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OiC-^'^
.ii.^._^4.
O MPEKD O
3[
D
3L
OC
X 3E
I (l
SAGGIO
FILOSOFICO
su
L'UMANO INTELLETTO
COMPENDIATO
DAL
WINNE
Dr.
Tradotto
commentato
DA FRANCESCO SOAVE
Prof, d Filo/. Mot, nel
C.
R. Ginnafto
R. S/
di Brera,
VOLUME PRIMO.
mim^H^
IN
i'cr
MILANO.
u^iANo
Con Licenza
Motta.
de* Superiori
MDCCLXXV,
*/
tltt^-
SUA ECCELLENZA
A R i. O
CONTE
CroNMETZ
SIGNORE
MeGGEL
Cavaliere
LEOPOLDSCROff
dell' Insigne
DEL TosoN
d'
Ordine
Oro
Sopraintendente Generale
DELLE II. RR. Poste in Italia
Vice-Governatore
di
Mantova
de'
Ducati
Sabbioneta
ec.
Ministro Plenipotenziario
PRESSO
IL
Governo
EC. EC.
JECCMJLZMN^M.
N" Opera
che
deli-
la
la
io
durre
Vojlra
ho
vere tuttora 5
Locke
prefo
quella
tra-
commentare
Se
LOCKE
vi-
eji-
medejlmo
mio fuo Compendiatore godrebbero di veder dedicata la ver/ione dell Opera Uro
originale
che
n'
apprezza
chiaro
dimoflra
del
puto renderjt
mille altri
queflo
le
loro dottrine
tributo
obbligazioni
aW
gi
titoli
E,
Godo
J^.
dovea
che alP E.
V,
che
perci
profeffo
offerirvi
ci
un
que'' fentimenti
d"^
a due doveri mi
a quello di rendervi
debb'' effere
le
che ne fen-
per
lo
teflimonio
che
e
filo'-)
Voflro
a quello
pubblico
di
ojfequiofa riconofcenza ^
mi faran fempre
Deir E. V.
Francesco
Soave
DEL
TRADUTTORE.
L nome
che
mente
puto
La forza con
affrontare
giudizio
ha
Saggio mirabile
quefto
debitore a
ofcuri
cui egli
chiaro l'origine,
il
il
rori
la
primo
la
che
temarfi
fcoprirne
nella
ne' recefT
il
natura
pi
pi
primo
delle
influenza delle
e additare
abufo ne vengono:
con cut
in
umane cognizioni
dall'
fa-
pre-
metter
Intelletto
parole fuUe
primo ha
univerfal
fagacit
aftrufe, e pi recondite:
egli
il
innate
Umano
pure,
principal-
1'
penetrare
dell'
fa
diflruggere
deir idee
faputo
Ognun
noto.
a'
prefiT-
fua
della
fra' Metafifici
Filofofi troppo
(g(:^j(5^
LOCKE
GIO.
grande
pi
di
egli
erla
ha faputo in-
cognizioni
l'eftenfione, fiffarne
gli
foprattutto
limiti,
umane
determi-
fono pregi
che
Uomini
gli
immortali
Ci che
che
fi
ha
principali
me
l'han
CoNDrLLAC
efT
vaftit
occupati
anima
di
mira
Io
formazione
fiftemi
punto
folo
il
aftratti
una
CoNDiLLAC
fono
flate
rate
che
da
dell'
cos
pi
natura,
om-
ad
facolt
dell'
prefo
il
che
creduto
l'
che ha
L'idee
innate
neceffario
efienfione
(lati
niuno ha
.
de
pericolo
vittoriofamente atter-
efaminare
Locke
la
punti principali
niuno ha
combatterle:
delle
noQro
il
Bonnet ha
che
lingua
fono
prefo
fuga
di
cui la
fteflTo
di
folamente
appunto
corretto
Lo fviluppamento
foprat-
fon celeberri-
in alcune parti
avea
foggetto
del
e in quelle
L* opere
quelle
Bonnet
Ma
e con ragione.
fon
feguito
la
ardua
nelle parti
anche efaurirla
faputo
fi
principalmente
forma
lui
in
il
tuito di
infino a tanto
maraviglia
egli
Nome
fuo
il
da
di
limiti
lai
fiflTati
trovato
qual
all'analifi chiariffima
nozioni
dato delle
Lingue
ufo
ad
molto
formazione
la
difetto
Ma
che
a mifura
nuovo paefe mi
fpiegando
innanzi
le
r Opera
cui
ora
che
non
picciol
volume, e non
5,
5,
durmi
ozio
Era a
che
fono
un
inol-
venuto fempre
eh' io faceva
nuove ricerche
crefciuta
non
Io
forf
pezzo
allo
veglio
ridurre
ne poiefle ac~
poich
ripetizioni
non
d' ablireviarla
defidcrarfi
la
maniera con
diverfe ri-
diverfi
parecchie
francamente
confeffa
(dice egli)
mi
potefTe
fi
pii
5,
in
ritrovafi
prefe, e in
fi
infenfibilmente
fteffo
fcoperte
trovalo
Locke ha
di
che
trato, un
negare
all'
,f
in
circa
pur
s'
egli
foglio.
flato
l'incominciai, credetti
fol
poco
V Opera
grandi
dimodrarne
nel
termini
de'
un
Quand'io
vantaggi
e circa alle
Fra pregi
tattavia
aggiunto
s'
abufo
all'
accrefcere
pia complicate
ha
mlnutiftma ch'egli
che
ho
.
ora
ma
n
io
dir
coraggio
,,
In
fuo luogo
compiuta
ha
Locke
dee
felicemente
Il
fcrivendo
al
fatto
da un
Egli
dell'
Univerfitk
ha
che
,,
affai
commendabile per
la
virt
fua
pertutto
quanto
ni
l'ho fcorfa
5,
ella
,,
provazione
pariafle
Dap-
efpreffio-
degna
delia
Io
giudicarne
voflra
ap-
dell'Inghilterra.
di
Locke
La Francia pur
il
favorevole accoglimento,
furono in poco
fia
fatta,
Al giudizio
Opera
gentilezza di trafmettermela
ben
allorch
nell'
che
la
Compendiatore ha
il
fo
ha avuto
colle
egli
ingegno
d'
finito
Maeflro
queft'
quando me ne
allor
di
Sembra che
ftata intraprefa
avevate
la
dice
Difcepoli
molti
Arti
j,
quanti
Uomo
Oxford
di
medefimo
Saggio
Molineox
l'ha
tedimoiiio
tutti
Sig.
flato
per
mio
del
Il
valere
ci
in
compendio
Winne
Dr.
II
vivente V Autore
difFatti
afTunta
1'
accingefTe
fi
Sig.
che
vi
s'aggiunfe,
Bosset ebbe
1'
edizioni
ne
^^
Una
traduzione
non doveva
Io l'ho intraprefa
prefento
ora
una
femplice
fare
in
primo luogo
alcuni
luoghi
reano
efpreiri
precifione
richieda
con
Opera
all'
di
non era
non
nuova Qrada
ficile
fofle
e r
ra
altra
tantllTimo
Filofofia
neceflaria
Iti
mi
f
non
quelle
rettificazione di
qucfte
in
queft'
Metafifica.
alle
fcoperte
che
che
pofTibile
aprirfi
una
ofcura, e dif-
tollerare
la
una
ed una confutazione di
io
ho tentato
un
terzo luogo
parfo
In fecondo
v'
dee
ferviglo
1'
Opera
fola
un
tal fine
era
Lf cke
le
s'
una
impor-
cos
propofizioni
Religione
Cattolica
nitidezza
tratti
.
primo che os
una materia
in
alcune
al
pa-
genere
fimil
sfuggita
meglio
Compendio non mi
aggiugnerc alcuni
per
voluto
grande d
vie
che in Opere
contentato
Ho
rifchiarar
per
Pubblico
al
per
traduzione
che nel
fono
ricorrere
Locke medefimo
lungamente.
pi
ed quella che
Non mi
di
mancava ancora, e
Italiana
l'Italia defiderarla
aveffe
alla
po-
copipluto fiftema
d'
uopo aggiugnere
fcoperte
de'
Meta-
pofteriori
fifici
Io
virte
che
ho
n'
fcelto
mie meditazioni
le
mi
lufingo
Opera prefentcr
di
in
pi neceffario per
,
per
noi, cio
e
ben
la
renderfi
per
diriggcre
di
la
Se
1'
ragionare
univerfale
miglior
(a
impiegato
di
queft'
cura e
di
ha
vi
medefiparte
di
efatta
Metafifica
veniflfe
per
un frutto
lunque
modo
tal
compendio quanto
ragione.
l'arte efatia
guifa
che
nuove
medefime gi da
principali
le
ommeitere alcune
fatica
quefta
farebbe
porzione
,
eh' io
quav'
ho
INTRODUZIONE.
Piano
deir
Opera
LIBRO
I.
PRINCIPI
qHE DICONSI INNATIt
DE'
GAP.
alcun
I.
innato
Cap.
II.
Che non
in*
Gap.
Uomini
i6
tici
32
LIBRO
IL
DELLE IDEE.
Analisi Dell'umano
CAP. L
loro
Dell* Idee in
origine
Intelletto.
generale
3^
e
della
99
flano per
la Rifiejfjone
dalla Sen[azone
dalla Riflejjone
.113
Idee
le
-118
1 1<5
Problema di Molneux ^ ed
efame del modo con cui arriviamo a co-
Appendice
I.
Appendice
li. Rifleffioni
Gap X. Della
Facolt
proprie Idee
Appendice
moria
di
ritenere
145
le
1
Rifleffoni
,"''*''
130
fopra T Iftinto.
:---^^
-~...... -,....,^.,..
JJ^
nell'Anima,
Appendice.
Analifi del
Buono.
167
171
176
180
LOCKE
DI GIO.
SOPRA
ALL' UMANO INTELLETTO.
INTRODU ZIONE.
Piano
deir Opera
dovere
a
ben conofcsrne
Il
che
di rintracciare
ci
cos
applichiamo
la natura
fenfibili
origine
1'
opera appunto
eftenfione e
la
Introduzioki
di
Uomo
1'
cui
fia
Ecco
il
piano
di tutta l'opera.
I.
nozioni
di cui
fenfo, e mi
ceva
1*
intimo
mente
la
uomo ha
ciafcun
st
fia
di tali cognizioni
tezza
l'evidenza,
la
cer-
r eftenfione
j.
Fo
qualche ricerca fu
la
natura e
modo
la
noftro intelletto
i
loro confini
umano
la
loro eften-
non prenderfi pi
briga oggimai di quelle cofe che eccedono
lo fprito
la fua capacit
ri-
Introduzione
Cerche inoltrati
gncrfi
col
giammai
s'
che
ne univerfale
Ibno
fi
fin
arreltaflero
il
li
formar qui-
anzi
zioni
che
acqiiiilar
in cui fono
poflbno
nello
ftato
non
ha dato
I. v.
j.
ficcome dice
), tutte
le
cofe
Or
S.
,
Pietro ( Ep 2.
che
alla
vita^
che pu lervire
al
a'
confeguimento
materie
eoa
utile inieme e
con diletto
a torto ci
Introduzione"
prendere
Il
cole clic
proporzione
che
e le noftre facolt
v* ha tra
2.
facolt proporzionati
3.
delle verifiraiglianze
gli obbietti
In
efli
degli
alle noftrc
poflbno
fi
dobbiamo
Nel ragionar
moftrazioni dove
far
ben conolcere
fa-
prendiam pena
a torto ci
biano delle
noOre
aver
foltanto
condotta
perch non
fi
il
pu
aver eertezza
di tutte
come farebbe
pi prcilo d* un luogo
pericolofo
piuttofto perirvi
Qualora
gli
gambe
trafcu-
e volciTc
uomini
pieno Teftenfione e
conofcefTero
ap-
-,
non
fi
abbandonereb-
,.
Introduzione
re
farebbono
fi
mondo
tuno
fanno
altri
>
du-
perch
al-
hanno a cui elfi non poflbn giuNon v'ha alcuna aflluta necefTit,
n*
da noi
tutte le cofe
flato
n'
com*
cune ve
gnere
di
bitare di
che
ad un
in braccio
bone
perando
cui
in
ha pnfio
a noi bafta
benefico Creatore
ncftro
il
conofcano nello
fi
fecondo
cui diriggere
le azioni
che ne vengono
Quelle
fono
m* hanno fpinto
faper le regole
il
noftri
giudizj
confeguenza
in
a lavorare intorno
che
al
pre-
confiderazioni
le
che
intelletto
fono
a lui
no
il
dolce piacere
Io {Indiare le
fia
fi
difcernere
proporzionati
cercher indar-
che accompagna
il
comprendere,
fi
perder
5
nell' infini-
Introduzioni
t delle cofe
effetto
le meditazioni fatte
fenza
regola
f'enza
metodo
Il
fini
del
poter noflro
fi
quello
ai con-
che
mere pi
principi
della
fteffa
fenza
quiftioni infinite,
ignoranza
fondamenti
te-
Senza
fi
ci
agitano
poflno
fi
, e non
fervono che a perpetuare
ed accrefcer le difpute, e a confermare
LIBRO
DE'
I.
PRINCIPI
CAPO
Che non
v*
Speculativo
I.
che fia
innato
incontraftabile
pratici
intorno
ai
quali tutto
il
confeguenza fiano
e che
;
impreHoni
(*) Il
compendio di quello
lil>ro di
A4
JLt
CUrc
L I B R O I.
t
non dovrebbe provar tuttavia, che
idee ne fano innate
ogni
potuto a
ni
Ma
tutti
V*
ha
gli
di
le loro
volta
fi
Uomini
pi
qual
che non
e'
cofa
ralmente
onde f il generale confentimento il carattere de' principi , che fi
han nafcendo imprefT dalla Natura , non
:
che
tale polTa
Uomini
,,
A p o
I.
che un
re
9
tutte le verit
Uomo
iurte
ciocche
facolt
s'avranno
di
principi
faperle
pii
egualmente che
generali
Cosi
quefta
tutti
gran
qiiiitione
fi
. ,
IO
B R O
I.
principi
noti
verit
A p o
Il
ninavia conchiudere , che elle folTero innate , ma folamente che non fi formano
aitratte, e non fi intendono
nomi che fono ilari loro fiflati , f non
quando fi gi acquillato V ufo di ragionare e di riflettere . Ed ecco in qual maniera ci avvenga
I fenfi empiono V animo per cosi dire
di diverfe idee , eh* ei non aveva
ed
egli a poco a poco con eflb loro addimellicandofi le ripone nella fua memoria,
e loro fifla de* nomi
Forma in appreifo
quelle idee
idee
particolari
r idee generali
generali
Per
tal
unendo
a cui
modo
pur
ei
prime
infieme
de'
fiiTa
molta
forma
nomi
va preparando
12
B R
impresone fopra
I.
Toftoch egli
memoria di
diverfe idee , incomincia anche a conofcerne la differenza . Quella differenzi
almeno egli certo , che da' Fanciulli fi
conofce aliai prima , che abbiano apprefo
a parlare, o a far ufo della ragione
Chi
per efempio che non fenta la differenza che v' ha tra '1 dolce e V amaro , o
almen non s' avvegga che 1' amaro non
incomincia
di lui
confervar
la
lo fteffo che
'1
dolce
conofcere
che
eguali a fette , f
di contar
tre
quattro
non quando
iono
egli gi
quando
ha gik
,
uguaglianza , e fa
come ella fi chiama. Allora f gli fi dice,
che tre e quattro fono eguali a fette ,
non ha cosi tolto comprefo il fenfo delle
parole , che ne conofce infiememente la
verit ; e non perch queila verit fia
capace
acquiftato
l'
idea
fette
dell'
innata , ma perch avanti d' udire le parole proDoflegli tre, quattro, v fette, hvqo.
gi meffo ili ferbo nella fua memoria
A P
I.
IJ
due fono eguale
non
elTer
termini
io
? Se no ,
V argomento
converr dichiarare per
principi innati una infinit di propofizioni,
di cui fi fcorge immantinente la verit,
appena fi odono pronunciare , quali fono
per cagione d* efempio tutte quelle cho.
riguardano i numeri > come uno e due fono
principio innato
inutile
si
eguali a
tre
due
due
a quattro
ec.
Ed
ancora
fcontrano ad ogni
tratio di fmili prpofizioni , coxne due
corpi non pojjno fiar tnfwme nel medefinw
luogo s e miir altre si fatte , di cui non fi
pu dubitare per chicchefTia , che appena
le aicolti
Oltre di che non fi polTono
dire itnate le prpofizioni , f non lo
Tddo medefimamente le idee che le compongono e ci pollo farebbe meilicri
nell;i altre
icienze
nella Fifica
fi
de' lapori
le
,
idee
de* colori
degli odori
delle
idea
il
N pu
gi rfponderfi
che
le
pror
o L
che mai non hanno
A p
ij
penfato a
pretende
eh' effe derivino ; e
vedranno che le
particolari affai pi facilmente s' abbracciano delle generali
Ma oltre a tutto quefto , tanto
lungi, che il confenfo che fi d ad una
propofizione allora foltanto che fi ode
da altri pronunciare , fia un contrafTegno
che la dimoftri innata , che anzi egli
pruova tutto il contrario
Poich ci
fuppone che molti i quali fono gi iftrutti
di varie cofe , ignorino tuttavia quelli
principi , e che ninno li fapefle avanti
d* udirne parlare . Converrebbe poter almeno mofrare , che tutti gli Uomini gi
conofcano per f medefimi innanzi
li
d' udirne parlare a niuno , il che abbiamo
veduto non poterfi provare per alcun
modo Che f fi rifponda che f n' aveva
innanzi d* udirne difcorrere una cognizione implicita , fi domander in che ella
confifta . Se fi intende , che fi aveva innanzi la facolt di apprenderli, quefto
un dichiarare , ficcome s' gi offervato
da
lali
quelle
univerfali
da
cui
fi
del
mondo
^.
i6
B R
r.
lettere
SI
fatte
propofizioni
Or
s'
elle
folTero
fi dovrebbon
,
fapere e conofcere
principalmente da quelta maniera di gente, come quella che meno cangiata dal
coftume, dalle opinioni altrui, e dall'educazione . Niuna dottrina ilraniera o nuova
pu aver cancellato dall' animo loro ci
che la natura vi avefle impreffo E per
innate
da ciafcuno
fi
dovrebbono fcoprire
in
eOl
CAPO
Cbe non
v*
^(^E
le
IL
Innato
A P O
17
I I.
maggior parte
pu ci affer-
timento , perch
fono ignorare ; affai meno fi
mare d'alcun principio pratico Al' appello
a rutti quelli, che han qualche conofcenza
anzi dalla
Ma ben fi
che coiloro non ferfra loro , che per mera
necefllt , e non perch fia un principio
naturale. Perciocch nel medefmo tempo,
che fon fedeli a' loro compagni , afTaffinano i pallaggieri , che fatto non hanno
loro verun oltraggio
Si dir per avventura , che la loro
condotta contraria alle mafTime , che
fentono internamente , e che tacitamente
nel loro cuore approvano ci che fmentifcono coir azioni Ma oltrech la pubblica profefTione che fanno di violar la
giufliza diih-ngge il confenfo univerfale,
chQ tale perci non pu dirli, egli fembra ilraniffimo , che i principj pratici
abbiano a terminare in femplici fpeculafra
ladri
vede apertamente
bano la giuilizia
2oni
La natura ha pofto
yi.
I.
in tutti
gli
Uo-
Li
iS
mini
defidcuio
il
avverfione per
un principio pratico
tutto
in
I.
d' efTer
forte
temente
ne pu
1 R
il
felici
miferia
la
che
alcuna
pu provare da ci
non
confeguenza
che devono
AH' oppoflo
che non
una
Quello
ma
opera collan-
mondo
raccogliere
hanno
v'
perch
come
fi
( I )
zione
la
obbie-
I'
Autore
non abbia
taluno
amore e
gnizione
Ne
quella avverfionc
Come
alla felicit
a pu
fenza
efatto
il
non fono
egli
averne
aver
innata
anche
non
ci
direttamente
ha nulla
che anche
d' innato
di co-
prncipj
innato
in
II.
1'
amore
1'
noi
quella
idea
moparte
Capoti.
19
innate
pjr
le
le
le ella
non
fi
faceffe a
taluno
ricevere
Libro?.
20
di raziocinio
uno
de' pi
grandi
parola
r ha ordinato
cefle
la
Un
dell'
domanda
ftelTa
eterna miseria
Obbefano
vi
cui
fa-
direbbe che
de' principj
di
Morale
che
la
Natura
V* ha
polio Ma fi dee offervare , che
fenzach la Natura abbia fcritto nulla ne*
noftri cuori fi pu giugnere alla cogni.
altre
feguir quefiie
verit
Morale per la
giugne a quella
riconofcere che
di
fi
;
regole
noi fiam
tenuti.
A p o
ai
I I.
Altri
le
altri
Stabilita
di ci, che
facciamo.
una pruova
Or
la.
cofcienza
foffe
fchifano per la
, che altri
ragione .
Oltre ci non fi potrebbe compren-
Si
d*
faccia
una
rifleflone
citt
prefa
al
anime loro
facchegg lamento
nell'
d' affalto
cerchi
nella
car-
fentimento
delle regole della Morale . La violenza ,
ladronecci , le flragi fono fcherzi per
i
tali , che non temono di dover efier puniti
E non ci fono egli Hate delle Nazioni grandifTime , e ancora delle pi colte ,
nificina e
nel
alcun
bottino
21
B R O
I.
In alcuni paefi
fi
fepellifcono vivi
muojan di pano fi
Aflrologo dice che fotto cattiva ftella
fon nati In altri un F'iglio uccide o efpone fuo Padre e fua Madre fenza alcun
rimorio , quando fon giunti a una certa
et. In una pane dell' Afia {Gruber apttd
Th^vemt Par. iv. pag. 15. ) quando difperafi della guarigione d' un infermo , fi
mette in una fofia , e quivi efpofio ai
lle
venti e a tutte
l'
fi
lafcia
clafTo
de
la
Vega
nella
fua Storia
degli
Incas
potevano
figli
dopo cui
li
man-
A P O
43
I I.
Paradifo col vendicarfi cru, e col mangiarfene il pi ch'effi potefTero Infiniti fono
gli efempi di tal fatta che recar fi potrebbero , i quali pruovano che intere
guadagnarf
il
idea delle
re-
24
degli
individui,
B R
che
I.
Io
compongono,
? il
che avverrebbe
fima r equit e
la
rettitudine
Accordo che
legge non pruova
ma una
permifFion
la
,
violazione
eh' ella
pubblica
legge
un argomento , che
non nata cogli U-^mini
diamo qualcuna
di tali regole
vi
fia
fare
di
contrario
una
di
non
s)
.
il
fatta
Pren-
che fembr
e
pi naturale e
la
A P O I I.
25
pi univerfalmente ri-
cevuta
Madri amar
Or Te
Figli
debbono
confervare i lor
regola innata ,
quella una
bifogna o eh* ella fia collantemente ofTervara da tutti gli Uomini , o almeno che
fia
Ma
una verit
gli
di cui
convengano .
del Per
, e
de* Popoli , che
ammelTa E
, n
tutti
fenza
figliuoli,
(2)
fifizione
di
s'i
a quel che
dicono
Viagc^'ator
rs^ione
la
fteffa
ne ^ctta
ogT>'
26
innate
B 1
fenza che
il
I.
fiano parimente
guendo
la
violavano
le
idee
1*
altra vita;
in quella
non
vita
fe-
nazione
principi
che
ci
morale
noilra
fi
che f
a'
defiderj
lafciaife libero
il
volont,
della
freno
mezzo
di
effi
fa-
al
mon-
fi
fono
raffrenarli
col
pene , che
foddisfazione che aver fi
contrappefano la
potrebbe a lafciarfi trafportare al loro
impeto. Se alcuna cofa adunque foffe impreffa nello Spirito Umano ficcome legge,
converrebbe che tutti gli Uomini ne aveffero ficura conofcenza , e fapefTero , che
una pena inevitabile far il compenfo di
chi ofer violarla
Ma
gli
Uomini
di
di-
A P O
jBofTono ofcurare
I I.
2f
ed
rifpofta
qiiefta
con-
tratta dal
univerfale
ftfntimento
farebbe nulla
in
Uman Genere
tal
Il
a qucfto
cafo
di tutto
ridurrebbe
fi
Genere
riconofce per veri, fono innati
principi
che
tutto
refto
il
loro ragionamento
:
Umano
il
quelli,
di
buon
fenfo
dunque
noftri
queii principi
vanamente adunque e
fulfamente f ne
la
chiarezza
Il
vanta cotanto
Genere
la
in-
forza e
Umano non
B.
,,
o I.'
trover egli ugualmente impacciato eoo
quefte nozioni ofcure ed incerte , come f
non ne avefTe ? Qualora una Nazione prende per principio naturale ci che non l',
o rigetta ci che lo veramente , quefta
8
B R
il
frutto,
si
fatti
comunque oppofte
foffero
fi
come
fono
e quefte falfit,
alla
ragione
fono ftate fovente ricevute anche da Uomini di buon fenfo in tutto il refto , e
foftenute con tanta orinazione , che avrebbero piuttofto perduto la vira , di quello
che rinunciarvi , o patire che foffero contraflate
Per quanto ftrano ci fembri ,
V efperienza pur ce V infegna coftaniemente e cefTera ancor lo ftupore , ove
s* offervi
per quali gradi pu accadere
che dottrine , le quali non hanno miglior
forgente della fuperftizione d* una nutrice
.
dell' autorit
da alcuni
d*
una
riconofciute
vecchiarella
come
principi
fian
in-
fallibili
i
Quelli che
loro figliuoli
dono
^f
eflendo di
privi
cognizioni
fi
II.
de* Fanciulli
gli animi
cui
A p O
faciliflTimamente
impreiTioni, che
le
fi
fanno
traitabili
e ficuriffime (
3 )
quali fono
che
quelli
allevati
ftati
un
tria
tale
ramo
tej^a
fatti a farglieli
tano fofle
mente in
1*
riferifce
,,
agli
,.
io
t'
imprgoro
ci
cadere immantinente
^uejfe
cure
d'
ag^ugne
Ingegno
II
.
,1
Inon*
>
rerm che
riufciva
il
dif-
comunque lonv' ha
di
ficura-
dtalolico
Wohlfahrt, che
acconciamente
Interef. voi,
cofa
Il Sig.
>
fogglunge
tjualc\e
quello
vede
Uomini
Demonio
eflerc
fi
o rielV crecchie
infermo
Da
e mettendolo fotto ad
>
ha nella
,,
di ebbio
fafTo
difenderli
anche
dalla
fu-
pi
venendo a far
non trovando
piii antica
di
B R
I.
rifleflione fopra
nell'
ftefl
opinioni infegnate
tali
la
Ci
ma
te
fi
preflbch inevitabile
alla natura dell'
zione degli
immerfo
affari
La
pii
Uomo
alla coftitu-
in cui egli
parte degli
fuol efferc
Uomini fono
V*
quali
s*
acchetano
ha alcuno
A P O
3K
1 I.
principi
che fono
loro
ilari
infegnati
, che
hanno loro propofti
Quefto lo flato , in cui fi truovano
tutti i Fanciulli , dimodoch non da ma-
mantenerli fu
e a
fede
la
di quelli
gli
f in un*
et piii avanzata
ravigliarfi
cui fono
occupati negli
o abbandonati
ad efaminare
ai
della
affari
feriamenie
le
in
vita
fanno
opinioni di
fi
Ma
abilit
di tutti
e di tutte le
fuoi ragionamenti
Chi pu
fondamenti
foftenere
come
quello
un
di
lungo tempo
in errore ? Quanti vi fono che
abbiano
quanto bada d* ardire , e di fermezza per
incontrare , e foffrire animofamente i dileggi , e le cenfure , che foglion farfi a
coloro, che ofano allontanarfi dalle opifofpertare
d* eflere
comuni ?
da maravigliarfi
nioni
giudizi
flato
E dopo
,
si
quello far
egli
Libro
g'
CAPO
I.
III.
ai Prncipi
che Pratici
nipOrnando
che
a
s'
dire
e
come abbiamo
mi
non pu
c/Jre
Or.
rt
1 1 I.
33
gi dLtro,.clie
mtdtfmo
qaelta
tttnfo
efferc
propofzione
l'idee di impQjJilit
una
e
cojh
non
inchiude
e d' identit,
che
che cofa ha
bianco e '1 nero, il dolce e l'amaro?
il
Quelle parole indican anz,i dae idee , che
lungi dall' elTere naturali richieggono per
e l'identit avanti di
faperc
efaminalTero
domandi
giammai trovare difficolt
Si
pertanto f fi vuole anche ad un Vecchio , f un Uomo , che una creatura
.
cui
in
Fol.
fi
diffe
che
aDpreiTo pafs
,,
,
Libro!.
54
anima di Pitagora ? Si vedr dall' imbarazzo in cui egli far , che V idea dell*
identit non cos chiara come i crede
e per confeguenza che non certo nata con
noi . Quante decifioni contrarie pur non
1*
farebbonf udite
punto?
infiniti
altri
in altri
tempi
fu
quello
no
che non
efTendo
la
non
innata.
Ma
fi
trover,
A p o
I 1 1.
ftelTa
la
polTa baiare
medefmi corpi
a querta
domanda
pefle
fi
di
per chiamarli
ci porto
farebbe
quefta
prima
Secondo
adunque
maniera
35
eflendo tutta-
rifponda
fi
ritbnd^fTe
una nuova
campana
ma
comune
il
comune
Nella
non
per
medefima
la
rteiTa
ifcortarfi
dal
di correggere
s*
1'
efprelTione
comune
ma
modo
QuanJ'
II
ella
rifonde
la
nuova che
I.
Perch molte
parti
nella
ne
per
rifui ta
doppia
fufone
fi
ra-
per-
dono . 2. Perch quelle che rimangono Ci difpongono in un^ diverfa maniera Non v'ha pi duncjue
ne V identit Jella materia , ne l'identit della.
.
S^
Nel
dmoflra
Un
paragone
cfattameiite
una moftra
prima
la
prima
le
part
gli
fi
Non
medefima
maniera
corpi
ftelTi
tutti
che chia
Anche
la
chiaramente
non
m.i-
modo
Queft'
dimoftra
che
certamente
piu
la
far
fuor
di
luogo
il
riferire
fteffa
^owntff ha immaginata
non
>
fo f per f
cam-
la
bench ridotte
R chiamerebbe
Comune
fog-
modo
fteflo
contuttoci
efempio
fteffa
nella
Allo
nutiffima polvere
esattamente, da
mac-
parti
>
medefma macchina
fcioglier
S' io
minime
nelle Tue
componevano
in cni eran
min
ricomporre
individuo
quello
farebbe
MAG-
'
o qualfivoglia altra
ripetizione,
,
l' Autore
nemmeno ,
dire
modo
mcdefimo
al
torner quindi
I.
capitolo
fcomporrc
potelfe
(i
china pi complicata
gia di
TUTTO
IL
acconcio
pi
che
chinmarla
R.
non fi pu
che
macchina
feguito di qutflo
a pro-
che
il
mede-
^.7ffcr7*o
deV anim.i
>
A p o
III.
S7
quantunque evidentijjmi , f^ano principi innati Non riferiremo ci eh* egli dice , perciocch da quanto abbiamo detto finora fi pu
conoscere abbaflanza il fuo metodo e i prin.
Cartello u i fuo
appoggia
gagliardamente
Difcepoli , cbe hanno pi
foio era innata , ferajhnuto , che /' idea di
fu cui
cipi
s'
comprefo bene
gono
loro
f quelli
il
comune fcnforio
indcftruttibile
la
ad
efler
di
qucfto
Scoria
morte
sltro
il
quale
germe
Naturale
un
anche
(a
intatto
Rifiirrezione
la
un
ac-
in noi d
fa
fuffifta
che
non abbia
nuevo fvluppamenro
nella
AbiiifTimo
come egli
anche neJl' Uomo ha voluto troche
fuorch
s'
eh' egli
che leg-
germe
dopo
ci
,
vare
Con
Tua
ipote/
Scritture
fuo
certamente
non
rigenerazione
fuo fiflcma
anche
cerca
in
foccor fo
pruovano
e a
adopera a confermare la
s'
trarre
di
Ma
la
Tua
difpetco i tutti
tcfH
le
Divine
eh' ci reca
Palin^enefa
i
Tuoi sforzi
o
il
38
eorgerinm
neU' idea
che
ejji
che fijjano
B R
I.
variano firanamente
a queja paro'a , e che
la prendono
affatto
il pi delie volte
improprio, (a)
(r)
L' Ab.
efferfi trattenuto
in
CotiilUc accufa
di
foverchiamcntc
un fcnfo
l'Autore
di
combattere l'opi-
non
fo
Locke
condannarlo
altri
Or
certamente
infigni Filofofi
mente come
confutazione
pi
tutte derivino
diretta
necefiaria
han curato
e
di
dalle
dell* idee
che
dietro a
di
porre in
moftrare apertafenfazioni
lanate
>
una
non farebbe
3f
LIBRO
DELLE IDRE
IL
ANALISI
(*).
r)
DELL'
flato
E'
dall'
UMANO INTELLETTO.
Ab.
di
appofto
Condillac
prenieffa
Io vedr di fupplirvi
Metafifici
mi
fcofterb
in
difetto
un' Analifi
dell'
il
In-
e f dagli altri
qualche parte
fpero
che
e delle operazioni
Metafifici Condillac
ceflario
farle
dell'Intelletto,
nafcere di
mano
due celebri
in
mano
principi,
Han
quindi
efT
loro
cui folte
no
incominciando
tutti
fenfi
dall'
odorato
1'
C4
Il
primo
accompagna
l'abbandona all'odorato
efpe-
gli
Amendue
il
per
fecondo
eccitando in
Analisi
40
lei
minando
fviluppamento
lo
analizzandone
Pi cofe mi
z.
al
natura
la
metodo.
loro
que(to luogo.
via
efa,
potermi attenere
di
lungo in
troppo
farebbe
richiede
Ei
facolt
lue
delle
vietano
Ei
I.
II.
per
fenfazioni
vengono
fuccefTivamente
diverfe
fucceffivamente
d'oggetti diverfi
corretti ad ufare
d' effcr
III.
fzioni
Statua limitata a
coirajuto
di
tutti
direttamente
fuppo-
Di troppa
in
che parmi pi
ficura
Mi
che
quello,
efammare
medefimi noi
noi
in
breve, pi
ad
fare)
Un
3.
giardino far^
luogo
il
tempo
fanno
tutti'
fiori,
frutti, erb'iggi
tive ec.
ad un
di
poco a poco mi
fi
guere pnrtitamente
finch diflpata,
m'ofcurava
mamente
gli
al
pergolati,
principio,
un comnleflo
rifchiara;
fiori
dir cos,
quella
mi
profpet-
che
una
cofe; qucfta
di
comincio
frutti
nortrc
oggetti
imprt 'Tione
loro
la
vafi
Io per non ho
apprenfioneconfufa
a
delle
mille
^li
a diflin-
erbaggi ec.
nebbia,
che
chiariflTi-
Dell'Umano Intelletto.
doiifi
quedo
In
4.
operazioni
le
viene
efaminar
ciamo
dalla
fentire
di
giore
folo
ho
dell' intelletto
tutte a
parte a parte
imprclTioni
1'
affine
che
io
frutto
ne veggo l'ertenfione,
Colla
5.
la
curiofita
come
folidit ec.
come
fento
cogli
occhi
figura,
I.
colore, colle
il
fapore.
il
L'eftenfione
efiion
modo
medefimo
III.
ec.
certo
in
la
natura intima
fi
natura
un
in-
di
momento.
melaran-
nella
fento?
le
la
tutte
io
il
fvanirebbcro
la
chiamaifi
dee
6.
melarancia
fento
le
come
IV.
la figura
nella
effe
fo io a fentirlc?
cia
oggetto
impreffioni
mano ne
(itne
vengono
con mag-
movere
al
quella
un
folidit
la
ci
Quali
nari
Comin-
procedere
di
i'eftenfione, la figura, la
II.
fatte
chiarezza, determiniamoci
quali con-
le
41
compren-
tutte
oggetti
dagli
f^tto quafi
fol
altra cofa di
foftegno, e che
di queflo frutto
chiama fofanza
dal
Elfa
Latino
eilenfione
al
colore,
al
fapore
ec.
ci
che di-
fanno co-
Analisi
42
Ma
7.
non
curiofit
la
da cib appagata
mai
cos'
La quiiione non
co
fale ec.
che
fo
fcomponendo
quele fibre,
gli altri
terra
frutti
fuo-
e in
medefime
quefte
conchiudo
tutti
in
con
non
fian
corpi
cofe
quindi
proporzioni
diverfe
molta
probabilit
che
com-
fecondo varie
binazioni
proporzioni e difpofie in diverfe maniere, e che
di
Ja
diverfita dei
fale
terra
la
clementi
gli
Ma
Che
Q.u
cofe
l'aria, l'acqua,
perci
le
medefuoco,
fojanze eie
cofa
fon
io
il
il
fuoco
V aria
forzato ad arredarmi,
un oracolo
oltre
io
tenebre
dicefi
ci
in
diverfo
affatto
modo
ignota
Tappiamo fuorch
le lor
la
Altro
noi
qualit,
difcoprlre
penetrare
non han
Filofofi
non
difpofi-
intime
effenze
Dell'Umano Intelletto.
Conchiudamo adunque
8.
ma
intima,
Ma
quefte
la
ferve
qualit
melarancia io vi fento
folidit;
col
V elienfionc
parti
che
che occupano un
querta
dire
foftcgno e
di
efifton
ne'
effe
l'
edenfione
figura,
la
1'
guardo.
di pi
lor
la
una foftanxa
alle qualit
ignota, che
d'appoggio
45
primo luogo
in
che ha un corpo
una
certo fpazio
cl^cnfione
(a)
efillono
(b)
circofcritta
la propriet,
fignifica
di refiftcre ad
vuol
da
/?**
la
medefima
ogn'altro, e im-
fpazio
di
al
realmente
Ma
9.
calore o
col
rancio, ond'
colle
tatto
io
fcopro pure io
vi fcopro
il
ella
ha
l'odore.
nari
nome,
il
col palato
Quelle qualit
d femplice proffimit,
vedr
nome
Elia
al
chiama anche
fecondo da
fapore
f tale
>
effe
unione
o i continuit affoJuta
preferire
impenetv.ih'u
di propolto
nel
fia
fi
colot
efifton
il
il
lei
il
il
Si
primo
Analisi
44
Efaminiamolo. Metto
cio,
delira
la
melarancia
frefca
al
calda e
la
fcnto
la
melarancia
nel ghiac-
la
Onde
precedenti
le
mano
la finiftra
dire
medefimo
tempo? Sarebbe contraddizione Qualche ragione
cftrinfeca vi debbe efTer dunque di queflo fenoche
la
fia
fredda
al
meno
ed eccola efattamenie.
cflendo
di
elementare che
fuoco
fuoco
mano,
alla
finiOra
quantit
melarancia
la
quefta
toccarla
La mano
ha minor
ghiaccio
nel
ftata
e la
mano
diventa
Al
fuo
del
calda.
pii
ha
maggior quantit, che non abbia
la melarancia. Al toccarla comunica alla melarancia una porzione del fuo fuoco , ed effa in-
La
deftra
elTendo
(lata
efpofta
fuoco ne
al
concepito una
melarancia
nella
Che
( e )
tutti
corpi
il
s'avrebbe
fuoco
rrerte
altri.
qujftione s'egli
,
anzich
dire che
efiftano
elementare
/.t
(^Iftifo
V'ha
freddo
il
,
a'cuni
fcarreo-CTa
fia
fi
Jn
co-
Cofa notifllna.
corpi
1'
atrraooano
pi
degli
meglio
recenti. La deci-
anche
ne a quello luogo
Dell'Umano Imtelletto.
mano, poich
n-ella
attraendo
a
quella
45
divien fredda
lei il
in
il
ii
efifa
moto
per
tutta
v'imprime un
cert' altro
mano
della
che
diramano
fi
la
11
pi tardo
moto,
forf
nel
fecondo.
propagano fino
al
pi
ci
celere
nervi
cervello, da cui
anzi
anche
Bench
d )
1'
efiftenza
non
diinoftrata
fia
lifiTima
Da
mente
col cervello
zione
ajfoliKamente
la
comunicazione
Al contrario
fcono di
fentirf
vi
tuctor
quel
porzione
Comunica
>
di
un nervo
quali
fia
il
o in
del nervo
che
in cui lo era
ci baft perche
afflrri-
mo(fa da qualunque
modo medefimo
era intero
fono molti
^\
un
probabl-
per
di
impreflloiii
Je
che impedita
cervello
nel
rechinl turte
fi
quando
abbia Ja
cervello
cagione
il
itelTa
in
nervo
fen-
Analisi
4^
moto
il
moto
comanicato
lei
fecondo che
azione
>
>
dal
poich
mods
altri
mamente
,
Juoghi
trafcorra
che per
fluido eftratto
ufererao
da tan"o
che
fi
il
efl
fluido
le
ipotcfi
particolari
altri
a^ilifll-
parte
dalla
altri
( e )
penfante
il
tutte
fia
efterne impreffionz
Noi
1'
cello-
fi^
d'
pi
avvifo
elettrico
,
lafciando
all' Eflec
nccelTaria
al
Gap, 5.
del Lih, 4.
n^l
certo
celere o pi
pii
contrario
calore
di
di
fili
nervei,
La fenfaiione
47
tardo imprelTo da
che
freddo
neil*
una femplice modificazione a lei cagionata per modo ineffabile o dallo lefTo tremor
de' nervi, o come pi^ probabile da qnedo moto
anima
la
quale non
pu pur con-
fi
glianza
Il
o nella mano
di eccitare
non
efifte
Circa
IO.
S'io guardo
la
al
colore
vegga
che
la
fafcetti
fa d'
la
potenza
onde
poi
avviene
lo ftefTo ?
egli
che
in loro
fi
uopo che
luce
fia
di
raggi
riflettuta
i
quali
percoffa
fia
all'occhio
partendo
mio, che
da
ciafcuti
fteffo
un certo moto
imprimano
al
fia all'
portato al
anima comuni-
cato.
nervo ottic
fia
diverfit
la
del
feafaxionc
48
d'uno o
Analisi
Anche qui adunque fra
anima, e ci che nella me-
d'altro colore.
larancia non
non
che una
eiile
configurazione di
atte a
parti
chio
piuttodo
d'un
altro; e
la
per
anima
da quelli
fapore.
al
moto
nei
moti
fieno
12.
al
Tali
imprimendo
lingua, fanno
cervello,
un
certo
che
quefli
che
l'anima
Intorno
mcnte.Odo
odore
emananti
nei
recati
la
all'
effluvi
nei
nervi della
abbia poi
da
contenuti
fottililTimi
melarancia
della
dal
dalla melarancia
fughi
nem-
ma
octico, e
quanto
fo-ttililTimi
nervi olfattori,
quelli
oc-
comunicato all'
adunque non efiile
colore
il
raggi
nervo
al
cervello,
al
Anche
all'
lor impreflfo
portato
quefto
riflettere
raggi
meno immediatamente
moto
In quella
il
ai
fuani
lo
(leflfo
efattiffima-
il
fuono
vibratorio
mmime
dal
della
tremore
velocifTimo
campana, che
al
quelli
delle
moti
moto
parti
fon
moviraenii
fui
nervi
ac'*
Dell'Umano Intelletto.
fici
al
49
movmienti fono recati
anima comunicati. Il moto
cervello, ed
ultiiiio
all'
delle fibre
cagione
ancht qui la
determinata
cervello
del
l'anima
che
una
abbia
(cnfazione di fuono.
Chi
13.
in
una
corpi che
pertanto
potelVe
efattamente
flelle
ofTervar
non
ei
certa configurazione
n;,e movimento
cofe
le
vedrebbe
,
ne'
difpofizio-
vedrebbe
mediatamente o immediatamente un certo moto nei nervi, vedrebbe
quefto moto propagarfi al cervello ; ma ci che
minutiflme parti
di
non
e
fuono
vedrebbe
lo
freddo
affatto d CI che
Due
che
efiftere
.y
colore^
che crediamo
nell'
odore
elfer
foia,
diverfe
fpecie di qualit
hanno dunque
fi
mente
o
ne' corpi
quali
almeno v'efiQono
come fono V
ejienfione
da noi
una
in
,
figura
la
fu-
corpi,
ne'
anima
nel!'
anima
corpi
ne'
efiiier
maniera
^
real-
concep fcono
la
fimile
fclidit,
(/)
cifsmcnte
crofcoplo
lurro
eguale
la
ftefla
un corpo
e
come
il
continuo
offervariJijIo
mpa^"
fotto al ncrofcopio
VoL
co!
ci per
non
Analisi
50
e
apparenti
le qiialitli
da noi
fono
che febbene
efitlere
non
vi
calcio^
il
Ma
15.
l'inganno
il
efiilono
per
freddo^
il
rcahnentc
colore
non v'cfiltono
anch'
crederle
di
il
.^
fapore ec.
Beli'
feniazioni
fuori
da
oggetti
agli
noi medefimi
di
cui
queir abito
faccia
che menta
d' effe re
fono
ci
deflate
quilhone
trattata
applicarle
Come
difficilifima
Gap.
9.
di
il
Ma
intorno
mente
trafportano fuor
fi
la
natura e
mangono collantemente
zione del dolore
comuni a
toi^lie
che
altre
in
non quella
di
parti
noi
di parti
ftelTi
egual-
bea
per
come
la
ri-
fenfa-
come
tale figura
che
noi
certa uiione
egli
variet. Alcune
la
union prccifa
cfiila
quello
modo
fenfazioni
le
noi
di
importantifima
offervazione
determinarne
medefimo
fatto
non tutte
da noi
al
al
Per ora
parte.
fi
fui
noftre
le
ed
in
contratto
abito
dall'
egli
realmente
effe
efifenti?
nafce
come
onde vicn
loro
E'
pajano
ci
concepifcoa
fi
il
caldo
il
e quella tale
crediamo
figura
non
una
Del
freddo
Umano Intelletto.
l'
odori
gli
danno interamente
Circa
17.
eftrinfcche
mi
come
teila
come
51
altre
f>.ion\
fi
colori.
la fete
gotta,
la
itomaco,
di
ed
da
fame,
la
denti
di
agii obbietti
dulori
ai
n.a
fapor't
naturalif-
cofa
la
duol di
il
mia fenfazione ad
concepifco niuii
quando
non
un oggetto eterno,
L'unico
dipenda.
oggetto eftcrno, da cui ella
fima
Io non polfo
trafporto ch'io
credere, che
di
riferire la
poflTo
fia
fare
lo
principio fenziente in
forf nel dente
v'
nemmeno
ha
elfendo
accennato
moto
per
18, Circa
proffima
non
immediata
caufa
che
elfi
l'unico
l'anima, e quando
la
la
dal
fopra
di
fiomaco
delio
comunicato
procedenti
ma
dal
cerebro
dolori
ai
abbiamo
fenfazione non dipenda immoto eccitato nei fili nervei
come
del
quando
piede,
il
ma
probabiiillimo,
mediatamente
fenta
noi
quel
cafi
delia fenfazione,
quelli
in
dente medelimo,o
il
da
caufe
pili
fuoco non
nelle
mia
al
fila
in
fento dolore.
fa
amendue
In
cafi
il
nervee delia
amendue
cafi
mano
dipende da
la
quefto
fenfazione
nel
moto
primo
Analisi
5^
io trafporto la
poncndo
efiiic
ili
il
mia
caiore
cos cfillente
dico che
iic,
trafporto nel
fecondo
fuoco
il
che
efila
il
non
calao:
dilTatti
fup-
fuoco, come
nel
la
dolore, n ha mai
Per ilpiegare quedo fenomeno ofTerviaprimo luogo, che io (cifo dolore non rimane totalmente in noi f non quando trattali
di fenfazioni appartenenti al tatto Un odor fetido, un (apore amaro, un fuono afpro fon certamente (enfazioni fpiaevoli
ci non cibante
neir atto che li fcntiamo , fuppniamo comunemente efiller anche ne' corpi , onde vengono ,
una cola fimile a quella, che efiltc in noi. Anzi
19,
mo
iii
da odervare
dolore
t\o\\
appartenenti
fuono
fi
di
pi
che
al
tatto.
dicono
nome
il
medefuio di
attYibaifce
s'
Un
fenfazioni
odore, un fapore
[piacevoli
o diJ\u/to/i
un
non
fi
odorato
al
allora al tatto
Ma
palato
da
noi
come
la
fenfazione
all'
udito
,
,
tutto efi-
anzich
all'
appartiene
feafi
Diiatti
unicamente
la
DE
mini
UM
L l'
Intelletto.
A N o
acuto, punpente
di
mordente
55
frizzante ec,
fazioni di
Ci
10.
negli
oggetti
pore, ed
il
caldo,
freddo, l'odore,
il
fuono, non
i!
lupponiatn
dolore,
il
fi
fa-
il
perch
e formati
in
colla
i
fola
ne' loro
che noi
differenza
viene.
Un
in
noi
che
e
li
fcn-
dillinguere
di
cagione
dalla
,
fi
non
al
abbiamo
Fanciullo che
rifpcttivi,
fentiamo,
li
entrino
e tali
corpi
pwngc, o
la
onde
taglia,
fi
il
hanno fopra
vede l'azione
di
dolore,
efifiefie
la
de'
ne vede
la
ove
corpi
modo,
falTb
dolore in
o nella
nozione del
il
il
formato gi
dolore
impolTibile
onde nafce
fatti
cos beli' e
erettamente
che
ch'ei fente
nell'
cagioni
lui efercirato,
n ha cofa alcuna
11
le
tali
con
gli
osgetii
^
quella
parrebbe
efiftelTe
54
che non ne
Analisi
deiTero qualche fegno
Avve22o
in
queOe circoftanze a diltinguere le Tue fenfazioiii dalle cagioni onde provengono , anche in tutte
le altre
zioni
(
pruova
cui
in
fenfazioni Umili,
ficcome
avviene
per
egualmente
un
fenfadoloro/c
foverchio
fuoco
operan fopra
getti
dolore allo
di
lui
intende
modo deve
fleflTo
che
per
tutto in
effer
il
lui
le
mato
tatto,
fentir
prodotta
alla
da
ferita
lor
il
La
21.
col
faciliti
che rifpetto
queOo
fenlazioni dolorofe
iodifFerenii
(^),
di
ma anche
rado
non
fcnfo
nelle
pure
piacevoli
inganniamo
ci
nelle
come
troppo
in
trattarla
lungo
mi
porterebbe
s'
io
qui
voi e ili
agli altri,
rifpetto
55
ne' corpi
efiller
efifte in noi, o viceverfa (h). Toccando un corpo duro o molle, ruvido o lifcio ,
fo]ido(/) o fluvido , d'una o d'altra grandezza,
d'una o d'altra figura, non v' ha niuno il qual
non diflingua come due cofe diverfe la fenfazio-
quello che
ne eh' in
lui
propriet che
la
freddo e
al
il
22.
no
quale
al
quel
fuori
l'azione
troppo nafcoQa
ci
abbiamo, o piuttodo
formiamo il maggior ingan-
Il
intorno
parte ci in-
fole, in cui
le
fenfazioni
fole
le
corpo
nel
Il
ci
della
di noi
il
vifla
caldo,
Quando trafportiamo
il
odori,
freddo, gli
fa-
fapori
i
ed i fuon finch
( h ) Gli odori
non giungono ad effere dolorof , da noi fi fuppongono come abbiatn dimoftrato
elfter tutti ne'
,
noi.
efl
ponghiamo
perch
>
il
folo che in
veg^am
troppo
apertamente
re
pertanto
perciocch
allora
cfifte
foitanto
la
Ri'"pecto a
efatti
ne l'atto di fenrirc
ma unicamente
zione deriva
(
non fiimo
cagione onde
ne
s'
D4
Cfa
ftnfa-
la
Per foldo
pia-
Il
non fup-
Analisi
$6
pori
Tuoni
che queiti
noti
facciam altro
non credere
in
far
che
comune
tutto nortro.
diamo
pi oltre
Ma
noi
li
quanto
obbietti quello
ai
diamo interamente
agli
come nollre
enfazioni, li confideriamo unicamente come loro
propriet
Due ragioni a ci concorrono principalmente. I. Vedendo tutti
corpi tinti di un
obbietti
invece di
conOderarli
qualche colore,
dello
tinti
vedendo Tempre
a'
medefimi
corpi
Efendo
2.
gli
(efTo
l'
corpi
(eiVi
da
(tato
fia
ca-
facilmente
inTepara-
da loro
che
impreflTione,
fanno
ci
che
ci
fanno
pori, ed
il
fuoni
caldo,
,
il
freddo,
difficilmente
allo
1^.
gli
C]
ci
fa-
pu
in
modo che
(ielfo
odori
cader
cui le diverfe
nguard^ino
introduce
rilevanti (Tima
5'e>?r<7^/o?7f
piij
appr^nfione
ToelTiTi-no alme;
veggono ind'^-^rentemente l'uno per
r altro; almeno la loro differenza non mai Hata
no
uTati
psr-
UM
E L l'
peranche con
Tacco
N'
I N'
TO
E L L E T
57
non
di feniire
Ma
certamente un Colo, n
tutti i cafi
han delle improducono un' interna modificazione ni piacere o di dolore [^], ve n' han deli'
altre che ci fanno una femplice rapprefentazione
delie cofe ellernc; ve n' han di quelle finalmente
in cui proviamo e l'uno e l'altro effetto Quelle
lo IteiTo affatto in
preiriiii
che
ci
differenze
fcienz
fon
cui
in
importanti
troppo
precifione
la
fi
fian
dirtinzione
progreffo
boli
molte ofcu-
mancanza di quefia
vedrem pure in|
pruove ne
varie
fovraccennati in un
tre
in
que' cafi,
cui
in
interna
uni-
impreffloni
di
piacere
ci
che
le
imprefloni
ci
non importer
in cui
indeterminatamente Tatto
(k)
nel
le
voca-
ilnorsimo e
fignincato
camente
una
in
Intendo
i:i
moleftia
In
genere
di
qucfto
,
vale
baller
di difiin-
accennare
luogo
a
la
vcce dolore
Analisi
5'
munemente
tenue,
piacere o di dolore
modificazione
la
riceviamo
che ne
di
per Io
pi s leggiera, che non ce ne avvediamo neppure. Dico per lo pia, poich un bel rofifo , un
tei verde, un bel giallo ci producon anch' erti
certamente un piacer tfico e fenfibile, al contrario una luce fovcrchia ci produce una fifica moMa
leftia, che talvolta arriva anche al dolore
.
quefti cafi
fono
meno
frequenti
Nella
vifia
comuni quello, che pii frequentemente ci accade, di non fentir nulla Un faffo,
un legno, una ftrad , una piazza, una cafa,una
porta fono oggetti per noi comunemente indifferentiffimi ; alcun piacere n dolor fifico non fenoggetti
degli
rifpetto
tiamo
nel
loro
ci
(1)
riguardarli,
M-oJiJica-'Jo'-e
della
vifta
termine
unfverfaliflmo
determinata mani'Ta
opperlo
Noi dovunque
raj.-'piefent.iz^iore
flato
fifico
ci
le
.'n
una
occorrer di
intenderemo
1*
cffte
in cui
I'
fe^ pre
anima
Dell'Umano Intel|letto.
ne o
forma
ia
luce
colori^ e
che
qualit,
V ejen/ione
figura,
Di raro adunque
UelTo
lo
mezzo
per
la
5?
il
dicali
loro
fi
moto
ec.
tutte
di
fcoprono
ci
le
come
deilano una
ci
di
trarportare
di
crederli
infieme
interamente
colori
qualit totalmente ad
(w)
pena ricevuta
mente
colia
quanti
la
ci
fa
la
che ap-
oggetti
punti d'impreifione
trettanti
appaiono,
conofcere
di
pofizione
la
inerenti
loro
agli
corpi
fui
elfi
punti colorati
che
all'
Le qua-
imprefloni
efattamente corrifpondente
lit
vifibili
Come
D'Cendo
quelli
ch in un Cieco
la
prima
rifletto a
al
iiato
,
ne'
Bnibini
vfta
>
e modifc.izioni
fcnfibililTime
nati di frefco
tata Appeiid.
come conila da
V. anche intorno a ci
al
Cap.
9.
poiper
vedere
accen-
9.
che incominci
s*
CaD.
volta
modifica-
vnrj cfempi
la
fcu
ci-
Analisi
6o
comunemente
o
mod/firative
fenftbtii
fra
le
loro
dirtanza, e
la
mentc fubito
vengono. La
fi
mente
fi
fra
pal'a
effi
fuoni
come
degli
qualit
come
co-
come
riguardiamo
noi, e
come
confiderano
fi
da
ci
co-
da noi intera-
riferifcon
interamente
fimil-
oggetto da cui
all'
differenza che
agli oggetti
porzione de*
la
udiamo, corriam
col penfiero
che quefli
gli
lori
fra
psr mezzo
lori
come le ultime
come le prime
fentative fono
tarli
o rapprefentative
percettibili
25.
polTono
fi
ci
tuttavolta
che
men
affai
La ragione
fi
forme
quale
la
efattamente lo
quanto
mero
fieffo
offra
colore
in
;
tutti
fuoi
tanto pJ difrtj.,
fi
quanto
perceoifcono
punti
viva e conf-'ouentemente
punti vi
uni-
colore
i
percepire,
ci
un
pli
pi
cli^ira
facile a
nu-
magg'T
diftlntamente
il
DE
che
vi
Umano Intelletto.
L l'
truovi
li
Nei
fuoni
quale
tutto
il
loro punti.
Uomini
una fola,
cffi
corpo
r orecchio
rapprefcntazione di
la
qual
la
quanti fono
incontro
all'
cofa
abbiamo
tante rapprefentazioni
ne
di luce
6t
di
fonoro
Kameau
Se
di
Uomo
ogn'
Tartin
avelie
altrt
degli
di
medefimo tempo,
fuono fondamentale anche le fue
oltre
al
confonanze
fuoni
de'
s'
pi
fuoni al
la
accollerebbe
certo
Una pruova
meglio
affai
a
ab-
maniferta ne
biamo
prefentazione
diilintifTima
fono
poich
e'
non
parziali
quante
le lettere: ad un Chinefe
per lo contrario
non farebbe che una rapprefentazione con-
ella
fufa
vi
perciocch egli
fuoni
vi
faprebbe dillinguer
lo ftelfo a noi
rapprefentazione non
la
le
quali
avverrebbe f
melodie
in
le
tutte le voci
mai
quafi
finfonie
ia
articolate ci
o contemporanee,
a
rendere
e pi
la
le
dilliata
Analisi
6z
da dividere
riguardano
ton d
noi
tatto
figura
caldo^ e
il
il
mente
particolare
durezza,
che
fen-
fi
corpo
del
altro corpo
di
freddo^ e generalmente
il
cio che
folidit
la
fi
fcoprono fola-
immediato
contatto
un
eflenfione
la
parte
che
quelle
fo:!
cio
il
con
contatto iminediato
il
come
piacere, e
qualunque
in
il
fi
clair
tatto univerfale
il
anche fenza
(/>),
due
in
come
la fluid/t
la
la
ci
offrono
di
che fra
abbiam
ad
elfi
tocchiamo
fa
ci
effendo
dell' efiltenza
la
dovrcbber
imprelfioni
rapprefcntazioni
vifi
di
riamente pi
p )
ittence
edere
la
un corpo
avContut-
attendiamo ordina-
fcabrezza o
per
altrettanti
fa
ci
il
cfciiiplo
la
fua
lifcio ec.
i^oco e!cincnrai-e
altrettante
efteriore.
modificazione che
alla
durezza o morbidezza,
flelfo
che
come
fua imprelfione
tutte
una cofa
Jp
fole
le
veramente
fione che
qucfte
fono
de' corpi
reali
ragione di confiderare
poich
indiibicata-
alia
lione o la (u figura
gioni
una che
i'
1'
tatto
non
fentazione
quindi
molto didintd;
vuta
dalia
rappre-
la
che le
noi
l'altra
han per
fi
pi
a(fai
6^
fua elten-
la
aver podiamo
Jntereffe
tatto
biamo fempre
durezza o
la
molto
laddove
faper la
di
morbidezza,
interelfe ab-
moditcazione che
lo fcabro
il
la
lifcio ec.
forf
anzi
quali
difetto
della vifta
molto pi
eglino
perci
Efercitandofi
in quefto fenfo, e
fan
oggetti
gli
ma
J'eftenfione, la figura,
Ja natura
per
la
conofcerne
pofizione
arrivano a fcoprire
quelle differenze
le
nelle
eziandio
propriet,
imprertoni
ed a
( q )
Quali
{(]),
rapprefencazioni
il
IVewron
ha meritato
?
chiariflme
non
Matematici
non
Analisi
^4
Gli
27.
odori
parlando, non
fapori
comunemente
ci
che nell'oggetto,
CI
non
formiamo mai
ci
Oefii
Fiutando
di
ma
lei,
lo
continua
non
nella
melarancia.
odorofe
uniformit
,
che non
anche in
me,
dall'odore
Una
ragione di ci pu efTere
quando
l'oggetto,
1'
fia
neflfuna
che in
altra
ot^getto.
concepifco
l'odore
la
fuli'
la
la
che
fiuta, o
fi
dell'
tra
fuppongo
che
1'
organo e
affapora
fi
impreffioni
Un'
fapori fere
in f
fteffa
pel
fuom afcoltiamo
al
tempo iUlfo^
riguardata
piuitofto
la
come una
negli odori,
fuccellione da
linea
punti
noi
continua,
feparati
l'uno
Dell'Umano Intelletto.
c.air altro
ci
65
co!ne;nporancr
fapori
per lo pi, e
mtfcoidii
CI
odori
gli
contoidono in
fi
un odore o lapor foio. La rngione per principale, per cui non irtacchiamo mai gii odori, e
da
fapori
abbiamo
interelTe che
guQo per
del
obbietti
e
vilt
il
pel
non ce ne formia-
credo che
fervirci
fia
poco
il
dell'odorato, e
rapprefentazione degli
la
abbondevolmente
per
cai
Cani
alle
,
fenfo
il
odo-
minu-
e pi
Ich' altra
alle imprellioni
pi diligentemente
rofe attendendo
qui
maggior ufo,
principale e di
imprelTioni
loro
Lupi
tal
poca ap-
di quelli (enfi, e la
preitiamo
plicazione che
in
io
abbiamo
Intendimento facciamo
animale,
di
ritrarne
che gi
prontamente
la
medefimi
noi
mo
tamente diltinguenJo le loro variet, non arrlvin anche a (laccarle aff.itto da f medefimi , a
trafportarle fai corpi , a confiderarie direttamente
per
abbiam noi
colori
dai
e dai
che
il
piacere
il
do'ore
in
averne
diilinte,
fuoni
ad
come
L' indiffe-
fa
certo vedere
lor
prodotto da
ragioni
mollo
per
pi
Voi.
cui
il
anche
piacere
il
il
caldo
.dolore
il
non
Le
freddo^ e
ci
fanno
Analisi
66
comunemente
prefs'a poco le
niuna
r )
Quelle che
ci
e le qualit [eri'
deiano
ci
{rxno
ci
fon troppo
quelle che ci
minori
loro,
fra
producono
troppo
nano
rifpetto a
che ne abbiamo.
Che
fen fazione
la
fia
cit)
noi
lei
Determinate
qucfte
Torniamo
al
giardino
( r )
ove
chiamer
fi
e apprenfione rifpetto
una modifica-
29.
altre
inde-
prodotto da una
in noi
cagio-
o percezione
rifpetto
qualit
ci
vorr accennarfi
terminatamente l'effetto
nprejfione
alle
o rapprefentazione che
noi
diverfo
diligentemente
cosi
rappre-
diverfe
noi
in
effetto
la
a'
ftbl'i
co
ed
odori
agli
abbiamo accennato
lS. Le quiltti rapprefot.'tive
fapori
fon
rapprefentazione
che circa
fteflfe
trattali
A;jg'ungo
laa
femprc
feiifazioni
di
ci
determinare
cui
la
le
natura e
comunemente
perch
operazioni
prime
il
avvenga
quello
cHq
^:
DE
L l'
UM
primo
al
Intelletto.
No
cofc
chiara
come
cipio, e
in
diltinta
s'
acquila
apprefTo
Qumdi
lui
per non
ci
rif-
fi
Or d'onde
percezione
molte
principio
vien
prin-
chiara
la
mente
cofe
con
cos paffuto
fentire
impreliioni
le
la
limitata,
un
fol
(overchia moltipli-
l'imbarazza,
tutte
medcfima forza,
comincia
la
della noftra
dell' imprelfioni
la
poco
ella abbracciar
Come
jei
contuHi percezione a
La forza
30.
n pu
ella
detto
confara di un compitnb
quanto.
tutto
di
queita ofcura
titk
ha
atto.
-6-j
Abbiani
fi
chiarilfima
ella
non
entrarvi
difparte
in
forza
il
confonde.
han fopra
primo colpo
iuperiore
dell'
fiore
che
la
colpifce, or la rarit di
un frutto
quando la forma d'un pergolato, quando l'artificio d'una fontana ec. h mifura ch'ella fi va
fermando or fu quello or fu quell' oggetto, e
che in un oggetto medelmo ora oficrva una
qualit
ora
oggetti
fi
le
1'
altra
fanno a
fue percezioni.
le
rapprcfentazioni
pi dilhnte,
lei
La chiarezza per
pii!i
degli
chiare
delle
per-
rebbe a rifchiararle
la
percezione totale
del
lor
mano
in
mano
la
rimembranza
di
ci che
Analisi
ne' precedenti
avefTe
Ma
oflfervato.
facolt
la
magine
g
dell'
pa.
un altro
ad
ata
la
di tutti coli
mente
rifovveiiendofi
compleflb
totale
zione chiarifluna
fi
fopra
filTa
Or
una
di
chiama attenzione
prefente
anche
1'
tutti
di
alla
quanti e del
fine
lor
una
perce-
la
mente
l'atto con
cui
particolare
imprefTione
atto
con
cui
tiene
fi
a fc
qualche
per
dopo
forma
fi
allontanato
eontemplarjone
l'atto
'^
con
cui
rifovvienfi delle
anche
imprefioni paOate
ceffate
31. Ma qui molte cofe ci fi offrono a efaminare. In primo luogo l'attenzione fegue ella
fpef-
Non
fiffimo da
per
l'anima
La
cafo
lafcia quelle
ftanchezza
la
jmpreflione uniforme
fenza qualche
per
noja
fa
cambiamento, e che
una nuova quantunque
il
la relazione
che quella
ragione
trattenerfi
d'
una
fu
che
quefic
troppo
lunga
fi
fificamente
ha
colla
fifil
men
fua
fopra
forte
fituazione
Dell'Umano Intelletto.
cedenti talvolta quella che a ci
vicinanza
Speflb la fola
oggetto
un
d'
ancora
fpeHo
d'
determina
la
eh' ella
fi
ma
fia
vivamente colpita
difcorrendo.
e cos
iLita
in
tempi
altri
abbrac-
imprelFione ad un tempo
una
o n'abbraccia
pi
pi lon-
fu
la
fermi
un altro o
pi vivo,
grande, o pi bello,
tano;
fa
preferenza
6(^
folo
per
fola
hanno
nemmeno
appren-
una
La
dell'altra,
una dell'altra
una
pi
rotonda
colorita,
Come
loro diverfit.
pi
potrei
pi
fol atto a
opinione facile
a dimoftrarfi.
grorta
prima
falCti della
io
una pi
dell'altra,
m'accorgo
della
av vedermene
non avefT al tempo fteffo la percezione di amendue? Io non credo per che l'anima prefti mai
Leggo
a pi d' una per volta la fua attenzione
la parola Cuore; ho in effa la rapprefentazione di
.
cinque lettere
ma
e cinque;
mi
io le
ofTervo
in
attentamente
fiflTo
fuirO,
fima
la
la
percezione
percezione
fu
di
qucrta
dell' altre
mi
fi
fa
pi
chiar;f-
ofcuri
fififar-
Analisi
yo
per tfempio
fu
fuIfU
due lettere
al
tempo
ma
due,
l'ho
dall'altra
men
parte mi
che
fapere,
fa
l'Ottica
ogni
in
fu-
pi
r impreflone
che
viene
queflo
da
dell'altre
par-
dir
abbiamo
ha ieinpre un punto
v'
fidiamo principalmente
prefenti
di
al
mezzo
tempo
fu
cui
mente
cos
da una
come
impreffione
f)
//J ottici
parreiio da un punto
all'
altra
rado avviene
>
fi
no perpendicolarmente negli occhi e attraverfandone gli umori fenza rifrangerfi vanno direttamente
,
retina
al la
teoria
la
Efi
lo
Che
la lor forra
la rscjone
debba
che
raoftra egualmente
)
ci
effer
1'
maggiore
efperienza
fornifcono
Semplice quantunque
fi
fi
pur
vede
Del
che
Umano Intelletto.
l'
tempo
molto
per
individua
impreiTione
cos
71
medefinia
fulla
arrefi
s'
con
rapidit
dalla
cui
dall'una
all'altra
nato
penfo
io
medefimo
nel
impreffioni
mente
la
parte
ogetto medefimo,
deli'
inganno
1'
di
chi ha creduto,
individuo
ifiante
che
a pi
ella poffa
congiuntamente ed egual-
applicare
fua attenzione
Un
vifione
continuo
in
efiftele
non
primo cafo
fuccedono
1'
celerit
la
una
parazione,
non veggo
in quel
luogo folo
modo
dall'
s'
una
con cui
degli atti
pidit
che
unifcono
lucido
in
Se
la
del
tizzone
fi
che
impreffioni
attacchino,
contrario
al
l<;nramente
Allo
fucceffionc
con
in certa
vale
di
di-
fteffo
V attenzione
la
trafporto
mi formano
atti
s'
nel fecondo
impresone,
evidente.
quelli
cerchio
altra
all'
le
feparazione
trafporto
io
motivo
Il
all'altra ^a
quale
la
fteffa
io
fcerno chiariifimamente
tizzone
del
cerchio allo
lentamente
tizzone
luce del
ellrerait
i'
punti del
aggirandolo
tempo:
la
come
tutti
a dire
fiffare
ra-
guifa
mi
il
fi
con un
con
che realmente io
fiiTo
Quella rapidit
poi proporzionata a
E4
varj
atti
fucceflTivi
due
cofe
Analisi
72
di colpir
prontamente ,
pintamente rilevare ciafcuna imprctrione,
alla
1.
facliti
facilit
dipetjde
dalla analogia
ftato
che
nollro, o
facilita di
moltiflmo
colle
noftre
abbiano
cognizioni.
mano
ritenerle di
qua!
efercizio
dall'
imprefTioni
le
di-
e
\a
collo
2.
alla
mano. Quindi
in
mente
1'
attenzione fu
per rilevare
a
le
d'
una lunga
note
ferie di
un principiante
quali
procedere con
ci)ftretto
cezioni
pi vive
fervazione,
il
pi
l'attenzione
(i
fatto, di
cui
agevolarne
la
con-
rinnovamento.
il
la
ne
pi viva
applica, tanto
fcnfazione o
la
d'
5.0 di facilitarne
Che quanto
venti
2.*'
il
percezione
di-
verit di
quella, intorno
comune
dubbio. L'opinione
nafca
direttamente
dall'
in
alla fibra
cui
per
il
come
C\
che
attenzione
la
l'
efft-tro
medtfii
l'attenzione
fteffa
il
attenzione
moto
di
quefta
confeguenza
nell'
aumenti, e s'accr^-fca
anima la fenfazione ^ e
fi
Ila
reazione della
Dell'Umano Intelletto.
medefima
fibra
lua modificazione,
fenfazione
della
reazione
rifultl
confutazione
fottilifTima
TAb.
Dir
Braghetti
rnedefimo a cui
cui
fono
s'
gi
efler
falfo
appoggiano
Una
Iun~
ha
fatto
ne
Pfychol. Specimen
ch'io dubito
folo
lu
ga
alla
l'accrefcimento
che
queda
7;;
anima
e dell'
volendo
da
non mi fermer
moto
Tuo
al
Par. II. )
principio
il
motivo per
il
fiate
percezioni
V attenzione
non caufa
Cuore.
Torno
Ma
altre.
tamente
fi
corfo dcgii
gli
qual
motivo
il
pereh' io
ottici
affi
occhi in maniera
cefTariamente
l'
rapidamente
lei
da
indietro
i'
attenzione
luminata
adunque
1'
m'accrefce
plice
altre
dell'
la
cofa
manifellamente
attenzione quella
la
fleffa
debba
altri fenfi io
l'
il-
ma
Non
ella
l'organo
fu
pi
che in quetli
certitFima
la
con-
mi viene ne-
lei
mi par pi chiara
ragione
il
pi viva. Trafporto
la
0,
pi di tutte
motivo aper-
Il
parola
lettera
impreffione
avanti
la
fopra di
filfo
che
della
rifchiara
fi
cccafione
femplice
fia
efperimento
all'
cafi
fem-
all'og-
da eflo ve-
non ofo
cofa
Analisi
74
fa
evidente
pari
al
vogliamo
fpecialmcnte ove
fua direzione
odori,
calore
a]
perpendicolare
v'ha
lo
ec:
maggior
dell'
agli
rifpctto
tacciajrio
che l'azione
obliqua
non
rifpetto
perpendicolarmente alU
ftefTo
fia
fuonj
un
ad
fia
l'orecchio
prefentare
di
che quando
OfTervo per
attentamente
fi(Tarci
l'accrefci
a quefti fenl
mento
fen-
della
ma
attenzione,
gano
fenforio
dal
all'
Un' ob-
biezione pu farG
Odo,
dir taluno,
fuono
il
ma
l'
orecchio
pofizione
fi
la
preflTione in
fi
trafcuro
quefli
mi vi applico
due
pu certamente attribuire
io dubito anzi
edema non
Dovr dunque
direttamente
f v'
cagione
cafi a
do;
abbia in quefii
impresone
io
o non
vi
badi
,
fi
non
la
fento nel
riduce tutta a
la
fua
forza
alcun
cafi
fono
la
La differenza
at-
Io noi cre-
fi
rimane
nel
d'
opi-
ftefia
primo
fecondo; dimod'jch
quefio
fol-
la
Dell'Umano Intelletto.
niente
Jimitata,
un
abbracciare ad
cupata
che non
tempo
fol
interifAmente
da
che fuggitivarnente
preffamente fu
lor
loro vivacit,
34.
d*
agevolare
ricevute.
fi
d ferma
le
fi
paffa
appena
che
altre impreffioni
mente, o
le
che
infatti
le
defiano
fi
attenzione
quanto
dell*
contemporanea-
fanno
confervazione
la
tutta la
fente
ella
s'accorge invece
2. effetto dell'
Che
altri
7$
pu molte cofe
Qiund' ella ocpenfieri , appena
quelU
impreirioni
delle
attentamente
pi
pi
viva
continuare
anche
dopo
rimolTo
1'
oggetto
V'ha
zioni
per in
,
le
quefia
fra
fi
pi
fcuotimento
lo
fiato
parte
in
vibrazione
la
le
rapprefenta-
il
colore
e la figu-
immagine
i
mi refta imprefl^a per lunghiffimo fpazio
Ne
knto r odore j allontanata la melaranci^ l'odore
ra
allontanata
la
melarancia
la
fua
Analisi
j6
preftinimo mi fvanifce
veftigio dcboliflTimo
dipende
dalla
o non mi
Onde
che
diverfit
fteffa
melarancia
la
pafTa
la
colore delia
il
attenzione
1'
fra
e della modifica-
figura
trafporto
io
che un
refla
un
da
fentazione ch'io
mi rimane
impreffone
l'
io
rapidamente
fcorro
punti diiinti
cui
di
e quefta moltiplicita di
ad
avere
quella
che chiara mi conferva la rapprefentazione totaAir incontro nell' odore io non diftinguo
le
.
eftenfione, io
poraneamente
percib troppo
fi
dee dileguare
certo fentire
quella
di
la
tutti
infieme uniti.
dificazioni
un
L'anima dura
punti
di
fatica
Egli
debbo
io
punto, che
una rapprefentazione
mo-
delle
fommo
fol
Al prefto dileguamento
altro
mi
quand'anche
durata di quefto
i
folo
imprefione
pi prefto; e
affai
duraffe egualmente,
quefta
punto
fifia
di
sfor-
Umano Intelletto.
Dell'
77
minore sforio
adai
richiedefi
trafporta fuccelTivamente
affai pii
perciocch
ella
e alternatamente l'at-
che fa confeguentemenie
con minore fatica.
il
non per
appunto
la
da,
fuono che ne
il
la
rifulta
minore
Tente accade
non
fon
forza
per
Contuttoci
fpecialmente in un difcorfo
ficcomc
la
troppo fq-
me-
di
prefente
impreffione
dalla
oggetto prefente
traffegnarlc
attuale dello
nome
fteffo
il
con-
diflinto
Alle impreffioni attuali degli oggetti prefenti abbiamo gi filfato, fecondo alla loro diverfa natura e
a'
loro
di
diverfi
effetti
rapfrefeniazione.
nomi
Per
le
confervate o jinnovate un
noi abbiamo
(t
fionl e
che
Riduco ad una
fteffo effetto
modificazione
nome opportuniffimo
nome che
quello d'idea^
mede/ima
clafle
confervate e rinnovate
ducono lo
di
rapprefentazioni o
Je iuipref-
Analisi
78
appunto
Greca origine
nella
Ma
fnente ad immagine.
ducilo
per
nome
(lato ufato
troppo largo
Metafifici
da'
elio
cui
fu
penfa
mente
la
rapprefentazioni
caiioni e
le
pallate
Metafifici
r han
tutti
anch'
fjgnificazione
mente
Ma
fignificato
il
cos
efT
quanto
tioni intorno
ne
fui
ne
il
inodifi-
le
prefenti
necefl'aria
fia
aftratte
come
S'g. Sulzer
niairima-
precifione
la
abbia dimoitrato
da
nelle Scienze
mentre
occupa
fi
dimodoch fecondo
lui
Loci:e
tutto ci
ella
corrifponde efatta
fenfo
in
di-
bene lo
troppo
OfTerva-
nelle fue
all'
V.
Scelta
ci'
Intere/.
OfSiifc,
Voi. 4.
credo
vengono, un efcmpio
trimenti ne
avrebbe
potuto cavare
quello termine
dall'
fenfibililTimo
abufo medefimo di
noi certamente
pil
d'
una pruo-
mente
te.
,
l'
Non
noi
per
le
verfale, di
dere
nel
ma
fenfo
univerfale
da lungo tempo
l'uferemo
quando
,
uni-
lignificato
il
cui gi in poffefTo
diftinguafi
particolar-
di
torremo tuttavia
preffo de'Metafifici
facilmente
intenderemo
tilea
immagine
s'
in n)aniera
che
avr a pren-
quando
nel
fenfp
^.
79
immagine, il nome d' idea non pu certo efattamente applicarli. Noi per tanto v'adatteremo
vece quello di nozione
in
Metafilki
fia
dremo tuttavia
febbene da'
quale
il
gi adoperato
fenfo, ve-
altro
in
fra
fi
modifi-
alle
pu ertendere
al fol
nome indeterminato
modificazioni e
Abbiamo
dopo
alle
detto
da
facile
che alle
offerteci,
lui
dettate
lui
pi
affai
continuar a penfare
il
da
rapprefentazloni
modificazioni
van-
li
vedr in progrefib
fi
che
V oggetto
rimolfo
tdea
rappre-
idea, e nozione.
'
Anche
quefte
,
ma
fpiego. Allontanata
la
coirajuto
di
quelle.
melarancia io
tuttavia
la
al
fola e ifolata
cilmente potrei
Tengo
Mi
nozione
di
riufcirvi
quef^o odore
Che
l'immagine
prefente
fo
della
nomi
nomi per
diffi-
con cui
fi
cui
fiutarla,
i
prequali
fcrivono,
l'altra
'^C'^^r
melarancia,
adunque
melarancia, e d'odore,
di
f foli
io
Analisi
8o
modo
ncre
giungo lovra
io
58.
3.'
Il
d'agevolarci
che
le
odore
di
per queilo
parimente a iraite-
lui
paiFate
di
Ella
effetto
dell'
attenzione
rinnovamento
il
diffatti
delle
efpericnza
impre.Tioni ricevute da
quello
impreilioni
coftantiffiina
un oggetto
tanto
pi facihiKnte
Apro
fampino, e pi agevolmente rifveglinfi
libro
fenza
un
leggerlo
il
d'efempio
, o
a cagion
.
leggo
fretta
di
e di (frattamente
fioni e deboliflTime
certamente
maraviglia adunque
f
pi in
feguito non
trario ove
il
vendo da
lui
fo
una
mi
ne ricevo :qual
dileguano, e
richiamarle? Al con-
torto
poche impref-
io
fi
meditazione, rice-
moltiplicit
affai
maggiore
pi facilmente mi
egli quello
le
ci
fi
nfveglino.
rifvegliamento? La quiftione
riferbiamo a
neir Append.
al
trattarla
filfe,
Ma come
fi
e
fa
diffici-
feparatamente
Gap. io.
paHace
cui
ci
DE
UM
L l'
generali.
Intelletti.
A No
non
airociazione o
Glie Tidee, e
I.
le
nozioni
rt-
fi
fvegliano
di
tanto
i
nomi
alcune volte
idee o nozion.
ftefle
di
legni
loro
xiamente
il
Difiertazione citata
che
ri.
fi
Tempre
la
pocanzi
ci
eziandio
gni
accen-
loro
non
viola,
Che
nell'
idee,
fulle
fui fe-
maniera appunto
alla
che
gli
quantit per
rapprefentate
elle
Di
notare
viene
frattanto,
circa
alle
Perciocch quefie
defime
fi
che ci
nozioni, che
prefentano; ed anche
Le nozioni
rali
non fono
facilmente
pi
al
5. E'
fi
circa
idee.
alle
fenza de'
me-
cffi
fegni,
poffono richiamare
artificiali
che
le
accompagnano (),
ficco-^
(u) Se^Pi
o
.-"'a
Voi. I,
idea
da
pi fpeffo inter-
pi facilmente da f
affai
( quali finalmente
te idee)
affai
noi
quello
vaturai io
nozione
v.mno
annefl
all'
naturalmente.
Analisi
82
me
difficilmente confervare
templazione
memoria.
Ma
pofTono richia-
fi
il
titolo di immaginazione^
fcgni conlerva
de'
con-
pofTono alla
fi
cos difficilmente
titolo generico di
il
primo luogo
vocabolo immapu convenire foltanto alle idee propriamente dette, non alle nozioni. In fecondo
luogo querto termine, come accenna egli pure,
Beir ufo comune fignifica non folamente la fain
il
ginazione
ma
quella eziandio
di
Tale
il
Sark
rifpetto ad
tali
nozione
gli
o all'idea, come
indrzj
facilmente
di
cui
gefti
>
nomi,
e rutti
ci
d'una
ce. non
fi
non
novino
ma
fono unicamente
modificazione
aftratta
di
Io credo
fono le modificaloro
avervi
fcgni
fi
anneffa
d' elfcrmi
rin-
unita-
una
in^annat
DE
UM
L l'
Intelletto.
A N o
85
adunque pi chiaro di chiamar la prima direttamente memoria dell'idee o delle nozioni, e la feconda memoria de^ /"^^ HI- Che la parola me
mena
(gnifica
fovvenirci
di
folamente
delle
come
N.
al
^^o.
facolt o
la
fi
chiama
potenza
la
impreftioni
paffate
L' atto
reminifienz^t^
abbiamo gi accennato
In
queit' atto
prefTioni
gi avute, l'altra
riconofcere che
il
te.
Amendue
cofe per
le
nome
di
lo
gi altre vol-
pi
confondono
fi
remintfcenza
Noi
per
pendice
riferbiamo
la
40. Intorno
e ncll'
una
prime
alle
tamente all'odore
melarancia
quattro
operazioni
e all'
odor di rofa
mi fa dlftnguere
non dubito, che la Scarna
di Candillac e Bonret, anche limitata al folo fenfo
dell' odorato non polfa ricordarli degli odori paffati
1'
cui legarli^
Analisi
84
dcir Intelletto
plazione
.^pprenfione
remiiifcenTM
rimane
ci
ne
ne
Il
content-
la
qui
fin
il
ancor
importante
io voglio dir
rifleffio-
tenzione fopra
ni.
per ora
pi
la
confiderare
attenzione,
balli
ftcra
l'anima
volge
fulle proprie
at-
operazio-
Cognizioni
fa confillere nell'atto di
la
applicare
alle
intcriori
non
fi
polfa nfleffione
delle Senfazioni
Animali,
la
recando
la
n'
fia
riflettuto
rifultato della
idee
Trattato
di
fegni o di
rifleffione
la
che
1'
termini che
le
come
definifce il
animo preda
e
vedendole
rapprefentino,,;
gi Condillac, che
plicazione avvertita
il
1'
ap-
uno
comparandole
fenfibili
all'
,,
al
femplice paffaggio
deU\4nima
attenzione
,,
te
ha aggiunto
ripone nel
alla
aver
dell'
fegni
de'
quefti
all'
di
fiafi
Secondo quefta
Dell'Umano Intelletto.
85
fucceduM delle imprefTioni che l'attenzione rapifcano , non potr chi amarfi r/^f/Jo^rf,
o non potr chiamarfi al pi che una rifejfione
pnf]\va. Qiiella di Locke fecondo quella medefima
forza
dalla
particolare di
riflefTione
prima
Io
non veggo
debba
fione
per
cui
ftefla
Bonnet
<\
la
CondilLic.
di
41.
fpecie
l'anima
perch
diffattl
unicamente
Jimitarfi
atro
fopra
l'attenzione
ripiega
riflef-
la
quell'
medefima^
perch abbia a
animi fopra di
deli'
chiamer direttamente
e ch'io
di
[e
riflringerfi
Non
[e
riftsffio'
pure
veggo
unicamente
quell'
ne ora
alle impreffioni
obbietti,
ora
abbiamo
loro
perch
l'ufo
all'
che fatte
idee interiori
fiifati
vengono dagli
ci
ed
o che vogliam
de' fegni
fia
loro
riflelTione
alla
che
fegni
ai
fiiTir
alTolu-
tamente elfenziale.
42. L' efperienza mi
dichiara,
forza
ch'io
me n'avvegga;
delle
impreffioni
che Paiten-
fucceffivamente
fenza
medefimo deliberatamente
quafi
la fiflo
io
d'una impresone
fu
pur
Qusfta attenzione
Analisi
B6
deliberata
qualunque
fia
punto
il
nell'ufo
s'
motivo per
il
certamente dipinta
fiflb,
con un
cui
la
altra attenzione
dall'
edere contranTegnata.
nome
di-
fine
ap-
tal
liberata
dell'
cambiarne fenza
od
bifogno,
ri(ringerne
grandifTimo ajuto
il
il
ne
alle idee
interiori
cialmente rifpetto
^7.
nozioni, come gi
abbiamo accennato
rapprclentazioni
per
alle
fu
veggo n che
cui
non
nicdefime
N.
al
fomminiftrandoci quelle
filTarci
che
offrono
ci
le
IVIa
nozioni
non
io
fempre necefTariQ
all'
idee interiori, n
alla
fempre
me
quando il
quedo trafporto l'ufo
d' aflToluta
feconda parte,
rancia io voglio
ho
Jeri
neceiTu
potr
me
quanto
queft'
alla
prima
avendo pi imprefloni
tempo
riflettere
al
il
ne fo>'venga
a
io
ad
fiffarmi
io
de' fegni
magine
Diffatti
folTe
nome
l'
im-
immagine
(ledo
parte,
io
fs
nffe-
che
atto
non s'abbia
non
la
chiamare
il
nafcono tutte
raziocinio 2. l'atto
fcomporle
dalla
(y)
a ciafcuna
Da
delle loro
egli
me
della pro-
l'altre cognizioni
certo
fi
in
I.
in-
quefto
relazioni
cenjronto
,
nafte
vale a dire
Quefte
la
di
cognizione
relazioni
(z)
che
ridu-
diverfii^
.
La co-
che
l'atten-
cii
( y )
alle
luogo
1. di coefijenza, 3. di dipendenza
di
confi
queflo
da
l'idee
propria efifenza
1'
da
W giudizio
zione
ri-
Cose Esterne
f
proprie operazioni^ e
altre
le
dalla
comporre
rifleffio/ie dell*
della
i.
ajirarre
di
la cofcienza delle
dificazioni
circa al
confronto
il
cognizione
la
l'atto di generalizzare^ di
:
Perciocch
vien
efleriori
difcemimsrto,
il
viene
Ma
pi.
operazioni dell'Intelletto.
quello
ancorch
riflejfiorje,
nome non
87
chi
F4
Analisi
88
fra
due o
ifcernimento
la
una
medefimo
pi qualit in
di
il
nome
generico
di cognizione:
relazione
fra
due
fra
cofe determinate
cui
gi conofciuta,
che han
fra loro,
fi
chiama
derano come
le
te
nel
eflfenti
poffo in
II.
Ma
flTarmi
ne
folo
aa
mezzo
per
fola
fi
fa
Covro
L'
della
ri-
l'attenal-
alle
melarancia
figura,
fapore feparatamente
all'odor
impreffio-
allora viviffima
(
>
al
l'idee
covcre^
querta qualit mi
di
altre
te
al
confi-
chiaman
fi
fenza badare
tre: poffo
fi
foggetto,
luogo applicare
folo
relazione,
qualit
le
loro
fle(fione
la
raziocinio (rra),
le
dimodoch nmof-
>ir.
pi a lungo
.ri.
fo
feiite
fvanifcono
altre
le
vengo
io
Or
quale
col
V atto
(i
me
Ma
46.
Risalita oltre
le
ne abbiamo gi fatto in
ili
e percettibili
che
quella
fon
negli
oggetti
ejenjione
rinora
la
figura
vale
abbiam ragionato
il
colore^
unicamente
fra
concepiamo
cofe
le
piccolezza^
malvagit
la
ec.
bellezza
come
la
o deformit
mente
quelle,
che
che
noi
grandezza
bont
la
niurva
perch ripoUe
tutte
come
avendo
come
fapore te.
il
relaz:loni
nelle
efiftono
dir
Qualit
noi
da
confii^ono
o realmente
fenj-
dillinzione
altra
metafifiche
e'llenti
cui
apparenti
concepifcon
fi
loro
in
di
realmente
quelle
hanno un'
di fiftche
fi/rhe
reali e
che
divifioni
alle
le
cofe
farci
niuna rapprefentazione
non
poflTumo
detta
ma
avere
preflTo de'
h :nno acquillato
fiftrhe tutte
dono da
Di
idea
loro infatti
dunque
nell'una
fifiche
loro
pertanto
propriamente
;
molte di
rapprefentazioni
le
nozioni
all'
Analisi
90
oppofto altre
fon fifuhe
grandezza
bellezza
quelle
di edere ,
come
quelle di
bont
ec.
non
flefle
le
quali
f
piccolezza
come
metafifiche
per
ci
dire o
vale a
dal
nome, o
loro
dall'
im-
un
ad
penfare
fuo
nome o
dell'
oggetto
in
modo
ho
l'
mi
o il
l'immagine
fiutare, o
del
cui
non
aver dinanzi
fenza
odore
l'atto
fentito
bb
allo
) \
penfare
a
grandezza fenza rapprefentarmi una qualche eflenfeflb
fione
a bellezza
fenza
poffibile
rapprefentarmi
e bellezza
Due
47.
offervare:
diftinguere
bello
il
ec.
aver almeno
za
di
1.
le
fi
offrono ad
fi
confideran per
o all'altre idee;
nozioni
aftratti
grandez-
che febbene
alcuna
o fenza
tutti
fi
fieife,
di
alle
nodri penfieri
per fondamento
nomi fervano
(bb) La ragione
fegno
2.
prontiffimi fegnl
le altre
idee
non
Dell'Umano Intelletto,
fono fegni per rapprefentativi
medelme
zioni
Le parole
Di qui
elattamenre
de' loro
ed eguaglianza
le
non
rapprefenta-
Tuoni,
cofe
le
che
bafta
di
concepire
averne prefenti
medefime
ove
di
mente
il
una
nozioni
fon
fi
colorita
di
rolTo
due
folidi
chiaramente
conviene che mi
confronto
ricavate, ove
S' io
color rojfof
fuperfcie
delle
d'idee propriamente
tratti
fi
quali
fimile
di
colore
fteflfe
gt
o no-
dell' idee
ne rinnovi
ii
(ce).
Il
memoria
formare un'idea,
vengono
proprie
e-
lafciate
da
un aggregato. Cos da
(ce) Gli
l'
immagini
qitefto
pei-
ftillc
delle
che
quelle
e
fono
formarne
errori che
mare
banda
particolari di ciafcheduno,
titolo
poflon
Cofe
>
fi
moftvcranno cti
Lib. nj.
'%.
,f
Analisi
fz
"jtrde
ce.
aftraendo
l'idea
generale di
di
garofano^
che
tutti
colore: da
viola
di
odore: da
varj
mi
odori
varj
hanno
formo
tutti
afiraendo
ec.
vizj fuperia
di
rofa
qualit
la
ragione
mi
Leggi, e
formo
intempe-
avarizia,
relazione che
la
contrari alle
eflfer
retta
qualit che
rapprefentazione
zione,
di
la
di
hanno
tutti
dettami
ai
della
metafifica nozione
la
generale di vizio
49.
Ho
che l'atto
detto
anche
dalla
dall'
memoria
non
Io
generalizzare
di
atto di
altrarre
potrei
ma
diffatti
mi
ricordafT
olmi
d'aver
medefima
priet
oTervata
gi
negli
abeti
quefta
ne'
pini
pronegli
50.
La maggior parte
le
de'
Metafifici
fon di
generali
formar
nozioni
all'
occhio o
al
penfiero
roffs
una fu-
giallo,
verde,
ec,
truovo
a
formarmi l' idea generale di colore , e a rinnovarmela quando m'aggrada, fenza penfar punto
azzurro
io
non
niuna
alle
difficolt
Dell'Umano Intelietto.
giallo
azzurro
domi
varj
Alio
una
fiori
rofa
di
e per
modo
fleffo
mezzo
un
g^
rapprefentangarofano
figurandomi
degli atti
di
una
in atto
di
compiacenza
rinnovare
difficolt a
noa
io
nozione generale
la
(leflo
un
ubbriaco-,
reyidicativo
a ripetere quandocheffia
vizio
non ritruovo
difficolt
nozione
la
generale di
circa
agli
ceOario
il
uno
che fon
proprie
le
rapprefentarfene molli
prefentc
mente
comporti non
oggetti
feparandonc
di
lui
qualit che
folo
bafla
tutte
le
confiderare
fon
lui
Anzi
nemmen
ne-
averne
qualit
unica-
comuni cogli
altri.
albero
fenza
diffima
egli
fia
Con
faper
conofcere
quefta
fola
di
quale
immagine
io
fpecie
potr
ampiamente
per ch'egli
utilit,
ufo de'
come pure
far dimoftrato
fia di
1'
ma
una necelTu
nomi
non veggo
aflbluta
Analisi
t^4
generali
immaginato,
intetUttiult
me
per
veggo
cim
non
intellettuali
fibre
Le
prima, parmi
poflTano
alla
fono
non
10
dall' idea
generale
d'un al-
propriet
generali
particolari
fibre
oltre alle
diflingue
fi
non perch
nel
di doverle introdurre
bero f
T idee
Kobimt han
ch'elfi chiamano
Quefte Jor
ammettere quel
per attaccarvi
ed allratte Bonnet
cervello
poflTo
le
propriet
fue
feconda
fenza
averne
fognare
delle nozioni
lo fteflb
argomento ad
plicabile,
non
che
effe
quefto
che
nuovo genere
di
fibre
neffun conto.
all'
corri'
nella
natura
Cos
vari
fulla
tela.
all'
fuo quadro
Arti.
efi-
infieme ac-
atteggiamenti
il
Pittore
il
il
affai
Dell'Umano Intelletto.
dilcernimento
idee
rare
1'
1'
vieti
o analtxzarle ^
^5
medefima congiunta al
operazione di /compone
Dall' aftrazione
53.
una dall'altra
la qua!
le
forma
L'efattezza
il
54.
La riflessione dell'anima
sopra.
produce
in
operazioni
proprie
delle
luogo
i."
di
medefima
lei
fcienza colla
mato apprenfione
pafla
Condillac confonde la
cio
che
ci,
di
percezione
flelfa
cofcienza
la
modificazioni
entro
che
quella
STESSA
SE
analizzare
ncll'
Che
per
noi
l'anima
co*
abbiamo chiaabbia
infatti
inconcepibile.
affatto
egli
che coilftituifce
fi
la
cio la cofcienza
1'
rflejfa
fingue
modo
io rifletto^ io
Lo
fteffo
le
altro
Ab.
altre
fleffa
f fieffa
di
io
confi-
fento,
io
di-
e dice
attendo
ricordo
di
fuorch
l'anima ha
i'
operazioni
mi
in
fue attuali
per certo
quella ro-
la
anima entrando
der cfprefiamente
Ma
una
io
giudico y
io
ragiono ce.
maggiore
contemporanee
Ma anche
di
che
tutte
in quella parte
Analisi
^6
a
me
ben
un clfctto
na
maggiore fia
non mai per
cofcienza
tal
attenzione,
dell'
55.
ma
fenfazione vogliono
divenga confcia
qui
la pi
che l'anima
parte
efilknza
Tua
della
luogo
in 2.''
Ma
anche
lenfitiva dalla
entrando
in
vole delle
pretende
per
a f
ttelTa
/o
lui
efifltnza
Ma
come
il
Lignac
feniimento
anche indipendentemente
fentimento in-
quefto
fuppofto per
inmtelligibile
confapc-
efijo
da ogni fenfazione
i'anima
cui
e fentendofi
operazioni, e modificazioni
modo
propria
nato da
rifleira
medefiiDa
proprie
della
mC"
attenzione
coli'
tutte
meno egualmente
Io
cofe che
altre
le
una
moria produce
in
pria perfonalit
ricordo d'aver
:j.o
luogo
Io
fento
pacate; dico
to
e che
fra
allora
me
ho
io
fentito.
io
mi
alla
fenfazioni
e alle
fon
lo
fteffo
Ecco
di tutte
la
j>refente
fteflTa
Libro,
l'Autore tratta
e
mie
perfonalit
V altre cognizioni
me-
volte; rifletto
attualmente,
fentito altre
alla
la
riflefTione
lunaamente
a lui fenza pi
nel
rtmettiamc.
Dell'Uman'o Intelletto.
57. Per raccogliere
fin
detto
qui
oggetti fan
gli
probabilmente
nervi
di
loro impre(Jion
le
fenfi
fono
all'
fono
ha
cervello,
anima c(?municate,
quale
la
l'anima
fenja'
ziori e
di
mezzo de
per
portate al
11
noftri
de'
fopra
quefJe
97
poche parole
ora in
.f
folo dinanzi
oggetto. La
dell'
altra ragione
cora
contemplazione
la
idee
L'idee e
nozioni con-
le
fiderate
modo ignoto
preso
modifi-
le
per qualche
ceco
rapprefentazione
Rimofl'o l'oggetto
una
fopra di
filTi
fi
rapprefentazioni
le
i(nprefrione
dell'
l'anima
modificazione
ceco V attenzione
cazioni e
vivacit
che
fa
determinata
la
fveglianfi
fi
legano fra
occafione
all'
ella
dell'
ne fente
di
loro
una
le
il
ficch
altre
in ap-
pure
rifvcgliamento
ri-
ecco
tre volte
ecco
il
riconofcimento
mente l'attenzione,
altra,
fione
dall'
trafporta
Il
trafporto
una
all'
Voi,
d'
una data
deliberata-
dall'
una
all'
imprefiioni
concentra in
la
fifla
la
mente
la
Su
modificazione o rapprefentazione
altra
fielfa
deliberato
imprefiione fa
ecco
dell'
la
rifief-
attenzione
Analisi
9^
paragoni, ecco
le
differenic, ecco
nere
le relazioni
confronto
il
che
giudizio] non
difcopre in ge-
'y
padano, ecco
fra lor
afFerma quelle
gntzionc'^
difinguc le loro
difcernimento
il
co
la
il
la relazione di
berata
che
attenzione
dell'
d'
la fepari
da
parte
fola
to
d'
un oggetto
comani
forma
ne formi
ecco V ajira-
qualit che
le
un aggrega-
di quelle
contempla
aggregato
queft'
fermi fu d'una
fi
qualit
da molti oggetti
fcpara
tutti fono
la eh' ella
fola
un' idea, o
zione:
una
feparatamente
formazione
dell'
le
una o
tualmente
in
compofizione
fono
idee
Divide
la
fa
compongono ; ecco la
La rifleffione
la
efiftenza
fua
attuale
tempo
prefente e
ne'
cofcienza
La
ecco
la
conofca
ch'ella
la
comporta
un' idea
qualit che
le
deW
llefTa
le
fpecie
dell' altra
compongono
fua
la
palTati,
di
il
fuo
identit
cui
fi
facolt ch'ella ha
flato
nel
ricorda:
d' efer-
Intelletto. Com'ella
come Tenta , come pq^cepifca
mafi
per
,
le
eferciti
come attenda,
Umano Intelletto.
Dell'
come contempli
ta
modo
in qual
vimento
la
citato negli
riflet-
comunicato
effa
da cui
fen-
corpi che
intrinfecamente
fia
l'
l'anima
in-
organi efteriori
fieflTi
intrinfecamente
come-
trasferifca,
fi
mo-
il
la
moto medefimo
fino al cervello
fleri
ad
fia
fazione, e
quefto
99
ftefTa,
CAPO
Dell'
Idee
in
I.
generale
chiamo
to
idea (i )
cui
la
mente
.
in f ileifo di
V*
alcuno
ha
dall'
che
Le parole idea
perce^iove
rjufjor.e ce.
Autore
si
idee
abbia il
fatte
non
>
a^^pr enfiare e
non
in fjiiel fignlficatp
fi
Non
fenti-
ferf.i\{one
troveranno
efatto
>
ufate
precifo
Non
che noi abbtam creduto necefTario di fidarvi
4areino contutcoci a' Leggitori la noja d' a;vvifarli
.
100
memo
A R
li.
non
pofTa
Uomi-
n'hanno
di fimi-
ni ^indicare
che anch'
La prima
eflTi
che
a prefenta ad eliminare , come l'Uomo giunga ad aver delle idee
Alctini tengono per verit inconiraflabile , che V Uomo nafca con certi principi innati , con certe nozioni primitive ,
con certi caratteri imprefT per certo modo
neir anima fua fin dal primo momento
della fua efiltenza
Io ho efaminato gi
lungamente quefta opinione nel Libro preglianti
quirtione
pertanto
ci
Chi potr pi foflener quindi inche v' abbiano delle idee innate ?
turali
nanzi
Non
farebb' egli
pretendere ,
che Dio ci abbia imprelTe V idee de* colori , quande ci ha dato la facolt di acquilarlc per via degli occhi? Or lo ftelTo
afTurdo
il
s'
avrebbono
a foftiruire
Effi
dell'
medcfiir.i
il
Aupo-
A P O
II
I.
quando
numero
d*
idee
fa fentire
e fenfibili
1'
quefta via
dell'
lit,
bili
fenfi
ma
noi abbiamo
,
del
dolce
attentamente
alle
farJone adunque
fole forgenti
da
La
raziocinio ec.
la
cui
il
,
noitro
fen-
fono
rtfleffone
le
intelletto
comunque
grand-^r
variet. Le
ne fia il numero e
cofe materiali e fenfibili fono gli obbietti
infinita la
,,
Libro
loz
della fenfazione
II.
1'
Egli evidente
mfeniibili
acquijftano
degli obbietti
che folo
per gradi
Fanciulli
le
idee
po
han ricevute
la
la
in cui le
egli
prima volta
loro
nafcita
circondati da tanti
operano
maniere
Laonde
poco comuni
e che affai tardi fonofi prefentati alla mente
pu ella ricordarf del tempo in cui fi
cominci
foltanto circa
agli obbietti
fono
prefentati
la
quello io penfb
modo
un Fanciullo di
chifljme
del'e
aT
et 'C^^e^'a
I Fancull"
eh-
in
( z )
idee
rale
ne*
j
bo'"chf
avpv'qno
var'
una Societ
ii'
.
temi)*
certainentp
comuni
piii
avanti d'arriva^-e
vati
po-
eziandio
idee
fi
Lingua
fon tro-
pochiflime
all' Ijf{tu\icr,e
una.
-z
io
ratu-
n'ho
Capo
103
I.
anima
i
Quanto alle operazioni dell*
Fanciulli non ne hanno idea che alTii tardi,
e alcuni non ne hanno giammai idee dipinte
E ci avviene perch quefte ope.
animo
non
loro
vi fon tuttavia
fo/lengono
Con
,
tutto ci
che
1*
alcuni Fi-
anima , quanto
perch deve
egli eifer pi neceffario all' anima di penfar fempre, che non al corpo d* eflere
fempre in moto ? Perciocch io pongo
per principio, che la percezione delle
idee fa all' anima ci , che il moto al
corpo : vale a dire che quefta percezione
COSI
infeparabile
eftenfione dal
dall'
corpo
O4
Ma
Libro
104
non
fia
formi
come
l'
efTenza
II.
dell*
un' operazione
anima, ma ne
Di che fegue ,
zioni egli
r efperienza
e'
infegna
quel'i , che
nofir' aniche
la
Si arditamente afi^ermano
ma fempre penfa , come lo fappiano , e
per qual mezzo pofian effer ficuri , che
anche quando non fi avvegefil penfano
Quello che al ^^ii
penfieri
lor
gono de*
pofPon dire fi , che nofi^ihile che l'anima fempre penfi , quantunque n-^n confe^^
Io chiederei volentieri a
la
mem.oria
non
egli
di tutti
egualmente
fuoi
ncnfieri
pofi^bile
che
Ma
ella
Capo
non pcnf Tempre
pi probabile
noa penfi ,
m^ate che
m^fi
al
il
Non
105
eziandio
egli
,
che qualche volta
che afferire gratuitaabbia penfato per molti
dire
di quello
ella
e fe-
apprelTo
la
idee
fulle
contrario io
mifura eh*
poter penfare
concepifco benifTimo
quali
ella
s'
efercita fopra
memoria ha
de' fenfi
Ma
al
che a
idee , che
e che la
1*
perfeziona la
fua facolt di penfare e di ragionare in
varie maniere e che appreffo combinando
quelle medefme idee , e riflettendo fopra
le fue operazioni , accrefce le fue cognizioni , fccome pure la facilita di ricordarfi,
di immaginare , di ragionare , e di produrre
altre modificazioni del penficro
ritenute
ella
Libro
ic6
CAPO
IL
II.
Jf
~^A-rf compo/e
pr efent azione
che
le
producono
ed
fiano
talmente
mefconon ^i
,
che
febbene la mano
fenta col medefimo tatto la mollezza e il
calore nel medefimo pezzo di cera , quelV
idee con tutto ci di mollezza e di calore
fono cosi diftinte nell' anima , come f
venifTero per diverfi fenf
Quando 1' anima ha acqu illato un certo
numero d' idee femplici , ella ha la potenza
late
pofTono
unite negli
feparare
di ripeterle
oggetti
Cosi
di confrontarle
d' unirle in
idee compoite
Ma
non
in potere
della
A P O
167
II.
CAPO
III,
Dell* Idee
che ci vengono
,
per Un filo Senfi
.
yC
)jLji
Idee
confiderate rfpetto
femplici
varie maniere
alle
di quattro
fpecie
diffe-
renti
Alcune vengono per un folo fenfo;
altre per pi d' uno altre per la rifleffione; altre in fine per amendue le vie della
.
fenfazione
Ve
e della riflefTione.
occhi
odori per
gli
fuoni
per
V orecchie
gli
perde alcuno
di quefti organi non v* ha pi mezzo per
aver l' idee , che indi fi ricevevano
Sarebbe inutile il far 1' enumerazione
di tutte r idee femplici particolari a ciafcun fenfo Non fi polirebbe pur riufcirvi
le nari
e f
fi
Libro
io8
perciocch non
efprimerle
fi
II.
C A P O
Della Solidit
tutte
V.
.
r idea femplice , che noi riceviamo per via del tatto , e che chia-
FOich
maf folidit entra a parte di un gran nudelle noflre idee compone , far bene
mero
il
un
parlarne
lungamente
pi
Noi
acquilHamo
l'
la refiftenza
colla quale
un corpo impe-
go
fin a
non
tanto ch'egli
il
fuo luo-
l'abbandona
La
cofa
che
ci foftiene
di profondare
Si d fpefTo
a queft' idea
ma
e che ci
nome
impedifce
preferifco
io
primo
il
tiva, laddove
il
primo
puramente nega-
Capo
e non
IV.
109
rivo ,
inrendere che un' idea ;
la quale forf piuttofto una confeguenza
della folidit , che la folidit medeflma
Sembra che la folidit fia la propriet
pili eflenziale del corpo. Per efTa
concepiamo come i corpi riempian lo fpazio ;
e da per rutto ove concepiamo qualche
fpazio da una follanza folida occupato ,
concepiamo parimente , eh* elTa il riempie
di modo , che ogn* alrra foftanza folida
ne ef elude , e concepiamo di pi la fua
refiftenza eifer tale , che non v* ha forza
valevole a fuperarla
Cosi quand* anche
tutti i corpi deir univerfo premeifero da
ogni parte una goccia d' acqua , finch
ci fa
mezzo
quefta refter in
potranno vincere
loro impedifce
altri
la
di efi,
fua
mai non
che
refiltenza,
d* unirfi
gli
cogli
uni
quanto
la
du-
malTe
fenfibili
difficilmente
cangiar di figura
Infatti
poffono far
corpi non fi
fi
che rifpetto
alla
.,
no
forza degli
L r t
Uomini
R o
IL
figura f
a cui non ( pu far mutare
non premendoli con molta vioienza , e
molli quelli di cui fi fcompongon le parti
afi;evolmente
giare
Ma
la
difficolt
difpofizione delle
la
corpo eifremamente
duro
far
di
parti
non
Io
can-
un
rende
in
credono
che
differentilfima
1*
>:
IV.
A P O
Ili
una
che fepara
concava
fuperfcie
oppoftc
concepifca
le parti
,
o non
folide
Se alcuno mi
adunque
io lo
proprj fenfi
a*
chiedefle
la folidit;
irtruirxene
mezzo
leggieri
ilenza
( I )
I*
efftenza
Carrefiani
e alcuni
han
han
negato
prete fo
oftinatamente
finanche
di ne-
gar la polCbilit dello fpa\io puro. Le loro ragioni , e la confutazione di effe fon troppo note
preffo a' Filici
Libro
112
IL
CAPO
Dell*
Idee
[empiici
V.
che
'vendono
*i^7**Han
per
fpazio
idee, che
delle
pi
fenfi
dell' eflenjionc
ci
come
vengono
quelle
della figura
dello
,
del
pel tatto.
CAPO
Dell* Idee femplici
per
VI.
che
acquiflano
s*
la Rifltffione
no
principali
IV
inielletro
che
r ano
della
la
percezione o
percepifce,
volont
La
1*
il
aito dell'
i-olere
poi
'volont
Capo
Colla fola
V idee
acqaiftantj
li
tnodifie azioni
altre
1'
113
pur
rifleiFione
tULie
di
VI.
dtl
penjero
CAPO
Deli*
Idee
femplici
Senfaziom
*
TjC
dell'
s'
Il
piacere e
il
la
dolore
tutte
le
dolore
dell*
della
unit
egualmente
acquiftano
fenfazione e per
quafi
del
eftflen^a
la
feguono
dalla
nafvOno
dalla Riflejjione
e della fuccefjtone
per
che
^^'^ potenza
VII.
uiflelTione
accompagnano
noiire fenl^izioni
le
azioni o
'Piacere e
animo noftro
dolore tutto ci , che ne diletta o ne
molefla o vengano quello diletto e quella
moleilia dai penfieri dell' anima , o dall'
i
penfieri
dell*
Quello
contento
altra
da
rrAftria
di.^1
che
gioja
I.
varj
gradi
Libro
114
II.
L* Autore e Cenfervatore
efTere ha
unito
certi penieri e
il
piacere e
certe
di ilimolarci a penfare
del
il
n olir
dolore
fenrizioni
affine
ad operare , e a
piacere e quefto
dolore noi non avremmo alcun motivo di
anteporre un penfiero ad un altro , n il
moverci
moto
ripofo
al
potenze
Senza quello
deli'
si
comech
intelletto
forniti delle
della volont
inattive
in
un con-
tinuo letargo
Una
rata fi
, che i medefimi oggetti e le
medefime idee che recan piacere , fpefle
A p o
115
1 1.
imprefTione
di fchifare
bietto pericolofo
Che
il
dilicatilTime
le parti
fine di quella
si
grande
vici-
nanza del piacere al dolore fia la confervazione de* noftri organi fi fcorgc da ci,
che il paffaggio dalla luce pi viva al
maggior bujo non ne reca punto di dolore , perciocch il bujo non pu offendere
gli
organi
ammirabili
della vifta
ma
il
eccCiTVo
calore
grandiffimo
1*
alla
116
Un'
t,
K O
II.
piaceri
fmpi-
non
diano
terni
Sebbene
qu^^ile rifieflloni
pi chiare di
za
elle
qad che
fervon
per
faccia
a
farci
maggiormente la Sapienza
quel Dio , che ha creato
tutte le cofe
non
po
ci
e al dolore
1'
idee
efperien-
conofcere
Bont di
che governa
e la
e
fconvenevole
eflere
al
titolo
.
Supremo
Perciocch
noi
Capo
VII.
117
altra
e dal
moto occupa
vedere come un
fuccefTivamente
Ne
corpo in
diverfi
luo-
ghi
Libro
ii8
II.
CAPO
Vili.
TUtto
idee
ci, che
re
della luce
aitivifllme
un'
mente
plice
come
del moto
fono eccitate
Che una
tare
caufa
che da caufe
privativa
polla
ecci-
idea pofitiva
nell*
aiTenza
di
luce
fi
fi
nondimeno
fa
ottimamente diflinguere
e produce per
confeguenza un' idea chiara e pofitiva .
Io ne fpiego cos la ragione Siccome la
fenfazione in noi prodotta dai varj
gradi , o dalle varie determinazioni di
moto negli fpiriti animali diverfamente
,
agitati
dagli
obbietti
efleriori
eosi
la
vili.
Hf
produrre
deve
diminuzione
moto
egualmente una nuova fenfazione , come
A p o
di queilo
la
variazione o
1'
introdurre
e dee
accrefcimento di eflb ;
per confeguenza nell*
la
Noi abbiamo
tale
altres
altra fenfazione.
tal
loro
o privazione
Di qui fegue , che 1' attenzione alle
noftre idee, in quanto fono nell' anima,
non quella che ci poifa far difcoprire
le caufe che le hanno prodotte, ma bens
un attento efame fu la natura delle cofe
che fono fuori di noi
Il Pittore , ed il
afTenza
Tintore
hanno
in
Ma
al
Filofofo
d'un corpo
nero
.
idee diftinte
flefli
come
il
s'appartiene
e qual
Filoil
ri-
difpoilzione
fi
richiegga nella fuperficie
perch egli apparifca o bianco
Libro
20
Per non
IL
confondere
adunque V idee
ciafcuna
animo e
che fono
,
idea
percerJone
la
dillinguere in
caufe di quella
le
qualit
dei
che neir
percezione
le
corpi
le
ofTia
le
produce
Tra
la pii
idee di (enfazione e
poniauK) quella
materia pi in chiaro
apprende
in f {lelTo
ci
e lo fpirito
olTia tutto ci
che
penfiero
chiimo
potenza
eh' egli
dell' in'elletto
la
ha di produrre nella mia mente un' ideaCosi in una palla di neve , che ha la potenza di eccitare Videe della bianchez7.a,
del freddo, e della
rotondit, io
chiamo
fono
in
e
me
vili.
chiamo poi
lei, e le
idee in
dersrminate lenfazoni
talvolta
come
izt
quanto fono in
E f avverr
modo
eh' io parli in
delle idee
medefime fi
dovr fempre fupporre , ch'io inrendo con
ci le qualit che fi trovano negli oggetti , e che in noi producono quelle
idee
Ci porto fi dcvon diflingiier ne' corpi due fpecie di qualit
Io chiamo l'une
originali o prhnarie ^qiul fono la fol'tdth^
r efldnftone , la mobilit , e la fgnr.i
Perciocch elle fono cosi infeparabili dal corpo , che fempre le ritiene qualunque alterazione egli foffra Immaginate un grano
ciafcuna di
d' arena divifo in due parti
effe con ferver fempre la folidit, l'eitenf elle folfero
nelle cofe
fione
la
figura
in quattro
fempre
mobilit
la
in otto
lo fleffo
Soddividetelo
in fedici parti
far
Continuate finalmente la
divifione
finch
infenfibili
colori
gii odori,
lit originali
o primarie
,
.
Libro
I2Z
Le
mente
all'
medefime
di queftc qualit
archetipi
gli
perfertamente rapprcfen-
fono
de* corpi
tative
II.
di
ne* corpi
tali
idee
Le
punto
Quello
delta r idea o
la
fomi-
di
che eccitano
a cagion d' efempio , che
real-
fecondarie
qualit
onde
efftono
in
in
noi
noi
caldi
dicono
non
altro
un
noflri
fpiriti
fen-
tali
Queflo da ci fi fcorge
chiaramente , che il medefimo fuoco , il
quale ad una certa dillanza in noi genera
una fenfazione piacevole di calore , ne cagiona un dolore atrocifilmo , f ci facciamo
Ora perch deve egli
a lui pili dappreffo
fnzioni o
idee
piuttofto
il
calore
che
il
pure il medefimo ,
, quando egli
che in noi produce e 1' uno e 1* altro ? (i)
dolore
Le
che confiflono
(x) V.
come abbiam
l'Analift
N.o
detto
li. e fcgu.
nell'
e
elTere
le fue parti
di
vili.
125
un certo moto ,
di
dono
Ma
il
il
apprendono
le
parti
dei corpi
Libro
124
in confeguenza degli
fu d* altri corpi
li.
che producono
effetti
alterandone
modo
in
la
Comcch
darle
qua-
me
o dal non veder effi cogli occhi prY effetto delle qualit originali de'
corpi o perch le loro idee delle qualit
fenfibili loro non fembrano aver nulla che
prj
A p o
vili.
115
i) V.
1'
Analifi
N.
to.
Libro
t^6
II.
CAPO
IX.
Della Percezione
Idea della percezione
'
Jf
acquisiamo
JJUk? noi
Quella
fcicjlta
ella
confifta
per
di
.
prima che
la
la
rifleflone
paffiva
tutta
pu far a meno
apprende difltti
che
apprendere
Non
f
non
ci
pu
fi
che
fapere
in
riflettendo fopra
di ci
Le
non
Ella
quando
non
cagionano alcuna percezione , f non penetrano infino air anima Mirate un Filofofo feriamente applicato alle fue medi molte
s' accorge
ditazioni , ei nulla
impreflTicni fatte fu 1* organo dell' udito
e di molte fatte fu gli altri ancora ( i )
.
n
u
tunulto di Siracufa
il
falto
ne
il
ftu
da'
fopraggiugnere di
'j
d'
Archimede
non fent
profondi
Romani
chi
1'
prefa
uccifc
d' af.
Non
. .
Capo
IX.
127
pruova
cambiamento fi fa tanto
che
noi
prendiamo per una per,
fenfi quello, che un
nata
da'
cezione
contrarto quello
prello
) V.
1'
Append.
a qucft
Capo
Libro
128
II.
mo
che
Hano
da
tutti gli
enti di fpecie
inferiore
Vero
( 3 )
V.
( 4 )
V.
1'
la
Append.
II. a quefto
DifTcrrazione
>
del
Capo
Hill
.
Sig.
puranche
fui
i
Capo
IX.
129
mero
come
Ma
gli
Uomiyii
che gioverebbe
le
fcimie ce.
aver fentimenti
che non porrebbe
1'
gli
alimenti che
venifiero
Fol.
I.
130
PROBLExMA DI MOLINEUX,
ED ESAME DEL MODO,
Con cui arriviamo a
conofcere
>\
LI' occafione
alla
,j^,^~^2^
dell'
eiempio
rapprefentazione che
che da
iVIr.
Molineux
gli
efJJenza
addotto
circa
ci
fa
un globo
inferifce
il
problema
Il
Dr. Wtnns r ha ommedo interamente. Io l'aggiugner , perch s' rcfo famofilTimo fpecialmente a queQi giorni in cui molto s' difputato e dall'una e dall'altra parte
termini
j,
(V. Mem,
la
Phyfique
to, che
tatto un
fia
flato
ammaertrato
diftingucr col
ftefla
fteffo
metai-
grofTezza
di-
pongafi quindi
ch'ei
venga
ad
acquiQare
la,
Capo
Al
virta
e che gli
,,
l'altro fu
j,
doli
dire qua!
d'una tavola.
lenza
toccarli
fia
IX.
ponga dinanzi
fi
domanda
Si
fapr
egli
globo e quale
il
1'
131
uno e
vedeo".
dillinguerii
il
cubo.
j,
tale
,,
modo
modo
tal
abbia
percuoter
gli
pure
occhi
nel
tale
n che
1'
tal
angolo
rifaltante il quale preme la mano in una ma niera ineguale, debba pure alla villa apparire
quale
dimoftrafi al
Locke
Saggio
,,
parere.
flefTo
tatto.
Ci
egli
delle
Senfazioni
ma
Anzi
quale
il
la
mi lembra che
poffa giugnere
avvezzato a
fuori
Che
2.0
degli
f
di
trafportare
e
abbia
lontano
fi
Tre
fenfazioni
le
cofe
fiali
de' colori
apprefo
Che
abbia
I
1'
(iaccarc
dall'occhio fuo
3.*
obbietti
avvifo
(leffo
immagini
portarle da
imparato a
feguir
1?2
coli'
a tener dietro
C E
contorni
determinan
I.
un obbletto
di
linee che ne
alle
ne
perfcie
N D
P P E
occhio tutti
la fu-
Ma
tutto
figura
la
adunque
egli
diverte diltanze
r avanti e
mafi
mare una
potendo
de' corpi
l'
indietro
il
aver
Cieco antefatto
fuperficie
luogo diUinguere
oflfia
continua
niuna parte
di
determinata dillanza
le
che chia-
quel
l'immagini
fola
egli riferire
a niuna
Non
I.
tutti
di
gli obbietti
ficie
in
ofla
chiudono
for-
lui
Non
II.
quefta fuperfuori
di
medefimo a
fioni
di
;n
che
lui
un
ammaflTo
me-
di
nima rapprelentazione
gafi
guire
contorni
bens,
prefenti
de' diverfi
ma
che non pu
dalla
le
figure
ha
di-
1'
unione
di
quefti
terminar
eh' egli
fapere
oggetti
che
li
circondano
de-
Al Capo
Quello che
IX.
1S3
la
parto
io
mente
al
Tre cagnolini
nati
d'una
fu
Quando
moto
fol
moto
nel loro
li
lafciai
tavola
nale
un
facilif-
ad
incammi-
fi
a ftra-
non fapendofi ancora reggere fulle gambe), oppofi a ciafcheduno una mano. Ciafcuno
v'urt, e fentendo l'oracolo fi volfe ad altra
fcicarfi,
parte
Avviati che
nuovamente
come prima
dici
volte
Alla
mano
pure
le
li
vidi
mano,
Replicai
1'
la
ne
fempre lo
fegu
llelTo
un corpo ruvido
foQituii
effetto
per
veder
folo al
un oggetto si famigliare, oggetto con cui ftavano continuamente , fapeflTero pur riconofcere
Il tempo era quello
in cui
cagnolini trovai
vanfi pi famelici
cui a cercare la
refle
per confeguenza in
Contuttoci
palmi in circa
e quello
di
coricata
dillanza
1
que(ta
pi inte-
folo
due
Appendice
1^4
fcerla
n'
Gemeva
udivan
mura
niuno
ma
rifpondevano
vi
non
in
tutti
avendo
feguir
d' efT
n della
inquieta fcorgevafi
giugnerla
to
come chiamandoli
ella
voce,
la
I.
tutti
tre
rag-
di
tre
apprefo
peranche
n dell' udi-
direzione
la
villa,
efB
una pre-
sbandarono
fi
trovandofi egli
mente
fteffo
fecero
le
poppe
per
fu
tutti
ciai
Quando
guida
pi
fortemente attaccati
uno
due
Madre
palmi
non
ei
cogli
dall'
una parte
non
avefTe
cinque o
pollici
vi
lo ftefTo
avvenne
corfe
guidato
E' inutile
incomin-
occhi
alla
verfo
volti
ei
volgeva
come
fu
teda
la
occhi
pur
lontano di
odorato
dall'
l'
diret-
accennare
che
elfi
niun
avanzamento
all'
ma
a
11
poppe fur
alle
quando ne
degli altri
efperienze io andai
e dall' altra
tamente
ma
folo allor
fei
come prima
pofi
il
notabile
occhio
lor
ritrarne
due
altri
gli
I'
la
aveva po-
Madre veloce-
tre
diianza di
alla
pur
non
nella sfera
cui
in
corfe alla
Lo
trovare
mufo
fenfo
folo
gli
occhi,
come
che
incirca.
qualche
dappri-
f fiati foflero d
A
crifallo
(a), cominciarono
odacolo urtavano
IX.
A p o
135
a muoverfi
prima volta o
la
ma non v'urtavan
teria
la
la
in
un
feconda
la
Madre
un
vennero poi
rapidifflmi
vedere come
ed
pi adulti
eflTi
impararono a
primo aprire
tra
le
Cagnolini da
occhi
degli
cubo
un
figure d'
me
(linguere
differenze
rilevar
cos
V immagine
intereffante
noto gi per
lor
( a )
fi
fcorge
Certiflimo
re
La
fola
che
dico
a di-
per
tutti
loro,
gli
cos
altri
famigliare, a
fenli
dovettero
impiegare
le
sfera, che
d'una
efaminati
fette giorni
pi
differenze
piccole
le
le figure
non
appena nari
a rico-
la
qnal
indizio
mente
Noi
fefl
il
fac-
L* occhio
ciamo ogni volta febbene rapidamente
immobile a un punto folo non pu avere che un'
.
>
e un' impreflione
ft:inno
d'intor-
15^
iiofcere
quale
il
non fono a
nel
lignificato
I.
degli
fenii
altri
adunque che
lenfazioni
vifta
e E
foccorfo
dal
Le
E N D
hannofi
per la
mere fenfaz'toni
Le imprelTioni
^sgl' oggetti colorati non lieftan nell' anima che
femplici modificazioni
Quelle non diventano
principio che
rigorolo
pi
rapprefentazioni
efT)
percezioni
rifpetto a lei, f
trafpprtare fovr'
ad
rifpetto
e a riferire ad ogni
punto
oggetto ogni
un
di
fenfazioni
proprie
fue
le
elTi
L'ajuto degli
Quindi r Ab.
n a
Senfazioni che
fofpettare
ellerni
anche
pur
1'
ei
mprefloni
del
che
le
a conofcere
de' corpi
efiitenza
gu/io
le
accordaffero
fi
dell'
veniliero
le cadeffe
udito
dice
fenfi
tre
tutte
le
come
femplici
mo-
ch'effe derivino da
Il
folo
fenfo
che comincia a
farci
Statua da
folo fenfo
Quand'anche,
va pi oltre.
eV odorato
riore
la
il
pre-
iVnzi
lei
delle
neceiTario
ci
tutta ragione
della villa,
egli
fenfi a
altri
di Condillac
continua
trafportarci
egli
fuori
in
di
appreflo
noi
il
Al Capo
fitto. Egli vuol pure, che
merito
--Quando
toccare
primo cafo
al
ftef-
pruo-
ella
quindi che
if
manie-
determinata
Statua
la
tatto comincia a
va una doppia
condo;
137
di
ra (eguente
fa
IX.
il
fe-
primo la parte
toccata a lei medefima appartiene, non le appartien nel fecondo; da ci conchiude elTervi
inferifce
qualche
vcrfa
cofa che
1'
nel
fuori
efifte
di lei
da
d-
lei
a difcoprire.
Una
opinione
comunque
alcune
in
parti
io
non
il
alla
quiUione
determinata
una
due
fola
folo
coQretro
di
fagacita
fenfo
toccare un
corpo
altro
Statua
la
tatto
del
avr
ben
n'
avr
ma
il-
amtni-
Rifpetto
credo che
io
Ma
ad al-
queflo Metafilico
fua
la
prefente,
al
di
(la
mai certamente
fuo ingegno, e
rare
forf
cefTer
attribuifce
gli
io
non abbia
il
la
quefta
di
(lata fatta
nulla
di
una
mi tocco or
ne che
la
fola
l'altra
parte
s'accorger
Certamente
pi
mano,
ora
e nell'
uno
con un dito fo
il
vifo
premuta o pi
o avvie-
fsnfibile
de-
Appendici
158
nandomi
una
r altra fenfazione e me
amendue le fenfazioni mi
,
del
contatto in
m' ofcura
la
fi
riunifcono
maniera, che
altronde che
foflTi
I.
maggiore
fenfazione
che
le parti
punto
non
al
certo
gi
fi
altra, e
dall'
fenfazione
le
Ma
indivifa.
fapendo
la
due
una
le
per
torrei
due
le
le
non
diftinte,
ven-
pi
parti
aver parti
tutt'
al
pi
fapendo
aver
di
di
fenza poterle
fima
non
tatto,
riferire a
niuna parte
di
s'accorger
ella
diftinte,
f
mede-
nelmedefimo cafo,
tampoco
anzi
fuperficie di
ghiaccio
fentir al
condurla ad
parte di
come
di
a cib
argomentare
,
non
due colori o
di
la
di
l'
efftenza
di
niuna
fuor di
fteffa
niuna cofa
condurrebbe
due fuoni
il
la
ora
fenfazione or
di
un folo
concorfo
di
tutti
ilelTa
e farle
conofcere
l'
Al Ca'po
cflcrni
fta
IX.
In
139
tatto e la vi-
il
efTer
meritare per
Statua,
la
qual
medefime
fuppongo fornita
Prcfento alla
di
tutti
fenf
una tavola colorata. Toccandola ella ha al tempo ftelfo tre fenfazioni , quella della refiftenza ,
quella
che
color
del
della
tavola,
le
fenfazioni (on
Movendo
la
mano
di
lei
pong-
quale
il
fia
fenfazione
refiftenza
di
fopra
tutte
alla
entro
tavola la
fi
zo della tavola
ella
muova
la
mano
inverfo alla
La
fuperficie
quefla parte
mano
infino a
il
della
la
da
mano,
Qiiefia
dee certamente cominciare a
forprefa potr anche
forprefa^la
produrle qualche
e far che efamiattenzione,
determinare la fua
cefiazionc
nando
Appendice
140
loro difunione
non
I.
per
ancora
bafta
ma
Torni
lei
2one di refiftenza
colla
mano
vola
efca
da
mano
colla
ella
alla
tavola, altra
fentir rinnovata
il
al riunirfi de'
manca
dritta a
pur nuovamente
far
medefi-
(e
lenfa-
la
il
della ta-
finch
color verde
al
rienze
ella
dall' alto al
mente
tir
far
fi
colla
Faccia
efpe-
fteffe
le
trover fempre
fua forprefa
baflb,dal
mano
il
volta
cefia
il
la
mano
color della
e che
refiflcnia,
dal
verde,
quefta ritorna
quando
fi
fiacca
maraviglia. Potrebbe
porla in fofpetto
che
La Strila
alto e del
lajfo
jncominc.ire a
non
1' iiltra
farle
.
fors'
che
tanto
le refifte:
( b )
cW'
piii f
non
)
I'
il
fia
quello
avr ancora
Ja
della
n )Zfonc
avvertire
che
un' clhcmit.V
Al Capo
tavola allungato
tavola far lo
fopra alla
IX.
14*-
il
(teflo
trover un
ora-
(e). Ma
quello non giunga ancora: alme-
fuoi
sforzi
poniamo che a
no ia maraviglia determiner certamente fempre
pi la fua attenzione , e i cambiamenti fucceffi-
mano
fu quel
della tavola
lor dietro
verde,
arrivi a diftinguere
tilTamo
paffo che
Avr anche
filtenza
della
refi-
gi imporian-
far
ca
tenendo
iknza medefima
in-
rinnovazioni
da quello colore
trover
reliiUnza e
fpetto che
il
anche
del
colore
qui
color
fia
la
medefima re-
identici
bianco
quello, onde
il
confini
fuo
fo-
viene la
le
crefcendo
tri
Ma
ancora
ed che
il
colore
la
il
fui
quale
prima fcorreva
bianco,
fempre
fenfazione di refiftenza
Io
fui
ftcf-
fempre al
(e)
EiJa
non
fapr
d'allungar
il
braccio;
ma
per
-avr
inipcdiCce
Appendice
142
Chi
che un
colore a
tal
mededma appartenga
lei
aticora
Prefentiamo
alla
diverfo
mano
delia
una
il
la
tut-
identici
e dell' altra;
ma
colore,
il
rte(Ta,e
la
uno,
confini dell'
fenfazionc
la
tavia
a riferire
mo
I.
fa
color
fui
cor fempre
fi
nero
col
lore
il
tutti
fuoi
precedenti
fofpetti
JVla quello
la
fi
quefti
colori
fuori
di
quella di
fociarfi
tai
deve
colori
in
mano
mano
in
tinti di diverfi
,
erettamente af-
lei
folo
da
refiftenza
ora
tutte
riferire
le
potrebbono prefentandole di
fi
ora
gli
colori
pi al
il
fleffi
di
corpi
ed
or
quelli corpi
medefimo tempo
altri
ora un
Supponiamo
mone
che
fini
il
il
movimento
degli
altri colori
l'occhio a feguirne
pare
1.
in
mano
fui
luogo
con-
contorni da
medefimo
Al Capo
a rilevarne
limiti
IX.
didinguerne
14^
le
figure
2.^
mano
alia
uno
all'altro.
Che la
di mano
3.
s'andr legando
tutti
colori
mente
flenza
un
Che
4."
quando
di
da cui
quelli
la
color della
fempre
mano con
in
efla
quelle di
prover fuccefTiva-
il
dalT
fenfazione di refiftenza
mano
fi
refi-
la
(lacca dall*
fentendola
rinnovarfi
la
colore a
mano,
un
minor tem-
meno
il
ad allungare ora
obbligata
verfi colori
mincier a
riflettere
quello
allungamento
prende
il
gandofi,
al
7.0
diverfa fenfazione
alla
alla
al
di
che
diverfa figura
contatto
qualche
ora
pi
ripie-
con
verr
principio della
ci
nozione
fucccfl'ione
acqulAaca la nozione
V.
il
ella
formarfi
delle
le refifienze
potr
Cap. 7
un
dilUnze.
gi
aver
Appendice
144
foltanto che
allor
un
fi
altro
toccan
loro
fra
ienfazione
non
qualunque modo
f
color della
in
luogo
Tuo,
piacer
provando una
medefima quando
cangiano in
altri
gii
relativa; tro-
loro pofizione
la
colore
altro quefto
all'
mano
e del braccio, di
trovando rifpetto
lo
il
cangiar
fargli
agli
arriver
altri:
finalmente a
lei
figura,
non
il
altri
un pieniflTimo
Te
quefio colore
particolare
da un
in
in
provando allorch
la
vando
fentendo
mover
di
non fentendolo
trafporta
ne tocca
arbitrio
I.
mano
color della
il
medefima appartiene,
non appartengono
gli
altri
che
lei
fuor
di lei.
E'
da
notare
conofcere
che
do
in
i.o
che colori
luogo avr
fimili
diverfe in quel
no da
fi
non
fpeflo
un
tal
fentire
refiftenze
in 2.
nafco-
come
le
cofe refi-
fapore, un
tal
femplic
refiQcnze fimili
fono che
fanno
fon faci-
prime idee
ella
le
modo che
diverfi colori
altri
che
colori
gli
per,
A
modo
altro
in
in
o'Tervazioni
IX.
A p o
una
perfLiafione
i-f5
che intorno
obbietti ertemi,
cfiftenza degli
mente
la
porran
all'
final-
to,
in
tatto
quali
d'
n quanti
uno
al
ma
la
difcoprimento
combinazione
dell' efillenza
di
pii
degli
ob-
certamente indifpenfabile.
RIFLESSIONI
r
Sopra
'
JK^
me
Abito
ifiinto
Autore accennato
dall'
quello
(leffo,
ci
ne' bruti
che
da
molti
con
co-
termine
Uomini n
volta
a'
bruti
fomma
con
avvederfene
fia
che ci eh'
prontezza
efli
fanno tal-
fenza
neppure
efempio
fi
j.
e lo
di
AppendiceII.
146
molti anche
qua! per
gna a fuggire
ebbe
Quindi
pericoli.
che
difficolt d'afTcrire,
quello,
fia
il
principalmente infe-
(e
la
Mettre non
d'un
all'orlo
porti
indietro,
Natura,
vi
fol
Uomo
cadrebbe,
meno
efpe-
farebbe tenuto
idinto ne
dall'
fecondo
il
acquiftata alcuna
loro
di
primo
il
perch
la
d'iftinto ha dato
fezionare per
Fanciullo
io
accennati
tre cagnolini
ne hanno fornito
efperienze
altre
dopo due o
le
tre giorni
parato
un dopo
valerfl
ad offendere
poli
li
d'uno fcanno
ne precipitarono
di raccoglierli
di
che furono
,
li
gli
non
all'
orlo
che ebbi
al
tutti e
la
cura
s'avelTero
di dodici
rimifi pi
tutti e tre
Strafcicandof
Ve
le
loro,
di
del tatto, io
l'altro fu
Fra
fervirt,
ho fatto fopra
eh' io
me
Append.
nella prec.
pruove pi evidenti
volte di
niedefimo
modo
pui
La.
d:
un piede o poco
(ola
Al Capo
mente dopo
quinta o
la
IX.
147
caduta
fefta
il
dolore
Giunti
precipizio
ma
all'orlo
dello
fcanno allora
tanto
lungi
ritraevano:
fi
Un
accefo
il
ha grati
, non
una ibnza, ove era
tempo,
lafciato
libero in
fuoco, correr
il
(ul
cagnolini ed
ciulli
Fanfuoco
il
le farfalle
certamente
infegnar
allontanarfene
dirfi
che
avrebbono a
che certo
di
faperle
Natura
la
ad abbruciare
Non
ad
loro
voglia
d'andarli
poco buon
grado
mini infegna
volta
il
a fuggire
dolore,
la
pericoli
Provato
fenfazioue di quello
s'
una
aflocia
dell' oggetto, ond' venuto; prefennuovamente lo ftefib oggetto, o un oggetto fimile, la memoria del dolore pur fi rifve-
coir idea
tandofi
corporee
moti
necefTarJ
per
evitarlo
facolt
.
Alle
prime volte ella il fa avvertitamente ; ma a for?a di atti replicati acquifia poi 1' abito di farlo
K 2
Appendice
14S
II.
non f n'accorge;
quelF
abito
fi
fia
ella
formato in un
anzi ove
in
non
foffc
cui
pcranche
avvezza a
tempo ,
molto
conto
delle
fue
operazioni , ella non
tener
fapr pur lovrenirfi d'averle mai imparate, e
creder poi di farle naturalmente, e per iftinto.
Alla debolezza che han molti di voler pure
ad ogni modo perfuadere a f medefimi, e mofrare altrui di fapcre quel che non fanno, noi
celerit, che pure
con tanta
fiam debitori
Uomini
quefto
di
nome
beHie certe
e nelle
l'origine
fapevano
fempliccmente
fcoprir
Onfervando negli
azioni
cui
di
anzich
non
confeflare
di non
f^perne V origine , elfi
hanno amato meglio di aderire pofitivamente che
la Natura ftelfa quella che immediatamente
Hanno creduto con cib di fornire una
le infegna
cognizione,
e non han fatto che accrefcenuova
.
Il
infatti a cagion
d'efempio che
la
o non
ha impreCTo loro
de'
la
nido,
Natura
il
materiali con
Natura
il
cui
fono tolte
Due
vita
Uomini
cofc
riflettere,
che alcuni
di
animali conloro
forniti di
A
organi
affai
una celerit
mille cofe
bono
le
quali per
nome
di
anni richiederebfarle
di
ci che
per
realmente
le
hf\no
2.
effetti
coftituzione,
fifica
149
e dotati
tempo imparar
poco
molti
quando
noflri
in
noi
imparate.
non fon
fine,
de' loro
' ijinto
come
Non
alle
azioni
per
tendere
non
penfa
bifogni
fifci
ai
mal converrebbe
confeguenza cos
mangiare.
di
da
i/into
per averle
azioni
cai
fembrar quindi
chiamafi
de'
pofifono in
che
IX.
A p o
dilicati
per
luoghi
mille
pii
che
il
di
alle
mofche
ragno ordifce
che a
filando
il
moverf o
la
liberarfi
accadere che
il
faceffe poi
anche efpredamente a
tal fine.
Ma
che
delle
la
con cui
tefferle ec.
K3
un ragno
1 50
B R
I I.
CAPO
X.
IJefa
la
proprie Idee
le
feconda,
che
ia
Uomo
per eilendere
le ftie cognizioni. Le funzioni di
1* idee ,
lei
con{ilono nel ritenere
che
r anima ha ricevuto , il che ella fa in due
neceflaria
all'
i.o
idea
ie noA:re idee
un
ferbatojo
dell* idee
ove
per riprenderle
d'alToIuta neceffit
uopo , era
all'Uomo, la mente di
all'
un tempo
ileffo
me
crfe ad
di quella facolt
me
tutte
quelle
richiamare
E' vero che
, che pofib
obbietti che le han deftate , fo^^ra di
pi non operano: ma balla eh' io poffa
idee
gli
Per via
avere in
vuole
mettere
fi
poflTan
fi
X.
151
pi non
noi
d' efrtere
idee tenute in
fignifica altro
memoria non
animo ha la
ferbo nella
f
non che
1'
zioni
volta
Due mezzi
di
loro
fine
zioni
eziandio
quelle
maggiore
muojono
fi
che
Libro
II.
15^
loro imprefllone n pi n meno
lafi
poco
ne re/ta
Le
poco
finche
orma
cancelih
non
fole idee
idee
fimi.^lianti
revan fepolte
mente
ma
fpeflb ancora
pafTiva, perch
l'idee,
s'
due
difetti
per
la
violenza di
-^
qualche pa'f-one
la
memoria
fo:Setta
A p o
X.
I5J
perdere interamente le fue idee, il
che produce una perfetta ignoranza; 2. a
trovar troppo lentamente le idee che tiene in ferbo , la quid lentezza quando
ilraordinaria , diceii /upidit Qjdiindo ni''
incontro la memoria pronraniente Icoftre.
produce quello che chiamaf invenzione ,
vivacit di fpirito , immaginazione
Quello che conofce il pa{raro , il prefente , e il futuro , e innanzi a cui tutti
i penfieri degli Uomini fono nudi
e fcoperti , ha fenza dubbio com.unicato aliIntelligenze che il fervono immediatamente la facolt di vedere tutte le loro ider
i.o a
pafRite fenza fuccelTione di tempo , e fenza che alcuna da loro mai fi dilegui F!i
dove non porterebbe egli un Uomo frudiofo le fue cognizioni , f vedelTe , come
veggono probabilmente varj ordini d* An.
geli
tutte le
fue
idee
palTate e
tutti
un
folo
quadro , e con
potrebbe forf
gioni , per cui
puri effer
fuperiore ?
Egli vftjpfimile
animali
che godano
che vi fiano
la facolt
di
t^X'^
ricor-
LiBRoII.
154
lazioni
RIFLESSIONI
Intorno alla memoria
Contento
cennati
d'aver intorno
i
memoria ac-
alla
principali
fatti
l'Autore
Altri dopo di
occupati
ma
la
lui
in quefta ricerca
folo ne abbia
zione,
ma
fi
avuta
altre
nuovamente
volte
la
chiama reminifcenza
2. In qual
ci
fiano
obbietti che le
in
non
perceil
che
comunemente
modo
ci
hanno
fi
qual
o una rap-
V anima
gi avuta,
modificazioni o rapprefentazioni
gli
i.''
fono
fi
fenfazione o
accorga d'averla
io ho chiamalo riconofcimento
ancorch
s'
cagio-
le
le
fi
paflatc
rifveglino,
non
prime
eccitate
al
Al Capo
p!!nto
pi
la
parte
X.
155
de' Metafifici
ammirano
il
mo
dei
deW Anima
ad
cile quivi
una
darne
,,
j,
eflTere
conofciuto
fpiegazione
,,
fa-
pure
tenta
di
Ma
tuttavia
fpiegare
refla
in
Bonnet cercando a
che
del piacere
fifica
Non
confida
che
confifiere in
j,
le,
in
contro
fita
di
quella
di
fentito alla
derfi
parti
foHdc delle
dovrebbe dunque
ta ec.
za
le
ta, dal
fibre .\,
La diver-
che
la
non
fibre quella
mancan-
prima
l'anima dovrebbe
data imprefione
le
che fuol
fi
gi fiata
fat-
componenti
fentire alle
avvele
ini-
Appendice
1^6
preffioni affatto
dai e
frire
le fue
molecole non abbiano pi a (ofniun affritto,o lo abbiano a foffrirc tanto
diverfo. Ceffato
primiero
il
prefTo a
poco
molecole
loro
che
le
fato
loro
al
mo{fe
faran
nuovamente
a poco
le
il
ritorneranno
fibre
al
fi
deffe parmi difficile che
n'abbia ad accorgere s facilmente.
di un oggetto indifferente
non mi fa
provare niun' interna fenfazione n alla prima
Tanima
La vifta
che
al
certamente
n io faprei
intanto
rivederlo
mi
ricordi
il
minore
quanto
in
molecole mi faccia fen^tirc alla feconda volta minor piacere o doUre di quello
che ho fentito alla prima
3. Se un oggetto mi
affritto delle
far la
che
leconda volta
un' impreffione
pi
fleffo
forte
alla
conda pi da
vicino, a
proporzione
dell'
lo
fe-
urto
maggiore , maggiore far nelle fibre la reazione , maggiore l' affritto nelle loro molecole ,
maggiore per confeguenza la fenfazione. Io non
avrei dunque ad accorgermi d' aver provata
queir imprefrione altre volte eppure l'efperienza
:
A
mi
dichiara
A P o
contrario
il
4.*^
X.
X57
quando pur
mancanza
Qiicfta
f
conceda,
impreflTione
ftefia
quante
volte
altre
laddove io fo che
didintamente
il
ma non
gi
multe mi ricordo
numero
precifo
di
Quefte
confi-
due
,
Saggi di Pftcologia vigorofamente gli oppone
r Ab. Draghetti , mi tengono dall' ammettere
l'opinione
quelle
Mr. Bonnet
di
lo credo per
fcimcnto fpiegar
comunque ingegnofa.
che
il
poflfa pii
miflero
ricono
del
del luogo,
in cui
pre tutto
all'
della
fociet
l'abbiamo veduto.
i'
occupazione ec.
un
offcrvare
immagine
della
Or
oggetto
mi
fi
Quando
prefenta
la
fua
di
avr mai
il
altra
volta
veduto
immagine mi
fi
quando infieme
colla
1'
ho veduto
Tua
d'alcuna
anche quella
prefenti
mia reminifctnza
quale
?
!<& ra-
'
ArpENDrcE
158
gionc
fempliciflima
Io conofco
in
me
veggo
la
rapprefentazioni
oggetti
quali
due
ferie
che
mi
fon
con
inficine
diverfe
fovra
che mi
miei
ai
altre
dell'
fi
fenfi
miei
fenfi
hanno
oggetto
per
immagine
parlare
me
fo-
con
lui
ch'io
ho
precifameoie
pi
fento di
idee
dell'
quali
infieme
agito
una
dagli
attualmente
l'altra
per1'
fatte
lui
agifcono
pra
truovo
ch unita
delle
aver veduto
d'
volte, perch ne
oltre
lui
alla
CUI
momento
dal
in
di oggetti
ferie
tal
riconofcere
il
momento
attuale al
che ho
fteflb
to due volte;
no
notare
l'oggetto
ci
ninna
L'uno
ci
memoria rapida
non
per v'han-
cafi
quando
fi
rifveglia
ma
abituale
abbia,
dir
AlCapoX.
COSI,
varie
di
duto; e
circoftanze
in cui
159
l'abbiamo ve-
il
mo
duta
ma non
pende da un
meccanica
lei
leggiero
fono
ftate
che non
Ci
la
altra
alle
volta
atto a
d'
di-
parte
comunica
attualmente
agitata
ma
ci
movimento, che
Icggier
agitate,
fappiamo aflicurarcene
rif-
per
ofcu-
ra reminifcenza che
a qucfto leggier
movimento,
e rinforzandolo colla
accertare
la
reminifcenza.
Il
nome, o qualche
lume
quel che
ove una picciola fcintilla
accende in un momento tutta la macchi na.SpclTo
per a difpetto di tutti gli sforzi niuna idea ce
refta intero , e
fi rifchiara, e allora il dubbio ci
fu
tutto
ne' fuochi
la
me
il
d'artificio,
ed incerta ficco-
la
remi-
fifica
dell'
oggetto
fi
didingua la
i6o
feconda o
p p E
:>
:-:
e e
la
quede
Se
minifcenza
confufa,
non
rimpreffione
deftano
fi
chiara e
la
re-
confufamente
fifica, la
Ja
fpieg.iZonc prefcnte
Sicrsro
rati
dipenidee af-
chiaramente
certa
nfr.itco
ma
dell'
due
de' PP.
paffi
pure a fpiegatc
II
iV,2^o e Storchenau
riconofcimento
ove
cfii
valgono prefs'
il
1'
amore
che vero
vero
delia verit
ci
fia
che
quantunque
Ma
pure han
pcrfuafionc
la
giudicato
effer
piuttofto ed accennata
dimoftrata
accrcfcendomi
altri
un
obbiezione
fortiffima
fog-
vi
1'
Ab. Dragherti
eh' io
f,
,,
di
cofc
una
aficnti
affociazione
.
.j
fi
abbia gi
;>
ftr.rjucr.co
il
Ma
non pu
averli d lei
ove
ove
quefta
non
e quello
gi
non
A
Or
f alla
A p o
i6t
X.
Statua da Condillac
Bonnet
ha ancora
che
fenfo
folo
il
dell'
imma-
odoralo, una
rofa
indi
fano
un gelfomino
apprelTo
nuovamente
fcnfazione
fia
tra fottentri
avr mai
ec.
ma
onde niuna
Statua
la
fennpre in
la
reminifcenza d'alcuno di
quefti odori
ti
abbia
,,
filema
..
fa
fcenza medefima
il
In quelo
ho data
adunque
non
la
,,
1'
la
fa
dell* idee
conofcere d* aver
oggetto
che
rinnovamento
fpicazione ch'io
Colo rinnovamento
che mi
alfociate quello
dinanzi
Secondo
il
avuto
attualmente ho
il
idee paffate
fcnti
Ma
avere
il
il
I'
ci
non
roglie
eh' io
diftino-uere
novate
>
l'immagine prefente
Che
1.1
non debba gi
non debba fapcr
reminifcenza pertanto
fuppon^a gi
jI
Io
fcnti-
Appendice
i6i
^''
modo
In qual
l'anima
fone
ini
fi
una impref-
rinnovarli di
ai
accorga
lei
d' averla gi
avuta, pat-
gare
2.
il
paffate
Io non
ove l'idee fi vanno
ad appiattare, e da cui sbucano poi nuovamente
con cui s'improntan nel
al bifogno, nei figlili
cerebro , e ove l'anima corre a rileggerle quan-
attuale
rifvegli
l'
rammenter n
le
do
agg,rada
le
mento
della
impreflfioni
n
fi
ruccefTtonc
folchi
fanno
una melarancia
cellette
e che
rlc'iiegaa
.
Veggo
piegature
le
durano co-
vi
nccelfariamenre
fu
una
d'
tavola
>
mi
gufto
az
poi
mi
s'
s'
II
fentimento
.
ma
dalla
fa fiu-
odore
'
In
la
amen-
due ,
mi deve
chiaro per , che
,
poi
della fucceflione
Egli
rinnovata
dell
nafcere ncceflariainente
f|iicfto
fcnfazione
la
caf
ere
agoriugne
femplice
da
alcuna
addizione
di
idea
nuove
mi Continuano
A
flantemente
tan
trattenervifi
di
Saggio
Ofig.
full'
femplicemente
che
s' occupato
memoria
nel
Copniziont
dice
legano V une
modo ignoto
fcambievolmente
nel
credere
di
meri-
Condillac
di
fi
per
ma come
polla
egli
facile
Ab.
idee
e
13
1'
coli'
une
Tratt.
con Elvezia
anni e
molti
non
moto
Tempre
tinui
le
X.
vaghe non
si
Umane
mollra
delle Senfazioni
il
L'
dell'
l'altre rifveglianfi
che
A P o
modo ignoto,
per
altre
Spiegazioni
ec.
fibre
durare
n'
conper
avvegga
a concepire. Bonnet pi di
tutti
meccanifmo
della
ricercare
nel
il
moto
dal
di
comunican tutte
quando un oggetto ha
le une coli' altre , che
fatto impresone fopra una fibra , lafcia in effa
una tendenza a muoverfi nuovamente al medefimo modo ; che in confeguenza di querto f
ella verr agitata da una fibra vicina ella fi
mover a quel modo determinato , e rifveglier
nuovamente l'idea dell' oggetto; che all'incontro le fibre , le quali non hanno ancora fentite
l'imprelfioni degli oggetti , non avendo ancor
cui
rifultano
ricevuta quella
le
fenfazioni
tendenza al moto,
determinata
rtate
modo determinato
dagli
,
per
oggetti montate
lo
fcuotimento
delle fibre
vicine
L 2
le
inipreffioni
pof-
Appendice
104
ma
ogni
fibili
per
quelle imprcffioni
ogni
impreflTione rifvegliare
medefimo tempo
volte
al
moto
deir une
al
prciTione
degli
oggetti
per
Ha
qual
acquiftano
modo
qual
in
cui
ogn'
di
provata altre
fiafi
nell* altre;
palfi
moto, che
tendenza
memoria
la
altra di
in
il
quefta
dopo l'imqualunque
pondenti
la
ad
elTer
oggetti
l'idee degli
contrario innanzi
al
imprelTione, dalle
loro
biano
fibre
d'
corrif-
aver fofferta
non
vicine
mode giammai, o
ab-
fono,
il
fetta ofcurita.
Un'
ipotefi
Confiderava
fottiliflTimi
io
fibre
le
fenfibili
come
altrettanti
ai
ma
chiufi pel
lungo da varj
ftrati
canne.
Con
nelle
della lenfazione
il
mefa-
mendo
la fibra
fcnfibilc
fu cui
agifce
obbliga
il
contenuto
fluido
Spinto da
quefia
A p o
fcorrere
preffione
operano
obbietti
varie fibre
ollacoli
fenfaxionf;
la
eccitano
fi
QueOe
Tua
falla
che
tempo
za\
con
cai
Li
il
mcccanifmo
cui
ali'
in
effa
a quello
comunicazione
l'
idee alfo-
della reminifccn-
occofione di
anche V
eccitano
fi
fluio
il
defiano anci^e
fi
modo con
il
impreffione
moto anche
fuo
Ci forma
olTia
il
fibre,
nelle
gi Rata aperta
ciate
che
libra corrifpondentc
contenuto partecipa
ajfo'
uno di querti
agiCca nuovamente
d'idee. Occorrendo
fu
gli
rotti
gli
ali*
Se due o
vengono ad incontrare,
fi
ella.
di
rompe
iao moto
fluido
unione
tivi di
lungo
al
il
contemporaneamente
varie correnti
ii55
niruova, e dal
via
X.
alire
una
alTociare
quantunque
loro obbietti non agilcnno attualmente fui fenfi Nelle fibre che non hanno anil
moto non
cor fofferta l'imprefione cllerna
i
potr comunicarfi
tatti
l'impediranno
u\ mai
defiarfi
acquiftata pei
mo
nodi
perch
.
la
fenfi
fibre
aflbciate
ioro
moto
Ss una fibra
{\x\
lunghifi-
ninna impreffione
pi
richiuderanno,
le
il
lungo di
pii
in-
argini tuttavia
gli
efTa
fi
Appendice
i66
eccitarfi.
libera la
paflTa
meni
memoria
della
veniva
io
Ma
agevolmente fpiegando.
m'ha
tantiffima
altro che
la
fua femplicit
fervire
taluno
pi
come
corra da un'
fi
Varj
feno-
altri
modo
quefto
impor-
difficolti
finalmente che
un
modo accennarne
ogni
perch
riportare
una
fatto conofcere
ipotefi
voluto ad
Ho
fogno.
alcuna cofa
di
facilmente
immagine,
a cui
fenomeni
principali
Quello adunque
che
tempo
che abbiam
imprefioni avute
le
ftelTo
con
una
di
certo
congiuntamente
fi
non
fuccelllone
pi
a!
inter-
fcambievolmente
egli
difficile
verifiinile,
In qual
che
E' da
maniera ci
accertatamente
un
defiderarfi
fufficientc
non
s'
fi
ipo-
Quefta
ma
noti
impoffibile.
buifce alla
L' idee
A p o
1^7
X.
via d'afToclazione
il
aggrada
ci
richiamare
.
Se
all'
noi bramiamo
come allorquando parlando
d'una Perfona vogliam fovvenircene il nome,
occafione d'un' idea
marne
richia-
di
alcun' altra,
altro
moto
rovente
l'idea
f
avviene
defiderata
prima
lei
ci
fi
della
fi
il
ella
cui
come
non
fi
anneOTa
prontamente;
prefentafi
altre fibre
in
offrono;
moto mai
nella fibra
come
fi
pur
avvien
prima
di
vorrebbe
qualche
volta fuccede, dell' idea defiderata noi fiam corretti a reftar fenza
C A P O
XI.
TT YN'
^^^
altra facolt
di difcernere
prie idee
denza e
Da
dell'
anima
o diftinguere
quella
le
pro-
la certezza
di
moltilTime verit
L 4
Libro
i68
II.
compongono
Il
raziocinio
Non bifogna confondere
queila aggiujattzza di giudizio , e di radel
con
ziocinio
d'
ingegno
ci
che chiamafi "vivacit
Qnefia non altro , f non la
preftezza e la variet
cono
dell'
idee
che
colla quale
per
s'
qualche
uniflieve
dizio
air incontro
fempre occupato
comunque picciola ,
non cadere
non
Se
fi
vuol
precife
lafcia
in errore
idee ogni
pofloro
e
confonderle o
gli
obbierri le
menre
XI.
A P o
d' inganaarf
offrifTero
ti?
quand' aneli*
ai
renfi
diveifa-
ed in diverfi incontri
altra operazione , che l' anima
cfercita fu le proprie idee quella di
confrontarle tra loro rifpetto alla loro
,
Un
cltcnfone
e al loro
(
vede
zioni
al
loro grado
luogo
fondamento
il
Non
loro
al
Quefi' operazione
pare, che
le
di tutte
beflie
tempo
come
,
le rtV-
godano
di
verifmiimente
ri-
truovi
11
comporre
le
proprie idee
ofla
1'
unir-
sima fpecie
formarne
una
fola
medecome
dall'
d*
Libro
170
II.
fan riconofcere
il
Padrone
un* idea
che
, la
quale unendo le qualit femPadrone egli ileffo fi fia formata
Un' altra operazione dell' anima final-
compofta
plici del
mente quella d' aflrarre le idee , e formar cosi dell' idee generali rapprefentativc
di molte cofe particolari . Dopo aver ricevute molte idee femplici fra lor differenti , ella ne fepara tutto ci , che le fa
effere differenti le une dalle altre , come
le circodanze di tempo , di
luogo ec. , e
non le confider , che per quella parte , in
cui tutte fi raffomigliano
fomiglianza per
cui effe e tutte quelle che fi conofcono
:
medefima natura
medefima fpecie Niente
per compendiare le idee
in appreffo della
no
della
ceffario
potenza
di
che
formar
dell'
idee
fi
dico-
pii
ne-
Quella
generali
principalmente coftituifce la
fuperiorit degli Uomini fopra le befiie
Pare ch'elle ragionino fopra gli obbietti
particolari : ma nulla pruova ,~chc formin
giammai dell* idee generali .
quella
Capo
li
privo
efTer
cui
XI.
ly't
confuse
uno fceyno
qualcuna delle
difetto di
di
nlF
facolt
di
e vivaci
mal
si
tibili , e nel prendere queiV idee
congiunte per verit reali
Il pazzo s' inganna ne pili n meno di colui , che ragiona giufto ma fopra falfi principi e per
confcguenza un Uomo favio , che unifce
idee incompatibili e che ragiona fopra di
effe , pu elfere
cosi pazzo per quefta
parte, come quelli che ftanno negli fpedali . Il pazzo adunque unifce dell' idee
.
incompatibili
pofzioni
quali tuttavia
raente
ma
lo
fcemo
fizioni n ragionare
ragiona
fiate
i^r^t?^<i
iic fa
CAPO
XII.
^
J!La?
giufta-
formar propo-
{io,
per
la
fenfizio-
Libro
171
ne
(a
tiva
II.
per la rifleflone
ma
diviene
at-
variamente
collocandole una prelTo ali* altra confiderarle tutte e due nel medefimo tempo
fenza per unirle infieme e cosi s* acquiIl feparare
ftan r idee delle relazioni
3
una o pili idee da quelle , con cui efiftono
.
primo
rifleflone
fui
mente
parler
fi
Io
*>
formano
di
idee
le
qualche
ora
far
quefti atti
della
due
,
poi degli
al
loro luogo.
L* idea complejja un* idea compofta
di molte altre , come quelle d' uomo , * armata , di bellezza , di gratitudine
Qucfl'
idee complefTe fono di due maniere
Al-
altri
fem
-liei
gli
realmente
nella natura , come 1* idea di qualche foflanza . Altre fono comporti formati dall'
anima fteffa , come 1' idee della gratitudiarchetipi
ne
delle
quali
efiftono
Per
la
facolt di
ripetere
le
proprie
Capo
idee e unirle infieme
XII.
1*
173
Uomo
pu
divcrfi-
obbietti
ricevere
mezz
de' fuoi
ninna
penfieri
idea
gli
ma non pu
femplice
che
per
L' idee delle qualit fenfibili non gli poCfon venire , f non per 1' azione degli obbietti eilerni
dell'
ci
fu de' fuoi
operazioni
che
dell*
fente in
fenfi
1'
idee
dine ec.
di
modo
Che
in
f io
un
174
B R o
li.
quello
in cui iuole
gitore a
comunemente
ricevute
il
egli
ncceffario
o impiegare gli
nuova
in
pi tollerabile
Quelli modi fon di due forti
sioni farle
il
occa-
limili
.
idee d* altrettante
)n
inleme
fimpd
a queili io
do
unita
il
nome
raccolte
di modi
limiti
d*una
fola
fattezze
mifli
( r )''V. 1*
Appendice
Capo
XII.
175
L* idee delle foflanze fono compod'idee femplici , che fi fuppongoa
II.
lle
rapprefentare delle
uomo
e dell* unit
III.
L* idee
delle relazioni
confiftono
nel
dine di
ciafcuna di queftc
fpecie di
idee
tre
dfferenri
iy6
tmmmm
'.'f
''K^
bellezza da Locke
quella,
qual
la
Sotto a un punto
di
vifta
fia
la
Molto da molli
ria
natura
vera
ftato
nome,
fcritto
fu
ricercare
del
Bello,
querta mate-
L' articolo
fazione
del
P.
e a
univerfale
ci
teffono e degli
opinioni
Ma
non fem-
ci
una
rapprefentazione
Quelle
che
ci
fentazione bella
fi
dice brutta
II
qualor
bello
ci
adunque dfve
conftjere
A
Or
una rapprefentazione
piacevole
fia
Sentimens
des
Theorie
indeboliTca
XII.
A P o
177
da
La
pfftnda) un piacere.
Ogni
non
non
che
che
pure
adunque
luce
eferci-
Sig. di Pouilly
il
agreables
aggiugner
io
dice
gli
gli
colori
ci-
n indebolire
meglio illuminati
ruvidi:
perci pi belli
colori
li
non
al
Il
ove
bianco
riputato
meno
ten-
va
bello
fem-
fempre crefce
minima
la
pi bello
il
il
rojfo
perch
bello di tutti
quanto
dicono
fi
che
lifei
Juce.
diafani che
afccndcndo infino
letto
belli
tanto pi belli
han pi di luce,
dono allo fcuro;
pi
tra quefti
gli opachi,,
il
mea
luce maffma
forf
egli
perch
fua
la
il
all'
meno apprezzato.
degli
efercizio
Sig. di Pouilly
un piacere
Una
organi
anche
non
ogni
le
corporei
efercizio
affatichi,
rapprefentazione adunque
far
/,
maggior numero
di
idee o di
imma-
AppENDrCE
178
gini
ci
facilmente
animo
gente e
fi
la
La
regolarit^
variet con-
per
proporzione
la
La
bella che
quefto
il
Quel che
s'
facilmente anche
plicabile
al
dolcemente
Tuoni,
fuccefTione di
pi
1'
bello
mufuale
bello
organo
dell'
quale forma
la
\ armonia,
ripola
maggiore variet
fon
Una
melodia,
cui
pi belle, quanto
di
prefentano
ci
tanto
Un
quanto
udito
la
ap-
vifibile
fibili
ti-
V ordine,
Se vi
s'
unifce V efprejfione
giore
perch maggior
Ma
ve n'ha
gegno,
fpecie,
pu
pu
dirfi f/fco
che metafifico
morale
ma
in
bello
dall' efercizio
delle
d'
pu
in-
o nelle
Quefto
una rapprefentazionc
fteffo
dirfi
mag-
tanto
rapprefenta-
di
^f//o intellettuale
piacevole;
fa
fi
pub chiamarfi
azioni morali
invece
bello
numero
al tempo
appellarfi
il
dall' eferci-
dell'animo,
Al Capo
efercixio da cut
di
magini ^
179
Quia-
non
un poema ^ una /ioria, un
o matematico ^ o politico ec tanto
che un orazione
trattato o fijco^
XII.
fiano affaticate.
elle
le
come nel
idee
di
iw-
di cognizioni ci
to pi efercltano
di
quanto
facolt dell'animo; e
chiarezza, e
to
meno
coli'
ordine ce
affaticano
efercitandole
Un'
le
fteffe
le
dell'
animo
rapprefentazioni
Da
Bello
qualfivoglia
non
mai
fono accre"
fuperati
adunque fi miri il
fuorch una rapprefcn-
parte
altro
vivamente
eferciti
offenderli
eferciti
gli
quale
vivamente
Mi
la
le
faccia
facolt dell'
al
medefima
Appe^dice
i8o
Oretta
Bello
Buono
il
che han
relazione
la
ed
loro
fra
il
quella dell'altro.
Come
il
calore^
il
il
qualit fifiche,
colarmente
fi
dice
s'
in
cos
cazione confile
poYf
Buono. Perci
[re/co
quefto
a cui
tale
fi
termine
/*-
pi
le
parti
che ne produce
fi
fono
Ma
odori
gli
la mtrbidezzti ec.
aitribuifce
buono
modificazione
oltre ai
Bello confifle
il
2one piacevole,
chiamano
in
belli
non
alla rappre-
guifa
quella
anche
che
corpi fu
fi
buoni
fi
che
gli
da cui
oggetti
zioni piacevoli
fa
vengono
ci
modifica-
le
ft
trafporii
mente.
Il
perch buono
fi
chiama un
albero
il
terreno
la
piop^ia ed
ec.
che
che quef^'
il
foU
Al Capo
Tutti
oggetti che
gli
vengono
onde ci
chiamano
giovano
2one molella
Ma
utili
cof
i
pur
dicon
fi
ripararci
i8t
le
piacevoli
modificazioni
le
oggetti utili
quelli che
XII.
procurano
ci
di uofio
irasferifce
fi
tma
armatura
trincea
Finalmente tutto
Laonde buono
buono un Avvocato
che ben fofienga le noQre ragioni, buono
un libro j che infegni cofe utili, buona un' azioragione
ia fielfa
un
orologio
chiama buono
fi
ore
le
ne
e
-^
che a
noi o
a' nofiri
buono finanche un
come durevole
fimili
colore^
tale per
piacere di vederlo
fmontare
fpefa e
l'
D
Buono
lo
incomodo
tutto
che
atto
ad
che
una
impedircene una
fi
difla
fignifica altro f
produrci
il
poco tempo, o
manifefio
non
confider
fi
da impedirci
in
rinnovarlo
di
ci
in origine
piacevole
che a
giovevole
fia
quando
il
nome
non quel-
modificazione
niolefta
attribuifce fc
non per
Appendice.
i82
Lo
idee
richiederebbe
un
lungo
trattato
damentali
me
principi fon-
),