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Il doping, in lingua italiana dopaggio[1], consiste nell'uso di una sostanza o di una pratica medica a

scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell'efficienza psico-fisica durante una


prestazione sportiva, sia agonistica sia non agonistica, da parte di un atleta. II ricorso al doping avviene
spesso in vista o in occasione di una competizione agonistica ed un'infrazione sia
dell'etica dello sport, sia dei regolamenti dei Comitati olimpici sia della legislazione penale italiana,
inoltre espone ad effetti nocivi alla salute, anche mortali.
La storia del doping inizia nell'antichit, all'epoca delle prime Olimpiadi nella Grecia classica. Le
sostanze utilizzate per il doping sono varie e legate allo sviluppo della sintesi chimica, della
farmacologia e della scienza medica. Esse permettono di aumentare la massa e la forza muscolare
oppure l'apporto di ossigeno ai tessuti oppure di ridurre la percezione del dolore o di variare il peso
corporeo, infine possono anche consentire all'atleta che ne fa uso di risultare negativo ai controlli anti-
doping[2].
La lotta contro il doping degli atleti di alto livello inizi con la morte del ciclista danese Knud Enemark
Jensen durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e alcune
Federazioni sportive internazionali e nazionali nominarono una task force medica per studiare delle
strategie di contrasto al doping. I primi risultati si ebbero solo dopo la scoperta di un altro corridore (Ben
Johnson) dopato nell'Olimpiade di Seoul del 1988 e con la fine della guerra fredda nel 1989, quando le
autorit politiche mondiali crearono il WADA (World Anti-Doping Agency), l'agenzia internazionale che
var il Codice mondiale anti-doping, in seguito accettato dalle federazioni sportive nazionali [3].

Diffusione
I paesi dell'Europa dell'est (DDR in primis), hanno recitato il ruolo di precursori in questo campo,
applicando il doping in maniera sistematica nel periodo che va dagli anni cinquanta agli anni ottanta,
soprattutto sugli atleti che partecipavano alle Olimpiadi. Poco si sapeva degli effetti collaterali dati dalle
sostanze somministrate agli atleti, mentre evidenti erano i miglioramenti in termini di struttura fisica e
risultati agonistici, specialmente per le atlete che venivano "trattate" con ormoni maschili. Ci ha portato
a gravi danni fisici e psicologici per molti atleti e c' anche chi addirittura come la pesista Heidi
Krieger stata costretta, visti gli ormai enormi cambiamenti nel fisico, a diventare uomo.

Casi particolarmente clamorosi di doping sono stati quello di Ben Johnson, squalificato ai Giochi
olimpici di Seul nel 1988 dopo aver vinto la corsa dei 100 metri piani e stabilito il nuovo record del
mondo che venne annullato, e quello di Marion Jones che confessa sul doping e per questo privata di
tutte le sue medaglie olimpiche. Anche se impropriamente, viene poi ricondotto al fenomeno del doping
anche il caso di Marco Pantani, escluso dal Giro d'Italia del 1999 alla vigilia della penultima tappa
mentre era largamente in testa alla classifica; in realt Pantani non risult positivo a sostanze dopanti,
ma il suo ematocrito era superiore al valore massimo consentito e ci comport una sospensione
cautelare dell'atleta a tutela della sua salute; in seguito vennero modificati i metodi di analisi risultati
scientificamente non sufficientemente precisi. Uno dei casi pi noti di doping stato sicuramente quello
del ciclista Lance Armstrong, emerso nel 2012, che riusc a vincere 7 Tour De France consecutivi dal
1999 al 2005. Proprio a causa di questo caso gli sono stati revocati tutti i titoli vinti dal 1998, compresi i
7 Tour e il bronzo olimpico; dopo varie e approfondite analisi, nell'agosto 2012 si scopr che il texano
fece uso di sostanze dopanti dopo aver sconfitto un tumore: ci gli cost il bando a vita dal ciclismo.

Nonostante i controlli, l'uso di sostanze e terapie dopanti diffuso non solo nello sport professionistico,
ma anche in quello dilettantistico e perfino amatoriale. Attorno al fenomeno del doping c' un giro
d'affari che in Italia stimato in circa 600 milioni di Euro.[6][7]

Sostanze proibite:

Sostanze non approvate: farmaci di uso veterinario, farmaci non approvati dalle Agenzie
regolatorie

Farmaci anabolizzanti: steroidi androgeni:


Ormoni peptidici, fattori di crescita e sostanze correlate:

beta2 agonisti (farmaci inalatori come il salbutamolo possono essere usati entro limiti
determinati)

Ormoni e modulatori metabolici

Diuretici e agenti mascheranti (gli agenti mascheranti includono farmaci come


il probenecid)
Metodi proibiti:

Manipolazioni del sangue e dei suoi componenti (includono le autotrasfusioni, cio le


ritrasfusioni di sangue dello stesso atleta)

Manipolazioni fisiche e chimiche (includono manomissioni dei campioni)

Doping genetico (incluse cellule normali e geneticamente modificate)


Sostanze proibite durante le competizioni:

Stimolanti come anfetamine e pseudoefedrina

narcotici come metadone

Cannabinoidi

Glucocorticoidi
Sostanze proibite in sport particolari:

Alcool (proibito in sport aerei, tiro con l'arco, sport a motore, motociclismo, motonautica)

Beta-bloccanti (proibiti in tiro con l'arco, sport a motore, biliardo, freccette, golf, tiro, alcuni
eventi di sci e snowboard, alcuni eventi acquatici)
Caffeina e nicotina sono incluse nel programma di monitoraggio del 2015, ma non sono
considerate sostanze proibite.

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