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LEZIONE 1: Rn

SORIN DRAGOMIR

Abstract. Lo scopo della Lezione 1 `e di rivedere brevemente


le strutture algebrica e geometrica di Rn (lo spazio Euclideo ndimensionale) e iniziare lo studio della sua struttura topologica.

1. Introduzione
Uno degli scopi del corso di Analisi Matematica I, propedeutico per
Analisi Matematica II, era quello di studiare le funzioni reali di una
variabile reale. Da un punto di vista colloquiale, queste erano espressioni come ad esempio
x+2
i) x2 + 2x + 3, ii)
, iii) sin x, iv) tan x,
x5
ecc., che dipendono di una variabile reale, qui denotata con x, aventi
valori reali. Da un punto di vista meno rozzo, quello della teoria degli
insiemi e delle funzioni, le espressioni sopraelencate sono da intendere
come le leggi di corrispondenza di alcune funzioni, di cui in casi pratici
come questi bisogna essere in grado di precisare il dominio massimo di
definizione, nonche il codominio. Poiche x pu`o assumere un qualunque
valore reale (i.e. x varia in R) il massimo dominio di definizione si
otter`a escludendo quei valori di x per cui lespressione fornita a priori
non ha senso (e.g. non si possono compiere le operazioni che compaiono
nellespressione in discussione, non sono definite le funzioni elementari
date, ecc.). Infatti unispezione degli esempi precedenti mostra che nei
casi (i) e (iii) non `e necessario escludere alcun valore di x (le espressioni
(i) e (iii) hanno senso per ogni x R) mentre nei casi (ii) e (iv) bisogna
escludere il valore di x per cui il denominatore si annulla, rispettivamente i valori di x che non sono leciti come argomenti della funzione
trigonometrica tan. Precisamente, la descrizione colta degli esempi (i)(iv) come funzioni (nel linguaggio della teoria degli insiemi) consiste
nel considerare le funzioni (applicazioni)
f : R R, f (x) = x2 + 2x + 3,
g : R \ {5} R,

g(x) =
1

x+2
,
x5

x R,

x R \ {5},

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h : R R, h(x) = sin x, x R,
n m
o
u:R\
: m Z R,
2
n m
o
u(x) = tan x, x R \
: m Z R.
2
Qui, indicando con D(f ) il dominio di definizione della funzione f (un
sottoinsieme di R) abbiamo trovato che
i) D(f ) = R, ii) D(g) = R \ {5}, iii) D(h) = R,
n m
o
iv) D(u) = R \
:mZ .
2
Un oggetto di interesse nello studio di una funzione (reale di una variabile reale) era il grafico della funzione data. Bisogna ricordare da
subito che la nozione di grafico `e molto generale, per nulla confinata
alle funzioni reali di una variabile reale. Infatti per una qualunque
funzione f : A B, dove il dominio A e il codominio B sono insiemi
qualsiasi, aventi elementi di natura non specificata, si dice grafico della
f linsieme
Gf = {(a, f (a)) : a A} .
Dunque il grafico della funzione f `e un particolare sottoinsieme del
prodotto cartesiano A B. La particolarit`a gradevole dei grafici delle
funzioni reali di una variabile reale (caso nel quale A R e B = R) `e
che essi si possono disegnare (ammettono una rappresentazione grafica).
Infatti se x A R allora f (x) B = R e quindi (x, f (x)) `e una coppia di numeri reali. Ogni coppia di numeri reali si pu`o rappresentare
come un punto nel piano (della geometria piana), purche nel piano si
fissino un punto O detto origine e un paio di assi ortogonali Ox e Oy, e
si fissi ununit`a di misura su ciascuno dei due assi. Fatto ci`o il grafico
della funzione f si assimila con un sottoinsieme di punti del piano cos`
strutturato, il piano (xOy), esso stesso precedentemente identificato
con R2 , ossia con linsieme delle coppie di numeri reali. Disegnare,
rappresentare, il grafico di una funzione reale di una variabile reale occupava un posto importante nel corso di Analisi Matematica I, e costituiva un problema complesso, poiche non si riduceva a scegliere punti x
del dominio D(f ) R della funzione data, calcolare la loro immagine
f (x) R, e rappresentare il punto di coordinate (x, f (x)) rispetto al
sistema di assi (xOy). Infatti venivano introdotti un certo numero di
strumenti tipici dellAnalisi Matematica come limiti, derivate di vario
ordine, ecc., strumenti adatti a studiare il comportamento locale come
anche landamento globale della funzione in esame, per poi dare una
rappresentazione grafica qualitativamente precisa di quella funzione.
Per la costruzione stessa degli oggetti menzionati (come la derivata di

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una funzione) era necessaria una buona compressione della struttura


dei sottoinsiemi di R, passibili di essere domini di funzioni date.
In maniera analoga, uno degli oggetti di studio della Analisi Matematica II, sono le funzioni reali di pi`
u variabili reali ossia rozzamente
espressioni come
i) x2 + y 2 , ii) cos(x + y + z), iii) tan(x2 + y 2 + 2 + 2 ),
che dipendono da n variabili (n = 2 nel caso (i), n = 3 nel caso (ii),
e n = 4 nel caso (iii)). In un linguaggio meno rozzo, nuovamente
quello della teoria degli insiemi e applicazioni fra insiemi, le espressioni
fornite sono soltanto le leggi di corrispondenza di alcune funzioni di
cui posiamo precisare subito il dominio e il codominio i.e. possiamo
considerare le funzioni
f (x, y) = x2 + y 2 ,

x R, y R,

g(x, y, z) = cos(x + y + z), x R, y R, z R,



h(x, y, , ) = tan x2 + y 2 + 2 + 2 ,
n m
o
x, y, , R, x2 + y 2 + 2 + 2 R \
:mZ .
2
I domini delle funzioni considerate sono dunque i) D(f ) = R2 ossia
linsieme di tutte le coppie di numeri reali, ii) D(g) = R3 ossia linsieme
di tutte le terne di numeri reali, e infine iii) D(h) consiste di tutti
gli insiemi ordinati (x, y, , ) di quattro numeri reali, ossia di tutti
gli elementi (x, y, , ) R4 , aventi la propriet`a che il numero reale
x2 + y 2 + 2 + 2 giace nel dominio di definizione della funzione tan i.e.
x2 + y 2 + 2 + 2 non `e un multiplo intero di /2. Dunque i domini
delle funzioni considerate sono sottoinsiemi di
Rn = {(x1 , x2 , , xn ) : x1 , x2 , , xn R}
per vari valori di n (n 2) mentre il codominio `e sempre R. Un oggetto
di interesse, nello studio di una funzione reale di pi`
u variabili reali i.e.
n
di una funzione f : A R con A R (e n 2) sar`a ancora il suo
grafico
Gf = {(a, f (a)) : a A} =
= {(x1 , , xn , f (x1 , , xn )) : (x1 , , xn ) A} .
Gli elementi di Gf sono dunque insiemi ordinati che consistono di n + 1
numeri reali. Pertanto Gf potr`a essere disegnato soltanto nel caso
n = 2, nel quale Gf R3 , poiche ogni terna di numeri reali si pu`o
rappresentare come un punto nello spazio (della geometria nello spazio)
purche nello spazio si fissino un punto O che servir`a come origine, un
sistema di assi Ox, Oy e Oz, e ununit`a di misura su ciascuno dei
tre assi considerati. Ad ogni modo, per raggiungere tale meta, saranno

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necessari strumenti di Analisi Matematica simili a quelli adoperati nello


studio delle funzioni reali di una variabile reale, come ad esempio le
derivate. Come vedremo a breve, la nozione di derivata di una funzione
reale di variabile reale ammetter`a pi`
u di un analogho significativo per le
funzioni reali di n variabili reali (con n 2). La costruzione stessa degli
strumenti di analisi menzionati poggier`a su una buona comprensione
della natura dei sottoinsiemi di Rn , passibili di essere domini di funzioni
(reali di pi`
u variabili reali).
Come appreso dalle lezioni di Algebra Lineare e Geometria lo spazio
Euclideo n-dimensionale `e Rn , ossia linsieme che consiste di tutte
le n-uple ordinate (x1 , , xn ) le cui componenti xi sono numeri reali (1 i n). La terminologia adottata `e motivata dal fatto che
Rn si organizza in modo naturale come uno spazio vettoriale reale ndimensionale; inoltre Rn viene dotato di una norma (la norma Euclidea) che consente la misurazione della distanza fra due punti in Rn
e in definitiva conduce a considerazioni di carattere geometrico. Nelle
sezioni successive rivedremo brevemente le strutture fondamentali, algebrica e geometrica, con le quali Rn `e equipaggiato. Come gi`a menzionato nella precedente introduzione euristica, gli oggetti principalmente studiati nel corso di Analisi Matematica II sono le funzioni reali
di pi`
u variabili reali. La seguente definizione occupa dunque un luogo
centrale nella presente esposizione.
Definizione 1. Sia A Rn un sottoinsieme. Una funzione f : A R
si dice funzione reale di pi`
u variabili reali. 
Una delle mete del corso di Analisi Matematica II `e quella di costruire un calcolo differenziale e integrale adatto per lo studio delle funzioni
di pi`
u variabili reali, nel senso della Definizione 1. Ci`o segue essenzialmente il percorso adottato nel corso di Analisi Matematica I attraverso
generalizzazioni opportune dei concetti di derivata (di una funzione
reale di una variabile reale) e di integrale definito (secondo Riemann).
Come si vedr`a non `e possibile, a livello iniziale, costruire un calcolo
differenziale utile nello studio di simili funzioni se non quando A `e un
sottoinsieme aperto di Rn . Inizieremo dunque col definire le nozioni di
insieme aperto e di insieme chiuso e con la descrizione delle propriet`a
fondamentali di tali insiemi.
2. La struttura algebrica di Rn .
Per ogni coppia di elementi x, y Rn e ogni scalare reale R
si definiscono le operazioni (di addizione e moltiplicazione con scalari

LEZIONE 1: Rn

reali, rispettivamente)
(1)

x + y = (x1 + y1 , , xn + yn ),
x = (x1 , , xn ),

x = (x1 , , xn ),

y = (y1 , , yn ).

Dotato delle operazioni (1) linsieme Rn diventa uno spazio vettoriale sul campo di numeri reali, ossia uno spazio vettoriale reale, per il
quale il vettore nullo `e 0 = (0, , 0) mentre lopposto di un vettore
x = (x1 , , xn ) `e x = (x1 , , xn ). Nel corso di Algebra Lineare
e Geometria Analitica si dimostra inoltre che Rn `e uno spazio vettoriale di dimensione finita e cio`e Rn ammette basi che consistono di un
numero finito di vettori. Questo numero, detto dimensione di Rn , `e
precisamente n. Ad esempio i vettori {e1 , , en } definiti da
e1 = (1, 0, , 0), , en = (0, , 0, 1),
formano una base di Rn (detta la base canonica). Che ogni altra base
possiede lo stesso numero di elementi `e precisamente il contenuto del
teorema della dimensione.
3. La struttura geometrica di Rn
Per ogni x, y Rn si pone
xy =

n
X

xi yi = x1 y1 + + xn yn .

i=1

Il numero reale x y R `e il prodotto scalare (Euclideo) dei vettori x e


y. Il prodotto scalare gode delle seguenti propriet`a
(2)

(x + y) z = x z + y z, (x) y = (x y) ,

(3)

x y = y x,

(4)

x x 0 e x x = 0 x = 0,

` importante, e di comune uso,


per ogni x, y, z Rn e R. E
la seguente terminologia. Le propriet`a (2) si chiamano ladditivit`a e
lomogeneit`a del prodotto scalare nel primo argomento (brevemente si
parla della linearit`a del prodotto scalare nel suo primo argomento). Le
stesse propriet`a sussistono rispetto al secondo argomento del prodotto
scalare giacche esso possiede la propriet`a (3), detta di simmetria. Infine si fa riferimento alla propriet`a (4) dicendo che il prodotto scalare
Euclideo `e definito positivo.
Esercizio 1. Dimostrare le propriet`a (2)-(4) del prodotto scalare Euclideo.

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Per ogni x = (x1 , , xn ) Rn poniamo


v
u n
q
uX

kxk = x x = t
x2i = x21 + + x2n .
i=1

Per ogni numero a 0 la sua radice quadrata a `e un numero non


negativo. Il numero non negativo kxk `e la norma (Euclidea) di x. Essa
gode delle seguenti propriet`a
(5)

kxk 0, e kxk = 0 x = 0,

(6)

kxk = || kxk,

(7)

kx + yk kxk + kyk,

per ogni x, y Rn e ogni R. Si parla della propriet`a (5) dicendo


che la norma Euclidea `e definita positiva. La (6) `e la propriet`a di
omogeneit`a della norma Euclidea mentre la (7) `e la diseguaglianza di
Minkowski.
Si osservi che la norma Euclidea non `e omogenea nel senso che viene
attribuito a questa espressione nella teoria delle applicazioni lineari1.
Infatti lo scalare nella parte destra della formula (6) compare in
modulo.
Se n = 1 allora e quindi
q
kxk = x21 = |x1 |, x = (x1 ) R1 , x1 R,
cioe nel caso n = 1 la norma Euclidea `e il comune modulo di un numero reale. In questo caso la diseguaglianza di Minkowski diventa la
famigliare diseguaglianza
|x + y| |x| + |y|,

x, y R.

Esercizio 2. (i) Dimostrare le propriet`a (5)-(6) della norma Euclidea.


(ii) Dimostrare che
|x y| kxk kyk,

x, y Rn ,

(la diseguaglianza di Schwartz) e


|x y| = kxk kyk R : y = x.
(iii) Dimostrare la diseguaglianza di Minkowski.
1Se

V e W sono spazi vettoriali reali e f : V W `e unapplicazione allora


f : V W `e lineare se f (x + y) = f (x) + f (y) (cioe f `e additiva) e f (x) = f (x)
(cioe f `e omogenea) per ogni x, y V e ogni R.

LEZIONE 1: Rn

Per ogni x, y Rn si pone


v
u n
uX
d(x, y) = kx yk = t (xi yi )2 .
i=1

Il numero non negativo d(x, y) `e la distanza Euclidea fra x e y. La


distanza Euclidea gode delle seguenti propriet`a
(8)

d(x, y) 0 e d(x, y) = 0 x = y,

(9)

d(x, y) = d(y, x),

(10)

d(x, y) d(x, z) + d(z, y),

per ogni x, y, z Rn . La propriet`a (9) `e la propriet`a di simmetria della


distanza Euclidea mentre la (10) `e la diseguaglianza del triangolo.
Esercizio 3. Dimostrare le propriet`a (8)-(10) della distanza Euclidea.

Perche riteniamo che assegnare ad Rn il prodotto scalare Euclideo,


la norma e la distanza Euclidea, significa dotare Rn di una struttura
geometrica? Per rispondere alla domanda posta consideriamo ad esempio il caso n = 2. Se u = (x, y) R2 `e un vettore in R2 con x > 0 e
y > 0 allora si pu`o rappresentare (rispetto ad un sistema di assi ortogonali (xOy)) come un punto P , di coordinate (x, y), situato nel primo
quadrante. Sia A la proiezione di P sullasse Ox sicche OP A `e un
triangolo rettangolo con lipotenusa OP . Le lunghezze dei cateti sono
rispettivamente OA = x e P A = y sicche, per il teorema di Pitagora,
lipotenusa ha lunghezza
p
OP = x2 + y 2 = kuk.
~ allora
Dunque, se si pensa al vettore u come il vettore di posizione OP
la norma di u `e la lunghezza del vettore.
Siano u, v R2 due vettori. Nelle lezioni di geometria Euclidea si
introduce langolo formato dai due vettori. Se u e v si identificano coi
~ e OQ
~ allora le rette OP e OQ formano quattro
vettori di posizione OP
angoli, eguali due a due. Si sceglie di chiamare angolo formato dai
vettori u e v uno dei quattro angoli la cui misura `e compresa fra 0 e
/2. Se [0, ] `e (la misura del)langolo formato dai vettori u e
v allora si pu`o dimostrare (ci`o fa loggetto delle lezioni di geometria
analitica) che
(11)

u v = kuk kvk cos .

Dalla formula (11) segue facilmente che due vettori non nulli u e v
sono perpendicolari, cioe formano un angolo = /2, se e solo se il

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loro prodotto scalare Euclideo `e nullo. Ecco che gli oggetti introdotti
(norma, prodotto scalare, ecc.) sono alla base di considerazioni di
carattere geometrico nel piano R2 . Si pu`o dimostrare che la formula
(11) `e vera anche per vettori u, v R3 e quindi conduce a considerazioni
geometriche nello spazio. Per n 4 non `e possibile a priori introdurre
la nozione di angolo fra due vettori e, com`e noto dalle lezioni di geometria analitica, si procede nella maniera seguente. Siano x, y Rn .
Si dice che i vettori x e y sono ortogonali se x y = 0. Infine se
x 6= 0 e y 6= 0 si chiama angolo fra x e y lunica soluzione [0, ]
dellequazione
xy
(12)
cos =
.
kxk kyk
Lequazione (12) ha ununica soluzione giacche la funzione cos : [0, ]
[1, 1] `e biiettiva e (per la diseguaglianza di Schwartz)
xy
[1, 1].
kxk kyk
Dunque i vettori x, y Rn \ {0} sono ortogonali se e solo se langolo
formato da x e y ha misura = /2.
4. La struttura topologica di Rn
Sia un punto x0 Rn e un numero positivo R > 0.
Definizione 2. Linsieme
B(x0 , R) = {x Rn : d(x0 , x) < R}
si dice palla di centro x0 e raggio R. 
Le palle si dicono spesso anche intorni sferici (in Rn ). La notazione
B(x0 , R) viene dalla parola inglese ball.
Esercizio 4. Siano 0 < r < R due numeri positivi. Si dimostri che
B(x0 , r) B(x0 , R) per ogni x0 Rn .

La seguente nozione ha un ruolo centrale nella presente sezione.


Definizione 3. Un insieme A Rn si dice aperto se per ogni punto
x0 A esiste un numero positivo R > 0 tale che B(x0 , R) A. 
Ad esempio il semipiano
A = {(x, y) R2 : y > 0}
`e un insieme aperto in R2 . Infatti se p = (x, y) A `e un punto
arbitrario di A allora la palla B(p, y/2) `e completamente contenuta

LEZIONE 1: Rn

in A, come il lettore si convincer`a facilmente. Un contro esempio `e


linsieme
A = {(x0 , y0 ) + tv : t R},

v R2 , kvk = 1,

ossia la retta che passa per (x0 , y0 ) R2 , di vettore direttore v. Linsieme


A non `e aperto. Infatti preso comunque un punto p A, una palla
qualsiasi di centro p possiede anche punti non situati sulla retta A e
quindi non pu`o essere completamente contenuta in A.
Proposizione 1. Le palle sono insiemi aperti.
Dimostrazione. Sia A = B(x0 , R) Rn una palla. Sia x1 A
un punto qualsiasi. Vogliamo trovare un raggio r > 0 di modo che
B(x1 , r) A. Si consideri
r = min{d(x0 , x1 ), R d(x0 , x1 )} > 0.
Per dimostrare che B(x1 , r) A sia x B(x1 , r) un punto qualsiasi. Si
possono distinguere due casi a seconda di come I) r = d(x0 , x1 ) oppure
II) r = R d(x0 , x1 ). Nel primo caso
R
d(x0 , x1 ) R d(x0 , x1 ) = d(x0 , x1 )
2
e quindi (per la diseguaglianza del triangolo)
d(x0 , x) d(x0 , x1 ) + d(x1 , x) < d(x0 , x1 ) + r = 2 d(x0 , x1 ) R,
ossia d(x0 , x) < R. Nel secondo caso
d(x0 , x) d(x0 , x1 ) + d(x1 , x) < d(x0 , x1 ) + r =
= d(x0 , x1 ) + R d(x0 , x1 ) = R
e quindi nuovamente d(x0 , x) < R. Dunque x B(x0 , R) e data
larbitrariet`a della scelta di x in B(x1 , r) segue che in definitiva tutti
punti di B(x1 , r) si trovano in B(x0 , R) ossia B(x1 , r) B(x0 , R). 
Gli insiemi aperti in Rn godono delle seguenti propriet`a i) linsieme
vuoto e linsieme totale Rn sono insiemi aperti, ii) lunione degli
elementi di una qualsiasi famiglia di aperti `e un insieme aperto, e iii)
lintersezione di due insiemi aperti `e un insieme aperto.
Esercizio 5. Dimostrare le propriet`a (i)-(iii) degli insiemi aperti in Rn .

Definizione 4. Un insieme C Rn si dice chiuso se esiste un insieme


aperto A Rn tale che C = Rn \ A. 
Dunque per definizione sono chiusi i complementi degli insiemi aperti.
Gli insiemi chiusi in Rn possiedono le seguenti propriet`a i) e Rn sono
insiemi chiusi, ii) lintersezione degli elementi di una qualsiasi famiglia

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di insiemi chiusi `e un insieme chiuso, e iii) lunione di due insiemi chiusi


`e un insieme chiuso.
Esercizio 6. 1) Si dimostrino le proriet`a (i)-(iii) degli insiemi chiusi in Rn .
2) Si dimostri che linsieme B(x0 , R) = {x Rn : d(x0 , x) R} `e un
insieme chiuso in Rn .
3) Mostrare che il semipiano C = {(x, y) R2 : y 0} `e un insieme
chiuso.

Sia Rn un sottoinsieme. Si denoti con linsieme dei punti


x Rn tali che per ogni R > 0 si ha
B(x, R) 6= ,

B(x, R) (Rn \ ) 6= .

Dunque consiste di tutti punti x con la propriet`a che una qualsiasi


palla di centro x interseca tanto quanto il suo complementare Rn \ .
Definizione 5. Linsieme si chiama il bordo di . 
Esercizio 7. Si consideri linsieme = {(x, y) R2 : x > 0}. Si dimostri
che = {(0, y) R2 : y R}.

linsieme che consiste di


Sia A Rn un sottoinsieme. Si denota con A
tutti punti x A per cui esiste un raggio R > 0 tale che B(x, R) A.
si chiama linterno di A. I punti x A
si
Definizione 6. Linsieme A
dicono punti interni di A. 
`e un insieme aperto. Dare un esempio di
Esercizio 8. Mostrare che A
6= e tuttavia A non sia aperto.
insieme A R2 tale che A

Definizione 7. Sia Rn un sottoinsieme. Linsieme = si


chiama la chiusura di . 
Esercizio 9. 1) Mostrare che per ogni insieme Rn la sua chiusura
Rn `e un insieme chiuso.
2) Mostrare che per ogni x0 Rn e ogni R > 0 si ha
B(x0 , R) = B(x0 , R),

B(x0 , R) = {x Rn : d(x0 , x) = R}.

Esercizio 10. Sia S Rn un sottoinsieme. Si ponga


diam(S) = sup{kx yk : x, y Rn }.
diam(S) si chiama il diametro dellinsieme S. Linsieme S `e limitato (rispettivamente illimitato) se diam(S) `e un numero (se diam(S) = ). Si dimostri
che per ogni insieme limitato S Rn esistono un punto x0 Rn e un raggio
R > 0 tali che S B(x0 , R).

LEZIONE 1: Rn

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5. Successioni di punti in Rn
Definizione 8. Una funzione a : N Rn definita sullinsieme N dei
numeri naturali a valori in Rn si dice successione (di punti) in Rn . 
Come ogni funzione, una successione a : N Rn si pu`o considerare
nota se si conoscono le immagini di tutti i punti del suo dominio di
definizione i.e. se sono noti i punti a(k) Rn per ogni k N. In altre
parole si conosce a : N Rn se si conosce linsieme {a(k) Rn : k
` comune denotare a(k) con ak e scrivere linsieme {ak : k N}
N}. E
nella forma succinta {ak }kN oppure {ak }k1 .
Definizione 9. Una successione {ak }k1 Rn si dice convergente se
esiste a Rn tale che per ogni  > 0 esiste un rango k 1 tale che
ak B(a, ) per ogni k k . 
Proposizione 2. Se un punto a Rn che gode delle propriet`a nella
Definizione 9 esiste allora esso `e unico.
Dimostrazione. La dimostrazione si conduce per riduzione ad assurdo. Siano a, a0 Rn tali che a 6= a0 e per ogni  > 0 esistono due
ranghi k 1 e k0 1 di modo che ak B(a, ) per ogni k k e
ak B(a0 , ) per ogni k k0 . Siccome a 6= a0 allora r = d(a, a0 ) > 0.
Sia  = r/3 e sia
0
Nr = max{k , k0 } = max{kr/3 , kr/3
} 1.

Segue che ak B(a, r/3) B(a0 , r/3) per ogni k Nr . Dunque


r = d(a, a0 ) d(a, ak ) + d(ak , a0 ) <

r r
2r
+ =
,
3 3
3

una contraddizione. Q.e.d.


In base alla Proposizione 2 `e lecito chiamare a nella Definizione 9 il
limite della successione {ak }k1 e adottare la scrittura limk ak = a.
` comune scrivere anche ak a per k caso nel quale si dice che
E
la successione {ak }k1 tende ad a.
Proposizione 3. Sia {ak }kN Rn una successione e a Rn un
punto. Se
ak = (a1k , , ank ),

k N,

a = (a1 , , an ),

allora sono equivalenti i seguenti enunciati


i) limk ak = a.
ii) limk ajk = aj per ogni 1 j n.

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Dimostrazione. (i)=(ii). Sia  > 0. Poiche limk ak = a esiste


k 1 tale che ak B(a, ) per ogni k k ossia kak ak <  per ogni
k k . Adoperiamo le diseguaglianze
|vi | kvk, 1 i n,

v = (v1 , , vn ) Rn ,

sicche
i

ak ai kak ak < , 1 i n,
per ogni k k . Cio significa che aik ai per k e per ogni i
{1, , n}. La dimostrazione dellaffermazione (ii)=(i) presenta un
elemento creativo addizionale ma cho non dovrebbe risultare estraneo
a quanti hanno seguito il corso di Analisi Matematica I. Per ipotesi
aik ai per k (e per ogni 1 i n). Dunque per ogni  > 0
esiste un rango ki 1 dal quale in poi i termini della successione
{aik }k1 si trovano nellintorno sferico di raggio  i.e. |aik ai | <  per
ogni k ki . Si ponga
k = max{ki : 1 i n}
sicche |aik ai | <  per ogni k k e per ogni indice 1 i n. Sia
> 0. Laffermazione precedente
vale per  > 0 arbitrario sicche vale

in particolare per  = / n. Precisamente se N = k/n allora


(13)

i

ak ai < ,
n

k N , 1 i n.

Infine per ogni > 0 (sfruttando le n diseguaglianze (13))


v
s 
u n
2
uX

2
i
i
t
kak ak =
|ak a | < n
=
n
i=1
per ogni k N i.e. ak a per k . Lelemento creativo menzionato sopra consiste nella scelta di . Come nel corso di Analisi
Matematica I tale scelta ha soltanto il vantaggio delleleganza e una dimostrazione costruttiva e chiaramente disponibile (il lettore `e invitato
a trovarla).
Definizione 10. Una successione {ak }k1 Rn si dice di Cauchy se
per ogni  > 0 esiste un rango k 1 tale che kak a` k <  per ogni
k k e ` k . 
Esercizio 11. i) Si dimostri che una successione {ak }k1 Rn `e di Cauchy
se e solo se le successioni di numeri reali {ajk }k1 R sono di Cauchy per
ogni 1 j n, dove
ak = (a1k , , ank ) Rn ,

k 1.

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ii) Si dimostri che una successione {ak }k1 di punti in Rn `e di Cauchy se


e solo se {ak }k1 `e convergente.

6. Funzioni continue
Definizione 11. Sia A Rn un sottoinsieme e f : A R una funzione
a valori reali. Sia x0 Rn e ` R. Si supponga che esistano successioni
{ak }k1 A di modo che limk ak = x0 . Si dice che la funzione f
ha limite ` nel punto x0 , e si scrive limxx0 f (x) = `, se per ogni
successione {ak }k1 A che tende ad x0 la successione di numeri reali
{f (ak )}k1 R tende a ` i.e.
lim ak = x0 = lim f (ak ) = `.


Si noti che il punto x0 nella definizione precedente non appartiene
necessariamente al dominio di definizione della funzione f . I punti x0
Rn per cui esistono successioni {ak }k1 A tali che limk ak = x0
sono i punti della chiusura A di A. Poiche lo scopo di queste lezioni `e
quello di impartire conoscenze di calcolo differenziale e integrale (per
funzioni di pi`
u variabili reali) ad allievi dei corsi di laurea in ingegneria
vengono presentati solo minimi elementi di topologia generale (e non
analizzeremo oltre simili elementi qualitativi).
Definizione 12. Sia A Rn un insieme aperto e f : A R una
funzione. Si dice che f `e continua nel punto x0 A se limxx0 f (x) =
f (x0 ). 
Si osservi che, poiche nella Definizione 12 il dominio A della funzione
f `e aperto, successioni {ak }k1 A che tendono ad x0 esistono sempre.
Infatti esiste R > 0 tale che B(x0 , R) A. La successione {1/k}k1
tende a 0 per k quindi esiste kR 1 tale che 1/k < R per ogni
k kR . Segue che B(x0 , 1/k) B(x0 , R) come sfere concentriche, per
ogni k kR . Andiamo ora a scegliere un punto in ciascuna delle palle
{B(x0 , 1/k) : k kR } i.e. sia ak B(x0 , 1/k) per ogni k kR . Abbiamo costruito una successione di punti di A che tende a x0 . Il lettore
scontento dal fatto che i termini della successione in questione hanno
indici che partono da kR anziche da 1 scelga a1 , , akR 1 comunque
in A (sempre che kR 2). Dalla costruzione
1
, k kR ,
k
e quindi limk ak = x0 . Il lettore dovrebbe verificare questultima
affermazione in termini di  > 0 e k 1.
kak x0 k <

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SORIN DRAGOMIR

Una propriet`a importante delle funzioni continue, che verr`a utilizzata


in seguito, `e quella della permanenza del segno. Precisamente sussiste
il seguente
Teorema 1. Sia A Rn un insieme aperto e sia f : A R una
funzione continua su A i.e. continua in ogni punto di A. Sia x0 A
un punto tale che f (x0 ) 6= 0. Allora esiste R > 0 tale che B(x0 , R) A
e f (x) 6= 0 per ogni x B(x0 , R).
La dimostrazione del Teorema 1, del tutto simile alla dimostrazione
dellanalogo risultato per funzioni continue di una variabile reale, si
propone come esercizio al lettore.
Compito n. 1
1. Siano x = (x1 , x2 , x3 ) e y = (y1 , y2 , y3 ) due punti in R3 . Si dimostri
che kx yk e lusuale distanza nello spazio fra x e y.
{Cenno. Usare due volte il teorema di Pitagora.}
2. Siano A Rn e B Rn due insiemi aperti. Si dimostri che A B e
un insieme aperto.
3. Si dimostri che ogni palla B(x0 , R) = {x Rn : kx x0 k < R} e un
insieme aperto.
4. Si considerino i numeri positivi 0 < r < R. Si dimostri che B(x0 , r)
B(x0 , R) per ogni x0 Rn .
5. Siano x, y Rn due punti distinti i.e. x 6= y e si ponga d = kx yk
e R = d/3. Si dimostri che le palle B(x, R) e B(y, R) sono disgiunte i.e.
B(x, R) B(y, R) = .
6. Siano C Rn e F Rn due insiemi chiusi. Si dimostri che C F e
un insieme chiuso.
7. Si dimostri che linsieme B(x0 , R) = {x Rn : kxx0 k R} e chiuso.
8. Si ponga B(x, r) = {y Rn : ky xk r} (la palla chiusa di centro
x e raggio r). Si dimostri che per ogni x B(x0 , R) esiste r > 0 tale che
B(x, r) B(x0 , R).
9. Il bordo di un insieme Rn e linsieme consiste di tutti e soli
i punti x Rn tale che per ogni r > 0 la palla B(x, r) interseca tanto

LEZIONE 1: Rn

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quanto il suo complementare Rn \ i.e.


B(x, r) 6= ,

B(x, r) (Rn \ ) 6= .

Si dimostri che
B(x0 , R) = {x Rn : kx x0 k = R}.
10. Si consideri il semi-piano = {(x, y) R2 : y > 0}. Si mostri che
= {(x, y) R2 : y = 0}.
11. Dato un insieme A R, la chiusura di A e linsieme A dato da A =
A A. Si mostri che la chiusura del semi-piano = {(x, y) R2 : y > 0}
e
= {(x, y) R2 : y 0}.
12. Un insieme C Rn e convesso se per ogni coppia di punti x, y C
si ha (1 t)x + ty C per ogni t [0, 1]. Si dimostri che
i) Ogni palla in Rn di centro x0 e raggio R (aperta o chiusa) e un insieme
convesso.
ii) I semi-piani R2 e R2 degli esercizi n. 10 e n. 11 sono insiemi
convessi.
13. Si dimostri che linsieme A = {(x, y) R2 : x > 0} e illimitato.
14. Dato un insieme R il suo diametro e
diam() = sup {kx yk : x, y } .
Si calcoli il diametro di una palla B(x0 , R) Rn .
{Cenno: diam [B(x0 , R)] = 2R.}
15. Si consideri la successione di punti {ak }kN in R2 data da


1 + k 1 + 2k 2
ak =
,
, k N.
k
k2
Si mostri che limk ak = (1, 2).
16. Sia ` Rn la retta di equazione vettoriale parametrica x = x0 + v
( R) dove x0 Rn e v Rn , kvk = 1. Si calcoli la distanza Euclidea fra
due punti qualsiasi x, x0 ` e si dimostri che diam(`) = .
17. Un insieme B Rn e limitato se diam(B) e finito. Un insieme
K Rn e compatto se K e tanto chiuso quanto limitato. Si dimostri che
B(x0 , R) e un insieme compatto.

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SORIN DRAGOMIR

18. Si consideri linsieme K = {x Rn : kxk = 1}. Si dimostri che K e


un insieme compatto.

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