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SORIN DRAGOMIR
1. Introduzione
Uno degli scopi del corso di Analisi Matematica I, propedeutico per
Analisi Matematica II, era quello di studiare le funzioni reali di una
variabile reale. Da un punto di vista colloquiale, queste erano espressioni come ad esempio
x+2
i) x2 + 2x + 3, ii)
, iii) sin x, iv) tan x,
x5
ecc., che dipendono di una variabile reale, qui denotata con x, aventi
valori reali. Da un punto di vista meno rozzo, quello della teoria degli
insiemi e delle funzioni, le espressioni sopraelencate sono da intendere
come le leggi di corrispondenza di alcune funzioni, di cui in casi pratici
come questi bisogna essere in grado di precisare il dominio massimo di
definizione, nonche il codominio. Poiche x pu`o assumere un qualunque
valore reale (i.e. x varia in R) il massimo dominio di definizione si
otter`a escludendo quei valori di x per cui lespressione fornita a priori
non ha senso (e.g. non si possono compiere le operazioni che compaiono
nellespressione in discussione, non sono definite le funzioni elementari
date, ecc.). Infatti unispezione degli esempi precedenti mostra che nei
casi (i) e (iii) non `e necessario escludere alcun valore di x (le espressioni
(i) e (iii) hanno senso per ogni x R) mentre nei casi (ii) e (iv) bisogna
escludere il valore di x per cui il denominatore si annulla, rispettivamente i valori di x che non sono leciti come argomenti della funzione
trigonometrica tan. Precisamente, la descrizione colta degli esempi (i)(iv) come funzioni (nel linguaggio della teoria degli insiemi) consiste
nel considerare le funzioni (applicazioni)
f : R R, f (x) = x2 + 2x + 3,
g : R \ {5} R,
g(x) =
1
x+2
,
x5
x R,
x R \ {5},
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h : R R, h(x) = sin x, x R,
n m
o
u:R\
: m Z R,
2
n m
o
u(x) = tan x, x R \
: m Z R.
2
Qui, indicando con D(f ) il dominio di definizione della funzione f (un
sottoinsieme di R) abbiamo trovato che
i) D(f ) = R, ii) D(g) = R \ {5}, iii) D(h) = R,
n m
o
iv) D(u) = R \
:mZ .
2
Un oggetto di interesse nello studio di una funzione (reale di una variabile reale) era il grafico della funzione data. Bisogna ricordare da
subito che la nozione di grafico `e molto generale, per nulla confinata
alle funzioni reali di una variabile reale. Infatti per una qualunque
funzione f : A B, dove il dominio A e il codominio B sono insiemi
qualsiasi, aventi elementi di natura non specificata, si dice grafico della
f linsieme
Gf = {(a, f (a)) : a A} .
Dunque il grafico della funzione f `e un particolare sottoinsieme del
prodotto cartesiano A B. La particolarit`a gradevole dei grafici delle
funzioni reali di una variabile reale (caso nel quale A R e B = R) `e
che essi si possono disegnare (ammettono una rappresentazione grafica).
Infatti se x A R allora f (x) B = R e quindi (x, f (x)) `e una coppia di numeri reali. Ogni coppia di numeri reali si pu`o rappresentare
come un punto nel piano (della geometria piana), purche nel piano si
fissino un punto O detto origine e un paio di assi ortogonali Ox e Oy, e
si fissi ununit`a di misura su ciascuno dei due assi. Fatto ci`o il grafico
della funzione f si assimila con un sottoinsieme di punti del piano cos`
strutturato, il piano (xOy), esso stesso precedentemente identificato
con R2 , ossia con linsieme delle coppie di numeri reali. Disegnare,
rappresentare, il grafico di una funzione reale di una variabile reale occupava un posto importante nel corso di Analisi Matematica I, e costituiva un problema complesso, poiche non si riduceva a scegliere punti x
del dominio D(f ) R della funzione data, calcolare la loro immagine
f (x) R, e rappresentare il punto di coordinate (x, f (x)) rispetto al
sistema di assi (xOy). Infatti venivano introdotti un certo numero di
strumenti tipici dellAnalisi Matematica come limiti, derivate di vario
ordine, ecc., strumenti adatti a studiare il comportamento locale come
anche landamento globale della funzione in esame, per poi dare una
rappresentazione grafica qualitativamente precisa di quella funzione.
Per la costruzione stessa degli oggetti menzionati (come la derivata di
LEZIONE 1: Rn
x R, y R,
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LEZIONE 1: Rn
reali, rispettivamente)
(1)
x + y = (x1 + y1 , , xn + yn ),
x = (x1 , , xn ),
x = (x1 , , xn ),
y = (y1 , , yn ).
Dotato delle operazioni (1) linsieme Rn diventa uno spazio vettoriale sul campo di numeri reali, ossia uno spazio vettoriale reale, per il
quale il vettore nullo `e 0 = (0, , 0) mentre lopposto di un vettore
x = (x1 , , xn ) `e x = (x1 , , xn ). Nel corso di Algebra Lineare
e Geometria Analitica si dimostra inoltre che Rn `e uno spazio vettoriale di dimensione finita e cio`e Rn ammette basi che consistono di un
numero finito di vettori. Questo numero, detto dimensione di Rn , `e
precisamente n. Ad esempio i vettori {e1 , , en } definiti da
e1 = (1, 0, , 0), , en = (0, , 0, 1),
formano una base di Rn (detta la base canonica). Che ogni altra base
possiede lo stesso numero di elementi `e precisamente il contenuto del
teorema della dimensione.
3. La struttura geometrica di Rn
Per ogni x, y Rn si pone
xy =
n
X
xi yi = x1 y1 + + xn yn .
i=1
(x + y) z = x z + y z, (x) y = (x y) ,
(3)
x y = y x,
(4)
x x 0 e x x = 0 x = 0,
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kxk = x x = t
x2i = x21 + + x2n .
i=1
kxk 0, e kxk = 0 x = 0,
(6)
kxk = || kxk,
(7)
kx + yk kxk + kyk,
x, y R.
x, y Rn ,
LEZIONE 1: Rn
d(x, y) 0 e d(x, y) = 0 x = y,
(9)
(10)
Dalla formula (11) segue facilmente che due vettori non nulli u e v
sono perpendicolari, cioe formano un angolo = /2, se e solo se il
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loro prodotto scalare Euclideo `e nullo. Ecco che gli oggetti introdotti
(norma, prodotto scalare, ecc.) sono alla base di considerazioni di
carattere geometrico nel piano R2 . Si pu`o dimostrare che la formula
(11) `e vera anche per vettori u, v R3 e quindi conduce a considerazioni
geometriche nello spazio. Per n 4 non `e possibile a priori introdurre
la nozione di angolo fra due vettori e, com`e noto dalle lezioni di geometria analitica, si procede nella maniera seguente. Siano x, y Rn .
Si dice che i vettori x e y sono ortogonali se x y = 0. Infine se
x 6= 0 e y 6= 0 si chiama angolo fra x e y lunica soluzione [0, ]
dellequazione
xy
(12)
cos =
.
kxk kyk
Lequazione (12) ha ununica soluzione giacche la funzione cos : [0, ]
[1, 1] `e biiettiva e (per la diseguaglianza di Schwartz)
xy
[1, 1].
kxk kyk
Dunque i vettori x, y Rn \ {0} sono ortogonali se e solo se langolo
formato da x e y ha misura = /2.
4. La struttura topologica di Rn
Sia un punto x0 Rn e un numero positivo R > 0.
Definizione 2. Linsieme
B(x0 , R) = {x Rn : d(x0 , x) < R}
si dice palla di centro x0 e raggio R.
Le palle si dicono spesso anche intorni sferici (in Rn ). La notazione
B(x0 , R) viene dalla parola inglese ball.
Esercizio 4. Siano 0 < r < R due numeri positivi. Si dimostri che
B(x0 , r) B(x0 , R) per ogni x0 Rn .
LEZIONE 1: Rn
v R2 , kvk = 1,
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B(x, R) (Rn \ ) 6= .
LEZIONE 1: Rn
11
5. Successioni di punti in Rn
Definizione 8. Una funzione a : N Rn definita sullinsieme N dei
numeri naturali a valori in Rn si dice successione (di punti) in Rn .
Come ogni funzione, una successione a : N Rn si pu`o considerare
nota se si conoscono le immagini di tutti i punti del suo dominio di
definizione i.e. se sono noti i punti a(k) Rn per ogni k N. In altre
parole si conosce a : N Rn se si conosce linsieme {a(k) Rn : k
` comune denotare a(k) con ak e scrivere linsieme {ak : k N}
N}. E
nella forma succinta {ak }kN oppure {ak }k1 .
Definizione 9. Una successione {ak }k1 Rn si dice convergente se
esiste a Rn tale che per ogni > 0 esiste un rango k 1 tale che
ak B(a, ) per ogni k k .
Proposizione 2. Se un punto a Rn che gode delle propriet`a nella
Definizione 9 esiste allora esso `e unico.
Dimostrazione. La dimostrazione si conduce per riduzione ad assurdo. Siano a, a0 Rn tali che a 6= a0 e per ogni > 0 esistono due
ranghi k 1 e k0 1 di modo che ak B(a, ) per ogni k k e
ak B(a0 , ) per ogni k k0 . Siccome a 6= a0 allora r = d(a, a0 ) > 0.
Sia = r/3 e sia
0
Nr = max{k , k0 } = max{kr/3 , kr/3
} 1.
r r
2r
+ =
,
3 3
3
k N,
a = (a1 , , an ),
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v = (v1 , , vn ) Rn ,
sicche
i
ak ai kak ak < , 1 i n,
per ogni k k . Cio significa che aik ai per k e per ogni i
{1, , n}. La dimostrazione dellaffermazione (ii)=(i) presenta un
elemento creativo addizionale ma cho non dovrebbe risultare estraneo
a quanti hanno seguito il corso di Analisi Matematica I. Per ipotesi
aik ai per k (e per ogni 1 i n). Dunque per ogni > 0
esiste un rango ki 1 dal quale in poi i termini della successione
{aik }k1 si trovano nellintorno sferico di raggio i.e. |aik ai | < per
ogni k ki . Si ponga
k = max{ki : 1 i n}
sicche |aik ai | < per ogni k k e per ogni indice 1 i n. Sia
> 0. Laffermazione precedente
vale per > 0 arbitrario sicche vale
i
ak ai < ,
n
k N , 1 i n.
2
i
i
t
kak ak =
|ak a | < n
=
n
i=1
per ogni k N i.e. ak a per k . Lelemento creativo menzionato sopra consiste nella scelta di . Come nel corso di Analisi
Matematica I tale scelta ha soltanto il vantaggio delleleganza e una dimostrazione costruttiva e chiaramente disponibile (il lettore `e invitato
a trovarla).
Definizione 10. Una successione {ak }k1 Rn si dice di Cauchy se
per ogni > 0 esiste un rango k 1 tale che kak a` k < per ogni
k k e ` k .
Esercizio 11. i) Si dimostri che una successione {ak }k1 Rn `e di Cauchy
se e solo se le successioni di numeri reali {ajk }k1 R sono di Cauchy per
ogni 1 j n, dove
ak = (a1k , , ank ) Rn ,
k 1.
LEZIONE 1: Rn
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6. Funzioni continue
Definizione 11. Sia A Rn un sottoinsieme e f : A R una funzione
a valori reali. Sia x0 Rn e ` R. Si supponga che esistano successioni
{ak }k1 A di modo che limk ak = x0 . Si dice che la funzione f
ha limite ` nel punto x0 , e si scrive limxx0 f (x) = `, se per ogni
successione {ak }k1 A che tende ad x0 la successione di numeri reali
{f (ak )}k1 R tende a ` i.e.
lim ak = x0 = lim f (ak ) = `.
Si noti che il punto x0 nella definizione precedente non appartiene
necessariamente al dominio di definizione della funzione f . I punti x0
Rn per cui esistono successioni {ak }k1 A tali che limk ak = x0
sono i punti della chiusura A di A. Poiche lo scopo di queste lezioni `e
quello di impartire conoscenze di calcolo differenziale e integrale (per
funzioni di pi`
u variabili reali) ad allievi dei corsi di laurea in ingegneria
vengono presentati solo minimi elementi di topologia generale (e non
analizzeremo oltre simili elementi qualitativi).
Definizione 12. Sia A Rn un insieme aperto e f : A R una
funzione. Si dice che f `e continua nel punto x0 A se limxx0 f (x) =
f (x0 ).
Si osservi che, poiche nella Definizione 12 il dominio A della funzione
f `e aperto, successioni {ak }k1 A che tendono ad x0 esistono sempre.
Infatti esiste R > 0 tale che B(x0 , R) A. La successione {1/k}k1
tende a 0 per k quindi esiste kR 1 tale che 1/k < R per ogni
k kR . Segue che B(x0 , 1/k) B(x0 , R) come sfere concentriche, per
ogni k kR . Andiamo ora a scegliere un punto in ciascuna delle palle
{B(x0 , 1/k) : k kR } i.e. sia ak B(x0 , 1/k) per ogni k kR . Abbiamo costruito una successione di punti di A che tende a x0 . Il lettore
scontento dal fatto che i termini della successione in questione hanno
indici che partono da kR anziche da 1 scelga a1 , , akR 1 comunque
in A (sempre che kR 2). Dalla costruzione
1
, k kR ,
k
e quindi limk ak = x0 . Il lettore dovrebbe verificare questultima
affermazione in termini di > 0 e k 1.
kak x0 k <
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LEZIONE 1: Rn
15
B(x, r) (Rn \ ) 6= .
Si dimostri che
B(x0 , R) = {x Rn : kx x0 k = R}.
10. Si consideri il semi-piano = {(x, y) R2 : y > 0}. Si mostri che
= {(x, y) R2 : y = 0}.
11. Dato un insieme A R, la chiusura di A e linsieme A dato da A =
A A. Si mostri che la chiusura del semi-piano = {(x, y) R2 : y > 0}
e
= {(x, y) R2 : y 0}.
12. Un insieme C Rn e convesso se per ogni coppia di punti x, y C
si ha (1 t)x + ty C per ogni t [0, 1]. Si dimostri che
i) Ogni palla in Rn di centro x0 e raggio R (aperta o chiusa) e un insieme
convesso.
ii) I semi-piani R2 e R2 degli esercizi n. 10 e n. 11 sono insiemi
convessi.
13. Si dimostri che linsieme A = {(x, y) R2 : x > 0} e illimitato.
14. Dato un insieme R il suo diametro e
diam() = sup {kx yk : x, y } .
Si calcoli il diametro di una palla B(x0 , R) Rn .
{Cenno: diam [B(x0 , R)] = 2R.}
15. Si consideri la successione di punti {ak }kN in R2 data da
1 + k 1 + 2k 2
ak =
,
, k N.
k
k2
Si mostri che limk ak = (1, 2).
16. Sia ` Rn la retta di equazione vettoriale parametrica x = x0 + v
( R) dove x0 Rn e v Rn , kvk = 1. Si calcoli la distanza Euclidea fra
due punti qualsiasi x, x0 ` e si dimostri che diam(`) = .
17. Un insieme B Rn e limitato se diam(B) e finito. Un insieme
K Rn e compatto se K e tanto chiuso quanto limitato. Si dimostri che
B(x0 , R) e un insieme compatto.
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