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INDICE
1. INTRODUZIONE
2. NOZIONE DI DIRITTO TRIBUTARIO - CENNI
3. POTEST IMPOSITIVA NEI RAPPORTI TRA STATI
4. CRITERI DI COLLEGAMENTO REALI E PERSONALI
5. CRITERIO DI COLLEGAMENTO PERSONALE: LA NOZIONE DI RESIDENZA FISCALE
6. LA DOPPIA IMPOSIZIONE
7. NOZIONE DI FISCALITA INTERNAZIONE
8. LE FONTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE TRIBUTARIO
9. LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI CONTRO LA DOPPIA IMPOSIZIONE
10. CATEGORIE REDDITUALI E CRITERI DI COLLEGAMENTO
11. METODI PER RISOLVERE I CASI DI SOPPIA IMPOSIZIONE GIURIDICA
12. IMPRESA E STABILE ORGANIZZAZIONE
13. LA PROCEDURA AMICHEVOLE
14. LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI
15. I PARADISI FISCALI
16. LINDEDUCIBILITA DEI CORRISPETTIVI PAGATI AD IMPRESE LOCALIZZATE IN
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PARADISI FSICALI
17. CFC
pag. 30
1.
INTRODUZIONE
Il concetto di pianificazione fiscale dimpresa ha una finalit molto simile alla politica di bilancio del
diritto commerciale. Attraverso il c.d. tax planning, invero, la societ programma sulla base del quadro
normativo di riferimento, le scelte fiscali pi opportune e pi convenienti per cercare, quanto pi
possibile, di ridurre lincidenza anche solo finanziaria della componente fiscale sul proprio conto
economico. Affinch tuttavia possa essere elaborato un programma di pianificazione fiscale risulta
importante oltre che una diretta conoscenza della normativa fiscale di riferimento anche unattenta analisi
dello scenario in cui limpresa si dovr muovere, tenendo in considerazione in particolare lattivit svolta
dallimpresa, le sue caratteristiche strutturali ed i suoi obbiettivi nel medio e lungo periodo.
Storicamente difficile ipotizzare una struttura sociale che non necessiti di fonti
di finanziamento delle spese connesse allassolvimento delle propri funzioni.
Gi allepoca della civilt romana erano infatti previste forme di imposizione ai fini del
reperimento delle risorse finanziarie necessarie alla gestione della cosa pubblica
essendo gi introdotti istituti come il tributum ed il vectigal. Il primo era configurato
alla stregua di unimposta diretta, proporzionale, sul patrimonio dei sudditi, mentre i
vectigalia venivano corrisposti sulla base di presupposti eterogenei per lo pi legati allo
sfruttamento del demanio pubblico.
Il diritto tributario nasce come branca del diritto che attiene al complesso di
norme che presiedono allistituzione ed allattuazione delle diverse misure di prelievo
adottate dai singoli Stati (tributi, tasse, imposte, contributi, ecc.).
Nellaccezione comune di alcuni degli istituti propri del diritto tributario, quali
tributi, imposta, tassa, contributo, lelemento ricorrente rappresentato dal riferimento
allesercizio di un potere di supremazia, rispetto al quale la volont del soggetto tenuto
alladempimento dellobbligo non presenta rilevanza determinante.
Fino allavvento dello Stato moderno, cio di unorganizzazione sociale che
assumesse tutte le funzioni pubbliche connesse alla garanzia della civile convivenza dei
cittadini, non si sentiva la necessit di una dettagliata regolamentazione giuridica della
partecipazione individuale ai carichi pubblici, in quanto tale partecipazione risulta
quantitativamente poco rilevante rispetto ad altre forme di reperimento delle risorse
finanziarie. Anzi, nella struttura del c.d. Stato assoluto, il patrimonio personale del
sovrano coincideva con la finanza pubblica e il tributo ne rappresentava la logica
esternazione e uno degli strumenti di incremento.
Con laffermarsi dei principi dello stato moderno, tra cui quello che vedeva nella
funzione impositiva il principale strumento di raccolta finanziaria destinata al
sostenimento delle spese pubbliche, si giunge ad un rafforzamento della posizione
dellindividuo nei confronti dellautorit espressa dallorganizzazione sociale e,
correlativamente, si comincia a sentire la necessit di una regolamentazione giuridica,
in linea con i progressi della scienza giuridica negli altri campi della conviveva civile,
anche della funzione impositiva. Nasce e si sviluppa il diritto tributario.
Il diritto tributario ha ad oggetto lo studio, listituzione e lattuazione del tributo.
Cos il tributo? Secondo la definizione elaborata in dottrina ed in giurisprudenza il
tributo una prestazione patrimoniale imposta finalizzata al concorso delle pubbliche
spese e senza il concorso della volont individuale (elemento della coattivit).
Le forme di prelievo che vengono adottate dai singoli Stati hanno diversa natura e
struttura: limposta il tributo acasuale per definizione (lo stesso viene corrisposto
senza una specifica contropartita a favore del contribuente) mentre negli altri tributi la
controprestazione si manifesta nellimpulso allavvio di un procedimento
amministrativo (tassa), nel concorso alla spesa pubblica vantaggiosa per il privato
(contributo speciale) o nel divieto generalizzato allesercizio di unattivit economica
riservata allente monopolista (monopolio fiscale).
Al di l di tali differenze tutti i tributi sono caratterizzati dallelemento della
coattivit in quanto frutto del potere impositivo dello Stato (ossia del potere dello Stato
di reperire mezzi finanziari attraverso lintroduzione di forme di prelievo a carico di
tutti i cittadini).
3.
tassabili sono i redditi prodotti allestero da soggetti residenti in questo stato (foreign
income), oppure i redditi prodotti in Italia da soggetti non residenti in questo stesso
Stato (domestic income). Nel primo caso lo stato in questione denominato Stato
della residenza, ha una potest impositiva illimitata e tassa i redditi dei propri
residenti ovunque prodotti (cd. worldwide taxation); nel secondo caso lo Stato in
questione denominato Stato della fonte, ha una potest impositiva limitata e tassa
i redditi dei non residenti soltanto se hanno la fonte nel territorio dello Stato stesso (cd.
sorce taxation).
In assenza di imposizione, nellipotesi di soggetti residenti in uno Stato (della
residenza) che operano investimenti in un altro Stato (della fonte) il reddito derivante
dagli investimenti affluisce nello Stato della residenza e costituisce un guadagno
nazionale per lo stesso Stato della residenza. Se, invece, lo Stato della fonte impone un
tributo sul reddito ivi prodotto il guadagno nazionale spettante allo Stato della residenza
diminuito in misura corrispondente al prelievo effettuato dallo stato della fonte (cd.
perdita globale). Quindi in assenza di tassazione lo stato della residenza ha un
guadagno nazionale al lodo delle imposte (cio senza alcuna decurtazione costituita da
imposta pagate allestero), mentre in presenza di tassazione lo Stato della residenza ha
una perdita globale pari alle imposte pagate allestero. In concreto avviene cos che la
base imponibile globale derivante costituita dal reddito conseguente dallinvestimento
operato su base internazionale viene ripartito tra lo stato della residenza e lo stato della
fonte, cosicch ognuno di questi due Stati ritrarr un certo gettito (determinato da
svariati fattori quali le regole per la determinazione della base imponibile, le aliquote
effettive, ecc.). Questo il problema della inter-country equity che riguarda, quindi, la
ripartizione del gettito tra lo stato della residenza e lo stato della fonte.
La pretesa impositiva dello Stato della residenza e dello Stato della fonte possono
combinarsi nei rapporti bilaterali tra due Stati nei seguenti casi:
a)
entrambi gli Stati considerano il soggetto che effettua lattivit produttiva di
reddito come residente;
b)
entrambi gli Stati considerano il reddito derivante dalla attivit produttiva come
avente la fonte effettiva entro il proprio territorio (ad esempio attivit professionali
e prestazioni di servizi);
c)
uno Stato (della residenza) considera il soggetto come residente, mentre laltro
Stato (della fonte) considera il reddito derivante dalla attivit produttiva come
avente la fonte effettiva entro il proprio territorio (questo il caso pi ricorrente);
d)
uno Stato considera il reddito derivante dalla attivit produttiva come tassabile (in
base al criterio della residenza o della fonte), mentre laltro stato non considera n
il soggetto come residente, n il reddito come avente la fonte entro il proprio
territorio;
e)
nessuno dei due Stati considera il reddito come tassabile.
Ebbene nei primi tre casi si verifica un conflitto (rispettivamente residenza/residenza,
fonte/fonte, residenza/fonte). Il caso pi ricorrente quello del conflitto tra Stato della
residenza e Stato della fonte.
4.
Come abbiamo visto ogni Stato per esercitare il proprio potere impositivo deve
creare un collegamento con la fattispecie impositiva. Tale collegamento pu essere reale
o personale.
Rispetto ad un certo Stato il criterio di collegamento personale attiene al rapporto tra il
soggetto passivo e lo Stato stesso ed esprime un qualche collegamento tra esso e lo
Stato espresso dal concetto di residenza fiscale, mentre il criterio di collegamento
reale attiene al rapporto tra il presupposto produttivo di reddito e lo Stato stesso ed
esprime un qualche collegamento tra essa e lo Stato espresso dal concetto di fonte del
reddito.
I criteri di collegamento personali e/o reali sono espressi da norme interne di ogni
singolo Stato, che ha potest impositiva originaria.
5.
Il domicilio implica una valutazione circa lubicazione della sede economico - sociale della persona e
pu prescindere dalla presenza della stessa nel luogo considerato.
3
Luogo in cui la persona ha la dimora abituale.
maggior parte del periodo dimposta, iscritta nellanagrafe ovvero ha in Italia il centro
dei propri affari o interessi (domicilio) ovvero la propria dimora abituale (residenza).
In merito alla locuzione maggior parte del periodo dimposta, lAmministrazione
Finanziaria ha precisato che il computo dei giorni ai fini della verifica della permanenza
in Italia e per lassoggettabilit ad imposta dei redditi percepiti deve essere
effettuato tenendo presente il numero complessivo dei giorni di presenza fisica (Circ. 17
agosto 1996, n. 201); in ogni caso, con tale espressione si intende un periodo superiore a
183 giorni nellarco di un anno solare di 365 giorni, ovvero di 184 giorni nellarco di un
anno solare di 366 giorni (periodo non necessariamente continuativo).
E bene dire che non risultano iscritti nelle anagrafi :
a) i cittadini che si recano allestero per cause di durata limitata non superiore a
dodici mesi;
b) i cittadini che si recano allestero per lesercizio di occupazioni stagionali;
La residenza e la dimora (che coincide con il luogo in cui la persona attualmente si
trova) corrispondono a situazioni di fatto, collegate alla presenza fisica abituale o
saltuaria.
Sul piano strettamente interpretativo, si pu ritenere che, in assenza di iscrizione
allanagrafe della popolazione residente, ci che rileva lelemento soggettivo di voler
stabilire un legame stabile, di qualsiasi natura, con il territorio dello Stato, dimorandovi
oppure facendone il centro dei propri interessi, sia economici che sociali, e non viene
meno per il solo fatto che il soggetto presti altrove la propria attivit lavorativa o di
studio (Cass. 12 febbraio 1973, n. 435; Cass. 29 aprile 1975, n. 2561; Cass. Sez. un., 28
ottobre 1985, n. 5292; Cass. 14 marzo 1986, n. 1738).
Per quanto riguarda la persone giuridiche si considerano residenti le societ e gli
enti che, per la maggior parte del periodo di imposta, hanno nel territorio dello Stato:
a) la sede legale ovvero
b) la sede dellamministrazione ovvero
c) loggetto principale dellattivit.
In particolare, per sede legale deve intendersi il luogo in cui dallatto costitutivo
la persona giuridica risulta avere il centro dei propri affari (art. 46 cod. civ.).
La sede amministrativa, invece, il luogo in cui viene svolta lattivit di gestione,
che pu essere desunta da dati concreti, come lesistenza di uffici amministrativi,
lindicazione su documenti o fatture e simili.
I criteri per individuare loggetto principale dellattivit sono dettati dai commi 4 e
5 dellart. 73 del TUIR. Il comma 4 del citato articolo stabilisce che loggetto esclusivo
o principale dellente residente determinato in base alla legge, allatto costitutivo o
allo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata. Per
oggetto principale si intende lattivit essenziale per realizzare direttamente gli scopi
primari indicati dalla legge, dallatto costitutivo o dallo statuto. Il comma 5 chiarisce
che, in mancanza dellatto costitutivo o dello statuto nelle predette forme, loggetto
principale dellente residente determinato in base allattivit effettivamente esercitata
sul territorio dello Stato.
Sul punto, intervenuta la Suprema Corte (Cass. Sez. I, sent. n. 10409/1991) , la
quale ha chiarito che () evidente che la determinazione del carattere
esclusivamente o principalmente commerciale dellattivit esercitata non va fatta in
aderenza alle mere enunciazioni, denominazioni e qualificazioni che nello statuto lente
ha preferito fare o dare, bens sulla scorta dellinterpretazione che consentito dare
alle disposizioni statutarie, nella ricerca della reale natura dellattivit che lente si
prefigge di esercitare.
La residenza di un soggetto viene stabilita dalla normativa interna. In caso di conflitto
tra due normative appartenente a due paesi diversi interviene in aiuto il concetto di
residenza stabilito dalle convenzioni stipulate tra i due paesi sulla base del modello
OCSE.
Ai sensi dellart. 4 del modello di Convenzione OCSE lespressione residente di
uno Stato contraente designa ogni persona che, in virt della legislazione di detto
Stato, ivi assoggetta ad imposta a motivo del suo domicilio, residenza, sede di
direzione o di ogni altro criterio di natura analogica. Tuttavia, tale espressione non
comprende le persone che sono assoggettate ad imposta in questo Stato soltanto per il
reddito che esse ricavano da fonti situate in detto Stato.
In caso di doppia residenza di una persona fisica per laccertamento dello stato di
residenza ai fini del trattato deve essere verificato, nellordine, il luogo in cui il soggetto
possiede unabitazione permanente, il luogo in cui radicato il centro dei suoi interessi
vitali, il luogo in cui soggiorna abitualmente o la cittadinanza. Se la persona ha
nazionalit di entrambi gli Stati contraenti o se non ha la nazionalit di alcuno di essi, le
autorit competenti risolvono la questione di comune accordo.
In caso di doppia residenza di una persona diversa da quella fisica essa considerata
residente soltanto dello Stato in cui ha la sua sede di direzione effettiva situata.
6.
LA DOPPIA IMPOSIZIONE
LA FISCALIT INTERNAZIONALE
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3)
a)
b)
a)
b)
c)
d)
e)
4)
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8.
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trattato internazionale.
Per talune categorie di accordi internazionali, determinati in relazione al
contenuto, il meccanismo di adattamento presuppone lautorizzazione del Parlamento
ex art. 80 della Costituzione. Liter si conclude con la ratifica del trattato internazionale
da parte del presidente della Repubblica ex art. 87, comma 8, della Costituzione.
9.
14
Alcuni Stati non riconoscono ai trattati lo status di legge speciale (Danimarca, Israele e Nuova
Zelanda), con la conseguenza che leggi successive possono prevalere sulle norme convenzionali,
fenomeno riconosciuto internazionalmente come treaty override.
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16
17
11.
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della fonte si genera una doppia imposizione. Il modello OCSE prevede che lo stato
della residenza debba farsi carico di eliminare la doppia imposizione con il metodo
della esenzione o del credito dimposta , e per converso, lo stato della fonte del reddito
debba ridurre limposizione (sui redditi prodotti nel suo territorio).
Lart. 23 del modello disciplina, nella sez. A il metodo dellesenzione e, nella Sez.
B, il metodo del credito dimposta. Il metodo dellesenzione un riflesso delle norme
che attribuiscono la legittimazione ad imporre ad uno stato soltanto; da ci deriva che
laltro stato tenuto ad esentare il reddito.
Il metodo del credito dimposta implica che lo Stato della residenza attribuisca, al
contribuente residente, un credito dimposta per i redditi prodotti (e tassati) allestero. Il
credito dimposta per i redditi prodotti allestro pu essere illimitato (o pieno) o limitato
(o ordinario). Nel primo caso, la stato della residenza concede al contribuente un
credito pari alle imposte versate nello stato della fonte, senza alcuna limitazione. Nel
secondo caso, la detrazione concessa in misura pari alla quota di imposta dovuta,
nello stato di residenza, sul reddito prodotto allestero. I due tipi di credito dimposta
producono lo stesso risultato solamente nel caso in cui le aliquote, previste nei due stati,
sono le medesime. Al contrario, se lordinamento dello stato alla fonte prevede aliquote
maggiori di quelle applicate nello stato di residenza, la doppia imposizione eliminata
solo parzialmente.
Riassumendo:
a) il metodo del credito: secondo il metodo del credito pieno, limposta assolta
allestero viene dedotta dallimposta totale calcolata sul reddito complessivo nello
Stato di residenza, con la conseguenza che un livello di tassazione elevato
allestero riduce la tassazione netta interna sul reddito di fonte domestica.
Ne consegue che, nella maggior parte dei casi, si applica il metodo del credito
ordinario, con cui si determina il credito entro il limite dato dallammontare di
imposta domestica che sarebbe stata dovuta relativamente al reddito estero. Gli
elementi di paragone sono pertanto limposta estera effettivamente applicata e
limposta domestica calcolata sul reddito estero: tra le due viene riconosciuta
quella di ammontare inferiore. E possibile distinguere due varianti del credito
ordinario, ovvero applicando la limitazione assoluta (overall limitation) ovvero
la limitazione per Stato (per-country limitation).
b) Il metodo dellesenzione: secondo il metodo dellesenzione, lo Stato della
residenza esenta il reddito che pu essere assoggettato ad imposizione nello Stato
della fonte, in forma sia illimitata che limitata, come pu avvenire,
rispettivamente, nel caso di redditi derivanti da stabile organizzazione e di
dividendi. Vi sono due metodi di applicazione : i) il metodo dellesenzione piena;
ii) il metodo dellesenzione per progressione. Se le aliquote non sono progressive,
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12.
20
colma la precedente lacuna del diritto interno e risulta sostanzialmente conforme alla
nozione di stabile organizzazione recata dallart. 5 del Modello di Convenzione OCSE.
Lart. 162 TUIR, cos come lart. 5 del Modello OCSE, formato di due parti recanti i
criteri che identificano la cd. stabile organizzazione materiale e la cd. stabile
organizzazione personale.
La stabile organizzazione materiale definita dal citato art. 162 TUIR come sede fissa
di affari mediante la quale limpresa non residente esercita in tutto o in parte la sua
attivit sul territorio dello Stato.
In sintesi, perch si configuri in Italia una stabile organizzazione materiale della societ
estera devono verificarsi 3 condizioni:
requisito oggettivo (place of business test): esistenza in Italia di una base fissa
daffari, individuabile in un luogo circoscritto, in cui viene svolta lattivit della
societ estera;
requisito soggettivo (right of use test): disponibilit della base fissa da parte della
societ estera;
una sede di direzione, inteso come luogo dove vengono definiti gli indirizzi
dellimpresa limitatamente ad unarea geografica;
una succursale, intesa come sede operativa che pur essendo fisicamente separata
dalla casa madre da questa in ogni caso dipendente;
una miniera, un giacimento petrolifero o di gas naturale, una cava o altro luogo di
estrazione di risorse naturali.
Al comma 3 lart. 162 prevede inoltre che un cantiere pu essere considerato stabile
organizzazione solo qualora abbia una durata superiore ai 3 mesi.
Secondo lorientamento interpretativo prevalente, tuttavia, tale lista solamente
esemplificativa, e deve essere letta alla luce della nozione base di stabile
organizzazione. Pertanto, un ufficio situato in Italia, a disposizione di unimpresa non
residente, non costituisce stabile organizzazione di questultima se il suo utilizzo
soltanto sporadico, o comunque finalizzato ad unattivit diversa da quella svolta in via
principale da detta impresa.
Il comma 4 contiene una lista di ipotesi negative e prevede che una sede fissa
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una sede fissa di affari utilizzata ai soli fini di acquistare beni o merci o di
raccogliere informazioni per limpresa;
viene utilizzata ai soli fini di svolgere, per limpresa, qualsiasi altra attivit che
abbia carattere preparatorio o ausiliario;
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personale il soggetto, residente o non residente, che nel territorio dello Stato
abitualmente conclude in nome dellimpresa stessa contratti diversi da quelli di acquisto
di beni. Il comma 7 pone la deroga alla regola generale sancita dal comma 6,
prevedendo che non costituisce stabile organizzazione dellimpresa non residente il
solo fatto che essa eserciti nel territorio dello Stato la propria attivit per mezzo di un
mediatore, di un commissionario generale, o di ogni altro intermediario che goda di uno
status indipendente, a condizione che dette persone agiscano nellambito della loro
ordinaria attivit.
In sostanza la clausola in materia di stabile organizzazione personale disposta al fine
di evitare che un soggetto estero indebitamente si ponga al di fuori delle clausole in
materia di stabile organizzazione materiale, pur disponendo operativamente di
uninstallazione fissa qualificabile come stabile organizzazione per il fatto di avvalersi
di strutture e personale messe a disposizione da parte di soggetti terzi.
Per quanto concerne la determinazione del reddito, non essendoci alcun dualismo tra
impresa non residente e stabile organizzazione in Italia, questultima deve determinare
separatamente il proprio reddito, redigendo un autonomo bilancio.
Per i soggetti non residenti che hanno una stabile organizzazione in Italia, il reddito
complessivo determinato secondo le disposizioni del reddito dimpresa. Si ha quindi
attrazione alla stabile organizzazione e classificazione come reddito dimpresa, di
ogni altro tipo di reddito prodotto in Italia dalla Societ non residente.
Dal punto di vista degli adempimenti contabili, per la determinazione di tale reddito,
fatto obbligo allente o societ non residente di redigere un apposito conto economico,
relativo alla gestione della stabile organizzazione e alle altre attivit produttive di
redditi imponibili in Italia. In altri termini, la tassazione avviene come se la stabile
organizzazione fosse unentit autonoma, distinta dalla pi vasta organizzazione di cui
parte.
In quanto soggetto autonomamente determinato ai fini tributari, la stabile
organizzazione tenuta agli obblighi dichiarativi previsti per i soggetti residenti, in
base alle singole imposte considerate.
Nella determinazione del reddito della stabile organizzazione, necessario
tenere conto delle spese sostenute dalla casa madre nell'interesse della stabile
organizzazione (R.M. 8.4.80 n. 9/427).
Le prestazioni di servizi intercorrenti tra casa madre estera e stabile
organizzazione italiana ovvero tra casa madre italiana e stabile organizzazione estera
sono fuori dal campo di applicazione dell'IVA (Ris. Agenzia delle Entrate 16.6.2006 n.
81)5.
5
La ris. Agenzia delle Entrate 16.6.2006 n. 81 adegua, in tal modo, la prassi amministrativa italiana alla
23
sentenza della Corte di Giustizia UE 23.3.2006, relativa alla causa C-210/04; secondo i giudici
comunitari, infatti, "un centro di attivit stabile, che non sia un ente giuridico distinto dalla societ di cui
fa parte, stabilito in un altro Stato membro e al quale la societ fornisce prestazioni di servizi, non deve
essere considerato un soggetto passivo in ragione dei costi che gli vengono imputati a fronte di tali
prestazioni".
Nello
stesso
senso,
si
veda
Cass.
12.1.2007
n.
526.
Vengono conseguentemente revocate le indicazioni contenute nella R.M. 20.3.81 n. 330470, in base alla
quale erano da assoggettare a IVA le prestazioni di servizi intercorrenti tra casa madre e stabile
organizzazione.
24
13.
LA PROCEDURA AMICHEVOLE
Lart. 25 del Modello OCSE istituisce una procedura amichevole volta alla
risoluzione delle problematiche derivanti dallapplicazione dei trattati, come ad
esempio:
tassazione nello Stato del soggetto erogante della parte in eccesso di interessi e
royalties (artt. 9 e 11 del Modello);
14.
LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI
Lart. 26 del Modello OCSE contiene le regole secondo cui possibile effettuare
uno scambio di informazioni tra competenti Autorit perseguendo la primaria finalit di
prevenire levasione fiscale. Lo scambio di informazioni pu includere anche dati
relativi ai soggetti non residenti (ampliano lambito applicativo di cui allart. 1). In base
alle modifiche apportate al Modello nel 2000, lart. 26, par. 1, divenuto applicabile
anche allo scambio di informazione per ogni tipo di imposta applicata dagli Stati
contraenti, non soltanto a quelle domestiche coperte dal trattato.
Secondo il commentario sul Modello OCSE, lo scambio di informazioni pu
verificarsi attraverso tre diverse metodologie:
automaticamente: le informazioni circa una o pi categorie di reddito che hanno
fonte in un certo Stato e percepite nellaltro Stato vengono sistematicamente
trasmesse allaltro Stato;
su richiesta: le fonti di informazioni disponibili secondo le procedure di
25
15.
I PARADISI FISCALI
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16.
LINDEDUCIBILITA
PARADISI FSICALI
Con una norma di portate generale, coerente con il continuo mutamento degli
scenari economici internazionali e con lelevata soglia di attenzione rivolta dai governi
alla lotta allevasione fiscale, stata introdotta nel TUIR una clausola diretta a
contenere la prassi simulatoria di compensi erogati a favore di soggetti situati in paradisi
fiscali mediante la indeducibilit delle componenti negative dal reddito dimpresa
imponibile in Italia.
La norma di riferimento lart. 110, comma 10, del TUIR, la quale dispone che
non sono ammessi in deduzione le spese e gli altri componenti negativi derivanti da
operazioni intercorse con imprese residenti ovvero localizzate in Stati o territori diversi
da quelli individuati nella lista di cui al decreto ministeriale emanato ai sensi dellart.
168 bis.
Il richiamato art. 168-bis del TUIR introdotto dalla legge 24 dicembre 2007, n.
244 (Finanziaria 2008) prevede lemanazione di un decreto del MEF con cui saranno
individuate due white list che andranno a sostituire le vigenti black list. La lista
prevista nel primo comma del citato articolo comprende i Paesi che consentono un
adeguato scambio di informazioni; quella prevista dal secondo comma include gli Stati
virtuosi in cui, oltre ad essere garantita la sussistenza del precedente requisito, il livello
di tassazione non sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia.
Nelle more dellemanazione del decreto del MEF e fino alla sua entrata in vigore,
prevista per il periodo dimposta successivo a quello della pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale, continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti sino al 31.12.2007, ovvero, si
fa riferimento alla black list contemplata nel D.M. del 23 gennaio 2002.
Tornando alla disposizione contenuta allart. 110, comma 10, del TUIR, occorre
procedere allanalisi di tre principali profili caratterizzanti lapplicazione della
disciplina in esame:
ambito soggettivo;
ambito oggettivo;
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la qualificazione del soggetto estero, si richiama, al pari del soggetto italiano impresa,
la circolare 32/1980; inoltre, per espressa previsione del comma 12 bis dellart. 110 del
TUIR, il meccanismo normativo stato esteso anche alle prestazioni di servizi rese da
professionisti che siano domiciliati o residenti in territori a fiscalit privilegiata non
appartenenti allUnione europea.
Per quanto concerne lambito oggettivo di applicazione della norma lart. 110,
comma 10, del TUIR stabilisce che non sono ammesse in deduzione le spese e gli altri
componenti negativi derivanti da operazioni intercorse con imprese domiciliate nei
paradisi fiscali. Linterpretazione del termine spesa non pone alcun dubbio, essendo
contemplato allart. 64 del TUIR; diversamente, lespressione altri componenti
negativi richiede una specifica delle poste passive incluse nella definizione. Il
problema si era gi posto negli anni ottanta in materia di transfer pricing: allepoca
lAmministrazione si era schierata a favore di uninterpretazione estensiva della
locuzione (inserendovi anche plusvalenze e perdite); alla luce di questa interpretazione e
della dottrina prevalente, nonch coerentemente con lo spirito della norma, le
componenti negative di reddito comprese sono:
spese per prestazioni di lavoro (art. 95 TUIR);
oneri fiscali contributivi ed oneri di utilit sociale (artt. 99 e 100 TUIR);
minusvalenze patrimoniali, sopravvenienze passive e perdite (art. 101 TUIR);
ammortamento di beni materiali, immateriali e finanziario dei beni gratuitamente
devolvibili;
altri accantonamenti (artt. 102, 103 e 104 TUIR);
svalutazione dei crediti e accantonamento per rischi su crediti (art. 106 TUIR);
spese pluriennali (art. 108 TUIR).
Lart. 110, comma 11, del TUIR prevede alcune condizioni al verificarsi delle
quali non opera la regola di indeducibilit dei costi e dei componenti negativi di reddito.
In particolare, la presunzione di indeducibilit pu essere superata tramite lesibizione,
da parte dellimpresa residente in Italia, di una delle seguenti prove:
a) svolgimento in via prevalente di unattivit commerciale effettiva da parte della
societ domiciliata nel paradiso fiscale: ci avviene tramite la dimostrazione della
sua credibilit commerciale e delleffettiva operativit (lo scopo quello di
penalizzare i soggetti esteri costituiti con lunico intento di attuare una
concorrenza fiscale dannosa). Limpresa estera deve realmente e concretamente
svolgere lattivit tramite unorganizzazione sul posto di mezzi e persone idonea
a presiedere allo svolgimento della citata attivit oppure qualora parte
dellattivit (ad esempio la vendita) sia svolta al di fuori del territorio alla sua
autonoma preparazione o conclusione (Assonime, Circ. 36/2004);
b) Effettivo interesse economico alloperazione e sua concreta attuazione:
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CFC
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Quanto al radicamento, lAgenzia delle Entrate chiarisce che lo stesso deve intendersi
come legame economico e sociale della CFC con il Paese estero e quindi lintenzione di
partecipare, in maniera stabile e continuativa alla vita economica di uno Stato diverso
dal proprio e di trarne vantaggio.
Per le attivit bancarie, finanziarie e assicurative, lesimente si ritiene soddisfatta
quando la maggior parte delle fonti, degli impieghi o dei ricavi originano nello Stato o
territorio di insediamento. La Circolare 51/E chiarisce che per quanto riguarda le
assicurazioni la verifica del requisito del radicamento vada fatta avuto riguardo alla
residenza degli assicurati ed al luogo di ubicazione dei rischi nel presupposto che il
territorio in cui sono ubicati i rischi assicurati comporta necessariamente lo svolgimento
in loco di alcune fasi preminenti dellattivit assicurativa.
In ogni caso il collegamento con il mercato di sbocco o di approvvigionamento ai fini di
assumere una rilevanza per la norma in esame va considerato come una significativa
percentuale di acquisti o di vendite sul mercato locale superiore al 50 per cento.
Per effetto dellintroduzione del comma 5 bis allart. 167 TUIR, viene, inoltre,
previsto che la suddetta esimente non trova applicazione qualora i proventi della
partecipata estera derivino per pi del 50% dai c.d. passive income, vale a dire : (i)
gestione, detenzione o investimento in titoli, partecipazioni, crediti o altre attivit
finanziarie; (ii) cessione o concessione in uso di diritti immateriali relativi alla propriet
industriale, letteraria o artistica; (iii) prestazione di servizi, ivi compresi i servizi
finanziari, nei confronti di soggetti che direttamente o indirettamente controllano la
societ non residente, sono da questi controllati ovvero sono controllati dalla societ che
controlla la societ non residente.
Si tratta di una presunzione relativa di non esercizio di unattivit economica effettiva.
Si tratta di una presunzione relativa di non esercizio di unattivit economica effettiva.
La Circolare 51/E chiarisce che lo scopo della norma quello di contrastare le c.d.
societ senza impresa.
La prova contraria ai fini della disapplicazione della presunzione va data in sede i
interpello sostenendo la mancanza di intenti o effetti elusivi finalizzati alla distrazione
di utili dellItalia verso Paesi o territori a fiscalit privilegiata (cfr. C.M. 51/E).
La Circolare 51/E chiarisce che la verifica del superamento della soglia del 50%
rappresentata dai passive income va effettuata di anno in anno a prescindere dal fatto
che il contribuente abbia gi ottenuto parere favorevole alla disapplicazione della CFC
ex art. 167, comma 5, lett. c TUIR.
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Lart. 13, comma 1, lettera c), del D.L. n. 78/2009 aggiunge il comma 8 bis
allart.167 TUIR; con questa modifica la disciplina CFC viene estesa anche alle imprese
estere che risiedono in stati diversi da quelli a fiscalit privilegiata, qualora ricorrano
congiuntamente le seguenti condizioni:
a) la tassazione effettiva nello Stato estero sia inferiore a pi della met di quella a cui
sarebbero stati soggetti ove residenti in Italia; e
b) i proventi conseguiti derivino per pi del 50% dai c.d. passive income.
Quanto alla prima condizione, si osservato che le legislazioni europee che fanno
riferimento allimposizione effettiva non attribuiscono rilevanza allaliquota nominale
ma a quella effettiva, derivante dal rapporto tra lammontare delle imposte applicate al
soggetto estero e il reddito prodotto dallo stesso, rideterminato secondo le regole dello
Stato estero che applica la normativa CFC.
La Circolare 51/E chiarisce che ai fini del raffronto tra la tassazione effettiva estera e
quella virtuale interna si devono considerare esclusivamente le imposte sui redditi
individuate facendo riferimento alla Convenzione contro le doppie imposizioni di volta
in volta applicabile ed escludendo in ogni caso lIRAP. Inoltre ai fini del carico effettivo
di imposizione va considerato il c.d. effective tax rate individuato come il rapporto tra
limposta corrispondente al reddito imponibile e lutile ante imposte.
La Circolare 51/E precisa che quanto alla determinazione del tax rate estero si deve
partire facendo riferimento ai dati risultanti dal bilancio di esercizio della societ estera
redatto secondo le norme locali.
Ai fini del calcolo, vanno computate (i) le imposte sul reddito effettivamente dovute
nello Stato estero, senza considerare (ii) eventuali crediti di imposta per redditi prodotti
allestero riconosciuti dallo Stato di insediamento nonch (iii) effetti sul calcolo
dellimponibile e agevolazioni di carattere temporaneo riconosciuti alla generalit dei
contribuenti; ed tenendo conto altres (iv) di riduzioni di imposta derivante da ruling e
(v) di agevolazioni riconosciute ai soci della CFC (es. accreditamento al socio di tutta o
parte dellimposta estera della CFC).
Ai fini del calcolo dell effective tax rate estero rilevano le perdite maturate dalla CFC
a decorrere dal periodo di imposta in cui il contribuente italiano acquista il controllo
della medesima societ.
Per quanto concerne leffective tax rate domestico, il calcolo va effettuato partendo
dal bilancio di esercizio della CFC approvato con riferimento al periodo di gestione
anteriore a quello cui si applica la normativa CFC. Si devono quindi apportare le
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variazioni in aumento ed in diminuzione previste dal TUIR, tenendo conto che gli
ammortamenti e i fondi per rischi ed oneri si considerano dedotti .
Come disposto dal nuovo comma 8ter, la presunzione non si applica qualora il
contribuente presenti apposita istanza di interpello dalla quale risulti che linsediamento
allestero non rappresenta una costruzione artificiosa volta a conseguire un indebito
vantaggio fiscale.
A tale proposito, la Circolare 51/E ha chiarito che per escludere una costruzione di
puro artificio si deve avere una societ estera realmente impiantata nello Stato di
stabilimento dove esercita attivit economiche effettive. Vengo poi elencati puntuali
indici dellartificiosit.
La presunzione del comma 8 bis non opera nellambito del regime delle imprese
estere collegate di cui allart. 168 del TUIR.
Ci detto, per quanto riguarda loperativit della disciplina questa comporta che i redditi
delle controllate vengono rideterminati come sopra indicato. Tali redditi conseguiti dalla
controllata estera, rideterminati come detto e convertiti secondo il cambio del giorno di
chiusura dellesercizio o periodo di gestione del soggetto non residente sono imputati
per trasparenza e a prescindere dalleffettiva percezione, al soggetto residente, in
proporzione alla sua quota di partecipazione agli utili, diretta o indiretta, nel periodo
dimposta in corso alla data di chiusura dellesercizio della controllata non residente. In
caso di partecipazione indiretta per il tramite di soggetti residenti o di stabili
organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti, i redditi sono ad essi
imputati in proporzione alle rispettive quote di partecipazione. Quindi i redditi sono
attribuiti al primo soggetto residente (ovvero ai primi soggetti residenti qualora siano
pi di uno) che si incontra(no) risalendo nella catena partecipativa in proporzione alla
rispettiva quota di partecipazione. Ai fini dellimputazione dei redditi, si prescinde
dalleffettivo periodo di possesso della partecipazione; rileva infatti solo il possesso alla
data di chiusura dellesercizio del soggetto estero.
I redditi sono assoggettati a tassazione separata da ciascun partecipante, nel periodo
dimposta in corso alla data di chiusura dellesercizio o periodo di gestione del 121
soggetto non residente, con aliquota media applicata sul reddito complessivo netto del
soggetto residente e comunque non inferiore al 27%. Dallimposta cos determinata
sono ammesse in detrazione le imposte pagate allestero a titolo definitivo. Le imposte
che rilevano a tal fine sono le imposte sui redditi della CFC e le imposte sui dividendi.
Gli utili distribuiti, in qualsiasi forma, dai soggetti non residenti di cui al comma 1 non
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concorrono alla formazione del reddito dei soggetti residenti fino allammontare del
reddito assoggettato a tassazione, ai sensi del medesimo comma 1, anche negli esercizi
precedenti. Le imposte pagate allestero, sugli utili che non concorrono alla formazione
del reddito, sono ammesse in detrazione, ai sensi dellart. 165, fino a concorrenza delle
imposte applicate ai sensi del comma 6, diminuite degli importi ammessi in detrazione
per effetto del terzo periodo del predetto comma.
Nel caso in cui la CFC distribuisca utili in misura maggiore rispetto ai redditi
tassati in capo alla partecipante, tali utili per la parte eccedente saranno integralmente
tassati in capo alla partecipante.
Il soggetto controllante tenuto ad indicare i redditi relativi alle CFC controllate in
apposito prospetto della dichiarazione dei redditi, ossia, un Quadro FC per ciascuna
CFC controllata. Il bilancio o altro documento riepilogativo della contabilit desercizio
redatti secondo le norme dello Stato o territorio in cui risiede o localizzata la
controllata estera, costituiscono parte integrante della dichiarazione.
Le disposizioni previste per le CFC si applicano con alcune particolarit anche nel
caso in cui il soggetto residente in Italia detenga, direttamente o indirettamente, anche
tramite societ fiduciaria o per interposta persona, una partecipazione non inferiore al
20% agli utili di unimpresa, di una societ o di un altro ente, residente o localizzato in
territori diversi da quelli indicati nel Decreto del Ministro dellEconomia di cui allart.
168-bis; tale percentuale ridotta al 10% se si tratta di societ quotate in borsa (art. 168
del TUIR).
Ai fini dellapplicabilit della disciplina in esame si tiene conto anche delle
partecipazioni spettanti ai familiari. Inoltre per le partecipazioni indirette si tiene conto
della demoltiplicazione prodotta dalla catena partecipativa. Si considerano residenti o
localizzati in regimi fiscali privilegiati le imprese, le societ ammesse comunque a
fruire di tali regimi. Tuttavia tale normativa non si applica per le partecipazioni in
soggetti non residenti in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, che operano in tali
stati per il tramite di stabili organizzazioni.
La normativa in esame impone che il reddito della partecipata estera imputato al
122 soggetto residente, anche non titolare di reddito dimpresa, in proporzione alla
percentuale di partecipazione. Il reddito oggetto di imputazione determinato per un
importo pari al maggiore fra:
a) lutile prima delle imposte risultanti dal bilancio della partecipata (da redigere
anche in assenza di un obbligo di legge);
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b)
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