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Sommario
Isometrie dirette e inverse. Propriet`a delle matrici ortogonali. Teoremi di rigidit`a.
Superfici parametrizzate. Superfici date con equazione cartesiana. Esercizi.
1.1
Matrici ortogonali
(1)
Quindi una matrice `e ortogonale se e solo se `e invertibile, e linversa coincide con la trasposta.
Ne segue anche che At A = I. Applicando la formula di Binet ad ambo i membri della (1), e
tenendo conto del fatto che det A = det(At ), otteniamo che:
Linsieme delle matrici ortogonali di ordine n si denota con O(n) (detto anche gruppo ortogonale di ordine n). Il sottoinsieme formato dalle matrici ortogonali aventi determinante 1 `e
denotato con SO(n) (gruppo speciale ortogonale di ordine n).
Le seguenti propriet`
a sono di facile verifica: I O(n); se A, B O(n) allora AB O(n) e se
A O(n) allora A1 O(n).
Esempio. Introduciamo le seguenti matrici 2 2:
cos sin
cos sin
R =
, S =
,
sin cos
sin cos
R.
SO(2) = {R : R}.
La propriet`a che segue mostra che una matrice `e ortogonale se e solo se conserva il prodotto
scalare canonico di Rn ; poich`e il prodotto scalare determina la norma di vettori (quindi la
distanza di due punti), risulta che una matrice ortogonale definisce, in particolare, unisometria
di Rn (che, in piu, `e lineare per la struttura di spazio vettoriale di Rn ).
Teorema 2.
a) Una matrice A Mat(n n) `e ortogonale se e solo se
hAu, Avi = hu, vi
per ogni u, v Rn .
b) Se A `e una matrice ortogonale, allora |Av| = |v| per ogni v Rn ; inoltre, per ogni u, v Rn :
d(Au, Av) = d(u, v).
Dimostrazione. Data una qualunque matrice A Mat(n n), e dati due vettori u, v Rn si
ha sempre:
hAu, vi = hu, At vi.
(2)
Infatti, sia aij lelemento di riga i e colonna j della matrice A. Se (e1 , . . . , en ) `e la base canonica
di Rn , allora le colonne di A sono Ae1 , Ae2 , . . . , Aen . Questo implica che:
hAei , ej i = aij = hei , At ej i
per ogni i, j. Dunque (2) `e vera per i vettori della base canonica. Scrivendo i vettori arbitrari u e
v come combinazione lineare dei vettori della base canonica, e usando le propriet`a di bilinearit`
a
del prodotto scalare, si dimostra la (2) in generale.
2
1.2
La curvatura `
e invariante per isometrie
Sia ora : [0, L] R2 una curva piana PAC, e sia f : R2 R2 unisometria diretta. Dunque
f (x) = Ax + b
dove A SO(n) e b `e il vettore di traslazione. Otteniamo una seconda curva : [0, L] R2
semplicemente componendo con f :
= f .
Teorema 4. Nella notazione precedente, sia k (s) la curvatura di in s, e sia k (s) la curvatura
di in s. Allora:
k (s) = k (s).
Dimostrazione. Se scriviamo
(s) =
abbiamo
x(s)
y(s)
x(s)
(s) = A
+ b,
y(s)
dunque:
0
x (s)
= A0 (s).
(s) = A 0
y (s)
0
(3)
Indichiamo con T (s), T (s) i versori tangenti di e , e con N (s), N (s) i rispettivi versori
normali. La relazione (3) si scrive:
T (s) = AT (s).
Siccome f `e diretta, A conserva lorientazione, dunque
N (s) = AN (s).
Ora:
T0 (s) = AT0 (s) = k (s)AN (s) = k (s)N (s).
Daltra parte, per definizione abbiamo anche:
T0 (s) = k (s)N (s),
dunque k (s) = k (s).
Teoremi di rigidit`
a per le curve
2.1
Curve piane
x0
x0
(0) = y0
(4)
0 (0) = T0
k (s) = k(s)
per ogni s [0, L].
dove k (s) indica la curvatura di in s.
Dimostrazione. Iniziamo dallesistenza. Definiamo una funzione : [0, L] R come segue:
Z s
(s) =
k(u)
du + 0 .
0
Siano:
Z s
cos (u) du + x0
x(s) =
Z 0s
y(s) =
sin (u) du + y0
0
= k(s)
5
ed effettivamente ha curvatura prescritta da k.
Unicit`
a. Supponiamo che : [0, L] R2 sia una seconda curva che verifica (4), dunque, in
particolare,
k (s) = k(s)
per ogni s [0, L]. Sia T (s) (risp. T (s)) il versore tangente di (risp. ). Notiamo che
T (0) = T (0) = T0 .
Vogliamo dimostrare che T (s) = T (s) per ogni s. A tale scopo, consideriamo la funzione
(s) = hT (s), T (s)i.
Si ha:
(0) = 1;
se dimostriamo che 0 (s) = 0 per ogni s allora (s) = 1 per ogni s e questo implica che
T (s) = T (s) per ogni s. Ora:
0 (s) = hT0 (s), T (s)i + hT (s), T0 (s)i
= k(s)hN
(s), T (s)i + k(s)hT (s), N (s)i
Ora N (s) = JT (s) e N (s) = JT (s); la matrice di rotazione J soddisfa J 2 = I, e inoltre,
poich`e `e ortogonale, conserva il prodotto scalare, dunque hJu, Jvi = hu, vi per ogni u, v R2 .
Dunque:
hN (s), T (s)i = hJT (s), T (s)i
= hJ 2 T (s), JT (s)i
= hT (s), N (s)i
cio`e hN (s), T (s)i = hT (s), N (s)i, quindi 0 (s) = 0 e T (s) = T (s) per ogni s.
Infine, poich`e (0) = (0) otteniamo, per ogni s:
Z s
Z
(s) =
T (u) du + (0) =
0
e il teorema `e dimostrato.
Per una dimostrazione alternativa, vedere la sezione successiva.
2.2
Risulta che curvatura e torsione di una curva dello spazio sono invarianti per isometrie dirette
(vedi Esercizio 5). In questa sezione dimostreremo che, a meno di isometrie, esiste ununica
curva con curvatura e torsione assegnate.
Data una curva biregolare : [0, L] R sia (T (s), N (s), B(s)) il suo riferimento di Frenet in s.
Allora si ha:
0
k (s)
0
0
(s)
(T 0 (s), N 0 (s), B 0 (s)) = (T (s), N (s), B(s)) k (s)
0
(s)
0
Denotiamo con X(s) la matrice 3 3 di colonne T (s), N (s), B(s). La matrice X(s) `e ortogonale,
e caratterizza il riferimento di Frenet in ciascun punto. Le formule di Frenet si esprimono in
forma matriciale:
X 0 (s) = X(s)A(s)
(5)
dove
0
k (s)
0
0
(s)
A(s) = k (s)
0
(s)
0
e dove X 0 (s) denota la matrice che si ottiene derivando le entrate di X(s). Nel linguaggio
dellanalisi, la (5) `e un sistema omogeneo di equazioni differenziali lineari, e il riferimento di
Frenet X(s) `e dunque una soluzione di tale sistema.
In effetti, il seguente lemma, che `e conseguenza della teoria delle equazioni differenziali, ci sar`
a
utile.
Lemma 6.
a) Sia A : [0, L] Mat(n n) una funzione matriciale di s [0, L], che assumeremo continua.
Allora, lequazione differenziale
(
X 0 (s) = X(s)A(s)
(6)
X(0) = X0
nellincognita X(s) Mat(n n) e con dato iniziale X0 Mat(n n), ammette ununica
soluzione X(s).
b) Se la matrice A(s) `e antisimmetrica per ogni s, e se il dato iniziale X0 `e una matrice ortogonale (risp. X0 SO(n)) allora la soluzione X(s) `e una matrice ortogonale per ogni s [0, L]
(risp. X(s) SO(n) per ogni s).
Dimostrazione. a) Lesistenza e unicit`a della soluzione del problema (6) `e conseguenza della
teoria delle equazioni differenziali.
b) Supponiamo ora che A(s) sia antisimmetrica per ogni s. Vogliamo dimostrare che
X(s)X(s)t = I
per ogni s. Ora, prendendo la trasposta ad ambo i membri di (6) otteniamo:
(X 0 (s))t = A(s)t X(s)t .
Poich`e la trasposta della derivata `e uguale alla derivata della trasposta, si ha (X 0 (s))t =
d
(X(s)t ); siccome A(s) `e antisimmetrica (A(s)t = A(s)) otteniamo
ds
d
(X(s)t ) = A(s)X(s)t .
ds
Dunque:
d
d
d
(X(s)X(s)t ) = X(s) X(s)t + X(s) (X(s)t )
ds
ds
ds
= X(s)A(s)X(s)t X(s)A(s)X(s)t
= 0.
Poich`e X(0)X(0)t = I, si ha in effetti X(s)X(s)t = I per ogni s, dunque X(s) `e ortogonale per
ogni s. Infine, se det X(0) = 1 allora, per la continuit`a della funzione s 7 det X(s), si deve
avere det X(s) = 1 per ogni s.
Dimostriamo ora il seguente teorema di rigidit`a.
Teorema
7. Date due funzioni: k : [0, L] R, : [0, L] R (con k > 0), dato un punto
x0
0 = y0 e data una terna ortonormale (T0 , N0 , B0 ) positivamente orientata, esiste ununica
z0
curva biregolare : [0, L] R3 con (0) = 0 , avente riferimento di Frenet (T0 , N0 , B0 ) in
s = 0 e tale che:
k (s) = k(s),
(s) = (s) per ogni s [0, L].
(7)
Dimostrazione. Consideriamo il sistema di equazioni differenziali nellincognita X(s) Mat(3
3):
X 0 (s) = X(s)A(s),
(8)
dove
0
k(s)
0
0
(s) .
A(s)
= k(s)
0
(s)
0
Dal lemma precedente, sappiamo che la soluzione X(s) di (8) esiste ed `e univocamente determinata dalle condizioni iniziali. Come condizioni iniziali imponiamo:
X(0) = (T0 , N0 , B0 ),
la matrice di colonne T0 , N0 , B0 . Dunque X(0) SO(3) e, ancora per il lemma precedente,
X(s) SO(3) per ogni s. Indichiamo con
t(s), n(s), b(s)
le colonne di X(s) che dunque formano una base ortonormale positivamente orientata. Consideriamo ora la curva:
Z s
(s) =
t(u) du + 0 .
0
Vogliamo dimostrare che (s) `e lunica curva che soddisfa i requisiti del teorema; in particolare
`e biregolare e, se indichiamo con (T (s), N (s), B(s)) il riferimento di Frenet di , allora:
(T (s), N (s), B(s)) = (t(s), n(s), b(s))
per ogni s. Notiamo che 0 (s) = t(s), che ha norma 1, e (0) = 0 ; dunque `e regolare, ed `e
parametrizzata dallascissa curvilinea. Quindi:
T (s) = t(s).
Ora:
Poich`e k(s)
> 0 per ogni s, risulta che 00 (s) 6= 0; dunque `e biregolare. Sappiamo che
00 (s) = k (s)N (s);
siccome k(s)
e positivo, si ha necessariamente
k (s) = k(s)
per ogni s, e dunque N (s) = n(s). Infine, poich`e (T (s), N (s), B(s)) e (t(s), n(s), b(s)) sono
entrambe positivamente orientate, abbiamo necessariamente
B(s) = b(s)
Dunque i riferimenti (T (s), N (s), B(s)) e (t(s), n(s), b(s)) coincidono in ogni punto; in altre
parole, la terna (t(s), n(s), b(s)) `e il riferimento di Frenet di . A questo punto, `e immediato
verificare che (s) = (s) per ogni s, e lesitenza `e dimostrata. Infine, lunicit`a `e conseguenza
dellunicit`a della soluzione con dato iniziale fissato. Il teorema `e dunque dimostrato.
Superfici
x(u, v)
(u, v) = y(u, v)
z(u, v)
che spesso scriveremo anche
x = x(u, v)
y = y(u, v) ,
z = z(u, v)
(u, v) .
3.1
Superfici regolari
xu xv
J = yu yv
z u zv
abbia rango massimo (cio`e due). Questo equivale a dire che il differenziale di , in quanto
applicazione lineare da R2 a R3 , `e iniettivo in ciascun punto.
10
4
4.1
Esempi
Sfera
Si consideri lapplicazione:
x = R cos u cos v
y = R sin u cos v
z = R sin v
dove u [0, 2), v ( 2 , 2 ). Notiamo che
x(u, v)2 + y(u, v)2 + z(u, v)2 = R2
dunque le formule descrivono una parametrizzazione della sfera di centro lorigine e raggio R.
Si ha:
R sin u cos v
R cos u sin v
u = R cos u cos v , v = R sin u sin v .
0
R cos v
Si vede che i tre minori della matrice jacobiana hanno determinante:
R2 cos u cos2 v,
R2 sin u cos2 v,
R2 sin v cos v,
4.2
Piano
Le formule
x = 2 u + 2v
y =u+v
z = 3 + 3v
2
dove (u, v) R2 parametrizzano un piano; precisamente, il piano passante per P = 0
3
1
2
1
parallelo ai vettori w1 =
e w2 = 1. Per ottenere la sua equazione cartesiana, basta
0
3
eliminare i parametri u, v. Otteniamo lequazione
x + y z + 1 = 0.
11
x = x0 + a1 u + a2 v
y = y0 + b1 u + b2 v
z = z0 + c1 u + c2 v
parametrizza un piano dello spazio.
4.3
Cilindro
Le formule:
x = R cos u
y = R sin u
z=v
R sin u
u = R cos u ,
0
0
v = 0
1
R sin u 0
R cos u 0
0
1
e si vede che ha rango 2 per ogni u, v (poiche sin u e cos u non possono annullarsi contemporaneamente). Dunque `e regolare per ogni u, v.
Le linee coordinate u = c sono rette parallele allasse z; le linee coordinate v = c sono
circonferenze di raggio R che giacciono sul piano z = c.
4.4
Cono
Le formule:
x = v cos u
y = v sin u
z=v
12
v sin u
cos u
u = v cos u , v = sin u .
0
1
0
5
5.1
Una superficie si puo ottenere anche come grafico di una funzione delle variabili x, y:
z = f (x, y).
In tal caso, una parametrizzazione, su un dominio dove f `e differenziabile, sar`a:
x = u
y=v
z = f (u, v)
e dunque la matrice jacobiana `e:
1 0
J = 0 1
fu fv
che ha evidentemente rango 2 per ogni u, v. Dunque il grafico di una funzione si pu`o sempre
parametrizzare in modo regolare.
5.2
Funzioni implicite
Diremo che f 1 (c) `e regolare in un suo punto p, se, in un intorno di p, essa ammette una
parametrizzazione regolare. 1
Il seguente fatto generalizza lanalogo risultato per le curve:
Sia p f 1 (c). Se f (p) 6= 0 allora f 1 (c) `e regolare in p.
Se c `e un valore regolare di f (nel senso che f 1 (c) non contiene punti critici di f ) allora
f 1 (c) `e una superficie regolare in ogni suo punto.
Esempio. Consideriamo lequazione
x2 + y 2 z 2 = 0.
quindi f (x, y, z) = 0 con f (x, y, z) = x2 + y 2 z 2 . Ora il gradiente:
2x
f = 2y
2z
si annulla solo nellorigine; dunque lunico valore critico `e c = 0, e di conseguenza le soluzioni di
x2 + y 2 z 2 = c,
c 6= 0
Esercizi
sin(2t) cos t
Esercizio 1. a) Data la curva piana : [0, 2]
definita da (t) =
,
sin(2t) sin t
stabilire i valori di t per i quali `e regolare; per tali valori, determinare la curvatura di .
` vero che `e iniettiva ? Disegnare la traccia di .
b) E
R2
14
x = v cos u
y = v sin u (u, v) R2 .
z=u
a) Descrivere le linee coordinate u = c e v = c.
b) Determinare il piano tangente alla superficie nel punto (2, 0, ) della sua immagine, corrispondente ai valori u = , v = 2 dei parametri.
c) Determinare il versore normale nel punto generico (u, v).
Esercizio 4. Sia A una matrice ortogonale di ordine 3. Dati u, v R3 , dimostrare che:
(
A(u v) se det A = 1,
Au Av =
A(u v) se det A = 1.
(Suggerimento: dimostrare la formula per i vettori della base canonica, e poi estendere per
linearit`a).
Esercizio 5. Sia : [0, L] R3 una curva parametrizzata dallascissa curvilinea, sia f unisometria di R3 e sia limmagine di tramite f , cio`e = f . Dimostrare che k (s) = k (s)
per ogni s, e inoltre:
(
(s) se f `e diretta,
(s) =
(s) se f `e inversa.
(Usare i risultati dellesercizio precedente).
Esercizio 6. Si consideri la superficie
1 x y
= {(x, y, z) R3 : det x 1 z = 0}.
y z 1
Quali punti occorre rimuovere da per avere una superficie regolare ?
15