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Relazione

1 Cenni storici
Calvi sorge sul luogo della citt aurunca di Cales, che fu crocevia di grandi civilt antiche:
laurunca, letrusca, la latina, la sannitica. Cales era una citt maestosa, urbs egregia secondo
Strabone e civitas magna secondo Cicerone e Polibio: contava oltre 20 mila famiglie e una
popolazione di circa 65 mila abitanti.
Gi nel III secolo a.C. la citt aveva una moneta propria, il caleno.

Era nota nel mondo romano per le sue botteghe artigiane e per la produzione di ceramiche a
vernice nera, esportata anche in Spagna; secondo Catone, a Cales era attiva anche unindustria di
strumenti agricoli.
Orazio, Strabone, Plinio, Giovenale e Frontino la decantarono per leccellente qualit del suo vino
e delle sue acque.

La citt, nel suo periodo di massimo splendore, occupava una superficie di oltre 60 ettari, era
racchiusa da mura e difesa da un fossato profondo oltre i 20 metri; il suo territorio si estendeva
dallattuale Calvi Risorta fino a Pignataro Maggiore, Sparanise e Giano Vetusto.
Ma la sua storia molto pi antica. Cales pi antica di Roma.
La leggenda vuole che sia stata fondata da Calai, figlio della ninfa Orizia e di Borea, uno dei mitici
eroi della spedizione degli Argonauti; secondo Virgilio, Cales accorse in difesa di Turno contro
Enea.
Nel 2500 a.C., Cales era una delle principali citt del popolo degli Ausoni, nel IX secolo a.C.
arrivarono gli Etruschi e poi i Sanniti.
Fu conquistata dai Romani nel 335 a.C. ad opera del console Marco Valerio Corvo. Secondo
quanto narra Tito Livio, la conquista di Cales avvenne nel mese di dicembre durante le feste
saturnali, complice un certo Marco Fabio, che fuggito dalle prigioni calene, avvert il console dello
stato di ubriachezza dei soldati.
Cadde nel dominio dei Sanniti nel 298 a.C.; contraria ad aiutare Roma contro Annibale nel 219
a.C., sub per punizione limposizione di tributi doppi; cadde nel potere di Annibale nel 211 a.C.,
ma venne ripresa dai Romani e riferita come "municipium" da Cicerone e Orazio.

All'epoca romana era attraversata, trasversalmente, dalla Via Latina (oggi S.S. Casilina, n. 6) che,
al Km. 187, la divideva in due parti: a nord, sopra una piccola altura, dove attualmente si vedono un
Castello medioevale, un vecchio Seminario e la Cattedrale romanica di Calvi, si ergeva 1' Arce
(la rocca o fortezza); a sud, nella parte bassa, si estendeva l Urbs (la citt), con l'agglomerato
urbano, il Foro, il Teatro, le Terme, I'Anfiteatro, i Templi ecc.
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Zona di cuscinetto tra il Lazio e il Sannio, Cales, come le altre citt della Campania, era contesa da
entrambi per la sua posizione strategica . Nel 420 a. C. i Romani, sconfitti i Sanniti che
l'occupavano, la ridussero a Colonia romana con diritto di conservare cittadinanza ed
amministrazione propria e facolt di battere moneta.
Non pochi sono gli scrittori romani che, per un verso o per un altro, menzionano Cales nelle loro
opere.
Cos, ad esempio, Virgilio, Orazio, Giovenale, Strabone, Vitruvio, Catone, Plinio il Giovane la
decantarono per leccellente qualit del suo vino e delle sue acque.
Era famosissima per la ceramica che diffuse in tutta Italia; i "vasi caleni" erano coperti di vernice
lucida e nera e decorati con motivi ornamentali e figurati, che ricalcavano quelli dei vasi in bronzo e
argento. Assai interessante la ricca produzione coroplastica attestata dal ritrovamento di migliaia
di ex-voto, tra cui statue, rilievi fittili, testine, vasetti miniaturistici. Famoso fu il suo vino e la
fabbricazione degli attrezzi agricoli, tra cui il "calesse", vettura con mantice a due ruote e a un
cavallo, senza sedile per il cocchiere. La citt, mai completamente abbandonata, divenne nel IV sec.
sede vescovile e assoggettata al Ducato longobardo di Benevento, nell'863 fu castaldato della
contea di Capua..
Nell872 fu distrutta dai Saraceni, e in et angioino-aragonese inizi la costruzione del castello,
nell'area del preesistente castrum longobardo.
Nel Medioevo larce della citt antica fu racchiusa da nuove mura, allinterno delle quali, sui resti di
un tempio, fu fondata la Cattedrale romanica di "San Casto" (sec.XI); poi, su un precedente
impianto di epoca longobarda, sorse il Castello Aragonese (sec. IX) a pianta quadrata con torri
cilindriche angolari, nei pressi del quale furono costruiti la cosiddetta Dogana Borbonica, piccola
costruzione a pianta quadrata con cupola ribassata, e il Seminario vescovile settecentesco. Fu feudo
delle famiglie Del Balzo, Monforte e Marzano.
L'area intorno al sito dell'antica Cales, situata tra il Rio Pezzasecca e il Rio Lanzi, tanto ricca di
reperti storici da dover essere dichiarata, "Parco archeologico della citt antica".
Di particolare importanza sono:
Cattedrale romanica di San Casto. Sorge sui resti di un tempio, da alcuni identificato con
quello di Giano.
Anfiteatro. Risalente al I sec. a.C.. Come l'anfiteatro di Pompei, ricavato in parte per
scavo ed in parte per accumulo di terreno riportato, ed di forma ellittica con gli assi che
misuravano m. 110 x 72 all'estremit dei quali si aprivano quattro porte monumentali. I
sedili erano in tufo e furono sagomati direttamente nel banco tufaceo esistente.
Terme centrali e settentrionali, risalenti al I e al II secolo d. C.
Tempio con colonnato esterno d'ordine corinzio. Risalente al I sec. d.C.

Teatro d'et repubblicana.


Della costruzione originaria resta parte dell'analemma meridionale. La restante struttura fu
rifatta in et sillana.

Ponte delle Monache. Tagliato nel tufo grigio e risalente ad et molto antica (IV sec. a.C.).
Esso trova confronti soltanto con il Ponte Sodo di Veio. Il ponte, secondo Johannowsky,
trova analogie solo nel ponte Sodo e Veii risalente al 396 a.C..
La Cattedrale di Cales.
Costruita nel IX secolo sulle strutture di un tempio pagano, forse dedicato a Giano, in
sostituzione della preesistente Chiesa paleocristiana di San Casto Vecchio.
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Il castello. Fu costruito in et angioino-aragonese nell'area del preesistente castrum


longobardo, con la sua funzione di vigilare l'accesso in Campania della Via Latina. Oggi il
Castello in restauro, ed ospiter il costituendo Museo dell'Antica Cales.
San Casto Vecchio. Costruita nei primi anni del Cristianesimo sulle strutture di un edificio
preesistente, ospit dal 307 d.C. le spoglie del primo vescovo caleno, San Casto. Dell'antica
chiesa rimangono solo alcuni ruderi. Negli anni sessanta sono stati riportati alla luce un'area
funeraria romana e quattro sarcofagi, uno dei quali potrebbe aver ospitato il corpo di San
Casto.
La Grotta dei Santi e la Grotta delle Fornelle. Si possono ammirare, in delle grotte tufacee,
affreschi d'ispirazione bizantina con forti umori locali, i pi vecchi (oggi rubati) risalenti al
X secolo.

2 Il Castello di Cales
Il Castello aragonese di Calvi Risorta si inserisce nel complesso di un borgo di notevole entit ed
importanza all interno del quale si individuano una cattedrale romanica,il seminario settecentesco e
lex dogana borbonica.
Il complesso individuato vive dalla fase angioina-aragonese fino agli inizi del XVIII secolo.
Gli scavi archeologici recenti hanno evidenziato la presenza di unimponente struttura muraria con
orientamento Est-Ovest, in asse con il Castello, la presenza di un arco centrale attraverso il quale ci
si immetteva in una corte interna, intorno alla quale si sviluppava labitato.
Il borgo collegato alla viabilit centrale principale che conduceva al castello.
In et rinascimentale una serie di ambienti si dispongono ai lati del tracciato viario che metteva in
comunicazione larce con la citt bassa.
La strada si trasforma in et post-antica in percorso pedonale funzionale allabitato, con la
realizzazione di un marciapiede ai lati delle soglie di ingresso alle abitazioni con basoli in calcare.
I fondi regionali europei del PIT Antica Capua hanno consentito di realizzare una prima
sistemazione dell Area denominata di Calvi Vecchia, conosciuta come la cittadella medioevale.
Tale area costituisce la parte pi elevata del pianoro su cui sorgeva la citt di Cales, centro degli
Ausoni, Auronci e dal 334 a.C. prima colonia latina in Campania.
Il sito archeologico, tra i pi interessanti della Campania interna, custodisce cospicue testimonianze
di una storia plurimillenaria che attendono di ritornare alla luce. Limpianto urbanistico della
colonia latina definito da mura in opera quadrata nonostante sia stato attraversato dalla Casilina e
dallAutostrada del Sole, conserva eccezionali resti di complessi pubblici che si auspica in un futuro
non troppo lontano di poter recuperare e valorizzare. Diverse le finalit perseguite,in primo luogo
rendere accessibile al pubblico una vasta area archeologica facilmente accessibile dalla Casilina,
interessata dalla presenza come accennato, di pregevoli opere architettoniche come la cattedrale
romanica, lex dogana borbonica, limponente edificio settecentesco del seminario vescovile e il
Castello Aragonese.
Lintera area si inserisce in un contesto naturale con aspetti paesaggistici di particolare suggestione.
Le peculiari caratteristiche geologiche del territorio hanno determinato fin dalle epoche pi antiche
la presenza di un considerevole numero di cavit tufacee lungo i costoni del pianoro; al fine di
raccogliere dati utili ad una conoscenza delle loro specifiche funzioni e delle caratteristiche
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strutturali stato realizzato il censimento delle presenze dislocate lungo il settore nord orientale
della citt. Queste opere dallepoca preromana a quella romana e medioevale costituiscono in alcuni
casi, straordinari esempi di ingegneria naturalistica, e sembrano aver svolto in modo sincronico e/o
diacronico diverse funzioni da cave per lestrazione di materiale di costruzione e/o cunicoli di
bonifica agricola a luogo di culto religioso,come testimoniato nella Grotta delle Formelle e dei
Santi,e di sepoltura. Il progetto del PIT avendo interessato larea di Cales, mai sottoposta ad
indagini archeologiche sistematiche, ha previsto una serie di saggi lungo il perimetro nord-ovest del
pianoro e nei pressi del seminario.
Le indagini hanno restituito una complessa e articolata stratigrafia monumentale che documenta
unoccupazione dellarea quasi senza soluzione di continuit,dai primi secoli di vita della colonia
fino ad et post-rinascimentale.
Alla prima fase di et repubblicana (III-I sec a.C.) risalgono gli imponenti resti di strutture
pertinenti ad edifici pubblici, ma anche le tracce di impianti artigianali e di infrastrutture. La lettura
stratigrafica ha consentito anche in assenza di evidenze di carattere strutturale, di attestare
unoccupazione dellarea dalla prima et imperiale alla tarda antichit.
In et alto medioevale le strutture di et romana vengono spogliate e nascoste da strati di accumulo
funzionali a rialzare i livelli di calpestio per un nuovo assetto dellarea, che tuttavia conserva in
alcuni punti tracce della viabilit tardo antica. Gli scavi a ridosso del Castello hanno evidenziato
lesistenza di un borgo da mettere in rapporto con le fasi di vita della fortezza militare, nata gi in
epoca longobarda. I rinvenimenti attestano una continuit di vita dellabitato dal basso medioevo
alla prima et rinascimentale.
Nei primi decenni del settecento, larea circostante il seminario viene riconfigurata secondo un
nuovo livellamento e dalla rasatura delle strutture rinascimentali, operazione da porre in relazione
con la realizzazione del complesso fatto costruire dal vescovo della diocesi di Calvi, ed inaugurato
da Papa Benedetto XIII nel 1727.
Il castello si presenta come una tipica fortificazione di epoca aragonese con pianta quadrata e
quattro torri cilindriche a base scarpata, innestate agli angoli. Probabilmente fu costruito proprio sul
posto del resistente castello longobardo, incorporandone le residue strutture. E quasi sicuramente
questa la sua origine, ma dal momento che molte delle sue caratteristiche architettoniche sono
comuni pure a fortificazioni di et angioina, se non addirittura sveva, e dando comunque per
scontato che nell' arce calena esisteva una roccaforte fin dall'alto medio evo, converr allora
mantenersi pi prudenti in ordine alla sua classificazione e dire che il castello con tutta probabilit
fu rifatto o restaurato al tempo degli Aragonesi, dopo aver subito proprio in quest'epoca uno dei pi
feroci e devastanti assedi della sua storia.
Situato alle porte settentrionali della pianura campana, il castello di Calvi aveva una funzione di
controllo sulla vecchia Via Latina, un'arteria stradale che ancora nel basso medio evo assicurava la
maggior parte dei collegamenti tra Roma e la Campania, ci soprattutto in dipendenza del fatto che
l'Appia, l'altra grande strada consolare, risultava del tutto impraticabile all'altezza delle paludi
pontine.
Il castello di Calvi appare allineato perfettamente alle concezioni dell'architettura militare.
Cos come si accennava, esso si mostra con quattro torri angolari che serrano delle cortine murarie
innalzate su di una pianta quadrangolare.

Altra caratteristica delle torri calvesi e data dal fatto che esse non risultano piene nella loro parte
inferiore, cos come accadeva nell'alto medio evo, bens vuote, con varie finestrelle e feritoie dietro
le quali trovavano posto i balestrieri e gli archibugieri.
C' da aggiungere, infine, che il paramento murario delle torri si presenta realizzato con blocchi di
piperno
scuro,
lisci
e
regolari,
disposti con
cura
per
linee
orizzontali.
Al castello si accede attraverso una porta arcuata situata alla base della sua cortina occidentale.
Questa immette in due successivi cortili ai lati dei quali vi sono diversi locali, destinati
evidentemente agli alloggiamenti dei soldati.
Dopo essere passati nel secondo cortile, si pu salire al piano superiore salendo una scala situata nel
primo ambiente a sinistra. Si arriva cos a quello che un tempo veniva definito il piano nobile, dove
si trovavano i saloni e gli ambienti riservati al feudatario ed ai suoi ospiti. (particolare del castello)
E' probabile che al di sopra di questo piano ci fosse anche una grande soffitta coperta che si
estendeva il perimetro delle cortine. Questa congettura suggerita dalla presenza di alcune strutture
murarie che si elevano sul piano superiore, le quali potrebbero essere i supporti su cui si appoggiava
la copertura. Al proposito, non va infatti dimenticato che il castello fu abitato fino al 1700 ed
sintomatico che in una vecchia stampa del Pacichelli (cfr. G. B. Pacichelli, Il Regno di Napoli in
prospettiva, pp. 102-103, Napoli 1702) lo si possa vedere ancora in piedi e debitamente coperto.
Quello che si staglia sulla vecchia arce calena, proprio ai margini della Casilina e sul ciglio del
grande fossato che affaccia sul Rio dei Lanzi non certamente il castello di Atenolfo e dei conti
longobardi di Calvi e tantomeno quello dei suoi successivi signori normanni.
Nella sua attuale struttura architettonica esso infatti da ritenersi di epoca pi tarda, forse di fattura
angioina o pi probabilmente aragonese.
Peraltro dal momento che le fonti accennano spesso ad un castello costruito sull'arce gi in epoca
altomedievale lecito pensare che quello che oggi vediamo sia stato realizzato proprio sulle rovine
di una preesistente roccaforte andata distrutta nel corso di una delle tante battaglie che travagliarono
le nostre contrade. Al proposito forse giova far presente che anche Lucio Santoro, uno dei massimi
esperti italiani dell'architettura difensiva meridionale sostiene che nel luogo dellAntica Cales vi
era gi un castello d'origine longobarda, dove Sancio Carilio sostenne vittoriosamente lassedio. .
Probabilmente solo un'apposita campagna di scavi potrebbe sciogliere questo problema. Ma il fatto
che tutte le prospezioni archeologiche effettuate a Calvi Vecchia sono state sempre mirate a
scoprire le antichit classiche di Cales, mentre sono state sempre abbastanza trascurate le sue
emergenze medievali.
In ogni caso, come si diceva il castello di Calvi non pu essere considerato n longobardo, n
normanno. In quest'epoca, infatti, data la povert di mezzi tecnici e di maestranze specializzate, la
grammatica costruttiva corrente contemplava soltanto la realizzazione di muraglie di pietrame
innalzate alla meglio su terrapieni che spesso affacciavano su di un fossato. Le cortine murarie cos
edificate erano di altezza modesta e di spessore piuttosto ridotto; prive di qualsiasi elemento
decorativo, esse erano spesso rinforzate con materiali di spoglio (blocchi marmorei o tufacei)
asportati dai vicini monumenti di epoca classica.
Al centro del recinto murario, a volte veniva eretta una torre di pietra a forma quadrangolare,
destinata
ad
ospitare
il
comandante
o
ad
effettuarvi
l'estrema
difesa.
A Calvi Vecchia alcuni di questi elementi forse possibile riscontrarli soltanto in una cortina
muraria eretta grossolanamente sul margine occidentale dell'arce, per il resto il castello appare

edificato con materiali e tecniche costruttive che ne suggeriscono una datazione pi tarda.
In effetti, cos com', esso lascia subito pensare ad una costruzione di epoca aragonese.
Circondato in buona parte da un ripido fossato, il maniero di Calvi sembra essere stato studiato a
tavolino come risposta a precise esigenze strategiche e militari. Non molto grande, ma ordinato,
essenziale e compatto nelle sue linee architettoniche, presentando volumi che si distribuiscono
razionalmente su di una pianta quadrata e su quattro torri cilindriche a base scarpata che si
innestano alle cortine in corrispondenza degli angoli.
Va rilevato, peraltro, che esso di dimensioni contenute e costruito o rifatto in et quattrocentesca,
cio a dire in un'epoca in cui bisogn apportare delle radicali trasformazioni allintera architettura
militare difensiva a causa dei grandi progressi che avevano fatto le artiglierie campali.
I tiri delle spingarde, infatti, si erano fatti pi lunghi, pi precisi e pi devastanti. Occorreva,
quindi, opporre al nemico delle fortificazioni che non si presentassero al tiro come facili bersagli,
ma che, al contrario, offrissero delle volumetrie pi ridotte, di basso profilo e maggiore consistenza.
Il castello di Calvi appare allineato perfettamente a queste nuove concezioni dell'architettura
militare.
Cos come si accennava, esso si mostra con quattro torri angolari che serrano delle cortine murarie
innalzate su di una pianta quadrangolare.
Volendo esaminare pi in dettaglio le caratteristiche della fortificazione a partire proprio dalle torri
angolari, bisogrner osservare, innanzitutto, che queste si presentano con una forma cilindrica che
poggia su di una base tronco-conica, meglio conosciuta come la "scarpa".
Si tratta di un tipo di torre gi in uso nel periodo angioino e a volte anche in et sveva, ma che entr
definitivamente in auge nell'epoca aragonese, sia pure con l'adozione di alcuni accorgimenti.
Le torri angioine infatti, concepite per una difesa di fiancheggiamento alle mura effettuata dall'alto,
si innalzavano molto al di sopra di quest'ultime. Nell'epoca aragonese questo non andava pi bene
per via della migliorata efficacia delle artiglierie e si cominci ad abbassarle quasi ovunque fino a
pareggiarle, come a Calvi, all'altezza delle cortine. Qui, inoltre, sia le torri che le mura non
presentano bertesche, n merlature, n coronamento in aggetto, n caditoie per la difesa piombante.
Tutti questi elementi costruttivi furono eliminati a Calvi, come quasi dappertutto nella
considerazione che essi ormai costituivano solo un facile bersaglio per i cannoni e che, in definitiva,
rischiavano di essere pi un pericolo che una protezione per i difensori.
Con la sua inclinazione pi o meno forte, la scarpa serviva, com' noto, a tenere il pi lontano
possibile dalle merlature le torri ossidionali, a diminuire il pericolo delle mine sotterranee, scavate
in galleria sotto le mura, e nello stesso tempo ad evitare che i tiri delle artiglierie colpissero con un
impatto ortogonale la base delle cortine murarie.
Tuttavia, dal momento che il piano inclinato della base avrebbe potuto in qualche misura facilitare
la scalata delle mura per scongiurare questo pericolo si studi di limitare l'altezza della scarpa, in
modo che essa non superasse comunque in altezza poco pi della met della costruzione.
Ma, al riguardo, l'accorgimento pi importante fu l'adozione del redondone, una specie di cornice
marcapiano, molto sporgente, che girava intorno alla fortificazione, innestata tra il termine della
base scarpata e l'inizio del muro verticale.
Anche a Calvi Vecchia venne inserito il redondone tra le mura del castello ed esso, infatti, si fa
presto notare come una linea continua sporgente che corre tra le cortine e le torri.
Il paramento murario delle torri, come accennato, si presenta realizzato con blocchi di piperno
scuro, lisci e regolari, disposti con cura per linee orizzontali, nella parte inferiore, poich pi in alto
il paramento quattrocentesco dei grossi conci di piperno cede il passo ad una diversa struttura
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muraria, realizzata con blocchetti di tufo a faccia ruvida ed alquanto irregolari, espressione evidente
di un rifacimento effettuato in epoca successiva.
Per quanto concerne le cortine interposte, c' da dire che due di esse: quella a Sud e l'altra a Nord,
poggiano su di uno zoccolo murario lievemente scarpato e piuttosto sfalsato all'esterno rispetto al
fronte delle mura. Sul suo lato superiore realizzato un cammino di ronda, utilizzato dai difensori
per il tiro radente. Inoltre, questa specie di corridoio esterno risulta collegato tramite due piccole
porte alle due torri laterali, da dove poi possibile accedere sia al primo piano del castello, che
situato allo stesso livello del cammino di ronda, sia alla sommit dei bastioni, salendo le scale
interne delle torri.
Anche la parte superiore delle cortine appare ricostruita. Infatti, le file terminali delle muraglie sono
costituite dallo stesso materiale tufaceo utilizzato nel rifacimento della cima delle torri e identica
appare anche la tecnica costruttiva, per cui si pu dedurre che l'opera di ristrutturazione interess
tutta la parte superiore del castello. E' molto probabile che questi lavori furono effettuati verso la
fine del 1400, dopo i ripetuti assedi che il castello sub nel corso della congiura dei baroni contro
Ferrante d'Aragona.
Nel seguito si riporta documentazione fotografica relativa alla condizione rilevata a seguito
intervento conservativo e manutentivo delle parti murarie e delle aree esterne.

Versante Nord-Ovest

Torre Nord

Torre Est

Torre Ovest

Cortile interno

Loggiato

3 Stato attuale dei luoghi


Nel corso dei vari sopralluoghi,effettuati per la redazione del progetto, sono state rilevante
numerose deficienze e condizioni di degrado, correlate allo stato di abbandono dellimmobile e alla
carenza di manutenzione periodica.
Lazione continua della vegetazione e degli agenti atmosferici, con il passare del tempo, causa
danni ingenti ai paramenti murari e allintero immobile, per infiltrazioni dacqua dal terrazzo di
copertura, dalla muratura in copertura, dalle aperture che comportano un progressivo degrado della
qualit meccanica dei materiali; la presenza dacqua, inoltre, comporta un sensibile aumento della
spinta sui terrapieni con conseguente riduzione del livello di sicurezza statico. La presenza della
vegetazione, attraverso lo sviluppo delle radici, che avviene anche nei meandri capillari della
muratura, comporta un allentamento del legame tra i vari elementi della muratura che non essendo
resistente a trazione, dapprima di fessura e successivamente, con la crescita delle radici comporta
lapertura delle fessure con crolli pi o meno localizzati, che con il loro progredire portano ad una
diffusa disgregazione delle quinte murarie.

Veduta torre Nord: si rileva la forte azione disgregatrice delle


radici.

Veduta torre Est: si rileva la forte azione disgregatrice delle


radici.

Veduta torre Est: si rileva la forte azione disgregatrice della


vegetazione e le lacune sul perimetro delle aperture.

Area tra il basamento della torre e la struttura muraria a


Sud,invasa dalla vegetazione.

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Veduta torre Nord: lacune sul perimetro delle aperture, tratti


mancanti del redondone e danni diffusi sui paramenti murari.

Piano primo: Infiltrazioni dacqua dal terrazzo di copertura

Piano primo: infiltrazioni dacqua nella muratura .

Infiltrazioni dacqua nella muratura di copertura e della torre


sud.

Per preservare limmobile stato programmato un intervento di Restauro e Risanamento


Conservativo che si compone nel restauro vero e proprio della parte del fabbricato ancora nel suo
stato originale e in una rivisitazione pi funzionale e risanante di quella parte del castello che si
trova sottoposta in maggior misura alle ingiurie del tempo e delle altre cause disgregatrici .
Lintervento di restauro intende rispettare in maniera completa ledificio da un punto di vista
murario fornendo la vista alla tessitura muraria di pietrame.

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4 Interventi di progetto
Il progetto consiste in un intervento di Restauro e Risanamento Conservativo che si compone nel
restauro vero e proprio della parte del fabbricato ancora nel suo stato originale e in una rivisitazione
pi funzionale e risanante di quella parte del castello che si trova sottoposta in maggior misura alle
ingiurie del tempo.
Lintervento di restauro intende rispettare in maniera completa ledificio da un punto di vista
murario fornendo la vista alla tessitura muraria di pietrame, ove necessario si prevedono operazioni
di restauro di muratura antica per integrazione di cavit, la reintegrazione di lacune con conci di
dimensioni analoghe a quelli contigui, la ricostruzione di parti di muratura antica con tufelli nuovi
o di recupero, il consolidamento dello strato decoeso della muratura di tufo e il consolidamento dei
giunti con rimozione accurata della malta instabile.
Lintervento prevede la riqualificazione delle aree a verde circostanti il castello e il recupero della
muratura e delle antiche opere presenti nellarea meridionale del lotto di intervento.
Il presente progetto finanziato da Arcus SPA, finanziamento concesso dalla Cassa Depositi e
Prestiti, a valere sui fondi del risparmio postale, e approvato dal Commissario Straordinario con
deliberazione n.10 del 05.03.2007.
Lintervento in questo primo lotto di progetto volge la sua attenzione e le risorse ad unattenta opera
di sistemazione dellarea che circoscrive il Castello, ed al consolidamento, restauro e messa in
sicurezza dello stesso, al fine di avviare una fase di valorizzazione e studio del contesto storicourbanistico di questo sito, e ad una campagna di scavi archeologici nel tentativo di svelare le origini
e lo sviluppo altomedioevale della Calvi Vecchia e del Castello in particolare.
La fasi progettuali e la tempistica dellintervento prevedono:
La messa in sicurezza dellarea con la recinzione del manufatto e del perimetro del fossato.
Lo sfalcio delle erbe infestanti di tutta la superficie del fossato, orizzontale e verticale, cosi
come la corte interna al Castello
Il diserbo manuale e pulizia comprendente il taglio delle essenze arborea, la completa
eliminazione delle radici e la sigillatura del foro con malta idraulica
Lo scavo di sbancamento intorno al castello per liberarlo dal materiale di risulta e di
superfetazione
il montaggio di ponteggi realizzato con limpiego di tubi e giunti, lungo tutta la superficie
laterale del Castello e a ridosso delle pareti della Corte interna, cosi come nei pressi del
muro antistante il versante della corte.
La puntellatura dei muri oggetto dello scavo archeologico e degli interventi di restauro
La pulizia e il diserbo di piante infestanti sulle strutture murarie antiche del paramento
esterno,comprese le torri angolari
Dopo questa prima fase di pulizia e messa in sicurezza si avvier la campagna di scavi archeologici
che interesser tutta larea interna e prospiciente il fossato ,con lo scopo di chiarire le origini alto
medioevale del Castello,la sua relazione con lorografia del sito e con le eventuali presenze di
ulteriori manufatti allinterno della Cales Vecchia.
Contestualmente partiranno le fasi di restauro e consolidamento:
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Restauro della muratura antica sui paramenti murari delle torri e del corpo rettangolare
Ricostruzione di tratti di muratura antica con tufo grigio pipernoide locale o materiale di
recupero sempre sulle mura del Castello
Reintegrazione di lacune,dove i conci utilizzati debbono essere di dimensioni analoghe a
quelli contigui
Consolidamento dei giunti sia della muratura in conci di tufo originaria,sia della
muratura in pietra calcarea utilizzata nel precedente intervento.
Restauro dei colmi di muratura antica in copertura e sulle superfici di calpestio delle
torri.

Il progetto,prestate le cura del caso alle superfici verticali del Castello,a questo punto si occupa
delle aree orizzontali di copertura, e di calpestio a livello della corte e dei due rivellini.
L intervento, tra laltro, prevede:
Limpermeabilizzazione dei terrazzi e delle torri
Un massetto isolante
Un battuto di detriti di tufo per proteggere il massetto dallusura;
Impermeabilizzazione realizzata con sistema di drenaggio,massetto,tessuto non tessuto
,guaina e pavimentazione superficiale con cocciopesto della corte e dei due rivellini laterali.
Nellambito degli interventi di sistemazione esterna del Castello aragonese di Cales .il
progetto ha previsto lo smaltimento delle acque bianche dai terrazzi di copertura e dalla
corte interna.
A completamento e a chiusura dellintervento di progetto,per preservarlo dai danni di
infiltrazione di acqua,che comprometterebbero le strutture orizzontali e verticali esistenti
sono state previste due facciate continue di vetro sui lati scoperti, un portone di ingresso e
tutti gli infissi delle aperture perimetrali alla quota 0.00 piano terra e primo livello alla quota
+ 4.13.

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