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La chiave dell'evoluzione
Sāvitrī e il Mantra
In The Future Poetry, il suo magistrale saggio sul futuro della poesia, Sri Aurobindo ha scritto:
The Mantra is the word that carries the godhead in it or the power of the godhead, can bring it into the
consciousness and fix there it and its workings, awaken there the thrill of the infinite, the force of something
absolute, perpetuate the miracle of the supreme utterance. (CWSA 26:313)
“Il Mantra è la parola che portà in sé la divinità o la potenza della divinità, che può farla entrare nella
coscienza e stabilirvela con tutte le sue funzioni, destandovi l’emozione dell’infinito, la forza di qualcosa di
assoluto, perpetuando il miracolo della suprema enunciazione.”
In Sāvitrī, che è l’espressione più diretta dell’esperienza spirituale di Sri Aurobindo e può essere vista come la
grande mantra mālā o collana dei mantra del suo yoga integrale, troviamo puntualmente un passaggio che
descrive l’esperienza viva del mantra e la sua azione nella coscienza. Il passo in questione — che incidentalmente
spiega anche come leggere Sāvitrī, e quali frutti se ne possano cogliere — si trova nella seconda parte del poema,
Libro Quarto, Canto III (CWSA 3334:375), e comincia con il verso:
As when the mantra sinks in Yoga’s ear,
[æz wen ðә ˈmantra siŋks in ˈjogaz iәr ]
| As when: Come quando | the mantra: il mantra | sinks: affonda, cade in profondità | in Yoga’s ear: nell’orecchio
dello Yoga |
L’immagine richiama alla mente il modo tradizionale in cui il maestro trasmette il mantra al discepolo,
sussurrandoglielo nell’orecchio. Il mantra “affonda” nell’orecchio come se la coscienza individuale fosse un lago
nelle cui acque il mantra cade, posandosi nel profondo.
Va notato che l’orecchio di cui si parla qui è “l’orecchio dello Yoga” (e non dello yogin, o della yogini, come ci si
potrebbe aspettare). Yoga è una parola che letteralmente significa “unione”, di solito interpretata come l’unione
con il brahman, la realtà ultima delle cose, trascendente e immanente, uno stato considerato il frutto
fondamentale della pratica che si dice, appunto, “dello yoga”; per cui la parola viene comunemente usata anche
per indicare la pratica stessa.
E’ necessario che sia “l’orecchio dello Yoga” a porsi in ascolto perché il mantra deve poter arrivare senza ostacoli
nel profondo, e per questo serve uno stato di ricettività silenzioso, limpido e chiaro. Vengono alla mente i versi di
Dante:
“Quali per vetri trasparenti e tersi,
o ver per acque nitide e tranquille…” (Paradiso, Canto III)
Esiste tuttavia un’inerzia, un’ottusità abitudinaria della mente e del corpo, che il mantra deve superare:
Its message enters stirring the blind brain
[its ˈmesidʒ ˈentәz ˈstәːriŋ ðә blaind brein]
| Its message: Il suo messaggio | enters: entra, penetra | stirring: riscuotendo (dal torpore), facendo fremere | the
blind brain: il cervello cieco |
And keeps in the dim ignorant cells its sound;
[ænd kiːps in ðә dim ˈiɡnәrәnt selz its ˈsaund]
| And keeps: E mantiene, fa continuare | in the dim: nelle fioche, poco illuminate | ignorant cells: cellule ignoranti
| its sound: il suo suono |
Il cervello è “cieco” perché non è sensibile, nel suo stato ordinario, a quella che potremmo chiamare la frequenza
del mantra. Occorre allora che il mantra persista, che risuoni nelle “cellule ignoranti e in penombra” per tutto il
tempo necessario ad aprire porte rimaste lungamente chiuse, mettendo in contatto la coscienza di superficie con
l’essere profondo.
The hearer understands a form of words
[ðә ˈhɪәrәʳ ˌʌndәˈstændz ә ˈfɔːm әv ˈwәːdz]
| The hearer: colui che ascolta | understands: comprende | a form: una forma | of words: di parole |
La prima cosa che l’ascoltatore sente è la forma esterna del mantra, vale a dire le parole. Tradizionalmente si parla
di tre tipi di suono: il suono esterno, il suono interno, e il suono segreto. Il suono esterno è quello che usiamo
ordinariamente nella comunicazione verbale, in cui i diversi suoni vengono associati a significati convenzionali,
come ci ricorda il verso che segue:
And, musing on the index thought it holds,
[ænd, ˈmjuːziŋ ɔn ði ˈindeks ˈθɔːt it houldz]
| And, musing: E, riflettendo | on the: sopra il | index thought: “pensiero indice” | it holds: che contiene |
Sri Aurobindo chiama index thought o “pensiero indice” il pensiero associato al significato delle parole, viste
appunto come la voci di un indice o catalogo (oggi forse si potrebbe dire un “database”) dei nostri pensieri riferiti
agli oggetti, concreti o astratti che siano.
Ma il senso del mantra resta insondabile e ostico per questa abituale decodifica mentale. L’ascoltatore cui il
mantra in realtà si rivolge, come abbiamo visto, non è l’io identificato con la mente di superficie:
He strives to read it with the labouring mind,
[hi straivz tә riːd it wið ðә ˈleibәriŋ maind]
| He strives: Si sforza | to read it: di leggerlo | with the: con la | labouring mind: mente che lavora a fatica |
Inevitabilmente il cervello tenta la decodifica che gli è abituale, che in questo caso però non può riuscire, oppure
può ottenere solo un risultato minimo:
But finds bright hints, not the embodied truth:
[bʌt faindz brait hints, nɔt ði imˈbɔdid truːθ]
| But finds: ma trova | bright hints: accenni brillanti | not the: non la | embodied truth: verità incarnata |
La potenzialità della coscienza è illimitata ma il cervello, e per esteso l’intelletto, hanno limiti derivanti dalle
abitudini cristallizzate nella loro natura: anche quando ricevono lampi o frammenti di conoscenza,
immediatamente li trasformano in pensieri e concetti e così facendo spesso bloccano la vera comprensione. Il
praticante dello yoga, se vuole progredire, deve trovare in sé quello spazio interiore limpido e silenzioso, e lì
mettersi in ascolto:
Then, falling silent in himself to know
[ðen ˈfɔːliŋ ˈsailәnt in himˈself tә nou]
| Then: Quindi, | falling silent: facendosi silenzioso | in himself: dentro di sé | to know: per conoscere |
He meets the deeper listening of his soul.
[hi miːts ðә ˈdiːpә ˈlisn̩iŋ әv hiz soul]
| He meets: Incontra | the deeper: il più profondo | listening: ascoltare, udire | of his soul: della sua anima |
Quello che il mantra evoca e risveglia, in chi lo pronuncia e in chi l’ascolta, è la coscienza nel centro del cuore che è
la sola in grado di percepire il suono “interno”. Solo da quel momento il mantra comincia a svolgere
compiutamente la propria funzione:
The Word repeats itself in rhythmic strains:
[ðә ˈwәːd riˈpiːts itˈself in ˈriðmik streinz]
| The Word: La Parola | repeats itself: si ripete | in rhythmic: in ritmici | strains: motivi (o melodie nel senso
musicale) |
La Parola che così risuona in quella dimensione interiore “si ripete in motivi ritmici”: sono ritmi interiori e innati
che dettano le cadenze fondamentali di ogni lingua e, codificati, ne hanno formato la metrica. E’ importante
ricordare che l’uomo ha solo scoperto questi ritmi, non li ha inventati — fanno parte della natura.
Il fatto che il suono di semplici sillabe e parole poste in sequenze ritmiche possa avere tanta importanza e
produrre effetti così significativi, non deve stupire. Le frequenze, le vibrazioni, costituiscono la base stessa del
mondo. L’origine della manifestazione è spesso descritta come il Suono che sorge nello spazio originario, — o che,
in effetti, lo crea. Questo Verbo originario è il “suono segreto”.
Anche quella che percepiamo come materia è una frequenza. Si dice tradizionalmente che l’embrione del bambino
cresca nel seno della madre guidato da suoni che formano i vari cakra o centri dell’energia, principali e secondari,
dai quali poi si sviluppano gli organi fisici e le membra del nuovo corpo.
Thought, vision, feeling, sense, the body’s self
[ˈθɔːt, ˈviʒᵊn, ˈfiːliŋ, sens, ðә ˈbɑːdiz self]
| Thought: Il pensiero | vision: la visione | feeling, sense: la sensazione, i sensi | the body’s self: il sé del corpo |
Sri Aurobindo distingue tre componenti di base dell’essere umano: la mente, l’energia e il corpo. Ciascuna di esse
ha un proprio sé, che sostiene quella parte dell’essere. Qui l’accento viene messo sul sé del corpo, perché il corpo
fisico è la parte meno responsiva alle vibrazioni di ciò che chiamiamo “spirito”. Ma il potere del mantra può essere
tale da imporsi a tutte queste parti, integrandole in una suprema culminazione della coscienza:
Are seized unutterably and he endures
[ɑː siːzd ʌnˈʌtrәbli әnd hi inˈdjuәz]
Are seized: vengono afferrati | unutterably: in modo indicibile | and he: ed egli (l’ascoltatore del mantra) |
endures: sopporta, sostiene |
An ecstasy and an immortal change;
[æn ˈekstәsi әnd æn iˈmɔːtl̩ tʃeindʒ]
An ecstasy: un’estasi | and an immortal change: e un immortale cambiamento |
He feels a Wideness and becomes a Power,
[hi fiːlz ә waidnәs әnd biˈkʌmz ә ˈpauә]
He feels: egli percepisce | a Wideness: una Vastità | and becomes: e diviene | a Power: un Potere |
All knowledge rushes on him like a sea:
[ɔːl ˈnɔlidʒ ˈrʌʃiz ɔn him ˈlaik ә siː]
All knowledge: la conoscenza tutta | rushes on him: lo investe, lo travolge | like a sea: come un mare |
Transmuted by the white spiritual ray
[trænzˈmjuːtid bai ðә wait ˈspiritʃuәl rei]
Transmuted: trasmutato | by the white: dal bianco | spiritual ray: raggio spirituale |
He walks in naked heavens of joy and calm,
[hi wɔːks in ˈneikid ˈhevn̩z әv dʒɔi ænd kɑːm]
He walks: Egli cammina | in naked heavens: in nudi cieli | of joy and calm: di gioia e di calma |
Sees the Godface and hears transcendent speech.
[ˈsiːz ðә ɡɔdfeis әnd hiәz trænˈsendәnt spiːtʃ ]
Sees: vede | the Godface: il volto di Dio | and hears: e ode | transcendent speech: la parola trascendente |.
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Sarva mangalam!
M.M.
Sāvitrī सा饳वȚी
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