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LEZIONE # 10
Il segnale v o i in uscita dal trasduttore, generalmente non idoneo per essere immediatamente
visualizzato. Esso quasi sempre deve essere sottoposto ad una serie di trasformazioni e
manipolazioni che avvengono negli stadi intermedi dello strumento. Tutte le elaborazioni che il
segnale subisce sono sempre funzionali ad una migliore visualizzazione e ad una efficace
comprensione dellinformazione che esso trasporta. E evidente che tali manipolazioni devono
essere eseguite, caso per caso, con molta attenzione per non correre invece il rischio di degradare
il contenuto informativo del segnale. Anche dalla cura che si pone in tali elaborazioni e dalla qualit
del segnale risultante dipende la qualit globale dello strumento intero.
Il blocco centrale di una catena di misura pu essere concettualmente esploso in molti sotto-blocchi,
ciascuno dei quali rappresenta un possibile stadio interno allo strumento che esegue una operazione
ben precisa.
v, i
X
MANIP
SEGN
TRASD
dv
dt
V, I
STRUM
TERM
A
FFT
vdt
A/D
v
i
veff
i
Figura 10.1
La stragrande maggioranza delle misure in ambito industriale e non, sono eseguite per mezzo di
catene complesse di strumenti e/o stadi elettronici, anche in virt del fatto che il segnale, ad un certo
punto della catena di misura, viene oggi convertito quasi sempre in un codice digitale. Trattando di
qui in avanti in modo specifico di segnali elettrici, opportuno fare alcune considerazioni generali
sulle modalit di trasferimento dellinformazione x connessa alla misura della grandezza X.
Quando il mezzo che trasferisce linformazione x un segnale elettrico, vuol dire che il valore
numerico x pu essere associato o alla tensione v o alla corrente i che viaggiano sui cavi di
collegamento. Anche se le due grandezze sono intimamente legate dalla legge di Ohm v R i , i
costruttori di strumentazione specificano sempre se il segnale in uscita o in ingresso ad uno stadio o
ad uno strumento in tensione oppure in corrente.
A.A. 2013/14
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Si gi visto, a proposito
dellerrore di inserzione, che
un segnale emesso in uscita
da un trasduttore e la sua
misura da parte dello
strumento che segue nella
catena, comporta esigenze
di interfacciamento opposte,
a seconda che si tratti di un
segnale in tensione oppure
in corrente.
Figura 10.2
Ci detto, si osservi che, con le accortezze indicate nella figura 10.2, sempre possibile eseguire
una misura di tensione con un galvanometro oppure una misura di corrente con un voltmetro.
Spesso per la corrente i si richiede il valore efficace ieff , occorre quindi eseguire un raddrizzamento
del segnale. Questa operazione pu essere eseguita come indicato in figura 10.3 :
a) per mezzo di un diodo SCR (raddrizzamento ad una semi-onda) oppure, meglio
b) con quattro diodi disposti a ponte di Gretz (raddrizzamento a doppia semi-onda).
Tali elementi possono gi essere pensati come uno stadio intermedio di manipolazione del segnale.
Figura 10.3
A.A. 2013/14
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2
I
I / 2
Lo studio della configurazione degli elementi attivi (diodi e transistor a stato solido) e passivi
(resistenze e reattanze capacitive) interni allAO oggetto dellingegneria elettronica ed esula dai
limiti di questi appunti.
In ogni schema circuitale di qualunque apparecchio elettronico, lAO rappresentato sempre da un
triangolino con due ingressi: non invertente V+ , invertente V- ed una uscita Vo ; ci significa che
lAO accetta in ingresso una differenza di potenziali e che luscita un potenziale, riferito sempre
alla massa dello strumento.
A.A. 2013/14
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Figura 10.5
Amplificazione
Impedenza di ingresso
Impedenza di uscita
Banda passante
A (107)
Zi (1010 )
Zo 0 (10 )
BW
Per quanto ideali, lAO approssima tali caratteristiche nel funzionamento ad anello aperto ovvero,
in quella zona della curva caratteristica di funzionamento rappresentata nella figura 10.5 a destra
dalla rampa crescente. Poich qualunque amplificatore non pu amplificare una tensione di ingresso
producendo tensioni in uscita superiori alla propria tensione di alimentazione (mediamente 10V),
si riconosce che, con i valori ideali dellamplificazione indicati sopra (107), lintervallo utile dei
valori della differenza di potenziale in ingresso coperto dalla rampa di amplificazione si estende
solamente per alcuni V. Quando la tensione in ingresso supera queste piccole differenze, lAO va
in saturazione ed emette in uscita una delle tensioni continue di alimentazione (Vcc), positiva o
negativa a seconda del segno di Vi V V . In questa configurazione lAO pu essere usato
efficacemente solo come comparatore.
esempio:
per Vi V V 2 V
V V MAX 20V7
2 V
10
loperazionale va in saturazione !
da cui
Per questo motivo, per amplificare un segnale di misura lAO viene utilizzato sempre ad anello
chiuso.
Prima di ricavare lamplificazione ad anello chiuso, opportuno accennare al fatto che i costruttori
limitano la banda passante ad anello aperto degli AO a pochi Hz. Ci viene fatto al fine di evitare
che i piccoli rumori elettromagnetici esterni (di alta frequenza) che potrebbero entrare attraverso gli
ingressi del dispositivo o anche solo essere irradiati sul dispositivo dallesterno, portino lAO
allinstabilit a causa delle elevatissime amplificazioni intrinseche ovvero, lo conducano ad
oscillare tra Vcc rendendo impossibile anche il funzionamento da comparatore.
A.A. 2013/14
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Si consideri ora la disposizione circuitale riportata sotto nella figura 10.6, dove con vi si indicato
il segnale in ingresso, con ii la corrente in ingresso e con Ri la resistenza di ingresso al
dispositivo. Una tale disposizione prende il nome di configurazione invertente. Essendo
limpedenza di ingresso degli AO per davvero elevatissima ( Z in 10 9 ), le poche cariche
elettriche che riescono ad entrare per pilotare il dispositivo costituiscono una corrente trascurabile
rispetto ad ii . La caduta di potenziale tra i due morsetti (-) e (+) quindi anchessa trascurabile.
Essendo poi il morsetto non invertente (+) collegato a massa, risulta che anche il morsetto
invertente (-) si trover allincirca al potenziale di riferimento: ovvero a massa virtuale. Si possono
scrivere le equazioni seguenti:
massa virtuale: V V 0
Vi Ri ii
Vo R f i f
al nodo vale la somma delle correnti:
ii i f 0 da cui i f ii
Vi
che la
Ri
curva di graduazione del dispositivo e
per lamplificazione o guadagno si ha:
quindi Vo R f ii R f
Rf
Vo
Vi
Ri
Il rapporto
Rf
A.A. 2013/14
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V V Vi
tutta la corrente che scorre nel ramo di
controreazione, essendo la Z in 1010
non riesce praticamente ad entrare
nellingresso invertente (-) dellAO e se
ne va verso massa attraverso la
resistenza Ri :
if i
Vo V f Vi
con V f R f i f
e Vi V Ri i
Vo R f i f Vi R f i Vi R f
guadagno:
Vi
Vi
Ri
Rf
Vo Vi
1
Ri
Figura 10.7
Il guadagno lievemente maggiore che non nella configurazione invertente e nel passaggio del
segnale dallingresso alluscita non si ha linversione del segno. Si osservi come, in ambedue le
configurazioni di sopra, lamplificazione pu essere progettata convenientemente attraverso il
Rf
rapporto delle resistenze
.
Ri
Si tenga infine ben presente che gli AO sono dispositivi che in uscita sono considerati dei
generatori di tensione e, generalmente, non sono in grado di pilotare in corrente un carico connesso
a valle di vo . In altri termini, per apprezzare il guadagno sul segnale, il dispositivo a valle di vo deve
avere impedenza di ingresso elevata.
Anche se la configurazione non invertente pu apparire intrinsecamente migliore, la configurazione
invertente altrettanto importante in quanto lAO non un dispositivo utilizzato solamente per
amplificare i segnali in tensione. Lamplificatore operazionale si chiama cos anche perch pu
essere utilizzato per compiere operazioni matematiche sui segnali.
esempio:
sommatore di tensioni
si voglia sommare due tensioni Va e Vb
A.A. 2013/14
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Figura 10.8
dalla Vo
Rf
Ri
Vi R f ii dove ii
Vi
V
V
ia ib a b
Ri
Ra Rb
V
V
si ha Vo R f a b
Ra Rb
se si progetta lingresso del circuito con Ra Rb R
Rf
Va Vb la somma delle due tensioni in ingresso !
si ottiene Vo
R
Prima di procedere con lo studio di alcune altre configurazioni dellAO che eseguono operazioni sui
segnali in tensione, si affronter lanalisi di due semplici circuiti passivi: il filtro RC e CR
Un filtro RC una semplice rete bipolare con due morsetti di ingresso, due di uscita e due elementi
passivi: una resistenza R ed un condensatore C. Lo schema elettrico del filtro riportato nella
figura 10.9
Per comprendere il tipo di
manipolazione che un circuito cosi
fatto capace di eseguire su di un
segnale in tensione, occorre
impostare e svolgere le equazioni
del circuito:
v i R X C i
vo X C i
Figura 10.9
da cui i
vi
R XC
ma X C
1
jC
A.A. 2013/14
e vo X C
vi
vi
R
R XC
1
XC
vo
1
vi
jRC 1
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ponendo ora c
1
1
RC
vo
1
vi
j 1
La forma della funzione dellamplificazione appena scritta indica inoltre che, dal punto di vista
dinamico, il circuito RC un sistema elettrico del 1 ordine.
tempo del sistema, si riconosce che per la rete RC vale la funzione di trasferimento:
Guadagno:
vo
1
2
vi
1
c
Sfasamento:
arctg
=0
per
= c
G=1
G=0
1
G
2
la rete RC passa-basso
chiamata a volte anche filtro
di Butterworth ad un polo.
1
la
2RC
frequenza di taglio del filtro
(a 3dB).
La
fc
Figura 10.10
La risposta dinamica di tale dispositivo del tutto identica a quella dello strumento meccanico del
1 ordine studiato a suo tempo. Naturalmente, non si tratta dellunico filtro passa-basso che
lingegneria elettronica mette a disposizione (vedi figura sopra), ma certamente uno dei pi
semplici.
Il filtro RC possiede una particolarit che vale la pena evidenziare:
v
1
1
1 1
c vale G o
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purtroppo, tale operazione avviene proprio per quel campo di frequenze dove il segnale in uscita
viene fortemente attenuato.
Discorso del tutto analogo pu essere fatto per il filtro CR rappresentato nella figura 10.11 qui sotto.
v i X C R i
vo R i
Figura 10.11
vi
1
1
1
si ottiene o
.
vi X C R 1 jCR 1 j
da cui vo R
Si tratta ancora di un sistema elettrico del 1 ordine che, svolgendo i calcoli, stavolta ha:
Guadagno: G
vo
2
vi
1
c
Figura 10.12
Il filtro CR possiede una propriet che speculare rispetto a quella del filtro RC . Si osservi che per
v
1
jCR 1 ovvero
c vale G o jCR 1 ovvero vo t j vi t . Il
CR
vi
segnale in uscita dunque la derivata del segnale in ingresso. Il filtro CR esegue unoperazione
analogica di derivazione sul segnale in tensione. Si osservi attentamente che, anche in questo caso
purtroppo, tale operazione avviene per un campo di frequenze dove il segnale in uscita viene
fortemente attenuato.
P.S.
1
un operatore di integrazione e che loperatore j
per convincersi che loperatore
j
un operatore di derivazione si osservi cosa accade per il caso semplice di segnale in
ingresso puramente sinusoidale: vi (t ) Vsent Ve jt
A.A. 2013/14
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dvi (t ) dVe jt
j Ve jt j vi (t )
dt
dt
1
V
jt
jt
vi (t )dt Ve dt j e j vi (t )
j operatore di derivazione
1
operatore di integrazione
j
A questo punto possibile illustrare due circuiti attivi che effettuano le stesse operazioni sui segnali
elettrici viste per i filtri RC e CR ma, in pi, offrono la possibilit di amplificare il segnale di uscita.
Lamplificatore operazionale integratore
schematizzato in figura 10.13, ha una
configurazione circuitale del tutto analoga
allamplificatore invertente ma al posto
della resistenza di controreazione
presenta un condensatore Cf .
vo
con Z i Ri e Z f X Cf
Zf
Zi
vi
1
jC f
Figura 10.13
1 jC f
1
1
1
vi
c vi e si riconosce subito come in uscita si ha
Ri
j C f Ri
j
lintegrale del segnale in ingresso. Se si desidera amplificare il segnale in uscita, integrato o no,
basta collegare sul ramo di controreazione in parallelo al condensatore una resistenza Rf opportuna
Rf
e si ottiene un guadagno G
che si sovrappone allintegrazione.
Ri
allora vo
vi
1
jCi
Zf
Zi
vi
e Z f Rf
Figura 10.14
allora vo
Rf
vi j Ci R f vi j
1 jCi
derivata del segnale in ingresso.
A.A. 2013/14
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Anche nel caso dei filtri attivi appena illustrati, lintegrazione e la derivazione elettrica del segnale
hanno luogo rispettivamente per c (integrazione) e per c (derivazione), frequenze per
le quali si ha un guadagno G considerevolmente < 1. Se si desidera amplificare il segnale in uscita,
per lintegratore basta aggiungere sul ramo di controreazione una resistenza Rf in parallelo al
condensatore e per il derivatore aggiungere una resistenza Ri in serie al condensatore in ingresso. Si
faccia attenzione alla circostanza che, cos facendo, si sposta per il valore della frequenza
1
caratteristica c
del filtro.
Rf C f
Occorre ora affrontare un punto critico degli amplificatori operazionali che conduce alla definizione
di un importante parametro, sempre dichiarato dai costruttori nelle specifiche del dispositivo.
Con riferimento alla figura di lato, si concentri lattenzione
sulla circostanza nota che lAO accetta ai suoi ingressi due
potenziali V+ = V2 e V- = V1 (ambedue riferiti a massa) e ne
amplifica la differenza secondo la Vo A V2 V1 .
Ma questo accade solamente nel caso ideale. Negli AO reali
pi corretto ipotizzare che, per le inevitabili imperfezioni
costruttive, le tensioni inviate ai due terminali di ingresso
(invertente e non invertente) potrebbero non essere
amplificate esattamente con lo stesso guadagno A.
Risulta quindi pi realistico schematizzare la caratteristica ingresso-uscita dellAO con:
Vo A2V2 AV
1 1 , dove A1 e A2 rappresentano le due amplificazioni quasi eguali con le quali lAO
elabora le tensioni inviate ai due morsetti di ingresso. In questa situazione, utile descrivere le due
tensioni dingresso mediante lingresso differenza Vd V2 V1 e lingresso di modo comune
V V
Vc 1 2 , che rappresenta la distanza dal riferimento di massa del segnale V2 V1 in ingresso.
2
Se lAO fosse ideale, ovvero se A1 A2 A , egli amplificherebbe solamente lingresso differenza
Vd eliminando completamente lingresso di modo comune Vc . Ma nessun dispositivo ideale,
risulta quindi estremamente utile descrivere lamplificazione dellAO mediante due componenti:
A A2
lamplificazione differenziale Ad 1
che agisce sul segnale Vd e lamplificazione di modo
2
comune Ac A2 A1 che agisce sulla tensione indesiderata Vc . Per minimizzare questo problema si
pu solamente rendere le due amplificazioni A1 e A2 quanto pi eguali possibili.
Il rapporto tra le amplificazioni Ad e Ac un parametro di qualit molto importante per gli AO e
A
prende il nome di rapporto di reiezione di modo comune: CMRR d
Ac
Poich i costruttori di AO riescono a produrre amplificatori con Ad elevate e Ac molto basse, il
rapporto CMRR risulta essere sempre assai elevato (dellordine di 105) ed quindi
A
convenientemente espresso in scala logaritmica: CMRR 20 log d con valori che possono
Ac
andare da 60dB fino a oltre 120dB per AO di elevata qualit.
A.A. 2013/14
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Si riporta infine nella figura 10.15 lo schema elettrico della configurazione e la relazione del
guadagno di uno degli amplificatori per segnali maggiormente utilizzato nelle misure:
lamplificatore per strumentazione (instrumentation amplifier).
Figura 10.15
Si tenga presente che, quasi sempre, i trasduttori non sono buoni generatori di tensione in quanto
non sono in grado di inviare correnti significative ad un carico collegato a valle. Questo dispositivo
ha unimpedenza molto elevata (1010 ) su ambedue i terminali dingresso ed ha intrinsecamente
una alta reiezione del segnale di modo comune Vc .
E usato nelle misure perch
ottimo per amplificare segnali
flottanti (v2 v1) ovvero non riferiti
alla massa dello strumento. Questo
appunto il caso della stragrande
maggioranza dei sensori e/o dei
trasduttori di misura.
Guadagno (differenziale) con rif.
alla figura 10.15:
G
vo R4 2 R2
1
vi R3
R1
Figura 10.16
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anche trasduttori che presentano essi stessi in uscita un segnale modulato sconsigliabile
amplificare il segnale in continua. In questi casi si utilizza lamplificatore in alternata (AC) o
Carrier.
Si tratta in sostanza di un dispositivo capace di modulare in ampiezza il segnale proveniente dal
trasduttore o, in generale, dallo stadio che precede. Il segnale con frequenza fs viene modulato con
unonda portante a frequenza fc >> fs , come illustrato sotto nella figura 10.17. La portante viene
amplificata, quindi demodulata. Un circuito discriminatore di fase riconosce se la portante trasporta
una semi-onda positiva o negativa e utilizza questa informazione nello stadio di demodulazione. Il
segnale amplificato viene quindi ricostruito nella sua frequenza originale attraverso un filtro passabasso. Condizione fondamentale per avere una corretta modulazione e demodulazione che la
frequenza massima fs del segnale (o della modulata) sia almeno un ordine di grandezza inferiore alla
frequenza fc dellonda portante (o della modulante).
Figura 10.17
Questa breve rassegna di strumenti e circuiti per la manipolazione del segnale di misura, verr
conclusa studiando una rete passiva particolare, dedicata ad elaborare le informazioni che viaggiano
sotto la forma di variazione della resistenza, utilissima nelle applicazioni di misure meccaniche.
Facendo riferimento alla figura 10.18, si consideri la rete elettrica schematizzata sotto, costituita
essenzialmente da due resistenze r ed r in parallelo, non necessariamente eguali, e da un
galvanometro collegato a ponte su di esse. Sulle due resistenze r ed r sempre possibile
individuare due punti A e B a cavallo dei quali il galvanometro G segnala corrente zero. Non avere
passaggio di corrente attraverso lo strumento significa che il potenziale del punto A eguale al
potenziale del punto B (riferito alla massa): VA VB . Tra i punti indicati in figura C, A, D, B
rimangono individuate 4 resistenze: R1 , R2 , R3 , R4 . Con tali resistenze si possono scrivere le
seguenti relazioni:
VCA VCB
R1 I1 R4 I 2
R2 I1 R3 I 2
VAD VBD
A.A. 2013/14
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mettendo a rapporto le due relazioni di sopra si ha:
R1 R4
R2 R3
ovvero
R1 R3 R2 R4 . Lequazione
Figura 10.18
Il galvanometro G realizza fisicamente un ponte per il passaggio della corrente tra i punti A e B. Se
non si osserva tale passaggio di corrente vuol dire che la differenza di potenziale VA VB 0 e che
il ponte in equilibrio. Questa situazione talmente utile nelle applicazioni pratiche che viene
realizzata sempre secondo lo schema riportato nella figura 10.19 qui sotto. La rete resistiva che
risulta da tale configurazione prende il nome di ponte di Wheatstone.
Il ponte di Wheatstone pu essere usato
per la misura di una resistenza incognita
Rx . Se si collega la resistenza incognita al
ramo (AC) del ponte e si sostituisce la R2
con un reostato variabile, si pu operare
come segue: connessa Rx R1 si
equilibra il ponte agendo sulla R2
variabile e, noti i valori delle resistenze
RR
R2 , R3 , R4 , si ottiene: Rx R1 2 4 .
R3
Ma lutilizzo fondamentale del ponte di
Wheatstone non questo.
Se invece di essere interessati alla misura
del valore di R1 ci si trova di fronte ad
una resistenza R1 che, per motivi diversi,
varia il proprio valore di un piccolo R1
Figura 10.19
A.A. 2013/14
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si potrebbe pensare di leggere tale variazione direttamente sul quadrante dello strumento G. Per fare
questo, conveniente sostituire il galvanometro (misura di correnti i) con un millivoltmetro (misura
di tensioni v) e occorre conoscere la curva di graduazione del ponte : VAB f (R1 )
Se si utilizza un ponte con le quattro resistenze di eguale valore R1 R2 R3 R4 R e si
considera una variazione R1 solamente su un ramo (AC) del ponte di Wheatstone si ottiene la
1 R1
e
4
R
Figura 10.20
Come si vede chiaramente dalla curva di graduazione riportata sopra nella figura 10.20, il ponte di
Wheatstone non un manipolatore di segnale lineare !
Ma se la resistenza subisce variazioni piccole ( R1 R ), inferiori ad un centesimo della resistenza
R1
0.01 ed lecito confondere la curva con la sua tangente
R di base, per il rapporto vale
R
1 R1
1 , il denominatore si semplifica e per lequazione
nellorigine. Essendo quindi certamente
2 R
della curva di graduazione rimane :
e 1 R1
E 4 R
A.A. 2013/14
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Si osservi che se avessimo avuto una variazione della resistenza R2 sul ramo (CB) del ponte,
essendo la relazione di equilibrio R1 R3 R2 R4 0 avremmo ottenuto una curva di graduazione :
e
1 R
2
E
4 R
La propriet appena osservata, come si vedr nel seguito, forse la propriet pi importante del
ponte di Wheatstone. Infatti, se consideriamo che in certe applicazioni tutte e quattro le resistenze
potrebbero avere una variazione indipendente Ri , ciascuna sul proprio ramo, si ottiene in questo
caso la curva di graduazione linearizzata completa del ponte di Wheatstone:
e 1 R1 R2 R3 R4
E 4 R
R
R
R
ci si fermi ora un istante ad osservare lalternanza dei segni nel termine tra parentesi a secondo
membro. Lalternanza coerente con i segni che compaiono per le resistenze nella relazione di
equilibrio del ponte.
Si vedr nel seguito che la relazione appena scritta descrive uno degli stadi di manipolazione del
segnale per la variazione di resistenza pi utili in assoluto nel campo della misura di grandezze
meccaniche.
Note:
Figure 10.8, 10.9, 10.11, 10.13, 10.14, 10.18, 10.19, 10.20 courtesy of:
Branca F.P. Misure Meccaniche ed. ESA
Figure 10.3, 10.5, 10.6, 10.7, 10.10, 10.12, 10.15, 10.17 courtesy of:
Doebelin E.O. Measurement systems, application and design McGraw Hill
Figure 10.4, 10.16 courtesy of:
Analog Devices, Inc.
A.A. 2013/14