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Relatori
Presentata da
Bertolini Cecilia
Sessione invernale
Anno Accademico 2005-2006
Indice
Premessa ............................................................................. 7
Capitolo I
Lo sviluppo grafico................................................................ 9
1.1 Levoluzione del disegno nel bambino ................................................... 9
1.2 Perch i bambini disegnano ............................................................... 17
Capitolo II
Gli elementi dellimmagine....................................................23
2.1 Il punto ........................................................................................... 23
2.2 La linea............................................................................................ 27
2.3 Il colore ........................................................................................... 31
Capitolo III
La didattica dellarte e dellimmagine.....................................35
3.1 La didattica dellarte.......................................................................... 35
3.2 Definire la disciplina dellimmagine ..................................................... 39
3.3 Il laboratorio grafico-pittorico per uneducazione allarte....................... 45
3.4 La progettazione di un laboratorio grafico-pittorico .............................. 49
3.5 I laboratori artistici per linfanzia: lesperienza di Bruno Munari ............ 52
Capitolo IV
Punto, linea e colore: presentazione di un progetto in una
classe terza elementare .......................................................57
4.1 Contenuto del progetto, metodologia e contesto ................................. 57
4.2 Prima fase: il punto........................................................................... 59
4.3 Seconda fase: la linea ....................................................................... 67
4.4 Terza fase: il colore .......................................................................... 78
4.5 Osservazioni conclusive ..................................................................... 86
Capitolo V
La scuola va al museo: i laboratori didattici per larte .............91
5.1 I Musei darte per la didattica scolastica.............................................. 91
5.1.1
5.1.2
5.1.3
5.1.4
5.1.5
5.4.2
5.4.3
0 Premessa
Il bambino fin dai primi anni di vita e successivamente nellet scolare si
cimenta in attivit grafico-pittoriche. La scuola quindi ha il compito di valorizzare
questo linguaggio, aiutando il bambino a impadronirsene maggiormente. Diversi
studi e sperimentazioni riguardanti la didattica dellarte hanno sottolineato la
valenza educativa che essa ha per il bambino. In particolare il fare artistico,
inteso non come produzione darte, ma come il fare con larte, per larte e
sullarte, contribuisce al definirsi del rapporto fra bambino ed arte: il bambino,
infatti, pu avvicinarsi meglio allopera ripercorrendola e rivivendola in maniera
attiva.
La tesi costituita da cinque capitoli. Nel primo capitolo vengono analizzate
le tappe dello sviluppo grafico del bambino prendendo in considerazione diversi
autori e confrontandoli fra loro. Le prime tracce lasciate dal bambino compaiono
gi a diciotto mesi, ma si tratta di segni casuali, lasciati per il piacere suscitato
dal movimento. Crescendo, il bambino capisce che il movimento lascia una
traccia e lo utilizza con maggior consapevolezza, per testimoniare la sua presenza
e per comunicare. In questo capitolo vengono anche presentate le principali
teorie rispetto alla motivazione che spinge il bambino a cimentarsi in questa
attivit.
Il secondo capitolo affronta, da un punto di vista teorico, gli elementi
costitutivi dellalfabeto dellimmagine, nello specifico punto, linea e colore. Per
ciascuno sono state descritte le principali caratteristiche, cogliendone le
interrelazioni con altri ambienti come la musica e la danza. Per definire tali
elementi mi sono riferita agli studi effettuati da Kandinskij, pittore moderno che
si occup dellanalisi degli elementi artistici.
Nel terzo capitolo si individuano le caratteristiche proprie della didattica
dellarte, facendo riferimento a Dallari, il quale fornisce alcune indicazioni
metodologiche per avvicinare i bambini ed ragazzi allarte ed in particolare a
quella contemporanea. Un altro concetto presente nel capitolo la definizione
della disciplina dellimmagine che, nella nostra societ, non ha ancora confini
precisi e strutture definite. Per fare ci vengono proposti alcuni parametri forniti
Capitolo I
1 Lo sviluppo grafico
1.1
Per il bambino, fin dalla pi tenera et, lattivit grafica molto importante e
ad essa dedica molto tempo ed attenzione. La scuola non pu ignorare
limportanza di questo linguaggio ed ha il compito di aiutare il bambino ad
impadronirsene maggiormente e ad affinare questa abilit. Per fare ci
indispensabile che linsegnante conosca le principali tappe dello sviluppo graficopittorico al fine di programmare unattivit che rispetti la gradualit di questo
processo e quindi le capacit del bambino.
Le prime tracce lasciate dal bambino sulla carta compaiono sin dai diciotto
mesi di vita. A questa et fa delle esperienze cinestetiche (Lowenfeld), ovvero
traccia dei segni che sono del tutto casuali e che vengono eseguiti per il piacere
suscitato dal movimento e dalla traccia che esso lascia. Inizialmente questi segni,
chiamati comunemente scarabocchi, sono casuali e disordinati, tracciati in tutte le
direzioni, con cambi repentini, impressi con forza e violenza sul foglio e su
qualsiasi altro supporto. Queste caratteristiche sono dovute al fatto che il
bambino non possiede ancora un adeguato controllo motorio, mentre vi molto
entusiasmo e impiego di energia. Solo in seguito si rende conto che il suo
movimento lascia una traccia e, da questo momento, essa sar il feedback per
nuovi scarabocchi. Il bambino capisce che pu indirizzare il segno dove vuole e vi
riesce grazie ad un maggior sviluppo motorio e visivo.
10
2
3
Edwards B., Disegnare con la parte destra del cervello, Longanesi & C, Milano, 1995, p. 71
Arnheim R., Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano, 2001, p. 155
11
Per approfondimenti vedi Luquet G. H., Il disegno infantile. Educazione allimmagine per la
scuola materna ed elementare, Armando, Roma, 1999
12
13
Per approfondimenti vedi Lowenfeld V., Brittain W. L., Creativit e sviluppo mentale, GiuntiBarbera, Firenze, 1967
14
Nella fase dei disegni che parlano, attorno ai cinque anni, i bambini
iniziano ad usare il disegno per raccontare storie, risolvere problemi ed esprimere
sentimenti.
Allet di cinque o sei anni il bambino fa proprio uno schema per la
rappresentazione del paesaggio e ripete sempre quello, perfezionandolo in diversi
tentativi. In questa fase, detta da Edwards dellelaborazione del paesaggio, il
bambino raffigura un paesaggio stereotipato dove sono presenti solitamente
elementi come la casa con finestre e porta, un albero, il sole (al centro con i
raggi o in un angolo), le montagne, una nuvola, una strada. Il cielo e la terra
sono rappresentati con due linee, rispettivamente blu e marrone o verde.
Caratteristica di questi disegni il senso della composizione, resa perfettamente
dallinsieme di elementi disegnati e dalla loro disposizione: se un elemento viene
tolto viene disturbata larmonia della rappresentazione.
Nella fase della complessit, che si raggiunge attorno ai nove-dieci anni,
il bambino si sforza di disegnare in maniera dettagliata, con lo scopo di essere
pi realista. Il bambino perde interesse per la composizione, dedicandosi alla
rappresentazione dei particolari. A quanto sembra il bambino, che finora si era
preoccupato di vedere come stavano le cose allinterno del suo disegno, ora si
occupa invece di come sono le cose, con particolare attenzione per i dettagli delle
varie forme 6.
In questo periodo iniziano a differenziarsi i soggetti disegnati dalle bambine
e dai bambini: le prime raffigurano fiori, paesaggi tranquilli, modelle con lunghe
ciglia e principesse, mentre i bambini disegnano automobili, scene di guerre,
pirati, eroi ed altri personaggi leggendari. Queste differenze probabilmente sono
dovute ad influenze culturali.
Verso i dieci-undici anni vi la fase del realismo. In questo periodo i
ragazzi sviluppano al massimo la tensione verso il disegno realistico e se non
sono soddisfatti del loro lavoro (cio se questo non assomiglia abbastanza alla
realt), tendono a scoraggiarsi. E in questo momento che linsegnante deve
intervenire, offrendo tecnicismi e, se possibile, mostrando come si fa. Secondo
lautrice i bambini a questa et amano molto il realismo perch stanno cercando
6
15
autori
permettono
di
delineare
un
percorso
che
parte
dalla
16
1.2
17
volte, invece, non manifestano molto interesse per ci che stanno disegnando e
lasciano agli adulti (genitori, insegnanti o altri) il compito di ammirarlo ed
esporlo.
Il disegno pu essere unattivit svolta in modo individuale oppure assieme
agli altri, a seconda della situazione e dellinteresse del bambino.
I bambini possono disegnare per diversi motivi e per questo non esiste una
unica teoria riguardante la motivazione che spinge il bambino a cimentarsi in
questa attivit. A questo proposito ne verranno illustrate le principali.
Gli approcci evolutivi9 partono dallidea di disegno come gioco. Gli stessi
bambini sembrano vivere il disegno come una forma ludica, impegnandosi
volentieri e concentrandosi proprio come nello svolgimento dei loro giochi. Sono
state proposte diverse teorie sullorigine del gioco e qui di seguito ne citer
alcune, sottolineando il loro rapporto con lattivit grafica.
Secondo una delle prime teorie del gioco, esso deriva dallinclinazione
umana allessere attivi e quindi dalla necessit di scaricare leccesso di
energia. Questa teoria per non fornisce una spiegazione plausibile al disegno,
dato che solitamente questa attivit richiede un modesto dispendio di energia.
Anche la teoria del pre-esercizio si rif allistinto del gioco ed introduce
lidea rilevante che esso, assieme al disegno, possa servire al bambino per far
pratica e perfezionare attivit e abilit necessarie nella vita adulta. In accordo
con questa teoria, Arnheim10
Per approfondimenti sugli approcci evolutivi vedasi il testo di Thomas G. V. e Silk A. M. J.,
Psicologia del disegno infantile, Il Mulino, Bologna, 1998
10
Arnheim R., Verso una psicologia dellarte, Einaudi, Torino, 1969
18
11
Per approfondimenti sulla teoria di Piaget vedi il testo Piaget J. e Inhelder B., La psicologia del
bambino, Einaudi, Torino, 1970
19
fonte
di
pulsioni
complementari
tendenti
alla
gratificazione
per
riuscirebbero
ugualmente
manifestarsi
influenzando
il
12
13
Freud S., Introduzione alla psicoanalisi, in Opere, Boringhieri, Torino, 1976, vol. 8
Kellog R., Analisi dellarte infantile, Emme, Milano, 1979
20
filone
dellapproccio
artistico
fa
riferimento
allo
scopo
15
21
tecniche
per
non
farlo
allontanare
da
questa.
Purtroppo,
infatti,
22
Capitolo II
2 Gli elementi dellimmagine
2.1
Il punto
16
23
19
24
Figura 2. Una domenica pomeriggio alla Grande Jatte di George Seurat, realizzato con
la tecnica del puntinismo.
21
20
Alcuni artisti che hanno dipinto con questa tecnica sono George Seraut (1859-1891), Paul
Signac (1865-1935), Giacomo Balla (1871-1958), Gino Severini (1883-1966).
21
Kandinsky W., op. cit., p. 32
25
22
Un altro autore che ha contribuito allo studio degli elementi grafici e che ha utilizzato il punto
come soggetto Klee, il quale, insieme a Kandinskij ha dato il maggior contributo a questa nuova
pittura fondata su caratteri astratti
23
Per approfondimenti vedi Kandinsky W., op. cit., p. 37-43
26
2.2
La linea
Figura 4. Due composizioni di linee realizzate da Kandinskij, tratte dal suo libro Punto,
linea e superficie.
24
27
25
Sicurelli R., Tecniche per la creativit artistica visiva. Dal punto e la linea al ritratto, dal
fotomontaggio ai suoni del colore, Erickson, Trento, 2001, p. 30
28
Figura 6. A sinistra esempi di linea spezzata semplice, con angolo retto, ottuso e acuto; a
destra una linea spezzata complessa.
La linea curva una linea retta deviata dal suo cammino da una pressione
laterale e il grado di curvatura dipender dalla potenza di questa forza; questa
linea lantitesi della retta anche per il suo rapporto con la superficie: infatti,
mentre per la retta questo rapporto nullo, la linea curva ...contiene in s un
nucleo della superficie26, poich grazie alla forza che la piega, pu tornare al
proprio punto di origine dando vita ad una forma (fig. 7).
26
29
Figura 7. Nelle linee di sinistra Kandinskij mostra con le frecce la differente tensione della
linea retta e di quella curva. A sinistra un cerchio in formazione (immagini tratte da
Kandinsky W., Punto linea e superficie, Adelphi, Milano, 2004).
27
28
30
2.3
Il colore
Nella storia dellarte il colore stato ritenuto per molto tempo un elemento
poco importante: per secoli filosofi, critici ed artisti, a causa di pregiudizi culturali
e di piacere estetico, hanno relegato il colore in un ruolo subalterno rispetto al
disegno. A questo riguardo Platone paragonava il colore alla vanit e Aristotele lo
considerava un accidente fenomenico e ingannevole, dato che non pu essere
definito in modo rigoroso. Al colore si contrapponeva il disegno, considerato
29
Pizzo Russo L., Il disegno infantile. Storia, teoria e pratiche, Aesthetica, Palermo, 1988, p. 149
31
30
Questa affermazione venne condivisa pi tardi da Newton, secondo il quale la luce bianca del
giorno composta dai colori dellarcobaleno. Per approfondimenti vedi Sicurelli R., op.cit.
32
Quando due soggetti devono indicare uno stesso colore sullo spettro dei
colori, il risultato pu essere molto diverso: questo accade perch lo spettro un
continuum di gradazioni e perch le persone identificano sensazioni diverse con
nomi diversi. Ogni individuo organizza il suo mondo cromatico in base alla sua
esperienza e alla sua sensibilit, influenzato anche dalle condizioni geografiche,
storiche e culturali dellambiente in cui vive. Grazie ad alcuni studi si scoperto
che la prima distinzione linguistica che luomo ha fatto, relativa alla scala dei
colori, stata lopposizione chiaro/scuro e tale differenziazione si ritrova in tutte
le lingue. Il terzo colore menzionato nel linguaggio di varie popolazioni il rosso
e a seguire si trovano il verde, il giallo e il blu. Tuttavia, anche se popolazioni
diverse hanno incluso nel loro repertorio linguistico gli stessi colori, non vuol dire
che dappertutto essi siano stati percepiti in modo identico o siano stati fatti
oggetto di una valutazione simile, soprattutto a livello simbolico. Al contrario, la
valenza simbolica di un colore e la sua percezione cambiano a seconda della
storia sociale e culturale della popolazione e delle caratteristiche dellambiente in
cui essa vive31.
Ma la percezione di un colore non cambia solo a seconda dellambiente
socio-culturale. Una stessa tinta, in contesti differenti, pu essere percepita come
diversa anche perch la sua specificit viene influenzata dai colori vicini, dalla
forma che lo racchiude e dalle caratteristiche della luce. Soprattutto la luce un
fattore rilevante e ci si osserva facilmente anche nellambiente che ci circonda:
infatti i colori messi in risalto dalla luce del mattino sono diversi da quelli che si
osservano a mezzogiorno o alla sera. Si pu pensare poi alleffetto della luce di
una candela, piuttosto che alla luce elettrica e cos via.
Come molte ricerche hanno dimostrato, vi una stretta correlazione fra
colori ed emozioni: essi suscitano impressioni o sensazioni che dalla vista
coinvolgono anche gli altri sensi e possono far sorgere una gamma di stati
danimo che va dalleccitazione alla quiete, dallallegria alla tristezza. Inoltre
permettono, a chi li utilizza, di esprimere la propria personalit e gli stati danimo
profondi. Tutto ci molto importante per la medicina alternativa e per la
31
33
psicologia che hanno utilizzato il colore per comprendere e curare (ne sono un
esempio la cromodiagnostica e la cromoterapia).
Un altro aspetto importante, sottolineato da molti pittori e musicisti, la
relazione esistente fra musica e pittura. Secondo Balzac, il suono non altro che
la luce sotto altra forma e gli strumenti musicali hanno, per il musicista, il ruolo
che i colori hanno per il pittore. Un preciso indizio di questo legame dato da un
linguaggio
comune:
termini
come
timbro,
armonia,
tonalit
34
Capitolo III
3 La didattica dellarte e dellimmagine
3.1
La didattica dellarte
Uno dei principali studiosi italiani che si occupa di didattica dellarte Marco
Dallari, il quale introduce la riflessione sul rapporto fra arte e bambino definendo
il concetto di estetica. Lerrore che si fa comunemente quello di identificare
lestetica con il bello e questo equivoco presente anche nella scuola. Lestetica
invece il modo di conoscere con la sensazione e attraverso i sensi ed quindi
una concezione fisica, riferita ai sensi e alla percezione.
Se come detto precedentemente, lapproccio estetico riguarda lemozione e
la conoscenza che deriva da essa, il primo sentimento che il soggetto prova di
fronte ad unopera non il sentimento del bello, ma quello dello stupore,
intendendo per stupore ...ci che colpisce, che provoca unoscillazione degli stati
32
Dallari M., Francucci C., Lesperienza pedagogica dellarte, La Nuova Italia, Scandicci
(Firenze), 1998, p. 15
35
anche delle cose note perch nellanalizzarle a fondo scopre sempre qualcosa di
nascosto.
molto importante che leducatore sappia che i bambini hanno con lestetica
un rapporto diverso rispetto agli adulti. Come ricorda Dallari, i parametri che
guidano questo rapporto non sono legati ...alla categoria dellarmonia e del bello
33
ragazzo si avvicinano allarte quando trovano in essa degli spunti nei quali
identificarsi.
Per lavorare sullopera darte la si deve considerare come un testo, nel quale
34
leggibile sia per linsegnante, sia per i bambini e per esserlo deve essere
riconducibile a codici gi noti ed essere eventualmente modificabile e
semplificabile. Nel procedimento didattico su unopera darte vengono individuate
da Dallari alcune fasi: innanzitutto linsegnante deve essere in grado di spiegare
ai bambini perch quellopera si pu considerare testo, successivamente ci sar la
33
34
36
37
perch non permette al bambino, che si accosta per la prima volta allopera, di
cercare in essa nuovi significati. La spiegazione come si pu capire, censura e
smorza lo stupore del bambino e spesso lopera darte appartenente al passato
rischia di avere gi una spiegazione, fornita dai critici. Per evitare questo, Dallari
suggerisce di lavorare sulle opere contemporanee, perch a differenza delle
opere del passato ...larte contemporanea pi ambigua [...] poich non ancora
linguisticamente
nuova
in
parte
sconosciuta...36.
Allopera
attraverso
il
quale
il
bambino
pu
avvicinarsi
allopera
36
38
possiamo incontrare nel mondo che ci circonda e nel corso di tutta la nostra vita,
come se si trattasse di unopera darte ... 39. Questo atteggiamento importante
al fine di riconoscere che in ogni parte del mondo c una percentuale di
ambiguit (come nellopera darte) e che quindi tutto pu essere interpretato.
Porsi in questo modo nei confronti della realt che ci circonda significa quindi
provare stupore in ci che facciamo e viviamo ogni giorno.
3.2
39
Elementi
Idee forti
Linguaggio
Argomenti
Procedimenti
Funzioni
40
essere
affinata
attraverso
lesercizio
quindi
uno
degli
obiettivi
seconda
idea
forte
la
creativit,
componente
importante
41
sottolinea che lambiguit non una caratteristica negativa perch essa nasce da
una violazione delle norme con cui il linguaggio viene comunemente utilizzato e
tale trasgressione aumenta la significativit dellimmagine44.
Nello schema riportato precedentemente, Staccioli ha inserito anche i termini
elementi, argomenti e procedimenti. Per elementi si intendono quegli
aspetti che compongono la grammatica dellimmagine e che formano la sua
struttura. Gli elementi grammaticali sono le strutture portanti del linguaggio
visivo e conoscerli pu aiutare a comprendere meglio il significato di
unimmagine. Agli elementi indicati da Kandinskji (punto, linea e superficie)
possono essere aggiunti il colore, la luce, il movimento, lo spazio ed altri ancora.
Su questi elementi grammaticali possono essere elaborati dei percorsi didattici,
ma bisogna fare attenzione a non incentrare tutta leducazione allimmagine sulla
grammatica perch, come nelle altre discipline, essa deve essere presentata solo
dopo aver dato ampio spazio allespressione.
Per quanto riguarda gli argomenti, lautore evidenzia alcuni temi che sono
presenti nelle immagini di tutte le epoche e di tutte le culture e che possono
essere trattati anche nel curricolo della scuola primaria. Questi argomenti sono:
-
42
I TEMI DELLIMMAGINE
interno
A i sogni
le fantasie
le paure
.....
C il comico
lirreale
il fantastico
........
io
mondo
B il volto
il corpo
la figura umana
.........
D la citt
gli avvenimenti
i musei
il paesaggio
esterno
43
sottolinea che non basta il contatto fra il materiale e il bambino, poich ...non
tanto il singolo rapporto con il medium lelemento interessante del lavoro con le
immagini, quanto il procedere per costruire un modo personale di usare le
tecnologie45. Laiuto pi efficace che linsegnante pu offrire quello che
consente al bambino di usare i materiali in modo personale, di scoprirne, anche
con il sostegno delladulto, le potenzialit e le caratteristiche e di utilizzare i vari
elementi per le proprie sperimentazioni. Per arrivare a questo occorre che anche
in questa disciplina venga dato spazio a metodologie che consentano la ricerca
personale, perch il lavoro con le immagini, pur rimanendo sempre divertente,
deve essere frutto anche di ricerca e meditazione.
Nella riflessione conclusiva Staccioli afferma che gli aspetti da lui analizzati
(idee forti, argomenti, elementi e procedimenti) sono solo alcuni dei tanti che
possono essere utilizzati per delineare un quadro di riferimento per leducazione
allimmagine; limportante affrontare questa educazione da pi punti di vista,
privilegiando a volte i materiali, le tecniche ed i procedimenti, a volte i temi di
lavoro, altre volte gli elementi della grammatica. La presenza di questa disciplina
nei curricoli scolastici molto importante perch con leducazione allimmagine si
vuole ricordare che ci si pu esprimere e si pu comunicare non solo attraverso i
sistemi di segni, ma anche attraverso il mondo delle forme, delle raffigurazioni,
dei colori, del movimento. La comunicazione attraverso limmagine offre
possibilit di comunicazione diverse dalle altre discipline e questa diversit va
riconosciuta, affinata e sviluppata nel bambino.
45
44
3.3
un
ruolo
di
grande
innovazione
soprattutto
nellambito
Lidea di laboratorio educativo nasce negli Stati Uniti allinizio del Novecento,
grazie al pensiero di John Dewey, filosofo e pedagogista che ha influenzato
profondamente la cultura e i sistemi educativi del suo paese. Il pensiero filosofico
e pedagogico di questo studioso si basa sul concetto di esperienza, intesa come il
rapporto fra luomo e lambiente, e sulla convinzione che proprio da questa
interazione nasca il pensiero delluomo. Per questo, secondo Dewey, il sistema
scolastico deve operare affinch il bambino si confronti con nuove esperienze
46
45
perch solo in questo modo, agendo in prima persona, egli potr dare vita ad un
apprendimento efficacie e duraturo.
La creazione del laboratorio didattico nasce dal lavoro di alcuni discepoli di
Dewey e in particolare da due modelli di scuola da loro istituiti: la scuola attiva e
quella a tempo pieno
47
in Italia nelle scuole materne ed elementari degli anni Sessanta e viene chiamato
cos perch il bambino ha un ruolo attivo e diviene protagonista del suo processo
di apprendimento, operando concretamente sulle situazioni e sulle difficolt che
gli vengono fatte incontrare. Questo modello incentrato interamente sui
laboratori, soprattutto di tipo espressivo-creativo, con lobiettivo di soddisfare i
bisogni di fantasia, di movimento, di costruzione e di fare da s. Invece nella
scuola a tempo pieno, diffusa in Italia negli anni Settanta, i laboratori sono
destinati soprattutto allalfabetizzazione secondaria con lobiettivo di dare al
bambino gli strumenti cognitivi necessari per capire ed affrontare la societ in cui
vive e la cultura che ad essa appartiene.
Il laboratorio, date le sue molteplici qualit, ha trovato negli anni molti
sostenitori e anche nella scuola di oggi si richiede la sua presenza poich, come
afferma il pedagogista Frabboni, stato riconosciuto come ...una delle terapie
47
48
46
47
laboratorio
grafico-pittorico
vengono
veicolati
anche
contenuti
50
48
3.4
49
53
Lastrago C., Testa F., Educazione allimmagine nella scuola elementare, Zanichelli, Bologna,
1986, pp. 47-48
50
legate allimmagine, possibile sia il lavoro singolo, sia quello di gruppo. Il lavoro
individuale importante poich il bambino pu avere lesigenza di esprimere,
attraverso le immagini, qualcosa di personale e in questo caso si deve rispettare
il bisogno di isolarsi e concentrarsi. Inoltre, anche a livello tecnico ci sono
esperienze che il bambino deve fare da solo per impadronirsi della capacit di
utilizzare gli strumenti ed i materiali. Altrettanto importante il lavoro di gruppo
poich il bambino, sia nella fase di discussione e progettazione, sia in quella della
realizzazione, stimolato a trovare un ruolo per collaborare con gli altri. Se il
gruppo funziona bene ci che verr realizzato andr oltre la capacit dei singoli
poich laspetto pi stimolante del lavorare insieme proprio il fatto che lunione
di
idee,
proposte
sforzi
porta
risultati
nuovi,
non
raggiungibili
individualmente54.
Unultima indicazione riguarda il tempo che purtroppo nella scuola, fra la
necessit di portare avanti il programma e le esigenze delle altre discipline,
sempre poco. Bisogna perci organizzarsi bene per sfruttarlo al meglio. Se si
deve utilizzare laula di classe, utile ricordare che preparare lo spazio, i materiali
e gli strumenti richiede tempo: si possono responsabilizzare i bambini dando a
ciascuno un compito in modo da velocizzare la fase organizzativa. Quando si
imposta unattivit bisogna assicurarsi di poterla svolgere con tranquillit senza
dover mettere fretta, altrimenti si corre il rischio di realizzare un lavoro
insoddisfacente e di perdere il contatto con gli alunni. Linsegnante, per rispettare
lindividualit del bambino, deve anche tenere in considerazione il tempo di cui ha
bisogno per iniziare lattivit e per svolgerla. Dato che questo cambia da bambino
a bambino dovr conoscere i tempi dei suoi alunni per programmare in modo
efficacie ed equilibrato le attivit, per sapere dove e quando aiutare e per
valutare in modo corretto i risultati raggiunti da ciascuno.
54
51
3.5
Bruno Munari nasce a Milano nel 1907 e nella sua vita lavora in svariati
campi: arte, grafica, pubblicit e design, ma viene ricordato anche come poeta,
animatore, filosofo e pedagogista. A partire dagli anni Settanta, infatti,
approfondisce i suoi interessi in ambito didattico, contribuendo al rinnovamento
teorico e pratico dellinsegnamento artistico; da questi anni in poi l'interesse per il
mondo dell'infanzia monopolizza la sua attivit. Conservare lo spirito dellinfanzia
55
56
Bruno Munari
Munari B., Fantasia, Laterza, Roma/Bari, 1990, p. 121
52
57
58
53
autonomo 59; ladulto non deve dare giudizi sugli elaborati, correggere o criticare
i lavori perch ci che importante nel laboratorio non il risultato ma il
processo che il bambino ha sperimentato e memorizzato e che ha permesso di
arrivare al prodotto. Inoltre, loperatore ha il compito di trasmettere ai bambini la
voglia di provare senza paura di sbagliare, perch nel laboratorio non si lavora
per essere valutati ma per scoprire ed imparare giocando.
In questo ambiente i bambini vengono abituati a scambiarsi le esperienze e
ad aiutarsi lun laltro, dimenticando ogni forma di competitivit e ad avere
rispetto verso il laboratorio e il materiale che viene utilizzato.
Anche lallestimento del locale dove i laboratori trovano spazio sempre
stato considerato come un elemento essenziale che pu favorire lattivit:
generalmente lungo le pareti sono disposte una quantit di materiali, riposti in
scatole con etichette, i muri sono inizialmente liberi per poi poterli riempire con i
lavori realizzati e i bambini utilizzano lo spazio a disposizione secondo le proprie
necessit, muovendosi liberamente da un tavolo allaltro e usando anche il
pavimento per le loro attivit. Il materiale che serve per lattivit viene disposto
in modo che il bambino capisca gi quale lavoro si andr a svolgere, seguendo il
principio didattico secondo il quale preferibile che ladulto non dia troppe
spiegazioni. Allinterno del laboratorio le attivit si sviluppano in un modo quasi
naturale, molte volte unattivit sviluppandosi ne fa nascere delle altre non
previste in partenza, dando vita al principio da cosa nasce cosa, titolo anche di
un libro di Munari.
Le attivit proposte nel laboratorio di Brera erano dedicate ai bambini delle
scuole elementari; in seguito vennero estese ai bambini delle materne, ai ragazzi
59
54
delle medie e talvolta anche a quelli delle superiori. Oggi i laboratori si rivolgono
a piccoli e grandi, dai due ai novant'anni. La metodologia di Munari ha riscosso
molto successo e anche dopo la sua morte, avvenuta a Milano nel 1998, i
laboratori hanno continuato a nascere in molte scuole, musei e altre istituzioni
private e pubbliche e i suoi collaboratori stanno portando avanti la sua
esperienza, arricchendola sempre pi. Chi continuer questo esperimento potr
fornire dei dati utili al suo perfezionamento, come soleva dire lo stesso Munari
dopo la prima esperienza alla pinacoteca di Brera.
55
56
Capitolo IV
4 Punto, linea e colore: presentazione di un progetto in una
classe terza elementare
4.1
percorso
stato
fatto
con
una
modalit
laboratoriale
57
58
io
linsegnante
di
educazione
allimmagine
abbiamo
curato
4.2
La prima attivit fatta relativa al punto aveva lobiettivo di far conoscere agli
alunni le caratteristiche di questo elemento. I punti, infatti, possono essere di
diverse grandezze e distribuiti in vari modi su una superficie: vicini o lontani,
raggruppati o distanti, possono formare una linea, una forma o una figura, ma
possono anche essere disposti a caso.
Per lavorare su queste caratteristiche del punto avevo precedentemente
preparato quattro cartoncini neri sui quali avevo incollato dei punti bianchi di
diversa dimensione, disposti in maniera differente (fig. 10). I cartoncini sono stati
mostrati agli alunni, uno alla volta ed attaccati vicini su un cartellone, in modo da
permettere ai bambini di fare confronti. Inizialmente non stata fornita loro
alcuna spiegazione, se non quella di fare qualsiasi osservazione fosse venuta loro
59
Figura 10. I quattro fogli preparati: nel cartoncino in alto a sinistra i punti sono rarefatti e
di uguale dimensione, in quello in alto a destra i punti, sempre di uguale dimensione,
sono posizionati sia per rarefazione, sia per addensamento. Nel cartoncino in basso a
sinistra sono ancora sia rarefatti che addensati, ma la loro grandezza cambia; in quello in
basso a destra i punti, di diverse grandezze, formano linee e forme.
60
Figura 11. Alcuni esempi dei lavori fatti dai bambini. Nel primo i punti sono disposti sia
raggruppati sia sparsi, nel secondo vengono utilizzati per fare anche delle forme, mentre
nel terzo i punti sono rarefatti. In tutti sono stati utilizzati punti di diverse dimensioni.
I punti utilizzati erano di cinque dimensioni diverse e sono stati fatti utilizzando il cerchiografo,
uno strumento apposito.
61
62
Figura 13. Due tavolette realizzate dagli alunni: la prima fatta con mais, riso e fagioli,
mentre la seconda con mais, lenticchie e riso.
63
Figura 15. Uno dei lavori realizzati con Paint. Questa era la prima volta che i bambini
utilizzavano questo programma e quindi, per la difficolt di utilizzare il mouse, non tutti i
punti risultano staccati.
64
alcune
zone
dellimmagine
il
numero
corrispondente
al
grado
di
61
65
Anche in questo caso i bambini sono rimasti molto stupiti e si sono cimentati
anche loro in questo tipo di arte, realizzando dei disegni con punti e linee (fig.
16). Questi disegni sono stati fatti con una tecnica particolare: per fare i punti
infatti gli alunni hanno utilizzato il retro del pennello intinto nella tempera,
imitando gli aborigeni che realizzano i loro lavori utilizzando dei bastoncini. Il
tema del disegno ed i colori sono stati scelti dai bambini.
Figura 16. In alto un esempio di arte aborigena e in basso uno dei lavori fatti dai
bambini.
66
4.3
Lobiettivo della prima attivit sulla linea, era far conoscere ai bambini le
caratteristiche di questo elemento e le sue diverse forme. Partendo dalle
preconoscenze, stato appeso un cartellone alla lavagna sul quale gli alunni
hanno disegnato i tipi di linea che conoscevano. Dopo aver disegnato delle linee
rette (verticale, orizzontale e obliqua) ed alcune linee curve, i bambini hanno
avuto difficolt a trovarne di nuove. Molti di loro facevano riferimento alla
matematica e disegnavano linee incidenti, perpendicolari e parallele, avendole
appena trattate con laltra insegnante. Cos ho chiesto loro di pensare a delle
linee fantasiose e, dopo qualche incertezza, sono state disegnate linee a spirale,
ondulate e miste sia aperte, sia chiuse. Quindi si cercato di assegnare un
aggettivo alle linee, dal pi convenzionale (retta, curva, spezzata) al pi
fantasioso, come spumeggiante, vorticosa, morbida, tortuosa. Il cartellone
67
stato poi utilizzato come punto di partenza per creare una legenda con tutti i
tipi di linea e i loro aggettivi, che servita anche per i lavori seguenti.
Lattivit successiva ha permesso di lavorare sullo spessore della linea. Per
fare questo esercizio i banchi sono stati avvicinati in modo da creare tre grandi
tavoli e su una parete sono stati appesi alcuni fogli raffiguranti linee di diverso
spessore. Su ciascun tavolo sono stati disposti diversi materiali: matite, penne,
pennarelli a punta fine e grossa, colori a matita e a cera, pennelli di diversa
grandezza con colori a china, a tempera ed acquerelli e fogli di diversa misura. I
bambini sono stati invitati a sperimentare i materiali che desideravano e
lorganizzazione dello spazio ha permesso a tutti un facile accesso ad essi e una
buona libert di movimento. Lesercizio stato eseguito solo con il nero, poich
luso del colore avrebbe distratto i bambini.
Tracciando segni grossi e sottili, gli alunni hanno capito che le linee possono
avere diversi spessori, a seconda del materiale che viene utilizzato. Lavorando in
questo modo i bambini hanno compreso senza bisogno di ulteriori spiegazioni,
confermando cos un principio di Munari, secondo il quale il soggetto apprende
pi facilmente quando sperimenta in prima persona63.
Nellincontro successivo gli alunni hanno lavorato con la linea e lattivit
iniziata con losservazione di alcune opere di Kandinskij64. Assieme ai bambini
stato osservato come il pittore abbia realizzato questi quadri usando vari tipi di
linea ed stato chiesto loro di fare un disegno utilizzando solo linee. Per colorarlo
stata adoperata la china e lunico suggerimento dato stato quello di usare
pochi colori. Finito il lavoro i bambini hanno ripassato le linee con il pennino e la
china nera, aumentandone a volte lo spessore e aggiungendo anche dei punti. Gli
alunni si sono impegnati molto per realizzare il loro primo disegno astratto e
molti di loro hanno fatto alcuni schizzi prima di impegnarsi in quello definitivo.
Utilizzando tanti tipi di linea e accostandole in maniera differente i bambini hanno
creato dei lavori molto diversi e per questo originali; inoltre, potendo usare pochi
63
Per approfondimenti vedasi i libri Munari B., Fantasia, Laterza, Roma/Bari, 1990 e Munari B.,
a cura di, Il laboratorio per bambini a Brera, Zanichelli, Bologna, 1981
64
Le opere mostrate erano Composizione VIII, Su punte e Piccolo sogno in rosso. Per
lavorare su queste e su altre opere di Kandinskij stato utilizzato il libro Malorny U., Kandinsky,
Taschen, Kln, 1996, dedicato alla vita e alle opere dellartista russo.
68
colori, hanno scelto con cura quali utilizzare e come accostarli riflettendo sui
colori complementari e questo ha permesso di fare degli abbinamenti efficaci,
che hanno dato molto risalto alle linee (fig. 17).
Figura 17. Due disegni realizzati dai bambini. Nel disegno in alto sono state utilizzate
prevalentemente linee curve, mentre in quello in basso linee spezzate.
69
Dato che uno degli obiettivi che volevo raggiungere era far sperimentare ai
bambini diversi tipi di materiali e di tecniche, nelle attivit successive sono state
proposte delle attivit con il filo di ferro e il sale.
La prima attivit stata fatta con il filo di ferro ed stata introdotta da una
discussione, attraverso la quale ho capito quali tipi di arte i bambini conoscessero
e dalla quale partita una breve conversazione sulla scultura e sul modellaggio.
Il lavoro consisteva nel modellare il filo di ferro creando delle linee per comporre
poi una piccola scultura. Prima di iniziare sono stati mostrati ai bambini alcuni
esempi, dai quali hanno capito ci che dovevano fare. Al centro dellaula, su un
banco, sono stati preparati tanti pezzi di filo, di diverse lunghezze e dei pezzi di
das65, con il quale stata fatta la base della scultura. Il filo di ferro utilizzato era
molto duttile, adatto ad essere piegato dai bambini e ricoperto di plastica,
affinch non si facessero male. Gli alunni erano liberi di scegliere la lunghezza del
filo da utilizzare, quanti pezzi utilizzarne e quale forma dargli. Anche la base
poteva essere modellata a loro piacimento. Tale libert ha permesso ai bambini
di creare delle sculture molto diverse; sono state fatte linee curve, rette, a
spirale, ondulate, singole o attorcigliate fra loro, lunghe e corte (fig. 18 e 19).
realizzata
Una cosa che mi ha stupito molto che i bambini hanno modellato il filo
creando forme tridimensionali, mentre io non ci avevo pensato. Anche la base ha
assunto diverse forme: piatta, cilindrica, a sfera, a vulcano, quadrata e
rettangolare (fig. 20). La metodologia con la quale stata svolta lattivit ha
65
Il Das un materiale plastico che viene usato molto nella scuola perch facile da modellare,
non sporca e si indurisce asciugandosi.
70
66
Lasciare libero il bambino non vuol dire abbandonarlo a se stesso, ma fornirgli le informazioni
necessarie per imparare la tecnica e il metodo, lasciandolo poi libero di scegliere il tema e il modo
in cui procedere. Per approfondimenti vedasi Munari B., Fantasia, Laterza, Roma/Bari, 1990.
71
Nella seconda attivit sono stati utilizzati gessetti per lavagna colorati e sale
fino. Ad ogni bambino stata data una bottiglietta di vetro, un po di sale e
alcuni gessi di colore diverso; il sale stato colorato stendendolo sul banco
(precedentemente coperto con carta di giornale) e strofinandovi sopra il gesso.
Ciascun bambino ha fatto quattro-cinque colori e per gli altri ha utilizzato il sale
preparato da compagni. Dopo aver colorato il sale, i bambini hanno riempito le
boccettine servendosi di un imbuto realizzato con un foglio di carta; ruotando e
indirizzando questo imbuto i bambini hanno distribuito il sale in modo da creare
diverse linee (fig. 21).
Questa
attivit
stata
utile
anche
per
sottolineare
il
concetto,
67
Fortunato Depero (1892- 1960) un artista di origine trentina che fece parte del movimento
futurista. Come altri artisti futuristi non si limit alla pittura, ma si ciment anche nella scultura,
nella pubblicit, nel teatro e nellarredamento. Ho scelto di lavorare su questo autore per le sue
origini e perch a Rovereto (citt vicina ad Avio) c un museo a lui dedicato. Per approfondimenti
stato utilizzato il libro Scudiero M., a cura di, Depero. Istruzioni per luso, Leditore, Trento,
1992 ed il sito www.depero.it
72
68
73
bambini
di associare
Emozione
Elemento
o sensazione
della natura69
suscitata
Amore
Mare calmo
Calma
Terreno
Agilit
Confusione e caos
Rabbia
Nervoso
Cattiveria
Dolcezza
Mare mosso
Gioia
Colline
Onde
Erba
Montagne
Preoccupazione
Tornado
Rabbia
Vento
Dolore
Vortice
Odio
Tromba daria
Viticcio della vite
Ramo
69
Non sempre i bambini hanno rispettato la consegna, nominando anche elementi non appartenenti
alla natura, ma per rispetto ho voluto trascrivere tutte le loro idee.
74
Caos
Cespuglio
Gioia
Cactus
Felicit
Alghe
Paura
Coralli
Foglie
Vento
Gioia
Alghe
Tristezza
Terremoto
Paura
Pini
Freddo
Vulcani
Timore
Montagne
Gioia
Tetto
Pavimento
Campi
Tappeto
Tenda
Legna
Tronchi
Dolore
Montagne
Bisogno di aiuto
Tristezza
Stalagmiti
Rabbia
Erba
Agitazione
Paura
Dolore
Fulmini
Rabbia
Tuoni
Paura
Temporale
Tristezza
Graffi
Malignit
Rumore
Pini
75
compagni la linea trovata ed il paesaggio alla quale faceva riferimento (fig. 23),
ritrovando anche alcuni accostamenti fatti nellattivit precedente, come ad
esempio linea retta-mare calmo, linea spezzata-montagna, linea ondulatadeserto.
Figura 23. Nelle figure a sinistra sono riportate due immagini date ai bambini e sulla
destra le linee evidenziate in quei paesaggi.
Con questa attivit i bambini hanno osservato che anche nel paesaggio che
ci circonda possiamo trovare delle linee e che ogni paesaggio ha delle linee
predominanti. Cos stato dato ai bambini un foglio sul quale si trovava il
motociclista disegnato da Depero nellomonima opera ed stato chiesto loro di
disegnare un paesaggio (fig. 24). Successivamente stato osservato il quadro di
Depero e abbiamo riflettuto sullo sfondo fatto dal pittore.
76
Figura 24. Nel disegno sopra il motociclista stato ambientato in un paesaggio naturale,
mentre sotto in un ambiente antropico.
77
4.4
Le attivit svolte sul colore sono state meno rispetto a quelle sul punto e
sulla linea, poich negli anni precedenti la classe aveva gi lavorato sui colori
primari/secondari e caldi/freddi. Cos ho deciso di concentrarmi maggiormente
sulluso del colore nelle opere darte e sulla sua presenza in natura.
Nel primo incontro ho voluto indagare le loro preconoscenze sui colori. La
conversazione iniziata chiedendo ai bambini come si forma larcobaleno e
parlando poi della scomposizione della luce bianca; successivamente i bambini
hanno spiegato quali sono i colori primari, secondari, caldi e freddi e quali sono le
loro caratteristiche.
Per far riflettere i bambini sullimportanza del colore nellopera darte, stata
data a ciascuno una fotocopia dellopera Il motociclista di Depero70 ed stato
chiesto loro di colorarla, utilizzando i colori freddi o i colori caldi (fig. 25 e 26). I
bambini hanno avuto qualche difficolt a rispettare la consegna e pi di uno ha
mescolato colori caldi e freddi. Per svolgere questa attivit sono stati forniti agli
alunni molti colori, in modo che avessero a disposizione pi gradazioni di uno
stesso colore.
Lopera dipinta con il nero, lazzurrino e le gradazioni del grigio. Per approfondimenti vedasi
il libro Scudiero M., op. cit., p. 74 o consultare il sito www.depero.it
78
79
Figura 27. Nelle immagini a sinistra le opere di Depero e sulla destra le copie con i colori
invertiti.
80
risultati dei quattro gruppi, sono stati nominati tutti i colori che i bambini
conoscevano. Partendo da questa osservazione, nata una conversazione sulla
provenienza dei colori usati per dipingere, nel corso della quale i bambini hanno
compreso come i colori utilizzati oggi siano prodotti chimicamente, mentre in
passato erano ricavati dagli elementi della natura, quali bacche, fiori, foglie, erba,
terra e minerali.
Nellattivit successiva quindi non poteva mancare la sperimentazione,
utilizzando i colori ricavati da elementi naturali e pi precisamente da alimenti
quali cacao, zafferano, carote, spinaci, pomodoro e rape rosse. Per fare i colori le
verdure sono state cotte e poi tritate, mentre lo zafferano e il cacao sono stati
mescolati con acqua e farina. La classe stata divisa in coppie e ciascuna ha
preparato un colore; anche il lavoro stato fatto a coppie, su un cartoncino un
po pi grande di un foglio A3 ed il colore stato steso con le dita (fig. 28).
Figura 28. A sinistra un momento della preparazione del colore e a destra un momento
della pittura.
81
Figura 29. Due lavori realizzati con i colori ricavati dagli alimenti.
82
Figura 30. Due immagini che mostrano i bambini impegnati nella prima fase di
realizzazione della tela.
Gli strumenti utilizzati per lasciare tracce sono stati vari: forchette, cucchiai,
spatole piatte e dentellate, penne, spazzole, pettini, tappi di plastica e di
sughero. Questi oggetti, che quotidianamente vengono usati per altri scopi e non
per disegnare, sono stati portati a scuola dai bambini. Lidea di utilizzare
strumenti della vita quotidiana servita per capire che possibile produrre tracce
e lasciare segni con qualunque oggetto ed stata una scoperta molto divertente
(fig. 31 e 32).
83
Figura 31. Produzione di linee con strumenti insoliti: sopra una penna e sotto una spatola
dentellata.
Non era importante che ciascun bambino provasse tutti gli strumenti ma che
la scelta avvenisse in maniera autonoma e personale; per questo sono stati
distribuiti sui tavoli e presentati tutti contemporaneamente, in modo da rendere
veramente libera la scelta. Ho suggerito ai bambini alcuni modi in cui potevano
essere usati ed ho fornito loro qualche piccolo esempio, stando per attenta a
non influenzarli troppo, in modo da lasciare a loro la scoperta. Era compito loro,
infatti, studiare i vari modi in cui era possibile combinare ed utilizzare gli
84
Figura 32. Produzione di linee con strumenti insoliti: in alto a sinistra un tappo di sughero
e a destra un pettine; in basso una forchetta.
85
4.5
Osservazioni conclusive
86
gli
alunni
imparano
ad
esporre
le
proprie
idee
71
Frabboni F., Didattica generale. Una nuova scienza delleducazione, Mondadori, Milano, 1999,
p. 123
72
Per approfondimenti si vedano i testi Ianes D., Didattica speciale per lintegrazione, Erickson,
Trento, 2001 e Stainback S. B., Stainback W. C., La gestione avanzata dellintegrazione
scolastica, Erickson, Trento, 1993
87
73
88
bambini
i colori
89
nellaffrontare questo mio progetto, sono molto importanti perch solo cos gli
insegnanti possono elaborare dei percorsi adatti e rispettosi dei bisogni dei
bambini, dando vita ad unazione educativa davvero efficace.
90
Capitolo V
5 La scuola va al museo: i laboratori didattici per larte
5.1
74
Cisotto Nalon M., Il museo come laboratorio per la scuola. Per una didattica dellarte, Il
Poligrafo, Padova, 2000, p. 119
91
5.1.1
75
La sede principale del Museo si trova a Rovereto, mentre le altre due sedi espositive sono il
rinascimentale Palazzo delle Albere a Trento e il Museo Fortunato Depero, anchesso a Rovereto.
Per maggiori informazioni si consulti il sito www.mart.trento.it
92
Allinterno del Mart attiva da molti anni la sezione didattica, che organizza
percorsi per le scuole, dalla scuola dellinfanzia alla scuola secondaria di secondo
grado. I laboratori, temporanei e permanenti, nascono come esperienza
sperimentale a contatto con larte moderna e contemporanea e si differenziano a
seconda dellet dei bambini e dei ragazzi. Per i bambini di cinque e sei anni sono
incentrati sulle relazioni e sugli scambi comunicativi e consentono ai piccoli
partecipanti di condividere esperienze e significati, rielaborare forme e soggetti,
sperimentare e socializzare. Le proposte stimolano la curiosit, sviluppano
interesse per la scoperta e per il fare, incentivano le potenzialit creative e
facilitano nel bambino la comunicazione. Alla base dei percorsi rivolti alla scuola
primaria vi il metodo pedagogico fondato sulla partecipazione attiva dei
bambini. Vengono svolte attivit che sviluppano la sensibilit artistica e la
capacit di osservazione e che hanno per obiettivo la rielaborazione di forme,
linguaggi, temi, soggetti e tecniche. I laboratori proposti per la scuola secondaria
sono incentrati su attivit di osservazione logico-critica, con lo scopo di offrire agli
93
5.1.2
76
Il Mart collabora con Universit degli Studi di Trento-Facolt di Lettere e Filosofia, Corso in
Scienze dei Beni Culturali, Universit degli Studi di Verona-Facolt di Scienze della Formazione,
SSIS di Rovereto, SSIS di Venezia, Associazione Sclerosi Multipla Centro Franca Martini,
Associazioni di colonie estive.
77
Per
maggiori
informazioni
sulla
Galleria
si
pu
consultare
il
sito
www.galleriadartemoderna.bo.it
94
95
96
5.1.3
Per approfondimenti
www.castellodirivoli.it
riguardanti
il
museo
97
la
sua
attivit
consultare
il
sito
98
5.1.4
Figura 40. La Home page del sito dedicato al Polo Museale Fiorentino.
79
99
80
100
Ogni anno la sezione propone agli insegnanti di ogni ordine e grado corsi di
aggiornamento e workshop che hanno lo scopo di informare i docenti sui beni
culturali del territorio e di renderli consapevoli del loro valore educativo. Essa
inoltre si occupa anche di proporre visite gratuite per le famiglie, momenti di
gioco per i bambini e attivit per i visitatori (percorsi dedicati e conferenze,
soprattutto in occasione di importanti manifestazioni). Inoltre cura la sezione
dedicata alla documentazione: in essa sono disponibili una diateca, che conta
circa ventunmila diapositive, una biblioteca specializzata in didattica museale ed
una sezione che contiene CD e materiali vari prodotti dalle scuole nell'ambito dei
progetti realizzati.
101
5.1.5
82
Per maggiori informazioni sui Musei Civici possibile consultare il sito www.musei.re.it
102
83
Didart un progetto europeo plurilingue e transnazionale sulla didattica dellarte nato nel 2002.
Didart si propone di promuovere e diffondere un'ampia gamma di strumenti per avvicinare il pubblico,
con particolare attenzione ai giovani e giovanissimi, all'arte contemporanea e ai suoi luoghi. Per fare ci
stato creato un sito, punto di riferimento per la didattica dell'arte interattiva e multimediale on-line, e
vengono promossi attivit ed eventi di didattica dell'arte, progettati e realizzati in ambito europeo, da
"far vivere" sul territorio, in collaborazione con istituzioni e realt locali. Tra i patners del progetto vi
sono musei, istituzioni ed universit eupropee; i patners italiani sono ARTE (capofila del progetto),
Istituzione Galleria d'Arte Moderna di Bologna, Musei Civici di Reggio Emilia (Biblioteca di
Archeologia e Storia dell'Arte- Centro di Documentazione Didart sulla didattica dellarte), Palazzo delle
Esposizioni di Roma, MART di Trento e Rovereto, Accademia di Belle Arti di Bologna, Cooperativa
Culturale Giannino Stoppani di Bologna. Per maggiori informazioni visitare il sito www.didart.net
103
5.2
La biblioteca comunale Antonio Panizzi nacque nel 1975 dallunione della Biblioteca
Municipale, istituita a met dellottocento e della Biblioteca Popolare, istituita nei primi anni del
novecento. Nel 1972 stata aperta la prima biblioteca decentrata a Rosta Nuova e negli anni
successivi vennero aperte le biblioteche di Ospizio, di San Pellegrino e di Santa Croce.
104
5.3
contenuto
partecipanti
attivit
metodologia utilizzata
relazione adulto-bambino
105
106
85
Per approfondimenti sulla variabile privatezza/socialit vedi Manini M., Borghi B. Q., Da zero a
sei anni. Materiali per un progetto di continuit educativa, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze),
1993, p. 68
107
86
108
5.4
I laboratori su Munari
5.4.1
87
Largomento trattato nei laboratori cambia annualmente, a seconda del progetto proposto dagli
operatori.
109
Nellaula vi sono tre finestre non molto grandi e la luce naturale viene
integrata con la luce artificiale affinch lambiente sia bene illuminato.
I materiali presenti sono molti: stoffa, carta, cartoncini e plastica di diversi
tipi e formati; tra questi vi sono anche materiali di recupero ed altri che possono
essere utilizzati per stimolare altri sensi oltre alla vista, soprattutto il tatto e
ludito. I materiali sono riposti in apposite vaschette e sistemati sopra ad alcuni
scaffali. Allinterno di due carrellini vi sono diversi strumenti: colle, matite, penne,
colori a matita e pennarelli, forbici, cutter, righelli, scotch, fermacampioni,
110
graffette, punteruoli. Tutti i materiali, gli strumenti e i libri sono alla portata dei
bambini, che possono cos usufruirne liberamente ed autonomamente.
5.4.2
Questo laboratorio, dedicato alle classi del secondo ciclo della scuola
primaria, aveva come finalit linvenzione di macchine strane, prendendo spunto
dalle macchine inutili di Munari. A partire dal 1930 Munari invent delle
macchine fini a se stesse, che non servivano a niente: le macchine inutili. Si
trattava di costruzioni sospese nello spazio che, sotto lazione casuale dellaria, si
combinavano in tanti modi diversi. Nel 1942 Munari raccolse queste invenzioni in
un divertente libro intitolato Le macchine di Munari88.
Al laboratorio ha partecipato la classe quinta della scuola primaria di
Bibbiano (Reggio Emilia), formata da diciannove bambini, accompagnati da due
insegnanti. Gli obiettivi del laboratorio erano conoscere i principali momenti della
vita di Munari e le sue principali creazioni, stimolare la capacit di invenzione e
progettazione, disegnare una macchina inutile.
Nella prima parte dellincontro unoperatrice ha spiegato ai bambini chi era
Munari, la sua vita e la sua passione per larte e per linvenzione, con lo scopo di
far conoscere, almeno in parte, lo spirito che ha guidato questo artista nella sua
vita e nella creazione di giochi e libri per bambini. Durante questa presentazione
loperatrice ha coinvolto i bambini, facendo loro molte domande e stimolando i
loro interventi. La spiegazione stata supportata dagli oggetti presenti e dai libri
di Munari che sono stati mostrati ai bambini e dei quali sono stati letti alcuni
brani. Prima di iniziare la parte pratica, loperatrice ha spiegato che Munari ha
inventato delle macchine strane, inutili e ne ha mostrate loro alcune, tratte dal
libro Le macchine di Munari. Una di queste era stata costruita dal Centro ed
appesa al soffitto (fig. 44).
88
111
89
112
Sono state inventate macchine per leggere i pensieri e scrivere libri, per
togliere le scarpe automaticamente, per viaggiare nel passato e nel futuro e
tante altre (fig. 46). Purtroppo per mancanza di tempo i bambini non hanno
potuto descrivere la macchina e non stato possibile svolgere un ultimo
momento insieme, nel quale era previsto che ogni bambino spiegasse il
funzionamento della sua macchina. Questa parte e anche la creazione del libro
con tutte le invenzioni sarebbe stata completata a scuola.
Nello svolgimento di questo laboratorio mi sembrato molto interessante il
momento di conversazione iniziale: loperatrice ha descritto molto bene e nel
contempo molto semplicemente, la vita di Munari e attraverso la narrazione, la
lettura dei suoi libri e gli oggetti presenti i bambini hanno potuto comprendere lo
spirito che ha guidato questo artista nelle sue creazioni. Con la narrazione
loperatrice riuscita ad incuriosire i bambini che sono stati molto attenti ed
hanno partecipato attivamente alla conversazione. Anche lattivit stata svolta
con molto entusiasmo ed i bambini hanno lavorato con molta fantasia, creando
113
Figura 46. Una macchina inventata da un bambino. Questa la spiegazione del suo
funzionamento, datami dallinventore: Questa macchina si chiama Trovare il luogo.
Funziona cos: appena la ragazza si siede sul divano (1) inizia a girare lorologio (2);
quando si ferma tira un filo che apre il coperchio del baule (3) ed escono le immagini del
futuro (4). A questo punto la ragazza ha trovato il luogo dove andare.
Gli insegnanti nella prima parte del laboratorio hanno ascoltato la narrazione
e durante lattivit successiva hanno fornito ai bambini stimoli e consigli per le
loro invenzioni. Purtroppo prima dellincontro al museo non era stata eseguita
nessuna attivit di preparazione, ma gli insegnanti, molto entusiasti del lavoro
svolto, hanno assicurato che tornati a scuola avrebbero concluso lattivit e
ripreso la figura di Munari.
5.4.3
114
Munari. I prelibri furono pubblicati per la prima volta nel 1980 ed erano realizzati
con tanti materiali, allora assolutamente inusuali: carta, cartone, cuoio,
pannospugna, legno, corda, plastica. Questi libretti, di piccole dimensioni, erano
rivolti ai bambini in et prescolare poich lintento di Munari era quello di
avvicinare i pi piccoli alla conoscenza e allamore di un oggetto spesso odiato
dai pi grandi90. I prelibri furono uninvenzione molto innovativa e sono
considerati gli antesignani dei tanti libri per bambini presenti oggi nelle librerie.
Gli obiettivi del laboratorio erano la conoscenza della figura di Munari, la
stimolazione del senso del tatto, la conoscenza di alcuni materiali attraverso il
tatto, la creazione e la realizzazione di piccoli libri con diversi materiali.
La classe che ha partecipato al laboratorio era una prima della scuola
primaria
di
Gavassa
(Reggio
Emilia),
formata
da
diciannove
bambini,
90
Per approfondimenti sul pensiero di Munari in merito ai prelibri vedasi Munari B., Da cosa
nasce cosa, Laterza, Roma/Bari, 1981
115
116
Figura 48. I bambini toccano i diversi materiali per sentirne le caratteristiche. Alcuni di
questi materiali, toccandoli, producono rumore.
Dopo una breve spiegazione, durante la quale sono stati mostrati alcuni
libretti gi realizzati, i bambini hanno iniziato lattivit. A loro disposizione
avevano anche la foratrice ed alcuni punteruoli con i quali potevano bucare e
modificare la superficie dei materiali. I bambini hanno accostato liberamente i
materiali, sovrapponendoli, creando combinazioni diverse e dando vita a delle
pagine molto colorate e fantasiose (fig. 49 e 50).
Figura
49.
Alcune
pagine
117
realizzate
dai
Figura 50. Alcune pagine realizzate dai bambini: a sinistra con la carta colorata e a
destra con il cartoncino.
118
119
120
121
122
123
Tavolette realizzate con vari tipi di semi: fagioli, ceci, mais, orzo, semi di girasole,
piselli, lenticchie e riso. I quattro soggetti sono una luna, un abete, un sole ed un
pesce.
124
125
126
127
Scheda di esercitazione sulla densit dei punti. Tratta dal libro Fiorillo M. T.,
128
Disegni realizzati con tempera, su cartoncino nero: questi lavori prendono spunto
dallarte aborigena, analizzata nel corso del progetto.
129
130
131
132
133
134
135
136
Sculture con il filo di ferro. I bambini hanno modellato il filo creando una
composizione di linee.
137
138
139
140
141
Disegno eseguito dopo aver rilevato la presenza della linea in diversi paesaggi. I
bambini hanno ambientato in un paesaggio il motociclista dellomonima opera
dellartista Depero.
142
143
144
145
146
148
1. ANALISI LABORATORIO
CONTENUTO
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
PARTECIPANTI
149
ATTIVIT
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__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
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__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
Le attivit sono:
individuali
di piccolo gruppo
di grande gruppo
sia individuali, sia di gruppo
no
no
no
no
_______________________________________________________________
150
no
METODOLOGIA UTILIZZATA
Il bambino ha un ruolo:
Viene favorito:
attivo
passivo
RELAZIONE ADULTO-BAMBINO
Ruolo delloperatore:
introduce lattivit
stimola la partecipazione dei bambini
accoglie i loro bisogni
mostra ai bambini come si fa
spiega a voce come si fa
fornisce ai bambini dei consigli
impone dei modelli
stimola lautonomia
stimola lesplorazione
stimola la sperimentazione
lascia al bambino libert di scelta
esprime commenti negativi, critiche o giudizi
esprime commenti positivi, incoraggianti
altro __________________________________________________________
no
Se s, come?
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
151
A scuola:
stato svolto un lavoro prima del laboratorio?
no
no
Se s, che cosa stato fatto prima del laboratorio e/o che cosa verr fatto
dopo?__________________________________________________________
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
positivo
negativo
molto negativo
ALTRE OSSERVAZIONI
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
CARATTERISTICHE DELLAMBIENTE
Come lambiente:
raccolto
dispersivo
un ambiente:
strutturato
semi-strutturato
libero
accogliente?
no
no
un ambiente organizzato?
no
no
152
SUDDIVISIONE SPAZI
atelier
lettura
lezione frontale
documentazione
altro ___________________
no
no
materiale cartaceo
foto
cartelloni
raccoglitori
altro __________________________________________
no
Se s, quali? ____________________________________________________
no
MOBILIO-ARREDO
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
153
Larredo:
garantisce la percorribilit degli spazi (libert di movimento)?
no
no
a misura di bambino?
no
equilibrato?
no
no
no
FLESSIBILIT
ILLUMINAZIONE
Lilluminazione :
adeguata*?
no
*(con adeguata si intende abbastanza forte per svolgere bene lattivit senza stancare gli
occhi e non troppo forte da disturbare)
regolabile**?
no
** (la luce naturale si pu regolare con tende o tapparelle; quella artificiale con
interruttori appositi)
154
MATERIALI
__________________________________________________________________
_________________________________________________________________
_________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
no
no
con il tatto
con ludito
con il gusto
con lolfatto
Autonomia:
i materiali sono facilmente accessibili per i bambini?
no
no
STRUMENTI
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
solo tradizionali
solo tecnologici
entrambi
Autonomia:
gli strumenti sono facilmente accessibili per i bambini?
no
no
155
156
10 Bibliografia
Bertan F., a cura di, Insegnare arte insegnare disegno, Armando, Roma, 2004
Bertolini P., a cura di, Sulla didattica, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze),
1994
tempi, 1998
-
Cisotto Nalon M., Il museo come laboratorio per la scuola. Per una didattica
Crocetti G., Il bambino nella pioggia. Il significato del disegno infantile nel
Crotti E., Magni A., Non sono scarabocchi. Come interpretare i disegni dei
De Bartolomeis F., Sistema dei laboratori. Per una scuola nuova necessaria e
157
De Carli C., a cura di, Arte per la didattica, Vita e Pensiero, Milano, 1990
De Socio P., Piva C., Il museo come scuola. Didattica del patrimonio culturale,
Carocci Faber, Roma, 2005
Dewey J., Larte come esperienza, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze), 1977
Edwards B., Disegnare con la parte destra del cervello, Longanesi & C,
Milano, 1995
Frabboni
F.,
Gislon M., Didattica dellimmagine. Fare per capire: pedagogia della creativit
Laneve C., Per una teoria della didattica. Modelli e linee di ricerca, La Scuola,
Brescia, 1993
158
Manini M., Borghi B. Q., Da zero a sei anni. Materiali per un progetto di
Moro W., Guida alla lettura delle immagini. Per insegnanti della scuola
Munari B., a cura di, Il laboratorio per bambini a Brera, Zanichelli, Bologna,
1981
Prette M. C., De Giorgis A., Capire larte e i suoi linguaggi, Giunti, Firenze,
2000
Scudiero M., a cura di, Depero. Istruzioni per luso, Leditore, Trento, 1992
159
Sicurelli R., Tecniche per la creativit artistica visiva. Dal punto e la linea al
Staccioli G., a cura di, Immagini fatte ad arte. Idee ed esperienze per educare
Siti internet
Fortunato Depero
www.depero.it
Galleria dArte Moderna di Bologna
www.galleriadartemoderna.bo.it
Musei Civici di Reggio Emilia
www.musei.re.it
Museo dArte Contemporanea di Torino
www.castellodirivoli.it
Museo dArte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
www.mart.trento.it
Polo Museale di Firenze
www.polomuseale.firenze.it
Progetto Didart
www.didart.net
160
RINGRAZIAMENTI
Innanzitutto, grazie ai bambini della classe III della scuola elementare di Avio
per aver partecipato con entusiasmo al progetto, per limpegno con il quale
hanno svolto le attivit e soprattutto per avermi pi volte stupito.
Grazie ai miei genitori per avermi dato la possibilit di compiere questo percorso
e a mia mamma per avermi trasmesso il desiderio di diventare insegnante.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato nella stesura della tesi: un grazie
particolare alla prof.ssa Panciroli che mi ha seguito e guidato in questi mesi e a
mia mamma per le costanti correzioni. Grazie a tutta la mia famiglia per avermi
sostenuto in questo periodo, soprattutto nelle ultime settimane di tachicardia.
Grazie agli amici e ai compagni di viaggio con cui ho condiviso questi quattro
anni: per le lezioni,
gruppo, i viaggi in treno, le serate ed i piki niki. Un grazie particolare alla Fila
per lamicizia e per avermi sopportato per nove anni (sono davvero tanti!!).
Grazie a Michele, mio grande amore, per avermi sostenuto in ogni momento, per
la comprensione, lascolto e la pazienza con cui mi ha sempre accompagnato.
Grazie mille!!!
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