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Corso di Tecniche per le Energie Rinnovabili

Prof. Giorgio Raffellini


A.A. 2008 - 2009

RACCOLTA DEGLI APPUNTI DELLE LEZIONI


DEL CORSO
(Rivisti dal Docente nellOttobre 2008)
1 parte

INDICE
1 RICHIAMI SULLE UNIT DI MISURA UTILIZZATE..........................................................3
2 ANALISI DEL FABBISOGNO ENERGETICO E DELLE RISORSE DISPONIBILI............4
2.1 I Fabbisogni nel Mondo ed in Italia.............................................................................4
2.2 Disponibilit delle risorse ............................................................................................8
2.3 La diffusione delle Rinnovabili in Italia e previsioni (rapporto Legambiente 06)........12
3 ENERGIA ELETTRICA.....................................................................................................13
3.1 Produzione denergia Elettrica...................................................................................14
3.1.2 Centrali termoelettriche......................................................................................16
3.2 Problematiche riguardanti lenergia elettrica..............................................................16
3.3 Lenergia elettrica in Italia...........................................................................................18
18
4. QUADRO NORMATIVO ENERGETICO : ieri ed oggi...................................................18
3.4 Legge 10/91 e Decreti attuativi .................................................................................19
3.5 Terminologia..............................................................................................................20
3.6 Decreti attuativi...........................................................................................................20
3.7 Nuove Norme Tecniche e Legislative sulla certificazione energetica .......................21
3.8 Isolamento Termico....................................................................................................25
4 L'ENERGIA SOLARE.......................................................................................................29
4.1 Caratteristiche............................................................................................................30
4.2 Utilizzazione dellenergia solare.................................................................................33

RICHIAMI SULLE UNIT DI MISURA UTILIZZATE

Unit di potenza : W (watt) = J / s , cio Joule/secondo = energia / tempo ,


Unit di energia consumata kWh (chilowattora) = (kJ/s * 3600 s ) = 3,6 MJ , dove :
k (chilo) = 10

M (mega) = 10
G (giga) = 10
T (tera) = 10

12

1 TEP( Tonnellata di Petrolio Equivalente ) = circa 7,3 Barili Petrolio= 11628 kWh
1 kWh ( potenza x tempo = misura di energia) = equivalente a circa 8 grammi di
petrolio potenziali
Equivalenze tra fonti energetiche
1 bep (BARILE EQUIVALENTE DI PETROLIO

1 tep (tonnellata equivalente di petrolio)


1 tec (tonnellata equivalente di petrolio)
1.000 m3 gas

bep
1
7,3
5,11
6,023

tep
0,137
1
0,7
0,825

tec
0,196
1,429
1
1,190

km3 gas
0,167
1,212
0,840
1

ANALISI DEL FABBISOGNO ENERGETICO E DELLE RISORSE


DISPONIBILI

2.1 I Fabbisogni nel Mondo ed in Italia


Il fabbisogno energetico usualmente si misura in TEP. La sigla TEP indica le
tonnellate equivalenti di petrolio, ed in sostanza un'unit di misura dell'energia
potenzialmente utilizzabile. Infatti l'umanit potr usare anche altre fonti energetiche,
ma per queste stime di max la loro potenzialit energetica viene rapportata al potere
calorifico del petrolio, in modo da poter usufruire di una scala di misura unica. La
stima del fabbisogno energetico mondiale fino al 2050 approssimativamente di 500
miliardi di TEP, che corrisponde a circa il doppio delle riserve di idrocarburi
attualmente disponibili.
Questa una prima seria nota di allarme, ed occorre anche tener conto del fatto che la
maggior parte delle riserve di petrolio attualmente conosciute sono situate in aree
geografiche politicamente instabili (Arabia e Medio Oriente). Si pu dire che la
societ in cui viviamo si nutre di petrolio. Basti pensare che nel consumo mondiale
complessivo, i combustibili solidi incidono per 1/4, i gas naturali per poco meno di
1/4, l'energia nucleare per circa il 6 % e tutto il resto spetta al petrolio (circa il 43
44%).
Nello scenario di riferimento per i prossimi 20-30 anni, si prevede che i consumi
mondiali di energia aumenteranno costantemente. Laumento previsto sar pari a due
terzi della domanda attuale, e tuttavia la crescita prevista sar pi lenta di quella
verificatasi negli ultimi tre decenni, che stata in media del 2,1% lanno.
I combustibili fossili rimarranno le fonti primarie di energia, soddisfacendo oltre il
90% dellaumento della domanda: la richiesta di petrolio aumenter di circa 1,6%
lanno, quindi da 75 milioni di barili al giorno nel 2000 a 120 milioni nel 2030. Quasi
tre quarti di questo aumento saranno destinati al settore dei trasporti, poich si
prevede il petrolio rimarr il combustibile pi scelto nei trasporti: terrestri, marittimi
ed aerei. Di conseguenza, in tutto il mondo, da ogni barile di petrolio si verificher la
tendenza a ricavare i prodotti raffinati leggeri e medi, come benzina e nafta, ed una
diminuzione di quelli pi pesanti, utilizzati soprattutto dallindustria. Questo
spostamento sar pi pronunciato nei paesi in via di sviluppo, i cui mix di prodotti
contengono oggi una percentuale pi bassa di combustibili leggeri per i trasporti.
E pure previsto che la domanda di metano aumenter pi rapidamente di quella di
tutti gli altri combustibili fossili: da oggi al 2030, il consumo primario di metano
circa raddoppier, e la quota del metano nel mercato mondiale di energia aumenter
dal 23 al 28%.
Nei prossimi trentanni nuove centrali elettriche assorbiranno il 60% dellaumento
degli approvvigionamenti di metano: la maggior parte di queste utilizzeranno
tecnologie a ciclo combinato con turbine a metano, poich rappresentano una forma
di produzione favorita dall alta efficienza di conversione energetica e dai
relativamente contenuti costi dinvestimento.

Il metano viene spesso preferito al carbone ed al petrolio anche per i suoi effetti
relativamente meno inquinanti lambiente, soprattutto grazie al suo basso contenuto
di carbonio e zolfo.
Crescer anche il consumo di carbone, ma pi lentamente di quelli del petrolio e del
metano. La Cina e lIndia insieme genereranno due terzi dellaumento della domanda
mondiale di carbone nel periodo considerato. In tutte le regioni, luso del carbone si
concentrer sempre pi nella produzione di elettricit, settore in cui rimarr il
combustibile predominante. Sul lungo termine, la diffusione di tecnologie avanzate
aumenter la convenienza del carbone come combustibile per centrali elettriche,
soprattutto a causa dellatteso aumento dei prezzi del metano.Gli Stati Uniti
consumano oggi circa il doppio dell'energia dei Paesi Europei, infatti il consumo procapite annuo negli USA di 8 TEP, mentre in Francia, Germania, Gran Bretagna e
Giappone di 4 TEP, ed in Italia di circa 3 TEP. Il consumo in Italia si mantiene
pi basso rispetto ad altri paesi europei per un minor sviluppo industriale, ma anche
grazie ad una recente pi accorta politica economica ed ambientale. I consumi di
energia primaria nei principali Paesi del Mondo dal 1970 al 1996 sono costantemente
aumentati ma con cali della percentuale di aumento, eccezion fatta per molti paesi in
via di sviluppo dove il fabbisogno in costante aumento. Secondo le previsioni (che
notoriamente hanno valori anche assai diversi tra loro a seconda dell'orientamento
politico-economico dell'ente che le pubblica) per il 2020 lo sviluppo mondiale dei
consumi di energia dovrebbe aumentare da un minimo di 11.400 ad un massimo di
15.400 MTEP (megaTEP = 10 TEP). Conseguentemente si registrerebbe ad esempio
un aumento delle emissioni di CO2 dalle attuali 6.000 Mtonnellate a circa 10.000 Mt,
con conseguenti preoccupanti effetti inquinanti.
6

Ed ecco quali sono i fabbisogni in Europa :

Per quanto riguarda il gas le previsioni per l'Europa fino al 2020 sono di un aumento
dei consumi accompagnato, per, da un calo della produzione.

In Italia la media dei consumi del settore residenziale di circa il 20%, e nel terziario
del 10-13% dei consumi totali, con valori minori al sud in virt del clima pi caldo, .
essi sono in gran parte dovuti al riscaldamento e al condizionamento. Quest'ultima
voce in particolare, con l'avvento dei condizionatori d'aria, ha subito negli ultimi anni
un aumento considerevole, tanto che in alcune localit turistiche, ma in generale in
tutto il Paese, si registrano consumi estivi confrontabili o addirittura superiori a quelli
invernali. Qui di seguito vengono riportate le suddivisioni dei consumi complessivi
nel 1987, che negli anni successivi hanno subito variazioni percentuali modeste.In
Italia attorno allanno 2000 il consumo interno lordo stato di 174 MTEP , con valori
allincirca costanti negli ultimi anni fino ad oggi . Di questi si producono in tutto
circa 34 MTEP, se ne importano 157, ed esportano 17 (ma solo dopo averli importati
e lavorati, dunque vengono anche quelli dall'estero).
Quindi il consumo energetico in Italia per almeno l85 % di importazione.
In Italia l'energia al primo posto pressoch costantemente sulla bilancia dei
pagamenti in uscita, soltanto a volte in estate scendeva al secondo. La previsione di
domanda energetica per il 2010 annuncia un modesto aumento, dunque, se non ci
saranno sviluppi imprevisti della produzione energetica nazionale, le importazioni
sono destinate ad aumentare proporzionalmente.
Per legge obbligatorio il "bunkeraggio", ossia l'immagazzinamento di una certa
quantit di materie energetiche in luoghi sicuri, escludendola dalla distribuzione, in
modo che sia garantito un minimo di autosufficienza per brevi periodi di crisi.
La quota attuale di materie energetiche destinate al bunkeraggio di circa 4 MTEP
sui 174 totali di consumo interno lordo nel 2000.
2.2 Disponibilit delle risorse
Dal 1973 al 1990 le riserve accertate di petrolio degli USA sono dimezzate, mentre
quelle del Sud America sono aumentate grazie alla scoperta di nuovi giacimenti, cos
come in Medioriente dove sono raddoppiate. Il problema che la scoperta di nuove
riserve non aumenta proporzionalmente all'aumento dei fabbisogni, dunque
continuando di questo passo si stima che il petrolio disponibile potrebbe finire al
massimo tra 30 anni. Per quanto riguarda il gas naturale ed il carbone (combustibili
che permettono utilizzazioni alternative rispetto al petrolio), invece, c' meno
penuria, ma il primo viene consumato molto rapidamente, mentre l'altro attualmente
molto inquinante.
Il petrolio viene estratto dai giacimenti, ma non quasi mai lavorato sul posto,
dunque viene trasportato con le navi o attraverso gli oleodotti, cio lunghissimi
sistemi di tubature, con stazioni di pompaggio disposte circa regolarmente a distanza
di qualche decina di km lungo il percorso. Una volta giunto negli stabilimenti di
lavorazione, il petrolio viene sottoposto ai trattamenti termochimici nelle torri di
distillazione. Il termine tecnico che indica queste lavorazioni "cracking": a seconda
del tipo di cracking cui sottoposto il greggio si ottengono, in percentuali
leggermente variabili: benzine, gasoli, nafte e bitumi di scarto, che sono molto

viscosi. E' importante ricordare anche che tutte le plastiche sono derivati del petrolio,
cos come il bitume e molte altre materie molto diffuse, ma con il petrolio si
ottengono anche alcuni componenti per medicinali !.
Va anche sottolineato che nel settore dei trasporti appare difficile la sostituzione dei
combustibili fossili (petrolio e gas) con altri combustibili, fra laltro oggi difficile
immaginare un aereo che , anzich usare il kerosene (derivato dal petrolio) com
ora, utilizzi legna o carbone , o altro . !

In particolare l'energia elettrica, che tra le pi pregiate forme denergia, perch


permette numerosissime applicazioni ed facilmente distribuibile, appare a noi
indispensabile, mentre pare che nel mondo almeno un quarto della popolazione non
ne goda la sua disponibilit .

La penetrazione dell'energia elettrica (ossia la parte del fabbisogno energetico


complessivo coperta dall'energia elettrica) nel mondo in media il 37%. L'Italia
copre il 37% della richiesta nazionale di gas naturali con le proprie risorse, e deve
importare il resto; per quanto riguarda il carbone ed i combustibili solidi, invece, ha
una produzione quasi nulla. Per l'importazione di gas naturali ci sono i grandi
metanodotti che vanno in Russia, Algeria, Tunisia, Olanda, ma importiamo anche
Libia , tramite navi metanifere e rigassificatori. Queste sono grandissime opere, con
tubazioni che passano sotto i mari e sopra montagne, ma hanno il difetto di essere
molto fragili, non tanto tecnicamente, quanto politicamente, e per gesti vandalici, in
quanto su un percorso di 6000 km pu bastare poco a bloccarle ed non facile
controllarle. L'Italia compra il gas naturale anche da altri Paesi pi lontani, ma non
attraverso metanodotti, cos esso viene trasportato da navi metanifere che tengono il
liquido in serbatoi a bassissima temperatura. Questo tipo di trasporto, per richiede
molta cautela, perch una percentuale del 7 - 15% di metano nell'aria miscela
esplosiva, dunque si odorizza il gas per potersi accorgere il prima possibile di
eventuali fuoriuscite. Inoltre, servirebbero pi centrali di degassificazione (passaggio
da metano liquido sulle navi a gassoso in tali centrali9 per poi venire distribuito dalle
reti (metanodotti interni).
E previsto che lutilizzo del nucleare si ridurr considerevolmente, perch verranno
costruiti pochi reattori nuovi e dismessi alcuni vecchi. La produzione nucleare
raggiunger un valore di picco alla fine del presente decennio, poi caler
gradualmente. Il suo contributo alla domanda primaria mondiale rimarr stabile a
circa il 7% fino al 2010, poi scender al 5% verso il 2030. Il suo contributo alla
produzione complessiva di elettricit caler ancora pi rapidamente, dal 17% nel
2010 al 9% nel 2030. Secondo le previsioni, i cali pi forti della produzione nucleare
si verificheranno nellAmerica settentrionale e nellEuropa, mentre aumenter
leggermente soltanto in alcuni paesi, soprattutto asiatici. Tuttavia, le prospettive per il
nucleare sono alquanto incerte, poich, pur considerandone, i pericoli, alcuni governi
hanno espresso interesse allopzione nucleare come mezzo per ridurre le emissioni e
migliorare la sicurezza dapprovvigionamento. Tali argomenti sono, per, oggetto di
vivaci discussioni fra tecnici e politici in ogni parte del mondo.
Le fonti rinnovabili avranno un ruolo crescente nel mix mondiale di energie primarie.
Quella idrica da molto tempo una delle maggiori per la produzione di elettricit, il
suo contributo allenergia primaria mondiale rimarr al livello attuale, ma il
contributo percentuale alla produzione di elettricit diminuir.
Le altre fonti rinnovabili, considerate nel loro insieme, cresceranno pi rapidamente
di qualsiasi altra fonte energetica primaria, al tasso medio annuo del 3,3% annuo nel
periodo considerato. E fra queste, saranno lenergia eolica e quella da biomassa a
crescere pi velocemente, soprattutto nei paesi dellOCSE. Tuttavia, nel 2030 le fonti
rinnovabili, diverse dallidrica, percentualmente influiranno poco sulla domanda

mondiale, perch partono da valori molto bassi. La maggior parte della crescita delle
fonti rinnovabili si avr nei paesi dellOCSE, molti dei quali hanno adottato misure
forti per promuovere progetti basati sul loro sfruttamento.

E stimata, da fonti

ministeriali, una produzione di energia da rinnovabili per il 2020 attorno al 15 20


% , percentuale variabile soprattutto in funzione degli incentivi erogati e
dallaumento , difficilmente prevedibile, delle fonti fossili, in primis il petrolio , che
nellanno 2008 ha avuto un prezzo oscillante fra 95 e 150 $ /barile !
2.3 La diffusione delle Rinnovabili in Italia e previsioni (rapporto Legambiente 06)
A . solare termico (collettori) : obiettivo per fine 2010 : 275 m2/ogni 1000 abitanti
per produzione di acqua calda sanitaria, si vorrebbe installati circa 16 milioni di m2,
B. solare fotovoltaico : circa 100 MW installati entro lo stesso termine , grazie ai
nuovi incentivi (conto energia, e certificazione),
C. eolico : potenza installata prevista al 2010 circa 2.000 MW , cio a soddisfare i
fabbisogni di pi di un milione di famiglie medie,
D. biomasse : da scarti di potature e lavorazione del legno per combustione diretta,
oppure biogas da reflui , o energia da RSU, o da lavorazioni agricole finalizzate ,
senza previsioni ma con molte attese !,
E. geotermia incentivando i siti attuali : Larderello e Monterotondo,
F. idroelettrico : da grandi salti , ma soprattutto da piccoli salti o derivazioni.

ENERGIA ELETTRICA

In Italia si ricava poca en. dalle fonti idrogeorinnovabili: in Toscana lutilizzo


dellen. geotermica alta per Larderello.
Austria e Svezia hanno molte centrali idroelettriche, taqnto da essere autosufficienti.
La Francia utilizza molto le centrali nucleari.
In Italia avevamo alcune centrali nucleari (Ispra, Caorso, ) ma poi le abbiamo
chiuse, dopo il referendum del 1987.
Il pericolo rimane comunque, basti pensare allincidente di Chernobil nel 1986, che
pur distante da noi 1500 Km, ha comportato effetti assai preoccupanti!
Saldo import-esport elettrico: in Austria nullo perch in grado di provvedere al
proprio fabbisogno soprattutto mediante centrali idroelettriche, la Francia, con tante
centrali nucleari, esporta, lItalia importa molto (pi del 20% del suo fabbisogno).
Il consumo e quindi la richiesta di energia elettrica sta aumentando in tutti i paesi
industrializzati tra cui lItalia. Nel nostro paese la domanda di energia elettrica nel
94 era pari a 254 miliardi di kWh, con un aumento del 2,9 % rispetto al 93 e del
34% da allora, cio nellultimo decennio. Anche il consumo pro capite uno tra i pi
bassi dei paesi industrializzati: peraltro la media mondiale del consumo pro capite
circa 1,5 TEP/anno. Va segnalato con meraviglia che viene valutato che circa un
quarto della popolazione mondiale non utilizza energia elettrica.
La situazione italiana non particolarmente felice perch ha unelevata dipendenza
dallestero (per la fornitura di energia elettrica compra parecchio dalla Francia) e una
scarsa differenziazione delle fonti di produzione.
N.B. Differenza tra potenza e consumo
Limpegno di potenza max erogata dalla ditta erogatrice di energia elettrica (ENEL o
altro) viene stabilito per contratto ed espresso in kW (ad esempio nelle civili
abitazioni la potenza max assorbibile generalmente pari a 3 kW).
Il consumo energia, cio potenza in un determinato intervallo di tempo, ed
espresso in kWh. Ad esempio un complesso come Santa Verdiana consuma
mediamente circa 15000 al mese di energia elettrica. Allutente lenergia elettrica
costa circa 375 Lire = 0,185 al kWh. Quindi in casa posso prendere l energia che
serve , ma la potenza massima deve essere preventivamente fissata per contratto.
Infatti, lEnel crea dei condotti di distribuzione (fili, cavi) in previsione del numero
degli utenti e della potenza max da loro richiesta in una determinata zona; ad esempio
se ho una strada con 100 utenti con contratti da 3 kW ciascuno, lEnel preveder un
conduttore in grado di portare 300 kW.
In ogni produzione di energia ne viene persa una certa quantit gi alla produzione:
per quella termoelettrica la perdita si aggira intorno al 33 %, mentre circa il 15%
viene perduta nelle linee di trasmissione e distribuzione, per cui da 100 unit
denergia potenziale allarrivo , cio allutilizzo ne perviene circa la met.

Un altro problema dellenergia elettrica che difficilmente cumulabile (solo con


batterie, quindi non per elevate potenze), pertanto il suo uso istantaneo, e quindi
tutta quella prodotta quando non c richiesta viene dispersa. Se al posto delle centrali
termoelettriche, che funzionano sempre allo stesso regime, si fossero potenziate
quelle idroelettriche, che possono funzionare a seconda delle reali necessit, questo
problema sarebbe in larga misura superato.
Poi, lenergia elettrica deve essere trasportata e durante il trasporto ne viene persa
circa un sesto/settimo, e poich la perdita inversamente proporzionale alla
differenza di potenziale, quindi il trasporto bene avvenga ad alta tensione.
In Italia si trasporta en. el. ad alta tensione (per le linee principali di solito a 130 kV);
pi elevata la tensione minore la perdita. Con il trasporto ad alta tensione si perde
circa il 10-15% , pari a circa 1/6 di energia, se la trasportassi a 20V ne perderei il
99%. Lenergia elettrica si trasporta o per linee aeree sospese, o per cavi interrati, e
comunque con reti molto costose, basti pensare ad esempio che un traliccio ad alta
tensione costa pi di 50.000, mentre interrare i cavi non ha un costo molto elevato,
sono i cavi stessi e la loro protezione a costare parecchio, complessivamente pi di
quelle aeree.
Il valore di mercato dellenergia elettrica cambia a secondo del momento della
giornata, cio se c pi richiesta o meno (vedi fig.). LEnel, o altro distributore, ha
quattro fasce orarie di prezzo, durante la notte len. costa un quinto del prezzo delle
ore di punta.

Diagramma di carico giornaliero in una citt medio-piccola durante un giorno feriale


3.1 Produzione denergia Elettrica
Per produrre energia elettrica fondamentale disporre di lavoro (albero rotante) per
ottenere tramite un flusso magnetico indotto (statore con poli Nord-Sud ed
avvolgimenti metallici sullalbero rotante) ai capi di tali avvolgimenti una differenza
di potenziale elettrico (fem).

Le centrali termoelettriche funzionano sempre a pieno regime, si fermano solo ogni


2-3 anni per manutenzione e quindi c molto spreco. Molto pi interessante la
produzione istantanea delle centrali idroelettriche. Dal 60 in poi praticamente non
vengono pi costruite le centrali idroelettriche per ragioni economiche e politiche.
Adesso possibile, in Italia, anche per i privati produrre en. el. e venderla allEnel.
3.1.1 Centrale idroelettrica
Descrizione molto semplificata di una tipica centrale idroelettrica: a monte, dove
possibile, si chiude un fiume con una diga, e, quando si vuol far defluire lacqua per
creare energia elettrica, in genere nei momenti di punta, si aprono le paratie.
Lacqua scende a valle nelle condotte forzate (grosse condutture di diametro 1-1,2 m
e preferibilmente molto ripide) fino ad arrivare alla centrale. A valle c una turbina
che muove lalbero, tagliando un campo magnetico si crea cos una differenza di
potenziale (stesso funzionamento della dinamo di una bicicletta, ad esempio).
Equazione bilancio energetico per un kg di acqua tra la sez.1 (livello pelo libero
dellacqua nel bacino) e sez.2 (sbocco a valle allingresso in turbina):
W2 W1
( P 2 P1) + R = L
+ g ( z 2 z1 ) +
,
2

dove :

W velocit media dellacqua nella sezione (m/s),


g accelerazione di gravit = 9,81 m/s 2 ,
Z quota sul liv. mare (m)
P pressione atmosferica (bar)

densit dellacqua (kg/m 3 ),

R perdite di carico nel circuito (bar) , deve essere pressoch trascurabile,


L lavoro ottenibile (J),
ed ancora :
W1 = 0 circa perch lacqua quasi ferma , P1 = circa P 2
E importante che il dislivello sia elevato (Z 2 Z 1), affinch lacqua nella condotta
forzata scenda velocemente e la maggior parte dellenergia potenziale si trasformi in
en. cinetica, e quindi in lavoro L.
Quando non possibile utilizzare grandi dislivelli bisogna usare grandi portate
dacqua (centrale idroelettrica per basse cadute). Lobiettivo quello di produrre
lavoro (L) a spese di energia potenziale (caduta di livello) o cinetica (portata), e con il
lavoro prodotto far girare lalbero di una turbina.

3.1.2 Centrali termoelettriche


Ogni volta che si brucia un atomo di carbonio (metano, petrolio, carbone) si emette,
oltre ad altri inquinanti, la CO2 (anidride carbonica), quindi si produce inquinamento.
Nelle centrali termoelettriche c bisogno di un combustibile che viene bruciato in
una caldaia, e quindi emette gas e scorie. Nella caldaia, grande come una stanza, si
produce vapore dacqua (reazione esotermica). Il vapore esce dalla parte superiore
della caldaia e viene iniettato tramite opportuni ugelli, seguendo un breve percorso, in
una turbina a vapore. Nella turbina ci sono le palette fissate attorno ad un asse, alla
fine del quale ci sono gli avvolgimenti elettrici e si produce en. el. Il vapore poi
espanso nella turbina ha bisogno di essere raffreddato tramite un condensatore, per
poi diventare acqua che viene ripompata in caldaia per ricominciare il ciclo.
E facile che le centrali siano sul mare, ad esempio Porto-Tolle (FE) e La Spezia,
perch possono utilizzare lacqua di mare per raffreddare e perch pi semplice
ricevere via mare il combustibile (petrolio o carbone).
3.1.3 Centrali geotermiche
A Larderello non serve la caldaia perch si prelevano dal terreno i soffioni di vapore
molto caldo. A valle le apparecchiature sono le stesse.
3.1.4 Centrali nucleari (reattore ad uranio)
Nel reattore nucleare avviene il bombardamento che produce una reazione esotermica
e si produce en. el. nello stesso modo che nelle centrali termoelettriche. La caldaia
sostituita dal reattore, dove avviene una reazione controllata, mentre nelle bombe
nucleari la reazione avviene a catena, senza controllo!
3.2 Problematiche riguardanti lenergia elettrica
Circa un terzo del fabbisogno energetico italiano consumato sotto forma di energia
elettrica. Il nostro paese importa energia elettrica da Francia, Svizzera, Germania,
Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Albania e Grecia.
Verso alcuni paesi stranieri si verificano anche esportazioni di energia elettrica,
perch molte delle nostre centrali devono lavorare a ciclo continuo, e quindi in certe
ore della notte hanno un surplus di produzione. Questa energia, per, si esporta
quando la richiesta bassa e dunque costa poco, mentre la si importa nelle ore di
maggiore richiesta, e dunque a prezzi molto pi alti.
Questa situazione il risultato di diverse scelte politico-economiche, ad esempio nel
1973 in conseguenza della primo conflitto arabo-israeliano si verific una gravissima
crisi petrolifera, durante la quale era un problema anche l'approvvigionamento di
gasolio per i riscaldamenti di case e fabbriche. Questo avvenimento segn uno
spartiacque per la politica energetica mondiale.
In Francia, per esempio, in seguito a quella crisi si decise l'adozione dell'energia
nucleare per usi civili (elettrico). In Italia, il referendum del 1987 decise invece per il
no al nucleare, e pertanto vennero chiuse anche le poche (Caorso, Montalto) gi
esistenti o in fase di costruzione.

Il problema sorto perch dopo il no al nucleare non si sono cercate alternative, ad


esempio si sarebbero potute incentivare le centrali idroelettriche, cos dal 1973 in poi
le importazioni sono aumentate sempre pi, in proporzione allo sviluppo del paese.
La produzione di energia in centrali termoelettriche genera inquinamento, in genere
gli scarti della produzione di energia sono ossidi di zolfo (SOx) e ossidi di azoto
(NOx).
Una volta liberati in atmosfera questi elementi reagiscono con il vapore acqueo
presente, portando cos alla formazione di HSOx (acidi solforici) e HNOx (acidi nitrici),
che sono altamente corrosivi. Le centrali immettono in atmosfera migliaia di
tonnellate di queste sostanze, oltre ad elevate emissioni di CO2, che pare il principale
responsabile dell'effetto serra.
Le centrali idroelettriche, invece, non producono emissioni inquinanti e producono
grandi quantit di energia, il loro unico inconveniente l'elevato impatto ambientale
dovuto alla chiusura di una valle e al suo allagamento.
La conseguenza di questa politica energetica che mentre in media nel mondo
petrolio e gas naturali soddisfano insieme il 25% del fabbisogno energetico, in Italia
questa percentuale sale all80%.
Inoltre l'Italia, tra i paesi pi sviluppati, , insieme al Giappone quella pi dipendente
dall'estero per il suo fabbisogno energetico in generale, ed elettrico in particolare.
L'argomento, comunque ha molte sfaccettature, e anche a posteriori non facile dire
quali siano state le scelte giuste e quali no.
La Francia, ad esempio, in virt dell'installazione sul suolo nazionale di centrali
nucleari ora quasi in pari con il bilancio energetico elettrico, ma qual il prezzo da
pagare per questo? Le centrali nucleari una volta avviate producono in continuazione,
ma i prezzi e soprattutto i rischi sono elevati. Peraltro, attorno allItalia vi sono molte
centrali nucleari (in Francia, Svizzera, Croazia), per cui lItalia, assieme a loro, gli
stessi rischi, senza averne i benefici!
Per quanto riguarda le energie alternative, in generale non sono soluzioni risolutive. Il
solare, l'eolico sono sistemi che presentano molti vantaggi, primo fra tutti quello di
non inquinare, salvo limpatto visivo, seguito dalla possibilit di produrre energia in
loco e da molti altri, ma devono abbassare molto il loro prezzo di realizzazione per
essere competitivi con gli idrocarburi.
Inoltre un dato di cui bisogna sempre tenere conto il fatto che l'energia elettrica
molto versatile e pregiata, ma nei vari passaggi: nella sua produzione e nel trasporto
ne vanno dispersi circa i due terzi.
Dunque nella nostra presa di corrente elettrica arriva solo il 30% dell'energia primaria
(in potenzialit), e di essa nella lampadina ad incandescenza viene sfruttato solo il 2%
per fare luce, dunque gli sprechi sono enormi, e ricordarsi di spengere sempre la luce
quando non serve (monito ricorrente dei nostri nonni negli anni 50!) sarebbe gi un
bel risparmio.

3.3 Lenergia elettrica in Italia


Le centrali che producono en.
elettrica in Italia sono
suddivise
nelle
seguenti
percentuali: il 32% brucia olio
combustibile, il 20% sfrutta
l'energia idroelettrica, il 36%
brucia gas naturale, l'8% il
carbone.
Dal '90 ad oggi il numero
delle centrali termoelettriche a carbone in costante calo per i problemi di trasporto
ed inquinamento che per questo materiale sono notevoli, ed inoltre anche il carbone
viene importato. Una possibilit di sfruttamento alternativo del carbone sarebbe
quella del carbone gassificato, che comporta minor inconvenienti, ma, per ora
rappresenta una fetta minima del mercato energetico.
In Italia un 10% della potenza elettrica complessiva generata dagli autoproduttori,
principalmente con impianti idroelettrici, di cogenerazione o di valorizzazione dei
rifiuti. Ci sono anche alcuni autoproduttori nel settore idroelettrico, cio gruppi di
investitori che, con il permesso dello stato, creano il lago artificiale oppure realizzano
una presa lungo un fiume, quindi costruiscono la centrale e poi utilizzano per s o
vendono l'energia prodotta. Le pi grandi centrali idroelettriche italiane sono situate
sulle Alpi, in misura minore sugli Appennini, quelle mini sono sparse sul territorio.
Analizzando i dati statistici sulla composizione della tariffa elettrica media nazionale
si pu notare come essa sia rappresentata per il 10,6% dagli oneri generali (1,2
cent/kWh), per il 41,5% dai costi fissi (generazione, trasporto, distribuzione - 4,75
cent/kWh), per il 38% dal costo dei combustibili (4,34 cent/kWh) e per il 9,9 % dalle
imposte (1,136 cent/ kWh). L'energia idroelettrica, in Italia una risorsa
sottosfruttata, infatti il paese ricco di corsi d'acqua, e bastano anche piccoli salti per
produrre energia elettrica. Si potrebbero sfruttare anche i microgeneratori, ossia
piccole eliche che immerse in acqua corrente creano energia elettrica sfruttabile
anche a dimensione modesta (quasi a livello familiare).
Le prospettive per il futuro, dunque, non sono molto rosee, visto che l'attuale prezzo
del petrolio arrivato a pi di 100 $ a barile,con punte fino a 150 , e tutto fa pensare
che da ora in poi tale cifra non possa fare altro che salire.

4. QUADRO NORMATIVO ENERGETICO : IERI ed OGGI


Il problema energetico venne affrontato per la prima volta in ambito normativo a
seguito della grande crisi energetica del 1973. Infatti, la prima legge al riguardo la

373 del 1976, con la quale si impose l'isolamento termico negli edifici di nuova
fabbricazione.
Nel 1977 vengono stabilite le aree climatiche, cui adattare la legge 373.
Gi in tale Legge si prevedeva il calcolo del fabbisogno termico da presentare in
comune con i calcoli di Cd = coefficiente volumico di dispersione , di Cv =
coefficiente volumico per la ventilazione , e di Cg = coefficiente volumico globale,
allegati al progetto dell'isolamento e dell'impianto dell'ab
itazione.
Nel 1982 questo obbligo fu esteso anche agli edifici industriali, e con unaltra Legge
(n.308), si favoriva e incentivava il contenimento dei consumi energetici e l'uso di
energie rinnovabili.
Nel 1983 viene pubblicata la legge 645 contenente disposizioni per l'esercizio degli
impianti di riscaldamento, che ne limitano l'impiego ad un numero massimo di ore
per ogni giorno ed il periodo nellanno.
3.4 Legge 10/91 e Decreti attuativi
Le Leggi attualmente vigenti in campo di regolamentazione della produzione, del
risparmio e dei consumi energetici sono le 9 e 10 del 1991.
In tale anno usc la legge 9 contenente le norme per l'attuazione del piano energetico
nazionale. Questa legge riguarda i grandi consumatori di energia e dedica un capitolo
agli impianti idroelettrici, uno agli idrocarburi, di cui incentiva la ricerca sul suolo
nazionale, e cos via fino al capitolo in cui sancisce le norme per gli autoproduttori di
energia elettrica e per gli enti locali.
Sempre del 91 la legge 10 i cui primi due articoli hanno l'obbiettivo di migliorare i
processi di produzione, di imporre un uso razionale dell'energia, di contenere i
consumi, di sviluppare le fonti rinnovabili. Il terzo articolo specifica che per fonti
rinnovabili si intendono: l'energia solare, eolica, idraulica, geotermica, quella dovuta
alle maree e al moto ondoso, quella proveniente dalla trasformazione termica dei
rifiuti, la cogenerazione e le fonti assimilate, fra cui il risparmio energetico ottenuto
con gli isolanti termici nelle superfici disperdenti.
Nella Legge 10/91, un capitolo molto importante, e complesso, a questo proposito
quello riguardante la climatizzazione degli edifici, ed in particolare il loro
riscaldamento invernale, ed i sistemi per evitare le dispersioni di calore attraverso
l'involucro.
La Legge 10/91 la Legge quadro che ha fissato gli obiettivi del PEN (Piano
Energetico Nazionale); per lattuazione rimanda a decreti incentrati su due obiettivi:
sistema edificio e sistema impianto. Mancano per ancora i decreti riguardanti lart. 4
comma 1-2, che riguarda le tipologie degli edifici. E stato emanato il Decreto che
riguarda gli impianti, ma non sufficiente un buon impianto per sopperire ad una
cattiva progettazione. Per la Legge Bassanini la certificazione energetica diventata

di competenza regionale, di recente (Dic. 2002) stata emanata al riguardo anche una
Normativa Europea, che dovr essere recepita entro tre anni (inizio 2006).
Il settore residenziale e commerciale rappresenta poco meno del 40 % dei consumi
totali e questo riguarda soprattutto gli edifici.
3.5 Terminologia
Concetto di edificio: spazio delimitato da un involucro riscaldato con energia da un
unico impianto. Pu trattarsi di un condominio con impianto centralizzato , oppure
un complesso dove ogni appartamento ha la propria caldaia, quindi si hanno vari
edifici con diverse condizioni termiche.
Zona termica: limpianto deve permettere di considerare e gestire in modo diverso le
varie zone termiche. Per il DPR 551 obbligatorio che ogni alloggio o unit
immobiliare abbia un impianto indipendente con propria termoregolazione e controllo
dellerogazione effettiva.
Libretto di impianto e/o di centrale: ogni caldaia deve averlo, e ogni due anni si
deve registrare sul libretto dimpianto il controllo del tecnico per quelle pi piccole,
cio < 35 kW;ed ogni anno per quelle di potenzialit maggiore sul libretto di centrale.
3.6 Decreti attuativi
Il DPR 412/93 regola la parte impiantistica e introduce alcuni nuovi fattori, stato
poi in parte rivisto dal DPR 551/99.
I decreti rimandano ad una normativa tecnica (UNI) che non ha cogenza a meno che
non sia richiamata da un decreto, altrimenti sono facoltative. Ovviamente averle
rispettate, in caso di problemi pone il progettista a riparo da rischi. Cos nel 94
vengono rese cogenti le norme UNI che riguardano l'argomento norme (UNI, 10300).
Per quanto riguarda il sistema edificio-impianto, la normativa, oltre al Cd<Cd lim gi
presente nella L.373, ha introdotto nuovi parametri di verifica:
- FEN fabbisogno energetico normalizzato
- g rendimento globale dellimpianto
Cd coefficiente volumico di dispersione per trasmissione termica.
Secondo la legge attuale il coefficiente volumico di dispersione limite (Cd lim)
dipende dal rapporto tra la superficie lorda disperdente e il volume, e dai gradi giorno
(GG). I gradi giorno sono un unit di misura convenzionale, che indice della
rigidezza del clima di una certa zona (ad esempio a Firenze si hanno 1820 GG,
Bologna 2260, Sondrio 2755).
Il volume lordo da riscaldare e la superficie esterna disperdente, dunque, sono dati
fondamentali per tali limitazioni.
Infatti maggiore il volume maggiore sar l'energia necessaria a riscaldarlo. E' per
questo ad esempio che in Trentino, dove il clima rigido, per il risparmio energetico
la regione impone un limite massimo per laltezza dei soffitti di locali abitativi di
2,5m.

A parit di volume contenuto, la superficie disperdente minore la sfera, infatti gli


igloo funzionano bene nei climi polari perch hanno forma emisferica, e il rapporto
S/V minore.
Per affrontare il problema delle dispersioni sia la Legge 373, prima, che ora la Legge
10 introducono il "coefficiente volumico di dispersione termica" Cd definito con la
seguente formula:

Dove Qd = quantit di calore dispersa globale nellunit di tempo (J / s = W)


V = volume dell'ambiente riscaldato (m )
3

Ki = coefficiente globale di scambio termico dellelemento disperdente i-esimo


(es. pavimento, finestra, parete, ecc.) (W / m C)
2

Si = Superficie dellelemento i-esimo (m )


2

Cd = dispersione termica dell'involucro per unit di volume e di differenza di


temperatura (W / m C)
3

Cv = dispersione termica dovuta al ricambio d'aria (W / m C)


3

Klj= coefficiente lineico dovuto al ponte termico (W / m C)


t = differenza di temperatura tra interno ed esterno (C)
lj = lunghezza dellelemento i-esimo (m),
dove:
K=

1
1
+
i

si
+
i

1
1
+
ck e

, e:

i , e = coeff.di scambio termico superficiale interno ed esterno (W / m C)


2

si = spessore dello strato i-esimo (m)


i = coefficiente di conduttivit termica dello strato (W/mC)
Ck = coeff. di conduttanza termica per gli strati non omogenei (es. solaio in
laterocemento) (W / m C) .
3.7 Nuove Norme Tecniche e Legislative sulla certificazione energetica
Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia

Dlgs 192 del 19 agosto 2005 e Dlgs 311 del 26 dicembre 2006
TITOLO I Principi generali
Art 1 criteri generali e finalit : recepimento della Dir. Eur. 2002/91/CE, stabilisce i criteri, le
condizioni e le modalit per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici al fine di favorire
lo sviluppo, la valorizzazione e l'integrazione delle fonti rinnovabili e la diversificazione
energetica, il raggiungimento degli obiettivi nazionali posti dal protocollo di Kyoto.
Disciplina:
a) la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici;
b) l'applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici;
c) i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici;
d) le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione;
e) i criteri per garantire la qualificazione e l'indipendenza degli esperti incaricati della
certificazione energetica e delle ispezioni degli impianti;
f) la raccolta delle informazioni e delle esperienze, per l'orientamento della politica
energetica;
g) la promozione dell'uso razionale dell'energia anche attraverso l'informazione e la
sensibilizzazione degli utenti finali, la formazione e l'aggiornamento degli operatori del
settore
Art 2 definizioni principali
Art 3 ambito di intervento:
1. Si applica, per il contenimento dei consumi energetici a:
a. progettazione e realizzazione di edifici di nuova costruzione e degli impianti in essi
installati, di nuovi impianti installati in edifici esistenti, delle opere di ristrutturazione
degli edifici e degli impianti esistenti;
b. esercizio, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici degli edifici;
2. Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e per quanto riguarda i requisiti minimi
prestazionali e' prevista un'applicazione graduale in relazione al tipo di intervento, con
diversi gradi di applicazione:
a. applicazione integrale a tutto l'edificio nel caso di:
1. ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l'involucro di edifici esistenti di
superficie utile superiore a 1000 metri quadrati;
2. demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie
utile superiore a 1000 metri quadrati;
b. applicazione integrale, ma limitata al solo ampliamento dell'edificio nel caso che risulti
volumetricamente superiore al 20% dell'intero edificio esistente;
c. applicazione limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni,
nel caso di interventi su edifici esistenti, quali:
1. ristrutturazioni totali o parziali e manutenzione straordinaria dell'involucro edilizio (ad
esclusione delle categorie sopra citate);
2. nuova installazione di impianti termici in edifici esistenti o ristrutturazione degli stessi;
3. sostituzione di generatori di calore.
Sono esclusi dallapplicazione del decreto:
a. gli immobili ricadenti nell'ambito della disciplina dei beni culturali e del paesaggio;
b. i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali quando gli ambienti sono
riscaldati per esigenze del processo produttivo;
c. i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 mq;

d. gli impianti installati ai fini del processo produttivo.


Art 4 Adozione di criteri generali, di una metodologia di calcolo e requisiti della prestazione
energetica:
Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con uno o pi decreti del
Presidente della Repubblica, sono definiti:
i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al contenimento dei
consumi di energia;
i criteri generali di prestazione energetica per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata
pubblica, privata e ristrutturazioni;
i requisiti professionali degli esperti cui affidare la certificazione energetica degli edifici e
l'ispezione degli impianti di climatizzazione.
I requisiti minimi di prestazione energetica saranno rivisti ogni cinque anni e aggiornati in
funzione dei progressi della tecnica.
Art 5 meccanismi di cooperazione
Art 6 certificazione energetica degli edifici:
Entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto (6 ottobre 2006):
1. La certificazione energetica obbligatoria per tutti gli edifici nuovi o sottoposti a
interventi (onere a carico del costruttore);
1 bis. Per gli altri edifici si applicher il decreto con gradualit temporale (onere a carico del
venditore o del locatore):
Dal 1 luglio 2007, si applicher anche agli edifici di superficie utile superiore a 1000 mq,
nel caso di trasferimento a titolo oneroso dellintero immobile;
Dal 1 luglio 2008, agli edifici di superficie utile fino a 1000 mq caso di trasferimento a
titolo oneroso dellintero immobile con lesclusione delle singole unit immobiliari;
Dal 1 luglio 2009 alle singole unit immobiliari, nel caso di trasferimento a titolo
oneroso.
Art 6 certificazione energetica degli edifici:
1 Ter. Dal 1 gennaio 2007, lattestato di certificazione energetica necessario per accedere
agli incentivi ed alle agevolazioni di qualsiasi tipo.
1 Quater. Dal 1 gennaio 2007, tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli
impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, debbono prevedere la
predisposizione dellattestato di certificazione energetica delledificio entro i primi sei mesi di
vigenza contrattuale, con predisposizione ed esposizione al pubblico della targa energetica.
N.B. Edifici in corso di costruzione o con richiesta di licenza edil. Prima del 6/10/06 deve
intendersi edif. esistente; se oggetto di variante in c.o. va considerato come intervento di
ristrut. o man.str. per la parte modificata
2. La certificazione per gli appartamenti di un condominio pu fondarsi, oltre sulla
valutazione dell'appartamento interessato:
a) su una certificazione comune dell'intero edificio, per i condomini dotati di un impianto
termico comune;
b) sulla valutazione di un altro appartamento rappresentativo dello stesso condominio e della
stessa tipologia.
Art 6 certificazione energetica degli edifici:
3. Nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell'intero immobile, l'attestato di certificazione
energetica e' allegato all'atto di compravendita, in originale o copia autenticata.
4. Nel caso di locazione, l'attestato di certificazione energetica e' messo a disposizione del
conduttore o ad esso consegnato in copia dichiarata dal proprietario conforme all'originale
in suo possesso.

5. L'attestato di certificazione energetica ha una validit temporale massima di dieci anni a


partire dal suo rilascio, ed e' aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione che modifica la
prestazione energetica dell'edificio o dell'impianto.
6. L'attestato di certificazione energetica comprende i dati relativi all'efficienza energetica
propri dell'edificio, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento, che consentano ai
cittadini di valutare e confrontare la prestazione energetica dell'edificio. L'attestato e'
corredato da suggerimenti in merito agli interventi pi significativi ed economicamente
convenienti per il miglioramento della predetta prestazione.
Punto 2: sono riportati i valori di trasmittanza termica delle strutture opache verticali
Zona
clima
tica
A
B
C
D
E
F

Dall1
gennaio
2006 U
(W/mK)
0,85
0,64
0,57
0,50
0,46
0,44

Dall1
gennaio
2008 U
(W/mK)
0,72
0,54
0,46
0,40
0,37
0,35

Dall1
gennaio
2010 U
(W/mK)
0,62
0,48
0,40
0,36
0,34
0,33

Allegato C Requisiti energetici degli edifici


Punto 3.1: valori di trasmittanza termica delle coperture
Zona
climatica

Dall1 gennaio 2006


U (W/mK)

Dall1 gennaio 2008


U (W/mK)

Dall1 gennaio 2010


U (W/mK)

0,80

0,42

0,38

0,60

0,42

0,38

0,55

0,42

0,38

0,46

0,35

0,32

0,43

0,32

0,30

0,41

0,31

0,29

Punto 3.2: valori di trasmittanza termica dei pavimenti verso locali non riscaldati o
verso lesterno
Zona
Dall1 gennaio 2006
Dall1 gennaio 2008
Dall1 gennaio 2010
climatica

U (W/mK)

U (W/mK)

U (W/mK)

0,80

0,74

0,65

0,60

0,55

0,49

0,55

0,49

0,42

0,46

0,41

0,36

0,43

0,38

0,33

0,41

0,36

0,32

Allegato C Requisiti energetici degli edifici


Punto 4.1: valori di trasmittanza termica delle chiusure trasparenti comprensiva
degli infissi
Zona
climatica

Dall1 gennaio 2006


U (W/mK)

Dall1 gennaio 2008


U (W/mK)

Dall1 gennaio 2010


U (W/mK)

5,5

5,0

4,6

4,0

3,6

3,0

3,3

3,0

2,6

3,1

2,8

2,4

2,8

2,4

2,2

2,4

2,3

2,0

Punto 4.2: valori di trasmittanza termica centrale dei vetri


Zona
climatica

Dall1 gennaio 2006


U (W/mK)

Dall1 gennaio 2008


U (W/mK)

Dall1 gennaio 2010


U (W/mK)

5,0

4,5

3,7

4,0

3,4

2,7

3,0

2,3

2,1

2,6

2,1

1,9

2,4

1,9

1,7

2,3

1,7

1,3

3.8 Isolamento Termico


Le tecniche per realizzare una parete isolata termicamente sono varie. In generale ci
sono alcuni accorgimenti che consentono di ottenere buoni risultati, ad esempio
spesso conviene aumentare leggermente lo spessore dell'isolante e non predisporre
una camera d'aria, infatti all'interno di essa si innescherebbero moti convettivi che
limitano un isolamento efficace.
Inoltre nel progettare una parete importante ricordare che la quantit di materiali
isolanti usata incide in maniera minima sul prezzo della costruzione, visto che nel
loro caso la messa in opera a costituire la vera spesa. Dunque dove si progetta di
disporre nelle pareti degli strati di materiale isolante conviene prevederne uno
spessore abbondante, in modo da essere sicuri del risultato a fronte di un aumento di
spesa minimo. Ad esempio progettare una parete con 2 cm di isolante significa
spendere molto per la sua messa in opera ma ottenere risultati modesti , mentre con
un ulteriore spessore di 4-6 cm il risultato sarebbe stato molto migliore a fronte di un
aumento di spesa modesto.
Un altro dato importante quello relativo al vetro-camera che mediamente dimezza
la dispersione delle superfici vetrate.
Se si analizzano due locali identici come dimensioni ma dei quali uno stato
progettato prevedendo l'isolamento termico, mentre l'altro non isolato si nota come
il locale isolato disperda meno di un terzo del calore dell'altro, cio si risparmia
facilmente il 60-80%.
Dunque per ottenere le stesse condizioni ambientali nei due ambienti, quello non
isolato necessiterebbe di radiatori pi grandi e caldaie pi grandi che, oltre ad
occupare pi spazio, consumerebbero di pi ed inquinerebbero di pi.

Facendo questo esperimento in un clima tipicamente padano, in cui consideriamo la


temperatura esterna pari a -5 C la temperatura superficiale interna della parete non
isolata sarebbe di circa 15C, mentre su quella isolata se ne registreranno 19C.
Dunque la differenza sarebbe di circa 3C, ma non modesta per gli scambi termici per
irraggiamento.
Infatti, nella formula di cui si deve tener conto in questi casi, secondo gli scambi per
irraggiamento, la seguente:
Q1 = S F [ (Tc ) -( Tmr ) ]
2

dove:
S = superficie esposta del corpo umano
F = fattore di vista del corpo umano nellambiente
Tc = temperatura del corpo umano in gradi Kelvin (35C + 273 = 308 K)
Tmr = temperatura (Kelvin) media radiante delle superfici dellambiente viste dal
corpo umano (circa 15-19C, cio 288-292K), differenza modesta, ma elevandola alla
quarta potenza, la differenza diventa sensibile.
Ne deriva che pi il corpo vicino ad un corpo freddo, es. vetro semplice di una
finestra, maggiore lo scambio quindi il corpo si raffredda molto.
Si nota come in questa formula le temperature (Kelvin) compaiono elevate alla quarta
potenza, quindi anche la differenza di soli tre-quattro gradi percepita nel caso di cui
sopra diventa molto importante.
In materia di isolamento termico un altro argomento di grande importanza sono i
ponti termici. Il caso pi frequente si verifica all'intersezione tra i solai e le pareti
dove spesso nei progetti meno attenti si verificano interruzioni degli strati isolanti, ma
situazioni analoghe si possono verificare anche in corrispondenza delle spallette e
degli architravi delle aperture, o dei pilastri esterni.
I ponti termici sono dannosi in quanto portano alla formazione di zone di forte
dispersione termica in corrispondenza delle quali la temperatura minore rispetto a
quella del resto della parete, e talvolta in misura sufficiente a far condensare il vapore
acqueo contenuto nellaria, tanto che a lungo andare il vapor dacqua condensa, poi
genera umidit e muffe.
L'unica contromisura contro questi inconvenienti la realizzazione di uno strato
isolante continuo sull'intera superficie muraria a contatto con l'esterno, sia in fase di
progetto che di realizzazione.
Questa soluzione risulta di facile realizzazione nelle nuove costruzioni, dove pu
essere prevista sin dalla fase di progetto, mentre risulta pi problematica negli
interventi su edifici esistenti.
In questi casi si adottano pannelli isolanti da incollare alle pareti, che in genere
vengono posizionati all'interno dell'edificio. Questa soluzione offre il vantaggio dal

punto di vista progettuale di poter intervenire solo su alcune zone, ma meno


efficiente dal punto di vista termico.
L'adozione di sistemi di isolamento termico su edifici esistenti rientra nella lista degli
interventi finanziabili dallo stato.
L'adozione di uno strato isolante consigliabile anche se ho grosse pareti di pietra,
inoltre pu essere usato anche per suddividere aree di uno stesso alloggio con
destinazioni d'uso diverse.
Gli interventi migliori in assoluto sotto il punto di vista dell'isolamento termico
(anche nel recupero edilizio quando possibile) sono quelli che prevedono di fissare
l'isolante all'esterno e di rivestirlo con una rete plastica che faccia da supporto
all'intonaco plastico. Quest'ultimo, infatti, ha la caratteristica di lasciare uscire il
vapor acqueo pur rimanendo impermeabile alla pioggia. Questo tipo di soluzione
detta "a cappotto", poich riesce a coprire con lo strato isolante tutte le zone, sia
correnti che dinterazione.
Un'altra soluzione alternativa la parete ventilata che come la precedente ma
invece di avere l'intonaco posato direttamente sul manto isolante, prevede un
rivestimento staccato e sostenuto mediante ganci o staffe metalliche.
Questo tema pu subire diverse varianti quali l'adozione di camere d'aria ventilate che
in estate impediscono l'ingresso di aria calda. Queste camere d'aria basano il loro
funzionamento sul fatto che lo strato esterno, irraggiato dal sole scalda l'aria presente
nell'intercapedine, ed essa diventa poi pi leggera, tende a salire per poi uscire
dall'alto. In questo modo non stando ferma l'aria non ha il tempo di trasferire il suo
calore alla parete. In inverno, invece l'aria sta ferma e il sistema funziona come un
semplice muro a camera daria. In questa situazione, per la circolazione dell'aria
ridurrebbe il potere isolante del sistema nelle giornate particolarmente ventose, ed il
suo funzionamento risulterebbe fortemente compromesso, pertanto bene prevedere
artifizi costruttivi che consentano la chiusura della lama daria.
Per garantire un buon funzionamento di questo sistema necessario che la parete
esterna sia costruita con un materiale conduttivo cos la circolazione si innesca
velocemente.
Questo principio lo stesso che sta alla base del tetto ventilato, una delle soluzioni
migliori per l'isolamento delle coperture.
Un'altra considerazione importante che i materiali isolanti non sono in grado di
garantire inerzia termica, in quanto hanno massa molto piccola, dunque sempre
bene abbinarli a pareti massive in modo che, soprattutto per i periodi caldi l'inerzia
sia garantita. Ricordarsi che lisolante termico risulta efficace nel periodo invernale,
ma in modo assai modesto in quello estivo.
Nell edilizia bioclimatica importante il coefficiente u, cio il coefficiente di
utilizzo delle risorse gratuite (persone, lampade, apparecchi elettrici). A questo
riguardo gioca un ruolo importante l'inerzia termica dell'edificio che una diretta

conseguenza della sua massa. Infatti maggiore la massa maggiore sar la capacit di
accumulo, cos se un muro in grado di immagazzinare il calore quando ne ha a
disposizione lo restituir progressivamente quando la temperatura cala. Per fare
questo necessaria una certa massa, infatti una roulotte non disperde calore perch
molto isolata, ma non ha inerzia termica perch le sue pareti sono molto leggere, e
quindi in estate, al sole, diventa invivibile.
La legislazione regionale dellE. R. fornisce anche la formula per calcolare il fattore
di inerzia termica i.
Si riportano qui di seguito valori di tram. Term. Indicativi, tenendo presente che oggi
sono gi ben presenti vetri basso emissivi e vetricamera con allinterno gas inerti, il
tutto consente valori di trasm. Term. Assai minori , anche minori di 1.

L'ENERGIA SOLARE

4.1 Caratteristiche
Lenergia solare ci arriva a diverse lunghezze donda che vanno dallultravioletto ( 0
0.4 micron ), al visibile ( 0.4 0.8 micron ), e infine linfrarosso ( 0.8 2.5 micron ).

Fig.1 Spettro della radiazione solare


Lenergia che parte dal sole non coincide per con quella che arriva a noi a terra, essa
nel percorso subisce diverse perdite : sia ad opera dellatmosfera, sia ad opera di varie
rifrazioni e assorbimenti.
L'energia del sole si trasmette attraverso il fenomeno dell'irraggiamento, che, come
noto avviene attraverso onde elettromagnetiche che non hanno bisogno di un mezzo
per propagarsi, e quindi possono farlo anche nel vuoto.
Gli effetti termici si hanno per lunghezze d'onda dell'ordine dei micron.
Lo studio dell'energia solare si basa sulle leggi dell'irraggiamento: si noti come per i
corpi neri la legge di irraggiamento sia:

dove I il potere emissivo integrale , S la superficie del corpo e T la temperatura


termodinamica (in scala Kelvin) del corpo.
Dunque la quantit di calore sempre proporzionale alla superficie moltiplicata per la
temperatura elevata alla quarta potenza, il che comporta che anche una differenza di
pochi gradi ha un grande effetto.

Il comportamento del sole si pu assimilare a quello di un corpo nero alla


temperatura di 5762 K, ma gli effetti di tale radiazione sono leggermente smorzati
dall'atmosfera terrestre che agisce come un filtro.
La gran parte dell'energia solare arriva sulla Terra attraverso i raggi infrarossi , e
comunque l'intera quantit di energia solare arriva con onde di lunghezza d'onda ()
compresa tra 0 e 2,5 micron:
con le seguenti caratteristiche per intervalli di :
- tra 0 e 0,36 micron la zona degli ultravioletti,
- tra 0,36 e 0,78 micron si ha lenergia luminosa (luce bianca naturale),
- tra 0,78 e 2,5 micron zona degli infrarossi, responsabili della trasmissione dellen.
termica .
N.B. Buco Ozono
Nel campo degli ultravioletti, il compito dell'ozono (O3) importantissimo: quello di
assorbire onde elettromagnetiche soprattutto nella fascia tra 0 e 0,3 micron, appunto
quella dei raggi ultra violetti che , in dosi eccessive, sono molto dannosi per la vita
umana (sono responsabili di tumori alla pelle).
La formazione del buco dell'ozono quasi certamente causata dalle catene di
idrocarburi usate come gas frigoriferi contenenti fluoro.
I gas incriminati sono i fluorocarburi, in particolare quelli della catena del freon .
Sono stati messi al bando, ma erano usati in molti campi, dunque prima che tutte le
applicazioni in cui erano previsti diventino obsolete e vengano sostituite devono
passare ancora molti anni.
Il meccanismo per cui si forma il buco dell'ozono pare il seguente: quando i
frigoriferi, (o gli impianti di condizionamento casalinghi o delle auto, o alcuni
materiali isolanti contenenti fluorocarburi ) invecchiano, il fluido frigorigeno si
disperde in atmosfera.
I fluorocarburi contengono il fluoro che per la sua forte tendenza ad attirare
l'ossigeno, si dice che "mangia l'ossigeno". Cos quando queste sostanze raggiungono
la fascia dell'ozono, la cui formula O3, il fluoro assorbe un atomo di ossigeno
trasformando l'ozono in ossigeno puro O2. In questo modo la progressiva emissione
in atmosfera di fluorocarburi consuma lentamente il filtro dellozono del nostro
pianeta ai raggi ultravioletti.
N.B. Effetto Serra
Un altro fenomeno di cui si parla molto l'effetto serra: esso dovuto al fatto che
alcuni materiali (es. vetro, fogli di plastica) sono quasi trasparenti alla luce solare,
cio allenergia incidente nelle lunghezze d'onda comprese tra 0 e 2,5 micron.
Dunque attraverso un vetro pu passare, ad incidenza perpendicolare o ad essa
prossima fino a 40 gradi, fino al 90% dell'energia solare. Una volta entrata questa
energia colpisce i vari materiali contenuti nella serra e li scalda. Gli oggetti, una volta

scaldati, riemettono radiazioni, con lunghezze d'onda maggiori, ma il vetro, a queste


radiazioni non pi trasparente, e quindi non le lascia uscire, ed esse continuano a
scaldare l'interno della serra. Leffetto serra per lenergia solare quasi assimilabile
ad una trappola per topi: si entra facilmente, ma non si esce!
Questo effetto utile e voluto nelle serre, ad esempio nei vivai perch permette alle
piante di crescere pi velocemente.
L'effetto serra in atmosfera basato sullo stesso principio, e sono gli strati trasparenti
dell'atmosfera stessa a svolgere il ruolo del vetro che prima lascia passare la
radiazione solare e poi non permette alle radiazioni riemesse dalla materia scaldata di
uscire. Dunque un effetto che sempre esistito in natura, ma negli ultimi anni la
situazione cambiata, soprattutto per l'aumento dellanidride carbonica (CO2) e di
altri gas inquinanti in atmosfera, dovuto alle emissioni, derivanti dalle attivit delle
societ industrializzate.
La CO2, infatti, ha valori molto alti di assorbimento della radiazione solare, cos
l'emissione costante di migliaia di tonnellate di CO2 fa aumentare l'assorbimento e
dunque il riscaldamento, e con esso la quantit di radiazioni che non sono pi in
grado di uscire dall'atmosfera.
La CO2 deriva da tutti i processi che coinvolgono il carbonio, dunque il processo che
ne produce di pi la combustione degli idrocarburi.
Conclusioni : l'intera societ industriale basata sulla combustione degli idrocarburi,
ed il loro consumo in continuo aumento in tutto il mondo, quindi necessario
trovare una soluzione per una loro decisa riduzione nelle emissioni (Protocollo di
Kyoto)
La prima risposta a questo problema, anche se non decisiva, la pi semplice, e
l'unica immediatamente attuabile da ognuno, cio il risparmio energetico.
Molta dell'energia consumata nel mondo attualmente viene inutilmente sprecata,
spesso inconsapevolmente o per semplice ignoranza del problema .
Dunque se, anche attraverso campagne informative di sensibilizzazione, si riuscisse a
far s che ognuno stia attento ad accendere gli elettrodomestici o il riscaldamento solo
quando necessario, o ad isolare in maniera efficace gli edifici in cui trascorre le sue
giornate sarebbe gi un primo importante passo avanti per frenare le emissioni di
CO2. Infatti anche se lo spreco giornaliero di ogni singolo individuo pu sembrare
marginale, questo va moltiplicato per miliardi di persone, dunque si capisce come
ogni contributo sia importante.
Il passo successivo, molto pi complesso e meno immediato, sar la progressiva
diffusione di sistemi basati sull'energia pulita, in modo da azzerare le emissioni
dannose. Questo traguardo ancora lontano, ma gi da adesso possibile muoversi in
questa direzione, iniziando a progettare tenendo conto di queste problematiche.

4.2 Utilizzazione dellenergia solare


Il Sole pu essere sfruttato a proprio vantaggio nella progettazione di edifici.
Per progettare un edificio che tragga vantaggio dal Sole bisogna in primo luogo
saperne la latitudine (l'Italia tutta compresa tra 36 e 48 di latitudine Nord), la
longitudine e l'orientamento, in modo da poter decidere di conseguenza la
disposizione degli ambienti e di eventuali pannelli solari. Anche la quota sul livello
del mare gioca, per quanto riguarda l'irraggiamento un ruolo importante, infatti
minore la quota maggiore lo spessore di atmosfera che i raggi devono attraversare,
e di conseguenza sar minore la quantit di radiazioni che arriva a terra.
Ad esempio importante tenere conto del fatto che le stanze rivolte a Nord non
avranno mai irraggiamento diretto, ma riceveranno soltanto luce diffusa.
Al contrario l'esposizione a Sud garantir un soleggiamento diretto e medio durante
tutto l'arco della giornata, mentre i grafici dell'esposizione ad Est e ad Ovest sono
simmetrici , dunque ad Est avremo un forte irraggiamento mattutino , e ad Ovest i
raggi arriveranno il pomeriggio e la sera.

A questo proposito non consigliabile progettare edifici con camere da letto rivolte
ad Ovest, in quanto lirraggiamento solare diretto agir scaldando tale camera poco
prima che si vada a letto, creando disagio estivo agli utenti. Situazioni come questa ,
se conosciute , possono essere sfruttate con vantaggio , infatti.in un clima freddo

avere il sole che riscalda la camera poco prima di dormire una cosa positiva , ma
sar negativa in un clima caldo, soprattutto in estate .
Anche il modo in cui vengono progettate le aperture, cio di solito le abituali finestre,
influisce in maniera determinante sul benessere e sui consumi in un edificio.
Un esempio per tutti quello degli shed usati nelle fabbriche . Molte di queste
aperture venivano orientate verso Nord poich si voleva evitare l'abbagliamento dei
lavoratori causato dalla luce diretta . Questa soluzione, per , molto dispendiosa
perch richiede lilluminazione artificiale quasi in continuit, e mentre lapporto
energetico solare nullo , le aperture sono le zone termicamente pi disperdenti
dell'involucro di un edificio, ed inoltre gli shed si trovano in alto , dove sale l'aria
calda, dunque, rivolgendo queste aperture a Nord, si ha la pi svantaggiosa situazione
di massima dispersione del calore.

Orientando gli shed verso Sud , invece , e dotandoli opportunamente di aggetti esterni
e di rivestimenti interni o pannelli diffondenti , si pu raccogliere energia solare
senza il problema dell'abbagliamento, e si limitano le dispersioni di calore, con un
bilancio energetico ed illuminotecnico nettamente favorevole.
Il dato geografico pi incidente per gli effetti che il Sole pu avere sulla costruzione
la latitudine, infatti con essa varia l'inclinazione con cui i raggi solari la colpiscono .
Per ogni localit sono disponibili in bibliografia i dati statistici climatici, in
particolare indicata la radiazione media mensile espressa in MJ/m2 .
Il modo pi antico di usare l'energia solare il guadagno diretto , cio quello che si
ottiene semplicemente dal fatto che ledificio , o un suo particolare componente , o
gli oggetti che esso contiene vengono colpiti e dunque scaldati dai raggi solari.
Qui gioca un ruolo importante l'inerzia termica , infatti la situazione pi classica
quella che si verifica quando i raggi attraversano una finestra qualsiasi e incidono
direttamente su: pavimento e pareti e gli oggetti contenuti nell'edificio in questione,
ed indirettamente anche su soffitto e pareti interne. In questo caso tutte le superfici
durante le ore di illuminazione assorbono calore che poi riemetteranno di sera e notte
con il calare del sole e della temperatura interna. Maggiore la massa che viene
colpita dai raggi solari , maggiore sar il potere daccumulo, e quindi il calore
assorbito di giorno, e quindi quello poi riemesso di notte. A questo processo
partecipano anche gli arredi e le finiture, ad esempio un colore pi scuro assorbe di
pi . Questo permette di innalzare sensibilmente la temperatura e, di risparmiare sul
riscaldamento nei climi freddi, quindi si dovr aver cura di predisporre adeguate
superfici trasparenti, ed avere superfici interne molto assorbenti.
Per quanto riguarda le vetrate bisogna tenere conto che sono punti deboli per quanto
riguarda l'isolamento termico, e quindi le loro dimensioni dovranno essere il risultato
di una mediazione tra il bisogno di accogliere i raggi solari e quello di non far uscire
il calore.
Questo vale , come gi detto , nei climi rigidi, invece in Sicilia ad esempio, ed ancor
di pi nei Paesi tropicali, ci si dovr proteggere dal fenomeno di surplus di calore,
specialmente in estate.
Naturalmente esistono anche altri metodi di guadagno solare pi elaborati , ma che
sono molto pi vincolanti dal punto di vista prettamente distributivo, visivo ed
architettonico .
Il primo di questi sistemi lo scambiatore aria-aria , che prevede il riscaldamento
dell'aria da parte del sole in una serra, separata, dal locale che si vuole scaldare,
mediante una parete. La parete potr avere prese d'aria disposte in alto , in modo che
l'aria scaldata nella serra salendo le raggiunga e possa entrare nel locale, e, a sua volta
la serra avr prese d'aria verso l'esterno disposte in basso, per la ripresa dellaria
dallambiente . Si genera cos una circolazione per cui l'aria scaldata all'interno della
serra sale ed entra nell'edificio lasciando il posto nella serra per nuova aria da
scaldare.

Questo sistema pu anche avvalersi di un sistema di circolazione forzata dell'aria che


ne migliora le prestazioni.
Un altro sistema basato sullo stesso principio il muro solare , che invece di
prevedere una vera e propria serra costituito da una superficie esterna vetrata con
prese d'aria disposte in basso , disposta a poca distanza dalla parete vera e propria in
modo da formare un'intercapedine in cui si scalda l'aria. La parete come nel caso
precedente avr le prese d'aria disposte in alto in modo da consentire all'aria calda di
entrare nel locale da riscaldare.
Un ulteriore evoluzione di questo tema il muro di Trombe-Michel : in questo caso
l'aria non presa dall'esterno , perch sempre l'aria interna a circolare riscaldandosi
quando c irraggiamento solare .
Questo sistema costituito da una superficie vetrata priva di prese d'aria disposta
all'esterno della parete vera e propria che invece provvista di una serie di bocchette
in alto e una in basso. In questo modo l'aria presente all'interno dell'intercapedine
viene scaldata dai raggi solari , dunque tende a salire e ad entrare nel locale dalle
bocchette disposte in alto . Questo fenomeno crea un risucchio dell'aria della stanza
verso l'intercapedine attraverso le bocchette disposte nella parte bassa della parete .
Inoltre la parete deve essere dotata di buona inerzia termica , in modo che di giorno ,
illuminata dal sole , assorba calore per restituirlo poi di notte .
In questo modo possibile operare con laria usufruendo degli stessi vantaggi del
muro solare .
Naturalmente questa soluzione presenta molte problematiche , infatti per essere
funzionale al massimo la parete deve essere orientata verso Sud , ma questo significa
avere delle ampie pareti cieche proprio dove l'illuminazione migliore . Inoltre per
essere captante la parete interna viene dipinta con colori scuri , che esteticamente non
sono sempre facilmente accettati . Questo senza tenere conto dei problemi correlati
alla pulizia ed alla manutenzione delle vetrate.
Un'altra soluzione prevede la disposizione a Sud di serre addossate a muri massivi ,
in modo da garantire un buon rendimento termico, ma anche questa pone forti limiti
alla libert progettuale.
La progettazione bioclimatica , dunque , deve tenere conto di moltissimi fattori, ed il
Sole il primo di questi , anche perch il motore stesso del microclima della zona ,
che il secondo fattore di cui tenere conto. Ad esempio in una valle sarebbe meglio
evitare la cima perch troppo ventilata , ma anche il fondovalle perch meno
soleggiato e pi freddo visto che l'aria fredda scende in basso.
L'ideale un semipendio rivolto verso Sud.
Un elemento fondamentale in tutti i sistemi analizzati sopra il comportamento della
radiazione attraverso il vetro o le superfici trasparenti in genere.
Quando la radiazione colpisce il vetro , infatti una parte di essa viene trasmessa,
un'altra viene riflessa e la rimanente viene assorbita. La parte di energia trasmessa ,

riflessa o assorbita dipende dalle caratteristiche del materiale e dall'angolo di


incidenza dei raggi solari sulla lastra. Infatti per un'inclinazione dei raggi fino a 45
rispetto alla normale, la percentuale trasmessa molto alta (fino al 90-95 %) , e pu
variare a seconda della trasparenza del materiale o della sua pulizia , ma oltre questa
inclinazione il vetro riflette via via la maggior parte della radiazione incidente.
Il vetro un materiale che si ottiene dalla silice, e a seconda della percentuale di
ossidi di silice e di altri componenti chimici presenti, si producono vetri pi o meno
trasparenti, opachi.
Il vetrocamera costituito da due vetri con in mezzo aria, essiccata per evitare la
formazione di condensa alle basse temperature , inoltre sui vetri si possono stendere
pellicole antiriflesso o energetiche, al fine di migliorarne lisolamento termico.
Per quanto riguarda le pareti , invece , possono entrare in gioco molteplici fattori
come i materiali , i colori , lo strato isolante o gli accorgimenti tecnici .
La cosa pi importante da ricordare che all'aumentare della massa il muro trasmette
meno il calore mentre la sua inerzia termica aumenta, dunque se la massa molto
grande il calore assorbito viene restituito molto pi avanti nel tempo .
Un altro elemento di cui bisogna tenere conto sono le ombre portate , che oltre
all'importanza architettonica, possono essere usate per evitare surriscaldamenti
estivi .
Nello studio delle ombre portate va considerato il loro spostamento nell'arco delle
ventiquattro ore e nell'arco dell'anno.
Gli aggetti , dunque , possono svolgere un ruolo importante per sfruttare le ombre ,
cos come gli schermi, verticali o orizzontali, fissi o mobili, disposti in
corrispondenza delle zone da ombreggiare.
La posizione del nostro pianeta nella sua orbita intorno al sole e l'inclinazione del suo
asse , oltre la latitudine, sono gli elementi che determinano l'inclinazione dei raggi
solari sulla sua superficie ; le date fondamentali da conoscere sono i due solstizi e i
due equinozi . Il solstizio invernale (21 Dicembre )segna nellemisfero Nord la data
con il d pi breve , mentre quello d'estate (21 Giugno) quella del d pi lungo;
e nellemisfero Sud, viceversa . I due equinozi (21 Marzo e 21 Sett.), invece, sono i
due giorni dell'anno in cui il numero delle ore di luce esattamente lo stesso delle ore
di buio .
Il massimo irraggiamento solare ottenibile su una superficie orizzontale nel mese pi
favorevole e con aria limpidissima misurabile in 1100 W/m2. I coefficienti di
utilizzazione sono molto minori di 1 , quasi sempre minori del 50% , dunque si dice
che il Sole d energia a bassa intensit, e quindi per avere grandi accumuli di energia
servono grandi superfici captanti , che per costano molto.
Il Sole , inoltre regola tutto il ciclo dell'acqua e quello della vita. Le precipitazioni
avvengono quando il vapor d'acqua presente nellaria condensa . Questo avviene

quando un'alta concentrazione di esso si sposta in una zona con una temperatura
favorevole .
La temperatura dipende dal sole , ed era stato sempre il sole a far evaporare l'acqua
delle riserve del nostro pianeta portando il vapor acqueo in atmosfera.
Tornando a parlare di microclima si nota come in genere la temperatura salga con
l'aumentare della densit abitativa . In citt, infatti arriva meno vento, ci sono pi
attivit con dispersioni termiche, pavimentazioni ed edifici costituenti accumuli
termici, e tutto fornisce calore. Dunque secondo la legge se progetto in aperta
campagna posso abbassare la temperatura esterna di progetto di due o tre gradi,
perch tale la differenza di temperatura.
Per stabilire la temperatura esterna del sito in cui progetto importante l'altezza sul
livello del mare. In genere si calcola un abbassamento della temperatura esterna di un
grado ogni 150-200m , e questo dato vale in estate come in inverno.
Ogni elemento della morfologia di un sito : il mare , i laghi , i venti predominanti o la
presenza di montagne o colline, influenza il microclima, e quindi dovrebbe
conseguirne una progettazione ad hoc.
Nel considerare i carichi termici agenti su un edificio bisogna sempre ricordare che
anche quelli interni influiscono . Infatti la presenza di lampade , elettrodomestici ,
persone , in un locale influiscono molto sulla temperatura interna risultante.
E se il contributo di un singolo individuo pu essere trascurabile in un ambiente
sufficientemente ampio, quello dell'intero pubblico di un cinema o di un palazzo
dello sport pu essere molto grande, per non parlare di luoghi in cui le persone
compiono intensa attivit fisica (palestre), o in cui sono in funzione grandi
macchinari (industrie, es. panificio). Tutti questi contributi devono essere considerati
dal progettista.
La decisione di sfruttare l'azione del Sole in un edificio ne condiziona pesantemente
il progetto in ogni sua fase .
5.3 Esempi di edifici bioclimatici
Un esempio lampante quello della "piscina senza Nord" , la cui pianta
costituita da un triangolo con il vertice rivolto
verso Nord e la base rivolta a Sud. Questa
disposizione consente di non avere pareti
esposte direttamente a nord , che sono quelle
che generano la massima dispersione e che non
ricevono mai direttamente la radiazione solare.
La facciata a Sud completamente vetrata ,
cos in inverno il sole entra permettendo
all'acqua (che ha un'elevata inerzia termica) e
alle pareti interne di accumulare calore.

La notte, invece vengono fatti scorrere sopra alle vetrate dei pannelli isolanti che
impediscono al calore riemesso dall'acqua e dalle pareti interne di disperdersi.
L'impianto, inoltre , prevede l' uso di collettori solari per fornire l'acqua calda alle
docce.
In una piscina la temperatura dell'aria e quella dell'acqua della vasca devono
mantenersi sui 27-28C , inoltre ogni giorno bisogna garantire un ricambio di almeno
il 10% dell'acqua , il che equivale a buttare via acqua calda . Da questi dati si capisce
che una piscina un impianto che divora letteralmente energia, e come, tutti gli
accorgimenti che consentono di risparmiarne, siano molto importanti.
Un altro progetto realizzato la scuola materna di Tredozio , una localit
nellAppennino Tosco-Emiliano a 7-800
m slm . In questo caso stato possibile
realizzare l'edificio in maniera ecocompatibile grazie a sovvenzioni
speciali , visto che il costo di un edificio
di questo tipo superiore di quello di un
edificio tradizionale.
Questo progetto prevede dei muri di
Trombe-Michel rivolti a sud ed un
ingresso munito di doppia porta .
Inoltre il tetto sostiene una grossa "vela" che ospita 130 m2 di collettori solari
inclinati di 60 rispetto all'orizzontale.
Di fronte ai collettori una superficie di tetto piano ricoperta da ghiaia chiara per
creare un grosso albedo ( riverbero ). A nord sono disposti tutti i depositi ed i bagni .
La zona Sud ha alcune porte che procurano guadagno solare diretto, oltre ai muri di
Trombe-Michel , la cui superficie muraria dipinta con una vernice verde selettiva ,
appositamente studiata per creare un maggiore effetto serra , mentre le ampie vetrate
utilizzano il vetro camera ed hanno l'intelaiatura ridotta al minimo necessario a
garantire la resistenza meccanica .
In questo modo il vetro camera impedisce la dispersione termica, mentre le sottili
intelaiature non creano ombre e non diminuiscono la superficie trasparente.
Oltre alle bocchette del muro di Trombe-Michel il sistema dispone di un sistema di
ventilazione forzata dell'aria interna che ne garantisce il ricambio richiesto dalla
Norma vigente per le scuole.
Altro progetto di un'altra scuola , che
si trova a Massa Finalese (MO) , ed
molto pi grande, dunque stata
disposta in due corpi paralleli tra loro ed
orientati a sud-est, visto che le aule
hanno bisogno di luce ed energia solare
soprattutto durante la mattinata.

I due corpi di fabbrica sono disposti parallelamente ma a distanza tale da non farsi ombra tra

loro . Il progetto , inoltre prevede dei corpi captanti disposti lungo le facciate,
costituiti da serre collegate alle aule e leggermente schermate da setti - diaframmi
della struttura , che , data la loro massa , fungono contemporaneamente da corpi di
accumulo . Queste zone captanti sono costruite a sbalzo rispetto alla facciata, ma la
loro forma studiata in modo da generare il minimo possibile di ombra portata sulla
facciata sottostante. Questa soluzione per essere completa avrebbe dovuto essere
corredata da tapparelle isolanti con cui diminuisce l'influenza del sistema.
La palestra , invece ha una falda del tetto completamente in policarbonato doppio in
modo da garantire un'illuminazione abbondante , limitando la dispersione di calore.
L'edificio , inoltre dotato di un impianto per la circolazione dell'aria con un sistema
di regolazione singolo per ogni aula , e di un sistema di collettori solari per la
produzione dell'acqua calda delle docce e delle cucine.
Un altro intervento molto riuscito ledificio ad uso residenziale a BorgoTaro , a
circa 6-700 m slm.
Il progetto prevede una facciata sud con
ampie superfici vetrate con zone a
guadagno diretto sulle camere , serre a
pianta trapezoidale con porta sulla sala da
pranzo , e pannelli solari sul tetto . Il lato
a nord , invece, occupato dalle scale
esterne situate in corpi chiusi che fungono
anche da frangivento , dai servizi , e dalle
cantinette al piano.
La parete che separa le serre disposte a sud dalla sala da pranzo munita di
bocchette, in cui installato un piccolo ventilatore regolato da un termostato che
permette l'ingresso di aria calda dalla serra-terrazzo.
Quindi il funzionamento semplice, basta regolare il termostato sulla temperatura
desiderata , e quando l'aria nella serra la raggiunge , si apre la bocchetta ed entra in
funzione il ventilatore. All'interno della serra il pavimento bianco per riflettere la
luce mentre la parete scura per assorbirlo maggiormente. Il muro esterno
realizzato con spessi blocchi di argilla espansa che danno massa, mentre per le
strutture sono state usate cassaforme a perdere in materiale isolante, eliminando, cos,
i problemi legati ai ponti termici.
Altro intervento interessante stato realizzato per lo IACP di Bologna a Crevalcore
(BO) , e trattasi di una ristrutturazione di un edificio con sei
alloggi, la cui facciata Sud stata completamente solarizzata ,
con serre, muri di Trombe, e muri ad accumulo (inerti) . E stato
significativo rilevare il suo comportamento termico rispetto ad
altri due , pressoch identici e molto vicini, su cui si era
intervenuti sul primo con una ristrutturazione normale (pareti

non isolate), mentre sul secondo con lo stesso isolamento termico del terzo
solarizzato.
Un altro stratagemma per sfruttare energia naturale per migliorare la qualit climatica
di un edificio, ma in questo caso per il raffrescamento estivo, quello delle torri del
vento. Ad esempio in Iran , esistono costruzioni tradizionali che sfruttano questo
principio.
Si costruisce la torre secondo la direzione dei venti dominanti , dotandola di aperture
in quella direzione.
L'aria, cos entra forzata dal vento nella torre, e da l viene convogliata in condutture
sotterranee dove si raffredda. Da qui l'aria raggiunge il cortile dell'edificio da
rinfrescare passando anche attraverso il getto di una fontana per umidificarsi.
PROIEZIONI future di grande interesse
Progetto ARCHIMEDE in Sicilia in fase di realizzazione da Enel-Enea
Progetto TORRE SOLARE , per ora in Australia
Captazione nella stratosfera ed invio a terra con onde convogliate.

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