrivare dall’Ita-
tore di una provincia non del tutto pa- lia dei cani segugi addestrati nella cac-
cificata. [FRANCO PORRÀ] cia e adatti a scovare animali e uomini.
In questo modo riuscı̀ a individuare i
Pompia Agrume rarissimo, molto si-
percorsi adoperati dagli uni e dagli al-
mile al pompelmo, che si coltiva esclu-
tri e a impadronirsene. Ricorrendo a
sivamente in Baronia. Il frutto viene
questa strategia il console conseguı̀ un
usato per la confezione di un gustosis-
successo che non gli valse, però, la con-
simo candito.
cessione del trionfo. [PIERGIORGIO FLO-
Pomponio Matone, Marco Uomo poli- RIS]
tico romano appartenente alla gens
plebea dei Pomponii. Eletto console
per l’anno 231 a.C., fu inviato in Sarde-
gna insieme al collega C. Papirio Ma-
sone per fronteggiare l’ennesima ribel-
lione degli abitanti dell’isola, che negli
anni immediatamente seguenti la con-
quista (238) avevano costantemente
impegnato le forze romane sul territo-
rio sardo. Non era la prima volta che un
membro della gens Pomponia veniva
inviato in Sardegna alla testa di un
Pompu – Veduta del centro abitato.
esercito consolare per affrontare i ri-
belli sardi. Nel 233, infatti, il fratello
maggiore di M. Pomponio Matone, l’al- Pompu Comune della provincia di Ori-
lora console M. Pomponio Matone, stano, compreso nella XVII Comunità
aveva compiuto una spedizione nell’i- montana, con 303 abitanti (al 2004), po-
sola sulla quale abbiamo pochi parti- sto a 147 m sul livello del mare alle
colari, anche se sappiamo che si con- falde meridionali del monte Arci, po-
cluse con la celebrazione di un trionfo chi chilometri a est di Uras e di Mo-
de Sardeis il 15 marzo 233. I consoli del goro. Regione storica: Parte Montis.
231, ambedue al comando di un eser- Diocesi di Ales.
cito, si divisero i compiti. C. Papirio & TERRITORIO Il territorio comunale,
Masone si impegnò a combattere i di forma grosso modo trapezoidale, si
Corsi (è ignoto se si trattasse di quelli estende per 5,08 km2 e confina a nord
della Gallura o della Corsica) e, dopo con Morgongiori, a est con Ales e Si-
una campagna irta di difficoltà, vistosi mala, a sud e con Masullas e a ovest
negare il trionfo dal Senato, decise per con Siris. Si tratta una regione di col-
la prima volta nella storia romana di line tipica di questa parte dell’isola,
celebrare un trionfo de Corseis di pro- chiamata tutta genericamente Mar-
pria iniziativa sul monte Albano. M. milla. L’abitato è bagnato da uno dei
Pomponio Matone, invece, operò con tanti rii Mannu, affluente del Mogoro,
difficoltà nella Sardegna centrale, ove che dopo aver formato un bacino artifi-
i Sardi, approfittando della natura del ciale di contenimento, si dirige verso
territorio, ricco di boschi, grotte e an- gli stagni di Marceddı̀. Le comunica-
fratti, gli si contrapposero ricorrendo a zioni sono assicurate dalla fitta rete di
una tattica di guerriglia. Non riu- strade che serve i piccoli centri della
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(n. Spagna, sec. XX). Nel 1991 ha preso dietro l’esenzione dal pagamento di
parte ai lavori del XIV Congresso di qualsiasi tributo. I loro discendenti
storia della Corona d’Aragona, svoltosi conservarono una posizione di presti-
ad Alghero, in cui ha presentato una gio anche dopo la caduta del giudicato;
comunicazione su La formación de un nel corso del secolo XVI ebbero ricono-
patrimonio: de los Aragall y Bellit a los sciuti i loro privilegi e furono chiamati
Gualbes y Brondo, ora in Atti del XIV a ricoprire diversi uffici pubblici. Nel
Congresso di storia della Corona d’Ara- 1626 ebbero ancora una volta il ricono-
gona, II, 1995. scimento della nobiltà e furono am-
Ponsiglioni, Antonio Giurista, garibal- messi allo Stamento militare; nel 1640
dino, senatore del Regno (Cagliari entrarono in possesso del feudo di Ge-
1842-ivi 1907). Dopo aver conseguito la sturi, ma si estinsero nel corso del se-
laurea prese parte alla spedizione dei colo.
Mille e fu ferito alla battaglia del Vol- Ponti, Maria Teresa Studiosa di storia
turno. Subito dopo iniziò una brillante del diritto (n. Sassari, prima metà sec.
carriera universitaria, insegnando XX). Allieva di Ginevra Zanetti, lau-
dapprima presso l’Università di Siena reata in Giurisprudenza, fu profonda
e poi a Genova, dove tra il 1892 e il 1895 conoscitrice della storia dei gremi in
fu anche rettore. Il suo nome è legato a Sardegna. Tra i suoi scritti: Statuto sas-
pregevoli lavori di diritto e di econo- sarese del gremio dei sarti e calzettai,
mia; tra il 1876 e il 1882 fu anche eletto ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico
deputato al Parlamento e partecipò in- sardo’’, II, 8, 1956; Statuto sassarese del
tensamente all’attività parlamentare, sec. XVI relativo al gremio dei pellicciai,
intervenendo su diversi argomenti. La- ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico
sciò anche una raccolta di versi, Sul- sardo’’, II, 10, 1956; Statuto sassarese
l’album d’una pittrice, 1866, «ricordo del sec. XVI relativo al gremio dei calzo-
dell’esposizione tenutasi a Cagliari lai, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico
nel febbraio 1871», 1871. Nel 1901 fu sardo’’, II, 12, 1956; I gremi sassaresi
nominato senatore del Regno. nel secolo XVI, ‘‘Archivio storico
Ponte Secco Sito archeologico di sardo’’, XXVI, 1958; Efisio Tola, ‘‘La
grande importanza in territorio di Sas- Nuova Sardegna’’, 1959; due saggi Ten-
sari, a poca distanza dal complesso di denze separatiste e fermenti antifeudali
Monte d’Accoddi (=). Contiene nume- nel Logudoro 1795 e La crisi rivoluziona-
rose domus de janas che furono utiliz- ria sarda del 1796 nel giudizio di un di-
zate come sepolture dagli abitanti del plomatico francese, entrambi in La Sar-
villaggio. Gli scavi condotti nel sito degna nel Risorgimento, 1962.
hanno restituito numerosi suppellet- Ponti, Sisinnio Gentiluomo (Oristano,
tili risalenti alla cultura di Ozieri (Neo- prima metà sec. XVII-ivi 1671). Nel
litico recente). 1637 si distinse durante le operazioni
Ponti Famiglia di Oristano (secc. XIII- che portarono alla cacciata dei fran-
XVII). Le sue notizie risalgono al se- cesi che avevano assalito Oristano; nel
colo XIII, quando era tra le maggiori 1640 sposò Chiara Zatrillas, erede
famiglie del giudicato d’Arborea. Nel della signoria di Gesturi.
1313 con Barisone e Giovanni ottenne Pontieri, Ernesto Storico (Nocera
da Mariano III il riconoscimento della 1896-Napoli 1981). Studioso di valore,
nobiltà, impegnandosi a provvedere insegnò per anni presso l’Università
alla difesa del gran ponte di Oristano di Napoli. Dedicò alla Sardegna due
354
355
356
abitanti. Nel periodo successivo, però, lia, contava 913 abitanti. Nella seconda
riprese a crescere con regolarità, cosı̀ metà del secolo XIX la popolazione
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione continuò a crescere; nel 1901 contava
perfetta’’, contava 1894 abitanti. Nei 1170 unità. Nel corso dei primi decenni
decenni successivi registrò un ulte- del Novecento ebbe un altro incre-
riore lieve aumento e nel 1861, anno mento considerevole, nel 1951 contava
della proclamazione del Regno d’Ita- 1580 abitanti. Nel periodo successivo,
lia, contava 1922 abitanti. Nella se- però, la popolazione ha cominciato a
conda metà del secolo XIX continuò a calare a causa dell’emigrazione; nel
crescere; nel 1901 contava 2430 unità. 2001 contava 1019 abitanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Barrali. I primi dati disponibili sulla
cento aumentò ancora e praticamente popolazione sono relativi al 1320; a
si triplicò; nel 1951 contava 6902 abi- quella data il villaggio era quasi spopo-
tanti. Nel periodo successivo la popo- lato, contava non più di 3 fuochi e una
lazione ha continuato a crescere inten- popolazione complessiva di circa 10
samente, assorbendo molti abitanti abitanti. Nel corso del secolo si spo-
dalla vicina Cagliari; nel 2001 contava polò completamente e rimase comple-
23 516 abitanti. tamente abbandonato tra il secolo XVe
Ballao. I primi dati disponibili sulla il XVII. Ma nel 1698, nonostante le epi-
popolazione sono relativi al 1320; a demie di peste e le carestie del secolo,
quella data il villaggio contava circa la popolazione contava 163 abitanti.
28 fuochi e una popolazione comples- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
siva di 112 abitanti. Altri dati significa- baudo, era ulteriormente cresciuta e
tivi sono quelli riferiti al Parlamento contava 183 abitanti. Nel periodo suc-
del 1485, i primi disponibili dopo la cessivo continuò a crescere con regola-
concitata fase delle guerre; a quella rità; cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe la
data la popolazione contava 40 fuochi ‘‘fusione perfetta’’, contava 250 abi-
per un totale di 160 abitanti. A distanza tanti. Nei decenni successivi ebbe un
di un secolo, nel 1583, la popolazione ulteriore lieve aumento e nel 1861,
era cresciuta; praticamente raddop- anno della proclamazione del Regno
piata, contava quasi 85 fuochi per un d’Italia, contava 306 abitanti. Nella se-
totale di 344 abitanti. Il bilancio demo- conda metà del secolo XIX la popola-
grafico del secolo XVII, a causa delle zione si mantenne stabile; nel 1901
epidemie di peste e delle carestie, non contava 316 unità. Nel corso dei primi
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del decenni del Novecento ebbe un altro
periodo spagnolo, la popolazione era incremento e praticamente raddop-
diminuita, scendendo a 299 abitanti. piò; nel 1951 contava 677 abitanti. Nel
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- periodo successivo ha continuato a
baudo, la popolazione era però cre- crescere intensamente; nel 2001 con-
sciuta in modo notevole e contava 533 tava 1067 abitanti.
abitanti. Nel periodo successivo la po- Burcei. I primi dati disponibili sulla
polazione riprese a crescere con rego- popolazione risalgono al 1698, alla
larità; cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fu- fine del periodo spagnolo, quando era
sione perfetta’’, contava 873 abitanti. di 145 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
Nei decenni successivi ebbe un ulte- periodo sabaudo, era salita a 208 abi-
riore lieve aumento e nel 1861, anno tanti. Nel periodo successivo sembrò
della proclamazione del Regno d’Ita- stabilizzarsi: nel 1848, l’anno della ‘‘fu-
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sione perfetta’’, contava 190 abitanti; Nel corso del Novecento, dopo che nel
nel 1861, anno della proclamazione 1928 furono aggregati alla città Pirri,
del Regno d’Italia, con 186 abitanti la Monserrato, Quartucciu e Selargius,
popolazione non era aumentata. La nel 1931 superò i 100 000 abitanti. In se-
crescita sembrò riprendere nella se- guito continuò a crescere; nel 1937 fu
conda metà del secolo; nel 1901 la po- aggregato anche Elmas e, nonostante i
polazione era arrivata a 210 unità, in bombardamenti del 1943, ebbe un altro
seguito riprese a crescere; nel 1951 toc- rapido aumento, per cui, sebbene nel
cava infatti i 299 abitanti. Nell’ultimo 1947 Selargius avesse riacquistato la
cinquantennio il villaggio ha subı̀to il sua autonomia, nel 1951 contava
fenomeno dello spopolamento, la sua 138 539 abitanti. Nel periodo succes-
popolazione nel 2001 contava 182 abi- sivo la popolazione continuò a cre-
tanti. scere attirando abitanti dall’hinter-
Cagliari. I primi dati disponibili sulla land, ma più in generale da tutta la Sar-
popolazione sono relativi al 1320; a degna: nel 1981 contava 223 000 abi-
quella data la città contava più di 850 tanti. Negli anni successivi, nel 1983
fuochi e una popolazione complessiva Quartucciu e nel 1989 Elmas riacqui-
di 7500 abitanti. Altri dati significativi starono la loro autonomia, e successi-
sono quelli riferiti al Parlamento del vamente, nel 1992, anche Monserrato,
1485, i primi disponibili dopo la conci- per cui la popolazione cominciò a di-
tata fase delle guerre; a quella data la minuire. La tendenza si è accentuata
popolazione, che era diminuita, con- anche a causa dell’alto costo delle abi-
tava appena più di 800 fuochi per un tazioni nel centro urbano; nel 2001 la
totale di 3392 abitanti. A distanza di un popolazione residente in città risul-
secolo, nel 1583, la popolazione era tava di 165 926 abitanti.
cresciuta; praticamente raddoppiata, Capoterra. Fu ripopolato nel secolo
contava quasi 1900 fuochi per un totale XVII; i primi dati disponibili sulla po-
di 7830 abitanti. Il bilancio demogra- polazione risalgono perciò al 1698, alla
fico del secolo XVII, nonostante le epi- fine del periodo spagnolo; la popola-
demie di peste e le carestie, è positivo: zione era allora di 164 abitanti. Nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
spagnolo, la popolazione era cresciuta popolazione era salita a 227 abitanti.
e contava 14 784 abitanti. Nel 1728, al- Nel periodo successivo continuò a cre-
l’inizio del periodo sabaudo, era ulte- scere; nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
riormente cresciuta e contava 16 924 perfetta’’, era più che triplicata e con-
abitanti. Nel periodo successivo, col tava 769 abitanti. La tendenza fu con-
moltiplicarsi delle attività economi- fermata nei decenni successivi e nel
che, la popolazione continuò a cre- 1861, anno della proclamazione del Re-
scere con regolarità, cosı̀ nel 1848, gno d’Italia, toccava i 1070 abitanti. La
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- crescita sembrò riprendere nella se-
tava 29 869 abitanti. Nei decenni suc- conda metà del secolo XIX; nel 1901 la
cessivi conobbe un ulteriore lieve au- popolazione era giunta a 1866 unità.
mento e nel 1861, anno della proclama- Nei primi decenni del Novecento con-
zione del Regno d’Italia, contava 30 905 tinuò a crescere; nel 1951 toccava i
abitanti. Nella seconda metà del se- 4820 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
colo XIX la popolazione crebbe vigoro- nio il paese ha conosciuto una trasfor-
samente; nel 1901 contava 53 747 unità. mazione notevole con lo sviluppo di
358
molteplici attività, e soprattutto con nuò a crescere; nel 1901 contava 1446
l’insediamento di centri residenziali unità. Nel corso dei primi decenni del
che hanno finito per assorbire molti Novecento ebbe un altro incremento e
degli abitanti che lasciavano Cagliari; praticamente si raddoppiò; nel 1951
nel 2001 contava 20 445 abitanti. contava 3181 abitanti. Nel periodo suc-
Castiadas. Costituito in comune auto- cessivo la popolazione ha continuato a
nomo nel 1986, nei secoli precedenti, a crescere intensamente, assorbendo
partire dal Seicento, era popolato da molti abitanti dalla vicina Cagliari;
gruppi di pastori e contadini che veni- nel 2001 contava 6831 abitanti.
vano censiti con la popolazione di Mu- Decimoputzu. I primi dati disponibili
ravera. I primi dati disponibili sulla sulla popolazione sono relativi al 1320;
popolazione risalgono perciò al 1991, a quella data il villaggio contava 24 fuo-
quando contava 1221 abitanti. Negli chi e una popolazione complessiva di
anni successivi la tendenza alla cre- 95 abitanti. Altri dati significativi sono
scita è stata confermata; nel 2001 con- quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
tava 1309 abitanti. primi disponibili dopo la concitata
Decimomannu. I primi dati disponibili fase delle guerre; a quella data la po-
sulla popolazione sono relativi al 1320; polazione era aumentata e contava
a quella data il villaggio contava più di circa 60 fuochi per un totale di 244 abi-
150 fuochi e una popolazione comples- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
siva di 660 abitanti. Altri dati significa- la popolazione era praticamente rad-
tivi sono quelli riferiti al Parlamento doppiata, contava infatti 125 fuochi
del 1485, i primi disponibili dopo la per un totale di 500 abitanti. Il bilancio
concitata fase delle guerre; a quella demografico del secolo XVII, a causa
data la popolazione era tanto dimi- delle epidemie di peste e delle care-
nuita che contava poco più di 30 fuochi stie, non è positivo: infatti nel 1698,
per un totale di 125 abitanti. Ma a di- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
stanza di un secolo, nel 1583, era prati- lazione era diminuita e contava 456
camente triplicata, contava infatti più abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
di 100 fuochi per un totale di 416 abi- riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
tanti. Il bilancio demografico del se- vamente aumentata e toccava i 489 abi-
colo XVII, nonostante le epidemie di tanti. Nel periodo successivo riprese a
peste e le carestie, è positivo: infatti crescere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
nel 1698, alla fine del periodo spa- anno della ‘‘fusione perfetta’’, contava
gnolo, la popolazione era ancora cre- 930 abitanti. Nei decenni successivi
sciuta e contava 540 abitanti. Nel 1728, ebbe un ulteriore lieve aumento e nel
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- 1861, anno della proclamazione del Re-
lazione era ulteriormente aumentata e gno d’Italia, contava 1135 abitanti.
contava 616 abitanti. Nel periodo suc- Nella seconda metà del secolo XIX la
cessivo continuò a crescere con regola- popolazione continuò a crescere; nel
rità; cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione 1901 contava 1253 unità. Nel corso dei
perfetta’’, contava 1170 abitanti. Nei primi decenni del Novecento fece un
decenni successivi ebbe un ulteriore altro balzo in avanti e praticamente
lieve aumento e nel 1861, anno della raddoppiò; nel 1951 contava 2494 abi-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tanti. Nel periodo successivo la popo-
tava 1344 abitanti. Nella seconda metà lazione ha continuato a crescere inten-
del secolo XIX la popolazione conti- samente, assorbendo molti abitanti
359
dalla vicina Cagliari; nel 2001 contava e contava 389 abitanti. Nel 1728, all’ini-
4092 abitanti. zio del periodo sabaudo, era cresciuta
Dolianova. Costituito in comune auto- ancora sino a 472 abitanti. Nel periodo
nomo agli inizi del secolo XX con la fu- successivo la popolazione continuò a
sione dei villaggi di San Pantaleo e di crescere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
Sicci. I primi dati disponibili sulla po- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
polazione risalgono perciò al 1911, tava 761 abitanti. Nei decenni succes-
quando contava 3605 abitanti. Nella se- sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e
conda metà del secolo XX la popola- nel 1861, anno della proclamazione del
zione ebbe una crescita; nel 1951 toc- Regno d’Italia, contava 810 abitanti.
cava i 5660 abitanti. Nell’ultimo cin- Nella seconda metà del secolo XIX la
quantennio il villaggio ha continuato a popolazione ebbe un calo; nel 1901 con-
svilupparsi; la sua popolazione nel tava 760 unità. Nel corso dei primi de-
2001 contava 8021 abitanti. cenni del Novecento ebbe invece un
Domus de Maria. Fondato dopo il 1720, i nuovo aumento e praticamente si rad-
primi dati disponibili sulla popola- doppiò; nel 1951 contava 1591 abitanti.
zione risalgono al 1731, quando con- Nel periodo successivo la popolazione
tava 222 abitanti. Nel periodo succes- ha continuato a crescere; nel 2001 con-
sivo la popolazione crebbe con regola- tava 2099 abitanti.
rità; nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- Elmas. I primi dati disponibili sulla po-
fetta’’, contava 577 abitanti. La ten- polazione sono quelli riferiti al Parla-
denza alla crescita fu confermata e nel mento del 1485, dopo la concitata fase
1861, anno della proclamazione del Re- delle guerre; a quella data la popola-
gno d’Italia, la popolazione toccò i 657 zione contava 15 fuochi per un totale
abitanti. La crescita sembrò ripren- di 60 abitanti. A distanza di un secolo,
dere nella seconda metà del secolo nel 1583, la popolazione era cresciuta;
XIX; nel 1901 la popolazione era giunta praticamente raddoppiata, contava
a 873 unità. Nei primi decenni del No- quasi 35 fuochi per un totale di 144 abi-
vecento continuò a crescere; nel 1951 tanti. Il bilancio demografico del se-
toccava infatti i 1315 abitanti. Nell’ul- colo XVII, nonostante le epidemie di
timo cinquantennio il centro ha conti- peste e le carestie, è positivo: infatti
nuato a svilupparsi, nel 2001 contava nel 1698, alla fine del periodo spa-
1523 abitanti. gnolo, la popolazione era cresciuta e
Donori. I primi dati disponibili sulla contava 246 abitanti. Nel 1728, all’ini-
popolazione sono relativi al 1320; a zio del periodo sabaudo, era ulterior-
quella data il villaggio era semispopo- mente cresciuta e contava 309 abitanti.
lato: contava 6 fuochi e una popola- Nel periodo successivo continuò a cre-
zione complessiva di 25 abitanti. Nel scere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
corso del secolo XV si spopolò comple- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
tamente. Rimase spopolato fino agli tava 588 abitanti. Nei decenni succes-
inizi del secolo XVII; nel 1627 la sua sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e
popolazione era ancora di 44 abitanti nel 1861, anno della proclamazione del
soltanto. Il bilancio demografico del Regno d’Italia, contava 726 abitanti.
secolo XVII, nonostante le epidemie Nella seconda metà del secolo XIX la
di peste e le carestie, è però positivo: popolazione continuò a crescere; nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1901 contava 814 unità. Nel corso dei
spagnolo, la popolazione era cresciuta primi decenni del Novecento ebbe un
360
altro aumento e quasi si triplicò; nel del 1485, i primi disponibili dopo la
1951 contava 2060 abitanti. Nel periodo concitata fase delle guerre; a quella
successivo, sebbene il villaggio tra il data la popolazione era diminuita:
1937 e il 1989 avesse perso la propria contava meno di 60 fuochi per un totale
autonomia, la popolazione continuò a di 220 abitanti. Ma a distanza di un se-
crescere intensamente, assorbendo colo, nel 1583, aveva preso a crescere:
molti abitanti dalla vicina Cagliari; praticamente era triplicata, contava
nel 2001 contava 8015 abitanti. infatti quasi 145 fuochi per un totale di
Escalaplano. I primi dati significativi 580 abitanti. Il bilancio demografico
sono quelli riferiti al Parlamento del del secolo XVII, a causa delle epide-
1485, i primi disponibili dopo la conci- mie di peste e delle carestie, non è po-
tata fase delle guerre; a quella data la sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
popolazione contava meno di 50 fuochi riodo spagnolo, la popolazione era di-
per un totale di 188 abitanti. A distanza minuita e contava 468 abitanti. Nel
di un secolo, nel 1583, la popolazione 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
era praticamente triplicata, contava era però nuovamente aumentata, con
infatti quasi 160 fuochi per un totale di 537 abitanti. Nel periodo successivo
632 abitanti. Il bilancio demografico non ebbe ulteriori aumenti, cosı̀ nel
del secolo XVII, a causa delle epide- 1848, l’anno della ‘‘fusione perfetta’’,
mie di peste e delle carestie, non è po- contava 544 abitanti. Nei decenni suc-
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- cessivi ebbe un lieve aumento e nel
riodo spagnolo, era diminuita e con- 1861, anno della proclamazione del Re-
tava 525 abitanti. Nel 1728, all’inizio gno d’Italia, contava 615 abitanti. Nella
del periodo sabaudo, era però nuova- seconda metà del secolo XIX la popo-
mente cresciuta e contava 722 abitanti. lazione riprese però a calare; nel 1901
Nel periodo successivo riprese a cre- contava 589 unità. Nel corso dei primi
scere con regolarità; cosı̀ nel 1848, decenni del Novecento invece co-
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- nobbe un nuovo aumento e pratica-
tava 1365 abitanti. Nei decenni succes- mente raddoppiò; nel 1951 contava 929
sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e abitanti. Nel periodo successivo la po-
nel 1861, anno della proclamazione del polazione ha ripreso a diminuire a
Regno d’Italia, contava 1444 abitanti. causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
Nella seconda metà del secolo XIX la tava 705 abitanti.
popolazione continuò a crescere; nel Esterzili. I primi dati disponibili sulla
1901 contava 1822 unità. Nel corso dei popolazione sono relativi al 1320; a
primi decenni del Novecento ebbe un quella data il villaggio contava 43 fuo-
altro aumento molto consistente; nel chi e una popolazione complessiva di
1951 contava 2989 abitanti. Nel periodo 156 abitanti. Altri dati significativi
successivo la popolazione ha comin- sono quelli riferiti al Parlamento del
ciato a diminuire a causa dell’emigra- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
zione; nel 2001 contava 2527 abitanti. tata fase delle guerre; a quella data la
Escolca. I primi dati disponibili sulla popolazione era cresciuta e contava
popolazione sono relativi al 1320; a meno di 50 fuochi per un totale di 196
quella data il villaggio contava circa abitanti. Mancano i dati successivi fino
70 fuochi e una popolazione comples- al 1698, alla fine del periodo spagnolo,
siva di 264 abitanti. Altri dati significa- quando la popolazione contava 328 abi-
tivi sono quelli riferiti al Parlamento tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
361
sabaudo, era cresciuta e contava 451 1647 unità. Nel corso dei primi decenni
abitanti. Nel periodo successivo ri- del Novecento ebbe un nuovo incre-
prese ad aumentare con regolarità; mento; nel 1951 contava 2292 abitanti.
cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- Nel periodo successivo la popolazione
fetta’’, contava 681 abitanti. Nei de- ha cominciato a diminuire a causa del-
cenni successivi ebbe un ulteriore au- l’emigrazione; nel 2001 contava 1422
mento e nel 1861, anno della proclama- abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 650 Gesico. I primi dati disponibili sulla po-
abitanti. Nella seconda metà del se- polazione sono relativi al 1320; a quella
colo XIX la popolazione continuò a data il villaggio contava più di 150 fuo-
crescere; nel 1901 contava 1100 unità. chi e una popolazione complessiva di
Nel corso dei primi decenni del Nove- 712 abitanti. Altri dati significativi
cento ebbe un ulteriore aumento; nel sono quelli riferiti al Parlamento del
1951 contava 1445 abitanti. Nel periodo 1485, i primi disponibili dopo la conci-
successivo la popolazione ha però co- tata fase delle guerre; a quella data la
minciato a calare a causa dell’emigra- popolazione era quasi dimezzata, tanto
zione; nel 2001 contava 876 abitanti. che contava meno di 100 fuochi per un
Gergei. I primi dati disponibili sulla po- totale di 368 abitanti. A distanza di un
polazione sono relativi al 1320; a quella secolo, nel 1583, la popolazione era
data il villaggio contava 143 fuochi e cresciuta; praticamente raddoppiata,
una popolazione complessiva di 580 contava quasi 160 fuochi per un totale
abitanti. Altri dati significativi sono di 752 abitanti. Il bilancio demografico
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i del secolo XVII, a causa delle epide-
primi disponibili dopo la concitata mie di peste e delle carestie, non è po-
fase delle guerre; a quella data la po- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
polazione era aumentata e contava riodo spagnolo, la popolazione era di-
circa 150 fuochi per un totale di 648 minuita e contava 590 abitanti. Nel
abitanti. A distanza di un secolo, nel 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
1583, era ancora cresciuta; pratica- era però nuovamente cresciuta e con-
mente raddoppiata, contava quasi 180 tava 754 abitanti. Nel periodo succes-
fuochi per un totale di 1108 abitanti. Il sivo riprese ad aumentare con regola-
bilancio demografico del secolo XVII, rità; cosı̀ nel 1848, l’anno in cui si ebbe
nonostante le epidemie di peste e le la ‘‘fusione perfetta’’, contava 916 abi-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, tanti. Nei decenni successivi registrò
alla fine del periodo spagnolo, la popo- un nuovo lieve calo e nel 1861, anno
lazione era cresciuta sino a 1549 abi- della proclamazione del Regno d’Ita-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo lia, contava 883 abitanti. Nella seconda
sabaudo, era però diminuita e contava metà del secolo XIX la popolazione
1497 abitanti. Nel periodo successivo continuò a diminuire; nel 1901 era
riprese a crescere con regolarità; cosı̀ scesa a 780 unità. Nel corso dei primi
nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- decenni del Novecento ebbe un nuovo
fetta’’, contava 1936 abitanti. Nei de- aumento; nel 1951 contava 1189 abi-
cenni successivi si mantenne stabile e tanti. Ma nel periodo successivo la po-
nel 1861, anno della proclamazione del polazione ha ripreso a diminuire a
Regno d’Italia, contava 1941 abitanti. causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
Nella seconda metà del secolo XIX la tava 989 abitanti.
popolazione diminuı̀; nel 1901 contava Goni. I primi dati disponibili sulla po-
362
polazione sono relativi al 1320; a quella zio del periodo sabaudo, la popola-
data il villaggio contava 11 fuochi e una zione era ancora aumentata e contava
popolazione complessiva di 45 abi- 530 abitanti. Nel periodo successivo ri-
tanti. In seguito si spopolò del tutto nel prese a crescere con regolarità, cosı̀
corso del secolo XV e rimase abbando- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
nato sino alla fine del secolo XVI. Co- perfetta’’, contava 752 abitanti. Nei de-
minciò a ripopolarsi nel corso del se- cenni successivi registrò un lieve calo
colo XVII e nel 1698, alla fine del pe- e nel 1861, anno della proclamazione
riodo spagnolo, la popolazione contava del Regno d’Italia, contava 620 abi-
227 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- tanti. Nella seconda metà del secolo
riodo sabaudo, era cresciuta; pratica- XIX la popolazione continuò a dimi-
mente triplicata, contava 636 abitanti. nuire; nel 1901 contava 509 unità. Nel
Nel periodo successivo riprese a dimi- corso dei primi decenni del Novecento
nuire; cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe ebbe un aumento e praticamente rad-
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 247 abi- doppiò; nel 1951 contava 1068 abitanti.
tanti. Nei decenni successivi registrò Nel periodo successivo la popolazione
un lieve aumento e nel 1861, anno della si è mantenuta stabile; nel 2001 con-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tava 1073 abitanti.
tava 293 abitanti. Nella seconda metà Guasila. I primi dati disponibili sulla
del secolo XIX la popolazione conti- popolazione sono relativi al 1320; a
nuò a crescere; nel 1901 contava 391 quella data il villaggio contava 75 fuo-
unità. Nel corso dei primi decenni del chi e una popolazione complessiva di
Novecento conobbe un altro aumento; 308 abitanti. Altri dati significativi
nel 1951 contava 584 abitanti. Ma nel sono quelli riferiti al Parlamento del
periodo successivo la popolazione ha 1485, i primi disponibili dopo la conci-
cominciato a diminuire per l’emigra- tata fase delle guerre; a quella data la
zione; nel 2001 contava 558 abitanti. popolazione era diminuita, tanto che
Guamaggiore. I primi dati disponibili contava 50 fuochi per un totale di 200
sulla popolazione sono relativi al 1320; abitanti. A distanza di un secolo, nel
a quella data il villaggio contava 46 fuo- 1583, la popolazione era cresciuta; pra-
chi e una popolazione complessiva di ticamente più che triplicata, contava
184 abitanti. Altri dati significativi quasi 175 fuochi per un totale di 720
sono quelli riferiti al Parlamento del abitanti. Il bilancio demografico del
1485, i primi disponibili dopo la conci- secolo XVII, nonostante le epidemie
tata fase delle guerre; a quella data la di peste e le carestie, è positivo: infatti
popolazione era diminuita, tanto che nel 1698, alla fine del periodo spa-
contava meno di 30 fuochi per un totale gnolo, la popolazione era cresciuta in
di 112 abitanti. A distanza di un secolo, modo notevole e contava 1395 abitanti.
nel 1583, la popolazione era cresciuta; Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
praticamente più che triplicata, con- baudo, era ulteriormente cresciuta e
tava 102 fuochi per un totale di 408 abi- contava 1573 abitanti. Nel periodo suc-
tanti. Il bilancio demografico del se- cessivo riprese a crescere con regola-
colo XVII, nonostante le epidemie di rità, cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
peste e le carestie, è positivo: infatti perfetta’’, contava 1953 abitanti. Nei
nel 1698, alla fine del periodo spa- decenni successivi ebbe un ulteriore
gnolo, la popolazione era cresciuta e lieve aumento e nel 1861, anno della
contava 450 abitanti. Nel 1728, all’ini- proclamazione del Regno d’Italia, con-
363
tava 2020 abitanti. Nella seconda metà 1485, i primi disponibili dopo la conci-
del secolo XIX la popolazione comin- tata fase delle guerre; a quella data la
ciò a diminuire; nel 1901 contava 1906 popolazione era diminuita, e contava
unità. Nel corso dei primi decenni del 130 fuochi per un totale di 544 abitanti.
Novecento ebbe un altro significativo A distanza di un secolo, nel 1583, aveva
aumento; nel 1951 contava 3173 abi- invece preso a crescere; praticamente
tanti. Nel periodo successivo la popo- era triplicata, e contava quasi 410 fuo-
lazione si è mantenuta stabile; nel 2001 chi per un totale di 1660 abitanti. Il bi-
contava 3030 abitanti. lancio demografico del secolo XVII,
Isili. I primi dati significativi sono nonostante le epidemie di peste e le
quelli riferiti al Parlamento del 1485, carestie, è positivo: infatti nel 1698,
dopo la concitata fase delle guerre; a alla fine del periodo spagnolo, era cre-
quella data la popolazione contava 80 sciuta e contava 2005 abitanti. Nel
fuochi per un totale di 328 abitanti. A 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- era però diminuita, scendendo a 1663
lazione era cresciuta, contava quasi abitanti. Nel periodo successivo ri-
115 fuochi per un totale di 452 abitanti. prese a crescere con regolarità; cosı̀
Il bilancio demografico del secolo nel 1848, l’anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
XVII, nonostante le epidemie di peste sione perfetta’’, contava 1999 abitanti.
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, Nei decenni successivi registrò un ul-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- teriore lieve aumento e nel 1861, anno
lazione era quasi triplicata; con 1317 della proclamazione del Regno d’Ita-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- lia, contava 2074 abitanti. Nella se-
riodo sabaudo, era ulteriormente cre- conda metà del secolo XIX la popola-
sciuta e contava 1698 abitanti. Nel pe- zione si mantenne stabile; nel 1901
riodo successivo continuò a crescere contava 2047 unità. Nel corso dei primi
con regolarità, cosı̀ nel 1848, l’anno decenni del Novecento ebbe un altro
della ‘‘fusione perfetta’’, contava 2276 aumento significativo; nel 1951 con-
abitanti. Nei decenni successivi ebbe tava infatti 3047 abitanti. Ma nel pe-
un ulteriore lieve aumento e nel 1861, riodo successivo la popolazione ha co-
anno della proclamazione del Regno minciato a diminuire a causa dell’emi-
d’Italia, contava 2432 abitanti. Nella grazione; nel 2001 contava 2499 abi-
seconda metà del secolo XIX la popo- tanti.
lazione si mantenne stabile; nel 1901 Maracalagonis. I primi dati disponibili
contava 2400 unità. Ma nel corso dei sulla popolazione sono relativi al 1320;
primi decenni del Novecento conobbe a quella data la popolazione dei due
un ulteriore aumento; nel 1951 contava villaggi contava 175 fuochi e una popo-
3142 abitanti. Nel periodo successivo lazione complessiva di 700 abitanti. Al-
la popolazione, nonostante l’emigra- tri dati significativi sono quelli riferiti
zione, si è mantenuta stabile; nel 2001 al Parlamento del 1485, i primi dispo-
contava 3133 abitanti. nibili dopo la concitata fase delle
Mandas. I primi dati disponibili sulla guerre; a quella data la popolazione
popolazione sono relativi al 1320; a era cosı̀ drammaticamente diminuita
quella data il villaggio contava 180 fuo- che contava meno di 10 fuochi per un
chi e una popolazione complessiva di totale di 39 abitanti. Ma a distanza di
776 abitanti. Altri dati significativi un secolo, nel 1583, la popolazione era
sono quelli riferiti al Parlamento del di nuovo cresciuta; praticamente de-
364
cuplicata, contava quasi 100 fuochi per contava 665 abitanti. Nel 1728, all’ini-
un totale di 380 abitanti. Il bilancio de- zio del periodo sabaudo, era però dimi-
mografico del secolo XVII, a causa nuita, scendendo a 625 abitanti. Nel
delle epidemie di peste e delle care- periodo successivo riprese a crescere
stie, non è positivo: infatti nel 1698, con regolarità, cosı̀ che nel 1848, l’anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1168
lazione era diminuita e contava 265 abitanti. Nei decenni successivi ebbe
abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
riodo sabaudo, la popolazione era già anno della proclamazione del Regno
vistosamente aumentata, e contava 739 d’Italia, contava 1262 abitanti. Nella
abitanti. Nel periodo successivo ri- seconda metà del secolo XIX la popo-
prese a crescere con regolarità; cosı̀ lazione si mantenne stabile; nel 1901
nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- contava 1251 unità. Nel corso dei primi
fetta’’, contava 955 abitanti. Nei de- decenni del Novecento ebbe un altro
cenni successivi ebbe un ulteriore aumento e praticamente raddoppiò;
lieve aumento e nel 1861, l’anno della nel 1951 contava 2592 abitanti. Nel pe-
proclamazione del Regno d’Italia, con- riodo successivo la popolazione ha
tava 1061 abitanti. Nella seconda metà continuato a crescere intensamente,
del secolo XIX continuò a crescere; nel assorbendo molti abitanti dalla vicina
1901 contava 1508 unità. Nel corso dei Cagliari; nel 2001 contava 4541 abi-
primi decenni del Novecento ebbe un tanti.
altro aumento e praticamente raddop- Monserrato. I primi dati disponibili
piò; nel 1951 contava 3133 abitanti. Nel sulla popolazione sono relativi al 1320;
periodo successivo la popolazione ha a quella data il villaggio contava circa
continuato a crescere intensamente, 102 fuochi e una popolazione comples-
assorbendo molti abitanti dalla vicina siva di 416 abitanti. Altri dati significa-
Cagliari; nel 2001 contava 6602 abi- tivi sono quelli riferiti al Parlamento
tanti. del 1485, i primi disponibili dopo la
Monastir. I primi dati disponibili sulla concitata fase delle guerre; a quella
popolazione sono relativi al 1320; a data la popolazione era diminuita e
quella data il villaggio contava circa contava solo circa 70 fuochi per un to-
40 fuochi e una popolazione comples- tale di 295 abitanti. Ma a distanza di un
siva di 156 abitanti. Altri dati significa- secolo, nel 1583, era cresciuta; pratica-
tivi sono quelli riferiti al Parlamento mente triplicata, contava quasi 170
del 1485, i primi disponibili dopo la fuochi per un totale di 680 abitanti. Il
concitata fase delle guerre; a quella bilancio demografico del secolo XVII,
data la popolazione era drasticamente a causa delle epidemie di peste e delle
diminuita: contava meno 14 fuochi per carestie, non è positivo: infatti nel
un totale di 65 abitanti. A distanza di un 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
secolo, nel 1583, era praticamente più popolazione era diminuita e contava
che quintuplicata; contava infatti 477 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
quasi 180 fuochi per un totale di 332 riodo sabaudo, era però praticamente
abitanti. Il bilancio demografico del raddoppiata e contava 873 abitanti.
secolo XVII, nonostante le epidemie Nel periodo successivo riprese a cre-
di peste e le carestie, è positivo: infatti scere con regolarità; cosı̀ nel 1848,
nel 1698, alla fine del periodo spa- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
gnolo, la popolazione era cresciuta e fetta’’, contava ben 2484 abitanti. Nei
365
decenni successivi conobbe un ulte- unità. Nel corso dei primi decenni del
riore aumento e nel 1861, anno della Novecento ebbe un altro aumento; nel
proclamazione del Regno d’Italia, con- 1951 contava 4251 abitanti. Nel periodo
tava 2874 abitanti. Nella seconda metà successivo la popolazione ha conti-
del secolo XIX, grazie allo sviluppo nuato a crescere grazie allo sviluppo
delle attività economiche, la popola- del turismo; nel 2001 contava 4630 abi-
zione continuò a crescere; nel 1901 tanti.
contava 5704 unità. Nel corso del Nove- Nuragus. I primi dati significativi sono
cento, per quanto tra il 1927 e il 1992 quelli riferiti al Parlamento del 1485,
fosse stato aggregato a Cagliari come dopo la concitata fase delle guerre; a
frazione, ebbe un altro aumento e pra- quella data la popolazione contava 11
ticamente si quadruplicò, assorbendo fuochi per un totale di 44 abitanti. A
molti abitanti dalla vicina Cagliari; nel distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
2001 contava 20 758 abitanti. lazione era cresciuta; praticamente
Muravera. I primi dati disponibili sulla decuplicata, contava infatti quasi 135
popolazione sono relativi al 1316; a fuochi per un totale di 544 abitanti. Il
quella data il villaggio contava 11 fuo- bilancio demografico del secolo XVII,
chi e una popolazione complessiva di a causa delle epidemie di peste e delle
45 abitanti. Altri dati significativi sono carestie, non è positivo: infatti nel
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
primi disponibili dopo la concitata popolazione era diminuita e contava
fase delle guerre; a quella data la po- 409 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
polazione era aumentata considere- riodo sabaudo, era però nuovamente
volmente; contava circa 60 fuochi per cresciuta e contava 778 abitanti. Nel
un totale di 264 abitanti. A distanza di periodo successivo riprese a crescere
un secolo, nel 1583, era ulteriormente con regolarità; cosı̀ nel 1848, l’anno
cresciuta: praticamente quadrupli- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1105
cata, contava quasi 270 fuochi per un abitanti. Nei decenni successivi ebbe
totale di 1092 abitanti. Il bilancio de- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
mografico del secolo XVII, a causa anno della proclamazione del Regno
delle epidemie di peste e delle care- d’Italia, contava 1204 abitanti. Nella
stie, non è positivo: infatti nel 1698, seconda metà del secolo XIX la popo-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- lazione ebbe un calo; nel 1901 contava
lazione era diminuita e contava 720 1050 unità. Ma nel corso dei primi de-
abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- cenni del Novecento riprese a cre-
riodo sabaudo, era nuovamente au- scere; nel 1951 contava 1425 abitanti.
mentata e contava 906 abitanti. Nel pe- Nel periodo successivo la popolazione
riodo successivo riprese a crescere con ha cominciato a diminuire a causa del-
regolarità; cosı̀ nel 1848, l’anno della l’emigrazione; nel 2001 contava 1045
‘‘fusione perfetta’’, era nuovamente abitanti.
raddoppiata e contava 1848 abitanti. Nurallao. I primi dati significativi sono
Nei decenni successivi ebbe un ulte- quelli riferiti al Parlamento del 1485,
riore aumento e nel 1861, anno della dopo la concitata fase delle guerre; a
proclamazione del Regno d’Italia, con- quella data la popolazione contava 10
tava 2078 abitanti. Nella seconda metà fuochi per un totale di 40 abitanti. A
del secolo XIX la popolazione conti- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
nuò a crescere; nel 1901 contava 3078 lazione era cresciuta; praticamente
366
più che decuplicata, contava quasi 120 cenni successivi conobbe un ulteriore
fuochi per un totale di 483 abitanti. Il lieve aumento e nel 1861, l’anno della
bilancio demografico del secolo XVII, proclamazione del Regno d’Italia, con-
nonostante le epidemie di peste e le tava 1745 abitanti. Nella seconda metà
carestie, è positivo: infatti nel 1698, del secolo XIX la popolazione conti-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- nuò a crescere; nel 1901 contava 1943
lazione si era stabilizzata e contava 450 unità. Nel corso dei primi decenni del
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- Novecento registrò un ulteriore au-
riodo sabaudo, era però aumentata e mento: nel 1951 contava 2935 abitanti.
contava 611 abitanti. Nel periodo suc- Nel periodo successivo la popolazione
cessivo riprese a crescere con regola- ha continuato a crescere; nel 2001 con-
rità; cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe la tava 3019 abitanti.
‘‘fusione perfetta’’, contava 925 abi- Nurri. I primi dati disponibili sulla po-
tanti. Nei decenni successivi registrò polazione sono relativi al 1320; a quella
un ulteriore lieve aumento e nel 1861, data il villaggio contava 31 fuochi e una
anno della proclamazione del Regno popolazione complessiva di 124 abi-
d’Italia, contava 1072 abitanti. Nella tanti. Altri dati significativi sono quelli
seconda metà del secolo XIX la popo- riferiti al Parlamento del 1485, i primi
lazione ebbe un calo; nel 1901 contava disponibili dopo la concitata fase delle
931 unità. Nel corso dei primi decenni guerre; a quella data la popolazione,
del Novecento riprese però ad aumen- più che raddoppiata, contava 83 fuochi
tare; nel 1951 contava 1497 abitanti. per un totale di 340 abitanti. A distanza
Nel periodo successivo la popolazione di un secolo, nel 1583, la popolazione
si è mantenuta stabile; nel 2001 con- era cresciuta ulteriormente; pratica-
tava 1426 abitanti. mente quadruplicata, contava quasi
Nuraminis. I primi dati disponibili 330 fuochi per un totale di 1372 abi-
sulla popolazione sono relativi al 1320; tanti. Il bilancio demografico del se-
a quella data il villaggio contava 54 fuo- colo XVII, nonostante le epidemie di
chi e una popolazione complessiva di peste e le carestie, è positivo: infatti
220 abitanti. Ma nel corso del secolo nel 1698, alla fine del periodo spa-
cominciò a spopolarsi: nel 1349, dopo gnolo, la popolazione era cresciuta e
la peste, contava solo 5 fuochi e 20 abi- contava 1905 abitanti. Nel 1728, all’ini-
tanti, e alla fine del Trecento era de- zio del periodo sabaudo, confermò la
serto. Cominciò a ripopolarsi nel se- tendenza all’aumento e contava 1941
colo XVI: nel 1583 la popolazione con- abitanti. Nel periodo successivo conti-
tava più di 190 fuochi per un totale di nuò a crescere con regolarità; cosı̀ nel
732 abitanti. Il bilancio demografico 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
del secolo XVII, nonostante le epide- perfetta’’, contava 2199 abitanti. Nei
mie di peste e le carestie, è positivo: decenni successivi conobbe un lieve
infatti nel 1698, alla fine del periodo calo e nel 1861, anno della proclama-
spagnolo, la popolazione era cresciuta zione del Regno d’Italia, contava 2178
sino a 890 abitanti. Nel 1728, all’inizio abitanti. Nella seconda metà del se-
del periodo sabaudo, contava 913 abi- colo XIX la popolazione continuò a
tanti. Nel periodo successivo riprese a crescere; nel 1901 contava 2300 unità.
crescere con regolarità; cosı̀ nel 1848, Nel corso dei primi decenni del Nove-
l’anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- cento ebbe un altro aumento significa-
fetta’’, contava 1547 abitanti. Nei de- tivo; nel 1951 aveva raggiunto i 3988
367
abitanti. Nel periodo successivo, in- 128 abitanti. Altri dati significativi
vece, la popolazione ha cominciato a sono quelli riferiti al Parlamento del
calare drasticamente a causa dell’emi- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
grazione; nel 2001 contava 2480 abi- tata fase delle guerre; a quella data la
tanti. popolazione era diminuita: contava
Orroli. I primi dati disponibili sulla po- meno di 22 fuochi per un totale di 88
polazione sono relativi al 1320; a quella abitanti. A distanza di un secolo, nel
data il villaggio contava 45 fuochi e una 1583, era cresciuta; praticamente tri-
popolazione complessiva di 180 abi- plicata, contava quasi 90 fuochi per un
tanti. Altri dati significativi sono quelli totale di 320 abitanti. Il bilancio demo-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi grafico del secolo XVII, a causa delle
disponibili dopo la concitata fase delle epidemie di peste e delle carestie, non
guerre; a quella data la popolazione è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
era leggermente aumentata: contava periodo spagnolo, la popolazione era
circa 60 fuochi per un totale di 220 abi- diminuita e contava 216 abitanti. Nel
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
era quasi quadruplicata, e contava era però nuovamente aumentata e con-
quasi 180 fuochi per un totale di 776 tava 349 abitanti. Nel periodo succes-
abitanti. Il bilancio demografico del sivo continuò a crescere con regola-
secolo XVII, nonostante le epidemie rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
di peste e le carestie, è positivo: infatti ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 518
nel 1698, alla fine del periodo spa- abitanti. Nei decenni successivi regi-
gnolo, la popolazione era cresciuta e strò un lieve calo e nel 1861, anno della
contava 884 abitanti. Nel 1728, all’ini- proclamazione del Regno d’Italia, con-
zio del periodo sabaudo, era cresciuta tava 447 abitanti. Nella seconda metà
ancora e contava 1018 abitanti. Nel pe- del secolo XIX la popolazione riprese a
riodo successivo continuò ad aumen- crescere; nel 1901 contava 524 unità.
tare con regolarità, cosı̀ che nel 1848, Nel corso dei primi decenni del Nove-
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- cento ebbe un altro aumento, nel 1951
tava 1539 abitanti. Nei decenni succes- contava 890 abitanti. Nel periodo suc-
sivi ebbe un ulteriore lieve aumento e cessivo la popolazione ha continuato a
nel 1861, anno della proclamazione del crescere; nel 2001 contava 985 abitanti.
Regno d’Italia, contava 1758 abitanti. Pimentel. Fondato nel secolo XVII, i
Nella seconda metà del secolo XIX la primi dati disponibili risalgono al
popolazione continuò a crescere; nel 1698, alla fine del periodo spagnolo,
1901 contava 2190 unità. Nel corso dei quando la popolazione contava 275 abi-
primi decenni del Novecento ebbe un tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
ulteriore robusto aumento, nel 1951 sabaudo, era aumentata e contava 386
contava 3243 abitanti. Nel periodo suc- abitanti. Nel periodo successivo ri-
cessivo, invece, la popolazione ha co- prese a crescere con regolarità; cosı̀
minciato a diminuire a causa dell’emi- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
grazione; nel 2001 contava 2805 abi- perfetta’’, contava 675 abitanti. Nei de-
tanti. cenni successivi conobbe un lieve calo
Ortacesus. I primi dati disponibili sulla e nel 1861, anno della proclamazione
popolazione sono relativi al 1320; a del Regno d’Italia, contava 658 abi-
quella data il villaggio contava 32 fuo- tanti. Nella seconda metà del secolo
chi e una popolazione complessiva di XIX la popolazione continuò a dimi-
368
nuire; nel 1901 contava 552 unità. Nel raddoppiata, contava quasi 73 fuochi
corso dei primi decenni del Novecento per un totale di 292 abitanti. Il bilancio
ebbe un nuovo aumento e pratica- demografico del secolo XVII, nono-
mente raddoppiò; nel 1951 contava stante le epidemie di peste e le care-
1144 abitanti. Nel periodo successivo stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
la popolazione ha continuato a cre- fine del periodo spagnolo, la popola-
scere; nel 2001 contava 1513 abitanti. zione contava 725 abitanti. Nel 1728, al-
Pula. I primi dati disponibili sulla po- l’inizio del periodo sabaudo, era cre-
polazione sono relativi al 1320, a quella sciuta ancora e contava 938 abitanti.
data il villaggio contava 180 fuochi e Nel periodo successivo la popolazione
una popolazione complessiva di 736 continuò a crescere con regolarità,
abitanti; a causa delle guerre andò cosı̀ che nel 1848, anno in cui si ebbe la
spopolandosi e rimase deserto per ‘‘fusione perfetta’’, contava 1923 abi-
tutto il periodo tra il XV e gli inizi del tanti. Nei decenni successivi registrò
secolo XVII. I primi dati disponibili ri- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
salgono al 1728, all’inizio del periodo anno della proclamazione del Regno
sabaudo, quando la popolazione con- d’Italia, contava 2017 abitanti. Nella
tava 819 abitanti. Nel periodo succes- seconda metà del secolo XIX continuò
sivo riprese a crescere con regolarità, a crescere; nel 1901 contava 2331 unità.
cosı̀ nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- Nel corso dei primi decenni del Nove-
sione perfetta’’, contava 1415 abitanti. cento ebbe un altro aumento, e per
Nei decenni successivi conobbe un ul- quanto tra il 1927 e il 1989 fosse stato
teriore lieve aumento e nel 1861, anno aggregato come frazione a Cagliari,
della proclamazione del Regno d’Ita- continuò a crescere intensamente, as-
lia, contava 1451 abitanti. Nella se- sorbendo molti abitanti dalla vicina
conda metà del secolo XIX continuò a Cagliari; nel 2001 contava 10 179 abi-
crescere; nel 1901 contava 1818 unità. tanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Quartu Sant’Elena. I primi dati signifi-
cento ebbe un altro aumento; nel 1951 cativi sono quelli riferiti al Parlamento
contava 2611 abitanti. Nel periodo suc- del 1485, dopo la concitata fase delle
cessivo, grazie allo sviluppo turistico, guerre; a quella data la popolazione
la popolazione ha continuato a cre- contava meno di 50 fuochi per un totale
scere intensamente, tanto che nel 2001 di 192 abitanti. A distanza di un secolo,
era più che raddoppiata, e contava nel 1583, era cresciuta; praticamente
6373 abitanti. quintuplicata, contava più di 250 fuo-
Quartucciu. I primi dati disponibili chi per un totale di 1036 abitanti. Il bi-
sulla popolazione sono relativi al 1320; lancio demografico del secolo XVII,
a quella data il villaggio contava 250 nonostante le epidemie di peste e le
fuochi e una popolazione complessiva carestie, è positivo: infatti nel 1698,
di 1050 abitanti. Altri dati significativi alla fine del periodo spagnolo, la popo-
sono quelli riferiti al Parlamento del lazione era cresciuta e contava 1728
1485, i primi disponibili dopo la conci- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
tata fase delle guerre; a quella data la riodo sabaudo, era ulteriormente au-
popolazione era tanto diminuita che mentata e contava 2604 abitanti. Nel
contava solo 30 fuochi per un totale di periodo successivo continuò a cre-
120 abitanti. A distanza di un secolo, scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
nel 1583, era cresciuta, praticamente l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, era più
369
che raddoppiata e contava 6322 abi- zione del Regno d’Italia, contava 703
tanti. Nei decenni successivi registrò abitanti. Nella seconda metà del se-
un lieve calo e nel 1861, anno della pro- colo XIX continuò a crescere; nel 1901
clamazione del Regno d’Italia, contava contava 829 unità. Nel corso dei primi
6252 abitanti. Nella seconda metà del decenni del Novecento ebbe un altro
secolo XIX la popolazione continuò a aumento e praticamente raddoppiò,
crescere intensamente; nel 1901 con- nel 1951 contava 1322 abitanti. Nel pe-
tava 8452 unità. Nel corso dei primi de- riodo successivo la popolazione ha
cenni del Novecento ebbe un altro au- avuto un calo a causa dell’emigra-
mento; nel 1921 superò i 10 000 abi- zione; nel 2001 contava 1089 abitanti.
tanti. In seguito continuò a crescere; Samatzai. I primi dati significativi
nel 1951 contava 17 549 abitanti. Nel sono quelli riferiti al Parlamento del
periodo successivo la città registrò un 1485, dopo la concitata fase delle
vero e proprio boom edilizio: la popo- guerre; a quella data la popolazione
lazione continuò a crescere intensa- contava 132 fuochi per un totale di 528
mente, assorbendo anche molti abi- abitanti. A distanza di un secolo, nel
tanti dalla vicina Cagliari; nel 1991 su- 1583, la popolazione era cresciuta, con-
però i 61 000 abitanti e nel 2001 con tava 212 fuochi per un totale di 848 abi-
68 911 abitanti, era la terza città della tanti. Il bilancio demografico del se-
Sardegna. colo XVII, nonostante le epidemie di
Sadali. I primi dati disponibili sulla peste e le carestie, è positivo: infatti
popolazione sono relativi al 1320; a nel 1698, alla fine del periodo spa-
quella data il villaggio contava 44 fuo- gnolo, la popolazione era cresciuta e
chi e una popolazione complessiva di contava 953 abitanti. Nel 1728, all’ini-
176 abitanti. Altri dati significativi zio del periodo sabaudo, era però dimi-
sono quelli riferiti al Parlamento del nuita scendendo a 897 abitanti. Nel pe-
1485, i primi disponibili dopo la conci- riodo successivo riprese a crescere con
tata fase delle guerre; a quella data la regolarità, cosı̀ che nel 1848, l’anno
popolazione era aumentata: contava 80 della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1136
fuochi per un totale di 328 abitanti. A abitanti. Nei decenni successivi ebbe
distanza di un secolo, nel 1583, era in- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
vece diminuita e contava quasi 60 fuo- anno della proclamazione del Regno
chi per un totale di 240 abitanti. Il bi- d’Italia, contava 1276 abitanti. Nella
lancio demografico del secolo XVII, a seconda metà del secolo XIX la popo-
causa delle epidemie di peste e delle lazione diminuı̀; nel 1901 contava 1161
carestie, non è positivo: infatti nel unità. Nel corso dei primi decenni del
1698, alla fine del periodo spagnolo, la Novecento conobbe però un notevole
popolazione era diminuita, scendendo aumento; nel 1951 contava 1705 abi-
a 228 abitanti. Nel 1728, all’inizio del tanti. Nel periodo successivo la popo-
periodo sabaudo, era però nuova- lazione ha continuato a crescere; nel
mente cresciuta e contava 282 abitanti. 2001 contava 1751 abitanti.
Nel periodo successivo continuò a cre- San Basilio. I primi dati disponibili
scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848, sulla popolazione sono relativi al 1320;
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- a quella data il villaggio contava 30 fuo-
tava 639 abitanti. Nei decenni succes- chi e una popolazione complessiva di
sivi conobbe un ulteriore lieve au- 120 abitanti. Altri dati significativi
mento e nel 1861, anno della proclama- sono quelli riferiti al Parlamento del
370
1485, i primi disponibili dopo la conci- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tata fase delle guerre; a quella data la gnolo, la popolazione era cresciuta e
popolazione era cresciuta e contava contava 390 abitanti. Nel 1728, all’ini-
circa 45 fuochi per un totale di 176 abi- zio del periodo sabaudo, era ulterior-
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, mente aumentata sino a 490 abitanti.
la popolazione era praticamente tripli- Nel periodo successivo riprese a cre-
cata e contava quasi 160 fuochi per un scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
totale di 640 abitanti. Il bilancio demo- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
grafico del secolo XVII, nonostante le tava 911 abitanti. Nei decenni succes-
epidemie di peste e le carestie, è posi- sivi conobbe un ulteriore lieve au-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- mento e nel 1861, anno della proclama-
riodo spagnolo, la popolazione era cre- zione del Regno d’Italia, contava 992
sciuta e contava 840 abitanti. Nel 1728, abitanti. Nella seconda metà del se-
all’inizio del periodo sabaudo, era colo XIX continuò a crescere; nel 1901
però diminuita e contava 816 abitanti. contava 1200 unità. Nel corso dei primi
Nel periodo successivo comunque ri- decenni del Novecento conobbe un al-
prese a crescere con regolarità, cosı̀ tro aumento; nel 1951 contava 1384 abi-
che nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per- tanti. Ma nel periodo successivo la po-
fetta’’, contava 1155 abitanti. Nei de- polazione è diminuita a causa dell’e-
cenni successivi conobbe un ulteriore migrazione; nel 2001 contava 998 abi-
lieve aumento e nel 1861, anno della tanti.
proclamazione del Regno d’Italia, con- San Sperate. I primi dati disponibili
tava 1191 abitanti. Nella seconda metà sulla popolazione sono relativi al 1320;
del secolo XIX diminuı̀; nel 1901 con- a quella data il villaggio contava 21 fuo-
tava 1108 unità. Nel corso dei primi de- chi e una popolazione complessiva di
cenni del Novecento riprese invece a 85 abitanti. Altri dati significativi sono
crescere; nel 1951 contava 1293 abi- quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
tanti. Nel periodo successivo la popo- primi disponibili dopo la concitata
lazione ha continuato a crescere; nel fase delle guerre; a quella data la po-
2001 contava 1456 abitanti. polazione era aumentata e contava 50
San Nicolò Gerrei (Pauli Gerrei). I primi fuochi per un totale di 200 abitanti. A
dati disponibili sulla popolazione sono distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
relativi al 1320; a quella data il villag- lazione era ancora cresciuta: contava
gio contava 18 fuochi e una popola- infatti quasi 73 fuochi per un totale di
zione complessiva di 68 abitanti. Altri 296 abitanti. Anche il bilancio demo-
dati significativi sono quelli riferiti al grafico del secolo XVII, nonostante le
Parlamento del 1485, i primi disponi- epidemie di peste e le carestie, è posi-
bili dopo la concitata fase delle guerre; tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
a quella data la popolazione era cre- riodo spagnolo, la popolazione era cre-
sciuta, ma contava ancora meno di 33 sciuta e contava 645 abitanti. Nel 1728,
fuochi per un totale di 132 abitanti. A all’inizio del periodo sabaudo, ebbe un
distanza di un secolo, nel 1583, era pra- ulteriore aumento, sino a 882 abitanti.
ticamente raddoppiata, e contava Nel periodo successivo continuò a cre-
quasi 70 fuochi per un totale di 272 abi- scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
tanti. Il bilancio demografico del se- l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con-
colo XVII, nonostante le epidemie di tava 4558 abitanti. Nei decenni succes-
peste e le carestie, è positivo: infatti sivi conobbe un ulteriore lieve au-
371
mento e nel 1861, anno della proclama- grafico del secolo XVII, a causa delle
zione del Regno d’Italia, contava 1681 epidemie di peste e delle carestie, non
abitanti. Nella seconda metà del se- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
colo XIX continuò a crescere; nel 1901 periodo spagnolo, la popolazione era
contava 1856 unità. Nel corso dei primi diminuita e contava 716 abitanti. Nel
decenni del Novecento ebbe un altro 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
aumento e praticamente raddoppiò; era però nuovamente aumentata e con-
nel 1951 contava 3676 abitanti. Nel pe- tava 814 abitanti. Nel periodo succes-
riodo successivo ha continuato a cre- sivo continuò a crescere con regola-
scere intensamente, assorbendo anche rità, cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
molti abitanti dalla vicina Cagliari; nel perfetta’’, contava 2605 abitanti. Nei
2001 contava 6837 abitanti. decenni successivi ebbe un ulteriore
Sant’Andrea Frius. I primi dati dispo- lieve aumento e nel 1861, anno della
nibili sulla popolazione sono relativi al proclamazione del Regno d’Italia, con-
1369; a quella data il villaggio era semi- tava 2759 abitanti. Nella seconda metà
spopolato: contava 5 fuochi e una po- del secolo XIX continuò a crescere e
polazione complessiva di 20 abitanti. nel 1901 contava 4258 unità. Nel corso
Anzi, nel corso del secolo si spopolò dei primi decenni del Novecento ebbe
completamente e rimase deserto fino un altro aumento; nel 1951 contava
alla fine del secolo XVII. I nuovi dati 4805 abitanti. Nel periodo successivo
disponibili risalgono perciò al 1728, al- la popolazione ha però cominciato a di-
l’inizio del periodo sabaudo, quando la minuire a causa dell’emigrazione; nel
popolazione contava 380 abitanti. Nel 2001 contava 3952 abitanti.
periodo successivo la popolazione ri- Sarroch. I primi dati disponibili sulla
prese a crescere con regolarità, cosı̀ popolazione sono relativi al 1320; a
nel 1848, l’anno idella ‘‘fusione per- quella data il villaggio contava 64 fuo-
fetta’’, contava 852 abitanti. Nei de- chi e una popolazione complessiva di
cenni successivi ebbe un ulteriore 264 abitanti. In seguito si spopolò com-
lieve aumento e nel 1861, anno della pletamente e rimase spopolato fino a
proclamazione del Regno d’Italia, con- tutto il secolo XVII. Nel 1728, all’inizio
tava 906 abitanti. Nella seconda metà del periodo sabaudo, la popolazione
del secolo XIX si stabilizzò; nel 1901 contava 451 abitanti. Nel periodo suc-
contava 916 unità. Nel corso dei primi cessivo cominciò a crescere con rego-
decenni del Novecento ebbe un altro larità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
aumento; nel 1951 contava 1618 abi- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
tanti. Nel periodo successivo la popo- 1007 abitanti. Nei decenni successivi
lazione ha continuato a crescere; nel registrò un ulteriore aumento e nel
2001 contava 1911 abitanti. 1861, anno della proclamazione del Re-
San Vito. I primi dati significativi sono gno d’Italia, contava 1211 abitanti.
quelli riferiti al Parlamento del 1485, Nella seconda metà del secolo XIX
dopo la concitata fase delle guerre; a continuò a crescere; nel 1901 contava
quella data la popolazione contava 1352 unità. Nel corso dei primi decenni
circa 45 fuochi per un totale di 184 abi- del Novecento ebbe un altro aumento e
tanti. A distanza di un secolo nel 1583 praticamente raddoppiò; nel 1951 con-
era cresciuta, praticamente triplicata, tava 2261 abitanti. Nel periodo succes-
contava infatti circa 190 fuochi per un sivo la popolazione ha continuato a
totale di 756 abitanti. Il bilancio demo- crescere intensamente, grazie agli in-
372
373
triplicata, e contava quasi 115 fuochi sciuta e contava 445 abitanti. Nel 1728,
per un totale di 476 abitanti. Il bilancio all’inizio del periodo sabaudo, era an-
demografico del secolo XVII, nono- cora aumentata e contava 1071 abi-
stante le epidemie di peste e le care- tanti. Nel periodo successivo continuò
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla a crescere con regolarità, cosı̀ che nel
fine del periodo spagnolo, la popola- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
zione era cresciuta e contava 670 abi- perfetta’’, contava 663 abitanti. Nei de-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo cenni successivi registrò un ulteriore
sabaudo, era ulteriormente aumentata lieve aumento e nel 1861, anno della
e contava 916 abitanti. Nel periodo suc- proclamazione del Regno d’Italia, con-
cessivo continuò a crescere con regola- tava 876 abitanti. Nella seconda metà
rità, cosı̀ che nel 1848, l’anno della ‘‘fu- del secolo XIX, invece, la popolazione
sione perfetta’’, contava 1173 abitanti. ebbe un calo; nel 1901 contava 848
Nei decenni successivi ebbe un ulte- unità. Nel corso dei primi decenni del
riore lieve aumento e nel 1861, anno Novecento, però, riprese a crescere;
della proclamazione del Regno d’Ita- nel 1951 contava 1560 abitanti. Nel pe-
lia, contava 1288 abitanti. Nella se- riodo successivo la popolazione ha
conda metà del secolo XIX continuò a continuato a crescere; nel 2001 contava
crescere; nel 1901 contava 1622 unità. 2272 abitanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Serri. I primi dati disponibili sulla po-
cento ebbe un altro aumento e pratica- polazione sono relativi al 1320; a quella
mente raddoppiò: quando nel 1927 fu- data il villaggio contava quasi 70 fuochi
rono aggregati Sisini, Arixi e Suelli e una popolazione complessiva di 268
toccò i 3000 abitanti. Nel periodo suc- abitanti. Altri dati significativi sono ri-
cessivo la popolazione continuò a cre- feriti al Parlamento del 1485, i primi
scere; nel 1951 contava 3488 abitanti. disponibili dopo la concitata fase delle
Nell’ultimo cinquantennio la popola- guerre; a quella data la popolazione
zione ha confermato la tendenza; nel era diminuita: contava meno di 56 fuo-
2001 contava 4367 abitanti. chi per un totale di 225 abitanti. A di-
Serdiana. I primi dati disponibili sulla stanza di un secolo, nel 1583, era cre-
popolazione sono relativi al 1320; a sciuta, praticamente raddoppiata, e
quella data il villaggio contava 15 fuo- contava quasi 250 fuochi per un totale
chi e una popolazione complessiva di di 600 abitanti. Il bilancio demografico
60 abitanti. Altri dati significativi sono del secolo XVII, a causa delle epide-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i mie di peste e delle carestie, non è po-
primi disponibili dopo la concitata sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
fase delle guerre; a quella data la po- riodo spagnolo, la popolazione era di-
polazione era aumentata e contava 26 minuita e contava 438 abitanti. Nel
fuochi per un totale di 104 abitanti. A 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- era però nuovamente aumentata e con-
lazione era cresciuta, praticamente tava 477 abitanti. Nel periodo succes-
triplicata, e contava 92 fuochi per un sivo continuò a crescere con qualche
totale di 368 abitanti. Il bilancio demo- difficoltà, cosı̀ nel 1848, anno in cui si
grafico del secolo XVII, nonostante le ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 520
epidemie di peste e le carestie, è posi- abitanti. Nei decenni successivi regi-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- strò un ulteriore lieve aumento e nel
riodo spagnolo, la popolazione era cre- 1861, anno della proclamazione del Re-
374
gno d’Italia, contava 585 abitanti. Nella molti abitanti dalla vicina Cagliari;
seconda metà del secolo XIX continuò nel 2001 contava 14 326 abitanti.
a crescere; nel 1901 contava 641 abi- Settimo San Pietro. I primi dati dispo-
tanti. Nel corso dei primi decenni del nibili sulla popolazione sono relativi al
Novecento ebbe un altro aumento e 1320; a quella data il villaggio contava
praticamente raddoppiò; nel 1951 con- quasi 300 fuochi e una popolazione
tava 1014 abitanti. Nel periodo succes- complessiva di 1172 abitanti. Altri dati
sivo ha cominciato invece a diminuire significativi sono quelli riferiti al Par-
a causa dell’emigrazione; nel 2001 con- lamento del 1485, i primi disponibili
tava 773 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre; a
Sestu. I primi dati disponibili sulla po- quella data la popolazione era vistosa-
polazione sono relativi al 1320; a quella mente diminuita: aveva meno di 30
data il villaggio contava 225 fuochi e fuochi per un totale di 112 abitanti. A
una popolazione complessiva di 850 distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
abitanti. Altri dati significativi sono lazione era cresciuta, praticamente
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i quadruplicata, e contava quasi 140 fuo-
primi disponibili dopo la concitata chi per un totale di 572 abitanti. Il bi-
fase delle guerre; a quella data la po- lancio demografico del secolo XVII,
polazione era diminuita e contava nonostante le epidemie di peste e le
meno di 16 fuochi per un totale di 64 carestie, è positivo: infatti nel 1698,
abitanti. A distanza di un secolo, nel alla fine del periodo spagnolo, la popo-
1583, la popolazione era cresciuta no- lazione era cresciuta e contava 597 abi-
tevolmente; praticamente si era decu- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
plicata, e contava quasi 165 fuochi per sabaudo, era ulteriormente cresciuta
un totale di 672 abitanti. Il bilancio de- e contava 745 abitanti. Nel periodo suc-
mografico del secolo XVII, nonostante cessivo continuò a crescere con regola-
le epidemie di peste e le carestie, è po- rità, cosı̀ nel 1848, l’anno della ‘‘fusione
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- perfetta’’, contava 1400 abitanti. Nei
riodo spagnolo, la popolazione era cre- decenni successivi ebbe un ulteriore
sciuta e contava 1070 abitanti. Nel lieve aumento e nel 1861, anno della
1728, all’inizio del periodo sabaudo, proclamazione del Regno d’Italia, con-
era però diminuita e contava 1071 abi- tava 1570 abitanti. Nella seconda metà
tanti. Nel periodo successivo riprese a del secolo XIX continuò a crescere; nel
crescere con regolarità, cosı̀ nel 1848, 1901 contava 1729 unità. Nel corso dei
l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, con- primi decenni del Novecento ebbe un
tava 1282 abitanti. Nei decenni succes- altro aumento e nel 1951 contava 2740
sivi ebbe un ulteriore aumento e nel abitanti. Nel periodo successivo la po-
1861, anno della proclamazione del Re- polazione ha continuato a crescere in-
gno d’Italia, contava 1588 abitanti. tensamente, assorbendo molti abitanti
Nella seconda metà del secolo XIX dalla vicina Cagliari; nel 2001 contava
continuò a crescere; nel 1901 contava 5906 abitanti.
2284 unità. Nel corso dei primi decenni Seulo. I primi dati disponibili sulla po-
del Novecento ebbe un altro aumento e polazione sono relativi al 1320; a quella
praticamente raddoppiò; nel 1951 con- data il villaggio contava 71 fuochi e una
tava 4560 abitanti. Nel periodo succes- popolazione complessiva di 284 abi-
sivo la popolazione ha continuato a tanti. Altri dati significativi sono quelli
crescere intensamente, assorbendo riferiti al Parlamento del 1485, i primi
375
disponibili dopo la concitata fase delle nel 1698, alla fine del periodo spa-
guerre; a quella data la popolazione gnolo, la popolazione era ancora cre-
era diminuita, scendendo a 51 fuochi sciuta e contava 1157 abitanti. Nel
per un totale di 204 abitanti. A distanza 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
di un secolo, nel 1583, era cresciuta, popolazione era ulteriormente aumen-
praticamente triplicata, e contava tata e contava 1265 abitanti. Nel pe-
quasi 180 fuochi per un totale di 616 riodo successivo continuò a crescere
abitanti. Il bilancio demografico del con regolarità, cosı̀ nel 1848, l’anno
secolo XVII, a causa delle epidemie di della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1878
peste e delle carestie, non è positivo: abitanti. Nei decenni successivi ebbe
infatti nel 1698, alla fine del periodo un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
spagnolo, la popolazione era diminuita anno della proclamazione del Regno
e contava 371 abitanti. Nel 1728, all’ini- d’Italia, contava 2063 abitanti. Nella
zio del periodo sabaudo, era ancora au- seconda metà del secolo XIX continuò
mentata e contava 404 abitanti. Nel pe- a crescere; nel 1901 contava 2305 unità.
riodo successivo riprese a crescere con Nel corso dei primi decenni del Nove-
regolarità, cosı̀ nel 1848, anno in cui si cento ebbe un altro aumento e nel 1951
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 709 contava 3851 abitanti. Nel periodo suc-
abitanti. Nei decenni successivi regi- cessivo la popolazione ha continuato a
strò un lieve calo e nel 1861, anno della crescere; nel 2001 contava 4234 abi-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tanti.
tava 696 abitanti. Nella seconda metà Silius. I primi dati disponibili sulla po-
del secolo XIX la popolazione riprese a polazione sono relativi al 1320; a quella
crescere; nel 1901 contava 1060 unità. data il villaggio contava 15 fuochi e una
Nel corso dei primi decenni del Nove- popolazione complessiva di 60 abi-
cento ebbe un altro aumento; nel 1951 tanti. Altri dati significativi sono quelli
contava 1715 abitanti. Ma nel periodo riferiti al Parlamento del 1485, i primi
successivo la popolazione è diminuita disponibili dopo la concitata fase delle
a causa dell’emigrazione; nel 2001 con- guerre; a quella data la popolazione
tava 1041 abitanti. era aumentata e contava circa 33 fuo-
Siliqua. I primi dati disponibili sulla chi per un totale di 144 abitanti. A di-
popolazione sono relativi al 1320; a stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
quella data il villaggio contava 204 fuo- zione era cresciuta ancora: contava in-
chi e una popolazione complessiva di fatti quasi 76 fuochi per un totale di 296
816 abitanti. Altri dati significativi abitanti. Il bilancio demografico del
sono quelli riferiti al Parlamento del secolo XVII, nonostante le epidemie
1485, i primi disponibili dopo la conci- di peste e le carestie, è positivo: infatti
tata fase delle guerre; a quella data la nel 1698, alla fine del periodo spa-
popolazione era diminuita: contava gnolo, la popolazione era cresciuta e
meno di 50 fuochi per un totale di 192 contava 361 abitanti. Nel 1728, all’ini-
abitanti. A distanza di un secolo, nel zio del periodo sabaudo, era ancora
1583, la popolazione era invece cre- lievemente aumentata e contava 370
sciuta, praticamente triplicata, e con- abitanti. Nel periodo successivo conti-
tava 158 fuochi per un totale di 632 abi- nuò a crescere con regolarità, cosı̀ che
tanti. Il bilancio demografico del se- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
colo XVII, nonostante le epidemie di perfetta’’, contava 717 abitanti. Nei de-
peste e le carestie, è positivo: infatti cenni successivi registrò un ulteriore
376
lieve aumento e nel 1861, anno della molti abitanti dalla vicina Cagliari;
proclamazione del Regno d’Italia, con- nel 2001 contava 14 882 abitanti.
tava 838, abitanti. Nella seconda metà Siurgus Donigala. Costituito come co-
del secolo XIX continuò a crescere; nel mune autonomo nel 1927 con la fusione
1901 contava 965 unità. Nel corso dei di Donigala e di Siurgus. I primi dati
primi decenni del Novecento ebbe un disponibili sulla popolazione risal-
altro aumento; nel 1951 contava 1133 gono perciò al 1931; a quella data il
abitanti. Nel periodo successivo la po- nuovo comune contava 2003 abitanti.
polazione ha continuato a crescere; La crescita sembrò continuare e nel
nel 2001 contava 1409 abitanti. 1951 la popolazione era di 2660 abi-
Sinnai. I primi dati disponibili sulla tanti. Nell’ultimo cinquantennio,
popolazione sono relativi al 1320; a però, il villaggio ha subı̀to il fenomeno
quella data il villaggio contava circa dello spopolamento a causa dell’emi-
140 fuochi e una popolazione comples- grazione, nel 2001 contava 2198 abi-
siva di 572 abitanti. Altri dati significa- tanti.
tivi sono quelli riferiti al Parlamento Soleminis. I primi dati disponibili sulla
del 1485, i primi disponibili dopo la popolazione sono relativi al 1320; a
concitata fase delle guerre; a quella quella data il villaggio contava 36 fuo-
chi e una popolazione complessiva di
data la popolazione era diminuita e
144 abitanti. Nel corso del secolo XIV si
contava meno 45 fuochi per un totale
spopolò completamente; riprese a po-
di 180 abitanti. A distanza di un secolo,
polarsi soltanto a partire dal secolo
nel 1583, era cresciuta, praticamente
XVII. Cosı̀ nel 1698, alla fine del pe-
quintuplicata, e contava quasi 250 fuo-
riodo spagnolo, la popolazione contava
chi per un totale di 948 abitanti. Il bi-
soltanto 84 abitanti. Nel 1728, all’inizio
lancio demografico del secolo XVII,
del periodo sabaudo, era aumentata e
nonostante le epidemie di peste e le
contava 254 abitanti. Nel periodo suc-
carestie, è positivo: infatti nel 1698,
cessivo riprese a crescere con regola-
alla fine del periodo spagnolo, la popo-
rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
lazione era ancora cresciuta e contava
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 364
1450 abitanti. Nel 1728, all’inizio del abitanti. Nei decenni successivi regi-
periodo sabaudo, era aumentata e con- strò un ulteriore lieve aumento e nel
tava 1071 abitanti. Nel periodo succes- 1861, anno della proclamazione del Re-
sivo riprese a crescere con regolarità, gno d’Italia, contava 422 abitanti. Nella
cosı̀ che nel 1848, l’anno della ‘‘fusione seconda metà del secolo XIX ebbe un
perfetta’’, contava 2771 abitanti. Nei calo: nel 1901 contava 366 unità. Nel
decenni successivi registrò un ulte- corso dei primi decenni del Nove-
riore lieve aumento e nel 1861, anno cento, invece, ebbe un nuovo aumento
della proclamazione del Regno d’Ita- e praticamente raddoppiò; nel 1951
lia, contava 2824 abitanti. Nella se- contava 765 abitanti. Nel periodo suc-
conda metà del secolo XIX crebbe an- cessivo la popolazione ha continuato a
cora; nel 1901 contava 4008 unità. Nel crescere intensamente; nel 2001 con-
corso dei primi decenni del Novecento tava 1516 abitanti.
ebbe un ulteriore aumento e nel 1951 Suelli. I primi dati disponibili sulla po-
contava 6736 abitanti. Nel periodo suc- polazione sono relativi al 1320; a quella
cessivo la popolazione ha continuato a data il villaggio contava 13 fuochi e una
crescere intensamente, assorbendo popolazione complessiva di 52 abi-
377
tanti. Altri dati significativi sono quelli anno della ‘‘fusione perfetta’’, contava
riferiti al Parlamento del 1485, i primi 2043 abitanti. Nei decenni successivi
disponibili dopo la concitata fase delle registrò un ulteriore aumento e nel
guerre; a quella data la popolazione 1861, anno della proclamazione del Re-
era aumentata e contava 60 fuochi per gno d’Italia, contava 2853 abitanti.
un totale di 240 abitanti. A distanza di Nella seconda metà del secolo XIX
un secolo, nel 1583, era cresciuta, pra- ebbe un calo; nel 1901 contava 2305
ticamente triplicata, e contava quasi unità. Nel corso dei primi decenni del
180 fuochi per un totale di 784 abitanti. Novecento, invece, riprese a crescere
Il bilancio demografico del secolo e praticamente raddoppiò; nel 1951
XVII, nonostante le epidemie di peste contava 5448 abitanti. Ma nel periodo
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, successivo la popolazione ha conti-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- nuato a diminuire a causa dell’emigra-
lazione era cresciuta e contava 1038 zione; nel 2001 contava 4108 abitanti.
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- Ussana. I primi dati disponibili sulla
riodo sabaudo, era ulteriormente cre- popolazione sono relativi al 1320, a
sciuta e contava 1114 abitanti. Ma nel quella data il villaggio contava quasi
periodo successivo riprese a calare, 70 fuochi e una popolazione comples-
cosı̀ che nel 1848, l’anno della ‘‘fusione siva di 260 abitanti. Nel corso del se-
perfetta’’, contava 942 abitanti. Nei de- colo il villaggio si spopolò e riprese a
cenni successivi si stabilizzò: nel 1861, popolarsi soltanto nel secolo XVI. I
anno della proclamazione del Regno dati successivi risalgono perciò al
d’Italia, contava 940 abitanti. Nella se- 1583, quando la popolazione contava
conda metà del secolo XIX la popola- quasi 75 fuochi per un totale di 308 abi-
zione continuò a calare; nel 1901 con- tanti. Il bilancio demografico del se-
tava 657 unità. Nel corso dei primi de- colo XVII, nonostante le epidemie di
cenni del Novecento, invece, riprese a peste e le carestie, è positivo: infatti
crescere e praticamente raddoppiò; nel 1698, alla fine del periodo spa-
nel 1951 contava 1253 abitanti. Nel pe- gnolo, la popolazione era cresciuta e
riodo successivo la popolazione, a contava 481 abitanti. Nel 1728, all’ini-
causa dell’emigrazione, ha ripreso a zio del periodo sabaudo, era cresciuta
diminuire; nel 2001 contava 1176 abi- e contava 729 abitanti. Nel periodo suc-
tanti. cessivo continuò a crescere con regola-
Teulada. I primi dati disponibili sulla rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
popolazione sono relativi al 1320; a ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
quella data il villaggio aveva 53 fuochi 1144 abitanti. Nei decenni successivi
e una popolazione complessiva di 212 ebbe un ulteriore lieve aumento e nel
abitanti. In seguito si spopolò e riprese 1861, anno della proclamazione del Re-
a popolarsi soltanto nel corso dl secolo gno d’Italia, contava 1196 abitanti.
XVI. I primi dati disponibili risalgono Nella seconda metà del secolo XIX
al 1698, alla fine del periodo spagnolo, ebbe un calo; nel 1901 contava 966
quando la popolazione contava 362 abi- unità. Nel corso dei primi decenni del
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo Novecento invece aumentò, anzi prati-
sabaudo, la popolazione era più che camente raddoppiò; nel 1951 contava
raddoppiata e contava 896 abitanti. 2136 abitanti. Nel periodo successivo
Nel periodo successivo continuò a cre- la popolazione ha continuato a cre-
scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848, scere intensamente, assorbendo molti
378
abitanti dalla vicina Cagliari; nel 2001 zio del periodo sabaudo, era cresciuta
contava 3652 abitanti. e contava 660 abitanti. Nel periodo suc-
Uta. I primi dati disponibili sulla popo- cessivo continuò ad aumentare con re-
lazione sono relativi al 1320; a quella golarità, cosı̀ che nel 1848, anno della
data il villaggio contava più di 60 fuo- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1126 abi-
chi e una popolazione complessiva di tanti. Nei decenni successivi ebbe un
260 abitanti. Altri dati significativi ulteriore lieve aumento e nel 1861,
sono quelli riferiti al Parlamento del anno della proclamazione del Regno
1485, i primi disponibili dopo la conci- d’Italia, contava 1237 abitanti. Nella
tata fase delle guerre; a quella data la seconda metà del secolo XIX la popo-
popolazione era diminuita e contava lazione si mantenne stabile; nel 1901
40 fuochi per un totale di 160 abitanti. contava 1215 unità. Nel corso dei primi
A distanza di un secolo, nel 1583, era decenni del Novecento conobbe in-
cresciuta, praticamente quadrupli- vece un nuovo aumento e quasi rad-
cata, e contava quasi 165 fuochi per un doppiò; nel 1951 contava 2032 abitanti.
totale di 652 abitanti. Il bilancio demo- Nel periodo successivo la popolazione
grafico del secolo XVII, a causa delle ha continuato a mantenersi stabile; nel
epidemie di peste e delle carestie, non 2001 contava 2079 abitanti.
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del Villanovatulo. I primi dati significativi
periodo spagnolo, la popolazione era sono quelli riferiti al Parlamento del
diminuita e contava 574 abitanti. Nel 1485, dopo la concitata fase delle
1728, all’inizio del periodo sabaudo, guerre; a quella data la popolazione
tendeva però nuovamente a crescere e contava meno di 36 fuochi per un totale
contava 583 abitanti. Nel periodo suc- di 144 abitanti. A distanza di un secolo,
cessivo riprese a crescere con regola- nel 1583, la popolazione era cresciuta,
rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si raddoppiata, e contava quasi 72 fuochi
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava per un totale di 288 abitanti. Il bilancio
1309 abitanti. Nei decenni successivi demografico del secolo XVII, nono-
registrò un ulteriore aumento e nel stante le epidemie di peste e le care-
1861, anno della proclamazione del Re- stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
gno d’Italia, contava 1723 abitanti. fine del periodo spagnolo, la popola-
Nella seconda metà del secolo XIX la zione era cresciuta e contava 445 abi-
popolazione ebbe un calo; nel 1901 con- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
tava 1668 unità. Nel corso dei primi de- sabaudo, era però diminuita, scen-
cenni del Novecento, invece, ebbe un dendo a 370 abitanti. Nel periodo suc-
nuovo aumento e praticamente rad- cessivo riprese a crescere con regola-
doppiò; nel 1951 contava 3314 abitanti. rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
Nel periodo successivo la popolazione ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 622
continuò a crescere intensamente, as- abitanti. Nei decenni successivi regi-
sorbendo molti abitanti dalla vicina strò un ulteriore lieve aumento e nel
Cagliari; nel 2001 contava 6785 abi- 1861, anno della proclamazione del Re-
tanti. gno d’Italia, contava 698 abitanti. Nella
Vallermosa. Fondato nel corso del se- seconda metà del secolo XIX continuò
colo XVII, i primi dati sulla sua popola- a crescere; nel 1901 contava 1092 unità.
zione risalgono al 1698, alla fine del pe- Nel corso dei primi decenni del Nove-
riodo spagnolo, quando la popolazione cento ebbe un ulteriore aumento; nel
contava 562 abitanti. Nel 1728, all’ini- 1951 contava 1603 abitanti. Nel periodo
379
successivo ha però avuto un calo a fase delle guerre; a quella data la po-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- polazione era aumentata, e contava
tava 1212 abitanti. circa 33 fuochi per un totale di 144 abi-
Villaputzu. I primi dati disponibili tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
sulla popolazione sono relativi al 1316; la popolazione era ancora cresciuta,
a quella data il villaggio contava 56 fuo- praticamente raddoppiata, e contava
chi e una popolazione complessiva di 73 fuochi per un totale di 296 abitanti.
224 abitanti. Altri dati significativi Il bilancio demografico del secolo
sono quelli riferiti al Parlamento del XVII, nonostante le epidemie di peste
1485, i primi disponibili dopo la conci- e le carestie, è positivo: infatti nel 1698,
tata fase delle guerre; a quella data la alla fine del periodo spagnolo, la popo-
popolazione era diminuita e contava lazione era cresciuta e contava 773 abi-
quasi 43 fuochi per un totale di 172 abi- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, sabaudo, era ancora aumentata e con-
era cresciuta, contava infatti quasi 176 tava 835 abitanti. Nel periodo succes-
fuochi per un totale di 704 abitanti. Il sivo continuò a crescere con regola-
bilancio demografico del secolo XVII, rità, cosı̀ che nel 1848, anno in cui si
nonostante le epidemie di peste e le ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
carestie, è positivo: infatti nel 1698, 1467 abitanti. Nei decenni successivi
alla fine del periodo spagnolo, la popo- registrò un ulteriore lieve aumento e
lazione era ancora cresciuta e contava nel 1861, anno della proclamazione
808 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- del Regno d’Italia, contava 1661 abi-
riodo sabaudo, ebbe ancora una cre- tanti. Nella seconda metà del secolo
scita, arrivando a 958 abitanti. Nel pe- XIX la popolazione continuò a cre-
riodo successivo continuò a crescere scere; nel 1901 contava 2153 unità. Nel
con regolarità, cosı̀ che nel 1848, anno corso dei primi decenni del Novecento
della ‘‘fusione perfetta’’, contava 2391 ebbe un ulteriore aumento; nel 1951
abitanti. Nei decenni successivi regi- contava 2572 abitanti. Nel periodo suc-
strò un lieve calo e nel 1861, anno della cessivo la popolazione ha invece cono-
proclamazione del Regno d’Italia, con- sciuto un calo a causa dell’emigra-
tava 2356 abitanti. Nella seconda metà zione; nel 2001 contava 1401 abitanti.
del secolo XIX la popolazione conti- Villa San Pietro (San Pietro Pula). Fon-
nuò a crescere; nel 1901 contava 2763 dato nel corso del secolo XVIII, i primi
unità. Nel corso dei primi decenni del dati disponibili risalgono al 1751,
Novecento ebbe un altro aumento e nel quando la popolazione contava 132 abi-
1951 contava 4048 abitanti. Nel periodo tanti. Nel periodo successivo la popo-
successivo la popolazione ha conti- lazione crebbe con regolarità, cosı̀ che
nuato a crescere in conseguenza dello nel 1848, l’anno della ‘‘fusione per-
sviluppo del turismo; nel 2001 contava fetta’’, contava 351 abitanti. Nei de-
5014 abitanti. cenni successivi conobbe un ulteriore
Villasalto. I primi dati disponibili sulla lieve aumento e nel 1861, anno della
popolazione sono relativi al 1320; a proclamazione del Regno d’Italia, con-
quella data il villaggio contava 13 fuo- tava 396 abitanti. Nella seconda metà
chi e una popolazione complessiva di del secolo XIX la popolazione ebbe un
52 abitanti. Altri dati significativi sono calo; nel 1901 contava 347 unità. Nel
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i corso dei primi decenni del Novecento
primi disponibili dopo la concitata riprese a crescere e praticamente rad-
380
doppiò; nel 1951 contava 624 abitanti. sciuta e contava 1738 abitanti. Nel pe-
Anche nel periodo successivo la popo- riodo successivo continuò a crescere
lazione ha continuato a crescere inten- con regolarità, cosı̀ che nel 1848, l’anno
samente; nel 2001 contava 1811 abi- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 2035
tanti. abitanti. Nei decenni successivi ebbe
Villasimius. Fondato all’inizio dell’Ot- un ulteriore lieve aumento e nel 1861,
tocento, i primi dati disponibili sulla anno della proclamazione del Regno
sua popolazione risalgono al 1838, d’Italia, contava 2321 abitanti. Nella
quando contava 592 abitanti. Nel pe- seconda metà del secolo XIX la popo-
riodo successivo la popolazione crebbe lazione continuò a crescere; nel 1901
con regolarità, cosı̀ che nel 1848, anno contava 2632 unità. Nel corso dei primi
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, decenni del Novecento ebbe un altro
contava 824 abitanti. Nei decenni suc- aumento e nel 1951 contava 4774 abi-
cessivi conobbe un ulteriore aumento tanti. Nel periodo successivo la popo-
e nel 1861, anno della proclamazione lazione ha continuato a crescere inten-
del Regno d’Italia, contava 1221 abi- samente, grazie allo sviluppo di nume-
tanti. Nella seconda metà del secolo rose attività imprenditoriali; nel 2001
XIX ebbe un calo; nel 1901 contava contava 7169 abitanti.
1203 unità. Nel corso dei primi decenni Villaspeciosa. I primi dati significativi
del Novecento riprese a crescere e sulla popolazione sono riferiti al Parla-
quasi raddoppiò; nel 1951 contava mento del 1485, dopo la concitata fase
2101 abitanti. Nel periodo successivo delle guerre; a quella data contava 25
la popolazione ha continuato a cre- fuochi per un totale di 100 abitanti. A
scere in conseguenza dello sviluppo distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
delle attività turistiche; nel 2001 con- lazione era cresciuta, praticamente
tava 2880 abitanti. triplicata, e contava quasi 80 fuochi
Villasor. I primi dati disponibili sulla per un totale di 336 abitanti. Il bilancio
popolazione sono relativi al 1320; a demografico del secolo XVII, a causa
quella data il villaggio contava 12 fuo- delle epidemie di peste e delle care-
chi e una popolazione complessiva di stie, non è positivo: infatti nel 1698,
50 abitanti. Altri dati significativi sono alla fine del periodo spagnolo, la popo-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i lazione era calata e contava 270 abi-
primi disponibili dopo la concitata tanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe-
fase delle guerre; a quella data la po- riodo sabaudo, la popolazione aveva ri-
polazione era notevolmente aumen- preso a crescere e contava 294 abitanti.
tata e contava 145 fuochi per un totale Nel periodo successivo continuò a cre-
di 580 abitanti. A distanza di un secolo, scere con regolarità, cosı̀ che nel 1848,
nel 1583, era cresciuta, praticamente anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
raddoppiata, e contava quasi 300 fuo- fetta’’, contava 485 abitanti. Nei de-
chi per un totale di 1176 abitanti. Il bi- cenni successivi registrò un ulteriore
lancio demografico del secolo XVII, lieve aumento e nel 1861, anno della
nonostante le epidemie di peste e le proclamazione del Regno d’Italia, con-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, tava 516 abitanti. Nella seconda metà
alla fine del periodo spagnolo, la popo- del secolo XIX la popolazione si stabi-
lazione era cresciuta e contava 1411 lizzò; nel 1901 contava 524 unità. Nel
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- corso dei primi decenni del Novecento
riodo sabaudo, era ulteriormente cre- ebbe un altro aumento e praticamente
381
raddoppiò; nel 1951 contava 1022 abi- polazione risalgono al 1388; a quella
tanti. Nel periodo successivo la popo- data il villaggio era quasi spopolato,
lazione ha continuato a crescere; nel contava 4 fuochi per un totale di 15 abi-
2001 contava 1865 abitanti. tanti. Altri dati significativi sono quelli
PROVINCIA DI SASSARI relativi al Parlamento del 1485, i primi
Alghero. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione risalgono al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data la città contava più di 120 fuochi XIV e buona parte del secolo XV; a
per un totale di 491 abitanti. Altri dati quella data la popolazione del villaggio
significativi sono quelli relativi al Par- era aumentata e contava quasi 70 fuo-
lamento del 1485, i primi disponibili chi per un totale di 276 abitanti. A di-
dopo la concitata fase delle guerre che stanza di un secolo, a partire dal 1583,
caratterizzarono tutto il XIV e buona la popolazione era cresciuta ancora; di
parte del secolo XV; a quella data la fatto quasi triplicata, contava più di
popolazione era aumentata considere- 215 fuochi per un totale di 872 abitanti.
volmente e contava più di 400 fuochi Il bilancio demografico del secolo
per un totale di 1630 abitanti. A di- XVII, a causa delle epidemie di peste
stanza di un secolo, a partire dal 1583, e delle carestie, non è positivo: infatti
la popolazione era cresciuta ancora; di nel 1698, alla fine del periodo spa-
fatto raddoppiataa, contava più di 750 gnolo, la popolazione era notevol-
fuochi per un totale di 3072 abitanti. Il mente diminuita e aveva 146 abitanti.
bilancio demografico del secolo XVII, Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
nonostante le epidemie di peste e le baudo, la popolazione era ulterior-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, mente diminuita, arrivando a soli 76
alla fine del periodo spagnolo, la popo- abitanti. Nel periodo successivo ri-
lazione era ulteriormente cresciuta e prese a crescere in modo notevole e
aveva 4801 abitanti. Nel 1728, all’inizio nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
del periodo sabaudo, la popolazione perfetta’’, contava 605 abitanti. Nei de-
era lievemente diminuita e contava cenni successivi la popolazione ebbe
4583 abitanti. Nel periodo successivo ancora un piccolo calo e nel 1861, anno
riprese a crescere in maniera notevole della proclamazione del Regno d’Ita-
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- lia, era di 573 abitanti. Nella seconda
sione perfetta’’, contava 8636 abitanti. metà del secolo XIX riprese ad aumen-
Nei decenni successivi la popolazione tare arrivando a contare 964 unità nel
ebbe ancora un piccolo calo e nel 1861, 1901. Nel corso dei primi decenni del
anno della proclamazione del Regno Novecento il villaggio ebbe un note-
d’Italia, era di 8419 abitanti. Nella se- vole sviluppo e nel 1951 contava 1445
conda metà del secolo XIX riprese a ad abitanti. Nell’ultimo cinquantennio a
aumentare arrivando a contare 10 739 causa dell’emigrazione la sua popola-
unità nel 1901. Nel corso dei primi de- zione è diminuita; nel 2001 contava 861
cenni del Novecento la città ebbe un abitanti.
notevole sviluppo e nel 1951 contava Ardara. I primi dati disponibili sulla
21 374 abitanti. Nell’ultimo cinquan- popolazione risalgono al 1388; a quella
tennio a causa del turismo la sua popo- data il villaggio, che in passato era
lazione è pressoché raddoppiata; nel stato residenza giudicale, era quasi
2001 contava 40 564 abitanti. spopolato: contava 8 fuochi per un to-
Anela. I primi dati disponibili sulla po- tale di 32 abitanti. Altri dati significa-
382
tivi sono quelli relativi al Parlamento tale di 152 abitanti. A distanza di un se-
del 1485, i primi disponibili dopo la colo, a partire dal 1583, la popolazione
concitata fase delle guerre che caratte- era cresciuta ancora; più che raddop-
rizzarono tutto il XIVe buona parte del piata, contava più di 83 fuochi per un
secolo XV; a quella data la popolazione totale di 347 abitanti. Il bilancio demo-
del villaggio era molto modesta, con- grafico del secolo XVII, a causa delle
tava quasi 20 fuochi per un totale di 76 epidemie di peste e delle carestie, non
abitanti. A distanza di un secolo, a par- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
tire dal 1583, la popolazione era cre- periodo spagnolo, la popolazione era
sciuta ancora, e contava più di 43 fuo- calata e contava 233 abitanti. Nel 1728,
chi per un totale di 176 abitanti. Il bi- all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
lancio demografico del secolo XVII, lazione era nuovamente cresciuta e ar-
nonostante le epidemie di peste e le rivava a 539 abitanti. Nel periodo suc-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, cessivo riprese a crescere con conti-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- nuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
lazione non era calata, anche se con- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1255 abi-
tava ancora 180 abitanti. Nel 1728, all’i- tanti. Nei decenni successivi la popola-
nizio del periodo sabaudo, la popola- zione registrò un leggero calo e nel
zione era nuovamente diminuita, 1861, anno della proclamazione del Re-
aveva solo 145 abitanti. Nel periodo gno d’Italia, era di 1189 abitanti. Nella
successivo riprese a crescere con con- seconda metà del secolo XIX riprese
tinuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la gradualmente a crescere e la popola-
‘‘fusione perfetta’’, contava 283 abi- zione arrivò a contare 1401 unità nel
tanti. Nei decenni successivi la popola- 1901. Nel corso dei primi decenni del
zione continuò a crescere e nel 1861, Novecento la popolazione si stabilizzò
anno della proclamazione del Regno e nel 1951 contava 1430 abitanti. Nel-
d’Italia, era di 311 abitanti. Nella se- l’ultimo cinquantennio, a causa dell’e-
conda metà del secolo XIX la tendenza migrazione, la sua popolazione è dimi-
non si modificò e la popolazione arrivò nuita; nel 2001 contava 699 abitanti.
a contare 516 unità nel 1901. Nel corso Benetutti. I primi dati disponibili sulla
dei primi decenni del Novecento il vil- popolazione sono quelli relativi al Par-
laggio ebbe un notevole sviluppo e nel lamento del 1485, dopo la concitata
1951 contava 1063 abitanti. Nell’ultimo fase delle guerre che caratterizzarono
cinquantennio, a causa dell’emigra- tutto il XIV e buona parte del secolo
zione, la sua popolazione è diminuita; XV; a quella data la popolazione del
nel 2001 contava 852 abitanti. villaggio contava più di 80 fuochi per
Banari. I primi dati disponibili sulla un totale di 344 abitanti. A distanza di
popolazione risalgono al 1388; a quella un secolo, a partire dal 1583, la popola-
data il villaggio contava 11 fuochi per zione era cresciuta significativamente;
un totale di 44 abitanti. Altri dati signi- era più che raddoppiata e contava più
ficativi sono quelli relativi al Parla- di 260 fuochi per un totale di 1076 abi-
mento del 1485, i primi disponibili tanti. Il bilancio demografico del se-
dopo la concitata fase delle guerre che colo XVII, a causa delle epidemie di
caratterizzarono tutto il XIV e buona peste e delle carestie, non è positivo:
parte del secolo XV; a quella data la infatti nel 1698, alla fine del periodo
popolazione del villaggio era aumen- spagnolo, la popolazione era calata e
tata, contava quasi 40 fuochi per un to- contava 620 abitanti. Nel 1728, all’ini-
383
384
dei primi decenni del Novecento la e nel 1951 contava 4815 abitanti. Nel-
tendenza fu confermata e nel 1951 con- l’ultimo cinquantennio, a causa dell’e-
tava 1866 abitanti. Nell’ultimo cin- migrazione, la sua popolazione dimi-
quantennio, a causa dell’emigrazione, nuı̀, nel 2001 contava 3904 abitanti.
la sua popolazione è diminuita; nel Bonorva. I primi dati disponibili sulla
2001 contava 1149 abitanti. popolazione risalgono al 1388; a quella
Bono. I primi dati disponibili sulla po- data il villaggio era quasi spopolato,
polazione risalgono al 1388; a quella contava 8 fuochi per un totale di 32 abi-
data il villaggio era quasi spopolato, tanti. Altri dati significativi sono quelli
contava 4 fuochi per un totale di 16 abi- relativi al Parlamento del 1485, i primi
tanti. Altri dati significativi sono quelli disponibili dopo la concitata fase delle
relativi al Parlamento del 1485, i primi guerre che caratterizzarono tutto il
disponibili dopo la concitata fase delle XIV e buona parte del secolo XV; a
guerre che caratterizzarono tutto il quella data la popolazione del villaggio
XIV e buona parte del secolo XV; a era aumentata notevolmente, contava
quella data la popolazione del villaggio più di 100 fuochi per un totale di 404
era aumentata notevolmente, contava abitanti. A distanza di un secolo, a par-
più di 100 fuochi per un totale di 420 tire dal 1583, la popolazione era cre-
abitanti. A distanza di un secolo, a par-
sciuta ancora, era di fatto quasi tripli-
tire dal 1583, era cresciuta ancora; più
cata, e contava più di 250 fuochi per un
che triplicata, contava più di 320 fuo-
totale di 1004 abitanti. Il bilancio de-
chi per un totale di 1292 abitanti. Il bi-
mografico del secolo XVII, nonostante
lancio demografico del secolo XVII, a
le epidemie di peste e le carestie, è po-
causa delle epidemie di peste e delle
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
carestie, non è positivo: infatti nel
riodo spagnolo, la popolazione era cre-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la
sciuta e contava 1530 abitanti. Nel
popolazione era calata e contava 974
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
popolazione era aumentata in modo
riodo sabaudo, la popolazione era an-
notevole e contava 2554 abitanti. Nel
cora calata e contava 852 abitanti. Nel
periodo successivo riprese a crescere periodo successivo continuò a cre-
con grande intensità e nel 1848, anno in scere con grande intensità e nel 1848,
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
tava 2912 abitanti. Nei decenni succes- fetta’’, contava 4867 abitanti. Nei de-
sivi la popolazione registrò un leggero cenni successivi la popolazione sem-
calo e nel 1861, anno della proclama- brò stabilizzarsi e nel 1861, anno della
zione del Regno d’Italia, era di 2808 proclamazione del Regno d’Italia, era
abitanti. Nella seconda metà del se- di 4897 abitanti. Nella seconda metà
colo XIX riprese gradualmente a cre- del secolo XIX riprese gradualmente
scere e arrivò a contare 3749 unità nel a crescere; nel 1875 fu aggregato il vil-
1901. Nel corso dei primi decenni del laggio di Rebeccu, cosicché arrivò a
Novecento la tendenza fu confermata; contare 6731 unità nel 1901. Nel corso
tra il 1928 e il 1933 gli fu aggregato il dei primi decenni del Novecento la
villaggio di Bottidda, e la popolazione tendenza fu confermata, e la popola-
per alcuni anni superò i 5000 abitanti. zione nel 1951 superò i 7590 abitanti.
Dopo il 1933, sebbene Bottidda fosse Nell’ultimo cinquantennio, a causa
tornato autonomo, continuò a crescere dell’emigrazione, la sua popolazione è
385
diminuita; nel 2001 contava 4187 abi- mento del 1485, i primi disponibili
tanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Borutta. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 9 fuochi per un popolazione del villaggio era aumen-
totale di 36 abitanti. Altri dati significa- tata e contava 60 fuochi per un totale
tivi sono quelli relativi al Parlamento di 240 abitanti. A distanza di un secolo,
del 1485, i primi disponibili dopo la a partire dal 1583, la popolazione era di
concitata fase delle guerre che caratte- fatto più che triplicata e contava più di
rizzarono tutto il XIVe buona parte del 390 fuochi per un totale di 780 abitanti.
secolo XV; a quella data la popolazione Il bilancio demografico del secolo
del villaggio contava più di 15 fuochi XVII, a causa delle epidemie di peste
per un totale di 68 abitanti. A distanza e delle carestie, non è positivo: infatti
di un secolo, a partire dal 1583, la po- nel 1698, alla fine del periodo spa-
polazione era cresciuta, era di fatto gnolo, la popolazione era calata e con-
quasi triplicata e contava più di 40 fuo- tava 415 abitanti. Nel 1728, all’inizio
chi per un totale di 168 abitanti. Il bi- del periodo sabaudo, la popolazione
lancio demografico del secolo XVII, era aumentata e contava 648 abitanti.
nonostante le epidemie di peste e le Nel periodo successivo continuò a gra-
carestie, è positivo: infatti nel 1698, dualmente a crescere e nel 1848, anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
lazione era cresciuta e contava 239 abi- contava 749 abitanti. Nei decenni suc-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo cessivi la popolazione ebbe un piccolo
sabaudo, la popolazione, anche se di calo e nel 1861, anno della proclama-
poco, era aumentata e contava 250 abi- zione del Regno d’Italia, era di 735 abi-
tanti. Nel periodo successivo continuò tanti. Nella seconda metà del secolo
a crescere con grande intensità e nel XIX riprese gradualmente a crescere
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione e nel 1901 arrivò a contare 1024 unità.
perfetta’’, contava 512 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi la popolazione regi- cento (quando tra il 1928 e il 1933 il vil-
strò un piccolo calo e nel 1861, anno laggio fu aggregato a Bono) la popola-
della proclamazione del Regno d’Ita- zione continuò a crescere e nel 1951
lia, era di 492 abitanti. Nella seconda contava 1197 abitanti. Nell’ultimo cin-
metà del secolo XIX riprese gradual- quantennio, a causa dell’emigrazione,
mente a crescere e arrivò a contare la sua popolazione è diminuita, nel
683 unità nel 1901. Nel corso dei primi 2001 contava 818 abitanti.
decenni del Novecento la popolazione Bultei. I primi dati disponibili sulla po-
sembrava stabilizzata e nel 1951 con- polazione risalgono al 1388; a quella
tava 649 abitanti. Nell’ultimo cinquan- data il villaggio era quasi spopolato,
tennio, a causa dell’emigrazione, la contava 4 fuochi per un totale di 16 abi-
sua popolazione è diminuta; nel 2001 tanti. Altri dati significativi sono quelli
contava 323 abitanti. relativi al Parlamento del 1485, i primi
Bottidda. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione risalgono al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio contava 10 fuochi per XIV e buona parte del secolo XV; a
un totale di 40 abitanti. Altri dati signi- quella data la popolazione del villaggio
ficativi sono quelli relativi al Parla- era aumentata e contava 75 fuochi per
386
un totale di 300 abitanti. A distanza di sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
un secolo, a partire dal 1583, la popola- riodo spagnolo, la popolazione era ca-
zione era cresciuta, di fatto triplicata, e lata e contava 153 abitanti. Nel 1728,
contava più di 240 fuochi per un totale all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
di 968 abitanti. Il bilancio demografico lazione era aumentata e contava 356
del secolo XVII, a causa delle epide- abitanti. Nel periodo successivo conti-
mie di peste e delle carestie, non è po- nuò gradualmente a crescere e nel
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
riodo spagnolo, la popolazione era ca- perfetta’’, contava 494 abitanti. Nei de-
lata e contava 480 abitanti. Nel 1728, cenni successivi la popolazione ebbe
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
lazione era aumentata e contava 610 della proclamazione del Regno d’Ita-
abitanti. Nel periodo successivo conti- lia, era di 582 abitanti. Nella seconda
nuò a gradualmente a crescere e nel metà del secolo XIX continuò gradual-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione mente a crescere e nel 1901 arrivò a
perfetta’’, contava 1086 abitanti. Nei contare 652 unità. Nel corso dei primi
decenni successivi la popolazione regi- decenni del Novecento la popolazione
strò un piccolo calo e nel 1861, anno continuò a crescere e nel 1951 contava
della proclamazione del Regno d’Ita- 850 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
lia, era di 951 abitanti. Nella seconda nio, a causa dell’emigrazione, la sua
metà del secolo XIX riprese gradual- popolazione è diminuita; nel 2001 con-
mente a crescere e nel 1901 arrivò a tava 646 abitanti.
contare 1738 unità. Nel corso dei primi Burgos. I primi dati disponibili sulla
decenni del Novecento la popolazione popolazione risalgono al 1388; a quella
continuò a crescere e nel 1951 contava data contava 10 fuochi per un totale di
2479 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- 40 abitanti. Altri dati significativi sono
nio, a causa dell’emigrazione, la sua quelli relativi al Parlamento del 1485, i
popolazione è diminuta; nel 2001 con- primi disponibili dopo la concitata
tava 1238 abitanti. fase delle guerre che caratterizzarono
Bulzi. I primi dati disponibili sulla po- tutto il XIV e buona parte del secolo
polazione risalgono al 1388; a quella XV; a quella data la popolazione del
data il villaggio era quasi spopolato, villaggio era aumentata e contava più
contava 6 fuochi per un totale di 24 abi- di 20 fuochi per un totale di 85 abitanti.
tanti. Altri dati significativi sono quelli A distanza di un secolo, a partire dal
relativi al Parlamento del 1485, i primi 1583, la popolazione era cresciuta ulte-
disponibili dopo la concitata fase delle riormente e contava 64 fuochi per un
guerre che caratterizzarono tutto il totale di 260 abitanti. Il bilancio demo-
XIV e buona parte del secolo XV; a grafico del secolo XVII, a causa delle
quella data la popolazione del villaggio epidemie di peste e delle carestie, non
era aumentata e contava quasi 20 fuo- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
chi per un totale di 76 abitanti. A di- periodo spagnolo, la popolazione era
stanza di un secolo, a partire dal 1583, vistosamente calata e contava 71 abi-
la popolazione era cresciuta ulterior- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
mente e contava 60 fuochi per un totale sabaudo, la popolazione era aumen-
di 240 abitanti. Il bilancio demografico tata e contava 136 abitanti. Nel periodo
del secolo XVII, a causa delle epide- successivo continuò a gradualmente a
mie di peste e delle carestie, non è po- crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe
387
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 590 abi- mazione del Regno d’Italia, era di 434
tanti. Nei decenni successivi la popola- abitanti. Nella seconda metà del se-
zione registrò un ulteriore aumento e colo XIX continuò a crescere e nel
nel 1861, anno della proclamazione del 1901 arrivò a contare 629 unità. Nel
Regno d’Italia, era di 650 abitanti. corso dei primi decenni del Novecento
Nella seconda metà del secolo XIX continuò a crescere; tra il 1928 e il 1950
continuò a crescere intensamente e ar- gli fu aggregato il villaggio di Muros,
rivò nel 1901 a contare 1330 unità. Nel sicché nel 1951 contava 689 abitanti.
corso dei primi decenni del Novecento Nell’ultimo cinquantennio la sua po-
tra il 1928 e il 1946 gli fu aggregato il polazione si è stabilizzata; nel 2001
villaggio di Esporlatu, sicché nel 1931 contava 637 abitanti.
la popolazione superava i 2500 abi- Castelsardo. I primi dati disponibili
tanti. Dopo il 1946 la popolazione con- sulla popolazione risalgono al 1388; a
tinuò a crescere e nel 1951 contava quella data la città contava quasi 100
2033 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- fuochi per un totale di 392 abitanti. Al-
nio, a causa dell’emigrazione, la sua tri dati significativi sono quelli relativi
popolazione è diminuita; nel 2001 con- al Parlamento del 1485, i primi dispo-
tava 1095 abitanti. nibili dopo la concitata fase delle
Cargeghe. I primi dati disponibili sulla guerre che caratterizzarono tutto il
popolazione risalgono al 1358; a quella XIV e buona parte del secolo XV; a
data contava 20 fuochi per un totale di quella data la popolazione del villaggio
80 abitanti. Altri dati significativi sono era aumentata e contava più di 100 fuo-
quelli relativi al Parlamento del 1485, i chi per un totale di 464 abitanti. A di-
primi disponibili dopo la concitata stanza di un secolo, a partire dal 1583,
fase delle guerre che caratterizzarono la popolazione era cresciuta ulterior-
tutto il XIV e buona parte del secolo mente e contava 300 fuochi per un to-
XV; a quella data la popolazione del tale di 1212 abitanti. Il bilancio demo-
villaggio era aumentata e contava più grafico del secolo XVII, nonostante le
di 40 fuochi per un totale di 196 abi- epidemie di peste e le carestie, è posi-
tanti. A distanza di un secolo, a partire tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
dal 1583, la popolazione era cresciuta riodo spagnolo, la popolazione era au-
ulteriormente e contava 120 fuochi per mentata e contava 1380 abitanti. Nel
un totale di 480 abitanti. Il bilancio de- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
mografico del secolo XVII, a causa popolazione era aumentata ancora e
delle epidemie di peste e delle care- contava 1616 abitanti. Nel periodo suc-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, cessivo continuò gradualmente a cre-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
lazione era vistosamente calata e con- ‘‘fusione perfetta’’, contava 2033 abi-
tava 220 abitanti. Nel 1728, all’inizio tanti. Nei decenni successivi la popola-
del periodo sabaudo, la popolazione zione registrò un leggero calo e nel
era aumentata e contava 321 abitanti. 1861, anno della proclamazione del Re-
Nel periodo successivo continuò gra- gno d’Italia, era di 1946 abitanti. Nella
dualmente a crescere e nel 1848, anno seconda metà del secolo XIX continuò
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, a crescere e nel 1901 arrivò a 2376
contava 456 abitanti. Nei decenni suc- unità. Nel corso dei primi decenni del
cessivi la popolazione registrò un leg- Novecento continuò a crescere e nel
gero calo e nel 1861, anno della procla- 1951 contava 4274 abitanti. Nell’ultimo
388
cinquantennio la sua popolazione, per bili dopo la concitata fase delle guerre
quanto nel 1961 le frazioni di Muddizza che caratterizzarono tutto il XIV e
e di La Ciaccia fossero aggregate a Val- buona parte del secolo XV; a quella
ledoria e nel 1980 si fosse distaccata da data la popolazione del villaggio era
Tergu, la popolazione continuò a sa- aumentata e contava più di 90 fuochi
lire; nel 2001 contava 5282 abitanti. per un totale di 364 abitanti. A distanza
Cheremule. I primi dati significativi di un secolo, a partire dal 1583, la po-
sono quelli relativi al Parlamento del polazione era cresciuta ulteriormente;
1485, i primi disponibili dopo la conci- più che triplicata, contava più di 350
tata fase delle guerre che caratterizza- fuochi per un totale di 1376 abitanti. Il
rono tutto il XIV e buona parte del se- bilancio demografico del secolo XVII,
colo XV; a quella data la popolazione a causa delle epidemie di peste e delle
del villaggio contava più di 45 fuochi carestie, non è positivo: infatti nel
per un totale di 180 abitanti. A distanza 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
di un secolo, a partire dal 1583, la po- popolazione era calata e contava 856
polazione era cresciuta ulteriormente abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
e contava 130 fuochi per un totale di riodo sabaudo, la popolazione era au-
548 abitanti. Il bilancio demografico mentata e contava 1238 abitanti. Nel
del secolo XVII, a causa delle epide- periodo successivo continuò gradual-
mie di peste e delle carestie, non è po- mente a crescere e nel 1848, anno in
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
riodo spagnolo, la popolazione era ca- tava 1723 abitanti. Nei decenni succes-
lata a 277 abitanti. Nel 1728, all’inizio sivi la popolazione aumentò ancora:
del periodo sabaudo, la popolazione nel 1861, anno della proclamazione
era aumentata e contava 514 abitanti. del Regno d’Italia, era di 1852 abitanti.
Nel periodo successivo continuò gra- Nella seconda metà del secolo XIX
dualmente a crescere e nel 1848, anno continuò a crescere e nel 1901 arrivò a
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, 2346 unità. Nel corso dei primi decenni
contava 713 abitanti. Nei decenni suc- del Novecento crebbe ancora e nel
cessivi la popolazione sembrò stabiliz- 1951 contava 2974 abitanti. Nel 1988
zarsi e nel 1861, anno della proclama- perse una parte del territorio aggre-
zione del Regno d’Italia, era di 723 abi- gata a Erula e la sua popolazione dimi-
tanti. Nella seconda metà del secolo nuı̀ anche a causa dell’emigrazione;
XIX riprese a crescere e nel 1901 ar- nel 2001 contava 1930 abitanti.
rivò a 814 unità. Nel corso dei primi Codrongianos. I primi dati disponibili
decenni del Novecento continuò a cre- sulla popolazione risalgono al 1388; a
scere e nel 1951 contava 849 abitanti. quella data il villaggio contava 56 fuo-
Nell’ultimo cinquantennio la sua po- chi per un totale di 224 abitanti. Altri
polazione ha cominciato a diminuire a dati significativi sono quelli relativi al
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- Parlamento del 1485, i primi disponi-
tava 522 abitanti. bili dopo la concitata fase delle guerre
Chiaramonti. I primi dati disponibili che caratterizzarono tutto il XIV e
sulla popolazione risalgono al 1388; a buona parte del secolo XV; a quella
quella data il villaggio contava 30 fuo- data la popolazione del villaggio era
chi per un totale di 120 abitanti. Altri aumentata e contava più di 80 fuochi
dati significativi sono quelli relativi al per un totale di 336 abitanti. A distanza
Parlamento del 1485, i primi disponi- di un secolo, a partire dal 1583, la po-
389
390
zione era aumentata e contava 186 abi- nel 1861, anno della proclamazione
tanti. Nel periodo successivo continuò del Regno d’Italia, era di 1928 abitanti.
gradualmente a crescere e nel 1848, Nella seconda metà del secolo XIX
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- crebbe ancora e nel 1901 arrivò a 2370
fetta’’, contava 279 abitanti. Nei de- unità. Nel corso dei primi decenni del
cenni successivi la popolazione au- Novecento ebbe un lieve calo e nel
mentò ancora e nel 1861, anno della 1951 contava 2200 abitanti. Nell’ultimo
proclamazione del Regno d’Italia, era cinquantennio la sua popolazione è di-
di 326 abitanti. Nella seconda metà del minuita anche a causa dell’emigra-
secolo XIX crebbe ancora e nel 1901 zione; nel 2001 contava 1626 abitanti.
arrivò a 464 unità. Nel corso dei primi Giave. I primi dati disponibili sulla po-
decenni del Novecento (quando tra il polazione risalgono al 1388; a quella
1928 e il 1950 fu aggregato a Burgos), data il villaggio contava 10 fuochi per
continuò a crescere e nel 1951 contava un totale di 40 abitanti. Altri dati signi-
750 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- ficativi sono quelli relativi al Parla-
nio la sua popolazione è diminuita an- mento del 1485, i primi disponibili
che a causa dell’emigrazione; nel 2001 dopo la concitata fase delle guerre che
contava 453 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Florinas. I primi dati disponibili sulla parte del secolo XV; a quella data la
popolazione risalgono al 1358; a quella popolazione del villaggio era aumen-
data il villaggio contava 25 fuochi per tata e contava più di 100 fuochi per un
un totale di 104 abitanti. Altri dati si- totale di 412 abitanti. A distanza di un
gnificativi sono quelli relativi al Parla- secolo, a partire dal 1583, la popola-
mento del 1485, i primi disponibili zione era cresciuta ulteriormente, pra-
dopo la concitata fase delle guerre che ticamente più che raddoppiata, e con-
caratterizzarono tutto il XIV e buona tava quasi 250 fuochi per un totale di
parte del secolo XV; a quella data la 1016 abitanti. Il bilancio demografico
popolazione del villaggio era aumen- del secolo XVII, a causa delle epide-
tata e contava 72 fuochi per un totale mie di peste e delle carestie, non è po-
di 296 abitanti. A distanza di un secolo, sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
a partire dal 1583, la popolazione era riodo spagnolo, la popolazione era ca-
cresciuta ulteriormente, praticamente lata e contava 543 abitanti. Nel 1728,
più che raddoppiata, e contava quasi all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
190 fuochi per un totale di 792 abitanti. lazione era aumentata e contava 723
Il bilancio demografico del secolo abitanti. Nel periodo successivo conti-
XVII, nonostante le epidemie di peste nuò gradualmente a crescere e nel
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
alla fine del periodo spagnolo, la popo- perfetta’’, contava 1580 abitanti. Nei
lazione era cresciuta e contava 1136 decenni posteriori la popolazione au-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- mentò ancora e nel 1861, anno della
riodo sabaudo, la popolazione era au- proclamazione del Regno d’Italia, era
mentata e contava 1440 abitanti. Nel di 1610 abitanti. Nella seconda metà
periodo successivo continuò gradual- del secolo XIX crebbe ancora e nel
mente a crescere e nel 1848, anno in 1901 arrivò a 1879 unità. Nel corso dei
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- primi decenni del Novecento ebbe un
tava 1762 abitanti. Nei decenni succes- lieve calo e nel 1951 contava 1694 abi-
sivi la popolazione aumentò ancora e tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua
391
392
75 fuochi per un totale di 308 abitanti. A perfetta’’, contava 646 abitanti. Nei de-
distanza di un secolo, a partire dal cenni successivi la popolazione, seb-
1583, la popolazione era cresciuta, pra- bene di poco, aumentò ancora e nel
ticamente quintuplicata, e contava 1861, anno della proclamazione del Re-
quasi 400 fuochi per un totale di 1628 gno d’Italia, era di 720 abitanti. Nella
abitanti. Il bilancio demografico del seconda metà del secolo XIX crebbe
secolo XVII, nonostante le epidemie ancora e arrivò nel 1901 a 1083 unità.
di peste e le carestie, è positivo: infatti Nel corso dei primi decenni del Nove-
nel 1698, alla fine del periodo spa- cento continuò a crescere e nel 1951
gnolo, la popolazione era cresciuta e contava 1480 abitanti. Nell’ultimo cin-
contava 1752 abitanti. Nel 1728, all’ini- quantennio la sua popolazione ha co-
zio del periodo sabaudo, la popola- minciato a calare a causa dell’emigra-
zione era nuovamente calata e contava zione; nel 2001 contava 1043 abitanti.
1254 abitanti. Nel periodo successivo Mara. I primi dati significativi sono
prese a crescere molto intensamente e quelli relativi al Parlamento del 1485,
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione i primi disponibili dopo la concitata
perfetta’’, contava 4061 abitanti. Nei fase delle guerre che caratterizzarono
decenni successivi la popolazione, seb- tutto il XIV e buona parte del secolo
bene di poco, aumentò ancora e nel XV; a quella data la popolazione del
1861, anno della proclamazione del Re-
villaggio contava circa 25 fuochi per
gno d’Italia, era di 4263 abitanti. Nella
un totale di 100 abitanti. A distanza di
seconda metà del secolo XIX crebbe
un secolo, a partire dal 1583, la popola-
ancora e nel 1901 arrivò a 6985 unità.
zione era cresciuta, più che raddop-
Nel corso dei primi decenni del Nove-
piata, e contava quasi 60 fuochi per un
cento continuò a crescere e nel 1951
totale di 228 abitanti. Il bilancio demo-
contava 8838 abitanti. Nell’ultimo cin-
grafico del secolo XVII, nonostante le
quantennio la sua popolazione ha con-
epidemie di peste e le carestie, è posi-
tinuato a crescere; nel 2001 contava
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
9154 abitanti.
riodo spagnolo, la popolazione era cre-
Laerru. I primi dati disponibili sulla
popolazione risalgono al 1358; a quella sciuta e contava 258 abitanti. Nel 1728,
data il villaggio contava circa 10 fuochi all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
per un totale di 44 abitanti. Mancano lazione era stabile e contava 257 abi-
dati successivi fino al 1583: a quella tanti. Nel periodo successivo prese a
data la popolazione contava quasi 130 crescere molto intensamente e nel
fuochi per un totale di 532 abitanti. Il 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
bilancio demografico del secolo XVII, perfetta’’, contava 655 abitanti. Nei de-
a causa delle epidemie di peste e delle cenni successivi la popolazione, seb-
carestie, non è positivo: infatti nel bene di poco, aumentò ancora e nel
1698, alla fine del periodo spagnolo, la 1861, anno della proclamazione del Re-
popolazione era cresciuta e contava gno d’Italia, era di 666 abitanti. Nella
341 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- seconda metà del secolo XIX crebbe
riodo sabaudo, la popolazione era nuo- ancora e nel 1901 arrivò a contare 980
vamente cresciuta e contava 580 abi- unità. Nel corso dei primi decenni del
tanti. Nel periodo successivo continuò Novecento continuò a crescere e nel
a crescere molto intensamente e nel 1951 contava 1319 abitanti. Nell’ultimo
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione cinquantennio la sua popolazione a
393
394
abitanti. Nel periodo successivo prese a crescere e nel 1901 contava 409 unità.
a crescere con continuità e nel 1848, Nel corso dei primi decenni del Nove-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- cento continuò a crescere e nel 1951
fetta’’, contava 2170 abitanti. Nei de- aveva 527 abitanti. Nell’ultimo cin-
cenni successivi la popolazione au- quantennio la sua popolazione ha con-
mentò ancora e nel 1861, anno della tinuato a crescere; nel 2001 contava
proclamazione del Regno d’Italia, era 765 abitanti.
di 2370 abitanti. Nella seconda metà Nughedu San Nicolò. I primi dati dispo-
del secolo XIX ebbe un lieve calo e nel nibili sulla popolazione risalgono al
1901 arrivò a 2121 unità. Nel corso dei 1388; a quella data il villaggio contava
primi decenni del Novecento continuò 12 fuochi per un totale di 48 abitanti.
costantemente a crescere e nel 1951 Altri dati significativi sono quelli rela-
contava 3340 abitanti. Nell’ultimo cin- tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
quantennio la sua popolazione è calata sponibili dopo la concitata fase delle
vistosamente a causa dell’emigra- guerre che caratterizzarono tutto il
zione; nel 2001 contava 2113 abitanti. XIV e buona parte del secolo XV; a
Muros. I primi dati disponibili sulla po- quella data la popolazione del villaggio
polazione risalgono al 1358; a quella contava circa 60 fuochi per un totale di
data il villaggio contava 20 fuochi per 240 abitanti. A distanza di un secolo,
un totale di 80 abitanti. Altri dati signi- nel 1583, la popolazione era cresciuta
ficativi sono quelli relativi al Parla- in modo notevole, contava quasi 270
mento del 1485, i primi disponibili fuochi per un totale di 1140 abitanti. Il
dopo la concitata fase delle guerre che bilancio demografico del secolo XVII,
caratterizzarono tutto il XIV e buona a causa delle epidemie di peste e delle
parte del secolo XV; a quella data la carestie, non è positivo: infatti nel
popolazione del villaggio era dimi- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
nuita vistosamente, contava 10 fuochi popolazione era calata e contava 770
per un totale di 40 abitanti. A distanza abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
di un secolo, nel 1583, la popolazione riodo sabaudo, la popolazione era leg-
era cresciuta: contava quasi 50 fuochi germente cresciuta e contava 789 abi-
per un totale di 200 abitanti. Il bilancio tanti. Nel periodo successivo prese a
demografico del secolo XVII, a causa crescere con continuità e nel 1848,
delle epidemie di peste e delle care- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, fetta’’, contava 1630 abitanti. Nei de-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- cenni successivi la popolazione ebbe
lazione era calata e contava 112 abi- un lieve calo e nel 1861, anno della pro-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo clamazione del Regno d’Italia, era di
sabaudo, la popolazione era stabile e 1477 abitanti. Nella seconda metà del
contava 110 abitanti. Nel periodo suc- secolo XIX riprese a crescere e nel
cessivo prese a crescere con continuità 1901 arrivò a 2006 unità. Nel corso dei
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- primi decenni del Novecento la ten-
sione perfetta’’, contava 281 abitanti. denza fu confermata e nel 1951 contava
Nei decenni successivi la popolazione 2268 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
registrò un’ulteriore crescita e nel nio la sua popolazione è calata vistosa-
1861, anno della proclamazione del Re- mente a causa dell’emigrazione; nel
gno d’Italia, era di 300 abitanti. Nella 2001 contava 1049 abitanti.
seconda metà del secolo XIX continuò Nule. I primi dati disponibili sulla po-
395
396
riodo sabaudo contava 66 abitanti. Nel lia, era di 4707 abitanti. Nella seconda
periodo successivo prese a crescere metà del secolo XIX riprese a crescere
con continuità e nel 1848, anno in cui e nel 1901 arrivò a 5520 unità. Nel corso
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava dei primi decenni del Novecento la
346 abitanti. Nei decenni successivi la tendenza fu confermata e nel 1951 con-
popolazione crebbe ancora e nel 1861, tava 5800 abitanti. Nell’ultimo cin-
anno della proclamazione del Regno quantennio la sua popolazione è calata
d’Italia, era di 377 abitanti. Nella se- vistosamente a causa dell’emigra-
conda metà del secolo XIX continuò a zione; nel 2001 contava 3509 abitanti.
crescere e nel 1901 arrivò a 597 unità. Ossi. I primi dati disponibili sulla po-
Nel corso dei primi decenni del Nove- polazione risalgono al 1358; a quella
cento la tendenza fu confermata e la data il villaggio contava 56 fuochi per
popolazione in poco tempo quasi si tri- un totale di 236 abitanti. Altri dati si-
plicò, nel 1951 contava 1547 abitanti. gnificativi sono quelli relativi al Parla-
Nell’ultimo cinquantennio la sua po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione ha continuato a crescere e dopo la concitata fase delle guerre che
nel 2001 contava 2831 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Osilo. I primi dati disponibili sulla po- parte del secolo XV; a quella data la
polazione risalgono al 1358; a quella popolazione del villaggio contava circa
data il villaggio contava 150 fuochi per 40 fuochi per un totale di 156 abitanti. A
un totale di 600 abitanti. Altri dati si- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
gnificativi sono quelli relativi al Parla- lazione era cresciuta in modo notevole,
mento del 1485, i primi disponibili contava più di 200 fuochi per un totale
dopo la concitata fase delle guerre che di 832 abitanti. Il bilancio demografico
caratterizzarono tutto il XIV e buona del secolo XVII, a causa delle epide-
parte del secolo XV; a quella data la mie di peste e delle carestie, non è po-
popolazione del villaggio contava circa sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
215 fuochi per un totale di 860 abitanti. riodo spagnolo, la popolazione era ca-
A distanza di un secolo, nel 1583, la po- lata vistosamente e contava 419 abi-
polazione era cresciuta in modo note- tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
vole, contava quasi 830 fuochi per un sabaudo, la popolazione era nuova-
totale di 3356 abitanti. Il bilancio de- mente cresciuta e contava 541 abitanti.
mografico del secolo XVII, a causa Nel periodo successivo prese a cre-
delle epidemie di peste e delle care- scere con continuità e nel 1848, anno
stie, non è positivo: infatti nel 1698, in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
alla fine del periodo spagnolo, la popo- contava 2212 abitanti. Nei decenni suc-
lazione era calata vistosamente e con- cessivi la popolazione registrò un leg-
tava 2663 abitanti. Nel 1728, all’inizio gero calo e nel 1861, anno della procla-
del periodo sabaudo, la popolazione mazione del Regno d’Italia, era di 2130
era nuovamente cresciuta e contava abitanti. Nella seconda metà del se-
4613 abitanti. Nel periodo successivo colo XIX riprese a crescere e nel 1901
prese a crescere con continuità e nel arrivò a 3059 unità. Nel corso dei primi
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione decenni del Novecento la tendenza fu
perfetta’’, contava 4925 abitanti. Nei confermata e nel 1951 contava 5158 abi-
decenni successivi la popolazione regi- tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua
strò un leggero calo e nel 1861, anno popolazione è cresciuta ancora; nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 2001 contava 5847 abitanti.
397
Ozieri. I primi dati disponibili sulla po- caratterizzarono tutto il XIV e buona
polazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 15 fuochi per popolazione del villaggio era cresciuta
un totale di 68 abitanti. Altri dati signi- e contava circa 120 fuochi per un totale
ficativi sono quelli relativi al Parla- di 504 abitanti. A distanza di un secolo,
mento del 1485, i primi disponibili nel 1583, la popolazione era cresciuta
dopo la concitata fase delle guerre che ancora; di fatto si era più che raddop-
caratterizzarono tutto il XIV e buona piata e contava più di 280 fuochi per un
parte del secolo XV; a quella data la totale di 1136 abitanti. Il bilancio de-
popolazione del villaggio era cresciuta mografico del secolo XVII, a causa
in modo notevole e contava circa 250 delle epidemie di peste e delle care-
fuochi per un totale di 1088 abitanti. A stie, non è positivo: infatti nel 1698,
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
lazione era cresciuta ancora; di fatto si lazione era calata e contava 548 abi-
era più che triplicata, e contava più di tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
920 fuochi, per un totale di 3852 abi- sabaudo, la popolazione era nuova-
tanti. Il bilancio demografico del se- mente cresciuta e contava 1161 abi-
colo XVII, nonostante le epidemie di tanti. Nel periodo successivo prese a
peste e le carestie, è positivo: infatti crescere con continuità e nel 1848,
nel 1698, alla fine del periodo spa- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
gnolo, la popolazione era cresciuta e fetta’’, contava 1664 abitanti. Nei de-
contava 4018 abitanti. Nel 1728, all’ini- cenni posteriori la popolazione regi-
zio del periodo sabaudo, la popola- strò una leggera crescita e nel 1861,
zione era nuovamente cresciuta e con- anno della proclamazione del Regno
tava 4123 abitanti. Nel periodo succes- d’Italia, era di 1682 abitanti. Nella se-
sivo prese a crescere con continuità e conda metà del secolo XIX riprese a
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione crescere e nel 1901 arrivò a 2098 unità.
perfetta’’, contava 7481 abitanti. Nei Nel corso dei primi decenni del Nove-
decenni successivi la popolazione regi- cento la popolazione si stabilizzò e nel
strò un leggero calo e nel 1861, anno 1951 contava 2067 abitanti. Nell’ultimo
della proclamazione del Regno d’Ita- cinquantennio la sua popolazione è ca-
lia, era di 7143 abitanti. Nella seconda lata a causa dell’emigrazione e nel
metà del secolo XIX riprese a crescere 2001 contava 861 abitanti.
e nel 1901 arrivò a 9581 unità. Nel corso Pattada. I primi dati disponibili sulla
dei primi decenni del Novecento la popolazione risalgono al 1388; a quella
tendenza fu confermata e nel 1951 con- data il villaggio contava 11 fuochi per
tava 11 650 abitanti. Nell’ultimo cin- un totale di 44 abitanti. Altri dati signi-
quantennio la sua popolazione non è ficativi sono quelli relativi al Parla-
aumentata, a causa dell’emigrazione; mento del 1485, i primi disponibili
nel 2001 contava 11 595 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Padria. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava 30 fuochi per popolazione del villaggio era cresciuta
un totale di 120 abitanti. Altri dati si- e contava circa 125 fuochi per un totale
gnificativi sono quelli relativi al Parla- di 528 abitanti. A distanza di un secolo,
mento del 1485, i primi disponibili nel 1583, la popolazione era cresciuta
dopo la concitata fase delle guerre che ancora; di fatto si era triplicata e con-
398
tava più di 400 fuochi per un totale di vamente cresciuta e contava 542 abi-
1672 abitanti. Il bilancio demografico tanti. Nel periodo successivo prese a
del secolo XVII, nonostante le epide- crescere con continuità e nel 1848,
mie di peste e le carestie, è positivo: anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
infatti nel 1698, alla fine del periodo fetta’’, contava 1257 abitanti. Nei de-
spagnolo, la popolazione non era ca- cenni successivi la popolazione ebbe
lata e contava 1635 abitanti. Nel 1728, un leggero calo e nel 1861, anno della
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- proclamazione del Regno d’Italia, era
lazione era nuovamente cresciuta e di 1222 abitanti. Nella seconda metà
contava 1815 abitanti. Nel periodo suc- del secolo XIX riprese a crescere e nel
cessivo prese a crescere con continuità 1901 arrivò a 1688 unità. Nel corso dei
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- primi decenni del Novecento la popo-
sione perfetta’’, contava 3219 abitanti. lazione continuò a crescere e nel 1951
Nei decenni posteriori la popolazione contava 3310 abitanti. Nell’ultimo cin-
registrò un leggero calo e nel 1861, quantennio la sua popolazione è calata
anno della proclamazione del Regno a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
d’Italia, era di 3088 abitanti. Nella se- tava 2550 abitanti.
conda metà del secolo XIX riprese a Ploaghe. I primi dati disponibili sulla
crescere e nel 1901 arrivò a 4737 unità. popolazione risalgono al 1358; a quella
Nel corso dei primi decenni del Nove- data il villaggio contava 122 fuochi per
cento la popolazione si stabilizzò e nel un totale di 472 abitanti. Altri dati si-
1951 contava 5450 abitanti. Nell’ultimo gnificativi sono quelli relativi al Parla-
cinquantennio la sua popolazione è ca- mento del 1485, i primi disponibili
lata a causa dell’emigrazione; nel 2001 dopo la concitata fase delle guerre che
contava 3615 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Perfugas. I primi dati disponibili sulla parte del secolo XV; a quella data la
popolazione risalgono al 1388; a quella popolazione del villaggio era cresciuta
data il villaggio era quasi spopolato e e contava circa 180 fuochi per un totale
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- di 720 abitanti. A distanza di un secolo
tanti. Altri dati significativi sono quelli nel 1583 la popolazione era cresciuta
relativi al Parlamento del 1485, i primi ancora, di fatto più che raddoppiata, e
disponibili dopo la concitata fase delle contava più di 440 fuochi per un totale
guerre che caratterizzarono tutto il di 1780 abitanti. Il bilancio demogra-
XIV e buona parte del secolo XV; a fico del secolo XVII, a causa delle epi-
quella data la popolazione del villaggio demie di peste e delle carestie, non è
era cresciuta e contava circa 70 fuochi positivo: infatti nel 1698, alla fine del
per un totale di 284 abitanti. A distanza periodo spagnolo, la popolazione era
di un secolo, nel 1583, la popolazione calata e contava 949 abitanti. Nel 1728,
era cresciuta ancora, contava più di all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
125 fuochi per un totale di 494 abitanti. lazione era nuovamente cresciuta in
Il bilancio demografico del secolo modo notevole e contava 2020 abitanti.
XVII, nonostante le epidemie di peste Nel periodo successivo prese a cre-
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, scere con continuità e nel 1848, anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
lazione non era calata e contava 290 contava 3216 abitanti. Nei decenni po-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- steriori la popolazione registrò un leg-
riodo sabaudo, la popolazione era nuo- gero calo e nel 1861, anno della procla-
399
mazione del Regno d’Italia, era di 3000 per un totale di 740 abitanti. A distanza
abitanti. Nella seconda metà del se- di un secolo, nel 1583, la popolazione
colo XIX riprese a crescere e nel 1901 era cresciuta ancora, di fatto più che
arrivò a 4004 unità. Nel corso dei primi raddoppiata, e contava più di 400 fuo-
decenni del Novecento la popolazione chi per un totale di 1660 abitanti. Il bi-
continuò a crescere e nel 1951 contava lancio demografico del secolo XVII, a
4976 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- causa delle epidemie di peste e delle
nio la sua popolazione è calata a causa carestie, non è positivo: infatti nel
dell’emigrazione; nel 2001 contava 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
4799 abitanti. popolazione era calata e contava 1040
Porto Torres. Costituito come comune abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
autonomo nel 1820, precedentemente riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
il suo territorio era abitato da gruppi vamente cresciuta in modo notevole e
di pescatori e, nelle campagne della contava 1483 abitanti. Nel periodo suc-
Nurra, da pastori che venivano censiti cessivo prese a crescere con continuità
con la popolazione di Sassari. I primi e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
dati disponibili sulla popolazione sono sione perfetta’’, contava 2689 abitanti.
relativi al 1821, quando contava 600 Nei decenni successivi la popolazione
abitanti. Nel periodo successivo la po- registrò ancora una crescita e nel 1861,
polazione cominciò a crescere con no- anno della proclamazione del Regno
tevole ritmo; nel 1848, anno in cui si d’Italia, era di 2976 abitanti. Nella se-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava conda metà del secolo XIX crebbe ulte-
1766 abitanti. La crescita continuò nei riormente, cosicché nel 1901 arrivò a
decenni successivi e nel 1861, anno 4293 unità. Nel corso dei primi decenni
della proclamazione del Regno d’Ita- del Novecento la popolazione continuò
lia, la popolazione contava 2019 abi- a crescere e nel 1951 contava 4956 abi-
tanti. La crescita nella seconda metà tanti. Nell’ultimo cinquantennio la sua
del secolo XIX continuò con grande in- popolazione è calata a causa dell’emi-
tensità e nel 1901 la popolazione era grazione; nel 2001 contava 3061 abi-
giunta a 4433 unità. Nei primi decenni tanti.
del Novecento, con lo sviluppo del Putifigari. I primi dati disponibili sulla
porto, continuò a crescere e nel 1951 popolazione risalgono al 1627, quando
toccava i 9600 abitanti. Nell’ultimo cin- il villaggio fu fondato. A quella data
quantennio la città è cresciuta ulte- contava circa 40 fuochi per un totale di
riormente; la sua popolazione nel 2001 164 abitanti circa. Alla fine del secolo
contava 21 594 abitanti. XVII, a causa delle epidemie di peste e
Pozzomaggiore. I primi dati disponibili delle carestie, la sua popolazione non
sulla popolazione risalgono al 1388; a era cresciuta e nel 1698, alla fine del
quella data il villaggio contava 12 fuo- periodo spagnolo, era di 142 abitanti.
chi per un totale di 48 abitanti. Altri Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
dati significativi sono quelli relativi al baudo, la popolazione era salita a 306
Parlamento del 1485, i primi disponi- abitanti. Nel periodo successivo
bili dopo la concitata fase delle guerre crebbe ancora: nel 1848, anno in cui si
che caratterizzarono tutto il XIV e ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 386
buona parte del secolo XV; a quella abitanti. Nei decenni successivi conti-
data la popolazione del villaggio era nuò a crescere e nel 1861, anno della
cresciuta e contava circa 170 fuochi proclamazione del Regno d’Italia, con-
400
tava 490 abitanti. La crescita continuò stori che vivevano negli stazzi di Borti-
nella seconda metà del secolo XIX e giadas e di Perfugas. I primi dati dispo-
nel 1901 la popolazione era giunta a nibili sulla popolazione sono relativi al
640 unità. Nei primi decenni del Nove- 1991, quando contava 1468 abitanti.
cento continuò a crescere e nel 1951 Nel periodo successivo la popolazione
toccava i 700 abitanti. Nell’ultimo cin- si è tenuta costante; nel 2001 contava
quantennio il villaggio si è stabilizzato; 1453 abitanti.
nel 2001 la sua popolazione contava 730 Sassari. I primi dati disponibili sulla
abitanti. popolazione risalgono al 1324; a quella
Romana. I primi dati significativi sono data la città contava più di 1800 fuochi
quelli relativi al Parlamento del 1485, i per un totale di 7400 abitanti ed era il
primi disponibili dopo la concitata centro più popoloso della Sardegna.
fase delle guerre che caratterizzarono Altri dati significativi sono quelli rela-
tutto il XIV e buona parte del secolo tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
XV; a quella data la popolazione del sponibili dopo la concitata fase delle
villaggio contava circa 40 fuochi per guerre che caratterizzarono tutto il
un totale di 156 abitanti. A distanza di XIV e buona parte del secolo XV; a
un secolo, nel 1583, la popolazione era quella data la popolazione di Sassari
cresciuta, di fatto più che raddoppiata,
era cresciuta e contava circa 2500 fuo-
e contava più di 90 fuochi per un totale
chi per un totale di 10 000 abitanti. A
di 384 abitanti. Il bilancio demografico
distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
del secolo XVII, a causa delle epide-
lazione era cresciuta ancora e contava
mie di peste e delle carestie, non è po-
più di 2800 fuochi per un totale di
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
11 100 abitanti. Il bilancio demografico
riodo spagnolo, la popolazione era ca-
del secolo XVII, nonostante le epide-
lata e contava 308 abitanti. Nel 1728,
mie di peste e le carestie, è positivo:
all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
infatti nel 1698, alla fine del periodo
lazione era nuovamente cresciuta e
spagnolo, la popolazione contava
contava 364 abitanti. Nel periodo suc-
11 728 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
cessivo prese a crescere con continuità
periodo sabaudo, la popolazione era
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
sione perfetta’’, contava 611 abitanti. cresciuta e contava 13 723 abitanti.
Nei decenni successivi la popolazione Nel periodo successivo prese a cre-
continuò a crescere e nel 1861, anno scere con continuità e nel 1848, anno
della proclamazione del Regno d’Ita- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
lia, era di 702 abitanti. Nella seconda contava 23 743 abitanti. Nei decenni
metà del secolo XIX crebbe ancora, e successivi la popolazione ebbe ancora
nel 1901 arrivò a 881 unità. Nel corso un’ulteriore crescita e nel 1861, anno
dei primi decenni del Novecento la po- della proclamazione del Regno d’Ita-
polazione continuò a crescere e nel lia, era di 25 086 abitanti. Nella se-
1951 contava 967 abitanti. Nell’ultimo conda metà del secolo XIX nel 1901 ar-
cinquantennio la sua popolazione è ca- rivò a 38 268 unità. Nel corso dei primi
lata a causa dell’emigrazione; nel 2001 decenni del Novecento la popolazione
contava 638 abitanti. continuò a crescere e nel 1951 contava
Santa Maria Coghinas. Costituito come 70 137 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
comune autonomo nel 1980, preceden- tennio la sua popolazione ha conti-
temente il territorio era abitato da pa- nuato ad aumentare; nel 2001, pur
401
402
alla fine del periodo spagnolo, la popo- mento continuò, e nel 1901 arrivò a
lazione era calata e contava 765 abi- 1514 unità. Nel corso dei primi decenni
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo del Novecento la popolazione ebbe un
sabaudo, la popolazione era nuova- ulteriore deciso aumento e nel 1951
mente cresciuta e contava 1129 abi- contava 1856 abitanti. Nell’ultimo cin-
tanti. Nel periodo successivo prese a quantennio la sua popolazione ha
crescere con continuità e nel 1848, avuto un calo a causa dell’emigra-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zione; nel 2001 contava 7346 abitanti.
fetta’’, contava 1909 abitanti. Nei de- Sorso. I primi dati disponibili sulla po-
cenni successivi la popolazione regi- polazione risalgono al 1324; a quella
strò ancora una crescita e nel 1861, data il villaggio contava 212 fuochi per
anno della proclamazione del Regno un totale di 852 abitanti. Altri dati si-
d’Italia, era di 2060 abitanti. Nella se- gnificativi sono quelli relativi al Parla-
conda metà del secolo XIX crebbe ulte- mento del 1485, i primi disponibili
riormente, cosicché nel 1901 arrivò a dopo la concitata fase delle guerre che
3170 unità. Nel corso dei primi decenni caratterizzarono tutto il XIV e buona
del Novecento la popolazione ebbe un parte del secolo XV; a quella data la
ulteriore deciso aumento e nel 1951 popolazione del villaggio era calata e
contava 5210 abitanti. Nell’ultimo cin- contava circa 180 fuochi per un totale
quantennio la sua popolazione ha regi- di 780 abitanti. A distanza di un secolo,
strato un ulteriore aumento; nel 2001 nel 1583, la popolazione era cresciuta
contava 7346 abitanti. in modo notevole, era di fatto quasi
Siligo. I primi dati disponibili sulla po- quadruplicata e contava più di 700 fuo-
polazione risalgono al 1388; a quella chi per un totale di 2992 abitanti. Il bi-
data il villaggio contava 10 fuochi per lancio demografico del secolo XVII, a
un totale di 40 abitanti. Successiva- causa delle epidemie di peste e delle
mente si spopolò e rimase deserto per carestie, non è positivo: infatti nel
tutto il secolo XV; nel secolo XVI ri- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
prese a popolarsi e nel 1583 contava popolazione era calata e contava 1219
più di 150 fuochi per un totale di 632 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
abitanti. Il bilancio demografico del riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
secolo XVII, a causa delle epidemie di vamente cresciuta e contava 1740 abi-
peste e delle carestie, non è positivo: tanti. Nel periodo successivo prese a
infatti nel 1698, alla fine del periodo crescere con continuità e nel 1848,
spagnolo, la popolazione era calata e anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
contava 407 abitanti. Nel 1728, all’ini- fetta’’, contava 4113 abitanti. Nei de-
zio del periodo sabaudo, la popola- cenni successivi la popolazione regi-
zione era nuovamente cresciuta e con- strò un’ulteriore crescita e nel 1861,
tava 433 abitanti. Nel periodo succes- anno della proclamazione del Regno
sivo prese a crescere con continuità e d’Italia, era di 4305 abitanti. Nella se-
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione conda metà del secolo XIX la tendenza
perfetta’’, contava 858 abitanti. Nei de- continuò e nel 1901 arrivò a 6763 unità.
cenni successivi la popolazione regi- Nel corso dei primi decenni del Nove-
strò ancora una crescita e nel 1861, cento la popolazione ebbe un ulteriore
anno della proclamazione del Regno deciso aumento; nel 1951 contava 9200
d’Italia, era di 932 abitanti. Nella se- abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la
conda metà del secolo XIX l’incre- sua popolazione ha avuto un ulteriore
403
aumento; nel 2001 contava 14 153 abi- continuità e nel 1848, anno in cui si
tanti. ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
Stintino. Costituito come comune auto- 2763 abitanti. Nei decenni successivi
nomo nel 1980, era precedentemente la popolazione registrò ancora una cre-
abitato da gruppi di pescatori che veni- scita e nel 1861, anno della proclama-
vano censiti nella popolazione di Sas- zione del Regno d’Italia, era di 2946
sari. I primi dati disponibili risalgono abitanti. Nella seconda metà del se-
perciò al 1991: a quella data il villaggio colo XIX si sviluppò ulteriormente e
contava 1114 abitanti. In seguito la po- nel 1901 arrivò a 3715 unità. Nel corso
polazione è cresciuta, e nel 2001 con- dei primi decenni del Novecento la po-
tava 1229 abitanti. polazione ebbe un leggero calo e nel
Tergu. Costituito come comune auto- 1951 contava 3455 abitanti. Nell’ultimo
nomo nel 1980, era precedentemente cinquantennio la sua popolazione ha
abitato da gruppi di pastori che veni- avuto un’ulteriore diminuzione a
vano censiti con la popolazione di causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
Osilo e Castelsardo. I primi dati dispo- tava 3259 abitanti.
nibili sulla popolazione risalgono per- Tissi. I primi dati disponibili sulla po-
ciò al 1981: a quella data il villaggio polazione risalgono al 1358; a quella
contava 546 abitanti. In seguito la po- data il villaggio, contava 83 fuochi per
polazione è cresciuta, e nel 2001 con- un totale di 212 abitanti. Altri dati si-
tava 585 abitanti. gnificativi sono quelli relativi al Parla-
Thiesi. I primi dati disponibili sulla po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione risalgono al 1388; a quella dopo la concitata fase delle guerre che
data il villaggio era quasi spopolato, caratterizzarono tutto il secolo XIV e
contava 9 fuochi per un totale di 36 abi- buona parte del secolo XV; a quella
tanti. Altri dati significativi sono quelli data la popolazione del villaggio era
relativi al Parlamento del 1485, i primi notevolmente diminuita e contava
disponibili dopo la concitata fase delle circa 10 fuochi per un totale di 40 abi-
guerre che caratterizzarono tutto il tanti. In seguito si spopolò completa-
XIV e buona parte del secolo XV; a mente, e solo nel secolo XVII cominciò
quella data la popolazione del villaggio a essere nuovamente popolato. Il bi-
era aumentata notevolmente e contava lancio demografico del secolo XVII,
circa 120 fuochi per un totale di 500 nonostante le epidemie di peste e le
abitanti. A distanza di un secolo, nel carestie, è positivo: infatti nel 1698,
1583, la popolazione era cresciuta, di alla fine del periodo spagnolo, la popo-
fatto quasi triplicata, e contava più di lazione contava 200 abitanti. Nel 1728,
350 fuochi per un totale di 1448 abi- all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
tanti. Il bilancio demografico del se- lazione era ulteriormente cresciuta e
colo XVII, nonostante le epidemie di contava 316 abitanti. Nel periodo suc-
peste e le carestie, è positivo: infatti cessivo prese a crescere con continuità
nel 1698, alla fine del periodo spa- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
gnolo, la popolazione era ancora au- sione perfetta’’, contava 1096 abitanti.
mentata e contava 1661 abitanti. Nel Nei decenni successivi la popolazione
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la aumentò ancora e nel 1861, anno della
popolazione era leggermente dimi- proclamazione del Regno d’Italia, era
nuita e contava 1512 abitanti. Nel pe- di 1144 abitanti. Nella seconda metà
riodo successivo prese a crescere con del secolo XIX la popolazione si man-
404
tenne stabile e nel 1901 contava 1147 causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
unità. Nel corso dei primi decenni del tava 1055 abitanti.
Novecento la popolazione ebbe un no- Tula. I primi dati significativi sono
tevole aumento e nel 1951 contava 1520 quelli relativi al Parlamento del 1485,
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la i primi disponibili dopo la concitata
sua popolazione ha avuto un ulteriore fase delle guerre che caratterizzarono
aumento; nel 2001 contava 1769 abi- tutto il XIV e buona parte del secolo
tanti. XV; a quella data la popolazione del
Torralba. I primi dati disponibili sulla villaggio contava circa 15 fuochi per
popolazione risalgono al 1388; a quella un totale di 60 abitanti. A distanza di
data il villaggio era quasi spopolato, un secolo, nel 1583, la popolazione era
contava 7 fuochi per un totale di 28 abi- cresciuta; era di fatto più che sestupli-
tanti. Altri dati significativi sono quelli cata e contava più di 90 fuochi per un
relativi al Parlamento del 1485, i primi totale di 376 abitanti. Il bilancio demo-
disponibili dopo la concitata fase delle grafico del secolo XVII, a causa delle
guerre che caratterizzarono tutto il epidemie di peste e delle carestie, non
XIV e buona parte del secolo XV; a è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
quella data la popolazione del villaggio periodo spagnolo, la popolazione era
calata e contava 251 abitanti. Nel 1728,
era aumentata notevolmente e contava
all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
circa 106 fuochi per un totale di 424
lazione era cresciuta e contava 333 abi-
abitanti. A distanza di un secolo, nel
tanti. Nel periodo successivo prese a
1583, la popolazione era cresciuta, di
crescere con continuità e nel 1848,
fatto più che raddoppiata, e contava
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
più di 250 fuochi per un totale di 1064
fetta’’, contava 1041 abitanti. Nei de-
abitanti. Il bilancio demografico del
cenni successivi la popolazione regi-
secolo XVII, a causa delle epidemie di
strò un lieve calo e nel 1861, anno della
peste e delle carestie, non è positivo:
proclamazione del Regno d’Italia, era
infatti nel 1698, alla fine del periodo
di 1012 abitanti. Nella seconda metà
spagnolo, la popolazione era calata e
del secolo XIX continuò a crescere e
contava 619 abitanti. Nel 1728, all’ini- nel 1901 arrivò a 1374 unità. Nel corso
zio del periodo sabaudo, la popola- dei primi decenni del Novecento la po-
zione aveva ripreso a crescere e con- polazione ebbe un nuovo aumento e
tava 865 abitanti. Nel periodo succes- nel 1951 contava 2110 abitanti. Nell’ul-
sivo crebbe con continuità e nel 1848, timo cinquantennio la sua popolazione
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- ha avuto un calo a causa dell’emigra-
fetta’’, contava 1199 abitanti. Nei de- zione; nel 2001 contava 1653 abitanti.
cenni successivi la popolazione si man- Uri. I primi dati significativi sono
tenne stabile e nel 1861, anno della pro- quelli relativi al Parlamento del 1485;
clamazione del Regno d’Italia, era di a quella data la popolazione del villag-
1197 abitanti. Nella seconda metà del gio contava circa 10 fuochi per un to-
secolo XIX si stabilizzò, e nel 1901 ar- tale di 40 abitanti. A distanza di un se-
rivò a 1424 unità. Nel corso dei primi colo, nel 1583, la popolazione era cre-
decenni del Novecento ebbe un nuovo sciuta; era di fatto più che quadrupli-
aumento e nel 1951 contava 1610 abi- cata e contava più di 50 fuochi per un
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la totale di 192 abitanti. Il bilancio demo-
sua popolazione ha avuto un calo a grafico del secolo XVII, nonostante le
405
406
polazione si mantenne stabile; nel 2001 vistosamente e nel 1861, anno della
contava 1733 abitanti. proclamazione del Regno d’Italia, era
di 2837 abitanti. Nella seconda metà
del secolo XIX riprese a crescere e nel
1901 arrivò a contare 4985 unità. Nel
corso dei primi decenni del Novecento
la popolazione ebbe un nuovo aumento
e nel 1951 contava 5505 abitanti. Nel-
l’ultimo cinquantennio, invece, la sua
popolazione è diminuta a causa dell’e-
migrazione; nel 2001 contava 2615 abi-
tanti.
PROVINCIA DI NUORO
Aritzo. I primi dati disponibili sulla po-
polazione risalgono al 1388; a quella
data il villaggio contava 6 fuochi per
un totale di 24 abitanti. Altri dati signi-
ficativi sono quelli relativi al Parla-
mento del 1485, i primi disponibili
dopo la concitata fase delle guerre che
caratterizzarono tutto il XIV e buona
parte del secolo XV; a quella data la
Popolazione della Sardegna – Il popolazione del villaggio era aumen-
miglioramento delle condizioni di vita ha tata in modo notevole e contava circa
portato a un aumento della longevità.
90 fuochi per un totale di 364 abitanti. A
distanza di un secolo, nel 1583, era cre-
Villanova Monteleone. I primi dati si-
sciuta ancora, di fatto più che raddop-
gnificativi sono quelli relativi al Parla-
mento del 1485; a quella data la popo- piata, e contava più di 220 fuochi per
lazione del villaggio contava circa 40 un totale di 888 abitanti. Il bilancio de-
fuochi per un totale di 156 abitanti. A mografico del secolo XVII, nonostante
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- le epidemie di peste e le carestie, è po-
lazione era cresciuta, di fatto più che sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
raddoppiata, e contava più di 90 fuochi riodo spagnolo, la popolazione era cre-
per un totale di 384 abitanti. Il bilancio sciuta e contava 1003 abitanti. Nel
demografico del secolo XVII, nono- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
stante le epidemie di peste e le care- popolazione era cresciuta ancora e
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla contava 1261 abitanti. Nel periodo suc-
fine del periodo spagnolo, la popola- cessivo la popolazione continuò a cre-
zione era cresciuta notevolmente e scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
contava 1269 abitanti. Nel 1728, all’ini- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1818 abi-
zio del periodo sabaudo, la popola- tanti. Nei decenni successivi confermò
zione era ancora cresciuta e contava la tendenza e nel 1861, anno della pro-
1968 abitanti. Nel periodo successivo clamazione del Regno d’Italia, contava
prese a crescere con continuità e nel 1932 abitanti. Nella seconda metà del
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione secolo XIX la popolazione si mantenne
perfetta’’, contava 4212 abitanti. Nei stabile; nel 1901 contava 1931 unità.
decenni posteriori la popolazione calò Nel corso dei primi decenni del Nove-
407
cento riprese a crescere; nel 1951 con- fase delle guerre che caratterizzarono
tava 2411 abitanti. Nell’ultimo cin- tutto il XIV e buona parte del secolo
quantennio la popolazione è forte- XV; a quella data la popolazione del
mente diminuita; nel 2001 contava villaggio contava circa 20 fuochi per
1522 abitanti. un totale di 84 abitanti. A distanza di
Atzara. I primi dati disponibili sulla un secolo, nel 1583, la popolazione era
popolazione risalgono al 1388; a quella cresciuta ancora, di fatto più che qua-
data il villaggio contava 9 fuochi per un druplicata, e contava più di 140 fuochi
totale di 36 abitanti. Altri dati significa- per un totale di 368 abitanti. Il bilancio
tivi sono quelli relativi al Parlamento demografico del secolo XVII, a causa
del 1485, i primi disponibili dopo la delle epidemie di peste e delle care-
concitata fase delle guerre che caratte- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
rizzarono tutto il XIVe buona parte del alla fine del periodo spagnolo, la popo-
secolo XV; a quella data la popolazione lazione era calata e contava 253 abi-
del villaggio era aumentata e contava tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
circa 50 fuochi per un totale di 200 abi- sabaudo, la popolazione era stabile,
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, con 255 abitanti. Nel periodo succes-
la popolazione era cresciuta ancora, di sivo la popolazione continuò a cre-
fatto più che raddoppiata, e contava scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
più di 140 fuochi per un totale di 568 ‘‘fusione perfetta’’, contava 617 abi-
abitanti. Il bilancio demografico del tanti. Nei decenni successivi confermò
secolo XVII, nonostante le epidemie la tendenza e nel 1861, anno della pro-
di peste e le carestie, è positivo: infatti clamazione del Regno d’Italia, contava
nel 1698, alla fine del periodo spa- 628 abitanti. Nella seconda metà del
gnolo, la popolazione era cresciuta e secolo XIX la popolazione continuò a
contava 894 abitanti. Nel 1728, all’ini- crescere e nel 1901 contava 754 unità.
zio del periodo sabaudo, la popola- Nel corso dei primi decenni del Nove-
zione era lievemente diminuita e con- cento ebbe un ulteriore aumento; nel
tava 837 abitanti. Nel periodo succes- 1951 contava 1228 abitanti. Nell’ultimo
sivo la popolazione riprese a crescere cinquantennio la popolazione ha avuto
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- un calo a causa dell’emigrazione; nel
sione perfetta’’, contava 1411 abitanti. 2001 contava 975 abitanti.
Nei decenni successivi confermò la Belvı̀. I primi dati disponibili sulla po-
tendenza e nel 1861, anno della procla- polazione risalgono al 1388; a quella
mazione del Regno d’Italia, contava data il villaggio contava 6 fuochi per
1509 abitanti. Nella seconda metà del un totale di 24 abitanti. Altri dati signi-
secolo XIX la popolazione ebbe un calo ficativi sono quelli relativi al Parla-
e nel 1901 contava 1455 unità. Nel corso mento del 1485, i primi disponibili
dei primi decenni del Novecento ebbe dopo la concitata fase delle guerre che
invece un aumento; nel 1951 contava caratterizzarono tutto il XIV e buona
1595 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- parte del secolo XV; a quella data la
nio la popolazione ha avuto un calo a popolazione del villaggio era aumen-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- tata e contava circa 22 fuochi per un
tava 1331 abitanti. totale di 88 abitanti. A distanza di un
Austis. I primi dati significativi sono secolo, nel 1583, la popolazione era
quelli relativi al Parlamento del 1485, cresciuta ancora, di fatto più che rad-
i primi disponibili dopo la concitata doppiata, e contava 55 fuochi per un
408
409
proclamazione del Regno d’Italia, con- nel 1951 contava 4494 abitanti. Nell’ul-
tava 2882 abitanti. Nella seconda metà timo cinquantennio la popolazione è
del secolo XIX la popolazione conti- diminuita a causa dell’emigrazione;
nuò ad aumentare; nel 1901 contava nel 2001 contava 3342 abitanti.
4566 unità. Nel corso dei primi decenni Borore. I primi dati disponibili sulla
del Novecento ebbe un nuovo au- popolazione risalgono al 1388; a quella
mento; nel 1951 contava 5829 abitanti. data il villaggio contava quasi 12 fuochi
Nell’ultimo cinquantennio la popola- per un totale di 48 abitanti. Altri dati
zione è fortemente diminuita a causa significativi sono quelli relativi al Par-
dell’emigrazione; nel 2001 contava lamento del 1485, i primi disponibili
3553 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Bolotana. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio contava quasi 20 fuochi popolazione del villaggio era aumen-
per un totale di 76 abitanti. Altri dati tata e contava 70 fuochi per un totale
significativi sono quelli relativi al Par- di 276 abitanti. A distanza di un secolo,
lamento del 1485, i primi disponibili nel 1583, la popolazione era cresciuta
dopo la concitata fase delle guerre che ancora, di fatto quasi raddoppiata, e
caratterizzarono tutto il XIV e buona contava quasi 120 fuochi per un totale
parte del secolo XV; a quella data la di 516 abitanti. Il bilancio demografico
popolazione del villaggio era aumen- del secolo XVII, a causa delle epide-
tata sensibilmente e contava 124 fuochi mie di peste e delle carestie, non è po-
per un totale di 496 abitanti. A distanza sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
di un secolo, nel 1583, la popolazione riodo spagnolo, la popolazione era di-
era cresciuta ancora, di fatto più che minuita e contava 246 abitanti. Nel
triplicata, e contava quasi 400 fuochi 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
per un totale di 1664 abitanti. Il bilan- popolazione ebbe un sensibile au-
cio demografico del secolo XVII, a mento; contava 486 abitanti. Nel pe-
causa delle epidemie di peste e delle riodo successivo la popolazione comin-
carestie, non è positivo: infatti nel ciò a crescere con rapidità e nel 1848,
1698, alla fine del periodo spagnolo, la anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
popolazione era diminuita e contava fetta’’, contava 1812 abitanti. Nei de-
801 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- cenni successivi registrò un ulteriore
riodo sabaudo, la popolazione regi- aumento e nel 1861, anno della procla-
strava un fortissimo aumento, con mazione del Regno d’Italia, contava
2023 abitanti. Nel periodo successivo 2024 abitanti. Nella seconda metà del
si mantenne stazionaria e nel 1848, secolo XIX la popolazione rimase sta-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zionaria; nel 1901 contava 2005 unità.
fetta’’, contava 2032 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi registrò un ulteriore cento ebbe un nuovo aumento: nel 1951
aumento e nel 1861, anno della procla- contava 2917 abitanti. Nell’ultimo cin-
mazione del Regno d’Italia, contava quantennio la popolazione è diminuita
2782 abitanti. Nella seconda metà del a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
secolo XIX la popolazione continuò ad tava 2408 abitanti.
aumentare; nel 1901 contava 3546 Bortigali. I primi dati disponibili sulla
unità. Nel corso dei primi decenni del popolazione risalgono al 1388; a quella
Novecento ebbe un nuovo aumento; data il villaggio contava quasi 20 fuochi
410
per un totale di 60 abitanti. Altri dati quella data la popolazione del villaggio
significativi sono quelli relativi al Par- era aumentata notevolmente e contava
lamento del 1485, i primi disponibili 60 fuochi per un totale di 240 abitanti. A
dopo la concitata fase delle guerre che distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
caratterizzarono tutto il XIV e buona lazione era cresciuta ancora e contava
parte del secolo XV; a quella data la quasi 120 fuochi per un totale di 400
popolazione del villaggio era aumen- abitanti. Il bilancio demografico del
tata notevolmente e contava 120 fuochi secolo XVII, nonostante le epidemie
per un totale di 524 abitanti. A distanza di peste e le carestie, è positivo: infatti
di un secolo nel 1583 la popolazione era nel 1698, alla fine del periodo spa-
cresciuta ancora, di fatto raddoppiata, gnolo, la popolazione era aumentata e
e contava quasi 250 fuochi per un totale contava 927 abitanti. Nel 1728, all’ini-
di 1080 abitanti. Il bilancio demogra- zio del periodo sabaudo, la popola-
fico del secolo XVII, a causa delle epi- zione ebbe un aumento ulteriore e con-
demie di peste e delle carestie, non è tava 1277 abitanti. Nel periodo succes-
positivo: infatti nel 1698, alla fine del sivo la popolazione continuò a cre-
periodo spagnolo, la popolazione era scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
diminuita e contava 490 abitanti. Nel ‘‘fusione perfetta’’, contava 1798 abi-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la tanti. Nei decenni successivi registrò
popolazione ebbe un aumento signifi- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
cativo, tanto da contare 1346 abitanti. della proclamazione del Regno d’Ita-
Nel periodo successivo la popolazione lia, contava 1806 abitanti. Nella se-
cominciò a crescere con continuità e conda metà del secolo XIX la tendenza
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione positiva si confermò; nel 1901 contava
perfetta’’, contava 2596 abitanti. Nei 2534 unità. Nel corso dei primi decenni
decenni successivi registrò un ulte- del Novecento ebbe un aumento note-
riore aumento e nel 1861, anno della vole, e di fatto raddoppiò: nel 1951 con-
proclamazione del Regno d’Italia, con- tava 4077 abitanti. Nell’ultimo cin-
tava 2718 abitanti. Nella seconda metà quantennio la popolazione è diminuita
del secolo XIX la tendenza positiva ri- a causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
mase confermata; nel 1901 contava tava 2954 abitanti.
3014 unità. Nel corso dei primi decenni Dorgali. I primi dati disponibili sulla
del Novecento ebbe invece un discreto popolazione risalgono al 1324; a quella
calo: nel 1951 contava 2795 abitanti. data il villaggio contava 70 fuochi per
Nell’ultimo cinquantennio la popola- un totale di 272 abitanti. Altri dati si-
zione è diminuita ancora a causa del- gnificativi sono quelli relativi al Parla-
l’emigrazione; nel 2001 contava 1606 mento del 1485, i primi disponibili
abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Desulo. I primi dati disponibili sulla caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione risalgono al 1388; a quella parte del secolo XV; a quella data la
data il villaggio era semispopolato e popolazione del villaggio era aumen-
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- tata e contava quasi 90 fuochi per un
tanti. Altri dati significativi sono quelli totale di 352 abitanti. A distanza di un
relativi al Parlamento del 1485, i primi secolo, nel 1583, la popolazione era
disponibili dopo la concitata fase delle cresciuta ancora, di fatto più che rad-
guerre che caratterizzarono tutto il doppiata, e contava quasi 210 fuochi
XIV e buona parte del secolo XV; a per un totale di 856 abitanti. Il bilancio
411
demografico del secolo XVII, nono- ebbe un deciso aumento e arrivò a 728
stante le epidemie di peste e le care- abitanti. Nel periodo successivo si
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla mantenne stabile e nel 1848, anno in
fine del periodo spagnolo, la popola- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
zione era aumentata sensibilmente e tava ancora 730 abitanti. Nei decenni
contava 2046 abitanti. Nel 1728, all’ini- successivi registrò un ulteriore piccolo
zio del periodo sabaudo, ebbe un au- calo e nel 1861, anno della proclama-
mento ulteriore e contava 2644 abi- zione del Regno d’Italia, contava 622
tanti. Nel periodo successivo continuò abitanti. Nella seconda metà del se-
a crescere e nel 1848, anno in cui si colo XIX la popolazione riprese a sa-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava lire; nel 1901 contava 730 unità. Nel
3499 abitanti. Nei decenni successivi corso dei primi decenni del Novecento
registrò un ulteriore aumento e nel ebbe ancora un aumento e nel 1951
1861, anno della proclamazione del Re- contava 954 abitanti. Nell’ultimo cin-
gno d’Italia, contava 3684 abitanti. quantennio, invece, la popolazione ha
Nella seconda metà del secolo XIX la avuto un calo a causa dell’emigra-
tendenza positiva rimase confermata; zione; nel 2001 contava 794 abitanti.
nel 1901 contava 5200 unità. Nel corso Fonni. I primi dati disponibili sulla po-
dei primi decenni del Novecento ebbe polazione risalgono al 1388; a quella
ancora un aumento; nel 1951 contava data il villaggio contava 10 fuochi per
6721 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- un totale di 40 abitanti. Altri dati signi-
nio la popolazione ha continuato ad au- ficativi sono quelli relativi al Parla-
mentare in conseguenza dello sviluppo mento del 1485, i primi disponibili
delle attività turistiche; nel 2001 con- dopo la concitata fase delle guerre che
tava 8178 abitanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Dualchi. I primi dati disponibili sulla parte del secolo XV; a quella data la
popolazione risalgono al 1388; a quella popolazione del villaggio era aumen-
data il villaggio contava 8 fuochi per un tata notevolmente, di fatto più che de-
totale di 32 abitanti. Altri dati significa- cuplicata, e contava quasi 150 fuochi
tivi sono quelli relativi al Parlamento per un totale di 600 abitanti. A distanza
del 1485, i primi disponibili dopo la di un secolo, nel 1583, la popolazione
concitata fase delle guerre che caratte- era cresciuta ancora, di fatto più che
rizzarono tutto il XIVe buona parte del sestuplicata, e contava più di 920 fuo-
secolo XV; a quella data la popolazione chi per un totale di 3968 abitanti. Il bi-
del villaggio era aumentata e contava lancio demografico del secolo XVII, a
quasi 40 fuochi per un totale di 156 abi- causa delle epidemie di peste e delle
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, carestie, non è positivo: infatti nel
la popolazione era cresciuta ancora, di 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
fatto quasi triplicata, e contava più di popolazione era calata sensibilmente
100 fuochi per un totale di 408 abitanti. e contava 1277 abitanti. Nel 1728, all’i-
Il bilancio demografico del secolo nizio del periodo sabaudo, la popola-
XVII, a causa delle epidemie di peste zione ebbe un discreto aumento e con-
e delle carestie, non è positivo: infatti tava 1406 abitanti. Nel periodo succes-
nel 1698, alla fine del periodo spa- sivo la popolazione continuò a cre-
gnolo, la popolazione era calata e con- scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la
tava 199 abitanti. Nel 1728, all’inizio ‘‘fusione perfetta’’, contava 3228 abi-
del periodo sabaudo, la popolazione tanti. Nei decenni successivi registrò
412
413
cresciuta notevolmente, di fatto più alla fine del periodo spagnolo, la popo-
che sestuplicata, e contava più di 620 lazione era calata e contava 318 abi-
fuochi per un totale di 2532 abitanti. Il tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
bilancio demografico del secolo XVII, sabaudo, la popolazione registrava in-
a causa delle epidemie di peste e delle vece un piccolo aumento, con 333 abi-
carestie, non è positivo: infatti nel tanti. Nel periodo successivo continuò
1698, alla fine del periodo spagnolo, la a crescere con continuità e nel 1848,
popolazione era sensibilmente calata anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
e contava 794 abitanti. Nel 1728, all’ini- fetta’’, contava 586 abitanti. Nei de-
zio del periodo sabaudo, la popola- cenni successivi ebbe un ulteriore pic-
zione ebbe un aumento e contava 876 colo aumento e nel 1861, anno della
abitanti. Nel periodo successivo la po- proclamazione del Regno d’Italia, con-
polazione continuò a crescere con con- tava 633 abitanti. Nella seconda metà
tinuità e nel 1848, anno in cui si ebbe la del secolo XIX la popolazione conti-
‘‘fusione perfetta’’, contava 1451 abi- nuò a salire; nel 1901 contava 869 unità.
tanti. Nei decenni successivi registrò Nel corso dei primi decenni del Nove-
un ulteriore piccolo aumento e nel cento ebbe ancora un aumento; nel
1861, anno della proclamazione del Re- 1951 contava 1745 abitanti. Nell’ultimo
gno d’Italia, contava 1602 abitanti. cinquantennio la popolazione è cre-
Nella seconda metà del secolo XIX la sciuta ulteriormente; nel 2001 contava
popolazione continuò a salire e nel 2300 abitanti.
1901 contava 2174 unità. Nel corso dei Lei. I primi dati disponibili sulla popo-
primi decenni del Novecento, ebbe an- lazione sono relativi al 1388; a quella
cora un aumento; nel 1951 contava 3622 data il villaggio aveva 7 fuochi e una
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la popolazione complessiva di 28 abi-
popolazione ha avuto un calo a causa tanti. Altri dati significativi sono quelli
dell’emigrazione; nel 2001 contava riferiti al Parlamento del 1485, i primi
2979 abitanti. disponibili dopo la concitata fase delle
Irgoli. I primi dati disponibili sulla po- guerre che caratterizzarono tutto il
polazione sono relativi al 1324; a quella XIV e buona parte del secolo XV; a
data il villaggio aveva 200 fuochi e una quella data la popolazione del villaggio
popolazione complessiva di 800 abi- contava 27 fuochi per un totale di 116
tanti. Altri dati significativi sono quelli abitanti. A distanza di un secolo, nel
riferiti al Parlamento del 1485, i primi 1583, la popolazione era cresciuta, di
disponibili dopo la concitata fase delle fatto quasi raddoppiata, e contava più
guerre che caratterizzarono tutto il di 50 fuochi per un totale di 204 abi-
XIV e buona parte del secolo XV; a tanti. Il bilancio demografico del se-
quella data la popolazione del villaggio colo XVII, a causa delle epidemie di
contava 50 fuochi per un totale di 200 peste e delle carestie, non è positivo:
abitanti. A distanza di un secolo, nel infatti nel 1698, alla fine del periodo
1583, la popolazione era cresciuta no- spagnolo, la popolazione era calata no-
tevolmente, di fatto più che raddop- tevolmente e contava ormai soltanto 39
piata, e contava più di 121 fuochi per abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe-
un totale di 484 abitanti. Il bilancio de- riodo sabaudo, cominciò ad aumen-
mografico del secolo XVII, a causa tare, con 163 abitanti. Nel periodo suc-
delle epidemie di peste e delle care- cessivo la popolazione crebbe ancora
stie, non è positivo: infatti nel 1698, con continuità e nel 1848, anno in cui
414
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava corso dei primi decenni del Novecento
393 abitanti. Nei decenni successivi ebbe ancora un aumento; nel 1951 era
ebbe un ulteriore piccolo aumento e praticamente raddoppiata, contava
nel 1861, anno della proclamazione 523 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
del Regno d’Italia, contava 404 abi- nio la popolazione si è mantenuta sta-
tanti. Nella seconda metà del secolo bile; nel 2001 contava 539 abitanti.
XIX la popolazione continuò a salire; Lodé. I primi dati disponibili sulla po-
nel 1901 contava 497 unità. Nel corso polazione sono relativi al 1324; a quella
dei primi decenni del Novecento ebbe data il villaggio aveva 100 fuochi e una
ancora un aumento; nel 1951 contava popolazione complessiva di 400 abi-
724 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- tanti. Altri dati significativi sono quelli
nio la popolazione è diminuita a causa riferiti al Parlamento del 1485, i primi
dell’emigrazione; nel 2001 contava 667 disponibili dopo la concitata fase delle
abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Loculi. I primi dati disponibili sulla po- XIV e buona parte del secolo XV; a
polazione sono relativi al 1317; a quella quella data la popolazione del villaggio
data il villaggio aveva 34 fuochi e una era diminuita, contava 35 fuochi per un
popolazione complessiva di 144 abi- totale di 152 abitanti. Ma a distanza di
tanti. Altri dati significativi sono quelli un secolo, nel 1583, la popolazione era
riferiti al Parlamento del 1485, i primi notevolmente cresciuta, di fatto più
disponibili dopo la concitata fase delle che triplicata, e contava più di 120 fuo-
guerre che caratterizzarono tutto il chi per un totale di 480 abitanti. Il bi-
XIV e buona parte del secolo XV; a lancio demografico del secolo XVII, a
quella data la popolazione del villaggio causa delle epidemie di peste e delle
contava 23 fuochi per un totale di 92 carestie, non è positivo: infatti nel
abitanti. A distanza di un secolo, nel 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
1583, la popolazione era cresciuta, di popolazione era calata notevolmente e
fatto più che triplicata, e contava più contava 139 abitanti. Nel 1728, all’ini-
di 80 fuochi per un totale di 340 abi- zio del periodo sabaudo, con 138 abi-
tanti. Il bilancio demografico del se- tanti, la situazione non era migliorata.
colo XVII, a causa delle epidemie di Ma nel periodo successivo la popola-
peste e delle carestie, non è positivo: zione prese a crescere con regolarità e
infatti nel 1698, alla fine del periodo nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
spagnolo, la popolazione era calata no- perfetta’’, contava 1010 abitanti. Nei
tevolmente e contava 167 abitanti. Ma decenni successivi registrò un piccolo
nel 1728, all’inizio del periodo sa- calo e nel 1861, anno della proclama-
baudo, la popolazione registrava un zione del Regno d’Italia, contava 937
aumento, con 203 abitanti. Nel periodo abitanti. Nella seconda metà del se-
successivo continuò a crescere e nel colo XIX la popolazione riprese a cre-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione scere; nel 1901 contava 1524 unità. Nel
perfetta’’, contava 221 abitanti. Nei de- corso dei primi decenni del Novecento
cenni successivi registrò un piccolo ebbe ancora un aumento; nel 1951 era
calo e nel 1861, anno della proclama- praticamente raddoppiata, contava
zione del Regno d’Italia, contava 208 3118 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
abitanti. Nella seconda metà del se- nio la popolazione ha avuto un drastico
colo XIX la popolazione riprese a cre- calo a causa dell’emigrazione; nel 2001
scere; nel 1901 contava 291 unità. Nel contava 539 abitanti.
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peste e delle carestie, non è positivo: contava 629 abitanti. Nel 1728, all’ini-
infatti nel 1698, alla fine del periodo zio del periodo sabaudo, la popola-
spagnolo, la popolazione era calata no- zione aveva ripreso a crescere e con-
tevolmente e contava 505 abitanti; la tava 1109 abitanti. Nel periodo succes-
tendenza continuava, e nel 1728, all’i- sivo la crescita assunse un ritmo rego-
nizio del periodo sabaudo, contava an- lare e nel 1848, anno in cui si ebbe la
cora 519 abitanti. Nel periodo succes- ‘‘fusione perfetta’’, contava 1743 abi-
sivo la popolazione prese a crescere tanti. Nei decenni successivi registrò
con regolarità e nel 1848, anno della un ulteriore aumento e nel 1861, anno
‘‘fusione perfetta’’, era praticamente della proclamazione del Regno d’Ita-
quadruplicata e contava 2036 abitanti. lia, contava 1875 abitanti. Nella se-
Nei decenni successivi ebbe un ulte- conda metà del secolo XIX la popola-
riore aumento e nel 1861, anno della zione continuò a crescere; nel 1901
proclamazione del Regno d’Italia, con- contava 2253 unità. Nel corso dei primi
tava 2269 abitanti. Nella seconda metà decenni del Novecento il villaggio si
del secolo XIX la popolazione conti- sviluppò ulteriormente; nel 1951 con-
nuò a crescere; nel 1901 contava 3484 tava 3099 abitanti. Nell’ultimo cin-
unità. Nel corso dei primi decenni del quantennio la popolazione ha avuto
Novecento il villaggio continuò a svi- un calo a causa dell’emigrazione; nel
lupparsi; nel 1951 la popolazione era 2001 contava 2605 abitanti.
nuovamente raddoppiata, e contava Meana Sardo. I primi dati disponibili
6674 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- sulla popolazione sono relativi al 1388;
nio la popolazione ha continuato a cre- a quella data il villaggio era quasi spo-
scere intensamente; nel 2001 contava polato aveva 6 fuochi e una popola-
11 348 abitanti. zione complessiva di 24 abitanti. Altri
Mamoiada. I primi dati disponibili dati significativi sono quelli riferiti al
sulla popolazione sono relativi al 1388; Parlamento del 1485, i primi disponi-
a quella data il villaggio aveva 10 fuo- bili dopo la concitata fase delle guerre
chi e una popolazione complessiva di che caratterizzarono tutto il XIV e
40 abitanti. Altri dati significativi sono buona parte del secolo XV; a quella
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i data la popolazione del villaggio era
primi disponibili dopo la concitata aumentata notevolmente, contava
fase delle guerre che caratterizzarono quasi 90 fuochi per un totale di 340 abi-
tutto il XIV e buona parte del secolo tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
XV; a quella data la popolazione del la popolazione era cresciuta enorme-
villaggio era aumentata notevolmente, mente e contava 220 fuochi per un to-
contava 160 fuochi per un totale di 648 tale di 900 abitanti. Il bilancio demo-
abitanti. A distanza di un secolo, nel grafico del secolo XVII, nonostante le
1583, la popolazione era cresciuta epidemie di peste e le carestie, è posi-
enormemente, praticamente più che tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
quintuplicata, e contava più di 820 fuo- riodo spagnolo, la popolazione era au-
chi per un totale di 3428 abitanti. Il bi- mentata e contava 979 abitanti. Ma nel
lancio demografico del secolo XVII, a 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
causa delle epidemie di peste e delle era calata; contava 714 abitanti. Nel
carestie, non è positivo: infatti nel periodo successivo la popolazione
1698, alla fine del periodo spagnolo, la prese a crescere con regolarità e nel
popolazione era calata notevolmente e 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
417
perfetta’’, era praticamente raddop- crescere; nel 1901 contava 590 unità.
piata e contava 1457 abitanti. Nei de- Nel corso dei primi decenni del Nove-
cenni successivi registrò un ulteriore cento il villaggio continuò a svilup-
aumento e nel 1861, anno della procla- parsi; nel 1951 contava 692 abitanti.
mazione del Regno d’Italia, contava Nell’ultimo cinquantennio la popola-
1760 abitanti. Nella seconda metà del zione ha avuto un calo a causa dell’emi-
secolo XIX la popolazione continuò a grazione; nel 2001 contava 387 abitanti.
crescere; nel 1901 contava 2119 unità. Nuoro. I primi dati disponibili sulla po-
Nel corso dei primi decenni del Nove- polazione sono relativi al 1388; a quella
cento il villaggio continuò a svilup- data aveva 9 fuochi e una popolazione
parsi; nel 1951 contava 2597 abitanti. complessiva di 36 abitanti. Altri dati si-
Ma nell’ultimo cinquantennio la popo- gnificativi sono quelli riferiti al Parla-
lazione ha avuto un calo a causa dell’e- mento del 1485, i primi disponibili
migrazione; nel 2001 contava 2033 abi- dopo la concitata fase delle guerre che
tanti. caratterizzarono tutto il XIV e buona
Noragugume. I primi dati disponibili parte del secolo XV; a quella data la
sulla popolazione sono relativi al 1388; popolazione della città era aumentata
a quella data il villaggio aveva 9 fuochi enormemente: contava quasi 400 fuo-
e una popolazione complessiva di 36 chi per un totale di 1500 abitanti. A di-
abitanti. Altri dati significativi sono stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i zione era cresciuta ancora, pratica-
primi disponibili dopo la concitata mente raddoppiata, e contava 800 fuo-
fase delle guerre che caratterizzarono chi per un totale di 3304 abitanti. Il bi-
tutto il XIV e buona parte del secolo lancio demografico del secolo XVII, a
XV; a quella data la popolazione del causa delle epidemie di peste e delle
villaggio era aumentata contava quasi carestie, non è positivo: infatti nel
42 fuochi per un totale di 172 abitanti. A 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- popolazione era calata e contava 2104
lazione era cresciuta enormemente, abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
praticamente raddoppiata, e contava riodo sabaudo, la popolazione era ca-
80 fuochi per un totale di 344 abitanti. lata ulteriormente e contava 1170 abi-
Il bilancio demografico del secolo tanti. Nel periodo successivo la popo-
XVII, a causa delle epidemie di peste lazione prese a crescere con regolarità
e delle carestie, non è positivo: infatti e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
nel 1698, alla fine del periodo spa- sione perfetta’’, era quasi quadrupli-
gnolo, la popolazione era calata e con- cata e contava 4512 abitanti. Nei de-
tava 168 abitanti. Nel 1728, all’inizio cenni successivi era ancora aumentata
del periodo sabaudo, invece era cre- e nel 1861, anno della proclamazione
sciuta e contava 258 abitanti. Nel pe- del Regno d’Italia, contava 5003 abi-
riodo successivo prese ad aumentare tanti. Nella seconda metà del secolo
con regolarità e nel 1848, anno in cui si XIX la popolazione continuò a cre-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 549 scere; nel 1901 contava 7272 unità. Nel
abitanti. Nei decenni successivi si era corso dei primi decenni del Nove-
stabilizzata e nel 1861, anno della pro- cento, con la costituzione, nel 1927,
clamazione del Regno d’Italia, contava della provincia, la città si sviluppò a
540 abitanti. Nella seconda metà del ritmo accelerato: nel 1951 contava
secolo XIX la popolazione riprese a 16 949 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
418
419
tata e contava 93 fuochi per un totale di peste e delle carestie, non è positivo:
376 abitanti. A distanza di un secolo nel infatti nel 1698, alla fine del periodo
1583 la popolazione era cresciuta in spagnolo, la popolazione era calata e
modo notevole, praticamente quintu- contava 154 abitanti. Nel 1728, all’ini-
plicata, e contava 452 fuochi per un to- zio del periodo sabaudo, la popola-
tale di 1808 abitanti. Il bilancio demo- zione, ulteriormente diminuita, era
grafico del secolo XVII, a causa delle scesa sino a 50 abitanti. Nel periodo
epidemie di peste e delle carestie, non successivo la popolazione prese a cre-
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del scere con regolarità e nel 1848, anno in
periodo spagnolo, la popolazione era cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
notevolmente calata e contava 753 abi- tava 198 abitanti. Nei decenni succes-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo sivi continuò a crescere e nel 1861,
sabaudo, la popolazione era nuova- anno della proclamazione del Regno
mente cresciuta e contava 804 abitanti. d’Italia, contava 219 abitanti. Nella se-
Nel periodo successivo la popolazione conda metà del secolo XIX la popola-
prese a crescere con regolarità e nel zione continuò a crescere; nel 1901 era
1848, l’anno della ‘‘fusione perfetta’’, più che raddoppiata, sicché contava
contava 1157 abitanti. Nei decenni suc- 487 unità. Nel corso dei primi decenni
cessivi si mantenne stabile e nel 1861, del Novecento il villaggio continuò a
anno della proclamazione del Regno svilupparsi; nel 1951 contava 1170 abi-
d’Italia, contava 1113 abitanti. Nella tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
seconda metà del secolo XIX la popo- polazione è invece calata vertiginosa-
lazione riprese a crescere; nel 1901 mente a causa dell’emigrazione; nel
contava 1396 unità. Nel corso dei primi 2001 contava 479 abitanti.
decenni del Novecento continuò a svi- Onifai. I primi dati disponibili sulla po-
lupparsi; nel 1951 contava 1736 abi- polazione sono relativi al 1317; a quella
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- data il villaggio aveva 54 fuochi e una
polazione è invece calata a causa del- popolazione complessiva di 216 abi-
l’emigrazione; nel 2001 contava 1063 tanti. Altri dati significativi sono quelli
abitanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Onanı̀. I primi dati disponibili sulla po- disponibili dopo la concitata fase delle
polazione sono relativi al 1388; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio aveva 11 fuochi e una XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione complessiva di 44 abi- quella data la popolazione era dimi-
tanti. Altri dati significativi sono quelli nuita e contava 31 fuochi per un totale
riferiti al Parlamento del 1485, i primi di 124 abitanti. A distanza di un secolo,
disponibili dopo la concitata fase delle nel 1583, la popolazione era nuova-
guerre che caratterizzarono tutto il mente cresciuta; praticamente rad-
XIV e buona parte del secolo XV; a doppiata, contava 70 fuochi per un to-
quella data la popolazione era aumen- tale di 284 abitanti. Il bilancio demo-
tata e contava 31 fuochi per un totale di grafico del secolo XVII, a causa delle
124 abitanti. A distanza di un secolo, epidemie di peste e delle carestie, non
nel 1583, la popolazione era cresciuta; è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
praticamente era raddoppiata, e con- periodo spagnolo, la popolazione era
tava 73 fuochi per un totale di 292 abi- calata e contava 122 abitanti. Nel 1728,
tanti. Il bilancio demografico del se- all’inizio del periodo sabaudo, era nuo-
colo XVII, a causa delle epidemie di vamente cresciuta e contava 207 abi-
420
tanti. Nel periodo successivo la popo- unità. Nel corso dei primi decenni del
lazione prese a crescere con regolarità Novecento il villaggio continuò a svi-
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- lupparsi; nel 1951 contava 1103 abi-
sione perfetta’’, contava 411 abitanti. tanti. Nell’ultimo cinquantennio, in-
Nella seconda metà del secolo XIX vece, la popolazione è calata a causa
continuò a crescere; nel 1901 contava dell’emigrazione; nel 2001 contava 972
446 unità. Nel corso dei primi decenni abitanti.
del Novecento il villaggio continuò a Orani. I primi dati disponibili sulla po-
svilupparsi; nel 1951 contava 876 abi- polazione sono relativi al 1388; a quella
tanti. Nell’ultimo cinquantennio; in- data il villaggio aveva 13 fuochi e una
vece, la popolazione è calata a causa popolazione complessiva di 52 abi-
dell’emigrazione; nel 2001 contava 767 tanti. Altri dati significativi sono quelli
abitanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Oniferi. I primi dati disponibili sulla disponibili dopo la concitata fase delle
popolazione sono relativi al 1388; a guerre che caratterizzarono tutto il
quella data il villaggio aveva 10 fuochi XIV e buona parte del secolo XV; a
e una popolazione complessiva di 40 quella data il villaggio era divenuto ca-
abitanti. Altri dati significativi sono poluogo dell’omonimo feudo, cosicché
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i la popolazione era aumentata e con-
primi disponibili dopo la concitata tava 350 fuochi per un totale di 1500
fase delle guerre che caratterizzarono abitanti. A distanza di un secolo, nel
tutto il XIV e buona parte del secolo 1583, la popolazione, cresciuta ulte-
XV; a quella data la popolazione era riormente, contava 600 fuochi per un
aumentata e contava 29 fuochi per un totale di 2484 abitanti. Il bilancio de-
totale di 116 abitanti. A distanza di un mografico del secolo XVII, a causa
secolo, nel 1583, la popolazione era delle epidemie di peste e delle care-
cresciuta; praticamente quintuplicata, stie, non è positivo; infatti nel 1698,
contava 162 fuochi per un totale di 656 alla fine del periodo spagnolo, la popo-
abitanti. Il bilancio demografico del lazione era calata e contava 2130 abi-
secolo XVII, a causa delle epidemie di tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
peste e delle carestie, non è positivo: sabaudo, la popolazione era ulterior-
infatti nel 1698, alla fine del periodo mente diminuita e contava 1719 abi-
spagnolo, la popolazione era notevol- tanti. Nel periodo successivo la popo-
mente calata e contava 121 abitanti. lazione prese a crescere con regolarità
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
baudo, la popolazione era ulterior- sione perfetta’’, contava 2094 abitanti.
mente diminuita e contava 119 abi- Nei decenni successivi la tendenza
tanti. Ma nel periodo successivo la po- continuò e nel 1861, anno della procla-
polazione prese a crescere con regola- mazione del Regno d’Italia, si conta-
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la vano 2350 abitanti. Nella seconda
‘‘fusione perfetta’’, contava 499 abi- metà del secolo XIX la popolazione
tanti. Nei decenni successivi continuò continuò a crescere; nel 1901 contava
ad aumentare e nel 1861, anno della 2811 unità. Nel corso dei primi decenni
proclamazione del Regno d’Italia, con- del Novecento il villaggio continuò a
tava 758 abitanti. Nella seconda metà svilupparsi; nel 1951 contava 3512 abi-
del secolo XIX la popolazione conti- tanti. Nell’ultimo cinquantennio, in-
nuò a crescere; nel 1901 contava 792 vece, la popolazione è calata a causa
421
422
423
del Regno d’Italia, contava 1891 abi- tanti. Nell’ultimo cinquantennio, in-
tanti. Nella seconda metà del secolo vece, la popolazione ha subı̀to un ra-
XIX la popolazione crebbe vigorosa- pido calo a causa dell’emigrazione;
mente; nel 1901 contava 3181 unità. nel 2001 contava 271 abitanti.
Nel corso dei primi decenni del Nove- Ottana. I primi dati disponibili sulla
cento il villaggio continuò a svilup- popolazione sono relativi al 1388; a
parsi; nel 1951 contava 5259 abitanti. quella data il villaggio era pressoché
Nell’ultimo cinquantennio la popola- spopolato, con 3 fuochi e una popola-
zione ha subı̀to un drastico calo a causa zione complessiva di 12 abitanti. Altri
dell’emigrazione; nel 2001 contava dati significativi sono quelli riferiti al
3001 abitanti. Parlamento del 1485, i primi disponi-
Osidda. I primi dati disponibili sulla bili dopo la concitata fase delle guerre
popolazione sono relativi al 1388; a che caratterizzarono tutto il XIV e
quella data il villaggio aveva 11 fuochi buona parte del secolo XV; a quella
e una popolazione complessiva di 44 data la popolazione era cresciuta di
abitanti. Altri dati significativi sono molto; il villaggio contava 96 fuochi
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i per un totale di 388 abitanti. A distanza
primi disponibili dopo la concitata di un secolo, nel 1583, la popolazione
fase delle guerre che caratterizzarono era ulteriormente cresciuta; di fatto
tutto il XIV e buona parte del secolo era quasi raddoppiata, e contava quasi
XV; a quella data la popolazione con- 170 fuochi per un totale di 692 abitanti.
tava 17 fuochi per un totale di 68 abi- Il bilancio demografico del secolo
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, XVII, a causa delle epidemie di peste
la popolazione era ulteriormente cre- e delle carestie, non è positivo: infatti
sciuta; di fatto era quintuplicata, e con- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tava quasi 90 fuochi per un totale di 372 gnolo, la popolazione era calata e con-
abitanti. Il bilancio demografico del tava 309 abitanti. Nel 1728, all’inizio
secolo XVII, a causa delle epidemie di del periodo sabaudo, aveva invece ri-
peste e delle carestie, non è positivo: preso a crescere e contava 376 abitanti.
infatti nel 1698, alla fine del periodo Nel periodo successivo la popolazione
spagnolo, la popolazione era calata e crebbe con regolarità e nel 1848, anno
contava 188 abitanti. Nel 1728, all’ini- della ‘‘fusione perfetta’’, era più che
zio del periodo sabaudo, la popola- raddoppiata e contava 873 abitanti.
zione era cresciuta e contava 222 abi- Nei decenni successivi ebbe un leg-
tanti. Nel periodo successivo prese a gero ulteriore aumento e nel 1861,
crescere con regolarità e nel 1848, anno della proclamazione del Regno
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- d’Italia, contava 903 abitanti. Nella se-
fetta’’, era raddoppiata e contava 435 conda metà del secolo XIX la popola-
abitanti. Nei decenni successivi regi- zione continuò a crescere; nel 1901
strò un leggero calo e nel 1861, anno contava 1045 unità. Nel corso dei primi
della proclamazione del Regno d’Ita- decenni del Novecento il villaggio con-
lia, contava 421 abitanti. Nella seconda tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava
metà del secolo XIX la popolazione 1566 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
continuò a crescere; nel 1901 contava nio la popolazione è cresciuta ancora
508 unità. Nel corso dei primi decenni in conseguenza dello sviluppo indu-
del Novecento il villaggio continuò a striale del paese; nel 2001 contava
svilupparsi; nel 1951 contava 572 abi- 2567 abitanti.
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Ovodda. I primi dati sulla popolazione 48 fuochi per un totale di 196 abitanti. A
risalgono al Parlamento del 1485, i distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
primi disponibili dopo la concitata lazione era invece cresciuta; di fatto
fase delle guerre che caratterizzarono era triplicata, e contava quasi 153 fuo-
tutto il XIV e buona parte del secolo chi per un totale di 612 abitanti. Il bi-
XV; a quella data la popolazione con- lancio demografico del secolo XVII, a
tava 60 fuochi per un totale di 240 abi- causa delle epidemie di peste e delle
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, carestie, non è positivo: infatti nel
la popolazione era ulteriormente cre- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
sciuta; di fatto era più che quadrupli- popolazione era calata e contava 260
cata, e contava più di 255 fuochi per un abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
totale di 1040 abitanti. Il bilancio de- riodo sabaudo, la popolazione era an-
mografico del secolo XVII, a causa cora calata, scendendo a 114 abitanti.
delle epidemie di peste e delle care- Nel periodo successivo, invece, la po-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, polazione prese a crescere con regola-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
lazione era calata e contava 516 abi- ‘‘fusione perfetta’’, era aumentata e or-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo mai contava 1513 abitanti. Nei decenni
sabaudo, la popolazione era ancora successivi registrò un leggero ulteriore
cresciuta e contava 808 abitanti. Nel aumento e nel 1861, anno della procla-
periodo successivo prese a crescere mazione del Regno d’Italia, contava
con regolarità e nel 1848, anno in cui si 1594 abitanti. Nella seconda metà del
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, era più che secolo XIX la popolazione continuò a
raddoppiata e contava 986 abitanti. crescere; nel 1901 contava 2550 unità.
Nei decenni successivi conobbe un ul- Nel corso dei primi decenni del Nove-
teriore aumento e nel 1861, anno della cento il villaggio continuò a svilup-
proclamazione del Regno d’Italia, con- parsi; nel 1951 contava 4842 abitanti.
tava 1074 abitanti. Nella seconda metà Nel periodo successivo la popolazione
del secolo XIX la popolazione conti- ebbe un calo in seguito alla separa-
nuò a crescere; nel 1901 contava 1284 zione di San Teodoro e di Budoni, avve-
unità. Nel corso dei primi decenni del nuta nel 1959; nel 1961, perciò, contava
Novecento il villaggio continuò a svi- 1213 abitanti. Nei decenni successivi
lupparsi; nel 1951 contava 1789 abi- ha ripreso a crescere grazie allo svi-
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- luppo del turismo; nel 2001 aveva 2302
polazione si è mantenuta pressoché abitanti.
stabile; nel 2001 contava 1746 abitanti. Sarule. I primi dati disponibili sulla
Posada. I primi dati disponibili sulla popolazione sono relativi al 1388; a
popolazione sono relativi al 1317; a quella data il villaggio aveva 10 fuochi
quella data il villaggio aveva 180 fuochi e una popolazione complessiva di 40
e una popolazione complessiva di 736 abitanti. Altri dati significativi sono
abitanti. Altri dati significativi sono quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i primi disponibili dopo la concitata
primi disponibili dopo la concitata fase delle guerre che caratterizzarono
fase delle guerre che caratterizzarono tutto il XIV e buona parte del secolo
tutto il XIV e buona parte del secolo XV; a quella data la popolazione era
XV; a quella data la popolazione era aumentata di molto, il villaggio con-
diminuita di molto: il villaggio contava tava 160 fuochi per un totale di 656 abi-
425
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
la popolazione era cresciuta; di fatto riodo spagnolo, la popolazione era ca-
quasi raddoppiata, contava quasi 250 lata e contava 372 abitanti. Ma nel 1728,
fuochi per un totale di 1100 abitanti. Il all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
bilancio demografico del secolo XVII, lazione aveva cominciato a crescere e
a causa delle epidemie di peste e delle contava 491 abitanti. Nel periodo suc-
carestie, non è positivo: infatti nel cessivo crebbe con regolarità e nel
1698, alla fine del periodo spagnolo, la 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
popolazione era calata e contava 840 perfetta’’, si era moltiplicata e contava
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- ormai 1743 abitanti. Nei decenni suc-
riodo sabaudo, la popolazione era ulte- cessivi registrò un leggero calo e nel
riormente calata e contava 523 abi- 1861, anno della proclamazione del Re-
tanti. Ma nel periodo successivo la po- gno d’Italia, contava 1711 abitanti.
polazione prese a crescere con regola- Nella seconda metà del secolo XIX la
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la popolazione riprese a crescere; nel
‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata 1901 contava 2544 unità. Nel corso dei
e ormai contava 1447 abitanti. Nei de- primi decenni del Novecento il villag-
cenni successivi registrò un leggero gio continuò a svilupparsi; nel 1951
calo e nel 1861, anno della proclama- contava 2847 abitanti. Nel periodo suc-
zione del Regno d’Italia, contava 1408 cessivo, invece, la popolazione ha su-
abitanti. Nella seconda metà del se- bı̀to un calo a causa dell’emigrazione;
colo XIX la popolazione riprese a cre- nel 2001 contava 2414 abitanti.
scere; nel 1901 contava 1866 unità. Nel Sindia. I primi dati disponibili sulla
corso dei primi decenni del Novecento popolazione sono relativi al 1388; a
il villaggio continuò a svilupparsi; nel quella data il villaggio era quasi spopo-
1951 contava 2349 abitanti. Nel periodo lato, aveva 7 fuochi e una popolazione
successivo, invece, la popolazione ha complessiva di 28 abitanti. Altri dati si-
avuto un calo a causa dell’emigra- gnificativi sono quelli riferiti al Parla-
zione; nel 2001 contava 1950 abitanti. mento del 1485, i primi disponibili
Silanus. I primi dati disponibili sulla dopo la concitata fase delle guerre che
popolazione sono relativi al 1388; a caratterizzarono tutto il XIV e buona
quella data il villaggio aveva 16 fuochi parte del secolo XV; a quella data la
e una popolazione complessiva di 64 popolazione era aumentata, il villaggio
abitanti. Altri dati significativi sono contava 55 fuochi per un totale di 220
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i abitanti. A distanza di un secolo, nel
primi disponibili dopo la concitata 1583, la popolazione, cresciuta ulte-
fase delle guerre che caratterizzarono riormente, era più che raddoppiata e
tutto il XIV e buona parte del secolo contava quasi 125 fuochi per un totale
XV; a quella data la popolazione era di 512 abitanti. Il bilancio demografico
aumentata, il villaggio contava 73 fuo- del secolo XVII, nonostante le epide-
chi per un totale di 300 abitanti. A di- mie di peste e le carestie, è positivo:
stanza di un secolo, nel 1583, la popola- infatti nel 1698, alla fine del periodo
zione era cresciuta ulteriormente, e spagnolo, la popolazione era cresciuta
contava quasi 105 fuochi per un totale e contava 632 abitanti. Nel 1728, all’ini-
di 420 abitanti. Il bilancio demografico zio del periodo sabaudo, era invece
del secolo XVII, a causa delle epide- nuovamente calata, scendendo a 463
mie di peste e delle carestie, non è po- abitanti. Nel periodo successivo la po-
426
polazione prese a crescere con regola- 1861, anno della proclamazione del Re-
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la gno d’Italia, contava 2650 abitanti.
‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata Nella seconda metà del secolo XIX la
e ormai contava 1432 abitanti. Nei de- popolazione continuò a crescere; nel
cenni successivi registrò un leggero 1901 contava 3695 unità. Nel corso dei
aumento e nel 1861, anno della procla- primi decenni del Novecento il villag-
mazione del Regno d’Italia, contava gio continuò a svilupparsi; nel 1951
1500 abitanti. Nella seconda metà del contava 5705 abitanti. Nel periodo suc-
secolo XIX la popolazione continuò a cessivo la popolazione ebbe un ulte-
crescere; nel 1901 contava 2132 unità. riore aumento in conseguenza dello
Nel corso dei primi decenni del Nove- sviluppo delle attività turistiche; nel
cento il villaggio continuò a svilup- 2001 contava 11 019 abitanti.
parsi; nel 1951 contava 2705 abitanti. Sorgono. I primi dati disponibili sulla
Nel periodo successivo, invece, la po- popolazione sono relativi al 1388; a
polazione ha subı̀to un calo a causa del- quella data il villaggio aveva 29 fuochi
l’emigrazione; nel 2001 contava 2053 e una popolazione complessiva di 116
abitanti. abitanti. Altri dati significativi sono
Siniscola. I primi dati disponibili sulla quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
popolazione sono relativi al 1317; a primi disponibili dopo la concitata
quella data il villaggio, aveva 102 fuo- fase delle guerre che caratterizzarono
chi e una popolazione complessiva di tutto il XIV e buona parte del secolo
408 abitanti. Altri dati significativi XV; a quella data la popolazione era
sono quelli riferiti al Parlamento del cresciuta, il villaggio contava quasi 90
1485, i primi disponibili dopo la conci- fuochi per un totale di 340 abitanti. A
tata fase delle guerre che caratterizza- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
rono tutto il XIV e buona parte del se- lazione era cresciuta, quasi triplicata,
colo XV; a quella data la popolazione e contava quasi 250 fuochi per un totale
era notevolmente diminuita, tanto che di 972 abitanti. Il bilancio demografico
il villaggio contava meno di 40 fuochi del secolo XVII, nonostante le epide-
per un totale di 156 abitanti. A distanza mie di peste e le carestie, è positivo:
di un secolo, nel 1583, la popolazione infatti nel 1698, alla fine del periodo
era cresciuta, più che triplicata, e con- spagnolo, la popolazione era cresciuta
tava 121 fuochi per un totale di 484 abi- e contava 1083 abitanti. Nel 1728, all’i-
tanti. Il bilancio demografico del se- nizio del periodo sabaudo, la popola-
colo XVII, nonostante le epidemie di zione era ulteriormente cresciuta e
peste e le carestie, è positivo: infatti contava 1182 abitanti. Nel periodo suc-
nel 1698, alla fine del periodo spa- cessivo continuò a crescere con regola-
gnolo, la popolazione contava 814 abi- rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
tanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- ‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata
riodo sabaudo, appariva di nuovo di- e ormai contava 1518 abitanti. Nei de-
minuita e contava 638 abitanti. Nel pe- cenni successivi la popolazione si sta-
riodo successivo la popolazione prese bilizzò e nel 1861, anno della proclama-
a crescere con regolarità e nel 1848, zione del Regno d’Italia, contava 1518
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- abitanti. Nella seconda metà del se-
fetta’’, si era moltiplicata e ormai con- colo XIX la popolazione riprese ad au-
tava 2500 abitanti. Nei decenni succes- mentare; nel 1901 contava 1725 unità.
sivi registrò un leggero aumento e nel Nel corso dei primi decenni del Nove-
427
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carestie, è positivo: infatti nel 1698, riodo successivo prese a crescere con
alla fine del periodo spagnolo, la popo- regolarità e nel 1848, anno in cui si
lazione contava 1468 abitanti. Nel 1728, ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, si era molti-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- plicata e ormai contava 839 abitanti.
lazione era calata e contava 1296 abi- Nei decenni successivi la popolazione
tanti. Nel periodo successivo, invece, conobbe un ulteriore aumento e nel
prese a crescere con regolarità e nel 1861, anno della proclamazione del Re-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione gno d’Italia, contava 861 abitanti. Nella
perfetta’’, si era moltiplicata e ormai seconda metà del secolo XIX la popo-
contava 2493 abitanti. Nei decenni suc- lazione riprese ad aumentare; nel 1901
cessivi la popolazione conobbe un leg- contava 1184 unità. Nel corso dei primi
gero calo e nel 1861, anno della procla- decenni del Novecento il villaggio con-
mazione del Regno d’Italia, contava tinuò a svilupparsi; nel 1951 contava
2236 abitanti. Nella seconda metà del 2519 abitanti. Nel periodo successivo
secolo XIX la popolazione riprese ad la popolazione ha avuto un ulteriore
aumentare; nel 1901 contava 2668 aumento; nel 2001 contava 2763 abi-
unità. Nel corso dei primi decenni del tanti.
Novecento il villaggio continuò a svi- PROVINCIA DI ORISTANO
lupparsi; nel 1951 contava 3304 abi- Abbasanta. I primi dati a disposizione
tanti. Nel periodo successivo, invece, risalgono al 1388; a quella data il villag-
la popolazione ha subı̀to un notevole gio contava circa 14 fuochi, per un to-
calo a causa dell’emigrazione; nel tale di 60 abitanti circa. Altri dati signi-
2001 contava 2432 abitanti. ficativi sono quelli relativi al Parla-
Torpè. I primi dati disponibili sulla po- mento del 1485, i primi disponibili
polazione sono relativi al 1324; a quella dopo la concitata fase delle guerre che
data il villaggio aveva 60 fuochi e una caratterizzarono tutto il XIV e buona
popolazione complessiva di 240 abi- parte del secolo XV; a quella data la
tanti. Altri dati significativi sono quelli popolazione del villaggio contava circa
riferiti al Parlamento del 1485, i primi 70 fuochi per un totale di 280 abitanti
disponibili dopo la concitata fase delle circa. Dopo un secolo, nel 1583, la po-
guerre che caratterizzarono tutto il polazione era passata a 130 fuochi per
XIV e buona parte del secolo XV; a un totale di 512 abitanti circa. Il bilan-
quella data la popolazione era dimi- cio demografico del secolo XVII, a
nuita notevolmente, il villaggio con- causa delle epidemie di peste e delle
tava quasi 18 fuochi per un totale di 73 carestie, non è positivo: nel 1698, alla
abitanti. A distanza di un secolo, nel fine del periodo spagnolo, la popola-
1583, la popolazione era cresciuta, zione era scesa a 412 abitanti. Nel
quasi triplicata, e contava quasi 60 fuo- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
chi per un totale di 234 abitanti. Il bi- popolazione toccava i 506 abitanti. Nel
lancio demografico del secolo XVII, a 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
causa delle epidemie di peste e delle perfetta’’, la popolazione era salita a
carestie, non è positivo: infatti nel 1055 abitanti; la tendenza ad aumen-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la tare è rilevabile anche nel 1861, anno
popolazione era calata e contava 88 della proclamazione del Regno d’Ita-
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- lia, con 1289 abitanti. Nel 1901 la popo-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- lazione toccava le 1427 unità e nel 1951
sciuta e contava 120 abitanti. Nel pe- gli abitanti erano 2200. Nell’ultimo cin-
429
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Regno d’Italia, era cresciuta ulterior- contava circa 9 fuochi per un totale di
mente e toccava i 567 abitanti. Nel 36 abitanti circa. Altri dati significativi
1901 la popolazione era ancora cre- sono quelli relativi al Parlamento del
sciuta e toccava le 608 unità; in seguito 1485, i primi disponibili dopo la conci-
continuò a crescere e nel 1951 toccava tata fase delle guerre che caratterizza-
infatti i 1077 abitanti. Nell’ultimo cin- rono tutto il XIV e buona parte del se-
quantennio il villaggio non ha subı̀to il colo XV; a quella data la popolazione
fenomeno dello spopolamento; la sua del villaggio contava circa 33 fuochi
popolazione continuò a crescere e nel per un totale di 140 abitanti circa. A
2001 contava 1303 abitanti. distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
Baressa. I primi dati disponibili risal- lazione, notevolmente cresciuta, era
gono al 1388; a quella data il villaggio passata a 90 fuochi per un totale di 356
contava circa 7 fuochi per un totale di abitanti circa. Il bilancio demografico
28 abitanti circa. Altri dati significativi del secolo XVII, a causa delle epide-
sono quelli relativi al Parlamento del mie di peste e delle carestie, non è po-
1485, i primi disponibili dopo la conci- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
tata fase delle guerre che caratterizza- riodo spagnolo, la popolazione era di
rono tutto il XIV e buona parte del se- 172 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
colo XV; a quella data la popolazione riodo sabaudo, la popolazione era sa-
del villaggio contava circa 35 fuochi lita a 202 abitanti. Nel 1848, anno in
per un totale di 144 abitanti circa. A cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- polazione era cresciuta notevolmente
lazione era passata a 77 fuochi per un e ormai più che triplicata con 688 abi-
totale di 312 abitanti circa. Il bilancio tanti; nel 1861, anno della proclama-
demografico del secolo XVII, a causa zione del Regno d’Italia, con 681 abi-
delle epidemie di peste e delle care- tanti la popolazione si era mantenuta
stie, non è positivo: infatti nel 1698, stabile. La tendenza alla stabilità con-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- tinuò e nel 1901 la popolazione era an-
lazione era di 243 abitanti. Nel 1728, cora ferma a 692 unità; in seguito co-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- minciò a diminuire e nel 1951 toccava
lazione era salita a 346 abitanti. Nel gli 874 abitanti. Nell’ultimo cinquan-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione tennio il villaggio ha subı̀to il feno-
perfetta’’, la popolazione era cresciuta meno dello spopolamento; la sua popo-
ancora e oramai toccava i 601 abitanti; lazione nel 2001 contava 696 abitanti.
nel 1861, anno della proclamazione del Bidonı̀. I primi dati disponibili risal-
Regno d’Italia, era cresciuta ulterior- gono al 1485; a quella data la popola-
mente e toccava i 655 abitanti. La ten- zione del villaggio contava circa 14 fuo-
denza alla crescita continuò e nel 1901 chi per un totale di 56 abitanti circa. A
la popolazione toccava le 741 unità; in distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
seguito continuò a crescere e nel 1951 lazione, notevolmente cresciuta, era
toccava infatti i 1157 abitanti. Nell’ul- passata a 74 fuochi per un totale di 296
timo cinquantennio il villaggio ha su- abitanti circa. Il bilancio demografico
bı̀to il fenomeno dello spopolamento; del secolo XVII, a causa delle epide-
la sua popolazione nel 2001 contava mie di peste e delle carestie, non è po-
869 abitanti. sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
Bauladu. I primi dati disponibili risal- riodo spagnolo, la popolazione era di
gono al 1388; a quella data il villaggio 206 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
433
riodo sabaudo, la popolazione era sa- cora ferma a 1337 unità; in seguito ri-
lita a 257 abitanti. Nel 1848, anno in prese a crescere e nel 1951 toccava in-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- fatti i 1833 abitanti. Nell’ultimo cin-
polazione era ancora ferma a 286 abi- quantennio il villaggio ha subı̀to il fe-
tanti; nel 1861, anno della proclama- nomeno dello spopolamento; la sua po-
zione del Regno d’Italia, con 312 abi- polazione nel 2001 contava 1691 abi-
tanti, la popolazione era cresciuta. La tanti.
tendenza alla stabilità continuò e nel Boroneddu. I primi dati disponibili ri-
1901 la popolazione contava 386 unità; salgono al 1388; a quella data il villag-
in seguito cominciò a crescere lieve- gio era quasi spopolato: contava circa 6
mente e nel 1951 toccava infatti i 403 fuochi per un totale di 24 abitanti circa.
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il Altri dati significativi sono quelli rela-
villaggio ha subı̀to il fenomeno dello tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
spopolamento; la sua popolazione nel sponibili dopo la concitata fase delle
2001 contava 165 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Bonarcado. I primi dati disponibili ri- XIV e buona parte del secolo XV; a
salgono al 1388; a quella data il villag- quella data la popolazione del villaggio
gio era quasi spopolato: contava circa 5 era aumentata, contava quasi 25 fuochi
fuochi per un totale di 20 abitanti circa. per un totale di 96 abitanti circa. A di-
Altri dati significativi sono quelli rela- stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- zione, cresciuta, era passata a 45 fuo-
sponibili dopo la concitata fase delle chi per un totale di 172 abitanti circa. Il
guerre che caratterizzarono tutto il bilancio demografico del secolo XVII,
XIV e buona parte del secolo XV; a a causa delle epidemie di peste e delle
quella data la popolazione del villaggio carestie, non è positivo: infatti nel
era aumentata; contava circa 65 fuochi 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
per un totale di 288 abitanti circa. A popolazione era di 145 abitanti. Nel
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
lazione, notevolmente cresciuta, era popolazione era salita a 208 abitanti.
passata a 180 fuochi per un totale di Nel periodo successivo la popolazione
720 abitanti circa. Il bilancio demogra- sembrò stabilizzarsi: nel 1848, anno in
fico del secolo XVII, a causa delle epi- cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
demie di peste e delle carestie, non è tava 190 abitanti; nel 1861, anno della
positivo: infatti nel 1698, alla fine del proclamazione del Regno d’Italia, con
periodo spagnolo, la popolazione era 186 abitanti la popolazione non aumen-
di 557 abitanti. Nel 1728, all’inizio del tava. La crescita sembrò riprendere
periodo sabaudo, la popolazione era nella seconda metà del secolo XIX e
salita a 627 abitanti. Nel 1848, anno in nel 1901 la popolazione era arrivata a
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- 210 unità; in seguito riprese a crescere
polazione era cresciuta notevolmente e nel 1951 toccava infatti i 299 abitanti.
e ormai più che raddoppiata con 1316 Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
abitanti; nel 1861, anno della procla- ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
mazione del Regno d’Italia, con 1343 mento; la sua popolazione nel 2001
abitanti la popolazione tendeva ancora contava 182 abitanti.
a crescere. La crescita sembrò esau- Bosa. I primi dati disponibili risalgono
rirsi nella seconda metà del secolo al 1388; a quella data la città contava
XIX e nel 1901 la popolazione era an- circa 120 fuochi per un totale di 480
434
abitanti. Altri dati significativi sono gio, aumentata, contava più di 100 fuo-
quelli relativi al Parlamento del 1485, chi per un totale di 408 abitanti. A di-
i primi disponibili dopo la concitata stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
fase delle guerre che caratterizzarono zione era ulteriormente cresciuta, pas-
tutto il XIV e buona parte del secolo sando a più di 250 fuochi per un totale
XV; a quella data la popolazione della di 1152 abitanti circa. Il bilancio demo-
città, divenuta discreto centro mercan- grafico del secolo XVII, nonostante le
tile, era aumentata, contava quasi 415 epidemie di peste e le carestie, è posi-
fuochi per un totale di 1660 abitanti. A tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- riodo spagnolo, la popolazione era di
lazione era ulteriormente cresciuta, 1271 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
passando a 950 fuochi per un totale di periodo sabaudo, la popolazione era
3748 abitanti circa. Il bilancio demo- salita a 1524 abitanti. Nel periodo suc-
grafico del secolo XVII, a causa delle cessivo la popolazione sembrò conti-
epidemie di peste e delle carestie, non nuare a crescere. Nel 1848, anno in cui
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
periodo spagnolo, la popolazione era 1859 abitanti; nel 1861, anno della pro-
scesa a 3335 abitanti. Nel 1728, all’ini- clamazione del Regno d’Italia, con
zio del periodo sabaudo, la popola- 2007 abitanti la popolazione era ulte-
zione era nuovamente salita a 3885 abi- riormente aumentata. La crescita sem-
tanti. Nel periodo successivo la popo- brò proseguire nella seconda metà del
lazione continuò a crescere costante- secolo XIX, nel 1901 la popolazione era
mente e nel 1848, anno in cui si ebbe la arrivata a 2440 unità; in seguito la ten-
‘‘fusione perfetta’’, contava 6467 abi- denza non si modificò e nel 1951 toc-
tanti; nel 1861, anno della proclama- cava infatti i 2814 abitanti. Nell’ultimo
zione del Regno d’Italia, con 6403 abi- cinquantennio il villaggio ha subı̀to il
tanti la popolazione non era aumen- fenomeno dello spopolamento a causa
tata. La tendenza alla stabilizzazione dell’emigrazione; la sua popolazione
sembrò continuare nella seconda nel 2001 contava 1691 abitanti.
metà del secolo XIX e nel 1901 la popo- Cabras. I primi dati risalgono al 1388; a
lazione era di 6846 unità; in seguito ri- quella data il villaggio contava circa 15
prese a crescere e nel 1951 toccava in- fuochi per un totale di 58 abitanti. Altri
fatti i 7680 abitanti. Nell’ultimo cin- dati significativi sono quelli relativi al
quantennio la città, pur non subendo il Parlamento del 1485, i primi disponi-
fenomeno dell’emigrazione, ha visto bili dopo la concitata fase delle guerre
crescere la sua popolazione con molta che caratterizzarono tutto il XIV e
lentezza; nel 2001 contava 7992 abi- buona parte del secolo XV; a quella
tanti. data la popolazione del villaggio era
Busachi. I primi dati risalgono al 1388; aumentata, contava più di 80 fuochi
a quella data il villaggio contava circa per un totale di 344 abitanti. A distanza
20 fuochi per un totale di 80 abitanti di un secolo, nel 1583, la popolazione
circa. Altri dati significativi sono quelli era raddoppiata, passando a 170 fuochi
relativi al Parlamento del 1485, i primi per un totale di 752 abitanti circa. Il
disponibili dopo la concitata fase delle bilancio demografico del XVII nono-
guerre che caratterizzarono tutto il stante le epidemie di peste e le care-
XIV e buona parte del secolo XV; a stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
quella data la popolazione del villag- fine del periodo spagnolo, la popola-
435
zione era nettamente aumentata e toc- lia, con 4260 abitanti la popolazione
cava i 1678 abitanti. Nel 1728, all’inizio non sembrava aumentare. La crescita
del periodo sabaudo, la popolazione riprese nella seconda metà del secolo
era salita a 2184 abitanti. Nel periodo XIX e nel 1901 la popolazione era
successivo la popolazione crebbe an- giunta a 4910 unità; in seguito comin-
cora e nel 1848, anno in cui si ebbe la ciò a diminuire e nel 1951 toccava in-
‘‘fusione perfetta’’, contava 3653 abi- fatti i 4708 abitanti. Nell’ultimo cin-
tanti; nel 1861, anno della proclama- quantennio il villaggio ha subı̀to il fe-
zione del Regno d’Italia, con 4024 abi- nomeno dello spopolamento a causa
tanti era ulteriormente aumentata. La dell’emigrazione; la sua popolazione
crescita però sembrò rallentare nella nel 2001 contava 3139 abitanti.
seconda metà del secolo XIX: nel 1901 Curcuris. I primi dati risalgono al 1388;
la popolazione era di 4165 unità; in se- a quella data il villaggio contava circa
guito il villaggio riprese a svilupparsi e 10 fuochi per un totale di 48 abitanti
nel 1951 toccava infatti i 6221 abitanti. circa. Altri dati significativi sono quelli
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio relativi al Parlamento del 1485, i primi
non ha subı̀to il fenomeno dello spopo- disponibili dopo la concitata fase delle
lamento; la sua popolazione nel 2001 guerre che caratterizzarono tutto il
contava 8938 abitanti. XIV e buona parte del secolo XV; a
Cuglieri. I primi dati risalgono al 1388;
quella data la popolazione del villaggio
a quella data il villaggio contava circa
era aumentata, contava più di 25 fuo-
18 fuochi per un totale di 72 abitanti.
chi per un totale di 100 abitanti. A di-
Altri dati significativi sono quelli rela-
stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
zione era raddoppiata, passata a più di
sponibili dopo la concitata fase delle
50 fuochi per un totale di 216 abitanti
guerre che caratterizzarono tutto il
circa. Il bilancio demografico del se-
XIV e buona parte del secolo XV; a
colo XVII, a causa delle epidemie di
quella data la popolazione del villaggio
peste e delle carestie, non è positivo:
era aumentata, contava più di 180 fuo-
infatti nel 1698, alla fine del periodo
chi per un totale di 780 abitanti. A di-
stanza di un secolo, nel 1583, la popola- spagnolo, la popolazione era ridotta a
zione era raddoppiata, passando a 178 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
quasi 380 fuochi per un totale di 1552 riodo sabaudo, la popolazione era sa-
abitanti circa. Il bilancio demografico lita a 300 abitanti. Nel periodo succes-
del secolo XVII, nonostante le epide- sivo la popolazione sembrò stabiliz-
mie di peste e le carestie, è positivo: zari; infatti nel 1848, anno in cui si
infatti nel 1698, alla fine del periodo ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 366
spagnolo, la popolazione era netta- abitanti; nel 1861, anno della procla-
mente aumentata e toccava i 2474 abi- mazione del Regno d’Italia, era invece
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo scesa a 343 abitanti. La situazione non
sabaudo, la popolazione era però ca- si modificò nella seconda metà del se-
lata a 1822 abitanti. Nel periodo suc- colo XIX e nel 1901 la popolazione era
cessivo la popolazione riprese a cre- giunta a 313 unità. In seguito riprese a
scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la crescere e nel 1951 toccava infatti i 410
‘‘fusione perfetta’’, era raddoppiata e abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
contava 4147 abitanti; nel 1861, anno villaggio ha subı̀to il fenomeno dello
della proclamazione del Regno d’Ita- spopolamento a causa dell’emigra-
436
zione; la sua popolazione nel 2001 con- cio demografico del secolo XVII, a
tava 317 abitanti. causa delle epidemie di peste e delle
Flussio. I primi dati risalgono al 1485; a carestie, non è positivo: infatti nel
quella data la popolazione del villaggio 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
contava quasi 35 fuochi per un totale di popolazione era ridotta a 296 abitanti.
156 abitanti circa. A distanza di un se- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
colo, nel 1583, la popolazione era cre- baudo, la popolazione era prepotente-
sciuta, passando a 75 fuochi per un to- mente salita a 688 abitanti. Nel periodo
tale di 308 abitanti circa. Il bilancio de- successivo la popolazione continuò a
mografico del secolo XVII, a causa crescere con slancio e nel 1848, anno
delle epidemie di peste e delle care- in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’,
stie, non è positivo: infatti nel 1698, contava 1045 abitanti; nel 1861, anno
alla fine del periodo spagnolo, la popo- della proclamazione del Regno d’Ita-
lazione era scesa a 263 abitanti. Nel lia, con 1100 abitanti la popolazione
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la sembrava essersi stabilizzata. La cre-
popolazione era ulteriormente calata a scita sembrò riprendere nella seconda
237 abitanti. Nel periodo successivo la metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
popolazione riprese a crescere, nel lazione era giunta a 1262 unità; in se-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione guito il fenomeno continuò e nel 1951
perfetta’’, era raddoppiata e contava toccava infatti i 1671 abitanti. Nell’ul-
487 abitanti; nel 1861, anno della pro- timo cinquantennio il villaggio ha su-
clamazione del Regno d’Italia, con 527 bı̀to il fenomeno dello spopolamento a
abitanti era ulteriormente cresciuta. causa dell’emigrazione; la sua popola-
La crescita sembrò continuare nella zione nel 2001 contava 1086 abitanti.
seconda metà del secolo XIX e nel Genoni. I primi dati disponibili risal-
1901 la popolazione era arrivata a 717 gono al 1485; a quella data la popola-
unità; in seguito riprese a crescere e zione del villaggio contava quasi 22
nel 1951 toccava i 742 abitanti. Nell’ul- fuochi per un totale di 88 abitanti circa.
timo cinquantennio il villaggio ha su- A distanza di un secolo, nel 1583, la po-
bı̀to il fenomeno dello spopolamento a polazione era enormemente cresciuta,
causa dell’emigrazione; la sua popola- passando a circa 255 fuochi per un to-
zione nel 2001 contava 182 abitanti. tale di 1040 abitanti. Il bilancio demo-
Fordongianus. I primi dati risalgono al grafico del secolo XVII, a causa delle
1388. A quella data il villaggio contava epidemie di peste e delle carestie, non
circa 12 fuochi per un totale di 52 abi- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
tanti circa. Altri dati significativi sono periodo spagnolo, la popolazione era
quelli relativi al Parlamento del 1485, i ridotta a 711 abitanti. Nel 1728, all’ini-
primi disponibili dopo la concitata zio del periodo sabaudo, la popola-
fase delle guerre che caratterizzarono zione era salita a 798 abitanti. Nel pe-
tutto il XIV e buona parte del secolo riodo successivo la popolazione conti-
XV; a quella data la popolazione del nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
villaggio era aumentata, contava più ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
di 35 fuochi per un totale di 140 abi- 1156 abitanti; nel 1861, anno della pro-
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, clamazione del Regno d’Italia, con
la popolazione era più che raddop- 1376 abitanti la popolazione era ulte-
piata, passando a quasi 100 fuochi per riormente aumentata. La crescita sem-
un totale di 396 abitanti circa. Il bilan- brò fermarsi nella seconda metà del se-
437
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del secolo XVII, nonostante le epide- brò aumentare e nel 1848, anno in cui
mie di peste e le carestie, è positivo: si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
infatti nel 1698, alla fine del periodo 567 abitanti; nel 1861, anno della pro-
spagnolo, la popolazione era ancora clamazione del Regno d’Italia, con 615
aumentata e contava 1442 abitanti. abitanti la popolazione era aumentata
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- ulteriormente. La crescita sembrò con-
baudo, la popolazione era salita a 1558 tinuare nella seconda metà del secolo
abitanti. Nel periodo successivo la po- XIX e nel 1901 la popolazione era
polazione crebbe ulteriormente e nel giunta a 818 unità. In seguito la popola-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione zione continuò a crescere e nel 1951
perfetta’’, contava 2058 abitanti; nel toccava infatti gli 898 abitanti. Nell’ul-
1861, anno della proclamazione del Re- timo cinquantennio il villaggio ha su-
gno d’Italia, con 2156 abitanti la popo- bı̀to il fenomeno dello spopolamento a
lazione era ulteriormente cresciuta. causa dell’emigrazione; la sua popola-
La crescita sembrò fermarsi nella se- zione nel 2001 contava 614 abitanti.
conda metà del secolo XIX e nel 1901 Marrubiu. I primi dati disponibili risal-
la popolazione era stabile a 2164 unità. gono al 1678, quando il villaggio con-
In seguito riprese a crescere e nel 1951 tava 420 abitanti; negli ultimi decenni
giunse a toccare i 2621 abitanti. Nel- del secolo, però, la popolazione dimi-
l’ultimo cinquantennio il villaggio ha nuı̀ e nel 1698, alla fine del periodo spa-
subı̀to il fenomeno dello spopolamento gnolo, era di 401 abitanti. Nel 1728, al-
a causa dell’emigrazione; la sua popo- l’inizio del periodo sabaudo, la popola-
lazione nel 2001 contava 2360 abitanti. zione era salita a 688 abitanti. Nel pe-
Magomadas. I primi dati risalgono al riodo successivo la popolazione conti-
1388; a quella data il villaggio era quasi nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
spopolato: contava circa 10 fuochi per ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 983
un totale di 40 abitanti. Altri dati signi- abitanti; nel 1861, anno della procla-
ficativi sono quelli relativi al Parla- mazione del Regno d’Italia, con 1121
mento del 1485, i primi disponibili abitanti la popolazione continuava a
dopo la concitata fase delle guerre che crescere. La crescita non si interruppe
caratterizzarono tutto il XIV e buona nella seconda metà del secolo XIX e
parte del secolo XV; a quella data la nel 1901 la popolazione era giunta a
popolazione del villaggio era aumen- 1314 unità. Quando poi, nel 1928, fu ag-
tata, contava più di 34 fuochi per un gregato come frazione a Terralba con-
totale di 120 abitanti. A distanza di un tava 1619 abitanti; le mutate condizioni
secolo, nel 1583, la popolazione era climatiche conseguenti alla bonifica
cresciuta enormemente, passata a più consentirono una ulteriore rapida cre-
di 110 fuochi per un totale di 452 abi- scita e quando il comune riacquistò
tanti circa. Il bilancio demografico del l’autonomia, nel 1951 toccava i 3289
secolo XVII, a causa delle epidemie di abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
peste e le carestie, non è positivo: in- villaggio non è stato toccato dal feno-
fatti nel 1698, alla fine del periodo spa- meno dell’emigazione e ha continuato
gnolo, la popolazione era scesa a 278 a crescere; la sua popolazione nel 2001
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- contava 5022 abitanti.
riodo sabaudo, la popolazione era ulte- Masullas. I primi dati risalgono al 1388;
riormente scesa a 268 abitanti. Nel pe- a quella data il villaggio contava circa
riodo successivo la popolazione sem- 12 fuochi per un totale di 48 abitanti
440
circa. Altri dati significativi sono quelli del 1485, i primi disponibili dopo la
relativi al Parlamento del 1485, i primi concitata fase delle guerre che caratte-
disponibili dopo la concitata fase delle rizzarono tutto il XIVe buona parte del
guerre che caratterizzarono tutto il secolo XV; a quella data la popolazione
XIV e buona parte del secolo XV; a del villaggio era aumentata, contava
quella data la popolazione del villaggio più di 50 fuochi per un totale di 212 abi-
era aumentata, contava più di 80 fuo- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
chi per un totale di 320 abitanti. A di- la popolazione era più che raddop-
stanza di un secolo, nel 1583, la popola- piata, era infatti passata a più di 130
zione era cresciuta enormemente, pas- fuochi per un totale di 536 abitanti
sando a più di 152 fuochi per un totale circa. Il bilancio demografico del se-
di 608 abitanti circa. Il bilancio demo- colo XVII, nonostante le epidemie di
grafico del secolo XVII, nonostante le peste e le carestie, è positivo: infatti
epidemie di peste e le carestie, è posi- nel 1698, alla fine del periodo spa-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- gnolo, la popolazione era salita a 640
riodo spagnolo, la popolazione era sa- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
lita a 761 abitanti. Nel 1728, all’inizio riodo sabaudo, la popolazione era cre-
del periodo sabaudo, la popolazione sciuta notevolmente e contava 908 abi-
era salita ulteriormente a 907 abitanti. tanti. Nel periodo successivo la popo-
Nel periodo successivo la popolazione lazione continuò a crescere e nel 1848,
sembrò stabilizzari, nel 1848 infatti, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
nell’anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- fetta’’, contava 1631 abitanti; nel 1861,
fetta’’, contava 943 abitanti; nel 1861, anno della proclamazione del Regno
anno della proclamazione del Regno d’Italia, con 1720 abitanti la popola-
d’Italia, era giunta a 1071 abitanti, ri- zione era continuata a salire. La cre-
prendendo nuovamente a crescere. La scita nella seconda metà del secolo
crescita ebbe un brusco arresto nella XIX ebbe un brusco arresto e tra il
seconda metà del secolo XIX e nel 1870 e il 1901 la popolazione scese da
1901 la popolazione era di 926 unità; in 1700 a 1488 unità; in seguito riprese a
seguito riprese a crescere e nel 1927 crescere e nel 1929, quando furono ag-
aveva nuovamente superato le 1000 gregati Bauladu e Tramatza, passò a
unità. Quando poi nel 1928 le furono 2980 abitanti. Tra il 1946 e il 1950 i due
aggregati Pompu e Siris, la sua popola- comuni riacquistarono l’autonomia e
zione passò a 1560 abitanti e nel 1962 nel 1951 la popolazione tornò ai 1533
toccò i 2200 abitanti; tra il 1962 e il 1970 abitanti. Nell’ultimo cinquantennio il
Siris e Pompu riacquistarono l’autono- villaggio non ha subı̀to il fenomeno
mia e la popolazione scese a 1370 abi- dello spopolamento e la sua popola-
tanti. Negli ultimi decenni il villaggio zione ha continuato a crescere; nel
ha subı̀to il fenomeno dello spopola- 2001 contava 1668 abitanti.
mento a causa dell’emigrazione; la sua Modolo. I primi dati disponibili risal-
popolazione nel 2001 contava 1172 abi- gono al 1388; a quella data il villaggio
tanti. era quasi spopolato: contava non più di
Milis. I primi dati risalgono al 1388; a 4 fuochi per un totale di 16 abitanti. Al-
quella data il villaggio era quasi spopo- tri dati significativi sono quelli relativi
lato: contava circa 7 fuochi per un to- al Parlamento del 1485, i primi dispo-
tale di 28 abitanti. Altri dati significa- nibili dopo la concitata fase delle
tivi sono quelli relativi al Parlamento guerre che caratterizzarono tutto il
441
XIV e buona parte del secolo XV; a crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe
quella data la popolazione del villaggio la ‘‘fusione perfetta’’, contava 359 abi-
era ancora poco numerosa, contava tanti; nel 1861, anno della proclama-
non più di 10 fuochi per un totale di 40 zione del Regno d’Italia, aveva rag-
abitanti. A distanza di un secolo, nel giunto i 462 abitanti. La crescita nella
1583, la popolazione era raddoppiata, seconda metà del secolo XIX continuò
infatti era passata a più di 20 fuochi per con un ritmo meno intenso e nel 1901 la
un totale di 92 abitanti circa. Il bilancio popolazione era giunta a 531 unità. Nel
demografico del secolo XVII, a causa 1928 il villaggio fu aggregato a Ruinas e
delle epidemie di peste e le carestie, solo dopo il 1950 riacquistò l’autono-
non è positivo: infatti nel 1698, alla mia; nel 1951 toccava i 665 abitanti.
fine del periodo spagnolo, la popola- Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
zione era ridotta a 45 abitanti. Nel a causa dell’emigrazione cominciò a
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la spopolarsi; nel 2001 contava 530 abi-
popolazione era salita a 127 abitanti. tanti.
Nel periodo successivo la popolazione Mogoro. I primi dati disponibili risal-
riprese a crescere con continuità e nel gono al 1388; a quella data il villaggio
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione contava circa 10 fuochi per un totale di
perfetta’’, aveva raggiunto i 358 abi- 40 abitanti circa. Altri dati significativi
tanti; nel 1861, anno della proclama- sono quelli relativi al Parlamento del
zione del Regno d’Italia, con 365 abi- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
tanti la popolazione sembrava stabiliz- tata fase delle guerre che caratterizza-
zata. La crescita riprese costante nella rono tutto il XIV e buona parte del se-
seconda metà del secolo XIX e nel 1901 colo XV; a quella data la popolazione
la popolazione era giunta a 456 unità. del villaggio era cresciuta in modo no-
In seguito ebbe un lieve calo e nel 1951 tevole, contava circa 65 fuochi per un
era tornata a 374 abitanti. Nell’ultimo totale di 264 abitanti. A distanza di un
cinquantennio il villaggio ha subı̀to il secolo, nel 1583, la popolazione era
fenomeno dello spopolamento a causa raddoppiata, infatti era passata a più
dell’emigrazione; la sua popolazione di 120 fuochi per un totale di 580 abi-
nel 2001 contava 195 abitanti. tanti circa. Il bilancio demografico del
Mogorella. I primi dati risalgono al secolo XVII, nonostante le epidemie di
1485; a quella data il villaggio era quasi peste e le carestie, è positivo: infatti
spopolato e comprendeva non più di 4 nel 1698, alla fine del periodo spa-
fuochi per un totale di 20 abitanti. A gnolo, la popolazione era cresciuta e
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- contava 1041 abitanti. Nel 1728, all’ini-
lazione era cresciuta in modo notevole, zio del periodo sabaudo, la popola-
era passata a 55 fuochi per un totale di zione era ulteriormente aumentata e
220 abitanti. Il bilancio demografico toccava i 1582 abitanti. Nel periodo
del secolo XVII, a causa delle epide- successivo la popolazione continuò a
mie di peste e le carestie, non è posi- crescere con continuità e nel 1848,
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
riodo spagnolo, la popolazione era ri- fetta’’, contava 2107 abitanti; nel 1861,
dotta a 113 abitanti. Nel 1728, all’inizio anno della proclamazione del Regno
del periodo sabaudo, la popolazione d’Italia, con 2144 abitanti la popola-
era salita a 185 abitanti. Nel periodo zione appariva stabilizzata. La sua cre-
successivo la popolazione continuò a scita riprese nella seconda metà del se-
442
colo XIX e nel 1901 era giunta a 2763 colo XVII, nonostante le epidemie di
unità; nei decenni successivi continuò peste e le carestie, è positivo: infatti
a crescere e nel 1951 toccava infatti i nel 1698, alla fine del periodo spa-
4791 abitanti. Nell’ultimo cinquanten- gnolo, la popolazione era cresciuta e
nio il villaggio non ha conosciuto il fe- contava 587 abitanti. Nel 1728, all’ini-
nomeno dell’emigrazione; la sua popo- zio del periodo sabaudo, la popola-
lazione nel 2001 contava 4929 abitanti. zione era ulteriormente salita a 682
Montresta. I primi dati disponibili ri- abitanti. Nel periodo successivo la po-
salgono al 1771; a quella data il villag- polazione continuò gradualmente ad
gio contava una popolazione di 194 abi- aumentare e nel 1848, anno in cui si
tanti. Nel periodo successivo continuò ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 854
a crescere e nel 1821 contava 300 abi- abitanti; nel 1861, anno della procla-
tanti. Nei decenni successivi l’au- mazione del Regno d’Italia, con 953
mento della popolazione assunse note- abitanti la popolazione continuava a
voli proporzioni: nel 1848, anno in cui crescere. La crescita non si interruppe
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava nella seconda metà del secolo XIX e
515 abitanti; nel 1861, anno della pro- nel 1901 la popolazione era giunta a
clamazione del Regno d’Italia, con 643 1148 unità. Nei decenni successivi con-
abitanti la popolazione continuava a tinuò ad aumentare e nel 1951 arrivò a
crescere. L’aumento sembrò conti- toccare i 1500 abitanti. Nell’ultimo cin-
nuare nella seconda metà del secolo quantennio il villaggio cominciò a spo-
XIX e nel 1901 la popolazione era polarsi a causa dell’emigrazione; la
giunta a 912 unità. Nei decenni succes- sua popolazione nel 2001 contava 891
sivi la popolazione continuò ad aumen- abitanti.
tare e nel 1951 raggiunse i 1466 abi- Narbolia. I primi dati risalgono al 1388;
tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil- a quella data il villaggio era quasi spo-
laggio ha subı̀to il fenomeno dello spo- polato, contava circa 6 fuochi per un
polamento a causa di una fortissima totale di 24 abitanti. Altri dati significa-
emigrazione; la sua popolazione nel tivi sono quelli relativi al Parlamento
2001 contava 711 abitanti. del 1485, i primi disponibili dopo la
Morgongiori. I primi dati disponibili ri- concitata fase delle guerre che caratte-
salgono al 1388; a quella data il villag- rizzarono tutto il XIVe buona parte del
gio era quasi spopolato: contava 5 fuo- secolo XV; a quella data la popolazione
chi per un totale di 20 abitanti. Altri del villaggio era cresciuta in modo no-
dati significativi sono quelli relativi al tevole, contava più di 30 fuochi per un
Parlamento del 1485, i primi disponi- totale di 128 abitanti. A distanza di un
bili dopo la concitata fase delle guerre secolo, nel 1583, la popolazione era più
che caratterizzarono tutto il XIV e che raddoppiata, infatti era passata a
buona parte del secolo XV; a quella più di 80 fuochi per un totale di 316 abi-
data la popolazione del villaggio era tanti circa. Il bilancio demografico del
cresciuta in modo notevole, contava secolo XVII, nonostante le epidemie di
non più di 65 fuochi per un totale di peste e le carestie, è positivo: infatti
268 abitanti. A distanza di un secolo, nel 1698, alla fine del periodo spa-
nel 1583, la popolazione era quasi rad- gnolo, la popolazione era cresciuta e
doppiata, infatti era passata a più di contava 599 abitanti. Nel 1728, all’ini-
120 fuochi per un totale di 488 abitanti zio del periodo sabaudo, la popola-
circa. Il bilancio demografico del se- zione era ulteriormente aumentata a
443
701 abitanti. Nel periodo successivo la dere nella seconda metà del secolo
popolazione continuò a crescere co- XIX e nel 1901 la popolazione era
stantemente e nel 1848, anno in cui si giunta a 966 unità, in seguito continuò
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava a crescere e nel 1951 toccava i 1145 abi-
1133 abitanti; nel 1861, anno della pro- tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
clamazione del Regno d’Italia, con laggio ha cominciato a spopolarsi a
1290 abitanti era ulteriormente au- causa dell’emigrazione; la sua popola-
mentata. La crescita sembrò essersi zione nel 2001 contava 806 abitanti.
bloccata nella seconda metà del secolo Norbello (Nurquiddu). I primi dati risal-
XIX, nel 1901 infatti la popolazione era gono al 1388; a quella data il villaggio
ferma a 1298 unità. Nei decenni suc- era quasi spopolato: contava circa 9
cessivi riprese a crescere e nel 1951 fuochi per un totale di 36 abitanti. Altri
toccava i 1530 abitanti. Nell’ultimo cin- dati significativi sono quelli relativi al
quantennio il villaggio non ha sofferto Parlamento del 1485, i primi disponi-
per il fenomeno dell’emigrazione; la bili dopo la concitata fase delle guerre
sua popolazione nel 2001 contava 1727 che caratterizzarono tutto il XIV e
abitanti. buona parte del secolo XV; a quella
Neoneli. I primi dati risalgono al 1388; a data la popolazione del villaggio era
quella data il villaggio contava circa 10 cresciuta, contava più di 35 fuochi per
fuochi per un totale di 40 abitanti. Altri un totale di 156 abitanti. A distanza di
dati significativi sono quelli relativi al un secolo, nel 1583, la popolazione era
Parlamento del 1485, i primi disponi- quasi raddoppiata: infatti era passata
bili dopo la concitata fase delle guerre a più di 70 fuochi per un totale di 280
che caratterizzarono tutto il XIV e abitanti. Il bilancio demografico del
buona parte del secolo XV; a quella secolo XVII, a causa delle epidemie di
data la popolazione del villaggio era peste e delle carestie, non è positivo:
cresciuta in modo notevole, contava infatti nel 1698, alla fine del periodo
più di 60 fuochi per un totale di 248 abi- spagnolo, la popolazione era diminuita
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, e contava 213 abitanti. Nel 1728, all’ini-
la popolazione era quasi triplicata, in- zio del periodo sabaudo, la popola-
fatti era passata a più di 170 fuochi per zione era salita a 303 abitanti. Nel pe-
un totale di 696 abitanti. Il bilancio de- riodo successivo la popolazione conti-
mografico del secolo XVII, nonostante nuò a crescere e nel 1848, anno in cui si
le epidemie di peste e le carestie, è po- ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava 625
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- abitanti; nel 1861, anno della procla-
riodo spagnolo, la popolazione era cre- mazione del Regno d’Italia, con 722
sciuta e contava 840 abitanti. Nel 1728, abitanti la popolazione era ancora in
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- crescita. Nella seconda metà del se-
lazione che toccava gli 805 abitanti colo XIX la popolazione sembrava es-
sembrava aver avuto un lieve calo. Nel sersi stabilizzata: infatti nel 1901 era
periodo successivo la popolazione ferma a 758 unità. In seguito riprese a
sembrò essersi stabilizzata e nel 1848, crescere e nel 1951 toccò i 1221 abi-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
fetta’’, contava 833 abitanti; nel 1861, polazione del villaggio si è mantenuta
anno della proclamazione del Regno stabile; nel 2001 contava 1203 abitanti.
d’Italia, con 841 abitanti confermava Nughedu Santa Vittoria. I primi dati di-
la tendenza. La crescita sembrò ripren- sponibili risalgono al 1485; a quella
444
data la popolazione del villaggio con- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
tava quasi 25 fuochi per un totale di lazione era ferma a 286 abitanti. Nel
104 abitanti. A distanza di un secolo, 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
nel 1583, la popolazione, cresciuta, era popolazione era salita a 447 abitanti.
passata a più di 70 fuochi per un totale Nel periodo successivo la popolazione
di 296 abitanti circa. Il bilancio demo- continuò a crescere con continuità e
grafico del secolo XVII, a causa delle nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
epidemie di peste e delle carestie, non perfetta’’, contava 745 abitanti; nel
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del 1861, anno della proclamazione del Re-
periodo spagnolo, la popolazione era gno d’Italia, con 712 abitanti sembrava
diminuita e contava 195 abitanti. Nel essersi stabilizzata. La crescita sembrò
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la riprendere nella seconda metà del se-
popolazione era salita a 210 abitanti. colo XIX e nel 1901 la popolazione era
Nel periodo successivo la popolazione giunta a 919 unità; anche nei decenni
cominciò a crescere con continuità e successivi riprese a crescere e nel 1951
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione toccò i 1298 abitanti. Nell’ultimo cin-
perfetta’’, contava 454 abitanti; nel quantennio il villaggio non ha sofferto
1861, anno della proclamazione del Re-
a causa dell’emigrazione; la sua popo-
gno d’Italia, con 492 abitanti conti-
lazione nel 2001 contava 1602 abitanti.
nuava ad aumentare. La crescita conti-
Nureci. I primi dati risalgono al 1485; a
nuò nella seconda metà del secolo XIX
quella data la popolazione del villaggio
e nel 1901 la popolazione era giunta a
contava 13 fuochi per un totale di 52
709 unità; nei decenni successivi conti-
abitanti. A distanza di un secolo, nel
nuò a crescere e nel 1951 toccava gli
1583, la popolazione era cresciuta, pas-
896 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
sata a circa 55 fuochi per un totale di
nio il villaggio ha cominciato a spopo-
256 abitanti. Il bilancio demografico
larsi a causa dell’emigrazione; la sua
del secolo XVII, nonostante le epide-
popolazione nel 2001 contava 608 abi-
mie di peste e le carestie, è positivo:
tanti.
infatti nel 1698, alla fine del periodo
Nurachi. I primi dati risalgono al 1388;
a quella data il villaggio era quasi spo- spagnolo, la popolazione era cresciuta
polato: contava circa 8 fuochi per un a 457 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
totale di 32 abitanti. Altri dati significa- periodo sabaudo, la popolazione era
tivi sono quelli relativi al Parlamento diminuita e contava 365 abitanti. Nel
del 1485, i primi disponibili dopo la periodo successivo riprese a crescere;
concitata fase delle guerre che caratte- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
rizzarono tutto il XIVe buona parte del perfetta’’, contava 468 abitanti; nel
secolo XV; a quella data la popolazione 1861, anno della proclamazione del Re-
del villaggio era cresciuta, contava più gno d’Italia, con 520 abitanti la popola-
di 33 fuochi per un totale di 136 abi- zione era ulteriormente aumentata. La
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, crescita sembrò rallentare e fermarsi
la popolazione era quasi raddoppiata: nella seconda metà del secolo XIX:
infatti era passata a più di 73 fuochi per nel 1901 infatti la popolazione era
un totale di 292 abitanti. Il bilancio de- ferma a 539 unità. In seguito riprese a
mografico del secolo XVII, a causa crescere e nel 1951 toccava i 701 abi-
delle epidemie di peste e delle care- tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
stie, non è positivo: infatti nel 1698, laggio è andato spopolandosi a causa
445
446
447
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- lazione riprese a crescere e quando nel
tava 2739 abitanti; nel 1861, anno della 1928 il villaggio fu aggregato a Masullas
proclamazione del Regno d’Italia, con contava 184 abitanti. Quando poi, nel
2909 abitanti la popolazione era ulte- 1970, riacquistò la sua autonomia, la
riormente aumentata. La crescita fu popolazione sfiorava le 300 unità; nel
meno forte nella seconda metà del se- 2001 contava 315 abitanti.
colo XIX; infatti nel 1901 la popola- Riola Sardo. I primi dati risalgono al
zione era giunta a 3030 unità. Nella 1388; a quella data il villaggio era quasi
prima metà del Novecento riprese a spopolato: contava 8 fuochi per un to-
crescere, e nel 1951 toccava i 3300 abi- tale di 32 abitanti. Altri dati significa-
tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil- tivi sono quelli relativi al Parlamento
laggio, a causa dell’emigrazione, co- del 1485, i primi disponibili dopo la
minciò a spopolarsi; la sua popola- concitata fase delle guerre che caratte-
zione nel 2001 contava 2550 abitanti. rizzarono tutto il XIVe buona parte del
Pompu. I primi dati disponibili risal- secolo XV; a quella data la popolazione
gono al 1388; a quella data il villaggio del villaggio era cresciuta significati-
contava 10 fuochi per un totale di 40 vamente, infatti contava più di 50 fuo-
abitanti circa. Altri dati significativi chi per un totale di 204 abitanti. A di-
sono quelli relativi al Parlamento del stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
1485, i primi disponibili dopo la conci- zione era più che raddoppiata, pas-
tata fase delle guerre che caratterizza- sando a quasi 110 fuochi per un totale
rono tutto il XIV e buona parte del se- di 444 abitanti. Il bilancio demografico
colo XV; a quella data la popolazione del secolo XVII, nonostante le epide-
del villaggio era cresciuta, infatti con- mie di peste e le carestie, è positivo:
tava più di 35 fuochi per un totale di 144 infatti nel 1698, alla fine del periodo
abitanti. A distanza di un secolo, nel spagnolo, la popolazione era ancora sa-
1583, la popolazione, anche se di poco, lita a 600 abitanti. Nel 1728, all’inizio
era ancora aumentata, passando a del periodo sabaudo, la popolazione
quasi 50 fuochi per un totale di 192 abi- era lievemente calata a 596 abitanti.
tanti. Il bilancio demografico del se- Nel periodo successivo riprese a cre-
colo XVII, a causa delle epidemie di scere con grande intensità e nel 1848,
peste e delle carestie, non è positivo: anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
infatti nel 1698, alla fine del periodo fetta’’, contava 1058 abitanti; nel 1861,
spagnolo, la popolazione era scesa a anno della proclamazione del Regno
126 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- d’Italia, con 1122 abitanti la popola-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- zione continuava a crescere. La cre-
sciuta passando a 190 abitanti. Nel pe- scita continuò costante nella seconda
riodo successivo la popolazione sem- metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
brò stabilizzari: infatti nel 1848, anno lazione era salita a 1417 unità; nei
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, era primi decenni del Novecento la popo-
ferma a 180 abitanti; nel 1861, anno lazione si mantenne costante, e
della proclamazione del Regno d’Ita- quando nel 1928 furono aggregati Nu-
lia, con 191 abitanti la tendenza era rachi e Baratili San Pietro passò a 3200
confermata. Nella seconda metà del abitanti. Quando nel 1946 i due villaggi
secolo XIX la popolazione cominciò a riacquistarono l’autonomia, la popola-
diminuire e nel 1901 era scesa a 168 zione scese a 1800 unità; nel 2001 con-
unità. Nei decenni successivi la popo- tava 2169 abitanti.
448
Ruinas. I primi dati risalgono al 1485; a mie di peste e delle carestie, non è po-
quella data la popolazione del villaggio sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
contava 12 fuochi per un totale di 48 riodo spagnolo, la popolazione era
abitanti. A distanza di un secolo, nel scesa a 269 abitanti. Nel 1728, all’inizio
1583, la popolazione era più che qua- del periodo sabaudo, la popolazione
druplicata, passando a più di 50 fuochi era fortemente diminuita; contava in-
per un totale di 208 abitanti. Il bilancio fatti 186 abitanti. Nel periodo succes-
demografico del secolo XVII, a causa sivo riprese gradualmente a crescere e
delle epidemie di peste e delle care- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
stie, non è positivo: infatti nel 1698, perfetta’’, contava 346 abitanti; nel
alla fine del periodo spagnolo, la popo- 1861, anno della proclamazione del Re-
lazione era ferma a 201 abitanti. Nel gno d’Italia, con 437 abitanti era ulte-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la riormente aumentata. Nella seconda
popolazione era lievemente aumen- metà del secolo XIX la crescita ral-
tata e toccava i 240 abitanti. Nel pe- lentò notevolmente e nel 1901 la popo-
riodo successivo riprese a crescere lazione era passata a 462 unità. Nella
con grande intensità e nel 1848, anno prima metà del Novecento la popola-
in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, zione si stabilizzò; Sagama tra il 1928 e
contava 712 abitanti; nel 1861, anno il 1946 fu aggregato a Suni, sicché nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 1951 toccava i 476 abitanti. Nell’ultimo
lia, con 888 abitanti la popolazione con- cinquantennio il villaggio ha subı̀to il
tinuava a crescere con rapidità. La cre- fenomeno dello spopolamento a causa
scita continuò costante nella seconda dell’emigrazione; la sua popolazione
metà del secolo XIX e nel 1901 la popo- nel 2001 contava 182 abitanti.
lazione era salita a 1090 unità; nei Samugheo. I primi dati risalgono al
primi decenni del Novecento continuò 1388; a quella data il villaggio contava
a crescere e nel 1951 contava 1474 abi- 15 fuochi per un totale di 56 abitanti.
tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po- Altri dati significativi sono quelli rela-
polazione è diminuita vistosamente a tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
causa dell’emigrazione; nel 2001 con- sponibili dopo la concitata fase delle
tava 856 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Sagama. I primi dati disponibili risal- XIV e buona parte del secolo XV; a
gono al 1388; a quella data il villaggio quella data la popolazione del villaggio
contava 9 fuochi per un totale di 36 abi- era cresciuta in modo notevole, infatti
tanti. Altri dati significativi sono quelli contava più di 100 fuochi per un totale
relativi al Parlamento del 1485, i primi di 404 abitanti. A distanza di un secolo,
disponibili dopo la concitata fase delle nel 1583, la popolazione era quasi tri-
guerre che caratterizzarono tutto il plicata, passando a quasi 280 fuochi
XIV e buona parte del secolo XV; a per un totale di 1160 abitanti. Il bilan-
quella data la popolazione del villaggio cio demografico del secolo XVII, nono-
era cresciuta, infatti contava più di 33 stante le epidemie di peste e le care-
fuochi per un totale di 136 abitanti. A stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- fine del periodo spagnolo, la popola-
lazione era più che raddoppiata, pas- zione era salita a 1289 abitanti. Nel
sando a quasi 80 fuochi per un totale 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
di 304 abitanti. Il bilancio demografico popolazione era però scesa a 1010 abi-
del secolo XVII, a causa delle epide- tanti. Nel periodo successivo riprese
449
vigorosa la crescita e nel 1848, anno in sponibili dopo la concitata fase delle
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- guerre che caratterizzarono tutto il
polazione contava 1630 abitanti; nel XIV e buona parte del secolo XV; a
1861, anno della proclamazione del Re- quella data la popolazione del villaggio
gno d’Italia, con 1898 abitanti la ten- era cresciuta, infatti contava più di 75
denza alla crescita era confermata. fuochi per un totale di 304 abitanti. A
Nella seconda metà del secolo XIX la distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
popolazione continuò a crescere con lazione era più che raddoppiata, pas-
continuità e nel 1901 era giunta a 2562 sando a quasi 180 fuochi per un totale
abitanti. Nei decenni successivi conti- di 756 abitanti. Il bilancio demografico
nuò a crescere e nel 1951 toccava i 3946. del secolo XVII, nonostante le epide-
Nell’ultimo cinquantennio il villaggio mie di peste e le carestie, è positivo:
ha cominciato a spopolarsi a causa del- infatti nel 1698, alla fine del periodo
l’emigrazione; la sua popolazione nel spagnolo, la popolazione era salita a
2001 contava 3565 abitanti. 953 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
San Nicolò d’Arcidano. I primi dati di- riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
sponibili risalgono al 1678; a quella riormente aumentata e toccava i 1220
data la popolazione contava 304 abi- abitanti. Nel periodo successivo la po-
tanti. Il bilancio demografico del se- polazione continuò vigorosamente a
colo XVII, a causa di epidemie di peste crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe
e di carestie, non è positivo: infatti nel la ‘‘fusione perfetta’’, contava 2017 abi-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la tanti; nel 1861, anno della proclama-
popolazione era scesa a 294 abitanti. zione del Regno d’Italia, con 1981 abi-
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- tanti la popolazione sembrava essersi
baudo, la popolazione era salita a 471 stabilizzata. Nella seconda metà del se-
abitanti. Nel periodo successivo la po- colo XIX, però, si manifestò una certa
polazione continuò a crescere con in- tendenza alla diminuzione, cosı̀ nel
tensità e nel 1848, anno in cui si ebbe la 1901 la popolazione era scesa a 1910
‘‘fusione perfetta’’, contava 979 abi- unità. Nel corso della prima metà del
tanti; nel 1861, anno della proclama- Novecento riprese a crescere e nel
zione del Regno d’Italia, con 1132 abi- 1951 toccava i 2309 abitanti. Nell’ul-
tanti la popolazione continuava ad au- timo cinquantennio la tendenza non si
mentare. La crescita sembrò esaurirsi è modificata; nel 2001 la popolazione
nella seconda metà del secolo XIX, in- contava 2470 abitanti.
fatti nel 1901 la popolazione era scesa a Santa Giusta. I primi dati risalgono al
1007 unità. Entro la prima metà del No- 1388; a quella data il villaggio era quasi
vecento la tendenza si rovesciò: la po- spopolato: contava 5 fuochi per un to-
polazione del villaggio, che tra il 1928 e tale di 20 abitanti. Altri dati significa-
il 1947 era stato aggregato a Terralba, tivi sono quelli relativi al Parlamento
riprese a crescere intensamente e nel del 1485, i primi disponibili dopo la
1951 toccava le 2119 unità; nel 2001 la concitata fase delle guerre che caratte-
popolazione toccava i 2930 abitanti. rizzarono tutto il XIVe buona parte del
San Vero Milis. I primi dati risalgono al secolo XV; a quella data la popolazione
1388; a quella data il villaggio contava del villaggio era cresciuta, infatti con-
11 fuochi per un totale di 56 abitanti. tava più di 40 fuochi per un totale di 188
Altri dati significativi sono quelli rela- abitanti. A distanza di un secolo, nel
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- 1583, la popolazione era più che rad-
450
doppiata, passando a più di 100 fuochi stie, non è positivo: infatti nel 1698,
per un totale di 416 abitanti. Il bilancio alla fine del periodo spagnolo, la popo-
demografico del secolo XVII, nono- lazione era scesa a 1815 abitanti. Nel
stante le epidemie di peste e le care- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla popolazione era salita a 1897 abitanti.
fine del periodo spagnolo, la popola- Nel periodo successivo il ritmo di cre-
zione era salita a 646 abitanti. Nel scita riprese a galoppare e nel 1848,
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
popolazione era ulteriormente cre- fetta’’, la popolazione toccava i 4768
sciuta e toccava gli 836 abitanti. Nel pe- abitanti; nel 1861, anno della procla-
riodo successivo continuò con regola- mazione del Regno d’Italia, con 4601
rità a crescere, e nel 1848, anno in cui si abitanti la popolazione sembrava sta-
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava bilizzata. La tendenza sembrò confer-
1066 abitanti; nel 1861, anno della pro- mata nella seconda metà del secolo
clamazione del Regno d’Italia, con XIX. Nel 1901 la popolazione era di
1137 abitanti confermava la tendenza 4978 unità; in seguito cominciò a dimi-
ad aumentare. La crescita sembrò con- nuire e nel 1951 toccava i 4131 abitanti.
tinuare anche nella seconda metà del Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
secolo XIX: nel 1901 la popolazione era si è spopolato drasticamente a causa
arrivata a 1204 unità. Nella prima metà dell’emigrazione; la sua popolazione
del Novecento, tra il 1927 e il 1947 il nel 2001 contava 2704 abitanti.
comune fu aggregato a Oristano; la sua Scano di Montiferro. I primi dati dispo-
popolazione riprese a crescere e nel nibili risalgono al 1388; a quella data il
1951 toccava i 2024 abitanti. Nell’ul- villaggio contava 14 fuochi per un to-
timo cinquantennio il villaggio, dive- tale di 56 abitanti circa. Altri dati signi-
nuto centro economico di rilievo, ha ficativi sono quelli relativi al Parla-
raddoppiato la sua popolazione: nel mento del 1485, i primi disponibili
2001 contava 4378 abitanti. dopo la concitata fase delle guerre che
Santu Lussurgiu. I primi dati risalgono caratterizzarono tutto il XIV e buona
al 1388; a quella data il villaggio con- parte del secolo XV; a quella data la
tava fuochi per un totale di 104 abi- popolazione del villaggio era cresciuta
tanti. Altri dati significativi sono quelli significativamente, infatti contava più
relativi al Parlamento del 1485, i primi di 90 fuochi per un totale di 356 abi-
disponibili dopo la concitata fase delle tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
guerre che caratterizzarono tutto il il ritmo di accrescimento della popola-
XIV e buona parte del secolo XV; a zione non era venuto meno: la popola-
quella data la popolazione del villaggio zione era passata a più di 160 fuochi
era quasi decuplicata, infatti contava per un totale di 708 abitanti. Il bilancio
più di 250 fuochi per un totale di 1008 demografico del secolo XVII, a causa
abitanti. A distanza di un secolo, nel delle epidemie di peste e delle care-
1583, il ritmo di accrescimento della stie, non è positivo: infatti nel 1698,
popolazione non era cambiato, questa alla fine del dominio spagnolo, la popo-
infatti ancora una volta era raddop- lazione era scesa a 580 abitanti. Nel
piata, passando a più di 500 fuochi per 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
un totale di 2008 abitanti. Il bilancio popolazione era lievemente calata a
demografico del secolo XVII, a causa 460 abitanti. Nel periodo successivo la
delle epidemie di peste e delle care- popolazione crebbe in modo notevole e
451
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione scita continuò anche nella seconda
perfetta’’, contava 1604 abitanti; nel metà del secolo XIX; nel 1901 la popo-
1861, anno della proclamazione del Re- lazione era giunta a 2754 unità; in se-
gno d’Italia, con 1885 abitanti la popo- guito continuò ad aumentare e nel 1951
lazione continuava a crescere. La cre- toccava i 3255 abitanti. Nell’ultimo cin-
scita continuò allo stesso ritmo nella quantennio il villaggio, a causa dell’e-
seconda metà del secolo XIX e nel migrazione, ha cominciato a dimi-
1901 la popolazione era giunta a 2686 nuire; nel 2001 era sceso a 2495 abi-
unità. Anche nella prima metà del No- tanti.
vecento, sebbene con minore vigore, la Seneghe. I primi dati risalgono al 1388;
popolazione continuò ad aumentare e a quella data il villaggio era quasi spo-
nel 1951 toccò i 2800 abitanti. Nell’ul- polato: contava 8 fuochi per un totale
timo cinquantennio il villaggio ha su- di 32 abitanti. Altri dati significativi
bı̀to un grave spopolamento a causa sono quelli relativi al Parlamento del
dell’emigrazione; la sua popolazione 1485, i primi disponibili dopo la conci-
nel 2001 contava 1799 abitanti. tata fase delle guerre che caratterizza-
Sedilo. I primi dati risalgono al 1388; a rono tutto il XIV e buona parte del se-
quella data il villaggio contava 11 fuo- colo XV; a quella data la popolazione
chi per un totale di 44 abitanti. Altri del villaggio era cresciuta significati-
dati significativi sono quelli relativi al vamente, infatti contava quasi 150 fuo-
Parlamento del 1485, i primi disponi- chi per un totale di 596 abitanti. A di-
bili dopo la concitata fase delle guerre stanza di un secolo, nel 1583, il ritmo di
che caratterizzarono tutto il XIV e accrescimento della popolazione non
buona parte del secolo XV; a quella era venuto meno: la popolazione era
data la popolazione del villaggio era quasi triplicata passando a quasi 400
cresciuta significativamente, infatti fuochi per un totale di 1488 abitanti. Il
contava più di 125 fuochi per un totale bilancio demografico del secolo XVII,
di 500 abitanti. A distanza di un secolo, nonostante le epidemie di peste e le
nel 1583, il ritmo di accrescimento carestie, è positivo: infatti nel 1698,
della popolazione non era venuto alla fine del periodo spagnolo, la popo-
meno: la popolazione infatti era tripli- lazione, anche se di poco, era cresciuta
cata, passando a quasi 400 fuochi per ancora arrivando a 1542 abitanti. Nel
un totale di 1560 abitanti. Il bilancio 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
demografico del secolo XVII, nono- popolazione era salita ulteriormente e
stante le epidemie di peste e le care- toccava ormai i 1859 abitanti. Nel pe-
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla riodo successivo continuò a crescere e
fine del periodo spagnolo, la popola- nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
zione era cresciuta ancor arrivando a perfetta’’, contava 2100 abitanti; nel
1750 abitanti. Nel 1728, all’inizio del 1861, anno della proclamazione del Re-
periodo sabaudo, la popolazione era gno d’Italia, con 2192 abitanti la popo-
salita a 1982 abitanti. Nel periodo suc- lazione era ancora cresciuta. Lo svi-
cessivo continuò a crescere e nel 1848, luppo continuò anche nella seconda
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- metà del secolo XIX e nel 1901 la popo-
fetta’’, contava 2210 abitanti; nel 1861, lazione era giunta a 2287 unità. Nei
anno della proclamazione del Regno primi anni del Novecento si ebbe una
d’Italia, con 2371 abitanti la popola- diminuzione: la popolazione nel 1951
zione era ancora aumentata. La cre- era scesa a 2093 abitanti. Nell’ultimo
452
453
454
riodo spagnolo, la popolazione era ca- 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
lata arrivando a 129 abitanti. Nel 1728, popolazione era calata a 209 abitanti.
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
lazione era nuovamente aumentata e baudo, la popolazione era nuovamente
ormai contava 202 abitanti. Nel pe- aumentata e ormai contava 396 abi-
riodo successivo ebbe un discreto e co- tanti. Nel periodo successivo ebbe un
stante aumento e nel 1848, anno in cui discreto e costante aumento e nel 1848,
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
359 abitanti. La crescita continuò e nel fetta’’, contava 606 abitanti. La crescita
1861, anno della proclamazione del Re- ebbe una pausa e nel 1861, anno della
gno d’Italia, con 413 abitanti la popola- proclamazione del Regno d’Italia, con
zione sembrava decisamente in au- 595 abitanti la popolazione sembrava
mento. Nella seconda metà del secolo doversi stabilizzare. Nella seconda
XIX, però, si può rilevare ancora una metà del secolo XIX si può rilevare an-
tendenza alla diminuzione, e infatti cora una tendenza alla diminuzione, e
nel 1901 la popolazione era scesa a 339 infatti nel 1901 la popolazione era
unità. Nel corso della prima metà del scesa a 581 unità. Nel corso della prima
Novecento fino al 1928, anno in cui il metà del Novecento, fino al 1928, anno
villaggio fu aggregato a Villaurbana, la in cui il villaggio fu aggregato a Gonno-
popolazione si mantenne sopra le 350 stramatza, la popolazione continuò a
unità. Nel 1950 il villaggio, staccato da calare mantenendosi attorno alle 530
Villaurbana, unitamente a Siamanna unità. Nel 1950 il villaggio riacquistò
costituı̀ il nuovo comune di Siamanna- la propria autonomia, con una popola-
Siapiccia con 1341 abitanti. Dal 1974 il zione in aumento che toccò i 728 abi-
villaggio riacquistò la propria autono- tanti; negli ultimi decenni, però, il vil-
mia, con una popolazione di 390 abi- laggio si è spopolato a causa dell’emi-
tanti; nel 2001 la popolazione era pas- grazione, e nel 2001 la popolazione era
sata a 401 abitanti. passata a 417 abitanti.
Simala. I primi dati risalgono al 1388; a Simaxis. I primi dati risalgono al 1388;
quella data il villaggio contava 11 fuo- a quella data il villaggio era quasi spo-
chi per un totale di 48 abitanti. Altri polato: contava 7 fuochi per un totale
dati significativi sono quelli relativi al di 28 abitanti. Altri dati significativi
Parlamento del 1485, i primi disponi- sono quelli relativi al Parlamento del
bili dopo la concitata fase delle guerre 1485, i primi disponibili dopo la conci-
che caratterizzarono tutto il XIV e tata fase delle guerre che caratterizza-
buona parte del secolo XV; a quella rono tutto il XIV e buona parte del se-
data la popolazione del villaggio era colo XV; a quella data la popolazione
ancora molto modesta, contava poco del villaggio era ancora molto modesta,
più di 17 fuochi per un totale di 68 abi- contava poco più di 20 fuochi per un
tanti. A distanza di un secolo, nel 1583, totale di 104 abitanti. A distanza di un
il ritmo di accrescimento della popola- secolo, a partire dal 1583, la popola-
zione si era rafforzato, infatti essa era zione era più che raddoppiata, pas-
più che triplicata, passando a più di 50 sando a più di 50 fuochi per un totale
fuochi per un totale di 220 abitanti. Il di 232 abitanti. Il bilancio demografico
bilancio demografico del secolo XVII, del secolo XVII, a causa delle epide-
a causa delle epidemie di peste e delle mie di peste e delle carestie, non è po-
carestie, non è positivo: infatti nel sitivo: infatti nel 1698, alla fine del do-
455
minio spagnolo, la popolazione era ca- perfetta’’, contava 420 abitanti. La po-
lata a 159 abitanti. Nel 1728, all’inizio polazione continuò a crescere e nel
del periodo sabaudo, la popolazione 1861, anno della proclamazione del Re-
era nuovamente aumentata e ormai gno d’Italia, raggiungeva le 560 unità.
contava 220 abitanti. Nel periodo suc- Nella seconda metà del secolo XIX si
cessivo ebbe un discreto e costante au- può rilevare ancora una tendenza al-
mento e nel 1848, anno in cui si ebbe la l’aumento, e infatti nel 1901 la popola-
‘‘fusione perfetta’’, contava 523 abi- zione era giunta a 660 unità. Nel corso
tanti. La popolazione continuò a cre- della prima metà del Novecento, tra il
scere e nel 1861, anno della proclama- 1928 e il 1946 il villaggio fu aggregato a
zione del Regno d’Italia, raggiungeva Baressa; la popolazione continuò a
le 632 unità. Nella seconda metà del crescere e nel 1950 arrivò a 993 abi-
secolo XIX si può rilevare ancora una tanti. Nell’ultimo cinquantennio la
tendenza all’aumento, e infatti nel sua popolazione ha cominciato a dimi-
1901 la popolazione era giunta a 717 nuire a causa dell’emigrazione; nel
unità. Nel corso della prima metà del 2001 la popolazione era calata a 623
Novecento fino al 1928 il numero degli abitanti.
abitanti continuò a crescere; nello Siris. I primi dati risalgono al 1388; a
stesso anno furono aggregati al co- quella data il villaggio era quasi spopo-
mune Ollastra e San Vero Congius, sic- lato: contava 5 fuochi per un totale di
ché la popolazione salı̀ a 2171 abitanti. 20 abitanti. Altri dati significativi sono
Nel 1950 il villaggio di Ollastra riacqui- quelli relativi al Parlamento del 1485, i
stò la propria autonomia e Simaxis si primi disponibili dopo la concitata
ritrovò con una popolazione di oltre fase delle guerre che caratterizzarono
1700 abitanti; negli ultimi decenni il tutto il XIV e buona parte del secolo
villaggio ha continuato a crescere; nel XV; a quella data la popolazione del
2001 la popolazione era passata a 2002 villaggio era ancora molto modesta,
abitanti. contava poco più di 30 fuochi per un
Sini. I primi dati risalgono al 1388; a totale di 132 abitanti. A distanza di un
quella data il villaggio era quasi spopo- secolo, a partire dal 1583, la popola-
lato: contava non più di 4 fuochi per un zione era passata a più di 40 fuochi per
totale di 15 abitanti. Mancano i dati re- un totale di 168 abitanti. Il bilancio de-
lativi al Parlamento del 1485, per cui la mografico del secolo XVII, nonostante
conoscenze sulla popolazione ripren- le epidemie di peste e le carestie, è po-
dono dal 1583; a quella data la popola- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
zione contava più di 80 fuochi per un riodo spagnolo, la popolazione era pas-
totale di 320 abitanti. Il bilancio demo- sata a 209 abitanti. Nel 1728, all’inizio
grafico del secolo XVII, nonostante le del periodo sabaudo, la popolazione
epidemie di peste e le carestie, è posi- era nuovamente aumentata e ormai
tivo: infatti nel 1698, alla fine del domi- contava 296 abitanti. Negli anni se-
nio spagnolo, la popolazione era pas- guenti, però, la popolazione ebbe un
sata a 345 abitanti. Nel 1728, all’inizio costante calo e nel 1848, anno in cui si
del periodo sabaudo, la popolazione ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
con i suoi 349 abitanti si era stabiliz- solo 207 abitanti. La popolazione ri-
zata. Nel periodo successivo ebbe un mase stabile e nel 1861, anno della pro-
discreto e costante aumento e nel clamazione del Regno d’Italia, rag-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione giungeva le 214 unità. Nella seconda
456
metà del secolo XIX si può rilevare an- mune fu aggregato a Ghilarza e la po-
cora una tendenza alla diminuzione; polazione riprese a crescere: nel 1950
infatti nel 1901 la popolazione era ri- contava più di 334 abitanti; negli ultimi
dotta a 185 unità. Nel corso della prima decenni, però, a causa dell’emigra-
metà del Novecento, tra il 1928 e il 1962 zione, la popolazione si è stabilizzata;
il villaggio fu aggregato a Masullas e la nel 2001 era ridotta a 151 abitanti.
popolazione riprese a crescere. Nel Solarussa. I primi dati risalgono al
1950 contava più di 250 abitanti e negli 1388; a quella data il villaggio era quasi
ultimi decenni la popolazione si è sta- spopolato: contava 8 fuochi per un to-
bilizzata e nel 2001 era passata a 257 tale di 32 abitanti. Altri dati significa-
abitanti. tivi sono quelli relativi al Parlamento
Soddı̀. I primi dati risalgono al 1388; a del 1485, i primi disponibili dopo la
quella data il villaggio era quasi spopo- concitata fase delle guerre che caratte-
lato: contava 5 fuochi per un totale di rizzarono tutto il XIVe buona parte del
20 abitanti. Altri dati significativi sono secolo XV; a quella data la popolazione
quelli relativi al Parlamento del 1485, i del villaggio era aumentata in modo
primi disponibili dopo la concitata notevole, contava più di 125 fuochi per
fase delle guerre che caratterizzarono un totale di 520 abitanti. A distanza di
tutto il XIV e buona parte del secolo un secolo, a partire dal 1583, la popola-
XV; a quella data la popolazione del zione era più che raddoppiata: infatti
villaggio era ancora molto modesta, era passata a quasi 300 fuochi per un
contava poco più di 25 fuochi per un totale di 1180 abitanti. Il bilancio de-
totale di 104 abitanti. A distanza di un mografico del secolo XVII, a causa
secolo, a partire dal 1583, la popola- delle epidemie di peste e delle care-
zione era passata a quasi 50 fuochi per stie, non è positivo: infatti nel 1698,
un totale di 192 abitanti. Il bilancio de- alla fine del periodo spagnolo, la popo-
mografico del secolo XVII, a causa lazione era calata a 1024 abitanti. Nel
delle epidemie di peste e delle care- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
stie, non è positivo: infatti nel 1698, popolazione era nuovamente aumen-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- tata e oramai contava 1142 abitanti.
lazione era calata a 127 abitanti. Nel Nel periodo successivo registrò un co-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la stante aumento e nel 1848, anno in cui
popolazione era nuovamente aumen- si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
tata e oramai contava 249 abitanti. Nel 1845 abitanti. La popolazione continuò
periodo successivo, però, la popola- a crescere nei decenni successivi e nel
zione ebbe un costante calo e nel 1848, 1861, anno della proclamazione del Re-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- gno d’Italia, raggiungeva le 1901 unità.
fetta’’, contava solo 232 abitanti. La po- Nella seconda metà del secolo XIX si
polazione continuò a rimanere stabile può rilevare invece una tendenza alla
e nel 1861, anno della proclamazione diminuzione; infatti nel 1901 la popola-
del Regno d’Italia, raggiungeva le 238 zione era ridotta a 1637 unità. Nel
unità. Nella seconda metà del secolo corso della prima metà del Novecento
XIX si può rilevare ancora una ten- fino al 1928 riprese a crescere, toc-
denza alla diminuzione: infatti nel cando i 1750 abitanti; nel 1928 e fino al
1901 la popolazione era ridotta a 230 1950 furono aggregati al comune Sia-
unità. Nel corso della prima metà del maggiore e Zerfaliu, e la popolazione
Novecento, tra il 1928 e il 1979 il co- passò a più di 3200 abitanti. Nel 1951,
457
458
459
460
tava 1563 abitanti. Nei decenni succes- dei primi decenni del Novecento, tra il
sivi sembrò stabilizzarsi e nel 1861, 1928 e il 1946 il villaggio fu aggregato a
anno della proclamazione del Regno Busachi; la popolazione continuò ad
d’Italia, era ferma a 1519 unità. Nella aumentare toccando nel 1951 i 1332
seconda metà del secolo XIX riprese a abitanti. Negli ultimi decenni la sua
crescere, cosı̀ che nel 1901 era passata crescita si è fermata a causa dell’emi-
a 2041 unità. Nel corso dei primi de- grazione; nel 2001 la popolazione con-
cenni del Novecento la popolazione tava 658 abitanti.
aumentò ancora, toccando nel 1951 i Uras. I primi dati disponibili risalgono
2138 abitanti. Negli ultimi decenni la al 1485; a quella data la popolazione
crescita del villaggio si è fermato a del villaggio contava più di 60 fuochi
causa dell’emigrazione: nel 2001 la po- per un totale di 264 abitanti. I dati co-
polazione contava 1359 abitanti. munque sono frammentari, a causa
Ula Tirso. I primi dati risalgono al 1388; delle ricorrenti incursioni di corsari
a quella data il villaggio contava 11 fuo- barbareschi che tormentavano il terri-
chi per un totale di 44 abitanti circa. torio; cominciano a farsi più continui a
Altri dati significativi sono quelli rela- partire dal 1698 quando, alla fine del
tivi al Parlamento del 1485, i primi di- periodo spagnolo, la popolazione era
sponibili dopo la concitata fase delle di 780 abitanti. Nel 1728, all’inizio del
guerre che caratterizzarono tutto il periodo sabaudo, la popolazione era
XIV e buona parte del secolo XV; a quasi raddoppiata e contava 1523 abi-
quella data la popolazione del villaggio tanti. Nel periodo successivo continuò
era cresciuta e contava più di 30 fuo- a crescere con continuità per cui nel
chi, per un totale di 144 abitanti. A di- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
stanza di un secolo, a partire dal 1583, perfetta’’, contava 1999 abitanti; nel
la popolazione era ancora aumentata, 1861, anno della proclamazione del Re-
anzi più che raddoppiata, contava gno d’Italia, con 2241 abitanti la popo-
quasi 100 fuochi per un totale di 400 lazione sembrava dover crescere ulte-
abitanti. Il bilancio demografico del riormente. La crescita sembrò invece
secolo XVII, nonostante le epidemie rallentare nella seconda metà del se-
di peste e le carestie, è positivo: infatti colo XIX e nel 1901 la popolazione era
nel 1698, alla fine del periodo spa- scesa a 1903 unità. In seguito, nella
gnolo, la popolazione era passata a 692 prima metà del Novecento, riprese a
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- crescere e nel 1951 toccava i 3280 abi-
riodo sabaudo, la popolazione denun- tanti. Nell’ultimo cinquantennio lo svi-
ciava una lieve diminuzione e toccava i luppo demografico, a causa dell’emi-
644 abitanti. Nel periodo successivo grazione, si è fermato; la popolazione
prese a crescere con grande lentezza e nel 2001 contava 3233 abitanti.
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Usellus. I primi dati risalgono al 1388; a
perfetta’’, contava 708 abitanti. Nei de- quella data il villaggio era quasi spopo-
cenni successivi la tendenza alla cre- lato contava 4 fuochi per un totale di 16
scita fu confermata e nel 1861, anno abitanti circa. Altri dati significativi
della proclamazione del Regno d’Ita- sono quelli relativi al Parlamento del
lia, era passata a 752 unità. Nella se- 1485, i primi disponibili dopo la conci-
conda metà del secolo XIX la popola- tata fase delle guerre che caratterizza-
zione confermò la tendenza, cosı̀ nel rono tutto il XIV e buona parte del se-
1901 era passata a 888 unità. Nel corso colo XV; a quella data la popolazione
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unità. Nel corso dei primi decenni del Sciamanna e Siapiccia, la popolazione
Novecento la tendenza pare confer- salı̀ a 2500 unità. Dopo il distacco dei
mata; tra il 1928 e il 1946 il villaggio fu due villaggi la popolazione nel 1951 si
aggregato a Fordongianus e in seguito stabilizzò a 2017 abitanti. Negli ultimi
la popolazione salı̀ a 446 unità. Negli decenni la sua crescita si è fermata a
ultimi decenni la sua crescita si è fer- causa dell’emigrazione; nel 2001 la po-
mato a causa dell’emigrazione; nel polazione contava 1856 abitanti.
2001 la popolazione contava 336 abi- Zeddiani. I primi dati disponibili sulla
tanti. popolazione risalgono al 1388; a quella
Villaurbana. I primi dati risalgono al data il villaggio contava circa 8 fuochi
1388; a quella data il villaggio era quasi per un totale di 32 abitanti circa. Nel
spopolato e contava 7 fuochi per un to- 1485 la popolazione del villaggio era
tale di 28 abitanti. Altri dati significa- aumentata, contava quasi 18 fuochi
tivi sono quelli relativi al Parlamento per un totale di 72 abitanti circa. A di-
del 1485, i primi disponibili dopo la stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
concitata fase delle guerre che caratte- zione era cresciuta, passando a 35 fuo-
rizzarono tutto il XIVe buona parte del chi per un totale di 152 abitanti circa. Il
secolo XV; a quella data la popolazione bilancio demografico del Seicento, no-
del villaggio era ancora modestissima nostante la peste e le carestie, fu posi-
e contava non più di 22 fuochi per un tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
totale di 88 abitanti. A distanza di un riodo spagnolo, la popolazione era di
secolo, a partire dal 1583, la popola- 194 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
zione era cresciuta; ormai più più che riodo sabaudo, la popolazione era sa-
raddoppiata, contava quasi 50 fuochi lita notevolmente arrivando a toccare
per un totale di 196 abitanti. Il bilancio i 398 abitanti. Nel periodo successivo
demografico del secolo XVII, nono- la popolazione sembrò continuare a
stante le epidemie di peste e le care- crescere; nel 1848, anno in cui si ebbe
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla la ‘‘fusione perfetta’’, contava 616 abi-
fine del dominio spagnolo, la popola- tanti; nel 1861, anno della proclama-
zione era più che triplicata e toccava i zione del Regno d’Italia, con 645 abi-
687 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- tanti la popolazione continuava ad au-
riodo sabaudo, la popolazione era cre- mentare. La tendenza continuò anche
sciuta ulteriormente e toccava i 773 nel Novecento, e oggi, sebbene toccata
abitanti. Nel periodo successivo conti- dall’emigrazione, ha quasi 1200 abi-
nuò gradualmente a crescere e nel tanti (1185 al 2001).
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Zerfaliu. I primi dati disponibili sulla
perfetta’’, contava 1111 abitanti. Nei popolazione risalgono al 1388; a quella
decenni successivi la tendenza alla data il villaggio contava circa 15 fuochi
crescita si confermò e nel 1861, anno per un totale di 60 abitanti circa. Nel
della proclamazione del Regno d’Ita- 1485 la popolazione del villaggio era
lia, era passata a 1148 unità. Nella se- aumentata, contava quasi 30 fuochi
conda metà del secolo XIX la popola- per un totale di 108 abitanti circa. A
zione cominciò lentamente a dimi- distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
nuire e nel 1901 contava 999 unità. Nel lazione era ancora cresciuta, era pas-
corso dei primi decenni del Novecento sata a 63 fuochi per un totale di 246 abi-
la tendenza pare confermata; quando tanti circa. Il bilancio demografico del
tra il 1928 e il 1946 le furono aggregati Seicento, però, a causa della peste e
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464
abitanti. In seguito continuò ad au- 2195 abitanti. Nella seconda metà del
mentare e nel 1848, anno in cui si ebbe secolo XIX la popolazione continuò a
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 3394 abi- crescere; nel 1901 contava 3153 unità.
tanti. Nei decenni successivi confermò Nel corso dei primi decenni del Nove-
la tendenza e nel 1861, anno della pro- cento ebbe un altro aumento; nel 1951
clamazione del Regno d’Italia, aveva contava 4839 abitanti. Nel periodo suc-
3612 abitanti. La crescita continuò cessivo la popolazione ha avuto un ul-
nella seconda metà del secolo XIX; teriore aumento; nel 2001 registrava
nel 1901 la popolazione era pressoché 6693 abitanti.
raddoppiata, giungendo a 7718 unità. Fluminimaggiore. Fondato nel 1704 su
Nei primi decenni del Novecento co- un territorio precedentemente abitato
minciò invece a diminuire; nel 1951 da gruppi di pastori che non venivano
toccava 7322 abitanti. Nell’ultimo cin- censiti. I primi dati disponibili sulla
quantennio la popolazione ha conti- popolazione risalgono perciò al 1728,
nuato a calare a causa dell’emigra- all’inizio del periodo sabaudo, quando
zione; nel 2001 contava 6546 abitanti. la popolazione contava 462 abitanti.
Domusnovas. I primi dati disponibili Nel periodo successivo continuò a cre-
sulla popolazione sono relativi al 1320; scere; nel 1821 era di fatto triplicata e
a quella data il villaggio era un fiorente contava 1520 abitanti. In seguito
centro minerario che contava 536 fuo- crebbe ancora; nel 1848, anno in cui si
chi, con una popolazione complessiva ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
di 1956 abitanti. Nel corso del secolo, a 1973 abitanti. Nei decenni successivi
causa delle guerre, si spopolò quasi confermò la tendenza e nel 1861, anno
completamente; altri dati significativi della proclamazione del Regno d’Ita-
sono riferiti al Parlamento del 1485, i lia, contava 2263 abitanti. La crescita
primi disponibili dopo la concitata continuò nella seconda metà del secolo
fase delle guerre; a quella data la po- XIX, grazie allo sviluppo delle attività
polazione del villaggio era quasi scom- minerarie; nel 1901 la popolazione era
parsa, sopravvivevano 10 fuochi per un pressoché quintuplicata, giungendo a
totale di 40 abitanti. A distanza di un 10 053 unità. Nei primi decenni del No-
secolo, nel 1583, la popolazione aveva vecento, con la diminuzione delle atti-
cominciato a crescere, e contava 32 vità minerarie, la popolazione prese a
fuochi per un totale di 138 abitanti. Il diminuire; nel 1951 toccava i 5835 abi-
bilancio demografico del secolo XVII, tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
nonostante le epidemie di peste e le polazione continuò a calare; nel 1960
carestie, è positivo: infatti nel 1698, fu staccato Bugerru, per cui nel 1961 la
alla fine del periodo spagnolo, la comu- popolazione era scesa a 4067 abitanti.
nità aveva già 396 abitanti. Nel 1728, In seguito, a causa dell’emigrazione, il
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- numero degli abitanti ha continuato a
lazione era lievemente diminuita e diminuire; nel 2001 ne contava 3188.
contava 333 abitanti. Nel periodo suc- Giba. Il territorio prese a essere popo-
cessivo riprese a crescere con regola- lato dal Seicento da gruppi di pastori e
rità e nel 1848, l’anno della ‘‘fusione agricoltori che col tempo si stabilirono
perfetta’’, contava 1560 abitanti. Nei in furriadroxius; da questi si sviluppa-
decenni successivi ebbe un ulteriore rono alcuni boddeus la cui popolazione
aumento e nel 1861, anno della procla- venne censita fino al 1838 con Iglesias.
mazione del Regno d’Italia, contava I primi dati disponibili sulla popola-
465
zione risalgono perciò al 1844, quando mentare, anche se tra il 1940 e il 1945 fu
la popolazione contava 1842 abitanti. aggregato ai comuni di Iglesias e di
In seguito continuò a crescere e nel Carbonia; nel 1951 toccava 5571 abi-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione tanti. Nell’ultimo cinquantennio la po-
perfetta’’, contava 2429 abitanti. Nei polazione cominciò a calare a causa
decenni successivi confermò la ten- dell’emigrazione; nel 2001 contava
denza e nel 1861, anno della proclama- 5276 abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 2581 Iglesias. I primi dati disponibili sulla
abitanti. La crescita continuò nella se- popolazione sono relativi al 1320; a
conda metà del secolo XIX; nel 1901 la quella data la città (Villa di Chiesa)
popolazione era giunta a 3013 unità. era un fiorente centro minerario che
Nei primi decenni del Novecento con- contava 1750 fuochi e 7000 abitanti. Al-
tinuò a salire; nel 1951 toccava 6125 tri dati significativi sono quelli riferiti
abitanti compresi quelli delle frazioni al Parlamento del 1485, i primi dispo-
di Sant’Anna Arresi, Masainas e Pisci- nibili dopo la concitata fase delle
nas. Durante l’ultimo cinquantennio, guerre che avevano spopolato quasi
nel 1964 fu staccata Sant’Anna Arresi e completamente la città; a quella data
la popolazione cominciò a calare, nel la popolazione contava circa 400 fuo-
1974 fu staccato Masainas e nel 1988 Pi- chi per un totale di 1508 abitanti. A di-
scinas; nel 2001 contava 2227 abitanti. stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
Gonnesa. I primi dati risalgono al 1320; zione era cresciuta, contava più di 1000
a quella data contava 75 fuochi per un fuochi per un totale di 4176 abitanti. Il
totale di 308 abitanti. In seguito, a bilancio demografico del secolo XVII,
causa delle guerre, entro il secolo XIV nonostante le epidemie di peste e le
si spopolò e cosı̀ il territorio rimase de- carestie, è positivo: infatti nel 1698,
serto fino alla fine del Seicento; negli alla fine del dominio spagnolo, la popo-
anni successivi fu abitato da gruppi di lazione era cresciuta e contava 5417
pastori che non venivano censiti. Il vil- abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
laggio fu ricostituito nel 1774: i primi riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
dati disponibili sulla popolazione ri- riormente aumentata e contava 6065
salgono perciò al 1778 quando la popo- abitanti. Nel periodo successivo la po-
lazione contava 295 abitanti. Nel pe- polazione riprese a crescere con rego-
riodo successivo la popolazione conti- larità, compresa quella dei centri in
nuò a crescere; nel 1821 era quasi rad- via di sviluppo che sorgevano nei terri-
doppiata, giungendo a 565 abitanti. In tori del Sulcis da lei dipendenti. Cosı̀
seguito crebbe ancora; nel 1848 anno in nel 1824 contava 9401 abitanti con
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- quelli di San Giovanni Suergiu, San-
tava 777 abitanti. Nei decenni succes- tadi, Serbariu, Tratalias e Giba. Nel
sivi confermò la tendenza e nel 1861, 1838 era di 12 428 abitanti, compresi
anno della proclamazione del Regno quelli dei villaggi precedentemente ri-
d’Italia, contava 1015 abitanti. La cre- cordati, ai quali si era aggiunta Nar-
scita continuò nella seconda metà del cao. Negli anni successivi questi centri
secolo XIX in virtù dello sviluppo delle furono staccati da Iglesias e nel 1848,
attività minerarie; nel 1901 la popola- anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
zione era più che triplicata, giungendo fetta’’, la popolazione della città con-
a 3752 unità. Nei primi decenni del No- tava 4968 abitanti. Nei decenni succes-
vecento la popolazione continuò ad au- sivi ebbe un nuovo aumento a causa
466
dello sviluppo delle attività minerarie proclamazione del Regno d’Italia, con-
e nel 1861, anno della proclamazione tava 620 abitanti. Nella seconda metà
del Regno d’Italia, contava 6224 abi- del secolo XIX la popolazione rimase
tanti. Nella seconda metà del secolo stabile; nel 1901 contava 647 unità. Nel
XIX la popolazione continuò a cre- corso dei primi decenni del Novecento
scere in parallelo con lo sviluppo delle la popolazione ebbe un altro aumento;
attività minerarie; in pratica quasi si nel 1951 contava 1188 abitanti. Nel pe-
quadruplicò: nel 1901 contava 21 011 riodo successivo la popolazione è cre-
unità. Nel corso dei primi decenni del sciuta ancora; nel 2001 contava 1522
Novecento la popolazione ebbe un al- abitanti.
tro aumento; nel 1951 contava 26 146 Narcao. Il territorio prese a essere po-
abitanti. Nel periodo successivo, nono- polato dal Seicento da gruppi di pa-
stante la crisi mineraria, la popola- stori e agricoltori che col tempo si sta-
zione ebbe un ulteriore aumento e nel bilirono in furriadroxius; da questi si
1991 superò i 30 000 abitanti. In seguito svilupparono alcuni boddeus, la cui po-
ha cominciato a calare; nel 2001 con- polazione venne censita fino al 1838
tava 29 178 abitanti. con quella di Iglesias. I primi dati di-
Masainas. Fu costituito in comune au- sponibili sulla popolazione risalgono
tonomo nel 1974; precedentemente il perciò al 1844, quando contava 1525
territorio era popolato da gruppi di pa- abitanti. In seguito continuò a crescere
stori che vi si erano stanziati dando e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
vita a dei furriadroxius e che erano cen- sione perfetta’’, contava 1891 abitanti.
siti con la popolazione di Iglesias. I Nei decenni successivi confermò la
primi dati disponibili risalgono perciò tendenza e nel 1861, anno della procla-
al 1981; a quella data il villaggio con- mazione del Regno d’Italia, contava
tava 1583 abitanti. Nell’ultimo periodo 2369 abitanti. La crescita continuò
la popolazione si è mantenuta stabile; nella seconda metà del secolo XIX;
nel 2001 contava 1216 abitanti. nel 1901 la popolazione era giunta a
Musei. I primi dati disponibili sulla po- 3057 unità. Nei primi decenni del No-
polazione sono relativi al 1320; a quella vecento ebbe un leggero calo; nel 1951
data il villaggio era un fiorente centro toccava i 2795 abitanti. Nell’ultimo cin-
metallurgico e contava quasi 40 fuochi quantennio riprese a crescere, seb-
e una popolazione complessiva di 156 bene tra il 1958 e il 1964 fossero state
abitanti. Nel corso del secolo, a causa staccate Perdaxius e Acqua Cadda; nel
delle guerre, si spopolò completa- 2001 contava 3482 abitanti.
mente; riprese a popolarsi solo nel Sei- Nuxis. I primi dati disponibili sulla po-
cento, per cui altri dati significativi polazione sono relativi al 1320; a quella
sono quelli riferiti al 1698, alla fine del data il villaggio contava 40 fuochi e una
periodo spagnolo, quando la popola- popolazione complessiva di 160 abi-
zione contava 307 abitanti. Nel 1728, al- tanti. Nel corso del secolo, a causa
l’inizio del periodo sabaudo, era lieve- delle guerre, si spopolò completa-
mente cresciuta e contava 373 abitanti. mente; riprese a popolarsi solo nel Sei-
Nel periodo successivo continuò a cre- cento con gruppi di pastori che si stan-
scere con regolarità e nel 1848, anno in ziarono in furriadroxius dai quali si svi-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- lupparono alcuni boddeus. La loro po-
tava 621 abitanti. Nei decenni succes- polazione fu censita con quella di Igle-
sivi si stabilizzò e nel 1861, anno della sias. Fu costituito in comune autonomo
467
nel 1958, per cui i primi dati sulla po- continuativamente, dagli addetti alla
polazione risalgono solo al 1961, vicina tonnara. I primi dati disponibili
quando contava 1797 abitanti. Nel pe- sulla popolazione risalgono al 1771,
riodo successivo la popolazione si è quando contava 170 abitanti; altri dati
mantenuta stabile; nel 2001 contava interessanti risalgono al 1844, quando
1738 abitanti. il villaggio ne contava 303. In seguito
Perdaxius. I primi dati disponibili sulla continuò a crescere e nel 1848, anno in
popolazione sono relativi al 1320; a cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, aveva
quella data il villaggio contava 13 fuo- 438 abitanti. Nei decenni successivi
chi e una popolazione complessiva di confermò la tendenza e nel 1861, anno
52 abitanti. Nel corso del secolo, a della proclamazione del Regno d’Ita-
causa delle guerre, si spopolò comple- lia, contava 551 abitanti. La crescita
tamente; riprese a popolarsi solo nel continuò nella seconda metà del secolo
Seicento con gruppi di pastori che si XIX; nel 1901 la popolazione era giunta
stanziarono in furriadroxius, dai quali a 1157 unità. Nei primi decenni del No-
si svilupparono alcuni boddeus. La loro vecento ebbe un rapido e vigoroso svi-
popolazione fu censita con quella di luppo; nel 1951 era raddoppiata e toc-
Iglesias. Fu costituito in comune auto- cava i 2535 abitanti. Nell’ultimo cin-
nomo nel 1958, per cui i primi dati sulla quantennio continuò a crescere grazie
popolazione risalgono solo al 1961, allo sviluppo delle attività industriali,
quando contava 1677 abitanti. Nel pe- nel 2001 contava 5505 abitanti.
riodo successivo la popolazione ha co- San Giovanni Suergiu (Palmas Suer-
nosciuto un piccolo calo; nel 2001 con- giu). I primi dati disponibili sulla popo-
tava 1513 abitanti. lazione sono relativi al 1320; a quella
Piscinas. I primi dati disponibili sulla data il villaggio contava 180 fuochi e
popolazione sono relativi al 1320; a una popolazione complessiva di 752
quella data il villaggio contava 31 fuo- abitanti. Nel corso del secolo, a causa
chi e una popolazione complessiva di delle guerre, si spopolò completa-
124 abitanti. Nel corso del secolo, a mente; riprese a popolarsi solo nel Sei-
causa delle guerre, si spopolò comple- cento con gruppi di pastori che si stan-
tamente; riprese a popolarsi solo nel ziarono in furriadroxius dai quali si svi-
Seicento con gruppi di pastori che si lupparono alcuni boddeus. La loro po-
stanziarono in furriadroxius dai quali polazione fu censita con quella di Igle-
si svilupparono alcuni boddeus. La sias. Nella seconda metà del secolo
loro popolazione fu censita con quella XVIII cominciò a essere popolato sta-
di Iglesias fino al 1838 e in seguito con bilmente, ma i primi dati disponibili
quella di Giba. Fu costituito in comune risalgono al 1844, quando contava 1382
autonomo nel 1988, per cui i primi dati abitanti. Nel 1848, anno in cui si ebbe la
sulla popolazione risalgono solo al ‘‘fusione perfetta’’, contava 777 abi-
1991, quando contava 992 abitanti. Nel tanti. Nei decenni successivi riprese a
periodo successivo la popolazione ha crescere e nel 1861, anno della procla-
avuto un leggero calo; nel 2001 contava mazione del Regno d’Italia, contava
912 abitanti. 1258 abitanti. La crescita continuò
Portoscuso. Prese a essere popolato nella seconda metà del secolo XIX;
stabilmente soltanto a partire dalla se- nel 1901 la popolazione era giunta a
conda metà del secolo XVIII; prece- 1552 unità. Nei primi decenni del No-
dentemente era stato abitato, ma non vecento la popolazione ebbe un rapido
468
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Barumini. I primi dati disponibili sulla dopo la concitata fase delle guerre che
popolazione risalgono al 1388; a quella caratterizzarono tutto il XIV e buona
data il villaggio era quasi spopolato, parte del secolo XV; a quella data la
contava circa 5 fuochi per un totale di popolazione del villaggio era cresciuta
20 abitanti. Altri dati significativi sono e contava più di 60 fuochi per un totale
quelli relativi al Parlamento del 1485, i di 268 abitanti. A distanza di un secolo,
primi disponibili dopo la concitata nel 1583, la popolazione era cresciuta
fase delle guerre che caratterizzarono ancora e contava più di 150 fuochi per
tutto il XIV e buona parte del secolo un totale di 648 abitanti. Il bilancio de-
XV; a quella data la popolazione del mografico del secolo XVII, nonostante
villaggio era notevolmente cresciuta e le epidemie di peste e le carestie, è po-
contava 41 fuochi per un totale di circa sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
200 abitanti. A distanza di un secolo, riodo spagnolo, la popolazione era cre-
nel 1583, la popolazione era ancora au- sciuta e contava 816 abitanti. Nel 1728,
mentata e contava più di 180 fuochi per all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
un totale di 752 abitanti. Il bilancio de- lazione era cresciuta e contava 1331
mografico del secolo XVII, nonostante abitanti. Nel periodo successivo ebbe
le epidemie di peste e le carestie, è po- un notevole calo e nel 1848, anno in cui
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
riodo spagnolo, la popolazione non era 920 abitanti. Nei decenni successivi la
calata e contava 761 abitanti. Nel 1728, popolazione si mantenne stabile e nel
all’inizio del periodo sabaudo, era ul- 1861, anno della proclamazione del Re-
teriormente cresciuta e contava 1094 gno d’Italia, era di 927 abitanti. Nella
abitanti. Nel periodo successivo si seconda metà del secolo XIX sostan-
mantenne stabile e nel 1848, anno in zialmente rimase uguale: nel 1901 con-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- tava 975 unità. Nel corso dei primi de-
tava 1122 abitanti. Nei decenni che se- cenni del Novecento ebbe un nuovo au-
guirono la popolazione, sebbene di mento e nel 1951 contava 1206 abitanti.
poco, continuò a crescere e nel 1861, Nell’ultimo cinquantennio la sua po-
anno della proclamazione del Regno polazione ha avuto un calo a causa del-
d’Italia, era di 1196 abitanti. Nella se- l’emigrazione; nel 2001 contava 1018
conda metà del secolo XIX ebbe un abitanti.
calo e nel 1901 contava 1109 unità. Nel Furtei. I primi dati disponibili sulla po-
corso dei primi decenni del Novecento polazione risalgono al 1320; a quella
la popolazione ebbe un nuovo aumento data il villaggio contava più di 150 fuo-
e nel 1951 contava 1665 abitanti. Nel- chi per un totale di 684 abitanti. Altri
l’ultimo cinquantennio la sua popola- dati significativi sono quelli relativi al
zione ha avuto un calo a causa dell’emi- Parlamento del 1485, i primi disponi-
grazione; nel 2001 contava 1432 abi- bili dopo la concitata fase delle guerre
tanti. che caratterizzarono tutto il XIV e
Collinas (Forru). I primi dati disponi- buona parte del secolo XV; a quella
bili sulla popolazione risalgono al data la popolazione del villaggio era
1388; a quella data il villaggio era quasi notevolmente diminuita e contava più
spopolato, contava circa 5 fuochi per di 60 fuochi per un totale di 260 abi-
un totale di 20 abitanti. Altri dati signi- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
ficativi sono quelli relativi al Parla- la popolazione era cresciuta e contava
mento del 1485, i primi disponibili 150 fuochi per un totale di 600 abitanti.
471
472
dei primi decenni del Novecento la po- guerre che caratterizzarono tutto il
polazione ebbe un nuovo aumento e XIV e buona parte del secolo XV; a
nel 1951 contava 1627 abitanti. Nell’ul- quella data la popolazione del villaggio
timo cinquantennio la popolazione è era notevolmente aumentata e contava
diminuita nuovamente a causa dell’e- più di 80 fuochi per un totale di 328 abi-
migrazione; nel 2001 contava 1451 abi- tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
tanti. la popolazione era cresciuta ancora e
Gonnosfanadiga. I primi dati significa- contava più di 150 fuochi per un totale
tivi sono quelli relativi al Parlamento di 808 abitanti. Il bilancio demografico
del 1485; a quella data la popolazione del secolo XVII, nonostante le epide-
del villaggio contava circa 40 fuochi mie di peste e le carestie, è positivo:
per un totale di 156 abitanti. A distanza infatti nel 1698, alla fine del periodo
di un secolo nel 1583 la popolazione era spagnolo, la popolazione era più che
cresciuta, di fatto più che triplicata, e raddoppiata e contava 2005 abitanti.
contava 125 fuochi per un totale di 504 Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
abitanti. Il bilancio demografico del baudo, la popolazione era cresciuta an-
secolo XVII, nonostante le epidemie cora e contava 2607 abitanti. Nel pe-
di peste e le carestie, è positivo: infatti riodo successivo la popolazione conti-
nel 1698, alla fine del periodo spa- nuò gradualmente a crescere e nel
gnolo, la popolazione era cresciuta no- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
tevolmente e contava 1247 abitanti. perfetta’’, contava 3890 abitanti. Nei
Nel 1728, all’inizio del periodo sa- decenni successivi la popolazione
baudo, la popolazione era ancora cre- crebbe ancora in conseguenza dello
sciuta e contava 1644 abitanti. Nel pe- sviluppo delle attività minerarie e nel
riodo successivo prese a crescere con 1861, anno della proclamazione del Re-
continuità e nel 1848, anno in cui si gno d’Italia, era giunta a 4733 abitanti.
ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava Nella seconda metà del secolo XIX
3174 abitanti. Nei decenni successivi continuò a crescere e nel 1901 contava
la popolazione ebbe un’ulteriore pic- 6797 unità. Nel corso dei primi decenni
cola crescita e nel 1861, anno della pro- del Novecento la popolazione ebbe un
clamazione del Regno d’Italia, era di ulteriore notevole aumento e nel 1951
3297 abitanti. Nella seconda metà del contava 11 744 abitanti. Nell’ultimo
secolo XIX continuò a crescere e nel cinquantennio la sua popolazione ha
1901 arrivò a 4264 unità. Nel corso dei continuato ad aumentare; nel 2001
primi decenni del Novecento la popo- contava 12 936 abitanti.
lazione ebbe un nuovo aumento e nel Las Plassas. I primi dati disponibili
1951 contava 7259 abitanti. Nell’ultimo sulla popolazione risalgono al 1388; a
cinquantennio la popolazione è dimi- quella data il villaggio era semispopo-
nuita a causa dell’emigrazione; nel lato e contava 6 fuochi per un totale di
2001 contava 7073 abitanti. 25 abitanti. Altri dati significativi sono
Guspini. I primi dati disponibili sulla quelli relativi al Parlamento del 1485, i
popolazione risalgono al 1388; a quella primi disponibili dopo la concitata
data il villaggio era semispopolato e fase delle guerre che caratterizzarono
contava 5 fuochi per un totale di 20 abi- tutto il XIV e buona parte del secolo
tanti. Altri dati significativi sono quelli XV; a quella data la popolazione del
relativi al Parlamento del 1485, i primi villaggio era aumentata, quasi decupli-
disponibili dopo la concitata fase delle cata, e contava più di 60 fuochi per un
473
474
secolo XIX continuò a crescere e nel dell’emigrazione; nel 2001 contava 738
1901 contava 1405 unità. Nel corso dei abitanti.
primi decenni del Novecento la popo- Samassi. I primi dati disponibili sulla
lazione ebbe un ulteriore aumento e popolazione risalgono al 1320; a quella
nel 1951 contava 2539 abitanti. Nell’ul- data il villaggio contava quasi 90 fuochi
timo cinquantennio la popolazione ha per un totale di 350 abitanti. Altri dati
continuato a crescere; nel 2001 contava significativi sono quelli relativi al Par-
3130 abitanti. lamento del 1485, i primi disponibili
Pauli Arbarei. I primi dati disponibili dopo la concitata fase delle guerre che
sulla popolazione risalgono al 1388; a caratterizzarono tutto il XIV e buona
quella data il villaggio contava 10 fuo- parte del secolo XV; a quella data la
chi per un totale di 40 abitanti. Altri popolazione del villaggio era notevol-
dati significativi sono quelli relativi al mente cresciuta e contava circa 120
Parlamento del 1485, i primi disponi- fuochi per un totale di 564 abitanti. A
bili dopo la concitata fase delle guerre distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
che caratterizzarono tutto il XIV e lazione era cresciuta notevolmente,
buona parte del secolo XV; a quella era di fatto raddoppiata e contava più
data la popolazione del villaggio era di 260 fuochi per un totale di 1148 abi-
notevolmente cresciuta e contava circa tanti. Il bilancio demografico del se-
80 fuochi per un totale di 316 abitanti. A colo XVII, a causa delle epidemie di
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- peste e delle carestie, non è positivo:
lazione si era mantenuta stabile e con- infatti nel 1698, alla fine del periodo
tava più di 60 fuochi per un totale di 320 spagnolo, la popolazione era diminuita
abitanti. Il bilancio demografico del e contava 1071 abitanti. Nel 1728, all’i-
secolo XVII, a causa delle epidemie di nizio del periodo sabaudo, la popola-
peste e delle carestie, non è positivo: zione era cresciuta nuovamente e con-
infatti nel 1698, alla fine del periodo tava 1556 abitanti. Nel periodo che se-
spagnolo, la popolazione era diminuita guı̀ la popolazione continuò a crescere
e contava 293 abitanti. Nel 1728, all’ini- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
zio del periodo sabaudo, la popola- sione perfetta’’, contava 1965 abitanti.
zione era cresciuta nuovamente e con- Nei decenni successivi la popolazione
tava 354 abitanti. Nel periodo succes- crebbe ancora e nel 1861, anno della
sivo la popolazione si mantenne stabile proclamazione del Regno d’Italia, era
e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu- giunta a 2433 abitanti. Nella seconda
sione perfetta’’, contava 358 abitanti. metà del secolo XIX si mantenne sta-
Nei decenni successivi la popolazione bile e nel 1901 contava 2390 unità. Nel
crebbe e nel 1861, anno della procla- corso dei primi decenni del Novecento
mazione del Regno d’Italia, era giunta ebbe un ulteriore aumento e nel 1951
a 426 abitanti. Nella seconda metà del era praticamente raddoppiata, con
secolo XIX si mantenne stabile e nel 4337 abitanti. Nell’ultimo cinquanten-
1901 contava 416 unità. Nel corso dei nio la popolazione ha continuato a cre-
primi decenni del Novecento la popo- scere; nel 2001 contava 5533 abitanti.
lazione ebbe un ulteriore aumento e San Gavino Monreale. I primi dati di-
nel 1951 era praticamente raddop- sponibili sulla popolazione risalgono
piata, contava 804 abitanti. Nell’ultimo al 1388; a quella data il villaggio con-
cinquantennio la popolazione ha in- tava quasi 15 fuochi per un totale di 58
vece cominciato a diminuire a causa abitanti. Altri dati significativi sono
475
quelli relativi al Parlamento del 1485, i colo XV; a quella data la popolazione
primi disponibili dopo la concitata del villaggio era notevolmente dimi-
fase delle guerre che caratterizzarono nuita e contava circa 105 fuochi per un
tutto il XIV e buona parte del secolo totale di 420 abitanti. Ma a distanza di
XV; a quella data la popolazione del un secolo nel 1583 la popolazione era
villaggio era notevolmente cresciuta e cresciuta notevolmente; era di fatto
contava circa 120 fuochi per un totale triplicata e contava più di 350 fuochi
di 628 abitanti. A distanza di un secolo, per un totale di 1400 abitanti. Il bilan-
nel 1583, la popolazione era cresciuta cio demografico del secolo XVII, nono-
notevolmente, di fatto raddoppiata, e stante le epidemie di peste e le care-
contava più di 320 fuochi per un totale stie, è positivo: infatti nel 1698, alla
di 1336 abitanti. Il bilancio demogra- fine del periodo spagnolo, la popola-
fico del secolo XVII, nonostante le epi- zione era cresciuta e contava 2194 abi-
demie di peste e le carestie, è positivo: tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo
infatti nel 1698, alla fine del periodo sabaudo, la popolazione era cresciuta
spagnolo, la popolazione era ancora nuovamente e contava 2915 abitanti.
cresciuta e contava 1711 abitanti. Nel Nel periodo successivo la popolazione
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la continuò a crescere e nel 1848, anno in
popolazione era cresciuta nuovamente cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
e contava 2223 abitanti. Nel periodo tava 3640 abitanti. Nei decenni succes-
successivo la popolazione continuò a sivi confermò la tendenza alla crescita
crescere e nel 1848, anno in cui si ebbe e nel 1861, anno della proclamazione
la ‘‘fusione perfetta’’, contava 2541 abi- del Regno d’Italia, contava 4004 abi-
tanti. Nei decenni successivi la popola- tanti. Nella seconda metà del secolo
zione si mantenne stabile e nel 1861, XIX ebbe un ulteriore aumento e nel
anno della proclamazione del Regno 1901 contava 4385 unità. Nel corso dei
d’Italia, contava 2511 abitanti. Nella primi decenni del Novecento, la popo-
seconda metà del secolo XIX ebbe un lazione crebbe ancora e nel 1951 era
ulteriore aumento e nel 1901 contava quasi raddoppiata, con 7555 abitanti.
3143 unità. Nel corso dei primi decenni Nell’ultimo cinquantennio la popola-
del Novecento, in virtù dello sviluppo zione ha continuato a crescere; nel
delle attività industriali, la popola- 2001 contava 8592 abitanti.
zione ebbe ancora un aumento e nel Sardara. I primi dati disponibili sulla
1951 era praticamente raddoppiata, popolazione risalgono al 1388; a quella
contava 7410 abitanti. Nell’ultimo cin- data il villaggio contava più di 90 fuo-
quantennio la popolazione ha conti- chi per un totale di 372 abitanti. Altri
nuato a crescere; nel 2001 contava dati significativi sono quelli relativi al
9938 abitanti. Parlamento del 1485, i primi disponi-
Sanluri. I primi dati disponibili sulla bili dopo la concitata fase delle guerre
popolazione risalgono al 1320; a quella che caratterizzarono tutto il XIV e
data il villaggio era molto popoloso e buona parte del secolo XV; a quella
contava più di 400 fuochi per un totale data la popolazione del villaggio era
di 1670 abitanti. Altri dati significativi notevolmente diminuita e contava
sono quelli relativi al Parlamento del circa 120 fuochi per un totale di 492
1485, i primi disponibili dopo la conci- abitanti. A distanza di un secolo, nel
tata fase delle guerre che caratterizza- 1583, la popolazione era cresciuta no-
rono tutto il XIV e buona parte del se- tevolmente; era quasi triplicata e con-
476
tava più di 320 fuochi per un totale di anno della proclamazione del Regno
1340 abitanti. Il bilancio demografico d’Italia, contava ancora 644 abitanti.
del secolo XVII, nonostante le epide- Nella seconda metà del secolo XIX
mie di peste e le carestie, è positivo: ebbe addirittura un leggero calo: nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo 1901 contava 638 unità. Nel corso dei
spagnolo, la popolazione era cresciuta primi decenni del Novecento la popo-
e contava 1621 abitanti. Nel 1728, all’i- lazione ebbe invece un aumento note-
nizio del periodo sabaudo, la popola- vole e nel 1951 contava 1308 abitanti.
zione appariva stabile, 1669 abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la popola-
Nel periodo successivo continuò a cre- zione ha continuato a crescere; nel
scere e nel 1848, anno in cui si ebbe la 2001 contava 1389 abitanti.
‘‘fusione perfetta’’, contava 2269 abi- Serramanna. I primi dati disponibili
tanti. Nei decenni successivi la popola- sulla popolazione risalgono al 1320; a
zione confermò la tendenza alla cre- quella data il villaggio contava più di
scita e nel 1861, anno della proclama- 15 fuochi per un totale di 70 abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 2421 Altri dati significativi sono quelli rela-
abitanti. Nella seconda metà del se- tivi al Parlamento del 1485, i primi di-
colo XIX ebbe un ulteriore aumento e sponibili dopo la concitata fase delle
nel 1901 contava 2822 unità. Nel corso guerre che caratterizzarono tutto il
dei primi decenni del Novecento, la XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione ebbe un ulteriore au- quella data la popolazione del villaggio
mento e nel 1951 contava 3942 abitanti. era aumentata e contava circa 35 fuo-
Nell’ultimo cinquantennio la popola- chi per un totale di 144 abitanti. A di-
zione ha continuato a crescere; nel stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
2001 contava 4407 abitanti. zione era cresciuta notevolmente, di
Segariu. I primi dati disponibili sulla fatto era quasi quintuplicata e contava
popolazione risalgono al 1320; a quella più di 160 fuochi per un totale di 704
data il villaggio contava quasi 80 fuochi abitanti. Il bilancio demografico del
per un totale di 312 abitanti. Successi- secolo XVII, nonostante le epidemie
vamente la popolazione diminuı̀ e nel di peste e le carestie, è positivo: infatti
secolo XV il villaggio si spopolò com- nel 1698, alla fine del periodo spa-
pletamente. Gli altri dati risalgono al gnolo, la popolazione era cresciuta e
1583, quando il villaggio era stato ripo- contava 1306 abitanti. Nel 1728, all’ini-
polato e contava quasi 80 fuochi per un zio del periodo sabaudo, la popola-
totale di 348 abitanti. Il bilancio demo- zione crebbe ulteriormente e contava
grafico del secolo XVII, a causa delle 1635 abitanti. Nel periodo successivo
epidemie di peste e delle carestie, non la popolazione continuò a crescere e
è positivo: infatti nel 1698, alla fine del nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
periodo spagnolo, la popolazione era perfetta’’, contava 2600 abitanti. Nei
diminuita e contava 286 abitanti. Nel decenni successivi confermò la ten-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la denza alla crescita e nel 1861, anno
popolazione era aumentata e contava della proclamazione del Regno d’Ita-
494 abitanti. Nel periodo successivo lia, contava 2971 abitanti. Nella se-
continuò a crescere e nel 1848, anno in conda metà del secolo XIX ebbe un ul-
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- teriore aumento e nel 1901 contava
tava 644 abitanti. Nei decenni succes- 3680 unità. Nel corso dei primi decenni
sivi si mantenne stabile e nel 1861, del Novecento la popolazione crebbe
477
ancora e nel 1951 contava 6556 abitanti. tale di 52 abitanti. A distanza di un se-
Nell’ultimo cinquantennio la popola- colo, nel 1583, la popolazione era cre-
zione ha continuato a crescere; nel sciuta e contava più di 70 fuochi per un
2001 contava 9715 abitanti. totale di 272 abitanti. Il bilancio demo-
Serrenti. I primi dati disponibili sulla grafico del secolo XVII, a causa delle
popolazione risalgono al 1320; a quella epidemie di peste e delle carestie, non
data il villaggio contava più di 120 fuo- è positivo: infatti nel 1698, alla fine del
chi per un totale di 496 abitanti. Altri periodo spagnolo, la popolazione era
dati significativi sono quelli relativi al diminuita e contava 272 abitanti. Nel
Parlamento del 1485, i primi disponi- 1728, all’inizio del periodo sabaudo, la
bili dopo la concitata fase delle guerre popolazione crebbe e contava 308 abi-
che caratterizzarono tutto il XIV e tanti. Nel periodo successivo la popo-
buona parte del secolo XV; a quella lazione diminuı̀ nuovamente e nel
data la popolazione del villaggio era di- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
minuita e contava circa 80 fuochi per perfetta’’, era scesa a 241 abitanti. Nei
un totale di 320 abitanti. A distanza di decenni successivi ebbe una leggera
un secolo, nel 1583, la popolazione era crescita e nel 1861, anno della procla-
cresciuta e contava più di 150 fuochi mazione del Regno d’Italia, contava
per un totale di 668 abitanti. Il bilancio 298 abitanti. Nella seconda metà del
demografico del secolo XVII, nono- secolo XIX invece ebbe un nuovo calo
stante le epidemie di peste e le care- e nel 1901 contava 235 unità. Nel corso
stie, è positivo: infatti nel 1698, alla dei primi decenni del Novecento la po-
fine del periodo spagnolo, la popola- polazione si mantenne stabile; nel 1951
zione era cresciuta e contava 1053 abi- contava abitanti. Nell’ultimo cinquan-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo tennio la popolazione ha avuto invece
sabaudo, la popolazione crebbe ulte- un calo deciso a causa dell’emigra-
riormente e contava 1350 abitanti. Nel zione; nel 2001 contava 166 abitanti.
periodo successivo la popolazione con- Siddi. I primi dati disponibili sulla po-
tinuò a crescere e nel 1848, anno in cui polazione risalgono al 1388; a quella
si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava data il villaggio era semispopolato e
1786 abitanti. Nei decenni successivi contava 5 fuochi per un totale di 20 abi-
confermò la tendenza alla crescita e tanti. Altri dati significativi sono dispo-
nel 1861, anno della proclamazione nibili solo nel 1583; a quella data la po-
del Regno d’Italia, contava 2227 abi- polazione era cresciuta e contava
tanti. Nella seconda metà del secolo quasi 40 fuochi per un totale di 226 abi-
XIX ebbe un ulteriore piccolo au- tanti. Il bilancio demografico del se-
mento. Nel 1901 contava 2377 unità; colo XVII, nonostante le epidemie di
nel corso dei primi decenni del Nove- peste e le carestie, è positivo: infatti
cento la popolazione registrò un ulte- nel 1698, alla fine del periodo spa-
riore aumento e nel 1951 contava 4401 gnolo, la popolazione era cresciuta e
abitanti. Nell’ultimo cinquantennio la contava 320 abitanti. Nel 1728, all’ini-
popolazione ha continuato a crescere; zio del periodo sabaudo, la popola-
nel 2001 contava 5218 abitanti. zione crebbe ulteriormente e contava
Setzu. I primi dati significativi sono 401 abitanti. Nel periodo successivo la
quelli relativi al Parlamento del 1485; popolazione continuò a crescere e nel
a quella data la popolazione del villag- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
gio contava circa 13 fuochi per un to- perfetta’’, contava 511 abitanti. Nei de-
478
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Villanovaforru. I primi dati disponibili nel 1698, alla fine del periodo spa-
sulla popolazione risalgono al 1388; a gnolo, la popolazione era cresciuta e
quella data il villaggio era semispopo- contava 971 abitanti. Nel 1728, all’ini-
lato, contava 4 fuochi per un totale di zio del periodo sabaudo, la popola-
18 abitanti. Successivamente la popo- zione era cresciuta ancora e contava
lazione diminuı̀ e nel secolo XV il vil- 1070 abitanti. Nel periodo successivo
laggio si spopolò completamente. Ma la popolazione continuò a crescere e
nel 1583 il villaggio era stato ripopolato nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
e contava più di 50 fuochi per un totale perfetta’’, contava 1183 abitanti. Nei
di 200 abitanti. Il bilancio demografico decenni successivi si registrò un nuovo
del secolo XVII, nonostante le epide- leggero aumento e nel 1861, anno della
mie di peste e le carestie, è positivo: proclamazione del Regno d’Italia, con-
infatti nel 1698, alla fine del periodo tava 1248 abitanti. Nella seconda metà
spagnolo, la popolazione era cresciuta del secolo XIX ebbe un lieve calo e nel
e contava 332 abitanti. Nel 1728, all’ini- 1901 contava 1183 unità. Nel corso dei
zio del periodo sabaudo, la popola- primi decenni del Novecento la popo-
zione era aumentata ancora e contava lazione ebbe un ulteriore aumento; nel
357 abitanti. Nel periodo successivo 1951 contava 2055 abitanti. Nell’ultimo
continuò ad aumentare e nel 1848, cinquantennio la popolazione ha avuto
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- un calo a causa dell’emigrazione; nel
fetta’’, contava 509 abitanti. Nei de- 2001 contava 1527 abitanti.
cenni successivi si registrò un leggero PROVINCIA DELL’OGLIASTRA
calo e nel 1861, anno della proclama- Arzana. I primi dati disponibili sulla
zione del Regno d’Italia, contava 498 popolazione sono relativi al 1316; a
abitanti. Nella seconda metà del se- quella data il villaggio aveva 14 fuochi
colo XIX ebbe un nuovo aumento e nel e una popolazione complessiva di 56
1901 contava 607 unità. Nel corso dei abitanti. Altri dati significativi sono
primi decenni del Novecento la popo- quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
lazione ebbe un ulteriore aumento; nel primi disponibili dopo la concitata
1951 contava 905 abitanti. Nell’ultimo fase delle guerre che caratterizzarono
cinquantennio la popolazione è dimi- tutto il XIV e buona parte del secolo
nuita a causa dell’emigrazione; nel XV; a quella data la popolazione era
2001 contava 705 abitanti. cresciuta, il villaggio contava quasi 36
Villanovafranca. I primi dati significa- fuochi per un totale di 144 abitanti. A
tivi sono quelli relativi al Parlamento distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
del 1485, i primi disponibili dopo la lazione si era addirittura quadrupli-
concitata fase delle guerre che caratte- cata, e contava quasi 150 fuochi per un
rizzarono tutto il XIVe buona parte del totale di 592 abitanti. Il bilancio demo-
secolo XV; a quella data la popolazione grafico del secolo XVII, nonostante le
del villaggio contava circa 80 fuochi epidemie di peste e le carestie, è posi-
per un totale di 328 abitanti. A distanza tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
di un secolo, nel 1583, la popolazione riodo spagnolo, la popolazione era an-
era cresciuta notevolmente e contava cora cresciuta e contava 834 abitanti.
più di 130 fuochi per un totale di 532 Nel 1728, all’inizio del periodo sa-
abitanti. Il bilancio demografico del baudo, la popolazione era notevol-
secolo XVII, nonostante le epidemie mente diminuita, scendeva a 498 abi-
di peste e le carestie, è positivo: infatti tanti. Nel periodo successivo riprese a
481
crescere con regolarità e nel 1848, del Regno d’Italia, contava 1500 abi-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- tanti. Nella seconda metà del secolo
fetta’’, si era moltiplicata e ormai con- XIX la popolazione riprese ad aumen-
tava 1526 abitanti. Nei decenni succes- tare; nel 1901 contava 1658 unità. Nel
sivi la popolazione si stabilizzò e nel corso dei primi decenni del Novecento
1861, anno della proclamazione del Re- il villaggio continuò a svilupparsi; nel
gno d’Italia, contava 1528 abitanti. 1951 contava 2742 abitanti. Nel periodo
Nella seconda metà del secolo XIX la successivo la popolazione ha avuto un
popolazione riprese ad aumentare; nel ulteriore aumento; nel 2001 contava
1901 contava 2083 unità. Nel corso dei 3998 abitanti.
primi decenni del Novecento il villag- Baunei. I primi dati disponibili sulla
gio continuò a svilupparsi; nel 1951 popolazione sono relativi al 1316; a
contava 2985 abitanti. Nel periodo suc- quella data il villaggio aveva 16 fuochi
cessivo, invece, la popolazione ha su- e una popolazione complessiva di 64
bı̀to un calo a causa dell’emigrazione; abitanti. Altri dati significativi sono
nel 2001 contava 2768 abitanti. quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
Bari Sardo. I primi dati disponibili primi disponibili dopo la concitata
sulla popolazione sono relativi al 1316; fase delle guerre che caratterizzarono
a quella data il villaggio aveva 22 fuo- tutto il XIV e buona parte del secolo
chi e una popolazione complessiva di XV; a quella data la popolazione era
88 abitanti. Altri dati significativi sono cresciuta notevolmente, il villaggio
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i contava quasi 76 fuochi per un totale
primi disponibili dopo la concitata di 304 abitanti. A distanza di un secolo,
fase delle guerre che caratterizzarono nel 1583, la popolazione si era quadru-
tutto il XIV e buona parte del secolo plicata e contava quasi 312 fuochi per
XV; a quella data la popolazione era un totale di 1248 abitanti. Il bilancio
cresciuta, il villaggio contava quasi 25 demografico del secolo XVII, a causa
fuochi per un totale di 100 abitanti. A delle epidemie di peste e delle care-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
lazione era aumentata notevolmente; alla fine del periodo spagnolo, la popo-
più che quadruplicata, contava quasi lazione era diminuita e contava 1076
104 fuochi per un totale di 416 abitanti. abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
Il bilancio demografico del secolo riodo sabaudo, la popolazione era ulte-
XVII, nonostante le epidemie di peste riormente diminuita, tanto da scen-
e le carestie, è positivo: infatti nel 1698, dere a 453 abitanti. Nel periodo succes-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- sivo, invece, prese a crescere con rego-
lazione era cresciuta e contava 909 abi- larità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
tanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe- ‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata
riodo sabaudo, la popolazione era no- e ormai contava 1483 abitanti. Nei de-
tevolmente diminuita e contava 598 cenni successivi continuò a crescere e
abitanti. Invece nel periodo successivo nel 1861, anno della proclamazione del
prese a crescere con regolarità e nel Regno d’Italia, contava 1783 abitanti.
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Nella seconda metà del secolo XIX la
perfetta’’, si era moltiplicata e ormai popolazione continuò ad aumentare;
contava 1558 abitanti. Nei decenni suc- nel 1901 contava 2657 unità. Nel corso
cessivi la popolazione si stabilizzò e dei primi decenni del Novecento il vil-
nel 1861, anno della proclamazione laggio continuò a svilupparsi; nel 1951
482
contava 3774 abitanti. Nel periodo suc- 1881 divenne frazione di Ilbono e la sua
cessivo la popolazione ha avuto un ul- popolazione prese a essere censita con
teriore aumento; nel 2001 contava 3959 quella dell’altro villaggio. Riacquistò
abitanti. l’autonomia soltanto nel 1958: perciò i
Cardedu. Costituito in comune auto- primi dati disponibili sulla popola-
nomo nel 1984, il suo territorio era co- zione sono del 1961, quando contava
munque abitato anche precedente- 528 abitanti. Nel periodo successivo la
mente, almeno a partire dal Seicento, popolazione ha avuto un ulteriore pic-
da gruppi di pastori che venivano cen- colo aumento; nel 2001 contava 554 abi-
siti con la popolazione di Gairo. I primi tanti.
dati disponibili sulla popolazione ri- Gairo. I primi dati disponibili sulla po-
salgono perciò al 1991, a quella data il polazione sono quelli relativi al 1316; a
villaggio contava 1000 abitanti. In se- quella data il villaggio aveva 9 fuochi e
guito la popolazione ha continuato a una popolazione complessiva di 36 abi-
crescere; nel 2001 contava 1510 abi- tanti. Altri dati significativi sono quelli
tanti. riferiti al Parlamento del 1485, i primi
Elini. I primi dati disponibili sulla po- disponibili dopo la concitata fase delle
polazione sono relativi al 1316; a quella guerre che caratterizzarono tutto il
data il villaggio aveva 12 fuochi e una XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione complessiva di 48 abi- quella data la popolazione era cre-
tanti. Altri dati significativi sono quelli sciuta, il villaggio contava quasi 30 fuo-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi chi per un totale di 120 abitanti. A di-
disponibili dopo la concitata fase delle stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
guerre che caratterizzarono tutto il zione si era quadruplicata e contava
XIV e buona parte del secolo XV; a 124 fuochi per un totale di 496 abitanti.
quella data la popolazione era cre- Il bilancio demografico del secolo
sciuta, il villaggio contava 20 fuochi XVII, a causa delle epidemie di peste
per un totale di 80 abitanti. A distanza e delle carestie, non è positivo: infatti
di un secolo, nel 1583, la popolazione si nel 1698, alla fine del periodo spa-
era quadruplicata e contava quasi 80 gnolo, la popolazione era diminuita e
fuochi per un totale di 320 abitanti. Il contava 243 abitanti. Nel 1728, all’ini-
bilancio demografico del secolo XVII, zio del periodo sabaudo, la popola-
a causa delle epidemie di peste e delle zione era nuovamente aumentata e
carestie, non è positivo: infatti nel contava 306 abitanti. Nel periodo suc-
1698, alla fine del periodo spagnolo, la cessivo continuò a crescere con regola-
popolazione era diminuita e contava rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la
78 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- ‘‘fusione perfetta’’, si era moltiplicata
riodo sabaudo, la popolazione era ulte- e ormai contava 1115 abitanti. Nei de-
riormente scesa sino a 55 abitanti. Ma cenni successivi la tendenza continuò
nel periodo successivo la popolazione e nel 1861, anno della proclamazione
prese a crescere con regolarità e nel del Regno d’Italia, si contavano 1247
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione abitanti. Nella seconda metà del se-
perfetta’’, si era moltiplicata e ormai colo XIX la popolazione continuò ad
contava 260 abitanti. Nei decenni suc- aumentare; nel 1901 contava 1926
cessivi continuò ad aumentare e nel unità. Nel corso dei primi decenni del
1861, anno della proclamazione del Re- Novecento il villaggio continuò a svi-
gno d’Italia, contava 329 abitanti. Nel lupparsi; nel 1951 contava, con le fra-
483
zioni, 2589 abitanti. Dopo il distacco di disponibili dopo la concitata fase delle
Cardedu la popolazione ebbe un calo; guerre che caratterizzarono tutto il
nel 2001 contava 1747 abitanti. XIV e buona parte del secolo XV; a
Girasole. I primi dati disponibili sulla quella data la popolazione era cre-
popolazione sono relativi al 1316; a sciuta, il villaggio contava quasi 52 fuo-
quella data il villaggio aveva 20 fuochi chi per un totale di 228 abitanti. A di-
e una popolazione complessiva di 80 stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
abitanti. Altri dati significativi sono zione si era triplicata e contava 61 fuo-
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i chi per un totale di 680 abitanti. Il bi-
primi disponibili dopo la concitata lancio demografico del secolo XVII, a
fase delle guerre che caratterizzarono causa delle epidemie di peste e delle
tutto il XIV e buona parte del secolo carestie, non è positivo: infatti nel
XV; a quella data la popolazione era 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
cresciuta, il villaggio contava quasi 27 popolazione era diminuita e contava
fuochi per un totale di 108 abitanti. A 423 abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
distanza di un secolo, nel 1583, la popo- riodo sabaudo, era ulteriormente ca-
lazione era più che raddoppiata e con- lata, scendendo a 315 abitanti. Ma nel
tava 61 fuochi per un totale di 244 abi- periodo successivo la popolazione ri-
tanti. Il bilancio demografico del se- prese a crescere con regolarità e nel
colo XVII, a causa delle epidemie di 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
peste e delle carestie, non è positivo: perfetta’’, contava 1196 abitanti. Nei
infatti nel 1698, alla fine del periodo decenni successivi continuò a crescere
spagnolo, la popolazione era diminuita e nel 1861, anno della proclamazione
e contava 184 abitanti. Nel 1728, all’ini- del Regno d’Italia, contava 1484 abi-
zio del periodo sabaudo, la popola- tanti. Nella seconda metà del secolo
zione era ulteriormente calata, sino a XIX la popolazione ebbe un ulteriore
179 abitanti. Nel periodo successivo aumento; nel 1901 contava 2271 unità.
prese a crescere con regolarità e nel Nel corso dei primi decenni del Nove-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione cento la popolazione si mantenne sta-
perfetta’’, contava 290 abitanti. Nei de- bile; nel 1951 contava 2222 abitanti.
cenni successivi continuò a crescere e Nel periodo successivo la popolazione
nel 1861, anno della proclamazione del ha avuto un nuovo aumento; nel 2001
Regno d’Italia, contava 319 abitanti. contava 2339 abitanti.
Ma nella seconda metà del secolo XIX Jerzu. I primi dati disponibili sulla po-
ebbe un calo; nel 1901 contava 207 polazione sono relativi al 1316; a quella
unità. Nel corso dei primi decenni del data il villaggio aveva 27 fuochi e una
Novecento il villaggio riprese a svilup- popolazione complessiva di 108 abi-
parsi; nel 1951 contava 336 abitanti. tanti. Altri dati significativi sono quelli
Nel periodo successivo la popolazione riferiti al Parlamento del 1485, i primi
ha avuto un notevole aumento; nel 2001 disponibili dopo la concitata fase delle
contava 942 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Ilbono. I primi dati disponibili sulla po- XIV e buona parte del secolo XV; a
polazione sono relativi al 1316; a quella quella data il villaggio era rimasto ai
data il villaggio aveva 23 fuochi e una livelli del secolo XIV e contava sempre
popolazione complessiva di 92 abi- 27 fuochi per un totale di 108 abitanti. A
tanti. Altri dati significativi sono quelli distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi lazione si era quadruplicata e contava
484
110 fuochi per un totale di 440 abitanti. uffici amministrativi e nel 1848, anno
Il bilancio demografico del secolo in cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, si
XVII, a causa delle epidemie di peste era moltiplicata e contava 2005 abi-
e delle carestie, non è positivo: infatti tanti. Nei decenni successivi continuò
nel 1698, alla fine del periodo spa- a crescere e nel 1861, anno della pro-
gnolo, la popolazione era diminuita e clamazione del Regno d’Italia, contava
contava 203 abitanti. Ma nel 1728, all’i- 2370 abitanti. Nella seconda metà del
nizio del periodo sabaudo, era nuova- secolo XIX ebbe un ulteriore aumento;
mente cresciuta e contava 255 abitanti. nel 1901 contava 3295 unità. Nel corso
Nel periodo successivo continuò a cre- dei primi decenni del Novecento con-
scere con regolarità e nel 1848, anno in fermò la tendenza alla crescita; nel
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, si era 1951 contava 4853 abitanti. Anche nel
moltiplicata e contava 1789 abitanti. periodo successivo la popolazione con-
Nei decenni successivi continuò a cre- tinuò a crescere; nel 2001 contava 6110
scere e nel 1861, anno della proclama- abitanti.
zione del Regno d’Italia, contava 2013 Loceri. I primi dati disponibili sulla po-
abitanti. Nella seconda metà del se- polazione sono relativi al 1316; a quella
colo XIX la popolazione ebbe un ulte- data il villaggio aveva 26 fuochi e una
riore aumento; nel 1901 contava 3480 popolazione complessiva di 104 abi-
unità. Nel corso dei primi decenni del tanti. Altri dati significativi sono quelli
Novecento confermò la tendenza alla riferiti al Parlamento del 1485, i primi
crescita; nel 1951 contava 3997 abi- disponibili dopo la concitata fase delle
tanti. Nel periodo successivo la popo- guerre che caratterizzarono tutto il
lazione ha avuto un calo a causa dell’e- XIV e buona parte del secolo XV; a
migrazione; nel 2001 contava 3379 abi- quella data il villaggio contava 18 fuo-
tanti. chi per un totale di 76 abitanti. A di-
Lanusei. I primi dati disponibili sulla stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
popolazione sono relativi al Parla- zione si era più che quadruplicata e
mento del 1485, i primi disponibili contava quasi 80 fuochi per un totale
dopo la concitata fase delle guerre che di 316 abitanti. Il bilancio demografico
caratterizzarono tutto il XIV e buona del secolo XVII, a causa delle epide-
parte del secolo XV; a quella data il vil- mie di peste e delle carestie, non è po-
laggio contava 18 fuochi per un totale sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
di 76 abitanti. A distanza di un secolo, riodo spagnolo, la popolazione era di-
nel 1583, la popolazione si era moltipli- minuita e contava 223 abitanti. Nel
cata, e contava 234 fuochi per un totale 1728, all’inizio del periodo sabaudo,
di 936 abitanti. Il bilancio demografico era ancora calata sino a 151 abitanti.
del secolo XVII, a causa delle epide- Ma nel periodo successivo la popola-
mie di peste e delle carestie, non è po- zione riprese a crescere con regolarità
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- e nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fu-
riodo spagnolo, la popolazione era di- sione perfetta’’, contava 832 abitanti.
minuita e contava 478 abitanti. Ma nel Nei decenni successivi continuò a cre-
1728, all’inizio del periodo sabaudo, la scere e nel 1861, anno della proclama-
popolazione era nuovamente cresciuta zione del Regno d’Italia, contava 935
e contava 520 abitanti. Nel periodo suc- abitanti. Nella seconda metà del se-
cessivo continuò a crescere con regola- colo XIX la popolazione ebbe un ulte-
rità anche grazie alla presenza di molti riore aumento; nel 1901 contava 1220
485
unità. Nel corso dei primi decenni del polazione sono relativi al 1316; a quella
Novecento la popolazione confermò la data il villaggio aveva 27 fuochi e una
tendenza alla crescita; nel 1951 con- popolazione complessiva di 108 abi-
tava 1667 abitanti. Ma nel periodo suc- tanti. Altri dati significativi sono quelli
cessivo la popolazione ha subı̀to un no- riferiti al Parlamento del 1485, i primi
tevole calo a causa dell’emigrazione; disponibili dopo la concitata fase delle
nel 2001 contava 1347 abitanti. guerre che caratterizzarono tutto il
Lotzorai. I primi dati disponibili sulla XIV e buona parte del secolo XV; a
popolazione sono relativi al 1320; a quella data la popolazione del villaggio
quella data il villaggio era quasi spopo- era diminuita, con 15 fuochi per un to-
lato, aveva 5 fuochi e una popolazione tale di 60 abitanti. A distanza di un se-
complessiva di 20 abitanti. Altri dati si- colo, nel 1583, la popolazione si era più
gnificativi sono quelli riferiti al Parla- che quadruplicata, e contava più di 60
mento del 1485, i primi disponibili fuochi per un totale di 252 abitanti. Il
dopo la concitata fase delle guerre che bilancio demografico del secolo XVII,
caratterizzarono tutto il XIV e buona a causa delle epidemie di peste e delle
parte del secolo XV; a quella data il vil- carestie, non è positivo: infatti nel
laggio era cresciuto, contava 21 fuochi 1698, alla fine del periodo spagnolo, la
per un totale di 84 abitanti. A distanza popolazione era calata e contava 90
di un secolo, nel 1583, la popolazione si abitanti. Ma nel 1728, all’inizio del pe-
era più che quadruplicata, e contava 85 riodo sabaudo, la popolazione era nuo-
fuochi per un totale di 340 abitanti. Il vamente aumentata e contava 125 abi-
bilancio demografico del secolo XVII, tanti. Nel periodo successivo continuò
nonostante le epidemie di peste e le a crescere con regolarità e nel 1848,
carestie, è positivo: infatti nel 1698, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
alla fine del periodo spagnolo, la popo- fetta’’, contava 732 abitanti. Nei de-
lazione era aumentata e contava 372 cenni successivi registrò un lieve calo
abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe- e nel 1861, anno della proclamazione
riodo sabaudo, la popolazione era an- del Regno d’Italia, contava 612 abi-
cora cresciuta sino a 488 abitanti. Nel tanti. Nella seconda metà del secolo
periodo successivo la popolazione con- XIX la popolazione riprese a crescere;
tinuò a crescere con regolarità e nel nel 1901 contava 1114 unità. Nel corso
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione dei primi decenni del Novecento con-
perfetta’’, contava 680 abitanti. Nei de- fermò la tendenza, e nel 1951 contava
cenni successivi continuò a crescere e 1451 abitanti. Nel periodo successivo
nel 1861, anno della proclamazione del la popolazione ha avuto un calo a causa
Regno d’Italia, contava 702 abitanti. dell’emigrazione; nel 2001 contava 989
Nella seconda metà del secolo XIX la abitanti.
popolazione ebbe un calo; nel 1901 con- Perdasdefogu (Foghesu). I primi dati
tava 628 unità. Nel corso dei primi de- sulla popolazione sono quelli relativi
cenni del Novecento, invece, la popo- al Parlamento del 1485, i primi dispo-
lazione riprese a crescere; nel 1951 nibili dopo la concitata fase delle
contava 1042 abitanti. Nel periodo suc- guerre che caratterizzarono tutto il
cessivo ha avuto un ulteriore notevole XIV e buona parte del secolo XV; a
aumento; nel 2001 contava 2225 abi- quella data la popolazione del villaggio
tanti. contava 30 fuochi per un totale di 120
Osini. I primi dati disponibili sulla po- abitanti. A distanza di un secolo, nel
486
1583, si era più che quadruplicata, e contava 806 abitanti. Nel 1728, all’ini-
contava più di 122 fuochi per un totale zio del periodo sabaudo, era diminuita
di 488 abitanti. Il bilancio demografico ulteriormente, scendendo a 748 abi-
del secolo XVII, a causa delle epide- tanti. Nel periodo successivo, però,
mie di peste e delle carestie, non è po- prese a crescere con regolarità e nel
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
riodo spagnolo, la popolazione era ca- perfetta’’, contava 1777 abitanti. Nei
lata e contava 324 abitanti. Ma nel 1728, decenni successivi ebbe un lieve ulte-
all’inizio del periodo sabaudo, era nuo- riore aumento e nel 1861, anno della
vamente aumentata e salita a 423 abi- proclamazione del Regno d’Italia, con-
tanti. Nel periodo successivo la popo- tava 1912 abitanti. Nella seconda metà
lazione continuò a crescere con regola- del secolo XIX la popolazione con-
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la fermò la tendenza a crescere; nel 1901
‘‘fusione perfetta’’, contava 575 abi- contava 2593 unità. Nel corso dei primi
tanti. Nei decenni successivi registrò decenni del Novecento continuò a cre-
un ulteriore aumento e nel 1861, anno scere; nel 1951 contava 3112 abitanti.
della proclamazione del Regno d’Ita- Nel periodo successivo la popolazione
lia, contava 620 abitanti. Nella seconda ha avuto un calo a causa dell’emigra-
metà del secolo XIX la popolazione zione; nel 2001 contava 1609 abitanti.
continuò ad aumentare; nel 1901 con- Talana. I primi dati disponibili sulla
tava 936 unità. Nel corso dei primi de- popolazione sono relativi al 1316; a
cenni del Novecento la popolazione quella data il villaggio aveva 24 fuochi
praticamente raddoppiò: nel 1951 con- e una popolazione complessiva di 92
tava 1742 abitanti. Nel periodo succes- abitanti. Altri dati significativi sono
sivo la tendenza all’aumento è stata quelli riferiti al Parlamento del 1485, i
confermata: nel 2001 contava 2369 abi- primi disponibili dopo la concitata
tanti. fase delle guerre che caratterizzarono
Seui. I primi dati disponibili sulla po- tutto il XIV e buona parte del secolo
polazione sono relativi al 1320; a quella XV; a quella data la popolazione del
data il villaggio aveva 30 fuochi e una villaggio era diminuita, contava 14 fuo-
popolazione complessiva di 120 abi- chi per un totale di 56 abitanti. A di-
tanti. Altri dati significativi sono quelli stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
riferiti al Parlamento del 1485, i primi zione si era quadruplicata, e contava
disponibili dopo la concitata fase delle più di 55 fuochi per un totale di 236 abi-
guerre che caratterizzarono tutto il tanti. Il bilancio demografico del se-
XIV e buona parte del secolo XV; a colo XVII, a causa delle epidemie di
quella data la popolazione del villaggio peste e delle carestie, non è positivo:
era aumentata, contava 51 fuochi per infatti nel 1698, alla fine del periodo
un totale di 204 abitanti. A distanza di spagnolo, la popolazione era calata e
un secolo, nel 1583, la popolazione si contava 151 abitanti. Nel 1728, all’ini-
era più che quadruplicata; contava zio del periodo sabaudo, era diminuita
più di 230 fuochi per un totale di 972 ulteriormente sino a 131 abitanti. Nel
abitanti. Il bilancio demografico del periodo successivo la popolazione ri-
secolo XVII, a causa delle epidemie di prese a crescere con regolarità e nel
peste e delle carestie, non è positivo: 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione
infatti nel 1698, alla fine del periodo perfetta’’, contava 387 abitanti. Nei de-
spagnolo, la popolazione era calata e cenni successivi registrò un lieve ulte-
487
riore calo e nel 1861, anno della procla- cessivo la crescita è stata confermata, e
mazione del Regno d’Italia, contava nel 2001 contava 3705 abitanti.
344 abitanti. Nella seconda metà del Tortolı̀. I primi dati disponibili sulla
secolo XIX la popolazione riprese a popolazione sono relativi al 1316; a
crescere; nel 1901 contava 640 unità. quella data il villaggio aveva più di 8
Nel corso dei primi decenni del Nove- fuochi e una popolazione complessiva
cento continuò l’espansione; nel 1951 di 30 abitanti. Altri dati significativi
contava 1138 abitanti. Nel periodo suc- sono quelli riferiti al Parlamento del
cessivo la popolazione si è mantenuta 1485, i primi disponibili dopo la conci-
stabile: nel 2001 contava 1153 abitanti. tata fase delle guerre che caratterizza-
Tertenia. I primi dati disponibili sulla rono tutto il XIV e buona parte del se-
popolazione sono relativi al 1316; a colo XV; a quella data la popolazione
quella data il villaggio aveva 51 fuochi del villaggio era aumentata, contava
e una popolazione complessiva di 204 quasi 50 fuochi per un totale di 196 abi-
abitanti. Altri dati significativi sono tanti. A distanza di un secolo, nel 1583,
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i la popolazione si era quadruplicata e
primi disponibili dopo la concitata contava quasi 200 fuochi per un totale
fase delle guerre che caratterizzarono di 800 abitanti. Il bilancio demografico
del secolo XVII, nonostante le epide-
tutto il XIV e buona parte del secolo
mie di peste e le carestie, è positivo:
XV; a quella data la popolazione del
infatti nel 1698, alla fine del periodo
villaggio era diminuita, contava 19 fuo-
spagnolo, la popolazione era aumen-
chi per un totale di 76 abitanti. A di-
tata e contava 1006 abitanti. Nel 1728,
stanza di un secolo, nel 1583, la popola-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
zione si era quadruplicata, e contava
lazione era ulteriormente cresciuta;
quasi 80 fuochi per un totale di 312 abi-
contava 1065 abitanti. Nel periodo suc-
tanti. Il bilancio demografico del se-
cessivo la popolazione continuò a cre-
colo XVII, nonostante le epidemie di
scere con regolarità e nel 1848, anno in
peste e le carestie, è positivo: infatti
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con-
nel 1698, alla fine del periodo spa-
tava 1725 abitanti. Nei decenni succes-
gnolo, la popolazione era aumentata e sivi registrò un lieve ulteriore aumento
contava 505 abitanti. Nel 1728, all’ini- e nel 1861, anno della proclamazione
zio del periodo sabaudo, la popola- del Regno d’Italia, contava 1848 abi-
zione risultava diminuita, con 374 abi- tanti. Nella seconda metà del secolo
tanti. Nel periodo successivo la popo- XIX la popolazione continuò ad au-
lazione riprese a crescere con regola- mentare; nel 1901 contava 2201 unità.
rità e nel 1848, anno in cui si ebbe la Nel corso dei primi decenni del Nove-
‘‘fusione perfetta’’, contava 1092 abi- cento continuò lo sviluppo demogra-
tanti. Nei decenni successivi registrò fico; nel 1951 contava 3585 abitanti.
un lieve ulteriore aumento e nel 1861, Nel periodo successivo la tendenza
anno della proclamazione del Regno alla crescita è stata confermata grazie
d’Italia, contava 1199 abitanti. Nella alle attività portuali e la popolazione si
seconda metà del secolo XIX la ten- è moltiplicata; nel 2001 contava 9728
denza continuò; nel 1901 contava 1981 abitanti.
unità. Nel corso dei primi decenni del Triei. I primi dati disponibili sulla po-
Novecento crebbe ancora; nel 1951 polazione sono relativi al 1316; a quella
contava 3153 abitanti. Nel periodo suc- data il villaggio aveva 20 fuochi e una
488
489
1728, all’inizio del periodo sabaudo, mazione del Regno d’Italia, contava
era ancora calata, con 186 abitanti. 531 abitanti. Nella seconda metà del
Nel periodo successivo, invece, ri- secolo XIX la popolazione continuò a
prese a crescere con regolarità e nel crescere; nel 1901 raggiunse le 780
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione unità. Nel corso dei primi decenni del
perfetta’’, contava 506 abitanti. Nei de- Novecento la popolazione ebbe un
cenni successivi registrò un ulteriore nuovo aumento; nel 1951 contava 1110
aumento e nel 1861, anno della procla- abitanti. Nel periodo successivo la po-
mazione del Regno d’Italia, contava polazione ha invece avuto un calo a
562 abitanti. Nella seconda metà del causa dell’emigrazione; nel 2001 con-
secolo XIX la popolazione continuò a tava 792 abitanti.
crescere; nel 1901 contava 593 unità. Villagrande Strisaili. I primi dati dispo-
Nel corso dei primi decenni del Nove- nibili sulla popolazione sono relativi al
cento la popolazione si registrò un’im- 1316; a quella data il villaggio aveva 14
pennata, tanto che nel 1951 il paese fuochi e una popolazione complessiva
contava 1447 abitanti. Nel periodo suc- di 56 abitanti. Altri dati significativi
cessivo la popolazione si è mantenuta sono quelli riferiti al Parlamento del
stabile; nel 2001 contava 1456 abitanti. 1485, i primi disponibili dopo la conci-
Ussassai. I primi dati disponibili sulla tata fase delle guerre che caratterizza-
popolazione sono relativi al 1320; a rono tutto il XIV e buona parte del se-
quella data il villaggio aveva 21 fuochi colo XV; a quella data la popolazione
e una popolazione complessiva di 84 del villaggio era cresciuta, contava 45
abitanti. Altri dati significativi sono fuochi per un totale di 180 abitanti. A
quelli riferiti al Parlamento del 1485, i distanza di un secolo, nel 1583, la popo-
primi disponibili dopo la concitata lazione era cresciuta, di fatto più che
fase delle guerre che caratterizzarono raddoppiata, e contava 94 fuochi per
tutto il XIV e buona parte del secolo un totale di 380 abitanti. Il bilancio de-
XV; a quella data la popolazione del mografico del secolo XVII, a causa
villaggio contava ancora 21 fuochi. A delle epidemie di peste e delle care-
distanza di un secolo, nel 1583, era cre- stie, non è positivo: infatti nel 1698,
sciuta, di fatto più che quadruplicata, e alla fine del periodo spagnolo, la popo-
contava 75 fuochi per un totale di 293 lazione era diminuita e contava 246
abitanti. Il bilancio demografico del abitanti. Nel 1728, all’inizio del pe-
secolo XVII, a causa delle epidemie di riodo sabaudo, la popolazione era già
peste e delle carestie, non è positivo: cresciuta e contava 303 abitanti. Nel
infatti nel 1698, alla fine del periodo periodo successivo continuò a cre-
spagnolo, la popolazione era diminuita scere con regolarità e nel 1848, l’anno
e contava 185 abitanti. Nel 1728, all’ini- della ‘‘fusione perfetta’’, contava 1099
zio del periodo sabaudo, la popola- abitanti. Nei decenni successivi ebbe
zione era nuovamente cresciuta e con- un ulteriore aumento e nel 1861, anno
tava 248 abitanti. Nel periodo succes- della proclamazione del Regno d’Ita-
sivo la popolazione continuò ad au- lia, contava 1160 abitanti. Nella se-
mentare con regolarità e nel 1848, conda metà del secolo XIX la popola-
anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per- zione continuò a crescere; nel 1901
fetta’’, contava 508 abitanti. Nei de- contava 1654 unità. Nel corso dei primi
cenni successivi registrò un ulteriore decenni del Novecento la popolazione
aumento e nel 1861, anno della procla- ebbe un altro aumento; nel 1951 con-
490
tava 3369 abitanti. Nel periodo succes- Nel 1958 si staccò Trinità d’Agultu, nel
sivo la popolazione ha avuto un ulte- 1969 toccò a Badesi e nel 1975 a Vid-
riore aumento; nel 2001 contava 3758 dalba, per cui la popolazione ebbe un
abitanti. calo. Dopo il distacco dei tre villaggi,
PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO nel 2001 contava 1709 abitanti.
Aggius. I primi dati disponibili risal- Aglientu. Costituito come comune au-
gono al 1324; a quella data il villaggio tonomo nel 1959, i primi dati disponi-
contava 31 fuochi per un totale di 136 bili risalgono al 1961, quando contava
abitanti; mancano dati relativi al se- 1471 abitanti; negli ultimi decenni la
colo XIV. Altri dati significativi sono popolazione è calata a causa dell’emi-
quelli relativi al Parlamento del 1485, grazione e nel 2001 contava 1078 unità.
i primi disponibili dopo la concitata Alà dei Sardi. I primi dati risalgono al
fase delle guerre che caratterizzarono 1388; a quella data il villaggio contava
tutto il XIV e buona parte del secolo quasi 20 fuochi per un totale di 76 abi-
XV; a quella data la popolazione del tanti circa. Altri dati significativi sono
villaggio era notevolmente aumentata quelli relativi al Parlamento del 1485, i
e contava più di 80 fuochi per un totale primi disponibili dopo la concitata
di 340 abitanti. A distanza di un secolo, fase delle guerre che caratterizzarono
a partire dal 1583, la popolazione era tutto il XIV e buona parte del secolo
cresciuta ancora; ormai era più che XV; a quella data la popolazione del
raddoppiata e contava più di 200 fuo- villaggio contava non più di 12 fuochi
chi per un totale di 816 abitanti. Il bi- per un totale di 48 abitanti. A distanza
lancio demografico del secolo XVII, a di un secolo, a partire dal 1583, la po-
causa delle epidemie di peste e delle polazione era cresciuta sensibilmente;
carestie, non è positivo: infatti nel ormai si era quasi decuplicata, contava
1698, alla fine del periodo spagnolo, la 100 fuochi per un totale di 400 abitanti.
popolazione era calata e toccava ap- Il bilancio demografico del secolo
pena i 670 abitanti. Nel 1728, all’inizio XVII, a causa delle epidemie di peste
del periodo sabaudo, la popolazione e delle carestie, non è positivo: infatti
era cresciuta e arrivava ad avere 1144 nel 1698, alla fine del periodo spa-
abitanti. Nel periodo successivo conti- gnolo, la popolazione era calata e toc-
nuò a crescere in maniera notevole e cava appena i 276 abitanti. Nel 1728,
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione all’inizio del periodo sabaudo, la popo-
perfetta’’, era raddoppiata e contava lazione era ulteriormente calata, arri-
2449 abitanti sparsi nelle cussorgie vando ad avere solo 199 abitanti. Nel
delle campagne. Nei decenni che se- periodo successivo la tendenza fu in-
guirono si ebbe un leggero calo e nel vertita, cominciò a crescere in ma-
1861, anno della proclamazione del Re- niera notevole e nel 1848, anno in cui
gno d’Italia, la popolazione era passata si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, contava
a 2222 unità. Nella seconda metà del 1108 abitanti. Nei decenni successivi
secolo XIX cominciò lentamente ad il numero degli abitanti rimase co-
aumentare, arrivando a contare 3133 stante e nel 1861, anno della proclama-
unità nel 1901, comprese alcune fra- zione del Regno d’Italia, la popola-
zioni. Nel corso dei primi decenni del zione era di 1100 unità. Nella seconda
Novecento continuò a crescere: salı̀ a metà del secolo XIX ricominciò lenta-
più di 5500 unità, comprese le frazioni mente ad aumentare, arrivando a con-
di Trinità d’Agultu, Badesi e Viddalba. tare 1596 unità nel 1901. Nel corso dei
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a crescere in maniera notevole e nel 1861, anno della proclamazione del Re-
1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione gno d’Italia, con 1721 abitanti era dimi-
perfetta’’, contava 1956 abitanti. Nei nuita. La crescita riprese in modo vigo-
decenni successivi la tendenza alla roso nella seconda metà del secolo XIX
crescita fu confermata e nel 1861, e nel 1901 la popolazione era più che
anno della proclamazione del Regno quadruplicata con 8361 unità.
d’Italia, la popolazione era passata a In seguito continuò a crescere e nel
2194 abitanti. Nella seconda metà del 1951 toccava i 10 070 abitanti. Nell’ul-
secolo XIX continuò ad aumentare, ar- timo cinquantennio la cittadina si è
rivando a contare 3859 unità nel 1901. sviluppata ulteriormente a causa del
Nel corso dei primi decenni del Nove- turismo; la sua popolazione nel 2001
cento lo sviluppo demografico fu co- contava 11 698 abitanti.
stante, toccando nel 1951 i 5778 abi- Loiri Porto San Paolo. Costituito nel
tanti, molti dei quali sparsi negli stazzi 1979 su un territorio, staccato da Tem-
delle cussorgie. Nell’ultimo cinquan- pio Pausania, precedentemente popo-
tennio la popolazione ebbe una prima lato da gruppi di pastori residenti negli
diminuzione nel 1960, quando la fra- stazzi che venivano censiti con la popo-
zione di Muddizza Piana fu aggregata lazione di Tempio. I primi dati disponi-
a Olbia, successivamente quando bili sulla popolazione risalgono perciò
un’altra parte fu aggregata a Telti e in- al 1981, quando contava 1840 abitanti.
fine nel 1979, quando un’altra parte Nell’ultimo trentennio il villaggio ha
concorse alla formazione di Sant’Anto- continuato a svilupparsi; la sua popo-
nio di Gallura; nel 2001 contava 4747 lazione nel 2001 contava 2254 abitanti.
abitanti. Luogosanto. Costituito come comune
Golfo Aranci. Costituito come comune nel 1947, il suo territorio, che era abi-
autonomo nel 1979, il suo territorio tato da pastori che risiedevano negli
precedentemente faceva parte di Ol- stazzi, dipendeva in precedenza da
bia ed era abitato prevalentemente da Tempio Pausania. I primi dati disponi-
pastori che venivano censiti con quelli bili sulla popolazione sono relativi al
di Olbia. I primi dati disponibili sulla 1951, quando toccava i 2742 abitanti.
popolazione risalgono perciò al 1981, Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
quando ammontava a 1690 abitanti. ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
Nell’ultimo trentennio il villaggio ha mento; la sua popolazione nel 2001
continuato a svilupparsi; la sua popo- contava 1834 abitanti.
lazione nel 2001 contava 2103 abitanti. Luras. I primi dati disponibili risal-
La Maddalena. Fondato nel 1764, il suo gono al 1324; a quella data il villaggio
territorio però era abitato già dai se- contava 20 fuochi per un totale di 80
coli precedenti da gruppi di pastori, in abitanti; mancano altri dati relativi al
genere corsi, che però non venivano secolo XIV. Dati significativi sono
censiti. I primi dati disponibili risal- quelli relativi al Parlamento del 1485,
gono al 1776, quando contava 421 abi- i primi disponibili dopo la concitata
tanti; nei decenni successivi la popola- fase delle guerre che caratterizzarono
zione continuò a crescere e nel 1821 tutto il XIV e buona parte del secolo
contava 1600 abitanti. In seguito la cre- XV; a quella data la popolazione del
scita non si arrestò e nel 1848, anno in villaggio era aumentata e contava
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, la po- quasi 50 fuochi per un totale di 196 abi-
polazione contava 2025 abitanti. Nel tanti. A distanza di un secolo, a partire
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dal 1583, la popolazione era cresciuta proclamazione del Regno d’Italia, con
ancora; ormai più che raddoppiata, 881 abitanti la popolazione era ulte-
contava più di 120 fuochi per un totale riormente cresciuta. La crescita conti-
di 500 abitanti. Il bilancio demografico nuò nella seconda metà del secolo XIX
del secolo XVII, nonostante le epide- e nel 1901 la popolazione era salita a
mie di peste e le carestie, è positivo: 1606 unità, raddoppiando. Nella prima
infatti nel 1698, alla fine del periodo metà del Novecento continuò a cre-
spagnolo, la popolazione era cresciuta scere e nel 1951 toccava i 2519 abitanti.
e aveva 561 abitanti. Nel 1728, all’inizio Nell’ultimo cinquantennio il villaggio
del periodo sabaudo, la popolazione ha subı̀to il fenomeno dello spopola-
era aumentata ancora e arrivava a 986 mento a causa dell’emigrazione; la sua
abitanti. Nel periodo successivo conti- popolazione nel 2001 contava 2252 abi-
nuò a crescere in maniera notevole e tanti.
nel 1848, anno in cui si ebbe la ‘‘fusione Olbia (Terranova sino al 1939). I primi
perfetta’’, contava 1686 abitanti. Nei dati risalgono al 1324; a quella data la
decenni successivi la tendenza alla città contava 122 fuochi per un totale di
crescita fu confermata e nel 1861, 496 abitanti; mancano altri dati relativi
anno della proclamazione del Regno al secolo XIV e al secolo XV. Dati signi-
d’Italia, la popolazione era passata a ficativi sono quelli relativi al 1583:
1812 abitanti. Nella seconda metà del dopo un lungo periodo di devastazioni
secolo XIX continuò ad aumentare ar- dovute a incursioni di corsari nordafri-
rivando a contare 2497 unità nel 1901. cani, la popolazione era diminuita sen-
Nel corso dei primi decenni del Nove- sibilmente, contava circa 40 fuochi per
cento continuò a crescere, toccando i un totale di 163 abitanti. Il bilancio de-
3200 abitanti nel 1951. Nell’ultimo cin- mografico del secolo XVII, nonostante
quantennio la popolazione ha avuto le epidemie di peste e le carestie, è po-
una diminuzione a causa dell’emigra- sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe-
zione; nel 2001 contava 2722 abitanti. riodo spagnolo, la popolazione era cre-
Monti. I primi dati risalgono al 1388; a sciuta e aveva 378 abitanti. Nel 1728,
quella data il villaggio era quasi spopo- all’inizio del periodo sabaudo, era cre-
lato, contava 6 fuochi per un totale di sciuta ancora e arrivava a 745 abitanti.
24 abitanti. Nel periodo successivo si Nel periodo successivo continuò a cre-
spopolò; ulteriori dati si ritrovano a di- scere in maniera notevole e nel 1848,
stanza di un secolo, nel 1583, quando la anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
popolazione contava 45 fuochi per un fetta’’, contava 1837 abitanti. Nei de-
totale di 188 abitanti. Il bilancio demo- cenni successivi la tendenza alla cre-
grafico del secolo XVII, nonostante le scita fu confermata e nel 1861, anno
epidemie di peste e le carestie, è posi- della proclamazione del Regno d’Ita-
tivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- lia, la popolazione era passata a 2486
riodo spagnolo, la popolazione era cre- abitanti. Nella seconda metà del se-
sciuta e aveva 561 abitanti. Nel 1728, colo XIX continuò ad aumentare, arri-
all’inizio del periodo sabaudo, la popo- vando a contare 4528 unità nel 1901.
lazione era diminuita a 208 abitanti. Nel corso dei primi decenni del Nove-
Nel periodo successivo cominciò nuo- cento, con lo sviluppo del porto, conti-
vamente a crescere e nel 1848, anno in nuò ad aumentare, toccando i 15 581
cui si ebbe la ‘‘fusione perfetta’’, con- abitanti nel 1951. Nell’ultimo cinquan-
tava 690 abitanti; nel 1861, anno della tennio la popolazione ha avuto una cre-
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polazione nel 2001 contava 4160 abi- ancora e arrivava a 5214 abitanti, una
tanti. parte dei quali sparsi nelle cussorgie
Sant’Antonio di Gallura. Costituito che erano comprese nel suo territorio.
come comune autonomo nel 1979, il Nel periodo successivo continuò a cre-
suo territorio faceva parte di quelli di scere in maniera notevole e nel 1848,
Luras e di Calangianus ed era abitato anno in cui si ebbe la ‘‘fusione per-
da gruppi di pastori che risiedevano fetta’’, contava 8975 abitanti. Nei de-
negli stazzi ed erano censiti con la po- cenni successivi la popolazione regi-
polazione dei due centri. I primi dati strò un ulteriore aumento e nel 1861,
disponibili risalgono al 1981; a quella anno della proclamazione del Regno
data il villaggio aveva 1570 abitanti; nel d’Italia, era salita a 10 360 abitanti.
2001 contava 1655 abitanti. Nella seconda metà del secolo XIX
Telti. Costituito come comune auto- continuò ad aumentare, arrivando a
nomo nel 1963 con territori staccati da contare 15 027 unità nel 1901. Nel corso
Calangianus e da Monti, era abitato da dei primi decenni del Novecento al-
gruppi di pastori che risiedevano negli cune delle cussorgie cominciarono a
stazzi e che venivano censiti con la po- staccarsi; nel 1920 fu costituito il co-
polazione dei due villaggi. I primi dati mune di Arzachena e nel 1931 la popo-
disponibili sulla popolazione sono re- lazione scese a 14 341 abitanti; nel 1947
lativi al 1971, quando contava 1616 abi- fu staccato il territorio di Luogosanto e
tanti; negli ultimi decenni la popola- nel 1951 la popolazione scese ulterior-
zione ha continuato ad aumentare; nel mente a 11 440 abitanti. Nell’ultimo
2001 contava 2032 abitanti. cinquantennio, nel 1959 si staccarono
Tempio Pausania. I primi dati disponi- Palau e Aglientu, nel 1963 Telti e infine
bili risalgono al 1320; a quella data il nel 1979 Loiri Porto San Paolo; la popo-
villaggio contava 30 fuochi per un to- lazione, comunque, riprese a salire e
tale di 120 abitanti; mancano altri dati nel 2001 contava 13 941 abitanti.
relativi al secolo XIV. Quelli relativi al Trintà d’Agultu e Vignola. Costituito in
Parlamento del 1485 sono i primi di- comune autonomo nel 1958, era abitato
sponibili dopo la concitata fase delle da gruppi di pastori che risiedevano
guerre che caratterizzarono tutto il negli stazzi ed erano censiti con la po-
XIV e buona parte del secolo XV; a polazione di Aggius. I primi dati dispo-
quella data la popolazione del villaggio nibili sulla popolazione sono relativi al
era aumentata considerevolmente e 1961, quando ammontava a 1961 abi-
contava più di 230 fuochi per un totale tanti. Nell’ultimo cinquantennio il vil-
di 916 abitanti. A distanza di un secolo, laggio si è stabilizzato; la sua popola-
a partire dal 1583, la popolazione era zione nel 2001 contava 2033 abitanti.
cresciuta ancora; ormai era più tripli- ‘‘Popolo, Il’’1 Giornale ‘‘politico, econo-
cata, contava più di 750 fuochi per un mico, scientifico e letterario’’, pubbli-
totale di 3092 abitanti. Il bilancio de- cato a Cagliari dall’aprile 1848 al 25
mografico del secolo XVII, nonostante marzo 1849. Il primo numero uscı̀ il 6
le epidemie di peste e le carestie, è po- aprile, un mese esatto dopo la promul-
sitivo: infatti nel 1698, alla fine del pe- gazione dello Statuto Albertino che di
riodo spagnolo, la popolazione era ul- fatto, concedendo la libertà di opi-
teriormente cresciuta e aveva 3867 abi- nione e di stampa, incoraggiò l’appari-
tanti. Nel 1728, all’inizio del periodo zione anche nell’isola di numerosi
sabaudo, la popolazione era cresciuta giornali (a Sassari usciva negli stessi
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tra i più decisi difensori della politica Porcheddu, Dario Partigiano (n. Ca-
del Vives a sostegno del programma bras 1922). Nel 1942, arruolato nella
politico della Union de Armas, arri- Guardia di finanza e inviato al fronte
vando a offrire al governo spagnolo nei Balcani, alla caduta del fascismo
una somma di denaro. non aderı̀ alla Repubblica di Salò sce-
Porcella, Pietro Giornalista sportivo gliendo di aggregarsi a una banda par-
(n. Cagliari 1958). Diplomato presso l’I- tigiana. Catturato dai tedeschi e desti-
SEF di Cagliari si è specializzato in nato a essere passato per le armi,
surf e windsurf, diventando nel giro di scampò miracolosamente alla morte
pochi anni uno dei massimi specialisti perché, dopo la scarica del plotone di
in campo mondiale. Dopo un lungo sog- esecuzione, caduto in mezzo ai corpi
giorno negli USA, nel 1985 è tornato de- dei compagni, venne creduto morto. In
finitivamente in Sardegna, dove prose- seguito continuò a combattere fino al
gue la sua attività giornalistica e pro- 1945. Tornato in Italia nel 1946, si è im-
muove manifestazioni surfistiche di pegnato nell’organizzazione della
alto livello. Unione autonoma dei partigiani sardi,
di cui è presidente. Dalle sue espe-
Porcellana Pianta erbacea della fami- rienze di guerra ha tratto alcuni inte-
glia delle Portulacacee (Portulaca olra- ressanti volumi di memorie, tra cui: Ho
cea L.). Annuale, ha fusti cilindrici, ra- baciato la morte. Diario di un partigiano
mificati e striscianti di colore rossic- (ristampato in una nuova edizione nel
cio; le foglie carnose sono fitte, opposte 2004), e il saggio storico I sardi nella Re-
sullo stelo, di forma arrotondata-spato- sistenza, 1997.
lata; i fiori sono gialli, raccolti in pic-
coli mazzi all’ascella fogliare; il frutto Porciglione = Zoologia della Sardegna
è una capsula membranosa con nume- Porcile Famiglia cagliaritana di ori-
rosissimi piccoli semi. Infestante, cre- gine genovese (sec. XVII-esistente). Le
sce dappertutto con preferenza delle sue notizie risalgono al secolo XVII.
zone coltivate come orti e aiuole. Viene Apparteneva alla borghesia e alcuni
usata in cucina per insalate miste o in suoi membri erano impegnati nell’atti-
salamoia, anche se in Sardegna il suo vità delle tonnare; nel 1764 acquista-
uso non è diffuso quanto in altre re- rono la tonnara di Sant’Antioco e si sta-
gioni del Meridione; nella medicina bilirono nel paese, impegnandosi an-
popolare viene usata per le sue pro- che nella difesa delle isole sulcitane
prietà diuretiche ed emollienti. Nomi dai corsari barbareschi. Nel 1782 Gio-
sardi: erba de porcus, porceddàna, pur- vanni ottenne il cavalierato ereditario
saddana. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA] e la nobiltà; i suoi discendenti, che nel
Porcheddu, Antioco Militare, depu- 1808 ottennero il titolo comitale, si sta-
tato al Parlamento subalpino (sec. bilirono a Cagliari dove ancora la fami-
XIX). Entrato in Accademia, divenne glia risiede. Nel corso del secolo XIX
ufficiale di carriera, prese parte alla espressero alcune distinte persona-
prima guerra di indipendenza, guada- lità.
gnando alcune decorazioni. In seguito Porcile, Carlo Vittorio Ufficiale di car-
raggiunse il grado di colonnello. Nel riera (Carloforte 1759-Cagliari 1815).
1853 fu eletto deputato per la V legisla- Entrò giovanissimo nella Marina sarda
tura nel collegio di Isili, ma nel 1855 si e nel 1786, per il valore dimostrato in
dimise. In seguito fu eletto consigliere uno scontro con una galeotta tunisina,
provinciale di Cagliari dal 1865 al 1866. gli fu affidato il comando di una nave
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stato nominato sottosegretario al La- e circondato dai nemici, per non ca-
voro nel primo governo Berlusconi. dere vivo nelle loro mani, si toglieva la
Non rieletto per la XIII legislatura, vita con serena fierezza opponendo
nel 2001 è stato rieletto deputato per alle ingiunzioni di resa il suo ultimo
la XIV legislatura. Nella consultazione grido di ‘‘Viva l’Italia’’. (Montello, 15-
dell’aprile 2006 è stato rieletto alla Ca- 16 giugno 1918)».
mera dei deputati nella lista di Al- Porcu, Francesco Maria Magistrato
leanza Nazionale. (Cagliari, prima metà sec. XIX-?). Pole-
Porcu, Eligio Militare (Quartu Sant’E- mizzò a lungo con Giovanni Siotto Pin-
lena 1894-Montello 1918). Capitano di tor contro il quale scrisse, sotto lo pseu-
complemento di fanteria, medaglia donimo ‘‘Il solitario di Gennargentu’’,
d’oro al V.M. alla memoria nella prima un denso volume (262 pagine!) di Osser-
guerra mondiale. Interrompeva gli vazioni critiche sulla cosiddetta ‘‘Storia
studi universitari per indossare il gri- letteraria della Sardegna’’, 1846. Lette-
gio-verde. Promosso sottotenente, fu rato egli stesso, pubblicò da giovane un
destinato al 45º Reggimento Brigata poemetto, Il Lago Maggiore, 1826, e un
‘‘Reggio’’ composto da sardi. Per il suo Sonetto ed iscrizioni italiane e latine in
comportamento a Col di Lana e sul morte del re Carlo Alberto, 1849. Fu au-
Grappa nel 1917 gli venne conferita la tore di alcuni saggi politici dal conte-
medaglia d’argento al V.M. Tornato in nuto conservatore, vivamente contrari
Sardegna per gli esami universitari, alla ‘‘fusione’’, tra cui: Sulle Camere e
non era a casa da 48 ore quando seppe sull’elezione dei deputati per le leggi elet-
torali, 1849; La politica vera d’accordo
che il proprio reggimento doveva rien-
colla sana morale della felicità dei po-
trare in linea. Immediatamente ri-
poli, 1849; La monarchia costituzionale
prendeva il proprio posto di combatti-
sorretta dalle Camere la più confortevole
mento e sul Montello, per due giorni
all’Italia, 1850.
consecutivi, teneva testa a tutti gli at-
tacchi avversari. Caduto per una ferita Porcu, Giovanni1 Insegnante, studioso
a una gamba, i nemici gli furono ad- di letteratura (n. Desulo 1920). Dopo la
dosso intimandogli la resa, ma egli, vi- laurea si è dedicato all’insegnamento.
sta l’impossibilità di sottrarsi alla pri- Critico letterario e delicato poeta, ha
gionia, si puntò la rivoltella alla fronte curato con Fernando Pilia l’edizione
e si uccise. La motivazione della meda- delle opere di ‘‘Montanaru’’, di cui
glia d’oro al V.M. alla memoria dice: aveva sposato la figlia. Tra i suoi scritti:
«Costante impareggiabile esempio di Aidomaggiore terra di rose e di poesia,
salde virtù militari, quale comandante ‘‘Sardegna oltre’’, 5, 1985.
di una compagnia, per due giorni con- Porcu, Giovanni2 Fotografo (n. Castel-
secutivi con fulgida tenacia fronteg- sardo, sec. XX). Vive a Castelsardo, la-
giava il nemico irrompente, contenen- vora alla Soprintendenza archeologica
dolo, infliggendogli perdite ed ani- per Sassari e Nuoro; come fotografo ri-
mando, instancabile ed ardente fede, trae particolari di costume, antichi me-
il proprio reparto ad una resistenza in- stieri, feste e riti popolari, ma anche
crollabile. Avuto l’ordine di attaccare, paesaggi e località turistiche. Il suo ar-
trascinava la propria compagnia con chivio, di oltre 15 000 negativi in bianco
irresistibile slancio fin sulle posizioni e nero, comprende immagini che sono
avversarie, sgominando forze di gran state esposte in mostre collettive e per-
lunga superiori. Ferito ad una gamba sonali. Ha collaborato all’allestimento
503
della mostra Immagini dal Passato, cu- reata in Lettere, ha al suo attivo anche
rato da Patricia Olivo. La sua ultima una appassionata attività politica, che
monografia, Castelsardo, era collegata l’ha portata a contribuire alla nascita o
all’omonima mostra fotografica. all’attività di movimenti per i diritti ci-
Porcu, Giuseppe Poeta (Quartu San- vili; è stata anche, negli anni Novanta
del Novecento, consigliere comunale
t’Elena 1867-ivi 1960). Autodidatta,
scrisse numerose poesie in lingua di Sassari. Si è quindi dedicata ad ap-
profondire il suo interesse per la storia
sarda campidanese. Fu autore delicato
e pieno di slanci lirici. All’indomani dell’architettura sassarese, di cui è
oggi la più importante conoscitrice.
della prima guerra mondiale aveva
composto e pubblicato la ‘‘canzone Tra i suoi scritti: L’edificio della Fru-
mentaria, in La Frumentaria di Sassari,
sarda’’ La vittoria italiana, 1919.
1993; Santa Maria di Betlem a Sassari.
Porcu, Lidia Studiosa di storia del Ri- La chiesa e la città dal XIII secolo ai no-
sorgimento (n. Cagliari, sec. XX). È au- stri giorni, 1993; Sassari. Storia architet-
trice di una acuta sintesi sul pensiero tonica e urbanistica dalle origini al ’600,
politico in Sardegna durante il cosid- 1996; Sullo stato delle anime nel 1703, in
detto ‘‘decennio di preparazione’’, Idee L’isola dell’Asinara. La storia, l’am-
e azioni durante il decennio di prepara- biente, il parco, 1998.
zione in Sardegna, ‘‘Rassegna storica
Porcu Ruju, Antioco Avvocato, consi-
del Risorgimento’’, XXXIX, 4, 1952, e
gliere regionale (Nuoro 1920-ivi?,
di un saggio sui Rapporti tra la Sarde-
1960). Già durante gli studi sassaresi
gna e Garibaldi, ‘‘Rendiconti dell’Acca-
di Giurisprudenza partecipò al dibat-
demia dei Lincei’’, IV, fasc. II, 1960.
tito politico, fondando sin dal 1944 un
Porcu, Orazio Insegnante, consigliere movimento giovanile d’ispirazione
regionale (n. Macomer 1936). Militante monarchica, blandamente post-fasci-
fin da giovane nel Partito Comunista sta. Continuò a militare nelle forma-
Italiano, in seno alla cui organizza- zioni monarchiche e nel 1957 fu eletto
zione ha ricoperto alcune cariche im- consigliere regionale del Partito Mo-
portanti, dopo essere stato sindaco di narchico Popolare per la III legisla-
Berchidda dal 1984 al 1989, è stato tura nel collegio di Nuoro; morı̀ prema-
eletto consigliere regionale del suo turamente prima del termine della le-
partito per l’XI legislatura nel collegio gislatura.
di Sassari. In seguito non si è ricandi- Porcus, Is Località abitata in territorio
dato; nel 1995 è stato eletto nuova- di Perdaxius in prossimità della fra-
mente sindaco di Berchidda, carica zione di Pesus. Il piccolo centro si è svi-
che ha ricoperto fino al 2000, anno in luppato in età non precisabile, e co-
cui non si è ripresentato alle elezioni. munque non prima del secolo XVII, da
Porcu Deiana, Nicolò (noto con lo un furriadroxiu costruito da un gruppo
pseud. Nicola Daga) Poeta (Nuoro 1833- di pastori su una terra che era stata
?). Scrisse in lingua sarda nuorese. Era concessa in enfiteusi a una famiglia
un contadino autodidatta che si im- Porcu che ha finito poi per darle il
pose all’attenzione generale per le sue nome.
doti naturali. Ha lasciato numerosi Porqueddu, Antonio = Purqueddu,
componimenti di vario genere. Antonio
Porcu Gaias, Marisa Studiosa di sto- Porqueddu, Giuseppe Religioso (Se-
ria dell’arte (n. Cagliari 1947). Lau- norbı̀ 1729-Iglesias 1799). Vescovo di
504
Iglesias dal 1792 al 1799. Dopo essere tronus coloniae’’ in Sardegna, ‘‘Annali
stato ordinato sacerdote, fu nominato della Facoltà di Magistero dell’Univer-
canonico e vicario generale della dio- sità di Cagliari’’, VI, 1982; Una nuova
cesi di Oristano. Nel 1792 divenne ve- associazione nella Sardegna romana. I
scovo di Iglesias; nel 1793 organizzò a ‘‘sodales Baduntinenses’’, ‘‘Annali della
sue spese le difese del Sulcis dal tenta- Facoltà di Magistero dell’Università di
tivo di sbarco francese. Nel 1795 aprı̀ il Cagliari’’, VII, 1983; Un nuovo apporto
Seminario di Iglesias. all’onomastica romana della Sardegna,
‘‘Annali della Facoltà di Magistero del-
Porrà, Franco Docente di Storia ro-
l’Università di Cagliari’’, IX, 1985; Una
mana (n. Cagliari 1941). Allievo di Piero
nuova attestazione della ‘‘gens Horten-
Meloni e Giovanna Sotgiu, dopo la lau-
sia’’ in Sardegna, in Studi e ricerche in
rea in Lettere classiche ha intrapreso
onore di Paolo Spriano, 1988; Una
la carriera universitaria; attualmente
nuova cronologia per la ‘‘cohors Sardo-
è professore straordinario di Storia ro-
rum’’ di stanza in Sardegna, ‘‘Annali
mana presso la Facoltà di Lettere e Fi-
della Facoltà di Magistero dell’Univer-
losofia dell’Università di Cagliari e ti-
sità di Cagliari’’, XIII, 1994.
tolare dell’insegnamento di Storia
della Sardegna punico-romana nella Porrà, Roberto Archivista, studioso di
Scuola di Specializzazione in Studi storia (n. Cagliari 1951). Dopo aver con-
Sardi, della quale dal 1999 è anche di- seguito la laurea è entrato nella car-
rettore. La sua attività scientifica si è riera degli Archivi di Stato. Attual-
rivolta inizialmente verso problemati- mente soprintendente archivistico per
che riguardanti la tarda repubblica e la Sardegna, è autore di interessanti
l’età imperiale, successivamente verso studi di storia della Sardegna; si è oc-
quelle riguardanti l’esercito. Si segna- cupato in particolare degli ordini reli-
lano in particolare studi di carattere giosi dell’isola. Tra i suoi scritti: Gli or-
istituzionale, ricerche su aspetti anti- dini religiosi a Cagliari: i Francescani,
quari connessi con le iscrizioni latine ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985; Gli or-
cagliaritane, sull’immigrazione di Ita- dini religiosi a Cagliari: i Domenicani,
lici in Sardegna, sulla cronologia della ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; Le se-
documentazione epigrafica riguar- polture di San Francesco di Stampace,
dante reparti ausiliari di stanza nell’i- in San Francesco di Stampace. I perché
sola e infine sul tessuto urbanistico di del recupero, 1986; Gli ordini religiosi a
Carales. [ATTILIO MASTINO] Tra i suoi Cagliari: i Mercedari, ‘‘Almanacco di
scritti: Sulla datazione di un richiamo Cagliari’’, 1987; Gli ordini mendicanti
della ‘‘a Caralibus-Olbiae’’ recente- in Sardegna durante l’epoca catalano-
mente rinvenuto in agro di Bonorva, aragonese. Rassegna bibliografica,
‘‘Studi sardi’’, XXIV, 1978; Osservazioni ‘‘Bollettino bibliografico della Sarde-
sul materiale epigrafico citato da R. gna’’, 8, 1987; La questione dell’origine
Hunno Baeza nel ‘‘Caralis Panegyri- del toponimo Buenos Aires, ‘‘Medioevo.
cus’’, ‘‘Annali della Facoltà di Lettere Saggi e Rassegne’’, 13, 1988; L’attività
e Filosofia dell’Università di Cagliari’’, della Soprintendenza archivistica per la
XXXVIII, 1976-1977; Due nuove iscri- Sardegna a favore degli archivi ecclesia-
zioni di ausiliari in Sardegna (con Igna- stici: il caso di Iglesias, in La cultura
zio Didu), ‘‘Atti del Centro Ricerche e della memoria. Il recupero del patrimo-
Documentazione sull’Antichità clas- nio archivistico della Diocesi di Iglesias,
sica’’, X, 1978-79; Una dedica di un ‘‘pa- s.d.
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Porta, Pietro II Barone di Teulada (Ca- tenia (nell’area ogliastrina), posta nel
gliari, prima metà sec. XVI-ivi, dopo tratto meridionale della strada a portu
1602). Figlio di Pietro I, ereditato il Tibulas Caralis che costeggiava il lito-
feudo, ne avviò il ripopolamento inse- rale orientale sardo. La statio (stazione
diandovi una colonia di pastori. Per stradale) di P. era collocata secondo
proteggerlo dalle ricorrenti incursioni l’Itinerario Antoniniano a 24 miglia, os-
dei pirati barbareschi vi costruı̀ anche sia a circa 35 km da Sulci (S. Lussorio di
alcune torri di difesa. Posto un freno Tortolı̀). Si trattava di una località più
alle incursioni, si dedicò a sviluppare interna rispetto ad altre toccate dalla
l’economia del feudo e nel 1554 vi im- strada costiera orientale, raggiungi-
piantò la prima tonnara sarda. Nel bile, partendo dall’attuale Buoncam-
1580 vi introdusse la coltivazione della mino, attraverso il valico di Su Quadas-
cannamele e nel 1602 ottenne il titolo soni, e dopo aver proseguito in dire-
di barone. Morı̀ pochi anni dopo. zione del Ponte Sa Canna. Secondo al-
Portasole, Angelo Religioso (Perugia, cuni studiosi (P. Meloni) P. sarebbe da
seconda metà sec. XIII-Grosseto?, intendersi come etnico, Porticenses
dopo 1330). Vescovo di Sulci dal 1325 al (populi), con riferimento a nuclei di po-
1330. Entrato giovanssimo nell’ordine polazione non urbanizzati, forse inse-
dei Domenicani fu ordinato sacerdote. diati in vici sparsi nel territorio dell’at-
Per la profonda preparazione teolo- tuale comune di Tertenia, che avreb-
gica fu molto conosciuto alla corte pon- bero avuto una sorta di capoluogo nel
tificia per cui nel 1325 il papa lo no- centro di Saralapis. Quest’ultimo sor-
minò vescovo al posto del frate minore geva forse in antico nell’area compresa
Bonifacio, che era stato eletto dal capi- tra l’odierno Arcu de Sarrala ’e Susu e
tolo metropolitano e, sebbene illegit- la torre di San Giovanni di Sarralà, per
timo, consacrato dall’arcivescovo di quanto il centro di Saralapis citato da
Cagliari. Si trattò di un grave affronto Tolomeo sia collocato dal geografo a
all’autonomia del capitolo. Inoltre il una latitudine molto più settentrio-
neo vescovo fu autorizzato a non la- nale. L’origine del toponimo (o dell’et-
sciare la Curia pontificia, dalla quale nico) si riconnetterebbe a Portici, nota
nel 1330 fu trasferito come vescovo a località del golfo di Napoli, attestata
Grosseto, dove forse morı̀ di lı̀ a qual- solo a partire dall’epoca altomedioe-
che tempo. vale ma le cui origini sarebbero risa-
Portello, Pietro de Religioso (Spagna, lenti al periodo successivo alla distru-
seconda metà sec. XIII-Sassari 1342). zione di Ercolano, causata dall’eru-
Arcivescovo di Torres dal 1327 al 1342. zione del Vesuvio (79 d.C.). La Portici
Apparteneva all’ordine dei Domeni- campana trarrebbe la sua denomina-
cani. Si mise in luce come teologo e di- zione dal porticus del foro di Ercolano.
venne confessore di Giacomo II. Nel I Porticenses populi sarebbero stati nu-
1327 fu nominato arcivescovo di Torres clei di coloni campani trapiantati in
subito dopo la fine della prima ribel- Sardegna (M. Pittau). [PAOLA RUGGERI]
lione di Sassari. Governò la diocesi in ‘‘Portico, Il’’ Settimanale diocesano,
anni difficili a causa del continuo stato emanazione dell’arcivescovado di Ca-
di guerra che provocò notevoli danni ai gliari. Diretto da Sergio Nuvoli, è stato
territori della diocesi e ai suoi abitanti. fondato nel 2004. Esce in veste grafica
Porticenses Località della Sardegna moderna e unisce all’attenzione per le
romana identificabile con l’attuale Ter- questioni interne al mondo ecclesia-
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stico l’apertura verso tutti i temi della stica situata a pochi chilometri da Vi-
vita civile. Molto intensa la collabora- gnola sul mare. Si è sviluppata dopo il
zione dell’arcivescovo Giuseppe Mani, 1970 con l’insediamento di una serie di
che pubblica in ogni numero un edito- ville a poche decine di metri dal mare,
riale e un ‘‘diario’’ degli avvenimenti e che l’eleganza delle architetture e il ri-
delle sue esperienze della settimana. goglio della macchia mediterranea, og-
Portisco Villaggio residenziale, a qual- getto anche di speciali attenzioni da
che chilometro da Olbia, lungo la parte dei proprietari, rendono più ac-
strada che dal golfo di Marinella con- cettabile. Le abitazioni sono ospitate
duce a Porto Cervo; l’insediamento, in un parco, cui si accede attraverso
sorto dopo il 1970, è situato ai confini ingressi custoditi.
con il territorio del Consorzio della Co- Porto Botte Località turistica situata a
sta Smeralda. La sua architettura tenta qualche chilometro da Giba, in riva al-
di riprodurre quella rustica tradizio- l’omonimo stagno ricco di fenicotteri e
nale. di altre specie di uccelli rari. Si è svi-
luppata nel corso del Novecento
quando nello stagno ha ripreso a fun-
zionare la vecchia peschiera; negli ul-
timi decenni, infine, è divenuto un cen-
tro turistico discretamente attrezzato.
Porto Cervo Centro abitato della pro-
vincia di Olbia-Tempio, frazione di Ar-
zachena (da cui dista 18 km), con circa
400 abitanti, posto a 8 m sul livello del
mare a nord-est del comune capoluogo,
affacciato su un’insenatura al centro
della Costa Smeralda. Regione storica:
Portisco – Porto. Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias.
& TERRITORIO Il territorio è costituito
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di corsari barbareschi. Nel corso del Porto Foghe Località costiera lungo il
secolo XVIII divenne anche scalo di ca- litorale occidentale dell’isola, tra Bosa
ricamento dei minerali provenienti da e Oristano, territorio di Tresnuraghes.
alcune miniere del Sarrabus-Gerrei. La si raggiunge seguendo una strada
Nella seconda metà del secolo XX vi si secondaria che dal paese si dirige
è sviluppata una discreta attività di vil- verso sud-ovest e tocca anche il santua-
leggiatura marina, sorretta da un porto rio campestre di San Marco. La località
turistico. prende il nome dal riparo offerto alle
imbarcazioni, in un tratto di costa alta
e impervia, dalla foce del rio Mannu,
che ha origini alle falde del monte
Ferru. A dominio della costa e della
foce si erge l’omonima torre spagnola,
eretta nel Cinquecento nell’ambito
della campagna di difesa dalle incur-
sioni saracene.
Porto Foxi Località costiera in territo-
rio di Sarroch, affacciata sul versante
occidentale del golfo di Cagliari. Ha
Porto Corallo – Spiaggia. ospitato per lungo tempo un piccolo
pontile di attracco; a partire dagli
Porto Ferro Insenatura molto bella si- anni Sessanta, con lo sviluppo nel re-
tuata a poca distanza da Alghero tra troterra di un agglomerato industriale
Torre Negra e Torre Bantine Sale, a del settore petrolchimico, è stata inte-
poca distanza dal lago di Baratz. Vi si ressata a grandi lavori di trasforma-
trova una tomba di età neolitica che è zione che ne hanno fatto un grande ap-
stata oggetto di attenti scavi, nel corso prodo per le navi petroliere.
dei quali è stata recuperata una sta- Porto Frigiano Località di mare nei
tuina della Dea Madre di tipo cicla- pressi di Castelsardo. La conforma-
dico. zione della costa e la presenza della
Porto Flavia Porto minerario. Fu co- foce di un piccolo corso d’acqua, il rio
struito nell’area della miniera di Ma- Toltu, hanno consentito sin dall’anti-
sua per abbattere i costi del trasporto chità di utilizzare questo punto come
del minerale estratto, che doveva es- porto: nei pressi sono stati trovati resti
sere trasferito a Carloforte (=) prima di un insediamento romano. L’attracco
di essere avviato alla ulteriore lavora- ha preso ovviamente importanza a par-
zione. La sua realizzazione fu affidata tire dalla fondazione di Castelsardo
a un tecnico di valore, Cesare Vecelli, (=), ed è legato ad alcuni eventi storici
che all’interno della montagna che di rilievo, come lo sbarco, nel 1408, del
fronteggia l’isolotto detto Pan di Zuc- visconte di Narbona, giunto per assu-
chero fece scavare nove grandi silos ca- mere il controllo del giudicato d’Arbo-
paci di contenere oltre 10 000 t di mine- rea. Nei pressi sorge ancora la torre
rale; i silos alimentavano una tramog- omonima, eretta nel Cinquecento nel-
gia azionata in modo da scaricare il l’ambito della campagna contro le in-
materiale direttamente nelle stive cursioni saracene. Nel corso del Nove-
delle navi che si accostavano alla pa- cento è stato sistemato il porto pesche-
rete strapiombante. reccio; più di recente è stato aggiunto,
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tata, situata a 9 m sul livello del mare a anni Settanta del secolo il vescovo di
qualche chilometro da Marina di Ar- Ampurias e Civita monsignor Guiso,
bus. Cominciò a essere frequentata su sollecitazione del ministro Bogino,
nel secolo XVII, quando vi fu impian- vi istituı̀ una parrocchia. La forma del
tata una tonnara appartenuta ai Geno- fiordo e la tradizione di pesca fece na-
vès. Attualmente si avvia a essere un scere la credenza (in parte consolidata
grosso centro balneare che per le sue dal Bérard nei suoi studi sull’Odissea)
bellezze naturali attira un numero cre- che fosse da riconoscere qui il Paese
scente di turisti. La località ospita an- dei Lestrı̀goni, leggenda letteraria che
che un complesso di edifici del secolo è stata utilizzata anche nella stagione
XVII che fu nei secoli successivi la dello sviluppo turistico, quando parte
sede della tonnara. In stato di discreta della zona litoranea fu ribattezzata
conservazione, consentono di rico- ‘‘Costa dei Lestrı̀goni’’. Negli ultimi
struire con sufficiente esattezza le va- anni infatti il borgo è diventato un cen-
rie fasi dell’attività dei tonnarotti e tro di soggiorno estivo con piccoli al-
contemporaneamente si prestano a es- berghi, ristoranti tipici e una rinomata
sere sfruttati come insediamento turi- scuola di sci nautico, di vela e di canot-
stico di qualità. taggio.
Porto Pino Località turistica. È una ri-
serva naturale che si stende per circa
70 ha in territorio del comune di Giba,
in un paesaggio di dune eoliche conso-
lidate dal tempo, che ospitano una ve-
getazione spontanea di Pinus Italiensis
con un sottobosco di sclerofille sem-
preverdi di grande suggestione. Atti-
guo si protende, in territorio dema-
niale, un promontorio circondato da
quattro stagni separati tra loro da lin-
gue di terra sabbiosa, habitat naturale
di uccelli acquatici migratori come il
fenicottero rosa e il cormorano.
Porto Pozzo Località turistica. Sorge
al fondo di una insenatura situata
lungo la costa settentrionale della Sar-
degna a est della punta Falcone, in ter-
ritorio comunale di Santa Teresa Gal-
lura, di cui è frazione. L’insenatura è
lunga circa due miglia e ha caratteri- Porto Rotondo – Veduta dell’abitato e dei
stiche simili a quelle di un fiordo: negli vicini rilievi.
anni passati ospitava una peschiera
molto frequentata. Il borgo nacque Porto Rotondo Località turistica po-
verso la metà del secolo XVIII, quando chi chilometri a nord di Olbia. Creata
le coste galluresi cominciarono a es- dai fratelli Nicolò e Luigi Donà Dalle
sere abitate: il nucleo di case, all’inizio Rose, conti veneziani, che nel 1964 rea-
poco più che uno stazzo ai bordi del lizzarono un primo grande albergo; a
mare, crebbe quando all’inizio degli partire dal 1967 nacquero il borgo e
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l’insieme di ville del piccolo compren- che passa ad alcuni chilometri di di-
sorio, in gran parte progettate dal gio- stanza, e grazie al porto, utilizzato an-
vane architetto Giovanni Gamondi. Il che per i collegamenti di linea con le
centro del borgo è la piazza San Marco, due isole sulcitane.
disegnata da Andrea Cascella. Lo scul- & STORIA Il territorio è ricco di testi-
tore romano Mario Ceroli ha creato la monianze archeologiche, ma il paese
chiesa e il teatro, arricchiti dalle sue attuale è di origini recenti; nel sito, già
note sculture in legno. Nel gruppo dei conosciuto dai pescatori e dai corallari
fondatori il nome della località è ‘‘Por- francesi del secolo XVI e chiamato Por-
torotondo’’, tutto una parola. toscusi (porto nascosto) nelle carte nau-
Porto San Paolo Villaggio in provincia tiche, si sviluppò nel corso del secolo
di Olbia-Tempio situato a qualche chi- XVII un piccolo centro attorno alla ton-
lometro da Porto Istana, attualmente nara di Su Pranu. Il villaggio era pro-
compreso nel territorio del neoco- tetto da una torre costiera per la difesa
mune di Loiri Porto San Paolo. Si è svi- dagli attacchi dei corsari barbareschi
luppato come insediamento turistico- e munito di un arsenale come base
balneare dopo il 1970, e cresce disordi- d’appoggio delle attività della tonnara.
natamente sfruttando le bellezze natu- A volte fu teatro di guerre e frequenti
rali che lo circondano. In particolare la furono le incursioni dei corsari, terri-
località è punto di partenza per i bar- bili quelle del 1660 e del 1753. «Fu in
coni che in pochi minuti consentono il questa spiaggia, – racconta Vittorio An-
collegamento con l’isola di Tavolara, la gius nel Dizionario del Casalis – come
cui massa imponente splendidamente la più vicina a Iglesias, che l’infante
incombe a breve distanza dalla costa. don Alfonso fece sbarcare le macchine
Portoscuso Comune della provincia di per l’oppugnazione di quella città, e in
Carbonia-Iglesias, compreso nella XIX queste acque che la squadra pisana
Comunità montana, con 5392 abitanti prese nella stessa epoca alcune navi
(al 2004), posto a 6 m sul livello del aragonesi, bruciò gli altri bastimenti
mare sulla costa che fronteggia l’isola raccoltivi dal suddetto conquistatore,
di San Pietro. Regione storica: Cixerri. e tutta la munizione ammucchiatavi.
Diocesi di Iglesias. Nel 1660 – continua l’Angius – in mag-
& TERRITORIO Il territorio comunale, gio sei galere moresche essendo ap-
di forma allungata lungo il litorale, si prodate in questo seno invasero la ton-
estende per 39,07 km2, comprendenti nara, bruciarono tutte le barche del
le frazioni di Bruncuteula e Nuraghe servigio della pesca, e le capanne degli
Allori, e confina a nord col mare Medi- scabeccieri e salatori, presero i pesci
terraneo, a est con Gonnesa e Carbo- della mattanza, e del salato che era in
nia, a sud con San Giovanni Suergiu e terra non lasciandovi più che 400 ba-
a ovest col Mediterraneo. Si tratta di rili. La peschiera non fu risparmiata
una stretta striscia affacciata sul perché si tolsero la massima parte
mare, dal suolo piuttosto arido e dalla delle ancore, che ritengono le gomene
linea di costa frastagliata; nella parte dalle quali sono sostenute le reti. For-
meridionale scorrono i tratti finali del tunatamente la gente di servigio poté
piccolo rio Perdaias e del più lungo sottrarsi con la fuga, e pochissimi fu-
Flumentepido, che danno luogo ad al- rono sorpresi e condotti in servitù».
cuni stagni. P. comunica per mezzo di Nonostante i pericoli che venivano dal
una doppia bretella con la statale 126, mare e le ricorrenti epidemie di mala-
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economia l’agricoltura ha una certa ri- ritorio conserva i resti di alcuni nura-
levanza, in particolare la cerealicol- ghi, tra i quali quelli detti Atzori e Cri-
tura, l’orticoltura, la frutticoltura, l’oli- xionis.
vicoltura; anche l’allevamento del be- & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
stiame ha il suo ruolo, si allevano bo- E AMBIENTALE Il centro storico negli
vini e suini, in misura minore ovini e ultimi anni è stato interessato da nu-
caprini. Negli ultimi decenni si sta svi- merosi interventi edilizi che lo hanno
luppando anche l’attività industriale profondamente rinnovato; con le sue
che si basa sui settori alimentare, del- vie regolari si stende ai piedi della
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torre che è considerata il simbolo del sono stati quasi incredibili ne’ nostri,
villaggio. Il grande edificio di forma ne’ quali la quantità che prendesi in
troncoconica domina l’abitato da un ri- tutte è cosı̀ poca, che può dirsi non es-
lievo a 30 m sul livello del mare. Fu co- sere la metà di quella che prendeva il
struito nella seconda metà del Cinque- solo P. La scarsezza e l’abbondanza, ma
cento quando per volontà di Filippo II non più quanta in altre epoche, ha certi
venne sviluppato il sistema delle torri periodi, i quali però non sono ancora
per la difesa costiera. Fu restaurata nel bene osservati. Sulle cagioni della
1642 e utilizzata continuativamente scarsezza si sono dette molte cose, ma
fino al 1777, svolgendo spesso funzione non si saprebbe quali fossero vera-
di deterrente nei confronti dei corsari mente le efficienti. Generalmente tie-
barbareschi. Altro edificio architetto- nesi che i pesci vengano in più poco
nicamente interessante è la chiesa di numero nelle reti sarde, perché la folla
Santa Maria d’Itria: fu costruita nella de’ medesimi sia molto diminuita nel
seconda metà del secolo XVII, negli passaggio lungo le coste del Portogallo,
anni in cui il villaggio si stava svilup- della Spagna e della Barberia. Ma la
pando ed è dedicata alla protettrice pesca fatta in quei punti quanta parte
dei tonnarotti. A poca distanza sorge è dei grandi armenti peregrinanti dal-
la tonnara di Su Pranu, edificio risa- l’Oceano al fondo del Mediterraneo
lente alla stessa epoca, che comprende nella estrema primavera e nel princi-
i locali per l’alloggio dei tonnarotti e pio della estate? E in rispetto a’ pesci
per il ricovero delle barche, nonché che costeggiano nel viaggio la costa
l’arsenale per le riparazioni e i capan- africana non vedo come le tonnare ivi
noni per la loro custodia durante i mesi stabilite possano diminuire la cattura
invernali. Di particolare rilievo sono le delle tonnare sarde, già che i pesci che
spiagge e alcune località turistiche di vanno lungo le acque africane non vol-
grande suggestione tra le quali vanno gonsi poi alle tonnare sarde. Quando si
ricordate la Tonnara di Su Pranu a studierà da’ naturalisti intelligenti su
ovest dell’abitato, dove è possibile am- questo punto forse si potrà intendere
mirare i resti della grandiosa omonima la vera causa del numero decrescente
tonnara che un tempo rappresentava de’ pesci in certe epoche».
la principale attività economica del & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La
villaggio. La pescosità del mare non è festa che si richiama alle più antiche
stata sempre costante, anche a P., e di tradizioni del paese è quella dedicata a
questo ci parla ancora l’Angius, nella Santa Maria d’Itria che si svolge il 27
prima metà dell’Ottocento: «La ton- maggio presso la chiesa omonima; cul-
nara di P. è stata sempre celebrata mina in una processione a mare con la
come la più fertile, e lo è veramente statua della Madonna che continua poi
per trovarsi, come credo, situata in sul per le strade del centro. Altra impor-
punto dove le greggie de’ tonni appro- tante manifestazione è la sagra del
dano dalle isole Baleri, le quali greggie tonno che si tiene il 13 giugno e ricorda
perché arrivano più presto delle altre le tradizioni della pesca; per l’occa-
che vengono da’ mari della Francia sione è possibile gustare il tonno cuci-
lungo la Corsica occidentale e perché nato secondo le antiche usanze; la ma-
sono più numerose, però la tonnara di nifestazione chiude un ciclo di inizia-
P. ha sempre pescato prima e più delle tive conosciute come ‘‘Artestate’’ che
altre. I prodotti di essa in altri tempi hanno inizio il 6 giugno.
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che la sua importanza diminuı̀ e certa- commerciali dei grandi mercanti sas-
mente la sua funzione politica dovette saresi che vi tenevano anche i loro ma-
mutare; grazie al porto tuttavia con- gazzini. Lungo i secoli XVI e XVII le
servò una posizione di rilievo. Quando autorità governative si disinteressa-
poi, in età non determinabile, si forma- rono del porto che andò decadendo e
rono i giudicati, fu inizialmente la ca- lentamente insabbiandosi. Di fronte
pitale del Logudoro o di Torres; allo allo scarso interesse del governo, che
stato attuale delle conoscenze non è alle riparazioni e al dragaggio dell’im-
possibile indagare con esattezza sul pianto destinava cifre ridicole, fu il
processo che portò poi i giudici a pre- Consiglio comunale di Sassari che con
ferire come loro residenza la più si- grandi sacrifici tentò di tenerlo effi-
cura Ardara e successivamente Sas- ciente e di avviarne la pulitura. Della
sari. Sembra comunque che il porto ab- città, a parte la magnifica basilica, non
bia continuato a essere attivo, che i era rimasto più nulla; fu cosı̀ che in un
mercanti pisani e genovesi vi tenes- mondo di fantasmi, agli inizi del secolo
sero i loro fondachi e che nel corso del XVII, frettolosi archeologi scavarono
secolo XI i giudici vi abbiano fatto co- nel sito della basilica alla ricerca di
struire la basilica di San Gavino. È co- corpi di martiri e santi. All’avvento dei
munque certo che i vescovi continua- Savoia il porto era talmente mal ridotto
rono a risiedervi almeno fino al secolo che le imbarcazioni vi entravano a
XIII. Quando anche i vescovi trasferi- stento e quando vi riuscivano non pote-
rono la loro residenza a Sassari, pur es- vano attraccare a un molo; cosı̀ nel
sendo formalmente P.T. considerata 1756 Carlo Emanuele III dispose che
sede della diocesi, cominciò lenta e l’impianto venisse finalmente riparato
inesorabile la sua decadenza. Dopo la con il concorso degli abitanti del Logu-
conquista aragonese, dell’antica città doro; i lavori erano quasi ultimati nel
rimanevano poche case attorno alla 1765 e venne riparata anche l’antica
basilica e si svolgeva una certa attività torre. Gli interventi però furono ineffi-
commerciale in quello che restava del- caci e l’impianto alla fine del secolo
l’antico porto, che i nuovi venuti cerca- era di nuovo in rovina. Nei primi de-
rono di rianimare. Superata la lunga cenni del secolo XIX fu finalmente
parentesi delle guerre tra gli Arago- compresa la sua importanza commer-
nesi e i Doria e quelle tra gli Aragonesi ciale e l’attività del porto fu rilanciata;
e gli Arborea, l’antica città si ridusse a contemporaneamente l’antico borgo
un borgo pressoché disabitato. Le atti- cominciò a rianimarsi e la sua popola-
vità portuali connesse alle esigenze zione a crescere. Nel 1842 cessò di es-
dei grandi mercanti di Sassari ripre- sere frazione di Sassari e riprese a es-
sero dopo il 1420, protette anche da sere comune autonomo. Della situa-
una poderosa torre. Il loro sviluppo su- zione economica di P.T. relativa a que-
scitò risentimenti e preoccupazioni so- sto periodo ci parla Vittorio Angius
prattutto in Alghero e Bosa, che vede- che ne scrisse sul Dizionario del Casa-
vano nell’antico porto un pericoloso lis: «Popolazione. Prima che si for-
concorrente. Nel corso del secolo XV masse la grande strada che da Cagliari
l’attività portuale fu concepita come giunge sino a P.T., eranvi alcuni pochi
dipendente da Sassari: in altre parole, abitatori nella collina di s. Gavino
cancellata l’antica città, il porto di- presso la chiesa, e nella marina non
venne la base preferita delle attività soggiornavano che pochissimi, i quali,
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o per officio, o per mestiere, come i pe- pioggie quando sono necessarie, è con-
scatori, dovevano restarvi. Ma come siderevole, perché i terreni sono di
formossi la strada suddetta subito ai gran fertilità. Le vigne, e i fruttiferi
lati della medesima si formarono dei sono ancora in piccol numero, ma da
magazini, si fabbricarono delle case, e qui a venti anni si avrà sopra il suffi-
cominciò a formarvisi una popolazione ciente alla consumazione degli abi-
da sassaresi, sorsinchi e da altri di al- tanti ed all’approvvigionamento delle
tre parti. Indi il numero della popola- navi che vengano in questo porto: il che
zione andò crescendo notevolmente, sı̀ sarà con il danno dei produttori di Sas-
che nel 1829 si numeravano già anime sari che mandavano e mandano ancora
865, compresi i pastori della Nurra più una parte delle loro derrate. L’orticol-
prossimi a questo sito. L’attuale popo- tura va crescendo e crescerà assai per
lazione si può computare di anime la opportunità delle terre umide e irri-
1200, distinte in maggiori di anni 20, gabili nelle sponde del Torritano. Pa-
maschi 380, femmine 395, in minori, storizia. Ne’ casali della Nurra inclusa
maschi 215, femmine 210, e distribuite entro questo territorio si educa non
in famiglie 300. Lo stato sanitario va poco bestiame, principalmente vacche
sempre più migliorando, come van di- e pecore. Le altre specie, capre, ca-
minuendo le cause principali delle valle e porci, sono in numero molto mi-
malattie, i miasmi delle alghe e delle nore. Il bestiame manso consistente ne’
acque corrompentesi, e la pessima be- tori per l’agricoltura, ne’ cavalli di
vanda infetta del fiume, della salma- sella e di trasporto, non si può determi-
stra de’ pozzi. Le professioni de’ torresi nare. L’apicoltura è trascurata. Pesca.
sono l’agricoltura, la pastorizia, la pe- La pesca era sino a poco tempo eserci-
sca, la marineria, il negozio; quindi tata da uomini stranieri: ora vi si appli-
quelle poche arti, che sono necessarie cano anche i torresi per ottenere il lu-
in un porto di mare, e quelle che sono cro che aveano quelli che provedeano
necessarie in ogni parte. Si può sti- Sassari e tanti altri paesi. Commercio.
mare che sieno applicati alla agraria La massima parte degli affari di questo
uomini 260, alla pastorizia 80, alla ma- porto si fanno da’ sassaresi, epperciò la
rineria e alla pesca 50, al negozio 30, a’ massima parte delle merci o si traspor-
diversi mestieri 40. Agricoltura. Non tan in questo porto da’ magazzini di
prosperava molto prima della conces- Sassari, o da esso si mandano a Sassari.
sione che fu fatta del territorio; quindi Ma già si comincia a vedere un movi-
ha cominciato a progredire in modo mento d’industria e alcuni de’ torresi
notevole, e non anderà gran tempo che ricevon per sé e vendono ciò che hanno
intorno al novello comune si veda raccolto per il commercio estero». Du-
un’ampia zona di poderi cosı̀ studiosa- rante il secolo XIX le attività commer-
mente coltivati, come sono quei di Sas- ciali di P.T. aumentarono proporzional-
sari. La quantità di seminagione de’ ce- mente al nuovo impianto portuale che
reali cresce d’anno in anno, e si può il governo aveva fatto costruire. La cre-
stimare che nell’attuale territorio tor- scita ha poi continuato costante, con
rese si diano al suolo starelli di grano l’aumentare dei traffici e, specie dal-
1000 e più, d’orzo 500, di fave e legumi l’ultimo dopoguerra, col potenzia-
100, compreso quello che si semina ne’ mento dei trasporti di linea per passeg-
casali della Nurra, inclusi ne’ limiti di geri e merci; un grosso balzo in avanti è
T. La produzione, se non mancano le avvenuto negli anni Sessanta, con la
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creazione della zona industriale desti- mati 2945; con licenza media 6758; con
nata alle lavorazioni del settore petrol- licenza elementare 6578; analfabeti
chimico. 533; automezzi circolanti 6778; abbona-
& ECONOMIA Le attività di base della menti TV 5458.
sua economia sono le attività portuali, & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo
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sivi fu investito dalla guerra tra Doria e per celebrare la ricorrenza della na-
Aragona e in seguito da quella tra Ar- scita dei tre santi: si tengono nella ba-
borea e Aragona; presumibilmente in silica e sono preceduti da una novena
questi scontri venne gravemente dan- all’interno della cripta; per l’occasione
neggiato. le donne vi compaiono velate in omag-
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La gio all’antica tradizione che vuole che
testimonianza delle più antiche tradi- San Gavino, prima di essere martiriz-
zioni della città è conservata nella fe- zato, ricevesse da una donna un velo
sta dei Martiri turritani, dedicata ai per asciugarsi dal sangue e dal sudore.
santi martiri Gavino, Proto e Gianuario In passato, quando i fedeli giungevano
(=). Si svolge in tre momenti dell’anno: alla festa a cavallo, mentre le donne
il 25 aprile, dal 3 maggio al giorno della pregavano, i cavalieri giunti in riva al
Pentecoste, e infine il 25 ottobre. I riti mare vi facevano entrare i cavalli, li fa-
del 25 aprile hanno un carattere esclu- cevano inginocchiare e subito dopo,
sivamente religioso e si svolgono nella raggiunta nuovamente la basilica, da-
monumentale basilica; sono organiz- vano vita attorno al monumento a una
gara equestre analoga all’ardia che si
zati dal Gremio degli agricoltori (sos
svolge ancora oggi in alcuni centri del-
massaios). Dal 3 maggio alla domenica
l’interno.
di Pentecoste si svolge la cosiddetta
‘‘festa grande’’ in onore dei tre santi, Porto Tramatzu Località turistica po-
le cui statue vengono trasferite dalla sta a breve distanza da Porto Teulada,
basilica alla chiesetta di San Gavino a proprio di fronte all’Isola Rossa. Negli
mare dove i fedeli si recano quotidia- ultimi anni è divenuto un centro turi-
namente per visitarle e pregare. Il ri- stico discretamente attrezzato, servito
torno avviene la sera della Pentecoste. da alberghi e campeggi, base per le
In passato la festa si concludeva in escursioni all’Isola Rossa e alla vicina
modo spettacolare con l’arrivo in cor- zona militare. Nei territori compresi
teo della municipalità di Sassari, in di- nella zona militare, di singolare bel-
visa di gala e a cavallo; veniva ricevuta lezza è la spiaggia detta di Porto Scudo,
dal canonico della basilica che, stando accessibile solo d’estate, caratteriz-
sulla porta della chiesa, offriva le zata da una sabbia bianchissima e da
chiavi su un vassoio. Il sindaco di Sas- un mare cosı̀ trasparente che talvolta
sari le prendeva per un attimo, per riaf- consente di ammirare i bellissimi pe-
fermare il diritto di primazia della sci rondine.
città di Sassari sulla basilica, e subito Portovesme Centro abitato della pro-
le restituiva al prelato. I fedeli che vincia di Carbonia-Iglesias, frazione di
erano accorsi in gran numero a cavallo Portoscuso (da cui dista 1 km), con
da ogni parte, prima di lasciare la città circa 50 abitanti, posto a 10 m sul livello
entravano con le loro donne in mare del mare a sud-est del comune capo-
fino a che le acque non arrivavano al luogo, lungo la costa affacciata verso
pettorale del cavallo: si attribuiva al- l’isola di San Pietro. Regione storica:
l’immersione un effetto benefico. Oggi Cixerri. Diocesi di Iglesias.
della suggestiva immersione dei ca- & TERRITORIO Il territorio è costituito
valli non rimane più niente, mentre si da una fascia costiera, dal suolo piutto-
svolge regolarmente la cerimonia sto arido e dalla linea di costa frasta-
della consegna delle chiavi. Altri fe- gliata; poco più a sud scorrono i rii Per-
steggiamenti si svolgono il 25 ottobre daias e Flumentepido, che danno
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reschi, per cui essi dovettero impe- tate, al seguito del marchese in catene,
gnarsi a predisporre adeguati mezzi di attraverso tutta la Sardegna.
difesa delle popolazioni. Preoccupati
Portunono Antico villaggio del giudi-
per le crescenti spese che questa situa-
cato di Gallura, compreso nella curato-
zione comportava, agli inizi del secolo
ria di Posada. Sorgeva in prossimità di
XVII pensarono di disfarsene, ma la so-
La Caletta. L’abitato si sviluppò attorno
praggiunta nobilitazione e l’ammis-
al porto, ma dopo la conquista cata-
sione allo Stamento militare durante
lano-aragonese fu investito dalle ope-
il parlamento del duca di Gandı́a li con-
razioni della guerra tra Genova e Ara-
vinsero a mantenere il possesso del gona e fu distrutto.
feudo. Nel 1642, però, trovando vantag-
giosa l’offerta di Giovanni Stefano Ma- Portus Luguidonis Antico approdo ro-
sons, se ne disfecero per l’equivalente mano nei pressi di Siniscola. Contem-
di 43 000 lire sarde in obbligazioni sulle plato dall’Itinerario Antoniniano (sec.
rendite della crociata bandita da Pio V. III), è stato spesso considerato coinci-
Purtroppo dopo alcuni anni questa dente con il centro urbano di Feronia
rendita non fu più esigibile, sicché, ri- (l’odierna Posada) ricordato da Tolo-
masti senza risorse, tentarono di otte- meo (sec. II). Il nome suggerisce un col-
nere la restituzione del feudo. La lite legamento con la popolazione dei Li-
con i Masons si protrasse per decenni, guidonenses citata dallo stesso Tolo-
finché il Supremo Consiglio d’Aragona meo, sebbene questo popolo si trovasse
stabilı̀ definitivamente che la vendita localizzato nell’area centro-settentrio-
era stata regolare, imponendo il silen- nale dell’isola. Più verosimilmente il
zio ai venditori. Dopo questa sentenza portus andrà inteso come quello di Lu-
le condizioni della famiglia continua- guido, località ricordata dall’Itinerario
rono a decadere e di essa non si parlò lungo la via che da Olbia portava a Ca-
più. gliari e individuabile in prossimità
dell’odierna Oschiri. L’esistenza del-
Portugues, Giacomo Gentiluomo (Ca- l’epitaffio di un soldato della III coorte
gliari 1630-Isola Rossa 1671). Amico del di Aquitani (di stanza proprio a Lu-
marchese di Cea fu coinvolto nella con- guido), rinvenuto nel territorio di Bitti,
giura che portò all’assasinio del mar- ha fatto pensare a un collegamento fra
chese di Camarassa per cui, subito il portus e l’accampamento militare po-
dopo il tragico evento, fu costretto a se- sto all’interno; ma anche la presenza di
guire gli altri congiurati nella fuga da un distaccamento ausiliario della III
Cagliari. Con loro si rifugiò in Gallura e coorte di Aquitani dislocato proprio
da lı̀ espatriò. Quando, nel 1671, se- nel P.L. è un’ipotesi da prendere in con-
guendo il proditorio invito del sassa- siderazione per stabilire il collega-
rese don Giacomo Alivesi, il marchese mento fra Luguido e il P.L. al fine di tro-
di Cea decise di tornare in Sardegna, vare una giustificazione per questo to-
egli lo seguı̀, ma appena sbarcato all’I- ponimo. Per quanto riguarda l’esatta
sola Rossa, sulla costa del golfo dell’A- ubicazione del P.L. esistono ancora al-
sinara, fu ucciso dal traditore unita- cune incertezze. Tuttavia oggi si tende
mente a Francesco Cao e a Gabriele Ay- a escludere la coincidenza topografica
merich mentre il vecchio marchese ve- tra Feronia e il P.L., e a identificare il
niva catturato. Le teste dei tre nobili secondo nella zona di Santa Lucia,
furono issate sulle picche dei soldati, presso la torre spagnola: la ricca docu-
esposte in piazza a Sassari e poi por- mentazione archeologica relativa a
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stello, come ci informa lo studioso Vit- 20. Sarebbe nella valle un luogo como-
torio Angius che, nella relazione che dissimo per l’orticultura, e non per-
scrisse per il Dizionario del Casalis, tanto l’orticultura è poco e male eserci-
dice a proposito della situazione eco- tata. Pastorizia. Sono applicati alla
nomica e sociale del paese: «Popola- cura del bestiame compresi i grandi e
zione. I posadini che abitano nel paese i piccoli circa 120 persone. La quantità
sono anime 585, distribuite in maggiori approssimativa de’ capi delle diverse
di anni 20, maschi 180, femmine 190, specie rappresentasi ne’ numeri se-
minori maschi 105, femmine 115, e in guenti. Bestiame manso. Buoi per l’a-
famiglie 115. Quelli che abitano nelle gricoltura 80, vacche mannalite 20, ca-
cussorgie, cioè ne’ distretti pastorali valli e cavalle 40, porci 50, asini 70. Be-
dipendenti da Posada, sebbene non stiame rude. Vacche e vitelli 1000, ca-
compresi nel suo territorio, saranno pre 1200, cavalle 100, pecore 3000,
poco meno di altrettanti. Le medie del porci 1000. I prodotti sono scarsi, e di
movimento della popolazione nel poca bontà le lane e i formaggi. Una
paese sono nascite 25, morti 22, matri- delle cause del poco o nullo incre-
moni 7. Sonovi pochi che passino mento della pastorizia in un territorio,
l’anno sessantesimo, i più muojono dove è grande abbondanza di pascoli,
nella puerizia. Le malattie più fre- sono i furti, e la impotenza a reprimere
quenti e mortali sono le perniciose e i ladri e snidare dal monte i banditi.
le infiammazioni di petto. Lo stabili- Quelli per lucro, questi per nutrirsi,
mento della scuola primaria che mal tolgonsi le capre, le vacche, e i deru-
prosperò in altre parti, potea qui tanto bati bisogna che non faccian rumore,
svilupparsi quanto ne’ luoghi più sel- altrimenti sentono aggravarsi il danno.
vatici dell’isola. Quindi è un’ignoranza Pesca. Il mare, che bagna le sponde del
universale, e forse non sono più di do- territorio di P., è pescosissimo; ma qual
dici, che sappian leggere e scrivere per frutto ne ritrae il posadino? Non si ha
averlo imparato altrove. Le professioni né una sola barca sul lido, ed è solo con
primarie sono l’agricoltura e la pasto- l’amo che si tolgono dalle acque del
rizia, pochissimi si esercitano ne’ me- Tirreno alcuni delle molte specie di
stieri. Sono applicati a questa circa 90 pesci che si possono indicare. Negli
persone, ma la praticano con poca arte stagni che sono nella maremma e ab-
e cura. I terreni di Posada adattati alla bondano di lupi, muggini ed anguille,
cultura de’ cereali permetterebbero, pescano cinque o sei uomini su due
che questa fosse tre o quattro volte più schifetti. Per questo diritto soleano pa-
estesa. Quelli della valle del fiume gare al barone circa 120 lire nuove. Si
sono di grandissima fecondità e non in- pesca qualche volta nelle acque del
feriori a’ più riputati, perché impin- fiume, e vi si prendono uccelli di varie
guati sempre dal limo delle inonda- specie. Commercio. I frutti pastorali
zioni. È però un gran danno che l’alveo sono l’articolo principale del commer-
del fiume sia poco profondo, e che la cio, ed essendo pochi e poco buoni, in-
corrente, cangiando direzione, tolga la tende facilmente il lettore, che il lucro
terra vegetale, e lasci scoperte le è assai ristretto, e da questo la scar-
ghiaje. La quantità di semenza conse- sezza del numerario e il disagio, in cui
gnata al suolo è ordinariamente ne’ nu- vive la massima parte della popola-
meri seguenti: starelli di grano 400, zione, non ostante che la natura sia
d’orzo 200, di fave e legumi 50, di lino tanto benigna in quel clima». Quando
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dalla quale è derivato il nome. Se- è quella in onore di San Giovanni Bat-
condo quanto si racconta, gli assediati tista che si svolge nell’omonima bor-
fecero mangiare delle fave a un pic- gata costiera, ha un carattere marinaro
cione viaggiatore e poi lo liberarono; (Santu Juanne ’e Mare) e culmina con
l’animale venne abbattuto dagli asse- una spettacolare processione a mare
dianti che, avendo trovato una delle con la statua del Santo. Intenso è anche
fave nella gola del piccione, convinti il susseguirsi di altre manifestazioni
che gli assediati disponessero di tra le quali va ricordato il Carnevale
grandi riserve alimentari, levarono che ha inizio verso la fine di febbraio e
l’assedio. In seguito nel 1382 il castello si protrae fino ai primi giorni di marzo.
cadde nelle mani delle truppe giudi- A P. si svolge annualmente il concorso
cali che lo tennero fino al 1409. Tornato letterario per romanzi e racconti in lin-
in mano aragonese continuò per alcuni gua sarda, fondato dal pittore Mauro
anni ad assolvere le sue funzioni mili- Deledda (=) e intitolato Casteddu de
tari ma nella seconda metà del secolo Sa Fae.
decadde e andò in rovina. Di grande Posada, curatoria di Antica curatoria
interesse è il complesso di San France- del giudicato di Gallura. Si estendeva
sco di Sullai, chiesa e convento che sor- per 502 km2 su un territorio in parte
gono a pochi chilometri dall’abitato. pianeggiante e densamente popolato,
Fu costruito nel secolo XVII sulle ro- situato a sud della curatoria di Orfilli.
vine di un monastero bizantino. La Comprendeva i villaggi di Guerrenole-
chiesa ha l’impianto a una navata e la nero, Gurguray, Lodé, Ossio, Panana,
copertura con volta a botte. Di partico- Posada, Requion, Santa Maria de Lu-
lare bellezza sono il lago e il fiume. gula, Siniscola, Soltenissa, Sulla, Ta-
Poco distante dal villaggio si trova il marispa e Torpè. Dopo la conquista ca-
complesso naturalistico di grande bel- talano-aragonese a partire dal 1324 fu
lezza e interesse costituito dalla foce smembrata in piccoli feudi, che però
del fiume Posada che, dopo aver per- furono spazzati via già nella seconda
corso più di 60 km dalla sorgente, si metà del secolo, quando il territorio fu
getta in mare in una vasta piana co- occupato dalle truppe arborensi. Dopo
stiera che spesso le sue piene allaga- la battaglia di Sanluri il territorio, for-
vano. Nel 1958, per evitarle, fu co- temente danneggiato, tornò in pos-
struita una diga che ha dato luogo a un sesso del re d’Aragona, che nel 1413 lo
lago artificiale attorno al quale si è svi- concesse in feudo a Sancio de Hermo.
luppata un’interessante vegetazione Successivamente l’unità territoriale
palustre e hanno trovato ospitalità al- dell’antica curatoria continuò a essere
cune specie rare di uccelli migratori. rispettata, anche se nel corso dei secoli
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra passò nelle mani di diversi feudatari
le feste popolari di maggior richiamo è fino al riscatto del 1838.
quella di Nostra Signora del Soccorso Posidonia Pianta fanerogama della fa-
che si svolge nella prima domenica miglia delle Potamogetonacee (P. ocea-
dopo Pasqua e dura tre giorni. Si apre nica Del.), endemica del Mediterraneo.
subito dopo i vespri della vigilia e pro- Quella che viene chiamata alga per an-
segue con un intenso programma di fe- tonomasia, è invece una pianta supe-
steggiamenti nei quali si alternano mo- riore che cresce sui fondali marini,
menti religiosi a spettacoli con danze e sino a una profondità di 50 m; ha radici
canti tradizionali. Altra singolare festa e rizomi che si possono sviluppare sia
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zione della dinastia giudicale, P. fu in- vince furono abolite. Entrò allora a far
cluso nel piccolo stato che i Doria for- parte della divisione amministrativa
marono nella Sardegna nord-occiden- di Sassari fino al 1859, e definitiva-
tale. Dopo la conquista aragonese, mente con la ricostituzione della pro-
quando nel 1325 i Doria si ribellarono vincia. Della condizione economico-
il territorio divenne teatro delle opera- sociale del paese nella prima metà del-
zioni militari della lunga guerra con l’Ottocento scrive Vittorio Angius nel
l’Aragona e fu ripetutamente danneg- Dizionario del Casalis: «Popolazione.
giato. Scoppiata la guerra tra Mariano Nel 1844 erano in P. anime 2756, di-
IV e Pietro IV P. fu occupato dalle stinte in maggiori di anni 20, maschi
truppe giudicali e in seguito fece parte 790, femmine 776, minori, maschi 590,
dei territori attribuiti a Brancaleone femmine 610, e distribuite in famiglie
Doria. Caduto il giudicato d’Arborea 560. Le medie che risultarono sono nel
continuò a rimanere in possesso di Ni- decennio di nascite 90, morti 55, matri-
colò Doria fino al 1436 quando, dopo moni 28. L’ordinario corso della vita è a
l’espugnazione del castello di Monte- 60 anni incirca, e ben pochi giungono
leone, passò sotto il controllo diretto agli 80. Le malattie mortali più fre-
del re d’Aragona che immediatamente quenti sono i dolori di punta per le ces-
vendette il villaggio a Pietro Melone. sate precauzioni contro le variazioni
Questi non era riuscito a impedire che termometriche in un clima ventoso,
i suoi nuovi vassalli, alla ricerca di dove i venti portano notevoli repentine
spazi per le loro greggi, utilizzassero i diseguaglianze di temperatura; quindi
territori del Planu ’e Murtas entrando le febbri perniciose causate da’ mia-
cosı̀ in conflitto con gli abitanti di Pa- smi che contaminano l’atmosfera. Per
dria. La situazione non si risolse nem- la cura della sanità sono alcuni chirur-
meno quando nel 1445 i Melone cedet- ghi e flebotomi, e si ha una farmacia. Si
tero P. ai De Ferraria. Nonostante i due salassa spesso e si fanno grandi miscu-
villaggi appartenessero oramai allo gli di medicinali, in luogo de’ quali
stesso feudatario, i rispettivi abitanti usano altri certe medicine popolari, se
continuarono a disputarsi il Planu ’e non utili, certo meno perniciose delle
Murtas con grande determinazione. misture de’ medici e della lancetta de’
Nel 1480 P. tornò in possesso dei Me- salassatori. Le ricreazioni di questi po-
lone che acquistarono anche il Planu polani sono le solite, la danza e il canto:
’e Murtas ma la rivalità con gli abitanti molti però aman meglio le carte, e
di Padria non cessò nemmeno allora; i fanno allora gran consumo di vino. Pro-
Melone si estinsero nella prima metà fessioni. L’agricoltura è esercitata da
del secolo XVI. Dopo una lunga lite giu- circa 750 persone tra maggiori e mi-
diziaria il villaggio passò ai Virde, che nori, la pastorizia da circa 250, i me-
si estinsero nel 1621 e, dopo una nuova stieri da quasi 60, il negozio da 40 indi-
lite, il villaggio nel 1623 fu ereditato vidui. L’agricoltura, la pastorizia e i
dai Tola. Estinta questa famiglia nel mestieri, si praticano con poca cogni-
1701, P. fu ereditato dagli Amat del zione. Scuole. La scuola primaria è fre-
ramo di Villarios che lo tennero fino al quentata da circa 40 ragazzi; le scuole
momento del riscatto nel 1838. Nel di latinità da non più di dodici. I mae-
1821 divenne capoluogo di manda- stri sono due preti stipendiati, il primo
mento e fu incluso nella provincia di con circa 150 franchi, il secondo con
Alghero fino al 1848 quando le pro- poco più, da’ i fondi di un legato pio
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fatto a tal fine dal vicario Pinna dello ranno un’area di circa 800 starelli, di-
stesso villaggio. Ricovero di orfanelle. visi in 50 predi. Pastorizia. La quantità
Monsignor Quasina lasciò una casa di bestiame che appartiene a P. si può
per ritirarvi le povere orfanelle, per- computare come segue. Bestiame
ché vi fossero allevate; ma dopo più di manso. Buoi per l’agricoltura 400, vac-
cinquant’anni, da che fu fatto questo che mannalite 250, cavalli per sella e
legato, le orfanelle povere non pote- basto 300, giumenti 450. Bestiame rude.
rono godere di questo beneficio. Le Vacche 2200, capre 2000, pecore 8000,
donne di P. hanno fama di essere stu- porci 2500, cavalle 360. Il bestiame
diosissime del lavoro, ed è vero che si manso pascola ne’ maggesi, ne’ chiusi
adoperano con diligenza, perché dopo e ne’ terreni incolti dell’agro; il rude
le faccende domestiche hanno ancora nel salto regio di Pianu de Murtas.
tempo per il telajo, e producono tanto, Sono frequenti le epizoozie, e allora i
che la famiglia ne abbia non solo ciò pastori vedono diminuita in pochi
che le bisogna, ma un sussidio alla sus- giorni la loro fortuna; ma non è molto
sistenza. Quasi in tutte le case è un te- raro che muoja gran numero di capi
lajo, e si lavora la lana e il lino. I tessuti per sola mancanza di pascoli. I for-
di lino sono molto pregievoli, e princi- maggi sono di un pregio mediocre, e in
palmente le coperte di letto a disegno quantità che non pare corrispondente
(fànuvos), e sono parimenti lodati i ri- al numero. L’apicultura è fatta da po-
cami. Agricoltura. I coloni di questo chissimi, e forse i bugni non sopravan-
paese si lamentano non solo della ri- zano il centinajo. Commercio. I pro-
strettezza del loro territorio, ma anche dotti agrari e pastorali superflui al con-
della poca loro fecondità; nel che forse sumo della popolazione si vendono a
non sono giusti, parendo che imputino negozianti stranieri o si portano a Sas-
al suolo il difetto dell’arte e le condi- sari».
zioni del cielo, spesso poco favorevole & ECONOMIA Le attività di base della
alla vegetazione. Le solite quantità sua economia sono l’agricoltura, con la
della seminagione sono rappresentate cerealicoltura, la viticoltura e l’orticol-
da’ numeri seguenti; starelli di fru- tura, e l’allevamento del bestiame, in
mento 1500, d’orzo 700, di fave e legumi particolare di bovini e ovini, e in mi-
120, di granone 50, di lino 150. La pro- sura minore di suini ed equini. Negli
duzione suol dare il 7 per la prima spe- ultimi decenni si sta sviluppando an-
cie, il 10 per la econda, il 7 per le fave, che l’attività industriale che si basa
l’8 per i legumi. L’orticultura è curata sul settore lattiero-caseario e su quello
solo per la sufficienza a’ bisogni delle dei materiali da costruzione. È suffi-
famiglie. Le vigne occupano una note- cientemente organizzata la rete di di-
vole superficie, le viti prosperano stribuzione commerciale. Vi operano
molto bene, la vendemmia è copiosa, e anche un albergo con 18 posti letto e
quelli che sanno ben manipolare il mo- due ristoranti, a sostegno del nascente
sto ottengono de’ vini di pregio. Se ne turismo. Artigianato. È ancora viva
brucia pochissimo per acquavite. Le l’antica tradizione di confezionare tap-
piante fruttifere sparse nelle vigne e peti e coperte mediante l’uso di telai
negli orti sono in totale circa 7000, e domestici. Servizi. P. è collegato da au-
sono distinte in un mediocre numero tolinee e mediante la ferrovia agli altri
di specie e di varietà. I terreni chiusi centri della provincia. È dotato di Pro
per pascolo e per cultura comprende- Loco, medico, guardia medica, farma-
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cia, scuola dell’obbligo e scuola secon- chiale di San Giorgio in forme gotico-
daria superiore (Liceo scientifico), aragonesi; venne fatta erigere tra il
sportello bancario. Possiede una Bi- 1540 e il 1570 dalla famiglia signora
blioteca comunale. del feudo. L’interno è a una navata arti-
& DATI STATISTICI Al censimento del colata in cinque campate con archi a
2001 la popolazione contava 3061 unità, sesto acuto con volte a costoloni. Nelle
di cui stranieri 5; maschi 1486; fem- cappelle laterali le volte sono a botte;
mine 1575; famiglie 1214. La tendenza di particolare bellezza e originalità è la
complessiva rivelava una decisa dimi- volta della cappella sinistra dedicata
nuzione della popolazione, con morti alla vergine Recumandada che ha un
per anno 48 e nati 22; cancellati dall’a- magnifico florilegio di rosette inta-
nagrafe 62 e nuovi iscritti 36. Tra i prin- gliate e colorate con colori diversi, di
cipali indicatori economici: imponi- grande effetto. La facciata è ingentilita
bile medio IRPEF 12 511 in migliaia di da un portale ornato da una singolare
lire; versamenti ICI 1719; aziende agri- fascia decorativa. Altra bella chiesa è
cole 347; imprese commerciali 195; quella di Sant’Antonio Abate, costruita
esercizi pubblici 34; esercizi all’in- nel secolo XVI e annessa al convento
grosso 7; esercizi al dettaglio 70; ambu- degli Agostiniani. Ha un impianto a
lanti 13. Tra gli indicatori sociali: occu- tre navate con alcune cappelle laterali;
pati 870; disoccupati 90; inoccupati la facciata, rifatta nel 1790, è in forme
164; laureati 6; diplomati 191; con li- baroccheggianti e si affaccia su una
cenza media 1031; con licenza elemen- piazza dove a poca distanza sorgono il
tare 1093; analfabeti 140; automezzi campanile a canna quadrata comple-
circolanti 1187; abbonamenti TV 1000. tato da una cuspide e una colonna sor-
& PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nu- montata da una croce di fronte alla
merose sono le testimonianze archeo- quale, secondo una tradizione non ac-
logiche del periodo nuragico; in parti- certata, i condannati a morte si ingi-
colare i nuraghi Ala, Alvu, Assidu, nocchiavano poco prima dell’esecu-
Badu ’e Mela, Basciu, Basones, Cae, zione. Al suo interno la chiesa con-
Cae de Mesu, Calchinarzu, Cannas, serva un altare maggiore in marmo
Enas, Frattu, Giolzi, Margarida, Maz- con nicchie e colonne e alcune statue
zeu, Mesu Nuraghe, Monte Oe, Mura lignee dei secoli XVII e XVIII. Altro
de Lizos, Nuragatta, Pedru Barra, Pei- edificio di rilievo è San Pietro di Mon-
dru, Petra Adde, Pittos, Rosu, Rugiu, ticletu, chiesa posta in cima al colle
Sabinatorzu, Santu Migalli, Siddadu, omonimo che domina l’abitato; fu co-
Su Aladerru, S’Ulia, Taccas, Trescoro- struita nel secolo XIV in forme romani-
nas, Tucconis, Turres. Si annoverano che tarde. All’origine aveva un’unica
inoltre le Tombe di giganti di Pedra navata e la copertura con volte a botte.
Lada e Sas Magalinas. Nel corso dei secoli successivi al suo
& PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU- fianco fu costruita una seconda chiesa
RALE L’assetto urbanistico è stato in- dalle caratteristiche diverse. Fino al-
teressato in questi ultimi anni da nu- l’ultimo restauro la costruzione cosı̀
merosi interventi che ne hanno modi- derivata appariva all’esterno con le
ficato i caratteri; comunque conserva facciate delle due chiese distinte; por-
ancora alcune case in pietra a più tato a termine il restauro e sparita la
piani del tipo detto a palattu. L’edificio duplice facciata, la chiesa appare do-
di maggior interesse è la chiesa parroc- tata di facciata unica partita orizzon-
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tanti. 17. Cilixia (conosciuto anche di circa 5 abitanti. 24. Fununi (cono-
come Cilicia), villaggio che sorgeva sciuto anche come Santu Chirigu o Fe-
nelle campagne tra Sini e Baradili, noni), villaggio che sorgeva nelle cam-
compreso nella curatoria della Mar- pagne di Riola Sardo nell’omonima lo-
milla; di origine medioevale, fu abban- calità, compreso nella curatoria del
donato nel secolo XV; nel 1388 aveva Campidano Maggiore; di probabile ori-
una popolazione di circa 16 abitanti. gine punico-romana, fu abbandonato
18. Coni, villaggio situato nelle campa- nel corso del secolo XIV; mancano i
gne di Nurallao in località Santu Mil- dati sulla sua popolazione. 25. Genadas
lianu, compreso nella curatoria del (conosciuto anche come Gonare o Ge-
Parte Valenza; di origine nuragica, fu nedas), villaggio che sorgeva nei pressi
abbandonato nel secolo XV; i dati sulla di Nureci nella località omonima, com-
sua popolazione non sono conosciuti. preso nella curatoria del Parte Va-
19. Congiu (conosciuto anche come lenza; di origini punico-romane, fu ab-
Sant’Elena), villaggio che sorgeva bandonato nel secolo XV; non si cono-
nelle vicinanze di San Vero Congius, scono i dati sulla sua popolazione. 26.
compreso nella curatoria del Campi- Genna (conosciuto anche come Gebes),
dano di Simaxis; di origine medio- villaggio che con ogni probabilità sor-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; geva nei pressi di Arbus, compreso
non si conoscono i dati sulla sua popo- nella curatoria del Bonorcili; fu abban-
lazione. 20. Crabilis (conosciuto anche donato nel secolo XIV; non si cono-
come Capriles), villaggio situato nelle scono i dati sulla sua popolazione. 27.
campagne di Ollasta Simaxis in prossi- Genusi (conosciuto anche come Ga-
mità di San Pietro di Crabilis, com- mussi), villaggio che sorgeva nelle cam-
preso nella curatoria del Campidano pagne di Simala nella omonima loca-
di Simaxis, di origine medioevale, fu lità, compreso nella curatoria del
abbandonato nel secolo XIV; nel 1388 Parte Montis; di probabili origini ro-
aveva una popolazione di circa 24 abi- mane, fu abbandonato nel secolo XIV;
tanti. 21. Crapedda (conosciuto anche nel 1388 aveva una popolazione di
come Capriola), villaggio che sorgeva circa 64 abitanti. 28. Ghippe (cono-
nelle campagne di Fonni, compreso sciuto anche come Gippa o Gipphe), vil-
nella curatoria della Barbagia di Ollo- laggio che sorgeva in località Santa Pe-
lai; fu abbandonato nel secolo XVI; i tronilla nelle campagne di Donigala
dati sulla sua popolazione non sono co- Fenughedu, compreso nella curatoria
nosciuti. 22. Funtana, villaggio situato del Campidano Maggiore; di probabile
nelle campagne di Albagiara in loca- origine punico-romana fu abbando-
lità Domu de Funtana, compreso nella nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po-
curatoria di Usellus, di origine ro- polazione non sono conosciuti. 29. Go-
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; zula (conosciuto anche come Gozua),
nel 1388 aveva una popolazione di villaggio situato nella località di Gozua
circa 12 abitanti. 23. Funtana Fenugu nelle campagne di Simala, compreso
(conosciuto anche come Funtana de nella curatoria di Parte Montis; di ori-
Urgo), villaggio che sorgeva nelle cam- gini medioevali, fu abbandonato nel
pagne di San Gavino in località Santa secolo XV; nel 1388 aveva una popola-
Maria, compreso nella curatoria di zione di circa 28 abitanti. 30. Guilcier,
Monreale; fu abbandonato nel secolo villaggio che sorgeva in località impre-
XIV; nel 1388 aveva una popolazione cisata dell’omonima curatoria della
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nosciuto anche come Serdias), villaggio come Lorrai), villaggio che sorgeva nei
che sorgeva tra Mogoro e Uras, da al- pressi di Neoneli, compreso nella cu-
cuni attribuito alla curatoria del Bo- ratoria del Barigadu; fu abbandonato
norcili, da altri a quella di Parte Mon- nel secolo XV; nel 1388 aveva una po-
tis; fu abbandonato nel secolo XIV; nel polazione di circa 48 abitanti. 67. Spi-
1388 aveva una popolazione di circa 12 nalba (conosciuto anche come Spina
abitanti. 60. Serru, villaggio che sor- Alba), villaggio che sorgeva nella loca-
geva nelle campagne di Gonnosfana- lità omonima nelle campagne di San
diga, compreso nella curatoria del Bo- Vero Milis, compreso nella curatoria
norcili; di origini romane, fu abbando- del Campidano di Milis; di origine me-
nato nel secolo XVII; non si conoscono dioevale, fu abbandonato nel secolo
i dati sulla sua popolazione. 61. Serzela XIV; non si conoscono i dati sulla sua
(conosciuto anche come Siersela o Zer- popolazione. 68. Spinalba, villaggio
cella), villaggio che sorgeva in località che sorgeva in località Pauli Spinala
San Paolo nelle campagne di Gonno- non lontano da Oristano, compreso
stramatza, compreso nella curatoria nella curatoria del Campidano di Si-
del Parte Montis; di origini medio- maxis; fu abbandonato nel secolo XIV;
evali, fu abbandonato nel secolo XVIII; nel 1388 aveva una popolazione di
nel 1388 aveva una popolazione di circa 24 abitanti. 69. Suei, villaggio che
circa 56 abitanti. 62. Simaxis Jossu (co- sorgeva nelle campagne di Norbello,
nosciuto anche come Cimagiosso), vil- compreso nella curatoria del Guilcier;
laggio che sorgeva in prossimità di Si- di origine medioevale, fu abbandonato
maxis, compreso nella curatoria del nel corso del secolo XIII; i dati sulla
Campidano di Simaxis; di origine me- sua popolazione non si conoscono. 70.
dioevale, fu abbandonato nel secolo Surradili (conosciuto anche come Tsur-
XV; nel 1388 aveva una popolazione di bara), villaggio che sorgeva nelle cam-
circa 28 abitanti. 63. Simaxis San Giu- pagne di Marrubiu in località Santa
liano, villaggio che sorgeva in prossi- Maria, compreso nella curatoria del
mità di Simaxis vicino alla chiesetta Bonorcili; fu abbandonato nel corso
campestre di San Giuliano, compreso del secolo XVII; i dati sulla sua popola-
nella curatoria del Campidano di Si- zione non si conoscono. 71. Tamis, vil-
maxis; di origine medioevale, fu ab- laggio che sorgeva presso la località
bandonato nel secolo XIV; nel 1388 omonima nei pressi di Masullas, com-
aveva una popolazione di circa 36 abi- preso nella curatoria del Bonorcili; di
tanti. 64. Sinipale, villaggio di incerta origini romane, fu abbandonato nel se-
collocazione che era compreso nella colo XIV; nel 1388 aveva una popola-
curatoria del Campidano Maggiore; fu zione di circa 5 abitanti. 72. Taverna,
abbandonato nella prima metà del se- villaggio che sorgeva nelle campagne
colo XIV; non si conoscono i dati sulla di Guspini in località Terra Maistrus,
sua popolazione. 65. Sollı̀ (conosciuto compreso nella curatoria di Monreale;
anche come Soddi), villaggio che sor- di probabile origine romana, fu abban-
geva tra San Vero Milis e Narbolia, donato nel secolo XIV; non si cono-
compreso nella curatoria del Campi- scono i dati della sua popolazione. 73.
dano di Milis; di origini medioevali, fu Terralba de Monte, villaggio di incerta
abbandonato nel secolo XV; nel 1388 ubicazione compreso nella curatoria
aveva una popolazione di circa 16 abi- del Parte Montis; fu abbandonato nel
tanti. 66. Sorrai (conosciuto anche secolo XIV; nel 1388 aveva una popola-
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zione di circa 10 abitanti. 74. Tunis (co- Giusta de Uta Passeri), villaggio che sor-
nosciuto anche come Tune), villaggio geva in località Santa Giusta nelle cam-
che sorgeva nei pressi del nuraghe pagne di Fluminimaggiore, compreso
omonimo nelle campagne di Narbolia, nella curatoria di Monreale; fu abban-
compreso nella curatoria del Campi- donato nel secolo XIV; nel 1388 aveva
dano di Milis; di probabili origini nura- una popolazione di circa 5 abitanti. 81.
giche, fu abbandonato entro il secolo Vesala (conosciuto anche come San Si-
XII; non si conoscono i dati sulla sua meone), villaggio che sorgeva a breve
popolazione. 75. Urasanna (conosciuto distanza da Milis, compreso nella cura-
anche come Urasa), villaggio che sor- toria del Campidano di Milis; derivato
geva nei pressi del nuraghe Urasa da un insediamento di monaci; fu ab-
nelle campagne di Solarussa, com- bandonato agli inizi del secolo XIII;
preso nella curatoria del Campidano non si conoscono i dati sulla sua popo-
di Milis; di origine medioevale, fu ab- lazione. 82. Villalonga (conosciuto an-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla che come San Vito), villaggio che sor-
sua popolazione non sono conosciuti. geva tra Nuraxinieddu e Siamaggiore
76. Urradili (conosciuto anche come in località San Vito, compreso nella cu-
Baratuli o Oiratili), villaggio che sor- ratoria del Campidano Maggiore; di
geva alle pendici del monte Urradili probabile origine punico-romana, fu
nelle campagne di Guspini, compreso abbandonato nel secolo XVII; man-
nella curatoria del Bonoili; di proba- cano i dati sulla sua popolazione. 83.
bile origine romana, fu abbandonato Villa Rubeo (conosciuto anche come
nel secolo XIV; non si conoscono i dati Santa Maria de Villa Rubeo), villaggio
sulla sua popolazione. 77. Urri (cono- non bene identificato compreso nella
sciuto anche come Uras), villaggio che curatoria del Campidano di Milis; fu
sorgeva in località San Michele nelle abbandonato nel corso del secolo XIV;
campagne di Ghilarza, compreso nella non si conoscono i dati sulla sua popo-
curatoria del Guilcier; di origine me- lazione. 84. Zippiriu (conosciuto anche
dioevale, fu abbandonato nel secolo come Iporui), villaggio che sorgeva nei
XV; non si conoscono i dati sulla sua pressi dell’omonimo nuraghe nelle
popolazione. 78. Ursare Piccina (cono- campagne di Solarussa, compreso
sciuto anche come Ussarella o Piccia), nella curatoria del Campidano di Mi-
villaggio che sorgeva in località San lis; di origine medioevale, fu abbando-
Lorenzo nelle campagne tra Ussara- nato nel secolo XIV; nel 1388 aveva una
manna e Siddi, compreso nella curato- popolazione di circa 24 abitanti.
ria della Marmilla; di origine prero- Nei territori extragiudicali che nel
mana, fu abbandonato nel secolo corso dei secoli furono acquisiti dal
XVIII; non si conoscono i dati sulla giudicato d’Arborea sono stati identifi-
sua popolazione. 79. Ustedu (cono- cati i seguenti villaggi abbandonati: 1.
sciuto anche come Uschei o Ustei), vil- Abriu, villaggio situato nelle campagne
laggio che sorgeva accanto al nuraghe di Bonorva in località Sant’Andrea
di Ustei nelle campagne di Ghilarza, Priu, compreso nella curatoria del Co-
compreso nella curatoria del Guilcier; stavall; di origine romana, fu abbando-
di origini medioevali, fu abbandonato nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po-
nel secolo XIV; nel 1388 aveva una po- polazione non sono conosciuti. 2. Ari-
polazione di circa 12 abitanti. 80. Uta scoblas (conosciuto anche come Na-
Passeris (conosciuto anche come Santa starre, Resteblas o Orestelli), villaggio si-
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tuato in località Restalias nelle campa- zione di circa 8 abitanti. 9. Cote, villag-
gne di Berchidda, compreso nella cu- gio situato in località Nuraghe Codes
ratoria del Montacuto; di origine me- nelle campagne di Semestene, com-
dioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria del Costavall; di
XIV; nel 1358 aveva una popolazione origine medioevale, fu abbandonato
di circa 10 abitanti. 3. Bacuri (cono- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
sciuto anche come Bacini), villaggio si- zione non sono conosciuti. 10. Donni-
tuato nelle campagne di Monti in loca- caia, villaggio situato in località Fonte
lità San Paolo l’Eremita, compreso Donigarza nelle campagne di Seme-
nella curatoria del Montacuto; di ori- stene, compreso nella curatoria del Co-
gine medioevale, fu abbandonato nel stavall; di origine medioevale, fu ab-
secolo XIV; i dati sulla sua popolazione bandonato nel secolo XIV; i dati sulla
non sono conosciuti. 4. Balamune (co- sua popolazione non sono conosciuti.
nosciuto anche come Bunne o Guiene), 11. Frabicas, villaggio situato in loca-
villaggio situato nelle campagne di lità Fraigas nelle campagne di Seme-
Pattada in località Sant’Elia, compreso stene. compreso nella curatoria del Co-
nella curatoria del Montacuto; di ori- stavall; di origine medioevale. fu ab-
gine romana, fu abbandonato nel se- bandonato nel secolo XIII; i dati sulla
colo XIV; nel 1358 aveva una popola- sua popolazione non sono conosciuti.
zione di circa 10 abitanti. 5. Bidducara 12. Gitil, villaggio situato nelle campa-
(conosciuto anche come Billucarao Bu- gne di Bortigali in località Nuraghe
dufera), villaggio situato nelle campa- Idili, compreso nella curatoria del
gne di Pattada in località Pedra Per- Marghine; di origine medioevale, fu
tusa; compreso nella curatoria del abbandonato nel secolo XIII; i dati
Montacuto; di origine medioevale, fu sulla sua popolazione non sono cono-
abbandonato nel secolo XVII; nel 1388 sciuti. 13. Goceano, villaggio situato
aveva una popolazione di circa 48 abi- nelle campagne di Burgos ai piedi del-
tanti. 6. Campu de Locu (conosciuto an- l’omonimo castello, compreso nella cu-
che come Campulongu), villaggio si- ratoria del Goceano; di origine medio-
tuato in località Santa Lucia nelle cam- evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
pagne di Bonorva, compreso nella cu- non si conoscono i dati sulla sua popo-
ratoria del Costavall; di origine medio- lazione. 14. Golomei, villaggio del giu-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i dicato di Torres, compreso nella cura-
dati sulla sua popolazione non sono co- toria del Montacuto; fu abbandonato
nosciuti. 7. Castra, villaggio situato nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po-
nelle campagne di Oschiri in località polazione di circa 5 abitanti. 15. Ilvensa
omonima, compreso nella curatoria (conosciuto anche come Ivessa), villag-
del Montacuto; di origine romana, fu gio situato in località Santu Pedru de
abbandonato nel secolo XV; i dati sulla Ivessa nelle campagne tra Ozieri e Nu-
sua popolazione non sono conosciuti. ghedu San Nicolò, compreso nella cu-
8. Coniato (conosciuto anche come ratoria del Montacuto; di origine me-
Cunzadu o Innizagu), villaggio situato dioevale, fu abbandonato nel secolo
in località Santa Maria de Cuniatu XIV; i dati sulla sua popolazione non
nelle campagne di Bonorva, compreso sono conosciuti. 16. Lerrono (cono-
nella curatoria del Costavall; di ori- sciuto anche come Lecon o Lerno), vil-
gine romana, fu abbandonato nel se- laggio situato in località Sa Chidade
colo XV; nel 1358 aveva una popola- nelle campagne di Pattada, compreso
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popolazione non sono conosciuti. 9. Ba- origine romana, fu abbandonato nel se-
redels (conosciuto anche come Baradi- colo XIV; nel 1324 aveva una popola-
lis), villaggio situato in località scono- zione di circa 76 abitanti. 16. Civilione
sciuta, probabilmente compreso nella (conosciuto anche come Siuloni o Sifi-
curatoria di Taras; di origine nuragica, lionis), villaggio probabilmente situato
fu abbandonato nel secolo XIV; i dati in località Silonis nelle campagne di
sulla sua popolazione non sono cono- Luras, compreso nella curatoria di Ca-
sciuti. 10. Bibissa (conosciuto anche nahim; di origine medioevale, fu ab-
come Binissae), villaggio situato in lo- bandonato nel secolo XIV; nel 1324
calità Bithé nelle campagne di Orosei, aveva una popolazione di circa 104 abi-
compreso nella curatoria di Galtellı̀; di tanti. 17. Corruaro (conosciuto anche
probabile origine nuragica, fu abban- come Corvera), villaggio situato in loca-
donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva lità Corruaru nelle campagne di Arza-
una popolazione di circa 92 abitanti. chena, compreso nella curatoria di
11. Campo di Vigne (conosciuto anche Unali; di origine medioevale, fu abban-
come Binzedda), villaggio situato in lo- donato nel secolo XIV; nel 1324 aveva
calità Riagampos nelle campagne di una popolazione di circa 40 abitanti.
Luras, compreso nella curatoria della 18. Cuchur (conosciuto anche come Cu-
Gallura Gemini; di origine medio- tur), villaggio probabilmente situato ai
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; confini della curatoria di Taras in loca-
nel 1324 aveva una popolazione di lità non individuata; di origine medio-
circa 96 abitanti. 12. Canahim (cono- evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i
sciuto anche come Canaini, Canaili), dati sulla sua popolazione non sono co-
villaggio situato in località Canaili nosciuti. 19. Cugnana (conosciuto an-
nelle campagne di Luras, compreso che come San Cumiani), villaggio si-
nella curatoria omonima della quale tuato in località omonima nelle campa-
fu capoluogo; di origine medioevale, gne di Olbia, compreso nella curatoria
fu abbandonato nel secolo XIV; nel di Fundimonte; di origine medioevale,
1324 aveva una popolazione di circa fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
192 abitanti. 13. Canaran (conosciuto sulla sua popolazione non sono cono-
anche come Canarcui o Carana), villag- sciuti. 20. Duascodere (conosciuto an-
gio situato in località Carana nelle che come Duacore), villaggio situato in
campagne di Luras, compreso nella cu- località Santu Nicola nelle campagne
ratoria di Canahim; di origine prero- di Lula, compreso nella curatoria di
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; Galtellı̀; di origine medioevale, fu ab-
nel 1324 aveva una popolazione di bandonato nel secolo XIV; nel 1317
circa 104 abitanti. 14. Caressus (cono- aveva una popolazione di circa 96 abi-
sciuto anche come Caresi), villaggio si- tanti. 21. Dulicorra (conosciuto anche
tuato in località Caresi nelle campagne come Delisorre), villaggio situato in lo-
di Olbia, compreso nella curatoria di calità Dulisorre nelle campagne di
Fundimonte; di origine romana, fu ab- Orune, compreso nella curatoria di
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 Galtellı̀; di origine nuragica, fu abban-
aveva una popolazione di circa 120 abi- donato nel secolo XIV; nel 1317 aveva
tanti. 15. Castro (conosciuto anche una popolazione di circa 96 abitanti.
come Crastu o Macciu Mannu), villag- 22. Filluri (conosciuto anche come Fi-
gio situato in località non identificata guli o Hurulis), villaggio probabil-
della curatoria di Unali; di probabile mente situato in località Monte Piz-
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nato nel secolo XIV; nel 1324 aveva una circa 15 abitanti. 5. Ardu (conosciuto
popolazione di circa 80 abitanti. 65. Vil- anche come Ardo o Ardi), villaggio pro-
lamaggiore (conosciuto anche come babilmente situato in località Santa
Majore), villaggio situato in località Maria nelle campagne di Sassari, com-
non identificabile in regione Rudalza, preso nella curatoria della Fluminar-
compreso nella curatoria di Fundi- gia; di origine romana, fu abbandonato
monte; di origine medioevale, fu ab- nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 polazione di circa 100 abitanti. 6. Ari-
aveva una popolazione di circa 200 abi- scola (conosciuto anche come Heristo-
tanti. 66. Villa Verri (conosciuto anche lae o Aristella), villaggio situato in loca-
come Verri), villaggio situato in località lità San Giovanni nelle campagne di
Campu ’e Pinu nelle campagne di Ol- Sassari, compreso nella curatoria
bia, compreso nella curatoria di Fundi- della Fluminargia; di origine romana,
monte; di origine medioevale, fu ab- fu abbandonato nel secolo XIV; nel
bandonato nel secolo XIV; nel 1324 1324 aveva una popolazione di circa 84
aveva una popolazione di circa 56 abi- abitanti. 7. Avellanis (conosciuto anche
tanti. come Savillanu), villaggio situato nelle
GIUDICATO DI TORRES Nel giudicato di campagne di Villanova Monteleone,
Torres sono stati individuati i seguenti compreso nella curatoria del Monte-
villaggi abbandonati: 1. Altasar (cono- leone; di origine medioevale, fu abban-
sciuto anche come Alcazar o Gitazaris), donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
villaggio probabilmente situato in lo- una popolazione di circa 10 abitanti. 8.
calità Astasi nelle campagne di Ittiri, Bangios (conosciuto anche come Ban-
compreso nella curatoria del Cabudab- giu), villaggio situato in località Spirito
bas; di origine medioevale, fu abban- Santo nelle campagne di Perfugas,
donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva compreso nella curatoria dell’An-
una popolazione di circa 100 abitanti. glona; di probabile origine romana, fu
2. Ampurias (conosciuto anche come abbandonato nel secolo XIV; nel 1354
Ampulia), villaggio situato in località aveva una popolazione di circa 16 abi-
San Pietro a Mare nelle campagne di tanti. 9. Bangios (conosciuto anche
Valledoria, compreso nella curatoria come Banios o Banzos), villaggio si-
dell’Anglona; di origine romana, fu ab- tuato in località Banzos nelle campa-
bandonato nel secolo XIII; i dati sulla gne di Uri non lontano dal rio Mannu,
sua popolazione non sono conosciuti. compreso nella curatoria del Coros; di
3. Arave (conosciuto anche come Arae origine romana, fu abbandonato nel se-
o Arca), villaggio situato nelle campa- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
gne di Usini, compreso nella curatoria zione di circa 60 abitanti. 10. Bantin’ e
della Fluminargia; di origine medio- Sale (conosciuto anche come Baraxe),
evale, fu abbandonato nel secolo XIII; villaggio situato in località Baratz in
i dati sulla sua popolazione non sono prossimità del lago omonimo, com-
conosciuti. 4. Arcennor (conosciuto an- preso nella curatoria della Nurra; di
che come Arkennor), villaggio situato origine medioevale, fu abbandonato
in località Alchennero nelle campagne nel secolo XIII; i dati sulla sua popola-
di Cossoine, compreso nella curatoria zione non sono conosciuti. 11. Barake
del Cabudabbas; di origine medio- (conosciuto anche come Baracis o Ba-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; razze), villaggio situato nelle vicinanze
nel 1358 aveva una popolazione di del lago di Baratz, compreso nella cu-
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ratoria della Nurra; di origine romana, Santu Miali nelle campagne di Ossi,
fu abbandonato nel secolo XIII; i dati compreso nella curatoria del Figuli-
sulla sua popolazione non sono cono- nas; di origine medioevale, fu abban-
sciuti. 12. Bedos (conosciuto anche donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
come Bodos o Bedas), villaggio situato una popolazione di circa 36 abitanti.
in località Sant’Andrea nelle campa- 19. Bualis (conosciuto anche come
gne di Codrongianos, compreso nella Baiolis), villaggio situato in località
curatoria del Figulinas; di origine me- Bainzolo nelle campagne di Osilo, com-
dioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria di Montes; di ori-
XV; nel 1320 aveva una popolazione di gine medioevale, fu abbandonato nel
circa 15 abitanti. 13. Billikennor (cono- secolo XIV; nel 1324 aveva una popola-
sciuto anche come Villikennor), situato zione di circa 10 abitanti. 20. Campui
in località Biddichennero nelle cam- (conosciuto anche come Campu Gia-
pagne di Ossi, compreso nella curato- vesu), villaggio situato in località
ria del Coros; di origine medioevale fu Campu Giavesu nelle campagne di
abbandonato nel secolo XIV; non si co- Giave, compreso nella curatoria del
noscono i dati sulla sua popolazione. Cabudabbas; di origine medioevale, fu
14. Bionis (conosciuto anche come Vio- abbandonato nel secolo XIV; nel 1358
nis o Bioris), villaggio situato in località aveva una popolazione di circa 15 abi-
omonima nelle campagne di Porto Tor- tanti. 21. Campulongu, villaggio situato
res, compreso nella curatoria della in località non ben definita che alcuni
Nurra; di probabile origine prero- vogliono nelle campagne di Thiesi e al-
mana, fu abbandonato nel secolo XV; tri di Bessude, compreso nella curato-
nel 1320 aveva una popolazione di ria del Coros; di origine medioevale, fu
circa 15 abitanti. 15. Biosevi (cono- abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
sciuto anche come Biosevin o Giudei), aveva una popolazione di circa 15 abi-
villaggio situato in località Santu Chi- tanti. 22. Cannedu (conosciuto anche
ricu nelle campagne di Uri, compreso come Caneto o Canneti), villaggio si-
nella curatoria del Coros; di origine tuato in località omonima, compresa
preromana, fu abbandonato nel secolo nella curatoria del Coros; di probabile
XIII; i dati sulla sua popolazione non origine romana, fu abbandonato nel se-
sono conosciuti. 16. Bolothenis (cono- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
sciuto anche come Bolonianos o Bolon- zione di circa 120 abitanti. 23. Cansello
hes), villaggio situato in località Bolon- (conosciuto anche come Castello), vil-
zanos nelle campagne di Ampurias, laggio situato in località Pozzo San Ni-
compreso nella curatoria dell’An- cola nelle campagne di Porto Torres,
glona; di origine romana, fu abbando- compreso nella curatoria della Nurra;
nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una di origine medioevale, fu abbandonato
popolazione di circa 15 abitanti. 17. nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
Borconani, villaggio situato probabil- polazione di circa 20 abitanti. 24. Ca-
mente nelle campagne di Giave, com- pula (conosciuto anche come Caiola,
preso nella curatoria del Cabudabbas; Calvoi o Castilis), villaggio situato in
di origine medioevale, fu abbandonato prossimità dell’omomimo castello
nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po- nelle campagne di Siligo, compreso
polazione di circa 10 abitanti. 18. Bria- nella curatoria del Meilogu; di origine
ris (conosciuto anche come Brave o medioevale, fu abbandonato nel secolo
Briais), villaggio situato in località XV; nel 1388 aveva una popolazione di
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circa 32 abitanti. 25. Carbia (conosciuto abbandonato nel secolo XIV; i dati
anche come Calvia), villaggio situato in sulla sua popolazione non sono cono-
località Santa Maria di Calvia nelle sciuti. 32. Domus Novas (conosciuto an-
campagne di Alghero, compreso nella che come Domus Novae o Crocifissu
curatoria del Nulauro; di origine pre- Mannu), villaggio situato in località
romana, fu abbandonato nel secolo Crocifissu Mannu nelle campagne tra
XIII; i dati sulla sua popolazione non Porto Torres e Sassari, compreso nella
sono conosciuti. 26. Cleu (conosciuto curatoria della Fluminargia; di ori-
anche come Cau), villaggio situato gine romana, fu abbandonato nel se-
nelle campagne di Sassari, compreso colo XIV; i dati sulla sua popolazione
nella curatoria della Romangia; di ori- non sono conosciuti. 33. Duos Nuraghes
gine medioevale, fu abbandonato nel (conosciuto anche come Donnuragia),
secolo XIV; nel 1324 aveva una popola- villaggio situato in località omonima
zione di circa 10 abitanti. 27. Coramas nelle campagne di Sassari, compreso
(conosciuto anche come Coraso o Co- nella curatoria della Nurra; di origine
ros), villaggio situato in località Santa preromana, fu abbandonato nel secolo
Maria di Coros nelle campagne di It- XIV; nel 1320 aveva una popolazione di
tiri, compreso nella curatoria del Co- circa 8 abitanti. 34. Encontra (cono-
ros della quale fu capoluogo; di proba- sciuto anche come Contra), villaggio si-
bile origine romana, fu abbandonato tuato in località Santa Maria de Fenu
nel secolo XIII; i dati sulla sua popola- nelle campagne di Cargeghe, com-
zione non sono conosciuti. 28. Coriaso preso nella curatoria del Figulinas; di
(conosciuto anche come Curos), villag- origine preromana, fu abbandonato
gio situato in località Santa Maria nelle nel secolo XIV; nel 1324 aveva una po-
campagne di Villanova Monteleone, polazione di circa 52 abitanti. 35. En-
compreso nella curatoria del Monte- nene (conosciuto anche come Enene o
leone; di origine preromana, fu abban- Ebba), villaggio situato in località Ebba
donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva Ciara nelle campagne di Sassari, com-
una popolazione di circa 10 abitanti. preso nella curatoria della Romangia;
29. Cortine, villaggio situato in località di origine medioevale, fu abbandonato
Funtana Cortinche nelle campagne di nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
Tissi, compreso nella curatoria del Co- polazione di circa 5 abitanti. 36. Erisi
ros; di origine preromana, fu abbando- (conosciuto anche come Villafranca de
nato nel secolo XIII; i dati sulla sua po- Herize o Santu Bainzu), villaggio si-
polazione non sono conosciuti. 30. tuato in località omonima nelle campa-
Cuga (conosciuto anche come Cunucla gne di Nulvi, compreso nella curatoria
o Cuca o Thuca), villaggio situato in lo- del Montes; di origine romana, fu ab-
calità omonima nelle campagne di It- bandonato nel secolo XIV; nel 1320
tiri, compreso nella curatoria del Co- aveva una popolazione di circa 12 abi-
ros; di origine medioevale, fu abbando- tanti. 37. Erquilli (conosciuto anche
nato nel secolo XIV; i dati sulla sua po- come Erahilo o Serchillo), villaggio si-
polazione non sono conosciuti. 31. Cur- tuato in località Pozzo di San Nicola
tajanna (conosciuto anche come Cur- nelle campagne di capo Falcone, com-
tayna, Surtayna o Tartaina), villaggio preso nella curatoria della Nurra; di
situato in località Bultaina nelle cam- origine romana, fu abbandonato nel se-
pagne di Ittiri, compreso nella curato- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
ria del Coros; di origine medioevale, fu zione di circa 32 abitanti. 38. Erthas
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(conosciuto anche come Eçtas o Ercas), popolazione non sono conosciuti. 45.
villaggio situato in località omonima Flumen Sancto, villaggio situato in lo-
nelle campagne di Sassari, compreso calità non definita della curatoria
nella curatoria della Fluminargia; di della Nurra; di origine medioevale, fu
origine medioevale, fu abbandonato abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- aveva una popolazione di circa 15 abi-
polazione di circa 4 abitanti. 39. Esse tanti. 46. Gavazana (conosciuto anche
(conosciuto anche come Ezi Minori), come Baptana o Calizzana), villaggio
villaggio situato in località Pozzo situato in località San Leonardo nelle
d’Esse nelle campagne di Sassari, com- campagne di Perfugas, compreso nella
preso nella curatoria della Nurra; di curatoria dell’Anglona; di origine ro-
origine preromana, fu abbandonato mana, fu abbandonato nel secolo XIV;
nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po- nel 1358 aveva una popolazione di
polazione di circa 80 abitanti. 40. Es- circa 10 abitanti. 47. Gennor (cono-
sola (conosciuto anche come Espela), sciuto anche come Zennor o Zenos), vil-
villaggio situato in località San Sim- laggio situato in località Zennos nelle
plizzu nelle campagne di Sassari, com- campagne di Sennori, compreso nella
preso nella curatoria della Nurra; di curatoria della Romangia; di origine
origine medioevale, fu abbandonato preromana, fu abbandonato nel secolo
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- XIV; nel 1324 aveva una popolazione di
polazione di circa 10 abitanti. 41. Etis circa 148 abitanti. 48. Gerito (cono-
(conosciuto anche come Eci o Eteii), vil- sciuto anche come Gereti o Geridu), vil-
laggio situato in località non indivi- laggio situato in località Sant’Andrea
duata, era compreso nella curatoria di Sennori nelle campagne di Sorso,
del Nulauro; di origine medioevale, fu compreso nella curatoria della Ro-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1320 mangia; di origine romana, fu abban-
aveva una popolazione di circa 10 abi- donato nel secolo XIV; nel 1324 aveva
tanti. 42. Favales (conosciuto anche una popolazione di circa 1304 abitanti.
come Favules o Paoles), villaggio si- 49. Giliti, villaggio situato in località
tuato in località Santu Larentu nelle sconosciuta nella curatoria della
campagne di Padria, compreso nella Nurra; di origine medioevale, fu ab-
curatoria del Cabudabbas; di origine bandonato nel secolo XIV; nel 1320
medioevale, fu abbandonato nel secolo aveva una popolazione di circa 20 abi-
XIV; nel 1320 aveva una popolazione di tanti. 50. Gistorlu (conosciuto anche
circa 15 abitanti. 43. Felisquentino (co- come Gisarcio o Bisarcio), villaggio si-
nosciuto anche come Siliquennor), vil- tuato in località omonima nelle campa-
laggio situato in località Santu Pedru gne di Ozieri, compreso nella curatoria
nelle campagne di Osilo, compreso dell’Anglona; di origine preromana, fu
nella curatoria del Montes; di origine abbandonato nel secolo XVIII; nel 1388
medioevale, fu abbandonato nel secolo aveva una popolazione di circa 16 abi-
XIV; nel 1324 aveva una popolazione di tanti. 51. Gutoi (conosciuto anche come
circa 12 abitanti. 44. Ficus, villaggio si- Gucey), villaggio situato in località
tuato in località La Muddizza nelle Badde Ottula nelle campagne di Osilo,
campagne tra Castelsardo e Casteldo- compreso nella curatoria del Montes;
ria, compreso nella curatoria dell’An- di origine medioevale, fu abbandonato
glona; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
donato nel secolo XIV; i dati sulla sua polazione di circa 8 abitanti. 52. Ibilis
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(conosciuto anche come Ibbili), villag- sua popolazione non sono conosciuti.
gio situato in località Ibiri nelle cam- 59. Joscia (conosciuto anche come Gio-
pagne di Thiesi, compreso nella cura- scari), villaggio situato in località Serra
toria del Cabudabbas; di origine me- Secca nelle campagne di Sassari, com-
dioevale, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria della Romangia;
XVI; nel 1358 aveva una popolazione di origine medioevale, fu abbandonato
di circa 5 abitanti. 53. Ilvossa (cono- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
sciuto anche come Irbosa o Nerbosa), zione non sono conosciuti. 60. Juncu
villaggio situato in località San Leo- (conosciuto anche come Iunke o Giun-
nardo Badde Ilvosa nelle campagne di chi) villaggio situato in località San
Muros, compreso nella curatoria del Leonardo di Giunchi nelle campagne
Figulinas; di origine medioevale, fu di Florinas, compreso nella curatoria
abbandonato nel secolo XIII; nel 1320 del Coros; di origine medioevale, fu ab-
aveva una popolazione di circa 10 abi- bandonato nel secolo XIV: nel 1358
tanti. 54. Iscalas (conosciuto anche aveva una popolazione di circa 72 abi-
come Iscala), villaggio situato in loca- tanti. 61. Lachesos (conosciuto anche
lità Santa Maria Iscalas nelle campa- come Laquesos o Lachesis), villaggio si-
gne di Osilo, compreso nella curatoria tuato in località Santa Lucia nelle cam-
del Montes; di origine medioevale, fu pagne di Mores, compreso nella cura-
abbandonato nel secolo XV; nel 1320 toria dell’Oppia; di origine medio-
aveva una popolazione di circa 5 abi- evale, fu abbandonato nel secolo XV;
tanti. 55. Issi, villaggio situato in loca- nel 1388 aveva una popolazione di
lità Cuili Issi nelle campagne di Sas- circa 40 abitanti. 62. Ledaur (cono-
sari, compreso nella curatoria della sciuto anche come Lellagor o Lodais),
Nurra; di origine medioevale, fu ab- villaggio situato in località Funtana
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 Loddaoro nelle campagne di Florinas,
aveva una popolazione di circa 8 abi- compreso nella curatoria del Coros; di
tanti. 56. Ittiri Jossu (conosciuto anche origine medioevale, fu abbandonato
come Su Petxinu o Villa Vetere), villag- nel secolo XIV; nel 1358 aveva una po-
gio situato in località Bidda Betere polazione di circa 48 abitanti. 63. Len-
nelle campagne di Mores, compreso tas (conosciuto anche come Linthas o
nella curatoria dell’Oppia; di origine Lenza), villaggio situato in località Coa
medioevale, fu abbandonato nel secolo Limbas nelle campagne di Uri, com-
XIV; i dati sulla sua popolazione non preso nella curatoria del Coros; di ori-
sono conosciuti. 57. Jenano (conosciuto gine romana, fu abbandonato nel se-
anche come Jennanu o Genano), villag- colo XIV; nel 1320 aveva una popola-
gio situato in località omonima nelle zione di circa 10 abitanti. 64. Lequili
campagne di Porto Torres, compreso (conosciuto anche come Lequilo o
nella curatoria della Nurra; di origine Eguili), villaggio situato in località San-
medioevale, fu abbandonato nel secolo t’Anna nelle campagne di Sassari, com-
XIV; i dati sulla sua popolazione non preso nella curatoria della Fluminar-
sono conosciuti. 58. Jonça (conosciuto gia; di origine medioevale, fu abbando-
anche come Jonssa), villaggio situato in nato nel secolo XIV; nel 1358 aveva una
località San Quirico nelle campagne di popolazione di circa 40 abitanti. 65.
Osilo, compreso nella curatoria del Lessiganu (conosciuto anche come Le-
Montes; di origine medioevale, fu ab- segannor o Lexigano), villaggio situato
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla in località San Lussorio nelle campa-
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gine medioevale, fu abbandonato nel 120 abitanti. 82. Nieddu (conosciuto an-
secolo XV; nel 1358 aveva una popola- che come Nigor), villaggio situato in lo-
zione di circa 8 abitanti. 76. Montecurt calità San Basilio nelle campagne di
(conosciuto anche come Muntcort o Bonnanaro, compreso nella curatoria
Montis Cortei), villaggio situato in loca- del Meilogu; di origini bizantine, fu ab-
lità Cuccu Monte nelle campagne di bandonato nel secolo XIV; nel 1358
Villanova Monteleone, compreso nella aveva una popolazione di 15 abitanti
curatoria del Monteleone; di origine circa. 83. Noale (conosciuto anche
medioevale, fu abbandonato nel secolo come Novale o Noele), villaggio situato
XIV; nel 1358 aveva una popolazione di in località San Giovanni nelle campa-
circa 15 abitanti. 77. Monte Furcadu gne di Ossi, compreso nella curatoria
(conosciuto anche come Monte Ful- del Coros; di origine medioevale, fu ab-
cadu), villaggio nelle campagne di Se- bandonato nel secolo XIV; nel 1358
dini, compreso nella curatoria dell’An- aveva una popolazione di circa 120 abi-
glona; di probabile origine romana, fu tanti. 84. Nonnoi (conosciuto anche
abbandonato nel secolo XIV; i dati come Innoviu o Noi Noi), villaggio si-
sulla sua popolazione non sono cono- tuato in località Santa Barbara nelle
sciuti. 78. Mosidano (conosciuto anche campagne di Sassari, compreso nella
come Musittanu o Mucitano), villaggio curatoria della Fluminargia; di ori-
situato in località Santu Sadurinu gine medioevale, fu abbandonato nel
nelle campagne di Padria, compreso secolo XV; i dati sulla sua popolazione
nella curatoria del Monteleone; di ori- non sono conosciuti. 85. Norache (cono-
gine medioevale, fu abbandonato nel sciuto anche come Nurighes), villaggio
secolo XV; nel 1358 aveva una popola- situato in località Cunzadu de Cheja
zione di circa 320 abitanti. 79. Multedu nelle campagne di Bessude, compreso
(conosciuto anche come Murtetu o Mul- nella curatoria del Monteleone; di ori-
teddu), villaggio situato nelle campa- gini preromane, fu abbandonato nel se-
gne di Castelsardo, compreso nella cu- colo XIV; nel 1358 aveva una popola-
ratoria dell’Anglona; di origine medio- zione di circa 10 abitanti. 86. Noraja
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; (conosciuto anche come Novalla o Noa-
nel 1358 aveva una popolazione di grae), villaggio situato in località
circa 15 abitanti. 80. Murusas (cono- Noazza nelle campagne tra Florinas e
sciuto anche come Morozes o Santu Codrongianos, compreso nella curato-
Miali de Murusas), villaggio situato in ria del Figulinas; di origini romane, fu
località Sant’Orsola nelle campagne di abbandonato nel secolo XIV; nel 1358
Sassari, compreso nella curatoria aveva una popolazione di circa 280 abi-
della Fluminargia; di origine altome- tanti. 87. Nula (conosciuto anche come
dioevale, fu abbandonato nel secolo Santu Paulu), villaggio situato in loca-
XIV; nel 1324 aveva una popolazione lità San Paolo nelle campagne di Mo-
di circa 100 abitanti. 81. Muscianu (co- res, compreso nella curatoria dell’Op-
nosciuto anche come Muskianu o Mo- pia; di origini medioevali, fu abbando-
squianu), villaggio situato in località nato nel secolo XV; nel 1358 aveva una
Sant’Eugenia nelle campagne di Co- popolazione di circa 10 abitanti. 88.
drongianos, compreso nella curatoria Nurachetos (conosciuto anche come
del Figulinas; di origine medioevale, Nuracati o Nuragalle), villaggio situato
fu abbandonato nel secolo XIV; nel nelle campagne di Porto Torres, com-
1358 aveva una popolazione di circa preso nella curatoria della Nurra; di
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XIV; nel 1388 aveva una popolazione di campagne di Sennori, compreso nella
circa 28 abitanti. 131. Tonsa, villaggio curatoria della Romangia; di origine
situato in località non identificata, medioevale, fu abbandonato nel secolo
compreso nella curatoria di Montes; XIV; nel 1324 aveva una popolazione di
di origine medioevale, fu abbandonato circa 148 abitanti. 139. Ussi (conosciuto
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- anche come Usso), villaggio situato in
polazione di circa 8 abitanti. 132. Tuca, località Pozzo d’Ussi nelle campagne
villaggio situato in località non identi- di Sassari, compreso nella curatoria
ficata, compreso nella curatoria del della Nurra; di origine medioevale, fu
Coros; di origine medioevale, fu ab- abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
bandonato nel secolo XIV; nel 1358 aveva una popolazione di circa 10 abi-
aveva una popolazione di circa 72 abi- tanti. 140. Utalis (conosciuto anche
tanti. 133. Turighe (conosciuto anche come Uttari), villaggio situato in loca-
come Turriqui), villaggio situato nelle lità Uttari nelle campagne di Osilo,
campagne di Ittiri, compreso nella cu- compreso nella curatoria del Montes;
ratoria del Coros; di origine medio- di origine medioevale, fu abbandonato
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
nel 1358 aveva una popolazione di polazione di circa 15 abitanti. 141. Val-
circa 120 abitanti. 134. Tuzano (cono- les (conosciuto anche come Bales o Vil-
sciuto anche come Cuiano), villaggio si- les), villaggio situato in località Can-
tuato nelle campagne di Pozzomag- taru Addes nelle campagne di Re-
giore, compreso nella curatoria del beccu, compreso nella curatoria del
Monteleone; di origine medioevale, fu Meilogu; di origine romana, fu abban-
abbandonato nel secolo XIV; nel 1320 donato nel secolo XIV; nel 1358 aveva
aveva una popolazione di circa 10 abi- una popolazione di circa 20 abitanti.
tanti. 135. Ultero, villaggio situato in lo- 142. Versus (conosciuto anche come
calità non identificata nella curatoria Vessus o Vessi), villaggio situato nella
della Nurra; di origine medioevale, fu località omonima nelle campagne di
abbandonato nel secolo XIV; nel 1320 Alghero, compreso nella curatoria del
aveva una popolazione di circa 8 abi- Nulauro; di origine medioevale, fu ab-
tanti. 136. Uralossi (conosciuto anche bandonato nel secolo XV; nel 1320
come Oralosso o Ussallosso), villaggio aveva una popolazione di circa 10 abi-
situato in località Orulesse nelle cam- tanti. 143. Vindiguinoris (conosciuto an-
pagne di Sassari, compreso nella cura- che come Billikennor o Villikennor), vil-
toria della Nurra; di origine medio- laggio situato in località Biddichen-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; nero nelle campagne di Ossi, compreso
nel 1320 aveva una popolazione di nella curatoria del Coros; di origine
circa 15 abitanti. 137. Urgeghe (cono- medioevale, fu abbandonato nel secolo
sciuto anche come Urieke o Bigenni), XIV; nel 1358 aveva una popolazione di
villaggio situato in località San Salva- circa 80 abitanti.
tore nelle campagne di Florinas, com- GIUDICATO DI CAGLIARI Nel giudicato
preso nella curatoria del Figulinas; di di Cagliari sono stati individuati i se-
origine medioevale, fu abbandonato guenti villaggi abbandonati: 1. Aliri (co-
nel secolo XVI; nel 1358 aveva una po- nosciuto anche come Oliri o Arili), vil-
polazione di circa 280 abitanti. 138. laggio situato in località Oliri nella
Uruspe (conosciuto anche come Oru- campagne tra Guasila e Serrenti, com-
spe o Drusper), villaggio situato nelle preso nella curatoria della Trexenta;
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lità non individuata, compreso nella una popolazione di circa 5 abitanti. 22.
curatoria di Dolia; di origine medio- Baratuli (conosciuto anche come Ba-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; lardi), villaggio situato in località
nel 1320 aveva una popolazione di Bruncu Balardi nelle campagne di Do-
circa 28 abitanti. 16. Bangiu de Arili (co- lianova, compreso nella curatoria di
nosciuto anche come Bangiu de Liri o Dolia; di origine medioevale, fu abban-
de Niri), villaggio situato in località No- donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
stra Signora d’Itria nelle campagne di una popolazione di circa 224 abitanti.
Guasila, compreso nella curatoria 23. Barau de Murakessus, villaggio si-
della Trexenta; di probabile origine tuato in località imprecisata, com-
romana, fu abbandonato nel secolo preso nella curatoria del Sols; di ori-
XV; nel 1320 aveva una popolazione di gine medioevale, fu abbandonato nel
circa 168 abitanti. 17. Bangiu Donnico secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
(conosciuto anche come Bagni Donnici non sono conosciuti. 24. Barettas (cono-
o Banzos), villaggio situato in località sciuto anche come Baretas o Varetos),
Funtana Bangius nelle campagne di villaggio situato in prossimità del ca-
Ortacesus, compreso nella curatoria stello di Gioiosaguardia, compreso
della Trexenta; di probabile origine nella curatoria del Sigerro; di origine
romana, fu abbandonato nel secolo medioevale, fu abbandonato nel secolo
XV; nel 1320 aveva una popolazione di XVI; nel 1323 aveva una popolazione di
circa 64 abitanti. 18. Baraci (conosciuto circa 25 abitanti. 25. Baromela (cono-
anche come Barexis), villaggio situato sciuto anche come Barmela), villaggio
in località non precisata nella curato- situato in località non identificata
ria di Siurgus; di origine medioevale, della curatoria di Sols; di origine me-
fu abbandonato nel secolo XVI; i dati dioevale, fu abbandonato nel secolo
sulla sua popolazione non sono cono- XIV; nel 1323 aveva una popolazione
sciuti. 19. Baralla (conosciuto anche di circa 32 abitanti. 26. Bau de Cannas
come Barrali), villaggio situato in loca- (conosciuto anche come Canne), villag-
lità Cuccuru Barrali nelle campagne di gio situato in località Canne nelle cam-
Samassi, compreso nella curatoria di pagne di Narcao, compreso nella cura-
Nuraminis; di origine medioevale, fu toria di Sols; di origine medioevale, fu
abbandonato nel secolo XV; nel 1320 abbandonato nel secolo XV; nel 1323
aveva una popolazione di circa 180 abi- aveva una popolazione di circa 56 abi-
tanti. 20. Baratili (conosciuto anche tanti. 27. Borro (conosciuto anche come
come San Lorenzo o Santa Atroxia), vil- Orri), villaggio situato in località Planu
laggio situato nelle campagne tra Do- Orri nelle campagne di Serramanna,
musnovas e Iglesias, compreso nella compreso nella curatoria di Nurami-
curatoria del Sigerro; di origine me- nis; di origine medioevale, fu abbando-
dioevale, fu abbandonato nel secolo nato nel secolo XV; nel 1320 aveva una
XV; nel 1320 aveva una popolazione di popolazione di circa 48 abitanti. 28.
circa 256 abitanti. 21. Baratuli (cono- Borro (conosciuto anche come Borrus),
sciuto anche come Baratuli Scudargiu, villaggio situato una località posta al
Oladiri o Oladri), villaggio situato in lo- sud del castello di Gioiosaguardia,
calità Monte Oladri nelle campagne di compreso nella curatoria del Sigerro;
Monastir, compreso nella curatoria di di origine medioevale, fu abbandonato
Dolia; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XIV; nel 1323 aveva una po-
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva polazione di circa 84 abitanti. 29. Bui-
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stiri (conosciuto anche come Baustri o come Cracaxia), villaggio situato in lo-
Burotri), villaggio situato in località di calità Cracaxia nelle campagne di Se-
Bausteri nelle campagne di Narcao, gariu, compreso nella curatoria della
compreso nella curatoria di Sols; di Trexenta; di origine medioevale, fu ab-
origine medioevale, fu abbandonato bandonato nel secolo XIII; i dati sulla
nel secolo XIV; nel 1323 aveva una po- sua popolazione non sono conosciuti.
polazione di circa 40 abitanti. 30. 37. Carruti (conosciuto anche come
Campu (conosciuto anche come Villa- Santa Maria o Teruti), villaggio situato
campo), villaggio situato in località nelle campagne di Muravera, com-
Planu ’e Campu nelle campagne di Se- preso nella curatoria del Sarrabus; di
norbı̀, compreso nella curatoria della origine medioevale, fu abbandonato
Trexenta; di origine medioevale, fu ab- nel secolo XV; nel 1316 aveva una po-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla polazione di circa 72 abitanti. 38. Ca-
sua popolazione non sono conosciuti. sas, villaggio situato in località non
31. Canassa (conosciuto anche come identificata compreso nella curatoria
Cannase o Gonosa), villaggio situato in del Sigerro; di origine medioevale, fu
località non identificata compresa abbandonato nel secolo XV; nel 1323
nella curatoria del Gerrei; di origine aveva una popolazione di circa 160 abi-
medioevale, fu abbandonato nel secolo tanti. 39. Castangia (conosciuto anche
XIV; nel 1320 aveva una popolazione di come Castangias), villaggio situato
circa 24 abitanti. 32. Cancellus (cono- nelle campagne di Silius, compreso
sciuto anche come Canceddus), villag- nella curatoria del Gerrei; di origine
gio situato nelle campagne di Nurami- medioevale, fu abbandonato nel secolo
nis, compreso nella curatoria omo- XIV; nel 1320 aveva una popolazione di
nima; di origine medioevale, fu abban- circa 64 abitanti. 40. Corongiu (cono-
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva sciuto anche come Corogno), villaggio
una popolazione di circa 180 abitanti. situato in località Santa Introxia nelle
33. Cannadonica, villaggio situato in lo- campagne tra Sinnai e Quartu, com-
calità Cannadonica nelle campagne di preso nella curatoria del Campidano
Iglesias, compreso nella curatoria del di Cagliari; di origine medioevale, fu
Sigerro; di origine medioevale, fu ab- abbandonato nel secolo XIV; nel 1323
bandonato nel secolo XVI; i dati sulla aveva circa 160 abitanti. 41. Corongiu
sua popolazione non sono conosciuti. (conosciuto anche come Corognu), vil-
34. Canyelles, villaggio situato in una laggio situato nelle campagne di Mona-
località costiera tra Portoscuso e Por- stir, compreso nella curatoria di Dolia;
tovesme, compreso nella curatoria di di origine medioevale, fu abbandonato
Sols; di origine medioevale, fu abban- nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
donato nel secolo XIV; i dati sulla sua polazione di circa 48 abitanti. 42. Cor-
popolazione non sono conosciuti. 35. tingias, villaggio situato in una località
Carbonara (conosciuto anche come non identificata nella curatoria del
Carbonaja), villaggio situato in località Gerrei; di probabile origine romana,
omonima nelle campagne di Villasi- fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
mius, compreso nella curatoria del sulla sua popolazione non sono cono-
Campidano di Cagliari; di origine pu- sciuti. 43. Cortina (conosciuto anche
nico-romana, fu abbandonato nel se- come Cortinia), villaggio situato in lo-
colo XIV; nel 1323 aveva circa 140 abi- calità Genna Orrea nelle campagne di
tanti. 36. Carrarza (conosciuto anche San Vito, compreso nella curatoria del
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zione di circa 112 abitanti. 72. Giu (co- laggio situato in una località prossima
nosciuto anche come Giosso o Yossu), alla confluenza del Leni con il Mannu
villaggio situato nelle campagne di Vil- nelle campagne di Serramanna, com-
lamassargia, compreso nella curatoria preso nella curatoria del Gippi; di ori-
del Sigerro; di origine medioevale, fu gine medioevale, fu abbandonato nel
abbandonato nel secolo XIV; i dati secolo XIV; nel 1320 aveva una popola-
sulla sua popolazione non sono cono- zione di circa 92 abitanti. 80. Iglesias de
sciuti. 73. Gonidoy, villaggio situato in Storponi (conosciuto anche come Scar-
località Cort’e Pisanu nelle campagne poni), villaggio situato in località Bia
di San Sperate, compreso nella curato- Scarponis nelle campagne di Villasor,
ria di Decimomannu; di origine medio- compreso nella curatoria del Gippi; di
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i origine medioevale, fu abbandonato
dati sulla sua popolazione non sono co- nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po-
nosciuti. 74. Gozzolai, villaggio situato polazione di circa 24 abitanti. 81. Ispidi
in località non identificata compresa (conosciuto anche come Nispidi o San
nella curatoria di Siurgus; di origine Michele), villaggio situato in località
medioevale, fu abbandonato nel secolo San Michele nelle campagne di Villa-
XIV; i dati sulla sua popolazione non sor, compreso nella curatoria del
sono conosciuti. 75. Gualalbay, villag- Gippi; di origine romana, fu abbando-
gio situato in località non individuata nato nel secolo XV; nel 1320 aveva una
compresa nella curatoria di Dolia; di popolazione di circa 32 abitanti. 82.
origine medioevale, fu abbandonato Jana de Jossu, villaggio situato nelle la
nel secolo XIV; i dati sulla sua popola- località di Susue nelle campagne di Us-
zione non sono conosciuti. 76. Guidala sana, compreso nella curatoria di Do-
(conosciuto anche come Santu Cri- lia; di origine medioevale, fu abbando-
stolu), villaggio situato nelle campagne nato nel secolo XIII; i dati sulla sua po-
di Villasalto, compreso nella curatoria polazione non sono conosciuti. 83.
del Gerrei; di origine medioevale, fu Janna (conosciuto anche come San
abbandonato nel secolo XIV; i dati Pietro de Janna o Costara), villaggio si-
sulla sua popolazione non sono cono- tuato in località San Lorenzo nelle
sciuti. 77. Guidilasso (conosciuto anche campagne di Ussana, compreso nella
come Todoleso), villaggio situato in lo- curatoria di Dolia; di origine romana,
calità non individuata compresa nella fu abbandonato nel secolo XVI; i dati
curatoria della Barbagia di Seulo; di sulla sua popolazione non sono cono-
origine medioevale, fu abbandonato sciuti. 84. Labevrador (conosciuto an-
nel secolo XIV; nel 1320 aveva una po- che come Sant’Antoni de l’Abevrador),
polazione di circa 20 abitanti. 78. Gul- villaggio situato in località compresa
bisa (conosciuto anche come Siaorro), nella curatoria del Sols; di origine me-
villaggio situato tra il castello di Ac- dioevale, fu abbandonato nel secolo
quafredda e quello di Gioiosaguardia XIV; i dati sulla sua popolazione non
nelle campagne a sud di Siliqua, com- sono conosciuti. 85. Laconeddu (cono-
preso nella curatoria del Sigerro; di sciuto anche come Lacuneddu), villag-
origine medioevale, fu abbandonato gio situato nella curatoria di Dolia in
nel secolo XV; nel 1320 aveva una po- località non identificata; di origine me-
polazione di circa 116 abitanti. 79. dioevale, fu abbandonato nel secolo
Gurgo de Sipollo (conosciuto anche XIV; i dati sulla sua popolazione non
come Santa Maria di Monserrato), vil- sono conosciuti. 86. Lanegi (conosciuto
570
anche come La Nessi o Santa Giusta di anche come Mahiri), villaggio situato
Laneche), villaggio situato in località nelle campagne di Assemini, compreso
Santa Giusta nelle campagne di Gua- nella curatoria di Decimomannu; di
sila, compreso nella curatoria della origine medioevale, fu abbandonato
Trexenta; di origine preromana, fu ab- nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
bandonato nel secolo XIV; i dati sulla zione non sono conosciuti. 94. Mamussi
sua popolazione non sono conosciuti. (conosciuto anche come Mumossa), vil-
87. Latinus (conosciuto anche come laggio situato nelle campagne di Mura-
Lentini), villaggio situato nelle campa- vera, compreso nella curatoria di Colo-
gne di Villasalto, compreso nella cura- strai; di origine medioevale, fu abban-
toria del Gerrei; di origine medio- donato nel secolo XIV; i dati sulla sua
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; popolazione non sono conosciuti. 95.
nel 1320 aveva una popolazione di Marfatta (conosciuto anche come Mal-
circa 32 abitanti. 88. Leni, villaggio si- fatano), villaggio situato in una località
tuato in località omonima nelle campa- costiera presso il capo Malfatano, com-
gne di Villacidro, compreso nella cura- preso nella curatoria del Sols; di ori-
toria del Gippi; di origine medioevale, gine medioevale, fu abbandonato nel
fu abbandonato nel secolo XV; nel 1320 secolo XIV; i dati sulla sua popolazione
aveva una popolazione di circa 244 abi- non sono conosciuti. 96. Margalu (cono-
tanti. 89. Lentiscu (conosciuto anche sciuto anche come Margoddo), villaggio
come Lustincho), villaggio situato in lo- situato in località Cuccuru ’e Idda
calità Sant’Elena nelle campagne di nelle campagne tra Narcao e Villamas-
Villaputzu, compreso nella curatoria sargia, compreso nella curatoria del
di Quirra; di origine medioevale, fu ab- Sols; di origine medioevale, fu abban-
bandonato nel secolo XIV; nel 1316 donato nel secolo XV; nel 1320 aveva
aveva una popolazione di circa 336 abi- una popolazione di circa 72 abitanti.
tanti. 90. Lessey (conosciuto anche 97. Margani (conosciuto anche come
come Mosey o Lusei), villaggio situato Marganni), villaggio situato nelle cam-
in località Monte Lusei nelle campa- pagne di Villamassargia, compreso
gne di Seui, compreso nella curatoria nella curatoria del Sigerro; di origine
della Barbagia di Seulo; di origine me- medioevale, fu abbandonato nel secolo
dioevale, fu abbandonato nel secolo XV; nel 1323 aveva una popolazione di
XV; nel 1320 aveva una popolazione di circa 48 abitanti. 98. Masone (cono-
circa 60 abitanti. 91. Mad (conosciuto sciuto anche come Mattalo), villaggio
anche come Sant’Iacobi de Mad), villag- situato nelle campagne di Serra-
gio situato in località non individuata, manna, compreso nella curatoria del
compreso nella curatoria del Sols; di Gippi; di origine medioevale, fu abban-
origine medioevale, fu abbandonato donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
nel secolo XIV; i dati sulla sua popola- una popolazione di circa 16 abitanti.
zione non sono conosciuti. 92. Magai 99. Massa (conosciuto anche come Ma-
(conosciuto anche come Maa), villaggio sie), villaggio situato in una località tra
situato in località omonima nelle cam- il castello di Acquafredda e Villamas-
pagne di Villaperuccio, compreso sargia, compreso nella curatoria del
nella curatoria del Sols; di origine me- Sigerro; di origine medioevale, fu ab-
dioevale, fu abbandonato nel secolo bandonato nel secolo XIV; nel 1323
XIV; i dati sulla sua popolazione non aveva una popolazione di circa 128 abi-
sono conosciuti. 93. Mairu (conosciuto tanti. 100. Menori, villaggio situato in
571
572
573
Gippi; di probabile origine romana, fu tuato in località Santa Maria nelle cam-
abbandonato nel secolo XV; nel 1359 pagne di Villagreca, compreso nella
aveva una popolazione di circa 52 abi- curatoria di Nuraminis; di origine nu-
tanti. 129. Perdalonga (conosciuto an- ragica, fu abbandonato nel secolo XV;
che come Petralonga), villaggio situato nel 1320 aveva una popolazione di
in località Sa Pedra Longa nelle cam- circa 92 abitanti. 136. Pranu Mois (co-
pagne di Teulada, compreso nella cu- nosciuto anche come Plano Moys), vil-
ratoria del Sols; di origine medioevale, laggio situato in località omonima
fu abbandonato nel secolo XV; nel 1320 nelle campagne di San Basilio, com-
aveva una popolazione di circa 84 abi- preso nella curatoria della Trexenta;
tanti. 130. Perd’e Sal (conosciuto anche di origine medioevale, fu abbandonato
come Petra di Sale), villaggio situato in nel secolo XIII; i dati sulla sua popola-
località omonima nelle campagne di zione non sono conosciuti. 137. Quirra
Sarroch, compreso nella curatoria di (conosciuto anche come Chirra o
Nora; di origine medioevale, fu abban- Kirra), villaggio situato in prossimità
donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva dell’omonimo castello, compreso nella
una popolazione di circa 344 abitanti. curatoria omonima, di cui era capo-
131. Perda Sterria (conosciuto anche luogo; di origine medioevale, fu abban-
come Petra Sterrita), villaggio situato donato nel secolo XV; i dati sulla sua
nelle campagne di Pula, compreso popolazione non sono conosciuti. 138.
nella curatoria di Nora; di origine me- Rezoli (conosciuto anche come Reoli o
dioevale, fu abbandonato nel secolo Gripolli), villaggio situato in località
XIV; i dati sulla sua popolazione non non individuata, compresa nella cura-
sono conosciuti. 132. Petrera (cono- toria di Siurgus; di origine medioevale,
sciuto anche come Santa Maria Itria), fu abbandonato nel secolo XIV; i dati
villaggio situato in località Pedredu, sulla sua popolazione non sono cono-
attualmente compresa nell’area ur- sciuti. 139. Saliu (conosciuto anche
bana di Muravera, compreso nella cu- come Montesali), villaggio situato nelle
ratoria del Sarrabus; di origine medio- campagne di Pula, compreso nella cu-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i ratoria Nora; di origine medioevale, fu
dati sulla sua popolazione non sono co- abbandonato nel secolo XV; nel 1358
nosciuti. 133. Planu de Castiadas (cono- aveva una popolazione di circa 24 abi-
sciuto anche come Villacastiadas), vil- tanti. 140. San Vetrano (conosciuto an-
laggio situato in località non identifi- che come Suvetrano o Bidrano), villag-
cata, compreso nella curatoria di Colo- gio situato in una località, attualmente
strai; di origine medioevale, fu abban- integrata nell’area urbana di Cagliari,
donato nel secolo XIV; nel 1316 aveva compreso nella curatoria del Campi-
una popolazione di 52 abitanti ca. 134. dano di Cagliari; di origine medio-
Plassas d’Abis (conosciuto anche come evale, fu abbandonato nel secolo XVI;
Pranu is Abis), villaggio situato in loca- nel 1320 aveva circa 288 abitanti. 141.
lità Serra is Abis nelle campagne di Santa Maria de Claro, villaggio situato
San Vito, compreso nella curatoria del in località di Monte Claro su un territo-
Sarrabus; di origine preromana, fu ab- rio ormai incluso in quello urbano di
bandonato nel secolo XIII; i dati sulla Cagliari, compreso nella curatoria del
sua popolazione non sono conosciuti. Campidano di Cagliari; di origine alto-
135. Pramont (conosciuto anche come medioevale, fu abbandonato nel secolo
Postmonte o Santa Maria), villaggio si- XIV; nel 1323 aveva circa 20 abitanti.
574
142. Santa Maria de Paradiso, villaggio bandonato nel secolo XV; nel 1320
situato in località Sant’Isidoro nelle aveva una popolazione di circa 144 abi-
campagne di Quartu Sant’Elena, com- tanti. 149. Sipollo Josso (conosciuto an-
preso nella curatoria del Campidano che come Seboddus), villaggio situato
di Cagliari; di origine medioevale, fu in località Santa Giuliana nelle campa-
abbandonato nel secolo XV; nel 1323 gne di Serramanna, compreso nella cu-
aveva circa 276 abitanti. 143. Santa Ma- ratoria del Gippi; di origine medio-
ria Maddalena (conosciuto anche come evale, fu abbandonato nel secolo XIV;
Maddalena), villaggio situato in loca- i dati sulla sua popolazione non sono
lità Maddalena Spiaggia nelle campa- conosciuti. 150. Sebatzus Jossu (cono-
gne di Capoterra, compreso nella cura- sciuto anche come Sepassi Josso), vil-
toria di Nora; di origine romana, fu ab- laggio situato nelle campagne tra Sili-
bandonato nel secolo XIV; nel 1323 qua e Villamassargia, compreso nella
aveva una popolazione di circa 168 abi- curatoria del Sigerro; di origine me-
tanti. 144. Santu Milanu (conosciuto dioevale, fu abbandonato nel secolo
anche come Prato Gimigliano), villag- XV; nel 1320 aveva una popolazione di
gio situato in località San Gimiliano circa 192 abitanti. 151. Sebatzus Susu
nelle campagne di Guasila, compreso (conosciuto anche come Sabazu), vil-
nella curatoria della Trexenta; di ori- laggio situato nelle campagne tra Sili-
gine punico-romana, fu abbandonato qua e Villamassargia, compreso nella
nel secolo XIV; i dati sulla sua popola- curatoria del Sigerro; di origine me-
zione non sono conosciuti. 145. Santu dioevale, fu abbandonato nel secolo
Venuci (conosciuto anche come San Ge- XV; nel 1320 aveva una popolazione di
nesio o Santu Inesu), villaggio situato circa 192 abitanti. 152. Sebera (cono-
nelle campagne di Uta, compreso nella sciuto anche come Stebera), villaggio
curatoria di Decimomannu; di origine situato in località Santa Nastasia nelle
medioevale, fu abbandonato nel secolo campagne di Guasila, compreso nella
XV; nel 1320 aveva circa 60 abitanti. curatoria della Trexenta; di origine ro-
146. Sarassi (conosciuto anche come mana, fu abbandonato nel secolo XV;
Sarrassi), villaggio situato in località nel 1320 aveva una popolazione di
Sesseri nelle campagne di Gesico, circa 108 abitanti. 153. Segavenu (cono-
compreso nella curatoria della Tre- sciuto anche come Segosus), villaggio
xenta; di origine preromana, fu abban- situato in località Ruinalis Segavenu
donato nel secolo XV; nel 1320 aveva nelle campagne di Nuraminis, com-
una popolazione di circa 24 abitanti. preso nella curatoria di Nuraminis; di
147. Sassai, villaggio situato in prossi- origine nuragica, fu abbandonato nel
mità del castello di Orguglioso nelle secolo XIV; nel 1320 aveva una popola-
campagne di San Nicolò Gerrei, com- zione di circa 68 abitanti. 154. Segolai
preso nella curatoria del Gerrei; di ori- (conosciuto anche come Santa Ma-
gine medioevale, fu abbandonato nel riedda), villaggio situato in località
secolo XVII; nel 1320 aveva una popo- Santa Mariedda nelle campagne di Se-
lazione di circa 24 abitanti. 148. Scolca norbı̀, compreso nella curatoria della
de Sipollo (conosciuto anche come Us- Trexenta; di origine punico-romana,
sara de Sipollo), villaggio situato in lo- fu abbandonato nel secolo XVII; nel
calità Santu Deus nelle campagne di 1320 aveva una popolazione di circa 56
Serramanna, compreso nella curatoria abitanti. 155. Seguale, villaggio situato
del Gippi; di origine medioevale, fu ab- in località non individuata, compreso
575
nella curatoria del Gerrei; di origine polazione di circa 76 abitanti. 163. Si-
medioevale, fu abbandonato nel secolo gulis, villaggio situato in località non
XIV; i dati sulla sua popolazione non identificata, compreso nella curatoria
sono conosciuti. 156. Sehanno (cono- del Sigerro; di origine medioevale, fu
sciuto anche come Saanno o Sa Aiana), abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
villaggio situato nelle campagne di So- aveva una popolazione di circa 460 abi-
leminis, compreso nella curatoria di tanti. 164. Sigussini (conosciuto anche
Dolia; di origine medioevale, fu abban- come Segussini), villaggio situato nelle
donato nel secolo XVI; nel 1320 aveva campagne di Sinnai, compreso nella
una popolazione di circa 120 abitanti. curatoria del Campidano di Cagliari;
157. Seminis (conosciuto anche come di origine medioevale, fu abbandonato
Siminis), villaggio situato in località nel secolo XIV; i dati sulla sua popola-
Su Strintu de Simisi nelle campagne zione non sono conosciuti. 165. Simbi-
di San Sperate, compreso nella curato- lia (conosciuto anche come Semelia o
ria di Decimomannu; di origine nura- Santa Caterina), villaggio situato in lo-
gica, fu abbandonato nel secolo XIV; calità Santa Caterina nelle campagne
nel 1320 aveva circa 48 abitanti. 158. di Elmas, compreso nella curatoria del
Separassiu (conosciuto anche come Te- Campidano di Cagliari; di origine ro-
faraxi o Ceparaxi), villaggio situato in mana, fu abbandonato nel secolo XV;
località omonima nelle campagne di nel 1320 aveva circa 132 abitanti. 166.
Quartucciu, compreso nella curatoria Simieri, villaggio situato in località
del Campidano di Cagliari; di origine omonima nelle campagne di Senorbı̀,
medioevale, fu abbandonato nel secolo compreso nella curatoria della Tre-
XIV; nel 1320 aveva circa 32 abitanti. xenta; di origine medioevale, fu abban-
159. Siarus (conosciuto anche come donato nel secolo XIV; nel 1359 aveva
Scari), villaggio situato in località non una popolazione di circa 44 abitanti.
identificata, compresa nella curatoria 167. Sinnuri (conosciuto anche come
del Gippi; di origine medioevale, fu ab- Sennoris), villaggio situato in località
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 non identificata, compreso nella cura-
aveva una popolazione di circa 16 abi- toria del Campidano di Cagliari; di ori-
tanti. 160. Siarus (conosciuto anche gine medioevale, fu abbandonato nel
come Searu), villaggio situato in loca- secolo XVI; nel 1320 aveva circa 48 abi-
lità Santu Miali nelle campagne di Vil- tanti. 168. Sioco (conosciuto anche
lacidro, compreso nella curatoria del come Sehoccu), villaggio situato in lo-
Gippi; di origine medioevale, fu abban- calità Domi Sioco nelle campagne tra
donato nel secolo XIV. 161. Sibiola, vil- Guasila e Ortacesus, compreso nella
laggio situato nella località omonima curatoria della Trexenta; di origine
nelle campagne di Serdiana, compreso preromana, fu abbandonato nel secolo
nella curatoria di Dolia; di origine ro- XV; nel 1359 aveva una popolazione di
mana, fu abbandonato nel secolo XIV; circa 56 abitanti. 169. Siponti (cono-
nel 1320 aveva una popolazione di sciuto anche come Seponti), villaggio
circa 352 abitanti. 162. Sibolessi (cono- situato in località Bonu Picciu nelle
sciuto anche come Sibilessi), villaggio campagne di San Sperate, compreso
situato in località non individuata nella curatoria di Decimomannu; di
compresa nella curatoria del Sigerro; origine romana, fu abbandonato nel se-
di origine medioevale, fu abbandonato colo XV; nel 1323 aveva circa 244 abi-
nel secolo XVI; nel 1320 aveva una po- tanti. 170. Sirai (conosciuto anche
576
come Siray), villaggio situato in loca- tase), villaggio situato in località Fon-
lità omonima nelle campagne di Car- tana Siutas nelle campagne di Nurami-
bonia, compreso nella curatoria del nis, compreso nella curatoria di Nura-
Sols; di origine punico-romana, fu ab- minis; di origine medioevale, fu abban-
bandonato nel secolo XV; nel 1323 donato nel secolo XIV; nel 1320 aveva
aveva una popolazione di circa 80 abi- una popolazione di circa 176 abitanti.
tanti. 171. Sirigargiu (conosciuto anche 178. Sogus, villaggio situato in località
come Serigargiu), villaggio situato in Bi’e Is ogus nelle campagne tra Mona-
località non identificata, compreso stir e Villasor, compreso nella curato-
nella curatoria del Campidano di Ca- ria del Gippi; di origine medioevale, fu
gliari; di origine altomedioevale, fu ab- abbandonato nel secolo XIV; nel 1320
bandonato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una popolazione di circa 56 abi-
aveva circa 180 abitanti. 172. Sirri (co- tanti. 179. Sorrui, villaggio situato in lo-
nosciuto anche come Seherris), villag- calità omonima nelle campagne di Mu-
gio situato in località rivierasca nelle ravera, compreso nella curatoria del
campagne di Porto Botte, compreso Sarrabus; di origine medioevale, fu ab-
nella curatoria di Sols; di origine pu- bandonato nel secolo XIV; nel 1316
nico-romana, fu abbandonato nel se- aveva una popolazione di circa 136 abi-
colo XV; nel 1320 aveva una popola- tanti. 180. Spaciani (conosciuto anche
zione di circa 164 abitanti. 173. Sisali, come Spatiani), villaggio situato nelle
villaggio situato in località San Vale- campagne di San Nicolò Gerrei, com-
riano nelle campagne di Monserrato, preso nella curatoria del Gerrei; di ori-
compreso nella curatoria del Campi- gine medioevale, fu abbandonato nel
dano di Cagliari; di origine medio- secolo XVI; nel 1320 aveva una popola-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; zione di circa 20 abitanti. 181. Surlongo
nel 1320 aveva circa 20 abitanti. 174. Si- (conosciuto anche come Corrulongu),
serri (conosciuto anche come Cizerra), villaggio situato nelle campagne di
villaggio situato in località Santa Giu- Ballao, compreso nella curatoria del
liana nelle campagne di Ussana, com- Gerrei; di origine medioevale, fu ab-
preso nella curatoria di Dolia; di ori- bandonato nel secolo XIV; nel 1320
gine medioevale, fu abbandonato nel aveva una popolazione di circa 52 abi-
secolo XIV; nel 1320 aveva una popola- tanti. 182. Sussua (conosciuto anche
zione di circa 120 abitanti. 175. Siuro, come Susue), villaggio situato in loca-
villaggio situato in località Sant’An- lità Susua nelle campagne di Sestu,
gela nelle campagne di Silius, com- compreso nella curatoria di Dolia; di
preso nella curatoria del Gerrei; di ori- origine preromana, fu abbandonato
gine medioevale, fu abbandonato nel nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
secolo XIV; nel 1320 aveva una popola- polazione di circa 148 abitanti. 183. Tor-
zione di circa 40 abitanti. 176. Siurru ralba (conosciuto anche come Ter-
(conosciuto anche come Santu Sa- ralba), villaggio situato nelle campa-
durru), villaggio situato in località gne di Pula, compreso nella curatoria
Santu Esu nelle campagne di Sestu, di Nora; di origine medioevale, fu ab-
compreso nella curatoria del Campi- bandonato nel secolo XV; nel 1320
dano di Cagliari; di origine medio- aveva una popolazione di circa 144 abi-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; tanti. 184. Trailis, villaggio situato in lo-
nel 1323 aveva circa 120 abitanti. 177. calità non individuata, compreso nella
Siutas (conosciuto anche come Seuc- curatoria del Sols; di origine medio-
577
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; fu abbandonato nel secolo XIV; nel
nel 1320 aveva una popolazione di 1316 aveva una popolazione di circa 72
circa 84 abitanti. 185. Tului (conosciuto abitanti. 192. Urratile (conosciuto an-
anche come Tulvi o San Giorgio), villag- che come Urradoli o Turri), villaggio si-
gio situato in località San Pietro di Tu- tuato in località Santu Milanu nelle
lui nelle campagne tra Giba e Trata- campagne di Carbonia, compreso nella
lias, compreso nella curatoria del curatoria del Sols; di origine medio-
Sols; di origine medioevale, fu abban- evale, fu abbandonato nel secolo XV;
donato nel secolo XV; nel 1323 aveva nel 1323 aveva una popolazione di
una popolazione di circa 276 abitanti. circa 40 abitanti. 193. Urso (conosciuto
186. Turbengentilis (conosciuto anche anche come Orsu), villaggio situato in
come Turbini Gentilis o Trobigittei), vil- località Orsu nelle campagne di Musei,
laggio situato nelle campagne di Ussas- compreso nella curatoria del Sigerro;
sai, compreso nella curatoria della di origine medioevale, fu abbandonato
Barbagia di Seulo; di origine medio- nel secolo XV; nel 1320 aveva una po-
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; polazione di circa 24 abitanti. 194. Uta
nel 1320 aveva una popolazione di Jossu, villaggio situato in località Santu
circa 20 abitanti. 187. Turri (conosciuto Tomasu nelle campagne di Uta, com-
anche come Turriga), villaggio situato preso nella curatoria Decimomannu;
in località Turrita nelle campagne tra di origine punico-romana, fu abbando-
Senorbı̀ e Selegas, compreso nella cu- nato nel secolo XV; nel 1320 aveva circa
ratoria della Trexenta; di origine pre- 52 abitanti. 195. Vestaris (conosciuto an-
romana, fu abbandonato nel secolo XV; che come Levestar o Albastar), villaggio
nel 1320 aveva una popolazione di situato nelle campagne di Pula, com-
circa 12 abitanti. 188. Turri, villaggio preso nella curatoria di Nora; di ori-
situato in località non individuata, gine medioevale, fu abbandonato nel
compreso nella curatoria di Dolia; di secolo XVI; nel 1320 aveva una popola-
origine medioevale, fu abbandonato zione di circa 48 abitanti. 196. Villama
nel secolo XV; i dati sulla sua popola- (conosciuto anche come Villamaris),
zione non sono conosciuti. 189. Turri villaggio situato in località non indivi-
Segazo (conosciuto anche come Turre duata, compreso nella curatoria del
de Casu), villaggio situato in località Sols; di origine medioevale, fu abban-
Santa Lucia nelle campagne di Ser- donato nel secolo XIV; nel 1323 aveva
diana, compreso nella curatoria di Do- una popolazione di circa 60 abitanti.
lia; di origine medioevale, fu abbando- 197. Villamajor de Ponte (conosciuto an-
nato nel secolo XIV; nel 1320 aveva una che come Maior Pontis o Bidda Maiore),
popolazione di circa 56 abitanti. 190. villaggio situato nelle campagne di San
Ulumus, villaggio situato in località Priamo, compreso nella curatoria di
Genna Orrea nelle campagne di San Colostrai; di origine medioevale, fu ab-
Vito, compreso nella curatoria del Sar- bandonato nel secolo XIV; nel 1316
rabus; di origine medioevale, fu abban- aveva una popolazione di circa 112 abi-
donato nel secolo XV; dati sulla popo- tanti. 198. Villanova de Castiades, vil-
lazione non conosciuti. 191. Urlu (cono- laggio situato in località Castiadas
sciuto anche come Uluetu), villaggio si- lungo l’antica strada Sarcapos-Olbia,
tuato in località Uluetu nelle campa- compreso nella curatoria del Colo-
gne di Villaputzu, compreso nella cura- strai; di origine medioevale, fu abban-
toria di Quirra; di origine medioevale, donato nel secolo XIV; nel 1316 aveva
578
una popolazione di circa 72 abitanti. nato nel secolo XV, i suoi abitanti si tra-
199. Villanova de Concas (conosciuto sferirono ad Allai. 2. Bonorcili (cono-
anche come Concas), villaggio situato sciuto anche come Bonozzuli), villaggio
in località a nord del castello di Acqua- che sorgeva in località Santa Maria nei
fredda lungo il fiume Cixerri, com- pressi di Mogoro, compreso nell’omo-
preso nella curatoria del Sigerro; di nima curatoria; nel corso del secolo
origine medioevale, fu abbandonato XVI i suoi abitanti si trasferirono a Mo-
nel secolo XV; nel 1320 aveva una po- goro. 3. Calcargia (conosciuto anche
polazione di circa 124 abitanti. 200. Vil- come Cargi o Cracaxia), villaggio che
lanova San Basilio (conosciuto anche sorgeva in località Santa Maria nelle
come Bidda Noa), villaggio situato in campagne di Mogoro, compreso nella
una località non identificata, com- curatoria di Parte Montis; di probabili
preso nella curatoria del Campidano origini punico-romane, fu abbando-
di Cagliari; di origine medioevale, fu nato nel secolo XV quando i suoi abi-
abbandonato nel secolo XV; nel 1320 tanti si trasferirono a Mogoro. 4. Fenu-
aveva circa 44 abitanti. 201. Villanova ghedu (conosciuto anche come Fenu-
de Sirussi (conosciuto anche come Sa- gheda o Finocleto), villaggio che sor-
ruis o Vila Nova de Sellosa), villaggio si- geva nelle campagne di Donigala Fe-
tuato in località San Giovanni nelle nughedu, compreso nella curatoria
campagne tra Siliqua e Villaspeciosa, del Campidano Maggiore; di probabile
compreso nella curatoria del Sigerro; origine punico-romana, nel secolo
di origine medioevale, fu abbandonato XVII i suoi abitanti si trasferirono a
nel secolo XV; nel 1323 aveva una po- Donigala, che prese il nome di Doni-
polazione di 428 abitanti ca. 202. Ygali gala Fenughedu. 5. Leonissa (cono-
(conosciuto anche come Iguali), villag- sciuto anche come Lunissa), villaggio
gio situato nelle campagne di San Vito, situato nella località Santa Maria de
compreso nella curatoria del Sarra- Susu nelle campagne di Atzara, com-
bus; di origine medioevale, fu abban- preso nella curatoria del Mandrolisai;
donato nel secolo XV; i dati sulla sua di probabili origini romane, fu abban-
popolazione non sono conosciuti. 203. donato nel secolo XIV quando i suoi
Yssu (conosciuto anche come Asso o abitanti si trasferirono ad Atzara. 6.
Biddaizzu), villaggio situato nelle cam- Santa Maria de is Acquas (conosciuto
pagne di Villaspeciosa, compreso nella anche come Abbas), villaggio che sor-
curatoria del Gippi; di origine medio- geva in prossimità dell’omonima
evale, fu abbandonato nel secolo XIV; i chiesa nelle campagne di Sardara,
dati sulla sua popolazione non sono co- compreso nella curatoria del Bonor-
nosciuti. cili; di origine romana, fu abbandonato
Villaggi i cui abitanti si trasferirono nel secolo XIV quando i suoi abitanti si
altrove o si unirono ad altro villaggio trasferirono a Sardara. 7. Sitzamus (co-
già esistente nosciuto anche come Sisalmus), villag-
GIUDICATO DI ARBOREA Nel giudicato gio che sorgeva in località Santa Bar-
di Arborea furono i seguenti: 1. Barba- bara nelle campagne tra Pauli Arbarei
giana (conosciuto anche come Barba- e Siddi, compreso nella curatoria della
riana), villaggio che sorgeva presso Al- Marmilla; di origini medioevali, fu ab-
lai, compreso nella curatoria di Parte bandonato nel secolo XVII quando i
Barigadu; nel 1388 aveva una popola- suoi abitanti si trasferirono a Siddi,
zione di circa 40 abitanti; fu abbando- Pauli Arbarei e Ussaramanna. 8. Spa-
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Montacuto (giudicato di Torres), trasfe- res), trasferiti a Bultei. 29. Usulufe (sec.
riti a Tula. 11. Lorzia (sec. XV), nella XIV), nella curatoria del Montacuto
curatoria del Goceano (giudicato di (giudicato di Torres), trasferiti a
Torres), trasferiti a Bono. 12. Lunafras Osidda, Nule, Buddusò, Pattada. 30.
(sec. XVII), nella curatoria del Nulauro Villa d’Abbas (sec. XIV), nella curatoria
(giudicato di Torres), trasferiti ad Al- di Monreale (giudicato di Arborea),
ghero. 13. Manurri (sec. XVIII), nella trasferiti a Sardara.
curatoria dell’Ogliastra (giudicato di Villaggi i cui abitanti si trasferirono
Cagliari), trasferiti a Urzulei. 14. Mogor tutti o in parte per fondare un nuovo
(sec. XVII), nella curatoria del Cabu- villaggio
dabbas (giudicato di Torres), trasferiti 1. Balenotti, nella curatoria di Monta-
a Bessude. 15. Nuramineddu (sec. XIV), cuto, rimase spopolato tra il secolo XIV
nella curatoria del Nuraminis (giudi- e il XV, e i suoi abitanti diedero vita a
cato di Cagliari), trasferiti a Nurami- Giagone e San Leonardo. 2. Bulterine
nis. 16. Oddini (sec. XVI), nella curato- (sec. XIV), nella curatoria del Goceano
ria di Dore (giudicato di Gallura), tra- (giudicato di Torres), diedero vita a
sferiti a Orotelli. 17. Orveis (sec. XV), Bultei. 3. Calagonis (sec. XV), nella cu-
nella curatoria di Montacuto (giudi- ratoria del Campidano di Cagliari (giu-
cato di Torres), trasferiti a Tula. 18. dicato di Cagliari), trasferiti a Mara
Otti (sec. XV), nella curatoria del Mon- diedero vita a Maracalagonis. 4. Oleva
tacuto (giudicato di Torres), trasferiti a (sec. XIV), nella curatoria del Monta-
Oschiri. 19. Pira Domestiga (sec. XIV), cuto (giudicato di Torres), diedero vita
nella curatoria del Montacuto (giudi- a Berchiddeddu. 5. Orrui (sec. XIV),
cato di Torres), trasferiti a Ozieri. 20. nella curatoria della Barbagia di Ollo-
Sanctus Simeon (sec. XIV), nella cura- lai (giudicato di Arborea), diedero vita
toria del Costavall (giudicato di Tor- a Fonni. 6. Sorabile (sec. XIV), nella cu-
res), trasferiti a Bonorva. 21. Sedanu ratoria della Barbagia di Ollolai (giudi-
(sec. XIX), nella curatoria del Campi- cato di Arborea), diedero vita a Fonni.
dano di Cagliari (giudicato di Cagliari), 7. Uras (sec. XIV), nella curatoria del
unitosi a Quartu Sant’Elena. 22. Serru Guilcier (giudicato di Arborea), die-
(sec. XVI), nella curatoria di Monreale dero vita ad Aidomaggiore. 8. Zurradili
(giudicato di Arborea), trasferiti a Gon- (sec. XV), nella curatoria del Bonorzuli
nosfanadiga. 23. Sustana (sec. XVII), (giudicato di Arborea), diedero vita a
nella curatoria del Cabudabbas (giudi- Marrubiu.
cato di Torres), trasferiti a Bessude. 24. Villaggi che si fusero tra loro per dare
Terchiddu (sec. XVII), nella curatoria vita a una nuova comunità
del Costavall (giudicato di Torres), tra- 1. Donigala (sec. XX), villaggio situato
sferiti a Bonorva. 25. Trogodori (sec. nella curatoria di Siurgus, si è unito a
XIV), nella curatoria di Dolia (giudi- Siurgus dando vita a Siurgus Donigala.
cato di Cagliari), trasferiti a Samatzai. 2. Donigalla (sec. XVII), nella curatoria
26. Urru (sec. XV), nella curatoria del dell’Ogliastra (giudicato di Cagliari), si
Guilcier (giudicato di Arborea), trasfe- è unito a Lotzorai. 3. Quarto Donnico
riti a Ghilarza. 27. Ussarella (sec. XVII), (sec. XV), nella curatoria del Campi-
nella curatoria della Marmilla (giudi- dano di Cagliari, si è unito a Quartu
cato di Arborea), trasferiti a Ussara- Jossu e a Sebolla (Cepola), dando vita
manna. 28. Usolvisi (sec. XV), nella cu- a Quartu Sant’Elena. 4. Quartu Jossu
ratoria del Goceano (giudicato di Tor- (sec. XV), nella curatoria del Campi-
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dano di Cagliari, si è unito a Quarto toria del Sols, rimase spopolato dal se-
Donnico e a Sebolla (Cepola) dando colo XVal secolo XIX. 13. Flumini (Plu-
vita a Quartu Sant’Elena. 5. San Panta- minos), villaggio situato nella curatoria
leo (Dolia) (sec. XX), nella curatoria di del Campidano di Cagliari, rimase spo-
Dolia, si è unito a Sicci dando vita a polato dal secolo XIVal secolo XIX. 14.
Dolianova. 6. Sebolla (Cepola) (sec. Fluminimaggiore, villaggio situato
XV), nella curatoria del Campidano di nella curatoria del Sigerro, rimase
Cagliari, si è unito a Quartu Jossu e a spopolato dal secolo XIV al secolo
Quarto Donnico dando vita a Quartu XVIII. 15. Geremeas, villaggio situato
Sant’Elena. 7. Sicci (sec. XX), nella cu- nella curatoria del Campidano di Ca-
ratoria di Dolia, si è unito a San Panta- gliari, rimase spopolato dal secolo XIV
leo dando vita a Dolianova. 8. Siurgus al secolo XIX. 16. Giba, villaggio situato
(sec. XX), si è unito a Donigala Siurgus, nella curatoria del Sols, rimase spopo-
dando vita a Siurgus Donigala. lato dal secolo XV al secolo XVIII. 17.
Villaggi che sono rimasti spopolati per Gonnesa, villaggio situato nella curato-
un periodo della loro storia ria del Sols, rimase spopolato dal se-
1. Anela, villaggio situato nella curato- colo XIV al secolo XVIII. 18. Luogo-
ria del Goceano, rimase spopolato dal santo, villaggio situato nella curatoria
secolo XVII al secolo XVIII. 2. Arenas, di Montangia, rimase spopolato dal se-
villaggio situato nella curatoria del colo XIVal secolo XVIII. 19. Mazzacara,
Sols, rimase spopolato dal secolo XVal villaggio situato nella curatoria del
secolo XVIII. 3. Arzachena (Arseguon), Sols, rimase spopolato dal secolo XIV
villaggio situato nella curatoria dell’U- al secolo XIX. 20. Monteleone Rocca Do-
nali, rimase spopolato dal secolo XV al ria, villaggio situato nella curatoria del
secolo XVIII. 4. Barbusi, villaggio si- Monteleone, rimase spopolato dal 1436
tuato nella curatoria del Sols, rimase al secolo XVI. 21. Mulargia, villaggio si-
spopolato dal secolo XIV al secolo XX. tuato nella curatoria del Marghine, ri-
5. Barega, villaggio situato nella cura- mase spopolato dal secolo XIV al se-
toria del Sols, rimase spopolato dal se- colo XVIII. 22. Narcao, villaggio situato
colo XV al secolo XIX. 6. Bessude, vil- nella curatoria del Sols, rimase spopo-
laggio situato nella curatoria del Cabu- lato dal secolo XIV al secolo XVII. 23.
dabbas, rimase spopolato dal 1652 al Nuraxinieddu, villaggio situato nella
1701. 7. Burcei, villaggio situato nella curatoria del Campidano Maggiore, ri-
curatoria del Campidano di Cagliari, mase spopolato dal 1627 al 1660. 24. Nu-
rimase spopolato tra il 1652 e il 1692. 8. xis, villaggio situato nella curatoria del
Capoterra, villaggio situato nella cura- Sols, rimase spopolato tra il secolo XIV
toria di Nora, rimase spopolato dal se- e il secolo XVII. 25. Olmedo, villaggio
colo XIV al 1655. 9. Chia, villaggio si- situato nella curatoria del Nulauro, ri-
tuato nella curatoria di Nora, rimase mase spopolato tra il secolo XVII e il
spopolato dal secolo XIV al secolo secolo XVIII. 26. Ottana, villaggio si-
XIX. 10. Corongiu, villaggio situato tuato nella curatoria di Dore, rimase
nella curatoria del Sigerro, rimase spopolato tra il secolo XVI e il secolo
spopolato dal secolo XIV al secolo XVII. 27. Pabillonis, villaggio situato
XIX. 11. Cossoine, villaggio situato nella curatoria di Monreale, rimase
nella curatoria del Cabudabbas, ri- spopolato dal 1584 al secolo XVII. 28.
mase spopolato nel secolo XVI. 12. Flu- Palmas de Sols, villaggio situato nella
mentepido, villaggio situato nella cura- curatoria del Sols, rimase spopolato
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dal secolo XIV al secolo XVI. 29. Parin- taria di Cagliari; Michele Pinna ordinò
gianu, villaggio situato nella curatoria cronologicamente i p., gli editti, i mani-
del Sols, rimase spopolato dal secolo festi e le circolari dal 21 aprile del 1592
XIVal secolo XIX. 30. Perdaxius, villag- a tutto il 1848: si tratta di 1130 atti rac-
gio situato nella curatoria del Sols, ri- colti in otto cartelle, conservati nella
mase spopolato tra il secolo XIVe il se- biblioteca della Camera di Commercio
colo XVIII. 31. Pesus, villaggio situato di Cagliari.
nella curatoria di Sols, rimase spopo- Preistoria della Sardegna Si suole far
lato tra il secolo XIVe il secolo XIX. 32. iniziare la preistoria europea dalla
Piscinas, villaggio situato nella curato- comparsa dell’uomo, a partire dal Qua-
ria del Sols, rimase spopolato tra il se- ternario, e farla terminare nel secolo
colo XIV e il secolo XVIII. 33. Pittinuri, VI a.C. con la fine della prima Età del
villaggio situato nella curatoria del Ferro. Per quanto riguarda la Sarde-
Montiferru, rimase spopolato tra il se- gna la più recente scansione cronolo-
colo XVe il secolo XIX. 34. Pula, villag- gica è quella offerta da Ercole Contu
gio situato nella curatoria di Nora, ri- nei due volumi di La Sardegna preisto-
mase spopolato dal secolo XIV al se- rica e nuragica, editi dal sassarese
colo XVII). 35. Solanas, villaggio si- Carlo Delfino nel 2006. Per ciascun pe-
tuato nella curatoria del Campidano riodo Contu dà due date, quella ‘‘radio-
di Cagliari, rimase spopolato dal se- metrica’’ (sulla base di misurazioni col
colo XVal secolo XIX. carbonio 14, il potassio-argo, l’idrata-
Prechac, François Archeologo (Fran- zione dell’ossidiana) e quella ‘‘cali-
cia, sec. XIX-?). Agli inizi del secolo brata e storica’’. Nel quadro che segue
XX lavorò per alcuni anni presso l’É- viene data l’indicazione radiometrica;
cole Française di Roma. Entrò nel di- quella calibrata è indicata, quando
battito sull’architettura dei nuraghi e pare opportuno, fra parentesi quadre:
studiò i dolmen, scrivendo due saggi: & PALEOLITICO Nella fase del Paleoli-
Notes sur l’architecture des nuraghes de tico inferiore (500 000-120 000 a.C.)
Sardaigne, ‘‘Mélanges d’Archéologie et sono stati individuati in Anglona gli in-
Histoire’’, XXVIII, 1908 e I problemi ar- sediamenti di Laerru e Perfugas, riferi-
cheologici della Sardegna: i nuraghes, bili alla cultura chiamata ‘‘clacto-
‘‘Memnon’’, II, 1908. niana’’ con manufatti di pietra scheg-
Pregoni Atti legislativi. Dal latino prae- giata. Per quanto riguarda il Paleoli-
conium, erano atti legislativi emanati tico medio (100 000-35 000 a.C.) si ipo-
dal viceré sotto la forma della grida o tizza la presenza dell’uomo sulla base
del bando in materia di amministra- degli elementi trovati a Dorgali nelle
zione, di ordine pubblico, di igiene e grotte di Ziu Santoru e di Cala Ilune. Il
di commercio. Per acquistare forza di Paleolitico superiore (35 000-10 000
legge dovevano essere firmati dall’av- a.C.) è ormai documentato dopo gli
vocato fiscale e dal reggente della scavi nella Grotta Corbeddu a Oliena.
Reale Cancelleria. Una volta emanati, & MESOLITICO Manca una traccia di-
i p. venivano diffusi in tutta la Sarde- retta dell’esistenza in Sardegna del
gna. Alla fine del secolo XIX Lodovico Mesolitico, detto anche Epipaleolitico,
Baylle raccolse gli editti e i p. del pe- databile tra il 10 000 e il 6000 a.C. Vi
riodo spagnolo e del dominio sabaudo sono però elementi individuati in Cor-
fino al 1812; la raccolta è custodita nel sica e in Toscana che indirettamente
fondo Baylle della Biblioteca Universi- consentono di ipotizzare la presenza
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(console nel 126 e proconsole tra il 125 ticolare riferisce le premesse e narra i
e il 122), M. Caecilius Metellus (console fatti che nel 533 videro i Bizantini
nel 115 e proconsole tra il 114 e il 111). prendere possesso dell’isola, caccian-
In età imperiale il titolo di proconsole done i Vandali che la dominavano fin
spetta al governatore di province sena- dalla seconda metà del secolo V; poi-
torie sia che si tratti di un ex console ché questi fatti sono riportati in ma-
sia che si tratti di un ex pretore. Per niera particolareggiata, possiamo sup-
quanto riguarda la Sardegna romana, porre che anche le vicende sarde fu-
sono attestati proconsoli di rango pre- rono vissute dallo storico in prima per-
torio negli anni in cui l’isola fu ammi- sona, cosı̀ come egli è ben informato
nistrata dal Senato, come è dimostrato sugli eventi che videro alla metà del
dalle iscrizioni menzionanti le car- secolo VI l’ostrogoto Totila conquistare
riere dei governatori Q. Caecilius Me- la Sardegna (o almeno parte di essa),
tellus Creticus (età augustea, prima del che tornò in mano ai Bizantini dopo po-
6 d.C.), L. Cossonius Gallus Vecilius Cri- chi anni. Lo stesso P., in un’altra opera
spinus Mansuanius Marcellinus Numi- celebrativa in cui descrive le nume-
sius Sabinus (età di Traiano), L. Rago- rose opere edilizie di Giustiniano (il
nius Urinatius Larcius Quintianus De aedificiis), riferisce delle strutture
(epoca di Marco Aurelio). [FRANCO difensive volute dall’Imperatore per
PORRÀ] proteggere la città di Forum Traiani,
sede del comandante supremo delle
Procopio Storico bizantino (Cesarea, milizie bizantine in Sardegna, il dux.
500 ca.-Costantinopoli, 565 ca.). Visse [PIERGIORGIO SPANU]
fin dalla più giovane età presso la corte
imperiale di Bisanzio; fu particolar- Procopio, san = Efisio, santo
mente vicino all’imperatore Giusti- Procuratore reale Funzionario del-
niano, del quale divenne presto un l’amministrazione reale del Regno di
uomo di fiducia, tanto da essere in- Sardegna. Introdotto da Ferdinando I,
viato, proprio per rendere conto delle risiedeva a Cagliari e aveva il compito
grandi imprese imperiali, al seguito di amministrare le regalie e i beni de-
del grande generale Belisario coman- maniali. Inizialmente dipendeva diret-
dante delle truppe bizantine. Come se- tamente dal re: aveva il compito di rap-
gretario di Belisario, partecipò dun- presentarlo e di dirigere la politica pa-
que alle guerre contro i Persiani in trimoniale del Regno, di organizzare la
Oriente, mentre in Occidente fu ac- riscossione dei tributi e di disciplinare
canto alle milizie bizantine nei con- la spesa, di rilasciare le concessioni
flitti contro Vandali e Ostrogoti. Rac- feudali e di esercitare una giurisdizio-
colti in otto libri, i fatti delle guerre ne in materia patrimoniale. Inizial-
persiane, vandaliche e bizantine eb- mente il suo rapporto col viceré non fu
bero in P. un attento osservatore, che molto pacifico, perché entrambi rap-
non solo riferisce eventi bellici ma for- presentavano direttamente il re, sep-
nisce annotazioni anche su alcuni co- pure in ambiti diversi. In un secondo
stumi delle popolazioni sottomesse e tempo, a partire dal secolo XVI,
su argomenti di carattere generale. Lo quando la natura dei poteri del viceré
storico riporta, con dovizia di partico- fu meglio definita, il p.r. si ritrovò uffi-
lari, gli eventi che portarono alla ricon- cialmente collocato in una posizione
quista bizantina della Sardegna: nei li- subordinata rispetto a quella del vi-
bri sulla Guerra contro i Vandali in par- ceré. Per espletare le sue funzioni si
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serviva di una serie di funzionari mi- 33, del 1975, che venne definita Costi-
nori preposti a compiti specifici, che tuente della nuova Programmazione,
avevano o un carattere generale (sic- con la quale venivano individuati i
ché la loro potestà era estesa a tutta nuovi strumenti per l’attuazione del
l’isola) o un compito territorialmente Piano. Venne costituito un Comitato
limitato: cosı̀ ad esempio da lui dipen- per la Programmazione, composto da
devano tanto l’archivista del Reale Pa- esperti e dai rappresentanti dei partiti
trimonio, che pur avendo una funzione e dei sindacati, che avrebbe dovuto
specifica di natura abbastanza circo- avere il compito di fornire mediazioni
scritta aveva competenza su tutto il ter- tecnico-politiche al processo di forma-
ritorio del Regno, quanto i misuratori e zione e di attuazione del nuovo Piano;
le guardie dei porti, che invece ave- le Zone omogenee vennero abolite e
vano compiti territorialmente circo- vennero sostituite con i Comprensori:
scritti. Il p.r., inoltre, come ministro di ne furono identificati 25, concepiti
cappa e spada, faceva parte del Consi- come istituzioni territoriali, vere e
glio del Reale Patrimonio che era un proprie unità primarie di programma-
organismo col quale il viceré perse- zione, dotate di autonomia contabile e
guiva le sue attribuzioni in materia fi- amministrativa col compito di predi-
nanziaria. sporre ‘‘piani di sviluppo zonali’’ e di
‘‘Programmazione in Sardegna, La’’ esercitare funzioni amministrative de-
Notiziario bimestrale del Centro Re- centrate delegate dalla Regione, at-
gionale di Programmazione, Cagliari. tuando nel territorio di loro compe-
tenza i piani di sviluppo. Poiché nello
Programmazione regionale La pro-
stesso periodo una legge nazionale isti-
grammazione intesa come pianifica-
tuiva le Comunità Montane con compiti
zione del territorio della Sardegna fu
simili, tra il 1976 e il 1978 con le leggi
individuata come lo strumento neces-
regionali n. 26 e n. 52 molti compren-
sario per realizzare gli obiettivi del
Piano di Rinascita. Con legge regionale sori furono sostituiti o affiancati dalla
dell’11 luglio 1962, n. 7, furono definiti Comunità montana. Il territorio della
gli strumenti di attuazione della pro- Sardegna risultò cosi diviso: Compren-
grammazione; fu istituito un Assesso- sorio n. 1: comprendeva i comuni di Al-
rato alla Rinascita, che si serviva di un ghero, Cargeghe, Codrongianos, Flori-
Centro di programmazione e di Comi- nas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria,
tati Zonali di Sviluppo operanti in par- Muros, Olmedo, Osilo, Ossi, Ploaghe,
tizioni territoriali (ne furono costituiti Porto Torres, Putifigari, Romana, Sas-
15) che presero a essere chiamate Zone sari, Sennori, Sorso, Tissi, Uri, Usini,
omogenee. Il mancato raggiungimento Villanova Monteleone; sede del Com-
degli obiettivi individuati nel Piano di prensorio, Sassari. Nell’ambito del ter-
Rinascita portò negli anni Settanta a ritorio comprensoriale fu costituita
una riflessione sul modo con cui era anche la I Comunità montana della
stata gestita la programmazione e sul- quale facevano parte i comuni di Osilo,
l’inefficienza del sistema burocratico Villanova Monteleone e Ploaghe. Com-
cui era stato affidato il compito di at- prensorio n. 2: comprendeva i comuni
tuare le scelte del Piano. La riflessione di Badesi, Bulzi, Castelsardo, Chiara-
culminò nel rifinanziamento del Piano monti, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas,
di Rinascita (legge nazionale 268, 30 Sedini, Tergu, Valledoria, Viddalba;
maggio 1974) e nel varo della L.R. n. sede del Comprensorio, Castelsardo.
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Anche all’interno del comprensorio Lula, Onanı̀, Onifai, Orosei, Osidda, Po-
dell’Anglona fu costituita la II Comu- sada, San Teodoro, Siniscola, Torpè;
nità montana con sede a Perfugas. III sede, Siniscola. XI Comunità montana:
Comunità montana: la III Comunità comprendeva i comuni di Arzana, Bari
montana sostituı̀ completamente il Sardo, Baunei, Elini, Gairo, Girasole,
Comprensorio n. 3; comprendeva i co- Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, Lotzo-
muni di Aggius, Aglientu, Bortigiadas, rai, Osini, Perdasdefogu, Seui, Talana,
Calangianus, Luogosanto, Luras, Tem- Tertenia, Tortolı̀, Trei, Ulassai, Urzu-
pio; sede della Comunità montana, lei, Ussassai, Villagrande Strisaili;
Tempio Pausania. IV Comunità mon- sede, Lanusei. XII Comunità montana:
tana: la IV Comunità montana sostituı̀ comprendeva i comuni di Aritzo, At-
completamente il Comprensorio n. 4; zara, Austis, Belvı̀, Desulo, Gadoni,
comprendeva i comuni di Arzachena, Meana Sardo, Ortueri, Ovodda, Sor-
Golfo Aranci, La Maddalena, Loiri San gono, Teti, Tiana, Tonara; sede, Sor-
Paolo, Monti, Olbia, Palau, Sant’Anto- gono. XIII Comunità montana: com-
nio di Gallura, Santa Teresa Gallura e prendeva i comuni di Escolca, Ester-
Telti; sede della Comunità montana, zili, Genoni, Gergei, Isili, Laconi, Nu-
Olbia. Comprensorio n. 5 e V Comunità ragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Sadali,
montana: comprendevano i comuni di Serri, Seulo, Villanovatulo; sede, Isili.
Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, XIV Comunità montana: comprendeva
Borutta, Cheremule, Cossoine, Giave, i comuni di Abbasanta, Bonarcado, Cu-
Mara, Padria, Pozzomaggiore, Seme- glieri, Paulilatino, Santu Lussurgiu,
stene, Siligo, Thiesi, Torralba; il Com- Scano di Montiferro, Seneghe, Senna-
prensorio aveva sede a Thiesi, la Co- riolo, Tresnuraghes; sede, Cuglieri. XV
munità montana a Bonorva. VI Comu- Comunità montana: comprendeva i co-
nità montana: comprendeva i comuni muni di Aidomaggiore, Allai, Ardauli,
di Alà dei Sardi, Ardara, Berchidda, Bidonı̀, Boroneddu, Busachi, Fordon-
Buddusò, Ittireddu, Mores, Nughedu gianus, Ghilarza, Neoneli, Norbello,
San Nicolò, Oschiri, Ozieri, Pattada, Nughedu Santa Vittoria, Samugheo,
Tula; sede, Ozieri. VII Comunità mon- Sedilo, Soddı̀, Sorradile, Tadasuni,
tana: comprendeva i comuni di Anela, Ula Tirso; sede, Busachi. Comprenso-
Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Bur- rio n. 16 e XVI Comunità montana: com-
gos, Esporlatu, Illorai e Nule; sede, prendevano i comuni di Arborea, Bara-
Bono. VIII Comunità montana: com- tili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mar-
prendeva i comuni di Birori, Bolotana, rubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Olla-
Borore, Bortigali, Bosa, Dualchi, Flus- stra Simaxis, Oristano, Palmas Arbo-
sio, Lei, Macomer, Magomadas, Mo- rea, Riola Sardo, Santa Giusta, San Ni-
dolo, Montresta, Noragugume, Sa- colò Arcidano, San Vero Milis, Siamag-
gama, Silanus, Sindia, Suni, Tinnura; giore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis,
sede, Macomer. IX Comunità montana: Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras,
comprendeva i comuni di Dorgali, Villanova Truschedu, Villaurbana,
Fonni, Gavoi, Mamoiada, Nuoro, Zeddiani, Zerfaliu; il Comprensorio e
Oliena, Ollolai, Olzai, Oniferi, Orani, la Comunità montana avevano sede ri-
Orgosolo, Orotelli, Orune, Ottana, Sa- spettivamente a Oristano e ad Arborea.
rule; sede, Nuoro. X Comunità mon- Comprensorio n. 17 e XVII Comunità
tana: comprendeva i comuni di Bitti, montana: comprendevano i comuni di
Budoni, Galtellı̀, Irgoli, Loculi, Lodé, Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Bara-
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mana; Ittireddu, Nughedu, Mores; Ar- lasetta, San Giovanni Suergiu, Siliqua,
dara e i villaggi di Borutta, Bonnanaro, Vallermosa, Villamassargia, Teulada,
Torralba, Oschiri, Tula, Pattada, Alà Domus de Maria, Villacidro, Gonnosfa-
dei Sardi, Bantine, Buddusò, Ber- nadiga, Aritzo, Belvı̀, Gadoni, Meana
chidda, Monti; Aggius, Bortigiadas, Ca- Sardo, Jerzu, Gairo, Osini, Perdas de
langianus, Luras, Nuchis, La Madda- Fogu, Tertenia, Ulassai, Isili, Escolca,
lena, Santa Teresa, Terranova. Gergei, Serri, Laconi, Genoni, Nura-
Il 23 ottobre del 1859 infine le Divisioni gus, Nurallao, Lanusei, Arzana, Elini,
amministrative furono sostituite dalle Ilbono, Loceri, Villagrande Strisaili,
Province, che furono ridotte a due: Ca- Nurri, Orroli, Villanovatulo, Seui,
gliari, che ebbe anche i territori di Cu- Esterzili, Escalaplano, Sadali, Seulo,
glieri e di Lanusei, e Sassari, che ebbe i Ussassai, Sorgono, Atzara, Ortueri, To-
territori di Nuoro. Le due nuove pro- nara, Austis, Desulo, Teti, Tiana, Tor-
vince furono divise in circondari; più tolı̀, Bari Sardo, Baunei, Girasole, Lot-
in particolare: zorai, Talana, Triei, Urzulei, Massama,
Provincia di Cagliari. Comprendeva i Nuraxinieddu, Santa Giusta, Ales,
circondari di Cagliari, Iglesias, Isili, Bannari, Curcuris, Escovedu, Figus,
Oristano, Cuglieri, Lanusei e i villaggi Gonnosnò, Morgongiori, Ollastra Usel-
di Barumini e Gesturi; le città di Ca- lus, Pau, Usellus, Zeppara, Busachi, Al-
gliari, Oristano e Iglesias e i villaggi di lai, Fordongianus, Ula Tirso, Villanova
Assemini, Barrali, Barumini, Collinas, Truschedu, Cabras, Baratili, Donigala,
Decimomannu, Decimoputzu, Doni- Nurachi, Riola, Siamaggiore, Solanas,
gala Siurgus, Elmas, Gesico, Gesturi, Solarussa, Zeddiani, Zerfaliu, Ghi-
Goni, Guasila, Guamaggiore, Las Plas- larza, Abbasanta, Domusnovas Cana-
sas, Lunamatrona, Mandas, Monastir, les, Norghiddu, Paulilatino, Soddı̀, Mi-
Muravera, Nuraminis, Ortacesus, lis, Bauladu, Narbolia, San Vero Milis,
Pauli Arbarei, Pimentel, Samatzai, Tramatza, Seneghe, Neoneli, Ardauli,
San Sperate, San Vito, Serrenti, Siddi, Bidonı̀, Nughedu, Sorradile, Sedilo,
Tuili, Ussana, Ussaramanna, Uta, Vil- Aidomaggiore, Boroneddu, Tadasuni,
lanovafranca, Villanovaforru, Villa- Zuri, Dualchi, Noragugume, Simaxis,
putzu, Villasor, Villaspeciosa, Pula, Ca- Ollastra, Palmas, San Vero Congius,
poterra, San Pietro Pula, Sarroch, Siamanna, Siapiccia, Silı̀, Villaurbana,
Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Villa- Uras, Arcidano, Marrubiu, Terralba.
simius, San Gavino Monreale, Pabillo- Provincia di Sassari. Comprendeva i
nis, Sardara, Sanluri, Furtei, Segariu, circondari di Sassari, Alghero, Ozieri,
Villamar, San Nicolò Gerrei, Armun- Tempio Pausania, Nuoro.
gia, Ballao, Silius, Villasalto, San Pan- A capo di ogni provincia fu posto un
taleo, Donori, Serdiana, Sicci, Solemi- governatore, che una volta proclamato
nis, Selargius, Pauli Pirri, Pirri, Sestu, il Regno d’Italia, con decreto del 9 otto-
Senorbı̀, Arixi, Sant’Andrea Frius, San bre del 1861, riprese il nome di prefetto,
Basilio, Selegas, Sisini, Suelli, Serra- i cui poteri furono definiti nei con-
manna, Samassi, Sinnai, Burcei, Mara- fronti dei Consigli provinciali, che ave-
calagonis, Settimo San Pietro, Carlo- vano preso il posto dei Consigli divisio-
forte, Fluminimaggiore, Guspini, Ar- nali.
bus, Domusnovas, Gonnesa, Musei, Nel 1927 fu ricostituita la provincia di
Portoscuso, Santadi, Narcao, Serbariu, Nuoro, il cui territorio comprendeva i
Tratalias, Villarios, Sant’Antioco, Ca- circondari di Nuoro, Isili, Cuglieri, La-
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nusei. Nel 1974 infine fu ricostituita la Sorso, Stintino, Tergu, Thiesi, Tissi,
provincia di Oristano che comprende i Torralba, Tula, Uri, Usini, Valledoria,
circondari di Oristano e Cuglieri. Il re- Viddalba, Villanova Monteleone.
cente dibattito sulle partizioni ammi- Provincia di Nuoro: Aritzo, Atzara, Au-
nistrative della Sardegna ha portato al- stis, Belvı̀, Birori, Bitti, Bolotana, Bo-
l’istituzione di altre quattro province: rore, Bortigali, Desulo, Dorgali, Dual-
Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, chi, Fonni, Gadoni, Galtellı̀, Gavoi, Ir-
Ogliastra, Olbia-Tempio. goli, Lei, Loculi, Lodé, Lodine, Lula,
Attualmente i centri abitati della Sar- Macomer, Mamoiada, Meana Sardo,
degna sono cosı̀ divisi: Noragugume, Nuoro, Oliena, Ollolai,
Provincia di Cagliari: Armungia, Asse- Olzai, Onanı̀, Onifai, Oniferi, Orani, Or-
mini, Ballao, Barrali, Burchi, Cagliari, gosolo, Orosei, Orotelli, Ortueri,
Capoterra, Castiadas, Decimomannu, Orune, Osidda, Ottana, Ovodda, Po-
Decimoputzu, Dolianova, Domus de sada, Sarule, Silanus, Sindia, Sini-
Maria, Donori, Elmas, Escalaplano, scola, Sorgono, Teti, Tiana, Tonara,
Escolca, Esterzili, Gergei, Gesico, Torpè.
Goni, Guamaggiore, Guasila, Isili,
Mandas, Maracalagonis, Monastir,
Monserrato, Muravera, Nuragus, Nu-
rallao, Nuraminis, Nurri, Orroli, Orta-
cesus, Pimentel, Pula, Quartu Sant’E-
lena, Quartucciu, Sadali, Samatzai,
San Basilio, San Nicolò Gerrei, San
Sperate, San Vito, Sant’Andrea Frius,
Sarroch, Selargius, Selegas, Senorbı̀,
Serdiana, Serri, Sestu, Settimo San
Pietro, Seulo, Siliqua, Silius, Sinnai,
Province della Sardegna – Provincia di
Siurgus Donigala, Soleminis, Suelli,
Oristano: il lago Omodeo.
Teulada, Ussana, Uta, Vallermosa,
Villa San Pietro, Villanovatulo, Villa- Provincia di Oristano: Abbasanta, Aido-
putzu, Villasalto, Villasimius, Villasor, maggiore, Albagiara, Ales, Allai, Arbo-
Villaspeciosa. rea, Ardauli, Assolo, Asuni, Baradili,
Provincia di Sassari: Alghero, Anela, Baratili San Pietro, Baressa, Bauladu,
Ardara, Banari, Benetutti, Bessude, Bidonı̀, Bonarcado, Boroneddu, Bosa,
Bonnanaro, Bono, Bonorva, Borutta, Busachi, Cabras, Cuglieri, Curcuris,
Bottidda, Bultei, Bulzi, Burgos, Carge- Flussio, Fordongianus, Genoni, Ghi-
ghe, Castelsardo, Cheremule, Chiara- larza, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gon-
monti, Codrongianos, Cossoine, Erula, nostramatza, Laconi, Magomadas, Mar-
Esporlatu, Florinas, Giave, Illorai, Itti- rubiu, Masullas, Milis, Modolo, Mogo-
reddu, Ittiri, Laerru, Mara, Martis, rella, Montresta, Morgongiori, Narbo-
Monteleone Rocca Doria, Mores, Mu- lia, Neoneli, Norbello, Nughedu Santa
ros, Nughedu San Nicolò, Nule, Nulvi, Vittoria, Nurachi, Nureci, Ollastra, Ori-
Olmedo, Osilo, Ossi, Ozieri, Padria, stano, Palmas Arborea, Pau, Paulila-
Pattada, Perfugas, Ploaghe, Porto Tor- tino, Pompu, Riola Sardo, Ruinas, Sa-
res, Pozzomaggiore, Putifigari, Ro- gama, Samugheo, San Nicolò d’Arci-
mana, Santa Maria Coghinas, Sassari, dano, San Vero Milis, Santa Giusta,
Sedini, Semestene, Sennori, Siligo, Santu Lussurgiu, Scano di Montiferro,
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ebbe numerosi figli, alcuni dei quali Prese parte alla prima guerra mon-
continuarono la discendenza dei Ca- diale e successivamente alla campa-
dello, mentre uno, Antonio, assunse il gna d’Africa (1935-1936) e alla seconda
nome di Prunas, continuando cosı̀ la guerra mondiale, guadagnando nume-
famiglia di sua madre che si era rose decorazioni. Uomo di grande cul-
estinta. I suoi discendenti nel 1738 ot- tura, comandò per anni il Collegio mi-
tennero il riconoscimento del cavalie- litare napoletano della Nunziatella.
rato e della nobiltà e alla fine del se- Scrittore molto stimato, lasciò alcuni
colo XVIII, con i fratelli Gaetano, Pie- pregevoli testi teatrali, tra cui: Circe,
tro e Raffaele formarono tre rami della ‘‘visione tragica in tre atti’’, pubblicata
famiglia. La discendenza di Gaetano si ne ‘‘Il Nuraghe’’ di Raimondo Carta
estinse nella prima metà del secolo Raspi nel 1923, I, 6, e Il volto di Satana,
XX; quella di Pietro è tuttora fiorente ‘‘dramma in quattro atti’’, edito dalla
e risiede a Torino; da Raffaele discen- casa editrice di Piero Gobetti, a Torino,
dono numerose linee che hanno nel 1926. Fra gli altri suoi scritti degli
espresso valorosi diplomatici e la linea anni Ve nti, le novelle Mar uska,
detta dei P. Tola, che attualmente ri- ‘‘L’Unione sarda’’, 1923, e L’ultima can-
siede a Torino e porta il titolo di conte zone, ‘‘L’Unione sarda’’, 1923.
di San Salvatore, ottenuto per rinnova- Prunas, Pasquale Diplomatico di car-
mento nel 1929. riera (Cagliari 1909-Londra 1961). Si
Prunas, Angelo Podestà di Cagliari laureò in Giurisprudenza e in Scienze
(Cagliari 1880-ivi 1943). Conseguita la politiche e subito dopo entrò nella car-
laurea in Giurisprudenza si dedicò riera diplomatica. Nominato ministro
alla professione di avvocato e prese plenipotenziario a Londra, vi morı̀ pre-
parte alla prima guerra mondiale otte- maturamente nel 1961.
nendo numerose decorazioni. Nel do- Prunas, Pietro Comandante della ca-
poguerra aderı̀ al fascismo; fu nomi- valleria miliziana (Bonorva, seconda
nato presidente della Federazione de- metà sec. XVIII-ivi?, prima metà sec.
gli Agricoltori e per alcuni anni vice- XIX). Comandante della cavalleria mi-
presidente dell’Istituto di Credito liziana di Bonorva, fu tra i principali
Agrario per la Sardegna. Fu podestà di protagonisti della repressione dei
Cagliari a partire dal 1936. moti angioiani; nel 1798 prese parte
Prunas, Giuliano Mercante (Bosa, alla spedizione contro gli abitanti di
prima metà sec. XVII-?). Uomo abile e Suni e fece prigioniero con le sue
intraprendente, dopo essersi sposato mani Francesco Muroni.
con l’ultima dei Sellent e aver eredi- Prunas, Renato Diplomatico di car-
tato da lei il feudo di Minutadas, nel riera (Cagliari 1892-Il Cairo 1951).
1643 ottenne il cavalierato ereditario Dopo essersi laureato in Giurispru-
e la nobiltà. Con grande abilità nel denza entrò in diplomazia percor-
1650 riuscı̀ ad aggiudicarsi l’appalto rendo una brillante carriera. Fu amba-
per la dogana di Sassari e nel 1653 sciatore in Turchia e subito dopo se-
fece il suo ingresso nello Stamento mi- gretario generale del Ministero degli
litare durante i lavori del parlamento Esteri. Fu poi nominato ambasciatore
del conte di Lemos, schierandosi nel in Egitto dove morı̀, al Cairo, nel 1951.
partito degli Alagon. Prunas, Rodolfo Ingegnere (Sassari
Prunas, Oliviero Militare, scrittore di 1896-ivi, dopo 1944). Valoroso combat-
teatro (Cagliari 1891-Napoli 1962). tente decorato della prima guerra
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legio per la VII legislatura, al termine indagato alcuni aspetti della crimina-
della quale non fu più rieletto. lità in Sardegna e ha approfondito l’a-
nalisi di diversi comportamenti nella
Puggioni, Giovanni Atleta (n. Sassari
società contemporanea. Con lo studio
1966). Specializzato nella velocità, ini-
dello sviluppo della popolazione in Sar-
zia la sua carriera nel 1979 con i colori
del CUS Sassari. Nei campionati ita- degna, in cui ha spesso condotto – anche
liani di pentathlon categoria ‘‘allievi’’ in collaborazione con altri studiosi del-
nel 1983 stabilisce il nuovo record na- l’Università di Cagliari, come in parti-
zionale con 3518 punti. Passato nel 1987 colare Nereide Rudas e Bruno Anatra –
alle Fiamme Gialle, con questi colori ot- larghe operazioni d’inventario delle
tiene la medaglia di bronzo ai Mondiali fonti documentarie, ha recato un contri-
di Atene del 1997 con la staffetta 4x100 buto originale alla conoscenza delle di-
(composta da P., Madonia, Cipolloni e namiche demografiche e sociali della
dall’altro sardo Sandro Floris). Quello Sardegna nei i secoli. Tra i suoi scritti:
stesso anno stabilisce, sempre nella La colonia di Carloforte nelle sue vicende
staffetta veloce, il primato italiano di storiche, ‘‘Genus’’, XXIII, 1967; Il censi-
società (39’’49). Nel decennio dal 1990 mento parziale della popolazione sarda
al 2000 totalizza ben sei titoli italiani as- nel 1814-15 (con T. Ladu), 1967; Saggio
soluti tra 100 m, 200 m e 60 m indoor più bibliografico sulla criminalità in Sarde-
due titoli ai campionati italiani univer- gna, 1971; Caratteristiche, tendenzialità
sitari (200 m e staffetta veloce). I suoi e dinamiche dei fenomeni di criminalità
primati personali sono rispettivamente in Sardegna (con Nereide Rudas), in Atti
10’’36 nei 100 m, 20’’44 nei 200 e 38’’41 della Commissione parlamentare d’in-
nella staffetta della Nazionale; inoltre chiesta sui fenomeni della criminalità in
detiene il primato italiano di una spe- Sardegna I, 1972; Gli stati d’anime nelle
cialità inusuale per le competizioni: diocesi della Sardegna centro-meridio-
15’’17 nei 150 m. Al termine della car- nale, ‘‘Annali della Facoltà di Scienze
riera agonistica, che lo ha visto 21 volte politiche dell’Università di Cagliari’’,
in nazionale, diviene allenatore della 1979; Dinamica demografica e mobilità
FIDAL nel 2003 e svolge la sua nuova matrimoniale tra il Settecento e il primo
attività a Sassari, portando a buone af- quarto dell’Ottocento, ‘‘Annali della fa-
fermazioni atleti emergenti come Emi- coltà di Scienze politiche dell’Univer-
lia Carboni, Pietro Usai e Gavino Det- sità di Cagliari’’, V, 1980; Fonti ecclesia-
tori. [GIOVANNI TOLA] stiche per lo studio della popolazione
Puggioni, Giuseppe Docente di Stati- della Sardegna centro-meridionale (con
stica sociale (n. Cagliari 1934). Allievo di B. Anatra), 1984; Brevi note sulle vicende
Paola Maria Arcari, dopo aver conse- demografiche della Sardegna prima e
guito la laurea in Scienze politiche si è dopo l’Unità d’Italia (con A.M. Gatti),
specializzato presso l’Università di ‘‘Archivio sardo del movimento operaio
Roma in Criminologia e Psicologia fo- contadino e autonomistico’’, 20-22, 1984;
rense e ha intrapreso la carriera univer- Un caso clinico: la Sardegna dinanzi alla
sitaria. Attualmente insegna Statistica sollevazione catalana (con B. Anatra),
sociale presso la Facoltà di Scienze po- ‘‘Annali della Facoltà di Scienze politi-
litiche dell’Università di Cagliari, dove che dell’Università di Cagliari’’, XI,
dirige il Dipartimento di Ricerche eco- 1984; Popolazione, assetti produttivi e so-
nomiche e sociali. Studioso molto cono- cietà nella Trexenta moderna (con B.
sciuto, nel corso delle sue ricerche ha Anatra) ‘‘Annali della facoltà di Scienze
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data ad Arnaldo Satta Branca, ultimo di- d’Arborea, sua società di appartenenza,
rettore della ‘‘Nuova’’ prefascista; la organizza un torneo, forte della sua par-
nuova ‘‘Isola’’ uscı̀ sino a dicembre tecipazione ai campionati militari. Lo
1946, l’articolo è di settembre); Escur- stesso anno l’Amsicora costituisce una
sioni in provincia, ‘‘L’Isola’’, 1943; Collo- sezione di p. in cui si mette in luce Luigi
quio con i giovani di ‘‘Riscossa’’, ‘‘Ri- Nieddu. Nel 1922 si svolgono a Cagliari i
scossa’’, 1944; La fine della nostra solitu- primi campionati sardi (tutti i titoli
dine, ‘‘Forza paris’’, 1944; La terra ai con- sono vinti dai pugili locali dell’Arborea)
tadini, ‘‘Riscossa’’, 1945; Sardegna, ‘‘Ri- e qualche mese dopo una riunione a ca-
scossa’’, 1945; Presupposti marxisti in rattere nazionale con la partecipazione
Sardegna, ‘‘Riscossa’’, 1945; Non tradire, di pugili affermati e anche del francese
‘‘Il Solco’’, 1945; Democrazia progressiva La Pierre. A Sassari la pratica della
e comunismo, ‘‘Il Solco’’, 1945; Democra- boxe viene avviata dalla Torres e dalla
zia progressiva e autonomia regionale, Josto intorno al 1923, anno in cui il peso
‘‘Il Solco’’, 1945; Il fondo di solidarietà e mosca cagliaritano Lecis viene convo-
l’economia sarda, ‘‘Il Solco’’, 1945; La via cato in nazionale per un incontro con la
maestra, ‘‘Il Solco’’, 1945; Il pane quoti- Francia. In seguito lo stesso Lecis pas-
diano, ‘‘Il Solco’’, 1945; Salviamo l’eco- serà al professionismo esordendo a Sas-
nomia sarda, ‘‘Il Solco’’, 1945; Roma, ‘‘Il sari con la vittoria ai punti sul romano
Solco’’, 1945; Perché non siamo ancora
Carosi. I primi sassaresi di vaglia sono
convinti, ‘‘Il Solco’’, 1945; In fondo al ba-
Attilio Sechi della Josto e Antonio Lecis
ratro, ‘‘Il Solco’’, 1945. Molti di questi e
della Torres. Nel 1925 un torneo nazio-
altri articoli sono antologizzati in Luigi
nale mette in luce con il futuro olimpio-
B. Puggioni e il PSd’Az 1919-1955 (a cura
nico Vito Melis lo stesso Antonio Lecis
di Luigi Nieddu), 1973.
(che pratica con successo anche l’atle-
Puggioni, Maria Isabella Consigliere tica e il calcio). Intanto fioriscono nu-
regionale (n. Sassari 1937). Figlia di merose società, dette ‘‘accademie’’, che
Luigi Battista, da giovane interessata si dedicano esclusivamente al p. e che
alla politica è stata uno degli esponenti daranno vita a una grande tradizione.
storici del Partito Radicale in Sarde- Lo spettacolo pugilistico comincia ad
gna, che ha contribuito a fondare e svi- attirare molto pubblico, come avviene
luppare, impegnandosi in numerose nel 1928 quando in un cinema di Ca-
iniziative pubbliche. Nel 1979 è stata gliari si sfidano fra loro due fratelli, en-
eletta consigliere regionale radicale trambi dell’Arborea, Giovanni e Donato
nel collegio di Sassari per l’VIII legi- Masella (per la cronaca, vincerà il se-
slatura, al termine della quale non è condo dopo un incontro senza esclu-
stata rieletta. sione di colpi). Negli anni Trenta il p.
Pugilato Sport. Dopo una breve appari- ha un grande sviluppo, favorito anche
zione in Sardegna agli inizi del Nove- dalle società sportive di regime (GIL,
cento presso le società di ginnastica GUF, Dopolavoro ecc.). Nel 1936 a Ca-
con incontri dimostrativi (a Cagliari gliari si svolgono in un ring all’aperto i
con Giorgio Ballerini e Manlio Cottiglia) campionati nazionali della GIL. In que-
il p. si sviluppa dopo la Grande Guerra. sta occasione i sardi vincono due titoli:
Il reduce cagliaritano Efisio Lecis, che il portotorrese Mario Solinas quello dei
al fronte aveva imparato i segreti della mosca e il cagliaritano Mario Murru dei
noble art dagli alleati inglesi e ameri- medi (nel dopoguerra Solinas diventerà
cani, nel 1921 con l’aiuto dell’Eleonora l’eterno rivale di Gavino Matta col quale
610
disputerà epici incontri per il titolo ita- zie risalgono al secolo XVIII. Nel 1760 i
liano). In questo periodo si mettono in suoi membri ottennero in enfiteusi il
luce, oltre ai già citati, anche il sassa- territorio di Flumini di Quartu per im-
rese Giulio Macioccu, che in seguito di- piantarvi una peschiera e alcuni anni
venterà un grande maestro di p., Ame- dopo acquistarono anche la peschiera
deo Deiana di Olbia, Vito Melis e Anto- di Portovecchio. Nel 1774 ottennero il
nio Pirastu. Alle Olimpiadi di Berlino cavalierato ereditario, ma la famiglia
del 1936 soltanto un arbitraggio discuti- si estinse nel corso del secolo XIX.
bile toglie la vittoria a Gavino Matta. Pugioni, Filippo Maria Pittore (Sas-
Dopo il periodo bellico la passione per sari, seconda metà sec. XVII-ivi, prima
la boxe riprende in un crescendo di qua- metà sec. XVIII). Sacerdote, apparte-
lità e di quantità fino agli anni Settanta- neva all’ordine dei Serviti. Operò a
Ottanta quando inizia, come del resto in Sassari agli inizi del Settecento; di lui
Italia e nel mondo, una notevole fles- rimangono alcuni olii su tela di prege-
sione. Soprattutto negli anni Sessanta vole fattura tecnica.
la Sardegna produce decine di cam-
Pugioni, Maurizio Gesuita, letterato e
pioni soprattutto nelle categorie dei
oratore (Alghero 1731-ivi 1803). Inse-
‘‘piccoli’’, grazie alla capillare diffu-
gnò a lungo Teologia morale presso l’U-
sione di palestre e accademie e all’in-
niversità di Sassari e collaborò col pa-
centivo che viene da grandi campioni
dre Vassallo durante le sue predica-
come Fernando Atzori, campione olim-
zioni, imparando da lui – secondo il
pico a Tokyo nel 1964 e primo sardo a
Tola – la tecnica oratoria per cui di-
conquistare la medaglia d’oro ai Giochi;
venne famoso. Dopo la soppressione
Salvatore Burruni, primo campione
del suo ordine, tornò ad Alghero dove
mondiale tra i professionisti; e poi continuò l’attività di sacerdote e di stu-
Marco Scano, Fortunato Manca, Paolo dioso. «Gli esercizi spirituali e le mis-
Vacca, Andrea Silanos, Franco Sperati sioni da lui date [predicate] annual-
e tanti altri. Comunque anche in anni mente a’ suoi concittadini gli merita-
‘‘magri’’ nascono campioni come Efisio rono il titolo di apostolo della sua pa-
Galici, mondiale nel 1988, e Salvatore tria». Tra i suoi scritti: Memorie storiche
Fanni, europeo nel 1991; negli ultimi della spedizione della gran flotta fran-
anni la crisi sembra essere superata cese contro l’isola di Sardegna, dell’in-
con un gran movimento a carattere gio- vasione della città principale e delle isole
vanile e con una capillare organizza- intermedie, pubblicato a Bologna nel
zione tecnica e medica. Il peso mosca 1793 (anonimo, ma sicuramente attri-
Andrea Sarritzu nel 2005 tenta senza buito a P.), Orazione funebre per Vittorio
successo la conquista del titolo mon- Amedeo III re di Sardegna, 1797. Lasciò
diale contro l’argentino Narvarez, che inediti i testi di molte sue orazioni fu-
conserva la corona dopo un incontro fi- nebri o quaresimali.
nito in parità. Attualmente la punta di
Puglisi, Salvatore Mario Archeologo
diamante del p. sardo è l’olbiese Si-
(sec. XX). Lavorò presso la Soprinten-
mone Maludrottu, confermatosi cam-
denza archeologica di Cagliari tra il
pione europeo dei pesi gallo nell’agosto
1940 e il 1942. Studiò con la Castaldi al-
del 2006 battendo ai punti lo spagnolo
cuni aspetti dell’archeologia della Gal-
Karim Quibir Lopez. [GIOVANNI TOLA]
lura. Tra i suoi scritti: Villaggi sotto roc-
Pugioni Famiglia della borghesia di cia e sepolcri megalitici nella Gallura,
Cagliari (secc. XVIII-XIX). Le sue noti- ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, V-
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VI, 1942; Scavi nella necropoli punica a tro IV, non fu in grado di conservarli. In
inumazione di S. Avendrace e S. Antioco. seguito ottenne i feudi di Serrenti, Sa-
Scavo di tombe ipogeiche puniche, ‘‘Noti- massi e Baralla, ma non riuscı̀ a en-
zie degli Scavi di Antichità’’, 1942; Co- trarne in possesso a causa delle vi-
struzioni romane con elementi punici cende della guerra tra Aragona e Arbo-
nell’antica Karalis, ‘‘Notizie degli Scavi rea. Poiché quando morı̀ la guerra non
di Antichità’’, 1943; Aspetti dell’accanto- era ancora finita, egli trasmise tutti i
namento culturale nella Gallura preisto- propri diritti a sua figlia Giovannetta.
rica e protostorica (con E. Castaldi), Pujg Famiglia della borghesia di Barcel-
‘‘Studi sardi’’, XIX, 1966. lona (sec. XIV). In conseguenza del ma-
Pujades, Pietro Governatore del Logu- trimonio del dottor Ugo con Francesca
doro (Spagna, prima metà sec. XV-Ca- Burges cominciò a interessarsi della
gliari 1503). Abile uomo politico, nel Sardegna. Infatti Francesca era erede
1467 fu inviato in Sardegna da Gio- dei feudi di Baratuli e di Sibiola, che
vanni II e nominato governatore del nel 1335 andarono al loro figlio Gia-
Logudoro. Quando scoppiò il conflitto como. La famiglia, però, non volle spo-
tra Nicolò Carroz e Leonardo Alagon starsi da Barcellona, sicché egli decise
tentò di evitare il peggio con una me- di disfarsi del feudo cedendolo al fisco.
diazione tra i due ma non vi riuscı̀. Pujg, Bartolomeo Scrivano della mo-
Prese parte alla battaglia di Macomer neta (Catalogna, seconda metà sec.
e subito dopo, nello stesso 1478, fu in- XIII-Alghero 1363). Legato all’infante
vestito dell’incontrada di Austis. Alfonso, dopo la conquista, nel 1328, fu
Pujalt Famiglia catalana (secc. XIV- nominato scrivano della moneta di
XV). Si trasferı̀ a Cagliari nella prima Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias) e
metà del secolo XIV con un Guglielmo, guardiano del porto di Cagliari. Nel
uomo d’armi che aveva preso parte alla 1337 decise di tornarsene a Barcel-
campagna di Raimondo Cardona in lona, ma poco dopo, quando Guglielmo
Gallura nel 1330. Come ricompensa Cervellon fu nominato governatore ge-
ebbe in feudo le curatorie della Gal- nerale, accettò di seguirlo assumendo
lura Gemini e del Taras, ma a causa l’ufficio di scrivano del governo vicere-
della ribellione dei Doria perse poco gio. In Sardegna entrò in conflitto di
dopo il suo feudo. Morı̀ nel 1358, poco competenza con Giacomo Salzet, sic-
dopo l’arrivo in Sardegna di Giovanni, ché alla morte del Cervellon, nel 1348,
Pietro e Antonio, cavalieri apparte- tornò nuovamente a Barcellona. Nel
nenti alla sua famiglia; essi presero 1353 seguı̀ Pietro IV nuovamente in
parte alle vicende successive della Sardegna e nel 1361 fu investito di un
Sardegna, ma il più noto dei tre fu An- piccolo feudo nell’Oppia, di cui però
tonio che riuscı̀ a costituire un vistoso non riuscı̀ a entrare in possesso.
patrimonio feudale passato poi alla Pula Comune della provincia di Ca-
sua unica figlia Giovannetta. gliari, compreso nella XXII Comunità
Pujalt, Antonio Uomo d’armi (Catalo- montana, con 6535 abitanti (al 2004),
gna, prima metà sec. XIV-Cagliari, posto a 15 m sul livello del mare al mar-
1396 ca.). Giunse in Sardegna al seguito gine occidentale del golfo di Cagliari.
di Ponzio di Santa Pau e nel 1362 fu in- Regione storica: Nora. Archidiocesi di
vestito dei feudi di Goni e di Samatzai. Cagliari.
Ma quando, l’anno successivo, scoppiò & TERRITORIO Il territorio comunale,
la seconda guerra tra Mariano IVe Pie- di forma grosso modo di un trapezio
612
molto allungato nel retroterra, si roz che lo unı̀ al suo grande feudo di
estende per 138,78 km 2 e confina a Quirra. Estinti i Bertran Carroz il feudo
nord con Santadi, a est con Villa San passò ai Centelles ma il territorio conti-
Pietro e Sarroch, a sud col mare Medi- nuò a rimanere spopolato per tutto il
terraneo e a ovest con Domus de Maria. secolo XVI; fu teatro di frequenti sbar-
Si tratta di una stretta pianura co- chi di corsari barbareschi fino a che non
stiera, dietro la quale si levano subito i vennero costruite le torri litoranee di
rilievi dell’Iglesiente che culminano avvistamento e di difesa. Nel secolo
nelle punte Sa Cresia, 864 m, Sébera, XVII fu avviata la costruzione del nuovo
979, Maxia, 1017. Ne discendono alcuni villaggio anche grazie agli Scolopi che
corsi d’acqua, tra i quali il Rio di P. che ebbero nel territorio delle grandi
sfiora l’abitato. Il paese comunica per aziende agricole. Per costruire le case
mezzo della statale 195 Sulcitana, in gli abitanti del nuovo insediamento si
questi anni integrata con un percorso servirono spesso di pietre che anda-
nuovo e più moderno, e di alcune se- vano a prendere nelle rovine della vi-
condarie che raggiungono le numerose cina Nora. Intanto, estinti i Centelles,
località di villeggiatura del litorale. dopo una lunga lite giudiziaria il villag-
& STORIA Il territorio è ricco di testi- gio passò ai Català e da questi agli Oso-
monianze archeologiche che dimo- rio ai quali fu riscattato nel 1838. Il
strano la continuità dell’insediamento nuovo paese si era ormai sviluppato e a
umano; l’attuale paese però è di origini partire dalla fine del secolo XVIII molte
medioevali, apparteneva al giudicato di famiglie cagliaritane vi acquistarono
Cagliari incluso nella curatoria di Nora terreni e vi crearono alcune moderne
che nella divisione del 1257 toccò ai aziende agricole; nel 1821 divenne ca-
Della Gherardesca del ramo di Donora- poluogo di mandamento e fu incluso
tico. Subito dopo la conquista arago- nella provincia di Cagliari. Quando nel
nese P. unitamente ad altri villaggi della 1848 le province furono abolite entrò a
curatoria fu incluso nel feudo che il re far parte della divisione amministra-
concesse agli antichi signori e gli abi- tiva di Cagliari e dal 1859 della ricosti-
tanti ne divennero vassalli. Scoppiata tuita omonima provincia. Di questo mo-
la prima guerra tra Mariano IV e Pietro mento ci parla lo studioso Vittorio An-
IV, nel 1353 il conte Gherardo di Dono- gius che ne scrisse per il Dizionario del
ratico, incaricato della difesa dei con- Casalis: «Il popolo di Pula componevasi
fini orientali, fu fatto prigioniero dalle nel 1845 di anime 1455, distinte in mag-
truppe giudicali con tanta facilità da far giori di anni 20 maschi 405, femmine
credere che si fosse consegnato nelle 414, in minori maschi 320, femmine 316,
mani dell’invasore. Fu quindi sospet- distribuite in famiglie 378. I particolari
tato di tradimento e il suo feudo venne del movimento della popolazione si de-
confiscato. Subito dopo P. fu concesso in vono notare co’ numeri seguenti, na-
feudo a Emanuele de Entença che però, scite all’anno 60, morti 30, matrimoni
scoppiata la seconda guerra tra Ara- 16. Sono piuttosto frequenti gli esempi
gona e Arborea, ne perdette il controllo; di longevità, e si ebbero esempli note-
fu occupato quindi dalle truppe arbo- voli di gran precocità della pubertà
rensi e cominciò a spopolarsi. Dopo la delle fanciulle. Le malattie mortali più
battaglia di Sanluri, nel 1415 tutto il ter- frequenti sono le infiammazioni di
ritorio oramai completamente spopo- petto nell’inverno, e le perniciose nel-
lato fu dato a Berengario Bertran Car- l’estate ed autunno. Il servigio sanitario
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jali 260, giumenti 500. Bestiame rude. mine 3115; famiglie 2320. La tendenza
Vacche 4500, capre 5000, porci 3000, pe- complessiva rivelava una lieve diminu-
core 12, cavalle 400. Apicoltura. Si colti- zione della popolazione, con morti per
vano le api nella montagna e nel piano; anno 38 e nati 52; cancellati dall’ana-
ma in rispetto di quello che questa indu- grafe 205 e nuovi iscritti 171. Tra i prin-
stria potrebbe essere per le condizioni cipali indicatori economici: imponibile
favorevoli de’ luoghi si fa pochissimo. medio IRPEF 16 351 in migliaia di lire;
Commercio. Nessun paese è meglio si- versamenti ICI 5189; aziende agricole
tuato di Pula per il commercio con la 357; imprese commerciali 280; esercizi
capitale, dove mandano per le barche i pubblici 84; esercizi all’ingrosso 3; eser-
loro prodotti agrari e pastorali». Nel se- cizi al dettaglio 185; ambulanti 6. Tra gli
colo XIX P. divenne località privilegiata indicatori sociali: occupati 1685; disoc-
per la villeggiatura di alcune famiglie cupati 440; inoccupati 272; laureati 28;
cagliaritane. Nel secolo XX il paese ha diplomati 423; con licenza media 1964;
avuto un ulteriore sviluppo grazie al tu- con licenza elementare 1848; analfabeti
rismo estivo. 263; automezzi circolanti 2352; abbona-
& ECONOMIA Le attività di base della menti TV 1503.
sua economia sono quelle legate al turi- & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
smo che valorizza le belle spiagge circo- ritorio è ricco di testimonianze archeo-
stanti; vi operano 15 alberghi con 3486 logiche; in particolare abbiamo testi-
posti letto, 2 aziende agrituristiche con monianze del periodo nuragico con i
18 posti letto, 2 campeggi con 1200 posti nuraghi Gangiu, Magallu, Nuraxeddu
letto; 16 ristoranti e il porto turistico e Pedru Becciu. Il sito di maggiore im-
con 100 posti barca. Di grande impor- portanza è costituito tuttavia dalle ro-
tanza sono anche l’agricoltura, in parti- vine della città fenicio-punico-romana
colare l’orticoltura e la frutticoltura, e di Nora (=), che in numerose e ricor-
l’allevamento del bestiame, soprattutto renti campagne di scavo va rivelando
bovini e suini e in misura minore ovini e una documentazione di enorme inte-
pollame. Negli ultimi decenni si sta svi- resse scientifico.
luppando anche l’attività industriale & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE
che si basa sui settori alimentare, della E AMBIENTALE Il centro storico con-
lavorazione del legno e della produ- serva alcune vecchie case campidanesi
zione di materiali per l’edilizia. È di- costruite in mattoni di terra cruda (là-
scretamente articolata la rete di distri- diri) e ingentilite dalla corte con porti-
buzione commerciale. Servizi. P. è colle- cato (lolla), ma negli ultimi anni, con lo
gato da autolinee agli altri centri della sviluppo del turismo, si è radicalmente
provincia. Dispone di Pro Loco, sta- trasformato l’assetto urbanistico del
zione dei Carabinieri, medico, guardia paese. L’edificio di maggior pregio è la
medica, farmacia, scuola dell’obbligo e chiesa di San Giovanni Battista, nella
scuole secondarie superiori (Istituto quale si svolge la festa in onore del
professionale alberghiero), sportelli santo. Situata al centro del paese, è
bancari. Possiede una Biblioteca comu- stata costruita durante il secolo XIX. Al
nale, il Museo archeologico e l’Aqua- suo interno conserva due sarcofaghi:
rium Laguna di Nora. uno marmoreo del secolo III, che pro-
& DATI STATISTICI Al censimento del viene probabilmente dalla vicina Nora;
2001 la popolazione contava 6373 unità, il secondo, che proviene dalla chiesa di
di cui stranieri 204; maschi 3258; fem- San Francesco di Cagliari, è in marmo
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atti di numerosi convegni e i volumi sui Pullo Famiglia di Iglesias (secc. XVII-
primi venti anni di attività del Circolo. XIX). Le sue notizie risalgono al secolo
XVII; tradizionalmente dedita alla car-
Pulli, Claudio Ceramista (Lecce 1929-
riera militare, espresse alcune emi-
Quartu Sant’Elena 2004). Arrivò a Sas-
nenti personalità. Durante la guerra
sari ancora bambino, quando suo pa-
di successione spagnola i suoi membri
dre Giovanni, noto restauratore di sta-
si schierarono nel partito filoasburgico
tue sacre, vi aprı̀ la sua bottega. Ha stu-
e uno di essi, l’ammiraglio Giuseppe,
diato all’Istituto d’Arte, dove è stato al-
nel 1712 fu nominato governatore delle
lievo di Stanis Dessy, Eugenio Tavolara
finanze del Regno. I suoi discendenti,
e Filippo Figari. Si specializzò quindi
all’avvento dei Savoia, si legarono alla
in ceramica a Faenza. Trasferitosi a
nuova dinastia. Si estinsero nel corso
Cagliari, vi ha aperto un laboratorio
del secolo XIX.
dove lavora le sue originali ceramiche
d’arte dai colori turchese, rosa e viola, Pullo, Giuseppe Ufficiale di carriera
che le rendono singolari. «È sempre ri- (Iglesias 1669-ivi?, 1733). Entrò giova-
masto ancorato alla tradizione sarda – nissimo nella Marina e si segnalò nei
è stato scritto – , ma la sua era, e ri- combattimenti contro i corsari nord-
mane, una bottega moderna nel tempo africani del Mediterraneo. Nel 1692
e antica nello spirito dell’artigianato. passò al servizio di terraferma. Du-
La sua è stata una lezione di modestia, rante la guerra di successione spa-
di buon senso, di intelligenza». È morto gnola aderı̀ al partito filoasburgico e
a Quartu Sant’Elena nel 2004. prese parte a diverse azioni nel corso
delle quali riportò alcune ferite. Nel
Pulli, Elio Pittore (n. Sassari 1934). Arti-
1709 fu nominato ammiraglio delle ga-
sta di grande talento, ha imparato le tec-
lere di Sardegna.
niche della pittura soprattutto stu-
diando i maestri del passato. Nel 1953 Pungitopo Pianta perenne della fami-
si è trasferito a Roma dove è entrato in glia delle Liliacee (Ruscus aculeatus
contatto con maestri come Guttuso, Pi- L.). Sempreverde, suffruticosa, cioè
randello, Mafai, de Chirico. Ha parteci- con base legnosa e parte terminale er-
pato a mostre e rassegne come il premio bacea, ha un fusto molto ramificato,
‘‘Michetti’’ (1952 e 1953), il premio ‘‘Mar- eretto sino a 1,5 m, di colore verde
zotto’’ di Milano (1954), la Quadriennale scuro. Quelle che sembrerebbero fo-
di Roma (1956) e la Biennale di Nuoro glie ovate e appuntite, coriacee e lu-
(1953 e 1957). È quindi tornato in Sarde- cide, sono in realtà trasformazioni dei
gna, dove ha allestito nella campagna di rami che hanno sviluppato la capacità
Alghero il suo laboratorio in cui eser- di svolgere la fotosintesi clorofilliana
cita anche la difficile arte del restaura- (scient. cladodi): la loro natura di rami
tore, che fa parte della tradizione fami- è testimoniata dalla crescita al centro
liare. «Con agilità camaleontica – ha della lamina prima dei fiori, piccoli e
scritto di lui Beba Marsano – P. si impos- verdastri, poi dei frutti; questi ultimi
sessa dei linguaggi più diversi secondo sono bacche rosse di oltre 1 cm di dia-
le diverse esigenze espressive. Sempre metro che crescono e maturano in au-
uno, però, il tema del suo narrare: il tunno-inverno: per il contrasto di co-
mondo (la bellezza della natura o della lori e la persistenza dei frutti, la pianta
città) e la vita quotidiana nel tempo del è usata negli addobbi natalizi. Pur es-
lavoro (nei campi o nei porti) e in quello sendo molto frequente nel sottobosco
del riposo (la chiesa o l’osteria)». delle zone collinari e montane, il p. è
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lingua sarda, e ha iniziato a farsi cono- regionale per la XII legislatura. Nel
scere attraverso i premi letterari. Pas- 2004 non è stato rieletto.
sato poi alla prosa, ha pubblicato il
Putifigari Comune della provincia di
primo romanzo in lingua sarda, S’ar-
Sassari, compreso nella I Comunità
vore de sos tzinesos, 1982, che secondo
montana, con 716 abitanti (al 2004), po-
Nicola Tanda privilegia la «storia so-
sto a 267 m sul livello del mare nel re-
ciale con scelte narrative mediate e in-
troterra di Alghero. Regione storica:
fluenzate dai modelli fortemente ideo-
Alghero. Diocesi di Alghero-Bosa.
logizzati dell’affresco di denuncia so-
& TERRITORIO Il territorio comunale,
ciale». Sono venuti poi i romanzi Ma-
stru Taras, 1991, e Su belu de sa bo- di forma allungata da nord a sud, si
naùra, 2001, e i racconti per ragazzi Pi- estende per 53,12 km2 e confina a nord
pinidas e iscazas, 2004. con Alghero e per un breve tratto con
Olmedo, a est con Uri e Ittiri, a sud con
Pusceddu, Paola Fotografa (n. Tortolı̀, Villanova Monteleone e a ovest con Al-
sec. XX). Vive a Tortolı̀, dove lavora ghero. Si tratta di una regione di col-
come fotografa professionista. Coglie line che si estende dalla linea di costa
con la sua macchina fotografica le im- sino al Sassarese, e ha come punti di
magini di un mondo che tende a scom- riferimento due laghi artificiali: il
parire, fatto di mestieri antichi ma an- Cuga a nord e il Temo a sud. I corsi d’ac-
che di monumenti naturali come gli qua che scorrono vicino a P. apparten-
Scogli Rossi di Arbatax. Le immagini gono in parte al primo bacino idrico, in
che documentano la cerimonia della la- parte al secondo. Il paese comunica at-
vorazione del pane – rigorosamente in traverso una sola strada, quella che di-
bianco e nero – nel lavoro di Maria Lai Il staccandosi dalla 131 bis Alghero-
pane e la parola sono state esposte nella Thiesi si dirige a sud per raggiungere
personale ‘‘Il tempo disteso del pane’’, Villanova Monteleone.
1998, nel centro culturale Man Ray. & STORIA Il villaggio, che sorge in un
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piccolo palazzo. Nel 1821 fu incluso le coperte di letto ornate di rilevati fio-
nella provincia di Alghero; quando nel rami. Scuola. Non vi occorrono più di
1848 furono abolite le province entrò a tre fanciulli. In tutto il paese tre soli
far parte della divisione amministra- sono che sappiano leggere e scrivere
tiva di Sassari e nel 1859 della ricosti- cosı̀ cosı̀, il vicario, il notajo, e il flebo-
tuita omonima provincia. Vittorio An- tomo. Da ciò si vede che abbia prodotto
gius, che si occupò di P. per il Dizionario l’insegnamento elementare, dopo 25
del Casalis, ci descrive un paese ricco di anni da che è stabilito. Agricoltura. A
alberi ghiandiferi, di lecci, di querce, di malgrado tutti gli eccitamenti dati dai
selve abitate da cinghiali, daini, cervi, marchesi l’agricoltura ha poco proce-
lepri, volpi e delle più grandi varietà di duto, e gran parte delle terre ottime
uccelli. Un paese dove abbonda il lenti- per la cultura de’ cereali restano in-
sco ma se ne ricava poco olio perché colte. I putifigaresi hanno tre vidazzoni,
manca il mulino. Dello stato sociale del cioè tre regioni nelle quali seminano al-
paese lo studioso dice: «Nel 1845 la po- ternativamente, sı̀ che ciascuna vidaz-
polazione di P. componevasi di anime zone riposa a maggese per due anni, e
380, e distintamente di maggiori d’anni nulla produce, perché non sogliono i co-
20, maschi 100, femmine 125, di minori, loni mutar le semenze. Le quantità de’
maschi 75, femmine 80, distribuite in fa- vari semi sono ordinariamente ne’ nu-
miglie 85. Per vedere il progresso di meri seguenti. Starelli di grano 525,
questa popolazione ne’ tempi nostri no- d’orzo 250, di fave e legumi 50. Si semina
terò due censimenti, uno del 1801, dove di lino star. 25. La produzione media è
gli abitanti di P. sono al numero 258; l’al- del 7 pel grano, del 10 per l’orzo, del 6
tro del 1826, dove sommano a 295. Il mo- pe’ legumi. Degli agricoltori suindicati
vimento della popolazione diede an- 36 fanno i lavori con l’aratro, 26 con la
nualmente i numeri seguenti, nascite zappa, e questi diconsi narbonai. Le vi-
15, morti 10, matrimoni 3. Le malattie gne non sono più di 26, piccole e mal
mortali sogliono essere le perniciose e coltivate, onde si ha poco mosto e vino
più sovente le infiammazioni. Propor- cattivo. Le piante fruttifere sono in pic-
zionalmente sono in questo popolo col numero e in poche specie e varietà.
molti grandevi che conservarono sino a Bramano le frutta nella loro stagione, e
tardi un sufficiente vigore nelle mem- se non le comprano da’ paesi vicini de-
bra e si servono bene de’ sensi e delle vono molti lasciare senza satisfazione il
facoltà intellettuali. Per la cura della sa- loro desiderio. Pastorizia. Le regioni sil-
lute non si ha più che un flebotomo; i vestri di P. abbondano di pascoli, e sono
soli medicamenti sono la lancetta e al- questi de’ migliori del regno per l’ab-
cune erbe campestri. Professioni. Tra bondanza dell’erbe aromatiche e so-
grandi e piccoli quelli che attendono al- stanziose che non mancano né pure
l’agricoltura sono circa 60, quelli che nella stagione invernale, sono tanto
fanno la pastorizia 65. Tra’ medesimi si ampi, che anche nell’imperfetto attuale
trovano alcuni che fanno pure da mura- sistema pastorale vi potrebbero essere
tori, da fabbri-ferrari, da falegnami, al- nutriti non meno di 25 mila capi e si po-
tri, e non pochi, che fanno carbone. trebbe aversene un prodotto copioso e
Quasi tutte le famiglie possiedono qual- di rara bontà. Il frutto che si ha dal be-
che bene. Le donne lavorano al telajo stiame è notevole, calcolandosi per me-
per provvedere all’uopo della famiglia dia che ogni pecora produce latte, lana
e per vendere. Sono di qualche pregio e feto l.n. 5, le capre altrettanto, le vac-
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costume del miliziano, ‘‘Cagliari econo- L’ufficio di maestro razionale del regno
mica’’, X, 10, 1956; Cartulari d’Arborea. di Sardegna, in Martinez Ferrando archi-
Raccolta di documenti diplomatici sulle ver. Miscelanea de estudios dedicados a
relazioni tra il giudicato di Arborea e il re su memoria, 1968; Il problema delle ori-
d’Aragona 1328-1430, ‘‘Archivio storico gini del Castellum Castri de Kallari, ‘‘Ar-
sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Il console della chivio storico sardo’’, XXX, 1976; Ca-
nazione sarda nel regno di Napoli, ‘‘Ca- gliari catalana. Strutture e modificazioni
gliari economica’’, IX, 14-17, 1957; Sar- sociali, in Atti del IX Congresso di storia
degna, Italia e commercio mediterraneo della Corona d’Aragona, 1973; A Cagliari
negli archivi di Valenza e di Palma di Ma- l’approvvigionamento delle derrate ali-
jorca, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXV, 1-2, mentari è stato controllato per secoli dal
1957; Pirati e corsari nei mari della Sar- mostazaffo, ‘‘Almanacco di Cagliari’’,
degna durante la prima metà del secolo 1988; A partire dal 1327 per oltre due se-
XV, in Atti del IV Congresso di storia della coli i cagliaritani furono stranieri in pa-
Corona d’Aragona, I, 1959; Carte reali tria, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1989.
aragonesi e spagnole dell’Archivio comu- Puxeddu, Giovanni Angelo Pittore e
nale di Cagliari, ‘‘Archivio storico scultore (San Pantaleo, prima metà
sardo’’, XXVI, 1959; Schiavi sardi a Ma- sec. XVII-?). A metà del secolo XVII
jorca nella seconda metà del secolo XIV, fissò la sua residenza a Cagliari, dove
in Studi storici in onore di Francesco aprı̀ uno studio e fu molto apprezzato.
Loddo Canepa, I, 1959; Storia della Sar- Tra le moltissime sue opere vanno ri-
degna, 1960; Documenti inediti sul con- cordati il Tabernacolo per la chiesa di
flitto tra Eleonora d’Arborea e Giovanni Monserrato (1652-1654) e una serie di
I d’Aragona, ‘‘Archivio storico sardo’’, ancone per le chiese di Nuraminis, di
XXVII, 1961; Castell de Bonayre, la pri- Suelli e per il Duomo di Oristano.
mera comunidad catalana en Cerdeña, Puxeddus, Is Località abitata in terri-
‘‘San Jorge’’, 46, 1962; Tre note sul con- torio di San Giovanni Suergiu. L’agglo-
flitto tra Mariano IV d’Arborea e Pietro IV merato si è sviluppato in età non preci-
d’Aragona, ‘‘Archivio storico sardo’’, sabile, e comunque non prima del se-
XXVIII, 1962; La mancata spedizione in colo XVII, da un furriadroxiu costruito
Sardegna di Giovanni I d’Aragona, in da un gruppo di pastori in un territorio
Atti del VI Congresso internazionale di concesso in enfiteusi a una famiglia Pu-
Studi sardi, 1962; La prima introduzione xeddu che ha finito per dargli il nome.
del municipio di tipo barcellonese in Sar- Py Brondo Famiglia cagliaritana di
degna. Lo Statuto del castello di Bonaria, mercanti (secc. XVII-XVIII). Le sue no-
in Studi storici e giuridici in onore di An- tizie risalgono al secolo XVII. Nel corso
tonio Era, 1963; due capitoli, La Sarde- del secolo i suoi membri raggiunsero
gna nel primo periodo della dominazione una considerevole condizione econo-
aragonese e La Sardegna all’epoca delle mica e alcuni di loro furono eletti con-
lotte tra Aragona e Arborea, in Breve sto- siglieri della città. Nel 1648 ottennero
ria della Sardegna (a cura di Alberto Bo- il cavalierato ereditario con un dottor
scolo), 1965; L’assassinio di Ugone III Francesco che nel 1653 fu ammesso
d’Arborea e la pretesa congiura arago- allo Stamento militare durante il par-
nese, ‘‘Anuario de Estudios medioeva- lamento Lemos. I suoi discendenti pre-
les’’, II, 1965; Il periodo aragonese in Sar- sero parte a tutti gli altri parlamenti,
degna, in La società in Sardegna nei se- ma si estinsero nel corso del secolo
coli (a cura di Alberto Boscolo), 1967; XVIII.
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lamenti nel secolo XVI: il caso del Re- anni dopo vince il torneo precedendo
gnum Sardiniae nell’Età di Filippo II, lo stesso Cagliari (che sarà ammesso
in La représentation dans la tradition d’ufficio alla serie B), la Carbosarda e
occidentale de jus civile, 1995; Il Parla- la squadra sassarese. Deve rinunciare
mento del viceré Gastone di Moncada alla serie C, probabilmente per motivi
marchese di Aytona 1592-1594, vol. 12 finanziari. Dopo anni di anonimato nei
della collana ‘‘Acta Curiarum Regni campionati regionali, tornerà alla ri-
Sardiniae’’, 1997. balta parecchi anni dopo. Nel 1980, col
nome di Sant’Elena Q., ottiene una sto-
rica promozione in serie C2, portando
alla ribalta alcuni giocatori, come Gigi
Piras, che diventerà protagonista nel
Cagliari. Dopo tre campionati in que-
sta categoria, nel 1984 una grave crisi
finanziaria porta la compagine al falli-
mento. La squadra viene ritirata a
metà del campionato: il Sant’Elena Q.
viene cancellato e dovrà ricominciare
dalle categorie inferiori. Attualmente
milita nel girone A del campionato di
Stagno di Quartu – Lo stagno e l’abitato di
Quartu Sant’Elena. promozione regionale, mentre a
Quartu è nata un’altra squadra che si
chiama Q. 2000. [GIOVANNI TOLA]
Quartu, stagno di Specchio d’acqua di
forma allungata che si stende a sud del- Quartucciu Comune della provincia di
l’abitato, dal capo Sant’Elia, a ovest, Cagliari, compreso nella XXIV Comu-
fino a castello Su Forti e alla località nità montana, con 11 297 abitanti (al
Margine Rosso a est. Separato dal 2004), posto a 16 m sul livello del mare
mare da una sottile striscia sabbiosa – tra Monserrato e Quartu Sant’Elena.
la spiaggia del Poetto e il suo prolunga- Regione storica: Campidano di Ca-
mento, molto frequentati in estate – è gliari. Archidiocesi di Cagliari.
alimentato da alcuni corsi d’acqua; & TERRITORIO Il territorio comunale
nella parte occidentale è adibito a sa- si estende per 27,87 km2, comprendenti
lina. Per quanto inserito in una zona anche le frazioni di Su Pezzu Mannu e
cosı̀ intensamente popolata, con la Sant’Isidoro, e si sviluppa in direzione
case di Cagliari e di Quartu che arri- nord-est, sino a comprendere le prime
vano sin sulle sue rive e una strada alture del massiccio dei Sette Fratelli.
molto trafficata che lo costeggia a sud, Si tratta quindi di un territorio in parte
costituisce una importante area natu- pianeggiante, porzione della piana
ralistica frequentata da diverse specie campidanese intorno a Cagliari, forte-
di volatili quali fraticelli, folaghe, ana- mente urbanizzata, in parte di colline
tre e molte altre. di media altezza ricoperte di macchia
Quartu, Unione Sportiva Società spor- mediterranea e in minima parte dal
tiva nata nell’immediato dopoguerra bosco. A ovest del paese scorre il Rio
sotto la presidenza di Antonio Picci. di San Giovanni, che va a gettarsi nello
Nel 1945 viene iscritta nel campionato stagno di Molentargius, mentre a est si
di calcio di I divisione, lo stesso in cui trova lo stagno di Simbirizzi. Q. è inse-
militano il Cagliari e la Torres. Due rito nella fitta rete stradale della re-
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di cui sarebbe degno, ed avrebbesi un ciali 526; esercizi pubblici 28; esercizi
larghissimo compenso. Bestiame all’ingrosso 3; esercizi al dettaglio 132;
manso. Hanno i quartucciesi per i la- ambulanti 37. Tra gli indicatori sociali:
vori agrari e per il carreggio buoi 370, occupati 2666; disoccupati 562; inoccu-
cavalli per sella e trasporto 120, giu- pati 778; laureati 173; diplomati 1319;
menti 400. Bestiame rude. I capi vaccini con licenza media 3091; con licenza ele-
non oltrepassano forse i 150, i porcini mentare 2755; analfabeti 111; automezzi
500, i pecorini 2500. Le donne di Q. circolanti 2946; abbonamenti TV 2052.
come quelle di Quarto educano molto & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nu-
pollame, e ne ottengono lucro». Q. fu merose sono le testimonianze archeo-
comune autonomo sino al 1928, quando logiche che il territorio conserva a par-
divenne frazione di Cagliari, per poi tire dal periodo prenuragico, in parti-
riacquistare la sua autonomia nel 1983. colare, per il periodo nuragico, i nura-
& ECONOMIA La base della sua econo- ghi Mela Murgia e Nuraxi Anna, il com-
mia è costituita dall’attività indu- plesso nuragico Nuraxi Piccia e la
striale che si basa sui settori alimen- Tomba di giganti Sa Domu ’e S’Orcu.
tare, della lavorazione del legno, dei Questa ha un’aula rettangolare provvi-
laterizi e dei materiali per l’edilizia, sta di un bancone per le offerte e del-
con alcuni settori che si occupano an- l’abside lunga più di 16 m. Vi si accede
che di ottica, strumenti di precisione, da un portello architravato che si apre
metalmeccanica, plastica e vetro. Ad sulla facciata fornita di esedra ed è da-
essa è connessa e discretamente svi- tabile al Nuragico medio.
luppata la rete di distribuzione com- & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-
merciale. Sono ancora praticati l’agri- RALE Il centro storico ha in gran parte
coltura, in particolare l’orticoltura, la conservato il suo assetto tradizionale,
viticoltura e la frutticoltura, e l’alleva- lungo le strade è possibile trovare nu-
mento del bestiame, in particolare di merose case campidanesi costruite in
suini, ovini ed equini. Vi opera anche mattoni di terra cruda (làdiri), alle quali
un albergo con 20 posti letto. Servizi. Q. si accede attraverso un portale monu-
è collegato mediante autolinee agli al- mentale che immette nella corte. L’edi-
tri centri della provincia. Dispone di ficio più significativo è la chiesa parroc-
Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me- chiale di San Giorgio, situata nel centro
dico, guardia medica, farmacia, scuola storico, che fu edificata nel secolo XVI.
dell’obbligo, sportelli bancari. Pos- Al suo interno conserva un polittico raf-
siede una Biblioteca comunale. figurante una Crocifissione attribuito a
& DATI STATISTICI Al censimento del Bartolomeo Castagnola (=), alcune sta-
2001 la popolazione contava 10 179 tue lignee del secolo XVII e una attri-
unità, di cui stranieri 33; maschi 4958; buita al Lonis. Altra importante chiesa
femmine 5221; famiglie 3132. La ten- è quella di Sant’Efisio, costruita nel se-
denza complessiva rivelava una sostan- colo XI in forme romaniche e donata
ziale stabilità della popolazione, con agli inizi del secolo XII ai Vittorini di
morti per anno 82 e nati 99; cancellati Marsiglia. Nel corso dei secoli succes-
dall’anagrafe 386 e nuovi iscritti 354. sivi è stata ripetutamente modificata e
Tra i principali indicatori economici: attualmente delle forme originarie ri-
imponibile medio IRPEF 18 075 in mi- mane la facciata sormontata dal campa-
gliaia di lire; versamenti ICI 3581; nile a vela. Ha un impianto a una navata
aziende agricole 121; imprese commer- completata dall’abside semicircolare.
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schile è costituito da una camicia di tela In età romana Q.S.E. era un centro
bianca con collo alto ricamato e chiuso sulla strada che da Carales conduceva
da bottoni, e dai calzoni di cotone a Turris e aveva una certa importanza
bianco. Sopra la camicia si indossano il probabilmente per la produzione vini-
gilet (su croppettu) di velluto rosso vino cola. Nel Medioevo sul suo attuale ter-
sul davanti e di panno nero dietro (per ritorio sorgevano alcune piccole ville
le feste è di broccato nero a fiori dorati), tra cui Quartu Jossu, Quartu Donnico,
e la giacca con cappuccio (su sereniccu) Cepola, che facevano parte del giudi-
di panno nero con ornamenti di velluto cato di Cagliari comprese nella curato-
rosso. Sopra i pantaloni si indossano il ria del Campidano. Dopo il crollo del
gonnellino (sa roda) di panno nero e le giudicato, nella divisione del 1257 en-
ghette (is crazzas) di panno nero con bor- trarono a far parte dei territori ammi-
dino di velluto. Completa l’abbiglia- nistrati direttamente dal Comune di
mento la classica berritta di panno Pisa; i loro abitanti erano legati all’at-
nero, molto spesso tenuta ferma sulla tività di estrazione del sale. Dopo la
fronte da un fazzoletto rosso. conquista aragonese Quartu Jossu,
Quartu Sant’Elena Comune della pro- che era il più importante dei villaggi
vincia di Cagliari, compreso nella del territorio quartese, fu concesso in
XXIV Comunità montana, con 69 159 feudo a Guglielmo de Lauro, i suoi abi-
abitanti (al 2004), posto a 6 m sul livello tanti continuarono a essere tenuti a
del mare a est di Cagliari. Regione sto- prestare il servizio nelle saline e ave-
rica: Campidano di Cagliari. Archidio- vano il diritto di guardia dei litorali;
cesi di Cagliari. Quartu Donnico e Cepola, legati mag-
& TERRITORIO Il territorio comunale giormente alle saline, furono ammini-
si estende per 96,28 km2, comprendenti strati direttamente da funzionari reali.
anche le frazioni di Flumini, Margine Nel territorio di Quartu Donnico, però,
Rosso e Sant’Andrea, e confina con Ca- nel 1328 furono riconosciute vaste pro-
gliari, Quartucciu, Maracalagonis e prietà fondiarie a Pietro de Açen. La
per un lungo tratto col mare Mediterra- popolazione di Quartu Donnico e di Ce-
neo del golfo di Cagliari. Si tratta di pola cominciò a diminuire e nel 1331
una porzione di pianura costiera, fer- Quartu Jossu, la cui importanza an-
tile e ricca di acque: a est della città si dava aumentando, fu nuovamente con-
trova lo stagno di Simbirizzi, a ovest cesso in feudo a Giacomo d’Aragona.
quello di Molentargius, a sud quello – La sua popolazione tentò di sfuggire al-
allungato lungo il litorale – di Q.S.E., l’umiliante servitù del cavar sale nelle
parte del quale è adibita a saline. La saline, molti tentarono di trasferirsi a
città è inserita nel fitto e frequentato Cagliari, ma il feudatario li perseguı̀
reticolo di strade che si sviluppa alla inflessibile ottenendo dal re il privile-
periferia di Cagliari; a breve distanza gio di poterli costringere a lavorare
passa la superstrada 554 che ha inizio nelle saline anche se si fossero trasfe-
dalla ‘‘Carlo Felice’’ e, poco a oriente riti a risiedere a Cagliari. Negli stessi
di Q.S.E., va a innestarsi nella costiera anni Pietro de Açen perse il controllo
per Villasimius. dei suoi possedimenti e Quartu Don-
& STORIA Il suo territorio è ricco di nico, oramai quasi completamente
testimonianze archeologiche che di- spopolato, fu concesso in feudo a Ber-
mostrano la continuità dell’insedia- nardo Descoll. Quartu Jossu subı̀ gravi
mento a partire dal periodo nuragico. danni a causa della peste del 1348 e,
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morto Giacomo d’Aragona, nel 1350 fu fu tale che addirittura nel 1586 i quar-
acquistato da Berengario Dusay. Scop- tesi chiesero di poter cingere di mura
piata la prima guerra tra Mariano IV e l’abitato. Ma le tribolazioni di quello
Pietro IV il villaggio fu occupato dalle che stava diventando un grosso villag-
truppe giudicali che vi fissarono il loro gio furono anche di altro genere: nel
accampamento provocando gravi 1539 infatti dovette sopportare un’epi-
danni. Finita la guerra il territorio era demia di peste. Durante il secolo XVII
quasi deserto e solo Quartu Jossu e Ce- le condizioni di Q.S.E. non migliora-
pola riuscirono a mandare i loro rap- rono: nel 1603 soffrı̀ per un’invasione
presentanti al Parlamento del 1355. di cavallette, nel 1636 e nel 1652 per le
Nel 1358 Quartu Jossu e ciò che rima- epidemie di peste. Anche il periodo di
neva di Quartu Donnico furono asse- incursioni da parte dei corsari non
gnati nuovamente a Berengario Bar- venne meno, nel 1615 si registra infatti
quer che però, scoppiata la seconda un’altra incursione e negli anni succes-
guerra tra Mariano IV e Pietro IV, non sivi la comunità visse come assediata.
fu più in grado di controllare il suo Nonostante tutto, la mancanza di vin-
feudo. Occupato dalle truppe giudi- coli feudali consentı̀ la crescita del vil-
cali, il territorio divenne teatro delle laggio e nel corso del secolo i suoi abi-
operazioni e Quartu Donnico sparı̀. Fi- tanti si affrancarono definitivamente
nita la guerra Quartu Jossu, semispo- dalla servitù del sale col pagamento di
polato, tornò in mani aragonesi e nel un tributo annuo in denaro. Essendo
1427 fu incluso in una baronia concessa state costruite nel corso del secolo al-
a Giovanni De Sena il quale, carico di cune torri litoranee, si liberarono an-
debiti, cedette il villaggio a Ludovico che del diritto di guardia pagando un
Aragall nel 1437. Quest’ultimo lo ce- tributo. Dopo il passaggio della Sarde-
dette alla città di Cagliari che però gna agli Asburgo, nel 1711 fu concessa
non fu in grado di conservarne il pos- in feudo a Francesco Pes la signoria
sesso per cui dal 1468 il territorio tornò utile delle rendite civili del territorio
al fisco. Iniziò cosı̀ una lunga fase di di Q.S.E. La concessione fu confermata
disagi e di tribolazioni per gli abitanti dai Savoia e inutilmente, negli anni
di Quartu Jossu, che continuarono a es- successivi, gli abitanti tentarono di li-
sere tenuti al servizio nelle saline e a berarsi dalla nuova dipendenza. Il rap-
fare la guardia nei litorali. Questa fun- porto con i feudatari si fece difficile e
zione, col passare degli anni, a causa nel 1760 tentarono di resistere all’esa-
delle ricorrenti spedizioni di corsari zione dei tributi. Nel 1793 Q.S.E. e il
barbareschi, divenne importante e nel suo litorale furono teatro dei momenti
1506 fu regolamentata. Fu nominato un salienti dello sbarco francese e del suo
official che aveva il compito di organiz- fallimento; la sua popolazione prese
zare la difesa; purtroppo però il terri- parte attiva alla preparazione della di-
torio continuò a essere attaccato, subı̀ fesa e ai combattimenti che portarono
infatti incursioni nel 1520, nel 1533, nel alla cacciata dei francesi. Nel 1821 fu
1579 e nel 1582. Di particolare violenza incluso nella provincia di Cagliari e
fu la incursione del 1582 nella quale i nel 1838 finalmente si liberò dalla di-
barbareschi riuscirono a catturare pendenza feudale. Vittorio Angius ha
moltissimi giovani, anche dei villaggi lasciato una precisa testimonianza:
vicini, che portarono in Africa per es- «Popolazione. Nel 1846 computossi
sere venduti come schiavi; lo spavento questa di anime 6266, distinte in mag-
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giori di anni 20, maschi 2040, femmine agraria de’ quartesi. Il vigneto è molto
2103, e in minori maschi 1025, femmine esteso, come ho notato, e il suolo gene-
1100, distribuite in famiglie 1643 e in ralmente ottimo per le viti. Le princi-
case 1342. Tra le malattie più frequenti pali varietà che si coltivano sono le
si notano le infiammazioni, massime dette, Rosa, Appesorgia, Moscatello,
all’addome, e le febbri periodiche e Cannonao, Galoppo, Corniola, Monica,
nervose. Per la cura della salute si Moscatellone, Nasco, Malvagia, Girò,
hanno due medici, tre chirurghi, cin- Bovali, Nuragus. La vendemmia suol
que flebotomi, e due speziali; per le essere ordinariamente copiosissima.
puerpere due levatrici. Professioni. Pastorizia. Restando tante regioni in-
Nel sunnotato numero di famiglie, nel culte avrebbesi il comodo educare
quale comprendesi tutta la popola- gran copia di bestiame delle solite spe-
zione, sono famiglie agricole 1320, pa- cie; non pertanto, come si è potuto in-
storali 30, mestieranti 270. A queste si tendere dal troppo ristretto numero
debbono aggiungere quelle, i cui capi delle famiglie pastorali, è pochissimo
hanno un nobile officio, essendo appli- il bestiame che appartiene a’ quartesi.
cati alla direzione delle coscienze, alla Tutto il bestiame manso consiste in
cura de’ corpi, al foro o al notariato. buoi per l’agricoltura e per il carreggio
Complessivamente i medici, chirurghi 400, in cavalli da sella e per trasporto
ecc. sono 12, i preti 7, i notai pubblici 7, 566, in giumenti 1200. Negli altri anni i
i causidici 5. Lavori donneschi. La fila- buoi pel servigio agrario erano un più
tura e la tessitura è l’occupazione delle gran numero, in questo scemarono per-
donne dopo il panificio e la cura delle ché o furono tolti per i debiti, o furono
cose domestiche. Quasi ogni casa ha il venduti per supplicare a’ bisogni della
suo telajo, epperò se ne possono nume- famiglia, massime mancando fin di se-
rare almeno 1300, de’ quali 115 sono ri- menza e di altri mezzi per lavorare. Nel
formati, cioè simili a quelli che si ado- bestiame rude si numerano capi vac-
perano nel continente. Se fossero in cini 1000, caprini 3000, pecorini 5500,
questo paese persone intelligenti e stu- cavallini 500. Le donne quartesi edu-
diose del pubblico vantaggio, anche in cano con molta diligenza gran copia di
questo parlare si sarebbe progredito pollame, galline, polli d’india, oche,
più che si è fatto: ma persone siffatte ecc., perché hanno gran lucro dalle
sono rare, e il progresso che ho notato è uova, e da’ pollastrini e polli grandi
merito di uno solo. Agricoltura. In ra- che vendono nella capitale». Abolite
gione della popolazione la cultura de’ le province nel 1848, Q.S.E. fu inserito
cereali è molto ristretta, perché ordi- nella divisione amministrativa di Ca-
nariamente non si semina più di sta- gliari. Nel 1859 tornò definitivamente
relli di grano 2000, d’orzo 300, di fave a far parte della provincia di Cagliari;
600, in totale 2900 giornate, il che non nel 1862 Q.S.E. aggiunse ufficialmente
dipende dalla scarsezza de’ terreni la dedicazione a Sant’Elena. Per tutto
atti, ma più tosto dalla troppa esten- l’Ottocento e il Novecento l’economia e
sione del vigneto che domanda molte la popolazione del centro continua-
braccia nel tempo, in cui devonsi pre- rono a crescere e il suo abitato fu colle-
parare le terre e seminarle, e dall’es- gato a quello di Cagliari con un tranvai.
sere gran parte de’ medesimi a note- & ECONOMIA La base della sua econo-
voli distanze dal paese. Viticoltura. mia è oramai costituita dall’attività in-
Ecco il ramo principale della industria dustriale che si basa sui settori alimen-
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tare, lattiero-caseario, elettrico, elet- 311. Tra gli indicatori sociali: occupati
tronico, della lavorazione del legno e 19 350; disoccupati 2959; inoccupati
tessile, della produzione di laterizi e 4029; laureati 2311; diplomati 11 081;
materiali per l’edilizia, e ancora con licenza media 19 759; con licenza
aziende metalmeccaniche, della pla- elementare 14 513; analfabeti 1631; au-
stica, del vetro, oltre alla stampa e alla tomezzi circolanti 27 087; abbonamenti
pesca. Ad essa connessa e discreta- TV 12 943.
mente sviluppata è la rete di distribu-
zione commerciale. Sono ancora prati-
cati l’agricoltura, in particolare l’orti-
coltura, la viticoltura e la frutticoltura,
e l’allevamento del bestiame, in parti-
colare di bovini, suini, ovini ed equini.
Vi operano anche 5 alberghi con 1222
posti letto, un campeggio con 400 posti
letto, 19 ristoranti e il porto turistico con
450 posti barca. Artigianato. Antica e
molto radicata è la tradizione della la-
vorazione dei gioielli in filigrana; si pro-
ducono anche in alcune botteghe i rino-
mati dolci di Q.S.E. Servizi. La città è
collegata mediante autolinee con gli al-
tri centri della provincia. Dispone di
Pro Loco, stazione dei Carabinieri,
ospedale, medico, guardia medica, far-
macia, scuola dell’obbligo e scuole se-
condarie superiori (Liceo classico e
scientifico, Istituti tecnici e professio-
nali), 12 sportelli bancari. Possiede una
Biblioteca comunale, i musei Sa Dom’e Quartu Sant’Elena – Saline.
Farra e il Ciclo della Vita, 2 emittenti TV,
un periodico. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-
& DATI STATISTICI Al censimento del
ritorio conserva testimonianze ar-
2001 la sua popolazione contava 68 911 cheologiche a partire dal periodo pre-
unità, di cui stranieri 1539; maschi nuragico, in particolare la cosiddetta
34 111; femmine 34 800; famiglie Stazione di viale Colombo, ascrivibile
23 642. La tendenza complessiva rive- alla cultura di Ozieri. È ricco anche di
lava un costante aumento della popola- testimonianze dell’età nuragica: con-
zione, con morti per anno 381 e nati ser va i nuraghi Angelu Nieddu,
665; cancellati dall’anagrafe 1867 e Biancu, Forti Becciu, Gallitas, Jana,
nuovi iscritti 2112. Tra i principali in- Luas, Ludus, Maripintau, Medau Abru-
dicatori economici: imponibile medio xiau, Meris, Monte Acuzu, Pusceddu,
IRPEF 20 873 in migliaia di lire; versa- Sighientu, Siliqua, Su Lillu, Tuvu
menti ICI 27 290; aziende agricole 1095; Mannu. Numerose sono le testimo-
imprese commerciali 2223; esercizi nianze di età romana, di particolare in-
pubblici 263; esercizi all’ingrosso 28; teresse i resti di una villa rustica in lo-
esercizi al dettaglio 767; ambulanti calità Flumini.
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bitato, fu costruita nel secolo XIII in conservano il ricordo della Q.S.E. con-
forme romaniche. Ha l’impianto a una tadina, oramai scomparsa, in partico-
navata completata dall’abside e la co- lare la festa della Candelora e quella
pertura a volta a botte. La facciata è ar- della Madonna del Rosario. A partire
ricchita da un campanile a vela e dal dai primi del Settecento, a cura della
portale architravato. Durante il tenta- Confraternita del Rosario, nella chiesa
tivo di sbarco dei francesi nel 1793 fu parrocchiale si svolgono con partico-
profanata da alcuni soldati che vi pene- lare solennità i festeggiamenti della Pu-
trarono imponendo il berretto frigio rificazione della Vergine. La festa, cu-
alla statua del santo. Le spiagge di rata dalla prioressa della confraternita
Q.S.E. erano guardate da un sistema di cui per l’intero anno spetta il compito di
torri che permettevano l’avvistamento curare la Cappella del Rosario, si svolge
e l’eventuale difesa del litorale da in- il 2 febbraio. La statua della Madonna
cursioni nemiche. Appena fuori dall’a- incoronata viene posta al centro della
bitato, lungo la spiaggia del Poetto, si chiesa dove la prioressa dell’arcicon-
trova la torre cinquecentesca di Carcan- fraternita accompagnata da fanciulle
giolas con impianto a forma troncoco- in costume e da suonatori di launeddas
nica; durante la seconda guerra mon- offre ceri benedetti e due colombe can-
diale fu trasformata in bunker anti- dide alla Madonna. Subito dopo la sta-
sbarco e ne fu compromessa la stabilità. tua, recante un cero acceso in mano, è
Finita la guerra, a causa delle mareg- condotta in processione attorno alla
giate, la torre ha cominciato a inclinarsi chiesa. Quindi la prioressa offre in casa
e oggi si è completamente piegata sulla sua un assaggio di frittura a tutti i con-
spiaggia riducendosi a un rudere. Inol- venuti. Sempre la stessa prioressa della
trandosi in direzione di Villasimius tro- confraternita nella prima domenica di
viamo la torre di Foxi, in buono stato di maggio deve organizzare la festa detta
conservazione. Fu costruita nel 1578 in S’Arroseri. Pare che questa festa ri-
forma troncoconica e destinata all’avvi- salga addirittura al secolo XVI. Alla vi-
stamento e alla difesa. Al suo interno si gilia della ricorrenza le prioresse degli
trova un ambiente con volta a cupola; anni precedenti vanno in casa della
era servita da una piccola guarnigione. prioressa dell’anno portandole mazzi
Nelle sue vicinanze si trovava la torre di di rose. Nel giorno successivo le prio-
Sant’Andrea, edificata nel Cinquecento resse in costume vanno in parrocchia
con caratteristiche simili. Questa torre, reggendo canestri di rose che vengono
che fu teatro di alcune delle operazioni benedette durante la messa e distri-
salienti dello sbarco francese del 1793, è buite ai fedeli presenti. Con le rose ven-
stata purtroppo recentemente distrutta gono distribuiti anche una croce e un
forse per far posto a una lottizzazione. piccolo cero; subito dopo tutti si recano
L’ultima delle torri costiere del territo- a casa della prioressa per un rinfresco.
rio di Q.S.E. sorgeva lungo la strada per La festa della Madonna di Buoncam-
Villasimius in località Mortorio; attual- mino si svolge la prima domenica di lu-
mente ne resta un cumulo di massi che glio presso la chiesetta omonima, è or-
non permettono di ipotizzare a quale ganizzata dal Gremio dei bottai e cul-
funzione fosse destinata. mina in una suggestiva processione nel
& FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le corso della quale la statua della Ma-
antiche tradizioni popolari rivivono in donna viene portata in processione per
alcune feste di carattere religioso che le campagne. La chiesetta campestre di
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