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Parit uomo donna: a che punto siamo

La quota di donne che lavorano cresciuta incessantemente in


Europa negli ultimi anni, e il livello d'istruzione delle donne oggi
superiore a quello degli uomini.
Ci nonostante, la maggior parte delle donne sono ancora escluse dai vertici della vita
sociale, economica e politica.
La differenza media di retribuzione tra uomini e donne, ad esempio, si stabilmente
assestata sul 15% dal 2003, scendendo di un solo punto dal 2000, e la maggior parte
delle donne recentemente affacciatesi sul mercato del lavoro sono entrate in settori e
professioni dove si riscontrava gi una forte presenza femminile.
La presenza di donne dirigenti nelle imprese ristagna al 33%, mentre progredisce
assai lentamente in campo politico; infatti appena il 23% dei parlamentari nazionali ed
il 33% degli eurodeputati sono donne. Lo stesso dicasi quanto alla presenza delle
donne nei governi nazionali, che da alcuni anni viene regolarmente monitorata dalla
Fondazione Robert Schuman per tutti i paesi dell'UE.
Un recente studio della CES mostra come anche tra le organizzazioni dei lavoratori la
presenza delle donne nei posti di responsabilit sia ancora troppo debole, nonostante
sia in crescita l'affiliazione delle donne ai sindacati di tutta Europa.
Il Rapporto dell'Organizzazione mondiale del lavoro (OIL) sulle tendenze del lavoro
delle donne nel mondo, pubblicato in occasione della Giornata internazionale della
donna, mostra chiaramente come i progressi che pure si sono realizzati in questi
ultimi anni hanno ridotto in maniera ancora insufficiente le disparit tra uomini e
donne.
In occasione della Giornata internazionale della donna, la Fondazione europea per il
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro ha raccolto tutti i suoi lavori pi
recenti sul tema della parit uomo-donna.
Il Consiglio dEuropa invita invece gli Stati membri e i loro cittadini a rafforzare
limpegno contro la violenza nei confronti delle donne. Si stima infatti che una
percentuale compresa tra il 20% e il 25% delle donne abbia subito violenze fisiche
almeno una volta nella loro vita e che oltre il 10% ha subito violenza sessuale.
Anche l'Unesco celebra in questi giorni la giornata internazionale della donna,
mettendo l'accento sul ruolo delle donne nella scienza.
Per quanto riguarda l'Italia, il Consiglio dei Ministri del 27 febbraio scorso ha approvato
lo schema
di
decreto
legislativo di recepimento
della Direttiva
comunitaria
2006/54/CE concernente l'attuazione del principio delle pari opportunit fra uomini e
donne in materia di occupazione e di impiego.
Con questo decreto si introducono anche nel nostro paese molte novit nel codice
delle pari opportunit. Ad esempio: il principio generale del "mainstreaming di
genere", che obbliga a tener conto dell'obiettivo della parit tra uomini e donne in
tutti gli atti legislativi e amministrativi; si ampliano le nozioni di discriminazione,
rendendo pi forti e omogenee le tutele, s'include la discriminazione legata al
cambiamento di sesso, si vieta di discriminare attraverso i criteri di selezione e nelle
condizioni di assunzione, si vietano trattamenti economici differenziati a parit di

lavoro, si vietano discriminazioni in caso di licenziamento e di sospensione


temporanea, si assicura il diritto di beneficiare, dopo congedi parentali, degli eventuali
miglioramenti delle condizioni di lavoro che sarebbero spettati alla lavoratrice o al
lavoratore durante il periodo di assenza.
(marzo 2008)
http://www.osservatorioinca.org/12-431/archivio-parit%C3%A0-uomo-donna:-a-che-punto-siamo.html

MONDO

Donna e uguaglianza di genere: tra discriminazione e


diritti negati, la strada ancora lunga
di Luca Lampugnani 07.03.2015 13:47 CET

Se le parole sono importanti (e lo sono), non un caso che si dica "dietro ad un


grande uomo c' sempre una grande donna". Un'affermazione certamente ad
effetto, sia chiaro, ma che nasconde un'interpretazione del mondo che da decenni e
decenni - seppur tra molte migliorie - rimane nella sostanza immutata: le donne (per
quanto grandi), fanno grandi gli uomini nell'ombra, in sordina. Dietro,
appunto. E proprio in questi giorni, quando siamo alla vigilia dell'8 marzo, Giornata
internazionale della donna, giusto chiedersi quanto altro tempo sar necessario
affinch tutte le donne possano giustamente ritrovarsi non pi dietro agli
uomini, ma accanto, fianco a fianco.
(Dis)Uguaglianza di genere: dalla Piattafroma di Azione di Pechino (1995) ad oggi
Sono passati esattamente vent'anni dall'adozione della Piattaforma di Azione di
Pechino, progetto ratificato da 189 Paesi in tutto il mondo con l'obiettivo di
ridurre in modo costante e sensibile i numerosi gap esistenti tra uomo e
donna. In questo lasso di tempo la situazione globale indubbiamente migliorata
sotto numerosi aspetti, dalla salute all'istruzione, dalla presenza in politica e ai vertici
delle grandi aziende internazionali.
LEGGI ANCHE: ONU e diritti delle donne: il lento progresso dei lavori per la
parit di genere
Tuttavia, affinch si possa vedere realizzato in futuro quanto la Conferenza mondiale
sulle donne di Pechino ha messo sulla carta nel 1995, molto rimane ancora da fare.
Non a caso, intervistata dall'Associated Press a pochi giorni dall'8 marzo, il direttore
esecutivo dell'Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e
l'empowerment femminile (abbreviato in inglese con UN Women), Phumzile

Mlambo-Ngcuka, stata lapidaria sul tema: nessun Paese del mondo ha


raggiunto ad oggi una piena uguaglianza tra uomo e donna, ha spiegato,
ricordando inoltre che tanto la sotto-rappresentanza di donne nei processi
decisionali quanto la violenza di genere sono "fenomeni globali" tristemente
di grande attualit.
Un po' di numeri sulle differenze globali tra uomo e donna
Dato spesso tra i pi riportati per sottolineare la disuguaglianza di genere che divide il
sesso maschile da quello femminile, stando alle Nazioni Unite a parit di lavoro
le donne hanno in media una remunerazione inferiore rispetto agli uomini
che varia tra il 10 e il 30%. Alla luce di queste cifre, secondo l'Organizzazione
Internazionale del Lavoro (ILO, dall'inglese International Labour Organization) gli
stipendi delle lavoratrici rimarranno pi bassi rispetto a quelli degli uomini per almeno
altri 70 anni, riporta il The Guardian. Significativo, nel determinare tale lasso di tempo,
il lento, lentissimo migliorare della situazione: negli ultimi 20 anni, spiega
ancora l'ILO, il rapporto globale tra le remunerazioni di uomini e donne
migliorato di soli 3 punti percentuali.
Altro aspetto da non sottovalutare nell'analisi del divario tra uomo e donna
riguarda la presenza femminile ai vertici delle grandi aziende. Secondo l'ONU,
ad oggi sono 25 le donne che ricoprono il ruolo di amministratore delegato in
altrettante compagnie inserite tra le 500 pi importanti dalla rivista Fortune. Un passo
in avanti non indifferente, se si considera che al 1998 ne venina contata solamente
una. Tuttavia, sottolinea ancora l'UN Women, sul totale di tutti gli amministratori
delegati ai vertici delle compagnie nella lista Fortune, solo il 5% donna.
Particolarmente

simile

quest'ultimo

caso,

inoltre,

la

questione

della partecipazione delle donne alla politica. Stando alle Nazioni Unite, infatti, la
presenza femminile globale nei parlamenti pressoch raddoppiata negli ultimi 20
anni. Ma, nonostante tutto, tale aumento si traduce con una poco incoraggiante
presenza media (sul totale dei parlamentari) del 22%.
La situazione degli stipendi in Europa e in Italia
Secondo i dati relativi al 2013 Eurostat pubblicati il 5 marzo in occasione della
Giornata internazionale della donna, nel Vecchio Continente le lavoratrici, a parit
di impiego, guadagnano il 16,4% in meno rispetto agli uomini. Un gap che
migliorato rispetto alle pi recenti rilevazioni dell'agenzia europea (nel 2008 le donne
ricevevano stipendi infieriori del 17,3%), ma che comunque dimostra quanto sia
ancora lontana una vera e propria uguaglianza.

Entrando nello specifico, le differenze pi profonde sono registrate in Estonia,


Austria, Germania e Repubblica Ceca, rispettivamente con un gap salariale uomodonna

del

29,

del

23,

del

appare decisamente

21,6

del

pi

21,1%.

Al

contrario,

il

contenuto

divario
in

Croazia (7,4%),Polonia (6,4%), Malta (5,1%) e Slovenia (3,2%).


E l'Italia? Guardando semplicemente al dato finale del 2013, la Penisola si annovera
certamente tra i virtuosi, facendo registrare un gap pari al 7,3%. Tuttavia,
guardando pi da vicino le cifre snocciolate dall'Eurostat, impossibile non notare
come proprio l'Italia abbia avuto uno

dei

declini

(quindi

aumento

della

differenza) peggiori tra il 2008 e il 2013, arrivando alla percentuale gi


accennata partendo dal 4,9%.
Inoltre, stando al Global Gender Gap Report stilato annualmente dal World Economic
Forum (WEF), la situazione ulteriormente in peggioramento. In tal senso, l'Italia si
classificata per quanto riguarda il gap salariale al 129esimo posto su 142
Paesi analizzati: nel 2014, infatti, a parit di lavoro una donna ha guadagnato in
media il 48% dello stipendio di un uomo.
Non solo disuguaglianza: la strada lunga anche per quanto riguarda i diritti
Cos come per i numerosi gap esistenti tra uomo e donna, il mondo ancora ben
lontano da una situazione in cui i diritti di quest'ultime siano pienamente e
globalmente rispettati. E se vero che in molti Paesi del Medio Oriente (e non solo) si
pu parlare sostanzialmente di segregazione - in Arabia Saudita ad esempio fatto
divieto alle donne di guidare -, altrettanto vero che anche il mondo Occidentale ha
ancora grandi passi in avanti da compiere.
Innanzitutto, necessario pensare ed implementare un argine efficace alla
piaga della violenza sulle donne in ogni sua forma, dall'arma dello stupro usata
nel corso di conflitti passati e attualmente attivi, sino alle brutalit domestiche che
molte donne subiscono ogni giorno - contro tale realt stata ratificata nel 2011 da
32 Paesi la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta
contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. In
secondo luogo, sarebbe necessario che i Paesi del mondo adottassero sistemi di
assistenza alla maternit pi efficaci, permettendo cos alle donne di non essere
svantaggiate nei confronti degli uomini nella scelta tra famiglia e lavoro, spesso una
discriminante non indifferente incontrata dalle donne che vorrebbero portare avanti
entrambe.

Ancora, una maggiore attenzione globale dovrebbe essere dedicata al tema


dell'istruzione, con molte giovani ragazze in tutto il mondo impossibilitate dalla
povert, dalla famiglia o dal pregiudizio a proseguire gli studi dopo un certo livello. Da
non sottovalutare, inoltre, anche la questione relativa al diritto all'aborto, una
decisione che in molti casi e in molti Paesi del mondo viene espressamente negata
facendo si che un gran numero di donne ricorra ad aborti clandestini e in condizioni
igieniche al limite del disumano, rischiando spesso la vita. In ultimo, proprio a partire
da questo aspetto, di primaria importanza il diritto alla salute, messa a rischio ad
esempio anche dalle mutilazioni genitali femminili - o dal matrimonio precoce,
altra piaga cui moltissime ragazze sono costrette ogni anno -, pratiche purtroppo
ancora oggi molto diffuse.
http://it.ibtimes.com/donna-e-uguaglianza-di-genere-tra-discriminazione-e-diritti-negati-la-strada-e-ancora-lunga1391735

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