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Fabbricati rurali
Giova dunque fornire, in primis, la risposta al primo quesito. E’ da ritenere che il collegato
fiscale alla finanziaria 2007, il D.L. n. 262/2006 e relativa legge di conversione, non abbia apportato
alcuna novella normativa in ordine alla assoggettabilità, fiscale in senso lato e all’ICI in particolare,
dei fabbricati rurali posseduti da “soggetti titolari di trattamento pensionistico corrisposto a seguito
di attività svolta in agricoltura”, secondo la locuzione usata dal legislatore dell’art. 9, comma 3, lett.
a) del D.L. 30 dicembre 2003, n. 557.
Il richiamato comma 37 dell’art. 2 del D.L. n. 262/2006 si limita infatti ad imporre la
qualifica di “imprenditore agricolo iscritto nel registro delle imprese di cui all’art. 8 della legge n.
580/1993”, ai fini del riconoscimento della ruralità dei fabbricati destinati ad edilizia abitativa, agli
immobili posseduti “dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno,
ovvero dell’affittuario o dal soggetto che ad altro titolo conduce il terreno cui l’immobile è
asservito. Nulla viene innovato circa il riconoscimento di tale “ruralità” ai fabbricati posseduti da
“soggetti titolari di trattamento pensionistico corrisposto a seguito di attività svolta in agricoltura”,
per i quali tale riconoscimento era stabilito fin dalla emanazione del D.L: n. 557/1993 ed ai quali,
ovviamente, non si applicano le ulteriori restrizioni di iscrizione al registro delle imprese agricole.
Ne consegue che il pensionato agricolo, quale sopra meglio qualificato, non è soggetto ad
ICI per il fabbricato dallo stesso posseduto destinato ad edilizia abitativa, o per funzioni
strumentali all’attività agricola, fermo restando, come chiaramente indicato nel quesito, il
rispetto di tutte le altre condizioni oggettive previste dall’art. 9 del citato D.L. n. 557/1993.
Lo stesso art. 9, infatti, prescrive, ai fini del riconoscimento del carattere di ruralità dei
fabbricati, il contemporaneo possesso di requisiti soggettivi, descritti nella lett. a) del comma 3, e
più sopra analizzati, ed insieme dei requisiti oggettivi, descritti nelle successive lett. b), c), d) ed e),
i cui dati salienti sono:
b) l'immobile deve essere utilizzato quale abitazione, o per funzioni strumentali all’attività agricola,
dal pensionato agricolo, sulla base di un titolo idoneo, ovvero da dipendenti esercitanti attività
agricole nell' azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate
lavorative superiore a cento, assunti nel rispetto della normativa in materia di collocamento, ovvero
dalle persone addette all' attività di alpeggio in zone di montagna;
c) il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere superficie non inferiore a 10.000 metri quadrati
ed essere censito al catasto terreni con attribuzione di reddito agrario. Qualora sul terreno siano
praticate colture specializzate in serra o la funghicoltura o altra coltura intensiva, ovvero il terreno è
ubicato in comune considerato montano ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 gennaio
1994, n. 97, il suddetto limite viene ridotto a 3.000 metri quadrati;
d) il volume di affari derivante da attività agricole del soggetto (pensionato) che conduce il fondo
deve risultare superiore alla metà del suo reddito complessivo, determinato senza far confluire in
esso il proprio trattamento pensionistico. Se il terreno è ubicato in comune considerato montano ai
sensi della citata legge n. 97 del 1994, il volume di affari derivante da attività agricole del soggetto
che conduce il fondo deve risultare superiore ad un quarto del suo reddito complessivo, determinato
secondo la disposizione del periodo precedente;
e) i fabbricati ad uso abitativo, che hanno le caratteristiche delle unità immobiliari urbane
appartenenti alle categorie A/1 ed A/8, ovvero le caratteristiche di lusso previste dal decreto del
Ministro dei lavori pubblici 2 agosto 1969, adottato in attuazione dell' articolo 13 della legge 2
luglio 1949, n. 408, non possono comunque essere riconosciuti rurali.
Il successivo comma 3-bis, aggiunto dall' art. 2, comma 1, del D.P.R. 23 marzo 1998, n. 139,
dispone che, ai fini fiscali, deve riconoscersi carattere rurale alle costruzioni strumentali alle attività
agricole di cui all' articolo 29 del T.U.I.R n. 917/1986 e che deve, altresì, riconoscersi carattere
rurale alle costruzioni strumentali all' attività agricola destinate alla protezione delle piante, alla
conservazione dei prodotti agricoli, alla custodia delle macchine, degli attrezzi e delle scorte
occorrenti per la coltivazione, nonché ai fabbricati destinati all'agriturismo.