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Segnali continui
DEFINIZIONI INTRODUTTIVE
Un segnale , per definizione una funzione del tipo
s : R
C
t
s(t)
ES =
s(t )
dt
E chiaro che quellintegrale pu convergere o meno a seconda delle caratteristiche della funzione
s(t). Sussiste allora la seguente definizione: s(t) un segnale ad energia finita
o semplicemente un segnale di energia se quellintegrale converge,
ossia se ES risulta essere un numero reale (ovviamente positivo).
Si definisce invece potenza di un segnale la quantit
+T
1
2
PS = lim
s( t ) dt
T 2 T
T
Anche in questo caso, la convergenza dellintegrale dipende dalle caratteristiche della funzione
s(t). Allora diremo che s(t) un segnale a potenza finita o semplicemente
un segnale di potenza se quellintegrale converge e se il limite
del suo valore risulta essere un valore reale non nullo
Dalle due definizioni matematiche appena date si nota come esse siano strettamente legate; in
particolare, sussistono i seguenti due teoremi, facili da verificare:
se s(t) un segnale di energia, ossia se ES]0,+[ PS=0 , ossia s(t) non un segnale
di potenza
se s(t) un segnale di potenza, ossia se PS]0,+[
segnale di energia
Introduzione ai segnali
t > 0
a > 0
s( t ) = e at
t
Verifichiamo, applicando la semplice definizione, se si tratta di un segnale di energia: applicando la
definizione abbiamo che
ES =
at 2
dt
Trattandosi di un segnale reale, il modulo quadro del segnale equivale semplicemente al quadrato, per cui
ES =
2 at
dt
Il segnale per ipotesi nullo per t<0, per cui possiamo restringere lintervallo di integrazione e poi
proseguire con i calcoli:
ES =
e
0
2 at
1
dt =
2a
( 2 a ) e
0
2 at
1 2 at
dt =
e
2a
+
0
1 1
1
= 2 at =
2a e 0
2a
ESEMPIO: COSENO
Consideriamo ora questaltro segnale:
s( t ) = A cos( 2ft + )
Verifichiamo che questo NON un segnale ad energia finita; per farlo, anzich valutare lenergia,
controlliamo quanto vale la sua potenza (che deve risultare finita): per definizione, abbiamo intanto che
+T
2
1
PS = lim
A cos(2 ft + ) dt
T 2 T
T
Il coseno una funzione reale, per cui il modulo quadro equivale al semplice quadrato:
+T
1
PS = lim
A 2 cos 2 ( 2 ft + )dt
T 2T
T
3
cos 2 =
1 1
+ cos( 2 )
2 2
1
1
2 1
PS = lim
A
+
cos( 4ft + 2)dt
T 2 T
2 2
T
Scomponendo i due integrali, otteniamo
A2
PS = lim
T 4T
+T
A2
Tdt + Tlim
2T
+T
1
A2
A2
T 2 cos(4ft + 2)dt = 2 + Tlim
4T
+T
cos(4ft + 2)dt
+T
1
Tcos(4ft + 2)dt = 4f
+T
+T
T
1
=
[sin (4ft )cos(2) + cos(4ft )sin( 2)]+TT = 1
4f
4f
+T
1
sin 4 T t cos(2) + cos 4 T t sin( 2) = 0
PS =
A2
2
A2
. Avendo A un valore finito, anche la potenza del segnale ha un valore
In conclusione, quindi, PS =
2
finito, per cui lenergia del segnale stesso risulta essere infinita.
Introduzione ai segnali
1
PS =
T
t0 +T
s( t ) dt
t0
s( t ) = e at ,
t R
. La sua rappresentazione grafica allora la seguente:
a > 0
at 2
2 at
at = lim
PS = lim
e
dt = lim
e dt = lim
e 2 aT =
2
aT
T 2 T
T 2 T
T 2T
2 a e T T 4aT e
T
T
e 2 aT
1
1
=
lim
lim
4a T Te 2 aT T T
E chiaro che il primo limite tende a 0, mentre, dallanalisi, sappiamo che il secondo tende ad . Quindi si
tratta effettivamente di un segnale a potenza infinita.
1
u( t ) =
0
t >0
t<0
Esso presenta evidentemente una discontinuit nel punto t=0, in quanto per t=0- vale 0 e per t=0 + vale 1.
Per convenzione, si pone allora u( t = 0) =
1
, con laccortezza, per, di ricordare che comunque c la
2
discontinuit.
Questo segnale chiaramente ad energia infinita. Vediamo in particolare quanto vale la sua potenza:
applicando la definizione abbiamo che
+T
+T
1
1
1
1
2
PS = lim
s
(
t
)
dt
=
lim
dt
=
lim
T
=
T 2T
T 2T
T 2T
2
T
0
ESEMPIO: RETTANGOLO
La composizione di due gradini unitari traslati d un segnale particolare, che prende il nome di rect, che
sta per rettangolo: si tratta del segnale
1
1
rect ( t ) = u t + u t
2
2
t
-1/2
+1/2
1
1
1 - < t <
rect ( t ) =
2
2
0 altrimenti
Evidentemente, si tratta di un segnale ad energia finita (e quindi a potenza nulla) pari allarea da esso
sottesa.
Introduzione ai segnali
Non detto che il segnale debba per avere altezza unitaria (quando non vale 0), come non detto che la
base debba essere unitaria oppure che debba essere centrato in t=0. Il caso pi generale che noi possiamo
avere dunque il seguente:
t t0
Arect
D
A
t
t0-D/2
t0+D/2
I parametri A e D devono soddisfare la condizione per cui larea del rettangolo deve essere unitaria.
Lespressione analitica del segnale la seguente:
t t 0 A
Arect
=
D
0
D
D
< t < t0 +
2
2
altrimenti
t0 -
t t0
, dove
D
t0 e D vanno scelti in modo che il rettangolo delimiti proprio lintervallo [,]: deve cio
essere
D
= t0
2
D
= t0 +
2
sinc( t ) =
sin( t )
t
I punti di intersezione con lasse delle ascisse (cio lasse t) sono ..-3,-2,-1,+1,+2,+3,...
Una evidente propriet di questo segnale che
t0
sin( t )
=1
t
Anche questo segnale pu essere traslato a proprio piacimento e non detto che abbia valore massimo 1,
come nel caso precedente: per esempio, a seguito di una traslazione di un tratto t0 positivo, la sua espressione
diventa
t t0
sin
T
t t0
s( t ) = A 0 sinc
= A0
T
t t0
T
Il grafico ovviamente analogo a prima, tranne la diversa posizione rispetto allasse delle ordinate: i
punti di intersezione con lasse x sono questa volta .., t0-3T, t0-2T , t0-T, t0+T , t0+2T , t0+3T , ...
Si pu dimostrare che questo segnale ha energia finita E S = A 02 T .
DEFINIZIONE
Consideriamo due segnali qualsiasi x(t) e y(t). Si definisce prodotto di convoluzione tra di
essi il nuovo segnale z(t) cos definito:
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t ) d
Lintegrale che compare in questa definizione pu convergere o meno: nel seguito, noi ci
metteremo sempre nelle ipotesi che esso converga, sottolineando, in alcuni casi, quali sono le
condizioni che garantiscono la convergenza.
Autore: Sandro Petrizzelli
Introduzione ai segnali
Questo prodotto di convoluzione gode di una serie di propriet che spesso sono essenziali per
risparmiare calcoli altrimenti complessi.
PROPRIET COMMUTATIVA
Questa
propriet
dice
che
scambiando
le
funzioni
allinterno
dellintegrale, il risulta non cambia: in termini analitici, possiamo cio scrivere
che
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t ) d = y( ) x( t ) d = y( t ) * x( t )
La dimostrazione di questa propriet consiste semplicemente nel fare un cambio di variabile nel
primo o nel secondo integrale, al fine di ottenere laltro: per esempio, se nel primo integrale poniamo
t-=s, otteniamo
x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t ) d = x( t s) y(s) ds = y( t ) * x( t )
PROPRIET ASSOCIATIVA
Questa propriet afferma che
x( t ) * [ y( t ) * h( t )] = [ x( t ) * y( t )] * h( t )
PROPRIET DISTRIBUTIVA
Questa propriet afferma che
x( t ) * [ y( t ) + h( t )] = [ x( t ) * y( t )] + [ x( t ) * h( t )]
METODO GRAFICO
Adesso vediamo come, in alcuni casi particolari, possibile calcolare il prodotto di convoluzione
tra due segnali sfruttando il loro andamento grafico. Supponiamo che i nostri segnali siano i
seguenti:
x( t ) = Arect
A
t
4D
y( t ) = Brect
t
2D
t
-2D
+2D
-D
9
+D
Autore: Sandro Petrizzelli
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t ) d
ossia, in definitiva, larea del segnale rappresentato dal prodotto tra x(t) e y(t-). Il prodotto
x( t ) y( t ) , per t fissato, non altro che un segnale nella variabile . Allora, indicatolo con g(), ci
che noi vogliamo fare vedere com fatto questo segnale per diversi valori di t, in modo da
calcolarne larea.
Il primo valore di t che consideriamo evidentemente t=0: per questo valore abbiamo che
g( ) t = 0 = x( ) y( )
Essendo il segnale y() un segnale evidentemente pari, abbiamo che y()=y(-) e quindi che
g( ) t = 0 = x( ) y( )
Quindi, per t=0, il segnale g() in ogni punto dato dal prodotto dei due segnali. Vediamo allora
come fatto:
per <-D e per >D esso evidentemente nullo in quanto lo y();
invece, per -D<<D, abbiamo un rettangolo di altezza pari al prodotto delle altezze, ossia AB.
Il segnale g(), per t=0, dunque il seguente:
g(t)
AB
t
-D
+D
10
Introduzione ai segnali
y( t )
-D -D+t
D+t
+D
Per stabilire quanto valga prodotto x()y(t-) dobbiamo sapere che relazione intercorre tra D e t:
infatti, chiaro che il risultato del prodotto cambia a seconda che il rettangolo pi piccolo sia tutto
contenuto in quello grande, solo parzialmente contenuto o del tutto esterno.
Consideriamo il primo caso, ossia
-2D
-D
-D+t
+D
D+t 2D
In questo caso, il prodotto nullo quando <-D+t e >D+t, mentre un rettangolo di altezza AB
allinterno di tale intervallo: abbiamo quindi la rappresentazione
AB
-D+t
D+t
11
z(t)
AB
t
-3D
-D
+D
+3D
Da notare che gli estremi -3D e +3D entro i quali il segnale assume valore nullo sono pari alla
somma dei rispettivi estremi dei segnali x(t) e y(t) di partenza.
Osserviamo anche che, se i due rettangoli avessero avuto la stessa base, il segnale z(t) ottenuto
dalla loro convoluzione sarebbe stato un triangolo anzich un trapezio, in quanto lunico valore di t
per il quale il rettangolo pi piccolo risulta tutto contenuto in quello pi grande proprio t=0, mentre
per tutti gli altri valori si hanno dei punti non comuni.
Esempio
Vediamo un altro caso in cui possibile valutare il prodotto di convoluzione tra due segnali mediante il
metodo grafico appena esposto.
Consideriamo la convoluzione dei seguenti segnali:
t
x( t ) = Arect
2D
y( t ) = u( t )
t
-D
+D
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t ) d
Vediamo anche qui come fatto il segnale x()y(t-) al variare di t. Intanto, mentre il segnale x()
quello fornito dalla traccia, il segnale y(t-) il segnale y(-) traslato di un tratto pari a t; dato che il segnale
y(-) il gradino unitario ribaltato rispetto allasse delle ordinate, deduciamo che il segnale y(t-) il
seguente:
12
Introduzione ai segnali
y( t )
Naturalmente, la figura si riferisce al caso in cui t>0; quando, invece t<0, bisogna traslare tutto verso
sinistra.
Esaminiamo allora la situazione possibili a seconda della relazione che intercorre tra t e D, ossia a
seconda della posizione di y(t-) rispetto a x(): quando t<-D, la situazione
x(t)
A
-D
+D
per cui i due segnali non hanno alcun punto in comune: quindi
z( t ) t < D = 0
Quando -D<t<+D, abbiamo invece unaltra situazione, ossia genericamente
x(t)
A
-D
+D
per cui
z( t ) =
+t
+t
x( ) y( t ) d = x( ) d = A( t + D)
13
x(t)
A
-D
+D
per cui
z( t ) =
+D
+D
x() y( t ) d = x( ) d = 2AD
2AD
0
z( t ) = A ( t + D)
2AD
AD
-D
+D
t < -D
- D < t < +D
t>D
Esempio
Vediamo un altro esempio ancora in cui conveniente usare il metodo grafico per il calcolo del prodotto
di convoluzione tra due segnali. I due segnali in questione sono i seguenti:
x( t ) = e at
t > 0
a > 0
t
y( t ) = rect
2 T
1
t
-T
+T
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t )d
14
Introduzione ai segnali
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
y( ) x( t )d
t
(la figura si riferisce alla situazione t<0)
Allora, dato che y() un rettangolo , dato che g() il prodotto di tale rettangolo per x(t-) e dato che il
prodotto di un rettangolo per un qualsiasi segnale il segnale stesso limitato per allintervallo di
definizione del rettangolo, deduciamo che il segnale g() ha un andamento diverso a seconda di quale
relazione intercorre tra t e T. Esaminiamo i casi possibili:
1. il primo caso quello in cui prendiamo t tale che t < T , ossia t > T : in questo caso la disposizione
dei due segnali
-t
-T
+T
e quindi g()=0 in quanto, nellintervallo [-T,+T] il segnale x(t-) vale 0; di conseguenza, anche il
prodotto di convoluzione, che larea sottesa dal segnale g() non pu che valere 0;
2. il secondo caso quello in cui prendiamo t tale che T < t < + T , ossia T < t < T : in questo caso la
disposizione dei segnali x(t-) e y()
-T -t
15
-T
-t
z( t ) =
+t
+t
y( ) x( t )d = x( t )d = e
a( t)
d = e
at
e at
a T
3. Lultimo caso quello in cui prendiamo t tale che t > T , ossia che t < T : in questo caso, la
disposizione dei due segnali
-T
+T -t
e quindi la situazione analoga al caso precedente, con la differenza che cambiano gli estremi di
integrazione: si ha infatti che
z( t ) =
+T
+T
y( ) x( t )d = x( t )d = e
a ( t )
d = e
at
at e
e
e at
z( t ) = e at
a
per t < -T
16
e at
a T
Introduzione ai segnali
x( t ) * y( t ) =
x( ) y( t ) d
z( t ) = x( t ) * y( t ) =
t0 +D
x( ) y( t ) d
t0
La differenza con laltra definizione sta evidentemente nel fatto che lintegrazione viene ristretta
ad un intervallo qualsiasi, finito e di ampiezza pari al periodo T. Ci che si trova che
quellintegrale converge per ogni t e che anche il suo risultato, ossia il segnale z(t),
periodico di periodo T.
17
Segnali discreti
ES =
s(t )
dt
ES =
T s( nT)
n = .
N ( 2 N + 1) T
n = .N
Anche qui si nota la analogia con il caso continuo, quando cio la formula era
+T
1
2
PS = lim
s( t ) dt
T 2T
T
Inoltre, anche la convergenza di questa seconda sommatoria non garantita: noi diremo perci che
s(nT) un segnale (discreto) a potenza finita o semplicemente un
segnale di potenza se essa converge e se il limite del suo valore
risulta essere un valore reale non nullo.
Ancora, le due definizioni appena date sono strettamente legate dai seguenti due risultati
18
Introduzione ai segnali
1
u( nT) =
0
n0
n<0
Si tratta dunque del segnale che d il valore 1 ogni multiplo della quantit T. Verifichiamo che si tratta di
un segnale a potenza finita (e quindi ad energia infinita): applicando la definizione abbiamo intanto che
+N
1
2
T u ( nT)
N ( 2 N + 1)T
n = .N
PS = lim
Tenendo conto che si tratta di un segnale reale, per cui il modulo quadro semplicemente il quadrato,
possiamo scrivere che
+N
1
Tu 2 ( nT)
N ( 2 N + 1)T
n =.0
PS = lim
N ( 2 N + 1)T
N ( 2 N + 1)T
N ( 2 N + 1)T
N ( 2 N + 1)
2
n =.0
n = .N
PS = lim
Facciamo osservare una perfetta analogia tra questo segnale ed il suo corrispondente segnale continuo,
ossia il gradino unitario u(t): anche in quel caso si trovava PS=1/2.
s( nT) = a n u( nT)
a <1
Questo segnale, data la struttura di u(nT) vista nellesempio precedente, si pu scrivere nel modo
seguente:
19
a n
s( nT) =
0
n0
n<0
ES =
T s( nT) = T a n
n = .
n=0
= Ta
n=0
2n
( )
= T a
n=0
La sommatoria che viene fuori non altro che la somma della serie geometrica, per cui
ES =
T
1 a
Quello ottenuto un valore finito, per cui si tratta di un segnale ad energia (e a potenza infinita).
k =
Abbiamo cio, rispetto al caso continuo, una sommatoria al posto dellintegrale ed il termine T al
posto del termine dt.
20