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Il problema del solido elastico, lineare, omogeneo, isotropo, che stato impostato in modo generale,
si particolarizza ai diversi casi che interessano le strutture (travi, lastre, cupole, ).
Esaminiamo il caso della trave.
Dalla teoria delle strutture abbiamo appreso la determinazione delle caratteristiche di sollecitazione
in una generica sezione di una trave, isolata od appartenente ad una travatura (elastica).
Occorre ora introdurre relazioni che note le caratteristiche consentano di determinare tensioni,
deformazioni e spostamenti in ogni punto della sezione. A tal fine si utilizzano, con semplificazioni
approssimazioni ed estrapolazioni, i risultati rigorosi forniti dalla meccanica dei solidi per alcuni
suoi problemi classici.
In particolare, per quanto concerne la trave, di fondamentale importanza il problema del cilindro
elastico, sistemato da Adhmar Jean Claude Barr de Saint Venant, ed usualmente denominato
problema di Saint Venant.
Il metodo di soluzione semi inverso. Si assumono a priori alcune propriet della soluzione e si
affida alle equazioni del problema elastico la sua determinazione completa. In tali termini si articola
il procedimento originale di Saint Venant.
del cilindro, gli assi x e y coincidenti con gli assi principali dinerzia della sezione.
Condizioni di vincolo:
il cilindro libero.
Forze applicate:
forze di volume nulle; forze di superficie agenti solo sulle basi.
Ipotesi di lavoro caratterizzante il procedimento semi inverso:
(1) xx = yy = xy = 0
137
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
pagando un prezzo per quanto concerne le forze applicate sulle basi (le sole parti del cilindro
caricate).
Infatti, non possibile assegnare liberamente le forze in ogni punto delle basi (si pagano le
conseguenze delle ipotesi (1), che, assegnando a priori
una parte della soluzione, semplifica il problema, ma
gravosa), ma si possono prescrivere liberamente solo MZ
Tx
la risultante rispetto al baricentro, e cio le 6 N x
x Ty My z
caratteristiche di sollecitazione.
z y Mx
Sorge linterrogativo dellutilit applicativa dei y
risultati, con queste limitazioni.
Sistemi di forze applicati sulle basi che, pur essendo diversi, siano staticamente equivalenti
(e cio abbiano la stessa risultante e lo stesso momento risultante) producono effetti la cui
differenza diviene trascurabile allontanandosi dallimmediata vicinanza delle basi. (In
pratica, ad una distanza dellordine di grandezza delle dimensioni delle basi).
Grazie al principio di Saint Venant, eccettuate le zone adiacenti alle basi (e quindi per un cilindro
non troppo tozzo), inessenziale la distribuzione puntuale delle forze sulle basi, ma sufficiente
assegnare le caratteristiche di sollecitazione. Il principio pu ritenersi valido nelle generalit dei casi
concreti.
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
In sintesi:
Dato un cilindro:
elastico, lineare, omogeneo, isotropo;
non vincolato;
caricato sulle basi da forze di cui si assegnano solo le caratteristiche (limitazione accettabile per
la sostanziale validit del postulato di Saint Venant, esclusa la prossimit immediata delle basi);
il problema di Saint Venant, fatta lipotesi xx = yy = xy = 0 , consente di determinare le altre
N = zz dA;
A
Tx = zx dA;
A
Ty = zy dA
A
x
yx
zz
z
M x = zz ydA;
A
M y = zz xdA;
A
Mz =
(
A
zy x zx y )dA
x zx yx
zy
z
139
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
A A
x
N x y
x My z
zz
Mx z
y y
Supponiamo che nella generica sezione A agiscano forza normale N e momenti flettenti M x , M y .
Dalla soluzione del problema di Saint Venant si ha che lunica componente di tensione non nulla
zz , che varia nella sezione con legge lineare:
zz = a 0 + a 1 x + a 2 y ( a 0 , a 1 , a 2 , costanti) (1)
A
zz dA = N;
A
zz ydA = M x ;
A
zz xdA = M y ; da cui:
a 0 A + a 1 xdA + a 2 ydA = N
A
A
(2)
a 0 ydA + a 1 xydA + a 2 y 2 dA = M x
A A
A
a 0 xdA + a 1 x 2 dA + a 2 xydA = M y
A A
A
A
xdA =
A
ydA =
A
xydA = 0;
A
y 2 dA = J x ;
A
x 2 dA = J y
( J x , J y ,momenti dinerzia della sezione rispetto a x, y), per cui le (2) diventano:
N
a 0A = N a0 =
A
Mx
a 2J x = M x a2 =
Jx
My
a 1J y = M y a1 =
Jy
140
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
Casi particolari.
N
N 0; M x = M y = 0 (forza normale) zz
x
N
zz = (costante)
A
y
M x 0; N = M y = 0 (flessione retta)
Mx
zz = y (lineare)
Jx
zz y''
zz per y = y' e/o per y = y' '
max M
Jy x
J y'
Posto W = x ; Wx'' =
'
x (moduli di resistenza
y' y' '
y
della sezione) si ha:
Mx M
max = '
; min = x'' (seM x > 0)
Wx Wx
La tensione cambia segno. Si ha zz = 0 per y = 0 e cio su una retta (asse neutro) che coincide
con lasse x baricentrico.
M x 0; M y 0; N = 0 (flessione deviata)
My Mx
zz = x+ y (lineare)
Jy Jx
141
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
My Mx
Si ha zz = 0 sulla retta x+ y = 0 (asse neutro) che
Jy Jx
tro
My J neu
forma con lasse x un angolo tale che tg = x e
Jy Mx ass
x
NB. Lasse neutro non perpendicolare allasse di sollecitazione.
y
retta)
N Mx asse neutro
zz = + y (lineare) x
A Jx
N Jx
Si ha zz = 0 sulla retta: y = (asse neutro)
A Mx y N Jx
- zz
A Mx
che parallela allasse x e pu tagliare asse neutro
oppure no la sezione (per una data sezione, ci
Mx
dipende dal rapporto )
N
x
Caso generale. y zz
N My M
zz = x + x y (lineare)
A Jy Jx tro
neu
e
ass
N My M
Si ha zz = 0 sulla retta x + x y = 0 , ossia:
A Jy Jx
x
Mx A My A
y x = 1 (asse neutro)
N Jx N Jy y
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
piano della sezione con una retta (asse di sollecitazione) che forma as
s
Mx e di
Mx so
con lasse x un angolo tale che tg = . x lle
My cit
My azio
ne
Asse neutro ed asse di sollecitazione non sono mutuamente M
ortogonali. y
Mx A My A
Equazione dellasse neutro: y x = 1
N Jx N Jy
Osserviamo che:
o
e utr
Jx
= x2 ; = y2
Jy
ssen
a
A A
( x ; y = raggi principali dinerzia) x
C
e che, posto: y
My Mx
xC = ; yC = + ,
N N
x C , y C , sono le coordinate di un punto C (centro
di sollecitazione) tale che il complesso
{N, M x , M y } staticamente equivalente a N A A
traslata in C.
N x
Lequazione dellasse neutro diventa: x My C
N z
xCx yC y Mx z
+ = 1 (4) y y
2
x y2
La (4) lequazione di una polarit fra i punti ( x C , y C ) centri di sollecitazione ed i punti (x, y)
corrispondenti assi neutri. La conica fondamentale lellisse a punti
x2 y2
immaginari + = 1 . Se consideriamo invece lantipolarit, la
x2 y2
x2 y2
conica fondamentale: + = 1 lellisse centrale dinerzia della
x2 y2
x C
sezione. Quindi centri di sollecitazione ed assi neutri si corrispondono
come antipoli e antipolari rispetto allellisse centrale dinerzia.
importante il luogo dei punti la cui antipolare tangente alla sezione y
143
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
(nocciolo centrale dinerzia). Se C interno al nocciolo, lasse neutro non taglia la sezione e zz
non cambia segno.
Deformazione.
N My M
zz = x+ x y (3)
A Jy Jx
zz N My M
zz = = x+ x y (4)
E EA EJ y EJ x
Mx
Caso di solo M x : zz = y.
EJ x
Mx dz
Dalla figura: y dz y = rx
EJ x rx
1 My
y = = ;
ry EJ y
o
componendo: = x2 + y2 ;
utr
ne
2
se
y My Jx
as
inoltre = .
x Mx Jy
x as
x se
Linflessione avviene in un piano che ha come
y di
f les
traccia in (x, y) una retta (asse di flessione) che sio
ne
y
asse
Mx Jy Mx My
tg = ed perpendicolare allasse x as
My Jx se
M di
soll
fle
neutro, ma non parallelo allasse di ssi
ecit
y on
e
azio
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
Mx Jy
tg =
My Jx
quindi: tg tg = 1
e lasse di flessione perpendicolare allasse neutro
angolo dellasse di sollecitazione con lasse x:
Mx
tg =
My
e quindi lasse di flessione non parallelo allasse di sollecitazione, se questo non un asse
principale dinerzia ( M x = 0, oppure M y = 0 ). Unica eccezione, le sezioni in cui risulti J x = J y .
NB. sempre utile ricordare che gli assi x, y, sempre disegnati per
semplicit orizzontali e verticali, sono gli assi principali dinerzia
della sezione, i quali, come avviene per la sezione indicata in figura,
possono non essere orizzontali e verticali. x y
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
TAGLIO
Trattazione approssimata.
_ M _ T
+
+ _
M=0 M=0 T=0
T=0
invece possibile avere in certi casi, campate o tratti di campata con momento senza taglio (quando
si ha M = cost.). Esempio:
_ M T
_
M=cost T=0
Il problema di Saint Venant mostra che la presenza di taglio in una sezione genera tensioni
tangenziali zx , zy . Ad esempio, nel caso di un taglio Ty :
zy zx
Ty
x x x
y y y
La trattazione rigorosa delle tensioni tangenziali dovute al taglio fornita dal problema di Saint
Venant molto complicata e di solito non viene utilizzata, perch risultati soddisfacenti sono forniti
da semplici formule ricavabili da una trattazione approssimata dovuta a Jourawski ed usualmente
denominata teoria approssimata del taglio.
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
Ty
Mx b z
x B yz
A' zz
A' zy zy
y
y dz zz zz +d zz
Sezione generica di una trave prismatica soggetta a M x e Ty . Supponiamo per semplicit la sezione
simmetrica rispetto allasse y (il risultato si applica anche a sezioni non simmetriche).
Consideriamo una corda parallela allasse x; sia b la sua lunghezza. Isoliamo un volumetto
dV = A ' dz compreso fra due piani perpendicolari allasse z e distanti dz ed il piano parallelo
allasse x avente come traccia in (x, y) la corda b (vedi figura).
Imponiamo lequilibrio alla traslazione secondo z del volumetto. Poich nel problema di Saint
Venant non ci sono forze di volume, n forze sulla superficie laterale, esso soggetto solamente alle
tensioni zz e zy = yz agenti sul suo contorno interno.
Quindi:
Mx dM x Ty dz y
zz dA +
A'
( zz + d zz )dA yz dB = 0 ; ma zz
A' B
=
Jx
y e quindi: d zz =
Jx
y=
Jx
(NB. dM x = Ty dz )
Ty Ty S 'x
S x dz = yz b dz zy = yz = ( S 'x = ydA )
Jx Jxb A'
A
Ty
x x zx
z
A'
zy
y y
b
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
sezione A soggetta a Ty .
Si ha:
Ty S 'x
zy =
Jxb
dove:
Ty = taglio
S 'x = ydA = momento statico rispetto allasse x della parte A ' di A sottostante la corda.
A'
(NB. indifferente calcolare S 'x oppure S 'x' della parte restante A '' , rispetto ad x. Infatti, essendo
quello di Ty ).
Ty S 'x
Ty zy =
Jxb
x zx
zy
Poich assume zy costante sulla corda, lapprossimazione tanto migliore quanto pi la lunghezza
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
Mx Ty S 'x
zz = y ; zy =
Jx Jxb
B
BH 3
Jx =
12
x BH H BH
2
2
H '
Sx = y + y =
y
y zz zy 22 2 2 4
12 6 H2
zz = M x 3
y; zy = T y
3
y 2
y BH H 4
H 6 3 Ty 3T
zzmax/ min y = = M x 2
; zymax (y = 0 ) = =
2 BH 2 BH 2 A
Ty Bh
zy = (H h )
h JxB 2
b Ty Bh
x zy = (H h )
H zz zy Jxb 2
y
2
Ty Bh bH
= (H h )+ h
max
zy
Jxb 2 2 2
y
Ty Bh b H
2
2
zy = (H h )+ h y
Jxb 2 2 2
Ty
h
zy = Bh y II
B JxB 2
Ty h
y'' h zy = Bh y II
Jxb 2
x 2
b H y Ty yI
zz zy max
= b
y' zy
Jxb 2
Ty yI y
zy =
Jxb
(
b y y +
I
)
y 2 2
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
MOMENTO TORCENTE
( x zx y ) dA = M t
zy
(1) zy
A y
Per ricavare zx , zy dal problema di Saint Venant, ricordiamo che nel problema stata fatta
lipotesi:
xx = yy = xy = 0 (2)
xx yx zx zx
+ + =0 =0 (4)
x y z z
xy yy zy zy
+ + =0 =0 (5)
x y z z
yz zz xz yz
xz + + =0 + =0 (6)
x y z x y
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
xx n x + yx n y + zx n z = 0
xy n x + yy n y + zy n z = 0
xz n x + yz n y + zz n z = 0 xz n x + yz n y = 0
da cui, ricordando la (11):
nx + n y = yn x xn y (13)
x y
La (12) e la (13) forniscono ( x, y) . Nota , la costante t si ricava dalla (1):
Mt =
(
A
zy x zx y ) dA = G t
A
y
x
x
y + x 2 + y 2 dA = G t ( D( ) + J 0 ) avendo posto:
J0 =
(x )
+ y 2 dA = momento dinerzia polare della sezione rispetto al baricentro.
2
D( ) = y x dA = integrale di Dirichlet della funzione ( x, y) .
A
x y
Mt
Quindi: t = (14)
G (J 0 D( ))
2 2
2 + 2 = 0, in A
x y
(15)
n + n = yn xn , su C
x x y y x y
Mt
t = , dove:
G (J 0 D( ))
zx = G t y ; zy = G t + x
x y
Determinazione delle deformazioni zx , zy :
zx zy
zx = ; zy =
2G 2G
Determinazione degli spostamenti u x , u y , u z :
u x = t zy ; u y = t zx ; u z = t ( x , y)
Osservazione importante:
u z proporzionale a ( x, y) , che soluzione del problema (15),
dipendente dalla forma della sezione, e non ha motivi per essere lineare in z
uz
x, y. Ci significa che in generale una sezione soggetta a M t si ingobba.
Altra osservazione:
La (14), ponendo K t = J 0 D( ) , si pu scrivere
M t = GK t t (16)
153
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
La (16): M t = GK t t , analoga alla relazione momento curvatura della flessione, (per esempio
Fattore di torsione.
Ricordiamo lespressione di K t : K t = J 0 D( )
Nelle applicazioni si introduce il fattore di torsione:
J0
q= (17)
J 0 D( )
J0
K t pu scriversi allora: Kt =
q
GJ 0
e la (16) diventa: Mt = t
q
Il fattore adimensionale q risulta sempre 1 (= 1 per sezione circolare)
Sezione circolare.
n
La sezione circolare costituisce uno dei casi per i quali esiste la C
Mt
soluzione analitica. A
x y R y
Sui punti del contorno si ha: n x = ; ny = x zx
R R
zy
x n
y
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
u x = t zy ; u y = t zx ; u z = 0
raggio;
u z = 0 , e quindi la sezione rimane piana. La sezione y
circolare lunica a non avere ingobbimento a causa di M t ;
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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
Ma rdC = 2 , essendo
C
larea racchiusa dalla linea media
Quindi Mt
Mt
= (18) formula di Bredt
2s
massima dove lo spessore s minimo.
Se lo spessore non piccolo, va tenuto presente che la tensione
tangenziale maggiore della (18), che d la media sullo spessore,
in corrispondenza del contorno esterno.
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