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I muscoli estensori della colonna vertebrale

I muscoli della colonna vertebrale si dividono in muscoli DELLE docce vertebrali, situati dorsalmente subito
a ridosso delle colonna, ed in muscoli ventrali del rachide.
I muscoli delle docce vertebrali sono dei complessi muscolari rivestiti ALLA superficie da una fascia che li
separa dai muscoli pi superficiali, detta fascia nucale nella PARTE superiore e fascia lombodorsale nella
parte inferiore. Essi hanno decorso generalmente parallelo o leggermente obliquo rispetto alla colonna
vertebrale.
ECCO l elenco dei muscoli delle docce vertebrali partendo dalla superficie e arrivando in profondit.

Il muscolo splenio della testa che, contraendosi, estende la testa, inclinandola e ruotandola dal proprio lato;
Il muscolo splenio del collo che CON la sua azione estende la colonna cervicale;
Il muscolo sacrospinale, il quale si divide in muscolo ileocostale (nella parte laterale) CHE con la sua
contrazione estende la colonna e la inclina dal proprio lato e pu anche elevare ed abbassare le coste, un
muscolo lunghissimo (nella parte intermedia) che estende ed inclina dal proprio lato la colonna e la testa, ed
il muscolo spinale, estensore DELLA colonna;
Il muscolo trasverso spinale, FORMATO da fasce che originano dai processi trasversi e si inseriscono su
quelli spinosi; anchesso formato da tre parti: il muscolo semispinale (superficiale) che con la sua azione
estende e ruota dal lato opposto al proprio la testa e la colonna, il muscolo multifido (medio), che estende e
ruota dal lato opposto la colonna, e i muscoli rotatori (profondi) che estendono e ruotano la colonna;
I muscoli interspinosi, tesi tra i processi spinosi d vertebre contigue, che
estendono la colonna vertebrale;
I muscoli intertrasversari, tesi tra i processi trasversi di vertebre
contigue, che inclinano lateralmente la colonna vertebrale;
I muscoli suboccipitali, quattro muscoli PARI e simmetrici tesi tra le
prime vertebre cervicali e la squama dell osso occipitale, che si
distinguono in: muscoli grande e piccolo retto posteriori della testa ed i
muscoli obliquisuperiore ed inferiore della testa.
I muscoli ventrali del rachide PI semplicemente si dividono in muscoli
prevertebrali e muscoli rudimentali del tratto sacrococcigeo.
I muscoli prevertebrali si distinguono in muscolo lungo del collo, che
flette ed inclina lateralmente la colonna cervicale, muscolo lungo della
testa, che flette e ruota la testa, muscolo retto anteriore della testa, che
flette ed inclina lateralmente la testa e muscolo retto laterale della testa, che la inclina lateralmente.

Riscaldamento

Consiste in una serie di esercitazioni e di attivit che precedono l'allenamento.


Il suo scopo quello di preparare l'organismo a sostenere con la massima efficacia le attivit che seguiranno e di
prevenire eventuali infortuni.
FINALITA: adattare l'organismo agli sforzi intensi, facilitare gli scambi gassosi e i processi biochimici a livello
muscolare, aumentare l'irrigazione sanguigna, diminuire il grado di viscosit e gli attriti interni aumentando cos
la rapidit di contrazione e rilassamento, evitare infortuni di carattere muscolare e articolare, preparare
psicologicamente all'attivit fisica.
EFFETTI: aumento temperatura corporea(riduce attriti e favorisce le reazioni biochimiche alla base del lavoro
muscolare), aumento frequenza cardiaca e respiratoria(aumenta volume aria inspirata e la circolazione sang),
aumento dell'assorbimento di ossigeno.

CARATTERISTICHE:dipende da : et e esperienza
dell'atleta, durata(dipende dalle condizioni ambientali, dallo
stato di allenamento e dalle condizioni fisiche), tipo di
attivit che segue, necessit di svolgere e preparare
globalmente l'organismo, necessit di effettuare un lavoro
che risulti progressivamente pi intenso.
FASE INTRODUTTIVA: esercitazione di carattere
generale(corsa lenta, tonicit muscolare, mobilit
articolare,stretching) "
SPECIFICA: esercitazioni e attivit della singola specialit.
La fase finale del riscaldamento orientata al ritorno delle
condizioni fisiologiche alla normalit con attivit che
richiedano minor impegno fisico.
IMPORTANTE: il riscaldamento ha effetto anche sull'impegno mentale, stimola le capacit di autocontrollo e di
gestione consapevole dell'attenzione e delle emozioni.

DEFATICAMENTO: a termine dell'allenamento occorre che le condizioni fisiologiche ritornino alla normalit, si
parla di defaticamento, che ha lo scopo principale di favorire i processi di recupero e di ridurre ed eliminare le
tensioni muscolari e mentali. Il defaticamento si basa su esercizi simili a quelli utilizzati nel riscaldamento di tipo
generale(corsa lenta, es mobilit articolare e posture rilassanti, stretching, es respiratori) Il controllo del corpo e la
sicurezza dei tuoi movimenti dipendono dalla condizione psicofisica.
EFFICIENZA FISICA: consente di svolgere senza problemi le attivit. NON ESISTE SCISSIONE TRA MENTE
E CORPO(per coordinare e muovere i muscoli ci vuole il cervello, come per effettuare strategie in uno sport, per
studiare ci si deve sentire in pieno possesso delle capacit fisiche)

INFLUENZA DEL MOVIMENTO


SULLE OSSA: =stimola lo sviluppo in lunghezza(favorisce la produzione di nuove cellule, contribuendo alla
crescita della statura)=favorisce una migliore nutrizione(mov aumenta la circolazione sang con un conseguente
apporto di calcio, indispensabile alla nutrizione del tessuto)= aumenta la robustezza e la resistenza(le trazioni
esercitate dai muscoli in mov sulle ossa ne stimolano lo sviluppo in spessore e in larghezza)
SULLE ARTICOLAZIONI: =irrobustisce le capsule articolari(mov rende pi forti le art contro distorsioni e
lussazioni, agendo sui muscoli interessati e sui legamenti)= conserva la mobilit fisiologica(le art rimangono
immobili a lungo il recupero della loro mobilit pu essere lento e doloroso e richiede una rieducazione)

SUI MUSCOLI:= aumenta(sezione trasversale totale)il volume(se il muscolo lavora per vincere resistenze
diventa pi grosso ma non aumenta la sua forza(ipertrofia).

SULLA RESPIRAZIONE: = abbassa la frequenza


respiratoria(negli atleti la quantit di area inspirata pi
bassa che nei sogg non allenati. Economia respiratoria:
migliore capacit di trasporto del sangue e utilizzazione
dell'ossigeno nei tessuti)= aumenta la capacita vitale(l'es
fisico contribuisce a migliorare la mobilit della gabbia
toracica e potenzia l'apparato muscolare respiratorio)= riduce i tempi di recupero(il sogg allenato riesce a
rimanere in apnea sino a un min)
SULL'APPARATO CARDIOVASCOLARE: = aumenta il volume e lo spessore delle pareti del cuore(produce
maggior dilatazione e ispessimento delle pareti dei ventricoli), = aumenta la gittata sistolica(aumentando il
volume delle cavit e la forza muscolare, il cuore pu pompare pi sangue a ogni sistole), = migliora la capacit
di trasporto dell'ossigeno(negli atleti aumentano i globuli rossi e diminuiscono le piastrine, quindi il tempo di
coagulazione del sangue), =riduce il numero delle pulsazioni(sogg allenati, a parit di lavoro, raggiungono valori
numerici inferiori ai nn allenati, quindi tollerano carichi di lavoro maggiori(pi di 200 battiti al min)), =riduce i
tempi di recupero(allenato tornavelocemente al ritmo cardiaco di riposo(36-40 batt al min)), = aumenta l
capillarizzazione del cuore(cuore allenato migliora la sua nutrizione e irrogazione con l'aumento del numero di
capillari).

Danze Popolari
Una danza popolare un ballo tipico di ogni paese o regione. Queste danze sono una esprezione
di cultura di qualsiasi regione e cambiano da paese a paese.

- Per quanto riguarda al nord dellItalia La Danza delle spade di Bagnasco e la Danza delle
spade di Finestrelle sono le pi interessante.

-Nel centro dItalia troviamo due Balli, il "Saltarello e il " Trescono, sono i pi conosciuti e
popolari;

-Nel sud dellItalia compresa la Sicilia abbiamo la "Tarantella e il ballo della "Quadriglia"
sono i pi rappresentativi;
Alcuni degli aspettiparticolari:
-Le origini ed i punti storici importanti di ognuno di loro.
-I vestititi usati, molto particolari;
-Gli istrumenti musicali suonati dai ballerini.

Il Trescone:

Il trescone un ballo e canto popolare tipico di tutta la Toscana


(dalla Garfagnana alla Maremma) ed anche di Umbria,
Romagna, Veneto e Lombardia.
Di origine medievale, il ballo del Trescone citato da Dante e
da Boccaccio, dovrebbe derivare dall'antica parola di origine
germanica thriskan (battere) o dresken (trebbiare), forse in
associazione al movimento di battere i piedi nella danza, che
ricordava il modo con cui i contadini nelle aie staccavano i
chicchi di grano dalle spighe , oppure semplicemente da
"tresca", con allusione erotico-sessuale.
Inizialmente il trescone era danzato da solo uomini, poi si aggiunsero anche le donne.

Il Saltarello:
Il saltarello un ballo tipico delle regioni dell'Italia centrale, particolarmente del Lazio, Marche,
San Marino, Umbria, Abruzzo ed parte del Molise (in queste due ultime regioni il ballo si chiama
al femminile: saltarella). una danza di coppia, ma anche in Emilia, Romagna e nel Montefeltro
un ballo che si fa con sei persone (cio tre coppie).

La camminata sportiva: uno sport di resistenza in cui


ognuno trova beneficio!

La camminata sportiva, chiamata anche camminata rapida o sportiva walking, uno sport che si
pratica a ritmo pi sostenuto rispetto alla camminata quotidiana. Si allena la respirazione, la
resistenza e quasi tutti i muscoli del corpo. Contrariamente alla camminata quotidiana che si
pratica spesso in modo inconsapevole, la camminata sportiva si pratica in modo volontario e a
ritmo accelerato.
Questo sport, diversamente dall'escursionismo, si pratica
su terreni senza dislivello, principalmente in zone urbane:
nei parchi, su un argine artificiale, negli stadi o sulla
pedana da corsa. La camminata sportiva pu avere
un'andatura variabile in funzione dei propri obiettivi. La
velocit oscilla dai 5 ai 10 km/ora. I praticanti di questo
sport eseguono sedute di 30 minuti o pi ore, la frequenza
dipende dagli obiettivi fissati e si pu praticare anche
diverse volte alla settimana.

Uno dei principali vantaggi della camminata sportiva che si pu praticare dappertutto e con
qualsiasi condizione climatica, richiedendo un piccolo investimento nell'equipaggiamento: scarpe
adatte e si parte! La camminata sportiva un'attivit fisica benefica per il corpo e per la salute,
perch sollecita molti muscoli.Questo sport possiede i vantaggi di altri sport, come il running o il
ciclismo: prevenzione del diabete e delle malattie cardiache, consumo d'energia quindi meno
inconvenienti ed in pi i vantaggi specifici della camminata, che "dolce" ed accessibile, oltre ad
essere uno degli sport meno traumatizzanti per il corpo e le articolazioni, con un rischio di lesioni
ridotto.

Grazie alle quasi 300 calorie bruciate con una camminata di un'ora a una media di 6,5 km/ora, la
camminata permette di allenarsi e bruciare molte calorie in funzione dell'andatura: 380 calorie/ora
oltre gli 8 km/ora*!

Il Mental Training

Il Mental Training un programma articolato di allenamento psicologico, composto da diverse


aree tematiche, selezionate in base alla specificit della disciplina sportiva, allobiettivo da
raggiungere e alle caratteristiche della personalit del singolo atleta.
Il suo sguardo , per, rivolto anche al gruppo, come accade negli sport di squadra, attraverso
quella che viene definita socioanalisi della squadra;
qui viene svolta una valutazione della coesione del gruppo, unanalisi del ruolo della leadership
e viene infine proposto un intervento finalizzato a migliorare la comunicazione tra gli atleti,
quella tra dirigenti e tecnici e quella tra i tre soggetti. Tutto questo per consentire una
comunicazione davvero efficace e creare quel feeling o spirito di squadra, condizione
necessaria per ogni buona performance.
Origini

Il Mental Training nasce come branca della Psicologia dello Sport che si occupa di indagare gli
aspetti psicologici, psicofisiologici, sociali e pedagogici legati allattivit sportiva.
Le sue origini risalgono alla fine dell800, ma negli ultimi 40 anni esso ha conosciuto una
larghissima diffusione.
Nel 1965 nata lInternational Society of Sport Psychology a Roma, attraverso la quale si dato
impulso a ricerche e sperimentazioni sul miglioramento della prestazione sportiva, sulla
personalit e sulla motivazione degli atleti.
Tuttavia lItalia, rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti e i paesi del Nord Europa non ha
saputo dare realmente avvio ad una diffusione e applicazione di sistemi e tecniche legate alla
psicologia dello sport.
In altri paesi, invece, sono stati compiuti importanti studi sulla dimensione cognitiva dellatleta,
sul ruolo delle emozioni, sullanalisi dei pensieri positivi, sulle abilit relazionali e sulla
leadership riuscendo a raggiungere il maggior numero di esperti-professionisti in questo settore.

Oggigiorno lallenamento mentale sempre pi utilizzato a tutti


i livelli in modo evidente e progressivo specialmente nel tennis,
nel golf e nellatletica leggera pi che nel calcio e nel basket.
Quando un allenatore comincia a preoccuparsi, oltre che del
corpo dellatleta, anche della sua mente si hanno risposte
prestative migliorate e elevate in ciascuno sport.

Tecniche di Mental Training


Di seguito, alcune tra le pi importanti strategie e metodi
multimodali finalizzati allapprendimento e al perfezionamento
di abilit che riguardano lattivit agonistica.

1. Focalizzazione dellattenzione e concentrazione (Focusing)


2. Incremento della motivazione e dellautostima
3. Formulazione degli obiettivi (Goal setting)
4. Abilit immaginativa (Imagery)
5. Gestione dellattivazione fisiologica (Gestione dellArousal)
6. Rilassamento

7. Gestione dell'ansia pre-agonistica e delle situazioni

Lateralit e Lateralizzazione

La maggior parte degli organi del nostro corpo esiste in doppio esemplare (mani, piedi,
emisferi cerebrali, polmoni, etc..), luno a destra laltro a sinistra.
La simmetria quasi perfetta, anche se esistono alcune differenze sia sul piano morfologico che,
soprattutto, su quello funzionale.

Classificazione della lateralit


La lateralit non soltanto morfologica, ma il fenomeno condiziona anche le percezioni
cinestetiche e le abilit motorie dellindividuo. Lehmann, ad esempio, distingue la lateralit in:
Morfologica;
Funzionale, le principali sono: manuale, podalica, di rotazione;
Sensoriale, visiva ed uditiva;

In realt la distinzione dei 3 tipi non


ha confini rigidi, dal momento che
tutte concorrono nello sviluppo dello
schema corporeo.
Solo con riferimento a quella
funzionale e considerando soltanto
mano, piede e senso di rotazione,
esistono 8 tipologie di lateralit che
si possono trovare negli atleti.

Lateralizzazione:

il processo attraverso cui si


sviluppa la lateralit, dovuto a fattori sia genetici che ambientali.
la capacit di individuare la destra e la sinistra sul corpo e di proiettare questi rapporti
rispetto agli oggetti e allo spazio in generale.
unacquisizione di coscienza legata alla maturazione del sistema nervoso, sviluppata
attraverso la differenziazione funzionale dei due emisferi cerebrali uno dei quali diviene
dominante (prevalenza dellemisfero sinistro, del cervello, su quello destro nel destrimane e
viceversa nel mancino).
La lateralizzazione inizia dagli arti superiori, per passare al tronco e raggiungere, infine, gli arti
inferiori;
La lateralit riguarda la mano, locchio, lorecchio, il piede, la gamba, le spalle ed il bacino
dellatleta.

Dominanza

un processo progressivo che coinvolge tutto un emi-corpo (lato destro o sinistro).


Dalla dominanza della mano si passa a quella dellarto superiore per poi passare allemi-tronco
corrispondente ed infine allarto inferiore.
Si giunge quindi alla lateralit intesa come uso abituale di un occhio, una mano, un piede posti
sullo stesso lato del corpo.
Secondo Hunter, la direzionalit riferita allo spazio esterno topografico (destra e sinistra),
mentre la lateralit riferita alla spazio interno (destra e sinistra).
La lateralit e la direzionalit possono essere condizionate dallambiente. Ad esempio si
rilevano comportamenti diversi nei cittadini di paesi con guida a destra o a sinistra.

Come e quando si sviluppa la lateralit?


10 mesi dominanza della mano
3-4 anni primi saltelli su una gamba
4-6 anni lateralit (tronco con torsione nei lanci)
6-8 anni doppia lateralit (attacco e appoggio)
10-12 anni controllo completo

Il linguaggio del corpo


Il linguaggio del corpo fa parte della comunicazione non verbale.
In quest'ambito si interpretano, ai fini dell'interazione sociale, postura, gesti, movimenti,
espressioni e mimica che accompagnano o meno la parola rendendo la comunicazione umana pi
marcata, ancora pi chiara e comunicativa.
Attraverso il linguaggio del corpo si riesce a conoscere l'individuo nella sua interezza ed
interiorit, sia che si usino o meno alcuni gesti o che si compiano determinati movimenti. La
mimica, in generale, rivela i pensieri e le intuizioni
altrui pi delle parole.

Il primo linguaggio studiato stato quello facciale,


infatti l'opera pi importante pubblicata prima del '900,
stata quella di Charles Darwin del 1872 "The expression of the emotions in Man and Animals.
Da qui molti studiosi si sono interessati all'argomento e primo fra tutti a confermare lo studio di
Darwin stato Paul Ekman, che ha dedicato molti anni allo studio della mimica facciale.
Egli ha dimostrato che alcune emozioni come la rabbia, tristezza, felicit, sono uguali e
condivise da tutti in modo uguale, siano essi appartenenti o meno a culture differenti. Secondo
Ekman, attraverso le emozioni del volto si riesce a captare se le espressioni sono sincere oppure
no; infatti nel suo libro " I volti della Menzogna", parla di poter avere almeno tre chiavi per
leggere le emozioni del volto e per capirle:
1. Asimmetria, perch nelle espressioni facciali sono coinvolte asimmetricamente le due
met del viso, in quanto su una met l'espressione pi intensa che nell'altra;
2. Tempo, in quanto l'espressioni sincere durano pochi attimi (all'incirca 1/10 s), mentre se
vi un'espressione "tirata", che dura pi di un secondo, questa una probabile falsa
emozione, eseguita volontariamente;
3. Collocazione, nel discorso, la mimica accompagna le parole se posticipata o anticipata,
non rispecchia la reale espressione verbale.Per esempio: se una persona arrabbiata e
accompagna l'espressione di rabbia in relazione alle parole vuol dire che la persona
realmente arrabbiata; se i gesti di rabbia vengono dopo le parole si denota che
probabilmente la persona non cos in collera come vorrebbe far credere.
Il linguaggio del corpo costituito anche da gesti che si differiscono da cultura a cultura e da
gesti che cambiano con l'evolversi dell'et dell'uomo. I gesti che variano da cultura a cultura sono
quei gesti che col tempo sono diventati come una sorta di esperanto, ma che in alcune culture
assumono un significato diverso.

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