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S T A T E M E N T

Chi vede unopera di Matteo Montagna deve essere consapevole di star spiando dal buco di una s

erratura: nella maniera in cui due genitori non sono invitati ad assistere alle gare immaginarie di

un bambino nella propria cameretta, cos non lo il pubblico in questo spazio alle corse

Viviamo in un mondo immerso da immagini di cui noi tutti siamo responsabili, siamo solitarie a cui Montagna partecipa nellintimit del suo studio. Montagna concorre con s

responsabili di tutto ci che consapevolmente o inconsapevolmente (ri)creiamo, stesso perch lunica persona con cui sicuro di potersi divertire. Quello che lascia agli

ogni individuo ha una coscienza civile di cui giocatore. In quanto responsabile di altri una azione catturata, fermata, il fotogramma di unesperienza che non siamo autorizzati

quello che creo, mi interessa poter far sperimentare allo spettatore unesperienza qua- a vivere ma pi che altro assaporare, e se vogliamo, immaginare.

si nostalgica, sollecitandolo a creare un dialogo costruttivo con s e per la comunit in cui Ci che dellatto del giocare lascia tanto inspirati scienziati e artisti il fatto che la sua natura

viviamo. Lo spirito con cui raggiungo e cerco di far raggiungere questa non contraddice strettamente quella della realt, bens ne fornisce unalternativa: il gioco

esperienza si pone in maniera ironica, divertente, ma del tutto resposanbile. Il pu essere una simulazione, ma nel suo compiersi esso occupa il medesimo peso

lavoro non rimane soltanto scultura, ma diventa cos un vero modo per poter sperimenta- nello spazio e nel tempo della sua controparte socialmente riconosciuta. Ma la cosa da

re una realt alternativa. Infatti lo spazio espositivo spesso lo tratto come se fosse unarena di gioco. tenere a mente in questo caso che un gioco non esiste se non esistono le sue leggi: le regole

La mia pratica artistica, spesso, non si origina in studio, ma in strada, sono per i giochi gli angoli che delineano un perimetro invisibile, sono i paletti che marcano le

convertendo essa in un laboratorio di idee. Attraverso unazione porte di uno stadio quando ledificio non c. esattamente in

performativa sul luogo e lincontro diretto con la materia mi diverto, gioco, mi questa dimensione sovrapposta ma invisibile che i lavori di Montagna vogliono esistere.

eccito, ballo. Infine in studio alimento tutto il processo creativo e costruisco il I bambini sono gli indiscussi padroni dei giochi, ma i lavori di Montagna non sono sullessere il

rapporto con lopera. Mi piace pensare alla mia pratica artistica come un bambino, bens sul fare il bambino. Nel suo lavoro, bambino smette di essere identit sociale e

corteggiamento. Ironia. Sport. Gioco. Le principali linee guida dei miei lavori. diventa pratica ferrea, una dottrina fatta di sconfinate autorit e leggerezza, il sommo potere di

Sportivo fin dallet infantile, uso laspetto ludico come un esercizio quotidiano. creare parentesi eterotopiche in cui storie di successi e

sconfitte si articolano nel rettangolo di un cortile.

(dallamico Riccardo Sossella)


BROOOM BROOM
Installazione con bidoni e stampi di macchine in
gesso
cm misure varie
2017

Limmagine di una coppia di ragazzi che gareg-


giano con modellini di automobili su un assorti-
mento di ringhiere, muri e colonne diventa per
Montagna uno spettacolo in cui i piani strutturali
del luogo si ribaltano, laria diventa terreno calpesta-
tile e due disciplinati professionisti disegnano, con
sconcertante manualit, delle traiettorie invisibili.
Montagna prova a ricreare le condizioni di ques-
to evento trasformando il suo studio in unarena
automobilistica e utilizzando le consistenze, le
forme e i colori pi vicini allinfanzia come medi-
um scultoreo per poi ribaltarli, svuotarli, scuoter-
li con la lucidit del mondo adulto a cui appar-
tiene, alla ricerca di collisioni tra mondi paralleli.
Quattro bidoni dolio da officina si offrono come pie-
distalli di una serie di calchi in gesso di macchinine
giocattolo (BBurago) che lartista ha precedente-
mente impiegato in corse solitarie nel suo studio,
lasciando scie pastello di percorsi arbitrari e impreve-
dibili. Quello che rimane di queste gare - vestigia di
bolidi consumati, polverizzati, infranti - diventa al
contempo oggetto-testimonianza di unesperienza
intima e trofeo di consolazione per noi, i partecipanti
passivi. La loro qualit quasi da reperto archeologico
ci avvicina, come accade nei musei, a luoghi inevita-
bilmente altri, oasi di ricordo distaccate ed eterna-
mente piacevoli, di cui linfanzia lindiscutibile apice.
OP OP
Installazione con tappeto, palline di carta,
cestino, autoparlanti
cm 350 x 360
2015

Linstallazione nasce dal gioco di poter far canestro


nel cestino di dove abitualmente si lavora. Il pro-
cesso dellopera inizia come una performance, ma
viene resa segreta e restituisce unimmagine gi
consumata. Ladesivo sistemato a terra non altro
che il campo da basket, dove le misure sono quelli
reali del centro del campo da pallacanestro. Il sim-
bolo raffigurato stato creato dallartista, in quan-
to ha voluto creare un vero e proprio brand come
quello di una franchigia sportiva. Linstallazione
del lavoro si adatta al luogo dove viene instal-
lato a seconda delle esigenze, cos permettendo
allartista di giocare ogni volta in maniera diversa
la partita di basket con i suoi idoli, come fareb-
be un bambino nella propria stanza. Laudio di
questa partita immaginaria viene registrato e dif-
fuso poi nellambiente a installazione ultimata.
SALONE
Installazione con palloni e coperta
cm varie misure
2014

Questo lavoro nasce dallincontro di un ricordo


fanciullesco e dalla ricerca storica sul gioco della
palla, che fa da background al lavoro. Con un at-
teggiamento da calciatore prepara la scena come
se fosse allinterno di un campo da calcio. Cal-
ciando letteralmente i palloni per lasciarli cadere
casualmente sulla coperta, facendo emergere con
un atmosfera nostalgica quel gioco praticato da
fanciulli con i palloni una volta rotti e lacerati. La
coperta stesa a terra richiama quel mondo quo-
tidiano del nucleo famigliare e larena di gioco del
bambino, diventando opera stessa e non display.
METTO A FUOCO LACQUA
Videoproiezione, 16
2013

Le immagini delle diapositive rievocano quel gio-


co in cui si fanno rimbalzare i sassi sullacqua, gli
stessi sassi sono creati con dellargilla (materiale
rievocativo del pongo usato da bambino). Ques-
ta azione reale viene ripetutamente sezionata in
pi archi temporali e cos la realt di un momen-
to ben veloce e sfuggente viene rallentato e ana-
lizzato nella sua completa forma. Si crea cos una
situazione quasi di stallo di un realt immaginar-
ia in continuo divenire, come se il ricordo di quel
gioco volesse essere sempre nella nostra mente
per non dimenticarci della nostra anima infantile.
AUTORITRATTO
Installazione con banchi da scuola, disegni
in tecnica mista su carta
cm 200 x 120 x 50
2011

100 autoritratti dellartista.


Lartista chiede di farsi ritrarre da 100 bambini, cos
che la visione della realt venisse vista per quello
che vedono loro e quindi pi vicina ad una realt pi
pura e sincera, senza filtri. Questi bambini che pos-
siedono quellanimo poetico non pi rintracciabile
negli adulti e che possono constantemente porsi
domande sulluniverso in cui sono appena arrivati.
Linstallazione viene presentata con dei banchi
scolastici appartenuti alla medesima scuola fre-
quentata dallartista, fungendo da contenitori.
Matteo Montagna (Monza Brianza, 1992. Vive e lavora a Milano). Laureato nel 2015 alla Nuova Accademia
di Belle Arti (NABA) di Milano.

E s p o s i z i o n i
P e r s o n a l i

2017

Brooom Broom, a cura di Sonnenstube e Morel, Lugano.

E s p o s i z i o n i
C o l l e t i v e

2016

Pozzo dei Goti in Arte 4a edizione, a cura di Collettivo Flock; Barcellona Pozzo di Gotto.
Lascia Un Segno, a cura di delleAli Teatro; Villa Sottocasa, Vimercate.

2014

Cali Gold Rush, a cura di Marcello Maloberti; Lucie Fontaine, Milano.


Facciamo cheravamo; Sonnenstube, Lugano.

2013

Flash Art Event, Amore Mio, a cura di Marcello Maloberti, Arianna Rosica, Igor Muroni; Palazzo del
Ghiaccio Milano.
One Remembers A Part Of What One Saw And Forgets The Rest, a cura di Elvira Vannini; Careof, Milano.

2012

Stracrepaccio Paradise-Il Crepaccio, a cura di Marcello Maloberti; Milano

C o l l a b o r a z i o n i

Scalo Art Pavillions (2016), Scalo Milano City, Greetings, di Alice Ronchi, a cura di Bruna Roccasalva;
Locate Triulzi
Artissima (2014), PER4M, AMEN Il boschetto dei giovani artisti, di Marcello Maloberti; Torino
Biennale dArte di Venezia (2013), Italian Pavilion, La Voglia Matta, di Marcello Maloberti; Venezia

matteo_montagna@libero.it
+39 340 90 11 918

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