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Vi per un problema, perch lunico modo che la struttura ha per sopportare i carichi
verticali di stare a contatto col terreno trasmettendo ad esso il peso. Lisolamento
sismico dunque in conflitto con questo fondamentale requisito strutturale. Sorge dunque
il problema di trasmettere i carichi restando, al contempo, separati dal suolo; e
idealmente una tale separazione dovrebbe essere totale. Fino ad ora non si giunti ad un
simile risultato ed necessario accontentarsi di un compromesso tra le due opposte
esigenze.
Lisolamento sismico, il cui fine proteggere la struttura dalle azioni del sisma, non
lunico sistema a disposizione per raggiungere questo scopo. E possibile individuare 2
gruppi di soluzioni:
1. passivo;
2. attivo (e semi-attivo);
3. ibrido.
Sono definiti a controllo passivo quei sistemi che non necessitano di energia per
operare. Sono sistemi molto affidabili, dato che non sono soggetti ai black-out, comuni
nel caso di terremoti. Il funzionamento si basa sul moto proprio della struttura per avere o
un moto relativo con il dispositivo di controllo oppure mediante conversione dellenergia
in calore. Nellambito del controllo passivo ricadono i sistemi a:
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Nellambito del controllo attivo (e semi-attivo) si hanno quei sistemi dotati della
capacit di invertire il processo dinamico mediante apporto di potenze meccaniche
esterne in funzione dello stato istantaneo generato dallinsieme delle azioni applicate al
sistema, in modo da regolarne pi favorevolmente il processo dinamico. Si individuano in
questo gruppo sistemi a:
1. massa smorzante attiva o massa smorzante ibrida (Hybrid Mass Damper, HMD);
2. isolamento alla base attivo.
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1. dissipazione isteretica;
2. dissipazione viscosa;
3. dissipazione per attrito;
4. dissipazione visco-elastica.
Gli elementi dissipativi lavoranti per sforzo assiale vengono generalmente configurati
come controventi diagonali, ma possiamo avere anche i cosiddetti link delle strutture
con controventi eccentrici, i quali lavorano prevalentemente a flessione, taglio o flessione
e taglio in funzione delle loro dimensioni (lungo, corto, intermedio).
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La dissipazione viscosa avviene mediante dispositivi che resistono alle forze applicate
in maniera proporzionale alla velocit di applicazione. La maggior parte dei dissipatori
viscosi si basano sullimpiego di un fluido. Questi dispositivi presentano una bassa
resistenza alla deformazione quando i carichi sono applicati in maniera molto lenta, ma
tale resistenza aumenta allaumentare della velocit di applicazione delle forze.
=
( ) (1)
Il valore di varia generalmente tra 0.3 e 1.0. Alcuni smorzatori hanno una valvola che
provvede a limitare la velocit in maniera tale che oltre quel limite la forza smorzante
rimanga costante.
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La dissipazione per attrito pu essere ottenuta con svariati materiali usando superfici di
scorrimento relativo, ad esempio acciaio su acciaio. Possono essere impiegati allinterno
di controventi diagonali, in maniera simile agli smorzatori basati su snervamento.
2
= (2)
(1 + )
Dove g il rapporto tra la forza al limite elastico e la forza al limite ultimo ( 1):
= (3)
Risulta allora evidente che al limite, ovvero per g unitario, lo smorzamento equivalente
massimo ottenibile vale:
1
= = 0.318 = 31.8% (4)
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= u + (5)
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I Tuned Mass Dampers sono un altro esempio di controllo passivo e si basano sul
posizionare un sistema massa-molla-smorzatore locato generalmente in cima ad un
edificio per contrastare il moto del suolo. Le propriet di questo dispositivo vengono
accordate alla frequenza naturale delledificio in modo da ridurre le vibrazioni della
struttura; la sua presenza consente di bilanciare linerzia di una grande massa mediante
un componente strutturale, quale ad esempio un blocco di cemento armato, posizionato
in maniera tale da avere spostamento in una direzione se ledificio si muove nella
direzione opposta.
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Il problema di questo sistema risiede nel fatto che sono efficienti solo per un modo di
vibrare, quello dominante, ovviamente, ed inoltre richiedono molto spazio.
Per ovviare al problema dellefficienza per un solo modo sono stati ideati i sistemi a
MTMD, Multiple Tuned Mass Dampers, ma dopo una serie di studi e sperimentazioni non si
arrivati ancora ad una conclusione certa sulla maggiore efficienza di questi ultimi rispetti
ai sistemi a massa singola.
Figura 1.7 Variazione dello smorzamento effettivo al variare del rapporto tra le frequenze
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Veniamo alle applicazioni dei TMD: questa strategia di controllo stata implementata
in molte strutture, come ad esempio il John Hancock Building di Boston, la Sydney Tower in
Australia, il City Corp Center di New York, la Fukuoka Tower in Giappone,
Di seguito invece riportato lo schema del Tuned Mass Damper installato al 63 piano
del gi citato City Corp Center di New York nel febbraio 1978; la massa impiegata, 373000
kg di cemento, pu scorrere in due direzioni in funzione delle frequenze calcolate.
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Una variazione del Tuned Mass Damper il Tuned Liquid Damper, che ha come
smorzante una massa di liquido. Londeggiare del liquido in un serbatoio consente di
dissipare energia. Questo sistema ha alcuni vantaggi, quali il basso costo e la semplicit di
installazione e variazione della frequenza.
Principalmente il TLD si diffuso in Giappone, per il controllo delle vibrazioni indotte dal
vento ma, nonostante uneffettiva riduzione delle azioni che possono arrivare fino al 70%, i
TLD non si sono dimostrati efficienti come i TMD.
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I sistemi Active Mass Dampers, noti anche come Active Mass Driver, sono i pi impiegati
tra i dispositivi a controllo attivo; sono simili ai Tuned Mass Dampers, essendo basati
anchessi sul connubio massa-molla-smorzatore, ma possono essere considerati come una
loro evoluzione. La differenza risiede nella presenza di un attuatore che viene impiegato
per posizionare la massa istante per istante, in modo da incrementare lammontare di
smorzamento raggiunto ed il range di frequenze del dispositivo.
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Lattuatore viene impiegato per risolvere il problema principale dei sistemi a TMD,
ovvero lefficienza per il solo primo modo di vibrare. Il controllo attivo consente di operare
con una banda di frequenza pi larga.
Gli AMD furono proposti negli anni 80 ma la prima installazione risale al 1989, per il
Kyobashi Seiwa di Tokyo ad opera della Kajima Corporation.
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Gli AMD si fanno apprezzare per un loro notevole vantaggio economico: rispetto agli
altri sistemi di controllo attivo richiedono attuatori che occupano minore spazio
richiedendo anche minori forze per operare.
I sistemi Active Variable Stiffness si basano sul modificare la rigidezza della struttura, e
quindi la sua frequenza naturale, in modo da evitare condizioni di risonanza.
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Figura 1.14 Schema degli AVS montati nel Kajima Technical Research Institute
Come si pu notare dallo schema, lAVS sembra a tutti gli effetti un sistema a
controventi, ma in pi presenta un cilindro idraulico, un pistone ed una valvola di
controllo. La valvola pu essere aperta o chiusa. Quando la valvola aperta il fluido
scorre liberamente e disimpegna la connessione trave-controvento, riducendo quindi la
rigidezza strutturale. Ovviamente, chiudendo la valvola la rigidezza aumenta. Mediante la
regolazione della valvola si pu regolare la rigidezza strutturale in modo da minimizzare la
risonanza durante un evento sismico.
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Questi dispositivi sono ancora oggetto di studio ed necessaria ulteriore ricerca prima
che possano trovare effettiva diffusione nel campo delle applicazioni ingegneristiche.
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