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Come principio generale, prima di tutto viene l’esegesi, cioè leggere la Bibbia esegeticamente, la

grammatica può sempre contenere l’eccezione, l’esegesi contestuale è una, ed è sempre valida.

Ora nel caso specifico l’aggettivo “pas” significa ogni, tutto/i, e dire che ha senso distributivo indefinito per
indicare al plur. tutti, ogni cosa, non inficia con il fatto che è strettamente collegato al vs. precedente
mediante la congiunzione “de” che ne connette il significato contestuale, e cioè che il credente non deve
disprezzare le profezie ma nell’esaminare tutto (ogni cosa), al fine di ritenere il bene, deve esaminare anche
l’attività profetica, perché come dice Giovanni molti falsi profeti sono sorti, di cui alcuni usciti anche di
mezzo a noi (1Gv.2:18-19; 1Gv.4:1). Paolo parla di discernimento degli spiriti (1Co.12:10) e dirà che i profeti
nel loro esercizio possono essere giudicati (1Co.14:29). Sempre ai tessalonicesi poi ricorda di non farsi
sconvolgere né turbare da pretese ispirazioni (2Te.2:1-2).

In altre parole il credente non deve credere ad ogni spirito o farsi facilmente raggirare (scritturalmente
parlando), ma come quel bell’esempio tanto caro a noi evangelici a cura dei bereani, esaminare le Scritture
per vedere se le cose stanno così.

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