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DEL GOVERNO E
DELLE SUE VARIE
FORME IN GENERE
E DELLA

MONARCHIA...

Dionigi Sicuro

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DEL GOVERNO E DELLE SUE VARIE FORME IN GENERE

E DELLA MONARCHIA COSTITUZIONALE IN ISPECIE

Lettura Prima.

Dello -vario formo <li Oovorno.

Signori

Spesso volte vi sardo trovali presemi a discussioni politiche,


con calore impegnale dai voslri amici o conoscenti, i (piali a tulla

possa si saranno studiali di persuadere i loro avversari di disputa


della verit di ci ch'essi sostenevano, o di combattere ci che
quei rivali cercavano a loro d' imporre.
Spesse volle avrete leilo o sentito parlare del Governo in ge-
nerale, o dei vari Governi in ispede, come sarebbe dulia Monarchia,
del Governo defili oilimati, della Repubblica ecc.
Spesse volle avrete assistilo al panegirico fallo in favore di
una data specie di Governo, con invettive acremente scagliale con-
tro di un' allea; o alle benedizioni largamente profuse a questa,
ritenuta qual tipo ideale ed estrema mta che si possa raggiungere
da un civile consorzio o nazione, e alle imprecazioni di che quella
veniva oppressa.
Spesse volle, infine, avrete conosciuto taluni non pure a parole,
ma coi fatti, con gli averi, con la persona dichiararsi fautori en-
tusiasti e talvolta fanatici di una fra le varie denominazioni gover-
native, e con uguale entusiasmo o fanatismo acerrimi nemici di

altre.

Igifeed by GoOgle
Creilo, pertanto, che, in tutte quelle drcosianzc, spesso vi sia
accaduto di rinvenire poco bene delinealo l' argomento in questione,

c di aver dovuto durar fatica a persuadervi, se quelle lodi od


imprecazioni, queir amidi evol e entusiasmo o quell'ostile fanatismo
avessero per oggetto il carattere morale o ili essenza del potere
governativo, o si v vero qualcuna delle forme che esso venne ad as-
sumere presso i vari popoli nel volgere dei secoli.
Che se, al contrario, accade che bene venca stabilita la distin-

zione di essenza e di forma del potere sociale, ben meritato deve


apparire ogni encomio o biasimo, in favore o contro di un governo,
per ci che riguarda il suo elemento morale o di essenza; laddo-
vech restii lerci il n1 irnlilr oltu ilisnissinr' pi'r sogner 0 Combat-
tere una forma qualunque di Governo; o, tuli' al pi, aver potrebbe
una pratica importanza per quanto pu la forma influire acci un
Governo, buono per lo elemento morale che lo distingue, possa, in

grazia di una data forma anzich di altra, continuare a conservarsi


tale, oppure con facilit tralignare e pervenirsi.
L'argomento, quindi, da me tolto a svolgere in questi tratte-
nimenti, mira a dimostrare la verit delle proposizioni test enun-
ciale; il perch occorre che nella presente lettura vi parli, della
origine e natura del potere sociale e delle varie forme che desso
pu assumere nel proprio esercizio; riserbandomi d" intrai tenervi
nella seguente, in modo speciale, di una sola forma di governo, e
delle ragioni per le quali dessa sia meritevole di preferenza sulle

varie altre forme governative.

Se noi avessimo intenzione di domandare ai filosofi delle varie


scuole quale sia la natura e la ragione di essere di un governo,
diversa ne verrebbe la risposta, a seconda della diversit dei prin-

cipi filosofici da loro professati, e che, nella loro applicazione alle

discipline politiche, conducono a due formule opposte, ugualmente


estreme ambedue, epper ambedue ugualmente fallaci.

Io ne far cenno, passando quindi a stabilire, in proposito,


quella teoria che 6 pi conforme alla natura umana, e ai falli rac-
contati dalla storia.

I principi metafsici professati dalle varie scuole filosofiche

delle antiche e delle moderne et, sebbene svariatamente raffigurati

e rappresentati, si riducono a due supreme categorie; quella, vale

a dire del Panteismo, e l'altra dell'Atomismo; dietro di che, nella


filosofia della Politica, ogni scuola di diritlo pubblico, ogni teoria

Dlgilized by
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dui potere sociale ed ogni discussione su [ali argomenti, si possono
riassumere nelle formule di diritto divino, e di sovranit indivi-

In Talli, la prima di quelle teorie metafisiche, il Panteismo,


viene :i negare ogni particolare sostanza, ogni realit creata, per
affermare che nel]* universo una sola sostanza, una sola realit

esiste, ed la sostanza e la realit increata.


La seconda, al contrario, vale a dire l' Atomismo, viene a ne-
gare la esistenza di ogni causa prima, di ogni suprema iiiiHIrvin,!,
e ad affermare, in vece, ciie gli esseri, nel loro sialo naturale di
disgregazione e u" isolamento, nuli* altra sono die il resultato di
fortuita agglomera/Jone dei diversi atomi sparsi per l' infinito spa-
zio, dove- tulio 6 atomo, senza che possa esservi alcuna esistenza,
tranne quella degli atomi slessi.
Cos anche per la prima delle due accennate formule della
politica filosofia, quella cio del diritto divino, viene disconosciuto
ogni potere subalterno, ogni diritto individuale, per sostenere che
nella societ un solo potere un solo diritto esiste ed e il supremo
potere del sovrano, emanato dal diritto divino, dal quale ogni altro
diritto o potere deriva nella societ.

Con la seconda, inline, delle mentovate formolo, quella ciac


della sovranit individuali- , non solo si arriva a disconoscere ogni
suprema autorit, a sostenere che tutto dipendo dall' individuo, e

che non haw alcun diritto in Societ che nell'individuo e per


l' individuo; ma spingendo alle ultime conseguenze siffatta teoria,

si giunge a dichiarare l'isolamento e l'anarchia essere lo slato

naturale dell'uomo, conforme il Rousseau e il Proudhon, coi loro


seguaci, hanno nsprtiiv/inienle proclamato.
Secondo i sostenitori della teorica del diritto divino viene sta-
bilito che l'uomo . destinalo a vivere in societ coi suoi simili
all'oggetto di conseguire il fine per 11 quale veniva creato; e che
dalla divinit stessa viene prestabilito che egli rimanga sottoposto
all' imperio di un individuo che da Dio riceve il mandato di
dirigerlo, in un coi suoi simili, per quella via, e seminisi rargli
quei mezzi che possono condurlo al conseguimento di detto fine.

Laonde, il diritto del sommo imperante saero ed inviolabile


perch comunicatogli da Dio. Chi ne u investito pu secondo tale

strana teora impunemente usarne come meglio gli aggrada, ed


impunemente opprimere in mille guise quelli sui quali esercita il

suo comando.

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D;i siffatta leorica venne pure la bupresti ziosa credenza presso
gli antichi di un sopra mia turai e intervento, ili una parentela fra i

Sovrani e le divinit del paganesimo; e l' apoteosi degli imperatori


contraddistinti dal popolo liomano coli' appellativo esprimente tale

divinizzazione, malgrado le atrocit e le nequizie d clic quel popolo


veni va ne oppresso.
Da questa, ancora, in epoche pi prossime a noi, il preteso
divino intervento, e ia divina sanzione di ogni alto eseguito dai
Reggitori dei popoli, in nome della Divinit; della quale la coopc-
razione, o il consenso viene manifestalo per le formolo convenzionali
clic eglino adottarono, qualificando so stessi, come investiti del
supremo potere per la grazia di Do, o come Unti del Signore, e
come Vice gerenti di esso sulla terra; formolo che, in grazia del
trionfo dei principi di libertil, e della rivendicazione della sovranit
nazionale non conservano oggi (almeno presso alcuni popoli) altro-
ch un senso punmienic istorico; mentre ad esse viene aggiunta
ed anche preferita altra formola, jxr volont del popolo o della
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nazione, per la quale viene megli manifestato e riconosciuto, come


la sovranit del potere sociale abbia sua sede nei nazionali con-
sorzi.

Cosi i segnaci della teorica del diritto divino, quando loro


venga domandato: cotesti vostri mandatari della divinit, cotesti
Unti del Sit/iwiv. cotesti iimnarehi prolislinati, sono eglino al

possesso della autorit che esercitano, in virt di un diritto innato,

0 di un diritto squisito? quando, dico, vieti loro cosi domandalo,


per non trovarsi a negare die per diritto innato solo il padre
comanda ai suoi tigli minori, ~ per la incontestabile superiorit che,
in ogni senso, egli ha sovr'essi, per l'amore che loro natu-
ralmente porta, per la costante necessit che essi hanno, della sua
protezione, e all' oggetto ancora di sfuggire l' incoerenza o 1* im-
possibilit di trovare in questo mondo la base del loro sistema,
vanno a cercare nell' altro le risposte, da loro stimate convenienti
in proposito, col pretendere che ogni autorit emana da Dio c che
1 governanti sono delegati di questo, e regnano in virt del diritto
divino ad imitazione dei pontefici, i quali sono i loro consorti ed
alleati necessari e legittimi; per b identit dei principi da loro
seguiti Dell'opprimere quelli clic sventuratamente hanno dovuto e
tuttora debbono gemere sotto il loro dispotismo (1).

(I| Bernal Thorie r l'suiorit, T. I.

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Essi con bell'agio ricorrono a) cielo per ottenere la soluzione
di ogni dflicoll e cosi si risparmiano la fatica d' interrogarne la

scienza I
Dall' altro carilo ugualmente esagerate e non meno funeste alla

Societ abbiamo le pretensioni della opposta dottrina; per la quale


viene esclusa ogni idea di supremo potere, ritenuto l' uomo per sua
natura tendente all'isolamento, e dichiaralo ogni potere come opera
esclusiva dello arbitrio dell'uomo, ebe a suo talento, pu rovesciare
qualunque istituzione sociale, per sostituirne delle altre che meglio
crede opportune onde soddisfare ai propri interessi, senza riguardo
alcuno, anzi disconoscendo ogni principio di morale e di Giustizia:
imperocch ritenendo i propugnatori di questa Dottrina l'uomo nato
per vivere nello isolamento, dovettero pur ritenero che la esistenza
di ogni sociale potere o Governo abbia sua ragione di essere in un
patto convenuto fra gli uomini, ai quali resta pur sempre il diritto

d'infrangerlo, ogni qualvolta a loro piacesse di liberarsene; sanzio-


nando, in tal guisa, se non il dispotismo e l'arbitrio ili un solo
individuo, quello, forse peggiore, del capriccio della moltitudine.
lo invece credo necessario si debba prendere le mosse dallo
studio della natura dell'uomo onde ritrovare l'origine, la ragione,
l' elemento morale o di essenza di ogni Governo.

L' uomo dotato della ragione ha la facolt ili conoscere quanto


sia bene e quanto sia male, scrunilo la e^gc morale; come pure
per la facolt del libero volere, egli e nel suo arbitrio di seguire
l'uno a preferenza dell" altro.
Ma poichi' ud" isolamento mal potrebbe egli esercitare tali

facolt, e debole come egli pi di altri esseri , mal potrebbe


provvedere agli immiti bisogni che in lui si ridestano, senza l'aiuto
dei suoi simili: cosi egli evidente ebe la sociabilit sia un ele-
mento costitutivo della natura stessa dell' uomo, e un mezzo effica-

cissimo per li propria conservazione e perfezionamento, e per


l'esercizio dei suoi naturali ed acquisiti diritti.
Ora, essendo della natura dell' uomo che egli debba necessa-
riamente vivere in Societ coi suoi simili, il sentimento sociale
vediamo manifestarsi per la prima volta nel domestico consorzio,
nel quale si verifica il fatto del soccorso reciprocamente prestato
dai membri che compongono il medesimo.
Scopo adunque precipuo della domestica Societ essendo la

conservazione, il pieno sviluppo, e la migliore perfezione dei mem-

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bri di clie ossa e costituita, chiaro :ip perisci e come sia necessario,
per supplire alla impotenza ed alla ignoranza in clic essa si trova,

c provvedere contro la violenza e i pericoli che la minacciano, af-


fidarne la sorveglianza a colui clic ne viene reputato pi idoneo.
Quindi apparisce clic la Societ domestica debba necessariamente
sottostare al eomando ili uno dei suoi membri clic naturalmente
deve essere il pi anziano per la esperienza e per la capacita di
provvedere ai bisogni della famiglia.
E quando il capo di questa famiglia incomincia ad aiioprare i

mezzi necessari per la conservazione della propria prole, quando


la domestica Societ si e, in certo modo costituita, i suoi bisogni
sempre pi vengono ad estendersi, si che essa riesca in su (licerne a se
medesima; allora nasce la necessit della riunione di pi famiglie
individualmente sottoposte al ispettivo Capo, e nel loro complesso
soggette air autorit di un Patriarca, di un Reggitore, eletto per
governarle; formandosi cosi V orda, la trib, la colonia, il muni-
cipio, e quindi la politica e nazionale Societ, come ultimo anello
di perfettissima catena nella quale ira v'ansi riuniti tutti gli elementi
costitutivi di ogni altra specie di Associazione.

Ma se nella prima formazione di una Societ prevale lo ele-


mento domestico, quando le varie famiglie, introducendosi a quel
primitivo centro sociale, ne allargano i limili, allora il vincolo della
parentela viene a perdere della propria forza; e quei sentimenti clic
da principio, in questa sociale con vivendi, occupavano un poslo
subalterno di fronte a quel legame domestico, cominciano, a poco
a poco, ad arqnislare in.'e- gir) re iitipmtin/a: di guisaeli un nuovo
vincolo di nuovi sentimenti ci alleili riunisce le varie famiglie e le
varie trib che costituiscono la Nazione. La quale nella sua pratica
unit deve proteggere la conservazione dello individuo della fami-
glia e del Municipio c della Provncia. Che se tale protezione man-
casse a vantaggio di questi culi, la libert dell' uomo, la sua volont
e la sua attivila, verrebbero vincolate ed anche distrutte, come in-
ceppala rimarrebbe la vita, lo svolgimento e il progresso della intera
Seriet, qualora a questa mancasse un Capo clic ne reggesse i destini.
Cosi, per il passaggio accennato, si giunge alla formazione di

una Societ perfettamente coslilnila , rimanendo sempre vero il

principio che l' uomo ha un line da raggiungere, che questo line 6


la sua conservazione e perfezionamento, e che esso non c consegui-
bile se non per la convivenza di ogni individuo coi propri simili,
e sotto il comando di un Reggitore capace a provvedere mezzi
pi efficaci per ottenere tale conservazione e perfezionamento.

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Laonde, da siffatti ragionamenti resulta clic il potere di cui e
investito il Reggitore di una Civile Societ non gli viene, in ini

modo immedialo conferito da Dio, ma coir intervento, della Societ


medesima: di manierach, mentre vero che dalla divinit destinato
l'uomo a dover vivere in Socicl coi propri simili, e chi1 tale Societ

deliba essere regolata da un Capo, ; pure ugualmente vero che l'indi-


viduo che e rivestito del supremo potere sociale, devesi ritenere che
non ne venga din 1

ila air me insignito per opera divina, ma si per opera


della Societ; la quale non polendo conseguire il proprio (Ine

(piando non sia regolata nella sua attivit, ne stabilire, od ottenere


la osservanza delle regole a ci necessarie, elegge uno o pi indi-
vidui, ai quali trasferisce quel potere che essa da Dio riceveva, e,

che in esso risiede; e in tal guisa viene a costituire quell'Ente


morale che chiamasi Governo.

Ricavato l'elemento essenziale del polerc governativo che viene


esercitato nella Societ, dalla sua slessa natura e dalla sua ragione
di essere, passiamo a parlare delle varie forme c licitomi nazioni

che pu assumere il Governo nell" csmi'i/uj ilei polerc sociale.


Nel trattare simile argomento i pubblicisti hanno diviso in tre,

categorie i diversi Governi; e chi ne ha data una detioitiiuazi'uie,

chi un" al Ira. E molli, secondo Giovanbattista Vico, hanno chiamalo


divini o teocratici ijuelli della prima; eroici o aristocratici quelli
della seconda; e quelli delia terza popolari lberi o umani. Altri
con l'autore dello spirilo delle leggi li distinsero in ReptMilic-h?,
Governi aristocratici e Governi monarcliici. Delle quali distinzioni,

la prima accenna ai tre stadi che, a mente ili quel fondatore della
isterica lilosofia, deve ogni Nazione e la intera umanit percorrere
per il compimento del circolo clic serve di base alle meditazioni
istorie filosofiche di quel profondo pensatore.
La seconda, al contrario, di queste distinzioni accenna al modo
con cui il potere sociale viene esercitilo, ed agli enti morali, cui
viene affidato cotale esercizio.
In falli, la parola Repubblica e I' altra Democrazia, quella di
Ialina, questa di greca etimologia, esprimono che il potere sociale
6 affidato all' intero popolo e che questo nella sua integrit parte-
cipa pi o meno direttamente all'esercizio di tale potere.
La parola Aristocrazia poi, voce tolta anch' essa dal greco,
siijinlica potere o prevalenza delle elassi migliori o pi alte, leori-
camenle pi alte per virt, ma pur troppo in pratica superiori per
democratica, secondo la quale luita quanta la Societ pi o meno
dir linamente partecipa ili tale esercizio. La parola Monarda in

fine, di provenienza ellenica pur essa, significa l' impero di una


sola persona, e la supremazia di questa sopra l' intera Sociei.
Un'altra distinzione elie dai pub li li cisti suol farsi dei governi
si fi quella di forma pura e ili forma mista. E perch un go-

feribili, e talvolta ancora disiima a causa di abusi o privilegio; l;i

quale classe viene appunto chiamata aristocrazia di merito, di ric-


chezza, di sangue, di privilegio o d'altro: o infine, da un solo individuo,
ossia dall'elemento monarchico; <la quello cio della Dinastia sovrana,
introdotta per elezione, rivoluzione o conquista, e quindi mantenuta
per tradizione, per legge o per consuetudine presso una Nazione,
li tali forme di Governo non solo dovrebbero essere congegnate in
una delle tre sopradetie guise, e il potere sovra no riposto in mano
di uno dei tre mentovati clementi, ma da queir unico elemento
dovrebbe pur essere esclusivamente e senza limitazione alcuna da
parte degli altri, esercitalo ogni potere. Perloch, la Monarchia

rersniii social

E sebbene

Societ; nondimeno giova distnguere la partecipazione reale .

detti va per la quale il potere sociale viene repartito fra il Menare

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e sii individui, o i Corpi sociali chiamati a parteciparvi, in confor-
miti di una politica Costituzione, da una spartizione filtizia e di-
pendente dall' arbitrio dello slesso Monarca; il quale pu cliiamare
alcuni individui, o qualche classe della Societ, non gi a prender
parie del supremo potere, clic nella sua integrit rimarrebbe nella
persona del Sovrano, ma si per crearne altrettanti delegati o mi-
nistri, mandatali od esecutori dei suoi cenni, e della sua volont:
imperocch in quest' ultimo caso il Governo resterebbe sempre di
forma puramente monarchica ed assoluta; rimanendo la suprema
direzione dello Stalo nella persona del Sovrano, il quale a suo ta-
lento potrebbe revocare il mandato che a tali delegati affidava, per
incaricarne dei nuovi, o per estendere maggiormente la propria
azione governativa: mentre, verificandosi una partecipazione reale,
effettiva, quale dianzi si accennava, e in conformit di una leggo
fondamentale dello Slato, la forma di Governo, ancorch vi sia un
Monarci, non sar assolutamente pura, ma si avviciner, pi o
meno, ad una delle due altre forme, l'aristocratica, cio, o la de-
mocratica, secondo che del supremo potere pi o meno dovr
partecipare la intera societ, o una classe prelivcgiata di essa.

Ma se riesco difficile che un Monarca possa in ogni senso


esercitare la propria azione governativa senza la sopraccennata
partecipazione di alcuni individui o Corpi della Societ, altrettanto, e
diffcile rincora ri-esci reti tj<- lo esercizio direno del supremo potere
per parte dell' intero popolo, o di ima casta sociale, se non si ricorre
allo espediente dei delegali o mandatal i, i quali in nome di questa
o di quello dovivtiliern aiiiv. senza pero che ne venga alterala la pura
forma del Governo democratico od aristocratico, in seguito di una
legge fondamentale, di una politica I* si inizio ne, per la quale resti

determinala la partecipazione dei vari elementi sociali al supremo


potere, invece dello esclusivo esercizio per parte di uno di essi

mediarne i propri delegati.


Tale l'esercizio del potere sociale nelle forme di Governo
puro; le quali combinate insieme danno luogo alle diverse forme
di Governo misto, che giova pur passare in rivista.

Una delle forme di Governo che pu ammettere, nell'ammini-


strazione della cosa pubblica, il concorso di pi elementi, la

Monarchia.
Quando in un Governo monarchico, unitamente al Sovrano che
l>er diritto di successione trovasi in cima della gerarchia governa-
tiva, o che per suffragio della Nazione, o in altra guisa vi fu posto, la

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lo-
dasse privilegiala della Societ, gli ottimati pei' merito personale
o di casta, sono chiamati per In legge fondameli tale dello Stalo, a
prender parte al potere supremo, mentre ne viene escluso in gene-
rale il popolo, allora hawi una Monarchia aristocratica.
Nella Monarchia democratica, a) contrario si verifica il con-
corso dello elemento popolare e dello elemento monarchico nella
amministrazione della cosa pubblica.
E mentre nella prima negletto ed umiliato resta l'intiero con-
sorzio, ad eccezione di una sola classe insignita della partecipazione
al supremo potere, in questa ogni distinzione di casta vicn tolta di
mozzo; rimanendo diviso il potere fra la Nazione e il Principe.
La terza in fine e pi perfetta forma di mescolato governo mo-
narchico, si la Monarchia costituzionale, rappresentativa o parla-
mentare, nella quale vi effettiva e reale partecipazione al supremo
potere, tanto dello elemento monarchico, che della classe degli
ottimali, i quali vi partecipano non gi in qualit di casta privile*
giata, ma si in quella di cittadini (listimi, e senza la esclusione di

alcuno dei componenti la intera Societ, dove tutti i cittadini deb-


bono essere considerati uguali Innanzi alla legge.

Oltre a queste combinazioni nelle quali concorre lo elemento


monarchico ve ne sono di quelle per le quali lo esercizio del su-
premo potere si limita all' azione dei due altri clementi combinati
insieme; e cosi abbiamo i Governi aristocratico democratici, nei quali
talvolta domina una casta privilegiata col popolare intervento,
tal' altra, prevalendo l'azione popolare, vi C ammesso lo intervento
della legittima aristocrazia.
Vi sono poi le costituzionali o parlamentari democrazie secondo
le quali, nei popolari comizi, viene eletto il capo del Governo, del
quale fa parte altres la legittima aristocrazia. E tutte queste com-
binazioni governative, verificatesi paratamente nella successione dei
secoli e delle Nazioni, hanno pure esistilo, e tuttora esistono unite
da un vincolo comune; e, formando altrettante parti di una mede-
sima Nazione, costituiscono ci che chiamasi Dieta o Confede-
razione.
Le Monarchie di forma pura ebbero vita nelle antiche et, ed an-
che in epoche a noi vicine, in Asia, d' onde passarono in Europa ; ve-
rificandosi, in vari tempi e presso i diversi popoli, diversissimo il

(itolo per il quale quei Monarchi ottenevano il comando di una


Nazione. E cosi il titolo di credili o di primogenitura; di discen-
denza maschile o femminile, o di elezione; quello per testamento

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del Principe, o per decisione della sorte ira i tigli di quello, o i

membri della famiglia sovrana, per elezione con serie conlinue o


senza continuit, ha lamio, e luilora tiene sul trono i Monarchi
degli antichi e dei moderni popoli.
Le Democrazie poi di forma pura noi ritroviamo presso alcune
delle primitive Societ come in certi Stati dell'antica Grecia, in

Francia dopo i rovesci ameni! di varie dinastie, ed in America: men-


tre il Governo aristocratico puro, troviamo in Alene quando il suo
popolo Tu retto dai trenta tiranni, e in Tebe nel tempo di Pelopida,
quando Sparta vi esercitava la sua tirannide.
Anche le forme di Governo misto ebbero vita presso gli antichi

popoli e presso gli Slati tuttora esistenti. E noi ritroviamo delle


monarchie aristocratiche e delle democrazie aristocratiche, o prin-
cipesche, nella Repubblica Romana, quando il Patriziato e la Piene
si contendevano il primato; temperandosi a vicenda il respetlivo
potere. Le ritroviamo ancora in alcune Repubbliche Greche e in
quelle d' Italia nella eia di mezzo, come pure in Sparta dove il

regio potere era contrabilancialo dal potere aristocratico, e in Ve-


nezia dove al Uoge veniva tracciata la via da tenersi per il reg-
gimento di quello Stato, dal prepotente elemento arisi ne ittico della

Repubblica.
Fra le Nazioni rette da una Monarchia veramente costituzio-
nale o parlamentare da annoverarsi, oltre l'Italia, la Francia, la

Spagna, il Portogallo, l'Inghilterra, la Grecia, il Belgio ecc. La lega


AnliziGoica, mliue, ci offre la forma di Governo federale degli an-
. tichi tempi, e la Svizzera quello dei nostri di.
Ma tutte queste distinzioni dei Governi riguardano esclusiva-
mente la loro forma estrinseca e materiale, e uon gi lo elemento
morale e di essenza che un Governo da un altro dovrebbe distin-
guere e rendere preferibile.
La vera distinzione alla quale noi accenniamo venne stabilita
dal Tracy ; il quale riassumeva gli elementi e le qualit che costi-
tuiscono la convenienza dei governi da una parte; e dall'altra quelli
che li rendono odiosi alla Societ; chiamando gli uni nazionali e
gli altri <ii privilegio.

Se nonch siffatta distinzione ha sua origine in uno scrittore


di epoca assai lontana, in un filosofo di quella nazione che da Orfeo
infilici a Platone ed ai Neoplatonici ; da Omero inlino a Sofocle ed
Euripide; dalle mura ciclopiche al Partenone; dai rimasti avanzi dei
leoni di Micene alla plastica riproduzione dei versi con cui Omero
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descrisse la maest del padre degli nomini e degli Iki c al Tipo
ideale del bello ellenico effigiato nelle forme della Venere; da
Achille a Temislocic, Milziade ed Epaminonda; ila Esiodo a Teo-
crito; da Collimo e Trieo, a Pindaro ed Anacrconte; da Licurgo,
a Solone e Pericle; dai Logografi a Senofonte; diede nella filosofia
nell'epopea e nel dramma; nella Lirica e nella Hucolica; nella

Arcliitettura e nella Plastica; nella Scienza delle cose divine, nella


morale, nella Istoriogratia, nel valor militare, e nell'arte strategica;
tiittoci di cui ai popoli che seguirono, rare volle fii dato di rag-
giungere il grado di altezza, e pi raramente ancora di oltrepas-
sarlo.

In fatti il filosofo di Stagira dando la suprema importanza al-


l' elemento morale di ciascun Governo, ne faceva una duplice di-
stinzione desuma dal fine a che ogni governo deve mirare.
Ora seguendo la via tracciata da quel filosofo, chiaro apparisce
clic l' elemento morale o di essenza deve servire di criterio giusto
per il liliale devesi encomiare o dar biasimo ad un Governo.
Per la qua! cosa, chiamando giusti quei Governi che il Pub-
blicista Francese contraddistinse coir appellativo di nazionali, ed
ingiusti quelli che egli chiam di privilegio; dobbiamo ritenere
della prima categoria e quindi da preferirsi quel Governo in cui

il bene della Societ sua principale mira; mentre della seconda


categoria, e quindi condanna hi le sar quel Governo, in citi ilbene
della Societ viene distrutto od anche trascuralo; senza ripardo
se Governi siano monarchici, aristocratici o
tali democratici, puri
o misti nella loro forma.
Chi investila delle dignit del ]lere supremo, regger le-
gittimamente il suo popolo, tinche mirer al bene di questo, che
dal canto suo, e per tale ragione, dovr essergli obbediente e fedele:
ma quando il Governo si dimentica della propria missione, e toglie
o irascura il bene della Societ, mirando ad imperare solo a van-
tggio ed milita propria; o, calpestando i sacri doveri assunti verso
la Nazione che di tal potere lo investiva, e conculcando ogni diritto
dei cittadini, pretende di ottenerne con la forca la immeritata ob-
bedienza, sia pure una Monarchia una Aristocrazia o un Governo
democratico sia puro, o temperalo di forma, esso deve necessaria-
mente riuscire illegittimo, e perci stesso decaduto di diritto. Il

dispotismo la oligarchia e l'anarchia in che pu respettiva mento


degenerare ogni forma di Governo meritano uguale condanna e
riprovazione perche in siffatte emergenze il potere supremo viene

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esercitalo per l' inleresso, e secondo il capriccio delle persone usur-
patrici del potere.
Meriter, quindi, lode e nari preferibile, senza riguardo alla
Torma, il Governo, quando rispelta il principio per il quale viene
proclamato che ogni diritto, e la
sovranit sono riposti nel
intera
complesso della Nazione, e che l'ente morale cui affidalo l'eser-
cizio del potere sociale, ha l'obbligo di garantire la liberta e i

diritti dei Cittadini, che dal canto loro gli debbono obbedienza e
rispetto.

Il Governo sar giusto e nazionale, fintantoch riconoscer die


il potere di cui iasignito risiede nella Societ che glielo trasfe-
riva; mentre ingiusto e riprovevole sar quel Governo di privile-
gio, nel quale le persone rivestite del potere sociale s' impadro-
niscono dell' impero, se ne costituiscono un diritto, e cessano di
riconoscere come base del loro potere la volont Nazionale.
Sar giusto, legittimo e nazionale, senza riguardo alla forma,
il Governo che viene costituito per libero esercizio della sovranit
nazionale, e che al mandato affidatogli corrisponde: ladiloveclie
ingiusto illegittimo, e antinazionale riuscir quel Governo che con
la forza si oppone al volere del |>opolo, e con la violenza s'innalza
al comando o alla oppressione di questo.
Sar giusto e meriter encomio quel Governo, qualunque siane
la forma, che a tutta possa si adopra per promuovere quanto serve
ad innalzare una nazione oppressa, e ridotta in islato di abbrulli-
mento, per propagare in essa l'istruzione, l'industria e il pieno
svolgimento delle sue forze Tisiche e morali; e per mantener vivo
nell'animo dei Cittadini il sentimento della loro dignit.
Sar al contrario ingiusto e biasimevole, qualunque siane la
forma, quel Governo il quale tradisce la propria missione, corrompe
opprime e rende schiavo il popolo; dimenticandosi che esso non ha
il potere se non in grazia di questo, che glie lo conferiva, e che,

di pieno diritto, stanco dell'oppressione, pu novellamente eserci-


tare la propria sovranit, revocando il mandalo da chi se ne ren-
deva immeritevole.
E per ottenere siffatta giustizia in un Governo, per evitare il

pericolo di un Governo ingiusto, principale, anzi unico requisito, si


1' onest delle persone cui viene afldato l'esercizio del potere
sociale; senza riguardo al modo o alla forma sotto cui devono
compiere cotale esercizio.
Ch so tale elemento, base di ogni moralit, viene a mancare,

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nei governi, e inevitabile che la monarchia non diventi dispotismo, che
l' aristocrazia non degeneri in oligarchia, die la democrazia non cada
nell'anarchia, che tutto non venga operato a vantaggio ilei governanti,
e die il popolo non rimanga negletto e privo di liberta! Privo di quella

dea di cui il culto rammenta (ante prosperit e tante sventure,


tante virt e tanti delitti 1 Di quella dea, che ispira le anime gene-
rose, che elettrizza le moltitudini, die scuote potentemente anche
il cuore dei pi irresoluti! Di quella dea, che sar in ogni tempo
l'ideale di tutti quelli clic Ji elevato sentire sono dotati! Di quella
dea, che serve ognora di molto per le rivoluzioni, che fa tremare
gl'infedeli che !a calpestano, e che fece e far spargere rivi di
sangue per essere conquistata o rivendicala! Di quella dea, infine,

che si cara
Come sa c!ri per lei vita rifiuta !

Dionigi Stcuio

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