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Sommario

Termini e vocaboli ebraici..................................................................1


Alleanza................................................................................................3
Berit......................................................................................................4
L'AMORE MISERICORDIOSO NELL'ANTICO TESTAMENTO..........5

Termini e vocaboli ebraici

Hesed: indica bont originaria e costitutiva, l'amore sorgivo, puro e gratuito. E l'amore
paterno nel senso che "Dio amore" (1Gv 4,8.16), ci ama "per primo" (1Gv 4,19). Un amore
che continuamente si riversa su di noi. Si esprime nell'alleanza con Israele e soprattutto nella
nuova alleanza che definitiva. "Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho
chiamato mio figlio... Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano; ... ero per
loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare".
(Os 11,4; cf anche Is 63,15s; 64,7).
Emet: fedelt assoluta anche nel caso dell'infedelt del partner. Unito alla hesed specifica
che l'amore paterno di Dio fedele anche dinanzi alla risposta negativa dell'uomo. Dio
continua ad amarlo settanta volte sette (cf Mt 18,22), cio perdona sempre, misericordioso.
"Canter senza fine le grazie del Signore, con la mia bocca annunzier la tua fedelt nel
secoli perch hai detto: "La mia grazia rimane per sempre"; e la tua fedelt fondata nei cieli"
(Sal 89,2s). "Ti ho amato di amore eterno, per questo di conservo ancora piet" (Ger 31,3).
Rahamin: suggerisce l'amore viscerale della madre (rehem = seno materno) e quindi
misericordia. Dal profondo legame della madre col bambino, scaturisce un particolarissimo
rapporto di tenerezza e comprensione. Il bambino lascia una traccia indelebile nel grembo
della madre, inclinandola alla misericordia. "Si dimentica forse una donna del suo bambino,
cos da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si
dimenticassero, io invece non ti dimenticher mai. Ecco, ti ho disegnato (tatuato) sulle palme
delle mie mani" (Is 49,15s). "Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si
allontanerebbe da te il mio affetto, n vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che
ti usa misericordia" (Is 54,10).
Zakar
A questo punto ci si pu chiedere se valga realmente la pena investigare nella tradizione
ebraica per comprendere il senso del memoriale. Quale chiarezza pu portare alla
comprensione delleucaristia una pratica liturgica definita dalla lettera agli ebrei come lombra
di una realt ormai compiuta in Cristo? C da dire che Ges, portando a compimento la
Legge e i Profeti, non ha rotto con il passato: i comandamenti della Legge sono portati a
pienezza; il popolo di Dio si allarga a tutti gli uomini ma sempre il popolo eletto; la chiesa
primitiva si radica nella sinagoga. E quando Ges istituisce il suo memoriale lo fa nel quadro
della Pasqua ebraica da cui prende i simboli e le parole adeguate per far comprendere il suo
memoriale.
Ges utilizza nellultima cena, un vocabolario liturgico ben noto agli ebrei e bisogna entrarci
dentro per cogliere il senso del memoriale del Signore. Nel libro dellEsodo si legge a
proposito della Pasqua: Questo giorno sar per voi un memoriale (Es 12, 14). Non si deve
dare alla parola memoriale il significato psicologico di ricordo.
Zikkaron nella versione dei LXX stato reso con mnemosynon. Nel Levitico un altro termine
del vocabolario liturgico azkarah (= memoriale sacrificale) stato tradotto ugualmente (Lv
2,2), mentre altre volte, nello stesso libro, reso con anmmesis, termine equivalente. Il fatto
che i LXX traducano zikkaron e azkarah con mnemosynon significa che per loro le due parole
sono unite da una stretta parentela: memoriale liturgico e memoriale sacrificale sidentificano.
Questa conclusione diverr pi chiara man mano che si proceder nellanalisi del termine e
nellapprofondimento di questa realt. Entrambi i termini sono formati dalla radice ZKR. Il
verbo zakar ha diversi significati:
1 1. pensare a qualcosa trascorsa (cf. Nm 11, 5; Sal 77, 12ss)
2 2. indica anche il ricordo di Dio: Dio soggetto e oggetto del ricordo (Os 8,13; Gen
9,15s; Sal 25, 7...)
3 3. le-zakar significa ricordarsi di qualcosa in favore di qualcuno o contro qualcuno
(Ne 5,19; Sal 137,7; 115,12; Ez 18,22; 33,16)
4 4. significa anche ricordare qualcosa a qualcuno: Is 62,6s parla degli angeli-sentinelle
che hanno il compito di ricordare a Dio la restaurazione di Gerusalemme.
5 5. Ricordare il Nome di Dio ha il significate liturgico di confessione di fede,
ringraziamento, intercessione a YHWH ( Adonai ) evocato dal Nome. (Es 20,24; Sal
45,18; Is 12,4; 26,13).

Non difficile concludere che questi vari significati confluiscono nel memoriale liturgico con
tutta la forza di una evocazione-invocazione-azione di grazie in cui si rende presente la
salvezza di YHWH . ( Adonai ) . i due significati principali del verbo zakar: Dio si ricorda di
qualcosa, e gli si pu ricordare qualcosa; spesso nellespressione liturgica il secondo
tende a provocare il primo. E il ricordo di Dio non mai vuoto ma per la liberazione, il
bene, la grazia.... Il ricordo di Dio, cio, non mai un semplice ricordare, ma sempre e
senza eccezioni un avvenimento efficace e creativo 6.
Alleanza
Termine che in generale nella Bibbia indica la situazione di comunione fra Dio e uomo, che Dio stesso ha
voluto stabilire in forme diverse nel corso della storia della salvezza.
Nella letteratura biblica, "alleanza" un vocabolo ricchissimo di significati. Si discute molto sull'etimologia
del termine ebraico berit. Il sintagma ebraico che esprime la stipulazione di un patto karat berit,
letteralmente "tagliare berit". Da qui la proposta di mettere in relazione berit alla preposizione akkadica birit,
"tra [due]"; dalla preposizione che indicava i due contraenti, il termine sarebbe passato a indicare il rito di
giuramento che accompagnava la stipulazione e, in seguito, lo stesso contenuto del patto.
Il rito di giuramento, di antichissima origine prebiblica, evocato in Genesi 15,9-18 s. e in Geremia 34,18 s.
Esso prevedeva che i contraenti passassero fra le due met di un animale squartato, invocando su di s la
medesima sorte della vittima, se non avessero adempiuto le clausole del giuramento.
L'Alleanza nell'Antico Testamento
L'idea di un'alleanza tra la divinit e il suo popolo era gi diffusa nel periodo dei Giudici , dal momento che
a Sichem vi era un tempio dedicato a Ba'al-berit (Gdc 8,33; 9,4) o 'El-berit, cio al "Dio dell'alleanza" (cfr.
Gdc 9,46). Sono tuttavia i profeti, a partire dall'VIII sec., e la scuola deuteronomista del VII-VI sec. (v.
esegesi) a leggere la storia d'Israele sulla base di tale concezione (cfr. Gs 24, che ambientato appunto a
Sichem), arricchita dal simbolo del patto coniugale (cfr. soprattutto Os 2) e del patto di vassallaggio politico
(cfr. il libro del Deuteronomio). Da allora, nella tradizione biblica lo schema dell'alleanza applicato ai
grandi momenti della storia d'Israele, confessata dalla fede. Anzitutto, la teofania del Sinai (Es 19-24), che
viene narrata come una solenne alleanza: in essa sono inseriti il "decalogo" e un gruppo di leggi molto
antiche, chiamate il "Codice dell'Alleanza" (Es 21-23). Attorno all'alleanza sinaitica furono raccolti i
principali corpi legislativi, sebbene di diversa epoca (Es 25-31; 35-40; Lv; Nm 1-10). Con la tradizione
sacerdotale (v. metodo storico-critico), anche la promessa di Dio di dare una discendenza e la terra ai
patriarchi letta come alleanza con Abramo, il cui segno la circoncisione (Gn 17). Infine, il racconto delle
origini di Genesi 1-11 retrodata sino alle origini dell'umanit l'idea di alleanza, narrando in modo particolare
la berit fra Dio e No (Gn 9) con cui Dio si impegna a mantenere la creazione.
Il Sinai, Abramo e No esprimono tre aspetti complementari del ricco concetto teologico di "alleanza". La
berit con No un giuramento divino, unilaterale ed eterno. Ad Abramo il Dio dei padri fa una promessa
gratuita, che chiede di essere accolta e significata dalla circoncisione. Al Sinai, JHWH , dopo aver

liberato Israele dalla schiavit egiziana, propone una berit le cui clausole sono specificate nella Tor .
Anche se Israele non sar fedele alla Tor, Dio non annulla la promessa fatta ad Abramo (cfr. Dt 7; Is 41,8-
10). La lealt di Dio garanzia e fondamento di un'alleanza nuova ed eterna, unilaterale e gratuita, come
quella stipulata con No, capace di vincere ogni peccato d'Israele e di far attuare pienamente lo spirito
della Tor (cfr. i grandi testi di Os 2,16-25; Ger 31,31-34; Ez 36,24-28; Is 54).
Nel periodo postesilico la teologia della Tor ha portato il giudaismo a stabilire una relazione sempre pi
stretta tra Alleanza e Tor (cfr. Sir 24,22; 28,7; 42,2; 1 Mac 1,15; 2,50). In questa prospettiva, l'alleanza
tende a essere sinonimo della volont di Dio, pensata al modo di una "disposizione testamentaria". Ci
spiega come mai la versione greca della Settanta abbia preferito tradurre l'ebraico berit con il greco
diathke (soprattutto in 1-2 Mac evidente la distinzione con synthke, "trattato" in senso politico).
L'Alleanza nel Nuovo Testamento
La ricchezza del concetto di alleanza si ritrova negli scritti neotestamentari, con le accezioni di "promessa",
"patto", "testamento" e "Legge".
Sebbene il vocabolo esplicito sia usato raramente nei Vangeli, l'intera vicenda di Ges presentata come
l'adempimento della promessa rivolta ai Padri (cfr. Lc 1,72; At 3,25; 7,8). Ma le parole di Ges nell'ultima
cena, in riferimento al sangue versato sulla croce - "sangue dell'alleanza" (Mt 26,28; Mc 14,24) o "sangue
della nuova alleanza" (Lc 22,20; 1 Cor 11,25) - alludendo al rito di Es 24,8, presentano la morte in croce
come la realizzazione delle parole profetiche circa la nuova alleanza.
Per Paolo , la promessa ad Abramo un "testamento" di Dio a favore di Abramo e della sua discendenza,
che non ha potuto essere annullato dalla Tor venuta 430 anni dopo (Gal 3,15-18): esso confermato e
realizzato nella prospettiva cristiana con la morte in croce di Cristo. Chi vive ora nella fede di Cristo,
partecipa del rinnovamento dell'alleanza nello Spirito, promesso dai profeti (2 Cor 3,7-18; cfr. Ger 31).
La Lettera agli Ebrei la riflessione pi sistematica al riguardo. Il rinnovamento dell'alleanza, sancito nel
sangue di Cristo (Eb 9,11-14; 13,20), attraverso la sua morte rende eseguibile il "testamento" di "un'eredit
eterna che stata promessa" (Eb 9,15). In ci si rivela la superiorit di Cristo rispetto a Mos o al sommo
sacerdote: Cristo non soltanto il garante o il mediatore, ma anche l'autore stesso del testamento (Eb
9,16 s.).
Dobbiamo a queste pagine neotestamentarie (soprattutto 2 Cor 3) la definizione delle due parti della Bibbia
cristiana come Antico Testamento e Nuovo Testamento . Il Nuovo Testamento l'adempimento della
"promessa", la ratifica del "testamento" e

l'inaugurazione dell'"alleanza" rinnovata nello Spirito. Ma l'adempimento sarebbe incomprensibile senza la


parola della promessa, la stesura del testamento la verifica dell'impossibilit di realizzare appieno la Tor.
I due "testamenti" sono inscindibili, perch "il Nuovo nascosto nell'Antico e l'Antico diventa chiaro nel
Nuovo" (s. Agostino). L'Antico rimane "primo" anche per il cristiano; il Nuovo risulterebbe altrimenti un grido
incomprensibile, una parola senza storia. Perci, in dialogo anche con la tradizione ebraica, oggi molti
preferiscono parlare di Primo Testamento invece che di Antico Testamento.
[Gianantonio Borgonovo]

Berit
La Chiesa invoca Maria con il nome di Foederis arca perch in lei, lalleanza infranta da
Eva con il peccato della disobbedienza viene rinnovata mediante il sangue di Cristo. Dando al
mondo il Salvatore, ella ha contribuito alla ristabilizzazione dellordine nelluniverso e nella
storia sconvolti dal peccato. Larcobaleno ricorda lalleanza gratuita di Dio con il suo servo
Noah (Gen 9,8-17); essa si estende a tutta la creazione, abbraccia lintero universo
ristabilendo lordine iniziale creato da Dio. Larcobaleno segno dellalleanza di Dio e pegno
della sua misericordia, (Gen 9,12-16). E perci simbolo della divinit, anche come segno
della sua magnificenza celeste, (Ez 1,28; Ap 4,3; 10,1). Il mondo perde la sua amicizia con
Dio mediante il peccato, ma Dio gli si fa incontro ed escogita sempre nuove iniziative di
salvezza. Sommerso nelle acque del diluvio il mondo sotto il potere del caos iniziale;
avvolto dalla luce divina ritrova la bellezza originaria. Gen 9,8-17-Soltanto Dio soggetto di
azioni in questa pericope: egli solo parla, stabilisce la berit (vv. 9.11.17), dona la berit (v.12),
ricorda la berit (vv. 15.16), vede larcobaleno (v.16). Noah e la terra sono totalmente passivi:
non fanno nessun gesto n pronunciano parole. Il centro della pericope il versetto 13b: E
sia il segno della berit tra me e la terra. Dio interviene a favore del mondo, annunziando che
il diluvio non ci sar pi. Ora, il diluvio lanticreazione, perch riporta il mondo al caos
acquoso primordiale (cf. Gen 1,2). La berit, dunque, finalizzata a garantire la stabilit e la
vita del mondo. La berit designa qui la liberissima iniziativa divina, il libero impegno,
promessa di Dio creatore che salva il mondo e lumanit dal caos del diluvio. La vita del
mondo creato e dellumanit non pu realizzarsi positivamente che sotto il segno della libera
berit divina(9).
L'AMORE MISERICORDIOSO NELL'ANTICO TESTAMENTO.
Se vero che l'espressione "Amore Misericordioso" poco ricorrente nella Bibbia,
altrettanto vero che tutta la storia della salvezza raccontata dalla Parola di Dio ha come filo
conduttore l'Amore di Colui che "ricco di misericordia" (Ef 2,4). L'Amore misericordioso la
vera identit del Dio di Abramo, del Padre di Ges e nostro. E' questo il motivo principale
della Rivelazione, questa la fede che ci salva.
Leggiamo questa rivelazione in alcune pagine bibliche.
1. Nel primo esodo e nella alleanza sinaitica.
1.1 "Il Signore disse (a Mos): "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il
suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per
liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e
spazioso ..." (Es 3,7-8). Yahw interviene con tutta la sua potenza mosso unicamente dal suo
cuore, dalla sua piet nei confronti di persone in balia della prepotenza della nazione allora
pi forte. Dio si schiera dalla parte dei deboli e degli oppressi.
1.2 Non solo. Sul Sinai lo stesso Adonai propone a Israele, ormai libero, un'alleanza di
reciproca appartenenza, addirittura nei termini di una relazione sponsale. Se Israele accetta
di ascoltare le dieci Parole (decalogo) allora Adonai sar "il Dio d'Israele e Israele il popolo di
Adonai (formula dell'alleanza).
1.3 Israele dice di s, si celebra lAlleanza, ma subito dopo il popolo rinnega tutto, addirittura
con lidolatria. Tutto finito, se Adonai non fosse il "Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e
ricco di grazia e di fedelt" (Es. 34,6). Questa la sua Gloria, rivelata in modo singolare a
Mos.
L'Amore misericordioso di Adonai appare chiaramente nell'Esodo dall'Egitto come
liberazione totalmente gratuita, come offerta dell'alleanza, come perdono.
2. Nel secondo esodo e nell'annuncio profetico della Nuova Alleanza.
2.1 Riflettendo sulla storia d'Israele, e pi in particolare sulla vicenda della deportazione a
Babilonia o del secondo esodo, i profeti annunciano la Nuova Alleanza. Dio vedendo
l'estrema debolezza del suo popolo, invece di abbandonarlo, lo riprende ancora, lo riporta
nuovamente a Gerusalemme che viene ricostruita, ma soprattutto fa sapere, per bocca dei
profeti, che questo segno di un Amore che superer definitivamente l'ostacolo pi grande: il
peccato dell'uomo.
2.2 Cos Is 40,1-22 annuncia la grande Consolazione. "Consolate, consolate il mio popolo... e
gridate che finita la sua schiavit" (40,1s).
2.3 Il profeta Geremia assicura che la legge del Signore verr scritta non pi su tavole di
pietra, ma direttamente nel cuore dell'uomo che cos potr conoscere il Signore e avere il
perdono (cf Ger 31,31-34).
2.4 Ezechiele profetizza: "Vi dar un cuore nuovo, metter dentro di voi uno spirito nuovo,
toglier da voi il cuore di pietra e vi dar un cuore di carne. Porr il mio spirito dentro di voi e
vi far vivere secondo i miei statuti" (Ez 36,26s).
3. Nei libri sapienziali.
3.1 Soprattutto nel libro dei Salmi troviamo preghiere, lodi e accorate invocazioni all'Amore
misericordioso di Adonai. Come dire che il cuore della preghiera l'esperienza della
misericordia divina che si prende cura della miseria dell'uomo. Ci motivo di fiducia e di
lode.
3.2 Citiamo qualche Salmo. Spesso viene ripetuto: "La tua bont grande fino ai cieli e la tua
fedelt fino alle nubi" (Sal 57,11; cf Sal 89). "O mia forza, a te voglio cantare, poich tu sei, o
Dio, la mia difesa, tu, mio Dio, sei la mia misericordia" (Sal 59,18). Tutto il Sal 136 celebra un
grande ringraziamento ritmato dal ricorrente ritornello "perch eterna la sua misericordia".
Tutta la storia d'Israele letta in questa chiave. Il pi breve Salmo recita cos: "Lodate il
Signore, popoli tutti, voi tutte nazioni, dategli gloria; perch forte il suo amore per noi e la
fedelt del Signore dura in eterno" (Sal 117).
Padre Domenico Cancian fam

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