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Il viaggio del testo dallAutore al Lettore.

Il testo letterario e la sua centralit nei percorsi educativi e didattici

Atti linguistici
Nella distinzione che Ferdinand De Saussure fa tra langue e parole, la langue
rappresenta linvariante inerte della lingua, la parole latto di realizzazione
concreta e individuale della langue. La parole gi un atto linguistico, poich la
messa in esecuzione concreta di un potenziale.
Latto linguistico ununit di comunicazione prodotto da una precisa
intenzione (intenzionalit o scopo).
Un detto popolare molto accortamente recita Le parole sono pietre; in effetti in
chiave pragmatica parlare agire, ovvero molti messaggi sono costruiti in
modo da far fare qualcosa al Destinatario del messaggio, o persuaderlo e
convincerlo o spingerlo ad unazione (es. chiudi quella bocca, maleducato!). In
questo campo Il fenomeno linguistico viene considerato dal punto di vista
pragmatico, cio si considerano gli enunciati non solo come atti comunicativi, ma
anche come atti veri e propri.
I primo e pi noti studioso degli atti linguistici il linguista John Langshaw
Austin, nato a Lancaster nel 1911. La sua conferenza sul fare linguistico "How
to do things with words" ("Come fare cose con le parole") del 1955 ha aperto la
strada alla linguistica pragmatica. Online si pu trovare un illuminante scritto di
Austin.
Il tipo di enunciato che qui stiamo per prendere in considerazione non ,
naturalmente, in generale un tipo di non-senso, sebbene un suo uso improprio,
come vedremo, possa causare variet abbastanza particolari di non-senso.
Piuttosto, esso appartiene alla nostra seconda classe: alle espressioni che
mascherano il loro vero significato. Esse non assumono mai un falso aspetto
come affermazioni di fatto, descrittive o constatative. Lo fanno per lo pi, anche
se molto raramente, solo quando assumono la loro forma esplicita. I grammatici,
credo, non hanno saputo cogliere questo mascheramento e i filosofi lo hanno
fatto solo occasionalmente. A questo punto ci converr studiare un tale tipo di
enunciato nella sua forma fuorviante, per evidenziare le sue caratteristiche
fondamentali, confrontandole con quelle dell'affermazione di fatto che essa imita.
Prenderemo come primi esempi alcuni enunciati che non sono compresi in
nessuna categoria grammaticale finora conosciuta all'infuori di quella della
affermazione, enunciati che non sono privi di senso e che non contengono
alcuno di quei segni verbali d'allarme che i filosofi hanno scoperto o pensato di
aver scoperto (parole curiose come bene o tutto, ausiliari sospetti come dovrei o
posso, e costruzioni dubbie come quella ipotetica). Tutti questi enunciati avranno,
come per caso, verbi comuni coniugati alla prima persona singolare del presente
indicativo attivo.
Si possono trovare infatti enunciati che soddisfano queste condizioni e che,
pertanto,
A. non descrivono o riferiscono o constatano nulla, non sono veri o falsi;
e sono tali che
B. la enunciazione delle frasi sia una esecuzione di una azione, o parte di tale
esecuzione, che si sta svolgendo, la quale, poich essa che sta dicendo
qualcosa, non potrebbe essere normalmente descritta.
Quanto detto lungi dall'essere un paradosso come sembra o come forse ho
fatto sembrare un po' sommariamente: lo si scoprir, in effetti, attraverso gli
esempi che ora si daranno.

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Il testo letterario e la sua centralit nei percorsi educativi e didattici

Esempi:
(E.a) S (prendo questa donna come mia legittima consorte), come ci si
esprime nel corso di una cerimonia nuziale.
(E.b) Battezzo questa nave Queen Elizabeth, come ci si esprime quando si
spezza una bottiglia contro la prua di una nave.
Da questi esempi risulta chiaro che pronunziare la frase (naturalmente in
circostanze idonee) non n descrivere il mio fare ci che dico di star facendo
mentre la pronunzio, n affermare che lo sto facendo: farlo. Nessuna delle
espressioni citate vera o falsa: lo asserisco come ovvio e non lo discuto: ha
meno bisogno di argomentazione di quanto ne ha bisogno dannazione per
dimostrarsi vera o falsa. Pu darsi che l'enunciato serva a informarvi, ma siamo
in un campo diverso. Battezzate la nave dire (in circostanze idonee) le parole
Io ti battezzo.... Quando, di fronte all'ufficiale di stato civile o all'altare, dico
S, non sto riferendo su un matrimonio: mi sto sposando.
Come chiariremo una frase o un enunciato simile?
Propongo di chiamarla frase performativa o enunciato performativo o, in breve,
un performativo. Il termine performativo sar usato in una variet di casi e di
costruzioni, quasi come il termine imperativo. I1 nome deriva naturalmente dal
verbo inglese to perform, il verbo che si usa comunemente con il sostantivo
azione: esso indica che esprimere l'enunciato l'esecuzione di una azione.
Normalmente non lo si ritiene semplicemente un dire qualcosa.
Numerosi altri termini possono richiamarsi a questo proposito, ciascuno dei quali
potrebbe opportunamente comprendere questa o quella classe pi o meno estesa
di performativi: per esempio, molti performativi sono enunciati contrattuali
(scommetto) o dichiarativi (dichiaro la guerra). Ma nessun termine che io
conosca dell'uso corrente abbastanza esteso da comprenderli tutti. Un termine
tecnico che si avvicina di pi a ci che stiamo ricercando forse operativo,
come viene usato rigorosamente dagli avvocati, quando si riferiscono a quelle
clausole di un atto giuridico che servono a effettuate la transazione (o
commutazione o trasmissione), loro principale oggetto, laddove la rimanente
parte di un documento indica semplicemente le circostanze in cui la transazione
deve essere effettuata. Ma il termine operativo ha altri significati e in verit
oggigiorno esso usato spesso per significate poco pi che la parola
importante. Ho preferito una parola nuova, cui, sebbene la sua etimologia non
sia irrilevante, non saremo forse cos pronti ad attribuire un qualche significato
preconcetto.
J. L. Austin, Come fare cose con le parole, trad. it. di M. Gentile e M. Sbis,
Marietti, Genova, 1974, pagg. 49-54 ), in Novecento filosofico e scientifico, a
cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. III, pagg. 52-54, ora anche online
(http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaA/AUSTIN_%20SULLE
%20FRASI%20PERFORMATIVE.htm).
John Roger Searle (1932, Denver nel Colorado) allievo di Austin a Oxford
prosegue
gli
studi
di
Austin
dando
unimportanza
fondamentale
allintenzionalit.
Austin intu che l'atto linguistico pu essere descritto in tre livelli a partire dalla
sua formulazione sino ai suoi effetti nel contesto extralinguistico. Austin
distingue, quindi, nell'atto linguistico il livello locutorio, quello illocutorio e quello
perlocutorio .

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Il testo letterario e la sua centralit nei percorsi educativi e didattici

L atto locutorio l'atto di dire qualcosa sia a) come attivit fisica necessaria a
produrre l'enunciato b) sia come conoscenza della grammatica della lingua usata,
c) sia come conoscenza del senso e del riferimento dei vocaboli usati.
L'atto illocutorio , invece, l'atto nel dire qualcosa. Poggia sulle intenzioni
dellEmittente. In tal senso diventa centrale il concetto di forza illocutoria.
Per esempio, una frase proferita da un parlante o scritta da un autore pu avere
la forza illocutoria di una promessa, di una minaccia o di una semplice
affermazione. Il destinatario riconosce la forza illocutoria di un atto linguistico per
mezzo di indicatori contenuti nei discorsi orali o scritti.
L'atto linguistico pu invece essere considerato perlocutorio in quanto produce
sempre effetti e conseguenze.
Non sempre gli atti linguistici comunicano una sufficiente forza illocutoria e tanto
meno riescono a provocare atti e risposte concrete dal Destinatario.
Perch un atto linguistico sia efficace si debbono verificare alcune condizioni:
"condizioni preparatorie" che riguardano le conoscenze, i desideri e le
credenze del parlante e del destinatario. Per esempio, una promessa ha come
condizione che l'atto riguardi qualcosa di piacevole per il destinatario,
un'asserzione che l'atto riguardi qualcosa che il destinatario non sa e si
presume che voglia sapere, ecc.
"condizioni di sincerit", necessarie in quanto l'atto linguistico legato
convenzionalmente al significato ed alle intenzioni del parlante.
Una richiesta sincera se il parlante vuole effettivamente che il destinatario
faccia quanto richiesto.
"condizioni essenziali" ovvero specifiche di quel singolo atto..
Per esempio, una promessa ha come essenziale che il parlante si assuma un
obbligo, un ordine presuppone come essenziale un voler far fare qualcosa a
qualcuno, ecc.
"condizioni sociali" che riguardano la posizione sociale di chi compie l'atto e
del destinatario. Per esempio, un giudice in un processo ad assolvere o a
condannare, un superiore in un esercito a dare ordini, ecc.
Queste "condizioni di felicit" di un atto linguistico sono necessarie per un suo
destinatario riconoscer esattamente il significato voluto dal parlante.
Sia nei discorsi orali che in quelli scritti possono essere riconosciuti indicatori di
forza illocutoria che aiutano a chiarire il vero significato di un atto linguistico.
In un discorso orale importante l'intonazione della voce, la mimica, la tonalit..
In un discorso scritto sono importanti i segni di interpunzione e l'ordine delle
parole ed in entrambi i casi sono importanti indicatori di forza illocutoria i modi
dei verbi.

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