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giugno 2013
I REGOLATORI
DI PRESSIONE DIFFERENZIALE
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
44 Sommario
giugno 2013
I REGOLATORI
DI PRESSIONE DIFFERENZIALE 3 I REGOLATORI DI PRESSIONE DIFFERENZIALE
4 REGOLATORI DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE
6 COLLEGAMENTI FRA REGOLATORI DI P E VALVOLE PARTNER
- Collegamento con valvola partner esterna al circuito di controllo
- Collegamento con valvola partner interna al circuito di controllo
- Impianti nuovi a zone con regolatori di P installati alla base delle colonne
a portata variabile
Come sappiamo, e come abbiamo pi volte consi- regolatori di pressione differenziale: azione com-
derato negli ultimi numeri di Idraulica, gli impianti di plementare, e non alternativa, a quella svolta dalle
climatizzazione possono garantire elevati livelli pompe a velocit variabile.
di comfort termico e bassi costi di esercizio Le pompe a velocit variabile agiscono infatti in
delle pompe solo se (1) sono correttamente centrale e sono in grado di limitare (aumentando o
bilanciati e (2) funzionano a portata variabile. diminuendo la loro velocit di rotazione) il valore
Senza tali caratteristiche, infatti, gli impianti di cli- della differenza di pressione che fa circolare il fluido
matizzazione (specie quelli di medie e grandi di- nellimpianto.
mensioni) funzionano generalmente con forti squi- I regolatori di pressione differenziale agiscono
libri sia idraulici che termici, e con portate che invece lungo le reti di distribuzione e sono in
risultano di gran lunga superiori a quelle neces- grado di limitare (aumentando o diminuendo le loro
sarie. perdite di carico) le differenze di pressione agli
Ad esempio, come vedremo meglio in seguito, gli estremi dei circuiti periferici che servono i terminali:
impianti centralizzati a colonne funzionano ge- ad es. ai piedi di colonna o agli attacchi delle deri-
neralmente con portate eccessive ai piani bassi vazioni di zona.
ed insufficienti ai piani alti: situazione che deter- La trattazione suddivisa in due parti: nella prima
mina condizioni di malessere fisiologico e sensibili esamineremo le caratteristiche principali, le presta-
incrementi delle dispersioni termiche. zioni e le possibilit duso dei regolatori di pressione
Per cercare di risolvere tali gravi inconvenienti, differenziale; nella seconda considereremo come,
in questo numero di Idraulica considereremo lim- con laiuto di questi componenti, possibile bilan-
portante azione che pu essere svolta in merito dai ciare i vecchi impianti a colonne.
3
A regime, cio a pressione differenziale co-
REGOLATORI
stante, la membrana (in base alle pressioni che
DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE
sussistono nelle camere ad alta e bassa pressione)
si posiziona, e posiziona l'otturatore ad essa
Sono chiamati anche regolatori di P e servono a collegato, in modo da garantire il P richiesto.
mantenere costante la differenza di pressione Se la pressione differenziale del circuito subisce
fra due punti di un circuito. variazioni (causate, ad esempio, dall'aprirsi o dal
chiudersi delle valvole termostatiche) la membrana,
Il loro lavoro sostanzialmente quello di assor-
per effetto delle nuove pressioni che si determinano
bire gli eccessi di pressione. Per svolgere tale
nelle due camere, si estende o si contrae in modo
da ripristinare il P richiesto.
lavoro sfruttano leffetto combinato di una mem-
Molla di
contrasto Scala di regolazione
pressioni differenziali
mbar
Presa di
alta pressione 250
300
350
400
450
500
550
600
Membrana Otturatore
equilibratrice a pistone
4
La taratura dei regolatori di P si effettua con
unapposita manopola di regolazione. Il comando
con vite a brugola serve per poter mandare in
chiusura i regolatori senza starare il valore di P
impostato.
Per le prese di pressione esterna dei regolatori
sono utilizzati capillari generalmente collegati a
valvole di supporto, chiamate in gergo tecnico
"valvole partner": ved. sezione schematica sotto
riportata.
Tali valvole possono servire anche (1) a regolare le
portate dei circuiti, (2) a misurare tali portate e (3)
ad intercettare i circuiti stessi per eventuali inter-
venti di manutenzione.
La taratura delle valvole partner, cos come la
loro chiusura, si effettua con la manopola di
regolazione. Il comando con vite a brugola serve
(dopo la taratura delle valvole) a bloccare la loro
apertura massima. In tal modo le valvole manten-
gono memoria delle posizioni di taratura impostate
prima degli interventi di intercettazione.
Scala di regolazione
4
Otturatore 3,5
3
a pistone 2,5
2
1,5
1
0,5
0
5
Collegamento con valvola partner interna
COLLEGAMENTI FRA
REGOLATORI DI P E VALVOLE PARTNER
al circuito di controllo
la soluzione consigliata quando i terminali non
sono dotati di valvole preregolabili. In questi casi
I collegamenti fra regolatori di P e valvole partner le valvole partner possono servire anche a bilanciare
possono essere cos realizzati: i circuiti.
Valvola preregolabile
6
LUSO DEI REGOLATORI DI P
Impianti a colonne
con valvole termostatiche preregolabili
NEI PRINCIPALI TIPI DIMPIANTO
In impianti medio-grandi bene invece (per le ragioni
che vedremo in seguito) utilizzare valvole termosta-
I regolatori di P possono essere conveniente- tiche preregolabili.
mente utilizzati in impianti a radiatori, a ventilcon- In tal caso consigliabile utilizzare i regolatori di P
vettori, a batterie d'aria e a pannelli radianti. alla base delle colonne con valvole partner esterne
ai circuiti regolati, per quanto esposto nella pagina
IMPIANTI A RADIATORI a lato.
Impianti a colonne
con valvole termostatiche non preregolabili
In impianti medio-piccoli con valvole termostatiche
non preregolabili possibile utilizzare i regolatori di
P alla base delle colonne con valvole partner
interne ai circuiti regolati. In tal modo, se necessario,
le valvole partner possono servire a limitare le por- Impianto a colonne con valvole termostatiche
tate delle colonne. preregolabili
7
Trasformazione di impianti a zone del tipo a oppure, se ci non possibile (dipende dal tipo di
portata costante in impianti a portata variabile valvole installate), sostituendo le valvole a 3 vie con
nuove valvole a 2 vie.
il caso di impianti a zone con valvole a 3 vie
trasformati in impianti a 2 vie. La trasformazione I termostati di zona vanno sostituiti con orologi pro-
serve per poter far funzionare con valvole termo- grammabili per lasciare solo alle valvole termostati-
statiche i vecchi impianti a zone e quindi per poter che il controllo della temperatura ambiente.
ottenere i notevoli vantaggi (di comfort termico e consigliabile utilizzare valvole termostatiche pre-
risparmio energetico) ottenibili con tali valvole. regolabili e installare i regolatori di P con valvole
La trasformazione pu essere ottenuta chiudendo partner interne ai circuiti regolati.
con un tappo la via di by-pass delle valvola a 3 vie,
3
T T T
T T T
T T T
Trasformazione
Trasformazionediimpianto
un impianto a zone
da valvole da portata
di zona a 3 vie a costante a portata
valvole di zona a 2 vievariabile (con valvole termostatiche)
8
Impianti nuovi a zone con regolatori di P Impianti nuovi a zone con regolatori di P
installati alla base delle colonne installati nelle cassette di zona
In impianti medio-piccoli il controllo delle pressioni In impianti medio-grandi il controllo delle pressioni
differenziali che agiscono sulle valvole dei radiatori differenziali che agiscono sulle valvole dei radiatori
pu essere affidato a regolatori di P posti alla base deve essere generalmente affidato a regolatori di P
delle colonne. posti nelle cassette di zona.
consigliabile utilizzare valvole termostatiche pre- consigliabile utilizzare valvole termostatiche pre-
regolabili e installare i regolatori di P con valvole regolabili e installare i regolatori di P con valvole
partner esterne ai circuiti regolati. partner esterne ai circuiti regolati.
9
IMPIANTI A VENTILCONVETTORI In impianti a ventilconvettori, i regolatori di P
10
Le soluzioni modulari sotto riportate (con regola- Gli schemi riportati nella pagina a lato sono riferiti a
tori di P, valvole partner e collettori di distribu- ventilconvettori senza valvole di preregolazione
zione in cassette) facilitano la realizzazione degli (cio non dotati n di autoflow n di valvole di tara-
impianti e consentono una loro agevole manuten- tura manuale) pertanto consigliabile installare le
zione periodica. valvole partner all'interno del circuiti regolati.
9
Cassetta di distribuzione
Distribuzione a controssoffitto
11
IMPIANTI A BATTERIE DARIA Tale bilanciamento consente il corretto funziona-
10
12
IMPIANTI A PANNELLI elevate in corrispondenza delle valvole di prere-
11
TrasformazioneImpianto a pannelli
impianto da valvole dicon regolatori
zona di P installati
a 3 vie a valvole di zona a 2alla
viebase delle colonne
12
13
AZIONI SVOLTE DAI REGOLATORI DI P
E DALLE VALVOLE PARTNER
P distribuzione orizzontale
14
La trattazione suddivisa in due parti:
IL BILANCIAMENTO
DEGLI IMPIANTI A COLONNE Nella prima considereremo i metodi di calcolo
generalmente utilizzati per dimensionare questi
impianti e svilupperemo un esempio tipo.
Nelle pagine che seguono vedremo come pos- L'esempio serve a chiarire meglio le procedure di
sibile, con laiuto dei regolatori di P, bilanciare i calcolo e a farci un'idea delle grandezze normal-
vecchi impianti a colonne. mente in gioco: cosa molto utile per poter proce-
Problema, questo, di primaria importanza per poter dere con cognizione di causa nel bilanciamento di
ottenere da questi vecchi impianti livelli di comfort questi impianti.
termico ed efficienza energetica in linea con le Nella seconda parte considereremo possibili
esigenze dei nostri giorni. Problema, inoltre, d'in- metodi, teorici e pratici, per bilanciare questi
dubbio interesse generale in quanto riguarda im- impianti sia nel caso in cui gli elaborati di progetto
pianti che continuano a funzionare in un consi- sono disponibili sia nel caso in cui non lo sono.
derevole numero di edifici, in pratica tutti quelli Lo schema generale della trattazione cos riassu-
realizzati prima degli anni Settanta/Ottanta. mibile:
IL DIMENSIONAMENTO DEI
VECCHI IMPIANTI A COLONNE
Esempio di calcolo
BILANCIAMENTO BILANCIAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE
CON PROGETTO DISPONIBILE SENZA PROGETTO DISPONIBILE
15
Tratto di colonna fra rad. n e rad. n-1
DIMENSIONAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE si determinava il diametro dei tubi in base
alla portata del radiatore servito e al valore
guida (r);
Le loro reti di distribuzione (quasi sempre in ac- si determinavano le PdC, distribuite e localiz-
ciaio, ma alcune volte anche in rame) erano di- zate, del tratto di colonna;
mensionate in base ad un valore guida prede- si calcolava la prevalenza richiesta alla base del
finito delle PdC distribuite (o continue) unitarie, tratto di colonna considerato (Pn-1) som-
in genere r = 10 mm c.a./m: valore che, come sap- mando fra loro la prevalenza al nodo n e le PdC
piamo, in grado di garantire un buon compro- del tratto sopra considerato.
messo fra i costi di realizzazione dellimpianto e
quelli di gestione delle pompe.
Circuito del rad. n-1
I circuiti dei radiatori, le colonne e il collettore oriz-
si calcolava la portata nominale del radiatore in
zontale erano poi cos dimensionati:
base alla quantit di calore da erogare e al salto
termico di progetto;
Dimensionamento ultima colonna
si determinava il diametro dei tubi in base alla
portata richiesta e cercando di ottenere agli
estremi del circuito PdC simili al P disponibile
(Pn-1). Con tubi in acciaio, la scelta era co-
n n n
munque limitata ai diametri 1/2" e 3/8";
si determinavano le PdC, distribuite e localiz-
zate, del circuito;
si bilanciava poi (ved. 1 Quaderno Caleffi) la
portata nominale del radiatore alla prevalenza
n1 n1 n1
(Pn-1) effettivamente disponibile.
P n
n2 n2 n2 n
P n 1
n1
1 1 1
P n 2
n2
16
Dimensionamento penultima colonna Dimensionamento altre colonne
Si dimensionava con gli stessi criteri adottati per In impianti medio piccoli (7-8 colonne) e con al-
l'ultima colonna. tezze non troppo elevate (max. 5-6 piani) si pro-
Si bilanciavano poi le portate cos ottenute alla cedeva generalmente come considerato per la
prevalenza disponibile al nodo di confluenza con penultima colonna. Si procedeva cio dimensio-
lultima colonna. nando dapprima le colonne col valore (r) guida di
base e poi bilanciando le portate cos determinate
ai valori di P effettivi che sussistevano nei punti
d'innesto delle colonne al collettore orizzontale.
n n In impianti medio grandi, invece, si procedeva
generalmente dimensionando le colonne con va-
lori (r) guida che crescevano man mano che ci si
avvicinava alla centrale termica. Si procedeva in
tal modo per evitare che le colonne pi vicine alla
n1 n1
centrale avessero portate molto pi elevate rispetto
a quelle pi lontane.
In genere, comunque, non si assumevano valori di
(r) guida superiori ai 4050 mm c.a./m per evitare
n2 n2 velocit troppo alte, in grado (considerando i limitati
mezzi di disaerazione allora disponibili) di trascinare
le bolle d'aria e quindi di far funzionare gli impianti in
modo rumoroso.
17
Esempio 1 I calcoli sono svolti con un foglio di calcolo e i relativi risultati
Dimensionamento impianto a colonne sono riportati con le approssimazioni ritenute significative.
Per la verifica manuale dei calcoli possono essere utilizzate le
Dimensionare limpianto a colonne individuato dai disegni tabelle del 1 Quaderno Caleffi.
sotto riportati e avente le seguenti caratteristiche:
Fabbisogno termico radiatori: ved. disegno pagina a lato Dimensionamento colonna VI
T = 10C salto termico di progetto
Circuito radiatore 6
L = 4 m lunghezza tubi (mandata e ritorno) circuito radia-
tori Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
Lunghezza altri tubi: ved. relativi disegni
Scelta diametro e perdite di carico distribuite H R
Tubi in acciaio
x = 15
= 1/2 (diametro scelto)
coefficiente PdC localizzate circuito radiatori (at-
r = 5,3 mm c.a./m (PdC lineari unitarie)
tacchi, curve, valvola, radiatore e detentore)
x=4
H R = r L = 5,3 4 = 21,3 mm c.a.
v = 0,21 m/s (velocit del fluido)
coefficiente PdC localizzate tratto di colonna
x=6 coefficiente PdC localizzate piede di colonna
Perdite di carico localizzate H Z
Note: H Z = 33,8 mm c.a. ( x = 15, v = 0,21 m/s)
1. Il coefficiente x = 15 (relativo alle PdC localizzate del cir- Perdite di carico totali H T
cuito radiatori) riferito alle valvole e ai detentori normal- H T = H R + H Z = 21,3 + 33,8 = 55,1 mm c.a.
mente utilizzati fino agli anni Ottanta ed il valore a cui si
faceva normalmente riferimento per il dimensionamento Tratto di colonna rad. 6 rad. 5
degli impianti.
Portata: G = 160 l/h
2. Per il dimensionamento dei tubi si considerano diametri
interni dei tubi in acciaio corrispondenti a quelli normal- Scelta diametro e perdite di carico distribuite H R
mente utilizzati negli anni Sessanta-Settanta. = 1/2 (diametro scelto)
3. Per il calcolo delle perdite di carico continue e localiz- r = 5,3 mm c.a./m (PdC lineari unitarie)
zate si utilizzano le formule riportate sul 1 Quaderno
H R = r L = 5,3 6 = 31,9 mm c.a.
v = 0,21 m/s (velocit del fluido)
Caleffi.
II VI
IV
6m
4m
10 m
4m
6m 6m
III
I V
4m 4m 4m 4m 4m
18
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h
6 6 6 6b 6a 6 6
3m
5 5 5 5b 5a 5 5
3m
4 4 4 4b 4a 4 4
3m
3 3 3 3b 3a 3 3
3m
2 2 2 2b 2a 2 2
3m
1 1 1 1b 1a 1 1
2m
19
Perdite di carico totali H T
H T = 31,9 + 9,0 = 40,9 mm c.a.
160 l/h
P al nodo 5 55 1.600
P 5 = P 6 + 40,9 = 55,1 + 40,9 = 96,0 mm c.a.
1/2" 6
mm c.a. kcal/h
1/2" T = 10,0C
160 l/h
214 l/h
160 l/h
96 1.600
1/2" 5
55 1.600 mm c.a. kcal/h
1/2" 6
mm c.a. kcal/h 3/4" T = 7,5C
1/2" T = 10,0C 374 l/h
160 l/h
149
4
96 mm c.a.
5
mm c.a.
4 Circuito radiatore 4
Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
Scelta diametro e perdite di carico circuito
= 1/2 (diametro scelto)
Circuito radiatore 5
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
Portata di progetto (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h H R = 21,3 mm c.a. (r = 5,3 mm c.a.)
H Z = 33,8 mm c.a. ( x = 15, v = 0,21 m/s)
Scelta diametro e perdite di carico circuito
H T = 21,3 + 33,8 = 55,1 mm c.a.
= 1/2 (diametro scelto)
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 4
G = 160 ( 148,9 / 55,1 ) 0,525 = 160 1,69 = 270 l/h
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
H R = 21,3 mm c.a. (r = 5,3 mm c.a.)
H Z = 33,8 mm c.a. ( x = 15, v = 0,21 m/s)
Salto termico effettivo radiatore
T = Q / G = 1.600 / 270 = 5,9C
H T = 21,3 + 33,8 = 55,1 mm c.a.
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 5 Tratto di colonna rad. 4 rad. 3
G = 160 ( 96,0 / 55,1 ) 0,525 = 160 1,34 = 214 l/h Portata: G = 374 + 270 = 644 l/h
Circuito radiatore 3
Perdite di carico localizzate H Z
H Z = 15,7 mm c.a. ( x = 4, v = 0,28 m/s)
Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
Perdite di carico totali H T
Scelta diametro e perdite di carico circuito
H T = 37,2 + 15,7 = 52,9 mm c.a.
= 3/8 (diametro scelto)
P al nodo 4 In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
P 4 = P 5 + 52,9 = 96,0 + 52,9 = 148,9 mm c.a. (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
20
H R = 74,2 mm c.a. (r = 18,6 mm c.a.) Scelta diametro e perdite di carico circuito
H Z = 91,7 mm c.a. ( x = 15, v = 0,35 m/s) = 3/8 (diametro scelto)
H T = 74,2 + 91,7 = 166,0 mm c.a. In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizate
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 3 (H Z), e totali (H T) del circuito risultano:
G = 160 ( 298,2 / 166,0 ) 0,525 = 160 1,36 = 218 l/h H R = 74,2 mm c.a. (r = 18,6 mm c.a.)
H Z = 91,7 mm c.a. ( x = 15, v = 0,35 m/s)
Salto termico effettivo radiatore
T = Q / G = 1.600 / 218 = 7,4C
H T = 74,2 + 91,7 = 166,0 mm c.a.
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 2
Tratto di colonna rad. 3 rad. 2 G = 160 ( 529,0 / 166,0 ) 0,525 = 160 1,84 = 294 l/h
Portata: G = 644 + 218 = 862 l/h Salto termico effettivo radiatore
Scelta diametro e PdC tratto di colonna T = Q / G = 1.600 / 294 = 5,4C
= 1 (diametro scelto)
Tratto di colonna e collettore fino allattacco colonna V
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano: Portata: G = 1.111 + 294 = 1.405 l/h
H R = 55,1 mm c.a. (r = 9,2 mm c.a.) H T = H R + H Z = 115,0 + 43,3 = 158,4 mm c.a.
H Z = 32,7 mm c.a. ( x = 4, v = 0,41 m/s)
P att. col. V = P 1 + 158 = 529 + 158 = 687 mm c.a.
H T = 55,1 + 32,7 = 87,8 mm c.a.
P al nodo 2
P 2 = P 3 + 87,8 = 298,2 + 87,8 = 386,0 mm c.a.
Colonna VI
Circuito radiatore 2 160 l/h
Portata di progetto 55 1.600
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h
mm c.a. 1/2" 6
kcal/h
1/2" T = 10,0C
Scelta diametro e perdite di carico circuito 160 l/h
= 3/8 (diametro scelto) 214 l/h
In base a tale diametro le PdC distribuite (H R), localizzate 96 1.600
(H Z), e totali (H T) del circuito risultano: mm c.a. 1/2" 5
kcal/h
H R = 74,2 mm c.a. (r = 18,6 mm c.a.) 3/4" T = 7,5C
H Z = 91,7 mm c.a. ( x = 15, v = 0,35 m/s) 374 l/h
270 l/h
H T = 74,2 + 91,7 = 166,0 mm c.a.
Portata calcolata in base al P che sussiste al nodo 3
149 1.600
4
G = = 160 ( 386,0 / 166,0 ) 0,525 = 160 1,56 = 249 l/h
mm c.a. 1/2" kcal/h
3/4" T = 5,9C
Salto termico effettivo radiatore 644 l/h
687 mm c.a.
Circuito radiatore 1
Portata di progetto
G P = Q / T = 1.600 / 10 = 160 l/h 1 1/4"
21
Dimensionamento colonna V Risulta pertanto:
Si dimensiona la colonna con lo stesso metodo utilizzato F = ( 687 / 631 ) 0,525 = 1,046
per dimensionare la colonna VI. Si ottengono cos i se-
G = 1.145 1,046 = 1.198 l/h
Nuova portata della colonna
guenti risultati:
1.300
357 1.300 3/8" 3
3/8" 6 kcal/h
mm c.a. kcal/h
1" T = 7,0C
1"
734 l/h
1.145 l/h 631 mm c.a. 213 l/h
687 mm c.a. 1.300
3/8" 2
kcal/h
1" T = 6,1C
1 1/4" 1.405 l/h 947 l/h
251 l/h
Colonna IV
Si calcola (1 Quaderno Caleffi, pag. 67) con la formula: 1 1/4" 2.603 l/h 1 1/4" 1.405 l/h
F = ( H1 / H ) 0,525
Colonna bilanciata al P di base
dove: H1 = prevalenza di bilanciamento del circuito
H = prevalenza circuito da bilanciare
22
Dimensionamento colonna IV Si dimensiona e si bilancia poi la colonna considerata con gli
stessi procedimenti di calcolo con cui stata dimensionata
Si dimensiona dapprima il circuito del radiatore 6a: il ra- e bilanciata colonna V. Si ottengono in tal modo i seguenti
diatore di sommit che deve emettere pi calore. valori:
Si dimensiona poi il circuito del radiatore 6b e lo si bilancia
poi al P del circuito di cui sopra:
350 750
kcal/h 6b 3/8" 3/8" 6a kcal/h
T = 4,7C T = 10,0C
1/2"
150 l/h
74
6b
mm c.a.
23
24
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h
114 l/h 121 l/h 65 l/h 74 l/h 74 l/h 136 l/h 160 l/h
T T T T T T T
3/8" 6 7,9C 1/2" 6 9,1C 3/8" 6 9,2C 4,8C 6b 3/8" 3/8" 6a 10,2C 1/2" 6 9,6C 1/2" 6 10,0C
157 l/h 163 l/h 90 l/h 104 l/h 104 l/h 182 l/h 214 l/h
T T T T T T T
3/8" 5 5,7C 1/2" 5 6,7C 3/8" 5 6,6 3,4C 5b 3/8" 3/8" 5a 7,2C 1/2" 5 7,1C 1/2" 5 7,5C
373 l/h 333 l/h 294 l/h 254 l/h 254 l/h 213 l/h 249 l/h
T T T T T T T
3/8" 2 2,4C 3/8" 2 3,3C 3/8" 2 2,0C 1,4C 2b 3/8" 3/8" 2a 3,0C 3/8" 2 6,1C 3/8" 2 6,4C
2 1/2" 1.825 2" 1.503 2" 1.295 1 1/2" 893 1 1/4" 687 1 1/4" 641
9.055 l/h mm c.a. 7.415 l/h mm c.a. 5.927 l/h mm c.a. 4.822 l/h mm c.a. 2.603 l/h mm c.a. 1.405 l/h mm c.a.
SBILANCIAMENTI IDRAULICI E TERMICI La seconda causa , invece, dovuta al fatto che i P
NEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE continuano a crescere anche lungo il collettore
di distribuzione orizzontale. Di conseguenza i P
I dati dellesempio svolto evidenziano con chiarezza
che agiscono alla base delle prime colonne sono pi
che i vecchi impianti a colonne erano (e sono tut-
elevati di quelli che agiscono sulle ultime e quindi
tora) generalmente caratterizzati da forti diffe-
vanno ad incrementare ulteriormente gli squilibri
renze tra le portate di progetto e quelle effettive
tra le portate di progetto e quelle reali.
di funzionamento.
Il motivo, come possiamo dedurre dai calcoli svolti, Come sappiamo, e come d'altra parte risulta di tutta
addebitabile a due cause: evidenza, questi squilibri comportano (1) elevati
costi di gestione delle pompe, (2) sensibili e disa-
la prima dovuta al fatto che, lungo le colonne (dal
gevoli variazioni della temperatura ambiente, sia
piano pi alto a quello pi basso) continuano a cre-
scere i P dei circuiti che servono i radiatori.
fra alloggio e alloggio sia fra locale e locale dello
stesso alloggio.
Di conseguenza, per poter assicurare le portate
Gli stessi squilibri comportano anche un altro incon-
richieste ai radiatori degli ultimi piani, si devono dare
veniente, forse meno evidente di quelli sopra consi-
portate molto pi elevate del necessario ai radiatori
derati, ma non per questo meno grave.
dei piani pi bassi.
Riguarda il fatto che, come vedremo meglio in se-
Se, relativamente ad ogni colonna dell'esempio
guito, senza risolvere adeguatamente gli squilibri
svolto, consideriamo le portate effettive dei ra-
evidenziati non possibile sostituire le valvole
diatori, colpiscono soprattutto le notevoli diffe-
normali dei radiatori con valvole termostatiche,
renze in gioco.
dato che le valvole termostatiche hanno un campo di
Ad esempio, tra il primo e lultimo radiatore della
lavoro molto pi limitato.
colonna III, pur essendo ad essi richiesta la stessa
potenza termica, la differenza di portata di circa Di seguito vedremo come possibile (1) ottenere il
il 540%. E una simile differenza non di certo unec- bilanciamento idraulico di questi impianti e (2)
cezione. Pu anzi essere pi elevata, specie in im- come possibile dotarli di mezzi adeguati e con-
pianti con colonne pi alte di quelle considerate. venienti per aumentare le loro prestazioni.
25
Altri interventi
INTERVENTI ATTI A MIGLIORARE
LE PRESTAZIONI Vanno considerati anche i seguenti interventi legati
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE alle nuove condizioni di funzionamento degli impianti
e alla situazione esistente:
esigenza o meno di proteggere i generatori di
Questi i principali interventi attuabili per migliorare
calore da portate troppo basse (ved. Idraulica
il comfort termico e ridurre gli elevati costi di ge-
35) ad es. con linterposizione di scambiatori di
stione dei vecchi impianti a colonne:
calore o di separatori idraulici fra il circuito prima-
rio (quello del generatore) e il circuito secondario
Contabilizzazione del calore (quello del sistema di distribuzione);
Serve a garantire ad ogni utente la possibilit di pa- azioni richieste (ad es. lavaggio dellimpianto)
gare i costi del riscaldamento in base all'effettivo e mezzi necessari (gruppi di riempimento e di
calore consumato. Nei vecchi impianti a colonne, demineralizzazione dell'acqua, defangatori, ecc...)
ci possibile dotando ogni radiatore di appositi per proteggere i generatori di calore e le val-
ripartitori di calore (ved. Idraulica 39). vole di regolazione dello sporco: pericolo parti-
colarmente temibile nei vecchi impianti;
L'intervento neutro per quanto riguarda il fun-
zionamento dell'impianto in quanto non altera in adozione di pompe a velocit variabile regolate
alcun modo il flusso del fluido. secondo le nuove condizioni di funzionamento
dellimpianto.
Regolazione della temperatura ambiente verifica della curva di regolazione climatica
esistente ed eventuale suo adeguamento alle
Si ottiene in ogni locale con valvole per radiatori nuove esigenze dellimpianto (ved. riquadro
dotate di testine termostatiche: valvole che (come sotto riportato).
gi considerato nel numero 43 di Idraulica) a diffe-
renza di quelle normali, devono lavorare con P
Vanno inoltre effettuate tutte le altre opere neces-
sarie a garantire il rispetto della normativa vigente.
compresi fra 700800 e 2.0002.200 mm c.a..
Condizioni queste che, come vedremo meglio in
seguito, possono essere generalmente garantite Curva climatica dellimpianto bilanciato
solo con l'uso di valvole preregolabili. Considerando che i radiatori devono funzionare con la
stessa temperatura media, sia prima che dopo il bilan-
Bilanciamento delle colonne ciamento, tale curva si pu determinare con la formula:
Tmax.n = Tmax.v + (Tn Tv ) / 2
Si pu ottenere con l'uso di regolatori di P e di dove:
valvole partner, ed generalmente necessario Tmax.n = temp. max. andata imp. bilanciato
per poter garantire il corretto funzionamento
Tmax.v = temp. max. andata imp. non bilanciato
delle valvole termostatiche.
Luso dei regolatori di P pu non essere neces-
(valore deducibile dalla vecchia curva)
Tn = salto termico imp. bilanciato (ved. pag. 30)
Tv
sario solo in impianti che servono poche utenze. In
= salto termico imp. non bilanciato (si deter-
tal caso va tuttavia attentamente verificato che le mina in base al calore ceduto dallimpianto
valvole termostatiche siano in grado di lavorare e alla portata della vecchia pompa)
nel campo richiesto.
26
Ripartitore di calore
Valvola termostatica
con preregolazione
Regolatore di pressione
differenziale
Valvola partner
Elementi di base per la ripartizione del calore e il bilanciamento degli impianti a colonne
27
Taratura dei regolatori di P
BILANCIAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE Va effettuata in base ai P che sussistono alla base
CON PROGETTO DISPONIBILE delle colonne. Non serve invece tarare le valvole
partner. La portata delle colonne infatti regolata
dalle valvole di preregolazione e, naturalmente,
Nel caso dei vecchi impianti a colonne assai dif- uguale alla somma delle portate dei radiatori.
ficile poter disporre delle tavole di progetto e dei re-
lativi elaborati. Tuttavia qualche possibilit sussiste.
Pompe di circolazione
In tal caso si pu procedere nel seguente modo:
Devono essere del tipo a velocit variabile (ved.
Bilanciamento delle colonne Idraulica 34, pag. 20 e 21) e avere le seguenti
caratteristiche:
Per ogni colonna si pu procedere bilanciando dap-
prima il circuito che serve il radiatore dell'ultimo Prevalenza
piano e poi i circuiti dei radiatori che servono i piani va calcolata con radiatori a valvole aperte e risulta
inferiori. dalla somma delle seguenti grandezze:
PdC ultima colonna compresi il regolatore di
P e la valvola partner;
Bilanciamento circuito radiatore ultimo piano
Si determina:
PdC distribuzione orizzontale dall'ultima
1. la portata di progetto del radiatore in base al colonna fino alla Centrale Termica;
calore richiesto e al salto termico adottato;
PdC componenti di Centrale.
2. la posizione di taratura della valvola di prere-
bene inoltre prevedere un incremento di circa il
golazione con diagrammi del tipo riportato nella
30% della prevalenza cos calcolata. Serve per
pag. a lato e in base (1) alla portata di progetto
del radiatore, (2) al P minimo previsto per il
avere adeguati margini di sicurezza atti a tener
conto sia di eventuali indeterminazioni, sia di incre-
funzionamento della valvola: ad es. 800 mm c.a..
3. il P richiesto agli estremi del circuito, uguale
menti della rugosit, e quindi delle relative PdC, nei
vecchi tubi.
alla somma delle varie PdC (tubi, detentore e val-
vola termostatica) del circuito stesso. Portata
Si ottiene sommando le portate di progetto di
Bilanciamento circuito radiatore penultimo piano tutte le colonne. consigliabile inoltre incremen-
Si determinano: tare il valore cos ottenuto di circa il 25-30%
4. il P che sussiste agli estremi del circuito, in per le ragioni esposte nel riquadro sotto riportato.
base al corrispondente P del circuito dell'ultimo
piano e alle PdC del tratto di colonna che collega
fra loro i due circuiti; Portate ottenibili con le valvole di preregolazione
5. le PdC del circuito a meno della valvola di Con le normali valvole di preregolazione non possi-
bile ottenere esattamente portate effettive uguali
preregolazione. Tali PdC si calcolano in base
a quelle teoriche, in quanto le PdC opponibili al
alla portata di progetto e alle resistenze idrauli- moto del fluido non variano in modo continuo, ma a
che dei tubi e del detentore; gradini.
6. le PdC della valvola di preregolazione, date Se, ad esempio, si considera una valvola 1/2 (diagr.
dalla differenza fra il P determinato al punto 4 e PdC ved. pag. a lato) e una portata teorica di 100 l/h,
7. la posizione di taratura della valvola di prere- Campo di valori assai ampio, ma che tuttavia (consi-
golazione, in base alla portata del radiatore e derando le normali grandezze in gioco con le valvole
alle PdC della valvola. termostatiche) non determina variazioni di portate
mediamente superiori al 20-25% delle portate teori-
Bilanciamento circuiti radiatori altri piani che. Non determina, cio, significati squilibri per
quanto riguarda sia lemissione termica dei terminali
Si procede (in ordine discendente) come nel caso sia il funzionamento delle valvole termostatiche.
del penultimo piano. Si calcolano cio dapprima i
P che sussistono agli estremi dei vari circuiti e poi,
in base a tali valori, si determinano le posizioni di
taratura delle valvole. Si determinano infine i P
che sussistono alla base delle colonne.
28
Diagrammi perdite di carico valvole di preregolazione con comandi termostatici
3000
P [mm c.a.]
Posizione Kv
2500 di taratura [m3/h]
1 2 3 4 5
2000
1600 1
0,08
1200
1000
800
2
0,15
600
500
400
3/8 0,22
3
350
300
250
200 0,35
4
160
140
Portata [l/h]
120 5
100 0,50
20
25
30
35
40
45
50
60
70
80
90
100
120
140
160
180
200
250
300
P [mm c.a.]
3000 Posizione Kv
2500 1 2 3 4 5 di taratura [m3/h]
2000
1600 1
0,09
1200
1000
800
2
0,16
600
500
400 0,23
1/2
3
350
300
250
200 0,36
4
160
140
Portata [l/h]
120
5
100
0,55
20
25
30
35
50
60
70
80
100
120
140
160
180
200
250
300
29
Redazione delle tabelle proposte
BILANCIAMENTO
DEI VECCHI IMPIANTI A COLONNE Le tab. A (cio le tab. 1A, 2A e 3A) sono state re-
SENZA PROGETTO DISPONIBILE datte considerando le colonne dimensionate con
r guida = 10 mm c.a./m e un possibile scostamento
da tale valore di 4 mm c.a./m.
un bilanciamento che pu esporre a pericoli In base a tali valori, ai diametri di base delle co-
di certo non trascurabili, specie se gli impianti lonne e a salti termici di 10, 15 e 20C sono state
devono essere dotati di valvole termostatiche. poi determinate le quantit massime di calore
I pericoli sono legati soprattutto alla possibile pre- che le colonne possono cedere ai loro radiatori.
senza di colonne troppo strozzate e alle diffi- Pertanto, se le colonne da bilanciare devono cedere
colt relative alla loro individuazione. ai loro radiatori quantit di calore che non superano
quelle massime sopra definite si pu ritenere che
Possibile presenza di colonne troppo strozzate le stesse colonne siano poco strozzate e, in base
al valore di (r) assunto, si possono considerare P
Come gi considerato, le ultime colonne di questi
medi di piano 100 mm c.a..
impianti erano generalmente dimensionate con un
valore di r guida = 10 mm c.a./m.. Avvicinandosi Le tab. B (cio le tab. 1B, 2B e 3B) sono state re-
alla centrale termica, tale valore poteva poi essere datte con gli stessi criteri generali, ma conside-
gradualmente incrementato per cercare di con- rando un r guida = 20 mm c.a./m e uno scosta-
trastare la continua crescita dei P alla base delle mento da tale valore di 6 mm c.a./m.
colonne. Se le colonne da bilanciare non rispettano i limiti
Pu quindi sussistere il pericolo di trovare co- delle tab. A, ma rispettano quelli delle tab. B, si pu
lonne con P medi tra piano e piano troppo ele- ritenere che le stesse colonne siano media-
vati, ad esempio 400500 mm c.a.: valori questi mente strozzate, comunque comprese nell'ambito
che mandano ben presto (dopo 2 o 3 piani) le val- di valori accettabili. In questo caso, sempre in base
vole termostatiche fuori campo di lavoro. al valore di (r) guida assunto, si possono conside-
In merito si pu comunque procedere nel seguente rare P medi di piano 200 mm c.a..
modo:
se i dati di progetto sono disponibili possibile Note in merito alle semplificazioni adottate
individuare le colonne troppo strozzate e affrontare
L'aver assunto i diametri dei tratti di base delle co-
i relativi problemi sulla base di dati certi;
lonne come indici di strozzatura delle colonne
se, invece, i dati di progetto non sono disponi-
stesse ovviamente dovuto al fatto che tali tratti
bili, ma le colonne dellimpianto soddisfano i
sono gli unici "in vista". Va per considerato che,
limiti specificati nelle tabelle della pagina a lato
in genere, sono anche i tratti di colonna pi strozzati
possibile procedere al bilanciamento dellim-
in quanto la loro strozzatura non va ad incremen-
pianto col seguente metodo semplificato:
tare i normali squilibri fra piano e piano.
Va anche considerato che le approssimazioni rela-
tive ai P di piano proposti rientrano ampiamente
Metodo di bilanciamento semplificato
30
Tabelle per la determinazione dei P medi di piano
si pu assumere P di piano = 100 mm c.a. si pu assumere P di piano = 100 mm c.a. si pu assumere P di piano = 100 mm c.a.
Se le colonne non rispettano i limiti di Tab. 1A, Se le colonne non rispettano i limiti di Tab. 2A, Se le colonne non rispettano i limiti di Tab. 3A,
ma rispettano i seguenti: ma rispettano i seguenti: ma rispettano i seguenti:
si pu assumere P di piano = 200 mm c.a. si pu assumere P di piano = 200 mm c.a. si pu assumere P di piano = 200 mm c.a.
31
b. col = diametro di base colonna Q col = sommatoria potenza termica radiatori serviti dalla colonna
BILANCIAMENTO CON CALCOLO MANUALE Esempio 2
Si esegue dapprima il rilievo dei seguenti dati: Dotare di valvole termostatiche preregolabili l'impianto
(1) altimetria delle colonne, (2) potenze termiche dei dell'esempio 1 (ved. tav. disegno e calcoli svolti) conside-
rando note le seguenti grandezze:
radiatori (3) diametri dei tubi e lunghezze dei circuiti
radiatori, (4) stima del loro numero curve, (5) dia- lunghezze tubi,
metri di base delle colonne, (6) diametri e lunghezze potenze termiche radiatori,
diametri circuiti radiatori,
dei vari tratti di collettore orizzontale. Poi si pu cos diametri di base colonne,
procedere: stima (L = 4 m) lunghezza tubi circuiti radiatori,
curve circuiti radiatori conglobate nel valore di x
Bilanciamento colonne x = 10 coefficiente PdC localizzate circuiti radiatori
(attacchi circuito, curve e radiatore)
In relazione al metodo considerato a pag. 30 e 31, Kv = 1,8 m3/h portata nominale detentore 3/8
si determinano le seguenti grandezze: Kv = 3,0 m3/h portata nominale detentore 1/2
1. Determinazione P medio di piano col sup- P MIN.VALV = 800 mm c.a. valore minimo di lavoro val-
porto delle apposite tab. di pag. 31. vole prereg./termostatiche.
2. Determinazione P ultimi piani Diagrammi di taratura valvole preregolabili ved. pag. 29.
Si stabilisce un valore che consente alle valvole
di funzionare con un P non inferiore a quello mi-
nimo richiesto (ved. pag. 26). Colonna VI
3. Determinazione P disponibile agli altri piani
1.600
in base al valore sopra determinato e all'incre- kcal/h
mento medio di piano determinato al punto 1.
4. PdC valv. preregolabili e pos. di taratura 1/2" 6
dove:
HTUBI
1.600
= PdC tubi circuito radiatore
HDET
kcal/h
= PdC detentore
HVALV = PdC valvola preregolabile 1/2" 4
PDISP = prevalenza disponibile
relazione che cos esplicitata: 1.600
32
Determinazione P medio di piano Radiatore 4
Q = 5.400 kcal/h
II
Colonna I b = 3/4 Si procede poi nello stesso modo per tutti i radiatori della
colonna e per tutte le colonne dell'impianto.
I dati sopra riportati soddisfano i limiti di tab. 1A e, a maggior Per il dimensionamento della pompa si procede come in-
ragione, quelli di tab. 2A e 3A. possibile quindi bilanciare le
colonne sia con T = 10C, sia con T = 15 e 20C.
dicato nella pagina a lato.
Di seguito si assume T = 10C per consentire un confronto
omogeneo coi dati delles. 1 dimensionato con lo stesso
salto termico. In base alla tab. considerata risulta: Colonna VI
1.600
P medio di piano = 100 mm c.a. 5 kcal/h
900
Determinazione P ultimi piani mm c.a. 1/2" 6
PDISP =
1.200
piano 6 900 mm c.a 3/8" 3
mm c.a.
piano 5 PDISP = 900 + 100 = 1.000 mm c.a
piano 4 PDISP = 1.000 + 100 = 1.100 mm c.a 1.600
piano 3 PDISP = 1.100 + 100 = 1.200 mm c.a 5 kcal/h
piano 2 PDISP = 1.200 + 100 = 1.300 mm c.a 1.300
PDISP = 1.300 + 100 = 1.400 mm c.a
mm c.a. 3/8" 2
piano 1
base colonna PDISP = 1.400 + 100 = 1.500 mm c.a 1.600
5 kcal/h
Il regolatore di P, posto alla base della colonna di ritorno, 1.400
deve quindi essere tarato con: mm c.a. 3/8" 1
Regolatore P taratura
Taratura delle valvole preregolabili 1.500 mm c.a.
Si effettua in base alle portate dei radiatori, alle PdC delle val- 150 mbar
vole e ai diagrammi di taratura di pag. 29.
Radiatore 6
Nota: Se i radiatori hanno portate elevate (specie con co-
HVALV = 900 ( 21,3 + 22,5) 29,0 827 mm c.a.
G = 1.600 / 10 = 160 l/h
lonne che non superano i 6-7 piani) le loro valvole possono
richiedere una preregolazione solo in base allapertura mas-
Pos. taratura = 5 sima, cio, con riferimento ai diagr. di pag. 29, solo in base
alla posizione di taratura 5. Ad es. nel caso considerato, con
portate di 160 l/h sono richiesti P (ved. relativi calcoli a pag.
Radiatore 5
33
SVILUPPO DEI CALCOLI CON SOFTWARE Dati in uscita
HCIRC
Si effettua dapprima il rilievo degli stessi dati spe- G portata rad.
cificati a pag. 32 per il metodo di calcolo manuale.
HVALV
PdC tubi circ. rad. e detentore
Poi, sempre come specificato per il calcolo ma-
PdC di taratura valvola
nuale, si provvede alla determinazione delle se-
guenti grandezze: Pos Posizione di taratura valvola
P medio di piano,
P ultimi piani,
Note in merito alla redazione del software
P disponibile agli altri piani. Per il calcolo delle perdite di carico continue e
Infine per la parte pi impegnativa di calcolo, vale a localizzate sono state utilizzate le formule ripor-
dire quella che riguarda il calcolo delle PdC del cir- tate sul 1 Quaderno Caleffi.
cuito radiatori, nonch per la determinazione delle
posizioni di taratura delle valvole pu essere molto Esempio di applicazione
utile utilizzare un apposito software. Quello di
Di seguito si utilizza il software descritto per bilan-
seguito descritto prevede i seguenti dati in entrata
ciare le colonne dell'esempio 2.
e in uscita:
Come nel caso dellesempio 2, per il calcolo delle
PdC dei detentori sono stati considerati i valori:
Dati in entrata
Kv = 1,8 m3/h portata nominale detentore 3/8
Dati richiesti per ogni colonna: Kv = 3,0 m3/h portata nominale detentore 1/2
T salto termico adottato
(valori medi detentori Caleffi)
x
Come nel caso dellesempio 2, per il calcolo delle
coeff. PdC localizzate circ. rad. a meno
posizioni di taratura delle valvole di preregolazione,
della valvola di preregolazione e del detentore
sono stati considerati i Kv in base ai quali sono stati
Dati richiesti per ogni radiatore: ricavati i diagrammi di pag. 29 (valori valvole prere-
Dati richiesti per ogni radiatore: golabili termostatiche Caleffi serie 425).
34
Colonna VI
Colonna VI Colonna VI
10 salto termico adottato [ C ]
1.600 1.600
kcal/h 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 5 kcal/h
1.600
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. 1.600
kcal/h = diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 5 kcal/h
1 1/4" 1 1/4"
Regolatore P
taratura
1.500 mm c.a.
35
36
Colonna V
Colonna V Colonna V
10 salto termico adottato [ C ]
1.300 1.300
kcal/h 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 5 kcal/h
1.300
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. 1.300
kcal/h = diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 4 kcal/h
1" 1"
Regolatore P
taratura
1.500 mm c.a.
Colonna IV
Colonna IV Colonna IV
10 salto termico adottato [ C ]
350 750 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 350 750
kcal/h kcal/h Caleffi tipo detentori kcal/h 2 3 kcal/h
6b 3/8" 3/8" 6a Caleffi serie 425 tipo valvola termostatica preregolabile 6b 3/8" 3/8" 6a
350 750
N Q P DISP L G P CIRC P VALV 350 750
kcal/h kcal/h Pos kcal/h 2 3 kcal/h
kcal/h mm c.a. mm m l/h mm c.a. mm c.a.
1 1/4" Dati richiesti (circuito radiatori): Dati elaborati (circuito radiatori): 1 1/4"
Q = potenza termica rad. G = portata
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. Regolatore P
taratura
= diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 1.500 mm c.a.
37
L = lunghezza tubi Pos = posizione tar. valv. prereg.
38
Colonna III
Colonna III Colonna III
10 salto termico adottato [ C ]
600 600
kcal/h 10 coeff. PdC circ. rad. a meno detentore e valvola 3 kcal/h
600
P DISP = P disponibile P CIRC = PdC a meno valv. prereg. 600
kcal/h = diametro tubi P VALV = PdC valv. prereg. 2 kcal/h
3/4" 3/4"
Note: - Le colonne II e I si bilanciano in modo analogo alle colonne
gi prese in esame. Regolatore P
- Vedi riassunto dati principali di bilanciamento nello schema taratura
riportato a pagina 40. 1.500 mm c.a.
Bilanciamento colonne dellesempio 2 effettuato considerando T = 15C
Colonna V Colonna II
Colonna IV rad. b
39
40
Bilanciamento impianto dellesempio 2 effettuato considerando T = 10C
Colonna I Colonna II Colonna III Colonna IV Colonna V Colonna VI
rad. 900 kcal/h rad. 1.100 kcal/h rad. 600 kcal/h rad. 350 e 750 kcal/h rad. 1.300 kcal/h rad. 1.600 kcal/h
4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 5 130 l/h 5 160 l/h
4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h
4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h
4 90 l/h 4 110 l/h 3 60 l/h 35 l/h 2 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h
3 90 l/h 4 110 l/h 2 60 l/h 35 l/h 1 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h
3 90 l/h 4 110 l/h 2 60 l/h 35 l/h 1 3 75 l/h 4 130 l/h 5 160 l/h
41
Valvola di intercettazione e preregolazione
Serie 142
Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo di temperatura: -10120C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: 1/21
Funzionamento
La valvola di preregolazione permette di bilanciare i circuiti, misurare la portata passante ed
intercettare le linee per eventuali interventi di manutenzione. Dotata di due prese di pressione
collegabile al tubo capillare del regolatore di pressione differenziale.
42
Regolatore di pressione differenziale
Serie 140
Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo di temperatura: -10120C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: 1/21
Taratura: 50300 mbar
250600 mbar
Funzionamento
Il regolatore di pressione differenziale mantiene costante, al valore impostato, la differenza di
pressione esistente tra due punti di un circuito idraulico. Viene utilizzato negli impianti a portata
variabile, con valvole a due vie termostatiche o motorizzate, per limitare l'incremento di pressione
differenziale che si viene a creare a seguito della loro azione di chiusura, parziale o totale.
il valore di pressione
differenziale impostato
visualizzabile direttamente
sulla manopola di
regolazione.
43
Valvole di bilanciamento
Serie 130
Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo di temperatura: - filettate: -20120C
- flangiate: -10140C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: - filettate: 1/2 2
- flangiate: DN 65 DN 300
44
Valvole termostatizzabili con preregolazione
Comandi termostatici
disponibili sia per tubazioni in rame e plastica equipaggiabili con guscio antimanomissione
semplice e multistrato sia per tubazioni in ferro. ed antifurto per impieghi in locali pubblici.
Detrazioni fiscali
45
Ripartitore MONITOR 2.0
Serie 7200
46
Separatore idraulico multifunzione
SEP4
Serie 5495
Caratteristiche tecniche
Pressione massima desercizio: 10 bar
Campo di temperatura: 0100C
Max percentuale di glicole: 50%
Attacchi: 12
Disaerazione Defangazione
lallargamento di grazie allelemento
sezione diminuisce interno separa
la velocit del e raccoglie le
flusso e la rete impurit nella
in tecnopolimero camera di
crea moti vorticosi raccolta fanghi.
favorendo la
liberazione di
microbolle.
Separazione Rimozione
idraulica particelle ferrose
rende indipendenti i il sistema magnetico
circuiti idraulici brevettato attrae
collegati. Portate le impurit
differenti dei circuiti ferromagnetiche
primario e secondario e le trattiene nella
non influenzano il zona di raccolta
funzionamento evitando il ritorno
reciproco. in circolazione.
47
LIMPORTANZA DEL BILANCIAMENTO:
BENESSERE IN EQUILIBRIO
SERIE 140 - 142 - 130 - 132 - 125 - 126 - 127
UN IMPIANTO BILANCIATO GARANTISCE
EFFICIENZA ENERGETICA E RISPARMIO
ECONOMICO. PER STARE TUTTI MEGLIO.
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