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ISSN 0021-3268

RIVISTA TRIMESTRALE DI CULTURA GIURIDICA FONDATA NEL 1948


ANNO LXIX, APRILE-GIUGNO 2016

E stratto

2/16
PUBBL.v TRIM.v Ev PostevItalianevs.p.a.vEvSpedizionevinva.p.vEvD.L.v353/2003v,conv.vinvL.v27/02/2004vnv46mvart.v1Avcommav1AvDCBv,VARESEm
Dibattiti
GIANCARLO CERRELLI

LA LEGGE SULLE UNIONI CIVILI:


STRUMENTO LEGISLATIVO ORIENTATO
A RIDEFINIRE LA FAMIGLIA

SOMMARIO: 1. Premessa. 2. Le unioni civili tappa del processo di ridefinizione della famiglia.
3. Contenuto della legge. 4. Rilievi critici sulla disciplina delle unioni civili. 5.
Lobbligo di fedelt. 6. La vita familiare. 7. Gli alimenti. 8. La stepchild adoption.
9. Conclusioni.

1. Il 5 giugno 2016 entrata in vigore la legge n. 76/2016 dal


titolo: Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello
stesso sesso e disciplina delle convivenze, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale n. 118 del 21 maggio 2016.
Il nuovo provvedimento legislativo ha un grande rilievo perch
una nuova tappa di quel processo di ridefinizione della famiglia,
iniziato dagli anni sessanta del secolo scorso.
Significa dare uninterpretazione superficiale, infatti, intendere
tale legge come un dato autonomo e non apprezzarla, invece, come
tappa di un processo.
2. Il processo di ridefinizione giuridica dellistituto familia-
re, nel corso degli ultimi cinquantanni, si realizzato per mezzo di
alcuni provvedimenti legislativi, tra cui i pi significativi sono:
a) La L. 1 dicembre 1970, n. 898 che ha introdotto il divorzio
(rectius lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti
civili del matrimonio concordatario), poi confermato per referendum
nel 1974;

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b) La riforma del diritto di famiglia del 1975;
c) La legge 194 del 1978, che ha legittimato laborto;
d) La L. 19 febbraio 2004, n. 40, che ha introdotto la procrea-
zione medicalmente assistita, permettendo di disgiungere la ri-
produzione dalla sessualit;
e) La L. 10 dicembre 2012, n. 219 e il D. Lgs. 28 dicembre 2013,
n. 154, provvedimenti che hanno riformato la filiazione e la paren-
tela eliminando la distinzione tra figli legittimi e naturali;
f) La L. 10.11.2014, n. 162, che ha introdotto nel nostro ordina-
mento la convenzione di negoziazione assistita da parte di uno o
pi avvocati per le soluzioni consensuali di separazione personale, di
cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio e di
modifica delle condizioni di separazione o di divorzio;
g) la L. 6 maggio 2015, n. 55, che ha modificato la legge sul
divorzio portando lo scioglimento a dodici mesi dallavvenuta com-
parizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella pro-
cedura di separazione personale e a sei mesi nel caso di separazione
consensuale.
Le legge sulle unioni civili lultima tappa in ordine di tempo e
sancisce una svolta nel percorso di riforma radicale del concetto
giuridico di famiglia.
3. La legge dal titolo Regolamentazione delle unioni civili tra
persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze composta
da un unico articolo, che si declina in 69 commi. Dal comma 1 al 35
la legge disciplina le unioni civili tra persone dello stesso sesso; i
commi dal 36 al 69 regolamentano, invece, le convivenze di fatto.
4. Questapprofondimento si limiter a esaminare alcuni aspetti
afferenti soltanto alla prima parte della legge, cio quella riguardan-
te le unioni tra persone dello stesso sesso.
Lunione civile tra persone dello stesso sesso considerata
dal comma 1 come formazione sociale specifica ai sensi degli
artt. 2 e 3 della Costituzione; costituita da due persone maggioren-
ni dello stesso sesso, mediante dichiarazione di fronte allufficiale di
stato civile e alla presenza di due testimoni.
Il comma 1 sembra contenere una forte contraddizione sul piano
del diritto, con conseguenze immediate sul piano della legittimit
costituzionale. Esso afferma che lunione civile una specifica (quin-
di nuova, differente e distinta) formazione sociale, ma ne riserva
laccesso a coppie dello stesso sesso, escludendone le coppie di sesso

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diverso. Ora, se la nuova formazione sociale distinta e diversa dal
matrimonio, il fatto che non possano accedervi coppie di sesso diverso
sembra realizzare una discriminazione e, cos, sembra violare il
principio di uguaglianza di cui lart. 3 Cost. Se, invece, la motivazio-
ne dellesclusione delle coppie eterosessuali dalla formazione delle
unioni civili risiede nel fatto che esse dispongono gi dellistituto del
matrimonio per regolare i loro reciproci diritti e doveri, i primi commi
della legge violano lart. 29 della Costituzione, come interpretato
dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 138 del 2010, poich
parificano allistituto matrimoniale formazioni sociali che, come dice
la Corte in quella sentenza non sono omologabili al matrimonio.
La sentenza n. 138/2010 della Corte Costituzionale, invero, ha
chiarito che la legislazione in materia di matrimonio non discrimina
le coppie di persone dello stesso sesso, che al matrimonio non possono
accedere, specificando che le unioni civili non sono omologabili al
matrimonio: stabilire, quindi, lapplicazione alle unioni civili di tutte
le norme relative al matrimonio, come fanno i commi 10 e segg. e
soprattutto il comma 20 prima parte, sembra rappresentare una
violazione del principio di uguaglianza, in applicazione dei principi
della sentenza n. 138 e dei principi maturati nella prassi interpre-
tativa dellart. 3 Cost. nei molti decenni di attivit della Corte
Costituzionale, poich tratta in modo uguale situazioni diverse.
5. Il comma 11 disciplina, invece, i diritti e doveri derivanti
dallunione civile omosessuale, mutuando, quasi per intero, il dettato
dellart. 143 del codice civile sul matrimonio. da notare che tra i
doveri inerenti agli uniti civilmente non previsto lobbligo di
fedelt. Le ragioni che hanno indotto il legislatore a escludere tale
obbligo sembrano essere molteplici, tuttavia, due ragioni appaiono
essere quelle pi fondate. Se da una parte, infatti, lesclusione
dellobbligo di fedelt appare come un tentativo del legislatore di
porre una differenziazione ontologica tra le unioni civili e il matri-
monio; dallaltra, invece, sembra propiziare una prospettiva di ride-
finizione dellistituto familiare che non preveda pi, tra i doveri
matrimoniali, lobbligo di fedelt. Sintomo di tale tendenza la
rilevanza sempre pi crescente che una parte della giurisprudenza
ormai riserva allesercizio del diritto di autodeterminazione con
riferimento ai membri della famiglia. stato, ad esempio, ritenuto
che la scelta del marito di porre fine al matrimonio anche se
dovuta alla sola violazione del dovere coniugale di fedelt non

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possa essere qualificata alla stregua di un fatto illecito ex art. 2043
c.c. e neppure di un inadempimento contrattuale ex artt. 1218 e 1223
c.c. , perch il potere di decidere se proseguire o interrompere
una relazione rientra nella libert di autodeterminazione di
ogni individuo, tutelata dallart. 13 Cost. . (Cfr. la Sent. Tribu-
nale di Bari 16 ottobre 2014, n. 4575).
Non mancano, a conferma di ci, segnali de jure condendo da
parte del legislatore; il 25 febbraio 2016, infatti lo stesso giorno in
cui il Senato ha approvato in prima lettura il maxiemendamento
sulle unioni civili stato presentato, al medesimo ramo del
parlamento, un disegno di legge, Atto del Senato n. 2253, dal titolo:
Modifiche allarticolo 143 del codice civile, in materia di soppressio-
ne dellobbligo reciproco di fedelt tra i coniugi. Tale disegno di legge
composto da un solo articolo che recita: Togliere dallarticolo 143
del codice civile il riferimento allobbligo reciproco di fedelt tra i
coniugi .
indicativa la motivazione fornita dai promotori di tale disegno
di legge che rivela sullo sfondo il progetto culturale e giuridico in
atto, orientato, come detto, a una ridefinizione radicale dellistituto
familiare e che li porta a sostenere che: lobbligo alla fedelt da
considerarsi un retaggio del passato, non pi al passo con i tempi e
che solo una visione vetusta del matrimonio .
La scelta attuata dal legislatore, cio di espungere lobbligo di
fedelt tra i doveri degli uniti civilmente, non casuale, ma il
preludio di ci che accadr, tra non molto, anche per listituto
matrimoniale. La tendenza dottrinale prevalente sembra voler as-
sorbire lobbligo di fedelt allinterno del dovere di assistenza, inteso
quale dedizione non solo fisica, ma anche spirituale, che deve carat-
terizzare lunione per tutta la sua durata, in ossequio alla logica della
solidariet.
Tale tendenza giuridica, tuttavia, non sembra essere pienamente
convincente, soprattutto se si riferisce al rapporto matrimoniale.
Linfedelt in tale contesto, infatti, non coinvolge soltanto il coniuge,
ma tutto il gruppo familiare nonostante com noto la famiglia
come gruppo sia meno tutelata in quanto tale, soprattutto dopo la
riforma del diritto di famiglia del 1975 che, comunque, subisce di
riflesso delle ripercussioni di tipo esistenziale e morale dallinfedelt
di uno dei coniugi. La necessit, pertanto, di una differente disciplina
tra famiglia e unione civile sta proprio nel fatto che la prima, essendo

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potenzialmente feconda, ha lonere di tutelare il diritto di eventuali
figli a crescere in famiglia (art. 315 bis 2 comma).
Il diritto del figlio di crescere in famiglia, che stato inserito
nel codice civile dalla riforma del 2012, anche previsto dallart. 1
della legge sulladozione e, comunque, aveva gi trovato riconosci-
mento nella Convenzione di New York del 20 novembre 1989, sui
diritti del fanciullo. Tale diritto qualificabile alla stregua di un
diritto fondamentale ai sensi degli artt. 2 e 29 Cost. e costituisce,
pertanto, una situazione giuridica soggettiva di rango primario,
come tale suscettibile di ristoro anche non patrimoniale in caso di
sua lesione. La famiglia, infatti, un bene essenziale per la vita
affettiva dei figli e per la loro armoniosa formazione.
Talch, in un rapporto matrimoniale in cui si accertasse il nesso
causale tra la lesione di uno dei doveri coniugali, di cui la fedelt un
elemento essenziale e la crisi coniugale che determinasse la separa-
zione dei coniugi, tal evento da ritenersi presupposto per legitti-
mare non solo laltro coniuge, ma anche i figli a richiedere la ripara-
zione del danno non patrimoniale, per la lesione del loro diritto
assoluto di crescere in famiglia.
Potrebbe, infatti, in questi casi prevedersi una forma di risarci-
mento del danno endofamiliare.
Questo trova un fondamento nel fatto che la famiglia, dopo la
riforma del 1975, stata considerata e concepita sempre meno come
una istituzione, e sempre pi come una formazione sociale, di cui
la Repubblica protegge lo svolgersi della personalit del singolo, a
norma dellart. 2 Cost.; inoltre, la responsabilit civile si trasfor-
mata da strumento di tutela dei diritti patrimoniali, anche in unef-
ficace tecnica di protezione dei diritti fondamentali della persona,
affermandosi, cos, la risarcibilit anche del danno provocato da un
familiare a un altro familiare.
Finora la giurisprudenza ha ritenuto di individuare una respon-
sabilit civile nellambito dei rapporti di filiazione, segnatamente per
lipotesi in cui il genitore li abbia colpevolmente trascurati, arrecan-
do al figlio un danno ingiusto. , tuttavia, auspicabile che la respon-
sabilit civile del genitore sia estesa di riflesso, anche nei casi in cui
il diritto del figlio di crescere nella sua famiglia di origine, sia
frustrato da una condotta illecita del genitore, come ad esempio nel
caso dellinfedelt coniugale, che provochi una crisi del rapporto tra
i coniugi di tale gravit da causare una separazione personale degli
stessi e che divide il nucleo familiare. In tal caso il danno procurato

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dal genitore al figlio un danno ingiusto da perdita, privazione e
preclusione del diritto di crescere nella sua famiglia e che inqua-
drabile nella categoria del danno non patrimoniale di natura esisten-
ziale.
appena il caso di specificare che la locuzione crescere in
famiglia bene intenderla primariamente come il diritto del figlio a
poter crescere e formarsi nella sua famiglia biologica.
La tutela del figlio in quanto soggetto debole, per la depri-
vazione del suo diritto a crescere in famiglia, in una logica di
bilanciamento degli interessi, dovrebbe senza dubbio prevalere sul
diritto allautodeterminazione del genitore infedele.
Lobbligo di fedelt nel matrimonio ha, pertanto, ragioni profon-
de per continuare ad avere una tutela autonoma e, cos, rimanere
elemento essenziale del matrimonio.
Lassenza dellobbligo di fedelt che si riscontra nella legge sulle
unioni civili, invero, vuole essere il primo step di un percorso giuri-
dico che tende a espungerlo anche assorbendolo nel dovere di
assistenza morale e materiale dagli obblighi matrimoniali. Tale
percorso, che volto a esaltare sempre pi intensamente il diritto
allautodeterminazione del singolo, rischia, tuttavia, di spalancare la
porta a derive parossistiche.
6. Il comma 12 della legge recita: Le parti concordano tra loro
lindirizzo della vita familiare e mutua esattamente il dettato
dellart. 144 del codice civile che fa riferimento specifico alla famiglia,
cos come prevista dallart. 29 della Costituzione. Il fatto, per, che
nel testo sia fatto esplicito riferimento alla locuzione vita familia-
re ha una ragione profonda: le unioni tra persone dello stesso sesso,
ora che stata approvata la legge, potranno essere apprezzate
giuridicamente come famiglie. Questo un passo importante di
quel processo di ridefinizione della famiglia di cui stato fatto
accenno.
La locuzione vita familiare, tuttavia, oltre al riferimento nor-
mativo suddetto, ne ha un altro anchesso decisivo.
La nozione di vita familiare rimanda, infatti, allart. 8 della
Convenzione Europea dei Diritti Umani, che, interpretato dalla
Corte EDU di Strasburgo, declina la vita familiare come un con-
cetto elastico in cui devono potersi ricondurre anche le relazioni
sentimentali e sessuali tra persone dello stesso sesso. Pertanto,
costituirebbe una violazione dellarticolo 8 in combinato disposto

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con larticolo 14 la mancanza di tutela e riconoscimento adeguato
allinterno di uno Stato membro delle coppie omosessuali (Cfr. CE-
DU, Schalk and Kopf vs Austria, del 22.11.2010 e CEDU, S.H. e altri
v. Austria, 1.4.2010). Non stato perci casuale, da parte del legi-
slatore, laver apposto questa locuzione nel testo della legge; perch
saranno, infatti, le Corti di giustizia e in primis la Corte EDU di
Strasburgo a sanzionare, ai sensi dellart. 8 e 14 della CEDU, ogni ed
eventuale discriminazione di trattamento tra persone unite in ma-
trimonio e uniti civilmente, iniziando dal diritto alladozione piena di
cui al momento gli uniti civilmente non possono godere.
7. Il comma 19, recepisce per intero la disciplina prevista per gli
alimenti, ma non indica in quale ordine e in quale progressione
lunito civilmente debba essere inserito tra i soggetti obbligati agli
alimenti ex art. 433 cod. civ.. Se, anche, ai sensi del comma 20, si
dovesse intendere che lunito civilmente debba ricoprire la stessa
posizione del coniuge nellordine dei soggetti obbligati, si pone un
ulteriore problema. Com noto, gli obblighi alimentari possono sor-
gere fra i membri della famiglia nucleare, solo quando essa si
smembra; nei casi di separazione giudiziale senza addebito, separa-
zione consensuale e separazione di fatto, lobbligo alimentare resta di
norma assorbito nel pi ampio obbligo di mantenimento. da rile-
vare, a tal proposito, che, per, la legge sulle unioni civili non
disciplina laddebito della separazione, poich prevede che si giunga
al divorzio diretto. Per giunta, la Suprema Corte (Cass. civ.
11.08.1994, n. 7358) ha precisato che la legge sul divorzio non
prevede la permanenza di obblighi alimentari a carico dellex coniu-
ge, ma dispone solo la somministrazione eventuale di un assegno allo
scopo di consentire al coniuge pi debole di permanere nella mede-
sima situazione economica di cui godeva in costanza di matrimonio.
Tale comma, pertanto, sembra porre qualche difficolt di attua-
zione a cui si dovr porre mano.
8. Il comma 20 labstract della nuova legge: lequiparazione dei
contraenti lunione civile ai coniugi assume carattere generale, salve
in apparenza le norme della legge n. 184 del 1983 in materia
dadozione e le norme del codice civile non espressamente richiamate
nella proposta. Ne discende che tutte le disposizioni contenute in altri
codici quelli penale, di procedura penale e di procedura civile che
riguardano il coniuge si applicano al contraente dellunione civile ogni
qual volta menzionato il coniuge. Ci pone due problemi. Il primo ri-

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guarda la materia penale, nella quale vige il principio di determina-
tezza e tassativit della fattispecie, come pure, in virt della giuri-
sprudenza della Corte europea dei diritti delluomo, di accessibilit del
precetto e di prevedibilit delle conseguenze della sua violazione: essi
appaiono violati da un richiamo tanto generale unico caso nella
storia del diritto penale italiano operato dal comma 20, privo di
coordinamento col tessuto normativo vigente, nel quale le fattispecie
di reato, salvo casi eccezionali, sono sempre formulate attraverso una
descrizione analitica dei destinatari della norma e dei comportamenti
puniti.
Lultima parte del comma 20, inoltre, estende nella sostanza
come, del resto, stato precisato nella discussione al Senato dalla
relatrice in Commissione Giustizia alla Camera ladozione in casi
particolari permessa al coniuge dallart. 44 lettera b della legge
184/1983 anche alla parte dellunione civile. Lon. Micaela Campana,
relatrice della legge, ha, infatti, affermato durante la sua relazione,
svolta nella seduta della Commissione Giustizia della Camera del 3
marzo 2016, che: lattuale formulazione fa salva la giurisprudenza
in merito che consente ai giudici, dopo una valutazione caso per caso,
di poter concedere ladozione anche al genitore sociale per i bambini
che sono presenti nelle unioni omosessuali .
Lultima parte del comma 20 sembra dare una delega ai giudici,
affinch istituzionalizzino e consolidino, di fatto, nellordinamento
italiano, a favore di persone omosessuali, nonostante una determi-
nazione differente da parte del sistema ordinamentale italiano.
Lesperienza degli altri paesi europei che hanno registrato lin-
troduzione delle civil partnership dimostra, del resto, lindefettibilit
di taluni passaggi, normativi o giurisprudenziali, successivi.
Si parte dal riconoscimento giuridico delle unioni civili fra per-
sone dello stesso sesso e, quindi, abbastanza rapidamente allattri-
buzione a tali unioni dello status proprio dellistituto matrimoniale,
per compiere infine gli ulteriori passi verso ladozione, il ricorso
indiscriminato alla fecondazione artificiale ed alla maternit surro-
gata.
Ci quanto accaduto per i paesi del nord Europa (Belgio,
Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda), per la
Spagna e la Gran Bretagna; ed quanto sta accadendo in Francia.
Particolarmente indicativa la vicenda delle unioni civili au-
striache, giacch pu rappresentare quel che verosimilmente accadr

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nel nostro ordinamento giuridico, ora che stata approvata la legge
sulle unioni civili.
Con lintroduzione delle unioni civili registrate che erano state
introdotte in Austria, infatti, la Corte di Strasburgo (cfr. sentenza
Corte EDU, X and Others del 19 febbraio 2013) operando una
valutazione non nominalistica ma sostanziale della disciplina intro-
dotta, ha ritenuto che il legislatore, avendo posto sullo stesso piano
matrimonio e civil partnership, fosse incorso nella violazione dellart.
14 della CEDU, nel momento in cui precludeva ai componenti di una
coppia omosessuale laccesso ad istituti, quale ladozione, pure riser-
vabile in linea di principio ai soli coniugi uniti in matrimonio.
Ci che, infatti, accaduto in Austria, a breve, varr anche per
lItalia.
9. La nuova legge sulle unioni civili, come detto, una tappa di
un processo che ha di mira la ridefinizione dellistituto familiare. Il
provvedimento approvato premessa a unevoluzione del matrimo-
nio e dellistituto familiare.
Il legislatore ha sostanzialmente equiparato, in tale legge, le
unioni civili omosessuali al matrimonio.
La legge che, pertanto, regolamenta le unioni civili, per tale
motivo, soprattutto nella sua prima parte, sembra porsi in contrasto
con gli articoli 29 e 31 della Costituzione. Lart. 29 Cost. prevede,
infatti, che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come
societ naturale fondata sul matrimonio . Lart. 31 Cost. impone
alla Repubblica di agevolare con misure economiche e altre
provvidenze la formazione della famiglia e ladempimento dei com-
piti relativi . Da queste norme come pure dagli artt.. 30, 34, 36 e
37 Cost. si ricava lesistenza nellordinamento italiano del c.d.
favor familiae. La Costituzione non solo consente, ma in qualche
modo impone al legislatore di istituire un regime speciale per la
famiglia, diverso da quello comune, apparentemente in deroga al
principio di eguaglianza sancito dallart. 3 Cost., ma in realt in
coerenza con leguaglianza sostanziale richiamata dal co. 2 della
disposizione. Questi benefici si giustificano in ragione della funzione
che il matrimonio e la famiglia hanno in seno alla societ: fondamen-
to della vita civile e sociale, secondo una concezione radicata nel
tempo, che gi Cicerone esprimeva con la locuzione principium urbis
et quasi seminarium rei publicae. La disciplina prevista dalla legge
sulle unioni civili, invece, nellassimilare al regime della famiglia

GIANCARLO CERRELLI 297


quello di una formazione sociale diversa sembra violare lart. 3,
comma 1, Cost., che impone al legislatore di trattare fattispecie
eguali in modo eguale e fattispecie diverse in modo diverso. Esten-
dere i benefici previsti per il matrimonio ad altre forme di conviven-
za, come stabilisce la legge in esame, svilisce il significato della
preferenza costituzionale per la famiglia e apre la porta a un depo-
tenziamento dellistituto familiare.

298 DIBATTITI
RIVISTA TRIMESTRALE DI CULTURA GIURIDICA
DEI GIURISTI CATTOLICI ITALIANI
FONDATA NEL 1948

Iustitia, 2/2016

SOMMARIO

Papa Francesco, La partecipazione pubblica del laicato alla vita dei popoli
(lettera in data 19 marzo 2016 a Sua Eminenza il cardinale Marc Armand Ouellet,
P.S.S. Presidente della Pontificia Commissione per lAmerica Latina) . . . . . . . . . . 143

EDITORIALE
Francesco DAgostino, Vino nuovo in botti nuove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149

Parte prima

DOTTRINA
Marta Cartabia, Nuovi diritti e leggi imperfette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153
Maria Del Frate, La conciliazione lavoro-famiglia alla luce delle recenti rifor-
me . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183

DOCUMENTI
Luciano Violante, Ladempimento dei doveri morali come fondamento della
legittimazione della magistratura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193

DOSSIER GIUSTIZIA
Il sistema giustizia in Italia nei documenti ufficiali per linaugurazione
dellAnno Giudiziario 2016 - II parte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212
Paolo Grossi, Dalla relazione sulla giurisprudenza costituzionale del 2015 . . . 213
Maria Elena Boschi, Dallintervento per linaugurazione dellAnno Giudiziario
2016 del Consiglio di Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225
Alessandro Pajno, Dallintervento di insediamento del Presidente del Consiglio
di Stato allinaugurazione dellAnno Giudiziario 2016. . . . . . . . . . . . . . . . 231
Raffaele Squitieri, Dal discorso pronunciato allinaugurazione dellAnno Giudi-
ziario 2016 alla Corte dei Conti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 239
Alessandro Solidoro, Dalla relazione per linaugurazione dellAnno Tributario
2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 251
Enrico Giarnieri, Il processo canonico: principali innovazioni della riforma . . 255

RECENSIONI
Luciano Eusebi (a cura di), Una giustizia diversa. Il modello riparativo e la
questione penale - Stefano Biancu - Alberto Bondolfi (a cura di), Perdono: negazione
o compimento della giustizia? (Andrea Michieli); Ugo Finetti, Botteghe oscure. Il
PCI di Berlinguer & Napolitano (Riccardo Montagnoli); Rmi Brague - Elisa Grimi,
Contro il cristianismo e lumanismo. Il perdono delloccidente (Emil Mazzoleni);
Pelagio, Cristianesimo o ricchezza. Perch un cristiano non pu essere ricco
(Cesare Cavalleri); Matteo Cantori, La Diplomazia Pontificia: aspetti ecclesiasti-
cistico-canonistici (Antonello Blasi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 261

V
Parte seconda

ASTERISCHI
A cura di Caterina Villa
Noi, orfani dellutopia ... pi che lavoro agile persone libere... cristiani in
segreto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 271

OSSERVATORIO
A cura dellUnione Giuristi Cattolici Italiani
...a proposito di pena di morte: Andrea Riccardi, Il progetto del Papa. Pena di morte,
una proposta importante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273
...a proposito di libert religiosa: Giulio Meotti, In Belgio met delle chiese a rischio
di essere chiuse o convertite. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 274
...a proposito di migranti: Luciano Corradini, Quei tre giovani in fuga: storia di un
successo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 275

TESORI DI CASA NOSTRA


Francesco Carnelutti, Il discorso del 6 novembre 1949 in occasione della nomina
a Presidente onorario a vita dellUnione Giuristi Cattolici Italiani . . . . . . . 277
Francesco Zini, Note a margine della giornata di studio Diritto e misericordia.
Firenze, 6 maggio 2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 283

DIBATTITI
Giancarlo Cerrelli, La legge sulle unioni civili: strumento legislativo orientato a
ridefinire la famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 289

IN RICORDO DI
Fernando del Re (Benito Perrone) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 299
Piero Prandina (Gianfranco Garancini) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 301

PANORAMA
Raffaella Vincenti, I periodici elettronici fra potenzialit e criticit: la com-
plessa realt dei contenuti nel contesto digitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 303

LE PREGHIERE DI IUSTITIA
Accogliere i forestieri - Visitare i carcerati. Le opere di misericordia corpo-
rale - 2a parte (nota di don Augusto Bonora). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 311

INDICE DEGLI AUTORI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XIII

LIBRI RICEVUTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 313

SUL WEB:
Lettera apostolica in forma di Motu proprio del sommo pontefice Francesco, Mitis et
misericors Iesus, sulla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di
nullit del matrimonio nel codice dei canoni delle chiese orientali

VI

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