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L'origine dei numeri

di
Anastasia Rinaudo
Flavia Filizzolo
Gabriele Bongiorno
Giovanni Incardona

1 Liceo classico Maria Adelaide Palermo

In matematica un numero un modo di


esprimere una quantit.
Il concetto di numero nasce per la
necessit del conteggio.

L'origine del nome numero

sanscrito namati: "essere assegnato" ma anche: "ente che


distribuisce, che regola, che conta le quantit"

greco nmo (): "distribuisco, regolo, governo" oppure

nmos (): "cosa assegnata, disposizione, legge" e il

latino numerus: "numero" ma anche "ordine, misura, ritmo,


distribuzione"
oppure nemus : "foresta, piantagione, filare".

I greci, per, usavano per numero il termine

aritms () (da cui aritmetica) che vuol dire anche "ordine,


censimento, armonia" ed anche per questo che nella Bibbia un
libro dell Antico Testamento che si occupa di censimenti
intitolato Aritmi: I Numeri.

Il numero viene considerato, dunque, un ordinatore, capace di


operare (giuste) distribuzioni, di rispondere in maniera
convincente a varie necessit del vivere insieme

Le origini
dell'uso dei numeri da parte dell'umanit non sono
documentate;
le prime tracce di qualcosa che si suppone sia un
conteggio risalgono a circa 30-35.000 anni fa, e
sono costituite da ossa intagliate.

Il reperto pi antico l'osso di Lebombo, circa del


35000 a.C., un osso che riporta 29 tacche distinte.

Uno dei reperti pi famosi invece l'osso di Ishango:

Nella figura sotto un osso di renna intagliato risalente


circa al 15.000 a.C.

Anche se non sappiamo datare con precisione quando


siano apparsi i primi esempi di conteggio nella storia
dell'umanit,
una cosa certa:
I numeri non sono una parte necessaria della cultura
degli umani e delle loro capacit di descrivere l'ambiente.
C' stato un periodo in cui gli esseri umani non avevano il
concetto di numero e del contare.

La migliore prova di ci che esistono tuttora


popolazioni che non hanno sviluppato il concetto di
numero, e nei cui linguaggi le parole "uno", "due" e
"molti" rappresentano tuttora le uniche grandezze
utilizzate; si tratta, ad esempio,
di trib Zulu e Pigmei in Africa,
di Aranda e Kamilarai in Australia, e
di altre trib isolate in Oceania od in Amazzonia.
Ad esempio i Pirah, una trib di cacciatoriraccoglitori che vive lungo il fiume Maici, in Brasile,
stata recentemente studiata. I Pirah usano un
sistema di conteggio chiamato uno-due-molti.

Esiste in ognuno di noi una percezione diretta


del numero, una capacit immediata di
distinguere insiemi con una quantit diversa di
elementi, che non legata al contare.

La percezione immediata della quantit esiste,


ma non supera il numero quattro!

Contare senza numeri.


In realt quello che si pu supporre
che in effetti ben prima del
concetto di numero, l'umanit abbia
elaborato la "capacit di conteggio";
perch diciamo ci?

Come pu ad esempio un pastore, totalmente


analfabeta in aritmetica, controllare che il suo
gregge di 40 pecore tornato intatto all'ovile dal
pascolo?
La cosa fondamentale quella di realizzare una
corrispondenza biunivoca, che sta alla base del
contare; in questo caso una corrispondenza fra
pecore e tacche o sassi

Un esempio costituito dai rituali religiosi, dai quali


prescritto il dovere di compiere un certo numero di riti, come
il recitare un certo numero di preghiere: il fedele non ha
bisogno di saper contare se munito di uno strumento
adatto: un rosario.
Per enunciare i 99 attributi di Allah o per recitare le 100
eulogie obbligatorie dopo la preghiera, i mussulmani usano
dei rosari di 99+1 perle (una perla pi grossa rappresenta il
"vero nome di Dio"); strumenti simili usano i buddisti ed i
cristiani (il rosario indica i Pater, Ave e Gloria da recitare).

Ora abbiamo visto come il "contare per oggetti" (pietre,


tacche.....) introduce dei simboli numerici, pur mancando
ancora il concetto di numero.
Il primo problema che tali metodi pongono che se si
vuole contare anche arrivando a quantit piuttosto
elevate, avere un simbolo per ogni passo piuttosto
ingombrante: per un gregge di 100 o pi pecore diventa
un po' difficile procedere con centinaia di sassi o tacche
su bastoni.
Il bisogno di un metodo pi efficiente si presenta presto.

La soluzione adottata quella di dare valori diversi ai simboli


usati

Non si fa pi solo una corrispondenza biunivoca fra


"oggetti da contare" e "oggetti simbolo", ma
i simboli acquistano valori diversi

Il "Far di conto"
I metodi di calcolo si sono sviluppati parallelamente ai
metodi di rappresentazione numerica, ed il primo
strumento di calcolo stato senza dubbio il corpo stesso,
e soprattutto le mani

Tra i sistemi numerali si distinguono due grandi famiglie: i


sistemi additivi e i sistemi posizionali.
Nei sistemi additivi, ogni numero viene indicato
accostando una serie di cifre fino a quando la somma dei
numeri corrispondenti alle diverse cifre pari al numero che
si vuole rappresentare.
Esempio: Ventisette in numeri romani:
XXVII
Qui il ventisette rappresentato da:
dieci + dieci + cinque + uno + uno.

Nei sistemi posizionali, la posizione delle diverse cifre nel


numero fondamentale.
Viene scelta una base e vengono definite una serie di cifre
che indicano tutti i numeri naturali pi piccoli della base,
compreso lo zero.
Tutti gli altri numeri vengono espressi in funzione di
potenze della base.
Esempio: Ventisette in notazione odierna:
27
Qui il ventisette rappresentato da:
due decine + sette unit

Egizi
Il sistema di numerazione egizio di tipo additivo con
base decimale.

N u m e r a z io n e g e r o g lific a
C o n la rip e tiz io n e d i q u e s ti sim b o li s i p o te v a s c riv e re , p e r e s e m p io , il n u m e ro 3 6 7 3 c o s :

Un sistema del genere era piuttosto insoddisfacente per


coloro che, come gli scribi egizi, desideravano risparmiare
tempo.
Inoltre il disegno delle cifre geroglifiche era
eccessivamente minuzioso per consentire una trascrizione
dei numeri semplice e rapida.
Fu per tale motivo che gli scribi egizi cercarono di
semplificare al massimo il grafismo e la struttura delle loro
cifre originarie, pervenendo ad una notazione numerica
assai sintetizzata, nota con il nome di numerazione
ieratica.
La numerazione rimane decimale, ma il principio ripetitivo
della numerazione geroglifica viene sostituito con
l'introduzione di simboli speciali che rappresentano i numeri
da 1 a 9 e i multipli delle potenze di 10.

Il sistema in questione esigeva


per uno sforzo mnemonico per
rammentare tutti i segni cos fatti
intervenire, ma permetteva ai suoi
utilizzatori una considerevole
economia di simboli visto che per
scrivere, ad esempio, il numero 3577
bastavano 4 cifre (invece delle 22
richieste dal sistema geroglifico)
essendo ormai sufficiente
giustapporre le cifre 3000,500,70 e 7:

P a p ir o d i R h in d

Sumeri
Appartengono alla civilt dei Sumeri le tavolette di argilla
che contengono i pi antichi segni numerali usati
dall'uomo e che risalgono al 3500 - 3000 a.C.
I simboli fondamentali usati nella numerazione sumera
corrispondono ai numeri 1, 10, 60, 600, 3600, 36000:

Greci
Le notazioni greche hanno avuto tre stadi essenziali:
per prima fu adottata una notazione additiva in base
dieci pura (come quella egizia), poi quella detta
acrofonica (= il simbolo del numero usava la prima
lettera del nome), con base ausiliare 5 nota anche come
sistema di numerazione attico, ed infine quella ionica
o alfabetica, sempre additiva ed in base dieci, ma che
usa tutte le lettere dell'alfabeto greco, assegnando ad
ognuna di esse un valore numerico (pi alcuni simboli
accessori, come virgole per numeri alti, o lettere cadute
in disuso per il 90 ed il 900) e giungendo cos ad una
certa efficacia rappresentativa, ma aumentando di
molto il numero dei simboli usati. Vediamo nel
particolare il sistema attico e poi quello ionico.

Per indicare i numeri dal sei al nove, il sistema attico


aggiungeva al simbolo dei trattini indicanti le unit. Per
esprimere le potenze intere positive della base, venivano
adottate le lettere iniziali delle corrispondenti parole
numeriche:
5 = Penta , 10 = Deka , 50 = Pentedeka , 100 = Hekaton , 500
= Pentehekaton ,
1000 = Khilioi , 5000 = Pentekhilioi , 10000 =
Myrioi , 50000 = Pentemyrioi.
Tranne che per la forma dei simboli, il sistema attico era
molto simile a quello romano, ma aveva un vantaggio
rispetto a quest'ultimo. Mentre i romani utilizzavano
simboli diversi per indicare 50 e 500, i greci li scrivevano
mediante la combinazione delle lettere che indicavano 5,
10 e 100: usavano quindi "5 volte 10" per indicare 50 e "5
volte 100" per indicare 500. La scrittura per 5000 e per
50000 era analoga.

Tranne che per la forma dei simboli, il sistema attico era molto
simile a quello romano, ma aveva un vantaggio rispetto a
quest'ultimo. Mentre i romani utilizzavano simboli diversi per
indicare 50 e 500, i greci li scrivevano mediante la
combinazione delle lettere che indicavano 5, 10 e 100:
usavano quindi "5 volte 10" per indicare 50 e "5 volte 100"
per indicare 500. La scrittura per 5000 e per 50000 era
analoga.

Il sistema ionico, sempre additivo ed in base dieci, usa


per tutte le lettere dell'alfabeto greco, assegnando ad
ognuna di esse un valore numerico e giungendo cos ad
una certa efficacia rappresentativa (ma aumentando di
molto il numero dei simboli usati). Da notare che sono
presenti tre lettere arcaiche scomparse dall'uso comune e
che rappresentano i numeri 6 (stigma, variante grafica
del "digamma"), 90 (koppa), 900 (samp o san) e che
dopo un primo periodo in cui i usavano lettere
maiuscole, si pass a quelle minuscole:

Per i primi nove multipli di mille, il sistema ionico ricorreva alle


prime nove lettere dell'alfabeto: ci rappresentava un uso parziale
del principio di posizione. Ma per maggior chiarezza queste
lettere erano fatte precedere da un apice in basso, per esempio ,

A partire da 10.000 (miriade), la notazione ionica seguiva un


principio moltiplicativo: il simbolo di un numero intero qualsiasi
da 1 a 9999, se collocato al di sopra della lettera M, o dopo di
essa, separato dal resto del numero mediante un puntino, indicava
il prodotto dell'intero per il numero 10.000.
Qualora si volessero rappresentare numeri ancora pi grandi, si
poteva applicare lo stesso principio alla miriade doppia.

Ebrei
Schemi alfabetici analoghi e probabilmente derivanti
dal sistema attico greco vennero usati da varie popolazioni
semitiche, quali gli ebrei, i siriani, gli aramei , gli arabi e i
fenici.

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