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giugno 2013

PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

I REGOLATORI
DI PRESSIONE DIFFERENZIALE
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
44 Sommario
giugno 2013

PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

I REGOLATORI
DI PRESSIONE DIFFERENZIALE 3 I REGOLATORI DI PRESSIONE DIFFERENZIALE
4 REGOLATORI DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE
6 COLLEGAMENTI FRA REGOLATORI DI P E VALVOLE PARTNER
- Collegamento con valvola partner esterna al circuito di controllo
- Collegamento con valvola partner interna al circuito di controllo

7 LUSO DEI REGOLATORI DI P NEI PRINCIPALI TIPI DIMPIANTO


7 IMPIANTI A RADIATORI
- Impianti a colonne con valvole termostatiche non preregolabili
- Impianti a colonne con valvole termostatiche preregolabili
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA

- Trasformazione di impianti a zone del tipo a portata costante in impianti

- Impianti nuovi a zone con regolatori di P installati alla base delle colonne
a portata variabile

- Impianti nuovi a zone con regolatori di P installati nelle cassette di zona


10 IMPIANTI A VENTILCONVETTORI
12 IMPIANTI A BATTERIE DARIA
Direttore responsabile: 13 IMPIANTI A PANNELLI
Mario Doninelli 14 AZIONI SVOLTE DAI REGOLATORI DI P E DALLE VALVOLE
Responsabile di Redazione: PARTNER
- Impianti a colonne senza valvole di bilanciamento
Fabrizio Guidetti
- Impianti a colonne con regolatori di P alla base delle colonne
- Impianti a colonne con valvole di taratura alla base delle colonne

Hanno collaborato a questo numero:


- Fabio Besuzzi 15 IL BILANCIAMENTO DEGLI IMPIANTI A COLONNE
- Alessandro Crimella
- Mario Doninelli 16 DIMENSIONAMENTO DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE
- Marco Doninelli - Dimensionamento ultima colonna
- Domenico Mazzetti - Dimensionamento penultima colonna
- Dimensionamento altre colonne
- Davide Mascellaro
- Dimensionamento collettore orizzontale
- Renzo Planca - Esempio di calcolo proposto
- Alessia Soldarini 25 SBILANCIAMENTI IDRAULICI E TERMICI NEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE
- Claudio Tadini
- Mario Tadini 26 INTERVENTI ATTI A MIGLIORARE LE PRESTAZIONI DEI VECCHI
- Mattia Tomasoni IMPIANTI A COLONNE
- Contabilizzazione del calore
Idraulica - Regolazione della temperatura ambiente
Pubblicazione registrata presso - Bilanciamento delle colonne
il Tribunale di Novara - Altri interventi
al n. 26/91 in data 28/9/91 28 BILANCIAMENTO DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE CON
PROGETTO DISPONIBILE
Editore:
- Taratura dei regolatori di P
- Bilanciamento delle colonne
Poligrafica Moderna S.r.l. Novara
- Pompe di circolazione
Stampa:
Poligrafica Moderna S.r.l. Novara 30 BILANCIAMENTO DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE SENZA
PROGETTO DISPONIBILE
- Possibile presenza di colonne troppo strozzate
Copyright Idraulica Caleffi. Tutti - Metodo di bilanciamento semplificato
i diritti sono riservati. Nessuna - Redazione delle tabelle proposte
parte della pubblicazione pu - Note in merito alle semplificazioni adottate
essere riprodotta o diffusa senza 32 BILANCIAMENTO CON CALCOLO MANUALE
il permesso scritto dellEditore.
- Bilanciamento colonne
34 SVILUPPO DEI CALCOLI CON SOFTWARE

42 VALVOLA DI INTERCETTAZIONE E PREREGOLAZIONE serie 142


43 REGOLATORE DI PRESSIONE DIFFERENZIALE serie 140
44 VALVOLE DI BILANCIAMENTO serie 130
45 VALVOLE TERMOSTATIZZABILI CON PREREGOLAZIONE
CALEFFI S.P.A. serie 421 - 422 - 425 - 426
S.R. 229, N. 25 COMANDI TERMOSTATICI serie 200
28010 Fontaneto dAgogna (NO)
TEL. 03228491 FAX 0322863305 46 RIPARTITORE MONITOR 2.0 serie 7200
info@caleffi.it www.caleffi.it
47 SEPARATORE IDRAULICO MULTIFUNZIONE SEP4 serie 5495
I REGOLATORI DI PRESSIONE
DIFFERENZIALE
Ingg. Marco Doninelli, Mario Doninelli

Come sappiamo, e come abbiamo pi volte consi- regolatori di pressione differenziale: azione com-
derato negli ultimi numeri di Idraulica, gli impianti di plementare, e non alternativa, a quella svolta dalle
climatizzazione possono garantire elevati livelli pompe a velocit variabile.
di comfort termico e bassi costi di esercizio Le pompe a velocit variabile agiscono infatti in
delle pompe solo se (1) sono correttamente centrale e sono in grado di limitare (aumentando o
bilanciati e (2) funzionano a portata variabile. diminuendo la loro velocit di rotazione) il valore
Senza tali caratteristiche, infatti, gli impianti di cli- della differenza di pressione che fa circolare il fluido
matizzazione (specie quelli di medie e grandi di- nellimpianto.
mensioni) funzionano generalmente con forti squi- I regolatori di pressione differenziale agiscono
libri sia idraulici che termici, e con portate che invece lungo le reti di distribuzione e sono in
risultano di gran lunga superiori a quelle neces- grado di limitare (aumentando o diminuendo le loro
sarie. perdite di carico) le differenze di pressione agli
Ad esempio, come vedremo meglio in seguito, gli estremi dei circuiti periferici che servono i terminali:
impianti centralizzati a colonne funzionano ge- ad es. ai piedi di colonna o agli attacchi delle deri-
neralmente con portate eccessive ai piani bassi vazioni di zona.
ed insufficienti ai piani alti: situazione che deter- La trattazione suddivisa in due parti: nella prima
mina condizioni di malessere fisiologico e sensibili esamineremo le caratteristiche principali, le presta-
incrementi delle dispersioni termiche. zioni e le possibilit duso dei regolatori di pressione
Per cercare di risolvere tali gravi inconvenienti, differenziale; nella seconda considereremo come,
in questo numero di Idraulica considereremo lim- con laiuto di questi componenti, possibile bilan-
portante azione che pu essere svolta in merito dai ciare i vecchi impianti a colonne.

3
A regime, cio a pressione differenziale co-
REGOLATORI
stante, la membrana (in base alle pressioni che
DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE
sussistono nelle camere ad alta e bassa pressione)
si posiziona, e posiziona l'otturatore ad essa
Sono chiamati anche regolatori di P e servono a collegato, in modo da garantire il P richiesto.
mantenere costante la differenza di pressione Se la pressione differenziale del circuito subisce
fra due punti di un circuito. variazioni (causate, ad esempio, dall'aprirsi o dal
chiudersi delle valvole termostatiche) la membrana,
Il loro lavoro sostanzialmente quello di assor-
per effetto delle nuove pressioni che si determinano
bire gli eccessi di pressione. Per svolgere tale
nelle due camere, si estende o si contrae in modo
da ripristinare il P richiesto.
lavoro sfruttano leffetto combinato di una mem-

I regolatori di P del tipo sotto rappresentato


brana equilibratrice e di una molla che agisce da
contrasto: ved. sezione schematica sotto riportata.
La membrana azionata dalla differenza di devono essere installati sui tubi di ritorno in
pressione che si stabilisce fra la camera ad alta quanto sono caratterizzati dallavere la camera a
pressione (evidenziata con campo rosso) e quella a bassa pressione direttamente alimentata dal fluido
bassa pressione (evidenziata con campo azzurro). che li attraversa.

Manopola Brugola di intercettazione valvola


di taratura

Molla di
contrasto Scala di regolazione
pressioni differenziali

mbar
Presa di
alta pressione 250
300
350
400
450
500
550
600

Membrana Otturatore
equilibratrice a pistone

Regolatore di pressione differenziale a taratura variabile

4
La taratura dei regolatori di P si effettua con
unapposita manopola di regolazione. Il comando
con vite a brugola serve per poter mandare in
chiusura i regolatori senza starare il valore di P
impostato.
Per le prese di pressione esterna dei regolatori
sono utilizzati capillari generalmente collegati a
valvole di supporto, chiamate in gergo tecnico
"valvole partner": ved. sezione schematica sotto
riportata.
Tali valvole possono servire anche (1) a regolare le
portate dei circuiti, (2) a misurare tali portate e (3)
ad intercettare i circuiti stessi per eventuali inter-
venti di manutenzione.
La taratura delle valvole partner, cos come la
loro chiusura, si effettua con la manopola di
regolazione. Il comando con vite a brugola serve
(dopo la taratura delle valvole) a bloccare la loro
apertura massima. In tal modo le valvole manten-
gono memoria delle posizioni di taratura impostate
prima degli interventi di intercettazione.

Brugola di blocco della regolazione


Manopola
di taratura

Scala di regolazione

4
Otturatore 3,5
3
a pistone 2,5
2
1,5
1
0,5
0

Presa di pressione Presa di pressione


a monte a valle

Valvola associata al regolatore di pressione differenziale (valvola partner)

5
Collegamento con valvola partner interna
COLLEGAMENTI FRA
REGOLATORI DI P E VALVOLE PARTNER
al circuito di controllo
la soluzione consigliata quando i terminali non
sono dotati di valvole preregolabili. In questi casi
I collegamenti fra regolatori di P e valvole partner le valvole partner possono servire anche a bilanciare
possono essere cos realizzati: i circuiti.

Collegamento con valvola partner esterna


al circuito di controllo
la soluzione consigliata quando i terminali sono
dotati di valvole preregolabili: ad es. valvole di
preregolazione per radiatori, pannelli o derivazioni
di zona.
In questi casi le portate dei terminali possono es-
sere bilanciate con tali valvole. Risultano, quindi,
bilanciate anche le portate dei circuiti quale somma
delle portate dei singoli terminali. E di conseguenza,
in questi casi, le valvole partner non servono a
bilanciare i circuiti. Valvola non preregolabile

Valvola preregolabile

Con tale soluzione, i regolatori di P vanno tarati


in base al valore che risulta dalla somma tra le
prevalenze richieste sia dal circuito sia dalla val-
vola partner.
Ad esempio, se alla base di una colonna deve essere
assicurata una prevalenza Pcol = 2.000 mm c.a.
e se per la taratura della valvola partner richiesta
una perdita di carico Hvalv = 1.500 mm c.a., il
regolatore di P va cos tarato:
P = Pcol + Hvalv = 2.000 + 1.500 = 3.500 mm c.a.

Con tale soluzione, i regolatori di P vanno tarati


alla prevalenza richiesta dai circuiti.
Ad esempio, se alla base di una colonna si deve ga-
rantire una prevalenza Pcol = 2.000 mm c.a., il
regolatore di P va cos tarato:
P = Pcol = 2.000 mm c.a.

6
LUSO DEI REGOLATORI DI P
Impianti a colonne
con valvole termostatiche preregolabili
NEI PRINCIPALI TIPI DIMPIANTO
In impianti medio-grandi bene invece (per le ragioni
che vedremo in seguito) utilizzare valvole termosta-
I regolatori di P possono essere conveniente- tiche preregolabili.
mente utilizzati in impianti a radiatori, a ventilcon- In tal caso consigliabile utilizzare i regolatori di P
vettori, a batterie d'aria e a pannelli radianti. alla base delle colonne con valvole partner esterne
ai circuiti regolati, per quanto esposto nella pagina
IMPIANTI A RADIATORI a lato.

In questi impianti, specie in quelli medio-grandi,


i regolatori di P sono utilizzati (come gi sap- 2
piamo e come vedremo pi dettagliatamente in se-
guito) per evitare che i radiatori funzionino con
portate molto diverse da quelle di progetto e
quindi con forti squilibri sia idraulici che termici.
Inoltre, in questi impianti, i regolatori di P sono
utilizzati per far funzionare le valvole termostati-
che nel campo di pressioni differenziali richiesto:
campo che in genere varia da 700800 fino a
2.0002.200 mm c.a..
Queste le principali soluzioni adottate:

Impianti a colonne
con valvole termostatiche non preregolabili
In impianti medio-piccoli con valvole termostatiche
non preregolabili possibile utilizzare i regolatori di
P alla base delle colonne con valvole partner
interne ai circuiti regolati. In tal modo, se necessario,
le valvole partner possono servire a limitare le por- Impianto a colonne con valvole termostatiche
tate delle colonne. preregolabili

Impianto a colonne con valvole termostatiche


non preregolabili

7
Trasformazione di impianti a zone del tipo a oppure, se ci non possibile (dipende dal tipo di
portata costante in impianti a portata variabile valvole installate), sostituendo le valvole a 3 vie con
nuove valvole a 2 vie.
il caso di impianti a zone con valvole a 3 vie
trasformati in impianti a 2 vie. La trasformazione I termostati di zona vanno sostituiti con orologi pro-
serve per poter far funzionare con valvole termo- grammabili per lasciare solo alle valvole termostati-
statiche i vecchi impianti a zone e quindi per poter che il controllo della temperatura ambiente.
ottenere i notevoli vantaggi (di comfort termico e consigliabile utilizzare valvole termostatiche pre-
risparmio energetico) ottenibili con tali valvole. regolabili e installare i regolatori di P con valvole
La trasformazione pu essere ottenuta chiudendo partner interne ai circuiti regolati.
con un tappo la via di by-pass delle valvola a 3 vie,

3
T T T

T T T

T T T

Trasformazione
Trasformazionediimpianto
un impianto a zone
da valvole da portata
di zona a 3 vie a costante a portata
valvole di zona a 2 vievariabile (con valvole termostatiche)

8
Impianti nuovi a zone con regolatori di P Impianti nuovi a zone con regolatori di P
installati alla base delle colonne installati nelle cassette di zona
In impianti medio-piccoli il controllo delle pressioni In impianti medio-grandi il controllo delle pressioni
differenziali che agiscono sulle valvole dei radiatori differenziali che agiscono sulle valvole dei radiatori
pu essere affidato a regolatori di P posti alla base deve essere generalmente affidato a regolatori di P
delle colonne. posti nelle cassette di zona.
consigliabile utilizzare valvole termostatiche pre- consigliabile utilizzare valvole termostatiche pre-
regolabili e installare i regolatori di P con valvole regolabili e installare i regolatori di P con valvole
partner esterne ai circuiti regolati. partner esterne ai circuiti regolati.

Impianto a radiatori con regolatori di P installati alla base delle colonne

Impianto a radiatori con regolatori di P installati nelle cassette di zona

9
IMPIANTI A VENTILCONVETTORI In impianti a ventilconvettori, i regolatori di P

In questi impianti i regolatori di P sono utilizzati


servono anche a tener sotto controllo le pressioni
differenziali nei casi in cui si utilizzano valvole
soprattutto per evitare forti squilibri idraulici che di regolazione termoelettriche, in quanto queste
possono penalizzare i terminali situati nelle zone pi valvole non sono generalmente in grado di funzio-
sfavorite in impianti a colonne o con distribuzioni nare correttamente con pressioni differenziali troppo
orizzontali molto estese. elevate.

Impianto a ventilconvettori con distribuzione orizzontale e regolatori di P

Impianto a ventilconvettori con distribuzione a colonne e regolatori di P

Impianto a ventilconvettori con distribuzione a colonne e regolatori di P nelle cassette di zona

10
Le soluzioni modulari sotto riportate (con regola- Gli schemi riportati nella pagina a lato sono riferiti a
tori di P, valvole partner e collettori di distribu- ventilconvettori senza valvole di preregolazione
zione in cassette) facilitano la realizzazione degli (cio non dotati n di autoflow n di valvole di tara-
impianti e consentono una loro agevole manuten- tura manuale) pertanto consigliabile installare le
zione periodica. valvole partner all'interno del circuiti regolati.

9
Cassetta di distribuzione

Distribuzione a controssoffitto

Distribuzione sotto pavimento

Impianti a ventilconvettori con regolatori di P in cassetta di distribuzione

11
IMPIANTI A BATTERIE DARIA Tale bilanciamento consente il corretto funziona-

I regolatori di P sono utilizzati anche per il bi-


mento delle macchine. Ed inoltre d la possibilit di
escludere o di aggiungere nuove macchine senza
lanciamento idraulico di macchine ad aria per la alterare gli equilibri esistenti e dover effettuare nuove
produzione del freddo e del caldo. procedure di bilanciamento.

10

Impianti a batterie daria del tipo a distribuzione orizzontale con regolatori di P

12
IMPIANTI A PANNELLI elevate in corrispondenza delle valvole di prere-

In questi impianti i regolatori di P sono utiliz-


golazione dei pannelli, in quanto tali pressioni
possono causare un funzionamento rumoroso e con
zati soprattutto in impianti medio grandi per evi- forti vibrazioni delle valvole stesse.
tare linsorgere di pressioni differenziali troppo

11

TrasformazioneImpianto a pannelli
impianto da valvole dicon regolatori
zona di P installati
a 3 vie a valvole di zona a 2alla
viebase delle colonne

12

Impianto a pannelli con regolatori di P installati nelle cassette di zona

13
AZIONI SVOLTE DAI REGOLATORI DI P
E DALLE VALVOLE PARTNER

I regolatori di P e le valvole partner sono


spesso percepiti come componenti che svol-
gono due azioni ben diverse fra loro: i regolatori
di P avrebbero il compito di limitare il valore delle
pressioni differenziali, le valvole partner quello di
bilanciare le portate.
In effetti non cos, o meglio non del tutto cos.
Tra i regolatori di P e le valvole partner non esiste
infatti una netta differenza di compiti. In partico- P effettivo colonne P taratura
lare va considerato che i regolatori di P svol-
gono anche un ruolo importante per quanto
riguarda il bilanciamento della portate.
P richiesto colonne
Per cercare di mettere in evidenza tale aspetto, re-
lativamente ad impianti a portata costante, pos-
siamo considerare i seguenti casi:
Impianti a colonne
Impianti a colonne con regolatori di P alla base delle colonne
senza valvole di bilanciamento Le condizioni di lavoro ottenute con le valvole di
I P alla base delle colonne crescono in modo taratura possono essere ottenute anche con i re-
costante (anche se non lineare) dallultima colonna golatori di P. Pertanto questi regolatori possono
alla prima. Di conseguenza si possono avere portate svolgere azioni equilibratrici non solo per quanto ri-
troppo basse nelle ultime colonne e troppo alte nelle guarda le pressioni, ma anche per quanto riguarda le
prime. portate.

P effettivo colonne P effettivo colonne

P distribuzione orizzontale

P richiesto colonne P richiesto colonne

Impianti a colonne Osservazioni:

Dunque i regolatori di P possono agire anche come


con valvole di taratura alla base delle colonne
Per evitare gli squilibri di cui sopra le colonne pos- valvole di taratura automatiche. Per tale motivo,
sono essere dotate di valvole di taratura manuali negli impianti con regolatori di P non neces-
che, opportunamente tarate, possono far funzio- sario, in genere, ricorrere ad impegnative opera-
nare tutte le colonne con gli stessi P. zioni di bilanciamento delle portate.

14
La trattazione suddivisa in due parti:
IL BILANCIAMENTO
DEGLI IMPIANTI A COLONNE Nella prima considereremo i metodi di calcolo
generalmente utilizzati per dimensionare questi
impianti e svilupperemo un esempio tipo.
Nelle pagine che seguono vedremo come pos- L'esempio serve a chiarire meglio le procedure di
sibile, con laiuto dei regolatori di P, bilanciare i calcolo e a farci un'idea delle grandezze normal-
vecchi impianti a colonne. mente in gioco: cosa molto utile per poter proce-
Problema, questo, di primaria importanza per poter dere con cognizione di causa nel bilanciamento di
ottenere da questi vecchi impianti livelli di comfort questi impianti.
termico ed efficienza energetica in linea con le Nella seconda parte considereremo possibili
esigenze dei nostri giorni. Problema, inoltre, d'in- metodi, teorici e pratici, per bilanciare questi
dubbio interesse generale in quanto riguarda im- impianti sia nel caso in cui gli elaborati di progetto
pianti che continuano a funzionare in un consi- sono disponibili sia nel caso in cui non lo sono.
derevole numero di edifici, in pratica tutti quelli Lo schema generale della trattazione cos riassu-
realizzati prima degli anni Settanta/Ottanta. mibile:

IL DIMENSIONAMENTO DEI
VECCHI IMPIANTI A COLONNE
Esempio di calcolo

INTERVENTI ATTI A MIGLIORARE


LE PRESTAZIONI
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE

BILANCIAMENTO BILANCIAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE
CON PROGETTO DISPONIBILE SENZA PROGETTO DISPONIBILE

Metodi per determinare le posizioni Metodi per determinare le posizioni


di taratura delle valvole di di taratura delle valvole di
preregolazione e dei regolatori di P preregolazione e dei regolatori di P

Calcolo Calcolo Calcolo


di tipo manuale di tipo manuale con software

15
Tratto di colonna fra rad. n e rad. n-1
DIMENSIONAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE si determinava il diametro dei tubi in base
alla portata del radiatore servito e al valore
guida (r);
Le loro reti di distribuzione (quasi sempre in ac- si determinavano le PdC, distribuite e localiz-
ciaio, ma alcune volte anche in rame) erano di- zate, del tratto di colonna;
mensionate in base ad un valore guida prede- si calcolava la prevalenza richiesta alla base del
finito delle PdC distribuite (o continue) unitarie, tratto di colonna considerato (Pn-1) som-
in genere r = 10 mm c.a./m: valore che, come sap- mando fra loro la prevalenza al nodo n e le PdC
piamo, in grado di garantire un buon compro- del tratto sopra considerato.
messo fra i costi di realizzazione dellimpianto e
quelli di gestione delle pompe.
Circuito del rad. n-1
I circuiti dei radiatori, le colonne e il collettore oriz-
si calcolava la portata nominale del radiatore in
zontale erano poi cos dimensionati:
base alla quantit di calore da erogare e al salto
termico di progetto;
Dimensionamento ultima colonna
si determinava il diametro dei tubi in base alla
portata richiesta e cercando di ottenere agli
estremi del circuito PdC simili al P disponibile
(Pn-1). Con tubi in acciaio, la scelta era co-
n n n
munque limitata ai diametri 1/2" e 3/8";
si determinavano le PdC, distribuite e localiz-
zate, del circuito;
si bilanciava poi (ved. 1 Quaderno Caleffi) la
portata nominale del radiatore alla prevalenza
n1 n1 n1
(Pn-1) effettivamente disponibile.

P n
n2 n2 n2 n

P n 1
n1

1 1 1

P n 2
n2

Tratto di colonna fra rad. n-1 e n-2


si determinava il diametro dei tubi in base
Circuito ultimo radiatore (rad. n) alla portata del radiatore servito e al valore
si calcolava la portata nominale del radiatore guida (r);
in base alla quantit di calore da erogare e al si determinavano le PdC, distribuite e localiz-
salto termico di progetto; zate, del tratto di colonna;
si determinava il diametro dei tubi in base si calcolava la prevalenza richiesta alla base del
alla portata richiesta e al valore guida (r); tratto di colonna considerato (Pn-2) som-
si determinavano le PdC, distribuite e localiz- mando fra loro la prevalenza al nodo n-1 e le PdC
zate, del circuito; di cui sopra.
si poneva la prevalenza richiesta agli estremi del Si procedeva, poi, in modo analogo fino alla
circuito (Pn ) uguale alle PdC di cui sopra. confluenza dell'ultima colonna nella penultima.

16
Dimensionamento penultima colonna Dimensionamento altre colonne

Si dimensionava con gli stessi criteri adottati per In impianti medio piccoli (7-8 colonne) e con al-
l'ultima colonna. tezze non troppo elevate (max. 5-6 piani) si pro-
Si bilanciavano poi le portate cos ottenute alla cedeva generalmente come considerato per la
prevalenza disponibile al nodo di confluenza con penultima colonna. Si procedeva cio dimensio-
lultima colonna. nando dapprima le colonne col valore (r) guida di
base e poi bilanciando le portate cos determinate
ai valori di P effettivi che sussistevano nei punti
d'innesto delle colonne al collettore orizzontale.
n n In impianti medio grandi, invece, si procedeva
generalmente dimensionando le colonne con va-
lori (r) guida che crescevano man mano che ci si
avvicinava alla centrale termica. Si procedeva in
tal modo per evitare che le colonne pi vicine alla
n1 n1
centrale avessero portate molto pi elevate rispetto
a quelle pi lontane.
In genere, comunque, non si assumevano valori di
(r) guida superiori ai 4050 mm c.a./m per evitare
n2 n2 velocit troppo alte, in grado (considerando i limitati
mezzi di disaerazione allora disponibili) di trascinare
le bolle d'aria e quindi di far funzionare gli impianti in
modo rumoroso.

Dimensionamento collettore orizzontale


1 1
Tutti i suoi tratti, cio sia quelli compresi tra colonna
e colonna sia quelli di collegamento alla centrale
P calcolo colonna
termica, si dimensionavano col valore (r) guida di
P attacco colonnacollettore
base.

Esempio di calcolo proposto

Pu servire, come gi accennato, a chiarire meglio


le procedure di calcolo sopra esposte nonch a
Per il bilanciamento delle portate poteva essere cogliere e rappresentare la notevole entit degli
utilizzata la formula: squilibri (termici ed idraulici) che caratterizzano i
G1 = ( H1 / H ) 0,525 G = F G
vecchi impianti a colonne.
Comunque, per quanto riguarda lanalisi degli squi-
dove: libri, sufficiente limitarsi a considerare quanto
G1 = portata circuito bilanciato (nuova portata) riportato ed esposto a pag. 24 e 25.
H1 = prevalenza circuito bilanciato
G = portata circuito da bilanciare (vecchia portata)
H = prevalenza circuito da bilanciare
e dove F il fattore moltiplicativo utilizzabile per
determinare le nuove portate sia della colonna sia
dei relativi radiatori (ved. 1 Quaderno Caleffi).

17
Esempio 1 I calcoli sono svolti con un foglio di calcolo e i relativi risultati
Dimensionamento impianto a colonne sono riportati con le approssimazioni ritenute significative.
Per la verifica manuale dei calcoli possono essere utilizzate le
Dimensionare limpianto a colonne individuato dai disegni tabelle del 1 Quaderno Caleffi.
sotto riportati e avente le seguenti caratteristiche:
Fabbisogno termico radiatori: ved. disegno pagina a lato Dimensionamento colonna VI
T = 10C salto termico di progetto
Circuito radiatore 6
L = 4 m lunghezza tubi (mandata e ritorno) circuito radia-
tori Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
Lunghezza altri tubi: ved. relativi disegni
Scelta diametro e perdite di carico distribuite H R
Tubi in acciaio
x = 15
= 1/2 (diametro scelto)
coefficiente PdC localizzate circuito radiatori (at-
r = 5,3 mm c.a./m (PdC lineari unitarie)
tacchi, curve, valvola, radiatore e detentore)
x=4
H R = r L = 5,3 4 = 21,3 mm c.a.
v = 0,21 m/s (velocit del fluido)
coefficiente PdC localizzate tratto di colonna
x=6 coefficiente PdC localizzate piede di colonna
Perdite di carico localizzate H Z
Note: H Z = 33,8 mm c.a. ( x = 15, v = 0,21 m/s)

1. Il coefficiente x = 15 (relativo alle PdC localizzate del cir- Perdite di carico totali H T
cuito radiatori) riferito alle valvole e ai detentori normal- H T = H R + H Z = 21,3 + 33,8 = 55,1 mm c.a.
mente utilizzati fino agli anni Ottanta ed il valore a cui si
faceva normalmente riferimento per il dimensionamento Tratto di colonna rad. 6 rad. 5
degli impianti.
Portata: G = 160 l/h
2. Per il dimensionamento dei tubi si considerano diametri
interni dei tubi in acciaio corrispondenti a quelli normal- Scelta diametro e perdite di carico distribuite H R
mente utilizzati negli anni Sessanta-Settanta. = 1/2 (diametro scelto)
3. Per il calcolo delle perdite di carico continue e localiz- r = 5,3 mm c.a./m (PdC lineari unitarie)
zate si utilizzano le formule riportate sul 1 Quaderno
H R = r L = 5,3 6 = 31,9 mm c.a.
v = 0,21 m/s (velocit del fluido)
Caleffi.

Soluzione Perdite di carico localizzate H Z


Per il dimensionamento dellimpianto si procede col metodo H Z = 9,0 mm c.a. ( x = 4, v = 0,21 m/s)
riportato a pag. 16 e 17.

II VI

IV
6m

4m
10 m

4m

6m 6m
III

I V

4m 4m 4m 4m 4m

Schema distribuzione orizzontale

18
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h

6 6 6 6b 6a 6 6

3m

5 5 5 5b 5a 5 5

3m

4 4 4 4b 4a 4 4

3m

3 3 3 3b 3a 3 3

3m

2 2 2 2b 2a 2 2

3m

1 1 1 1b 1a 1 1

2m

Schema altimetrico colonne

19
Perdite di carico totali H T
H T = 31,9 + 9,0 = 40,9 mm c.a.
160 l/h
P al nodo 5 55 1.600
P 5 = P 6 + 40,9 = 55,1 + 40,9 = 96,0 mm c.a.
1/2" 6
mm c.a. kcal/h
1/2" T = 10,0C
160 l/h
214 l/h
160 l/h
96 1.600
1/2" 5
55 1.600 mm c.a. kcal/h
1/2" 6
mm c.a. kcal/h 3/4" T = 7,5C
1/2" T = 10,0C 374 l/h
160 l/h

149
4
96 mm c.a.
5
mm c.a.

4 Circuito radiatore 4

Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
Scelta diametro e perdite di carico circuito
= 1/2 (diametro scelto)
Circuito radiatore 5
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
Portata di progetto (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h H R = 21,3 mm c.a. (r = 5,3 mm c.a.)
H Z = 33,8 mm c.a. ( x = 15, v = 0,21 m/s)
Scelta diametro e perdite di carico circuito
H T = 21,3 + 33,8 = 55,1 mm c.a.
= 1/2 (diametro scelto)
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 4
G = 160 ( 148,9 / 55,1 ) 0,525 = 160 1,69 = 270 l/h
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
H R = 21,3 mm c.a. (r = 5,3 mm c.a.)
H Z = 33,8 mm c.a. ( x = 15, v = 0,21 m/s)
Salto termico effettivo radiatore
T = Q / G = 1.600 / 270 = 5,9C
H T = 21,3 + 33,8 = 55,1 mm c.a.
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 5 Tratto di colonna rad. 4 rad. 3

G = 160 ( 96,0 / 55,1 ) 0,525 = 160 1,34 = 214 l/h Portata: G = 374 + 270 = 644 l/h

Salto termico effettivo radiatore Scelta diametro e PdC tratto di colonna


T = Q / G = 1.600 / 214 = 7,5C = 3/4 (diametro scelto)
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
Tratto di colonna rad. 5 rad. 4 (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
Portata: G = 160 + 214 = 374 l/h H R = 102,8 mm c.a. (r = 17,1 mm c.a.)
H Z = 46,5 mm c.a. ( x = 4, v = 0,48 m/s)
Scelta diametro e perdite di carico distribuite H R
H T = 102,8 + 46,5 = 149,3 mm c.a.
= 3/4 (diametro scelto)
r = 6,2 mm c.a./m (PdC lineari unitarie) P al nodo 3
P 3 = P 4 + 149,3 = 148,9 + 149,3 = 298,2 mm c.a.
H R = r L = 6,2 6 = 37,2 mm c.a.
v = 0,28 m/s (velocit del fluido)

Circuito radiatore 3
Perdite di carico localizzate H Z
H Z = 15,7 mm c.a. ( x = 4, v = 0,28 m/s)
Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
Perdite di carico totali H T
Scelta diametro e perdite di carico circuito
H T = 37,2 + 15,7 = 52,9 mm c.a.
= 3/8 (diametro scelto)
P al nodo 4 In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
P 4 = P 5 + 52,9 = 96,0 + 52,9 = 148,9 mm c.a. (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:

20
H R = 74,2 mm c.a. (r = 18,6 mm c.a.) Scelta diametro e perdite di carico circuito
H Z = 91,7 mm c.a. ( x = 15, v = 0,35 m/s) = 3/8 (diametro scelto)
H T = 74,2 + 91,7 = 166,0 mm c.a. In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizate
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 3 (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
G = 160 ( 298,2 / 166,0 ) 0,525 = 160 1,36 = 218 l/h H R = 74,2 mm c.a. (r = 18,6 mm c.a.)
H Z = 91,7 mm c.a. ( x = 15, v = 0,35 m/s)
Salto termico effettivo radiatore
T = Q / G = 1.600 / 218 = 7,4C
H T = 74,2 + 91,7 = 166,0 mm c.a.
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 2
Tratto di colonna rad. 3 rad. 2 G = 160 ( 529,0 / 166,0 ) 0,525 = 160 1,84 = 294 l/h
Portata: G = 644 + 218 = 862 l/h Salto termico effettivo radiatore
Scelta diametro e PdC tratto di colonna T = Q / G = 1.600 / 294 = 5,4C
= 1 (diametro scelto)
Tratto di colonna e collettore fino allattacco colonna V
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano: Portata: G = 1.111 + 294 = 1.405 l/h
H R = 55,1 mm c.a. (r = 9,2 mm c.a.) H T = H R + H Z = 115,0 + 43,3 = 158,4 mm c.a.
H Z = 32,7 mm c.a. ( x = 4, v = 0,41 m/s)
P att. col. V = P 1 + 158 = 529 + 158 = 687 mm c.a.
H T = 55,1 + 32,7 = 87,8 mm c.a.
P al nodo 2
P 2 = P 3 + 87,8 = 298,2 + 87,8 = 386,0 mm c.a.
Colonna VI
Circuito radiatore 2 160 l/h
Portata di progetto 55 1.600
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
mm c.a. 1/2" 6
kcal/h
1/2" T = 10,0C
Scelta diametro e perdite di carico circuito 160 l/h
= 3/8 (diametro scelto) 214 l/h
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate 96 1.600
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano: mm c.a. 1/2" 5
kcal/h
H R = 74,2 mm c.a. (r = 18,6 mm c.a.) 3/4" T = 7,5C
H Z = 91,7 mm c.a. ( x = 15, v = 0,35 m/s) 374 l/h
270 l/h
H T = 74,2 + 91,7 = 166,0 mm c.a.
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 3
149 1.600
4
G = = 160 ( 386,0 / 166,0 ) 0,525 = 160 1,56 = 249 l/h
mm c.a. 1/2" kcal/h
3/4" T = 5,9C
Salto termico effettivo radiatore 644 l/h

T = Q / G = 1.600 / 249 = 6,4C


218 l/h
298 1.600
mm c.a. 3/8" 3
Tratto di colonna rad. 2 rad. 1 kcal/h
1" T = 7,4C
Portata: G = 862 + 249 = 1.111 l/h
862 l/h
Scelta diametro e PdC tratto di colonna 249 l/h

= 1 (diametro scelto) 386 1.600


mm c.a. 3/8" 2
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate kcal/h
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano: 1" T = 6,4C
H R = 88,6 mm c.a. (r = 14,8 mm c.a.) 1.111 l/h
Colonna V

H Z = 54,4 mm c.a. ( x = 4, v = 0,52 m/s)


294 l/h
529 1.600
H T = 88,6 + 54,4 = 143 mm c.a. mm c.a. 3/8" 1
kcal/h
P al nodo 1 1 1/4" T = 5,4C
P 2 = P 3 + 143 = 386,0 + 143 = 529,0 mm c.a. 1.405 l/h

687 mm c.a.
Circuito radiatore 1

Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h 1 1/4"

21
Dimensionamento colonna V Risulta pertanto:

Si dimensiona la colonna con lo stesso metodo utilizzato F = ( 687 / 631 ) 0,525 = 1,046
per dimensionare la colonna VI. Si ottengono cos i se-
G = 1.145 1,046 = 1.198 l/h
Nuova portata della colonna
guenti risultati:

Nuove portate dei radiatori e relativi salti termici

Colonna V G rad.6 = 130 1,046= 136 l/h T = 1.300 / 136 = 9,6C


G rad.5 = 174 1,046= 182 l/h T = 1.300 / 182 = 7,1C
G rad.4 = 220 1,046= 230 l/h T = 1.300 / 230 = 5,7C
130 l/h

G rad.3 = 178 1,046= 186 l/h T = 1.300 / 186 = 7,0C


37 1.300

G rad.2 = 203 1,046= 213 l/h


mm c.a. 1/2" 1
kcal/h
T = 1.300 / 213 = 6,1C
G rad.1 = 240 1,046= 251 l/h
1/2"
130 l/h T = 1.300 / 251 = 5,2C
174 l/h
64 1.300
mm c.a. 1/2" 2
kcal/h
3/4" Colonna V
304 l/h 136 l/h
220 l/h
1.300
100 1.300 1/2" 6
1/2" 3 kcal/h
mm c.a. kcal/h
1/2" T = 9,6C
3/4"
136 l/h
524 l/h 182 l/h
178 l/h
1.300
201 1.300 1/2" 5
3/8" 4 kcal/h
mm c.a. kcal/h
3/4" T = 7,1C
1"
318 l/h
702 l/h 230 l/h
203 l/h
1.300
260 1.300 1/2" 4
3/8" 5 kcal/h
mm c.a. kcal/h
3/4" T = 5,7C
1"
548 l/h
905 l/h 186 l/h
240 l/h
Colonna VI

1.300
357 1.300 3/8" 3
3/8" 6 kcal/h
mm c.a. kcal/h
1" T = 7,0C
1"
734 l/h
1.145 l/h 631 mm c.a. 213 l/h
687 mm c.a. 1.300
3/8" 2
kcal/h
1" T = 6,1C
1 1/4" 1.405 l/h 947 l/h
251 l/h
Colonna IV

Colonna non bilanciata al P di base


1.300
3/8" 1
kcal/h
1" T = 5,2C
Si bilancia poi la colonna al valore del P che sussiste tra i 1.198 l/h
due punti in cui la colonna si innesta al collettore. 893 mm c.a. 687 mm c.a.
Fattore di bilanciamento della colonna e dei radiatori

Si calcola (1 Quaderno Caleffi, pag. 67) con la formula: 1 1/4" 2.603 l/h 1 1/4" 1.405 l/h

F = ( H1 / H ) 0,525
Colonna bilanciata al P di base
dove: H1 = prevalenza di bilanciamento del circuito
H = prevalenza circuito da bilanciare

22
Dimensionamento colonna IV Si dimensiona e si bilancia poi la colonna considerata con gli
stessi procedimenti di calcolo con cui stata dimensionata
Si dimensiona dapprima il circuito del radiatore 6a: il ra- e bilanciata colonna V. Si ottengono in tal modo i seguenti
diatore di sommit che deve emettere pi calore. valori:
Si dimensiona poi il circuito del radiatore 6b e lo si bilancia
poi al P del circuito di cui sopra:

Circuito radiatore 6a Colonna IV

Portata di progetto 74 l/h 74 l/h


G P = Q / T = 750 / 10 = 75 l/h
350 750
6b 3/8" 3/8" 6a
kcal/h kcal/h
Scelta diametro e perdite di carico circuito
= 3/8 (diametro scelto) T = 4,8C 1/2" T = 10,2C
In base a tale diametro le PdC totali risultano: 104 l/h 104 l/h
H R = 18,0 mm c.a. (r = 4,5 mm c.a.)
H Z = 20,2 mm c.a. ( x = 15, v = 0,16 m/s)
350 750
5b 3/8" 3/8" 5a
kcal/h kcal/h
H T = H R + H Z = 18,0 + 20,2 = 38,2 mm c.a. T = 3,4C T = 7,2C
3/4"
Circuito radiatore 6b 137 l/h 137 l/h
Portata di progetto 350 750
G P = Q / T = 350 / 10 = 35 l/h
4b 3/8" 3/8" 4a
kcal/h kcal/h
T = 2,6C 3/4"
T = 5,5C
Scelta diametro e perdite di carico circuito
= 3/8 (diametro scelto) 206 l/h 206 l/h
In base a tale diametro le PdC totali risultano: 350 750
3b 3/8" 3/8" 3a
H R = 4,3 mm c.a. (r = 1,1 mm c.a.) kcal/h kcal/h
H Z = 4,4 mm c.a. ( x = 15, v = 0,08 m/s) T = 1,7C
1"
T = 3,6C
H T = H R + H Z = 4,3 + 4,4 = 8,7 mm c.a.
254 l/h 254 l/h
Portata calcolata in base al P del circuito rad. 6a
G = 35 ( 38,2 / 8,7 ) 0,525 75 l/h
350 750
2b 3/8" 3/8" 2a
kcal/h kcal/h

Salto termico effettivo radiatore T = 1,4C T = 3,0C


1"
T = Q / G = 350 / 75 = 4,7C 335 l/h 335 l/h
Colonna III

Tratto di colonna rad. 6 rad. 5 350 750


1b 3/8" 3/8" 1a
kcal/h kcal/h
Portata: G = 75 + 75 = 150 l/h
T = 1,0C T = 2,2C
Scelta diametro e perdite di carico circuito 1 1/4"

= 1/2 (diametro scelto) 893 mm c.a.


In base a tale diametro le PdC totali risultano:
H T = H R + H Z = 28,3 + 7,9 = 36,2 mm c.a.
P al nodo 5
P 5 = P 6 + 36,2 = 38,2 + 36,2 = 74,4 mm c.a.

Di seguito sono riportati i dati di progetto relativi al dimen-


sionamento delle altre colonne e del collettore di base.
75 l/h 75 l/h

350 750
kcal/h 6b 3/8" 3/8" 6a kcal/h
T = 4,7C T = 10,0C
1/2"
150 l/h

74
6b
mm c.a.

23
24
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h

114 l/h 121 l/h 65 l/h 74 l/h 74 l/h 136 l/h 160 l/h
T T T T T T T
3/8" 6 7,9C 1/2" 6 9,1C 3/8" 6 9,2C 4,8C 6b 3/8" 3/8" 6a 10,2C 1/2" 6 9,6C 1/2" 6 10,0C

3/8" 1/2" 3/8" 1/2" 1/2" 1/2"

157 l/h 163 l/h 90 l/h 104 l/h 104 l/h 182 l/h 214 l/h
T T T T T T T
3/8" 5 5,7C 1/2" 5 6,7C 3/8" 5 6,6 3,4C 5b 3/8" 3/8" 5a 7,2C 1/2" 5 7,1C 1/2" 5 7,5C

1/2" 1/2" 1/2" 3/4" 3/4" 3/4"


208 l/h 167 l/h 120 l/h 137 l/h 137 l/h 230 l/h 270 l/h
T T T T T T T
3/8" 4 4,3C 3/8" 4 6,6C 3/8" 4 5,0C 2,6C 4b 3/8" 3/8" 4a 5,5C 1/2" 4 5,7C 1/2" 4 5,9C

1/2" 1/2" 1/2" 3/4" 3/4" 3/4"


316 l/h 279 l/h 184 l/h 206 l/h 206 l/h 186 l/h 218 l/h
T T T T T T T
3/8" 3 2,8C 3/8" 3 3,9C 3/8" 3 3,3C 1,7C 3b 3/8" 3/8" 3a 3,6C 3/8" 3 7,0C 3/8" 3 7,4C

3/4" 3/4" 1/2" 1" 1" 1"

373 l/h 333 l/h 294 l/h 254 l/h 254 l/h 213 l/h 249 l/h
T T T T T T T
3/8" 2 2,4C 3/8" 2 3,3C 3/8" 2 2,0C 1,4C 2b 3/8" 3/8" 2a 3,0C 3/8" 2 6,1C 3/8" 2 6,4C

3/4" 3/4" 3/4" 1" 1" 1"


473 l/h 425 l/h 351 l/h 335 l/h 335 l/h 251 l/h 294 l/h
T T T T T T T
3/8" 1 1,9C 3/8" 1 2,6C 3/8" 1 1,7C 1,0C 1b 3/8" 3/8" 1a 2,2C 3/8" 1 5,2C 3/8" 1 5,4C

1" 1" 3/4" 1 1/4" 1" 1 1/4"

2 1/2" 1.825 2" 1.503 2" 1.295 1 1/2" 893 1 1/4" 687 1 1/4" 641
9.055 l/h mm c.a. 7.415 l/h mm c.a. 5.927 l/h mm c.a. 4.822 l/h mm c.a. 2.603 l/h mm c.a. 1.405 l/h mm c.a.
SBILANCIAMENTI IDRAULICI E TERMICI La seconda causa , invece, dovuta al fatto che i P
NEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE continuano a crescere anche lungo il collettore
di distribuzione orizzontale. Di conseguenza i P
I dati dellesempio svolto evidenziano con chiarezza
che agiscono alla base delle prime colonne sono pi
che i vecchi impianti a colonne erano (e sono tut-
elevati di quelli che agiscono sulle ultime e quindi
tora) generalmente caratterizzati da forti diffe-
vanno ad incrementare ulteriormente gli squilibri
renze tra le portate di progetto e quelle effettive
tra le portate di progetto e quelle reali.
di funzionamento.
Il motivo, come possiamo dedurre dai calcoli svolti, Come sappiamo, e come d'altra parte risulta di tutta
addebitabile a due cause: evidenza, questi squilibri comportano (1) elevati
costi di gestione delle pompe, (2) sensibili e disa-
la prima dovuta al fatto che, lungo le colonne (dal
gevoli variazioni della temperatura ambiente, sia
piano pi alto a quello pi basso) continuano a cre-
scere i P dei circuiti che servono i radiatori.
fra alloggio e alloggio sia fra locale e locale dello
stesso alloggio.
Di conseguenza, per poter assicurare le portate
Gli stessi squilibri comportano anche un altro incon-
richieste ai radiatori degli ultimi piani, si devono dare
veniente, forse meno evidente di quelli sopra consi-
portate molto pi elevate del necessario ai radiatori
derati, ma non per questo meno grave.
dei piani pi bassi.
Riguarda il fatto che, come vedremo meglio in se-
Se, relativamente ad ogni colonna dell'esempio
guito, senza risolvere adeguatamente gli squilibri
svolto, consideriamo le portate effettive dei ra-
evidenziati non possibile sostituire le valvole
diatori, colpiscono soprattutto le notevoli diffe-
normali dei radiatori con valvole termostatiche,
renze in gioco.
dato che le valvole termostatiche hanno un campo di
Ad esempio, tra il primo e lultimo radiatore della
lavoro molto pi limitato.
colonna III, pur essendo ad essi richiesta la stessa
potenza termica, la differenza di portata di circa Di seguito vedremo come possibile (1) ottenere il
il 540%. E una simile differenza non di certo unec- bilanciamento idraulico di questi impianti e (2)
cezione. Pu anzi essere pi elevata, specie in im- come possibile dotarli di mezzi adeguati e con-
pianti con colonne pi alte di quelle considerate. venienti per aumentare le loro prestazioni.

25
Altri interventi
INTERVENTI ATTI A MIGLIORARE
LE PRESTAZIONI Vanno considerati anche i seguenti interventi legati
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE alle nuove condizioni di funzionamento degli impianti
e alla situazione esistente:
esigenza o meno di proteggere i generatori di
Questi i principali interventi attuabili per migliorare
calore da portate troppo basse (ved. Idraulica
il comfort termico e ridurre gli elevati costi di ge-
35) ad es. con linterposizione di scambiatori di
stione dei vecchi impianti a colonne:
calore o di separatori idraulici fra il circuito prima-
rio (quello del generatore) e il circuito secondario
Contabilizzazione del calore (quello del sistema di distribuzione);
Serve a garantire ad ogni utente la possibilit di pa- azioni richieste (ad es. lavaggio dellimpianto)
gare i costi del riscaldamento in base all'effettivo e mezzi necessari (gruppi di riempimento e di
calore consumato. Nei vecchi impianti a colonne, demineralizzazione dell'acqua, defangatori, ecc...)
ci possibile dotando ogni radiatore di appositi per proteggere i generatori di calore e le val-
ripartitori di calore (ved. Idraulica 39). vole di regolazione dello sporco: pericolo parti-
colarmente temibile nei vecchi impianti;
L'intervento neutro per quanto riguarda il fun-
zionamento dell'impianto in quanto non altera in adozione di pompe a velocit variabile regolate
alcun modo il flusso del fluido. secondo le nuove condizioni di funzionamento
dellimpianto.
Regolazione della temperatura ambiente verifica della curva di regolazione climatica
esistente ed eventuale suo adeguamento alle
Si ottiene in ogni locale con valvole per radiatori nuove esigenze dellimpianto (ved. riquadro
dotate di testine termostatiche: valvole che (come sotto riportato).
gi considerato nel numero 43 di Idraulica) a diffe-
renza di quelle normali, devono lavorare con P
Vanno inoltre effettuate tutte le altre opere neces-
sarie a garantire il rispetto della normativa vigente.
compresi fra 700800 e 2.0002.200 mm c.a..
Condizioni queste che, come vedremo meglio in
seguito, possono essere generalmente garantite Curva climatica dellimpianto bilanciato
solo con l'uso di valvole preregolabili. Considerando che i radiatori devono funzionare con la
stessa temperatura media, sia prima che dopo il bilan-
Bilanciamento delle colonne ciamento, tale curva si pu determinare con la formula:
Tmax.n = Tmax.v + (Tn Tv ) / 2
Si pu ottenere con l'uso di regolatori di P e di dove:
valvole partner, ed generalmente necessario Tmax.n = temp. max. andata imp. bilanciato
per poter garantire il corretto funzionamento
Tmax.v = temp. max. andata imp. non bilanciato
delle valvole termostatiche.
Luso dei regolatori di P pu non essere neces-
(valore deducibile dalla vecchia curva)
Tn = salto termico imp. bilanciato (ved. pag. 30)
Tv
sario solo in impianti che servono poche utenze. In
= salto termico imp. non bilanciato (si deter-
tal caso va tuttavia attentamente verificato che le mina in base al calore ceduto dallimpianto
valvole termostatiche siano in grado di lavorare e alla portata della vecchia pompa)
nel campo richiesto.

26
Ripartitore di calore

Valvola termostatica
con preregolazione

Regolatore di pressione
differenziale

Valvola partner

Elementi di base per la ripartizione del calore e il bilanciamento degli impianti a colonne

27
Taratura dei regolatori di P
BILANCIAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE Va effettuata in base ai P che sussistono alla base
CON PROGETTO DISPONIBILE delle colonne. Non serve invece tarare le valvole
partner. La portata delle colonne infatti regolata
dalle valvole di preregolazione e, naturalmente,
Nel caso dei vecchi impianti a colonne assai dif- uguale alla somma delle portate dei radiatori.
ficile poter disporre delle tavole di progetto e dei re-
lativi elaborati. Tuttavia qualche possibilit sussiste.
Pompe di circolazione
In tal caso si pu procedere nel seguente modo:
Devono essere del tipo a velocit variabile (ved.
Bilanciamento delle colonne Idraulica 34, pag. 20 e 21) e avere le seguenti
caratteristiche:
Per ogni colonna si pu procedere bilanciando dap-
prima il circuito che serve il radiatore dell'ultimo Prevalenza
piano e poi i circuiti dei radiatori che servono i piani va calcolata con radiatori a valvole aperte e risulta
inferiori. dalla somma delle seguenti grandezze:
PdC ultima colonna compresi il regolatore di
P e la valvola partner;
Bilanciamento circuito radiatore ultimo piano
Si determina:
PdC distribuzione orizzontale dall'ultima
1. la portata di progetto del radiatore in base al colonna fino alla Centrale Termica;
calore richiesto e al salto termico adottato;
PdC componenti di Centrale.
2. la posizione di taratura della valvola di prere-
bene inoltre prevedere un incremento di circa il
golazione con diagrammi del tipo riportato nella
30% della prevalenza cos calcolata. Serve per
pag. a lato e in base (1) alla portata di progetto
del radiatore, (2) al P minimo previsto per il
avere adeguati margini di sicurezza atti a tener
conto sia di eventuali indeterminazioni, sia di incre-
funzionamento della valvola: ad es. 800 mm c.a..
3. il P richiesto agli estremi del circuito, uguale
menti della rugosit, e quindi delle relative PdC, nei
vecchi tubi.
alla somma delle varie PdC (tubi, detentore e val-
vola termostatica) del circuito stesso. Portata
Si ottiene sommando le portate di progetto di
Bilanciamento circuito radiatore penultimo piano tutte le colonne. consigliabile inoltre incremen-
Si determinano: tare il valore cos ottenuto di circa il 25-30%
4. il P che sussiste agli estremi del circuito, in per le ragioni esposte nel riquadro sotto riportato.
base al corrispondente P del circuito dell'ultimo
piano e alle PdC del tratto di colonna che collega
fra loro i due circuiti; Portate ottenibili con le valvole di preregolazione

5. le PdC del circuito a meno della valvola di Con le normali valvole di preregolazione non possi-
bile ottenere esattamente portate effettive uguali
preregolazione. Tali PdC si calcolano in base
a quelle teoriche, in quanto le PdC opponibili al
alla portata di progetto e alle resistenze idrauli- moto del fluido non variano in modo continuo, ma a
che dei tubi e del detentore; gradini.
6. le PdC della valvola di preregolazione, date Se, ad esempio, si considera una valvola 1/2 (diagr.
dalla differenza fra il P determinato al punto 4 e PdC ved. pag. a lato) e una portata teorica di 100 l/h,

utilizzabile per P compresi fra 500 e 1.200 mm c.a..


le PdC determinate al punto 5; possibile notare che la posizione di taratura (4)

7. la posizione di taratura della valvola di prere- Campo di valori assai ampio, ma che tuttavia (consi-
golazione, in base alla portata del radiatore e derando le normali grandezze in gioco con le valvole
alle PdC della valvola. termostatiche) non determina variazioni di portate
mediamente superiori al 20-25% delle portate teori-
Bilanciamento circuiti radiatori altri piani che. Non determina, cio, significati squilibri per
quanto riguarda sia lemissione termica dei terminali
Si procede (in ordine discendente) come nel caso sia il funzionamento delle valvole termostatiche.
del penultimo piano. Si calcolano cio dapprima i
P che sussistono agli estremi dei vari circuiti e poi,
in base a tali valori, si determinano le posizioni di
taratura delle valvole. Si determinano infine i P
che sussistono alla base delle colonne.

28
Diagrammi perdite di carico valvole di preregolazione con comandi termostatici

3000
P [mm c.a.]

Posizione Kv
2500 di taratura [m3/h]
1 2 3 4 5
2000
1600 1
0,08
1200
1000
800

2
0,15
600
500
400
3/8 0,22

3
350
300
250
200 0,35

4
160
140

Portata [l/h]
120 5
100 0,50
20

25

30

35
40
45
50

60

70

80
90
100

120

140

160
180
200

250

300
P [mm c.a.]

3000 Posizione Kv
2500 1 2 3 4 5 di taratura [m3/h]
2000
1600 1
0,09
1200
1000
800

2
0,16
600
500
400 0,23
1/2
3

350
300
250
200 0,36
4

160
140
Portata [l/h]

120
5
100
0,55
20

25

30

35

50

60

70

80

100

120

140

160
180
200

250

300

29
Redazione delle tabelle proposte
BILANCIAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE Le tab. A (cio le tab. 1A, 2A e 3A) sono state re-
SENZA PROGETTO DISPONIBILE datte considerando le colonne dimensionate con
r guida = 10 mm c.a./m e un possibile scostamento
da tale valore di 4 mm c.a./m.
un bilanciamento che pu esporre a pericoli In base a tali valori, ai diametri di base delle co-
di certo non trascurabili, specie se gli impianti lonne e a salti termici di 10, 15 e 20C sono state
devono essere dotati di valvole termostatiche. poi determinate le quantit massime di calore
I pericoli sono legati soprattutto alla possibile pre- che le colonne possono cedere ai loro radiatori.
senza di colonne troppo strozzate e alle diffi- Pertanto, se le colonne da bilanciare devono cedere
colt relative alla loro individuazione. ai loro radiatori quantit di calore che non superano
quelle massime sopra definite si pu ritenere che
Possibile presenza di colonne troppo strozzate le stesse colonne siano poco strozzate e, in base
al valore di (r) assunto, si possono considerare P
Come gi considerato, le ultime colonne di questi
medi di piano 100 mm c.a..
impianti erano generalmente dimensionate con un
valore di r guida = 10 mm c.a./m.. Avvicinandosi Le tab. B (cio le tab. 1B, 2B e 3B) sono state re-
alla centrale termica, tale valore poteva poi essere datte con gli stessi criteri generali, ma conside-
gradualmente incrementato per cercare di con- rando un r guida = 20 mm c.a./m e uno scosta-
trastare la continua crescita dei P alla base delle mento da tale valore di 6 mm c.a./m.
colonne. Se le colonne da bilanciare non rispettano i limiti
Pu quindi sussistere il pericolo di trovare co- delle tab. A, ma rispettano quelli delle tab. B, si pu
lonne con P medi tra piano e piano troppo ele- ritenere che le stesse colonne siano media-
vati, ad esempio 400500 mm c.a.: valori questi mente strozzate, comunque comprese nell'ambito
che mandano ben presto (dopo 2 o 3 piani) le val- di valori accettabili. In questo caso, sempre in base
vole termostatiche fuori campo di lavoro. al valore di (r) guida assunto, si possono conside-
In merito si pu comunque procedere nel seguente rare P medi di piano 200 mm c.a..
modo:
se i dati di progetto sono disponibili possibile Note in merito alle semplificazioni adottate
individuare le colonne troppo strozzate e affrontare
L'aver assunto i diametri dei tratti di base delle co-
i relativi problemi sulla base di dati certi;
lonne come indici di strozzatura delle colonne
se, invece, i dati di progetto non sono disponi-
stesse ovviamente dovuto al fatto che tali tratti
bili, ma le colonne dellimpianto soddisfano i
sono gli unici "in vista". Va per considerato che,
limiti specificati nelle tabelle della pagina a lato
in genere, sono anche i tratti di colonna pi strozzati
possibile procedere al bilanciamento dellim-
in quanto la loro strozzatura non va ad incremen-
pianto col seguente metodo semplificato:
tare i normali squilibri fra piano e piano.
Va anche considerato che le approssimazioni rela-
tive ai P di piano proposti rientrano ampiamente
Metodo di bilanciamento semplificato

Queste le fasi principali: nell'ambito delle indeterminazioni che caratteriz-


si determinano con misure "in loco" i diametri zano questo tipo di calcoli e nelle differenze di P
degli ultimi tratti di colonna: cio dei tratti di che caratterizzano le varie posizioni di taratura delle
colonna in genere pi strozzati; valvole di preregolazione dei radiatori (ved. pag.28).

si determinano con rilievi "in loco" le potenze ter-


miche delle varie colonne, ottenibili sommando Note relative agli effetti indotti da incrementi dei T
fra loro le potenze termiche dei radiatori serviti Come evidenziato nelle tab. della pag. a lato, gli in-
(ved. Idraulica 39, pag. 28 e 29); crementi di T comportano sensibili aumenti delle
si determinano i valori dei P medi di piano in quantit massime di calore che le colonne possono
cedere ai loro radiatori. Pertanto incrementare il va-
lore dei T pu servire a degradare il livello di stroz-
base ai diametri e alle potenze termiche di cui
sopra e con l'aiuto delle tabelle riportate nella zatura delle colonne. Ad esempio, se una colonna con
pagina a lato. diametro di base 1" deve fornire ai suoi radiatori
Determinati i P medi di piano si pu procedere 18.000 kcal/h risulta:
T = 10C limiti tabelle non soddisfatti
T = 15C OK tab. 2B (colonna mediamente strozzata)
al bilanciamento dell'impianto sia con calcoli di tipo
manuale (ved. pag. 32) sia con apposito software T = 20C OK tab. 3A (colonna poco strozzata)
(ved. pag. 34).

30
Tabelle per la determinazione dei P medi di piano

T = 10C T = 15C T = 20C


Se le colonne rispettano i seguenti limiti: Se le colonne rispettano i seguenti limiti: Se le colonne rispettano i seguenti limiti:

Tab. 1A Tab. 2A Tab. 3A


b. col = 1/2 Q col < 2.700 kcal/h b. col = 1/2 Q col < 4.050 kcal/h b. col = 1/2 Q col < 5.350 kcal/h
b. col = 3/4 Q col < 5.800 kcal/h b. col = 3/4 Q col < 8.650 kcal/h b. col = 3/4 Q col < 11.550 kcal/h
b. col = 1 Q col < 10.800 kcal/h b. col = 1 Q col < 16.200 kcal/h b. col = 1 Q col < 21.600 kcal/h
b. col = 1 1/4 Q col < 22.600 kcal/h b. col = 1 1/4 Q col < 33.900 kcal/h b. col = 1 1/4 Q col < 45.200 kcal/h
b. col = 1 1/2 Q col < 33.900 kcal/h b. col = 1 1/2 Q col < 50.850 kcal/h b. col = 1 1/2 Q col < 67.800 kcal/h
b. col = 2 Q col < 63.550 kcal/h b. col = 2 Q col < 95.350 kcal/h b. col = 2 Q col < 127.100 kcal/h

si pu assumere P di piano = 100 mm c.a. si pu assumere P di piano = 100 mm c.a. si pu assumere P di piano = 100 mm c.a.

Se le colonne non rispettano i limiti di Tab. 1A, Se le colonne non rispettano i limiti di Tab. 2A, Se le colonne non rispettano i limiti di Tab. 3A,
ma rispettano i seguenti: ma rispettano i seguenti: ma rispettano i seguenti:

Tab. 1B Tab. 2B Tab. 3B


b. col = 1/2 Q col < 3.750 kcal/h b. col = 1/2 Q col < 5.600 kcal/h b. col = 1/2 Q col < 7.500 kcal/h
b. col = 3/4 Q col < 8.050 kcal/h b. col = 3/4 Q col < 12.050 kcal/h b. col = 3/4 Q col < 16.100 kcal/h
b. col = 1 Q col < 15.050 kcal/h b. col = 1 Q col < 22.550 kcal/h b. col = 1 Q col < 30.050 kcal/h
b. col = 1 1/4 Q col < 31.450 kcal/h b. col = 1 1/4 Q col < 47.200 kcal/h b. col = 1 1/4 Q col < 62.950 kcal/h
b. col = 1 1/2 Q col < 47.200 kcal/h b. col = 1 1/2 Q col < 70.800 kcal/h b. col = 1 1/2 Q col < 94.450 kcal/h
b. col = 2 Q col < 88.500 kcal/h b. col = 2 Q col < 132.750 kcal/h b. col = 2 Q col < 177.000 kcal/h

si pu assumere P di piano = 200 mm c.a. si pu assumere P di piano = 200 mm c.a. si pu assumere P di piano = 200 mm c.a.

31
b. col = diametro di base colonna Q col = sommatoria potenza termica radiatori serviti dalla colonna
BILANCIAMENTO CON CALCOLO MANUALE Esempio 2

Si esegue dapprima il rilievo dei seguenti dati: Dotare di valvole termostatiche preregolabili l'impianto
(1) altimetria delle colonne, (2) potenze termiche dei dell'esempio 1 (ved. tav. disegno e calcoli svolti) conside-
rando note le seguenti grandezze:
radiatori (3) diametri dei tubi e lunghezze dei circuiti
radiatori, (4) stima del loro numero curve, (5) dia- lunghezze tubi,
metri di base delle colonne, (6) diametri e lunghezze potenze termiche radiatori,
diametri circuiti radiatori,
dei vari tratti di collettore orizzontale. Poi si pu cos diametri di base colonne,
procedere: stima (L = 4 m) lunghezza tubi circuiti radiatori,
curve circuiti radiatori conglobate nel valore di x
Bilanciamento colonne x = 10 coefficiente PdC localizzate circuiti radiatori
(attacchi circuito, curve e radiatore)
In relazione al metodo considerato a pag. 30 e 31, Kv = 1,8 m3/h portata nominale detentore 3/8
si determinano le seguenti grandezze: Kv = 3,0 m3/h portata nominale detentore 1/2
1. Determinazione P medio di piano col sup- P MIN.VALV = 800 mm c.a. valore minimo di lavoro val-
porto delle apposite tab. di pag. 31. vole prereg./termostatiche.
2. Determinazione P ultimi piani Diagrammi di taratura valvole preregolabili ved. pag. 29.
Si stabilisce un valore che consente alle valvole
di funzionare con un P non inferiore a quello mi-
nimo richiesto (ved. pag. 26). Colonna VI
3. Determinazione P disponibile agli altri piani
1.600
in base al valore sopra determinato e all'incre- kcal/h
mento medio di piano determinato al punto 1.
4. PdC valv. preregolabili e pos. di taratura 1/2" 6

Le PDC si determinano considerando che il cir-


cuito di un terminale pu funzionare con la
1.600
portata richiesta solo se le sue PdC sono kcal/h
uguali al P disponibile, cio solo se:
HTUBI + HDET + HVALV = PDISP
1/2" 5

dove:
HTUBI
1.600
= PdC tubi circuito radiatore
HDET
kcal/h
= PdC detentore
HVALV = PdC valvola preregolabile 1/2" 4
PDISP = prevalenza disponibile
relazione che cos esplicitata: 1.600

HVALV = PDISP HTUBI HDET


kcal/h

consente di calcolare le PdC delle valvole, vale a 3/8" 3

dire delle resistenze che esse devono opporre al


passaggio del fluido per far funzionare i radiatori
1.600
con le portate richieste. kcal/h
Note le loro portate e le loro PDC, le posizioni di
3/8" 2
taratura delle valvole si determinano con gli
appositi diagrammi.
5. Posizioni taratura dei regolatori di P 1.600
si determinano sommando ai P dei primi piani il kcal/h

valore del P medio determinato al punto 1.


3/8" 1

Dimensionamento pompe di circolazione


1 1/4"

Note le portate e la geometria (diametri e lun-


ghezze) dei collettori orizzontali, per il dimensio-
namento delle pompe si pu procedere come
indicato a pag. 28.

32
Determinazione P medio di piano Radiatore 4

HVALV = 1.100 ( 21,3 + 22,5) 29,0 1.027 mm c.a.


Diametri di base delle colonne e sommatoria della potenza G = 1.600 / 10 = 160 l/h
termica erogata dai loro radiatori:
Colonna VI b = 1 1/4 Q = 9.600 kcal/h Pos. taratura = 5
Colonna b = 1 Q = 7.800 kcal/h
Q = 6.600 kcal/h
V
Radiatore 3
Colonna IV b = 1 1/4
Q = 3.600 kcal/h HVALV = 1.200 ( 74,2 + 61,2) 80,6 984 mm c.a.
G = 1.600 / 10 = 160 l/h
Colonna III b = 3/4
Colonna b = 1 1/4 Q = 6.600 kcal/h Pos. taratura = 5

Q = 5.400 kcal/h
II
Colonna I b = 3/4 Si procede poi nello stesso modo per tutti i radiatori della
colonna e per tutte le colonne dell'impianto.
I dati sopra riportati soddisfano i limiti di tab. 1A e, a maggior Per il dimensionamento della pompa si procede come in-
ragione, quelli di tab. 2A e 3A. possibile quindi bilanciare le
colonne sia con T = 10C, sia con T = 15 e 20C.
dicato nella pagina a lato.
Di seguito si assume T = 10C per consentire un confronto
omogeneo coi dati delles. 1 dimensionato con lo stesso
salto termico. In base alla tab. considerata risulta: Colonna VI
1.600
P medio di piano = 100 mm c.a. 5 kcal/h
900
Determinazione P ultimi piani mm c.a. 1/2" 6

Con riferimento ai simboli, riportati nella pagina a lato, il P


degli ultimi piani deve essere: 1.600
P PMIN.VALV + PTUBI + PDET
5 kcal/h
1.000
Considerando il circuito dellultimo radiatore della colonna VI mm c.a. 1/2" 5
si ottiene:
P 800 + ( 31,9 + 22,5) + 29 883 mm c.a. 1.600
5
Per semplicit si assume: P ultimi piani = 900 mm c.a.
kcal/h
1.100
mm c.a. 1/2" 4
Determinazione P altri piani
In base ai valori assunti per il P medio di piano e per i P 1.600
minimi disponibili agli ultimi piani si assume: 5 kcal/h

PDISP =
1.200
piano 6 900 mm c.a 3/8" 3
mm c.a.
piano 5 PDISP = 900 + 100 = 1.000 mm c.a
piano 4 PDISP = 1.000 + 100 = 1.100 mm c.a 1.600
piano 3 PDISP = 1.100 + 100 = 1.200 mm c.a 5 kcal/h
piano 2 PDISP = 1.200 + 100 = 1.300 mm c.a 1.300
PDISP = 1.300 + 100 = 1.400 mm c.a
mm c.a. 3/8" 2
piano 1
base colonna PDISP = 1.400 + 100 = 1.500 mm c.a 1.600
5 kcal/h
Il regolatore di P, posto alla base della colonna di ritorno, 1.400
deve quindi essere tarato con: mm c.a. 3/8" 1

P = 1.500 mm c.a. 150 mbar 1 1/4"

Regolatore P taratura
Taratura delle valvole preregolabili 1.500 mm c.a.
Si effettua in base alle portate dei radiatori, alle PdC delle val- 150 mbar
vole e ai diagrammi di taratura di pag. 29.
Radiatore 6
Nota: Se i radiatori hanno portate elevate (specie con co-
HVALV = 900 ( 21,3 + 22,5) 29,0 827 mm c.a.
G = 1.600 / 10 = 160 l/h
lonne che non superano i 6-7 piani) le loro valvole possono
richiedere una preregolazione solo in base allapertura mas-
Pos. taratura = 5 sima, cio, con riferimento ai diagr. di pag. 29, solo in base
alla posizione di taratura 5. Ad es. nel caso considerato, con
portate di 160 l/h sono richiesti P (ved. relativi calcoli a pag.
Radiatore 5

HVALV = 1.000 ( 21,3 + 22,5) 29,0 927 mm c.a.


G = 1.600 / 10 = 160 l/h
35) che non sconfinano mai nel campo di lavoro coperto
dalla posizione di taratura 4. Comunque, bastava un solo
Pos. taratura = 5 piano in pi per avere una tale situazione.

33
SVILUPPO DEI CALCOLI CON SOFTWARE Dati in uscita

HCIRC
Si effettua dapprima il rilievo degli stessi dati spe- G portata rad.
cificati a pag. 32 per il metodo di calcolo manuale.
HVALV
PdC tubi circ. rad. e detentore
Poi, sempre come specificato per il calcolo ma-
PdC di taratura valvola
nuale, si provvede alla determinazione delle se-
guenti grandezze: Pos Posizione di taratura valvola

P medio di piano,
P ultimi piani,
Note in merito alla redazione del software

P disponibile agli altri piani. Per il calcolo delle perdite di carico continue e
Infine per la parte pi impegnativa di calcolo, vale a localizzate sono state utilizzate le formule ripor-
dire quella che riguarda il calcolo delle PdC del cir- tate sul 1 Quaderno Caleffi.
cuito radiatori, nonch per la determinazione delle
posizioni di taratura delle valvole pu essere molto Esempio di applicazione
utile utilizzare un apposito software. Quello di
Di seguito si utilizza il software descritto per bilan-
seguito descritto prevede i seguenti dati in entrata
ciare le colonne dell'esempio 2.
e in uscita:
Come nel caso dellesempio 2, per il calcolo delle
PdC dei detentori sono stati considerati i valori:
Dati in entrata
Kv = 1,8 m3/h portata nominale detentore 3/8
Dati richiesti per ogni colonna: Kv = 3,0 m3/h portata nominale detentore 1/2
T salto termico adottato
(valori medi detentori Caleffi)

x
Come nel caso dellesempio 2, per il calcolo delle
coeff. PdC localizzate circ. rad. a meno
posizioni di taratura delle valvole di preregolazione,
della valvola di preregolazione e del detentore
sono stati considerati i Kv in base ai quali sono stati
Dati richiesti per ogni radiatore: ricavati i diagrammi di pag. 29 (valori valvole prere-
Dati richiesti per ogni radiatore: golabili termostatiche Caleffi serie 425).

N numero rad. I fogli di lavoro di seguito riportati, relativi ad ogni

PDISP P disponibile agli attacchi circ. rad.


singola colonna, suddivisi i tre parti: la parte di si-
nistra riporta la colonna considerata con i dati di ri-
Q potenza termica radiatore lievo necessari e determinati in loco; la parte
F diametro interno tubi circ. rad. centrale i valori richiesti ed elaborati dal software; la
L lunghezza tubi circ. rad. parte di destra riporta infine la colonna conside-
rata con le varie posizioni di taratura delle valvole
abbreviazioni: preregolabili e del regolatore di P.
circ. rad. circuito che serve il radiatore considerato

34
Colonna VI
Colonna VI Colonna VI
10 salto termico adottato [ C ]
1.600 1.600
kcal/h 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 5 kcal/h

Caleffi tipo detentori 900


1/2" 6 mm c.a. 1/2" 6

Caleffi serie 425 tipo valvola termostatica preregolabile


1.600 1.600
kcal/h 5 kcal/h
1.000
1/2" 5 mm c.a. 1/2" 5
Q P DISP L G P CIRC P VALV
N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.
1.600 1.600
kcal/h 6 1.600 900 16,3 4 160 73 827 5 5 kcal/h
1.100
1/2" 4 5 1.600 1.000 16,3 4 160 73 927 5 1/2" 4
mm c.a.
4 1.600 1.100 16,3 4 160 73 1.027 5
1.600 1.600
kcal/h 3 1.600 1.200 12,7 4 160 216 984 5 5 kcal/h

2 1.600 1.300 12,7 4 160 216 1.084 5 1.200


3/8" 3 mm c.a. 3/8" 3
1 1.600 1.400 12,7 4 160 216 1.184 5
1.600 1.600
kcal/h 5 kcal/h

Dati richiesti (circuito radiatori): Dati elaborati (circuito radiatori): 1.300


3/8" 2 mm c.a. 3/8" 2
Q = potenza termica rad. G = portata

1.600
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. 1.600
kcal/h = diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 5 kcal/h

L = lunghezza tubi Pos = posizione tar. valv. prereg. 1.400


3/8" 1 mm c.a. 3/8" 1

1 1/4" 1 1/4"

Regolatore P
taratura
1.500 mm c.a.

35
36
Colonna V
Colonna V Colonna V
10 salto termico adottato [ C ]
1.300 1.300
kcal/h 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 5 kcal/h

Caleffi tipo detentori 900


1/2" 6 mm c.a. 1/2" 6

Caleffi serie 425 tipo valvola termostatica preregolabile


1.300 1.300
kcal/h 4 kcal/h
1.000
1/2" 5 mm c.a. 1/2" 5
Q P DISP L G P CIRC P VALV
N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.
1.300 1.300
kcal/h 6 1.300 900 16,3 4 130 48 852 5 4 kcal/h
1.100
1/2" 4 5 1.300 1.000 16,3 4 130 48 952 4 1/2" 4
mm c.a.
4 1.300 1.100 16,3 4 130 48 1.052 4
1.300 1.300
kcal/h 3 1.300 1.200 12,7 4 130 144 1.056 4 4 kcal/h

2 1.300 1.300 12,7 4 130 144 1.156 4 1.200


3/8" 3 mm c.a. 3/8" 3
1 1.300 1.400 12,7 4 130 144 1.256 4
1.300 1.300
kcal/h 4 kcal/h

Dati richiesti (circuito radiatori): Dati elaborati (circuito radiatori): 1.300


3/8" 2 mm c.a. 3/8" 2
Q = potenza termica rad. G = portata

1.300
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. 1.300
kcal/h = diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 4 kcal/h

L = lunghezza tubi Pos = posizione tar. valv. prereg. 1.400


3/8" 1 mm c.a. 3/8" 1

1" 1"

Regolatore P
taratura
1.500 mm c.a.
Colonna IV
Colonna IV Colonna IV
10 salto termico adottato [ C ]

350 750 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 350 750
kcal/h kcal/h Caleffi tipo detentori kcal/h 2 3 kcal/h

6b 3/8" 3/8" 6a Caleffi serie 425 tipo valvola termostatica preregolabile 6b 3/8" 3/8" 6a

350 750
N Q P DISP L G P CIRC P VALV 350 750
kcal/h kcal/h Pos kcal/h 2 3 kcal/h
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.

5b 3/8" 3/8" 5a 6a 750 900 12,7 4 75 49 851 3 5b 3/8" 3/8" 5a

5a 750 1.000 12,7 4 75 49 951 3


350 750 350 750
kcal/h kcal/h 4a 750 1.100 12,7 4 75 49 1.051 3 kcal/h 2 3 kcal/h
3a 750 1.200 12,7 4 75 49 1.151 3
4b 3/8" 3/8" 4a 4b 3/8" 3/8" 4a
2a 750 1.300 12,7 4 75 49 1.251 3
350 750 1a 750 1.400 12,7 4 75 49 1.351 3 350 750
kcal/h kcal/h kcal/h 2 3 kcal/h

3b 3/8" 3/8" 3a N Q P DISP L G P CIRC P VALV 3b 3/8" 3/8" 3a


Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.

350 750 6b 350 900 12,7 4 35 11 889 2 350 750


kcal/h kcal/h kcal/h 1 3 kcal/h
5b 350 1.000 12,7 4 35 11 989 2
2b 3/8" 3/8" 2a 4b 350 1.100 12,7 4 35 11 1.089 2b 3/8" 3/8" 2a
2
3b 350 1.200 12,7 4 35 11 1.189 2
350 750 350 750
kcal/h kcal/h 2b 350 1.300 12,7 4 35 11 1.289 1 kcal/h 1 3 kcal/h

1b 3/8" 3/8" 1a 1b 350 1.400 12,7 4 35 11 1.389 1 1b 3/8" 3/8" 1a

1 1/4" Dati richiesti (circuito radiatori): Dati elaborati (circuito radiatori): 1 1/4"
Q = potenza termica rad. G = portata
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. Regolatore P
taratura
= diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 1.500 mm c.a.

37
L = lunghezza tubi Pos = posizione tar. valv. prereg.
38
Colonna III
Colonna III Colonna III
10 salto termico adottato [ C ]
600 600
kcal/h 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 3 kcal/h

Caleffi tipo detentori 900


3/8" 6 mm c.a. 3/8" 6

Caleffi serie 425 tipo valvola termostatica preregolabile


600 600
kcal/h 3 kcal/h
1.000
3/8" 5 mm c.a. 3/8" 5
Q P DISP L G P CIRC P VALV
N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.
600 600
kcal/h 6 600 900 12,7 4 60 32 868 3 3 kcal/h
1.100
3/8" 4 5 600 1.000 12,7 4 60 32 968 3 3/8" 4
mm c.a.
4 600 1.100 12,7 4 60 32 1.068 3
600 600
kcal/h 3 600 1.200 12,7 4 60 32 1.168 3 3 kcal/h

2 600 1.300 12,7 4 60 32 1.268 2 1.200


3/8" 3 mm c.a. 3/8" 3
1 600 1.400 12,7 4 60 32 1.368 2
600 600
kcal/h 2 kcal/h

Dati richiesti (circuito radiatori): Dati elaborati (circuito radiatori): 1.300


3/8" 2 mm c.a. 3/8" 2
Q = potenza termica rad. G = portata

600
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. 600
kcal/h = diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 2 kcal/h

L = lunghezza tubi Pos = posizione tar. valv. prereg. 1.400


3/8" 1 mm c.a. 3/8" 1

3/4" 3/4"
Note: - Le colonne II e I si bilanciano in modo analogo alle colonne
gi prese in esame. Regolatore P
- Vedi riassunto dati principali di bilanciamento nello schema taratura
riportato a pagina 40. 1.500 mm c.a.
Bilanciamento colonne dellesempio 2 effettuato considerando T = 15C

Colonna VI Colonna III

Q P DISP L G P CIRC P VALV Q P DISP L G P CIRC P VALV


N Pos N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a. kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.

6 1.600 900 16,3 4 107 33 867 4 6 600 900 12,7 4 40 14 886 2


5 1.600 1.000 16,3 4 107 33 967 4 5 600 1.000 12,7 4 40 14 986 2
4 1.600 1.100 16,3 4 107 33 1.067 4 4 600 1.100 12,7 4 40 14 1.086 2
3 1.600 1.200 12,7 4 107 98 1.102 4 3 600 1.200 12,7 4 40 14 1.186 2
2 1.600 1.300 12,7 4 107 98 1.202 4 2 600 1.300 12,7 4 40 14 1.286 2
1 1.600 1.400 12,7 4 107 98 1.302 4 1 600 1.400 12,7 4 40 14 1.386 2

Colonna V Colonna II

Q P DISP L G P CIRC P VALV Q P DISP L G P CIRC P VALV


N Pos N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a. kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.

6 1.300 900 16,3 4 87 22 878 4 6 1.100 900 16,3 4 73 16 884 3


5 1.300 1.000 16,3 4 87 22 978 4 5 1.100 1.000 16,3 4 73 16 984 3
4 1.300 1.100 16,3 4 87 22 1.078 3 4 1.100 1.100 12,7 4 73 47 1.053 3
3 1.300 1.200 12,7 4 87 65 1.135 3 3 1.100 1.200 12,7 4 73 47 1.153 3
2 1.300 1.300 12,7 4 87 65 1.235 3 2 1.100 1.300 12,7 4 73 47 1.253 3
1 1.300 1.400 12,7 4 87 65 1.335 3 1 1.100 1.400 12,7 4 73 47 1.353 3

Colonna IV rad. a Colonna I

Q P DISP L G P CIRC P VALV Q P DISP L G P CIRC P VALV


N Pos N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a. kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.

6 750 900 12,7 4 50 22 878 2 6 900 900 12,7 4 60 32 868 3


5 750 1.000 12,7 4 50 22 978 2 5 900 1.000 12,7 4 60 32 968 3
4 750 1.100 12,7 4 50 22 1.078 2 4 900 1.100 12,7 4 60 32 1.068 3
3 750 1.200 12,7 4 50 22 1.178 2 3 900 1.200 12,7 4 60 32 1.168 3
2 750 1.300 12,7 4 50 22 1.278 2 2 900 1.300 12,7 4 60 32 1.268 2
1 750 1.400 12,7 4 50 22 1.378 2 1 900 1.400 12,7 4 60 32 1.368 2

Colonna IV rad. b

Q P DISP L G P CIRC P VALV


N Pos
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.

6 350 900 12,7 4 23 5 895 1


5 350 1.000 12,7 4 23 5 995 1
4 350 1.100 12,7 4 23 5 1.095 1
3 350 1.200 12,7 4 23 5 1.195 1
2 350 1.300 12,7 4 23 5 1.295 1 Nota: - Vedi riassunto dati principali di bilanciamento
1 350 1.400 12,7 4 23 5 1.395 1 nello schema riportato a pagina 41.

39
40
Bilanciamento impianto dellesempio 2 effettuato considerando T = 10C
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h

4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 5 130 l/h 5 160 l/h

3/8" 6 1/2" 6 3/8" 6 6b 3/8" 3/8" 6a 1/2" 6 1/2" 6

4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h

3/8" 5 1/2" 5 3/8" 5 5b 3/8" 3/8" 5a 1/2" 5 1/2" 5

4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h

3/8" 4 3/8" 4 3/8" 4 4b 3/8" 3/8" 4a 1/2" 4 1/2" 4

4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h

3/8" 3 3/8" 3 3/8" 3 3b 3/8" 3/8" 3a 3/8" 3 3/8" 3

3 90 l/h 4 110 l/h 2 60 l/h 35 l/h 1 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h

3/8" 2 3/8" 2 3/8" 2 2b 3/8" 3/8" 2a 3/8" 2 3/8" 2

3 90 l/h 4 110 l/h 2 60 l/h 35 l/h 1 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h

3/8" 1 3/8" 1 3/8" 1 1b 3/8" 3/8" 1a 3/8" 1 3/8" 1

2 1/2" 2" 2" 1 1/2" 1 1/4" 1 1/4"


3.960 l/h 3.420 l/h 2.760 l/h 2.400 l/h 1.740 l/h 960 l/h
Bilanciamento impianto dellesempio 2 effettuato considerando T = 15C
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h

3 60 l/h 3 73 l/h 2 40 l/h 23 l/h 1 2 50 l/h 4 87 l/h 4 107 l/h

3/8" 6 1/2" 6 3/8" 6 6b 3/8" 3/8" 6a 1/2" 6 1/2" 6

3 60 l/h 3 73 l/h 2 40 l/h 23 l/h 1 2 50 l/h 4 87 l/h 4 107 l/h

3/8" 5 1/2" 5 3/8" 5 5b 3/8" 3/8" 5a 1/2" 5 1/2" 5

3 60 l/h 3 73 l/h 2 40 l/h 23 l/h 1 2 50 l/h 3 87 l/h 4 107 l/h

3/8" 4 3/8" 4 3/8" 4 4b 3/8" 3/8" 4a 1/2" 4 1/2" 4

3 60 l/h 3 73 l/h 2 40 l/h 23 l/h 1 2 50 l/h 3 87 l/h 4 107 l/h

3/8" 3 3/8" 3 3/8" 3 3b 3/8" 3/8" 3a 3/8" 3 3/8" 3

2 60 l/h 3 73 l/h 2 40 l/h 23 l/h 1 2 50 l/h 3 87 l/h 4 107 l/h

3/8" 2 3/8" 2 3/8" 2 2b 3/8" 3/8" 2a 3/8" 2 3/8" 2

2 60 l/h 3 73l/h 2 40 l/h 23 l/h 1 2 50 l/h 3 87 l/h 4 107 l/h

3/8" 1 3/8" 1 3/8" 1 1b 3/8" 3/8" 1a 3/8" 1 3/8" 1

2 1/2" 2" 2" 1 1/2" 1 1/4" 1 1/4"


2.640 l/h 2.280 l/h 1.840 l/h 1.600 l/h 1.160 l/h 640 l/h

41
Valvola di intercettazione e preregolazione

Serie 142

Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo di temperatura: -10120C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: 1/21

Funzionamento
La valvola di preregolazione permette di bilanciare i circuiti, misurare la portata passante ed
intercettare le linee per eventuali interventi di manutenzione. Dotata di due prese di pressione
collegabile al tubo capillare del regolatore di pressione differenziale.

Caratteristiche valvola di preregolazione serie 142

permette di regolare con


precisione la portata del
fluido termovettore che
alimenta circuiti o i
terminali dellimpianto.

funzione di blocco della


taratura con possibilit di
piombatura della valvola
al valore desiderato.

possibilit di chiusura della valvola mantenendo il valore


di taratura impostato.

fornita completa di coibentazione a guscio per garantire


il perfetto isolamento termico.

42
Regolatore di pressione differenziale

Serie 140

Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo di temperatura: -10120C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: 1/21
Taratura: 50300 mbar
250600 mbar

Funzionamento
Il regolatore di pressione differenziale mantiene costante, al valore impostato, la differenza di
pressione esistente tra due punti di un circuito idraulico. Viene utilizzato negli impianti a portata
variabile, con valvole a due vie termostatiche o motorizzate, per limitare l'incremento di pressione
differenziale che si viene a creare a seguito della loro azione di chiusura, parziale o totale.

Caratteristiche regolatore di pressione differenziale serie 140

disponibile con due campi


di taratura regolabile:
50300 e 250600 mbar.

il valore di pressione
differenziale impostato
visualizzabile direttamente
sulla manopola di
regolazione.

funzione di blocco della taratura con possibilit di


piombatura della valvola al valore desiderato.

possibilit di chiusura della valvola mantenendo il valore


di taratura impostato.

fornito completo di coibentazione a guscio per garantire


il perfetto isolamento termico.

43
Valvole di bilanciamento

Serie 130

Il corretto bilanciamento dei


circuiti essenziale per garantire
il funzionamento dell'impianto
secondo le specifiche di progetto,
un comfort termico elevato ed un
ridotto consumo energetico.

Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo di temperatura: - filettate: -20120C
- flangiate: -10140C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: - filettate: 1/2 2
- flangiate: DN 65 DN 300

Caratteristiche delle valvole di bilanciamento serie 130

permettono di bilanciare correttamente la portata dei sistemi di emissione di un impianto di


riscaldamento o raffrescamento.

garantiscono un bilanciamento accurato e sono estremamente pratiche durante la fase di taratura.

sono costruite con materiali e tecnologie


che garantiscono elevata resistenza
meccanica, affidabilit e silenziosit.

i modelli filettati sono dotati di otturatore


in acciaio, manopola con scala graduata
semplice da visualizzare ed un sistema di
scorrimento in cui la filettaura dell'asta
non entra mai in contatto con il fluido.

il modello filettato inoltre provvisto di


un sistema di misura della portata basato
sull'effetto Venturi.

44
Valvole termostatizzabili con preregolazione
Comandi termostatici

Serie 421 - 422 - 425 - 426 Serie 200

in abbinamento ai comandi termostatici,


consentono di mantenere automaticamente
costante, al valore impostato, la temperatura mantengono costante, al valore impostato, la
ambiente del locale in cui sono installate. temperatura ambiente del locale in cui sono
installate.
garantiscono un effettivo risparmio energetico
grazie alla preregolazione delle caratteristiche possibilit di bloccaggio o di limitazione della
idrauliche. temperatura.

disponibili sia per tubazioni in rame e plastica equipaggiabili con guscio antimanomissione
semplice e multistrato sia per tubazioni in ferro. ed antifurto per impieghi in locali pubblici.

Preregolazione delle caratteristiche Comandi termostatici in Classe A


idrauliche e bilanciamento impianto
I comandi termostatici Caleffi sono stati
Le valvole sono fornite di un dispositivo interno inseriti nella lista di prodotti certificati TELL,
che consente la preregolazione delle Thermostatic Efficiency Label, e riconosciuti
caratteristiche idrauliche di perdita di carico in Classe di Efficienza A.
senza lutilizzo di utensili. Questa classificazione garantisce la capacit
Permettono di intercettare il circuito (come delle valvole termostatiche di contribuire
avviene nelle valvole tradizionali) e di effettuare al risparmio energetico degli impianti di
operazioni di bilanciamento con pi facilit riscaldamento.
rispetto allutilizzo del detentore.

Detrazioni fiscali

Le caratteristiche tecniche di questi dipositivi di


regolazione sono rispondenti a quanto richiesto
dal Decreto del Ministero dellEconomia e delle
Finanze del 19 febbraio 2007 e successive
modifiche ed integrazioni.

45
Ripartitore MONITOR 2.0

Serie 7200

Trasparenza della lettura dei dati di


consumo grazie alla registrazione
(parametrizzazione) delleffettiva
potenza installata del radiatore.

Bassissima emissione del sistema


radio, nel rispetto delle norme
europee.

Caratteristiche tecnico funzionali


Alimentazione: batteria al litio, durata 10 anni
Funzionamento a due sensori e commutazione ad un sensore in condizioni critiche di rilievo
temperatura ambiente.
T di commutazione: 4,5 K
Temperatura (media di piastra) di inizio conteggio: 30C
Ciclo di conteggio: 2 min
Campo di potenza termica impostabile: 1020000 W

Caratteristiche del ripartitore serie 7200

adattabile a tutti i tipi di radiatori e convettori. trasmissione radio bidirezionale.

software applicativo in grado di gestire fino non necessita di antenne ripetitrici.


a 10.000 unit.
predisposto alla centralizzazione dei dati.

46
Separatore idraulico multifunzione
SEP4

Serie 5495

Combina differenti componenti


funzionali, ciascuno dei quali
soddisfa determinate esigenze
tipiche dei circuiti al servizio degli
impianti di climatizzazione.

Fornito completo di coibentazione


a guscio per garantire il perfetto
isolamento termico.

Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 10 bar
Campo di temperatura: 0100C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: 12

Funzioni del separatore idraulico serie 5495

Disaerazione Defangazione
lallargamento di grazie allelemento
sezione diminuisce interno separa
la velocit del e raccoglie le
flusso e la rete impurit nella
in tecnopolimero camera di
crea moti vorticosi raccolta fanghi.
favorendo la
liberazione di
microbolle.

Separazione Rimozione
idraulica particelle ferrose
rende indipendenti i il sistema magnetico
circuiti idraulici brevettato attrae
collegati. Portate le impurit
differenti dei circuiti ferromagnetiche
primario e secondario e le trattiene nella
non influenzano il zona di raccolta
funzionamento evitando il ritorno
reciproco. in circolazione.

47
LIMPORTANZA DEL BILANCIAMENTO:
BENESSERE IN EQUILIBRIO
SERIE 140 - 142 - 130 - 132 - 125 - 126 - 127
UN IMPIANTO BILANCIATO GARANTISCE
EFFICIENZA ENERGETICA E RISPARMIO
ECONOMICO. PER STARE TUTTI MEGLIO.
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