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Ing.

Francesco Salvatore Onorio


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1. Tipologie di difesa dalle azioni sismiche

Il termine isolamento richiama qualcosa fisicamente isolato, separato dal contesto;


nel caso delle strutture ci si riferisce ad un edificio, un ponte o altra costruzione, che
separata dalle fondazioni. Aggiungendo il termine sismico ad isolamento si capisce
anche lo scopo della separazione: disaccoppiare il moto del terreno da quello della
sovrastruttura.

Il principio quindi semplice, perch realizzando una separazione completa si avr il


terreno in moto per lenergia sprigionata dal sisma e la struttura ferma.

Vi per un problema, perch lunico modo che la struttura ha per sopportare i carichi
verticali di stare a contatto col terreno trasmettendo ad esso il peso. Lisolamento
sismico dunque in conflitto con questo fondamentale requisito strutturale. Sorge dunque
il problema di trasmettere i carichi restando, al contempo, separati dal suolo; e
idealmente una tale separazione dovrebbe essere totale. Fino ad ora non si giunti ad un
simile risultato ed necessario accontentarsi di un compromesso tra le due opposte
esigenze.

Lisolamento sismico, il cui fine proteggere la struttura dalle azioni del sisma, non
lunico sistema a disposizione per raggiungere questo scopo. E possibile individuare 2
gruppi di soluzioni:

1. strutture simicamente resistenti:


2. strutture a controllo della risposta.

Nel secondo gruppo possibile individuare 3 tipi di controllo:

1. passivo;
2. attivo (e semi-attivo);
3. ibrido.

Sono definiti a controllo passivo quei sistemi che non necessitano di energia per
operare. Sono sistemi molto affidabili, dato che non sono soggetti ai black-out, comuni
nel caso di terremoti. Il funzionamento si basa sul moto proprio della struttura per avere o
un moto relativo con il dispositivo di controllo oppure mediante conversione dellenergia
in calore. Nellambito del controllo passivo ricadono i sistemi a:

1. isolamento sismico alla base;


2. dissipazione di energia;
3. massa smorzante accordata (Tuned Mass Damper, TMD);
4. liquido smorzante accordato (Liquid Mass Damper, LMD).

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Nellambito del controllo attivo (e semi-attivo) si hanno quei sistemi dotati della
capacit di invertire il processo dinamico mediante apporto di potenze meccaniche
esterne in funzione dello stato istantaneo generato dallinsieme delle azioni applicate al
sistema, in modo da regolarne pi favorevolmente il processo dinamico. Si individuano in
questo gruppo sistemi a:

1. massa smorzante controllata (Active Mass Damper, AMD);


2. variazione di rigidezza (Active Variable Stiffness, AVS);
3. smorzatori ad attrito attivi (Active Friction Dampers, AFD).

Infine, lunione di un sistema di regolazione attivo ad un sistema gi dotato di controllo


passivo da luogo al cosiddetto controllo ibrido. Il vantaggio, a parit di prestazioni, risiede
nelle minori richieste al sistema attivo in termini di forze ed energia. Si individuano in questo
gruppo sistemi a:

1. massa smorzante attiva o massa smorzante ibrida (Hybrid Mass Damper, HMD);
2. isolamento alla base attivo.

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1.1 Sistemi a dissipazione di energia

La dissipazione serve per ridurre o fermare unenergia. Questo sistema pu praticarsi


mediante:

1. dissipazione isteretica;
2. dissipazione viscosa;
3. dissipazione per attrito;
4. dissipazione visco-elastica.

La dissipazione isteretica avviene generalmente mediante snervamento dellacciaio,


che pu sopraggiungere per flessione, taglio o sforzo assiale. Gli elementi dissipativi
vengono disposti in maniera tale che il metallo si possa deformare a causa degli
spostamenti di piano.

Gli elementi dissipativi lavoranti per sforzo assiale vengono generalmente configurati
come controventi diagonali, ma possiamo avere anche i cosiddetti link delle strutture
con controventi eccentrici, i quali lavorano prevalentemente a flessione, taglio o flessione
e taglio in funzione delle loro dimensioni (lungo, corto, intermedio).

Figura 1.1 Dettaglio di un link corto

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Quello che segue un tipico diagramma forza-smorzamento basato su isteresi:

Figura 1.2 Diagramma forza-smorzamento per dissipazione isteretica

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La dissipazione viscosa avviene mediante dispositivi che resistono alle forze applicate
in maniera proporzionale alla velocit di applicazione. La maggior parte dei dissipatori
viscosi si basano sullimpiego di un fluido. Questi dispositivi presentano una bassa
resistenza alla deformazione quando i carichi sono applicati in maniera molto lenta, ma
tale resistenza aumenta allaumentare della velocit di applicazione delle forze.

Il loro comportamento pu essere descritto dalla relazione generale:

=
( ) (1)

dove FD la forza smorzante, C il coefficiente di smorzamento, u la velocit


applicata, lesponente dello smorzamento, sgn la funzione che definisce il segno
della forza in funzione del segno della velocit.

Il valore di varia generalmente tra 0.3 e 1.0. Alcuni smorzatori hanno una valvola che
provvede a limitare la velocit in maniera tale che oltre quel limite la forza smorzante
rimanga costante.

Quello che segue un tipico diagramma forza-smorzamento basato su dissipazione


viscosa:

Figura 1.3 Diagramma forza-smorzamento per dissipazione viscosa

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La dissipazione per attrito pu essere ottenuta con svariati materiali usando superfici di
scorrimento relativo, ad esempio acciaio su acciaio. Possono essere impiegati allinterno
di controventi diagonali, in maniera simile agli smorzatori basati su snervamento.

Una relazione generale per rappresentare lo smorzamento equivalente per attrito la


seguente:

2
= (2)
(1 + )

Dove g il rapporto tra la forza al limite elastico e la forza al limite ultimo ( 1):


= (3)

Risulta allora evidente che al limite, ovvero per g unitario, lo smorzamento equivalente
massimo ottenibile vale:

1
= = 0.318 = 31.8% (4)

La maggior parte dei dispositivi attritivi producono diagrammi forza-spostamento di tipo


rettangolare.

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Figura 1.4 Diagramma forza-smorzamento per dissipazione dovuta ad attrito

La dissipazione visco-elastica da luogo ad una forza smorzante dipendente dalla


velocit di applicazione delle azioni con in aggiunta una rigidezza elastica. Il pi comune
tipo di dissipatore di questo tipo costituito da due strati di polimero collegati a tre piatti,
di cui uno centrale e due esterni.

Figura 1.5 Dissipatori visco-elastici del World Trade Center

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La relazione generale che esprime la forza smorzante la seguente:

= u + (5)

dove keff leffettiva rigidezza dello smorzatore, u lo spostamento e la derivata di u,


come noto, la velocit. Al contrario del dissipatore viscoso, lo smorzamento in questo
caso linearmente proporzionale alla velocit, ovvero si ha unitario.

Lanalisi di questo tipo di dissipatori la pi complessa, dato che richiede di studiarne


le propriet in funzione del livello di deformazione, la frequenza e la temperatura. Spesso
necessaria una progettazione iterativa con analisi multiple in modo da definire un
intervallo di propriet.

Figura 1.6 Diagramma forza-smorzamento per dissipatore visco-elastico

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1.2 Sistemi Tuned Mass Dampers

I Tuned Mass Dampers sono un altro esempio di controllo passivo e si basano sul
posizionare un sistema massa-molla-smorzatore locato generalmente in cima ad un
edificio per contrastare il moto del suolo. Le propriet di questo dispositivo vengono
accordate alla frequenza naturale delledificio in modo da ridurre le vibrazioni della
struttura; la sua presenza consente di bilanciare linerzia di una grande massa mediante
un componente strutturale, quale ad esempio un blocco di cemento armato, posizionato
in maniera tale da avere spostamento in una direzione se ledificio si muove nella
direzione opposta.

In particolare, facendo schematizzando ledificio come un oscillatore semplice, si ha


una massa m1 collegata al suolo mediante un fusto di rigidezza k1 e si vuole impiegare
una massa smorzante m2 la quale connessa in serie alla massa maggiore mediante una
molla di rigidezza k2 ed un ammortizzatore di viscosit c2. Scegliendo accuratamente le
propriet della molla e dellammortizzatore si ottiene un sistema che rapidamente
attenua il moto della massa maggiore, facendo in modo che lenergia di vibrazione della
struttura venga assorbita dalla massa smorzante.

La capacit di assorbimento di energia del sistema TMD dipende da:

rapporto tra le masse m2/m1;


rapporto tra le rigidezze k2/k1;
il rapporto tra la frequenza (accordante) del TMD e quella deledificio;
il rapporto tra lo smorzamento del TMD e quello della struttura.

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Leffetto del TMD pu essere visto come un cambiamento delle capacit di


smorzamento possedute dalla struttura. Nel caso di strutture con capacit di
smorzamento basse e con un modo dominante, il TMD particolarmente efficiente nel
ridurre il picco di risposta e la risonanza.

Il problema di questo sistema risiede nel fatto che sono efficienti solo per un modo di
vibrare, quello dominante, ovviamente, ed inoltre richiedono molto spazio.

Per ovviare al problema dellefficienza per un solo modo sono stati ideati i sistemi a
MTMD, Multiple Tuned Mass Dampers, ma dopo una serie di studi e sperimentazioni non si
arrivati ancora ad una conclusione certa sulla maggiore efficienza di questi ultimi rispetti
ai sistemi a massa singola.

Di seguito riportato un grafico che mostra lefficienza del sistema a TM singola al


variare del rapporto tra la frequenza del TMD e quella della struttura; si nota che quando
le frequenze coincidono, o comunque sono molto vicine, lo smorzamento effettivo
raggiunge i valori massimi:

Figura 1.7 Variazione dello smorzamento effettivo al variare del rapporto tra le frequenze

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Veniamo alle applicazioni dei TMD: questa strategia di controllo stata implementata
in molte strutture, come ad esempio il John Hancock Building di Boston, la Sydney Tower in
Australia, il City Corp Center di New York, la Fukuoka Tower in Giappone,

Figura 1.8 Il Tuned Mass Damper della Fukuoka Tower

Di seguito invece riportato lo schema del Tuned Mass Damper installato al 63 piano
del gi citato City Corp Center di New York nel febbraio 1978; la massa impiegata, 373000
kg di cemento, pu scorrere in due direzioni in funzione delle frequenze calcolate.

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Figura 1.9 Il Tuned Mass Damper del City Corp Center

1.3 Sistemi Tuned Liquid Dampers

Una variazione del Tuned Mass Damper il Tuned Liquid Damper, che ha come
smorzante una massa di liquido. Londeggiare del liquido in un serbatoio consente di
dissipare energia. Questo sistema ha alcuni vantaggi, quali il basso costo e la semplicit di
installazione e variazione della frequenza.

Principalmente il TLD si diffuso in Giappone, per il controllo delle vibrazioni indotte dal
vento ma, nonostante uneffettiva riduzione delle azioni che possono arrivare fino al 70%, i
TLD non si sono dimostrati efficienti come i TMD.

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Figura 1.10 Il Tuned Liquid Damper della Comcast Tower

1.4 Sistemi Active Mass Dampers

I sistemi Active Mass Dampers, noti anche come Active Mass Driver, sono i pi impiegati
tra i dispositivi a controllo attivo; sono simili ai Tuned Mass Dampers, essendo basati
anchessi sul connubio massa-molla-smorzatore, ma possono essere considerati come una
loro evoluzione. La differenza risiede nella presenza di un attuatore che viene impiegato
per posizionare la massa istante per istante, in modo da incrementare lammontare di
smorzamento raggiunto ed il range di frequenze del dispositivo.

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Figura 1.11 Dettaglio di un attuatore per AMD

Lattuatore viene impiegato per risolvere il problema principale dei sistemi a TMD,
ovvero lefficienza per il solo primo modo di vibrare. Il controllo attivo consente di operare
con una banda di frequenza pi larga.

Lattuatore viene posizionato tra la struttura e la massa accordata, secondo lo schema


che segue:

Figura 1.12 Differenze schematiche tra AMD e TMD

Gli AMD furono proposti negli anni 80 ma la prima installazione risale al 1989, per il
Kyobashi Seiwa di Tokyo ad opera della Kajima Corporation.

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Figura 1.13 Foto e schema della Kyobashi Seiwa

Gli AMD si fanno apprezzare per un loro notevole vantaggio economico: rispetto agli
altri sistemi di controllo attivo richiedono attuatori che occupano minore spazio
richiedendo anche minori forze per operare.

1.5 Sistemi Active Variable Stiffness

I sistemi Active Variable Stiffness si basano sul modificare la rigidezza della struttura, e
quindi la sua frequenza naturale, in modo da evitare condizioni di risonanza.
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Generalmente vengono installati allinterno di controventi per aumentare o diminuire la


rigidezza quanto necessario. Solitamente il consumo di questi sistemi molto basso,
intorno ai 20 W, e infatti molti preferiscono considerare gli AVS come dei sistemi semi-attivi,
proprio per il quasi nullo apporto di energia dallesterno.

Una peculiarit di questi sistemi la loro capacit di auto-attivarsi, in caso di black-out,


aumentando automaticamente la rigidezza della struttura.

La prima applicazione di questi sistemi la si avuta nel Kajima Technical Research


Institute, disponendo gli AVS su entrambi i lati della struttura.

Figura 1.14 Schema degli AVS montati nel Kajima Technical Research Institute

Come si pu notare dallo schema, lAVS sembra a tutti gli effetti un sistema a
controventi, ma in pi presenta un cilindro idraulico, un pistone ed una valvola di
controllo. La valvola pu essere aperta o chiusa. Quando la valvola aperta il fluido
scorre liberamente e disimpegna la connessione trave-controvento, riducendo quindi la
rigidezza strutturale. Ovviamente, chiudendo la valvola la rigidezza aumenta. Mediante la
regolazione della valvola si pu regolare la rigidezza strutturale in modo da minimizzare la
risonanza durante un evento sismico.

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Figura 1.15 Dettaglio schematico di un AVS

1.6 Sistemi Active Friction Dampers

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I sistemi ad attrito variabile si basano sullimpiego di un attuatore elettromagnetico per


variare lo smorzamento dovuto ad attrito. Lattuatore si occupa di regolare lo sforzo
normale da trasferire ad un controvento interfacciato al dispositivo e, dato che la forza di
attrito proporzionale allo sforzo normale, il controllo dellattrito consente di avere
controllo sullo smorzamento.

Un altro tipo di smorzatore ad attrito variabile si basa sugli attuatori piezoelettrici


proposti da Chen e Chen, i quali possono produrre significative tensioni se sottoposti ad un
campo elettrico e soggetti ad un vincolo al moto.

In realt questi dispositivi, largamente usati nellindustria aeronautica, hanno una


capacit limitata nel controllare la risposta delle strutture soggette a sisma e vento, quindi
hanno trovato maggiormente applicazione nella regolazione degli smorzatori ad attrito,
ottenendo cos gli smorzatori ad attrito piezoelettrici (Piezoelectric Friction Dampers, PFD).

Regolando il campo elettrico sugli attuatori PZT, mediante un algoritmo accordante,


viene regolato lo sforzo normale e, quindi, la forza dattrito.

Figura 1.16 Immagine e schema di attuatore piezoelettrico

Questi dispositivi sono ancora oggetto di studio ed necessaria ulteriore ricerca prima
che possano trovare effettiva diffusione nel campo delle applicazioni ingegneristiche.

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