Alla morte di Lenin (1924) ci fu una lotta per la successione tra
Stalin (dittatore e politico sovietico) e Trockij (politico russo) che avevano idee contrastanti, Trockij pensava che la rivoluzione russa potesse continuare solo estendendo la rivoluzione nel resto del mondo, Stalin riteneva invece che si dovesse prima rafforzare la rivoluzione solo in Russia, per creare un forte stato socialista. La linea politica di Stalin fu appoggiata dal comitato centrale del partito, infatti Trockij venne espulso dall'URSS, la NEP-Nuova politica Economica di Lenin venne sostituita dai Piani quinquennali. L'economia era sotto il controllo diretto dello Stato, proprietario di terre, miniere, fabbriche, banche. Lo Stato programmò ogni 5 anni la produzione delle industrie e dell'agricoltura (stabilisce quantità e prezzi). I piani quinquennali diedero poca importanza ai beni di consumo (abiti, case, auto), si concentrarono sulla costruzione di nuovi macchinari, armamenti, grandi industrie, centrali elettriche, ferrovie. Negli anni Trenta si raggiunse l'obiettivo di Stalin: fare dell'URSS una grande potenza industriale. Il costo umano divenne altissimo, ci fu il divieto di sciopero nelle fabbriche e i salari erano bassissimi, inoltre Stalin impose la collettivizzazione delle terre, i contadini dovevano entrare per forza in aziende cooperative comuni controllate dallo Stato e dal partito. I contadini non presero bene questa notizia e per protesta distrussero i raccolti. Il Governo così scatena contro i contadini una guerra civile che dura anni provocando carestie. Milioni di contadini vennero deportati in Siberia o costretti al lavoro forzato. I pochi beni di consumo vennero razionati: chi faceva parte del partito o dei servizi segreti aveva la possibilità di comprare in negozi speciali, mangiare bene e a poco in mense riservate, comprare case grandi o fattorie. Nasce così un ceto di funzionari potenti (la NOMENCLATURA). Stalin rafforzò il suo potere con una dittatura spietata, così iniziarono GLI ANNI DEL TERRORE. Stalin creò un ''culto della sua persona'', si presentò, grazie alla propaganda, come padre della patria. La sua polizia segreta diffuse il terrore arrestando, uccidendo e deportando migliaia di persone. Anche l'arte e la cultura divennero strumenti di propaganda del regime, si crearono campi di lavoro forzato (GULAG) in cui i detenuti erano costretti a lavorare fino allo stremo. Si trattò di una dittatura spietata e totalitaria.