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Fagioli
Testi a cura di:
Michele Piccinini, Antonella Petrini,
Donatella Fuselli, Marino Antonelli
Progetto finanziato dal GAL SIBILLA nellambito delliniziativa comunitaria LEADER PLUS
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Si ringraziano
per la collaborazione nella realizzazione del progetto:
Accademia Georgica di Treia
Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare delle Marche (ASSAM)
Comune di Fiuminata
CRAB Centro di Riferimento per lagricoltura biologica Prov. Di Torino
Dip. di Scienze Sociali - Facolt di Economia Universit Politacnica delle Marche
Facolt di Agraria - Universit Politecnica delle Marche
Fondazione Giustiniani Bandini
Gruppo tecnico del PAS (Progetto Agricoltura Sostenibile del Parco Nazionale dei Monti Sibillini)
Istituto Nazionale di Economia Agraria sede regionale delle Marche
Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura - Istituto del CRA - Sezione di Bergamo (ISC-CRA)
La Salvia srl
Marco Monetti
CERMIS
Centro Ricerche e Sperimentazione
per il Miglioramento Vegetale N. Strampelli
Via Abbadia di Fiastra, 3
62029 TOLENTINO (MC)
tel. e fax 0733.203437
cermis@tin.it - www.cermis.it
Grafica e stampa
Scocco&Gabrielli
PRESENTAZIONE
A partire dalla seconda met del ventesimo secolo, molte specie di interes-
se agrario, un tempo ampiamente coltivate ed utilizzate per lalimentazione
umana, hanno subito una progressiva contrazione della diffusione che le sta
portando allestinzione. Tra le tante cause che hanno contribuito al minor
utilizzo di queste colture vanno ricordate: levoluzione dello stato sociale, il
cambiamento delle abitudini alimentari, la mancanza di standard per le pra-
tiche colturali, la globalizzazione dei mercati e lomologazione delle produ-
zioni.
Queste piante, attualmente definite minori e quasi dimenticate, hanno
permesso levoluzione dellagricoltura e da loro dipende la nostra sopravvi-
venza. La perdita di diversit genetica contribuisce direttamente anche ad un
appiattimento culturale che comporta una graduale scomparsa di tradizioni
popolari, usi e costumi associati a tutte quelle colture ormai in disuso.
La necessit di salvaguardare queste risorse genetiche e la maggiore atten-
zione dei consumatori verso unalimentazione pi salubre, genuina e tradi-
zionale sta orientando il mercato verso la riscoperta di prodotti tipici. Oltre
alla garanzia di qualit, infatti, il consumatore sempre pi interessato ad
altri elementi che differenzino il prodotto e che dimostrino i legami con la
tradizione, la storia e la cultura di determinate aree geografiche. Promuovere
la ricerca, la raccolta e la caratterizzazione di alcune specie e variet locali con-
sente quindi la conservazione e la valorizzazione sia delle colture caratteristi-
che di un territorio che del patrimonio storico-culturale ad esse legato.
Sulla base di questi presupposti il GAL Sibilla, nellambito delliniziativa
comunitaria LEADER PLUS, ha affidato al CERMIS - Centro Ricerche e
Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale N. Strampelli la realizza-
zione del progetto Sperimentazione e recupero di produzioni agricole ed
agroalimentari. Lobiettivo principale quello di tutelare la biodiversit e,
contemporaneamente, valorizzare leconomia di settori e di aree marginali
penalizzate dai processi di globalizzazione dei mercati e di omologazione delle
produzioni attraverso:
il recupero di quattro specie agrarie: mais da polenta, miglio, roveja e
fagiolo;
la ricerca degli usi e delle tradizioni locali a queste associate;
la valutazione delle caratteristiche agronomiche, nutrizionali ed economi-
che;
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IL FAGIOLO
INTRODUZIONE
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CENNI STORICI
ORIGINI
I fagioli sono considerati un prodotto del Nuovo Mondo, anche se rappre-
sentano un cibo conosciuto ed utilizzato dagli antichi romani e greci. La cosa
non deve destare stupore, infatti il termine fagiolo non indica soltanto nume-
rose specie e variet ma anche due generi botanici diversi, il Phaseolus e il
Vigna, originatisi in parti del mondo lon-
tane: America il primo e Africa il secon-
do. Per questo i greci e i romani conosce-
vano il fagiolo dallocchio, cos detto per
lalone che circonda lileo, che dal punto
di vista botanico appartiene al genere
Vigna, mentre tutte le altre specie di
Phaseolus che attualmente utilizziamo
sono giunte in Europa solo dopo i viaggi
di Colombo nelle Americhe. In questa
parte del mondo erano coltivati fin dai
tempi pi antichi: vasi contenenti fagioli
sono stati ritrovati in Per nelle tombe
del periodo pre-Inca. Nel sedicesimo
secolo, quando vennero introdotti anche
in Europa dagli spagnoli e dai portoghe-
si, furono accolti favorevolmente e da allora si coltivano per la produzione di
granella fresca o secca e di baccelli verdi utilizzati nellalimentazione umana.
I fagioli, assieme a rape, cavoli, cipolle e ad altri legumi, sono stati ritenuti
per molti secoli un alimento adatto solamente alla plebe, ai lavoratori del
braccio, a chi doveva faticare. Non a caso questi ortaggi, ed in particolare i
fagioli, sono stati a lungo definiti la carne dei poveri. Proprio per le carat-
teristiche nutrizionali simili alla carne, accompagnati da cereali, formaggi ed
uova, oltre a diventare il cibo della gente povera, furono introdotti nei mona-
steri per fare fronte al precetto di non mangiare carne in alcuni periodi del-
lanno, divenendo quindi anche simbolo di umilt e castit.
A questi legumi, assai nutrienti perch ricchi di proteine vegetali, di sali
minerali e di amido, in passato si attribuivano poteri miracolosi ed erano
considerati quasi come portafortuna, capace di tenere lontano ogni maleficio.
Il fagiolo veniva addirittura ritenuto simbolo di immortalit, forse per la pre-
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Foto: registro di entrata ed uscita generi del magazzeno della tenuta di S. Maria in Selva del 1878 conser-
vato presso larchivio della Fondazione Giustiniani Bandini.
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DESCRIZIONE BOTANICA
Radice
Lapparato radicale caratterizzato da una parte centrale maggiormente svi-
luppata (fittone) dalla quale fuoriescono numerose radici secondarie, spesso
ramificate ed estese, ma solo negli strati superficiali del terreno. Nellapparato
radicale si trovano degli ingrossamenti, dove vivono dei batteri (Rhizobium
leguminosarum) capaci di fissare lazoto dellaria e di metterlo a disposizione
della pianta, una caratteristica non esclusiva dei fagioli ma comune a tutte le
leguminose.
Fusto
I fusti sono caratterizzati da steli angolosi di altezza e portamento variabi-
lissimi: da nani (altezze che vanno da 35 a 50 cm e fasi di fioritura e matu-
razione molto concentrate nel tempo quindi adatti alla coltura di pieno
campo perch si prestano meglio alla meccanizzazione delle operazioni col-
turali) a rampicanti (pi produttivi dei precedenti ma capaci di raggiungere
e superare i 3-4 m, quindi si prestano meglio alla coltura ortense dove la rac-
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colta pu essere scalare e manuale). Per queste ultime variet necessario pre-
disporre dei sostegni artificiali sui quali il fusto si avvolge a spirale girando
verso sinistra.
Foglie
Le foglie trifogliate sono composte da tre parti cuoriformi detti lembi.
Ogni foglia sostenuta da un picciolo coperto da una peluria ruvida, che
serve da collegamento con il fusto. Le prime due foglie che si formano (foglie
cotiledonali o embrionali) sono costituite da un solo lembo di forma ovale o
appuntita e pertanto vengono dette foglie semplici.
Fiori
I fiori sono riuniti in infiorescenze a racemo ed inseriti allascella delle
foglie: il numero cambia a seconda delle variet, in genere da 2 a 6 nelle nane
fino a 15 nelle rampicanti. Anche il colore in genere abbastanza variabile e
va dal bianco al giallastro, al rosato, al lilla, al violetto ed al rosso vivo. Il fiore
preso singolarmente ha una corolla composta da 5 petali
ed una forma irregolare caratteristica della famiglia delle
papillionacee alla quale appartiene. La fecondazione
quasi esclusivamente autogama: talora gli insetti visitano i
fiori ma il frutto si forma in genere senza alcun interven-
to esterno in quanto la fioritura cleistogama.
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Frutto
Il frutto un legume pendulo pluriseminato denominato baccello e costi-
tuito da due valve ed un solo carpello. Una caratteristica anatomica molto
importante, che ne determina il tipo di utilizzazione, la presenza o lassen-
za nel baccello di tessuti fibrosi. Si hanno in questo modo due tipi di strut-
tura del baccello e quindi di utilizzazione principali: variet da sgusciare,
quando sono presenti un cordone lungo le linee di saldatura (filo) e strati di
tessuto fibroso (pergamena) entro ciascuna valva, e variet mangiatutto,
quando i baccelli ne sono sprovvisti. Il colore esterno del baccello, la forma,
le dimensioni, la consistenza ed il numero di semi contenuti sono estrema-
mente variabili e legati alla specie e alle variet.
Seme
I semi, contenuti allinterno dei baccelli in numero variabile, sono costituiti
da un tegumento esterno (dove si osserva lileo che rappresenta il punto di
attacco alle valve esterne), due cotiledoni e lembrione. Le variet si differen-
ziano per forma (sferica, allungata, reniforme, appiattita o cilindrica), colore
(tinta unita, bicolori o variamente screziati, variegati e marmorizzati), volu-
me, peso (da 300 a 700 mg), composizione e consistenza dei semi. E da que-
sti caratteri che generalmente dipende anche il valore merceologico del seme
stesso.
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CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI
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Il contenuto proteico medio va dal 2% dei fagiolini al 6,5% dei fagioli fre-
schi e al 23% dei fagioli secchi. I fagioli sono quindi degli ottimi alimenti
plastici, freschi, ma soprattutto secchi e rappresentano una ottima fonte di
proteine che apporta in discrete quantit alcuni amminoacidi essenziali come
lisina, treonina, valina e triptofano. Le quantit di questi amminoacidi nei
fagioli sono sicuramente superiori a quelle presenti nelle proteine dei cereali
(frumento, mais e riso), dove per sono maggiormente rappresentati altri
amminoacidi essenziali (metionina e cistina). Da ci deriva limportante con-
siderazione di ordine pratico che lassociazione di cereali e loro derivati con i
fagioli, risulta essere razionale in quanto i due patrimoni proteici, entrambi
incompleti, si integrano e si riequilibrano vicendevolmente, fino a mettere a
disposizione dellorganismo una miscela proteica con un valore biologico
paragonabile a quello delle proteine animali.
Il contenuto in vitamine discreto: quelle maggiormente rappresentate
appartengono al gruppo B e precisamente la B1 e la B2, la cui carenza pro-
voca disturbi nellassimilazione delle sostanze nutritive, infiammazioni dei
nervi, alterazioni delle mucose, secchezza e screpolatura della pelle, alterazio-
ni del funzionamento di alcune ghiandole endocrine ecc.. Va altres ricorda-
to che la B1 viene in parte distrutta dalla prolungata cottura a cui general-
mente deve essere sottoposto il fagiolo. Presente sempre in discrete quantit
anche la niacina o vitamina PP.
I fagioli secchi rappresentano anche una buona fonte di calcio, potassio,
ferro e magnesio, elemento questultimo importantissimo per il nostro orga-
nismo in quanto risulta indispensabile per lattivit di ben 300 enzimi. Altro
pregio dei fagioli il ridotto contenuto in grassi e lelevata presenza di fibra
sia insolubile, concentrata prevalentemente nella parte della buccia, che solu-
bile. Lelevato potenziale nutritivo dei fagioli spesso limitato dalla presen-
za di un gruppo eterogeneo di composti, definiti nel complesso fattori anti-
nutrizionali che, in dosi elevate, possono interferire con la digeribilit delle
proteine e lassorbimento di minerali e vitamine provocando delle carenze
nutritive. I principali fattori antinutrizionali presenti nel seme di fagiolo
sono lectine, acido fitico, fattori di flatulenza e saponine, tali composti pos-
sono provocare carenze nutritive in diete a base di fagiolo, ma in realt gene-
ralmente risultano poco dannosi perch la rimozione o riduzione di un ele-
vato numero di questi fattori avviene tramite ammollo o cottura dei semi. Per
rendere i semi ancora pi digeribili si pu decorticarli, oppure, dopo una cot-
tura particolarmente prolungata, consumarli come passati o pur.
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TECNICA COLTURALE
Clima
Il fagiolo, data la sua origine tropicale, ha specifiche esigienze termiche
durante le diverse fasi biologiche:
Minima letale tra 1 e 2 C;
Minima termica per la germinazione 10 C (lottimale 18 C);
La temperatura ideale per lo sviluppo vegetativo compresa tra 20 e 28 C;
Massima biologica 35 C, oltre la quale si ha scarsa allegagione, cascola dei
fiori e deformazione dei baccelli che comportano, nel complesso, una ridu-
zione rilevante delle rese.
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Terreno
Il fagiolo predilige terreni sub-acidi (pH 6-7,5), sciolti o di medio impasto,
con sostanza organica ben decomposta e freschi. Particolarmente curata
dovr essere la sistemazione idraulica in quanto mal si adatta ai terreni trop-
po umidi o con frequenti ristagni idrici, dove stenta a nascere e a crescere.
Avvicendamento
Grazie alla sua importante caratteristica di riuscire a fissare lazoto atmo-
sferico, il fagiolo trova la sua migliore posizione, allinterno dellavvicenda-
mento colturale, fra due fru-
menti. Infatti, data la brevit del
ciclo colturale, specialmente nel
caso di coltura da seme immatu-
ro, o ancora di pi nel caso di
cornetti, il fagiolo pu essere
favorevolmente inserito come
coltura intercalare, anche in suc-
cessione ad un pisello da indu-
stria o ad un cereale vernino. Si consiglia di evitare ristoppi e rotazioni infe-
riori a 2 anni per non compromettere lo stato fitosanitario della coltura.
Semina
Il fagiolo pu essere seminato in un lungo arco di tempo, da aprile fino ai
primi di agosto. Le semine primaverili, da eseguire quando la temperatura del
terreno di almeno 10 C, vanno bene per tutte le variet e tutti i tipi di col-
tura. Per raccogliere la granella secca le ultime semine possibili con le variet
pi precoci sono quelle di met giugno; per granella fresca le variet pi pre-
coci oggi disponibili possono essere seminate fino alla met di luglio mentre
le semine tardive di agosto sono riservate alle colture da cornetti e non sono
sempre garantite contro i danni da freddo precoce. Le variet tradizionali,
come il Fagiolo di Laverino o il Monachello, sono tardive e generalmente
vengono raccolte come granella secca per cui la loro semina dovr essere ese-
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Concimazione
Il fagiolo riesce positivamente in terreni naturalmente dotati di sostanza
organica, mentre poco opportuno eseguire una letamazione diretta. Risulta
invece conveniente seminare il fagiolo dopo una coltura abbondantemente
letamata in modo che possa risentire positivamente della fertilit residua
lasciata nel suolo. Se necessario integrare la fertilit del terreno con conci-
mi minerali, sar bene intervenire con concimi a base di fosforo. La conci-
mazione potassica sar fatta solo nel caso di terreni effettivamente carenti di
questelemento, cosa che nelle nostre zone accade piuttosto di rado. Essendo
il fagiolo capace di procurarsi da solo lazoto, poco indicato apportarne per
mezzo di fertilizzanti chimici od organici. Bench in alcune regioni con ter-
reni particolarmente sciolti e poveri di questo elemento, e in caso di prima
coltura seminata in una fase piuttosto anticipata, sia in uso effettuare una leg-
gera concimazione azotata al momento della semina, in linea generale viene
sconsigliata perch, pur accelerando le prime fasi di crescita, ha linconve-
niente di ostacolare lo sviluppo del Rizobium e quindi dei tubercoli radicali.
Operazioni colturali
Soprattutto durante le prime fasi di crescita, quando le piantine di fagiolo
hanno ancora uno sviluppo estre-
mamente ridotto e la porzione di
terreno lasciata scoperta piutto-
sto alta, risulta di estrema impor-
tanza mettere in atto unefficace
lotta contro le erbe infestanti che
potrebbero facilmente prendere il
sopravvento, a causa di una cresci-
ta iniziale pi rapida, o ospitare
allinterno della loro vegetazione
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degli afidi o altri parassiti. Per evitare luso di sostanze chimiche si consiglia
di effettuare almeno due sarchiature leggere quando le infestanti sono pic-
cole, per non danneggiare lapparato radicale superficiale del fagiolo.
Le piante, nel caso di variet rampicanti, vanno sostenute con dei tutori che
tradizionalmente sono rappresentati dalle canne o frasche, ma si possono
usare anche reti o fili di plastica sostenuti da pali.
Generalmente il fagiolo, soprattutto nelle fasi di germinazione e di fioritu-
ra, richiede interventi irrigui per esaltare la produttivit e favorire un miglior
riempimento della granella. Indicato, soprattutto per piccoli appezzamenti,
il sistema a manichetta che non induce la formazione di crosta nelle fasi ini-
ziali e consente di distribuire volumi limitati e costanti di acqua.
Fitopatie e difesa
Molte sono le avversit abiotiche (anormali situazioni termiche e dillumi-
nazione, carenze nutrizionali e salinit del terreno) e biotiche (virosi, batte-
riosi, malattie fungine ed attacchi parassitari) che possono colpire il fagiolo
causando sensibili decurtazioni nella quantit e qualit
del prodotto raccolto.
Tra le patologie pi diffuse troviamo lantracnosi, la
ruggine, il virus del mosaico comune, la batteriosi ad
alone ed alcuni parassiti animali, soprattutto afidi ed
acari, che spesso sono i principali veicoli di infezione.
Per la difesa fondamentale utilizzare della semente
sana e cultivar tolleranti alle principali fitopatie. E
necessario, inoltre, adottare una rotazione pluriennale,
la disinfezione preventiva del seme e, in caso di infezio-
ni, tempestivi trattamenti antiparassitari o insetticidi.
Raccolta
La raccolta del prodotto fresco si esegue quando i baccelli hanno assunto la
caratteristica colorazione della variet e le screziature sono ben evidenti. Nel
Fagiolo di Laverino e nel Monachello, come del resto nella generalit delle
variet a semi bianchi, i baccelli diventano di colore giallo o giallo-verdastro.
Inoltre, si pu avvertire che i fagio-
li sono in via di maturazione sen-
tendo al tatto la loro consistenza
allinterno del baccello e verifican-
do lo spessore sempre minore delle
valve. Questi tipi di verifiche ven-
gono usate dai piccoli produttori;
invece nelle coltivazioni estensive,
destinate alla surgelazione, si pro-
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cede alla raccolta quando i fagioli hanno raggiunto il 50-60% di umidit (gra-
nella cerosa).
Se si vuole ottenere del prodotto secco, invece, la raccolta si esegue quan-
do i baccelli hanno iniziato a disseccare. Nel caso di piccole colture si estir-
pano le piante e successivamente si sgranano i baccelli manualmente, mentre
nelle colture di pieno campo, realizzate essenzialmente con variet nane, la
raccolta si esegue con normali mietitrebbiatrici opportunamente regolate.
Nelle variet rampicanti la raccolta pu protrarsi anche per un lungo
periodo essendo la fioritura, e quindi la maturazione, di tipo scalare. Durante
questa fase, che nelle piccole superfici viene eseguita a mano, bisogner porre
la massima attenzione a non strappare la pianta o parte di essa per non com-
promettere la restante produzione.
Conservazione
Il seme non conserva a lungo la facolt germinativa ed ha un pericolosissi-
mo nemico che lo attacca sia in campo che in magazzino: il tonchio
(Acanthoscelides obctectus). Esso depone le uova allinterno dei legumi ormai
maturi, le larve penetrano nei semi non ancora completamente secchi e vi
compiono il loro ciclo biologico. Gli adulti sparfallano allesterno del seme
attraverso il caratteristico foro circolare ed il ciclo si ripete rapidamente in
magazzino: in un anno si possono avere da tre a sei generazioni. La lotta di
tipo biologico in campo si basa essenzialmente su
un ritardo delle semine per cui i fagioli maturano
in un periodo in cui i voli degli adulti sono gi ter-
minati. Per quanto riguarda i semi essi possono
essere disinfestati con prodotti chimici o con
metodi alternativi come le polveri inerti a base di
Diatomee (alghe unicellulari) o di zeoliti (minera-
li silicei di origine vulcanica), o limpiego di tem-
perature estreme, alte (55-60 C per 30 minuti) o
basse (-15-18 C per 48 ore), che non danneggia-
no n la facolt germinativa n le caratteristiche
organolettiche.
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IL PROGETTO
ATTIVITA REALIZZATA
Il processo che conduce alla realizzazione dei suddetti obiettivi prevede le
seguenti fasi operative:
uno studio di mercato per valutare gli sbocchi e le prospettive commercia-
li delle specie studiate;
il reperimento di popolazioni e variet locali unitamente alla documenta-
zione sugli aspetti socio-culturali e storici;
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STUDIO DI MERCATO
In collaborazione con lOsservatorio Agroambientale delle Marche, stato
realizzato uno studio di mercato per individuare le peculiarit dei fagioli pro-
dotti in regione e le possibilit di sviluppo economico. I risultati di questa
indagine sono stati suddivisi in tre sezioni:
A. analisi micro-economica in generale per prodotti tipici Un prodotto
tipico, per definirsi tale, deve presentare alcune caratteristiche peculiari
che vanno dalla sua collocazione allinterno della tradizione e della cultu-
ra locale, alla localizzazione geografica dellarea di produzione, alla quali-
t della materia prima e alle tecniche di produzione. La tipicit caratteriz-
za un universo molto ampio e complesso di produzioni di cui i prodotti
attualmente coperti da certificazioni dorigine regolamentati dalla
Comunit Europea ne rappresentano solo una minima parte; essa con-
sente di sfuggire alla logica del mercato concorrenziale e, attraverso
opportune politiche di marketing, assumere vere e proprie forme mono-
polistiche recuperando spazi di mercato e conseguendo appropriati mar-
gini economici.
B. analisi micro-economica in particolare per prodotto Per ciascun pro-
dotto stata elaborata unanalisi: dellofferta (identificazione varietale,
produzione, aree vocate, utilizzazione), della domanda (consumi, prezzi,
luoghi di acquisto e distribuzione, opportunit commerciali), delle carat-
teristiche commerciali del prodotto finito (confezionamento e canali dis-
tributivi) e delle fasi di produzione (operazioni colturali, di raccolta e di
confezionamento).
C. fattibilit economica questa analisi, eseguita per singoli prodotti, tiene
conto dei costi di produzione e dei prezzi di mercato.
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FAGIOLO DI LAVERINO
MONACHELLO
INDIVIDUAZIONE E RECUPERO
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Per i fagioli, in generale, sono emerse interessanti prospettive, non preventi-
vate, che portano a dover rivedere le strategie di intervento e pianificare, volen-
do dare un seguito alle esperienze fin qui condotte, una politica di intervento
che pu essere interpretata come logica prosecuzione del presente progetto.
Dal lavoro dindagine si potuti risalire al collegamento fra diverse variet
di fagioli con altrettante zone dellAppennino maceratese. Tali variet ancora
persistono, pur se in quantit limitate, grazie al lavoro di conservazione ori-
ginato dalla coltivazione per uso familiare e, a quanto pare, per un mercato,
seppur di nicchia, alimentato da pochi conoscitori delle particolari propriet
organolettiche di questi prodotti, ormai perse nelle variet cosiddette indu-
striali. Per queste produzioni
di nicchia ipotizzabile
unazione di valorizzazione
commerciale comune, essen-
do tutte coltivate nellAlto
Maceratese, anche se con
nette caratteristiche di rico-
noscibilit. I forti legami
con la tradizione locale, pos-
sono rappresentare la spinta
basilare per la coltivazione in
piccole aziende.
SCHEDE DESCRITTIVE
Per ogni accessione, stata elaborata una scheda descrittiva dove sono rias-
sunte le principali caratteristiche morfo-fisiologiche e si evidenzia il legame
con il territorio di origine. Nelle pagine successive sono riportate quelle rela-
tive alle variet tradizionalmente coltivate nelle aree maggiormente vocate
(Laverino, Rotelli, Cenerino del Lago di Colfiorito) e alle tipologie pi diffuse
(Monachello, Ciavattone, F. della regina alto e basso).
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FAGIOLO DI LAVERINO
PROVENIENZA: Laverino
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Laverino e zone limitrofe
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CENNI STORICI: Da testimonianze orali stato accertato che dalla met del
1900 questo fagiolo stato coltivato (con unestenzione
pi o meno significativa) nellarea di Serravalle.
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Porzione marchigiana delaltopiano di Colfiorito.
CARATTERISTICHE
Caratteristiche di rilievo sono la buccia fine, bassi tempi di
TECNOLOGICO-
ORGANOLETTICHE: cottura, sapore delicato, polpa farinosa e compatta.
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MONACHELLO
CENNI STORICI: Da testimonianze orali stato accertato che dalla met del
1900 questo fagiolo stato coltivato (con unestenzione
pi o meno significativa) nellarea dei Sibillini.
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Area del Parco dei Sibillini.
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FAGIOLI DE LI ROTELLI
CENNI STORICI: Negli 50-60 questo fagiolo era molto coltivato lungo il
corso del fiume Potenza nellarea di Passo di Treia e nella
frazione Rotelli di Pollenza.
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Rotelli (Pollenza) - Passo Treia (Treia)
AZIONI DI
PROMOZIONE Nessuna
GIA IN ATTO:
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CENNI STORICI: Molti anziani agricoltori ricordano che il seme era stato
loro consegnato dai genitori.
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Tutta larea del Gal Sibilla.
AZIONI DI
PROMOZIONE Nessuna
GIA IN ATTO:
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CENNI STORICI: Molti anziani agricoltori ricordano che il seme era stato
loro consegnato dai genitori.
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Tutta larea del Gal Sibilla.
AZIONI DI
PROMOZIONE Nessuna
GIA IN ATTO:
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CENNI STORICI: Molti anziani agricoltori ricordano che il seme era stato
loro consegnato dai genitori.
ZONA TIPICA
DI PRODUZIONE: Tutta larea del Gal Sibilla.
AZIONI DI
PROMOZIONE Nessuna
GIA IN ATTO:
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IL FAGIOLO IN CUCINA
Cottura
Se si utilizzano fagioli secchi, prima di cuocerli necessario lasciarli in
acqua per almeno 6-8 ore o ancora meglio una notte intera. Qualora ci si
dimentichi di eseguire questa operazione si possono porre i semi in acqua, si
portano ad ebollizione per due minuti e quindi si tolgono dal fuoco e si ten-
gono coperti per unora. Questoperazione consente di accorciare i tempi di
cottura e di allontanare o ridurre la presenza di alcuni dei fattori antinutri-
zionali, quali polifenoli e oligosaccaridi responsabili della flatulenza.
La cottura dei legumi, oltre a
cosentire di raggiungere la
consistenza ottimale per il
consumo, ha la funzione di
degradare i fattori antinutri-
zionali termolabili (inibitori
delle proteasi e lectine) incre-
mentando la digeribilit delle
proteine e dellamido. Tuttavia
durante la cottura avvengono
anche dei fenomeni che provo-
cano la perdita di amminoacidi, di minerali e di vitamine.
Uno dei principali inconvenienti presentati dai fagioli in cucina che
richiedono un lungo tempo di cottura, che per pu essere abbreviato con
lammollo, aggiungendo allacqua di cottura del bicarbonato ed evitando di
aggiungere sale o sostanze acide.
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I fagioli sono immancabili nella cucina tipica della nostra regione, quindi oramai facilissimo
trovare nei ristoranti piatti che contengono questo ortaggio. I modi di utilizzazione pi diffu-
si e maggiormente radicati nella tradizione della popolazione rurale della nostra provincia sono
due, la pasta e fagioli e i fagioli con le cotiche. Ma in realt moltissime sono le ricette locali
che prevedono come ingrediente questo prezioso legume, di cui nelle pagine successive sono
riportati alcuni esempi tra i pi significativi.
PASTA E FAGIOLI
Ingredienti: fagioli della Regina secchi, pasta corta secca o fresca, cotenna di maiale, cipolla,
carota, sedano, una crosta di formaggio, olio di oliva, sale e pepe nero.
Preparazione: Mettete a bagno i fagioli la sera prima delluso. Lavate la cotenna di maiale e
dopo averla raschiata, scottatela in acqua bollente per qualche minuto. In un capace tegame di
terracotta, mettete i fagioli scolati, la cotenna intera, la crosta di formaggio ben raschiata e
lavata, una cipolla, una carota, un gambo di sedano e coprite con molta acqua salata. Mettete
il tegame sul fuoco e fate cuocere. Quando i fagioli saranno molto teneri, col mestolo forato
raccoglietene poco meno della meta, scegliendo per primi quelli rotti, e passateli al setaccio.
Versate la purea ottenuta nel tegame e quando riprende a bollire, versate la pasta. Scodellate
quando la pasta e cotta, tagliate a pezzi la cotenna e la crosta di formaggio cos che ne tocchi
un pezzetto ad ogni commensale; servite la pasta e fagioli tiepida, con una abbondante presa
di pepe nero e, a piacere, un cucchiaio di olio crudo. Invece della cotenna potete usare un
pezzo osso di prosciutto.
FAGIOLI ALLUCCELLETTO
Ricetta tradizionale di LAVERINO (Fiuminata)
Ingredienti: fagioli di Laverino secchi, aglio, foglie di salvia, peperoncino, sale ed olio.
Preparazione: Mettere a bagno i fagioli per una notte in acqua tiepida e poi farli bollire fino
per circa mezzora (verificare che siano quasi cotti). Una volta lessati, vanno scolati lasciando
un po dellacqua di cottura.
In una padella, dopo aver fatto imbiondire qualche spicchio daglio schiacciato insieme a delle
foglie di salvia e peperoncino, aggiungere i fagioli e cuocere lentamente aggiungendo lacqua
della cottura precedente. E possibile aggiungere del passato di pomodoro.
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tamente. Una volta pronti, direttamente nel piatto, si aggiungeva pepe e olio a crudo. In inver-
no questo piatto si mangiava anche 2 volte la settimana.
FAGIOLI IN INSALATA
Ingredienti: fagioli ciavattoni freschi o precedentemente ammollati per una notte, aglio, prez-
zemolo, sale e olio.
Preparazione: Lessare i fagioli e scolarli quando sono cotti. Versarli in uninsalatiera e condirli
con laglio ed il prezzemolo tritati, sale ed olio. E possibile aggiungere anche del tonno o della
cipolla cruda tritata.
FAGIOLINI E PATATE
Ingredienti: fagiolini spuntati e liberati del filo (se necessario), patate novelle, aglio, sale e olio.
Preparazione: Lessare le patate ed i fagiolini in acqua bollente. Una volta cotti, scolarli e con-
dirli con pezzeti daglio, sale ed olio.
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INDICE
3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Presentazione
5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .IL FAGIOLO
5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Introduzione
7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Cenni storici
7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Origini
8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Il Fagiolo nella tradizione locale
10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Descrizione botanica
13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Caratteristiche nutrizionali
15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Tecnica colturale
20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Il progetto
20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Attivit realizzata
30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Considerazioni conclusive
30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Schede descrittive
38 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Il fagiolo in cucina
40 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Le ricette della tradizione maceratese
42 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Bibliografia consultata
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PROFILO E FINALIT
Il Centro, senza alcuna finalit di lucro, ha per scopo il miglioramento
vegetale (genetico e tecnico colturale) delle piante agrarie e la valoriz-
zazione delle sementi, ai fini del potenziamento delle produzioni agri-
cole mediante la promozione, lattuazione e la fornitura dei servizi di
sviluppo agricolo nel settore della ricerca, della sperimentazione, della
dimostrazione e della divulgazione. Il Centro potr, inoltre, prestare
assistenza e collaborazione ad Enti, Associazioni private interessati allo
sviluppo agro-industriale ed ambientale (art.1 statuto Cermis)
ENTI ASSOCIATI
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Macerata
Fondazione Giustiniani Bandini
Provincia di Macerata
Agroservice S.p.a.
Eurogen s.r.l.
Limagrain Italia S.p.a.