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DELLA
VOCE
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CONSIGLI PER LA VOCE CANTATA
Se per qualcuno una bella voce pu essere un dono fin dalla nascita, cantare bene con la propria voce
possibile a tutti.
Non bisogna imitare nessuno. La voce l'identit di ciascuno, unica come un'impronta digitale, tanto
che alcuni sofisticati sistemi di sicurezza ricorrono al riconoscimento vocale.
Perch cantare non solo un fatto tecnico ma la trasmissione di un'emozione da una persona ad
un'altra.
Non si pu certo dire che Armstrong o Battisti avessero "belle" voci. Ma quanto davano agli altri!
a) cominciamo col respirare a pieni polmoni, senza gonfiare troppo la cassa toracica e senza alzare
le spalle ma spingendo l'aria verso la pancia.
b) La tratteniamo per qualche secondo e poi cominciamo a svuotarci piano emettendo il suono della
vocale "o". Lentamente. Prendiamoci tutto il tempo che ci occorre per fare l'esercizio. Senza
fretta. E' la fretta che ci fa respirare male.
2. sulle note pi acute cerchiamo sempre di aprire la gola, aprirla il pi possibile (generalmente si
tende a chiuderla e a strozzare il suono; invece pi si apre pi lo si controlla)
4. non cantare pi in basso del nostro registro con l'illusione di riposarci perch invece lo sforzo
pi grave.
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CONSIGLI PER LA VOCE PARLATA
La differenza tra la voce parlata e cantata sta nell'intensit e nella durata dei suoni.
La voce parlata come la punta dell'iceberg della nostra voce complessiva.
Voce parlata e cantata si influenzano a vicenda: studiando canto la voce parlata migliora; mentre un
modo scorretto di parlare incide sensibilmente sul canto.
Appena nati la nostra voce sana, le nostre corde vocali intatte e respiriamo correttamente.
Poi la vita con i suoi ritmi ci fa assumere abitudini sbagliate.
Le tecniche della voce ci aiutano a ripristinare le nostre funzioni vocali originarie.
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IL SISTEMA RESPIRATORIO
Il nostro corpo un eccellente strumento musicale. E per farlo suonare' occorre innanzitutto
conoscerlo. Cominciamo dunque dalla respirazione che ci che ci tiene in vita e che ci permette di
cantare e di parlare.
Certamente senza una buona respirazione.non si canta. Anche se una buona respirazione non esaurisce
comunque l'arte del canto! Ad ogni modo questo il centro del sistema di emissione sonora e dunque
partiremo da qui.
Il cuore del sistema respiratorio il diaframma, il cui significato etimologico ci che sta in mezzo
(diafragma). Questo muscolo respiratorio, di forma larga e convessa, in effetti separa la cavit
toracica da quella addominale. Quando inspiriamo la curva del diaframma si alza e il muscolo si rende pi
idoneo a sostenere la nota.
Sentire la funzionalit del diaframma o anche solo la sua presenza', tra le cose pi difficili del canto,
pur essendo assolutamente indispensabile.
1. Cominciamo a ridere, prima piano e poi forte, cercando di sentire i movimenti sussultori del
muscolo.
2. Ora proviamo invece a sbadigliare: con questo esercizio il diaframma si dispone in massima
curvatura, la posizione cio di sostegno della voce. Lo sbadiglio serve anche a 'prendere
coscienza delle cavit boccali e faringee che nel canto vanno sempre tenute aperte per non
chiudere il passaggio al suono (argomento di lezioni successive).
3. Quando ci capita di singhiozzare - nel pianto o nel semplice singhiozzo - possiamo osservare il
coinvolgimento del diaframma (naturalmente questo non pu dirsi un esercizio 'volontario' e
spero anzi che a tutti noi capiti il meno possibile di sentire la presenza del diaframma per
questa via...).
4. Per chi segue regolari lezioni di canto, sar facile sentire questo muscolo durante gli esercizi di
suono picchettato.
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Inspirazione ed Espirazione
L'inspirazione.
Innanzitutto quando si inspira bisognerebbe cercare di riempire d'aria tutto il polmone e non solo la
parte alta (respirazione clavicolare). Questa una regola che ci dovrebbe accompagnare, oltre che nel
canto, in ogni momento della nostra vita. Infatti la respirazione alta o clavicolare dannosa per
l'organismo perch consente solo una limitata ventilazione ed un ricambio sanguigno insufficiente. E' lo
stress e la fretta che ci fa respirare solo con la parte alta del polmone. Infatti gli animali e i bambini,
nell'atto respiratorio, riempiono naturalmente' tutto il polmone.
La respirazione parte dal naso (vedi: consigli per la voce). L'aria giunge ai polmoni che vanno riempiti
fino in fondo; arriva poi all'addome che si gonfia portandosi leggermente in avanti. La volta
diaframmatica si alza di diversi centimetri. Le costole inferiori si aprono lateralmente e quindi il
diaframma si abbassa un po'. La gabbia toracica pi ampia sia lateralmente - apertura costale - che
verticalmente per effetto dell'abbassamento diaframmatico (e non perch si sono alzate le spalle che
devono invece rimanere immobili!)
L'espirazione.
La cinghia addominale si mantiene tonica per fornire pressione e regolarla; il diaframma torna nella
posizione originaria; le costole si chiudono. Quando si canta questo movimento va regolato cercando di
ritardare' la chiusura costale con il sostegno addominale, senza eccedere per non bloccare il
diaframma. Data l'importanza del sostegno addominale per la tenuta del suono, si consiglia di fare
esercizi addominali per aiutare la tonicit dei muscoli.
L'emissione del suono va tenuta', e non va spinta, per evitare la chiusura laringea: in questo modo, oltre
a provocare danni alle corde vocali (il sistema laringeo sar oggetto di un'altra lezione), la cassa
toracica non entra pi in vibrazione come dovrebbe.
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La postura nel canto.
Dopo aver parlato dei movimenti del diaframma, vero cuore' dell'arte del canto, necessario
dedicarci alla postura dell'intero corpo, perch questa influisce in maniera decisiva sulla qualit della
nostra emissione.
Una adeguata postura permette al suono di sfruttare al meglio le risonanze naturali del nostro corpo.
La esatta postura , inoltre, preliminare ad una corretta impostazione di tutto il sistema laringeo.
Infatti, se il corpo non ben posturato, la gola non si aprir e il lavoro delle corde potrebbe risultare
affaticato e compromesso.
Se, come abbiamo detto, l'intero corpo a cantare, intuitivo che esso debba assumere una posizione
corretta.
Le gambe.
Innanzitutto il sostegno del corpo deve essere sicuro. Dunque teniamo i piedi leggermente distanziati,
in modo che il baricentro del corpo abbia un'area sufficientemente ampia entro cui cadere.
Le ginocchia devono restare morbide ed elastiche e, nel contempo, sostenere il peso (similmente a ci
che si insegna ai principianti dello sci). Le ginocchia si flettono lievemente per evitare che il bacino sia
trattenuto all'indietro.
Il bacino e il tronco.
Il bacino si sposta leggermente in avanti, sostenuto in questo dalla lieve flessione delle ginocchia.
L'insenatura lombare diminuisce.
Il tronco va tenuto eretto.
Questa postura favorisce in maniera naturale la cosa pi difficile da fare, cio l'allargamento del
torace. Infatti le costole basse si aprono gi per effetto della postura fin qui descritta.
Quindi se avete eseguito correttamente le posizioni, vi troverete appunto con la dilatazione toracica in
atto e il diaframma in posizione adeguatamente estesa cos da far da supporto al suono.
L'immagine mentale da seguire quella della verticalit, unita ad una certa morbidit. Infatti la
posizione eretta troppo rigida impedisce di fatto il canto, perch anche la gola risulter irrigidita.
Il collo e le spalle.
Si controlli che le spalle siano basse con le clavicole disposte orizzontalmente. In questo modo anche il
collo allungato e, conseguentemente, diminuisce l'incurvatura cervicale.
Se avrete eseguito tutto correttamente fin qui, avrete come risultato automatico l'appiattimento delle
scapole sulla gabbia costale e la dilatazione delle costole alte.
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Esercizi per la respirazione.
Sdraiamoci in posizione supina su una superficie rigida. Appoggiamo bene le spalle a terra. Posiamo una
mano sull'ombelico. Inspiriamo col naso e gonfiamo la pancia. Dobbiamo vedere la nostra mano che si
alza per effetto dell'aria che ci riempie.
Tratteniamo l'aria per 2-3 secondi. Espiriamo con la bocca sgonfiando la pancia. La nostra mano segue
anche la fine di questo movimento. Prima di riprendere restiamo un paio di secondi con il corpo
svuotato.
Come nell'esercizio precedente sdraiamoci in posizione supina su una superficie rigida. Posiamo una
mano sull'ombelico ed una lateralmente sul costato (pollice in avanti). Inspiriamo col naso gonfiando la
pancia e spostiamo l'aria dilatando il costato lateralmente. Espiriamo mantenendo la dilatazione
costale. Attendiamo un paio di secondi prima di riprendere l'esercizio.
Inspirariamo col naso, spostiamo l'aria dilatando lateralmente il costato (vedi es. precedente) e
tratteniamo il respiro per 2 o 3 secondi. Cominciamo quindi ad espirare lentamente mantenendo la
dilatazione costale. Verso la fine della emissione del fiato, cerchiamo di prolungare l'espirazione
emettendo la consonante SSSSSS in modo regolare fino allo svuotamento.
Ricordiamo che lo svuotamento d'aria non deve mai essere completo. Tratteniamo sempre un po' d'aria
dentro di noi. Questo vale per tutti gli esercizi e soprattutto in fase di canto vero e proprio.
Inizialmente l'emissione della consonante SSSSSS non durer pi di qualche secondo. Cerchiamo di
estendere gradualmente questo tempo fino ad un massimo di 30 secondi per le donne e 40 per gli
uomini.
Se facciamo questo esercizio regolarmente otterremo un ottimo sostegno del suono.
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IL SISTEMA LARINGEO
Immaginando di scendere, dall'alto, all'interno della laringe, prima delle corde vocali vere e proprie,
incontriamo le false corde vocali. Dunque si pu dire che le corde vocali sono 4: due superiori, false, con
funzione protettiva, e due inferiori, vere, con funzione fonatoria. Le false si chiamano cos perch non
servono a cantare (se stimolate, producono un suono sordo e rauco).
Tra le vere e le false c' uno spazio di circa 2 mm.
Le false corde sono pi sottili e quasi prive di fasci muscolari, le corde vere sono invece spesse e
corredate di importanti fasci muscolari.
D'ora in avanti parleremo sempre e solo di quelle vere.
Il suono si produce utilizzando il passaggio dell'aria tra le corde, unitamente all'azione dei muscoli
vocali che sono, a loro volta, comandati dai centri nervosi cerebrali.
L'importante funzione cerebrale nella fonazione spiega il motivo per cui il canto sia un'attivit sia fisica
che psichica, dunque perch i disturbi dell'umore o i traumi possono giocare un ruolo inibitore sulla
voce.
Lo spazio allungato in cui le corde vocali sono collocate si chiama glottide o rima glottica. La misura
della lunghezza della glottide, e dunque delle corde vocali, di circa 14-20 mm nella donna e 18-25 mm
nell'uomo. La misura della larghezza della fessura tra le corde, varia a seconda dei movimenti delle
corde. Aumentando l'altezza del suono le corde si avvicinano sempre di pi fino a chiusura quasi totale
nei suoni alti. La misura di massima apertura si ottiene durante il riposo (il silenzio) ed di circa 7 mm.
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Le differenze timbriche della voce dipendono anche dallo spessore delle corde: le corde pi sottili
appartendono a persone con voce pi leggera ed acuta; corde grosse producono invece suoni pi tondi e
gravi.
Per chi avesse desiderio di vedere' le proprie corde, ricordo che con un semplice esame di controllo
foniatrico (da effettuare periodicamente), ognuno pu guardarle comodamente sul monitor
dell'apparecchio medico. E' una bella presa di coscienza' che ci aiuta a visualizzare uno strumento
invisibile' quale quello che i cantanti usano (a differenza di altri musicisti). Possiamo cos dare un
maggior senso di realt a questo nostro strumento musicale interno e, con la convinzione che davvero
laggi c' qualcosa, possiamo essere invogliati a trattarle meglio. Cosa che i cantanti troppo spesso non
sanno fare e sottopongono le loro povere corde ad eccessivi e dannosi carichi di lavoro
La laringe un organo mobile che pu salire e scendere. Con l'esercizio (da fare con l'insegnante) si
cerca di ottenere un movimento laringeo morbido, senza salti'.
Evitare un abbassamento o un innalzamento eccessivo della laringe.
La laringe si appoggia alla colonna cervicale che, attraverso il sistema osseo, mette il corpo in risonanza.
Il vero suono scaturisce da tutto il corpo. Recenti studi hanno dimostrato che possibile rimodellare la
struttura del corpo di un individuo, modificandone la voce.
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I RISUONATORI
La voce di testa un'emissione dal timbro sottile ottenuto utilizzando le sole vibrazioni della
scatola cranica.
La voce di petto utilizza invece le vibrazioni del torace.
Riusciamo a capire meglio se ci immaginiamo il nostro corpo come un violino o come un violoncello: il
restringimento laterale cos tipico dei due strumenti, si pu assimilare al collo umano che svolge, in
questo senso, la stessa funzione di separazione delle due voci.
Ma, attenzione, le cose non sono cos schematiche perch nella voce di petto presente una
componente della voce di testa e viceversa. Le interferenze della voce di testa su quella di petto sono
pi consistenti dell'inverso.
Con l'esercizio teso a migliorare la voce di petto si ottiene anche un benefico effetto sulla voce di
testa.
E, viceversa, migliorando la voce di testa, la voce di petto risulter pi brillante.
Le due voci sono assolutamente interconnesse. Non si pu avere buona solo una delle due voci. Se
pensate di avere, ad esempio, dei buoni bassi ma pochi alti, state certi che non avete davvero dei buoni
bassi.
Il falsetto e il passaggio
Si definisce falsetto quella struttura timbrica che, a livello laringeo, prepara il passaggio dalla
voce di petto a quella di testa.
Lavorare sul passaggio importante perch la voce deve raggiungere una ed una sola coloritura per
entrambi i registri. L'ottenimento della medesima qualit sonora estremamente importante. Anche in
questo caso, necessario farsi seguire da una persona esperta. Non ci sono, per questa delicata fase,
degli esercizi fai-da-te. Quanti cantanti si ritrovano con due voci e a volte persino tre! Si tratta di
persone che non hanno lavorato bene sul passaggio.
Il falsetto dunque la 'saldatura' intermedia tra il registro acuto, di testa e quello grave o di petto.
Il falsetto non altro che una sorte di protezione che la laringe attua al fine di poter passare indenne
da un registro all'altro. E' una sorta di limitazione dei danni provocati dalla voce spinta' nei registri
acuti.
Utilizzando una metafora inventata da Tomatis, possiamo dire che il passaggio da un registro all'altro
assimilabile al cambio di marcia di un'auto.
Il falsetto corrisponde allora la frizione che, per 'disinnesto', consente un passaggio morbido da una
posizione all'altra del cambio. Il disinnesto' avviene a livello della laringe che si rilassa.
Il falsetto dunque il disinnesto' per accedere alla voce di testa. Il falsetto una difesa laringea.
Occorre precisare che spesso, possiamo incontriamo la definizione di falsetto come voce di testa
appoggiata. In realt questo quello che, dal 1826, si convenuto chiamare falsetto accomodato.
Per utilizzare appieno la funzione del falsetto e renderla produttiva, occorre invece ricordare la sua
funzione appunto di reinnesto'.
La possibilit di lavorare bene sul falsetto in termini di passaggio, anche una cartina al tornasole per
verificare quanto una voce sia stata maltrattata. Se la voce stata mal usata, il lavoro di
'aggiustamento' del falsetto risulta praticamente impossibile.
L'arte del canto significa anche arte di cancellare i passaggi. Lavorare sui passaggi significa, di fatto,
farli scomparire.
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CONSIGLI PRATICI IN BREVE
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