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PI CHE LOGICO

LIVE

01

 Nessuno pu
fermare un uomo
che ha paura La
gazzella si trasforma
in leone / il prete di
campagna combatte
il suo demonio / quel
lattaio che di notte
non riesce a dormire
svuota i suoi litri di

02

latte nel lavandino di


casa / mentre il potere
della disperazione
raggiunge la gloria
il vero coraggio
Nessun amico /
nessuna amata/nessun
padrone e nessuno
schiavo Non c via
duscita o redenzione

NESSUNA

TRINCEA

05

Sei tu, ancor pi tu che


in uno specchio o in un
bagno. Sei finalmente e
terribilmente tu non per
quello che ti conosci o che
sai, ma per ci che ora
sei. Non il tuo passato
e non il tuo futuro, di
cui per tutti troppo
facile parlare. il tuo
presente, perennemente
sconosciuto e nuovo. Il
tuo io per quello che
in fondo vale e non per
ci che pensa di valere.
E tutto intorno ora, il
resto del mondo, ha
meno importanza di un
bisbiglo tra la folla. La
torre di pensieri che
costruiamo ogni giorno

06

per giustificare un modo


di vivere, di essere o non
essere, quel carezzevole
tributo a noi stessi che ci
dedichiamo la sera prima
di addormentarci, per
non ferirci troppo, per
non restarci male, per
difenderci e convincere un
soffitto bianco di valere
qualcosa di pi di quel
che , sembra vacillare
e sgretolarsi. Sta forse
crollando per lasciare
spazio al necessario?
Lattesa snervante se
non la sai gestire. Devi
esserci portato per
sopportarla, altrimenti
era meglio scegliere altre
vie. Fa parte del carattere.

Ci vuole molta pazienza


per
scoprirsi,
ma
soprattutto, per qualche
minuto,
silenzio
e
concentrazione. Fin dal
mattino appena sveglio,
anche se non hai chiuso
occhio per la troppa
adrenalina accumulata
la sera prima, a colazione
comincia di nuovo la tua
trasformazione. Il corpo
acuisce le sensazioni,
e la mente drizza le
sue
antenne
verso
lesterno, amplificando
ogni
sensazione
e
raddoppiando, triplicando
persino, lintensit dei
tuoi sensi. Tira un vento
caldo e violento sulla

tua pelle adesso. Piove


forte nel tuo stomaco.
E grandinano pensieri
dentro al tuo cranio.
Pi precisamente come
se il tuo ego espandesse
la propria coscienza, il
proprio mantello, come
se il campo sterminato
della tua sensibilit
fiorisse in una primavera
di contrasti. No, non
la banale dolcezza o
legoismo della fragilit.
S TO PA R L A N D O
DI PUR A,
I N T R OVA B I L E ,
C O S TO S A LU C I D I T

07

Eri smarrito ed ora hai una


nuova casa. Diversa da ieri e
lontanissima dal domani. Un
fascio di luce calda e precisa
illumina il centro della tua
vita, che si fa nalmente
bella solo per te. A poco a
poco, sbucando in supercie
come piccoli paguri tra le
dune in miniatura di una
spiaggia di sabbia nissima,
i tuoi desideri si fanno
strada insieme alla paura
di fallire, e anche tu come
loro uscirai allo scoperto
nalmente, riuscendo a
percepire la provenienza
e la destinazione dello
sciame spesso confuso
e imprevedibile dei tuoi
desideri, a cui solitamente

08

non riesci a dare la giusta


importanza. La memoria
si rinforza senza chiederti
il permesso, e terr conto
di particolari considerati
no a quellistante poco
importanti: la posizione
degli oggetti nella stanza
in cui ti sei svegliato,
lordine delle cose e la loro
pulizia, leducazione di chi
ti passa di anco, la voce
del cameriere che ti porta
il ca in camera, la sua
voce sconosciuta e il colore
chiaro delle sue unghie, il
suono del ricordo di ogni
momento simile vissuto.
Dovero, con chi ho dormito,
e cosa ho detto o fatto quel
giorno.

 Ed quello il tuo
primo momento / il
primo vero passo verso
le luci del palco
Verso laltare
Da quellistante in
poi la tensione non ti
moller pi /montando
a poco a poco no
al primo applauso
E allora sarai salvo

13

Ricordo di aver passato


momenti bruttissimi in
passato, chiuso dentro a
un bagno a vomitare, o in
una roulotte circondata da
ignari passanti, bevendo
acqua naturale e fumando
infinite sigarette per
smuovere le lancette degli
orologi che sembravano
ferme come la luna in
una sera destate, bevendo
vodka calda e tonica per
alleggerire lo stomaco
dalla morsa peggiore che
io avessi mai provato.
Oggi invece sento una
forza particolare. So cosa
mi succeder. Devo solo
saper resistere, tentare
di controllarmi e non

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esplodere prima del


dovuto. Devo soprattutto
restare concentrato. Forte.
Tenermi per dopo. Non
discutere, non parlare,
non rispondere al telefono,
non lasciarmi trascinare
da niente. Devo potermi
caricare lentamente, senza
disperdere troppe energie
positive o negative. In
questo chi mi sta vicino
fondamentale. Chiunque
pu essere una piccola
minaccia o un utile
stratagemma. Sembra un
ragionamento freddo e
cinico, ma una segreta
necessit. Il tempo che
ho a disposizione
tanto eppure sembra

non bastare mai per


prepararmi al meglio.
Lattesa gi cominciata
al risveglio si trasforma
nella miccia di una
dinamite. La mia scelta di
vita ora rassomiglia a una
molla di una catapulta
che servir per attaccare
le mura della paura.
solo questione di nervi.
Il libro che ho gi letto
tante volte ancora l
sul comodino.
E il suo contenuto sembra
improvvisamente di nuovo
importante. Non so se
capite. La sigaretta dopo
il caff la prima della
mia vita. Non lultima.
Tutto si rinnova.

Cos capisci che la fine


sempre come linizio.
Ha la stessa importanza
e la stessa drammaticit.
Lo stesso tormento.
In questo la ritualit
mi aiuta a mantenere la
concentrazione. Io che
non sono scaramantico
di natura comincio a
diventare sospettoso.
Temo
i cambi di
programma improvvisi.
Detesto gli imprevisti e le
decisioni non condivise.
Ho bisogno di conoscere
ogni piastrella su cui
pogger i piedi.

F O N DA M E N TA L E

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Abbraccio e stringo forte


la mano delle persone
che incontro scendendo
dalla camera fino alla hall
dellhotel in cui alloggio,
dove gi il caos degli
arrivi e delle partenze
degli estranei mi disturba
e mi inquieta. Come se
facessero gi parte del mio
show vorrei controllarli,
domarli, sapere chi sono,
dirigerli.
Incontro Nico,
il personal e driver che mi
porter fino al palasport;
il
mio
produttore
nascosto dietro un paio
di enigmatici occhiali
da sole; poi mi passa di

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fianco frettolosamente un
musicista che rivedr solo
a pochi minuti dallinizio
dello show e una ragazza
timida che attende il
coraggio di scambiare
due parole con me. I loro
sguardi, che solitamente
mi accompagnano e da
cui mi lascio spesso
attraversare, ora sono
importanti,
perch
capaci di accendermi o
spegnermi in un istante. Il
loro umore determinante.
Mi suggerisce che posso
concentrarmi sul mio
compito, mi confida che va
tutto bene. Che esiste un
ordine a cui aggrapparsi.

Salgo sul monovolume


e parto.
Che c di cos bello in
tutto questo? Che c di
cos bello nelle facce
distratte della gente
che cammina lungo i
marciapiedi, nei gesti poco
coordinati dei ragazzini
che si inseguono fuori
dalle scuole, nel ritmo
blando delle pedalate
degli anziani a spasso,
negli sguardi
indaffarati delle signore
con la spesa in mano?
Perch la realt pi
comune ora mi appare
come sacra? Come mai
dun tratto le sono devoto?

Chiuso dietro a questa


prigione lussuosa, col
naso appiccicato al vetro
oscurato di un salotto a
quattro ruote la osservo,
e sento che una piccola
parte di ognuno dei
protagonisti di questa
citt forse inconsapevole
del mio sogno, un solo
centimetro della loro pelle
e del loro mondo, oggi
anche mio.
Provo a comprendere dai
loro comportamenti, dalle
loro voci che mi arrivano
confuse e intrecciate luna
con laltra come un canto,
come sar il mio pubblico
di stasera.

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 E provo una
sensazione davvero
strana Come hanno
fatto ad accorgersi
di me persone cos
lontane / che fanno
cose cos diverse
/ e in luoghi cos
dierenti dal mio
habitat / dalla mia

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dimora / dalla mia


natura emiliana?
La musica pu
davvero arrivare
ovunque e parlare
di me a tutti?
Pu unire vite distanti
e irraggiungibili
in un solo istante?
La risposta

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Sul ponte che si alza


sopra a una stazione
ferroviaria sfrecciamo
veloci
attraversando
centinaia di facce diverse
prese dalla loro vita e
per un istante riconosco
la mia, appesa a un
cartellone pubblicitario.
Il manifesto del tour che
sto portando in giro per
il Paese, immobile e
inerme tra una pubblicit
di una banca che ore
servizi su misura, e quella
sbiadita di uno snack
gelato estivo. Sotto al
mio busto incorniciato, di
anco alla data di oggi, la
scritta della citt in cui ho
dormito spicca ben visibile

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tra le altre. Il palasport


stasera sar stracolmo.
Il sangue mi si scalda,
ribolle allistante, e veloce
attraversa il mio corpo
pompando vere scariche
di gratitudine e orgoglio.
Se no a quel momento
il tempo scorreva lento e
opprimente, ora fermo.
E la mia immaginazione
corre veloce come il vento
sorpassando la mia stessa
vettura, passando con il
rosso oltre ai semafori,
impennando e curvando
senza frenare mai. Prega
il driver di arrivare veloci,
perch non vede lora,
perch non pu pi
aspettare.

Il sound check sempre


un momento molto atteso
per me. una sfera di
cristallo, mi mostra un
piccolo pezzo di futuro,
e da queste brevi prove
posso intuire qualcosa
sul concerto che sar,
anche se rassomiglia
a un coito interrotto!
Rivedo il palco e le sue
luci. I tecnici al lavoro,
preparati, e sereni. Saluto
con affetto tutti. Manca
solo il pubblico. La band
gi sul palco, ci si saluta
e ci si abbraccia di nuovo.
Come dei sopravvissuti.
Abbiamo condiviso il
concerto della sera
prima e siamo di nuovo

qui insieme.
Un po sballottati e
meravigliati nonostante
i tanti anni alle spalle
di questo mestiere, nel
ritrovarci sullo stesso
pavimento ma a centinaia
di chilometri dallultimo
ricordo insieme. Nel
tempo a disposizione si
provano un paio di volte
sempre le stesse canzoni
perch sono quelle che
ci danno pi problemi
negli ascolti in cuffia. E
si eseguono canzoni di
diverso tipo, con diverse
sonorit, per capire
come suona il palasport
messo alla prova in modi
differenti. Ogni luogo e

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ogni struttura ha una


sua caratteristica, suoi
difetti acustici, suoi
pregi. Bisogna trovare la
giusta strada, il miglior
compromesso. Fosse per
me starei qui fino a sera a
cazzeggiare, chiacchierare
con il mio fonico di palco,
contare una ad una le
fonti luminose che lo
illuminano, godermi lo
spettacolo del palasport
ancora vuoto, fare due
chiacchiere con i ragazzi
del merchandising, ma
il tempo stringe. Fuori
una coda di ragazzi e
ragazze in fila al freddo
da stamattina freme per
entrare, e noi vogliamo

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rispettare le regole.
Si chiude con linizio,
sempre. Lintroduzione
di Logico#1, lattacco
del cantato e poi gi di
corsa, risparmiando il
pi possibile la voce.
Il camerino sempre
uguale. Ovunque si
suoni. Lo odi e lo ami,
semplicemente perch
il tuo, ma sai che
stato di tutti prima che
arrivassi tu. Come una
sala dattesa. Come una
camera di un hotel. Le
stesse poltrone, lo stesso
tavolo pieno di cibo e
bevande energetiche che
hai scelto tu, le stesse

tende bianche per coprire


i muri sgretolati di una
Italia che quando non sta
in piedi cade a pezzi. Una
bottiglia di GreyGoose,
il lime e qualche birra.
Delicato profumo di
incenso. Lesatto opposto
di ci che vivrai a breve
ma resta comunque il
luogo pi caldo e protetto
dellintero palasport.
Se non vuoi salire sul
palco senza voce meglio
che lo frequenti, lo curi
e gli vuoi bene. A pochi
metri dal mio c quello
della band. Lo si intuisce
dalle grida sguaiate, dalle
risate e dagli schiamazzi
che provengono dal muro

connante, e listinto mi
dice di restare al caldo.
Mettere il cellulare in
carica. Trangugiare il
frullato di frutta e vitamine
di met pomeriggio e
controllare la scaletta gi
posizionata sul tavolino
ricoperto di scatole di
miele e caramelle per la
gola. Ora mi sento a casa.
Tutto lo stress accumulato
la mattina dal risveglio
no ad ora precipita in
un coinvolgente sonno.
Pi forte di tutto il resto.
Dormi. Almeno unora,
Cesare. Chiudi gli occhi.
Al risveglio sarai di nuovo
qui.

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Sono i passi cauti e


ragionati di Walter ad
aprirmi gli occhi.
Caff?
S, grazie.
Nicola Ballo Balestri
dallaltra parte del
muro sta suonando un
imprecisato strumento a
fiato ripetendo in modo
ossessivo la stessa frase.
La band lo accompagna
con coretti e risate.
Ecco cosa stavo sognando!
Una musica da ballo.
Quanto
manca
al
concerto?, chiedo.
Poco meno di unora.
Basta uno sguardo.
Si sta riempiendo?.
Basta il silenzio.

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Le prime file sono gi


ammassate.
Vorrei esserne contento,
ma non riesco a pensarci.
Sono ancora imbambolato.
Il tempo poco. Troppo
poco per me. Avrei voluto
svegliarmi molto prima
perch mi serve pi tempo
per accendermi e ritrovare
la concentrazione, ma
non si torna indietro.
Vorrei essere da solo
adesso, a casa mia, o in
una camera di un hotel,
o sotto una doccia. In
un luogo amico. Ne avrei
bisogno per ricominciare
tutto da capo, ma non si
pu. Quanti ma. Gi tre
in due minuti.

Il fatto che sono molto


pi lontano di unora,
dentro di me, da qualsiasi
cosa mi aspetti. una
sensazione spiacevole,
ma che riconosco come
mia. Un altro ma. Non mi
preoccupa, mi punge sotto
i piedi. un disordine che
mi appartiene, ma ne sono
allergico. Eccoci di nuovo.
Limprovvisazione mi
rende sempre impreparato
a salire sul palco, eppure
mi prepara a sentirmi
pronto a tutto. E io, come
tutti del resto, sono nato
impreparato a fare questo
mestiere nch non salgo
l sopra. Sono venuto
al mondo portato per

cercare i miei limiti, ma


non a svegliarmi poco
prima di una impresa!
Allimprovviso divento
impaziente, e lo rester
no allultimo secondo
prima dellinizio.
Il ca funziona sempre.
Mentre rietto sul suo
valore, immaginandomi
gli antichi re che lo
apprezzavano e le loro navi
che attraversavano i sette
mari per importarlo da
luoghi esotici e sconosciuti,
decido di berlo da solo,
nel posto che preferisco:
un angolino segreto che
mi cerco ogni volta, ad
ogni concerto, in ogni

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34

nuova citt, per poter


osservare il pubblico per
qualche minuto mentre
entra nel luogo dellevento.
No, non un vezzo. Non
una ssazione. Vado in
cerca di qualcosa che sono
convinto mi possa aiutare.
Mi possa far ritrovare la
strada smarrita. Io la
conosco. So dove porta.
Devo avvicinarmici un
pochino. Oltre una porta
c un piccolo spiraglio
che mi permette di vedere
e non essere visto.

una vita, compagni di


palestra o di ucio, di
un tempo ora pi che mai
vicino, coppie mai nate,
coppie gi nite o che
stanno per incontrarsi.
Nonni. Nonni da ieri.
Futuri padri. Futuri
professionisti. Futuri
disoccupati. Studenti.
Solitari.
Aspiranti
cantanti. Musicisti.
Chi venuto per ascoltare.
Chi per piangere. Chi per
ballare. Chi per amore.
Chi per capire.

Padri e gli, madri e mariti,


amici e nemici, amiche
per la pelle, compagni
di bevuta, compagni di

Eccoli l, tutti assieme per


una volta e poi forse mai
pi. Sono gure bellissime
per me, ora.

 Potrei pagare il
loro stesso biglietto
/ il doppio del suo
valore / il triplo / il
sestuplo / per restare
qui da solo per ore
ed ore ad osservarli
Inconsapevoli Nella
loro vita Prima di
un concerto Il mio

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Seguire i loro gesti, quei


movimenti ora ancora
incerti, mentre cercano il
loro posto, mentre salgono
i gradoni del palasport
o salutano gli amici
appena ritrovati, mentre
sorseggiano una birra
chiedendosi e pensando
frasi che forse vivono solo
nella mia fantasia. Le loro
espressioni sembrano dire:
Che nessuno rubi il mio
posto!. Ho fatto bene a
venire?. Con che pezzo
inizier?. Da qui si vedr
bene il palco?. Potrei
essere suo padre ma mi
piace..!. Tutto questo
sragionare mi calma.
Tanto. per me come

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accorciare la distanza
tra la parte di me che
salir sul palco e quella
che resterebbe gi in
camerino no a data da
destinarsi.
M A G UA R DA L I , O R A :
SONO FELICI !
E L A LO R O F E L I C I T
MI R ESPONSABILIZ Z A .

Centinaia di ragazzi e
ragazze in prima la gi
ballano e si fanno foto
con lo sfondo del palco
ancora tutto spento.

Piccole nuvole di fumo


si fanno spazio nellaria
intensa salendo dal centro
di piccoli gruppi di teste
di ragazzi con la birra
in mano. Gente di ogni
cultura. Livellati anche
rispetto alla loro classe
sociale, di fronte a un
palco che li unisce. Cosa
li aspetta!
E loro cosa si aspettano
da me? Si aspettano che
tutto sia fantastico, ecco
cosa. Scritto per loro,
memorabile, unico.
E come dargli torto?
un concerto, non una
domenica al cinema!
E tutto nonostante un
feroce profumo di popcorn

si sta espandendo nellaria,


scaldandola. A proposito,
dovrei scaldarmi la voce,
meglio rientrare.
Mi vesto!. Basta questo
piccolo pensiero detto
a voce alta, che arriva
preciso ad ogni concerto,
alla stessa ora, quando
mancano circa trenta
minuti allinizio dello
show, per abbandonare
ogni cosa superua e
prendere lentamente il
largo.
La nave lascia il porto,
e niente, dico niente di
niente per me da questo
istante in poi conter
davvero qualcosa.

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I telefonini si lasciano
da parte.
Le danzate smettono il
loro ruolo e si trasformano
in occhi, braccia, mani,
gambe, segnali, sguardi
rassicuranti e incoraggianti.

38

Gli amici di sempre


salutano e camminano
disordinatamente verso il
nuovo conne, dallaltra
parte della barricata.

Prima i pantaloni,
luccicanti e aderenti.
Poi le scarpe di cuoio,
strette come due pugni,
con il tacco dal passo
deciso e rumoroso.

Li saluto volentieri.

La battaglia
giusta / santa /
sta per iniziare
La vita
in pausa ora
/ definitivamente

Ora la t-shirt, una delle


tre che inler durante
le poche pause dello
spettacolo.
E inne la giacca, inlata
davanti allo specchio. Un
inchino per allungarmi
le gambe e sciogliere
la tensione accumulata
nellultima mezzora di
vuoto passato in piedi.
Poi un respiro e il dado
tratto. Lo sforzo adesso

quello di restare con il


motore acceso, ma fermi
alla partenza. Il rischio
di salire sul palco con
la mente troppo presto.
Che sbattimento eh? Ma
cos funziona il corpo
umano. C chi prima
si beve i suoi bicchieri
di vino, chi ha bisogno
di chiacchierare, chi di
suonare. Chi persino di
correre.
Io trattengo una fortissima
esplosione e devo stare
solo attento a non farla
brillare prima del dovuto
col rischio di arrivare
scarico.

41

S O N O V E S T I TO

Ora nalmente il cuore


pompa al ritmo di un
pistone di un motore da
600 cavalli il mio sangue
nelle vene, dal cuore no
ai muscoli. Sembra che il
beverone vitaminico abbia
fatto eetto, o forse non
stato lui, ma ho ritrovato
la stessa lucidit aaticata
del mattino, che ora
di nuovo qui tra le mie
tempie, nella mia vista,
sui polpastrelli delle mie
dita, nelle mie gambe che
scalpitano, ma questa
volta il suono del mio
motore bellissimo. Non

42

si discute. La scaramanzia
torna scemenza. Il dubbio
certezza. Lego convinzione.
Senti qua!
Finalmente qualcosa si
muove. Finalmente mi
sento pronto. Finalmente
Nico da fuori pronuncia
quelle benedette parole:
Cinque minuti!. Nello
schermo a disposizione
ora intravedo un palasport
strapieno. Il parterre
sembra
un
girone
dantesco, un quadro di
Dal, con migliaia di teste
ammassate che lamentano
lattesa. Gli spalti battono
le mani, qualcosa di quei
suoni fragorosi arriva n

qui nel mio camerino


attraversando i corridoi
che portano agli spogliatoi,
ma ancora non sento nulla
di denito. Se chiudo gli
occhi, invece, qualcosa
dentro mi sorride.
Mi solletica. Mi tiene per
mano e in piedi, mentre
mi lascio andare senza
guardare. Batto le mani
forte, pi volte, per
scacciare via ancora
di pi tutto il resto, se
possibile. Concentrarmi.
Ottimo preludio.
Tre minuti. Sono in ritardo.
ora di chiamare la band.
Nico! Vai! Vai! Vai! Band
in riunione!.

Siamo in nove abbracciati


in cerchio ora. Da molti
anni ormai alla mia destra
c Mecco Guidi, uno
dei miei tastieristi ed
eccellente hammondista.
Alla mia sinistra da sempre
Ballo, che smorzer i toni
perennemente seriosi dei
miei discorsi con una
freddura dietro laltra.
Che Dio lo premi per
questo. Lunica cosa che
so che dobbiamo salire
sul palco felici, comincio.
Il pubblico ha bisogno
di sentire e vedere che
quello che facciamo fatto
con gioia, e con estrema
libert. Ballo in forma
stasera: Pssst! Qualcuno

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ha da prestarmi dello
Xanax, ragazzi?, bisbiglia
sarcasticamente agli altri.
Rido. Ridiamo.
Ma vado avanti. un dono
che dobbiamo portare a
chi ha pagato il biglietto,
spiego a miei. Cerco di
godermi quellabbraccio
con Ballo, uno tra i miei
pi fedeli amici e compagni
di viaggio, il pi a lungo
possibile, perch so che
sar lultimo istante di
vicinanza con qualcuno
di caro, e poi sar solo
e saranno tutti aari
miei, il come arontare
la situazione! Sono
venuti in tanti, provo
ad argomentare, e non

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per vederci ripetere una


formula. Sento che non
basta. Sono banale. ora
di alzare il tiro. Cerco i
loro occhi ancora tenuti
bassi. Non so chi abbia
suonato qui lultima volta
o chi abbiano visto queste
persone suonare nella loro
vita, ma non me ne frega
un cazzo! Voglio per che
ognuno di loro pensi di
non aver mai visto nulla
di simile!. una specie
di sveglia. La band alza
gli occhi verso di me e non
per meraviglia o per burla,
ma perch cos che mi
vogliono ed questo che
anche loro cercano da me
prima di salire.

Se uno solo di loro /


anche il pi ignaro fra
chi venuto stasera
fino a qui / non
sar cambiato di una
virgola grazie a noi
/ saremo dei falliti
ancora il momento di
Ballo, e lo stavo aspettando:
Io non salgo, Ce. Non
penso di reggere questa
pressione. Rido. Forte.

Ridiamo tutti.
Il gioco cominciato.
Perch di questo si tratta.
Dobbiamo vestirci tutti
di speranze sconnate:

necessario, e possiamo,
dobbiamo farlo, perch un
palco non una panchina,
non un deserto o una
cantina.
U N LU O G O R I A L Z ATO
DA T E R R A . L A S S .
E D I L LU M I N ATO.
S P E T TAC O LO,
N O N R E A LT .
O LT R E I L N O R M A L E .
DAV V E R O I L G I O C O
P I B E L LO D E L M O N D O.

49

Carletto, il mio assistente


sul palco, compare alle
mie spalle come unombra
e mi sistema la giacca
agganciando il jack
delle cue per bene al
suo ricevitore, sistemato
sul mio anco destro.
Controlla che le batterie
del microfono siano
cariche. Che il segnale
radio sia a posto. Lui mi
guarda negli occhi. Gli
stringo la mano e lo bacio.
appena calato il silenzio.
Audio-o.
Gli in-ear monitor, una
volta messi alle orecchie ti
isolano dal mondo, come

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se ti proiettassero oltre
latmosfera in uno spazio
senza vita, e per qualche
minuto resti cos, inerme,
in un paradossale silenzio.
Chi parla intorno a te, chi
si muove, chi passa al tuo
anco, un mimo senza
sonoro. Il protagonista
di un lm muto a cui
manca solo la musica.
A dire il vero il cuore
presente, e rimbalza nel
mio petto al ritmo di un
maratoneta allultimo giro
dello stadio. Come prevede
il mio copione mi chino,
unisco le mani come se
stessi pregando e chiudo
gli occhi. Mi isolo.

Torno da me, nalmente.


Allungo la mia mano
lentamente, a poco a poco,
come stessi portando
avanti un rituale sciamano,
verso il piccolo pomello del
volume e senza aprire gli
occhi, lo giro lentamente.
A poco a poco ecco che
come per magia comincio
a udire di nuovo qualcosa
dallesterno.
Torno sulla terra, ed
un dolce sentire. I
microfoni del palco mi
trasmettono in cua il
suono entusiasmante del
pubblico che freme seduto
sugli spalti o in piedi nel
parterre del palasport, ed
il suo chiacchiericcio

entusiasta che ora mi


rimbomba nella testa.
Il cuore forse fermo.
Ci siamo. Batto le mani
ancora. Scaccio via ogni
cosa. Ogni pensiero. Siamo
io e loro, nalmente. Li
ascolto, cercando di capire
come stanno. Come mi
accoglieranno.

S E T U T TO C O M E
DE VE ESSER E.
Q U E S TO I L D U E L LO
C H E A S P E T TAVO
DA L L A M AT T I N A .

Nico

mi

accende

51

 Mi incammino
verso il palco
insieme alla
mia band
In fila indiana
Io per ultimo
Siamo una squadra
Guerrieri
Scienziati
Esploratori

52

lultima sigaretta e mi
passa lacqua. Riccardo
Genovese, il nostro
direttore di produzione,
mi fa cenno con la testa
che si pu cominciare.

ai loro strumenti sul


palco. I ash delle
macchine fotograche
e dei telefonini accesi
intorno a noi creano una
atmosfera surreale.

Lo ringrazio come si
ringrazia un professore
per un 110 e lode.

un romanticismo digitale
quello che ti investe.

Buio in sala.
Il boato del pubblico
esplode come una bomba
di adrenalina, liberatoria.
Una ad una le scalette
che salgono sul palco
sono occupate dai miei
musicisti in attesa del
segnale per posizionarsi

Il buio avvolge ogni cosa


e ti protegge ancora. Solo
una piccola pila tenuta
accesa da Carlo, utile per
illuminarmi il cammino,
ci fa da faro nelloscurit.
Siamo
letteralmente
abbracciati dal calore del
pubblico che attende di
incontrarci.

53

54

Ed sempre Carlo adesso


che mi passa tra le mani
la cosa pi importante.
Lo scettro che pone ne
ad ogni mio dubbio: il
microfono. una spada.
Ed uno scudo.

vita. Tutti cantano. Bene


o male. Tutti ne hanno
bisogno. E oggi tutti sono
venuti a cantare quel che
ho scritto. Non c niente
di pi bello, emozionante,
e folle di questo.

Lo prendo in mano e lo
stringo forte. nelle mie
mani ora e tenerlo in
pugno mi fa sentire quello
che sono per davvero:
semplicemente, ancora
per una sera, una voce.

Qualcosa di enorme sta


per cominciare. La linea
di conne davvero
vicina, il semaforo si sta
per spegnere. Cammino
lentamente verso la mia
postazione al centro
del palco, davanti a
tutti, dando le spalle al
palco, ai musicisti, alle
luci e agli schermi che
presto infuocheranno lo
spettacolo.

Che strano lavoro il mio.


Che mestiere da folli.
Fare di una abitudine che
buona per le docce e
le giornate di sole una

Guardo attraverso il telo


bianco che mi copre.

Forse quello pi vero.


O forse no.

Mi godo gli ultimissimi


secondi
prima
che,
scivolando sotto ai miei
piedi, scopra le carte.
Le mie gambe sono tese,
pronte allo scatto.
Mi volto unultima volta
verso i miei tecnici.
Uno alla volta cerco i loro
sguardi. Sono pronti, sono
pronto!

Chiudo gli occhi un attimo


prima che tutto cominci.

Le prime note di Logico


#1 vengono alla luce.
Un altro boato! Sto per
tuarmi oltre il burrone.
Sto per incontrare un altro
me. Migliore, certamente.

Li aprir allimprovviso,
con un dolore preciso e
distribuito su ogni arto
del corpo, disteso in un
letto diverso, disturbato
dal traco di unaltra citt,
coperto da nuove sottili
coperte, illuminato da un
nuovo tiepido sole, sotto
una chiara luna di Ottobre.

BUON
V I AG G I O !

La nuova stella di
Broadway 4.33

CD
01

Logico #1

5:12

(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Dicono di me

3:55

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner
Chappell Music Italiana srl

PadreMadre

5.32

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner
Chappell Music Italiana srl

Fare e disfare

5.37

(Cremonini - Magnanini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Stupido a chi?

4.09

(Cremonini - Magnanini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Il comico
(sai che risate)

5.53

(Cremonini - Magnanini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Non ti amo pi

5.53

(Cremonini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

(Cremonini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl
3.58

Latin Lover

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner
Chappell Music Italiana srl

Ventanni
per sempre

3.39

3.57

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl

4.54

CD

(Cremonini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Vieni a vedere
perch 4.55
(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner Chappell
Music Italiana srl

Mondo

(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

50 Special

Una come te

7.23

(Cremonini - Cherubini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Warner Chappell
Music Italiana srl

Marmellata #25

6.01

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner Chappell
Music Italiana srl

Le sei e ventisei 5.06


(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner Chappell
Music Italiana srl

CD
02

Io e Anna

4.40

(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Il primo bacio
sulla luna 5.51

5.13

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner Chappell
Music Italiana srl

5.17

(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

I love you

(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl / Warner
Chappell Music Italiana srl

Figlio di un re

GreyGoose

4.46

(Cremonini - Magnanini Di Nuzzo)


Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Un giorno
migliore 5.59
(Cremonini)
Edizioni: Double-Face
Ed. Mus. / Mascheroni
Ed. Mus. srl

03

Buon viaggio
(Share the love) 3.27
(Cremonini - Petrella Magnanini)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Lost in the
weekend 3.55
(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl

Quasi quasi 4.17


(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl

46

3.45

(Cremonini - Petrella)
Edizioni: Trecuori srl /
Universal Music Publishing
Ricordi srl

Prodotto da
Walter Mameli
per Trecuori srl
Arrangiamenti di

Cesare Cremonini e
Alessandro Magnanini
con la collaborazione di

Davide Petrella
Registrato e mixato negli studi
Mille Galassie di Bologna
(Dicembre 2014 - Marzo 2015)
Sound engineer: Nicola
Fantozzi
Mastering: Maurizio Biancani
(Fonoprint Bologna)
Assistente: Roberto Bartilucci

TOUR CREDITS
Cesare Cremonini: Voce, Pianoforte
e Chitarre
Nicola Ballo Balestri: Basso
Andrea Morelli: Chitarre
Nicola Peruch: Piano e Keyboards
Alessandro De Crescenzo: Chitarre
Michele Mecco Guidi: Hammond &
Keyboards
Andrea Fontana: Batteria
Marco Tamburini: Tromba
Christian Pescosta: Cori, Chitarra
Acustica
Roberta Montanari: Cori, Tambourines
Riccardo Genovese: Production Manager
Pamela Allvin: Tour Manager
Fabio Colasanti: Stage Manager
Giusina Ferrise: Production Coordinator
Alberto Barbarelli: Production Assistant
Nico Degni: Artist Security
Ginevra Gulinelli: Resp. Comunicazione
Cesare Cremonini
Mamo Pozzoli: Lighting and Show
Designer
Luca Morson: Monitor Engineer
Carlo Barbero: Backliner
Antonello Di Battista: Backliner
Mirko Piro: Backliner
Andrea Corsellini: Foh Sound Engineer
Orlando Ghini: Audio System Engineer
Antonio Paoluzi: Audio System Engineer
Fabrizio De Amicis: Pa Man
Daniele Carillo: Pa Man
Lucio Ardito: Mille Galassie Studio
Enzo Setteducati: Mille Galassie Studio
Marco Carancini: Light Crew Chief
Andrea Coppini: Light Foh Assistant
Michele Spagnuolo: Light Tech
Andrea Berto: Light Tech
Roberto Piersanti: Light Tech
Domenico Armenio: Light Tech
Marco Bazzano: Video Rep.
Emigliano Napoli: Coordinamento
Regia Video
Mattia Napoli: Video Tech
Andrea De Vincentis: Video Tech
Carmine Lonetti: Video Tech
Damiano Pellegrino: Carpenter
Marco Bomber Marini: Head Rigger

Marian Florescu: Stage Tech


Vladacu Madalin: Stage Tech
Ferdinando Adriano: Driver
Daniele Greco: Driver
Domenico Leopardi: Driver
Simone Mattei: Driver
Tony Alani: Driver
Gianproto Sechi: Driver
Alessandro Silvaggi: Catering Rep
Stefano Delle Sedie: Caterer
Mary Tarpini: Caterer
LIVE NATION ITALIA:
Roberto De Luca: Promoter
Antonella Lodi: C.O.O.
Danilo Zu: Production Director
Marco Boraso: Marketing Director
Matteo Gualtieri: Sponsorship Director
Alessandro Mischis: Sponsorship Manager
Michela Trevisan: Sponsorship Manager
Andrea Hofer: Head of Promotion
Silvia Leo: Press Oce
Serana Sisti: Booking
Manuela Barone: P.a. to Promoter
Michela Tagliabue: P.a. to C.O.O.
Luca Porchetta: Graphic&Social Media
Mng
Agor srl: Wolfango De Amicis
Antonio Pellegrino: Merch Rep
Dino Bono: Merch Rep
Enrico Bilancia: Merch
Giuli Cremonese: Merch
PROMOTER LOCALI:
PRG Firenze: Claudio Bertini,
Andrea Toscani
MCA Events Rimini: Marilena Sbattella,
Ernesto De Filippis
ZED Live Padova: Diego Zed,
Simone Valentini
STUDIOS Modena: Rolando Rivi,
Massimo Benincasa
Ass.ne Umbra Canzone e Musica:
Lucia Fiumi
Delta Concerti Live Bari: Tommaso
Ventrelli
MG Produz. Eventi Roma: Sergio Giuliani,
Marco Di Laurenzi
Fast Forward Roma: Peppe Gomez,
Alessandro Pacella
Musica da Bere Catania: Carmelo Costa,
Serano Vaccino
Palamantova: Antonio Occhiato

Set Up Torino: Jimmy Muttoni,


Marco Lepore
Show-Time Trento: Roland Barbacovi,
Paolo Dorigati
MEDIA PARTNERS:
Radio Italia: Mario Volanti, Alessandro
Volanti, Marco Pontini, Piero Micca,
Tony Vandoni, Ada Gugliotta
Gruppo Repubblica LEspresso
Virgilio.it
OnStage Magazine
CLOTHING CESARE:
Trussardi
SHOES:
Diesel Black Gold
CARS:
Volvo Italia
Un ringraziamento particolare a:
Gaia Trussardi
Si ringraziano inoltre:
Marco Monforte, Riccardo Bullio,
Giacomo Nicolodi, Edoardo Gabbriellini,
Tea Falco, Francesco Mastrorilli,
Daniela Tartari, Osteria La Tigre Bologna,
Angelo Andina (Manzoni), Claudio
Ferraboschi (Trivellato Auto Verona),
FOH Bologna.

Press&Promotion: Ginevra Gulinelli


uciostampa@cesarecremonini.it
Artwork & Design: Apart Collective
Foto: Francesco Prandoni

www.cesarecremonini.it

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