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1
SOGGETTI
1. PREMESSA
Il
libro
I
del
codice,
relativo
ai
soggetti,
si
apre
con
un
titolo
dedicato
al
giudice.
Negli
altri
6
titoli
vengono
presi
in
considerazione:
il
PM,
la
polizia
giudiziaria,
limputato,
la
parte
civile
con
il
responsabile
civile
e
il
civilmente
obbligato
per
la
pena
pecuniaria,
la
persona
offesa
e
il
difensore.
Si
deve
poi
distinguere
tra
soggetto
e
parte,
in
quanto
questultima
qualifica
spetta
solo
a
chi
vanta
il
diritto
ad
una
decisione
giurisdizionale
in
relazione
ad
una
pretesa
fatta
valere
nel
processo,
e
quindi
solo
al
PM,
limputato
e
la
parte
civile.
2. LA
GIURISDIZIONE
PENALE
Solamente
il
giudice
pu
essere
titolare
di
funzioni
giurisdizionali
penali.
Il
valido
esercizio
della
funzione
giurisdizionale
condizionato
dalla
ritualit
dellinvestitura
a
giudice;
infatti,
lart.
178
cpp
stabilisce
che,
a
pena
di
nullit,
sempre
prescritta
losservanza
delle
disposizioni
riguardanti:
a. Le
condizioni
di
capacit
del
giudice;
b. Il
numero
dei
giudici
necessario
per
costituire
i
collegi
stabilito
dalle
leggi
di
ordinamento
giudiziario.
Non
sono
considerate
attinenti
alla
capacit
del
giudice
le
disposizioni
sulla
sua
destinazione
agli
uffici,
sulla
formazione
dei
collegi
e
sulla
assegnazione
dei
processi
a
sezioni,
collegi
e
giudici.
Lultima
di
queste
3
categorie
tratta
di
una
questione
inerente
alla
distribuzione
delle
cause
tra
giudici
parimenti
legittimati
allesercizio
della
funzione
giurisdizionale.
Lassegnazione
degli
affari
operata
dal
dirigente
dellufficio
alle
singole
sezioni,
e
dal
presidente
della
sezione
ai
singoli
collegi
o
giudici
sulla
base
di
criteri
predeterminati
indicati
dal
CSM.
Le
disposizioni
sulla
formazione
dei
collegi
riguardano:
a. Le
disposizioni
che
regolano
la
composizione
dellorgano
giudicante
nel
caso
di
assegnazione
di
un
numero
di
giudici
superiore
a
quello
necessario
per
la
costituzione
dellufficio;
b. Le
disposizioni
sulle
supplenze
e
applicazioni.
Infine,
per
quanto
attiene
alle
disposizioni
sulla
destinazione
del
giudice
allufficio,
esse
sono
riconducibili
al
concetto
di
capacit.
Lunico
attributo
rilevante
ai
fini
di
uneventuale
incapacit
del
giudice
quello
della
qualifica
richiesto
per
lesercizio
delle
funzioni
giudiziarie
che
chiamato
a
svolgere,
la
mancanza
della
quale
da
origine
ad
una
nullit
assoluta.
La
soppressione
dellufficio
del
pretore
stata
compensata
dalla
possibilit
per
il
tribunale
di
giudicare
in
2
diverse
composizioni:
collegiale
(cio
con
3
componenti)
oppure
monocratica.
3. PROFILI
ORDINAMENTALI
Importante
la
distinzione
tra
giudici
ordinari,
giudici
speciali
e
giudici
straordinari.
La
Cost.
vieta
listituzione
di
giudici
straordinari
o
speciali,
mentre
ammette
listituzione
di
giudici
specializzati
(ad
es.
il
tribunale
dei
minorenni)
in
ragione
dello
specifico
oggetto
della
loro
giurisdizione.
Sono
esclusi
dal
divieto
solo
2
giudici
speciali:
a. I
tribunali
militari,
riguardo
ai
reati
militari
commessi
da
appartenenti
alle
forze
armate;
b. La
Corte
Costituzionale,
nella
particolare
composizione
che
risulta
dallart.
135.7
Cost.,
riguardo
alle
accuse
promosse
contro
il
Presidente
della
Repubblica
per
alto
tradimento
o
per
attentato
alla
Costituzione.
La
categoria
dei
giudici
ordinari
comprende:
a. Giudice
di
pace:
onorario
e
monocratico;
b. Giudice
per
le
indagini
preliminari:
monocratico;
c. Giudice
delludienza
preliminare:
monocratico.
Con
riguardo
ad
esso,
per
evitare
condizionamenti
derivanti
dalle
attivit
compiute
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
previsto
che
debba
essere
diverso
da
quello
che
ha
svolto
le
funzioni
di
gip.
Al
fine
di
assicurare
unelevata
qualificazione
professionale
dei
gup
e
lintento
di
creare
le
premesse
per
la
loro
terziet,
stata
fissata
la
regola
della
temporaneit
delle
funzioni.
Qualora
dopo
6
anni
sia
in
corso
il
compimento
di
un
atto,
d.
e.
f.
g.
h.
i.
j.
lesercizio
delle
funzioni
viene
prorogato
sino
al
compimento
dellatto
in
questione;
al
di
fuori
di
questipotesi,
tali
disposizioni
possono
essere
derogate
solo
per
imprescindibili
e
prevalenti
esigenze
di
servizio;
Tribunale
ordinario:
a
seconda
della
gravit
del
reato,
esso
giudica
in
composizione
monocratica
o
collegiale;
Corte
dassise:
giudice
collegiale
composto
da
8
magistrati,
di
cui
2
togati
e
6
laici;
Corte
dappello:
collegiale,
composta
da
3
magistrati;
Corte
dassise
dappello:
collegiale;
Magistrato
di
sorveglianza:
monocratico;
Tribunale
di
sorveglianza:
collegiale,
composto
da
4
membri,
di
cui
2
togati
e
2
laici;
Corte
di
cassazione:
divisa
in
7
sezioni,
ciascuna
delle
quali
giudica
con
5
componenti.
4. QUESTIONI
PREGIUDIZIALI
E
SOSPENSIONE
DEL
PROCESSO
Il
giudice
penale
deve
risolvere
ogni
questione
che
si
ponga
come
antecedente
logico-giuridico
della
decisione
di
cui
investito,
attraverso
una
pronuncia
incidentale
che
pu
avere
natura
civile,
amministrativa
o
penale,
la
quale
ha
rilevanza
solo
allinterno
del
procedimento
in
cui
inserita
(cognitio
incidenter
tantum).
A
tale
regola
sono
state
previste
delle
eccezioni
che
possono
essere
suddivise
in
2
categorie:
a. Da
un
lato
vi
sono
quelle
disposizioni
che,
in
caso
di
controversia
sulla
propriet
delle
cose
sequestrate,
devolvono
la
relativa
risoluzione
al
giudice
civile;
b. Dallaltro
vi
sono
invece
quelle
che,
occupandosi
specificamente
delle
questioni
da
cui
dipende
la
decisione
definitiva,
disciplinano
i
presupposti
e
il
modo
delleventuale
sospensione.
Tutto
ci
vale
particolarmente
per
le
questioni
pregiudiziali
relative
allo
stato
di
famiglia
o
di
cittadinanza:
in
questi
casi
il
giudice
pu
sospendere
il
processo
quando
ricorrono
3
condizioni:
a. Deve
effettivamente
sussistere
un
rapporto
di
pregiudizialit
tra
la
risoluzione
della
controversia
sullo
stato
di
famiglia
o
di
cittadinanza
e
la
decisione
del
giudizio
penale;
b. La
questione
pregiudiziale
deve
essere
seria;
c. Deve
essere
gi
stata
proposta
lazione
a
norma
delle
leggi
civili.
Se
manca
una
di
tali
condizioni
il
giudice
deve
decidere
in
via
incidentale.
Nel
caso
di
sospensione,
il
giudice
pronuncia
ordinanza
impugnabile
in
cassazione.
Durante
la
sospensione
possono
essere
compiuti
solo
gli
atti
urgenti,
purch
non
riguardanti
la
questione
che
ha
determinato
la
sospensione.
Alla
sentenza
irrevocabile
intervenuta
in
sede
extrapenale
riconosciuta
efficacia
di
giudicato.
La
seconda
ipotesi
di
sospensione
del
processo
penale
a
causa
di
una
questione
pregiudiziale
quella
prevista
dallart.
479
quando
la
controversia
da
risolvere
verte
su
una
qualsiasi
altra
questione
di
competenza
del
giudice
amministrativo
o
civile;
sospensione
questa
che
pu
essere
disposta
solo
nel
corso
del
dibattimento.
Suoi
requisiti
sono:
a. La
risoluzione
della
controversia
deve
condizionare
la
decisione
sullesistenza
del
reato;
b. La
controversia
deve
essere
di
particolare
complessit;
c. Deve
essere
gi
in
corso
il
relativo
procedimento
davanti
al
giudice
civile
o
amministrativo.
La
sospensione
del
dibattimento
disposta
con
ordinanza
impugnabile
in
cassazione
ed
escluso
che
limpugnazione
abbia
effetto
sospensivo.
Il
giudice
pu
revocare,
anche
dufficio,
lordinanza
di
sospensione
quando
il
giudizio
civile
o
amministrativo
non
sia
concluso
entro
1
anno;
la
sentenza
extrapenale
non
ha
efficacia
vincolante,
entrando
solo
a
far
parte
del
materiale
probatorio
destinato
a
costituire
la
base
per
la
formazione
del
libero
convincimento
del
giudice.
Infine,
i
processi
penali
nei
confronti
del
Presidente
della
Repubblica,
del
Presidente
della
Camera
o
del
Senato
e
del
Presidente
del
Consiglio
sono
sospesi
dalla
data
di
assunzione
sino
alla
cessazione
della
carica
o
della
funzione,
anche
se
relativi
a
fatti
antecedenti
lassunzione
della
carica
o
funzione.
5. LA
COMPETENZA:
PER
MATERIA,
PER
TERRITORIO
E
PER
CONNESSIONE
La
disciplina
della
competenza
consiste
nellinsieme
di
regole
giuridiche
che
consentono
la
distribuzione,
orizzontale
e
verticale,
delle
questioni
penali,
in
modo
tale
che
risulti
predeterminato
il
giudice
legittimato
a
conoscere
di
ogni
procedimento.
Con
riguardo
alla
competenza
per
materia,
bisogna
anzitutto
dire
che
il
codice
ha
operato
la
suddivisione
tenendo
conto
sia
del
tipo
di
reato
(criterio
qualitativo),
sia
del
livello
della
pena
edittale
(criterio
quantitativo).
Lart.
4
dispone
che
bisogna
tener
conto
del
massimo
della
pena
stabilito
dalla
legge
per
ogni
reato
consumato
o
tentato,
mentre
bisogna
escludere
lincidenza
della
continuazione,
della
recidiva
e
delle
circostanze
del
reato,
salvo
si
tratti
delle
aggravanti
per
le
quali
la
legge
prevede
una
pena
di
specie
diversa
o
di
quelle
ad
effetto
speciale.
Alla
corte
dassise
sono
affidati:
a. I
delitti
puniti
con
lergastolo
o
con
la
reclusione
non
inferiore
nel
massimo
a
24
anni,
eccezion
fatta
per
i
delitti
di
tentato
omicidio,
di
rapina
e
di
estorsione,
nonch
i
delitti
di
sequestro
di
persona
a
scopo
di
estorsione;
b. I
delitti
consumati
di
omicidio
del
consenziente,
istigazione
o
aiuto
al
suicidio,
omicidio
preterintenzionale;
c. Ogni
delitto
doloso
da
cui
sia
derivata
la
morte
di
una
o
pi
persone,
escluse
le
ipotesi
di
morte
come
conseguenza
non
voluta
di
altro
reato,
di
morte
avvenuta
in
seguito
a
rissa
e
di
morte
derivante
da
omissione
di
soccorso;
d. I
delitti
di
riorganizzazione
del
partito
fascista,
di
genocidio
e
quelli
contro
la
personalit
dello
Stato
puniti
con
pena
non
inferiore
nel
massimo
a
10
anni.
Per
quanto
riguarda
il
tribunale,
la
sua
competenza
si
ricava
per
sottrazione
rispetto
ai
reati
di
competenza
della
corte
dassise
o
del
giudice
di
pace.
Nella
competenza
per
territorio
la
regola
fondamentale
quella
del
luogo
in
cui
il
reato
stato
consumato.
Ad
essa
il
legislatore
fa
seguire:
a. Altre
regole
di
carattere
generale
che
derogano
al
criterio
del
locus
commissi
delicti
in
ragione
della
particolare
configurazione
della
fattispecie
delittuosa.
Tali
ipotesi
sono
quelle
del
reato
che
abbia
cagionato
la
morte
di
una
o
pi
persone,
del
reato
permanente
e
del
delitto
tentato.
Nel
primo
caso
si
preferito
radicare
la
competenza
nel
luogo
in
cui
avvenuta
lazione
o
omissione.
Nelle
altre
2
ipotesi
si
optato,
rispettivamente,
per
il
criterio
del
luogo
in
cui
ha
avuto
inizio
la
consumazione
anche
se
dal
fatto
derivata
la
morte
di
una
o
pi
persone,
e
per
il
criterio
del
luogo
in
cui
stato
compiuto
lultimo
atto
diretto
a
commettere
il
reato;
b. Talune
regole
suppletive
che
consentono
di
individuare
il
giudice
territorialmente
competente
quando
non
sia
possibile
ricorrere
alle
regole
generali.
Prioritario
il
criterio
del
luogo
in
cui
avvenuta
una
parte
dellazione
o
omissione;
seguono
il
criterio
della
residenza,
della
dimora
e
del
domicilio
dellimputato;
ed
infine
quello
del
luogo
in
cui
ha
sede
lufficio
del
PM
che
ha
provveduto
per
primo
ad
iscrivere
la
notizia
di
reato.
In
2
casi
il
codice
stesso
ha
creato
regole
ad
hoc:
a. Una
prima
deroga
riguarda
i
procedimenti
relativi
ai
delitti
di
mafia,
schiavit,
tratta
di
persone
e
sequestro
per
estorsione.
In
tal
caso
le
funzioni
di
gip,
nonch
quelle
di
gup,
sono
esercitate
da
un
magistrato
appartenente
al
tribunale
del
capoluogo
del
distretto
nel
cui
ambito
ha
sede
il
giudice
competente;
b. La
seconda
deroga
nasce
dal
presupposto
dellesistenza
di
un
procedimento
in
cui
un
magistrato
assuma
il
ruolo
di
imputato
o
di
persona
offesa,
e
che
sia
di
competenza
di
un
ufficio
giudiziario
ricompreso
nel
distretto
di
corte
dappello
in
cui
lo
stesso
magistrato
esercita
le
proprie
funzione
o
le
esercitava
al
momento
del
fatto.
In
questi
casi
la
competenza
spetta
al
giudice,
ugualmente
competente
per
materia,
che
ha
sede
nel
capoluogo
del
distretto
di
corte
dappello
determinato
dalla
legge,
sulla
base
di
una
tabella
incentrata
sul
criterio
della
circolarit.
La
competenza
per
connessione
comporta
il
confluire
davanti
ad
un
unico
giudice
di
procedimenti
riservati
a
giudici
diversi.
La
connessione
si
ha:
a. Se
il
reato
per
il
quale
si
procede
stato
commesso
da
pi
persone
in
concorso
o
in
cooperazione
tra
loro,
ovvero
se
pi
persone,
con
condotte
indipendenti,
hanno
determinato
levento;
b. Se
una
persona
imputata
di
pi
reati
commessi
con
una
sola
azione
od
omissione
(concorso
formale)
ovvero
con
pi
azioni
od
omissioni
esecutive
di
uno
stesso
disegno
criminoso
(reato
continuato);
c. Se
dei
reati
per
cui
si
procede
taluni
sono
stati
commessi
per
eseguire
o
per
occultare
gli
altri.
Per
la
determinazione
del
giudice
competente
nel
caso
di
procedimenti
connessi
prioritario
il
criterio
del
giudice
superiore,
per
cui
i
procedimenti
di
competenza
del
tribunale
sono
attribuiti
alla
corte
dassise;
quando
invece
ci
si
muove
solo
sul
piano
della
competenza
territoriale
prevale
il
giudice
competente
per
il
reato
pi
grave
o,
in
caso
di
pari
gravit,
quello
competente
per
il
primo
reato.
6. LA
C.D.
COMPETENZA
FUNZIONALE
Riguardo
alla
suddivisione
per
gradi,
possibile
distinguere
tra
giudici
di
pace,
tribunale
ordinario
e
corte
dassise
(giudici
di
primo
grado),
tribunale
monocratico,
corte
dappello
e
corte
dassise
dappello
(giudici
di
secondo
grado),
corte
di
cassazione,
cui
demandato
il
controllo
di
legittimit
sulle
decisioni
assunte
nei
gradi
precedenti.
La
suddivisione
si
articola
poi
in
3
fasi:
a. Fase
anteriore
al
giudizio,
nella
quale
si
collocano
lattivit
del
gip
e,
successivamente,
quella
del
gup;
b. Fase
del
giudizio,
dove
sono
competenti
il
tribunale,
la
corte
dappello,
la
corte
dassise,
la
corte
dappello
dassise
e
la
corte
di
cassazione;
c. Fase
dellesecuzione,
dove
sono
distinte
le
funzioni
del
giudice
di
esecuzione
da
quelle
della
magistratura
di
sorveglianza.
7. LE
ATTRIBUZIONI
DEL
TRIBUNALE
Appurato
che
riguardo
ad
un
certo
reato
deve
giudicare
il
tribunale,
occorre
stabilire
se
richiesta
la
composizione
monocratica
ovvero
quella
collegiale,
ed
in
questo
caso
il
criterio
di
ripartizione
basato
sul
concetto
di
attribuzione.
Innanzitutto
va
rilevato
che
alla
soppressione
dellufficio
del
pretore
e
alla
conseguente
possibilit
per
il
tribunale
di
funzionare
sia
nella
sua
tradizionale
composizione,
sia
in
quella
monocratica,
ha
fatto
seguito
una
valorizzazione
di
questa
sua
seconda
dimensione,
eletta
a
regola.
In
secondo
luogo,
il
concetto
di
attribuzione
va
rapportato
alla
nuova
articolazione
degli
uffici
sul
territorio:
la
soppressione
delle
165
preture
circondariali
ha
comportato
la
chiusura
di
421
sezioni
distaccate
di
pretura,
compensata
dalla
trasformazione
di
218
di
esse
in
sezioni
distaccate
di
tribunale.
Giudica
in
composizione
monocratica
il
tribunale
della
sezione
distaccata,
quando
il
luogo
in
base
al
quale
si
determina
la
competenza
per
territorio
rientra
nella
circoscrizione
della
sezione.
La
riformulazione
degli
artt.
33-bis
e
33-ter
stata
determinata
dallintento
di
ridimensionare
le
attribuzioni
originariamente
previste
per
il
giudice
monocratico,
come
si
ricava
dalla
correzione
apportata
al
criterio
quantitativo,
che
attualmente
consente
di
devolvere
al
tribunale
collegiale
i
delitti
puniti
con
la
reclusione
superiore
nel
massimo
a
10
anni,
anche
nellipotesi
del
tentativo.
Il
criterio
quantitativo
va
tuttavia
coordinato
con
quello
qualitativo,
il
ch
implica
importanti
deroghe:
a. Per
un
verso,
sono
sottratti
al
tribunale
collegiale
taluni
delitti
puniti
con
la
reclusione
superiore
a
10
anni;
b. Per
un
altro
verso,
gli
vengono
attribuiti
reati
che
dovrebbero
essere
giudicati
dal
tribunale
in
composizione
monocratica.
Per
quanto
attiene
alle
attribuzioni
del
tribunale
in
composizione
monocratica,
vale
la
regola
della
complementariet:
oltre
che
sui
delitti
riguardanti
la
produzione
,
il
traffico
e
la
detenzione
di
sostanze
stupefacenti
o
psicotrope,
il
tribunale
monocratico
giudica
sui
reati
non
attribuiti
al
tribunale
collegiale.
A
questultimo,
infine,
sono
attribuiti
tutti
i
procedimenti
connessi.
8. LA
DISCIPLINA
DELLA
RIUNIONE
E
DELLA
SEPARAZIONE
DEI
PROCESSI
La
riunione
e
la
separazione
operano
dal
momento
in
cui
il
procedimento
si
evoluto
in
processo.
La
riunione
dei
processi
comporta
la
trattazione
congiunta
di
processi
prima
pendenti
davanti
a
giudici
diversi.
Suoi
presupposti
sono:
a. La
pendenza
davanti
allo
stesso
ufficio
giudiziario
dei
processi
da
riunire;
b. Uno
sviluppo
omogeneo
di
questi
ultimi,
che
devono
trovarsi
nello
stesso
stato
e
grado;
c. Limpossibilit
di
un
ritardo
nella
definizione
delle
singole
vicende
processuali;
d. La
sussistenza
di
uno
dei
casi
tassativamente
elencati
dalla
legge.
Secondo
la
normativa
vigente,
la
riunione
pu
essere
disposta
quando
i
processi
pendenti
sono
connessi
ai
sensi
dellart.
12,
nonch
quando
sono
relativi
ai
reati
dei
quali
alcuni
sono
stati
commessi
in
occasione
di
altri,
o
per
conseguirne
o
assicurarne
al
colpevole
o
ad
altri
il
profitto,
o
che
sono
stati
commessi
da
pi
persone
in
danno
reciproco
le
une
dalle
altre,
ovvero
se
la
prova
di
un
reato
influisce
sulla
prova
di
un
altro
reato.
Se
alcuni
dei
processi
da
riunire
pendono
innanzi
alle
due
diverse
composizioni
di
uno
stesso
tribunale,
viene
disposto
laccorpamento
in
capo
al
tribunale
in
composizione
collegiale,
che
si
pronuncer
su
tutte
le
cause
anche
nelleventualit
in
cui
esse
siano
oggetto
di
un
successivo
provvedimento
di
separazione.
La
separazione
prevista
per
una
serie
di
ipotesi
accomunate
dal
fatto
che
per
taluni
imputati
o
talune
imputazioni
si
versa
in
una
situazione
di
attesa,
mentre
per
altri
imputati
o
per
altre
imputazioni
possibile
limmediata
trattazione.
Si
deve
procedere
alla
separazione
anche
quando
viene
disposta
la
sospensione
del
procedimento;
oppure
quando,
in
seguito
allincolpevole
assenza
in
udienza
preliminare
o
in
dibattimento
di
un
imputato
o
del
suo
difensore,
bisogna
rinnovare
a
favore
delluno
o
dellaltro
la
citazione
o
lavviso.
Unultima
ipotesi
di
separazione
stata
introdotta
nei
casi
in
cui
il
processo
abbia
come
protagonisti
uno
o
pi
imputati
chiamati
a
rispondere
di
reati
di
estrema
gravit,
e
sempre
che
tali
imputati
siano
prossimi
ad
essere
rimessi
in
libert
per
scadenza
dei
termini
massimi
di
custodia
cautelare.
La
separazione
pu
essere
altres
disposta
in
base
ad
un
accordo
tra
le
parti,
purch
il
giudice
la
reputi
utile
dal
punto
di
vista
della
speditezza.
La
separazione
esclusa
quando
il
giudice
ritiene
che
la
riunione
sia
assolutamente
necessaria
per
laccertamento
dei
fatti.
Riunione
e
separazione
sono
sempre
disposte
con
ordinanza.
9. I
PROCEDIMENTI
DI
VERIFICA
DELLA
GIURISDIZIONE
E
DELLA
COMPETENZA
Il
difetto
di
giurisdizione
ravvisabile
sia
quando
un
giudice
ordinario
si
ritiene
competente
in
ordine
ad
un
reato
su
cui
dovrebbe
pronunciarsi
un
giudice
speciale,
sia
quando
nessun
giudice
penale
fornito
della
potest
giurisdizionale
relativamente
ad
una
determinata
fattispecie.
Esso
pu
essere
rilevato,
anche
dufficio,
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento:
a. Se
rilevato
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
il
giudice
provvede
con
ordinanza
e
dispone
la
restituzione
degli
atti
al
PM;
b. Dopo
la
chiusura
delle
indagini
preliminari
e
in
ogni
stato
e
grado
del
processo,
il
giudice
pronuncia
sentenza
e
ordina,
salva
lipotesi
di
un
difetto
assoluto
di
giurisdizione,
che
gli
atti
vengano
trasmetti
allautorit
competente.
Per
quanto
riguarda
lincompetenza,
occorre
distinguere
tra:
a. Incompetenza
per
materia,
rilevabile
anche
dufficio
in
ogni
stato
e
grado
del
processo;
b. Incompetenza
per
territorio
e
per
connessione,
rilevabile
o
eccepibile,
a
pena
di
decadenza,
prima
della
conclusione
delludienza
preliminare,
ovvero
subito
dopo
il
primo
accertamento
di
costituzione
delle
parti
(ex
art.
491.1).
Vi
sono
2
situazioni
che
comportano
una
deroga
allordinario
regime
dellincompetenza
per
materia:
a. La
prima
ricorre
quando
il
giudice
conosce
di
un
reato
che
appartiene
alla
cognizione
di
un
giudice
inferiore
(incompetenza
per
eccesso);
in
questo
caso
lincompetenza
deve
essere
rilevata
dufficio
o
eccepita
entro
il
termine
stabilito
dallart.
491.1;
b. La
seconda
concerne
lipotesi
dellincompetenza
per
materia
derivante
da
connessione,
che
deve
essere
rilevata
o
eccepita,
a
pena
di
decadenza,
entro
gli
stessi
termini
stabiliti
per
lincompetenza
per
territorio.
Gli
artt.
22-25
definiscono
la
forma
e
gli
effetti
del
provvedimento
con
cui
viene
dichiarata
lincompetenza:
a. Nel
corso
delle
indagini
preliminari,
il
giudice
pronuncia
ordinanza
e
dispone
la
restituzione
degli
atti
al
PM;
b. Dopo
la
chiusura
delle
indagini
preliminari
e
in
sede
di
dibattimento
di
primo
grado,
il
giudice
pronuncia
sentenza
e
ordina
la
trasmissione
degli
atti
al
PM
presso
il
giudice
competente;
c. In
grado
dappello,
se
il
giudice
rileva
che
su
un
reato
di
competenza
della
corte
dassise
ha
giudicato
il
tribunale,
oppure
che
su
un
reato
di
competenza
del
tribunale
ha
giudicato
il
giudice
di
pace,
pronuncia
sentenza
di
annullamento
e
ordina
la
trasmissione
degli
atti
al
PM
presso
il
giudice
di
primo
grado;
nellipotesi
inversa,
pronuncia
invece
nel
merito,
anche
quando
leccezione
di
incompetenza
sia
stata
riproposta
con
i
motivi
dappello.
Con
riferimento
allincompetenza
per
territorio
o
per
connessione,
prevista
la
pronuncia
di
una
sentenza
di
annullamento
da
parte
del
giudice
dappello
e
la
trasmissione
degli
atti,
rispettivamente,
al
PM
presso
il
giudice
di
primo
grado
e
direttamente
a
questultimo;
d. Nel
giudizio
innanzi
alla
corte
di
cassazione,
questultima
tenuta
a
dichiarare,
anche
dufficio,
lincompetenza
per
materia
derivante
dallavere
un
tribunale
giudicato
un
reato
di
competenza
della
corte
dassise;
pu
essere
eventualmente
dichiarata
anche
lincompetenza
per
territorio
o
per
connessione,
purch
la
relativa
eccezione
sia
stata
riproposta
nei
motivi
del
ricorso
per
cassazione.
La
decisione
della
corte
di
cassazione
sulla
giurisdizione
o
sulla
competenza
vincolante
nel
corso
del
processo,
ma
pu
essere
superata
solo
quando
risultano
nuovi
fatti
che
implicano
la
modificazione
della
giurisdizione
o
della
competenza
del
giudice
superiore.
Il
mancato
rispetto
delle
norme
sulla
competenza
non
determina
linefficacia
delle
prove
acquisite
(principio
della
conservazione
degli
atti),
con
la
sola
parziale
eccezione
delle
dichiarazioni
rese
al
giudice
incompetente
per
materia
che,
se
ripetibili,
possono
essere
usate
solo
in
sede
di
udienza
preliminare.
Le
misure
cautelari
disposte
da
un
giudice
incompetente
cessano
di
avere
efficacia
se
entro
20
gg.
dallordinanza
di
trasmissione
degli
atti
al
giudice
competente
non
sono
confermate
da
questultimo.
Il
conflitto
tra
giudici
si
determina
quando
2
o
pi
giudici
contemporaneamente
prendono
(conflitto
positivo)
o
rifiutano
di
prendere
(conflitto
negativo)
cognizione
del
medesimo
fatto
attribuito
alla
stessa
persona.
Si
pu
avere:
a. Conflitto
di
giurisdizione,
quando
il
contrasto
intercorre
tra
uno
o
pi
giudici
ordinari
e
uno
o
pi
giudici
speciali;
b. Oppure
conflitto
di
competenza,
quando
sono
coinvolti
due
o
pi
giudici
ordinari.
Di
fronte
allimpossibilit
di
stabilire
preventivamente
un
elenco
esaustivo
delle
varie
ipotesi
di
conflitto,
il
legislatore
ha
fatto
ricorso
alla
categoria
dei
conflitti
analoghi.
Il
procedimento
di
conflitto
nasce
in
seguito
ad
una
denuncia
di
parte,
privata
o
pubblica,
o
ad
una
rilevazione
dufficio
del
giudice.
Esso
non
comporta
la
sospensione
del
processo
in
corso
ed
risolto
dalla
corte
di
cassazione
con
sentenza
in
camera
di
consiglio.
Quindi,
il
conflitto
cessa:
a. O
per
effetto
delliniziativa
di
uno
dei
giudici
che
dichiari
la
propria
competenza,
in
caso
di
conflitto
negativo,
o
la
propria
incompetenza,
in
caso
di
conflitto
positivo;
b. Oppure
bisogna
attendere
la
sentenza
vincolante
della
corte
di
cassazione.
10. IL
CONTROLLO
SUL
CORRETTO
RIPARTO
DI
ATTRIBUZIONI
FRA
TRIBUNALE
MONOCRATICO
E
TRIBUNALE
COLLEGIALE
Linosservanza
delle
disposizioni
sullattribuzioni
di
un
reato
ad
una
determinata
composizione
del
tribunale
deve
essere
rilevata
o
eccepita,
a
pena
di
decadenza,
prima
della
conclusione
delludienza
preliminare
ovvero,
nei
processi
in
cui
si
prescinde
da
tale
udienza,
entro
il
termine
previsto
dallart.
491.1.
la
relativa
regolamentazione
ricalca
quella
sullincompetenza
per
territorio
e
per
connessione.
La
diversificazione
riguarda
la
forma
del
provvedimento
giudiziale
con
cui
viene
dichiarata
lerronea
attribuzione
del
reato.
In
sede
di
udienza
preliminare,
bisogna
prendere
in
considerazione
lipotesi
in
cui
il
giudice
ritenga
che
si
debba
prescindere
dalludienza
de
qua,
in
quanto
il
reato
rientra
tra
quelli
rispetto
ai
quali
prevista
la
citazione
diretta
a
giudizio
da
parte
del
PM.
In
tal
caso,
il
gup
dispone
che
gli
atti
vengano
trasmessi
al
PM,
affinch
questi
provveda
ad
emettere
il
decreto
di
citazione
a
giudizio.
Qualora,
invece,
linosservanza
delle
regole
sullattribuzione
del
reato
viene
rilevata
nel
dibattimento
di
primo
grado,
il
giudice
procede
diversamente
a
seconda
che
il
dibattimento
sia
stato
instaurato
in
seguito
ad
udienza
preliminare
oppure
a
decreto
di
citazione
diretta
a
giudizio:
a. Nel
primo
caso
sufficiente
trasmettere
gli
atti,
con
ordinanza,
al
giudice
competente;
b. Nel
secondo,
essendo
stato
limputato
indebitamente
privato
delludienza
preliminare,
occorre
una
regressione
del
processo;
deve
essere
quindi
disposta,
con
ordinanza,
la
trasmissione
degli
atti
al
PM,
per
consentirgli
di
esercitare
lazione
penale
tramite
la
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
La
questione
sulla
violazione
delle
regole
sulle
attribuzioni
pu
essere
affrontata
anche
nel
giudizio
dappello
e
in
quello
di
cassazione:
a. Quanto
al
giudice
di
appello,
qualora
questi
ritenga
che
dovesse
giudicare
il
tribunale
in
composizione
collegiale,
pronuncia
sentenza
di
annullamento
e
ordina
la
trasmissione
degli
atti
al
PM
presso
il
giudice
di
primo
grado.
Pronuncia,
invece,
nel
merito,
qualora
ritenga
che
il
reato
appartenesse
alla
cognizione
del
tribunale
in
composizione
monocratica;
b. Quanto
alla
corte
di
cassazione,
bisogna
distinguere
tra
attribuzione
viziata
per
difetto
o
per
eccesso:
nel
primo
caso,
pronuncia
sentenza
di
annullamento
e
ordina
la
trasmissione
degli
atti
al
PM;
nel
secondo
caso
vale
la
stessa
regola,
purch
il
ricorso
riguardi
una
sentenza
inappellabile
o
si
tratti
di
un
ricorso
per
saltum.
Al
di
fuori
di
queste
ipotesi,
lerrore
di
attribuzione
irrilevante.
11. LE
CAUSE
PERSONALI
DI
ESTROMISSIONE
DEL
GIUDICE:
INCOMPATIBILITA,
ASTENSIONE
E
RICUSAZIONE
Le
cause
di
incompatibilit
sono
previste
autonomamente
negli
artt.
34
e
35
ma
risultano
ricomprese
nella
stessa
disciplina
delle
ipotesi
di
astensione
e
ricusazione.
Le
cause
di
incompatibilit
sono
stabilite,
in
parte,
dalle
leggi
di
ordinamento
giudiziario
e,
in
parte,
dal
codice
di
rito.
Le
prime
riguardano
solo
la
costituzione
dellorgano
giudicante
e
prefigurano
alcune
condizioni
dirette
ad
assicurare
che
il
giudice
non
solo
sia,
ma
anche
appaia
imparziale.
Per
quanto
riguarda
le
seconde,
bisogna
distinguere
tra
lincompatibilit
per
ragioni
di
parentela,
affinit
o
coniugo
(art.
35),
e
lincompatibilit
determinata
da
atti
compiuti
nel
procedimento
(art.
34).
Questultima
species
contempla
4
gruppi
di
situazioni:
a. Il
giudice
che
ha
pronunciato
o
ha
concorso
a
pronunciare
sentenza
in
un
grado
del
procedimento
non
pu
esercitare
funzione
di
giudice
negli
altri
gradi;
b. Non
pu
partecipare
al
giudizio
il
giudice
che
ha
pronunciato
il
provvedimento
conclusivo
delludienza
preliminare
o
ha
disposto
il
giudizio
immediato
o
ha
emesso
decreto
penale
di
condanna,
e
neppure
quello
che
ha
deciso
sullimpugnazione
della
sentenza
di
non
luogo
a
procedere.
Tale
previsione
normativa
stata
poi
ampliata
da
una
serie
di
interventi
della
Corte
costituzionale;
c. Il
giudice
che
in
un
determinato
procedimento
ha
esercitato
le
funzioni
di
gip
non
pu
in
quello
stesso
procedimento
emettere
il
decreto
penale
di
condanna,
n
partecipare
al
giudizio,
ed
incompatibile
alla
funzione
di
gup.
Tale
disposizione
stata
poi
precisata
dal
comma
2-ter,
che
esclude
la
ricorrenza
di
una
situazione
di
incompatibilit
quando
il
gip
si
sia
limitato
ad
adottare
taluni
provvedimenti,
ritenuti
inidonei
a
determinare
una
situazione
di
pregiudizio;
d. Infine,
non
pu
esercitare
lufficio
di
giudice
in
un
determinato
procedimento
chi,
in
quello
stesso
procedimento,
ha
esercitato
funzioni
di
PM
o
ha
svolto
atti
di
polizia
giudiziaria
ovvero
un
altro
ruolo
idoneo
a
comprometterne
limparzialit.
Per
la
stessa
ragione,
incompatibile
allufficio
di
giudice
chi
ha
proposto
la
notizia
di
reato
e
chi
ha
deliberato
o
ha
concorso
a
deliberare
lautorizzazione
a
procedere.
Per
quanto
riguarda
le
cause
di
astensione
e
di
ricusazione,
esse
sono
disciplinate
unitariamente
nella
disposizione
sullastensione,
anche
se
non
si
pu
parlare
di
una
totale
coincidenza:
a. infatti,
non
costituisce
motivo
di
ricusazione
lipotesi
in
cui
sussistano
gravi
ragioni
di
convenienza;
b. e,
viceversa,
non
costituisce
motivo
di
astensione
la
manifestazione
indebita
da
parte
del
giudice,
nellesercizio
delle
sue
funzioni
e
prima
che
sia
pronunciata
sentenza,
del
proprio
convincimento
sui
fatti
oggetto
dellimputazione.
Oltre
che
nellipotesi
sopra
richiamata,
ha
lobbligo
di
astenersi
il
giudice
che
abbia
interesse
nel
procedimento;
che
sia
tutore,
curatore,
procuratore
o
datore
di
lavoro
di
una
delle
parti
private
ovvero
che
sia
prossimo
congiunto
del
difensore,
procuratore
o
curatore
di
una
delle
parti;
che
abbia
dato
consigli
o
manifestato
il
suo
parere
sulloggetto
del
procedimento
fuori
dellesercizio
delle
funzioni
giudiziarie;
che
sia
in
rapporto
di
grave
inimicizia
con
una
delle
parti
private.
ulteriormente
previsto
lobbligo
di
astensione
(e
la
ricusabilit
del
giudice)
quando
alcuno
dei
prossimi
congiunti
del
giudice
o
del
coniuge
offeso,
danneggiato
dal
reato
o
parte
privata;
quando
un
prossimo
congiunto
svolge
o
ha
svolto
nello
stesso
procedimento
funzioni
di
PM.
Dal
punto
di
vista
del
procedimento:
a. per
lastensione
si
prevede
la
presentazione
di
una
dichiarazione
di
astensione
al
presidente
della
corte
o
del
tribunale,
il
quale
decide
con
decreto
senza
formalit
di
procedura;
b. per
la
ricusazione,
il
procedimento
inizia
con
la
presentazione
della
dichiarazione
nella
cancelleria
del
giudice
competente.
Da
tale
presentazione
scatta
il
divieto
per
il
giudice
ricusato
di
pronunciare
sentenza
fino
a
che
non
sia
intervenuta
lordinanza
di
inammissibilit
o
di
rigetto
della
dichiarazione
stessa.
Il
tribunale,
o
la
corte,
competente
a
decidere
sulla
ricusazione
pronuncia
ordinanza
dinammissibilit,
oltre
che
per
mancanza
di
legittimazione
soggettiva
e
per
inosservanza
di
forme
e
termini,
anche
per
manifesta
infondatezza
dei
motivi
addotti.
Su
tale
ordinanza
ammesso
il
ricorso
per
cassazione.
Superata
la
fase
dellammissibilit,
la
corte
decide,
in
camera
di
consiglio,
sul
merito
della
ricusazione
e
pu
disporre
che
il
giudice
ricusato
sospenda
temporaneamente
ogni
attivit
processuale
o
si
limiti
al
compimento
degli
atti
urgenti.
Lunico
divieto
posto
a
carico
del
giudice
ricusato
quello
di
pronunciare
sentenza.
Il
giudice
chiamato
a
decidere
sullastensione
o
sulla
ricusazione
ha
il
potere
di
dichiarare
quali
atti
precedentemente
compiuti
dal
giudice
astenutosi
o
ricusato
conservino
efficacia.
Con
lordinanza
che
dichiara
inammissibile
o
rigetta
la
dichiarazione
di
ricusazione,
la
parte
privata
che
lha
proposta
pu
essere
condannata
al
pagamento
di
una
pena
pecuniaria
a
favore
della
cassa
delle
ammende.
12. LA
RIMESSIONE
DEL
PROCESSO
La
rimessione
del
processo
consiste
nel
suo
spostamento
da
una
sede
ad
unaltra
in
presenza
di
turbative
ambientali
che
possono
comprometterne
il
regolare
svolgimento,
al
fine
di
salvaguardare
limparzialit
di
chi
giudica.
La
l.
n.
248/2002
ha
ampliato
i
casi
di
rimessione,
infatti:
a. Per
un
verso,
rimasta
invariata
la
previgente
normativa
incentrata
sul
nesso
causale
che
deve
intercorrere
tra
le
gravi
turbative
locali
e
il
conseguente
pregiudizio
alla
libera
determinazione
delle
persone
che
partecipano
al
processo,
ovvero
alla
sicurezza
o
allincolumit
pubblica;
b. Per
un
altro
verso,
si
ampliata
la
precedente
casistica,
ammettendo
la
rimessione
del
processo
anche
nellipotesi
in
cui
le
gravi
turbative
determinino
motivi
di
legittimo
sospetto.
Dallart.
45
si
ricava
che
la
rimessione
pu
essere
richiesta
in
ogni
stato
e
grado
del
processo
di
merito
dallimputato,
dal
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
e
dal
PM
presso
il
giudice
procedente.
La
richiesta
di
rimessione
proveniente
dallimputato
deve
essere,
a
pena
di
inammissibilit,
sottoscritta
da
lui
personalmente
o
da
un
suo
procuratore
speciale
e,
dopo
essere
stata
depositata
nella
cancelleria
del
giudice
unitamente
ai
documenti
che
la
giustificano,
va
notificata,
entro
7
gg.,
a
cura
del
richiedente
alle
altre
parti.
Dopo
il
deposito,
la
richiesta
e
la
relativa
documentazione
sono
immediatamente
trasmesse
alla
corte
di
cassazione
ad
opera
del
giudice
procedente,
il
quale
pu
anche
formulare
proprie
osservazioni
aggiuntive.
In
seguito
alla
presentazione
della
richiesta,
il
giudice
procedente
pu
disporre
la
sospensione
del
processo
fino
a
che
non
sia
intervenuta
lordinanza
di
inammissibilit
o
di
rigetto.
Lo
stesso
pu
fare
la
corte
di
cassazione.
Qualora
liter
del
processo
non
sia
stato
interrotto,
prevista
comunque
la
sua
sospensione
obbligatoria,
rispetto
alla
quale
funge
da
necessaria
premessa
la
comunicazione,
da
parte
della
corte
di
cassazione,
che,
non
avendo
il
presidente
della
corte
rilevato
alcuna
causa
di
inammissibilit,
avvenuta
lassegnazione
della
richiesta
ad
una
delle
altre
sezioni
della
corte,
oppure
alle
sezioni
unite.
In
seguito
a
tale
comunicazione,
il
giudice
procedente
deve
sospendere
il
processo
prima
delle
conclusioni
(in
sede
di
udienza
preliminare)
o
della
discussione
(
in
sede
dibattimentale),
ed
preclusa
sia
la
pronuncia
del
decreto
che
dispone
il
giudizio,
sia
della
sentenza.
Tale
sospensione
dura
sino
a
quando
non
viene
pronunciata
lordinanza
della
corte
che
dichiara
inammissibile
o
rigetta
la
richiesta.
Durante
la
sospensione,
restano
sospesi
i
termini
della
prescrizione
del
reato
e,
se
la
richiesta
proviene
dallimputato,
anche
i
termini
di
durata
massima
della
custodia
cautelare.
La
corte
di
cassazione
decide
con
ordinanza,
che
pu
essere
di
inammissibilit,
di
rigetto
o
di
accoglimento:
in
questultima
ipotesi
lordinanza,
che
contiene
lindicazione
del
nuovo
giudice,
immediatamente
comunicata
al
giudice
designato
e
al
giudice
originariamente
competente,
il
quale
tenuto
a
trasmettere
al
primo
gli
atti
del
processo.
Inoltre,
quando
la
corte
rigetta,
pu
condannare
limputato
al
pagamento
di
una
somma
a
favore
della
cassa
ammende.
Il
giudice
designato
procede
alla
rinnovazione
degli
atti
quando
una
delle
parti
ne
faccia
richiesta
con
due
sole
eccezioni:
a. Da
un
lato,
lipotesi
che
si
tratti
di
atti
irripetibili;
b. Dallaltro,
leventualit
che
si
tratti
di
processi
per
delitti
di
mafia,
schiavit
o
sequestro
a
scopo
di
estorsione.
Una
nuova
richiesta
di
rimessione
pu
essere
formulata
sia
quando
essa
miri
ad
ottenere
un
nuovo
spostamento
del
processo,
sia
quando
sia
volta
ad
ottenere
per
la
prima
volta
il
provvedimento,
gi
negato
da
unordinanza
di
inammissibilit
o
di
rigetto.
Lulteriore
spostamento
del
processo
pu
essere
richiesto
quando
nella
sede
designata
si
ripresenta
una
situazione
riconducibile
allart.
45,
ovvero
quando
si
creano
le
premesse
per
una
revoca
del
provvedimento
di
rimessione.
Qualora
invece
sia
gi
intervenuto
un
provvedimento
negativo
della
corte
di
cassazione,
bisogna
distinguere:
a. In
presenza
di
unordinanza
che
abbia
rigettato
la
precedente
richiesta
o
abbia
dichiarato
linammissibilit
della
stessa
per
manifesta
infondatezza,
lulteriore
richiesta
deve
essere
fondata
su
elementi
nuovi;
b. La
richiesta
dichiarata
inammissibile
per
motivi
diversi,
invece,
pu
sempre
essere
riproposta.
13. LA
POSIZIONE
DI
PARTE
DEL
PM
E
LA
SUA
FUNZIONE
TIPICA
Il
PM,
pur
rivestendo
la
qualit
di
parte
nel
processo,
costituisce,
al
tempo
stesso,
un
organo
dellapparato
statale
incaricato
di
vegliare
sullosservanza
delle
leggi
e
sulla
pronta
e
regolare
amministrazione
della
giustizia,
nonch
di
iniziare
ad
esercitare
lazione
penale.
Lart.
50.1
conferisce
al
PM
la
titolarit
dellazione
penale
ed
enuncia
il
principio
dellobbligatoriet
dellazione
penale,
il
quale
unico
limite
rappresentato
dalla
richiesta
di
archiviazione.
Il
comma
2
ribadisce
poi
il
tradizionale
principio
dellofficialit
dellazione
penale,
circoscrivendo
lefficacia
delle
condizioni
di
procedibilit
alle
figure
ivi
richiamate
(querela,
richiesta,
istanza
e
autorizzazione
a
procedere).
Tale
elenco
non
per
esaustivo,
in
quanto
sono
ritenute
condizioni
di
procedibilit
anche
la
presenza
del
reo
nel
territorio
dello
Stato
per
i
delitti
comuni
del
cittadino
e
dello
straniero
commessi
allestero,
ovvero
lassenza
di
una
sentenza
o
di
un
decreto
penale
irrevocabili
pronunciati
nei
confronti
della
medesima
persona
per
il
medesimo
fatto.
Il
comma
3
esprime
il
principio
dellirretrattabilit
dellazione
penale,
la
quale,
quindi,
una
volta
esercitata,
comporta
linsorgere
di
un
dovere
decisorio
in
capo
al
giudice.
14. LORGANIZZAZIONE
E
LA
DISTRIBUZIONE
DEL
LAVORO
TRA
GLI
UFFICI:
LORO
RAPPORTI
Le
funzioni
di
PM
nelle
indagini
preliminari
e
nei
procedimenti
di
primo
grado
sono
esercitate
dai
magistrati
della
procura
della
Repubblica
presso
il
tribunale.
A
tali
procure
possono
essere
addetti
anche
magistrati
onorari
in
qualit
di
vice
procuratori.
Il
procuratore
della
Repubblica
pu
poi
stabilire
che
i
vice
procuratori
addetti
al
suo
ufficio
esercitino
le
funzioni
di
PM
soltanto
presso
la
sede
del
tribunale
o
presso
una
o
pi
sezioni
distaccate,
ovvero
presso
la
sede
principale
e
una
o
pi
sezioni
distaccate.
Sempre
il
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
pu
anche
delegare
nominativamente
determinate
funzioni
a
magistrati
ordinari
in
tirocinio,
a
vice
procuratori
onorari
addetti
allufficio,
a
personale
in
quiescenza
da
non
pi
di
2
anni
che
nei
5
anni
precedenti
abbia
svolto
le
funzioni
di
polizia
giudiziaria,
ovvero
a
laureati
in
giurisprudenza
che
frequentano
il
secondo
anno
della
scuola
biennale
di
specializzazione
per
le
professioni
legali.
I
magistrati
della
procura
della
Repubblica
presso
la
corte
dappello
esercitano,
per
regola,
le
funzioni
di
PM
nei
soli
giudizi
dimpugnazione,
cos
come
accade
sempre
per
i
magistrati
della
procura
generale
presso
la
corte
di
cassazione
relativamente
a
tale
giudizio.
Durante
la
fase
delle
indagini
preliminari
si
apre
una
serie
di
canali
informativi
tra
procure
della
Repubblica
e
relative
procure
generali
presso
la
corte
dappello,
e
viceversa.
Lunico
strumento
attraverso
il
quale
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
subentra,
nella
titolarit
delle
indagini
preliminari,
al
procuratore
della
Repubblica
del
suo
distretto
lavocazione,
la
quale
scatta
in
maniera
automatica:
a. Nel
caso
dimpossibilit
di
provvedere
alla
tempestiva
sostituzione
del
magistrato
designato
a
seguito
di
astensione
o
di
incompatibilit;
b. Nel
caso
di
omessa
tempestiva
sostituzione
del
magistrato
da
parte
del
capo
dellufficio,
quando
ricorrono
alcune
tra
le
fattispecie
che
avrebbero
imposto
al
giudice
di
astenersi
e
consentito
alle
parti
di
ricusarlo;
c. Nel
caso
di
omessa
presentazione,
nei
termini
prefissati,
della
richiesta
di
archiviazione
ovvero
di
omesso
esercizio
dellazione
penale.
Una
particola
ipotesi
quella
del
procuratore
generale
che,
assunte
le
necessarie
informazioni,
dispone,
con
decreto
motivato,
lavocazione
delle
indagini
preliminari
per
una
serie
di
delitti
di
criminalit
organizzata
quando,
trattandosi
di
indagini
collegate,
non
risulti
effettivo
il
coordinamento
tra
i
diversi
uffici
e
non
abbiano
dato
esito
le
riunioni
disposte
o
promosse
dal
procuratore
generale.
In
aggiunta
al
vincolo
del
decreto
motivato,
si
prevede
che
copia
del
provvedimento
con
cui
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
dispone
lavocazione
delle
indagini
preliminari
sempre
trasmessa
al
CSM
ed
ai
procuratori
della
Repubblica
interessati.
Ci
consente
a
questi
ultimi
di
proporre
reclamo
al
procuratore
generale
presso
la
corte
di
cassazione,
il
quale,
se
accoglie
il
reclamo,
revoca
il
decreto
di
avocazione
e
dispone
la
restituzione
degli
atti.
Gli
effetti
dellavocazione
perdurano
durante
lintero
processo
di
primo
grado.
Se
il
PM
ritiene
che
la
competenza
a
conoscere
il
reato
spetti
ad
un
giudice
diverso
da
quello
presso
cui
esercita
le
sue
funzioni,
trasmette
tempestivamente
gli
atti
allufficio
del
PM
presso
il
giudice
competente.
Lufficio
che
ha
ricevuto
gli
atti,
ove
dissenta,
demanda
la
risoluzione
del
contrasto
negativo
al
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
o
a
quello
presso
la
corte
di
cassazione,
qualora
appartenga
ad
un
diverso
distretto,
trasmettendogli
tutti
gli
atti
del
procedimento.
Gli
atti
compiuti
prima
della
trasmissione
o
della
designazione
conservano
lefficacia
che
loro
propria.
Regole
in
parte
analoghe
valgono
nel
caso
di
contrasto
positivo.
Quando
il
PM
procedente
riceve
notizia
che
presso
un
altro
ufficio
sono
in
corso
indagini
preliminari,
ne
informa
il
PM
presso
questufficio,
richiedendogli
la
trasmissione
degli
atti.
A
sua
volta,
il
PM
che
ha
ricevuto
la
richiesta,
ove
non
ritiene
di
aderirvi,
ne
informa
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
ovvero
quello
presso
la
corte
di
cassazione.
Assunte
le
necessarie
informazioni,
il
procuratore
generale
determina
con
decreto
motivato
quale
ufficio
debba
procedere.
Quando
invece
2
gip
sono
investiti
contemporaneamente
di
una
richiesta
relativa
al
medesimo
fatto,
si
verifica
un
conflitto
positivo
di
competenza
che
sar
risolto
dalla
corte
di
cassazione.
previsto
poi
un
controllo
sulla
legittimazione
del
PM
a
svolgere
le
indagini
preliminari
con
riguardo
alla
competenza
per
territorio
e
per
connessione,
proponibile
dalla
persona
sottoposta
alle
indagini,
dalla
persona
offesa,
nonch
dai
rispettivi
difensori.
La
richiesta
di
trasmettere
gli
atti
al
giudice
competente
depositata
presso
la
segreteria
del
PM
procedente,
a
pena
di
inammissibilit,
corredata
delle
ragioni
poste
a
sostegno
dellindicazione
del
diverso
ritenuto
competente.
Il
PM,
entro
10
gg.,
deve
o
accogliere
la
richiesta,
trasmettendo
gli
atti
al
PM
istituito
presso
il
giudice
ritenuto
competente,
o
di
rigettarla.
In
questultimo
caso,
il
richiedente
pu
ancora
investire
della
questione,
nei
successivi
10
gg.,
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
o
presso
la
corte
di
cassazione.
Nel
termine
di
20
gg.
dal
deposito
della
richiesta
il
procuratore
generale
provvede
con
decreto
motivato
dandone
comunicazione
al
richiedente
e
agli
uffici
interessati.
La
richiesta
non
pu
essere
riproposta
salvo
che
si
fondi
su
fatti
nuovi
e
diversi.
15. LASTENSIONE
Lastensione,
non
obbligatoria
sotto
il
profilo
processuale,
si
fonda
su
gravi
ragioni
di
convenienza,
presuppone
una
dichiarazione
motivata,
ed
decisa
dal
capo
dellufficio
o
dal
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
o
presso
la
corte
di
cassazione,
se
riguarda
i
capi
degli
uffici.
La
sostituzione
effettuata
con
un
magistrato
appartenente
al
medesimo
ufficio,
ma
tale
regole
derogabile
quando
si
tratta
del
capo
dellufficio,
nel
qual
caso
pu
essere
designato
un
altro
magistrato
del
pubblico
ministero
appartenente
ad
un
diverso
ufficio,
ugualmente
legittimato
per
materia.
16. I
RAPPORTI
ALLINTERNO
DELLUFFICIO
Ogni
ufficio
del
pubblico
ministero
si
compone
del
titolare
e
di
uno
o
pi
magistrati
addetti
allufficio
(sostituti
procuratori).
Nelle
procure
della
Repubblica
presso
i
tribunali
ordinari
possono
essere
istituiti
posti
di
procuratore
aggiunto
in
proporzione
allorganico
dellufficio.
Alle
procure
presso
le
sezioni
distaccate
delle
corti
dappello
sono
poi
preposti
avvocati
generali
alla
dipendenza
del
procuratore
generale.
I
titolari
dirigono
gli
uffici
e
ne
organizzano
lattivit,
secondo
i
criteri
di
buon
andamento
ed
imparzialit
che
ispirano
il
funzionamento
della
PA.
Esercitano
poi
essi
stessi
le
funzioni
di
PM,
quando
non
designano
uno
o
pi
tra
gli
altri
magistrati
dellufficio;
inoltre
pu
anche
procedere
ad
una
designazione
congiunta
in
considerazione
del
numero
degli
imputati
o
della
complessit
delle
indagini
o
del
dibattimento.
Il
PM
esercita
le
sue
funzioni
in
piena
autonomia
nelludienza,
anche
se
ci
non
toglie
che
il
capo
dellufficio
pu
impartire
direttive
sulle
premesse
delludienza.
Tale
autonomia
comporta
che
le
cause
di
sostituzione
sono
circoscritte,
le
quali
possono
essere
ricondotte
a
3
distinti
gruppi:
a. Un
primo
gruppo
comprende
le
cause
che
consentono
una
valutazione
discrezionale
da
parte
del
capo
dellufficio;
b. Un
secondo
concerne
alcune
situazioni
in
presenza
delle
quali
il
giudice
sarebbe
obbligato
ad
astenersi;
c. Un
terzo
riguarda
la
sostituzione
effettuata
col
consenso
del
magistrato
interessato.
nella
fase
delle
indagini
preliminari,
il
PM
gode
di
una
certa
autonomia,
tuttavia
il
capo
dellufficio
pu
fissare
regole
generali
per
la
miglior
efficienza
dellufficio,
nonch
dettare
singole
direttive.
Il
magistrato
che
non
si
adegui
a
tale
disposizioni
pu
essere
sostituito
con
un
provvedimento
motivato,
salvo
il
potere
dello
stesso
magistrato
di
chiedere
di
essere
sostituito.
Infine,
solo
il
procuratore
della
Repubblica
pu
intrattenere,
personalmente
o
per
il
tramite
di
un
magistrato
dellufficio
appositamente
delegato,
rapporti
con
i
mass-media.
17. UFFICI
DEL
PM
DISTRETTUALE
Sono
stati
introdotti
una
serie
di
deroghe
alla
divisione
del
lavoro
e
sui
rapporti
tra
gli
uffici
del
PM
al
fine
di
creare
una
sorta
di
procedimento
speciale
per
i
reati
di
associazione
mafiosa,
di
sequestro
di
persona
a
scopo
estorsivo
e
di
associazione
finalizzata
al
traffico
di
sostanze
stupefacenti.
Il
proposito
di
potenziare
lufficio
del
PM
con
riguardo
a
tali
reati
si
concretizzato
nellart.
3
d.l.
n.
90/2008,
contenente
misure
straordinarie
per
fronteggiare
lemergenza
rifiuti
in
Campania
e
ulteriori
disposizioni
di
protezione
civile.
In
particolare,
il
comma
1
di
tale
art.
assegna
le
funzioni
di
PM
nelle
indagini
preliminari
e
nei
procedimenti
di
primo
grado
al
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
di
Napoli,
con
riferimento
ai
reati
sulla
gestione
rifiuti
e
in
materia
ambientale
in
Campania,
nonch
a
quelli
ad
essi
connessi.
Nei
casi
in
cui
tali
procedimenti
concernono
la
criminalit
organizzata,
il
comma
3
attribuisce
al
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
di
Napoli
poteri
di
designazione
del
PM
per
le
udienze
dibattimentali.
Per
tutti
i
reati
indicati
dallart.
51
commi
3-bis,
3-quater
e
3-quinquies
le
funzioni
di
PM
nelle
indagini
preliminari
e
nei
procedimenti
di
primo
grado
sono
attribuite
allufficio
sito
presso
il
tribunale
del
capoluogo
del
distretto
di
corte
dappello.
Il
procuratore
della
Repubblica
presso
questultimo
costituisce
una
direzione
distrettuale
antimafia
per
la
trattazione
dei
procedimenti
relativi
ai
reati
di
associazione
mafiosa,
designando
i
magistrati
che
devono
farne
parte
per
almeno
2
anni,
inoltre,
pu
anche
essere
istituito
un
posto
di
procuratore
aggiunto
per
ragioni
riguardanti
lo
svolgimento
dei
compiti
della
direzione
distrettuale.
Il
procuratore
distrettuale
designa
per
lesercizio
delle
funzioni
di
PM
nei
procedimenti
in
discorso
i
magistrati
addetti
alla
direzione,
ma,
su
richiesta
del
procuratore
distrettuale,
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello,
per
giustificati
motivi,
pu
disporre
che
le
funzioni
di
PM
per
il
dibattimento
siano
esercitate
da
un
magistrato
designato
dal
procuratore
della
Repubblica
presso
il
giudice
competente.
Nonostante
tutto,
possono
sempre
sorgere
contrasti,
positivi
o
negativi,
trai
i
diversi
uffici
del
PM
sulla
relativa
legittimazione
a
procedere:
a. Se
il
contrasto
si
verifica
tra
diverse
direzioni
distrettuali,
la
risoluzione
affidata
al
procuratore
generale
presso
al
corte
di
cassazione,
ma
il
procuratore
nazionale
antimafia
ha
una
funzione
consultiva;
b. Se,
invece,
il
contrasto
insorge
allinterno
del
medesimo
distretto,
il
compito
spetta
al
procuratore
generale
presso
al
corte
dappello.
Alla
direzione
nazionale
antimafia
preposto
un
magistrato
di
cassazione
(il
procuratore
nazionale
antimafia),
nominato
con
delibera
del
CSM
di
concerto
col
Ministro
della
giustizia;
tale
incarico
dura
4
anni
e
pu
essere
rinnovato
una
sola
volta.
Alla
direzione
sono
addetti,
quali
sostituti,
20
magistrati
con
funzioni
di
magistrati
di
corte
dappello,
anchessi
nominati
dal
CSM,
sentito
il
procuratore
nazionale
antimafia,
sulla
base
di
specifiche
attitudini
ed
esperienze.
Il
procuratore
nazionale
antimafia
pu
poi
avvalersi
della
direzione
investigativa
antimafia
(DIA)
e
dei
servizi
centrali
e
interprovinciali
delle
forze
di
polizia,
impartendo
loro
le
direttive
volte
a
regolarne
limpiego
a
fini
investigativi.
Il
procuratore
nazionale
antimafia
investito
di
due
nuclei
di
funzioni:
a. Quelle
di
impulso
al
coordinamento
hanno
il
compito
di
assicurare
il
collegamento
investigativo
anche
tramite
i
magistrati
della
direzione
nazionale
antimafia.
Il
procuratore
pu
inoltre
impartire
ai
procuratori
distrettuali
specifiche
direttive,
alle
quali
devono
attenersi
per
prevenire
e
risolvere
contrasti
sulla
modalit
relative
al
coordinamento
delle
attivit
dindagine.
Sempre
il
procuratore
nazionale
indice
riunioni
tra
i
procuratori
distrettuali
interessati
per
risolvere
i
contrasti
che
hanno
impedito
di
promuovere
o
rendere
effettivo
il
coordinamento.
Come
estrema
ratio,
pu
poi
ricorrere
allavocazione;
b. Quelle
di
impulso
alle
investigazioni,
che
si
risolvono,
anzitutto,
nellacquisizione
e
nellelaborazione
di
notizie,
di
informazioni
e
di
dati
attinenti
alla
criminalit
organizzata,
ai
fini
non
solo
del
coordinamento
investigativo,
ma
anche
della
repressione
dei
reati.
Quindi,
il
procuratore
nazionale
abilitato
non
solo
a
ricevere,
ma
anche
a
ricercare
informazioni.
Al
fine
di
soddisfare
specifiche
e
contingenti
esigenze
investigative,
possibile
lapplicazione
temporanea
dei
magistrati
della
direzione
nazionale
e
delle
direzioni
distrettuali
antimafia.
Essa
disposta
con
decreto
motivato
del
procuratore
nazionale
antimafia,
sentiti
i
procuratori
generali
e
i
procuratori
della
Repubblica
interessati.
Lapplicazione
non
pu
durare
pi
di
un
anno,
ma,
in
caso
di
necessit,
pu
essere
rinnovata
per
un
altro
anno.
Il
decreto
di
applicazione
quindi
trasmesso
senza
ritardo
al
CSM
per
lapprovazione,
nonch
al
Ministro
della
giustizia.
18. LE
FUNZIONI
ED
I
SOGGETTI
DI
POLIZIA
GIUDIZIARIA
La
polizia,
anche
di
propria
iniziativa,
svolge
4
importanti
attivit:
a. Quella
informativa,
che
si
sostanzia
nellacquisire
la
notizia
di
reato
e
nel
riferirla
al
PM;
b. Quella
investigativa,
che
consiste
nel
ricercare
lautore
del
reato
mediante
il
compimento
di
atti
tipici
e
atipici;
c. Quella
assicurativa,
che
riferita
alle
fonti
di
prova;
d. E,
infine,
ha
lobbligo
di
raccogliere
quantaltro
pu
servire
per
lapplicazione
della
legge
penale
e
lobbligo
di
impedire
che
i
reati
siano
portati
a
conseguenze
ulteriori.
Tra
gli
ufficiali
che
svolgono
funzioni
di
polizia
giudiziaria
in
via
generale
figurano:
a. I
dirigenti,
i
commissari,
gli
ispettori,
i
sovraintendenti
e
gli
altri
appartenenti
alla
Polizia
di
Stato
ai
quali
lordinamento
dellamministrazione
della
pubblica
sicurezza
riconosce
la
qualit
di
ufficiali
di
polizia
giudiziaria;
b. Gli
ufficiali,
superiori
ed
inferiori,
ed
il
personale
dei
ruoli
ispettori
e
sovraintendenti
dellArma
dei
Carabinieri;
c. Il
sindaco
dei
comuni
ove
non
vi
sia
un
ufficio
della
Polizia
di
Stato,
n
un
comando
dellArma
dei
Carabinieri
o
della
Guardia
di
Finanza.
Tra
gli
agenti
che
svolgono
funzioni
di
polizia
giudiziaria
in
via
generale
vi
sono:
a. Il
personale
della
Polizia
di
Stato;
b. I
carabinieri;
c. Le
guardie
di
finanza;
d. Gli
agenti
di
polizia
penitenziaria;
e. le
guardie
forestali;
f. le
guardie
delle
province
e
dei
comuni,
ma
solo
nellambito
territoriale
dellente
di
appartenenza
e
limitatamente
al
tempo
nel
quale
sono
in
servizio.
Il
personale
delle
DIA
investito,
oltre
che
delle
funzioni
di
investigazione
preventiva
attinente
alla
criminalit
organizzata,
anche
del
compito
di
effettuare
indagini
di
polizia
giudiziaria
relative
esclusivamente
a
delitti
di
associazione
mafiosa
e
comunque
ricollegabili
allassociazione
stessa.
19. LORGANIZZAZIONE
DELLA
POLIZIA
GIUDIZIARIA
E
LA
SUA
DIPENDENZA
FUNZIONALE
DALLATTIVITA
GIUDIZIARIA
Anche
se
tutte
le
funzioni
di
polizia
giudiziaria
sono
sempre
svolte
alla
dipendenza
e
sotto
la
direzione
dellautorit
giudiziaria,
il
legame
che
si
instaura
con
la
medesima
variabile.
Lart.
56
individua
una
triplice
struttura:
a. La
prima
concerne
i
servizi
di
polizia
giudiziaria
previsti
dalla
legge,
la
quale
prevede
la
loro
istituzione
e
organizzazione
da
parte
del
dipartimento
di
pubblica
sicurezza.
In
determinate
regioni
e
per
particolari
esigenze,
tali
strutture
possono
poi
essere
costituite
in
servizi
interforze.
Infine
sono
state
introdotte
unit
antiterrorismo
per
le
indagini
sui
delitti
di
terrorismo
di
rilevante
gravit;
b. La
seconda
riguarda
le
sezioni
di
polizia
giudiziaria,
istituite
presso
ogni
procura
della
Repubblica
per
garantire
uno
stretto
rapporto
con
lorgano
che
dirige
le
indagini
preliminari.
Le
sezioni
sono
composte
da
ufficiali
ed
agenti
della
Polizia
di
Stato,
dellArma
dei
Carabinieri
e
della
Guardia
di
Finanza.
Il
personale
delle
sezioni
non
deve
poi
essere
inferiore
al
doppio
dei
magistrati
della
procura
della
Repubblica
presso
il
tribunale,
ed
il
rapporto
numerico
tra
ufficiali
ed
agenti
di
polizia
giudiziaria
stabilito
in
due
terzi;
c. La
terza
riguarda,
infine,
i
restanti
ufficiali
ed
agenti
di
polizia
giudiziaria,
tenuti
per
legge
a
compiere
indagini
a
seguito
di
una
notizia
di
reato.
20. I
RAPPORTI
DI
SUBORDINAZIONE
Anche
lautorit
giudiziaria
investita
di
una
serie
di
poteri
di
natura
tipicamente
gerarchica.
Le
sezioni
si
pongono
in
un
rapporto
di
subordinazione
nei
confronti
del
procuratore
della
Repubblica
che
dirige
lufficio
presso
cui
sono
istituite
e,
al
fine
di
evitare
interferenze
con
lamministrazione
di
appartenenza,
fatto
divieto
di
distogliere
gli
ufficiali
e
gli
agenti
di
polizia
giudiziaria
dalla
loro
attivit
se
non
per
disposizione
del
magistrato
dal
quale
dipendono.
Lesclusiva
destinazione
a
compiti
di
polizia
giudiziaria
pu
essere
derogata
solo
in
casi
eccezionali
o
per
necessit
di
istruzione
o
di
addestramento,
e
sempre
previo
consenso
del
capo
dellufficio.
Nei
confronti
dei
servizi,
gli
ordini
dellautorit
giudiziaria
sono
mediati
dalle
gerarchie
amministrative;
pertanto,
la
responsabilit
personale
investe
unicamente
lufficiale
preposto
al
servizio.
La
condotta
degli
altri
ufficiali
ed
agenti
di
polizia
giudiziaria
appartenenti
al
servizio
che
contrasti
con
i
rispettivi
doveri
funzionali
,
invece,
valutata
in
sede
disciplinare
e,
se
ne
ricorrono
gli
estremi,
in
quella
penale.
Vi
,
infine,
lobbligo
di
ottenere
il
consenso
del
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
o
del
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
per
allontanare
dalla
sede
o
assegnare
ad
altri
uffici
i
dirigenti
dei
servizi
e
di
vincolare
le
promozioni
dei
dirigenti
degli
uffici
al
parere
favorevole
dei
predetti
magistrati.
21. LIMPUTATO
E
LA
PERSONA
SOTTOPOSTA
AD
INDAGINI
Lassunzione
della
qualit
di
imputato
coincide
con
latto
che
contiene
la
formale
individuazione
della
persona
a
cui
un
determinato
fatto
storico
viene
attribuito.
Lart.
60
enumera
gli
atti
tipici
dai
quali
tale
assunzione
scaturisce,
dei
quali
alcuni
si
configurano
come
domande
dellorgano
dellaccusa,
altri
invece
come
atti
di
impulso.
A
questi
si
aggiungono
sia
la
contestazione
del
reato
connesso
o
del
fatto
nuovo
nelludienza
preliminare
o
nel
dibattimento,
sia
la
formulazione
coatta
dellimputazione
quando
non
sia
stata
accolta
la
richiesta
di
archiviazione
dal
gip.
La
perdita
della
qualit
dimputato
pu
derivare
solo
da
una
sentenza
o
da
un
provvedimento
ad
essa
assimilabile;
per
contro,
tale
qualit
risorge
per
effetto
della
revoca
della
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
o
dellemissione
del
decreto
di
citazione
a
dibattimento
per
il
giudizio
di
revisione.
Alla
persona
sottoposta
alle
indagini
preliminari
sono
estese
tutte
le
garanzie
e
i
diritti
attribuiti
a
chi
ha
assunto
la
qualit
dimputato.
Pi
precisamente,
taluno
diviene
persona
sottoposta
alle
indagini
a
seguito,
anzitutto,
del
ricevimento
di
una
notizia
qualificata
di
reato
contenente
unincolpazione
nei
confronti
di
un
soggetto
determinato.
Se
si
tratta
di
notizie
inqualificate,
la
persona
pu
dirsi
sottoposta
alle
indagini
a
seguito
di
una
valutazione
di
attendibilit
delle
medesime.
Con
la
nozione
di
indizio,
invece,
ci
si
riferisce
ad
u
risultato
conoscitivo
indispensabile
per
adottare
alcune
misure
nel
corso
della
fase
delle
indagini
preliminari
o
per
farne
scaturire
determinati
effetti
diversi
dalla
decisione
sul
dovere
di
punire.
c. Infine,
deve
essere
avvertito
che
se
render
dichiarazioni
su
fatti
che
concernono
la
responsabilit
di
altri,
in
ordine
a
tali
fatti
assumer
lufficio
di
testimone.
Al
mancato
avvertimento
in
discorso
la
legge
ricollega
una
duplice
sanzione:
per
un
verso,
la
persona
interrogata
non
potr
assumere,
in
ordine
ai
fatti
riferiti
riguardanti
la
responsabilit
di
altri,
lufficio
di
testimone;
per
altro
verso,
le
eventuali
dichiarazioni
contro
altri
non
saranno
utilizzabili
nei
confronti
dei
terzi
coinvolti.
Una
volta
che
il
soggetto
abbia
dichiarato
di
voler
rispondere,
vi
lobbligo
di
contestargli
in
forma
chiara
e
precisa
il
fatto
attribuitogli,
di
rendergli
noti
gli
elementi
di
prova
a
suo
carico
e
di
comunicargliene
le
fonti.
Riguardo
allo
svolgimento
dellatto,
la
tecnica
adottata
quella
delle
domande
poste
invia
diretta
dal
solo
organo
procedente,
il
che
vale
anche
per
linterrogatorio
che
limputato
ha
la
facolt
di
rendere
in
sede
di
udienza
preliminare.
24. LIDENTIFICAZIONE
E
LESISTENZA
IN
VITA
DELLIMPUTATO
Nel
primo
atto
del
procedimento
in
cui
presente
limputato,
lautorit
giudiziaria
lo
invita
a
dichiarare
le
proprie
generalit,
ammonendolo
sulle
conseguenze
nel
caso
di
rifiuto
o
di
generalit
false;
i
medesimi
inviti
sono
poi
fatti
dallautorit
giudiziaria
alla
persona
sottoposta
alle
indagini.
Limpossibilit
di
attribuire
allimputato
le
sue
esatte
generalit
irrilevante
perch
non
pregiudica
il
compimento
di
alcun
atto
da
parte
della
polizia
giudiziaria
o
dellautorit
giudiziaria,
purch
sia
certa
lidentit
fisica
della
persona.
Lattribuzione
di
generalit
erronee
risulta
essere
alla
stregua
di
un
mero
errore
materiale,
correggibile
mediante
il
relativo
procedimento
in
camera
di
consiglio.
Lautorit
giudiziaria,
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento,
deve
comunicare
a
quella
competente
ai
fini
dellapplicazione
della
legge
penale
la
circostanza
che
lindagato
gi
stato
segnalato
come
autore
di
reato
commesso
antecedentemente
o
successivamente
a
quello
per
il
quale
si
procede,
magari
sotto
diverso
nome.
Diverso
il
profilo
dellidentit
fisica
dellimputato,
che
si
sostanzia
nella
coincidenza
tra
la
persona
nei
cui
confronti
esercitata
lazione
penale
e
quella
che
in
effetti
assoggettata
a
processo.
Tocca
al
PM,
durante
le
indagini
preliminari,
disporre
gli
accertamenti
del
caso;
se,
invece,
il
dubbio
sorge
nel
processo,
le
determinazioni
saranno
tratte
dal
gup
o
dal
giudice
del
dibattimento.
In
caso
di
errore
sullidentit
fisica
che
risulti
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
il
PM
pu
richiedere
il
decreto
di
archiviazione;
se
lerrore,
invece,
risulta
nel
processo,
il
giudice,
sentiti
il
PM
e
limputato,
pronuncia
sentenza
di
non
luogo
a
procedere.
Quando
lautorit
giudiziaria
ritenga
che
limputato
o
la
persona
sottoposta
alle
indagini
sia
minorenne,
trasmette
gli
atti
al
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
minorile.
In
caso
di
incertezza
sullesistenza
i
vita
dellimputato,
se
il
dubbio
risolto
nel
senso
della
morte,
il
PM
nel
corso
delle
indagini
preliminari
chiede
larchiviazione
per
estinzione
del
reato,
mentre,
nel
corso
del
giudizio,
il
giudice
proscioglie.
La
sentenza
erroneamente
dichiarativa
dellestinzione
del
reato
per
morte
dellimputato
non
impedisce
un
nuovo
esercizio
dellazione
penale
per
il
medesimo
fatto
a
carico
della
medesima
persona.
25. INFERMITA
MENTALE
E
PARTECIPAZIONE
COSCIENTE
Ogni
persona
fisica
titolare
della
capacit
ad
essere
parte
nel
processo
penale.
Essa
difetta
negli
infanti
e
negli
immuni,
da
distinguersi
in
assoluti
o
relativi,
a
seconda
che
lesenzione
dalla
giurisdizione
valga
per
tutte
le
imputazioni
o
solo
per
alcune.
Nozione
distinta
quella
della
capacit
processuale
dellimputato,
ossia
dellidoneit
ad
esercitare
i
diritti
e
le
facolt
ricollegati
allassunzione
di
tale
qualit.
In
genere,
la
capacit
processuale
dellimputato
coincide
con
la
sua
capacit
di
essere
parte,
ma
esistono
alcune
eccezioni,
la
pi
vistosa
delle
quali
rappresentata
dallipotesi
dellinfermit
mentale
dellimputato
sia
antecedente
che
sopravvenuta
al
fatto
costituente
reato,
il
cui
presupposto
commisurato
sulla
inidoneit
del
soggetto
a
partecipare
coscientemente
al
processo.
La
valutazione
sullesistenza
dellinfermit
mentale
dellimputato
non
necessariamente
subordinata
allesito
di
unindagine
peritale
disponibile
anche
dufficio,
in
quanto
il
giudice
pu
convincersene
anche
sulla
base
di
elementi
ricavabili
da
perizie
appena
espletate
o
da
manifestazioni
conclamate.
Qualora
venga
disposta
la
perizia
psichiatrica,
nel
tempo
occorrente
per
il
suo
svolgimento
lattivit
giudicante
subisce
consistenti
limitazioni.
Il
giudice,
su
richiesta
del
difensore,
pu
assumere
solo
le
prove
che
possono
condurre
al
proscioglimento
dellimputato.
Se
la
necessit
di
provvedere
sorge
durante
le
indagini
preliminari,
la
perizia
disposta
dal
giudice
solo
su
richiesta
delle
parti
con
le
forme
dellincidente
probatorio,
restando
nel
frattempo
sospesi
i
termini
per
le
indagini
preliminari.
Accertato
che
lo
stato
psichico
dellimputato
ne
impedisce
la
cosciente
partecipazione
al
procedimento,
il
giudice
emette
ordinanza
di
sospensione
del
procedimento,
la
quale,
ricorribile
per
cassazione,
produce
una
pluralit
di
effetti:
a. Lobbligo
di
nominare
un
curatore
speciale
a
favore
dellimputato;
b. La
sospensione
non
impedisce
al
giudice
di
assumere
prove,
alle
condizioni
e
nei
limiti
che
valgono
durante
il
tempo
occorrente
per
lespletamento
della
perizia
nel
processo,
anche
su
richiesta
del
curatore
speciale;
c. Ulteriori
effetti
consistono
nellobbligatoria
separazione
del
processo
e
nellinoperativit
della
regola
sulla
sospensione
obbligatoria
del
processo
civile.
Lordinanza
di
sospensione
immediatamente
revocata
qualora
vi
siano
i
presupposti
di
una
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
o
di
proscioglimento,
oppure
sia
acquisita
la
certezza
che
limputato
in
grado
di
partecipare
coscientemente
al
procedimento.
Lart.
72.1
impone
al
giudice
di
verificare
comunque
periodicamente
lo
stato
psichico
dellimputato
con
frequenze
periodiche
semestrali
mediante
appositi
accertamenti
peritali.
Il
potere
di
disporre
il
ricovero
dellimputato
in
una
struttura
del
servizio
psichiatrico
ospedaliero
attribuito
al
sindaco,
mentre
solo
se
vi
pericolo
nel
ritardo,
il
giudice
pu
ordinare
il
ricovero
provvisorio.
Se
gi
disposta
o
debba
disporsi
la
custodia
cautelare,
il
ricovero
provvisorio
ordinato
adottando
i
provvedimenti
necessari
per
prevenire
il
pericolo
di
fuga.
26. LA
PARTE
CIVILE:
LEGITTIMAZIONE,
COSTITUZIONE
ED
ESODO
DAL
PROCESSO
PENALE
Lintervento
della
parte
civile
finalizzato
ad
ottenere
le
restituzioni
o
il
risarcimento
del
danno
ricollegabili
al
reato
oggetto
di
accertamento
i
sede
penale.
Lazione
civile
pu
essere
esercitata
dal
soggetto
che
mira
alle
restituzioni
o
al
risarcimento
del
danno
cagionato
dal
reato,
o
dai
suoi
successori
universali;
ciascuno
di
loro
pu
costituirsi
parte
civile
anche
per
mezzo
di
un
procuratore
speciale.
Una
volta
costituitosi,
a
meno
di
uneventuale
esclusione
o
di
un
suo
esodo
volontario,
il
danneggiato
partecipa
al
processo
in
tutti
i
suoi
gradi,
compreso
leventuale
giudizio
di
rinvio.
Nel
caso
in
cui
sia
impedito
linserimento
dellazione
civile
nel
processo
penale
sono
previsti
due
diversi
correttivi:
a. Anzitutto,
prevista
la
nomina
di
un
curatore
speciale,
quando
manchi
la
persona
cui
spetterebbe
la
rappresentanza
o
lassistenza
e
ricorrano
ragioni
durgenza,
oppure
quando
sussista
un
conflitto
di
interessi
tra
lincapace
e
il
suo
legale
rappresentante;
b. Secondariamente,
ma
solo
in
caso
di
assoluta
urgenza,
viene
consentito
che
il
PM
eserciti
lazione
civile
nellinteresse
del
minore
o
dellinfermo
di
mente,
finch
non
subentri
il
legale
rappresentante
o
il
curatore
speciale.
La
parte
civile
pu
stare
in
giudizio
solo
attraverso
il
difensore
munito
di
procura
speciale.
Per
la
sua
costituzione
occorre
che,
unitariamente
alla
procura,
sia
depositata
nella
cancelleria
del
giudice
procedente
o
sia
presentata
in
udienza,
una
dichiarazione
contente:
a. Le
generalit
della
persona
fisica
o
la
denominazione
dellassociazione
o
dellente
che
si
costituisce
parte
civile,
nonch
del
suo
legale
rappresentante;
b. Le
generalit
dellimputato;
c. Il
nome
ed
il
cognome
del
difensore;
d. Lesposizione
delle
ragioni
che
giustificano
la
domanda;
e. La
sottoscrizione
del
difensore.
La
costituzione
della
parte
civile
deve
quindi
avvenire
a
partire
dal
deposito
della
richiesta
di
rinvio
a
giudizio
e
fino
alleffettuazione
degli
accertamenti
sulla
costituzione
delle
parti.
Lesclusione
pu,
innanzitutto,
essere
la
conseguenza
di
una
richiesta
motivata,
proveniente
dal
PM,
dallimputato
e
dal
responsabile
civile.
Relativamente
a
tale
richiesta
il
giudice
procedente
tenuto
a
pronunciarsi
senza
ritardo
con
ordinanza.
I
termini
per
la
presentazione
della
richiesta
variano
a
seconda
della
fase
processuale
in
cui
avvenuta
la
costituzione
di
parte
civile:
a. Se
avvenuta
per
ludienza
preliminare,
va
effettuata,
in
forma
scritta
fuori
delludienza
oppure
oralmente
in
sede
di
udienza
preliminare
o
dibattimentale,
prima
che
siano
terminati
gli
accertamenti
di
costituzione
delle
parti;
b. Se,
invece,
avvenuta
nella
fase
degli
atti
preliminari
al
dibattimento
o
nel
corso
degli
atti
introduttivi
del
medesimo,
la
richiesta
deve
essere
effettuata
in
sede
di
trattazione
delle
questioni
preliminari.
Una
seconda
ipotesi
di
esclusione
della
parte
civile
quella
disposta
ex
officio
dal
giudice,
il
quale
pu
provvedervi
fino
allapertura
del
dibattimento
di
primo
grado.
Si
pu
anche
verificare
un
recesso
spontaneo
del
danneggiato
che
revoca
la
costituzione
di
parte
civile:
a. Nel
caso
di
revoca
espressa,
che
pu
avvenire
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento
e
riguardare
solo
alcuni
degli
imputati,
occorre
una
dichiarazione,
resa
personalmente
o
per
mezzo
di
un
procuratore
speciale.
Tale
dichiarazione
pu
avere
forma
orale,
se
fatta
in
udienza,
o
essere
contenuta
in
un
atto
scritto;
b. Le
ipotesi
di
revoca
tacita,
o
presunta,
sono
tassativamente
previste
dallart.
82.2,
che
prevede,
da
un
lato,
la
mancata
presentazione,
in
sede
di
discussione
dibattimentale,
delle
conclusioni
e,
dallaltro,
la
promozione
dellazione
di
danno
davanti
al
giudice
civile.
c. La
revoca
della
costituzione
di
parte
civile
non
preclude
il
successivo
esercizio
dellazione
aquiliana
nella
sede
propria.
27. I
RAPPORTI
TRA
AZIONE
CIVILE
DA
REATO
E
AZIONE
PENALE
Lart.
75.1
disciplina
il
trasferimento,
nel
processo
penale,
dellazione
civile.
Il
trasferimento
subordinato
a
2
condizioni
che
riguardano,
rispettivamente,
lo
stadio
di
progressione
del
giudizio
a
quo
e
quello
del
giudizio
ad
quem,
per
cui
se,
da
un
lato,
lattore
vincolato
alla
sua
scelta
iniziale
dopo
la
pronuncia
in
sede
civile
di
una
sentenza
di
merito
anche
non
definitiva,
dallaltro,
non
pi
consentito
linserimento
dellazione
civile
nel
processo
penale
dopo
ludienza
preliminare
e,
successivamente,
fino
allaccertamento
di
costituzione
delle
parti.
Niente,
comunque,
impedisce
che
lazione
di
danno,
esercitata
in
sede
civile,
proceda
in
assoluta
autonomia
rispetto
al
parallelo
processo
penale.
Nellipotesi
in
cui
il
processo
penale
si
concluda
con
una
sentenza
irrevocabile
di
condanna,
il
danneggiato
pu
sfruttare
nel
giudizio
civile
lefficacia
di
giudicato
ad
essa
riconosciuto,
mentre
esclusa
lefficacia
di
giudicato
della
sentenza
assolutoria.
Qualora
lazione
in
sede
civile
sia
stata
proposta
dopo
la
sentenza
penale
di
primo
grado
o
dopo
la
precedente
costituzione
di
parte
civile
nel
processo
penale,
il
processo
civile
rimane
sospeso
in
attesa
del
giudicato
penale,
salve
le
eccezioni
previste
dalla
legge,
ossia
quando:
a. Il
processo
penale
stato
sospeso
per
incapacit
dellimputato;
b. Vi
stata
esclusione
della
parte
civile;
c. La
parte
civile
ha
abbandonato
il
processo
penale
in
seguito
alla
sua
mancata
accettazione
del
rito
abbreviato;
d. Lesodo
della
parte
civile
consegue
alla
pronuncia
di
una
sentenza
che
applica
la
pena
su
richiesta
delle
parti;
e. Il
danneggiato,
gi
costituitosi
parte
civile,
esercitata
lazione
civile
in
sede
propria,
dopo
che
il
giudice
penale
ha
dichiarato
estinto
il
reato
per
intervenuta
oblazione.
28. IL
RESPONSABILE
CIVILE
Il
danneggiato
dal
reato
pu
agire
per
la
restituzione
e
il
risarcimento
del
danno
anche
nei
confronti
del
responsabile
civile,
ossia
dellente
plurisoggettivo
tenuto
a
rispondere
per
il
fatto
dellimputato.
Il
responsabile
civile
pu
essere
sia
citato
su
richiesta
della
parte
civile
o
del
PM,
sia
intervenire
volontariamente
nel
processo
penale.
La
richiesta
deve
essere
proposta
al
pi
tardi
per
il
dibattimento.
Il
giudice
procedente
ordina
la
citazione
con
un
decreto
che
deve
contenere:
a. Le
generalit
della
parte
civile;
b. Lindicazione
delle
domande
avanzate
nei
confronti
del
responsabile
civile;
c. linvito
a
costituirsi;
d. lindicazione
della
data
e
del
luogo
delludienza;
e.
la
data
e
le
sottoscrizioni
del
giudice
e
dellausiliario.
La
citazione
nulla
qualora,
per
omissione
o
erronea
indicazione
di
qualche
elemento
essenziale,
il
responsabile
civile
non
sia
stato
in
grado
di
esercitare
i
suoi
diritti
nelludienza
preliminare
o
nel
giudizio,
ovvero
qualora
risulti
nulla
la
relativa
notificazione.
Il
responsabile
civile
pu
anche
decidere
di
non
costituirsi,
il
che
peraltro
non
impedisce
al
giudice
di
addebitargli,
in
sentenza,
la
responsabilit
per
il
fatto
dellimputato;
viceversa,
pu
costituirsi,
assumendo
la
qualit
di
parte
e
avvalendosi
delle
relative
facolt.
La
costituzione
pu
avvenire
in
ogni
stato
e
grado
del
processo,
anche
per
mezzo
di
procuratore
speciale,
depositando
nella
cancelleria
del
giudice
procedente
o
presentando
in
udienza
una
dichiarazione
che
deve
contenere,
a
pena
di
inammissibilit:
a. Le
generalit
della
persona
fisica
o
la
denominazione
dellassociazione
o
dellente
e
le
generalit
del
suo
legale
rappresentante;
b. Il
nome
e
cognome
del
difensore
e
lindicazione
ella
procura;
c. La
sottoscrizione
del
difensore.
Il
responsabile
civile
pu
anche
intervenire
volontariamente
nel
processo
penale,
sempre
che
vi
sia
stata
costituzione
di
parte
civile
o
il
PM
abbia
agito
come
supplente,
entro
leffettuazione,
nel
dibattimento
di
primo
grado,
degli
accertamenti
di
costituzione
delle
parti.
La
parte
civile
pu
essere
esclusa
su
richiesta
di
parte
o
di
ufficio:
a. Nel
primo
caso,
legittimati
a
chiedere
lesclusione
sono
limputato,
la
parte
civile,
il
PM
e
lo
stesso
responsabile
civile,
il
quale
ultimo
pu
chiedere
quindi
la
propria
esclusione,
oltre
che
per
ragioni
attinenti
alla
legittimazione,
anche
qualora
gli
elementi
di
prova
raccolti
prima
della
citazione
possano
recare
pregiudizio
alla
sua
difesa.
La
richiesta
di
esclusione,
sulla
quale
decide
il
giudice
con
ordinanza,
deve
essere
proposta
non
oltre
gli
accertamenti
relativi
alla
costituzione
delle
parti
nelludienza
preliminare
o
nel
dibattimento;
b. Nel
secondo
caso,
lesclusione
disposta,
con
ordinanza
non
impugnabile,
sia
qualora
venga
accertata
la
mancanza
dei
requisiti
per
la
citazione
o
per
lintervento
del
responsabile,
sia
qualora
venga
accolta
dal
giudice
la
richiesta
di
giudizio
abbreviato.
29. IL
CIVILMENTE
OBBLIGATO
PER
LA
PENA
PECUNIARIA
E
LENTE
RESPONSABILE
PER
LILLECITO
AMMINISTRATIVO
DIPENDENTE
DA
REATO
Una
persona
(fisica
o
giuridica)
pu
essere
assoggettata,
in
via
sussidiaria
ed
eventuale,
ad
unobbligazione
civile
pecuniaria
pari
allimporto
della
multa
o
dellammenda
inflitta
al
condannato,
qualora
questultimo
risulti
insolvibile.
La
persona
civilmente
obbligata
pu
essere
citata,
per
ludienza
preliminare
o
per
il
giudizio,
su
richiesta
del
PM
o
dellimputato.
Per
quanto
riguarda
la
citazione,
la
costituzione
e
lesclusione
della
persona
civilmente
obbligata
per
la
pena
pecuniaria,
si
rinvia
alla
normativa
prevista
per
il
responsabile
civile.
Il
d.
lgs.
n.
231/2001
prevede
lirrogazione
di
sanzioni
amministrative
a
carico
degli
enti
forniti
di
personalit
giuridica,
delle
societ
e
delle
associazioni
anche
prive
di
personalit
giuridica,
qualora
vengano
accertati
reati
commessi
nel
loro
interesse
o
a
loro
vantaggio
da
parte
di
persone
che
rivestano
funzioni
di
rappresentanza,
di
amministrazione
o
di
direzione
dellente,
nonch
di
persone
che
ne
esercitino
la
gestione
e
il
controllo,
ed
infine
di
persone
sottoposte
alla
direzione
o
alla
vigilanza
dei
soggetti
precedentemente
menzionati.
Se
intende
partecipare
al
procedimento
penale
con
il
proprio
rappresentante
legale,
lente
deve
costituirsi
depositando
in
cancelleria
una
dichiarazione
contenente,
a
pena
di
inammissibilit,
oltre
alla
denominazione
e
alle
generalit
del
legale
rappresentante,
il
nome
del
difensore,
la
sua
sottoscrizione
e
la
dichiarazione
o
lelezione
di
domicilio.
30. LA
PERSONA
OFFESA
DAL
REATO
La
persona
offesa
dal
reato
il
titolare
dellinteresse
protetto
dalla
norma
penale
che
si
assume
violata,
ma
ad
essa
non
attribuita
la
qualit
di
parte,
bens
quella
di
soggetto.
31. I
DIRITTI
E
LE
FACOLTA
DELLA
PERSONA
OFFESA
La
persona
offesa
,
anzitutto,
legittimata
a
presentare
memorie,
ossia
elaborati
scritti
attraverso
i
quali
avanzare
istanze,
illustrare
questioni
o
toccare
temi
rilevanti
per
il
processo.
A
seconda
dei
casi,
le
memorie
saranno
indirizzate
al
PM
o
al
giudice
procedente.
Inoltre,
la
persona
offesa
pu
indicare
elementi
di
prova,
sia
per
spingere
il
PM
a
verificare
meglio
una
certa
ipotesi
accusatoria,
sia
per
indurre
il
giudice
ad
intraprendere
quelle
iniziative
che
la
legge
gli
consente
in
materia
di
prova.
In
tema
di
capacit
processuale,
i
minori
infraquattordicenni
e
gli
interdetti
per
infermit
mentale
devono
essere
rappresentati
dai
genitori
e
dal
tutore,
mentre,
trattandosi
di
ultraquattordicenne
o
di
inabilitato,
la
legittimazione
ad
esercitare
i
loro
diritti
spetta
sia
ad
essi
stessi
che
ai
genitori,
al
tutore,
al
curatore.
La
persona
offesa
pu
inoltre
nominare
un
difensore,
il
quale
legittimato
a
svolgere
anche
le
investigazioni
difensive.
Deceduta
la
persona
offesa
in
conseguenza
del
reato,
i
suoi
diritti
e
facolt
sono
attribuiti
ai
prossimi
congiunti.
Quando
invece
la
morte
non
si
pu
ritenere
collegata
al
reato
di
cui
stata
vittima,
i
prossimi
congiunti
possono
entrare
nel
processo
penale
solo
attraverso
la
costituzione
di
parte
civile.
32. GLI
ENTI
E
LE
ASSOCIAZIONI
RAPPRESENTATIVI
DI
INTERESSI
LESI
DAL
REATO
In
presenta
di
taluni
requisiti,
gli
enti
e
le
associazioni
rappresentativi
di
interessi
lesi
dal
reato
possono
esercitare,
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento,
i
diritti
e
le
facolt
attribuiti
alla
persona
offesa
dal
reato.
Qualora
tali
enti
risultino
direttamente
danneggiati
dal
reato,
essi
possono
inserire
la
loro
pretesa
civilistica
allinterno
del
processo
penale
mediante
la
costituzione
di
parte
civile;
al
contrario,
in
mancanza
di
tale
presupposto
lente
collettivo
pu
partecipare
al
processo
in
veste
di
accusatore
privato
al
fianco
della
persona
offesa
disposta
ad
accettare
il
suo
intervento.
Affinch
lente
collettivo
possa
assumere
la
qualifica
di
accusatore
privato
sussidiario
si
richiede
non
solo
che
esso
non
abbia
scopo
di
lucro,
ma
anche
che
gli
siano
state
riconosciute
finalit
di
tutela
degli
interessi
lesi
dal
reato.
Come
ulteriore
garanzia
di
affidabilit
si
esige
che
il
riconoscimento
avvenga
anteriormente
alla
commissione
del
fatto
per
cui
si
procede.
stato
poi
ritenuto
necessario
il
consenso
della
persona
offesa
(ad
un
solo
ente),
da
prestare
con
atto
pubblico
o
con
scrittura
privata
autenticata,
e
si
ammessa
la
possibilit
di
una
revoca
in
qualsiasi
momento
delliter
processuale,
con
le
stesse
forme
previste
per
la
prestazione
del
consenso:
dopo
leventuale
revoca
esclusa,
per
la
persona
offesa,
la
possibilit
di
essere
nuovamente
fiancheggiata
da
tali
enti.
Affinch
lente
collettivo
possa
svolgere
il
ruolo
che
gli
compete,
necessario
che
il
suo
difensore,
munito
di
procura
speciale,
presenti
un
atto
di
intervento,
da
notificare
alle
parti
quando
la
presentazione
non
avviene
in
udienza.
Occorre
inoltre
che
venga
presentata
la
dichiarazione
di
consenso
della
persona
offesa,
nonch
la
procura
del
difensore.
Lintervento
non
pu
avvenire
dopo
che
si
conclusa
la
fase
del
dibattimento
dedicata
alla
verifica
della
costituzione
delle
parti.
Dopo
lintervento,
pu
verificarsi
unestromissione
dellente
collettivo,
disposta
dal
giudice
con
ordinanza
inoppugnabile,
in
seguito
ad
unopposizione
di
parte
o
dufficio,
quando
venga
riscontrato
un
motivo
di
inammissibilit
o
un
vizio
riguardante
la
capacit
processuale
del
soggetto
intervenuto.
Per
quanto
attiene,
in
particolare,
allopposizione,
lipotesi
pi
articolata
quella
in
cui
vi
sia
stato
un
atto
di
intervento.
Lopponente,
entro
3
gg.
dalla
data
di
notificazione,
deve
far
notificare
la
dichiarazione
scritta
di
opposizione
al
rappresentante
legale
dellente,
per
consentire
a
questultimo
di
presentare,
entro
5
gg.
dalla
notifica,
le
sue
controdeduzioni.
Se
lintervento
avvenuto
prima
dellesercizio
dellazione
penale,
la
decisione
di
competenza
del
gip,
mentre
sono
competenti,
rispettivamente,
il
gup
e
il
giudice
del
dibattimento
rispetto
agli
interventi
verificatisi
in
tali
fasi.
33. IL
QUERELANTE
Per
una
serie
di
reati
espressamente
indicati
dal
legislatore
previsto
che
lesercizio
dellazione
penale
da
parte
del
PM
sia
subordinato
ad
una
esplicita
voluntas
persecutionis,
che
la
persona
offesa
tenuta
ad
esprimere
attraverso
la
querela.
La
querela
deve
essere
presentata
entro
3
mesi
dal
giorno
della
notizia
del
fatto
che
costituisce
il
reato;
tuttavia,
qualora
si
debba
procedere
alla
nomina
di
un
curatore
speciale
tenuto
a
valutare
lopportunit
di
presentare
querela,
il
termine
decorre
dal
giorno
in
cui
gli
notificato
il
decreto
di
nomina.
Occorre
poi
che
non
vi
sia
stata
rinuncia
alla
querela,
la
quale
pu
essere
espressa
o
tacita.
Altra
peculiarit
rappresentata
dalla
regola
della
indivisibilit
della
querela,
secondo
la
quale
il
reato
commesso
in
danno
di
pi
soggetti
perseguibile
anche
quando
la
querela
sia
presentata
da
una
sola
delle
persone
offese
e,
reciprocamente,
che,
nel
caso
di
concorso
di
persone
nel
reato,
la
querela
contro
una
di
esse
si
estende
di
diritto
anche
agli
altri
concorrenti.
Il
diritto
di
querela
si
estingue
in
seguito
alla
morte
della
persona
offesa
che
non
lo
abbia
ancora
esercitato,
mentre,
in
caso
contrario,
la
morte
irrilevante
ai
fini
dellestinzione
del
reato.
Lestinzione,
invece,
consegue
alla
remissione
della
querela,
sempre
che
il
querelato
non
labbia
espressamente
o
tacitamente
ricusata,
e
fermo
restando
che,
se
la
querela
stata
proposta
da
pi
persone,
affinch
si
produca
leffetto
estintivo,
necessaria
la
remissione
di
tutti
i
querelanti.
34. IL
DIFENSORE
DI
FIDUCIA
DELLIMPUTATO
Il
difensore
dellimputato
(che
potranno
essere
al
massimo
2),
cui
spettano
le
facolt
ed
i
diritti
riconosciuti
allimputato
stesso,
tenuto
a
dimostrare
non
solo
la
scarsa
significativit
degli
elementi
di
prova
dellaccusa,
ma
anche
ad
individuare
e
ad
acquisire
elementi
probatori
che
scagionino
limputato
o
alleggeriscano
la
sua
posizione.
Vi
sono
3
possibili
modalit
di
nomina
consistenti,
rispettivamente,
nella
dichiarazione
orale
resa
dallinteressato
allautorit
procedente,
in
quella
scritta
consegnata
alla
medesima
dal
difensore
e
nel
documento
di
nomina
trasmessole
con
raccomandata.
Ovviamente
il
difensore
deve
essere
in
possesso
dei
requisiti
richiesti
dalla
legge
professionale
per
assistere
e
rappresentare
limputato;
da
questo
punto
di
vista
pu
essere
stilata
una
sorta
di
graduatoria
che
ricomprende
3
figure:
a. Il
praticante
avvocato,
che
pu
patrocinare
davanti
al
giudice
di
pace
e
al
tribunale
in
composizione
monocratica,
nei
soli
processi
aventi
ad
oggetto
i
reati
per
i
quali
si
procede
con
citazione
diretta
a
giudizio;
b. Lavvocato,
che
pu
svolgere
il
suo
ruolo
di
difensore
davanti
ad
ogni
giudice
penale,
fatta
eccezione
per
la
corte
di
cassazione;
c. Lavvocato
iscritto
nello
speciale
albo,
il
quale
pu
difendere
anche
davanti
alla
cassazione.
La
prestazione
del
difensore
costituisce
loggetto
di
un
contratto
per
la
cui
conclusione
occorre
laccettazione,
anche
implicita,
del
nominato.
La
nomina
produce
i
suoi
effetti
per
tutto
larco
del
processo
di
cognizione.
La
ridotta
autonomia
dellimputato
conseguente
alla
custodia
carceraria
legittima
i
suoi
prossimi
congiunti
a
nominare,
con
le
stesse
forme
per
la
nomina
diretta,
un
difensore
di
fiducia
che
cessa
di
operare
non
appena
linteressato
manifesti
una
diversa
volont.
35. IL
DIFENSORE
DUFFICIO
Qualora
limputato
non
abbia
nominato
un
difensore
di
fiducia
o
ne
sia
rimasto
privo,
deve
essere
assistito
da
un
difensore
dufficio,
la
cui
figura
pu
essere
tratteggiata
sulla
base
delle
seguenti
coordinate:
a. La
sua
presenza
da
correlare
allimputato;
b. Il
suo
ruolo
sussidiario
rispetto
a
quello
del
difensore
di
fiducia,
tant
che
cessa
le
sue
funzioni
non
appena
limputato
procede
alla
nomina
di
questultimo;
c. Egli
ha
lobbligo
di
prestare
il
patrocinio
salvo
che
in
presenza
di
un
giustificato
motivo.
I
requisiti
necessari
per
poter
essere
iscritti
nellelenco
alfabetico
dei
difensori
dufficio,
predisposto
da
ciascun
consiglio
dellordine
forense,
consistono:
a. Nellaver
conseguito
unattestazione
di
idoneit,
rilasciata
dallordine
forense
di
appartenenza;
b. Nellessere
in
grado
di
dimostrare,
attraverso
unadeguata
documentazione,
di
aver
esercitato
la
professione
nel
settore
penale
per
almeno
2
anni
consecutivi.
Il
perno
del
nuovo
sistema
rappresentato
da
un
apposito
ufficio,
con
recapito
centralizzato,
istituito
presso
lordine
forense
del
capoluogo
di
ogni
corte
dappello,
il
quale
fornisce,
sulla
base
di
una
selezione
automatica,
il
nominativo
del
difensore
dufficio,
ogniqualvolta
gli
pervenga
la
relativa
richiesta
da
parte
dellautorit
giudiziaria
o
della
polizia
giudiziaria.
I
vari
consigli
dellordine
forense
sono
tenuti
a
predisporre
lelenco
dei
difensori
dufficio
e
a
stabilire
i
criteri
per
la
nomina
di
chi
vi
figura
iscritto
sulla
base
delle
competenze
specifiche,
della
prossimit
della
sede
del
procedimento
e
della
reperibilit.
Qualora
bisogni
compiere
un
atto
per
il
quale
richiesta
la
presenza
del
difensore,
ma
questultimo
non
sia
stato
reperito,
o
non
sia
comparso
o
abbia
abbandonato
la
difesa,
prevista
lattivazione
della
procedura
prevista
per
la
prima
nomina
del
difensore
dufficio
da
parte
del
PM
o
della
polizia
giudiziaria.
Nei
casi
durgenza
tuttavia
consentita
la
designazione
di
un
difensore
che
sia
immediatamente
reperibile,
con
lobbligo
di
adottare
un
provvedimento
motivato
ce
indichi
i
motivi
dellurgenza.
Quando
invece
tale
situazione
si
stallo
deve
essere
affrontata
dal
giudice,
egli
pu
designare
come
sostituto
un
altro
difensore
immediatamente
reperibile,
salvo
che
la
necessit
non
si
appalesi
nel
corso
del
giudizio,
nel
qual
caso
pu
essere
nominato
sostituto
solo
un
difensore
che
risulti
iscritto
nellelenco
dei
difensori
dufficio.
Con
riguardo
alla
retribuzione
del
difensore
dufficio,
si
possono
menzionare
3
regole:
a. Il
difensore
dufficio
si
deve
far
carico
della
procedura
esecutiva
per
il
recupero
del
credito
professionale
nei
confronti
dellassistito
inadempiente,
usufruendo
dellesenzione
da
bolli,
imposte
e
spese;
b. Qualora
dimostri
linfruttuosit
della
procedura
di
cui
sopra,
il
difensore
viene
retribuito
dallo
Stato;
c. A
meno
che
lassistito
non
chieda
ed
ottenga
lammissione
al
patrocinio
a
spese
dello
Stato,
questultimo
surroga
il
difensore
nel
suo
credito
verso
il
soggetto
assistito.
36. PATROCINIO
DEI
NON
ABBIENTI
E
POTERI
DEL
DIFENSORE
Lo
Stato
deve
assicurare
ai
non
abbienti
i
mezzi
per
agire
e
difendersi
davanti
ad
ogni
giurisdizione,
per
cui
il
soggetto
ammesso
al
patrocinio
sceglie
quale
difensore
un
libero
professionista,
il
cui
compenso
viene
poi
liquidato
dallautorit
giudiziaria
ed
a
carico
dello
Stato.
Attualmente
la
materia
disciplinata
nel
T.U.
delle
disposizioni
legislative
e
regolamentari
sulle
spese
di
giustizia.
Il
suo
art.
81
prevede
listituzione
presso
ogni
consiglio
dellordine
di
un
elenco
degli
avvocati
idonei
ad
essere
nominati
difensori
da
colui
che
ammesso
al
patrocinio
a
spese
dello
Stato.
Sullinserimento,
su
richiesta
dellinteressato,
in
tale
elenco
delibera
il
consiglio
dellordine,
il
quale
valuta
lesistenza
in
capo
allinteressato
di
una
esperienza
professionale
specifica,
nonch
liscrizione
allalbo
degli
avvocati
da
almeno
2
anni.
Attualmente
possibile
anche
la
nomina
di
un
difensore
extra
districtum,
ma
in
tal
caso
non
sono
dovute
le
spese
e
le
indennit
di
trasferta
previste
dalla
tariffa
professionale.
Attualmente,
la
soglia
che
consente
di
usufruire
di
tale
patrocinio
fissata
in
9.723,84
,
soglia
da
aggiornare
ogni
due
anni
in
base
alle
variazioni
dellindice
ISTAT.
Ci
si
poi
preoccupati
del
rischio
che
vengano
ammessi
al
patrocinio
soggetti
i
quali
in
realt
non
versino
nella
situazione
di
non
abbienza:
in
questo
caso,
listanza
di
ammissione
va
respinta
qualora
il
tenore
di
vita,
le
condizioni
personali
e
familiari
del
richiedente
nonch
le
attivit
economiche
da
lui
eventualmente
svolte,
offrano
al
giudice
fondati
motivi
per
ritenere
che
il
reddito
da
prendere
in
considerazione
superi
il
tetto
stabilito
dalla
legge.
Il
difensore
del
soggetto
ammesso
al
patrocinio
pu
sia
nominare
un
sostituto,
sia
un
investigatore
privato
autorizzato,
mentre
il
soggetto
pu
anche
nominare
un
consulente
tecnico
di
parte.
Nel
caso
in
cui
limputato
o
il
condannato
partecipino
al
procedimento
penale
a
distanza,
ammessa
la
nomina
di
un
secondo
difensore
limitatamente
agli
atti
che
si
compiono
a
distanza;
al
di
fuori
di
tale
ipotesi,
la
nomina
di
un
secondo
difensore
implica
che
gli
effetti
dellammissione
al
patrocinio
vengono
a
cessare.
37. IL
DIFENSORE
DELLE
PARTI
EVENTUALI,
DELLA
PERSONA
OFFESA
E
DEGLI
ENTI
RAPPRESENTATIVI
DI
INTERESSI
LESI
DAL
REATO
La
parte
civile,
il
responsabile
civile
e
la
persona
civilmente
obbligata
per
la
pena
pecuniaria
devono
stare
in
giudizio
col
ministero
di
un
solo
difensore,
munito
di
procura
speciale,
da
presumere
conferita
solo
per
un
determinato
grado
a
meno
che
nellatto
non
sia
espressa
una
volont
diversa.
La
procura
pu
essere
apposta
in
calce
o
a
margine
dei
vari
atti
attraverso
i
quali
avviene
lingresso
della
parte
nel
processo
penale;
al
di
fuori
di
tale
ipotesi,
la
procura
si
pu
conferire
con
atto
pubblico
o
scrittura
privata
autenticata.
Il
difensore
pu
compiere
e
ricevere
tutti
gli
atti
del
procedimento
tranne
quelli
che
la
legge
riserva
espressamente
al
rappresentato,
il
cui
domicilio
si
intende
eletto
presso
il
difensore.
Inoltre,
in
assenza
di
una
procura
ad
hoc,
questultimo
non
pu
compiere
atti
implicanti
disposizioni
del
diritto
in
contesa.
Tale
normativa
opera
anche
nei
confronti
degli
enti
rappresentativi
degli
interessi
lesi
dal
reato,
mentre
lo
stesso
non
vale
per
la
persona
offesa,
rispetto
al
quale
la
nomina
di
un
solo
difensore
solo
facoltativa.
38. IL
SOSTITUTO
DEL
DIFENSORE
Il
difensore,
sia
di
fiducia
che
dufficio,
pu
nominare
un
sostituto.
Affinch
sia
efficace,
la
designazione
deve
essere
portata
a
conoscenza
dellautorit
procedente
con
le
stesse
forme
indicate
per
la
nomina
del
difensore
dellimputato.
Quindi,
spetta
al
difensore
nominare
il
sostituto,
fatta
eccezione
per
le
ipotesi
in
cui
previsto
che
alla
designazione
provveda
il
giudice
ovvero,
ma
solo
nei
casi
di
urgenza
e
previa
adozione
di
un
provvedimento
motivato
che
indichi
le
ragioni
dellurgenza,
il
PM
o
la
polizia
giudiziaria.
Il
difensore
sussidiario
esercita
i
diritti
e
assume
i
doveri
del
difensore
impedito.
39. LE
GARANZIE
DI
LIBERTA
DEL
DIFENSORE
Le
ispezioni
e
le
perquisizioni,
se
effettuate
negli
uffici
dei
difensori,
sono
consentite
in
sole
2
ipotesi:
a. Quando
il
difensore
o
altre
persone
che
svolgono
stabilmente
la
loro
attivit
nel
suo
ufficio
sono
imputati,
o
anche
solo
indagati;
b. Quando
si
tratta
di
rilevare
tracce
o
altri
effetti
materiali
del
reato,
ovvero
di
ricercare
cose
o
persone
specificamente
predeterminate.
Questo
primo
nucleo
di
garanzie
completato
dalla
previsione
che
delimita
in
negativo
il
materiale
sequestrabile
presso
i
difensori,
gli
investigatori
privati
autorizzati,
i
consulenti
tecnici,
salvaguardando
le
carte
e
i
documenti
relativi
alloggetto
della
difesa,
sottoponibili
a
sequestro
solo
quando
costituiscano
corpo
di
reato.
Vanno
poi
evidenziate
talune
regole
di
carattere
procedurale
sempre
in
merito
alle
perquisizioni,
ai
sequestri
e
alle
ispezioni
negli
uffici
dei
difensori.
Innanzitutto,
va
ricordato
lavviso,
che
a
pena
di
nullit
lautorit
giudiziaria
deve
comunicare
al
locale
consiglio
dellordine
per
consentire
al
presidente
o
ad
un
suo
delegato
di
presenziare
alle
operazioni;
nel
qual
caso,
su
richiesta
dellintervenuto,
deve
essergli
consegnata
copia
del
provvedimento.
Inoltre,
devono
agire
in
prima
persona
il
giudice
o,
durante
le
indagini
preliminari,
il
PM.
vietato
il
sequestro
e
ogni
altra
forma
di
controllo
della
corrispondenza
tra
limputato
e
il
proprio
difensore,
sempre
che,
da
un
lato,
la
corrispondenza
sia
riconoscibile;
dallaltro,
lautorit
giudiziaria
non
abbia
fondato
motivo
di
ritenere
che
si
tratti
di
corpo
di
reato.
altres
vietata
lintercettazione
delle
conversazioni
e
delle
comunicazioni
che
difensori,
investigatori
privati
autorizzati,
consulenti
tecnici
e
loro
ausiliari
effettuino
tra
di
loro,
al
pari
di
quelle
tra
gli
stessi
e
i
loro
assistiti.
Nel
caso
di
inosservanza
di
tali
disposizioni,
i
risultati
delle
operazioni
compiute
non
possono
essere
utilizzati.
40. IL
COLLOQUIO
DEL
DIFENSORE
CON
LIMPUTATO
PRIVATO
DELLA
LIBERTA
PERSONALE
Allimputato
riconosciuto
il
diritto
di
conferire
immediatamente
col
proprio
difensore,
o
comunque
non
oltre
7
gg.
dal
momento
in
cui
stato
eseguito
il
provvedimento
limitativo
della
libert
personale.
Il
difensore
deve
essere
immediatamente
avvisato
dellesecuzione
della
misura
restrittiva
e
deve
poter
accedere
al
luogo
in
cui
la
persona
fermata,
arrestata
o
sottoposta
a
custodia
cautelare
si
trova
detenuta.
In
presenza
di
specifiche
ed
eccezionali
ragioni
di
cautela,
il
colloquio
pu
essere
dilazionato
per
un
massimo
di
5
gg.,
ma
in
tal
caso
occorre
distinguere
lipotesi
in
cui
la
privazione
della
libert
sia
leffetto
di
unordinanza
cautelare
da
quella
in
cui
consegua
ad
una
misura
pre-cautelare:
a. Nel
primo
caso
la
decisione
sul
differimento
del
colloquio
spetta
al
gip,
che
deve
provvedere
con
decreto
motivato
su
richiesta
del
PM;
b. Nel
secondo
provvede
direttamente
il
PM,
che
pu
dilazionare
il
colloquio
fino
al
momento
in
cui
larrestato
o
il
fermato
posto
a
disposizione
del
giudice.
41. LABBANDONO
DELLA
DIFESA
E
IL
RIFIUTO
DELLA
DIFESA
DUFFICIO
Trattandosi
di
abbandono
o
rifiuto
motivati
dalla
violazione
dei
diritti
della
difesa,
il
consiglio
dellordine
forense,
qualora
ritenga
giustificato
il
comportamento
del
difensore,
non
applica
la
sanzione
disciplinare,
neppure
in
presenza
di
una
sentenza
irrevocabile
che
escluda
la
violazione.
Lautorit
giudiziaria,
invece,
tenuta
a
comunicare
al
consiglio
dellordine
sia
i
casi
di
abbandono
e
di
rifiuto
della
difesa
dufficio,
sia
i
comportamenti
integranti
violazioni
dei
doveri
di
lealt
e
probit,
sia
la
violazione
del
divieto,
per
uno
stesso
difensore,
di
assumere
la
difesa
di
pi
imputati
che
abbiano
reso
dichiarazioni
accusatorie
nei
confronti
di
un
altro
imputato.
A
seguito
dellabbandono
della
difesa
da
parte
del
difensore
di
fiducia
si
determina
una
stasi
processuale,
finch
non
si
procede
alla
nomina
di
un
nuovo
difensore
di
fiducia,
ovvero,
in
mancanza,
di
uno
dufficio.
Labbandono
della
difesa
delle
altre
parti
private,
della
persona
offesa
e
degli
enti
o
associazioni
non
ostacola
la
prosecuzione
del
procedimento,
in
quanto
tali
soggetti,
ove
non
provvedano
ad
una
nuova
nomina,
perdono
la
possibilit
di
essere
attivi
in
sede
processuale.
42. INCOMPATIBILITA,
NON
ACCETTAZIONE,
RINUNCIA
E
REVOCA
DEL
DIFENSORE
Il
codice
ammette
che
un
difensore
possa
assistere
una
pluralit
dimputati,
purch
le
diverse
posizioni
degli
assistiti
non
siano
tra
loro
incompatibili.
Incompatibilit
si
ha
quando
siano
inconciliabili
le
posizioni
degli
imputati,
ossia
luno
deve
avere
interesse
a
sostenere
tesi
pregiudizievoli
allaltro.
Una
spontanea
rimozione
dellincompatibilit
si
pu
avere
quando
limputato
o
gli
imputati
interessati
revochino
la
nomina
del
difensore,
oppure
questultimo
rinunci
alla
difesa.
Qualora
ci
non
avvenga,
previsto
un
intervento
del
giudice
o,
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
del
PM,
con
il
quale
viene
fissato
un
termine
per
la
sua
rimozione
da
parte
dei
diretti
interessati.
Lextrema
ratio
rappresentata
da
unordinanza
del
giudice
con
la
quale
viene
dichiarata
lincompatibilit
e,
sentite
le
parti
interessate,
si
procede
alle
designazioni
dei
difensori
dufficio.
Mentre
nel
caso
della
revoca
il
soggetto
agente
lassistito,
la
non
accettazione
e
la
rinuncia
sono
iniziative
del
difensore.
Questi
ultimi
sono
atti
alternativi
che,
come
la
revoca,
non
necessitano
di
motivazione.
Fermo
lobbligo
per
il
difensore
che
non
accetti
lincarico
o
vi
rinunci
di
darne
subito
comunicazione
allautorit
procedente
e
a
chi
lo
ha
nominato,
occorre
distinguere
tra:
a. Non
accettazione,
che
ha
effetto
dal
momento
in
cui
perviene
la
relativa
comunicazione
allautorit
procedente;
b. Rinuncia
e
revoca,
che
sono
prive
di
effetto
fino
a
che
la
parte
non
risulta
assistita
da
un
nuovo
difensore.
Anzi,
se
ai
fini
di
una
difesa
informata
il
nuovo
difensore
si
avvale
del
diritto
di
ottenere
un
termine
a
difesa,
la
rinuncia
e
la
revoca
diventano
efficaci
solo
a
partire
dalla
sua
scadenza.
A
proposito
di
tale
termine
a
difesa,
il
difensore
ha
diritto
ad
un
termine
che,
di
regola,
non
pu
essere
inferiore
a
7
gg.
Al
di
sotto
di
tale
termine
si
pu
scendere,
fermo
restando
il
limite
minimo
delle
24
ore,
solo
se
ricorre
una
di
queste
3
situazioni:
a. Se
vi
il
consenso
dellimputato
o
del
suo
difensore;
b. Se
vi
sono
specifiche
esigenze
processuali
che
possono
determinare
la
scarcerazione
dellimputato;
c. Se
ricorrono
specifiche
esigenze
processuali
che
possono
determinare
la
prescrizione.
43. GLI
AUSILIARI
DEL
GIUDICE
E
DEL
PM
Gli
ausiliari
sono
coloro
che
affiancano
il
giudice
o
il
PM
svolgendo
vari
compiti.
Per
ausiliare
in
senso
stretto
si
deve
intendere
il
coadiutore
istituzionale,
cio
quello
la
cui
presenza
contrassegnata
dalla
continuit
e
ordinari
et
(cancelliere,
segretario,
ufficiale
giudiziario,
direttore
degli
istituti
penitenziari).
Lassistenza
del
cancelliere
prevista
per
tutti
gli
atti
posti
in
essere
dal
giudice,
salvo
che
la
legge
disponga
altrimenti.
Importante
anche
lattivit
di
documentazione,
per
la
quale
prevista
la
redazione
del
processo
verbale.
Tra
gli
altri
compiti
che
svolge
vi
sono
lautentificazione
degli
atti
e
dei
provvedimenti
del
giudice,
la
custodia
delle
cose
sequestrate,
il
rilascio
di
copie,
la
notificazione
dellatto
dimpugnazione.
Anche
presso
lufficio
del
PM
opera
un
ausiliario
che
svolge
funzioni
analoghe
a
quelle
del
cancelliere.
Lufficiale
giudiziario
svolge
unattivit
ausiliaria
nei
confronti
sia
del
giudice
che
del
PM,
in
quanto
sua
principale
funzione
quella
di
curare
lesecuzione
delle
notificazioni.
Corollario
di
tale
funzione
la
relazione
di
notificazione,
che
documenta
lattivit
svolta
con
riferimento
allatto
da
notificare.
Anche
il
direttore
dellistituto
penitenziario
opera
come
ausiliario
sia
del
giudice
che
del
PM,
essendo
tenuto
a
ricevere
e
ad
inoltrare,
dopo
aver
proceduto
alla
loro
iscrizione
in
apposito
registro,
latto
di
impugnazione
e
gli
altri
atti
contenenti
dichiarazioni
e
richieste
destinate
allautorit
giudiziaria.
CAPITOLO 2 ATTI
1. PREMESSA
Per
fatto
giuridico
si
intende
un
accadimento
consistente
tanto
in
un
fenomeno
naturale
quanto
in
un
comportamento
umano.
Latto
giuridico
si
distingue
dal
fatto
per
la
volontariet.
Dal
punto
di
vista
della
condotta,
i
comportamenti
umani
si
risolvono
in
dichiarazioni
esternate
verbalmente,
per
iscritto
o
in
maniera
gestuale,
oppure
in
operazioni.
Occorre
poi
distinguere,
a
proposito
degli
atti
consistenti
in
dichiarazioni
verbali
o
in
operazioni,
lattivit
diretta
a
confezionare
latto
da
quella
diretta
a
documentarlo.
Premesso
ci,
occorre
definire
latto
processuale
penale:
a. Sul
piano
soggettivo,
sono
tali
quelli
posti
in
essere
dai
soggetti
del
procedimento;
b. Sul
piano
oggettivo,
2
sono
le
caratteristiche
dellatto
processuale
penale:
la
sua
attitudine
a
produrre
effetti
giuridici
dotati
di
rilevanza
processuale
penale,
ed
il
suo
realizzarsi
nel
contesto
del
processo
penale.
2. LA
LINGUA
DEGLI
ATTI
Normalmente,
gli
atti
del
procedimento
sono
compiuti
in
lingua
italiana,
che
la
lingua
ufficiale.
Limitatamente
al
territorio
dove
insediata
una
minoranza
linguistica
riconosciuta,
altre
lingue
sono
elevate
al
rango
di
lingue
del
procedimento,
in
modo
tale
da
assicurare
al
cittadino
appartenente
alla
minoranza
il
diritto
di
impiegare,
nei
rapporti
con
lautorit
giudiziaria,
la
propria
madrelingua.
Ci
vale
non
solo
per
limputato
e
le
altre
parti
private,
ma
anche
per
i
testimoni,
i
periti,
i
consulenti
tecnici
e
quanti
altri
vengono
in
contatto
con
il
procedimento
penale.
Luso
di
una
lingua
diversa
dallitaliano
subordinato
alla
sussistenza
di
3
requisiti:
a. Deve
trattarsi
di
una
lingua
di
cui
una
legge
riconosce
la
qualit
di
lingua
minoritaria.
Tale
legge
demanda
ai
consigli
provinciali
lindividuazione
delle
aree
dinsediamento
e
a
prevedere
luso
della
lingua
minoritaria
nei
rapporti
con
le
amministrazioni
locali
e
davanti
allautorit
giudiziaria;
b. La
tutela
deve
essere
circoscritta
ai
soli
procedimenti
che
si
svolgono
davanti
ad
unautorit
avente
competenza
di
primo
o
secondo
grado
sul
territorio
dov
insediata
la
minoranza
linguistica;
c. Il
soggetto
alloglotto
deve
sempre
richiedere
luso
della
lingua
minoritaria,
e
lopzione,
espressa
in
forma
scritta
o
orale,
revocabile.
Tutte
le
volte
che
un
muto,
un
sordo
o
un
sordomuto
vogliano
o
debbano
fare
dichiarazioni,
sono
previste
particolari
modalit
di
comunicazione
che
si
avvalgono
della
parola
o
dello
scritto.
In
tali
ipotesi,
indipendentemente
dal
fatto
che
le
persona
in
discorso
sappiano
leggere
o
scrivere,
lautorit
procedente
provvede
alla
nomina
di
uno
o
pi
interpreti
scelti
di
preferenza
fra
le
persone
abituate
a
trattare
con
lui.
3. LA
SOTTOSCRIZIONE
E
LA
DATA
In
materia
di
sottoscrizione
degli
atti,
permane
linterdizione
allimpiego
di
mezzi
meccanici
o
di
segni
diversi
dalla
scrittura,
equiparati
ad
una
mancata
sottoscrizione.
Il
raggiungimento
del
fine
della
sottoscrizione
pu
essere
conseguito
per
altra
via
solo
se
chi
deve
firmare
non
in
grado
di
scrivere.
Talvolta,
il
codice
impone
che
gli
atti
dei
soggetti
privati
siano
muniti
di
unattestazione
relativa
allautenticit
della
firma,
la
quale
pu
essere
rilasciata,
oltre
che
dal
funzionario
di
cancelleria,
dal
notaio,
difensore,
sindaco,
funzionario
delegato
dal
sindaco,
segretario
comunale,
giudice
di
pace,
presidente
del
consiglio
dellordine
forense
o
da
un
consigliere
da
lui
delegato.
Nellatto
deve
essere
indicata,
oltre
al
luogo
di
formazione,
anche
la
data,
e
talvolta
prevista
anche
lindicazione
dellora.
Alla
mancata
indicazione
della
data,
quando
essa
prescritta
a
pena
di
nullit,
linvalidit
consegue
solo
se
non
possibile
stabilirla
con
certezza
sulla
base
di
elementi
tratti
dallatto
medesimo
o
da
atti
a
questo
connessi.
Se
la
documentazione
di
un
atto
stata
distrutta,
smarrita
o
sottratta,
ne
possibile
recuperarla,
ma
di
tale
atto
occorre
fare
uso,
il
codice
prevede
limpiego
di
vari
rimedi:
a. Il
pi
semplice
consiste
nella
surrogazione
alloriginale
di
una
copia
autentica;
b. Se
non
possibile
procedere
alla
surrogazione,
soccorre
la
ricostituzione,
disposta
con
ordinanza
che
ne
prescrive
le
modalit,
previo
giudizio
di
necessit
e
di
possibilit,
dal
giudice
innanzi
al
quale
pende
il
procedimento
o
dal
giudice
dellesecuzione.
4. IL
DIVIETO
DI
PUBBLICAZIONE
Il
legislatore
ha
concepito
2
tipi
di
divieto
di
pubblicazione
col
mezzo
della
stampa
o
con
altro
mezzo
di
diffusione:
a. Il
primo
riguarda
la
riproduzione
totale
o
parziale
dellatto,
ossia
dellatto
quale
risulta
dalla
documentazione
procedimentale;
b. Il
secondo
riguarda
la
pubblicazione
di
quanto
latto
esprime
dal
punto
di
vista
concettuale,
sicch
risulta
essere
rilevante
anche
la
pubblicazione
fatta
solo
in
modo
riassuntivo
o
meramente
informativo.
Rispetto
agli
atti
coperti
dal
segreto,
il
divieto
di
pubblicazione
assoluto,
investendo
sia
la
riproduzione
pubblica
dellatto,
sia
il
contenuto
dellatto.
Tale
divieto
opera
per
tutta
la
durata
delle
indagini
preliminari,
finch
restano
ignoti
i
potenziali
autori
del
reato.
Ovviamente,
il
divieto
non
investe
le
indagini
difensive.
Larea
del
divieto
di
pubblicazione
subisce
una
variazione
a
causa
dei
decreti
motivati
del
PM
relativi
alla
desegretazione,
ovvero
alla
segretazione
di
singoli
atti,
nonch
allimposizione
di
un
autonomo
divieto
di
pubblicazione
con
riguardo
ad
atti
o
notizie
non
pi
coperti
da
segreto.
Se
non
si
procede
a
dibattimento,
il
divieto
in
discorso
cade
o
con
la
conclusione
delle
indagini
preliminari
o
col
termine
delludienza
preliminare.
Se
invece
si
procede
a
dibattimento,
bisogna
distinguere
3
categorie
di
atti:
a. Gli
atti
inseriti
nel
fascicolo
del
dibattimento
sono
pubblicabili
sin
dalla
relativa
formazione.
Se,
per,
latto
viene
trasferito
al
fascicolo
del
PM,
essendosi
accolta
la
relativa
questione
preliminare,
il
divieto
di
pubblicazione
si
ripristina
automaticamente,
e
lo
stesso
vale
per
il
caso
in
cui
latto
viene
letto
in
una
porzione
di
dibattimento
tenuto
a
porte
chiuse;
b. Gli
atti
che,
terminato
il
dibattimento,
sono
collocati
nel
fascicolo
del
PM,
sono
pubblicabili
solo
dopo
la
pronuncia
della
sentenza
di
secondo
grado;
c. Infine,
sono
immediatamente
pubblicabili
gli
atti
gi
posti
in
questultimo
fascicolo,
in
quanto
sono
stati
usati
per
le
contestazioni.
Vi
sono
poi
2
divieti
di
pubblicazione
di
un
atto
o
di
una
sua
parte,
che
si
caratterizzano
per
essere
disposti
dal
giudice
sentite
le
parti:
a. Il
primo
riguarda
gli
atti
gi
utilizzati
per
le
contestazioni,
allorch
sia
scattato
il
divieto
di
pubblicazione
degli
atti
del
dibattimento,
essendosi
questultimo
svolto
a
porte
chiuse;
b. Il
secondo
investe
la
riproduzione
pubblica,
anche
parziale,
degli
atti
non
segreti
dei
procedimenti
speciali
privi
della
fase
dibattimentale,
che
sarebbero
stati
pubblicabili
con
la
chiusura
delle
indagini
preliminari
o
al
termine
delludienza
preliminare.
vietata
poi
la
pubblicazione
dellimmagine
di
chi
si
trovi
sottoposto
a
restrizioni
della
libert
personale,
purch
sia
ripresa
mentre
si
trova
sottoposta
alluso
di
manette
ai
polsi
ovvero
ad
altro
mezzo
di
coercizione
fisica.
Tale
divieto
esteso
anche
allimmagine
della
persona
agli
arresti
domiciliari
o
di
colui
che
tenuto
a
braccetto
da
due
agenti
di
polizia
penitenziaria
mentre
condotto
alludienza
di
convalida
dellarresto.
Vietata
anche
la
pubblicazione
delle
generalit
o
dellimmagine
del
minore
che
assume
la
qualit
di
testimone,
persona
offesa
o
danneggiata.
Lart.
734-bis
c.p.
prevede
una
fattispecie
contravvenzionale
per
chi
divulghi,
senza
il
suo
consenso,
le
generalit
o
limmagine
di
persona
offesa
da
atti
di
violenza
sessuale.
Lart.
115
ha,
perci,
previsto
una
responsabilit
disciplinare
a
carico
degli
impiegati
dello
Stato
o
di
altri
enti
pubblici,
ovvero
degli
esercenti
una
professione
per
la
quale
richiesta
una
speciale
abilitazione
dello
Stato.
Normalmente,
la
sanzione
disciplinare
concorre
con
quella
penale,
ma
vi
sono
ipotesi
in
cui
la
prima
assume
carattere
esclusivo.
5. LA
CIRCOLAZIONE
DI
COPIE
E
DI
INFORMAZIONI
Chiunque
vi
ha
interesse,
pu
ottenere,
a
proprie
spese,
il
rilascio
di
copie,
estratti
o
certificati
di
singoli
atti,
compresi
quelli
incorporati
su
supporti
non
cartacei.
Il
rilascio
non
pu
essere
ottenuto
se
si
tratta
di
atti
ancora
coperti
dal
segreto
sulle
indagini
o
diventati
oggetto
di
un
decreto
di
segretazione.
Il
diniego
dellautorizzazione
non
impugnabile.
Il
difensore
(o
un
suo
sostituto)
che
presenti
allautorit
giudiziaria
atti
o
documenti
ha
il
diritto
al
rilascio
di
attestazione
dellavvenuto
deposito.
Le
disposizioni
sulla
trasmissione
di
copie
e
di
informazioni
da
parte
del
PM
o
del
Ministro
dellinterno
hanno
il
fine
di
agevolare
lattivit
di
investigazione
e
lattivit
di
prevenzione
dei
reati.
Bench
la
stessa
autorit
giudiziaria
procedente
pu
disporre,
di
propria
iniziativa,
la
trasmissione,
organo
legittimato
a
presentare
la
richiesta
solo
il
Pm
che
procede,
mentre
nessun
potere
diniziativa
spetta
ai
difensori
delle
parti.
In
forza
dellart.
118,
il
Ministro
dellinterno
pu
accedere
alle
fonti
informative,
anche
se
pu
avvalersi
di
un
ufficiale
di
polizia
giudiziaria
o
del
personale
della
DIA
per
formulare
materialmente
la
richiesta.
Analogo
potere
di
accesso
spetta,
infine,
al
presidente
del
Consiglio
dei
ministri.
La
richiesta
del
PM
deve
essere
finalizzata
al
compimento
delle
proprie
indagini,
circoscrivendone
lambito
sul
piano
temporale.
La
circolazione
di
copie
e
di
informazioni
trova
spazio
quando
mancano
i
presupposti
del
coordinamento
informativo
ed
investigativo,
ovvero
quando
vi
dissenso
tra
gli
uffici
del
PM
sulla
gestione
delle
indagini,
salvo
si
tratti
di
procedimenti
per
reati
di
criminalit
organizzata,
o
quando
le
indagini
non
risultano
collegate.
La
richiesta
del
Ministero
dellinterno
,
invece,
indirizzata
alla
prevenzione
dei
reati,
con
riferimento,
per,
ai
soli
delitti
che
impongono
ladozione
dellarresto
obbligatorio
in
flagranza.
Verificate
la
propria
competenza
e
quella
dellorgano
da
cui
proviene
la
richiesta
motivata,
lautorit
giudiziaria
pu
rigettarla
o
accoglierla.
La
prima
soluzione
sar
adottata,
oltre
che
per
ragioni
di
ordine
rituale,
per
lesigenza
di
preservare
il
segreto.
Lobbligo
di
motivare
il
rigetto
non
comunque
sanzionato
dalla
legge
processuale.
6. MEMORIE,
RICHIESTE
E
DICHIARAZIONI
DELLE
PARTI
Le
parti
e
i
loro
difensori
possono
presentare
memorie
o
richieste
scritte
al
giudice
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento.
Tale
possibilit
estesa
alla
persona
sottoposta
alle
indagini
e
la
persona
offesa.
Il
giudice
deve
provvedere
entro
15
gg.,
ma
lobbligo
scatta
solo
in
dipendenza
di
una
richiesta
ritualmente
formulata:
non
sono
tali
quelle
del
soggetto
sfornito
del
diritto
a
presentarle
o
che
non
ha
provveduto
a
depositarle
in
cancelleria,
ne
quelle
precluse
da
decadenze
ormai
verificatesi.
Limputato
detenuto
o
internato
pu
presentare
impugnazioni,
dichiarazioni
o
richieste
con
atto
ricevuto
dal
direttore
dellistituto.
Esse,
dopo
liscrizione
nellapposito
registro,
sono
comunicate
allautorit
competente
immediatamente.
Le
impugnazioni,
le
richieste
e
le
altre
dichiarazioni
sono
comunicate,
nel
giorno
stesso
o
al
pi
tardi
in
quello
successivo,
allautorit
giudiziaria
competente
mediante
estratto,
copia
autentica
o
raccomandata,
ma,
nei
casi
urgenti,
possibile
usare
mezzi
pi
celeri.
7. LA
GARANZIA
DELLA
LEGALITA
Indipendentemente
dalla
comminatoria
di
sanzioni,
le
norme
del
codice
devono
essere
osservate
dai
magistrati,
dai
cancellieri
e
dagli
altri
organi
ausiliari
del
giudice,
compresa
la
polizia
giudiziaria.
8. LE
FORME
DEI
PROVVEDIMENTI
Guardando
alla
forma
degli
atti,
il
codice
contrappone:
a. Gli
atti
compiuti
nel
procedimento,
inteso
come
fase
delle
indagini
preliminari,
caratterizzati
da
forme
libere,
nelle
quali
prevale
la
tensione
al
raggiungimento
dello
scopo,
fino
a
contemplare
atti
privi
di
forma.
Tuttavia,
tale
affermazione
risulta
essere
pi
di
facciata
che
un
effettivo
principio
normativo;
b. Gli
atti
posti
in
essere
nel
processo,
caratterizzata
da
forme
vincolate
in
quanto
non
ammettono
equivalenti.
Una
disciplina
unitaria
della
forma
prevista
solo
per
quegli
atti
del
giudice
che
si
traducono
in
provvedimenti,
ovvero
le
sentenze,
le
ordinanze
e
i
decreti.
Le
sentenze
si
caratterizzano
per
lidoneit
a
chiudere
uno
stato
o
un
grado
del
procedimento,
in
quanto
contengono
una
decisione
sulla
regiudicanda.
Per
quanto
riguarda
il
loro
contenuto,
fondamentale
la
distinzione
tra
sentenze
di
condanna
e
sentenze
di
proscioglimento.
Le
sentenze
di
proscioglimento
costituiscono
una
categoria
molto
ampia
che
comprende:
a. Le
sentenze
di
assoluzione
pronunciate
allesito
del
dibattimento
con
le
formule
per
cui:
il
fatto
non
sussiste,
limputato
non
lha
commesso,
il
fatto
non
costituisce
reato
o
non
previsto
dalla
legge
come
reato,
il
reato
stato
commesso
da
persona
non
imputabile
o
non
punibile
per
altra
ragione.
Tali
sentenze
acquistano
lautorit
di
cosa
giudicata;
b. Le
sentenze
di
non
luogo
a
procedere,
pronunciate
al
termine
delludienza
preliminare.
Esse,
ove
non
pi
soggette
ad
impugnazione,
acquistano
forza
esecutiva,
ma
non
di
cosa
giudicata,
potendo
essere
revocate;
c. Le
sentenze
di
non
doversi
procedere
emesse
nei
restanti
gradi
e
stati,
sempre
prive
di
efficacia
in
sede
extrapenale
e
di
cosa
giudicata;
d. Le
sentenze
dichiarative,
che
verificano
lesistenza
di
determinate
fattispecie,
sfornite
della
portata
liberatoria
propria
delle
sentenze
di
non
luogo
a
procedere
e
di
proscioglimento;
e. Le
sentenze
costitutive,
creative
di
effetti
giuridici.
A
tal
punto,
meglio
si
comprende
la
classica
distinzione
tra
sentenze
di
merito
e
sentenze
processuali:
a. Le
prime
risolvono
la
questione
relativa
al
dovere
di
punire;
b. Le
seconde
sciolgono
meri
nodi
processuali.
Le
ordinanze
servono
a
governare
landamento
del
processo,
e
di
regola
sono
revocabili.
Esso
emesso
a
seguito
dellinstaurazione
del
contraddittorio
tra
le
parti
e
deve
essere
motivato.
I
decreti
esprimono
un
comando
dellautorit
procedente,
assumendo
natura
prevalentemente
amministrativa.
Essi
sono
assoggettati
al
regime
della
revoca
e,
se
non
diversamente
disposto,
non
abbisognano
di
motivazione.
prevista
la
nullit,
relativa,
per
la
mancanza
di
motivazione
nelle
sentenze,
nelle
ordinanze
e,
ove
prescritta,
nei
decreti.
La
motivazione
per
relationem,
ossia
quella
che
si
riporti
al
contenuto
di
un
altro
atto,
non
causa
di
nullit
tutte
le
volte
in
cui
il
secondo
sia
conosciuto
o
facilmente
conoscibile
dalla
parte.
dato
quindi
alla
parte
di
controllare
ladeguatezza
e
la
congruit
del
ragionamento
giustificativo
del
giudice.
ammesso
inoltre
luso
di
moduli
prestampati.
Nel
caso
di
provvedimenti
collegiali
e
purch
lo
richieda
un
componente
del
collegio
che
non
abbia
espresso
voto
conforme
alla
decisione,
compilato
sommario
verbale
contente
lindicazione
del
dissenziente,
della
questione
o
delle
questioni
alle
quali
si
riferisce
il
dissenso
ed
i
motivi
dello
stesso.
Il
verbale,
redatto
dal
meno
anziano
tra
i
componenti
togati
del
collegio
e
sottoscritto
da
tutti
gli
altri,
viene
conservato
in
plico
sigillato
nella
cancelleria
dellufficio:
potr
servire
a
chi
ha
dissentito,
liberandolo
da
ogni
eventuale
responsabilit,
se
i
componenti
del
collegio
saranno
chiamati
a
rispondere
del
loro
operato
in
sede
civile.
9. IL
PROCEDIMENTO
IN
CAMERA
DI
CONSIGLIO
Quando
bisogna
procedere
in
camera
di
consiglio,
il
giudice
o
il
presidente
del
collegio
fissa
la
data
delludienza
e
ne
d
avviso
alle
parti,
alle
altre
persone
interessate
e
ai
difensori.
Tale
avviso
deve
essere
comunicato
o
notificato
almeno
10
gg.
prima
della
data
fissata
e
se
limputato
privo
di
difensore,
lavviso
dato
a
quello
di
ufficio.
Fino
a
5
gg.
prima
delludienza
possono
essere
presentate
in
cancellerie
delle
memorie.
Il
PM,
gli
altri
destinatari
dellavviso
e
i
difensori
sono
sentiti
se
compaiono;
se
linteressato
ne
fa
richiesta
ed
detenuto
o
internato
in
un
luogo
fuori
della
circoscrizione,
deve
essere
sentito
prima
del
giorno
delludienza
dal
magistrato
di
sorveglianza
del
luogo.
Ludienza
rinviata
se
sussiste
un
legittimo
impedimento
dellimputato
o
del
condannato
che
ha
chiesto
di
essere
sentito,
e
purch
non
sia
detenuto
in
un
luogo
diverso
da
quello
in
cui
ha
sede
il
giudice.
Il
procedimento
si
svolge
in
udienza,
anche
se
non
ammessa
la
presenza
del
pubblico
in
aula.
Compiuti
gli
atti
introduttivi
e
accertata
la
regolare
costituzione
delle
parti,
nei
procedimenti
davanti
ad
organi
collegiali
la
relazione
orale
svolta
da
uno
dei
componenti
del
collegio,
previa
designazione
del
presidente.
Il
provvedimento
finale
ha
la
forma
in
genere
dellordinanza,
e
deve
essere
comunicato
al
PM
e
notificato
alle
parti
private,
alle
persone
interessate
e
ai
difensori,
i
quali
possono
proporre
ricorso
per
cassazione.
Tale
ricorso
non
sospende
lesecuzione
dellordinanza,
salvo
che
il
giudice
disponga
diversamente
con
decreto
motivato.
10. LIMMEDIATA
DECLARATORIA
DI
CAUSE
DI
NON
PUNIBILITA
E
LA
CORREZIONE
DEGLI
ERRORI
MATERIALI
Lart.
134.1
enuncia
il
principio
generale
per
cui
la
documentazione
degli
atti
del
giudice
si
effettua
mediante
verbale,
il
quale
ha
una
funzione
rappresentativa
e
conservativa
degli
atti
che
si
compiono
nel
procedimento.
Al
verbale
redatto
in
forma
riassuntiva
si
affianca
quello
redatto
in
forma
integrale,
la
cui
scelta
,
di
regola
e
salvi
alcuni
casi,
rimessa
al
giudice.
La
scelta
indirizzata
dal
legislatore
alla
forma
riassuntiva
quando
gli
atti
da
verbalizzare
hanno
contenuto
semplice
o
limitativa
rilevanza,
ovvero
quando
siano
indisponibili
strumenti
di
riproduzione
o
ausiliari
tecnici.
Nelludienza
preliminare,
di
regola,
il
verbale
redatto
in
forma
riassuntiva,
salvo
che,
su
richiesta
di
parte,
il
giudice
disponga
la
riproduzione
fonografica
o
audiovisiva
ovvero
la
redazione
del
verbale
con
la
stenotipia.
Nel
dibattimento
innanzi
al
tribunale
monocratico,
ladozione
del
verbale
in
forma
riassuntiva
rimessa
alla
concorde
volont
delle
parti,
sempre
che
il
giudice
non
ritenga
necessaria
la
redazione
in
forma
integrale.
Tra
i
mezzi
di
riproduzione,
il
codice
pone
sullo
stesso
piano
la
stenotipia
e
ogni
altro
strumento
meccanico
e,
in
posizione
subordinata,
la
scrittura
manuale.
Se
tali
modalit
di
documentazioni
appaiono
insufficienti,
pu
essere
aggiunta
la
riproduzione
audiovisiva
se
assolutamente
indispensabile.
Nel
redigere
il
verbale
con
la
stenotipia
o
con
altri
mezzi
meccanici,
lausiliare
del
giudice,
se
sfornito
delle
necessarie
competenze,
pu
essere
autorizzato
a
farsi
assistere
sia
dal
personale
tecnico
dellamministrazione
sia
da
personale
esterno.
Il
contenuto
dellatto
si
sostanzia
nella
normale
indicazione
del
giorno
e
del
luogo,
nonch
nella
menzione
delle
generalit
delle
persone
intervenute
e
nellindicazione
delle
cause
della
mancata
presenza
di
coloro
che
sarebbero
dovuti
intervenire.
Lausiliario
deve
indicare
quanto
ha
fatto
o
constatato,
nonch
quanto
avvenuto
in
sua
presenza.
Sotto
il
profilo
dichiarativo,
il
pubblico
ufficiale
non
solo
deve
menzionare
le
dichiarazioni
da
lui
ricevute
o
da
altro
pubblico
ufficiale
che
lo
assiste,
ma
deve
anche
indicare
in
modo
analitico
tutti
quegli
elementi
che
possono
influire
sulla
credibilit
delle
dichiarazioni
stesse.
La
firma
deve
essere
apposta
alla
fine
di
ogni
foglio
del
verbale
da
parte
del
pubblico
ufficiale
che
lha
redatto,
dal
giudice
e
dalle
persone
intervenute.
Se
qualcuno
degli
intervenuti
non
vuole
o
non
pu
sottoscrivere,
deve
esserne
fatta
menzione
nel
verbale
indicandone
i
motivi.
14. LE
TRASCRIZIONI
E
LE
RIPRODUZIONI
I
nastri
impressi
con
i
caratteri
della
stenotipia
sono
trascritti
in
caratteri
comuni
non
oltre
il
giorno
successivo
a
quello
in
cui
sono
stati
formati,
ma
ad
oggi
vi
la
possibilit
di
procedere
ad
una
trascrizione
simultanea
mediante
computer.
Tale
termine
derogato
per
il
verbale
del
dibattimento,
che
deve
essere
trascritto
non
oltre
3
gg.
dalla
sua
formazione.
Se
chi
ha
impresso
i
nastri
impedito
a
svolgere
loperazione,
il
giudice
affida
la
trascrizione
ad
altra
persona
idonea
anche
estranea
allamministrazione
dello
Stato.
Le
riproduzioni
fonografiche
e
audiovisive
sono
trascritte
a
cura
del
personale
tecnico
giudiziario,
ed
anche
tale
compito
pu
essere
affidato
a
persone
idonee
estranee
allamministrazione
dello
Stato.
Inoltre,
se
le
parti
vi
consentono,
il
giudice
pu
disporne
lomissione.
Le
registrazioni
fonografiche
e
audiovisive,
nonch
le
relative
trascrizioni,
sono
poi
incluse
nel
fascicolo
del
procedimento.
Tutte
le
volte
in
cui
viene
effettuata
una
tale
riproduzione,
nel
verbale
indicato
il
momento
di
inizio
o
di
cessazione
delle
operazioni
di
riproduzione;
se
una
parte
della
riproduzione
non
ha
avuto
esito
o
non
intellegibile,
fa
prova
il
verbale
redatto
in
forma
riassuntiva.
Lart.
140
introduce
poi
una
documentazione
che,
quanto
alla
forma,
assimilabile
al
verbale
riassuntivo,
ma,
quanto
ai
modi,
si
risolve
nella
redazione
manuale,
contestuale
e
sintetica
del
verbale,
senza
laccompagnamento
della
riproduzione
fonografica.
Se
viene
redatto
solo
il
verbale
forma
riassuntiva,
al
giudice
spetta
lobbligo
di
vigilare
affinch
sia
riprodotta
genuinamente
la
parte
essenziale
delle
dichiarazioni
e
siano
descritte
le
circostanze
nelle
quali
esse
sono
rese.
Nella
prassi,
lo
stesso
giudice
che
detta
allausiliario
il
riassunto
delle
dichiarazioni
rese
davanti
a
lui.
La
nullit
del
verbale
prevista
nel
caso
di:
a. Incertezza
assoluta
sulle
persone
intervenute;
b. Mancata
sottoscrizione
da
parte
del
pubblico
ufficiale
che
ha
redatto
il
verbale;
c. Inosservanza
delle
prescrizioni
previste
dallart.
109
comma
1
e
2
(verbale
redatto
in
lingua
italiana
o
nella
lingua
della
minoranza
riconosciuta).
La
mancata
menzione
nel
verbale
di
determinati
adempimenti
e
dichiarazioni,
nonch
delle
relative
modalit
di
svolgimento,
comporta
la
nullit
del
mezzo
di
prova.
15. LA
DOCUMENTAZIONE
DELLINTERROGATORIO
DEL
DETENUTO
La
documentazione
dellinterrogatorio
del
detenuto
stata
fortemente
irrigidita
dal
legislatore;
lart.
141-
bis
introduce
una
disciplina
speciale
che
opera
in
presenza
di
3
condizioni:
a. Innanzitutto,
per
interrogatorio
si
intende
sia
quello
della
persona
sottoposta
alle
indagini
o
dellimputato,
sia
quello
dellimputato
in
un
procedimento
per
reato
connesso
o
collegato
a
quello
per
cui
si
procede;
b. Linterrogato
deve
essere,
a
qualsiasi
titolo,
in
stato
di
detenzione.
Ci
comporta
che
la
disciplina
speciale
opera
anche
nei
confronti
di
chi
sia
sottoposto
a
custodia
cautelare
per
un
altro
procedimento
o
stia
espiando
una
pena
detentiva
per
un
altro
reato;
c. La
norma
non
vale
per
gli
interrogatori
assunti
nel
contesto
spaziale
e
temporale
delludienza.
In
presenza
di
tali
presupposti,
vi
il
vincolo
di
disporre
la
riproduzione
fonografica
o
audiovisiva
integrale,
ossia
per
intero
e
senza
interruzioni.
Qualora
siano
indisponibili
gli
appositi
strumenti
o
il
personale
tecnico
idoneo,
il
giudice
o
il
PM
possono
porvi
rimedio
mediante
la
nomina
di
un
perito
o
di
un
consulente
tecnico,
a
cui
devono
essere
liquidati
i
relativi
compensi.
La
trascrizione
non
obbligatoria
in
quanto
disposta
solo
su
richiesta
di
parte.
La
documentazione
non
integrale
inutilizzabile
e,
in
caso
contrario,
prevista
una
sanzione.
16. LA
PARTECIPAZIONE
A
DISTANZA
Le
innovazioni
tecnologiche
consentono
oggi
la
partecipazione
a
distanza
alludienza
(videoconferenza
o
teleconferenza),
attraverso
una
connessione
video
con
una
postazione
remota.
Attualmente
ci
si
avvale
di
un
collegamento
via
rete
telefonica
ISDN,
ampiamente
diffusa
sul
territorio
nazionale
e
dai
costi
contenuti.
Tuttavia,
nonostante
i
molti
pregi,
essa
ancora
non
offre
una
perfetta
qualit
del
segnale
video
e
vi
un
intervallo
temporale
apprezzabile
tra
il
momento
in
cui
la
domanda
formulata
e
quello
in
cui
essa
viene
percepita
dal
destinatario.
In
forza
dellart.
146-bis.1
disp.
att.,
la
partecipazione
a
distanza
attivabile
in
presenza
di
alcuni
presupposti:
a. Innanzitutto,
deve
trattarsi
di
un
dibattimento
relativo
a
reati
di
associazione
a
delinquere
o
di
stampo
mafioso,
di
terrorismo,
ecc
e
devono
sussistere
gravi
ragioni
di
sicurezza
e
di
ordine
pubblico;
b. Limputato
deve
trovarsi,
a
qualsiasi
titolo,
in
stato
di
detenzione
in
carcere,
per
cui,
attraverso
la
partecipazione
a
distanza,
vengono
evitati
ritardi
nello
svolgimento
delludienza.
Essa
non
sar
attivata
in
dipendenza
di
semplici
difficolt
organizzative,
mentre,
al
contrario,
valgono
fattori
quali
il
numero
degli
imputati
o
delle
imputazioni
e
il
numero
e
la
natura
delle
prove
da
assumere;
c. Una
terza
ipotesi
di
partecipazione
a
distanza
si
delinea
con
riferimento
alla
sottoposizione
alle
misure
di
cui
allart.
41-bis
comma
2
ord.
pen.,
in
modo
tale
da
evitare
che
il
turismo
giudiziario
sia
sfruttato
dallimputato
per
mantenere
contatti
con
le
organizzazioni
criminali.
Se
occorre
procedere
a
confronto
o
ricognizione
dellimputato
od
altro
atto
che
implichi
losservazione
della
sua
persona,
la
videoconferenza
viene
interrotta
e
ripristinata
la
partecipazione
fisica
dellimputato,
e
semprech
il
giudice,
sentite
le
parti,
lo
ritenga
opportuno.
La
partecipazione
a
distanza
va
disposta
anteriormente
allinizio
della
prima
udienza
dibattimentale
per
evitare
che
essa
si
tenga
con
limputato
presente
e,
al
contempo,
per
rendere
pi
agevole
lopera
della
difesa.
In
assenza
del
contraddittorio,
il
provvedimento
assume
forma
di
decreto
motivato
(non
impugnabile)
che
deve
essere
comunicato
al
PM
e
notificato
alle
parti
almeno
10
gg.
prima
della
data
fissata
per
ludienza.
Tale
partecipazione
pu
essere
disposta
anche
nel
corso
dello
svolgimento
delludienza
dibattimentale,
ed
in
tal
caso
il
provvedimento
assume
forma
di
ordinanza
(impugnabile
congiuntamente
alla
sentenza).
Lequiparazione
della
postazione
remota
allaula
di
udienza
comporta
che
al
presidente
del
collegio
resta
affidato
il
potere
di
direzione
del
dibattimento,
ivi
compreso
quello
di
decidere
sulle
questioni
relative
alle
modalit
del
collegamento
audiovisivo,
nonch
il
potere
di
disciplina
delludienza.
Incaricato
di
stare
nella
postazione
remota
,
di
regola,
un
ausiliare
abilitato
ad
assistere
il
giudice
in
udienza
e
designato
dal
giudice
stesso
o,
in
caso
durgenza,
dal
presidente.
Solo
quando
non
si
procede
allesame
dellimputato
pu
essere
designato
un
ufficiale
della
polizia
giudiziaria,
scelto
tra
coloro
che
non
svolgono,
ne
hanno
svolto
attivit
dinvestigazione
o
di
protezione
nei
confronti
dellimputato.
La
scelta
dipende
anche
dalle
funzioni
demandate
allausiliario:
infatti,
egli
chiamato
non
solo
ad
attestare
lidentit
dellimputato,
a
dare
atto
dellosservanza
delle
norme
relative
alle
modalit
del
collegamento
a
distanza
nonch
della
riservatezza
delle
consultazioni
tra
limputato
ed
i
suoi
difensori,
ma
anche
a
dare
atto
delle
cautele
adottate
per
assicurare
la
regolarit
dellesame
con
riferimento
al
luogo
ove
si
trova.
La
documentazione
delle
dichiarazioni,
richieste,
eccezioni
e
quantaltro
provenga
dalle
persone
presenti
nella
postazione
remota,
confluir
necessariamente
nel
verbale
tenuto
dallausiliario
del
giudice
che
siede
nellaula
di
udienza.
Lindagato,
limputato
o
il
condannato
pu
nominare
anche
un
secondo
difensore
per
la
partecipazione
a
distanza
al
processo
penale,
limitatamente
agli
atti
che
si
compiono
a
distanza.
Inoltre,
il
difensore
il
suo
sostituto
presenti
nellaula
di
udienza
e
limputato
possono
consultarsi
riservatamente
attraverso
linstallazione
di
apposite
linee
telefoniche
non
intercettabili.
La
partecipazione
a
distanza
dellimputato
stata
estesa
anche
ai
procedimenti
che
si
svolgono
in
camera
di
consiglio.
17. LESAME
A
DISTANZA
Poich
spesso
si
registravano
attentati
allincolumit
dei
testimoni,
il
legislatore
ha
introdotto
lesame
a
distanza.
Il
1
comma
dellart.
147-bis
disp.
att.
Si
occupa
dellesame
di
persone
ammesse
a
programmi
o
a
misure
di
protezione,
anche
di
tipo
urgente
e
provvisorio,
riferendosi
alle
sole
udienze
dibattimentali,
ma
tale
disciplina
pu
ben
essere
estesa
anche
allincidente
probatorio.
Per
quanto
riguarda
il
telesame,
vi
sono
ipotesi
in
cui
la
sua
adozione
discrezionale,
ed
altre
in
cui
essa
tendenzialmente
obbligatoria:
a. Quella
discrezionale,
subordinata
alla
disponibilit
di
strumenti
tecnici
idonei,
scatta
a
seguito
di
una
determinazione
che
il
giudice
o
il
presidente
del
collegio
possono
assumere
anche
dufficio,
ma
solo
dopo
aver
sentito
le
parti.
Qui
ladozione
del
telesame
mira
a
realizzare
obiettivi
di
semplificazione
processuali
rimessi
ad
una
richiesta
delle
parti;
b. Il
telesame
obbligatorio
non
pu
dirsi
davvero
tale;
cmq
fatto
salvo
il
caso
in
cui
il
giudice
ritenga
assolutamente
necessaria
la
presenza
della
persona
da
esaminare.
Tale
ipotesi
riferita
essenzialmente
alla
mancata
disponibilit
o
al
cattivo
funzionamento
momentaneo
delle
apparecchiature
tecniche.
Vi
sono
poi
due
regole
speciali
che
valgono
nel
caso
in
cui
nei
confronti
della
persona
sottoposta
ad
esame
stato
emesso
il
provvedimento
di
cambiamento
delle
generalit:
a. Il
telesame
deve
essere
condotto
sotto
le
precedenti
generalit
quando
si
procede
per
fatti
anteriori
al
provvedimento
che
le
ha
cambiate;
b. Inoltre,
devono
essere
disposte
le
cautele
idonee
ad
evitare
che
il
volto
della
persona
sia
visibile.
Per
quanto
attiene
alle
modalit
di
conduzione
del
telesame,
il
collegamento
audiovisivo
deve
garantire
la
contestuale
visibilit
delle
persone
presenti
nel
luogo
dove
la
persona
sottoposta
ad
esame
si
trova.
Lausiliare
del
giudice
ha
il
compito
di
documentare
le
operazioni
effettuate,
tra
le
quali
spicca
quella
di
dare
atto
delle
cautele
adottate
per
assicurare
la
regolarit
dellesame.
Il
telesame
si
converte
in
videoconferenza
se
la
persona
da
esaminare
deve
essere
assistita
da
un
difensore.
La
partecipazione
alludienza
dellimputato
detenuto
allestero,
semprech
non
possa
essere
trasferito
in
Italia,
avviene
tramite
collegamento
audiovisivo,
in
quanto
previsto
da
accordi
internazionali;
inoltre,
la
partecipazione
alludienza
di
un
testimone
o
di
un
perito
che
si
trova
allestero,
pu
avvenire
a
distanza
secondo
le
modalit
e
i
presupposti
stabiliti
in
fonti
internazionali.
18. LA
TRADUZIONE
DEGLI
ATTI
Per
interprete
si
intende
sia
la
persona
che
riproduce
in
lingua
italiana
o
in
lingua
diversa
dichiarazioni
orali,
sia
la
persona
che
svolge
il
medesimo
compito
nei
confronti
di
atti
o
documenti
scritti.
Le
ipotesi
in
cui
bisogna
ricorrere
ad
un
interprete
sono
tipicizzate
dallart.
143
mediante
una
tripartizione:
a. La
prima
riguarda
solo
limputato
(e
la
persona
sottoposta
alle
indagini)
che
non
conosce,
perch
non
parla
o
non
comprende,
la
lingua
italiana.
Limputato
ha
infatti
il
diritto
di
farsi
assistere
gratuitamente
da
un
interprete
per
comprendere
laccusa
formulata
contro
di
lui,
in
modo
tale
da
essere
messo
nelle
condizioni
di
seguire
il
compimento
degli
atti
cui
partecipa.
Al
cittadino
italiano
imputato
che
non
parla
o
non
comprende
la
lingua
italiana
assicurata
una
posizione
di
parit
con
limputato
straniero,
anche
se
a
suo
carico
posta
una
presunzione
relativa
di
conoscenza
della
lingua
italiana.
Ai
fini
della
tutela
dellimputato
straniero
che
si
trova
allestero
previsto
lobbligo,
ove
non
risulti
che
conosca
la
lingua
italiana,
di
redigere
nella
lingua
dello
Stato
dove
nato
linvito
a
dichiarare
o
eleggere
domicilio
nel
territorio
dello
Stato.
b. La
seconda
ipotesi
riguarda
il
sordo,
il
muto
o
il
sordomuto
che
non
sa
leggere
o
scrivere.
Qui
la
nomina
dellinterprete
soggiace
a
regole
particolari;
c. La
terza
ipotesi
si
riferisce
allesigenza
di
procedere
alla
nomina
dellinterprete
per
tradurre
uno
scritto
in
lingua
straniera
o
in
dialetto
non
facilmente
intellegibile,
oppure
per
trasferire
in
lingua
italiana
una
dichiarazione
effettuata
da
chi
non
conosce
la
lingua
italiana.
Inoltre,
linterprete
deve
essere
nominato
anche
quando
il
giudice,
il
PM
o
lufficiale
di
polizia
giudiziaria
hanno
personale
conoscenza
della
lingua
o
del
dialetto
da
interpretare.
Non
possono
fungere
da
interprete
il
minorenne,
linterdetto,
linabilitato,
laffetto
da
infermit
mentale,
linterdetto
da
uffici
pubblici,
linterdetto
o
il
sospeso
da
una
professione
o
da
unarte
e
il
sottoposto
a
misure
di
sicurezza
personali
o
a
misure
di
prevenzione.
poi
incompatibile
la
persona
esclusa
dalla
testimonianza
o
che
gode
della
facolt
di
astenersi
,
nonch
chi
chiamato
allufficio
di
testimone
od
i
perito,
ovvero
chi
nominato
consulente
tecnico
nello
stesso
procedimento
o
in
un
procedimento
connesso.
Linterprete
incapace
o
incompatibile
ricusabile
dalle
parti
private
e,
per
i
soli
atti
compiuti
o
disposti
dal
giudice,
ricusabile
anche
dal
PM.
Se
esiste
un
motivo
di
ricusazione
oppure
gravi
ragioni
di
convenienza
per
astenersi,
linterprete
deve
dichiararle,
e
sulla
dichiarazione
di
ricusazione
o
di
astensione
decide
il
giudice
con
ordinanza
inoppugnabile.
Con
la
nomina,
linterprete
citato
a
comparire
con
notificazione
e,
in
situazioni
di
urgenza,
anche
oralmente
attraverso
lufficiale
giudiziario
o
la
polizia
giudiziaria.
Se
le
traduzioni
scritte
richiedono
un
lavoro
di
lunga
durata,
lautorit
procedente
pu
prorogare,
per
giusta
causa,
il
termine
fissato
per
una
sola
volta.
Linterprete
che
non
ha
presentato
la
traduzione
nel
termine
pu
essere
sostituito;
in
questultimo
caso,
dopo
essere
stato
citato
a
comparire
per
discolparsi,
pu
essere
condannato
al
pagamento
di
una
somma
a
favore
della
cassa
delle
ammende.
19. LE
LINEE
DI
FONDO
DEL
REGIME
DELLE
NOTIFICAZIONI
Listituto
delle
notificazioni
serve
per
portare
a
conoscenza
degli
atti
processuali
i
soggetti
diversi
dal
loro
autore.
Occorre
osservare
che
la
tradizionale
dicotomia
tra
conoscenza
legale,
conseguente
al
solo
rispetto
delle
forme
stabilite
dallordinamento,
e
conoscenza
effettiva,
per
la
quale
sufficiente
la
conoscenza
effettiva
anche
procurata
in
assenza
delle
formalit
prescritte,
stata
erosa
a
favore
della
seconda.
Dal
punto
di
vista
strutturale,
il
procedimento
di
notificazione
distinto
in
3
fasi:
a. Limpulso,
consistente
nellordine
o
nella
richiesta
di
eseguire
la
notificazione
e
nella
consegna
materiale
dellatto
allorgano
esecutivo;
b. Lesecuzione,
cio
la
predisposizione
dellatto
da
notificare,
lattivit
di
ricerca
del
destinatario
e
la
consegna
dellatto
alla
persona
abilitata
a
riceverlo;
c. La
documentazione
dellattivit
svolta
dallorgano
esecutivo.
20. GLI
ORGANI
E
LE
FORME
DELLE
NOTIFICAZIONI
DISPOSTE
DAL
GIUDICE
O
RICHIESTE
DALLE
PARTI
Lorgano
investito
in
via
principale
dellattivit
di
notifica
lufficiale
giudiziario,
a
cui
si
affiancano
gli
aiutanti
ufficiali
giudiziari
e
i
messi
di
conciliazione.
Inoltre,
nei
procedimenti
con
detenuti
e
in
quelli
dinanzi
al
tribunale
del
riesame,
in
presenza
del
requisito
dellurgenza,
il
giudice
pu
disporre
che
le
notificazione
siano
eseguite
dagli
organi
di
polizia
penitenziaria
del
luogo
in
cui
i
destinatari
sono
detenuti.
Infine,
nei
procedimenti
per
i
delitti
di
strage,
terrorismo
e
associazione
mafiosa,
al
giudice
consentito
avvalersi
anche
della
polizia
giudiziaria.
Oggetto
della
notificazione
latto
nella
sua
interezza,
ma
ragioni
di
economia,
tempestivit
o
riserbo
hanno
indotto,
in
casi
tassativi,
a
prevedere
la
notificazione
per
estratto,
cio
la
riproduzione
della
sola
parte
essenziale
dellatto.
Lufficiale
giudiziario
provvede
a
formare
un
numero
di
copie
dellatto
uguale
a
quello
dei
destinatari
della
notificazione.
Stesso
valore
delloriginale
hanno
le
copie
dellatto
quando
lufficio
che
lo
ha
emesso
attesta,
in
calce
ad
esso,
di
aver
trasmesso
il
testo
originale.
A
tutela
della
riservatezza,
se
la
notifica
non
pu
essere
eseguita
a
mani
proprie
del
destinatario,
lufficiale
giudiziario
e
la
polizia
giudiziaria
consegnano
la
copia
dellatto
dopo
averla
inserita
in
una
busta
sigillata;
tale
prescrizione
non
vale
per
per
le
notificazioni
al
difensore
o
al
domiciliatario.
Acquista
valore
di
notificazione
la
consegna
di
copia
dellatto
allinteressato
da
parte
della
cancelleria,
purch
sulloriginale
sia
annotata
lavvenuta
consegna
e
la
relativa
data.
La
lettura
dei
provvedimenti
alle
persone
presenti
e
gli
avvisi
dati
verbalmente
dal
giudice,
o
dal
PM,
agli
interessati
in
loro
presenza
sostituiscono
le
notificazioni,
purch
ne
venga
fatta
menzione
nel
verbale.
Infine,
sempre
a
protezione
della
riservatezza,
le
comunicazioni,
gli
avvisi
ed
ogni
altro
biglietto
o
invito
consegnati
non
in
busta
chiusa
ad
una
persona
diversa
dal
destinatario
devono
recare
solo
le
indicazioni
strettamente
necessarie.
Nei
casi
durgenza,
il
giudice
pu
disporre,
anche
su
richiesta
di
parte,
che
le
persone
diverse
dallimputato
siano
convocate
o
avvisate
a
mezzo
del
telefono
e
a
cura
della
cancelleria.
Sulloriginale
dellavviso
o
della
convocazione
sono
annotati
il
numero
telefonico
chiamato,
il
nome,
le
funzioni
o
le
mansioni
svolte
dalla
persona
che
riceve
la
comunicazione,
il
suo
rapporto
col
destinatario,
il
giorno
e
lora
della
telefonata.
Alla
comunicazione
si
procede
poi
chiamando
il
numero
telefonico
corrispondente
allabitazione,
alla
sede
del
lavoro
abituale,
alla
dimora
o
al
recapito
della
persona
interessata;
essa
non
ha
effetto
se
non
ricevuta
dal
destinatario
ovvero
da
persona
che
convive
anche
temporaneamente
col
medesimo
(ha
effetto
invece
se
la
comunicazione
rilasciata
sulla
segreteria
telefonica).
La
successiva
comunicazione
telegrafica
per
estratto
integra
poi
una
forma
costitutiva
di
questo
procedimento
di
notifica:
quando,
per
qualunque
causa,
non
possibile
far
luogo
alla
notificazione
a
mezzo
del
telefono,
soccorre
quella
eseguita
per
telegramma.
In
presenza
di
particolari
circostanze
poi
possibile
ricorrere
alla
forma
notificativa
innominata
a
persona
diversa
dallimputato,
che
si
realizza
ricorrendo
a
mezzi
di
comunicazione
non
tradizionali,
purch,
nellapposito
decreto
motivato
posto
in
calce
allatto,
siano
indicati
il
mezzo
tecnico
prescelto
e
le
modalit
ritenute
necessarie
per
far
conoscere
latto
al
destinatario.
Le
notifiche
di
atti
del
PM,
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
sono
anzitutto
eseguite
dallufficiale
giudiziario,
mentre
la
polizia
giudiziaria
pu
provvedere
nei
soli
casi
di
atti
dindagine
o
provvedimenti
che
la
stessa
delegata
a
compiere
o
tenuta
ad
eseguire.
Nel
caso
delle
notificazioni
richieste
dalle
parti
consentito
sostituire
alle
forme
ordinarie
linvio
di
copia
dellatto
effettuato
dal
difensore
mediante
raccomandata
con
ricevuta
di
ritorno,
nel
qual
caso
la
notificazione
pu
dirsi
perfezionata
con
la
ricezione
della
raccomandata
secondo
le
regole
fissate
dallordinamento
postale.
Il
difensore
deve
poi
documentare
la
spedizione
con
il
deposito
in
cancelleria
della
copia
dellatto
inviato,
lattestazione
della
conformit
alloriginale
e
lavviso
di
ricevimento.
21. LE
NOTIFICAZIONI
ALLIMPUTATO
Le
notificazioni
allimputato
detenuto
in
Italia
devono
essere
eseguite
preferibilmente
mediante
consegna
a
mani
proprie
nel
luogo
di
detenzione,
anche
attraverso
lagente
di
custodia;
modalit
particolari
sono
invece
predisposte
per
limputato
legittimamente
assente
perch
usufruisce
del
regime
di
semilibert,
semidetenzione,
ecc..
Per
quanto
riguarda
invece
la
prima
notifica
allimputato
libero,
anchessa
deve
essere
preferibilmente
eseguita
mediante
consegna
di
copia
dellatto
a
mani
proprie,
dovunque
limputato
si
trovi.
Se
ci
non
possibile,
la
notificazione
viene
eseguita
nellabitazione
o
nel
luogo
in
cui
il
soggetto
esercita
abitualmente
la
professione,
consegnando
la
copia
ad
un
convivente
o
al
portiere.
Qualora
tali
luoghi
non
siano
conosciuti,
la
notificazione
eseguita
dove
limputato
ha
temporanea
dimora
o
recapito.
Il
portiere
Per
rendere
pi
efficace
il
risultato
conoscitivo
cui
sono
finalizzate
le
notificazioni,
limputato
ha
lonere
di
determinare
il
luogo
in
cui
dovranno
essergli
notificati
gli
atti,
attraverso
unapposita
dichiarazione
o
elezione
di
domicilio.
La
dichiarazione
di
domicilio
consiste
in
una
manifestazione
di
scienza
intesa
ad
indicare
un
luogo
che
pu
essere
solo
la
propria
abitazione
o
la
sede
del
proprio
lavoro;
lelezione
di
domicilio,
invece,
consiste
in
una
manifestazione
di
volont
che
comporta
la
designazione
di
un
luogo
e
di
un
destinatario:
nella
prassi
lo
studio
del
proprio
difensore.
Le
Sezioni
unite
della
Corte
di
cassazione
hanno
recentemente
affermato
il
principio
per
cui
la
dichiarazione
di
domicilio
prevale
sulla
precedente
elezione,
ancorch
non
espressamente
revocata.
Limputato,
o
la
persona
sottoposta
alle
indagini,
ha
lobbligo
di
comunicare
ogni
mutamento
del
domicilio
eletto
o
dichiarato,
mentre,
in
mancanza
di
tale
comunicazione
oppure
in
caso
di
rifiuto
di
dichiarare
o
eleggere
domicilio,
le
notificazioni
vengono
eseguite
mediante
consegna
al
difensore.
Nel
verbale
dovr
essere
menzionata
la
scelta
dellimputato
o
della
persona
sottoposta
alle
indagini.
In
un
ambito
residuale
si
colloca
linvito
a
eleggere
o
dichiarare
domicilio
formulato
con
linformazione
di
garanzia
o
col
primo
atto
notificato
per
disposizione
dellautorit
giudiziaria.
Limputato
anche
avvertito
che
deve
comunicare
ogni
mutamento
del
domicilio
e
che,
in
caso
di
mancanza,
insufficienza
o
inidoneit
della
dichiarazione
o
elezione,
le
successive
notificazioni
saranno
eseguite
nel
luogo
in
cui
il
primo
atto
stato
notificato.
La
dichiarazione
o
elezione
devono
essere
effettuate
mediante
una
comunicazione
allautorit
che
procede,
con
dichiarazione
raccolta
a
verbale,
ovvero
mediante
telegramma
o
lettera
raccomandata
muniti
di
sottoscrizione
autenticata.
Lelezione,
la
dichiarazione
o
il
mutamento
di
domicilio
esplicano
i
loro
effetti
nel
momento
in
cui
giungono
a
conoscenza
dellautorit
giudiziaria
procedente.
24. LE
NOTIFICAZIONI
A
SOGGETTI
DIVERSI
DALLIMPUTATO
Le
parti
ed
i
difensori
sono
ammessi
ad
eseguire
direttamente
le
notificazioni
al
PM
mediante
la
semplice
consegna
di
copia
dellatto
nella
segreteria
del
PM.
Per
le
comunicazioni,
alla
consegna
della
copia
nella
relativa
segreteria
equiparata
la
diretta
presa
visione
dellatto
ad
opera
del
PM,
seguita
dalla
sua
sottoscrizione.
Le
notificazioni
alla
persona
offesa,
alla
parte
civile,
al
responsabile
civile
ed
al
civilmente
obbligato
per
la
pena
pecuniaria
seguono
le
forme
prescritte
per
la
prima
notificazione
allimputato
non
detenuto,
ma
con
due
deroghe:
luna
relativa
alla
tutela
della
riservatezza,
laltra
relativa
al
doppio
accesso
da
parte
dellufficiale
giudiziario,
cui
si
aggiunge
unaltra
previsione
circa
le
ipotesi
di
irreperibilit,
nonch
di
dimora
o
residenza
allestero.
In
tali
casi
la
notificazione
si
considera
avvenuta
con
il
deposito
in
cancelleria
(semprech
loffeso,
dallestero,
non
abbia
dichiarato
o
eletto
domicilio
nel
territorio
dello
Stato).
Qualora
la
persona
offesa
si
avvalga
di
un
difensore,
questultimo,
per
ragioni
di
economia
e
di
celerit,
assume
la
funzione
di
domiciliata
rio
ex
lege.
Quando,
per
il
numero
elevato
delle
persone
offese
ovvero
per
limpossibilit
di
identificarne
alcune,
questo
tipo
di
notificazione
risulta
difficile,
lautorit
giudiziaria
pu
disporre,
con
decreto
esteso
in
calce
allatto,
la
notificazione
per
pubblici
annunzi.
Copia
dellatto
depositato
nella
casa
comunale
del
luogo
ove
si
trova
lautorit
procedente
ed
un
estratto
del
medesimo
inserito
nella
Gazzetta
Ufficiale.
La
notificazione
si
ha
per
avvenuta
dal
momento
in
cui
lufficiale
giudiziario
deposita
una
copia
dellatto
nella
segreteria
o
nella
cancelleria
dellautorit
procedente,
insieme
con
la
relazione
di
notifica
ed
i
documenti
giustificativi.
Per
quanto
riguarda
la
parte
civile,
le
notificazioni
sono
eseguite
presso
il
difensore
nominato
allatto
della
costituzione,
e
la
stessa
regola
vale
per
il
responsabile
civile
ed
il
civilmente
obbligato
costituiti.
Se
costoro,
invece,
non
si
sono
costituiti,
permane
lobbligo
di
dichiarare
o
eleggere
domicilio
nel
luogo
in
cui
si
procede,
altrimenti
le
notificazioni
sono
eseguite
mediante
deposito
in
cancelleria.
25. LA
RELAZIONE
DI
NOTIFICAZIONE
E
LE
CAUSE
DI
NULLITA
Nella
relazione,
scritta
in
calce
alloriginale
ed
alle
singole
copie
notificate,
lufficiale
giudiziario
indica
il
richiedente,
le
richieste
effettuate,
le
generalit
della
persona
a
cui
stata
consegnata
la
copia
e,
se
la
notificazione
non
avvenuta
a
mani
proprie,
i
rapporti
tra
destinatario
e
consegnatario,
le
funzioni
svolte
da
questultimo,
il
luogo
e
la
data
della
consegna
(la
mancanza
di
tale
requisito
pu
dar
luogo
a
responsabilit
disciplinare);
infine,
appone
la
propria
sottoscrizione
per
attestare
la
paternit
dellatto.
La
relazione
non
fa
fede,
sino
a
querela
di
falso,
di
quanto
lufficiale
attesti
di
aver
fatto
o
di
essere
avvenuto
in
sua
presenza:
il
giudice
ne
valuta
liberamente
il
contenuto.
Qualora
vi
sia
un
contrasto
tra
la
relazione
scritta
sulla
copia
consegnata
e
quella
sulloriginale,
per
ciascun
interessato
valgono
le
attestazione
contenute
nella
copia
notificata.
La
notificazione
produce
effetto
dal
giorno
della
sua
esecuzione,
ma
vi
sono
eccezioni:
se
il
termine
per
impugnare
decorre
diversamente
per
limputato
e
per
il
suo
difensore,
vale
per
entrambi
quello
che
scade
per
ultimo.
Sono
cause
di
nullit:
a. Latto
notificato
in
modo
incompleto,
salvo
sia
consentito
lestratto;
b. Lincertezza
assoluta
circa
il
richiedente
e
il
destinatario;
c. Il
difetto
della
sottoscrizione
di
chi
ha
eseguito
la
notificazione;
d. La
violazione
delle
disposizioni
sulla
persona
a
cui
la
copia
deve
essere
consegnata,
secondo
lordine
prescritto;
e. La
mancanza
dellavvertimento,
da
parte
del
giudice
o
del
direttore
dellistituto,
nei
casi
previsti
dallart.
161
commi
1,
2
e
3,
sempre
che
la
notificazione
sia
stata
eseguita
mediante
consegna
al
difensore;
f. Dopo
il
deposito
nella
casa
comunale,
lomessa
affissione
sulla
porta
dellimputato
o
il
mancato
avviso
di
avvenuta
notificazione
con
raccomandata
con
ricevuta
di
ritorno;
g. La
mancanza,
sulloriginale
dellatto
notificato,
della
sottoscrizione
del
portiere;
h. Linosservanza
delle
modalit
fissate
dal
giudice
nel
decreto
con
cui
stata
disposta
una
forma
particolare
di
notificazione,
purch
latto
non
sia
giunto
a
conoscenza
del
destinatario.
26. LE
REGOLE
GENERALI
IN
MATERIA
DI
TERMINI
I
termini
processuali
assegnano
dei
limiti
cronologici
allattivit
dei
soggetti
del
procedimento
o
determinano
la
cessazione
degli
effetti
dellatto.
Tra
le
varie
classificazioni,
importante
quella
tra
termini
dilatori
e
acceleratori:
a. I
primi
fanno
s
che
un
atto
non
possa
compiersi
(o
produrre
effetti)
prima
che
il
relativo
termine
sia
decorso;
b. I
secondi,
invece,
stabiliscono
un
termine
per
il
compimento
dellatto
o
per
il
mantenimento
della
sua
efficacia.
I
termini
acceleratori,
a
loro
volta,
si
distinguono
in
2
classi:
a. Sono
ordinatori
quelli
le
cui
conseguenze
sono
prove
di
rilevanza
di
natura
processuale,
salvi
eventuali
riflessi
disciplinari;
b. Sono
perentori
quelli
la
cui
scadenza
comporta
la
perdita
del
potere
di
compiere
latto
al
quale
si
riferiscono,
oppure
la
cessazione
degli
effetti
del
medesimo.
Di
regola,
linosservanza
di
tali
termini
riportata
alla
sanzione
della
decadenza
dal
corrispondente
potere,
salva
la
restituzione
nel
termine
scaduto.
I
termini
sono
computati
a
ore,
giorni,
mesi
ed
anni;
la
scadenza
del
termine
in
un
giorno
festivo
comporta
una
proroga
ex
lege
al
giorno
successivo.
Talora
il
legislatore
ricollega
alla
decadenza
linammissibilit
dellatto
realizzato
a
termine
scaduto;
talaltra
linammissibilit
si
sostanzia
in
un
vizio
dellatto,
integrando
una
species
del
genus
dellinvalidit.
I
termini
stabiliti
a
pena
di
decadenza
sono
improrogabili,
a
meno
di
espresse
previsioni
legislative
in
senso
diverso.
Oltre
alle
proroghe
che
il
Ministro
della
giustizia
pu
accordare
per
eventi
di
carattere
eccezionale,
vanno
menzionate
la
proroga
dei
termini
delle
indagini
preliminari
e
la
proroga
dei
termini
della
custodia
cautelare,
richieste
dal
PM
al
giudice.
Tradizionale
poi
labbreviazione
del
termine,
chiesta
o
consentita
dalla
parte
a
favore
della
quale
esso
stabilito,
mediante
dichiarazione
ricevuta
in
cancelleria
o
nella
segreteria
dellautorit
procedente.
Diversa
dalla
proroga
il
prolungamento
dei
termini
di
comparizione,
che
scatta
fin
dal
momento
della
fissazione
del
termine
dilatorio
ordinatorio,
indipendentemente
dal
fatto
che
questultimo
sia
o
meno
prorogabile.
I
termini
sono
poi
sospesi
nel
periodo
feriale,
ossia
dal
1
agosto
al
15
settembre
di
ogni
anno,
per
consentire
alla
classe
forense
di
godere
delle
ferie
estive.
Listituto
si
estende
anche
al
procedimento
di
esecuzione
e
a
quello
di
sorveglianza,
mentre
non
tocca
lattivit
del
giudice.
Nel
caso
di
procedimenti
per
reati
la
cui
prescrizione
maturi
durante
la
sospensione
feriale
o
nei
successivi
45
gg.,
ovvero
se
durante
lo
stesso
periodo
scadono
stanno
per
scadere
i
termini
della
custodia
cautelare,
il
giudice
che
procede,
anche
dufficio,
pronuncia
ordinanza
inoppugnabile,
ma
revocabile,
con
la
quale
specificamente
motivata
e
dichiarata
lurgenza
del
processo.
In
tali
casi
i
termini
decorrono,
anche
nel
periodo
feriale,
dalla
data
di
notificazione
dellordinanza.
Durante
le
indagini
preliminari,
se
occorre
procedere
con
urgenza
nel
periodo
feriale
al
compimento
di
atti
per
i
quali
operi
la
sospensione
dei
termini
in
discorso,
il
gip,
su
richiesta
del
PM,
della
persona
sottoposta
alle
indagini
o
del
suo
difensore,
pronuncia
ordinanza
nella
quale
sono
specificate
le
ragioni
dellurgenza
e
la
natura
degli
atti
da
compiere.
Allo
stesso
modo
provvede
il
PM
tutte
le
volte
in
cui
deve
procedere
la
compimento
di
accertamenti
tecnici
non
ripetibili.
27. LA
RESTITUZIONE
NEL
TERMINE
La
restituzione
nel
termine
un
rimedio
eccezionale
rispetto
a
situazioni
in
cui
un
impedimento
ha
determinato
lestinzione
di
un
potere,
essendo
decorso
il
termine
perentorio
stabilito
per
il
suo
esercizio.
Titolari
del
diritto
di
ottenere
la
restituzione
nel
termine
non
sono
solo
le
parti,
ma
anche
i
difensori.
Listituto
non
pu
essere
invocato
ai
fini
della
presentazione
della
querela:
laspirante
querelante
non
parte
e
la
querela
non
tra
gli
atti
del
procedimento,
essendo
anteriore
al
suo
inizio.
In
linea
di
principio
,
invece,
ammissibile
la
richiesta
del
querelante
in
vista
dellimpugnazione
del
capo
di
sentenza
relativo
alla
condanna
alle
spese
e
ai
danni.
Per
richiedere
la
restituzione
occorre
dimostrare
che
non
si
potuto
osservare
un
termine
stabilito
a
pena
di
decadenza
per
caso
fortuito
o
forza
maggiore,
dove
per
forza
maggiore
si
intende
un
impedimento
che
renda
vano
ogni
sforzo
delluomo
e
che
dipenda
da
cause
a
lui
non
imputabili.
La
richiesta
deve
essere
presentata
entro
10
gg.,
che
decorrono
da
quello
nel
quale
cessato
il
fatto
costituente
caso
fortuito
o
forza
maggiore.
Nei
casi
in
cui
sia
pronunciata
sentenza
contumaciale
o
decreto
penale
di
condanna,
limputato
restituito,
su
sua
richiesta,
nel
termine
per
proporre
impugnazione
o
opposizione.
Tale
diritto
viene
meno
in
2
ipotesi:
a. Quando
limputato
ha
avuto
effettiva
conoscenza
del
procedimento
e
ha
volontariamente
rinunciato
a
comparire;
b. Quando
,
avuta
effettiva
conoscenza
del
provvedimento
emesso
nei
suoi
confronti,
ha
rinunciato
a
proporre
impugnazione
o
opposizione.
Nella
ipotesi
in
discorso,
,
la
richiesta
di
restituzione
deve
essere
presentata,
a
pena
di
decadenza,
entro
30
gg.
dal
momento
in
cui
limputato
ha
acquisito
effettiva
conoscenza
del
provvedimento.
Se
limputato
deve
essere
estradato
dallestero,
il
termine
per
la
presentazione
della
richiesta
decorre
dal
giorno
in
cui
limputato
condannato
stato
consegnato
allautorit
giudiziaria
italiana.
Tornando
alla
disciplina
ordinaria,
la
restituzione
non
pu
essere
concessa
pi
di
una
volta
per
ciascuna
parte
in
ciascun
grado.
Competente
a
pronunciarsi
sulla
richiesta
di
restituzione,
per
la
fase
anteriore
allesercizio
dellazione
penale
il
gip.
Esercitata
lazione,
decide
il
giudice
procedente
ovvero,
se
stata
pronunciata
sentenza
di
condanna,
il
giudice
che
sarebbe
competente
sullimpugnazione
o
sullopposizione
a
decreto
penale.
Se
la
richiesta
respinta,
pu
essere
proposto
ricorso
per
cassazione.
Accolta
la
richiesta,
il
termine
ricomincia
a
decorrere
nella
sua
misura
originaria;
gli
atti,
su
richiesta
di
parte,
sono
rinnovati
dal
giudice
che
ha
concesso
la
restituzione,
semprech
ci
sia
possibile
e
semprech
si
tratti
di
atti
ai
quali
la
parte
avesse
diritto
di
assistere.
Se
per
la
restituzione
concessa
dalla
cassazione,
questa
pu
disporre
la
rinnovazione
dellatto,
che
per
verr
eseguita
dal
giudice
di
merito.
28. LINVALIDITA
DEGLI
ATTI
Nel
processo
penale
gli
atti
sono,
nella
maggior
parte
dei
casi,
a
forma
vincolata;
in
questo
caso,
perfezione
dellatto
(cio
conformit
allo
schema
tipico)
e
sua
efficacia
(ossia
attitudine
a
produrre
effetti
giuridici)
si
implicano
reciprocamente.
La
mancanza
anche
di
un
solo
elemento
della
fattispecie
non
dovrebbe
consentire,
in
linea
di
principio,
la
produzione
dei
relativi
effetti;
tuttavia
latto,
anche
quando
le
difformit
sono
rilevanti,
quasi
mai
pu
dirsi
del
tutto
inefficace.
Infatti,
ragioni
di
economia
inducono
il
legislatore
ad
avvalersi
del
principio
di
conservazione
degli
atti
imperfetti,
per
cui
latto
diviene
idoneo
a
produrre
effetti,
anche
se
precari,
in
attesa
di
uno
dei
seguenti
sbocchi:
a. La
sanatoria
del
vizio,
che
da
vita
ad
unaltra
fattispecie
equivalente,
dal
punto
di
vista
degli
effetti,
a
quella
viziata,
ma
integrata
da
uno
o
pi
fatti
ulteriori,
ai
quali
si
da
il
nome
di
cause
di
sanatoria;
b. La
declaratoria
dinvalidit
dellatto,
che
viene
dichiarata
dal
giudice,
la
quale
provoca
leliminazione
degli
effetti
dellatto.
Il
titolo
VII
disciplina
solo
la
nullit,
salvo
un
unico
riferimento
allinammissibilit,
che
riguarda
gli
atti
di
parte
o
di
chi
si
fa
parte.
Oltre
ai
casi
in
cui
linammissibilit
discende
dal
compimento
dellatto
nonostante
la
scadenza
del
relativo
termine,
spesso
il
vizio
riguarda
la
forma
della
domanda
o
lomissione
di
taluni
contenuti
della
stessa.
Essa,
oggetto
di
autonomo
motivo
di
ricorso
per
cassazione,
dichiarabile
dufficio,
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento.
Linutilizzabilit
,
invece,
talora
richiamata
con
riferimento
alla
sanzione
che
consegue
allimpiego
dibattimentale
di
un
atto
delle
indagini
preliminari
in
sede
probatoria,
talvolta
con
riferimento
ai
casi
di
difformit
rispetto
ai
criteri
di
ammissione
oppure
di
assunzione
della
prova.
Essa
pu
essere
rilevata
in
ogni
stato
e
grado
del
giudizio,
anche
dufficio.
29. IL
PRINCIPIO
DI
TASSATIVITA
DELLE
NULLITA
E
LA
TECNICA
DI
PREVISIONE
Le
disposizioni
in
tema
di
nullit
sono
dominate
dal
principio
di
tassativit,
dal
quale
discende
una
serie
di
corollari.
Allinterprete
non
solo
non
consentito
ricorrere
allintegrazione
analogica,
ma
neppure,
una
volta
accertata
la
causa
di
nullit,
valutare
lesistenza
di
un
conseguente
pregiudizio
effettivo.
Un
atto,
anche
se
inficiato
da
violenza
o
minaccia
comunque
processualmente
valido;
al
massimo,
gli
interrogatori
dellimputato
e
le
prove
affette
da
vizi
della
volont
rientrano
nellambito
dellinutilizzabilit.
Linesistenza
giuridica
comprende
quei
vizi
tanto
macroscopici
da
indurre
il
legislatore
a
non
ipotizzarne
neppure
leventualit
e
allinterprete
a
negarne
la
collocazione
tra
gli
atti
giuridici.
Essa
genera
un
vizio
non
solo
rilevabile
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento,
ma
anche
oltre,
in
quanto
la
gravit
del
vizio
tale
da
impedire
la
formazione
del
giudicato.
Nel
caso
dellabnormit
dei
provvedimenti
del
giudice,
latto
idoneo
ad
integrare
lo
schema
normativo
minimo,
ma
si
caratterizza
per
il
suo
contenuto
del
tutto
estemporaneo,
sia
sul
piano
strutturale
che
su
quello
funzionale.
soggetta
agli
ordinari
termini
di
impugnazione
e
perde
rilevanza
a
seguito
della
formazione
del
giudicato.
Tra
le
nullit
generali
rientrano
linosservanza
di
una
serie
di
disposizioni
riguardanti
il
giudice,
il
PM,
limputato,
le
altre
parti
private,
i
loro
difensori
e
rappresentanti,
nonch
la
citazione
a
giudizio
della
persona
offesa
dal
reato
e
del
querelante.
Infine
vi
sono
le
nullit
speciali,
stabilite
da
unapposita
previsione
legislativa.
30. LE
NULLITA
ASSOLUTE
Le
nullit
assolute
si
caratterizzano
perch
caratterizzate
dallinsanabilit
e
dallirrevocabilit
del
giudicato.
Per
quanto
riguarda
il
giudice,
causa
di
nullit
assoluta
linosservanza
delle
disposizioni
riguardanti
le
condizioni
di
capacit
del
giudice
ed
il
numero
dei
giudici
del
collegio
giudicante.
Per
quanto
riguarda
il
PM,
sono
assolute
le
nullit
relative
alliniziativa
del
medesimo
nellesercizio
dellazione
penale.
A
tale
ipotesi
devono
poi
aggiungersi
quelle
dellimputazione
coatta
e
della
contestazione
in
udienza
del
reato
connesso
o
del
fatto
nuovo.
Pertanto,
si
ha
una
nullit
assoluta
quando
il
giudice
decide
sul
fatto
nuovo
emerso
nelludienza
preliminare
o
nel
corso
dellistruzione
dibattimentale
senza
che
lo
stesso
sia
stato
formalmente
contestato
dal
PM,
oppure
quando
il
fatto
descritto
nellimputazione
viene
sostituito
con
un
altro
fatto.
Tra
le
nullit
assolute
si
collocano
anche
le
violazioni
delle
disposizioni
sulla
capacit
e
sulla
legittimazione
del
rappresentante
del
PM,
purch
si
riflettano
sulla
sua
iniziativa
nellesercizio
dellazione
penale.
Per
quanto
attiene
allimputato,
una
nullit
assoluta
deriva
dallomessa
o
invalida
citazione
al
dibattimento
di
primo
grado,
oppure
tenuto
a
seguito
di
giudizio
direttissimo
instaurato
nei
confronti
di
imputato
libero
o
di
giudizio
immediato,
e
al
dibattimento
di
secondo
grado.
Quanto
al
difensore
dellimputato,
causa
di
nullit
assoluta
non
solo
la
sua
assenza
dal
dibattimento
di
primo
e
secondo
grado,
ma
pure
in
ogni
altro
caso
in
cui
obbligatoria
la
sua
presenza.
31. LE
NULLITA
INTERMEDIE
Le
nullit
relative
sono,
al
pari
di
quelle
assolute,
rilevabili
anche
dufficio,
e,
al
pari
di
quelle
generali,
sanabili
in
un
momento
anteriore
allirrevocabilit
della
sentenza.
Tali
nullit
non
possono
essere
rilevate
n
dedotte
se
verificatesi
prima
del
giudizio,
dopo
la
deliberazione
della
sentenza
di
primo
grado,
o,
se
verificatesi
nel
giudizio,
dopo
la
deliberazione
della
sentenza
del
grado
successivo.
Tra
le
nullit
intermedie
figura
anzitutto
linosservanza
delle
disposizioni
sulla
partecipazione
del
PM
al
procedimento,
sempre
che
tale
attivit
non
riguardi
liniziativa
ad
esercitare
lazione
penale.
Essa
pu
poi
riguardare
linosservanza
delle
disposizioni
circa:
a. lintervento,
cio
le
ipotesi
di
diretta
e
personale
partecipazione
dellimputato
al
procedimento;
b.
lassistenza,
che
riguarda
le
attivit
svolte
dal
difensore
per
far
valere
i
diritti
e
gli
interessi
dellimputato;
c. la
rappresentanza
dellimputato.
32. LE
NULLITA
RELATIVE
Le
nullit
relative
sono
quelle
non
generali,
oppure
non
definite
come
assolute
da
specifiche
disposizioni
di
legge.
Linterprete,
posto
innanzi
ad
una
nullit
a
previsione
speciale,
dovr
innanzitutto
ricondurre
la
fattispecie
tra
le
nullit
generali;
andata
bene
loperazione,
dovr
accertare
se
essa
rientra
nellambito
delle
nullit
assolute;
qualora
lindagine
dia
esito
negativo,
dovr
inserire
tale
ipotesi
tra
le
nullit
intermedie.
La
peculiarit
delle
nullit
relative
sta
poi
nel
fatto
che
esse
devono
essere
dichiarate
dal
giudice
solo
su
eccezione
della
parte
interessata.
Le
nullit
riguardanti
le
indagini
preliminari
o
lincidente
probatorio
o
gli
atti
delludienza
preliminare
devono
essere
eccepite
in
termini
distinti
a
seconda
che
si
tenga
o
meno
ludienza
preliminare:
a. Nel
primo
caso,
devono
essere
eccepite
anteriormente
alla
pronuncia
del
provvedimento
conclusivo
delludienza;
b. Nel
secondo,
subito
dopo
aver
compiuto
per
la
prima
volta
laccertamento
della
costituzione
della
parti
in
giudizio.
Questultimo
termine
vale
anche
per
le
nullit
che
riguardanti
il
decreto
che
dispone
il
giudizio
o
gli
atti
preliminari
al
dibattimento.
Gli
artt.
3
comma
1
e
9
comma
1
della
l.
n.
332/1995
hanno
introdotto
due
fattispecie
di
nullit
rilevabili
anche
dufficio:
a. La
prima
riguarda
lindicazione
delle
esigenze
cautelari
quando
vi
sia
pericolo
per
lacquisizione
delle
prove;
b. La
seconda
riguarda
il
contenuto
dellordinanza
che
dispone
la
misura
cautelare.
33. LA
DEDUCIBILITA
E
LE
SANATORIE
La
deducibilit
delle
nullit
relative
e
di
quelle
intermedie
trova
un
triplice
limite
soggettivo.
La
nullit
non
pu
essere
dedotta
o
eccepita
n
da
chi
vi
ha
dato
o
concorso
a
darvi
causa,
n
da
chi
non
ha
interesse
allosservanza
della
disposizione
violata.
La
nullit
deve
poi
essere
eccepita
prima
del
compimento
dellatto
oppure,
se
ci
non
possibile,
immediatamente
dopo.
Qualora
la
parte
non
abbia
assistito
al
compimento
dellatto,
il
termine
per
dedurre
la
nullit
coincide
con
quelli
di
sanatoria
stabiliti
per
le
nullit
relative
ed
intermedie.
La
sanatoria
consiste
in
un
fatto
successivo
che
determina
unequivalenza
di
effetti
rispetto
al
corrispondente
atto
perfetto.
La
disciplina
delle
sanatorie
generali
si
incentra
su
2
figure:
a. La
prima
riguarda
la
rinuncia
espressa
della
parte
interessata
ad
eccepire
la
nullit
e
laccettazione
degli
effetti
dellatto;
b. La
seconda
riguarda,
invece,
i
casi
in
cui
latto
ha
raggiunto
lo
scopo
al
quale
era
preordinato
rispetto
a
tutti
gli
interessati.
Le
sanatorie
generali
operano
nei
confronti
sia
delle
nullit
relative
che
di
quelle
intermedie.
La
nullit
di
una
citazione
o
di
un
avviso,
ovvero
delle
relative
comunicazioni
e
notificazioni,
sanata
se
la
parte
interessata
comparsa
o
ha
rinunciato
a
comparire.
La
parte
che
invece
dichiari
di
essere
comparsa
solo
per
far
rilevare
lirregolarit
non
impedisce
il
verificarsi
della
sanatoria,
ma
ha
diritto
ad
un
termine
a
difesa
non
inferiore
a
5
gg.
Solo
per
la
citazione
a
comparire
al
dibattimento,
il
termine
a
difesa
non
pu
essere
inferiore
a
20
gg.
34. GLI
EFFETTI
DELLA
DICHIARAZIONE
DI
NULLITA
La
nullit
di
un
atto
innanzitutto
comporta
linvalidit
di
quelli
consecutivi
che
dipendono
da
esso.
Il
giudice
che
dichiara
la
nullit
dispone
la
rinnovazione
dellatto
solo
qualora
essa
sia
necessaria
e
possibile.
In
tal
caso,
le
spese
sono
a
carico
di
chi
ha
dato
causa
alla
nullit
per
dolo
o
colpa
grave.
Se
la
nullit
dichiarata
in
uno
stato
o
grado
diverso
da
quello
in
cui
la
stessa
si
verificata,
vi
una
distinzione:
a. La
dichiarazione
di
nullit
comporta
la
regressione
del
procedimento
allo
stato
e
grado
in
cui
stato
compiuto
latto
nullo,
purch
si
tratti
di
un
atto
di
natura
non
probatoria;
b. Se,
invece,
si
tratta
di
nullit
riguardanti
le
prove,
il
giudice
deve
provvedere
alla
rinnovazione,
semprech
ci
sia
necessario
ai
fini
della
decisione
e
la
prova
si
ripetibile.
CAPITOLO
3
PROVE
1. PREMESSA.
LE
SCELTE
SISTEMATICHE
NELLA
DISCIPLINA
DELLE
PROVE
La
tematica
delle
prove
comprende
sia
la
disciplina
dei
mezzi
di
prova
che
quella
dei
mezzi
di
ricerca
della
prova.
Il
nuovo
codice
non
si
limitato
a
descrivere
i
profili
procedurali
dellacquisizione
probatoria,
ma
si
preoccupato
anche
di
sottolineare
la
funzionalit
delle
relative
regole
rispetto
al
convincimento
del
giudice.
A
preambolo
del
libro
sulle
prove
vi
sono
alcune
disposizioni
generali
che
contengono
una
specie
di
catalogo
dei
principi
guida
da
osservarsi
in
materia
probatoria,
come
tali
logicamente
prioritari
rispetto
alla
regolamentazione
dei
singoli
mezzi.
2. SEGUE.
IL
PROBLEMA
DELLA
SFERA
DINCIDENZA
DELLA
NORMATIVA
CONTENUTA
NEL
LIBRO
DELLE
PROVE
Le
disposizioni
del
libro
sulle
prove
devono
sicuramente
applicarsi
alla
fase
del
dibattimento
e
a
quella
di
svolgimento
dellincidente
probatorio,
mentre
problematica
la
sua
incidenza
anche
nelle
fasi
preliminari.
Le
norme
del
libro
sulle
prove
sicuramente
si
applicano
nelle
fasi
anteriori
al
dibattimento
con
riferimento
ai
diversi
momenti
in
cui
previsto
lintervento
del
giudice,
ora
in
funzione
di
organo
di
garanzia,
ora
in
funzione
di
organo
di
decisione:
a. Incominciando
col
far
riferimento
allattivit
del
giudice
in
sede
di
udienza
preliminare,
si
dovranno
osservare
le
disposizioni
generali
in
tema
di
ammissione
delle
prove;
b. La
conclusione
non
diversa
anche
con
riguardo
alle
ipotesi
in
cui
il
giudice
chiamato
ad
intervenire
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
nelladempimento
del
suo
compito
di
garanzia
dei
diritti
e
delle
libert
fondamentali.
Molto
pi
delicato
il
problema
per
quanto
riguarda
loperativit
delle
disposizioni
sulle
prove
rispetto
alle
indagini
preliminari
svolte
dal
PM.
Se
vero
che
esse
sono
suscettibili,
in
alcuni
casi,
ad
assurgere
al
livello
di
prova,
non
pensabile
che
possano
svolgersi
al
di
fuori
di
ogni
riferimento
alla
disciplina
dettata
in
materia
di
attivit
probatoria,
ovviamente
entro
i
limiti
consentiti
dalla
natura
e
dalla
finalit
delle
stesse.
Per
quel
che
riguarda
la
disciplina
dei
mezzi
di
ricerca
delle
prove,
non
vi
dubbio
che
essa
debba
venire
osservata
dal
PM;
infatti,
se
le
stesse
non
dovessero
trovare
applicazione
nella
fase
preliminare
al
dibattimento,
si
lascerebbero
allarbitrio
degli
organi
inquirenti
i
casi
ed
i
modi
di
svolgimento
delle
corrispondenti
attivit.
Lo
stesso
non
pu
dirsi
per
la
disciplina
dei
mezzi
di
prova
dettata
con
riferimento
al
giudice,
trattandosi
di
atti
normalmente
affidati
alla
sua
gestione,
in
quanto
destinati
a
sfociare
in
prove
formate
nel
processo.
Per
sottolineare
tali
aspetti,
nel
codice
la
regolamentazione
delle
omologhe
attivit
da
parte
del
PM,
allinterno
delle
indagini
preliminari,
presenta
una
sua
specifica
autonomia,
tant
vero
che
gli
atti
del
PM
corrispondenti
a
tali
mezzi
di
prova
sono
stati
definiti
e
regolati
usando
anche
una
differente
nomenclatura.
Sembra
doversi
concludere
quindi
che
le
norme
relative
ai
diversi
mezzi
di
prova
non
devono
in
linea
di
massima
applicarsi
nel
corso
delle
indagini
preliminari
del
PM,
salvo
che
in
alcune
ipotesi
da
enuclearsi
caso
per
caso.
3. LOGGETTO
DELLA
PROVA
Oggetto
della
prova
sono,
da
un
lato,
i
fatti
che
si
riferiscono
allimputazione,
dallaltro
quelli
concernenti
la
punibilit
dellimputato,
nonch
la
determinazione
della
pena
o
della
misura
di
sicurezza.
Quando
poi
vi
costituzione
di
parte
civile,
il
tema
probatorio
si
allarga
fino
ad
includere
le
questioni
derivanti
dallesercizio
dellazione
civile
in
sede
penale.
Loggetto
della
prova
infine
esteso
ai
fatti
dai
quali
dipende
lapplicazione
di
norme
processuali.
Occorre
distinguere
tra:
a. Prove
dirette,
aventi
per
oggetto
il
fatto
da
provare;
b. Prove
indirette
o
prove
indiziarie,
che
non
hanno
direttamente
ad
oggetto
il
fatto
da
provare,
ma
un
altro
fatto,
dal
quale
il
giudice
potr
risalire
al
primo
solo
attraverso
unoperazione
mentale
di
tipo
induttivo,
fondata
sulla
logica
o
su
massime
di
esperienza.
Alla
distinzione
tra
prove
dirette
e
prove
indirette
a
volte
si
fa
corrispondere
quella
tra:
a. Prove
storiche,
se
il
fatto
da
provare
viene
descritto
o
riprodotto
immediatamente
davanti
al
giudice;
b. Prove
critiche,
se
necessario
lintervento
di
inferenza
del
giudice,
sulla
base
di
un
itinerario
logico-critico.
4. PROVE
ATIPICHE
E
GARANZIE
PER
LA
LIBERTA
MORALE
DELLA
PERSONA
Quando
si
ha
a
che
fare
con
una
prova
atipica,
cio
non
riconducibile
a
nessuna
delle
figure
probatorie
legislativamente
predeterminate,
spetta
al
giudice
decidere,
di
volta
in
volta,
se
la
medesima
pu
entrare
in
sede
processuale,
in
base
ad
una
verifica
subordinata
a
due
distinte
valutazioni:
a. Da
un
lato,
deve
essere
idonea
ad
assicurare
laccertamento
dei
fatti;
b. Dallaltro,
non
deve
pregiudicare
la
libert
morale
della
persona,
in
quanto
non
possono
essere
utilizzati,
neppure
col
consenso
dellinteressato,
tecniche
o
metodi
probatori
idonei
ad
influire
sulla
libert
di
autodeterminazione
o
ad
alterare
la
capacit
di
ricordare
e
di
valutare
i
fatti.
Qualora
tale
tipo
di
prova
venga
ammessa,
sar
ancora
compito
del
giudice
definire
le
modalit
della
sua
assunzione,
dopo
aver
sentito
le
parti.
5. DIRITTO
ALLA
PROVA
E
CRITERI
DI
AMMISSIONE
Lart.
190
afferma
il
principio
per
cui
le
prove
sono
ammesse
a
richiesta
di
parte,
imponendo
al
giudice
di
provvedere
senza
ritardo
con
ordinanza
alla
delibazione
di
ammissibilit.
Si
evince
quindi
che
il
diritto
alla
prova
riconosciuto
alle
parti
si
articola
su
2
livelli:
a. In
primo
luogo,
come
diritto
a
richiedere
lammissione
di
talune
prove,
salve
le
ipotesi
in
cui
consentito
al
giudice
un
intervento
dufficio;
b. In
secondo
luogo,
una
volta
adempiuto
tale
onere,
come
diritto
ad
ottenere
la
prova
richiesta
o,
comunque,
ad
ottenere
una
tempestiva
pronuncia
sulla
richiesta
formulata.
Tra
le
specificazioni
del
diritto
alla
prova,
occorre
ricordare
il
diritto
dellimputato
ad
ottenere
lammissione
delle
prove
a
discarico
sui
fatti
costituenti
oggetto
delle
prove
a
carico,
nonch
quello
del
PM
di
ottenere
lammissione
delle
prove
a
carico
sui
fatti
costituenti
oggetto
delle
prove
a
discarico
(c.d.
diritto
di
controprova).
Per
quanto
poi
riguarda
i
criteri
della
pronuncia
sullammissibilit
della
prova,
il
giudice
vincolato
a
2
parametri:
a. Da
un
lato,
il
giudice
deve
escludere
le
prove
vietate
dalla
legge,
cio
quelle
per
le
quali
esiste
un
espresso
divieto
in
ordine
alloggetto
o
al
soggetto
della
prova,
ovvero
in
ordine
alla
procedura
di
acquisizione
probatoria;
b. Dallaltro,
lo
stesso
giudice,
dopo
aver
riscontrato
linsussistenza
di
divieti
legislativi,
deve
escludere
le
prove
che
risultano
superflue
o
irrilevanti.
Carattere
derogatorio
ha
la
norma
dellart.
190-bis,
che
opera
nei
soli
procedimenti
per
i
delitti
di
criminalit
organizzata.
Essa
dispone
che,
nel
corso
di
tali
procedimenti,
quando
richiesto
lesame
di
un
testimone
o
di
un
imputato
in
un
procedimento
connesso,
che
abbiano
gi
reso
dichiarazioni
in
sede
di
incidente
probatorio
o
in
dibattimento,
purch
nel
contraddittorio
con
la
persona
nei
cui
confronti
le
dichiarazioni
dovranno
essere
utilizzate,
lesame
di
tali
soggetti
ammesso
solo
se
riguarda
fatti
o
circostanza
diversi
da
quelli
oggetto
delle
precedenti
dichiarazioni,
ovvero
quando
il
giudice
o
una
delle
parti
lo
ritengono
necessario
sulla
base
si
specifiche
esigenze.
Tale
disciplina
estesa
allesame
di
un
testimone
minore
di
16
anni
nei
processi
per
i
delitti
di
pornografia
e
di
prostituzione
minorile.
Tale
disciplina
derogatoria
da
un
lato
assicura
losservanza
della
garanzia
del
contraddittorio,
dallaltro
subordina
il
potere
del
giudice
di
ammettere
o
meno
la
rinnovazione
dellesame
di
tali
soggetti
ad
una
valutazione
di
necessit.
I
principi
espressi
nellart.
190,
ovviamente,
sono
applicabili
nellintero
arco
del
procedimento.
6. PROVE
ILLEGITTIMAMENTE
ACQUISITE
E
SANZIONE
DI
INUTILIZZABILITA
Le
prove
illegittimamente
acquisite,
cio
ammesse
o
assunte
in
violazione
dei
divieti
di
legge,
non
sono
utilizzabili.
Tale
inutilizzabilit
rilevabile
anche
dufficio
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento.
Per
quanto
riguarda
la
sfera
di
operativit
della
sanzione
dellinutilizzabilit,
essa
va
individuata
in
ogni
ipotesi
di
inosservanza
di
un
divieto
sancito
dalla
legge
processuale
in
materia
di
ammissione
ovvero
di
acquisizione
probatoria,
comprese
le
ipotesi
in
cui
il
divieto
pu
emergere
solo
ex
post
rispetto
al
momento
acquisitivo,
cio
nel
momento
della
valutazione
della
prova.
7. VALUTAZIONE
DELLA
PROVA
E
REGOLE
DI
CONVINCIMENTO
DEL
GIUDICE
Per
quanto
attiene
al
regime
di
valutazione
della
prova,
opera
anzitutto
il
principio
del
libero
convincimento
del
giudice.
Le
valutazioni
del
giudice
devono
poi
necessariamente
accordarsi
con
la
motivazione
dei
provvedimenti
che
ne
siano
derivati,
nella
quale
deve
essere
dato
conto
sia
dei
risultati
acquisiti
che
dei
criteri
adottati.
In
particolare,
allinterno
della
motivazione
non
solo
devono
essere
indicate
le
prove
poste
a
base
della
decisione,
ma
devono
anche
essere
enunciate
le
ragioni
per
le
quali
il
giudice
ritiene
non
attendibili
le
prove
contrarie.
Oltre
al
limite
razionale
derivante
dallobbligo
della
motivazione,
il
principio
del
libero
convincimento
del
giudice
incontra
anche
alcuni
limiti
di
tipo
normativo,
volti
a
circoscrivere
la
sfera
del
libero
apprezzamento
probatorio
del
giudice:
a. In
primo
luogo,
ai
fini
del
convincimento
del
giudice
non
possono
essere
utilizzati
elementi
di
natura
soltanto
indiziaria,
a
meno
che
gli
stessi
si
qualifichino
come
gravi,
precisi
e
concordanti.
In
questultimo
caso,
gli
indizi
assumo
valenza
di
prova.
b. In
secondo
luogo,
con
riferimento
alla
situazione
dei
coimputati
del
medesimo
reato,
ovvero
degli
imputati
in
un
procedimento
connesso,
le
dichiarazioni
testimoniali
provenienti
da
una
di
tali
persone
possono
essere
valutate
solo
unitamente
agli
altri
elementi
di
prova
che
ne
confermano
lattendibilit
(c.d.
presunzione
relativa
di
inattendibilit).
Lo
stesso
vale
per
le
dichiarazioni
rese
dallimputato
di
un
reato
collegato
a
quello
per
cui
si
procede,
nonch
per
le
dichiarazioni
rese
dallimputato
che
ha
assunto
lufficio
di
testimone;
c. Infine,
non
possono
essere
utilizzate
ai
fini
del
convincimento
del
giudice
le
dichiarazioni
rese
da
chi,
per
libera
scelta,
si
sempre
sottratto
allesame
da
parte
dellimputato
o
del
suo
difensore.
8. LA
TESTIMONIANZA
Il
libro
III
del
codice
colloca
in
2
titoli
separati
la
disciplina
dei
singoli
mezzi
di
prova
e
dei
mezzi
di
ricerca
della
prova:
a. I
mezzi
di
prova
offrono
al
giudice
dei
risultati
direttamente
utilizzabili
per
la
decisione;
b. I
mezzi
di
ricerca
della
prova
sono
invece
diretti
a
permette
lacquisizione
di
cose,
tracce,
notizie
o
dichiarazioni
idonee
ad
assumere
rilevanza
probatoria.
Incominciando
dallarea
dei
mezzi
di
prova,
occorre
richiamare
lattenzione
in
primis
sulla
testimonianza.
Lart.
195
riguardante
la
testimonianza
indiretta:
a. da
un
lato,
sancisce
linutilizzabilit
della
deposizione
di
chi
non
pu
o
non
vuole
indicare
la
persona
o
la
fonte
da
cui
ha
appreso
la
notizia
al
centro
dellesame
testimoniale.
Di
qui
deriva
il
divieto
di
acquisizione
e
di
impiego
delle
notizie
provenienti
dagli
informatori
confidenziali,
dei
quali
gli
organi
di
polizia
e
dei
servizi
di
sicurezza
non
hanno
rivelato
i
nomi;
b. dallaltro,
prevede
che,
quando
il
testimone
riferisce
fatti
o
circostanze
apprese
da
persone
diverse,
queste
ultime
non
solo
possono
essere
chiamate
a
deporre
dufficio
dal
giudice,
ma
devono
comunque
esserlo
su
richiesta
di
parte,
a
pena
di
inutilizzabilit
delle
dichiarazioni.
Qualora
non
venga
avanzata
alcuna
richiesta,
le
dichiarazioni
rese
dal
testimone
indiretto
saranno
utilizzabili
come
una
sorta
di
tacito
consenso
delle
parti
alla
utilizzabilit
dei
contenuti
della
deposizione
resa
dal
testimone
per
sentito
dire.
In
capo
agli
ufficiali
ed
agenti
di
polizia
giudiziaria
vi
il
divieto
di
deporre
sul
contenuto
di
dichiarazioni
rese
da
testimoni,
ma
limitatamente
alle
dichiarazioni
acquisite
tramite
sommarie
informazioni,
verbale
di
denuncia,
querela
e
istanze
presentate
oralmente.
Quindi,
tale
divieto
opera
quando,
pur
ricorrendone
le
condizioni,
gli
organi
di
polizia
non
hanno
provveduto
alla
redazione
del
verbale.
Al
fine
di
assicurare
sempre
un
controllo
sulla
fonte
delle
deposizioni
di
seconda
mano,
esclusa
la
testimonianza
dei
soggetti
che
fanno
riferimento
a
fatti
conosciuti
da
persone
titolari
di
un
segreto
professionale
o
dufficio,
semprech
le
medesime
persone
non
abbiano
deposto
sugli
stessi
fatti,
o
non
li
abbiano
divulgati
in
altro
modo,
manifestando
in
tal
modo
un
comportamento
incompatibile
col
mantenimento
del
vincolo
di
segretezza.
Per
quanto
riguarda
larea
dellincompatibilit
a
testimoniare
dellimputato,
essa
circoscritta
in
termini
assoluti
a
chi
coimputato
del
medesimo
reato
o
imputato
in
un
procedimento
connesso,
semprech
nei
suoi
confronti
non
gi
stata
pronunciata
sentenza
irrevocabile
di
proscioglimento,
ovvero
di
condanna
o
di
applicazione
della
pena.
A
questa
incompatibilit
assoluta
se
ne
affianca
unaltra
riferita
alla
situazione
di
chi
imputato
per
un
reato
commesso
per
eseguirne
o
occultarne
altri,
salvo
che
nei
suoi
confronti
non
stata
pronunciata
sentenza
irrevocabile
di
condanna,
di
proscioglimento
o
di
applicazione
della
pena.
Questultima
causa
di
incompatibilit
non
opera
invece
qualora
limputato
rende
dichiarazioni
su
fatti
che
concernono
la
responsabilit
di
altri,
nel
qual
caso
assumer,
in
ordine
a
tali
fatti,
lufficio
di
testimone.
Le
persone
che,
rivestendo
la
qualifica
di
imputato
in
un
procedimento
connesso
o
collegato,
possono
ricoprire
lufficio
di
testimone,
devono
essere
assistite
da
un
difensore
(di
qui
la
formula
di
testimone
assistito)
che
ha
il
diritto
di
presenziare
allesame
dei
testimoni,
di
formulare
richieste
osservazioni
e
riserve.
Vi
sono
poi
2
ipotesi
per
le
quali
tale
testimone
esonerato
dallobbligo
di
deporre:
a. sui
fatti
per
i
quali
in
giudizio
stata
pronunciata
a
suo
carico
sentenza
irrevocabile
di
condanna,
allorch
nello
stesso
procedimento
egli
aveva
negato
la
propria
responsabilit
ovvero
non
aveva
reso
alcuna
dichiarazione;
b. sui
fatti
concernenti
la
propria
responsabilit
in
ordine
al
reato
per
cui
si
procede
o
si
preceduto
nei
suoi
confronti.
Accanto
a
queste
garanzie
operanti
ex
ante
ve
n
unaltra
destinata
ad
operare
ex
post:
tali
dichiarazioni
non
possono
essere
utilizzate
contro
la
persona
da
cui
provengono
non
solo
nel
procedimento
a
suo
carico,
ove
ancora
in
corso,
ma
nemmeno
nelleventuale
procedimento
di
revisione
della
sentenza
di
condanna
pronunciata
nei
suoi
confronti.
Infine,
ai
testimoni
assistiti
viene
estesa
la
regola
per
cui
le
loro
dichiarazioni
,
per
assumere
pieno
valore
probatorio,
devono
essere
corroborate
da
altri
elementi
di
prova
che
ne
confermino
lattendibilit.
Il
testimone
ha
lobbligo
di
presentarsi
al
giudice,
di
attenersi
alle
prescrizioni
e
di
rispondere
veridicamente;
tuttavia,
egli
non
pu
essere
obbligato
a
deporre
su
fatti
dai
quali
potrebbe
emergere
una
sua
responsabilit
penale.
Per
quanto
attiene
alle
deroghe
allobbligo
di
rispondere
secondo
verit,
oltre
alla
possibilit
per
i
prossimi
congiunti
di
astenersi
dal
deporre,
esse
sono
perlopi
riconducibili
alla
sfera
dei
segreti.
Innanzitutto,
gli
esercenti
taluni
uffici
o
professioni
possono
astenersi
dal
deporre
invocando
il
segreto
professionale,
salvo
i
casi
in
cui
tali
soggetti
sono
obbligati
a
riferire
allautorit
giudiziaria
le
notizie
conosciute
per
ragione
del
proprio
ministero,
ufficio
o
professione.
Fermo
restando
che
il
giudice
pu
ordinare
che
il
testimone
deponga
tutte
le
volte
in
cui
sia
convinto
dellinfondatezza
della
dichiarazione
di
segretezza
opposta
per
esimersi
dal
deporre,
un
regime
particolare
previsto
per
i
giornalisti
professionisti
iscritti
allalbo,
relativamente
ai
nomi
delle
persone
che
abbiano
fornito
loro
notizie
in
via
fiduciaria.
Entro
tali
limiti
ad
essi
estesa
la
normativa
sul
segreto
professionale,
ma
il
giudice
pu
sempre
obbligarli
a
rivelare
lidentit
di
tali
persone,
qualora
le
suddette
notizia
siano
indispensabili
per
la
prova
del
reato,
e
la
loro
veridicit
possa
venire
accertata
solo
attraverso
lidentificazione
della
fonte
fiduciaria.
Disciplina
analoga
estesa
anche
ai
pubblici
ufficiali,
ai
pubblici
impiegati
e
agli
incaricati
di
un
pubblico
servizio
con
riguardo
al
tema
del
segreto
dufficio,
anche
se
con
la
variante
che
ad
essi
compete
lobbligo
di
astenersi
dal
deporre
su
fatti
conosciuti
in
ragione
del
loro
ufficio
che
devono
rimanere
segreti.
Un
aspetto
peculiare
del
segreto
dufficio
rappresentato
dalla
prerogativa
riconosciuta
agli
ufficiali
e
agli
agenti
di
polizia
giudiziaria,
nonch
agli
appartenenti
ai
servizi
di
sicurezza,
di
non
rivelare
i
nomi
dei
propri
informatori
confidenziali,
senza
alcuna
possibilit
per
il
giudice
di
obbligarli
a
fornire
le
relative
indicazioni,
fermo
restando
il
divieto
di
acquisizione
e
di
utilizzo
processuale
delle
informazioni
cos
pervenute.
Qualora
invece
venga
apposto
un
segreto
di
Stato,
lautorit
giudiziaria
ha
lobbligo
di
rivolgersi
al
presidente
del
Consiglio
per
chiedere
conferma
della
sussistenza
del
segreto,
sospendendo
nel
contempo
ogni
iniziativa
volta
ad
acquisire
la
notizia
oggetto
del
segreto.
Dopo
di
che,
qualora
entro
30
gg.
venga
fornita
la
conferma,
allautorit
giudiziaria
sar
vietata
lacquisizione
e
lutilizzazione
delle
notizie
coperte
dal
segreto.
Ovviamente,
il
processo
potr
proseguire
qualora
il
presidente
del
Consiglio
neghi
la
sussistenza
del
segreto,
o
comunque
no
dia
conferma
entro
30
gg.
dalla
notificazione
della
richiesta.
Nel
caso
in
cui,
a
seguito
della
conferma
della
sussistenza
del
segreto
di
Stato,
lautorit
giudiziaria
sollevi
un
conflitto
di
attribuzione
di
fronte
alla
Corte
costituzionale
(alla
quale
il
segreto
di
Stato
non
opponibile):
a. se
il
conflitto
viene
risolto
nel
senso
dellinsussistenza
del
segreto,
il
presidente
del
Consiglio
non
pu
pi
opporlo
con
riferimento
al
medesimo
oggetto,
sicch
il
procedimento
potr
proseguire;
b. se,
invece,
il
conflitto
viene
risolto
nel
senso
della
sussistenza
del
segreto,
lautorit
giudiziaria
non
pu
n
acquisire,
n
utilizzare
gli
atti
o
i
documenti
rispetto
ai
quali
stato
opposto
il
segreto.
Lart.
204
vieta
che
possano
opporsi
il
segreto
dufficio
o
quello
di
Stato
su
fatti,
notizie
e
documenti
riguardanti
reati
diretti
alleversione
dellordinamento
costituzionale,
nonch
i
delitti
di
strage
e
associazione
mafiosa,
riservando
in
caso
di
opposizione
al
giudice
il
compito
di
definire
la
natura
del
reato.
Del
provvedimento
di
rigetto
delleventuale
eccezione
deve
essere
data
comunicazione
la
presidente
del
Consiglio
affinch
possa
prendere
le
opportune
iniziative.
Nella
caso
della
testimonianza
falsa
o
reticente,
qualora
nel
corso
dellesame
un
testimone
rende
dichiarazioni
contraddittorie,
incomplete
o
contrastanti
con
le
prove
gi
acquisite,
il
giudice
glielo
fa
notare
avvertendolo,
se
del
caso,
dellobbligo
di
dire
la
verit.
Con
la
decisione
che
definisce
la
fase
processuale
in
cui
il
testimone
ha
prestato
il
suo
ufficio,
il
giudice,
se
ravvisa
indizi
del
reato
di
falsa
testimonianza,
ne
informa
il
PM
trasmettendogli
i
relativi
atti.
9. LESAME
DELLE
PARTI
Lesame
delle
parti
un
mezzo
di
prova
esperibile
solo
su
richiesta
di
parte,
compreso
il
PM.
Una
volta
manifestata
la
propria
volont
favorevole
allesame,
se
la
parte
che
vi
sottoposta
si
rifiuta
di
rispondere,
ne
deve
essere
fatta
menzione
nel
verbale.
La
parte
esaminata,
al
pari
del
testimone,
gode
poi
della
facolt
di
non
rispondere
tutte
le
volte
in
cui
dalla
risposta
potrebbe
emergere
una
sua
responsabilit
penale.
Unapposita
regolamentazione
prevista
dallart.
210
per
lesame
delle
persone
imputate
in
un
procedimento
connesso,
nei
confronti
delle
quali
si
proceda,
o
si
sia
proceduto,
separatamente.
Essi
di
regola
sono
esaminati
su
richiesta
di
parte,
ma
possono
esserlo
anche
dufficio
qualora
si
sia
fatto
riferimento
ai
medesimi
in
una
testimonianza,
o
in
un
esame,
di
natura
indiretta.
In
questo
caso,
si
applicano
le
disposizioni
previste
per
la
testimonianza
indiretta.
Quanto
alle
forme
di
svolgimento
dellesame,
il
modello
base
quello
dellesame
dei
testimoni;
per
il
resto,
la
disciplina
dellesame
dei
soggetti
in
questione
costruita
sulla
base
di
un
assetto
intermedio
tra
quello
del
testimone
e
quello
dellimputato.
Lo
speciale
meccanismo
dellart.
210
oggi
riservato
soprattutto
alle
persone
imputate
in
un
procedimento
connesso
che
non
possono
assumere
lufficio
di
testimone,
mentre,
per
quanto
riguarda
le
persone
imputate
in
un
procedimento
connesso
o
di
un
reato
collegato,
occorre
distinguere
sulla
base
della
loro
precedente
condotta
processuale.
Pi
precisamente,
la
disciplina
in
questione
deve
applicarsi
anche
ai
soggetti
in
questione
che
in
precedenza
non
hanno
reso
dichiarazioni
riguardanti
la
responsabilit
dellimputato.
10. CONFRONTI,
RICOGNIZIONI
ED
ESPERIMENTI
GIUDIZIALI
I
confronti
sono
ammessi
esclusivamente
fra
persone
gi
esaminate
o
interrogate,
qualora
vi
siano
dichiarazioni
in
contrasto
su
fatti
e
circostanze
importanti.
Per
quanto
riguarda
le
modalit
dellatto,
viene
evidenziata
la
funzione
del
giudice,
cui
spetta
il
compito
di
richiamare
alle
persone
in
questione
le
precedenti
dichiarazioni
e
di
invitarli
alle
reciproche
contestazioni,
quando
le
medesime
siano
state
confermate.
La
disciplina
delle
ricognizioni
si
caratterizza
per
laccuratezza
e
lanalitica
descrizione
delle
modalit
di
svolgimento
dellatto.
Costituisce
causa
di
nullit
anche
solamente
la
mancata
menzione,
nel
verbale,
dellosservanza
delle
forme
prescritte
per
scandire
la
relativa
procedura.
Va
poi
evidenziata
lattribuzione
al
giudice
del
potere
di
adottare,
anche
in
sede
dibattimentale,
le
necessarie
cautele
per
impedire
che
la
persona
chiamata
ad
effettuare
la
ricognizione
possa
subire
intimidazioni
da
parte
di
quella
sottoposta
allatto.
Sia
nel
caso
dei
confronti,
sia
nel
caso
delle
ricognizioni,
la
persona
chiamata
a
compiere
latto
pu
rilasciare
dichiarazioni,
le
quali,
per
il
loro
contenuto,
sono
assimilabili
a
quelle
rese
dallimputato
in
sede
di
interrogatorio
ovvero
di
esame.
Di
conseguenza,
quando
si
tratta
dellimputato,
gli
riconosciuto
il
diritto
di
rifiutarsi
al
compimento
dellatto,
nonch
la
facolt
di
non
rispondere
alle
domande
che
gli
vengono
rivolte.
Gli
esperimenti
giudiziali
sono
invece
finalizzati
ad
accertare
se
un
fatto
avvenuto
o
pu
essere
avvenuto
in
un
determinato
modo,
attraverso
la
riproduzione
della
situazione
e
la
ripetizione
delle
modalit
relative
al
suo
presumibile
svolgimento.
Sono
dettagliatamente
previsti
i
contenuti
sia
dellordinanza
che
abbia
disposto
lesperimento
(
tra
i
quali
leventuale
nomina
di
un
esperto
in
vista
dellesecuzione
di
determinate
operazioni)
sia
dei
poteri
del
giudice
diretti
ad
assicurare
un
efficace
e
corretto
svolgimento
dellatto.
In
particolare,
il
giudice
deve
provvedere
affinch
lesperimento
possa
svolgersi
senza
offendere
sentimenti
di
coscienza,
e
senza
esporre
a
pericolo
lincolumit
delle
persone
o
la
sicurezza
pubblica.
11. LA
PERIZIA
La
perizia
disposta
quando
occorre
svolgere
indagini
o
acquisire
dati
o
valutazioni,
le
quali
richiedono
specifiche
competenze
tecniche,
scientifiche
o
artistiche
(art.
220).
Unipotesi
particolare
di
perizia
quella
per
cui
limputato
per
un
reato
di
pedofilia
o
contro
la
libert
sessuale
deve
essere
sottoposto
ad
accertamenti
per
lindividuazione
di
patologie
sessualmente
trasmissibili,
e
ci
ogniqualvolta
le
modalit
del
fatto
possono
prospettare
un
rischio
di
trasmissione.
Quando
il
giudice
accerta
la
sussistenza
di
una
delle
necessit
indicate
nellart.
220,
egli
obbligato
ad
ammettere
la
perizia
anche
dufficio
e
prevedere
il
contenuto
della
relativa
ordinanza,
che,
accanto
alla
nomina
del
perito,
dovr
anche
recare
la
sommaria
enunciazione
delloggetto
dellindagine.
Non
sono
ammesse
le
perizie
concernenti
il
carattere
e
la
personalit
dellimputato,
le
forme
di
pericolosit
sociale
e
le
sue
qualit
psichiche
indipendenti
da
cause
patologiche.
Pu
essere
nominato
perito
solo
il
soggetto
iscritto
in
appositi
albi
professionali,
anche
se
non
escluso
il
ricorso
ad
altri
esperti
di
particolare
competenza;
inoltre,
il
giudice
pu
disporre
una
perizia
collegiale
quando
le
indagini
e
le
valutazioni
risultano
di
particolare
complessit,
ovvero
quando
le
medesime
richiedono
distinte
conoscenze
in
diverse
discipline.
Sono
inoltre
vietati
i
prelievi
coattivi
di
sangue,
ovvero
di
altri
tessuti
o
materiali
organici,
anche
quando
necessari
per
lo
svolgimento
di
una
perizia.
Tale
divieto
per
superato
dallattribuzione
agli
organi
di
polizia
giudiziaria
del
potere
di
procedere
anche
coattivamente
al
prelievo
di
capelli
o
di
saliva
ai
fini
dellindividuazione
dellindagato.
Una
volta
conferito
lincarico,
con
la
formulazione
dei
relativi
quesiti,
per
espletare
il
suo
compito
il
perito
pu
essere
autorizzato
ad
assistere
allesame
delle
parti
e
allassunzione
di
altre
prove,
nonch
prendere
visione
degli
atti
e
delle
cose
prodotti
dalle
parti
nei
limiti
in
cui
i
medesimi
siano
acquisibili
al
fascicolo
dibattimentale.
Inoltre,
consentito
al
perito
di
raccogliere
notizie
dallimputato,
dalloffeso
o
anche
da
altre
persone.
Per
quanto
attiene
alla
relazione
finale
della
perizia,
una
novit
rappresentata
dalla
previsione
secondo
la
quale
il
perito
deve
rispondere
immediatamente
ai
quesiti
propostigli
in
forma
orale,
mediante
parere
raccolto
nel
verbale,
salvo
quando
il
giudice
autorizzi
la
presentazione
di
una
relazione
scritta,
quando
la
stessa
risulta
indispensabile
ad
illustrare
tale
parere.
Qualora
il
perito
non
sia
in
grado
di
fornire
una
risposta
immediata,
e
semprech
il
giudice
non
ritenga
di
sostituirlo,
prevista
la
concessione
di
un
termine,
non
superiore
a
90
gg.
(ma
prorogabile
fino
a
6
mesi
nei
casi
di
accertamenti
di
particolare
complessit)
entro
il
quale
dovr
essere
fornito
il
prescritto
parere.
Sia
il
PM
che
le
parti
private
possono
poi
nominare,
in
numero
non
superiore
a
quello
dei
periti,
dei
consulenti
tecnici,
che
sono
autorizzati
a
partecipare
a
tutte
le
operazioni
peritali,
non
solo
formulando
osservazioni
e
riserve,
ma
anche
proponendo
al
perito
lo
svolgimento
di
specifiche
indagini.
Essi
possono
sempre
prendere
visione
delle
relazioni
ed
essere
autorizzati
ad
esaminare
le
persone,
le
cose
o
i
luoghi
oggetto
della
perizia,
purch
non
ne
derivi
ritardo
allesecuzione
della
perizia.
I
consulenti
possono
essere
nominati
anche
qualora
non
sia
stata
disposta
perizia,
nel
qual
caso
essi
possono
esporre
al
giudice
il
proprio
parere
su
singole
questioni.
Qualora
successivamente
alla
nomina
del
consulente
il
giudice
decidesse
di
disporre
la
perizia,
al
consulente
sono
riconosciuti
i
diritti
e
le
facolt
ordinariamente
previsti.
Qualora,
invece,
la
perizia
non
venisse
disposta,
il
consulente
tecnico
pu
svolgere
di
sua
iniziativa
le
indagini
e
gli
accertamenti
in
base
alla
disponibilit
delle
persone,
delle
cose
o
dei
luoghi
oggetto
della
consulenza.
12. LA
PROVA
DOCUMENTALE
Per
prova
documentale
si
intende
ogni
cosa
idonea
a
rappresentare
fatti,
persone
o
cose
attraverso
la
fotografia,
la
cinematografia,
la
fonografia
e
qualsiasi
altro
mezzo.
Mentre
esclusa
la
possibilit
di
acquisire
documenti
concernenti
le
voci
correnti
nel
pubblico
intorno
ai
fatti,
ovvero
la
moralit
delle
parti
e
dei
testimoni,
invece
ammessa
lacquisizione
dei
documenti
necessari
al
giudizio
sulla
personalit
dellimputato
e
della
persona
offesa
dal
reato,
compresi
quelli
esistenti
presso
gli
uffici
pubblici
di
servizio
sociale
e
gli
uffici
di
sorveglianza.
I
documenti
costituenti
corpo
del
reato
devono
essere
acquisiti
qualunque
sia
la
persona
che
li
ha
formati
o
li
detiene,
mentre
i
documenti
provenienti
dallimputato
possono
sempre
essere
acquisiti
anche
dufficio,
anche
se
si
tratta
di
documenti
sequestrati
presso
altri
o
da
altri
prodotti.
La
provenienza
dei
documenti
deve
essere
verificata
sottoponendoli
per
il
riconoscimento
alle
parti
private
e
ai
testimoni,
mentre
i
documenti
contenenti
dichiarazioni
anonime
non
possono
essere
acquisiti
ne
utilizzati,
a
meno
che
non
si
tratti
di
corpo
del
reato
o
provenienti
dallimputato.
I
documenti
concernenti
dati
e
contenuti
di
conversazioni
o
comunicazioni,
relativi
al
traffico
telefonico
e
telematico,
illegalmente
formati
o
acquisiti,
nonch
i
documenti
formati
attraverso
la
raccolta
illegale
di
informazioni,
devono
essere
secretati
e
custoditi
in
un
luogo
protetto
dal
PM,
e
il
loro
contenuto
non
pu
essere
utilizzato
se
non
come
notizia
di
reato.
Inoltre,
il
PM
deve
chiedere
al
gip,
in
termini
molto
brevi,
la
distruzione
di
tale
materiale.
Per
quanto
riguarda
lipotesi
di
falsit
dei
documenti,
a
parte
il
caso
in
cui
la
stessa
venga
accertata
e
dichiarata
con
la
sentenza
di
condanna
o
di
proscioglimento,
il
giudice,
qualora
ritenga
falso
uno
dei
documenti
acquisiti,
dopo
la
definizione
del
procedimento
deve
informare
il
PM,
trasmettendogli
copia
del
documento.
Lacquisizione
dei
verbali
di
prove
di
altri
procedimenti
penali
ammessa
solo
quando
si
tratta
di
prove
assunte
nellincidente
probatorio
o
nel
dibattimento;
ove
si
tratti
di
verbali
recanti
dichiarazioni,
essi
sono
utilizzabili
soltanto
contro
gli
imputati
i
cui
difensori
abbiano
partecipato
alla
loro
assunzione,
ovvero
nei
cui
confronti
fa
stato
la
sentenza
civile.
Inoltre,
sempre
ammessa
lacquisizione
della
documentazione
di
atti
compiuti
nel
corso
di
altri
procedimenti
penali,
i
quali,
anche
per
cause
sopravvenute,
non
sono
ripetibili.
Al
di
fuori
di
tali
ipotesi,
invece,
lacquisizione
e
lutilizzazione
dibattimentale
dei
verbali
di
altri
procedimenti
contenenti
dichiarazioni
ammessa
soltanto
nei
confronti
dellimputato
che
vi
consenta.
In
assenza
del
consenso,
essi
potranno
essere
utilizzati
solo
ai
fini
delle
contestazioni
in
sede
di
esame
dibattimentale.
In
ogni
caso,
qualora
tali
verbali
siano
acquisiti,
le
parti
hanno
il
diritto
di
ottenere
lesame
delle
persone
che
hanno
reso
tali
dichiarazioni.
Infine,
assume
particolare
rilievo
la
disciplina
riferita
allavviso
di
conclusione
delle
indagini
preliminari,
nonch
alludienza
preliminare,
in
vista
della
quale
stabilito
che,
una
volta
depositato
in
cancelleria
il
fascicolo
del
PM
contente
le
risultanze
delle
indagini
preliminari,
anche
il
difensore
dellimputato
pu
produrre
documenti,
che
dovranno
essere
ammessi
dal
giudice
prima
dellinizio
della
discussione.
Ugualmente,
devono
essere
ammessi
i
nuovi
documenti
eventualmente
prodotti
a
seguito
delle
ulteriori
indagini,
come
pure
quelli
acquisiti
dal
giudice
in
virt
dei
poteri
di
integrazione
probatoria.
Conclusasi
ludienza
preliminare
con
il
rinvio
a
giudizio,
tra
i
documenti
in
precedenza
acquisiti
sono
destinati
a
confluire
nel
fascicolo
del
dibattimento
solo
i
certificati
del
casellario
giudiziale
e
i
restanti
atti
indicati
nellart.
236.
13. ISPEZIONI
E
PERQUISIZIONI
Tra
i
mezzi
di
ricerca
della
prova
innanzitutto
occorre
analizzare:
a. Le
ispezioni,
dirette
ad
accertare
sulle
persone,
nei
luoghi
o
nelle
cose,
le
tracce
e
gli
altri
effetti
materiali
del
reato;
b. Le
perquisizioni,
dirette
a
ricercare
il
corpo
del
reato
o
cose
pertinenti
al
reato
sulle
persone
o
in
luoghi
determinati,
ovvero
ad
eseguire
in
questi
ultimo
larresto
dellimputato
o
dellevaso.
Incominciando
dallispezione
personale,
si
prevede
in
primis
che
linteressato
pu
farsi
assistere
da
una
persona
di
fiducia,
purch
reperibile
ed
idonea;
inoltre
essa
deve
essere
eseguita
personalmente
dallautorit
procedente
o
da
un
medico,
nel
rispetto
della
dignit
e
del
pudore
della
persona
che
deve
soggiacervi.
Circa
lispezione
di
luoghi
o
di
cose,
prima
dellinizio
delle
operazioni
occorre
consegnare
il
relativo
decreto
allimputato
e
alla
persona
titolare
della
disponibilit
dei
luoghi,
semprech
presenti.
Lautorit
giudiziaria
pu
poi
impedire,
con
provvedimento
motivato
da
ricomprendere
nel
verbale,
lallontanamento
di
una
o
pi
persone
dai
luoghi
dellispezione
prima
della
sua
conclusione.
Infine,
la
medesima
autorit
procedente
pu
disporre
rilievi
segnaletici,
descrittivi
e
fotografici,
insieme
ad
ogni
altra
necessaria
operazione
tecnica.
In
materia
di
perquisizioni,
allorch
si
cerchi
una
cosa
determinata,
viene
enunciato
il
principio
della
richiesta
di
consegna:
qualora
tale
cosa
venga
presentata,
la
perquisizione
potr
essere
evitata,
salvo
non
si
ritenga
utile
procedervi
per
la
completezza
delle
indagini.
Lautorit
giudiziaria
pu
procedere
allesame
di
atti
e
documenti
presso
banche,
eventualmente
dopo
averne
chiesto
lesibizione,
quando
si
tratta
di
rintracciare
cose
da
sottoporre
a
sequestro,
ovvero
di
accertare
altre
circostanze
utili
ai
fini
delle
indagini.
Nel
caso
il
consenso
venga
rifiutato,
lautorit
giudiziaria
deve
necessariamente
procedere
a
perquisizione.
Qualora
venga
disposta
unispezione
o
una
perquisizione
presso
lufficio
del
difensore,
che
il
giudice
o
il
PM
deve
eseguire
personalmente
sulla
scorta
di
un
decreto
autorizzativo
motivato,
occorre
avvisare
il
locale
consiglio
dellordine
forense,
affinch
il
presidente
o
un
suo
consigliere
delegato
possa
assistere
alle
operazioni.
Peraltro,
presso
i
difensori
ed
i
consulenti
tecnici
non
si
pu
procedere
al
sequestro
di
carte
o
documenti
relativi
alloggetto
della
difesa,
salvo
che
costituiscano
corpo
del
reato.
Sono
inoltre
vietati
il
sequestro
ed
ogni
altro
controllo
della
corrispondenza
tra
limputato
ed
il
suo
difensore,
salvo
lautorit
giudiziaria
abbia
fondato
motivo
di
ritenere
che
si
tratti
di
corpo
del
reato;
allo
stesso
modo,
sono
vietate
le
intercettazioni
di
conversazioni
e
di
comunicazioni
dei
difensori,
dei
consulenti
tecnici
e
dei
loro
ausiliari.
I
risultati
delle
ispezioni,
delle
perquisizioni,
dei
sequestri
e
delle
intercettazioni
eseguiti
in
violazione
di
tali
disposizioni,
non
possono
essere
utilizzati.
Vi
sono
poi
particolari
figure
di
perquisizione
consentite
agli
organi
di
polizia
giudiziaria
da
leggi
speciali
quando,
nel
corso
di
operazioni
dirette
alla
prevenzione
o
alla
repressione
di
determinati
delitti,
si
verificano
situazioni
di
necessit
e
di
urgenza
tali
da
non
permettere
un
tempestivo
intervento
dellautorit
giudiziaria.
In
questi
casi,
delle
operazioni
compiute
occorre
dare
tempestiva
notizia
al
procuratore
della
Repubblica
in
vista
delleventuale
convalida
delle
stesse.
14. IL
SEQUESTRO
Oggetto
del
sequestro
sono
il
corpo
del
reato
(cio
le
cose
sulle
quali
o
mediante
le
quali
stato
commesso
il
reato,
nonch
quelle
che
ne
costituiscono
il
profitto,
il
prodotto
o
il
prezzo)
e
le
cose
pertinenti
al
reato
necessarie
per
laccertamento
dei
fatti.
Si
tratta
delle
stesse
cose
per
la
cui
ricerca
pu
essere
disposta
la
perquisizione,
per
cui
si
instaura
un
rapporto
di
logica
consequenzialit
tra
perquisizione
e
sequestro,
pur
potendo
accadere
che
questultimo
non
sia
preceduto
dal
primo.
Sotto
il
profilo
procedurale,
occorre
un
decreto
motivato
ad
opera
dellautorit
procedente,
la
quale
pu
procedere
allatto
sia
di
persona,
sia
per
mezzo
di
un
ufficiale
di
polizia
delegato.
Cominciando
col
sequestro
di
corrispondenza,
presso
gli
uffici
postali
pu
essere
sequestrato
ogni
oggetto
presumibilmente
spedito
allimputato,
o
a
lui
diretto
(esclusa
la
corrispondenza
tra
imputato
e
difensore),
o
che
comunque
pu
avere
relazione
con
il
reato.
Ove
successivamente
si
accerti
lestraneit
delle
carte
e
dei
documenti
sequestrati
allambito
della
corrispondenza
suscettibile
di
sequestro,
se
ne
impone
limmediata
restituzione
allavente
diritto.
Passando
al
sequestro
presso
istituti
bancari,
possono
essere
sequestrati
documenti,
titoli,
valori
ed
ogni
altra
cosa,
quando
si
ha
fondato
motivo
di
ritenere
la
loro
pertinenza
al
reato.
La
normativa
dei
rapporti
tra
sequestro
e
segreto
ricalca
quella
dettata
a
proposito
dei
rapporti
tra
testimonianza
e
segreti,
mentre
una
disciplina
particolare
stata
dettata
per
lacquisizione
di
documenti
presso
le
sedi
dei
servizi
dinformazione
per
la
sicurezza
,
nel
caso
in
cui
dai
responsabili
dei
relativi
uffici
non
venga
eccepito
il
segreto
di
Stato.
In
tal
caso
si
prevede
che
lautorit
giudiziaria,
dopo
aver
proceduto
allesame
sul
posto
dei
suddetti
documenti,
e
dopo
aver
acquisito
solo
quelli
indispensabili
alle
indagini,
possa
rivolgersi
al
presidente
del
Consiglio
ove
ritenga
che
i
documenti
esibiti
non
siano
quelli
richiesti,
o
siano
incompleti.
Qualora,
invece,
il
responsabile
dellufficio
eccepisca
il
segreto
di
Stato,
lesame
e
la
consegna
dei
documenti
deve
essere
sospesa,
affinch
gli
stessi
siano
trasmessi
al
presidente
del
Consiglio.
Questultimo
potr
poi
autorizzare
lacquisizione
dei
documenti
ovvero
confermare
il
segreto.
Qualora
il
presidente
non
si
pronunci
entro
30
gg.
dalla
trasmissione,
lautorit
giudiziaria
potr
procedere
allacquisizione.
Allo
stesso
presidente
dovr
invece
necessariamente
rivolgersi
lautorit
giudiziaria
quando
intende
acquisire
un
documento
originato
da
un
organismo
informativo
estero
e
trasmesso
con
vincolo
di
non
divulgazione,
essendo
in
tal
caso
prevista
la
sospensione
dellesame
e
della
consegna,
nellattesa
che
il
presidente
del
Consiglio
autorizzi
lacquisizione
del
documento,
ovvero
opponga
il
segreto
di
Stato,
entro
60
gg.
Lestinzione
del
vincolo
imposto
col
sequestro
e,
quindi,
la
restituzione
delle
cose
ad
esso
assoggettate,
dipendono
dal
venir
meno
delle
esigenze
probatorie
che
avevano
determinato
il
provvedimento.
In
particolare,
quando
non
pi
necessario
mantenere
il
sequestro
ai
fini
della
prova,
le
cose
devono
essere
restituite
a
chi
ne
abbia
il
diritto,
anche
prima
della
sentenza.
Tuttavia,
il
giudice
pu
disporre
il
mantenimento
del
vincolo
a
titolo
di
sequestro
conservativo
o
di
sequestro
preventivo,
qualora
sussistano
i
presupposti
cautelari
richiesti
per
luna
o
per
laltra
misura.
15. LE
INTERCETTAZIONI
DI
CONVERSAZIONI
O
DI
COMUNICAZIONI
Lintercettazioni
di
conversazioni
e
di
comunicazioni
pu
essere
disposta
dal
PM
solo
a
seguito
di
autorizzazione
da
parte
del
gip,
il
quale
vi
provveder
con
decreto
motivato
quando,
in
presenza
di
gravi
indizi
di
reato,
lintercettazione
risulti
assolutamente
indispensabile
per
la
prosecuzione
delle
indagini.
Tuttavia,
nei
casi
durgenza,
liniziativa
di
disporre
lintercettazione
pu
essere
assunta
direttamente
dal
PM
con
decreto
motivato,
da
convalidarsi
entro
48
ore
ad
opera
del
gip
mediante
un
proprio
decreto;
nel
caso
di
mancata
tempestiva
convalida,
lintercettazione
non
potr
essere
eseguita,
ed
i
risultati
eventualmente
gi
ottenuti
non
potranno
essere
utilizzati.
Recentemente,
le
Sezioni
unite
della
Corte
di
cassazione
hanno
escluso
la
necessit
di
estendere
allacquisizione
dei
tabulati
telefonici
le
garanzie
dettate
in
tema
di
intercettazioni
telefoniche,
in
quanto
in
quel
caso
ci
si
limita
ad
acquisire
la
documentazione
del
fatto
storico
consistente
nelle
conversazioni
intercorse
tra
determinati
soggetti
in
determinate
circostanze.
I
dati
relativi
a
tale
traffico
devono
essere
conservati
dal
fornitore
del
servizio
per
24
mesi
per
finalit
di
accertamento
e
repressione
dei
reati,
mentre,
per
le
medesime
finalit,
il
termine
di
conservazione
dei
dati
relativi
al
traffico
telematico
fissato
in
12
mesi,
e
soltanto
in
30
gg.
per
i
dati
concernenti
le
chiamate
senza
risposta.
Entro
tali
termini,
tali
dati
possono
essere
acquisiti
dal
PM,
con
decreto
motivato,
anche
su
istanza
dei
difensori
delle
parti
private.
Tuttavia,
anche
il
difensore
dellimputato,
in
sede
di
indagini
difensive,
pu
richiedere
direttamente
al
fornitore
i
dati
relativi
alle
utenze
intestate
al
proprio
assistito.
Per
quanto
riguarda
gli
aspetti
esecutivi
delle
intercettazioni,
il
decreto
del
PM
deve
innanzitutto
stabilire
le
modalit
e
la
durata
delle
corrispondenti
operazioni.
A
questultimo
proposito,
esse
non
possono
durare
per
oltre
15
gg.
(prorogabili
dal
giudice,
con
decreto
motivato,
per
periodi
successivi
di
15
gg.)
e
devono
essere
eseguite
personalmente
dal
PM
o
da
un
ufficiale
di
polizia
giudiziaria.
Con
riferimento
alle
indagini
relative
ai
delitti
di
criminalit
organizzata,
di
minaccia
col
telefono
e
di
natura
terroristica,
si
stabilito
che,
quando
lintercettazione
risulti
necessaria,
essa
possa
venire
autorizzata
dal
giudice
anche
solo
in
presenza
di
sufficienti
indizi
di
reato.
Le
operazioni
cos
autorizzate
non
possono
di
regola
superare
i
40
gg.
prorogabili,
con
decreto
motivato,
dal
giudice
(o,
nei
casi
durgenza,
direttamente
dal
PM),
per
periodi
successivi
di
20
gg.
Tornando
alla
normativa
ordinaria,
il
PM
ha
lobbligo
di
annotare
in
un
apposito
registro
riservato,
secondo
il
loro
ordine
cronologico,
tutti
i
decreti
che
abbiano
disposto,
autorizzato,
convalidato
ovvero
prorogato
le
intercettazioni,
nonch
i
tempi
di
inizio
e
di
conclusione
delle
operazioni.
Inoltre,
previsto
che
queste
ultime
devono
avvenire
solamente
attraverso
degli
impianti
installati
nella
procura
della
Repubblica
presso
il
tribunale,
anche
se,
in
caso
di
insufficienza
o
di
inidoneit
dei
medesimi,
il
PM
pu
autorizzare
con
decreto
motivato
luso
degli
impianti
pubblico
servizio,
ovvero
di
quelli
in
dotazione
alla
polizia
giudiziaria,
qualora
sussistano
eccezionali
ragioni
durgenza.
Nel
caso
invece
di
intercettazioni
informatiche
o
telematiche,
pu
essere
autorizzato
anche
limpiego
di
impianti
appartenenti
a
privati.
Le
comunicazioni
intercettate
devono
essere
sempre
registrate,
e
nel
relativo
verbale
deve
essere
trascritto,
anche
sommariamente,
il
loro
contenuto.
I
verbali
e
le
registrazioni
devono
quindi
essere
immediatamente
trasmesse
al
PM
e
poi
depositate
in
segreteria
entro
5
gg.
dalla
conclusione
delle
operazioni.
Dopo
tale
deposito,
i
difensori
delle
parti
devono
essere
avvisati
della
facolt
di
esaminare
gli
atti,
nonch
di
prendere
conoscenza
delle
registrazioni
depositate,
entro
il
termine
fissato
dal
PM
ed
eventualmente
prorogato
dal
giudice.
In
tal
modo,
vengono
poste
le
premesse
per
realizzare
il
contraddittorio
tra
il
PM
e
i
difensori
e
per
la
selezione
del
materiale,
un
procedimento
questultimo
che
dovrebbe
svolgersi
entro
(o
subito
dopo)
la
chiusura
delle
indagini
preliminari,
e
nellambito
di
unapposita
udienza
camerale.
Scaduto
il
termine
riservato
ai
difensori
per
prendere
conoscenza
degli
atti,
il
gip
dispone,
su
richiesta
di
parte,
lacquisizione
delle
conversazioni
e
delle
comunicazioni
indicate
dalle
parti
stesse,
che
non
appaiano
manifestamente
irrilevanti.
Lo
stesso
giudice
procede
poi
allo
stralcio
delle
registrazioni
e
dei
verbali
relativi
alle
intercettazioni
di
cui
vietata
lutilizzazione.
A
questo
punto,
il
giudice
provvede
per
la
trascrizione
integrale
delle
registrazioni
destinate
ad
essere
acquisite,
salva
la
facolt
dei
difensori
di
estrarre
copia
delle
trascrizioni
e
di
trasporre
le
medesime
registrazioni
su
nastro:
le
trascrizioni
cos
ottenute
sono
inserite
nel
fascicolo
del
dibattimento.
I
verbali
e
le
registrazioni
delle
intercettazioni
non
acquisiti
devono
essere
conservati
integralmente
presso
il
PM
fino
al
passaggio
in
giudicato
della
sentenza.
Tuttavia,
quando
la
relativa
documentazione
non
necessaria
per
il
procedimento,
gli
interessati
possono
chiederne
al
giudice
la
distruzione,
il
quale
provvede
in
camera
di
consiglio.
Lutilizzazione
delle
intercettazioni
in
procedimenti
diversi
ammessa
solo
quando
le
medesime
risultano
indispensabili
per
laccertamento
di
delitti
per
i
quali
obbligatorio
larresto
in
flagranza.
Qualora
lautorit
giudiziaria,
attraverso
le
intercettazioni,
acquisisca
comunicazioni
di
servizio
di
appartenenti
ai
servizi
di
sicurezza,
la
relativa
documentazione
deve
essere
immediatamente
secretata
e
custodita
in
un
luogo
protetto.
La
medesima
autorit
giudiziaria
deve
quindi
trasmettere
al
presidente
del
Consiglio
copia
della
documentazione
di
cui
intende
avvalersi,
per
accertarsi
che
la
stessa
non
sia
coperta
da
segreto
di
Stato;
qualora
entro
60
gg.
il
presidente
non
oppone
tale
segreto,
lautorit
giudiziaria
pu
acquisire
la
documentazione
trasmessa,
mentre,
in
caso
contrario,
le
inibita
lutilizzazione
delle
notizie
coperte
da
segreto.
I
risultati
delle
intercettazioni
eseguite
contra
legem
non
possono
essere
utilizzati.
Quale
fonte
di
inutilizzazione
deve
poi
anche
ricomprendersi
il
principio
della
necessaria
autorizzazione
della
Camera
di
appartenenza
per
poter
sottoporre
i
membri
del
Parlamento
ad
intercettazioni.
Il
divieto
di
utilizzazione
viene
poi
esteso
alle
intercettazioni
riguardanti
fatti
coperti
da
segreto
professionale.
Le
registrazioni
ed
i
verbali
inutilizzabili
devono
essere
distrutti
per
ordine
del
giudice
in
ogni
stato
e
grado
del
processo,
salvo
che
i
medesimi
costituiscano
corpo
del
reato.
Un
problema
particolare
sorge
a
proposito
delle
conversazioni
o
comunicazioni
cui
abbiano
preso
parte
membri
del
Parlamento,
regolarmente
intercettate
nel
corso
di
procedimenti
riguardanti
terze
persone
(intercettazioni
c.d.
indirette).
In
tal
caso:
a. Se
il
gip
ritiene
irrilevanti,
ai
fini
del
procedimento,
i
verbali
e
le
registrazioni
delle
intercettazioni,
essi
devono
essere
integralmente
distrutti;
b. Se
il
gip,
invece,
li
ritiene
rilevanti,
per
poter
utilizzarli
deve
richiedere
lautorizzazione
della
Camera
di
appartenenza
del
parlamentare,
trasmettendo
insieme
con
la
richiesta
copia
integrale
dei
verbali
e
elle
registrazioni.
Nessun
problema
sorge
qualora
lautorizzazione
venga
concessa,
ma
lo
stesso
non
pu
dirsi
qualora
venga
invece
negata,
in
quanto,
in
tal
caso,
la
documentazione
delle
intercettazioni
deve
essere
distrutta
immediatamente.
Cos
facendo
risulteranno
inutilizzabili
anche
le
risultanze
di
intercettazioni
indirette
recanti
elementi
probatori
a
carico
o
a
favore
di
soggetti
non
aventi
la
qualifica
parlamentare,
o
addirittura
costituenti
esse
stesse
il
corpo
del
reato.
Tuttavia,
la
Corte
costituzionale
intervenuta
con
una
declaratoria
di
illegittimit
di
tale
normativa
nelle
parti
relative
alla
sua
applicabilit
anche
nei
confronti
di
soggetti
non
aventi
qualifica
parlamentare
Per
quanto
riguarda,
invece,
il
periculum
libertatis,
lart.
274
predetermina
le
esigenze
cautelari
che,
concorrendo
coi
gravi
indizi
di
colpevolezza,
giustificano
ladozione
delle
misure
cautelari
personali.
4. LE
DIVERSE
ESIGENZE
CAUTELARI
Secondo
lart.
274
lett.
a,
le
misure
cautelari
sono
anzitutto
disposte
quando
sussistono
specifiche
ed
inderogabili
esigenze
attinenti
alle
indagini,
esigenze
il
cui
fine
quello
di
fronteggiare
il
pericolo
di
inquinamento
delle
prove.
Tuttavia,
le
situazioni
di
pericolo
per
la
genuinit
della
prova
non
possono
essere
individuate
nel
rifiuto
della
persona
sottoposta
alle
indagini
o
dellimputato
di
rendere
dichiarazioni,
n
nella
mancata
ammissione
degli
addebiti.
Dunque,
il
diritto
al
silenzio
non
pu
mai
essere
posto
a
fondamento
di
una
misura
cautelare.
In
base
alla
lett.
b
del
medesimo
articolo,
tali
misure
possono
inoltre
essere
adottate
quando
limputato
si
dato
alla
fuga
o
sussiste
concreto
pericolo
che
si
dia
alla
fuga,
purch
il
giudice
ritenga
che
possa
essere
irrogata
una
pena
superiore
a
2
anni
di
reclusione.
Infine,
la
lett.
c
del
suddetto
articolo,
dispone
che
le
misure
cautelari
sono
disposte
quando,
per
le
specifiche
modalit
e
circostanze
del
fatto
e
per
la
personalit
dellimputato
o
della
persona
sottoposta
alle
indagini,
desunta
dai
suoi
comportamenti
o
dai
suoi
precedenti
penali,
sussiste
il
concreto
pericolo
che
questi
commetta
gravi
delitti
con
uso
di
armi
o
altri
mezzi
o
diretti
contro
lordine
costituzionale,
ovvero
delitti
di
criminalit
organizzata
o
della
stessa
specie
di
quello
per
cui
si
procede.
In
questultima
ipotesi,
le
misure
di
custodia
cautelare
sono
disposte
soltanto
se
si
tratta
di
delitti
per
i
quali
prevista
la
reclusione
non
inferiore
nel
massimo
a
4
anni.
Da
tutto
ci
consegue
lillegittimit
di
ogni
provvedimento
dadozione,
o
di
mantenimento,
delle
misure
cautelari
finalizzato
esclusivamente
a
conseguire
la
confessione
dellimputato,
anche
se
lavvenimento
di
questultima
pu
essere
valutato
dal
giudice
come
rilevante
per
escludere
la
sussistenza,
o
permanenza,
delle
esigenze
che
giustificano
lapplicazione
di
una
misura
cautelare.
5. I
PRINCIPI
DI
ADEGUATEZZA
E
DI
PROPORZIONALITA
NELLA
SCELTE
DELLE
MISURE
Una
volta
accertata
la
sussistenza
di
almeno
una
delle
esigenze
cautelari
previste,
nella
scelta
delle
misure
da
adottarsi
nel
caso
concreto
occorre
rispettare
due
principi
fondamentali:
a. In
base
al
principio
di
adeguatezza
il
giudice,
nella
scelta
della
misura
da
adottare,
deve
tener
conto
della
specifica
idoneit
di
ciascuna,
rapportandola
alla
natura
e
al
grado
delle
esigenze
cautelari
da
soddisfare
nel
caso
concreto.
Quindi,
dovr
essere
scelta
la
misura
meno
gravosa
per
limputato;
b. Infine,
in
base
la
principio
di
proporzionalit,
ogni
misura
deve
essere
proporzionata
allentit
del
fatto
e
alla
sanzione
che
stata
o
pu
essere
irrogata.
inoltre
vietato
al
giudice
di
disporre
la
custodia
cautelare
quando
ritiene
che
con
la
sentenza
pu
essere
concessa
la
sospensione
condizionale
della
pena.
Tornando
al
principio
di
adeguatezza,
occorre
sottolineare
lintroduzione
di
alcune
modifiche
riguardanti
i
criteri
di
scelta
delle
misure
cautelari
da
disporre
contestualmente
ad
una
sentenza
di
condanna:
a. Innanzitutto,
contestualmente
ad
una
sentenza
di
condanna,
lesame
delle
esigenze
cautelari
deve
essere
condotto
tenendo
anche
conto
dellesito
del
procedimento,
delle
modalit
del
fatto
e
degli
elementi
sopravvenuti,
dai
quali
possa
emergere
che,
a
seguito
della
sentenza,
risulta
taluna
delle
esigenze
indicate
nellart.
274.1
lett.
b
e
c;
b. Qualora
la
condanna
pronunciata
in
appello,
le
misure
cautelari
personali
devono
essere
sempre
disposte,
contestualmente
alla
sentenza,
quando
vi
sono
esigenze
cautelari
previste
dallart.
274
e
la
condanna
riguarda
un
delitto
non
colposo,
consumato
o
tentato,
per
il
quale
previsto
lergastolo
o
la
reclusione
per
un
minimo
di
5
e
un
massimo
di
20
anni,
commesso
da
soggetto
condannato
nei
5
anni
precedenti
per
delitti
della
stessa
indole.
Ci,
quindi,
comporta
una
deroga
alla
regola
generale
per
cui
il
giudice
procedente
applica
le
misure
cautelari
su
richiesta
del
PM.
Per
quanto
riguarda
la
custodia
cautelare
in
carcere,
essa
pu
essere
disposta
solo
quando
ogni
altra
misura
risulti
inadeguata;
tuttavia,
questa
regola
subisce
una
cospicua
eccezione,
per
cui
previsto
che,
quando
vi
sono
gravi
indizi
di
colpevolezza
riguardo
un
delitto
di
stampo
mafioso,
deve
essere
sempre
disposta
la
custodia
carceraria,
a
meno
che
non
vengano
acquisiti
elementi
dai
quali
risulti
che
non
sussistono
esigenze
cautelari.
6. ALTRE
APPLICAZIONI
DEL
PRINCIPIO
DI
ADEGUATEZZA
Qualora
siano
imputati
una
donna
incinta,
o
una
madre
di
prole
di
et
inferiore
ai
3
anni
convivente
con
la
stessa,
ovvero
un
padre
qualora
la
madre
sia
deceduta
o
impossibilitata
a
dare
assistenza
alla
prole,
o
una
persona
di
et
superiore
ai
70
anni,
di
regola
deve
applicata
una
misura
diversa
dalla
custodia
in
carcere,
salvo
il
caso
in
cui
sussistano
esigenze
cautelari
di
eccezionale
rilevanza.
Qualora
invece
si
tratti
di
imputati
tossicodipendenti
o
alcool
dipendenti
sottoposti
a
programma
terapeutico
di
recupero
e
ricorrano
i
presupposti
per
la
custodia
in
carcere,
nei
loro
confronti
deve
essere
disposta
la
misura
degli
arresti
domiciliari,
quando
linterruzione
del
programma
in
atto
potrebbe
pregiudicare
il
loro
recupero.
La
stessa
disciplina
si
applica
anche
nei
confronti
dellimputato
tossicodipendente
o
alcool
dipendente,gi
assoggettato
a
custodia
cautelare,
che
intende
sottoporsi
ad
un
programma
terapeutico
di
recupero.
Tuttavia,
quando
sussistono
particolari
esigenze
cautelari,
lapplicazione
degli
arresti
domiciliari
subordinata
allindividuazione
di
una
struttura
residenziale
per
lo
svolgimento
del
programma
di
recupero.
Infine,
un
divieto
di
custodia
cautelare
stabilito
nei
confronti
degli
imputati
affetti
da
AIDS
conclamata
o
da
grave
deficienza
immunitaria,
ovvero
da
malattia
particolarmente
grave,
a
causa
della
quale
le
loro
condizioni
di
salute
sono
incompatibili
con
lo
stato
di
detenzione,
o
comunque
tali
da
non
consentire
adeguate
cure
in
caso
di
detenzione
carceraria.
Anche
in
queste
ipotesi,
se
sussistono
esigenze
cautelari
di
eccezionale
rilevanza,
dovr
tuttavia
farsi
luogo
a
custodia
cautelare
presso
idonee
strutture
sanitarie
penitenziarie,
senza
che
per
ci
comporti
un
grave
pregiudizio
per
la
salute
dellimputato
o
degli
altri
detenuti,
nel
qual
caso
dovranno
essere
disposti
gli
arresti
domiciliari
presso
un
luogo
di
cura
o
di
assistenza.
Qualora
tali
situazioni
riguardino
un
imputato
per
un
reato
non
colposo
per
il
quale
prevista
la
pena
dellergastolo
o
della
reclusione
per
un
minimo
di
5
e
un
massimo
di
20
anni,
egli
deve
essere
condotto
in
un
istituto
dotato
di
un
reparto
attrezzato
per
la
cura
e
lassistenza
necessarie,
mentre
la
custodia
carceraria
in
ogni
caso
esclusa
quando
la
malattia
da
cui
affetto
limputato
si
trova
in
una
fase
cos
avanzata
da
non
rispondere
pi
ai
trattamenti
ed
alle
terapie.
Nel
caso
di
inosservanza
delle
suddette
prescrizioni,
il
giudice,
dietro
richiesta
del
PM
e
senza
previo
contraddittorio,
pu
ordinare
la
sostituzione
della
misura
gi
disposta,
ovvero
il
suo
cumulo
con
altra
pi
grave.
Tuttavia,
daranno
luogo
al
cumulo
o
alla
sostituzione
solo
le
trasgressione
che
siano
tali
da
far
ritenere
non
pi
sufficiente
loriginaria
misura
a
fronteggiare
la
mutata
situazione
cautelare.
Quindi,
ove
la
trasgressione
riguardi
le
prescrizioni
relative
ad
una
misura
interdittiva,
il
giudice
potr
disporre
la
sostituzione
o
il
cumulo
anche
con
una
misura
coercitiva.
Qualora,
inoltre,
nel
caso
degli
arresti
domiciliari,
la
trasgressione
consista
nellallontanamento
dalla
propria
abitazione,
il
giudice
deve
disporre
la
revoca
della
misura
domiciliare
e
la
sua
sostituzione
con
la
custodia
carceraria.
7. LA
SALVAGUARDIA
DEI
DIRITTI
DELLA
PERSOINA
SOTTOPOSTA
A
MISURA
CAUTELARE
Le
modalit
esecutive
delle
misure
cautelari
devono
salvaguardare
i
diritti
della
persona
ad
esse
sottoposta,
purch
lesercizio
di
tali
diritti
non
sia
incompatibile
con
le
esigenze
cautelari
del
caso
concreto.
Inoltre
la
persona
sottoposta
a
custodia
carceraria
non
pu
subire
limitazioni
della
libert,
prima
del
trasferimento
in
istituto,
se
non
per
il
tempo
e
con
le
modalit
strettamente
necessarie
alla
sua
traduzione.
8. I
CRITERI
DI
DETERMINAZIONE
DELLA
PENA
AI
FINI
DELLAPPLICAZIONE
DELLE
MISURE
Per
la
determinazione
della
pena
agli
effetti
dellapplicazione
delle
misure
cautelari
personali,
deve
aversi
riguardo
alla
pena
stabilita
dalla
legge
per
ciascun
reato
consumato
o
tentato,
senza
tener
conto
n
della
continuazione,
n
della
recidiva,
n
delle
circostanze
del
reato.
Tuttavia,
quando
si
tratta
di
delitti
concernenti
sostanze
stupefacenti,
si
deve
sempre
tener
conto
della
diminuzione
della
pena
stabilita
per
i
casi
di
lieve
entit.
9. MISURE
COERCITIVE
E
MISURE
INTERDITTIVE
Sia
le
misure
di
coercizione
personale
che
le
misure
interdittive
possono
applicarsi
soltanto
quando
si
procede
per
delitti
per
i
quali
la
legge
stabilisce
la
pena
dellergastolo
o
della
reclusione
superiore
nel
massimo
a
3
anni
(art.
280).
Tale
regola,
tuttavia,
non
priva
di
eccezioni.
Infatti:
a. Per
quanto
riguarda
le
misure
coercitive,
previsto
che
la
custodia
cautelare
in
carcere
pu
essere
applicata
solo
quando
si
procede
per
delitti,
consumati
o
tentati,
per
i
quali
prevista
la
pena
della
reclusione
non
inferiore
nel
massimo
a
4
anni.
Tale
limite
per
non
opera
nei
confronti
di
chi
ha
trasgredito
le
prescrizioni
inerenti
ad
una
misura
cautelare,
per
cui
nei
confronti
di
tali
imputati
la
misura
carceraria
potr
essere
applicata.
b.
Per
quanto
riguarda
la
c.d.
conversione
dellarresto
in
flagranza
o
del
fermo
in
una
misura
coercitiva,
essa
pu
aver
luogo
anche
al
di
fuori
dei
limiti
di
pena
previsti
dagli
artt.
274.
1
lett.
c
e
280,
quando
larresto
stato
eseguito
per
i
delitti
di
peculato,
corruzione,
violenza
o
minaccia
a
pubblico
ufficiale,
commercio
e
somministrazione
di
medicinali
guasti,
corruzione
di
minorenni,
lesione
personale,
furto,
danneggiamento,
ecc;
ovvero
per
uno
dei
delitti
per
i
quali
consentito
anche
fuori
dei
casi
di
flagranza,
dunque,
anche
con
riferimento
a
determinati
delitti
punibili
con
la
reclusione
non
inferiore
nel
massimo
a
3
anni.
10. LA
TIPOLOGIA
DELLE
MISURE
COERCITIVE
ED
IL
PRINCIPIO
DI
GRADUALITA
In
base
al
principio
di
gradualit,
le
misure
coercitive
sono
ordinate
in
base
alla
loro
progressiva
afflittivit,
a
cominciare
da
misure
di
contenuto
meramente
obbligatorio,
per
finire
alle
vere
e
proprie
misure
detentive.
In
questa
gerarchia
si
collocano
le
misure
del
divieto
di
espatrio,
dellobbligo
di
presentazione
periodica
agli
uffici
di
polizia
giudiziaria
e
dellallontanamento
dalla
casa
familiare.
A
queste
si
aggiungono
poi
il
divieto
e
lobbligo
di
dimora.
Per
quanto
riguarda
lobbligo
di
dimora,
il
giudice
pu
imporre
allimputato,
oltre
alla
prescrizione
di
non
allontanarsi
senza
autorizzazione
dal
territorio
del
comune
di
dimora
abituale,
o
di
un
comune
vicino,
anche
quella
di
non
allontanarsi
dallabitazione
in
alcune
ore
del
giorno,
senza
pregiudizio
per
le
normali
esigenze
di
lavoro.
Tale
prescrizione
risulta
essere
analoga
agli
arresti
domiciliari,
in
base
ai
quali
limputato
non
pu
allontanarsi
dalla
propria
abitazione,
o
dagli
altri
luoghi
consentiti,
se
non
dietro
autorizzazione
del
giudice
e
al
fine
di
provvedere
ad
indispensabili
esigenze
di
vita,
ovvero
per
lavorare
nel
caso
di
assoluta
indigenza.
Gli
arresti
domiciliari
non
possono
essere
concessi
agli
imputati
gi
condannati
per
il
reato
di
evasione
nei
5
anni
precedenti
al
fatto
per
cui
si
procede.
Inoltre,
il
giudice,
nel
disporre
tale
misura,
pu
prescrivere
ladozione
di
particolari
procedure
di
controllo
da
attuarsi
mediante
il
c.d.
braccialetto
elettronico;
tuttavia,
col
medesimo
provvedimento
pu
anche
disporre
la
misura
carceraria
allorch
limputato
neghi
il
proprio
consenso
a
sottoporsi
a
tali
mezzi
elettronici.
11. LE
FORME
DELLA
CUSTODIA
CAUTELARE
Con
la
custodia
in
carcere,
il
giudice
dispone
che
limputato
sia
catturato
e
immediatamente
condotto
in
carcere
per
rimanervi
a
disposizione
dellautorit
giudiziaria.
Tuttavia,
essa
deve
essere
considerata
come
lultima
risorsa
a
disposizione
del
giudice,
cio
come
una
sorta
di
estrema
ratio.
Qualora
si
tratti
di
imputato
in
stato
di
infermit
mentale
tale
da
incidere
sulla
sua
capacit
di
intendere
e
di
volere,
il
giudice,
in
luogo
della
custodia
carceraria,
pu
disporne
la
custodia
cautelare
mediante
ricovero
provvisorio
in
idonea
struttura
del
servizio
psichiatrico
ospedaliero,
adottando
ogni
accorgimento
necessario
per
prevenirne
il
pericolo
di
fuga.
Anche
per
quanto
riguarda
gli
imputati
che
versano
in
gravi
condizioni
di
salute,
il
giudice
pu
disporne
il
ricovero
provvisorio
in
adeguata
struttura
del
servizio
sanitario
nazionale
per
il
tempo
necessario,
adottando
nel
contempo
i
provvedimenti
idonei
a
evitare
il
pericolo
di
fuga.
Dopo
di
che,
una
volta
cessate
le
esigenze
del
ricovero,
il
giudice
o
ripristiner
la
custodia
carceraria,
o
disporr
gli
arresti
domiciliari,
o
pronuncer
il
provvedimento
di
revoca
o
sostituzione
delle
misure.
Infine,
va
ricordato
il
principio
della
computabilit
per
una
sola
volta
della
durata
delle
misure
di
custodia
cautelare
ai
fini
della
determinazione
della
pena
da
eseguire.
Lo
stesso
principio
poi
esteso
anche
allipotesi
di
custodia
cautelare
subita
allestero
a
seguito
di
una
domanda
di
estradizione,
ovvero
nel
caso
di
rinnovamento
del
giudizio.
la
redazione
del
verbale
di
vane
ricerche
da
parte
del
competente
organo
di
polizia,
e
la
successiva
dichiarazione
di
latitanza
dellimputato
ad
opera
del
giudice
che
abbia
ritenuto
tali
ricerche
esaurienti.
In
merito
alla
disciplina
della
latitanza,
intesa
come
la
volontaria
sottrazione
non
solo
ad
un
ordine
di
carcerazione
ovvero
ad
una
misura
di
custodia
cautelare,
ma
anche
agli
arresti
domiciliari,
allobbligo
di
dimora
ed
al
divieto
di
espatrio,
occorre
ricordare
la
regola
volta
a
circoscrivere
loperativit
dei
suoi
effetti
al
solo
procedimento
penale
nel
quale
essa
stata
dichiarata.
Inoltre,
il
giudice
o
il
PM
possono
autorizzare
luso
dellintercettazione
telefonica
allo
scopo
di
agevolare
le
ricerche
del
latitante,
che
dovr
essere
disposta
secondo
i
suoi
normali
termini
di
durata
(salva
la
possibilit
di
proroghe
finch
lintercettazione
sia
ritenuta
necessaria
per
le
ricerche
del
latitante).
anche
prevista
la
possibilit
di
procedere
alla
perquisizione
locale
di
interi
edifici
o
di
blocchi
di
edifici,
ove
vi
sia
fondato
motivo
di
ritenere
che
si
siano
rifugiati
dei
latitanti
in
relazione
ad
un
delitto
di
mafia,
ovvero
con
finalit
di
terrorismo,
salvo
in
ogni
caso
il
successivo
intervento
di
controllo
da
parte
dellautorit
giudiziaria,
che
dovr
essere
informata
al
pi
tardi
entro
12
ore
dalloperazione.
Lautorit
giudiziaria
pu,
con
decreto
motivato,
ritardare
lemissione,
o
disporre
che
sia
ritardata
lesecuzione,
di
provvedimenti
di
cattura
(nonch
di
arresto
o
di
sequestro)quando
ci
sia
necessario
per
acquisire
rilevanti
elementi
probatori,
ovvero
per
lindividuazione
o
la
cattura
dei
responsabili
dei
delitti
riguardanti
sostanze
stupefacenti,
sequestro
di
persona
a
scopo
di
estorsione,
terrorismo
o
criminalit
organizzata.
Durante
la
traduzione
delle
persone
in
stato
detentivo
deve
essere
adottata
ogni
cautela
per
proteggerle
dalla
curiosit
del
pubblico
e
da
ogni
specie
di
pubblicit;
inoltre,
al
fine
di
tutelare
la
dignit
personale
di
tali
soggetti,
luso
delle
manette
obbligatorio
solo
quando
lo
richiedono
la
pericolosit
del
soggetto,
o
il
pericolo
di
fuga,
o
circostanze
di
ambiente
che
rendono
difficile
la
traduzione.
15. LINTERROGATORIO
DELLA
PERSONA
IN
STATO
DI
CUSTODIA
Linterrogatorio
dellindiziato
possibile
fino
alla
dichiarazione
di
apertura
del
dibattimento
ed
effettuato
dallo
stesso
giudice
che
ha
deciso
sullapplicazione
della
misura
cautelare
(salva
per
il
medesimo,
nel
caso
di
interrogatorio
da
compiersi
in
altre
circoscrizioni,
la
facolt
di
richiederne
lassunzione
al
giudice
del
luogo).
Tale
atto
deve
svolgersi
secondo
le
regole
generali
previste
(artt.
64
e
65),
e
deve
essere
documentato
integralmente
mediante
appositi
strumenti
di
riproduzione
fonografica
o
audiovisiva,
a
pena
di
inutilizzabilit
probatoria
dei
risultati
dellatto.
Linterrogatorio
deve
essere
effettuato
immediatamente
e
comunque
non
oltre
5
gg.
dallinizio
dellesecuzione
della
custodia,
a
meno
che
lindiziato
stesso
sia
assolutamente
impedito
(nel
qual
caso
il
giudice
dovr
darne
atto
con
decreto
motivato,
ed
il
termine
decorrer
di
nuovo
dalla
notizia
della
cessazione
dellimpedimento).
Inoltre,
di
tale
atto
occorre
dare
tempestivo
avviso
al
difensore
con
possibilit
dintervento
anche
del
PM.
Durante
linterrogatorio,
il
giudice
deve
valutare
se
permangono
le
condizioni
di
applicabilit
e
le
esigenze
cautelari
richieste
per
lassoggettamento
a
custodia,
alla
luce
degli
elementi
che
gli
vengono
forniti
dallindiziato.
In
base
ai
risultati
di
tale
controllo,
il
giudice
provveder
quindi
alla
revoca
o
alla
sostituzione
della
misura
disposta.
La
custodia
cautelare
perde
immediatamente
efficacia
ogniqualvolta
il
giudice
non
procede
allinterrogatorio
entro
il
termine
previsto,
e
la
stesso
previsto
con
riguardo
alle
altre
misure
coercitive
o
interdittive
con
riguardo
al
termine
di
10
gg.
previsto
in
questi
casi
per
effettuare
linterrogatorio.
Una
volta
avvenuta
la
liberazione
dellindiziato,
lo
stesso
potr
di
nuovo
essere
sottoposto
a
custodia
cautelare,
su
richiesta
del
PM,
semprech
ne
ricorrano
i
presupposti,
ma
solo
dopo
che
sia
stato
interrogato
in
stato
di
libert.
Inoltre,
la
custodia
pu
comunque
essere
ripristinata
quando
lindiziato
stesso,
dopo
essere
stato
posto
in
libert,
si
sia
sottratto
allinterrogatorio
senza
addurre
alcun
giustificato
motivo.
Linterrogatorio
della
persona
in
stato
di
custodia
da
parte
del
PM
non
pu
precedere
linterrogatorio
del
giudice;
tuttavia,
al
fine
di
compensare
questo
divieto
di
anticipazione,
previsto
che,
qualora
il
PM
ne
faccia
istanza
nel
presentare
la
richiesta
di
custodia,
il
giudice
tenuto
ad
effettuare
linterrogatorio
entro
48
ore
dallinizio
della
custodia.
16. IL
COMPUTO
DEI
TERMINI
DI
DURATA
DELLE
MISURE
Gli
effetti
della
custodia
cautelare
decorrono
dal
momento
della
cattura,
dellarresto
o
del
fermo,
mentre
gli
effetti
delle
altre
misure
decorrono
dal
momento
della
notifica
della
relativa
ordinanza.
Lart.
297
disciplina
lipotesi
della
pluralit
di
provvedimenti
applicativi
della
medesima
misura
a
carico
del
medesimo
imputato.
Quando
tali
provvedimenti
riguardano
lo
stesso
fatto,
i
termini
decorrono
dal
giorno
in
cui
stato
eseguito
o
notificato
il
primo
provvedimento,
ma
sono
commisurati
in
rapporto
allimputazione
pi
grave
tra
quelle
contestate
con
le
diverse
ordinanze.
Tale
regola
stata
poi
estesa
anche
allipotesi
in
cui
le
suddette
ordinanze
facciano
riferimento
a
fatti
diversi,
purch
ricorrano
2
condizioni:
a. Tra
tali
fatti
vi
deve
essere
un
rapporto
di
connessione;
b. Essi
devono
essere
stati
commessi
anteriormente
allemissione
della
prima
ordinanza.
Secondo
la
Corte
costituzionale,
la
suddetta
regola
di
retrodatazione
del
termine
deve
applicarsi
anche
nellipotesi
di
misure
cautelari
relative
a
fatti
diversi
non
connessi,
semprech
tuttavia
gli
elementi
posti
a
base
della
successiva
ordinanza
risultassero
gi
desumibili
dagli
atti
al
momento
dellemissione
della
precedente
ordinanza.
Quanto
allipotesi
del
cumulo
tra
un
provvedimento
cautelare
ed
uno
di
custodia
per
altro
reato,
ovvero
di
detenzione
o
di
internamento
a
titolo
definitivo,
gli
effetti
della
misura
cautelare
decorrono
dal
giorno
della
notifica
della
relativa
ordinanza,
ove
si
tratti
di
misura
compatibile
con
lo
stato
di
detenzione
o
di
internamento,
mentre
nel
caso
contrario
decorrono
dalla
cessazione
di
tale
stato.
Inoltre,
agli
effetti
del
computo
dei
termini
massimi,
la
custodia
cautelare
si
considera
compatibile
con
lo
stato
di
detenzione
per
esecuzione
di
pena
o
di
internamento
per
misura
di
sicurezza,
e
lo
stesso
deve
ritenersi
nellipotesi
di
cumulo
tra
una
misura
cautelare
detentiva
ed
un
provvedimento
di
custodia
gi
in
atto
a
carico
della
medesima
persona
per
un
diverso
fatto
di
reato.
Infine,
lesecuzione
di
un
ordine
di
carcerazione
nei
confronti
di
un
imputato
sottoposto
ad
una
misura
cautelare
personale
per
un
diverso
reato
determina
la
sospensione
dellesecuzione
di
questultima,
a
meno
che
gli
effetti
di
tale
misura
risultino
compatibili
con
lespiazione
della
pena.
17. I
PROVVEDIMENTI
DI
REVOCA
E
DI
SOSTITUZIONE
La
revoca
una
fattispecie
estintiva
delle
misure
cautelari
personali
che
opera
tutte
le
volte
in
cui
risultano
carenti
le
condizioni
di
applicabilit
elle
stesse
ovvero
le
esigenze
cautelari;
lo
stesso
vale
nel
caso
in
cui
le
esigenze
cautelari
si
sono
attenuate
tanto
da
far
ritenere
eccessivamente
vessatoria
la
misura
applicata,
ovvero
non
pi
proporzionata
allentit
del
fatto
o
della
sanzione
irrogabile.
In
questi
casi
il
giudice
deve
sostituire
la
misura
originaria
con
unaltra
meno
grave,
ovvero
disporne
lapplicazione
con
modalit
meno
gravose.
E,
quando
si
tratti
della
sostituzione
della
custodia
in
carcere
con
gli
arresti
domiciliari,
possibile
autorizzare
limputato
a
raggiungere
con
i
propri
mezzi
il
luogo
dellarresto,
semprech
non
risulti
necessario
disporne
laccompagnamento
per
salvaguardare
comprovate
esigenze
processuali
o
di
sicurezza.
Durante
le
indagini
preliminari,
il
giudice
deve
provvedere
in
ordine
alla
revoca
e
alla
sostituzione
delle
misure
,
di
regola,
solo
dietro
richiesta
del
PM
o
dellimputato,
ed
entro
5
gg.
dal
deposito
di
tale
richiesta.
Uniniziativa
ex
officio
invece
riconosciuta
al
giudice
in
sede
di
udienza
preliminare
e
in
giudizio.
Tuttavia,
anche
nel
corso
delle
indagini
preliminari
si
ammette
che
il
giudice
possa
assumere
tale
iniziativa
dufficio
quando
assuma
linterrogatorio
dellindiziato
in
stato
di
custodia
cautelare,
o
quando
sia
richiesto
nella
proroga
del
termine
per
le
indagini
preliminari,
ovvero
quando
proceda
allassunzione
di
un
incidente
probatorio.
Prima
di
provvedere
sulla
revoca
o
sulla
sostituzione,
il
giudice
deve
sempre
sentire
il
PM,
il
quale
dovr
esprimere
il
proprio
parere
nei
2
gg.
successivi,
in
caso
contrario
il
giudice
potr
senzaltro
procedere
alla
decisione.
La
stessa
regola
vale
per
lipotesi
in
cui
la
regola
o
la
sostituzione
richiesta
dallimputato
dopo
la
chiusura
delle
indagini
preliminari.
In
questi
casi,
il
giudice,
dopo
aver
valutato
gli
elementi
addotti
a
fondamento
della
richiesta
di
revoca
o
di
sostituzione,
prima
di
provvedere
pu
sempre
procede
allinterrogatorio
della
persona
sottoposta
alla
misura;
tale
interrogatorio
invece
obbligatorio,
ove
limputato
lo
abbia
richiesto,
quando
listanza
di
revoca
o
di
sostituzione
basata
su
elementi
nuovi
o
diversi
rispetto
a
quelli
gi
valutati.
Qualora,
invece,
le
esigenze
cautelari
si
siano
accresciute,
il
giudice,
su
richiesta
del
PM,
deve
sempre,
ove
sussistano
i
presupposti,
sostituire
la
misura
originaria
con
unaltra
pi
rigida,
ovvero
disporne
lapplicazione
con
modalit
pi
gravose.
Il
giudice,
quando
si
trova
nellimpossibilit
di
decidere
allo
stato
degli
atti
sulla
richiesta
di
una
parte,
pu,
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento,
disporre
anche
dufficio
i
necessari
accertamenti
sulle
condizioni
di
salute
o
sulle
qualit
personali
dellimputato.
Tali
accertamenti
devono
svolgersi
con
la
massima
celerit
possibile
e
al
pi
tardi
entro
15
gg.
dal
deposito
della
richiesta.
Nel
caso
in
cui
la
richiesta
di
revoca
o
di
sostituzione
della
misura
carceraria
sia
fondata
sulle
condizioni
di
salute
particolarmente
gravi
dellimputato,
e
qualora
il
giudice
non
ritenga
di
accogliere
la
richiesta
sulla
base
degli
atti
disponibili,
devono
disporsi
gli
accertamenti
medici
del
caso
attraverso
la
nomina
di
un
perito
ad
hoc,
il
quale
dovr
tener
conto
del
parere
del
medico
penitenziario
e
riferire
al
giudice
antro
5
gg.,
ovvero,
nel
caso
di
rilevata
urgenza,
entro
2
gg.
dallaccertamento.
Qualora
poi
le
esigenze
diagnostiche
non
possano
essere
soddisfatte
nellambito
penitenziario,
il
giudice
potr
disporre
il
ricovero
provvisorio
dellimputato
in
unidonea
struttura
del
servizio
sanitario
nazionale,
adottando
se
del
caso
adeguate
cautele.
Infine,
durante
il
periodo
compreso
tra
il
provvedimento
che
dispone
gli
accertamenti
e
la
scadenza
del
termine
per
il
loro
espletamento,
il
termine
di
5
gg.
sancito
per
la
pronuncia
del
giudice
sospeso.
18. PARTICOLARI
FATTISPECIE
DI
ESTINZIONE
AUTOMATICA
DELLE
MISURE
A
parte
lipotesi
di
estinzione
della
custodia
cautelare
a
causa
dellomesso
interrogatorio
dellindiziato
entro
il
termine
previsto,
viene
stabilita
anzitutto
limmediata
perdita
di
efficacia
delle
misure
applicate
con
riferimento
ad
un
certo
fatto
quando,
per
lo
stesso
fatto
e
nei
confronti
della
stessa
persona,
viene
disposta
larchiviazione,
ovvero
viene
pronunciata
una
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
o
di
proscioglimento.
In
questo
caso,
limputato
detenuto
deve
essere
immediatamente
posto
in
libert
subito
dopo
la
lettura
del
dispositivo,
e
per
il
disbrigo
delle
formalit,
lo
stesso
deve
essere
riaccompagnato
in
carcere
separatamente
dai
detenuti
e
senza
uso
di
mezzi
di
coercizione.
Laddove,
invece,
la
sentenza
sia
di
condanna,
le
misure
gi
in
atto
perdono
efficacia
ogniqualvolta
la
pena
irrogata
viene
dichiarata
estinta
o
condizionalmente
sospesa;
e
analogamente,
la
custodia
cautelare
perde
efficacia
quando
la
durata
della
custodia
presofferta
uguale
o
superiore
allentit
della
pena
irrogata.
In
tutte
queste
ipotesi,
lestinzione
opera
di
diritto,
sicch
il
giudice
non
pu
fare
altro
che
adottare
con
ordinanza
i
provvedimenti
necessari
per
far
cessare
lesecuzione
delle
misure
estinte;
quando
poi
la
cessazione
consegue
ad
una
pronuncia
della
cassazione,
la
cancelleria
ne
comunica
immediatamente
il
dispositivo
al
procuratore
generale
presso
la
Corte
medesima
perch
dia
i
provvedimenti
occorrenti.
Riguardo
alla
situazione
dellimputato
destinatario
prima
di
una
sentenza
di
proscioglimento,
o
di
non
luogo
a
procedere,
e
successivamente
condannato
per
il
medesimo
fatto,
nei
suoi
confronti
possono
essere
adottate
uno
o
pi
misure
coercitive
soltanto
quando
vi
pericolo
di
fuga
essendo
stata
irrogata
una
pena
superiore
a
2
anni
di
reclusione,
ovvero
pericolo
di
commissione
dei
gravi
delitti
indicati
nellart.
274.1
lett.
b.
In
base
allart.
301,
le
misure
applicate
per
esigenze
cautelari
di
natura
probatoria
perdono
efficacia
quando
alla
scadenza
del
termine
fissato
non
ne
viene
ordinata
la
rinnovazione;
in
particolare,
la
rinnovazione
pu
essere
disposta
dal
giudice
con
ordinanza
(su
richiesta
del
PM
e
solo
dopo
aver
obbligatoriamente
sentito
il
difensore
della
persona
destinataria
della
misura)
anche
per
pi
di
una
volta,
purch
entro
i
termini
massimi
di
durata
previsti
per
le
corrispondenti
misure.
La
custodia
carceraria
motivata
da
esigenze
probatorie
non
pu
avere
una
durata
superiore
a
30
gg.,
salvo
si
proceda
per
delitti
di
terrorismo,
strage,
mafia,
ecc..
(art.
407.2
lett.
a),
ovvero
salva
la
presenza
di
situazioni
investigative
complesse.
Tuttavia,
tale
termine
pu
essere
prorogato
ad
opera
del
giudice,
su
richiesta
del
PM
e
previo
interrogatorio
dellimputato,
sulla
base
di
unordinanza
che
dovr
valutare
le
ragioni
che
hanno
impedito
il
compimento
delle
indagini
per
le
cui
esigenze
la
misura
era
stata
disposta.
Attraverso
tale
procedura,
il
termine
inizialmente
fissato
potr
essere
prorogato
per
non
pi
di
2
volte
e,
comunque,
entro
il
limite
complessivo
di
90
gg.
Nulla
esclude,
per,
che,
alla
scadenza
di
questo
termine,
il
PM
possa
chiedere,
ed
il
giudice
disporre,
la
rinnovazione
della
custodia
carceraria
sempre
per
esigenze
probatorie.
La
stessa
disciplina
si
applica,
inoltre,
nelle
fasi
di
giudizio
successive
alla
pronuncia
della
sentenza
di
condanna
in
appello,
e
finch
la
condanna
non
sia
diventata
irrevocabile.
Tuttavia,
quando
vi
sia
gi
stata
condanna
anche
in
primo
grado
(per
lo
stesso
fatto
storico),
ovvero
quando
limpugnazione
sia
stata
proposta
solo
dal
PM,
non
bisogna
pi
far
riferimento
ai
termini
intermedi
di
fase,
ma
bisogna
applicare
i
termini
di
durata
complessiva
della
custodia.
Nel
caso
di
regresso
del
procedimento
ad
una
diversa
fase,
o
di
rinvio
dinanzi
ad
un
diverso
giudice,
a
partire
dalla
data
del
correlativo
provvedimento
(ovvero
dalla
sopravvenuta
esecuzione
della
custodia),
riprendono
a
decorrere
ex
novo
i
termini
stabiliti
con
riguardo
a
ciascun
stato
e
grado
del
procedimento.
Un
termine
massimo
di
durata
complessiva
della
custodia
stato
individuato
a
3
livelli,
a
seconda
della
gravit
dellimputazione:
a. 2
anni,
quando
si
procede
per
un
delitto
per
il
quale
stabilita
la
pena
della
reclusione
non
superiore
nel
massimo
a
6
anni;
b. 4
anni,
quando
si
procede
per
un
delitto
per
il
quale
stabilita
la
pena
della
reclusione
non
superiore
nel
massimo
a
20
anni;
c. 6
anni,
quando
si
procede
per
un
delitto
per
il
quale
la
legge
stabilisce
la
pena
della
reclusione
superiore
nel
massimo
a
20
anni
ovvero
lergastolo.
Tali
limiti,
di
regola,
non
possono
essere
superati.
20. PROROGA
E
SOSPENSIONE
DEI
TERMINI
MASSIMI
DI
CUSTODIA
Riguardo
alla
proroga,
a
prescindere
dallipotesi
connessa
al
compimento
di
una
perizia
psichiatrica,
essa
opera
solo
nella
fase
delle
indagini
preliminari.
Infatti,
previsto
che,
dietro
richiesta
del
PM,
i
termini
di
custodia
prossimi
a
scadere
in
tale
fase
possono
essere
prorogati
solo
in
presenza
di
gravi
esigenze
cautelari,
le
quali,
rapportate
ad
accertamenti
particolarmente
complessi,
ovvero
a
nuove
indagini,
rendono
indispensabile
la
prosecuzione
della
custodia.
Nel
caso
di
proroga
legata
allesigenza
di
nuove
indagini,
la
competenza
a
provvedere
sulla
richiesta
(con
ordinanza
appellabile)
spetta
al
gip,
il
quale,
dopo
aver
sentito
il
PM
e
il
difensore
della
parte
nellambito
di
un
contraddittorio
semplificato
ma
effettivo,
ove
ne
ricorrano
i
presupposti,
potr
concedere
una
proroga,
ed
anche
rinnovarla
una
sola
volta,
fino
al
limite
rappresentato
dalla
met
dei
termini
massimi
di
custodia
previsti
per
la
fase
delle
indagini
preliminari.
Alcuni
problemi
sorgono
in
rapporto
alla
disciplina
della
sospensione
dei
termini
di
durata
della
custodia
cautelare,
la
quale
pu
comportare,
in
alcuni
casi,
anche
il
supermento
dei
termini
fissati
per
la
durata
complessiva
della
custodia
cautelare.
Lart.
304.1,
dopo
aver
stabilito
la
competenza
del
giudice
a
provvedere,
anche
dufficio,
con
ordinanza
appellabile,
ha
individuato
le
fattispecie
di
sospensione
facendo
riferimento
ad
una
serie
di
situazioni
tutte
relative
alla
fase
del
giudizio,
cio
con
riguardo:
a. Alle
ipotesi
di
sospensione
o
di
rinvio
del
dibattimento
per
impedimento
dellimputato
o
del
suo
difensore,
ovvero
dietro
richiesta
dei
medesimi;
b. Alle
ipotesi
di
sospensione
o
rinvio
del
dibattimento
a
causa
della
mancata
presentazione,
dellallontanamento
o
della
mancata
partecipazione
di
uno
o
pi
difensori,
qualora
ne
rimangano
privi
di
assistenza
uno
o
pi
imputati;
c. Allipotesi
di
sospensione
dei
termini
di
custodia,
nella
fase
del
giudizio,
durante
la
pendenza
dei
termini
previsti
per
la
redazione
differita
dei
motivi
della
sentenza;
d. Allipotesi
di
sospensione
prevista
qualora
le
situazioni
appena
descritte
si
verifichino
nellambito
del
giudizio
abbreviato.
Durante
ludienza
preliminare,
i
termini
sono
sospesi,
anche
dufficio
e
sempre
con
ordinanza
appellabile,
tutte
le
volte
in
cui
la
stessa
udienza
viene
sospesa
o
rinviata
per
impedimento
dellimputato
o
del
suo
difensore,
ovvero
a
causa
della
mancata
presentazione
o
dellallontanamento
di
uno
o
pi
difensori
(art.
304.4).
Le
ipotesi
di
sospensione
non
si
applicano,
allinterno
del
processo
cumulativo,
nei
confronti
dei
coimputati
cui
le
stesse
non
si
riferiscono,
semprech
questi
ultimi
chiedano
che
nei
loro
confronti
si
proceda
previa
separazione
dei
processi.
Nelle
ipotesi
di
particolare
complessit
dei
dibattimenti
o
dei
giudizi
abbreviati
relativi
ai
delitti
indicati
dallart.
407.2
lett.
a,
il
regime
della
sospensione
pu
essere
esteso
anche
ai
periodi
di
tempo
in
cui
sono
tenute
le
udienze
o
si
delibera
la
sentenza
nella
fase
del
giudizio.
La
sospensione
dei
termini
di
custodia
pu
essere
disposta
solo
dietro
richiesta
del
PM;
quindi,
qualora
manchi
tale
richiesta,
o
comunque
non
venga
pronunciato
il
provvedimento
sospensivo,
si
verificher
in
ogni
caso
ex
lege
almeno
leffetto
di
congelamento
del
decorso
dei
termini
di
custodia.
Un
limite
finale
di
durata
dei
termini
di
sospensione
della
custodia
stato
previsto
su
2
distinti
livelli:
a. Da
un
lato,
con
riguardo
alla
durata
della
custodia
nelle
diverse
fasi
del
procedimento,
si
stabilisce
che
la
sospensione
non
pu
in
ogni
caso
superare
il
doppio
dei
termini
intermedi
di
fase;
b. Dallaltro,
avendo
riguardo
alla
durata
complessiva
della
custodia,
si
stabilisce
che
tale
durata
non
pu
superare
i
termini
sanciti
dallart.
303.4
aumentati
della
met,
ovvero,
qualora
risulti
pi
favorevole,
il
tradizionale
limite
dei
2/3
del
massimo
della
pena
temporanea
prevista
per
il
reato
contestato
o
ritenuto
in
sentenza.
Dei
periodi
di
sospensione
bisogna
tener
conto
solo
nel
computo
del
limite
relativo
alla
durata
complessiva
della
custodia,
e
non
anche
in
quello
riguardante
il
limite
relativo
alle
diverse
fasi
del
procedimento.
Infine,
la
sospensione
o
il
rinvio
del
procedimento
o
del
dibattimento
hanno
effetti
sospensivi
della
prescrizione,
anche
se
limputato
non
detenuto,
in
ogni
caso
in
cui
siano
disposti
per
impedimento
dellimputato
o
del
suo
difensore
ovvero
su
loro
richiesta,
salvo
quando
siano
disposti
per
esigenze
di
acquisizione
della
prova
o
in
seguito
al
riconoscimento
di
un
termine
a
difesa.
21. I
PROVVEDIMENTI
ADOTTABILI
NEI
CONFRONTI
DELLIMPUTATO
SCARCERATO
PER
DECORRENZA
DEI
TERMINI
A
carico
dellimputato
scarcerato
per
decorrenza
dei
termini
massimi
di
custodia
cautelare,
il
giudice
deve
disporre
le
altre
misure
cautelari
di
cui
ricorrano
i
presupposti
(ovviamente
con
esclusione
degli
arresti
domiciliari),
semprech
si
accerti
la
permanenza
delle
esigenze
che
avevano
giustificato
la
sua
sottoposizione
alla
custodia
stessa.
Tuttavia,
la
custodia
cautelare
deve
essere
rinnovata
quando
si
verificano
2
ipotesi:
a. Da
un
lato,
quella
dellimputato
scarcerato
che
abbia
dolosamente
trasgredito
alle
prescrizioni
inerenti
ad
una
delle
misure
cautelari
applicategli
in
luogo
della
custodia;
b. Dallaltro,
quella
della
sopravvenienza
a
carico
del
suddetto
imputato
di
una
sentenza
di
condanna
di
primo
o
secondo
grado
(qualora
il
medesimo
si
sia
dato
alla
fuga,
ovvero
si
accerti
un
concreto
pericolo
di
fuga),
con
lulteriore
precisazione
che,
in
queste
ultime
ipotesi,
il
ripristino
della
custodia
potr
avvenire
sia
contestualmente,
sia
successivamente
alla
sentenza
stessa.
In
caso
di
ripristino
della
custodia,
si
applica
la
regola
della
decorrenza
ex
novo
dei
termini
relativi
alla
fase
in
cui
il
procedimento
si
trova
(salvo
il
computo
della
custodia
anteriormente
subita
ai
fini
del
termine
di
durata
complessiva
),
e
la
stessa
regola
si
applica
nel
caso
dellimputato
sottrattosi
allesecuzione
della
custodia
cautelare
mediante
evasione.
Qualora
limputato
scarcerato,
trasgredendo
alle
prescrizioni
della
misura
cautelare
applicatagli
in
via
sostitutiva,
stia
per
darsi
alla
fuga,
gli
ufficiali
e
gli
agenti
di
polizia
possono
procedere
al
suo
fermo;
in
tal
caso,
il
provvedimento
di
fermo
deve
essere
comunicato
al
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
del
luogo,
al
massimo
entro
24
ore,
per
la
convalida
del
fermo
e,
se
del
caso,
per
lapplicazione
al
fermato
della
misura
della
custodia
cautelare
ad
opera
del
gip.
22. I
TERMINI
DI
DURATA
MASSIMA
DELLE
MISURE
CAUTELARI
NON
CUSTODIALI
Le
misure
coercitive
diverse
dalla
custodia
cautelare
perdono
efficacia
a
seguito
del
decorso
di
un
periodo
di
tempo
pari
al
doppio
dei
termini
previsti
in
rapporto
alla
custodia.
Al
contrario,
per
quanto
riguarda
le
misure
interdittive,
fissato
un
termine
di
2
mesi,
scaduto
il
quale
si
prevede
che
le
stesse
perdano
efficacia,
con
lunica
eccezione
della
possibilit
di
rinnovazione
delle
misure
disposte
per
esigenze
probatorie
entro
i
limiti
temporali
definiti
per
le
misure
coercitive
diverse
dalla
custodia.
Tuttavia,
la
sopravvenuta
estinzione
delle
misure
interdittive
non
pu
pregiudicare
lesercizio
dei
poteri
attribuiti
al
giudice
penale
o
ad
altre
autorit
in
materia
di
pene
accessorie,
ovvero
di
misure
interdittive
di
diversa
natura.
Per
il
resto
viene
seguita
la
disciplina
generale
dellappello,
dal
che
ne
deriva
anzitutto
che
il
tribunale
vedr
circoscritta
la
sua
cognizione
solo
ai
punti
dellordinanza
appellata
cui
si
riferiscano
i
motivi
tempestivamente
proposti.
Quando
poi
il
tribunale,
accogliendo
lappello
del
PM,
dispone
una
misura
cautelare
a
carico
dellimputato,
lesecuzione
di
tale
decisione
rimane
sospesa,
finch
la
medesima
non
diventa
definitiva.
Il
ricorso
per
cassazione
contro
le
ordinanze
del
tribunale
a
seguito
di
riesame
o
di
appello,
proponibile
dallimputato,
dal
suo
difensore
e
dal
Pm
entro
10
gg.
dalla
notificazione
o,
rispettivamente,
dalla
comunicazione
dellavviso
di
deposito
del
provvedimento.
Tuttavia,
limputato
ed
il
suo
difensore
possono
ricorrere
in
cassazione
per
violazione
di
legge
direttamente
contro
le
ordinanze
applicative
di
una
misura
coercitiva,
prescindendo
dalla
previa
richiesta
di
riesame,
entro
i
termini
sanciti
per
questultimo;
ci
comporta
linammissibilit
del
riesame,
quantunque
eventualmente
gi
richiesto.
Il
ricorso
deve
essere
presentato
presso
la
cancelleria
del
giudice
a
quo,
e
lautorit
procedente
deve
trasmettere
alla
corte,
entro
il
giorno
successivo
allimmediato
avviso,
gli
atti
su
cui
fondata
lordinanza
impugnata.
La
corte
decide
in
camera
di
consiglio
entro
30
gg.
dalla
ricezione
degli
atti.
Infine,
i
motivi
devono
essere
enunciati
contestualmente
al
ricorso,
e
il
ricorrente
ha
la
possibilit
di
enunciare
nuovi
motivi
dinanzi
alla
corte
prima
dellinizio
della
discussione.
25. LAPPLICAZIONE
PROVVISORIA
DI
MISURE
DI
SICUREZZA
Per
quanto
riguarda
le
condizioni
di
applicabilit
provvisoria
delle
misure
consistenti
nel
ricovero
in
riformatorio,
ovvero
in
un
ospedale
psichiatrico
giudiziario,
ovvero
in
una
casa
di
curo
o
di
custodia,
esse
possono
essere
disposte
dal
giudice
procedente,
in
qualunque
stato
e
grado
del
procedimento,
e
sempre
su
richiesta
del
PM,
sulla
base
di
gravi
indizi
di
commissione
del
fatto
in
capo
allimputato
e
in
assenza
di
una
delle
cause
di
non
punibilit
o
di
estinzione.
Inoltre,
si
richiede
che
il
giudice
accerti
in
concreto
anche
la
pericolosit
sociale
del
soggetto
contro
cui
si
sta
procedendo.
Tali
soggetti
sono,
a
parte
il
minorenne,
linfermo
di
mente,
lubriaco
abituale,
ovvero
la
persona
dedita
alluso
di
sostanze
stupefacenti
o
in
stato
di
cronica
intossicazione
da
alcool
o
droghe.
La
pronuncia
del
provvedimento
applicativo
della
misura
deve
essere,
di
regola,
preceduta
dallinterrogatorio
dellimputato;
ove
ci
non
sia
possibile,
lindiziato
sottoposto
provvisoriamente
alla
misura
di
sicurezza
deve
essere
interrogato
dal
gip
non
oltre
5
gg.
dallinizio
dellesecuzione
della
stessa
(a
pena
di
caducazione),
e
al
termine
di
tale
interrogatorio
il
giudice,
dopo
aver
valutato
la
sussistenza
dei
presupposti
di
fatto
e
di
diritto
della
misura
adottata,
potr
anche
disporne
la
revoca.
Il
giudice
deve
procedere
anche
dufficio,
ovvero
su
richiesta
di
parte,
ad
un
riesame
periodico
circa
la
pericolosit
sociale
dellimputato,
prescrivendogli
nuovi
accertamenti
allo
scadere
del
sesto
mese
dalla
pronuncia
dellordinanza
(o
anche
prima),
e
ad
ogni
scadenza
semestrale.
Le
ordinanze
applicative
di
tali
misure
possono
essere
sottoposte
a
riesame
su
richiesta
dellimputato
o
del
suo
difensore,
mentre
le
corrispondenze
ordinanze
di
diniego
possono
essere
appellate
dal
PM.
26. LA
RIPARAZIONE
PER
INGIUSTA
DETENZIONE
La
riparazione
per
ingiusta
detenzione
prevista
non
solo
nel
caso
dellerrore
giudiziario,
ma
anche
nel
caso
dellingiusta
detenzione.
Lart.
314
ha
individuato
2
diverse
fasce
di
ipotesi
di
detenzione.
La
prima
fascia
riguarda
la
situazione
dellimputato
che,
dopo
aver
subito
un
periodo
di
custodia
cautelare,
senza
avervi
dato
causa
per
dolo
o
colpa
grave,
sia
stato
prosciolto
con
sentenza
irrevocabile
per
non
aver
commesso
il
fatto,
ovvero
perch
il
fatto
non
sussiste,
o
non
costituisce
reato,
o
ancora
perch
il
fatto
non
previsto
dalla
legge
come
reato.
Lo
stesso
vale
per
la
persona
nei
cui
confronti
siano
stati
pronunciati,
al
termine
delle
indagini
preliminari,
una
sentenza
di
non
luogo
a
procedere,
ovvero
un
provvedimento
di
archiviazione
(come
vale
anche
con
riferimento
al
caso
dellimputato
condannato,
nella
misura
in
cui
la
durata
della
custodia
alla
quale
sia
stato
sottoposto
abbia
ecceduto
lentit
della
pena
successivamente
applicatagli
in
via
definitiva).
Si
tratta
di
ipotesi
nelle
quali
il
rapporto
tra
la
natura
della
decisione
liberatoria
adottata
e
la
restrizione
sofferta
dallimputato
risulta
sufficiente
ad
attestare
lingiustizia
di
tale
restrizione.
Alla
disciplina
riparatoria
si
affianca,
per
coloro
sottoposti
a
custodia
carceraria
o
agli
arresti
domiciliari,
il
diritto
di
essere
reintegrati
nel
posto
di
lavoro
che
occupavano
prima
dellapplicazione
della
misura.
Le
situazioni
della
seconda
fascia
sono
definite,
invece,
con
riguardo
al
caso
dellimputato
gi
sottoposto
a
custodia
cautelare
nel
corso
del
processo,
con
riferimento
alle
ipotesi
in
cui
sia
stato
accertato
con
decisione
irrevocabile
che
il
relativo
provvedimento
era
stato
emesso,
o
mantenuto,
senza
che
sussistessero
le
condizioni
di
applicabilit
previste.
Il
diritto
alla
riparazione
escluso
per
quella
parte
della
custodia
cautelare
che
sia
stata
computata
ai
fini
della
determinazione
della
misura
di
una
pena,
ovvero
per
il
periodo
in
cui
le
limitazioni
siano
state
sofferte
in
forza
di
un
altro
titolo.
La
domanda
di
riparazione
(per
un
ammontare
non
superiore
comunque
a
500.000,00
circa)
deve
essere
proposta,
a
pena
di
inammissibilit,
entro
2
anni
dal
giorno
in
cui
sono
divenute
irrevocabili
le
sentenze,
ovvero
divenuta
inoppugnabile
la
sentenza
di
non
luogo
a
procedere,
ovvero
dal
giorno
in
cui
il
provvedimento
di
archiviazione
stato
notificato
al
destinatario.
Legittimato
a
proporre
la
domanda
il
soggetto
interessato
ovvero,
in
casi
particolari,
anche
i
suoi
eredi.
27. LE
MISURE
CAUTELARI
REALI:
a)
IL
SEQUESTRO
CONSERVATIVO;
b)
IL
SEQUESTRO
PREVENTIVO;
c)
I
RIMEDI
AVVERSO
I
PROVEDIMENTI
DI
SEQUESTRO
La
funzione
del
sequestro
conservativo
quella
di
assicurare,
attraverso
il
vincolo
posto
sui
beni
mobili
o
immobili
dellimputato,
nonch
sulle
somme
a
lui
dovute,
lesecuzione
della
sentenza
che
potrebbe
essere
emessa,
tutte
le
volte
in
cui
vi
sia
fondato
motivo
di
ritenere
che
manchino
o
si
disperdano
le
relative
garanzie.
Ci
sia
sotto
il
profilo
del
pagamento
della
pena
pecuniaria,
delle
spese
processuali
e
delle
altre
somme
dovute
allerario
statale,
nellipotesi
di
iniziativa
del
PM,
sia
sotto
il
profilo
delladempimento
delle
obbligazioni
civili
da
reato,
nellipotesi
di
iniziativa
della
parte
civile.
Tra
le
novit
si
segnalano
poi
la
possibilit
di
offrire
una
cauzione,
in
alternativa
o
in
sostituzione
al
sequestro,
e
la
conversione
del
sequestro
in
pignoramento
quale
conseguenza
del
giudicato
di
condanna.
Riguardo
al
sequestro
preventivo
si
prescrive
che,
anche
prima
dellesercizio
dellazione
penale,
il
giudice,
su
richiesta
del
PM,
deve
disporre
con
decreto
motivato
il
sequestro
delle
cose
pertinenti
al
reato,
tutte
le
volte
in
cui
la
libera
disponibilit
delle
stesse
possa
aggravare
o
protrarre
le
conseguenze
del
reato
medesimo,
ovvero
agevolare
la
commissione
di
altri
reati.
Al
di
fuori
di
questi
casi,
il
sequestro
delle
cose
di
cui
consentita
la
confisca
di
regola
rimesso
alla
discrezionalit
del
giudice,
mentre
diventa
obbligatorio
nel
corso
dei
procedimenti
per
i
delitti
dei
pubblici
ufficiali
contro
la
pubblica
amministrazione.
Durante
le
indagini
preliminari,
quando
per
lurgenza
delle
circostanze
non
possibile
attendere
il
provvedimento
del
gip,
il
sequestro
preventivo
pu
essere
disposto
con
proprio
decreto
dal
PM,
e
addirittura
possono
procedervi
di
loro
iniziativa
anche
ufficiali
di
polizia
giudiziaria,
salva
la
necessaria
trasmissione
allo
stesso
PM
del
relativo
verbale
entro
48
ore.
In
tali
ipotesi,
comunque,
il
sequestro
perde
efficacia
qualora
entro
le
successive
48
ore
(dal
sequestro
o
dalla
ricezione
del
verbale)
il
PM
non
ne
ha
richiesto
la
convalida
al
giudice,
ovvero
qualora
il
giudice
non
emette
il
provvedimento
di
convalida
entro
10
gg.
da
tale
richiesta.
La
misura
viene
invece
revocata
dal
giudice,
su
richiesta
del
PM
o
dellinteressato,
ovvero,
durante
le
indagini
preliminari,
dallo
stesso
PM,
quando
viene
accertata
linsussistenza
delle
esigenze
di
prevenzione
che
lavevano
giustificata.
Infine,
con
riguardo
alla
perdita
defficacia
del
sequestro
preventivo
conseguente
alla
pronuncia
di
determinate
sentenze,
vanno
sottolineate
2
previsioni
relative
al
fenomeno
della
conversione
del
medesimo
in
altre
figure
di
sequestro:
a. Da
un
lato,
ci
si
riferisce
allipotesi
di
conversione
del
sequestro
preventivo
in
sequestro
probatorio,
tutte
le
volte
in
cui
il
primo,
avendo
avuto
per
oggetto
pi
esemplari
identici
della
cosa
sequestrata
(c.d.
sequestro
di
massa),
abbia
perso
efficacia
a
seguito
di
una
sentenza
di
proscioglimento
o
di
non
luogo
a
procedere,
poi
impugnata
dal
PM.
In
tali
casi,
il
giudice
ordiner
il
mantenimento
del
sequestro
a
scopo
probatorio
su
un
solo
esemplare
della
cosa,
disponendo
la
restituzione
degli
altri
esemplari;
b. Daltro
lato,
ci
riferisce
allipotesi
di
conversione
conseguente
alla
pronuncia
di
una
sentenza
di
condanna,
ovviamente
quando
non
sia
stata
disposta
la
confisca
delle
cose
sequestrate
in
via
preventiva,
nel
qual
caso
dovranno
rimanere
fermi
gli
effetti
del
sequestro.
Allinfuori
di
tale
caso,
e
semprech
permanga
lesigenza
cautelare,
dovr
essere
ordinata
la
restituzione
di
tali
cose,
ma
il
giudice
potr
disporre
la
conversione
del
sequestro
preventivo
in
sequestro
conservativo,
dietro
richiesta
del
PM
o
della
parte
civile.
Per
quanto
invece
riguarda
il
sistema
dei
rimedi
contro
i
provvedimenti
di
sequestro,
esso
fa
perno
anzitutto
sullo
strumento
del
riesame
di
fronte
al
tribunale
in
composizione
collegiale
sia
contro
lordinanza
di
sequestro
conservativo,
sia
contro
il
decreto
di
sequestro
preventivo.
Tuttavia,
la
richiesta
di
riesame
non
sospende
lesecuzione
del
provvedimento
di
sequestro.
Nel
caso
di
contestazione
sulla
propriet
delle
cose
sequestrate,
il
giudice
del
riesame
dovr
rimettere
la
decisione
della
controversia
al
giudice
civile,
mantenendo
nel
frattempo
fermo
il
sequestro.
Tutte
le
ordinanze
emesse
dal
tribunale
in
sede
di
riesame
intorno
ai
provvedimenti
di
sequestro
sono
poi
suscettibili
di
ricorso
per
cassazione.
Tale
ricorso
pu
altres
essere
proposto
direttamente
alla
corte,
con
la
conseguenza
che
in
tal
caso
il
ricorso
rende
inammissibile
il
riesame.
Infine,
al
PM,
allimputato
e
alle
altre
persone
interessate
comunque
riconosciuto
il
diritto
di
proporre
appello
al
tribunale
in
composizione
collegiale,
contro
le
altre
ordinanze
in
materia
di
sequestro
preventivo.
(contrasto
negativo).
Tali
contrasti
sono
risolti
dal
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
o,
se
le
procure
in
contrasto
rientrano
in
diversi
distretti
di
corte
dappello,
dal
procuratore
generale
presso
la
corte
di
cassazione.
Anche
la
persona
sottoposta
alle
indagini
che
ha
avuto
notizia
del
procedimento,
la
persona
offesa
dal
reato
che
ha
avuto
tale
notizia
ed
i
relativi
difensori
possono
chiedere
al
PM
procedente
di
trasmettere
gli
atti
al
PM
presso
il
giudice
che
essi
ritengono
competente,
depositando
nella
cancelleria
della
procura
procedente
una
richiesta
indicante
tale
giudice,
nonch,
a
pena
di
inammissibilit,
le
ragioni
della
richiesta.
Il
PM
investito
della
richiesta
si
pronuncia
entro
10
gg.
dalla
presentazione
della
stessa.
Ove
esso
non
laccolga,
il
richiedente,
nei
10
gg.
successivi,
pu
chiedere
la
determinazione
dellufficio
competente
al
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
o,
se
lufficio
appartiene
ad
un
altro
distretto,
al
procuratore
generale
presso
la
corte
di
cassazione.
Il
procuratore
generale,
assunte
le
necessarie
informazioni,entro
20
gg.
dal
deposito
della
richiesta
pronuncia
decreto
motivato
di
cui
d
notizia
alle
parti
e
agli
uffici
del
PM
interessati.
Qualora
la
richiesta
riguardi
un
reato
di
mafia,
il
procuratore
generale
presso
la
corte
di
cassazione,
prima
di
pronunciare,
sente
il
procuratore
nazionale
antimafia.
A
pena
di
inammissibilit,
la
richiesta
pu
essere
riproposta
solo
per
fatti
nuovi
e
diversi.
Gli
atti
di
indagine
preliminare
compiuti
dal
PM
incompetente
restano
utilizzabili
nei
casi
e
modi
stabiliti
dalla
legge.
3. IL
GIP
E
IL
GUP
Nelle
indagini
preliminari
e
nelludienza
preliminare
le
funzioni
di
giudice
sono
esercitate:
a. Nei
procedimenti
per
i
reati
di
terrorismo,
sequestro
a
scopo
di
estorsione,
mafia,
associazione
a
delinquere
e
schiavit,
da
un
magistrato
del
tribunale
del
capoluogo
del
distretti
di
corte
dappello
in
cui
il
giudice
competente
per
la
fase
del
giudizio
ha
sede;
b. In
ogni
altro
procedimento,
da
un
magistrato
del
tribunale
nel
cui
circondario
il
reato
risulta
commesso.
Di
regola
uno
stesso
magistrato
svolge
le
funzioni
di
giudice
nel
corso
delle
indagini
preliminari.
Tale
magistrato
non
pu
per
tenere
ludienza
preliminare
nel
medesimo
procedimento,
salvo
che
nel
corso
delle
indagini
preliminari
egli
si
sia
limitato
ad
adottare
le
autorizzazioni
sanitarie,
i
provvedimenti
relativi
ai
permessi
di
colloquio,
alla
corrispondenza
telefonica
e
al
visto
di
controllo
sulla
corrispondenza,
nonch
i
provvedimenti
relativi
ai
permessi,
alla
restituzione
in
termine
o
quello
dichiarativo
della
latitanza.
Tale
incompatibilit
serve
ad
evitare
che
il
magistrato
possa
essere
pregiudicato
dalla
valutazione
degli
indizi
di
colpevolezza
a
carico
dello
stesso
soggetto
da
lui
eventualmente
operata
nel
corso
delle
indagini
preliminari.
Tanto
il
gip
quanto
il
gup
sono
magistrati
del
tribunale
ordinario,
che
abbiano
svolto
per
almeno
2
anni
le
funzioni
di
giudice
del
dibattimento.
I
tribunali
ordinari
costituiti
in
sezioni
devono
comprendere
una
sezione
dei
giudici
incaricati
dei
provvedimenti
previsti
dal
cpp
per
la
fase
delle
indagini
preliminari
e
per
ludienza
preliminare;
ad
essa
possono
essere
addetti
anche
meno
di
5
magistrati.
Si
sul
dire
la
giurisdizione
esercitata
dal
gip
:
a. Una
giurisdizione
senza
azione,
perch
nel
corso
di
tali
indagini
e,
nel
caso
di
archiviazione,
anche
dopo
la
loro
conclusione,
viene
esercitata
senza
che
il
PM
abbia
esercitato
lazione
penale;
b. Una
giurisdizione
semipiena,
in
quanto
il
gip
non
svolge
un
procedimento
e
non
dispone
di
autonomi
poteri
di
acquisizione
probatoria,
ma
si
limita
a
pronunciare
nei
casi
previsti
dalla
legge,
sulle
richieste
del
PM,
delle
parti
private
e
della
persona
offesa
dal
reato;
c. Una
giurisdizione
di
garanzia,
in
quanto
a
richiesta
dei
soggetti
appena
elencati
il
giudice
pronuncia
nel
corso
delle
indagini
preliminari
a
tutela
dei
diritti
dellindagato
e
della
persona
offesa
dal
reato
nei
confronti
delle
iniziative
del
PM,
e
dopo
la
conclusione
delle
indagini
preliminari,
in
caso
di
richiesta
di
archiviazione,
a
garanzia
del
rispetto
del
principio
di
obbligatoriet
dellazione
penale.
Infine,
tale
giudice
viene
anche
definito
giudice
senza
fascicolo
in
quanto,
non
svolgendo
indagini,
non
dispone
di
un
fascicolo
nel
quale
la
documentazione
di
questa
viene
raccolta.
Il
gup,
invece,
esercita
la
giurisdizione
dopo
essere
stato
sollecitato
dal
PM
con
lesercizio
dellazione
penale;
inoltre,
svolge
un
proprio
procedimento
e
dispone
di
un
fascicolo,
trasmessogli
dal
PM
al
momento
della
presentazione
della
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
4. I
SOGGETTI
PRIVATI
Anche
alcuni
soggetti
privati
sono
interessati
alle
indagini
ed
alludienza
preliminare:
a. La
persona
sottoposta
alle
indagini
preliminari
(cfr.
pag.
13,
cap.
1
par.
21);
b. Limputato
(cfr.
pag
13,
cap.
1
par.
21);
c. La
persona
offesa
dal
reato
(cfr.
pag.
18,
cap.
1
par.
30-31)
e
il
danneggiato
civilmente
dal
reato;
d. Lente
o
associazione
rappresentativi
dellinteresse
leso
dal
reato
(cfr.
pag.
18,
cap.
1
par.
32);
e. La
parte
civile
(cfr.
pag.
16,
cap.
1
par.
26);
f. Il
responsabile
civile
(cfr.
pag.
17,
cap.
1
par.
28);
g. Il
civilmente
obbligato
per
la
pena
pecuniaria
(cfr.
pag.
18,
cap.
1
par.
29).
5. LA
NOTIZIA
DI
REATO
La
notizia
di
reato
linformazione
che
un
reato
sarebbe
stato
commesso
da
una
o
pi
persone
non
identificate
(notizia
generica)
o
identificate
(notizia
specifica).
Lart.
330
stabilisce
che
il
PM
e
la
polizia
giudiziaria
prendono
notizia
dei
reati
di
propria
iniziativa
e
ricevono
le
notizie
di
reato
presentate
o
trasmesse
a
norma
degli
artt.
seguenti.
Correntemente
vengono
chiamati
notizia
di
reato
anche
gli
atti
mediante
i
quali
il
PM
e
la
polizia
giudiziaria
acquisiscono
linformazione
che
un
reato
sarebbe
stato
commesso;
tali
notizie
si
distinguono
in
nominate
o
tipiche
o
qualificate,
cio
disciplinate
dalla
legge,
e
innominate
o
atipiche
o
non
qualificate,
cio
non
disciplinate
dalla
legge.
La
notizia
di
reato
costituisce
un
presupposto
del
procedimento
penale,
ma
non
fa
parte
di
questo,
dal
momento
che
il
procedimento
inizia
col
primo
atto
dindagine
preliminare
compiuto
dal
PM
o
dalla
polizia
giudiziaria
dopo
lacquisizione
della
notizia.
Per
tale
ragione:
a. La
notizia
e
le
suddette
condizioni
di
procedibilit
sono
efficaci
anche
se
redatte
in
altra
lingua;
b. I
termini
eventualmente
stabiliti
dalla
legge
per
la
presentazione
della
notizia
di
reato
o
delle
condizioni
di
procedibilit
non
sono
termini
processuali
e
quindi
non
sono
suscettibili
della
restituzione
n
della
sospensione
feriale.
6. LA
NOTIZIA
NOMINATA
Vi
sono
due
notizie
nominate
di
reato:
la
denuncia
e
il
referto.
La
denuncia
la
dichiarazione
con
cui
una
qualsiasi
persona
fisica
non
esercente
una
professione
sanitaria,
porta
la
commissione
di
un
reato
perseguibile
dufficio
a
conoscenza
del
PM
o
della
polizia.
I
pubblici
ufficiali
e
gli
incaricati
di
pubblico
servizio
hanno
lobbligo
penalmente
sanzionato
di
denunciare
i
reati
non
perseguibili
a
querela
di
cui
abbiano
avuto
notizia
nellesercizio
o
causa
delle
loro
funzioni
o
del
loro
servizio;
tale
denuncia
a
volte
va
presentata
a
particolari
organi
della
PA,
i
quali
comunicheranno
la
notizia
di
reato
al
PM
o
alla
polizia
allorch
la
sua
divulgazione
o
lavvio
di
indagini
preliminari
non
potranno
pi
pregiudicare
linteresse
pubblico
connesso
alle
cure
di
quellamministrazione.
I
privati
hanno
analogo
obbligo
in
alcuni
casi
tassativamente
elencati
dalla
legge:
in
particolare,
i
delitti
di
sequestro
di
persona
a
scopo
di
estorsione,
di
furto
darmi
ed
esplosivi
e
quelli
contro
la
personalit
dello
Stato
puniti
con
lergastolo.
In
ogni
altro
caso
la
denuncia
una
facolt
del
privato.
La
denuncia
deve
indicare
gli
elementi
essenziali
del
fatto,
il
giorno
in
cui
lautore
di
essa
ha
avuto
notizia
del
fatto
stesso,
le
fonti
di
prova
gi
note
nonch,
se
possibile,
le
generalit,
il
domicilio
e
quantaltro
possa
servire
allidentificazione
del
presunto
responsabile,
della
persona
offesa
dal
reato
e
delle
persone
informate
dei
fatti.
Il
pubblico
ufficiale
e
lincaricato
di
pubblico
servizio
fanno
la
denuncia
per
iscritto
e
la
presentano
o
trasmettono
senza
ritardo
al
PM
o
ad
un
ufficiale
di
polizia.
Il
giudice
amministrativo
o
civile
presenta
la
denuncia
del
reato
di
cui
sia
venuto
a
conoscenza
nel
corso
di
un
procedimento
svoltosi
innanzi
a
lui
al
PM.
Il
privato,
invece,
presenta
la
denuncia
personalmente
o
per
mezzo
di
un
procuratore
speciale,
oralmente
o
per
iscritto,
al
PM
o
ad
un
ufficiale
di
polizia.
La
denuncia
scritta
firmata
dal
denunciante
o
dal
procuratore
speciale.
La
denuncia
anonima
non
pu
essere
utilizzata,
salvo
costituisca
corpo
del
reato
o
provenga
comunque
dallimputato.
Il
referto,
invece,
la
dichiarazione
con
cui
lesercente
una
professione
sanitaria
porta
la
commissione
di
un
reato
perseguibile
dufficio,
del
quale
abbia
avuto
notizia
durante
la
prestazione
della
sua
opera,
a
conoscenza
del
PM
o
della
polizia.
Presentare
il
referto
obbligatorio
per
gli
esercenti
tale
professione,
salvo
il
caso
in
cui
esso
esporrebbe
la
persona
assistita
a
procedimento
penale,
nel
qual
caso
essi
hanno
solo
la
facolt
di
presentare
il
referto.
Il
referto
indica
la
persona
che
stata
assistita
e
le
sue
generalit,
il
luogo
dove
essa
attualmente
si
trova
e
quantaltro
valga
ad
identificarla,
nonch
il
tempo,
il
luogo
e
le
altre
circostanze
dellintervento
del
sanitario.
Inoltre,
d
le
notizie
che
servono
a
stabilire
le
circostanze
del
fatto,
i
mezzi
con
cui
questo
stato
commesso
e
gli
effetti
che
esso
ha
causato
o
pu
causare.
Se
pi
esercenti
una
professione
sanitaria
hanno
prestato
assistenza
nella
stessa
occasione,
tutti
sono
tenuti
al
referto
con
facolt
di
sottoscrivere
un
unico
atto.
Esso
deve
essere
presentato
entro
48
ore
dallacquisizione
della
notizia
o,
se
vi
pericolo
nel
ritardo,
immediatamente
al
PM
o
ad
un
ufficiale
di
polizia
del
luogo
in
cui
lassistenza
stata
prestata
o,
in
loro
mancanza,
allufficiale
di
polizia
pi
vicino.
7. LA
NOTIZIA
INNOMINATA
La
notizia
innominata
di
reato
costituita
dagli
atti
o
fatti
pi
vari,
come
ad
esempio
la
sorpresa
in
flagranza,
la
notizia
confidenziale,
la
dichiarazione
auto
incriminante
resa
da
un
testimone
nellesame,
ecc.
8. LA
NOTIZIA
DI
POLIZIA
GIUDIZIARIA
Gli
ufficiali
e
agenti
di
polizia
devono
fare
denuncia
al
procuratore
della
Repubblica
dei
reati
perseguibili
dufficio
di
cui
abbiano
avuto
notizia
comunque,
cio
anche
fuori
dellesercizio
e
non
a
causa
delle
loro
funzioni.
Nella
denuncia
essi
devono
indicare
gli
elementi
essenziali
del
fatto
e
gli
altri
elementi
raccolti
fino
a
quel
momento,
il
giorno
e
lora
in
cui
hanno
acquisito
la
notizia,
le
fonti
di
prova,
le
attivit
da
essi
compiute
nonch,
se
possibile,
le
generalit,
il
domicilio
e
quantaltro
valga
allidentificazione
del
presunto
autore
del
reato,
della
persona
offesa
e
di
quelle
che
possono
riferire
sui
fatti.
Lobbligo
di
tale
comunicazione
scatta:
a. Quando
la
notizia
ha
per
oggetto
uno
reato
di
mafia,
terrorismo,
schiavit,
ecc.,
ed
in
ogni
caso
durgenza,
la
comunicazione
va
data
immediatamente,
anche
in
forma
orale,
salvo
restando
lobbligo
di
provvedere
senza
ritardo
ad
una
successiva
comunicazione
in
forma
scritta.
Anche
lufficiale
o
agente
che
ha
eseguito
larresto
o
il
fermo
o
ha
ricevuto
in
consegna
un
arrestato
d
immediata
comunicazione
di
ci,
e
della
connessa
notizia
di
reato,
al
PM
del
luogo
in
cui
larresto
o
il
fermo
stato
eseguito;
b. Se,
acquisita
la
notizia,
la
polizia
ha
compiuto
un
atto
al
quale
il
difensore
dellindagato
aveva
diritto
di
assistere,
la
comunicazione
va
data
entro
48
ore
dal
compimento
dellatto;
c. Le
denuncie
contro
ignoti
sono
trasmesse
in
elenchi
mensili,
insieme
con
gli
atti
di
indagine
compiuti
dalla
polizia
ai
fini
dellidentificazione
degli
autori
dei
reati;
d. In
ogni
altro
caso
la
comunicazione
va
data
senza
ritardo.
9. LE
CONDIZIONI
DI
PROCEDIBILITA
In
alcuni
casi,
lesercizio
dellazione
penale
subordinato
allintegrazione
di
una
c.d.
condizione
di
procedibilit,
cio
di
un
atto
o
un
fatto
in
mancanza
del
quale,
anche
se
la
notizia
di
reato
appare
fondata:
a. Il
PM
non
deve
esercitare
lazione
penale
e
neppure
iniziare
le
indagini
preliminari,
ma
deve
chiedere
larchiviazione
della
notizia
di
reato.
Solo
se
la
condizione
di
procedibilit
pu
ancora
sopravvenire,
il
PM
e
la
polizia
possono
compiere
gli
atti
dindagine
necessari
ad
assicurare
le
fonti
di
prova
e,
se
vi
pericolo
nel
ritardo,
il
giudice
pu
assumere
in
incidente
probatorio
le
prove;
b. Se
il
PM
comunque
esercita
lazione
penale,
il
giudice
anche
dufficio
in
ogni
stato
e
grado
del
processo
dichiara
con
sentenza
di
non
doversi
procedere
perch
lazione
penale
non
doveva
essere
iniziata
o
non
deve
essere
proseguita.
Tale
sentenza
non
preclude
un
nuovo
esercizio
dellazione
penale
nei
confronti
della
stessa
persona
per
il
medesimo
fatto
se,
in
seguito,
la
condizione
di
procedibilit
sopraggiunge
o
la
situazione
personale
dellimputato
viene
meno.
Alcuni
casi
in
cui
lesercizio
dellazione
penale
subordinato
ad
una
condizione
di
procedibilit
sono
previsti
dalla
Costituzione
o
da
altre
norme
costituzionali,
e
condizioni
di
procedibilit
possono
essere
previste
anche
da
norme
di
legge
ordinaria.
Vi
sono
4
condizioni
di
procedibilit:
la
querela,
listanza
di
procedimento,
la
richiesta
di
procedimento
e
lautorizzazione
a
procedere.
Tale
elenco,
tuttavia,
non
tassativo.
10. LA
QUERELA
La
querela
la
dichiarazione
facoltativa
con
la
quale
la
persona
offesa
dal
reato,
o
unaltra
persona
agente
nellinteresse
di
costei,
chiede
al
PM
di
procedere
in
ordine
al
reato
stesso.
La
legge
richiede
una
tale
condizione
di
procedibilit:
a. Talora
a
causa
della
tenuit
del
reato,
per
cui
lazione
penale
deve
attivarsi
solo
se
la
persona
offesa
lo
richiede;
b. Talaltra,
per
consentire
alloffeso
se
al
pregiudizio
arrecatogli
dal
reato
convenga
aggiungere
quello
che
potrebbe
derivargli
dalla
risonanza
data
al
reato
stesso
dal
processo
(strepitus
fori).
La
querela
presentata
dalla
persona
offesa
dal
reato
o
dallaltro
soggetto
legittimato,
personalmente
o
tramite
procuratore
speciale,
oralmente
o
per
iscritto,
al
PM,
ad
un
ufficiale
di
polizia
o
ad
un
agente
consolare
allestero.
Lautorit
che
riceve
la
querela
attesta
la
data
e
il
luogo
della
ricezione,
identifica
la
persona
che
la
presenta
(e
che
deve
sottoscrivere
il
verbale
di
ricezione,
se
presentata
oralmente),
e
trasmette
il
tutto
al
PM.
Il
curatore
speciale
per
la
querela,
previsto
per
il
minore
di
14
anni
o
per
linfermo
di
mente,
nominato,
su
richiesta
de
PM
o
di
un
ente
avente
per
scopo
lassistenza
dei
minori,
con
decreto
motivato
dal
gip
del
luogo
in
cui
loffeso
si
trova
o,
se
lesigenza
sorge
dopo
la
presentazione
della
querela,
dal
giudice
che
procede.
Se
il
curatore
speciale
nominato
ai
fini
della
presentazione
della
querela,
il
termine
per
tale
scopo
decorre
per
lui
dalla
notifica
del
decreto
di
nomina.
Infine,
pu
costituirsi
parte
civile
nellinteresse
delloffeso.
La
rinuncia
espressa
a
proporre
la
querela
pu
essere
fatta
personalmente
o
a
mezzo
di
procuratore
speciale
con
dichiarazione
scritta
rilasciata
allinteressato
o
ad
un
suo
rappresentante,
oppure
con
dichiarazione
orale
verbalizzata
da
un
ufficiale
di
polizia
o
da
un
notaio
e
sottoscritta
dal
dichiarante.
La
remissione
della
querela
fatta
ed
accettata
nelle
forme
stabilite
per
la
rinuncia
espressa,
con
dichiarazione
resa
allautorit
giudiziaria
che
procede
o
ad
un
ufficiale
di
polizia,
il
quale
la
trasmette
a
tale
autorit.
Le
spese
del
procedimento
sono
a
carico
del
querelato,
salva
diversa
statuizione
nellatto
di
remissione.
11. LISTANZA
E
LA
RICHIESTA
Listanza
di
procedimento
la
dichiarazione
facoltativa
con
la
quale
la
persona
offesa
da
un
reato
commesso
allestero,
per
il
quale
stabilita
una
pena
restrittiva
della
libert
personale
di
minore
durata
rispetto
a
quanto
previsto
in
Italia,
oppure
da
un
reato
comune
dello
straniero
allestero
purch
si
trovi
in
Italia,
chiede
al
PM
di
procedere
per
il
reato
stesso.
La
legge
richiede
tale
condizione
di
procedibilit
affinch
il
costo
della
celebrazione
in
Italia
di
un
processo
per
un
reato
commesso
allestero
sia
sopportato
solo
se
lo
richiede
loffeso.
Listanza
si
propone
nelle
forme
della
querela.
La
richiesta
di
procedimento
la
dichiarazione
discrezionale
con
cui
un
organo
pubblico
estraneo
allorganizzazione
giudiziaria
manifesta
la
volont
che
il
PM
proceda
per
un
determinato
reato.
Il
potere
di
richiesta
conferito
al
Ministro
di
giustizia
quanto:
a. Ai
reati
commessi
allestero;
b. Ai
reati
perseguibili
a
querela
commessi
in
danno
del
Presidente
della
Repubblica;
c. Ai
delitti
di
offesa
alla
libert
e
allonore
di
capi
e
rappresentanti
di
Stati
esteri
e
di
offesa
alla
bandiera
o
agli
emblemi
di
tali
Stati.
La
richiesta
di
procedimento
sottoscritta
dallautorit
competente
a
formularla
e
presentata
al
PM.
12. LAUTORIZZAZIONE
A
PROCEDERE
Lautorizzazione
a
procedere
la
dichiarazione
discrezionale
con
cui
un
organo
pubblico
estraneo
allorganizzazione
giudiziaria,
a
richiesta
del
PM,
consente
che
nei
confronti
di
una
data
persona,
o
in
rapporto
ad
un
determinato
reato,
lautorit
giudiziaria
proceda
penalmente
oppure
compia
taluni
atti
limitativi
della
libert.
Il
potere
autorizzativo
conferito:
a. Al
Parlamento
per
sottoporre
un
suo
membro
a
perquisizione
personale
o
domiciliare,
ad
arresto,
ad
altra
limitazione
della
libert
personale
o
a
mantenimento
in
detenzione,
salvo
che
il
parlamentare
sia
colto
in
flagranza
di
reato
o
si
debba
eseguire
nei
suoi
confronti
una
sentenza
irrevocabile
di
condanna,
nonch
ad
intercettazione
di
comunicazione
o
sequestro
di
corrispondenza;
b. Alla
Camera
o
al
Senato
per
sottoporre
il
presidente
del
Consiglio
o
un
Ministro,
anche
cessati
dalla
carica,
a
procedimento
penale
per
un
reato
ministeriale
o
per
sottoporre
i
medesimi
alle
stesse
misure
sub
a;
c. Alla
Corte
costituzionale
per
sottoporre
un
giudice
ordinario
o
aggregato
di
essa
a
procedimento
penale,
nonch
nel
caso
in
cui
il
medesimo
debba
essere
sottoposto
agli
atti
sub
a;
d. Al
Parlamento
europeo
per
sottoporre
un
componente
italiano
di
esso
agli
atti
elencati
sub
a;
e. Al
Ministro
della
giustizia
per
procedere
per
i
delitti
contro
la
personalit
dello
Stato;
f. Alle
assemblee
legislative
per
procedere
per
il
reato
di
vilipendio
delle
stesse.
Lautorizzazione
a
procedere
richiesta
dalle
norme
costituzionali
o
ordinarie:
a. Nel
procedimento
per
reati
ministeriali,
affinch
la
camera
competente
possa
escludere
il
procedimento
quando
ritenga
che
linquisito
abbia
agito
nellinteresse
dello
Stato,
ovvero
per
il
perseguimento
di
un
preminente
interesse
pubblico
nellesercizio
della
funzione
di
Governo;
b. Nei
procedimenti
per
i
reati
di
vilipendio,
per
consentire
al
Ministro
di
giustizia
o
allassemblea
offesa
di
valutare
se
dare
spazio
allo
strepitus
fori;
c. In
ogni
altro
caso,
perch,
a
garanzia
della
libert
di
taluni
organi
pubblici
o
dei
loro
componenti,
si
vuole
riservare
allorgano
stesso
di
valutare
se
il
procedimento
penale
ha
unapparenza
di
fondamento.
Lautorizzazione
richiesta
dal
PM
allorgano
legittimato
a
concederla
e
deve
indicare
il
fatto
per
il
quale
si
intende
procedere,
le
norme
di
legge
che
si
ritengono
violate
e
gli
elementi
sui
quali
la
richiesta
si
fonda.
Essa
presentata:
a. Se
vi
stato
arresto
in
flagranza,
immediatamente
dopo
questo
e
comunque
prima
delludienza
di
convalida
dellarresto;
b. Negli
altri
casi
prima
che
il
PM
presenti
richiesta
di
rinvio
a
giudizio
o
proceda
con
uno
dei
procedimenti
speciali,
e
comunque
entro
30
gg.
dalliscrizione
del
nome
della
persona
nel
registro
delle
notizie
di
reato;
c. Se
la
necessit
dellautorizzazione
insorge
dopo
lesercizio
dellazione
penale,
subito
dopo
che
il
giudice
ha
disposto
la
sospensione
del
processo
per
carenza
di
tale
condizione.
In
pendenza
della
sospensione
il
giudice,
se
vi
pericolo
nel
ritardo,
assume
le
prove
richieste
dalle
parti.
Se
si
procede
contro
pi
persone
e
lautorizzazione,
necessario
solo
per
alcune
di
loro,
tarda
ad
essere
concessa,
si
pu
procedere
separatamente
nei
confronti
dei
soggetti
per
i
quali
lautorizzazione
non
necessaria.
In
difetto
di
una
condizione
di
procedibilit
che
pu
ancora
sopravvenire,
si
possono
compiere
gli
atti
di
indagine
preliminare
necessari
ad
assicurare
le
forme
di
prove
e,
se
vi
pericolo
nel
ritardo,
possono
essere
assunte
con
incidente
probatorio
la
testimonianza,
lesame
della
persona
sottoposta
alle
indagini
o
imputato
in
un
procedimento
connesso
,
il
confronto,
la
perizia
e
la
ricognizione.
Se
lautorizzazione
a
procedere
stata
richiesta,
ma
non
ancora
concessa,
il
PM
e
la
polizia
possono
compiere
qualsiasi
atto
di
indagine
preliminare
eccettuata
una
sere
di
atti,
e
possono
anche
compiere
linterrogatorio,
ma
solo
se
la
persona
per
la
quale
prescritta
lautorizzazione
lo
richiede.
Lautorizzazione,
una
volta
concessa,
non
pu
essere
revocata.
13. IL
REGISTRO
DELLE
NOTIZIE
DI
REATO
Le
notizie
di
reato
devono
essere
iscritte
in
un
registro
tenuto
dalla
procura
della
Repubblica.
Ai
fini
delle
iscrizione
la
segreteria
annota
sugli
atti
che
possono
contenere
la
notizia
di
reato
il
giorno
e
lora
in
cui
gli
stessi
sono
pervenuti
allufficio
e
li
sottopone
immediatamente
al
procuratore
della
Repubblica.
Sa
la
notizia
iscritta
generica,
nel
registro
si
iscrivono
in
seguito
il
nome
o
i
nomi
delle
persone
a
cui
attribuito
il
reato.
Si
iscrivono
anche,
come
aggiornamento
di
una
iscrizione
gi
effettuata,
il
diverso
nomen
juris
che
successivamente
viene
attribuito
al
fatto
e
le
circostanze
del
reato
ravvisate
in
seguito.
Liscrizione
deve
avvenire
nello
stesso
giorno
in
cui
la
notizia
di
reato
perviene
alla
procura.
Essa
comporta:
a. Se
la
notizia
generica,
la
decorrenza
del
termine
di
6
mesi
entro
il
quale
il
PM
deve
chiedere
al
gip
larchiviazione
oppure
lautorizzazione
a
proseguire
le
indagini
contro
ignori,
nonch
la
decorrenza
del
termine
di
90
gg.
entro
il
quale
il
PM
deve
presentare
al
suddetto
giudice
la
richiesta
di
giudizio
immediato;
b. Se
la
notizia
specifica
o
diviene
specifica,
la
decorrenza
dei
termini
entro
i
quali
il
PM
deve
chiedere
lautorizzazione
a
procedere
se
necessaria,
nonch
concludere
le
indagini
preliminari
chiedendo
al
giudice
larchiviazione,
o
il
rinvio
a
giudizio,
o
il
decreto
di
condanna,
oppure
presentando
la
richiesta
di
giudizio
direttissimo
nei
confronti
dellimputato
che
nellinterrogatorio
ha
reso
confessione.
Il
termine
fissato
per
liscrizione
della
notizia
di
reato
tuttavia
ha
carattere
meramente
ordinatorio,
per
cui
la
sua
inosservanza
non
pregiudica
la
validit
degli
atti
dindagine
preliminarmente
compiuti.
I
registri
tenuti
dalle
procure
della
Repubblica
sono
4:
a. Il
registro
delle
notizie
di
reato
a
carico
di
persone
ignote,
nel
quale
vengono
iscritte
le
notizie
generiche
di
reato;
b. Il
registro
delle
notizie
di
reato
a
carico
di
persone
note,
nel
quale
il
PM
iscrive
le
notizie
che
fin
dallorigine
sono
specifiche
o
che
lo
divengono;
c. Il
registro
delle
notizie
anonime
di
reato;
d. Il
registro
degli
atti
non
costituenti
notizia
di
reato,
nel
quale
il
PM
registra
gli
atti
che
non
gli
impongono
lo
svolgimento
di
indagini
preliminari
n
la
richiesta
di
archiviazione.
14. LISPEZIONE
DEL
REGISTRO
Le
indagini
preliminari
sono
segrete
per
evitare
che
chiunque,
conoscendo
la
loro
esistenza,
possa
ostacolare
laccertamento
dei
fatti.
Per
tale
motivo
il
registro
delle
notizie
di
reato
segreto,
nel
senso
che
non
pu
essere
ispezionato
da
persone
diverse
da
coloro
che
vi
sono
addetti
e
costoro
non
possono
rivelare
il
suo
contenuto
a
terzi
estranei
al
procedimento.
Tuttavia,
a
garanzia
dei
diritti
dazione
e
di
difesa
della
persona
offesa
dal
reato
e
di
quella
sottoposta
alle
indagini,
queste
due
persone
ed
i
loro
difensori
possono
chiedere
al
PM
di
comunicare
se
risulta
iscritta
una
notizia
di
reato
nel
registro,
il
nome
della
persona
alla
quale
il
reato
attribuito
e
gli
eventuali
aggiornamenti
deliscrizione.
A
seguito
di
tale
richiesta,
le
notizie
devono
essere
fornite
salvo
abbiano
ad
oggetto
delitti
di
terrorismo,
associazione
mafiosa,
strage,
ecc..
Il
PM
pu
disporre
con
decreto
motivato,
per
esigenze
di
tutela
delle
indagini,
il
segreto
sulle
iscrizioni
per
un
periodo
non
superiore
a
3
mesi
e
non
rinnovabile.
Ove
la
richiesta
di
informazioni
riguardi
una
notizia
sottratta
allostensione
per
disposizione
di
legge
o
del
PM,
la
segreteria
della
procura
della
Repubblica
risponde
al
richiedente
che
non
risultano
iscrizioni
suscettibili
di
comunicazioni.
15. LE
INDAGINI
DELLA
POLIZIA
GIUDIZIARIA
La
polizia,
dopo
aver
acquisito
la
notizia
di
reato
ed
averla
eventualmente
comunicata
al
PM,
sino
a
quando
costui
non
assume
la
direzione
delle
indagini
compie
di
propria
iniziativa
le
indagini
preliminari
che
risultano
necessarie
per
assicurare
le
fonti
di
prova
e
raccogliere
quantaltro
possa
servire
per
lapplicazione
della
legge
penale.
In
particolare,
raccoglie
ogni
elemento
utile
alla
ricostruzione
del
fatto
e
allindividuazione
del
colpevole
mediante
la
ricerca
tanto
delle
persone
in
grado
di
riferire
su
circostanze
rilevanti
per
la
ricostruzione
dei
fatti,
quanto
delle
cose
e
delle
tracce
pertinenti
al
reato.
A
tali
fini,
la
polizia
compie
sia
unattivit
formale
dindagine,
consistente
in
atti
regolati
dalla
legge,
sia
unattivit
informale,
non
disciplinata
specificamente,
costituita
da
atti
non
implicanti
lesercizio
di
poteri
autoritativi.
Tra
le
attivit
del
primo
tipo
si
collocano
i
seguenti
atti:
a. Gli
ufficiali
ed
agenti
di
polizia
identificano
la
persona
sottoposta
alle
indagini
e
quelle
che
possono
fornire
informazioni
sui
fatti
oggetto
delle
medesime.
Nellidentificare
lindagato
possono
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
consegna
una
copia
alla
persona
cui
le
cose
sono
state
sequestrate
e
trasmette
unaltra,
non
oltre
48
ore,
al
procuratore
della
Repubblica
del
luogo
dove
il
sequestro
stato
compiuto.
Entro
48
ore
dalla
ricezione
il
procuratore,
con
decreto
motivato,
convalida
il
sequestro
oppure
ordina
la
restituzione
delle
cose
sequestrate.
Copia
del
decreto
di
convalida
immediatamente
notifica
alla
persona
cui
le
cose
sono
state
sequestrate.
Tale
persona,
lindagato
e
la
persona
che
avrebbe
diritto
alla
restituzione
delle
cose
sequestrate
possono
proporre
richiesta
di
riesame
del
decreto
di
convalida
al
tribunale
in
composizione
collegiale
del
capoluogo
della
provincia
in
cui
il
PM
convalidante
ha
sede;
j. Gli
ufficiali
di
polizia
trasmettono
al
procuratore
i
plichi
sigillati
o
altrimenti
chiusi
che
hanno
acquisito.
Se
hanno
fondato
motivo
di
ritenere
che
essi
contengono
elementi
utili
allindividuazione
di
fonti
di
prova
che
potrebbero
disperdersi
a
causa
del
ritardo,
informano
il
PM,
il
quale
pu
autorizzarli
allapertura
immediata
e
allaccertamento
del
contenuto;
k. Gli
ufficiali
di
polizia
che
rilevano
la
giacenza
presso
un
ufficio
o
servizio
postale
di
lettere,
pacchi,
ecc..
che
possono
avere
relazione
con
il
reato,
in
caso
durgenza
ordinano
al
preposto
ufficio
di
sospendere
linoltro
e
avvertono
di
ci
il
PM.
Se
entro
48
ore
questi
non
dispone
il
sequestro,
gli
oggetti
fermati
devono
essere
inoltrati;
l. Se
non
possibili
attendere
lintervento
del
PM,
gli
ufficiali
di
polizia
attuano
il
sequestro
preventivo
delle
cose
pertinenti
al
reato
la
cui
libera
disponibilit
pu
aggravare
o
protrarre
le
conseguenze
di
questo,
nonch
delle
cose
suscettibili
di
confisca.
Entro
48
ore,
a
pena
di
decadenza
del
provvedimento,
trasmettono
il
verbale
di
sequestro
al
PM
del
luogo
in
cui
lo
stesso
stato
eseguito.
Entro
48
ore
dalla
ricezione,
il
PM,
se
non
dispone
la
restituzione
delle
cose
sequestrate,
chiede
al
gip
la
convalida
dellatto
di
polizia
e
lemissione
di
un
autonomo
decreto
di
sequestro.
Il
giudice
emette
tale
decreto
e
lordinanza
di
convalida
entro
10
gg.
dalla
ricezione
della
richiesta.
Anche
contro
tale
decreto
la
persona
sottoposta
alle
indagini
e
il
suo
difensore,
la
persona
alla
quale
le
cose
sono
state
sequestrate
e
quella
che
avrebbe
diritto
alla
loro
restituzione
possono
proporre
richiesta
di
riesame
al
tribunale
in
composizione
collegiale
del
capoluogo
della
provincia
nella
quale
ha
sede
il
giudice
che
ha
pronunciato.
16. LE
ULTERIORI
INDAGINI
DELLA
POLIZIA
GIUDIZIARIA
Dopo
che
il
procuratore
ha
assunto
la
direzione
delle
indagini,
la
polizia
compie:
a. Gli
atti
che
le
vengono
delegati
dal
PM,
compresi
linterrogatorio
e
il
confronto
della
persona
sottoposta
alle
indagini,
purch
si
trovi
in
libert
e
sia
presente
il
suo
difensore.
In
ogni
atto
delegato
la
polizia
osserva
le
disposizioni
dettate
per
gli
atti
dindagine
preliminare
espletati
dal
PM;
b. Gli
atti
necessari
per
ottemperare
alle
direttiva
dindagine
impartite
dal
PM
alla
polizia;
c. Gli
atti
non
delegati
ed
estranei
a
tali
direttive
che
risultano
necessari
per
accertare
i
reati.
In
tal
caso,
la
polizia
assicura
le
nuove
fonti
di
prova
e
di
esse
informa
il
PM.
17. LE
INDAGINI
DEL
PM
Acquisita
la
notizia
di
reato,
il
PM,
iscritta
la
notizia
nel
registro,
svolge
le
indagini
necessarie
a
consentirgli
di
determinarsi
in
ordine
allesercizio
dellazione
penale.
Inoltre,
indaga
anche
su
fatti
e
circostanze
favorevoli
allindagato
in
quanto
organo
di
giustizia,
per
cui
deve
farsi
carico
anche
dellipotesi
di
innocenza
di
costui.
Nello
svolgere
le
indagini
preliminari
il
PM:
a. Compie
linterrogatorio
della
persona
sottoposta
alle
indagini.
Quando
dal
giudice
ottiene
lordinanza
applicativa
di
una
misura
cautelare,
il
PM
pu
interrogare
lindagato
sottoposto
a
tale
misura
solo
dopo
che
il
giudice
ha
svolto
linterrogatorio
di
garanzia
di
costui
(entro
5
gg.
dallesecuzione
della
custodia
carceraria
ovvero
entro
10
gg.
dallesecuzione
di
ogni
altra
misura).
Al
massimo
il
PM
pu
accelerare
leffettuazione
dellinterrogatorio
chiedendo,
nella
richiesta
di
custodia
cautelare,
che
lo
stesso
venga
effettuato
entro
48
ore
dallinizio
dellesecuzione
della
misura.
Linterrogatorio
verbalizzato
in
forma
riassuntiva
e
documentato
integralmente
con
la
riproduzione
fonografica
e
audiovisiva;
m. Per
compiere
gli
atti
sopra
elencati,
emette
linvito
allindagato
a
presentarsi
a
decreto
di
citazione
della
persona
offesa
dal
reato,
delle
persone
informate
sui
fatti,
di
quelle
indicate
nellart.
210,
del
consulente
tecnico,
dellinterprete
e
del
custode
delle
cose
sequestrate.
Tale
invito
contiene
lindicazione
dellatto
al
cui
compimento
linvito
preordinato
e,
se
si
tratta
di
interrogatorio,
la
sommaria
enunciazione
del
fatto,
nonch
lindicazione
degli
elementi
e
delle
fonti
di
prova
e
lavvertimento
che
potr
essere
presentata
richiesta
di
giudizio
immediato.
Linvito
va
notificato
con
un
anticipo
di
almeno
3
gg.,
salvo,
nei
casi
durgenza,
un
termine
minore;
n. Nellesercizio
delle
sue
funzioni
dispone
dei
poteri
coercitivi
conferiti
al
giudice.
18. LA
DOCUMENTAZIONE
DELLE
INDAGINI
Tutti
gli
atti
dindagine
preliminare
devono
essere
documentati.
In
particolare,
gli
ufficiali
e
gli
agenti
di
polizia
redigono
verbale
di:
a. Denunce,
querele
e
istanze
di
procedimento
presentate
oralmente;
b. Interrogatorio
e
spontanee
dichiarazioni
dellindagato;
c. Esame
di
persone
informate
dei
fatti
e
di
persone
indicate
nellart.
210;
d. Perquisizioni
e
sequestri;
e. Identificazione
di
persone,
acquisizione
e
apertura
plichi,
fermo
di
corrispondenza,
rilievi
e
accertamenti
sullo
stato
di
persone,
cose
e
luoghi;
f. Atti
descrittivi
di
fatti
e
situazioni
redatti
prima
che
il
PM
impartisse
direttive
per
le
indagini.
Tutti
gli
atti
della
polizia
sono
documentati
mediante
annotazione,
anche
sommaria,
secondo
le
modalit
ritenute
utili
per
le
indagini.
Tale
annotazione
deve
indicare
lufficiale
o
agente
che
ha
operato,
il
giorno,
lora
e
il
luogo,
il
risultato
dellatto,
le
generalit
delle
persone
che
hanno
reso
dichiarazioni
o
della
cui
opera
si
avvalsa
la
polizia.
La
documentazione,
insieme
con
le
denunce,
querele
e
istanze
presentate
per
iscritto,
i
referti,
il
corpo
del
reato
e
le
altre
cose
ad
esso
pertinenti,
devono
essere
trasmessi
al
PM.
Il
PM
redige
verbale
di:
a. Denunce,
querele
e
istanze
di
procedimento
presentate
oralmente;
b. Interrogatorio
e
confronto
dellindagato;
c. Esame
di
persone
informate
dei
fatti
e
di
persone
indicate
nellart.
210;
d. Ispezioni,
perquisizioni,
sequestri
e
accertamenti
tecnici
irripetibili.
Tutti
gli
altri
atti
del
PM
sono
documentati
mediante
verbale
redatto
in
forma
sommaria
o,
se
si
tratta
di
atti
a
contenuto
semplice
o
di
limitata
rilevanza,
mediante
annotazione.
La
documentazione
degli
atti
del
PM
stesa
da
un
ufficiale
di
polizia
o
dallausiliario
che
assiste
il
PM
durante
il
compimento
dellatto
immediatamente
dopo.
La
notizia
di
reato,
gli
atti
trasmessi
dalla
polizia
e
la
documentazione
degli
atti
dindagine
compiuti
dal
PM
sono
conservati
da
questultimo
nel
fascicolo
delle
indagini.
19. LA
PARTECIPAZIONE
DEL
DIFENSORE
Durante
le
indagini
preliminari
svolte
dalla
polizia,
il
difensore
della
persona
sottoposta
alle
indagini
deve
presenziare
allassunzione
di
sommarie
informazioni
ed
ha
il
diritto
di
presenziare
alla
perquisizione
locale
o
personale,
ai
rilievi
e
accertamenti
sullo
stato
di
persone,
luoghi
e
cose,
al
sequestro
e
allimmediata
apertura
di
plichi
autorizzata
dal
PM.
Per
assicurare
la
partecipazione
del
difensore
allinterrogatorio
di
polizia,
lufficiale
che
procede
invita
lindagato
a
nominare
un
difensore
di
fiducia
e,
se
lindagato
non
provvede,
d
avviso
dellatto
al
difensore
dufficio.
Invece,
la
polizia,
quando
compie
un
atto
al
quale
il
difensore
ha
diritto
di
assistere
senza
essere
preavvisato,
avverte
lindagato,
se
presente,
che
pu
farsi
assistere
da
un
difensore
i
fiducia
e,
se
la
cosa
non
pregiudica
il
risultato
dellatto,
ne
attende
lintervento.
I
verbali
degli
atti
ai
quali
il
difensore
pu
o
deve
assistere
sono
depositati
entro
3
gg.
dal
compimento
dellatto
nella
segreteria
del
PM,
e
qui
restano
depositati
per
5
gg.
affinch
il
difensore
possa
prenderne
visione
ed
estrarne
copia.
Quando
non
viene
dato
avviso
del
compimento
dellatto,
al
difensore
viene
immediatamente
dato
avviso
di
deposito
e
il
termine
decorre
dal
ricevimento
della
notificazione.
Al
fine
di
tutelare
lefficacia
delle
indagini,
con
decreto
motivato
il
PM
disporre
che
il
deposito
venga
ritardato
per
non
oltre
30
gg.
Contro
il
decreto
del
PM
lindagato
ed
il
suo
difensore
possono
proporre
opposizione
al
gip.
Durante
le
indagini
preliminari
svolte
dal
PM,
il
difensore
ha
diritto
di
presenziare
allinterrogatorio
e
al
confronto
del
suo
assistito,
allispezione
personale,
allaccertamento
tecnico
irripetibile
e
alla
perquisizione
e
al
sequestro.
Quando
deve
compiere
un
atto
del
genere,
il
PM
invia
allindagato
e
alla
persona
offesa
dal
reato
uninformazione
di
garanzia
recante
lindicazione
delle
norme
che
si
assumono
violate,
della
data
e
del
luogo
del
fatto
e
linvito
a
nominare
un
difensore
di
fiducia.
Linformazione
spedita
tramite
raccomanda
R/R.
Tale
informazione
pu
essere
sostituita
da
un
equipollente,
cio
da
un
atto
diverso
ma
che
garantisca
al
destinatario
tutte
le
conoscenze
che
essa
deve
procurare.
Inoltre,
sempre
il
PM,
quando
deve
compiere
il
primo
degli
atti
dindagine
ai
quali
il
difensore
ha
diritto
di
assistere,
fa
notificare
allindagato
la
comunicazione
della
nomina
di
un
difensore
dufficio;
tale
atto
contiene
anche:
a. Linformazione
che
nel
processo
penale
limputato
deve
essere
assistito
da
almeno
un
difensore,
con
lindicazione
delle
facolt
e
dei
diritti
che
la
legge
riconosce
allindagato;
b. Lavviso
che
egli
ha
la
facolt
di
nominare
un
difensore
di
fiducia
con
lavvertimento
che,
in
mancanza,
sar
assistita
dal
difensore
dufficio
gi
nominato;
c. Il
nominativo,
lindirizzo
ed
il
recapito
telefonico
di
tale
difensore;
d. Lindicazione
delle
condizioni
per
lammissione
al
patrocinio
a
spese
dello
Stato;
e. Lavviso
che
limputato
non
ammesso
a
tale
patrocinio
ha
lobbligo
di
retribuire
il
difensore
dufficio
e
lavvertimento
che,
in
caso
di
inadempimento,
si
proceder
ad
esecuzione
forzata.
Il
PM
avvisa
il
difensore
dellinterrogatorio
o
del
confronto
dellindagato
con
almeno
24
ore
danticipo.
Lavviso
dellispezione
personale
pu
essere
omesso
se
vi
fondato
motivo
di
ritenere
che
le
tracce
o
gli
altri
effetti
materiali
del
reato
possano
essere
alterati.
Qualora
il
PM
ritenga
di
dover
compiere
un
accertamento
tecnico
irripetibile,
cio
che
non
potr
essere
ripetuto
nel
dibattimento
perch
ha
ad
oggetto
persone,
cose
o
luoghi
il
cui
stato
esposto
ad
una
modificazione
non
prevedibile,
lindagato,
la
persona
offesa
ed
i
loro
difensori
sono
avvertiti
del
tempo
e
del
luogo
di
conferimento
dellincarico
al
consulente
tecnico
del
PM
e
della
facolt
di
nominare
propri
consulenti
tecnici.
Se
prima
del
conferimento
dellincarico
lindagato
fa
riserva
di
chiedere
al
giudice
che
la
prova
sia
assunta
con
le
forme
della
perizia
in
incidente
probatorio,
il
PM
non
pu
far
luogo
allaccertamento
tecnico
salvo
ritenga
che
esso
non
potr
pi
essere
compiuto
utilmente.
Se
egli
fa
eseguire
laccertamento
in
mancanza
di
tale
presupposto,
i
risultati
dellatto
non
possono
essere
utilizzati
in
dibattimento.
Nel
corso
delle
indagini
preliminari,
i
difensori
hanno
facolt
di
presentare
memorie
e
richieste
scritte
al
PM.
20. LARRESTO
E
IL
FERMO
Nelle
indagini
preliminari
la
polizia
e
il
PM
possono
limitare
la
libert
personale
dellindagato:
la
polizia
con
larresto
e
il
fermo,
il
PM
solo
col
fermo.
Larresto
e
il
fermo:
a. Possono
essere
limitati
dalla
legge
ai
soli
casi
di
necessit
ed
urgenza
previsti
dalla
legge;
b. Sono
provvisori;
c. Sono
soggetti
al
successivo
controllo
e
alleventuale
convalida
dellorgano
giurisdizionale,
al
quale
devono
essere
comunicati
entro
48
ore
ed
il
quale
deve
pronunciarsi
entro
le
successive
48
ore;
d. Se
non
vengono
convalidati
entro
tale
termine,
sono
revocati.
Larresto
la
restrizione
della
libert
personale
che
la
polizia
dispone
a
carico
di
chi
colto
nella
flagranza
di
un
reato
(flagranza
propria)
oppure
di
chi,
subito
dopo
il
reato,
inseguito
dalla
polizia,
dalla
persona
offesa
o
da
altre
persone,
ovvero
sorpreso
con
tracce
del
reato
(flagranza
impropria).
Nel
reato
permanente
lo
stato
di
flagranza
dura
fino
a
quando
la
permanenza
non
cessata.
La
polizia
ha
lobbligo
di
arrestare
chi
colto
nella
flagranza
di
un
reato
per
il
quale
previsto
lergastolo
o
la
reclusione
per
un
minimo
di
5
e
un
massimo
di
20
anni,
mentre
hanno
la
facolt
di
arrestare
chi
colto
nella
flagranza
di
un
reato
per
il
quale
prevista
la
reclusione
di
durata
superiore
a
3
anni
o,
nel
caso
di
delitto
colposo,
non
inferiore
a
5
anni.
In
caso
di
sorpresa
in
flagranza
di
un
reato
perseguibile
a
querela,
larresto
possibile
solo
se
viene
proposta
querela,
anche
oralmente;
se
invece
lavente
diritto
dichiara
di
rimettere
la
querela,
larrestato
posto
immediatamente
in
libert.
Nei
casi
in
cui
larresto
obbligatorio
per
la
polizia,
esso
invece
facoltativo
per
il
privato,
il
quale,
se
lo
esegue,
deve
consegnare
larrestato
e
il
corpo
del
reato
alla
polizia,
la
quel
redige
verbale
della
consegna
e
ne
rilascia
copia
al
privato.
Il
fermo,
invece,
il
provvedimento
limitativo
della
libert
disposto
dal
PM
nei
confronti
di
chi
risulta
gravemente
indiziato
di
un
delitto
per
il
quale
la
legge
stabilisce
lergastolo
o
la
reclusione
superiore
nel
massimo
a
6
anni
e
non
inferiore
nel
minimo
a
2
anni,
ovvero
di
un
delitto
riguardante
le
armi
da
guerra
e
gli
esplosivi,
o
commesso
per
finalit
di
terrorismo
o
di
eversione
dellordine
democratico.
Il
provvedimento
viene
disposto
quando
specifici
elementi
fanno
ritenere
fondato
il
pericolo
di
fuga.
La
polizia
pu
operare
il
fermo
prima
che
il
PM
assuma
la
direzione
delle
indagini
in
presenza
dei
suoi
presupposti
oppure,
dopo
che
il
PM
ha
assunto
la
direzione
delle
indagini,
se
viene
successivamente
individuato
lindiziato
ovvero
sopraggiungono
elementi
che
rendono
fondato
il
pericolo
di
una
sua
fuga
e
non
sia
possibile
attendere
il
provvedimento
del
PM.
Il
fermo
e
larresto
sono
vietati
quando
il
soggetto
ha
agito
in
presenza
di
una
causa
di
giustificazione
o
di
non
punibilit.
La
polizia,
dopo
aver
effettuato
larresto
o
il
fermo:
a. Avverte
larrestato
o
fermato
della
possibilit
di
nominare
un
difensore;
b. Redige
verbale
dellarresto
o
del
fermo,
che
deve
contenere
leventuale
nomina
del
difensore
di
fiducia,
lindicazione
del
giorno,
dellora
e
del
luogo
in
cui
latto
stato
eseguito
e
le
ragioni
che
lhanno
giustificato;
c. Informa
delle
misure
il
PM
del
luogo
in
cui
sono
state
compiuto;
il
difensore
di
fiducia
o
quello
dufficio;
col
consenso
dellarrestato
o
fermato,
i
suoi
familiari;
d. Pu
assumere
dallarrestato
o
dal
fermato,
immediatamente
e
sul
luogo,
le
sommarie
informazioni
utili
allimmediata
prosecuzione
delle
indagini,
nonch
le
sue
dichiarazioni
spontanee;
e. Libera
immediatamente
larrestato
o
fermato
se
risulta
che
la
misura
stata
effettuata
per
errore
di
persona
o
fuori
dei
casi
previsti
dalla
legge,
informando
della
liberazione
il
PM;
f. Entro
24
ore
dalla
misura,
mette
larrestato
o
il
fermato
a
disposizione
del
PM
conducendolo
nel
carcere
del
luogo
dellarresto
o
del
fermo.
Inoltre,
trasmette
il
verbale
della
misura
allo
stesso
PM,
il
quel
pu
disporre
che
larrestato
o
il
fermato
sia
custodito
nella
sua
abitazione
o
in
un
luogo
di
pubblica
assistenza,
oppure
in
un
altro
carcere;
g. Trasmette
il
verbale
di
fermo
anche
al
PM
che
ha
disposto
la
misura,
se
questo
diverso
da
quello
del
luogo
in
cui
la
stessa
stata
eseguita.
Il
PM:
a. Sino
a
quando
larrestato
o
il
fermato
non
viene
messo
a
disposizione
del
giudice,
pu
dilazionare
lesercizio
del
diritto
di
conferire
col
difensore;
b. Previo
avviso
al
difensore,
pu
interrogare
larrestato
o
fermato
informandolo,
oltre
che
della
facolt
di
non
rispondere
alle
domande
diverse
da
quelle
necessarie
alla
sua
identificazione,
del
fatto
per
cui
si
procede,
delle
ragioni
che
hanno
imposto
la
misura,
degli
elementi
di
prova
a
suo
carico;
c. Dispone
con
decreto
motivato
la
liberazione
dellarresto
o
fermato
se
la
misura
stata
effettuata
per
errore
di
persona
o
fuori
dei
casi
previsti
dalla
legge;
se
la
misura
divenuta
inefficace;
se
ritiene
di
non
dover
chiedere
al
giudice
lapplicazione
di
una
misura
coercitiva;
d. Entro
48
ore
dalla
misura
chiede
la
convalida
del
provvedimento
al
gip
del
luogo
in
cui
lo
stesso
stato
eseguito.
Insieme
con
la
richieste
trasmette
il
decreto
di
fermo,
il
verbale
della
misura
e
la
documentazione
che
larrestato
o
fermato
stato
condotto
nel
luogo
di
custodia;
e. Ove
non
intenda
partecipare
alludienza
di
convalida,
fa
pervenire
al
giudice
le
proprie
richieste
riguardanti
la
libert
personale
del
soggetto
e
gli
elementi
su
cui
si
fondano.
Il
gip:
a. Fissa
ludienza
di
convalida
entro
48
ore
dalla
richiesta
dandone
avviso
al
PM,
al
difensore,
nonch
al
soggetto
gi
liberato;
b. Alludienza,
che
si
svolge
in
camera
di
consiglio
con
la
presenza
del
difensore,
nomina
un
sostituto
del
difensore
non
reperito
o
non
comparso.
Sente
il
PM,
se
comparso,
il
quale
indica
i
motivi
della
misura
e
le
richieste
in
ordine
alla
libert
personale.
Interroga
il
soggetto,
se
comparso,
e
sente
il
suo
difensore.
Pronuncia
sulla
richiesta
di
convalida,
adottando
il
relativo
provvedimento
se
la
misura
legittima
ed
stata
effettuata
nel
rispetto
dei
termini
previsti.
Invece,
la
misura
perde
efficacia
se
lordinanza
di
convalida
non
pronunciata
entro
48
ore
dal
momento
in
cui
larrestato
o
fermato
stato
messo
a
disposizione
del
giudice.
Lordinanza
ricorribile
per
cassazione;
c. A
richiesta
del
PM
dispone
con
ordinanza
la
misura
cautelare
personale
della
quale
ravvisa
i
presupposti.
Le
ordinanze
sono
lette
in
udienza
e
in
tal
caso
comunicate
al
PM
e
notificate
al
soggetto
se
non
comparsi,
oppure
sono
pronunciate
fuori
udienza
e
comunicate
e
notificate
ai
medesimi
soggetti,
anche
se
comparsi.
I
termini
per
impugnarle
decorrono
dalla
lettura
o
dalla
comunicazione
o
notificazione.
21. LINCIDENTE
PROBATORIO
Lincidente
probatorio
serve
a
consentire,
davanti
al
gip,
lassunzione
nel
rispetto
del
contraddittorio
di
prove
destinate
ad
avere
piena
efficacia
nella
fase
del
giudizio.
Esso
pu
essere
utilizzato
per
assumere:
a. Una
testimonianza,
quando
vi
motivo
di
ritenere
che
il
testimone
non
potr
deporre
in
dibattimento
per
infermit
o
altro
grave
impedimento,
oppure
quando
vi
motivo
di
ritenere
che
possa
subire
minacce,
violenze
o
altro
affinch
nel
dibattimento
non
deponga
o
deponga
il
falso;
b. Lesame
dellindagato
su
fatti
riguardanti
la
responsabilit
di
altri;
c. Lesame
delle
persone
elencate
nellart.
210;
d. Il
confronto
tra
le
persone
elencate
sub
a,
b
e
c
se
esse
hanno
reso
dichiarazioni
divergenti
su
circostanze
importanti
o
se
sussiste
una
delle
situazioni
di
cui
sub
a;
e. Una
perizia
o
un
esperimento
giudiziale
riguardanti
una
persona,
cosa
o
luogo
soggetti
ad
una
modificazione
non
evitabile,
oppure
una
perizia
la
cui
effettuazione
in
dibattimento
potrebbe
causare
una
sua
sospensione
superiore
a
60
gg.;
f. Una
ricognizione
non
rinviabile
al
dibattimento;
g. La
testimonianza
di
un
minore
di
16
anni
per
reati
contro
la
personalit
individuale
o
la
libert
sessuale.
Lincidente
probatorio
pu
essere
richiesto
al
gip
dal
PM
o
dallindagato,
fino
al
termine
delle
indagini
preliminari,
salvi
i
successivi
ampliamenti
fino
alludienza
preliminare.
Riguardo
alle
indagini
preliminari,
i
soggetti
legittimati
a
promuovere
lincidente
possono
chiedere,
ai
fini
della
sua
esecuzione,
una
proroga
dellordinario
termine
delle
indagini,
la
quel
verr
concessa
dal
gip
per
il
tempo
strettamente
necessario
allacquisizione
della
prova.
La
persona
offesa
dal
reato,
invece,
pu
sollecitare
il
PM
a
chiedere
lincidente,
il
quale,
se
non
accoglie
la
sollecitazione,
pronuncia
un
decreto
motivato
da
notificare
alloffeso.
La
richiesta
di
incidente
probatorio
deve
indicare,
a
pena
di
inammissibilit:
a. La
prova
di
cui
si
chiede
lassunzione,
i
fatti
che
ne
costituiscono
loggetto
e
le
ragioni
della
rilevanza
della
prova;
b. Le
persone
nei
confronti
delle
quali
si
procede
per
i
fatti
oggetto
della
prova;
c. Le
circostanze
che
non
rendono
la
prova
rinviabile
al
dibattimento;
d. I
difensori
delle
persone
nei
cui
confronti
si
procede;
e. La
persona
offesa
ed
il
suo
difensore.
La
richiesta
depositata
nella
cancelleria
del
gip
o
del
gup
con
le
cose
e
i
documenti
ritenuti
pertinenti.
Il
richiedente,
a
seconda
dei
casi,
fa
notificare
la
richiesta
a
seconda
dei
casi
al
PM
o
alle
persone
nei
cui
confronti
si
procede,
e
deposita
in
cancelleria
la
prova
della
notificazione.
Entro
2
gg.
dalla
notifica,
i
destinatari
possono
depositare
le
loro
deduzioni
sullammissibilit
e
fondatezza
della
richiesta,
produrre
cose
e
documenti,
indicare
altri
fatti
che
devono
costituire
oggetto
della
prova
ed
altre
persone
nei
cui
confronti
si
procede.
Lindagato
deve
depositare
le
proprie
deduzioni
anche
nella
segreteria
del
PM
e
pu
prendere
visione
ed
estrarre
copia
delle
deduzioni
presentate
da
altri.
Entro
2
gg.
dalla
notifica
della
richiesta
di
incidente
probatorio
proposta
dallindagato,
il
PM
pu
chiedere
al
giudice
il
differimento
dellincidente
se
la
sua
esecuzione
pregiudicherebbe
uno
o
pi
atti
dindagine
preliminare.
La
richiesta
di
differimento
indica,
a
pena
di
inammissibilit:
a. Gli
atti
che
sarebbero
pregiudicati
dallincidente;
b. Le
ragioni
del
pregiudizio;
c. Lentit
del
differimento
necessario
ad
evitare
il
pregiudizio.
Il
giudice
pronuncia
sulla
richiesta
decorsi
2
gg.
dalla
sua
notifica.
Lordinanza
di
accoglimento
determina:
a. Loggetto
della
prova
nei
limiti
della
richiesta
e
delle
deduzioni;
b. Le
persone
interessate
allassunzione
della
prova;
c. La
data
delludienza
in
cui
si
espleter
lincidente.
Se
non
dichiara
inammissibile
o
infondata
la
richiesta
presentata
dallindagato,
il
giudice,
entro
2
gg.
dal
deposito
della
richiesta
di
differimento,
pronuncia
anche
su
questa
con
ordinanza
che,
se
dichiarata
infondata
o
inammissibile,
subito
comunicata
al
PM.
Lordinanza
che
invece
dispone
il
differimento
fissa
ludienza
per
espletare
lincidente
ed
comunicata
al
PM
e
notificata
per
estratto
alle
persone
nei
cui
confronti
si
procede.
La
richiesta
e
lordinanza
di
differimento
sono
depositate
in
udienza,
affinch
durante
il
differimento
lindagato
non
abbia
conoscenza
degli
atti
dindagine
che
il
PM
intende
compiere.
Se
devono
essere
espletati
pi
incidenti,
questi
possono
essere
assegnata
ad
una
stessa
udienza,
purch
il
cumulo
non
comporti
ritardo.
Inoltre,
il
giudice,
con
almeno
2
gg.
di
anticipo,
fa
comunicare
al
PM
e
notificare
allindagato
,
alloffeso
e
ai
relativi
difensori
lavviso
di
giorno,
ora
e
luogo
in
cui
lincidente
si
svolger.
A
tali
soggetti
poi
notificato
anche
lavvertimento
che
nei
2
gg.
precedenti
ludienza
possono
prendere
visione
ed
estrarre
copia
delle
dichiarazioni
gi
rese
dalla
persona
che
dovr
essere
esaminata.
Ludienza
per
lincidente
si
svolge
in
camera
di
consiglio
con
la
partecipazione
necessaria
del
PM
e
del
difensore
dellindagato.
Se
il
difensore
non
compare,
il
giudice
nomina
un
sostituto.
Il
difensore
della
persona
offesa
ha
diritto
ad
assistere
alludienza
e
pu
chiedere
al
giudice
di
rivolgere
domande
alle
persone
esaminate.
Lindagato
e
loffeso
hanno
diritto
di
assistere
se
si
deve
escutere
una
persona;
negli
altri
casi
solo
se
autorizzati
dal
giudice.
Questultimo
pu
disporre
laccompagnamento
dellindagato
la
cui
presenza
necessaria
per
lassunzione
della
prova
e
che
non
sia
comparso
senza
addurre
un
legittimo
impedimento.
Le
prove
sono
assunte
con
le
forme
previste
per
lassunzione
dibattimentale.
Se
il
PM
o
il
difensore
dellindagato
chiede
che
la
prova
si
estenda
a
fatti
o
dichiarazioni
concernenti
tali
persone,
il
giudice,
semprech
il
rinvio
delludienza
non
pregiudichi
lassunzione
della
prova,
dispone
la
notifica
alle
persona
stesse.
Il
verbale
redatto
e
le
cose
e
i
documenti
acquisiti
nellincidente
sono
trasmessi
al
PM
con
diritto
dei
difensori
di
prenderne
visione
ed
estrarne
copia.
Le
prove
assunte
in
incidente
sono
utilizzabili
in
dibattimento
solo
nei
confronti
dellimputato
il
cui
difensore
abbia
partecipato
alla
loro
assunzione,
anche
se
al
momento
di
questa
il
suddetto
non
fosse
ancora
indiziato,
salvo
che,
al
sorgere
dellindizio,
la
ripetizione
dellatto
fosse
divenuta
impossibile.
Le
stesse
prove
possono
essere
utilizzate
anche
in
un
altro
procedimento,
a
patto
che
il
difensore
dellimputato
nel
procedimento
ad
quem
abbia
partecipato
alla
loro
assunzione.
La
sentenza
basata
su
una
prova
assunta
in
incidente,
al
quale
il
danneggiato
dal
reato
non
ha
partecipato,
non
fa
stato
nel
giudizio
civile
di
risarcimento,
salvo
che
il
danneggiato
labbia
accettata
anche
tacitamente.
22. GLI
ALTRI
INTERVENTI
DEL
GIUDICE
Il
gip
svolge
vari
interventi
nel
corso
delle
indagini
preliminari:
a. Provvede
alladozione,
modifica,
revoca
e
sostituzione
delle
misure
cautelari
personali.
Inoltre,
provvede
sullapplicazione
provvisoria
di
misure
di
sicurezza
nonch
sulla
richiesta
del
PM
di
dilazionare
lesercizio
del
diritto
dellindagato
a
conferire
col
proprio
difensore;
b. Dichiara
ed
eventualmente
rimuove
lincompatibilit
della
difesa
di
pi
indagati
o
di
pi
dichiaranti
da
parte
di
uno
stesso
difensore;
c. Dispone
il
sequestro
preventivo;
d. Provvede
sulla
richiesta
di
sequestro
probatorio
proposta
da
un
interessato
al
PM
e
disattesa
da
questo;
Quando
una
persona
non
accetta
il
contatto
col
difensore,
oppure
dichiara
di
avvalersi
della
facolt
di
non
rispondere,
il
difensore
pu
alternativamente:
a. Chiedere
la
PM
di
compiere
lesame
della
suddetta,
se
essa
un
persona
informata
dei
fatti.
Il
PM
fissa
lesame
entro
7
gg.
dalla
richiesta
dandone
avviso
al
difensore
richiedente,
il
quale
deve
intervenire
e
per
primo
formula
le
domande;
b. Chiedere
al
gip
di
svolgere
lesame
della
suddetta
persona
in
incidente
probatorio.
Laudizione
in
incidente
probatorio
pu
essere
richiesta
nei
confronti
non
solo
della
persona
informata
dei
fatti,
ma
anche
di
quella
coindagata
o
coimputata.
24. Segue:
LA
RICERCA
DELLE
PROVE
REALI
Quanto
alle
indagini
sulle
cose:
a. Pu
chiedere
alla
PA,
che
ha
formato
o
detiene
un
documento,
di
avere
visione
o
estrarre
copia
a
proprie
spese.
Se
lamministrazione
non
accoglie
la
richiesta,
il
difensore
pu
chiedere
al
PM
di
disporre
il
sequestro
del
documento.
Se
il
PM
ritiene
di
non
accogliere
la
richiesta,
la
trasmette
col
proprio
parere
negativo
al
gip,
il
quale
pu
disporre
il
sequestro;
b. Pu
accedere
ai
luoghi
privati
o
non
aperti
al
pubblico
che
presentano
un
interesse
per
il
procedimento.
Se
chi
ha
la
disponibilit
del
luogo
rifiuta
laccesso,
il
difensore
pu
chiedere
lautorizzazione
allaccesso
al
giudice,
il
quale
pu
concederla
con
decreto
motivato.
La
persona
presente
sul
luogo
avvertita
della
facolt
di
farsi
assistere
da
una
persona
di
sua
fiducia
purch
idonea
e
reperibile.
Il
difensore
pu
redigere
un
verbale
riportante:
1)
la
data
e
il
luogo
dellaccesso;
2)
le
proprie
generalit
e
quelle
delle
persone
intervenute;
3)
la
descrizione
dello
stato
dei
luoghi
e
delle
cose;
4)
lindicazione
dei
rilievi
eseguiti;
4)
la
sottoscrizione
delle
persone
intervenute;
c. Pu
compiere
atti
irripetibili
ai
quali
il
PM
ha
facolt
di
presenziare
personalmente
o
tramite
la
polizia.
Dellaccertamento
tecnico
irripetibile
il
difensore
deve
avvertire
il
PM;
d. Che
venga
esercitata
lazione
penale,
pu
chiedere
al
PM
di
autorizzare
il
consulente
tecnico
della
difesa
ad
intervenire
alle
ispezioni
e
ad
esaminare
loggetto
delle
ispezioni
alle
quali
non
intervenuto,
nonch
le
cose
sequestrate
nel
luogo
in
cui
queste
si
trovano.
Contro
il
decreto
del
PM
che
nega
lautorizzazione
il
difensore
pu
proporre
opposizione
al
giudice.
Dopo
lesercizio
dellazione
penale,
il
difensore
chiede
lautorizzazione
direttamente
al
giudice.
25. Segue:
LUTILIZZAZIONE
DEI
RISULTATI
DELLINDAGINE
Il
difensore
libero
di
utilizzare
o
meno
nel
processo
i
verbali
e
gli
altri
risultati
dellindagine
svolta.
Le
sole
eccezioni
a
questa
regola
riguardano
i
verbali
degli
accertamenti
tecnici
e
degli
altri
atti
irripetibili,
e
quelli
relativi
allaudizione
che
il
difensore
ha
chiesto
di
operare
al
PM
o
al
giudice
in
incidente
probatorio.
Allinfuori
di
ci,
il
difensore
pu
presentare
i
risultati
delle
sue
indagini
al
PM
o
direttamente
al
gip,
il
quale
li
inserisce
in
un
fascicolo
del
difensore
tenuto
presso
il
proprio
ufficio.
Dopo
la
chiusura
delle
indagini
preliminari,
tale
fascicolo
viene
inserito
in
quello
delle
indagini.
Disposto
il
rinvio
a
giudizio:
a. I
documenti
delle
dichiarazioni
acquisite
nel
corso
dellindagine
difensiva
sono
inseriti
nel
fascicolo
del
PM
e
possono
essere
utilizzati
dalle
parti
in
dibattimento;
b. I
verbali
degli
atti
irripetibili
compiuti
dal
difensore
e,
su
accordo
delle
parti,
qualsiasi
altro
documento
dellindagine
difensiva
sono
inseriti
nel
fascicolo
per
il
dibattimento
e
possono
essere
letti
in
dibattimento.
26. Segue:
LE
ULTERIORI
INDAGINI
Il
difensore
pu
svolgere
tali
indagini:
a. Prima
dellinizio
di
un
procedimento
penale,
purch
abbia
ricevuto
dal
proprio
assistito
un
mandato
ad
indagare
contenente
la
sua
nomina
a
difensore,
lindicazione
dei
fatti
ai
quali
il
mandato
si
riferisce
e
la
sottoscrizione
autenticata
dal
difensore.
In
tal
caso,
tuttavia,
il
difensore
non
pu
compiere
gli
atti
dindagine
che
presuppongono
lautorizzazione
o
implicano
la
partecipazione
dellautorit
giudiziaria;
b. Disposto
il
rinvio
a
giudizio,
pu
svolgere
la
stessa
attivit
integrativa
dindagine
consentita
al
PM;
c. Pu
svolgere
lindagine
difensiva
in
ogni
ulteriore
stato
e
grado
del
procedimento
nonch
dopo
la
formazione
del
giudicato,
in
vista
del
giudizio
di
revisione
o
dei
procedimenti
incidentali
di
esecuzione.
27. Segue:
LA
TUTELA
PENALE
DELLINDAGINE
DIFENSIVA
Lo
svolgimento
ed
i
risultati
delle
indagini
difensive
sono
garantiti
da
alcune
norme
penali:
a. La
persona
informata
dei
fatti
che
rende
dichiarazioni
false
al
difensore
commette
il
reato
di
false
dichiarazioni
al
difensore,
punito
con
la
reclusione
sino
a
4
anni;
b. La
medesima
persona
che,
sentita
dal
PM
a
richiesta
del
difensore,
rende
false
dichiarazioni
oppure
tace
su
ci
che
sa
in
merito
ai
fatti
sui
quali
interrogata,
commette
il
reato
di
false
dichiarazioni
al
PM,
punito
con
la
reclusione
sino
a
4
anni;
c. Il
difensore,
nel
redigere
il
verbale
documentante
i
risultati
dei
suoi
atti
dindagine,
assume
la
qualit
di
pubblico
ufficiale
e
quindi
pu
commettere
il
reato
di
falso
ideologico
in
atto
pubblico.
Altri,
invece,
ritengono
che
egli
conserva
la
sua
qualit
di
esercente
un
servizio
di
pubblica
necessit,
e
pertanto
potrebbe
commettere
al
massimo
il
reato
di
falsit
ideologica
in
certificati.
28. IL
COORDINAMENTO
DELLE
INDAGINI
Le
indagini
preliminari
condotte
da
PM
diversi
si
dicono
collegate
se:
a. Attengono
a
procedimenti
connessi;
b. Hanno
per
oggetto
reati
commessi
gli
uni
in
occasioni
di
altri
o
per
conseguire
o
assicurare
al
colpevole
o
ad
altri
il
profitto,
ecc..;
in
caso
di
collegamento
fra
indagini
gli
uffici
dei
PM
procedenti
si
coordinano
ai
fini
della
speditezza,
economia
ed
efficacia
delle
stesse,
pertanto:
a. Si
scambiano
atti
ed
informazioni;
b. Si
comunicano
le
direttive
impartite
alla
polizia;
c. Compiono
congiuntamente
singoli
atti
dindagine.
29. LOBBLIGO
DEL
SEGRETO
E
IL
DIVIETO
DI
PUBBLICAZIONE
DEGLI
ATTI
Gli
atti
dindagine
compiuti
dalla
polizia
o
dal
PM
durante
le
indagini
preliminari
sono
segreti
sino
a
quando
lindagato
non
ne
possa
avere
conoscenza
e,
comunque,
non
oltre
la
chiusura
delle
indagini
preliminari.
Chiunque
rivela
notizie
relative
ad
uno
dei
suddetti
atti
commette,
salvo
che
il
fatto
costituisca
un
reato
pi
grave,
il
reato
di
rivelazione
di
segreti
inerenti
ad
un
procedimento
penale,
punito
con
la
reclusione
fino
ad
un
anno.
Inoltre,
gli
atti
dindagine
preliminare
segreti
non
possono
essere
pubblicati,
nemmeno
parzialmente
o
per
riassunto.
Tale
divieto
risponde
allesigenza
di
tutelare
lefficacia
delle
indagini
e
il
buon
nome
dellindagato
non
ancora
imputato.
Quindi,
anche
dopo
la
caduta
del
segreto
e
fino
alla
chiusura
delle
indagini
o
delludienza
preliminare,
tali
atti
possono
essere
pubblicati
solo
nel
loro
contenuto
ovvero
per
riassunto.
La
violazione
del
segreto
integra
la
contravvenzione
di
pubblicazione
arbitraria
di
atti
di
un
procedimento
penale.
30. LA
DURATA
DELLE
INDAGINI
Il
PM
deve
chiudere
le
indagini
preliminari
con
la
richiesta
di
archiviazione
o
lesercizio
dellazione
penale
entro
6
mesi
o,
se
si
procede
per
un
uno
dei
reati
ex
art.
407.2
lett.
a
(associazione
a
delinquere,
mafia,
terrorismo,
ecc),
entro
1
anno
dal
giorno
in
cui
il
nome
dellindagato
stato
iscritto
nel
registro
delle
notizie
di
reato.
Se
si
procede
per
un
reato
perseguibile
a
querela,
istanza
o
richiesta,
il
termine
decorre
dal
giorno
in
cui
tali
atti
pervengono
al
PM;
se
necessaria
lautorizzazione
a
procedere,
il
termine
resta
sospeso
dal
giorno
in
cui
lautorizzazione
richiesta
e
fino
a
quando
essa
non
perviene.
Inoltre,
il
termine
resta
sospeso
durante
la
perizia
disposta
in
incidente
probatorio
per
accertare
lattitudine
dellindagato
a
partecipare
coscientemente
al
processo
e,
salvo
si
tratti
di
procedimenti
per
reati
di
criminalit
organizzata,
soggetto
alla
sospensione
feriale.
A
richiesta
del
PM,
tale
termine
pu
subire
una
o
pi
proroghe,
ciascuna
non
eccedente
i
6
mesi,
sino
ad
un
massimo
di
18
mesi
o,
nei
procedimenti
ex
art.
407.2,
di
2
anni.
Nei
procedimenti
per
i
reati
di
omicidio
colposo
e
di
lesioni
personali
colpose
per
violazione
delle
norme
stradali
o
di
sicurezza
sul
lavoro
(artt.
589.2
e
590.3
c.p.)
la
proroga
pu
essere
concessa
una
sola
volta.
Il
PM
chiede
al
proroga
al
gip
prima
della
scadenza
del
termine
indicando
la
notizia
di
reato
che
allorigine
delle
indagini
e
il
motivo
della
proroga,
che
la
prima
volta
pu
essere
la
giusta
causa
mentre
quelle
successive
la
particolare
complessit
delle
indagini
o
loggettiva
impossibilit
di
concluderle
entro
il
termine
prorogato.
Quando
si
procede
per
i
reati
di
schiavit,
associazione
a
delinquere,
associazione
mafiosa,
ecc,
il
giudice
pronuncia
sulla
richiesta
entro
10
gg.
senza
contraddittorio
con
la
difesa
e
lordinanza
comunicata
al
PM.
Negli
altri
casi,
la
richiesta
di
proroga
notificata
a
cura
del
giudice
allindagato
e
alloffeso
dal
reato
(ma
a
questultimo
solo
se
ha
chiesto
di
essere
informato)
avvisandoli
della
possibilit
di
presentare
memorie
al
giudice
entro
5
gg.
dalla
notifica.
Il
giudice
pronuncia
nei
10
gg.
successivi
a
questi
5
concedendo
con
ordinanza
la
proroga
oppure
fissando
unudienza,
della
quale
fa
notificare
avviso
al
PM,
allindagato
e
alloffeso.
Lordinanza
che
nega
al
proroga,se
il
termine
per
le
indagini
preliminari
gi
scaduto,
fissa
un
termine
non
superiore
a
10
gg.
entro
il
quale
il
PM
deve
chiedere
larchiviazione
o
esercitare
lazione
penale.
Quando
la
notizia
di
reato
generica,
il
PM
che
ritiene
che
un
reato
stato
commesso
senza
riuscire
per
a
farne
emergere
un
possibile
autore,
entro
6
mesi
dalliscrizione
nel
registro
deve
chiedere
al
giudice
larchiviazione
della
notizia
per
essere
ignoti
gli
autori
del
reato,
oppure,
se
ritiene
ancora
possibile
individuare
un
indiziato,
lautorizzazione
a
continuare
le
indagini
contro
ignoti.
Il
giudice:
a. Se
condivide
lopinione
del
PM,
lo
autorizza
a
proseguire
le
indagini
contro
ignoti;
b. Se
ritiene
che
le
indagini
svolte
abbiano
gi
fatto
emergere
un
possibili
autore
del
reato,
ordina
che
il
nome
di
costui
sia
iscritto
nel
registro
delle
notizie
di
reato,
per
cui
le
indagini
proseguiranno
nei
confronti
di
questultimo;
c. Se
nega
lautorizzazione
a
proseguire
le
indagini
contro
ignoti
e
il
termine
di
durata
delle
stesse
gi
scaduto,
con
ordinanza
fissa
un
termine
non
superiore
a
10
gg.
entro
il
quale
il
PM
deve
concludere
le
indagini.
Gli
atti
dindagine
compiuti
dopo
la
scadenza
del
termine
senza
che
il
PM
abbia
esercitato
lazione
penale
o
presentato
la
richiesta
di
archiviazione
o
di
proroga,
sono
inutilizzabili.
Le
richieste
di
archiviazione
o
di
rinvio
a
giudizio
presentate
anche
dopo
la
scadenza
del
termine
originario
o
prorogato,
sono
valide
ed
efficaci.
31. LA
CONCLUSIONE
DELLE
INDAGINI
Le
indagini
preliminari
si
concludono
o
con
la
richiesta
di
rinvio
a
giudizio
o
con
la
richiesta
di
archiviazione
che
il
PM
rivolge
al
giudice,
il
quale
accerta:
a. Per
un
verso,
se
a
carico
dellimputato
esistono
elementi
sufficienti
per
sottoporlo
a
giudizio;
b. Per
un
altro,
se
larchiviazione
non
rappresenta
un
elusione
dellobbligo
di
esercitare
lazione
penale.
32. LARCHIVIAZIONE
Larchiviazione
richiesta:
a. anzitutto
se
la
notizia
di
reato
infondata
perch
gli
elementi
acquisiti
nelle
indagini
preliminari
non
sono
idonei
a
sostenere
laccusa
in
giudizio
(archiviazione
per
inidoneit
probatoria).
Ci
accade
quando
viene
acquisita
la
prova
che
il
fatto
non
sussiste
o
che
limputato
non
lha
commesso
o
che
il
fatto
non
costituisce
reato,
nonch
quando
la
prova
insufficiente
o
contraddittoria;
b. se
manca
una
condizione
di
procedibilit,
se
il
fatto
non
previsto
dalla
legge
come
reato
oppure
se
il
reato
estinto,
ovvero
se
lautore
o
gli
autori
del
reato
restano
ignoti;
c. se,
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
la
corte
di
cassazione
dichiara
linsussistenza
a
carico
dellindagato
di
gravi
indizi
di
colpevolezza
e
semprech
ulteriori
elementi
a
suo
carico
non
vengano
successivamente
acquisiti.
Con
la
richiesta
di
archiviazione,
il
PM
trasmette
al
giudice
il
fascicolo
delle
indagini
contenente
la
notizia
di
reato,
la
documentazione
delle
indagini
effettuate
e
i
verbali
degli
atti
compiuti
davanti
al
gip.
Il
giudice,
se
accoglie
la
richiesta,
dispone
larchiviazione
con
decreto
motivato
e
restituisce
gli
atti
al
PM,
altrimenti
il
giudice
fissa
innanzi
a
se
unudienza
in
camera
di
consiglio
della
quale
fa
dare
avviso
al
PM,
allindagato,
al
suo
difensore
e
alla
persona
offesa,
e
comunicazione
al
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
affinch
questi
possa
eventuale
disporre
lavocazione.
Sino
al
giorno
delludienza,
gli
atti
restano
depositati
in
cancelleria
a
disposizione
delle
parti,
con
facolt
del
difensore
di
estrarne
copia.
Al
termine
delludienza
il
giudice
pronuncia
ordinanza
con
la
quale:
a. se
dopo
una
pi
matura
riflessione
ritiene
che
la
richiesta
di
archiviazione
sia
fondata,
dispone
larchiviazione
restituendo
gli
atti
al
PM;
b. se
ritiene
le
indagini
incomplete,
indica
al
PM
le
ulteriori
indagini
che
reputa
necessarie
fissando
il
termine
entro
il
quale
lo
stesso
deve
compierle,
anche
oltre
la
scadenza
del
termine
di
durata
delle
indagini
preliminari.
Compiute
le
indagini,
il
PM
potr
esercitare
lazione
penale
o
chiedere
nuovamente
larchiviazione;
c. in
caso
di
richiesta
darchiviazione
per
essere
ignoti
gli
autori
del
reato,
se
ritiene
che
in
realt
le
indagini
hanno
fatto
emergere
un
possibile
autore,
dispone
che
il
nome
di
costui
sia
iscritto
nel
registro;
d. se
ritiene
che
le
indagini
preliminari
hanno
fatto
emergere
elementi
idonei
a
sostenere
unaccusa
in
giudizio,
ordina
che
entro
10
gg.
il
PM
formuli
limputazione,
cio
enunci
il
fatto
costituente
reato,
le
circostanze
aggravanti
e
quelle
che
possono
comportare
lapplicazione
di
misure
di
sicurezza,
nonch
i
relativi
articoli
di
legge.
Conosciuta
limputazione,
il
giudice
entro
2
gg.
fissa
ludienza
preliminare
con
un
decreto
che
indica
le
generalit
dellimputato
e
delloffeso,
limputazione
e
le
fonti
di
prova
acquisite
ed
notificato
allimputato
e
alloffeso
medesimi.
Il
decreto
di
archiviazione
notificato
allindagato
sottoposto
a
custodia
cautelare
affinch
possa
chiedere
la
riparazione
dellingiusta
detenzione
entro
2
anni
da
tale
notifica.
33. LOPPOSIZIONE
ALLARCHIVIAZIONE
Quando
la
persona
offesa
dichiara
al
PM
di
voler
essere
informata
delleventuale
richiesta
di
archiviazione,
il
PM
che
intendere
concludere
le
indagini
con
tale
richiesta
gli
notifica
un
avviso
della
richiesta
stessa
con
lavvertimento
che
nei
10
gg.
successivi
alla
notificazione
pu
prendere
visione
del
fascicolo
delle
indagini
e
presentare
unopposizione
contenente
la
richiesta
motivata
di
prosecuzione
delle
indagini
preliminari
con
lindicazione,
a
pena
di
inammissibilit,
delloggetto
dellinvestigazione
suppletiva
e
dei
relativi
elementi
di
prova.
Dopo
10
gg.
dalla
notificazione
dellavviso
il
PM
trasmette
al
giudice
la
richiesta
di
archiviazione,
il
fascicolo
delle
indagini
e
lopposizione
eventualmente
proposta
dalloffeso.
Il
giudice
pu
disporre
larchiviazione
senza
dar
luogo
alludienza
in
camera
di
consiglio
solo
se
lopposizione
risulti
inammissibile
e
la
richiesta
di
archiviazione
fondata.
Se
lopposizione,
invece,
non
inammissibile,
il
giudice
deve
fissare
ludienza
in
camera
di
consiglio
dandone
avviso
al
PM,
allindagato
e
alloffeso
che
ha
proposto
lopposizione.
Al
termine
delludienza
il
giudice
pronuncia
lordinanza
avente
i
4
contenuti
possibili
menzionati
nel
paragrafo
precedente.
34. LIMPUGNAZIONE
DEL
PROVVEDIMENTO
DI
ARCHIVIAZIONE
E
LA
RIAPERTURA
DELLE
INDAGINI
Lordinanza
di
archiviazione
ricorribile
per
cassazione
dal
PM,
dallindagato
e
dalla
persona
offesa
dal
reato
per:
a. Mancato
tempestivo
avviso
delludienza
in
camera
di
consiglio
a
tali
soggetti
e
al
difensore
dellindagato;
b. Mancata
audizione
degli
stessi;
c. Mancato
rinvio
delludienza
quando
lindagato,
detenuto
nello
stesso
luogo
in
cui
ha
sede
il
giudice
e
legittimamente
impedito
a
comparire,
chiede
di
essere
sentito
di
persona.
Tanto
il
decreto
quanto
lordinanza
di
archiviazione
possono
essere
revocati
con
decreto
motivato
dal
gip
in
seguito
a
richiesta
del
PM
che
presenta
lesigenza
di
nuove
investigazioni.
Autorizzata
dal
giudice
la
riapertura
delle
indagini,
il
PM
iscrive
di
nuovo
la
notizia
di
reato
nel
registro
con
conseguente
nuova
decorrenza
dei
termini
di
durata
delle
indagini
preliminari.
35. LAVOCAZIONE
Le
indagini
preliminari,
condotte
dal
procuratore
presso
il
tribunale,
possono
essere
avocate
dal
procuratore
generale
presso
al
corte
dappello
e,
nei
procedimenti
per
i
reati
di
mafia,
dal
procuratore
nazionale
antimafia.
Il
procuratore
generale
vigila
sulla
tempestivit
e
sulla
completezza
delle
indagini
svolte
dai
procuratori
del
distretto,
nonch
sul
fatto
che
essi
attuino
il
coordinamento.
Pertanto,
il
procuratore
generale,
dispone
con
decreto
motivato
lavocazione:
a. Quando
il
procuratore
non
pu
sostituire
tempestivamente
il
magistrato
della
procura
da
lui
designato
alle
indagini
preliminari,
che
si
astenuto
dallo
svolgerle
o
versa
in
una
situazione
di
incompatibilit,
oppure
non
ha
sostituito
tempestivamente
il
magistrato
che
versa
in
una
situazione
che
comporta
la
sua
obbligatoria
astensione;
b. Quando,
trattandosi
di
indagini
collegate,
il
coordinamento
non
risulta
effettivo
e
le
riunioni
per
il
coordinamento
non
hanno
avuto
esito;
c. Dufficio,
o
su
istanza
dellindagato
ovvero
della
persona
offesa,
quando
il
procuratore
non
ha
concluso
le
indagini
preliminari
entro
il
termine
stabilito
dalla
legge
o
prorogato
dal
giudice.
A
tal
fine,
la
segreteria
della
procura
della
Repubblica
trasmette
ogni
settimana
al
procuratore
generale
lelenco
delle
notizie
di
reato
a
carico
di
persone
note
in
rapporto
alle
quali
il
PM
non
ha
richiesto
larchiviazione
o
esercitato
lazione
penale
entro
il
termine
di
cui
sopra;
d. Quando
il
gip
gli
comunica
di
aver
fissato
ludienza
in
camera
di
consiglio
per
pronunciare
sulla
richiesta
di
archiviazione
presentata
dal
procuratore,
oppure
quando
il
gip
gli
comunica
lordinanza
con
cui
indica
al
PM
le
ulteriori
indagini
necessarie.
In
queste
ultime
ipotesi
lavocazione
facoltativa,
mentre
negli
altri
casi
essa
obbligatoria.
Il
procuratore
nazionale
antimafia,
inoltre,
esercita
funzioni
di
impulso
nei
confronti
dei
procuratori
distrettuali
al
fine
di
rendere
effettivo
il
coordinamento
delle
indagini
e
di
garantire
la
funzionalit
nellimpiego
della
polizia.
In
particolare,
a
tal
fine:
a. Assicura
il
collegamento
investigativo;
b. Si
adopera
per
soddisfare
specifiche
esigenze
investigative
o
processuali,
provvedendo
anche
allacquisizione
e
allelaborazione
di
notizie
e
dati
riguardanti
la
criminalit
organizzata;
c. Cura
il
coordinamento
delle
indagini
collegate
svolte
da
procure
distrettuali
diverse,
impartendo
direttive
e
promovendo
riunioni
tra
i
procuratori
distrettuali
per
prevenire
e
risolvere
i
contrasti
su
come
realizzare
tale
coordinamento;
d. Avoca
le
indagini
preliminari
quando
tali
riunioni
non
hanno
avuto
esito
e
il
coordinamento
non
stato
possibile
per
perdurante
inerzia
nelle
indagini.
Il
decreto
di
avocazione
trasmesso
in
copia
al
CSM
e
ai
procuratori
della
Repubblica
interessati,
i
quali,
entro
10
gg.
dalla
ricezione,
possono
proporre
reclamo
al
procuratore
generale
presso
la
corte
di
cassazione,
il
quale
in
caso
di
accoglimento
revoca
lavocazione
e
ordina
la
restituzione
degli
atti
allufficio
del
PM
originariamente
procedente.
36. LAVVISO
DI
CONCLUSIONE
DELLE
INDAGINI
Alla
fine
delle
indagini
preliminari,
il
PM
che
non
ritiene
di
chiedere
larchiviazione
deve
far
notificare
allindagato
e
al
suo
difensore
un
avviso
di
conclusione
delle
medesime
contenente:
a. La
sommaria
enunciazione
del
fatto
per
cui
si
procede,
delle
norme
di
legge
che
si
assumono
violate
e
della
data
e
del
luogo
di
presunta
commissione
del
fatto
stesso;
b. Lavvertimento
che:
1)
la
documentazione
delle
indagini
depositata
nella
segreteria
del
PM
e
lindagato
ed
il
suo
difensore
possono
prenderne
visione
ed
estrarne
copia;
2)
antro
20
gg.
dalla
notifica
dellavviso
lindagato
pu
presentare
memorie,
produrre
documenti,
depositare
la
documentazione
di
atti
dellinvestigazione
difensiva,
chiedere
la
PM
il
compimento
di
atti
dindagine,
presentarsi
al
PM
per
rendere
dichiarazioni
e
chiedere
di
essere
interrogato.
La
richiesta
di
essere
interrogato
deve
essere
obbligatoriamente
accolta
dal
PM,
mentre
al
richiesta
di
atti
dindagine
liberamente
apprezzata
dallo
stesso,
il
quale,
se
ritiene
di
compierli,
deve
farlo
entro
30
gg.
dalla
richiesta,
termine
prorogabile
dal
giudice
per
una
sola
volta
e
non
oltre
60
gg.
Svolte
eventualmente
tali
attivit,
il
PM
pu
chiedere
larchiviazione
o
il
rinvio
a
giudizio.
Il
giudice
rinvia
ludienza
anche
quando
il
difensore
dellimputato
non
comparso
per
assoluta
impossibilit
dovuta
a
legittimo
impedimento
prontamente
comunicato
al
giudice
stesso
e
limputato
non
chiede
che
si
proceda
comunque
o
non
ha
anche
un
altro
difensore
o
il
difensore
impedito
non
ha
nominato
un
sostituto.
La
lettura
in
udienza
dellordinanza
che
fissa
la
nuova
udienza
sostituisce
la
citazione
o
lavviso
per
tutti
coloro
che
sono
o
che
devono
considerarsi
presenti
alla
lettura
stessa.
Sempre
in
udienza
preliminare,
prima
che
la
discussione
abbia
inizio,
il
danneggiato
dal
reato
pu
costituirsi
parte
civile,
il
responsabile
civile
ed
il
civilmente
obbligato
possono
costituirsi
se
citati,
e
il
responsabile
civile,
non
citato,
pu
intervenire.
Fino
a
prima
della
conclusione
degli
accertamenti
sulla
costituzione
delle
parti,
le
stesse
possono
presentare
la
dichiarazione
di
ricusazione
del
giudice.
Se
durante
ludienza
limputato
omette
di
presenziare
per
assoluta
impossibilit
di
intervenire
per
caso
fortuito,
forza
maggiore
o
altro
legittimo
impedimento,
il
giudice
anche
dufficio
rinvia
ludienza.
40. LO
SVOLGIMENTO
DELLUDIENZA
Terminati
gli
accertamenti
circa
la
costituzione
delle
parti,
il
giudice
ammette
gli
atti
e
i
documenti
prodotti
dalle
parti
stesse
e
dichiara
aperta
la
discussione.
Durante
questultima
il
PM
espone
gli
elementi
di
prova
che
giustificano
la
richiesta
di
rinvio
a
giudizio,
mentre
limputato
pu
rendere
dichiarazioni
spontanee
o
chiedere
di
essere
sottoposto
ad
interrogatorio,
dopo
questo,
i
difensori
delle
parti
private,
se
presenti,
e
quello
dellimputato
espongono
le
loro
difese.
Una
sola
replica
consentita.
Il
giudice,
dichiarata
chiusa
la
discussione,
se
pu
decidere
allo
stato
degli
atti
pronuncia
la
decisione,
altrimenti,
anche
dufficio
con
ordinanza:
a. Se
le
indagini
preliminari
svolte
risultano
incomplete,
indica
quelle
ulteriori
che
il
PM
deve
compiere,
il
termine
entro
il
quale
devono
essere
compiute
e
la
data
della
nuova
udienza
preliminare.
Lordinanza
comunicata
al
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
per
dargli
la
possibilit
di
avocare
le
indagini;
b. Dispone
lassunzione
in
udienza
preliminare
delle
prove
delle
quali
appaia
evidente
la
decisivit
ai
fini
della
pronuncia
della
sentenza
di
non
luogo
a
procedere.
Se
le
prove
non
possono
essere
assunte
immediatamente,
fissa
la
nuova
udienza
per
quale
dispone
la
citazione
dei
testimoni,
periti
e
consulenti
tecnici
e
coimputati
di
cui
abbia
ammesso
laudizione.
Questultima
condotta
dal
giudice,
al
quale
il
PM
e
i
difensori
possono
chiedere
di
rivolgere
domande
alla
persona
esaminata.
Limputato
pu
chiedere
di
essere
sottoposto
ad
interrogatorio
e,
se
una
parte
lo
richiede,
il
giudice
dispone
che
esso
si
svolga
nelle
forme
dellesame
incrociato.
In
ogni
momento
delludienza
preliminare
pu
essere
espletato
lincidente
probatorio.
Assunte
le
prove,
avr
luogo
una
nuova
discussione,
nella
quale
le
parti
possono
formulare
e
illustrare
nuove
conclusioni.
41. LE
NUOVE
CONTESTAZIONI
Durante
ludienza
preliminare
possono
risultare
a
carico
dellimputato:
a. Un
fatto
diverso
da
quello
contestatogli
nella
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
In
particolare,
un
fatto
si
dice
diverso
quando
commesso
con
modalit
di
tempo,
luogo
o
altra
natura
diverse
da
quelle
gi
contestate
e
rispetto
alle
quali
limputato
ha
gi
presumibilmente
preparato
la
propria
difesa;
b. Una
circostanza
aggravante,
non
contestata
nel
rinvio
a
giudizio,
relativa
al
reato
contestato
in
questa;
c. Un
reato
ulteriore
rispetto
a
quello
contestato
nella
richiesta
e
connesso
a
questo;
d. Un
fatto
nuovo
perseguibile
dufficio
rispetto
a
quello
contestato
e
a
questo
non
connesso.
Alla
luce
di
ci,
il
PM
modifica
limputazione
con
lenunciazione
della
diversa
modalit
esecutiva
del
fatto
oppure
la
integra
on
lenunciazione
della
circostanza
aggravante
o
del
reato
connesso,
e
contesta
la
nuova
imputazione
allimputato
presente.
Se,
invece,
limputato
assente,
la
comunica
al
difensore.
Ove
sia
emerso
un
fatto
nuovo
perseguibile
dufficio,
il
PM
lo
contesta
allimputato
se
costui,
presente
alludienza,
acconsente
alla
contestazione
e
il
giudice,
a
richiesta
del
PM,
la
autorizza
perch
ritiene
che
il
cumulo
processuale
non
pregiudica
la
celere
definizione
delludienza
preliminare.
Il
giudice
con
ordinanza
deve
restituire
gli
atti
al
PM
ove
costui
abbia
eseguito
una
contestazione
suppletiva
e
possa
dare
al
fatto
una
qualificazione
giuridica
diversa
da
quella
enunciata
nella
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
Se
la
sentenza
dichiara
lestinzione
del
reato
per
remissione
del
querelante,
limputato
condannato
al
pagamento
delle
spese
del
procedimento
salva
diversa
pattuizione
tra
querelante
e
querelato
nellatto
di
remissione.
Il
giudice
d
immediata
lettura
della
sentenza
in
udienza
e
la
deposita
in
cancelleria
con
diritto
delle
parti
di
estrarne
copia,
e
tale
lettura
vale
come
notificazione
per
le
parti
presenti,
mentre
a
quelle
non
presenti
il
provvedimento
invece
notificato.
Se
limmediata
redazione
dei
motivi
non
possibile,
la
sentenza
depositata
in
cancelleria
non
oltre
30
gg.
dalla
lettura
del
dispositivo.
Essa
contiene:
a. Lintestazione
al
nome
del
popolo
italiano
e
lindicazione
dellorgano
che
lha
pronunciata;
b. Le
generalit
dellimputato
e
delle
altre
parti
private;
c. Limputazione;
d. La
motivazione,
cio
la
sommaria
esposizione
dei
motivi
di
fatto
e
di
diritto
che
sorreggono
il
dispositivo;
e. Il
dispositivo,
cio
lindicazione
degli
artt.
di
legge
applicati;
f. La
data
e
la
sottoscrizione
del
giudice
la
quale,
se
costui
impedito
a
firmare,
supplita
da
quella
del
presidente
del
tribunale.
La
sentenza
nulla
in
caso
di
mancanza
della
motivazione,
del
dispositivo
o
della
sottoscrizione,
nonch
di
incompletezza
del
dispositivo
nei
suoi
elementi
essenziali.
La
pronuncia
della
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
comporta
limmediata
perdita
di
efficacia
delle
misure
cautelari
in
atto,
mentre
limputato
detenuto
posto
in
libert
subito
dopo
la
lettura
del
dispositivo.
Tale
sentenza
diviene
esecutiva
quando
non
pi
soggetta
ad
impugnazione
e,
nello
stesso
momento,
la
qualit
di
imputato
viene
meno.
44. LIMPUGNAZIONE
DELLA
SENTENZA
La
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
pu
essere
impugnata
con
ricorso
per
cassazione
dal
procuratore
della
Repubblica
e
dal
procuratore
generale,
dallimputato,
nonch
dalla
persona
offesa
dal
reato
costituita
parte
civile.
La
persona
offesa
non
costituita
parte
civile
pu
impugnare
la
sentenza
solamente
qualora
lavviso
della
data
e
del
luogo
delludienza
preliminare,
con
allegata
la
richiesta
di
rinvio
a
giudizio,
non
le
stato
notificato
con
un
anticipo
di
almeno
10
gg.
45. IL
DECRETO
CHE
DISPONE
IL
GIUDIZIO
Se
il
gup
ritiene
che
a
carico
dellimputato
sussistono
elementi
idonei
a
sostenere
unaccusa
in
giudizio,
emette
il
decreto
che
dispone
il
giudizio,
che
contiene:
a. Le
generalit
dellimputato
e
delle
altre
parti
private,
con
lindicazione
dei
relativi
difensori;
b. Le
generalit
della
persona
offesa
se
identificata;
c. Limputazione;
d. Lindicazione
sommaria
delle
fonti
di
prova
e
dei
fatti
cui
esse
si
riferiscono;
e. Il
dispositivo,
cio
il
rinvio
a
giudizio,
con
lindicazione
del
giudice
competente
per
il
giudizio
e
il
giorno,
lora
e
il
luogo
della
comparizione,
con
lavvertimento
che
limputato
non
comparso
sar
considerato
in
contumacia;
f. La
data
e
le
sottoscrizione
del
giudice
e
dellausiliario.
Il
decreto
nullo
se
limputato
non
identificato
in
modo
certo
o
se
le
indicazioni
dellimputazione
e
del
tempo
e
luogo
della
comparizione
mancano
o
sono
insufficienti.
Il
decreto
letto
in
udienza
e
ci
vale
come
notificazione
per
le
parti
presenti,
oppure
notificato
a
quelle
assenti.
Tra
la
lettura
o
notificazione
del
decreto
e
la
comparizione
deve
trascorrere
un
termine
di
almeno
20
gg.
46. I
FASCICOLI
Disposto
il
giudizio,
il
giudice,
immediatamente
o,
a
richiesta
di
parte,
in
unudienza
fissata
non
oltre
15
gg.,
provvede
nel
contradditorio
delle
parti
alla
formazione
del
fascicolo
per
il
dibattimento,
il
quale
contiene
i
soli
atti
che
il
codice
rende
utilizzabili
dal
giudice
dibattimentale.
I
gup
colloca
in
esso,
prelevandoli
dal
fascicolo
delludienza
preliminare:
Le
notizie
di
reato
relative
ai
reati
ministeriali
devono
pervenire
al
procuratore
delle
Repubblica
presso
il
tribunale
del
capoluogo
del
distretto
di
corte
dappello
competente
per
territorio.
Costui,
entro
15
gg.,
le
trasmette
al
collegio
per
i
reati
ministeriali
dandone
immediata
comunicazione
ai
soggetti
interessati
affinch
possano
presentare
memorie
al
collegio
o
chiedere
di
essere
ascoltati.
Il
collegio
svolge
le
indagini
preliminari
esercitando
i
poteri
attribuiti
al
PM
e
al
gip,
potendo
inoltre
disporre
anche
dufficio
lincidente
probatorio.
Durante
le
indagini
gli
inquisiti
possono
chiedere
al
collegio
di
avere
visione
degli
atti,
di
essere
ascoltati
e
di
presentare
memorie.
Inoltre,
il
presidente
del
Consiglio,
i
ministri
e
gli
altri
inquisiti
membri
del
Parlamento
non
possono
essere
sottoposti
a
restrizione
della
libert
personale,
a
intercettazione
telefonica,
sequestro
o
violazione
di
corrispondenza,
perquisizione
personale
o
domiciliare
senza
lautorizzazione
della
Camera
competente.
Entro
90
gg.
dalla
ricezione
della
notizia
di
reato,
il
collegio,
sentito
il
procuratore
della
Repubblica
che
pu
chiedere
che
le
indagini
siano
proseguite
per
altri
60
gg.
precisandone
i
motivi,
dispone
con
decreto
motivato
larchiviazione
degli
atti
se
la
notizia
di
reato
infondata,
ovvero
manca
una
condizione
di
procedibilit
diversa
dallautorizzazione
ex
art.
96
Cost.,
se
il
reato
estinto,
se
il
fatto
non
previsto
dalla
legge
come
reato,
se
lindiziato
non
lha
commesso
ovvero
se
il
fatto
integra
un
reato
diverso
da
quelli
ex.
art.
96
Cost.
Tale
decreto
pu
essere
revocato
dal
collegio,
a
richiesta
del
procuratore,
quando
sopravvengono
nuove
prove.
Se
non
ritiene
di
disporre
larchiviazione,
il
collegio
trasmette
gli
atti
con
una
relazione
motivata
al
procuratore
affinch
questi
li
invii
al
presidente
della
camera
competente
a
concedere
lautorizzazione
al
giudizio.
La
Camera
pu
negare
lautorizzazione
deliberando
a
maggioranza
assoluta
che
linquisito
ha
agito
per
la
tutela
di
un
interesse
dello
Stato
costituzionalmente
rilevante
ovvero
per
il
perseguimento
di
un
interesse
preminentemente
pubblico
nellesercizio
della
funzione
di
Governo.
Se
lautorizzazione
viene
invece
concessa,
la
camera
trasmette
gli
atti
al
collegio
affinch
continui
il
procedimento;
il
collegio
a
sua
volta
li
rimette
al
procuratore
affinch
eserciti
lazione
penale
con
la
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
In
seguito
a
questa
il
collegio
svolge
ludienza
preliminare.
Se
lautorizzazione
viene
negata,
la
camera
ne
d
comunicazione
al
collegio,
il
quale
dispone
larchiviazione
con
provvedimento
irrevocabile.
Un
cenno
a
parte
merita
il
giudizio
davanti
ad
un
giur
donore
per
i
reati
di
ingiuria
e
diffamazione:
esso
non
costituisce
un
caso
di
procedimento
speciale,
ma
risulta
essere
alternativo
al
giudizio
penale.
2. RAGIONI
DELLA
SPECIALITA
possibile
suddividere
i
procedimenti
speciali
in
3
gruppi:
a. In
un
gruppo
si
collocano
quei
riti
fondati
su
un
requisito
soggettivo,
quale
la
scelta
volontaria
di
una
o
entrambe
le
parti,
ossia
il
giudizio
abbreviato,
lapplicazione
di
pena
su
richiesta
di
parte
(o
patteggiamento),
il
procedimento
di
oblazione
e
il
giudizio
immediato
richiesto
dallimputato.
In
tali
procedimenti
le
parti
hanno
la
facolt
di
disporre
di
taluni
stati
o
situazioni
processuali
in
modo
tale
da
influire
sulla
determinazione
della
pena;
b. In
un
altro
gruppo
abbiamo
i
riti
fondati
su
un
requisiti
oggettivi
(come
ad
es.
la
scarsit
del
reato
o
levidenza
dellaccusa)
imperativamente
affermati
dal
magistrato
penale,
di
cui
fanno
parte
il
giudizio
direttissimo
e
quello
immediato
e
la
contestazione
suppletiva
del
reato
concorrente
o
del
reato
continuato.
La
semplificazione
del
rito
si
giustifica
in
forza
di
predefiniti
presupposti
processuali
connotati
da
una
certa
oggettivit,
la
sui
sussistenza
affermata
dal
PM
e
poi,
di
regola,
vagliata
e
confermata
dal
giudice.
In
particolare,
il
giudizio
direttissimo
e
quello
immediato
si
fondano
su
una
asserita
facilit
di
accertamento
probatorio;
c. Vi
infine
un
gruppo
misto
formato
da
quei
procedimenti
in
cui
la
semplificazione
il
risultato
di
una
iniziale
scelta
imperativa
del
magistrato
penale,
combinata
col
consenso
dellimputato
o
con
laccordo
delle
due
parti
principali
del
processo
penale.
Vi
fanno
parte
il
procedimento
per
decreto,
il
giudizio
direttissimo
esperibile
col
consenso
delle
parti
e
la
contestazione
suppletiva
del
fatto
nuovo.
3. RAPPORTI
FRA
PROCEDIMENTI
SPECIALI
I
procedimenti
speciali
non
sono
necessariamente
incompatibili
tra
loro;
la
scelta,
in
particolare,
si
impone
solo
allinterno
del
medesimo
gruppo
di
riti
speciali,
nel
senso
che
un
procedimento
del
tipo
consensuale
esclude
la
trasformazione
in
altro
procedimento
appartenente
al
medesimo
tipo.
Linstaurazione
di
una
procedura
consensuale
altres
incompatibile
con
qualsiasi
semplificazione
imperativa
del
procedimento.
invece
sempre
consentito
il
passaggio
inverso,
ossia
da
un
rito
scelto
ex
auctoritate
a
uno
dei
riti
consensuali.
A
rendere
opportuna
e
a
volte
doverosa
questa
trasformazione
concorrono
2
ragioni:
a. Una
di
tipo
economico,
in
quanto
il
rito
premiale
realizza
quasi
sempre
un
risparmio
di
risorse
ed
perci
favorito
dal
sistema;
b. E
unaltra
di
tipo
giuridico-costituzionale,
in
quanto
laccesso
ai
riti
premiali
(coi
suoi
sconti
di
pena)
non
pu
essere
ostacolato
dallinstaurazione
autoritativa
di
un
procedimento
speciale.
4. GIUSTIZIA
CONSENSUALE
E
CORRISPONDENTI
FORME
DI
SPECIALITA
Il
codice
di
procedura
penale
assegna
ampio
spazio
alle
c.d.
giustizia
consensuale,
il
ricorso
alla
quale
priva
le
parti
della
possibilit
di
giovarsi
dei
possibili
vantaggi
abbinati
a
determinate
situazioni
processuali
tipiche
del
processo
ordinario.
Quando
rinuncia
al
dibattimento,
limputato
si
priva
della
facolt
di
contrastare
laccusa
con
tutti
quegli
strumenti
che
la
fase
del
giudizio
offrirebbe
,
comportando
unaccelerazione
del
processo,
ma
in
modo
da
avvantaggiare
laccusa.
Nessun
imputato
farebbe
una
scelta
del
genere
se
non
in
vista
di
un
possibile
tornaconto:
di
qui
il
carattere
premiale
di
tali
procedimenti,
che
appunto
premiano
la
rinuncia
difensiva
dellimputato
con
sensibili
sconti
di
pena
e
altri
considerevoli
vantaggi.
Diversa
invece
la
ragione
che
determina
la
rinuncia
alludienza
preliminare
nel
giudizio
immediato
richiesto
dallimputato,
o
allintera
fase
preliminare
del
processo
nei
casi
di
giudizio
direttissimo
consensuale.
In
questi
casi
limputato
rinuncia
s
a
determinate
chances
difensive,
ma
allo
scopo
di
tutelare
meglio
la
propria
posizione
in
vista
di
un
possibile
proscioglimento.
5.
PROCEDIMENTO
DI
OBLAZIONE
Loblazione
una
chiusura
anticipata
del
processo,
causata
da
una
richiesta
dellimputato
di
regolare
in
denaro
la
propria
pendenza
penale.
Essa
esperibile
solo
per
reati
contravvenzionali
punibili
con
lammenda.
Le
cose
cambiano
a
seconda
che
la
pena
pecuniaria
costituisca
la
sanzione
esclusiva
per
il
reato
o
lalternativa
allarresto:
a. Nel
primo
caso
(c.d.
oblazione
obbligatoria),
il
giudice
tenuto
ad
accogliere
la
richiesta
se
limputato
lha
presentata
ritualmente
entro
il
termine
prescritto:
lunica
eccezione
riguarda
i
casi
di
reato
permanente,
che
la
legge
considera
insuscettibili
di
oblazione.
La
somma
da
pagare
al
fine
di
estinguere
la
contravvenzione
fissata
in
un
terzo
del
massimo
dellammenda
prevista
in
via
edittale;
b. Nel
secondo
caso
(c.d.
oblazione
facoltativa)
il
giudice
ha
un
certo
margine
di
discrezionalit:
egli
deve
rigettare
la
richiesta
quando
ritiene
di
dover
applicare
la
pena
detentiva,
considerando
grave
il
fatto
commesso
e
quindi
incongrua
lofferta
dellimputato,
oppure
nei
casi
di
recidiva,
abitualit
e
professionalit
nel
reato.
Qualora
il
giudice
opti
per
loblazione,
previsto
il
pagamento
della
met
della
massima
ammenda
prevista.
Gi
durante
le
indagini
preliminari,
loblazione
pu
essere
chiesta
o
presentata
al
PM,
il
quale
la
inoltra
al
giudice
col
fascicolo
dellindagine.
Iniziato
il
processo,
la
richiesta
presentata
al
giudice
prima
del
dibattimento
o
prima
che
sia
emesso
decreto
penale
di
condanna.
Questultima
eventualit
pone
un
problema
di
informazione
per
limputato,
in
quanto
egli
potrebbe
persino
ignorare
lesistenza
di
un
procedimento
a
proprio
carico.
Per
scongiurare
tale
eventualit,
la
legge
prevede
che
il
PM,
allatto
di
chiedere
il
decreto
penale,
informi
limputato
sia
della
possibilit
di
essere
ammesso
alloblazione,
sia
dei
vantaggiosi
effetti
conseguibili
tramite
la
stessa.
Se
il
PM
non
adempie
a
tale
dovere,
lavviso
deve
essere
fatto
dal
giudice,
contestualmente
allemissione
del
decreto
penale
per
il
fatto
oblazionabile.
A
parte
ci,
il
termine
per
la
richiesta
di
oblazione
perentorio;
se
per
nel
dibattimento
fosse
contestato
un
fatto
diverso
o
un
reato
concorrente
suscettibile
di
oblazione,
i
termini
per
la
richiesta
si
riaprirebbero.
Accolta
la
richiesta,
il
giudice
dichiara
di
non
doversi
procedere
per
estinzione
del
reato,
con
sentenza
appellabile.
In
caso
di
rigetto,
il
rito
destinato
a
proseguire
nella
forma
ordinaria
o
secondo
le
regole
del
procedimento
per
decreto,
ma
limputato
pu
rinnovare
la
richiesta
doblazione
anche
nel
corso
del
dibattimento
di
primo
grado,
fino
allinizio
della
discussione
finale.
6. APPLICAZIONE
DELLA
PENA
SU
RICHIESTA
DELLE
PARTI
Il
patteggiamento
consiste
in
una
volontaria
sottomissione
dellimputato
alla
sanzione
penale.
Con
la
l.
n.
134/2003
la
possibilit
di
patteggiare
la
pena
stata
estesa
in
misura
molto
ampia;
infatti,
oggi
esso
esperibile
per
i
delitti
e
le
contravvenzioni
punibili
con
una
pena
pecuniaria,
oppure
con
una
sanzione
sostitutiva
prevista
dalla
l.
n.
689/1981
o,
infine,
con
una
pena
detentiva
non
superiore
a
5
anni.
La
pena
pecuniaria
pu
essere
applicata
insieme
alla
pena
detentiva,
la
quale
a
sua
volta
va
determinata
computando
le
eventuali
circostanze
previste
dalla
legge
penale
e
tenendo
conto
della
diminuzione
di
pena
prevista
come
incentivo
allimputato
per
la
scelta
del
rito
speciale.
Al
fine
di
temperare
lestensione
applicativa
del
patteggiamento,
esso
escluso
nei
procedimenti
per
i
delitti
di
criminalit
organizzata,
di
terrorismo,
ovvero
per
determinati
delitti
contro
la
personalit
individuale
o
contro
la
libert
sessuale,
nonch
con
riguardo
a
imputati
considerati
delinquenti
abituali,
professionali
o
per
tendenza
oppure
plurirecidivi.
Inoltre,
a
rendere
meno
appetibile
il
rito
speciale
per
alcuni
reati
gravi
contribuisce
un
ridimensionamento
della
premialit
per
chi
accetta
di
patteggiare
pene
detentive
da
2
a
5
anni.
Da
qui
lesigenza
di
designare
con
nomi
diversi
i
2
tipi
di
patteggiamento:
qualificato
come
maius
quello
concernente
i
reati
pi
gravi,
minus
laltro.
Nei
procedimenti
a
carico
di
persone
giuridiche
il
patteggiamento
ammesso
per
tutti
gli
illeciti
sanzionati
con
pena
pecuniaria,
ma
per
quelli
sanzionati
con
altra
pena
il
rito
speciale
esperibile
a
condizione
che
non
debba
essere
applicata,
in
via
definitiva,
una
sanzione
interdittiva.
Perno
del
rito
laccordo
fra
le
parti
principali
del
processo
avente
per
contenuto
il
quantum
di
pena
da
applicare;
tuttavia
esso
accordo
necessario
ma
non
sufficiente
per
lapplicazione
del
rito,
poich
la
legge
impone
al
giudice
di
verificare
i
presupposti
di
applicabilit
dellintesa
raggiunta.
Dal
punto
di
vista
dellimputato,
laccordo
comporta
una
serie
di
rinunce
a
diversi
diritti
che
gli
spetterebbero
in
base
alle
regole
ordinarie
processuali:
rinuncia
ad
esercitare
il
diritto
alla
prova;
rinuncia
a
controvertere
sul
fatto
e
sulla
relativa
qualifica
giuridica;
rinuncia
a
controvertere
sulla
specie
e
sulla
misura
della
pena
da
applicare.
In
compenso,
ottiene
una
serie
di
vantaggi,
diversamente
distribuiti
secondo
che
si
tratti
di
patteggiamento
minus
o
maius.
Taluni
vantaggi
sono
comunque
comuni
ai
due
tipi
di
rito
speciale:
a. Innanzitutto
lo
sconto
di
pena:
la
sanzione
va
diminuita
fino
a
1/3,
dove
la
frazione
indica
lentit
dello
sconto;
b.
Altro
vantaggio
comune
lassenza
di
effetti
pregiudizievoli
della
sentenza
che
applica
la
pena
concordata:
essa,
infatti,
non
idonea
a
irradiare
effetti
vincolanti
nei
giudici
civili
e
amministrativi
nei
quali
sia
parte
limputato
che
ha
chiesto
di
patteggiare;
c. Infine,
vi
assenza
di
pubblicit.
Altri
vantaggi
sono
invece
collegati
al
solo
patteggiamento
minus:
a. Laffrancamento
dellimputato
dallobbligo
di
pagare
le
spese
processuali;
b. Lesenzione
da
pene
accessorie
e
misure
di
sicurezza,
eccettuata
la
confisca;
c. La
non
menzione
della
sentenza
nel
certificato
generale
del
casellario
giudiziale
richiesto
dal
privato;
d. La
possibilit
di
conseguire
lestinzione
del
reato
per
fatti
che
non
rientrerebbero
tra
quelli
patteggiabili:
la
pena
concordata
che
non
superi
i
2
anni
di
detenzione
pu,
infatti,
essere
sospesa
e
la
relativa
condanna
sfociare
in
una
declaratoria
di
estinzione
del
reato,
se
nei
5
anni
successivi
alla
sentenza
limputato
non
commette
un
altro
delitto
o
se,
nei
2
anni
successivi,
non
commette
una
contravvenzione
della
stessa
indole
di
quella
che
aveva
costituito
oggetto
di
accordo.
Dal
punto
di
vista
dellaccusa,
il
patteggiamento
comporta
la
rinuncia
a
controvertere
sulle
questioni
di
fatto
e
di
diritto
connesse
col
tema
dellimputazione,
realizzando
per
al
contempo
un
risparmio
di
risorse.
Tuttavia,
il
PM
tenuto
ad
effettuare
la
propria
scelta
alla
stregua
di
parametri
obiettivi
e
non
in
base
a
valutazioni
di
opportunit.
Si
ritiene
che
il
PM
pu
esprimere
il
proprio
consenso
dopo
aver
appurato
che
il
materiale
dindagine
sufficiente
per
applicare
la
pena
richiesta;
inoltre,
deve
verificare
la
corretta
qualificazione
giuridica
assegnata
al
fato
dallimputato
nella
richiesta
di
patteggiamento
o
nellatto
di
consenso;
ancora,
deve
chiedersi
se
allesperibilit
del
rito
speciale
non
ostino
motivi
di
esclusione
oggettiva
o
soggettiva;
infine,
deve
interrogarsi
sulla
congruit
della
sanzione
richiesta
rispetto
alla
gravit
del
fatto
e
alla
personalit
del
suo
autore.
Prima
di
pronunciare
sul
merito,
il
giudice
deve
condurre
una
verifica
sullammissibilit
della
richiesta
di
patteggiamento.
Il
dissenso
opposto
alla
richiesta
dellimputato
dal
PM
deve
sempre
essere
motivato,
in
quanto
esso
impedisce
la
soluzione
anticipata
del
processo;
tuttavia,
ci
non
preclude
una
tardiva
applicazione
della
pena
richiesta
dallimputato,
ogniqualvolta
il
giudice
del
dibattimento
o
dellappello
ritengano
ingiustificato
il
dissenso
stesso.
7. Segue:
INTRODUZIONE
E
SVOLGIMENTO
PROCEDURALE
Atto
introduttivo
del
patteggiamento
la
richiesta
presentata
al
giudice
da
una
delle
parti.
Richiesta
e
consenso
possono
essere
formulati
oralmente,
se
presentati
in
udienza,
devono
avere
forma
scritta
negli
altri
casi.
Requisito
indispensabile
la
volontariet
dellatto,
per
cui
limputato
deve
agire
personalmente
o
tramite
procuratore
speciale.
Per
le
persone
giuridiche
agisce
il
rappresentante
legale,
purch
questi
non
sia
imputato
del
reato
da
cui
dipende
lillecito
amministrativo,
nel
qual
caso
dovr
essere
nominato
un
rappresentante
ad
hoc.
La
richiesta
pu
essere
avanzata
gi
durante
lindagine
preliminare,
nonch
nella
successiva
udienza
preliminare,
fino
a
che
le
parti
non
abbiano
concluso
la
relativa
discussione.
Altri
termini
sono
invece
imposti
nei
procedimenti
privi
di
udienza
preliminare:
a. Nel
procedimento
monitorio,
la
richiesta
va
proposta
dallimputato
insieme
allopposizione
contro
il
decreto
di
condanna;
b. Nel
giudizio
immediato,
entro
15
gg.
dal
corrispondente
decreto
di
citazione;
c. Nel
giudizio
direttissimo
e
in
quello
conseguente
a
citazione
diretta
davanti
al
tribunale
monocratico,
prima
che
sia
dichiarato
aperto
il
dibattimento.
Una
sorta
di
rimessione
in
termini
a
favore
della
difesa
ammessa
a
fronte
di
una
contestazione
del
fatto
diverso
o
del
reato
concorrente.
La
richiesta
deve
indicare
almeno
il
fatto
da
giudicare,
la
relativa
qualificazione
giuridica
e
la
pena
ritenuta
congrua.
La
richiesta
presentata
dal
PM
durante
lindagine
preliminare
(cos
come
il
suo
consenso
prestato
nella
medesima
fase),
deve
contenere
latto
dimputazione;
di
conseguenza,
il
PM
non
pu
presentare
una
richiesta
di
patteggiamento
o
prestare
il
proprio
consenso
quando
lindagine
ancora
incompleta,
oppure
quando
lesito
investigativo
insufficiente
per
sostenere
laccusa
in
giudizio.
La
richiesta
revocabile
o
modificabile
dal
proponente
fino
a
quando
non
interviene
il
consenso
della
controparte;
lunica
eccezione
rappresentata
dallipotesi
in
cui
la
richiesta
sia
presentata
durante
lindagine
preliminare
e
il
giudice
abbia
assegnato
un
termine
alla
controparte
per
esprimere
il
proprio
consenso.
Lintesa
raggiunta
obbliga
il
giudice
a
decidere
sullammissibilit
del
rito
speciale,
attraverso
una
serie
di
verifiche:
a. Anzitutto,
deve
appurare
lesistenza
dellaccordo
fra
le
parti
e
leffettiva
volont
delle
stesse
di
chiudere
anticipatamente
il
processo;
b. Deve
verificare
lappartenenza
del
reato
alle
fattispecie
penali
per
le
quali
ammesso
il
patteggiamento;
c. Deve
controllare
la
corretta
qualificazione
giuridica
data
al
fatto
dalle
parti
e
la
congruit
della
pena
proposta;
d. Infine,
deve
verifica
linsussistenza
di
cause
di
non
punibilit.
Quando
accoglie
la
richiesta,
il
giudice
deve
applicare
la
pena
esattamente
nella
specie
e
nella
misura
quantificata
nellaccordo.
Ove
il
giudice
non
condivida
il
progetto
di
accordo,
deve
rigettare
la
richiesta,
provocando
la
prosecuzione
del
procedimento
lungo
il
normale
iter.
La
dichiarazione
di
inammissibilit
non
preclude
tuttavia
nuove
richieste
di
fronte
allo
stesso
giudice
finch
aperto
il
termine
per
la
loro
presentazione.
Linammissibilit
dichiarata
dal
giudice
primo
destinatario
della
domanda
poi
esposta
al
successivo
sindacato
di
altro
giudice,
se
limputato
ne
fa
richiesta:
del
giudice
del
dibattimento,
qualora
la
richiesta
sia
stata
rigettata
dal
gip;
del
giudice
dappello,
qualora
invece
la
richiesta
sia
stata
presentata
per
la
prima
volta
e
rigettata
dal
giudice
dibattimentale;
infine,
del
giudice
di
cassazione,
nei
casi
di
citazione
diretta
e
direttissima
aventi
ad
oggetto
reati
che
non
ammettono
lappello.
Un
particolare
caso
di
inammissibilit
quello
del
dissenso
che
il
PM
oppone
alla
richiesta
dellimputato;
ci
tuttavia
non
preclude
lapplicazione,
nella
fase
del
giudizio,
della
pena
richiesta
dallimputato
quando
il
giudice
dibattimentale
(o
quello
dappello)
reputa
il
dissenso
privo
di
adeguata
giustificazione.
Per
verificare
la
fondatezza
del
dissenso
o
della
declaratoria
di
inammissibilit,
il
giudice
ordina
lesibizione
degli
atti
contenuti
nel
fascicolo
del
PM
prima
di
dichiarare
aperto
il
dibattimento
e,
se
la
verifica
da
esito
negativo,
dopo
che
gli
atti
sono
stati
inseriti
nel
fascicolo
dibattimentale,
il
medesimo
giudice
applica
lo
sconto
di
pena
erroneamente
escluso
in
precedenza.
8. Segue:
SENTENZA
La
sentenza
contiene
un
semplice
accertamento
negativo
della
non
punibilit,
risolvendosi
nella
constatata
insussistenza
di
cause
di
proscioglimento.
La
sentenza
che
applica
la
pena
su
richiesta
delle
parti
stata
equiparata
a
una
pronuncia
di
condanna.
Letteralmente,
ci
impone
di
ravvisare
nella
sentenza
di
patteggiamento
una
condanna
penale,
tutte
le
volte
in
cui
la
legge
collega
certi
effetti
allesistenza
di
una
sentenza
di
condanna.
Tuttavia,
in
certi
casi
la
legge
connette
determinati
effetti
alla
condanna
in
ragione
dellaccertamento
di
responsabilit
che
la
sentenza
stessa
racchiude
e
documenta.
Talvolta
la
stessa
legge
ad
escludere
che
la
sentenza
di
patteggiamento
vada
considerata
come
decisione
di
condanna;
infatti,
espressamente
stabilito
che,
limitatamente
alle
ipotesi
di
patteggiamento
minus,
la
sentenza
in
questione
non
pu
applicare
pene
accessorie.
Inoltre,
sancita
la
sua
inidoneit
a
sortire
effetti
vincolanti
in
sede
civile
risarcitoria,
oltrech
in
sede
amministrativa
o
in
sede
civile
extra-risarcitoria.
Lunica
eccezione
rappresentata
dalleffetto
vincolante
che
la
sentenza
in
questione
pu
produrre
nel
procedimento
disciplinare.
Ogni
sentenza
di
patteggiamento
idonea
a
determinare
la
revoca
della
sospensione
condizionale
della
pena;
pi
in
generale,
essa
sortisce
sempre
gli
effetti
ordinari
della
condanna,
salvo
che
la
legge
vi
deroghi
espressamente.
Tali
sentenze
sono
poi
suscettibili
di
revisione
e
inappellabili.
Un
unico
caso
di
appellabilit
previsto
a
vantaggio
del
PM,
il
quale
pu
appellare
la
sentenza
con
la
quale
il
giudice
del
dibattimento
ha
applicato
la
pena
richiesta
dallimputato,
ritenendo
ingiustificato
il
suo
dissenso.
A
parte
questo
caso
particolare,
la
sentenza
di
patteggiamento
impugnabile
col
solo
mezzo
del
ricorso
per
cassazione
nei
casi
di
errores
in
procedendo
ed
errores
in
iudicando.
9. Segue:
AZIONE
CIVILE
E
PATTEGIAMENTO
Il
danneggiato
dal
reato
non
pu
intervenire
al
patteggiamento,
n
per
esercitarvi
lazione
risarcitoria,
n
per
opporsi
alla
definizione
anticipata
del
giudizio.
E
se,
nel
precedente
corso
del
processo,
egli
avesse
gi
avuto
occasione
di
costituirsi
parte
civile,
il
sopravvenuto
accordo
tra
le
parti
lo
costringerebbe
ad
abbandonare
la
sede
penale,
per
far
valere
la
propria
pretesa
innanzi
al
giudice
civile.
Al
massimo,
il
danneggiato
costituitosi
parte
civile,
pu
esigere
dallimputato
il
pagamento
delle
spese
processuali
fino
a
quel
momento
sostenute.
Non
costituisce
eccezione
a
tale
regola
il
potere
del
giudice
dellimpugnazione
di
decidere
sulla
questione
civile
con
la
sentenza
che
applica
la
pena
richiesta
dalle
parti.
Infatti,
in
questi
casi
il
giudizio
di
primo
grado
si
svolto
regolarmente,
sicch
il
giudice
dellimpugnazione
possiede
gli
atti
di
una
completa
istruzione
dibattimentale,
i
quali
sono
sufficienti
a
fondare
anche
una
decisione
sulla
responsabilit
civile.
10. GIUDIZIO
ABBREVIATO.
GENERALITA
Il
giudizio
abbreviato
fu
concepito
per
snellire
il
corso
del
processo
e
inizialmente
aveva
molte
caratteristiche
in
comune
col
patteggiamento.
Infatti,
il
giudizio
abbreviato
accordava
una
cospicua
attenuazione
della
pena
allimputato
che
accettava
di
essere
giudicato
gi
nelludienza
preliminare
(o,
in
mancanza
di
questa,
prima
del
dibattimento),
sulla
base
dei
soli
atti
contenuti
nel
fascicolo
dindagine.
Lammissione
a
tale
rito
richiedeva
lesplicito
consenso
(non
motivato)
del
PM,
nonch
un
vaglio
del
giudice,
il
quale
poteva
accogliere
la
richiesta
dellimputato
solo
se
il
giudizio
gli
fosse
parso
definibile
allo
stato
degli
atti.
Per
un
breve
periodo,
inoltre,
tutti
i
reati
poterono
essere
giudicati
in
questa
forma.
La
l.
n.
479/1999
ha
riscritto
le
regole
del
giudizio
abbreviato
modificandone
i
connotati:
a. Innanzitutto,
diventa
superfluo
il
consenso
del
PM,
che
la
normativa
previgente
considerava
un
requisito
essenziale
per
lammissibilit
del
giudizio
abbreviato;
b. Viene
meno
la
definibilit
allo
stato
degli
atti
quale
criterio
di
ammissibilit
del
rito,
il
quale
quindi
pu
essere
disposto
sulla
base
di
una
semplice
richiesta
formulata
dallimputato;
c. Scompare
qualsiasi
limite
oggettivo
di
applicabilit
del
rito
speciale;
d. Infine,
assicurata
la
possibilit
di
assumere
prove
nel
corso
del
giudizio
abbreviato.
11. Segue:
AMBITO
DI
APPLICAZIONE
E
PRESUPPOSTI
Anche
i
reati
punibili
con
lergastolo
possono
ora
essere
giudicati
in
forma
abbreviata:
in
sostituzione
della
pena
perpetua,
il
giudice
che
ammette
il
rito
abbreviato
deve
applicare
una
pena
detentiva
temporanea
fissata
dalla
legge
in
30
anni
di
reclusione.
Prima,
una
semplice
richiesta
dellimputato
era
sufficiente
a
scongiurare
lapplicazione
della
pena
perpetua,
il
che
scaten
polemiche
allarmate
che
hanno
indotto
il
legislatore
a
una
parziale
correzione
del
tiro.
Il
legislatore
ha
infatti
stabilito
che
la
disposizione
che
prevede
la
trasformazione
dellergastolo
in
una
pena
detentiva
di
30
anni
va
riferita
esclusivamente
allergastolo
semplice.
Invece,
per
gli
imputati
per
un
reato
punibile
con
lergastolo
associato
allisolamento
diurno,
lo
sconto
di
pena
si
riduce
allesclusione
dellisolamento
diurno.
Vi
tuttavia
un
caso
in
cui
il
giudizio
abbreviato
non
pu
essere
ammesso
a
causa
della
sanzione
da
applicare:
si
tratta
del
processo
a
carico
delle
persone
giuridiche,
quando
il
giudice
ritiene
di
dover
cancellare
lente
dal
mondo
dei
traffici
giuridici,
infliggendogli
la
sanzione
interdittiva
perpetua.
Quanto
ai
presupposti,
il
rito
abbreviato
articolato
in
2
moduli
procedurali,
offerti
alla
libera
ed
esclusiva
scelta
dellimputato:
a. Il
primo
modulo
imperniato
su
una
richiesta
semplice,
con
la
quale
limputato
si
limita
a
chiedere
che
il
processo
sia
definito
alludienza
preliminare
allo
stato
degli
atti;
b. Il
secondo
modulo
prevede
invece
una
richiesta
complessa:
nel
chiedere
il
giudizio
anticipato,
limputato
pone
come
condizione
che
siano
assunti
taluni
mezzi
di
prova,
al
fine
di
colmare
un
supposto
deficit
conoscitivo
intorno
alla
questione
di
merito.
Tale
richiesta
richiede
un
controllo
di
ammissibilit
particolarmente
complesso
da
parte
del
giudice.
Indipendente
dal
tipo,
la
richiesta
un
atto
personalissimo
dellimputato,
che
pertanto
il
difensore
pu
presentare
in
sua
vece
solo
se
munito
di
procura
speciale.
Nei
processi
a
carico
delle
persone
giuridiche,
provvede
il
legale
rappresentante
ovvero,
se
questi
a
sua
volta
imputato
del
reato
da
cui
dipende
lillecito
attribuito
allente,
un
diverso
soggetto.
12. Segue:
FASE
INTRODUTTIVA
Limputato
che
intende
usufruire
del
giudizio
abbreviato
deve
presentare
la
richiesta
durante
ludienza
preliminare
fino
a
che
non
siano
presentate
le
conclusioni.
La
facolt
di
presentare
la
richiesta
deve
essere
garantita
allimputato
anche
nei
procedimenti
privi
di
udienza
preliminare
(ossia
quelli
ex
auctoritate):
a. Nel
giudizio
immediato
(ma
solo
in
quello
promosso
dal
PM)
limputato
pu
presentare
la
richiesta
al
gip,
dopo
che
questi
gli
abbia
notificato
il
decreto
di
citazione
a
giudizio
e,
precisamente,
entro
15
gg.
dallultima
notifica
del
decreto
stesso
allimputato,
o
dellavviso
al
difensore,
della
data
fissata
per
il
giudizio.
La
richiesta
deve
poi
essere
comunicata
al
PM;
b. In
caso
di
giudizio
direttissimo,
e
a
seguito
di
citazione
diretta
davanti
al
tribunale
in
composizione
monocratica,
la
richiesta
va
presentata
al
giudice
dibattimentale,
in
udienza,
prima
che
sia
dichiarato
aperto
il
dibattimento;
c. Infine,
nel
procedimento
per
decreto,
la
richiesta
deve
essere
fatta
al
giudice
che
ha
emesso
il
decreto
stesso,
il
quale
fissa
anche
ludienza
per
il
giudizio,
dandone
avviso
a
tutti
gli
interessati
con
almeno
5
gg.
di
anticipo
sulludienza
medesima,
al
fine
di
consentire
unadeguata
preparazione
del
contraddittorio.
Presentata
la
richiesta,
il
giudice
ha
il
dovere
di
controllarne
lammissibilit
a
seconda
di
criteri
diversi,
a
seconda
che
si
tratti
si
richiesta
semplice
o
complessa.
Nel
caso
di
richiesta
semplice,
di
regola,
il
giudice
si
limita
ad
un
controllo
meramente
formale
dellatto.
Solo
per
le
richieste
provenienti
dal
rappresentante
legale
della
persona
giuridica
il
vaglio
di
ammissibilit
implica
una
valutazione
discrezionale
circa
la
meritevolezza
della
pena,
la
definitiva
interdizione
dellente
da
ogni
traffico
giuridico.
Quando
d
esito
positivo,
il
controllo
sulla
richiesta
semplice
sfocia
nellordinanza
che
ammette
il
rito
speciale;
in
caso
contrario,
la
richiesta
va
rigettata
e
non
pu
pi
essere
riproposta.
Quando,
invece,
presentata
richiesta
complessa,
al
controllo
formale
il
giudice
deve
aggiungere
un
controllo
sul
contenuto
della
domanda
di
parte.
In
particolare,
il
giudice
deve
verificare
se
le
prove
indicate
dallimputato
siano
davvero
necessarie
per
decidere
il
merito
della
causa
e
se
la
loro
assunzione
sia
compatibile
con
le
finalit
di
economia
processuale
proprie
del
procedimento.
sindacabile
dal
giudice
del
dibattimento
il
rigetto
che
il
giudice
dellindagine
o
udienza
preliminare
dovesse
opporre
alla
richiesta
complessa.
invece
insindacabile
leventuale
rigetto
opposto
dal
giudice
del
dibattimento,
quando
il
rito
abbreviato
fosse
chiesto
a
lui
dopo
linstaurazione
del
giudizio
direttissimo
o
nei
processi
a
citazione
diretta.
In
questi
casi,
non
rimane
che
sperare
nel
giudice
dellappello,
al
quale
limputato
pu
chiedere
di
censurare
la
decisione
con
la
quale
il
giudice
dibattimentale
ha
ingiustificatamente
rigettato
la
richiesta
di
integrazione
probatoria.
Tuttavia,
tale
intervento
del
giudice
dappello
pu
essere
anticipato
dal
giudice
di
primo
grado
che,
al
termine
del
dibattimento,
si
fosse
accorto
di
aver
sbagliato
nel
rigettare
la
richiesta
di
giudizio
abbreviato.
Pertanto,
limputato
pu
legittimamente
pretendere
lo
sconto
di
pena
allesito
del
dibattimento,
anche
se
non
si
realizzata
alcuna
economia
processuale.
Tornando
ai
compiti
del
giudice
destinatario
della
prima
richiesta,
leventuale
rigetto
della
domanda
non
impedisce
la
riproposizione
di
una
nuova
richiesta,
davanti
allo
stesso
giudice,
fino
a
che
sia
in
corso
ludienza
preliminare;
tale
facolt
non
per
esercitabile
dagli
imputati
dei
procedimenti
privi
di
udienza
preliminare.
Allo
stesso
risultato
si
pu
giungere
anche
proponendo
una
richiesta
semplice,
dopo
che
quella
complessa
stata
rigettata
per
linadeguatezza
dellintegrazione
probatoria
inizialmente
proposta.
Da
ci
si
evince
che
possibile
presentare
simultaneamente
pi
richieste,
fra
loro
alternative;
ed
altres
consentito
il
cumulo
di
una
richiesta
complessa
con
una
semplice,
in
modo
da
lasciar
operare
questultima
qualora
la
prima
fosse
rigettata.
Rigettata
la
richiesta,
il
procedimento
prosegue
lungo
liter
ordinario.
Quando
invece
la
essa
viene
ammessa,
il
giudice
dispone
ludienza
di
giudizio
abbreviato,
con
unordinanza
che
solo
eccezionalmente
potr
essere
revocata.
13. Segue:
SVOLGIMENTO
PROCEDURALE
Il
rito
si
svolge
in
camera
di
consiglio
senza
la
partecipazione
del
pubblico,
salvo
che
limputato
ne
faccia
richiesta
(ma
nel
solo
procedimento
di
primo
grado).
Alludienza
partecipano
limputato,
il
difensore
ed
il
PM
e
vi
trovano
applicazione
tutte
le
norme
sul
legittimo
impedimento
a
comparire,
lassenza
e
la
contumacia
che
disciplinano
la
fase
introduttiva
delludienza
preliminare.
Non
esclusa
la
partecipazione
della
parte
civile
che,
se
gi
costituita
in
precedenza,
pu
ricusare
laccettazione
del
rito
abbreviato,
ma
non
di
impedirne
lo
svolgimento.
La
non
accettazione
del
giudizio
abbreviato
comporta
luscita
dal
processo
penale
del
danneggiato
e
mette
in
discussione
leffetto
vincolante
che
la
sentenza
conclusiva
del
giudizio
abbreviato
altrimenti
avrebbe
nel
separato
giudizio
civile
risarcitorio.
Il
danneggiato
pu
costituirsi
parte
civile
anche
dopo
che
stata
accolta
la
richiesta
di
rito
abbreviato,
ma
in
tal
caso
la
legge
non
gli
permette
di
tornare
sui
propri
passi.
Dal
punto
di
vista
procedurale,
valgono
le
norme
riguardanti
ludienza
preliminare,
ma
con
qualche
adattamento.
Non
troverebbero
applicazione
le
disposizioni
sullassunzione
di
prove
e
il
mutamento
dellimputazione
nelludienza
preliminare,
ma
adesso
che
leventualit
di
una
modifica
dellimputazione
diventa
possibile
a
causa
dellintegrazione
probatoria,
tale
eccezione
perde
di
significato.
Il
giudizio
abbreviato
ha
svolgimenti
in
parte
diversi,
a
seconda
che
sia
scaturito
da
una
richiesta
semplice
o
complessa.
Nel
primo
caso,
il
giudice
si
avvia
verso
una
decisione
sul
merito
verificando
anzitutto
se
gli
atti
presenti
nel
fascicolo
a
sua
disposizione
sono
sufficienti
a
risolvere
la
questione
di
fatto.
Se
cos
non
fosse,
potrebbe
assumere
anche
dufficio
gli
elementi
necessari
ai
fini
della
decisione.
Il
PM,
privato
a
sua
volta
del
diritto
alla
prova,
perde
il
potere
di
svolgere
ulteriori
indagini
a
partire
dal
momento
in
cui
la
richiesta
semplice
viene
accolta.
Dal
momento
che
la
decisione
di
merito
va
presa
allesito
del
giudizio
abbreviato,
il
giudice
deve
esperire
ogni
tentativo
possibile
per
colmare
le
proprie
lacune
conoscitive,
in
modo
non
dissimile
da
quel
che
dovrebbe
fare
il
giudice
dibattimentale.
Lunica
vera
differenza
col
dibattimento
sta
nel
modo
di
assumere
la
prova
che,
nel
giudizio
abbreviato,
segue
le
regole
previste
per
ludienza
preliminare.
Quindi,
nelludienza
di
giudizio
abbreviato,
eventuali
testimoni,
coimputati,
periti
o
consulenti
tecnici
sono
interrogati
direttamente
dal
giudice
e,
solo
per
il
tramite
di
questultimo,
le
parti
possono
partecipare
alla
formazione
dei
relativi
mezzi
di
prova.
Le
cose
vanno
diversamente
quando
il
rito
speciale
scaturisce
da
una
richiesta
complessa.
Tale
richiesta
deve
indicare
le
circostanze
di
fatto
che
devono
essere
chiarite
e
i
relativi
mezzi
di
prova
dei
quali
limputato
chiede
lassunzione.
Ne
consegue
che
il
giudice
vincolato
al
contenuto
di
tale
richiesta,
anche
se
deve
escludere
le
prove
vietate
e,
se
lo
ritiene
opportuno,
pu
assumere
dufficio
le
prove
indispensabili
per
emettere
la
sentenza.
Dal
canto
suo,
il
PM
ha
non
solo
la
facolt
di
proseguire
la
propria
indagine
suppletiva,
ma
anche
il
diritto
di
chiedere
ed
ottenere
lammissione
di
prove
contrarie
a
quelle
indicate
dallimputato.
Ogni
tipo
di
integrazione
probatoria
rende
probabile
un
mutamento
dellimputazione
contestata
nella
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
Fermo
restando
che
lo
svolgimento
procedurale
di
tale
rito
deve
seguire
le
regole
dettate
per
ludienza
preliminare,
non
si
per
tenuto
conto
che
ludienza
preliminare
ha
per
posta
in
gioco
lalternativa
tra
rinvio
a
giudizio
e
non
luogo
a
procedere.
Nel
contesto
di
tale
udienza
appare
quindi
ragionevole
che,
di
fronte
alleventuale
modifica
dellaccusa,
limputato
non
sia
assistito
da
tutte
le
garanzie
che
la
legge
invece
pronta
a
riconoscergli
nellanaloga
situazione
che
avesse
a
verificarsi
in
dibattimento.
Ma
dove,
come
nel
giudizio
abbreviato,
in
gioco
lassoluzione
o
la
condanna,
quella
limitazione
di
diritti
difensivi
appare
irragionevole.
Pertanto,
lart.
441-bis
rimedia
al
problema
con
riguardo
alla
contestazione
di
fatti
diversi,
circostanze
aggravanti
o
reati
concorrenti.
Tale
disposizione,
oltre
a
garantire
allimputato,
in
ordine
al
nuovo
addebito,
il
diritto
alla
prova
e
un
termine
a
difesa,
gli
da
anche
la
possibilit
di
togliere
effetto
alla
propria,
precedente,
richiesta
di
giudizio
abbreviato,
provocando
cos
la
prosecuzione
del
processo
nelle
forme
ordinarie.
Per
consentirgli
di
meditare
sulla
scelta,
ma
anche
per
permettergli
di
predisporre
una
linea
difensiva
in
ordine
al
nuovo
addebito,
il
giudice
deve
assegnare
allimputato,
su
sua
richiesta,
un
termine
non
superiore
a
10
gg.
A
seguito
di
tale
richiesta,
ogni
attivit
processuale
resta
sospesa.
A
questo
punto,
il
processo
potrebbe
svolgersi
in
2
modi
diversi,
a
seconda
della
scelta
dellimputato.
Se
il
termine
assegnato
scade
senza
che
sia
presentata
richiesta
di
procedere
per
le
vie
ordinarie,
il
giudizio
abbreviato
continua
sulla
base
della
nuova
imputazione.
Limputato
pu
chiedere
lassunzione
di
altri
mezzi
di
prova,
e
altrettanto
pu
fare
il
PM.
Dal
canto
suo
il
giudice
deve
valutare
lammissibilit
delle
nuove
prove
richieste
dopo
averne
stabilito
la
pertinenza
rispetto
al
fatto
descritto
nella
nuova
imputazione.
La
richiesta
di
trasformazione
del
rito,
presentata
subito
dopo
la
nuova
contestazione
o,
al
pi
tardi,
entro
il
termine
assegnato
dal
giudice,
provoca
una
revoca
dellordinanza
ammissiva
del
rito
speciale,
il
che
a
sua
volta
determina
una
regressione
del
processo
alla
fase
e
allo
stato
in
cui
fu
presentata
la
richiesta
del
giudizio
abbreviato.
A
tale
scopo,
il
giudice
deve
fissare
ludienza
preliminare
oppure
disporne
la
prosecuzione.
In
particolare,
il
giudice
fissa
ludienza
ogniqualvolta
la
trasformazione
del
rito
sia
stata
preceduta
da
una
richiesta
di
sospensione
del
giudizio
abbreviato;
ordina
invece
la
prosecuzione,
quando
limputato
abbia
chiesto
il
giudizio
ordinario
immediatamente
dopo
la
nuova
contestazione.
Altrimenti
vanno
le
cose
quando
la
trasformazione
del
rito
avviene
nei
procedimenti
sforniti
di
udienza
preliminare:
a. Se
il
rito
abbreviato
era
scaturito
da
un
giudizio
direttissimo,
il
processo
deve
tornare
alla
fase
pre-dibattimentale
e
il
giudice
tenuto
a
fissare
ludienza
di
giudizio
direttissimo;
b. Nel
caso
di
citazione
diretta,
il
giudice
deve
fissare
ludienza
per
il
giudizio;
c. Il
giudice
deve
invece
fissare
ludienza
di
giudizio
immediato
dopo
aver
revocato
il
giudizio
abbreviato;
d. Infine,
nel
caso
di
procedimento
monitorio,
il
processo
prosegue
con
la
fissazione
delludienza
normalmente
provocata
dallopposizione
proposta
dallimputato
contro
il
decreto
di
condanna.
Quando
si
tratta
di
contestare
un
fatto
nuovo,
la
nuova
contestazione
subordinata
a
un
provvedimento
autorizzativo
del
giudice
e
a
un
esplicito
consenso
dellimputato.
Tuttavia,
questi
2
atti
devono
adeguarsi
al
contesto
del
giudizio
abbreviato:
a. Da
un
lato,
il
consenso
dellimputato
va
formulato
come
richiesta
di
giudizio
abbreviato,
anche
in
ordine
al
fatto
nuovo;
b. Dallaltro,
lautorizzazione
del
giudice
ha
per
oggetto
non
solo
la
valutazione
dellopportunit
di
cumulare
la
trattazione
del
fatto
nuovo
con
quello
gi
contestato,
ma
anche
lammissibilit
della
richiesta
di
giudizio
abbreviato.
Lultimo
atto
delludienza
che
chiude
il
giudizio
abbreviato
costituito
dalle
conclusioni
formulate
dalle
parti.
Lesordio
riservato
al
PM,
il
seguito
al
difensore
della
parte
civile
che
ha
accettato
il
giudizio
abbreviato,
mentre
lultima
parola
spetta
al
difensore
dellimputato
e
allimputato
stesso,
se
ne
fa
richiesta.
14. Segue:
LA
SENTENZA
Terminata
la
discussione,
il
giudice
si
ritira
per
decidere
il
merito
della
causa.
Quanto
a
struttura
e
contenuto,
la
sentenza
conclusiva
del
giudizio
abbreviato
ha
il
suo
modello
nella
sentenza
dibattimentale.
Quindi,
se
al
termine
della
discussione
il
giudice
non
fosse
certo
della
colpevolezza
dellimputato,
dovrebbe
emettere
sentenza
di
proscioglimento.
Dovrebbe
altres
prosciogliere,
con
sentenza
di
non
doversi
procedere,
nei
casi
di
dubbio
sullesistenza
di
una
condizione
di
procedibilit
o
di
una
causa
di
estinzione
del
reato.
La
condanna
presuppone
quindi
che
la
responsabilit
penale
dellimputato
sia
dimostrata
al
di
l
di
ogni
ragionevole
dubbio.
Fonti
di
convincimento
giudiziale
sono,
a
tal
proposito,
gli
atti
dindagine
preliminare,
gli
eventuali
esiti
dellindagine
suppletiva
e
i
verbali
dellattivit
dintegrazione
probatoria
promossa
dal
giudice
o
richiesta
dallimputato.
Quando
condanna,
il
giudice
deve
diminuire
di
un
terzo
la
pena
considerata,
salvo
il
caso
dellergastolo
(da
convertire
a
30
anni
di
reclusione)
e
di
quello
accompagnato
dallisolamento
diurno
(da
convertire
in
ergastolo
semplice).
Non
escluso
che
tale
sentenza
contenga
dei
capi
civili
riguardanti
il
risarcimento
del
danno
da
reato,
se
la
parte
civile
ha
accettato
il
rito
abbreviato;
inoltre,
la
sentenza
penale,
una
volta
divenuta
definitiva,
produce
effetti
vincolanti
nel
separato
giudizio
civile
di
risarcimento
del
danno.
In
un
caso,
per,
la
mancata
accettazione
del
rito
speciale
non
basta,
da
sola,
a
impedire
che
la
sentenza
del
giudizio
abbreviato
faccia
stato
nel
giudizio
civile:
quando
il
giudicato
di
condanna
(cio
favorevole
al
danneggiato)
la
legge
ne
stabilisce
leffetto
vincolante
per
il
giudice
civile,
salvo
che
non
vi
si
opponga
la
parte
civile
che,
a
suo
tempo,
non
aveva
accettato
il
giudizio
abbreviato.
La
sentenza
appellabile
e,
in
particolare,
le
sentenze
di
proscioglimento
sono
appellabili
dal
PM
ma
non
dallimputato;
le
sentenze
di
condanna
alla
pena
dellammenda
sono,
invece,
in
linea
generale
sottratte
al
giudizio
si
secondo
grado.
Il
PM
non
pu
proporre
appello
contro
le
sentenze
di
condanna,
salvo
che
queste
riguardino
un
titolo
di
reato
diverso
da
quello
a
suo
tempo
specificato
dal
PM,
e
ci
vale
anche
per
lappello
incidentale.
Dal
canto
suo,
la
parte
civile
pu
appellare
le
sentenze
sia
di
condanna
che
di
proscioglimento.
Quando
proposto
appello,
il
relativo
giudizio
dimpugnazione
si
svolge
in
camera
di
consiglio,
nel
quale
possono
essere
assunte
nuove
prove.
Ma
anche
in
tal
caso,
tale
previsione
deve
essere
adeguata
alla
disciplina
probatoria
propria
del
rito
speciale.
In
particolare,
essa
condizionata
dal
tipo
di
richiesta
allorigine
del
giudizio
abbreviato:
a. Nel
caso
di
richiesta
complessa,
limputato
mantiene,
anche
in
appello,
il
diritto
alla
riassunzione
del
mezzo
di
prova
gi
acquisito
in
primo
grado,
purch
ci
sia
necessario
ai
fini
della
decisione.
Inoltre,
egli
pu
pretendere
lammissione
in
seconda
istanza
di
una
prova
che,
pur
indicata
nella
richiesta
di
giudizio
abbreviato,
non
stata
assunta
dal
giudice
di
primo
grado.
Il
PM,
a
sua
volta,
nei
casi
in
cui
risulta
appellante,
ha
il
diritto
di
chiedere
la
riassunzione,
o
lassunzione
per
la
prima
volta,
delle
prove
contrarie
a
quelle
che
limputato
aveva
dedotto
nella
richiesta
di
giudizio
abbreviato;
b. Nel
caso
di
richiesta
semplice,
limputato
ha
rinunciato
al
diritto
alla
prova,
e
non
pu
pretendere
che
tale
diritto
sorga
in
appello.
Allo
stesso
modo,
nemmeno
il
PM
appellante
qui
titolare
di
un
diritto
alla
prova.
In
tal
caso,
lintegrazione
probatoria
affidata
esclusivamente
al
giudice,
il
quale
pu
assumere
tutti
i
mezzi
di
prova
che
ritiene
assolutamente
necessari
ai
fini
della
decisione.
15. GIUDIZIO
IMMEDIATO
RICHIESTO
DALLIMPUTATO
Nel
giudizio
immediato
richiesto
dallimputato
la
semplificazione
procedurale
consiste
nellassenza
delludienza
preliminare,
e
inoltre
la
rinuncia
dellimputato
ad
essa
sortisce
un
effetto
meramente
processuale,
in
quanto
la
legge
non
vi
collega
alcuna
diminuzione
di
pena
n
altri
vantaggi.
Presupposto
del
rito
la
dichiarazione
con
la
quale
limputato
rinuncia
alludienza
preliminare,
rinuncia
che
pu
essere
esplicitata
anche
dal
suo
difensore
munito
di
procura
ad
hoc.
Unico
requisito
di
ammissibilit
dellatto
il
rispetto
del
termine
per
la
sua
presentazione,
ossia
3
gg.
prima
della
data
in
cui
dovrebbe
tenersi
ludienza
preliminare.
Il
vantaggio
di
cui
potrebbe
disporre
limputato
consiste
nel
fatto
che
se
dispone
di
prove
decisive
della
sua
innocenza,
egli
in
tal
modo
pu
accelerare
i
tempi
del
suo
proscioglimento
dibattimentale,
preferibile
al
proscioglimento
provvisorio
col
quale
potrebbe
concludersi
ludienza
preliminare.
Presentata
la
dichiarazione,
il
giudice
non
deve
effettuare
alcun
vaglio
di
ammissibilit,
salvo
quello
riguardante
la
legittimazione
del
richiedente
e
losservanza
del
termine
previsto.
Appurato
ci,
il
giudice
emette
il
decreto
di
giudizio
immediato.
In
un
solo
caso
il
giudice
pu
astenersi
dallemettere
il
decreto
ed
imporre
la
prosecuzione
del
processo
nelle
forme
ordinarie,
ossia
quando
in
gioco
una
riunione
di
procedimenti.
Infine,
scegliendo
il
giudizio
immediato,
limputato
non
pu
pi
chiedere
il
giudizio
abbreviato
e
il
patteggiamento.
Nel
caso
di
rigetto
della
richiesta,
il
giudice
tenuto
a
formare
il
fascicolo
del
dibattimento
che,
assieme
col
decreto
di
citazione,
va
subito
trasmesso
al
giudice
del
dibattimento.
Da
questo
momento,
la
procedura
speciale
rifluisce
in
quella
ordinaria.
Inoltre,
tanto
il
rito
abbreviato
quanto
il
patteggiamento
possono
essere
richiesti
davanti
al
giudice
dibattimentale.
18. Segue:
GIUDIZIO
IMMEDIATO
CUSTODIALE
(art.
453
comma
1-bis)
Un
altro
tipo
di
giudizio
immediato
deve
essere
instaurato
quando
lindagato
si
trova
in
stato
di
custodia
cautelare
e
a
condizione
che
la
scelta
del
rito
speciale
non
pregiudichi
gravemente
le
indagini.
La
richiesta
va
presentata
dopo
che
il
tribunale
del
riesame
ha
confermato
la
misura
oppure
dopo
che
inutilmente
decorso
il
termine
per
impugnare
il
provvedimento
che
la
dispone.
Se
poi
i
gravi
indizi
di
colpevolezza
vengono
meno
prima
che
il
gip
decida
sulla
richiesta
di
giudizio
immediato,
il
provvedimento
cautelare
va
revocato
o
annullato,
e
la
richiesta
di
rito
speciale
rigettata.
Il
termine
per
la
richiesta
fissato
in
180
gg.,
che
decorrono
dalla
data
di
esecuzione
della
custodia
cautelare.
Lintento,
come
si
vede,
quello
di
incoraggiare
il
ricorso
al
giudizio
immediato
rendendo
automatica
e
doverosa
la
scelta
del
PM.
Ci
far
indubbiamente
i
giudizi
immediati,
ma
allo
stesso
debbo
alimenta
vari
dubbi
circa
la
sua
opportunit
e
legittimit
costituzionale:
a. Sotto
il
primo
profilo,
appare
discutibile
la
scelta
di
assumere
a
presupposto
del
giudizio
immediato
lo
status
di
persona
in
custodia,
in
quanto
si
priva
tali
soggetti
delle
opportunit
difensive
esercitabili
a
seguito
dellavviso
di
chiusura
delle
indagini
e,
soprattutto,
delludienza
preliminare.
Inoltre,
lincidente
cautelare
ha
uno
svolgimento
autonomo
rispetto
a
quello
principale,
sicch
il
far
dipendere
le
sorti
del
secondo
dallandamento
del
primo
comporta
inevitabili
imprevisti,
complica
lo
svolgimento
procedurale
ed
espone
gli
indagati
o
imputati
a
censurabili
sperequazioni;
b. Sotto
il
secondo
profilo,
dal
momento
che
il
giudizio
immediato
comporta
un
sacrificio
del
diritto
di
difesa,
una
sua
instaurazione
fuori
dei
casi
consentiti
si
risolve
nella
violazione
dellart.
24.2
Cost.
la
legge
si
preoccupa
di
tutelare
solo
posizione
di
colui
che
riacquista
la
liberta
a
seguito
di
revoca
o
annullamento
dellordinanza
cautelare.
Ma
lo
fa
solo
in
parte,
in
quanto
si
limita
a
stabilire
che,
in
quei
casi,
il
giudice
non
ammette
il
rito
speciale.
Ci
significa
che
il
rito
immediato
non
pu
essere
revocato
quando
linsussistenza
dei
gravi
indizi
che
fondano
la
misura
cautelare
affiora
dopo
laccoglimento
della
richiesta
stessa.
19. Segue:
GIUDIZIO
IMMEDIATO
OBBLIGATORIO
(art.
464
comma
1)
Nel
caso
di
giudizio
immediato
imposto
ex
lege
quando
vi
sia
stata
opposizione
al
decreto
penale
di
condanna,
ludienza
preliminare
ritenuta
superflua
non
solo
perch
laccusa
appare
ancorata
a
fatti
incontestabili,
ma
anche
perch
essa
ha
per
oggetto
reati
di
scarsa
gravit.
Dunque,
alla
base
di
questo
caso
di
giudizio
immediato,
vi
un
criterio
politico
basato
sulla
tenuit
della
sanzione.
Le
caratteristiche
procedurali
del
giudizio
immediato
obbligatorio
sono
identiche
a
quelle
del
giudizio
immediato
ordinario;
lunica
differenza
sta
nellatto
introduttivo
del
rito:
non
una
richiesta
del
PM,
ma
un
decreto
di
citazione
emesso
dufficio
dal
gip
dopo
aver
constatato
che
ogni
via
ad
una
soluzione
anticipata
del
processo
ormai
preclusa.
Dunque,
linstaurazione
di
questo
rito
speciale
incompatibile
con
ogni
soluzione
anticipata
del
giudizio
(giudizio
abbreviato
o
patteggiamento).
20. GIUDIZIO
DIRETTISSIMO
La
specialit
di
questo
rito
consiste
nella
soppressione
dellintera
fase
preliminare
e
in
una
semplificazione
della
fase
pre-dibattimentale.
Ad
esso
si
ricorre
quando
il
fondamento
dellaccusa
talmente
evidente
da
rendere
superflua
non
solo
la
verifica
delludienza
preliminare,
ma
anche
la
ricerca
di
mezzi
di
prova
attuata
nellindagine
preliminare.
Rilevano
in
tale
procedimento
larresto
in
flagranza
e
la
confessione
resa
a
brevissima
distanza
dallinizio
dellindagine.
In
tali
casi
il
rito
speciale
va
sempre
scelto
(entro
30
gg.
dallarresto
o
dallinizio
dellindagine),
salvo
che
ci
pregiudichi
gravemente
le
indagini.
Vi
sono
2
modalit
di
svolgimento
del
giudizio
direttissimo,
a
seconda
che
limputato
sia
privo
della
libert
personale
o
sia
invece
libero:
a. Limputato
arrestato
o
in
custodia
cautelare,
una
volta
chiusa
ludienza
di
convalida
dellarresto,
presentato
direttamente
dal
PM
al
giudice
dibattimentale.
Qui
limputazione
contestata
oralmente
in
udienza,
prima
dellapertura
del
dibattimento.
Con
la
contestazione
del
fatto,
il
PM
forma
il
fascicolo
del
dibattimento
e
lo
consegna
al
giudice.
Il
pre-dibattimento
non
esiste
e
i
testimoni
possono
essere
presentati
direttamente
nelludienza,
senza
bisogno
di
previa
citazione.
Limputato
pu
chiedere
un
termine
(non
superiore
a
10
gg.)
per
organizzare
la
propria
strategia
difensiva.
Durante
tale
termine,
il
dibattimento
sospeso
e
il
difensore
pu
prendere
visione
sia
degli
eventuali
atti
dindagine
esistenti
presso
la
segreteria
del
PM,
sia
degli
atti
inseriti
nel
fascicolo
del
dibattimento
e
custoditi
presso
la
cancelleria
del
giudice;
b. Limputato
libero
invece
citato
a
comparire
alludienza
di
giudizio
direttissimo,
convocata
dal
PM
entro
3
gg.
In
questi
casi,
limputazione
contestata
per
iscritto
nel
decreto
di
citazione
a
giudizio.
Vi
inoltre
il
tempo
per
una
breve
indagine
preliminare,
che
il
PM
pu
condurre
fino
al
decreto
di
giudizio
direttissimo.
In
attesa
del
dibattimento,
c
anche
spazio
per
qualche
adempimento
pre-
dibattimentale:
il
fascicolo
del
dibattimento
formato
dal
PM
subito
dopo
lemissione
del
decreto;
il
difensore
ha
diritto
di
essere
avvertito
della
data
fissata
per
il
giudizio
e
pu
vedere,
nonch
acquisire
copia,
degli
atti
dindagine
e
di
quelli
confluiti
nel
fascicolo
dibattimentale.
diritto
dellimputato
quello
di
essere
avvertito
della
possibilit
di
chiedere
il
giudizio
abbreviato
o
il
patteggiamento,
prima
che
sia
dichiarato
aperto
il
dibattimento;
se
vi
fossero
richieste
in
tal
senso,
il
giudice
dibattimentale
dovrebbe
esaminarne
lammissibilit.
Peraltro,
anche
la
richiesta
di
giudizio
direttissimo
subisce
un
vaglio
di
ammissibilit,
per
cui
se
il
giudice
ritiene
insussistente
alcuna
delle
situazioni
assunte
dalla
legge
a
presupposto
del
procedimento
speciale,
questultimo
non
pu
aver
luogo,
e
il
giudice
deve
restituire
gli
atti
al
PM.
Ricevuti
gli
atti,
il
PM
deve
esercitare
in
altro
modo
lazione
penale.
Un
altro
limite
al
promovimento
del
rito
speciale
discende
dallopportunit
di
mantenere
riuniti
diversi
procedimenti
penali,
quando
fra
questi
ve
ne
sia
alcuno
che
il
PM
intende
definire
per
direttissima.
Qualora
la
separazione
sia
sconsigliata
per
ragioni
attinenti
al
buon
esito
delle
indagini,
il
giudice
ordina
che
si
proceda
cumulativamente
e
nei
modi
ordinari.
21. Segue:
GIUDIZIO
DIRETTISSIMO
DAVANTI
AL
GIUDICE
MONOCRATICO
Il
giudizio
direttissimo
davanti
al
giudice
monocratico
pu
essere
promosso
per
gli
stessi
casi
per
i
quali
risulta
ammissibile
davanti
a
quello
collegiale.
Vi
sono
per
alcune
differenze
nello
svolgimento
procedurale.
In
tale
procedimento,
la
presentazione
in
udienza
dellarrestato
,
di
regola,
fatta
dalla
polizia,
la
quale
autorizzata
dal
giudice
a
svolgere
una
breve
relazione
orale,
finalizzata
a
porre
le
basi
conoscitive
per
il
giudizio
di
convalida.
Vi
provvede
invece
il
PM
quando
ordina
alla
polizia
di
mettere
larrestato
a
sua
disposizione.
Limputato
ha
la
facolt
di
chiedere
un
termine
a
difesa
di
un
massimo
di
5
gg.,
ma
non
ha
diritto
ad
essere
avvertito
dal
giudice
della
possibilit
di
avvalersi
di
tale
facolt.
Per
il
resto,
trovano
applicazione
le
norme
del
giudizio
direttissimo
ordinario.
22. Segue:
GIUDIZI
DIRETTISSIMI
ATIPICI
Il
fondamento
dei
giudizi
direttissimi
atipici
sta
nellesigenza
di
giudicare
con
celerit
reati
percepiti
come
gravi
e
allarmanti,
ossia
i
reati
concernenti
armi
ed
esplosivi,
di
discriminazione
etnica,
razziale
e
religiosa,
taluni
reati
commessi
in
occasione
di
manifestazioni
sportive
e
per
molti
reati
collegati
allillegale
ingresso
e
permanenza
degli
stranieri
nel
territorio
dello
Stato.
In
tutti
questi
casi,
il
giudizio
direttissimo
costituisce
il
modo
ordinario
di
procedere,
salvo
il
caso
in
cui
siano
necessarie
speciali
indagini,
per
cui
il
PM
pu
scegliere
il
normale
iter
processuale
con
atto
insindacabile.
invece
sindacabile,
da
parte
del
giudice
dibattimentale,
lapprezzamento
negativo
circa
la
necessit
di
speciali
indagini:
in
tal
caso
gli
atti
sono
trasmessi
al
PM,
il
quale
eserciter
in
altro
modo
lazione
penale.
La
necessit
di
speciali
indagini
sussiste
soltanto
quando
le
investigazioni
da
compiere
sono
incompatibili,
per
complessit
e
durata,
con
la
speditezza
di
questo
rito
speciale.
Ne
consegue
che
lindagine
del
PM
potrebbe
durare
anche
alcuni
mesi
di
approdare
al
dibattimento;
tuttavia,
una
giurisprudenza
di
legittimit
incline
a
far
valere
per
i
giudizi
direttissimi
atipici
gli
stessi
termini
prescritti
per
linstaurazione
dei
direttissimi
tipici:
30
gg.
dallarresto
o
dallinizio
dellindagine.
Dal
punto
di
vista
procedurale,
valgono
le
stesse
regole
previste
per
i
giudizi
direttissimi
tipici,
e
anche
questo
rito
pu
subire
la
trasformazione
in
giudizio
abbreviato
o
in
patteggiamento.
23. CONTESTAZIONE
SUPPLETIVA
DEL
REATO
CONCORRENTE
E
DEL
REATO
CONTINUATO
Tale
istituto
trova
la
sua
spiegazione
nellopportunit
di
giudicare
cumulativamente
le
regiudicande
connesse.
Laffiorare,
in
udienza
preliminare
o
in
dibattimento,
di
un
fatto
che
appaia
in
rapporto
di
continuazione
o
di
concorso
formale
con
quello
gi
contestato
pone
un
problema
di
applicazione
della
legge
penale.
Se
per
tutti
questi
fatti
fosse
riconosciuta
la
responsabilit
dellimputato,
la
relativa
pena
dovrebbe
essere
quantificata
nel
rispetto
della
proporzione
stabilita
dallart.
81
c.p.
Uno
svolgimento
separato
delle
vicende
processuali
riguardanti
tali
regiudicande
renderebbe
difficoltoso
questo
calcolo.
Orbene,
le
disposizioni
sulla
contestazione
suppletiva
sono
volte
a
rendere
pi
agevole
lapplicazione
dellart
81
c.p.
Latto
con
il
quale
il
PM
contesta
un
reato
concorrente
o
continuato
comporta:
a. La
soppressione
dellindagine
preliminare,
se
la
nuova
contestazione
avviene
delludienza
preliminare;
b. La
soppressione
dellintera
fase
preliminare
del
processo
e
del
pre-dibattimento,
se
essa
avviene
nel
dibattimento.
Quindi,
rischiano
di
essere
lesi
quei
diritti
dellimputato
che
la
legge
associa
alle
fasi
soppresse.
A
compensare
tale
perdita,
riconosciuto
alle
parti
il
diritto
di
ottenere
una
sospensione
del
dibattimento
pre
preparare
la
difesa
in
ordine
al
nuovo
addebito,
e
di
assumere
nuove
prove
in
ragione
della
mutata
regiudicanda.
Infine,
fatto
salvo
il
diritto
dellimputato
di
essere
ammesso
alloblazione
per
il
reato
concorrente
contestato
in
dibattimento,
cos
come
il
diritto
di
accedere
al
patteggiamento.
invece
escluso
il
diritto
di
accedere
al
giudizio
abbreviato
in
ordine
al
reato
concorrente
o
continuato
contestati
in
dibattimento.
24. PROCEDURE
SPECIALI
DI
CARATTERE
MISTO
Si
tratta
di
quelle
situazioni
nelle
quali
la
semplificazione
procedurale
deriva
da
un
atto
imperativo
del
magistrato
penale,
combinato
con
il
consenso
dellimputato
o
con
laccordo
delle
parti.
25. PROCEDIMENTO
PER
DECRETO
Quando
laccertamento
riguarda
reati
di
lievissima
entit,
la
legge
ammette
che
il
provvedimento
di
condanna
possa
essere
emesso
al
termine
dellindagine
preliminare,
senza
dar
luogo
al
dibattimento,
e
quindi
senza
previo
contraddittorio.
Il
condannato
pu
per
opporsi
al
decreto
penale,
provocando
una
prosecuzione
dellattivit
processuale.
26. Segue:
FASE
INTRODUTTIVA
E
SVOLGIMENTO
PROCEDURALE
Atto
introduttivo
del
rito
una
richiesta
che
il
PM
presenta
al
gip
entro
6
mesi
dalla
registrazione
della
notizia
di
reato,
allegandovi
il
fascicolo
con
gli
esiti
delle
sue
investigazioni.
Tale
richiesta
deve
contenere
tutti
i
dati
idonei
a
identificare
limputato
e
la
correlativa
imputazione,
nonch
la
pena
da
applicare
che
pu
essere
quantificata
con
una
generosa
diminuzione
(fino
alla
met
del
minimo
della
pena
edittale).
Ricevuta
la
richiesta,
il
gip
ne
vaglia
lammissibilit.
La
richiesta
va
rigettata
se,
dagli
atti
del
fascicolo
dindagine,
risulta
che
limputato
deve
essere
prosciolto:
in
tal
caso
il
giudice
emette
una
sentenza
che
chiude
il
processo,
ma
che
pu
essere
impugnata
con
ricorso
per
cassazione.
In
tutti
gli
altri
casi,
il
rigetto
della
richiesta
comporta
la
restituzione
degli
atti
al
PM
con
atto
insindacabile
del
giudice.
Il
rito
speciale
non
ammesso
per
ragioni
procedurali,
quando
la
richiesta
stata
presentata
fuori
termine,
oppure
quando
,
nei
reati
perseguibili
a
querela,
la
persona
offesa
si
sia
opposta
al
procedimento
per
decreto.
Linammissibilit
pu
poi
fondarsi
anche
sullesigenza
di
assicurare
lesatta
applicazione
della
legge
penale,
ossia
quando
il
giudice
ritiene
che
vada
applicata
una
misura
di
sicurezza
personale,
oppure
quando
reputa
incongrua
la
pena
proposta
nella
richiesta.
Se
la
richiesta
merita
accolta,
il
giudice
emette
decreto
di
condanna.
Esso
caratterizzata
da
una
motivazione
sommaria
delle
ragioni
della
decisione
ed
idoneo
a
divenire
irrevocabile
e
a
costituire
titolo
per
eseguire
la
pena
inflitta,
a
meno
che
la
parte
non
vi
si
opponga
entro
15
gg.
dalla
relativa
notifica.
A
tal
fine,
il
giudice,
a
pena
di
nullit,
deve
inserire
nel
decreto
un
avviso
agli
interessati
per
ricordargli
il
diritto
di
opporsi
al
provvedimento
di
condanna,
e
per
avvertirli
che
la
mancata
opposizione
nel
termine
renderebbe
esecutiva
la
condanna.
Sempre
a
pena
di
nullit,
limputato
va
avvertito
della
facolt
di
nominare
un
difensore.
Limputato
potrebbe
anche
essere
ignaro
del
procedimento
a
suo
carico,
sicch
si
rischia
che
questi
scopra
di
essere
condannato
solo
alla
scadenza
dei
termini
per
presentare
opposizione.
Per
evitare
ci,
la
legge
vieta
la
notificazione
del
decreto
penale
secondo
la
procedura
seguita
normalmente
per
limputato
irreperibile:
perci,
a
fronte
dellimpossibilit
di
rintracciarlo,
il
giudice
deve
revocare
il
decreto
di
condanna
e
restituire
gli
atti
al
PM,
per
lulteriore
prosecuzione
del
processo
nelle
forme
normali
o
con
altro
rito
speciale.
Lo
stesso
accade
quando
la
notificazione
del
decreto
allimputato
risulti
impossibile
per
inidonea
o
insufficiente
dichiarazione
di
domicilio.
A
completamento
di
tali
garanzie,
resa
particolarmente
agevole
la
restituzione
in
termini
per
proporre
opposizione,
tutte
le
volte
che
linteressato
dimostri
di
non
aver
avuto
conoscenza
del
decreto
per
ragioni
non
imputabili
a
sua
colpa.
27. IL
DECRETO
PENALE
Scaduto
il
termine
per
lopposizione,
il
decreto
diventa
definitivo,
salvo
che
lopposizione
proposta
da
altri
coimputati,
condannati
con
decreto
per
il
medesimo
reato,
produca
leffetto
estintivo
che
pu
sfociare
in
una
revoca
del
provvedimento
di
condanna.
Laccertamento
contenuto
nel
decreto
inidoneo
a
sortire
effetti
vincolanti
nei
giudizi
civili
ed
amministrativi
e
non
pu
culminare
nellapplicazione
di
una
misura
di
sicurezza
personale.
Il
condannato
per
decreto
non
ha
lobbligo
di
pagare
le
spese
processuali
n
gli
possono
essere
applicate
le
sanzioni
accessorie
previste
dalla
legge
penale.
Inoltre,
il
reato
oggetto
del
decreto
destinato
ad
estinguersi,
se
nei
5
anni
successivi
(
o
2
nel
caso
di
illeciti
contravvenzionali),
limputato
non
ne
commette
un
altro
della
stessa
indole.
Il
decreto
non
ostacola
una
successiva
sospensione
condizionale
della
pena,
mentre
pu
giustificare
una
revoca
della
sospensione
stessa.
Infine,
la
condanna
inflitta
con
decreto,
seppur
iscritta
nel
casellario
giudiziale,
non
deve
essere
menzionata
nei
corrispettivi
certificati
richiesti
dai
privati.
28. OPPOSIZIONE
A
DECRETO
PENALE
Opponendosi
al
decreto,
limputato
(o
per
esso
il
suo
difensore)
sospende
lesecuzione
della
condanna
e
impone
che
laccertamento
del
fatto
avvenga
in
forme
diverse.
In
quanto
atti
dimpugnazione,
lopposizione
presenta
alcuni
tratti
peculiari.
Anzitutto,
essa
priva
del
c.d.
effetto
devolutivo,
poich
il
processo
proseguir
innanzi
al
giudice
di
primo
grado,
non
davanti
a
quello
di
grado
superiore.
Inoltre,
lopponente
non
deve
necessariamente
indicare
i
motivi
della
doglianza,
giacch
sufficiente
che,
nella
relativa
dichiarazioni,
indichi
gli
estremi
del
provvedimento
di
condanna
insieme
con
la
data
dello
stesso,
e
che
identifichi
il
giudice
del
decreto.
Infine,
lopposizione
ha
un
effetto
estensivo,
ma
solo
nei
casi
in
cui
il
decreto
sia
stato
pronunciato
contro
una
pluralit
di
imputati
per
il
medesimo
fatto:
se
presentata
da
qualcuno
fra
costoro,
essa
vale
anche
per
gli
altri,
sicch
lesecuzione
del
decreto
resta
sospesa
per
tutti.
Con
lopposizione,
limputato
ripristina
lordinaria
situazione
processuale
successiva
allesercizio
dellazione
penale,
nella
quale
possibile
effettuare
la
richiesta
di
un
altro
rito
speciale,
da
presentare
al
gip.
Leventuale
richiesta
di
oblazione
va
invece
indirizzata
al
giudice
procedente,
da
individuare
nel
gip
finch
il
fascicolo
non
trasmesso
al
giudice
dibattimentale.
La
scelta
di
una
di
queste
procedure
va
fatta
con
latto
di
opposizione.
Il
giudice
che
riceve
la
richiesta
di
opposizione
deve
vagliarne
lammissibilit
alla
luce
di
alcuni
requisiti:
legittimazione
dellopponente;
osservanza
del
termine;
estremi
e
data
del
decreto
di
condanna;
identificazione
del
giudice
che
lo
adott.
Il
difetto
di
uno
solo
di
tali
requisiti
rende
il
decreto
penale
esecutivo,
ma
non
prima
che
la
relativa
ordinanza
(ricorribile
per
cassazione)
diventi
a
sua
volta
definitiva.
Se
non
c
consenso
o
accordo
fra
le
parti
per
una
definizione
anticipata
del
processo,
si
procede
con
citazione
a
giudizio
immediato.
Nel
giudizio
conseguente
allopposizione,
il
decreto
penale
deve
essere
revocato
e
il
dibattimento
si
svolge
secondo
le
regole
ordinarie.
Per
quanto
riguarda
il
querelante,
la
legge
impone
che
gli
sia
data
comunicazione
del
decreto
penale.
Inoltre,
egli
vanta
un
diritto
di
essere
citato
in
giudizio
per
esercitarvi
le
facolt
che
la
legge
gli
attribuisce
e
pu
costituirsi
parte
civile.
29. GIUDIZIO
DIRETTISSIMO
SU
ACCORDO
DELLE
PARTI
La
mancata
convalida
dellarresto,
di
regola,
dostacolo
allinstaurazione
del
giudizio
direttissimo;
tuttavia,
esso
pu
ancora
essere
ammesso
se
limputato
e
il
PM
vi
consentono.
Non
sono
previste
forme
particolari
per
la
prestazione
del
consenso:
a. Il
PM
potr
manifestarlo
citando
limputato
a
comparire
ogniqualvolta
ritenga
di
non
dover
chiedere
larchiviazione,
o
di
non
dover
avviare
lindagine
preliminare;
b. Il
consenso
dellimputato
pu
essere
presentato
in
qualsiasi
forma,
anche
dal
suo
difensore
seppur
privo
di
procura
ad
hoc;
pu
anche
essere
dedotto
per
fatti
concludenti.
30. CONTESTAZIONE
SUPPLETIVA
DEL
FATTO
NUOVO
Il
consenso
dellimputato
importante
anche
quando
il
PM
contesta
ad
egli
un
fatto
nuovo
mentre
in
corso
il
processo
per
altra
imputazione
a
carico
del
medesimo
imputato.
Ovviamente,
deve
trattarsi
di
un
fatto
non
connesso
a
quello
gi
contestato.
Occorre
distinguere
a
seconda
che
il
nuovo
capo
dimputazione
sia
contestato
nelludienza
preliminare
o
in
dibattimento.
Nel
primo
caso,
liter
processuale
privo
della
fase
delle
indagini
preliminari.
Col
proprio
consenso,
limputato
rinuncia
a
quelle
facolt
dintervento
che
la
legge
gli
assicura
in
quella
fase.
Dal
momento
che
non
in
gioco
la
decisione
sul
merito,
il
consenso
pu
provenire
anche
dal
difensore
privo
del
mandato
ad
hoc.
Nel
dibattimento,
invece,
la
contestazione
del
fatto
nuovo
comporta
la
soppressione
dellintera
fase
preliminare,
oltre
che
della
fase
pre-dibattimentale.
Il
diritto
alla
difesa
tutelato
alla
stessa
maniera
che
negli
altri
casi
di
modifica
della
regiudicanda
dibattimentale:
sospensione
del
processo
(da
20
a
40
gg.)
e
ammissione
di
prove
in
ordine
al
nuovo
addebito.
Tuttavia,
accettando
la
contestazione,
limputato
si
preclude
una
serie
di
scelte
che
la
legge
impone
di
fare
fra
udienza
preliminare
e
apertura
del
dibattimento:
giudizio
abbreviato,
patteggiamento
e
oblazione
non
possono
essere
richiesti.
Per
tali
ragioni,
il
consenso
deve
provenire
direttamente
dallimputato,
tant
vero
la
contestazione
del
fatto
nuovo
non
ammessa
nei
confronti
dellassente
o
del
contumace.
Oltre
che
dal
consenso
dellimputato,
la
contestazione
suppletiva
deve
essere
accompagnata
da
un
atto
autorizzativo
del
giudice.
Egli
pu
autorizzare
la
contestazione
suppletiva
subordinandone
lesercizio
non
solo
al
consenso
dellimputato,
ma
anche
alla
verifica
che
essa
non
nuoccia
alla
speditezza
del
procedimento.
31. DEFERIMENTO
DEL
GIUDIZIO
AD
UN
GIURI
DONORE
Per
i
reati
di
diffamazione
e
ingiuria,
la
legge
offre
agli
interessati
la
possibilit
di
deferire
ad
un
giur
donore
il
giudizio
sulla
verit
del
fatto
diffamatorio
o
ingiurioso.
In
realt
il
giudizio
donore
non
un
giudizio
penale,
tant
che
il
suo
promovimento
comporta
labbandono
della
giurisdizione
penale.
Per
tale
motivo,
il
giudizio
donore
non
si
chiude
con
una
decisione
penale,
poich
il
giur
non
ha
il
potere
di
punire,
ma
solo
quello
di
pronunciare
un
verdetto
privo
di
dispositivo.
Lunica
decisione
condannatoria
che
pu
essere
presa
in
tale
contesto
riguarda
il
risarcimento
del
danno
provocato
dallingiurioso
o
diffamatorio,
sul
quale
il
giur
pu
pronunciarsi
in
via
equitativa.
E,
se
gli
interessati
dovessero
rinunciare
a
chiedere
il
risarcimento
del
danno,
il
verdetto
avrebbe
ad
oggetto
solo
la
verit
di
un
fatto.
La
nomina
dei
membri
del
giur
spetta
al
presidente
del
tribunale
o
ad
associazioni
legalmente
riconosciute
quali
enti
morali.
Sollecitato
da
una
specifica
richiesta
di
parte,
uno
di
questi
soggetti
nomina
i
membri
del
giur,
scegliendoli
fra
le
persone
iscritte
in
appositi
albi
formati
dalle
stesse
associazioni
e
approvati
dal
presidente
del
tribunale.
Una
volta
designati,
i
giurati
devono
accettare
per
iscritto
latto
nomina.
ammesso
il
giur
in
composizione
monocratica
ma,
se
si
optasse
per
una
formazione
collegiale,
il
numero
dei
membri
dovrebbe
essere
dispari.
Per
svolgere
il
proprio
compito,
il
giur
pu
esaminare
testimoni,
convocandoli
pure
di
propria
iniziativa,
e
pu
acquisire
documenti
e
informazioni
dalle
PA,
tenute
a
collaborare
nei
limiti
consentiti
dalle
esigenze
di
servizio.
invece
esclusa
lattribuzioni
di
poteri
coercitivi
per
acquisire
prove,
come
perquisizioni.
Lintero
procedimento
innanzi
al
giur
segreto:
vi
un
assoluto
divieto
di
pubblicare
non
solo
i
documenti
acquisiti
e
gli
atti
del
procedimento,
ma
anche
il
contenuto
degli
stessi.
Anche
le
sedute
sono
chiuse
al
pubblico.
Solo
il
verdetto
pu
essere
pubblicato,
e
la
sua
pronuncia
deve
avvenire
entro
3
mesi
dal
momento
in
cui
il
giur
s
insediato;
tale
termine
pu
essere
prorogato
dal
presidente
del
tribunale
di
altri
3
mesi.
Linosservanza
del
termine
espone
i
membri
del
giur
a
possibili
sanzioni
pecuniarie.
CAPITOLO
7
GIUDIZIO
1. LA
FASE
DEL
GIUDIZIO
Il
giudizio
viene
instaurato
col
decreto
che
il
giudice
emette
al
termine
delludienza
preliminare,
ovvero
un
decreto
di
giudizio
immediato.
Tuttavia,
limputato
pu
essere
citato
a
giudizio
anche
con
atto
del
PM,
come
accade
davanti
al
giudice
monocratico,
nonch,
se
si
trova
in
stato
di
libert,
quando
si
procede
con
giudizio
direttissimo;
o,
ancora,
pu
essere
presentato
dal
PM
direttamente
alludienza
dibattimentale
(nel
giudizio
direttissimo
in
caso
di
arresto
o
di
custodia
cautelare).
Le
disposizioni
sul
giudizio
sono
dettate
per
il
tribunale
in
composizione
collegiale
e
per
la
corte
dassise,
ma,
salvo
quanto
diversamente
disposto,
si
applicano
anche
nel
procedimento
innanzi
al
tribunale
in
composizione
monocratica.
2. CARATTERISTICHE
DEL
GIUDIZIO
NEL
SISTEMA
ACCUSATORIO
Nel
dibattimento
richiesta
la
puntuale
attuazione
dei
caratteri
del
sistema
accusatorio,
anche
se
la
recente
modifica
dellart.
111
Cost.,
pur
con
lobiettivo
di
introdurre
nel
nostro
ordinamento
i
principi
del
giusto
processo,
non
ha
espressamente
enunciato
unopzione
a
favore
di
esso.
Tuttavia,
la
norma
costituzionale
d
riconoscimento
ad
alcuni
fra
i
principi
cardine
di
tale
sistema
con
lo
stabilire
che
ogni
processo
deve
svolgersi
nel
contraddittorio
delle
parti,
in
condizioni
di
parit,
davanti
ad
un
giudice
terzo
e
imparziale,
e
che
il
processo
penale
regolato
dal
principio
del
contraddittorio
nella
formazione
della
prova.
In
particolare,
un
giudizio
si
pu
considerare
accusatorio
quando
la
formazione
della
prova
avviene
pubblicamente
nel
contraddittorio
delle
parti,
sul
tema
posto
dallaccusatore,
davanti
al
giudice
che
ha
il
compito
di
decidere
il
merito.
Detto
questo,
si
possono
desumere
una
serie
di
corollari:
a. Innanzitutto,
la
parit
delle
parti,
sancita
attraverso
la
partecipazione
dellaccusa
e
della
difesa
su
basi
di
parit
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento;
b. Loralit-immediatezza,
dove
per
oralit
si
intende
non
solo
una
modalit
di
escussione
(cio
luso
della
voce
nellassunzione
delle
dichiarazioni
dei
testimoni
e
delle
parti),
ma
soprattutto
un
rapporto
diretto
tra
il
giudice
e
le
prove
(immediatezza):
colui
che
ascolta,
che
assume
le
prove,
deve
decidere.
Loralit
in
senso
stretto
pu
esistere
tuttavia
anche
senza
limmediatezza,
come
nel
caso
dellincidente
probatorio,
dove
il
giudice
del
dibattimento,
che
deve
decidere,
diverso
dal
giudice
che
ha
acquisito
la
prova,
e
perci
dovr
utilizzare
il
verbale
dellatto.
c. Allimmediatezza
si
accompagna
il
principio
della
concentrazione,
con
il
quale
si
intende
la
tendenziale
unit
di
tempo
nella
quale
va
celebrato
il
giudizio,
destinato
a
svolgersi
in
una
sola
udienza
o
in
udienze
contigue,
in
modo
che
la
decisione
sia
il
pi
possibile
vicina
alla
Con
particolare
riferimento
al
processo
penale,
sono
elevate
a
rango
costituzionale
le
disposizioni
dellart.
6
CEDU
che
prevedono
il
diritto
di
conoscere
laccusa,
di
preparare
la
difesa,
al
controesame,
alla
prova,
allinterprete.
In
particolare,
in
base
al
principio
del
contraddittorio
nella
formazione
della
prova,
va
considerata
come
prova
utilizzabile
per
la
decisione
solo
quella
assunta
davanti
al
giudice
con
lintervento
delle
parti.
Poich,
tuttavia,
unapplicazione
rigida
del
suddetto
principio
non
sarebbe
sempre
possibile,
la
stessa
Costituzione
prevede
delle
eccezioni,
in
base
alle
quali
si
pu
derogare
al
contraddittorio
per
consenso
dellimputato
o
per
accertata
impossibilit
di
natura
oggettiva
o
per
effetto
di
provata
condotta
illecita.
5. LA
LEGGE
DI
ATTUAZIONE
DEL
GIUSTO
PROCESSO
E
LATTUALE
RUOLO
DEL
DIBATTIMENTO
Il
ripristino
della
centralit
del
dibattimento
come
luogo
privilegiato
per
la
realizzazione
del
contraddittorio
voluto
dalla
Costituzione
non
stato
esente
da
costi
n
privo
di
ambiguit.
Anzitutto,
il
ritorno
allinutilizzabilit
delle
precedenti
dichiarazioni
ha
indotto
il
legislatore
a
limitare
il
diritto
al
silenzio
dellimputato
che
abbia
riferito
fatti
concernenti
la
responsabilit
altrui.
Per
altro
verso,
nellintento
di
ristabilire
la
parit
delle
parti,
si
previsto
che
il
PM
e
i
difensori
possono
consensualmente
sottrarre
al
contraddittorio
elementi
raccolti,
dalluna
e
dallaltra
parte,
fuori
dalludienza,
unilateralmente
e
senza
la
presenza
del
giudice.
Tale
facolt
si
manifesta
sia
mediante
lacquisizione
concordata
al
fascicolo
per
il
dibattimento
degli
atti
del
PM
e
di
investigazione
difensiva,
sia
con
laccordo
sullacquisizione,
in
sede
di
esame,
delle
precedenti
dichiarazioni
del
testimone
contenute
nel
fascicolo
del
PM.
Che
il
contraddittorio
dibattimentale
rischi
di
assumere
un
ruolo
comunque
residuale
poi
confermata
dal
peso
sempre
maggiore
che
venuta
assumendo
ludienza
preliminare,
oggi
sede
di
un
vero
e
proprio
accertamento
sul
merito.
6. ATTI
PRELIMINARI
AL
DIBATTIMENTO:
ESTENSIONE
E
CONTENUTI
DELLA
FASE
Nel
giudizio
si
distinguono
gli
atti
preliminari,
il
dibattimento
vero
e
proprio
e
gli
atti
successivi
al
dibattimento.
La
fase
degli
atti
preliminari
al
dibattimento
si
estende
dalla
conclusione
delludienza
preliminare
agli
atti
introduttivi
del
dibattimento;
solitamente
si
assume
come
momento
iniziale
la
ricezione
del
decreto
che
dispone
il
giudizio,
e
come
momento
finale
la
costituzione
delle
parti.
A
tale
fase
preposto
il
presidente
del
collegio
giudicante,
mentre
il
compito
di
fissare
ludienza
dibattimentale
stato
assegnato
allo
stesso
giudice
che
dispone
il
giudizio.
Il
decreto
va
notificato
allimputato
contumace
alludienza
preliminare
e
alle
altre
parti
private
che
non
erano
presenti,
con
lindicazione
del
luogo,
del
giorno
e
dellora
della
comparizione.
In
particolare,
il
gup
richiede
il
giorno
e
lora
della
comparizione
al
presidente
del
tribunale,
il
quale
li
individua
sulla
base
dei
criteri
determinati
dal
CSM;
inoltre,
il
presidente,
ricevuto
il
decreto
che
dispone
il
giudizio,
pu
anticipare
o
differire
ludienza
per
giustificati
motivi,
con
decreto
da
notificare
tempestivamente
alle
parti.
Spetta
inoltre
al
presidente,
a
richiesta
di
parte,
lassunzione
di
prove
non
rinviabili,
negli
stessi
casi
che,
in
sede
di
indagini
preliminari
o
di
udienza
preliminare,
consentirebbero
un
incidente
probatorio.
Si
osservano
le
forme
previste
per
il
dibattimento.
Spetta
invece
al
collegio
leventuale
sentenza
anticipata
di
proscioglimento,
se
lazione
penale
improcedibile
o
il
reato
estinto,
anche
se
confermata
la
prevalenza
del
proscioglimento
nel
merito
su
quello
per
estinzione
del
reato.
Dal
momento
che
nel
pre-dibattimento
non
contemplato
il
proscioglimento
nel
merito,
in
tali
casi
la
sentenza
non
pu
essere
anticipata,
ma
occorre
procedere
al
dibattimento.
Il
proscioglimento
anticipato,
comunque,
non
in
nessun
caso
possibile
se
il
PM
o
limputato,
che
devono
essere
sentiti,
si
oppongono.
La
sentenza
pronunciata
in
camera
di
consiglio
ed
inappellabile
(ferma
restando
la
ricorribilit
per
cassazione)
essendo
intervenuta
senza
il
dissenso
delle
parti.
Durante
il
termine
per
comparire
il
fascicolo
per
il
dibattimento
depositato
nella
cancelleria
del
giudice
competente
per
il
giudizio,
e
le
parti
hanno
facolt
di
prenderne
visione
ed
estrarne
copia,
mentre
il
fascicolo
del
PM
visibile
nella
segreteria
dello
stesso.
Almeno
7
gg.
prima
della
data
fissata
per
il
dibattimento,
le
parti
presentano
le
liste
dei
testimoni,
periti
e
consulenti
tecnici,
nonch
delle
persone
indicate
nellart.
210,
con
lindicazione
delle
circostanze
su
cui
deve
vertere
lesame.
Ci
a
pena
di
inammissibilit,
dal
momento
che
non
sono
consentite
prove
a
sorpresa,
e
ciascuna
parte
deve
conoscere
i
fatti
che
le
altre
intendono
provare.
Il
decreto
del
presidente,
che
deve
essere
espressamente
richiesto,
ha
solo
lo
scopo
di
autorizzare
la
citazione
delle
persone
indicate,
rendendone
obbligatoria
la
presentazione;
la
citazione
pu
essere
negata
solo
per
le
testimonianze
vietate
dalla
legge
e
per
quelle
manifestamente
sovrabbondanti.
Lesame
delle
parti
ammesso
anche
senza
preavviso,
mentre
ci
non
vale
per
lesame
dellimputato
in
un
procedimento
connesso
o
collegato.
Identica
disciplina
dovrebbe
poi
applicarsi
allesame
dellimputato
nello
stesso
procedimento,
chiamato
a
rendere
dichiarazioni
nei
confronti
di
altre
persone
senza
assumere
la
veste
di
testimone:
in
tali
ipotesi,
dunque,
anche
limputato
andrebbe
incluso
nelle
leste.
Insieme
alle
liste
deve
essere
depositata,
a
norma
dellart.
468
comma
4-bis,
la
richiesta
di
acquisizione
dei
verbali
di
prova
provenienti
da
altri
procedimenti,
per
dar
modo
alla
parte
nei
cui
confronti
il
verbale
pu
essere
utilizzato
di
essere
preavvisata.
Tuttavia,
scopo
principale
della
norma
quello
di
rimandare
leventuale
citazione
delle
persone
delle
cui
dichiarazioni
si
tratta,
anche
se
indicate
nelle
liste,
al
momento
dellammissione
della
prova:
lammissione
della
prova
orale
deve
seguire
lacquisizione
del
documento.
La
ratio
tale
disciplina
quella
di
evitare
la
c.d.
usura
dei
testimoni,
cio
la
loro
eccessiva
esposizione
agli
inconvenienti
e
ai
rischi
di
una
ripetuta
presentazione
nelle
aule
di
giustizia.
Consente
di
deroghe
a
tutte
queste
regole
sul
deposito
delle
liste
testimoniali
lesercizio
del
diritto
alla
prova
contraria,
in
base
al
quale
ciascuna
parte
pu
ottenere
la
citazione
e
lammissione
di
testimoni,
periti
e
consulenti
sulle
circostanze
introdotte
dalla
controparte
anche
senza
averli
precedentemente
indicati
nelle
liste.
invece
disposta
dufficio
dal
presidente
la
citazione
del
perito
nominato
nellincidente
probatorio.
Dunque,
in
dibattimento,
il
perito
dovr
essere
esaminato
oralmente
prima
delleventuale
lettura
della
sua
relazione.
7. PUBBLICITA
E
DISCIPLINA
DELLUDIENZA
DIBATTIMENTALE.
SOSPENSIONE
E
RINVIO
Il
potere
ordinatorio,
nelludienza
dibattimentale,
ripartito
tra
il
presidente
e
lintero
collegio.
La
disciplina
delludienza
e
la
direzione
del
dibattimento
spettano
al
presidente,
che
pu
avvalersi
della
forza
pubblica.
Quando
la
legge
non
prevede
una
forma
determinata,
i
provvedimenti
sono
dati
oralmente,
senza
formalit
e
senza
motivazione.
La
discrezionalit
del
presidente
vincolata
quando
si
tratta
di
disciplinare
laccesso
allaula,
che
risulta
essere
negato
ai
minori
di
18
anni,
alle
persone
sottoposte
a
misure
di
prevenzione,
alle
persone
in
stato
di
ubriachezza,
intossicazione
o
squilibrio
mentale
e
a
quelle
armate;
inoltre,
imposta
lespulsione
di
coloro
che
turbano
il
regolare
svolgimento
delludienza.
Per
la
decisione
di
procedere
a
porte
chiuse
invece
competente
il
collegio,
che
decide
con
ordinanza
revocabile,
sentite
le
parti.
Tra
i
casi
in
cui
si
pu
procedere
a
porte
chiuse,
particolare
attenzione
stata
posta
sulla
tutela
della
riservatezza
delle
parti
private
e
dei
testimoni,
limitatamente
allassunzione
si
specifici
mezzi
di
prova,
nonch
alla
tutela
dei
minori.
Sono
inoltre
enunciati
i
parametri
del
buon
costume
e
del
segreto
nellinteresse
dello
Stato.
Vi
poi
lesigenza
di
salvaguardare
la
sicurezza
di
testimoni
o
imputati,
anche
se
in
questi
casi
non
devessere
necessariamente
esclusa
la
pubblicit
mediata,
cio
la
presenza
della
stampa.
poi
doveroso
procedere
a
porte
chiuse
alla
ricognizione
delle
persone
che
abbiano
cambiato
le
generalit
a
scopo
di
protezione.
Infine,
ma
solo
se
la
persona
offesa
lo
richiede,
il
dibattimento
si
svolge
in
tutto
o
in
parte
a
porte
chiuse
quando
si
procede
per
i
delitti
di
pedofilia,
di
violenza
sessuale
e
per
i
delitti
concernenti
la
tratta
della
persone.
Se
la
persona
offesa
minorenne,
per
gli
stessi
delitti
si
procede
sempre
a
porte
chiuse.
Al
presidente
spetta
il
potere
di
ammonire
limputato
che
si
comporti
in
modo
da
impedire
il
regolare
svolgimento
delludienza,
e
di
allontanarlo
qualora
persista.
Lallontanamento
disposto
con
ordinanza
ma
pu
essere
revocato
in
ogni
momento.
Se
limputato,
riammesso
in
aula,
devessere
di
nuovo
allontanato,
potrebbe
essere
adottata
lespulsione
definitiva
da
parte
del
collegio.
Il
giudice,
con
ordinanza,
pu
autorizzare,
in
tutto
o
in
parte,
la
ripresa
fotografica,
fonografica
o
audiovisiva,
ovvero
la
trasmissione
radiofonica
o
televisiva.
Tuttavia,
il
giudice
pu
consentire
la
ripresa,
ma
negare
la
trasmissione
in
diretta,
la
quale
tuttavia
pu
comunque
andare
in
onda
in
differita
non
appena
chiusa
ludienza
dibattimentale.
La
regola
base
che
laccesso
dei
mezzi
audiovisivi
ha
bisogno
del
consenso
delle
parti
in
vista
della
protezione
dei
diritti
della
personalit
di
esse,
e,
inoltre,
tale
accesso
non
deve
pregiudicare
il
sereno
e
regolare
svolgimento
delludienza
o
la
decisione.
Il
consenso
delle
parti,invece,
non
necessario
quando
sussiste
un
interesse
sociale
particolarmente
rilevante
alla
conoscenza
del
dibattimento.
Al
fine
di
tutelare
il
diritto
allimmagine,
il
presidente
pu
interdire
la
ripresa
delle
immagini
di
parti,
testimoni,
periti,
consulenti
tecnici,
interpreti
e
di
ogni
altro
soggetto
che
deve
essere
presente,
se
i
medesimi
non
vi
consentono
o
la
legge
lo
vieta.
Tale
garanzia
non
si
estende
al
pubblico,
il
quale
presente
volontariamente
in
aula.
Quando
non
possibile
esaurire
il
dibattimento
in
una
sola
udienza,
il
presidente
ne
dispone
la
prosecuzione
nel
giorno
seguente,
anche
se
ci
molto
improbabile.
perci
prevista
la
possibilit
di
sospendere
il
dibattimento,
per
ragioni
di
assoluta
necessit,
ma
per
un
massimo
di
10
gg.
Tuttavia
anche
questo
termine,
meramente
ordinatorio,
pu
raramente
essere
rispettato.
Fra
le
ipotesi
di
sospensione
del
dibattimento
previste
specificamente
dalla
legge
vi
quella
prevista
per
la
soluzione
di
una
questione
pregiudiziale
da
parte
del
giudice
civile
o
amministrativo,
sospensione
che
a
tempo
indeterminato
ma
che
pu
essere
revocata
se
il
giudizio
civile
o
amministrativo
non
si
concluso
nel
termine
di
un
anno.
Uninedita
disciplina
volta
ad
agevolare
il
differimento
di
determinati
processi,
diversi
da
quello
alla
cui
trattazione
assicurata
priorit
assoluta,
prevista
dallart.
2-ter
del
d.l.
n.
92/2008.
Esso
prevede
che
i
dirigenti
degli
uffici
giudicanti
possono
individuare
i
criteri
e
le
modalit
di
rinvio
della
trattazione
dei
processi
per
reati
commessi
fino
al
2
maggio
2006,
per
i
quali
ricorrono
le
condizioni
per
lapplicazione
dellindulto.
Il
rinvio
non
pu
avere
una
durata
superiore
ai
18
mesi
(durante
i
quali
rimarr
sospeso
il
termine
di
prescrizione
del
reato),
e
non
pu
essere
disposto
qualora
limputato
vi
si
opponga,
ovvero
quando
gi
stato
dichiarato
chiuso
il
dibattimento.
Per
quanto
riguarda
in
tal
caso
la
parte
civile,
essa
pu
trasferire
lazione
di
danni
in
sede
civile.
8. PARTECIPAZIONE
AL
DIBATTIMENTO
ED
ESAME
A
DISTANZA
Con
la
partecipazione
al
procedimento
penale
a
distanza
dellimputato
detenuto
si
voluto
ridurre
i
rischi
connessi
ai
frequenti
spostamenti
dei
detenuti,
nonch
i
tempi
del
dibattimento,
evitando
il
c.d.
turismo
giudiziario
di
chi
risulta
imputato
in
numerosi
procedimenti
pendenti
in
sedi
diverse;
con
lesame
a
distanza
delle
persone
che
collaborano
con
la
giustizia,
invece,
si
intende
garantire
la
sicurezza
del
dichiarante
che
pu
rendere
lesame
da
un
luogo
protetto
e
segreto.
In
entrambi
i
casi,
la
presenza
al
dibattimento
sostituita
da
un
collegamento
audiovisivo
che
assicuri
la
contestuale
visibilit
delle
persone
che
si
trovano
nel
luogo
collegato
con
laula
di
udienza.
Nel
caso
di
partecipazione
a
distanza
dellimputato,
deve
essere
assicurata
anche
leffettiva
e
reciproca
visibilit
delle
persone
presenti
in
entrambi
i
luoghi,
e
la
possibilit
di
udire
quanto
viene
detto,
secondo
la
tecnica
delle
videoconferenze.
La
partecipazione
a
distanza
dellimputato
detenuto
disposta
dal
presidente,
nella
fase
pre-
dibattimentale,
o
dal
collegio,
nel
corso
del
dibattimento,
quando
si
procede
per
un
delitto
di
stampo
mafioso
o
avente
finalit
di
terrorismo,
e
qualora
sussistano
gravi
ragioni
di
sicurezza
o
di
ordine
pubblico,
ovvero
sia
necessario
evitare
ritardi
nello
svolgimento
del
dibattimento.
Indipendentemente
dal
reato
per
cui
si
procede,
invece,
disposta
la
partecipazione
a
distanza
nel
caso
che
il
detenuto
sia
sottoposto
alla
misura
del
carcere
duro.
La
comparizione
personale
sempre
disposta
quando
indispensabile
la
presenza
dellimputato
per
procedere
a
confronto
o
a
ricognizione
o
ad
altro
atto
che
implichi
losservazione
della
sua
persona.
Nel
luogo
dove
si
trova
limputato
deve
essere
presente
un
ausiliario
del
giudice
(oppure
un
ufficiale
di
polizia
che
non
abbia
svolto
funzioni
investigative
o
di
protezione
nei
suoi
confronti),
che
attesti
la
sua
identit
e
la
regolarit
della
procedura.
Inoltre
sempre
ammessa
la
presenza
del
difensore
o
di
un
suo
sostituto,
mentre
il
difensore
che
si
trova
nellaula
di
udienza
e
limputato
devono
potersi
consultare
riservatamente.
Lesame
a
distanza
riguarda,
anzitutto,
le
persone
ammesse
a
programmi
di
protezione,
anche
di
tipo
urgente
o
provvisorio,
nei
confronti
delle
quali
il
presidente
o
il
collegio
pu
adottare
le
cautele
necessarie
alla
loro
tutela,
ovvero,
sentite
le
parti,
lesame
mediante
collegamento
audiovisivo,
al
quale
si
applicano
in
buona
parte
le
regole
previste
per
la
partecipazione
a
distanza.
Lesame
a
distanza
invece
doveroso,
salvo
che
il
giudice
ritenga
assolutamente
necessaria
la
presenza
del
dichiarante,
per
le
persone
ammesse
a
programmi
di
protezione
chiamate
a
deporre
in
un
processo
riguardante
un
delitto
di
stampo
mafioso
o
terroristico;
per
le
persone
che
abbiano
cambiato
le
generalit;
per
le
persone
indicate
nellart.
210,
sempre
che
si
tratti
di
delitti
di
stampo
mafioso
o
aventi
finalit
di
terrorismo.
Nel
caso
in
cui
bisogna
assumere
la
deposizione
di
un
testimone
o
di
un
perito
che
si
trova
allestero,
la
loro
partecipazione
alludienza
assicurata
tramite
collegamento
audiovisivo,
secondo
le
modalit
ed
i
presupposti
previsti
dagli
accordi
internazionali.
9. VERBALI
DI
UDIENZA
Il
verbale
del
dibattimento
svolge
la
funzione
di
promemoria
a
conforto
del
giudice
che
deve
decidere,
da
accludere
al
fascicolo
per
il
dibattimento,
ai
fini
della
consultazione
in
camera
di
consiglio.
Poich
i
verbali
delle
indagini
preliminari
non
entrano
automaticamente
a
far
parte
del
materiale
valutabile,
come
supporto
delle
risultanze
dibattimentali,
indispensabile
che
queste
ultime
siano
riprodotte
con
la
massima
fedelt
e
completezza.
Nel
verbale
di
assunzione
dei
mezzi
di
prova
le
domande
e
le
risposte
devono
essere
riprodotte
integralmente
in
forma
diretta,
infatti,
nellesame
diretto,
le
domande
contano
quanto
le
risposte,
perch
il
vero
significato
di
queste
ultime
pu
essere
compreso
solo
se
si
conosce
come
sono
state
sollecitate,
come
si
collocano
del
dialogo
complessivo.
Come
mezzo
ordinario
di
documentazione
degli
atti
processuali
prevista
la
stenotipia,
e
solo
in
subordine
la
scrittura
manuale,
ma
in
questultimo
caso,
se
il
verbale
viene
redatto
in
forma
riassuntiva,
deve
essere
effettuata,
di
regola,
la
riproduzione
fonografica.
La
verbalizzazione
in
forma
riassuntiva
consentita
solo
quando
gli
atti
hanno
contenuto
semplice
o
limitata
rilevanza,
ovvero
quando
si
verifica
una
contingente
indisponibilit
degli
strumenti
di
riproduzione.
Nella
prassi,
la
stenotipia
sempre
accompagnata
dalla
verbalizzazione
sommaria
con
registrazione
fonografica,
che
ha
lo
scopo
di
servire
da
riscontro
alla
traduzione
in
chiaro
del
testo
effettuata
successivamente
dagli
stenotipisti.
In
alcuni
casi
si
procede
alla
videoregistrazione
automatica
integrale,
che
consente
una
rappresentazione
pi
completa
di
quanto
avvenuto
in
udienza.
Le
parti
hanno
poteri
di
controllo
sulla
correttezza
della
documentazione,
e
a
tal
fine
possono
chiedere
che
sia
data
lettura
di
singoli
brani
e
proporre
domande
di
rettificazione
o
cancellazione,
sulle
quali
il
presidente
decide
con
ordinanza.
Allo
stesso
modo,
il
presidente
decide
sulle
dichiarazioni
che
le
parti
intendono
far
inserire
nel
verbale.
Infine,
sono
allegate
al
verbale
le
memorie
scritte
presentate
a
sostegno
delle
richieste
e
delle
conclusioni
delle
parti.
10. COSTITUZIONE
DELLE
PARTI
E
CONTUMACIA
Prima
di
dare
inizio
al
dibattimento,
il
presidente
controlla
la
regola
costituzione
delle
parti.
Per
limputato,
essere
presente
al
dibattimento
fondamentale,
dal
momento
che
essenzialmente
in
questa
fase
ha
luogo
la
formazione
della
prova;
la
sua
presenza
,
inoltre,
pu
essere
indispensabile
per
lassunzione
di
determinate
prova
(ad
es.
la
ricognizione),
per
cui
in
questi
casi
pu
essere
disposto
il
suo
accompagnamento
coattivo.
Tale
provvedimento
non
invece
ammesso
per
procedere
allesame,
dal
momento
che
questo
non
pu
avere
luogo
senza
il
consenso
dellimputato,
salvo
si
tratti
di
esame
concernente
la
responsabilit
di
altri,
al
quale
limputato
non
pu
sottrarsi.
Il
regime
della
contumacia
imperniato
sul
dovere
del
giudice
di
controllare
lefficacia
della
citazione
a
giudizio
e
su
una
rigorosa
verifica
dei
presupposti
dellordinanza
contumaciale.
Il
giudice
dispone
la
rinnovazione
della
citazione,
anche
dufficio,
quando
provato
o
appare
probabile
che
limputato
non
ne
abbia
avuto
effettiva
conoscenza.
Se
non
risulta
che
sia
mancata
la
conoscenza
della
citazione,
ma
limputato
non
si
presentato
alludienza,
occorre
accertare
la
causa
dellassenza.
Quando
essa
dovuta
a
caso
fortuito,
forza
maggiore
o
altro
legittimo
impedimento,
il
giudice,
anche
dufficio,
dispone
che
sia
rinnovata
la
citazione.
In
maniera
analoga
disciplinato
limpedimento
a
comparire
del
difensore.
La
contumacia
dellimputato
sar
dichiarata
quando
tutti
questi
accertamenti
avranno
fatto
ritenere
improbabile
che
lassenza
sia
involontaria,
sempre
che
egli
non
abbia
chiesto
o
consentito
che
il
dibattimento
avvenga
senza
di
lui.
Lordinanza
di
contumacia
va
pronunciata
dopo
aver
sentito
le
parti,
ed
nulla
se
al
momento
della
pronuncia
vi
la
prova
della
mancata
conoscenza
della
citazione,
o
la
prova
dellimpossibilit
a
comparire.
Se
tale
prova
perviene
successivamente,
lordinanza
revocata
e
il
dibattimento
rinviato,
ma
gli
atti
compiuti
restano
validi,
salvo
che
limputato
non
dimostri
che
il
ritardo
nellacquisizione
della
prova
non
dipeso
da
sua
colpa,
nel
qual
caso
vengono
assunti
o
rinnovati
gli
atti
rilevanti
ai
fini
della
decisione.
Dichiarata
la
contumacia,
si
procede
senza
limputato,
che
rappresentato
dal
difensore,
ma
al
primo
vanno
comunque
notificati
lavviso
di
deposito
della
sentenza
e
lestratto
della
stessa,
per
consentirgli
di
esercitare
la
facolt
di
impugnazione.
Se
il
contumace
compare
prima
della
decisione,
pu
rendere
dichiarazioni
spontanee
e
chiedere
di
essere
sottoposto
ad
esame.
Altra
cosa
invece
lassenza,
che
si
verifica
quando
limputato
manifesta
espressamente
la
volont
di
non
assistere
al
dibattimento,
ovvero,
dopo
essere
comparso,
si
allontana
dallaula
delludienza.
Allimputato
assente
non
si
applicano
le
garanzie
previste
per
il
contumace,
e
la
legge
lo
considera
presente.
11. QUESTIONI
PRELIMINARI,
ESPOSIZIONE
INTRODUTTIVA
E
RICHIESTE
DI
PROVA
Le
questioni
preliminari,
che
coinvolgono
la
regolare
instaurazione
del
dibattimento
o
la
sua
organizzazione,
devono
essere
proposte
subito
dopo
la
costituzione
delle
parti:
a. Un
primo
gruppo
di
questioni
riguarda
la
competenza
per
territorio
o
per
connessione;
le
nullit
relative
degli
atti
delle
fasi
anteriori
non
ancora
sanate,
oppure
eccepite
nelludienza
preliminare
e
non
dichiarate
dal
giudice;
la
costituzione
e
lintervento
delle
parti
private
diverse
dallimputato,
nonch
degli
enti
rappresentativi
degli
interessi
lesi
dal
reato.
Nel
medesimo
termine
deve
essere
rilevata
o
eccepita
linosservanza
delle
disposizioni
sulla
composizione
monocratica
o
collegiale
del
tribunale
quando
non
si
sia
tenuta
ludienza
preliminare
o,
in
quella
sede,
leccezione
sia
stata
respinta;
nonch
lomissione
delludienza
preliminare,
nel
procedimento
innanzi
al
giudice
monocratico,
per
un
reato
che
la
preveda;
b. Un
secondo
gruppo
riguarda
il
contenuto
del
fascicolo
del
dibattimento
e
la
riunione
o
la
separazione
dei
giudizi:
tali
questioni
possono
essere
proposte
anche
successivamente,
se
la
possibilit
di
proporle
sorge
soltanto
nel
corso
del
dibattimento.
La
discussione
di
tali
questioni
sintetica,
e
il
giudice
decide
immediatamente
con
ordinanza.
Momento
fondamentale
del
dibattimento
lesposizione
introduttiva,
in
quanto
il
giudice
non
conosce
nulla
delle
indagini
preliminari,
ad
eccezione
dellimputazione
e
di
quel
numero
limitato
di
atti
contenuti
nel
fascicolo
del
dibattimento.
Prima
il
PM,
poi,
nellordine,
i
difensori
delle
parti
private
e
dellimputato,
indicano
i
fatti
che
intendono
provare
e
le
prove
di
cui
chiedono
lammissione.
Lesposizione
pu
poi
essere
accompagnata
da
memorie
scritte,
che
hanno
una
funzione
argomentativa
o
esplicativa.
Lammissione
delle
prove
ha
luogo
al
termine
dellesposizione
introduttiva,
con
ordinanza
del
giudice,
in
seguito
alle
richieste
formulate
dalle
parti,
e
solo
eccezionalmente
dufficio;
il
giudice
deve
provvedere
sulla
richiesta
immediatamente
ed
espressamente,
e
i
provvedimenti
sullammissione
della
prova
possono
essere
revocati
solo
in
contraddittorio.
Il
giudizio
di
ammissibilit
si
basa
su
criteri
determinati;
innanzitutto,
le
prove
possono
essere
escluse
solo
se
vietate
dalla
legge
o
manifestamente
superflue
o
irrilevanti.
Lesame
dei
testimoni
o
degli
imputati
indicati
nellart.
210,
i
quali
abbiano
reso
dichiarazioni
nellincidente
probatorio,
o
in
procedimenti
diversi
i
cui
verbali
siano
stati
acquisiti,
ammesso
solo
se
riguarda
fatti
o
circostanze
diversi
o
se
ritenuto
necessario
sulla
base
di
specifiche
esigenze.
Se
la
parte
dimostra
di
non
averle
potuto
indicare
tempestivamente,
possono
essere
ammesse
le
prove
non
incluse
nelle
liste
depositate
prima
del
dibattimento;
nuove
prove
possono
essere
assunte
anche
al
termine
dellistruzione
dibattimentale,
e
persino
dopo
linizio
della
discussione,
ma
lammissione
subordinata
allassoluta
necessit.
Le
parti
possono
anche
concordare
lacquisizione
al
fascicolo
per
il
dibattimento
di
contenuti
nel
fascicolo
del
PM,
come
pure
della
documentazione
delle
indagini
difensive.
Laccertamento
sullammissibilit
di
tali
atti
va
effettuato
dufficio
ad
opera
del
giudice
del
dibattimento
(o
del
gup,
qualora
linserzione
nel
fascicolo
sia
avvenuta
prima
del
dibattimento).
In
ogni
caso,
devono
essere
ammesse
le
prove
a
discarico
sui
fatti
costituenti
oggetto
delle
prove
a
carico,
e
viceversa.
Lammissione
coincide
con
lacquisizione
quando
si
tratta
di
prove
reali,
fra
le
quali
un
ruolo
particolare
hanno
i
documenti,
che
le
parti
possono
esaminare
prima
del
provvedimento
del
giudice
sulla
domanda
di
ammissione;
dopo
di
ci,
se
non
vengono
esclusi,
restano
acquisiti
al
processo
e
vanno
inseriti
nel
fascicolo
per
il
dibattimento.
Fra
laltro,
se
ne
deduce
che
i
documenti
cos
ammessi
non
sono
assoggettati
al
regime
delle
letture,
il
quale
invece
si
applica,
oltre
che
atti
contenuti
nel
fascicolo
del
dibattimento,
anche
ai
verbali
di
prove
di
altri
procedimenti.
12. IL
FASCICOLO
PER
IL
DIBATTIMENTO:
LETTURA-ACQUISIZIONE
DEI
VERBALI
Il
fascicolo
per
il
dibattimento
viene
formato
in
contraddittorio
dal
gup,
salvo
eccezioni
(in
caso
di
giudizio
direttissimo,
ad
es.,
il
compito
spetta
al
PM).
Degli
atti
appartenenti
alle
indagini
preliminari,
contiene
solamente
quelli
relativi
alla
procedibilit
e
allesercizio
dellazione
civile,
i
verbali
degli
atti
non
ripetibili
compiuti
dalla
polizia
e
dal
PM,
i
verbali
degli
atti
assunti
nellincidente
probatorio,
il
certificato
penale
e
i
documenti
relativi
al
giudizio
sulla
personalit,
le
cose
pertinenti
al
reato
e,
infine,
vanno
menzionati
i
documenti
acquisiti
e
i
verbali
degli
atti
assunti
allestero
mediante
rogatoria
internazionale.
Tutti
gli
altri
atti
sono
dirottati
nel
fascicolo
del
PM,
ma
gi
in
questa
fase
le
parti
possono
concordare
lacquisizione
degli
stessi
al
fascicolo
per
il
dibattimento.
Infine,
nel
fascicolo
dibattimentale
sono
inseriti
i
verbali
delle
prove
urgenti
assunte
dal
presidente
del
tribunale
o
della
corte
dassise
nella
fase
degli
atti
preliminari.
I
documenti
diversi
da
quelli
acquisiti
mediante
rogatoria
internazionale
e
dal
certificato
generale
del
casellario
giudiziario
vanno
sottoposti
al
giudizio
di
ammissibilit
che
si
colloca
al
termine
dellesposizione
introduttiva.
Inoltre,
nel
fascicolo
dibattimentale
vi
confluiranno
anche
i
verbali
degli
atti
compiuti
dal
giudice
astenutosi
o
ricusato,
che
a
seguito
dellaccoglimento
della
relativa
istanza
conserveranno
efficacia.
Gli
atti
contenuti
nel
fascicolo
per
il
dibattimento
non
possono
essere
utilizzati
ai
fini
della
decisione
fino
a
quando
non
verranno
acquisiti
mediante
lettura,
la
quale
pu
essere
disposta
dufficio
o
su
richiesta
di
parte.
Gli
atti,
anzich
essere
effettivamente
letti,
possono
essere
anche
semplicemente
indicati
dal
giudice,
salvo
alcune
eccezioni:
se
c
richiesta
di
parte,
infatti,
devono
in
ogni
caso
essere
letti
i
verbali
di
dichiarazioni,
mentre
per
gli
altri
atti
la
lettura
viene
disposta
solo
quando
c
accordo
sul
loro
contenuto.
La
lettura
delle
dichiarazioni
non
pu
precedere
lesame
della
persona
che
le
ha
rese
(salvo
che
lesame
non
abbia
luogo),
e
lo
stesso
vale
per
la
relazione
peritale.
Il
testimone
potrebbe
anche
non
ricordare
o
limputato
rifiutarsi
di
rispondere,
ma
in
tal
caso
la
lettura
avr
luogo
comunque
dopo
lesame
orale.
La
lettura
delle
dichiarazioni
di
querela
o
di
istanza
vale
solo
ad
accertare
la
condizione
di
procedibilit.
13. IL
FASCICOLO
DEL
PM
E
LE
CONTESTAZIONI
Nel
fascicolo
del
PM
vengono
raccolti
gli
atti
delle
indagini
preliminari
non
inseriti
nel
fascicolo
per
il
dibattimento.
Tale
fascicolo
noto
alle
parti
ma
non
al
giudice
del
dibattimento,
poich
resta
depositato
nella
segreteria
del
PM,
con
facolt
per
i
difensori
di
prenderne
visione
e
di
estrarne
copia.
Anche
la
documentazione
dellattivit
integrativa
di
indagine
compiuta
dal
PM
e
dal
difensore
dopo
lemissione
del
decreto
che
dispone
il
giudizio
va
depositata
in
segreteria,
ma
pu
essere
inserita
nel
fascicolo
solo
in
quanto
da
essa
sia
conseguita
lammissione
di
prove
in
dibattimento.
Di
regola,
gli
atti
nel
fascicolo
del
PM
non
possono
essere
acquisiti
in
dibattimento,
ma
sono
utilizzabili
per
le
contestazioni:
se
una
parte
o
un
testimone
rendono
una
dichiarazione
che
si
discosta
da
quella
risultante
dalla
documentazione
redatta
nelle
fasi
precedenti,
il
PM
e
i
difensori
possono,
nel
corso
dellesame,
far
rilevare
il
contrasto
e
chiedere
spiegazioni,
eventualmente
dando
anche
lettura
dellatto.
In
ogni
caso
il
giudice,
per
assicurare
la
correttezza
delle
contestazioni,
pu
ordinare
lesibizione
del
verbale
nella
parte
in
cui
le
dichiarazioni
sono
state
utilizzate.
Con
la
contestazione
non
consentito
il
riferimento
ad
altri
atti,
o
a
dichiarazioni
di
persone
diverse,
contenuti
nel
fascicolo
del
PM,
ma
ci
non
esclude
che
nel
corso
dellesame
possono
essere
utilizzati
i
risultati
delle
prove
precedentemente
acquisite
nel
dibattimento,
anche
mediante
domande
dirette,
le
quali
per
non
costituiscono,
propriamente,
una
contestazione.
Per
la
contestazione
possono
essere
usate
solo
le
dichiarazioni
in
precedenza
rese
dalla
stessa
persona
che
depone,
ed
essa
pu
aver
luogo
solo
sui
fatti
e
sulle
circostanze
in
ordine
alle
quali
il
testimone
o
la
parte
abbia
gi
deposto.
Con
ci
si
vuole
evitare
che
la
lettura
possa
essere
strumentalizzata
per
suggerire
o
condizionare
la
risposte,
dandosi
sempre
la
precedenza
allescussione
orale.
Non
occorre
attendere
che
lesame
sia
concluso,
in
quanto
si
pu
immediatamente
sottoporre
a
contestazione
qualsiasi
affermazione,
anche
durante
lesame.
14. CONTESTAZIONI
NELLESAME
TESTIMONIALE
Normalmente,
la
lettura
degli
atti
a
scopo
di
contestazione,
eseguita
dalle
parti
e
non
disposta
dal
giudice,
non
corrisponde
allacquisizione
come
prova
degli
stessi,
diversamente
da
quanto
avviene
con
la
lettura
degli
atti
del
fascicolo
per
il
dibattimento,
ma
ha
esclusivamente
una
funzione
di
verifica
e
di
controllo
ai
fini
della
credibilit
del
teste
(art.
500.2).
Qualora
il
testimone,
dopo
aver
risposto
alle
domande
di
una
parte,
rifiuti
di
sottoporsi
allesame
di
unaltra,
non
pu
dirsi
che
sia
stata
acquisita
una
prova,
quindi
anche
le
dichiarazioni
che
fino
a
quel
momento
sono
state
rese
sono
inutilizzabili,
salvo
il
consenso
della
parte
che
non
ha
potuto
effettuare
il
controesame.
Quando,
invece,
la
sottrazione
allesame
o
al
controesame
deriva
da
impossibilit
sopravvenuta,
la
parziale
testimonianza
resa
fino
a
quel
momento
dovrebbe
restare
utilizzabile,
anche
se
il
contraddittorio
risulta
comunque
pregiudicato.
La
violenza,
la
minaccia
e
le
altre
interferenze
illecite
sulla
libert
morale
del
testimone
consentono
in
ogni
caso
di
acquisire
al
fascicolo
per
il
dibattimento
le
dichiarazioni
precedentemente
rese
dal
testimone;
tra
laltro,
al
fascicolo
per
il
dibattimento
va
allegato
lintero
verbale
dellatto
dindagine,
e
non
solo
la
dichiarazione
effettivamente
utilizzata.
Le
precedenti
dichiarazioni
del
testimone
contenute
nel
fascicolo
del
PM
possono
essere
acquisite
a
quello
dibattimentale
anche
su
accordo
delle
parti,
ma
ci
riguarda
solo
le
precedenti
dichiarazioni
del
testimone
e
non
gli
altri
atti.
Un
regime
particolare,
infine,
previsto
per
le
dichiarazioni
assunte
dal
gup,
le
quali
possono
essere
acquisite
solo
in
quanto
siano
state
utilizzate
per
le
contestazioni;
ma
lacquisizione
al
fascicolo
per
il
dibattimento
ne
consente
la
valutazione
a
fini
probatori
esclusivamente
nei
confronti
delle
parti
che
hanno
partecipato
alla
loro
assunzione.
15. I
LIMITI
DI
UTILIZZABILITA
DELLE
PRECEDENTI
DICHIARAZIONI
Lart.
500
non
stabilisce
esplicitamente
qual
il
valore
probatorio
delle
precedenti
dichiarazioni.
Si
ritiene
che
le
dichiarazioni
acquisite
al
fascicolo
dibattimentale
valgono
come
prova,
mentre
quelle
usate
per
le
contestazioni,
ma
non
acquisite,
possono
essere
valutate
solo
per
stabilire
la
credibilit
del
testimone.
Tale
impostazione
coerente
con
lart.
526,
che
subordina
lutilizzabilit
delle
prove
ai
fini
della
deliberazione
della
sentenza
alla
loro
legittima
acquisizione
nel
dibattimento
(e
luso
per
la
contestazione
non
equivale
ad
acquisizione).
Tale
ricostruzione
per
complicata
dallintroduzione,
nello
stesso
art.
526,
di
un
comma
1-bis,
il
quale
vieta
lutilizzazione
come
prova
della
colpevolezza
delle
dichiarazioni
di
chi
si
sempre
volontariamente
sottratto
allesame
dellimputato.
Si
ritiene,
che
lart.
526
comma
1-bis
funga
semplicemente
da
norma
di
chiusura:
quindi
tale
comma
rende
inutilizzabili
per
la
prova
della
colpevolezza
le
dichiarazioni
di
chi
si
voluto
sottrarre
al
contraddittorio,
anche
quando
le
stesse
potrebbero
essere
acquisite.
16. CONTESTAZIONI
E
LETTURE
NELLESAME
DELLE
PARTI
E
DELLIMPUTATO
IN
PROCEDIMENTO
SEPARATO
Lesame
delle
parti
private
che
ne
abbiano
fatto
richiesta
(art.
503)
si
svolge
nei
modi
previsti
per
lesame
dei
testimoni.
Il
PM
e
i
difensori,
per
contestare
in
tutto
o
in
parte
il
contenuto
della
deposizione,
possono
servirsi
delle
dichiarazioni
precedentemente
rese
dalla
parte
esaminata
e
contenute
nel
fascicolo
del
PM,
e
tale
facolt
pu
essere
esercitata
solo
se
sui
fatti
e
sulle
circostanze
da
contestare
la
parte
abbia
gi
deposto.
Luso
delle
dichiarazioni
contestate
consentita
solo
per
stabilire
la
credibilit
della
persona
esaminata.
A
norma
dellart.
503.5,
che
riguarda
esclusivamente
lesame
dellimputato,
sono
acquisite
al
fascicolo
dibattimentale
le
dichiarazioni
assunte
dal
PM,
o
dalla
polizia
su
delega
del
PM,
cui
il
difensore
aveva
diritto
di
assistere.
La
stessa
disposizione
si
applica
anche
alle
dichiarazioni
rese
al
giudice
nel
corso
del
procedimento
cautelare
o
in
sede
di
integrazione
probatoria
nelludienza
preliminare.
La
disciplina
dellesame
dellimputato
(art.
513)
risulta
un
po
pi
complessa:
a. Anzitutto,
lesame
dellimputato
su
fatto
proprio
facoltativo.
Limputato
pu
rifiutare
di
sottoporvisi
ovvero
restare
assente
o
contumace,
e
non
pu
essere
disposto
laccompagnamento
coattivo.
In
tal
caso,
pu
essere
data
lettura
del
verbale
delle
precedenti
dichiarazioni,
mentre
se
limputato
accetta
lesame
si
applica
la
disciplina
delle
contestazioni
di
cui
allart.
503.
Se
limputato,
nel
corso
dellesame,
rifiuta
di
rispondere
alle
singole
domande,
non
pu
essere
letto
il
verbale
delle
precedenti
dichiarazioni
n
possibile
la
contestazione:
del
silenzio
pu
solo
farsi
menzione
nel
verbale;
b. Limputato
che
abbia
precedentemente
reso,
nel
medesimo
procedimento,
dichiarazioni
concernenti
la
responsabilit
daltri
ha
lobbligo
di
sottoporsi
ad
esame
(e
pu
essere
accompagnato
coattivamente)
se
lesame
viene
richiesto
sul
fatto
altrui.
Qualora
lesame
non
venga
richiesto
su
fatto
altrui,
limputato
pu
rifiutarlo
o
restare
assente
o
contumace,
e
ci
permette
la
lettura
del
verbale
delle
dichiarazioni
rese
in
precedenza,
ma
queste
non
possono
essere
utilizzate
nei
confronti
di
altri
senza
il
loro
consenso.
In
deroga
a
questo
divieto,
stato
previsto
che
le
precedenti
dichiarazioni
possono
essere
utilizzate
senza
limiti
se
limputato
stato
sottoposto
ad
intimidazione
o
a
subordinazione
affinch
si
sottragga
allesame;
c. Limputato
in
un
procedimento
separato,
invece,
interviene
nel
processo
solo
per
essere
sentito
sulla
responsabilit
di
altri,
e
ha
sempre
lobbligo
di
presentarsi
al
giudice.
Per
consentire
lo
svolgimento
dellesame,
il
giudice,
oltre
allaccompagnamento
coattivo,
allesame
a
domicilio
e
alla
rogatorio
internazionale,
pu
utilizzare
qualunque
altro
modo
previsto
dalla
legge
con
le
garanzie
del
contraddittorio.
Se
invece
lesame
non
pu
avere
luogo,
la
lettura
delle
precedenti
dichiarazioni
permessa
solo
in
caso
di
impossibilit
sopravvenuta
e
imprevedibile.
Se
lesame
ha
luogo,
ma
la
persona
esaminata
esercita
la
facolt
di
non
rispondere,
pu
essere
disposta
la
lettura,
ma
solo
con
laccordo
delle
parti.
Anche
in
tal
caso,
prevista
lacquisizione
al
fascicolo
dibattimentale
delle
dichiarazioni
di
chi
risulti
essere
stato
sottoposto
a
violenza,
minaccia,
offerta
o
promessa
di
denaro
o
di
altra
utilit;
d. La
disciplina
fin
qui
descritta
non
si
applica
a
tutti
i
casi,
in
quanto
occorre
distinguere
a
seconda
che
si
tratti
di
coimputato
del
medesimo
reato,
ovvero
di
imputato
di
un
reato
connesso
o
semplicemente
collegato.
Nel
secondo
caso,
limputato
che
abbia
precedentemente
reso
dichiarazioni
concernenti
la
responsabilit
di
altri,
essendo
stato
debitamente
avvertito,
assumer
la
veste
formale
di
testimone
e
verr
esaminato
come
tale.
Tale
veste,
nel
medesimo
caso,
potr
essere
assunta
anche
dallimputato
che,
pur
non
avendo
reso
precedenti
dichiarazioni
sulla
responsabilit
di
altri,
accetti
in
dibattimento
di
rispondere
in
merito
alla
stessa.
Lo
stesso
soggetto
potr
essere
anche
esaminato
sia
in
qualit
di
imputato,
sul
fatto
proprio,
sia
in
qualit
di
testimone,
sul
fatto
altrui.
Invece,
nel
caso
del
coimputato,
ovvero
quando,
negli
altri
casi,
lincompatibilit
a
testimoniare
non
viene
meno,
il
dichiarante
mantiene
la
veste
di
imputato
anche
nellesame
su
fatto
altrui.
17. LE
ALTRE
LETTURE
CONSENTITE
E
LE
LETTURE
VIETATE
Vi
sono
anche
altre
ipotesi
di
lettura,
a
richiesta
di
parte,
con
successiva
allegazione
al
fascicolo,
subordinate
a
particolari
requisiti.
La
prima
riguarda
gli
atti
di
cui
sia
sopravvenuta
limpossibilit
di
ripetizione
in
dibattimento,
per
fatti
o
circostanze
imprevedibili
(art.
512);
dunque,
lammissibilit
della
lettura
dipende
da
una
valutazione
a
posteriori
delle
condizioni
esistenti
nel
momento
in
cui
latto
stato
compiuto.
Tale
previsione
concerne
non
solo
gli
atti
assunti
dal
PM
o
dal
gup,
ma
anche
quelli
assunti
dalla
polizia
e
dai
difensori
delle
parti
private.
Il
comma
1-bis
dello
stesso
art.
512
consente
la
lettura,
anche
dufficio,
del
verbale
di
distruzione
dei
documenti
formati
mediante
intercettazioni
illegali
o
raccolta
illegale
di
informazioni.
Con
ci,
si
vuol
surrogare
tale
verbale
ai
documenti
distrutti
(che
costituivano
corpo
del
reato),
affinch
le
informazioni
in
esso
riportate
siano
utilizzabili
come
prova,
anche
se
i
documenti
in
questione
non
possono
pi
essere
assoggettati
al
contraddittorio
dibattimentale.
Mediante
lettura
sono
acquisiti
anche
i
verbali
di
prove
di
altri
procedimenti,
ferma
restando
la
precedenza
dellesame
orale.
Bisogna
per
ricordare
che
lacquisizione
dei
verbali
di
dichiarazioni
alla
realizzazione
del
contradditorio
nel
procedimento
a
quo,
o
al
consenso
dellimputato.
consentita
anche
la
lettura
dei
verbali
di
dichiarazioni
rese
da
persona
residente
allestero,
che
sia
stata
citata
e
non
sia
comparsa,
ma
solo
nel
caso
in
cui
lesame
dibattimentale
sia
assolutamente
impossibile.
Lammissibilit
della
lettura
subordinata,
comunque,
alla
valutazione
degli
altri
elementi
di
prova
acquisiti.
Lart.
514
(relativo
alle
letture
vietate)
indica
fra
le
eccezioni
al
divieto
di
lettura
gli
artt.
511
(letture
consentite),
512,
513
e
512-bis.
Inoltre,
il
divieto
di
lettura
riguarda
ora
espressamente
anche
le
dichiarazioni
rese
dalle
persone
indicate
nellart.
210,
non
solo
quelle
dellimputato
e
dei
testimoni.
18. LESCUSSIONE
DELLA
PROVA
Nellescussione
delle
prove
in
dibattimento
un
ruolo
determinante
spetta
alle
parti.
Se
esse
non
si
accordano
diversamente,
sono
assunte
per
prime
quelle
indicate
dal
PM,
poi
quelle
indicate
dai
difensori
della
parte
civile,
del
responsabile
civile,
del
civilmente
obbligato,
dellimputato.
Lordine
interno
tra
le
prove
richieste
da
ciascuna
parte
lasciato
alla
discrezione
della
medesima.
Quindi,
la
difesa
giocher
le
sue
carte
solo
dopo
che
laccusa
abbia
esaurito
lescussione
delle
prove
a
carico.
La
distinzione
fondamentale
anche
ai
fini
dellesame
incrociato,
poich
consente
di
tenere
separato
lesame
diretto,
condotto
dalla
parte
che
ha
chiesto
la
citazione
dellinterrogato,
alla
quale
dunque
spetta
di
interrogarlo
per
prima,
dal
controesame,
condotto
dalle
altre
parti,
secondo
lordine
esposto,
al
termine
del
quale
chi
ha
chiesto
lesame
pu
proporre
altre
domande.
Si
ritiene,
inoltre,
che
a
queste
nuove
domande
possa
seguire
un
nuovo
controesame
(e
cos
via);
sono
inoltre
inutilizzabili
le
dichiarazioni
del
testimone
che
rifiuti
di
sottoporsi
allesame
o
al
controesame
di
una
delle
parti.
Lesame
deve
svolgersi
mediante
domande
su
fatti
specifici,
cio
a
domanda
e
risposta,
senza
consentire
al
testimone
di
raccontare
liberamente
la
sua
esperienza,
e
deve
avvenire
sui
fatti
che
costituiscono
oggetto
di
prova.
Spetta
al
presidente
assicurare
la
pertinenza
delle
domande,
e
a
tal
fine
lo
stesso
ha
il
potere
di
escluderle;
devessere
inoltre
garantita
la
genuinit
delle
risposte,
la
lealt
dellesame
e
la
correttezza
delle
contestazioni.
Il
presidente
pu
intervenire
direttamente,
anche
dufficio;
altrimenti,
sulle
opposizioni
formulate
dalle
parti
decide
immediatamente
e
senza
formalit.
Domande
espressamente
vietate
sono
anche
quelle
che
possono
nuocere
alla
sincerit
delle
risposte,
cio
alla
corrispondenza
tra
la
dichiarazione
e
i
fatti
percepiti.
Fra
le
domande
nocive
particolari
sono
quelle
suggestive
(cio
quelle
che
tendono
a
suggerire
le
risposte),
che
sono
vietate
nellesame
diretto
ma
non
nel
controesame.
Nel
controesame,
ma
potrebbe
avvenire
anche
nellesame
diretto,
si
far
uso
della
facolt
di
estendere
linterrogazione
alle
circostanze
il
cui
accertamento
necessario
per
valutare
la
credibilit
del
testimone.
Un
limite
invalicabile
comunque
rappresentato
dal
rispetto
della
persona,
la
cui
tutela
deve
essere
curata
dal
presidente.
Particolari
cautele
sono
prescritte
quando
il
testimone
un
minorenne:
in
tal
caso,
lesame
viene
condotto
di
regola
dal
presidente,
che
pu
avvalersi
dellausilio
di
un
familiare
del
minorenne
o
di
un
esperto
in
psicologia
infantile.
Anche
nel
caso
di
maggiorenne
infermo
di
ente
devessere
il
presidente
a
condurre
lesame,
quando
constati
che
lesame
diretto
e
il
controesame
ad
opera
delle
parti
pu
nuocere
alla
tutela
della
personalit
del
testimone.
In
ogni
caso,
su
richiesta
di
parte
o
dufficio,
lesame
del
minore
di
16
anni
e
del
maggiorenne
infermo
di
mente
pu
svolgersi
con
modalit
particolari
o
in
u
luogo
diverso
dal
tribunale.
Inoltre,
quando
si
procede
per
i
delitti
di
pedofilia
e
di
violenza
sessuale
o
concernenti
la
tratta
delle
persone,
il
minore
vittima
del
reato
(e
linfermo
di
mente)
viene
esaminato,
su
richiesta
sua
e
del
difensore,
mediante
luso
di
un
vetro
specchio
con
impianto
citofonico.
Sempre
nei
procedimenti
per
i
delitti
di
cui
sopra,
sono
espressamente
vietate,
se
non
necessarie
alla
ricostruzione
del
fatto,
domande
sulla
vita
privata
o
sulla
sessualit
della
persona
offesa.
Dopo
lesame
dei
testimoni,
periti
e
consulenti
tecnici,
vengono
esaminate
le
parti
che
ne
abbiano
fatto
richiesta
o
che
vi
abbiano
consentito.
In
particolare,
limputato,
in
alternativa
allesame,
pu
limitarsi
a
rendere
dichiarazioni
spontanee,
che
gli
sono
consentite
in
ogni
stato
del
dibattimento.
Poteri
di
iniziativa
probatoria
sono
attribuiti
anche
al
giudice;
in
particolare,
il
presidente
pu:
a. Anzitutto
indicare
temi
di
prova
nuovi
o
pi
ampi,
sui
quali
spetta
comunque
alle
parti
condurre
lesame.
Tale
potere
verr
esercitato
solo
al
termine
dellistruzione
dibattimentale,
in
base
ai
risultati
delle
prove
assunte
o
a
seguito
delle
letture
disposte;
b. Rivolgere
domande
alle
persone
gi
esaminate,
salvo
il
diritto
delle
parti
di
concludere
lesame.
Anche
in
questo
caso
si
tratta
di
una
integrazione
dellattivit
delle
parti,
che
interviene
quando
queste
ultime
hanno
esaurito
le
loro
domande,
per
contribuire
alla
completezza
dellescussione,
anche
mediante
la
richiesta
di
precisazioni
o
chiarimenti.
Al
collegio,
in
via
eccezionale,
consentita
lacquisizione
dufficio
di
nuovi
mezzi
di
prova,
ma
solo
quando
ci
risulti
assolutamente
necessario.
Lassunzione
pu
anche
essere
richiesta
dalle
parti
(quando
emergano
mezzi
di
prova
di
cui
non
sia
stato
possibile
ottenere
lammissione
nei
tempi
stabiliti),
e
in
tal
caso
il
giudice
deve
provvedere
espressamente
sulla
domanda.
Dufficio
pu
anche
essere
disposta
lassunzione
di
mezzi
di
prova
relativi
agli
atti
acquisiti
al
fascicolo
per
il
dibattimento
su
accordo
delle
parti.
Se
la
prova
non
stata
richiesta
dalle
parti,
spetta
al
presidente
iniziare
lesame,
allo
scopo
di
verificare
se
la
prova
deve
essere
attribuita
allaccusa
o
alla
difesa,
e
di
stabilire,
conseguentemente,
a
chi
spetti
lesame
diretto
e
a
chi
il
controesame.
19. DIVIETI
DI
UTILIZZAZIONE
Le
prove
assunte
dal
giudice
in
violazione
dei
divieti
stabiliti
dalla
legge
non
possono
essere
utilizzate.
Si
tratta
di
una
regola
di
condotta
per
il
giudice
che,
se
non
osservata,
vizia
la
decisione,
in
quanto
le
prove
non
utilizzabili
non
possono
essere
considerate
nella
motivazione
della
sentenza
che,
in
caso
contrario,
sar
assoggettata
ad
annullamento
da
parte
della
Corte
di
cassazione.
Dunque,
per
la
decisione
il
giudice
potr
utilizzare,
oltre
alle
prove
escusse
nellistruzione
dibattimentale,
gli
atti
contenuti
nel
fascicolo
dibattimentale
che
siano
stati
effettivamente
acquisiti
mediante
lettura
o
indicazione,
nonch
i
verbali
delle
dichiarazioni
impiegate
per
le
contestazioni,
nei
casi
di
allegazione
al
fascicolo,
e
le
altre
letture
consentite
dalla
legge;
ed
ancora,
i
documenti
ammessi,
inclusi
i
verbali
di
prove
di
prove
di
altre
procedimenti
acquisiti,
le
sentenze
irrevocabili
acquisite
e
le
prove
reali
(corpo
del
reato
e
cose
pertinenti
al
reato).
20. MODIFICAZIONI
DELLACCUSA
Principio
fondamentale
inerente
alla
fase
del
giudizio
quello
della
correlazione
tra
accusa
e
sentenza,
secondo
il
quale
il
giudice
non
pu
pronunciarsi
su
un
fatto
che
non
sia
stato
preventivamente
portato
a
conoscenza
dellimputato
nei
modi
stabiliti
dalla
legge;
e
corrispondentemente
limputato
ha
diritto
di
essere
giudicato
solo
per
il
fatto
che
gli
stato
formalmente
addebitato.
Se
laccertamento
conclusivo
non
coincide
con
i
termini
dellaccusa
il
giudice
deve
esimersi
dal
decidere,
trasmettendo
gli
atti
al
PM
affinch
provveda
a
formulare
una
nuova
imputazione.
Tuttavia,
nel
corso
del
dibattimento,
il
PM
pu
modificare
e
integrare
laccusa
enunciata
nel
decreto
che
dispone
il
giudizio,
senza
impedire
la
prosecuzione
del
dibattimento.
Ci
per
a
condizione
che
il
fatto
storico
rimanga
sostanzialmente
lo
stesso,
o
comunque
che
la
contestazione
sia
inerente
ai
fatti
oggetto
di
giudizio.
La
modifica
della
contestazione
un
potere
esclusivo
del
PM
e
va
effettuata
personalmente
allimputato:
se
questi
contumace
o
assente,
deve
essergli
portata
a
conoscenza
mediante
la
notifica
per
estratto
del
verbale
del
dibattimento.
Ovviamente,
la
nuova
contestazione
non
pu
consentire
al
giudice
di
eccedere
dai
limiti
della
propria
competenza:
pertanto,
se
si
configura
un
reato
di
competenza
superiore,
va
pronunciata
sentenza
di
incompetenza,
con
trasmissione
degli
atti
al
PM
presso
il
giudice
competente.
Se
si
procede
davanti
al
giudice
monocratico
e
il
reato
risulta
attribuito,
in
seguito
alla
contestazione,
al
tribunale
in
composizione
collegiale,
il
difetto
di
composizione
devessere
rilevato
o
eccepito
immediatamente
ovvero,
nel
caso
che
la
contestazioni
comporti
la
sospensione
del
dibattimento,
allinizio
della
nuova
udienza.
Lo
stesso
vale
ove
in
luogo
di
un
reato
per
il
quale
non
doveva
essere
tenuta
ludienza
preliminare,
ne
risulti
uno
che
la
prevede.
In
entrambi
i
casi
va
disposta,
con
ordinanza,
la
restituzione
degli
atti
al
PM.
Analoga
disciplina
prevista
per
la
contestazione
suppletiva,
che
comporta
un
ampliamento
delloggetto
del
giudizio,
la
quale
limitata
ai
casi
in
cui
emerga
un
reato
connesso
con
quello
per
cui
si
procede
(perch
in
concorso
formale
o
in
rapporto
di
continuazione)
ovvero
emerga
una
circostanza
aggravante.
In
mancanza
della
contestazione
in
dibattimento,
qualora
per
i
reati
concorrenti
si
dovesse
pervenire
allemanazione
di
pi
sentenze
irrevocabili
di
condanna,
la
disciplina
del
concorso
formale
e
della
continuazione
sarebbe
applicabile
nella
fase
dellesecuzione;
ci
non
vale,
invece,
per
le
circostanze
aggravanti,
che
se
non
sono
state
contestate
non
possono
pi
essere
prese
in
considerazione.
Nel
caso
di
modifica
dellimputazione
o
di
contestazione
suppletiva,
limputato
potrebbe
avere
interesse
ad
ottenere
il
giudizio
abbreviato
o
il
patteggiamento;
tuttavia,
con
listruzione
dibattimentale
gi
in
corso,
il
potere
di
formulare
tali
richieste
venuto
meno.
Ci
non
comporta
una
ingiustificata
compressione
del
diritto
di
difesa,
in
quanto
la
possibilit
di
una
modifica
dellimputazione
in
dibattimento
rientra
tra
le
valutazioni
che
limputato
deve
compiere
ai
fini
della
scelta
del
rito.
Ciononostante,
quando
la
valutazione
stata
condizionata
dallerroneit
dellimputazione
o
dalla
sua
incompletezza,
addebitabile
al
PM
perch
il
fatto
risultava
gi
dagli
atti
dindagine
al
momento
dellesercizio
dellazione
penale,
ovvero
quando
limputato
ha
tempestivamente
formulato
una
richiesta
di
patteggiamento
ingiustamente
negato,
il
giudice
deve
pronunciarsi
sulleventuale
patteggiamento
che
limputato
abbia
avanzato
relativamente
alla
nuova
contestazione.
Inoltre,
limputato
pu
proporre
domanda
di
oblazione
per
il
reato
concorrente
o
per
il
fatto
diverso
risultante
dalla
modifica
dellimputazione,
poich
tale
facolt
non
pu
che
sorgere
nel
momento
stesso
in
cui
il
reato
viene
contestato.
La
disciplina
cambia
quando
dal
dibattimento
risulta
un
fatto
diverso,
per
il
quale
si
potrebbe
instaurare
un
procedimento
separato.
Tale
figura
diversa
da
quella
del
fatto
nuovo,
in
cui
la
modifica
di
alcune
connotazioni
del
fatto
non
ne
fa
venir
meno
lidentificazione
con
quello
per
cui
si
procede.
Il
fatto
nuovo
pu
essere
contestato
dal
PM
solo
con
il
consenso
dellimputato,
e
semprech
non
ne
derivi
pregiudizio
per
la
speditezza
dei
procedimenti.
Perci,
in
tal
caso,
la
contestazione
devessere
autorizzata
dal
presidente,
e
non
pu
comunque
essere
effettuata
se
limputato
non
presente.
Se
non
ha
luogo
la
contestazione,
si
procede
separatamente
nelle
forme
ordinarie.
Quando
avviene
una
contestazione
dibattimentale,
limputato
ha
diritto,
se
lo
richiede,
ad
un
termine
a
difesa
non
inferiore
a
quello
per
comparire
in
giudizio.
Dal
canto
suo,
la
persona
danneggiata
dal
reato
contestato
in
via
suppletiva
ha
diritto
di
costituirsi
parte
civile
in
apertura
della
nuova
udienza
successiva
a
tale
contestazione.
Le
prove
sono
sempre
ammissibili
secondo
le
regole
generali
e
il
potere
di
formulare
la
relativa
richiesta
spetta
a
tutte
le
parti.
La
violazione
delle
norme
sulle
nuove
contestazioni
causa
di
nullit
della
sentenza;
quando
la
condanna
sia
pronunciata
in
relazione
ad
un
fatto
nuovo,
ad
un
reato
concorrente
o
ad
una
circostanza
aggravante,
la
nullit
parziale,
cio
si
riferisce
solo
ai
fatti
o
alle
circostanze
non
regolarmente
contestate,
mentre
resta
valida
la
decisione
sullaccusa
principale.
il
giudice,
infine,
pu
dare
al
fatto
una
qualificazione
giuridica
diversa
da
quella
enunciata
nellimputazione.
21. DELIBERAZIONE
E
PUBBLICAZIONE
DELLA
SENTENZA
Alla
discussione
finale
le
parti
intervengono
nello
stesso
ordine
stabilito
per
lesposizione
introduttiva
e
per
lassunzione
delle
prove;
il
presidente
dirige
e
modera
la
discussione.
Dopo
la
chiusura
del
dibattimento
deliberata
la
sentenza,
e
a
tal
proposito
lart.
525
enuncia
i
principi
dellimmediatezza
della
deliberazione
e
dellimmutabilit
del
giudice.
Una
volta
conclusa
la
deliberazione,
di
regola
si
dovrebbe
procedere
subito
dopo
a
redigere
una
concisa
esposizione
dei
motivi
di
fatto
e
di
diritto
su
cui
la
sentenza
fondata,
in
modo
che
possano
essere
letti
o
esposti
riassuntivamente
in
udienza
assieme
al
dispositivo.
La
motivazione
contestuale,
inoltre,
dovrebbe
assicurare
la
massima
sinteticit.
La
redazione
immediata
dei
motivi
in
camera
di
consiglio
solo
facoltativa,
in
quanto
il
giudice,
qualora
non
sia
possibile,
pu
provvedere
alla
redazione
dei
motivi
non
oltre
il
15esimo
giorno
da
quello
della
pronuncia,
depositando
la
sentenza
in
cancelleria.
In
casi
di
particolare
complessit,
lo
stesso
giudice
pu
anche
indicare
un
termine
pi
lungo,
non
eccedente
i
90
gg.
Fra
i
requisiti
della
sentenza,
assumono
rilievo
lindicazione
delle
conclusioni
delle
parti,
nonch,
nella
motivazione,
lindicazione
delle
prove
poste
alla
base
della
decisione
e
lenunciazione
delle
ragioni
per
le
quali
il
giudice
ritiene
non
attendibili
le
prove
contrarie.
La
mancanza
della
motivazione,
oltre
alla
mancanza
o
incompletezza
del
dispositivo
e
alla
mancanza
della
sottoscrizione,
causa
di
nullit
della
sentenza,
e
comunque
costituisce
un
motivo
di
ricorso
per
cassazione.
22. CONTENUTO
DELLA
DECISIONE
Per
quanto
riguarda
la
sentenza
dibattimentale,
il
codice
disciplina
anzitutto
il
proscioglimento
nel
merito,
che
comporta
una
sentenza
di
assoluzione,
separatamente
dal
proscioglimento
per
improcedibilit
o
per
estinzione
del
reato,
che
comporta
una
sentenza
di
non
doversi
procedere.
Elenca
poi
le
formule
di
assoluzione
tradizionali,
delle
quali
richiesta
la
specificazione
nel
dispositivo.
Le
formule
il
fatto
non
sussiste
e
limputato
non
ha
commesso
il
fatto
configurano
lassoluzione
pi
ampia,
perci
la
sentenza
inappellabile
dallimputato,
non
essendo
possibile
un
esito
a
lui
pi
favorevole.
Invece,
si
assolve
perch
il
fatto
non
costituisce
reato
quando
il
fatto
stesso
sussiste
ed
stato
commesso
dallimputato,
ma
manca
uno
degli
elementi
della
fattispecie,
ovvero
risulta
presente
una
causa
di
giustificazione.
Solo
se
poi
accertato
un
fatto
costituente
reato
si
pu
assolvere
perch
il
reato
stato
commesso
da
persona
non
imputabile
o
non
punibile
per
unaltra
ragione.
Tra
le
formula
dassoluzione
vi
poi
quella
relativa
al
fatto
non
previsto
dalla
legge
come
reato,
stabilita
per
il
caso
in
cui
laccusa
non
corrisponda
ad
alcuna
fattispecie
legale.
Nel
caso
del
fatto
incerto,
prescritta
lassoluzione
qualora
la
prova
manchi,
sia
insufficiente
o
contraddittoria.
In
particolare,
la
contraddittoriet
va
riferita
allipotesi
in
cui
sussistano
prove
sufficienti
a
carico
dellimputato,
alle
quali
per
si
contrappongono
prove
a
discarico
di
uguale
valore,
senza
consentire
la
formulazione
di
un
giudizio
certo
in
nessuna
delle
due
direzioni.
Tale
impossibilit
di
giungere
ad
un
accertamento
della
colpevolezza
conduce
alla
pronuncia
di
una
formula
che
corrisponde
ad
un
accertamento
positivo
dellinnocenza.
Analoga
disciplina
prevista
per
il
dubbio
sullesistenza
di
una
condizione
di
procedibilit,
o
sullesistenza
di
una
causa
di
estinzione
del
reato.
Lestinzione
del
reato,
in
ogni
caso,
non
pu
essere
dichiarata
quando
risulta
evidente
una
causa
di
assoluzione
nel
merito,
pi
favorevole
per
limputato.
Lo
stesso
non
vale
per
limprocedibilit,
in
quanto
lazione
penale
non
doveva
essere
iniziata
o
proseguita,
e
quindi
al
giudice
preclusa
non
solo
la
condanna,
ma
anche
lassoluzione.
Affinch
possa
essere
pronunciata
sentenza
di
condanna,
limputato
deve
risultare
colpevole
del
reato
contestatogli
al
di
l
di
ogni
ragionevole
dubbio,
dove
per
ragionevole
dubbio
si
intende
un
alto
grado
di
probabilit
che
limputato
abbia
commesso
il
fatto.
Con
la
sentenza
di
condanna
il
giudice
decide
anche
sullazione
civile
esercitata
nel
processo
penale.
Quando
condanna
limputato
(e
leventuale
responsabile
civile)
al
risarcimento,
tenuto
a
provvedere
contestualmente
alla
liquidazione,
ma
se
le
prove
acquisite
non
lo
consentono
pu
pronunciare
condanna
generica.
Solo
in
questultima
ipotesi
gli
consentito
rimettere
le
parti
davanti
al
giudice
civile:
la
parte
civile
pu
allora
ottenere
la
condanna
al
pagamento
di
una
provvisionale,
che
per
legge
immediatamente
esecutiva.
La
condanna
alle
restituzioni
e
al
risarcimento
del
danno,
invece,
pu
essere
dichiarato
provvisoriamente
esecutiva,
a
richiesta
della
parte
civile,
quando
ricorrono
giustificati
motivi,
valutati
discrezionalmente.
Per
quanto
riguarda
le
forme
del
procedimento,
il
rito
pretorile
era
basato
sui
principi
generali
stabiliti
dalla
legge
delega
e
secondo
criteri
di
massima
semplificazione,
con
esclusione
delludienza
preliminare
e
con
possibilit
di
incidenti
probatori
solo
in
casi
eccezionali.
Lintento
di
semplificare
il
rito
venne
perseguito
principalmente
attraverso
la
scelta
di
potenziare
gli
sbocchi
diversi
dal
dibattimento,
senza
per
operare
unestensione
delle
ipotesi
applicative
dei
riti
differenziati,
bens
riconoscendo
al
PM
il
potere
di
emettere
il
decreto
di
citazione
a
giudizio
senza
alcuna
verifica
giurisdizionale.
Con
lapprovazione
delle
l.
n.
254/1997
si
delegato
il
Governo
a
ristrutturare
gli
uffici
giudiziari
di
primo
grado
secondo
il
modello
del
giudice
unico:
si
dunque
soppresso
sia
lufficio
della
procura
della
Repubblica
presso
la
pretura,
trasferendone
le
funzioni
alla
procura
della
Repubblica
presso
il
tribunale,
sia
lufficio
del
pretore,
trasferendone
le
competenze
al
tribunale.
Con
lapprovazione,
poi,
della
l.
n.
479/1999
si
assicurata
la
piena
operativit
delle
nuove
regole
sul
giudice
unico.
La
nuova
articolazione
del
rito
monocratico,
ricompresa
negli
artt.
549-559,
presenta
svariati
profili
di
autonomia
rispetto
alla
disciplina
precedente.
Si
anzitutto
segnalare
la
previsione
delludienza
preliminare
a
fronte
di
tutte
le
ipotesi
di
reato
che
non
possono
essere
oggetto
della
citazione
diretta
a
giudizio
da
parte
del
PM.
Quindi,
risultano
predisposti
2
moduli
processuali:
a. Il
primo
tendenzialmente
omogeneo
a
quello
ordinario
stabilito
per
il
tribunale
collegiale;
b. Il
secondo
che
si
connota
in
termini
di
specialit,
determinata
dallassenza
delludienza
preliminare
e
dalla
possibilit
per
PM
di
mandare
direttamente
limputato
a
giudizio
senza
alcuna
verifica
giurisdizionale.
2. LE
NORME
APPLICABILI
AL
PROCEDIMENTO
DAVANTI
AL
TRIBUNALE
MONOCRATICO
Nel
procedimento
davanti
al
tribunale
in
composizione
monocratica,
per
tutto
ci
che
non
previsto
nel
libro
VIII
o
in
altre
disposizioni,
si
applicano
le
norme
stabilite
nei
libri
che
precedono,
in
quanto
applicabili.
Dunque,
la
disciplina
del
procedimento
ordinario
potr
essere
richiamata
solo
se
ricorreranno
2
condizioni:
a. In
primo
luogo,
la
materia
non
deve
essere
regolata
negli
artt.
550-559
o
altrove;
b. In
secondo
luogo,
si
deve
verificare
la
compatibilit
della
disciplina
prescritta
per
il
giudizio
ordinario
con
la
struttura
del
procedimento
innanzi
al
giudice
monocratico.
3. LA
FASE
DELLE
INDAGINI
PRELIMINARI
Nessun
articolo
del
libro
VIII
si
occupa
direttamente
della
regolamentazione
delle
indagini
preliminari,
quindi
per
tale
fase
non
sono
riscontrabili
differenze
tra
i
procedimenti
attribuiti
al
tribunale
collegiale
e
quelli
attribuiti
al
tribunale
monocratico.
Nelloriginaria
ripartizione
della
materia
appariva
invece
un
titolo
II
concernente
la
disciplina
delle
indagini
preliminari,
che
presentava
notevoli
differenze
rispetto
a
quella
contenuta
nel
libro
V.
Innanzitutto,
lesigenza
di
ordinare
il
rito
pretorile
secondo
criteri
di
massima
semplificazione
comportava,
oltre
allesclusione
delludienza
preliminare,
anche
una
delimitazione
della
possibilit
di
ricorrere
allincidente
probatorio,
il
quale
poteva
essere
adottato
solo
in
casi
eccezionali.
Tale
eccezionalit
consisteva
nellindividuazione
di
unurgenza
nellassunzione
della
prova
che
non
si
esauriva
nella
semplice
non
rinviabilit
al
dibattimento,
dovendosi
prima
verificare
se
non
era
possibile
soddisfare
tale
situazione
mediante
limmediata
emissione
del
decreto
di
citazione
a
giudizio.
E
per
poter
decidere
sulla
compatibilit
di
una
simile
soluzione
con
lo
stato
delle
indagini,
il
giudice
era
legittimato
a
chiedere
in
visione
il
fascicolo
delle
indagini
preliminari.
Per
quanto
attiene
alla
durata
delle
indagini
preliminari,
esse
dovevano
essere
espletate
dal
PM
entro
4
mesi
dalla
data
in
cui
il
nome
della
persona
alla
quale
il
reato
attribuito
iscritto
nel
registro
delle
notizie
di
reato.
Inoltre,
potevano
aversi
solo
2
proroghe,
ciascuna
per
un
tempo
non
superiore
a
4
mesi,
ed
il
procedimento
sulle
richieste
di
proroga
si
svolgeva
comunque
senza
contraddittorio
orale.
Tuttavia,
la
realt
dei
fatti
aveva
dimostrato
come
fosse
vana
la
speranza
di
poter
assicurare
la
completezza
delle
indagini
in
tempi
pi
brevi
di
quelli
ipotizzati
per
i
procedimenti
innanzi
ai
giudici
collegiali.
Cos,
oggi
anche
davanti
al
tribunale
monocratico
si
deve
osservare
il
termine
ordinatorio
di
durata
delle
indagini,
fissato
in
6
mesi.
Quanto
alla
proroga,
nella
precedente
disciplina
compariva
un
rinvio
alla
disciplina
integrale
peraltro
non
integrale,
in
quanto
sulle
richieste
di
proroga
il
giudice
provvedeva
con
ordinanza
in
camera
di
consiglio
senza
intervento
del
PM
e
dei
difensori.
Il
mancato
riconoscimento
del
diritto
ad
un
contraddittorio
orale
in
capo
alle
parti
comportava
vari
dubbi
circa
la
sua
compatibilit
con
lart.
3
Cost.
Tuttavia,
la
Corte
di
cassazione
osserv
in
varie
occasione
che
era
sempre
comunque
ammesso
un
contraddittorio
cartolare
tra
le
parti,
alle
quali
la
richiesta
di
proroga
era
notificata
con
lavviso
della
facolt
di
presentare
memorie
entro
5
gg.
dalla
notificazione.
Tuttavia,
ad
oggi
trova
piena
applicazione
il
rinvio
alla
disciplina
ordinaria,
con
conseguente
termine
massimo
di
durata
delle
indagini
preliminari
stabilito
in
18
mesi,
elevabile
a
2
anni
se
le
indagini
riguardano
procedimenti
che
sono
connotati
dalla
particolare
complessit
delle
investigazioni,
dalla
necessit
del
compimento
di
atti
allestero
o
dallindispensabilit
del
collegamento
tra
pi
uffici
del
PM.
Diverse
erano
anche
le
modalit
secondo
le
quali
veniva
esercitato
il
sindacato
giurisdizionale
sulla
richiesta
di
archiviazione.
Originariamente,
se
il
giudice
riteneva
di
non
dover
accogliere
tale
richiesta,
poteva
solo
restituire
gli
atti
con
ordinanza
al
PM
affinch
questi
formulasse
entro
10
gg.
limputazione,
emettendo
decreto
di
citazione
a
giudizio.
Lopposizione
della
persona
offesa
era
espressamente
ammessa,
ma
era
finalizzata
ad
ottenere
esclusivamente
il
rigetto
della
richiesta
e
la
formulazione
coatta
dellimputazione
sulla
base
degli
elementi
di
prova
indicati
dalla
persona
offesa.
Nel
caso
in
cui
il
gip
avesse
rilevato
lesigenza
di
ulteriori
indagini,
per
contro,
doveva
essere
emesso
il
decreto
di
archiviazione
ed
informato
il
procuratore
generale,
il
quale,
a
sua
volta,
se
ne
avesse
ravvisati
i
presupposti,
avrebbe
poi
richiesto
la
riapertura
delle
indagini
con
conseguente
avocazione
delle
stesse.
4. LE
FORME
DI
ESERCIZIO
DELLAZIONE
PENALE
Una
volta
completata
la
fase
delle
indagini
preliminari,
il
PM,
qualora
abbia
escluso
di
dover
chiedere
larchiviazione,
dovr
decidere
in
quali
forme
esercitare
lazione
penale.
Occorre
qui
fare
una
distinzione
tra
i
procedimenti
per
i
quali
prevista
la
garanzia
delludienza
preliminare
e
quelli
per
i
quali,
invece,
il
PM
potr
esercitare
lazione
penale
con
la
citazione
diretta
a
giudizio.
Rispetto
ai
primi,
il
PM
esercita
lazione
penale
con
la
formulazione
dellimputazione
nei
casi
di
patteggiamento,
giudizio
direttissimo,
di
giudizio
immediato
e
di
procedimento
per
decreto,
nonch
con
la
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
Nel
caso,
invece,
di
citazione
diretta,
occorre
dare
avviso
allindagato
della
conclusione
delle
indagini
preliminari
e
della
possibilit
per
tale
soggetto
di
prendere
visione
della
documentazione
relativa
alle
indagini
espletate,
di
presentare
memorie,
di
produrre
documenti,
di
chiedere
il
compimento
di
ulteriori
atti
o
di
essere
interrogato.
Prima
di
emettere
il
decreto
di
citazione
a
giudizio,
il
PM
dovr
anche
effettuare
la
richiesta
al
presidente
del
tribunale
di
determinazione
della
data
delludienza
dibattimentale.
Fino
al
momento
in
cui
tale
data
non
inserita
nel
decreto,
questo
non
sar
completo
e,
conseguentemente,
non
potr
determinare
linterruzione
della
prescrizione.
A
tal
proposito,
le
Sezioni
unite
della
Corte
di
cassazione
hanno
precisato
che
leffetto
interruttivo
prodotto
non
dalla
notificazione
,
ma
dalla
semplice
emissione
del
decreto,
purch
questo,
completo
di
tutti
i
suoi
elementi
costitutivi,
sia
stato
sottoscritto
oltre
che
dal
PM,
anche
dallausiliario,
in
quanto
tale
sottoscrizione
assicura
autenticit
al
decreto
pure
con
riguardo
alla
data.
Non
sono
previsti
termini
acceleratori
per
lemissione
del
decreto,
salvo
che
si
proceda
per
taluni
dei
reati
di
lesione
personale
colposa
aggravata
commessi
con
violazione
delle
norme
sulla
disciplina
della
circolazione
stradale
o
di
quelle
per
la
prevenzione
degli
infortuni
sul
lavoro.
In
questi
casi,
il
PM
deve
emettere
il
decreto
di
citazione
a
giudizio
entro
30
gg.
dalla
chiusura
delle
indagini
preliminari,
fissando
anche
la
data
di
comparizione
non
oltre
90
gg.
dallemissione
del
decreto.
5. I
CASI
DI
CITAZIONE
DIRETTA
A
GIUDIZIO
A
norma
dellart.
550,
il
PM
esercita
lazione
penale
con
citazione
diretta
a
giudizio
quando
si
tratta
di
contravvenzioni,
ovvero
di
delitti
puniti
con
la
reclusione
non
superiore
a
4
anni,
o
con
la
multa,
sola
o
congiunta
alla
predetta
pena
detentiva.
La
citazione
diretta,
per,
riguarda
anche
una
serie
di
fattispecie
per
le
quali
invece
prevista
una
pena
edittale
pi
severa:
a. La
violenza
o
la
minaccia
ad
un
pubblico
ufficiale;
b. La
resistenza
ad
un
pubblico
ufficiale;
c. Loltraggio
ad
un
magistrato
in
udienza
aggravato;
d. La
violazione
di
sigilli
aggravata;
e. La
rissa
aggravata,
salvo
il
caso
in
cui
nella
rissa
taluno
sia
rimasto
ucciso
o
abbia
riportato
lesioni
gravi
o
gravissime;
f. Il
furto
aggravato;
g. La
ricettazione.
Ci
sono
poi
imputazioni
che
prima
erano
state
attribuite
al
tribunale
e
che
oggi
sono
state
assegnate
alla
cognizione
del
giudice
monocratico:
il
caso,
ad
es.,
del
delitto
di
diffamazione
commessa
a
mezzo
stampa,
laddove
non
vi
sia
lattribuzione
di
un
fatto
determinato.
Qualora
venga
fissata
unudienza
preliminare
per
un
reato
per
il
quale
si
doveva
procedere
con
citazione
diretta
a
giudizio,
il
gup
pronuncia,
dufficio
o
su
eccezione
di
parte,
ordinanza
di
trasmissione
degli
atti
al
PM
per
lemissione
del
decreto
di
citazione
a
giudizio.
Invece,
nel
caso
in
cui
venga
fissato
il
dibattimento
a
seguito
dellesercizio
dellazione
penale
con
citazione
diretta
per
un
reato
per
il
quel
invece
prevista
ludienza
preliminare,
il
giudice
del
dibattimento
dispone
con
ordinanza
la
trasmissione
degli
atti
al
PM,
affinch
questi
richieda
il
rinvio
a
giudizio,
sempre
che
la
relativa
eccezione
sia
stata
proposta
entro
il
termine
previsto
per
laccertamento
della
costituzione
delle
parti.
6. PROCEDIMENTI
CONNESSI
E
CITAZIONE
DIRETTA
A
GIUDIZIO
Nel
caso
di
procedimenti
connessi,
se
la
citazione
diretta
a
giudizio
ammessa
soltanto
per
alcuni
di
essi,
il
PM
deve
esercitare
lazione
penale
per
tutti
attraverso
la
presentazione
della
richiesta
di
rinvio
a
giudizio.
Se
alcuni
dei
procedimenti
connessi
appartengono
alla
cognizione
del
tribunale
in
composizione
collegiale
ed
altri
a
quella
del
tribunale
in
composizione
monocratica,
si
applicano
le
disposizioni
relativa
al
procedimento
davanti
al
giudice
collegiale,
al
quale
sono
attribuiti
tutti
i
procedimenti
connessi.
La
violazione
di
tale
regola
pu
essere
eccepita
dalla
parte
entro
il
termine
per
laccertamento
di
costituzione
delle
parti.
7. I
CONTENUTI
DEL
DECRETO
DI
CITAZIONE
A
GIUDIZIO
Il
decreto
di
citazione
a
giudizio
contiene:
a. Le
generalit
dellimputato
o
quantaltro
valga
ad
identificarlo,
nonch
le
generalit
delle
altre
parti
private,
con
lindicazione
dei
difensori;
b. Lindicazione
della
persona
offesa;
c. Lenunciazione
del
fatto,
delle
circostanze
aggravanti
e
di
quelle
che
possono
comportare
lapplicazione
di
misure
di
sicurezza,
con
lindicazione
dei
relativi
artt.
di
legge;
d. Lindicazione
del
giudice
competente
per
il
giudizio
nonch
del
giorno,
del
luogo
e
dellora
della
comparizione,
con
lavvertimento
allimputato
che
non
comparendo
sar
giudicato
in
contumacia;
e. Lavviso
che
limputato
ha
la
facolt
di
nominare
un
difensore
di
fiducia
e
che,
in
mancanza,
sar
assistito
dal
difensore
dufficio;
f. Lavviso
che,
qualora
ne
ricorrano
i
presupposti,
limputato,
prima
della
dichiarazione
di
apertura
del
dibattimento
di
primo
grado,
pu
presentare
la
richiesta
di
giudizio
abbreviato
o
di
patteggiamento,
ovvero
la
domanda
di
oblazione;
g. Lavviso
che
il
fascicolo
delle
indagini
preliminari
depositato
nella
segreteria
del
PM
e
che
le
parti
e
i
loro
difensori
possono
prenderne
visione
ed
estrarne
copia;
h. La
data
e
la
sottoscrizione
del
PM
e
dellausiliario
che
lassiste.
Peraltro,
limputato,
col
decreto
di
citazione
a
giudizio,
viene
anche
stimolato
a
chiedere
un
epilogo
non
dibattimentale
del
processo,
in
quanto
il
PM,
nel
decreto
stesso,
dovr
far
riferimento
ai
riti
speciali
che
possono
trovare
applicazione
nel
caso
concreto,
richiamando
lattenzione
dellimputato
sulle
disposizioni
che
prevedono
effetti
premiali
per
lo
stesso.
Il
PM,
qualora
ritenga
che
possa
procedersi
al
patteggiamento,
nello
stesso
decreto
di
citazione
a
giudizio
esprime
il
proprio
consenso
con
riferimento
ad
uno
specifico
progetto
di
sentenza.
8. LA
NULLITA
DEL
DECRETO
DI
CITAZIONE
A
GIUDIZIO
Il
decreto
nullo
in
caso
di
incertezza
sullidentificazione
dellimputato,
se
manca
o
insufficiente
lenunciazione
in
forma
chiara
e
precisa
del
fatto,
o
se
manca
o
insufficiente
lindicazione
del
luogo,
del
giorno
e
dellora
della
comparizione.
Inoltre,
espressamente
stabilito
che
il
decreto
altres
nullo
se
manca
lavviso
della
possibilit
di
nominare
un
difensore
di
fiducia,
ovvero
lavviso
della
facolt
di
chiedere
prima
dellapertura
del
dibattimento
il
giudizio
abbreviato,
il
patteggiamento
e
loblazione.
Infine,
il
decreto
nullo
se
non
preceduto
dallavviso
di
conclusione
delle
indagini
preliminari,
nonch
dallinvito
a
presentarsi
per
rendere
interrogatorio,
qualora
lindagato
lo
abbia
richiesto
entro
il
termine
previsto.
Tutte
queste
ipotesi
di
invalidit
sono
inquadrabili
nellambito
delle
nullit
generali,
dal
momento
che
si
riferiscono
a
previsioni
che
coinvolgono
lintervento
dellimputato;
dovranno
invece
essere
ricondotte
tra
le
nullit
assolute
quelle
che
conseguono
allaccertato
difetto
dei
requisiti
che
pregiudicano
la
funzione
di
vocatio
in
iudicium
del
provvedimento
(come
nel
caso
di
mancata
indicazione
dellimputato).
Dichiarata
la
nullit
del
decreto,
si
dovr
provvedere
alla
rinnovazione
dellatto
da
parte
del
PM.
Tuttavia,
nei
casi
in
cui
la
nullit
ha
impedito
un
valido
passaggio
dalla
fase
delle
indagini
al
giudizio,
alla
dichiarazione
di
nullit
consegue
la
regressione
del
procedimento
allo
stato
in
cui
stato
compiuto
latto
nullo,
con
restituzione
degli
atti
al
PM.
Tale
regressione
non
consentita
laddove
la
nullit
del
decreto
di
citazione
a
giudizio
non
precluda
la
progressione
del
procedimento
alla
fase
del
giudizio
tra
le
parti
necessarie
del
rapporto
processuale.
9. LA
NOTIFICAZIONE
DEL
DECRETO
DI
CITAZIONE
E
LA
TRASMISSIONE
DEGLI
ATTI
AL
GIUDICE
DELLUDIENZA
DI
COMPARIZIONE
IN
DIBATTIMENTO
Una
volta
emesso,
il
decreto
di
citazione
deve
essere
notificato
allimputato,
al
suo
difensore
e
alla
persona
offesa
almeno
60
gg.
prima
della
data
fissata
per
ludienza
di
comparizione;
tale
termine,
nei
casi
di
urgenza
di
cui
va
data
motivazione,
pu
essere
ridotto
a
45
gg.
Una
volta
notificato,
il
decreto
viene
depositato
dal
PM
in
segreteria,
unitamente
al
fascicolo
contenente
la
documentazione,
gli
atti
e
le
cose
delle
indagini.
Quindi,
si
passa
alla
formazione
del
fascicolo
dibattimentale,
che
viene
trasmesso
al
giudice,
insieme
al
decreto,
immediatamente
dopo
la
notificazione.
Nel
periodo
che
intercorre
tra
la
trasmissione
del
fascicolo
al
tribunale
e
la
celebrazione
del
dibattimento
non
escluso
un
epilogo
anticipato
del
processo.
10. GLI
ATTI
URGENTI
Il
gip
competente
ad
assumere
gli
atti
urgenti
(cio
quegli
atti
che
nel
corso
delle
indagini
preliminari
possono
consentire
il
ricorso
allincidente
probatorio)
e
provvede
sulle
misure
cautelari
fino
a
quando
il
decreto,
unitamente
al
fascicolo
per
il
dibattimento,
non
trasmesso
al
giudice
dibattimentale.
11. LUDIENZA
DI
COMPARIZIONE
A
SEGUITO
DELLA
CITAZIONE
DIRETTA
A
GIUDIZIO
Ludienza
di
comparizione
unudienza
dibattimentale
a
tutti
gli
effetti,
e
si
differenzia
rispetto
a
questa
solo
per
la
mancanza
delludienza
preliminare.
Almeno
7
gg.
prima
della
data
fissata
per
ludienza
di
comparizione,
le
parti
devono,
a
pena
di
inammissibilit,
depositare
in
cancelleria
le
liste
dei
testimoni,
periti
o
consulenti
tecnici
nonch
delle
persone
indicate
nellart.
210
di
cui
intendono
chiedere
lesame.
Prima
della
dichiarazione
di
apertura
del
dibattimento,
limputato
o
il
PM
pu
presentare
richiesta
di
patteggiamento,
oppure
limputato
stesso
pu
chiedere
il
giudizio
abbreviato
o
presentare
domanda
di
oblazione.
Il
giudice,
quando
il
reato
perseguibile
a
querela,
deve
verificare
se
il
querelante
disposto
a
rimettere
la
querela
ed
il
querelato
ad
accettare
la
remissione.
La
remissione
non
produce
effetto
solo
se
il
querelato
lha
espressamente
o
tacitamente
ricusata.
Quindi,
se
il
querelato
non
presente
e
non
si
realizzata
tale
situazione,
a
fronte
di
una
remissione
della
querela,
il
giudice
pu
dichiarare
ugualmente
lestinzione
del
reato,
a
prescindere
dallaccettazione
della
remissione.
Se
si
deve
procedere
al
giudizio,
le
parti,
dopo
la
dichiarazione
di
apertura
del
dibattimento,
indicano
i
fatti
che
intendono
provare
e
chiedono
lammissione
delle
prove.
Inoltre,
le
stesse
potranno
concordare
lacquisizione
al
fascicolo
dibattimentale
di
atti
contenuti
nel
fascicolo
del
PM,
nonch
della
documentazione
relativa
allattivit
dinvestigazione
difensiva.
12. I
PROCEDIMENTI
SPECIALI
a. Nel
caso
del
giudizio
abbreviato,
a
seguito
dellintroduzione
delludienza
preliminare
per
le
ipotesi
penali
non
contemplate
nellart.
550,
il
legislatore
si
limitato
a
stabilire
losservanza
della
disciplina
normalmente
prevista
per
tale
rito,
in
quanto
applicabile.
Invece,
nel
caso
di
citazione
diretta
a
giudizio,
di
emissione
del
decreto
penale
di
condanna
e
di
giudizio
direttissimo,
limputato
potr
formulare
la
richiesta
prima
della
dichiarazione
di
apertura
del
dibattimento,
con
latto
di
opposizione
o
subito
dopo
ludienza
di
convalida
dellarresto
in
flagranza.
In
caso
di
richiesta
di
contro-trasformazione
del
rito,
il
giudice
revoca
lordinanza
con
cui
era
stato
disposto
il
giudizio
abbreviato
e
fissa
ludienza
per
il
giudizio.
b. Anche
per
il
patteggiamento
si
osserva
la
norma
disciplina,
e
nei
casi
in
cui
sia
mancata
ludienza
preliminare,
varr
la
regola
prevista
per
la
richiesta
di
giudizio
abbreviato;
c. Nel
caso
del
procedimento
per
decreto,
con
latto
di
opposizione
limputato
pu
chiedere
al
giudice
di
emettere
il
decreto
di
citazione
a
giudizio,
ovvero
di
chiedere
il
giudizio
abbreviato
o
il
patteggiamento
o
presentare
domanda
di
oblazione.
Quindi,
nel
caso
di
opposizione,
il
potere
di
rinviare
a
giudizio
attribuito
al
giudice.
Relativamente
al
termine
per
comparire
che
deve
intercorrere
tra
la
notifica
del
decreto
di
citazione
a
giudizio
e
la
data
fissata
per
il
dibattimento,
deve
essere
rispettato
quello
di
30
gg.
previsto
per
il
giudizio
immediato.
Nel
giudizio
conseguente
allopposizione,
limputato
non
pu
chiedere
il
giudizio
abbreviato
,
il
patteggiamento,
n
presentare
domanda
di
oblazione.
Peraltro,
questultima
iniziativa
potr
essere
rinnovata,
semprech
non
vi
siano
mutamenti
della
richiesta
e
della
situazione
di
fatto
cui
la
stessa
si
riferisce.
Per
il
resto,
si
osserva
le
normali
regole
previste
per
il
procedimento
per
decreto.
d. A
seguito
di
vari
interventi
della
Corte
costituzionale,
il
giudizio
direttissimo
pu
essere
instaurato
anche
davanti
al
giudice
monocratico
sia
nel
caso
di
confessione
dellindagato
sia
di
arresto
in
flagranza
convalidato
dal
gip.
In
tali
casi,
la
richiesta
di
giudizio
abbreviato
o
di
patteggiamento
deve
essere
effettuata
prima
che
sia
dichiarato
aperto
il
dibattimento.
13. IL
DIBATTIMENTO
Il
dibattimento
si
svolge
secondo
le
norme
stabilite
per
il
procedimento
davanti
al
tribunale
in
composizione
collegiale,
in
quanto
applicabili,
salve
una
serie
di
deroghe.
Innanzitutto,
con
riguardo
alle
modalit
di
verbalizzazione,
si
stabilisce
che
se
le
parti
vi
consentono
e
il
giudice
non
ritiene
necessaria
la
redazione
in
forma
integrale,
il
verbale
redatto
in
forma
riassuntiva.
Su
accordo
delle
parti,
lesame
dei
testimoni,
dei
periti,
dei
consulenti
tecnici
e
delle
parti
private
pu
essere
condotto
dal
giudice
sulla
base
delle
domande
e
delle
contestazioni
proposte
dal
PM
e
dai
difensori.
Il
giudice
non
comunque
obbligato
a
svolgere
direttamente
lesame
anche
se
le
parti
lo
richiedono,
quindi,
laddove
la
lettura
degli
atti
inseriti
nel
fascicolo
dibattimentale
non
gli
assicuri
una
sufficiente
comprensione
della
fattispecie
processuale,
dovr
restituire
alle
parti
il
compito
di
condurre
lesame.
In
caso
di
impedimento
del
giudice,
la
sentenza
sottoscritta
dal
presidente
del
tribunale,
previa
indicazione
della
causa
della
sostituzione.
Nelludienza
dibattimentale,
le
funzioni
del
PM
possono
essere
svolte
per
delega
nominativa
del
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
da
uditori
giudiziari,
da
vice
procuratori
onorari
addetti
allufficio,
da
laureati
in
giurisprudenza
che
frequentano
il
secondo
anno
della
scuola
di
specializzazione,
o
da
personale
in
quiescenza
da
non
pi
di
2
anni
che
nei
5
anni
precedenti
abbia
svolto
le
funzioni
di
ufficiale
di
polizia
giudiziaria.
CAPITOLO
9
IMPUGNAZIONI
1. RILIEVI
INTRODUTTIVI
Le
impugnazioni
sono
rimedi
giuridici
a
disposizione
delle
parti
volti
a
rimuovere
gli
svantaggi
derivanti
da
una
decisione
del
giudice,
sul
presupposto
della
sua
erroneit.
Si
dicono:
a. Ordinarie,
come
lappello
e
il
ricorso
per
cassazione,
se
esperibili
contro
decisioni
non
ancora
irrevocabili;
b. Straordinarie,
come
la
revisione
e
il
ricorso
straordinario
per
errore
di
fatto,
se
esperibili
contro
decisione
gi
divenute
irrevocabili.
Per
quanto
concerne
i
mezzi
dimpugnazione
ordinari
in
senso
stretto,
prevista
la
possibilit
di
proporre
immediatamente
ricorso
per
cassazione
contro
una
sentenza
di
primo
grado
appellabile.
Aspetti
particolari
presenta
la
tipologia
delle
impugnazioni
delle
ordinanze
relative
alle
misure
cautelari
personali
e
dei
provvedimenti
relativi
al
sequestro
a
fini
cautelari
o
probatori:
infatti,
accanto
allappello
ed
al
ricorso
per
cassazione,
va
inquadrata
la
richiesta
di
riesame,
che,
trattandosi
di
misure
cautelari
personali
o
reali,
ha
come
alternativa
il
ricorso
immediato
per
cassazione.
Per
quanto
attiene
allinquadramento
dogmatico
delle
impugnazioni,
possiamo
dire
che:
a. Al
modello
dellazione
di
annullamento,
finalizzata
alla
rescissione
totale
o
parziale
della
sentenza
impugnata,
con
relativo
vincolo
del
giudice
rispetto
ai
motivi
dedotti,
riconducibile
la
revisione,
in
quanto
laccoglimento
della
richiesta
comporta
la
revoca
della
sentenza
o
del
decreto
penale
di
condanna,
gi
divenuti
irrevocabili,
e
la
pronuncia
di
una
sentenza
di
proscioglimento,
a
sua
volta
ricorribile
per
cassazione;
b. Al
modello
del
gravame,
finalizzato
a
devolvere
al
giudice
ad
quem
lintera
causa,
affinch
giudichi
ex
novo
con
la
stessa
ampiezza
di
poteri
del
giudice
a
quo,
riconducibile
lopposizione
al
decreto
penale
con
cui
il
condannato
chiede
il
giudizio
immediato
o
non
formula
richiesta
alcuna;
c. Sono
invece
definibili
come
ibridi
sia
lappello
sia
il
ricorso
per
cassazione:
il
primo
si
connette
al
modello
del
gravame,
ma
parzialmente
devolutivo,
attribuendo
alla
cognizione
del
giudice
si
secondo
grado
solo
i
punti
della
decisione
ai
quali
si
riferiscono
i
motivi
proposti;
il
secondo
si
riconnette
al
modello
dellazione
di
annullamento,
con
riguardo
ai
vitia
in
procedendo
o
in
iudicando,
ma
in
alcune
eventualit,
continua
ad
essere
praticato
un
giudizio
di
merito.
2. PRINCIPIO
DI
TASSATIVITA
DELLE
IMPUGNAZIONI
In
base
al
principio
di
tassativit
delle
impugnazioni,
la
legge
a
stabilire
i
casi
nei
quali
i
provvedimenti
del
giudice
sono
soggetti
ad
impugnazione
e
a
determinare
con
cui
possono
essere
impugnati.
Tale
principio
poi
mitigato
dalla
previsione
per
cui
sono
sempre
soggetti
a
ricorso
per
cassazione,
quando
non
altrimenti
impugnabili,
i
provvedimenti
con
i
quali
il
giudice
decide
sulla
libert
personale
e
le
sentenze,
salvo
quelle
sulla
competenza
che
sono
risolte
in
modo
definitivo
ed
inoppugnabile
dalla
stessa
corte
di
cassazione.
Quindi,
le
sentenze
sono
sempre
ricorribili
per
cassazione,
mentre
sono
appellabili
solo
se
la
legge
lo
prevede
espressamente.
In
particolare:
a. le
sentenze
di
non
luogo
a
procedere
sono
inappellabili;
b. quelle
di
proscioglimento
pronunciate
in
sede
di
giudizio
abbreviato
sono
inappellabili
dallimputato
e
appellabili
dal
PM;
c. quelle
di
proscioglimento
emesse
nel
dibattimento
di
primo
grado
sono
appellabili
dal
PM
mentre
limputato
pu
appellarle
salvo
che
siano
relative
a
contravvenzioni
punite
con
la
sola
pena
dellammenda
o
con
pena
alternativa,
ferma
restando
la
mancanza
di
interesse
ad
impugnare
sentenze
di
proscioglimento
pronunciate
con
formula
ampiamente
liberatoria.
Discorso
analogo
pu
essere
fatto
per
i
provvedimenti
con
i
quali
il
giudice
decide
sulla
libert
personale,
che
sono
sempre
ricorribili
per
cassazione
nonch
soggetti
agli
altri
mezzi
dimpugnazione
espressamente
stabiliti
dalla
legge
(ad
es.
il
riesame
delle
ordinanze
che
dispongono
una
misura
coercitiva).
Per
i
provvedimenti
diversi
dalle
sentenze
e
non
concernenti
la
libert
personale,
vige
il
principio
di
tassativit.
Il
codice
non
contiene
una
previsione
sullimpugnabilit
del
provvedimento
abnorme,
cio
quello
che
risulta
estraneo
allintero
ordinamento
processuale
e
quello
che,
pur
essendo
in
astratto
manifestazione
di
legittimo
potere,
si
esplica
al
di
fuori
dei
casi
consentiti
e
delle
ipotesi
previste,
al
di
l
di
ogni
ragionevole
limite.
Per
il
principio
di
tassativit,
essi
non
sarebbero
impugnabili,
ma
la
giurisprudenza
li
ritiene
ricorribili
per
cassazione.
Il
termine
per
proporre
ricorso
contro
tali
provvedimenti
decorre
dal
momento
in
cui
linteressato
ne
ha
avuto
effettiva
conoscenza
e
che,
in
assenza
di
prova
contraria,
quello
indicato
dal
ricorrente.
3. IMPUGNABILITA
OGGETTIVA
Per
quanto
riguarda
le
sentenze,
limpugnazione
pu
essere
totale,
cio
avere
ad
oggetto
lintera
sentenza,
oppure
parziale,
cio
avere
ad
oggetto
uno
o
pi
capi
di
essa:
cos,
la
sentenza
pu
essere
impugnata
solo
per
le
disposizioni
penali
o
solo
per
quelle
civili,
oppure
per
le
une
o
per
le
altre,
oppure
per
quelle
penali
e
per
quelle
in
materia
di
sicurezza.
In
particolare,
con
riferimento
alla
impugnazione
per
i
soli
interessi
civili,
essa
non
sospende
lesecuzione
delle
disposizioni
penali
del
provvedimento
impugnato;
comunque,
essa
non
solo
proposta,
ma
anche
trattata
e
decisa
con
le
forme
del
processo
penale.
Specifiche
disposizioni
sono
dettate
per
limpugnazione
delle
ordinanze
emesse
nel
corso
degli
atti
preliminari
o
nel
dibattimento.
La
regola
generale
che
limpugnazione
contro
di
esse
pu
essere
proposta,
a
pena
dinammissibilit,
soltanto
con
limpugnazione
contro
la
sentenza,
quando
non
diversamente
stabilito
dalla
legge:
tuttavia,
limpugnazione
ammissibile
anche
se
la
sentenza
impugnata
soltanto
per
connessione
con
lordinanza.
Limpugnazione
dellordinanza
giudicata
congiuntamente
a
quella
contro
la
sentenza,
salvo
che
la
legge
disponga
altrimenti.
A
tale
regola
generale
fanno
eccezione
le
ipotesi
espressamente
stabilite
dalla
legge
e
le
ordinanze
in
materia
di
libert
personale,
impugnabili
immediatamente.
4. TITOLARI
DEL
DIRITTO
DIMPUGNAZIONE:
a)
IMPUGNAZIONE
DEL
PM
Il
procuratore
della
Repubblica
presso
il
tribunale
ed
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
possono
proporre
impugnazione,
nei
casi
stabiliti
dalla
legge,
quali
che
siano
state
le
conclusioni
del
rappresentante
del
PM;
in
particolare,
il
procuratore
generale
pu
proporre
impugnazione
nonostante
limpugnazione
o
lacquiescenza
del
PM
presso
il
giudice
che
ha
emesso
il
provvedimento
impugnato.
Leventuale
concorrenza
di
impugnazioni,
quindi,
presuppone
il
riconoscimento
di
una
duplice
autonoma
titolarit.
Limpugnazione
pu
essere
proposta
anche
dal
rappresentante
del
PM
che
ha
presentato
le
conclusioni
e
nella
prassi
appunto
tale
organo
a
proporre,
di
regola,
limpugnazione.
Inoltre,
il
rappresentante
che
ne
fa
richiesta
nellatto
dappello
pu
partecipare
al
successivo
grado
di
giudizio
quale
sostituto
del
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello,
sempre
che
questultimo,
cui
spettano
i
ogni
caso
gli
avvisi,
lo
ritenga
opportuno.
Al
PM
pu
essere
presentata
richiesta
motivata
di
proporre
impugnazione
dalla
parte
civile,
dalla
persona
offesa
anche
se
non
costituita
parte
civile,
e
dagli
enti
ed
associazioni
intervenute.
Qualora
il
PM
non
ritenga
di
proporre
impugnazione,
provvede
con
decreto
motivato
da
notificare
al
richiedente,
chiarendo
le
ragioni
della
propria
decisione
negativa.
5. Segue:
b)
IMPUGNAZIONE
DELLIMPUTATO
E
DEL
SUO
DIFENSORE
Limputato
pu
proporre
impugnazione
personalmente
o
per
mezzo
di
un
procuratore
speciale,
nominato
anche
prima
dellemissione
del
provvedimento
da
impugnare.
Trattandosi
di
imputato
soggetto
a
tutela
e
di
imputato
incapace
di
intendere
o
di
volere,
che
non
abbia
tutore,
possono
proporre
limpugnazione
spettante
allimputato,
rispettivamente,
il
tutore
ed
il
curatore
speciale.
Per
limputato
minorenne
limpugnazione
pu
essere
proposta
anche
dallesercente
la
potest
dei
genitori.
Pu
proporre
impugnazione
anche
il
difensore
dellimputato
al
momento
del
deposito
del
provvedimento,
ovvero
il
difensore
nominato
dallimputato
proprio
per
la
presentazione
dellimpugnazione.
Nel
caso
dellimputato
contumace,
limpugnazione
pu
essere
proposta
dal
difensore
di
fiducia
o
dufficio,
ma
ci
preclude
allimputato,
una
volta
intervenuta
la
relativa
decisione,
la
possibilit
di
ottenere
la
restituzione
nel
termine
per
proporre
impugnazione.
Nei
modi
previsti
per
la
rinuncia,
limputato
pu
togliere
effetto
allimpugnazione
proposta
dal
suo
difensore;
trattandosi
di
imputato
soggetto
a
tutela
o
incapace
di
intendere
o
di
volere,
che
non
abbia
tutore,
occorre
il
consenso
del
tutore
o
del
curatore
speciale.
Limpugnazione
per
gli
interessi
civili
proposta
con
il
mezzo
previsto
per
le
disposizioni
penali
della
sentenza.
Dunque:
a. con
riguardo
alle
disposizioni
della
sentenza
di
non
luogo
a
procedere,
e
della
sentenza
di
assoluzione
pronunciata
nel
giudizio
abbreviato,
relative
alle
domande
da
lui
proposte
per
il
risarcimento
del
danno
e
la
rifusione
delle
spese
processuali,
limputato
dispone
del
solo
ricorso
per
cassazione;
b. con
riguardo,
invece,
alle
analoghe
disposizioni
della
sentenza
di
assoluzione
pronunciata
nel
dibattimento
di
primo
grado,
dispone
anche
dellappello,
salvo
che
la
sentenza
concerna
contravvenzioni
punite
con
la
sola
pena
dellammenda
o
con
pena
alternativa.
Comunque,
limpugnazione
dellimputato
contro
la
pronuncia
di
condanna
penale
o
di
assoluzione
estende
i
suoi
effetti
alla
pronuncia
di
condanna
alle
restituzioni,
al
risarcimento
dei
danni
e
alla
rifusione
delle
spese
processuali,
se
questa
pronuncia
dipende
dal
capo
o
dal
punto
impugnato.
Il
richiamo
allimpugnazione
della
sentenza
di
assoluzione
da
intendersi
limitato
al
caso
in
cui
limputato
fosse
stato
assoluto
per
difetto
di
imputabilit,
formula
che
non
gli
consente
di
richiedere
la
condanna
della
parte
civile
alla
rifusione
delle
spese
processuali,
o
con
formula,
diversa
da
quella
piena,
che
non
gli
consente
di
chiedere
la
condanna
del
querelante
alla
rifusione
delle
spese
e
al
risarcimento
del
danno.
Infine,
quando
nei
confronti
dellimputato
stata
pronunciata
condanna
alle
restituzioni
o
al
risarcimento
del
dei
danni
cagionati
dal
reato,
a
favore
della
parte
civile,
il
giudice
dappello
e
la
corte
di
cassazione,
nel
dichiarare
il
reato
estinto
per
amnistia
o
per
prescrizione,
decidono
sullimpugnazione
ai
soli
effetti
delle
disposizioni
e
dei
capi
della
sentenza
che
concernono
gli
interessi
civili.
La
decisione
sullazione
civile
avviene
anche
quando
nel
giudizio
dimpugnazione
pronunciata
sentenza
di
applicazione
della
pena,
avendo
il
giudice
ritenuto
ingiustificato
il
dissenso
del
PM
o
il
rigetto
della
richiesta:
in
tal
caso,
il
presupposto
la
pronuncia
di
una
sentenza
di
merito
del
giudice
di
primo
grado
(
o
secondo)
che
abbia
riconosciuto
la
responsabilit
dellimputato,
condannandolo,
alle
restituzioni
o
al
risarcimento.
6. Segue:
c)
IMPUGNAZIONE
DEL
RESPONSABILE
CIVILE
E
DEL
CIVILMENTE
OBBLIGATO
Il
responsabile
civile
pu
proporre
impugnazione,
con
il
mezzo
che
la
legge
attribuisce
allimputato,
contro
le
disposizioni
della
sentenza
riguardanti
la
responsabilit
di
questultimo
e
contro
quelle
relative
alla
condanna,
propria
e
dellimputato,
alla
rifusione
delle
spese,
alle
restituzioni
e
al
risarcimento.
Il
responsabile
civile
pu
anche
proporre
impugnazione
contro
le
disposizioni
della
sentenza
di
assoluzione
relative
alle
domande
proposte
per
il
risarcimento
del
danno
e
per
la
rifusione
delle
spese.
Il
civilmente
obbligato
per
la
pena
pecuniaria,
nel
caso
in
cui
sia
stato
condanno,
pu
proporre
impugnazione,
col
mezzo
che
la
legge
attribuisce
allimputato,
contro
le
disposizioni
della
sentenza
riguardanti
la
responsabilit
di
questultimo
e
contro
quelle
relative
alla
condanna
del
medesimo
al
pagamento
della
multa
o
dellammenda.
7. Segue:
d)
IMPUGNAZIONE
DELLA
PARTE
CIVILE
E
DEL
QUERELANTE
La
parte
civile
pu
proporre
impugnazione
contro
i
capi
della
sentenza
di
condanna
che
riguardano
lazione
civile:
quindi,
nel
caso
in
cui
il
risarcimento
le
sia
stato
negato
oppure
le
sia
stato
riconosciuto
in
misura
inferiore
a
quella
richiesta,
o
nel
caso
in
cui
il
giudice
abbia
disposto
la
compensazione
delle
spese
rispetto
allimputato
ed
al
responsabile
civile.
Ai
soli
effetti
della
responsabilit
civile,
contro
le
sentenze
di
proscioglimento
pronunciate
nel
giudizio.
Inoltre
pu
proporre
impugnazione
contro
la
sentenza,
di
condanna
o
di
proscioglimento,
quando
ha
acconsentito
allabbreviazione
del
rito.
In
questi
casi,
se,
non
impugnando
il
PM,
il
proscioglimento
dellimputato
diventa
irrevocabile,
limpugnazione
della
parte
civile
finalizzata
ad
eliminare
leffetto
extrapenale
del
giudicato,
per
poter
esercitare
senza
vincoli
lazione
in
sede
civile,
non
essendo
consentito
al
giudice
penale,
in
caso
di
accoglimento
dellimpugnazione,
di
decidere
anche
sulla
pretesa
risarcitoria.
Le
Sezioni
unite
ha
poi
stabilito
che
il
giudice
dappello,
nel
dichiarare
il
reato
estinto
per
prescrizione,
su
impugnazione
della
sentenza
di
assoluzione
ad
opera
della
parte
civile,
anche
ai
soli
effetti
civili,
pu
condannare
limputato
al
risarcimento
dei
danni
a
favore
della
parte
civile,
dato
che
il
giudice
dellimpugnazione
pu
decidere
sulla
domanda
di
risarcimento
anche
in
mancanza
di
una
precedente
statuizione
sul
punto.
La
parte
civile
pu
impugnare
la
sentenza
di
assoluzione
nella
parte
in
cui
la
condanna
alla
rifusione
delle
spese
processuali
sostenute
dallimputato
e
dal
responsabile
civile
e,
se
vi
stata
colpa
grave,
anche
al
risarcimento
dei
danni.
Quanto,
invece,
alle
spese
del
procedimento
anticipate
dallo
Stato,
le
Sezioni
unite
hanno
stabilito
che
la
parte
civile
ha
il
diritto
di
ricorrere
per
cassazione
contro
la
sentenza
di
secondo
grado
che
labbia
condannata
al
pagamento
di
tali
spese.
Qualora
la
parte
civile
costituita
non
impugni
la
sentenza
di
assoluzione,
questa,
una
volta
ammessa
al
giudizio,
ha
il
diritto
di
partecipare
al
giudizio
dimpugnazione
e
di
vedersi
riconosciuto
il
diritto
al
risarcimento
del
danno;
quindi,
in
tal
caso,
il
giudice
dappello
deve
provvedere
anche
sulla
domanda
della
parte
civile
che
non
abbia
proposto
impugnazione.
Il
querelante
condannato
al
pagamento
delle
spese
del
procedimento
nonch
alla
rifusione
delle
spese
ed
al
risarcimento
del
danno
in
favore
dellimputato
e
del
responsabile
civile,
ha
lo
stesso
diritto
di
impugnare
riconosciuto
alla
parte
civile.
Quindi,
il
querelante
pu
proporre
impugnazione
ai
soli
effetti
della
propria
responsabilit
per
le
spese
e
i
danni
contro
la
sentenza
di
assoluzione
perch
il
fatto
non
sussiste
o
perch
limputato
non
lha
commesso,
del
cui
deposito
gli
notificato
avviso.
8. Segue:
e)
IMPUGNAZIONE
DELLA
PERSONA
OFFESA
PER
I
REATI
DI
INGIURIA
E
DIFFAMAZIONE
(ABROGATO)
Prima
si
consentiva
alla
parte
civile,
che
fosse
anche
persona
offesa
dal
reato,
di
proporre
impugnazione,
anche
agli
effetti
penali,
contro
le
sentenze
di
condanna
e
di
proscioglimento
per
i
reati
di
ingiuria
e
diffamazione.
Tale
norma
mirava
a
meglio
tutelare
i
beni
giuridici
dellonore,
della
dignit
e
del
valore
della
persona.
Tuttavia,
lart.
577
stato
abrogato.
9. LINTERESSE
AD
IMPUGNARE
Il
soggetto
legittimato
ad
impugnare
deve
avervi
interesse,
dove
linteresse
ad
impugnare
va
configurato
come
concreto
e
non
come
interesse
meramente
astratto,
cio
alla
posizione
giuridica
del
soggetto
deve
derivare
un
risultato
pratico
favorevole.
10. FORMA
E
MODALITA
DI
PRESENTAZIONE
DELLIMPUGNAZIONE
Limpugnazione
si
propone,
a
pena
di
inammissibilit,
con
atto
scritto
nel
quale
sono
indicati
il
provvedimento
impugnato,
la
data
del
medesimo,
il
giudice
che
lo
ha
emesso,
e
sono
enunciati:
a. I
capi
o
i
punti
della
decisione
ai
quali
si
riferisce
limpugnazione.
I
capi
della
sentenza
costituiscono
altrettante
decisioni
autonome,
mentre
i
punti
sono
inerenti
alla
singola
decisione
(cio
al
singolo
capo)
e
costituiscono
altrettanti
temi
affrontati
nel
suo
ambito;
b. Le
richieste;
c. I
motivi,
con
lindicazione
specifica
delle
ragioni
di
diritto
e
degli
elementi
di
fatto
che
sorreggono
ogni
richiesta.
Tuttavia,
possibile
anche
presentare
motivi
nuovi.
Nonostante
il
principio
di
tassativit,
irrilevante
il
nomen
del
mezzo
dimpugnazione,
in
quanto
limpugnazione
ammissibile
indipendente
dalla
qualificazione
ad
essa
data
dalla
persona
che
lha
proposta.
Se
limpugnazione
proposta
ad
un
giudice
incompetente,
questi
trasmette
gli
atti
a
quello
competente:
tale
regola
pu
concernere
non
solo
i
casi
dimpugnazione
proposta
davanti
al
giudice
incompetente
per
territorio
o
per
funzione,
ma
anche
i
casi
in
cui
la
parte
abbia
dato
allimpugnazione
una
qualificazione
erronea.
Il
giudice
adito
deve
limitarsi
a
prendere
atto
della
volont
dimpugnare
e
trasmettere
gli
atti
al
giudice
competente,
al
quale
spetta
il
potere
di
procedere
allesatta
qualificazione
del
mezzo
dimpugnazione
e
di
accertare
lesistenza
dei
suoi
requisiti
di
validit.
Lunico
limite
alloperativit
di
questa
regola
rappresentato
dalla
non
impugnabilit
del
provvedimento,
la
quale
esclude
qualunque
possibilit
di
qualificare
diversamente
il
mezzo
di
impugnazione
proposto.
Per,
qualora
limpugnante
appelli
contro
una
sentenza
solo
ricorribile,
visti
i
requisiti
per
il
ricorso
per
cassazione,
la
loro
presente
consente
di
qualificare
lappello
erroneamente
proposto
come
ricorso.
Nel
caso
in
cui
la
sentenza
impugnata
ha
deciso
in
secondo
grado
su
materia
per
la
quale
non
ammesso
lappello,
la
corte
di
cassazione
deve
annullare
senza
rinvio
la
sentenza
e
ritenere
il
giudizio
qualificando
limpugnazione
come
ricorso.
Latto
di
impugnazione
presentato
personalmente
ovvero
a
mezzo
di
incaricato
nella
cancelleria
del
giudice
che
ha
emesso
il
provvedimento
impugnato:
il
pubblico
ufficiale
addetto
vi
appone
lindicazione
del
giorno
in
cui
riceve
latto
e
della
persona
che
lo
presenta,
lo
sottoscrive,
lo
unisce
agli
atti
del
procedimento
e
rilascia,
se
richiesto,
attestazione
della
ricezione.
Le
parti
private
ed
i
difensori
possono
presentare
latto
di
impugnazione
anche
nella
cancelleria
del
tribunale
o
del
giudice
di
pace
del
luogo
in
cui
si
trovano,
se
diverso
da
quello
in
cui
fu
emesso
il
provvedimento,
ovvero
davanti
ad
un
agente
consolare
allestero:
in
questi
casi,
latto
viene
immediatamente
trasmesso
alla
cancelleria
del
giudice
che
emise
il
provvedimento
impugnato.
Sempre
questi
soggetti
possono
proporre
limpugnazione
anche
con
telegramma
o
con
atto
da
trasmettere
a
mezzo
raccomandata
alla
cancelleria
del
giudice
che
ha
emesso
il
provvedimento
impugnato:
il
pubblico
ufficiale
addetto
allega
agli
atti
la
busta
contenente
latto
di
impugnazione
ed
appone
su
questultimo
lindicazione
del
giorno
della
ricezione
e
la
propria
sottoscrizione;
limpugnazione
si
considera
proposta
nella
data
di
spedizione
del
telegramma
o
della
raccomandata.
A
cura
della
cancelleria
del
giudice
che
ha
emesso
il
provvedimento
impugnato,
latto
dimpugnazione
comunicato
al
PM
presso
il
medesimo
giudice
ed
notificato
alle
parti
private
senza
ritardo,
in
modo
tale
da
porre
le
parti
in
grado
di
conoscere
tempestivamente
il
contenuto
dellimpugnazione
e
per
consentire
lappello
incidentale
o
il
ricorso
per
saltum.
Il
loro
mancato
adempimento
comporta
la
regressione
del
procedimento,
con
restituzione
degli
atti
alla
cancelleria
per
gli
adempimenti
dovuti,
ed
impedisce
che
cominci
a
decorrere
il
termine
per
proporre
appello
incidentale
o
ricorso
per
saltum.
Per
semplificare
il
lavoro
della
cancelleria,
le
parti
devono
depositare
le
copie
dellatto
dimpugnazione
occorrenti
per
la
notificazione,
ma,
in
caso
di
mancato
deposito,
alle
copie
provvede
la
cancelleria
medesima
a
spese
di
chi
ha
presentato
limpugnazione.
11. TERMINI
PER
IMPUGNARE
E
PER
LA
PRESENTAZIONE
DI
MOTIVI
NUOVI
I
termini
per
proporre
impugnazione,
stabiliti
a
pena
di
decadenza,
variano
a
seconda
delle
modalit
cronologiche
adottate
per
redigere
la
motivazione.
Infatti,
il
termine
:
a. Di
15
gg.,
per
i
provvedimenti
emessi
in
seguito
a
procedimento
in
camera
di
consiglio
e
nel
caso
di
motivazione
redatta
subito
dopo
la
stesura
del
dispositivo;
b. Di
30
gg.,
in
caso
di
motivazione
redatta
non
oltre
il
15esimo
giorno
da
quello
della
pronuncia;
c. Di
45
gg.,
in
caso
di
motivazione
redatta
in
un
termine
superiore
ai
15
gg.,
da
indicare
nel
dispositivo,
non
eccedente
comunque
il
90esimo
giorno
da
quello
della
pronuncia.
Secondo
le
Sezioni
unite,
ove
il
giudice
ritardi
il
deposito
della
motivazione
della
sentenza,
senza
aver
preventivamente
indicato
un
termine
nel
dispositivo,
il
termine
per
proporre
impugnazione
non
di
45
gg.,
ma
di
30,
con
decorrenza
dal
giorno
in
cui
stata
eseguita
la
notificazione
o
la
comunicazione
dellavviso
di
deposito.
Tali
termini
decorrono:
a. Dalla
notificazione
o
comunicazione
dellavviso
di
deposito
del
provvedimento
emesso
in
camera
di
consiglio.
Per
quanto
riguarda
la
sentenza
di
non
luogo
a
procedere,
anche
prevista
una
redazione
immediata
dei
motivi,
nel
qual
caso
si
ricade
nella
regola
successiva
(sub
b);
qualora
tale
sentenza
sia
motivata
entro
il
30esimo
giorno
dalla
pronuncia,
secondo
le
Sezioni
unite
alle
parti
presenti
non
deve
essere
dato
avviso
del
deposito
ed
il
termine
per
impugnare
decorre
dalla
scadenza
di
tale
termine,
sempre
che
entro
il
medesimo
sia
depositata
la
motivazione;
b. Dalla
lettura
del
provvedimento
in
udienza,
quando
redatta
anche
la
motivazione,
per
tutte
le
parti
che
sono
state
o
devono
considerarsi
presenti
in
giudizio,
anche
se
non
presenti
alla
lettura;
c. Dalla
scadenza
del
termine
stabilito
dalla
legge
o
determinato
dal
giudice
per
il
deposito
della
sentenza
ovvero,
in
caso
di
sentenza
non
depositata
entro
il
30esimo
giorno
o
entro
il
diverso
termine
indicato
dal
giudice,
dal
giorno
in
cui
stata
eseguita
la
notificazione
o
la
comunicazione
dellavviso
di
deposito;
d. Dal
giorno
in
cui
stata
eseguita
la
notificazione
o
la
comunicazione
dellavviso
di
deposito
con
lestratto
del
provvedimento
per
limputato
contumace
e
per
il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
rispetto
ai
provvedimenti
emessi
in
udienza
da
qualsiasi
giudice
della
sua
circoscrizione
diverso
dalla
corte
dappello.
Ricorrendo
determinati
presupposti,
limputato
pu
chiedere
la
restituzione
nel
termine
per
proporre
impugnazione
contro
una
sentenza
contumaciale
o
per
proporre
opposizione
contro
un
decreto
penale
di
condanna.
Qualora
la
decorrenza
del
termine
per
impugnare
sia
diversa
per
limputato
e
per
il
suo
difensore,
opera
per
entrambi
il
termine
che
scade
per
ultimo.
Anche
se
latto
dimpugnazione
enuncia
sempre
i
motivi
dello
stesso,
fino
a
15
gg.
prima
delludienza
possono
essere
presentati
nella
cancelleria
del
giudice
dellimpugnazione
motivi
nuovi,
che,
secondo
la
prevalente
giurisprudenza
della
Corte
di
cassazione,
devono
avere
ad
oggetto
i
capi
o
i
punti
della
decisione
impugnata
enunciati
nelloriginario
atto
dimpugnazione.
Il
termine
per
presentare
i
motivi
nuovi,
in
tante
copie
quante
sono
le
parti,
stabilito
a
pena
di
decadenza.
Se
latto
dimpugnazione
inammissibile,
tale
inammissibilit
si
estende
anche
ai
motivi
nuovi.
12. PLURALITA
DI
MEZZI
DIMPUGNAZIONE
CONTRO
LA
MEDESIMA
SENTENZA
E
CONVERSIONE
DEL
RICORSO
IN
APPELLO
Lart.
580
prevede
lipotesi
del
concorso
di
mezzi
dimpugnazione
ordinari
contro
la
medesima
sentenza,
fissando
la
regola
della
conversione
del
ricorso
in
appello.
Tale
regola
per
limitata
al
caso
in
cui
sussista
connessione
ex
art.
12.
Tale
regola
fa
fronte
alla
situazione
di
un
processo
cumulativo,
concernente
pi
imputati
o
pi
imputazioni
contestate
ad
un
unico
imputato:
in
questo
caso,
la
sentenza
potrebbe
essere
divisibile
in
vari
capi,
ciascuno
impugnabile
con
il
mezzo
consentito
dalla
legge,
potendo
quindi
un
capo
essere
appellabile
ed
un
altro
solo
ricorribile.
Appare,
invece,
escluso
dallambito
di
operativit
dellart.
580
il
caso
in
cui
un
unico
imputato
stato
giudicato
per
ununica
imputazione
e
contro
la
sentenza
soltanto
una
parte
pu
appellare,
mentre
laltra
pu
solo
ricorrere
per
cassazione
(come
nel
caso
del
giudizio
abbreviato,
in
cui
quando
la
sentenza
di
condanna
limputato
pu
appellare
mentre
il
PM
no).
La
regola
ex
art.
580
vale
anche,
in
linea
di
principio,
nel
caso
di
concorso
fra
appello
e
ricorso
per
saltum.
Poich
il
ricorso
immediato
uno
strumento
per
accelerare
liter
del
processo,
e
pervenire
alla
decisione
definitiva
in
iure,
tale
ricorso
non
proponibile
nei
casi
di
mancata
assunzione
di
una
prova
decisiva,
quando
la
parte
ne
ha
fatto
richiesta
anche
nel
corso
dellistruzione
dibattimentale
limitatamente
ai
casi
previsti,
ovvero
nel
caso
di
mancanza,
contraddittoriet
o
manifesta
illogicit
della
motivazione,
quano
il
vizio
risulta
dal
testo
del
provvedimento
impugnato
oppure
da
altri
atti
del
processo
specificamente
indicati
nei
motivi
di
gravame.
Pertanto,
qualora
un
ricorso
per
saltum
sia
proposto
per
uno
di
questi
motivi,
viene
convertito
in
appello.
Sempre
nel
caso
di
concorso
fra
appello
e
ricorso
immediato,
si
potrebbe
anche
pervenire
ad
una
soluzione
opposta.
Infatti,
avendo
alcune
parti
appellato
ed
altre
ricorso
per
saltum,
entro
15
gg.
dalla
notificazione
del
ricorso
le
parti
che
hanno
proposto
appello
possono
dichiarare
tutte
di
rinunciarvi
per
proporre
ricorso
per
cassazione
in
via
diretta:
allora
lappello
a
convertirsi
in
ricorso
e,
se
i
motivi
non
sono
conformi
al
modello
stabilito,
le
parti
devono
presentare
nuovi
motivi
entro
15
gg.
dalla
dichiarazione
suddetta.
13. INAMMISSIBILITA
DELLIMPUGNAZIONE
Competente
a
controllare
lammissibilit
dellimpugnazione
il
giudice
a
cui
sono
trasmessi
senza
ritardo
il
provvedimento
impugnato,
latto
dimpugnazione
e
gli
atti
del
procedimento.
Limpugnazione
inammissibile
quando
proposta
da
soggetto
non
legittimato
o
che
non
vi
ha
interesse,
quando
il
provvedimento
non
impugnabile,
quando
non
sono
state
osservate
le
disposizioni
relative
alla
forma,
alla
presentazione,
alla
spedizione
ed
ai
termini
e
quando
vi
rinuncia
allimpugnazione.
In
tutti
questi
casi,
il
giudice
dichiara
con
ordinanza
linammissibilit
e
dispone
lesecuzione
del
provvedimento
impugnato.
Lordinanza
che
dichiara
linammissibilit
per
ricorribile
per
cassazione
(salvo
che
lordinanza
sia
stata
emessa
dalla
corte
medesima),
e
a
tale
scopo
viene
notificata
allimpugnante
e,
qualora
limpugnazione
sia
stata
proposta
personalmente
dallimputato,
anche
al
suo
difensore.
Se
linammissibilit
non
viene
dichiara
preliminarmente,
pu
essere
dichiarata
in
ogni
stato
e
grado
del
procedimento,
anche
dufficio.
Particolare
rilievo
riveste
la
problematica
riguardante
le
ipotesi
in
cui,
accanto
alla
causa
dinammissibilit
dellimpugnazione,
sussista
una
causa
di
non
punibilit:
poich
pure
per
questultima
prevista
la
dichiarazione,
anche
dufficio,
in
ogni
stato
e
grado
del
processo,
il
giudice
dellimpugnazione
deve
decidere
a
quale
declaratoria
dare
la
prevalenza.
Sulla
base
del
consolidato
principio
per
cui
le
cause
di
inammissibilit
dellimpugnazione
operano
fin
dal
momento
nel
quale
latto
dimpugnazione
invalido
stato
proposto,
le
Sezioni
unite
hanno
deciso
che
linammissibilit
del
ricorso
per
cassazione
preclude
la
possibilit
di
far
valere
o
di
rilevare
dufficio
lestinzione
del
reato
per
prescrizione
maturata
in
data
anteriore
alla
pronuncia
della
sentenza
di
appella
ma
non
dedotta
dalla
parte
n
rilevata
dal
giudice.
Lesecuzione
del
provvedimento
impugnato
sospesa,
dal
momento
della
pronuncia,
durante
i
termini
ad
impugnare
e
fino
allesito
del
giudizio
dimpugnazione.
A
tale
regola
fanno
eccezione
numerose
ipotesi
nelle
quali
i
provvedimenti
sono
immediatamente
esecutivi
(ad
es.
lappello
contro
le
ordinanze
in
materia
di
sequestro
preventivo
e
contro
il
decreto
di
revoca
del
sequestro
emesso
dal
PM
non
sospende
lesecuzione
del
provvedimento).
Infine,
nei
casi
in
cui
la
sospensione
dellesecuzione
del
provvedimento
impugnato
si
interseca
coi
casi
di
estensione
dellimpugnazione,
tale
estensione
non
funge
da
condizione
che
sospende
lirrevocabilit
della
sentenza
nei
confronti
dellimputato
non
impugnante.
17. CONDANNA
ALLE
SPESE
In
caso
di
rigetto
o
di
declaratoria
dinammissibilit
dellimpugnazione,
la
parte
privata
che
lha
proposta
condannata
alle
spese
del
procedimento.
In
particolare,
le
Sezioni
unite
hanno
deciso
che
lobbligo
del
giudice
di
condannare
la
parte
civile
alle
spese
del
procedimento,
nel
caso
di
rigetto
dellimpugnazione
da
essa
proposta
contro
la
sentenza
di
assoluzione
dellimputato,
sussiste
anche
quando
analoga
impugnazione
sia
stata
proposta
dal
PM.
In
solido
con
limputato
che
ha
proposto
limpugnazione
sono
condannati
alle
spese
anche
i
coimputati
che
hanno
partecipato
al
giudizio
avvalendosi
delleffetto
estensivo.
Qualora
limputato
sia
condannato
nel
giudizio
dimpugnazione,
anche
condannato
alle
spese
dei
giudizi
precedenti,
se
in
essi
era
stato
prosciolto.
Infine,
se
limpugnazione
proposto
per
i
soli
effetti
civili,
la
parte
privata
soccombente
condannata
alle
spese.
18. LAPPELLO:
PREMESSA
Lappello
il
mezzo
dimpugnazione
ordinario
con
il
quale
le
parti
che
vi
hanno
interesse
e
ritengono
viziata,
per
motivi
di
fatto
o
di
diritto,
la
decisione
del
giudice
di
primo
grado,
chiedono
una
decisione
del
giudice
dappello
con
riferimento
a
uno
o
pi
capi
e
punti
del
provvedimento.
19. APPELLABILITA
OGGETTIVA
Lart.
593
stato
oggetto
di
vari
interventi
legislativi,
volti
a
determinare
i
casi
di
inappellabilit
delle
sentenze
di
condanna
e
di
proscioglimento.
Lultimo
intervento,
attuato
mediante
lart.
1
l.
n.
46/2006
si
caratterizzava
per
un
forte
ridimensionamento
dellappello
contro
le
sentenze
di
proscioglimento,
che
tuttavia
la
Corte
costituzionale
ha
ormai
cancellato
sia
con
riguardo
al
PM,
sia
con
riguardo
allimputato.
Il
testo
dellart.
593.2
introdotto
dalla
l.
n.
46
del
2006
stabiliva
che
limputato
ed
il
PM
potevano
appellare
contro
le
sentenze
di
proscioglimento
nel
caso
di
rinnovazione
dellistruzione
dibattimentale
qualora
nuove
prove
fossero
sopravvenute
o
scoperte
dopo
il
giudizio
di
primo
grado,
e
purch
la
nuova
prova
fosse
decisiva.
Qualora
il
giudice
in
via
preliminare
non
disponesse
la
rinnovazione
dellistruzione,
dichiarava
con
ordinanza
linammissibilit
dellappello
e
le
parti,
entro
45
gg.
dalla
notifica
del
provvedimento,
potevano
proporre
ricorso
per
cassazione
anche
contro
la
sentenza
di
primo
grado.
Riguardo
alle
sentenze
di
proscioglimento
pronunciate
in
esito
al
giudizio
abbreviato,
lart.
2
della
l.
n.
46
le
rendeva
inappellabili
per
limputato
e
il
PM,
senza
alcuna
deroga.
Questa
drastica
riduzione
dellappellabilit
delle
sentenze
di
proscioglimento
cercava
di
far
fronte
ai
casi
in
cui
limputato,
prosciolto
in
primo
grado,
venisse
condannato
in
secondo
grado
su
appello
del
PM,
senza
diritto
ad
un
ulteriore
grado
di
giudizio
nel
merito.
Su
questo
tessuto
normativo
nel
2007
sono
intervenute
2
declaratorie
di
illegittimit
costituzionale:
a. Con
la
sentenza
n.
26
del
2007,
la
Corte
costituzionale
ha
eliminato
i
limiti
dellappello
del
PM
contro
le
sentenze
di
proscioglimento
pronunciate
in
dibattimento,
per
contrasto
il
principio
di
parit
delle
parti,
poich,
mentre
limputato
pu
impugnare
la
sentenza
di
condanna,
il
PM
non
poteva
avanzare
doglianze
di
merito
contro
tali
sentenze
che
lo
vedevano
totalmente
soccombente.
Inoltre
le
riforma
determinava
una
incoerenza
del
sistema,
dato
che
il
PM
totalmente
soccombente
in
primo
grado
rimaneva
privo
del
potere
di
appello,
conservandolo
invece
nel
caso
di
soccombenza
soltanto
parziale,
sotto
il
profilo
qualitativo
o
meramente
quantitativo;
b. Con
la
sentenza
n.
320
del
2007,
la
Corte
costituzionale
ha
eliminato,
per
il
PM,
linappellabilit
delle
sentenze
di
proscioglimento
pronunciate
in
sede
di
giudizio
abbreviato,
sempre
per
contrasto
con
il
principio
di
parit
delle
parti.
Inoltre,
la
modifica
della
disposizione
determinava
ancora
una
incoerenza
della
disciplina
delle
impugnazioni,
il
quanto
il
PM,
privato
del
potere
di
appellare
le
sentenze
di
proscioglimento,
poteva
appellare
quelle
di
condanna
che
modifichino
il
titolo
del
reato.
Ripristinato
lappello
del
PM
contro
le
sentenze
dibattimentali
di
proscioglimento,
lart.
593.2,
come
modificato
dalla
l.
n.
46,
rimaneva
in
vigore
per
limputato,
il
quale
non
poteva
proporre
appello
contro
le
sentenze
di
proscioglimento
che
presupponevano
un
accertamento
di
responsabilit
o
pronunciate
con
formula
non
pienamente
liberatoria.
Con
la
sentenza
n.
85
del
2008,
la
Corte
costituzionale
ha
restituito
allimputato
il
potere
di
appellare
le
sentenze
dibattimentali
di
proscioglimento
che
potessero
configurare
un
interesse
del
prosciolto
allimpugnazione.
Ad
oggi,
in
base
allart.
593.1,
il
PM
e
limputato
possono
appellare
contro
le
sentenze
di
condanna
salvo
quanto
previsto
dagli
artt.:
a. 443.3,
che
stabilisce
limiti
allappello
del
PM
contro
le
sentenze
di
condanna
emesse
nel
giudizio
abbreviato,
che
sono
appellabili
solo
se
modificano
il
titolo
del
reato;
b. 448.2,
che
stabilisce
linappellabilit
delle
sentenze
di
patteggiamento,
salvo
lappello
del
PM
in
caso
di
dissenso;
c. 579
e
680,
che
prevedono
limpugnazione
non
solo
contro
le
sentenze
di
condanna,
ma
anche
contro
le
sentenze
di
proscioglimento
per
quanto
concerne
le
misure
di
sicurezza:
in
ordine
a
tali
sentenze,
richiesto
il
contestuale
appello
di
un
capo
penale,
altrimenti
le
sole
disposizioni
della
sentenza
riguardanti
le
misure
di
sicurezza
sono
appellabili
al
tribunale
di
sorveglianza.
Lart.
593.3
prevede,
poi,
un
altro
limite,
definendo
inappellabili
le
sentenza
di
condanna
per
le
quali
stata
applicata
la
sola
pena
dellammenda.
Infine,
va
ricordata
lattuale
inappellabilit
delle
sentenze
di
non
luogo
a
procedere
che
emerge
dallart.
428,
ora
dedicato
al
solo
ricorso
per
cassazione.
20. APPELLABILITA
SOGGETTIVA
E
GIUDICE
DAPPELLO
Soggetti
legittimati
ad
appellare
sono
il
PM
e
limputato.
Peraltro,
anche
il
responsabile
civile
ed
il
civilmente
obbligato
possono
proporre
impugnazione,
nei
casi
consentiti,
col
mezzo
che
la
legge
attribuisce
allimputato,
cos
come
la
parte
civile
ed
il
querelante
condannato
alle
spese
e
ai
danni,
anche
se
essi
sono
svincolati
dal
mezzo
previsto
per
il
PM.
Non
pi
legittimata
allappello
contro
la
sentenza
di
proscioglimento
la
persona
offesa
che,
trattandosi
di
reati
procedibili
a
querela,
ha
chiesto
la
citazione
a
giudizio
dellimputato:
questa
una
conseguenza
della
soppressione
dellappello
del
PM
contro
le
sentenze
di
proscioglimento
per
reati
puniti
con
la
pena
alternativa.
Sullappello
proposto
contro
le
sentenze
pronunciate
dal
tribunale
e
dalla
corte
dassise
decidono,
rispettivamente,
la
corte
dappello
e
la
corte
dassise
dappello;
sullappello
contro
le
sentenze
pronunciate
in
sede
di
giudizio
abbreviato
decidono,
rispettivamente,
la
corte
dappello
e
la
corte
dassise
dappello,
a
seconda
che
si
tratti
di
reato
di
competenza
del
tribunale
o
della
corte
dassise.
Sullappello
contro
le
sentenze
del
giudice
di
pace
competente
il
tribunale
in
composizione
monocratica
del
circondario
in
cui
ha
sede
il
giudice
che
ha
pronunciato
la
sentenza
impugnata.
21. LAPPELLO
INCIDENTALE
La
parte
che
non
ha
proposto
impugnazione
pu
proporre
appello
incidentale
entro
15
gg.
da
quello
in
cui
ha
ricevuto
la
comunicazione
o
la
notificazione
dalla
cancelleria
del
giudice
a
quo;
esso
perde
efficacia
in
caso
dinammissibilit
dellappello
principale
o
di
rinuncia
ad
esso.
Lappello
incidentale
proposto
dal
PM
produce
gli
stessi
effetti
dellappello
principale,
neutralizzando
il
divieto
di
reformatio
in
peius,
operante
per
lappello
del
solo
imputato;
tali
effetti
non
si
producono
invece
nei
confronti
del
coimputato
non
appellante
che
non
abbia
partecipato
al
giudizio
dappello.
Lappello
incidentale
dellimputato,
invece,
oltre
a
non
produrre
alcun
effetto
nei
riguardi
del
PM,
presenta
scarsa
utilit
per
limputato
stesso,
non
essendo
esclusa,
su
appello
principale
del
PM,
limmediata
declaratoria
ex
officio
di
determinate
cause
di
non
punibilit,
o
la
sospensione
condizionale
della
pena,
la
non
menzione
della
condanna
nel
certificato
del
casellario
giudiziale
o
lapplicazione
di
una
o
pi
circostanze
attenuanti.
Lappello
incidentale
proposto,
presentato
e
notificato
in
base
alla
normativa
generale
sulle
impugnazioni.
Due
problematiche
meritano
menzione:
a. Per
quanto
concerne
la
legittimazione
a
proporre
appello
incidentale
per
la
parte
non
legittimata
a
proporre
appello
principale,essa
stata
esclusa
dalle
Sezioni
unite:
quindi,
nel
giudizio
abbreviato
il
PM
non
pu
proporre
appello
incidentale
quando
quello
principale
gli
sia
precluso,
e,
analogamente,
nel
patteggiamento
limputato
non
pu
proporre
appello
incidentale
quando
la
relativa
decisione
sia
stata
appellata
dal
PM.
Dunque,
chi
non
legittimato
a
proporre
appello
principale,
non
potendo
proporre
quello
incidentale,
pu
solo
ricorrere
per
cassazione,
determinando
cos
la
conversione
del
ricorso
in
appello,
la
quale
per
non
comporta
la
modificazione
dei
possibili
contenuti
dellimpugnazione,
che
anche
nel
caso
di
conversione
restano
quelli
del
ricorso;
b. Per
quanto
concerne
loggetto
dellappello
incidentale,
le
Sezioni
unite
hanno
deciso
esso
consiste
nei
punti
della
decisione
investiti
dallappello
principale
nonch
i
punti
ad
essi
legati
da
connessione
essenziale.
22. LA
COGNIZIONE
DEL
GIUDICE
DAPPELLO:
a)
IL
PRINCIPIO
DEL
TANTUM
DEVOLUTUM
QUANTUM
APPELLATUM
E
LE
SUE
ECCEZIONI
Lappello
attribuisce
al
giudice
di
secondo
grado
la
cognizione
del
procedimento
limitatamente
ai
punti
della
decisione
ai
quali
si
riferiscono
i
motivi
proposti
(principio
del
tantum
devolutum
quantum
appellatum).
Tuttavia,
il
concetto
di
punto
non
va
confuso
con
quello
di
questione,
potendo
ogni
punto
ricomprendere
in
s
molteplici
questioni:
il
giudice
dappello
decide
su
tutte
le
questioni
astrattamente
ipotizzabili
in
ordine
al
punto
impugnato.
Dunque,
per
punto
della
decisione,
la
giurisprudenza
intende
ogni
statuizione
della
sentenza
che
pu
essere
considerata
in
modo
autonomo.
Inoltre,
si
considera
applicabile
allappello
il
criterio
della
connessione
essenziale,
enunciato
per
il
giudizio
di
cassazione:
in
base
ad
esso,
il
giudice
dappello
ha
il
potere-dovere
di
decidere
anche
in
ordine
a
punti
della
sentenza
che,
pur
non
impegnati,
siano
legati
a
quelli
impugnati
da
un
rapporto
di
pregiudizialit,
di
interdipendenza
o,
comunque,
di
connessione
essenziale.
In
principio
del
tantum
devolutum
quantum
appellatum
soggetto
a
varie
eccezioni.
Innanzitutto,
vi
sono
questioni
che
sono
devolute
al
giudice
dappello,
indipendentemente
dai
punti
impegnati,
perch
rilevabili
ex
officio
in
ogni
stato
e
grado
del
processso:
la
dichiarazione
del
difetto
di
giurisdizione,
la
dichiarazione
dincompetenza
per
materia,
ecc..
Unaltra
deroga
quella
per
cui
con
la
sentenza
possono
essere
applicate
anche
di
ufficio
la
sospensione
condizionale
della
pena,
la
non
menzione
della
condanna
nel
certificato
del
casellario
giudiziale
e
una
o
pi
circostanze
attenuanti;
inoltre,
pu
anche
essere
effettuato,
quando
occorre,
il
giudizio
di
comparizione.
23. Segue:
b)
RAPPORTI
FRA
COGNIZIONE
DEL
GIUDICE
DAPPELLO
E
CONTENUTO
DELLA
DECISIONE;
IL
DIVIETO
DELLA
REFORMATIO
IN
PEIUS
I
commi
2,
3
e
4
dellart.
597
si
occupano
dei
poteri
di
decisione
del
giudice,
delineando
il
contenuto
della
sentenza
di
conferma
o
di
riforma.
La
distinzione
basilare
fra
le
ipotesi
in
cui
appellante
sia
(anche)
il
PM
e
le
ipotesi
in
cui
appellante
sia
il
solo
imputato.
Quando
ad
appellare
sia
il
PM,
il
contenuto
della
pronuncia
del
giudice
di
secondo
grado
non
incontra
limiti.
Larti.
597.2
distingue
a
seconda
che
il
giudice,
su
appello
del
PM,
riformi
o
confermi
la
decisione
di
primo
grado:
a. In
caso
di
riforma,
se
lappello
riguarda
una
sentenza
di
condanna
il
giudice
dappello
pu,
nei
limiti
della
competenza
del
giudice
di
primo
grado,
dare
al
fatto
una
definizione
giuridica
pi
grave,
mutare
la
specie
o
aumentare
la
quantit
della
pena,
revocare
benefici,
applicare
misure
di
sicurezza
ed
adottare
ogni
altro
provvedimento
consentito
dalla
legge;
se
lappello
riguarda
una
sentenza
di
proscioglimento,
il
giudice
pu
pronunciare
condanna
ed
emettere
i
provvedimenti
indicati,
ovvero
prosciogliere
per
una
causa
diversa
da
quella
enunciata
nella
sentenza
appellata.
b. In
caso
di
conferma,
il
giudice
dappello
pu
applicare,
modificare
o
escludere,
nei
casi
determinati
dalla
legge,
le
pene
accessorie
e
le
misure
di
sicurezza.
Dunque,
quando
ad
appellare
il
PM,
si
pu
avere
un
peggioramento
della
posizione
dellimputato.
Qualora,
invece,
appelli
il
solo
imputato
vige
il
divieto
di
reformatio
in
peius,
in
base
al
quale
il
giudice
dappello
non
pu
irrogare
una
pena
pi
grave
per
specie
o
quantit,
applicare
una
misura
di
sicurezza
nuova
o
pi
grave,
prosciogliere
limputato
per
una
causa
meno
favorevole
di
quella
enunciata
nella
sentenza
appellata,
n
revocare
i
benefici.
tuttavia
fatta
salva
la
possibilit
di
dare
al
fatto
una
definizione
giuridica
pi
grave,
purch
non
venga
superata
la
competenza
del
giudice
di
primo
grado.
Il
divieto
di
reformatio
in
peius
va
riferito
al
solo
dispositivo
e
non
alla
motivazione
della
sentenza,
che
quindi
potrebbe
anche
risultare
meno
favorevole
allimputato;
in
secondo
luogo,
non
concerne
le
disposizioni
civili,
che
possono
essere
rivalutate
dal
giudice.
Quanto
alle
pene
accessorie,
la
giurisprudenza
prevalente
ritiene
non
operante
il
divieto
in
questione
in
caso
di
pene
accessorie
predeterminate
dalla
legge
in
ogni
loro
elemento
e
quindi
non
rimesse
alla
valutazione
discrezionale
del
giudice.
24. GIUDIZIO
DAPPELLO
IN
CAMERA
DI
CONSIGLIO
Quando
lappello
ha
esclusivamente
per
oggetto
la
specie
o
la
misura
della
pena,
anche
con
riferimento
al
giudizio
di
comparazione
fra
circostanze,
o
lapplicabilit
delle
circostanze
attenuanti
generiche,
di
sanzioni
sostitutive,
della
sospensione
condizionale
della
pena
o
della
non
menzione
della
condanna
nel
certificato
del
casellario
giudiziale,
la
corte
provvede
in
camera
di
consiglio
con
le
forme
previste
dallart.
127;
tuttavia,
il
giudizio
camerale
in
discorso
si
discosta
per
vari
aspetti
dal
suo
modello
base:
a. Innanzitutto,
per
il
rito
camerale
prevista
lemissione
del
decreto
di
citazione
(dove
il
rito
medesimo
va
menzionato).
Muovendo
da
ci,
la
giurisprudenza
si
divide
in
merito
alla
durata
del
termine
per
comparire:
per
la
maggior
parte
delle
pronunce
quello
di
20
gg.
stabilito
per
la
fase
introduttiva
del
giudizio
dappello,
mentre
per
altre
pronunce
quello
di
10
gg.
previsto
dallart.
127.1;
b. In
secondo
luogo,
ludienza
rinviata
in
ogni
caso
se
sussiste
un
legittimo
impedimento
dellimputato
che
ha
manifestato
la
volont
di
comparire:
in
giurisprudenza
si
affermato
che
limputato
ha
diritto
di
comparire
anche
nel
caso
in
cui
sia
detenuto
fuori
della
circoscrizione
del
giudice
dappello,
mentre
un
opposto
orientamento
riconosce
al
detenuto
solo
il
diritto
di
essere
ascoltato
dal
magistrato
di
sorveglianza
competente;
c. In
terzo
luogo,
mentre
di
regola
PM
e
difensori
sono
sentiti
solo
se
compaiono,
in
caso
di
rinnovazione
dellistruzione
dibattimentale
il
giudice
assume
le
prove
in
camera
di
consiglio,
con
la
necessaria
partecipazione
di
tali
soggetti:
se
essi
non
sono
presenti
quando
disposta
la
rinnovazione,
il
giudice
fissa
una
nuova
udienza,
facendo
comunicare
la
PM
e
notificare
ai
difensori
copia
del
provvedimento.
Invece,
il
legittimo
impedimento
del
difensore
a
comparire
non
costituisce
motivo
di
rinvio
delludienza
camerale;
d. Infine,
il
provvedimento
conclusivo
non
un
ordinanza
ma
una
sentenza.
Tale
sentenza,
anche
trattandosi
di
giudizio
abbreviato,
deve
essere
depositata
con
notifica
alle
parti
del
relativo
avviso.
25. PROVVEDIMENTI
IN
CAMERA
DI
CONSIGLIO
IN
ORDINE
ALLESECUZIONE
DELLE
CONDANNE
CIVILI
In
primo
grado,
lart.
540
delinea
2
decisioni
provvisoriamente
esecutive:
a. Luna
riguarda
la
condanna
alle
restituzione
e
al
risarcimento
del
danno,
dichiarata
provvisoriamente
esecutiva,
su
richiesta
della
parte
civile,
quando
ricorrono
giustificati
motivi;
b. Laltra
concerne
la
condanna
al
pagamento
della
provvisionale.
Lart.
600
disciplina
le
decisioni
del
giudice
dappello
in
queste
materie:
a. Se
il
giudice
di
primo
grado
ha
omesso
di
provvedere
sulla
richiesta
di
provvisoria
esecuzione,
ovvero
lha
rigettata,
la
parte
civile
pu
riproporla,
mediante
impugnazione
della
sentenza
di
primo
grado
al
giudice
dappello,
che,
a
richiesta
di
parte,
provvede
con
ordinanza
in
camera
di
consiglio;
b. Se
il
giudice
di
primo
grado
ha
dichiarato
provvisoriamente
esecutiva
la
condanna
al
risarcimento
e
alle
restituzioni,
il
responsabile
civile
e
limputato
possono
chiedere
la
revoca
o
la
sospensione
della
provvisoria
esecuzione;
c. Infine,
limputato
ed
il
responsabile
civile
possono
chiedere
al
giudice
dappello
che
sia
sospesa
lesecuzione
della
condanna
al
pagamento
della
provvisionale,
quando
ricorrono
gravi
motivi.
26. ATTI
PRELIMINARI
AL
GIUDIZIO
DAPPELLO
Se
lappello
ammissibile,
il
presidente
ordina
senza
ritardo
la
citazione
dellimputato
appellante,
nonch
quella
dellimputato
non
appellante
se
vi
appello
del
PM
oppure
se
ricorrono
le
condizioni
per
il
verificarsi
dellestensione
dellimpugnazione,
o
se
lappello
proposto
per
i
soli
interessi
civili.
In
ogni
caso,
ordinata
la
citazione
delle
parti
eventuali
e,
in
particolare,
la
parte
civile
citata
anche
quando
ha
appellato
il
solo
imputato
contro
una
sentenza
di
proscioglimento.
In
questo
caso,
la
parte
civile
ha
infatti
comunque
interesse
ad
una
formula
di
proscioglimento
non
preclusiva
dellazione
in
sede
civile.
Quando
si
procede
in
camera
di
consiglio,
il
decreto
di
citazione
deve
contenere,
oltre
allindicazione
del
giudice
competente:
a. Le
generalit
dellimputato
e
delle
altre
parti
private
con
lindicazione
dei
difensori;
b. Lindicazione
del
luogo,
del
giorno
e
dellora
della
comparizione,
con
lavvertimento
allimputato
che
se
non
compare
sar
giudicato
in
contumacia;
c. La
data
e
la
sottoscrizione
del
giudice
e
dellausiliario
che
lo
assiste.
Il
decreto
va
notificato
almeno
20
gg.
prima
della
data
fissata
per
il
giudizio
dappello,
termine
che
vale
anche
per
la
notificazione
dellavviso
ai
difensori.
Il
decreto,
infine,
nullo,
se
limputato
non
identificato
in
modo
certo,
ovvero
se
manca
o
insufficiente
lindicazione
di
uno
dei
requisiti
di
cui
sub
b.
27. DIBATTIMENTO
DAPPELLO:
a)
LINEE
GENERALI
Nel
dibattimento
dappello
si
osservano,
in
quanto
applicabili,
le
disposizioni
relative
al
giudizio
di
primo
grado.
Esso
inizia
con
la
relazione
della
causa
effettuata
dal
presidente
o
da
un
consigliere
da
lui
delegato.
Nel
dibattimento
pu
essere
data
lettura,
anche
dufficio,
di
atti
del
giudizio
di
primo
grado,
nonch
di
atti
compiuti
nelle
fasi
antecedenti:
a. Nella
prima
categoria
vanno
ricompresi
gli
atti
compiuti
direttamente
nel
dibattimento
di
primo
grado;
b. Nella
seconda
categoria
vanno
ricompresi
quelli
compiuti
nelle
fasi
precedenti
e
gi
inseriti
nel
fascicolo
dibattimentale
del
giudizio
di
primo
grado
e
poi
acquisiti
mediante
lettura,
oppure
gli
atti
inseriti
nel
fascicolo
del
PM
che,
una
volta
letti,
confluiscono
nel
fascicolo
dibattimentale
del
giudizio
di
primo
grado.
Dunque,
in
sostanza,
nel
dibattimento
dappello
non
pu
entrare
materiale
probatorio
che
non
sia
stato
gi
utilizzato
per
la
decisione
di
primo
grado:
lacquisizione
di
prove
non
utilizzate
in
primo
grado
pu
avvenire
solo
attraverso
la
rinnovazione
dellistruzione
dibattimentale.
28. Segue:
b)
LA
RINNOVAZIONE
DELLISTRUZIONE
DIBATTIMENTALE
La
rinnovazione
dellistruzione
dibattimentale
in
appello
(art.
603)
un
meccanismo
attivabile
a
richiesta
di
parte
o
dufficio.
In
seguito
a
richiesta
di
parte,
il
giudice
dispone
la
riassunzione
di
prove
gi
acquisite
nel
dibattimento
di
primo
grado,
o
lassunzione
di
nuove
prove,
quando
ritiene
di
non
essere
in
grado
di
decidere
allo
stato
degli
atti.
Va
tuttavia
precisato
che
per
nuove
prove
la
giurisprudenza
intende
le
prove
preesistenti
ma
non
acquisite
nel
dibattimento
di
primo
grado,
e
dunque
non
utilizzate
per
la
decisione.
Qualora
le
prove
sono
sopravvenute
o
scoperte
dopo
il
giudizio
di
primo
grado,
il
giudice
dispone
la
rinnovazione
dellistruzione
dibattimentale
nei
limiti
previsti
per
il
giudizio
di
primo
grado:
si
configura
cos
unipotesi
di
rinnovazione
obbligatoria,
a
tutela
del
diritto
delle
parti
alla
prove
nei
limiti
in
cui
riconosciuto
nel
giudizio
di
primo
grado.
La
rinnovazione
ex
officio
prevista
se
il
giudice
la
ritiene
assolutamente
necessaria.
Un
altro
caso
di
rinnovazione
obbligatoria
si
ha
quando
limputato,
contumace
in
primo
grado,
ne
fa
richiesta
e
prova
di
non
essere
potuto
comparire
per
caso
fortuito
o
forza
maggiore
o
per
non
aver
conoscenza
del
decreto
di
citazione,
sempre
che
in
tal
caso
il
fatto
non
sia
dovuto
a
sua
colpa
ovvero,
quando
latto
di
citazione
per
giudizio
di
primo
grado
stato
notificato
mediante
consegna
al
difensore
essendo
limputato
irreperibile
o
non
avendo
eletto
un
domicilio
idoneo,
non
si
sia
sottratto
volontariamente
alla
conoscenza
degli
atti
del
procedimento.
Profili
di
interesse
presenta
la
rinnovazione
nei
procedimenti
camerali
quando
si
tratta
di
giudizio
abbreviato
di
secondo
grado.
La
giurisprudenza
riconosce
un
potere
di
rinnovazione
ex
officio
del
giudice
(sollecitabile
anche
dalle
parti
interessate),
da
esercitare
solamente
nei
casi
di
assoluta
necessit.
Quanto
allimputato,
si
deve
distinguere
a
seconda
che
la
sua
richiesta
di
giudizio
abbreviato
sia
stata
semplice
i
complessa:
a. Nel
primo
caso,
egli
ha
rinunciato
al
diritto
alla
prova
in
primo
grado
e
la
sua
scelta
si
prolunga
nel
giudizio
dappello;
b. Nel
secondo
caso,
avendo
subordinato
la
richiesta
ad
una
integrazione
probatoria,
conserva,
entro
tali
limiti,
il
diritto
alla
riassunzione
anche
in
secondo
grado.
La
decisione
sulla
rinnovazione
assunta
dal
giudice,
nel
contradditorio
delle
parti,
con
ordinanza:
di
regola
si
procede
immediatamente
alla
rinnovazione,
in
caso
dimpossibilit,
il
dibattimento
sospeso
per
un
periodo
no
superiore
a
10
gg.
infine,
a
parere
della
dottrina,
il
provvedimento
che
dispone
la
rinnovazione
revocabile.
29. SENTENZE
CONCLUSIVE
DEL
GIUDIZIO
DAPPELLO
Il
giudizio
dappello
pu
concludersi
con
sentenza
di
inammissibilit,
di
conferma,
di
riforma,
di
annullamento
con
trasmissione
degli
atti
al
PM
o
con
rinvio
degli
atti
al
giudice
che
procedeva
al
momento
del
verificarsi
di
determinate
nullit.
Il
giudice
dichiara
inammissibile
lappello
con
sentenza
quando
accerta
una
causa
dinammissibilit
non
rilevata
prima
del
dibattimento
o
insorta
dopo
la
sua
apertura.
Pronuncia
sentenza
di
conferma
quando,
ritenendo
non
fondati
i
motivi
dellappello,
lo
rigetta
e
mantiene
ferma
la
decisione
di
primo
grado.
In
base
allart.
605,
pronuncia
sentenza
di
riforma
quando,
accogliendo
tutti
o
alcuni
dei
motivi
proposti,
modifica
in
tutto
o
in
parte
la
decisione
di
primo
grado,
salvo
il
divieto
della
reformatio
in
peius
in
caso
di
appello
del
solo
imputato.
Nel
caso
di
riforma
di
una
sentenza
di
condanna,
per
sopravvenuta
amnistia
o
prescrizione,
il
giudice
dappello,
nel
dichiarare
estinto
il
reato,
decide
sullimpugnazione
ai
soli
effetti
delle
disposizioni
e
dei
capi
della
sentenza
che
concernono
gli
interessi
civili.
Occorre
osservare
che
lart.
605
enuclea
le
due
sentenza
di
conferma
e
di
riforma
al
di
fuori
dei
casi
previsti
dallart.
604,
il
quale,
sotto
la
rubrica
questioni
di
nullit,
configura
varie
situazioni
volte
a
coniugare
il
principio
di
conservazione
degli
atti
ed
il
principio
di
economia
processuale.
Infatti:
a. Per
un
verso,
la
nullit
che
colpisce
una
parte
della
sentenza
non
travolge
le
altre
parti
che
non
dipendano
da
essa;
b. Per
altro
verso,
il
giudice
dappello
si
sostituisce
a
quello
di
primo
grado,
correggendone
ed
integrandone
la
decisione.
Nel
comma
1
dellart.
604
prevista
la
nullit
della
sentenza
che
abbia
condannato
per
un
fatto
diverso
da
quello
contestato.
In
tal
caso,
il
giudice
dappello
dichiara
la
nullit
in
toto
della
sentenza
appellata
e
dispone
la
trasmissione
degli
atti
al
giudice
di
primo
grado.
Lo
sbocco
analogo
qualora
la
sentenza
di
primo
grado
abbia
applicato,
senza
che
vi
sia
stata
contestazione,
una
circostanza
aggravante
per
la
quale
la
legge
stabilisce
una
pena
di
specie
diversa
da
quella
ordinaria
del
reato
o
una
circostanza
aggravante
ad
effetto
speciale
(la
quale
comporta
un
aumento
della
pena
superiore
ad
un
terzo),
e
semprech
non
vengano
ritenute
prevalenti
o
equivalenti
le
circostanze
attenuanti.
In
questultimo
caso,
o
quando
sono
state
applicate,
senza
preventiva
contestazione,
circostanze
aggravanti
diverse
da
quelle
previste
ex
art.
604.1,
il
giudice
dappello
esclude
le
circostanze
aggravanti
non
contestate,
effettua,
se
occorre,
un
nuovo
giudizio
di
comparazione
e
ridetermina
la
pena.
Quando,
invece,
il
difetto
di
contestazione
concerne
un
reato
concorrente
o
un
fatto
nuovo,
il
giudice
dichiara
nullo
il
relativo
capo
della
sentenza
ed
elimina
la
pena
corrispondente,
disponendo
che
del
provvedimento
sia
data
notizia
al
PM
per
le
sue
determinazioni.
Qualora
il
giudice
dappello
rilevi
una
nullit
assoluta,
o
una
nullit
intermedia
non
sanata,
dalle
quali
sia
derivata
la
nullit
del
provvedimento
che
dispone
il
giudizio
o
della
sentenza
di
primo
grado,
dichiara
con
sentenza
la
nullit
e
rinvia
gli
atti
al
giudice
che
procedeva
quando
si
verificata,
davanti
al
quale,
per,
non
trova
applicazione
il
divieto
di
reformatio
in
peius.
Invece,
trattandosi
di
altre
nullit
non
sanate,
il
giudice
dappello
pu
ordinare
la
rinnovazione
degli
atti
nulli,
oppure,
una
volta
dichiarata
la
nullit,
decidere
nel
merito,
qualora
riconosca
che
latto
non
fornisce
elementi
necessari
per
il
giudizio
(sentenza
di
conferma
o
riforma).
Nel
caso
in
cui
il
giudice
di
primo
grado
abbia
dichiarato
erroneamente
che
il
reato
estinto
o
che
lazione
penale
non
poteva
essere
iniziata
o
proseguita,
il
giudice
dappello
decide
nel
merito,
rinnovando,
se
occorre,
il
dibattimento.
Quindi
si
ricade
nella
categoria
delle
sentenze
di
riforma.
In
tale
categoria,
infine,
ricompresa
anche
lipotesi
in
cui
il
giudice
dappello
riconosce
erronea
la
decisione
del
giudice
di
primo
grado
che
ha
respinto
la
domanda
di
oblazione.
Ne
consegue
laccoglimento
della
domanda
e
la
sospensione
del
dibattimento,
per
un
termine
massimo
non
superiore
a
10
gg.,
per
il
pagamento
delle
somme
dovute;
avvenuto
il
pagamento,
il
giudice
pronuncia
sentenza
di
proscioglimento.
Se
non
viene
proposto
ricorso
per
cassazione,
copia
della
sentenza
di
conferma
o
di
riforma
in
relazione
alla
pena,
alle
misure
di
sicurezza
o
alle
disposizioni
civili,
insieme
agli
atti
del
procedimento,
trasmessa
senza
ritardo,a
cura
della
cancelleria,
al
giudice
di
primo
grado
competente
per
lesecuzione;
altrimenti,
cio
se
la
sentenza
di
riforma
in
relazione
a
punti
diversi,
competente
per
lesecuzione
il
giudice
dappello.
Invece,
le
pronunce
del
giudice
dappello
sullazione
civile
sono
immediatamente
esecutive.
30. IL
RICORSO
PER
CASSAZIONE:
PREMESSA
Il
ricorso
per
cassazione
il
mezzo
di
impugnazione
ordinario
con
il
quale
le
parti
chiedono
lannullamento
per
motivi
di
diritto
della
decisione
pronunciata,
inappellabilmente
o
in
grado
dappello,
da
un
giudice
di
merito.
Tuttavia,
in
determinati
casi,
possibile
anche
proporre
immediatamente
il
ricorso.
I
motivi
di
diritto,
tassativamente
indicati
dalla
legge,
riguardano:
a. Errori
commessi
dal
giudice
di
merito
nellapplicazione
delle
norme
di
diritto
sostanziale
(errores
in
iudicando);
b. O
nellapplicazione
delle
norme
processuali
(errores
in
procedendo).
31. RICORRIBILITA
OGGETTIVA
E
SOGGETTI
LEGITTIMATI
Il
ricorso
per
cassazione,
oltre
che
nei
casi
e
con
gli
effetti
determinati
da
particolari
disposizioni,
pu
essere
proposto
contro
le
sentenze
pronunciate
in
grado
dappello
o
inappellabili.
Il
responsabile
civile
e
il
civilmente
obbligato
impugnano
con
il
mezzo
che
la
legge
attribuisce
allimputato,
mentre
parte
civile
e
querelante
condannato
alle
spese
e
ai
danni
impugnano
senza
essere
vincolati
al
mezzo
attribuito
al
PM.
Riguardo
alle
sentenze
di
non
luogo
a
procedere,
ormai
inappellabili,
la
persona
offesa
pu
proporre
ricorso
per
cassazione
nei
soli
casi
di
nullit
riguardanti
lavviso
per
ludienza
preliminare,
mentre
la
persona
offesa
costituita
parte
civile
pu
proporre
ricorso
per
cassazione.
Con
riguardo
alle
sentenze
pronunciate
dal
giudice
di
pace,
oltre
al
PM
e
allimputato,
legittimata
al
ricorso
la
persona
offesa
che,
trattandosi
di
reati
precedibili
a
querela,
ha
chiesto
la
citazione
a
giudizio
dellimputato.
Limputato
pu
ricorrere
per
cassazione
contro
la
sentenza
di
condanna
o
di
proscioglimento,
ovvero
contro
la
sentenza
inappellabile
di
non
luogo
a
procedere.
Tuttavia,
limputato
non
pu
ricorrere
per
cassazione
quando,
con
la
sentenza
di
non
luogo
a
procedere,
viene
dichiarato
che
il
fatto
non
sussiste
o
che
limputato
non
lha
commesso.
Analoga
inibizione
vale
anche
per
il
ricorso
contro
le
sentenze
inappellabili
di
proscioglimento
pronunciate,
con
le
medesime
formule,
in
sede
di
giudizio
abbreviato
e
contro
le
sentenze
similari
emesse
nel
giudizio
di
primo
grado
o
in
appello.
Infine,
limputato
pu
ricorrere
anche
contro
le
sole
disposizioni
della
sentenza
che
riguardano
le
spese
processuali.
Il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
pu
ricorrere
contro
ogni
sentenza
di
condanna
o
di
proscioglimento
pronunciata
in
grado
dappello
o
inappellabile;
il
procuratore
presso
il
tribunale
pu
ricorrere
contro
ogni
sentenza
inappellabile,
di
condanna
o
di
proscioglimento,
pronunciata
dalla
corte
dassise,
dal
tribunale
o
dal
giudice
nella
fase
preliminare;
infine,
entrambi
possono
anche
ricorrere
direttamente
per
cassazione
nei
confronti
di
sentenze
di
primo
grado
appellabili.
Con
riguardo
alle
sentenze
di
non
luogo
a
procedere,
possono
proporre
ricorso
per
cassazione
sia
il
procuratore
della
Repubblica
e
il
procuratore
generale.
Inoltre,
pu
proporre
ricorso
per
cassazione
anche
il
rappresentate
del
PM
che
ha
presentato
le
conclusioni
in
secondo
grado
o,
trattandosi
di
sentenza
inappellabile
o
di
ricorso
per
saltum
contro
una
sentenza
appellabile,
in
primo
grado.
Davanti
alla
corte
di
cassazione
le
parti
sono
rappresentate
dai
difensori,
quindi
per
tutti
gli
atti
che
si
compiono
nel
procedimento,
il
domicilio
delle
parti
presso
di
essi,
ma
gli
avvisi
che
devono
essere
inviati
ai
difensori
sono
notificati
anche
allimputato
che
non
sia
assistito
da
difensore
di
fiducia.
35. ATTI
PRELIMINARI
AL
GIUDIZIO
Unimportante
novit
nella
struttura
organizzativa
della
corte
di
cassazione
dovuta
alla
l.
n.
128
del
2001,
che
ha
introdotto
una
sezione-filtro
(settima
sezione
penale)
per
lesame
dellinammissibilit
dei
ricorsi.
Al
suo
interno
la
rotazione
assicurata
mediante
lassegnazione
biennale
dei
consiglieri
che
la
compongono,
i
quali
vi
sono
addetti
solo
a
tempo
parziale,
rimanendo,
per
il
resto,
assegnati
alle
sezioni
di
provenienza.
Il
presidente
della
corte,
coadiuvato
da
alcuni
magistrati
nel
c.d.
spoglio
preliminare
dei
fascicoli,
se
rileva
una
causa
dinammissibilit
dei
ricorsi,
li
assegna
allapposita
sezione,
il
cui
presidente
fissa
la
data
per
la
decisione
in
camera
di
consiglio.
La
cancelleria
d
comunicazione
del
deposito
degli
atti
e
della
data
delludienza
al
procuratore
generale
e
ai
difensori
almeno
30
gg.
prima
di
tale
data;
lavviso
contiene
lenunciazione
della
causa
dinammissibilit
rilevata
dal
presidente
della
corte.
Questo
procedimento
si
svolge
secondo
le
regole
del
rito
camerale
enunciate
nellart.
611.1
e,
ove
linammissibilit
non
venga
dichiarata,
gli
atti
sono
rimessi
al
presidente
della
corte.
Il
presidente,
dunque,
provvede
poi
allassegnazione
dei
ricorsi
alle
singole
sezioni
secondo
i
criteri
stabiliti
dalle
leggi
di
ordinamento
giudiziario.
Su
richiesta
del
procuratore
generale,
dei
difensori
delle
parti
o
anche
dufficio,
il
ricorso
viene
assegnato
alle
Sezioni
unite
quando
le
questioni
proposte
sono
di
speciale
importanza
o
quando
occorre
dirimere
contrasti
insorti
tra
le
decisioni
delle
singole
sezioni.
Tali
Sezioni
unite
sono
composte
da
magistrati
di
tutte
le
sezioni
penali
ed
il
collegio
presieduto
dal
presidente
della
corte,
ovvero,
su
sua
delega,
dal
presidente
aggiunto
o
da
un
presidente
di
sezione.
Il
presidente
della
corte,
se
si
tratta
delle
Sezioni
unite,
o
il
presidente
della
sezione
fissa
la
data
per
la
trattazione
del
ricorso
in
udienza
pubblica
o
in
camera
di
consiglio
e
designa
il
relatore,
disponendo
altres
nei
casi
previsti
la
riunione
dei
giudizi
o
la
separazione
dei
medesimi
quando
giovi
alla
speditezza
della
decisione.
Almeno
30
gg.
prima
della
data
delludienza,
la
cancelleria
ne
d
avviso
al
procuratore
generale
ed
ai
difensori,
indicando
se
il
ricorso
sar
deciso
a
seguito
di
udienza
pubblica
ovvero
in
camera
di
consiglio.
In
caso
durgenza,
le
parti
possono
chiedere
la
riduzione
dei
termini
stabiliti
per
il
giudizio
di
cassazione:se
accoglie
la
richiesta,
il
presidente
dispone
con
decreto
la
riduzione
in
misura
non
superiore
ad
1/3;
del
provvedimento
fatta
menzione
negli
avvisi,
ai
quali
le
parti
possono
rinunciare
con
latto
di
ricorso
o
successivamente.
Se
una
sezione
rileva
che
la
questione
di
diritto
sottoposta
al
suo
esame
ha
dato
luogo,
o
pu
dar
luogo,
ad
un
contrasto
giurisprudenziale,
su
richiesta
delle
parti
o
dufficio
pu
rimettere
la
questione
alle
Sezioni
unite.
Il
presidente
della
corte
pu
restituire
alla
sezione
il
ricorso
qualora
siano
stati
assegnati
alle
Sezioni
unite
altri
ricorsi
sulla
stessa
questione
o
il
contrasto
giurisprudenziale
risulti
superato:
tuttavia,
non
pu
mai
essere
restituito
il
ricorso
che,
dopo
una
decisione
delle
Sezioni
unite,
stato
rimesso
da
una
sezione
della
corte
con
lenunciazione
delle
ragioni
che
possono
dar
luogo
ad
un
nuovo
contrasto
giurisprudenziale.
Il
ricorso,
una
volta
assegnato
alle
Sezioni
unite,
devessere
definito
interamente.
36. IL
PROCEDIMENTO
IN
CAMERA
DI
CONSIGLIO
La
corte
di
cassazione
procede
in
camera
di
consiglio
(art,
611),
oltre
che
nei
casi
particolarmente
previsti
dalla
legge,
quando
deve
decidere
su
ogni
ricorso
contro
provvedimenti
non
emessi
nel
dibattimento,
eccezion
fatta
per
le
sentenze
pronunciate
in
seguito
a
giudizio
abbreviato
(e,
secondo
le
Sezioni
unite,
anche
se
tali
sentenze
siano
state
pronunciate
in
grado
dappello).
Con
riguardo
al
patteggiamento,
secondo
le
Sezioni
unite,
il
ricorso
va
deciso
in
camera
di
consiglio
quando
si
tratti
di
sentenze
non
emesse
in
dibattimento,
e,
viceversa,
in
pubblica
udienza
nel
caso
di
sentenze
emesse
dopo
la
chiusura
del
dibattimento
di
primo
grado
o
nel
giudizio
dimpugnazione,
nelle
ipotesi
in
cui
il
giudice
abbia
ritenuto
ingiustificato
il
dissenso
del
PM.
La
corte
giudice
sui
motivi,
sulle
richieste
del
procuratore
generale
e
sulle
memorie
delle
altre
parti
senza
intervento
dei
difensori,
a
meno
che
sia
diversamente
stabilito.
Fino
a
15
gg.
prima
delludienza,
tutte
le
parti
possono
presentare
motivi
nuovi
e
memorie,
e,
fino
a
5
gg.
prima,
memorie
di
replica.
Infine,
a
richiesta
dellimputato
o
del
responsabile
civile,
la
corte
di
cassazione
pu
sospendere,
in
pendenza
del
ricorso,
lesecuzione
della
condanna
civile,
quando
pu
derivarne
grave
ed
irreparabile
danno.
37. IL
DIBATTIMENTO
Quando
non
si
procede
in
camera
di
consiglio,
il
ricorso
viene
deciso
in
pubblica
udienza.
Nel
dibattimento
si
osservano,
in
quanto
applicabili,
le
norme
concernenti
la
pubblicit,
la
polizia
e
la
disciplina
delle
udienze,
la
direzione
della
discussione
nei
giudizi
di
primo
e
secondo
grado,
ma
le
parti
private
possono
comparire
solo
per
mezzo
dei
loro
difensori.
Inoltre,
non
consentita
alcuna
istruzione
dibattimentale
e
non
permessa
lesibizione
di
nuovi
documenti
quando
questi
potevano
essere
prodotti
in
sede
di
merito.
Infine,
di
regola
non
sono
ammesse
repliche,
anche
se,
quando
una
questione
dedotta
per
la
prima
volta
nel
corso
della
discussione,
il
presidente
pu
concedere
nuovamente
la
parola
alle
parti
gi
intervenute.
Nelludienza,
il
presidente
procede
alla
verifica
della
costituzione
delle
parti
e
della
regolarit
degli
avvisi,
dandone
atto
a
verbale;
sempre
il
presidente,
o
un
consigliere
da
lui
delegato,
svolge
la
relazione
della
causa.
La
verbalizzazione
dellattivit
di
verifica
serve
ad
evitare
errori
che,
se
compiuti,
sarebbero
irrimediabili,
considerata
linoppugnabilit
delle
decisioni.
Quanto
alla
discussione,
dopo
la
requisitoria
del
PM
espongono
le
loro
difese,
nellordine,
i
difensori
della
parte
civile,
del
responsabile
civile,
del
civilmente
obbligato
e
dellimputato.
38. SENTENZE
CONCLUSIVE
DEL
GIUDIZIO
DI
CASSAZIONE:
a)
DELIBERAZIONE
E
TIPOLOGIA
La
sentenza
deliberata
in
camera
di
consiglio
subito
dopo
il
termine
della
pubblica
udienza,
salvo
che,
per
la
molteplicit
o
limportanza
delle
questioni
da
decidere,
il
presidente
ritenga
indispensabile
differire
la
deliberazione
ad
altra
udienza.
Per
la
deliberazione
della
sentenza
si
osservano,
in
quanto
applicabili,
le
disposizioni
previste
per
la
deliberazione
della
sentenza
di
primo
grado.
Subito
dopo
la
deliberazione,
la
sentenza
viene
pubblicata
mediante
lettura
del
dispositivo
fatta
dal
presidente
o
da
un
consigliere
da
lui
delegato,
previa
sottoscrizione
del
dispositivo
da
parte
del
presidente.
La
motivazione
della
sentenza
viene
redatta
dal
presidente
o
dal
consigliere,
osservando
in
quanto
applicabili
le
disposizioni
sulla
redazione
della
sentenza
di
primo
grado,
salvo
alcune
regole
specifiche:
oltre
ai
casi
di
enunciazione
espressa
del
principio
di
diritto,
nella
sentenza
i
motivi
del
ricorso
sono
enunciati
nei
limiti
strettamente
necessari
per
la
motivazione.
Qualora
il
presidente
lo
disponga,
la
corte
si
riunisce
in
camera
di
consiglio
per
la
lettura
e
lapprovazione
del
testo
della
motivazione.
Sulle
proposte
di
rettifica,
integrazione
o
cancellazione,
la
corte
delibera
senza
formalit:
alla
redazione
del
testo
rettificato
od
integrato,
provvede
la
stessa
corte
in
camera
di
consiglio
o,
quando
ci
non
possibile,
in
consigliere.
La
sentenza,
sottoscritta
dal
presidente
e
dallestensore,
depositata
in
cancelleria
non
oltre
il
30
gg.
dalla
deliberazione.
Il
giudizio
pu
concludersi
con
sentenza
dinammissibilit,
di
rigetto,
di
rettificazione
o
di
annullamento:
a. La
corte
dichiara
inammissibile
il
ricorso
quando
la
causa
dinammissibilit
non
stata
preliminarmente
dichiarata
con
ordinanza
in
camera
di
consiglio.
Con
tale
sentenza,
la
parte
privata
che
lha
proposto
condannata
al
pagamento
delle
spese
del
procedimento
,
ed
inoltre
al
pagamento
a
favore
della
cassa
per
le
ammende
di
una
somma
da
258
a
2065
(pagamento
invece
escluso
qualora
la
questione
dedotta
sia
oggetto
di
contrasto
al
momento
della
sua
proposizione).
La
cancelleria
trasmette
poi
gli
atti
e
la
copia
del
solo
dispositivo
al
giudice
che
ha
emesso
la
decisione
impugnata;
b. La
corte
pronuncia
sentenza
di
rigetto
quando
il
ricorso
infondato,
non
essendo
stato
accolto
nessuno
dei
motivi
proposti:
anche
in
questo
caso
il
proponente
privato
condannato
al
pagamento
delle
spese,
mentre
solo
eventualmente
pu
essere
condannato
anche
al
pagamento
a
favore
della
cassa
delle
ammende.
Anche
in
tal
caso
prevista
la
trasmissione
degli
atti
e
della
copia
del
dispositivo
al
giudice
che
ha
emesso
la
decisione
impugnata;
c. La
corte
pronuncia
sentenza
di
rettificazione
in
3
ipotesi:
1)
la
prima
riguarda
gli
errori
di
diritto
nella
motivazione
e
le
erronee
indicazioni
di
testi
di
legge,
ma
se
tali
errori
non
hanno
avuto
influenza
sul
dispositivo,
la
corte
non
annulla
la
sentenza,
ma
specifica
le
censure
e
le
rettificazioni
occorrenti;
2)
la
seconda
concerne
gli
errori
nella
denominazione
o
nel
computo
della
pena.
Con
riferimento
al
giudizio
abbreviato,
dove
il
giudice
tenuto
a
ridurre
la
pena
determinata
in
concreto
nella
misura
fissa
di
1/3,
la
giurisprudenza
ha
deciso
che,
qualora
la
pena
sia
stata
ridotta
in
misura
inferiore,
si
verifica
un
errore
di
computo
che
la
corte
di
cassazione
pu
rettificare
senza
pronunciare
annullamento.
Invece,
con
riguardo
al
patteggiamento,
se
il
calcolo
della
pena
applicata
su
richiesta
delle
parti
risulta
viziato
da
errori,
la
cui
correzione
comporta
una
determinazione
di
pena
superiore
a
quella
concordata
in
quanto
non
consentita
lirrogazione
di
pena
diversa
da
quella
concordata,
la
corte
non
pu
procedere
alla
correzione,
ma
pu
solo
annullare
la
sentenza.
Qualora,
invece,
il
giudice
sia
incorso
in
errore
di
denominazione,
la
corte
si
limita
a
rettificare
lerronea
denominazione;
3)
la
terza
prevista
nei
casi
di
legge
pi
favorevole
allimputato,
anche
se
sopravvenuta
dopo
la
proposizione
del
ricorso,
qualora
non
siano
necessaria
nuovi
accertamenti
di
fatto;
d. La
corte
pronuncia
sentenza
di
annullamento
quando
accoglie
uno
o
pi
motivi
di
ricorso
ovvero
ex
officio.
A
loro
volta,
tali
sentenze
si
distinguono
in
sentenze
dannullamento
senza
rinvio
o
con
rinvio.
39. Segue:
b)
ANNULLAMENTO
SENZA
RINVIO
Lannullamento
senza
rinvio
adottato
nei
seguenti
casi
(art.
620):
a. Se
il
fatto
non
previsto
dalla
legge
come
reato,
se
il
reato
estinto
o
se
lazione
penale
non
doveva
essere
iniziata
o
proseguita.
Qualora
sussistano
contestualmente
una
causa
estintiva
del
reato
e
una
nullit
assoluta,
le
Sezioni
unite
hanno
affermato
la
prevalenza
della
prima,
salvo
che
loperativit
della
causa
estintiva
presupponga
specifici
accertamenti
e
valutazioni
riservati
al
giudice
di
merito,
con
riguardo
ai
quali
assume
rilievo
pregiudiziale
la
nullit,
in
quanto
funzionale
alla
rinnovazione
del
giudizio;
b. Se
il
reato
non
appartiene
alla
giurisdizione
del
giudice
ordinario.
In
questo
caso,
gli
atti
vengono
trasmessi
allautorit
competente,
designata
dalla
corte
stessa;
c. Se
il
provvedimento
impugnato
contiene
disposizioni
che
eccedono
i
poteri
della
giurisdizione;
d. Se
la
decisione
impugnata
consiste
in
un
provvedimento
non
consentito
dalla
legge
(c.d.
provvedimenti
abnormi);
e. Se
la
sentenza
nulla
in
relazione
ad
un
reato
concorrente:
la
nullit
della
sentenza
di
condanna
per
un
reato
concorrente,
in
ipotesi
di
mancata
contestazione,
colpisce
la
parte
della
sentenza
relativa
al
reato
concorrente.
In
questo
caso,
la
corte
dispone
che
del
provvedimento
venga
data
notizia
al
PM
per
le
sue
determinazioni;
f. Se
la
sentenza
nulla
in
relazione
ad
un
fatto
nuovo:
infatti,
la
mancata
contestazione
del
fatto
nuovo
comporta
la
nullit
della
sentenza
di
condanna
nella
parte
ad
esso
relativa,
causando
la
nullit
senza
rinvio
con
notizia
al
PM;
g. Se
la
condanna
stata
pronunciata
per
errore
di
persona.
In
giurisprudenza
si
deciso
che
nel
caso
sia
stata
processata
la
persona
vera,
ma
erroneamente
indicata
con
le
generalit
di
altro
soggetto,
la
cosa
pu
essere
risolta
solo
con
lannullamento
senza
rinvio
della
sentenza
impugnata
e
la
trasmissione
degli
atti
al
procuratore
della
Repubblica
competente,
affinch
proceda
nei
confronti
dellimputato
con
esatte
generalit.
Infatti,
la
sentenza
diverrebbe
irrevocabile
a
nome
dellatro
soggetto
e
non
dellimputato
in
effetti
giudicato,
n
potrebbe
avere
efficacia
nei
confronti
di
questultimo
che
non
figura
nel
testo
del
titolo
esecutivo;
h. Se
vi
contraddizione
fra
la
sentenza
o
lordinanza
impugnata
ed
unaltra
decisione
anteriore
concernente
la
stessa
persona
ed
il
medesimo
oggetto,
pronunciata
dallo
stesso
o
da
altro
giudice
penale.
La
previsione
deve
essere
collegata
col
disposto
dellart.
621,
secondo
il
quale
la
corte
di
cassazione
ordina
lesecuzione
della
prima
sentenza
od
ordinanza,
ma,
trattandosi
di
una
sentenza
di
condanna,
ordina
lesecuzione
della
sentenza
che
ha
inflitto
la
condanna
meno
grave;
i. Se
la
sentenza
impugnata
ha
deciso
in
secondo
grado
su
materia
per
la
quale
non
ammesso
appello.
In
questo
caso,
il
giudice
dappello
avrebbe
dovuto
trasmettere
gli
atti
alla
corte
di
cassazione
applicando
la
regola
della
conversione
dellappello
in
ricorso,
sempre
che
ne
abbia
i
requisiti;
l.
In
ogni
caso
in
cui
la
corte
ritiene
superfluo
il
rinvio
ovvero
pu
essa
stessa
procedere
alla
determinazione
della
pena
o
dare
i
provvedimenti
necessari.
con
questa
norma
di
chiusura
si
consentito
alla
corte,
che
prosciolga
il
condannato
da
uno
dei
reati
contestati,
di
effettuare
direttamente
la
conseguente
eliminazione
della
pena,
evitando
cos
inutili
rinvii
e
probabili
prescrizioni.
In
tutti
i
casi
dannullamento
senza
rinvio,
la
cancelleria
della
corte
trasmette
gli
atti
e
la
copia
della
sentenza
al
giudice
che
ha
emesso
la
decisione
impugnata.
Se,
in
seguito
alla
pronuncia,
deve
cessare
una
misura
cautelare
ovvero
una
pena
accessoria
o
una
misura
di
sicurezza,
la
cancelleria
comunica
immediatamente
il
dispositivo
al
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello.
40. Segue:
c)
ANNULLAMENTO
CON
RINVIO
Quando
si
rende
necessario
un
giudizio
di
merito,
la
corte
di
cassazione
deve
annullare
con
rinvio
ad
un
giudice
di
merito
il
quale
emetter
una
nuova
pronuncia
che
andr
a
sostituire
quella
annullata.
Lart.
623
detta
le
regole
per
lindividuazione
del
giudice
di
rinvio,
predeterminando
i
criteri
per
la
scelta:
a. Se
annullata
unordinanza,
la
corte
dispone
che
gli
atti
siano
trasmessi
al
giudice
che
lha
pronunciata,
il
quale
provvede
uniformandosi
alla
sentenza
dannullamento;
b. Se
annullata
una
sentenza
di
condanna
per
un
fatto
diverso,
o
applicazione
di
una
circostanza
aggravante
per
la
quale
la
legge
stabilisce
una
pena
di
specie
diversa,
o
di
una
circostanza
aggravante
ad
effetto
speciale
(art.
604.1),
la
corte
dispone
che
gli
atti
siano
trasmessi
al
giudice
di
primo
grado.
Quando
invece
sono
state
ritenute
prevalenti
o
equivalenti
circostanze
attenuanti
(art.
604.2),
la
corte
provvede
invece
allannullamento
senza
rinvio,
potendo
procedere
alla
determinazione
della
pena;
c. Se
annullata
la
sentenza
di
una
corte
dassise
dappello
o
di
una
corte
dappello,
ovvero
di
una
corte
dassise
o
di
un
tribunale
in
composizione
collegiale,
il
giudizio
rinviato
rispettivamente
ad
unaltra
sezione
della
stessa
corte
o
dello
stesso
tribunale
o,
in
mancanza,
alla
corte
o
al
tribunale
pi
vicini;
d. Se
annullata
la
sentenza
pronunciata
da
un
tribunale
monocratico,
ovvero
da
un
giudice
nella
fase
preliminare,
la
corte
dispone
che
gli
atti
siano
trasmessi
al
medesimo
tribunale,
ma
il
giudice
deve
essere
diverso
da
quello
che
ha
pronunciato
la
sentenza
annullata.
Nel
caso
di
ricorso
immediato
per
cassazione,
in
deroga
alla
regola
generale
secondo
cui
il
giudice
di
rinvio
un
giudice
di
pari
grado
a
quello
che
ha
emesso
la
sentenza
annullata,
si
prevede
che,
fuori
dei
casi
in
cui
nel
giudizio
dappello
si
sarebbe
dovuta
annullare
la
sentenza
di
primo
grado,
la
corte
di
cassazione,
quando
pronuncia
lannullamento
con
rinvio
della
sentenza
impugnata
per
saltum,
dispone
che
gli
atti
siano
trasmessi
al
giudice
competente
per
lappello.
In
tutti
i
casi
dannullamento
con
rinvio,
la
cancelleria
della
corte
trasmette
senza
ritardo
gli
atti
del
processo
con
la
copia
della
sentenza
al
giudice
che
deve
procedere
al
nuovo
giudizio.
41. Segue:
d)
ANNULLAMENTO
DELLA
SENTENZA
DAPPELLO
E
CESSAZIONE
DELLE
MISURE
CAUTELARI
In
base
allart.
624-bis,
la
corte
di
cassazione,
nel
caso
di
annullamento
della
sentenza
dappello,
dispone
la
cessazione
delle
misure
cautelari.
Tale
previsione,
tuttavia,
potrebbe
condurre
a
conclusioni
assurde:
infatti,
la
corte
dovrebbe
disporre
la
cessazione
delle
misure
anche
nel
caso
di
annullamento
con
rinvio
sfavorevole
allimputato,
mentre,
daltro
canto,
non
si
capirebbe
perch
dovrebbe
produrre
effetti
diversi
lannullamento
della
sentenza
di
primo
grado.
Inoltre,
la
previsione
sarebbe
in
contrasto
con
la
disciplina
della
nuova
decorrenza
dei
termini
di
custodia
cautelare
quando,
in
caso
di
annullamento
con
rinvio,
il
procedimento
regredisca
a
una
fase
o
a
un
grado
di
giudizio
doversi,
ovvero
sia
rinviato
ad
altro
giudice.
Si
sono
allora
proposte
2
opzioni
interpretative:
a. La
prima
ritiene
che
lart.
624-bis
funga
da
semplice
corollario
dellart.
300.1
(che
prevede
lestinzione
delle
misure
disposte
per
un
determinato
fatto
quando,
per
tale
fatto
e
nei
confronti
della
medesima
persona,
disposta
larchiviazione,
ovvero
pronunciata
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
o
di
proscioglimento),
in
caso
di
annullamento
senza
rinvio
e
di
annullamento
con
rinvio
che
preluda
ad
una
decisione
favorevole.
Inoltre,
si
ritiene
che
la
norma
miri
a
chiarire
che
la
competenza
a
disporre
la
cessazione
delle
misure
cautelari
spetta
alla
corte
di
cassazione
e
non
al
procuratore
generale
presso
la
corte
medesima:
si
obietta
per
che
nella
prassi,
quando,
per
effetto
della
pronuncia
della
corte,
deve
cessare
una
misura,
il
dispositivo
del
provvedimento
contiene
lespressa
declaratoria
di
cessazione,
con
la
conseguenza
che
lintervento
del
procuratore
generale
si
connota
come
puramente
esecutivo
di
una
pronuncia
completa
nelle
sue
statuizioni;
b. La
seconda
opzione
collega
tale
art.
allart.
275
comma
2-ter,
in
base
al
quale,
in
presenza
di
determinati
presupposti,
le
misure
cautelari
personali
sono
sempre
disposte,
contestualmente
alla
sentenza,
nei
casi
di
condanna
di
appello.
In
questottica,
lannullamento
della
sentenza
dappello
giustificherebbe
la
cessazione
delle
misure
cautelari
disposte
sulla
base
di
una
disciplina
specifica,
tutte
le
volte
in
cui
lannullamento
abbia
travolto
laffermazione
della
responsabilit.
Ed
questultima
la
tesi
accolta
dalla
giurisprudenza
di
legittimit.
42. IL
RICORSO
STRAORDINARIO
PER
ERRORE
MATERIALE
O
DI
FATTO
In
base
allart.
625-bis
ammessa,
a
favore
del
condannato,
la
richiesta
per
la
correzione
dellerrore
materiale
o
di
fatto
contenuto
nei
provvedimenti
pronunciati
dalla
corte
di
cassazione.
Tale
richiesta
proposta
dal
procuratore
generale
o
dal
condannato
con
ricorso
presentato
alla
corte
di
cassazione
entro
180
gg.
dal
deposito
del
provvedimento,
e
non
ne
sospende
gli
effetti;
tuttavia,
nei
casi
di
eccezionale
gravit,
la
corte
provvede
alla
sospensione.
Peraltro,
lerrore
materiale
pu
essere
rilevato
anche
dalla
corte
stesse,
dufficio,
in
ogni
momento.
Quando
la
richiesta
proposta
al
di
fuori
delle
ipotesi
previste
o,
riguardando
la
correzione
di
un
errore
di
fatto,
fuori
del
termine
di
180
gg.,
ovvero
risulta
manifestamente
infondata,
la
corte,
anche
dufficio,
ne
dichiara
con
ordinanza
linammissibilit;
altrimenti
procede
in
camera
di
consiglio
e,
se
accoglie
la
richiesta,
adotta
i
provvedimenti
necessari
per
correggere
lerrore.
Secondo
le
Sezioni
unite,
per
errore
materiale
si
intende
quello
che
non
determina
nullit
ed
possibile
eliminare
senza
una
modifica
essenziale
del
provvedimento.
Quanto,
invece,
allerrore
di
fatto,
gli
interpreti
hanno
ritenuto
che
il
legislatore
si
riferisse
allerrore
di
fatto
nella
lettura
di
atti
interni
al
giudizio
di
cassazione.
Lassunto
stato
avallato
dalle
Sezioni
unite,
le
quali
hanno
affermato
che
si
tratta
di
un
errore
percettivo
causato
da
una
svista
o
da
un
equivoco,
nel
quale
la
corte
incorsa
nella
lettura
degli
atti
del
giudizio
di
legittimit,
connotato
dallinfluenza
esercitata
sul
processo
formativo
della
volont,
viziato
dalla
inesatta
percezione
delle
risultanze
processuali;
inoltre,
lerrore
di
fatto
deve
essere
decisivo
e
di
oggettiva
ed
immediata
rilevabilit.
Solo
il
ricorso
straordinario
per
errore
di
fatto
riveste
la
funzione
tipica
di
impugnazione
in
senso
tecnico,
mentre
il
ricorso
relativo
allerrore
materiale
uno
strumento
di
correzione
speciale,
senza
alcuna
incidenza
sul
contenuto
della
decisione
e
con
funzione
di
mera
rettifica
della
forma
espressiva
della
volont
del
giudice.
43. IL
GIUDIZIO
DI
RINVIO:
a)
POTERI
DEL
GIUDICE
DI
RINVIO
E
LORO
LIMITI
Il
giudice
di
rinvio
decide
con
gli
stessi
poteri
che
aveva
il
giudice
la
cui
sentenza
stata
annullata,
salve
le
limitazioni
stabilite
dalla
legge.
Innanzitutto,
nel
giudizio
di
rinvio
non
ammessa
discussione
sulla
competenza
attribuita
con
la
sentenza
dannullamento,
salvo
che
nel
corso
del
giudizio
emergano
fatti
nuovi
che
comportino
una
diversa
definizione
giuridica
da
cui
derivi
la
competenza
di
un
giudice
superiore.
Inoltre,
nel
giudizio
di
rinvio
non
possono
rilevarsi
nullit,
anche
assolute,
o
inammissibilit,
verificatesi
nei
precedenti
giudizi
o
nel
corso
delle
indagini
preliminari,
in
quanto
la
sentenza
della
corte
di
cassazione
copre
il
dedotto
e
il
deducibile.
Un
altro
limite
ai
poteri
del
giudice
di
rinvio
pu
derivare
dal
divieto
di
reformatio
in
peius.
In
particolare,
possono
verificarsi
due
situazioni:
a. La
prima
riguarda
lipotesi
in
cui
la
sentenza
annullata
fosse
una
sentenza
emessa
in
grado
dappello
da
un
giudice
vincolato
dal
divieto
di
reformatio
in
peius:
in
tal
caso,
il
giudice
dappello
di
rinvio
vincolato
dal
medesimo
divieto,
avendo
gli
stessi
poteri
del
giudice
che
ha
emanato
la
sentenza
annullata;
b. La
seconda
situazione
concerne
lipotesi
in
cui
la
sentenza
annullata
fosse
una
sentenza
emessa
in
grado
dappello
da
un
giudice
non
vincolato
dal
divieto
in
questione,
avendo
appellato
anche
il
PM,
e
ricorrente
fosse,
invece,
il
solo
imputato:
secondo
la
giurisprudenza,
anche
a
queste
situazioni
andrebbe
applicato
il
divieto
di
reformatio
in
peius.
Peraltro,
secondo
le
Sezioni
unite,
il
suddetto
divieto
non
opera
nel
giudizio
di
rinvio
a
seguito
di
annullamento
pronunciato
per
nullit
dellatto
introduttivo
o
per
altra
nullit
assoluta
o
di
carattere
intermedio
non
sanata,
che
si
sia
propagata
allatto
conclusivo
del
giudizio.
Infine,
esistono
dei
limiti
ai
poteri
del
giudice
di
rinvio
che
provengono
dalla
pronuncia
dannullamento:
a. Il
primo
limite
deriva
dalla
risoluzione
delle
questioni
di
diritto
da
parte
della
corte
di
cassazione;
b. Il
secondo
limite
collegato
alleventualit
di
un
annullamento
parziale.
Il
giudice
di
rinvio
deve
uniformarsi
alla
sentenza
della
corte
di
cassazione
per
quanto
concerne
ogni
questione
di
diritto
con
essa
decisa.
La
corte,
nella
sentenza,
deve
enunciare
specificamente
il
principio
di
diritto
al
quale
il
giudice
di
rinvio
deve
uniformarsi,
ossia
il
principio
interpretativo
di
diritto
sostanziale
o
processuale
fissato
dalla
corte.
In
caso
di
annullamento
totale,
occorre
distinguere
le
eventualit
nelle
quali
la
sentenza
sia
stata
annullata
per
vizio
di
motivazione
o
per
errores
in
procedendo,
da
quelle
in
cui
stata
annullata
per
errores
in
iudicando:
a. Nellipotesi
di
annullamento
per
vizio
di
motivazione,
il
giudice
di
rinvio
pu
procedere
ad
un
completo
riesame
del
materiale
probatorio,
ma
non
pu
ripetere
i
vizi
di
motivazione
adottando
lo
stesso
ragionamento
della
motivazione
annullata.
Nellipotesi
di
annullamento
per
errores
in
procedendo,
il
giudice
di
rinvio
ha
egualmente
il
potere
di
riesaminare
il
materiale
probatorio,
ma
non
pu
ribadire
lerrore
che
ha
condotto
allannullamento.
Tuttavia,
secondo
la
giurisprudenza,
se
per
risolvere
la
questione
di
diritto
la
corte
ha
preliminarmente
verificato
la
questione
di
fatto,
ritenendola
esattamente
risolta,
il
giudice
di
rinvio
tenuto
ad
uniformarsi
al
principio
di
diritto
enunciato
nella
sentenza
della
corte
anche
con
riguardo
alla
questione
di
fatto
che
ne
costituisce
il
presupposto;
b. Nellipotesi
di
annullamento
per
errores
in
iudicando,
di
regola
il
giudice
di
rinvio
vincolato
dalla
valutazione
dei
fatti
accertati
nella
sentenza
annullata,
ma
conserva
il
potere
di
risolvere
in
modo
diverso
la
questione
di
diritto
nel
momento
in
cui
muta
laccertamento
del
fatto
che
la
corte
ha
considerato
come
premessa
per
risolvere
la
questione
di
diritto
stessa.
Entro
tutti
questi
limiti,
il
giudice
di
rinvio
vincolato
al
dictum
della
corte,
vincolo
che
per
pu
venir
meno
nel
caso
in
cui,
dopo
lemanazione
della
decisione
dannullamento,
sopravvenga
un
provvedimento
legislativo
che
dia
alla
legge
uninterpretazione
autentica
diversa
rispetto
a
quella
accolta
dalla
corte,
oppure
qualora
intervenga
unabrogazione
legislativa
o
una
declaratoria
dillegittimit
costituzionale.
In
caso
di
annullamento
parziale,
la
sentenza
ha
autorit
di
cosa
giudicata
nelle
parti
che
non
hanno
connessione
essenziale
con
la
parte
annullata,
dove
per
parte
della
sentenza
si
intende
qualsiasi
statuizione
avente
autonomia
giuridico-concettuale.
Per
evitare
confusioni,
la
corte
di
cassazione,
quando
occorre,
dichiara
nel
dispositivo
quali
parti
della
sentenza
diventano
irrevocabili.
Se
la
corte
non
provvede
in
tal
senso
contestualmente
allannullamento,
pu
riparare
pronunciando
ordinanza
in
camera
di
consiglio
da
trascrivere
in
margine
o
in
fine
della
sentenza
e
di
ogni
copia
di
essa.
Lordinanza
pu
essere
pronunciata
dufficio
ovvero
su
domanda
del
giudice
competente
per
il
rinvio,
del
PM
presso
tale
giudice
o
della
parte
privata
interessata.
44. Segue:
b)
SVOLGIMENTO
DEL
GIUDIZIO
DI
RINVIO
E
IMPUGNAZIONE
DELLA
DECISIONE
CONCLUSIVA
Dopo
lannullamento
con
rinvio,
il
processo
riprende
dal
grado
e
dalla
fase
in
cui
versava
prima
che
intervenisse
il
vizio
che
ha
comportato
lannullamento.
Una
volta
ricevuti
gli
atti
del
processo
con
la
copia
della
sentenza,
il
giudice
deve
procedere
alle
attivit
di
sua
competenza.
Si
noti
che
lannullamento
pronunciato
rispetto
al
ricorrente
giova
anche
al
non
ricorrente,
salvo
che
il
motivo
dellannullamento
sia
esclusivamente
personale:
si
reputa
che
spetti
alla
corte
dichiarare
lestensione
dellannullamento
agli
imputati
non
ricorrenti,
ma,
in
caso
di
omessa
declaratoria,
pu
provvedere
il
giudice
di
rinvio.
Se
annullata
una
sentenza
dappello
e
le
parti
ne
fanno
richiesta,
il
giudice
dispone
la
rinnovazione
dellistruzione
dibattimentale
per
lassunzione
di
prove
rilevanti
per
la
decisione.
La
sentenza
emessa
dal
giudice
di
rinvio
pu
essere
impugnata
con
ricorso
per
cassazione,
se
pronunciata
in
grado
dappello,
e
con
il
mezzo
previsto
dalla
legge
se
pronunciata
in
primo
grado.
Limpugnazione
ammessa
solo
per
motivi
non
riguardanti
i
punti
gi
decisi
dalla
corte,
ovvero
per
inosservanza
delle
disposizioni
che
stabiliscono
il
dovere
per
il
giudice
di
rinvio
di
unificarsi
alla
sentenza
della
corte
per
ci
che
concerne
ogni
questione
di
diritto
con
essa
decisa.
Daltro
canto,
in
caso
di
annullamento
parziale,non
possono
formare
oggetto
dei
motivi
previsti
ex
lege
i
punti
non
annullati
riguardo
ai
quali
si
formata
una
preclusione,
n
pu
essere
formulata
una
richiesta
di
riesame
dei
punti
gi
decisi,
per
i
quali
sussiste
il
vincolo
relativo
allenunciazione
delle
questioni
di
diritto.
45. ANNULLAMENTO
DELLA
SENTENZA
AI
SOLI
EFFETTI
CIVILI
Lannullamento
della
sentenza
ai
soli
effetti
civili
contempla
2
ipotesi:
a. La
prima
presuppone
che
la
corte
di
cassazione
abbia
annullato
solo
le
disposizioni
o
i
capi
che
riguardano
lazione
civile.
In
tale
ipotesi
non
sono
ricomprese
i
casi
di
annullamento
delle
disposizioni
relative
al
pagamento
delle
spese
processuali
dovute
dallimputato
alla
parte
civile
per
il
caso
di
condanna,
n
quelli
di
annullamento
delle
disposizioni
relative
alla
domanda
di
rifusione
delle
spese
proposta
dallimputato
prosciolto
o
dal
responsabile
civile
contro
la
parte
civile
ed
il
querelante;
b. La
seconda
presuppone
che
sia
stato
accolto
il
ricorso
della
parte
civile
contro
la
sentenza
di
proscioglimento
dellimputato.
In
entrambi
i
casi,
la
corte
rinvia,
quando
occorre,
al
giudice
civile
competente
per
valore
in
grado
dappello.
46. LA
REVISIONE:
PREMESSA
La
revisione
un
mezzo
straordinario
dimpugnazione,
esperibile
in
ogni
tempo,
e
sempre
a
favore
dei
condannati,
contro
le
sentenze
di
condanna
o
quelle
emesse
in
seguito
a
patteggiamento,
o
i
decreti
penali
di
condanna
divenuti
irrevocabili,
anche
se
la
pena
gi
stata
eseguita
o
estinta.
In
particolare,
la
revisione
delle
sentenze
di
patteggiamento
pu
essere
fondata
solo
su
prove
sopravvenute
ad
essa,
e
non
su
prove
non
acquisite
nel
precedente
giudizio,
ovvero
acquisite
ma
non
valutate
neanche
implicitamente.
Infine,
un
mezzo
dimpugnazione
non
sospensivo,
poich
la
sospensione
dellesecuzione
della
pena
o
della
misura
di
sicurezza
non
consegue
alla
richiesta
di
revisione,
ma
ad
una
valutazione
discrezionale
della
corte
dappello.
47. SOGGETTI
LEGITTIMATI,
CASI
E
LIMITI
DELLA
REVISIONE
Soggetti
legittimati
a
chiedere
la
revisione
sono:
a. Il
condannato
o
un
suo
prossimo
congiunto
ovvero
la
persona
che
ha
sul
condannato
lautorit
tutoria
e,
se
il
condannato
morto,
lerede
o
il
prossimo
congiunto;
b. Il
procuratore
generale
presso
la
corte
dappello
nel
cui
distretto
fu
pronunciata
la
sentenza
di
condanna.
Questi
soggetti
possono
anche
unire
le
loro
richieste
proponendole
unitamente,
sempre
personalmente
o
per
mezzo
di
un
procuratore
speciale.
La
revisione
pu
essere
richiesta
(art.
630):
a. Se
i
fatti
stabiliti
a
fondamento
della
sentenza
o
del
decreto
di
condanna
non
possono
conciliarsi
con
quelli
stabiliti
in
unaltra
sentenza
penale
irrevocabile
del
giudice
ordinario
o
di
un
giudice
speciale.
In
tali
casi,
si
parla
di
conflitto
teorico
di
giudicati,
per
indicare
decisioni
le
cui
premesse
storiche
sono
incompatibili
da
un
punto
di
vista
logico.
Alla
richiesta
di
revisione
devono
essere
unite
le
copie
autentiche
delle
sentenze
o
dei
decreti
penali
di
condanna
indicati;
b. Se
la
sentenza
o
il
decreto
penale
di
condanna
hanno
ritenuto
la
sussistenza
del
reato
a
carico
del
condannato
in
conseguenza
di
una
sentenza
del
giudice
civile
o
amministrativo,
successivamente
revocata,
che
abbia
deciso
una
questione
pregiudiziale
o
una
questione
civile
o
amministrativa.
Anche
in
questo
caso,
alla
richiesta
di
revisione
devono
essere
unite
le
copie
delle
sentenze
o
dei
decreti
penali
di
condanna
indicati;
c.
Se
dopo
la
condanna
sono
sopravvenute
o
si
scoprono
nuove
prove
che,
sole
o
unite
a
quelle
gi
valutate,
dimostrano
che
il
condannato
deve
essere
prosciolto
con
formula
piena.
Le
Sezioni
unite
hanno
poi
affermato
che,
in
caso
di
richiesta
basata
sulla
sopravvenienza
o
scoperta
di
nuove
prove,
linammissibilit
di
alcune
di
esse
per
lassenza
del
requisito
della
novit
non
compromette
necessariamente
il
giudizio
di
ammissibilit
della
revisione,
salvo
che
la
prova
priva
del
requisito
della
novit
condizioni
lintera
domanda
di
revisione;
d. Se
dimostrato
che
la
condanna
venne
pronunciata
in
conseguenza
di
falsit
in
atti
o
in
giudizio
o
di
un
altro
fatto
previsto
dalla
legge
come
reato.
La
ipotesi
di
falsit
in
atti
o
in
giudizio
possono
essere
costituite
dalla
falsit
di
documenti,
dalla
calunnia,
dalla
falsa
testimonianza,
dalla
falsa
perizia
o
interpretazione,
mentre
laltro
fatto
previsto
come
reato
dovr
essere
costituito
da
un
fatto
al
quale
possa
essere
rapportata
la
pronuncia
della
sentenza
di
condanna.
Per
quanto
attiene
ai
limiti
della
revisione,
gli
elementi
in
base
ai
quali
viene
richiesta
devono
in
ogni
caso,
a
pena
dinammissibilit
della
domanda,
essere
tali
da
dimostrare
che
il
condannato
deve
essere
prosciolto
con
sentenza
di
non
luogo
a
procedere
per
mancanza
di
una
condizione
di
procedibilit,
sentenza
dassoluzione
e
sentenza
di
non
doversi
procedere
per
estinzione
del
reato,
pronunciate
in
esito
alla
fase
dibattimentale.
Con
riguardo
alla
sentenza
di
patteggiamento,
gli
elementi
in
base
ai
quali
si
chiede
la
revisione
devono
dimostrare
che
il
soggetto
cui
stata
applicata
la
pena
concordata
deve
essere
prosciolto
per
la
presenza
di
una
causa
di
non
punibilit.
48. COMPETENZA
E
VERIFICA
PRELIMINARE
DI
AMMISSIBILITA
DELLA
RICHIESTA
DI
REVISIONE
La
richiesta
di
revisione
deve
contenere
lindicazione
specifica
delle
ragioni
e
delle
prove
che
la
giustificano
e
deve
essere
presentata,
unitamente
ad
eventuali
atti
e
documenti,
nella
cancelleria
della
corte
dappello
competente.
La
richiesta
deve
essere
documentata
allegandovi
anche
le
copie
autentiche
delle
sentenze
o
dei
decreti
penali
indicati
nelle
lett.
a
e
b
dellart.
630,
e
della
sentenza
irrevocabile
di
condanna
per
il
reato
indicato
nella
lett.
d,
a
meno
che,
in
questultimo
caso,
lipotetico
reato
sia
estinto
o
per
esso
non
possa
essere
iniziata
o
proseguita
lazione
penale.
Invece,
la
richiesta
di
revisione
ex
art.
630
lett.
c
va
suffragata
non
da
prove
ma
da
elementi
di
prova,
sia
perch
la
nuova
prova
dovr
essere
accertata
nella
fase
dibattimentale,
sia
perch
la
facolt
del
difensore
di
svolgere
investigazioni
per
ricercare
ed
individuare
elementi
di
prova
a
favore
del
proprio
assistito
pu
essere
attribuita
per
promuovere
il
giudizio
di
revisione.
Alla
corte
dappello
demandata
una
preliminare
valutazione
di
ammissibilit,
la
quale,
anche
dufficio,
dichiarer
con
ordinanza
linammissibilit
della
richiesta
quando
essa
sia
proposta
fuori
dai
casi
previsti
o
senza
losservanza
delle
disposizioni
previste
per
la
revisione,
ovvero
quando
risulti
manifestamente
infondata.
La
verifica
si
svolge
in
camera
di
consiglio,
senza
la
presenza
delle
parti,
e
pu,
in
caso
di
decisione
dinammissibilit,
concludersi
con
la
condanna
del
privato
che
ha
proposto
la
richiesta
al
pagamento
a
favore
della
cassa
delle
ammende
di
una
somma
da
258
a
2065.
Lordinanza
dinammissibilit
notificata
al
condannato
e
a
colui
che
ha
proposto
la
richiesta,
i
quali
possono
ricorrere
per
cassazione,
esplicando
cos
il
loro
diritto
al
contraddittorio.
Se
il
ricorso
accolto,
la
corte
di
cassazione
rinvia
il
giudizio
di
revisione
ad
altra
corte
dappello.
49. IL
GIUDIZIO
DI
MERITO
Se
la
dichiarazione
dichiarata
ammissibile,
si
passa
alla
fase
di
merito,
con
emissione
del
decreto
di
citazione,
da
parte
del
presidente
della
corte
dappello.
Il
decreto
viene
quindi
notificato
al
condannato
(che
riacquista
la
qualit
dimputato),
ai
coimputati
dello
stesso
reato,
qualora
possa
operare
lestensione,
al
responsabile
civile,
se
condannato
con
la
sentenza
di
cui
si
chiede
la
revisione,
alla
parte
civile
che
nel
precedente
giudizio
avesse
ottenuto
il
risarcimento
dei
danni.
Tuttavia,
linammissibilit
della
richiesta
pu
essere
dichiarata
anche
successivamente
allinstaurazione
del
giudizio,
nel
qual
caso
avr
la
forma
di
sentenza.
La
corte
dappello
pu
disporre
in
qualunque
momento
la
sospensione
dellesecuzione
della
pena
o
della
misura
di
sicurezza,
applicando,
se
del
caso,
una
misura
coercitiva
(arresti
domiciliari,
divieto
despatrio,
ecc..),
con
ordinanza
revocabile
in
caso
di
inosservanza
della
misura
adottata.
Tali
ordinanza
sono
ricorribili
per
cassazione
dal
PM
e
dallimputato.
Si
osservano
poi
le
disposizioni
relative
agli
atti
preliminari
e
al
dibattimento
di
primo
grado,
in
quanto
applicabili
e
nei
limiti
delle
ragioni
indicate
nella
richiesta
di
revisione.
Nel
corso
del
giudizio
di
revisione
il
condannato
gi
contumace
pu
chiedere
di
rendere
dichiarazioni
spontanee
,
che
vengono
assunte
dal
magistrato
di
sorveglianza
del
luogo
in
cui
egli
si
trova.
50. LA
SENTENZA
DI
RIGETTO
O
DI
ACCOGLIMENTO
Il
procedimento
pu
concludersi
con
una
sentenza
di
accoglimento
o
di
rigetto
della
richiesta.
In
caso
di
rigetto,
il
giudice
condanna
la
parte
privata
che
ha
proposto
la
richiesta
al
pagamento
delle
spese
processuali
e,
se
era
stata
disposta
la
sospensione
della
pena
o
della
misura
di
sicurezza,
dispone
che
tale
esecuzione
riprenda.
In
caso
di
accoglimento,
il
giudice
revoca
la
sentenza
di
condanna
e
pronuncia
il
proscioglimento,
indicandone
la
causa
nel
dispositivo,
anche
se
secondo
autorevole
dottrina
tale
regola
esaurirebbe
la
propria
operativit
al
caso
di
revisione
contemplato
dallart.
630
lett.
c.
Laccoglimento
comporta
poi
la
restituzione
delle
somme
pagate
in
esecuzione
della
condanna
per
le
pene
pecuniarie,
per
le
misure
di
sicurezza
patrimoniali,
per
le
spese
processuali
e
di
mantenimento
in
carcere
e
per
il
risarcimento
dei
danni
a
favore
della
parte
civile,
a
condizione
che
questa
sia
stata
citata
per
giudizio
di
revisione,
nonch
la
restituzione
delle
cose
confiscate.
A
tutela
del
proprio
onore,
il
prosciolto
pu
anche
chiedere
che
la
sentenza
sia
affissa
per
estratto
nel
comune
in
cui
era
stata
pronunciata
la
sentenza
di
condanna
e
nel
comune
di
ultima
residenza
del
condannato,
e
che
lestratto
della
sentenza
sia
pubblicato,
con
spese
a
carico
della
cassa
delle
ammende,
su
un
giornale
indicato
nella
richiesta.
Infine,
allaccoglimento
della
richiesta
vanno
ricollegate
le
disposizioni
sulla
riparazione
dellerrore
giudiziario.
Le
sentenze
conclusive
del
giudizio
di
revisione
sono
impugnabili
mediante
ricorso
per
cassazione,
e
legittimati
sono
gli
stessi
soggetti
legittimati
alla
richiesta,
che
abbiano
in
concreto
proposto
la
richiesta
medesima,
e
le
parti
presenti
nel
giudizio
di
revisione.
In
caso
di
accoglimento
del
ricorso
da
parte
della
corte
di
cassazione,
il
giudizio
rinviato
ad
unaltra
sezione
della
corte
dappello
o,
in
mancanza,
alla
corte
dappello
pi
vicina.
Lordinanza
che
dichiara
inammissibile
la
richiesta
di
revisione
o
la
sentenza
che
la
rigetta
non
pregiudicano
il
diritto
di
presentare
una
nuova
richiesta
fondata
su
elementi
diversi.
Qualora,
invece,
la
prima
richiesta
sia
stata
dichiarata
inammissibili
per
vizi
di
forma,
ammessa
una
nuova
richiesta,
fondata
sugli
stessi
elementi,
ma
non
pi
viziata
dal
lato
formale.
51. LA
RIPARAZIONE
DELLERRORE
GIUDIZIARIO
La
riparazione,
da
commisurare
sia
alla
durata
delleventuale
espiazione
della
pena
o
delleventuale
internamento
sia
alle
conseguenze
personali
e
familiari
derivanti
dalla
condanna,
si
attua
in
pi
modi:
o
mediante
pagamento
di
una
somma
di
denaro
o
mediante
la
costituzione
di
una
rendita
vitalizia,
o
mediante
accoglienza,
su
domanda
dellinteressato,
in
un
istituto
a
spese
dello
Stato.
Per
fruire
della
riparazione
occorre
che
il
prosciolto
non
abbia
dato
causa
allerrore
per
dolo
o
colpa
grave
e
che
la
domanda
sia
proposta
entro
2
anni
dal
passaggio
in
giudicato
della
sentenza
di
revisione,
presentandola
per
iscritto,
insieme
ai
documenti
ritenuti
utili,
personalmente
o
per
mezzo
di
procuratore
speciale,
nella
cancelleria
della
corte
dappello
che
ha
pronunciato
il
proscioglimento.
Qualora
il
condannato
muoia,
il
diritto
alla
riparazione
spetta
al
coniuge,
ai
discendenti
e
ascendenti,
ai
fratelli
e
sorelle,
agli
affini
entro
il
primo
grado
e
alle
persone
legate
da
vincolo
dadozione
con
quella
deceduta,
ad
eccezione
delle
persone
che
si
trovano
in
situazione
dindegnit.
Sulla
domanda
di
riparazione
decide,
con
procedimento
in
camera
di
consiglio,
la
corte
dappello
che
aveva
pronunciata
la
sentenza
di
proscioglimento,
dopo
che
tale
domanda,
unitamente
al
provvedimento
che
fissa
ludienza,
stata
comunicata
al
PM
e
notificata
al
Ministro
delleconomia
presso
lAvvocatura
dello
Stato
avente
sede
in
quel
distretto
e
a
tutti
gli
interessati,
compresi
gli
aventi
diritto
che
non
hanno
proposto
la
domanda,
i
quali,
se
non
formulano
le
proprie
richieste
almeno
5
gg.
prima
delludienza,
decadono
dal
diritto
di
presentare
la
domanda
di
riparazione
successivamente
alla
chiusura
del
procedimento.
La
decisione
ha
la
forma
di
ordinanza,
da
comunicare
al
PM
e
notificare
a
tutti
gli
interessati,
anche
al
fine
di
un
eventuale
ricorso
in
cassazione.
Se
ne
ricorrono
le
condizioni,
il
giudice
assegna
allinteressato
una
provvisionale
a
titolo
di
alimenti.